Scarlatta come una rosa

di LatazzadiTea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***
Capitolo 4: *** Quattro ***



Capitolo 1
*** Uno ***


Erano passati alcuni giorni dal loro ultimo incontro e a dispetto delle aspettative, non era stato piacevole. Lui l'aveva praticamente ignorata, le aveva detto che non aveva tempo per lei e che quella sera sulla nave da crociera, era stata solo un diversivo e che grazie a lei, non si era annoiato.
Eppure era sempre lui Masumi Hayami, lo stesso uomo che sul ponte di quella nave da crociera difronte a quella splendida alba, l'aveva tenuta stretta fra le sue braccia.

Lo stesso con cui la sera prima, aveva ballato e conversato così amabilmente e nei cui occhi, aveva letto una promessa ora infranta.

Quegli occhi ora, erano spenti e guardavano oltre di lei, come se non la vedessero. Maya lo aveva visto andarsene e salire sulla sua elegante auto senza nemmeno voltarsi indietro. Il suo più grande fan, il suo donatore di rose scarlatte, le voltava le spalle senza nemmeno una spiegazione. Ma la realtà era ancora più dolorosa, Masumi Hayami si sposava, vedeva la sua immagine allontanarsi e dissolversi fra le lacrime, mentre non le restavano altro che il rimpianto e la cruda consapevolezza di quella terribile perdita.

- Tieni, ti farà bene è ancora caldo! - esordì Rei con l'aria preoccupata.

- Grazie - si limitò a rispondere Maya, con lo sguardo perso fuori dalla finestra verso l'orizzonte. Era ormai sera, quella giornata era stata estenuante, le prove e le continue lacrime l'avevano annientata.

- Faccio una doccia ed esco... - disse mandando Rei su tutte le furie.

- Che significa esci? Dove pensi di andare e con chi, non mi sembra che tu sia nella condizione adatta! - protestò la ragazza.

Maya non la ascoltò, lasciò che il tepore dell'acqua la confortasse a lungo poi, si rinchiuse nella sua stanza per una buona mezzora. Rei notò un auto. Un elegante berlina scura aveva parcheggiato sotto casa, sicuramente non era lì per lei. Maya uscì dalla stanza, indossava un abito corto di un delicato color rosa pastello con corpetto in raso e gonna vaporosa formata da una cascata di petali di organza, ai piedi portava dei sandali con tacco alto di pelle e pizzo, e aveva tirato su i capelli, che ricadevano in piccole ciocche corvine sulle spalle nude.

Rei rimase senza parole, quella giovane donna così elegante e raffinata era davvero Maya?

- Non devi preoccuparti per me, è una persona fidata ed solo una cena di lavoro… tornerò presto e filerò subito a letto, e poi, tu devi andare giusto? Scusami ma non me la sento di stare a casa tutta la sera da sola! - rispose lei.

- Veramente avevo già disdetto - disse la ragazza imbronciata.

- Allora riconferma… e divertiti, lo farò anch'io! - Maya schioccò un bacio sulla guancia dell'amica, nonostante il trucco e l aria sbarazzina si vedeva che aveva pianto.

- Non fare sciocchezze amica mia e torna a casa presto! - le rispose Rei.

Mentre seguiva con lo sguardo la macchina che scompariva dietro la prima curva, si accigliò, sperando di rivederla il prima possibile.

- La ringrazio per aver accettato il mio invito signorina! - la voce del sig.Hijiri era calma e sommessa, e il suo sguardo limpido e dolce.

Aveva davvero bisogno di una persona amica con cui parlare e nessuno meglio di lui, avrebbe potuto capirla. Anche se ignorava che lei sapesse la verità sul suo ammiratore segreto quando, dopo averla consolata le aveva detto che avrebbe potuto conoscerlo e grazie a lui era tornata a sperare, aveva anche pensato di chiedergli spiegazioni. Hijiri doveva sapere cosa stesse succedendo nella vita di Masumi e il perché era arrivato a trattarla a quel modo.

Erano usciti proprio per discutere i particolari di quell'incontro. Il giovane aveva un aria diversa dal solito, era elegantissimo nel suo abito scuro e non sembrava affatto avere intenzione di voler passare una serata noiosa e formale, anche se lei in cuor suo sperava di incontrarlo il suo Masumi, magari in uno di quei locali eleganti che era solito frequentare e parlagli subito, non poteva aspettare aveva bisogno di sapere la verità, anche l'avesse respinta ancora.

Forse era vero che anche lui soffriva, doveva essere successo qualcosa di grave per spingerlo a fare un passo indietro, ma cosa?

Gli aveva chiesto di aspettarla, come lui le aveva promesso che avrebbe aspettato lei, e allora perché?

L' auto si fermò nel garage sotterraneo di un grande palazzo nel centro della città, l'ascensore salì dal parcheggio direttamente al quattordicesimo piano, era uno dei locali più in del momento, un posto dove non si sarebbe mai sognata di andare prima, ne tanto meno, avrebbe potuto permetterselo.
Ora era diverso, lei era una attrice affermata, anche se non famosa quanto Ayumi, e poteva permettersi di entrare in locale simile adesso, ma quel risultato non la rendeva veramente felice. Non era certo la fama che voleva, al contrario, non essere sempre riconosciuta, le permetteva di essere ancora la Maya di sempre.

Lui le offrì il braccio e l'accompagnò al tavolo.

- È davvero affascinante stasera, sembra più grande della sua età! - il tono di Hijiri era sincero e lei gli fece notare che in effetti, lo era grande e che era una donna ormai.

Le esatte parole che aveva detto anche a lui, al sig.Hayami, si rabbuiò per un istante ma il giovane uomo di fronte lei, la rincuorò con un dolce sorriso.

- Vi incontrerete dopo lo spettacolo dimostrativo, ha espresso il desiderio di congratularsi con lei di persona e mi ha detto di dirle, che fino ad allora dovrà pazientare il prossimo mazzo di rose scarlatte. Lui pensa che riceverlo direttamente da lui darà al vostro incontro un significato unico e speciale - la informò.

- Ne sono felice, davvero. Gli riferisca che aspetterò con ansia il nostro incontro, spero tanto di non deluderlo e gli dica che reciterò la dea scarlatta solo per lui! - gli rispose Maya, con un tono di tristezza.

- Vedrà è un posto incantevole una splendida villa sul mare nella penisola di Izu, e naturalmente, sarò io ad accompagnarla. La contatterò nel solito modo e riferirò ogni parola, stia tranquilla! - il cellulare di Hijiri si mise a squillare all'improvviso e lui si allontanò per rispondere in privato.

