[SoF AU]Hime in the Vongoland

di Master Chopper
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le prime sfumature sulla tela della sanità mentale ***
Capitolo 2: *** Benvenuta nel paese dove ogni cosa (non) ha un senso! ***
Capitolo 3: *** Tea Party Time! ***



Capitolo 1
*** Le prime sfumature sulla tela della sanità mentale ***


CAPITOLO UNO: LE PRIME SFUMATURE SULLA TELA DELLA SANITA’ MENTALE

 

1840, Città di Namimorium.

 

Da ormai trent’anni i due coniugi giapponesi Ogawa si sono trasferiti nella contea di Namimorium, riuscendo a pieno nella loro impresa di banchieri.

Con la quantità di Vongole (la valuta della contea) guadagnate hanno potuto permettersi una villa a due piani non lontana dalla strada maestra e una buona istruzione per la loro unica figlia femmina, Himeko.

 

La ragazza, dai lunghi capelli argento platino e i preziosi occhi verde mare, passa molto tempo nel giardino della casa, in compagnia dei domestici, dell’insegnante privato e degli animali di campagna, tranne, per ovvie ragioni, quelli più pericolosi come serpi o ratti.

Insomma, vive in un modesto lusso e possiede già una buona cultura del monda che la circonda, ma nonostante tutto non riesce a farselo bastare. Per lei anche quell’immenso giardino è poco più grande di un secchio.

Desidererebbe viaggiare, visitare città di cui ha solo letto nei libri, scrivere romanzi e diari di avventura e diventare, alla fine della sua vita, una scrittrice di tutto rispetto.

Ma, aimè, per la nostra Himeko il destino è stato più che crudele: mancano solo pochi giorni al suo diciottesimo compleanno.

Cosa c’è di male, direte voi? Bhe, per lei non è riservata una festa a sorpresa nel centro città, dove potrà divertirsi e farsi foto con le amiche (sarebbe comunque molto scomodo con il primo modello di macchina fotografica uscito appena il precedente anno), bensì un matrimonio combinato con il figlio di un socio in affari di suo padre.

Mai visto in vita sua, potrebbe anche essere l’uomo più bello della terra, ma Lady Himeko non ha per niente intenzione di sposarsi a diciotto anni con il figlio del visconte di Namimorium, un tale Milord Vito Ello.

 

Poveraccio. Anche se, ad esser sinceri non ci interessa niente di lui, quindi continuiamo.

 

Tornando alla nostra Hime, in un pomeriggio nuvoloso le accadde una cosa molto strana. La più strana della sua vita e, forse anche quella di qualsiasi altro essere umano nel 1840. Non per altro, semplicemente sono dell’opinione che quello che accade due secoli dopo il 1800 sia ancora più strano.

 

 

- E’ tardi, è tardi! Sono in ritardo! -

La ragazza era comodamente seduta su di una poltrona del salone, intenta a leggersi un libro nel completo relax della casa lasciata a lei per qualche ora.

Eppure, la tranquillità era stata appena interrotta da una voce proveniente dall’esterno, nel giardino, oltre la vetrata che separava l’interno dall’aria frizzante di Namimorium.

 

Himeko: ‘Tardi’? Sarà il postino Angelo … pover’uomo, è troppo preciso. Un giorno di questi gli verrà un colpo al cuore.

 

Dopo essersi alzata, incuriosita da quel mormorio nervoso, fece scorrere l’anta di vetro, respirando a pieni polmoni ed immergendosi in quella pungente atmosfera silvestre.

 

Non vide il postino, tantomeno la sua ingombrante auto elettrica.

 

 

C’era un ragazzo di spalle, quasi dall’altra parte dello spiazzo verde.

 

A quella distanza sarebbe stato impossibile vederlo se non fosse stato per il bianco cangiante che lo ricopriva.

Di fatti, il giovane aveva dei capelli di lunghezza media irti e argentei e vestiva un mantello bianco con un collo di pelliccia grigio cenere.

Aveva la testa china, puntata sul contenuto della sua mano destra.

 

Himeko: Salve, si è perso?

 

La voce, leggermente incerta e un po’ confusa da quella presenza, raggiunse le orecchie del ragazzo, che si voltò di scatto.

 

Dopo qualche secondo il suo sguardo corrucciato si trasformò in stupore.

 

???: Lei è … Alice?! Quell’Alice?

 

Himeko: Ehm … non ho capito.

