Segreti dal passato di SabrinaPennacchio (/viewuser.php?uid=53290)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo di Yuri ***
Capitolo 2: *** Una giornata al Cafè Mew Mew ***
Capitolo 3: *** Nuovo membro nella squadra Mew Mew ***
Capitolo 4: *** Vampiri ***
Capitolo 5: *** Gli orecchini ***
Capitolo 6: *** Veleno ***
Capitolo 7: *** Infondo, ti avevo promesso che sarei tornato ***
Capitolo 8: *** Il tuo ritorno ***
Capitolo 9: *** Quel che credi di essere ***
Capitolo 10: *** Confronti ***
Capitolo 1 *** L'arrivo di Yuri ***
Questa
fan fic
è nata dalle menti malate di MikuChan (Fan di Mark) e
Alessandra91 (Fan di Ryan).
Questa
storia
può essere considerata un continuo o un universo parallelo
dell'opera originale, dai XD Eliminatevi dalla testa Mew Mew A La Mode.
Quella serie ci fa schifo, quindi per noi non esiste(?)
Speriamo
vi piaccia ^^
Buona
lettura e
grazie a tutti.
1°
-
L'arrivo di Yuri -
Il sole stava tramontando sulla città di Tokyo, illuminando
gli alti palazzi e le verdi stradine, di un dolce color arancio.
Una ragazza dai capelli rossicci e l’aria preoccupata, stava
correndo tra i vicoli della grande Città, in direzione della
stazione principale.
Ormai
mancavano pochi metri, era stremata ma doveva arrivare in tempo, quindi
raccolse le sue ultime energie e dopo un po', arrivò a
destinazione.
Guardò l’orologio da polso e si sedette sui
gradini della stazione in attesa: le 18:00 in punto.
Era arrivata appena in tempo, pochi minuti e la persona che stava
aspettando sarebbe stata lì.
Per ammazzare il tempo, estrasse il cellulare dalla tasca del jeans ed
iniziò a leggere i messaggi salvati, con un sorriso.
Masaya, pensò mentre gli occhi scorrevano
sul display: era sempre il solito
romanticone.
Per un attimo sembrò che la luce del sole fosse svanita e le
nuvole avessero ricoperto il cielo. Alzò lo sguardo e si
ritrovò dinanzi
l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento:
un ragazzo alto, biondo e dallo sguardo di ghiaccio, la guardava
stupito. «Che ci fai qui?» le chiese, inarcando un
sopracciglio mentre infilava le mani nelle tasche del pantalone nero.
«Ryo?!» la rossa inarcò un sopracciglio
«Potrei farti la stessa domanda» forse sembrava che
nel suo tono di voce ci fosse un pò d'irritazione, ma era
sempre così, quando si trattava di lui. Quel ragazzo era
capace di metterle i nervi anche solo respirando, per il suo modo di
fare.
«Ichigo, Ichigo» la canzonò con un
sorrisino divertito, lui «sempre di malumore?!» si
sedette accanto a lei, e con quella faccia che la giovane Momomiya
riteneva "da prendere a schiaffi", continuò: «Che
c’è: Masaya ti ha dato buca?»
Ichigo strinse i pugni con un sorrisino appena nervoso: doveva
calmarsi o avrebbe fatto il suo gioco se si fosse innervosita (come al
solito). Quindi
chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e gli sorrise con aria
più serena «Sto aspettando Yuri» fece,
voltandosi verso di lui
Shirogane continuò a punzecchiarla «Yuri eh?! E il
tuo principe azzurro non è geloso?»
La gatta stava per rispondere, ma al suo posto ci pensò
qualcun altro dietro di loro «Perché mai
Masaya-san dovrebbe essere geloso?!»
Questi si voltarono, notando una ragazza dai lunghi capelli castano
scuro
e gli occhi dello stesso colore, con indosso un jeans nero, una maglia
bianca dei Rolling Stones e delle Convers ai piedi. Ella li osservava
appena stupefatta, mentre stringeva una valigia viola con rotelle, dal
manico.
«Yuri! Da quanto sei arrivata?» chiese la rossa
stupefatta, alzandosi dalle scale e ripulendosi, poi, il jeans.
«Il tempo necessario da capire che questo biondino ha qualche
gelosia per te, o con te, o quel che è» rispose la
bruna, ridacchiando appena, mentre allungava un braccio per stringere
una spalla della Momomiya e avvicinarsi poi al suo volto per darle un
bacio.
«E lei chi sarebbe?» Ryo inarcò un
sopracciglio, portando le braccia al petto con fare alquato
infastidito: da quanto in qua qualcuno si prendeva simili confidenze
senza conoscerlo?!
«Lei è mia cugina Yuri» Ichigo si
voltò verso di lui, una volta salutata la ragazza a sua
volta e allungò un sorrisino di chi ha appena vinto una
stupida gara su chi fa innervosire prima chi «che
c’è, Ryo: deluso?!
Credevi che avessi un’amante, eh?! Beh, mi dispiace
deluderti»
«Aaah!
Adesso torna tutto!» esclamò la bruna alle loro
spalle, schioccando le dita «Quindi lui
sarebbe quel rompiscatole che insisteva per conquistarti, ma che alla
fine non ci è riuscito, di cui mi hai parlato!»
Yuri sorrise
divertita dalle sue stesse parole «Ma tu guaarda!».
Il biondo fissò la rossa con fare torvo «E
così io sarei…»
«Non le ho detto questo!» lo interruppe lei,
scuotendo le mani, con voce appena alta. Si voltò subito
verso la cugina, fulminandola con lo sguardo «Vero, Yuri?»
questa fece spallucce «Hai ragione. Ma l’ho intuito
da sola, mica sono scema»
la Mew rosa alzò gli occhi al cielo, portando una mano alla
fronte. D'accordo, avrebbe dovuto ricordare il carattere alquanto
fastidioso di sua cugina.
Ryou si alzò di scatto, innervosito «D'accordo. Vi
lascio alla vostra riunione di famiglia!»
esclamò, dando le spalle per poi allontanarsi di qualche
passo.
«Ma dai! Te la sei presa?» Yuri rise,
portando una mano alle labbra per enfatizzare il gesto del suo quasi
urlargli dietro «Stavo scherzando - beh non proprio... ma se
ti fa
contento…»
Il biondo si fermò di scatto e si voltò
verso di loro con uno strano sorriso «Ichigo» disse
«domani doppio turno al
Cafè. E sii puntuale.»
La rossa sgranò appena gli occhi: il giorno dopo aveva preso
mezza giornata di lavoro per stare con Masaya!
«Ma… Ryo!»
«Niente ma. A domani» dettò
ciò, il ricco erede della famiglia Shirogane si
allontanò con aria abbastanza soddisfatta.
Momomiya si voltò verso la cugina con uno sguardo dalla
serie “Se lo sguardo potesse uccidere”
«Yuuuriii»
quest’ultima con uno sguardo innocente le rispose allungando
un sorrisino quasi implorando perdono con esso «Domani ti
aiuto…» sembrò più una
domanda che
un’affermazione.
Ichigo la guardò senza dire una parola: la risposta era
quindi ovvia.
«Suvvia! Non fare quello sguardo» la bruna scese le
scale della stazione, iniziando poi ad incamminarsi come per fuggire da
una possibile sfuriata «Andiamo a casa?»
La rossa scosse il capo. Quella ragazza era il colmo... ma non si
poteva non volerle bene. Sorrise e la raggiunse.
«Ah! Un’altra cosa…»
iniziò la cugina, d'un tratto, guardando dinnanzi a
sé. La gatta mugugnò in segno di assenso,
incitandola così a continuare «non mi avevi detto
che quel Shirogane fosse
così: figo!»
L'altra si arrestò per un secondo, allibita e la bruna
inarcò un sopracciglio, fermandosi a sua volta per poi
guardarla «Che c’è?! Quel che
è giusto, è giusto»
Oh mio Dio! Pensò Ichigo, sospirando. Lei
no!
Con i mezzi pubblici riuscirono ad arrivare a casa Momomiya in una
mezz'ora quasi.
Ichigo aprì la porta d'ingresso e quando annunciò
il loro rientro a casa, un bambino dai capelli
neri e gli
occhi coloro nocciola, le andò incontro con un sorriso
allargato su quel visino di soli cinque anni.
«Onee-Chan!» esclamò, allargando le
braccine
«Sasuke!» la rossa sorrise, chinandosi per poi
prenderlo in braccio. Alla fine suo padre si era lasciato convincere da
sua madre a fare un altro figlio, per compensare la mancanza di
attenzioni che ormai non poteva più riservare alla
primogenita cresciuta «Certo che stai
diventando sempre più pesante, tu» rise.
«Nee! Sono cresciuto di un altro centimetro»
esordì
lui, con le gote arrossate dall’eccitazione
«Ma che bravo!» esclamò la rossa,
coccolandolo amorevolmente «Bello il mio onii-chan»
Sasuke si voltò poi verso Yuri e sorridendo,
allungò le braccia per essere preso da lei
«Yuri!»
«Ma ciao, amore!» fece quest'ultima, accogliendolo
fra le braccia come richiesto.
«Lo
sai che stamattina mi sono svegliato presto…»
iniziò a spiegare il piccolo Momomiya «E
sono uscito cinque miniminuti fuori e in giardino ho visto un
seeeeeeerpente enooormee!»
Yuri sbiancò in volto, deglutendo a fatica a quelle parole
«Ichigo?!» guardò la cugina mentre si
toglievano le scarpe per dirigersi in cucina «In giardino ci
sono se- serpenti?»
«Certo
che no!» Sakura, la madre di Ichigo e Sasuke,
uscì dalla cucina e li raggiunse con un risolino divertito
«Il mio piccolo Sasuke
ha una fervida immaginazione» sorrise, prendendo il bambino
fra le
braccia, scoccandogli poi, un bacio
«Ma non è vero, mamma!» cercò
di ribattere il
piccolo «Io l’ho visto ti dico»
«Si,
amore, certo» la donna dai corti capelli rossastri si
avvicinò a Yuri e
l’abbracciò con un braccio mentre con l'altro
stringeva il bambino «vai pure nella
camera degli ospiti e mettiti comoda, tesoro. A lui ci penso
io»
la bruna sorrise, annuendo «Va bene, zia. Grazie»
Yuri ed Ichigo stavano per salire al piano superiore, quando la madre
di quest'ultima
disse alla figlia: «In cucina c’è una
persona per te, cara» ammiccò e la ragazza
sorrise, sapendo già di chi si trattasse
«Va pure, cuginetta» ammiccò la bruna,
con un pizzico di malizia «metto a posto le mie cose e poi vi
raggiungo»
Ichigo scoppiò a ridere ed annuì, dirigendosi poi
in cucina, mentre l'altra si avviava alla sua camera.
Sul
divano, seduto ad aspette la giovane gatta, c’era un ragazzo
moro, con gli
occhi
marroni e sui diciotto anni. Quest’ultimo appena la vide
entrare le
rivolse un dolce sorriso
«Masaya!» Ichigo corse nell'immediato ad
abbracciarlo. Chiuse gli occhi, quando lui la strinse a sé a
sua volta, assaporando quel profumo che tanto le era mancato
«Masaya...»
«Scusa se in questi giorni non sono venuto» le
rispose lui, baciandole il capo mentre continuava a stringerla
«ma con gli esami della maturità
…»
«Ti capisco» lo rincuorò lei, scuotendo
il capo per poi alzarlo appena per incontrare lo sguardo di lui
«Anche per me
è lo stesso. Ma l’importante è che ora
tu sia qui… con me»
Aoyama sorrise ancora, si chinò per baciarla ma
Sasuke si intromise fra loro, entrando in cucina in quello stesso
istante «Onii-Chan!» esclamò,
correndogli incontro «Io sono geloso della mia
Nee-Chan!»
Ichigo scoppiò a ridere, portando una mano alle labbra
intenerita dal suo piccolo fratellino minore.
Il moro si chinò appena e prese tra le braccia il piccolo
«La tua Nee-Chan rimarrà sempre tua, io non te la
tolgo
mica, tranquillo»
Sasuke gli sorrise e lo strinse soddisfatto «Allora va bene.
Ti voglio tanto bene, Onii-Chan!»
Masaya scoppiò a ridere, stringendolo di più
«Certo
che sai sempre come prenderli i bambini» gli disse la rossa,
sedendosi
sul divano. Già si immaginava la sua vita da novella sposa
con Aoyama. Non riuciva ancora a credere che dopo tutto quel che era
accaduto, adesso potessero ritrovarsi tranquillamente a parlare e a
vivere una vita serena come sempre aveva sognato di condividere con lui.
«Beh, gli ho solo detto la verità» egli
si sedette accanto a
lei, con Sasuke ancora tra le braccia. «A proposito. Tua
madre aveva detto che eri andata alla stazione a
prendere tua cugina»
ella annuì «Si: Yuri» sospirò
«una vera combinaguai. Ha la lingua biforcuta quella
ragazza»
Proprio in quel momento, come se fosse stata nascosta ad ascoltare
tutto da dietro la porta, la diretta interessata li raggiunse,
intromettendosi nel discorso «Ciaaaao
Masaya!» corse a stringergli la mano con enfasi
«Mia cugina
mi ha fatto una testa così: Masaya questo; Masaya quello;
Masaya così, colì; come è bello il mio
Masaya...»
il moro scoppiò a ridere e si voltò verso la
rossa,
che aveva il viso infuocato dall'imbarazzo. Per l'appunto!
Pensò. «Yuri…» la
rimproverò a denti stretti «smettila!»
«Ma è vero!» esclamò
quest’ultima, facendo spallucce «Tu vuoi mettermi
sempre a tacere. Anche con Shirogane volevi che stessi zitta, poco
fa.»
«Ryo?!» Masaya si schiarì la voce,
voltandosi verso la sua ragazza «Quand’è
che avete visto… Shirogane?»
«Aaah!» Yuri si sedette in mezzo ai due innamorati,
cacciando dalle labbra un suono di consapevolezza «Quindi
anche
tu sapevi che Ryo aveva un certo “interesse”, per
Ichigo, giusto?»
Aoyama non rispose, solo: si limitò a sospirare. Meglio non
mettere in mezzo quell’argomento.
«Oook» la bruna cugina si alzò
improvvisamente e prese tra le braccia il
piccolo Sasuke «Sasukino bello: perché non andiamo
a vedere i cartoni
animati?»
«Ma a quest’ora non fanno i cartoni
animati» le fece notare il
bambino con aria sicura.
Yuri mantenne il sorrisino «Non dire sciocchezze tesoro:
certo che ci sono»
«Ma…» a quell'ulteriore protesta, la
ragazza lo fulminò con lo sguardo «Andiamo Sasuke!»
Il bambino allora deglutì e le strinse la mano, seguendola
anche se a malavoglia «Ok...» la sua voce fu
flebile ma Yuri lo sentì ugualmente
«Beeene…» si voltò
verso Ichigo e Masaya «noi andiamo, allora. Vi lasciamo soli. E intendo soli, visto che
zia Sakura è al piano superiore…» la
rossa la fulminò con lo sguardo e lei si sbrigò a
sparite «Ciao!»
Rimasti ormai soli, i due innamorati rimasero in
un’imbarazzante
silenzio per qualche secondo «Ehm…
Masaya?!» lo chiamò la rossa, ancora col volto
arrossato «Ryo,
in verità…»
il moro l’abbracciò improvvisamente «Non
m’interessa di Ryo Shirogane.» le
sussurrò, socchiudendo gli occhi mentre annusava l'odore di
fragola che emanavano i capelli lunghi fin sopra le spalle, della
ragazza che amava «Tu sei qui con me e non
m’importa di
nient’altro»
Nel frattempo, dalla stanza di fronte si sentì la voce di un
Sasuke deluso e scocciato «Visto, Yuri, che i cartoni non
c’erano?!»
Masaya ed Ichigo batterono appena le palpebre, nuovamente interrotti,
per poi scoppiare a ridere divertiti
«Questa è mia cugina» gli disse la
rossa, continuando a ridere «e come hai notato, non
è per niente facile da gestire»
«Penso, infatti, che ti darà molto da
fare» le rispose il moro, baciandola a fior di labbra.
L’arrivo di Yuri aveva movimentato un po' la giornata, ma non
sarebbe stato l’unico cambiamento che avrebbe portato
«Ma che carini» questa, nuovamente, era sulla
porta e li guardava con fare alquanto malizioso
«tanto love love»
Aoyama tornò a ridacchiare mentre sul capo di Momomiya una
vena pulsante preannunciava un urlo ormai esasperato «Yuuuriiii!»
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Capitolo 2 *** Una giornata al Cafè Mew Mew ***
2°
-
Una giornata al Cafè Mew Mew -
Il sole
stava sorgendo su Tokyo, illuminando la città col suo
chiarore.
Le strade iniziavano a popolarsi di persone che si preparavano per
andare a lavoro, altri che si alzavano per studiare a prima mattina per
gli esami da tenere da lì a qualche settimana, mentre molti
altri dormivano ancora nei loro letti, tranquilli a godersi il riposo
delle vacanze estive appena iniziate.
Ichigo Momomiya stava dormendo tranquillamente, spaparanzata sul letto
dalle lenzuola rosa fragola, con un lungo sorriso stampato sul volto.
Stava sognando il suo amato Masaya e di certo non avrebbe voluto essere
svegliata per niente al mondo. Peccato per lei, però, che
proprio sul più bello, una voce la
chiamò dolcemente «Ichigo» ma era
così bassa che quasi le sembrò di sentirla nel
sogno stesso. La ragazza, di conseguenza, non aveva la minima
intenzione di svegliarsi, quindi la voce
si fece più insistente «Ichigo!»
A quell’ urlo la rossa si svegliò di colpo, col
cuore che prese a battere velocemente per il sussulto improvviso.
Assottigliò lo sguardo, quando quella maledetta figura si
ritrovò a poco dal suo volto «Yuri! Ma che diamine?!»
ancora intontita, la fissò con attenzione,
inarcando poi, un sopracciglio.
