A Coca-Cola flavored kiss

di inhibitionjall
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Prologo- ***
Capitolo 2: *** 1. Life ***
Capitolo 3: *** 2. Classic ***
Capitolo 4: *** 3. Light ***
Capitolo 5: *** 4. Zero ***
Capitolo 6: *** 5. Give a kiss... ***



Capitolo 1
*** -Prologo- ***


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Louis è completamente, totalmente dipendente dalla Coca-Cola.

 

Ne beve almeno due lattine al giorno, se non tre, sin da quando all’età di cinque anni la provò per la prima volta.

 

Un giorno Louis legge l’annuncio di un casting per la pubblicità di una nuova edizione del noto marchio.

 

Quello che sa, è che avrà la possibilità di apparire per trenta secondi nelle televisioni di tutto il mondo durante la pubblicità.

 

Quello che non sa, è con chi condividerà questa esperienza.

 

Louis ama la Coca-Cola. Più di ogni altra cosa.

 

Beh, c’è un eccezione. E quell’eccezione è Harry Edward Styles, il suo vicino di casa.





note autrice:  Hi.

Come va, gente?

Ho deciso di scrivere questa piccola storia mentre guardavo la nuova pubblicità della Coca-Cola, perché in quel momento mi è venuta l'idea :)

Spero continuerete a seguirla e leggerla. Non ho un giorno preciso in cui aggiornerò, quindi vi consiglio di aggiungerla alle storie seguite perché potrei postare il primo capitolo in una settimana come potrei invece postarlo domani o dopodomani, chi lo sa...

Fatemi sapere se vi è piaciuta lasciando un commento oppure aggiungendola alle preferite.

Fate finta che quel cuoricino sia il fondoschiena di Louis al contrario e che voi siate Harry. Dai.

 

Vi ricordo di non copiare in nessun modo questa storia, nemmeno parzialmente.

Se qualcuno lo fa... attento/a, che ti segnalerò.

 

Come sempre...

Un bacione, my lovelies!

-Fer :) xx

ps: ah, dimenticavo. Potete trovarmi anche su Wattpad e Twitter, il nome utente è sempre inhibitionjall. Se volete fare due chiacchiere o volete sfogarvi, sono sempre qui ad ascoltarvi (ho fatto la rima, che queen) :)

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Capitolo 2
*** 1. Life ***


Louis è completamente, totalmente dipendente dalla Coca-Cola.

 

La prima volta che la bevve fu all’età di cinque anni, quando sua madre, Johannah, tornò sfinita dal lavoro con una bottiglia mezza piena — o mezza vuota, dipende dai punti di vista — della bibita frizzante.

 

Louis ne aveva sentito parlare, ma non aveva mai osato chiederla o provarla perché solo il colore gli ricordava lo schifoso antibiotico che sua zia gli faceva assumere durante i periodi d’influenza.

 

In più, lo stipendio povero della madre non permetteva spese futili, tra cui le bibite gassate. Così la famiglia si limitava a bere acqua e consumare meno denaro possibile in modo da riuscire ad andare avanti e mettere qualcosa sotto i denti.

 

«Boo Bear? Sono tornata a casa e ti ho portato una sorpresa!» esclamò Johannah appena attraversato l’uscio della piccola catapecchia nella quale lei e il figlio vivevano. Fu sorpresa da un piccolo corpo che si lanciò su di lei, abbracciandola forte.

 

«Mamma, mamma, sei tornata!» gridò di gioia il piccolo Louis affondando la testolina nell’incavo del collo della madre.

 

Louis era stato abituato sin da piccolo a restare da solo in casa, assicurandosi di tenere tutte le finestre e la porta di casa chiuse.

Johannah lavorava per la maggior parte della giornata e non poteva permettersi una babysitter per tenere sotto controllo il figlio, così Louis aveva iniziato a comportarsi da bambino diligente e indipendente già dall’età di due anni.

 

«Sì, amore, e ti ho portato un regalino dall’ufficio. Oggi Margaret compiva gli anni ed ha fatto una festa, così ho portato al mio Boo Bear questa!» spiegò a suo figlio, mostrandogli la bottiglia.

 

Louis si tirò indietro dall’abbraccio per vedere di cosa si trattasse l’oggetto in questione e sobbalzò quando vide la bottiglia contenente il liquido scuro.

 

«Mamma! Mamma! Quello è il fango brutto che mi fa bere da zia Betty, è cattivo!» urlò spaventato il piccolo Louis, dando teatralmente uno schiaffo alla bottiglia per farla cadere. Si andò a rifugiare dietro il divanetto all’entrata per poi tirare fuori una spada fatta di cartoncino. «Ti salvo iooo!»

 

La donna rise in risposta, fermando il figlio e prendendolo in braccio.

«Fango brutto? Cattivo? Di cosa parli, Boo? Questa si chiama Coca-Cola

 

Louis sbatté le ciglia più volte, ripetendo il nome in testa. «Coca colla? È appiccicosa?» chiese innocentemente, facendo ridere di nuovo la madre.

