Quando ritornerò da te, io ci ritornerò da re.

di Marss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ansia pre-concerto ***
Capitolo 2: *** Un concerto a dir poco emozionante. ***
Capitolo 3: *** Compromessi ***
Capitolo 4: *** Io non... non me la sento. ***
Capitolo 5: *** Ritorno a casa con le farfalle nello stomaco. ***
Capitolo 6: *** Cenetta romantica con incontro a sorpresa! ***
Capitolo 7: *** Serata infinita ***
Capitolo 8: *** Fine serata: abbracciati insieme a guardare le stelle ***
Capitolo 9: *** Litigi ***
Capitolo 10: *** Nuovi incontri, nuove amicizie ***
Capitolo 11: *** Guerra e pace ***
Capitolo 12: *** Cena in famiglia. ***
Capitolo 13: *** Ultimo giorno di scuola ***
Capitolo 14: *** Serata movimentata ***
Capitolo 15: *** La serata più bella della mia vita. ***
Capitolo 16: *** Altro sesso. ***
Capitolo 17: *** Comincia l'estate, la nostra estate! ***
Capitolo 18: *** Shopping sfrenato! ***
Capitolo 19: *** Nuovi amori per Chiara! ***
Capitolo 20: *** Sardegna, arriviamo! ***
Capitolo 21: *** Casa dolce casa, finalmente! ***
Capitolo 22: *** Incontri. ***
Capitolo 23: *** Lui ama me. ***
Capitolo 24: *** Sono un disastro ***
Capitolo 25: *** E' tutta colpa mia ***
Capitolo 26: *** Se non ci rivedremo mai, allora avranno vinto i guai ***



Capitolo 1
*** Ansia pre-concerto ***


-Dai Ali, sbrigati! Faremo tardi, e questa sera non abbiamo le prevendite!
-Lo so lo so Chia, stai tranquilla! Devo solo finire di truccarmi...
-Ma se sei ancora indecisa sul vestito!
-Non è vero... e poi dai, devo essere perfetta questa sera, perché...
-...perché suoneranno i Clut Bogo allo Zarro, lo so. E' la quindicesima volta che me lo dici!

Uff, è vero. E' la quindicesima volta che le ripeto questa frase. E' solo che... sono emozionata! Insomma, finalmente i Clut Bogo suoneranno in un paese vicino al mio, e io (forse) riuscirò a sentirli! Dico forse, perché quella rimbambita di Chiara si è dimenticata di chiedere ad un suo amico le prevendite e ora dobbiamo andare al locale prestissimo e fare la fila. Mi guardo un'ultima volta allo specchio: indosso un paio di shorts di jeans aderenti e una maglia bianca, con una stampa sul davanti e una manica che scende sulla spalla. I capelli biondi sono piastrati, il trucco è perfetto. Non sono riuscita a resistere, e invece di indossare i tacchi come Chiara mi aveva fatto promettere ho ai piedi le mie fedelissime All Star nere.
-Ok, sono pronta. Possiamo andare!
Raccatto la borsetta a tracolla, infilo dentro soldi, fazzoletti e cellulare e finalmente usciamo dalla mia camera. Il padre di Chiara ci aspetta nel parcheggio, pronto per accompagnarci al locale.
-Ciao mamma, noi andiamo! Ci vediamo domattina!
-Mi raccomando Ali, non fate scemenze. Non accettate drink dagli sconosciuti e controllate sempre che nessuno metta qualcosa di strano nei vostri bicchieri.
-Tranquilla Ma, ho 17 anni e non sono così stupida! Ciao, 'notte!
Sono le 21.30, il locale apre alle 22.30, ma noi vogliamo essere sicure di entrare.
-Papà non puoi andare un po più veloce? Di questo passo non arriveremo neanche per l'orario di chiusura!
-Chiara, quante volte te lo devo dire che siamo in largo anticipo e che riuscirai ad entrare?! Calmati!
Finalmente arriviamo davanti al locale. C'è una grossa insegna luminosa “Zarro Night” e un sacco di gente si accalca nel parcheggio. Io e Chiara ci fiondiamo subito fuori dalla macchina e suo padre fa le solite raccomandazioni.
-Allora viene a prendervi tuo padre Alice?
-Ha detto di si...
-Al limite ti chiamo Pa! Ciao!
-Ciao ragazze, divertitevi!- disse lui, ingranando la marcia e ripartendo.
Cominciamo ad incamminarci verso l'entrata. Non sto più nella pelle, non vedo l'ora di entrare e sentire quelle bellissime voci cantare. Come previsto c'è già un sacco di gente, ma dovremmo riuscire ad entrare senza problemi. Infatti, dopo solo 40 minuti di coda riusciamo ad ottenere il biglietto ed entriamo nel locale.
Ci guardiamo attorno, cercando facce conosciute. Andiamo spesso allo Zarro, quindi ormai è diventato un punto di ritrovo. Le luci sono viola e blu, il posto si riempie poco a poco e la gente comincia ad accalcarsi sotto il palco e vicino al bar. Qualcuno esce a fumare, qualcuno si raduna a gruppi, tutti parlano e c'è un gran chiasso, ma l'argomento è solo uno: il concerto.
Sono solo le 22.45 e il locale è già pieno! Cavoli, mai vista tanta gente qui! Io e Chiara individuiamo un gruppo di nostri amici che cominciano a sgomitare per arrivare vicino al palco, così decidiamo di unirci a loro. 

ANGOLO AUTRICE:
Salve a tutti! Allora, spero che questa storia vi piaccia...
Mi farebbero molto piacere recensioni e commenti, positivi o negativi che siano!
Amo il gruppo protagonista della storia, amo uno dei personaggi in particolare... Ho dovuto ovviamente modificare i nomi, anche se probabilmente si capirà lo stesso!
Vaaabbe, la smetto di blaterare, e mi auguro seriamente che la storia sia di vostro gradimento!
Un bacione
Marss

P.s. Volevo anche chiedere una cortesia ai lettori di questa storia: vi prego, non soffermatevi a questo capitolo! Ho già scritto molti altri capitoli e credo che siano decisamente migliori di questo! Quindi, per favore, continuate a leggere!
Poi ovvio, mica vi obbligo puntandovi un fucile in testa! :)



 

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Capitolo 2
*** Un concerto a dir poco emozionante. ***


Ad un certo punto, quando il posto è completamente pieno di gente che si accalca attorno al palco, le luci si spengono e noi rimaniamo al buio per quelli che sembrano secoli. L'emozione cresce in me e in tutti i ragazzi che mi stanno attorno. Finalmente una voce grida al microfono:
-Zarri, siete pronti ad accogliere i mitici CLUT BOGO?!
Urlo. Urlano tutti.
-Bene allora, cominciamo!
Detto questo, le luci si riaccendono e il gruppo fa il suo ingresso.
Eccoli. Sono bellissimi, sono emozionatissima, ho il fiato corto e sto sudando, vista la quantità di gente che mi spinge. Per primo entra Joe, che si sistema dietro la console dopo aver salutato il pubblico. Dietro di lui spunta Jack, sorridendo e salutando tutti. E poi, finalmente, entra lui. Cosimo. Entra a testa bassa, acclamato e osannato da tutte le ragazze. Alza gli occhi, si solleva un po il cappello e lancia uno sguardo alla folla adorante. Sorride. Cazzo, ha un sorriso bellissimo!
Urlo. Urlano tutti.

Cominciano a cantare, partendo dalle canzoni del loro ultimo album, “Brutte esperienze”. Noi cantiamo con loro, accompagnando le parole con gesti delle mani, saltando come dei pazzi e sgolandoci fino a perdere la voce.
Dopo 2 ore decido di allontanarmi, non ce la faccio più a stare in mezzo a tutta quella gente che spinge. Avviso Chiara e vado al bar, ordinando un drink. Lo sorseggio appoggiata al bancone, sempre guardando con meraviglia i miei idoli.
Poi parte quella canzone, quella che mi fa tremare il cuore tutte le volte che l'ascolto.
Jack avvicina la sua bocca al microfono e canta.

quando ritornerò da te 
io ci ritornerò da re 
per raccontarti dei miei guai 
dirti le cose che non sai 
se io ritornerò da te 
io ci ritornerò da re 
se non ci rivedremo mai 
allora avranno vinto i guai”

Amo questa canzone, non so spiegarmi il motivo, ma appena la sento comincio a muovermi a ritmo e canticchio a bassa voce quelle splendide parole, facendole coincidere con quelle di Cosimo che sta cominciando la sua strofa.

tu che dormi ed io ti lascio, un bacio ed un messaggio 
la valigia è sopra il letto ed è quella di un lungo viaggio 
penserai che vigliacco sparire così 
controllo del metallo, passaggi ai raggi x 
è la storia di una diva e del suo patrimonio 
e di uno alla deriva e del suo pandemonio 
dal parlarsi son passati ai fattacci 
a quante tipe per bene gli piacciono i ragazzacci”

Chiudo gli occhi e mi lascio andare, trasportata dalla sua voce. Poi la canzone finisce, i Clut Bogo salutano e tra mille urla scendono dal palco. I miei amici mi raggiungono e cominciamo a parlare del concerto. Nel frattempo il DJ è salito alla console e sta mettendo della musica per far ballare la gente. Il mio gruppo decide di andare a ballare, Chiara li segue, ma io preferisco rimanere ancora un po al bar. Non sono particolarmente brava a muovermi, quindi preferisco evitare di fare brutte figure. Un po di gente comincia ad andarsene, è l'1.15 e il concerto è già finito. Mio padre dovrebbe venirci a prendere alle 2.30, quindi abbiamo ancora un po di tempo.
Sono indecisa sul da farsi, che faccio, mi butto in mezzo alla pista?! Ma non faccio in tempo a formulare un altro pensiero che sento una voce accanto a me:
-Ciao!
Mi giro lentamente, riconoscendo la voce ma senza sperarci troppo. Oh merda. E' lui, è proprio lui. Vedo il suo sorriso bellissimo, i suoi denti bianchi, il suo naso perfetto, ed infine i suoi occhi magnetici agganciati ai miei. Cosimo Bianchi mi sta fissando, sorridendo divertito.
Riesco a malapena a balbettare un ciao, e lui ride. Ha una risata bellissima.
-Vuoi qualcosa da bere? Offro io!- Mi chiede. Ci metto un po a metabolizzare la domanda. Forse sono già ubriaca.
-N..no grazie! Ho già bevuto!
-Come vuoi- Risponde, ordinando una Vodka al barista. Poi si avvicina ancora di più a me, facendo sfiorare i nostri gomiti appoggiati al bancone. Vedo con la coda dell'occhio che mi sta squadrando dalla testa ai piedi, e non posso fare a meno di arrossire.
-Sei molto carina sai?
Non lo sta dicendo sul serio. Sto sognando, oppure sono veramente ubriaca.
Lo guardo in viso, fisso i suoi occhi e mormoro un grazie. Sorride.
-Ti ho notata prima, mentre cantavamo. Ti muovi bene e sai tutte le nostre canzoni! Come mai ti sei allontanata alla fine?
-Avevo troppo caldo e la gola secca, dovevo assolutamente bere qualcosa.
-Già, immagino. Ma chissà come, non sono riuscito a staccarti gli occhi di dosso.
-Sul serio?!- chiedo sbalordita, facendo mente locale sul periodo passato al bar. Hanno cantato “Tornerò da re”, e ho chiuso gli occhi per cantare. Magari non me ne ero accorta. Si va be, come no, sarà la sua solita frase per rimorchiare.
-Giuro- risponde -ti vedevo così assorta nella canzone, con gli occhi chiusi e un mezzo sorriso sulle labbra...
Accidenti, allora mi guardava sul serio. Arrossisco di nuovo.
-Che stupido, non mi sono ancora presentato. Piacere, Cosimo.
-Alice, piacere mio.
Ci stringiamo le mani. Mi supera in altezza di almeno 30cm e per guardarlo in faccia devo piegare di molto il collo. Ma ne vale la pena.
-Allora, ti va di andare in un posticino più tranquillo dove possiamo conoscerci meglio?
Mentre dice queste ultime parole, “conoscerci meglio” mi guarda il corpo con un sorrisino malizioso.
SI, SI SI!! No, un momento. Non posso, non lo conosco, è troppo grande per me. Ooh al diavolo cervello, per un paio d'ore puoi stare anche zitto no?!
-Certo..- mormoro -aspetta che avviso una mia amica e torno subito.
Detto questo mi butto fra la folla, cercando Chiara. La trovo quasi in mezzo alla pista che si scatena ammirata da un sacco di ragazzi.
-Chia! Chia! Devo dirti una cosa, è urgente!!
-Ali! Ma dov'eri finita?
-Non ci crederai mai! Ero al bar quando ad un tratto..
-Aspetta, spostiamoci che qui non riesco a sentire nulla!
Ci dirigiamo verso i bagni, decisamente più tranquilli.
-Stavi dicendo?
-Allora, ero al bar, pensavo ai fatti miei, quando improvvisamente spunta Cosimo Bianchi e comincia a parlarmi! A me!
-Stai scherzando vero?!
-No! Guarda laggiù- e le indico il bancone dove Cosimo è ancora appoggiato.
-Cavoli, che fortuna che hai! E ora?
-Mi ha chiesto di andare in un posto un po più tranquillo. Ma non sono sicura, cioè lui è uno sconosciuto alla fine, è troppo grande per me!
-Ali ma ti sei bevuta il cervello?! Lui è Cosimo Bianchi, ha una fila immensa di ragazze che andrebbero a letto con lui alla prima occasione!
-Lo so ma...
-Niente ma, ora tu torni immediatamente da lui!
Guardo il cellulare. Le 2.15. Merda, mio padre arriva fra 15 minuti! Lo dico a Chiara, che sorride divertita.
-E che problema c'è? Chiamalo e digli che viene a prenderci mio padre e che dormi da me. Io avviso mio padre di venirmi a prendere.
-Ok, ma io come torno a casa?
-Ti fai accompagnare da lui...- dice, ammiccando al ragazzo.
-Oddio, non ce la farò mai! Ok, ora chiamo mio padre.

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Capitolo 3
*** Compromessi ***


Dopo una lunga chiamata a casa e dopo aver rassicurato i miei genitori riesco finalmente a salutare Chiara e a tornare dal mio “cavaliere”.
-Hei, tutto sistemato, c'è solo un piccolo problema... non ho più il passaggio a casa.
-Tranquilla, ti accompagno io volentieri. Dai andiamo, gli altri ci aspettano.
Gli altri?!
Ok, forse non dovrei farlo, ma la sua mano mi tocca delicatamente la schiena facendomi strada e il mio cervello va in tilt.
Ci facciamo strada tra la folla e noto compiaciuta che la maggior parte delle ragazze mi guarda con invidia.
Arriviamo ad una saletta isolata e mi guardo attorno: ci sono due divanetti di pelle nera e qualche poltrona, sempre di pelle nera. In un angolo ci sono dei tavolini e sopra di essi sono appoggiati dei bicchieri mezzi vuoti. Tre casse appese ai muri trasmettono la musica dell'altra sala, ma nella stanza si sentono delle risatine. Joe e Jack sono seduti sulle poltrone, e sedute sulle loro ginocchia ci sono due ragazze. Osservo la scena, avvicinandomi un poco a Cosimo.
Joe stringe una ragazza alta e molto formosa, con i capelli biondo platino legati in un'alta coda di cavallo. Indossa tacchi a spillo, una minigonna e un top nero. Sta sussurrando qualcosa all'orecchio di Joe, che sorride in modo malizioso.
Jack, seduto sulla poltrona di fronte, stringe le cosce di una ragazza mora, con i capelli ricci e un vistoso tatuaggio sulla schiena.
-Ehi, finalmente sei arrivato!- dice Jack, guardando dalla nostra parte.
-Che fai, non ci presenti la tua amichetta? - Chiede Joe, squadrandomi da capo a piedi abbozzando un sorriso.
Arrossisco violentemente e cerco di sottrarmi dal suo sguardo, ma Cosimo mi prende per mano e mi porta al centro della stanza.
-Ragazzi, lei è Alice. Ali, loro sono Joe e Jack.
-P..piacere- balbetto
-Piacere nostro bella- esclama Jack, sorridendo.
-Vieni, sediamoci- Cosimo si dirige verso il divanetto più vicino e mi fa segno di raggiungerlo. Sempre un po imbarazzata mi siedo accanto a lui. Le altre due ragazze mi fissano per qualche secondo, ma poi tornano a concentrarsi sui rispettivi uomini.
Cosimo mette il suo braccio attorno alle mie spalle e si avvicina un pochino. Mi viene la pelle d'oca, e li deve essersene accorto perché lo sento ridacchiare soddisfatto.
Osservo la scena di fronte a me:
La ragazza in braccio a Joe comincia lentamente a spogliarsi, togliendosi in modo sensuale il top e la minigonna. Lui la guarda ammirato, sorridendo e cominciando a muoversi sulla poltrona. Lei allora, sicura di avere tutta l'attenzione su di se si slaccia il reggiseno di pizzo e si fa toccare il seno da Don. Poi comincia a spogliare lentamente anche lui, soffermandosi sulla cintura dei pantaloni.
Anche la ragazza con Jack comincia a spogliarsi, sotto lo sguardo malizioso di lui. Quando le due coppie sono praticamente nude, vedo la ragazza con Jack mettersi in ginocchio davanti a lui. Gli sfila i boxer e accoglie nella bocca la sua erezione. Jack chiude gli occhi, come a gradire il “lavoretto”. L'altra ragazza fa la stessa cosa con Joe.
Comincio a sentirmi veramente a disagio, che faccio? Non ho intenzione di spogliarmi davanti a loro, ho già i miei dubbi sul ragazzo seduto di fianco a me.
Cosimo comincia ad accarezzarmi i capelli e mi scopre il collo. Si avvicina e comincia a darmi delicati baci sulla pelle. E' una sensazione fantastica, mi da i brividi, così inarco il collo. Sfiora con la mano la mia spalla, la fa scivolare sul braccio. Poi tenta di metterla sotto la maglietta, ma mi scosto leggermente, infastidita. Mi volto a guardarlo, ha uno sguardo perplesso.
-Qualche problema?- mi chiede, senza smettere di guardarmi. Mi avvicino e sussurro
-No, tutto bene, è solo che non... non me la sento. Non qui.
Lui si allontana un secondo, lancia uno sguardo agli altri che non prestano la minima attenzione a noi.
-E dove vorresti andare?- mi chiede, alzandosi dal divano
-Non so, ma non qui, non con loro.
-Se ti porto via e ti riaccompagno a casa io, passerai la notte con me?- mi chiede, guardandomi speranzoso.
Sorrido maliziosamente. E quando mi ricapita?
-Beh, possiamo stabilire altre condizioni in macchina...
-Ok. Andiamo.
Detto questo mi prende per mano, saluta gli altri ed usciamo dalla porta sul retro.

ANGOLO AUTRICE:
Hola cari! Come state?
Allora, come vi sembra la storia fino ad ora? Spero vi piaccia :3
Non so perché sto facendo questo "Angolo Autrice" se non so cosa scrivervi, scusate la mia stupidaggine!
Un bacione a tutti, spero recensirete e seguirete la mia storia!
Ciao ciao
Marss

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Capitolo 4
*** Io non... non me la sento. ***


Ci dirigiamo verso il parcheggio, prende le chiavi della macchina e si avvicina alla portiera del passeggero.
-Prego cara.- mi dice, con un gran sorriso stampato sulle labbra.
-Grazie autista!- ridiamo entrambi e saliamo sulla decappottabile.
-Dove la porto signorina?
Rimango un po in silenzio pensando al mio film preferito, Titanic. Leonardo di Caprio fa la stessa domanda a Rose, quando sono nella stiva della nave.
Lui mi guarda, in attesa. Mi giro, cerco i suoi occhi, e quando li trovo sussurro:
-Su una stella.
Abbozza un sorriso, uno di quelli tenerissimi che ti fanno venire i brividi. Tenendo gli occhi incollati ai suoi mi sembra che anche loro sorridano in un modo meraviglioso.
-Titanic giusto?
-Già. Amo quel film!
-Non sono mai riuscito a vederlo bene, l'ho visto a pezzi.
Sorrido. -Rimedieremo, tranquillo.
-Ci conto.
Non mi ero accorta che mentre parlavamo Cosimo aveva messo in moto, e che quindi ora sfrecciavamo per le vie della provincia di Milano. Ad un certo punto si ferma, davanti a noi si vede l'insegna luminosa di un motel. Entra nel parcheggio, spegne la macchina, toglie la chiave e si volta a guardarmi.
-Qui può andare?- mi chiede.
Non rispondo, mi guardo in giro un po' perplessa.
-So che non è il posto più romantico del pianeta, ma direi che per adesso può andare bene.
Ora che sono qui non sono più così convinta. Sospiro.
-Ok, andiamo.
L'interno del motel non è poi così brutto e la ragazza alla reception deve aver riconosciuto Cosimo, perché
continua a lanciargli occhiatine ammiccanti e insiste nel assegnarci la camera migliore. Stanza n. 17, cominciamo bene!

La camera è carina, c'è un enorme letto matrimoniale, una grande portafinestra che da su un terrazzino e un bagno. L'atmosfera tutto sommato non è male.
-Eccoci!- esclama lui, chiudendo a chiave la porta e togliendosi la felpa.
-Eccoci- ripeto io, con meno entusiasmo.
Cala il silenzio. Ecco, questo è proprio uno di quei momenti imbarazzanti in cui non sai cosa dire, soprattutto se sei con un estraneo. Oddio in che pasticcio mi sono cacciata?
Siamo in piedi ai due capi opposti della stanza, io fisso il pavimento mordicchiandomi le labbra. Lui invece mi guarda, da capo a piedi. Poi, lentamente, si avvicina. Rimango immobile mentre supera la stanza, finché non è di fronte a me. Alzo lo sguardo: quanto sei bello ragazzo mio!
Restiamo a fissarci per qualche secondo, poi mi sfiora il mento con la mano. Si abbassa leggermente e avvicina le labbra alle mie. Mi alzo in punta di piedi e, senza toccarlo, avvicino a mia volta la bocca. Stiamo sospesi per qualche secondo, sento il suo alito fresco e il suo profumo mi riempie le narici. Chiudo gli occhi quando le nostre bocche si sfiorano. Mi circonda la vita con le braccia e delicatamente schiude le labbra. Io faccio lo stesso e le nostre lingue si incontrano. Mi alzo ancora un po' in punta di piedi e per non sbilanciarmi mi aggrappo a lui. Mentre ci baciamo sorride, sfodera il suo splendido sorriso.
Lentamente mi spinge verso il letto, adagiandomici.
Senza smettere di baciarmi mi sfiora le spalle e, indugiando un poco, tocca le spalline del reggiseno. Fa scivolare la sua mano dentro la maglietta e segue con le dita il contorno del ferretto. Un brivido mi percorre la schiena, ma che sto facendo? Lasciando andare la mia vita afferra con entrambe le mani i lembi della maglia e me la sfila dalla testa, staccando momentaneamente le labbra dalle mie. Si sofferma un secondo a guardarmi, abbozza un sorriso e poi si rituffa nelle mie labbra. Mi solleva leggermente e mi accarezza la schiena mentre io comincio a passare le mani fra i suoi capelli. Quando sento che sta armeggiando con il ferretto del reggiseno mi ritraggo, staccandomi da lui. Mi appoggio sui gomiti, nessuno dei due si muove e rimaniamo a fissarci con i visi a poca distanza.
-Scusa- sussurro -ma non ce la faccio. Credevo di si insomma io...io non...non ce la faccio.
Una lacrima mi riga il volto, perché cavolo sto piangendo?! Ma non riesco proprio a trattenere le altre lacrime che scendono dai miei occhi.
Mi accarezza la guancia con il palmo della mano e con un bacio sullo zigomo ferma una lacrima.
-Che è successo?- mi chiede dolcemente
-Non lo so! Credevo di non avere problemi a venire a letto con te. E invece...
-Ehi, tranquilla! Non ho intenzione di costringerti, se non te la senti non è un problema. Ti riaccompagno a casa comunque eh, non ti lascio mica qui!
Sorrido, rincuorata.
-Grazie
-E di che? Dai, è molto tardi. Sarà meglio andare a dormire.
Mentre va in bagno trovo nell'armadio una maglia bianca abbastanza lunga. La indosso e mi infilo sotto le coperte. Mi raggiunge a letto e restiamo a guardarci e a parlare un po'. Ogni tanto mi accarezza i capelli e alla fine mi addormento rannicchiata contro il suo petto. 

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Capitolo 5
*** Ritorno a casa con le farfalle nello stomaco. ***


Un raggio di sole fa capolino nella stanza. Mi stropiccio gli occhi sbadigliando e mi guardo attorno. Non riconosco la stanza, ma dove sono? Sento una mano sul ventre, mi giro e vedo Cosimo che dorme tranquillo, con un braccio sotto il cuscino e l'altro sulla mia pancia. Sorrido, mentre comincio a ricordare la notte precedente. Accendo il cellulare e controllo l'ora: le 10.30! Cavoli, dobbiamo darci una mossa se non voglio far preoccupare i miei.
-Hei, sveglia!- cerco di svegliarlo, sfiorandogli la spalla. Non da segni di vita, accidenti! Lo tocco più forte, dandogli veri e propri scossoni.
-Forza pigrone, mi devi accompagnare a casa!
-Dai ti prego ancora 5 minuti...
Rido della sua richiesta. -No è già tardi!
A fatica si rigira nel letto, poi molto lentamente si mette a sedere. Ha gli occhi assonnati e lo sguardo perso. Si guarda attorno, poi mi vede e mi fa un bel sorriso.
-Oh buongiorno!- gli dico ridendo
-'Giorno. Dormito bene?
-Beh, avrei dormito meglio se non mi avessi buttata giù dal letto!
-Ahahah scusa, quando dormo non sto fermo neanche un secondo!
-Già, ho notato! Vado a vestirmi...
Raccatto i miei vestiti e corro in bagno a cambiarmi.
Un'ora dopo abbiamo già fatto colazione e siamo in macchina. Gli do il mio indirizzo e gli spiego come arrivare a casa mia. Dopo poco tempo la sua macchina accosta nel parcheggio sotto casa.
-Allora.. grazie del passaggio!- dico, abbozzando un sorriso.
-Grazie a te.- risponde lui. Poi si sporge per darmi un tenero bacio sulle labbra. -quando posso rivederti?- mi chiede.
-Vuoi rivedermi? Sul serio?- chiedo allibita.
-Certo, che domande!
-Ma... non sono venuta a letto con te ieri sera...
-Senti, non sono un pervertito. Se mi piace una ragazza non è necessario andarci a letto subito. Con te.. boh, ieri sera mi sembrava che tu fossi a tuo agio e forse ho esagerato un pochino. Devi scusarmi...
-Tranquillo, non devi scusarti di nulla.
-Ti lascio il mio numero- recupera una penna e mi scrive dieci cifre sul braccio. Mi da un altro bacio. -Chiamami quando vuoi, ok?
-Ok- mi sporgo per dargli un altro bacio, e rimaniamo in macchina un altro po'.
Poi scendo, lo saluto con la mano e suono il campanello. Salgo in casa e saluto i miei.
-Tutto bene ieri sera Alice?
-Si mamma, tutto perfetto! Il concerto è stato fantastico, ci siamo divertiti tantissimo.
-A che ora è venuto a prendervi Renzo?
-Alle 3
-Ok. Sono contenta che tu ti sia divertita, ma ora forza, vai a cambiarti. Fra poco si mangia.
Dopo pranzo mi rintano in camera mia e, dopo aver controllato che nessuno mi ascolti, telefono a Chiara.
-Ali! Dimmi tutto, com'è andata? È davvero così bravo come dicono?
-Chia sei sempre la solita!- dico ridendo, e poi le racconto tutto. -Alla fine siamo andati in un motel, ma non me la sono sentita. Non ero completamente a mio agio e voglio che la mia prima volta sia veramente speciale. Lui è stato dolcissimo e comprensivo, ci siamo addormentati insieme. Dice che vuole rivedermi, mi ha lasciato il suo numero!
-E non l'hai ancora chiamato? Che aspetti?
-Non voglio sembrare troppo invadente. Al limite stasera gli mando un messaggio, così gli rimane il mio numero.
-Giusto, ottima idea. Cavoli, sono così felice per te!
-Già, non riesco ancora a crederci.
Dopo altre due ore di chiacchiere metto giù e decido di fare un po di compiti. Ma è tutto inutile ovviamente, i miei pensieri sono tutti per lui.
Verso le 23 decido di mandargli un messaggio: “Così ti rimane il mio numero. Grazie per tutto quanto”
Dopo neanche dieci secondi mi arriva la risposta: “Speravo ti facessi sentire. Farò buon uso del tuo numero (e del tuo indirizzo!) Un bacio, buonanotte.”
Spengo il telefono e finalmente mi addormento. Ovviamente, sogno Cosimo Bianchi. 

