I hate you

di Biboh_Biebs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo primo ***
Capitolo 3: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 4: *** New Song ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Introduzione


I Hate you  

Jordan Jonson, cantante dei Five Second of Summer. 
Calum Hood, bassista dei Five Second of Summer. 
Luke Hemmings, cantante principale dei Five Second of Summer. 
Ashton Irwin, batterista dei Five Second of Summer.
Michael Clifford, chitarrista dei Five Second of Summer.


Quelle era le parole dell'articolo che stava leggendo Jordan, e con una penna in mano, presa dalla rabbia -che aveva di nuovo litigato con Michael- cancellò quel chitarrista dei Five Second of Summer sostituendolo con coglione. 
Perché per lei Michael era solo quello, un gran coglione senza cuore al quale piace prendere in giro Jordan -detta JJ dai fan e dai compagni di band-, che il suo carattere era uno dei più tosti. 
Avrebbe potuto benissimo ignorare Michael, come suggerito da Calum, ma proprio non ci riusciva a non rispondere alle sue provocazioni, se era tanta la voglia di schiaffeggiarlo in quei momenti.

JJ sentì l'odore del dopobarba di Ashton, e un sorriso gli nacque in volto quando le braccia del ragazzo la strinsero da dietro; la sua bocca andò sul suo collo e iniziò a fare delle pernacchie -come dicevano loro- che fecero ridere lei. 
"Oh, Michael Clifford, coglione. Non penso che la rivista abbia scritto che il ruolo di Michael sia quel di fare il coglione. Dovreste seriamente smetterla di litigare" parlò Ashton staccandosi e sedendosi di fianco a lei, che era comodamente seduta sul divano. "Touchè" rispose in modo annoiato Jordan, perché lei e Michael avrebbero dovuto prendere in considerazione il non litigare sempre e per ogni cosa.
"Sai cosa?" chiese dopo tempo di silenzio Ashton girandosi verso l'amica, "In questa foto sono proprio sexy" si indicò sulla rivista e fece spuntare un ulteriore sorriso alla piccola JJ.




Era pomeriggio, JJ era davanti allo specchio con dei lacrimoni agli occhi e una spazzola fra le mani, che era intentato a pettinarsi i capelli. 
"Avete lo stesso punto debole"
Jordan spostò lo sguardo dai suoi capelli e vide il riflesso di Luke allo stipite, con un pacchetto di sigarette fra le mani.
"Proprio per questo non doveva toccare i miei capelli" lo disse con tono di chi era molto arrabbiata, e i effetti lo era molto. 
Michael aveva rovinato i suoi capelli, il suo punto debole, senza preoccuparsi delle conseguenze, e tanto meno di Jordan. 
"Sai com'è fatto Mike, ama farti piangere" sospirò Luke. "Ora però devo andare allo studio di registrazione, ci vediamo questa sera" Luke le andò dietro e le bacio il capo.

"Sei bella anche così" le sussurrò come chi voleva far sorridere una sorella. 




Calum osservava la rivista che aveva lasciato Jordan sul divano, e vide, leggendolo, che qualcuno aveva modificato qualcosa. 
Sapeva che chi fosse stato, o meglio stata, perché quel coglione lo poteva scrivere solo una persona. 
Strappò il foglio del giornale, lo piegò in quattro e se lo mise in tasca, pronto a rintracciare un qualunque cosa un giorno. 
Osservare la gente era un dono che avevano dato a Calum, osservatore e saggio. 
Entrò in soggiorno JJ, che si tuffò sul divano.
"Jo, tra un po esco. Appena arrivo allo studio io e Ash daremmo il cambio a Luke, riesci a stare venti, forse trenta, minuti sola con Michael?" le chiese Calum. 
Jordan si girò verso di lui, lo guardò come a dirgli "ma sei scemo?", poi sorrise e annuì. 
"Certo Calum" sorrise. 





