In the deep cold of Christmas.

di ImmaEFP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione - La neve nel cuore,risentimenti. ***
Capitolo 2: *** Il freddo nelle ossa,rimpianti. ***
Capitolo 3: *** Il vento sul corpo,caos. ***
Capitolo 4: *** Il calore della tua pelle,dichiarazioni. ***



Capitolo 1
*** Introduzione - La neve nel cuore,risentimenti. ***


Probabilmente Natale mi ha messo così tanta gioia che questo freddo mi ha portato una fantastica ispirazione.
Si,diciamo che in gran parte c'entra proprio il freddo,oltre che Natale in sè e per sè. 
Non è il genere di cose che scrivo solitamente,io sono più portata per grandi stesure di capitoli,anche quelli che scocciano perchè magari mi dilungo un pò troppo,ma non volevo far diventare quella che dovrebbe essere una one shot un mega poema chilometrico,magari come risultato voi che leggete e non vedete l'ora che finisce. Quindi ho cercato di scrivere solamente il succo della situazione,evitando di sottolineare certi aspetti della loro storia,di dettagliare i momenti e realizzare periodi troppo lunghi.
Più che altro ho dato importanza allo scopo di questa "storia" o di questo momento,come preferite. Il modo in cui ho deciso di strutturare la vicenda e di metterla insieme la rende non solo introspettiva ma anche ricca di suspense,un pò particolare come situazione,forse nessuno,escluso chi intuisce sin da subito,riesce a capire inizialmente perchè questo capitolo termina in modo insolito e direi strano...ma il mio obiettivo è questo,sarò anche cattiva,ma voglio lasciarvi sospese per un attimo e farvi immaginare il seguito. E' solo l'introduzione della mia oneshot,giusto per confondervi le idee xD.
Buona lettura e non ammazzatemi.





Una sera fredda,la neve,come mai era successo a Torino la notte di Natale,ricopre gran parte della città.
Persino le macchine che può vedere nel cortile dalla finestra di casa sua ne sono ricoperte e questo le mette malinconia. Oddio Natale è bello anche per l'atmosfera che si respira,ma restare da sola in casa con il suo lungo e pesante maglione nero, con un piatto di cannelloni riscaldati e potti ai suoi piedi non è che la metta proprio di buon umore.
Per lei non è Natale, perché si ritrova da sola a guardare oltre la finestra un mondo che sembra non appartenerle,non è come gli altri anni,trascorsi con la sua famiglia riunita.Ora c'è qualcosa di diverso e con tutta sincerità ha rinunciato persino a trascorrerli a Londra con sua figlia dove era stata invitata,perchè senza dubbio sarebbero stati i festeggiamenti più noiosi della sua vita,pieni di tristezza,poveri,vuoti come si sente esattamente lei dentro.
È  il primo natale che festeggia barricata in casa, senza sua figlia, senza quello che una volta era suo marito, senza quella felicità  nel cuore, senza la gioia negli occhi, festeggia natale immaginando il natale degli altri. Quello pieno di amore, quello dove si sta bene, dove ci si possono scambiare i regali, anche un semplice e caldo abbraccio, uno di quelli che ti scaldano il cuore. Lei questo non può  farlo. Lei ha deciso di starsene da sola con l'assoluta certezza di poter stare bene tranquillamente, quando invece ha bisogno proprio di qualcuno per sopravvivere, per sentirsi forte, per non abbattersi,per sorridere con leggerezza,come se non avesse bisogno di nulla,perchè è come se avesse tutto,quel minimo che serve per avere tanto,di estremamente fondamentale.  