 

???: Oh, cielo! Dobbiamo subito andare Alice, dobbiamo fare ritorno nel paese delle Meraviglie!

 

In pochi secondi i pensieri di Hime passarono dal ‘Che carino questo ragazzo’ a ‘Forse dovrei chiamare la polizia’

Himeko: Mi scusi, ma non mi chiamo Alice … il mio nome è Himeko.

 

Il ragazzo smise di ripetere a raffica sempre le stesse cose e si bloccò.

Corex: Piacere, io sono Corex. Vogliamo andare sì o no?

 

Corex fece un inchino, avvicinandosi di corsa alla azzurra per porgerle la mano.

 

Himeko: Ma non avevi detto che stavi cercando Alice?

 

L’albino scosse la testa.

Corex: Cambiano sempre nome, queste ragazze d’oggi.

 

Ma prima che Hime potesse anche solo provare a fargli accorgere che non era possibile niente di quello che aveva detto, lui la prese per mano ed iniziò a scortarla verso dei cespugli di bacche selvatiche.

 

Corex: Ecco, qui ci dovrebbe essere un passaggio per il Paese delle Meraviglie.

Indicò una tana di coniglio poco più larga di un tombino.

 

Ok, una ragazza sana di mente avrebbe già chiamato la polizia da un pezzo, quindi diciamo che un po’ di colpa andrebbe anche ad Hime.

 

Himeko: Ma … è una tana di coniglio.

 

Il ragazzo fece spallucce, lasciandole la mano.

Corex: Che si aspettava, un portone?

 

E in un batter d’occhio, dai capelli di Corex spuntarono due lunghe e soffici orecchie dritte e bianche.

 

Himeko: Ma … ma?!

Corex: Per favore, signorina Alic-ehm, Himeko … le ho già detto che è tardi. Le va o no di seguire un umile ragazzo coniglio nelle sua tana, in modo che possa condurvi al Paese delle Meraviglie? Non mi sembra una domanda troppo assurda …

 

La ragazza arrossì leggermente, afferrando con decisione la mano nuovamente offerta da Corex.

Himeko: Va bene, andiamo.

 

 ANGOLO AUTORE:
Se per caso state pensando a ... sì, credo davvero di riuscire a distrarvi dalla vera storia di SoF attualmente in corso con questa fanfiction demenziale AU. Sono molto fiero di me, lo ammetto ...
Comunque, preferirei che voi non sottovalutaste questa storia, ci tengo molto perché mi è stata richiesta tanti mesi fa da stardust. Era un 'regalo' per la centesima recensione alla vecchia saga di SoF, quindi le proposi una fanfiction AU breve.
Grazie mille.
Allora, attualmente ho cinque capitoli già scritti e controllati, ma credo di riuscire a finire il prossimo vero capitolo della long ancor prima di caricarli tutti. La trama si farà man mano sempre più ''seria'', ed è un misto tra l'opera Caroliana di Alice in the Wonderland, e la rappresentazione di Tim Burton nel suo omonimo film (più, ovviamente, cazzate appartenenti alla mia long).
Spero possa almeno farvi sentire meno la mancanza di Tengoku e compania bella.


Alla prossima!

 

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Capitolo 2
*** Benvenuta nel paese dove ogni cosa (non) ha un senso! ***


CAPITOLO DUE: BENVENUTA NEL PAESE DOVE OGNI COSA (NON) HA UN SENSO

 

Corex: Per favore, signorina Alic-ehm, Himeko … le ho già detto che è tardi. Le va o no di seguire un umile ragazzo coniglio nelle sua tana, in modo che possa condurvi al Paese delle Meraviglie? Non mi sembra una domanda troppo assurda …

 

La ragazza arrossì leggermente, afferrando con decisione la mano nuovamente offerta da Corex.

Himeko: Va bene, andiamo.

 

 

 

Presi per mano, i due si sporsero a pochi centimetri dal fosso, così profondo e buio da poter sembrare una finestra aperta su di un cielo notturno senza stelle.

 

Himeko: Corex … sei sicuro che questa caduta non sia mortale o altamente pericolosa?

Avrebbe voluto chiedere lei, se il ragazzo non l’avesse anticipata, trascinandola in quel buco con un salto.

 

Caddero, caddero.

 

Giù, giù e sempre più giù.

 

Dopo una buona mezz’ora, nella quale Himeko aveva finito di leggersi un libricino e Corex di comporre le parole crociate, si vide in lontananza una fioca luce.