All’inizio credeva che fosse tutto un incubo, ma invece no:
sua
cugina era lì davanti a lei, già vestita e
pettinata «Yuri…» sospirò,
lasciandosi ricadere sul letto con un tonfo, dopo essersi messa seduta
per lo spavento «Come mai già vestita? Che ore
sono?»
«Le nove» sorrise la bruna, sedendosi sul letto
della cugina rossastra.
Ichigo mugugnò «Ah. Ok. Le
nove…» chiuse gli occhi, aggrovigliandosi su se
stessa ma un
attimo dopo scattò in piedi, sgranando gli occhi e urlando
«Le nove?!
Perché diavolo non me lo hai detto prima?!»
La bruna inarcò un sopracciglio «Adesso sarebbe
colpa mia?!»
«E' sempre colpa tua!» esclamò la rossa,
prendendo di fretta e furia i vestiti dall'armadio «Hai
diciassette anni ma ti comporti come se ne avessi dieci!»
detto ciò, corse in bagno per lavarsi, riuscendo
miracolosamente ad uscirne solo dopo pochi minuti. «Forza,
Yuri!» urlò alla cugina, da fuori la porta della
sua camera, mentre correva al piano inferiore senza nemmeno aspettarla
o accorgersi del piccolo Sasuke che stava uscendo con Sakura
«Onee-!» ma la sorella cose via come un razzo,
seguita a ruota dalla cugina qualche istante dopo, la quale
salutò i due frettolosamente con un buongiorno.
Il piccolo si voltò verso la madre
«Mammina» fece «ma quella era la mia
Onee-Chan... o un tornado?»
la donna scoppiò a ridere, stringendogli la manina con la
sua «Ma no! Quella era la tua sorellona»
esclamò «solo
che anche oggi ha fatto tardi a lavoro».
Il Cafè Mew Mew era aperto da solo mezz'ora ed era
già pieno come tutte le mattine. Tutti, come al solito,
aspettavano Ichigo
infuriati più che mai. Possibile che non riuscisse mai ad
arrivare puntuale?!
A
passi lenti, la rossa poggiò la mano sul pomello della porta
del Cafè,
immaginandosi già cosa l’ aspettasse.
Indugiò se aprire o meno quella
porta, ma prima di farlo respirò a fondo e chiuse gli occhi.
«Cuginetta, cosi arriverai in ritardo… ancora di
più!» la bruna aprì la porta per lei.
«Dove diavolo eri finita!?» tuonò Ryo
correndo da loro con aria alquanto infastidita «E
lei cosa ci fa qui?» chiese ancora più irritato,
accorgendosi della
presenza di Yuri. Si voltò nuovamente verso una
Ichigo che aveva
appena
riaperto gli occhi, trafiggendola con lo sguardo.
«Ehi, perché è arrabbiato il
bambolotto?»
domandò Yuri alla cugina, dando le spalle al biondo
«Dovrebbe ringraziarmi per averti fatto arrivare con solo
mezz'ora di ritardo» concluse.
In quel momento a loro si avvicinò una ragazza minuta, con i
capelli neri e un’ espressione furiosa. «A
causa tua...» s’interruppe, forse per non dire
parole
inopportune «Io
la mattina devo bere il mio thé, per ristabilire tutta la
mia giornata. Sai, è troppo stressante, per me, lavorare
ventiquattr’ ore al giorno. Io sono abituata alle
più grandi comodità!»
Ichigo stava per reclamare, quando la cugina s’intromise come
da sua abitudine «Tu sei Mint Aizawa, vero?! Quella di cui
Ichigo mi ha parlato
tanto»
Mint stava per far un sorrisetto compiaciuto, ma dovette
ricredersi subito dopo «quella che nel corpo ha il 90% di
thé»
la mora si infuriò, allungando un sorrisino infastidito
«E tu chi saresti, di grazia?»
«Sono Yuri Akai.» sorrise questa «La
cugina di Ichigo. Sono qui in vacanza»
«Ecco. In effetti notavo una certa somiglianza»
ridacchiò Aizawa, portando una mano alle labbra con fare
altezzoso.
A calmare le acque, intervenne una ragazza con gli occhiali e dai
lunghi
capelli verdi legati in due trecce basse. «Mint, non fare
cosi. Piuttosto pensiamo a servire i clienti.»
Yuri sorrise ancora una volta, dando l'ennesima sentenza «Tu,
invece, devi essere Retasu Midorikawa…l’
imbranata!»
la ragazza in questione arrossì di colpo a quelle parole.
Ryo si voltò verso Ichigo, che nel frattempo avrebbe
voluto sprofondare, a braccia conserte «Scommetto che non le
hai detto proprio cosi: vero?» disse,
quasi in tono ironico «E che l’ abbia intuito tutto
da sola»
Momomiya sorrise debolmente «Infatti»
improvvisamente un' enorme pallone da circo comparve davanti
alle
ragazze, spaventandole a morte. Al di sopra: una ragazzina con i
capelli biondi che faceva roteare dei piatti su dei bastoncini.
Incuriosita dalla folla alla porta che si era distratta dal servire i
clienti, aveva deciso di andare a dare un' occhiata.
«Ichigo-Onee-Chan! Ciao!» esclamò
euforica «Allora eri tu che facevi casi-!» quando
si voltò
verso Yuri, appena accortasi di lei «Ho sentito che sei la
cugina di Ichy! Non pensavo avesse dei parenti apparentemente
così simpatici»
la ragazza in questione, indicò Fon con un gridolino
«E tu devi essere Purin!» esclamò
«La pazza!»
«Esatto!» eclamò la biondina
con una risatina euforica.
Ichigo, Mint, Retasu e Ryo le guardarono stupefatti: quelle due
erano davvero simili...
«Non vorrei rovinare la
“festa”…» disse
una voce alle loro spalle, appartenente ad una ragazza con l’
aria aggraziata, che dava tutta
l’ impressione di essere una modella, la quale si
avvicinò
a questi ultimi. «ma qui ci sono delle clienti che
aspettano»
Yuri divenne improvvisamente seria nel ritrovarsela davanti, e con tono
adulto si rivolse a lei «Tu devi essere Zakuro Fujiwara:
quella che non mostra un' emozione»
Ichigo percepì un’aria strana: dopotutto Zakuro in
passato era stato un lupo, e in
quel momento avrebbe sbranato Yuri volentieri - rendendo felici i
presenti, a dire il vero -. «Ragazzi… ehm: solo
per oggi…»
iniziò a dire, con esitazione «Yuri
lavorerà con noi»
«Cosaaa!?»
Ma
la rossa non diede peso alle urla dei presenti (l’ unica che
aveva
mostrato euforia in quel esclamazione era Purin), perché
corse negli
spogliatoi tenendo ben stretta la mano della cugina.
Stavano percorrendo il corridoio, quando passando davanti alla cucina,
furono
bloccate da un uomo dai lunghi capelli castani, il quale a passo lento
e con un sorriso stampato sul volto, si avvicinò alla
Momomiya «Ichigo» esordì «il
piccolo Mash è pronto» estrasse
dalla tasca dei pantaloni un piccolo pelouche a forma di gattino.
Quest’
ultimo iniziò a volare, urlando il nome della padrona.
«Keiichiro-san» soltanto alla quasi supplica della
ragazza, quest’
ultimo si accorse che non erano soli. Riprese immediatamente il
pelouche tra le mani, tappandogli la bocca.
Ormai, però, era troppo tardi: Yuri si era accorta di lui.
«Che carino!» esclamò prendendolo dalle
mani del bruno. Iniziò a strapazzare l’
animaletto, toccandogli la
coda e le orecchie. Il piccolo Mash a quelle torture urlò.
«Wow, parla!» allungò un sorrisino,
avvicinando il volto al pupazzetto «Di: ciao, Yuri»
Akasaka la guardò perplesso, dopodiché si
rivolse alla rossa. «Ichigo..?!»
«Ehm...
lei è mia cugina: Yuri.» si affrettò a
rispondere la rossa, alla domanda incompleta dell'uomo «Oggi
ci darà una mano al
Cafè.» disse, infine, come se
volesse scusarsi dai casini che avrebbe sicuramente combinato Yuri in
futuro. «Lascia stare il robottino: è
delicato…» prese Mash dalle mani della bruna che a
quelle parole illuminò ancor più lo sguardo.
«Wow: un robottino? Che figata! A che serve?»
Ichigo sospirò, esasperata e la prese nuovamente per mano
«Andiamo» trascinò così, via,
sua cugina, sotto lo sguardo divertito
di Keiichiro.
Intanto
Mash si era tramutato in un ciondolo, attaccatosi al cellulare di
Momomiya, forse per nascondersi da una nuova minaccia chiamata Yuri
Akai.
«Yuri» Ichigo aprì un armadietto dello
spogliatoio - il suo era rosa - e porse un
vestitino
rosa e nero a quest’ ultima «Fammi un favore: la
prossima
volta cerca di
evitare di raccontare ciò che ti dico ai miei amici.
Sopratutto alterando le cose col tuo solito modo di pensare»
«Perché?» Yuri
inarcò le sopracciglia, iniziando a cambiarsi
«Carino
questo vestitino: come mai ne avete uno in più?»
«Ryo
ne ha sempre uno in più. Dice che non si può mai
sapere» le rispose la
rossa, iniziando a spogliarsi a sua volta «Non si
può mai
sapere, cosa?! Non lo capirò
mai.» sospirò «Comunque non cambiare
discorso e non fare
domande: fa
ciò che ti ho detto e basta»
«Va bene» sospirò Akai, quasi scocciata
«Come vuoi tu»
Erano pronte. Proprio mentre stavano per andare dagli altri,
però, si
sentì una scossa tremenda che fece smuovere tutto, facendo
quasi cadere le due cugine.
«Un terremoto» Yuri quasi urlò,
reggendosi al muro, spaventata
«No» sussurrò Ichigo. Indurì
lo sguardo, stringendo i denti mentre si manteneva al muro anch'ella.
Lo sguardo era piuttosto preoccupato: aveva un
brutto presentimento «Questo non è un semplice
terremoto…»
Oo
Angolino Dell'Autrice oO
Ecco
finito un
altro capitolo, speriamo che vi piaccia^^
Grazie a tutte
quelle che hanno commentato in precedenza e a chi legge soltanto:
kittymew:
Grazie mille, siamo contente che la Fan Fiction ti piaccia, speriamo di
non
averti deluso con questo nuovo capitolo ^^ grazie anche x averla messa
nei
preferiti. Continua a seguirci, alla prossima! Kiss
eyes_on_fire:
Grazie mille x averla messa nei preferiti ^^ siamo contente che la
FanFiction ti
piaccia,speriamo che questo capitolo non ti abbia deluso.
Si, Yuri
è una rompi eheh, chissà forse abbiamo avuto le
stesse idee XD Comunque si, io sono una Fan di Mark waaaa anche tu?
Che bello finalmente (Ale mi guarda storto XD Dai Ale non ce l'abbiamo
con Ryan, solo che Mark è meglio eheh) Grazie ancora.
Continua a seguirci, Alla prossima. Besooooooos!
Heart: Grazie
mille ^^ speriamo che questo capitolo ti sia piaciuto. Kiss. Continua a
seguirci. Alla prossimaaaaaaa!!!!!!!!!
Grazie a tutte speriamo di non avervi deluse ^^ alla prossima,
continuate a seguirci.
Kisu
MikuChan e Alessandra
|
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Capitolo 3 *** Nuovo membro nella squadra Mew Mew ***
3° -
Nuovo membro nella squadra Mew Mew -
Tutt’ intorno tremava e le due ragazze dovettero mantenersi
salde al muro per non cadere a terra. Dalla sala dove erano i clienti,
si sentivano alcune urla di panico.
Ichigo con uno scatto felino arrivò sino alla porta dello
spogliatoio:
l’aprì e si voltò verso la cugina
spaventata «Rimani qui, Yuri!» esordì
«E
perché tu vai via?» Akai tremava come una foglia:
era sempre stata spaventata dai terremoti, erano una di quelle cose che
non si potevano controllare «Maledetta: vuoi
salvarti e lasciarmi morire?» disse per sdrammatizzare
«Io non ti ho mai causato
fastidi» a
quell’ultima parola Momomiya la guardò con un
sorrisino:
problemi e fastidi
glieli aveva causati eccome, ma non sarebbe mai arrivata a farla
morire...
o almeno cercava di auto-convincersi che non l’avrebbe mai
fatto. Rise e scosse il capo «Non dire sciocchezze»
la rimproverò, reggendole il gioco «Vado solo a
vedere che succede e a calmare i clienti con le altre»
«Si, si, come no!» continuò la cugina.
In quel modo forse non avrebbe pensato alla paura di morire. In
Giappone c'erano ben troppi terremoti che portavano catastrofi
«Dicono tutti
così, prima di lasciarti morire. Cosa vuoi fare con Ryo? Te
ne approfitti perché Masaya non
saprà mai niente vero? Tanto moriremo tutti!»
Ichigo, seppur sapendo che questa scherzasse, in quel momento si che
l’avrebbe lasciata morire volentieri: ma
non poteva perdersi in chiacchiere.
Uscì velocemente, lasciando la porta alle sue spalle aperta
«Non mi rispondi?! Ho ragione io?!» le
urlò, intento, Yuri, in lontananza.
«Ichigooooo!!!»
La tentazione di tornare indietro e strangolarla assalì la
gatta, ma in quel momento doveva
pensare a cose serie. Corse per i corridoi alla ricerca dei suoi amici
e per
chiedere a Ryo delle spiegazioni.
Mentre percorreva il corridoio, vide la sala principale vuota: a quanto
pareva, Shirogane
già aveva provveduto a sgomberare il Cafè Mew Mew.
Sospirò sollevata e corse
all’estremità del corridoio, sino a trovarsi delle
scale che
conducevano ad un sotterraneo: sicuramente i suoi amici erano nel
laboratorio.
Yuri era ancora ferma nel camerino e si stava innervosendo alquanto. Le
scosse continuavano e lei di certo non voleva rimanere sola
«Se Ichigo crede sul serio che rimarrò qui a
morire, si sbaglia di grosso» trovò il coraggio di
staccarsi dall’armadietto,
anche se le gambe le tremavano più delle scosse stesse, e si
diresse alla porta.
Arrivata alla sala principale, si meravigliò di non trovare
nessuno «Maledetti: l’avevo detto che volevano
lasciarmi morire»
improvvisamente sentì una vocina familiare
«Pericolo, pericolo!»
Yuri sgranò gli occhi, alzando gli occhi al cielo per
guardarsi intorno «Il robottino di Ichigo?!»
Mash si stava dirigendo al laboratorio e Akai, avvistatolo, lo
seguì
incuriosita. Qualcosa non quadrava!
Scese le scale sino a ritrovarsi in un tetro corridoio.
Mash scomparve dietro una porta luminosa e la bruna capì che
lì dentro stava
accadendo qualcosa. Si appoggiò ad essa in ascolto, e da
dietro sentì delle voci conosciute: erano sua cugina e i
suoi amici.
«Dobbiamo affrettarci» diceva quella che doveva
essere la voce di Ryo, ma di certo Yuri non capiva il motivo della
sua agitazione «Il pericolo è imminente»
«Uffa. Dovrò tornare a rompermi le
unghie» quella era
sicuramente Mina, si disse Akai, ridendo
«Dovrò
dirlo a Masaya. Si preoccuperà sicuramente» quella
voce
preoccupata,
anche se non l’aveva mai sentita così, era quella
di sua cugina.
Un rumore improvviso fece tremare la stanza e la luce divenne sempre
più accecante: doveva assolutamente capirci qualcosa.
Spalancò la porta d'istinto «Cosa sta
su-!» ma un improvviso raggio di luce la invase.
Non capì molto, sentì solo Shirogane urlare.
Riaprì gli occhi, intontita. Davanti a sé: i
volti preoccupati - beh non proprio tutti -, di cinque
ragazze che lei conosceva, nonostante fossero mezze
animali.
«Le Mew Mew?!»
urlò, mettendosi seduta dal pavimento sulla quale a quanto
pare era svenuta.
La gatta dai capelli e il vestito rosa, sorrise.
«Vuoi un autografo?» le chiese la ragazza
lorichetto con fare da star.
Yuri socchiuse appena le palpebre «Naa! Quella blu, non
ricordo il nome, non mi piace! A me piace Mew Ichigo» ci
pensò su «Che, ora che ci penso... ha il nome di
mia cugina... forse sarà per quello.» non
ne capì il motivo, ma le Mew neofocena, scimmia e
lupo, stavano mantenendo la lorichetto
«Io la uccido!» esclamò questa,
voltandosi verso Mew Ichigo «Ichigo! Questo è
davvero troppo! Tua cugina io la uccido!»
La bruna deglutì. Ichigo...
cugina?! «Cuginetta?! Sei tu?»
Mew Ichigo sogghignò con fare ovvio «Si,
Yuri…» si bloccò un’istante e
poi
continuò «Voglio dire: Mew Yuri»
Akai non capì cosa intendesse dire
«What?»
«Guardati, ragazzina»
la bruna seguì il consiglio di Mew Mint e si
guardò addosso.
Un momento! C’era
qualcosa di strano: corse
ad uno specchio lì vicino e in esso si rifletteva una
ragazza
dai
capelli neri e gli occhi viola, vestita di nero e… mezza
farfalla!
Una cosa però la incuriosì molto: aveva un
tatuaggio troppo cool sul braccio destro, a forma di farfalla.
Solo quando si accorse di averlo lei si rese conto che la ragazza nello
specchio era proprio sé stessa.
Si voltò verso Ryo, furiosa «Ok, sono strafiga e
molto cool» iniziò «Ma: Che diavolo mi hai fatto?!»
lo prese per il colletto della maglia nera ed
egli sbuffò
«Sei stata tu a gettarti nel fascio trasformatore»
«E io che potevo saperne?» ribattè la
nuova Mew Mew. Shirogane le parlò sopra «Questo
dovrebbe insegnarti a farti gli affari tuoi, una buona
volta!»