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Capitolo 6
*** Cenetta romantica con incontro a sorpresa! ***


Siamo a maggio, le giornate cominciano ad essere calde e andare a scuola diventa un problema. Specialmente per chi, come me, deve prendere metropolitana ed autobus per arrivarci. Ore spiaccicati nei mezzi pubblici con gente sudata e puzzolente, non è il massimo! Non vedo l'ora di prendere la patente, così vado a scuola in macchina. Oppure mi trovo un ragazzo che già guida. Mentre lotto silenziosamente con un uomo per i posti a sedere comincio a pensare a Cosimo: magari potrei mandargli un messaggio. No, forse è meglio aspettare che mi scriva lui.
Arrivo a casa, saluto il mio fratellino e scaldo la pasta avanzata della sera prima. Sento il *beep* del cellulare, così vado a vedere, convinta di trovare il solito messaggio di Chiara.
Hey, va bene se passo a prenderti stasera? Ti porto a cena fuori. C.”
C di Cosimo. Che tenero, a cena fuori! Chiamo mia madre e le chiedo il permesso (ovviamente omettendo il fatto che il mio accompagnatore è Cosimo!), promettendo di fare tutti i compiti e di studiare senza fare storie. Dopo di che gli rispondo, accordandoci per le 19 sotto casa mia. Sono emozionata, non so cosa mettermi ma ci penserò dopo, ora devo studiare. Alle 18 comincio a prepararmi e alla fine opto per i leggins e una maglia lunga argento. Faccio una coda alta e mi trucco. Sento il cellulare squillare, è il segnale. Saluto ed esco, controllandomi un'ultima volta nello specchio dell'ascensore.
Attraverso il vialetto e lo vedo, appoggiato al cancello. Indossa dei jeans a tre quarti, una t-shirt e il solito cappellino da rapper nero con una grande “C” bianca. Mi sorride e mi viene in contro, dandomi un tenero bacio a fior di labbra.
-Ciao- mormoro, guardandolo negli occhi e sporgendomi per baciarlo nuovamente.
-Ciao- risponde, mentre fa combaciare le sue labbra con le mie.
Saliamo in macchina e partiamo.
-Dove mi porti?
-In un posticino tranquillo, in cui possiamo parlare senza essere disturbati.
-Meno male, temevo di essere assalita da un gruppo di fan accanite!
Ridiamo insieme e parliamo tranquillamente mentre sfrecciamo per le strade affollate di Milano. Arriviamo davanti ad un ristorante con una grossa insegna, “Lino & Family”. Non ho mai visto questo posto, dovrò fidarmi di lui. Entriamo e una signora di 50 anni circa ci saluta calorosamente, dando del “tu” a Cosimo e parlandogli come se lo conoscesse da una vita. Poi ci accompagna in un posto appartato del locale, protetto da un grande paravento. Ci sediamo e cominciamo a sfogliare il menù. Sono un po nervosa, non mi piace mangiare davanti ad altre persone, specialmente davanti ad un ragazzo! Alla fine optiamo entrambi per una semplice pizza margherita, lui ordina anche una birra.
-Allora, raccontami un po di te. Sono curioso di sapere com'è la tua vita.
-Oh, non vorrei annoiarti...-dico, sorridendo
Lui ride. -Tranquilla, non mi annoi mai.
-Ok... allora, frequento la quarta superiore in un istituto tecnico turistico...
-Turistico?
-Si, studio tre lingue straniere e un sacco di materie noiosissime come diritto civile ed economia aziendale.
-Deve essere una noia. Tra lingue quindi...
-Si, inglese, tedesco e spagnolo.
-Potremmo aver bisogno di un traduttore durante le nostre tournée mondiali!
Rido- ma voi non fate tour mondiali! E in Italia non avete certo bisogno di un traduttore!
-Non si sa mai, potremmo riuscire a conquistare il pubblico straniero un giorno.
-Ve lo auguro con tutto il cuore. Sarebbe importante per il rap italiano farsi conoscere all'estero, così come quello americano è approdato sulle nostre coste.
-Già, sarebbe un sogno.
-Sarebbe un modo per far conoscere agli altri la situazione politica e sociale dell'Italia. Sarebbe un modo per farci conoscere per quello che siamo realmente e un modo per far capire che, nonostante i problemi e le difficoltà, riusciamo ancora a sorridere beffardi alla vita.
-Starei ad ascoltarti per ore. Mi piace il tuo modo di pensare.
-Credo che voi rapper dobbiate essere rivalutati. Il rap non viene mai considerato e, anzi, viene additato come “dannoso”. Il vostro invece è solo un modo di dire la vostra opinione.
Vedo la cameriera con le nostre pizze, così cominciamo a mangiare in silenzio. Dopo poco ci raggiunge un uomo sui 65 anni, un po grassoccio e leggermente sudato.
-Lino!- esclama Cosimo, alzandosi e andando ad abbracciarlo
-Cosimo! Quanto tempo!
-Ali, questo è Lino. Lino, Alice.
-Piacere- dico, stringendo la mano dell'uomo
-Piacere mio cara. Sai, conosco il tuo amichetto qui da quando aveva 5 anni!
-Già-aggiunge Cosimo -i miei genitori mi portavano spesso qui a cenare e Lino ci ha sempre trattato benissimo. Per me ormai è come uno zio.
-Porta qui solo le persone veramente speciali per lui- mi dice Lino, strizzando l'occhio.
Con la coda dell'occhio vedo Cosimo arrossire leggermente e il mio cuore fa un balzo di gioia.
-Beh ragazzi, devo andare. Il dovere mi chiama! È stato un piacere conoscerti Alice. E tu, mi raccomando, trattala bene e fatti vedere più spesso!
Continuiamo a mangiare, parlando ancora un po' della mia vita.
-Amo leggere più di qualsiasi altra cosa. Mi è sempre piaciuto, fin da quando ero bambina. Leggo moltissimo, specialmente in estate, quando riesco a divorare anche cinque libri in una settimana! Ma mi piace molto anche la fotografia, ho frequentato diversi corsi. E il mio film preferito è Titanic, se non si era capito!
-Io non leggo molto invece. Non perchè non mi piaccia, solo che non trovo mai il tempo di farlo. Sono sempre molto impegnato.
-Oh immagino, fra canzoni da registrare e tour mondiali da pianificare...-dico ridendo
-Non scherzare! Sono veramente impegnato, faccio fatica a trovare del tempo per me stesso.
-Beh, per me il tempo l'hai trovato...
-Trovo sempre del tempo per le persone importanti.

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Capitolo 7
*** Serata infinita ***


Finita la cena Cosimo paga il conto senza neanche prendere in considerazione la mia offerta di dividere il prezzo e mi riaccompagna a casa. Parcheggia e rimaniamo un po in macchina, godendoci il silenzio della serata. Sono solo le 22.30 e stranamente i miei non mi hanno dato il coprifuoco. Slacciamo le cinture e ci avviciniamo, baciandoci per un buon quarto d'ora. Ad un certo punto sento una voce familiare, così mi stacco da lui e mi volto. Dietro la macchina trovo Andrea, il mio vicino di casa. Ha la mia stessa età ed abbiamo sempre frequentato la stessa classe, dall'asilo alle medie.
Sospiro, ci ha rovinato un momento bellissimo. Lanciando uno sguardo di scuse a Cosimo scendo dalla decappottabile e lo raggiungo.
-Hey, tutto bene?- gli chiedo, leggermente seccata
-Ali! Si tutto bene! Spero di non aver rovinato niente...- dice, lanciando uno sguardo alla macchina. Cosimo ci dava le spalle, stava sistemando qualcosa, ma poco dopo esce dalla macchina e si avvicina, mettendomi un braccio intorno alla vita.
-Ciao!- dice, sorridendo
Andrea rimane a bocca aperta e ad occhi sgranati. Anche lui è un grande ascoltatore del rap e ovviamente conosce ed ama i Clut Bogo.
-C..c..ciao- balbetta
Io scoppio a ridere -Cosimo, questo è Andrea, mio vicino di casa e amico d'infanzia.
-Piacere- dice Cosimo, allungando la mano. Andrea gliela stringe senza troppa convinzione, evidentemente ancora un po' scosso.
-Piacere mio- riesce finalmente a dire. Ci guarda per un po' e poi chiede:
-Ma voi due.. si insomma.. uscite insieme?
-Si!- risponde velocemente Cosimo prima che io possa parlare. -Usciamo insieme. Anzi, stiamo insieme.
Detto questo mi guarda, sorridendo teneramente. Non riesco a crederci, ha detto ad Andrea che stiamo insieme! Il cuore rischia di uscirmi dal petto e non riesco a staccare gli occhi da suoi.
-Ah fantastico!- esclama Andrea, facendomi tornare sulla Terra. -Ali senti io stavo per raggiungere gli altri alle colline per fare.. beh, il solito. Vi va di aggregarvi?
Guardo Cosimo -Beh non so, non posso rientrare troppo tardi...- provo a dire, ma Andrea mi guarda con occhi speranzosi. Sospiro – A te scoccia? Solo per poco...- chiedo
-Assolutamente no! Mi fa piacere conoscere i tuoi amici! Solo una cosa.. cosa intendi per “il solito”?
Faccio un sorriso, sapendo che sicuramente l'idea gli sarebbe piaciuta. Andrea si avvicina e sussurra: -Abbiamo del fumo. Se vuoi, te ne passiamo un po'!
Vedo la faccia compiaciuta di Cosimo e scoppio a ridere. Come da previsione, è felice dell'idea e ci incamminiamo dietro Andrea.
-Non sapevo stessimo insieme- sussurro a Cosimo, trattenendolo un poco per il braccio
-Ti dispiace?- mi chiede sorridendo.
-No. Per niente.- e mi avvicino per dargli un lieve bacio. Poi ci affrettiamo a raggiungere Andrea.
-Senti, prima che arriviamo. I miei amici sono un po'... fissati. Il loro argomento preferito è il fumo, quindi se ti annoi fammelo capire ok?
-Tranquilla, è il mio campo!
Camminiamo ancora qualche minuto fino a raggiungere il punto in cui normalmente mi trovo con gli altri. Siamo un gruppo abbastanza numeroso, per la maggior parte composta da maschi. Nell'ultimo periodo però si sono aggiunte delle ragazzine più piccole, che fumano come delle turche e la verginità è ormai un ricordo lontano.
Non mi vanno molto a genio e questo è uno dei motivi per cui ho cominciato ad allontanarmi dal giro.
Ogni stagione cambiamo punto di ritrovo, adesso tocca alle “colline”, piccole collinette che circondano un grande prato. Su una di esse si vede qualche luce emanata dai cellulari e si sentono un sacco di risate. Andrea non ha parlato ne si è girato per tutto il tragitto, quindi adesso si volta controllando che lo stiamo ancora seguendo. Gli faccio un gran sorriso e mi avvicino di più a Cosimo. Lui mi accarezza il braccio e mi prende per mano, intrecciando le sue dita alle mie. Osservo le nostre mani unite e non posso fare a meno di arrossire. Faccio un bel respiro e mi preparo a venire assalita da centinaia di domande sul mio accompagnatore.

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Capitolo 8
*** Fine serata: abbracciati insieme a guardare le stelle ***


Ci avviciniamo e Andrea comincia a camminare più velocemente, raggiungendo gli altri prima di noi. Dopo qualche secondo il chiacchiericcio si spegne e tutte le teste si girano verso me e Cosimo. Stringo più forte la sua mano, gli sorrido e affretto il passo. Raggiungiamo gli altri, ci sono tutti stasera! Matteo, Federico, Stefano, Simone...e tutte le ragazzine più piccole ci guardano meravigliati. Nessuno apre bocca e io saluto come al solito, lasciando la mano che stringevo per dare un bacio sulla guancia a tutti.
Una ragazza, Martina, esclama: - Oddio ma.. ma tu sei Cosimo Bianchi!
Lui sfoggia il suo sorrido migliore e fa un cenno col capo: -Si, sono io
-Sono una tua grandissima fan! Ti adoro, conosco tute le tue canzoni e sono venuta a tutti i tuoi concerti!- esclama lei, alzandosi e andandogli incontro. Anche le altre ragazze si alzano e lo accerchiano, facendogli grandi sorrisi e tante moine. Io mi faccio da parte, sedendomi in mezzo agli altri.
-Ali ma... da quando conosci Cosimo?- mi chiede Simone, colui per il quale avevo una cotta tremenda e anche colui che mi ha introdotta nel meraviglioso mondo del rap.
-Beh, hai presente il loro concerto allo Zarro?
-Non sapevo fossi riuscita ad entrare!
-Ci sono riuscita, io e Chiara siamo andate li molto presto. Comunque, dopo il concerto si è avvicinato ed abbiamo parlato. Stasera mi ha portata fuori a cena.
-Ma state insieme?- mi domanda Stefano allibito
Lancio uno sguardo sognante a Cosimo, ancora circondato da quel branco di galline. Sorrido, divertita dallo sguardo disperato che mi lancia.
Si- rispondo – si, stiamo insieme.
-Ma.. non è un po' grande per te? Insomma quanti anni ha, 35?
-31 in realtà. E poi che c'entra l'età? L'amore non si valuta da un cavolo di numero scritto su un cavolo di foglio di carta. Quando è con me si comporta come uno di noi e non avrei neanche mai fatto caso alla differenza!
-Si tranquilla, è una tua scelta! Però cavoli, chi lo avrebbe mai detto eh? - continua Stefano.
-Che intendi dire? -chiedo
Domanda inutile, so fin troppo bene cosa intende. Non sono mai stata brava coi ragazzi, nel senso che non ne ho mai avuti molti. E come se non bastasse ho gusti difficili e guardo soprattutto l'aspetto fisico. Abbastanza superficiale eh?
Beh, Stefano non fa in tempo a rispondermi perché Cosimo viene a sedersi accanto a me sul prato. Mi cinge la vita con un braccio e sorride.
-Ti hanno massacrato vero?
-Ho dovuto firmare ogni parte del corpo visibile...
-Mi dispiace
-Tranquilla, ci sono abituato!- dice ridendo, poi avvicina le sue labbra alle mie e ci baciamo. Mi perdo in quelle labbra, in quella lingua, in quel profumo... perdo completamente la cognizione del tempo e dello spazio, sento solo il suo corpo appiccicato al mio. Sono in paradiso ma... una voce mi risveglia.
-Hei voi due!
Chi ha osato rovinare questo momento bellissimo? Di malavoglia mi stacco da Cosimo continuando però a guardarlo negli occhi. Mi sorride e mi abbraccia forte, poi ci giriamo per rispondere al richiamo.
-Se volete Teo ha casa libera- scherza Federico.
-Ah ah ah, molto spiritoso!- replico, ridendo e allungandomi per tirargli uno schiaffetto sul braccio.
Poi ci avviciniamo tutti, saremo una ventina e ci mettiamo in cerchio. Cosimo si sistema accanto a me, ma subito alla sua sinistra spunta Martina, che non perde mai l'occasione di fare la casca morta. Ecco, lei è proprio il tipo di ragazza che detesto. Alta e magra, con una gran bella faccia da schiaffi ma che a quanto pare piace. Fuma qualsiasi cosa e beve tanto e alla domanda “Ma quanti anni hai?” lei risponde “quasi 13!”.
Si siede accanto a lui, cominciando a tempestarlo di domande.
Comincia a girare tra gli altri uno spinello, tutti fanno un tiro e poi me lo passano ma, come al solito, rifiuto. Lo passo a Cosimo, che fa un tiro e butta fuori lentamente il fumo. Martina nel frattempo accetta di buon grado la sigaretta, dicendo che lei non si tira mai indietro. Cosimo la guarda di sbieco, poi si gira e sorridendo mi stampa un tenero bacio sulle labbra. Con la cosa dell'occhio vedo Martina girarci le spalle, visibilmente scocciata. Finalmente un po' di giustizia!
Rimaniamo ancora un'ora a parlare e a ridere, gli altri cominciano a non capire più niente e quindi parlano a vanvera. Il bello di essere l'unica sana in un gruppo del genere è che ti fai sempre un sacco di risate. L'aspetto negativo è che poi mi tocca riaccompagnare a casa metà della gente.
E questa serata, alla fine, non è diversa dalle altre. Ridiamo un sacco e poi io, Cosimo e i pochi sani rimasti riaccompagniamo a casa quelli che fanno fatica a reggersi in piedi.
Alla fine torniamo al parcheggio sotto casa mia a mezzanotte passata, decisamente troppo tardi.
-È stata una bella serata, mi sono divertito.- dice Cosimo, mentre siamo seduti nel parcheggio.
-Già, anche io. Spero solo che i miei amici non ti abbiano annoiato troppo...
-Assolutamente no! Sono tutti molto simpatici.
-Già, proprio TUTTI eh?! Anche Martina e tutte le altre ochette
-Ma che dici, io odio quel genere di ragazze!
-Dalle tue canzoni non si direbbe proprio sai?
-Vabbe ma che centra, quelle sono scritte in momenti particolari in cui non ho una ragazza fissa.
-Ah quindi quando ce l'hai scrivi cose sdolcinate?
-Adesso non esageriamo!- ride lui, abbracciandomi e baciandomi. Rimaniamo abbracciati a guardare il cielo che si riempie di stelle per un po', poi sono costretta ad andare prima che i miei genitori mi uccidano.
-Devo andare
-Anche io, domani mi alzo presto- dice, prendendomi per mano e accompagnandomi al portone.
-Giornata piena?
-Abbastanza. Ti racconto domani, ti scrivo io.
Ci baciamo ancora, non voglio lasciarlo andare ma rischio di non uscire più per i prossimi sei mesi!
-Buona notte- mi sussurra all'orecchio, baciandomi il lobo e scendendo un poco sul collo.
Poi si allontana, entrando in macchina e partendo, mandandomi un bacio volante con la mano. Faccio il gesto di raccoglierlo e di portarmelo alle labbra, poi sussurro: -Buona notte.


P.s. scusate se il capitolo è un po' lungo!

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Capitolo 9
*** Litigi ***


Le settimane passano velocemente e le cose tra me e Cosimo vanno di bene in meglio. Oggi, come al solito, sono costretta a stare seduta per 6 ore ad ascoltare lezioni e fare esercizi linguistici con i madrelingua. A fine giornata sono veramente stanca morta, meno male che è sabato! Non vedo l'ora di tornare a casa, ma la fortuna oggi non mi assiste: mio padre non può venirmi a prendere in macchina. Sconsolata, prendo lo zaino e scendo le scale, chiacchierando con le mie compagne sui progetti per la serata. Nessuno dei miei compagni sa ancora che sono fidanzata con Cosimo Bianchi, non mi piace “vantarmi”, specialmente su queste cose. Penso a questo mentre percorro l'ultimo tratto di corridoio che porta all'atrio principale. Appena metto piede nell'atrio sento un gran chiasso. Mi guardo attorno e vedo ragazzi e ragazze correre verso l'ingresso e una gran quantità di gente accalcata sul marciapiede della scuola.
-Ma che succede?- chiedo a Beatrice, una mia compagna
-Non ne ho idea! Sembrano tutti impazziti qui...
-Ho notato, specialmente le ragazze! Guarda quelle come strillano!
-Avranno visto passare Robert Pattinson!
Ridiamo insieme e cerchiamo di farci strada fra la folla. Quando finalmente riusciamo ad uscire capisco il motivo di tutto quel baccano: Cosimo è appoggiato alla sua macchina, sorridente come sempre, mentre firma diari e braccia di tutti. Guardo la scena a bocca aperta, non mi aveva detto che sarebbe venuto a prendermi! Rimango vicina alle mie amiche che cercano di avvicinarsi a lui per avere un autografo. Appena incontro i suoi occhi sorride ancora di più, fa cadere la penna che teneva in mano e mi viene in contro. Quando siamo a poca distanza le mie compagne cominciano a lanciare urletti emozionati, rovistando nelle borse alla ricerca di carta e penna. Ma lui non si guarda più attorno e tiene gli occhi incollati ai miei. Lo guardo: è bellissimo come sempre, con con quel cappellino nero e il sorriso più luminoso che abbia mai visto. Porta degli occhiali con le lenti non graduate. Sono neri e grandi, della Rayban. Ridacchio fra me, perchè io indosso lo stesso paio ma con le lenti da vista. Quando mi raggiunge mi abbraccia, nascondendo il viso nei miei capelli e sollevandomi leggermente. Come al solito, quando sono con lui ho l'impressione che il rumore di sottofondo sparisca. Ma questa volta non è solo una mia impressione: tutti i ragazzi che si erano riversati sul marciapiede sono ammutoliti. Ci fissano, ma non mi interessa. Mi concentro sul profumo di Cosimo, che continua a tenermi sollevata e comincia a darmi lievi baci sul collo. Poi si sposta sulle guance e infine mi bacia sulle labbra. Mi perdo ancora una volta in quel bacio e non penso più a niente se non al suo inebriante profumo. Quando ci stacchiamo restiamo a guardarci per qualche secondo, poi mi appoggia a terra e mi prende per mano. Le mie compagne ci raggiungono, superando un gruppo di ragazze.
-Ali ma.. non ci avevi detto niente!- dice Beatrice
-Cavoli quando ci hai detto che eri fidanzata non avrei mai pensato che il tuo tipo fosse lui!- le fa eco Valentina, accennando al ragazzo che mi stringe forte la mano.
Sorrido divertita da tutte quelle domande e piano piano soddisfo tutte le loro curiosità. Cosimo finisce di fare gli ultimi autografi e io avviso i miei che non sarei tornata per pranzo. Rimaniamo ancora un po a parlare con le mie amiche, poi saliamo in macchina e ci dirigiamo verso il centro. Mentre siamo in coda ad un semaforo mi sporgo per baciarlo.
-Mi hai fatto una splendida sorpresa- gli sussurro in un orecchio, mordicchiandogli il lobo.
-Già, mi spiace solo per la folla adorante..- scherza lui.
Ascolto rapita il suono della sua voce, della sua risata. Lo osservo mentre guida: il sole fa brillare i suoi occhi e i denti bianchi risaltano ancora di più.
Non ha neanche una ruga” penso, scrutando meglio il suo viso. “Forse Stefano ha ragione, forse è un po troppo grande per me” mentre questo pensiero mi attraversa la mente Cosimo si gira e mi sorride teneramente.
-A che stai pensando?- mi chiede senza smettere di sorridere
-A quanto sei bello quando sorridi
-Stavo pensando la stessa cosa anche io
-Davvero?
-Sì. Sono uno schianto quando sorrido!
Rido e gli tiro un pugno sul braccio. -Che scemo che sei!
-Su questo hai ragione. Soprattutto quando sono innamorato.
-E adesso lo sei?
-Adesso sono completamente pazzo. Pazzo d'amore per te.
Sorrido, abbracciandolo e riempiendolo di baci sul viso, incurante del fatto che sta guidando. Ho il cuore completamente sciolto, ma come fanno a venirmi dei dubbi su una persona così?! Eppure..
-Senti ma... a te non preoccupa la differenza di età?- chiedo titubante
-A te si?
-No! No no assolutamente, sono dell'idea che l'amore non abbia età. Però devo ammettere che un po' di domande me le sono fatte.
-Domande di che tipo?- comincia ad essere un po nervoso.
-Domande in generale! A cosa pensa la gente quando ci vede insieme e capisce la grande differenza di età, a...
-Io non vedo tutta questa differenza. E poi non mi interessa proprio per niente il parere della gente.- mi interrompe lui, visibilmente irritato
-Beh, la differenza c'è, 14 anni non sono pochi...-Se ti crea problemi questa cosa basta dirlo!
-Non mi crea problemi! Ci ho solo pensato, stop. Non vuol dire che voglio che ci lasciamo perché tu hai 31 anni e io non sono neanche maggiorenne!
-Vedi che ti fai troppe seghe mentali?!
-Senti, cambiamo argomento che è meglio.
-Già, forse conviene.
Passiamo qualche minuto in silenzio e io lo osservo con la coda dell'occhio. Non mi guarda ed è visibilmente nervoso, ma capisco che sta cercando di calmarsi. Lascio passare qualche minuto, poi chiedo:
-Dove stiamo andando?
-Ti sto portando a conoscere i miei amici. La cosa ti crea dei problemi?- chiede sarcastico
Sorrido -No. Possiamo smetterla per favore? Non riesco a tenerti il muso.
-Non devi farlo infatti.
-Appunto. Pace?
-Pace.
Mi sporgo a dargli un grosso bacio, crogiolandomi in quella sensazione di sollievo.