 

«Coca-Cola, Boo. E no, è molto buona e questa sarà forse la tua unica occasione per bere qualcosa di diverso dall’acqua, quindi ti conviene approfittarne.» sospirò Johannah e Louis con lei. Era consapevole della grave situazione economica nella quale si trovava la piccola famiglia, ormai ci conviveva..

Decise così di accontentare la madre.

 

Si avvicinò quatto quatto alla bottiglia contenente il liquido scuro e pieno di bollicine, temendo potesse scoppiare da un momento all’altro.

Svitò il tappo e diede titubante un sorso, sentendosi improvvisamente come rinato.

Strizzò gli occhi a causa delle bollicine di anidride carbonica ed iniziò a saltellare in tondo.

 

«Mamma! Buona la Colla Colla!» esclamò felice il bimbo, facendola provare anche alla madre. Johannah sorrise, soddisfatta di aver reso entusiasta per almeno un giorno il figlioletto che ora si stava lasciando uscire un ruttino dalla bocca, per poi scusarsi e arrossire leggermente.

 

Non poteva desiderare nulla di meglio della sua piccola famiglia, povera ma felice.


 

note autrice: Hi.

I capitoli saranno sempre corti così più o meno e cercherò di aggiornare spesso.

Se mi volete contattare, potete tranquillamente farlo.

Su twitter sono inhibitionjall e su Facebook invece sono Fer Njh Stylinson (è il mio fan account, se volete potete mandarmi la richiesta)

Ricordatevi di passare anche per le mie altre storie se volete e di aggiungere questa tra le seguite/preferite.

Bye, al prossimo capitolo!

-Fer :) xx

 

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Capitolo 3
*** 2. Classic ***


-2. Classic

 

La situazione economica della famiglia Tomlinson era notevolmente migliorata negli ultimi anni con l’arrivo di Dan, un giovane imprenditore in cerca di qualcuno con cui stabilirsi e crescere una famiglia.

 

Il caso volle che quel qualcuno fosse proprio Johannah. In pochi anni i due si innamorarono e si sposarono e Louis si vide improvvisamente in attesa di una sorellina.

 

Charlotte ‘Lottie’ Tomlinson nacque quando Louis aveva otto anni, ed il bambino non poteva essere più entusiasta di così alla vista della piccola bimba in braccio alla madre.

Aveva insistito nel chiamarla in quel modo, poiché la sua prima amica immaginaria fu una bimba dai capelli biondi e gli occhi azzurri nominata in quel modo.

Era come se quell’amica immaginaria fosse una visione dal futuro, cosa abbastanza inquietante a dire il vero.

 

Comunque.

 

Con l’arrivo di Dan, ci fu una grande svolta nella vita di Louis e Johannah, che si ritrovarono presto a vivere in una grande villetta nella periferia di Londra.

Era come un sogno diventato realtà ai loro occhi.

 

Dopo la nascita di Lottie, Louis iniziò a ricevere una paghetta settimanale di cinque sterline fisse, poiché Johannah riteneva che Louis dovesse iniziare a diventare indipendente sull’argomento “denaro” e conservare qualche soldo. 

 

Ma quelle sterline settimanali venivano subito sperperate, al contrario di ciò che Jay sperava. Louis le usava semplicemente per cose futili, come un nuovo skateboard, merendine, carte da gioco di Magic e ovviamente lattine su lattine di Coca-Cola.

Louis aveva preso l’abitudine di uscire di scuola, andare al supermercato più vicino e comprare una bottiglia da due litri della bevanda, dividendola assieme ai suoi migliori amici dall’asilo, Niall e Liam.

 

Niall Horan e Liam Payne erano due bambini semplici, uno con origini irlandesi e la risata facile e l’altro decisamente più calmo, ragionevole ma trascinabile. Forse fin troppo.

 

Infatti Niall e Louis non ci avevano messo molto a corromperlo con qualche dolcetto e trascinarlo nei loro soliti scherzi che causavano loro spesso guai con i genitori.

Come la volta in cui i tre tornarono a casa di Louis con un po’ troppo fango addosso e un pallone da calcio. 

E forse, ma proprio forse ruppero la finestra in camera di Jay e Dan.

E magari Liam e Niall scapparono via spaventati, lasciando Louis solo tra le grinfie di sua madre infuriata.

 

Okay, niente forse e magari, i due avevano davvero lasciato l’amico a cavarsela da solo, con un pallone in mano e il fango addosso.

 

-

 

“Ci dispiace tanto tantissimo, Lou!” si poteva leggere sul cartellone che avevano realizzato Liam e Niall per il loro amico, messo in punizione per due settimane.

Il ragazzino non poteva uscire di casa se non per andare a scuola, e ciò significava niente uscite con gli amici e niente Coca-Cola! Non poteva nemmeno provare a comprare una lattina dopo scuola per poi berla subito, poiché la madre lo ritirava con la macchina proprio sotto l’istituto, facendolo per di più vergognare da matti con i suoi amici.