Dopo quella breve conversazione, si scusò con lei facendole un breve inchino.

- Grazie lei è davvero un amico prezioso, ci ha fatto da intermediario per cosi tanto tempo... la sua fedeltà a quella persona è d'avvero ammirevole. - gli disse senza capire cosa stesse succedendo, visto che il sig.Hijiri non si era riseduto al loro tavolo.

Lui sorrise ancora prima di allontanarsi, Maya rimase spiazzata e si guardò intorno: alcune coppie accanto al loro tavolo la guardavano incuriosite, mentre un vocìo sommesso accompagnata l' entrata di un uomo nel locale.

Maya smise di respirare, era lui, era Masumi.

Lo sguardo di lui incontrò il suo e con la sua solita aria sfacciata, si sedette con lei al tavolo e subito dopo, un cameriere li raggiunse.

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Capitolo 2
*** Due ***


- Che ci fai qui da sola… chi era quel bellimbusto che ti ha accompagnata? - le domandò serio.

- Non sono affari suoi e comunque sto cercando di cenare, e poi tornerà fra poco... se ne vada la prego! - sbottò Maya, aveva sperato con tutta se stessa di poterlo rivedere, di potersi chiarire con lui ma capì di essere del tutto impreparata ad affrontarlo.

- Sai non credo che tornerà, l'ho visto dirigersi all'uscita, a proposito hai già cenato? - le chiese sbirciando il menù.

Era come se nulla fosse mai accaduto fra loro, Maya si sforzò di trattenere le lacrime e di non fuggire davanti a tutte quelle persone, doveva resistere al tumulto che si agitava dentro di lei.

- Che c'è, si annoia anche stasera, la sua preziosa fidanzata non le fa mai compagnia? - ribatté incapace di tacere.

Masumi la guardò dritta negli occhi, ma non rispose e ordinò la cena.

- Non hai risposto alla mia domanda. - disse poi, bevendo d'un fiato il suo bicchiere di vino rosso.

- È il segretario di una persona a me molto cara, mi ha appena detto che presto potrò incontrarla. Sa, il mio donatore di rose intendo, è davvero singolare, mi ha detto che anche lui possiede una splendida villa sul mare a Izu, proprio come la sua! - rispose Maya, trovando chissà dove il coraggio di tenergli testa in quella illogica conversazione.

Masumi conosceva benissimo il sig.Hijiri ed era stato lui a chiamare il giovane al telefono, forse aveva organizzato lui stesso quell'incontro. Maya era confusa e amareggiata dal suo comportamento, sebbene sapesse che dietro ogni sua azione ci fosse sempre stata una ragione ben precisa, avrebbe voluto sapere quale fosse.

- Molte persone facoltose hanno residenze estive da quelle parti! - tagliò corto lui e poi aggiunse.

- Ne sarai felice, e quando avverrà questo fatidico incontro?- Masumi era un muro di ghiaccio, se stava soffrendo lo nascondeva bene.

Era un gioco crudele il suo, pensò Maya, ricordava ancora le parole della sua sensei la sig.Tsukikage: se quell'uomo è la tua anima gemella allora anche lui starà soffrendo forse più di quanto non stia soffrendo tu.

Era vero?

- Glielo dirò quando anche lei risponderà alla mia domanda. - rispose senza mai smettere di guardarlo negli occhi.

- In effetti mi annoiavo a morte da solo stasera, speravo ancora di rivederla fuori dal mio ufficio come le è di abitudine negli ultimi tempi… e poi per puro caso eccola qua, in uno dei miei locali preferiti. - replicò Masumi, come se stesse insinuando qualcosa.

Maya sentì un irrefrenabile bisogno di alzarsi da quel tavolo e fuggire, non era per quelle parole, che avrebbero ferito chiunque nella sua posizione, era per lui. Masumi era lì ad passo da lei, le sarebbe bastato allungare una mano per toccarlo, avvertiva il profumo dolce che emanava e vedeva la sua immagine riflessa nei suoi occhi azzurri, che scintillavano come luci nella notte.

Da quando l'aveva stretta la prima volta al tempio e poi sul ponte della nave, quel contatto aveva acceso in lei un ardente desiderio ed era una vera agonia averlo così vicino e non poterlo toccare.

Ad un tratto, accortosi del suo disagio, lui cambiò espressione.

- A questo punto tu dovresti prendere il tuo bicchiere di vino e gettarmelo in faccia, io al tuo posto lo farei! Sbraitare qualcosa come: lei è un uomo senza cuore, un affarista cinico freddo e senza scrupoli. Un viscido scarafaggio e un pallone gonfiato. Mettici del tuo e poi fra una decina di minuti, potresti aspettarmi giù al parcheggio...- disse poi, spiazzandola del tutto.

- Le sporcherei il suo bel completo e la camicia. - rispose Maya, ma lui sorrise.

- Non sarebbe la prima volta, ricordi? Fu quando t'incontrai davanti alla sede della Daito e ti salvai da quei cani. Ti sbucciasti un ginocchio e mi sporcasti la camicia di sangue... la macchia disegnò una strana trama scarlatta sul tessuto, dalla forma di una rosa. - le rispose dopo un momento di smarrimento.

Maya aveva gli occhi pieni di lacrime e il viso in fiamme, afferrò il bicchiere sul tavolo e glielo tirò addosso con tutta forza che aveva. Masumi tornato in se notò un gruppo di paparazzi alle sua spalle.

- Lei è... lei è… - Maya non era più in grado di ragionare, doveva andarsene da quel posto e di corsa.

Lui non fece una piega, afferrò un tovagliolo e si limitò ad asciugarsi mentre un cameriere lo avvicinava costernato, si inchinava senza mai smettere di scusarsi e promettendo di pagare la tintoria, lanciava occhiatacce alla giovane donna che si affrettava ad uscire dal locale.

- Non importa davvero… - Masumi gettò il tovagliolo sul tavolo e si diresse ai bagni.

Lo aveva colto un dubbio feroce. Non era così che agiva di solito, aveva perso tutta la sua proverbiale freddezza e improvvisamente, quelle parole appena pronunciate lo mandarono nel panico più assoluto. Uscì di corsa incurante di tutto, scese nel parcheggio e la cercò ovunque con lo sguardo. Quando finalmente la vide lei era lì, accanto alla sua auto, col viso fra le mani, in lacrime e indifesa e quel silenzio surreale interrotto solo dai suoi singhiozzi, sembrava urlare.

Maya lo guardò incredula, nonostante i tacchi lui la sovrastava in tutta la sua statura, si avvicinò ad un passo da lei e poi, finalmente, la prese fra le braccia.