 

Più veloci della luce toccarono il suolo ed, inevitabilmente, morirono.

 

Corex: Non è vero! Smettila di farmi prendere questi spaventi, brutto infame!!

 

Scusa, Corex.

 

Dicevo, non morirono, ma invece atterrarono dolcemente su di un prato fiorito.

Subito vennero avvolti da vari profumi di fiori e d’erba, misti con odori che con un giardino hanno poco a che fare, come quello di cioccolato e di zucchero.

 

Himeko: Ma … che posto è mai questo?

 

La ragazza avvicinò la mano ad uno stelo poco più alto di lei, che al tocco si scostò infastidito.

 

Corex: Per favore, non disturbi gli abitanti del Paese. Probabilmente questa dovrebbe essere mattina.

 

Himeko: Che vuol dire ‘probabilmente’? A me sembra che il … sole, splenda.

 

Quello che doveva essere il sole era un pezzo di cartone tagliato (male) a cerchio e con su scritto ‘SOLE’.

Era appeso ad un filo che saliva verso il cielo, per poi scomparire tra le nuvole.

Mah …

 

Corex: Aimè, signorina … da quando la Regina Scarlatta ha deciso che il tempo non sarebbe più trascorso, così è stato per tutti e per tutto.

 

In lontananza qualche fiore pianse.

 

Himeko: Oh, ma è orribile!

Corex: Vabbè, sono cose che capitano …

 

Himeko: Ma no, Corex, intendo quello!!

 

Dalla foresta (?) era appena sbucato un enorme serpente blu a righe viola, con gli occhi rossi e un’acconciatura fashion.

Corex: Mio Dio, è vero!

 

Il ragazzo si coprì gli occhi inorridito: quell’acconciatura non si abbinava per niente ai colori dell’animale.

 

Himeko: Fai qualcosa, per favore!

 

Corex tese le braccia in avanti, concentrandosi sul corpo della bestia che strisciava velocemente verso di loro.

 

Il serpente sternutì …

Serpente: Eccì!

E morì.

 

Himeko: Ma, allora sei fortissimo Corex!

Corex:  Le … giuro che io non ho fatto assolutamente niente. Stavo per lanciargli una magia che gli avrebbe fatto venire il singhiozzo, ma niente di più.

 

???:  Dovresti ringraziare me, ragazzina.

 

Al fianco di Himeko si materializzò una nuvoletta di fumo rosa confetto, che prese ad ondeggiare di qua e di la senza sosta.

???: Su, avanti. Non essere timida.

 

Corex incrociò le braccia, sbuffando con aria snervata.

 

Himeko: Ehm … grazie Signor Nuvola?

 

???: Uhuhu, Signor Nuvola? Per chi mi hai scambiato, per il Conte di Hibari?

 

Quella lugubre risata riempì presto l’atmosfera, ma subito dopo venne interrotta da un sonoro scoppiettio che si ripeté per un paio di volte.

 

Ora davanti ai due c’era un ragazzo sorridente, alto e dal fisico longilineo, vestito elegantemente di rosa confetto e dai corti capelli rossi.

Guardò la ragazza con i suoi occhi di colori differenti, uno rosso e l’altro verde con la pupilla sottile.

 

Simon: Incantato di conoscerti, Himeko. Il mio nome è Simon, il Gatto del Chesire.

Una lunga coda rossa prese a frustare l’aria, mentre due piccole orecchie feline fecero capolino dai capelli.

Himeko: Come fa a conoscere il mio nome, Signor Simon?

Simon:  Stavo per chiamarti Alice, ma qualcosa mi ha detto che stavolta non era così.

 

Corex: Strano, non è tipico di un codardo del tuo calibro aiutare una ragazzina indifesa.

Gli sguardi dei due si incrociarono per un secondo e qualche scintilla di rabbia scosse l’aria.

Simon: Dai a me del codardo? Tu, che hai tradito quel che rimane del nostro vecchio Paese per unirti alla Regina. E sentiamo, cosa farà con un’altra Alice? Le taglierà la testa, così che niente più ci possa salvare, te lo dico io!

 

Hime indietreggiò, frastornata da tutte quelle informazioni.

Tagliare la testa. Altra Alice.

Himeko: Voi … io non vi seguirò fino a quando non mi spiegherete che cosa sta succedendo? Non sono un oggetto di nessun tipo di scambio, né un cane da passeggio.