 

«Non vi farete perdonare così, ingrati!» gridò Louis ai due ragazzi appostati proprio sotto la finestra della sua camera.

«Almeno ci proviamo!» gli rispose Niall, sussurrando poi qualcosa a Liam.

Louis li fissò curioso, volendo sapere cosa gli nascondessero.

 

«Cosa state tramando alle mie spalle? Dai, voglio sapere!» chiese il ragazzo dagli occhi blu ai due, scuotendo le braccia in tutte le direzioni.

 

Niall ridacchiò, per poi cacciare una busta da dietro la schiena. La scosse, facendo tintinnare qualcosa al suo interno.

«Guarda cosa ho qui, Lou… Tadaaa!» esclamò poi, cacciando dalla busta due lattine di Coca-Cola.

Louis saltò dalla sorpresa, sorridendo ai suoi amici. Vide Liam sollevare Niall per farlo salire su un albero nel giardino di casa Tomlinson.

L’irlandese si aggrappò ad un ramo che correva fino alla finestra della camera di Louis ed iniziò a percorrerlo, barcollando non poco.

 

«Se cado darò la colpa a Liam.» mormorò a bassa voce, ma non abbastanza bassa da non far sentire al ragazzino preso in causa, che si lasciò scappare un “Hey!”.

Niall riuscì comunque a consegnare la bevanda a Louis, offrendogli poi un pollice in su per l’impresa portata a termine.

 

«Grazie! Siete i migliori amici di sempre!» ringraziò i due il ragazzo in punizione, per poi abbracciare Niall e lasciarlo andare via con Liam.

 

Quella cosa si ripeté per tutti i giorni consecutivi, fino alla fine della punizione di Louis. Ma in tutti quei giorni non seppero che un ragazzo li osservava con i suoi occhi color smeraldo dalla casa adiacente a quella dei Tomlinson, sorridendo di riflesso al ragazzo dagli occhi blu e la frangia color miele.

 

note autrice: Yooo

Salve, l'ultima volta ho aggiornato ieri, ma pazienza. Domani parto quindi ho deciso di aggiornare.

Non dimenticatevi di lasciare una recensione e di aggiungere la storia alle seguite/preferite!

Ah, una domanda.
Siete più top!Harry o top!Louis?

So che entrambi si alternano, altrimenti la loro sarebbe una sorta di relazione BDSM ahaha
Io comunque credo più in top!Harry. Insomma, Louis ha il culo fatto apposta per essere- okay la smetto.

Ci si vede (sente, legge, come preferite) al prossimo capitolo!

Byee,
-Fer :) xx

 

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Capitolo 4
*** 3. Light ***


Quando Louis compì quindici anni, invitò solo Niall e Liam a casa sua.

Non voleva organizzare chissà che cosa, anche perché era la Vigilia di Natale e nessuno si sarebbe allontanato da casa propria, quindi si limitò a comprare cibo e bevande per passare il giorno davanti ai videogiochi con i suoi migliori amici.

 

Negli anni i tre avevano costruito un rapporto sempre più profondo, raccontandosi tutto, senza freni o inibizioni.

Fu per questo che l’anno prima Louis rivelò la sua omosessualità ai due, tutto d’un fiato.

Era molto spaventato che gli amici la potessero prendere male e abbandonarlo, ma non fu così.

 

Niall e Liam non si fecero nessun problema, anzi.

Aiutarono Louis a fare coming out con i suoi genitori e la scuola, e fortunatamente quasi tutti la presero bene.

 

C’era addirittura un ragazzo, Nathan, che lasciava bigliettini nel suo armadietto, sui quali si alternavano frasi dolci, fogliettini costellati di cuori con su scritti l’orario e il luogo nel quale incontrarsi, e addirittura frasi molto poco caste.

 

Louis ovviamente non si era mai fatto avanti per incontrare il suo ammiratore non più tanto segreto e dargli una chance, perché aveva seriamente paura di iniziare una relazione con quel ragazzo. Giravano voci che si facesse tutti i ragazzi nella scuola e questo fattore ovviamente non era a suo favore.

 

In ogni caso, stavamo parlando del quindicesimo compleanno di Louis.

 

Ecco.

 

In quel giorno, Louis sperava di potersi divertire con i suoi amici, bevendo tanta Coca-Cola e facendo gare di rutti (hey, erano ragazzi, perché no?).

 

Ma questa sua bolla scoppiò quando Jay entrò in camera del figlio, sorridente, con alle spalle una figura alta e slanciata.

Louis sperò davvero non appartenesse allo Slender man. Non riuscì mai a perdonare i suoi migliori amici quando lo lasciarono da solo in un bosco dopo avergli raccontato la storia creepypasta.

 

«Lou, lui è Harry, il figlio di Anne.» disse sorridente Johannah, spostandosi di lato per lasciar entrare in camera il ragazzo riccio.

 

Anne era la nuova collega di Jay sul lavoro, e le due sembravano andare molto d’accordo ultimamente. Per di più le due famiglie erano vicine di casa, un particolare molto a favore a parere delle due donne.

