Destini 2

di Iva27
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dopo due anni ***
Capitolo 2: *** 2. Perchè sei qua papà? ***
Capitolo 3: *** 3. Perchè hai un appuntamento! ***
Capitolo 4: *** 4. Influenza o amore? I sintomi sono gli stessi.... ***
Capitolo 5: *** 5. .....forse....mi avrebbe baciata.... ***
Capitolo 6: *** 6...Scorpius.... ***
Capitolo 7: *** 7. incantesimi., sogni e immaginazione... ***
Capitolo 8: *** 8. ora eravamo insieme. ***
Capitolo 9: *** 9. Lezioni di magia ***
Capitolo 10: *** 10. caro papà ***
Capitolo 11: *** 11. Augusto 666 ***
Capitolo 12: *** 12. ombre ***
Capitolo 13: *** 13. La pazzia dilaga.... ***
Capitolo 14: *** 14. Grazie ***
Capitolo 15: *** 15. Come un castello di carte ***
Capitolo 16: *** 16. Ti ho sempre voluto bene.. ***
Capitolo 17: *** 17. si o no.... ***
Capitolo 18: *** 18. ritorno a scuola ***
Capitolo 19: *** 19. Preparazioni! ***
Capitolo 20: *** 20. vacanze in famiglia (prima parte) ***
Capitolo 21: *** 21. vacanze in famiglia (seconda parte) ***
Capitolo 22: *** 22. Foto e ricordi ***
Capitolo 23: *** 23. Notte di Natale! ***
Capitolo 24: *** 24. sono riuscita a farti sorridere ***
Capitolo 25: *** 25. arriva il nuovo anno! ***
Capitolo 26: *** 26. cattivi... dubbi e incertezze... ***
Capitolo 27: *** 27. Ricordo ***
Capitolo 28: *** 28. se il destino non esiste, come si fa a scegliere la propria strada? ***
Capitolo 29: *** 29. futuro ***
Capitolo 30: *** 30. pesca e shopping ***
Capitolo 31: *** 31. Fine di una bella giornata! ***
Capitolo 32: *** 32. notte prima degli esami (prima parte) ***
Capitolo 33: *** 33. notte prima degli esami (seconda parte) ***
Capitolo 34: *** 34. esami e molto altro... ***
Capitolo 35: *** 35. pronti per una bella estate! ***
Capitolo 36: *** 36. e se lui avesse saputo tutto???? ***
Capitolo 37: *** 37. raggi di luna ***
Capitolo 38: *** 38. Sharm El Sheik ***
Capitolo 39: *** 39. tra deserto e mare (parte prima) ***
Capitolo 40: *** 40. tra deserto e mare (parte seconda) ***
Capitolo 41: *** 41. in prigione ***
Capitolo 42: *** 42. rivelazioni ***
Capitolo 43: *** 43. a caccia ***
Capitolo 44: *** 44. ricordi pericolosi... ***
Capitolo 45: *** 45. quegli occhi... ***
Capitolo 46: *** 46. Ricordi ***
Capitolo 47: *** Piccola parentesi! ***



Capitolo 1
*** Dopo due anni ***


Quella mattina, come ogni mattina del primo settembre, l'espresso per Hogwarts correva veloce per portare tutti gli studenti nella famosa scuola.

E come ogni mattina da ormai sei anni, questo era il settimo, mi cercai uno scompartimento tranquillo dove passare tutta la durata del viaggio. E accanto a me c'era Scorpius. Quello sarebbe stato il nostro ultimo anno e mi sentivo strana. L'ultima volta che avrei preso quel treno per andare a Hogwarts. Ci sarei salita di nuovo solo per andare a casa alla fine dell'anno.

Hogwarts mi sarebbe mancata, ma sapevo che era una cosa comune a tutti quelli che l'avevano frequentata e che l'avrebbero frequentata in futuro. Diventava una parte della tua vita, quindi era normale esserci affezionati.

Mi sedetti sul sedile e Scorpius mi imitò mettendosi accanto a me.

-a che pensi?- mi chiese guardandomi.

Dovevo sembrare triste.

-che questo è l'ultimo anno. La cosa non ti rende triste?- chiesi.

Lui mi guardò triste.

-si. Ma non possiamo farci niente. E se proprio non vogliamo abbandonarla possiamo sempre farci bocciare-. Scoppiammo a ridere insieme. L'idea di essere bocciati era divertente.

Poi tornai seria e guardai fuori dal finestrino.

Quel giorno il sole splendeva felice.

Speravo proprio che quell'anno scolastico, l'ultimo, sarebbe stato felice in quel modo......


*************

io sono triste perché sarà l'ultimo anno da passare con te” questo dovevo dirgli. Eravamo soli, stavamo dicendoci cosa ci sarebbe mancato di più di Hogwarts e io avrei potuto dirgli benissimo cosa mi sarebbe mancato.

mi sarebbe mancato vederti ogni mattina mentre fai colazione, starti vicino a lezione, guardare come ti concentri oppure quando sei sovrappensiero.

Passare i pomeriggi con te a ridere e scherzare oppure a studiare, e guardarti mentre pensi che stò studiando.” forse gli avrebbe fatto piacere sapere tutte queste cose o forse l'avrebbe trovato strano. Avrei potuto dirgli tante di queste cose.

E invece la guardai mentre osservava il cielo pensierosa, con la gola asciutta e il cuore che batteva forte.

Quello sarebbe stato l'ultimo anno, l'ultimo anno in cui sarei potuto starle accanto. Finita la scuola le nostre strade si sarebbero potute perdere per sempre.

Questa era l'ultima occasione per provare davvero a mostrargli i miei sentimenti. Dovevo trovare il coraggio di dirgli quello che provavo. Magari non tutto in una volta.

Sarebbe bastato un po' per volta. Magari iniziando da una frase su quanto mi sarebbe mancata.

Non poteva essere così difficile.

-Rose- la chiamai. Lei si voltò e mi guardò negli occhi sorridendo.

Deglutii al vuoto. Non mi sentivo più la voce.

Non mi ricordavo più niente, vedevo solo lei.

Che mi guardava curiosa, poi accigliata, forse preoccupata della mia sanità mentale.

Allora distolsi lo sguardo e guardai il libro che aveva uscito dalla valigia.

-leggi Italo Calvino? Com'è?- domandai in fretta.

-interessante. Tu l'hai mai letto? Io adesso sto leggendo il cavaliere inesistente. È bello, mi piace come scrive- rispose Rose, distogliendo anche lei lo sguardo. E io risposi tranquillamente, mentre dentro di me mi maledivo per la mia mancanza di coraggio.

Non sarei mai riuscito a dirgli quanto gli volevo bene....



**********

Guardai il castello che comparve in tutta la sua immensità davanti a noi, nella notte. Ero decisamente troppo malinconica quel giorno. Mi venne quasi da piangere a guardarla così, da lontano.....

Decisamente troppo emotiva...ma infondo avevo la scusa, l'essere donna porta per una settimana al mese l'essere molto sensibili. E mi sentivo come una bomba ad orologeria. Salii sulla carrozza insieme ai miei cugini e a Scorpius. Non che le cose fossero migliorate tra loro.

Albus, Hugo e Lily infatti ignorarono Scorpius e lui rimase in silenzio a guardare fuori dal finestrino.

Per evitare l'ennesima lite che non avrebbe portato da nessuna parte come al solito, mi arresi a parlare con entrambi senza che loro entrassero in relazione.

-Come sta Geremy?- chiesi a Lily. Geremy era il suo nuovo ragazzo da ormai cinque mesi.

-bene. Era tutto contento di essere stato scelto come prefetto. Mi è mancato in tutto questo tempo-.

Rispose quasi ne fosse sorpresa. In genere le sue storie non duravano oltre quei due mesi di separazione.

Invece questa volta lui gli era mancato. Sorrisi.

Questa volta magari avevo trovato davvero la persona giusta. E per la gioia di Albus era della sua stessa casa e aveva la sua stessa età. E Geremy trovava che Albus fosse mitico, per usare una sua espressione, quindi aveva sia rispetto per lui che per Lily. Il che lo tranquillizzava.

-già, purtroppo per me ho visto come l'hai salutato- sbraitò Albus accigliato. Va bene, era tranquillizzato solo un po'....

-non è colpa mia se tu compari sempre nei momenti meno adeguati. Mettiti un campanello al collo come le mucche, così posso sentirti arrivare ed evitiamo che ti arrabbi-

scoppiammo tutti a ridere per la battuta di Lily, tranne Albus, che però sorrise sempre accigliato.

-così chissà cosa combineresti. Almeno la possibilità che io spunti dal nulla ti ferma, oppure no?- domandò.

Vidi Lily ridere e poi rispondere -ti odio quando fai il santerellino. E pensa poi a cosa fai tu con Amber. Oggi non vi siete proprio fatti vedere in giro. Dove vi siete nascosti?- domandò lei, sapendo di metterlo a tacere.

E infatti lui arrossì e guardò fuori dal finestrino.

-siamo arrivati- disse in fretta e uscì, mentre la sorella lo inseguiva.

-avanti, sputa il rospo!!!!- gli gridò dietro.

Scesi anch'io dalla carrozza seguita da Hugo, che rideva guardando i due cugini, e Scorpius, anche lui sorridente per la scenetta.

Il mio cuore perse un battito. Il mio respiro si bloccò.

Poi mi diedi della stupida.

Non potevo reagire così solo per un suo sorriso.

E neanche per un suo sguardo, come era successo prima sul treno. Dovevo rimanere con i piedi per terra. E quindi mi avviai con gli altri verso la sala grande.

Sedendoci guardai il tavolo dei professori curiosa.

Il nostro professore di difesa contro le arti oscure era andato in pensione l'anno scorso. E avevo sentito che la McGranitt si era lamentata sul fatto che non riusciva a trovare un sostituto decente. Tutti i professori erano seduti e chiacchieravano tra loro.

E il mio sguardo si fermò sul nuovo professore di difesa contro le arti oscure. Anche lui mi scrutò e sorrise, guardandomi con i suoi occhi verdi.

****************************

Sono tornata, per la gioia di qualcuno e forse per il tormento di qualcun altro....

Deve dire la verità, volevo lasciare con più suspense ma penso che sia facile individuare il nuovo prof....


E così sono tornata con questo continuo.

Ho cambiato un po' la forma...

adesso parlo in prima persona (mi sono resa conto che mi viene meglio, almeno spero), quasi sempre

dal punto di vista di Rose ma farò parlare anche gli altri, perché la storia non riguarda solo lei.

Un grazie speciale alle mie prima due fan:

VI VOGLIO UN MONDO DI BENE.

QUESTA STORIA LA DEDICO A VOI DUE CHE MI AVETE AIUTATO SIA CON SUGGERIMENTI SIA PER LA VOSTRA SINCERA VOGLIA DI LEGGERE QUALCHE MIA NUOVA PAZZIA!

Spero vi piaccia questo capitolo. Mi metto subito a scrivere il secondo, però non so se riesco a pubblicarlo entro oggi.

Baci a tutti! Naturalmente aspetto consigli e critiche, anche cattive, per migliorare! Grazie mille a chi leggerà!

Baci!

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Capitolo 2
*** 2. Perchè sei qua papà? ***


Secondo capitolo: perché sei qua papà?


Harry Potter, il mio caro zietto, mi sorrise, salutandomi con la mano, e i suoi occhi verdi proseguirono per il tavolo alla ricerca di Lily e Albus. Albus, accanto a me, era totalmente stupito. Aveva la bocca aperta a formare una piccola “o”. Lily era stupita allo stesso modo, ma i due fratelli avevano due modi diversi di essere stupiti.

Albus era felice, si vedeva chiaramente.

Mentre Lily era sbalordita e un po' accigliata.

Si lamentava sempre di Albus che la controllava continuamente, avere anche suo padre che era più rigido non era bellissimo.

Ma forse c'era anche qualcos'altro...

Il mormorio nella sala era a livelli mai sentiti. Il famoso Harry Potter era venuto nella nostra scuola!

Ci avevamo messo poco a sapere che mio zio era famoso, ce lo avevano da sempre tenuto nascosto, anche se sapevamo che aveva salvato tutto il mondo da Voldemort, ignoravamo la popolarità che aveva.

E specialmente i miei cugini avevano avuto non poco da lamentarsi. Per quanto erano orgogliosi di lui non era piacevole essere additati sempre per “i figli del salvatore”.

Naturalmente, come tutto, poi era passato.

E adesso invece spuntava lui......

Speriamo bene........


**************

Non ci credevo!

Non poteva essere!

Era assurdo!

Quello non poteva essere mio padre!

Lo guardai sorridermi e poi cercare di dirmi qualcosa.

Come un “ti voglio bene”.

Rimasi ferma immobile a guardarlo mentre parlava con la professoressa Jonsens, e sentii Geremy che balbettava.

-quello è tuo padre?- domandò.

no” avrei voluto rispondere. Mio padre non era tanto pazzo da fare una cosa del genere.

Ma in quel momento la preside si alzò e presentò a tutti il mio caro paparino.

-quest'anno difesa contro le arti oscure verrà insegnato dal signor Harry Potter, che ha gentilmente acconsentito a tornare di nuovo per quest'anno- disse la preside e scoppio un applauso che assordò tutti.


************


La cosa più difficile sapevo sarebbero stati gli occhi di mia figlia. Ero pronto ad affrontare di tutto.

Ma quegli occhi mi colpirono molto di più di quanto potessi immaginare.

Albus era contento di vedermi. Lo leggevo nei suoi occhi, i miei stessi occhi infondo.

Invece Lily sembrava di opinione differente.

Alla fine della cena tutti e quattro mi raggiunsero mentre tutti, purtroppo, si attardavano per cercare di ascoltare.

Non ero più abituato a tutta quella curiosità.

Ma ero pronto ad affrontarla.

-ma quando hai deciso di venire?- chiese Albus dopo averi salutato.

-questo pomeriggio. La McGranit in pratica è venuta a pregarmi in ginocchio- risposi esagerando. Vidi la McGranitt lanciarmi un occhiata furiosa.

-scherzavo Minerva. Tanto non ci hanno creduto neanche un secondo- la rassicurai.

-che strano sarà doverti chiamare professore...- disse Rose mentre ci incamminavamo fuori.

-sarà ancora più strano vedermi chiamare così.

Ho insegnato per un po' quando voi ancora non eravate nati. Diciamo che avevo voglia di restare ancora un po' a Hogwarts. Però ora saranno 18 anni che non torno.

Devo dire che mi mancava- ammisi guardandomi intorno.

Tutti mi fecero domande e sembravano felici della mia presenza. Ma Lily non parlò. Mi aveva abbracciata ma adesso mi osservava come se si aspettasse chissà cosa....


***********


Mio padre ci mandò tutti a letto dopo aver parlato un bel po' nel suo studio. Tutti lo salutarono e se ne andarono. Ma io rimasi.

-devo chiedergli un attimo una cosa- dissi loro.

Vidi Albus preoccupato. Forse sarebbe voluto rimanere, forse sarebbe stato il caso. Del resto era una questione che riguardava anche lui.

Ma non volevo. E forse mio padre lo capì perché li salutò e chiuse la porta.

-perchè sei qua papà?- chiesi subito.

Lui si guardò intorno e poi mi guardò sorridendo.

-Non sei contenta di vedere il tuo vecchio papino?- mi chiese.

-certo. Ma ciò non cambia la mia domanda. Perchè sei qua papà?- domandai di nuovo.

-perché non erano riusciti a trovare un professore e una mia vecchia amica mi ha chiesto aiuto.

Tra parentesi, penso che Minerva stia invecchiando troppo. Non capisco come tra mille candidati non sia riuscito a trovarne uno decente- rispose sorridendo e sedendosi nella sua poltrona.

Io incrociai le braccia e continuai a guardarlo accigliata.

-e mamma che pensa di questa tua decisione?- chiesi.

Lo vidi sorridere, ma quello era un sorriso teso.

-niente. Lei ha sempre fatto le sue scelte e io le mie.

Ci siamo sempre appoggiati qualsiasi scelta abbiamo preso- mi rispose. Poi mi guardò serio.

-so che l'altra sera ci hai sentito litigare. Ma non ti devi preoccupare. Immagino che hai interpretato tutto questo come un grande problema. Ma non è così.

Anche a noi capita di litigare, non quanto zio Ron e zia Hermione ma anche a noi capita. Ma le cose si sistemano.

I problemi non sono insormontabili. E la decisione di venire qua è stata improvvisa ma condivisa da tua madre.

Ok?- mi guardò speranzoso.

Poteva essere la verità, ma poteva anche non esserlo.

Non avevo mai pensato a mio padre come uno che dice bugie. Eppure qualcosa mi disse che stava mentendo.

Ma era tardi e non era il caso di insistere.

-va bene papà. Infondo, se ci fosse davvero qualche problema serio ce lo direste, vero?- chiesi scrutandolo con gli occhioni dolci.

-certo- rispose lui subito abbracciandomi e dandomi la buonanotte. E io me ne andai un po' più confortata.

Magari avevo davvero peggiorato solo le cose.....


************


Mi sdraiai sul letto nascondendo il viso nel cuscino. Quanto avrei voluto credere a tutte le cose che avevo detto a Lily.


**************


La mattina arrivò e io andai a svegliare mia cugina, che a detta delle sue amiche dormiva ancora profondamente.

-ma non vuoi andare a lezione oggi?- gli chiesi trovandola sotto le coperte.