Avrebbe voluto scegliere un'alternativa migliore invece di starsene a fissare una città viva,felice,che sembra persino tanto lontana da lei,come se non riuscisse a raggiungerla,a metterci piede e a provare ad essere un briciolo felice anche lei,magari sul divano a guardare tranquillamente un film di quelli che trasmettono puntualmente a Natale,con una cioccolata calda a godersi un pò di pace,ma in fondo neanche quello poteva distrarla dai pensieri,riempirle il cuore di gioia,non nella situazione in cui si era ritrovata,anzi quella che aveva cercato con le sue stesse mani e che invece di allontanare,aveva accolto a braccia aperte.
Ma sa benissimo che non servirebbe a farla sentire meglio,perchè lei sa di non poter star meglio,almeno non con una mancanza così profonda,una parte di sè che sente di non avere più,di aver smarrito da qualche parte.
E più cerca di distrarsi,più le torna in mente il suo stato d'animo.
Per lei non è Natale.
Si è sempre ostinata a non dipendere da nessuno.
Ma è  quel nessuno che in realtà la preoccupa. Perché  lei dipende e basta.  
Dipende dai suoi ricordi recenti, dal suo senso di colpa, da quella vita a cui aveva deciso di dare una svolta, quella che ha scoperto accanto a Gaetano, e lei lo ha capito.
Non ha insistito nel rimanere da sola per troppo tempo,si è resa conto appena ha capito di poterlo perdere per sempre che si era sbagliata,che non poteva essere felice altrove se non accanto a lui,ha provato a tornare da lui,a dargli spiegazioni, anche perché  era ancora in tempo,non lo aveva fatto aspettare per altri dieci lunghi anni,erano passate solo due settimane e si ritrovò inchiodata alla porta del suo vicino per dirgli che lo amava alla follia, che aveva fatto solo un fottuto ennesimo errore, che non era vero che da sola lei sapeva stare, forse in un passato con il suo ex marito si, ma con lui no, il legame era stato troppo forte,reale perchè finisse in quel modo.
Provò a urlarglielo più volte,quasi perse fiato.
Ma chissà  per quale motivo quello che diceva di amarla da tutta una vita, quello che aveva fatto di tutto per conquistarla se n'era uscito con una frase: 'Non fa abbastanza freddo per decidere.'
Camilla rimase sbalordita,non si aspettava una reazione del genere,vedersi sbattere la porta in faccia e doversene tornare a casa a mani vuote,con un carico doppio di rimorso,infondo lui era quello che non sapeva starle lontano,che nonostante i continui tira e molla,nonostante la rabbia e la delusione,non riusciva ad avercela per troppo tempo con lei.
L'aveva aspettata per un tempo infinito,senza seccarsi,e aveva sperato insistentemente di sentirsi dire quelle parole,di vederla pentita dopo quella mazzata,ma un fottuto coinvolgimento della temperatura rovinò tutto.
Non fa abbastanza freddo per decidere...

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Capitolo 2
*** Il freddo nelle ossa,rimpianti. ***


Avevo terminato l'introduzione in modo ambiguo,con una frase che ha scatenato curiosità e ansia,giusto per creare suspence,sperando di esserci riuscita. 
Questa parte non è altro che il continuo,ma non uccidetemi quando finite di leggere perchè...mhh,non posso parlare..ma comunque potreste restare un pò confuse.
Con il grandissimo appoggio di Marta (la mia compara),ho deciso di regalarvela,spero che sia anche per voi una bomba.
Ovviamente mi sono sintetizzata molto,perchè avrei potuto scrivere tanto,ho lasciato stare alcuni dettagli sulla vicenda,sui sentimenti e sul passato e ho raccolto giusto il succo delle cose.
Buona lettura.




Camilla sente il freddo attraversarle le ossa, un brivido intenso l'avvolge nel vortice della completa sensazione di vuoto che percepisce ad ogni sospiro.
Nota che le luci dei pochi appartamenti che si aprono alla vista della sua finestra sono accese e studia la storia di ogni persona che si muove all'interno.
Chi mangia tra una risata e un boccone, chi scarta i regali, chi si abbraccia per dirsi 'ti voglio bene', chi si guarda negli occhi e sorride per augurarsi una prossima vita insieme, per scaldarsi i cuori, chi accende il camino e respira il calore della propria famiglia, e lei osserva le scene attentamente scomparendo da quel magico mondo e ritrovandosi a realizzare che quella non è la sua vita, che la realtà nella quale ha scelto di vivere non ha nulla di familiare, non ha nulla a che vedere con tutto quello,non c'è amore, dapprima per sé stessa, poi per le persone che in questo momento farebbero di tutto pur di trasmetterle il senso del natale, per portarle un regalo, per stringerla e riscaldarla, e forse questo lei non lo sa, non ci ha mai pensato, almeno non prima di vivere a pieno la sensazione di estraneità al resto del mondo.
Come può amare gli altri se prima non ama se Stessa?