 

Harry salutò imbarazzato, restando all’ingresso della camera anche quando la madre di Louis uscì dalla stanza con un sorrisetto.

 

Liam fece un cenno al ragazzo di prendere posto sul letto dove si trovavano i tre, così Harry fece uno scatto in avanti per raggiungerli.

Il risultato? Inciampò su delle scarpe — a Louis non era mai piaciuto mettere in ordine la sua camera — e cadde rovinosamente addosso al ragazzo dagli occhi blu.

 

«Oops!» si lasciò scappare imbarazzato il ragazzo aka Slender man, alzandosi con i gomiti e guardando Louis in faccia, senza scostarsi di un millimetro.

 

«C-ciao…» rispose Louis, guardandolo a sua volta e Dio santo, era verde quello che vedeva?

 

Louis aveva una sorta di ossessione per i ragazzi con gli occhi verdi, ecco tutto.

 

Dopo qualche istante che sembrava infinito a guardarsi negli occhi, i due vennero risvegliati da un colpo di tosse al loro fianco.

 

«Ehm… vogliamo continuare a giocare o no?» propose ridacchiando Liam, riferendosi alla partita di FIFA messa in pausa.

Dietro di lui si poteva notare un esemplare di Niall Horan allo stato brado che faceva di tutto per non sbellicarsi dalle risate perché seriamente, quella situazione stava diventando davvero molto imbarazzante.

 

Harry e Louis annuirono contemporaneamente, ancora uno addosso all’altro.

Solo in quel momento il ragazzo riccio se ne accorse, rotolando via e sedendosi accanto a lui, mormorando delle scuse sottovoce.

 

Louis scostò lo sguardo sui suoi piedi, trovandoli estremamente interessanti.

Cercò di non arrossire, ma un lieve rossore crebbe sulle sue guance. Accidenti.

A salvarlo da una probabile figura di merda fu Liam, e Louis ringraziò tutti i santi per avere incontrato un ragazzo come lui anni prima.

 

«Allora, Harry… Quanti anni hai?» gli chiese Liam, per spezzare la tensione che era possibile tagliare con un grissin- okay, non proprio, ma avete capito il senso.

 

«Sedici, il primo di febbraio diciassette.» rispose il ragazzo, scostandosi ogni due secondi sul posto per l’imbarazzo.

 

«Quasi due anni in più di Louis, quindi.» rifletté Liam, per poi chiudere la conversazione e concentrarsi sul videogioco.

 

Dopo due minuti, Liam saltò il piedi sul letto esultando e Niall si lasciò scappare un urlo, seguito da varie bestemmie in irlandese che nessuno capì tranne lui.

 

«Ho vintoooo! Sì! Adesso leccati il piede.» ricordò a Niall la scommessa fatta qualche minuto prima.

L’irlandese sbiancò, per poi guardarlo con aria di sfida e attenersi alla scommessa.

 

«Ewww!» esclamò schifato Liam, e Niall lo spinse facendolo cadere giù dal letto.

Nel trambusto, Louis non si accorse di Harry che si avvicinava sempre di più al suo orecchio, sin quando il ragazzo non parlò.

 

«Buona Vigilia e buon compleanno, Boo Bear.»



note autrice: Hi.
Mi scuso per aver aggiornato così tardi, ma non ho proprio avuto wifi.

Ci si vede al prossimo capitolo ^-^

Vi ano!

-Fer :) xx

 

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Capitolo 5
*** 4. Zero ***


«Harry, dovrai farti avanti prima o poi!»

 

Questo era ciò che Cara, come migliore amica di Harry, riteneva giusto ripetere come un mantra al ragazzo riccio ogni fottuto giorno.

 

Ecco perché Harry si era pentito di aver confessato la sua cotta ai suoi amici.

Era stato l’errore più grande della sua vita, a suo parere.

Se fosse potuto tornare indietro nel tempo non l’avrebbe commesso di nuovo.

 

Per tanti anni aveva ammirato il ragazzo dagli occhi blu dalla finestra della sua camera mentre giocava con i suoi due migliori amici Niall e Liam, senza essere mai notato da nessuno dei tre.

 

Invece adesso lui e Louis erano grandi amici da mesi, ormai da quel lontano ma allo stesso tempo vicino quindicesimo compleanno del minore.

 

In quei mesi Harry aveva compiuto diciassette anni, Louis e i suoi amici avevano conosciuto Zain, il migliore amico di Harry da sempre, e l’amicizia e l’affetto tra Harry e Louis erano aumentati sempre di più.

 

Harry aveva iniziato a rendersi conto dei sentimenti che provava verso Louis, anche grazie all’aiuto degli amici di entrambi i ragazzi che non mancavano mai occasione per fare battutine riguardo il fatto che i due fossero praticamente inseparabili.

 

Harry era a conoscenza dell’omosessualità di Louis, come d’altronde tutta la scuola lo era, ma non voleva fare il passo più lungo della gamba.

