Un angelo di nome Brian

di piumetta8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Do ut des. Ti do perché tu mi dia.

Sembrava questo il motto dello staff di Chandler ma quella mattina di inverno mite nessuno era particolarmente entusiasta di imbattersi in nuovi casi giudiziari, magari dispendiosi e complessi, a ridosso delle feste natalizie.

"Buon giorno signori!"

Il professor Chandler, uomo spicciolo e pratico, non perse tempo e, senza perdersi in inutili preamboli, iniziò a distribuire e il fascicolo con i nuovi casi da assegnare ai suoi novizi. che speravano di non essere incappati in un moderno Ebenezer Scrooge.

Si trattava di casi giudiziari piuttosto semplici e quasi tutti avevano tratto un sospiro di sollievo.

"Potete andare, tran lei avvocato Holden!"

Claudia Joy, spinta dal suo ideale di giustizia, si risedette ansiosa di potersi mettere all'opera.

In fondo, come diceva Plauto , sapiens fingit fortunam sibi, il saggio si plasma da solo.

"Claudia ho scelto lei per tanti motivi! Dobbiamo recarci al Mercer e poi al penitenziario militare. Il tenente Mary O'Dell, in forza alla base militare di Forth Marshall, è accusata di maltrattamenti ripetuti nei confronti di suo figlio Brian!"

Claudia Joy aveva ascoltato la spiegazione a sommi capi di Chandler e le si era stretto il cuore pensando alle sue figlie, ad Amanda in particolare.

"Non se ne dovrebbe occupare il Jag , dato che si tratta di un militare?"

"Hanno chiesto che ce ne occupassimo noi!"

"Sono pronta!"

Claudia Joy era fiera ed agguerrita come avvocato e come mamma.


Era il loro primo Natale da sposati e per Tanya e Jeremy era stato bellissimo addobbare il loro nido d'amore con festoni rossi e luci al led multicolore, divertirsi a fare l'albero e mettere insieme il puntale in cima.

A Tanya era ritornato in mente quando, in missione, lui le aveva regalato l'anello facendolo arrivare con il filo del paracadute. Aveva sorriso e aveva pensato che dono immenso sarebbe stato trovare sotto l'albero un bambino.

Un sogno stupido ed irrealizzabile, lo sapeva bene, a causa dei suoi problemi all'utero.

Jeremy però non gliene faceva una colpa. Era la sua bellissima moglie ed era certo che quel dono, prima o poi, sarebbe arrivato.


"Cos'hai amore mio?"

A Jeremy non era sfuggito che sua moglie si fosse incupita all'improvviso. Tanya lo aveva rassicurato con un sorriso.

"Sono solo un po' stanca. Oggi io e Denise abbiamo dovuto assistere un paziente così piccolo ed innocente...La sua storia mi ha turbata e mi ha fatto infuriare!"

Jeremy l'aveva abbracciata.

"Lo so. Mia mamma mi ha raccontato. Non riesco a concepire l'idea che una donna possa fare del male al proprio bambino..."

Per un attimo aveva rammentato quando si era trovato nella situazione opposta: quando era stato lui a fare del male a Denise, una macchia di cui si pentiva e di cui si vergognava profondamente.

"Ma sono certo che la giustizia farà il suo corso e quella donna non potrà più alzare un dito su suo figlio!"

Tanya aveva sorriso rassicurata e aveva preso suo marito per mano.

"Andiamo a letto adesso. Domani sarà una lunga giornata!"

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


"Obiezione vostro onore!"

Ribatté Claudia Joy con slancio, giocando il suo jolly. L'avvocato dell'accusa aveva fatto notare come la domanda della difesa fosse fuorviante.

"Obiezione accolta. Avvocato Stearns riformuli la domanda!"

L'uomo sostenne il richiamo del giudice con uno sguardo sicuro, di chi sa il fatto suo, poi concluse candidamente:

"La difesa ha concluso!"

L'avvocatessa Holden, nel suo tailleur da paladina, si rivolse con lo stesso tono deciso di prima a Vostro Onore.

"L'accusa vorrebbe richiamare a testimoniare Mary O'Dell!"

Ci furono dei brusii in aula e i due avvocati furono invitati dal giudice ad avvicinarsi per un colloquio con il giudice: l'avvocato Stearns era tentato di chiedere una sospensione del processo per raccogliere nuove prove che scagionassero l'imputata mentre Claudia Joy era agguerrita più che mai perché quella donna avesse la pena che meritava.


"L'accusa può continuare!"

