Un piccolo grande equivoco

di SusyToma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Puntata ***
Capitolo 2: *** Secondo Puntata ***
Capitolo 3: *** Terza Puntata ***
Capitolo 4: *** Quarta Puntata ***
Capitolo 5: *** Quinta Puntata ***
Capitolo 6: *** Sesta Puntata ***
Capitolo 7: *** Settima Puntata ***
Capitolo 8: *** Ottava Puntata ***
Capitolo 9: *** Nona puntata ***
Capitolo 10: *** Decima Puntata ***
Capitolo 11: *** Undicesima Puntata ***
Capitolo 12: *** Dodicesima Puntata ***
Capitolo 13: *** Tredicesima Puntata ***
Capitolo 14: *** Quattordicesima e Ultima Puntata ***



Capitolo 1
*** Prima Puntata ***


Julia
 
Musica e divertimento sono fuori del vetro, si sta festeggiando il matrimonio del fratello della mia migliore amica e sono stata invitata anch’io alla festa.
Sono stati gentili con me, per quanto Sophie dica che la sua famiglia non sia necessariamente unita li ho visti molto legati ma forse è solo perché è un’occasione speciale.
Da quello che sentito, in giro per l’hotel la storia d’amore di Pauline e Leonard è stata molto travagliata ma adesso sono felici e molto presto la mia amica Sophie diventerà zia perché la sua nuova cognata Pauline è incinta.
E’ stato commovente vedere suo padre Frederich abbracciare sua figlia, l’aveva creduta morta da tanto tempo e invece adesso è pieno di gioia da averla al suo fianco.
Ho accompagnato Sophie in questo viaggio perché, per quanto lei lo neghi, era molto importante per lei e centra poco Sebastian.
Mio fratello soffre di una malattia grave e rara che richiede molte cure costose, Sophie si è offerta di curarle con i soldi degli Sthal la sua famiglia d’origine.
Non si parlavano da molto tempo, adesso, però per Sebastian ed io sospetto anche per se stessa, si sono riuniti e che bella occasione abbiamo scelto per arrivare!
Ricordo benissimo la sorpresa di tutti quando Sophie mi ha presentato a suo padre e alla sua nuova moglie perché io e Sophie siamo così uguali da sembrare gemelle.
Dopo l’attimo di sbalordimento generale però sono stata accolta benissimo, anche da Martin il fratello che Sophie non credeva di avere e che è intervenuto apposta per il matrimonio.
Oggi Sophie mi ha convinta a vestirmi uguale a lei per creare scompiglio tra gli invitati. Sebastian l’ha trovata un’idea geniale ma non mi sorprende, quei due insieme a volte sono peggio dei bambini, alla fine ho accettato solo per tacere le insistenze di Sophie che a volte, sa davvero snervante.
Adesso sono tutti in attesa dell’altro membro della famiglia, uno chef che deve arrivare da Barcellona.
Io, però, ho altro per la testa e lontano da occhi indiscreti decido di comporre il numero che lo sconosciuto principe mi ha dato in riva al lago.
Perché principe? Perché mentre facevo un bagno nel lago, è apparso dal nulla aiutandomi a trovare una catenina che si era sganciata e che era finita in fondo al lago.
Mi ha confessato che aveva sempre desiderato salvare una sirena e poi c’è stato un bellissimo bacio che non riesco davvero a dimenticare.
Non so come si chiama, ma nella mia mente la sua immagine è scolpita alla perfezione e vorrei tanto rivederlo.
Finalmente il telefono squilla e sto pensando a cosa dire sperando che lui si ricordi di me, quando mi giro e me lo trovo davanti.
Ha il telefono all’orecchio e nei suoi bellissimi occhi c’è la mia stessa aria sorpresa, quando posa il telefono e mi sorride nel modo che ricordo benissimo e che mi fa tremare le gambe, non posso fare salvo che rispondere a quel sorriso con la stessa autentica gioia.
“Che sorpresa!” esclama lui avvicinandosi ed io non riesco a dire nulla perché improvvisamente mi sento a corto di parole.
Sentiamo in quel momento le note della canzone You light up my life, e senza troppi pensieri lui m’invita a ballare.
La sala dove siamo, è vuota e la melodia romantica rende quel momento ancora più magico.
Tra le sue braccia mi sento di essere in pace con me stessa e con il mondo, non ho mai provato per nessuno quello che sento quando sono con lui ed è una sensazione davvero stupenda.
La musica smette ma io non riesco a staccarmi da lui, quando anche il mio Principe mi guarda con la stessa autentica gioia, capisco che non sono l’unica a provare quello che sento.
“Ah ecco dov’eri”.
Leonard Sthal arriva nella sala abbracciato a sua moglie Pauline. Faccio fatica a staccare lo sguardo dal mio Principe per osservare i neo sposi sorridenti e felici.
“Sono davvero contento che vi siete già conosciuti” prosegue Leonard indicandoci ed io alzo di nuovo lo sguardo verso il mio Principe domandomi chi sia.
“Ora che finalmente la famiglia è al completo posso dire che la giornata è perfetta” sorride Leonard “Niklas adesso che hai conosciuto nostra sorella Sophie, ti presento mia moglie Pauline”.
“Sorella?” ripetiamo quasi nello stesso momento io e il mio Principe che solo adesso capisco essere lo chef di Barcellona, l’ultimo membro della famiglia Stahl.
“Piacere di conoscerti” allunga una mano per stringere la sua Pauline e Niklas ricambia la stretta ma non fa altro che lasciarmi occhiate strane.
“C’è un equivoco” dico in quel momento per chiarire meglio le cose.
Solo Sebastian è in grado di distinguere me e Sophie in maniera netta, siamo così uguali che per chi non ci conosce bene è difficile fare la differenza soprattutto adesso che indossiamo lo stesso vestito.
E c’è da dire che la famiglia di Sophie non ha avuto rapporti con lei da tanto tempo, è normale che fatichi per un momento a cogliere la differenza.
Voglio subito chiarire che io sono Julia e non Sophie e che Niklas può continuare a guardarmi come prima senza problemi, ma non ci riesco perché siamo interrotti da una marea di persone che arrivano per fare le foto.
Nell’euforia del momento, arrivano altri invitati e Leonard e Niklas si perdono tra la folla.
Frustrata cerco di farmi largo e urto la spalla di Sebastian che mi sorregge prima che cada a terra come una pera cotta.
“Ehi sorellina, problemi con i tacchi?”
“E’ colpa vostra!” esclamo io furiosa
“Prego?”
“Se tu e Sophie non aveste insistito a farmi indossare questo vestito” comincio io piuttosto infuriata e lui ride.
“Sorellina, se non sai portare i tacchi non è colpa mia né di Sophie, piuttosto…”.
“Non si tratta dei tacchi, quanto del fatto che c’è stato uno scambio d’identità e devo assolutamente chiarire di essere Julia e non Sophie”.
Sebastian ride ancora più divertito.
“Dici davvero? Sophie era certa che succedesse una cosa del genere, devo dirglielo subito ne sarà deliziata”.
“Non riuscirai a farlo perché ucciderò entrambi” ribatto guardandolo male.
Anziché prendere sul serio la mia minaccia, mio fratello mi passa un braccio sulle spalle facendo fatica a restare serio.
“E’ solo uno scherzo stupido sorellina, non prendertela”.
Voglio molto bene a mio fratello, è l’unica famiglia che mi è rimasta e lui sa benissimo che le mie arrabbiature con lui durano sempre poco.
Quando mi bacia una guancia, sento l’arrabbiatura scivolare.
Giro la testa per cercare Sophie quando incrocio, con mio sgomento, gli occhi chiari di Niklas.
Lui guarda il braccio di Sebastian sulla mia spalla, il bacio che mi ha appena dato sulla guancia e poi capendo che lo sto guardando, gira lo sguardo confondendosi nuovamente tra la folla.
“No” mormoro angosciata perché, a quanto pare il mio Principe crede che sia una Strega anziché una Sirena, una Strega tentatrice ne sono certa.
 
 

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Capitolo 2
*** Secondo Puntata ***


Quando aveva accettato l’invito di suo fratello di certo, non pensava di rivedere anche sua sorella.
Era convinto, come tutti, che Sophie fosse morta, solo suo padre nutriva ancora delle speranze e a quanto pare aveva ragione. Sophie era viva.
Leonard gliel’aveva accennato al telefono aggiungendo che avrebbe conosciuto anche Martin, il loro fratellastro.
Niklas era felice di poter riabbracciare la sua sorellina di una volta, lo era davvero ma questo prima di sapere che la stessa sorellina che una volta gli trotterellava dietro era la stessa identica donna per cui aveva perso la testa.
Forse perdere la testa era certamente un’espressione poco vera, giacché la conosceva appena ma quando aveva visto quella Sirena in difficoltà in acqua, non aveva potuto fare a meno di aiutarla… e quel bacio.
Scacciò subito quel pensiero dalla testa, se ci pensava, s’irritava con se stesso e nello stesso tempo si vergognava.
Aveva baciato sua sorella! Non poteva crederci di averlo fatto e di aver pensato a lei tutto il tempo aspettando una sua chiamata.
Quando finalmente, l’aveva rivisto, aveva pensato che il destino giocava a suo favore, quando avevano ballato insieme, sembrava quasi che tra loro… no, non doveva pensarci lei era sua sorella.
Uscì dalla stanza dell’hotel in cui aveva dormito decidendo di andare da Leonard.
Suo fratello doveva partire per Vienna con sua moglie, c’era stato poco tempo per ricordare i vecchi tempi ma almeno l’aveva visto felice con sua moglie e questo gli bastava.
Aveva scambiato qualche chiacchiera anche con Martin, era una persona davvero socievole e si era sorpreso di apprendere che una volta era stato un prete, adesso però sembrava profondamente innamorato e contava di conoscere la sua compagna quanto prima.
“Eccoti, aspettavamo te per la foto” lo accolse con un caloroso sorriso Leonard.
“Quale foto?”
“La foto di gruppo degli Sthal” spiegò Martin “a quanto pare il nostro neo sposo vuole una foto ricordo”.
“Dobbiamo approfittarne adesso che ci siamo tutti, vieni Sophie” disse Martin tirandola per mano e Niklas dovette sforzarsi di apparire normale mentre la guardava.
“Ciao”
“Ciao” lo salutò con un largo sorriso Sophie “che bello vederti dopo tanto tempo. Mi sento davvero una piccoletta in mezzo a voi giovani alti, forse dovevo nascere uomo per acquistare centimetri di altezza”.
Sembrava serena, allegra e per niente imbarazzata di trovarsi al suo fianco.
Lui non aveva dimenticato un solo istante nei pressi del lago, il loro bacio, il loro ballo mentre lei sembrava… quasi come se l’avesse rimosso.
Cominciava a pensare di avere qualcosa che non andava, alla fine sceglieva sempre le donne sbagliate.
“Mettetevi meglio, tu scendi le scale e tu mettiti dietro” ordinò Leonard mentre preparava la macchina per lo scatto automatico.
Poi corse in tempo prima che scattasse il click e la famiglia Sthal quasi al completo fece la sua foto di gruppo.
Mancava Mia, il nuovo membro, una bambina ancora piccola figlia di una donna che Leonard raccontava poco raccomandabile.
Niklas non l’aveva ancora vista, ma era curioso di vedere suo padre darsi da fare con una neonata alla sua età.
“Che peccato vedere riunita la famiglia per poco tempo” si rammaricò Sophie abbracciando Leonard prima che andasse via con la moglie.
Salutò anche Pauline promettendo di telefonarle quanto prima, Niklas si unì agli abbracci eppure continuava a fissare Sophie. Anche quando salutò Martin che doveva andare via senza potersi fermare troppo.
Era bellissima.
Era sua sorella.
Forse era meglio se si allontanava da lei.
“Niklas”.
Ecco, penso Niklas, quando tutto vuole andare storto…
“Papà mi ha detto che ti ha chiesto di occupare il posto di chef in cucina in attesa di un sostituto, lo farai?”
“Ci sto ancora pensando”
“Il fratello del signor Saalfeld che era il cuoco in hotel, a quanto pare non tornerà più” raccontò Sophie “ho sentito la signora Saalfeld anche se adesso la dovrei chiamare Sthal giacché ha sposato nostro padre, ha chiesto anche a suo figlio Robert che vive a Verona, una volta faceva lo chef qui ma nemmeno lui è disponibile”.
“Prenderò presto una decisione” rispose Niklas per poi guardarla con attenzione “vorrei poter fare come fai tu”.
“Fare cosa?” lo guardò perplessa Sophie
“Voltare pagina, so che siamo stati separati a lungo ma avrei dovuto riconoscere mia sorella appena la vedevo invece quando ti ho vista al lago… non sarebbe dovuto succedere quello che è successo dopo”.
“Succedere co… ah parli dell’incontro al lago” sembrò ricordarsi solo in quel momento Sophie assumendo un’espressione divertita “so tutto di quell’incontro e non devi preoccuparti, non è successo niente di sbagliato”.
“Niente dici? Ma se noi…”
“Niklas eccoti qui” arrivò in quel momento Frederich “ti stavo giusto cercando, potresti venire con me dentro? Dobbiamo parlare”
“Veramente…”
“E’ una questione molto importante, tu ci scusi vero Sophie?”
“Certo, andate pure. Riprendiamo il discorso un’altra volta” sorrise Sophie lasciandoli soli e Niklas si domandò cosa ci fosse da essere così allegri.
Lui non lo era per niente, anche se non voleva ripensava al loro bacio e non doveva più farlo, non osava nemmeno immaginare cosa avrebbero pensato tutti se continuava a fare simili pensieri incestuosi.
 