- Andiamo prima che ci veda qualcuno! - aveva voluto allontanarsi da quel luogo il più possibile, si passava nervosamente le mani fra i capelli chiari nell'attesa che la sua ragazzina ritrovasse la calma fra un sussulto e l'altro, ma le lacrime non accennavano a fermarsi.

- Come puoi provare questo per me? Io sono il tuo nemico naturale, dovresti odiarmi ancora. Non merito le tue lacrime! Sono stato crudele con te e ti ho fatto solo del male, non so nemmeno cosa stia davvero succedendo fra di noi. - disse, senza smettere di parlare un momento pur di ottenere una risposta.

Masumi era un fiume di parole, lo stato in cui versava Maya lo opprimeva. Era in collera con se stesso e si sentiva pieno di rimorso.

- Davvero non lo sa? - Maya tornò a respirare, anche se a fatica.

- So che nonostante lo abbia così disperatamente negato a me stesso, per tutto questo tempo ho sempre avuto un debole per te. Mi sei sempre piaciuta e non solo come attrice, anche se mi odiavi ho provato una tenerezza infinita per te Maya… - Masumi continuava a chiedersi se quelle parole al ristorante lei le avesse comprese, se ci avesse dato peso e avesse intuito qualcosa.

- Ora lo capisco. L'ho sempre trattata male, le ho dato la colpa di tutto e invece, invece lei mi ha sempre sostenuta e aiutata. Dopo Lande dimenticate, se lei non si fosse comportato in quel modo a prima vista ignobile, non sarei mai stata notata e non avrei mai potuto vincere il premio che mi ha permesso di competere con Ayumi per la Dea scarlatta. Ma fu dopo che la vidi con la sig.Shiory fuori dal un locale che capì cosa provavo davvero per lei. La vidi sorridere in sua compagnia e mi resi conto che le cose fra di noi sarebbero cambiate, che l'avrei persa. Mi sono sentita così sola, così sperduta, io… - Masumi aveva inchiodato.

- PAZZO! - gli avevano gridato e avevano ragione lo era, era pazzo di lei e non poteva più tenersi dentro tutto quell'amore e tutto quel desiderio che dilagava dentro di lui con la necessita sempre più crescente, di stringerla e proteggerla per sempre.

Maya lo guardò atterrita, ma poi si rilassò quando lui accostò e fermò l'auto, erano sulla banchina del porto. Lui scese dall'auto, non aveva ancora detto una parola dopo quella confessione. La prese per mano, aiutandola a scendere dalla macchina. L'aria fresca la fece riavere e un brivido le scosse la schiena nuda, l'estate era prossima a finire.

- Vieni siamo arrivati. - disse solo. Maya si ritrovò di fronte ad una grande imbarcazione, era uno yacht di quelli di lusso.

- Mio dio sig.Hayami l'equipaggio ci vedrà! - replicò preoccupata.

- Non c'è nessuno a bordo, vieni. - Masumi era turbato, Maya era titubante, aveva ancora gli occhi lucidi e il viso arrossato. Aveva bisogno di chiarirsi e di parlarle ma sopratutto, aveva bisogno di sentirla vicina a lui. Non l'aveva lasciata nemmeno per un momento, l'aveva guidata fino alla cabina principale tenendole sempre la mano. Aprì il mobile bar, che come sempre era ben rifornito, si versò del Brandy e si sedette sul letto bevendo il liquore in un colpo.

Finalmente lui la guardò di nuovo e le tese la mano invitandola ad avvicinarsi, Maya fece un profondo sospiro.

- Ne vuoi anche tu? Non ti farà male, ti calmerà. Lo so, non è una buona abitudine! - lei annuì, ne bevve un sorso appena, era dolce ma forte e la fece tossire. Ma lui aveva ragione, l' aiutò a calmarsi.

- Mi dispiace tanto, sono mortificato credimi! -

- Le credo, anch'io dovrei scusarmi, avrei dovuto gettarle addosso dell'acqua, ora il suo vestito è rovinato e lei ha un odore insopportabile! - gli fece notare Maya, cercando di allentare un po la tensione.

- Tu credi? Oddio è vero, scusami dovrei avere un cambio pulito qui da qualche parte! - le rispose.

Masumi apri un armadio, senza pensare a Maya si tolse la giacca e si allento la cravatta, dopo di che, si sfilò la camicia rimanendo a torso nudo. Maya non riusciva a distogliere lo sguardo, doveva essere arrossita, si toccò le guance, in effetti erano in fiamme.

Lui era di una bellezza disarmante, i muscoli forti e ben definiti guizzavano ad ogni movimento sotto la pelle dorata.

Lei si sedette sul letto col cuore martellante nel petto, il respiro si era fatto più affannoso e faceva ondeggiare appena i bei seni, appena visibili sotto la scollatura del corpetto. Le mani erano giunte in grembo, il viso chino e lo sguardo fisso in un punto lontano del pavimento di legno lucido come uno specchio, che rifletteva tutto in quella stanza, così elegante e lussuosa da intimorirla.

 

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Capitolo 3
*** Tre ***


Sentì il peso di lui affossare il materasso, Masumi le si era seduto accanto. Aveva indossato una camicia bianca di lino, ancora aperta sul petto liscio e vigoroso, e quando Maya lo guardò, arrossì violentemente. Lui aveva abbassato il capo biondo sulla sua spalla e lei gli sorresse il viso con la mano, aveva un velo di barba e un profumo buonissimo.

Masumi la guardò dentro quegli occhi grandi e sorpresi ancora da bambina e sorridendo, le posò un bacio sull'angolo della bocca. Lei tremava per l'emozione, non aveva idea di come gestire quei forti sentimenti; ma ebbe il coraggio di ricambiare desiderando di più, e fu dolcissimo sentire le sue labbra sulle sue e assaggiarne il sapore. Lui era prudente, non era un ragazzino alla prima cotta, era un uomo adulto, sebbene in preda alla passione e s'impose di non perdere il controllo non poetva e non voleva turbarla oltre, ma quel bacio ancora casto aveva acceso in lui un ardente eccitazione e si sentì morire, andando contro ogni logica la prese fra le braccia con veemenza. Poi lei dischiuse le labbra pronta a ricevere la sua lingua e gemette quando lui l'accontento, in quel primo vero bacio.

Le mani di Masumi scivolarono lungo i suoi fianchi attirandola ancor più a se e quando Maya avvertì la sua virilità, si sentì bruciare, solo quando lui allentò la presa, riprese a respirare. Si erano baciati ancora e ancora, e sempre più intimamente, mentre le dita si intrecciavano fra loro, lei credette di svenire Masumi le stava sopra aderendo quasi totalmente al suo corpo poi si alzo su un gomito, perdendosi ad ammirarla per un momento.