"Dio! Ti odio. Sei in gran pezzo di merda" urlò sfuriata JJ nel momento in cui la ragazza che aveva portato Michael a casa -per fare chissà cosa- se ne fosse andata. 
"Cosa Jordan, sei gelosa?" chiese ironico.
"Disgustata!" esclamò la ragazza.
"Andiamo, so che anche tu vuoi mettere la tua bocca sul mio corpo" si vantò Michael. 
"Non portare mai più una ragazza in questa casa, sopratutto se è per fare sesso" urlò dalle scale. 
Aveva detto a Calum che sarebbe stata buona, e per mantenere la promessa doveva stare lontana da Michael.

 

 

 

      

Jessica (Taylor Momsen)

Michael Clifford, Ashton Irwin, Calum Hood and Luke Hemmings.

 


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Capitolo 2
*** Capitolo primo ***


Capitolo primo

Dedicato a Carmela

 

 

 

 

 

"Quando ho visto Michael in salone, a giocare alla play in modo così tranquillo, ho seriamente pensato che ti avesse uccisa, Jordan. Ma ancora più sconvolgente è il fatto che non lo abbia fatto. Avete fatto passi da gigante, complimenti" il ragazzo biondo davanti a lei sputò quelle parole tutto d'un fiato, sconvolto per davvero. E si appuntò mentalmente di dover chiedere a Calum cosa le avesse promesso per stare lontano da Michael. 
Jordan guardò Luke annoiata, un po infastidita dal fatto che tutti credevano che lei non potesse non litigare con Michael. 
"Quando dovrò andare allo studio?" sviò l'argomento perché non le andava proprio di parlarne.
"Domani alle tre, e non appena finirai abbiamo un volo per l'Inghilterra" le spiegò Luke uscendo dalla stanza di lei con un sorriso malizioso sulle labbra che Jordan non riuscì a studiare. 
Solo, si alzò e scese in salone, dove Michael era intento a giocate a FIFA, e qual miglior occasione di disturbarlo? Gli andò dietro e, con slancio, lo abbracciò facendogli cadere ciò che aveva in mano.
"Ma che ti prende?" urlò sfuriato Michael, che un gesto simile non se lo aspettava. Jordan continuava a tenere le braccia intorno al collo di Michael, che più furbo di lei, la fece scivolare sul divano, ritrovandosela dietro. Jordan tolse le braccia quando vide che il ragazzo si era arrabbiato non poco, e gli sorrise sperando si arrabbiasse ancora di più. 
Con una spinta fece cadere Michael dal divano e si stese sul divano le le mani dietro il capo, pronta a sentire una sfuriata di Michael. 
Quest'ultimo sospirò solo, si alzò ed iniziò a fissarla. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma si zittì per andare via, lasciando anche la console accesa. Jordan rimase scettica, e anche Calum, con Ashton dietro, che avevano osservato tutta la scena, che erano appena arrivati. 
"Cosa gli succede" chiese Jordan a se stessa. "E io che ne so".
Sobbalzò a sentire la voce di Ashton, che non si era accorta che i due erano rientrati. 
"Vado a parlargli" sorprese Jordan i due ragazzi.
Mentre era diretta verso la camera di Michael, che era certa che fosse lì il ragazzo, Calum le afferrò il braccio. "Non credo tu sia adatta, se è giù" le disse. 
Jordan si sentì offesa. Certo, lei e Michael litigano spesso ma per lei quello non significava che non doveva aiutare il suo compagno di band. 
Si scrollò dalla mano di Calum ed iniziò a salire i gradini delle scale più sicura che mai. 
Loro due non avevano mai parlato in modo serio, forse una o due volte, ma si erano odiati fin da primo momento. Senza bussare Jordan entrò, e non vedendo il ragazzo si diresse verso il bagno in camera che aveva, non prima di aver chiuso la porta alle sue spalle per poi entrare in bagno.
Quello che si trovò davanti la sconvolse non poco, ma non lo fece vedere. Michael non si coprì, non diede importanza al fatto che fosse completamente nudo. 