Lily si svegliò sbadigliando.

-adesso vengo- sussurrò assonnata. La vidi girarsi dall'altra parte però e coprirsi di nuovo per dormire.

-Lily. Vuoi che sale tuo padre a svegliarti?- gli chiesi. Vidi una strana luce nei suoi occhi mentre si alzava, tirandomi il cuscino, e andava nel bagno.

Aspettai paziente che lei uscisse lavata e vestita e poi cercai di capire se voleva parlarne. Ma il suo sguardo parlò per lei.

-andiamo- disse ancora assonnata.

Scendemmo a colazione e salutai con la mano Scorpius, che era già seduto a mangiare. Lui ricambiò sorridendomi.

Lily si sedette accanto a Geremy che l'accolse con un bel sorriso. Io invece mi sedetti accanto ad Albus che leggeva una lettera.

-chi ti scrive?- chiesi.

Albus guardò verso il tavolo dei professori, dove suo padre mangiava chiacchierando con Neville e la preside, prima di guardarmi.

-è una lettera di mia madre. Più o meno le solite cose....-

rispose serio.

Quindi c'era altro. Lo guardai accigliata. Possibile che la venuta di suo padre lì avesse causato qualche problema tra i suoi genitori? O forse era dovuta proprio a qualche problema tra di loro?


La prima lezione del mattino era trasfigurazione quindi fummo bombardati subito dalla prof Jonsens che quella mattina era in un momento no.

Chiese tutto il programma dell'anno scorso e solo io riuscii a non prendere un voto insufficiente.

Tutti gli altri, all'uscita, iniziarono a lamentarsi a gran voce.

Ma insieme alle loro voci si sentirono anche le voci eccitate dei ragazzi usciti dall'aula di difesa contro le arti oscure. Sembrava che lo zio li avesse colpiti.

Noi l'avremmo incontrato il giorno dopo, alla seconda e terza ora. Chissà cosa ci avrebbe proposto....


******************


Mi ero dimenticato quanto era divertente fare il professore. Certo un conto era essere seguito da bambini del primo anno che pendevano dalle tue labbra come angeli, un'altra è tentare di insegnare a serpeverde dell'ultimo anno che ti ritenevano un montato famoso per aver fatto niente, a detta loro.

Ma penso di essermela cavata fino ad ora.

Fui felice quando ebbi la lezione con tassorosso e vidi Amber con delle amiche. La vidi felice e serena, come ormai era da due anni.

Dopo che Albus ci aveva detto la verità su di lei l'avevamo accolta a braccia aperte come una figlia.

Ormai gli volevo bene come se fosse mia figlia. Ed ero contentissimo che Albus e lei si fossero messi insieme quell'estate.

Finita la lezione era ora di pranzo e uscii con i miei studenti dall'aula.

Non mi sorpresi di trovare Albus fuori, ad attendere Amber. Si scambiarono un bacio e pensavo sarebbero andati insieme a pranzo.

Invece Albus venne da me, serio.

-cosa c'è Albus?- gli chiesi.

-ti posso parlare papà?- domandò.

Possibile che Lily gli avesse detto qualcosa? Speravo di no, non volevo la ramanzina anche da mio figlio.

Entrammo di nuovo nell'aula e ci sedemmo uno di fronte all'altro.

-perché sei qua papà?- mi chiese.

Io deglutii. Incredibile, la stessa identica domanda di Lily.

Perché i miei figli dovevano essere tutti così..... svegli? Oppure sospettosi?

-ho fatto un piacere ad una vecchia amica. Non penso ci sia niente di strano- gli risposi esasperato.

-non intendevo questo. Ho capito che la preside te l'ha chiesto, ma non capisco perché tu sei qua mentre mamma è partita per andare in Italia. Mi ha mandato una lettera, stava preparando la valigia. Partirà stasera con l'aereo.

Tu lo sapevi, vero?- mi chiese.

-si, certo che lo sapevo. Ha deciso di andarci perché è una grande opportunità per lei. Imparerà nuovi metodi e tecniche- gli risposi convinto.

-quindi la tua venuta qua non è una reazione alla sua scelta di andare via, vero?- mi domandò.

Avevo ragazzi troppo perspicaci. E troppo impiccioni.

Possibile che non mi potessero lasciare in pace?

-no, non ti preoccupare, non c'è nessun problema. Adesso che ne dici di andare a mangiare?- e mi alzai deciso a non farmi più interrogare dai miei figli.





*****************




Questo capitolo non mi piace molto però volevo far sapere che in casa Potter ci sono un po' di problemi.

Perché adesso sorgeranno tanti problemi diversi come spuntano i funghi......

Un grazie speciale a mikelina e virgi_lycanthrope che sono tornate a mettere la mia storia tra i loro preferiti.

Aspetto vostri consigli.

E questo vale per tutti. Grazie per aver letto anche questo capitolo e scusatemi per qualsiasi errore possa aver fatto e per la bruttezza del capitolo.

Spero di ricevere qualche commento, (vi supplico, scrivetemi anche quanto odiate questa storia! ).

Al prossimo capitolo che pubblicherò come al mio solito molto presto.

Certo, se ricevo almeno qualche commento!

Un bacio a tutti!


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Capitolo 3
*** 3. Perchè hai un appuntamento! ***


Terzo capitolo: perché hai un appuntamento!


Guardarla mentre studiava mi piaceva sempre di più.

Non riuscivo a crederci che anche solo guardarla mi rendesse così felice.

Rose alzò lo sguardo e notò che la stavo guardando.

Io distolsi subito lo sguardo e lo puntai sul mio libro.

-Scorpius tutto bene?- bisbigliò. Eravamo in biblioteca e quindi eravamo costretti a parlare a bassa voce.

Annuì, prendendo a leggere veloce il capitolo.

Era passata la prima settimana di scuola e tutto era tornato come consuetudine.

Difesa contro le arti oscure era diventata la materia più amata e dovevo ammettere che spiegava molto bene.

Era paziente e divertente, e riusciva a conquistare più o meno tutti. Tranne i miei compagni di casa.

Molti dei quali avevano genitori come mio padre, che avevano da sempre parlato male di lui e rivelato il fatto che le cose sarebbero andate meglio se lui non fosse esistito. Io grazie a Rose avevo capito la verità ma per loro era quasi impossibile fare lo stesso.

Comunque tornai a scrutare Rose. Dovevo chiedergli di andare insieme a Hogsmead. L'uscita sarebbe stata il pomeriggio dopo e avrei dovuto proporglielo molto prima, visto che altrimenti avrebbe preso impegni con altri. C'era la possibilità che l'avesse già fatto.

Questa volta ci sarei riuscito.

-Rose- la richiamai. Lei mi guardò e io deglutì per poi aprire la bocca per parlare.

Ma l'irruzione di sua cugina mi interruppe. Si sedette accanto a me guardando solo Rose.

-Rose ti posso parlare?- chiese. Io la guardai scocciato.

Ci doveva essere qualcuno che voleva mettermi i bastoni tra le ruote (ihihihihihihihihihi by autrice).

-certo!- rispose subito lei e mi sorrise.

-tu aspetti qua?- mi domandò.

Annuì infastidito e la guardai triste uscire.


********************


Non pensavo fosse possibile. Guardai mia cugina come se fosse pazza.

-stai scherzando, vero?- sbottai.

-no. Avanti, tu riesci sempre ad aiutare tutti. Sono davvero preoccupata. Mia madre è partita per l'Italia senza dirci niente. Non l'avrebbe mai fatto se non fosse successo niente. E onestamente anche la scelta di venire qua di mio padre è impensabile. Loro non riescono a stare un giorno intero senza vedersi. Quando mio padre deve andare in giro per lavoro mia madre lo segue sempre e lo stesso fa quando capita il contrario. In tutta la mia vita non li ho mai visti tenersi il broncio per più di cinque ore invece quando siamo partiti era da due giorni che quasi non si parlavano. A me ed a Albus non vuole dire niente.

Secondo me invece con te mio padre si confiderebbe. Provaci soltanto... ti supplico- mi pregò lei.

E io rimasi interdetta. Come potevo iniziare una conversazione del genere con mio zio?

Mi sembrava ridicolo e improbabile che si confidasse davvero con me.....

-se capita potrei accennare l'argomento- gli dissi sperando che mi lasciasse stare. Lily mi abbracciò contenta.

-grazie mille- e poi se ne andò.


Ritornai un po' abbattuta da Scorpius, che mi guardò serio.

Sembrava pronto ad affrontare un leone.

-Rose ti devo chiedere una cosa- mi disse.

Lo guardai seria, e non seppi precisamente il perché ma anche un po' tesa. Il cuore prese a battermi veloce.

-domani pomeriggio...- iniziò ma qualcuno lo interruppe.

Mi voltai verso il colpevoli e mi trovai davanti un ragazzo di corvonero con cui frequentavo qualche lezione.

Ed era l'idolo di molte ragazze perché era il capitano della squadra di quidditch.

-ciao Rose. Ti andrebbe di venire con me a Hogsmead domani?- mi domandò.

(che fate con quei forconi? Aiuto!!!!!!! autrice che scappa dalle lettrici armate di forcone XD)

Io lo guardai incredula.

Nessuno me lo aveva mai chiesto. Lo fissai a lungo stupita e quando notai che ancora aspettava una risposta mi guardai intorno in cerca di una risposta. E trovai gli occhi di Scorpius.

-mi dispiace ma ci vado già con Scorpius. Grazie per avermelo chiesto però! - gli dissi educata sorridendo.

-va bene..... ci vediamo in giro....- e se ne andò sconsolato.

Arrossì violentemente prima di guardare Scorpius.

-non dobbiamo davvero uscire insieme come un appuntamento. Onestamente non sapevo cosa dire ed ho detto la prima cosa che mi è venuta in testa. Se non vuoi non importa. Non penso si metterà a pedinarci per controllare se davvero..- ma interruppe per fortuna il mio delirio mettendomi un dito sulla bocca.

Incredibile come quel contatto mi fece quasi impazzire.

Il respiro si fermò e il mio cuore sembrò volermi uscire dal petto.

Lui allontanò il viso guardandomi serio.

-per me va bene uscire. Anzi, era quello che stavo per chiederti- rivelò.

Io arrossì di nuovo.

-va bene. Allora usciamo insieme....- suonava così strano.... e mi sorprese il fatto di quanto la cosa mi andasse bene.

E per la prima volta tra di noi ci fu un silenzio imbarazzante. Però che non era terribile. Anzi, quasi divertente. Mi ritrovai a sorridergli quando incrociammo gli sguardi.

-va bene, continuiamo a studiare- dissi riaprendo il libro.



-arrivo subito. Devo solo portare questo tema al professore- salutai Scorpius e bussai alla porta di mio zio.

-avanti- lo sentii dire. Entrai e lo vidi seduto dietro la sua scrivania.

-hai portato il tema?- mi chiese notando il foglietto.

-si. Sono rimasta l'ultima?- domandai mentre glielo porgevo.

-no, devo portarmelo ancora Albus. Se lo vedi ricordaglielo.

Mi chiedo come mai voi due siate stati gli ultimi a presentarmeli... è strano...- era confuso.

Io sorrisi.

-forse perché non vogliamo fare brutta figura.

Quindi lo abbiamo scritto più volte e controllato tutto nei minimi particolari. E poi la scadenza ancora è domani, giusto?- chiesi. Lui annuì mentre metteva il mio tema in mezzo agli altri.

-le cose sono difficili per loro, vero?- mi chiese stupendomi.

Non ero completamente sicura di cosa stesse parlando ma optai che si riferisse al fatto che ora era loro professore.

-la maggior parte degli amici di Albus e Lily sono persone che non si lasciano influenzare dal fatto che sei arrivato. Non giudicano loro perché sono tuoi figli.

Il problema riguarda la gelosia degli altri.

Alcune volte è difficile ammettere che esistono persone più brave di te. Sia se non ti impegni sia se ti impegni con tutto te stesso esiste sempre qualcuno più bravo di te.

È stupido pensare il contrario. Ma in quei casi è più facile pensare che ci siano favoritismi, è come prendere una scorciatoia. E visto che ne tu, ne loro possono fare altro che ignorare quegli stupidi, è meglio non pensarci. O sbaglio?- lo guardai sorridere e stropicciarsi il viso.

-hai ragione. È incredibile quanto sei matura. Mi ricordi così tanto tua madre....- sussurrò tra se.

Esitai.... ricordai la supplica di Lily e la mia promessa.

Ma non volevo far domande. Mi sedetti di fronte a lui e aspettai che aprisse gli occhi.

-hai mai pensato di fare la psichiatra?- mi domandò.

Io sorrisi.

-onestamente no. Ma non sarebbe male. Dici che mi viene naturale?- lo guardai negli occhi. Caspita quanto Albus gli assomigliava.

-si.......... Rose.... cosa ne pensi del destino?-.

La domanda mi sorprese. Ci riflettei prima di rispondere.

-il destino è un bisogno creato dagli uomini.

Dalla necessità di non sentirsi persi-.

-quindi tu non ci credi?- domandò di nuovo.

-no. Secondo me è meglio pensare che la vita è nelle tue mani, e non che qualcuno scelga per te. Ma in momenti di confusione e insicurezza mi ritrovo sempre a pensare al destino. Quindi forse alla fine un po' ci vorrei credere....- dissi sinceramente.

-e dell'amore che pensi? Non credendo al destino non dovresti neanche pensare che due persone siano destinate a stare insieme...- mi scrutava in cerca di una risposta.

-Platone pensava che un tempo eravamo un solo essere che fu diviso in due per invidia.

Così dall'ora si ricerca la propria metà, per essere completi.

Ci sono molte altre teorie sull'amore ma secondo me ha ragione Platone. Se poi è collegato al destino non so.

Però so che di certo l'amore non è solo rose e fiori.

L'importante è capire se davvero si è trovata la metà, poi i conflitti sono naturali e anche più difficili.

Con chi si hanno i discorsi più difficili? Con se stessi.

E se l'altra parte è te stesso diventa complicato scontrarsi- lo vidi riflettere sulle mie parole.

-si deve essere sinceri, è impossibile bluffare con se stessi, e si devono affrontare i problemi. E ci si deve ricordare che l'unito creatore dei tuoi problemi non è il destino ma se stessi. Adesso vado a mangiare. Se hai bisogno sai dove trovarmi-.

E me ne andai.



La mattina dopo scoprii Lily nella mia stanza.

-cosa c'è?- Gli chiesi.

Lei mi sorrise felice.

-sono venuta ad aiutarti per scegliere i vestiti-

la guardai come se fosse pazza.

-vestiti? E perché?-

-perché hai un appuntamento!- sorrise lei.





***************************


Come avrete notato questo capitolo è molto più allegro e spero meglio dell'altro.

E adesso i ringraziamenti al mio piccolo “pubblico”.

Un grazie a Fofu e Mary, grazie per il sostegno.

Spero vi piaccia.

E spero piaccia anche agli altri!

rosie_lu grazie per essere tornata a leggere la mia storia e per averla messa tra i preferiti.

Io personalmente odio quando ci mettono un sacco a pubblicare un nuovo capitolo mi tormento.

Per questo tento di non fare lo stesso.

Altrimenti sembrerei un'ipocrita a lamentarmi degli altri...

spero di averti resa felice. Finalmente escono insieme.

In realtà avevo pensato a complicare di più le cose ma poi Scorpius mi ha fatto pena....

comunque continua a recensire, mi raccomando, non mi puoi rendere più felice se non continuando a “rompermi”!

Bex Vampire sono contenta che la storia ti piaccia e spero continuerai a seguirla. Hai ragione.... avere un padre come tuo professore non è il massimo.....

Aspetto tuoi suggerimenti e pareri!

Grazie infinite a tutti quelli che leggono! Spero davvero che magari lasciate anche qualche recensione, mi piace un sacco riceverle.....

Baci a tutti. A presto!


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Capitolo 4
*** 4. Influenza o amore? I sintomi sono gli stessi.... ***


Quarto capitolo: influenza o amore? I sintomi sono gli stessi!


Guardai mia cugina infastidita.

Ero totalmente tranquilla fino a quando lei non mi aveva svegliata. Adesso stava frugando tra i miei vestiti cercando qualcosa con cui vestirmi. Neanche fossi una bambola...

E così mi aveva fatto venire l'ansia....

Il silenzio imbarazzante che era scoppiato tra me e Scorpius il pomeriggio di ieri mi aveva fatto preoccupare.

Non ero abituata a queste cose.

E Lily che correva di qua e di là mi faceva girare la testa...

-che ne dici della gonna blu e la maglietta bianca?- mi domandò. La guardai fulminandola con lo sguardo.

Allora prese un paio di pantaloni bianchi e una maglia azzurra.

-questi?- chiese.

-ma secondo te non so vestirmi da sola?- sbuffai forse un po' acida. Mi aveva fatto pensare al pomeriggio che mi attendeva e mi sembrava stupida tutta questa tensione.

Infondo io e Scorpius eravamo amici da quasi sette anni.

Stavamo quasi sempre insieme e la maggior parte delle volte da soli, visto che in presenza dei miei parenti diventava mister freddo e muto.

Perché ora mi dovevo preoccupare per me era illogico.

Eppure non potevo negare a me stessa di essere agitata.

-lo so che ti sai vestire da sola, e so anche che metti le prime due cose che vedi, di solito. Volevo soltanto farti scegliere magari qualcosa di più... pensato.