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Capitolo 3
*** Terza Puntata ***


Julia
Il giardino del Furstenhof era molto bello e anche molto rilassante, proprio quello che le ci voleva per calmare il suo stato d’ansia.
Sophie le aveva raccontato delle foto che aveva fatto con i suoi fratelli e di quanto Niklas apparisse turbato dal loro incontro.
Ovvio che lo fosse, credeva ancora di aver baciato sua sorella! E Sophie invece di rimediare a quell’errore di persona, si divertiva un mondo.
Quando anche Sebastian aveva cominciato a ridere insieme a lei, furiosa Julia li aveva mollati in camera ed era uscita a fare due passi.
Adorava suo fratello e Sophie, ma molte volte avrebbe voluto ucciderli, le facevano perdere la pazienza come pochi.
Si fermò quando vide di essere arrivata in prossimità della serra, attirata dal dolce profumo dei fiori, decise di entrare e guardò meravigliata i vari tipi di fiori e di erbe di cui era provvista.
Decisamente questo albergo a cinque stelle vantava di molti privilegi, non aveva mai pensato alla sua amica Sophie come una persona ricca ma a quanto pare la sua famiglia doveva esserlo perché suo padre uno dei proprietari di questo bellissimo posto.
In Tailandia non avevano mai alloggiato in alberghi di lusso come questo e mentre Sebastian sembrava essersi integrato tranquillamente, lei faceva ancora fatica ad abituarsi.
«Ciao».
Julia sobbalzò al suono di quella voce alle sue spalle e il suo cuore cominciò a battere più veloce quando si rese conto a chi apparteneva quella voce.
«Ciao Niklas».
Julia lo osservò prendere delle piante e metterle in un cestino che aveva in mano e subito dopo notò il suo abbigliamento, sembrava una divisa, più precisamente una divisa di cucina.
«Hai quindi deciso di accettare la proposta di tuo padre di restare?»
«Solo per qualche giorno, il tempo che trovino in sostituto» spiegò Niklas mentre con fare esperto, Julia lo osservava scegliere le piante giuste da prendere.
«Mi dispiace» confessò ed era sincera perché il pensiero che il suo Principe sparisse dalla sua vita era qualcosa che la rattristava parecchio.
«Forse è la cosa migliore» - rispose Niklas - «per quello che è successo tra noi, intendo»
«Ecco, a proposito di questo vorrei dirti…»
«Ho capito il tuo punto di vista» - la interruppe Niklas - «fingere che non sia accaduto niente è la cosa migliore. Infondo non è successo nulla di grave, è stato solo un bacio, non ha nessuna importanza».
Se Niklas le avesse piantato un coltello al cuore, probabilmente le avrebbe fatto meno male. Le sue parole così indifferenti verso qualcosa di meraviglioso come il loro bacio al lago, la facevano sentire davvero a pezzi.
«E’ davvero quello che pensi?»
«Naturalmente» - le lanciò una breve occhiata Niklas - «ora è meglio che vada».
Julia lo osservò allontanarsi in gran fretta, come se non avesse alcuna voglia di dividere il suo tempo con lei e sentì gli occhi farsi lucidi.
Il suo Principe aveva completamente distrutto il suo sogno più bello e lei si sentiva davvero una stupida.
Si sedette alla sedia che c’era nella serra senza riuscire a fare altro che guardare quei fiori bellissimi, senza in realtà vederli davvero.
Era stata davvero così cieca da immaginare che quello che aveva provato lei, l’aveva provato anche lui?
«Ciao sorellina» - arrivò in quel momento Sebastian - «sono venuto a cercarti, mi dispiace per prima. Io e Sophie siamo molto…ehi ma cos’hai?» domandò avvicinandosi a lei e Julia tirò su col naso.
«Niente»
«Lo sai che io e Sophie scherziamo sempre, ti giuro che…»
«Non sto così per te e Sophie» lo bloccò Julia e Sebastian si sedette accanto a lei.
«Allora che c’è?»
«Te l’ho detto non è niente, è solo che mi sento un po’ stupida ecco»
«Tu non sei stupida. Fammi indovinare, si tratta dello chef vero?».
Julia annuì ma non disse altro e Sebastian la abbracciò.
«Suvvia sorellina, lo sai che non sopporto vederti triste. Sophie mi ha detto che vuole uscire stasera, andiamo a Monaco e verrai con noi»
«Non so se…»
«Non accetto un no come risposta» la interruppe Sebastian e Julia sorrise.
Suo fratello era il più grande guastafeste del mondo, ma era anche la persona che più adorava al mondo, era la sua unica famiglia se si faceva eccezione per Sophie che considerava come una sorella.
«Va bene»
«Ottimo» - approvò Sebastian aiutandola ad alzarsi - «vieni con me adesso, bisogna che ritrovi il sorriso e per farlo non puoi stare qui tutta sola».
Senza protestare, Julia si lasciò condurre fuori e mentre lui le parlava incessantemente sentì quasi ritornare il buon umore.
Sebastian le aveva posato un braccio sulle spalle e lei stava ridendo a una sua battuta quando nella hall, il sorriso le morì in gola.
Niklas stava parlando con un cameriere, quando la guardò soffermò lo sguardo sul braccio di Sebastian sulla sua spalla.
Sembrava arrabbiato. Per cosa poi? Non aveva forse detto che tra loro c’è stato solo bacio senza importanza?
Che la credesse pure Sophie insieme al suo fidanzato, peggio per lui!
«Secondo me è geloso» sussurrò Sebastian al suo orecchio
«Non credo proprio, penso piuttosto che non sia affatto un principe come credevo» - ammise Julia - «ma non voglio parlare di lui, piuttosto cerchiamo Sophie».
Sebastian le sorrise, stava per dire qualcosa quando di colpo sembrò come perdere l’equilibrio.
«Sebastian!” esclamò spaventata Julia sorreggendola quanto poteva la sua statura.
Molto probabilmente sarebbe caduto a terra senza il valido aiuto delle forti braccia di Niklas che l’aiutarono a farlo sedere su uno dei divanetti.
Il signor Sonnbichler accorse subito verso di loro.
«Tutto bene? Vuole che le chiami il dottor Niederbuhl?»
«Sto bene» protestò debolmente Sebastian ma Julia lo ignorò rivolgendosi all’anziano concierge.
«Si grazie».
L’uomo si allontanò in fretta prendendo in telefono e Julia ammonì suo fratello con un’occhiata.
«Non stai bene, non dire il contrario. Hai preso le tue medicine oggi?»
A causa del suo malessere verso Niklas, si era del tutto dimenticava di lui. Se gli succedeva qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
«Si certo, è solo stanchezza» - minimizzò Sebastian prendendole una mano - «sta tranquilla».
«Bene» - disse Niklas in quel momento con lo sguardo fisso sulle loro mani e solo adesso Julia si ricordò della sua presenza - «forse è meglio che vada»
«Grazie dell’aiuto» rispose Julia e per un attimo i loro sguardi si intrecciarono.
«Che sta succedendo? Tesoro stai bene?».
La voce di Sophie interruppe quel momento e mentre Sebastian cercava di calmare l’ansia della fidanzata, Julia guardò Niklas passare dall’arrabbiatura alla confusione più totale.
Guardava prima Sophie e poi lei e Julia si decise a parlare.
«Molto lieto di conoscerti, mi chiamo Julia Wegener la sorella di Sebastian e la migliore amica di tua sorella».

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Capitolo 4
*** Quarta Puntata ***


Niklas
 
In tutta la sua vita non era mai stato a corto di parole, eppure in quel momento sembrava che tutte le sue corde vocali avessero smesso di funzionare.
Non riusciva a pronunciare una sola singola sillaba mentre guardava Sophie e… Julia.
Erano così uguali che se non fosse stato per gli abiti diversi che indossavano era ovvio scambiarle… o no?
Decise che la cosa migliore era parlare con lei, con Julia ma non era il momento giusto, tutta la sua attenzione era focalizzata sulla salute di suo fratello e per quanto ogni cellula del suo corpo lo pilotasse verso Julia capì che doveva aspettare e così aveva fatto.
La cucina era sempre stato il luogo dove poteva distrarsi con facilità e quindi andò direttamente nel suo piccolo regno.
Quel giorno però capì che non gli bastava, continuava a pensare al bacio che si era scambiato con Julia, con quella splendida sirena che credeva fosse sua sorella, al modo in cui aveva cercato di stargli lontano, a quando le aveva detto nella serra di non provare nulla per lei, parole dette solo per tenerla lontana, temendo di causare un incesto.
E invece adesso scopriva che era tutta una grossa bugia. Ricordando il carattere di sua sorella da piccola, si era divertita un mondo a prenderlo in giro e magari era d’accordo anche Julia. Il pensiero di loro due che si divertivano alle sue spalle riuscì a farlo sentire ancora più furioso.
Sfogò il suo malumore su tutta la cucina col risultato che tutti cercavano di stargli alla larga, intuendo che non era per niente giornata.
Quando finalmente arrivò il momento di andarsene, Niklas notò molti sospiri di sollievo da parte di tutti mentre lo lasciavano solo.
Decise di restare ancora un po’ perché riordinare in cucina lo aiutava a mantenere la calma.
«Niklas» esordì suo padre chiudendosi la porta alle spalle e Niklas sentì la sua calma abbandonarlo all’istante.
Voleva riprendere i rapporti con lui, dopo aver ritrovato la sua figlia creduta morta ed essersi lasciato in buoni rapporti con Leonard, voleva che tutti gli Sthal fossero felici e contenti.
Peccato che lui era di tutt’altro parere.
Stava per rispondergli a tono come faceva sempre da quando era arrivato in Germania quando si accorse che non era solo, era con lei… con Julia.
Stavolta fu più facile riconoscerla per via del vestito di poco prima e per un attimo restò in silenzio senza sapere cosa dire.
«Devo parlarti» - disse Frederich ignorando il suo turbamento - «anzi, dobbiamo».
Julia l’aveva guardato solo per un attimo prima di spostare l’attenzione altrove, sembrava a disagio almeno quanto lui ma la cosa non lo rassicurava per niente.
«Non ho molto tempo» rispose più sgarbato di quanto volesse.
 «Sarò breve» - assicurò Frederich- «spero che ti ricorderai che tra qualche giorno è il compleanno di Sophie, per troppi anni non l’abbiamo festeggiato insieme ma adesso è giunto il momento di farlo, di preparare una grande festa tutta per lei che ne pensi?»
«Ottimo» rispose Niklas ma stava guardando Julia e stava rivivendo nella con le immagini della mente il loro primo meraviglioso bacio al lago.
«Ed è per questo che ho chiesto a Julia di aiutarci» stava intanto dicendo suo padre e Niklas si rese conto di aver perso parte del discorso, perciò fu costretto a spostare lo sguardo su di lui.
«Come?»
«Julia conosce Sophie molto meglio di noi, è brutto da dirlo ma è così e allora ho pensato che lei potrebbe aiutarti a scegliere il menù giusto»
«Una cena thailandese sarebbe una bella sorpresa per Sophie» parlò per la prima volta Julia e sembrava entusiasta dell’idea.
«Ottimo» - sorrise Frederich - «allora vi lascio da soli».
Prima che Niklas avesse il tempo di obiettare, era andato via.
La cucina era piena di persone eppure Niklas avvertiva solo la sua presenza, adesso che sapeva la verità non aveva più timore di nascondere quello che provava e si sentiva un vero stupido ad aver anche solo pensato che quello che sentiva per quella Sirena era un semplice affetto fraterno.
«Allora»
«Allora».
Avevano parlato nello stesso momento e sorrisero insieme quando si resero conto che nessuno dei due aveva continuato la frase.
«Come sta Sebastian?» domandò Niklas spezzando il silenzio.
«Un po’ meglio, adesso è tra le amorevoli cure di Sophie»
«Sophie» - ripetè Niklas – «la tua sosia perfetta»
«Si, ecco riguardo a questo io stavo per dirtelo alla serra stamattina ma tu…»
«Tu e Sophie vi siete divertiti parecchio alle mie spalle?» la interuppe Niklas perché quel pensiero non voleva del tutto abbandonarlo.
Julia assunse un’espressione offesa mentre lo guardava seccata.
«Io non ho mai e dico mai voluto prenderti in giro! C’è stato solo un grosso malinteso, e cercavo il momento per dirtelo. Adesso però sono contenta che la verità sia venuta fuori perché possiamo passare oltre»
«Davvero?» domandò Niklas perché lui aveva ancora le idee poche chiare su come dovessero procedere adesso.
«Si» - rispose convinta Julia - «sai qualcosa di cucina thailandese? Perché avrei delle idee da proporti».
L’arrabbiatura di poco prima sembrò svanire di fronte a quella proposta, di colpo la cucina gli sembrava il posto più bello al mondo se poteva aiutarlo a beneficiare della sua presenza.
Le porse un grembiule da indossare con aria decisamente più serena di prima, quando lei lo guardò perplessa Niklas sorrise.
«Potrebbe servirti a non sporcarti»
«Ho detto che avevo delle idee da proporti non che mi mettessi ai fornelli»
«Qui dentro nessuno sta con le mani in mano» replicò Niklas con un largo sorriso.
Forse quella giornata iniziata in modo pessimo poteva diventare la più bella giornata della settimana.
 
