Epistolario di guerra

di lapoetastra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Grace ***
Capitolo 2: *** A mamma ***
Capitolo 3: *** A John ***
Capitolo 4: *** A Jack ***



Capitolo 1
*** A Grace ***


Ciao, Grace.
Riesco ad immaginare l’espressione di stizza sul tuo viso, quando hai visto il nome del mittente.
Probabilmente sto scrivendo al vento, forse questa mia lettera rimarrà sigillata sul fondo del fiume, dove hai già scagliato il mio cuore.
Io ti amo, Grace.
So che avrei dovuto dirtelo prima, e non comportarmi come se nulla fosse, ma allora ero stupido.
Stupido, ed ingrato per la preziosità di ciò che possedevo.
Ora, invece, non ho più niente.
Solo il dolore per la perdita continua dei miei compagni, solo la paura per ciò che mi capiterà, solo la tristezza per non poter tornare a casa.
E qui, in mezzo alla guerra dirompente, ho capito che unicamente il mio amore per te mi permette di rimanere ancora attaccato alla vita, e di non sprofondare nel vuoto che a volte mi invade l’anima e da cui temo di non riuscire a riemergere.
Non ti chiedo di amarmi come una volta, se mai lo hai fatto.
Ti chiedo solo, ti imploro, di pensarci, prima di inviare la richiesta di divorzio.
Prima di abbandonarmi per sempre.
Saluta tutti.

Con affetto, tuo devoto ed innamorato,
Lewis Nixon.

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Capitolo 2
*** A mamma ***


Non so come iniziare una lettera che contiene l’unica cosa che non avrei mai voluto scriverti.
Preferisco però che sia io a dirtelo, piuttosto che qualche capitano freddo ed insensibile, come quelli con cui ho a che fare ogni giorno.
Henry è morto, mamma.
L’ho appreso poco fa, e non ne conosco nemmeno con precisione i dettagli.
Non riesco a crederci, e piango mentre scrivo.
Perché vedi, mamma, anche se  litigavamo sempre ed a volte dovevi addirittura intervenire tu per dividerci, io gli volevo tanto bene.
Era il mio eroe, dopo che papà…
Lo è ancora adesso, nonostante tutto.
Mi basta solo chiudere gli occhi per rivedere la sua figura alta e muscolosa che gli ho sempre invidiato ed il suo sorriso, ed il suo sguardo sincero.
Spero che anche per te sia lo stesso.
Ricordalo così, mamma.
Ricordaci così.
E non pensare ad altro.
Sono convinto che Henry se n’è andato pronunciando il tuo nome.
È quello che farei io.
Ma non ti preoccupare: io non ti lascio.
Tornerò a casa, un giorno, e sarò tutto intero, e sarò felice. E non ti libererai mai più di me.
Te lo giuro.
Ti voglio bene, mamma.
Sei la mia vita.
 
Il tuo devoto figlio,
Bill Guarnere.
 

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Capitolo 3
*** A John ***


Ciao, Johnny!
Come stai?
Spero bene, ma ho una notizia che comunque sia ti farà andare al settimo cielo.
L’ho trovata!
Riesco anche a questa distanza a vedere le rotelle del tuo cervello che girano, e girano…
Andiamo!
Non hai ancora capito di cosa sto parlando?
Ma della Luger, tontolone che non sei altro.
Ricordi quando, prima che partissi, mi implorasti di portartene una?
Beh, l’ho cercata a lungo, ed alla fine eccola qui, pronta per te.
Devi stare attento, però, John.
Ho visto un mio caro amico morire a causa di questa pistola.
Ovviamente la renderò innocua, quando te la porterò, però per favore, trattala con rispetto.
La morte di quel mio amico, Donald Hoobler, mi ha permesso di venirne in possesso.
Fa’ che egli non se ne sia andato invano.
E quando te la metterò tra le mani, ti prego, non ridere.
Quel pezzo di ferro reca con sé le anime di chi ha ucciso, e non c’è nulla di divertente, o di lauto, in questo.
Ti voglio tanto bene, fratellino mio.
Ringrazio Dio ogni giorno per averti permesso di restare a casa, al sicuro, lontano da qui.
Saluta la mamma, e dille che sto bene.
Io ci credo.

Tuo per sempre,
Donald Malarkey.

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Capitolo 4
*** A Jack ***


Jack, vecchio amico!
Come stai?
Com’è l’Italia?
Spero che la vita ti stia donando tutte le gioie ed i piaceri di cui sta privando me.
Ne sarei felice, se ciò accadesse, e lo desidero con tutto me stesso.
Devo dirti una cosa importante, Jack, e ti prego di fare attenzione.
Ripeti ancora a chiunque incontri che sei fiero di essere ebreo?
Se lo fai, smettila.
Tieni per te il tuo orgoglio, e tieni per te le tue origini, amico mio.
La gente potrebbe non capire, di questi tempi.
Ho visto cosa hanno fatto agli ebrei, qui in Europa.
L’ho visto con i miei occhi, ed ho pianto con loro, stringendo tra le mie stesse braccia i loro corpi magri, percependo la durezza delle ossa sotto le mie dita, respirando l’odore acre della paura, e del dolore, e dell’assenza totale della minima speranza.
Non so perché ci fanno questo, non so che colpa abbiamo se siamo ebrei anziché cattolici, o musulmani.
Ci penso sempre, ma non riesco mai a darmi una risposta.
Mi occuperò io di vendicare il nostro popolo.
Te lo prometto.
Tu, in cambio, promettimi di tenere la bocca chiusa.
Anche io sono fiero di essere ebreo, non pensare mai il contrario, ma è una gioia che tengo racchiusa nel mio cuore.
Non lasciarla sfuggire nemmeno tu, Jack.
Ti voglio bene, amico mio.
 Joseph Liebgott.

 

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