Di particolare, ecco. Non sarebbe una brutta idea mettere qualcosa che magari Scorpius non ti abbia mai visto addosso. Ogni volta che non usi la divisa metti sempre la stessa tuta da ginnastica oppure i jens sbiaditi- mi fece arrossire.

In effetti erano le due cose che avevo pensato di mettere proprio ora, mentre mi guardavo in giro.

-va bene. Metterò qualcos'altro. Ma non quella gonna!- la intimai guardandola sventolare la gonna di prima.

-ti stà così bene. E poi te l'ho regalata io e l'hai usata solo due volte. Mi fai rimanere male, così- mise il broncio.

Io sbuffai.

-quei pantaloni bianchi andavano bene- dissi prendendoli dal letto e infilandomeli.

Poi misi la maglia che mi porgeva per farla contenta.

-che fate tu e Geremy oggi?- chiesi mentre mi pettinavo i capelli e mi guardavo allo specchio.

Non mi vedevo molto diversa dal solito.

-veniamo anche noi a Hogsmead. Il solito, più o meno- rispose alzando le spalle.

Poi mi guardò.

-ma sei riuscita poi a parlare con mio padre?- sputò la domanda veloce e guardandomi negli occhi.

-che ne dici se scendiamo? Ho fame!- dissi sfuggendo e uscendo dalla mia stanza.

La sentii seguirmi ma l'incontro con Geremy la distrasse.

Si scambiarono un bacio piuttosto lungo e io ebbi il tempo di scappare.

Dovevo ringraziare di più quel ragazzo....

Mi affrettai a sedermi vicino a Albus, che stava seduto abbracciando Amber.

-ciao fidanzatini!- scherzai salutandoli.

-ciao Rose. Sei radiosa oggi?- mi salutò Albus.

-già stai benissimo!- si complimentò Amber.

-grazie- sussurrai abbassando gli occhi imbarazzata.

Presi una fetta di pane e iniziai a mangiarla.

-così oggi esci con Scorpius?-domandò Amber.

La guardai confusa. Poi arrabbiata, ma non con lei.

-ve l'ha detto Lily?- chiesi furiosa.

-si!- disse Hugo sedendosi di fronte a me.

Lo guardai accigliata. Mi bastava uno sguardo per capire cosa pensava, e guardarlo mi fece arrabbiare ancora di più. Addentai con una certa furia la fetta di pane e lo guardai mentre era pronto a farmi una ramanzina.


************************


Ero abbastanza lontano da Hogwarts per poterlo usare.

Lo presi e digitai veloce il numero che ormai conoscevo a memoria. Mi rispose dopo tanti squilli, così tanti che mi fecero temere chissà cosa.

-Harry?- chiese sorpresa.

-ciao Ginny. Sei occupata?- domandai subito.

-no, sto tornando nel mio appartamento. Ho fatto il turno di notte e sto tornando solo adesso.......

come mai me lo chiedi?- la sua voce si sforzava di rimanere fredda e distaccata, ma risentire la sua voce mi rendeva felicissimo, e qualcosa mi suggeriva che non ero l'unico a sentirmi così.

-perché adesso vengo, ti devo dire quanto sono stupido e quanto ti amo! Aspettami!- e chiusi il telefono, pronto a smaterializzarmi da lei.


*********************

Arrossii quando mi scrutò sorpreso e mi sorrise, fissandomi negli occhi. Andavo verso di lui, che mi aspettava fuori dalla porta della sala grande.

Quella distanza mi sembrò incolmabile. Avrei preferito correre verso di lui per arrivare prima, ma forse sarebbe parso davvero strano...

-ciao!- dissi semplicemente.

-ciao!- sorrise lui. Poi indicò il portone aperto con la testa.

-andiamo?- io annuì e iniziammo ad attraversare il grande parco di Hogwarts per arrivare al cancello.

Arrivati al castello di Hogwarts il silenzio che ci avvolgeva era uno dei nostri soliti silenzi tranquilli, senza imbarazzi ne problemi. La cosa mi rincuorò. Avevo davvero paura che quel pomeriggio avrebbe potuto distruggere la nostra sintonia perfetta.

Era confortante vedere come anch'io sbagliassi.

-oggi è una bella giornata!- disse Scorpius all'improvviso.

Io sorrisi guardando il cielo.

Sapeva che adoravo giornate come quelle.

-già. Per me è la giornata perfetta. Invece per te sarebbe stato meglio se fosse piovuto, vero?- gli chiesi sorridendo.

Incrociammo i nostri sguardi e il mio cuore prese a battere forte.

-già. Qualche nuvola grigia e qualche tuono e lampo avrebbe migliorato la giornata!- scherzava.

Anche se sapevo che a lui piacevano davvero tanto i temporali. Una cosa davvero strana, a mio avviso.

Io non odiavo i temporali però non li trovavo esattamente entusiasmanti. Invece quando c'era un temporale era uno dei rari casi che trovavi Scorpius più entusiasta del solito.

-dove andiamo per primo?- mi domandò quando arrivammo al villaggio di soli maghi.

-ti va di andare in libreria?- proposi. Lui annuì e insieme entrammo nel grande negozio verso la fine del villaggio che io frequentavo di più.

Adoravo quella libreria, così piena di scaffali e libri da non poter trovare un angolo vuoto. Adoravo l'odore di carta che c'era in giro, le mille storie esistenti tra quelle pagine, impazienti di essere rivissute.

Mi diressi subito verso l'angolo della libreria dove in genere c'erano i nuovi arrivi.



***********************


Molti forse non mi avrebbero capito. Ma la cosa che mi piaceva di più al mondo era guardare Rose entrare in libreria.

Sapevo per certo che se ci entrava ci sarebbe rimasta ore, controllando ogni libro presente nella libreria, anche se molti li aveva già letti. Ma del resto cosa poteva rendermi più felice se non vederla davvero felice?

Era felice in mezzo ai libri, era nel suo mondo.

Per lei ogni libro doveva essere un amico che cercava di richiamarla per potergli raccontare la sua storia.

Vederla aggirarsi per le librerie enormi, passare il dito sulle copertine intenta a riflettere sul libro.

Mai vista cosa più bella che vederla completamente presa da un libro inaspettato.

Un libro che la incuriosiva.


E così passammo le prime tre ore della mattinata.

Dopo aver visto e toccato tutti i libri presenti.

La guardai mentre uscivamo e lei metteva il libro, trovato inaspettatamente per ultimo e che aveva subito comprato, nella borsa a tracolla.

-mi dispiace. Ogni volta ti tengo rinchiuso in libreria per ore senza rendermene conto. È già ora di pranzo.

Ma quanta pazienza hai?- mi domandò scherzosa.

-infinita. Del resto per starti vicina uno ce ne deve avere molta- scherzai anch'io, dandogli un buffetto sulla testa.

-poverino. Sei tu solo a dover sopportare le stravaganze e le richieste delle persone, vero?- sorrise lei.

-certo. Il confidente di tutti. E adesso che ne dici se decidiamo dove mangiare?-. Eravamo fermi di fronte alla vetrina della libreria, mentre il sole ci riscaldava.

-tu cosa consigli?- mi chiese. Io la guardai incerta, pensandoci su. Poi mi voltai e lo vidi a poca distanza.

-che ne dici di un dolce?- ed entrammo subito da Mielandia, dove prendemmo due bei coni gelato.

Naturalmente pagai io, il che portò Rose a tormentarmi.

-non è giusto che tu mi paghi il gelato. Avanti, sono solo tre falci. Quanto ci vuole a prendere questi soldi?-

mi chiese per l'ennesima volta sventolando la sua mano con le tre monete.

-stiamo uscendo insieme? Io sono l'uomo? Allora non parlare e finisci il tuo gelato, prima che si squagli- e l'allontanai. Poi ci fermammo in una panchina lungo un viale e gustammo il nostro gelato quasi in silenzio.

-com'è il nocciola?- mi chiese. Io le porsi il mio gelato.

-vuoi assaggiare?- domandai. Lei mi guardò incerta.

Poi si avvicinò al mio cono e prese un piccolo morso, guardandomi.

Per farlo si avvicinò molto a me.

Non si rese conto di quanto il mio cuore batteva forte.

-buono- esclamò ritornando eretta.

La guardai mentre, un po' arrossita, si metteva una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio.

-vuoi assaggiare il mio?- chiese subito dopo.

Accettai subito e gustai il cioccolato senza ricordarmi che non mi piaceva molto. Mi piacque molto invece, ma era tutto legato al fatto che quel gelato aveva toccato le labbra di Rose.

Anche il mio ora sembrava più buono.


*******************


La giornata passò in modo strano.

Ogni momento era importante ma tutto passò velocemente. In un batter d'occhio ci ritrovammo a dover ritornare al castello.

Avevo un po' di mal di testa. E mi ritrovai ad essere un po' triste.

Non volevo tornare a Hogwarts, volevo rimanere con Scorpius a scherzare, su quella panchina dove avevamo parlato a lungo e senza problemi.


Arrivati al portone era abbastanza presto per poter andarmi a fare un doccia. Mi sentivo un po' stanca e infreddolita e una doccia calda mi avrebbe fatto bene.

-ci vediamo dopo- gli dissi un po' contrariata.

Lui si avvicinò a me. Per un attimo pensai alla possibilità che mi volesse baciare. Il mio cuore battè veloce, scandendo un ritmo veloce che mi fece percepire la quasi lentezza nei suoi movimenti. Poi invece mi mise solo una mano sulla fronte, accigliato.

-sei calda. Hai le guance rosse. Non è che ti sta venendo la febbre?- mi domandò serio. Io chiusi gli occhi godendomi la sensazione della sua mano grande e fresca sulla fronte.

-mi fa male un po' la testa ma figurati, sto benissimo. A dopo!- e a mio malincuore mi staccai da lui.

Salendo per le scale dopo che lui mi salutò mi ritrovai a pensare a un fumetto di Charlie Brown, che avevo letto molti anni fa.

Il cane, Snoopy, si chiedeva se quello che provava era influenza o amore. Esattamente diceva così:

influenza o amore? I sintomi sono gli stessi!”



**************************************************


Spero di non avervi deluso. Il primo appuntamento tra Rose e Scorpius è importante e spero di averlo reso carino.

È ancora comunque il primo appuntamento, e sono tutti e due preoccupati e incerti su cosa una loro relazione potesse fare alla loro amicizia, quindi vanno avanti con le pinze. Piano piano....

Scusate per il ritardo. Il capitolo era già pronto ieri ma il pc non connetteva ad internet......

sono uscita leggermente pazza perché ho dovuto disinstallare e istallare tutto di nuovo.......

Un grazie alle mie due ispiratrici e amiche sincere!

E un grazie speciale anche alle mie due lettrici che mi recensiscono, aspetto altri commenti!

E grazie a chi ha messo questa storia tra i preferiti, siamo arrivati a 5, e naturalmente a chi legge.

Se volete rendermi felice lasciatemi un commento!

A presto per il prossimo capitolo!

Baci!!!!!


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Capitolo 5
*** 5. .....forse....mi avrebbe baciata.... ***


quinto capitolo:.....forse......mi avrebbe baciata....


Era decisamente influenza. Quella notte dormì malissimo e la mattina dopo, quando passai davanti allo specchio per scendere giù, sembravo uno zombie.

La testa mi girava ancora ma non avevo nessuna voglia di non andare a lezione. La prima ora avevo pozioni e quel giorno avremmo fatto una verifica.

E quando scesi sotto trovai Scorpius ad aspettarmi fuori dal ritratto. Lo fissai felice e sorpresa. Non mi ero resa conto di quanto lo volevo vedere prima di rivedermelo davanti.

-buongiorno. Come stai?- mi chiese guardandomi preoccupato. Io sorrisi e frenai l'impulso di gettarmi tra le sue braccia. Era una sensazione del tutto irrazionale...

-bene!- mentì sorridendogli. Lui mi si avvicinò serio e mi sentì le gambe tremare. Appoggiò la sue fronte sulla mia, piegandosi verso di me perché era più alto.

La sua fronte fredda sulla mia mi diede sensazioni mai provate.

-sei caldissima, ora ti porto direttamente in infermeria- mi sussurrò accigliato prendendomi tutte e due le mani e allontanandosi un po'.

Io cercai di liberarmi dalla sua presa.

-sto benissimo. Non ho bisogno di andare da nessuna parte tranne che ha lezione- sbottai un po' infastidita. Poi cercai di andare verso la scalinata principale per poter arrivare sotto ma tutto diventò sfocato e barcollai.

Probabilmente sarei caduta a terra se delle braccia forti non mi avessero preso in tempo. Però ormai stavo cadendo nell'incoscienza. L'ultima cosa che percepì fu la voce di Scorpius che ripeteva il mio nome.


*********************************


Fino ad ora l'avevo osservata sempre. Avevo scrutato il suo viso mentre leggeva, studiava, parlava oppure ascoltava.

Ricordavo ogni sua espressione, quelle buffe che aveva quando parlava e scherzava, quelle serie di quando spiegava o parlava con i professori, quelle accigliate o arrabbiate delle rare volte che la prendevo in giro.

Ricordavo purtroppo di averla vista anche distrutta...

il mio cuore gemette nel ricordare gli eventi di due anni fa e nel pensare al dolore e alla furia nel suo volto....

Ed era stato subito prima che l'avevo osservata dormire, in quello stesso letto.

L'avevo portata subito in infermeria e Madame Chips l'aveva fatta coricare a letto e aspettava che si svegliasse per dargli una pozione ricostituente.

Ora era sotto le coperte bianche con una pezza bagnata sulla fronte. Dopo un primo momento di inquietudine il suo viso si era rilassato e aveva preso a dormire serena.

Più o meno. Qualche volta si agitava, stringeva le labbra ma prima che potessi fare qualcosa di più che stringergli la mano si rilassava di nuovo.

Già... avevo la sua mano tra le mie. Era così bella.

La stringevo e la tenevo come se fosse fragile come un cristallo. Qualche volta mi ritrovai anche a desiderare di baciarla. Ma il fatto che potesse spuntare Madama Chips da un momento all'altro mi fermava.

Purtroppo però dopo poco Madama Chips mi sbatté fuori dall'infermeria perché stavano iniziando le lezioni.

E me ne dovetti andare.

Avevo la prima ora di pozioni e lì avrei incontrato Albus.

Gli avrei dovuto dire io che Rose si era presa la febbre.

Ma lo vidi venire verso l'infermeria insieme a sua sorella e Hugo e capì che avevano fatto uno più uno.

Del resto ieri sera non sembrava stesse bene e stamattina non era andata a colazione.

-Ha la febbre- gli dissi quando si fermarono di fronte a me.

Hugo e Albus annuirono e proseguirono per entrare alla porta.

-grazie Scorpius- mi sorprese Lily sorridendo prima di raggiungerli.

Rimasi interdetto. Evidentemente la mia uscita con Rose gli aveva fatto cambiare idea. O almeno era disposta a trattarmi non con freddezza, come aveva sempre fatto.

E io facevo con lei e con gli altri.




Andai a trovarla alla fine dell'ora. E la trovai sveglia.

Aveva in mano una tazza fumante di pozione e la guardava un po' accigliata.

Entrai in silenzio e mi sedetti vicino a lei.

Lei alzò lo sguardo e mi sorrise.

-ciao- la salutai.

-ciao Scorpius.... come è andata la verifica?- mi chiese.

Io mi strinse nelle spalle.

-è andata. Ora ho storia della magia ma visto che il professore non fa altro che spiegare sempre la guerra dei goblin in questo periodo posso anche saltare una lezione.

Come ti senti ora?- domandai.

Lei fissò la pozione fumante tra le sue mani.

-dovrei prendete questa pozione per far scendere la febbre... ma volevo aspettare che si raffreddasse........

Scorpius... grazie mille per prima.. per avermi portato qua...- sussurrò sempre guardando la tazza.

Io la guardai: era così tenera, aveva i capelli arruffati e gli occhi gonfi di chi si è appena svegliata. Aveva anche le guance rosse e gli occhi lucidi, quindi aveva ancora la febbre alta.

-stai scherzando? Come facevo a lasciarti svenuta per terra? Avrei rischiato di inciamparti addosso!- scherzai.

-e così mi avresti lasciato per terra?- chiese divertita.

-si. Non sai come mi sono spaccato la schiena a portarti i braccio fino a qua. Dovresti metterti a dieta. Sei decisamente troppo pesante- continuai io.

Lei rise e io la imitai.

Poi bevve un sorso della pozione storcendo il viso.

-è così brutta?- lei annuì.

-non l'ho fatto per non offenderla ma se avesse aggiunto un po' di radice di valeriana tagliuzzate avrebbe diminuito questo... sapore acido- sussurrò per non farsi sentire mentre posava la tazza sul comodino accanto al suo letto.

-almeno farà effetto. Quanto devi rimanere ancora a letto?- chiesi.

-se mi passa torno domani. Non voglio mancare più di un giorno. Ma tu sei sicuro di non dover andare a storia della magia?- era preoccupata. Forse pensava che c'era chissà che cosa per cui non volessi andare a lezione.

La verità era che non volevo lasciarla. Volevo stare lì con lei.

-che ne dici se giochiamo a scacchi' voglio la rivincita- dissi prendendo un quaderno e delle penne dal mio zaino.

Un incantesimo e li trasfigurai in scacchi.

Lei sorrise e annuì, arrendendosi al fatto che non volevo risponderle.