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Capitolo 10
*** Nuovi incontri, nuove amicizie ***


Scendiamo dalla macchina tenendoci per mano. Siamo nella periferia di Milano, nella via ci sono un sacco di palazzoni con grandi vetrate e portoni di legno. Entriamo in uno di questi grandi edifici e saliamo con l'ascensore al quarto piano. Cosimo mi fa strada nel corridoio e alla fine ci fermiamo davanti ad una porta marrone. Si sente un gran chiacchiericcio all'interno e un sacco di risate. Le voci sembrano tutte maschili, lo immaginavo. Mi stringe la mano e apre la porta. Mi guardo attorno: è un normale appartamento, la porta d'ingresso da direttamente sul soggiorno, in cui c'è un grande divano di pelle bianca e due poltrone. Tre tavolini di vetro trasparente affiancano le poltrone. Davanti al divano c'è un tavolino di legno abbastanza lungo e sopra di esso c'è un grande televisore a schermo piatto. La tv è accesa ma nessuno dei presenti sta ascoltando il presentatore del telegiornale. Addossato ad una parete c'è un enorme stereo con delle cuffie e dei microfoni per le registrazioni. Due grandi librerie piene di CD completano la stanza. Seduti sul divano e sulle poltrone ci sono quattro uomini: Jack e Joe, che avevo già conosciuto in discoteca, Emis Killer e J-A. Stanno parlando animatamente tra di loro, tirandosi pacche sulle spalle e ridendo tantissimo.
-Hei, finalmente ce l'avete fatta!- esclama Jack, alzandosi dal divano e venendoci incontro per salutarci. Da una pacca sulla spalla a Cosimo, che risponde con un -Bella!-. Poi si rivolge a me facendo un piccolo inchino. Scoppio a ridere, chiedendogli spiegazioni sul suo gesto.
-Sai, Cosimo dice sempre che sei la sua principessa...- risponde Joe, alzandosi dal divano e raggiungendoci.
-Già, non fa altro che parlare di te!- ribatte Jack -quanto è figa Alice, quanto amo Alice, che bel carattere ha Alice, che belle idee ha Alice...-
Sorrido lusingata, mentre vedo Cosimo arrossire e tirare un pugno sulla spalla in modo molto poco amichevole a Jack, che sghignazza restituendo prontamente il colpo. Mentre i due continuano a darsele ridendo seguo Joe che mi invita a sedermi su una poltrona.
Prima di sedermi saluto gli altri due, presentandomi come “La ragazza di Cosimo Bianchi”. La cosa mi fa sempre battere il cuore all'impazzata.


P.s. Lo so, lo so, il capitolo è cortissimo D:
 

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Capitolo 11
*** Guerra e pace ***


ANGOLO AUTRICE!
Heila! Allora, come vi sembra questa storia? Sapete, ci sto mettendo parecchio impegno a pubblicare nuovamente la storia, cambiare i nomi, fare le correzioni del caso... e mi farebbe veramente piacere che le persone che seguono la storia (lo so che ci siete, l'ho visto! ahahah) lasciassero una recensione, un commento.. bastano due righe, non pretendo dei poemi! Ma sarebbe bello sapere se la storia piace o meno!
Grazie dell'attenzione! Un bacione
Marss



Passiamo tutto il pomeriggio e la serata in quell'appartamento a Milano, a ridere come dei malati e a bere tantissimo. Non ricordo molto della giornata, ho confusi flash back.
Ricordo di aver pensato: “ma non poteva presentarmeli prima questi amici?”
Ricordo di aver riso come non mai, quei ragazzi sono dei comici nati!
Ricordo che ad un certo punto Emis si è alzato (era completamente ubriaco) e si è messo a rappare, inventando parole al momento. Ricordo di aver pensato che era veramente una forza.
Ricordo che Cosimo non mi ha lasciata sola neanche un attimo, ci siamo baciati e tenuti per mano.
Non ricordo però come sono tornata a casa, non ricordo come sono finita col pigiama nel mio letto.


Mi alzo con un forte mal di testa, non avevo mai bevuto così tanto. Mi stropiccio gli occhi ma mi accorgo che peggioro la situazione, oltre che a sporcarmi le mani con il mascara del giorno prima. Lentamente mi alzo e cammino a fatica verso la cucina. Mia madre sta preparando dei Pancakes, tradizione domenicale da un po' di tempo.
-Buongiorno!- dico, dandole un bacio sulla guancia.
Lei non risponde. Non mi guarda neanche in faccia, continua a tenere gli occhi fissi su quei Pancakes.
-Mamma, tutto ok?- chiedo turbata. Lei continua a non rispondermi. Ma che ha stamattina?
-Mamma?
-Che vuoi?!- sbotta lei, girandosi di scatto e fissandomi negli occhi.
-Scusa! Cos'ho fatto stavolta?
-Cos'hai fatto? COS'HAI FATTO? Sei tornata a casa completamente ubriaca! Ridevi come una pazza! E il tuo “accompagnatore” di cui non eravamo al corrente ha dovuto portarti in braccio fino al tuo letto! Non staccavi più le braccia da lui!- mi urla in faccia lei. E' veramente arrabbiata, non l'ho mai vista così.
Non so cosa replicare, ha ragione, quindi preferisco stare zitta e abbassare lo sguardo.
-Lui chi è? Quanti anni ha? Non è un po' troppo vecchio?
-Allora, lui è...
-Sei completamente impazzita o cosa? Dico, ma cosa ti viene in mente di ubriacarti in quel modo?! Hai 17 anni, sei sotto la nostra responsabilità! Neanche una telefonata, nulla!
-Lo so, scusa, solo che...
-E poi quel tipo! Avrà almeno 35 anni! Tutti quei tatuaggi, quei suoi vestiti.... ma che ti prende? Non ti riconosco più!
-Mamma, posso parlare anche io?
-Non ti permettere signorina! Quando avrò voglia di ascoltarti ti lascerò parlare.
-Bene, fammi sapere allora.
Torno in camera mia a grandi passi e mi lascio cadere sul letto. Che mal di testa! Mia madre me lo ha fatto aumentare! Ma è improvvisamente diventata una poliziotta?!
Che nervi che mi fa venire quando fa tutte quelle domande senza lasciarmi il tempo di dare delle risposte.
All'ora di pranzo mi siedo a tavola e mangio, ho fame visto che ho saltato la colazione (e i buonissimi pancakes ). Nessuno parla, neanche il mio fratellino che di solito non perde occasione per rompere le scatole. Finito il pranzo sparecchio le mie cose e faccio per andarmene, ma mia madre mi richiama a tavola.
Mio padre va al piano di sopra e mio fratello va in camera sua a giocare con il computer.
-Ora devi darmi delle spiegazioni.
-Mi dispiace per ieri sera. Ero con a casa di alcuni amici, ci stavamo divertendo e forse ho esagerato un pochino.
-Tu dici?
-Mi dispiace.
-Lui chi è?
-Cosimo Bianchi. E' un cantante rapper molto famoso, canta nei Clut Bogo.
-Quelli che ascolti a tutto volume? Quelli del concerto in discoteca di qualche mese fa?
-Già. Non è pazzesco? A fine concerto si è avvicinato a me e abbiamo parlato. Mi ha lasciato il suo numero e ci siamo rivisti due sere dopo.
Stavo per raccontarle della notte passata insieme nel motel ma sono riuscita a trattenermi.
-Quindi, state insieme..?
-Si, stiamo insieme. Mamma lui è fantastico! È sempre dolcissimo, premuroso, ha conosciuto i miei amici e ieri è venuto a prendermi a scuola!
Evidentemente i miei occhi brillano, perché mia madre addolcisce un poco il viso, arrivando quasi a sorridere.
-Resta comunque un problema: è troppo grande.
-Ha 31 anni! Non la sento nemmeno la differenza, e poi non mi importa per niente! Lui si comporta come uno della mia età
-Questo dimostra quanto poco sia maturo quindi.
-Questo dimostra quanto mi ama! Mi ama mamma, mi ama davvero. E io amo lui. Quante volte mi hai sentito dire queste parole?
-Mai...
-Appunto. Io lo amo più di ogni altra cosa. Non sarà perfetto, ma per me lo è. Mi ha fatto conoscere i suoi colleghi e amici ieri sera, eravamo con loro a Milano. Sono dei grandi, la loro musica è forte.
-A me non sembra granché...
-Perché ti soffermi alle parolacce! Se le ascoltassi veramente, se cercassi di capire quello che vogliono trasmettere, capiresti che sono dei grandi.
Restiamo entrambe in silenzio.
-Sai che ti voglio bene. Sai che voglio solo il meglio per te, quindi saprai anche che ho dei dubbi su quest'uomo.
-Sai che non sono un'irresponsabile. Quello che è successo ieri sera non riaccadrà. Mi dispiace davvero.
-Lo so, lo leggo nei tuoi occhi. Vieni qui.- mi dice, aprendo le braccia
Mi faccio abbracciare da lei e appoggio il mento sulla sua spalla. Le voglio veramente bene.
-Però devi farcelo conoscere questo Costimo o come si chiama!
-Ahahahah mamma, Cosimo. Tranquilla, lo conoscerete!

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Capitolo 12
*** Cena in famiglia. ***


Costretta a mantenere la promessa fatta a mia madre, chiamo Cosimo per invitarlo a cena.
Gli raccomando di vestirsi bene, niente giacca e cravatta, ma almeno evitare canotte e maglie con scritte anti religiose.
-Almeno il cappellino posso tenerlo?- mi chiede con tono disperato
Rido, immaginando la sua faccia. -Certo amore, senza non saresti riconoscibile!
-Amo quando mi chiami “amore”.
-E io amo te.
-Quello era scontato. Io ti amo di più però!
-No, io!
Andiamo avanti con questa conversazione per qualche minuto, poi sono costretta a chiudere: lo studio mi reclama!
Passo il pomeriggio a studiare, ma già immagino la sfilza di domande che i miei genitori faranno al povero Cosimo.
L'appuntamento è alle 19.30, in modo che i miei genitori non possano fare imbarazzanti domande prima di cena. La tavola è pronta e mio fratello è stato spedito dalla nonna: non voglio fare brutte figure con lui che urla come un pazzo perché Cosimo Bianchi mangia al nostro tavolo. Anche lui è un suo fan, gli facevo ascoltare le loro canzoni e adesso se ne è appassionato.
Quando suona il citofono faccio un salto.
-Rilassati Ali!- dice mia madre ridendo
-Sono rilassata!- ribatto io, arrossendo.
-Non è vero! E smettila di sistemarti i capelli, stai benissimo!
-Non sono i capelli il problema...
-Non lo tempesteremo di domande, promesso! Vogliamo solo capire che tipo è!
Presentare il mio ragazzo ai miei genitori significa rendere ufficiale la cosa. E' questo che mi mette un po' di ansia!
Rispondo e do le direttive per trovare l'appartamento, poi esco sul pianerottolo ad aspettarlo. Chiudo la porta dietro di me, sperando di potergli dare qualche consiglio last minute prima della cena.
Esce dall'ascensore e mi sorride. Rimango incantata, come ogni volta, da quel sorriso meraviglioso. Indossa un paio di jeans scuri, una T-Shirt bianca e la giacca nera. In testa, il solito cappellino. Copre con un passo la distanza che c'è fra noi, mi cinge i fianchi e mi bacia.
-Ciao- sussurra, staccandosi leggermente
-Ciao- rispondo, rituffandomi nelle sue labbra.
A malincuore mi ricordo dei miei genitori che sicuramente ci guardano dallo spioncino della porta, quindi mi stacco da lui.
-Allora, pronto per entrare nella fossa dei leoni?- gli sussurro ridendo, mettendomi in punta di piedi per parlargli nell'orecchio
Ride. -Esagerata! Che sarà mai?!
Lo prendo per mano e apro la porta.
Mia madre e mio padre sono seduti sul divano, le gambe accavallate e le mani in grembo. Appena entriamo si alzano e ci vengono incontro.
-Mamma, papà, lui è Cosimo Bianchi.
-Piacere- dice Cosimo, allungando la mano per salutare i miei genitori.
-Piacere nostro- dice mia madre, sorridendo.
Cosimo stringe le mani a mia madre e a mio padre, che deve stringere particolarmente forte visto che vedo una smorfia di dolore sul viso di Cosimo. Lancio uno sguardo maligno verso mio padre, che molla subito la presa. Stringo il braccio di Cosimo e lo conduco verso la tavola apparecchiata.
Mamma comincia a servire la pasta, io sono seduta accanto al mio ragazzo e sento che comincia ad innervosirsi un pochino. Cominciamo a mangiare in silenzio, ma dura poco. Ben presto i miei decidono di dare il peggio di loro, bombardando il povero Cosimo di domande sul suo stile di vita, il suo lavoro, i suoi progetti futuri...
-Quindi fai il rapper...- dice mio padre, leggermente scettico.
-Si signore. Lo faccio da un po' di anni, è sempre stata la mia passione. Mi fa guadagnare un po' di soldi facendo quello che mi piace, meglio di così!
-Strano, non ho mai sentito una tua canzone. Non le passano alla radio?
-No signore, le radio ci snobbano. Non sentirà mai una canzone rap italiana alle radio, raccontano troppe verità.
-Ma quelle americane le passano.
-Certo, la metà degli italiani non capisce l'inglese, o comunque il testo è talmente veloce da non lasciarti il tempo di tradurre e riflettere.
Contenti della risposta, i miei decidono che è finalmente ora di servire il dolce e smetterla con gli interrogatori.
Finita la cena Cosimo si alza e, nonostante le proteste di mia madre, aiuta a sparecchiare la tavola e lavare i piatti. Io seguo mio padre in camera, cercando un segno di approvazione sul ragazzo nell'altra stanza.
-Sembra un bravo ragazzo- mi dice, sorridendo.
-Lo è, e mi ama molto.
-Questo l'avevo capito, basta vedere come ti guarda.
-Già, e io amo lui, moltissimo.
Torno in cucina e vedo mia madre ridere per una battuta di Cosimo, che sta asciugando un piatto. Finito di sistemare, lui saluta gentilmente i miei genitori ed esce. Decido di accompagnarlo fino alla macchina, in modo che possiamo stare un po' da soli.
-E' andata bene. A mia madre sei piaciuto, e anche mio padre ha usato parole molto positive.
-Che ti dicevo, niente di più semplice!
-Già, non dicevi la stessa cosa quando tremavi a tavola!
-Avevo freddo, c'era un spiffero...
Rido. -Non dire balle, avevi paura!
Continuiamo a parlare un po, con brevi pause riempite da teneri baci e qualche carezza.
-Sai, stai diventando la persona più importante della mia vita- dice, staccandosi da me.
-Anche tu amore, anche tu. Anche se non riesco ancora a capire come uno come te si sia potuto innamorare di una come me.
-Shh, non dire stupidaggini. Vieni qui.
Ci baciamo a lungo, poi decido che è giunto il momento di rientrare. Mi stacco da lui, citofono e oltrepasso il cancelletto, lanciandogli un ultimo sguardo sognante. 

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Capitolo 13
*** Ultimo giorno di scuola ***


I giorni passano veloci e finalmente la tortura finisce. Oggi è l'8 giugno, ultimo giorno di scuola. Mi sveglio di buon umore e corro a fare colazione. Basta latte caldo e cereali, da oggi si inizia la giornata con un fresco Estathe al limone e una pesca, giusto per mettere qualcosa nello stomaco. Ieri sera ho preso una decisione molto importante: sono a dieta.
Lo so, lo so, non dovrei farlo. Sono gia molto magra, anzi quasi anoressica e mia madre sclera ogni volta che mangio meno, ma non riesco proprio a trattenermi! Quando arriva l'estate non posso fare a meno di evitare le schifezze e le porzioni troppo abbondanti! Indosso un paio di shorts neri e una maglia a caso, mi pettino e mi trucco leggermente. Raccatto la borsa e, canticchiando, esco di casa. L'aria oggi è particolarmente frizzante ma molto piacevole, rispecchia alla grande il mio umore. Passo, come sempre, sotto casa di Chiara per fare la strada insieme.
Chiacchieriamo del più e del meno, quando sento vibrare il telefono nella tasca dei pantaloncini. Sorrido guardando il nome sul display e rispondo con un allegro “Ciao!” a Cosimo che, come tutte le mattine, mi chiama per darmi il buon giorno.
-Amore! Buon giorno.- mi dice teneramente
-Buon giorno anche a te amore mio!
-Come mai sei così di buon umore stamattina? Di solito parli come uno zombie appena uscito dalla tomba!
-Ah ah ah come sei simpatico!- dico con tono sarcastico -Comunque oggi è l'ultimo giorno di scuola, quindi sono felice anche se sono le 7.30 del mattino!
-Ahh è vero, ora ricordo. Beh, che ne dici se passo a prenderti a scuola e pranziamo insieme?
-Ma tu non lavori mai?
-Ogni tanto ho bisogno di una pausa...
-Come se non ne facessi già abbastanza! Comunque non posso, ho già promesso a Chiara e le altre che saremmo andate in centro a festeggiare!
-Ah, mi stai rifiutando?- dice con tono imbronciato
Rido. -No, sto solo cercando di non trascurare le mie migliori amiche!
-Va bene, ma solo perché mi stanno simpatiche! Stasera sei mia però!
-Ehm, mi spiace deluderti, ma sono prenotata anche per stasera!
-Eh no, non se ne parla! Anche io ti voglio prenotare, come la mettiamo?
Guardo Chiara che sente tutta la conversazione e ridacchia divertita.
-Che programma avevi in mente?- chiedo
-Pizza a casa mia? Ce la facciamo portare direttamente a casa...
-Mi spiace, ti balzo alla grande! Vado all'Overmind con le altre, stasera si festeggia!
-Ma cosa dovete festeggiare?! E poi lo sai che non mi piace quando vai a ballare con le tue amiche...
-Beh, che ti piaccia o meno, io ci vado! E ho pure intenzione di farmi un bel po' di ragazzi stasera...
-Non lo faresti mai! Non sei il tipo che fa certe cose..
-Stupidi pregiudizi! Scusa caro, ma siamo arrivate. Ci sentiamo dopo, un bacio.
-Ok a dopo. Ti amo.
-Io di più.
Chiudo la telefonata ed entro a scuola, ridendo con Chiara per la conversazione appena terminata.
In classe oggi si festeggia. Si salutano i compagni, sperando di rivedersi tutti a settembre, si fanno gli imbocca al lupo ai rimandati. Si piange anche, perché tutto sommato la scuola ti fa conoscere persone fantastiche, con cui passi la maggior parte del tempo. L'ultimo giorno di scuola anche i professori sembrano più simpatici, ridono e scherzano, forse ripensando alle loro esperienze da ragazzi. Nella nostra scuola, l'ultimo giorno di scuola si mangia e si balla, una vera e propria festa. Ogni classe porta uno stereo a cui attacchiamo l'iPod, ogni classe porta cibi e bevande diverse. Passeggiando sui sei piani della scuola, senti musiche completamente diverse fra loro, risate diverse, balli diversi. Una sola cosa accomuna tutti: il sospiro di sollievo quando finalmente suona l'ultima campanella dell'anno. Il sospiro di sollievo che ti fa dire: anche quest'anno sono sopravvissuto.
Usciamo restando vicine, ridendo e asciugandoci le lacrimuccie che scendono dai nostri occhi, facendo colare il mascara. Insieme, ci incamminiamo verso la fermata dell'autobus, chiacchierando del programma della sera.
-Allora ragazze, pronte per l'Overmind stasera? Sarà l'evento dell'anno!- Dice Letizia, tutta emozionata
-Abbiamo le prevendite vero?- chiede Giulia
-Ovvio Giuly, senza non entreremmo mai! Ragazze voi come vi vestite?- commenta Chiara.
-Io verrei anche così sinceramente! Comunque metterò i pantaloncini di jeans e una canotta...- dico io. Andare a ballare mi piace, anche se non sono molto brava a muovermi. Ma non capisco proprio tutte le paranoie inutili, alla fine pantaloncini e maglietta vanno benissimo no?
-Ma no Ali! Dobbiamo vestirci bene! Stasera ragazze tutte con i tacchi!
-Ti prego Chia... sai che non li sopporto!- mi lamento io. E' vero, lo ammetto: non sono capace di camminare coi tacchi! E' più forte di me, preferisco di gran lunga le scarpe da ginnastica!
-Non voglio scuse. Vestitevi come volete, ma i tacchi sono d'obbligo!
Rassegnate, saliamo sull'autobus e ci dirigiamo verso il centro.

                                                        **

Ok, avevo detto che non volevo farmi troppe paranoie sui vestiti. Ma ora sono davanti all'armadio e sono assalita da mille dubbi: andranno bene i pantaloncini? Si, fa caldo, ci sarà un sacco di gente.
E sopra, canotta? No, meglio una maglia semplice, magari un po larga in modo che possa respirare!
Accessori? Meglio di no, l'ultima volta che ho messo degli orecchini sono tornata a casa senza!
Borsa? Tracolla, per forza. Almeno ho il cellulare a portata di mano e non devo pagare il guardaroba.
Capelli? Lisci e puliti, forse sono l'unica cosa su cui non avevo dubbi!
Trucco? Non troppo, fondotinta, matita nera e mascara.
Scarpe? Tacchi neri, 7cm. Non ho alternative, Chiara non mi fa salire in macchina se non li metto!
Ok, sono pronta. Saluto mia madre e chiamo l'ascensore. Chiara è in macchina che mi aspetta, suo padre come al solito ci accompagna. Siamo d'accordo che anche al ritorno verrà a prenderci lui, visto che vado a dormire da Chiara. Questa volta però seriamente, non ci sarà un Cosimo Bianchi qualunque che mi trascina in una stanza di motel.
La discoteca è strapiena e a fatica riusciamo a trovare le altre. Entriamo, Giulia e Alessandra lasciano uno zainetto nel guardaroba e poi cominciamo a guardarci attorno: ragazzi e ragazze si accalcano verso il palco, tanta gente comincia già ad avvicinarsi al bar e una ragazza corre verso il bagno, vomitando. Riconosciamo qualche faccia, c'è metà scuola questa sera! Trovo addirittura qualche mio amico (piccola nota dell'autrice: ricordate gli amici di Alice, quelli che si facevano le canne? Ecco, sono loro!). Strano, non vengono mai in discoteca! La musica parte a tutto volume, i riflettori si accendono e le gente comincia a ballare al ritmo di quella musica assordante. Anche noi cominciamo a muoverci, anche se non riusciamo a guadagnare molto spazio vista l'enorme quantità di gente. Dopo un tempo che mi pare infinito e dopo aver scacciato qualche ragazzo un po' troppo audace, ci avviciniamo al bar e ordiniamo da bere. Mentre sorseggio la mia Vodka “parlando” con Giulia, sento qualcuno che mi sfiora il braccio. Mi giro, pensando al solito ubriaco, e rimango incantata a guardare quegli occhi azzurri che mi fissano. Un ragazzo biondo e con gli occhi color del cielo in estate mi sorride, piegando leggermente la testa di lato.
-Ciao! Sono Mattia, piacere.- mi dice, porgendomi la mano.
Rimango a fissarlo, completamente ipnotizzata dai suoi occhi. -Piacere mio, Alice.
-Ciao Alice...- risponde lui, stringendomi delicatamente la mano. -Ti va di ballare?- mi chiede, senza smettere di sorridere.
-Veramente non molto...
-Allora possiamo andare in un posto dove possiamo chiacchierare? Qui non riesco a sentirti!- mi dice, praticamente urlandomi nell'orecchio.
Guardo Giulia che mi sorride soddisfatta, poi seguo il ragazzo nella piazzetta fuori dal locale.

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Capitolo 14
*** Serata movimentata ***


Mattia accende una sigaretta e me ne offre una, che ovviamente rifiuto.
-Allora, Alice giusto?- mi chiede
-Si- rispondo io timidamente
-Quanti anni hai?
-17, tu?
-19. Per caso sei.. impegnata?
-Intendi fidanzata vero?
-Si
-Beh si, sono fidanzata.
-Domanda stupida, scusa. Una bella ragazza come te non poteva certo essere libera...
Arrossisco violentemente e ringrazio per il complimento.
Restiamo in silenzio, mi mordicchio nervosamente le labbra e continuo a tenere gli occhi bassi.
Sento il suo sguardo su di me, come se mi stesse spogliando con gli occhi. La cosa mi crea un certo ribrezzo, così alzo lo sguardo e lo fisso. Beh, figo è figo, non c'è che dire! I capelli biondo cenere sono tagliati cortissimi ai lati, con un altra cresta tenuta dritta dal gel. Le labbra sono carnose, le guance rosee e gli occhi... gli occhi sono qualcosa di meraviglioso, mai visto un azzurro così bello. La sua voce mi distoglie dai miei pensieri
-Hai mai pensato di tradire il tuo ragazzo?- mi chiede, avvicinandosi pericolosamente e guardandomi in modo malizioso.

-No, mai.- senza volerlo, comincio ad indietreggiare. Ma che cavolo di domanda era?!
-Hai paura? Ahahahah non devi averne, non ti voglio mica fare niente!
Non rispondo, continuo a fissarlo con sempre maggiore diffidenza.
-Credo sia meglio rientrare, le mie amiche si chiederanno dove sono...
-No, aspetta ancora un po'! Chiacchieriamo dai!
-E di cosa vorresti parlare?
Sorride -In effetti, non sono molto bravo con le parole...- detto questo copre la distanza fra noi con solo due passi. Alzo la testa per guardarlo dritto negli occhi. Sono bellissimi, magnetici. A fatica riesco a distogliere lo sguardo.
-Dai, lasciati andare, divertiamoci un po'...- dice Mattia, prendendomi per un braccio e avvicinandomi a lui.
-Lasciami andare! Tu sei pazzo e ubriaco! Lasciami
-Forza, devi solo smettere di pensare! Ce la puoi fare...
-Lasciami! Mi fai male!- ed è vero, stringe sempre più violentemente la presa sul mio braccio. In una frazione di secondo, senza che me ne possa accorgere, preme la sua bocca sulla mia. In modo violento e brutale, mi spavento quasi, ma non riesco a staccarmi perché mi tiene ferma con entrambe le mani. Le sue labbra sanno di alcool e tabacco, cerca di insinuare la sua lingua nella mia bocca ma glielo impedisco, serrando ancora di più le labbra. Poi, improvvisamente, sento un colpo e la presa sulle mie braccia si attenua fino a scomparire. Apro gli occhi e vedo Mattia a terra, con le mani sul volto. Alla sua destra, in piedi, Cosimo.
Gli corro incontro, facendomi abbracciare.
-Che ci fai qui?- chiedo, scoppiando a piangere
-Lo sapevo che non dovevo lasciarti venire da sola. Su, è tutto finito ora.- dice lui, accarezzandomi i capelli e tenendomi stretta al suo petto.
Rimaniamo in quella posizione per un po', io singhiozzante e Cosimo furioso che cerca di calmarsi.
Mattia si alza a fatica e noto che ha il naso pieno di sangue. Cosimo deve avere un buon gancio destro.
-Ma chi cazzo...- impreca Mattia, fissandomi. Io nascondo il viso nel petto del mio ragazzo, che mi stringe di più a se.
-Non osare avvicinarti, feccia.- sibila Cosimo fra i denti.
-Ehi amico, non volevo farle niente! Volevo solo divertirmi un po'!
-Conviene che cominci a correre, perché se ti prendo potrebbe finire molto male.
-Okay okay, stai calmo!- esclama Mattia, alzando le mani come a volersi proteggere. Indietreggia lentamente e poi scappa, andando verso il parcheggio.
-Tutto bene?- mi chiede Cosimo, staccandosi da me per osservarmi. Incollo i miei occhi ai suoi e lo bacio, un bacio disperato e salato a causa delle lacrime. Lui risponde prontamente, cingendomi in fianchi. Io affondo le mani nei suoi capelli, sotto il cappellino da rapper, e infilo la lingua fra le sue labbra, cercando la sua. Quando la trovo mi rilasso completamente, abbandonandomi a quel bacio.
Dopo qualche minuto, Cosimo si stacca.
-Forza, ti porto a casa.
-Non ho le chiavi, dovevo dormire da Chiara. Devo avvisare le altre, devo rientrare...
-Non ci pensare nemmeno! Hai il cellulare dietro no?! Manda un messaggio a Chiara e avvisala che sei con me, ti porto a casa io domattina. Vieni, andiamo.
-Andiamo dove?
Cosimo mi guarda, sorridendo teneramente.
-Su una stella, ricordi?
Sorrido, mi brillano gli occhi e mi sciolgo totalmente.
-Ti amo. Ti amo da impazzire. E grazie per essere intervenuto.
-Ti amo anch'io.
Camminiamo mano nella mano fino alla sua macchina. Salgo sul sedile del passeggero e allaccio la cintura. Lui inserisce le chiavi e parte, uscendo velocemente dal parcheggio.
-Seriamente, dove andiamo?- chiedo
-Ti porto da me. Ti fidi di me, no?!
-Come potrei non fidarmi?!