Lei chiude gli occhi, si immagina insieme alle persone a cui vuole più bene, respira per catturare il calore, per rubare qualche istante di gioia, un minimo di speranza, ma non sta bene comunque perché sente tutto troppo distante,sa che questo non è possibile,a meno che non va a prenderselo con le sue mani.
 Qualcosa di irraggiungibile.
Una luce che attira la sua attenzione, una di quelle forti ma lontane,una luce che non riesce a distinguere ma che voltando il capo riesce a capirne la provenienza.
Una luce che le acceca gli occhi.
L'appartamento del suo vicino, quello del commissario Berardi.
È completamente buio se non proprio per quella luce.
Non ci sono tracce di lui, o di Tommy o di qualcun altro che possa farlo compagnia in una sera così fredda.
Ma Camilla sente che lui, dall'altra parte del pianerottolo si sta godendo questo momento magico, starà festeggiando fregandosene di lei,di quello che sta passando, della sua solitudine,perchè lei è ormai convinta che se non l'ha cercata in quei giorni,se non le ha permesso di farsi perdonare,allora non la ama più,non dipende più da lei,dal sentimento così fprte che diceva di provare.
Ma questo è quello che pensa lei.

Ne è certa, se ne convince, nel momento in cui si ricorda che lui l'aveva lasciata proprio con quella frase, senza ne farsi più vedere o sentire, e se magari si incontravano, silenzio tombale, sguardo altrove, come se fossero due estranei. Camilla continuava a non capire ma alla fine si era arresa.
Viveva con il rimorso, nella sua disperazione di non poter tornare indietro e cambiare le cose, nel fatto che ormai era rimasta davvero sola, senza più nessuno.
Nessuno che potesse farla sentire in famiglia.
Probabilmente riconosce quella come la luce della sua cucina,ma sembra così lontana che fa fatica a sfocare l'immagine.
Una coltellata al petto. Si sente lontana proprio da lui. Un senso di responsabilità delle sue scelte prese accompagnate dal rancore e dal tormento la fanno precipitare nella sua stessa piccola e insignificante dimensione, senza via di uscita,non riesce a starsene buona, a prendere il controllo di quello che è giusto fare, di quello che lei vuole.

Chiude gli occhi, cercando di allontanare dalla sua vista quella luce che ha capito essere segno del suo ennesimo errore.
Quella luce che non riesce a raggiungere, perché ha deciso di scappare,quella luce che sta proprio a significare il fatto che ora sono lontani.
Ma purtroppo le scorrono davanti migliaia di ricordi, come uno di quei vecchi film che a rivederli ti viene la malinconia, perché sai già che finisce come non ti aspetti ,e hai paura di sentirti male come la prima volta e sai anche di non poter cambiare il finale.

 -Mi sa che l'unico modo per dimenticare questa serata è aspettare domani.. Quindi dovrei dormire..- ma il punto è che neanche un sonnifero potrebbe spingerla nelle braccia di morfeo. -Ma come posso dormire in questo stato!?- parla a se stessa come se fosse la sua coscienza.

-Dici che devo prendere una camomilla?- si rivolge a potti che la guarda incomprensivamente, forse perché appunto neanche lui riesce più a capirla.

-Ma le camomille sono pericolose..-si dice appoggiandosi al bancone della cucina e riflettendo a lungo -Però infondo con tutta questa gente presa a festeggiare non potranno mai accorgersi di una povera donna disperata che non vede l'ora che sia domani.. Vada per la camomilla.- 

La camomilla può anche non essere pericolosa, ma non sempre aiuta a dormire.
Almeno stavolta sa di averne fatto una buona scorta.
Non ha bisogno di chiederle al vicino anche se sarebbe una buona scusa per scoprire come trascorre il Natale,se anche lui la sta pensando o se si è completamente dimenticato,assottigliando il pensiero che aveva sempre di lei.

Si assicura di averlo zuccherato per bene e si fionda sul suo divano tempestato di coperte e cuscini.
Continua ad osservare il corridoio davanti a sé, a vedere la scena di loro due insieme spinti contro la parete e un attimo dopo in camera da letto a spogliarsi delle loro paure, che al mattino dopo ricompaiono come un fulmine, in un istante.
Incertezze.
Sente l'ennesimo cazzotto allo stomaco, sente una mancanza incontrollabile, un dolore incolmabile. Vorrebbe sfondare la porta di casa sua e dirglielo, urlarglielo,ma sorseggia la sua camomilla certa che per lui non sia lo stesso. Ignara del fatto che dall'altra parte del pianerottolo,fa abbastanza freddo.