**********************************


Aprì piano la porta per vedere se c'era Madama Chips.

Non era orario di visita, anzi avrei dovuto essere a lezione, ma volevo chiedere una cosa a Rose e quindi ero uscita con una scusa dalla classe. Ma non solo non vidi Madama Chips ma vidi Scorpius e Rose giocare a scacchi.

Erano tutti e due in silenzio, aspettavano le mossa successiva, forse di Scorpius.

Li guardai per un po', divertita dagli sguardi che si lanciavano e da qualche battuta che dicevano tra una mossa e l'altra.

Stavano bene insieme, erano due perfette metà ritrovate.

Ed erano così teneri.......

Me ne stavo per andare per lasciarli soli quando vidi Scorpius avvicinarsi a Rose e mettergli una mano sulla guancia.....


*******************************************


Mi poggiò una mano sulla guancia accarezzandola e quella, già bollente di suo, mi sembrò andasse a fuoco.

Era così vicino che riuscivo a sentire il suo profumo.

Mi guardò serio mentre io ormai dovevo aver raggiunto la stessa tonalità dei miei capelli.

-hai ancora la febbre alta. Forse è meglio se dormi un po'- mi disse. Io appoggiai la testa alla sua mano sperando che così non avrebbe ritirato la mano fredda.

Chiusi gli occhi e poi li aprì imbarazzata.

-non voglio che te ne vai però- rivelai.

Lui mi guardò accigliato.

-non ho mica detto questo. Neanche io voglio andarmene.

Chi non vorrebbe saltare le lezioni al mio posto-.

Lo guardai accigliata e forse un po' delusa. Anzi, di sicuro un po' delusa. Lui dovette leggere i miei pensieri dalla mia espressione perché si affrettò a dire:

-scherzavo! Non mi interessa niente delle lezioni.

Io voglio restare qui con te-.

Gli sorrisi mentre il mio cuore batteva forte.

Forse, se non avessi avuto la febbre alta e quindi non fossi stata contagiosa mi avrebbe baciato.

Forse se non fosse entrata in quel momento Madama Chips non si sarebbe allontanato.

Il mio primo bacio. Sarebbe stato bello riceverlo.

Invece la febbre mi giocò di nuovo un bello scherzo e l'ultima cosa che vidi fu Scorpius che mi guardava mentre perdevo di nuovo i sensi.





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Ed ecco a voi il quinto capitolo!

Spero piaccia e che non mi uccidiate perché alla fine non c'è stato davvero il bacio...

forse la sto tirando troppo lunga... però penso sia meglio così..... e del resto lei ha la febbre...

comunque un GRAZIE enorme a tutte le mie lettrici,

alle mie migliori amiche che mi recensiscono fuori dal sito e a rosie_lu che mi recensisce sempre!

Spero che anche gli altri lo tornino a fare.

Spero di riuscire a scrivere presto il prossimo capitolo che è già pronto ad uscire. Dovrei studiare per domani ma a dir la verità non è ho proprio voglia....

al prossimo capitolo!

Mi raccomando, recensite!

Baci!


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Capitolo 6
*** 6...Scorpius.... ***


Sesto capitolo:....Scorpius....


Mi aveva cacciato furiosa! Mi avrebbe preso a calci se non me ne fossi andato di corsa. E pensare che non era più tanto giovane...

Sbuffai infastidito. Non mi aveva neanche detto come stava Rose. Perché non gli scendeva la febbre?

Perché era già la seconda volta che sveniva?

L'avevo fatta stancare... che stupido che ero stato.

Avrebbe dovuto dormire non giocare a scacchi e parlare.

Leggermente” depresso mi avviai a lezione, mentre la campana suonava.


***********************


Andai a trovarla prima di andare a lezione.

Sarei voluta andare prima ma vedere Madama Chips che cacciava Malfoy in quel modo mi aveva non spaventata ma ero convinta che non mi avrebbe fatta entrare.

Aprì piano la porta ed entrai dopo aver visto Madama Chips sul letto di Rose non arrabbiata.

Il suo viso era ancora peggio. Era preoccupato.

-salve- dissi per annunciarmi. Non volevo spaventarla e quindi farla arrabbiare. Volevo sapere però subito perché era preoccupata.

-signorina Potter. Non avrà intenzione di saltare il pranzo, vero? Mi sembra già troppo magra!- mi sgridò lei.

Io non l'ascoltai. Guardavo Rose che si agitava nel sonno con una pezza bagnata sulla testa.

-come mai ancora non gli è scesa la febbre?- domandai.

Lei divenne seria e mi guardò triste.

-non mi voglio ripetere. E poi sono più congetture che certezze assolute. Ho fatto chiamare i suoi genitori così decideranno loro cosa fare.

Ma non dovrebbe essere niente di serio, non si preoccupi- aggiunse dolcemente, forse perché mi vide cedere davanti alla paura.

-che cosa pensa abbia?- chiesi.


**************************************


La vidi insieme ai suoi parenti e alla ragazza di suo fratello davanti all'infermeria.

Vedendo il loro viso tutto il mondo mi crollò addosso.

-cosa è successo?- chiesi correndo verso di loro.

Lily sembrava non avere parole, troppa fosse la sua preoccupazione.

Mi voltai verso gli altri due e Albus mi guardò serio.

-la febbre non scende in nessun modo. Madama Chips pensa che sia dovuta a una concentrazione troppo forte della... sua forza speciale. È la prima volta che succede una cosa del genere e non si sa cosa fare....- sussurrò preoccupato.

Lo guardai e capì dal suo sguardo che aveva riconosciuto in me la sua stessa preoccupazione.

Anzi forse ce ne era di più. Dovevo avere davvero una brutta faccia. Ma non me la sentivo.

Non mi sentivo più, non percepivo più il mio corpo.

Come se all'improvviso galleggiassi nel vuoto.

Lily mi guardò e poi mi abbracciò. Era una nanetta in confronto a me. Ma aveva gli stessi capelli di Rose e per un attimo mi sentì bene. Poi sentimmo delle voci e delle persone correre e lei si staccò.

Anch'io mi voltai verso i nuovi arrivati e ci trovammo davanti i genitori di Rose.

Li conoscevo solo di vista ma non ci avevo mai parlato.

Ora li squadrai per bene mentre preoccupati abbracciavano il figlio e i nipoti.

Poi Hermione Granger in Weasley si voltò verso di me e mi guardò. Il suo sguardo passò dal preoccupato al curioso per qualche attimo.

-lui è Scorpius Malfoy. Ma immagino l'avevate capito-

disse Lily sciogliendo il momento di imbarazzo.

-felice di conoscerti Scorpius. Adesso però dobbiamo andare- esclamò a sorpresa Ron guardandomi un po' accigliato e poi entrò nell'infermeria senza esitazione.

La moglie lo seguì subito.

Rimanemmo in silenzio fuori, per un po'. Poi Albus tirò fuori delle orecchie oblunghe, che avevano da sempre una grande successo, e le passò a tutti, anche una a me, e ci mettemmo ad ascoltare.


*********************************


-è come se fosse andata in sovraccarico- annuì Hermione.

Da parte mia non pensavo di averci capito molto...

però mia moglie e Madama Chips ormai erano partite con le congetture.

-e quindi?- cercai di capirci qualcosa.

Hermione mi guardò paziente:

-ti ricordi quando era piccola e dicevo che secondo me avrebbe dovuto cercare di imparare a controllare il suo potere? Be, lei ha deciso di sopprimerlo.

Il che l'ha portata a una completa inattività.

Invece due anni fa l'ha scatenata di nuovo.

L'ha usata più volte e quindi il suo corpo si è abituato a vederla crescere e fluire fuori.

Ora invece non la sta più usando. Ma invece lei continua a generarla. E il suo corpo non riesce più ad assorbirla come faceva prima. Se fosse una bomba sarebbe esplosa- la vidi piena di paura nel dire quella frase. L'aveva detta senza pensarci e probabilmente ne era rimasta sconvolta.

-comunque non lo è e il suo corpo reagisce con la febbre.

Il che sta diventando davvero pericoloso per lei. Ma che possiamo fare?- chiese rivolta all'infermiera.

Lei alzò le spalle.

-chiamiamo Ginny- proposi subito. Del resto, da quando era diventata medimago era da lei che ci rivolgevamo appena c'era qualche problema. Hermione annuì.

-Posso usare il suo camino?- Chiese. Madama Chips annuì e mi lasciarono solo con Rose.

Le presi la mano bollente e la guardai mentre era in preda a chissà quale incubo causato dalla febbre alta.

Mi faceva male vederla così.

E il mio cuore perse qualche battito quando la sentì sussurrare un nome. Perché non volevo pensare che in un momento di tale bisogno non pensasse al suo papà, come faceva sempre. Ma lei sussurrò un tutt'altro nome.

Un nome che mi fece arrabbiare, furioso di gelosia.

-....Scorpius......-




******************************************


E anche questo è finito. Scusatemi per il “ritardo” rispetto ai miei tempi. Questo capitolo era pronto quasi subito, l'ho finito l'ho stesso giorno che ho pubblicato il quinto capitolo. Ma la mia connessione a internet ha deciso che non mi vuole far pubblicare in tempo i capitoli....

Più di una volta sono stata tentata a lanciare dalla finestra sia la chiavetta sia il pc....

comunque spero che si risolvano questi problemi tecnici....

Un grazie a chi mi ha messo tra i loro scrittori preferiti! Sono commossa, grazie davvero.!

Naturalmente un grazie a chi legge e recensisce.

E a chi ha messo la mia storia tra i preferiti (è salita a quota 7).

per farmi perdonare pubblicherò subito l'altro capitolo che ho scritto subito dopo l'altro....

(lo so che sembra che non ho niente da fare ma è solo la mia pazzia che agisce. In teoria dovrei studiare ma non riesco a farlo se ho idee diverse... quindi prima scrivo poi posso studiare....)



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Capitolo 7
*** 7. incantesimi., sogni e immaginazione... ***


Settimo capitolo: incantesimi., sogni e immaginazione....


Mi strinsi a lui. Avevo bisogno di un momento tranquillo, di un po' di affetto, in modo da non pensare a tutto quello che stava succedendo. E Geremy era lì per consolarmi, per rassicurarmi. Mi aveva raggiunta fuori dall'infermeria e io ero corsa via insieme a lui lontano dagli altri.

E adesso mi stringevo al suo petto cercando calore e conforto. E lui mi stringeva a se baciandomi i capelli.

-vedrai che adesso andrà tutto bene. Rose si riprenderà completamente e starà ancora meglio di prima- mi sussurrò all'orecchio. Sollevai il mio viso per guardarlo negli occhi e vidi qualcosa che mi fece sorridere felice.

A pochi centimetri dalle sue labbra bisbigliai

-ti amo-

Poi lo baciai. Questa volta senza freni. Volevo non pensare a niente, solo a noi due, almeno per quei pochi minuti.

E crogiolarmi in quella parola sussurrata.

L'amavo, lo sentivo. L'avevo visto nei suoi occhi e ora ne ero sicura.

Mi sentì un po' in colpa pensando al fatto che forse non avrei dovuto essere così felice mentre invece avrei dovuto pensare solo a Rose, ma poi pensai allo sguardo che mi avrebbe lanciata e al rimprovero sicuro.

non ti rovinare il momento più importante della vita pensando a una simile sciocchezza” mi avrebbe sgridata.

E io seguì il suo consiglio e mi lasciai andare pienamente in quel bacio, mentre lo stringevo a me e gioivo delle sue mani che mi accarezzavano la schiena.

I nostri respiri si facevano sempre più affannosi, i baci sempre più passionale e invece una voce ci interruppe.

Una voce che non mi avrebbe dovuto sorprendere, però lo fece. Geremy si staccò subito da me e si allontanò voltandosi verso mia madre.

Ginny Weasley Potter ci fissava indecisa se essere arrabbiata oppure felice.

Io gli sorrisi.

E corsi ad abbracciarla. Lei ricambiò felice.

-anch'io sono felice di vederti piccola mia- mi disse lei stringendomi.

Poi la vidi guardare Geremy che era abbastanza imbarazzato.

-piacere di rivederti Geremy- lo salutò.

-il piacere è tutto mio signora Potter- disse lui educato.

-bene, andiamo a vedere cosa dobbiamo fare!-

seguimmo mia madre fino all'infermeria dove però non ci fece entrare.

E a sorpresa, quando aprì la porta si trovò davanti mio padre. Fui felice di vedere il sorriso che si scambiarono.

Ed era incredibile la mia certezza sul fatto che Rose doveva avere un qualche ruolo nella loro riappacificazione.

Lei faceva sempre di tutto per gli altri.

Ora lei aveva bisogno di aiuto. Ma come potevamo aiutarla?


*******************************************


-non c'è altro modo?- chiese Hermione.

-non so. Però è l'unico che si conosce. E non possiamo continuare a tergiversare. Dobbiamo agire subito- Ginny era seria mentre cercava di abbassare con un incantesimo la temperatura troppo alta della nipote. Avrebbe dovuto essere cosciente per quello che aveva in mente.

Hermione e Ron si guardarono, poi guardarono Ginny e dissero all'unisono.

-lo farò io!- poi si guardarono accigliati.

Prima che iniziassero a litigare come al solito Ginny li zittì.

-finitela. Lo faremo tutti tanto. L'energia è troppa.

Se la passassimo a una sola persona non faremo altro che spostare il male da una all'altra. La distribuiremo tra di noi. Non dovremmo avere problemi ad assorbirla- Ginny ci indicò di sederci vicino al letto. Io mi sedetti accanto a lei e gli presi la mano. Lei mi sorrise e poi tornò seria.

Guardò Rose che si stava svegliando grazie ad un suo incantesimo. Sbatté gli occhi e ci guardò tutti confusi.

Poi si concentrò sulla mano di Ginny tra la mia e mi sorrise. Io lo ricambiai, davvero grato e commossa da una persona tanto meravigliosa.

-Rose dai la mano alla mamma e una a me. Ti faremo sentire meglio, ok?- la istruì seria Ginny, mentre gli prendeva la mano con dolcezza.

Lei obbedì guardandoci dubbiosi. Vidi le due donne lanciarsi uno sguardo e poi iniziare a pronunciare l'incantesimo.

Tutto accadde velocemente. La vastissima energia di Rose attraversò Ginny ed Hermione per proseguire poi su me e Ron. Mi sentì come investito da un fuoco, doloroso ma che non lasciava male ma ti faceva sentire meglio.

Associai la sensazione inebriante che avevo acquisito con la volta in cui avevo bevuto la felix felicis, la pozione della fortuna. Avevo la stessa sicurezza di poter riuscire a fare qualunque cosa mi andasse. Anche spostare l'intero castello con una mano.

E specialmente ero sicuro di poterlo fare con la forza che mi sentivo bruciare dentro.

E poi il fuoco divenne più fastidioso. Il dolore aumentava, cercava di scorrere in tutto il corpo ma era come se ne fossi già pieno. Ma il contatto per fortuna si interruppe. Avevo chiuso gli occhi e li riaprì mentre la mano di Ginny mi scivolava dalla mano. Lei si appoggiò al letto a occhi chiusi, mentre cercava di far tornare il respiro normale.

Anche io avevo il fiatone e lo stesso valeva per Ron ed Hermione.

Poi guardai Rose. Dormiva, questa volta tranquilla.

Ginny gli toccò la fronte e sorrise, dandogli un bacio sulla fronte.

-ora sta bene. Però dovrà esercitare sempre la sua forza, altrimenti ci ritroveremo punto e d'accapo-

vidi Hermione e Ron saltare di gioia e abbracciarsi.

E io abbracciai mia moglie. Incredulo di essere stato vicino a perderla. La baciai con trasporto mentre la forza dentro di me ribolliva.


**************************************


Fu un vero sollievo vederla sveglia, sorridente e tranquilla.

E fu divertente vederla sgridare i miei e i suoi genitori.

Avrebbero potuto rischiare di stare male. Anzi, potevano ancora sentirsi male.

-per te faremo questo ed altro- disse zio Ron arruffandogli i capelli. Vidi Rose guardarsi in giro felice. C'era tutta la sua famiglia intorno contenta di vederla stare meglio.

Ma la vidi indugiare un attimo triste sulla porta. Forse potevo fargli un minimo favore io.


Lo trovai che indugiava sulla strada da prendere. Probabilmente voleva andare da Rose ma pensava al fatto che magari avrebbe disturbato. Chissà come avevo fatto a pensare che fosse tanto cattivo o antipatico.

Ora, se lo guardavo, non riuscivo più a vederlo come lo vedevo prima.

-sta meglio. E ti sta aspettando- gli dissi.

Lui mi sorrise felice, incredulo e ancora più felice.

-grazie Lily, cioè Potter- si corresse ma non riusciva a non sorridere.

-chiamami pure Lily. E io ti posso chiamare Scorpius, giusto?- domandai. Lui annuì.

Poi guardò esitante verso il corridoio che lo avrebbe portato in infermeria.

-ma sono ancora tutti da lei?- mi chiese.

-no, ma oggi resteranno nel castello per risposare qui. Quindi attento, ma puoi andare tranquillo. Adesso e sola-

lo rassicurai. Lui mi sorrise ringraziandomi e percorse velocemente il corridoio.


*********************************


Lo vidi entrare dalla porta così come avevo sperato che facesse da ore. Il suo sorriso doveva essere uguale al mio.