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Capitolo 15
*** La serata più bella della mia vita. ***


Heila!
Allora, questo è, per il momento, il mio capitolo preferito della storia. Cosimo è dolcissimo come sempre, e Alice riesce a...lasciarsi andare! Che ne pensate?
Ne approfitto per ringraziare Kim, che recensisce sempre ogni capitolo! Senza il suo supporto, non so cosa farei :)
Ma ringrazio anche tutte quelle persone che hanno messo la mia storia fra le seguite, preferiti e da ricordare! E già che ci sono vorrei esortare ancora una volta i "lettori silenziosi" a lasciare anche solo un breve commento! 
Detto questo, vi lascio al nuovo capitolo! Buona lettura :)





Cosimo parcheggia la sua decappottabile nel box. Sono un po' nervosa, lo ammetto. Sarà la serata movimentata o quello che potrebbe accadere adesso, ma le mani cominciano a diventare umide e mi mordicchio il labbro inferiore. Prima di scendere, Cosimo si allunga, mi slaccia la cintura e mi bacia. Poi mi prende per mano e, tenendomi stretta a se, mi conduce verso il suo appartamento. Non ci sono mai stata ma dalla zona (Milano centro) e dal tipo di condominio, capisco che deve essere molto grande.
Effettivamente, è grandissimo. Entrando, si accede direttamente all'ampio soggiorno. Accanto c'è la cucina, poi un piccolo rialzo. Da li, mi dice Cosimo, si accede al bagno e alle due camere da letto.
-Perché due camere?- chiedo
-Spesso facciamo delle riunioni qui e alcuni sono troppo ubriachi per poter tornare a casa. Li ospito volentieri.- mi risponde lui, sorridendo divertito.
-Vieni, sarai stanca. Vuoi toglierti le scarpe?- mi chiede, prendendomi in braccio.
Mi aggrappo a lui, ridendo. Gli metto le braccia intorno al collo e lo fisso, studiando ogni minimo particolare del suo viso. Lui, nel frattempo, mi adagia sul divano di pelle rossa. Senza staccare gli occhi dai miei, mi sfila le scarpe e io mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo. Muovo lentamente le dita dei piedi, grata che siano ancora intatte. Cosimo sorride, poi avvicina le sue labbra alle mie. Restiamo li, a baciarci. Io seduta sul divano, le mie mani fra i suoi capelli. Lui in piedi, piegato verso di me, le sue mani sui miei fianchi.
Perdo totalmente la cognizione del tempo e dello spazio, esiste solo lui, le sue labbra, le sue mani che mi accarezzano delicatamente la schiena. Sposta la sua bocca sul lobo destro, lo bacia e lo mordicchia leggermente. Ridacchio, mi fa il solletico!
Poi, si sposta più giù, verso il mio collo. Lascia una tenera scia di baci delicati, mentre infila delicatamente una mano sotto la maglia. Mi sfiora la schiena fino ad arrivare al ferretto del reggiseno. Gioca un po, poi la mano scivola in avanti, sulla pancia. Un brivido mi percorre, ho la pelle d'oca. Se ne accorge e toglie prontamente la mano, staccandosi da me e guardandomi negli occhi.
-Se non vuoi, mi fermo.- sussurra, sorridendo teneramente.
Sorrido, ha l'espressione di un cucciolo.
-No, tranquillo.- sussurro a mia volta, alzandomi e facendo aderire nuovamente i nostri corpi e le nostre labbra.
Mi afferra saldamente i fianchi e mi solleva. Circondo la sua vita con le gambe e sorrido, rubandogli il cappellino e indossandolo. Si stacca leggermente e mi osserva, tenendomi sempre stretta per la vita.
-Ti sta benissimo- dice sorridendo
-Ahahah ma che dici, è enorme!-
-Ti sta bene comunque!-
-Ok, mi fido!- lancio il cappellino sul divano e mi rituffo nelle sue labbra, perdendo nuovamente la cognizione dello spazio.
Qualche secondo dopo sono adagiata sul letto, Cosimo mi sfiora con il suo corpo, senza schiacciarmi. I suoi baci si fanno più intensi, le mani scorrono veloci sul mio corpo. In un attimo mi libera della maglietta, poi si stacca e mi guarda, proprio come la prima volta nel motel. Ma stavolta lui non è uno sconosciuto qualunque, stavolta non ho paura di non essere all'altezza. Stavolta sono con il mio ragazzo, il ragazzo che amo più di me stessa. Questa volta sono pronta.
Gli sfilo la maglietta e faccio scorrere le mie mani sui suoi addominali, seguo con le dita il contorno dei tatuaggi e rimango a fissarli per qualche secondo. Poi sento Cosimo che mi slaccia il reggiseno con un unico, abile movimento.
-Ci sai fare con questi aggeggi eh?!- dico ridendo
-Già, ho fatto tanta esperienza....
-Non aggiungere altro, per carità!
Rido, lottando con la cintura dei suoi pantaloni. Ride anche lui, la sua risata candida mi riempie le orecchie. Mentre ancora cerco di aprirgli la cintura lui riesce a sfilarmi i pantaloncini. Sento la sua mano percorrere l'elastico degli slip poi, lentamente, me li sfila. Io nel frattempo riesco a liberarlo degli indumenti rimasti. Rimaniamo immobili per qualche secondo, tutti presi a contemplarci. E' bellissimo, come sempre. La luce fioca della lampada fa risaltare i suoi addominali, i tatuaggi brillano, ognuno di essi racconta una storia che merita di essere ascoltata.
Poi si riavvicina al mio corpo, accarezzandomi il seno e dandomi teneri baci sul collo.
-Sicura di essere pronta?
-Sicurissima.
Mi guarda negli occhi e mi bacia, in modo intenso e passionale, come non aveva mai fatto prima. Entra in me lentamente, senza farmi troppo male, restando deciso ma dolce. I suoi movimenti sono dolci, le sue mani non smettono un secondo di sfiorarmi, i suoi baci sono inebrianti, e con gli occhi cerca il mio sguardo. Non mi sono mai sentita così, è una sensazione fantastica, lui fantastico.
I suoi movimenti si fanno sempre più decisi, le sue mani stringono il mio seno, facendomi gemere. Poi si accascia su di me. Sento il battito accelerato del suo cuore che lentamente rallenta, tornando normale. Entrambi respiriamo affannosamente, lo guardo negli occhi e finalmente, capisco di aver trovato il mio posto nel mondo. Mi abbraccia e mi bacia la fronte, poi si sposta al mio fianco, mettendo un braccio attorno al mio ventre. Appoggio la mia schiena sul suo torace e cerco di riordinare i mille pensieri che mi affollano la mente.
-Cosimo?
-Si?
-Ti amo.
Sorride. -Anche io, da morire.
Detto questo, ci addormentiamo insieme.

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Capitolo 16
*** Altro sesso. ***


Hola chicos!
Allora, questo capitolo non mi piace particolarmente, è brutto e corto! Ma siccome sono masochista, ho deciso di pubblicarlo comunque .-.
Bene, recensite e... buona lettura!
Marss



Ho caldo. Tanto caldo.
Mi stropiccio gli occhi e mi guardo attorno, leggermente spaesata. Poi, con un sorriso, vedo il corpo di Cosimo accanto al mio. Sembra un bambino troppo cresciuto, il viso sereno mentre ancora dorme. Russa leggermente e la cosa mi fa ridacchiare. Cerco le mie mutandine, dove cavolo le ha buttate? Quando le trovo, ai piedi del letto, me le infilo, raccattando anche la maglietta e indossandola. Osservo Cosimo dormire beato e numerosi flashback della sera precedente mi tornano alla mente. Le sue mani calde, il suo tocco sicuro, il suo corpo sopra il mio. I suoi baci, le sue carezze, ricordo tutto alla perfezione, ricordo ogni singolo momento di quella notte perfetta, la più bella della mia vita.
Cercando di non far rumore vado in cucina a preparare due tazze di caffè. Canticchiando a bassa voce, torno in camera, appoggio le tazze sul comodino e mi ributto sul letto. Cosimo non da segni di vita, dorme ancora come un angioletto. Controllo l'ora sul telefono, le 12.30! Abbiamo dormito decisamente troppo e i miei si aspettano di vedermi tornare nel primo pomeriggio. Mi avvicino a lui e, delicatamente, lo scuoto. Niente, non si muove.
Sbuffando, comincio a scuoterlo più forte, ma ancora una volta non si sveglia. Avvicino le labbra al suo orecchio e gli lascio una scia di baci, mordicchiandogli il lobo e facendogli il solletico. A quel contatto sorride, aprendo lentamente gli occhi e fissandomi.
-Buongiorno amore- gli sussurro, baciandolo prontamente.
-Buongiorno!- risponde lui teneramente, sorridendo e approfondendo il bacio.
Si mette a sedere, mi cinge i fianchi con le braccia e mi fa sedere su di lui. Circondo il suo corpo con le gambe e mi lascio accarezzare la schiena, senza mai smettere di baciarlo. In un secondo mi ritrovo senza maglietta, mi accarezza il seno, dandomi piccoli baci sul petto . Scende lentamente, si sofferma all'ombelico e poi scende ancora, fermandosi sulle mie mutandine. Alza lo sguardo, come a chiedermi il permesso.
-Amore, è tardi... i miei mi aspettano...
-Non ci metterò molto...
-... ti ho preparato il caffè.
-lo preferisco freddo- dice, sorridendo e ricominciando a baciarmi il collo.
Lo inarco, lasciandomi completamente andare.
-Amore...
Non mi risponde, continua a baciarmi e ad accarezzarmi, si sfila la maglietta e i boxer in un colpo solo. Poi, lentamente, fa scivolare anche i miei slip.
-..il preservativo.
Lo cerca nel cassetto e lo infila rapidamente. Mi guarda negli occhi mentre entra in me, poi mi bacia. I suoi movimenti sono rapidi e decisi, dov'è finita la dolcezza di ieri sera?
-Ehi, rallenta! Mi fai male..
Si ferma, guardandomi negli occhi. Sembra.. spaventato.
-Oddio scusa. Scusa scusa scusa scusa. Non so cosa mi sia preso, non so spiegartelo... mi dispiace.
Non si muove, mi fissa semplicemente, continuando a scusarsi.
-Ehi tranquillo! Non devi scusarti, figurati- riprendo a baciarlo, muovendomi sotto di lui e accarezzandogli gli addominali.
Riprende a muoversi, questa volta con molta più dolcezza. Veniamo insieme, poi esce, stendendosi al mio fianco e abbracciandomi forte. Sono sudata, ho decisamente bisogno di una doccia.
-Posso approfittare della tua doccia?
-Certo, volevo farmela anch'io.
-La possiamo fare insieme, risparmiamo acqua!
-Non sarò certo io a rifiutare un invito simile!- esclama sorridendo, poi si alza e mi prende in braccio, facendomi il solletico sulla pancia e portandomi in bagno.
Rido, spensierata e felice, mettendogli le braccia intorno al collo e nascondendo il viso nell'incavo della spalla.
Apre l'acqua della doccia, fresca al punto giusto, e mi trascina sotto il getto. Rimaniamo qualche minuto ad osservarci, bagnati dal doccino. Poi prende una spugna e comincia a massaggiarmi la schiena, avvicinando le labbra alle mie e baciandomi con trasporto.
Finiamo di lavarci e usciamo, stringendoci in uno stesso asciugamano.
Il caffè sul comodino è ormai gelido, ma non importa, lo beviamo comunque.
Raccatto i miei vestiti che, ancora una volta, sono finiti sul pavimento.
Scendiamo e recupera la macchina in box, poi si avvia per le strade afose di Milano.
Arriviamo sotto casa alle 16, decisamente troppo tardi.
-Se i miei si arrabbiano sappi che ti uccido.- dico ridendo, avvicinandomi per baciarlo.
-Tranquilla, puoi sempre dirgli che avete fatto tardi e che non avete sentito la sveglia!
-Scusa plausibile...- ammetto, baciandolo un'ultima volta.
-Ci sentiamo stasera!- dice, mettendo in moto e partendo.
-A dopo! Chiamami tu!- rispondo. Poi citofono ed entro nel vialetto di casa.

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Capitolo 17
*** Comincia l'estate, la nostra estate! ***


Finalmente, con la fine della scuola, posso dedicarmi ai miei due amori più grandi: il letto e Cosimo! Amo fare lunghe dormite alla mattina e ora che la sveglia è stata disattivata posso restare a letto fino al primo pomeriggio.
Sento la vibrazione del cellulare sul comodino, ma decido di ignorarla. Voglio dormire un altro po'... La vibrazione riparte, poi si ferma, poi riparte nuovamente. Chi cavolo ha deciso di rompere stamattina?! Rassegnata, allungo un braccio e prendo il cellulare, guardando il display. Cosimo mi ha chiamata tre volte e mi ha mandato quattro messaggi, uno più minaccioso dell'altro. Sorrido, mentre sento arrivare il quinto messaggio, in cui si scusa per tutti gli altri. Scuoto la testa e compongo il suo numero.
-Amore! Buongiorno!
-'giorno- biascico io, stropicciandomi gli occhi e sbadigliando
-Dormito bene?
-Beh si, stavo dormendo bene. Poi qualcuno mi ha svegliato...
-Dimmi nome e cognome che vado a picchiarlo.
Rido -Scemo! Comunque, spero tu debba dirmi qualcosa di importante. Di molto importante, visto che mi hai svegliata!
-Ho una proposta da farti.
-Spara!
-Parliamone a voce, ho voglia di vederti. Passo a prenderti tra 30 minuti, credi di farcela?
Guardo l'orologio, le 13. Sento lo stomaco brontolare, non tocco cibo da ieri sera.
-Ok, ma devi portarmi a mangiare, muoio di fame!
-Sai che novità! Arnold Coffee in centro va bene?
-Ciambelle e caffè freddo?
-Come al solito!
-Allora ci metto anche 20 minuti! A tra poco!
Chiudo la telefonata e balzo giù dal letto. Mi infilo sotto la doccia, lego i capelli in una coda alta e mi vesto, shorts di jeans e canotta. Fa veramente troppo caldo, è solo il 20 di Giugno ma sembra già ferragosto! A Milano, poi, l'afa è tremenda.
Il citofono suona, saluto il mio fratellino e scendo di corsa le scale. Cosimo mi aspetta sulla sua decappottabile, bello e radioso come sempre. Entro in macchina e lo bacio, poi ci dirigiamo verso il centro.
Arnold Coffee è uno dei miei locali preferiti di Milano, mi piace andarci con Cosimo! E' una variante di Starbucks, che purtroppo in Italia non c'è. Lasciamo la macchina in un parcheggio sotterraneo in Corso Matteotti, poi ci avviamo a piedi, tenendoci per mano.
Milano è sempre uno spettacolo. Con il sole che fa brillare la madonnina poi, è una cosa meravigliosa. La piazza è gremita di turisti di ogni nazionalità, sento parlare almeno sei lingue diverse. Gruppi turistici giapponesi attraversano la Galleria guidati da una signora che tiene sollevato un ombrello, cercando di radunare il suo gruppo. Sorrido, mi piace vedere così tante persone, mette allegria!
Attraversiamo Piazza del Duomo, andando spesso a sbattere contro qualche turista distratto ed entriamo da Arnold. Come al solito c'è molta gente, ma riesco ad individuare un paio di poltroncine libere. Mi ci fiondo subito, lasciando Cosimo in fila, tanto sa bene cosa voglio. Qualche minuto dopo mi raggiunge, in mano ha due caffè freddi al caramello e un paio di ciambelle con la glassa. Comincio subito a mangiare, ho veramente fame!
-Allora, cosa dovevi dirmi?- chiedo, mandando giù l'ultimo boccone
-Non so come ho fatto, ma sono riuscito ad ottenere qualche settimana di ferie quest'estate. Non molte, ma tre settimane sicure dovrei averle prima di cominciare con il nuovo tour.
-Fantastico!- rispondo, sprofondando nella poltrona e sorseggiando il caffè -dove andrai?-
-Pensavo di portarti nella mia villa in Sardegna. Tu, io e qualche amico! Che ne dici?
Per poco non sputo per terra tutto il caffè.
-Hai una villa in Sardegna?! E da quando?
-Da un bel po' in effetti, ci vado raramente, tra la musica e il resto non riesco mai ad avere un po' di vacanza...
-Accidenti... beh amore, lo sai che mi piacerebbe molto venire in vacanza con te! Fosse per me partirei anche subito!
-Ma...?
-Ma mia madre sarà difficile da convincere! Sai com'è fatta!
-No problem, le parlo io!
-Converrà che le parliamo insieme! Dobbiamo rassicurarla che non mi accadrà nulla di male, che non collasserò sulla spiaggia e che non rimarrò incinta!
-E' ancora convinta che tu sia...?
-Non lo so, secondo me lo spera, spera che io sia ancora vergine. Ma credo che ormai si sia rassegnata all'idea. Come farei a resistere avendoti sempre accanto?
Sorride felice, mi bacia e mi abbraccia.
-Ti amo.
-Anche io! E spero tanto che mia madre mi dia il permesso, in fondo ho quasi 18 anni!
-Credo sia giusto che tu cominci a prenderti le tue responsabilità, devi diventare indipendente...
-Sappi che saresti tu il mio responsabile! Qualsiasi cosa mi accadrà, sarà colpa tua!
-Comincio a pentirmi di questa proposta...
-Scemo!- dico ridendo, tirandogli un pugno sulla spalla. Mi afferra il polso e mi attira a se, baciandomi con passione.
Finiamo le nostre bevande e usciamo, buttandoci nuovamente fra la folla.
-Se verrò al mare con te, avrò bisogno di qualche costume carino...
-Piccola, l'idea di vederti in costume da bagno mi è sempre gradita, lo sai!
-Ahahah lo so, lo so! Ma sai cosa significa questo? Shopping!
Lui mi guarda, disperato.

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Capitolo 18
*** Shopping sfrenato! ***


Decido di trascinarlo in ogni negozio del centro. Voglio assolutamente compare qualche costume e qualche abitino carino da poter mettere in vacanza. Certo, mia madre ancora non lo sa, ma ogni scusa è buona per fare un po' di shopping!
Provo diecimila costumi diversi, a fascia, a triangolo, colorati o a fantasia. Ogni volta che entro in un camerino, Cosimo mi segue e sono costretta a cacciarlo fuori, facendo ridere tutte le commesse. Ma, provato il costume, lo chiamo dentro, chiedendogli un parere. E, ogni santa volta, finiamo avvinghiati contro la parete.
Provo anche molti abiti, pantaloncini, canotte, maglie scollate e minigonne a balze. A fine giornata sono veramente soddisfatta, ho le mani piene di borse e Cosimo porta quelle che non riesco a tenere in mano! Ha l'aria sfinita, povero!
Torniamo nel parcheggio e saliamo sulla decappottabile.
-Come minimo mi merito una ricompensa- dice, guardandomi malizioso.
-Hai ragione! Eccola!- rispondo io, avvicinandomi e dandogli un bacio a fior di labbra.
Lui si avvicina di più e approfondisce il bacio, facendo incontrare le nostre lingue. Io, in tutta risposta, gli mordo il
labbro.

-Ahi, mi hai fatto male!
-Ehi, volevi una ricompensa no?!
-Mi riferivo a ben altro...
-Mi spiace, dovrai aspettare! Dobbiamo dire ai miei i nostri programmi per quest'estate!
-Dobbiamo proprio?
-Potessi evitarlo, lo farei volentieri!
Rassegnato, mette in moto e partiamo, diretti a casa mia.
Dopo una quarantina di minuti arriviamo nel parcheggio. Sono le 18, mia madre è sicuramente già in casa. Citofono e saliamo, facendo stare a fatica tutti i sacchetti nell'ascensore.
-Amore ma quanta roba hai comprato?!- mi chiede mia madre, aprendo la porta e aiutandoci con le borse.
-Signora- saluta Cosimo, entrando e stringendole la mano.
-Mamma, avevo bisogno di rinnovare un po' il guardaroba...
-Ma non dire sciocchezze, è già strapieno!
Cosimo si siede sul divano accanto a mio fratello, troppo preso dalla sua Xbox 360 per degnarci anche solo di un cenno. Poi però si accorge di Cosimo, quindi mette in pausa e chiacchiera un po' con lui.
-Ti sei data alle spese folli eh?!- dice mia madre, accompagnandomi in camera mia e frugando fra le borse, curiosa di vedere i miei nuovi acquisti.
-Già, volevo qualcosa di carino per l'estate...
-Wow, qualcosa di particolare in programma?
-Ehm, veramente si...
-Oh... raccontami tutto!
-Beh ecco, Cosimo ha un po' di ferie quest'estate, tra un tour e l'altro non riesce mai a staccare la spina. E io ho quasi 18 anni, insomma, sono responsabile! Dovrò cominciare a cavarmela senza di te, senza voi. Quindi...
-...vuoi andare in vacanza con lui.
-Ha una villa in Sardegna. Saremmo con dei suoi amici, se la cosa ti rassicura un po'...
-Beh, conoscendo Cosimo e i giri che frequenta no, la cosa non mi rassicura.
-Andiamo mamma, sono grande! So badare a me stessa anche se non te lo dimostro sempre, sono responsabile e non ti ho mai fatta disperare! Non sono mai stata un'adolescente ribelle e non sono mai stata innamorata come lo sono adesso. Ti chiedo solo questo..
Mi guarda, sorridendo.
-Ci penserò. Ne parlerò anche con tuo padre e poi ne riparleremo, va bene?
-Grazie mamma, ti voglio bene!- le dico, abbracciandola e dandole un grosso bacio sulla guancia.
Sentiamo strane grida in sala, così andiamo inseme a controllare. Osservo la scena che mi si presenta davanti agli occhi:
Cosimo e Simone (mio fratello) stanno giocando con l'Xbox, probabilmente a Fifa. Strano, Cosimo è sempre stato un grande appassionato di videogiochi eppure... sta perdendo. Sta perdendo contro un ragazzino di 13 anni. Un 31enne. Ok, non smetterò mai di sfotterlo!
Guardo mia madre e scoppiamo a ridere, vedendo Cosimo alzarsi di scatto dal divano, inveendo contro la televisione per un fallo (a suo dire) inesistente.
-Amore, non per interrompere la tua brillante esibizione ma... non avresti un concerto stasera?
-E' un Djset, devo essere in discoteca alle 23- risponde lui, senza alzare lo sguardo dalla televisione, troppo concentrato a cercare di vincere contro mio fratello.
-Cosimo, ti fermi a cena?- chiede mia madre. Ormai si è abituata ad averlo sempre per casa, spesso si ferma da noi. Anche se non lo ammette, so che le fa piacere vedere che lui è, infondo, un bravo ragazzo. E poi si fa sempre un sacco di risate quando mangiamo insieme!
-Volentieri, grazie signora.- risponde lui, girandosi giusto per sorridere a mia madre.
-Oh andiamo, ci conosciamo da un po' ormai! Chiamami Lorena!
-Perfetto! Grazie...Lorena.-
Sorrido soddisfatta, il mio ragazzo e mia madre che vanno d'accordo, perfetto!
Aiuto mamma a preparare la tavola, poi vado in camera mia. Sento squillare il telefono, è Chiara! Non la sento da un po', Cosimo occupa la maggior parte del mio tempo ormai!
-Ali! E' da una vita che non ti fai sentire!
-Chia! Si lo so, mi dispiace! Tutto bene?
-Yes! Senti, stasera cosa fai?
-Non so, Cosimo ha un Djset all'Amnesia...
-All'Amnesia?! Stavo per proporti di andarci!
-Ahahah seriamente?! Beh dai, allora ci può stare!
-Decisamente! Ma tu che fai, stai nel privè?
-Dipende se entro con te o con Cosimo...
-Dai non mi abbandonare!
-Tranquilla! Parlo con Cosimo e ti richiamo, ok?
Chiudo la telefonata e torno in soggiorno. Simone è riuscito a battere il mio ragazzo, che cerca di trattenersi dal lanciare il joystick.
-Amore, posso parlarti un secondo?
-Certo!- risponde, felice di potersi allontanare dalle risate di mio fratello.
Mi segue in camera e chiude la porta.
-Ti sei decisa a darmi la mia ricompensa?- dice, guardandomi maliziosamente e cingendomi la vita con le braccia. Mi attira a se, accarezzandomi la schiena. Sorrido e lo bacio, ma mi stacco non appena sento le sue mani sotto la mia maglietta.
-Cosimo! Non qui, non ora! Sei un pervertito!
-Ma... non stavo facendo niente di male!- sul suo viso compare un ghigno soddisfatto.
-Si come no. Comunque, volevo parlarti seriamente! Mi ha chiamata Chiara, chiedendomi di andare all'Amnesia stasera..
-E' dove ho il Djset!
-Si infatti! Volevo chiederti se lei può venire nel privè con noi...
-Non posso fare entrare chiunque nel backstage..
-Oh andiamo, è la mia migliore amica! Ha bisogno di uscire un pochino, si è appena lasciata con il suo ragazzo..
Bugia colossale, Chiara sta benone e il ragazzo in questione non esiste! Però è vero, ha bisogno di uscire un po'... mi aveva anche chiesto di presentarle qualche rapper strafigo, quindi quale migliore occasione del Djset dei Clut Bogo?!
-Verrà anche Emis Killer vero? Lo sai che lei lo adora....-faccio gli occhioni dolci, so che non mi resiste mai quando li faccio.
Sospira, sorridendo.- E va bene! Passiamo a prenderla alle 22.45, dille di essere puntuale!
-Grazie amore!- Gli stampo un bacio sulle labbra, poi prendo il cellulare e informo Chiara del programma. 

