We aren't perfect

di Ramosa12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prolugue ***
Capitolo 2: *** Chapter I ***
Capitolo 3: *** Chapter II ***
Capitolo 4: *** Chapter III ***
Capitolo 5: *** Chapter IV ***
Capitolo 6: *** Chapter V ***
Capitolo 7: *** Chapter VI ***
Capitolo 8: *** Chapter VII ***
Capitolo 9: *** Chapter VIII ***
Capitolo 10: *** chapter IX ***
Capitolo 11: *** Chapter X ***
Capitolo 12: *** Chapter XI ***
Capitolo 13: *** Chapter XII ***
Capitolo 14: *** Chapter XIII ***
Capitolo 16: *** Note della presunta autrice ***



Capitolo 1
*** Prolugue ***


Ragazzi è successo un guaio e la storia si è cancellata!
Così ne ho approfittato e l'ho modificata.
Vi do un consiglio: 
il capitolo si è quello di prima ma ci sono delle piccolissime modifiche che vi potranno essere utli nei capitli prossimi.
Beh spero che comunque vada voi,sia quelli di prima che i nuovi,continuino a seguirmi!
STORIA DEDICATA A YOO_BRO
Bacii
ps vi piace il brunner?
Ogni tanto lo cambierò!





Percy Jackson si stava divertendo un mondo nel vedere un povero ragazzo  picchiato dai suoi amici.
Era lì ad osservare la scena con le mani in tasca e l'aria tra il divertimento e l'indifferenza come se questo avvenisse ogni giorno.Forse era veramente così.
Era il capo della più temuta banda di New York,tutti gli temevano,tutti lo temevano.
-Basta così ragazzi,di questo passo lo manderete all'ospedale e noi non vogliamo questo giusto?-disse dopo un pò con voce da far venire i brividi.
I quattro ragazzi che lo accompagnavano annuirono e così Percy si avvicinò allo sciagurato.
Gli tirò un calciò  nell'addome -non dirai niente alla polizia vero?-sussurrò Percy nell'orecchio del ragazzo.
Percy non era un fifone,non aveva paura degli sbirri o altre forze dell'ordine,l'avevano già sbattuto dentro qualche volta ma se c'era qualcosa che odiava di più al mondo erano le spie più di un assassino.
La giovane vittima provò a scuotere delicatamente la testa ma era come paralizzato,non riusciva a muovere un solo muscolo.
-Non ho sentito la risposta-urlò arrabbiato Percy.
La banda iniziò ad indietreggiare,quando il loro capo si arrabbiava era veramente pericoloso.
-N-no-boccheggiò il ragazzo per poi scoppiare in un attacco di tosse.
-Bene-commentò Percy alzandosi.
-Meglio che andiamo via,qualcuno potrebbe averci visto e fare la spia.-continuò poi il capo della banda con un pò di fastidio.
-E di lui che ne facciamo?-domandò un ragazzo dai capelli neri come la pece.
-Nico ha sollevato un ottimo dubbio...Lo uccidiamo o lo rimaniamo in vita?Oggi mi sento buono portatelo in una strada popolare  così almeno qualcuno potrà prestargli soccorso-rispose Percy-Grover,Nico voi.-scelse poi.
Grover era un pò scuro di pelle un pizzetto sul mento e dei riccioli bruni come capelli,era il suo più grande amico dai tempi dell'asilo.
Nico,invece,era con i capelli neri e gli occhi neri e al contrario di Grover era suo cugino.
I due si limitarono ad annuire e afferrare il povero ragazzo per le braccia iniziandolo a trascinare per la strade di New York.
-A casa ragazzi,domani è il primo giorno di scuola non vorremmo fare tardi.-disse poi Percy rivolgendosi al resto del gruppo sorridendo malignamente.
I due componenti rimasti capirono,domani Percy si sarebbe vendicato per l'accaduto successo in estate per colpa di un ragazzo,Luke Castellan.


Annabeth Chase era seduta sulle gambe del suo ragazzo intenta a leggere un libro nel cortile della Goode.
Erano le sette e mezza e la scuola era praticamente vuota apparte la coppia che si era organizzata per vedersi dopo due lunghi mesi estivi di lontananza.
Luke,il suo fidanzato,iniziò a baciarle il collo per poi accarezzare  il prosperoso seno della giovane che a quel contatto sussultò chiudendo di scatto il libro.
-Io non c'è la faccio più!Facciamolo qui,ora-scongiurò Luke con una voce piena di lussuria.
Annabeth a quelle parole si alzò in piedi.
-Ma sei impazzito per caso?Io non sono ancora pronta come poi chiedermi queste cose?!-urlò Annbeth per poi camminare verso il bagno delle ragazze,l'unico posto in cui Luke non sarebbe mai potuto entrare.
Ma il ragazzo cominciò a seguirla.
-Oh ma andiamo Annie ho 19 anni è ovvio che io voglia fare queste cose con la ragazza che amo!-esclamò il ragazzo dietro di lei.
-e io ne ho 16!prima di metterti con me avresti dovuto pensare alla differenza di età!-urlò a sua volta Annabeth.
Luke era vero che era più grande di lei eppure era nella sua classe visto che era stato bocciato due tre volte.
Il ragazzo le afferrò il braccio e la bloccò al muro per poi schiacciarla con il suo peso.
Cominciò a baciarla con foga mentre la stringeva a sè con una presa ferrea.
Annabeth a quel gesto si sentì come violata e cominciò a piangere lacrime silenziose...Luke dopo l'estate era cambiato lo vedeva nei suoi modi fare invece l'anno scorso,quando si misero insieme,lui era gentile buono e forse anche timido.
Ma ora era come se un evento l'ho avesse cambiato completamente.
Luke poi si staccò per riprendere fiato ma poi riprese a baciare con la stessa foga e voglia di prima.
Fu Annabeth a staccarsi girando la testa sul lato.
-Basta...ti prego-mormorò la ragazza singhiozzando.
-Shh perché piangi Baby?Non mi ami più?-sussurrò Luke nell' suo orecchio facendole venire i brividi.
-Io...devo andare in bagno..-mentì Annabeth e lui la fece passare.
-Torna presto amore!-le urlò dietro.
Annabeth prese a correre per i corridoi della Goode fino a quando non giunse nel bagno sedendosi a terra poggiando la schiena ad un lavandino.
Iniziò a piangere e non c'è la fece più.
Perse dalla borsa una lama e l'appoggiò sull'avambraccio.
Non era la prima volta che si tagliava,ormai era diventata un abitudine per lei,ma comunque iniziò ad urlare per colpa del dolore.
Cercò di tapparsi l'urlo girando la testa sul lato ma senza riuscita.
Si taglia per colpa della sua schifossima vita che viveva da quando aveva 14 anni,da quando suo padre la cacciò di casa.
Sangue rosso fuoriusciva dalla ferita e lei  continuò a spingere la lama.
Dopo quello che sembravano minuti la tolse.
Le girava un pò la testa ma comunque trovò la forza di alzarsi e di pulire la lama.
Poi poggiò il braccio sotto l'acqua fredda.
Il contatto freddo la fece sussultare,ma rimase lì stringendo forte il bordo del lavabo.
Dopo un pò tolse il braccio dove apparì un sottile taglio rosso che di istinto coprì con il suo cardigan baige abbinato a dei jeans skinny,una maglietta colorata  con lo sfondo bianco e le dottor martens.
Il suo sguardo,poi volò sullo specchio.
La sua figura non era una delle migliori.
Le labbra erano sottili,i suoi occhi erano grigi ma velati di sofferenza e il naso con una curva morbida tutto incorniciato da lunghi capelli biondi boccolosi.
Il suo fisico per lei era strano,troppo magro e lei era troppo alta per i suoi gusti ma in confronto con Luke era una puffa.
Ma non era consapevole che tutti i ragazzi gli sbavano dietro.
Si rinfrescò un pò la faccia,lavò la lama posandola nuovamente in borsa.
Quando però uscì dal bagno non pensò che avrebbe trovato una scena come quella.

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Capitolo 2
*** Chapter I ***


    Angolo autrice:
ragazzi scusate il ritardo ma si è rotto il computer e così ho dovuto rischirvere questo capitolo sull'IPad...quindi è diverso da quello cancellato in passato.
Beh baci Ramosa12



 
Quando uscì dal bagno non pensò di trovare una scena orribile come quella davanti ai suoi occhi.
Luke era steso a terra con il volto sofferente mentre cinque ragazzi lo circondavano.
Tre facevano da guardia,uno scuro di pelle temeva il giovane fermo a terra mentre uno dai capelli corvini era intento a prendere Luke a calci nello stomaco.
Annabeth poggiò la mano alla bocca scioccata.
-Luke!-urlò la giovane.
-Nico la ragazza!-gridò il giovane che stava picchiando il biondo.
Annabeth non capì come ad un certo punto si trovò bloccata al muro da un giovane dai capelli neri e gli occhi dello stesso medesimo colore che suppose che fosse Nico.
La bionda iniziò a dimenarsi ma Nico le bloccò i polsi al muro.
a quel gesto però Annabeth sussultò.
I polsi gli facevano un male cane visto che Nico la stringeva forte proprio nel punto in cui si era tagliata per poi iniziare in un pianto disperato.
-Basta...vi prego...lo ucciderete!-urlò Annabeth senza pensare.
Nico Poggiò il suo indice sulle labbra della ragazza in segno che doveva stare zitta.
-shh o Percy se la prende anche con te,e non ti conviene trovarti un viso bello come questo rovinato...non credi?-le sussurrò Nico nell'orecchio e Annabeth a quelle parole suoi occhi si ingrandirono dalla paura,per lei ma soprattutto per Luke.
Ad un certo punto il corvino che stava prendendo a calci Luke si fermò,e nessuno dei suoi amici  capì il perché.
Di solito il loro capo odiava le interruzioni come se non volesse far provare alla sua vittima altro dolore.
Invece quella volta si fermò osservando Luke con lo sguardo pieno di odio,rancore e forse anche un po' di disgusto.
-che c'è Castellan,ti fai proteggere da una donna?ti sei  per caso  rammollito?Oh aspetta quella è la tua fidanzata?-lo derise il corvino e i suoi amici risero con lui.
-dai Percy non è il momento muoviti o ci troveremo in quai seri-lo avvertì Nico ma il suo amico non gli diede ascolto.
Il corvino,Percy,cominciò ad osservare attentamente la ragazza davanti a se.
Bella,alta,curve al proprio posto,boccoli biondi...fino agli occhi.
Grigi,non il solito grigio delle pareti,ma un grigio più forte,più incantevole.
Come le nuvole prima di una tempesta che si stava per scatenare.
Forse quella era la descrizione perfetta e brillavano di intelligenza.
Come se sapessero tutti i libri del mondo o solo semplicemente sfiorato con lo sguardo.
Ma c'era qualcosa di più oltre a quello.
Lo vedeva ogni giorno nel riflesso dello specchio dei suoi occhi e sapeva che forse quella non era una ragazza perfetta.
Gli occhi erano velati da sofferenza,dolore e una malinconia proprio come i suoi.
Gli venne voglia di rimanere così per sempre ad osservare i suoi occhi come se gli dessero abbastanza  forza per vivere,ma poi si ricordò che doveva terminare  il lavoro iniziato.
-sei sicuro che sia il tuo genere Castellan?una ragazza così non merita un tipo come te...-aggiunse Percy per avvicinarsi dopo alla sua seconda vittima della giornata.
Il corvino fece cenno a Nico di lasciarla e lui eseguì gli ordini del suo superiore.
Annabeth non capì come ma si ritrovò riboccata al muro.
Ma questa volta non incontrò lo sguardo scuro di Nico ma quello di Percy.
I suoi occhi erano le cosa più bella che avesse mai visto in vita sua.
Verdi ma non il verde mela o speranza qualcosa di più...di più bello insomma.
Verdi come il mare...o forse le alghe non sapeva a cosa paragonarli ma era certa che se avesse continuato ad osservargli ci sarebbe affogata dentro.
"Da quanto tempo che non ci vado"pensò la giovane distogliendo lo sguardo.
Percy poggiò le sue labbra fredde e screpolate a quelle di Annabeth che trovò calore e morbidezza.
La ragazza,spaventata da quel gesto,si trovò come nello smarrimento più profondo.
Riuscì solo a paragonare le labbra di Percy alla sua anima fredda,violenta.
Le labbra di Annabeth,Percy le paragonò anche lui alla sua anima.
Pura,fedele,buona...forse troppo.
Dopo un po' si staccò da quel contatto caldo e gli lanciò un occhiata.
Era spaventata,questo era certo.
-No Castellan non è per niente il tuo tipo.-commentò Percy.
Mollò Annabeth lì per poi camminare verso Luke.
Continuò a dargli calci fino a quando  la bionda non sopportò più a quella vista.
Corse al fianco di Percy schiaffeggiandoli  il  volto.
Il suono riecheggiò tra le mura grigie della scuola  in quel momento ancora deserta.
Percy rimase sconvolto da quel gesto.
Nessuno lo aveva sfidato in quel modo,nemmeno i suoi amici.
-Luke...ehi non dormire...ci sono io-sussurrò la giovane inginocchiandosi davanti al corpo inerme di Luke scuotendolo ad intervalli regolari.
-TU!non puoi picchiare la gente per il solo gusto di farlo!-strillò Annabeth trovano tutto il coraggio nel suo corpo.
-io non picchiò per gusto di farlo...ci vediamo babe-la interruppe Percy facendo segno  agli amici di andarsene e così fecero.
Una volta andati Annabeth posò il suo sguardo sul corpo di Luke.
-Luke se ne sono andati ti prego svegliati-sussurrò Annabeth.
-ah che dolore uff -mormorò Luke riprendendosi.
-stai bene?non alzarti!-lo rimproverò Annabeth notando che Luke si iniziò ad alzarsi.
-tranquilla sono solo un pò ammaccato ma sto bene.-la rassicurò Luke -vai dalle tua amiche  credo che ti stiano aspettando.-
-sicuro?-domandò Annabeth ancora un pò spaventata.
-si vai ci vediamo dopo a latino-
Detto ciò Annabeth si avvicinò verso il suo armadietto dove le sue due più grandi amiche l'aspettavano.
-Annabeth!come sono state le vacanze?-domandò la sua migliore amica Thalia.
-al solito...le tue?-chiese Annabeth con aria indifferente.
Ma invece erano state una vera e propria tortura....
-sono andata alle Hawaii!!Dei  che belle!!-raccontò Thalia.
-e non ci hai protratto nessun regalo?-domandò Juniper sarcasticamente.
-ahahah si ma ve li darò dopo!-rise e come se fosse una veggente la Campanella suonò.
 
 
Percy e i suoi amici erano in un corridoio ormai abbandonato e diventato di loro proprietà,nessuno si avvicinava a quel posto solo se non cercasse la morte.
Charles,un ragazzone robusto e scuro di pelle,gli passò una sigaretta e lui l'accettò distrattamente.
La sua mente era da tutta un'altra parte.
Sentiva gli occhi di quella bionda ancora su di lui.
L'aveva guardato con così tanto odio,paura e coraggio che non gli riusciva a cancellarli dalla sua testa.
-ehi Grover,chi era la bionda di oggi?-domandò Percy.
-mi sembra che sia Annabeth Chase...bella intelligente...Mhm mi pare che si sia trasferita qui due anni fa per non so quale motivo,è fidanzata con Castellan ma molti dicono che non durerà...oh frequenta il nostro corso di latino-rispose con aria indifferente Grover.
-È davvero al nostro corso di latino?a si già siede vicino a Castellan o Grace...perché non dovrebbe durare tra Castellan e Chase?-ridomandò Percy.
-gira voce che lui ha fatto una scommessa-mormorò Chris.
-che genere di scommessa?-chiese questa volta Nico.
-che se si fosse portato a letto la Chase a letto entro natale gli amici gli avrebbero dato 500$-rispose Charles.
-che te le dice a te tutte queste cose?-disse Percy.
-Silena  Beauregard che domande...se sa con chi parlare parla-fece Charles.
-e tu saresti uno di quello?-lo derise Nico.
-oh ma sta zitto-sussurrò Charles spingendolo leggermente sul lato.
-ragazzi ho un piano....noi non vogliamo che Castellan vinca la scommessa no?-sorrise malignamente Percy e gli amici capirono.
La vendetta di Percy Jackson su Luke Castellan sarebbe arrivata molto in fretta.  
 