Mew Yuri lo lasciò andare, abbassando il capo
«Ryo…» Keiichiro si avvicinò
a lui, mettendogli una mano sulla spalla «Forse
hai esagerato. E non è il momento di pensare a simili
dettagli»
«Yuri»
Mew Retasu le mise una mano sulla spalla con un dolce sorriso
«Ryo ha modi brutali di dire le cose, ma lo dice solo per
te»
«E poi pensa che ora combatterai i cattivi» s'
intomise Mew Pudding «è divertente!»
Mew Yuri alzò la testa «Davvero posso
aiutarvi?» si rivolse a Ryo, il quale rispose con
indifferenza «Dato che ci sei»
«Yuri..» la ragazza si voltò e vide Mew
Ichigo, la quale le sorrise a pieno volto «Benvenuta in
squadra»
La cugina, allora, abbracciò la gatta per poi rivolgere di
nuovo la sua attenzione sul biondo «Posso sapere qual
è il mio potere?»
«Ti usciranno le parole di bocca durante la
battaglia» le rispose
quest’ultimo «Ora piuttosto pensiamo a localizzare
i nemici»
«Ci penso io» Akasaka prese Mash e lo
collegò ad un computer
«Ma allora il piccoletto è la vostra
spia!»
esordì Mew Yuri, ridendo: quasi quasi non sembrava male
qualla situazione
«No!» esclamò Mew Zakuro
«Serve solo a localizzare i
nemici: ci è molto utile»
la Mew farfalla si voltò verso di lei con gli occhi che le
brillavano di ironia «Parli?!» i presenti la
guardarono con aria esterrefatta «Che
c’è?! Questa non parla mai, a mia saputa»
Mew Mint sbuffò «Se volete ucciderla e farlo
sembrare un’incidente, vi aiuto
volentieri»
«Mi ucciderai con un balletto, uccellino?» Mew Yuri
le
cacciò la linguaccia
«Io ti
uccido!!!» e ancora una volta le altre Mew Mew
dovettero trattenere Mew Mint.
Dopo pochi minuti, Keiichiro localizzò i nemici
«Sono al parco Inohara!» esclamò,
scollegando Mash dal
computer.
Mew Ichigo sbiancò «Che
c’è?» le chiese Mew Retasu con
preoccupazione
«Lì c’è Masaya: oggi doveva
fare una
ricerca»
«Ma che peccato» anche se era un sussurro, le
parole di Ryo
arrivarono alle orecchie feline della Mew gatta
«Che intendi dire?» gli chiese a denti stretti
«Anche se non
lo sopporti, non ti permetto di parlare così!»
Mew Yuri sospirò, battendo una pacca sulla spalla di
Shirogane «Questo si che è amore,
Ryo-Chan» fece spallucce «Rasseganti,
sù!»
Ryo strinse i pugni e mentre stava per ribattere, Mew Ichigo
parlò «Andiamo, ragazze» si
avvicinò alla porta, senza voltarsi indietro
«Meglio muoversi» corse poi via, seguita a ruota
dalle altre Mew Mew.
«Non stai esagerando, Ryo?» l'uomo dai capelli
castani e il codino, sospirò «Così ti
farai solo odiare da lei»
«Forse è meglio così»
sospirò
a sua volta, quest’ultimo «Se mi fosse amica
sarebbe peggio»
Arrivate al parco Inohara, le ragazze Mew Mew trovarono un vero
macello: alberi distrutti e desolazione tutt’intorno,
facevano da cornice a quel posto solitamente verde e tranquillo
«Io vado a cercare Masaya!» esclamò Mew
Ichigo, correndo via senza dare tempo alle altre di reclamare
«Dove vai?» Mew Yuri cercò di fermarla e
correrle dietro, ma Mew Zakuro la
trattenne
«Tua cugina è fatta così»
«Non cambierà mai» esordì Mew
Mint con un sorrisino che per la prima volta fece capire a Yuri il
motivo per il quale, anche se così diverse, quelle cinque
fossero amiche da tanti anni «Lei
e quel Masaya-Kun»
«Se l’è sempre cavata bene»
s’intromise
Mew Retasu, sorridendole «dalle fiducia. Noi abbiamo piena
fiducia in Mew Ichigo»
«Ragazze» Mew Pudding le interruppe, tendendo le
orecchie in ascolto «Sento qualcuno»
la squadra Mew allora, si mise in guardia, guardandosi intorno in
attesa di qualche attacco a sorpresa: le scosse di terremoto sembravano
essersi placate da un po'.
Improvvisamente, però, un rovo gigante cercò di
colpirle
«Chi va
là?» urlò Mew Mint,
prendendo il suo arco.
Sentì un fruscio davanti a sé e colpì
«Ribbon Mint Echo!»
un ghigno spaventoso riecheggiò tutt’intorno e una
nube nera avvolse il cielo, e da essa ne uscì un ragazzo: la
sua pelle era candida come la neve, incorniciata da capelli biondo oro
e occhi
marroni: indosso aveva degli abiti bianchi in stile ‘800 e in
mano una
rosa bianca «E così ecco le famigerate Mew
Mew» disse con un ghigno «Piacere di conoscervi. Io
sono Angel: e sono il vampiro che vi
distruggerà»
Mew Ichigo stava correndo in cerca di Masaya, quando un rovo la
colpì, gettandola a terra «Ma che..?!»
alzò gli occhi al cielo e vide uno strano individuo: la
pelle candida come la neve; i capelli e gli occhi nero corvino e un
abito blu in stile ‘800. In mano una rosa rossa
«La famosa leader delle Mew Mew, presumo»
esclamò con un ghigno.
La gatta assottigliò lo sguardo «E tu chi
sei?»
Il ragazzo allungò un sorriso «Io sono Damon: e
sono il vampiro che ti toglierà dai piedi
una volta per tutte!»
Oo Angolino dell'Autrice oO
Allora
gente? Che ne
pensate? Speriamo che anche questo capitolo piaccia ^^ scusate se nn
ringraziamo
uno per uno ma dobbiamo scappare.
Grazie
mille a chi ci
segue, recensendo o leggendo soltanto, e a chi mette la nostra storia
fra le preferite o le seguite.
Un
bacio enorme <3
MikuChan
& Ale
|
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Capitolo 4 *** Vampiri ***
4°
-
Vampiri -
Mew Yuri,
Mew Mint, Mew Retasu, Mew Pudding e Mew Zakuro stavano lottando contro
Angel con un netto svantaggio.
«Ribbon Zakuro Pure!» la Mew lupo stava per
attaccarlo con la sua frusta ma
il
vampiro all’ultimo minuto scomparve, facendo andare
l’attacco a vuoto e
ricomparendo, poi, alle spalle di Mew Yuri
«Ti vedo molto inesperta: sei nuova per caso? Non ho mai
sentito parlare di te»
la Mew Mew si voltò verso di lui e sorrise
«Si» poi si rattristò appena
«Si vede, vero?»
Il biondo alzò le spalle «Beh, sei un
po’…»
«Scarsa?» Mew Yuri aveva quasi le lacrime agli
occhi. Anche al nemico, adesso, sembrava scarsa! Ma che diamine!
«Infatti non
riesco nemmeno a richiamare la mia arma»
Angel ammiccò «Dai, almeno sei carina»
la Mew farfalla socchiuse a malapena le palpebre
«è un complimento?»
quello che si riteneva un vampiro, le sorrise
«Certo»
«Ah! Bene, allora: grazie» la ragazza si
voltò
verso Mew Mint «Vedi com’è gentile? Lui
si che capisce le donne! Dobbiamo per forza ucciderlo?»
Mew Pudding si avvicinò alle altre compagne impietrite
«Ma quei due stanno flirtando?» inarcò
un sopracciglio: forse quella ragazza era davvero stupida come sembrava
«Ma no!» ma le parole di Mew Zakuro non erano
affatto convincenti
«Guardateli!» Mew Retasu li indicò: quei
due, al momento, tutto sembravano tranne che nemici.
«Io non riesco nemmeno a richiamare la mia arma»
continuò Mew Yuri
rivolta ad Angel
«Ah! Ecco perché non ti muovevi!» le
disse lui, mettendosi
una mano nei capelli «Ma hai provato a sentire nel
profondo?»
«Profondo di cosa?» la ragazza inarcò un
sopracciglio.
Angel sorrise «Chiudi gli occhi e vedi cosa senti»
Mew Yuri seguì il suggerimento e strane parole le uscirono
dalla bocca «Yuri
Ramrod!» un lungo bastone nero con ai margini
ali di farfalla,
comparve nelle mani della Mew Mew, sotto lo sguardo stupefatto delle
altre «Ma…» erano tutte senza parole, di
certo non si aspettavano che il nemico potesse aiutarla!
«Che carino!» esultò la Mew farfalla con
un' esultazione di gioia
«Grazie per il complimento!» Angel le fece un
sorrisetto sghembo, ovviamente ironico.
«Veramente…» la farfalla si
schiarì la voce. Voleva dirgli che era diretto al bastone ma
preferì reggergli il gioco «Grazie! Senza di te
non ci sarei riuscita!»
«Insomma!»
tutti si voltarono scioccati verso Mew Zakuro che per la prima volta
aveva mostrato di saper perdere le staffe «M- Mew
Zakuro…»
«Hai urlato?» Mew Yuri rimase a bocca aperta
«Forte!»
«Insomma: voi!» la Mew lupo si schiarì
la voce e si rivolse ad
Angel «Vuoi una guerra o la pace? Noi qui non stiamo
giocando!»
Il vampiro sogghignò e si allontanò da Mew Yuri
con un sorrisino
«Ovviamente la guerra. Ma mi stavo divertendo un
pò. Cosa c'è di male?!»
preparò una sfera di energia nera e
la gettò sul nuovo membro della squadra.
La ragazza, indifesa, sentì delle parole uscirle dalla bocca
«Ribbon Air!»
un turbine di vento cambiò la traiettoria della
sfera… sulle altre Mew Mew «Oddio!» la
ragazza si portò
le mani alla bocca «O-ops...»
«Pudding Ring Inferno!» Mew Pudding fortunatamente
bloccò
l’attacco col suo budino gigante
«Stupida
farfalla!» Mew Mint corse da lei con
l’evidente
intenzione di strangolarla «Stavi per farci morire tutte! Ma
io ti estinguo!»
«Ma non l’ho fatto apposta!» Mew Yuri
scappò da
Mew Retasu, riparandosi dietro la sua schiena «Diglielo tu,
Mew Retasu!»
la Mew neofocena sorrise «Ma si, Mew Mint, lasciala stare.
Poverina, è il suo primo giorno, infondo»
«Dopotutto ricordiamoci dei guai che combinò Mew
Retasu, le prime volte» le
ricordò la Mew scimmia, ridendo «L’avete
detto tu e
Mew Ichigo che lei voleva uccidervi»
la Mew lorichetto davanti all’evidenza, lasciò in
pace Mew
Yuri «Solo stavolta» le disse a denti stretti,
puntandola «Ma non finisce
qui. Il prossimo errore e ti tarpo le ali!»
le cinque Mew Mew finalmente si riunirono ed insieme si rivolsero ad
Angel. Era ora di fare sul serio. «Ok, dopo i preamboli
diremmo che sia ora di combattere»
il biondo scoppiò a ridere «Era ora. Siete
divertenti, voi umani. Ma come forza mi sembrate piuttosto…
come
dire..?!»
«Scarse?!»
Il vampiro le sorrise alle parole della farfalla
«Esattamente»
Mew Mint si voltò verso Mew Yuri con sguardo assassino
«Pardon» si scusò
quest’ultima, sorridendo
debolmente.
«Eppure credevo che l’arrivo di una nuova Mew Mew
nella
squadra ci avrebbe reso le cose difficili» il ragazzo
sospirò, facendo spallucce «In due sulla terra per
niente»
«Ci?» Mew Mint preparò il suo attacco
verso Angel «Che vuoi dire?»
«Beh, che mio fratello si sta occupando della vostra
leader»
a quelle parole tutte rimasero a bocca aperta
«Mew Ichigo?!» Mew Yuri si infuriò e
preparò il suo
attacco «Maledetto!»
questi sorrise «Finalmente si fa sul
serio…»
Mew Ichigo rimase paralizzata davanti a quello strano individuo,
indietreggiando verso un grande abete «Chi sei?»
«Mi sembra di avertelo detto, no?» l'uomo
presentatolesi come Damon, si avvicinò a lei
con un ghigno «Sono il tuo peggiore incubo»
«Strawberry
Bell!» la Mew gatta prese la sua arma e
si preparò all’attacco «Ribbon...»
ma colui che si definiva un vampiro, glielo impedì,
gettandole addosso una sfera di
energia oscura che la spinse all’abete.
Non riusciva più a muoversi! Come mai mi sento
così debole per un solo attacco?!
«Beh, perché la mia sfera di energia indebolisce
chi viene
colpito» le rispose l'uomo, con un ghigno «e rende
me più forte»
la Mew gatto deglutì: come faceva a conoscere i suoi
pensieri?!
«Leggo nella mente» le rispose nuovamente lui
«Facile no?! Altro che quegli stupidi alieni da quattro
soldi. Non sono neanche riusciti a proteggere Deep Blue-Sama per dargli
tempo di assorbire interamente quello stupido DNA umano.»
A quelle parole, la ragazza sbiancò.
Masaya! Maledizione...
devo escogitare qualcosa!
«è tutto inutile, Mew Ichigo» le
parlò sopra, lui.
«Smettila di
leggermi nella mente!» gli urlò la
gatta,
stringendo i pugni «Sai
che significa Privacy?!»
E perché dovrei smetterla?
La voce di Damon era nella sua testa, ed era come se ogni parola
equivalesse ad una pugnalata
«Smettila!!!»
la ragazza cadde a terra, mantenendosi il capo
dolorante «Basta!»
Egli sogghignò, avvicinandosi pericolosamente a lei.
«Ribbon Air!» Mew Yuri gettava attacchi ad
occhi chiusi e mai una
volta che
avesse preso Angel. Quasi sempre aveva quasi preso le sue compagne, le
quali
scansavano gli attacchi a stento
«Fatemela
uccidere!» Mew Retasu trattenne per l'ennesima
volta una, giustamente, furiosa, Mew Mint «Calmati, Mew
Mint»
«Per voi è la fine!» l'uomo
gettò una nuova sfera
di energia oscura sulle Mew Mew
«Ribbon Air!» ma fortunatamente Mew Yuri, stavolta,
riuscì a tirargliela dietro, colpendolo alla spalla
«Maledizione!» Angel cadde a terra, mantenendosi la
spalla sanguinante
«Scusa!»
Mew Yuri quasi era mortificata per aver ferito per la prima volta in
vita sua, qualcuno «Non…» ma si
bloccò per un’ istante e lo
osservò attentamente «Aspetta: i
vampiri perdono sangue?!»
il biondo sogghignò «Non finisce qui!»
detto ciò, svanì nel nulla.
«C’è l’ho fatta!»
esultò la farfalla, abbracciando Mew Pudding.
«Brava Yuri! Ed io che credevo di essere l’unica
pazza»
esultò quest’ultima
«Infatti!»
«Non vorrei interrompere questa scena toccante»
le
interruppe la lorichetto, avvicinandosi a loro
«Dovremmo correre da Mew Ichigo» ricordò
Mew Zakuro con ansia nella voce
«Era corsa da Masaya-San, quindi non dev’essere
molto lontana»
s’intromise Mew Retasu con ancor più evidente
preoccupazione per la loro leader e migliore amica.
Mew Yuri si scansò da Mew Pudding
«Giusto!» come aveva solo potuto minimamente
dimenticare per un attimo, sua cugina?!
«Muoviamoci!»
Le cinque Mew Mew corsero alla ricerca della loro amica.
Damon era chino su Mew Ichigo. La leader delle Mew Mew non era in grado
di muoversi e lui sembrava proprio
pronto a morderla.
Sogghignò mentre le toglieva il collare dell’abito
Mew.
No... Pensò
lei, non riuscendo neanche a parlare.
«Tranquilla, non sentirai niente…» le
sussurrò,
mentre poggiava dolcemente le labbra sul suo collo. Dischiuse le labbra
e infilzò i canini nella sua carne.
L’urlo della ragazza riecheggiò nel parco.
Voleva staccarsi da quel mostro ma era tutto inutile e lei era troppo
debole.
Ormai era la fine. Damon stava succhiando il suo sangue e niente e
nessuno l’avrebbe fermato
Masaya... come vorrei
che fossi qui…
il vampiro trasalì appena, mentre le tenebre assalivano
la Mew gatta.
Ichigo riaprì gli occhi lentamente e il primo volto che
vide fu quello del suo amato Masaya Aoyama.
«M- Masaya?!» riuscì a farfugliare con
un fil di voce
«Non
sforzarti» le disse lui, mettendole dolcemente un dito sulle
labbra «Va
tutto bene, piccola mia»
«Damon…» Momomiya si guardò
intorno e si rese
conto di essere in camera di Ryo.
Era al Café Mew Mew, quindi...
«Le ragazze ti hanno trovata priva di sensi e che perdevi
sangue» Aoyama strinse i pugni e i denti, voltando appena lo
sguardo altrove «Non ho potuto fare niente» se solo
avesse potuto trasformarsi nuovamente in Ao no Kishi
«No!» la ragazza si voltò verso di lui
come se avesse capito i suoi pensieri, ma sentì
una fitta al collo. D'istinto lo toccò, notando che questi
era fasciato. Ma al momento non era importante «Non
è colpa tua, Masaya» gli occhi le divennero appena
lucidi, mentre prendeva le sue mani «se tu ti trasformassi
nuovamente in Ao no Kishi, chi ci assicura che non torni anche Deep
Blue?! Io non voglio perderti ancora...»