Sentenziò, infine, il giudice Morris. Mary O'Dell si avviò verso il banco degli imputati a passo incerto e con una certa inquietudine che la faceva tremare.

Mise la mano sulla Bibbia e giurò e, in quell'istante, a Claudia Joy ritornarono in mente alcuni versetti del vangelo di Matteo.

Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di fare bianco o nero un solo capello.

"Si ricordi che è sotto giuramento!"

Evidenziò l'avvocatessa Holden prima di procedere al suo serrato interrogatorio.

"Tenente O'Dell si ricorda del capitano Julian O'Marrey?"

"Si!"

La voce di Mary era ferma ma le sue mani serrate a pugno avevano tremato di rabbia e paura.

"E si ricorda anche di un certo tenente Milly Burns?"

"Si!"

Quel suono breve e chiaro fu interrotto dall'avvocato della donna.

"Obiezione vostro onore. Mi sembrano domande irrilevanti..."

Tuonò Stearns vedendo accolta la sua richiesta da parte di Morris che, quindi, invitò la difesa ad arrivare al punto.

Claudia Joy incassò quel richiamo verbale e proseguì con più oculatezza.

"È vero che su di loro ha alzato le mani più volte?"

Ancora mormorii tra la giuria.

"Ed è vero che non ha mai perso questo vizio arrivano persino ad abusare di suo figlio Brian?"

La voce di Claudia Joy era salita di un tono nel muovere quell'accusa così infamante per una madre. La Holden, quindi, consegnò un fascicolo al giudice.

"Vostro Onore si metta a verbale che vengono presentati come prova gli appunti dello psichiatra che ha tuttora in cura l'imputata. Nei documenti che le ho appena consegnato si attesta, inoltre, che il Tenente fa uso massiccio di ansiolitici e calmanti data l'aggressività che sembra essere una costante della sua vita!"

"Non è vero..."

La scialba difesa del Tenente O'Dell suonò patetico innanzi a quelle prove evidenti.

"L'udienza si aggiorna a domattina alle ore nove!"

Tutti uscirono mentre i neo coniugi Sherwood si concessero qualche attimo in più nell'aula silenziosa.

"Tanya, tesoro, domani ci saranno le arringhe finali e abbiamo ottime probabilità di vittoria. Perché sei così triste?"

La ragazza abbozzò un sorriso dinnanzi alla tenera preoccupazione di Jeremy.

"Se la giustizia dovesse essere ingiusta...Brian sarebbe affidato di nuovo a sua madre e tutte queste battaglie sarebbero state vane!"

Tanya credeva fermamente in Claudia Joy, una parte di lei sapeva che avevano la vittoria in pugno ma...Una cosa è la ragione, un'altra il cuore.


L'avvocato Stearns allentò il nodo della cravatta ancor prima di varcare la porta di casa, dopo quella lunga ed estenuante giornata in tribunale. Soltanto l'abbraccio di sua moglie lo ritemprò da una giornata tanto sfiancante.

"Com'è andata in tribunale?"

Chiese Nicole con il suo sorriso cristallino e pieno di comprensione.

"Credimi cara, per la prima volta, sono contento di star perdendo un processo!"


"Famiglia: è questa la parola chiave di questo processo. Un secondo noi stessi, gioie e dolori, esiste prima di noi e sopravvive con quello che di migliore è in noi...Un'immagine di amore, armonia, protezione che, in questo caso, è stata calpestata, denigrata, cancellata. Un bambino di tre anni ha diritto a questa felicità maggiore e non a vivere nel terrore. Il piccolo Brian non ha un papà e stando così le cose, mi dispiace dirlo, non ha nemmeno una mamma!"

L'arringa di Claudia Joy era stata lunga, appassionata, commovente. Vi aveva messo dentro anche un po' di sé, del suo essere mamma.

L'attesa nella quale i giurati si ritirarono per emettere il verdetto fu eterna ma, finalmente, il giudice Morris lesse il verdetto.

"Il tribunale di Charleston riconosce Mary O'Dell, Tenente dell'esercito degli Stati Uniti d'America, colpevole dell'accusa di molestie ripetute ed aggravate sul minore Brian O'Dell e la condanna a quindici anni di reclusione. Affida, inoltre, il minore Brian O'Dell alla cura dei servizi sociali!"


"È stata un discorso bellissimo!"

Nicole si asciugò gli occhi, commossa dal racconto del marito.