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Capitolo 19
*** Nuovi amori per Chiara! ***


Hola!
Allora, scusate per la lunga attesa! Ho avuto molto da fare e non sono mai riuscita a finire di scrivere il capitolo!
Il capitolo... ecco, sinceramente non mi fa impazzire! Potrebbero esserci degli errori, chiedo scusa, ma sono stanchissima! L'ho finito ieri notte e, anche se rischio di addormentarmi sulla tastiera, volevo aggiornare!
Spero che vi piaccia più di quanto piace a me! Recensite! Un bacio
Marss




Quando arriviamo davanti all'Amnesia, alle 23.05, facciamo fatica a parcheggiare la decappottabile. Il locale dev'essere strapieno, anche perché i Clut Bogo attirano sempre un sacco di gente!
Scendo dalla macchina e mi avvicino a Cosimo, prendendolo per mano. Poi mi giro, cercando lo sguardo di Chiara. Indossa un abitino nero attillato, scarpe col tacco nere e una tracolla dorata. I lunghissimi capelli castani le cadono morbidi sulle spalle e il trucco leggero la fa sembrare una modella. E' bellissima, come sempre, ma lei non lo sa. Credo sia la persona con meno autostima che io conosca. Non riesco proprio a farle entrare in quella testolina che è veramente splendida e neanche le attenzioni che le rivolgono i ragazzi riescono a farle cambiare idea. Alza lo sguardo e mi sorride, incerta. Lascio la mano di Cosimo e la aspetto, facendo cenno al mio ragazzo di andare avanti, lo avremmo raggiunto subito. Quando Chiara si avvicina la prendo sotto braccio, rischiando di inciampare, imbranata come sono a camminare con i tacchi alti.
-Ehi, tutto bene?- le chiedo dolcemente
-Non lo so Ali... non so neanche perché ti ho chiesto di venire qui! Non è nel mio stile, non è nel mio modo di fare! Io odio le discoteche! Ti prego riportami a casa!
-Ehi ehi ehi, rilassati! Non andremo sulla pista da ballo, se la cosa ti tranquillizza! Resteremo nel privè mentre Cosimo e gli altri suonano, poi staremo con loro! Ti starò accanto, te lo prometto.
-Non so, non sono convinta. Ma che mi è venuto in mente, quando mai ti ho chiesto di andare in discoteca io!
-Beh, per il concerto dei Clut Bogo allo Zarro non hai fatto tante storie!- le rispondo, lasciandomi sfuggire un sorriso in ricordo di quella serata.
-Si, ma solo perché c'erano loro!
-Senti, ormai siamo qui. Ti sei vestita e truccata, sei uno schianto ragazza mia, lasciatelo dire! Ti prometto che ti starò vicina
-Si, fino a quando Cosimo non pretenderà la tua presenza per fare porcherie nel bagno!
Sono costretta a fermarmi per non cadere, visto che comincio a ridere a crepapelle.
-Ma smettila! Lui può avermi quando e quanto vuole, riuscirà a resistere per una sera! Non so se riuscirai a resistere tu, quando scoprirai chi c'è nel privè insieme ai Clut Bogo...
-Oh, ora sono curiosa! Chi c'è?
-Sorpresa! Allora, ancora convinta di voler tornare a casa?
Chiara finge di pensarci, ma so già che sono riuscita a convincerla
-E va bene, entro!
-Brava ragazza!- esclamo, prendendola nuovamente sotto braccio e conducendola nel retro del locale.
Una guardia del corpo controlla i nostri pass, poi ci fa passare, augurandoci una buona serata.
Il backstage delle discoteche è sempre un gran casino, la gente corre ovunque e tutti urlano. A fatica riusciamo a raggiungere il corridoio dove dovrebbe esserci il privè dedicato ai Clut Bogo, rischio di cadere un paio di volte e andiamo a sbattere contro diverse persone.
-Ali!- mi sento chiamare, così mi giro. Jack mi viene in contro sorridendo.
-Jack!- lo saluto io, andando ad abbracciarlo. E' uno dei migliori amici di Cosimo, cantano insieme, ed è assolutamente fantastico! E' una delle persone più simpatiche che conosca e in più rappa da paura!
-Cosimo mi ha mandato a prendervi, aveva paura che qualcuno vi rapisse!
-Che sciocchezze! Lui non poteva muovere il culo vero?- chiedo io, per niente meravigliata.
-Sai com'è fatto...- scherza lui.
-Ah, quasi dimenticavo. Jack, lei è Chiara! Chiara, Jack!- presento i due, che si stringono la mano. Chiara arrossisce, mentre Jack la squadra da capo a piedi, sorridendo soddisfatto.
-Ehi, andiamo?- chiedo io, impaziente di scappare dal delirio che mi circonda.
-Certo certo, scusa...- fa Jack, lanciando un ultimo sguardo a Chiara e poi facendoci strada tra la gente. Strizzo l'occhio alla mia migliore amica e lei mi sorride incerta.
Arriviamo davanti alla stanza, c'è un enorme cartello scritto a computer, con l'elenco degli artisti a cui è “dedicato” il privè: Clut Bogo, J A, Entik e, subito sotto, Emis Killer. Capisco che Chiara ha letto il cartello quando la sento sussultare. Ha sempre avuto una cotta per Emis, ma lui è un “cattivo ragazzo”, uno di quelli che cambia ragazza ogni sera, uno di quelli che fa soffrire la gente. Questo è uno dei motivi per cui non l'ho mai presentato alla mia amica, ci tengo troppo a lei per permettere ad un ragazzo di farla a pezzi. Ma Chiara ha seriamente bisogno di distrarsi, tra qualche problema in famiglia e l'autostima sempre sotto i piedi, spassarsela con un ragazzo non può certo creare danni!
-Sorpresa!- le sussurro all'orecchio, mentre la prendo sottobraccio e la conduco nella grande stanza oltre la porta.
-Dovevo immaginarlo- fa lei, nervosa. La conosco fin troppo bene e so che, appena ne avrà l'occasione, scapperà a gambe levate, per questo decido di tenerla per un braccio!
Anche la stanza è piena di gente che urla, ma soprattutto di artisti che stappano birre e si passano sigarette accese.
Cosimo sta bevendo un sorso di birra quando mi vede. Molla la bottiglia sul tavolo e mi viene incontro, baciandomi come se non ci vedessimo da mesi.
-Ehi voi due, vi siete forse dimenticati che questo è un luogo pubblico?! Andiamo, un po' di contegno!- dice Jack, sempre pronto a scherzare.
-Ma smettila Jack, che se potessi ti scoperesti l'amica di Alice seduta stante!- risponde prontamente Cosimo, guardando prima l'amico e poi Chiara.
Lei arrossisce violentemente e fa qualche passo indietro, leggermente spaventata.
-Andiamo, finitela voi due! Jack, levale gli occhi di dosso, subito!- dico io, raggiungendo Chiara e rimproverando i due ragazzi.
Tutti ridono, ma poi ognuno torna ad occuparsi delle proprie faccende.
-Tutto bene? Mi dispiace, Cosimo è un'idiota! Non la passerà liscia!
-Ma no Ali tranquilla, non è successo niente di grave! Diciamo che potrei quasi prenderlo come un complimento...
-Così si parla! Vedi il lato positivo, quella scimmia senza cervello del mio ragazzo stava solo facendo notare il comportamento di Jack. E, devo ammetterlo, non posso biasimarlo: stasera sei veramente bellissima, tutti gli occhi maschili sono puntati su di te!
-Andiamo Ali, non dire stupidaggini!
-Non sto dicendo cazzate! E' la verità Chia, tutti i ragazzi presenti nel backstage, vedendoti passare, si sono girati a guardarti! Quindi, o avevano tutti il torcicollo, oppure sei uno schianto!
-Va beh, farò finta di crederci!
Mentre parla non si accorge che l'ultimo artista arriva, in ritardo, nel privè.
-Bella raga!- dice, sorridendo e salutando tutti con una pacca sulla spalla! -Alice! Quanto tempo che non ci vediamo!
-Già da troppo tempo! Emis, volevo presentarti una mia amica, Chiara. Chia, lui è Emis Killer.
-Piacere!- esclama lui, porgendole la mano e facendo correre il suo sguardo lungo tutto il profilo della mia amica.
-Piacere mio...- risponde lei, timidamente, senza alzare lo sguardo dal pavimento. Improvvisamente cala il silenzio, tutti fissano Chiara e Emis che si stanno ancora stringendo la mano. Lui non stacca gli occhi dal suo viso, sembra quasi ipnotizzato. Lei, al contrario, non riesce ad alzare lo sguardo, lancia fugaci occhiatine al ragazzo davanti a lei ma continua a fissare il pavimento, mordicchiandosi le labbra.
Si sente la tensione, così Jack decide di rompere il silenzio:
-Raga ma che mortorio è diventato sto posto?! Forza che ci aspettano delle fighe da paura nella sala!
Rido, ringraziandolo mentalmente. Tutti riprendono a parlare e ben presto la stanza si svuota. Rimaniamo solo io, Chiara, Cosimo ed Emis, che nel frattempo si è staccato dalla ragazza, andando a prendersi una birra.
-In bocca al lupo amore, stendili tutti!
-Crepi! Ci vediamo dopo!- mi risponde, tenendomi stretta a lui e dandomi teneri baci sul collo. -Volete venire dietro il palco?- chiede, rivolgendosi a me e Chiara.
-Se non siamo di troppo disturbo...
-Tu non disturbi mai piccola!
Mi sciolgo per il modo in cui ha detto “piccola”, è tenerissimo!
-Allora va bene!- esclamo, guardando Chiara in cerca di conferma.

Se nel privè c'era casino, dietro al palco è un vero delirio! La gente sembra completamente ubriaca (e non escludo che non lo sia davvero), tutti urlano e corrono come dei pazzi.
-E questo è solo un Djset! Non oso immaginare com'è il retroscena di un concerto vero e proprio!- dico, cercando di evitare la gente che, immancabilmente, mi viene addosso.
-E' ancora peggio, fidati!- mi risponde Emis, sorridendo divertito.
Durante il breve tragitto dal privè al palco non ha fatto altro che parlare con Chiara. Non sono riuscita a sentire cosa si dicevano, ma tanto so che la mia migliore amica mi racconterà tutto appena i due ragazzi saliranno sul palco! L'ho vista ridere però, si è rilassata e adesso sorride, un bellissimo sorriso a 32 denti.
-Beh, è ora di andare!- dice Emis, guardando Chiara e poi dirigendosi verso il palco, seguito a ruota da Cosimo. Quando i due si allontanano mi avvicino a Chiara e comincio a riempirla di domande sulla sua chiacchierata con il ragazzo.
-Oh Ali, è dolcissimo! Non che mi abbia detto niente di particolarmente dolce, ma il modo in cui mi parla fa emergere un lato di lui che non credevo esistesse! Insomma, nelle sue canzoni sembra sempre arrabbiato, contrariato, deluso, col cuore spezzato.. deve averne passate tante, ma nonostante tutto riesce a trovare la forza di sorridermi e di parlarmi come se fossi la ragazza più carina della terra!
Rido –Chi lo avrebbe mai detto eh! Chiara innamorata!
-Non sono innamorata! Non credo almeno, non ci si innamora di una persona nel giro di 20 minuti! Diciamo che ho preso una gran bella cotta!
-Lo sapevo che vi sareste piaciuti subito! Di cosa avete parlato?
-Di tutto, dei miei hobby, della scuola, degli amici, della sua musica, dei progetti per l'estate...
-Sono davvero felice per te! Spero che la cosa vada avanti!
-Lo spero tanto anche io! Grazie per avermi portata qui con te, grazie per le tue parole di conforto, prima. Sarei tornata indietro di corsa se non ci fossi stata tu a trattenermi!
-Tranquilla, non devi mica ringraziarmi! Sono o non sono la tua migliore amica? Il mio dovere è fare questo!
Ci abbracciamo, sorridendo. Nel frattempo il Djset è iniziato, sento le voci di tutti gli artisti e, avvicinandomi al palco, distinguo Cosimo camminare avanti e indietro, sorridendo alla folla e cantando, con la sua magnifica voce, quelle canzoni che conosco ormai a memoria.
Quando parte “Tornerò da re” il mio cuore comincia a fare le capriole, ricordando come la mia storia con Cosimo ha avuto inizio.
-Questo pezzo volevo dedicarlo alla mia ragazza che mi sta ascoltando dal backstage. Quando l'ho vista, ad un nostro concerto, stava ballando sulle note di questa canzone. Non lo dimenticherò mai, ti amo piccola!
Non l'ha fatto sul serio. Non mi ha seriamente dedicato il loro pezzo davanti a centinaia di ragazzi urlanti. Mi brillano gli occhi, non posso crederci! Mentre canta, Cosimo si gira, cercando il mio sguardo. Sorride quando mi vede, mi fa l'occhiolino e poi torna a dedicarsi alla canzone.
-Ali non svenire mi raccomando!- scherza Chiara, venendomi vicino e tenendomi per un braccio.
-L'ha fatto davvero?
-Si tesoro, non stai sognando. E' la cosa più romantica che abbia mai visto!
Non replico, ogni parola sarebbe superflua.
Quando il Djset finisce gli artisti salutano i fan, sono le 4 del mattino e cominciamo ad essere veramente stanchi.
-Ragazzi io non mi reggo più in piedi dal sonno!- esclamo, abbracciata a Cosimo sul divano del privè.
-Vieni da me stasera?- mi chiede lui, baciandomi la testa
-Qualcosa mi dice che non dormirete molto stanotte!- scherza Jack.
-Smettila scemo!- gli dico, ridendo. -Va bene comunque! Quando vuoi andiamo- dico, rivolta a Cosimo.
-Anche subito se vuoi, sono stanco morto!
-Dobbiamo riaccompagnare a casa Chiara prima...
-No tranquilli, ci penso io a portarla a casa!- è Emis a parlare. Li guardo, sono seduti vicini su un divano, lui ha un braccio intorno alla spalla di Chiara, che sorride compiaciuta.
Guardo la ragazza, cercando di capire se è d'accordo.
-Vai a casa tranquilla Ali, sono in buone mani!- risponde lei, ridendo
-Buonissime mani!- replica Emis, guardandola negli occhi e accarezzandole un un braccio.
-Se fai qualcosa contro la sua volontà giuro che ti appendo per le palle ad un lampione!- dico, rivolta al ragazzo.
Tutti ridono, ma io sono serissima. Non deve ferirla in alcun modo, non gli conviene.
-Tranquilla Ali, stiamo qui un altro po' con gli altri e poi la riporto a casa! Non ci fermeremo in nessun motel!
-Ti conviene. Beh, buonanotte!
Saluto tutti con un bacio sulla guancia, abbraccio Chiara e le sussurro di chiamarmi se ha bisogno, lascerò il cellulare acceso.
Poi prendo per mano Cosimo e insieme ci dirigiamo verso il parcheggio. 

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Capitolo 20
*** Sardegna, arriviamo! ***


Allora, lo so. Il capitolo è cortissimo e vi ho fatto aspettare un sacco, mi dispiace! Il prossimo sarà più lungo, promesso!


-Alice sbrigati, non vorrai perdere l'aereo!
-Un minuto mamma, dammi un minuto!
-Io te lo do anche, ma il pilota non aspetta certo te!

Tutte le volte la stessa storia, quando devo partire sono in ritardo! Beh, in realtà sono sempre in ritardo, in qualsiasi situazione...
Sento il telefono squillare, è ancora Cosimo. Mi ha chiamata 10 volte negli ultimi 5 minuti, mia madre non lo fa salire perché pensa che mi potrei distrarre.
E' il 20 Luglio e finalmente partiamo per la Sardegna! I miei genitori alla fine hanno acconsentito, a malincuore, ma si fidano abbastanza di me e Cosimo. Ormai lo conoscono, certo non stiamo insieme da molto, ma hanno imparato ad apprezzarlo! Diciamo che confidano nel mio buon senso...
Dopo aver passato in rassegna le valigie per la quinta volta, mi decido ad uscire dalla mia camera. Cosimo mi aspetta nel parcheggio, quindi devo salutare subito i miei genitori.
-Mi raccomando, comportati bene! Mangia, prendi tanto sole e divertiti!
-Grazie mamma, e stai tranquilla!
-Ti invidio cara, verrei volentieri anche io in Sardegna...
Mi abbraccia e mi stampa un bacio sulla guancia, poi controlla nuovamente la borsa a tracolla che mi ha affidato, in cui ha messo documenti, caramelle, farmaci per il mal di testa e la lista dei numeri utili.
-Questa tienila sempre a portata di mano, mi raccomando!
-Va bene mamma, stai tranquilla!
-Forza Lorena, ora basta! Starà via due settimane, non due mesi!
Mio padre è il migliore, non c'è che dire!
-Grazie pà! Vi chiamo appena atterro. Ciao!
-Ciao piccola, divertiti!
Finalmente riesco a raggiungere Cosimo e a caricare, a fatica, i bagagli in macchina.
-Pronti? Possiamo partire?- fa lui, ridendo
-Direi di...- non faccio in tempo a formulare la frase, vengo subito interrotta da una voce.
-Ali! Cosimo! Che ci fate qui?
Ecco, ci mancava solo Andrea, il mio vicino.
-Ehi! Stiamo partendo...- rispondo, sperando di poter velocizzare la conversazione. Cominciamo ad essere seriamente in ritardo.
-Ma dai, partiamo tra poco anche noi!
-Bello! Dove andate?
-Sardegna, vicino ad Alghero, voi?
-Stai scherzando? Cosimo ha una casa in zona, stiamo andando lì con alcuni amici...
-Che coincidenza! Beh allora ci becchiamo di sicuro! Noi partiamo tra tre giorni però.. siamo io, Matteo, Stefano, Simone, Davide e Cristian!
-Niente ragazze?
-No cara, le ragazze ce le troviamo lì!
-Ehm, non per interrompervi ma... Ali, perdiamo l'aereo!- dice Cosimo, guardandomi.
-Oh si scusa! Dai allora ci sentiamo, magari una sera ci possiamo vedere!
-Con piacere! Ti chiamiamo noi! Divertitevi, buon viaggio!
Finalmente riusciamo a metterci in macchina e partire, siamo in ritardo.
-Ma tu guarda che coincidenza!- esclamo, ripensando alla conversazione
-Veramente, sembra quasi fatto apposta!
-Ahahah Andrea e gli altri non sono così intelligenti, non mi stupirei se portassero il fumo in aeroporto sperando di
evitare i cani antidroga...

Ridendo, imbocchiamo la tangenziale che ci porta dritti all'aeroporto di Malpensa.
Jack, Joe, Simona (moglie di Joe), Alberto (manager), J-A e altri tre ragazzi che non conosco ci aspettano al check in, urlando come dei pazzi quando ci vedono!
-Con più calma la prossima volta, mi raccomando!- dice sarcastico Jack
-Scusa, mi hanno trattenuta...- rispondo, andando ad abbracciarlo
-Si, lo so io chi ti ha trattenuta...- fa lui, spostando maliziosamente lo sguardo da me a Cosimo
-Sei sempre il solito pervertito fra!- gli risponde Cosimo, tirandogli una pacca sulla spalla
-Pronto? Perdiamo il volo seriamente! Andiamo, avrete due settimane di tempo per fare i poppanti!- Simona rimprovera i due ragazzi, che si tirano pugni e ridono come dei bambini.
Simona è una ragazza molto solare e simpatica, l'ho conosciuta durante un Djset dei Clut Bogo. Proprio non so come faccia a sopportare tutti loro da così tanto tempo! Lei e Joe si sono conosciuti due anni fa, e tra alti e bassi, si sono sposati. Quando ho conosciuto i Clut Bogo era un momento “no”, lei lo aveva lasciato. Ma ora stanno bene, sono tornati insieme e le cose fra loro vanno a gonfie vele!
-Grazie Simo, se non ci fossi tu...- le sorrido, andandole vicino.
-Dobbiamo farci forza, saremo le uniche donne per due settimane!
-Non mi ci fare pensare, toccherà a noi fare tutto!
-Se lo possono scordare, o si collabora oppure io e te andiamo da un'altra parte!
Rido, condividendo in pieno il suo pensiero.
Recuperati i bagagli e calmato i due, raggiungiamo finalmente l'aereo, prendiamo posto e decolliamo.
Sono seduta fra Cosimo e Jack, che continua a fare il cretino e a provarci con la povera hostess che ci serve da bere. Mi stringo a Cosimo, che mi da un tenero bacio sulla fronte.
-Pronta?
-Assolutamente. Non vedo l'ora di passare due settimane con te, sole, mare...
-...sesso
-Eccolo, il pervertito!
-Ahahah l'ho detto solo per farti arrabbiare!
-Certo, come no!
Lo abbraccio e lo bacio, pensando che, in fondo, è per questo che lo amo.

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Capitolo 21
*** Casa dolce casa, finalmente! ***


So che vi avevo promesso un capitolo lungo e questo non lo è per niente, ma abbiate pietà di me! La scuola mi sta uccidendo T.T Il prossimo sarà migliore, ve lo giuro!




Il recupero bagagli è traumatico.
Siamo tutti ammassati attorno al nastro trasportatore, Jack urla come un pazzo tutte le volte che vede una valigia blu, sbuffando nervoso quando si accorge che non è la sua.
-Jack, ti calmi per favore? Vedrai che arriva anche la tua...- cerco di tranquillizzarlo, trattenendo a stento una risata. Tutti siamo riusciti a recuperare la valigia, quindi manca solo la sua e, per quanto la situazione possa essere considerata traumatica, non posso fare a meno di ridere.
-Sempre la solita sfiga”- esclama, disperato
-Frà, ma che ci avevi messo in quella valigia, droga?- gli chiede Joe, tenendo stretta a se Simona che ride a crepapelle.
-Ma ti pare? Cosa vuoi che ci sia, lo so che le controllano!
-Si ma non possiamo stare qui tutto il giorno!- esclama Cosimo, impaziente di raggiungere la sua amata villa -Volevo andare in spiaggia prima di sera!-continua
-Amore, dai! Povero, ha perso il bagaglio!- rimprovero il mio ragazzo che non ha il minimo tatto per queste cose
-NON L'HO PERSO! Sarà... da qualche parte! Ma lo troveranno, va bene?- Urla Jack, ora totalmente disperato.
-Senti Frà, Cosimo ha ragione. Non possiamo stare qui tutto il giorno! Vai all'ufficio reclami a chiedere e poi ce ne andiamo!- J A, rimasto in silenzio fino a quel momento, cerca di calmare Jack.
-Ti accompagno io!- dico, prendendo il ragazzo sottobraccio e dirigendoci all'ufficio.
 

Quaranta minuti più tardi siamo nelle due macchine noleggiate. Jack ha il broncio. E' probabile che la sua valigia sia dispersa, quindi devono rintracciarla e potrebbe volerci un bel po' di tempo.
-Ma lei lo sa chi sono io? Sono Jack dei Clut Bogo! Non può dirmi che avete perso la mia valigia!- Jack aveva urlato contro la povera segretaria, che cercava di calmarlo, rassicurandolo e promettendo di fare tutto il possibile per rintracciare il bagaglio.”
-Jack, levati subito quel muso e goditi l'aria marina!- gli dice Simona, cercando di far tornare il sorriso all'amico.
-La fai facile te! Tanto sono io quello che è rimasto senza mutande pulite!
Non posso fare a meno di ridere e mi guadagno un'occhiataccia da parte del ragazzo.
-Ma dai, appena arriviamo andiamo per negozi a comprare quello che ti serve!- gli risponde Simona, sorridendo.
Finalmente, dopo una buona mezz'ora di viaggio, arriviamo alla villa di Cosimo. Entra nel vialetto lentamente, così ho il tempo di guardarmi attorno.
Il cancello in ferro battuto che si apre davanti a noi è enorme e da accesso ad un ampio viale, in ghiaia, circondato da un immenso e verde giardino. Ci sono alberi e fiori ovunque e, poco distante dalla stradina, noto un laghetto circondato da sassi, con un salice piangente al lato e una panchina in legno sotto le fronde.
La villa è gigantesca! Due piani, veranda e un grande terrazzo al piano superiore. Le imposte sono chiuse, ma in veranda c'è già un tavolo con sei sedie attorno.
-Casa dolce casa, finalmente!- esclama Cosimo, scendendo dalla macchina e respirando a pieni polmoni.
-Cavoli, questo posto è.. fantastico!- di tutto il gruppo, ero l'unica a non aver mai visto la casa di Cosimo
-E non hai ancora visto la piscina...- dice lui, sorridendo a trentadue denti
-Piscina?
-Si, sul retro! Scarichiamo i bagagli e ti porto a vederla..- ma non fa in tempo a finire la frase che l'ho già preso per mano, trascinandolo attorno alla villa, troppo curiosa di vedere il resto.
-Ehi piccola rallenta! Abbiamo due settimane per vederla!
-Volevo vederla subito...- dico, fermandomi ad ammirare l'enorme vasca.
La piscina è circondata da piastrelle beige, con sdraio e ombrelloni, scalette per entrare in acqua e un paio di trampolini.
-Non ti fai mancare niente eh!- dico, ridendo e abbracciandolo.
-Mi piace viziarmi...
-Non si era capito!- rispondo ironicamente, alzandomi in punta di piedi per baciarlo. E' il primo momento che passiamo da soli e ho la sensazione che non avremo molte occasioni per goderci in pace la nostra relazione. Restiamo abbracciati per un po', poi un fischio ci interrompe.
-Ehi voi due! Avete intenzione di darci una mano a scaricare le valigie o dobbiamo fare tutto noi?- J-A ci fissa, ridendo.
Sbuffo -Arriviamo! Cominciate pure...
-Non mi freghi bella! Forza, muovi quel culo!
Quando portiamo i bagagli in casa rimango, per l'ennesima volta, sbalordita. L'interno è ancora meglio di quello che mi aspettavo! Sapevo che Cosimo aveva buon gusto, ma questa casa è spettacolare! La porta dava su un ampio ingresso, con le pareti bianche e un meraviglioso parquet in mogano che ricopre tutto il primo piano. In fondo all'ingresso, una grande scala bianca porta al piano superiore.
-Eccoci! Raga, portate la roba di sopra! Intanto faccio fare un giro ad Alice...- detto questo, Cosimo mi sfiora la schiena e mi conduce alla destra della scala.
Entriamo in un grandissimo salotto: da un lato ci sono due divani ad angolo in pelle bianca, davanti ad essi un televisore a schermo piatto e un tavolino in legno. Un'intera parete è coperta da mobili e scaffali neri, pieni di DVD e CD. Mi avvicino per leggere qualche titolo.
-Cavoli, hai un'ampia scelta qui!
-Mi piacciono i film!
-E ovviamente non poteva mancare la Play Station...
-Ehi, i videogiochi sono un diritto inalienabile!
Rido, facendo scorrere le dita sulle custodie dei CD, leggendo distratta i titoli.
Dall'altro lato della stanza ci sono delle poltrone, sempre in pelle, disposte in semicerchio e rivolte verso la portafinestra che da sul retro.
Tornando nell'ingresso, arriviamo alla cucina. Anche questo locale è grandissimo, con uno splendido piano cottura e un tavolo in vetro con numerose sedie attorno.
-C'è un piccolo bagno, la porta subito alla sinistra della scala. Di sopra ci sono le camere da letto e un altro bagno. Vieni, ti faccio vedere.
Saliamo insieme le scale, mano nella mano.
Un lungo corridoio porta a diverse stanze. Entriamo in una di queste, probabilmente la nostra camera.
Un grandissimo letto matrimoniale troneggia al centro della stanza. Le lenzuola sono bianche e soffici, ai lati ci sono due piccoli comodini neri e due tappeti persiani. Una parete è completamente occupata dall'armadio bianco, con le ante scorrevoli. Le finestre sono enormi e la vista è spettacolare. Esco sul balconcino e mi guardo attorno: il giardino della villa è veramente molto grande, ma in lontananza si vede il mare.
Cosimo mi raggiunge e mi cinge il fianco con un braccio, avvicinandomi a se.
-Allora, ti piace?
-E'... è tutto meraviglioso Cosimo! La villa, il giardino, la piscina... sono senza parole, veramente.
-Mi fa piacere. Forza, disfiamo le valigie e andiamo in spiaggia! Vado ad avvertire gli altri!
Esce dalla stanza, così decido di rientrare. Mi guardo attorno ancora una volta, soddisfatta.
Poi, stanca, decido di buttarmi sul letto.
Credo di non aver mai provato un materasso così morbido! Possibile che tutto in questa casa sia così perfetto? Mi rotolo felice sulle lenzuola, sorridendo. Uno dei cuscini profuma di Cosimo, dev'essere lì che dorme. Affondo la testa nel cuscino e respiro profondamente, assaporando il suo profumo e addormentandomi. 