 

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Capitolo 5
*** Quinta Puntata ***


Julia

Appena qualche giorno prima si sentiva col morale a terra, adesso invece sembrava che la vita le sorridesse Mentre salutava alcuni clienti che stavano entrando, Julia non poté che sorridere mentre ricordava la serata passata insieme a Niklas. Stare con lui era così magico, ogni momento acquistava nuovi significati. Avevano lavorato fino a tardi per decidere il menù alla perfezione. Si erano anche divertiti parecchio e aveva scoperto che Niklas aveva un grande senso dell’umorismo.
Era felice che tra loro si fosse rotto il ghiaccio, adesso che non c’era più l’ombra di un equivoco tra di loro, erano una coppia normale che si godeva la reciproca compagnia.
Coppia? Beh forse era presto per parlare di coppia anche se….
«Ehi Julia» - si accostò al suo fianco Sophie mettendosi sotto il suo braccio - «ti ho chiamata due volte non mi hai sentita?»
«Scusami ero sovrappensiero»
«Fammi indovinare centra il mio bel fratellone?».
Julia sorrise e un secondo dopo anche Sophie la imitava.
«Che bello sono così contenta, la mia migliore amica e mio fratello non potevo chiedere di meglio»
«Non correre troppo Sophie» - l’ammonì Julia - «abbiamo solo chiarito quel grosso equivoco sull’identità, ma è troppo presto per fare pensieri futuri»
«Giacché hai dato buca a me e tuo fratello per Monaco, io invece direi che non è affatto presto» obiettò Sophie
«Mi dispiace avervi dato buca ma sono certa che vi siate divertiti lo stesso»
«Ti perdono solo perché eri con lui» le strizzò l’occhio Sophie facendola sedere nel gazebo dell’albergo.
Quando si avvicinò un cameriere per ricevere le ordinazioni, Sophie disse subito.
«Una cioccolata calda per favore, anzi facciamo due».
Il cameriere annuì prima di andare via e Julia guardò la sua migliore amica crucciata.
«Adesso decidi anche per me?»
«Fa troppo freddo qui, con la temperatura cui eravamo abituate è meglio bere qualcosa di caldo» - spiegò Sophie - «piuttosto, più tardi Sebastian deve andare alla visita del medico che gli ha consigliato Niederbuhl. Non voleva andarci dicendo che stava bene, ma l’ho convinto»
«E’ un tale testardo a volte» - scosse la testa con disapprovazione Julia - «vuoi che vengo con te?»
«Sarebbe meglio, con due contro non avrà scampo» - rispose allegra Sophie - «le cure saranno un po’ lunghe penso che dovremmo stare qui più del previsto ed è necessario che si abitui»
«Io non so davvero come ringraziarti per quello che stai facendo per…»
«Non dirlo nemmeno» la interruppe Sophie ringraziando il cameriere che era tornato con due cioccolate.
Julia aspettò che si fosse allontanato per proseguire.
«Devo invece, quelle cure costano moltissimo e tu…»
«Sst» l’ammonì Sophie soffiando sulla sua cioccolata calda e Julia si arrese con un sorriso.
La sua amica aveva un grande cuore, si era riconciliata con la sua famiglia e ne aveva guadagnato era vero, ma l’aveva fatto solo perché voleva aiutare Sebastian e per quanto potesse eludere i complimenti, Julia gliene sarebbe stata sempre grata.
«Mio padre ovviamente è felice della notizia che resteremo» - cominciò a sorseggiare la sua cioccolata Sophie - «mi ha anche offerto di lavorare qui»
«E’ una bellissima notizia no? In questo modo potreste recuperare il tempo perso, hai pensato a cosa fare esattamente?»
«In realtà no, ma è bello sapere di avere qualcuno su cui contare»
«Si» rispose Julia allungando a stringerle la mano.
Se Sebastian era testardo, Sophie a volte era così cocciuta che Julia faticava a tenerli a bada. Alla sua migliore amica mancava la sua famiglia, anche se non voleva ammetterlo ed era bello che stesse lentamente ricucendo i rapporti con loro.
«Ciao ragazze».
Julia sentì il cuore balzarle in gola. Le succedeva ogni volta che Niklas era nei paraggi, il suo Principe era più bello che mai e quando le sorrideva poi era certa di non ricordare nemmeno come si facesse a respirare.
«Ciao fratellone» - rispose Sophie rivolgendole un’occhiata divertita - «Julia mi stava appunto dicendo quanto si è divertita con te ieri»
«Davvero?» - chiese Niklas con un sorriso mentre Julia lanciava un’occhiataccia all’amica
«Siediti non restare lì in piedi» - l’ammonì Sophie - «anche se sono certa che a Julia non dispiace osservarti».
Julia gli diede un calcio sotto il tavola facendola scoppiare a ridere mentre Niklas le guardava perplesse.
«E’ davvero… sorprendente vedervi tutte e due insieme sapete? No, non posso sedermi. Sono venuto per parlare con Julia, ti dispiace Sophie se te la rubo per qualche minuto?»
«Non osare dire una parola» rispose Julia prima che Sophie potesse aprire bocca.
Conoscendola, era certa che avrebbe detto altro per metterla in imbarazzo.
Si alzò lasciando la cioccolata intatta e rifiutandosi di guardarla mentre seguiva Niklas, il quale continuava a guardarla interdetto.
«Temo di essermi perso qualcosa»
«Adoro tua sorella ma delle volte la strozzerei con le mie mani»
«Faceva così anche da piccola» - ammise Niklas con un sorriso divertito per poi chiederle incuriosito - «davvero ti sei divertita ieri? Anch’io sai? Tanto».
Per evitare di diventare del colore del pomodoro, Julia evitò il suo sguardo chiedendo invece:
«Cosa volevi dirmi?»
«Si tratta della festa. Papà ha organizzato tutto nella sala rossa dell’albergo, la cena sarà pronta al momento giusto grazie ai tuoi utili suggerimenti»
«Sono più che suggerimenti sai? Ho cucinato anch’io» gli rammentò Julia
«Non direi cucinare quando mescoli qualcosa sul fuoco» la prese in giro Niklas e lei gli diede una spinta fingendosi offesa.
«Senza il mio contributo, non saresti nemmeno a metà strada»
«Forse sì» - cedette Niklas regalandola un sorriso che la fece sentire in pace col mondo intero - «se ti occupassi di controllare gli addobbi sarebbe l’ideale, mio padre è fissato con la storia che tu conosci i suoi gusti meglio di noi e non vuole sbagliare»
«Lo trovo un atteggiamento molto tenero»
«Vuole soltanto fare in modo di avere un figlio in più che lo ami» - sbottò Niklas - «non è così buono e gentile come si mostra con te e Sophie.»
Se per Sophie era stato difficile riavvicinarsi al padre, per Niklas sembrava ancora peggio. Julia cominciò a pensare che tutti gli Sthal avevano una gran testa dura.
«Forse…»
«Non parliamo di cui d’accordo?» - la interruppe Niklas e Julia annuì sapendo di non potere fare altro.
Lo vide fare un sospiro di sollievo e quando parlò la sua voce aveva abbandonato l’aria arrabbiata di poco prima.
«Volevo parlarti anche per un’altra cosa. Vorrei un consiglio per cosa regalare a Sophie. Mi accompagneresti più tardi a scegliere qualcosa?».
Si erano fermati davanti le scale dell’hotel, Julia sentì il suo cuore battere più forte.
Ripeteva a se stessa che non era un appuntamento, ma… loro due da soli! Stava per dirgli di corsa di si ma poi ricordò la promessa fatta a Sophie e sospirò.
«Temo di non poter venire. Ho promesso a Sophie che avrei accompagnato lei e Sebastian dal medico.»
Niklas sembrava dispiaciuto quanto lei per quella risposta anche se tentò di non farlo vedere.
«Capisco, vorrà dire che farò da solo. Adesso torno in cucina, ci vediamo alla festa»
«Niklas».
Lui si voltò quando aveva fatto appena un gradino e Julia quasi si perse nella profondità di quegli occhi chiari che non si sarebbe mai stancata di ammirare.
«Avrei un’idea per il regalo e se ti fa piacere, appena finisci il turno potremmo parlarne».
Aveva parlato tutto d’un fiato perché temeva che il coraggio le mancasse all’ultimo momento, a sorriso abbagliante che Niklas le riservò sentì di poter respirare di nuovo in modo normale.
«Sarebbe perfetto».

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Capitolo 6
*** Sesta Puntata ***