Non voleva andare di fretta e buttarsi addosso al quindicenne.

La possibilità che Louis lo rifiutasse e decidesse di restare solo amici e quella che provasse i suoi stessi sentimenti erano allo stesso livello.

Ciò stava facendo impazzire il povero Harry, che ormai si affidava solo ai consigli di Zain e Cara.

 

Beh, fino ad un certo punto.

Quando i due avevano iniziato a sparare idee in ogni momento della giornata, Harry si era pentito di aver svelato la sua cotta.

L’unico che restava zitto e che non lo sfiniva era Edward, il pel di carota, per puro caso amico sia di Harry che di Louis.

 

Il rosso in realtà sapeva tutto alle spalle di tutti. Il suo cervello progettava appuntamenti al buio tra i due, senza parlarne con nessuno.

 

Infatti dalla parte di Louis, la situazione non era molto diversa.

Anche il quindicenne era perdutamente cotto del diciassettenne Styles.

L’unico suo problema? Non era ancora riuscito a confessarlo, nemmeno ai suoi migliori amici e neppure a Ed, al quale si affidava più di tutti nei momenti di difficoltà.

 

Per lui il rosso era il fratello maggiore che non aveva mai avuto, non che non volesse essere la figura fraterna maggiore per sua sorella Lottie. Ogni tanto sentirsi piccoli e protetti da qualcuno di più grande non dispiaceva nemmeno a lui.

 

Per sua sfortuna però, ai suoi amici più stretti era come un libro aperto.

Le sue emozioni trasparivano troppo facilmente, in più le sue espressioni e l’imbarazzo quando Harry lo chiamava lo tradivano.

 

Niall e Liam se la ridevano nel vederlo così in difficoltà vicino il ragazzo più grande, ma erano comunque preoccupati.

‘E se Harry non dovesse ricambiare ciò che Louis prova per lui?’

‘E se lo lascerà con il cuore spezzato?’

E se… e se… e se…

Domande frequenti che frullavano nelle teste dei due amici iper-protettivi.

 

Ma non ci potevano fare nulla. Era normale essere preoccupati e allo stesso tempo speranzosi per Louis.

 

Nessuno dei due sapeva però che anche Ed notava come Louis guardasse Harry, come arrossisse troppo spesso ogni volta che il diciassettenne spiccicasse parola e di come si comportasse intorno a lui.

 

Al contrario di Louis, infatti, Ed era un muro impenetrabile.

E al suo interno progettava da tempo un piano per far avere ai due ragazzi il loro e vissero per sempre felici e contenti, per quanto stupido ciò potesse sembrare.

 
.
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note autrice: okokok, so che ne è passato di tempo dall'ultimo aggiornamento, ma avevo in mente di aggiungere un altro capitolo in mezzo alla storia (che ho già finito di scrivere). Non ho mai avuto tempo però di scriverlo, ma forse è meglio così.
L'ultimo capitolo lo posterò sempre oggi, come un regalo di Natale anticipato di due giorni ahahah.
Okay no.
Vi ano!
Al prossimo capitolo bæs!
 
All the love xx
-Fer :)

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Capitolo 6
*** 5. Give a kiss... ***


piccola dedica: questo ultimo capitolo lo dedico a tutti voi. Questo è il mio misero regalo di Natale per voi in anticipo, vi ano.


«Ripetici di nuovo il piano.»

 

Ed sbuffò. Ecco, sapeva che svelare tutto sia agli amici più stretti di Harry che a quelli di Louis avrebbe portato dei pro e dei contro.

 

I pro? Lo avrebbero potuto assecondare nella buona riuscita dell’impresa.

I contro? Parlavano e chiedevano troppo.

 

Avrebbe dovuto ascoltare Harry quando lo aveva avvisato che Cara era la persona più assillante sulla faccia della terra.

 

«Cara, per l’amor dei Larry: ve l’ho ripetuto almeno quattro volte.» sfiatò disperato il rosso, mentre smanettava al computer.

 

«Sì, ma io non ho capito una beata minchia.» rispose tranquilla la bionda, sorseggiando il suo cappuccino mentre messaggiava con qualcuno al cellulare.

 

Liam le tolse velocemente l’apparecchio elettronico dalle mani e rischiò letteralmente di morire quando Cara tentò di graffiargli la faccia con le unghie appena limate.

 

«Ridammelo subito o non rivedrai più il bel faccino del tuo amichetto.» lo minacciò bloccando sotto il braccio un Niall confuso arrivato solo in quel momento e puntandogli in faccia le sue armi smaltate.

 

Liam la fissò socchiudendo gli occhi, per poi porgerle lentamente il cellulare mentre lei lasciava andare Niall, che si ritrovò avvolto nell’abbraccio protettivo dell’amico neanche fosse un cucciolo smarrito.

 

«Tranquillo, Nialler. Ti proteggo io.» lo strinse a sé Liam, guadagnandosi uno sguardo confuso dal biondo tinto.

«Cosa sta succedendo qui?»