"Che vuoi?" chiese sfacciato. "Parlarti" rispose Jordan soffermandosi su una goccia di acqua che scivolava sul petto di Michael, ma poi alzò il viso su quello di lui perché non voleva che pensasse che aprezzasse. 
"Aspettami in camera, arrivo" la spinse verso la stanza per poi scusarsi e vestirsi. 
Trovò la ragazza stesa sul proprio letto con occhi chiusi.
"Credevo fosse più piccolo" la sentì dire, e sorrise in modo malizioso, perché anche se non se ne era accorto, lo avesse guardato lì. 
Jordan si alzò dal letto e gli andò di fronte. 
Una sua mano finì suo suo petto, la fisso prima di fissare i suoi occhi. "Cosa c'è che non va, Michael?" sussurrò. Michael non le voleva realmente rispondere, non a lei. Prese il suo polso con faccia disgustosa e tolse la mano dal suo petto. "Và via" grignò.
Jordan aggrottò le sopracciglia non intenzionata a voler realmente andare via. "Cosa succede?" chiese nuovamente con un tono di voce che la sorprese, perché voleva essere dolce, ma non così tanto. 
"Ti ho detto di andar via Jordan. Se mai mi succedesse qualcosa non saresti tu la persona con il quale mi confiderò" le sputò cattivo. 
"Mi sto solo comportando da... compagna di band" rispose, anche se in realtà avrebbe voluto dirgli che si stava preoccupando come da amica, perché un po di bene lo riservava comunque per lui.
"Appunto, ti senti sforzata nel farlo, non ti interessa veramente" il ragazzo fece due passi indietro e la squadrò con la stessa aria che aveva precedentemente, facendo salire così un dubbio a Jordan. 
"Ho fatto qualcosa che non va?" infatti chiese. Vide le labbra di Michael avvicinarsi quasi a fior di pelle alle sue, tanto sentir il suo caldo fiato quando prese parola. 
"Sei nata" rispose cattivo, tant'è che Jordan non pensava che Michael potesse arrivare a tale punto. 
Fu quasi automatico alzare la mano e, con tutte le sue forze, schiantarla contro il viso di lui in un gesto che, lo ammise, lo sconvolse. "Ho sempre pensato fossi una cattiva persona" e con quella frase lo liquidò, lasciandolo solo, con una guancia rossa e lo sguardo nel vuoto.
Per tutto il giorno i due ragazzi si evitarono, facendo preoccupare il resto della band, perché era loro solito litigare sempre.
L'aria era improvvisamente cambiata, e questo faceva sentire un po tutti a disagio, che seduti a tavola non riuscivano a spiccare parola. Ma Calum capì subito che qualcosa non andava, e decise bene di accendere la tivù che si trovava in cucina. 
Gli occhi di tutti andarono a finire sul quella scatola, dove una signora stava annunciando che a seguire avrebbero parlato proprio di loro, dei 5 Seconds of Summer. 
Ashton propose di sentire quel che avevano da dire seduti sul divano. Decisero che avrebbero sparecchuato dopo, o meglio, che lo avrebbe fatto qualcuno al loro posto, e si sedettero sul divano. Michael, colui che teneva il telecomando, alzò il volume non appena iniziarono a parlare di loro. 
"Jordan Jonson, Calum Hood, Luke Hemmings, Ashton Irwin e Michael Clifford sono i componenti dei Five Second of Summer, la band perfetta"
"Cazzate, questo programma dice solo cazzate" prese il telecomando e spense la tivù facendo sbuffare Jordan, che voleva davvero ascoltare quel che avevano da dire. 
"Michael, perché lo hai fatto?" chiese infatti la ragazza, che era tra le braccia di Calum, dato che quel divano era davvero troppo piccolo per cinque persone. 
"La band sarebbe perfetta se tu non ci fossi, Jordan" sputò Michael in modo acido, come sempre quando parlava con lei e di lei. 
"Oh, certo Michael! Magari sei tu che non questa band non centro nulla" il suo tono di voce uscì dannatamente cattivo, tanto che Michael si sentì offeso e non ci penso una prima volta prima di alzarsi indignato e rifugiarsi nella sua camera. 
Jordan capì presto l'errore commesso, e con la stessa velocità di Michael, andò davanti camera sua e vi entrò.