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Capitolo 22
*** Incontri. ***


Salve a tutti! Il capitolo non è lunghissimo, mi dispiace, ma ho pochissimo tempo e non ho potuto scrivere più di cosi! Domani parto, quindi per un mese non aggiornerò più! Colgo quindi l'occasione per augurare a tutti BUONE VACANZE :D
Un bacione!
Marss








Le giornate in Sardegna scorrono troppo velocemente per i miei gusti. Siamo qui da una settimana ormai, ma già desidero restarci per sempre. Cosimo è fantastico, dolce, premuroso... la convivenza con lui è ancora meglio di quanto potessi sperare. Amo svegliarmi ogni mattina con i suoi baci delicati, ma amo ancora di più addormentarmi con lui dopo aver fatto l'amore.
-Buon giorno piccola- mi sussurra nell'orecchio, baciandomi il lobo.
Mi giro verso di lui, sorridendo, tenendo gli occhi chiusi e cercando le sue labbra.
-'giorno- dico, staccandomi da lui e stropicciandomi gli occhi.
-Pronta per un'altra giornata di mare?
-Assolutamente! Vado a fare colazione...
-Non serve che scendi, te l'ho già preparata!
Strabuzzo gli occhi e mi giro: sul comodino c'è un vassoio con succo d'arancia, fette biscottate con Nutella e marmellata e un caffè.
-Quanto posso amarti?!
Cosimo sorride, avvicinandosi ancora una volta e facendo combaciare le sue labbra con le mie. Faccio aderire i nostri corpi e infilo una mano sotto la sua maglietta, togliendogliela.
-Siamo di buon umore stamattina eh!- dice lui, ridendo e spogliandomi velocemente.
Facciamo di nuovo l'amore, ed è fantastico.

-Forza pigroni, il mare ci aspetta!- la voce di Jack ci interrompe. -posso entrare o non siete presentabili?
Mi infilo le mutandine e la maglia del pigiama, Cosimo si mette i pantaloncini e va ad aprire la porta.
Jack entra di corsa e si butta sul letto urlando, schiacciandomi contro il materasso.
Rido, pesa molto e faccio fatica a respirare -Jack sposta subito il tuo culo dal letto!- urlo, cercando di
divincolarmi.

-Ehi ma c'è una festa qui!- J A si affaccia alla porta della stanza in pigiama, ridendo divertito!
-Si, ci si diverte molto! Forza, raggiungimi!- dice Jack, senza spostarsi di un millimetro dalla sua posizione.
-Non osare!- dico, rivolgendomi a J A che si avvicina di corsa al letto.
-BANZAI!- Urla lui, lanciandosi sopra Jack e quindi sopra di me.
Jack ride come un pazzo, seguito a ruota da J A e da Cosimo, che osserva la scena divertito
-Ragazzi, vi voglio bene anche io, ma mi state schiacciando!- dico, ridendo
Anche Simona e Joe entrano in camera e ci guardando ridendo
-Forza raga scendete, la state spappolando!- dice Simona, avvicinandosi al letto e trascinando giù i due amici.
Finalmente riprendo a respirare normalmente, ma non riesco a non ridere a crepapelle.
-Siete due scemi!
-Grazie, troppo buona!- dice Jack, porgendomi una mano e aiutandomi ad alzarmi.
Tutti avevano già fatto colazione, quindi ci cambiamo e ci dirigiamo, come tutte le mattine, in spiaggia.
Il mare della Sardegna è qualcosa di meraviglioso. L'acqua è limpida, il fondale splendido, la sabbia bianchissima. Cosimo mi è sempre accanto, prendiamo il sole insieme e facciamo il bagno, nuotando uno accanto all'altro. Cosa potrei volere di più?
-Chi arriva ultimo paga da bere!- urla Jack, correndo come un bambino verso l'ombrellone
-Tanto ti batto!- risponde J A, seguendolo ridendo.
-Amore, tu non corri?- chiedo a Cosimo, stringendogli il braccio.
-Nah, lasciamo divertire i piccoli!- mi mette una mano sul fianco, attirandomi a se e baciandomi lievemente il collo.
Simona ci raggiunge, abbracciata a Joe e seguita da Alberto, il manager dei Clut Bogo che fino ad ora era rimasto in disparte.
-Ragazzi, stavolta tocca a me la sdraio sotto l'ombrellone!- dice Alberto, riferendosi alla sistemazione in spiaggia.
Cosimo, in quanto proprietario della villa, ha a disposizione un pezzetto di spiaggia, delimitata da una corda di velluto rosso che vieta l'ingresso alle altre persone. A me sembra un po' esagerata come cosa, lo fa apparire come uno di quei vip altezzosi che vuole evitare in ogni modo il contatto con la gente “normale”. Ma Cosimo è fatto così, è uno che se la tira e gli piace essere ammirato.
Arrivati in spiaggia ci sistemiamo sui lettini, Simona si spalma la crema solare e si stende al sole, come ogni giorno. Vuole un'abbronzatura perfetta, quindi passa metà della sua giornata sotto il sole. Non so proprio come faccia a resistere, io non riesco a starci per più di dieci minuti! Decido di buttarmi subito in acqua, fa molto caldo.
-Che fai, vieni con me?- chiedo a Cosimo, che nel frattempo si è sdraiato su un lettino all'ombra.
-Comincia ad andare, ti raggiungo tra poco!
La sabbia scotta da morire, quindi cammino velocemente fino al bagnasciuga, fino a quando riesco a bagnarmi i piedi con l'acqua fresca del mare.
C'è tanta gente in spiaggia oggi, vedo padri e figli giocare a riva, facendo bellissimi castelli di sabbia che poi vengono spazzati via dalle onde. Vedo gruppi di ragazze che camminano in fila, i piedi in acqua, ridendo. Vedo mamme e nonne stese sotto il sole, godendosi pienamente la splendida giornata.
Lentamente, mi immergo. Questo è il momento che preferisco, quando metà del corpo è già nell'acqua fredda e sei percorso da brividi lungo tutto il corpo. Mi tuffo completamente e faccio qualche bracciata, l'acqua è splendida.
Mentre sto per tornare a riva scorgo Cosimo che si tuffa, raggiungendomi in poche bracciate. Quando siamo a due centimetri di distanza mi afferra il braccio, avvicinandomi a lui. Prende a baciarmi il collo, dolcemente, mi accarezza la schiena mentre gli cingo i fianchi con le gambe.
-Facciamo qualcosa di divertente?- mi chiede, sorridendo malizioso
Capisco subito a cosa allude, ma sono un po' titubante. Fare sesso in mezzo al mare è eccitante, ma se ci vede qualcuno? Che imbarazzo, morirei di vergogna. Cosimo sembra avermi letto nel pensiero, subito mi rassicura.
-Tranquilla, siamo abbastanza lontani dalla riva. Io tocco il fondale con la punta dei piedi e a quest'ora in acqua non c'è nessuno...
Mi guardo attorno. In effetti è l'ora di pranzo e la gente preferisce starsene sotto l'ombrellone a mangiare. In acqua siamo praticamente soli, quindi... che male c'è?
Senza dire niente riprendo a baciarlo, stringendomi di più a lui. Con una mano mi accarezza il seno sotto il
costume, l'altra vaga sulla mia pancia e poi sotto le mutandine. Gli sfioro la schiena, le spalle, gli addominali, poi scendo.

Facciamo l'amore come fosse la prima volta, senza staccare neanche un secondo le mie labbra dalle sue, per paura di perderlo.

Torniamo a riva dopo esserci ricomposti, usciamo dall'acqua mano nella mano. Sorrido, tengo lo sguardo basso, ho paura che qualcuno possa averci visto.
-Guarda un po' chi è riemerso da Atlantide!- dice Jack, vedendoci arrivare.
Arrossisco violentemente, ci avrà visto di sicuro!
-Tu pensa ai fatti tuoi, almeno noi ci divertiamo!- gli risponde Cosimo, ridendo e lasciando la mia mano per stendersi nuovamente sul lettino.
-Ali, vieni a fare due passi?- mi chiede Simona.
-Volentieri!
Ci incamminiamo verso la riva
-Da che parte andiamo?
-Verso destra, ci sono più ragazzi carini!- risponde lei, ridendo e immergendo i piedi in acqua. Camminiamo per un po', parlando del più e del meno, di come sta andando la vacanza e dei rispettivi fidanzati.
-Le cose tra te e Joe vanno bene vedo!- le dico
-Oh Ali, vanno più che bene! Giuro, non riesco proprio ad immaginare la mia vita senza di lui. Quando ho rotto con lui, a Maggio, stavo malissimo. Non riuscivo a mangiare, a dormire, non uscivo mai dalla mia camera. E' stato il periodo più brutto della mia vita, ma mi è servito a capire quanto tenessi a lui. E ora che siamo sposati, le cose vanno alla grande!
-Già, lo vedo! Sembrate proprio fatti l'uno per l'altra, vi invidio...
-Non hai proprio niente da invidiarci sai? Cosimo stravede per te, non ti lascerebbe sola neanche un secondo. Ti ama davvero Alice, lo conosco da tanto e non l'ho mai visto così innamorato.
Ringrazio mentalmente Simona per questa chiacchierata, mentre ancora camminiamo sul bagnasciuga. Ad un certo punto, una voce familiare mi chiama.
-Ali!
Mi giro, capendo subito chi mi sta parlando
-Andrea!- urlo, correndo incontro al ragazzo alto che si sta avvicinando.
Lui mi abbraccia, sollevandomi leggermente da terra e affondando la testa fra i miei capelli bagnati.
-Che ci fai qui?- gli chiedo quando mi appoggia sulla sabbia.
-Ma come, non te lo ricordi? Sono qui con gli altri! Te lo avevo detto poco prima della tua partenza...
Mi torna in mente la conversazione nel parcheggio sotto casa, poco prima di andare con Cosimo in aeroporto.
-E' vero, che stupida! Dai, siamo vicinissimi! Gli altri dove sono?
-Teo e Cristian sono in acqua, gli altri sotto l'ombrellone! Io ti ho vista e ti sono venuto incontro! Cosimo?
-E' rimasto con gli altri
-Senti, dobbiamo proprio uscire tutti insieme!
-Decisamente! Ci sentiamo e organizziamo qualcosa? Stasera o domani, quando volete...
-Ti chiamo stasera, così decidiamo! Mi fa piacere vederti!
Sento dei versi dietro di me, mi giro e vedo Simona, intenta a far finta di tossire per attirare la mia attenzione.
-Oddio che sbadata! Andrea, lei è Simona, moglie di Joe. Simona, Andrea, il mio vicino di casa e amico d'infanzia!
I due si stringono la mano, poi cominciano a chiacchierare.
-Sentite, perché non venite tutti da noi stasera? Organizziamo una grigliata!- dice Simona, illuminandosi come una bambina
-Ci farebbe piacere!- risponde Andrea, sorridendole
-Allora vi chiamiamo dopo per dirvi indirizzo e ora. Adesso dobbiamo proprio andare, ci sentiamo!
-Certo! A dopo!
Io e Simona facciamo dietro front, pronte a tornare dal nostro gruppo. Nel frattempo, parliamo dell'imminente serata.

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Capitolo 23
*** Lui ama me. ***


Salve a tutti! Finalmente sono tornata! 
Innanzitutto volevo scusarmi per la lunghissima assenza, tra l'estate e la scuola non sono più riuscita ad aggiornare. Ma ora sono qui, sono tornata e prometto solennemente che aggiornerò in modo più rapido! Che aggiungere, spero che il capitolo vi piaccia! Un bacione
Marss










Tornate all'ombrellone, io e Simona raccontiamo agli altri il nostro incontro con Andrea, parlando anche della grigliata. Tutti sono entusiasti all'idea, a parte Cosimo.
-Non mi piace quel tipo...- dice, prendendomi per mano e portandomi sul bagnasciuga -Ti guarda in modo strano, non ti stacca gli occhi di dosso... e poi ti abbraccia troppo spesso!
A quelle parole mi volto a guardarlo e scoppio a ridere
-Ahahahah tu hai qualche problema! Non sarai mica geloso di lui! Andrea è semplicemente... Andrea! Lo conosco da una vita, abbiamo frequentato anche l'asilo insieme! Non ha una cotta per me, se è questo che ti preoccupa. E comunque, anche se fosse, io ti amo. Conta solo questo.- dico, prendendogli il viso tra le mani e baciandolo.
Cinge i miei fianchi e mi attira a se, impedendomi di muovermi.
Continuo a baciarlo, le mie labbra non lo mollano un secondo, quasi come volessero rassicurarlo, come se volessero fargli capire che non ha nulla da temere, che Andrea non è una minaccia per la nostra relazione.
Quando ci stacchiamo resto senza fiato, i suoi baci mi fanno sempre questo effetto.
-Allora, la facciamo questa grigliata?- chiedo, sorridendo
Sorride a sua volta, abbracciandomi forte. -E va bene! Ma promettimi che non si siederà accanto a te!
-Andata!

 

-Allora, capito come arrivare? Ci vediamo qui alle 20, fammi uno squillo quando siete al cancello che vi apro!
Sono al telefono con Andrea per spiegargli i dettagli della serata. Tornati alla villa, tutti si sono dati molto da fare per
organizzare la grigliata: Cosimo e Joe hanno recuperato la griglia, Jack si è fatto accompagnare da Alberto nella macelleria più vicina mentre io, Simona e J A abbiamo sistemato i tavoli. I miei amici sono in 6, noi in 7 più una ragazza che Jack ha conosciuto sulla spiaggia e che ha “gentilmente” invitato alla nostra serata.

-Raga, abbiamo la carne!- urla Jack, entrando in cucina.
Io e Simona ci giriamo all'unisono a guardare il ragazzo. Jack, come al solito, ha esagerato, comprando talmente tanta carne da poter sfamare un intero esercito!
-Jack ma quanta roba hai preso? Guarda che siamo in 14, non 1000!- dico, andandogli incontro e aiutandolo con i sacchetti.
-Non so tu cara, ma io ho bisogno di mangiare! Non mi accontento mica di una bistecchina...
-Lascia stare Alice, è un caso perso!- mi dice Joe, ridendo
-Già, le grigliate di Jack sono sempre.. esagerate!- gli fa eco Cosimo.
-Raga ma l'alcool ce l'abbiamo vero? Senza birre e vino non si fa nessuna grigliata!- chiede Jack preoccupato
Cosimo ride, andando ad aprire un mini bar sotto il bancone in cucina che ancora non avevo notato. Deve essere la loro cantina personale, perché è piena di bottiglie di vino, bianco e rosso e di birra di tutti i tipi.
-Sapevo di poter contare su di te socio!- dice Jack, tirando una pacca sulla spalla al mio fidanzato.
Ridiamo e ci rimettiamo subito al lavoro per ultimare i preparativi della serata.
Alle 19.40 suona il citofono del cancello
-Vado io raga, è per me!- urla Jack, lanciandosi verso il vialetto
-Dev'essere la ragazza che ha conosciuto al mare...- commenta J A, ridendo. Curiosi, corriamo tutti in cortile perassistere alla scena.
Jack corre, sorridendo come un bambino, verso il cancello. Si ferma, sistema il cappellino sulla testa e apre. Rimaniamo tutti a bocca aperta, osservando la ragazza che entra nel giardino.
Alta, magra, con le gambe più lunghe che abbia mai visto. I capelli le arrivano sotto il seno e sono di un biondo dorato che risplende sotto i raggi del sole al tramonto. Indossa un paio di shorts di jeans che a malapena le coprono l'inguine ma che, ovviamente, le stanno d'incanto. La canottiera grigia aderente mette in risalto il seno prosperoso e le scarpe col tacco alto la slanciano ancora di più. Supera in altezza Jack di almeno 15 cm, ma nessuno dei due sembra curarsene. La ragazza si toglie con gesto plateale gli occhiali da sole e li posiziona sulla testa, mostrando due bellissimo occhi verdi.
La ragazza perfetta, praticamente. Jack la prende a braccetto e la conduce da noi, senza smettere neanche un secondo di sorridere.
-Raga lei è Francesca. Francè, loro sono Simona, Joe, Cosimo, Alice, J A e Alberto.
-Ciao!- la salutiamo in coro, ancora leggermente scossi.
Lei ci saluta uno ad uno, stampandoci un appiccicoso bacio sulla guancia e lasciando una fastidiosa traccia di lucidalabbra alla fragola sulla pelle. J A, Joe, Cosimo e Alberto rimangono imbambolati a fissarla, senza riuscire a staccare gli occhi dalla pelle abbronzata della ragazza.
-Vieni, ti faccio fare un giro della casa!- le dice Jack, prendendola per mano. Mentre i due se ne vanno, gli altri ragazzi della compagnia si voltano a fissarli, osservando con un certo interesse il fondo schiena che Francesca fa volutamente ondeggiare.
-'ammazza che topa!- commenta Alberto
-come cazzo ha fatto Jack a rimorchiare una così?- chiede J A, continuando a fissare i due che si allontanano velocemente
-Certo che una bella botta...- commenta Cosimo ridendo
-Sei un cretino!- urlo, tirandogli uno schiaffo sul braccio -e un pervertito.- aggiungo.
Sono arrabbiata, non riesce mai a trattenersi dal fare commenti maliziosi quando passa una bella ragazza. Non dico che deve avere occhi solo per me, ma cavoli un minimo di decenza!
-Amore dai non te la prendere! Lo sai come sono fatto...- cerca di giustificarsi lui. Prova a mettermi un braccio intorno alla vita ma mi allontano velocemente, facendogli intendere il mio stato d'animo
-No Cosimo, sono stufa di sentire le tue stupidaggini! Tutte le volte è la stessa storia, avremo litigato per questa cosa milioni di volte! Non ti vieto di guardare le altre ragazze, ma almeno evita certi commenti! Soprattutto quando io, la tua ragazza, ti sono accanto.
Gli altri ci guardano. Simona ha un'espressione comprensiva stampata sul volto, vedo che da una gomitata a Joe che cerca di trattenere le risate.
-Forza, andiamo a finire di preparare!- dice, trascinando nella villa tutti gli altri.
Quando se ne sono andati, torno a concentrarmi su Cosimo
-Piccola...- comincia lui, coprendo la distanza che ci separava con un passo -lo sai che non devi essere gelosa! Io faccio queste battute per fare il pirla e farci due risate, tutto qui! Fa parte del mio carattere. Ma tu non hai nulla da temere. Io ti amo, ti amo come non avevo mai amato nessuno fino ad ora. Mi sono affezionato a te in così poco tempo che ancora non mi sembra vero. Sei la prima ragazza per cui provo un sentimento così forte e devastante. Sai qual'è il mio primo pensiero al mattino? Il tuo viso. Il tuo bellissimo visino che quando è imbronciato è ancora più bello! E lo stesso pensiero mi tormenta anche la sera. Se per qualche ragione non riusciamo a vederci impazzisco, senza di te non riesco più a stare ormai. Non hai alcun motivo per essere gelosa, credimi. Ti amo e non mi stancherò mai di ripetertelo.- conclude, afferrandomi saldamente i fianchi e attirandomi a se.
Rimango senza parole. Non mi aveva mai detto così chiaramente cosa provava per me, nessuno mi aveva mai detto una cosa così bella. Lo guardo, mi perdo nei suoi bellissimi occhi color nocciola. Riesco a leggervi tutto l'amore che dice di provare, riesco a convincermi che è sincero, che le parole da lui appena pronunciate sono vere. Improvvisamente mi sento stupida per aver anche solo dubitato di lui, per aver dubitato della sua serietà e del suo amore. Sento che non serve a nulla litigare per cose così stupide, perché lui mi ama. Ama ME, non le diecimila ragazzine che gli corrono dietro ogni giorno. ME.
Prendo il suo viso tra le mani e lo avvicino al mio. Rimaniamo sospesi, con i nasi che si sfiorano e i nostri respiri che, piano piano, si fondono.
Ci baciamo come non avevamo mai fatto prima, ci baciamo trasmettendo tutti i sentimenti che non riusciamo mai a trasmetterci a voce. E' un bacio talmente bello che vorrei potesse durare per sempre.

“10 minuti e arriviamo!” leggo ad alta voce il messaggio che mi ha appena inviato Andrea. Sono seduta sul bordo piscina con Cosimo, mentre gli altri chiacchierano animatamente fra di loro. Sta cominciando a diventare buio, così abbiamo acceso le luci esterne, che creano una bellissima atmosfera. Mi siedo davanti al mio ragazzo, che mi abbraccia da dietro e comincia a darmi delicati baci sul collo. Abbiamo decisamente fatto pace!

-Vado ad aprire!- urlo, avviandomi verso il cancello. Andrea mi ha appena chiamata, così corro ad accoglierli. Hanno preso un taxi fino alla villa di Cosimo, visto che nessuno di loro ha già la patente.
Apro il cancello e saluto i miei amici, abbracciandoli. Non li vedo da un po' di tempo e, devo ammetterlo, cominciavano a mancarmi.
-Ali da quanto tempo!- commenta Cristian, entrando per primo.
Matteo, Simone, Stefano e Davide lo seguono velocemente, mentre Andrea rimane leggermente in disparte.
-Ehi, tu non entri?- gli chiedo, voltandomi
-Sisi scusa, mi stavo solo guardando attorno. Certo che è veramente bello qui!- commenta, varcando la soglia e
affiancandomi sul vialetto di ghiaia che porta alla villa.

-Già, Cosimo fa le cose in grande!
-Lo vedo...
Raggiungiamo gli altri e, tutti insieme, arriviamo sul retro.
Dopo le varie presentazioni del caso, durante le quali non mi sfuggono alcune occhiatine di fuoco di Cosimo dirette ad Andrea, decidiamo di metterci a tavola.
Andrea tenta di sedersi alla mia sinistra, ma viene bloccato da Simona che lo prega di accomodarsi accanto a lei. Probabilmente la ragazza aveva parlato con Cosimo, perché i due si scambiano un sorrisino d'intesa.
J A e Jack si occupano di cuocere la carne, aiutati da due adoranti Simone e Stefano. Li vedo ridere, bevendo una birra mentre controllano il cibo.
Davide, che sorseggia una bottiglia di Heineken, parla con Francesca, la nuova fiamma di Jack. A giudicare dal suo sguardo, la ragazza sembra parecchio annoiata dalle chiacchiere di Davide, che sembra non aver colto nulla. Simona e Joe sono seduti dall'altro lato del tavolo e si scambiano dolci effusioni. Cosimo mi passa un braccio sulle spalle e avvicina la mia sedia alla sua, abbracciandomi e baciandomi i capelli.
E' una situazione perfetta, io e il mio ragazzo in vacanza insieme, con i miei amici che vanno d'amore e d'accordo con i suoi. Non potrei chiedere di meglio, giusto?