 

«Succede che il nostro Ed qui presente è il più grande Larry shipper al mondo e che ci vuole coinvolgere nella sua strana impresa per unire in nozze quei due cretini innamorati.» spiegò schietta Cara, accartocciando il bicchierino della bevanda ormai finita e lanciandolo di proposito in testa al ragazzo preso in causa.

 

Ed semplicemente la ignorò e sopportò in silenzio, buttando il rifiuto nel cestino e scostandosi da davanti lo schermo del computer per far ammirare a tutti il suo lavoro.

 

Zain, che era intento a disegnare qualcosa, girò lo sguardo sullo schermo e si lasciò andare ad uno strillo felice. Non poteva nascondere il fatto di essere estremamente felice per come le cose stessero andando. Desiderava tanto vedere Harry e Louis finalmente felici insieme.

 

Cara lo guardò stranita, ma allo stesso tempo stava lottando internamente per cercare di non ridacchiare soddisfatta.

 

«Sapete tutti che mio padre lavora alla Coca-Cola, no? Bene, qualche settimana fa mi ha accennato al fatto che stanno preparando una nuova limited edition e che dovranno lanciare quindi una nuova pubblicità.» iniziò a spiegare il rosso. «Hanno bisogno di ragazzi dai quindici ai diciannove anni, e guarda caso i nostri due piccioncini rientrano in questa categoria!».

 

Niall adesso sembrava più interessato che mai, poiché saltellava per la stanza come un bimbo a Natale.

 

«Adesso, non so esattamente come si svolgerà la pubblicità, ma so che questa sarà la nuova edizione della Coca-Cola che useranno,» continuò mostrando una foto sul suo computer, «e credo ci possiamo arrivare tutti alla conclusione.»

 

Cara si alzò in piedi, dando una pacca sulla spalla a Ed.

«È geniale, rosso! E visto che Harry ha bisogno di soldi per il regalo a Gemma-»

 

«-e Louis ha sempre voluto essere coinvolto in qualcosa che riguardasse la Coca-Cola e la televisione…» la interruppe per continuare Niall.

 

«Esatto. Stamperò questi volantini e sarà vostro compito quello di infilarli nei loro armadietti. Entrambi accetteranno di sicuro e bam. Larry.» terminò soddisfatto Ed, mentre cliccava sull’opzione ‘stampa’ al computer e incrociava le dita, come d’altronde tutti gli altri ragazzi fecero.

 

Il piano avrebbe funzionato, di questo ne erano certi tutti.

 

-

 

Il giorno dopo, tutto andò a gonfie vele.

 

Cara si occupò dei volantini, mentre Niall teneva occupato Louis facendogli vedere mosse di danza classica completamente inventate da lui.

Zain invece, non sapendo come occupare Harry, lo chiuse a chiave nel ripostiglio del bidello e scappò via spaventato.

 

Per fortuna il ragazzo riuscì ad uscire circa un’ora dopo grazie alla buon’anima di Liam.

 

 

«Cara! Guarda qui!» urlò Harry subito dopo aver letto il volantino che svolazzò fuori dall’armadietto.

 

Cara saltò dallo spavento, ma si ricompose girando lo sguardo sul volantino e cercando di trattenere il sorrisetto che si stava pian piano formando sulle sue labbra.

 

«Dimmi, Harriet

 

Harry la guardò storto, ma continuò.

«Ti ricordi quando ti dissi di voler regalare un viaggio a Parigi a Gemma e il suo fidanzato? E che mi servivano soldi? Ecco, guarda qui. È ciò che mi serviva!» spiegò Harry all’amica che in realtà sapeva già tutto.

Fece comunque finta di leggere per non mandare tutto a monte e saltellò felice.

Era veramente fiera del suo migliore amico, aveva davvero un cuore d’oro.

 

«Ma è fantastico, Harry! Che aspetti? Chiama il numero e tenta!» lo incitò Cara, battendosi da sola il cinque nella sua mente.

 

«Guarda, lo faccio subito prima che sia troppo tardi.» disse eccitato Harry, prima di correre verso i bagni maschili con il cellulare in mano.

 

Cara aspettò di vederlo scomparire dietro l’angolo e subito dopo cacciò il cellulare, chiamando Liam.

 

«La rana ha mangiato la mosca. Ripeto, la rana ha-»

 

«Senti, ma sono proprio necessarie queste frasi in codice?» sbuffò scocciato il ragazzo dall’altra parte della linea, mentre restava nascosto in un’aula vuota.

 

«Certo che sì, Payne! Se dovessero rintracciare le telefonate?» gli spiegò la ragazza, appoggiando una mano sul fianco.

 

Liam dall’altra parte grugnì incredulo. «Ma tu sei tutta fatta-»

 

«Basta con gli insulti e dimmi se il porcospino ha abboccato

 

«Spiegami di nuovo, il porcospino-» chiese il ragazzo, confuso. Ma venne interrotto dalla voce acuta della bionda.

«-è Louis, sì. Allora?» chiese lei.