«Ichigo...» il moro le accarezzò
dolcemente il volto «non accadrà... te lo
prometto...»
«Ehm… non vorrei interrompere questa scena
così
romantica ma: io sono qui!»
Ichigo guardò in direzione della porta, notando Ryo
appoggiato ad essa.
Divenne così rossa dall’imbarazzo che le
spuntarono le orecchie e la coda da gatto «E tu che vuoi?!»
sbraitò. Ormai non era più abituata a
quell'improvvisa trasformazione in gatto anche senza diventare Mew
Ichigo
«Ti ricordo che sei in camera mia» Shirogane
indicò il comodino
posto vicino al letto.
Momomiya notò la foto che ritraeva la famiglia Shirogane e
subito ripensò al passato di Ryo
«Scusami» stranamente però,
notò una stranezza
nella foto «Tua madre… era in attesa?»
Ryo voltò le spalle «Non sono affari che ti
riguardano» stava per uscire dalla stanza ma urtò
Yuri che stava per entrare e vedere come stesse sua cugina
«E guarda dove vai!» esclamò,
stranamente furioso.
«Ehi!» Yuri guardò nella stanza e
notò Masaya
accanto ad Ichigo «Ma allora è una fissa la tua:
li interrompi sempre?!» disse,
incrociando le braccia al petto «Lei è col suo
ama- ehi lasciami!»
il biondo la prese per il braccio e la trascinò fuori dalla
stanza «Proprio con te volevo parlare!» disse con
aria seria «Mi hanno detto cosa
hai fatto col nemico…»
la bruna sbuffò «Almeno lui è
stato gentile con me!»
Shirogane ghignò «Solo un non umano poteva
esserlo»
«Sei cattivo!» Yuri cercò inutilmente di
liberarsi dalla presa del ragazzo che la stava trascinando al piano
inferiore «Ehi! Lasciamiii!!!»
Ichigo scoppiò a ridere, mentre le voci diventavano
sempre più lontane «Quei
due andranno d'accordo» si voltò verso Masaya ma
notò che stranamente
osservava con attenzione la foto che ritraeva Ryo e la sua famiglia
«Masaya?!»
il ragazzo sembrò tornare alla realtà solo in
quel momento «Eh?»
la rossa inarcò un sopracciglio «Stai
bene?»
Masaya scosse il capo «No,
niente…» sorrise. Eppure mi sembrava che...
si avvicinò a lei con un sorrisetto sghembo
«Dov’eravamo rimasti?» Ichigo sorrise,
arrossendo appena e lui continuò «Ah si: ti stavo
per baciare»
la ragazza gli gettò le braccia al collo e lo
attirò
dolcemente a se.
Oo Angolino dell'Autrice oO
E
rieccoci quiiiiiiiiiiiiiii! ^^
Allora, gente? Che ve ne
pare? Grazie a tutti quelli che ci seguono, commentando o leggendo
soltanto.
MikuChan - Sabrina - si sente estremamente soddisfatta QvQ ho inventato
una nuova mew mew e una nuova arma compresa d'attacco fhrfhnbjbgkesbgk
<3
Un
grande bacio a tutti <3
MikuChan
e
Alessandra
|
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Capitolo 5 *** Gli orecchini ***
5°
-
Gli orecchini -
«Vorrei che li
tenessi tu» Masaya porse un cofanetto di stoffa blu ad Ichigo
«è tutto ciò che ho
della mia vera madre»
Erano seduti nel retro del Cafè Mew Mew, come avevano
abitudine fare ormai da anni.
La ragazza aprì il cofanetto e dentro vi ci trovò
un paio di orecchini di Swarovski a forma di cuore
«Porteranno fortuna, vedrai» continuò
lui, sorridendo dolcemente «al momento sembra che non possa
fare altro, senza alcun potere per contrastare il nemico»
«Masaya...» ella era stupita per
quell’improvviso regalo, ma
ne era estremamente felice. Il suo amato una volta le aveva raccontato
che i suoi veri genitori lo avevano abbandonato in un orfanotrofio con
un solo dono in loro ricordo - il quale, ovviamente, era andato con lui
anche dopo essere stato adottato dalla famiglia Aoyama -, ma lei non
aveva mai saputo cosa esso fosse, né tantomeno era a
conoscenza del motivo per il quale questi avessero abbandonato il loro
bambino. Chissà se Masaya se lo chiedeva oppure no. Aveva
avuto una vita così difficile: prima era stato abbandonato,
poi adottato ed infine aveva scoperto di essere l'anima reincarnata di
un mostro «Io…»
«Ichyyyyyy!!!»
la voce in lontananza di Yuri, però, interruppe la magia di
quel
momento. Ma chi gliel'aveva mandata quella piaga?!
Momomiya trattenne il nervosismo e bofonchiò: «Io
la ucciderò un giorno»
Aoyama scoppiò a ridere, scuotendo il capo
«è un tipino... particolare» fece,
cercando di non essere offensivo. Anche ad un tipo pacifista come lui,
quella ragazza era capace di far saltare i nervi «ormai mi ci
sto abituando, dai»
«Non mentire con me, amore. Non devi trattenerti»
rise lei e lui la seguì a ruota. Si alzarono insieme dalla
panchina sulla quale erano seduti e la rossa
si schiarì la voce «Senti,
Masaya…» iniziò, arrossendo appena.
Lo guardò nel profondo dei suoi occhi, sempre
così dolci e che stranamente le ricordavano sempre di
più lui, dal giorno che lo aveva
incontrato non riusciva a non pensarci.
Scosse il capo ed inclinò leggermente la testa a sinistra
«Che ne dici di venire a cena da me, stasera?»
«Stasera?!» ripetè lui, pensieroso.
«Sempre che per te non sia un problema, ovvio» ella
arrossì ancora.
«No,
per me non ci sono problemi» il moro le sfiorò il
viso e sorrise ancora. In effetti un giorno di studio poteva anche
saltarlo «Sai che starei
con te il più possibile, piccola»
scoppiò a ridere e continuò
«è vero che tuo padre ormai è abituato
alla mia
presenza, ma…»
«Saremo soli!» esclamò lei
d’un fiato, il volto ancor più in
fiamme.
Masaya sorrise maliziosamente «Beh, allora questo cambia le
cose…» avvicinò il suo volto a quello
di
lei per baciarla… ma nuovamente Yuri urlò
«Ichigo! Quel
rompiballe di Ryo ha detto che devi rientrare! Tra poco apriamo!»
i due innamorati sospirarono rassegnati all’idea di non poter
stare tranquilli quella mattina. La cugina della rossa,
continuò:
«Devo venire
io?!»
Ichigo strinse i pugni, furiosa «Devo
andare» stava per voltarsi ed andarsene ma Masaya
l’afferrò per il
braccio, attirandola a sé e catturando le sue labbra rosse
come le
fragole in un bacio passionale.
Sorrise «Si. Ci vediamo stasera»
Ichigo Momomiya rientrò al Cafè. Avrebbe voluto
uccidere Yuri
ma in quel momento aveva cose più importanti a cui pensare.
L'afferrò, appena avuta a tiro, e la trascinò nel
camerino con lei
«Ma io sono già pronta!» le disse Akai
con fare stupito «Che c'è?!»
«Lo so!» la rossa prese la sua divisa
dall’armadietto rosa ed
iniziò a cambiarsi «Senti…»
si schiarì la voce con fare imbarazzato «Ma
stasera… c’è qualcuno a casa?»
«Perché questa domanda?» le chiese Yuri
a sopracciglia inarcate, incrociando le
braccia al petto per poi fare uno sguardo malizioso
«Oh. Non mi dirai che tu e Masaya...»
«Ma che ti
salta in mente?!» urlò la gatta,
facendo uscire coda ed orecchie per l'imbarazzo eccessivo
«Se, se!» Akai sventolò una mano e
scoppiò a ridere alla reazione della cugina: aveva
forse fatto bingo?! «Comunque, no. Non
c’è nessuno a casa: io stasera
esco e gli zii portano Sasuke al parco giochi e poi a mangiare a quella
schifezza del Mc»
«Bene!» esclamò la rossa, stranamente
entusiasta. Si accorse della sua euforia evidente e tornò
seria «Voglio dire: perché nemmeno io ci
sarò
e…»
«Si, si, ok, ho capito» Yuri si portò
una mano alla bocca,
trattenendo una risata
«Smettila!»
Momomiya terminò di prepararsi ed aprì il
cofanetto di
stoffa blu con dentro
gli orecchini che le aveva regalato Masaya quella mattina e
iniziò ad indossarli
«Che belli!» Yuri corse a guardarli, attendendo che
Ichigo terminasse di prepararsi per il lavoro «Allora
ciò
che avevo sempre intuito è vero»
«Cosa?» le chiese la cugina stupita da quelle
parole, concludendo finalmente di indossare la divisa
«Te li ha regalati Masaya, no?!» fece Akai con fare
ovvio
«Si! E allora?» inarcò un sopracciglio
l'altra.
la farfalla fece spallucce «Come ho sempre sospettato: Masaya
è pieno di
soldi! Non potrebbe mai fare un regalo simile altrimenti»
Ichigo si portò una mano alla fronte, esasperata. Non ce la
faceva davvero più. E lei che si aspettava
un'estate tranquilla.
Il
locale era già pieno zeppo di clienti e Ryo, quando vide
presentarsi
le due cugine sul posto di lavoro, si avvicinò ad una in
particolare «Finalmente ti sei degnata di venire»
portò le braccia al
petto «A causa di quell' Aoyama sei sempre in
ritardo»
«Dato che la cosa non mi riguarda: io vado a
lavorare» Yuri
se la svignò, lasciando soli Shirogane e sua cugina
«Per una volta tanto! Masaya è super impegnato
ultimamente»
sbuffò la rossa, voltando lo sguardo altrove
«Non sono affari miei. Il signorino può essere
impegnato
quanto gli pare, ma tu nei giorni di lavoro devi essere qui e
puntuale!»
«Ma
quante storie improvvise fai!» Ichigo stava per raggiungere
un
tavolo con dei clienti ma nel voltarsi, i suoi capelli si
portarono indietro, mostrano gli orecchini
«E quelli?» Ryo l’afferrò con
uno sguardo
meravigliato: come faceva lei ad averli?! «Come,
cioè… quegli orecchini…»
«Me li ha regalati Masaya!» la rossa si
liberò dalla presa del
biondo, infastidita ancora di più «Ora scusa, ma
devo lavorare»
Shirogane la guardò allontanarsi sempre più
meravigliato. Quegli orecchini erano un
esemplare unico,
fatto appositamente per una sola donna. Perché, allora, ce
li aveva Ichigo?! Si chiedeva.
E come faceva Masaya ad averli, prima di lei?!
Forse si stava impressionando ma doveva saperne di più!
Con le sue doti da genio,
quel pomeriggio, Ryo era entrato in casa Momomiya, grazie alle chiavi
che aveva sottratto di nascosto a Yuri, quella mattina al
Cafè Mew Mew.
Si diresse in camera di Ichigo, iniziando a frugare tra le varie
cose della stanza.
Era
convinto che, dopo il lavoro, Momomiya fosse rientrata a casa e
avesse riposto i preziosi orecchini da qualche parte, perché
tenerli
per tutta la giornata poteva rovinarli, essendo così
delicati.
O
almeno sperava che lei fosse così intelligente da avere
abbastanza cura
di un simile oggetto, dopotutto anche la donna che li aveva indossati
in precedenza ne aveva una simile cura e non li portava mai per una
giornata intera.
Sorrise: ma infondo le due erano troppo differenti, però
perché
non tentare ugualmente di trovarli?!
Era in cerca dell’oggetto misterioso, quando ad un certo
punto sentì la porta alle sue spalle aprirsi
«Cosa-diavolo-stai-facendo-qui?!?»
urlò, sibilando, una Yuri sulla porta «Pervertito! Frugavi nei cassetti
di una ragazza!»
«Ma- ma… non è come pensi..!»
cercò di spiegare il biondo, cercando di cambiare discorso
«Comunque: potrei farti la stessa domanda»
ovviamente no, ma doveva trovare una scusa.
Akai socchiuse appena le palpebre, incrociando le braccia al petto
«Per ora abito anch’io in questa casa, quindi la
mia presenza
è giustificata»
Shirogane deglutì «Ma tu non dovevi
uscire?»
«E tu che ne sai?» la ragazza iniziò a
massaggiarsi il
mento, sospettosa «Ho perso le mie chiavi, oppure qualcuno
me le ha sottratte di nascosto, per poi ritrovarsi in questa
casa…» ne dedusse con un improvviso intelletto
«Tu ne sai qualcosa,
Ryo?»
questi deglutì a fatica «Io?!»
voleva aggiungere qualcosa, ma
una voce
proveniente dall’ingresso li interruppe
«Vieni, entra pure Masaya. Non c’è
nessuno»
Yuri
si accorse che in quel momento Ryo si irrigidì,
evidentemente
preoccupato per ciò che sarebbe accaduto se Ichigo lo
avesse
trovato lì… o peggio ancora, per ciò
che sarebbe accaduto tra i due
innamorati.
Se erano venuti a casa, sapendo che sarebbero stati soli… un
motivo c’era.
Le voci si stavano avvicinando, cosa fare?! Ormai era troppo tardi per
uscire da quella stanza. La bruna prese in mano la situazione e
trascinò il biondo con sé nell'armadio
a muro.
La porta della stanza si aprì e vi entrarono dei Masaya ed
Ichigo ridenti.
Il
moro si sedette sul letto, mentre la rossa si aggirò per la
stanza,
intenta a togliersi i vari gioielli, tra cui gli orecchini che cercava
Ryo Shirogane.
Maledetta, ce li aveva
lei… pensò il biondo,
sospirando leggermente.
Lui e Yuri, dall’armadio, assistevano alla scena tra le
fessure della porta. Akai si dispose alle spalle dell’armadio
e siccome lo spazio
era poco, era costretta a restare contro il petto del biondo.
Erano entrambi imbarazzati e cercavano di non guardarsi.
Non si sentiva più nessuna conversazione tra Momomiya e
Aoyama, solo improvvisi sospiri e qualcuno che ansimava.
La Mew farfalla si alzò sulle punte per sussurrare
all’orecchio di Ryo «Beh, dev’essere
molto traumatico, per te, sentire la persona
che ami… beh, farsi le coccole con il
suo ragazzo» nonostante stesse alle spalle
dell’armadio, chiuse gli occhi «Non voglio
vedereee»
«Lo dici a me?!?!» Shirogane
sussurrò, piuttosto alterato. Ma chi diavolo me l'ha fatto
fare, dico io!? Yuri sospirò e lui
continuò «Ci sarà un modo per distarsi
o scappare da questa situazione»
«Siamo in un armadio, in una stanza
dove…» la bruna si
bloccò un’istante «Ok, sappiamo cosa sta
accadendo. Tu come pensi di distrarti?! Idiota!»
«Semplice…» lui si avvicinò a
lei e senza un perché, la baciò.
Akai, stupita, si appoggiò sulla maniglia
dell’armadio,
col risultato di
aprirla e di cadere quasi a terra, ma per evitare ciò, si
aggrappò alla
camicia di Ryo strappandogliela, il quale cadde poi su di lei in
posizione equivoca.
Lo spettacolo che avevano davanti era proprio quello che avevano
immaginato: Masaya
era a torso nudo e col respiro leggermente affannato e Ichigo,
invece, era sopra di lui, anch’essa senza
maglietta e con le labbra rosse come le fragole e il respiro ansante.
All’inizio la sua espressione fu sorpresa: cosa ci facevano
sua cugina e Ryo, tra l’altro mezzo nudo, nel suo armadio?!
Poi si infuriò: come avevano osato spiarli ed interromperli,
così?!
Si coprì il petto con la maglia, presa da terra, alzandosi
dal corpo del moro.
Masaya sospirò, sedendosi sul letto. D'accordo: quello era
davvero troppo!
Yuri coprì gli occhi azzurri del biondo «Non
guardarla! Abbi rispetto per il suo ragazzo!»
«E perchè dovrei?!» alla
risposta di Ryo, Masaya afferrò un cuscino dal letto con
l’evidente
intenzione di buttarglielo in faccia, tanto per non essere violento.
Ichigo
però, lo bloccò.
Aprì bocca, ma la cugina la bloccò
«Prima
di urlare il mio nome…» gettò Shirogane
a terra «Fammi spiegare! Abbiamo
interrotto qualcosa?! Si?! Ok! Allora noi andiamo!» prese la
mano del
ragazzo, alzandolo frettolosamente da terra e trascinandolo fuori dalla
stanza con sé.
In quel momento, Momomoya urlò: «Yuriiiiiii!!!»
Akai, affannata per la corsa spaventata, condusse il ragazzo in camera
sua.
Ryo si sistemò la camicia bianca, per poi dare
un’occhiata veloce alla ragazza «Se volevi sesso da
me, non c’era bisogno di strapparmi la
camicia di dosso» sorrise malizioso e la bruna
soffocò un’esclamazione furente
«Ma- ma… se mi hai baciata!» lo
puntò con un dito accusatorio.
«Dovevo distrarmi!» si limitò a
risponderle lui, noncurante e facendo spallucce.
Yuri lo fulminò con lo sguardo per poi mutare il suo volto
in espressione neutra «Hai
ragione: dovevi distrarti!» iniziò
«L’amore della tua vita, di cui sei
ossessionato, era in camera con un altro ragazzo e di certo non avevano
intenzione di giocare a carte. Devi andare avanti Ryo Shirogane! Ci
sono tanti
pesci nel mare! Ad esempio, se non vuoi mettere muso fuori dal tuo
territorio, ci sono: Zakuro, simile a te; Retasu, solo lei potrebbe
sopportare uno rompi come te; non dico Pudding perché
è una mocciosa e
nemmeno Mint che è troppo cretina e snob. Anzi, no. Aspetta!