Lei era lì, sotto di lui come una visione, sentì che avrebbe potuto gettarsi senza remore in quei laghi scuri di liquida passione che erano i suoi occhi, e annegarci dentro.

Con le gote arrossate, il respiro irregolare e i capelli sparsi sui cuscini, Maya era la cosa più bella che avesse mai visto, e pensò che era dove voleva essere, e cioè, fra le braccia dell'unica donna a cui avrebbe permesso di respirare il suo stesso respiro e l'unica a cui sentiva di appartenere.

- Non dobbiamo farci travolgere Maya… devo riportarti a casa, domani ci sono le prove e tu sarai esausta. Ci sono così tante cose che devo dirti e che tu non sai! - lei lo interruppe aggrappandosi con forza Al suo collo e lo baciò di nuovo.

- Non voglio andare a casa! - protestò, stringendosi a lui e nascondendo il viso nel suo petto.

Maya lo accarezzava piano, non era ancora ben conscia di se stessa e di quello che poteva suscitare in lui quel contatto fisico, sfiorò involontariamente uno dei suoi capezzoli e lui si contrasse, non sapeva ancora come sapesse amare un uomo ma sapeva che voleva scoprirlo fra le sue braccia.

Se lui se ne fosse andato ancora, quanto altro tempo avrebbe dovuto aspettare prima di rivederlo?

Quanto, prima di risentire la sua voce e il calore del suo abbraccio?

- E cosa vuoi ragazzina? - le chiese con la voce rotta dal desiderio.

- Voglio lei, solo lei signor Hayami, e restare qui fra le sue braccia per sempre! - gli rispose.

- È lo stesso anche per me… ma se rimanessimo ancora qui così, non riuscirei a trattenermi, non più Maya, e sarebbe un errore gravissimo da parte mia! Tu meriti molto più di questo… - Masumi lasciò la presa e si sdraio su un fianco, cercando disperatamente di riprendere il controllo di se stesso.

Maya si alzò dal letto cercando di sistemarsi il vestito e i capelli, lui aveva ragione, ma si sentiva ugualmente delusa ed amareggiata. Era come se qualcuno l'avesse per l'ennesima volta, derubata della cosa più preziosa che aveva al mondo.

- Non accadrà un altra volta, non ti lascerò andare ancora; per poi farmi costringere dagli eventi a rinunciare alla mia felicità e alla tua Maya! Non sarà solo un sogno fugace, d'ora in poi io sarò tuo e tu sarai mia, te lo giuro ragazzina! - disse dopo, con estrema convinzione.

Il tono calmo ma risoluto di Masumi la rassicurò e si volto verso di lui, non poteva essere arrabbiata. Lui scese da letto e la strinse ancora, cercando di nuovo le sue labbra.

- Verrai ancora a Izu? Voglio che tu venga, allora non te la caverai così a buon mercato… - era un dolce tormento il suo, Maya non poteva sapere quanto gli fosse costato staccarsi da lei.

- Si verrò e non incontrerò più il mio ammiratore, se avesse voluto rivelarsi lo avrebbe fatto! Lui non si offenderà, gli farò sapere che se vorrà incontrarmi potrà farlo in pubblico - rispose ansimante.

- Che farai se dovessi scoprire che già conosci questa persona e che forse, è più vicina te di quanto pensi? - Maya sorrise.

Masumi era terribilmente in ansia, aveva capito la sua paura anche se non riusciva ancora a crederci, lui temeva di ferirla o forse pensava che non lo avrebbe mai accettato. In effetti, scoprire che proprio lui era il suo ammiratore segreto e il suo donatore di rose scarlatte, era stato scioccante. Aveva avuto mille dubbi dopo, chiedendosi se l'avesse fatto per interesse e se il suo unico obbiettivo in realtà, fosse stato solo ottenere i diritti di rappresentazione della dea scarlatta. Certo non poteva essere così, lo aveva capito quella sera, quando era stato ferito per difenderla. Masumi non era affatto come aveva creduto per tanto tempo, lui era una brava persona e che semplicemente, faceva parte di un mondo che lei non comprendeva.

- Chiunque sia, gli sarò grata per sempre! Dedicherò a questa persona la mia dea scarlatta e passerò il resto della mia vita a cercare di ripagarlo in qualche modo del suo affetto e della sua generosità! - rispose mentre lo guardava negli occhi.

Quelle parole erano per lui, solo per lui, possibile che non se ne rendesse conto?

- È un uomo fortunato! Sono un po geloso sai - disse lui.

Riuscirono anche a ridere, Maya disse che proprio non c'è lo vedeva ad essere geloso di un povero vecchietto malato e solo, e Masumi ritrovò la sua ragazzina in quell'espressione buffa e allegra, che finalmente le illuminava il viso dopo tutte quelle lacrime.

Quando arrivarono sotto casa, Maya notò che le luci erano ancora accese. Rei doveva già essere tornata e forse era in pensiero per lei.

- Devo andare… -disse a malincuore. - Voglio che lo incontri! Devi accettare il suo invito, non puoi deludere il tuo donatore di rose - rispose lui, dopo un lungo silenzio.

- Lo farò, se è lei a chiedermelo... - Maya aprì lo sportello della macchina, doveva andare, ma tutto il suo essere si rifiutava di allontanarsi da lui.

- Lo dici come se per te, fosse un sacrificio - aggiunse lui trattenendola.

- Lo sarà tutte le volte che l'uomo in mia compagnia non sarà lei! - rispose Maya.

Sul bellissimo volto di Masumi si disegnò un espressione indecifrabile.

- Ho detto qualcosa di sbagliato? - gli chiese.

- No affatto, anzi, essere così importante per te mi lusinga, sono felice e ti amo Maya - disse semplicemente.

- Anch'io la amo signor Hayami… - rispose lei.

Quelle parole appena pronunciate e con una simile naturalezza, le avevano fatto provare un emozione fortissima. Masumi lasciò cadere la sigaretta fuori dal finestrino e Maya lo abbracciò, e lo baciò ancora una volta e con rinnovato ardore. Avevano così a lungo desiderato quel momento, che fu così intenso da fargli quasi dimenticare tutti gli ostacoli che ancora li attendevano.

Si guardarono per un lungo, infinito istante, poi si staccò da lui e corse via verso le scale, ma Masumi la raggiunse con un passo.

- Tieni, e domani chiamami, il numero del mio cellulare è già in memoria - le rubò un ultimo bacio e volò in macchina, lei salì le scale di corsa e con il cuore in gola entrò in casa.