Nel frattempo al piano di sotto gli altri tre iniziarono a parlare di Socer, che nessuno aveva il coraggio di parlare su quel che era successo, neanche Calum. 

 

 

 

 

 

 

Sono ben gradite recensioni, negative o positive che siano. 

Salve a tutte ragazze, eccomi qui con una nuova, l'ennesima, storia. Ci tengo

a farvi sapere che questa storia è breve, che non supererà i 25 capitoli, e sicuramente di meno.

Spero che vi piaccia l'idea, personalmente non l'ho mai letta da nessuna parte, quindi credo

che sia abbastanza originale. Con questo vi lascio e ci si sente al secondo capitolo. 

Me!

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Capitolo 3
*** Capitolo secondo ***


Capitolo secondo




Jordan si era fermata poco prima di aprire la porta della camera di Michael a pensare cosa gli avrebbe dovuto dire precisamente. Ma la sua testa era completamente vuota, e con la mano sulla maniglia, entrò anche se impreparata. Quella volta vide subito Michael, steso sul letto ad occhi chiusi ed un paio di cuffie nella orecchie. Jordan riusciva a sentire appena cosa stesse ascoltando, ma capì subito che Michael non si era accorto della sua presenza. Dopo aver chiusa la porta camminò fino al lato sinistro del suo letto ed iniziò a guardarlo, perso nella musica e più silenzioso che mai.

Vide i denti di Michael andare a torturare quelle labbra che erano state molto spesso desiderio di Jordan, e si ritrovò ad invidiare il fatto che la sua lingua, le sue dita, i suoi denti o le labbra di Jessica potessero assaporare il suo gusto, toccare la loro morbidezza.

E si ritrovò lei a mordersi le labbra, che avrebbe tanto voluto essere lei a mordere quelle labbra piene.

Quando Michael aprì gli occhi per cambiare riproduzione sobbalzò a vedere gli occhi di Jordan. Repentivo si tolse le cuffie, spense la musica, si alzò e la guardò. Tutto velocemente.

"Cosa vuoi?" chiese scorbutico. La ragazza si era un po incantata ad ammirarlo.

Da quando Michael è così estremamente attraente? Si chiese.

"In questi ultimi due giorni sei più infastidito del solito, c'è qualcosa che non va?" gli chiese portando una mano ad afferrare la sua, con troppa voglia di avere un contatto non solo visivo. Lo sguardo di Michael non poté non guardare per un attimo la sua mano, afferrata da lei in modo del tutto inaspettato.

"Solo vorrei tu non esistessi" le disse fissando i suoi occhi, che si stavano facendo lucidi. Jordan lasciò subito la sua mano e incrociò le braccia sotto al seno. Strinse le labbra fra loro e portò lo sguardo per terra.

"Perché devi sempre e comunque offendermi?" fece un passo indietro e lo guardò dall'alto verso il basso, in un gesto fatta di proposito.

"Perché non guardi un po te? Non sei il piedistallo della band. Non sei bello come Calum, non hai la voce angelica di Luke e non sei simpatico e talentuoso come Ashton" disse acida. E, cavolo, lei pensava sul serio che Michael fosse il più bello e quello con la voce più angelica della band.

Non rispose alla provocazione di Jordan, spostò lo sguardo su tutta la camera per non guardare le sue labbra tanto appetitose.

"Và da loro, allora" Michael camminò verso l'armadio, dove estrasse una maglia. E dando le spalle a Jordan, si tolse quella che aveva in dosso, mostrando la sua bianca schiena alla ragazza, che si morse il labbro anteriore alla vista dei suoi muscoli contrarsi in quel modo.

"Sono venuta a chiederti cosa avessi, no per discutere, Clifford" si sforzò di dire.

"Oh, ora passiamo ai cognomi?" si girò completamente verso di lei con sguardo infuocato, dato che odiava essere chiamato in quel modo, e lei, come gli altri, ne erano a corrente.