-ciao- sussurrò venendomi vicino e sedendosi sulla sedia più vicina a me.

-come ti senti?- mi chiese.

-un po' stanca ma bene. Domani sono pronta a ritornare a lezione- risposi vivace. Non vedevo l'ora di alzarmi da quel letto. Lo vidi sorridere felice.

-non dovresti riposare di più però?- mi parve preoccupato.

-sto benissimo. Se me lo chiedessi potrei anche scalare l'Everest tutto di corsa- scherzai.

Lui mi guardò serio. Abbassò lo sguardo incerto.

-ho davvero avuto paura per te. E mi sento in colpa.

Quando ho bisogno di qualsiasi aiuto ti trovo sempre al mio fianco invece io non ho saputo come aiutarti.

Invece io vorrei aiutarti. Io ci sono sempre se hai bisogno!-

-grazie!- dissi emozionata. Il mio cuore batté forte.

Arrossì mentre mi preparavo a parlare.

-in realtà tu mi hai aiutato davvero. Quando ero incosciente e mi sentivo male mi sembrava di sentirti vicino. E ti ho sognato molte volte e in quei momenti stavo bene. Mi sentivo meglio. E quindi mi hai aiutato davvero-

sussurrai imbarazzata da tutto questo discorso.

Lui rimase in silenzio e dovetti alzare lo sguardo per capire cosa pensava. Sorrideva.

-e nel sogno cosa facevo per farti sentire meglio?- mi domandò.

Dovevo essere dello stesso colore dei miei capelli ormai.

Mi sentivo in fiamme.

-niente di che....- bisbigliai.

-avanti. Dimmelo. Adesso mi hai fatto incuriosire- disse supplicandomi.

-mi abbracciavi e ci... ci baciavamo- dissi non potendo resistere al suo sguardo.

Lui rimase stupito, poi mi accarezzò la guancia sorridendo.

-allora i sogni e l'immaginazione sono collegati.

Io non ho fatto altro che pensare a te e al bacio che ti volevo dare per tutto il giorno.....- rivelò a pochi centimetri dal mio viso. Ormai il mio cuore batteva così forte che ero sicura che lo sentisse.

Poi chiusi gli occhi mentre si avvicinava.....




************************************************


E il capitolo finisce qua.... lo so che mi ucciderete ma infondo, visto che la mia connessione ad internet è partita quindi intanto scriverò anche il continuo e appena posso li pubblico tutti insieme non dovrete aspettare molto tra il leggere questo cap e il seguente.

Sperò di riuscire a postare presto, mi scuso per il ritardo, vi giuro che non è colpa mia, io scrivo almeno un capitolo al giorno, e spero di pubblicare presto!

È tutta colpa della Vodafon!!!!!!!!!!!!!!


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Capitolo 8
*** 8. ora eravamo insieme. ***


Ottavo capitolo: ora eravamo insieme.


Avevo immaginato a lungo quel bacio quel giorno.

Immaginavo la tensione, la mia solita incertezza farsi avanti e fermarmi al momento peggiore.

Non ero affatto sicuro che sarei mai davvero riuscito a baciarla.

E invece quando lei mi aveva detto di quel sogno, diventando rossa, avevo capito che potevo farcela, e che anche lei lo voleva.

Mi avvicinai a lei sedendomi sul bordo del letto.

A pochi centimetri dal suo viso la vidi chiudere gli occhi, e mi parve ancora più bella. Vedevo chiaramente le sue leggere lentiggini intorno al naso.

Poi gli guardai le labbra, socchiuse e in attesa.

E annullai la distanza.


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Le sue labbra si adattarono subito alle mie con dolcezza.

Il mio primo bacio, che mi ero ritrovata a sognare molto questo giorno, fu fantastico.

E fu unico. Non avevo mai provato la sensazione di baciare qualcuno, mai assaporato il sapore delle sue labbra, mai trovato tutte quelle emozioni mentre mi accarezzava la guancia con una mano e l'altra la passava tra i miei capelli.

Io posai le mie mani sul suo petto, stringendo la sua camicia.

Persi la cognizione del tempo. Quel bacio poteva essere durato solo qualche secondo, ma anche minuti come anche ore. Con un dito gli accarezzai la pelle del collo, liscia e calda. Dischiusi le labbra e sentì il suo respiro.

Aprì gli occhi e lo vidi mentre, anche lui aveva gli occhi chiusi, approfondiva il bacio.

Ricambiai subito felice, ed eravamo così presi da quel bacio che non ci rendemmo conto che la porta si era aperta. Sentì solo una persona schiarirsi la voce e la riconobbi subito. Mi staccai subito e guardai mia madre guardarmi accigliata.

-mamma- dissi sorpresa e non sapendo cosa fare.
Scorpius si alzò dal bordo del letto, dove si era messo per avvicinarsi a me, e guardò imbarazzato mia madre.

-penso di aver dimenticato qui la mia bacchetta. Non pensavo di trovarti sveglia- mi rimproverò guardandomi severa. Io abbassai lo sguardo sotto il suo.

Mi chiesi perché se la fosse presa così tanto... insomma, avevo infondo 17 anni, ero maggiorenne.

Era normale che prima o poi avrei baciato un ragazzo.

Lei aveva baciato il suo primo ragazzo addirittura a 14 anni ed era molto più grande di lei.

Mi sentì un po' arrabbiata verso di lei. Ma forse era esagerato esserlo. Però mi sentivo un po' emotiva in quel momento, come se fossi pronta a esplodere da un momento all'altro.

-infatti stavo andando via. Buon riposo Rose.

Salve signora Weasley- salutò Scorpius tornando a essere freddo.

La sua reazione di fronte all'imbarazzo e all'ostilità difronte agli altri. Sospirai triste vedendolo andare via e poi guardai mia madre, mentre la rabbia ritornava prepotente. Mi sorpresi ancora di quella rabbia...

-Rose, da quant'è che vi siete messi insieme? Perché non me l'hai detto?- mi chiese lei sedendosi sul bordo del letto vicino a me.

-noi... ecco io...- non sapevo come rispondergli. La rabbia non era ancora scemata e non sapevo da dove iniziare. Insomma... quando era stato davvero l'inizio?

Dal suo invito (più o meno) a Hogsmead oppure era iniziato prima?

-e se fosse entrato tuo padre da quella porta?

Lo sai che c'è mancato pochissimo che venisse lui e non io? E lo sai che tuo padre è già arrabbiato?-

la guardai incredula.

-e perché?-

-perché questo pomeriggio, quando lui era accanto a te hai pronunciato il nome di Scorpius. È geloso, una gelosia paterna e molto protettiva- mi avvisò lei.

-e quindi? Che stai cercando di dirmi?- cercai di arrivare al dunque. Non riuscivo a credere di parlare così con mia madre, perché era così strana quella sera?

-niente. Solo di stare attenta. Tuo padre in questo momento ha più energia dentro di lui di quanto se ne immagina. Se si trovasse davanti tu e Scorpius che vi baciate... be probabilmente lo ridurrebbe a pezzi... e non sarebbe proprio il caso immagino- mi sorrise felice.

Ecco la mia mamma!

Mi abbracciò subito e io ricambiai.

-sono felice per te piccola mia. Finalmente ti sei innamorata!- mi bisbigliò lei quasi commossa.

-grazie mamma- gli dissi felice anch'io.




Il mio cuore batteva forte quella mattina mentre mi vestivo. Non vedevo l'ora di vederlo. Chissà dove era ora.

Era già a colazione? Oppure si era svegliato tardi ed era ancora in camera?

Salutai veloce Madama Chips. Odiavo tormentarmi, era meglio andare subito a vedere. Uscì veloce dall'infermeria e corsi in sala grande. Salutai i miei cugini e percorsi il tavolo di serpeverde alla sua ricerca.

Ma non lo trovai. Percorsi velocemente anche le altre tavole e sorrisi vedendo i miei genitori e i miei zii tutti e quattro seduti al tavolo dei professori a rivangare chissà quale ricordo lontano.

Ma lui non c'era. Mi allontanai dalla sala verso i sotterranei sperando di vederlo.

Ma non lo incrociai. Triste tornai verso la sala grande.

Avevo così voglia di vederlo.....

Due braccia grandi e forti mi abbracciarono da dietro, e io riconobbi il suo profumo all'istante. Mi sussurrò all'orecchio -buongiorno- sospirò felice.

Chiusi gli occhi facendomi stringere da quelle calde braccia anch'io felice.

-buongiorno Scorpius- dissi voltandomi.

Lui mi guardò un po' incerto, così vicini che si doveva abbassare leggermente per arrivare a guardarmi negli occhi. Io sorrisi e lo baciai leggera e veloce. Poi gli sorrisi.

-è meglio che i miei non ci vedano baciarci. Mia madre mi ha avvisato del fatto che mio padre è pronto a farti a pezzi- dissi scherzando. Lo vidi sorridere, un lampo strano negli occhi.

-guarda che potrei prenderla anche come una sfida?- scherzò, e mi baciò di nuovo, questa volta più a lungo.

Ci staccammo dopo un po' con una certa riluttanza da parte di tutti e due, però dovevamo andare a mangiare.

-vuoi mangiare con noi oggi?- gli chiesi mentre andavamo verso la sala grande mano nella mano.

-dici che non mi cacciano?- domandò.

-non vuoi scoprirlo? Non mi dire che adesso hai paura...- scherzai io.

E lui si sedette accanto a me subito. Albus, dall'altra parte mia mi guardò stupito, ma poi mi sorrise.

Forse perché mi vedeva così felice.

-buongiorno- ci salutò a tutti e due.

-ciao Albus- lo salutai io.

-ciao Rose- esclamò Lily abbracciandomi da dietro.

-ciao Lily- la salutai io.

-allora? Come ti senti?- mi chiese lei sedendosi di fronte a me.

-bene. E da questo pomeriggio mi eserciterò a usare la mia forza. Mia madre mi manderà un vecchio mago che conosce.

Ha detto che ha un potere simile al mio.

Così evitiamo che si verifichi di nuovo il “cortocircuito”- finì scherzando.

Scorpius mi prese per mano. Io gliela strinsi sorridendogli.

Sarebbe andato tutto benissimo da quel momento in poi.

Perché ora eravamo insieme....


*********************************


rosie_lu avevi quasi azzeccato. È spuntata Hermione....

comunque grazie per le recensioni, che sono riuscita a leggere purtroppo solo velocemente appunto per la mia impossibilità a stare connessa... la mia “cara” chiavetta mi connette, e dopo neanche due secondi smette di funzionare......

grazie mille a tutti quelli che hanno letto.

E alla mia nuova lettrice, spero che le tue recensioni siano sempre più lunghe! Le adoro!

Spero che vi piaccia anche questo cap, scusatemi se è corto!

Alla prossima!

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Capitolo 9
*** 9. Lezioni di magia ***


Nono capitolo: lezioni di magia!


Ero seduta ad aspettare il mio nuovo professore.

Mia madre, quella mattina, mi aveva detto che sarebbe arrivato quel pomeriggio e di aspettarlo nella stanza delle necessità.

Era da tutta la mattinata che il mio pensiero tornava sempre a Scorpius e a quel bacio che mi aveva dato quella mattina. Era da tanto che non mi distraevo così tanto a lezione. Stavo pensando a tutto questo quando mi accorsi che qualcuno era entrato. 

E mi trovai davanti il mio nuovo professore.

-buon pomeriggio signore- dissi richiamandolo.

Lui guardava la stanza con molta attenzione, come se non mi avesse vista seduta sulla sedia.

Richiamato all'attenzione mi guardò cercando di mettermi a fuoco. 

Mi chiesi se fosse davvero lui l'uomo di cui mi aveva parlato mia madre.

Era molto alto ma aveva tutta la schiena ricurva per l'avanzata età. 

Si reggeva ad un bastone altissimo, uno di quegli che usano gli stregoni nei cartoni animati babbani, ed era completamente pelato. Tranne che per la barba bianca e lunghissima, così tanto che puliva per terra.

Aveva un grande vestito giallo lungo quanto al sua barba e mi guardava da dietro delle spesse lenti dei suoi occhiali.

-tu devi essere Rose. Sono felice di conoscerti piccola.

Mi puoi chiamare professore Peanut oppure signore Peanut. Tua madre mi ha spiegato tutto, e quindi possiamo iniziare!- disse allargando le braccia e gesticolando verso la stanza.

Il suo bastone rimase in piedi, per magia, davanti a lui.

Mi guardò sorridendo, un sorriso sdentato ma simpatico.

-iniziamo a cercare il tuo potere. Ci riesci?-

Ci riflettei un attimo prima di rispondere.

-se intende che lo sento, si. Non ci vuole molto per richiamarlo. 

Lo sento spesso emergere al minimo accenno di rabbia-

-bene, perché tutto l'essere si basa sui sensi- disse più a se stesso che a me. 

Si guardava intorno come in cerca di qualcosa. Poi comparve una poltrona dal nulla, e si sedette comodamente davanti a me.

-bene. Adesso che hai trovato il tuo potere, concentrati sul mio bastone. 

Prova a spostarlo- mi ordinò.

Io guardai il bastone. Ero riuscita a sbriciolare una stanza, sarei riuscita a muovere quel bastone, giusto?

Ma mi sbagliavo. Sentivo la mia energia fluire dentro di me e cercai di concentrarla sul bastone, come avevo fatto anni fa sulla struttura di quella stanza, invece il bastone non accennava minimamente a muoversi.

Rimaneva immobile, in piedi.

Guardai perplessa il professore che sembrava assorto in chissà quale pensiero. 

Lo vidi sbattere gli occhi lentamente.

Poi li chiuse entrambi e iniziò a russare.

Lo guardai incredula. Avevo una grande voglia di scoppiare a ridere. Poi guardai di nuovo il bastone.

Che cadde subito a terra.

Il rumore svegliò il mio prof che si alzò dalla poltrona come se avesse ricevuto una scossa.

-bene. Allora passiamo alla seconda prova. Prova a farlo levitare, Rose- mi disse.

-in realtà prima non sono neanche riuscita a muoverlo- gli feci osservava, sincera.

-davvero? E come mai? Non capisco....- sussurrò avvicinandosi al bastone.

Quello si alzò di nuovo in piedi e lui gli si accostò, come se lo stesse ascoltando.

Dubitavo sinceramente della sua salute mentale.

-mi ero semplicemente dimenticato di abbassare la mia magia. Che sbadato. 

Allora, ci riprovi- disse indicandomi il bastone immobile.

Mi concentrai di nuovo e vidi il bastone muoversi.

Bastava pensare a volerlo fare ondeggiare a sinistra, in modo che lui si spostasse. L'energia fluiva forte e silenziosa.

Il bastone volò in aria, con un semplice pensiero.

Il signor Pistachio mi guardò contento.

-brava, molto brava. Allora, quindi controlli abbastanza bene la tua forza. 

Però siamo solo agli inizi.

Proviamo un altro esercizio. Io mando il bastone verso terra, tu mi contrasti- disse.

Annuì, pronta.

Fu difficile ma riuscì a non farlo cadere subito a terra.

Ma il bastone, dopo neanche tre minuti, prese a cadere sempre di più. Il bastone ondeggiò per un po' a pochi centimetri da terra e poi cadde a terra.

Ma la cosa più sorprendente era la stanchezza che avevo. Mi sedetti sulla sedia dietro di me stanca.

Il professore invece sembrava in piena forma.

Mi guardò raggiante.

-bene. Ci impegneremo nel contrasto.

Però dovrai stare attenta. Più usi la tua forza più quella aumenterà. 

Quindi nessuno scatto d'ira.

E ogni pomeriggio, dopo le lezioni, ci incontreremo e faremo esercizio per un'ora. 

E adesso continuiamo-

Riprendemmo a muovere il bastone.

Il prof era la testimonianza che non si doveva giudicare dall'aspetto una persona. 

Era bravissimo e aveva una forza inaudita. Ma era molto particolare. 

Si addormentò altre due volte ed ebbi la tentazione di scambiare la sua comoda poltrona con una sedia rigida di legno.

Magari così non si sarebbe addormentato appena si sedeva...


Alla fine dell'ora ero distrutta. Non riuscivo più ad alzarmi da terra. Ero seduta con la schiena contro il muro, tutta sudata e con il respiro corto.

Mi sentivo come se avessi percorso mille miglia.

-ci vediamo domani Rose. Adesso riposati piccola. E mi raccomando, non ti arrabbiare- disse guardando piuttosto in alto rispetto a dov'ero. Chissà come vedeva....

-speriamo che mio nipote abbia fatto da mangiare.

Mi raccomando, vai a mangiare anche tu!-

si raccomandò. Poi guardò incerto 40 centimetri sopra la mia testa.

-tutto bene?-

-si. Non si preoccupi. Vada pure!- lo rassicurai e lui uscì.

Io rimasi per un po' in quel modo, stanca morta. Avevo tanta voglia di dormire.

Chiusi gli occhi e mi lasciai prendere dalla stanchezza.


*****************************************

Quando vidi la porta aperta della stanza delle necessità sorrisi ed entrai pronto a vedere Rose. E la trovai addormentata a terra, la schiena appoggiata al muro.

Mi avvicinai preoccupato toccandogli la fronte sudata. Sembrava stare bene e dormiva profondamente.

La presi in braccio pensando a dove portarla.

La dovevo mettere a letto.

E la stanza lo sentì, perché apparve un letto.

La porta si chiuse.