 
 

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Capitolo 3
*** Chapter II ***


Annabeth e Luke si stavano recando all'aula di Latino per l'ultima ora,dove insegnava il loro professore preferito:il Signor Brunner.
Le sue lezioni non erano mai noiose.
Si scherzava,si rideva e alcune volte si ammiravano la collezione d'armi del prof insomma si faceva qualsiasi cosa l'insegnante avesse in mente quel giorno.
Luke cinse le spalle di Annabeth facendo,poi,l'occhiolino a qualche suo amico scuotendo leggermente la testa.
-Stai facendo una comunicazione muta?-domandò accigliata Annabeth.
-No...tranquilla.-rispose Luke mentre si sedevano su due posti vicini.
-E allora perché tutte quelle occhiate?se dovevi dirgli delle cose potevi lasciarmi un attimo e dirle non mi arrabbiavo mica.-disse la ragazza prendendo dalla borsa il libro di Latino.
-Shh tranquilla non dovevo dirgli niente.-sussurrò Luke baciandola con foga.
Quando si staccarono Annabeth sbuffò -perché quando ci sono i tuoi amici devi dare sempre spettacolo?!-
-Dai non è vero...volevo baciarti e l'ho fatto.-rispose Luke in un tono indiferrente.
Annabeth stava per ribbattere ma Silena Beauregard  fece il suo bell'ingresso e Luke ammirò il lato B della ragazza appena entrata con occhi piena di malizia.
Annabeth strinse i denti,questa volta avrebbe lasciato correre ma la prossima volta che avrebbe  fatto un gesto del genere gli avrebbe dato uno schiaffo chiudendo lì la loro relazione.
Dopo due minuti entrò il prof sulla sua sedia a rotelle motorizzata.
Era un bell'uomo il signor Brunner in fin dei conti.
Barba e riccioli bruni,profili grechi e gli occhi di chi avesse visto tutte le cose in tremila anni,faceva quasi impressione.
Il suo aroma di café si espanse invadendo le narici di tutti gli alunni.
-Salve classe-salutò il prof e gli alunni ricambiarono il gesto.
-Potete alzarvi da i vostri posti quest'anno ho deciso di fare delle coppie per far andare meglio l'andamento della classe.-informò il signor Brunner e gli alunni si avvicinarono alla sua cattedra.
-Allora Silena Beauregard con Luke Castellan al secondo banco della fila centrale.-
"ci mancava solo questa!"pensò Annabeth.
-Nico Di Angelo con Charlies Beckendorf   in ultimo banco fila di destra.
Chris Rodriguez e Clarisse La Rue fila vicino alla finestra terzo posto.
Will Solace e Thalia Grace ultima banco della fila alla finestra.
Grover Underwood e Juniper Green (non sapevo il suo vero nome così...)fila di destra penultimo posto.
Oh Annabeth Chase e Percy Jackson secondo banco fila di destra.-quando la ragazza udì il nome del suo compagno fece un salto fino a Marte.
-Ma ma prof...perché io vicino a lui!-obbietò la ragazza indicando il diretto interessato.
-Perché sei quella più brava in questa classe e lui è quello peggio quindi credo che tu lo possa aiutare facendoli da insegnate di sostegno-rispose Brunner.
-o da Babysitter-sussurrò Annabeth.
-Detto qualcosa Chase?-domandò Percy mentre si sedevano.
-Ma figurati...-rispose Annabeth sedendosi.
-Meglio...Credo che sia meglio che ricominciamo da capo,io sono Percy Jackson e sono il capo della banda più temuta di New York...tu chi sei?-
-La ragazza che oggi ti ha stampato uno bello schiaffo sul volto-rispose Annabeth aprendo il libro della materia.
Grover da dietro trattene una risata..."Quella ragazza è un mito è riuscito ad inzittire il grande Percy Jackson"pensò il ragazzo.
-Ehm si nome non chi sei.-
-Con chi sei intendi questo e comunque il mio nome già lo sai,perché dovrei ripetertelo?-
-sei antipatica,sai?-chiese Percy.
-e tu non sei da meno-rispose la ragazza iniziando a prendere appunti e ignorando completamente il suo compagno di banco.
-Annabeth ehm cosa c'è scritto alla lavagna?-domandò dopo un pò Percy.
-Ehm la forma negativa della frase in latino perché?sei miope?-chiese a sua volta Annabeth.
-No dislessico...-rispose Percy.
Iniziò a scrivere le parole che capiva e Annabeth lanciò un occhiata al suo quaderno.
-Ehi no fermo mica è questo-disse Annabeth dolcemente correggendogli l'errore.
-Grazie...perché?-
-Beh sinceramente so cosa significa essere dislessica e poi devo farti da insegnante di sostegno quindi...-rispose Annabeth roteando gli occhi poi riprese a seguire la lezione.
Mezz'ora dopo la campana suonò e la classe si riempì di caos.
Percy cominciò a posare il libro e proprio in quel momento apparve Luke Castellan davanti al banco della sua ragazza.
-Ehi Baby usciamo oggi?O stasera,meglio.-domandò Luke.
-Ehm  non posso ho da fare,mi dispiace-rispose Annabeth chiudendo la borsa.
-Domani?-Annabeth scosse la testa.-ma non sei libera questa settimana?-
-Ho da fare non posso stare sempre con te.-disse brusca Annabeth.
-Dai ci parlo io con i tuoi.-sussurrò Luke.
Annabeth alla parola "tuoi"si sbiancò e Percy,che era rimasto ad osservare la scena,capì che Annabeth aveva dei problemi con la sua famiglia.
-Senti Luke se dico no è no!Punto e basta.Non posso chiuso-scattò Annabeth arrabbiata.
-Calmati volevo solo uscire con te non scaldarti tanto...passo da te oggi?-domandò insistente Luke.
-Luke vattene di qui,non hai niente di meglio da fare che rompere le scatole a me?!-
-Va bene Baby,ti chiamo oggi-disse per poi baciarla.
-Potreste fare queste cose non sul mio banco?-si intromise Percy.
-Ah bé questo è anche il banco di Annabeth e può fare quello che vuole-rispose Luke.
-Si ma lei non tu e fino a prova  contraria l'hai baciata tu.Non il contrario-fece Percy.
-Senti Jackson lei è la mia ragazza e con lei faccio quello che mi pare e piace.-
-LO dici come se fosse un'oggetto.-disse Percy con rabbia dentro,nessuna donna doveva essere paragonata ad un oggetto.
-Beh non intendevo questo,Annabeth vieni andiamo ti accompagno a casa-disse Luke frettoloso afferrandole il polso.
Annabeth si liberò dalla sua presa.
-Vado da sola...vattene.-mormorò con odio la giovane.
-Come vuoi.ci vediamo-salutò il ragazzo ribaciandola e poi andandosene.
-Sai mi chiedo come puoi stare con un tipo del genere.-domandò curioso Percy mentre indossava il suo giubbino di pelle.
-Lo amo risposta semplice.-rispose Annabeth indossando un cardigan baige.
-Certo e io sono un coniglio-fece sarcasticamente Percy.
-Perché non lo sei?-chiese Annabeth sarcastica.-ci vediamo domani...-poi se  ne andò.
-Sai una cosa amico?Ti sarà difficile conquistare un  tipo del genere.-commentò Grover affiancandolo e Percy annuì nessuna ragazza gli resisteva eppure lei si.
-Più di quanto pensassimo.-rispose Percy stupito.
Nessuno,nemmeno i suoi amici,l'avevano mai sfidati...non ne avevano nemmeno il coraggio di farlo.
Eppure a lei non importava,lo affrontava a testa alta e gliene aveva dato dimostrazione quel giorno,forse più di una volta.
-Ehi come mai osservate la porta?o capito che è bella ma non è il caso di incantarsi.-disse sarcasticamente Nico.
-Ahahah simpatico,osservavamo la Chase uscire,ha un caratterino-fece Grover-ha affrontato a testa alta Percy.-sussurrò poi facendo cura che lo sentissero solo il resto della banda ma senza riuscita.
-NON MI HA AFFRONTATO A TESTA ALTA,E' SOLO UN' INSOLENTE!-urlò arrabbiato Percy.
-Ahaha perché che ti ha detto?-domandò curioso Chris.
-IO gli ho chiesto che...aspettate io lo so cosa farete andrete a fare i pettegoli per la scuola meglio di no-si interruppe Percy.
-Grover...cosa gli ha detto Chase?-chiesero i tre amici rivolgendosi al poverino.
Percy gli lanciò un'occhiataccia come per dire "Prova a parlare e non vedrai mai più la luce del sole!"
-Non posso dirvelo ragazzi,ma posso dirvi che è stato uno spasso tremendo.-disse Grover sorridendoli.
-Che cattivo che sei!-esclamò Nico.
-Modestamente...lo so-rise Grover e tutti lo fecero con lui.



Angolo natalizio!
Ehi Natale è alle porte!
Buon natale se non aggiorno prima!
Ahah lo so che non mi faccio sentire da tanto è solo che il computer era partito in vacanza e io sono rimasta appesa ma ora è tornato e più energico di prima!
Ho una domanda importantissima da farvi(chi vuole rispondere ovviamente)
Ho il blackout più totale mi sapete consigliare quali posso essere gli amici di Luke,scegliete vuoi.
Apparte Ethan che ci sarà di sicuro!
è importante senza di esso non posso aggiornare!
Baci natalosi da Ramosa

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Capitolo 4
*** Chapter III ***


Annabeth corse nel suo appartamento chiudendosi la porta dietro e buttandosi a peso morto sul divano iniziando a piangere.
Luke oggi non aveva fatto altro che metterla in difficoltà dicendole  che dovevano uscire,fare come le altre coppie ma...come faceva lei?
Lei non aveva mai avuto una vita normale,mai.
Sua madre l'aveva abbandonata sulla porta di casa del padre e andando a fare la bella vita in Grecia perché non era  pronta a non fare la mamma,troppo giovane diceva.
Suo padre un anno di amore per poi incontrare una donna che la trattava come una serva e il padre approvava.
Poi ebbe dei fratelli gemelli che le facevano solo scherzi e scherzi ma la confortavano quando c'è ne era bisogno.
 All'età di sette anni decise di scappare ma le forze dell'ordine la riportarono indietro.
Passò gli anni più brutti della sua vita fino a quando non ebbe 14 anni quando litigò con la matrigna che la cacciò di casa e suo padre non mosse un dito per impedirlo.
Così Annabeth si era trovata a 14 anni senza una casa e senza soldi.
Ma lei era intelligente,ed escogitò un piano perfetto.
Sarebbe andata a New York,avrebbe trovato un lavoro stabile e un appartamento abbastanza economico ma vicino al centro e così fece.
Ebbe  anche una borsa  di studio alla Goode.
Insomma problema risolto.
Lavorava tutti i giorni dal pomeriggio alle 15 fino alle 23 in un bar solo il sabato faceva straordinari.
Alcune volte si ritrovava a dover studiare la mattina nel pullman,prima che le lezioni iniziassero o la sera tardi quando rientrava a casa.
Ma era sempre pronta visto che a scuola si anticipava sempre il lavoro che poi doveva svolgere a casa.
Aveva una buona memoria sia visiva che intellettuale questo le permetteva che se stava attenta in classe l'orale a casa non lo doveva fare.
La sua vita era uno schifo ma almeno riusciva a sopravvivere.
Fino a quando alla fine dell'anno scorso Luke Castellan,capitano della squadra di football e il ragazzo più popolare della scuola,la corteggiò all'improvviso e dopo una settimana si fidanzarono.
Alla giovane  non gli importava o meno di essere fidanzata,l'importava solo che rispettasse i suoi spazi.
E fu così fino all'inizio della scuola,da quando Luke era diventato assillante e presuntuoso.
Forse odioso?
Annabeth scosse la testa scacciando via quei pensieri,non era il momento per scoppiare in una crisi di lacrime doveva andare a lavoro.
Aveva solo una decina di minuti per prepararsi e andare al lavoro di corsa.
Prese un respiro profondo e andò verso il bagno.
Il suo riflesso faceva schifo,come sempre del resto.
Aveva i capelli arruffati che si gli legò.
Ma con gli occhi arrossati e gonfi non sapeva che fare.
Si rinfrescò il viso e poi corse verso il salone afferrando il giaccone e la borsa e correndo fuori sbattendo la porta dietro di se.
Chiuse la porta a chiave  e poi iniziò a correre verso il bar.
Per fortuna era vicino casa e quindi arrivò in un men si dica.
-Ehi Katie!Piper!-salutò Annabeth entrando dentro il bar  e togliendosi il giaccone.
Piper e Katie erano nella sua scuola ma al suo contrario avevano la famiglia ricca e lavoravano solo perché volevano solo ragazze  normali senza dipendere dai genitori.
-Ehi bionda!-ricambiò Katie il saluto.
-Ciao An.-mormorò Piper sedendosi su uno sgabello e poggiando il gomito sul bancone con il mento dentro la mano con aria pensierosa.
-Pip tutto bene?-domandò Katie vedendo l'amica in quello stato.
-Si...no posso fidarmi di voi no?-chiese Piper guardandosi in torno e le due amiche annuirono mentre Annabeth si allacciava il grembiule e si aggiustava i capelli in uno chignon disordinato.
-C'è un ragazzo che mi piace.-confessò Piper arrossendo.
-Ahah chi è?-la punzecchiò Annabeth ridendo.
-Jason Grace...fratello di Thalia Grace..-sussurrò Piper e Annabeth sgragnò gli occhi.
-Quel Jason Grace?Quello che è sempre con Luke ma sta pensando di entrare nella banda di Percy Jackson?!-disse Katie e Piper annuì.
-O miei dei Pip sarà anche bello ma mettersi nei guai con la legge per entrare in una banda di pazzoidi non mi sembra un tipo molto ecco come dire acuto di mente.-mormorò Annabeth.
-Lo so ma lui è così...così carino!Quel sorriso,quegli occhi!-disse Piper con aria sognante.
-Che caso perso che sei!-rise Katie spingendola leggermente sul lato.
-Ragazze al lavoro!-urlò il capo.
-SI capo!-obbedirono le ragazze iniziando così una lunga giornata di lavoro.
Annabeth sorrise,forse poteva soffrire,ma con Piper vicino e Katie non aveva problemi.
Thalia e Juniper,si erano sue amiche,ma non sapevano la sua storia mentre le altre due si ed era per questo che forse si trovava bene con loro a lavoro.


Percy  appena uscito da scuola era tornato a casa sua.
Ora si stava guardando allo specchio.
Aveva i capelli corvini corvini arruffati e lo sguardo triste.
Oggi era l' avversario di morte di sua madre.
Era morta proprio la sera del suo ritorno a casa da scuola  del suo terzo anno per mano del padrino Gade Urgliano.
Per fortuna ora era in prigione ma quella era la parte debole di lui delicato addirittura.
Ecco perché aveva deciso la vita da prepotente da forte per nascondere le paure più profonde di lui.
All'improvviso il telefono cominciò a squillare e Percy sospirò rispondendo.
-Pronto?-
-Perce ci sono due che si vogliono unire alla banda vieni al muretto.-disse Nico.
-Arrivo.-e riattaccò.
Indossò una t-shirt nera e il giubbino di pelle sopra i jeans scoloriti e le converse nere,mise al polso destro il polsino che gli identificava dalle altre bande.
Era nero con un teschio e un tridente che lo conficcava e poi delle saette per decorazione sui lati dando un aspetto terribile  e pauroso.
Quello era il loro marchio,qualunque cosa era loro(territorio,posti ecct)c'era quel marchio.
Uscì di casa e si avviò verso il muretto che in verità non era altro un muro in una parte nascosta di Central Park.
-Ehi boys-salutò il capo.
-Perce loro si voglio unire a noi.-riferì Chirs.
-L'avevo capito.-continuò Percy.-E vuoi chi siete?-
-Leo Valdez!-salutò un ragazzo che somigliava agli elfi di Babbo Natale versione sudamericana.-Sono a scuola con vuoi e lavoro in una officina.-
-Jason Grace.-rispose solo il biondino che poteva benissimo essere versione Supermen solo se non fosse per quella cicatrice sul labbro superiore.
-Quello della banda di Castellan?-domandò Percy scrutandolo.
-Si-disse con aria tra l'insicura e l'indifferenza Jason.
-E come mai vuoi unirti a  noi?-chiese Percy -vuoi portare informazioni a Castellan su di noi?-
-No me ne sono andato dopo quello che stava per fare,che schifo.-rispose Jason facendo spallucce.
-Che cosa stava per fare?-disse Percy.
-Struprare la Chase ovvio.-
-Cosa?-urlò Percy sconvolto da quelle quattro parole.
-Ha fatto una scommessa con Travis Stoll che se si fosse riuscito a portare a letto Chase avrebbe avuto una ricca ricompensa.-
-Questo lo so...ma perché?-
-Erano ubriachi e Travis andò a finire sull'argomento che Luke non aveva abbastanza coraggio come una volta e così iniziarono a litigare e Travis propose questa scommessa e Luke accettò felicemente.-spiegò Jason in poche parole.
Percy ebbe un tuffo al cuore,doveva proteggere Annabeth a tutti i costi,non sapeva perché ma doveva proteggerla a costo anche della sua stessa vita.
-E perché vorreste unirvi a noi?-chiese Percy cambiando argomento,c'era qualcosa che in Jason sapeva che poteva fidarsi.
-Ah boh!Mi piaceva l'idea di fare l'uomo tenebroso...te Jas perché?-rispose Leo.
-Volevo trovare una banda diversa da quella di Castellan e credo di averla trovata-disse Jason accennando un sorriso.
-Ci serve un pò di allegria...Leo sei dentro.-sorrise Percy posando al riccio il polsino che lo indossò con molto orgoglio.
-Mentre ci serve un membro come te Jason non so perché ma so che mi posso fidare di te.-e porse anche a lui il marchio.
-Bene,allora squadra?-sorrise Leo.
-Banda.-corresse Percy.
-Oh banda squadra è la stessa cosa!-rise Leo.
Percy aveva capito che Leo era un buffone ma l'idea di allegria nella banda e forse Leo era quello giusto.
Ma lui aveva per adesso un altro obbiettivo salvare Annabeth Chase dalle grinfie di Luke Castellan.