"Sai Mike, io e Claudia Joy siamo amiche e l'ho vista molto tesa per questo caso: sapendo quello che ha passato con sua figlia Amanda non c'è da stupirsi che si infervori così tanto per tutelare un bambino. L'altro giorno siamo andate a fare una passeggiata insieme a Denise Sherwood e a sua figlia Molly...

Nicole lasciò che Mike le accarezzasse il dorso della mano mentre proseguiva teneramente.

"Ho preso in braccio la bimba e quando mi ha sorriso ho capito che si deve fare di tutto per dare a quei piccoli innocenti l'infanzia più bella, più favolosa possibile!"

L'avvocato Stearns si stiracchio con uno sbadiglio.

"Hai ragione Nicole. Sono contento che sia finita così..."

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


L'ufficio dei servizi sociali era all'ultimo piano di una palazzina che ricordava l'architettura radicale degli anni settanta. Tutto il grigio della struttura cozzava con le lucine al led e con gli addobbi super colorati che invadevano le strade di Charleston nel periodo natalizio.

Prima di chiamare l'ascensore, Jeremy aveva dato un'ultima stretta decisa alla mano di sua moglie e le aveva rivolto uno sguardo incerto:

"Ne sei davvero sicura?"

Il sorriso e la risposta ferma di Tanya, al contrario, erano giunti con una risolutezza lodevole.

"Lo so che essere genitori è durissimo. Ogni giorno avremo l'occasione per fare qualcosa di sbagliato. Ma, sono altrettanto convita, che non saremo dei cattivi genitori: se faremo degli errori, questi saranno dettati dall'amore!"

Il colloquio co n l'assistente sociale, la signora Cynthia Smithers, era equivalso ad un esame teso ed estenuante ma i due neo coniugi non si erano fatti tradire dal nervosismo nemmeno quando l'età verde del loro matrimonio era stato elencato come un punto a sfavore.

"Conoscete la situazione abbastanza bene..."

La signora Smithers aveva appuntellato gli occhiali sul naso e, svestendo l'aria da maestrina, aveva allargato i cuori dei due giovani concedendosi un sorriso empatico.

"Tenete conto che si tratta di un affido temporaneo e dovrete sottoporvi, mensilmente, a delle verifiche con il dottor Sincler, lo psicologo del nostro centro..."

Era fatta! Presto sarebbero stati una famiglia a tutti gli effetti e, mentre correvano verso la casa famiglia, Jeremy aveva preso in braccio Tanya e l'aveva fatta volteggiare in aria. Poi avevano riso insieme e si erano scambiati un bacio come due adolescenti che ricevono il regalo di Natale più bello.


Per la vigilia la tavola di casa Sherwood era stata imbandita di ogni delizia: Denise aveva preparato la sua rinomata Lumberjack pie e Tanya si era cimentata, per la prima volta, nella preparazione delle mandorle pralinate.

"Signore, benvenuto!"

Frank non aveva scordato le gerarchie nell'accogliere gli ospiti appena arrivati e gli Holden avevano, presto, riempito la casa degli amici di allegria e pacchetti colorati.

"E questo piccolo angioletto chi è?"

Claudia Joy si era subito prodigata a vezzeggiare lo scricciolo che, timidamente, si nascondeva tra le braccia di Jeremy, orgoglioso neo papà.

L'avvocato Holden, alla fine, grazie alla sua esperienza di mamma e di donna sensibile era riuscita a strappare un sorriso allo sfortunato-fortunato fanciullo che, fattosi più intraprendente, non aveva perso tempo a correre nell'angolo- giochi dove TJ, Finn, Sarah Elizabeth e Molly avevano improvvisato un precario girotondo. E, con la spontaneità dei bimbi, non avevano avuto difficoltà ad inserire anche quel nuovo amichetto nel loro mondo fatto di favole, caramelle e risate.

Tanya aveva appoggiato le mani, ancora zuccherose, sui fianchi di Jeremy e si era goduta la scena con un'emozione incommensurabile: non pretendeva di essere una mamma perfetta per Brian ma era disposta a fare di tutto per essere una brava mamma.

Aveva osservato suo marito prendere in braccio il piccolo e sussurrargli qualcosa nell'orecchio, poi lo aveva alzato in alto fino alla cima dell'abete e gli aveva fatto mettere il puntale: per tradizione era sempre stato il più piccolo della famiglia a compiere quest'importante gesto.

Sotto l'albero per Tanya e Jeremy non c'erano pacchetti da scartare, il loro prezioso dono già lo avevano avuto: un angelo di nome Brian.

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