La poggiai nel letto e la coprì, poi mi sedetti sul letto e la guardai dormire. E poi mi addormentai anch'io....


*************************************


Ero rimasto un po' di più perché avevo deciso di passare un po' di tempo con Harry. Avevamo rivangato vecchi episodi per tutto il pomeriggio, andando da Hagrid oppure girando per il parco di Hogwarts.

E adesso dovevo andarmene. Ma prima volevo salutare Rose. Non sapevo esattamente dove potesse essere, ma decisi di iniziare a cercare nella stanza delle necessità, dove era stata sicuro fino a un'ora fa.

Guardai la porta e l'aprì tranquillo, aspettando di non trovarla davvero.

E invece trovai un grande letto con lei e Malfoy addormentati.

Non ci vidi più niente.


***********************************


Stavo dormendo tranquilla quando sentì qualcuno gridare a una forza improvvisa.

Aprì gli occhi stupita, assonnata e non sapendo dove mi trovavo. Mi alzai seduta sul letto che non conoscevo e vidi mio padre, bacchetta sguainata, che puntava la bacchetta al cuore di Scorpius, sdraiato per terra.

Rimasi un attimo interdetta e inorridita quando vidi lo sguardo di mio padre. 

Non l'avevo mai visto così furioso e inumano.

Con una mossa furiosa della bacchetta mandò Scorpius verso il muro, sollevandolo in aria con una forza micidiale.

Lo bloccai appena in tempo, evitando l'urto.

La mia forza venne a meno ma riuscì a tenerlo in aria fino a quando non fu eretto e atterrò in piedi.

-non è come sembra signor Weasley- disse Scorpius ma mio padre non lo lasciò finire.

Gli mandò addosso un incantesimo che lui schivò solo per un pelo.

Mi alzai arrabbiata.

-papà smettila- gli gridai ma lui non mi ascoltò cercando di mandargli altri incantesimi. Quelli erano così potenti che colpendo il muro lasciavano fori che poi la stanza riparava.

Lui era fuori controllo. Ma anch'io ora mi stavo arrabbiando.

Feci esplodere la mia potenza sotto forma di bolla, costringendo mio padre e Scorpius contro i due muri opposti con più forza di quanto avrei voluto.

Con un cenno della mano strappai la bacchetta dalle mani di mio padre che finì a terra.

-spiegatemi!- ordinai.

Iniziarono a parlare insieme e non capì altro che rabbia e grida.

-basta. Scorpius, spiega!- dissi.

-sono venuto a cercarti circa un'ora fa, avevi appena finito di fare gli esercizi penso perchè ho visto il tuo professore uscire. Sono entrato e ti ho visto sfinita e addormentata. Allora ho pensato a portarti in un letto e la stanza l'ha fatto comparire. Ti ho distesa e sono rimasto per vedere quando ti svegliavi. Solo che mi sono addormentato anch'io.

Nient'altro. Non è successo niente!- spiegò Scorpius.

Il fraintendimento era chiaro.

Ma mio padre era ancora furioso.

-e io dovrei crederti. Avvicinati ancora a mia figlia e vedrai quanto ci metto a spaccarti tutte le ossa- gli gridò addosso.

-papà non credi a lui ma credi a me. Non è successo niente- ripetei seria guardandolo.

Vidi la sua furia vacillare sotto il mio sguardo sincero.

-Scorpius vai via- gli dissi allentando lo scudo dalla sua parte.

Lui esitò ma poi mi obbedì.

Mi avvicinai a mio padre, che tentava di trattenere la furia.

-papà mi credi vero?- domandai.

-si. Ma ciò non cambia la cosa. Non mi fido di lui, voglio che da ora in poi gli stai lontana- ringhiò quasi lui.

-stargli lontana? Papà ma sei impazzito? Ti rendi conto che gli potevi davvero fare male?- gli domandai gridando anch'io.

Non avevo mai litigato con mio padre.

Era capitato varie volte che lui avesse fatto qualcosa di sbagliato ma io l'avevo sempre capito.

Questa volta però forse avevo capito più del previsto.

-papà tu non ti fidi di me!- dissi semplicemente.

Lui mi guardò incredulo.

-no. Ho detto che non mi fido di lui. Non sai come sono i ragazzi alla tua età. 

Hanno un chiodo fisso- mi spiegò con enfasi. Ma si interruppe vedendomi scuotere il capo.

-tu non ti fidi di me. Non mi hai sempre detto che sono responsabile? 

Che sono matura per la mia età?

Eppure tu pensi che mi lascerei andare facilmente, solo perché qualcuno mi piace?!?

Potevi fargli male, potevi anche ucciderlo. La magia è incontrollabile avvolte, me l'hai detto sempre tu.

Non ci si deve lasciare andare alla furia.

Eppure oggi ho visto un mostro che attaccava il mio ragazzo. Non riesco a credere che quel mostro era mio padre. Non pensavo di poter pensare male di te.

Ma sei riuscito a sorprendermi. Vattene via!- gli gridai ma invece di aspettare che lui se ne andasse me ne andai io. Corsi lontana, lontana da lui, lontana da tutti.

Volevo stare da sola e non pensare più, mentre dentro di me qualcosa continuava a farmi male.


*****************************************


Mi vennero in mente un sacco di aggettivi per descrivermi.

E sapevo che mia moglie ne avrebbe trovati almeno il triplo quando avesse saputo cosa avevo fatto.

Mentre camminavo verso la porta della mia casa ripensai al viso di mia figlia, ai suoi occhi e alla sua espressione.

Cosa dovevo fare? Cosa potevo farci se ero un padre?

Sfido qualunque padre a non reagire a una cosa del genere. Cosa avrei dovuto fare di diverso?

E cosa più importante, cosa dovevo fare ora?

Sconsolato entrai in casa, tremando all'idea delle grida di Hermione.



************************************************


E anche questo è finito. Mi scuso in anticipo per gli eventuali errori di scrittura.

I problemi di linea non sono finiti.

Non so come riuscirò a pubblicare questo nuovo cap e a correggere un po' di grammatica negli altri (che orrore. Me vergogna....) , ma spero che i problemi tecnici si risolvano presto.

Un grazie a chi ha recensito e letto!

(scusatemi se non specifico ma con i problemi di linea è già tanto se riesco a mettere questo nuovo cap, figuriamoci a leggere le recensioni).

Il nuovo personaggio (nocciolina tradotto in ita) è molto particolare... spero risulti simpatico... un grazie alla mia migliore amica che mi ha aiutato con il nome...

Un grazie di nuovo, sincero, e spero che continuate a leggere ancora i miei deliri.

Al prossimo cap. baci a tutti!

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Capitolo 10
*** 10. caro papà ***


Decimo capitolo: caro papà


Finito di parlare, Ron si accasciò sul letto nascondendo il viso con le mani. Sembrava che aspettasse che gli cadesse addosso una cascata, pronto a ricevere altro dolore.

Si aspettava sicuro una mia sfuriata.

E infatti ero arrabbiata. Avevo ascoltato tutto con stupore e rabbia sempre più crescenti, ma adesso era svanita.

Ron stava soffrendo.

Non aveva mai litigato con Rose, per lui era sempre stata la sua principessa, l'aveva sempre tenuta stretta al suo cuore e aveva sempre cercato di proteggerla da tutto, anche dai suoi sbagli.

Mi avvicinai e lo strinsi a me per consolarlo come potevo.


*****************


La pioggia batteva forte e inarrestabile su tutta Hogwarts e sul grande lago. Un fulmine illuminò tutto in modo spettrale. La pioggia mi cadeva addosso bagnandomi completamente. Chiusi gli occhi, cercando di bloccare il flusso di rimorso e di dolore che avevo dentro. Ero arrabbiata, furiosa, ma non potevo evitare di sentirmi in colpa per come l'avevo trattato.

Il dolore che gli avevo causato mi faceva male.

Volevo essere arrabbiata, avrei dovuto essere arrabbiata, ma non riuscivo a non soffrire per lui.

Non riuscivo a non pensare a lui........

Mi aspettavo che sarebbe venuto. Mi aspettavo di vederlo venire verso di me in silenzio, di vederlo sedersi vicino a me senza dire niente.

Lo guardai e una delle cose che però non mi aspettavo era vederlo bagnato fradicio, pensavo si fosse preso almeno un ombrello.

Lui mi sorrise, il suo viso illuminato un attimo da un lampo, e mi mise un braccio sulle spalle attirandomi a se.

Nascosi il viso nella sua camicia zuppa e chiusi gli occhi.

Rimanemmo per un po' in quel modo, mentre sentivo che lui era arrabbiato con se stesso.

Da parte mia non pensavo ci fosse davvero un colpevole. Del resto non era davvero successo niente.

Tranne la furia di mio padre.... ma non era neanche lui il colpevole. Lui aveva reagito come avrebbe reagito chiunque.

Allora perché dovevo avercela con lui?

Perché lui mi conosceva.

Non sarebbe dovuto saltare subito alle conclusioni sbagliate.

E specialmente non poteva decidere chi dovevo o non dovevo frequentare.

-Rose, mi dispiace- mi sussurrò Scorpius all'orecchio.

Io alzai il viso per guardarlo, impedita un po' dalla pioggia battente, che però ancora non mi aveva fatto sentire freddo. Ancora non sentivo niente tranne che il dolore contrastante dentro.

-non ti devi scusare. Non è colpa tua. È semplicemente successo........-lo consolai io.

Poi gli sorrisi.

-entriamo, altrimenti domani saltiamo tutti e due il compito di difesa contro le arti oscure!- dissi alzandomi. Lui mi imitò e insieme tornammo al castello sotto la pioggia, mano nella mano.



Non mi sorpresi dell'arrivo di una lettera da casa durante la cena.

Era di mia madre. La lessi triste, sapendo che evitava di dirmi quanto stava soffrendo mio padre. Mi scrisse solo che si era pentito di tutto quello che aveva detto e specialmente fatto.

E sapevo che era vero.

Albus mi guardò serio. Gli avevo appena raccontato a grandi linee cosa era successo ma ancora non aveva detto niente. Chissà a cosa pensava. Forse che anche lui avrebbe reagito come mio padre al suo posto?

Mangiai poco, non avevo molta fame, e poi uscì dalla sala grande prima degli altri.

Mi sentivo stanca e spossata.

Scorpius mi seguì e io mi fermai per farmi raggiungere.

-Rose cosa posso fare per aiutarti? Non voglio che continui a soffrire così!- mi scongiurò sofferente.

-non ti preoccupare. Una bella dormita e starò bene!

Non è solo quello. Sono anche stanca per gli esercizi. Ci vediamo domani mattina- e lo baciai.

Le sue labbra risposero subito al mio bacio e trovammo entrambi conforto in quel momento.

Sorridendo mi staccai e andai nella mia stanza per riposare.


********


Quella mattina l'aspettai impaziente e preoccupato.

E fui felice di vederla uscire tranquilla dal quadro, sorridente.

Mi venne incontro e mi abbracciò di slancio.

-buongiorno!- mi salutò. Io la baciai piano sulle labbra e gli sorrisi.

-sei di buon umore oggi!- osservai sollevato.

-certo. Ieri ero solo stanca. Andrà tutto benissimo!- sorrise prendendomi per mano e tirandomi verso la scalinata principale. Scendemmo le scale e arrivammo a colazione. Lei però non mi lasciò la mano.

-avanti, fai colazione con noi!- mi pregò lei.

-va bene- acconsentì.

La osservai attentamente per tutta la mattinata.

Avevamo tre lezioni insieme, ci saremo solo separati all'ultima ora; io sarei andato a erbologia mentre lei avrebbe fatto artimanzia.

Sembrava tranquilla, la solita Rose di sempre.

Fui tutto il tempo indeciso se chiedergli qualcosa ma poi non ce la feci. Non riuscivo a trovare nessuna tristezza in lei e ciò mi convinceva a non accennare più all'argomento.

Non volevo farla tornare triste per colpa mia.

Anche se prima o poi doveva chiarire le cose.

Quel pomeriggio avrebbe avuto un'altra ora di lezione speciale.

La lasciai davanti alla stanza delle necessità con un bacio e la promessa che sarei stato fuori appena fosse finita l'ora.


***********


Il professore Peanut era già li ad aspettarmi questa volta.

La stanza aveva le pareti di toni chiari e il pavimento imbottito e morbido.

Mi sorrise appena entrai.

-buon pomeriggio Rose. Come ti senti?- mi domandò.

-un po' stanca. Diciamo che ieri ho usato la magia più di quanto avrei potuto immaginare- risposi senza specificare.

Gli occhi gli si illuminarono.

-ti sei arrabbiata?- chiese curioso.

-si!-

-capisco. Oggi faremo un esercizio diverso da quelli di ieri.

Sai cos'è lo yoga?- mi chiese.

-più o meno. Onestamente non so esattamente cosa sia- ammisi.

-lo yoga è un esercizio per armonizzare anima e corpo.

Oggi faremo una delle tecniche più semplici. Fai come faccio io!- e si mise ad agitare le braccia lentamente.

Non sapevo se quello fosse davvero yoga, l'avevo sempre pensata una cosa più... diciamo tranquilla.

Sembrava incredibile vedere una persona tanto anziana fare esercizi del genere...

Seguì ogni sua mossa, alcune che mi fecero ridere, come quella del cigno o dello struzzo, altre dove mi dovevo snodare molto più di quanto potessi fare.

-il corpo si rilassa quando vengono usati tutti i muscoli- mi disse mentre nella posizione dello yoga classico, con la differenza che era a testa in giù. Lo guardai incerta, seduta a gambe incrociate vicino a lui.

Avevo appena cercato di stare a testa in giù, facendo la verticale, ma ero riuscita a non rompermi l'osso del collo solo grazie al pavimento morbido.

-mi scusi ma non penso di riuscire a farlo- dissi guardandolo mentre in pratica sfidava tutte le leggi della gravità. Non stava minimamente tenendosi con le mani.

Lui velocemente si sedette come me e mi sorrise.

-non si preoccupi, come prima lezione è più che normale che non ce la faccia.

Da oggi in poi inizieremo con una mezz'ora di esercizi.

Adesso torniamo a occuparci del tuo potere.

Oggi, voglio che concentri tutta la tua energia in questa sfera!- mi disse tirando fuori dalla borsa che aveva poggiato poco più in la una sfera di vetro.

Me la lanciò ma troppo piano. La sfera stava cadendo vicino ai suoi piedi.

-attenzione- gridai spaventata. Ma la sfera non cadde. Si fermò a pochi centimetri e lentamente venne verso di me. La presi guardando il professore che frugava ancora nella borsa.

Trovata una sfera come la mia si mise accanto a me, sempre inginocchiato. La sua gobba, che mentre faceva gli esercizi sembrava quasi non esserci, era tornata e lo faceva sembrare ancora più vecchio.

Guardò intensamente la sfera, sistemandosi gli occhiali enormi, e la fece galleggiare in aria tra le sue mani.

Io lo imitai, non era difficile.

-adesso metti la tua energia in questa sfera. Così- e dentro la sua sfera si creò come una piccola luce che si ingrandiva sempre di più.

Cercai di fare lo stesso e ci riuscì. Ma dopo un po' la bolla di luce espose come una bolla di sapone.

Mi esercitai fino a quando la mia bolla rimase piccolina e intera. Intanto vidi il mio prof addormentarsi, la sfera che rimaneva in alto luminosa, e la sua testa che si appoggiava al suo petto.

Sorrisi continuando a esercitarmi.

Poi lui si alzò di botto e si guardò il polso come per vedere l'orario. Ma non aveva nessun orologio. Lo vidi annuire.

-devo andare. La lezione è finita. Mi raccomando, riposa e mangia. Ci vediamo domani pomeriggio!- mi salutò uscendo. Ma si fermò sulla porta.

-ti dispiace se domani alla lezione partecipa mio nipote?

Ho in mente un esercizio particolare e mi serve la sua assistenza- mi spiegò.

-per me non ci sono problemi!- dissi rassicurandolo.

Lui mi sorrise. -ti piacerà. Assomiglia molto a me!-

io ricambiai il sorriso divertita.

Una copia di quel signore solo che un po' più giovane...

chissà se aveva preso anche da lui la stessa particolarità...


Uscita trovai Scorpius ad aspettarmi come aveva promesso.

Gli strinsi la mano, ero un po' sudata per gli esercizi di prima, e quindi non volevo abbracciarlo.

-come ti senti? È stato stancante?- mi chiese baciandomi la mano. Io scossi il capo.

-non come ieri. Oggi poi abbiamo fatto yoga. E si è addormentato solo una volta- dissi ripensandoci e ridendo.

Mi accompagnò fino al ritratto e lì lo salutai, e poi salì sopra a farmi una doccia.

Quando uscì dal bagno notai la civetta dei miei genitori sul mio letto.

Prima mi vestì tranquillamente. Poi asciugai i capelli, lasciandoli sciolti e disordinati sulle spalle.

E alla fine mi sedetti e presi la lettera.

Non avevo voglia di leggerla. Sapevo che sarebbe stata di mio padre. Il mittente era scritto con la sua calligrafia disordinata.

Ma alla fine l'aprì.


Cara Rose,

mi dispiace davvero per tutto. Io ti voglio bene e non voglio che pensi che non mi fido di te. Tu sei la persona più importante della mia vita, insieme a tua madre. Siete le mie uniche certezze. Come potrei dubitare di te? Solo che ho paura. Paura di perderti, oppure di vederti soffrire.