La cena era quasi pronta, ma Niklas stava controllando che tutto procedesse alla perfezione.
Durante la festa non sarebbe stato presente in cucina e voleva che fosse tutto in ordine. All’inizio non era entusiasta della festa, alla fine però si era lasciato contagiare da quell’entusiasmo e dalla voglia di fare qualcosa per Sophie. Molto del merito andava anche a Julia e mente nella sua mente rivedeva il suo sorriso, si scoprì a sorridere a sua volta.
La sua Sirena gli era entrata dritta nel cuore e l’aveva fatto con una velocità sorprendente.
«Sapevo che ti avrei trovato qui» - entrò in quel momento proprio Julia - «ho detto a Sebastian di portare Sophie nella sala rossa tra cinque minuti, spero che tu sia pronto».
Niklas stava per dirle di essere pronto da un bel po’, quando si voltò a guardarla e restò quasi senza fiato.
Non l’aveva mai vista con un vestito ma era una visione magnifica, se non l’avesse già conosciuta sarebbe andato da lei all’istante per presentarsi subito.
«Niklas» - lo riportò alla realtà Julia - «sei pronto o no?»
«Sei bellissima» rispose Niklas ed era la verità.
Si avvicinò a lei e non poté evitare che le sue mani sfiorassero i suoi capelli, ricordava benissimo la sensazione che aveva provato quando l’aveva baciata al lago. Voleva ripetere l’esperienza, adesso non c’erano più ostacoli, lei non era sua sorella e lui era completamente libero da rimorsi.
Gli occhi di Julia esprimevano il suo stesso desiderio quando si intrecciarono ai propri, sembrava proprio che la festa, la cena e tutto il resto fosse del tutto accantonato perché quando erano insieme niente aveva più significato.
«Ah eccovi qui, Frederich mi ha mandato a cercarvi siete pronti?».
Julia quasi sobbalzò quando sentirono qualcuno entrare e Niklas sospirò frustrato per quell’ennesima interruzione.
Charlotte Saalfeld ignara di tutto aspettava impaziente una loro risposta e fu Julia a rispondere per prima.
«Stavamo giusto venendo».
A Niklas non stava antipatica la moglie di suo padre, gli sembrava una persona a posto ma in quel momento avrebbe preferito non fosse tanto zelante nell’acconsentire alle richieste di suo marito.
La sala rossa era pronta, ogni dettaglio era a posto e cosa strana Niklas vide suo padre essere davvero emozionato per quel momento.
Qualcuno diede il segnale che Sophie stava arrivando e Tina, una delle cameriere che Julia aveva invitato alla festa spense la luce.
Sophie stava dicendo qualcosa a Sebastian quando si bloccò vedendo tutto buio di colpo, stava per dire qualcosa quando di colpo tutti urlarono insieme:
«Sorpresa! »
Le luci si accesero e qualcuno lanciò in aria coriandoli colorati.
L’espressione di Sophie non aveva paragoni, emozionata, felice, raggiante e piena di vita urlò di gioia mentre accusava Sebastian di averla presa in giro.
Poi abbraccio Frederich che le augurò un buon compleanno e poi ringraziò anche Charlotte.
Quando strinse in un abbraccio Julia, Niklas notò quanto profondo fosse il legame di quelle due ragazze che senza troppe parole comunicavano con gli sguardi un senso di amicizia reale e forte.
«Stamattina ero convinta che nessuno si fosse ricordato del mio compleanno» - ammise Sophie con una smorfia contrariata - «mi avete tutti presa in giro»
«Altrimenti che sorpresa sarebbe stata?» - l’avvolse in un abbraccio Niklas - «auguri sorellina».
Cominciò a partire la musica e qualcuno già incominciò a ballare in pista. Non c’erano molti invitati, suo padre aveva voluto qualcosa di intimo e personale e Sophie ne sembrava più che lieta.
Charlotte fu la prima a dare il suo regalo alla festeggiata e se Sophie sembrava contenta del nuovo cappello regalato, quasi strillò di gioia quando Niklas le porse la borsa che insieme a Julia avevano scelto come regalo.
Niklas aveva scoperto che Julia aveva un vero talento per la creazione delle borse e quando lei aveva proposto la sua idea, Niklas aveva visto la luce accendersi nei suoi occhi mentre creava dal nulla una borsa perfetta ed esclusiva per la sua migliore amica.
Niklas l’aveva aiutata perdendo quasi una notte di sonno a cercare tutto il materiale che le serviva ma alla fine ne era valsa la pena, l’espressione di Sophie era raggiante.
«E’ bellissima!» esclamò stringendo in un forte abbraccio Julia che però guardò verso di lui
«E’ anche merito di tuo fratello, mi ha supportato molto nella realizzazione di questa borsa»
«Ti deve essere costato tanto passarci tanto tempo insieme, immagino» usò un tono scherzoso Sophie e Julia l’ammonì con un’occhiataccia.
«Lascio correre perché oggi è la tua festa, ma vedi di non esagerare ok? ».
Sophie non sembrava per nulla intimorita da quella velata minaccia e cominciò a far vedere a tutti il suo nuovo regalo.
«Operazione compiuta» osservò Niklas
«Si la borsa le è piaciuta parecchio» asserì Julia seguendo con lo sguardo l’amica che adesso stava mostrando a Sebastian il suo regalo.
«Hai un vero talento, dovresti sfruttarlo» osservò Niklas
«Grazie»
«No dico sul serio, il tuo talento non va sottovalutato, molte persone potrebbero volere un giorno quella stessa borsa e tu potresti guadagnarci molto»
«Mi stai dicendo che dovrei considerarlo come un lavoro?» chiese Julia quasi scettica poi Niklas le vide quella luce illuminarle gli occhi perché stava sicuramente valutando l’idea, e sorrise.
«Assolutamente sì»
«Almeno per i primi tempi mi servirà un aiutante»
«A patto che tu mi aiuti in cucina, posso farlo io»
«Aiutarti in cucina? Hai idea di quanto sei severo sul tuo lavoro?» gli lanciò un’occhiataccia Julia
«Disse la ragazza che mi ha fatto sgobbare tutta la notte» ribatté pronto Niklas e Julia sorrise.
Niklas adorava quando sorrideva in quel modo, le prese una mano senza smettere di guardarla.
«Balliamo? ».
Julia annuì e Niklas la condusse in pista potendo finalmente stringerla tra le braccia grazie a un lento che qualcuno aveva messo.
Julia sembrava emozionata quanto lui e Niklas si chiese come fosse possibile che una ragazza che conosceva appena come Julia, riusciva a farlo sentire così completo e in pace col mondo.
La sala era decorata con una miriade di palloncini, qualcuno li fece scoppiare per sbaglio e si creò un brusio divertito ma, Niklas ci badò appena concentrato solo su Julia.
Quando cominciarono ad arrivare le prime portate dai camerieri, Sophie urlò estasiata che la cucina thailandese era proprio quello che voleva, si prodigò in ringraziamenti ma Niklas la ascoltò appena. Sembrava che tutto intorno a lui fosse sparito perché accanto a lei vedeva solo Julia e la voglia di tenerla sempre con se.
Non gli importava che non fossero realmente da soli, voleva baciarla e sapeva che anche Julia voleva la stessa cosa.
Stava per avvicinarsi di più a lei quando improvvisamente Julia sembrò perdere l’equilibrio.
Niklas la sorresse velocemente prima che cadesse e la guardò seriamente preoccupato.
«Julia stai bene? »
«Ape» sussurrò lei come non se avesse più forze e socchiudendo gli occhi.
Niklas la prese in braccio e la portò su una sedia più vicina rompendo al suo passaggio dei palloncini che crearono un rumore confuso nella festa.
«Julia cosa significa? Stai bene?» ripeté sempre più inquieto perché lei sembrava non trovare la forza nemmeno per parlare.
«Che succede?» chiese Sebastian arrivato in quel momento
«Non lo so lei è…»
«Ape» continuava a ripetere Julia e Niklas stava per chiederle di nuovo cosa intendesse dire, Sebastian invece sembrava aver capito tutto.
Si girò verso Sophie urlando.
«Le serve l’iniezione, dov’è la sua borsa? ».
Sophie corse a recuperarla mentre l’ansia di Niklas cresceva a dismisura.
«Cosa sta succedendo? »
«Julia è allergica alle api, dev’essere stata punta» - spiegò Sebastian - «la finestra è aperta e questa è la stagione adatta per loro»
«E’… grave?» - faticò a pronunciare la parola Niklas - «starà bene?  »
«Dopo l’iniezione si» lo rassicurò Sebastian ma sembrava lo stesso preoccupato e questo non servì a placare l’agitazione di Niklas.
Sophie arrivò e con gesti pratici, Sebastian riuscì a farla respirare in modo normale.
Julia aprì gli occhi e cercava di sorridere a tutti apprensivi per la sua salute.
«Sto bene»
«Forse è il caso che adesso tu vada a risposare» disse invece Sophie
«No, non voglio rovinare la tua festa»
«Non rovini un bel niente, anzi secondo me dovresti farti vedere dal medico per sicurezza» replicò Sebastian
«Penso sia un’ottima idea» concordò Niklas.
Julia tentò di alzarsi ma sembrava essere priva di forze. Senza pensarci due volte, Niklas la prese in braccio ignorando le occhiate degli altri e la portò fuori.
«Niklas…»
«Ti porto dal dottore, tu non sforzarti».
Lei sembrava stanca anche di protestare, poggiò la testa sulla sua spalla e si lasciò docilmente portare.
Non era così che aveva immaginato la fine della festa, pensò Niklas mentre si dirigeva nell’ambulatorio del dottore, ma almeno Julia era tra le sue braccia e la sensazione era bella come ricordava.

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Capitolo 7
*** Settima Puntata ***


L’allergia alle api era sempre stato il suo tallone d’Achille. Era imprevedibile e senza nessun controllo e Julia detestava trovarsi in certe situazioni, fortuna che aveva sempre con se il kit di pronto soccorso per simili evenienze.
Il dottor Niederbuhl le aveva assicurato che stava bene eppure Niklas non aveva voluto lasciarla sola.
Non solo era stato presente alla visita, poi l’aveva accompagnata in camera non volendo sapere di tornare alla festa, era davvero preoccupato e lei trovava molto tenero il suo modo di prendersi cura di lei.
«Sicura di stare comoda? O preferisci che ti metta un altro cuscino?»
«Sto benissimo» lo rassicurò Julia comodamente stesa a letto con un cuscino dietro la testa.
«Se vado subito in cucina riesco a portarti qualcosa da mangiare» si offrì Niklas ma Julia lo bloccò tirando per mano.
«Niklas» - l’ammonì con dolcezza - «guardami, sto bene».
Niklas sospirò mettendosi a sedere sul letto e intrecciando la mano alla sua.
«Mi sono spaventato parecchio, un minuto eri tra le mie braccia e un minuto dopo sei quasi svenuta»
«Non era mia intenzione spaventarti, ma come ti ha anche assicurato il dottore sto bene, l’iniezione mi ha aiutata»
«Se non ci fosse stato tuo fratello io…»
«Non avrei avuto nessuno che mi portasse in braccio» - lo interruppe Julia piuttosto divertita - «penso che abbiamo dato un po’ di spettacolo alla festa, Sophie ne sarà entusiasta, senza contare che ti ho privato dei complimenti per il tuo banchetto»
«Il nostro vorrai dire» - la corresse alquanto divertito Niklas - «o vuoi privarti del merito di avermi aiutato a girare la pasta?»
«Non ho fatto solo quello» si finse offesa Julia tirando la mano per colpirlo ma la presa di Niklas era forte e sembrava non avere nessuna intenzione di lasciarla la mano continuando a tenerla stretta a se.
Julia dovette ammettere che non le dispiaceva affatto, forse era una cosa un po’ infantile tenersi per mano ma era una bellissima sensazione.
«Sembra che non riusciamo ad avere fortuna con i balli noi due»
«Il nostro primo ballo è andato benissimo» obiettò Julia
«Si, ma poi Leonard mi ha detto che eri mia sorella e in quel momento non mi era sembrato molto conveniente fare pensieri su mia sorella dopo averci appena ballato» 
«E quali pensieri avrei fatto?» domandò curiosa Julia e Niklas sorrise.
«Forse è il caso che te li dimostri».
Erano già molto vicini ma Niklas diminuì la distanza che li separava ancora di più e finalmente posò le labbra sulle sue.
Julia ricordava nitidamente la sensazione che aveva provato quando l’aveva baciato al lago la prima volta, adesso nella sua stanza e con la consapevolezza che dopo non sarebbe sparito resero quel momento ancora più bello e magico.
Dimenticò ogni malessere dovuto all’iniezione, alla puntura dell’ape, abbandonò ogni pensiero relativo alla festa o a chiunque altro perché per lei in quel momento c’era solo Niklas e le magiche sensazione che solo lui sapeva darle.
Le sembrò passata un’eternità quando si staccarono, con riluttanza l’uno dall’altra. 
Julia fu lieta di guardare negli occhi del suo adorato Principe la stessa sensazione meravigliosa che provava lei.
«Non sai da quanto tempo desideravo farlo» confessò Niklas senza staccare gli occhi dai suoi.
«Forse dovremmo ringraziare l’ape»
«Da questo momento in poi controllerò che siano piuttosto alla larga da te» obiettò invece contrariato Niklas e Julia sorrise.
«La vuoi smettere di essere preoccupato? Quante volte devo dirtelo che sto bene?»
«Forse se mi baciassi ancora, dimenticherei del tutto la mia preoccupazione» sorrise malizioso Niklas e Julia si ritrovò a contraccambiare quel sorriso accostando le labbra alle sue.
Era venuta al Furstenhof solo per Sophie e Sebastian, non pensava che lì avrebbe trovato il migliore del principi e non poteva che esserne più che felice.
«Julia, siamo noi come…».
Sophie e Sebastian erano appena entrati nella stanza ma Sophie vedendo cosa avevano interrotto si interruppe a metà frase sorridendo apertamente.
«Scusateci non volevamo disturbare»
«Dovresti riposare» osservò Sebastian alquanto seccato
«Sto bene» rispose Julia sentendosi terribilmente in imbarazzo mentre Niklas appariva molto tranquillo.
«Infatti forse è meglio se riposi ci vediamo dopo» disse alzandosi ma non prima di aver posato le labbra sulla sua guancia.
Era stato un gesto casto e dolce e Julia si sentì arrossire soprattutto adesso che avevano degli spettatori.
Sophie sorrideva alquanto divertita salutando suo fratello con particolare enfasi mentre Sebastian sembrava voler lanciare scintille con lo sguardo.
Aspettò che Niklas uscisse prima di chiedere:
«Quindi tra te e lo chef è nato qualcosa?»
«Potresti anche usare un tono meno seccato» - lo ammonì Sophie per poi sedersi accanto all’amica con aria allegra - «sono davvero felice per te, era ora che tra voi due si sciogliesse il ghiaccio».
Sebastian borbottò qualcosa in risposta ma Sophie sorrise.
«Ignoralo è solo geloso perché adesso non sarà l’unico unico uomo della nostra vita, ma cambierà idea quando capirà quanto mio fratello è straordinario perché lo è, vero?»
«Si lo è» sospirò con aria beata Julia per poi scoppiare a ridere insieme a Sophie.

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Capitolo 8
*** Ottava Puntata ***