 

«Beh, diciamo che non ha ancora letto il volantino…» confessò Liam, spiando da una fessura nella porta Louis, ancora intento a ridere per il balletto di Niall.

 

«Senti, vedi di sbrigartela da solo. Io vado, Harry sta ritornando. Fammi sapere poi.» e riattaccò, facendo finta di nulla col ragazzo riccio che le si stava avvicinando.

 

Liam intanto dall’altra parte della scuola cercava di catturare l’attenzione di Niall, gesticolando come un pazzo alle spalle di Louis.

Il biondo tinto finalmente lo notò e si fermò di colpo. Louis lo guardò stranito, così lui si buttò a terra teatralmente e urlò.

 

«Ho preso una storta! Aaaah, Gesù. Fa un male cane!» recitò Niall mantenendosi la gamba e coprendosi gli occhi con il braccio. Il ragazzo dagli occhi blu fortunatamente sembrò abboccare, perché prese Niall da sotto le ascelle e lo tirò su, allarmato.

 

«Non ti preoccupare, Nialler. Ti porto all’infermeria.» disse Louis.

Appena dopo aver sentito ciò, Niall si raddrizzò di scatto e lo guardò negli occhi.

«Louis, è un miracolo. Sto improvvisamente bene.» esclamò con gli occhi spalancati.

 

Louis sbatté le palpebre più volte, allibito.

«Ma-»

 

«Ci vediamo!» gridò Niall, scappando via in modo che Liam potesse occuparsi del loro amico.

 

Liam non poté fare a meno di scoppiare a ridere. Niall era esilarante, come sempre.

Il ragazzo così si avvicinò all’amico, avvolgendogli un braccio attorno alle spalle.

«È un pazzo, il nostro Nialler.»

Louis saltò dallo spavento, ma si ricompose e sorrise quando riconobbe l’amico di una vita.

 

«Già,» annuì Louis. «adesso però devo andare a prendere i libri all’armadietto, tra poco finisce l’intervallo.»

Liam esultò mentalmente e lo accompagnò, facendo la parte del finto tonto quando, dopo aver aperto l’anta dell’armadietto, il fogliettino svolazzò fuori.

 

«Cos’è questo?» chiese più a se stesso che all’amico.

Lo lesse ed iniziò a saltellare in tondo.

 

«Liam! È la mia occasione!» urlicchiò Louis felice, abbracciando Liam e passandogli il pezzo di carta.

 

Liam semplicemente ridacchiò. Il piano stava funzionando.

 

-

 

Esattamente una settimana dopo, sia Harry che Louis si ritrovarono davanti l’edificio dove avrebbero girato la pubblicità.

 

«Lou! Che ci fai qui?» si avvicinò Harry al ragazzo più piccolo, che si girò di scatto e arrossì.

 

Non poteva farne a meno, vicino ad Harry.

 

«Uh, io… io prenderò parte ad una nuova pubblicità per la Coca-Cola.» blaterò Louis e si stupì quando si accorse di non aver balbettato neanche una volta.

 

«Anch’io sono qui per la stessa cosa!» esclamò Harry, abbracciandolo all’improvviso. Louis, se possibile, diventò ancora più rosso e ridacchiò.

 

«Entriamo, su. Ci staranno aspettando.» disse Harry rivolgendogli un sorriso di traverso e Louis obbedì, seguendolo come un cagnolino in calore.

 

Entrati, i due si ritrovarono in una stanza completamente arredata come un bar, completa di un palco adiacente al bancone. Davanti il palco si potevano notare circa dieci file di sedie e su ognuna era seduta una persona.

 

«Buongiorno, ragazzi. Vi stavamo aspettando.» li accolse un uomo alto e magro, probabilmente il direttore.

 

I due lo salutarono educatamente, venendo poi portati davanti al palco.

 

«Bene, vi spiego come si svolgeranno le riprese. Harry, tu dovrai salire sul palco e cantare la canzone che ti abbiamo mandato per mail, rivolgendoti sempre a Louis che starà tra il pubblico,» sentito ciò, Louis spalancò gli occhi e arrossì come un matto. «Louis, tu invece resterai seduto e guarderai Harry negli occhi. Quando ti daremo il segnale, dovrai alzarti e portare Harry con te al bancone del bar. A questo punto, vi saranno date due bottigliette di vetro di Coca-Cola. Leggete le istruzioni sull’etichetta e… vedrete.» terminò di spiegare soddisfatto John Scott, come riuscì a leggere Louis sulla targhetta.

 

Harry annuì, un po’ perplesso. Non fece domande però. Forse avevano deciso di scrivere ciò che dovevano fare sulle lattine in modo che sarebbero stati più agevolati e non avrebbero dimenticato nulla.

 

I due vennero condotti alle postazioni per il trucco, dove vennero pettinati e fu aggiunto un po’ di colore alla faccia color mozzarella di Harry.