Rimase cosi, appoggiata alla porta per diversi minuti, ripensando a quanto tutto si fosse bruciato in fretta in quell'incontro clandestino e pianse. Rei le si parò di fronte come una furia nel vederla e Maya le si gettò fra le braccia in lacrime, lasciando la giovane amica senza parole.

- Maya, era il signor Hayami quello? Cosa significa, dimmi che ti ha fatto? Non ti ha baciato sulle scale, vero? - le domandò confusa.

- Ha detto che mi ama, mi ama… capisci? - le mormorò.

- Maya, quell'uomo sta per sposarsi, è fidanzato! Ma non lo odiavi? E poi, se ti stesse ingannando, non ci hai pensato? Certo, è un bell'uomo, è così alto e… insomma rispondimi, dì qualcosa ti prego - la confusione di Rei aumentò a dismisura.

- No, non è come pensi, tu non sai chi è davvero e cosa ha fatto - disse Maya col viso ancora nascosto in quell'abbraccio.

- Perché, cosa ha fatto ? - volle sapere la ragazza sempre più stupita.

Maya era un fiume di parole e Rei era scioccata, dunque Masumi Hayami era il suo ammiratore segreto, l'uomo che aveva pagato i suoi studi, che l aveva sostenuta e incoraggiata per tutti quegli anni nascondendosi dietro quei meravigliosi mazzi di rose scarlatte, solo grazie a lui Maya aveva potuto realizzare il suo più grande sogno, diventare un attrice.

- Quando lo hai scoperto? - volle sapere.

- Dopo Lande dimenticate. La sera della tempesta, alla prima, usammo un fazzoletto blu: era il simbolo della ritrovata umanità di Jane nello spettacolo e l'unico spettatore era lui, il signor Hayami! Chissà come dopo andò perso e ne usammo uno rosso in seguito, quando ricevetti il premio, mi fu consegnato dal mio donatore di rose un biglietto con i fiori, e quando fece riferimento al fazzoletto blu, capì che l unico che poteva saperlo era lui. E poi, il giorno dell'anniversario della morte della mamma, sulla sua tomba trovai le rose e una penna stilografica molto costosa, ho fatto in modo che lui la riavesse. Quando gli fu riconsegnata se la mise in tasca, era sua, del signor Hayami. Non riuscivo a crederci non capivo perché avesse fatto tutto questo per me – In quel breve resoconto dei fatti, c'erano tutte le emozioni e i dubbi provati dalla giovane e Rei, provò una stretta al cuore.

- Mio dio, non sa che tu lo hai scoperto, non è così ? Maya, forse tu credi di amare il signor Hayami perché lui è il tuo ammiratore, hai sempre odiato quell'uomo, sei sicura? - ribatté l'amica.

- No, non è così, non lo odiavo e certo non sono innamorata di un ombra! Dopo la morte della mamma, ho riversato su di lui tutto il mio dolore, gli ho dato la responsabilità di tutto; ma la vera colpevole ero io e lo sapevo. Sono scappata di casa per inseguire i miei sogni e ho abbandonato mi madre, se non fossi stata tanto egoista lei sarebbe qui adesso! Ma ero solo una ragazzina accecata dai suoi sogni che non sapeva nulla della vita e l'ho messa la secondo posto, come una sciocca… - rispose lei fugando quasi ogni suo dubbio.

Maya era addolorata e Rei non ebbe il coraggio di contraddirla in nessun modo.

- Se non fosse stato per quel muro che ho alzato fra di noi, forse avrei capito prima quanto mi piacesse, quanto fosse importante per me e che infondo al cuore, lui era una brava persona – concluse, col viso ancora bagnato dal pianto.

-Ti credo Maya e scusami se ho pensato cose tanto cattive del signor Hayami. E così, voi due vi amate. La dea scarlatta e l'uomo senza scrupoli della Daito, in love, questa sì che è la notizia del secolo - rispose la giovane amica ridendo.

Il giorno dopo, quando il telefono squillò, Masumi trasalì e si precipitò a rispondere, era in ufficio e anche se il lavoro lo sommergeva, quello era l'unico posto dove nessuno li avrebbe disturbati. - Signor Hayami… - la sua voce era flebile e sembrava volersi nascondere da orecchi indiscreti.

- Ciao Maya come stai, hai dormito? Come vanno le prove ? - era felice di sentirla.

- Sono un po stanca e poi ieri sera per colpa sua non ho cenato, quando mi sono svegliata questa mattina avevo una fame terribile – esordì, Maya non sapeva proprio cosa fosse il romanticismo.

- Mi dispiace, mi farò perdonare vedrai! - le rispose ridendo.

Lei rimase un attimo in silenzio, la sua voce, così suadente e calda la riportò indietro al ricordo ancora vivido di lui, e di quella serata meravigliosa che avevano passato insieme. Ripensò alle emozioni che aveva provato, alla voglia del suo corpo e del suo sapore. Poi arrossì di colpo abbassando lo sguardo ed ebbe un fremito, si sentì in pericolo, come se qualcuno potesse in qualche modo accorgersi del suo turbamento e rubarle quello che avevano così intimamente condiviso.

- Mi manca signor Hayami, lo so che non è passato molto tempo ma… - mormorò lei al telefono.

- Masumi, dopo ieri sera devi chiamarmi per nome! - le ordinò dolcemente.

- Masumi... - rispose ubbidendo.

- Anche tu mi manchi. Ti porterei fuori a pranzo oggi, e passerei tutto il pomeriggio con te se solo potessi, ma non è possibile. Devi fare attenzione Maya, e poi ricordati che lo spettacolo dimostrativo è alle porte e deve essere la tua priorità, ricordalo! - replicò lui.

- Lei è antipatico come al solito signor Hayami e io la detesto! - presa dalla frustrazione all'idea di non poterlo vedere, Maya interruppe di colpo la telefonata facendogli la linguaccia

. Era indispettita e lui non avrebbe potuto vederla, anche se era la presenza di Kuronuma alle sue spalle a preoccuparla.

- Maya-chan tutto bene? Hai le guance tutte rosse, hai la febbre? È tutta la mattina che ti comporti in modo strano - osservò il vecchio regista, poi le mise una mano sulla fronte, in effetti era un po calda.

- No, sto benissimo ho una fame! - disse in tutta risposta, ma la verità era che non era in forma.

- Coraggio, ci siamo quasi, la tua Akoya era molto convincente oggi... su vai a casa e riposati, domani ti farò sgobbare! - disse lui, dandole un po di tregua.

Per Maya fu un sollievo si precipitò a casa ma nonostante la fame si addormentò subito.