Ti vorrei proteggere da tutto e tutti. Ma non posso. Comunque vorrei poterti dire queste cose di persona. Non mi piace scrivere, lo sai bene.

Ma non volevo piombare lì e magari essere cacciato.

Se mi vuoi, se vuoi fare pace con il tuo papino, mandami una lettera e arrivo subito.

Ti voglio un mondo di bene!

Papà


Chiusi gli occhi mentre mi scendevano lacrime calde sulle guance. Immaginavo soltanto quanto fosse stato difficile per mio padre scrivere quelle parole. Aveva paura che lo potessi cacciare. Temeva che non lo volessi perdonare.

Presi subito un foglio e iniziai a scrivere.


Caro papà...........



*****************


E anche questo cap è finito!

E purtroppo non funziona ancora bene internet.....

grazie a chiunque ha letto e spero che qualcuno abbia anche recensito. Scusatemi davvero per il ritardo, non dovuto a me. È possibile che se ce la faccio in questi due giorni posti almeno altri due capitoli, perché poi partirò in gita per una settimana. Naturalmente cercherò di scrivere ma di sicuro non potrò aggiornare. Quindi domenica o sabato potrei aggiornare altri capitoli, asseconda del tempo che avrò per scrivere lì.

Spero che il capitolo piaccia, io l'avevo scritto in un modo, tutto completamente diverso, ma poi rileggendolo mi è venuta un'altra idea. Quindi l'ho cambiato...

non so però se è cambiato in meglio...

un bacio a tutti, per favore lasciate una piccola recensione!

Baci!


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Capitolo 11
*** 11. Augusto 666 ***


Undicesimo capitolo: Augusto 666


Mi svegliai quella mattina infreddolita.

Il freddo stava decisamente arrivando.

Quel giorno era sabato e quindi avevo tutta la giornata libera. Tranne il pomeriggio. Quel pomeriggio avrei dovuto continuare con gli esercizi di magia.

Rimasi con Scorpius tutta la mattina.

Leggemmo insieme. Lui un libro di trasfigurazione, io uno di artimanzia. 

Eravamo sdraiati sull'erba e dopo un po' mi sentì stanca quindi chiusi il libro e mi appoggiai completamente al petto di Scorpius.

Guardai il cielo.

Quel giorno il cielo prometteva l’arrivo del freddo.

Era dello stesso colore degli occhi di Scorpius, un azzurro molto chiaro, e che non fa altro che dare la sensazione di freddo.

Chiusi gli occhi godendomi il momento di pace con il mondo quando il silenzio fu interrotto dalla campana della scuola.

Mi alzai di scatto. Mi ero dimenticata della lezione con il professore Peanut.

-cos’è successo?- mi chiese subito Scorpius sedendosi.

Si era svegliato di colpo appena aveva notato che mi ero alzata, con ancora il libro appoggiato a lui e aperto.

Guardò l’orologio confuso.

-devo andare a lezione. Ci vediamo dopo?-

Lui annuì. Mi sporsi verso di lui e lo baciai.

Poi corsi verso il settimo piano.


Aperta la porta trovai due figure che galleggiavano in aria, in posizione da meditazione.

Uno era il professore Peanut, con la punta della barba che toccata da terra anche se galleggiava.

L’altro doveva essere il nipote.

Confrontai la figura della mia immaginazione con quella che mi trovai davanti.

Erano simili quanto discordi.

Una delle somiglianze impressionanti erano i colori.

Per quanto era evidente la grande differenza di età il nipote aveva i capelli corti e l’appena accennata barba bianca come quella del nonno.

Anche il viso, anche se ero sicura non appartenesse a un più che ventenne, aveva tratti simili.

Lo scorrere degli anni del nonno era evidenziato da rughe profonde, mentre quello del nipote era un viso senza rughe ma pieno di quella stessa saggezza.

Osservai il nipote e fui sicura che i suoi occhi dovevano essere rossi.

Era albino. Ecco spiegato i capelli bianchi e la pelle chiarissima.

E in quel momento lui aprì gli occhi e mi guardò.

Mi sorrise, un sorriso non sdentato come quello del prof. Poi si alzò per aria e si lasciò cadere leggero in piedi per terra.

Mi si avvicinò porgendomi la mano gigante.

-ciao. Tu devi essere Rose. Io sono Augusto 666 Peanut!- di presentò.

-piacere di conoscerti. Mi sembra inutile presentarmi visto che sai già il mio nome!- gli sorrisi.

Poi lo guardai incuriosita.

-ti chiami davvero Augusto DCLXVI?- chiesi.

-No. Il mio nome si scrive proprio Augusto 6-6-6 Peanut- rispose. Entrambi guardammo il professore ancora in meditazione.

Anzi, mi correggo, dormiva. Era incredibile come non fosse già caduto a terra. 

Però ero sicura che dormisse.

Russava e una piccola striscia di bava spuntava dalla bocca.

Tornai a guardare Augusto non esprimendo la mia domanda ma lui rispose lo stesso. Aveva un ottimo intuito.

-si, è colpa sua se mi chiamo così. Sua e della sua famiglia.

È da secoli che i Peanut hanno almeno un figlio che si chiama Augusto. 

Però, il mio antico avo, invece di scrivere Augusto I scrisse Augusto 1.

L’errore fu evidente solo quando non si potè cambiare.

Comunque… chiamami solo Augusto, ok?- e mi sorrise.

Io ricambiai apertamente il sorriso. Mi piaceva quel ragazzo. Ma quando lui mi guardò negli occhi e non distolse lo sguardo per un bel po’ mi preoccupai.

Che fosse immaginazione o altro, fatto stà che distolsi subito lo sguardo perché i suoi occhi avevano lampeggiato. Guardai il professore che aveva iniziato a russare.

-ci vuole un grande potere per riuscire a levitare anche dormendo- osservai, cercando di distogliere la sua attenzione da me. Mi sentivo i suoi occhi fissi su di me e il silenzio che a me piaceva tanto era diventato fastidioso.

-il suo potere lo aiuta in tutto. E devo dire che ne ha bisogno. Quando il suo corpo lo tradisce per via della vecchiaia, la mente agisce insieme al suo potere per salvaguardarlo. E quando anche la sua mente è troppo stanca il potere lo protegge lo stesso.

È come se fosse la sua volontà di sopravvivere.

È un istinto automatico e involontario.

Ma infondo quasi tutti i poteri lo sono- mi spiegò.

lo guardai incerta e lui ancora cercò i miei occhi.

Odiavo sfuggire a qualsiasi sguardo ma non potevo evitare di distoglierlo.

-come mai sei qua?- gli chiesi. Forse ero scortese ma non potevo non rompere quel silenzio e lasciarlo concentrare su di me.

-perché mio nonno voleva fare una lezione particolare.

E poi perchè volevo tanto vedere Hogwarts.

Non sono mai andato a scuola, mio nonno è stato il mio professore da sempre.

Deve essere bello studiarci- mi disse.

Con mio grande piacere osservò suo nonno che si stava svegliando. 

Quello che adesso sapevo si chiamasse Augusto 664 Peanut scese piano a terra e ci guardò sorpreso.

Come se non si aspettasse di vederci lì. Poi ci pensò su e mi sorrise.

-vedo che hai conosciuto mio nipote. L'ho portato con me perchè oggi volevo mostrarti le proprietà delle arti marziali per l'anima. E di conseguenza anche del potere che ti cresce dentro. Che coincidono! L'esercizio fisico insieme a quello mentale viene a poter liberare la mente da qualsiasi altro pensiero che non quelli essenziali.

Solo quando non sentirai e penserai più niente potrai vedere il tuo potere, percepirlo completamente e quindi tenerlo per sempre sotto controllo- spiegò lui.

-è una variante della meditazione riflessiva.

Invece di concentrare tutti i pensieri su un unico oggetto la tieni impegnata sia in movimenti che richiedono la mente che il corpo- si intromise Augusto.

Io annuì a entrambi, guardando però il prof perchè lo sguardo di Augusto cercava ancora il mio.

-adesso faremo dei semplici esercizi, prima io con Augusto e poi tu con lui. 

Osservaci, noi ci muoveremo molto lentamente!- si raccomandò. Poi si voltò verso il nipote e iniziarono a lottare. Li osservai attentamente, sicura di non riuscire proprio ad imitarli. I loro movimenti erano perfetti e sincronizzati. Ad ogni colpo coincideva una parata, e succedeva tutto in maniera fluida, senza interruzioni o altro.

Era come se danzassero.

Quando tutti e due si fermarono e si voltarono verso di me li guardai decisamente preoccupata.

Non sarei mai riuscita a fare neanche uno di quei passi.


-te la sei cavata bene!- mi disse Augusto mentre mi appoggiavo al muro per riposarmi, come al mio solito.

Lui mi sovrastava guardandomi sorridente.

I suoi occhi puntato nei miei mi misero a disaggio.

-se non ho fatto altro che incasinare tutto? Ho sbagliato quasi tutto e ti ho anche fatto male. Come sta la tua fronte?-. Ripensai con imbarazzo e preoccupazione a quando avevo dovuto tirargli un calcio in faccia e fermarlo prima di colpirlo in viso. 

Invece gli avevo preso la fronte.

E pensare che lui si era fidato così tanto da stare fermo immobile.

-la mia fronte non ha niente. Diciamo che la prossima volta mi porto un casco, però- risi insieme a lui, notando che aveva una risata squillante e rasserenante.

Per la prima volta guardandolo non mi sentì a disagio.

Guardammo entrambi il professore che si era addormentato davanti alla porta.

Sorridendo il nipote gli si avvicinò e schioccò le dite accanto al suo orecchio. 

Il nonno si svegliò di soprassalto.

-bene Augusto, andiamo a mangiare. Rose, a domani pomeriggio!- e se ne andò, seguito quasi subito da Augusto, che si voltò per salutarmi con un sorriso.

Li seguì anch'io e vidi Scorpius che mi aspettava appoggiato alla parete di fronte alla porta.

Mi accorsi dello sguardo di ghiaccio che lanciò a Augusto e mi accigliai.

-chi era quello?- mi chiese prima ancora di salutarmi.

-il nipote del professore. Si chiama Augusto. Ci credi che mi vuole insegnare le arti marziali? Aveva parlato di yoga e invece oggi è passato alle arti marziali.... chissà domani quale sarà il prossimo cambiamento...- sorrisi sperando di vederlo abbandonare quello sguardo freddo.

Ma lui rimase rigido e sfuggì al mio sguardo.

-cosa c'è Scorpius?- gli chiesi.

Mi avvicinai a lui e gli accarezzai la guancia.

Allora i suoi occhi si sciolsero. Mi guardò con amore.

Amore.... si, quello doveva essere amore.

-niente- mi sussurrò prima di baciarmi.

Risposi a quel bacio subito. Sembrava bisognoso di affetto, si aggrappò a me come se fossi la sua ancora di salvezza.

Quel bacio mi fece abbassare del tutto le difese.

Mi ritrovai a non pensare ad altro che a lui, alle sue labbra, alla sua lingua, alle sue mani, una tra i miei capelli che mi teneva la nuca, l'altra sulla mia schiena che mi stringeva a lui. Mi staccai da lui solo alla ricerca dell'aria e a malincuore. 

Lo guardai e vidi i suoi occhi ora tranquilli, caldi e forse desiderosi.

Avrei aspettato che mi dicesse con calma cosa glie era preso prima. 

Ma adesso era evidente che non ne volesse parlare. Quindi gli strinsi la mano e mi accompagnò fino alla mia sala comune.



***********************************************


Sono tornata dalla gita da cui purtroppo per me, a dispetto di quanto avrei voluto, non è uscito altro che un capitolo che ho finito stasera. Non fraintendetemi, mi sono divertita un sacco e sono felice di essere partita, mi dispiace solo di non aver rispettato la promessa che vi avevo fatto, di postare più di un capitolo.... sembra che internet funzioni finalmente, quindi cercherò di postare presto come al mi solito.

Comunque un grazie enorme a chi ha letto e uno gigante a vacanziera che è l'unica che abbia recensito!

Mi piace tantissimo scrivere, specialmente perchè non mi devo sforzare eccessivamente, la storia si sta scrivendo da sola, stà prendendo pieghe che io non avevo neanche mai pensato... come il professore o il nipote... prima avevo pensato a cose completamente diverse, poi ho iniziato a scriverci e si sono imposti da soli in quel modo...

Spero che questo capitolo vi piaccia!

Recensite per favore! Alla prossima!

Baci!


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Capitolo 12
*** 12. ombre ***


Dodicesimo capitolo: ombre 


Il giornale mi cadde sul tavolo. Fissai l'articolo con un tuffo al cuore. Poi guardai verso il tavolo dei serpeverde.

Scorpius stava mangiando tranquillo.

Dopo quel pomeriggio in cui mi era parso strano solo per quei pochi minuti era ritornato il solito Scorpius.

Mi alzai cercando di farmi vedere da lui.

Facile, i nostri sguardi si cercavano a vicenda più o meno ogni minuto quando eravamo distanti.

Mi vide avanzare verso la porta e mi seguì.

Mi fermai solo quando trovai un'aula vuota. Poi mi voltai verso di lui. Lo vidi guardami curioso e anche un po' preoccupato. E lo abbracciai. Forte, stringendolo a me e lui ricambiò, ancora un po' incerto.

-mi dispiace Scorpius. Ma perchè non me lo hai voluto dire? non ne vuoi parlare proprio?- gli chiesi all'orecchio.

Lui mi guardò inizialmente stupito, poi serio e freddo.

Ma le sue braccia e le sue mani rimasero strette a me come per paura di cadere.

Mi allontanai un po' da lui per poterlo guardare negli occhi.

-c'era la notizia sul giornale?- mi domandò. Io annuì.

-non mi importa. È da quasi tre anni che gli ho detto addio per sempre. Può anche morire ma non mi importa.

Per me non è mai stato un padre!- non avevo mai visto una freddezza simile, mai sentito parole così intrise di odio e disprezzo, non avevo mai pensato che Scorpius provasse un così tale sentimento ancora per il padre.

-tutti fanno errori. Lui li ha già pagati, avendoti perso come figlio tre anni fa. Ma non pensi che potresti iniziare a pensare che potrebbe essersi pentito? Magari lui ti vuole con se, in questo momento. E pensa a tua madre.

Non...- ma lui mi interruppe.

-loro non sono più i miei genitori. Possiamo parlare di altro?- mi domandò arrabbiato.

-no! Parliamo di questo. Sono d'accordo con te su tutto, son come ti hanno trattato, so cosa ti hanno fatto e so il perchè te ne sei andato. Da allora vivi bene, anche se tra alti e bassi. Ma ciò non toglie che quelle persone ti hanno dato la vita. Il minimo che puoi fare e stargli accanto in questi momenti difficili.

Tuo padre stà morendo. Il giornale diceva che gli rimangono solo poche settimane di vita.

E so che è stato difficile lasciare tua madre.

Lei non era perfetta, ma gli vuoi ancora bene. E adesso sarà distrutta. Se sei lo Scorpius che conosco e che amo non starai qui ignorando tutto- dissi.

Lui guardò la stanza per un minuto circa, con chissà quali pensieri nella testa (rabbia, frustrazione, confusione, odio) e poi incontrò i miei occhi.

-cosa pesni debba fare?-

-vuoi che ti dia un ordine? Vuoi che ti dica fai questo?

Deve essere una scelta tua. Cosa farai?- gli domandai non staccando lo sguardo dai suoi occhi sempre più seri.

-dici che la McGranitt mi farà andare fuori dalla scuola?

Qualche giorno di assenza non peserà troppo?- mi chiese.

Io continuai a guardalo. Lui sospirò.

-va bene. Non me ne deve importare.

Andrò da loro, saluterò mio padre per l'ultima volta e vedrò come stà mia madre. Ma se quando torno sono distrutto e ancora peggio di prima ricordati che è colpa tua!- mi disse cercando di scherzare, ma non riuscendoci molto. Io lo strinsi a me più forte di prima. Gli baciai le labbra con dolcezza.

-tu vai, per il resto non ti preoccupare. La preside ti farà andare. E se hai bisogno di me io arrivo, basta che mi contatti- e insieme ci avviammo verso l'ufficio della preside.


***************************************************

Il come irreversibile, come dice la parola stessa è irreversibile. Solo i macchinari intorno al letto permettevano che il cuore di mio padre non si bloccasse del tutto. Lo guardai da dietro il vetro con strane sensazioni dentro.

Rose mi avrebbe detto che era perchè era pur sempre mio padre. Io sapevo che non era per quello, o almeno non del tutto. Draco Malfoy era un uomo influente, autoritario e freddo con tutti. Da piccolo, quando ancora lo ammiravo, lo vedevo come un'eroe e piangevo perchè non riuscivo a essere come lui.

I ricordi che ho di lui erano la sua rabbia per i miei insuccessi.

Il primo discorso che ricordo era sul fatto che si vergognava ad andare con me in giro, a dire che era suo figlio, perchè non sapevo stare su una scopa all'età di cinque anni.

Ricordavo ancora la delusione nei suoi occhi quando non dimostravo entusiasmo per il quidditch, o quando non ero stato ammesso in squadra, oppure al mio primo anno, quando ero risultato secondo nella graduatoria dei più bravi della scuola. Qualunque cosa facessi non ero mai all'altezza delle sue aspettative.