Forse insieme, voi due,
siete perfetti!» continuò a parlare a
mitraglietta, arrabbiata per quella risposta da uomo superficiale. Lei
odiava i tipi così! «Comunque,
chiunque in questa città, tranne Ichigo che non
sarà mai tua! Lei
ama Masaya Aoyama, hai presente?! Alto, moro, carino e gentile.
Ecco! Lui!
Quindi fine, the end, caput…» avrebbe continuato
all’infinito con le sue parole ma il biondo la
bloccò, attirandola a
se con
forza per poi baciarla nuovamente.
Quando si staccarono, erano entrambi senza parole e Ryo aveva uno
strano sorrisino stampato sul volto. Yuri lo fissò
palesemente turbata ma doveva fare di tutto
per non darlo a vedere.
«Questo è… è… un
altro modo
per distrarti?!»
lui sogghignò «No. Questo era un modo per farti
zittire»
«Inventatene un’altra, perché se quello
è baciare…» portò le braccia
al petto, cercando di calmare quello strano batticuore nel petto e quei
nervi ben palesi «io sono bionda naturale»
«Che cosa?!» egli rise divertito dalle parole della
ragazza «Io non
saprei baciare?!» il sorriso si allungò
«Vuoi forse dirmi che potresti insegnarmi tu?!»
la farfalla sospirò «Si. Ti
faccio vedere io come si bacia…» lo
afferrò
per il colletto della
camicia e lo attirò a sé, baciandolo
appassionatamente.
Oo
Angolino dell'Autrice oO
Ed
eccoci qui con un altro cap ^_^ che ve ne pare? Eheh è un
po'
malizioso come capitolo ma oggi le nostre menti erano
malate. Immaginateci; eravamo in camera mia a vedere i miei adesivi
delle Mew Mew e Ale ha urlato “Che idea che ho
ihihih” ed io “Maliziosa
ihihih grande!”
Ahahahahah.
Comunque,
ringraziamo
tutti quelli che continuano a seguirci, commentando o leggendo
solamente.
Grazie
di cuore.
Ora
mettiamo
subito il cap 6 XD contenti?
MikuChan
& Ale
|
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Capitolo 6 *** Veleno ***
6°
-
Veleno -
Il sole era
alto in cielo e il vento le scompigliava i capelli.
Si sentiva stranamente debole.
Era
china sul prato del retro del Cafè Mew Mew: era il suo
giorno
libero, ma
quel dì, quel posto era l’unico luogo dove voleva
stare: dove
si incontrava sempre con Masaya.
Lui però non c’era, non era libero.
Era
impegnato con lo studio e quella mattina avrebbe fatto visita
all’Università più prestigiosa di
Tokyo, quella che gli avrebbe
permesso di realizzare il sogno.
Sospirò.
Lei per fortuna non aveva difficoltà nello studio. Se
pensava agli anni precedenti, le veniva da ridere. Con Aoyama come
maestro, il suo apprendimento scolastico era migliorato.
Non sapeva ancora se avrebbe frequentato
un’Università. Ma forse no.
Istintivamente ripensò all’ultima volta che era
stata in compagnia di Masaya e il rossore le coprì le gote.
Maledetta Yuri!
Sul prato c’erano delle margherite e per distrarsi ne prese
una, iniziando a spogliarla «M’ama, non
m’ama…» sorrise: non era
certo un fiore a doverglielo dire. Lei e il suo amato ne avevano
passate così tante insieme, che ormai non c'era neanche
più bisogno di chiedersi se si amassero o meno.
Si toccò la fronte: iniziava a farle male la testa.
«Non mi dire che ti servono questi giochetti per accertarti
del’amore del ragazzo che ami»
Alzò di poco lo sguardo. Dapprima
notò degli stivali in pelle nera, alzò ancora di
più lo sguardo e si
paralizzò nel vedere la persona che aveva davanti agli occhi
«Damon?!»
Questi le sorrise «Ricordi il mio nome,
allora…»
Ichigo voltò lo sguardo, indifferente, o almeno cercava
di esserlo «Che vuoi?» prese un’altra
margherita, spogliando anche
quella, pronta a trasformarsi «Combattere?!»
«Niente di ciò che credi, almeno adesso»
egli si chinò su di lei, sfiorandole il collo con le dita.
La ragazza trasalì: era gelido. «Ti ho lasciato un
ricordino» ricalcò la cicatrice procurata
dal suo morso, sogghignando appena «Beh, però il
mio
scopo era un altro»
«Non toccarmi!» la rossa lo scansò.
Stava per alzarsi ma ebbe un mancamento d Damon le afferrò
il
braccio destro, attirandola a sé.
Il capo schiacciato nel suo petto.
Il cuore iniziò a batterle forte: era rossa in volto
e non riusciva a muoversi.
Cosa le accadeva?! Quella sensazione le era così familiare.
Chiuse gli occhi.
Com’era strano non ascoltare il battito del cuore di un
vampiro.
Sentì due dita gelide sotto il mento. Lui le
accarezzò il viso, sorridendole.
Aveva un sorriso bellissimo, uno sguardo magnetico e profondo, strano
come glielo ricordasse.
Oh mio Dio... si sentiva come in trance.
Il vampiro mostrò i canini, avvicinandosi al volto di lei,
la quale voleva scansarsi pian piano che le si avvicinava, ma allo
stesso tempo
non ci riusciva. Era come se fosse manovrata e non poteva opporre
resistenza. La sua volontà non contava ed ebbe conferma che
egli stesse usando
l’ipnosi su di lei.
Le sue labbra erano in procinto di toccare quelle di lei ma una voce
fece tornare Ichigo in sé.
«Ichigo!»
Ryo corse verso di lei, affannato per la corsa «Lasciala stare!»
Damon sogghignò, rivolgendosi a lei «Ci
rivedremo» detto ciò scomparve, lasciando libera
la rossa
«Ichigo!» il biondo si avvicinò a lei,
prendendola per
le spalle e voltandola verso di lui «Ichigo! Stai
bene?»
la ragazza aveva uno sguardo assente ma riuscì a
riconoscerlo «Ryo..?!» non riuscì a dire
altro che perse i sensi
tra le braccia del ragazzo.
Si sentiva male, veramente troppo male.
«Ichigo!!!»
Shirogane portò la ragazza all’interno del
Cafè Mew Mew, richiudendosi la porta dell'entrata di
servizio, alle spalle
«Ryo,
ho aggiornato il database di Mash e…» Keiichiro,
vedendolo con Momomiya
tra le braccia priva di sensi, lasciò cadere il robottino
dalle mani
«Cos'è
accaduto?» urlò,
raggiungendolo.
Mash volò da loro, preoccupato per la sua padrona.
«Il nuovo nemico, il vampiro moro l’ha aggredita
e…» il biondo strinse i pugni
«Keiichiro... non si sveglia...»
Il bruno, dopo vari controlli che non portarono a nulla, convinse Ryo
che la cosa migliore da fare, o almeno l'ultima che rimaneva loro, era
portare la ragazza all’ospedale.
Per qualsiasi cosa, avrebbero trovato una scusa o una soluzione.
Arrivati lì, come Akasaka sospettava, il medico di
turno ricoverò con urgenza la Mew gatta.
Ryo e Keiichiro attendevano in sala d’attesa, senza avere
informazioni ormai da troppi quarti d'ora. Il bruno si
allontanò per avvisare le amiche della ragazza mentre
Shirogane attendeva impaziente con la testa sulle gambe
«Maledizione! Maledizione!» imprecava tra
sé e sé, stringendo gli occhi fino a farne due
fessure «Se fossi
arrivato prima» portò una mano nei capelli.
Ichigo... non voglio
perderti...
Qualche minuto dopo - tempo di un paio di chiamate - Akasaka
tornò da lui «Ho avvisato le ragazze. Ci
penserà Yuri a dare la notizia
agli zii» il biondo annuì soltanto e l'amico di
sempre, continuò «Volevo avvisare anche
Masaya… ma non ho il suo numero»
Ryo sogghignò, alzando lo sguardo su di lui con fare ovvio
«Certo non ce l’ho io»
Il medico uscì dalla stanza dov’era stata
ricoverata la Momomiya: il volto serio e la mascella contratta.
«Dottore!» il biondo si alzò di scatto
dalla sedia, avvicinandosi ad egli con il bruno dal lungo codino
«Come sta?»
Questi lo sguardò serio in volto «Lei è
un famigliare?» chiese com'era da regolamento.
Ryo guardò prima Keiichiro e poi il medico, prima di
rispondere con espressione ancor più seria dell'uomo col
camice bianco «Sono il suo ragazzo»
Akasaka lo guardò con fare torvo ma poi sorrise: infondo,
non c'era altro da fare per avere informazioni, nonostante l'avessero
portata loro in ospedale.
«Allora venga con me» il dottore si
allontanò, facendogli cenno di seguirlo.
Shirogane si accomodò nello studio dell'uomo che aveva
visitato Ichigo, quando vi furono arrivati.
Questi gli si sedette di fronte, su una grande sedia girevole
«Voglio
essere franco con lei» iniziò, poggiando i gomiti
sulla
scrivania e portando le mani alla bocca in un pugno «La
signorina
Momomiya… è in coma»
Il biondo trasalì, sbiancando di terrore come solo due volte
gli era capitato: quando i suoi erano morti in quell'incendio, e quando
Ichigo era morta la prima volta nella battaglia contro Deep Blue
«Coma?!»
«Abbiamo riscontrato un’infezione nel sangue della
ragazza. Una specie di veleno estraneo che non riusciamo ad
identificare. Non abbiamo mai riscontrato una simile infenzione nel
sangue, ma di certo posso affermarle che non è una cosa
normale» continuò «In
tutta la storia della medicina non abbiamo mai trovato un problema
simile, come le ho detto...» sospirò «Ma
ciò che ci
preoccupa ulteriormente… è che sembra
che il veleno sia penetrato dalla strana ferita che la signorina ha sul
collo. Sembra rimarginata, ma mi chiedo come si sia procurata quel
taglio.»
«Keiichiro-San!»
Zakuro, Mint, Retasu, Pudding e Yuri lo raggiunsero in sala
d’attesa, arrivate finalmente in ospedale
«Come sta?» chiese Yuri preoccupata
Akasaka scosse il capo «Ryo è dentro a parlare col
medico»
«Com’è successo?» Retasu aveva
gli occhi lucidi, mentre si portava una mano alla bocca.
«Ryo dice che è stato un nemico»
spiegò il bruno «Un ragazzo moro, uno dei vampiri
che avete combattuto»
«Damon?!« Mint sgranò gli occhi
stupefatta. Come avevano potuto non percepire che Ichigo stesse nei
guai?!
«Ma che voleva da lei?» Zakuro rispose alla domanda
di Pudding «Ucciderla: ovvio»
«Avete avvisato i suoi genitori?» Keiichiro
cambiò discorso.
Akai scosse il capo, sospirando «Meglio di no. O almeno, non
ancora»
«Yuri, non è una cosa su cui scherzare»
la
rimproverò Fujiwara, scuotendo il capo «Non
sappiamo cosa le abbia fatto Damon. Ma è giusto che o suoi
genitori sappiano almeno che lei sta male»
«Forse ha ragione, Zakuro» Akasaka
appoggiò la bruna «Meglio risolvere le cose da
soli: come spiegheremmo un qualcosa di anomalo, se ci fosse, ai coniugi
Momomoya?!»
«E come spiegheremo la sua assenza?» fece notare
Mint, portando le
braccia al petto con un sospiro
«Diremo che siamo fuori città per una gita tra
amici»
propose Retasu, sorridendo debolmente «Infondo è
già accaduto»
«Infatti già sanno della villa al mare di Ryo,
dove
abbiamo passato dei giorni anni fa» ricordò
Pudding, annuendo «Allora è deciso. Yuri li avvisi
tu?»
questa annuì, quando la verde fece una domanda ovvia
«Ma, Masaya-kun?!» si guardò intorno,
stupita di non vederlo
«Non abbiamo il suo numero» sospirò
Keiichiro, sedendosi nuovamente
«Però lui dovrebbe sentire che Ichigo sta
male!» Pudding si
sedette anch'ella su una delle sedie della sala d’attesa
«Non ha più poteri, Pudding» Midorikawa
le mise una mano sulla
spalla, sedendosi accanto a lei.
Akai aveva gli occhi improvvisamente lucidi «Già!
Ichy mi ha raccontato un pò di cose, in questi
giorni...»
Shirogane li raggiunse molti minuti dopo, finalmente, colpendo il muro
con un pugno furioso per poi spiegare tutto alle ragazze e a Keiichiro.
Strawberry era in coma e tutto a causa di un veleno infettatole da un
morso di Damon, da ciò che aveva capito. Ovviamente col
medico aveva trovato una scusa per quella ferita.
Doveva affrettarsi a trovare una cura o, da come aveva parlato anche il
dottore, per lei sarebbe stata la fine.
Il dottore che aveva in cura Momomiya, vietò le visite -
almeno per quella giornata - e
costrinse i ragazzi ad andare via.
Akasaka continuava ad osservare Ryo perplesso: di certo non aveva agito
in quel modo solo per accertarsi delle condizioni di salute di Ichigo.
Lui sapeva bene cosa provasse il suo migliore amico per la ragazza dai
capelli rossi, nonostante non lo avesse mai ammesso apertamente a
nessuno.
Intanto Yuri continuava a pensare solo ad una cosa: doveva avvisare
Masaya… a tutti i costi.
Oo
Angolino dell'Autrice oO
Come
avrete capito,
oggi avevamo molta voglia di aggiornare eheh XD sto capitolo
è
più serio ma speriamo piaccia lo stesso.
Le
cose si fanno
più pericolose ihihih.
Aggiorneremo
il
prossimo cap il prima possibile.
Grazie
ancora a tutti
quelli che commentano o leggono solamente:
ECA90: Ehhe
tesoro il mistero si infittisce di più XD grazie
x continuare a seguirci, Kiss. By Sabry E Ale
eyes_on_fire:
Grazie
tesoroooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Kiss alla prossima. By Sabry E Ale
Fuuma:
Amoreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
che bello averti qui *_* Beh si, essendo una fan accanita del nostro
amatissimo Mark nn posso farlo scemo come fanno tutti no? XD Grz sn
contenta che la ff ti piaccia, spero di trovarti anche nei prossimi
cap. Un bacioneeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!! Alla prossima! By Sabry
Grazie
anke a chi ha
messo la FanFiction nei preferiti e nei seguiti, grazie mille!
MikuChan
&
Ale
|
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Capitolo 7 *** Infondo, ti avevo promesso che sarei tornato ***
7° - Infondo, ti avevo
promesso
che sarei tornato -
«Ichigo!»
Un Masaya affannato corse per i corridoi del silenzioso ospedale,
nonostante sapesse bene che fosse vietato procurare anche un minimo
fastidio in quel luogo che doveva essere un posto di riposo e pace per
i malati che vi si trovavano per essere curati o per vivere i loro
ultimi istanti di vita – chi per qualche malattia che il
destino crudele gli aveva riservato, chi per una vecchiaia ormai
arrivata ad un’età avanzata -. Lui,
però, in quel momento se ne infischiava di ogni sorta
possibile di regolamento: finalmente Yuri Akai era riuscita a
contattarlo – dopo aver inventato una scusa con gli zii per
spiegare la scomparsa della figlia da casa per qualche giorno (dicendo
che anche lei vi si trovava insieme a Momomiya quando in
realtà avrebbe alloggiato per un po’ al
Cafè Mew Mew) -. Fortunatamente Sakura, quando lei gli aveva
chiesto il numero di Aoyama, non aveva fatto strane domande.
Quindi ora eccolo lì, il moro che, ansante, raggiunse la
sala d’attesa ormai vuota. Il medico aveva vietato le visite
e di conseguenza gli altri si erano mossi per trovare una cura per la
leader della squadra Mew.
Si guardò intorno, egli, cercando qualcuno che potesse
dargli qualche informazione. Quando vide un uomo in camice bianco
uscire da una camera, si affrettò ad avvicinarsi a lui
«Mi scusi, può aiutarmi? Sono qui per la signorina
Momomiya Ichigo. È stata portata d’urgenza qualche
ora fa»
La figura dai capelli brizzolati e l’aria piuttosto stremata,
inarcò un sopracciglio «la paziente adesso non
può ricevere visite» da come si chiuse la porta
alle spalle, il moro capì che quella doveva essere la camera
dove la sua amata vi si trovava.
«Sono il suo ragazzo. La prego. Ho bisogno di vederla solo
per un attimo» continuò lui con risolutezza
«sono stato avvisato solo poco fa di cosa le è
accaduto»
Il dottore parve ancor più perplesso «Ho parlato
poco fa col compagno della signorina Momomiya, giovanotto»
quella frase fece inarcare un sopracciglio all’altro e
l’uomo continuò «il signor Shirogane ha
forse mentito, mi sta dicendo?!»
Ryo! Certo. Come non aveva potuto non pensarci prima?!
Sospirò. Ma infondo quello doveva essere l’unico
modo per conoscere le condizioni di Ichigo, e fare il geloso in quel
momento non era proprio il caso. Scosse il capo «Una faccenda
alquanto… complicata» fu l’unica cosa
che gli venne in mente per non combinare qualche guaio: di certo poteva
essere almeno avvisato di quella farsa.
Colui che teneva in cura la ragazza, scosse il capo «Voi
giovani di oggi siete davvero complicati» guardò
l’orario su un orologio da polso e fece cenno a Masaya di
andare «solo pochi minuti.»
il ragazzo dai capelli mori allungò un sorriso e,
inchinandosi con un grazie, si avviò alla camera mentre il
medico si allontanava per finire il suo turno di lavoro.
Sebbene sapesse quali fossero le condizioni di Ichigo in quel momento,
Aoyama aprì ugualmente la porta con silenzio e accortezza.