 

Angolo autrice!
Ehi finalmente ho aggiornato!
Me l'ho dico da sola!
Sono una ritardataria e ringrazio molto le persone che mi hanno 
dato idee per questo capitolo!
Baci Ramosa12

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Capitolo 5
*** Chapter IV ***


Una settimana dopo su New York  si notava pienamente i segni dell'autunno.
Foglie rosse e gialle cadevano degli alberi facendosi trasportare dal leggero venticello.
Percy sedeva all'ultimo banco all'ora di Inglese annoiato più che mai.
All'ora dopo avrebbe incontrato gli occhi grigi e intelligenti di Annabeth e sapeva che doveva farsela amica.
Per  la sua salvezza si intende.
Eppure c'era qualcosa di famigliare nei suoi occhi ma non sapeva dove gli aveva mai visti.
Scosse la testa come per scacciare via quel pensiero posando lo sguardo alla finestra vicino a lui.
Il cielo sembrava che si stesse preparando a una tempesta,una di quelle brutte e pericolose.
Sospirò e ringraziò gli Dei di essere venuto a scuola con la Jeep,l'idea di farsi un bagno con la moto non gli piaceva minimamente.
All'improvviso la campanella suonò e Percy corse nell'aula di latino.
Nel farlo però travolse una  ragazza che fu bloccata al terra dal suo peso.
Percy incontrò degli occhi grigi che avrebbe riconosciuto dovunque.
"Annabeth"pensò il giovane sorridendole.
-Jackson potresti stare un pò più attento a dove metti i piedi?-strillò Annabeth divincolandosi da sotto il corpo di Percy.
-Oh ma dai,scusa non ti ho vista.-si scusò Percy alzandosi e prendendo i polsi della giovane e di peso la fece alzare.
Ma sul suo volto non apparve nessun sorriso di ringraziamento bensì una smorfia di dolore che Percy non prestò molta attenzione.
-Potresti dire grazie lo sai?-chiese Percy.
-Per avermi travolta?e nessuno ti ha chiesto di alzarmi quindi il grazie non te lo dovrei dire.-ribatté Annabeth.
-Perché fai la fredda?Non ti ho fatto niente di male.-sussurrò Percy.
-Io...io non faccio la fredda e ora lasciami devo andare a lezione!-ma le sue parole erano piene di tristezza e dolore.
Percy la lasciò a mal in cuore e Annabeth corse verso la classe di Latino che per fortuna il professor Brunner non era ancora arrivato.
Percy la seguì e si posizionò al suo banco ma lei non si era ancora seduta,aveva solo lasciato la borsa per poi raggiungere Piper McLean e Katie Garden.
Percy le osservò.
Annabeth gesticolava e Piper e Katie la guardavano con lo sguardo triste e pieno di comprensione.
Piper,poi,abbracciò Annabeth e Katie le baciò la fronte.
-Amico,che hai?-domandò Leo avvicinandosi a Percy.
-Mhm no niente...senti ma McLean,Chase e Garden sono molto amiche?-domandò Percy.
-si a quanto ne so lavorano insieme,sai Piper è la mia migliore amica,e sono molto legate...-rispose Leo.
-aspetta la Chase non era amica della Grace e della Green?-
-Oh si ma le ha conosciute con Luke mentre con loro due è amiche da quando è venuta a New York-sorrise Leo.
-Sai perché si è trasferita a New York?-
-Si e no,ma non posso dirtelo ho giurato sullo Stige,mi dispiace ma poi Piper mi ucciderebbe se te lo dicessi-sussurrò imbarazzato Leo.
-Lascia stare amico,hai fatto una promessa che non puoi certo tradirla.-disse Percy risollevando il morale di Leo.
-Grazie,ma posso dirti che Annabeth non ha una vita facile.-
-Sai dove lavora?Non avrai giurato anche su quello?-chiese Percy.
-Lavora all'Street Green quel bar vicino a Central Park,è molto famoso.-rispose Leo.
Percy stava per ringraziare ma il professor Brunner fece il suo ingresso e Leo andò al suo posto come Annabeth.
-Ehi senti mi dispiace per prima...-incominciò Percy ma Annabeth lo ignorò.
-Allora ho deciso che le coppie dovranno fare una ricerca extrascolastica,giusto per fare qualcosa insieme.-sorrise Brunner e Annabeth si morse il labbro inferiore.
-Sulle divinità greca e anche alcune romane.
Ora distribuisco la traccia del progetto e le divinità che dovrete fare.-continuò il professore e avvicinandosi dopo ai banchi.
Quando ebbero il foglio,Annabeth lo lesse in fretta e furia e imprecò silenziosamente.
-Allora su chi è?-cercò di rompere il ghiaccio Percy.
-Atena e Poseidone.-rispose Annabeth lanciandogli una occhiata di fuoco.
-Rispettano i nostri caratteri no?-
-Cioè che Atena è intelligente come me mentre Poseidone è ruffiano come te?!-fece Annabeth in un tono sarcastico.
-Io non sono ruffiano,ah ci rinuncio è impossibile avere una conversazione con te senza litigare-disse Percy sollevando gli occhi al cielo come se aspettasse un miracolo.
-Tutti hanno rinunciato a me.-sussurrò Annabeth mordendosi il labbro inferiore.
-Hai detto qualcosa?-domandò Percy ma in verità aveva sentito benissimo e a quelle parole il suo cuore si spezzò.
-No no,che ne dici se l'ho facciamo domenica?-chiese Annabeth scegliendo quel giorno visto che era il suo unico giorno di riposo.
-Si va bene...casa tua?-
-No no casa tua,la..la mia è in ristrutturazione non si può entrare..-mentì la bionda.
-Ok...alle quattro fuori scuola ti passo a prendere.-sorrise il corvino e la ragazza annuì.
 
 
Percy stava aprendo la porta della sua Jeep quando venne fermato da Jason che si avvicinava.
-Ehi boss.-salutò Jason.
-Jason.-ricambiò Percy.
-Senti per Annabeth cosa vuoi fare?-domandò Jason.
-Che intendi?-chiese a sua volta Pecy aprendo la portiera.
-Ho visto come la guardi Perce,vuoi fare qualcosa?-
-Oh che sciocchezze io non la guardo in nessun modo è solo la mia compagna di banco e mi fa tanta tenerezza.-rispose Percy.
-Come vuoi ma non farla soffrire.-l'avvertì Jason.
-Sai qualcosa che io non so,Jazz?-
-qualcosa al...-ma si interruppe quando la pioggia incominciò a scendere iniziando a bagnarli-Perce devo andare mia sorella mi aspetta.Ciao-
Jason iniziò a correre raggiungendo l'amata sorella che gli schioccò un bacio sulla guancia arruffandoli poi i capelli.
Percy sorrise e salì in macchina dando gas.
La pioggia si trasformò dopo un pò una vera e propria tempesta completa di lampi e fulmini.
A metà strada il suo sguardo però finì ad una fermata del pullman.
Lì appoggiata contro il muro c'era Annabeth Chase che aspettava un pullman bagnata dalla testa ai piedi.
Il jeans Skinny si era stretto ancora di più addosso,grazie alla pioggia,come la t-shirt bianca che lasciava intravedere il reggiseno nero.
I capelli bagnati ricadevano ribelli sulle spalle e gli occhi grigi erano pieni di preoccupazione.
Percy fermò la macchina proprio di fronte a lei e abbassando il finestrino.
-Ehi Annabeth vuoi un passaggio?-chiese gentilmente Percy.
-Dici a me?-domandò stordita la bionda.
-Non credo di conoscere altre Annabeth.Dai ti dò un passaggio-
-no e che sto aspettando il pullman e..-
-Tranquilla non ti faccio niente di male solo uno strappo fino a casa se continui a stare sotto l'acqua ti verrà una bronchite.-la interruppe Percy sorridendole.
Annabeth ricambiò il sorriso.
-D'accordo.-disse solamente la bionda prima di salire a bordo e il corvino ripartì.
-Dove ti porto?-ma nemmeno a finire la domanda che Annabeth scoppiò in una tosse isterica.
-Percy...-sussurrò prima di svenire.
Percy fermò l'auto con il cuore a mille.
Posò la mano sulla fronte di Annabeth e notò che scottava.
-Ma tu hai la febbre!Chissà da quanto tempo sei lì fuori!-urlò  arrabbiato Percy ovviamente senza una risposta dalla bionda.
"E ora che faccio?"pensò il corvino prima di dare gas verso casa sua.


 

Angolo autrice

Ehi semidei!

Come va?

Allora ringrazio le persone che hanno recensito i capitoli precedenti!

Sono felicissima davvero che la storia vi piaccia!

In verità ho aggiornato qualche giorno fa ma avevo il capitolo pronto e volevo sapere cosa ne pensavate!

Pensavo...vi piacerebbe un one shot su una coppia un pò come dire strana?

LeoxThalia!

che ne dite??

vabbé alla prossima!
Bacii Ramosa

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Capitolo 6
*** Chapter V ***


Annabeth si svegliò accaldata in una stanza non sua.
Le girava forte la testa,dandole il senso di nausea.
"dove sono?"pensò la ragazza guardandosi intorno.
La camera era piccola con un armadio di fronte e il letto posto vicino ad una vetrata che dava la visione completa di New York.
Una scrivania disordinata era vicino alla porta.
Ma  cosa più importante era che non indossava vestiti suoi,infatti aveva indosso una T-shirt nera più grande di lei di diverse taglie ed era avvolta in tantissime coperte tutte sulle  varie tonalità dell'azzurro.
"Devo andarmene"pensò la bionda tirandosi a sedere.
Poggiò una mano sulla tastiera e pian piano iniziò ad alzarsi.
Si sentiva le gambe molli e ogni movimento era un colpo in testa.
All'improvviso un ragazzo si catapultò a fianco a lei.
-Ehi ferma,siediti.-sussurrò la voce di....aspetta di PERCY JACKSON?!
"Che ci faccio a casa sua?!"esclamò Annabeth mentalmente.
Percy la fece risedere e la ricoprì con un plead blu scuro.
-Non dovresti alzarti sai?Hai la febbre a 39°,mi dici cosa ti è passato per la testa di stare sotto la pioggia per tutto quel tempo?!-le urlò arrabbiato Percy.
-mi dispiace.-sussurrò Annabeth mortificata e il corvino capì di non aver usato il tono giusto.
"Stupidi sbalzi di umore!"pensò il ragazzo.
-Di avere la febbre?-domandò dolcemente Percy.
-Anche ma di averti dato così tanti problemi.-spiegò semplicemente  Annabeth mordicchiandosi il labbro inferiore.
Percy capì che lo faceva ogni volta che era in tensione come se cercasse di tranquillizzarsi con quel gesto.
-Non mi hai dato nessun problema tranquilla,solo che...ecco non voglio che tu stia male,non so il perché-mormorò Percy come se quelle parole non le dovesse sapere nessuno e iniziò ad  accarezzandole i capelli.
-Grazie.-sorrise Annabeth sentendo parole.
-Sai dovresti asciugarteli io ci ho provato ma sono un pò una frana-disse il corvino indicando i capelli biondi di Annabeth.
Lei annuì ma in verità non ne aveva proprio la forza,alzarsi le era costata troppa fatica.
-Vuoi qualcosa da mangiare?-domandò Percy inginocchiandosi difronte a lei.
MA fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Annabeth iniziò a correre verso il bagno e per poi   vomitare nel water.
Percy imprecò silenziosamente ma le afferrò i capelli iniziando ad accarezzarle la schiena in modo incoraggiante.
-è finità,tranquilla ci sono io ora.-sussurrò Percy nel suo orecchio.
Quando ebbe finito Percy scaricò e la portò al lavandino dove la bionda si rinfrescò il viso e la bocca.
Percy era lì a guardarla.
Era pallida come un fantasma,gli occhi grigi arrossati per lo sforzo e stanchi...eppure era bellissima.
Le sembrava un angelo sceso dal paradiso o una figlia immortale della divina Afrodite.
-Percy...mi gira la testa.-sussurrò Annabeth con uno sforzo immenso.
Percy l'afferrò per le cosce iniziando a trasportarla.
Annabeth afferrò il suo collo e sepolse il volto nel incavo della spalla come fanno le bambine piccole con i propri padri.
"Trema"pensò Percy  sentendo il leggero movimento che il corpo della bionda faceva per il freddo.
Entrò in camera sua e la riposizionò sul suo letto.
Iniziò a ricoprirla con le coperte come prima e quando stava per andarsene Annabeth gli afferrò il polso.
-Resta-mormorò la bionda e il corvino si stese accanto a lei stringendola.
Percy avvertì un calore in corpo.
Un calore che non provava dalla...morte della madre.
Aveva bisogno in qualche modo di Annabeth e con quel pensiero lo fece sorridere aggiustando la bionda più sotto il muro e coprendola meglio.
Dal suo canto la bionda affondò il viso nel petto di lui e incominciò a dormire dimenticandosi per una volta di tutti i problemi della sua vita.


Dopo un'ora Percy giocherellava con i boccoli biondi di Annabeth.
Il sonno non sembrava proprio venirgli.
-PERCY!-urlò Nico entrando in casa.
Nico si avvicinò alla camera del ragazzo e sorrise malizioso vedendo il cugino abbracciato alla Chase.
-Ha la febbre idiota.-sussurrò Percy facendo voce ai suoi pensieri.
-E sta abbracciata a te?-
-Ah stava sotto la pioggia oggi e allora le ho offerto un passaggio e mi è svenuta in macchina,la dovevo far morire per strada secondo te?-spiegò a bassa voce Percy facendo attenzione a non svegliare Annabeth.
Nico si sedette sul letto difronte ai due ragazzi.
-Eh da quando sei così sentimentale?-domandò Nico accigliato.
-Nico sta dormendo e non stiamo facendo niente di male...mi ha chiesto di non lasciarla sola e io ho accettato  non farti film mentali.-sbuffò Percy assumendo un tono autoritario.
-Vuoi anche le mie coperte sembra che stia al Polo Nord, ma quante coperte le hai messo?-domandò sarcasticamente Nico.
-Nico ha poco niente addosso,è infreddolita e con le punte dei capelli bagnati è ovvio che abbia messo tutte queste coperte.-
Annabeth si rigirò tra le braccia di Percy ma nel farlo scoprì un polso.
-Percy?-lo chiamò Nico notando dei graffi sul polso.
-Mh-
-che ha là?-domandò Nico.
-Dove?-
-Sul polso guarda!-indicò l'emo.
Percy sollevò delicatamente il polso e notò dei segni,tagli ovviamente.
Il viso iniziò a diventare rosso per la rabbia e Nico pensò di aver sbagliato a farglielo notare.
"Che ho combinato."pensò Nico.
Percy si alzò di scatto dal letto avviandosi verso la cucina.
Nico sospirò e lo seguì.
il giovane  camminava avanti e indietro per la stanza con le mani nei capelli.
-Percy calmati.-disse Nico.
-Calmarmi?Nico non hai visto i suoi polsi?E io l'ho avuta accanto per più di tre ore e non me ne sono accorto!Sono un idiota!-gli urlò il corvino lanciando a terra un bicchiere di vetro che al contatto con il pavimento si ruppe in mille pezzi.
-Perce...sai troppo poco di lei e vi conoscete appena,secondo te veniva da te e ti diceva "Sai che mi taglio?",prova a calmarti e ad aspettare sarà a lei se vuole a parlartene.-disse Nico poggiandoli una mano sulla spalla.
Percy stava per ribattere ma venne interrotto da Annabeth che fece il suo  ingresso in cucina.
Si poggiò al muro per rimanere in piedi e la maglia nera le arrivava a metà coscia.
I capelli biondi erano disordinati e gli occhi erano stanchi e socchiusi.
-è successo qualcosa?-domandò la bionda accigliata.


 
Angolo autrice!
Ho aggiornato in prima possibile ma non fateci l'abitudine!
Avevo il capitolo pronto e il prossimo è già a metà!
Quindi credo che a giorni mi farò viva!
Di nuovo!
Beh a presto 
Baci Ramosa!

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Capitolo 7
*** Chapter VI ***



Banner creato da Lucrezia_2!
Grazie mille,con tutto il cuore!