Arghhhh!
Ho deciso di lasciarvi ancora un pò di suspance,ma non mi uccidete,non mi dite nulla vi prego. Questa non è l'ultima,ci saranno un pò di bombe da far esplodere. Un altro capitolo che termina in modo ambiguo e per di più con una frase che noi ricordiamo molto bene. 
Ora fa abbastanza freddo ma...in che senso?
Tutto da scoprire ragazzi/e. 
Ricordatevi sempre che il freddo è associato al titolo e alla vicenda,quindi sarà molto presente. 


 

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Capitolo 3
*** Il vento sul corpo,caos. ***


Eccovi un altro capitolo intenso,magari però riuscite a capire qualcosa,una minima parte...all'inizio puordarsi,non vi assicuro di avere le idee chiare alla fine del capitolo,eh si ancora non torno ad essere buona,sarà che ho bisogno di un pò di zucchero e di un po di sole.
Spero sia di vostro gradimento,buona lettura.


Un campanello che bussa, un suono che non era più abituata a sentire, perché tanto nessuno la cercava più, nemmeno per chiederle come stesse.
Guarda l'ora, le lancette segnano le tre e mezzo, non ci aveva neppure fatto caso, di solito, a quest ora era già crollata in un sonno profondo,ma chissà per quale strano motivo apparte il suo stato insonne e malconcio non riusciva neppure a rilassare i muscoli.
È troppo tesa.
Si alza, poggia il tazzone sul tavolino di fronte a sé e a passo rapido ma tremante raggiunge la porta di ingresso. Dallo spioncello può constatare che non c'è nessuno, uno scherzo stupido per i suoi gusti.
Ma incuriosita si lancia sul pianerottolo, può notare con particolare attenzione che non c'è anima viva, non c'è traccia di nessuno in giro.
Fa solo tanto freddo.
Che tra l'altro lei ha il vizio di stare a piedi scalzi,sono gelidi e paralizzati. Li guarda, prima di poter scorgere un pacchetto dalle dimensioni piccole. Lo guarda ferma sull'uscio della porta,è molto confusa.
Alterna lo sguardo tra quello che le può embrare un regalo e la porta chiusa di fronte te a sé, dietro alla quale riesce a percepire un silenzio quasi terrificante.
Si china per raccoglierlo, nessuno ha osato spiarla in quell'impresa faticosa.
Almeno spera.
Rincasa e si ricompone,sedendosi sul divano e tentando di riscaldarsi i piedi con il calore della coperta. Lo avvicina ai suoi occhi, molto vicino, ne studia il peagaging, i minimi dettagli come se fosse la cosa più bella del mondo e conta fino a dieci nella sua mente prima di aprirlo.
-Interessante- sibilla curiosa tra se e se anche se non ha la minima idea di che cosa possa contenere.
Strappa velocemente la carta e si ritrova tra le mani una piccola scatolina bianca.
La apre. Si sente umiliata di fronte a quel gesto poco carino, anche la più piccola e semplice speranza nel ricevere qualcosa da qualcuno svanisce.
Quella scatola è vuota. La getta dietro di sé sentendo formarsi all'altezza dello stomaco un magone. Neanche la camomilla serve in questi casi.
Si alza irritata e la rovescia nel lavandino. Poi si ferma inchiodata al bancone persa a guardare il vuoto. Sembra si sia stancata di subire e non reagire.