- Maya., Maya svegliati! - Sayaka la scosse fino a farle riaprire gli occhi, stranamente non aveva sognato, si sentiva serena.

Quando entrò nel salottino, notò che il tavolo era letteralmente scomparso sotto un enorme cesta che lo invadeva completamente e vide che dentro, c'era ogni ben di dio

. - C'è un intero ristorante qui dentro, guarda Rei, quattro porzioni di bento e taiyaki per tutti i gusti. E onigiri per tutti i gusti! Oh... i sake e meshisoba, i miei preferiti, mio dio Maya, ci sono anche i takoyaki caldi e i dolci e la frutta! - Sayaka notò il biglietto che accompagnava il cesto e lo diede alla ragazza.

- È del tuo ammiratore? Le rose sono splendide è vero, ma almeno questo si mangia - rispose tutta contenta.

- Guardala ha le stelline negli occhi, è come una bambina al parco giochi, te lo manda lui vero? - le chiese Rei.

Maya non rispose, il suo pensiero corse a Masumi e al modo in cui gli aveva messo giù il telefono, voleva vederlo e risentire la sua voce e il telefono trillò proprio in quel momento.

- Ciao Maya hai impegni? Sono in pausa nel pomeriggio, mi fai compagnia per un tè? -

- Signorina Mizuki, certo con piacere sono libera! - la sala da tè era calda ed accogliente e Maya si trovò subito a suo agio in quell'ambiente semplice e familiare, nulla a che vedere con il locale della sera prima, era felice di trovarsi in sua compagnia; la signorina era stata l'unica a mostrarle affetto e gentilezza alla Daito e poi sperava che Masumi, centrasse qualcosa con quell'appuntamento.

- Sono felice di vederti più serena, hai saputo? Il matrimonio è stato rimandato, la signorina Shiori non gode di buona salute e pare che non sia in grado di affrontare le fatiche di un simile impegno, ad ogni modo, il signor Hayami aveva già deciso di annullare tutto – esordì la donna, con uno strano sguardo indagatore sul volto.

- Ma ne parlano tutti i giornali., e poi perché dovrebbe interessarmi? - rispose lei.

- Beh, nonostante tutto ero convinta che ti dispiacesse perdere il tuo nemico numero uno, anche se lo hai sempre detestato per i suoi modi, ti assicuro che il signor Masumi Hayami è la persona più corretta e onesta che conosca. La signorina Shiori non è certo il tipo di donna che potrebbe renderlo felice, credo che a lui interessasse un altra persona altrimenti non si spiega, ma suppongo che il presidente e gli stessi Takamiya abbiano fatto pressioni per costringerlo a rispettare l'impegno preso. Infondo non è altro che una transazione d'affari, l'amore con questo matrimonio non c'entra nulla! - la signorina Mizuki era una donna intelligente ed attenta e aveva intuito qualcosa, il giorno in cui aveva affrontato Masumi.

Maya aveva continuato a girare il cucchiaino dello zucchero nel tè che aveva tintinnato tutto il tempo contro la preziosa porcellana e Mizuki si limitò a sorridere, il silenzio della ragazza era più eloquente di qualsiasi parola.

- Ora ti lascio ho un ricevimento alla Daito stasera, stammi bene! - era stato più un monologo che una conversazione, ma era stato sufficente a schiarirle le idee e dopo averla salutata, la signorina Mizuki si congedò.

Maya si alzò dal tavolo dopo alcuni minuti e notò che si era fatto tardi, era rimasta sola a riflettere sulle parole della signorina Mizuki e non riusciva a crederci, avevano fatto pressioni?

La signorina Shiori non godeva di buona salute?

Come potevano costringere un uomo a rispettare un impegno tanto gravoso e fissare una data, mentre una giovane donna soffriva di salute. Benché la ritenesse una persona falsa e una manipolatrice, Maya non era affatto felice di quella notizia, si diresse verso la porta quando qualcuno la urtò, rovesciandole addosso del caffè freddo.

- Oh mi scusi tanto, le ho sporcato la camicetta venga le do una mano a pulirsi! - lui la prese per un braccio e la trascinò fuori dal locale, in meno di un attimo erano sull'auto in corsa.

- Signor Hayami, l'ha fatto apposta vero ? - protestò lei.

- Sì, così impari a riattare il telefono! Peccato però, adesso dovrai toglierla - disse lui con uno sguardo divertito e malandrino.

- Non mi sembra affatto prudente, me lo ha detto lei, dobbiamo fare attenzione - sbottò Maya arrossendo all'improvviso.

- So cosa ho detto Maya, non mi preoccupo affatto per me stesso, lo faccio per te. La tua carriera è a una svolta decisiva e non puoi permetterti scandali - ribatté lui.

Masumi guidò per una buona mezzora e lei lo osservò rapita. Anche lui l'accarezzava con lo sguardo, indugiando a volte sulla scollatura aperta, mentre con fazzoletto si ripuliva la pelle bianca. Quando si fermarono, erano in aperta campagna fuori Tokyo. La casa era piccola ma accogliente,ed era circondata da uno splendido giardino. Le piante erano così alte e rigogliose che era quasi impossibile notarla dalla strada, un posto ideale per un po di intimità.

- Questa casa apparteneva alla famiglia Fujimura, era dei miei veri genitori. L'ho ricomprata da poco, gli arredi e le tappezzerie erano rovinati dal tempo, ma le piante e i fiori del giardino li curava mia madre, sai li ha piantati lei, è tutto come allora -le spiegò malinconico.

Era incredibile il modo in cui le apriva il suo cuore dopo anni di silenzio e di attesa, come lo era il fatto che fossero così simili, entrambi così testardi, determinati e ambiziosi sebbene in modo diverso. Maya non avrebbe mai potuto rinunciare al suo sogno, lei viveva per il teatro e lui non poteva che aiutarla a raggiungere il suo obbiettivo più grande, erano legati da un destino comune e finalmente ne prendeva coscienza.

- È davvero una bella casa Masumi! - gli disse quasi commossa.

- Dillo ancora ragazzina… - mormorò lui emozionato.

- Masumi... - la interruppe con un bacio talmente profondo e intimo, che la fece gemere di piacere.