 



-è successo qualcosa?-domandò la bionda accigliata.
Percy lanciò un occhiata a Nico e lui scosse leggermente la testa facendo con il labiale "Non è il momento"
-Niente di grave tranquilla.-rispose Percy cercando di mantenere la calma.
-E perché c'è del vetro a terra?-chiese Annabeth.
-Oh niente Nico è inciampato ed ha buttato per sbaglio un bicchiere a terra.-mentì Percy sorridendo.
Annabeth lanciò uno sguardo a Nico e lui annuì con convinzione.
-Okay...-mormorò la bionda.
-Torna a letto tra poco arrivo-le ordinò Percy.
Annabeth stava ribattere ma Percy la interruppe.
-VAI a letto Annbeth.-le urlò Percy con voce fredda e tagliente.
Dagli occhi della bionda iniziarono a scendere delle lacrime calde.
Lanciò l'ultima occhiataccia di fuoco a Percy per poi correre nella stanza del ragazzo sbattendo la porta.
-Se continui così non la aiuterai mai.-commentò Nico.
-è stata lei a provocarmi.-rispose Percy.
-Lanciandoti un' occhiataccia?-
Percy scagliò un pugno contro il muro.
-Che dovrei fare,Nico?-ribatté il corvino.
-Proteggerla...starle vicino,farle d'amico e non fare
l'arrogante se no la farai stare ancora più male.-disse Nico e Percy annuì.
-Perce ora vado...hai bisogno di qualcosa?Non so medicine?-domandò Nico alla porta.
-Si mi fai un favore?Porta questa lettera allo  Street Green e dalla al proprietario.-disse Percy porgendoli una lettera.
-Perce che hai scritto?Non è il posto dove lavora Annabeth?-chiese Nico.
-Solo che si sarebbe presa qualche giorno di riposo per malattia tutto qui.-sorrise Percy.
-Va bene,se hai bisogno di qualcosa chiama,io e Grover saremo a disposizione lo sai.-avvertì Nico mentre usciva.
-Ciao Nico e grazie.-salutò  Percy e Nico sorrise per poi andarsene.
Percy sospirò e si avviò verso la sua stanza ma come immaginava trovò la porta chiusa a chiave.
-Annabeth mi dispiace apri!-urlò Percy.
Nessuna risposta.
-Annabeth dai!Ti ho detto mi dispiace,apri.-
Sentì dei passi,lo scatto della serratura ed infine il cigolio della porta che si apriva rivelando la figura atletica della bionda.
Annabeth indossava il jeans che aveva poche ore prima,infatti erano ancora un pò bagnati,le sue scarpe e la maglietta larga di Percy.
Aveva i capelli tirati in uno cignon disordinato e gli occhi visibilmente stanchi.
Il viso era rosso per colpa della febbre e il suo corpo tremava ad intervalli regolari.
-Dove stai andando?-domandò Percy seguendola per il corridoio.
-A casa!-esclamò l'altra.
-Eh no hai la febbre resti qui...-disse Percy afferrandola e caricandola sulle spalle camminando a passo veloce verso la sua stanza.
Chiuse la porta a chiavi per poi infilarle nelle tasche del jeans e poggiò Annabeth a terra tendola ferma per la vita.
-Lasciami.-scongiurò Annabeth.
-Eh no!Tu resti qui,hai bisogno di  riposo,lo capisci vero?-ribatté Percy.
-Non ero di troppo lì?Prima?Ti sto creando problemi con tutti lasciami andare.-fece Annabeth trattenendo le lacrime e cercando di evitare lo sguardo fuoco di Percy.
-Non eri di troppo,è solo che Nico...è complicato Annie.-
Annabeth a quel nomignolo sussultò.
-Tu non hai nessun diritto di chiamarmi così!Cosa sono per te?Un nuovo giocattolino?Una vendetta contro Luke?Cosa?-urlò Annabeth rossa.
-Se solo sapessi cosa gira nella mente del tuo 'fidanzato'non verresti ad urlare contro di me!-esclamò Percy furente.
-Che stai dicendo?Non capisco?-domandò con voce tremante Annabeth.
-Che il tuo fidanzatino è un pazzo. un MALATO MENTALE!-disse Percy sottolineando e ultime parole.
-Che hai contro di lui?cosa ti ha fatto?-strillò Annabeth.
-Cosa mi ha fatto?Da dove vuoi che inizi?
Quest'estate ha violentato la mia migliore amica che si è suicidata per il dolore!-esclamò Percy.
Annabeth non poteva crederci eppure i conti tornavano.
Luke sempre più  idiota (per non dire altre parole),più prepotente rispetto all'anno precedente...
-Come si chiamava?la ragazza intendo?-domandò in un sussurro la bionda.
-Rachel,Rachel Elizabeth Dare.-rispose Percy.
Annabeth abbassò lo sguardo,quello che Percy le aveva detto sapeva che era la verità,ma una parte di lei le diceva che non doveva crederci.
-E questo cosa centra con me?-domandò a bassa voce Annabeth.
-Vuoi davvero saperlo?Sai non è molto bello il futuro che ti aspetta con lui.-fece Percy osservando la sua reazione.
Era lì,immobile,a mordicchiarsi il labbro con lo sguardo basso.
-si,non voglio soffrire di più,dimmelo ti prego-scongiurò Annabeth alzando per la prima volta sguardo e guardando negli occhi del corvino.
Percy ebbe un tuffo a cuore.
Aveva le guance umide per le  lacrime e gli occhi grigi brillavano alla luce della luna che era appena apparsa magicamente su New York.
-Lui vuole stuprarti,ha fatto una scommessa con Travis Stoll,se ci sarebbe riuscito avrebbe vinto tantissimi soldi.-spiegò Percy.
Gli occhi di Annabeth si allargarono per la paura e rininiziò a piangere.
Percy l'abbracciò mentre la bionda ficcò la testa nel suo petto non smettendo di piangere.
Il corvino sentiva i suoi singhiozzi sul petto,all'altezza delle costole,e iniziò a pentirsi di avergli rivelato di Luke e di Rachel.
-Tranquilla da oggi in poi ti proteggerò io.-sussurrò Percy come se fosse il più grande segreto del mondo.
Annabeth scosse la testa.
-Io non ho bisogno di te me la sono sempre cavata da sola.-singhiozzò la bionda separando il contatto corporeo con il ragazzo.
-Tu non hai bisogno di me?Annabeth tu hai bisogno di qualcuno non puoi sfogarti su te stessa!Perché ti tagli?Ci provi gusto vero a soffrire sempre di più?Non risolvi niente.-le urlò Percy.
-Non sono tagli.-mentì Annabeth indietreggiando lentamente spaventata.
-Ah no certo!-le afferrò entrambi i polsi mostrandoli-E cosa sono?Cosa cazzo (scusate la parola ma quando ci vuole ci vuole!N.A)sono questi?Rispondimi forza sono a tutte orecchie!-esclamò Percy.
-Non ti interessa cosa faccio,tu non sei nessuno!-strillò la ragazza ancora piangendo.
-Perché fai così?Perché ti chiudi in te stessa?Cosa ci guadagni?-domandò urlando Percy.
-Io...io non lo so le persone lì fuori non sono disposte mai ad aiutarti!E me la sono sempre cavata da sola!Senza l'aiuto di nessuno-rispose Annabeth.
-Io posso aiutarti se me ne dai la possibilità.-sorrise Percy avvicinandosi a lei.
-Vorrei...ma una parte di me dice di non fidarmi,che soffrirei come se giocassi con il fuoco,prima o poi ti bruci e la cicatrice ti resta-sussurrò Annabeth abbaassando lo sguardo.
-Che strano una parte di me mi dice che non devo farti soffrire.-disse Percy.
-Si dicono tutti così!-fece la bionda.
-Annabeth ehi guardami.-mormorò il giovane alzandole il mento con una mano.-Io mai e sottolineo mai ti farò soffrire.Non posso e soprattutto non voglio.
Non voglio vederti soffrire perché se soffri tu in qualche modo soffro anche io,ti prego non allontanarmi e non chiuderti in te stessa,hai bisogno di aiuto non di compassione,e quella stai certa che non l'avrai mai da parte mia,ricominciamo da capo per la terza volta.
Dammi almeno l'occasione di starti accanto ti prego.-scongiurò il corvino.
Annabeth fece un piccolo sorriso.
Forse aveva in qualche modo bisogno di qualcuno e forse Percy era quella giusta.
-Una possibilità,prova a farmi soffrire e giuro che non risponderò alle mia azioni.-lo avvertì la bionda puntandogli il dito contro.
Percy l'afferrò per i fianchi stringendola forte a se.
-Allora che ne dici di mangiare qualcosa?Ho un pò fame-propose Percy dopo un pò.
-Posso fidarmi?-domandò Annabeth.
-Ehi guarda che stai offendendo il miglior cuoco della città!-rise Percy.
-Si certo certo!-
-Che ti va di mangiare?-chiese Percy.
-Quello che c'è nel menù.-rispose la bionda sedendosi sul letto e togliendosi le scarpe.
-Spiritosa...come ti senti?-
-Stanca e accaldata.-disse Annabeth.
-Allora che ne dici di fare così:ti misuri la febbre,mangi e poi dormi?-
-Oh che padre premuroso!-rise la bionda lanciandogli un cuscino in pieno viso.
-La metti così?-
Percy le si avvicinò e iniziò a farle il solletico sulla pancia dando iniziando così la risata cristallina della ragazza.
-Pietà!!-stillò ormai tra una risata e l'altra.
"Almeno l'ho fatta ridere per pochi minuti"pensò Percy sorridendo ancora di più.
Quella risata gli era arrivata al cuore,era un suono così melodioso che era impossibile resistergli.
-Dai misuratela!Io vado a cucinare.-disse Percy passandole il termometro per poi uscire dalla stanza.
 
 
Angolo Autrice!
ODDEI GRAZIE MILLE  PER LE RECENSIONI NEL CAPITOLO PRECEDENTE!
Davvero significa molto per me!
Il capitolo l'ho dovevo postare domani ma non ho resistito!
L'aggiornamento sarà veloce perché ho il capitolo pronto!
Grazie di cuore!
Baci Ramosa12
 
 

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Capitolo 8
*** Chapter VII ***






-Allora ti  è scesa la febbre?-domandò Percy entrando in stanza e trovando Annabeth stesa sul letto avvolta tra due coperte a dormire.
Il termometro era a poco distante dalla sua mano.
Percy sorrise e si avvicinò al suo capezzale e prese il termometro notando che la febbre le era scesa di pochi gradi.
"Grazie agli Dei!"pensò Percy.
Gli dispiaceva svegliarla era così tranquilla e serena ma doveva pur mangiare qualcosa.
-Annabeth!Ehi dai la cena è a tavola.-disse dolcemente Percy.
Annabeth rivelò i suoi occhioni grigi osservando Percy.
-Devo essermi addormenta.-commentò la ragazza con voce ancora impastata dal sonno.
-Già,non volevo svegliarti ma la cena è a tavola se si fa fredda dopo diventa immangiabile.-spiegò Percy a Annabeth annuì alzandosi.
-Vuoi che ti porti in braccio?-domandò Percy sorridendo.
-So camminare!Ah ci prendi gusto a portare pesi Jackson?-chiese Annabeth.
-No Chase non voglio farti stancare.-rispose il corvino.
-Oh bene!Come mai tutta questa premura?-commentò la ragazza avviandosi verso la cucina.
-Te l'ho detto voglio prendermi cura di te.-disse semplicemente Percy.
-Si già,che si mangia?-cambiò discorso la bionda.
-Pasta al pomodoro.-disse Percy.
-Oh buono.-
Percy rise.-Sono andato sul sicuro.-
-Lo vedo grande cuoco.-rise anche lei disordinatoli i capelli.

Mezz'ora dopo Annabeth e Percy ebbero finito cenato.
Avevano riso tanto e la bionda aveva dovuto ammettere che lui era bravo ai fornelli.
-Ok che vuoi fare?-domandò Percy
-Boh nel programma del padre premuroso c'era la nanna.Vuoi davvero vuoi andare a dormire alle 21.30?-ricordò Annabeth.
-Proponi qualcosa di divertente allora.-
-Fammi pensare...aspetta io oggi dovevo lavorare!-si sbiancò la bionda ricordandosi improvvisamente degli suoi impegni giornalieri.
-Tranquilla ho mandato Nico.-rispose Percy.
-COSA?-strillò la bionda.
-ad avvertire che ti prendi qualche giorno di malattia.-
-E tu come sai dove lavoro?-chiese accigliata la bionda.
-me l'ha detto Leo Valedz.-
Annabeth sbuffò.
-Dai tranquilla...posso sempre parlare io con il proprietario,lo conosco.-la riassicurò Percy.
-Non ci provare nemmeno!-esclamò la ragazza.-senti hai un pantalone della tuta?Questi jeans mi stanno uccidendo.-
-No...non gli uso ma se vuoi puoi dormire con la maglietta non ho problemi.-rispose Percy sorridendo.
Annabeth roteò gli occhi.
-Sai se dovrai rimanere qui,e mi farebbe piacere,per quanto mi faccia piacere vedere che cammini per casa con una mia maglietta,dovrai pur avere un cambio.-commentò il corvino sorridendo maliziosamente.
-idiota...comunque hai ragione.-
-Facciamo così tu mi dai le chiavi e io domani dopo scuola ti vado a prendere dei vestiti.-propose Percy.
-Tu in  casa mia?è che non c'è mai entrato nessuno a parte me.-sospirò la bionda.
-OH tranquilla tanto non può essere più disordinata di questa.-fece il corvino sorridendole.
-Okay...nella borsa smarrita ci dovrebbero essere le chiavi.-fece Annabeth scrivendoli l'indirizzo su un foglietto.
-E ora dove vai?-domandò Percy notando che la bionda si avviava verso il corridoio.
-A letto,notte!-salutò prima di entrare in stanza e chiudere la porta ma non a chiave.
Percy borbottò un "ragazze!" ma non fece in tempo a sedersi sul divano che suonarono alla porta.
Il corvino sbuffò ed andò ad aprire.
-Amico!Come va la vita?-salutò Leo entrando.
-Percy ma è vero il fatto di Annabeth?-domandò Chris sedendosi sul divano.
-ti pare che noi crediamo la storia della febbre.-commentò Charles raggiungendo Chris.
-Oh ma andiamo ragazzi un pò di educazione,dov'è la bionda?-chiese Jason entrando e sedendosi sulla poltrona.
-Ciao Perce,allora è vero che c'è Annabeth-disse Grover notando i piatti sul tavolo.
-Io glielo detto che non dovevamo venire.-spiegò Nico sedendosi anche lui sul divano.
-C'è qualcun altro?-domandò accigliato Percy.
-No puoi chiudere.-rispose sarcastico Chris e il corvino roteò gli occhi chiudendo la porta alle spalle.
-Che ci fate qui?-chiese Percy.
-Visita di cortesia.-disse Leo sorridendoli.
-Dov'è la bionda?-richiese Jason.
-Dorme di là.-spiegò il corvino.
-Come è andata a finire la discussione?-domandò Nico.
-Ah ora sa tutto.-sorrise Percy.
-Tutto cosa?-chiesero in coro gli amici.
-Della scommessa di Castellan e mi ha permesso di aiutarla.-spiegò meglio Percy.
Gli altri tirarono un sospiro di sollievo.
-E la febbre?-questa volta parlò Grover.
-Le scesa di qualche grado ma è comunque pallida.-
-Percy dove hai messo...?Ops,ho sbagliato momento.-esclamò Annabeth entrando in salotto.
Indossava ancora la maglietta di Percy e un paio di calzini.
I capelli legati in uno cignon disordinato come sempre e  gli occhi grigi brillavano di una strana luce.
Jason fischiò ricevendo una occhiataccia da Percy.
-Piacere rivederti,bionda.-commentò  Jason.
-E da quando di prendi tutta questa confidenza,Grace?-domandò accigliata la bionda.
-Da quando sei amica di mia sorella.-rispose Jason.
-Infatti di tua sorella non tua.-ribatté Annabeth e il resto della banda scoppiò a ridere.
-Te ne do atto.-fece Jason non trovando niente da cui ribattere.
-Che ti serviva?-chiese Percy cambiando discorso.
-La mia borsa ho bisogno un attimo del cellulare.-rispose la ragazza con un sorriso.
-Se non mi sbaglio è vicino alla porta di ingresso.-sorrise il ragazzo dagli occhi verdi.
-Grazie.-ricambiò il sorriso Annabeth e si avviò verso l'ingresso.
Una volta preso la sua borsa di pelle si incamminò di nuovo verso la camera di Percy.
-Aspetta ti voglio presentare i miei amici.-esclamò Percy fermandola e facendola tornare indietro.
-Come vuoi.-fece spallucce la ragazza e avvicinandosi a lui.
-Allora già conosci credo Leo,Nico e Jason-e la bionda annuì.-bene loro sono Grover,Chris e Charles.-
-Hai una faccia conosciuta sai?-commentò la bionda pensierosa rivolgendosi a Grover.
-Davvero?-chiese il diretto interessato.
-Ah si eri venuto in vacanza a San Francisco qualche estate fa...e ci siamo incontrati.-rammentò la bionda.
-Giusto ora che ci penso  hai ragione...tu sei la ragazza dei gemelli.-rise Grover.
-Chi?-domandò accigliato Chris.
-La ragazza dei gemelli,perché l'ho conosciuto mentre ero con i miei fratellastri e quindi mi ha chiamato così-spiegò la bionda e tutti scoppiarono in un "AH".
-Beh ragazzi è stato un piacere ma io mi ritiro,ciao.-salutò la ragazza rientrando nella camera del corvino.
-Che caratterino.-commentò Chris.
-Si bene ora l'avete conosciuta sparite!-gli cacciò Percy.
-Va bene ciao Jackson.-salutarono loro prima di uscire.