"Accidenti! Quanto mi urti" esclamò Jordan.

"Allora va via" alzò la voce facendole intuire, con la mano, che stava ad indicare la porta, che doveva uscire.

"Volevo solo aiutarti" si lamentò mentre camminava verso la porta. "No Jordan, tu volevi solo fare la domanda di cortesia" la corresse.

A quel punto Jordan si girò e andò verso di lui, strinse la sua maglietta in due pugni, lo attirò verso di sé e fece quel che aveva da sempre desiderato.

Michael sentì il calore delle labbra di Jordan sulle sue e chiuse in automatico gli occhi, afferrando le sue guance spalmando ancor di più le sue labbra su di lei e avvicinandola.

Le loro labbra iniziarono ad accarezzarsi in modo estremamente violento, come a volersi far male, come a voler scaricare tutta la tensione della discussione.

Jordan gemette quando, per caso, la sua lingua andò a gustare quella di lui in un piccolo sfioramento. Continuavano, come i miglior amanti, a baciarsi in quel modo così rude ma dolce al contempo.

Michael camminò fino a che la schiena di Jordan non toccò il muro. Le mani di Michael andarono ad accarezzare la sua schiena, sfiorando le natiche per poi farsi circondare il bacino dalle sue gambe magre, mentre le piccole mani della ragazza gli andarono ad accarezzare e vagare suoi capelli di lui.

Inaspettatamente lei chiese l'accesso per la sua bocca, violandola, gustandola e vivendo come non avrebbe dovuto fare. Le loro labbra si sfioravano, assaggiavano, bramavano. Ormai senza fiato, che si erano dimenticati di respirare presi dal momento, si staccarono. Jordan mise i piedi per terra, guardò Michael prima di dirigersi verso la porta dove uscì più stordita che mai.

"Jordan" la chiamò Michael quando era a metà corridoio, lei si girò con un lieve sorriso.

"Si Michael?"

"Io... penso... dimentica tutto, non ho provato nulla. Solo, dimentica" le disse. "Sarà fatto" rispose Jordan mentendo a se stessa. Delusa dalle parole di Michael ed eccitata da quello che era successo scese le scale andando nel salone con un piccolo sorriso.

Ashton, Luke e Calum la guardarono nella sua innocenza e sorrisero.

Perché quando Calum era salito per controllare che andasse tutto bene aveva visto le loro labbra unite come non si sarebbe mai aspettato, e felice di quello che era successo era andato a dirlo immediatamente ai suoi compagni, che un po increduli guardavano Jordan fra le nuvole.

 

Michael si era sentito in dovere di dirle quella parole che neanche pensava, perché lui era il primo a non voler dimenticare quel sbagliato ma magico momento.

 

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Capitolo 4
*** New Song ***


New Song

 

 

 

 

 

Sperava, era convinto, che dopo quel che era successo fra Jordan e Michael i loro litigi sarebbero cessati, almeno per un breve periodo. Jordan si era meravigliata tanto quasi quanto Calum non appena il ragazzo con il quale aveva scambiato qualcosa di molto intimo aveva iniziato ad urlarle tutte quelle cattiverie contro, e anche se non lo dava a vedere, più delle altre volte, ebbero significato. Forse significati nuovi e persino sconosciuti.

Erano tutti riuniti nella sala regisrazione quando entrò Mettew con un foglio in mano, foglio che sventolava come se fosse stato un trofeo. "Ci sono" aveva urlato con un sorriso.

"Il suo nome sarà Jet Black Heart, se per voi va bene, e penso che sia una delle canzone migliori che io abbia mai buttato giù. E vorrei avere voce in capitolo su quanto riguarda le parti da cantare, mi sono immaginato tutto nei minimi dettagli, deve essere perfetta" sputò a raffica. Michael subito riflettè sul titolo, lui avrebbe voluto buttare il suo freddo e nero cuore. Inconsciamente lasciò uno sguardo caldo a Jordan, che si era alzata sussurrando le parole che leggeva da quel foglio malandato. Appena finì di leggere il suo sguardo andò su Michael, perchè quella canzone la sentiva più sua che di se stessa o degli altri. La passò ad Ashton, iniziò a leggerla mentre i loro sguardi, quelli pieni di qualcosa che neanche loro potevano capire cosa fosse, si guardavano negli occhi. Ogni strofa citata da Ashton corrispondeva ad un respiro di Michael, e ogni suo respiro ad un battito di Jordan.