-Di pessimo gusto chiunque tu sia-.
Quello che riesce a sentire come risposta è un frastuono assillante provenire dal pianerottolo, qualcosa che in un certo modo si infila persino sotto la porta di ingresso.
Si avvicina per controllare la situazione e i suoi piedi e le sue caviglie scoperte vengono colpite da una folata violenta di vento,prima di aprire la porta un rumore pesante richiama la sua attenzione.
Esce da lì, la porta dell'appartamento di Gaetano si spalanca sbattendo in modo violento e continuativo, come se stesse arrivando una tempesta. Inerme davanti a quella scena, nota che una quantità esagera di fogli cominciano a disperdersi nella stessa abitazioni, sente finestre sbattere e creare un rumore fastidioso.
Non può campare in questo modo, almeno non la sera in cui già sembra andare tutto a meraviglia,ironicamente parlando.
Attraversa il pianerottolo e si affaccia all'interno. Le sembra davvero troppo strano che tutte le finestre siano spalancate come in piena estate e che ci sia così tanto disordine. Tra l'altro sembra non esserci nessuno, si guarda intorno con la speranza di vederlo comparire ma sembra essere sola.

-Gaetano!?- insiste avvicinandosi al divano. Le luci nelle altre stanze sono spente, non sente altri rumori apparte il fracasso prodotto dalle finestre. Una folata aggressiva la travolge in pieno, il suo pigiama blu sembra sfidarsi da solo, lei riesce a trattenerlo, i suoi capelli si scompigliano con la differenza che si sente un cubetto di ghiaccio. Si affretta a chiuderla ma un ennesimo strano suono richiama la sua attenzione.
Un suono pesante ma deciso la raggiunge alle sue spalle. Si volta spaventata sperando di uscire viva da quella situazione.
Ancora una volta, un brivido più intenso, quasi una scossa elettrica le raggiunge il petto, sente un freddo incontrollabile, non riesce a gestire la situazione, perde il controllo delle sue gambe. Sta gelando. Trema. Guarda quella figura davanti a sé che ha appena sbattuto la porta di ingresso, la guarda stupita, non riesce a muoversi, a dire qualcosa, a reagire.
Resta immobile.

Argggg,attesa,attesaa,chi sarà?
Camilla nei guai?
Si prevede ancora freddo...ma poi?

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Capitolo 4
*** Il calore della tua pelle,dichiarazioni. ***


Buonasera ragazze,direi che non potevo farvi aspettare troppo tempo per un'altra parte,almeno in questo sono stata buona no? Ma non vi svelo niente sul seguito,non posso dirvi se andrà come vi aspettate,se il freddo farà miracoli o se vi tocca un finale da mazzata,come siamo abituati poi. Bene,scaldatevi le mani che vi serve e godetevelo tutto. 