Il giorno dopo Percy rientrò in casa dopo essere stato sei ora a scuola e poi a casa di Annabeth.
-Sono  a casa!-esclamò il giovane entrando con un borsone in mano.
-Lo sai che ti manca il latte?Ho dovuto fare colazione con thé e biscotti!-lo accolse Annabeth spuntando dal corridoio.
-Io ti facevo ragazza Thé,café-commentò Percy  togliendosi la giacca di pelle e posando il borsone sul divano.
-Si mi piacciono ma io ho bisogno di calcio per condurre la giornata che faccio io!-rispose la bionda.
-Domani avrai quello...la febbre?come va?-domandò Percy posando la mano sulla fronte della ragazza.
-38° gradi,è scesa.-disse Annabeth.
-Meno male.Che hai fatto tutta la mattinata?-chiese Percy pendola in braccio e portandola in cucina per poi poggiarla sul tavolo a penisola che divideva le due stanze.
-Ho evitato le chiamate di Luke,pulito la casa e iniziato il nostro progetto.-rispose Annabeth iniziando a intrecciare i capelli in una treccia sul lato.
-Insistente eh il biondo?-
-Non immagini quanto...approposito ha detto qualcosa della mia assenza?-domandò legando i capelli.
-L'ho visto molto arrabbiato...perché non hai cucinato?-chiese Percy avvicinandosi ai fornelli.
-Io sono l'ospite ricordalo!-disse la bionda alzando le mani in segno di innocenza.
-Ah...che ne dici di spaghetti?-propose il  giovane  e lei annuì.
Percy iniziò a mettere la pasta sul fuoco per poi avvicinarsi alla bionda.
-Che vuoi fare quando torni a scuola?Con Luke intendo?-mormorò il corvino e posizionandosi di fronte a lei.
-Oh lui credo che gli lancerò uno schiaffo urlando per tutta la scuola che è uno stronzo e che abbiamo chiuso.-sorrise la bionda giocando con i capelli di lui.
-Sei un mito.-
-Gli dirò la verità e poi aveva già guardato troppe volte il lato B di Silena quindi.-sospirò la ragazza.
Percy scosse la testa dal divertimento.
-Percy non senti puzza di bruciato?-disse Annabeth.
-LA PASTA!-esclamò Percy correndo verso la pentola lanciandola poi nel lavello aprendo l'acqua.
-Io l'ho detto che eri una schiappa a cucinare.-commentò Annabeth affiancandolo.


Angolo autrice:
GRAZIE MILLE PER LE RECENSIONI!!!!
Non so che dire!
Spero che vi piaccia!
BAci Ramosa12


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Capitolo 9
*** Chapter VIII ***









-Annabeth io vado a scuola!-esclamò Percy avviandosi verso la porta.
-Ma ti pare normale urlare,in questa maniera,a quest'ora del mattino?-strillò la bionda avvicinandosi a lui.
-Fai la brava,Sapientona.-disse il ragazzo baciandole la guancia.
-Come mi hai chiamato?-domandò accigliata la bionda al suono di quel nomignolo.
Nessuno gli aveva mai dato un nomignolo o soprannome.
Tutti avevano sempre mantenuto le parti del suo nome Annie o massimo Beth ma  mai qualcosa di diverso.
Peccato che non ebbe mai la risposta a quello da parte di Percy che era già uscito.

           
*A scuola,tre ore dopo-intervallo*



-Boys non credete che siamo troppo tranquilli in questo periodo?-chiese Percy  appoggiato al muro dell'ala della scuola di loro proprietà.
-Si,le altre bande ci danno per morti o smarriti.-commentò Chris accendendosi una sigaretta.
-Avete idee?-domandò Jason con aria molto preoccupata.
-che ne dite di derubare un negozio di caramelle?-propose Leo guadagnandosi un occhiataccia del resto della banda.
-Io stavo solo proponendo.-sussurrò il latino abbassando lo sguardo.
-Jas che hai?-chiese Nico guardando in direzione dell'amico e cambiando così argomento.
-Niente di particolare,solo che un ragazzo guarda troppo mia sorella e mi sta sui nervi.-rispose il biondo scrollando le spalle cercando di mostrarsi  indifferente ma  la rabbia gli ribolliva dentro.
-Allora si merita una lezione,non vi pare?-commentò Leo.
Sapeva che per Jason la sorella era la cosa più importante della sua vita e la sua priorità era sempre quella di proteggerla da ogni pericolo.
Il biondo sorrise -per me va bene,mia sorella è intoccabile,che ne dici boss?-
-SI per me va bene...dicci il ragazzo e sarà risolto tutto entro stanotte.-rispose il corvino sorridendoli complicemente.
-Ethan Nakamura-disse semplicemente Jason sorridendo amaramente.
Conosceva Ethan,erano stati dalla stessa parte per un po,ma guardava sua sorella troppo maliziosamente.
-IL BRACCIO DESTRO DI CASTELLAN?!-urlò Grover bianco dalla paura e ricevendo si come risposta.
-Perché qual'è il braccio sinistro di Castellan?-scherzò Leo e alcuni raddichiarono.
-Io non partecipo.-continuò Grover scuotendo vigorosamente la testa e ignorando così Leo.
-Come sto fatto che non partecipi?Ti stai tirando indietro?-domandò Percy,Grover non si era mai comportato così.
-Castellan c'è la farà pagare se lo facciamo,e tu lo sai Perce.-gli sputò in faccia Grover e Percy capì a chi si riferiva.
-Si certo ma lì era un altra storia Grò.Lui ha iniziato questo gioco e finché non si decreterà il vincitore io non mi arrendo,deve essere lui a chiedere pietà non il contrario.-rispose Percy ricordandosi di Rachel.
Era come una sorella per lui e Luke gliela aveva portata via e dando iniziò così ai loro disappunti.
-Grover ci stai o no?-domandò Nico cercando di calmare le acque,ci mancava solo una rissa all'interno della banda e sarebbero stati apposto.
-Se succede qualcosa a qualcuno che ci tengo ritieniti responsabile.-lo minacciò Grover puntando il dito verso Percy.
-Ora ti riconosco amico.-commentò il corvino dandogli una pacca sulla spalla.
-Quando allora?Intendo pestare Nakamura?-chiese Leo con una strana felicità.
-Stasera vanno ad una festa  ovviamente Thalia ne quell'idiota di Nakamura  se la perderanno credo che sia l'occasione giusta,che ne dite?-propose Jason.
-Si va bene non ho niente da fare tanto.-lo appoggiò Percy e tutti annuirono.
-Tu e la bionda,come va?.-domandò Charles iniziando anche lui a fumare.
-Oh bene andiamo d'accordo,più o meno.-rispose il corvino.
-E la questione di Castellan?come l'ha presa?-chiese Nico scroccandosi le dita.
-Mi sembra tranquilla ma sa mascherare bene le proprie emozioni.-sospirò Percy guardando davanti a se.
-Grò niente storie di amore in questo periodo?-domandò Chris spegnendo la sigaretta contro il muro.
-Ma che dici,non sono mica come vuoi.-rispose l'altro rosso per l'imbarazzo.
-Mh poco ci credo.-commentò Charles spingendolo sul lato.
-idioti.-alzò gli occhi il riccio.
-Meglio che ci avviamo tra poco iniziano le lezioni.-avvertì Jason avviandosi,seguito dopo dalla banda,verso le classi.
Ma come si dice?Il nemico è sempre dietro l'angolo?
Ed infatti se come chiamato in causa Luke Castellan e i suoi amici camminavano verso la direzione di Percy.
Il biondo camminava con le mani in tasca e gli occhi che ribollivano dalla rabbia...l'assenza di Annabeth forse?
Le due bande iniziarono ad avvicinarsi e proprio quando i due capi si sfiorarono Luke spinse con la spalla Percy facendolo perdere per poco l'equilibrio-
-Stai attendo dove vai Jackson.-commentò Luke a gran voce.
-Smarrito la ragazza Castellan?non vedo la Chase,si sarà stancata di te...ho notato che in molti lo fanno in questo periodo.-lo derise Percy facendo ridere la sua banda.
Non era sua intenzione tirare in ballo Annabeth ma lui l'aveva provocato.
-Tu non l'hai nemmeno la fidanzatina,oh aspetta l'unica era quella rossa come si chiamava?Rachel...che si è suicidata,forse non non ti sopportava più Jackson?-ribatté strafottente Luke.
-Questa non la dovevi dire Castellan!-urlò Percy gettandosi contro lui.
Iniziarono a picchiarsi dando così una rissa generale.
Chris iniziò a lottare contro i gemelli Stoll mentre Leo e Jason contro Ethan.
Nico corse in aiuto di Percy  e Chales e Grover iniziarono a picchiare contro Will.
Diversi compagni di scuola si fermarono osservando la scena,e urlando entusiasti.
Volavano pugni,calci,urla,gemiti di dolore,cellulari a terra...
Ma per fortuna  il preside fece irruzione dando fine così alla lotta di gruppo.
L' uomo  era un uomo basso e robusto e molto severo.
-COME VI PERMETTETE DI DARE UNA RISSA NELLA MIA SCUOLA?!SOSPESI PER DUE GIORNI TUTTI E 12!FUORI DI QUI!-urlò il preside cacciandoli.
-Dove andiamo conciati così?-domandò Leo mentre uscivano dalla scuola e passandosi una mano nei capelli agitatamente.
Sua madre gliene avrebbe dette quattro,ne era sicuro.
-A casa mia dovrei avere una casetta di pronto soccorso.-rispose Percy mentre zoppicava e il resto annuì



Annabeth era seduta sul divano di casa Jackson.
Pensava,ormai lo faceva la maggior parte del tempo.
Come aveva potuto fidarsi di Luke?
Si sentì per la prima volta tradita,delusa,ma sopratutto tradita!
Le parole di Percy le rimbombavano ancora in testa:"Lui vuole stuprarti,ha fatto una scommessa con Travis Stoll,se ci sarebbe riuscito avrebbe vinto tantissimi soldi".
Luke l'aveva usata e la stessa cosa aveva fatto con l'amica di Percy,Rachel.
Per lui lei non era niente solo uno giocattolino e niente più.
Percy...ogni volta che c'era,che la coccolava sembrava come se l'intero zoo si fosse trasferito nel suo stomaco.
Il cuore le iniziava ad accelerare e...ok Percy non era niente per lei,non poteva amarlo,lei aveva altre priorità e non poteva certo pensare ad una storia d'amore.
Amore poi che grossa parola,Percy era solo un ragazzo che l'aveva aiutata tutto qui.
All'improvviso sentì il rumore dello scatto della serratura.
"Non può essere già tornato sono solo le 11."pensò la giovane avvicinandosi verso la porta.
-Percy perché sei rientrato così...COSA VI E' SUCCESSO!?-esclamò la bionda notando le condizioni di Percy e company.
-Storia lunga che ne dici di prendere la casetta di pronto soccorso?è nel mobile in bagno.-bofonchiò Percy mentre lui e la banda si sedevano sul divano e poltrone.
Annabeth annuì e corse in bagno prendendo ciò che le serviva.
-Allora mentre vi medico che ne dite di raccontarmi un pò perché siete conciati in questa maniera?-disse Annabeth passando un pò di ovatta bagnata nel disinfettante sul viso di Percy ascoltando attentamente quello che gli raccontava Leo.
-Ah fermo non ti muovere!-sussurrò la bionda al corvino e interropendo Leo che gli guardò accigliato.
-Brucia.-rispose il ragazzo.
-Eh resisti.Comunque stavi dicendo Leo?-e il latino riprese il proprio racconto.
-e meno male che dovevo essere quella che doveva fare la brava.-commentò Annabeth una volta finito e mentre appoggiava sulla pelle di Jason un cerotto.
-La febbre?Stai bene?-domandò Percy cercando di alzarsi.
-Rimani seduto...comunque mi è scesa,non ho niente.-rispose la bionda-Jason se ti muovi non ti posso disinfettare il taglio che hai sotto all'occhio.-
-Uff sei noiosa sai quando fai così?!-sbuffò Jason e Annabeth roteò gli occhi.
-E tu non picchiavi proprio Ethan visto che mira sempre l'occhio,è la prima cosa che fa.-rispose la ragazza.
-E tu che ne sai?-chiese accigliato Leo mentre iniziava a fasciarli il braccio sinistro.
-Cosa?Di loro?oh Luke mi ha detto alcuni punti deboli e avvolte hanno fatto delle risse fra loro e ho notato come lottavano.
Ma tra loro non sono tutti così per dire"cattivi"anzi ci sta Will o Connor che sono bravi e mi hanno aiutata qualche volta.-spiegò Annabeth mentre chiudeva la fasciatura fatta di gazza.
-Davvero?A me non sembra.-commentò Leo mentre la bionda finiva di medicarlo.
-No ha ragione gli anelli deboli sono proprio quei due  sono con Luke solo perché Connor ha il fratello mentre Will gli faceva comodo.
Ma la scommessa è stata anche per loro un'idea stupida e infatti Connor litiga spesso con Travis  e Will non sta mai con loro.-concordò Jason e il volto Annabeth si incupì.
"Ecco l'hanno ritirata in ballo"pensò la bionda mordicchiandosi il labbro e continuando il suo lavoro.
"Sei tu quella che ci è cascata non loro."disse una voce nella sua testa.
"Ti prego non ricordarmelo"rispose la ragazza mentalmente.
Improvvisamente il telefono di Annabeth prese a squillare e dovette rispondere.
-Pronto?-
-An,non sai quello che è accaduto!Luke si è battuto contro Percy!Hanno avuto 2 giorni di sospensione anche se non so che ha fine fatto mio fratello ma la lotta è stata stupenda!-esclamò tutto di un fiato Thalia.
-Oh tranquilla vedrai che lo troverai o tornerà.-sorrise Annabeth.
-Non mi chiedi di Luke?come sta?A proposito perché sei assente?Mi manchi An.-sospirò Thalia.
-Ho avuto la febbre,no comunque non mi interessa...ora vado a domani.-Salutò la bionda riattaccando.
-Chi era?-domandò Jason curioso.
-Tua sorella...ti da per disperso.-rispose Annabeth.
-Davvero?Allora è meglio che vada a casa oppure farò una brutta fine.-commentò Jason arrancando verso la porta.
-Fermo un attimo!Perché nessuno ha parlato di una sospensione di due giorni?!-urlò la giovane  e tutti la guardarono con sguardo che diceva "non mi uccidere".
-Ehm ecco...siamo stati sospesi!-scherzò Leo.-ora lo sai!-
Annabeth tirò un sorrisetto roteando gli occhi.


Angolo autrice:
Salve a tutti!
Scusate del ritardo e se eventualmente troverete degli errori nel capitolo!
Grazie per continuarmi a seguire!
Beh spero mi perdoniate per il capitolo così ma ve lo dico sono una schiappa con le scene di 
Lotta collettiva quindi perdonatemi!
Beh grazie ancora!
Bacii

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Capitolo 10
*** chapter IX ***


 



Capitolo dedicato
a quella pazza di mia cugina che legge le anteprime
ti voglio bene Mina <3


 










Annabeth si strinse la giacca addosso.
Il cortile della scuola era pieno di gente,come sempre del resto.
Odiava ammetterlo ma le mancava Percy.
Le mancavano i suoi occhi verde mare,i capelli ribelli corvini e soprattutto le sue attenzioni.
Ma lui non era lì.Era a casa con un braccio fasciato e un labbro gonfio.
"E con una sospensione"aggiunse la bionda mentalmente.
Si sentiva improvvisamente vuota,il cuore pesante e la testa confusa.
"Percy non c'è non puoi pensare a lui.Lui ha una vita e tu un'altra non lo pensare."disse una voce nella sua testa.
"Parli facile tu."rispose la bionda mentalmente.
Iniziò a camminare verso l'armadietto a prendere i libri di matematica con aria annoiata.
Per carità amava la materia ma era consapevole che oggi avrebbe dovuto ricominciare a lavorare.
Rivedere la faccia del capo,servire i clienti,tornare a casa stanca...sinceramente non  ne era ancora pronta.
-Annabeth!-urlò la voce di Piper e tirandola in un'abbraccio.
-Mi hai fatto preoccupare!Non venivi a scuola ne a lavoro,pensavo che ti era successo qualcosa di brutto!-spiegò l'amica guardandola con lo sguardo preoccupato.
Piper aveva gli occhi più belli che avesse visto,forse dopo quelli di Percy,visto che cambiavano colore a seconda di dove puntava il sole.Tipo caleidoscopio.
I capelli marrone cioccolato tagliati asimmetrici definivano il volto dove,ora,era comparso un piccolo sorriso carico di amicizia e amore alla vista dell'amica.
-Scusa Pips avevo la febbre!-si scusò la bionda mortificata,le dispiaceva di aver fatto preoccupare Piper era pur sempre la sua migliore amica.
-Fa niente,allora come ti senti?-domandò dolcemente Piper  mentre si avviavarono verso all'aula di matematica che avevano in comune.
-Meglio,ti vedo giù Pips che succede?-chiese Annabeth osservando lo sguardo disperato dell'amica.
-Sei sparita per tre giorni e ne sono successe di tutti i colori.-rispose la mora una volta che si erano seduti sui banchi in ultima fila.
-Racconta tanto dicono che matematica è assente quindi.-la incoraggiò Annabeth con uno dei suoi sorrisi che solo poche persone avevano il privilegio di ricevere.
-Okay sai della rissa,no?- e la bionda annuì -beh  quando Jason ha lottato contro Ethan non lo so il mio cuore è come se il cuore avesse smesso di battere...lui è così incredibilmente perfetto!Quei capelli biondi mi ricordano il sole d'agosto,quegli occhi azzurri ricordano il cielo e quella piccola cicatrice sul labbro gli dà quell'aria da duro ma secondo me è buono come il pane.Non si innamorerà mai di me,come faccio io!-sospirò Piper con lo sguardo sognante.
-Tu sei pazza!-rise Annabeth dandole un leggero pugno sul braccio.
-...DI lui!-finì la mora sorridendo ma c'era qualcos'altro che non andava,Annabeth lo percepiva nel suo tono di voce e questa volta Jason non centrava niente.
-Ma?è successo qualcos'altro,vero?-
-Mio padre è partito per girare un nuovo film e starà via per un pò lasciandomi con quell'arpia di Jane!La odio!Sai che mi ricorda?Il volturo di Twilight,uguale!-esclamò Piper.
-ti vedi ancora Twilight?-domandò Annabeth ridendo.
-Mh qualche volta quando non ho niente di meglio da fare ma preferisco cento volte Hunger Games!Molto più movimentato rispetto alla romantica ragazzina che si butterebbe giù piuttosto di non vivere senza la sua metà.-rispose Piper intrecciando i capelli come faceva ogni volta che era annoiata.
-I maschi sono tutti così...abbandoniamo le ragazze che c'è ne importa a noi.-commentò la bionda.
-Tu hai Luke però.-le sorrise l'amica e Annabeth abbassò lo sguardo.
"Ecco ci risiamo"pensò la bionda.
-Annie è successo qualcosa?-domandò preoccupata Piper,era successo anche a lei qualcosa ne era certa.
-Si cioè no...va bene è successo qualcosa.-balbettò la ragazza.
Incominciò a raccontare i suoi tre giorni a casa di Percy,della scommessa di Luke...Insomma era Pips!Se non ne parlava con lei con chi ne poteva parlare!?
-Ti piace.-commentò in fine Pips dopo aver imprecato contro Luke per un pò.
-Chi?-domandò Annabeth confusa.
-Percy,Annie io capisco l'amore da un miglio di distanza.Lui ti piace e forse ricambia.-sussurrò dolcemente la mora.
-No a me non piace!Penso solo che sia stato carino ospitarmi a casa sua senza nemmeno che mi conosca!-arrossì violentemente la bionda.
-una persona non  avrebbe mai reagito così ad un'estranea.Lui forse non ne è consapevole ancora ma prova qualcosa di forte per te.-disse con la solita dolcezza Piper.
-E tu con Jason che vuoi fare?-chiese Annabeth cercando di cambiare discorso.
-Starò lì dietro l'angolo ad amarlo silenziosamente,lui non sa nemmeno che esisto.-sospirò la mora tristemente.
-Pips provaci a parlare forse scatta qualcosa-
-Si una brutta figura se mai!-rise la ragazza.
-che pessimista che sei!-commentò Annabeth ridendo con lei.
-Oggi Leo ci porta lavoro,comunque.-informò la mora dopo un pò dondolando le gambe.
-Come ogni mercoledì del resto!-rise ancora la bionda.