Niklas

Aveva deciso di restare al Furstenhof solo per fare un piacere a suo padre. Adesso che lo chef ufficiale Andrè era guarito, aveva ben pochi motivi di restare e non voleva farlo per riallacciare quel rapporto burrascoso che aveva con suo padre.
Il motivo era un altro e si chiamava Julia.
Dopo aver preparato un’abbondante colazione, la posò sul vassoio e si recò direttamente negli appartamenti del Furstenhof dove Julia alloggiava insieme a Sophie.
Ad aprire fu Charlotte che lo accolse con un sorriso.
Quella donna era forse troppo buona per stare insieme a un uomo come suo padre ma evidentemente lei ci trovava qualcosa di buono altrimenti non l’avrebbe sposato.
«Buongiorno Niklas, io e tuo padre stavamo giusto parlando di te»
«Si infatti» - aggiunse subito Frederick al suo fianco - «del tuo ottimo lavoro che stai facendo in cucina, i clienti sembrano molto soddisfatti e ci chiedevamo se potevi fermarti ancora un po’»
«Non ho ancora deciso» rispose brusco Niklas ed era la verità.
Se prima voleva soltanto mettere quanta più distanza possibile tra lui e suo padre adesso, invece, pensava solo a stare accanto a Julia.
E fu, infatti di lei che domandò:
«Julia dorme ancora? »
«La signorina Wegener? No, veramente è uscita poco fa» lo informò Charlotte e Niklas posò il vassoio coperto sul tavolo con un’espressione rabbiosa.
«Uscita? Ieri non stava per niente bene e voi l’avete fatta uscire come se niente fosse? E se le prende una ricaduta? »
«Calmati» - l’ammonì suo padre - «stava benissimo non c’è bisogno di…».
Niklas lo ignorò facendo un breve cenno col capo di saluto a Charlotte e uscendo dalla camera.
Sentì suo padre urlare qualcosa ma preferì non pensarci, camminò a passo svelto nella hall decidendo di chiedere al buon Alfons se l’avesse vista.
Era furioso. Se ripensava a ieri quando Julia gli era quasi svenuta tra le braccia si sentiva venire meno, era stato colto impreparato dalla sua allergia alle api, e se ricapitasse una cosa del genere e non fosse stato in grado di aiutarla?
Dopo vari giri finalmente gli dissero dove l’avevano vista: alle stalle.
Si recò da lei con un sospiro di sollievo che si accentuò solo quando la vide: viva e bella più che mai.
Stava accarezzando il muso di un cavallo e sembrava alquanto a suo agio.
Sorrideva all’animale come se gli parlasse. Agli occhi di Niklas non era mai stata così bella e sentì lentamente l’arrabbiatura diminuire.
«Se questo è un cavallo maschio credo proprio che tu l’abbia conquistato».
«Niklas!» - esclamò Julia voltandosi di scatto al suono della sua voce - «mi hai spaventata»
«Anche tu»
«Come?» lo guardò perplessa Julia
«Sono venuta in camera a portarti la colazione e non ti ho trovata. Mio padre non avrebbe dovuto permettere che uscissi dopo quello che è successo ieri. Poteva succedere qualsiasi cosa e mi hai fatto davvero preoccupare».
Niklas aveva parlato tutto d’un fiato e quando la vide sorridergli con dolcezza sentì ogni forma di ansia svanire come neve al sole.
«Credo di essere stato un po’ un orso con chiunque non mi dava indicazioni esatte su dove trovarti»
«Non mi va di chiamarti orso, tu sei il mio principe» prese la sua mano Julia intrecciandola alla propria e Niklas ritrovò il suo sorriso.
«E tu sei la mia sirena».
Il giorno prima avrebbe voluto baciarla ancora una volta ma poi l’arrivo di Sebastian e Sophie li aveva interrotti. Erano ormai parecchie ore che ripensava a com’era stato baciarla e non resistette all’impulso, adesso che ce l’aveva così vicina di premere le labbra sulle sue.
Julia gli allacciò le braccia al collo ricambiando quel bacio come se anche lei non aspettasse altro.
Niklas dimenticò ogni cosa mentre stringeva la sua sirena tra le braccia.
Adesso si, che poteva definirsi un ottimo inizio di giornata.
Il bacio lentamente si fece più intenso e il legame speciale che si era creato tra loro il primo giorno che si erano visti divampò come un incendio mai domato.
Ogni cosa o persona all’infuori di loro due svaniva all’improvviso adesso che erano soli e insieme.
Niklas fu felice di leggere nei suoi occhi la sua stessa passione, la sua stessa voglia di sperimentare a fondo quella sensazione unica e meravigliosa di essere uniti come una cosa sola.
Si stesero lentamente tra il fieno e accanto a lei, Niklas dimenticò ogni pensiero razionale almeno finché non sentirono un rumore che li fece destare.
Julia si mise a sedere ricomponendosi e anche Niklas guardò verso la porta che aveva sbattuto per cercare di capire chi o cosa aveva fatto quel rumore.
Quando si resero conto che era lo stalliere dell’hotel, gli occhi di Julia si accesero di imbarazzo e lo guardò in cerca di aiuto.
Niklas le prese la mano facendola alzare e posandole un bacio casto tra i capelli.
«A quanto pare continuano a interromperci sul suo più bello, ma sta tranquilla mia bella sirena che prima o poi saremo veramente da soli».
Quella promessa detta a fior di labbra fece sorridere Julia.
Si alzò sulle punte per sussurrargli all’orecchio:
«Non vedo l’ora» e poi baciarlo sull’angolo della bocca.
Niklas sorrise accettando la sua mano mentre uscivano allo scoperto e Julia scambiava qualche parola con lo stalliere sul cavallo che prima stava accarezzando.
Niklas ascoltò appena quello che dicevano, ripensò a poco prima e a quanto sarebbe bastato per perdere completamente il controllo.
Non aveva mai provato per nessuna ciò che provava per la sua sirena e questo gli faceva pensare che lei fosse speciale e unica.
«Niklas?» domandò Julia e lui lo guardò tornando alla realtà rendendosi conto che lei gli aveva fatto una domanda che non aveva ascoltato.
«Si? » «Andiamo» - lo tirò per mano Julia assumendo un’espressione divertita – ho idea che parlare di cavalli non ti entusiasmi tanto come parlare di cucina»
«Non immaginavo invece a te piacessero»
«Diciamo che abbiamo fatto da poco conoscenza e mi sono resa conto che è molto rilassante stare con loro. Ma parlando d’altro sai che sono curiosa di sapere cosa mi hai preparato per colazione?» domandò Julia
«Se ti fossi fatta trovare a casa.. »
«Andiamo non ricominciare a fare il brontolone, sto benissimo» - lo ammonì Julia – «e potrei fare uno spuntino a quest’ora a meno che tu non sia troppo stanco»
«Stanco? » «Si, per vedere chi arriva prima in hotel. Scommetto che ti batto in fretta»
«Scommettiamo un bacio invece che vinco di certo io» ribatté Niklas protestando quando Julia partì senza che avesse dato il via, ma sorridendo mentre la rincorreva con la sua stessa allegria.

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Capitolo 9
*** Nona puntata ***


Senza essere troppo esagerate, Julia era certissima di non essere mai stata più felice di così in vita sua.
Niklas rappresentava tutto ciò che aveva sempre desiderato nel compagno che voleva avere al suo fianco. Dopo l'episodio della festa, tra di loro procedeva tutto a meraviglia e ogni giorno le sembrava più straordinario del primo.
In più grazie all'influenza di Sophie, era riuscita ad avere un locale al Furstenhof che aveva adibito ad atelier. Proprio quel giorno dovevano inaugurarlo e non vedeva l'ora.
Creare borse era sempre stato il suo sogno e vederlo realizzato in così poco tempo la riempiva di gioia.
Era già stato chiaro con Frederich dicendogli che voleva ripagarlo non appena fossero giunti i primi guadagni. Non voleva approfittarsi troppo della disponibilità e della generosità degli Sthal soprattutto adesso che faceva coppia fissa con Niklas.
Era certa che suo fratello non sarebbe stato d’accordo perché l'accusava di pensare sempre troppo quando, invece doveva prendere le cose così come, venivano.
Era qualche giorno che non faceva una chiacchierata con lui, era stata così presa da Niklas che si vergognava un po’ ad aver trascurato suo fratello ma almeno era in compagnia di Sophie e quindi non era solo.
Fu proprio Sophie che vide, mentre faceva una passeggiata e la raggiunse subito.
«Ciao»
«Ciao» - le sorrise Sophie - «senza mio fratello? E' un evento questo!"
«Smettila! » - le diede una spinta scherzosa - è in cucina, sta lavorando adesso».
«E tu non fai che attendere i minuti che ti separano da lui».
«Vuoi smetterla di prendermi in giro? » chiese fingendosi offesa ma in realtà stavo sorridendo sognante perché era la verità.
Sophie si mise sotto il mio braccio mentre camminavano.
«Se non si fosse capito, sono davvero felice per voi due. Siete una coppia bellissima e mio fratello sembra davvero felice».
«Lo sono anch'io»
«Si vede, ti brillano gli occhi come non li avevo mai visti».
«L'amore rende tutto più bello» - sorrise beata - «e tu dovresti saperlo benissimo giacché hai trovato l'amore prima di me».
Sophie evitò il mio sguardo a quell'affermazione.
«Tutto bene? »
«Stavo pensando di organizzare una bella serata di musica per l'inaugurazione del tuo atelier che ne dici? »
«Sophie» - l'ammonì - «non cambiare discorso e dimmi la verità, va tutto bene? ».
Conosceva Sophie da molto tempo e sapeva benissimo quando mentiva, anche lei arrivò alla stessa conclusione perché sospirò.
«Va bene tanto prima o poi lo sapresti»
«Sapere cosa? »
«Tra me e Sebastian le cose non vanno bene come prima».
«Cosa?  ».
La fece fermare di scatto guardandola negli occhi sorpresa di quell'affermazione. Sophie però, sembrava tranquilla e per niente preoccupata.
«A volte l'amore finisce ed è quello che è successo tra me e tuo fratello»
«Ma… » mormorò incapace di dire altro perché la notizia era stata troppo sorprendente da poter dire qualsiasi cosa.
«Abbiamo deciso che era il caso di lasciarci quando abbiamo capito che le cose tra noi non erano come prima» le spiegò Sophie
«Non capisco ma quand'è successo? »
«Qualche giorno fa e non fare quella faccia va tutto bene»
«Come puoi dire che va tutto bene se tu e mio fratello vi siete lasciati e non me ne sono nemmeno accorta? ».
Julia quasi gridò per la frustrazione ma proprio non riusciva a capire come fosse successa una cosa così grave senza che se ne rendesse conto.
Era stata così presa da Niklas che non si era accorta di quello che le succedeva intorno. Si sentì davvero in colpa.
Sophie come leggendole nel pensiero le alzò il mento per incontrare il suo sguardo.
«Non devi sentirti in colpa per questo. Eri felice e non volevamo rovinare il tuo momento di felicità ma va tutto bene davvero. Io e Sebastian ci vogliamo ancora bene ma non come coppia. Ci siamo lasciati in ottimi rapporti e io sono intenzionata a continuare a pagare le sue cure»
«Io … davvero non so che dire»
«Allora non dire niente e abbracciami».
Julia l'accontentò subito perché Sophie era la sua migliore amica e per molto tempo aveva immaginato che un giorno sarebbe diventata sua sorella se si fosse sposata con Sebastian. Invece adesso, vedeva questo sogno infranto e po’ ci restò male.
«Saremo sorelle lo stesso» le strizzò l'occhio Sophie e Julia sbuffò perché delle volte era proprio come sapesse leggerle nel pensiero.
«Cosa vuoi dire? »
«I ruoli si sono solo invertiti adesso sei tu che sposando mio fratello diventerai mia sorella» spiegò in tono pratico Sophia e Julia sorrise.
Il matrimonio con Niklas sembrava una cosa lontanissima ma non impossibile.
«Forse hai ragione»
«Certo che ho ragione. Io ce l'ho sempre» si vantò Sophie riprendendo a camminare.
«Devo andare a parlare con Sebastian. In questi giorni l'ho davvero trascurato»
«Ti dirà quello che ti ho detto io: non devi sentirti in colpa»
«E' solo che … non me l'aspettavo proprio»
«Non preoccuparti tra te e mio fratello non succederà» - dichiarò fiduciosa Sophie - «voi siete fantastici insieme mentre tra me e Sebastian … bè diciamo che siamo stati felici ma non è mai stato amore vero come il tuo. Io quell'amore devo ancora trovarlo e sono certa che un giorno lo troverò, forse proprio in questa città».
A Julia risultava un po’ difficile immaginare Sophie con un'altra persona che non fosse Sebastian ma la sua amica meritava di essere felice e qualunque sarebbe stata la sua scelta sarebbe stata al suo fianco.
«Mi secca tornare sopra a prendere una giacca, potresti prestarmi la tua? » domandò Sophie quando arrivarono in hotel.
«Si, figurati» glielo prestò Julia decisa ad andare da suo fratello. Il telefono però squillò in quel momento.
Un sorriso spontaneo le salì sulle labbra quando lesse il nome.
«Ciao cuoco stellato»
«Ciao sirena» rispose Niklas e Julia poteva immaginare il suo bel sorriso illuminargli il volto
«Ti sei già stancato di cucinare oggi? »
«Sono in pausa, pensavo potessimo farla insieme»
«Mi piacerebbe molto ma non posso» si dispiacque davvero Julia perché ogni minuto passato lontano da lui le sembrava immenso.
«Problemi con l'atelier? »
«No, devo vedere mio fratello. E' una cosa importante e devo vederlo subito»
«Spero non sia niente di grave, sta male? » chiese preoccupato Niklas e Julia sorrise perché il suo Niklas era davvero l'uomo perfetto.
«No, sta bene e forse sono troppo ansiosa a preoccuparmi per qualcosa che sembra già risolto. Ma, voglio però vederlo lo stesso»
«D’accordo allora ci sentiamo più tardi»
«A più tardi» sorrisi prima di riagganciare.
L'amore faceva davvero bene, si disse Julia perché non riusciva a smettere di sorridere anche dopo la loro conversazione.
Suo fratello era stato assunto come direttore del personale e per quanto Julia fosse scettica, svolgeva bene il suo lavoro e sembrava che Frederich e Werner fossero contenti di lui.
Dopo aver salutato Alfons,  bussò alla porta del personale ed entrò da suo fratello.
Sebastian quando la vide sorrise.
«Ciao sorellina, da sola senza il tuo cuoco? »
«Stessa domanda di Sophie, a quanto pare sono diventata così prevedibile? » finse una smorfia Sophie prima di sedersi di fronte a lui.
«Sei felice ed è questo ciò che conta » - disse Sebastian - «confesso che all'inizio ero un po’ scettico al riguardo ma vi ho visti insieme e tu brilli gioia pura quindi sono contento per te»
«Vorrei poter dire la stessa cosa di te» - ammise Julia - «Sophie me l'ha detto e avrei preferito saperlo prima, come stai? »
«Bene»
«Sebastian voglio la verità»
«Sto bene» - ripetè lui con un sorriso - «davvero»
«Non so se starei bene se mi lasciassi da un giorno all'altro dopo tanto tempo insieme» obiettò Julia
«Invece è così te l'assicuro. Tra me e Sophie si è creato un bellissimo rapporto ma non è amore» - alzò le spalle Sebastian - «tutto qui»
«Tutto qui? » chiese incredula Julia
«Quando si comincia a provare attrazione per un'altra persona vuol dire che il rapporto è finito non ti pare? »
«Cosa? » ripetè Julia alzando nuovamente la voce.
Quei due oggi volevano farla ammattire sul serio. Non solo si erano lasciati da un momento all'altro, adesso doveva anche ascoltare che avevano un altro.
«Sorellina non fare quella faccia, volevi la verità? Te la sto dicendo. Io e Sophie abbiamo incontrato altre persone e tra noi è finita».
Aveva appena fatto fatica ad immaginare Sophie con un altro che adesso doveva sentire che anche Sebastian aveva un'altra?
«E lei chi è? »
«Si chiama Luisa. Se la vedessi … è stupenda! ».
L'espressione sognante di Sebastian mentre ne parlava fece sorridere controvoglia Julia.
Sembrava davvero cotto ed era strano per suo fratello, questa ragazza doveva essere davvero eccezionale.
«Sophie non mi ha detto niente»
«Avevamo deciso di dirtelo insieme ma temo di aver infranto la promessa. Conoscendo Sophie si infurierà, potresti fingere di non sapere nulla? ».
Julia scoppiò a ridere di fronte l'espressione di panico puro in suo fratello.
«Sophie non ti ucciderà tranquillo. Però adesso voglio assolutamente sapere tutto anche da lei, e sapere chi è il suo lui misterioso»
«Allora non dovrai aspettare molto»
«In che senso».
Sebastian si alzò dalla scrivania e le fece segno di guardare dalla finestra.
Julia vide Sophie che tra le braccia di qualcuno che non riusciva ad identificare. Lui l'aveva sollevata da terra e Julia poteva vederla di spalle col suo giubbotto rosso addosso che volteggiava prima che si baciassero.
Sembrava quasi una scena da film e Sophie avrebbe avuto molte cose da raccontarle. Un sorriso spontaneo le spuntò sul viso quando si rese conto che la sua amica sembrava davvero felice.
Un sorriso che però le morì sulle labbra quando si accorse che qualcun altro stava guardando la scena.
Niklas.
Aveva visto esattamente come lei Sophie di spalle, col suo giubbino addosso che baciava un altro e c'era il tradimento espresso sul suo viso.
«No» - disse sottovoce - «non un'altra volta! ».
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** Decima Puntata ***