-Te l'avevo detto che non faceva abbastanza freddo.-

Camilla si perde in quelle parole, lo guarda in faccia come per studiare quel suo atteggiamento ma non riesce a capire ancora dove voglia arrivare.
-Ma direi che sei abbastanza gelida.- Continua sbifonchiando una risata come se gli mettesse allegria lo stato in cui è ridotta. Sono a una decina di passi di distanza ma ciò non tollera che riescono a guardarsi negli occhi. Solo che Camilla sembra perplessa.
-Che cosa significa questo stupido scherzo Gaetano?- chiede dopo un attimo di esitazione. Incrocia le braccia al petto e attende una risposta.
-Non è uno scherzo. - ma non le basta per vederci meglio in quella situazione.
-Non capisco cosa c'entro io con le finestre spalancate, un disordine inconcepibile e quest'irruzione improvvisa che quasi mi fai venire un infarto.- sospira intimandolo a darle spiegazioni.
 -È il freddo che c'entra con te.- ma sembra vivere in un' altra realtà, appartenere a un altro pianeta.
-Ma per caso hai bevuto!? Sembra che ti sei fumato il cervello.. - Gaetano scuote il capo ridendo, si avvicina maliziosamente ma in modo lento verso di lei, assumendo un sorrisetto da prendere a schiaffi.
Camilla indietreggia quando vede che la situazione comincia a farsi pericolosa.
-Sono perfettamente lucido Camilla.- pronuncia le parole respirandole in modo pesante in viso.  Gaetano le prende i polsi delicatamente e la fa finire contro la parete.
-Aspetta tu ora mi devi spiegare cosa sta succedendo,perché tu sai benissimo cosa sta succedendo. -
Camilla si stacca dalla presa con forza e lo costringe a guardarla negli occhi.
Lui si allontana di qualche passo e annuisce.
-Volevo farti sentire un minimo del freddo che ho sentito io quando mi hai mollato.- a quelle parole Camilla sente una pugnalata nel cuore, non sa se sentirsi in colpa e chiedergli scusa o se sentirsi umiliata di fronte a un comportamento infantile.
-Tu vuoi dirmi che hai architettato tutto questo per vendicarti? Tutto programmato per bene, la porta spalancata,il frastuono, tutto per attirare la mia attenzione. Stavo per prendermi una broncopolmonite e finire in ospedale in coma profondo per colpa tua. - è decisamente isterico il tono di voce che utilizza eppure dall' altra parte sembra arrivare una risata fastidiosa. Vorrebbe prenderlo a schiaffi.
Gaetano scuote lentamente il capo.
-Che hai da ridere?- diventa un attimo più seria ma non riesce proprio a mantenere il controllo,nonostante sia presa dalla situazione e per quanto si senta in colpa, ce l'ha con lui in modo pesante per averla cacciata alle quattro del mattino in quel casino.
-È questo quello che amo di te. Anche in una situazione di confusione come questa sai sdrammatizzare le cose,dovrei avercela con te per tutto quello che hai combinato eppure non ci riesco.-
Gaetano diventa più determinato, utilizza un tono acuto e chiaro ma lei Inarca il sopracciglio per contestare quanto dice.
-Bene. Se il tuo scopo era farmi provare quello che hai provato tu, ci sei riuscito.- esita prima di rispondere cambiando ovviamente argomento e si dirige verso di lui per superarlo e raggiungere la porta. -Ora posso andare?-chiede ironicamente sapendo benissimo che non ha bisogno del suo permesso. Avanza ma viene bloccata dalla sua mano.
-Aspetta.- Lei si volta, sbuffa e incrocia le braccia al petto indicandogli con il capo di parlare e di far presto.
-Ora devi dirmi come ti sei sentita,cosa hai provato mentre ti si gelavano le ossa.- lei resta con un espressione strana, perplessa e di chi vorrebbe scavare fino in fondo per difendersi da quella storia e farsi la proprio ragione.  Camilla resta in silenzio.
-Non costringermi a usare la forza per farti rispondere.-
Gaetano le si avvicina nuovamente ma lei sembra voler levarselo di dosso, lo scosta con forza facendo pressione sulle sue braccia ma viene fermata dalle stesse braccia che sembrano metterci più energia.
-Mi ci hai costretta tu.-
La trascina sbattendola con le spalle alla parete, lei si dimena,gli lascia dei colpetti sulle spalle ma non riesce a liberarsi della stretta. Gaetano la guarda negli occhi, si lascia guardare, occhi nocciola e occhi azzurri, un tempo indefinito che non riescono a contare.
 -Voglio una risposta Camilla, come ti sei sentita? - usa un tono pacato ma serio allo stesso tempo.
Camilla si ostina a restare in silenzio ma dentro di lei sa benissimo cosa ha sentito.
Tutto il dolore che quel vento le ha provocato, quel senso di sconfitta, di vuoto.
 -Se non volessi risponderti? - la sua testardaggine prevale, così come il suo orgoglio.
-Potrei costringerti.- inarca il sopracciglio e sorrise in modo provocante.
Camilla prova ancora a liberarsi di lui ma non fa che peggiorare le cose.
-Lasciami. - le sue mani finiscono attaccate al muro sopra la sua testa.
-Finché non mi rispondi non ti lascio libera.- fa pressione e si avvicina ancora di più al suo corpo, sentendo una forza di eccitazione superiore al senso di soddisfazione.
-Vuoi sapere come mi sono sentita!?- Gaetano annuisce. -Male. Ma per il freddo che sento dentro, quello che mi ha accompagnata per queste due settimane. Ho trascorso dei giorni terribili. Ero sola, mi tormentava in continuazione il pensiero di te. Ho sentito freddo per la prima volta, lontana da te.- si arrende Camilla che confessa sinceramente, sfogando sia la rabbia che il rimpianto.
-E quindi? - insiste lui sapendo che ha altro da dire. Quei due con un solo sguardo si parlano, si capiscono.
-Quindi ho sentito tutto il male che ti avevo fatto, quanto hai sofferto. Una cosa non la si può comprende finché non la si prova.- continua sotto sforzo, sentendo i polsi andare a fuoco. Stringe i denti e chiude i pugni.
-E?- sa che c'è dell altro, quelle parole che potrebbero dargli la certezza finale,quella che cerca da quando ha potuto averla.
-E ho capito che ho sbagliato, che non meriti di sentire così freddo e che.. Che ti amo.- Camilla si sente libera, quel peso sul cuore svanisce in un attimo,ma non sorride, perché non sa lo scopo del commissario qual'è. Gaetano la guarda. Non dice nulla, non sorride, la guarda solo dritto negli occhi.
-Quanto ti ci vuole per fartelo confessare professoressa.- Si avvicina lentamente alle sue labbra, le lascia un piccolo e leggero bacio all'angolo della bocca. Lei rimane inerme, non reagisce anche se sente una scossa.
 -Non dirmi che non hai sentito niente..-la guarda negli occhi in attesa di una sua risposta.