Era pienamente consapevole di ciò che voleva e lo slancio con cui lei lo ricambiava, lo rese più sicuro di se. Per la prima volta da quando aveva capito di amarla, era certo di se stesso, e di che ciò che lo aveva spinto in quella direzione era la sola cosa giusta da fare. Lo sguardo ardente nei suoi occhi neri e lucenti erano un richiamo irresistibile per lui, Maya aveva una bocca voluttuosa, la pelle morbida e candida, un corpo sottile e minuto dalle forme perfette. Corsero in fretta immagini più intime nei suoi pensieri, se avesse potuto l'avrebbe posseduta lì così com'era
Lei tremava, sospirando ad ogni carezza disperata e avida di piacere. Come se il loro precedente incontro non fosse mai avvenuto esplose una passione intensa e irrefrenabile. Ma poi Masumi, in un momento di lucidità, nel tentativo di allontanarsi da quella tentazione troppo grande per lui, barcollò, reagendo dolorosamente a quel distacco forzato.


 

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Capitolo 4
*** Quattro ***


Malgrado Masumi si fosse allontanato, Maya non gli permise di lasciarla andare, ora era lei a prendere l'iniziativa. Sapeva cosa le aveva detto, non dovevano spingersi oltre: le loro anime erano già una sola, ora ne avevano la certezza. Ma era pure certo, che aspettare di congiungersi anche fisicamente, sarebbe stata una tortura per entrambi, lui l'aveva messa in guardia, ciò nonostante sentì il bisogno di stringersi ancora a lui e di accarezzare di nuovo la sua pelle.

Masumi voleva fare le cose per bene, sapeva che ne sarebbe valsa la pena, ma le sue piccole dita, sebbene ancora inesperte, scivolarono sulla sua pelle calda e nuda con avidità, e le sue labbra poi, lasciarono una scia di ardenti baci lungo gli addominali scolpiti fin sotto la cintura dei pantaloni, facendolo fremere e costringendolo a trattenere quei piccoli gemiti di piacere che gli sfuggivano dalla gola, quasi fino a fargli perdere il senno.

La mano di lui scese fino alla coscia di lei e le afferrò la gamba, poi la sollevò, intrecciandola alla sua e aprendola a se. Erano entrambi sopraffatti da quello che provavano i loro corpi eccitati l'uno contro l'altro e Maya non riuscì a resistere all'impulso di strusciarsi contro quel fisico maschile così possente e vigoroso.

Masumi avvertì i seni di lei premere contro il suo petto, la stoffa era leggera e i piccoli capezzoli eretti e turgidi, sotto l'indumento di seta lo sfiorarono, gemendo ancora una volta.

- Hai deciso di uccidermi? - lui le prese la mano e la strinse forte nella sua, fermandola prima che fosse troppo tardi.

- Masumi scusami… scusa... mi... - Maya lo guardò stupita di se stessa.

Lei non era capace di reprimersi, il suo giovane corpo lo desiderava, chiamava ardentemente quello di lui, senza nessun imbarazzo e vergogna.

- Dovrei starti lontano, ogni minuto insieme è un rischio per te. Ma non ci riesco Maya, sono, sono un egoista. – replicò lui.

- Perché dobbiamo aspettare, non lo capisco. - protestò lei.

- Non sono ancora libero Maya, e ho bisogno di parlare con te, di dirti delle cose importanti. Ho capito che per amare veramente qualcuno, ci vogliono gli attributi! Devo avere il coraggio di abbattere tutte le barriere che mi circondano e dimenticare il passato e tutto il dolore che ho provato crescendo. Devo mettere in discussione tutto quello che mi hanno insegnato, tutto quello che credevo fosse vero e tutte le mie aspettative, per vivere fino in fondo e amarti senza paura e alla luce del sole. Tu sei l'amore della mia vita Maya, lo capisci vero? - le domandò, dopo quel lungo e intenso monologo.

SI, lei lo sapeva da tempo, lo aveva capito e ne era felice, più di quanto fosse capace di esprimere, ma aveva ancora paura. Una paura terribile a cui non sapeva come reagire. Non voleva perderlo per nessuna ragione al mondo. Era lei la ragione del suo timore, quella donna Shiori Takamiya. Quanto l'aveva invidiata, ma ora capiva il suo errore: aveva cercato di separarli, l'anello e l'abito da sposa e perfino del denaro una grande somma di denaro e le sue foto strappate, fino quell'ultimo crudele messaggio, erano opera sua.

Aveva scoperto che Masumi era il suo donatore di rose e la sua malattia, era un ennesimo stratagemma per allontanarlo da lei?

Quella donna non poteva comprendere il legame che gli univa eppure, per lei provava un grande pena, anche se la loro era un unione pianificata, lei doveva averlo amato sul serio. Come poteva biasimarla per questo, non poteva di certo.

- Certo che lo capisco, anch'io ho molte cose da risolvere, questioni che devo chiarire, ma potrò essere felice solo quando potremo stare insieme veramente, adesso lo so perché io ti amo, Masumi! - gli rispose con convinzione.

Lei lo aveva afferrato per il colletto della camicia aperta mentre gli diceva quelle cose, coi capelli mossi dalla brezza della sera che incombeva all'orizzonte e gli occhi lucidi e splendenti, forti di quella nuova consapevolezza, lo guardava in attesa che lui le dicesse qualcosa per darle la forza e il coraggio che forse ancora le mancava, ma lui si limitò a prenderle le mani e staccarla da se, allontanandola.

Masumi era lì difronte a lei che le sorrideva stupito e quasi commosso, il sorriso più dolce che avesse mai visto, pensò nella confusione più totale.

- Tu cosa? - le chiese, fingendo quasi con cattiveria, di non aver sentito.

- Ti amo! - gli ripeté, nascondendosi il viso fra le mani.

Nessuno in tutta la sua vita l'aveva stretta fra le braccia con tanta forza e nessuno mai, l'avrebbe fatto ancora; come nessuno l'avrebbe mai baciata a quel modo, con una così profonda tenerezza e una passione così ardente da farle credere che niente e nessun'altro mai, avrebbe potuto rifarlo, ne era sicura.

Ma un improvviso brontolio interruppe quel magico silenzio.

- Mio dio ancora? Scusami è il mio stomaco, fra le prove e tutti gli impegni per lo spettacolo che si avvicina, e tutto quello che sta succedendo in questi giorni mi viene fame a tutte le ore! - disse arrossendo per l'imbarazzo.

- Ma come? Ho letteralmente svaligiato un intero ristorante per te. Non sapevo bene cosa ti piacesse e così ho preso tutto... - disse cercando di trattenere le risa.

- La verità è che non ho mangiato nulla, quando sono lontana da te mi si chiude lo stomaco - ammise.

- Vorrà dire che cercherò di vederti tutte le volte che potrò o mi morirai di fame! - rispose Masumi prendendo il suo viso fra le mani, e poi aggiunse.