Niklas
 
Non riuscivo proprio a crederci! Ero uscito per prendermi una pausa da solo, dopo che Julia mi aveva detto di non poter passare e cosa vedevo?
La mia Julia che baciava un altro!
Forse non dovrei più chiamarla la mia Julia a questo punto ma era tutto talmente sconcertante che proprio non riuscivo a farmene una ragione.
La rabbia era stata così forte che me n'ero ritornato in cucina sentendomi sempre più nervoso. Ero stato tremendo con tutto il personale, per quanto sapessi che loro non centravano niente non riuscivo a trattenermi mentre continuavo a pensare chi fosse quello sconosciuto.
La brava signora Hildegar mi aveva proposto di prendermi una pausa, diceva che era la cosa migliore e che lei era abituata a tenere tutto sotto controllo quando c'era Robert Saalfeld in cucina e passava una brutta giornata.
Perciò avevo chiamato Michael ed eravamo andati in birreria per distrarmi, solo che la birra non riusciva a farmi dimenticare quello che avevo visto.
«Non rispondi?» chiese Michael.
Era diventato un buon amico in poco tempo, ero felice di non essere solo ma non mi piaceva quello sguardo saccente.
Rifiutai la chiamata per l'ennesima volta, non mi andava di parlare con Julia e invece era l'ennesima chiamata in poco tempo che ricevo.
«Forse dovresti parlarle»
«E tu forse dovresti offrirmi un altro giro».
Michael mi guardò disapprovandomi ma non disse nulla, chiamando la cameriera.
Certo ubriacarmi non era la soluzione migliore, ne ero consapevole eppure non pensavo a una soluzione migliore.
«Sai anch'io non riesco a trovare fortuna in amore, quindi posso capirti» - mi dice Michael - «ho avuto parecchie esperienze disastrose ma il consiglio resta lo stesso, devi parlarle».
Lo guardai male, non avevo nessuna voglia di parlare con Julia per sentirmi raccontare altre bugie. Possibile che non lo capisse?
Stavo per replicare qualcosa quando, la mia attenzione fu catturata da altro.
Stava entrando in quel momento nella birreria proprio la fonte del mio malumore e non era sola. Era accompagnata dal bellimbusto con cui l'avevo vista abbracciarsi e poi baciarsi.
«E secondo te dovrei parlarle ancora?» urlai fuori di me.
Non ero ancora ubriaco e Michael non riuscì a trattenermi perché mi alzai di colpo andando dalla coppia.
La mia rabbia era salita a livelli incredibili eppure, chissà come, riuscì a controllare la mia voce.
«Interrompo qualcosa?»
«Niklas» sussurrò Julia quasi a disagio.
Non mi soffermai su di lei, non ce la facevo a guardarla negli occhi dopo quello che stava succedendo tra noi e la mia attenzione era tutto su quello sconosciuto che cercavo di capire da dove arrivasse.
«Salve io sono Theo» allungò una mano quel bellimbusto.
Una mano che naturalmente ignorai.
«Pensi che sia il caso di darmi una spiegazione o è chiedere troppo?».
«So che magari può sembrarti affrettato, ma le cose non andavano bene tra noi e ho voltato pagina».
Non avevo bevuto molto eppure mi sentì barcollare a quelle parole. Come poteva, quella che credevo essere l'amore della mia vita parlarmi in quel modo?
Non sembrava per niente rammaricata di ferirmi a morte con quelle parole, sembrava padrona della situazione e parecchio sicura.
«Andiamo adesso non fare quella faccia, so bene che all'inizio come papà nemmeno tu sopportavi Sebastian».
«Come?» chiesi alquanto confuso.
Cosa centrava Sebastian?
La vidi alzare gli occhi al cielo e poi prendermi per un braccio.
«Cosa pensi sia cieca? Ho visto come lo guardavate male tu e papà quando ho detto di volergli pagare la terapia, ma adesso è tutto passato. Siamo rimasti amici e va tutto bene»
«Sophie» dissi più a me stesso che a lei perché la marea di confusione che avevo in testa si stava diradando.
«Si fratellone, sono qui. Ma ti senti bene? Sei pallido, vieni siediti» - mi aiutò a sedere Sophie - avrei voluto presentarti Theo con calma, ma giacché siamo qui, potresti almeno essere gentile con lui per favore?».
«Vi ho visti prima» - dissi sbattendo più volte le palpebre mentre mi continuavo a ripetere che lei era Sophie, non la mia Julia - «fuori l'hotel».
«Forse non ho fatto una bella impressione, avrei dovuto presentarmi prima» intervenne Theo ma io lo ascoltai appena.
Mi alzai di scatto.
«Devo andare»
«Aspetta un momento, dove …»
«Ne parliamo un'altra volta. Ora devo rimediare a un grosso errore. Scusa» dissi prendendo in fretta il mio giaccone e uscendo fuori.
Sentì vagamente che Sophie mi chiamava, ma c'era Michael e lui avrebbe spiegato meglio di me, io avevo troppa fretta di andare da Julia.
Probabilmente poi avrei dovuto farmi perdonare anche da mia sorella, ma in questo momento Julia aveva la priorità.
Cercai il telefono in tasca e decisi di chiamarla sentendomi un vero stupido a essere caduto due volte nello stesso errore.
Non rispondeva ed io andai nel panico più totale.
Avevo combinato un gran disastro e non sapevo come fare per rimediare se non le parlavo.
Avrei dovuto dare ascolto a Michael dal primo momento, parlare con lei era la soluzione più ovvia e invece testardamente avevo fatto l'opposto.
Senza che me ne rendessi conto, avevo raggiunto il lago.
Era come se le mie gambe mi avessero portato in quel luogo, a me tanto importante, senza che me ne accorgessi.
Ricordavo benissimo il nostro primo bacio, quando l'avevo vista per la prima volta credendo fosse una sirena, la mia sirena.
Mi sembrava quasi di rivederla … ehi un momento quella era proprio lei e non era frutto della mia immaginazione. Era Julia.
Sembrava concentrata a raccogliere legna e decisi di raggiungerla.
Correre nella neve non era esattamente facile, ma in quel momento sentivo di avere le ali ai piedi tanto era la voglia di andare da lei.
Portava un berretto bianco per proteggersi dal freddo ed era bella come sempre.
«Ciao» dissi non appena le fui accanto.
Julia mi guardò sorpresa e prima che potesse dire qualcosa, l'anticipai.
«Mi dispiace»
«Per non aver risposto alle mie mille chiamate? O per aver creduto che baciassi un altro?».
Ahia. Sembrava arrabbiata e parecchio. Mi passai una mano tra i capelli facendo ammenda.
«Tutte e due le cose. Come sai che credevo …»
«Ti ho visto da una finestra, credevi fossi io vero?».
«Mi dispiace» - ripetei con più convinzione - «credo che la gelosia mi abbia completamente accecato».
«E come mai adesso hai cambiato idea?»
«Ho incontrato Sophie» - risposi - «col suo nuovo spasimante e mi sono reso conto di essere una vero stupido».
«Diciamo anche uno stupido enorme» mi corresse Julia e lo fece sorridendo.
Il suo sorriso mi fece sospirare di sollievo e in breve l'abbracciai tenendola stretta.
«Credevo di impazzire al pensiero di saperti con un altro».
«Sei uno stupido davvero se credi di liberarti di me così facilmente. Come facevi a sapere dov'ero?»
«Non lo sapevo» - risposi accarezzandole una guancia - «penso che questo lago rappresenti il nostro punto d'incontro sempre e comunque, ci porta qui insieme senza che ce ne rendiamo conto».
«Mi piace come immagine»
«Anche a me» ammisi prima di baciarla perché ormai non ce la facevo più a stargli vicino senza baciare quelle labbra che avevo creduto di non poter più sfiorare.
«Sto raccogliendo la legna che mi serve per le mie borse» - m'informò Julia senza liberarsi dal mio abbraccio, cosa che mi faceva un enorme piacere - «mi aiuti?».
«Solo se mi assicuri di aver perdonato questo stupido enorme geloso che ti ritrovi davanti».
Julia mi sorrise ed io sentì ogni arrabbiatura svanire, ogni cattivo pensiero volare mio mentre si sentivo soltanto avvolto da una felicità enorme.
«Sei perdonato ma attento perché la prossima volta non sarò così magnanima».
«Non ci sarà una prossima volta» le assicurai e lo pensavo davvero.
Avevo fiducia in lei, fiducia in noi e avrei fatto di tutto per far si che il nostro rapporto continuasse per sempre.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Undicesima Puntata ***