Simon: Certamente, Himeko. Questo TRADITORE che ti ha scortata qui lo ha fatto per ordine della Regina Scarlatta. La profezia ha detto anni or sono che sarà una certa Alice a salire al trono, quindi la Regina ha pensato bene di uccidere la precedente Alice. Farà lo stesso anche con te, non fidarti di questo coniglio traditore.

 

Himeko: Corex … dice sul serio?

L’azzurra guardò confusa il ragazzo albino, che rispose con un borbottio sommesso.

Corex:  Certo che no. Solo che mi è stato proibito rivelare il perché della sua convocazione. E di certo adesso non spiffererò tutto solo per le provocazioni di questo gattaccio rognoso.

Simon: Bene, io non vi ostacolerò. Ho un the da prendere! Buona giornata ♪ …

 

E, così come era apparso, Simon sparì in un’altra nuvola di fumo.

 

Himeko: Guarda Corex, ha lasciato questi.

 

‘Tea Party  a Casa di Tengoku, la Lepre Marzolina’ così era scritto sui bigliettini da visita lasciati da Simon.

Sul retro era pure disegnata una mappa della foresta.

Corex: Oh, ma che gentile.

Già, molto gentile.

 

Himeko: Credi … potremo passarci prima di andare dalla Regina Scarlatta? Il Signor Simon ci ha pur sempre salvato la vita …

 

Lo sguardo della ragazza era così stanco che Corex non poté fare a meno di rifiutare.

 

Corex: Se solo questa mappa fosse disegnata decentemente!

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Capitolo 3
*** Tea Party Time! ***


CAPITOLO TRE: TEA PARTY TIME

 

Himeko: Guarda Corex, ha lasciato questi.

 

‘Tea Party  a Casa di Tengoku, la Lepre Marzolina’ così era scritto sui bigliettini da visita lasciati da Simon.

Sul retro era pure disegnata una mappa della foresta.

Corex: Oh, ma che gentile.

Già, molto gentile.

 

 

 

Le uniche scritte sulla mappa erano ‘Qui’ e ‘Girate di qui’. Davvero molto precise, a mio parere.

 

Però, siccome io sono un pessimo autore diciamo che (in maniera più che forzata) i due trovano la strada per la casa grazie a delle indicazioni.

Credo che nessuno abbia qualcosa da contestare.

 

 

Al centro di un radura spoglia di fiori, c’erano tre casette poste a formare un triangolo equilatero e al centro era stato messo un tavolo rotondo.

 

Bene, al tavolo tre ragazzi erano seduti, intenti a sorseggiare da delle tazzine di porcellana.

 

Quando i due ragazzi, stremati e quasi morti di fame, li raggiunsero, riconobbero il Gatto del Chesire (alias cartografo) che li salutava allegramente.

 

Simon: Ben arrivati, come mai avete fatto tardi?

Schivò per miracolo un cucciolo di opossum lanciatogli da Corex e aggiunse due posti a tavola.

Un ragazzino basso dai folti capelli castani e un ciuffo bianco, fu il primo ad alzarsi per accoglierli.

 

E solo allora Himeko capì che non era un ragazzino, a meno che i ragazzini normali non avessero tutti delle lunghe orecchie brune e una corta coda.

 

Tengoku: Salve! Che ci fate ancora in piedi, sedetevi, sedetevi!

 

Il leprotto avvicinò la teiera alle loro tazze, versandone il suo contenuto. Ossia, niente.

Tengoku: Io sono Tengoku, la Lepre Marzolina. Benvenuti al mio tea party!

 

???: Cosa? Ma stiamo scherzando, questo sarebbe il mio tea party. Benvenuti!

 

Dall’ultima sedia si alzò un ragazzo alto quanto Simon, vestito in giacca e cravatta e pantaloni a righe, tutto finemente trasandato e pieno di toppe.

Si tolse con fare teatrale il lungo cilindro, mostrando tra i suoi corti capelli biondi … niente, lui almeno non era un ibrido strano, senza offesa per tutti i lettori mezzi animali.

 

Drake: Il mio nome è Drake, conosciuto anche come Capello di Pa-cioè, no. Conosciuto anche come il Cappellaio Matto.

Sorrise sornione, rimettendosi comodo.

 

Himeko, ancora un po’ a disagio in quell’atmosfera non poté notare il silenzio forzato di Corex, che stando al gioco sorseggiava dalla sua tazza vuota.

Himeko: Ehm … che cosa state festeggiando, di grazia?

 

Simon per poco non si fece andare di traverso il suo the(?), mentre l’albino si limitò a fare facepalm.