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Capitolo 24
*** Sono un disastro ***


Oh mio Dio, ma quanto tempo è passato dall'ultimo aggiornamento?! Troppo, davvero davvero troppo!
Mi dispiace moltissimo per averci messo così tanto a pubblicare il nuovo capitolo. Potrei stare qui a dirvi quante cose sono successe in questo periodo, a quante ne ho passate e a quanti cambiamenti ha subito la mia vita in questo anno, ma cercherei solamente una scusa. Quindi posso solo stare in silenzio, consapevole di non avere scuse per il tempo trascorso. Ok, magari alla metà della gente non importa un fico secco, sicuramente qualcuno si è addirittura dimenticato dell'esistenza di questa storia, ma ci tengo davvero a portarla a termine. Vi annuncio che siamo quasi alla fine comunque, mancano ormai pochi capitoli e poi sarà tutto concluso. 
Spero di riuscire a suscitare ancora un po' di interesse nelle persone che hanno inserito la storia tra le seguite e/o preferite. 
Prometto che tornerò presto con un nuovo capitolo :)
Un bacione
Marss











La serata trascorre tranquillamente, tra chiacchiere e risate, forse dovute alla quantità industriale che Jack mette in tavola. I miei amici si sono integrati perfettamente con gli altri, sembriamo un'unica, grande compagnia. Stefano e Simone stanno incollati a J A, continuando a fargli domande su domande, hanno gli occhi a cuoricino e spesso si comportano come due ragazzine isteriche davanti al proprio idolo! Davide continua a provarci spudoratamente con Francesca, aiutato anche dal fatto che Jack sembra non curarsene affatto. Il ragazzo, infatti, continua ad urlare come un matto, salendo sulle sedie ed intonando osceni cori da stadio.
Simona e Joe sono appartati in un angolo, si scambiano effusioni e paroline dolci, si vede che sono profondamente innamorati l'uno dell'altro. 
Cosimo mi tiene stretta a sè, un braccio attorno alle mie spalle, ma chiacchiera tranquillamente con gli altri. Scuoto la testa alla vista di Jack che tenta di togliersi la maglietta, improvvisando uno spogliarello decisamente poco sexy. Vedo Francesca sbuffare dopo l'ennesima avance di Davide e non posso fare a meno di ridere. Quel ragazzo è così e non cambierà mai, ci prova con qualsiasi essere respirante che incrocia il suo cammino. Anche se questa volta non possiamo biasimarlo, Francesca è davvero molto bella. 
Andrea, Cristian e Matteo stanno decisamente alzando un po' troppo il gomito, continuano a versarsi vino rosso nei bicchieri e ridono senza sosta. Andrea lancia occhiate strane a me e Cosimo, ma ci faccio caso appena, troppo presa a ridere per il balleto improvvisato di Jack
-Forza ragazzi, mettiamo un po' di musica!- urla quest'ultimo, dimenandosi come un pazzo sulla sedia
-Jack, se cadi giuro rido fino a domani!- gli dice Cosimo, alzandosi per raggiungere l'amico. 
-Figurati se cado! Sono un professionista, io!- gli urla di rimando. 
Cosimo, comunque, lo prende per un braccio e lo aiuta a scendere dalla sedia, per poi dargli una pacca sulla spalla e scambiare qualche battuta. Si vede che sono amici da una vita, c'è una grande intesa tra loro. Rimango a guardarli, pensando alla fortuna che ho avuto ad averli incontrati. Non mi sarei mai immaginata niente del genere, davvero. Ripenso alla serata allo Zarro Night, la sera del loro concerto, ripenso all'emozione che avevo provato nel sentirli cantare per la prima volta dal vivo, e a come avevo rischiato di svenire quando Cosimo si era avvicinato a me, subito dopo. 
Sono passati solo pochi mesi a dire la verità, eppure mi sembra di stare con lui da una vita. Mai avrei pensato di potermi innamorare di qualcuno così in fretta, eppure eccomi lì seduta, a guardare con occhi colmi d'amore il ragazzo dei miei sogni. La differenza d'età è l'ultimo dei nostri problemi, Cosimo è maturo ma spesso si comporta come un ragazzino e andarci d'accordo non è per nulla difficile. 
Immersa come sono nei miei pensieri, non mi accorgo che Andrea si è avvicinato a me, occupando la sedia accanto alla mia.
-Proprio una bella grigliata- esordisce lui, facendomi tornare in me. Mi volto a guardarlo e sento l'odore di vino uscirgli da ogni poro della pelle.
-Puzzi- gli dico, ridendo -ma sì, bella grigliata. 
Rimaniamo seduti a chiacchierare, lo conosco da un sacco di tempo e riusciamo sempre a trovare qualche argomento in comune. 
-Senti, perché non mi fai vedere la villa? Non abbiamo ancora fatto un giro- mi chiede ad un certo punto, interrompendo il discorso che stavamo facendo. 
Mi guardo attorno alla ricerca del mio ragazzo. Lo trovo in piedi accanto alla piscina insieme a Jack e Alberto. I tre cantano a squarciagola, rischiando di cadere in acqua diverse volte. 
-Va bene, andiamo- dico, alzandomi. Nessuno sembra badare a noi, Cristian e Matteo nel frattempo si sono uniti ai tre a bordo piscina, si strattonano a vicenda e, come immaginavo, finiscono tutti e cinque in acqua! Andrea si dirige verso l'ingresso della villa mentre io mi fermo un attimo ad osservare la scena in piscina. Cosimo riemerge dall'acqua e comincia a ridere come un matto, seguito a ruota dagli altri quattro cretini!
-Vieni?- mi chiede Andrea, voltandosi a cercarmi. 
Lo raggiungo subito, conducendolo all'interno.
-Questo è l'ingresso, lì c'è la cucina, di sopra le camere da letto e di qua il soggiorno...- dico, facendogli da guida turistica nella villa. Andrea si guarda attorno ammirato, esattamente la stessa espressione che ho assunto io la prima volta che sono entrata in quella meravigliosa casa. Si dirige verso il salone e lo seguo. E' la parte preferita di Cosimo, e anche la mia. Mi piace accoccolarmi sulle poltrone con lui, guardando il sole tramontare dietro l'immenso giardino. 
Andrea ciondola per tutta la stanza, legge i titoli di ogni CD contenuto nella libreria, espimendo la sua ammirazione per i gusti musicali del mio ragazzo. 
Mi avvicino a lui, visto che l'alcol comincia a fargli effetto e fa fatica a reggersi in piedi. Si appoggia a me, mettendomi un braccio intorno alle spalle e avvicinandosi sempre di più. Incolla i suoi occhi nei miei, schiude le labbra e... mi bacia!
Non mi rendo immediatamente conto di quello che succede, un attimo prima stavamo chiacchierando di musica e un attimo dopo lui ha le labbra incollate alle mie. Stringe di più la sua presa mentre io cerco di divincolarmi. 
-Ma cosa...- la voce che sento alle mie spalle mi fa raggelare il sangue nelle vene. 
Mi libero finalmente dalle braccia di Andrea e mi volto verso Cosimo, entrato in quel momento nella stanza. 
-Amore, non è come credi- dico, rendendomi subito conto di quanto suoni falsa e ridicola quella frase.
-Ah no?! E com'è allora, sentiamo- dice lui sarcastico. 
Sono completamente paralizzata, non riesco a muovere un solo muscolo e, ovviamente, non riesco a spiegargli come sono andate realmente le cose. 
-Come immaginavo.- dice semplicemente. Mi lancia un'ultima, infuocata occhiata, poi recupera il suo cellulare dal divano ed esce a grandi passi dalla villa. 
-Cosimo!- urlo, correndogli dietro -Cosimo aspetta!
Non mi ascolta, non si volta nemmeno. Continuo a chiamarlo, seguendolo sul vialetto, ma sembra non sentirmi nemmeno. 
Raggiunge la macchina e si chiude dentro, mettendo in moto
-Ti prego, lasciami spiegare. Giuro che non c'entro niente, io non... non lo volevo baciare, mi ha chiesto di fargli fare un giro e me lo sono ritrovata addosso! Lui... io...- non riesco a fare un discorso di senso compiuto, i singhiozzi spezzano le mie parole. Mi aggrappo alla portiera della macchina ma lui chiude la sicura, senza degnarmi nemmeno di uno sguardo.
-Cosimo, guardami- gli urlo. Finalmente, il ragazzo si gira verso di me. Nel suo sguardo leggo disgusto, delusione, amarezza e una grande rabbia nei miei confronti. Rimango spiazzata, immobile, ma faccio in tempo a staccarmi dalla portiera appena prima che ingrani la retromarcia e parta a tavoletta fuori dal cancello. 
-Ali, ma che succede?- sento dei passi alle mie spalle, ma non mi volto.
Resto immobile a fissare il punto in cui Cosimo è sparito, senza riuscire a formulare un solo pensiero. 
Simona e Joe mi sono subito accanto, la ragazza mi prende fa le braccia e mi stringe a sè, senza nemmeno sapere cos'è successo. 
Io continuo a piangere, non riesco a fermare le lacrime, forti singhiozzi mi scuotono il corpo, facendomi tremare come una foglia nonostante il caldo estivo. 
-Vuoi per favore spiegarci cos'è successo?- mi chiede Jack, tornato improvvisamente serio. 
Provo a spiegarmi, ma non riesco a spiaccicare più di due parole sconnesse, continuo semplicemente a singhiozzare
-Calmati Ali, sono sicura che qualsiasi cosa sia successa, si risolverà- Simona prova a consolarmi, accarezzandomi la schiena, ma è ovviamente inutile. Andrea nel frattempo ci ha raggiunti. Rimane immobile a fissarmi, senza dire niente. Sono così arrabbiata con lui che a malapena lo degno di uno sguardo. Ma che gli è saltato in mente? Lo sa che sono fidanzata, perché diavolo si è comportato in quel modo? So che non gli ero indifferente, ma provarci davanti al mio ragazzo è davvero troppo!
-Mi sa che è meglio se andiamo- dice Cristian, avvicinandosi a me -se hai bisogno non esitare a chiamarci, ok?
Annuisco appena, sconsolata. Simone, Stefano, Matteo, Andrea e Cristian salutano gli altri, mentre Davide rimane leggermente in disparte con Francesca. Vedo che la afferra per un fianco e la saluta con un leggero bacio a stampo, che la ragazza non rifiuta. Jack, in piedi accanto a me, assiste alla scena e in un secondo si avventa su Davide, tirandogli un pugno in pieno viso.
-Non ti azzardare più a toccarla!- urla, afferrando il ragazzo per il colletto della maglietta.
In un attimo siamo tutti attorno a loro, cercando di separarli per evitare il peggio. 
-Jack, mollalo!- gli urla J A, afferrandolo per le spalle e trascinandolo via. Stefano e Simone nel frattempo corrono verso Davide, che provava a difendersi dai colpi di Jack
-Non l'hai cagata per tutta la sera, non hai alcun diritto su di lei!- gli urla Davide, una volta che i due sono stati allontanati.
-Brutto figlio di...- risponde Jack, provando ad avventarsi nuovamente sul ragazzo. J A, Joe e Alberto gli sono subito addosso, riuscendo a stento a trattenerlo.
-Forse è meglio se adesso andate...- dico a Stefano, che a fatica riesce a trascinare via Davide. I sei ragazzi si allontanano, e uscendo Andrea mi lancia un ultimo sguardo. Manca poco che lo mandi a fanculo lì davanti a tutti. 
-Forza, andiamo a sistemare in veranda, magari ti calmi- dice J A a Jack. Tutti si dirigono verso il retro della villa, mentre io rimango in piedi acccanto al cancello.
-Ora che sei più calma, puoi spiegarmi cos'è successo?- mi chiede Simona, rimasta di fianco a me.
-Un casino Simo, un vero e proprio casino!- esordisco. Simona mi prende per le spalle e mi porta verso il laghetto a lato del giardino, facendomi sedere sulla panchina di legno.
-Forza, ti ascolto- dice lei, lasciandomi andare
-Andrea mi ha chiesto di accompagnarlo a fare un giro della villa. Mi sembrava una richiesta normale, siamo entrati e gli ho fatto vedere il soggiorno. Mentre chiacchieravamo di musica, mi sono avvicinata a lui visto che faceva fatica a reggersi in piedi- comincio a raccontare e, nel frattempo, le lacrime ricominciano a scendere -si è appoggiato a me e nel giro di un attimo me lo sono ritrovata addosso, le sue labbra incollate alle mie. Non sono nemmeno riuscita a rendermene conto, io non...- i singhiozzi ricominciano a scuotermi, costringendomi a fermare il racconto
-Cosimo aveva detto che rientrava per prendere il cellulare lasciato in salotto...- dice Simona, coprendosi la bocca con una mano -vi ha visti, vero?
Annuisco tristemente. -Non gli ho nemmeno spiegato com'è andata. E' uscito di corsa e io non sono riuscita a parlare, ero paralizzata. Dio, sono un disastro!
Mi abbandono ad un lungo, pianto isterico. Simona mi lascia fare, accarezzandomi la schiena e scostandomi i capelli che continuano a ricadermi sul viso. 
-Sai com'è fatto Cosimo, reagisce d'istinto. Lasciagli sbollire la rabbia e appena torna gli spiegherai come sono andate le cose
-Non mi lascerà nemmeno parlare, ne sono sicura! 
-Capirà invece, lo capirà guardandoti negli occhi. 
-Io non ne sarei così sicura...
Rimaniamo sedute ancora un po', in silenzio. Riesco a calmarmi e a smettere di singhiozzare, ma i miei pensieri restano fissi su Cosimo. Come ho potuto? Insomma, so che non è stata proprio colpa mia, ma avrei dovuto staccarmi subito, senza esitazione. 
-Tesoro, adesso è davvero molto tardi. Andiamo a letto, dai. Quando ti svegliarai Cosimo sarà di nuovo al tuo fianco-mi sussurra, prendendomi nuovamente per le spalle e conducendomi verso la villa. Mi blocco proprio davanti alla porta
-Senti io non ho molto sonno... penso che resterò qui fuori ancora un po', prendo una boccata d'aria. 
-Sicura? Vuoi che resti a farti compagnia?- mi chiede gentilmente
-No, vai pure a dormire tranquilla. Buona notte- le dico. Mi abbraccia un'ultima volta, poi mi lancia un'occhiata carica di apprensione ed entra, chiudendosi la porta alle spalle. Mi dirigo verso il retro. Il tavolo è ancora pieno di roba, piatti e bicchieri sono sparpagliati ovunque, bottiglie di vino e birra sono abbandonate in ogni angolo. Mi siedo sul bordo della piscina e metto i piedi a mollo, voltandomi a guardare la luna che rischiara il cielo. 
Chissà cosa starà facendo Cosimo in quel momento. Chissà a cosa starà pensando. 
Una lacrima solitaria mi solca il volto, ma non faccio nulla per fermarla. Non riuscirò mai a perdonarmi per questo, mai. E di certo non perdonerò mai Andrea, ho chiuso con quel ragazzo. Cosa farò se perdo Cosimo? Come posso continuare senza di lui?
Penso a questo mentre l'acqua fredda mi lambisce le caviglie nude. Resto in quella posizione per un tempo che mi pare infinito, irrigidendomi ogni volta che sento una macchina passare in strada. Controllo l'ora sul cellulare, sono quasi le 4 del mattino e di Cosimo nemmeno l'ombra. 
Decido di rientrare, tanto vale aspettarlo a letto. Mi tolgo i vestiti e mi sistemo sotto il lenzuolo, le braccia incrociate sul petto e lo sguardo fisso sulla porta, le orecchie tese come un cane da guardia. 
Cerco di convincermi che andrà tutto per il meglio, che Cosimo varcherà quella soglia da un momento all'altro, ma ad ogni minuto che passa, ci credo sempre meno. 
Alla fine mi addromento, esausta, gli occhi gonfi per il pianto, abbracciando il cuscino del ragazzo e inalando il suo profumo. 

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Capitolo 25
*** E' tutta colpa mia ***



Mi rigiro ancora tra le coperte. Il suo profumo, rimasto impresso nel cuscino, continua a tormentarmi. Il sole è ormai alto nel cielo, illumina completamente la stanza, ma io non riesco a trovare la forza di alzarmi. Mi bruciano gli occhi, già immagino le profonde occhiaie che sicuramente mi solcano il volto. Ho dormito davvero pochissimo questa notte, continuavo a fare incubi e più di una volta mi sono svegliata di soprassalto, grondante di sudore e terrorizzata.
A fatica mi libero delle lenzuola e mi metto a sedere, guardandomi attorno. Le cose di Cosimo sono sparse per tutta la stanza, vestiti e costumi sono buttati in ogni angolo. Sento gli occhi inumidirsi per l’ennesima volta, ma non ho voglia di piangere, non più. Decido di alzarmi, mi butto addosso una delle magliette del mio ragazzo e scendo, trovando gli altri in veranda a fare colazione.
-Buongiorno tesoro- esclama Simona appena mi vede, venendomi incontro e abbracciandomi forte
-Non è rientrato, vero?- mi domanda cauto Joe, seduto al tavolo
-No… e a voi non ha scritto nulla immagino…
-Negativo- risponde Jack. –Forza, vieni a mangiare! Hai una faccia che fa spavento!
Sorrido, in effetti non devo avere proprio un bell’aspetto. Non ho fame, ovviamente, ma mi sforzo di ingoiare almeno qualche biscotto e un caffè, per cercare di svegliarmi.
Dopo aver fatto colazione mi accoccolo su una delle sdraio a bordo piscina, gli occhi fissi sul telefono. Continuo a chiamare Cosimo, ma ha il cellulare staccato, così gli lascio mille messaggi in segreteria. Jack e Alberto fanno la stessa cosa, chiamando ogni due minuti l’amico.
-Raga, spiaggia?- propone J A
-Io resto qui. Voglio vederlo tornare a casa- dico, senza staccare gli occhi dal cellulare
-Ali, continuare ad angosciarti non porterà a nulla. Vedrai che sta bene, si sarà addormentato in qualche locale e tra un paio d’ore al massimo ci raggiungerà in spiaggia.
Simona mi affianca, accarezzandomi affettuosamente un braccio
-So che è difficile, tesoro, ma J A ha ragione. Restare qui a fissare il telefono non cambierà la situazione. Siamo tutti preoccupati, ma le cose ormai non possono cambiare.
Mi sento come un macigno sul petto. L’ansia per Cosimo mi sta uccidendo, continuo ad avere la sensazione che gli sia successo qualcosa.
-Non so ragazzi, ho un brutto presentimento…
-E’ normale, siamo in ansia anche noi!- mi dice Jack. Insieme a me sembra essere quello maggiormente preoccupato, forse perché lui e Cosimo sono migliori amici da una vita.
-Dai, andiamo, ci facciamo un bagno rinfrescante e poi torniamo a controllare!- esclama J A, tendendomi una mano per aiutare ad alzarmi.
Preparo velocemente l’occorrente e raggiungo gli altri, continuando a voltarmi verso la villa per tutta la durata del tragitto.
 
-Vado a fare un giro- annuncio, un’oretta più tardi. I ragazzi si erano fiondati in mare appena avevano toccato la sabbia bollente, proprio come dei bambini. Io e Simona eravamo rimaste a guardarli dalla riva, ridendo. In effetti, stare con loro mi faceva bene. Avevo ancora quella brutta sensazione addosso, ma ridere per le loro stupidate faceva sembrare quel peso un po’ più leggero.
-Vuoi compagnia?- mi chiede subito Simona
-No tranquilla, vado da sola.
Mi avvio lentamente verso il bagnasciuga, affondando i piedi nell’acqua fresca e guardando l’orizzonte, schermandomi gli occhi dal sole con una mano. Lascio correre il flusso dei pensieri, non provo nemmeno a fermarli. Mentre cammino nell’acqua bassa ripenso ai mesi trascorsi con Cosimo. Ripenso alla sera in cui ci siamo conosciuti, alla nottata passata insieme in quel motel. Alle farfalle nello stomaco che ho sentito quando mi ha scritto il suo numero sul braccio, il mattino seguente. Alle cene fuori, alle serate con i miei amici e a quelle con i suoi, quando ha cominciato ad inserirmi nel suo gruppo, quando mi ha presentato i ragazzi che considera la sua seconda famiglia. Alla magnifica notte a casa sua, quando abbiamo fatto l’amore per la prima volta. Quello è stato il momento in cui ho capito di amarlo davvero, nonostante fossero passati appena pochi mesi. Ripenso alle giornate passate insieme, a giocare con la Play nel suo appartamento, a quando è venuto a casa mia e ha sfidato il mio fratellino. A quando abbiamo organizzato le vacanze, sognando di passare insieme ogni secondo. A tutte le volte che abbiamo fatto l’amore qui in Sardegna. Ai forti sentimenti che sento di provare per lui. Tra le sue braccia mi sono sentita per la prima volta nella mia vita a casa, non sono mai stata così bene con un ragazzo.
Mentre sono immersa in questi pensieri, sento una voce chiamarmi alle mie spalle. Mi volto, anche se ho già riconosciuto il proprietario.
Andrea mi corre in contro, agitando la mano per farsi notare in mezzo alla marea di gente che popola la spiaggia.
-Ali! Ho provato a chiamarti un sacco di volte prima!- dice, appena mi è vicino. In effetti avevo sentito ogni singola chiamata, ma avevo lasciato squillare il telefono a vuoto. Non ho assolutamente voglia di parlargli, sono troppo arrabbiata con lui. Non riesco a fare a meno di ritenerlo colpevole, se Cosimo è sparito è colpa sua e del suo stupido gesto.
-Sì, ho visto- dico, con tono indifferente
-Volevo… ecco io…- comincia, balbettando.
Lo guardo accigliata, sbuffando. L’ultima cosa che voglio è stare qui a perdere tempo con lui.
-Volevo scusarmi per ieri sera. Non so cosa mi sia preso, davvero! Insomma, avrai sicuramente capito che mi piaci, ma sono perfettamente consapevole che ami Cosimo. Non volevo rovinare le cose tra voi, ero ubriaco e non ragionavo più. Mi dispiace davvero- dice tutto d’un fiato, tenendo gli occhi incollati a terra.
Le sue scuse, in realtà, non mi toccano granché. Ormai il danno è fatto e lui non può certo sistemare le cose tra me e Cosimo.
-Già, beh direi che è un po’ tardi. Potevi pensare a queste cose ieri sera, prima di baciarmi.- dico, impassibile
-Lo so, e mi dispiace da morire, lo giuro. Fammi parlare con Cosimo, voglio spiegargli la situazione, non deve assolutamente prendersela con te.
-Cosimo non è in spiaggia con noi. – pronunciare quelle parole mi fa tornare l’ansia per il mio ragazzo. Chissà dove si è cacciato…
-Ah.- dice, leggermente deluso. –comunque, Ali, vorrei davvero che tu riuscissi a perdonarmi.
-Non so se riesco, Andrea. Soprattutto perché con il tuo gesto hai rovinato le cose tra me e Cosimo, non so se riuscirà a tornare tutto come prima.
-Non volevo, davvero.- sembra seriamente dispiaciuto. Continua a guardarsi attorno, imbarazzato, cercando di evitare per quanto possibile il mio sguardo.
Resto a fissarlo in silenzio, valutando la situazione. Continuare a tenergli il muso migliorerà le cose? Probabilmente no. Anche perché non riesco a restare arrabbiata a lungo con le persone, qualunque cosa abbiano fatto.
-Va beh, diciamo che potrei valutare la tua richiesta di scuse…- dico, abbozzando un sorriso.
Andrea solleva finalmente lo sguardo, scoppiando a ridere e stringendomi in un forte abbraccio, sollevandomi da terra.
-Grazie, grazie, grazie, grazie!- continua a sussurrare nel mio orecchio, tenendomi stretta. Mi irrigidisco leggermente, così mi lascia andare, facendomi toccare nuovamente il terreno.
-Devo tornare dagli altri, ma sono contento che mi hai perdonato. Spero di potervi rivedere in questi giorni…
-Dubito che Cosimo vorrà vederti! Ma ci teniamo in contatto, al limite ci vediamo a Milano!
Lo saluto con la mano e lo osservo allontanarsi, pensando che, dopo tutto, gli voglio ancora bene. Lo conosco da una vita e so che non riuscirei a tenergli il muso troppo a lungo. Passeggio ancora una manciata di minuti, poi faccio ‘dietro front’ e mi avvio verso il nostro ombrellone. Quando raggiungo gli altri, noto immediatamente che qualcosa è cambiato. Sono tutti seduti vicini sulle sdraio, confabulano tra loro a bassa voce, guardandosi attorno con un’aria strana. Simona si copre la bocca con una mano, le guance rigate dalle lacrime.
L’ansia mi assale e la terribile sensazione che mi aveva accompagnata per tutta la mattina torna a farsi sentire. Mi avvicino velocemente, in silenzio, provando a percepire qualcosa della loro conversazione
-Come facciamo a dirglielo? Darà i numeri!- sussurra Jack agli altri
-Non possiamo tenerglielo nascosto, è il suo ragazzo!
-Giusto, ha il diritto di sapere- concorda J A
Di che stanno parlando?
-Ho il diritto di sapere cosa?- chiedo, spuntando alle loro spalle. Li vedo sussultare, Simona mi guarda disperata, continuando a piangere.
-Ecco… - comincia Alberto, guardandomi con compassione.
-Vieni, siediti – J A si alza e mi fa accomodare sulla sdraio, sedendosi nella sabbia accanto a me.
-Ragazzi che succede?- chiedo, sempre più preoccupata. Questi continuano a guardarsi l’un l’altro, probabilmente cercano di mettersi silenziosamente d’accordo su chi deve cominciare a parlare –qualcuno vuole cortesemente degnarsi di spiegarmi?
-Ali, hanno chiamato dall’ospedale di Alghero.- dice Jack tutto d’un fiato.
Non capisco, l’ospedale? Che centra l’ospedale? Notando la mia faccia perplessa, Jack continua
-Abbiamo parlato con un’infermiera, ci ha dato solo poche informazioni visto che non siamo suoi parenti… che poi, che stronzata è mai questa? Insomma, siamo suoi amici! Siamo la sua seconda famiglia, dovrebbero dirci cos’ha senza fare troppe storie!
-Jack!- urlo, esasperata –Puoi smetterla di divagare e arrivare al punto?- inconsciamente so già quello che il ragazzo sta per dire, ma ho bisogno di sentire quelle parole uscire dalla sua bocca
-Cosimo ha avuto un incidente. Pare abbia perso il controllo dell’auto, andava troppo veloce ed è finito contro un albero. Ora è in terapia intensiva, le sue condizioni sono molto gravi.- interviene J A in aiuto dell’amico. Guardo i due ragazzi, poi cerco lo sguardo di Simona, come conferma. I suoi occhi sono ancora pieni di lacrime, riesce a stento a trattenere i singhiozzi. Joe la stringe forte, accarezzandole la schiena. Alberto si è avvicinato a Jack e J A, le mani sul viso e lo sguardo affranto.
Rimango immobile, completamente spiazzata. Sono confusa, ho la mente annebbiata, continua a balenarmi davanti agli occhi il momento in cui Cosimo è salito in macchina ed è partito a tavoletta, ieri sera. Provo ad alzarmi ma sento le gambe cedermi, sono improvvisamente debole e devo aggrapparmi al braccio di Jack, accanto a me. Tutti mi si stringono attorno, Simona mi abbraccia forte, ma non sento più nulla. Non sento nulla, solo un’enorme voragine nel petto.
-Tutto bene?- mi chiede nell’orecchio, tenendomi stretta. Non annuisco nemmeno, non ne ho la forza. Cosimo, il mio dolce e amato Cosimo. Come può essergli successa una cosa del genere? Come può aver perso il controllo, guida sempre così bene… doveva essere davvero arrabbiato con me. E’ colpa mia, solo colpa mia.
-Voglio vederlo.- dico semplicemente, lo sguardo fisso nel vuoto.
Tutti si alzano e mi danno una mano a fare altrettanto, raccogliendo le nostre cose e dirigendoci nuovamente verso la villa.
Mi cambio come un automa, mi butto addosso le prime cose che mi capitano a tiro, e poi mi precipito in salotto ad aspettare gli altri.
Recuperiamo la seconda auto noleggiata due settimane prima e partiamo verso l’ospedale. Un silenzio pesante cala sopra di noi, nessuno ha il coraggio di dire nemmeno una parola. Guardo fuori dal finestrino, mentre le lacrime continuano ad invadermi le guance. Non provo nemmeno a fermarle, so che sarebbe totalmente inutile.
 