Louis non ne aveva bisogno, aveva già una carnagione dorata. In più, il rossore sulle sue guance non se ne andò molto facilmente, con Harry che gli lanciava sguardi e occhiolini ogni due secondi.

 

Mezz’ora dopo i due erano pronti per girare. Harry salì sul palco e Louis si sedette silenzioso sulla sedia in prima fila riservata a lui.

 

Il maggiore iniziò a cantare il ritornello di Isn’t She Lovely di Stevie Wonder, che per quella pubblicità fu opportunamente modificata in Isn’t He Lovely.

Non fu difficile per Louis tenere lo sguardo fisso sul maggiore, si sentiva ormai come in uno stato di trance.

 

Il ritornello finì e Louis si ricordò di colpo di ciò che doveva fare, così si alzò dopo il segnale del direttore e si diresse verso il bancone del finto bar, seguito da un Harry con la bava alla bocca.

 

Un’addetta porse ai due le bottigliette e Louis si ricordò di leggere l’etichetta.

Girò l’oggetto di vetro nella mano e si bloccò quando lesse la frase sul pezzo di carta rossa.

 

“Give a kiss to… Harry”

 

‘Dai un bacio a Harry’ lesse in mente Louis, e spostando lo sguardo sulla bottiglia in mano ad Harry lesse “Give a kiss to… Louis”.

 

Cosa stava succedendo?

 

Alzò lo sguardo quasi in panico e si ritrovò davanti il sorrisetto con tanto di fossette del ragazzo che era la causa del suo battito cardiaco accelerato da ormai mesi.

 

Lo guardò negli occhi con le labbra socchiuse e il perenne rossore sulle gote e sulle orecchie, in difficoltà. Era come se il mondo si fosse congelato, tutto andava a rallentatore e l’unica cosa che gli venne in mente da fare fu evitare una possibile figura di merda e un probabile licenziamento.

 

Così avvicinò la bottiglia di vetro alla bocca ed iniziò a dare dei lunghi sorsi, scostando lo sguardo da quella meraviglia di ragazzo che si ritrovava davanti e posandolo sui piedi.

 

Harry ridacchiò, completamente ubriaco d’amore verso il dolce Louis.

Gli prese il mento tra il pollice e l’indice e lo alzò, facendo sì che Louis smettesse di bere.

Gli fissò le labbra lucide per la bevanda zuccherosa e gli si avvicinò sempre di più al viso.

 

Louis, fortunatamente per il ragazzo riccio, non idietreggiò, così Harry poté rendere reale ciò che ormai si permetteva solo di sognare e bramare.

 

Lo baciò.

 

E fu estremamente dolce il fatto che quando Harry si staccò dopo secondi che sembravano infiniti, Louis gli andò incontro. Perché alla fine non avrebbe mai voluto terminare quel bacio paradisiaco.

 

Harry si morse il labbro per fermare l’istinto di baciarlo di nuovo fino a perdere i sensi. Avvicinò le labbra all’orecchio del minore e allacciò le braccia attorno ai suoi fianchi morbidi, sentendolo rabbrividire al tocco.

 

«Un bacio al sapore di Coca-Cola, non è così, Lou?»

 

 

 

Fin.

 

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 note autrice: ecco. Adesso è il momento in cui mi emoziono.

Mi emoziono perché questa è una delle storie su cui ho sudato di più. Ho messo cuore ed anima in ogni capitolo e sono così... contenta di vedere che un'altra storia sia finita. Perché, dovete sapere, per mesi e mesi avevo questo macigno in petto che mi spingeva ad aggiornarla, ma non l'ho mai fatto poiché temevo sempre di trovare qualche errore. E poi sapete già di quel maledetto capitolo di mezzo che volevo aggiungere.

In più si aggiungevano i miei scleri per il mio canale YouTube. Non ho mai il coraggio di fare il mio primo video e pubblicarlo, benché mi incitino a farlo. Sono una persona molto ansiosa e dubbiosa. 

Ora finalmente ho messo l'anima in pace e, beh, che dire. Sono davvero contenta.

Adesso che è finalmente pubblicata mi dedicherò maggiormente alle altre storie che sono in procinto di scrivere (dovete sapere che le idee per nuove storie mi escono fuori ad una cadenza misurabile in volte in cui i Larry hanno momenti intimi. Ovvero ogni fottuto minuto di ogni fottuto giorno. Capitemi.

Eh beh, domani è la Vigilia, ma è soprattutto il compleanno di Louis! 24 anni, ragazzi e ragazze. Mio figlio sta per compiere 24 anni. *pianto isterico da madre fiera* Non farti penetrare a secco, figliolo! *muore*

 

Che dire ancora? Grazie a tutti/e voi che recensite, aggiungete ai preferiti/seguiti o che semplicemente leggete silenziosamente.

Ogni vostro gesto, anche quello di aprire un capitolo per leggerlo, è apprezzato immensamente da me.

 

Vi amo con tutto il cuore. Davvero.

Ci rivedremo alle prossime storie, babes!

 

All the love xx

-FerCheSiStaEmozionandoComeUnaMatta (':

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