Julia

Niklas mi aveva portata al lago, al nostro lago e prima che potessi dire qualcosa, si era inginocchiato davanti a me e mi guardava con un'espressione colma d'amore.
Aveva preso la mia mano tra le proprie chiedendo:
«Julia Wagener vuoi sposarmi?».
Ero al colmo della gioia e sentivo il mio cuore battere a mille, non riuscivo nemmeno a pronunciare una parola e annuì con convinzione mentre lui sorrideva.
Si era alzato e stava per avvicinarsi alle mie labbra …
«Julia sei sveglia?».
Mi svegliai di soprassalto quando Sophie balzò a sedere sul mio letto svegliandomi da quel sogno bellissimo che stavo facendo.
«Adesso si» brontolai rimettendomi sotto le coperte.
Sophie le scostò subito dopo.
«E' una bellissima giornata, non puoi dormire ancora e poi ieri sera mi hai promesso avremmo parlato».
«Stavo facendo un sogno bellissimo!» - mi lamento - «e tu l'hai interrotto».
«Racconta» mi sprona Sophie scalciando le scarpe e mettendosi a sedere sul letto.
Io sospiro perché con lei non ci sono mezze misure, ma le voglio bene lo stesso.
Mi metto a sedere anch'io e mi porto i capelli dietro le orecchie non potendo non sorridere al ricordo.
«Niklas mi chiedeva di sposarlo»
«Davvero?».
Sophie urla di gioia e io sobbalzo di colpo.
«Calmati, era solo un sogno»
«Ma piuttosto reale giusto? Che bellezza, se sposi mio fratello, saremo sorelle per davvero! Sono così emozionata sarò la tua damigella giusto?».
«Sophie» - rido divertita per quell'uragano della mia migliore amica - «stai correndo troppo, era solo un sogno».
«Ma sarò io la tua damigella vero?» insiste Sophie ed io sorrido.
«Non potrei chiederlo a nessun'altra»
«Ottimo» - mi abbraccia Sophie - «forse dovremmo fare in modo che Niklas faccia il primo passo».
«No!» - esclamo subito allarmata - «tu non farai niente, non voglio che pensi che sia una costrizione. Se avverrà, deve essere di sua spontanea volontà».
«Non se avverrà ma quando avverrà» - mi corregge Sophie con aria allegra - «mio fratello è pazzo di te, farà di te una donna onesta».
Sentiamo bussare alla porta e un attimo dopo Niklas fare capolino con un vassoio in mano.
E' già vestito da lavoro e come sempre è adorabile.
Quando i nostri occhi s'incrociano, non posso fare a meno di sorridere
«Buongiorno».
«Buongiorno fratellone» - saluta Sophie allungando il collo verso il vassoio - «credo di essere parecchio offesa. Come mai Julia ha diritto a una colazione a letto e io no?».
«Sapevo di trovarvi insieme, quindi ce n'è per tutte e due» spiega Niklas togliendo il coperchio e mostrando tante prelibatezze per due.
«Oh che meraviglia!» esclama Sophie
«Grazie è un pensiero davvero gentile» dico allungando una mano a prendere quella di Niklas.
Sophie prende il vassoio e lo posa su un tavolino cominciando ad assaggiare qualcosa.
«Volevo vederti prima di cominciare la giornata» mi confessa Niklas dandomi un casto bacio sulla guancia
«Potrei abituarmi ad essere viziata così lo sai?» lo prendo in giro
«Forse mi piace viziarti» risponde Niklas posando brevemente le labbra sulle mie.
«Ehi voi due io sono presente!» alza una mano Sophie ma stavolta non sono imbarazzata e mi godo la compagnia del mio Niklas.
«Sai fratellone stavamo giusto parlando di te prima» continua Sophie mentre sorseggia del succo d'arancia.
Ecco. L'imbarazzo che credevo di non provare arriva adesso.
Prima che Niklas possa fare domande, intervengo subito.
«Tu hai già fatto colazione?»
«Sì, poco fa. Papà mi ha invitato a colazione con sua moglie».
«Sono contenta che state riprendendo i rapporti» dico sincera
«Diciamo che ci stiamo provando, ma non è tanto facile».
«Adesso papà è ben deciso a riunire la famiglia» - interviene Sophie - «senza contare che con l'aggiunta di Julia adesso ci sarebbe un altro membro».
Lancio un'occhiataccia a Sophie per quelle parole, ma lei sorride divertita.
«Julia ed Io ci siamo sempre considerate come sorelle e magari …».
«Dovremmo organizzare un'uscita per conoscere Theo» la interrompo subito e Sophie nasconde a stento una risata dietro il bicchiere.
«Che succede?» domanda perplesso Niklas.
«Lascia stare» rispondo.
Mi alzo per raggiungere il tavolino e cominciare a mangiare qualcosa anch'io.
Niklas ci osserva per qualche istante prima di parlare.
«Mi state nascondendo qualcosa?».
Sophie apre la bocca per parlare ma lo squillo del cellulare di Niklas le impedisce, per mia fortuna di proferire parola.
Niklas si scosta per rispondere alla telefonata ed io lancio un tovagliolo di carta contro la mia amica.
«La vuoi smettere?»
«Cercavo solo di indirizzarlo bene»
«Sei tremenda»
«E tu troppo cauta»
«Scusate, devo andare. In cucina hanno bisogno di me» - dice Niklas un istante dopo - «e riguarda a conoscere Theo sono d’accordo. L'ultima volta … andavo un po’ di fretta sarò felice di conoscerlo meglio».
Stavolta è Sophie ad ammutolire e io sorrido compiaciuta.
Niklas bacia entrambe tra i capelli e poi si avvia alla porta, prima di uscire però si gira a guardarci.
«Fate le brave».
«Ecco» - dice Sophie quando la porta si chiude - «adesso farà il fratello iper protettivo per colpa tua».
«La prossima volta mi darai retta quando dico di lasciar perdere» - rispondo - «e poi non c'è bisogno che ti preoccupi, Niklas ti adora».
«Si» - risponde Sophie dopo un attimo - «allora dobbiamo fare shopping per la nostra uscita. Sbrigati, andiamo subito»
«Adesso? Ma …»
«Sei tu ad aver proposto questa uscita e quindi adesso verrai con me a fare spese» mi interrompe sicura Sophie e io sorrido.
«Riuscirò mai ad avere l'ultima parola con te?».

«Chissà» risponde allegra Sophie.

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Capitolo 12
*** Dodicesima Puntata ***


A dispetto di quello che pensava Sophie, la cena con Theo non è stata imbarazzante. Certo, Niklas si è comportato un po’ da fratello maggiore protettivo ma tutto sommato è andata bene. Anche Frederich sembra aver trovato Theo simpatico e almeno non si è spaventato del terzo grado a cui è stato costretto.
A quanto pare sia Niklas, sia suo padre sono contenta che la storia tra Sophie e mio fratello sia finita. Non mi sono offesa, infondo io voglio solo che tutti siano felici e a quanto pare Sophie e Sebastian non lo erano più. Mi dispiace un po’ non considerarli più una coppia, per tanto tempo li ho visti come la mia famiglia; ultimamente però sto allargando i miei orizzonti.
Più tempo passo con Niklas e più sono felice, so che anche per lui è lo stesso e la cosa mi riempie di gioia.
Quello che mi dispiace, è il suo rapporto conflittuale con Andrè adesso che è tornato operativo. Nessuno dei due è abituato a dividere la cucina con un altro cuoco dello stesso livello e per questo ci sono sempre scontri tra loro.
Grazie a Sophie, invece io ho aperto la mia boutique di borse e mi piace tantissimo passare il mio tempo lì. Mi piacerebbe che anche Niklas fosse soddisfatto del proprio lavoro, esattamente come lo sono io.
Se ne parlassi con Sophie, so già che lei andrebbe da suo padre per farlo intervenire ma a quel punto sarebbe il signor Konopka ad avere dei problemi e conoscendo, già i problemi tra i Saalfeld e gli Stahl preferisco non fare mosse azzardate.
«Sei così pensierosa, spero che non stavi pensando a me con questo cipiglio scuro».
Quando vedo Niklas, il mio sorriso è istantaneo.
Lo avvicino per baciarlo e lo abbraccio forte.
E' incredibile come la sua semplice presenza basti a farmi stare meglio.
«Direi che ho avuto la mia risposta, adesso sorridi, prima no. Tutto bene?»
«Uhm, uhm» - rispondo guardando lo zaino che ha sulla spalla - «dove stai andando?».
«Nel bosco a fare provviste per ingredienti particolari. Vieni con me?»
«Veramente avrei appuntamento con Sophie»
«Mia sorella capirà, ho voglia di stare un po’ da solo con te. Posso avere la precedenza per una volta?»
«Lo dici come se ti mettessi sempre al secondo posto e fossi geloso» lo ammonisco con un sorriso
«Magari lo sono»
«Che sciocco» scuoto la testa mentre mando un messaggio a Sophie
«Quindi ho vinto io?» domanda Niklas e sembra davvero contento che non posso fare a meno di sorridere.
«Non è una gara»
«Ma ho vinto io» ripete Niklas e sta sorridendo mentre mi prende per mano.
Scuoto la testa sorridendo.
«Adesso comincio a capire da chi abbia preso la sua dose di pazzia Sophie».
«Attenta a come parli, mia dolce sirena. Potrei sempre decidere di abbandonarti in mezzo al bosco da sola in balia degli animali».
«Non potresti mai farlo» decreto con convinzione.
Niklas mi guarda alzando un sopracciglio.
«Ah si?»
«Certo» - affermo - «sei il mio principe, non permetteresti mai che mi succedesse qualcosa».
Quando non lo sento replicare, sorrido apertamente.
«Sei rimasto senza parole vero?»
«Stai diventando troppo presuntuosa, mia sirena. Qui urge subito un rimedio immediato».
Prima che abbia il tempo di dire qualcosa, Niklas mi afferra per le gambe e mi tiene a testa in giù mentre comincia a camminare.
Rido tra le proteste di mettermi a terra, ma lui finge di non sentire e anziché rallentare l'andatura, comincia a farmi il solletico aumentando la mia ilarità.
Quando finalmente mi mette a terra, non riesco a respirare bene tanto che ho riso e lui assume invece un'espressione angelica.
«Tutto bene?».
Per tutta risposta lo pizzico al fianco.
«Non è giusto, mi ha presa in contropiede».
«Certo» - risponde Niklas ma non sembra affatto sicuro - «ci mettiamo al lavoro adesso?».
«Non ho perso io tempo» preciso mentre mi chino con lui a raccogliere quello che gli serve.
Abbiamo appena riempito un sacchetto d'ingredienti che dice fondamentali per la sua ricetta, quando sentiamo la prime gocce di pioggia bagnarci i capelli.
«Non adesso» sbotta Niklas richiudendo bene il sacchetto.
Io mi guardo intorno cercando un riparo ma, mi sembra di essere approdata in mezzo al nulla.
«Vieni» mi dice Niklas afferrando la mia mano e facendomi strada.
Corro con lui sotto la pioggia che aumenta, non sono spaventata né preoccupata.
Mano nella mano col mio Niklas è tutto perfetto.
Niklas apre la baita con facilità e ci ritroviamo all'interno in un posto asciutto e tranquillo.
«Appartiene ai Saalfeld, me l'ha detto Charlotte l'altro giorno. Qui saremo al riparo dalla pioggia»
«Forse la vena di pazzia non è solo l'unica cosa che ti contraddistingue signor Sthal» dico prendendolo in giro.
«Molto obbligata signora Wegener» sta al gioco Niklas sfoderando anche un piccolo inchino che mi strappa una risata.
Dopo che ci siamo asciugati con le coperte calde e pulite che troviamo, lascio a Niklas il compito di preparare qualcosa da mangiare.
Nel suo zaino aveva portato le provviste per noi, oltre che per la sua ricerca e mi godo lo spettacolo di vederlo nel suo elemento: la cucina.
Quando è tutto pronto, mi accingo ad apparecchiare il piccolo tavolo e Niklas mi guarda corrucciato.
«Perché continui a fissarmi in quel modo?».
Poggio il mento sulle mani mentre appoggio i gomiti sul tavolo.
«Mi piace tanto guardarti» rispondo con sincerità.
Niklas sorride e si sporge a baciarmi prima di continuare a mettere i piatti in tavola.
Ovviamente è tutto buonissimo e mentre fuori, la pioggia aumenta io sono ben felice di essere al caldo e al sicuro col mio adorato Niklas.
«Credo sia il caso di non affrontare questo tempo uscendo» dice Niklas dopo un po’ mentre guarda fuori.
Lo abbraccio in vita e mi appoggio a lui.
«Intendi dire che dovremo stare da soli lontani dal Furstenhof per una notte?».
«Idea bellissima non trovi?» domanda Niklas e io annuisco mentre lui mi abbraccia e mi bacia come se fossi la persona più importante della sua vita.

E' esattamente così che mi sento ogni volta che siamo insieme e la sensazione è la stessa ogni volta.

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Capitolo 13
*** Tredicesima Puntata ***


«Sta arrivando?»
«Non ancora, ma devi stare calmo»
«Quando si vuole calmare qualcuno agitato, è inutile dirgli di stare calmo» replico piuttosto seccato e Michael mi sorride.
Da quando sono al Furstenhof, ho instaurato un buon rapporto con lui, è per questo che ho deciso di coinvolgerlo nella mia idea forse folle per certi versi.
Michael si scosta dalla porta e con un balzo si mette davanti al suo pianoforte improvvisato.
La signora Switzer aspetta un mio segno e poi comincia a intonare You light up my life, la stessa canzone che abbiamo ballato la prima volta che ci siamo rivisti e che rappresenta un po’ la nostra colonna sonora.
Julia entra nell'istante in cui Natasha comincia a cantare e vedo meraviglia e stupore nel suo sguardo. I suoi occhi cercano i miei ed io rispondo al suo sorriso un po’ incerto perché, quello che sto per fare mi rende parecchio nervoso.
M'inginocchio davanti a lei e la guardo con solennità.
So che Julia capisce quello che sto per fare, quando tocco le sue mani e non smetto un secondo di guardarla.
Mi faccio coraggio e lascio che sia il mio cuore a parlare.
«Mia piccola sirena, il mio cuore lo ha capito subito:tu sei quello che non avrei mai sognato in vita mia e non voglio più stare senza di te.
Vuoi sposarmi?».
Julia non ha ancora detto una parola da quando è entrata, i suoi occhi, però comunicano molto più di mille parole. Vedo nel suo sguardo passare in rassegna tutti i nostri momenti felici insieme.
Forse è folle, è da pazzi chiederle di diventare mia moglie dopo così poco tempo che la conosco, ma il mio cuore è stato sicuro dalla prima volta che l'ha vista che lei era quella giusta. Non voglio farmela scappare, per nessuna ragione al mondo.
Vedo lacrime di gioia scorrere sulle guance della mia Julia che annuisce tra le lacrime mentre pronuncia la risposta che più desideravo sentire.
«Si» mi dice con una gioia così immensa che riesco a condividerla in pieno.
Non ho preparato un anello, la mia decisione è stata affrettata e impulsiva e per questo mi sono organizzato con i mezzi che avevo a disposizione.
Nella mia cucina ho tutto quello che mi serve per cucinare, anche della pasta cruda e decido che userò proprio questa per creare l'anello giusto da mettere al dito della mia futura sposa.
Julia sorride mentre le infilo l'anello improvvisato al dito e quando mi alzo da terra mi abbraccia di slancio e mi bacia con tutto l'amore che corrispondo con tutto me stesso.
Non so cosa stanno confabulando alle mie spalle Natasha e Michael ma, non m'importa.
Tra le braccia ho tutto quello che posso desiderare e non lo cambierei per niente al mondo.
«Ti amo» mi dice Julia quando le do la possibilità di parlare.
«Ti amo anch'io mia sirena» dico stringendola a me.
«Sophie impazzirà di gioia»
«Sophie?» - ripeto inarcando un sopracciglio - «e cosa mi dici invece di te?».
«Avevo sognato questo momento, ma nel mio sogno succedeva tutto al lago. Era un sogno bellissimo e da quando l'ho raccontato a Sophie, non fa altro che fantasticarci sopra».
«E' un modo delicato per dirmi che avresti preferito ricevere la tua proposta altrove?».
«La cucina è il tuo regno, questo posto è bellissimo e amo tantissimo anche il mio anello».
C'è pura sincerità nel suo sguardo e quando mi sorride, mi ritrovo a sorridere anch'io con la sua stessa gioia.
«Presto ne avrai uno vero»
«Non intendo separarmi da questo per nessuna ragione al mondo» mi confida ed è così seria mentre lo dice che, non posso farne a meno di sorridere ancora più apertamente.
«Dovrò essere sempre grato a mio fratello per avermi invitato al suo matrimonio, se non fossi venuto al Furstenhof quel giorno, non ti avrei mai incontrata».
«Il destino avrebbe lo stesso scelto, una strada per noi» ribatte Julia convinta.
Seguo il suo sguardo e noto che i miei complici si sono dileguati. Siamo soli in cucina ed io sono davvero felice.
Voglio continuare a bearmi della compagnia della mia Julia e l'avrei fatto di certo se, la porta della cucina non si aprisse di getto.
«Ragazzi ma è fantastico!».
Sophie è entrata come una furia e ci ha stretto entrambi in un abbraccio soffocante.
«Come …» chiede Julia perplessa
«Ho visto la signora Switzer quasi commossa, le ho chiesto cosa fosse successo» - spiega Sophie - «e mi ha detto tutto. Sono così felice, però scusami tanto fratellone ma se mi avessi interpellata, ti avrei dato consigli sull'anello».
«Sophie» l'ammonisce Julia ma mia sorella la ignora guardandomi.
«Spero che mi permetterai di organizzare tutto, è il minimo che tu possa fare».
«Il minimo?» ripeto scettico
«Certo per non avermi avvisata prima, sarà un matrimonio bellissimo. Fidatevi di me, organizzeremo tutto alla perfezione».
«Perché suona come una minaccia?» ho chiesto guardando Julia in cerca d'aiuto 
«Tranquillo fratellone» - ha risposto Sophie con aria allegra prendendo la mano di Julia - «sarà fantastico, adesso però ho bisogno della futura sposa».
«Ma …» ho tentato di protestare prima che l'uragano sotto forma di mia sorella trascinasse con se Julia.
La mia futura sposa mi ha mandato un bacio con la mano e poi è andata con aria felice con la sua migliore amica.
Ho scosso la testa sorridendo.
Non m'importava un bel niente di come si sarebbe celebrato il matrimonio, volevo solo rendere Julia mia per sempre e se questo significa sopportare l'esuberanza di mia sorella l'avrei fatto senza tanti pensieri.