Un dolore come un pugnale trafitto nel petto, gli colpì il
cuore nel vederla sdraiata su quel letto d’ospedale, priva di
sensi e legata ad una macchina che controllava la sua salute (o la
durata della sua vita). Si richiuse l’uscio alle spalle e
strinse denti e pugni mentre faceva qualche passo per avvicinarsi a lei.
Si sedette sul letto e le prese una mano, portandosela poi alle labbra
con gli occhi appena lucidi e stretti in due fessure
«Ichigo…» mugugnò, baciandole
le dita.
Si sentiva terribilmente impotente dinnanzi a quella maledetta scena
che gli dava un senso di deja
vou: lei era già stata fra le sue braccia senza
vita, ed
ora, seppur sembrasse una principessa addormentata, poteva morire
davvero… e lui non poteva fare niente.
«Maledizione!» imprecò, abbassando
appena lo sguardo mentre continuava a stringerle la mano «Se
potessi tornare nuovamente a trasformarmi in Ao No Kishi…
potrei almeno provare a fare qualcosa con i miei poteri… ma
sembra che l’ultimo frammento di Mew Aqua sia sparito dal mio
corpo quando ti ho riportata indietro la prima
volta…» le labbra tremarono appena per qualche
lacrima fuggiasca «Ichigo…»
alzò lo sguardo e la sua espressione si indurì
mentre prese una decisione:
Shirogane
dovrà trovare un modo per farmi tornare Ao No Kishi.
Non importava a quale pericolo potesse andare in contro, non importava
se con il ritorno dei suoi poteri anche Deep Blue potesse tornare: quel
che contava in quel momento, era trovare un modo per salvare la sua
amata Momomiya.
«Keiichiro: hai trovato nulla?!» Ryo
sospirò, porgendo una tazza di caffè al suo
migliore amico. Erano ore, ormai, che erano rintanati nel laboratorio
per cercare di studiare le cellule che avevano estratto dal corpo di
Ichigo prima di portarla in ospedale, ma non erano in grado di trovare
nulla che potesse lottare contro quell’infezione che quello
stupido essere che si definiva un vampiro, le aveva iniettato nelle
vene. A quanto pareva, quella volta, i nemici erano ancor
più determinati ad uccidere gli umani e le Mew Mew.
Mew Ichigo aveva detto che quel Damon aveva parlato di Deep Blue e
quindi avevano dedotto che anche questi dovessero essere dei suoi
seguaci, seppur non capissero cosa ci facessero esseri tanto surreali,
a contatto con degli alieni. Che fossero nuovi tipi di chimere
perfezionate da quelli che volevano la terra, ancora, nonostante il
loro pianeta secondario fosse rinato a miglior vita con la Mew Aqua
restante?! Proprio non riusciva a venire a capo di
quell’enigma.
«Nulla» sospirò Akasaka, prendendo la
tazza di caffè per poi sorseggiarne un po’
«è qualcosa che non riesce ad essere annientato
con nulla, neanche col DNA degli animali in vita d’estinzione
che abbiamo utilizzato per creare le Mew Mew.» si morse le
labbra, posando la tazza sulla scrivania, tornando a digitare qualcosa
al computer «e a quanto pare le cellule velenose riescono a
divorare velocemente i globuli rossi e bianchi. Di questo passo, Ichigo
non avrà più di quarantotto ore di vita»
«… che cosa?!» il biondo quasi
indietreggiò a quella notizia, facendo cadere di mano la sua
tazza col caffè, la quale si frantumò al contatto
col pavimento «Vuoi dire che non abbiamo neanche quaranta ore
per trovare un antidoto?!»
Il bruno dai capelli legati in un lungo codino, scosse il capo
«Ce ne serviranno anche di meno, se vogliamo che
l’antidoto faccia effetto e non sia somministrato quando sia
anche troppo tardi nonostante fossimo in tempo»
«Tornate a trovarci. E scusateci per
l’inconveniente» Retasu si inchinò alle
ennesime clienti alle quali dicevano di ripresentarsi un altro giorno
perché quel pomeriggio il locale era chiuso per imprevisti
nonostante non fosse un dì festivo.
«… voi credete che Ichigo-Nee-Chan
morirà?» disse, d’un tratto, Pudding,
fermando il movimento della scopa sul pavimento che stava pulendo. Lo
sguardo le si fece serio mentre le labbra tremarono appena per gli
occhi divenuti lucidi «La perderemo sul serio, questa
volta?!»
«Pudding…» Zakuro posò lo
straccio con il quale stava pulendo i tavoli, lasciandolo su uno di
essi, per avvicinarsi alla ragazzina di ormai quindici anni e metterle
una mano sulla spalla.
«Ichigo non morirà!»
la voce di Mint fu quasi un urlo strozzato. Lasciò cadere in
terra la scopa, abbassando lo sguardo e stringendo i pugni.
Parlò poi, a voce più calma e flebile
«Quella stupida non morirà. È troppo
testarda per morire!»
«Mint…» Fujiwara allungò un
sorrisino ed annuì «si. Sarà
così»
«Io non sapevo nulla di mia cugina, a quanto pare.»
a parlare fu Yuri, la quale, appoggiata al muro della sala dove si
accomodavano i clienti, aveva lo sguardo serio e quasi adulto, come non
l’avevano mai vista in quei giorni che l’avevano
conosciuta e quasi detestata per quel carattere
idiota che vi si ritrovava. «Proprio ora che sto per
conoscerla meglio, che posso esserle vicino come
volevo da anni…» un flebile sorriso le si
allungò sul volto rigato improvvisamente da qualche lacrima
«lei non se ne andrà. O almeno non prima di avermi
urlato nuovamente dietro» e ridacchiò con un
singhiozzo, portandosi le mani sul volto.
«Yuri…» Fon si avvicinò a lei
con un sorrisino, accarezzandole le mani che le coprivano il viso
«vedrai che Ichigo-Nee-Chan ti urlerà presto
dietro… di nuovo…»
Le altre Mew Mew sorrisero, annuendo. Ce
la farai anche questa volta… Ichigo…
Aoyama sospirò, alzandosi dal letto quando si rese conto che
fosse ora di andare, prima di esser cacciato via da qualche infermiere.
E doveva anche affrettarsi a parlare con Shirogane.
Allungò un sorriso accennato, prima di chinarsi sulla
giovane dai capelli rossastri e baciarle dolcemente le labbra
«Tornerò con la cura, piccola
mia…» sussurrò, accarezzandole quel
viso sulla quale non sembrava esservi segno di dolore. Questo lo
preoccupò ancora di più «te lo
giuro.»
Diede le spalle e fece qualche passo, quando una luce invase la stanza
e uno strano vento lo colpì, scaraventandolo alla porta.
Una figura ben conosciuta da Masaya, seppur con lineamenti
più adulti, sorrise, mentre si chinava su Momomiya e la
prendeva fra le braccia. Si voltò verso di lui con un
sorrisino soddisfatto, svanendo com’era comparso
nell’attimo in cui il moro si stava gettando su di egli per
fermarlo.
Aoyama sgranò appena gli occhi «… non
può essere…»
Le porte del Cafè Mew Mew si spalancarono con ferocia e le
cinque ragazze vi si trovarono dinnanzi un Masaya Aoyama ansante e con
sguardo serio e preoccupato.
«Masaya…» Aizawa sgranò gli
occhi, colta da un improvviso panico
«… Ichigo..?!» Midorikawa
portò le mani alle labbra.
Egli scosse il capo, ansante «Lui è
tornato!»
Il ragazzo di vent’anni sorrise, appoggiando Ichigo su una
barella in quella stanza vuota e con pochi macchinari, mentre i capelli
verdi appena più lunghi e legati sempre con due codine basse
che gli incorniciavano il viso, si mossero per l’energia
sprigionata dalla donna al sol contatto con quell’oggetto
alieno.
«Sembra che tu abbia un certo sesto senso per tornare nei
momenti opportuni, se così lo vogliamo definire.»
suo fratello maggiore di venticinque anni ridacchiò, mentre
inseriva in una siringa un liquido violaceo e quasi fluorescente che
porse al fratellino minore di quindici anni. Questi rise a sua volta
«E devi sempre fare entrate in scena da bullo»
fece, porgendo la siringa al ragazzo che accarezzava il volto ormai
adulto della sua bella gattina.
Questi allungò un sogghigno «Non sono tipo che
cambia atteggiamenti in periodi di pace, dovreste saperlo.»
senza alcuna esitazione iniettò il liquido nelle vene della
Momomiya, facendole un’iniezione al braccio sinistro.
Come se un fuoco la pervadesse dentro, Ichigo mugugnò
dolorante, prima di non sentire assolutamente nulla. Con lentezza
riaprì nuovamente gli occhi marroni e le ci volle un
po’ prima che la vista si ristabilisse, focalizzandole
dinnanzi un volto che lei ben conosceva.
Sgranò gli occhi e gettò un lieve urlo mentre si
rimetteva seduta, perfettamente in salute dopo quelle ore di dolore che
le sembravano infinite e in cui era riuscita a sentire la
preoccupazione e le parole delle persone a lei care ma senza poter
aprire gli occhi o parlare con loro. Si aspettava di ritrovarsi
dinnanzi Masaya o qualche suo amico… ma mai di certo, lui.
Questi mantenne il sorriso, per niente sorpreso dalla sua reazione
così dannatamente prevedibile nonostante fossero passati
tanti anni dal loro ultimo incontro «Infondo»
iniziò a parlarle «ti avevo promesso che sarei
tornato»
La rossa mantenne l’espressione stupita e mosse appena le
labbra per parlare con voce lievemente ovattata per la gola stranamente
secca «… Kisshu…»
Oo
Angolino dell'Autrice oO
Pensavate che fossi morta, eh?
Eh beh, come
darvi torto, dopo 4 anni di assenza.
ç_ç
vi chiedo umilmente perdono!
In questo
periodo sono successe davvero tante cose e una di queste è
la seguente: una lite mi ha allontanato da Alessandra91, la ragazza fan
di Ryan con la quale scrivevo questa storia, quindi da oggi
sarò solo io (la vostra MikuChan - Sabrina fan di Mark) a
scrivere la fanfiction :) avevo voglia di aggiornarla nonostante fosse
passato del tempo. Spero che nel frattempo non vi siate dimenticati di
me e che continuiate a seguire la mia storiella, leggendola soltanto o
recensendola anche (mi fa tanto piacere conoscere il vostro parere e
anche le vostre critiche, ovviamente.)
Che dire, non
vi farò aspettare più così tanto e
anche se da sola, cercherò di fare un buon lavoro :) e
aggiornerò anche tutte le altre mie storie arretrate xD
giuro! Sta settimana mi metto con impegno <3
Che altro
dire?! Ah, si! Ho modificato un pò i capitoli precedenti
(niente di che, qualche errore ortografico e qualche frasuccia
aggiustata, in più come vedere ora sto usando i nomi dei pg
i giapponese :)) se volete rileggere, mi fa piacere, altrimenti andate
avanti tranquillamente ;) non vi perdete cose da dover rileggere o
leggere per forza <3
Se vi va,
aspetto una vostra recensione <3
Un bacio
enorme.
Vostra MikuChan
|
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Capitolo 8 *** Il tuo ritorno ***
8 - Il tuo ritorno -
«Lui è
tornato!»
A
quelle parole le quattro componenti della squadra Mew inarcarono un
sopracciglio. L’unico lui
che
gli venivano in mente era Deep Blue… ma se Masaya Aoyama era
dinnanzi a loro, l’alieno non poteva essere miracolosamente
tornato in vita.
«Lui chi?»
inarcò un sopracciglio Zakuro Fujiwara, avvicinandosi al
moro. Scosse il capo «Veramente non comprendo di chi tu stia
parlando»
Aoyama
annuì, capendo che in effetti non era possibile per loro
comprenderlo in quel modo.
Yuri
si grattò una tempia «Quindi di chi stiamo
parlando?»
Il
moro indurì lo sguardo al pensiero di ciò che era
accaduto solo pochi attimi prima: era riuscito a fargliela sotto il
naso come mai era riuscito negli anni precedenti, solo
perché non si aspettava una sua ricomparsa
«Ikisatashi.»
Pudding,
che in quel momento giocava ancora con qualche piatto
nell’attesa di poter fare qualcosa di sensato,
lasciò cadere questi in terra, i quali si ruppero al
contatto col pavimento lucido che rivestiva il locale color confetto.
«Kisshu?!»
fece quasi in un urlo strozzato. Se lui era tornato… allora
era possibile che fosse ritornato anche Taruto! Un sorriso involontario
le rigò il volto e la ragazzina bionda poté
notare che quella notizia aveva suscitato – oltre ad una
lieve preoccupazione – una speranza e un piacevole stupore
anche in Retasu.
Difatti,
la verde, portò per un attimo il pensiero a Pai, ma subito
dopo decise di scacciare quei pensieri superflui «E cosa
c’entra Ichigo?» chiese d’istinto al
ragazzo della loro leader.
«L’ha
portata via dall’ospedale» rispose soltanto lui,
scuotendo il capo «ho cercato di fermarlo ma mi sono accorto
della sua presenza solo quando ormai era tardi. Stavo andando via
quando è comparso»
Mint
inarcò un sopracciglio portando una mano alle labbra,
pensosa «Ma perché..?! Eppure sembrava che si
fosse instaurata una “pace” fra noi»
«Non
dimentichiamo che quell’alieno ha una specie d’
amore ossessivo per Ichigo.» a parlare alle loro spalle fu
Ryo, il quale aveva sentito tutto nel rientrare dal laboratorio con
Keiichiro: anche quel problema non ci voleva, adesso!
Le
sue parole fecero scattare un senso d’inquietudine nel
gruppo. Aveva ragione… e prenderla ora che era vulnerabile
non era affatto non da lui.
Akasaka
sospirò, stringendosi nelle spalle «Al momento
possiamo solo sperare che lui si prenda una minima cura di
lei»
«Keiichiro!
Ma cosa stai dicendo?!» Masaya gesticolò,
avvicinandosi ai due amici scienziati «Ichigo potrebbe morire
da un momento all’altro»
«È
proprio per questo, Aoyama!» lo sguardo del moro si
voltò sul biondo che adesso gli rivolgeva la parola: non
c’era buon sangue fra loro ma cercavano di collaborare quando
era necessario «Abbiamo meno di quarant’ore per
trovare un antidoto per Ichigo.»
«…
quaranta?» Yuri deglutì con un brivido lungo la
schiena. Aveva evitato di intromettersi nella discussione dato che
sembrava essere stata esclusa. Poi lei conosceva più o meno
le cose per i racconti di sua cugina, ma non poteva dire quindi di
comprendere bene tutto quel che stava accadendo e che sembrava
coinvolgere tutti così tanto per il passato che pareva
tornare a galla «Abbiamo così poco
tempo?»
Shirogane
portò la sua attenzione sulla bruna «Il veleno
divora i globuli presenti nel corpo umano con una velocità
straordinaria. Quindi non ci spetta che sbrigarci»
«Io
ho un’alternativa.» tornò a parlare
Masaya con gli occhi marroni che brillarono di determinazione. I
presenti gli regalarono la loro attenzione mentre questi continuava
«Devo riuscire a ritrasformarmi in Ao no Kishi».
«Kisshu...»
Il
corpo di Ichigo vacillò appena, ancora debole per quello che
il veleno era finora riuscito a sottrarle con la sua potenza, ma
l’alieno poteva dire con certezza che era fuori pericolo e in
un paio di giorni sarebbe tornata in forma come prima.
Allungò un sorrisino protendendo le braccia per sorreggerla
e rimetterla sdraiata su quella fredda barella della dimensione dove si
nascondevano con la loro astronave «Come vedi»
iniziò, avvicinando il viso a lei pericolosamente
«io mantengo sempre le mie promesse, bambolina»
La
Momomiya arrossì appena a quella vicinanza. Di certo non
poteva dire che si aspettasse di rivederlo dopo ben cinque anni dal
loro saluto. Se così lo si voleva definire.
Non
sapeva neanche dire se quella fosse una gradita sorpresa o meno, ma
fatto stava che ancora una volta quell’alieno pervertito e
ossessionato da lei, le aveva salvato la vita. Questo glielo doveva. E
gli era sempre stata grata dalla prima volta in cui aveva dato la vita
per lei.
Ma
non voleva di certo dire che gli avrebbe permesso di rubarle ancora un
bacio con quella vicinanza ben poco che equivoca ma che dava ben a che
vedere le sue intenzioni.
Alzò
le mani sino a mettergliele sulle labbra ed indurì lo
sguardo «Posso ringraziarti per avermi salvato la vita,
ancora una volta, Kisshu… ma scordati di mettermi le mani
addosso»
il
fratello più giovane, ancora in stanza con il maggiore,
ridacchiò alla reazione della giovane donna «A
quanto pare sei tornato inutilmente, Kisshu!»
il
ragazzo dai capelli verdi si voltò con un sorrisino per
niente raccomandabile «Potrei rispedirti a casa,
Taruto.»
questi
aprì appena la bocca per reclamare ma preferì
tacere e sbuffare.
Solo
in quel momento la gatta si accorse della presenza degli altri due e,
in imbarazzo, fece un lieve cenno di saluto e il suo pensiero ricadde
alle sue compagne – due in particolare – che
sarebbero state sicuramente non poco contente di rivederli.
Ora
che ci pensava, però: era nel loro nascondiglio. Sola con
Kisshu nel luogo dove sempre avrebbe voluto portarla. Niente le dava la
certezza che sarebbe riuscita a tornare tranquillamente e senza
problemi a casa dai suoi cari e dal suo amato Masaya.
«Non
perdere tempo inutile, Kisshu» gli fece Pai quasi con tono di
rimprovero, ignorando completamente la ragazza alla quale invece Taruto
aveva fatto un cenno con la mano «non siamo di nuovo qui per
giocare. Dovresti saperlo»
«Si,
si» il fratello non si degnò di dargli uno
sguardo, continuando a contemplare la figura che aveva dinnanzi e che
tanto in quegli anni gli era mancata come l’aria che
respirava. Fece segno di sparire ai due dietro di sé, con la
mano allungata verso di loro alle quali dava le spalle.