Camilla si zittisce per qualche minuto. Alterna lo sguardo tra occhi e labbra dell'uomo che ha di fronte e si spinge contro di lui in un attimo, si avventa sulle sue labbra e lo travolge in un bacio appassionante, dal sapore piccante, un bacio possente e maniaco.
Gli prende il capo tra le mani, lo manipola a modo suo e poi impugna le mani dietro la schiena stringendolo forte. Lui si stacca. Studia attentamente i contorni del suo viso, li sfiora con le punta delle dita, sorride e si incanta a guardarla. -Non ti avrei mai lasciata andare così facilmente,non potevo,mai... - le sposta i capelli sulle orecchie.
Lei chiude gli occhi e si lascia trasportare da quella sensazione magica, delicata e sensuale che per troppo tempo desiderava sentire.
-Mi sei mancato da morire. - confessa lei attaccandosi alle sue labbra e schiudendole in modo profondo e erotico. Lega le braccia intorno al suo collo mentre Gaetano la solleva di peso allacciando le gambe di Camilla al suo bacino.
La spinge con forza contro il muro, le lascia una profonda e chilometrica scia di baci, dal viso al collo e al petto dove sente l' istinto di infilarci le mani.
Lei reagisce portando il capo all indietro e tormenta i capelli di Gaetano per riprendere il controllo dei suo ormoni. Un altro bacio intenso e afrodisiaco, famelico, affamato.
-Ti voglio Gaetano.- sussurra ansimando con gli occhi chiusi e le mani infilate nella sua carne.
Lui non resiste
. La sposta dalla parete e facendo attenzione la trascina verso la camera da letto senza interrompere quel bacio irruente e tempestoso.
La poggia sul letto con delicatezza, le sfila il maglione e facendola restare ancora seduta di fronte a lui le sfiora la pelle nuda con le dita facendola irrigidire.
Riesce a sentire i muscoli tesi e la scarica elettrica che l'attraversa.
Si sfila la camicia, rimuove i pantaloni e delicatamente, tenendo cura di quel momento la fa distendere delicatamente.
Camilla prima di quel momento era ignara del fatto che Gaetano era rimasto chiuso in camera a rivivere proprio i momenti trascorsi su quel letto e ora stava accadendo la stessa cosa, in modo più appagante, dopo aver represso qualcosa di così forte e immancabile.
Camilla si spinge contro di lui, intrecciando le gambe attorno al suo bacino e invitandolo a farla sua. Labbra che si cercano, che si trovano, che si amano,mani nelle mani, nel silenzio delle loro voci, corpo contro corpo.
Gaetano la guarda negli occhi in cerca della sua certezza,le chiede di poterla amare e lei, con assoluta determinazione, si concede. Si lasciano trasportare dalla passione, tornano a sentirsi una sola cosa, a volersi, a desiderarsi.
-Mi mancava fare l'amore con te. - gli fa la dichiarazione più importante, come se non gli avesse detto abbastanza. Le labbra di Gaetano finiscono sul suo collo.
 -Shhhhh. - sussurra raggiungendo l'amplesso e sentendola contrarre sotto di lui.
 Appagati finiscono l'uno nelle braccia dell'altro, si sfiorano la pelle nuda, si baciano ancora e ancora, per sentire chi sono, per realizzare che è quello che vogliono entrambi, che da questo momento dipendono l'uno dall'altro.
Che nessuno ha via di scampo. Intrappolati dalla stessa sorte. Quella di amarsi.
-E ora che hai sentito abbastanza freddo non ti lascio più scappare.- sussurra lui tra i capelli tenendo la sua testa stretta sul petto.
-Veramente credo di essermi riscaldata abbastanza.- sospira sollevata Camilla mentre le sue mani continuano a percorrere le curve del suo uomo.
-Allora posso anche andare via.- sorride maliziosamente prevedendo la risposta della sua donna.
-Non ti azzardare.- gli raccomanda.