"Chi deve cantare?" chiese Jordan. Mattew sistemò gli spessi, ma chic, occhiali che portava prima di parlare. "Michael... e... so che mi ucciderai, ma la tua voce con quella di Michael è perfetta Jo, e non ho potuto che assegnarvi quasi tutte le parti" disse. "Sembra di star parlando di un copione" smorzò Luke ridendo leggermente. "Lo penso anche io" disse Calum facendo girare tutti dalla sua parte. "Si, forse è davvero la combinazine perfetta" disse in un improvviso stato di imbarazzo. Michael avrebbe voluto tanto dire che non voleva cantare con lei dopo averla baciata, sapeva che non era una giusta scusa e non era una cosa genuina per la band. Come ripetevano sempre: prima la band e poi le questioni personali.

"Per me va bene" sorprese con la sua risposa Michael. "Anche per me" lo volle sfidare Jordan guardando i suoi splendidi occhi che tanto stava iniziando ad amare. "Penso che ora possiate tornare a casa, ragazzi" Mattew uscì da quella stanza dopo aver preso il foglio tra le mani di Ashton in modo frettoloso. Sentiva aria di sfida, tutti l'avevano sentita, e aveva ben deciso di non assistere all'ennesima discussione dei due ragazzi. Presto gli altri, Luke, Ashton e Calum lo seguirono. Forse loro neanche se ne erano accorti che intorno a loro non regnava più nulla di vivo, gli occhi dell'uno e dell'altro erano troppo fissi a decifrare particolarità che possedevano. Michael avrebbe potuto persino descriverli in modo poetico, e Jordan si sarebbe immedisimata in un nuovo Shakespeare talmente che l'ispiravano,.

"Pensi ancora a quel bacio?" chiese Jordan avvicinandosi vicino a lui, che era seduto su un pianoforte. "Perchè dovrei? Le cose insignificanti le rimuovo dalla mente in modo incredibilmente rapido" mentì. Se ci pensava? Lo infuocava la mente quel bacio. "Eppure mi sembra che tu ci sia stato, che ti sia... piaciuto" si sentiva perfettamente un punta di delusione. Da quanto le importava cosa le rispondesse Michael?

Si fermò davanti a lui, un passo e si sarebbe trovata tra le sue gambe, ma osò, e non si ritrovò solo nella prigione, ma incredibilmente vicino a lui. "Posso sempre rinfrescarti la memoria... se vuoi" glielo disse sfiorando le sue labbra con le proprie. Michael era immobile, come se fosse una bambola di legno, non reagiva ma osservava. Impossibile non chiedersi per quale motivo lo stesse facendo, ma semplicemente chiuse gli occhi quando le sue dita andarono ad accarezzare il labbro di lui, a sentire tutta la loro morbidezza. Girò il viso verso loro, come a volere più contatto.  "Io non ho smesso neanche un minuto... desidero quel bacio come lo desideravo ieri" la sua mano si aprì ad accarezzargli la guancia e, girando di poco il suo viso, unì le loro labbra. Un gemito uscì dalle labbra di Michael, un gemito che Jordan lo interpretò d'apprezzamento. E quando tutto sembrava andasse perfetto, quando Michael si era deciso ad agire...

"Ra-" Calum si bloccò non appena li vide, lì, soli come a voler nascondere il loro piccolo amore. Jordan non temeva che Calum potesse giudicare, lei si fidava del suo amico. Quando si staccò dalle labbra di Michael, confondendosi con i suoi occhi, non potè che lasciargli un ultimo e dolce bacio sulle labbra prima di girarsi verso l'amico, superarlo e raggiungere l'auto.

 

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