Una ventina di minuti più tardi siamo nel parcheggio. Schizzo fuori dall’auto senza aspettare gli altri e mi precipito nell’ingresso, guardandomi intorno spaesata. I ragazzi mi raggiungono in un lampo, poi J A ferma un’infermiera di passaggio e le chiede informazioni. Pochi minuti dopo, ci ritroviamo davanti alla stanza 307 della terapia intensiva. Il vetro sulla porta è oscurato da un tenda, quindi non riesco a vedere niente. Provo ad entrare, ma un medico mi ferma immediatamente, venendoci incontro.
-Voi siete i parenti del signor Bianchi?- chiede, con voce gentile.
-Io sono la sua ragazza, loro i nostri amici. La prego, mi dica come sta
-Non posso rivelarle nulla signorina, mi dispiace. Posso parlare solo con i parenti stretti del ragazzo…
Scoppio nuovamente in lacrime mentre Jack prende ad inveire contro il medico.
-Jack, per l’amor di Dio calmati!- Alberto prova a tenerlo fermo, mentre Simona e Joe si scusano per il comportamento dell’amico
-Tranquilli, sono abituato a comportamenti del genere…- risponde lui. Sembra un uomo estremamente paziente e gentile, si vede che è abituato a stare a contatto con la gente, non si scompone per nulla di fronte all’esagerata reazione di Jack.
-La prego, solo poche informazioni. Voglio solo assicurarmi che guarirà in fretta, mi sento in qualche modo responsabile- mi metterei in ginocchio pur di ricavare qualche notizia da lui. Lo guardo supplichevole, il viso sicuramente in fiamme e gli occhi umidi di lacrime.
Vedo la fermezza dell’uomo vacillare leggermente
-E va bene! Ma io non vi ho detto niente, intesi?- dice, sorridendo leggermente. Quasi gli getto le braccia al collo! Incredibile come, anche in una situazione del genere, ci siano persone in grado di farti stare un pochino meglio.
-Il signor Bianchi è arrivato in ambulanza questa mattina presto, dopo un grave incidente d’auto. E’ stato trasferito immediatamente in reparto, ha riportato un grave trauma cranico, oltre alla frattura di qualche costola e del braccio sinistro. Abbiamo sistemato le ossa, ma per il momento è in coma farmacologico, per evitare che il cervello si danneggi ulteriormente. Speriamo di poterlo svegliare tra qualche giorno.
Mi copro la mano con la bocca per impedirmi di urlare. Il sorrisino che mi era spuntato prima è svanito, al suo posto sono arrivate per l’ennesima volta le lacrime. Anche gli altri rimangono parecchio sconvolti alle parole del medico, che ci guarda con una nota di compassione.
-Se la caverà, vero? Insomma, lui non può morire, lui è il mio uomo, è tutta la mia vita! Non sta accadendo davvero…- sbiascico, lasciandomi cadere su una sedia nel corridoio.
-Le sue condizioni non sono delle migliori, al momento non mi sento di fare delle previsioni. Dobbiamo aspettare qualche giorno ancora…- dice
Nessuno osa parlare, rimaniamo tutti fermi, lo sguardo fisso nel vuoto. Ho una tale confusione in mente, riesco a formulare un solo pensiero sensato:
-Posso vederlo?- chiedo, rivolta al medico. Sento gli occhi gonfi di lacrime, le guance in fiamme, sono distrutta. Devo fare davvero pena, perché l’uomo cede velocemente, permettendomi di andare. Indosso il camicie verde e la mascherina, divisa obbligatoria nelle stanze della terapia intensiva, ed entro titubante.
 
Cosimo è sempre stato allegro e pieno di vita. La sua risata è estremamente contagiosa, il suo fisico è perfetto, tutto di lui risplende. Ma ora, disteso su quel letto d’ospedale, è spento.
Osservo il corpo del ragazzo che amo disteso sul materasso e coperto da un rigido lenzuolo bianco. Il respiro sembra essere regolare, ma perdo il conto dei tubi che escono dal suo corpo. È collegato a tantissime macchine che emettono un rumore sinistro ed inquietante.
Per un tempo indefinito resto immobile a fissare il suo corpo inerme, senza pensare a niente, senza più nemmeno piangere.
Non può essere successo davvero, non a lui. E’ tutta colpa mia, non avrebbe dovuto finire così, avremmo dovuto completare nel migliore dei modi la nostra vacanza, la nostra vita insieme. Se solo non mi fossi avvicinata ad Andrea, se solo mi fossi accorta prima di quello che aveva intenzione di fare, se solo fossi riuscita a spiegare a Cosimo com’erano andare realmente le cose…
La mia mente è un unico turbinio di rimpianti. Mi siedo rigidamente sulla sedia accanto al letto e lo osservo. Stento quasi a riconoscerlo, con quel camice verde, il gesso al braccio, le fasciature sull’addome e tutti quei macchinari rumorosi. Il sorriso beffardo, quello che tanto amo, è completamente scomparso dal suo viso, che sembra comunque rilassato, quasi sereno.
Mi sembra quasi un bambino addormentato, vederlo in quelle condizioni mi mette i brividi. Prendo la sua mano tiepida e la stringo più forte che posso, sperando che possa sentire la mia presenza accanto a lui.
-Ti amo.- sussurro, mentre le lacrime ricominciano a scorrere sul mio viso. –Ti amo talmente tanto… e mi dispiace, giuro non sai quanto mi dispiace! E’ tutta colpa mia.
La mia voce è rotta da violenti singhiozzi che mi sconquassano il petto. Resto in quella posizione a lungo, il capo chino e la mano stretta nella sua, nella speranza che si risvegli prima del previsto. In cuor mio so che non è possibile, ma non smetto nemmeno un secondo di sperarci. 
-Signorina, l’orario di vista è terminato, mi dispiace.- il medico entra nella stanza, intimandomi ad uscire
Alzo la testa di scatto, fissandolo con gli occhi sgranati. –La prego, mi faccia restare. Non lo lascerò da solo un’altra volta
-Sono davvero dispiaciuto, ma questa volta non posso fare nulla, davvero.
Stringo ancora più forte la mano del ragazzo, rifiutandomi categoricamente di uscire
-Signorina, la prego…- la voce dell’uomo trema leggermente, sento che sta cercando di mantenere la calma e di non sbottare
Continuo a non muovermi, non ho alcuna intenzione di lasciare solo il mio ragazzo. Il medico sospira rumorosamente ed esce dalla stanza. Qualche istante dopo, J A e Joe entrano nella camera, fermandosi sulla soglia ad osservare la scena. Rimangono parecchio sconvolti alla vista del loro amico, ma si riprendono velocemente e mi vengono accanto.
-Ali, adesso dobbiamo davvero andare.- mi dice Joe con tono gentile
Non lo guardo nemmeno in faccia, appoggio la guancia sulla mano tiepida di Cosimo e chiudo gli occhi. Desidero solo essere lasciata in pace, sono stanca e il calore del mio ragazzo è l’unica cosa che riesce a confortarmi.
-Alice.- la voce di J A è impassibile, ma lo ignoro deliberatamente. Spazientiti, i due mi afferrano per le braccia e mi sollevano di peso, trascinandomi fuori dalla stanza
-Lasciatemi! Lasciatemi stare, voglio restare con lui- urlo, infischiandomene della gente che, nel corridoio, si volta a guardarci.
Mi fanno sedere su una sedia di metallo e si parano di fronte a me, impedendomi di alzarmi.
Li guardo in cagnesco, ma non reagisco, accorgendomi solo ora di quanto tutta la faccenda mi abbia prosciugata.
-Mi dispiace, ma non potevamo lasciarti lì dentro, sono le regole.- il tono di J A si è addolcito, si inginocchia di fronte a me e mi posa una mano sulla gamba, stringendomela leggermente in segno di conforto.
Tengo la testa china, gli occhi sono secchi e mi bruciano da morire, faccio quasi fatica a respirare e l’unica cosa che vorrei fare è dormire. Ma so che non appena mi addormenterò Cosimo apparirà nei miei sogni, e mi sento troppo in colpa per poterlo sopportare.
-Forza, torniamo alla villa tesoro. Ti preparo un bagno e qualcosa da mangiare…- questa volta a parlare è Simona.
-Io non lo lascio- è l’unica frase che continuo a sussurrare, senza guardare in faccia nessuno. Non ho alcuna intenzione di lasciare questo ospedale fino a che Cosimo non si sarà risvegliato.
-Alice non fare la stupida, non puoi restare qui!- Jack non risparmia mai i commenti, il suo tono di voce è alto ma visibilmente agitato e preoccupato.
-Io. Non. Lo. Lascio.- scandisco bene le parole, alzando lo sguardo e puntandolo negli occhi di tutti i presenti, affinché capiscano una volta per tutte che sono serissima.
Nessuno mi risponde, si scambiano occhiate dubbiose e preoccupate
-E va bene, resto io con te- dice Simona alla fine, sedendosi accanto a me.
-Restiamo tutti, allora.- dice Jack, accomodandosi a sua volta.
Uno alla volta, tutti i ragazzi si siedono vicino a noi. Restiamo in silenzio per molto, molto tempo, fissando la camera di Cosimo. Ogni tanto qualche infermiera di passaggio ci lancia un’occhiata, ma nessuno di noi ricambia mai gli sguardi.
Cala lentamente la sera, il corridoio si svuota e rabbuia lentamente. Seduti uno accanto all’altro, in religioso silenzio, ci addormentiamo, ognuno avvolto dai suoi pensieri. 

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Capitolo 26
*** Se non ci rivedremo mai, allora avranno vinto i guai ***


 

sai che pure le più belle cose hanno una fine
ora in un letto di rose sei sdraiata sulle spine
da quassù tutta mia la città dì a mia mamma
stai calma stai tranqui e se la realtà cambia trama
dai un abbraccio ai veri amici che ho avuto
e dì a mio padre che mi scuso se ho deluso per come ho vissuto
ma se qua ho fatto male è solo un punto di vista
e se parlo male forse la parola giusta


Ascolto la nostra canzone continuamente, a ripetizione, mentre cammino su e giù per i corridoi dell’ospedale. Sono qui da cinque giorni, non mi sono ancora allontanata da questa struttura. I ragazzi cominciano a essere seriamente preoccupati per la mia condizione, ma il mio unico pensiero è Cosimo.
Cosimo, il mio uomo, l’amore della mia vita, che ancora giace immobile su quel letto. I medici fanno avanti e indietro dalla sua camera, ma non portano mai buone notizie. Le sue condizioni cerebrali sono leggermente migliorate e sono quindi riusciti a toglierlo dal coma farmacologico, ma a parte questo non dà segni di ripresa.
-A questo punto l’unica cosa che ci resta da fare è continuare a monitorarlo e sperare che si svegli al più presto- mi aveva detto il dottore.
 
che mi assolve è l'amore se non che uccide lentamente
perdona i miei nemici e tieni i nomi a mente
se vuoi muovere il mondo devi muoverti tu
stai su e ricorda che
Quando ritornerò da te, io ci ritornerò da re
per raccontarti dei miei guai, dirti le cose che non sai
se io ritornerò da te, io ci ritornerò da re
se non ci rivedremo mai, allora avranno vinto i guai

L’ultima frase del ritornello continua a tornarmi in mente, me la ripeto di continuo. C’è la possibilità che Cosimo non si risvegli più, possibilità non poi così remota. E se Cosimo morisse? Cosa ne sarebbe di me? Come farei a svegliarmi ogni mattina, con la consapevolezza che la persona che amo più di me stessa non c’è più? Come potrei continuare anche solo a respirare senza lui al mio fianco?
Continuo a tormentarmi con questi pensieri, mentre Simona cerca invano di tranquillizzarmi. Quella ragazza è fenomenale, non mi ha lasciata sola neanche un secondo durante queste cinque lunghe ed estenuanti giornate. Gli altri si sono organizzati in turni, dandosi il cambio e portando vestiti puliti e cibo a me e Simona, che non ci scolliamo dalle sedie del corridoio. Ormai conosciamo a memoria gli orari delle visite dei medici, gli orari delle infermiere che entrano a cambiare le flebo o i farmaci, conosciamo i nomi di tutti gli inservienti del piano e dei pazienti delle camere vicine. Non mi faccio una vera doccia da giorni, i ragazzi mi portano i vestiti dalla villa e io mi lavo nel bagno del piano, senza mai allontanarmi troppo per paura di perdermi qualcosa. La situazione sta diventando pesante per tutti, ma non me la sento proprio di lasciare qui Cosimo da solo.
Non ho ancora avvisato i miei genitori, aspetto di avere notizie certe prima di chiamarli. Chiara invece è al corrente di tutto, la tengo aggiornata sugli ultimi sviluppi e mi è di grande aiuto, mi chiama spesso e vuole sapere ogni novità. Essere circondata da tutte queste persone è fantastico, spesso riesco a distrarmi e a evitare che i miei pensieri restino fissi sulla condizione critica del mio ragazzo.

Cammino per il corridoio con le cuffie nelle orecchie, gli occhi gonfi di lacrime e il viso stanco. Simona è con Joe e J A alla macchinette, mentre Jack e Alberto sono tornati da poco alla villa per farsi una doccia. Un’infermiera mi passa accanto sorridendomi dolcemente, mi ha vista in questo stato talmente spesso in questi giorni che ormai non fa nemmeno più domande. Simona si avvicina e mi porge un bicchiere di plastica con del caffè preso alle macchinette del primo piano. Sorrido debolmente e accetto di buon grado, visto che sto sopravvivendo soprattutto grazie alla caffeina.
-Tesoro, dovresti mangiare qualcosa- mi dice la ragazza. Alzo gli occhi al cielo, perché sono le due del pomeriggio ed è almeno la quindicesima volta che sento questa frase.
-Non ho fame Simo, davvero.
-Simona ha ragione, non puoi andare avanti a caffè e acqua! Vado a prenderti un panino al bar- esclama J A
-No davvero, ho lo stomaco completamente chiuso.
-Guarda che non ti stavo chiedendo il permesso. Scendo al bar a prenderti qualcosa e tu mangerai, che ti piaccia o no- il tono del ragazzo non ammette repliche, quindi decido di non ribattere, anche se so che non darò nemmeno un morso al cibo.
Un medico entra nella camera di Cosimo per il consueto controllo e io mi avvicino alla porta, aspettando notizie. Cosimo è ancora in terapia intensiva, non mi è concesso entrare troppo spesso nella sua camera e la cosa mi distrugge. Non posso stargli accanto quanto vorrei, non posso accarezzarlo o sussurrargli parole di amore e conforto. Il giorno prima avevo provato a sdraiarmi accanto a lui, sperando che potesse in qualche modo avvertire la mia presenza, ma un’infermiera mi aveva rimproverata, facendomi scendere subito dal letto. Poterlo vedere solo una volta al giorno era una vera e propria ingiustizia.

J A torna dopo pochi minuti pieno di sacchetti del bar contenenti panini, patatine e qualche bibita. Joe e Simona si fiondano sul cibo, mentre io rimango accanto alla porta ad aspettare il medico.
-Tieni, mangia- dice J A porgendomi un invitante panino alla cotoletta.
-J A, come devo dirtelo, non ho fame- in realtà, ora che sento il profumo del panino, avverto un leggero languorino. Sono giorni che non mangio praticamente nulla al di fuori di qualche pacchetto di cracker.
-Alice mangia questo panino per l’amor del cielo!- il ragazzo sembra davvero esasperato, così decido di afferrare il sacchetto senza fare ulteriori storie. Mi avvicino agli altri addentando il mio pasto e mi siedo accanto a Simona, rilassandomi un po’. Joe e J A chiacchierano del più e del meno e io mi sforzo di ascoltarli, anche se ho la testa completamente altrove. Quando il medico esce dalla stanza di Cosimo scatto in piedi, andandogli vicino.
-Ci sono novità?- chiedo, con la bocca piena e gli occhi speranzosi.
-Non molte, in realtà. La situazione cerebrale sembra essere migliorata leggermente, ma se non si sveglia ci sarà ben poco da fare- dice, il tono di voce dolce e comprensivo. Resto in silenzio per qualche secondo mentre gli altri, che si erano avvicinati per ascoltare, tornano seduti.
-Lei… lei crede che si risveglierà? Sinceramente, quante possibilità ci sono che si risvegli? Devo saperlo, non posso più andare avanti così, è quasi una settimana ormai.
-Signorina…
-La prego, so che non vuole fare previsioni, ma faccia un’eccezione per una volta!- quasi lo supplico. Poverino, ormai non ne potrà più delle mie continue richieste.
-Quando è arrivato, le sue condizioni erano piuttosto gravi. Ma sono passati già molti giorni e prevedevamo che si sarebbe ripreso nel giro di breve. Non so proprio dirle se si risveglierà e quali danni cerebrali potrebbe riportare in seguito. L’unica cosa che possiamo fare è…
-… aspettare e sperare, lo so bene. E’ così frustrante!
-L’attesa è la parte più dura- dice, appoggiando una mano sulla mia spalla con fare affettuoso. –Ora devo andare, tornerò più tardi per un altro controllo.
-Posso entrare? Oggi non l’ho ancora salutato…- chiedo, cauta.
Il medico mi sorride affabilmente. –D’accordo. Ma forse è meglio che prima finisca quell’enorme panino.- detto questo si allontana.
Divoro quello che resta del mio pranzo in pochi bocconi, poi indosso il camice verde ed entro nella stanza.
 

 
Sono seduta accanto al letto di Cosimo, il viso appoggiato sulla sua mano tiepida. Devo essermi addormentata, perché avverto come una leggera carezza sulla mia guancia.
-Chi… dove…
Alzo la testa di scatto e osservo il corpo del mio ragazzo muoversi impercettibilmente. Devo aver sognato anche la sua voce, probabilmente sto impazzendo. Resto immobile ad osservarlo per qualche secondo, poi vedo le sue labbra incresparsi e le sue palpebre muoversi. Finalmente, dopo tanti giorni, Cosimo apre gli occhi. Si guarda attorno spaesato, mentre io lo fisso con gli occhi sbarrati, completamente paralizzata dall’emozione. Gira lentamente la testa nella mia direzione e il suo viso si illumina, abbozzando un leggero sorriso.
-Oh mio Dio, sei sveglio! Sei vivo e sei sveglio, sei ancora qui con me!- urlo dalla gioia, buttandogli le braccia intorno al collo e abbracciandolo.
-Ei… piano- mormora, sfiorandomi con il braccio sano.
-Oddio scusa, ti ho fatto male? Giuro non riesco a crederci! Credevo che… mi avevano detto che le tue condizioni erano critiche… non pensavo che ti saresti mai svegliato… avevo quasi perso le speranze, io… mio Dio, mi sento così in colpa. Cosimo, amore mio, ti prego perdonami, è tutta colpa mia- un fiume di parole mi esce senza che io riesca a fermarle. 
-Ali, ti prego, non parlare così velocemente. Ho sete- fa fatica a parlare, deve avere la gola secca così gli porgo un bicchiere d’acqua, aiutandolo a bere con la cannuccia.
-Scusa- aggiungo solo. Resto seduta a guardarlo per qualche altro secondo, poi mi alzo di scatto –Vado a chiamare il medico e a dirlo agli altri. Torno subito. Non addormentarti di nuovo, per favore
-Promesso- dice lui, sorridendo. Eccolo il mio uomo, ecco finalmente il sorriso beffardo che tanto amo. Gli sorrido a mia volta, poi mi fiondo fuori dalla stanza per dare la bella notizia anche agli altri.
Nel frattempo sono arrivati anche Jack e Alberto, che mi corrono accanto appena mi vedono uscire per sapere se ci sono novità.
-Si è svegliato ragazzi, è sveglio!- urlo entusiasta, correndo ad abbracciare Simona. Ci lasciamo tutti andare ad un pianto liberatorio, Jack saltella per tutto il corridoio, abbracciando un’infermiera che ci passa accanto. Abbandono quel delizioso quadretto per qualche secondo, correndo al banco delle infermiere per far chiamare il medico di guardia.

-Sembra che cerebralmente sia tutto a posto. Faremo degli esami per esserne certi, ma credo che potrà essere spostato in reparto entro la fine della giornata. E’ stato molto fortunato, signor Bianchi.
Sono nella stanza di Cosimo insieme al dottore, che per l’occasione felice mi ha permesso di assistere alla visita. Non riesco a smettere di sorridere, tutto andrà per il verso giusto adesso, me lo sento. Il medico controlla per l’ultima volta le fasciature del ragazzo e poi ci lascia soli, facendomi promettere di non farlo stancare troppo.
All’improvviso lo sguardo di Cosimo si incupisce, piantona i suoi occhi nei miei e vi scorgo un velo di tristezza. Ho un tuffo al cuore e tutte le cose brutte appena successe mi tornano alla mente.
-Io… credo di doverti delle spiegazioni, se ti va di ascoltarmi.- mormoro, abbassando gli occhi. Non riesco a reggere il peso del suo sguardo, mi sento ancora troppo in colpa.
-Ti ascolto.- dice lui, senza far trasparire alcuna emozione.
-Ecco… le cose non sono andate come credi, so che è una frase scontata che può suonare quasi falsa, ma è la verità.- comincio a raccontargli l’accaduto per filo e per segno, cercando di non piangere. Cosimo resta impassibile per tutto il tempo, continua a fissarmi, ma verso la fine noto un mezzo sorriso spuntargli sul viso, così mi rilasso un poco. –Non sono riuscita a spiegarti tutto subito e mi dispiace, non so proprio cosa mi sia successo. Mi sono bloccata davanti a te e non avrei dovuto, perché tutto questo non sarebbe mai successo, tu adesso staresti bene e non saresti bloccato in un letto d’ospedale
-Probabilmente avrei reagito allo stesso modo. Mi conosco, avrei voluto allontanarmi comunque, spiegazioni o non spiegazioni.
Restiamo fermi a guardarci per qualche minuto, in totale silenzio. Muoio dalla voglia di sapere a cosa sta pensando, di baciarlo e tenerlo stretto a me.
-Dimmi qualcosa, ti prego
-Non so cosa dirti Ali, davvero.
-Dimmi cosa pensi di tutta questa storia. Dimmi che mi credi e che riuscirai a perdonarmi, un giorno
Cosimo fa per dire qualcosa, ma si blocca a metà e non emette alcun suono. Sta valutando le parole giuste da dire, ormai conosco le sue espressioni. Faccio un respiro profondo, non promette nulla di buono. 
-Ti credo.- dice alla fine. Resto immobile a guardarlo, non mi sembra vero –Ti credo- ripete, come per accertarsi che io abbia realmente capito.
Mi alzo di scatto e mi fiondo su di lui, abbracciandolo e cominciando a riempirgli il viso di baci.
-Ei piccola, piano!- dice ridendo. Allento la presa per evitare di fargli male, ma non lo lascio andare. Con la mano buona mi blocca il viso e mi accarezza la guancia, incollando i suoi occhi nei miei. Finalmente, dopo cinque lunghissimi giorni, lo bacio.
Un brivido mi percorre la schiena a quel contatto prima delicato, poi sempre più intenso. Ci baciamo come se non lo facessimo da mesi, assaporando sapori ormai familiari. Gli accarezzo i capelli, tenendolo il più vicino possibile. Sono così presa dal bacio che non mi accorgo nemmeno delle lacrime che cominciano a solcarmi il volto. Cosimo si ferma e le raccoglie con il dito, sorridendomi.
-Ti amo- mi sussurra sulle labbra, mentre riprende a baciarmi.
-Io di più- rispondo, promettendomi mentalmente di non lasciare mai più che accada una cosa simile.
 
….
 
Gli esami sembrano essere nella norma, quindi Cosimo è stato spostato in reparto. Condivide la stanza con un ragazzo di circa 20 anni, che sembra essere piuttosto contento dell’arrivo della rap star. Finalmente possiamo stare tutti insieme accanto al suo letto, non ci sono le rigide regole della terapia intensiva. Jack resta incollato vicino a Cosimo, parla a macchinetta raccontandogli stupidi aneddoti e ricordando i “tempi d’oro”, come li chiama lui. Tutti possiamo concederci una pausa, quando l’orario di visita finisce siamo costretti ad abbandonare la camera e tornare alla villa.
Sono un po’ riluttante a lasciarlo solo, ho una gran paura che non si svegli più, ma il medico mi rassicura
-Non gli succederà nulla, ci prenderemo la massima cura di lui, glielo prometto
-Grazie per tutto quello che ha fatto e per la pazienza di questi giorni
-E’ stato un piacere. E diamoci del tu, ti prego- dice, sorridendomi in modo affettuoso.
-Torno a trovarti domani mattina, ok?- dico rivolta a Cosimo, dandogli un bacio a fior di labbra.
Lasciamo l’ospedale con il cuore più leggero. Il tragitto in macchina è allegro, i ragazzi continuano a cantare e urlare come matti, anche se li ascolto a malapena.
Una volta a casa mi fiondo nella doccia, lasciando che l’acqua tiepida allenti un po’ la tensione e lo stress accumulati in questi ultimi giorni. Resto sotto il getto a lungo, lavandomi con cura e cercando di liberare la mente. Quando torno in camera mando un messaggio a Chiara per darle la buona notizia, poi chiamo i miei genitori.

-Alice, finalmente! Era da un po’ che non ti sentivamo… come procede? Vi divertite? Ti stai comportando bene?- mia madre emette un fiume di parole e domande. Sentire la sua voce è rassicurante e mi tranquillizza, anche se devo comunicarle l’accaduto.
-Scusa, avrei dovuto chiamarti, ma abbiamo avuto un piccolo inconveniente.- dico, cercando le parole giuste
-Oddio, cos’è successo?
-Cosimo ha avuto un brutto incidente in macchina, mamma. Ha perso il controllo dell’auto ed è finito contro un albero, è rimasto in coma per cinque giorni e oggi si è finalmente svegliato. Ha il braccio sinistro rotto e anche qualche costola, ma per il resto sta bene. Non vi ho chiamati prima per non spaventarvi.-
dico tutto d’un fiato.
Evito di scendere troppo nei dettagli, non le racconto la storia della grigliata, di Andrea e di tutto il casino successivo. Sento mia madre trattenere il respiro, poi mi preparo per rispondere a tutte le sue domande. Dopo essersi accertata che io stessi bene e che anche Cosimo si sarebbe ripreso, sembra essere più tranquilla.
-Quindi suppongo che non riuscirete a tornare tra un paio di giorni, come avevate previsto
-Proprio di questo volevo parlarti. Lui deve stare in ospedale ancora per qualche settimana e non me la sento proprio di lasciarlo qui da solo. Se non è un problema per voi, vorrei restagli accanto il più possibile, avrà bisogno di aiuto visto che ha il braccio ingessato e non può fare tutto da solo.

Mia madre tace per qualche secondo, riflettendo. Sento che borbotta qualcosa con mio padre, probabilmente seduto accanto a lei.
-Per noi va bene tesoro- dice infine –ma devi tenerci aggiornati! Vogliamo sentirti tutti i giorni, d’accordo?
Acconsento, restando a chiacchierare con lei per un altro po’. Quando chiudo la telefonata sono decisamente più tranquilla.
Finalmente le cose stanno andando per il verso giusto. 
 

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