                             *dopo scuola*

-Ehi Leo!-salutarono le amiche entrando nell'auto del latino.
-Pips,Annie.-ricambiò Leo dando gas.
-Come stai?Guarda lì il braccio!Sei un immaturo!-lo rimproverò Piper.
-Ti prego non farmi la ramanzina già ci ha pensato mia mamma quando ho nominato la parola  "sospensione"-implorò il ragazzo facendo ridere le amiche.
-E ha fatto bene!-commentò tra una risata e l'altra Piper.
-Senti un pò come vanno le cose a scuola?Devo tornare Lunedì e non sono pronto!è bello svegliarsi tardi la mattina.-sospirò Leo con un sorriso.
-Come Lunedì!?non avevi avuto tre giorni di sospensione?Non una settimana!-esclamò Piper.
-Idiota sono stato sospeso ieri e la sospensione parte oggi,Mercoledì Giovedì e Venerdì e poi weekend e non si va a scuola!-rispose il latino.
-Si vede che non sono brava in matematica eh?-rise Piper.
-è stato cristallino Pips! 
Io mi chiedo come fai a stare alla cassa se non sai contare!-rise anche lei Annabeth.
-Ti cedo volentieri il mio posto Annie!-ribatté la mora ancora in preda ad un'attacco di ridarella.
-Tu.Essere.Da.Ricovero!-esclamarono Leo e Annabeth -Satana esci da questo corpo e ridarci la nostra Piper!-facendo poi il segno.
-Ehi sono sempre io idioti!-disse la mora lanciando uno scappellotto a Leo e arruffando i capelli di Annabeth.



Il giorno dopo Piper camminava per le vie di New York per recarsi a lavoro.
Ma proprio in quel momento inciampò in una mattonella e cadde addosso a un ragazzo che l'afferrò appena in tempo.
-Puoi fare un pò di...?-le parole di Jason le morirono in gola notando che era tra le sue braccia era caduta una ragazza...carina poi.
-Scusa è che non avevo visto la mattonella rotta e sono inciampata.-si scusò Piper con sicurezza.
In verità dentro di lei il cuore le batteva a mille,il cervello le era andato in palla  e nel suo stomaco sembrava che l'intero zoo si fosse organizzato per fare una festa.
Era caduta tra le braccia di Jason Grace!Il ragazzo che aveva preso una cotta pazzesca.
-No tranquilla comunque io sono Jason.-si presentò il ragazzo tenendo ancora stretta la mora.
"è che non lo so!"pensò Piper eccitata.
-Piper-disse invece sorridendo calorosamente la ragazza.
Jason Grace la stava tenendo stretta!La giornata non poteva andare meglio di così!
-Stiamo insieme a storia.Vieni ti offro un caffé.-disse il ragazzo.
-Ma io devo correre a lavoro,non posso mi dispiace.-amava fare la ragazza difficile e a Piper gli usciva benissimo.
-ho detto che ti offro un caffé.-affermò di nuovo Jason.
-Non era una domanda vero?-
-No infatti vieni c'è un bar qui vicino.-rispose Jason poggiando il braccio sulle spalle piccole di Piper per paura che scappasse via da lui.
SI Piper in qualche modo le piaceva.



Angolo autrice:
Buona domenica a vuoi!
Lo so c'è veramente niente percabeth qui ma ragazzi ci sono anche altre coppie e la Jasper è una delle mie preferite!
Volevo proporvi qualcosa,allora se volte non so una coppia,un momento o un personaggio in particolare io sempre cercando di attendermi alla traccia della storia cercherò di accontentarvi.
Passando al capitolo lo so Jason è un ruffiano ma visto che ho cambiato Percy perché non cambiare anche lui?!
Va bene alla prossima e grazie a vuoi che mi appogiate sempre!
Bacii ramosa12 

 

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Capitolo 11
*** Chapter X ***







Percy odiava il lunedì.
Dal lunedì iniziava tutto e se la settimana iniziava male tutto poteva andare storto.
Per fortuna era riuscito a completare il progetto per il professor Branner durante i giorni in cui Annabeth si era fermato da lui.
Annabeth...un nome una sensazione.
Ogni volta che la vedeva il suo istinto gli diceva di proteggerla da Luke e dai suoi amici.
Sapeva anche che doveva tenerla lontana da lui,forse mettere le distanze ma era quasi impossibile.
Aveva avuto la stessa esperienza con Rachel.
L'aveva permessa troppo di entrare nel suo giro di mala vita e come l'aveva ridotta?Al suicidio per colpa di Luke che cercava vendetta.
E ora stava succedendo la stessa cosa con Annabeth.
Ma aveva bisogno di lei.
Della sua purezza,della sua bontà,dei suoi capelli biondi che odoravano sempre di limone e dei suoi occhi grigi.
Sapete come dicono?"che gli occhi sono una porta sull'anima"perfetto quelli di Annabeth erano più o meno così,e il ragazzo grazie a quella bellezza riusciva a capire l'umore e la vita della ragazza.
Certo,prima avrebbe detto che Annabeth era strana da leggere,come un libro chiuso con il lucchetto con la chiave ormai persa.
Ma gli occhi erano il punto debole di quel lucchetto.
Riusciva a vedere la sofferenza,il dolore,la tristezza e tanta solitudine che di volta in volta la portava a commettere errori,come l'autolesionismo.
Voleva aiutarla ma non sapeva come.
Voleva sapere la sua storia,appoggiarla,incoraggiandola e dirle di essere forte,di abbracciarla e forse anche alcune volte darle un bacio sulla bocca o sulla guancia.
"Fermo con i pensieri Percy,così ti abbassi ai livelli di Castellan"pensò Percy uscendo di casa e dirigendosi a passi svelti verso la sua Jeep.
Probabilmente per la sua (si iniziava già ad essere possessivo)Bionda preferita oggi era il giorno del giudizio,forse se ne avesse avuto coraggio quel giorno avrebbe lasciato Luke Castellan una volta e per tutte.
Involontariamente Percy incrociò le dita sperando che quello accadesse veramente.



Annabeth trattene quasi il respiro quando vide Luke avvicinarsi a lei
Piper,che era accanto a lei,le strinse la mano in segno di incoraggiamento.
-Lo puoi fare Annie,puoi lasciare quel mostro.-le sussurrò l'amica mollando lentamente quel gesto pieno di amicizia.
La bionda si limitò ad annuire.
Per tutto il weekend non aveva fatto altro che preparare il discorso per lasciare Luke,l'aveva anche provato ad imparare a memoria,come una poesia che doveva esporre al professore,ma in momento nella sua mente c'era il più vivissimo blackout.
"speriamo che l'improvvisazione mi aiuti"pensò la bionda.
-ehi principessa-la salutò Luke baciandola poi sulle labbra.
Fu però un bacio carico di lussuria e come le altre volte Annabeth si sentì quasi violata.
Violata,come se qualcuno volesse rubare qualcosa di suo e forse quel qualcosa era il suo cuore o meglio ancora in quel caso il suo corpo.
Si perché Luke da lei non voleva niente,per il ragazzo lei era uno stupido animaletto che era caduto nella sua trappola senza che se ne accorgesse.
-devo parlarti-mormorò Annabeth e Luke si accigliò.
-non mi piace il tono con cui lo dici,deve essere successo qualcosa di grave allora.-commentò Luke e lei annuì.
-vai dici ti ascolto-continuò il biondo curioso.
Annabeth prese un bel respiro lanciando uno sguardo a Piper che annuì in segno di incoraggiamento e conducendo Luke via da sguardi indiscreti.
Una volta che arrivarono in un corridoio abbandonato Annabeth parlò.
-senti siamo stati bene insieme fino adesso ma...non vedo un futuro per noi è sinceramente io non voglio soffrire,mi dispiace.-
-mi stai lasciando?-domandò Luke con voce piena di odio e Annabeth annuì.
-mi dispiace ma io non ti amo e credo di non averlo mai fatto-spiegò la bionda sorpassando Il ragazzo cercando di andarsene prima che la situazione iniziasse a prendere una brutta piaga.
Ma il ragazzo le afferrò un polso e la sbatté contro il muro bloccandola con il suo peso.
-tra noi lo decido io quando è finita,e non è nemmeno incominciata se lo vuoi sapere-gli sussurrò Luke nell'orecchio facendo rabbrividire la ragazza.
Iniziò a baciarle il collo e pian piano iniziando a sbottonare la camicetta di flanella della ragazza lasciando intravedere il reggiseno di pizzo nero.
La ragazza incominciò ad urlare ma esse vennero quasi censurate dal suono forte della campana.
Luke le lanciò uno schiaffo sul volto in segno di silenzio.
Annabeth incominciò a piangere,quello che Percy le aveva detto stava davvero accadendo e stupidamente aveva condotto un Luke arrabbiato in un luogo senza un anima vivente disposto a salvarla.
-Lasciala stare.-urlò la voce di Percy dietro di Luke.
Era piena di rabbia e carica di odio e i suoi occhi verdi iniziarono ad assumere una tonalità più scura ricordando vagamente il mare in tempesta.
-Oh guarda principessa il tuo principe azzurro è venuto a salvarti.-commentò Luke afferrando Annabeth per i capelli posizionandola e bloccandola davanti a davanti a lui.
Percy osservò la ragazza davanti a lui.
I capelli ricci ricadevano sulle spalle disordinati,la camicia era sbottonata che lasciava intravedere il suo reggiseno nero,un livido violaceo le sfigurava la guancia destra e gli occhi occhi erano rossi e gonfi per il pianto ed era visibilmente spaventata.
-Castellan Lasciala-sputò Percy e Luke sorrise amaramente.
-se no che mi fai Jackson?mi picchi?-rise il biondo rincominciando baciare il collo della bionda lasciando dei segni rossi.
-ti ho detto di lasciarla stare.-urlò più forte Percy avvicinandosi verso loro.
A quasi tre passi di distanza Luke spinse Annabeth verso lui e Percy l'afferrò prima che cadesse a terra.
-tienitela pure questa qui ma ricorda che non finisce qui,ci vediamo principessa-disse Luke prima di sparire per i corridoi.
Percy strinse a se la ragazza che conficcò la testa nel suo petto iniziando in un pianto isterico.
Il ragazzo aveva una gran voglia di urlare contro che era stata una pazza a stare sola con Luke ma capì che non era il momento giusto.
-shh è finita,ci sono io e con me vicino nessuno ti farà del male-la consolò Percy accarezzandole i capelli.
Dopo diversi minuti il ragazzo si staccò da quel contatto caldo e iniziò ad abbottonare i bottoni della camicia della bionda.
-che ne dici di andare a casa mia?è inutile restare qui.-propose Percy,non era per niente il momento di lasciare Annabeth da sola qualche solita pazzia poteva sempre arrivare.
-intendi fare filone?-domandò singhiozzando la bionda guardandolo negli occhi,ora,verdi come il mare che riposa tranquillo.
-mmh si ma invece di andarcene in giro a fare gli scemi andiamo a casa.-le sorrise Percy.




Angolo autrice:
Lo so sono in un ritardo mostruoso!
Ma questa settimana ne sono successe di tutti i colori,dal computer rotto alla gara di hip hop oggi quindi lettori sono giustificata!
Perdonatemi ma ho scritto questo testo con l iPad e mi devo ancora abituare a scrivere i testi con questo dispositivo.
Ci vediamo!
Bacii Ramosa

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Capitolo 12
*** Chapter XI ***













Branner creato dalla grande Lucrezia_2!non ti ringrazierò mai abbastanza!GRAZIE!






Percy e Annabeth erano seduti sul letto del ragazzo con le spalle contro la vetrata.
Il ragazzo cercava di tirarle su il morale con battute ma lei rimaneva impassibile,massimo tirava su un sorriso forzato per far capire che prestava attenzione alle parole di Percy.
-Posso farti una domanda?-domandò il ragazzo ricevend così l'attenzione della bionda.
-Si certo-sussurrò la ragazza curiosa.
Percy sapeva che non era il momento adatto,ma prima o poi l'avrebbe dovuto sapere,forse così poteva avere più possibilità di aiutare la bionda.
-Qual'è la tua storia?-domandò solo.
Annabeth sospirò stringendo le gambe al suo piccolo e fragile corpo e con lo sguardo fisso sul pavimento di legno scuro,come se cercasse di ricordare la sua vita.
-Appena io nacqui mia madre mi abbandonò sotto il portico di casa di mio padre,lasciandomi in una culla d'oro e con una lettera adagiata sulle mie coperte.
In essa c'era scritto che non si sentiva pronta per fare la madre e che sarebbe ritornata in Grecia,la sua terra di origine.
Mio padre non mi accettò facilmente nella sua vita ma comunque mi dedicò un anno,un anno di amore per poi incontrare una donna che successivamente sposò diventando così la mia matrigna a tutti gli effetti.
Capì benissimo che non ero accettata in quella loro piccola famiglia.
All'età di sette anni,decisi di scappare di casa e così in una notte fredda come il ghiaccio abbandonai quella gabbia-si interruppe Annabeth.
-A sette anni sei scappata di casa?-domandò Percy stupito,chi bambino l'avrebbe mai fatto?Lui non ne avrebbe mai avuto il coraggio.
In risposta Annabeth annuì:-Durò una settimana ma poi le forze dell'ordine mi riportarono lì.
Ma tutto cambiò.
Mio padre mi rimproverava per ogni mio singolo movimento,la mia matrigna mi maltrattava e così a quattordici anni non c'è la feci più.
Litigai con lei fu così una brutta discussione che mi cacciò di casa e...e mio padre concordò.
Avevo quattordici anni.
Sola,con pochi soldi e senza un tetto sulla testa.
Dopo giorni di vagabondaggio nella mia mente venne un lampo di genio.
Sarei andata a New York,trovato casa e lavoro,chiesto una borsa di studio ad un liceo...un piano perfetto e ci riuscì.Quel piano iniziò per il verso giusto.
Trovai un lavoro allo Street Green,una piccola casetta con l'affitto basso e grazie ai voti della scuola precedente ricevetti una borsa di studio alla Goode. Tutto andò per il verso giusto.
Ma dopo un anno incontrai Luke-e a quel punto le scappò un singhiozzo-Non capivo come un ragazzo così popolare si fosse accorto di me.
Mi corteggiava,mi presentava i suoi amici,mi chiedeva di uscire...e dopo una settimana ci fidanzammo.
Poi sei arrivato tu.Con i tuoi occhi verdi e il cuore freddo e mi hai amato e confortato anche se mi conoscevi appena,e te ne sarò grata a vita.-pianse la ragazza guardandolo negli occhi.
Improvvisamente Percy capì.
Capí perché tanto dolore,capì i tagli sulla sua pelle e provò tanta tenerezza nei suoi confronti.
Si,anche lui non aveva i genitori ma aveva avuto sempre Grover o Nico,Charles o Chris,Annabeth nessuno che l'amasse,sempre sola badando con le sue forze a se stessa. 
Annabeth Chase non era una ragazza perfetta, come aveva pensato all'inizio,bensì il contrario.
Una ragazza triste e sola con un brutto passato.
-Io ci sarò sempre per te-disse prima di abbracciandola.
Sentì uno strano calore partire dal cuore e diffondersi per tutto il corpo sentendosi improvvisamente amato,completo.
La strinse più forte a se drogandosi del suo odore di vaniglia,proprio come quello della madre.
La bionda ricambiò l'abbraccio anche se aveva voglia di morire,uccidersi dare un taglio netto alla sua vita.
Luke l'aveva distrutta,come suo padre,sua madre e la sua matrigna.
Si sentiva vuota,come una bottiglia di vetro senza acqua,presente d'aria ma priva di anima.
Certo Luke non era riuscito ad approfondire la situazione ma l'aveva comunque aveva sofferto.Ancora.
Improvvisamente bussarono alla porta e Percy si staccò da quel contatto caldo,baciò la guancia della bionda per poi correre ad aprire la porta.
Davanti a lui si trovò la banda al completo e un ragazzo che conosceva benissimo.
-dobbiamo parlare di quel fatto-parlò il ragazzo,Blade era il suo nome.
Gli occhi erano freddi come il ghiaccio e i capelli bruni alzati probabilmente con il gel.
Percy annuì e li fece entrare chiudendo la porta alle spalle.
-Grover mi fai un piacere?C'è Annabeth di là non è che potresti guardarla e farle compagnia?-e Grover fece cenno affermativo,Percy sapeva che l'amico odiava sentire quelle faccende.
Una volta che Grover lasciò la stanza Percy chiuse la porta,che divideva il salone dal corridoio,prestò attenzione al suo così detto "ospite".
-Una donna in casa?Te la stavi spassando Percy?-domandò Blade con curiosità. 
-Non sono fatti che ti riguardano-ringhiò Percy guardandolo con disprezzo.
-D'accordo amico,calmati,senti qui c'è della droga.Vendetela e poi contattatemi-disse il ragazzo posando sul tavolo delle bustine di cellofan.
-Altro?-domandò Percy.
-No me ne posso andare.-concluse Blade avviandosi verso la porta.
-Oh Percy salutami la tua amichetta- rise Blade chiudendosi la porta alle spalle.
-Quanto odio quel ragazzo,mi fa salire il razzismo-commentò Leo.
-Hai ragione Leo-concordò Jason osservando ancora la porta.
-Come mai te ne sei andato prima oggi da scuola?E perché Annabeth è con te?-domandò Nico osservando il cugino.
-Luke ha provato a violentarla oggi a scuola-rispose il corvino.
-E tu l'hai fermato giusto?-domandò Charles e l'amico annuì.
-PERCY!-urlò Grover entrando in fretta e furia in camera.
-che succede Grò?-chiese Percy
-Eravamo di là...e Annabeth mi parlava poco e così ha detto che doveva andare in bagno ma ora è chiusa lì dentro da più di dieci minuti e non risponde-raccontò Grover sbiancato dalla paura.
Il corvino capì,non poteva averlo fatto veramente!
-No!-urlò Percy correndo velocemente verso il bagno.
-ANNABETH!APRI-esclamò Percy per poi sfondare la porta.
Annabeth era seduta con gli occhi chiusi,accanto alla vasca,con una lama vicino al braccio dove perdeva sangue di un rosso intenso.
Corse al suo fianco stringendola a se.
"Non lasciarmi mia Sapientona,ho bisogno di te"pensò Percy mentre una lacrima solitaria fece largo sulla sua guancia.
Nico raggiunse il cugino nel bagno e lo trovò inginocchiato con Annabeth stesa tre le sue braccia con un braccio sanguinante.
Lo suo sguardo era preoccupato e con gli occhi verdi lucidi.
-Chiamate un' ambulanza-urlò Percy incontrando lo sguardo di Nico.
Non poteva perdere anche Annabeth,non ora che ne aveva più bisogno.