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Capitolo 14
*** Quattordicesima e Ultima Puntata ***



I giorni che sono seguiti alla meravigliosa proposta di Niklas, sono volati.
Sophie ha insistito per organizzare la cerimonia da sogno che io e lei abbiamo sempre fantasticato di avere. E' stato bellissimo organizzare con lei ogni singolo dettaglio delle mie prossime nozze.
Ancora non ci credo che fra poco sposerò Niklas Stahl l'amore della mia vita.
Quando l'ho visto per la prima volta, in acqua con me non avrei mai immaginato che sarei diventata sua moglie, e invece ora non stavo più nella pelle.
Non avrei voluto che Sophie spendesse tutti quei soldi per me, ma la mia migliore amica era stata irremovibile e anche Charlotte e Frederich erano stati molto gentili da aiutarmi in tutti i modi.
Non avevo trovato solo l'amore, al Furstenhof avevo anche trovato una seconda famiglia ed era qualcosa che riempiva il mio cuore di gioia.
«Posso dire di essere alquanto contento di vedere un anello vero al tuo dito».
Sebastian mi circonda le spalle con un braccio mentre ero persa nei miei ricordi.
«Niklas poteva anche non farlo, il mio primo anello era bellissimo lo stesso» ribatto con convinzione.
Penso che non butterò mai via quel piccolo pezzo di pasta ma lo conserverò per sempre come ricordo di una giornata bellissima.
«Il tuo cuoco stellato poteva permettersi di regalarti un anello come si deve» replica Sebastian alzando la mano dove il mio nuovo anello brilla.
Lo guardo e sorrido.
Adoro questo anello ma sono sincera quando dico di apprezzare anche l'altro e mio fratello lo sa benissimo.
«Hai chiesto a Luisa di venire con te al matrimonio?» chiedo invece e noto il viso di Sebastian cambiare.
Da quando ha conosciuto Luisa, sembra essere rinato, forse dipende dal fatto che la sua terapia ha funzionato, che adesso sta bene ma con Luisa è un'altra persona.
Mi è dispiaciuto molto apprendere che tra lui e Sophie fosse tutto finito, ma adesso che li vedo felici con altri partner non posso che essere felice per entrambi.
Se si esclude Niklas, rappresentano le due persone più importanti della mia vita e voglio solo la loro felicità.
«Sì, l'ho fatto. Verrà»
«E' una brava ragazza» ammetto e lo penso davvero.
Ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con lei quando Charlotte l'ha assunta in hotel e mi ha fatto una bellissima impressione.
Spero che lei e Sebastian siano felici quanto lo siamo io e Niklas.
«Lo penso anch'io» - sorride Sebastian - «ma non stavamo parlando di me. Ho saputo da Sophie che hai chiesto a Fredrerich di accompagnarti all'altare».
Sophie e Sebastian hanno mantenuto lo stesso rapporto di sempre ed è bello vederli scherzare e prendersi in giro come sempre. Non mi sorprende che Sophie abbia spifferato tutto al mio fratello.
«E' stato molto gentile da accettare» - rispondo per poi guardarlo preoccupata - «pensi che abbia sbagliato?».
«No, affatto. Hai fatto bene, volevo solo farti notare che potevi sempre chiederlo a me. Sarei stato pronto ad accettare».
Abbraccio di slancio Sebastian e respiro il suo profumo familiare che mi porta sempre indietro nel tempo a quando eravamo piccoli ed eravamo sempre noi due contro tutti.
«Ti voglio bene»
«Anch'io te ne voglio» - dice Sebastian carezzandomi i capelli - «ma adesso non diventiamo troppo sentimentali o Sophie non la smetterà di prenderci in giro per giorni e giorni».
Sorrido contro la sua spalla perché so che ha ragione e mi stacco lentamente da lui.
«Dopo il mio matrimonio possiamo pensare anche al tuo, sono certa che Sophie sarà felice di organizzarlo».
«Andiamoci piano, sorellina. E' troppo presto».
La sua espressione preoccupata mi fa ridere di cuore.
«Vedo che qui ci si diverte, posso unirmi a voi?» domanda Niklas arrivando in quel momento.
«Mio caro futuro cognato ti cedo volentieri il posto» dice Sebastian alzandosi e salutandoci frettolosamente sparisce.
«Cos'è successo?» chiede Niklas incuriosito
«Voi uomini quando sentite la parola matrimonio scappate sempre lontano».
«Io no» - afferma Niklas intrecciando la mano alla mia - «non vedo l'ora che arrivi quel giorno».
«Ma tu sei l'eccezione alla regola mio adorato principe» - rispondo dandogli un bacio - «e tanto per la cronaca, nemmeno io non vedo l'ora».

Il matrimonio era previsto a breve termine, la data era stata decisa e tutto l'hotel era stato messo a disposizione per celebrare quello che sarebbe diventato il giorno più bello della mia vita.
Grazie a Tina e Sophie, il mio vestito è bellissimo e mentre mi guardo allo specchio, non posso fare a meno di sorridere.
«Sei bellissima» mi dice Sophie e noto che anche i suoi occhi luccicano quanto i miei.
La abbraccio con affetto, non avrei voluto nessun altro al mio fianco in quel momento.
«Non roviniamo il trucco piangendo» si raccomanda Sophie con voce incrinata
«Giusto» mormoro io con la sua stessa voce rotta.
«Una bella foto» decide Tina immortalando quel momento con una foto.
«Non ero nemmeno in posa!» si lamenta Sophie
«Le foto così sono più belle» risponde allegra Tina per poi girarsi insieme a noi quando sentiamo bussare alla porta.
«Se mio fratello ha voluto interrompere il divieto mi sente» si avvia alla porta Sophie.
Ieri ha costretto Niklas a dormire a casa di Michael perché dovevamo stare separati la notte prima delle nozze. Un sorriso mi incurva alle labbra, so benissimo quanto sia stato difficile per lui starmi lontana, nemmeno a me questa separazione forzata è andata tanto bene ma mi sono consolata al pensiero che sarebbe stata l'ultima notte separati.
«Ah sei tu, cosa vuoi?».
Sophie ha intrapreso la sua posizione preferita per intimidire il prossimo. Mani suoi fianchi ed espressione seccata. Di solito funziona, ma Sebastian la conosce bene e quindi su di lui non fa presa.
La oltrepassa ignorandola e guardandomi.
«Sorellina sei magnifica».
Sorrido al suo complimento lasciando che lui mi prende le mani e mi fa girare su me stessa.
«Dovrò controllare che il mio futuro cognato non crollerà svenuto prima di pronunciare i voti nuziali».
Rido mentre Sebastian mi attira in un abbraccio.
«Volevo solo dirti se eri pronta, sono molto felice per te».
«Mi secca ammetterlo» - interviene Sophie - «ma tuo fratello sembra fare discorsi più saggi da quando abbiamo rotto, dovremmo ringraziare questa Luisa?».
«Credo proprio di si» ammetto sorridendo
«Andiamo» ci ignora completamente Sebastian offrendomi il braccio ed io lo accetto preparandosi stavolta allo scatto che fa Tina immortalando questo nuovo momento.
Non senza difficoltà abbiamo trovato il modo di festeggiare le nostre nozze su un luogo a noi molto caro. Volevo che il rito si celebrasse sul lago, un luogo importante per la nostra storia ma non è stato possibile e se da un lato mi dispiace, dall'altro mi fa piacere perché abbiamo trovato un posto simile che è davvero stupendo.
E' tutto pronto per l'evento, me ne accorgo dagli invitati e da come è stato allestito tutto nei minimi particolari.
Sophie si è data molto da fare e mi sono divertita a decidere con lei ogni singola cosa, Niklas ci ha dato carta bianca anche se sono certa che in certi casi se ne è pentito ma non l'ha mai dato a vedere.
Sebastian mi da un bacio tra i capelli prima di consegnarmi a Frederich che mi offre il suo braccio.
Con la coda dell'occhio, noto Luisa prendere il mio posto accanto a Sebastian e silenziosamente gli auguro tanta felicità.
Con Frederich mi preparo a raggiungere il mio futuro sposo, sono nervosa ma anche felicissima e quel binomio insieme è quasi esplosivo.
Quando però vedo Niklas che mi aspetta ogni ansia sparisce. Mi guarda e io mi soffermo sul suo volto, sul suo sguardo, su i suoi occhi perché ogni felicità copra ogni insicurezza.
I nostri sguardi restano intrecciati finché non siamo a pochi centimetri di distanza.
Frederich mi lascia davanti a suo figlio e io ricambio quel sorriso pieno d'amore che mi arriva dritto al cuore come la prima volta.
Mi sembra quasi di vivere un sogno eppure so che non lo è, quando ci scambiamo gli anelli e le frasi di rito sento di stare per toccare il cielo con un dito.
Ci scambiamo un bacio e sento vagamente un applauso dietro di noi.
Non esiste nessun altro se non il mio Niklas. Mio marito. E' strano dirlo ma non esistono due parole più vere e giuste di queste.
«Adesso siamo sorelle!» esclama Sophie prima di avvolgermi in un abbraccio caloroso che ricambio con tutto l'affetto che provo per lei.
Anche Theo si congratula ma riservo l'abbraccio più grande a mio fratello.
Non gli dico niente ma dal suo sguardo so che non ha bisogno di parole.
Da qualche parte, qualcuno ha aperto la musica e prima che riesca a dire qualcosa mi sento trascinare in pista da Niklas.
«Non sarebbe giusto ricevere prima un invito?».
«Non serve, sei mia moglie e il primo ballo è il nostro».
«Mi devo preoccupare per questo tuo essere dittatore?» chiedo mentre Niklas mi fa volteggiare per poi accogliermi tra le sue braccia.

«Oggi devo dividerti con tutti questi invitati, devo pur far valere i miei diritti non ti pare?».
«Forse non hai tutti i torti signor Sthal».
«Lieto di avere il tuo consenso, signora Sthal» sorride lui prima di baciarmi
«Mi piace»
«Il mio bacio? O essere chiamata signora Sthal»
«Tutte e due» confesso allegra e quando al ballo in pista si uniscono anche gli altri invitati non posso che gioire per questo giorno che resterà impresso nella mia memoria per tutta la mia vita.
«Ti amo» mi confessa Niklas posando la fronte con la mia.
«Ti amo anch'io» rispondo prima di baciarlo.
La festa intorno a noi prosegue, il divertimento e la gioia è dovunque e mi fa piacere che in questo giorno per me speciale la felicità è contagiosa.
In quel momento però, tra le braccia del mio Niklas, non riesco a interessarmi di nient altro a parte lui.
Ho davvero trovato la felicità in amore e non c'è niente di più bello a questo mondo.








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