L’uomo
dai capelli viola alzò lo sguardo al cielo per poi mettere
una mano sulla schiena di Taruto e spingerlo fuori dalla stanza. La
porta dall’apertura automatica si chiuse dietro di loro
appena uscirono.
«Dove
eravamo rimasti?» continuò Kisshu rivolto ad
Ichigo con aria maliziosa, chinandosi ancora su di lei per farla
aderire completamente di schiena alla barella «Mh?»
le labbra ormai libere dalle mani della rossa, tornarono ad avvicinarsi
a lei la quale tornò subito a rialzarle verso di lui che non
ebbe problemi ad afferrargliele con una mano e portarle le braccia
sulla testa «Non dovresti sforzarti, micetta» fece
quasi con aria dispiaciuta «sei ancora debole. Vedi di fare
la brava se vuoi riacquistare presto le forze»
Momomiya
mugugnò appena, chiudendo gli occhi nell’istante
in cui sentì una lieve fitta di dolore dovuta a quella
debolezza che le ricopriva il corpo, facendole sentire ogni movimento
come doloroso «Che diavolo fai!?!» gemette quasi
forzatamente, voltando il capo di lato per ritrovarsi in quel modo con
un bacio sulla guancia sinistra: possibile che quel tipo non fosse
cambiato affatto(?!) «E lasciami!»
Ikisatashi
ridacchiò, soffermandosi, invece, su quella guancia calda e
soffice come quel corpo del quale aveva sentito quasi astinenza
«Oh, Ichigo, Ichigo…» la
canzonò «come puoi pretendere che non mi goda
appieno la morbidezza del tuo corpo, tanto desiderato e bramato, ora
che possiamo rivederci?!» la mano che si reggeva alla fredda
barella si spostò ad accarezzare il collo della ragazza la
quale sussultò appena per quel freddo che la pelle di Kisshu
emanava ogni volta. Eh no. Non era cambiato affatto. Doveva ammettere
che una parte di lei era sempre stata affascinata e lusingata da
quell’amore morboso che lui provava per la sua figura, ma i
suoi sentimenti non li avrebbe mai ricambiati: fossero passati anche
cent’anni!
«…
Kisshu…» quasi lo implorò di lasciarla
stare. Fosse stata più piena di forze o avesse avuto con
sé il ciondolo che Ryo le aveva sottratto prima di portarla
in ospedale, beh, avrebbe potuto fare come al solito qualcosa per
contrastarlo, ma in quelle circostanze non aveva nessun modo per
salvarsi dalla situazione che si era inimmaginabilmente creata.
L’alieno
la ignorò completamente come era solito fare anche prima,
afferrandole il volto per costringerla poi a voltarsi verso di lui sino
a ritrovarsi faccia a faccia con la punta dei nasi che si sfioravano
appena.
Egli
dischiuse appena le labbra per poi avvicinarle a quelle di lei sino a
sfiorarle con le proprie. Quando queste furono unite in un bacio,
Kisshu sentì quasi un brivido infuocato percorrergli la
schiena. Maledizione, quanto gli era mancata quella bocca!
Al
contrario di ciò che si sarebbe aspettata una Ichigo che
intanto cercava di scansare il volto per liberarsi da quel bacio,
questi si accentuò e la lingua dell’alieno le
dischiuse le labbra sino ad accarezzare quella della donna con foga
quasi violenta.
«Ahi!»
si scansò quando ella gliela morse con rabbia, sentendo
così il sapore metallico del sangue sul proprio palato. Se
credeva che se ne sarebbe stata buona e lo avrebbe lasciato fare, si
sbagliava di grosso!
Kisshu
scoppiò a ridere a quella reazione del tutto prevedibile e
decise di lasciarla andare. Svolazzò, incrociando le gambe
come se fosse stato seduto in terra. Si resse quasi alle proprie
caviglie con le mani e con sorriso a pieno volto le rivolse la parola
«Sei veramente cocciuta e scontrosa come al solito, gattina.
Non sei affatto cambiata.»
La
rossa si mise seduta lentamente per non sentire un ennesimo mancamento
e gli rivolse la sua attenzione con una smorfia «Saranno
cambiate le circostanze, ma non sono cambiati i miei
sentimenti»
Ikisatashi
portò gli occhi al cielo con uno sbuffo «Ho tutto
il tempo di farti cambiare idea, stavolta. Non dovrò
andarmene per forza anche quando il mio compito sarà
finito.»
Un
brivido percorse la schiena della gatta «Compito?»
si chiese se non stesse per iniziare una nuova guerra anche con loro
«La Mew Aqua non vi è servita?»
Lui
inarcò un sopracciglio «Certo. O non sarei stato
cinque anni senza tornare qui – ora si mette che ho da fare,
ma è lo stesso - » rispose con fare ovvio,
avvicinandosi appena a lei per essere nuovamente a pochi centimetri dal
suo volto «Che dolce: ti preoccupi per me?»
Ichigo
tirò appena indietro il volto «Mi preoccupo per il
mio pianeta»
Un’ennesima
smorfia fece comparsa sul volto del bel giovane
«Antipatica.» rise però, inclinando
appena il volto di lato «Allora vediamo»
continuò con voce quasi canzonatoria «Vuoi sapere
prima la brutta notizia o la bruttissima notizia?»
Oo Angolino
dell'Autrice oO
Hello, minna!
<3
Allora, ho mantenuto o no la promessa del non farvi aspettare di nuovo
tanto per un aggiornamento?! <3 eheh, spero di riuscire ad
essere sempre così veloce :)
Che dire: leggere le recensioni di nuovi e vecchi fan mi ha commosso.
Non mi aspettavo né di ritrovare i vecchi lettori
né di averne addirittura dei nuovi ç_ç
e tra l'altro siete stati dolcissimi nell'appoggiarmi <3 Spero
di non deludervi e che i miei capitoli vi piacciano ogni volta :)
Pian piano inizieranno i casini, potete scommetterci! Spero continuiate
a seguirmi e non vi scocciate di me <3
Grazie a tutti voi che commentate, leggete soltanto o mettete la mia
storia nelle seguite, preferite o da ricordare <3
Siete voi la mia forza per andare avanti <3
Ci vediamo nel capitolo 9 <3
Un bacio e un forte abbraccio a tutti voi <3
MikuChan
|
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Capitolo 9 *** Quel che credi di essere ***
9°
- Quel che credi di essere -
Un’ennesima
smorfia fece comparsa sul volto del bel giovane
«Antipatica.» rise però, inclinando
appena il volto di lato «Allora vediamo»
continuò con voce quasi canzonatoria «Vuoi sapere
prima la brutta notizia o la bruttissima notizia?»
Ichigo
inarcò un sopracciglio alle parole del giovane alieno,
mettendosi composta per quanto comoda potesse mai stare su quella
lastra di metallo freddo.
Da
quel che poteva captare il suo cervello, in quelle parole tutto urlava
che una convalescenza dovuta alla debolezza del suo corpo quasi tornato
dagli inferi, non era una buona cosa.
«Cosa
diavolo succede stavolta?» fece quasi con voce tremante. Come
se quella sottospecie di vampiri, chimere evolute o quel che fossero,
non bastassero!
Kisshu
allungò un sorriso pieno di sé e i canini
leggermente più lunghi e appuntiti spiccarono da quella
dentatura perfetta «Qualcosa è scappato dal nostro
controllo cinque anni fa.» incrociò le gambe,
fluttuando nell’aria mentre si reggeva quasi per abitudine i
piedi.
Alzò
l’indice della mano destra chinando appena il capo di lato:
quanta forza ci voleva per costringersi a non saltarle addosso.
«La
brutta notizia è che quelli che state affrontando non sono
esattamente ciò che la vostra debole mente umana ha voluto
credere»
Momomiya
inarcò ancora una volta un sopracciglio e
assottigliò leggermente gli occhi per spingerlo a
continuare, mostrando chiaramente il suo non comprendere cosa volesse
significare quella frase.
Ikisatashi
quindi continuò: «intendo dire: la prima cosa che
avete pensato – o avete creduto in base alle parole di quei
perfetti sconosciuti che vi ritrovare come nuovi nemici -, è
stata: “sono dei vampiri”» con la voce
imitò un suono di risposta sbagliata in un quiz televisivo
che una volta aveva visto nel mondo degli umani quando condivideva una
casa con i suoi fratelli «beh, sappi che non è
così semplice. Possiamo definirli chimere evolute ma non
è questo ciò che deve preoccuparci.»
approfittando dell’assortimento di Ichigo
nell’ascoltare e cercare di comprendere le sue parole, si
chinò velocemente su di lei per leccarle le labbra.
Lei
lo ripagò con uno schiaffo mancando il bersaglio. Lui rise e
capì dall’espressione della ragazza che avrebbe
atteso che continuasse senza perdere tempo in altri discorsi fuori
argomento.
L’alieno
alzò il secondo dito «Ed è qui che
arriviamo alla bruttissima notizia»
la
gatta non seppe spiegarsi perché, ma un brivido gelido le
percorse la schiena.
«Io
ho un’alternativa.» tornò a parlare
Masaya con gli occhi marroni che brillarono di determinazione. I
presenti gli regalarono la loro attenzione mentre questi continuava
«Devo riuscire a ritrasformarmi in Ao no Kishi»
Nello
sguardo di Shirogane si accese una punta di rabbia. Camminò
a passo lento e deciso fino a ritrovarsi con la camicia di Aoyama
stretta a pugno nella mano destra «Sei forse
ammattito?!» quasi urlò e per la prima volta Yuri
dovette ammettere che le faceva quasi paura: non lo aveva mai visto
così, ma era sicura che se una simile parte di lui riusciva
ad uscire allo scoperto o a possederlo era solo perché quel
sentimento che provava per sua cugina era più forte di
quanto immaginasse. Quel pensiero inevitabilmente le procurò
una fitta al cuore e una mano istintivamente si allungò a
stringersi la divisa da cameriera a quell’altezza.
L’espressione
del moro, però, non mutò, per niente spaventato
da quello che da anni poteva definirsi il suo principale rivale in
amore «Credi che non sappia che – nonostante Deep
Blue sia morto – io rischi di tornare ad essere un
mostro?!» con tono calmò parlò,
liberandosi dalla stretta del ragazzo americano «Non possiamo
sapere cosa potrebbe accadere alterando il mio essere con la scienza,
ma sono pronto a rischiare per salvare Ichigo.»
Con
i nervi ancora a fior di pelle, il biondo si costrinse a stare calmo:
la mascella contratta e un fil di voce gli uscì dalle labbra
«Non posso assolutamente permetterlo.»
«Ryo
ha ragione, Aoyama-Kun» a parlare fu Retasu col suo solito
tono di voce calmo e gentile. Allungò un sorrisino
comprensivo mentre si avvicinava ai due e, con imbarazzo, metteva una
mano sul braccio di uno e l’altra su quello
dell’altro «potrebbe essere pericoloso e di certo
Ichigo-Chan non lo vorrebbe. Non trovi?!»
«In
più questo non è di certo il momento giusto per
discutere fra noi» Zakuro, che per quegli ultimi attimi si
era appoggiata al muro con le braccia conserte e gli occhi chiusi ad
ascoltare la conversazione, li riaprì e con espressione
gelida disse la sua: «Da quel che dice Keiichiro: piuttosto
dovremmo sbrigarci a trovare una soluzione per salvare la vita di
Ichigo quando tornerà» allungò un
sorriso comprensivo «perché tornerà.
Questo è certo.»
Mint
sorrise alle parole della sua adorata Fujiwara «Infondo
– che sia bene o male – sappiamo tutti quanto
Kisshu sia innamorato di Ichigo. E nonostante abbia tentato di farle
del male tante volte, in preda alla pazzia, se n’è
uscita solo con qualche lieve molestia sessuale»
ridacchiò per cercare di sdrammatizzare la situazione e Akai
inarcò un sopracciglio «E questo dovrebbe
rassicurarci?!»
«Credimi:
si. E anche tanto» Pudding rise a sua volta, dando dei lievi
colpi amichevoli sul braccio disteso di Yuri.
«Quindi
cosa hai intenzione di fare, Aoyama?» Akasaka lo
guardò col suo solito sorriso dolce e gentile e gli animi
dei due ragazzi alterati fra loro si placarono appena.
«La
mia idea non cambia…» ribadì il moro
con fermezza «ma posso aspettare almeno altre
ventiquattrore» portò la sua attenzione a Ryo di
fronte a sé «dopodiché
troverò un modo per tornare Ao no Kishi. Con o senza il
vostro aiuto.»
Ichigo
portò le mani alla bocca, scioccata da quella notizia
«Ma come può essere..?! Eppure non sarebbe dovuto
accadere…»
Kisshu
sospirò: era immaginabile la sua reazione, soprattutto se
una brutta notizia riguardava quel bamboccio.
«Noi
crediamo che, quando hai provato a salvargli la vita, un frammento di
Mew Aqua abbia scaturito il processo di rinascita anche
dell’anima posseditrice» in quel momento Pai e
Taruto tornarono nella stanza e il maggiore dei tre fratelli le diede
quella lieve spiegazione.
«Questa
è fuggita dal corpo che lo ha rigettato – se
così possiamo definirla – e ha trovato un modo per
rigenerarsi con un corpo proprio. Ci sono voluti cinque anni per
accorgercene, ma almeno possiamo dire che non è ancora
troppo tardi» il minore dei Ikisatashi sospirò
«o almeno speriamo»
Momomiya
si voltò velocemente sino a mettere i piedi dondolanti al
lato della barella ma quando fece per appoggiarli in terra un lieve
mancamento la fece vacillare e Kisshu fu pronto a sorreggerla.
«Cosa
diavolo credi di fare?!» fece con voce dura «Ti ci
vorranno minimo un paio di giorni per riprenderti quanto basta dal
limbo nel quale sei quasi morta!»
«Devi
riportarmi indietro, Kisshu!» lei parlò con voce
alta reggendosi al petto di lui, stropicciandogli la camicia fra le
dita «Devo avvisare gli altri… devo fare
qualcosa!»
«Bambolina…»
l’espressione dell’alieno fu quasi sorpresa da tale
determinazione che sempre aveva apprezzato e che non era più
abituato a vedere data la loro lunga lontananza «non puoi
fare nulla in questo stato…»
«Ma
è colpa mia! Riportami a casa!»
«Devi
restare qui per guarire!» il ragazzo dai capelli verdi
ricambiò il tono di voce alterato che lei gli aveva appena
rivolto «Non ti permetto di tornare indietro!»
«Tu
volevi solo un pretesto per portarmi via!»
sussultò nel pronunciare quelle parole nel momento in cui i
suoi occhi si scontrarono con un gelido sole giallo che erano gli occhi
dell’altro: era arrabbiato. Era furioso. Era spaventoso come
lo era spesso stato con lei.
Lui
strinse i denti con rabbia e la strattonò appena
«Possibile che tu mi renda sempre così
dannatamente furibondo?!»
«Basta
così.» Pai mise una mano sulla spalla del fratello
con sguardo glaciale «Non è questo il momento di
perdere le staffe, idiota.»
«Se
vuole tornare a casa, possiamo accompagnarla noi.» propose
Taruto «E stavolta collaborare come non abbiamo mai fatto.
Potrebbe essere una buona idea.» e dentro di sé il
piccolo alieno sapeva bene che quella proposta nascondeva anche un
secondo fine: rivedere la sua adorata Pudding.
Ikisatashi
sospirò e annuì, calmandosi ma senza lasciare la
presa sulla rossa «E sia.» l’idea di
tenerla lì con lui con la forza, ora che ne aveva avuto la
possibilità, doveva ammettere che gli era passata per
l’anticamera del cervello più di una volta, ma al
momento avrebbe dovuto mettere in secondo piano quella malsana idea che
sarebbe servita solo a farlo odiare nuovamente – se non di
più – da lei.
Nel
mentre i presenti al Café Mew Mew erano impegnati a trovare
qualcosa che potesse creare un antidoto, la loro attenzione e le loro
parole furono interrotte da un bagliore di luce che riportò
dinnanzi ai loro occhi una Ichigo accompagnata da quei tre alieni che
avevano in precedenza combattuto, temuto e – alcune
– anche amato.
Un
turbinio di emozioni riecheggiò nell’aria e nelle
parole mentre Momomiya, con gli occhi lucidi, correva fra le braccia
della persona amata.
Oo Angolino
dell'Autrice oO
Salve salvino salvetto
{(??) l'influenza del gioco dei Simpsons lol} eccomi ad aggiornare. Non
velocemente come ho promesso di fare ma stavolta la colpa è
di cause maggiori: il PC. Mi è morto XD e ora con tanta
fatica sono riuscita ad usare il mattone che è quello di mia
madre per aggiornare approfittando delle tante idee. Che dire: spero di
avere un nuovo pc entro fine settimana per regalarvi presto un seguito
tutto impresso nella mia mente. Già è tanto che
questo qui ora non si spenga mentre scrivo, facendomi venire un infarto
xD
Sperando che il capitolo vi sia piaciuto, ringrazio tutti voi che
continuate a seguirmi - commentando o leggendo soltanto -
Ci vediamo nel capitolo 10 (Spero nel breve tempo possibile.)
Un bacio e tante fusa a tutti voi, Nyan <3
MikuChan
|
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Capitolo 10 *** Confronti ***
10° -
Confronti
Masaya
strinse Ichigo fra le braccia quando questa finalmente fu di nuovo con
lui. E sana e salva.
Alzò
lo sguardo verso Kisshu in un misto fra gratitudine e astio. Infondo
anche se l'aveva riportata da loro sana e salva, l'aveva sempre rapita.
Ma
Mint aveva ragione a dire che lui non le avrebbe mai fatto del male
né l'avrebbe presa contro la sua volontà. Non
più.