 

Drake e Tengoku: Vedi, noi non facciamo niente …

Himeko: Come niente? Un tea party con degli ospiti per nessuna occasione in particolare?

Tengoku: Giusto, è vero! Come hai fatto a dimenticartelo Drake?!

Drake: Che sbadato. Festeggiamo il nostro Non Compleanno con un bel tea party!

 

La ragazza posò la tazzina, soddisfatta del suo invisibile (ed inesistente) the.

Himeko: Perché festeggiare un Non Compleanno?

Tengoku: Da quando la Regina Scarlatta ha fermato il tempo, non abbiamo più potuto festeggiare il nostro compleanno.

Drake: Il lato positivo è che ci siamo bloccati all’ora del the, così almeno abbiamo modo di passare il … tempo! Ahahaha!!

Tengoku: Se non fosse già morto da tempo potremmo dire che stiamo … ammazzando il tempo! Hihihi!!

 

Simon si alzò, spolverandosi dalla camicia le briciole dei biscotti, anch’essi non reali.

Simon: Divertente, dico davvero. Ma ora credo sia il caso di andare.

 

Tengoku: Cosa dici, Gatto del Chesire?! E’ passato tanto … tempo dall’ultima volta che sei venuto ad un nostro tea party!

Drake: Già … e anche tu, Bianconiglio. L’ultima volta che ci hai tenuto compagnia è stato prima che la regina fermasse il tempo!

 

L’albino sospirò profondamente, sollevando con l’indice la tazzina dal manico ed indicando i due perdiTEMPO.

Corex: Certamente … se i lor signori qui presenti non avessero litigato con la Regina, arrivando persino a farla piangere, probabilmente avrei passato molto più TEMPO con voi.

Stavolta passò la tazzina sulla traiettoria di Simon.

Corex: E tu … mentre a palazzo succedeva l’inferno ha preferito svignartela mettendo al sicuro il tuo clan e la tua pellaccia! Non permetterò mai più che uno della tua risma mi dia del codardo …

Simon: Che ti succede, Bianconiglio? Un tempo,quando eri l’Araldo della Regina Bianca il sorriso non lasciava mai il tuo volto. 

 

Il ragazzo si appoggiò allo schienale, alzando la testa e portandosi le mani dietro la nuca.

Corex: E’ vero, gattaccio. Ero il più felice Araldo del Regno. Ogni paese che visitavo, ogni borgo e ogni contea erano i posti più allegri dove portare la parola della Regina. Mai una condanna, mai una denuncia …

Tutti, meno Himeko, si lasciarono andare ad un coro di sospiri.

Himeko: E’ un gran peccato che il Paese delle Meraviglie sia ridotto così. Non è per niente … Meraviglioso. Mi piacerebbe tanto fare qualcosa per aiutarvi, dico sul serio! Ma sono solo una ragazza …

 

 

 

Il leprotto sembrò riprendersi, drizzando le orecchie per poi piegarle verso la ragazza come delle frecce segnaletiche.

Tengoku: Ma noi sappiamo che sei solo una ragazza. Ci hai preso forse per matti?

Drake: Però sei anche la nuova Alice! E come tale, secondo la profezia della Nebbia, saresti destinata a prendere il trono.

 

Una mano si poggiò sulla spalla di lei, per poi trasformarsi un istante dopo in fumo e svanire nel nulla.

Simon: Se quando dice il Bianconiglio è vero … allora l’Oracolo delle Nebbie non rileverà nulla di strano. Andate da lui …

 

Himeko rimase interdetta per qualche secondo, ma poi, ormai abituata ai bizzarri fenomeni di quel luogo, fissò con aria determinata i due Non Festeggiati.

Himeko: E sia! Per convincervi, sarò più che disposta ad andare da questo Oracolo delle Nebbie!

 

Subito dopo però, il suo sguardo ricadde su quella che doveva essere la sua scorta di turno.

Himeko: Vieni con me Corex??

Ma stavolta, nemmeno il dolcissimo sguardo da coniglietta (?) di Himeko riuscì a convincere il Bianconiglio, che a malincuore si vide costretto a rifiutare.

Corex: Mi scusi signorina Himeko … diciamo che non sopporto proprio per niente viaggiare a teiera …

Mimò un conato di vomito, indicando il Cappellaio Matto.

Himeko: A teiera?? E come si viaggerebbe a teiera?

 

Drake afferrò, per l’appunto, una teiera e salì in piedi sul tavolo.