Angolo autrice:
Gente bellissima!
Allora secondo vuoi Annabeth vivrà o morirà?non ve lo dico!!
Ahahahha
Spero che il capitolo vi piaccia e che mi perdonerete per il mio ritardo!
Sto dimenticando qualcosa....oh si Grazie per le persone che mi seguono!
Bacii Ramosa

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Capitolo 13
*** Chapter XII ***






 
Percy camminava avanti e indietro per il corridoio dell'ospedale.
Il corridoio aveva le pareti bianche come le nuvole e scomode sedie di plastica blu erano poste sul lato opposto ad una porta del medesimo colore.
Sulle sedie sedevano Charles,Chris e Grover che guardando il loro capo.
Nico poggiava al muro osservando attentamente la porta mentre Jason era al cellulare parlando con la sorella e chiedendole di correre all'ospedale perché Annabeth era gravemente ferita.
Leo era andato a prendere Piper e Katie,appena smontate dal lavoro,per portarle anche loro lì.
Percy si sentiva male.
Il suo cuore batteva all'impazzata,e la paura e la preoccupazione scorrevano nelle sue vene.
Era successo troppo velocemente.
L'ambulanza era arrivata cinque minuti dopo e l'avevano portata all'ospedale più vicino.
Non avevano notizie di lei,nemmeno una e questo non fece peggiorare lo stato emotivo di Percy.
-Perce mi fai venire il mar di mare-scherzò senza allegria Grover sentendosi colpevole per quello che era appena successo.
Se lui avesse badato veramente ad Annabeth ora non starebbero lì aspettare uno straccio di notizia della sua situazione.Era un imbranato in fatto di salvare le persone.
Ma niente,Annabeth era chiusa lì dentro,e Percy giurò di aver sentito le macchine emettere un bip bip e le urla dei dottori di passare il materiale per l'operazione che le stavano effettuando.
'Operazione' una parola che fece rabbrividire ogni singola ossa del corpo di Percy,come poteva essere stato così stupido ad abbandonare Annabeth?
Ovviamente non c'è l'aveva con Grover visto che non era consapevole della situazione psicologica e fisica della bionda.
C'è l'aveva più con se stesso,perché era colpa sua.
Lui doveva essere accanto ad Annabeth,non Grover,in quel momento e non doveva allontanarsi da lei neanche per un secondo.
Doveva restare con lei,un compito così facile eppure non era ci era riuscito,l'aveva condotta dritta dritta al suicidio.
-Jason!-esclamò la voce di Thalia Grace lo fece tornare alla realtà e facendo fermare il suo via vai.
I capelli neri della ragazza erano tagliati corti che le incorniciavano occhi blu elettrico.
Indossava degli shorts neri e una maglietta dei Green Days e anfibi neri come scarpe.
Sopra la T-shirt aveva una giacca di pelle nera che dava a quel look il stile dark e punk della ragazza. 
Jason le scoccò un bacio sulla guancia e Thalia non parve per niente imbarazzata. 
-Dove è Annabeth?-domandò la ragazza osservando la banda.
Nico fece cenno verso la porta che non mancò all'occhio di Thalia.
-Perché è li dentro?o meglio ancora perché è in ospedale?!-chiese Thalia con gli occhi velati dalla preoccupazione ma usò una voce tagliente e dura.
-Ha cercato di suicidarsi,tagliandosi la vena principale del polso-rispose Jason e Thalia dovette sedersi perché si stava per sentire male.
-Cosa?!-esclamò Thalia iniziando a piangere.
Thalia piangeva poco e mai,ma non c'è la fece.
Stava per perdere una persona a cui teneva vivamente e non poteva credere che si fosse suicidata.
-Sai la sua storia Thals?-domandò Piper spuntando da dietro l'angolo seguita da Leo e Katie.
Thalia scosse la testa.
-I suoi l'hanno lasciata sola,l'hanno cacciata di casa-spiegò in brevi parole 
Katie -ma non credevo che si desse al suicidio,non l'ha mai fatto perché proprio ora?-
-Non è per la famiglia,Katie.Luke ha fatto una scommessa su di lei e l'ha scoperto.Non so,secondo me riguarda lui-suppose Piper porgendo un fazzoletto Thalia che accettò iniziando ad asciugarsi le lacrime che le fecero anche da stuccante.
-Ci sei arrivata Pips.Oggi ha provato a violentarla-confermò Leo poggiandosi al muro.
-Però già si tagliava da un po'.E oggi ha voluto chiudere definitivamente la sua vita-aggiunse Nico in un tono neutro.
-Lo trovi divertente vero Di Angelo?-sputò Thalia avvicinandosi a lui.
Nico aveva le braccia incrociate e guardava la ragazza diritta negli occhi con aria di sfida.
-No Grace non lo trovo divertente,se mai il contrario-disse Nico.
-Bene allora non parlare così di persone che non consoci-ringhiò Thalia lanciandoli uno dei suoi sguardi di fuoco.
-E che ne sai tu se la conosco o no?A contrario tuo Grace io almeno so che lei si tagliava e tu?Te la do io la risposta NO-disse il ragazzo osservando la reazione della giovane.
Thalia strinse i denti per poi lanciarli uno schiaffo sulla guancia,il cui rumore riecheggiò nelle mura bianche del corridoio.
-Allora perché non l'hai fermata?-gli urlò contro la mora cercando di colpirlo,aveva bisogno di sfogarsi e forse piangere non l'aiutava molto e Nico capì benissimo la situazione lasciandosi colpire.
-Non è il momento di una litigata Thals!calmati!-la rimproverò Jason afferrandole da dietro la sorella e facendola sedere su una sedia.
-Che facciamo?Rimaniamo tutti qui o facciamo a turni?-domandò Piper mentre si legava i capelli asimmetrici in una coda e cercando di cambiare discorso. 
-Io non ho tanta voglia di andare a casa-confessò Leo con voce timorosa e gli altri annuirono.
-Allora rimaniamo qui poi domani si vedrà-confermò la ragazza sedendosi accanto all'amico.
"Se Annabeth vive fino a domani"pensò Percy poggiandosi anche lui al muro accanto al cugino.
-Che ne dite se passo al bar a comprare qualcosa da mangiare?-chiese Katie dopo un po'.
-Si ho un po' fame- rispose Chris -Ti accompagno,vado a fumare una sigaretta,ci vediamo dopo-poi i due sparirono per il corridoio.
-Senti un po' come mai siete anche vuoi qui?-domandò Thalia.
-quando Annabeth è svenuta per colpa del taglio era a casa di Percy e con lui c'eravamo anche noi-rispose timidamente Grover.
-E vuoi non sapevate badare a lei per un minuto!?-urlò Thalia con un diavolo per capello,un'altra volta.
-Senti un pò Punk dei miei stivali tu non puoi far sentire in colpa le persone solo perché eravamo distratti,doveva andare in bagno e ci si è chiusa dentro.Ringrazia che siamo riuscita a salvarla-Rispose Percy usando un tono duro e deciso che Thalia rimase a bocca aperta senza sapere come ribattere.
-Non litighiamo non risolviamo niente-disse Charles-In momenti come questi dovremo essere uniti.-
Dopo un ora tutti avevano mangiato e bevuto il cibo comprato da Katie e tutti si accomodarono meglio sulle poltrone.
Piper poggiò la testa sulla spalla di Leo e chiuse gli occhi prima di cadere in un sonno profondo.
Thalia si sedette sulle gambe del fratello chiacchierando sottovoce con lui.
Katie si sedette vicino a Piper e iniziò a chattare con Juniper,preoccupata anche lei per la situazione di Annabeth.
Percy osservava la porta e Nico,Chirs e Charles chiacchieravamo a bassa voce su un video games nuovo.
 
Passò un altra ora.
Il cuore di Percy batteva più forte di prima e sentiva il rumore della macchina che contava i battiti cardiaci aumentare i suoi Bip bip rendendoli più acuti.
"ti prego fa che sopravviva,non posso perdere anche lei"pregò mentalmente Percy.
Doveva essere forte anche per lei,forse poteva aiutarla in quel modo.
 
Un altra ora.Le 23:30.
Non uno straccio di notizie e ormai le ragazze dormivano come Chris e Chales.
Nico osservava stranamente Thalia che dormiva tra le braccia di Jason che la dondolava come se fosse una bimba piccola.
Leo parlottava con il biondo che ascoltava attentamente mentre Piper dormiva sulla spalla del latino.
Sulle gambe della ragazza era poggiata la testa di Katie che stendeva le gambe su quelle di Charles che a sua volta aveva sulle spalle la testa di Chris impegnato a russare fortemente.
In poche parole c'era su quelle poltrone un ammassamento di corpi proprio per questo Percy e Nico sedevano a terra vicino ad esse.
-Tu la ami-disse improvvisamente Nico.
Percy lo guardò accigliato.
-Non guardarmi con quella faccia da pesce lesso Perce,ti sei innamorato di lei se no non staresti qui ad aspettare una notizia se lei sia viva o morta,so comprendere il tuo sguardo Percy e per quanto tu voglia fare il duro la maschera in momenti come questi ti crolla.- 
-La voglio solo aiutare Nico,niente di più o niente di meno,la conosco da così poco l'hai detto anche tu.-rispose Percy con il cuore a mille.
Lui poteva amare veramente Annabeth?Non ci aveva mai pensato in quel senso anche perché il tempo gli era mancato,per lei provava solo un grande senso di protezione.
Nico stava per ribattere ma improvvisamente un medico uscì dalla stanza e i ragazzi,e anche le ragazze visto che le avevano svegliate,si alzarono in piedi.
-Allora?-domandarono in coro.
-La paziente è andata in shock ipovolemico,in quanto abbia perso troppo sangue dalla vena.
Abbiamo avuto delle complicazioni visto che il cuore si stava fermando ma siamo riusciti a riavviarlo.
Le abbiamo eseguito delle flebo e ricucito il taglio,ora è sveglia ma non potete entrare tutti insieme.È molto debole e non fatela ne agitare ne arrabbiare o provare emozioni troppo forti.-Rispose il medico togliendosi i guanti bianchi.
-quando potrà uscire?-domandò Percy preoccupato.
-Tra qualche giorno,prima ha bisogno delle trasfusioni di sangue.
Dopo vorrei scambiare due parole con voi tutti ma ora godetevi la vostra amica ma scusate ho un altro paziente a cui pensare quindi con permesso-si scusò il medico prima di allontanarsi dal gruppo di amici.
-Chi entra per primo?-domandò Chris curioso.
-Per stasera facciamo entrare Percy e poi domani iniziamo con i turni di visita per tutti.Perché ora non vogliamo mica abbandonarla qui senza visite?è giusto per pochi giorni quindi troveremo l'orario perfetto per tutti noi-propose Thalia.
-Per me va bene ma solo una cosa perché io per primo?-chiese Percy accigliato.
-Perché si è non fare domande inutili ed entra,noi andiamo al bar!-rispose Thalia per poi sparire con tutti i ragazzi dal corridoio.
Percy osservò la porta e poggiò delicatamente la mano sulla maniglia,aprendo la porta con estrema lentezza,come per paura di disturbare la ragazza che era dentro.
Ed invece eccola là.
Stesa su un letto e ricoperta da un lenzuolo bianco.
I capelli biondi ricadevano sulle spalle e le incorniciavano il viso pallido e sudaticcio alla luce della lampada a neon.
Gli occhi erano di un grigio spento stanchi e affaticati.
Ma la cosa che fece più male alla vista di Percy furono le macchine che la circondavano.
Un sottile palo di ferro era vicino al suo letto e all'estremità era appesa una sacca contenete sangue rosso scuro.
Si avvicinò a lei a passo lento e sorridendole,accomodandosi poi sulla punta del letto accanto a lei.
Il suo respiro era lento e regolare cercando il più possibile di riempire i polmoni.
-Ehi Sapientona -salutò Percy accarezzandole i capelli accorgendosi di quanto fosse sudata.
Ma non era certamente per il caldo erano i sintomi dello shock ipovolemico infatti era sudore freddo.
-Sai non ho ancora capito perché mi chiami così-sussurrò Annabeth socchiudendo gli occhi,forse la stanchezza la stava prendendo.
-perché sei intelligente,astuta e 'sapientona' credo che sia il soprannome che ti descriva meglio.-rispose Percy usando un tono basso quasi per paura di stonarla facendola sorridere leggermente.
-Percy mi passi il bicchiere?-chiese Annabeth e Percy obbedì immediatamente dandola a bere come una di quelle bambine che avevano bisogno della poppata notturna.
-Grazie.-mormorò la bionda.
-Mi hai fatto prendere un colpo,eri lì stesa nel bagno in una pozza di sangue...Perché lo hai fatto Annabeth?-domandò Percy guardandola serio negli occhi.
Annabeth si mosse il labbro inferiore come sua abitudine e abbassando lo sguardo.
-Mia madre,mio padre mi hanno abbandonato e Luke forse era la persona che mi aveva mostrato un pò di affetto ma era tutta una finzione.Non c'è la faccio più Percy....è come se avessi in fronte scritto 'attiro sfortuna'è orribile questa sensazione-spiegò Annabeth vergognandosi un pò,infondo era lei la scema che c'era cascata.
-Ma ci sono io ora,e non ti abbandonerò mai più-Sorrise Percy alzandole i mento con le due dita.
Poi le baciò dolcemente la fronte rialzandosi dal letto.
-I ragazzi ti salutano,domani veniamo a farti visita a turni,giusto per farti un pò di compagnia.A domani Sapientona-salutò Percy prima di uscire dalla stanza con un sorriso stampato sul volto.
Finché c'era lui,ne era più che certo,Annabeth sarebbe stata sempre al sicuro. 
 