- Sai, è la cosa più dolce che qualcuno mi abbia mai detto -

Era anche per questo che l'amava, Maya era onesta e sincera, non c'era ombra di cattiveria in lei o di egoismo. Avrebbe rinunciato a se stessa per amore di altra persona e non sarebbe mai potuta ricorrere a inganni o sotterfugi per i propri interessi. Era così pura nei suoi intenti ed ideali, da sembrare davvero una dea al di sopra dei corrotti e meschini esseri umani, eppure Maya era vera, così viva e piena di passione e con tutte quelle tipiche debolezze che facevano parte del suo essere, insieme ad una forza unica e sorprendente dentro di lei.

Oramai si era fatto tardi e Masumi la riportò a casa, sapendo nessuno dei due avrebbe dimenticato quelle poche ore passate insieme. Il giovane presidente della Daito, quella sera arrivò in ritardo al ricevimento. La sala era gremita da attori e attrici delle più promettenti compagnie teatrali di successo e come sempre fu oggetto dell'attenzione di giovani e bellissime promesse dello spettacolo, mentre la signorina Mizuky lo osservava da lontano con sospetto. Masumi aveva sempre preso molto sul serio il suo lavoro ed era la prima volta che tardava ad un appuntamento ufficiale.

Era stato come sempre un ospite impeccabile nonostante il suo pensiero fosse costantemente rivolto altrove, sentiva ancora l'ardore di quel giovane corpo contro il suo, aveva represso con violenza se stesso ma sapeva che il giorno in cui avrebbero finalmente potuto appartenersi completamente, sarebbe stato bellissimo e travolgente.

- Non si parla d'altro, la dea scarlatta è l'argomento del giorno, devo dire che anche le sue imminenti nozze sono sulla bocca di tutti!Spezzerà tanti poveri cuori, lo sa? - esordì Mizuky.

Masumi sorrideva ammiccante agli ospiti, nonostante le punturine di quella fastidiosa zanzara.

- Ho seguito il tuo consiglio, e anche quello del mio più caro amico, non ha più motivo di darmi il tormento… - le rispose lui.

-Sarà meglio per lei, se la piccola Maya è il motivo del suo ritardo, allora non la rimprovererò per questa volta. Passi una buona serata signore! - replicò la donna accennando un mezzo sorriso.

Maya era a casa da qualche ora, ma nonostante fosse molto stanca ed assonata continuava a provare una forte agitazione. Non riusciva a dimenticare le meravigliose sensazioni che aveva provato quel pomeriggio passato con lui, e non potè fare a meno di arrossire ripensando ai baci e alle carezze che si erano scambiati. Finalmente si sentiva in pace, benché fuori da quella porta l'attendesse la tempesta, poteva farcela grazie a Masumi.

Poteva davvero riuscirci, avrebbe fatto sua la dea scarlatta e avrebbe fatto suo il suo amore, la sua tristezza, la forza e il dolore della sua anima spezzata e divisa in due, e l'avrebbe riunita alla metà perduta della sua anima, seppure nella finzione del palcoscenico. Era come un regalo per lei, come se Akoya fosse diventata reale quanto lo era il suo amore per il sig.Hayami.

- Ma che ha Maya è sempre più distratta, e poi sta ridacchiando da sola è normale? - domandò Sayaka.

- Sarà innamorata. Guardala fa una tenerezza… a proposito, chiamala la cena è pronta! - disse Rei, che a dispetto di Sayaka conosceva perfettamente il motivo di quello strano comportamento.

Il giorno seguente Kuronuma aveva dato nuove disposizioni, per via della location dovevano fare molta attenzione e mettere tutto in sicurezza per impedire agli attori e alla troupe di farsi del male in mezzo a tutte quelle rovine, mancava davvero poco allo spettacolo dimostrativo.

- Salve signorina kitajima… - la voce del vecchio signore, la richiamò all'attenzione mentre teneva il copione fra le mani.

- Salve che piacere, sono felice di vederla! - era già mezzo pomeriggio.

Scelsero una caffetteria poco lontano dove quasi tutti i membri dello staff e della troupe si ritrovavano nelle ore di pausa, naturalmente il brusio e la confusione nel locale non sembravano infastidire il vecchio signore in sua compagnia. Avevano conversato come al solito lui, come sempre era stato prodigo di complimenti e consigli, ma all'improvviso mutò di espressione e Maya ne rimase sorpresa.

- Si sente male, qualcosa non va? - domandò preoccupata.

- No no, sto bene, è solo che c'è una cosa che volevo dirle da tempo e mi chiedevo se questo fosse il posto più indicato per farlo – le rispose l'uomo.

- Le chiederei di passeggiare con me ma visto la sua situazione, se preferisce spingerò io la sua carrozzina, le va? - gli chiese Maya.

- Certo, possiamo incamminarci verso il teatro, lei deve tornare alle sue prove, giusto? -

Maya si mise a spingere la carrozzina, parlando del più e del meno e aspettando che il vecchio signore le parlasse in tutta sincerità di quell'argomento che sembrava stargli tanto a cuore , anche se si sentiva un po intimidita dai due gorilla alle sue spalle. Erano certamente le guardie del corpo del vecchio signore, aveva capito che si trattava di un uomo importante, ma non sapeva quanto.

Rimase davvero stupita, erano stata via poco tempo ma al suo ritorno, improvvisamente tutto era ricoperto di rose scarlatte: sui muri, sulle vecchie panchine della stazione abbandonata, persino sulle colonne, una mare scarlatto e scintillante ricopriva ogni cosa e la avvolgeva come in un abbraccio. Il vecchio s'alzò a fatica ma riuscì ugualmente a tenersi in piedi e un uomo si avvicinò, con grande mazzo di rose scarlatte.

Maya ammutolì all'istante, mentre lui le porgeva i fiori sorridendo.

- So che avrei dovuto pazientare e aspettare che tu vincessi la tua sfida con la signorina Himekawa ma non potevo più attendere mia cara e così, ho voluto rivelarmi! - le confessò il vecchio signore.

- Ma guarda un po che sorpresa. Il Generale Millepiedi qui. Si può sapere cosa sta architettando adesso? - kuronuma si era messo fra loro, aveva capito benissimo il suo gioco.

Nel frattempo erano arrivati tutti, quel gesto eclatante aveva attirato l'attenzione dei giornalisti presenti, lasciando tutti esterrefatti, Sakurakoji compreso.
Non riusciva a credere che il donatore di rose, l'ammiratore segreto nonché più grande fan di Maya, fosse quell'uomo. L'uomo che la ragazza tanto amava, era Eysuke Hayami?

I telefoni degli uffici alla Daito sembravano impazziti e Mizuky era corsa da Masumi in preda al panico.

- Presidente, allo Shuttle è successa una cosa terribile! - l'informò la donna, facendolo allarmare.

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