Drake: Non hai mai viaggiato a teiera, mia cara? E’ un gran peccato: è un mezzo molto divertente e veloce per viaggiare!

Il Leprotto tirò leggermente la manica del Cappellaio, sorridendo ampiamente.

 

Tengoku: Che bello, io adoro viaggiare a teiera!!

Drake: Oh, scusa Ten, ma credo che stavolta viaggerà soltanto Himeko.

 

Himeko: Non ci entrerò mai lì dentro, signor Cappellaio!

 

Ah, ingenua Himeko … non ha ancora capito che se io, l’autore, decido una cosa, sono più ostinato di una vespa.

 

Drake: Tu intanto bevi questa, io faccio una cosa …

Senza nemmeno voltarsi, Drake le lanciò contro una fiala di vetro, che la ragazza raccolse per un soffio, evitando che si infrangesse sul suolo.

Era colma di un liquido color azzurro spento. Al tappo era legata una corda che conduceva ad un bigliettino microscopico.

Era scritto ‘Bevimi’.

La ragazza con sicurezza la stappò e un forte odore di veleno per top- ehm! … zucchero, la avvolse.

 

Himeko: Dovrei …?

Corex: Stia tranquilla … nessuno è mai morto bevendo quella pozione. Tranne l’uomo invisibile, qualche anno fa.

Il tono serio ma pacato di Corex fece preoccupare l’azzurra. Stava forse scherzando?

Himeko: E … dove sarebbe adesso?

Corex indicò una sedia sotto di un albero. Lì era seduto il cadavere dell’uomo invisibile.

A quel punto Hime trovò la sicurezza necessaria e bevve fino all’ultima goccia in un solo sorso.

 

Drake la guardò con gli occhi sbarrati, ammutolendo.

Tengoku: No, non doveva essere bevuta tutta!! La quantità in quella fiala è altamente mortale e va usata con cura!

 

Himeko: Oddio, davvero?!!

 

Scoppiò in lacrime, sentendosi già mancare le forze e tutto intorno a lei farsi confuso.

Tengoku: No, scherzavo …

 

Prima ancora che potesse accorgersene, la ragazza era diventata minuscola, poco più alta di uno spillo.

Fortunatamente i suoi vecchi vestiti l’avevano coperta del tutto e adesso si stringeva a sé il tessuto per nascondersi alla vista dei tre.

Himeko: Ehm …

Drake: Perdona il ritardo, ecco! Provatelo.

 

Le venne offerto un piccolo vestitino di pizzo bianco e celeste, con una gonna lunga fino al ginocchio.

Drake: Oh, sei bellissima!

Esclamò il ragazzo alla vista della principessa che era diventata adesso la piccola Himeko.

 

Tengoku: Presto, Cappellaio! Non perdiamoci in chiacchere!

 

Il volto di Drake si rabbuiò, mentre teneva nel palmo della mano la ragazza.

 

Drake: Tu hai idea del perché un corvo assomigli a una scrivania, Alice?

 

Himeko: Prego?

L’aria si fece d’un tratto fredda e pesante, persino Corex rabbrividì senza accorgersene.

 

Drake: Se sei la vera Alice questa dovresti saperlo … rispondi Alice … rispondi.

 

Himeko: Non mi … importa.

 

Tutti si zittirono e nella loro mente, si udì un suono lontano. Così vacuo da sembrar appartenente ad un’epoca remota, un ricordo sbiadito.

Il ticchettio delle lancette di un orologio.

 

Il Cappellaio si calò ancor di più il cappello sopra gli occhi, non riuscendo però a coprire un sorriso entusiasta.

Drake: Che brividi, che emozione, cara la mia Alice!

Hime sorridendo di rimando cantilenò: Non sono Alice, sono Himeko.

 

Drake: Sì, sì, questo lo so …

Tengoku: Cavoli, Cappellaio! Mi fai sempre prendere paura quando fai il matto!

Ridacchiò la Lepre Marzolina.

 

Il biondo sollevò la ragazza e tolse il coperchio alla teiera.

Drake: Vedi, Himeko, ti devo svelare un segreto …  Tutti i migliori sono matti.

 

 
Angolo Autore:
Vi ricordate quando avevo detto 'citazioni al film di Tim Burton'? Bhe, ecco qui.
A breve, arriverà anche l'originale SoF, non preoccupatevi. Sto scrivendo così tanto, che a volte mi dimentico di aggiornare ^^''.

 

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