 -Ma quella scatola? Posso capire il senso? - Gaetano la guarda negli occhi per la medesima volta con la stessa intensità. Preleva dal comodino qualcosa e gliela porge.
-C'era questa, è una chiave.. Se l'accetti vuol dire se abbiamo fatto l'amore è perché mi ami davvero e perché sono io l'uomo della tua vita, che dipendi da me, che non riesci a stare da sola, che non riesci a vivere... Se non la prendi vuol dire che quello a crederci in questa storia sono solo io, che per te sono solo una scappatella, un desiderio sessuale,che non mi hai mai amato,e mi dimenticherò di te, o almeno ci provo. La chiave l'ho tenuta io,a te ho lasciato la scatola. Te l'avrei data soltanto se saresti venuta da me,altrimenti l'avrei lasciata nel cassetto.-
A sentire quelle parole le si gela il sangue, ed è allora che si rende conto dell'uomo meraviglioso e fedele che ha accanto, di quanto sia importante per lui costruire insieme a lei mattone dopo mattone la storia della loro vita, di quanto sia rassicurante il fatto di averlo accanto come protezione, come sicurezza di vita, come fonte di ricchezza, una certezza del futuro.
Quanto si senta libera e sicura di un rapporto costruito su delle basi solide e sicure, di quanto sia più vero rispetto a un matrimonio che l'ha vista legata oltre vent'anni. Camilla scoppia in lacrime.
-Ho sbagliato!? Scusa.. Forse ti sto prestando troppo.. Sembra un' ossessione- ma Camilla gli posa un dito sulle labbra.
Lui la guarda,incrocia i suoi occhi, ne ispira il profumo della sua pelle.
-Questa chiave l'accetto.. E non solo per dirti che ti amo, che sei l'uomo della mia vita.. Ma l'accetto per chiederti scusa per non averla accettata prima, di tutti i miei errori commessi come quello di non averti voluto amare molto tempi prima, quando sei entrato nella mia vita. E l'accetto perché ho voglia di vivere con te.- un bacio famelico, assetato.
Il sapore delle loro labbra sulla pelle, le mani che si uniscono, che si promettono di tenersi unite ancora, di non staccarsi più.
-Se resti con me non sentirai più freddo.- le sussurra spostandosi la ciocca di capelli che le copre l'orecchio. Lei sorride, accenna con il capo come per dirgli che ne ha la certezza e lo bacia.
-Buon Natale amore mio.-
Il solo pensiero che lei era rimasta da sola al freddo, senza un abbraccio, senza nessuno che potesse augurarle buon Natale l'aveva tormentato a lungo, l'aveva spinto a cedere, anche se si ostinava a fargliela pagare, a vederla soffrire come era successo a lui.
A farla vivere con la speranza, con l'aspettativa, con l'illusione di poterlo avere, un po' come era successo a lui.
Ma ora sanno entrambi di non poter vivere l'uno senza l'altro,ogni volta che si guarderanno negli occhi si innamoreranno ancora, si desidereranno, si prenderanno.
-Buon Natale anche a te amore mio.- Gaetano chiude gli occhi e ha la certezza assoluta che non può più liberarsi di lei.


Evvivaa il freddooooo,vedete? Mi ha messo prima in testa un'idea pazzesca,quello di farle attirare l'attenzione con una cosa insolita,di costringerla a parlare,a confessare i suoi sentimenti una volta per tutte e di farle per l'ultima volta la proposta di vivere assieme. Quando ha sentito quel ti amo e quando l'ha vista disperata ha capito che non poteva farla più sentire freddo per quanto lui abbia sofferto. Insomma ha ottenuto quello che voleva in poco tempo.
E direi che ce lo meritiamo un po no? Almeno possiamo continuare a sognare di tanto in tanto.
Grazie a tutte per aver letto fino a qui nonostante vi abbia messo ansiaaa!
Vi voglio bene. 

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