Forse
ora si potevano ritenere alleati ma non c'era mai da esserne veramente
sicuri. Lui, più di tutti, sapeva cosa voleva dire
nascondere l'oscurità nel cuore col terrore che potesse
tornare e distruggere ogni cosa cara.
«Ti
ringrazio per averla ricondotta qui.» disse infine con voce
quasi piatta.
Ikisatashi
gli regalò una dorata occhiata gelida mentre allungava un
sorrisino malizioso. Quel bamboccio non gli era mai stato simpatico e
non solo per la relazione con Ichigo della quale possedeva anche
l'amore, ma anche per il solo fatto di aver dovuto combattere e morire
contro di lui quando era posseduto da Deep Blue.
«Ho
avuto la mia giusta ricompensa» si leccò le labbra
facendo ben intendere cosa volesse dire e a quel gesto le orecchie e la
coda da gatto che comparvero alla Momomiya confermarono il tutto.
«Kisshu!»
non ebbe modo di dire altro che il suo corpo venne scansato da quello
di Masaya per essere stretto dalle esili braccia di sua cugina Yuri
che, nonostante sembrasse sempre imperturbabile, si lasciò
andare ad un pianto liberatorio «Avevo così tanta
paura che tu fossi morta!»
la
Mew gatta sorrise per poi stringerla a sua volta
«Yuri...»
Negli
attimi che seguirono, i fratelli di Kisshu e due ragazze in particolare
della squadra Mew non sprecarono parole oltre ai soli sguardi.
Akasaka
aveva chiesto informazioni sulla medicina avanzata che Pai aveva usato
per curare Ichigo, il quale per ringraziamento della Mew Aqua ricevuta
si offrì – prima di sistemare la faccenda per la
quale erano tornati e poi far rientro sul loro pianeta – di
insegnargli come fare.
«Quale
faccenda?» Ryo inarcò un sopracciglio
interrompendo la conversazione mentre erano tutti accomodati ad un
tavolo con varie sedie messe in tondo.
La
rossa annuì appena – infondo si erano messi a
parlare di sciocchezze quando c'erano cose più importanti di
cui avvisarli - «Kisshu mi ha parlato di una cosa
sconvolgente...» il suo sguardo cadde automaticamente su
Masaya mentre una mano si allungava a stringergli una delle sue.
«Siamo
qui per Deep Blue» alle parole di Kisshu non solo lui ma
anche gli altri con sorpresa si voltarono a guardare Aoyama che
sussultò impercettibilmente per poi guardare gli altri
spaesato
«...
ma è stato ucciso...» disse. Come poteva tornare,
si chiedeva, se lui non aveva nemmeno alterato il suo organismo per
riportare in vita almeno Ao no Kishi «oppure no?»
quell'idea lo fece rabbrividire. Era come se i suoi incubi e le sue
ricorrenti paure si facessero strada tutte insieme crollandogli addosso.
Non
era codardo, non aveva paura di affrontare di nuovo quel mostro... ma
non poteva sopportare di fare di nuovo del male ad Ichigo.
Avrebbe
corso rischi solo per salvarla, non inutilmente.
Shirogane
sbatté le mani sul tavolino guardando l'alieno dai capelli
verdi «Non lo riavrete mica risvegliato!?»
«Non
avremmo mai fatto una cosa tanto stupida!» la voce dura del
maggiore dei fratelli Ikisatashi spinse Ichigo ad intervenire per
calmare le acque.
«Non
dipende da loro! Dipende da Damon e Angel.»
il
biondo inarcò un sopracciglio e si voltò a
guardarla «Quelle sottospecie di vampiri o
checchesiano?»
«Esattamente»
rispose Taruto, stavolta «possiamo definirle chimere
avanzate»
«Sappiamo
con certezza che un frammento dell'anima di Deep Blue non sia sparito
del tutto grazie alla Mew Aqua usata per salvare Aoyama.»
continuò Pai «Quest'anima ha dato vita a quelle
due chimere che voi esseri umani avete definito vampiri – e
in parte potrebbe essere azzeccata come teoria -, le quali si nutrono
di sangue ed energia umana per uno scopo ben più crudele di
quello di far del male alle persone»
«...
oh mio Dio...» Midorikawa fu la prima ad esprimere
ciò che tutti aveano già compreso e Zakuro
concluse il tutto «vogliono rigenerarlo.»
«In
questo caso non avrebbe più le limitazioni dovute al
contrasto con l'anima di Aoyama» Keiichiro portò
una mano alle labbra con fare pensoso «E quanto sangue ed
energia vitale servirà per farlo tornare in vita?»
Kisshu
scosse il capo mentre accavallava le gambe e faceva spallucce
«Questo non lo sappiamo. Ci siamo accorti di tutto
ciò dopo analisi purtroppo dai risultati un po' tardi. La
cosa certa è che prima agiamo, prima evitiamo ad entrambe le
nostre specie di soccombere per mano di quel pazzo»
«Lo
abbiamo già sconfitto una volta. Possiamo farlo
ancora!» Pudding si alzò dalla sedia facendola
cadere dietro di sé per lo scatto repentino
«Sicuramente!»
«L'ultima
volta io ce l'ho fatta solo per il sacrificio di Masaya e il vostro
aiuto...» Momomiya strinse di più la mano del
ragazzo che amava e gettò un sospiro frustrato. Kisshu
voltò lo sguardo altrove infastidito.
Solo
in quel momento Yuri alzò la mano per parlare dopo aver
ascoltato tutto in silenzio «Ehm. Scusate.» fece
«Io ci sto capendo poco e niente e ricordando quel poco che
mi avete raccontato mi sembra che questo tizio sia abbastanza
pericoloso, allora perché non sbrigarci invece di star fermi
qui immobili?» ai tre alieni lei era stata presentata come la
cugina di Ichigo e nuovo membro Mew ma a tutti non ispirava particolare
fiducia.
Non
che l'avessero avuta nell'immediato con gli altri, in effetti.
«Genio.
Ci serve un piano, non trovi?» Mint alzò gli occhi
al cielo infastidita e frustrata dalla ragazza e la situazione. Di
certo un tipo del genere non era di alcun aiuto e seppur lei ed Ichigo
litigassero spesso, la lorichetto sapeva bene quanto male ora dovevano
stare lei e Masaya. Quella storia toccava loro due più di
chiunque in quella sala. «Sei estranea alla cosa, quindi non
comportarti come se sapessi cosa fare.»
«Mint...»
Retasu fece quasi per rimproverarla per quelle parole ma Yuri si
alzò e stringendo i pugni decise d'ignorarla lasciando la
stanza.
Infondo
aveva ragione: lei cosa diavolo ci faceva lì(?!)
«Yuri!»
Momomiya si alzò scusandosi per poi guardare male Mint e
correre dietro a sua cugina.
«Non
avresti dovuto comportarti così con lei»
continuò Retasu con un sospiro, poggiando una mano su quella
della compagna seduta in mezzo a lei e Zakuro
«Yuri
è nuova a tutto questo. Voleva solo dare una mano»
le parole della Fujiwara la colpirono come al solito più di
chiunque altro e un leggero rossore le colpì le guance.
«Ho
solo detto quello che penso» ma non voleva dire che non si
sentisse in colpa.
Dopo
un accordo su come rimanere in contatto in caso di pericolo, Ryo e
Keiichiro scesero nel sotterraneo per controllare i computer mentre
Zakuro si trattenne a parlare con Mint del suo comportamento, cercando
di convincerla a scusarsi.
Retasu
si accomodò su una panchina del parco Inohara vicino al
Café. Il leggero venticello autunnale le scompigliava i
capelli di smeraldo e si costrinse a togliere gli occhiali e pulirli
sulla divisa per un po' di polvere che l'aveva colpita.
Di
certo non si aspettava quella situazione ed era preoccupata per la sua
amica Ichigo, per tutte le persone a lei care e per il mondo intero.
Midorikawa era la più sensibile del gruppo ma non poteva
negare che quella morsa allo stomaco che sentiva non era dettata solo
da quegli avvenimenti che preannunciavano un imminente pericolo.
Il
ritorno dei tre alieni, e in particolare di Pai, aveva scaturito in lei
quei vecchi sentimenti sopiti che infondo non erano mai scomparsi, per
il maggiore degli Ikisatashi.
Ma
lui sarebbe comunque tornato nuovamente sul suo pianeta, quindi che
senso avrebbe avuto illudersi ancora di un qualcosa che nuovamente non
poteva nascere anche se non più nemici(?!)
«Non
hai freddo qua fuori?» la sua voce la fece sussultare con le
gote che improvvisamente divennero di un rosso acceso. Quando si diceva
parlare del diavolo.
Sorrise
e alzò lo sguardo per notare Pai che – con le mani
nelle tasche dei pantaloni neri – si avvicinava a lei a passo
lento e un sorriso serio appena accennato.
Non
era mai stato tipo da mostrare il minimo sentimento ma lei sapeva
quanto potesse essere una persona dolce e amabile. Lo aveva sempre
saputo.
«Stavo
difatti per entrare» gli rispose cercando di nascondere
l'imbarazzo voltando il viso dal lato opposto al giovane.
Lui
ridacchiò intenerito: quella fanciulla umana era sempre
stata l'unica che gli aveva trasmesso qualcosa di puro. Una purezza che
non avrebbe mai pensato di trovare in una creatura inferiore alla sua
specie.
Una
fanciulla, una vergine che era entrata nel suo cuore senza neanche
rendersene conto. Forse era stata la sua dolcezza, la sua gentilezza e
il suo preoccuparsi per lui che avevano scaturito un certo sentimento
che sperava sparisse e non riapparisse nel rivederla – come
invece era stato.
Si
era preoccupato di nascondere il suo aspetto alieno mutando le orecchie
in umane e gli abiti in qualcosa di più consono e
approfittando di ciò si tolse la giacca nera per poggiarla
sulle spalle di lei.
Le
si sedette accanto e alzò gli occhi al cielo colorato adesso
di sfumature rosse, gialle ed arancioni: il crepuscolo era davvero
meraviglioso sulla terra.
«Questa
vicinanza è strana» disse e la Mew verde si
voltò a guardarlo arrossendo nuovamente nell'osservare i
suoi lineamenti maturi di profilo.
Ridacchiò
d'imbarazzo «Lo credo anche io... p-però mi
piace...» l'alieno abbassò lo sguardo su di lei e
Retasu non riuscì a distogliere gli occhi verdi da quelli
profondi di Pai.
«Piace
anche a me.» si lasciò scappare l'altro
nell'allungare un braccio sino a cingerle le spalle ed attirarla sul
suo petto.
Il
cuore della neofocena partì a battere forte mentre un largo
sorriso si faceva spazio sul dolce volto e gli occhi si chiusero. Quasi
fece cadere gli occhiali dalle mani quando lui si chinò a
catturarle le labbra con un sussurrato «Sono
tornato»
«Taru-Taru!»
Pudding si arrampicò su un albero della seconda uscita sul
retro del Café Mew Mew. Taruto era fuggito fuori senza dire
una parola e si era rifugiato lì sopra senza neanche darle
un saluto decente.
Lei
gli aveva regalato delle caramelle! Lo aveva addirittura baciato al
loro ultimo incontro!
Lui
le aveva promesso di tornare e la Fon lo aspettava con ansia e ora che
faceva quello sciocco imbecille(?!): la ignorava!
«Sappi
che se ti prendo non farai una bella fine!» non che si
aspettasse che una promessa e un bacino di due bambini di dieci anni
avessero ancora importanza per lui dopo cinque lunghi anni passati, ma
lei non si vergognava di dire che si, ci aveva sperato fino alla fine
che l'alieno tornasse e non aveva avuto una benché minima
relazione anche sciocca, con nessuno!
Il
minore degli Ikisatashi arrossì mentre si allontanava in
volo dal ramo per non essere preso dalla Mew scimmia.
Aveva
tanto desiderato vederla in quegli anni ma ora che si trovavano faccia
a faccia non aveva il coraggio di parlarle.
Era
diverso da quando erano bambini. Erano entrambi cresciuti adesso e non
sapeva come comportarsi con una ragazza senza fare il moccioso come
faceva con Ichigo chiamandola vecchiaccia.
E
di certo non voleva mostrarle il suo imbarazzo.
«Dooove
vai?!» afferrò un lembo dei pantaloni del ragazzo
e lo trascinò giù. Lui perse l'equilibrio e
finì di schiena in terra sull'erba con la biondina sopra di
sé.
Improvvisamente
sentì qualcosa di bagnato cadergli sulle guance e
aprì gli occhi che aveva chiuso per il dolore notando gli
occhioni marroni della ragazza colmi di lacrime
«P-Puddi-»
«Stupido!»
gli urlò lei subito dopo colpendogli il petto con dei pugni
poco forti «Se non volevi vedermi almeno dimmelo in faccia!
Almeno dimmi cosa pensi senza scappare!»
singhiozzò continuando a colpirlo «Io speravo
davvero tanto di rivederti. In tutti questi anni non ho desiderato
altro e tu invece fai lo stupido! Ti odio!»
«P-Pudding...»
Taruto allungò una mano pallida fino a sfiorarle il viso.
Cercò di asciugarle le lacrime «mi...
spia-» uno schiaffo gli colpì il volto e lui
sbottò «Ma dico: sei impazzita?! Smettila brutta
cretina!»
«Gnnnn!!!»
lei chiuse gli occhi e si portò le mani ad essi, cercando di
nascondersi «Stupido!»
il
volto del bruno si colorì appena di rosso mentre un sospiro
gli usciva dalle labbra e cercò di mettersi seduto senza
farla cadere.
Quando
ci riuscì le cinse il corpo con le braccia sino a stringerla
forte e nascondere il volto arrossato dalla sua visuale «Non
devi pensarlo, scema...» farfugliò
«a-anche io non vedevo l'ora di vederti...»
Fon
mugugnò e annuì ripetutamente, contenta ma non
riuscendo a dire altro, troppo arrabbiata, felice ed imbarazzata per
mostrare ora un attimo di cedimento. «Razza di
scemo...»
lui
allungò un ulteriore sorriso, continuando a stringerla.
«Mi
sei mancata tanto»
«Yuri»
Ichigo sorrise e strinse la cugina fra le braccia.
L'aveva
trovata nel retro a piangere come una bambina. Quel giorno era la prima
volta che vedeva la Akai imperturbabile, stupida e con la lingua troppo
lunga e sincera, mostrare delle sensazioni di dolore.
Lei
era il classico tipo che dall'esterno poteva sembrare che non soffrisse
mai.
«Mint
è una stupida. Ha la lingua pungente e spesso tratta male
anche me. Ma non lo pensava davvero, credimi. Era solo
nervosa»
«Ma
ha ragione» mugugnò la castana stringendola a sua
volta felice di vederla di nuovo sana e salva. Sembrava quasi che tutto
quell'incubo di qualche ora prima non fosse mai accaduto. «io
non so niente di quel che avete passato e non posso intromettermi come
se sapessi ogni cosa.»
«Ehi»
Momomiya si scansò da lei per appoggiarle le mani sulle
spalle e costringerla a guardarla «tu sei una di noi adesso.
Quindi si. La cosa ti interessa tanto da poterti intromettere»
«Ichigo!»
la voce di Zakuro interruppe le loro parole. Le due si voltarono verso
la porta esterna che conduceva al Café dove la ragazza dai
capelli viola e la Ayuzawa erano appena uscite.
La
più bassina arrossì e fece qualche passo incerto
verso Yuri «Senti... mi dispiace, ok?»
farfugliò e senza riuscire a dire altro si limitò
ad allungare le braccia e abbracciarla.
Infondo
lei non era affatto brava in quelle cose.
«Sai
benissimo che io non mi fido di te, Aoyama»
Kisshu
mosse qualche passo nella sala ormai vuota dell'interno del
Café Mew Mew dove venivano ricevute le clienti. Lui e Masaya
erano rimasti soli per fatti di certo non voluti.
Il
moro sospirò portando le braccia al petto, accavallando le
gambe ancora seduto mentre dava un'occhiata veloce all'orologio da
polso: era ora di vedere se Ichigo era pronta. Voleva chiederle come
intendeva comportarsi coi suoi genitori che ormai sapevano fossero
tutti fuori città.
«La
cosa è reciproca» rispose ad Ikisatashi
nell'alzarsi.
L'alieno
si voltò verso di lui e allungò un sorrisino
quasi di sfida «Spero tu sappia che la tua relazione con la
gattina non è al sicuro solo perché ora siamo in
pace»
«Non
ho mai avuto la presunzione di pensare che tu fossi qui senza
quell'intento» Aoyama ricambiò il sorriso che
accompagnò poi da uno sguardo che mutò la sua
espressione «ma non vuol dire che tu ottenga ciò
che vuoi»
«Staremo
a vedere.» fece spallucce l'altro.
«Staremo
a vedere. Ora se vuoi scusarmi» il ragazzo umano fece per
allontanarsi verso il corridoio che portava alle uscite secondarie ma
si bloccò ad ulteriori parole di Ikisatashi
«Se
farai soffrire di nuovo Ichigo permettendo a Deep Blue di usarti
ancora: sappi che stavolta non mi fermerai dall'ucciderti.»
Masaya
si voltò a guardarlo a sua volta dandogli ancora le spalle
«Non serva che io ti ricordi di essermi già ucciso
per lo stesso motivo.» detto ciò scomparve dietro
il corridoio lasciando solo l'alieno coi suoi pensieri.
- Angolino dell'Autrice -
Salve
salvino gente <3 Dio, come sono soddisfatta di questo capitolo!
Mi piace veramente da morire. Mi piace aver dato spazio a confronti fra
i vari pg e non solo alla spiegazione di cosa sta imminentemente per
accadere. Ve lo sareste aspettati? <3
Beh spero che questo capitolo piaccia a voi tanto quanto piace a me e
vi ringrazio infinitamente per continuare a seguirmi - recensendo o
leggendo soltanto - <3
Ci vediamo nel capitolo 11 <3
Un bacio e tante fusa <3
MikuChan
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