AngoloAutrice: Gente bella! Grazie mille alle persone che hanno recensito il capitolo scorso! Si ho fatto vivere Annabeth anche se per un momento ho pensato di ucciderla. Allora comunque per chi non sappia che cos'è uno shock ipolverico ve lo dico io. Succede quando si perde troppo sangue dalle vene e l'unico sistema per sopravvivere è fare trasfusioni di sangue. Ora evaporo! Bacii

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Capitolo 14
*** Chapter XIII ***









Percy dopo essere uscito dalla camera di Annabeth,si recò al bar dove trovò tutti i suoi amici seduti a bere cioccolata calda.
-Come sta?-domandò Piper appena lo vide.
-Bene ma è stanca,e quindi non mi sono trattenuto-disse in un tono neutro Percy,ma dentro stava come morendo.
Vedere Annabeth in quella situazione lo aveva praticamente ucciso,e tutto per quello per colpa di Luke.
"Attento Castellan che è la tua fine"pensò arrabbiato il ragazzo.
-Okay...che ne dite di fare i turni?-chiese Thalia guardando i ragazzi con i suoi occhi blu.
-Inizio io domani mattina,non posso vedere Luke se no è la sua fine.Poi qualcun'altro di noi va il pomeriggio perché devo andare a lavoro-si offrì volontaria Piper.
-va bene io vado il pomeriggio- continuò Jason.
Piano perfetto,sarebbe stato solo con Piper per poi chiederle di uscire.
"Sono un genio"pensò il biondo con un sorriso.
-Katie vuoi fare tu la nottata?-domandò Nico alla ragazza.
-Smonto da lavoro e posso venire qui,va bene.-concordò Katie.
-No Kat tranquilla faccio io la nottata...tu sarai stanca e non ho niente da fare domani sera quindi la posso fare io-si intromise Thalia sorridendole.
-Sei sicura?-chiese Katie molto timorosa.
-Si si davvero,ci penso io-la rassicurò la corvina.
In verità si sentiva in colpa anche lei,come era potuta essere così scema da non accorgersi del male della sua migliore amica?
-la mattina poi va Nico e poi Percy chi fa la notte?-progettò Leo.
-Resto io tranquilli...staremo bene-disse Percy sorridendoli,ma un sorriso triste,pieno di dolore come la sua anima.
Per una volta mostrò la sua vera essenza,quella buona e soffrente, e non il bullo che spacciava droga o che picchiava il primo ragazzo che gli passasse a tiro.
Era solo una maschera,una maschera che nei momenti più dolorosi o tristi cadeva rompendosi in mille pezzi.
-e poi si vedrà il terzo giorno,può darsi che la dimettono in due giorni.Speriamo-concluse Chris.
-ragazzi ho un idea per far capire che noi le siamo vicini!-saltò in aria Piper dopo un pò.
-quale?-chiesero in coro gli amici curiosi.
-Un cartellone,uno di quelli grandi che faremo girare nella scuola.I veri amici di Annabeth,quelli che non si chiamano Luke Castellan,scriveranno qualche frase incoraggiante e lo firmeranno.che ne pensate?-propose la ragazza con un sorriso pieno di luce.
-è una buona idea ma quando Annabeth tornerà a scuola non si sentirà a disagio?tutti che la prendono per una pazza...se la facciamo solo tra di noi?-disse Thalia ragionando e parlando a bassa voce.
-Thals ha ragione le complicheremo il ritorno,è una buona idea ma la metteremo in una brutta posizione dopo-concordò con la sorella Jason.
-Già non ci avevo pensato...giuro che se incontro quel bastardo di Luke gli farò rimpiangere di essere nato-Disse Piper stringendo i denti per la rabbia.
-Non paura di lui?può farti male se lo vuole sai?-la guardò Jason e Piper incontrò il suo sguardo.
Le gambe le sembravano tremare sotto il tavolo,il cervello andare in pappa e nel suo stomaco sembrava che un branco di lupi avesse iniziato una lotta.
-Anche noi donne possiamo combattere non solo vuoi uomini-rispose Piper cercando di mantenere un certo contegno,non poteva certo fare la figura della scema davanti il suo amato?
-Ma attenta a non giocare il fuoco che dopo ci rimani bruciata-l'avvertì Jason,non voleva Piper anche lei all'ospedale come Annabeth,prima di alzarsi e andarsene.
Piper strinse le labbra prima di correli dietro,voleva sapere il senso di quelle parole,forse per lui non era invisibile come pensava.
-Che intendi dire eh?!-gli urlò una volta fuori da quel posto.
-Che Luke è pericoloso,non si scherza con lui,puoi fare una brutta fine.-rispose Jason avvicinandosi alla ragazza.
-E cosa ti fa pensare che io voglia scherzare con lui?-domandò Piper guardandolo negli occhi.
-Che non voglio che ti ferisca,Piper,ci tengo a te-Disse Jason accarezzandole la guancia.
-nemmeno io voglio che tu ti faccia male Jason-Sussurrò la ragazza.
-Ora vado,dici a Thalia che l'aspetto nell'auto-la baciò sulla guancia prima di lasciarla sola nel parcheggio.
Piper si sfiorò la guancia.
"Jason Grace,il ragazzo che ho una cotta,mi ha detto che non vuole che io mi ferisca o che mi faccia del male e mi ha baciato la guancia?!OH MIO DIO!allora per lui esisto!"pensò la ragazza con il cuore a mille e un sorriso grande quasi come il mondo.



La mattina dopo,Annabeth si svegliò in una stanza ospedaliera bianca e con una figura che le stava facendo qualcosa vicino al polso.
Il polso.
Un dolore pazzesco partiva da lì facendole un male cane per tutto il braccio.
Sentiva qualcosa di estraneo,come un ago,nella sua vena e uno strano bip bip che proveniva dal lato sinistro alla sua posizione.
La vista era un pò abbagliata e la testa le pulsava dal dolore,come se avesse urtato contro un muro di cemento armato.
-Oh ti sei svegliata!Come ti senti?-domandò una donna sulla trentina.
I capelli erano biondi raccolti in uno chignon stretto e indossava un vestitino aderente bianco con la croce rossa cucita sul petto.
Gli occhi azzurri la scrutavano con curiosità e le labbra sottili si aprirono in un sorriso falso.Assomigliava vagamente all'esorcista.
Annabeth iniziò a ricordare quello che aveva combinato il giorno prima.
Si era chiusa in bagno e aveva preso una lama facendo un taglio profondo sulla vena poi era diventato tutto nero.
Ma stava meglio,si sentiva come se fosse in paradiso.
Lei era la colpevole di tutto,lei doveva soffrire...queste erano le parole che pensava prima di svenire completamente.
Poi ricordò di Percy della notte prima,i suoi occhi verdi che la guardavano con preoccupazione e il suo sorriso perfetto incoraggiante.
E si ricordò delle sue parole.
"Io non ti abbandonerò mai"cinque parole che ronzavano nella testa della bionda facendola sorridere leggermente.
Si era quasi dimenticata della presenza della donna che suppose che fosse un'infermiera.
-meglio grazie-rispose la bionda in un sussurrò- che ore sono?-
-Sono le dieci,c'è una ragazza che chiede di lei...la posso far entrare?-chiese l'infermiera con quel sorriso falso stampato sul volto.
Annabeth si limitò ad annuire e l'infermiera uscì dalla stanza lasciando entrare Piper.
-Annie!-Esclamò la mora abbracciando l'amica e baciandole la guancia.
-Pips mi soffochi-sussurrò la bionda sorridendo leggermente.
-come stai?vuoi qualcosa?ti devo raccontare tantissime cose!-partì come un treno Piper sedendosi su una sedia accanto al palo con la flebo.
-Pips sto bene vai dici e poi perché sei qui?Non dovresti essere a scuola?-
-Annie ti sono venuta a fare compagnia in questa noiosissima giornata ospedaliera!-rise Piper facendo ridere la bionda che provò un dolore pazzesco.
Anche ridere le costava uno sforzo immenso.
Forse anche muovere un muscolo le costava troppo.
-Cosa mi dovevi raccontare?-domandò Annabeth cambiando discorso.
-Oh giusto!allora ieri dopo che Percy è tornato da noi al bar,sono successe cose strane tra me è Jason!
Allora praticamente dopo di me verrà a farti compagnia e mi ha detto che non vuole che mi ferisca e mi ha baciato la guancia!riesci a capire?!la guancia!Non sono invisibile per lui allora!-raccontò Piper con una voce sollevata e allegra,quasi come se si dimenticasse di essere in uno ospedale.
-Sono felice per te Pips- disse Annabeth sorridendole sinceramente. 
-Ma tra te e Percy c'è qualcosa?-domandò la ragazza curiosamente.
-Che intendi dire?-chiese accigliata la bionda.
-Oh che ieri era molto in pensiero per te!Gli hai fatto prendere un colpo!E anche a me Annie,non sapevo che fare-rispose Piper.
Annabeth riuscì solo ad annuire abbassando lo sguardo colpevole,era colpa sua di nuovo.
Piper capì di aver fatto il guaio e cercò qualcosa di divertente da fare.
-posso legarti i capelli?mi sembrano che ti danno un pò fastidio-chiese la mora e Annabeth annuì.
E così andò avanti per tutta la mattinata.
Piper parlava con Annabeth facendola ridere o sorridere leggermente,tutto per farla distrarre.
Certe volte gli mancava Leo,lui si che in fatto di sarcasmo sarebbe stato imbattibile ma riuscì a tenere occupata la bionda fino alle tre,poi le baciò la fronte e uscì dalla stanza correndo per il lavoro.
-Ciao Piper!-la salutò la voce di Jason facendola fermare improvvisamente.
-Ehi Jason!-ricambiò con un sorriso Piper.
-Senti prima che tu vai a lavoro beh mi chiedevo se ti andrebbe di uscire questo sabato non so..-balbettò il biondo guardando il pavimento.
Piper spalancò gli occhi dalla sorpresa-Certo,certo che si ehm va bene ora vado ci vendiamo-
Jason la guardò -Piper davvero?davvero vuoi uscire con me?-esclamò meravigliato.
-Certo che voglio!-rispose lei prima di sparire nel corridoio.
-Eh Vai!-urlò con entusiasmo il ragazzo ricevendo delle occhiatacce dalle infermiere.


Percy si nascose in un vicolo buio.
-Jackson hai la roba?-domandò un ragazzo sulla ventina.
-Certo,te la dò se hai i soldi.-sorrise Percy amaramente.
Il ragazzo cacciò i soldi e Percy gli diede una bustina di cellofan.
-è pura,buon divertimento-avvertì Percy prima di prendere i soldi e andarsene da quel quartiere di drogati.
Si sentiva il cuore pesante.
Invece di stare con Annabeth era andato a vendere la droga per Blade.
Voleva proteggere la bionda da tutto,ma come faceva se non riusciva nemmeno a starle accanto senza farle fare pazzie?
E lui non era certo una persona buona per stare accanto a lei.Lei meritava il meglio,non uno come lui.
Lui era cattivo,con il cuore di pietra.
Quello che picchiava chiunque,quello che vendeva droga,quello che aveva problemi con la legge e soprattutto quello che aveva anche ucciso.
Lui era pericoloso.
E se mai un giorno si sarebbe arrabbiato con Annabeth ferendola?
Non era il genere di ragazzo che teneva in nervi sani.
Eppure...voleva baciarla,proteggerla,raccontarle di lui,abbracciarla....
Fare quello che faceva ogni ragazzo che provava amore...e lui poteva provare amore?
Lui sapeva amare?O era insensibile?senza pietà?
Improvvisamente il cellulare iniziò a squillare.
-Pronto?-domandò stancamente Percy.
-Perce,vieni all'ospedale.-la voce di Jason gli risuonò nelle orecchie.
-Che cosa ha Annabeth?-domandò con il cuore a mille Percy.
-Sta dormendo tranquillo.Ma il dottore vuole parlarti e con il tono con cui l'ha detto non credo che ci siano buone notizie-



Angolo della presunta autrice:
Salve,a tutti semidei!
Questo è un capitolo di passaggio in quanto non è molto percabethosso(?)
Ragazzi io provo tanto amore per la coppia Piper-Jason perché non fargli un piccolo capitolo tutto per loro.
Che vuole il dottore da Percy?cosa succederà?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo *musica di tensione*
Apparte gli scherzi.
Grazie per le belle recensioni dello scorso capitolo e davvero grazie di recensire sempre.
Significa tanto per me.
Bacii e a presto!
Ramosa12

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Capitolo 16
*** Note della presunta autrice ***


Note della presunta autrice:

*oddio fa strano scrivere  di nuovo qui *

Ehm… Salve!
Mi sento un po’ in imbarazzo anche perché non scrivo da molto qui.
Saranno due anni…forse.
Allora, partiamo con le mie più sentite scuse per non aver pubblicato nulla nell’ultimo secolo.
So che stavate organizzando una festa, purtroppo vi toccherà rimandarla alla prossima sparizione ahahah.
Anyway, le cause della mia scomparsa sono principalmente due: l’esame di terza media e l'inizio della scuola superiore.
Per quanto riguarda l’anno scorso, soffrivo di una sindrome di attacchi di panico pre esame.
… Oh mio Dio!l’esame! Aiuto! …
Che poi è stata una grande cazzata (passatemi questo termine, ma penso che sia la parola più azzeccata al momento) è un’ altra storia.
Mentre per l’inizio di settembre, in estate sono stata isolata al mondo per due mesi, ero un può un’Alice nel paese delle meraviglie nella nuova scuola.
Anche perché ho scelto il classico - non so quale droga avessi assunto quel giorno – e quindi passo molto, ma mooolto, tempo a studiare.
Almeno all’inizio era così, ora che mi sto ambientando già va meglio.
Quindi le ragioni della mia ormai momentanea morte sono più o meno queste.
Poi c’è stato anche una sorta di blocco dello scrittore.
Non credo che sia stato proprio quello, perché i finali delle storie già erano pronti
 nella mia mente e inoltre avevo scritto anche alcuni capitoli di altre mie storie. Solo che rileggendole ho rischiato seriamente un attacco di vomito. Non scherzo, davvero.

Ero insoddisfatta, sono insoddisfatta, e più le rileggo più mi accorgo che non mi piacciono.
Sarà che ho cambiato un po’ il modo di vedere le cose e quindi certe trame non fanno più per me.
Parlandone quindi con la mia dolcissima biond… beta, ho deciso che dopo più o meno due anni di riscriverle.
Chiariamo un attimo il mio concetto di riscrivere una mia vecchia storia.
Allora non leggerete i soliti capitoli corretti e allungati, anche perché le storie come le avevo prima in testa non le ricordo neanche più, e non intendo andarle a rileggere per sentire ancora quell’ amaro in bocca.
Voglio usare alcuni tratti delle trame e ampliarle, correggerle e, sì, aggiungere anche la nuova me.
Non so se l’idea vi possa piacere perché comunque rileggere forse la solita cosa vi potrebbe stufare perciò ora elencherò le mie tre storie, con i cambiamenti che vorrei fare, e poi mi direte, magari, la vostra.


·         We aren’t perfect(WAP):
*Rullo di tamburi* 

La riscrivo.
E’ proprio la prima che riscriverò anche perché ne sono legatissima e merita un finale degno. E’ stata una delle mie prime fan fiction e lasciarla in quello stato mi si spezzava il cuore.
Il cambiamento che ho deciso di fare riguarda più che altro Annabeth.
Annabeth autolesionista non riesco proprio a vedercela e non so  di cosa ero fatta il giorno in cui l'ho descritta così.
Così ho pensato a due sfumature per lei:
-La figlia di papà, molto Gossip Girl, che non è per niente stile Annabeth;
-La ragazza che di stile è proprio  il suo, quindi studiosa ecc.
In entrambi i casi Annabeth sarebbe un solito cliché che si innamora del bad boy (e mica cambiavo quel bonazzo di Percy, tsk *-*).
Perciò ho deciso di fare l’Annabeth versione Gossip Girl.
Che poi io Gossip Girl non l’ho mai finito di vedere, ma va be, ci siamo capiti ahaha.
Immaginare Annabeth tutta Gucci e Chanel mi fa troppo ridere vi giuro. Detta così sembrerà stupida come cosa poi capirete solo leggendo.
Quindi spero che questa nuova chiave di we aren’t perfect vi piaccia.

·         Love heals the broken(LHTB):

Riguardo a questa non so dirvi bene cosa ne farò.
Non mi ha mai appassionato così tanto come WAP quindi sono un po’ indecisa sul cancellarla o aggiustare gli ultimi capitoli e finirla.
 Perché riscrivere una trama che non mi colpisce particolarmente non mi va sinceramente.
Per ora resterà così, mi dispiace per chi la seguiva
.

 

·         Nascosta dietro una maschera(NDUM):

Beh questa anche, come LHTB, non so bene che fine farà. 
Penso, ma non ne sono certa, che la riscriverò.
Mi piace molto l’idea di una Thalia ribelle e un Luke così pulcioso, l’unico problema è che è scritta malissimo quindi, si, penso che appena finirò WAP, ricomincerò con questa.
Fanatici della Thaluke, non temete, avrete pane per i vostri denti ahah.

Questo è tutto ciccini coccolosi, ringrazio chi nonostante la mia sparizione abbia continuato a leggere e recensire le mie storie e chi ha letto tutto questo papiello di due pagine di word.
Volevo sapere alcune cose da voi (che rompipalle sono, avete ragione):
la prima se vi piace l’idea di riscrivere tutta questa roba e se vi piace l’idea di Annabeth in questo modo.
Mentre, secondo voi, visto che le riscrivo, dovrei cancellarle queste?
Grazie a chi risponderà ma soprattutto grazie con tutto il cuore a tutti voi che mi siete sempre vicino!

Un bacione e buone feste,
la vostra cara Ram

 

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