L'ammirazione che provavo per lui era sfumata velocemente e avevo deciso quindi di distanziarmi da lui per sempre.

Non era più il mio eroe, non era più il mio punto di riferimento. Ma pensavo di vederlo sempre in quel modo.

Freddo, distaccato, odioso e arrogante come il suo solito.

Non mi aspettavo di vederlo così fragile in quel letto bianco. Non immaginavo che la situazione fosse così tragica da non poter vedere i suo occhi guardarmi d'odio e essere sicuro quindi della mia posizione.

Non pensavo di non potergli più parlare.

Guardai quell'uomo quasi morto davanti a me, separato solo da un vetro.

Quello era l'uomo che avevo sempre odiato.

L'uomo che presto avrei perso per sempre.


**********************************************

Sapevo di aver fatto la cosa giusta, sapevo che se non l'avessi costretto ad andarsene non sarebbe mai andato.

Ma era incredibile quanto fossi preoccupata per lui.

Sarei voluta andare anch'io con lui ma sapevo che non potevo. La scuola non l'avrebbe permesso e lui neanche.

E in più, sapevo anche che era una cosa che doveva fare da solo. Quando sarebbe stato troppo mi avrebbe chiamato, e io sarei corsa da lui anche rischiando il tutto per tutto.

Ma doveva partire da solo.

Perciò mi preparai mentalmente all'idea di non vederlo per un paio di giorni.

A pranzo cercai di ascoltare Albus che cercava di ripetere per l'interrogazione di artimanzia. Subito dopo stetti con Lily e il suo ragazzo fino a quando non dovetti andare a lezione.

Nella stanza delle necessità mi aspettavano il professore e Augusto. Iniziammo con lo yoga, poi con un po' di meditazione. Avevo gli occhi di Augusto sempre puntati su di me e li sentivo quasi bruciare. Cercai di ignorarlo e di pensare soltanto a quello che dovevo fare.

Quel pomeriggio poi cercammo di eseguire gli stessi esercizi di arti marziali del giorno prima, con la differenza che dovevamo farli levitando.

-tenere anche la magia impegnata, in modo che anche quel tuo senso in più ti permetta di liberare davvero la mente da tutto è indispensabile. Ce la farai!- mi rassicurò il professore Peanut.

Annuì cercando di fare del mio meglio.

Alla fine delle due ore, quella giornata ne aveva imposta un'ora in più, mi lasciai cadere per terra sfinita.

La tuta da ginnastica che avevo addosso era tutta sudata e non desideravo altro che dormire.

Vidi il professore come al solito salutare la parete e partire verso fuori. Ma vidi anche Augusto avvicinarsi a me e inginocchiarsi di fronte a me.

-vuoi aiuto? Vuoi che ti porti a letto?- mi domandò.

  • e come faresti?- chiesi io senza pensarci molto.

Ero davvero sfinita, sentivo i miei sensi abbandonarmi.

Lui mi prese di slancio in braccio, stringendomi verso il suo petto che mi risultò freddo.

Lo guardai senza vederlo davvero.

-dov'è il tuo ragazzo?- mi domandò.

-è andato dai suoi genitori. Suo padre stà male. Ma tornerà presto- farfugliai contro la sua maglietta. Stavo bene tra le sue braccia, anche se la cosa mi infastidiva.

-ti porto infermeria!- mi disse uscendo dalla stanza.

Avrei voluto dire che non c'era bisogno.

Avrei voluto ribadire che non ero una bambina e sapevo benissimo camminare.

Ma sarebbe stato solo negare la realtà. Ero troppo stanca per qualsiasi ragionamento.

-portami nel mio letto. Il quadro della signora grassa al settimo piano, la parole d'ordine è Ocus Pocus. La mia stanza è quella più in alto!- gli spiegai in un sussurro appena udibile. Lui si avviò verso la sala comune, attraversò il quadro e stranamente non incontrò nessuno. Salì il primo gradino ma non cadde come avrebbe fatto qualsiasi ragazzo. Vide le scale unirsi per formare uno scivolo ma lui iniziò a levitare senza preoccupazioni.

Salì nella mia stanza e non so come capì subito quale era il mio letto. Mi ci depositò e iniziò ad accarezzarmi la fronte e a togliermi i capelli dal volto.

Ero infastidita da quelle mani fredde ma non mi lamentai. Non ne avevo la forza.

Con orrore lo vidi avvicinare il suo viso al mio, mentre mi guardava le labbra.

L'ultima cosa che sentì prima di perdere i sensi furono le sue labbra fredde a pochissima distanza dalle mie.


****************************************************

è anche questo cap è finito! Spero che non mi vogliate uccidere perchè ho finito il cap così. Spero di poter aggiornare domani, o meglio dire stasera visto che è passata la mezzanotte. Spero che a qualcuno piaccia...

ringrazio tantissimo chi ha letto e chi vorrà leggere il prossimo capitolo!

Un grazie sincero a chi mi ha messo tra le sue scrittrici preferite. Grazie mille! E grazie anche a chi ha messo questa storia tra le sue preferite. (sono arrivata a 13).

Spero di ricevere qualche recensione... non c'è né state neanche una per lo scorso capitolo............

(me piange=(................)

al prossimo capitolo! Baci!



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Capitolo 13
*** 13. La pazzia dilaga.... ***


Tredicesimo capitolo: la pazzia dilaga....


Aprì piano la porta. Mia madre era stata portata in una stanza diversa da quella di mio padre.

Mi avevano detto che era sotto shock. Non aveva più parlato ne si era mossa da quando gli avevano detto che mio padre aveva avuto quell'incidente.

La guardai esitante. Sembrava invecchiata più di tre anni.

Il suo sguardo era completamente assente, come se dormisse. Ma aveva gli occhi sbarrati e non li sbatteva mai.

Mi avvicinai al suo letto esitante.

Non sapevo esattamente cosa fare. Lei non si accorse che di me, o almeno così sembrava.

-madre!- la chiamai esitante. Lei non alzò nemmeno lo sguardo. Mi sedetti accanto a lei e gli una sua mano.

Era gelata. Guardai i suoi occhi, così simili ai miei ma di qualche tonalità più scura. La strinsi a me senza pensarci oltre. Lei non ricambio ma la sentì riscaldarsi.

Sentì anche che non era più così rigida. Si stava rilassando.

Gli accarezzai i capelli come faceva lei quando ero piccolo e stavo male.

Non so quanto ci mise però si addormentò tra le mie braccia.

E io tornai a guardare mio padre oltre il vetro.


*****************************************************


Avevo fatto un sogno davvero strano.

Ero tra le braccia di un ragazzo, ma non erano le braccia di Scorpius. Mi aveva poggiato a letto e poi mi aveva baciato. Ricordavo con chiarezza le sue labbra su le mie, il suo sapore nella bocca, e sapevo con certezza che non era Scorpius. E la cosa mi frastornava.

Avevo sognato anche Scorpius. Però camminava lontano da me, lungo una strada illuminata, mentre io restavo nell'ombra, imprigionata da quelle braccia.

E adesso, quando aprì gli occhi, ebbi quasi paura di ritrovarmi accanto quel ragazzo di cui non ricordavo altro che le braccia che mi avvolgevano e quelle labbra.

Ma la mia stanza era vuota. Solo un piccolo biglietto accanto al mio cuscino. Lo aprì iniziando a leggerlo.


Cara Rose, riposati!

Dirò a mio nonno di non farti più stancare così tanto, non voglio che ti sfinisci così tanto mai più. Mi raccomando, riposa davvero. A domani!

Augusto 666


Ero preoccupata davvero da quel bigliettino, non tanto per quello che c'era scritto ma per il tono protettivo.

Mi alzai e corsi in bagno.

Dopo una doccia calda mi sentì meglio. Mi vestì con calma ma l'ansia mi tornò notando l'ora. Era ora di cena.

Perchè Scorpius non si era ancora fatto sentire?

Aveva promesso mi avrebbe mandato una lettera quasi subito. Eppure il viaggio in volo non era così lungo...

respirai piano e profondamente, cercando di calmarmi.

Poi scesi sotto a cenare.

Avendo dormito per tutto il pomeriggio quella sera non avevo sonno, quindi studiai almeno fino alle due di notte, nella sala comune di grifondoro vuota.

Mi tolsi i capelli dal viso e come una visione mi passò davanti agli occhi.

Augusto che mi toglieva i capelli dal viso e mi baciava.

Era stato solo un sogno? Oppure mi aveva davvero baciato? Avrei dovuto chiarire con Augusto.

Io amavo Scorpius, di questo ne ero sicura.

E se fosse stato solo un sogno? Chi può mai dire cosa succede nell'inconscio, quando è completamente finito?

Chiusi gli occhi abbastanza stanca da poter andare a letto.

E vidi la civetta nera di Scorpius beccare la finestra.

La feci subito entrare e quasi gli strappai la lettera dalla zampa. Iniziai subito a leggerla.


Cara Rose,

sono al San Mungo. Mio padre è in coma irreversibile e mia madre è sotto shock. Avevi ragione, qui c'è bisogno di me, anche se non penso di poter fare realmente qualcosa. Comunque questo non è importante.

La cosa che ti voglio dire e che mi manchi. Mi manchi tantissimo, non riesco a non pensarti e alla gioia che proverei ad averti vicino. Tornerò presto, non ti preoccupare per me. Mia madre si è addormentata dopo giorni che era rimasta sveglia. Domani tenterò di parlargli, e poi tornerò.

Ti amo!

Scorpius


Sospirai e mi strinsi la lettera al petto. Poi l'annusai e sentì un po' del suo profumo. Andai a letto prendendo una sciarpa di Scorpius che mi aveva dato un po' di tempo fa e che si era dimenticato di chiedermi. E mi addormentai con il suo profumo, anche se lieve, accanto.



La mattina seguente passò noiosa. Non riuscivo a stare attenta, il mio pensiero viaggiava sempre fino a Londra, all'ospedale San Mungo dove Scorpius doveva affrontare sua madre.

Per cessare il dolore che avevo nel petto all'idea che lui stesse soffrendo, mi misi a scrivere una lettera per mio padre. Quel sabato saremo andati a Hogsmead. E volevo passare il pomeriggio con lui, specialmente preoccupata dal fatto che perderlo potesse essere così facile e inaspettato.


**************************************************************

Quando lei aprì gli occhi io rimasi a osservarla mentre li sbatteva assonnata e confusa. Quando mi vide reagì come non mi sarei mai aspettato. Iniziò a piangere e mi strinse a se.

-tu sei mio figlio! Mio figlio è qui!- non fece che ripetere tra i singhiozzi. Io le accarezzai i capelli.

-si madre. Sono qui!- le dissi rassicurante.

Quando smise di piangere mi guardò felice.

-anche tuo padre sarà felice di vederti. Forse non lo dimostrerà subito ma so che lo farà. Lo sapevo che saresti tornato. Lui mi diceva che ti avrebbe cacciato se fossi venuto ma so che non lo farà. Tu sei sempre nostro figlio.

Mio figlio- mi disse con una dolcezza che non mi ricordavo appartenesse a mia madre. Forse quando ero piccolo, ma non coincideva affatto con la donna fredda e calcolatrice che era mia madre dopo i sette anni.

-madre...- dovevo dirgli cosa era successo. Il medimago che l'aveva visitata mi aveva avvertito che probabilmente avrebbe rimosso il momento di shock, e che quindi non avrebbe ricordato dov'era suo marito.

Ma doveva saperlo.

-madre lui ha avuto un incidente. Non ce la farà- dissi quasi brutalmente. Non sopportavo l'idea di girarci troppo intorno. Lei mi fissò incredula. Poi mi sorrise.

-hai fatto un brutto sogno e piccolino mio? Non ti preoccupare, tuo padre stà bene. E vedrai che tutto tornerà come prima- e si appoggiò di nuovo al mio petto, questa volta canticchiando tra se.

Mi preoccupai davvero. Doveva essere impazzita.


*********************************************************


Quel pomeriggio nella stanza delle necessità c'era solo Augusto. Osservai preoccupata la stanza, che aveva sempre le solite sembianze ma che era vuota.

Guardai l'uomo davanti a me perplessa.

-ciao... dov'è il professore?- domandai.

-questo pomeriggio sarò io il tuo professore.

Mio nonno non sta molto bene. Ha bisogno di riposarsi-

mi rispose sorridendo.

-tu sei riuscita a riposare? Ieri eri proprio sfinita..- continuò guardandomi. Il suo sguardo mi mise a disagio, come al solito. Era come se cercasse di... di stregarmi.

Come se volesse incantarmi. E purtroppo per me dovevo ammettere che dovevo sforzarmi per non rimanere incantata.

-sai, forse è meglio che riposi un altro po'. Non penso che per un pomeriggio si creino problemi, giusto? Del resto prima di avere quel... sovraccarico sono passati due lunghi anni. Un pomeriggio non mi procurerà problemi!- dissi cercando una via di uscita. Ma mi sentì bloccare.

Tutto il mio corpo era rigido, non riuscivo a muovermi, come se fossi incatenata o meglio come se mi avessero lanciato un incantesimo pietrificante.

Lui mi sorrise.

-oggi proviamo un po' di resistenza. Io ti tengo ferma e tu devi cercare di liberarti. Non sarà un esercizio particolarmente lungo. E non userò il massimo della forza, naturalmente. Prova a incanalare tutta la tua energia e a colpirmi!- mi spiegò.

Mi concentrai ma non ci riuscì. La sensazione di essere bloccata era orribile e cercare di concentrare tutte le mie energie mi sembrò più difficile di quanto mi era mai fino ad ora sembrato.

Provai di tutto: innanzitutto a rilassarmi ma non ci riuscivo.

Poi a pensare a solo una cosa per poter liberare la mente.

Ma non ce la facevo a non pensare a tutto.

La mia mente pensava continuamente a Scorpius, a come si dovesse sentire, pensavo ai miei genitori, pensavo a quello sguardo su di me che mi bruciava.

E poi lui si avvicinò a me e mi accarezzò il viso con il palmo della mano.

-il tuo potere è forte. Puoi benissimo liberarti.

E forse ho trovato un modo per farti usare il tuo potere- mi sorrise, un sorriso che mi fece preoccupare.

Si avvicinò alle mie labbra e mi baciò.


*************************************************************


-quando tuo padre si sveglierà andremo tutti insieme a mangiare, ti farò fare tutti i tuoi piatti preferiti.

Me li ricordo ancora, sai? Non si possono dimenticare certe cose. Tuo padre tanto non dorme molto in genere.

Si sveglierà tra poco- così blaterava ormai da ore mia madre, andando da una parte e l'altra della stanza dove mio padre giaceva quasi morto.

I macchinari segnavano sempre una linea morta, inattività completa. Stavamo mantenendo in vita un morto.

Guardai verso il vetro e notai un medimago.

-madre torno subito. Vado a prendere un bicchiere d'acqua. Vuoi qualcosa?- gli chiesi ma non aspettai risposta.

Uscì e guardai il medimago.

-signor Malfoy, penso che dovremo dare dei calmanti a sua madre- mi rivelò.

Io lo guardi incerto.

-sta perdendo il senno così velocemente. Cosa si può fare?- domandai.

-esattamente non so. Purtroppo è ancora sotto shock.

Non si rende conto delle cose, la sua mente non vuole più capire, si rifiuta di pensare come al solito altrimenti procurerebbe un dolore impensabile, quindi svaga di molto, non ammette quindi neanche ciò che vede- mi spiegò. Io annuì. Avrei tanto voluto avere qualcuno accanto che mi dicesse cosa fare. E quel qualcuno era solo una persona. Non mi ero mai fatto comandare, era l'orgoglio che viveva nei geni dei Malfoy.

Ma l'unica persona che ascoltavo davvero era Rose.

Pensai a lei guardando l'orario.

A quest'ora doveva essere a lezione nella stanza delle necessità. Non sapevo il perchè ma la cosa mi rendeva nervoso e preoccupato ancora di più.

Dovevo tornare subito da lei ma dovevo anche rimanere lì.

Avevo una grande lotta interna.

Chissà che parte avrebbe vinto.


*********************************************************************


Ora ero sicura che il bacio che avevo sognato era reale.

Lui mi aveva baciata e lo stava continuando a fare, nonostante sapesse che ero fidanzata. E non mi dava la possibilità di scegliere, mi teneva in suo potere.

E in quel momento lo odiai.

Odiai le sue labbra che mi aprivano a forza la bocca e si adattavano così bene alle mie (mai come quelle di Scorpius però), odiai quelle mani che mi accarezzavano la schiena coperta solo dalla maglia della tuta leggera, le odiavo anche perchè mi stringevano al suo corpo, sempre più forte mano a mano che il bacio diventava più profondo.

Ma io non gli rispondevo. Io l'odiavo.

Fu facile come respirare. La mia forza si fece viva in tutta la sua potenza. Capì che si era rafforzata, perchè distrussi tutta la stanza in una volta. Augusto fu scaraventato lontano da me, ma poi creò una specie di scudo e cadde in piedi incolume.

Mi guardò ridendo.

-ecco l'energia che devi tirare fuori!- mi disse.

Lo guardai furiosa.

-chi ti ha dato il permesso di baciarmi? Sei un..- ma mi interruppe.

-era il solo modo per farti usare la tua vera forza. Ora la senti scorrere tutta nelle tue vene, vero?-

Era vero. Insieme alla rabbia e all'odio sentivo anche tutta la mia energia fino ad ora non utilizzata.

Era immensa. Ma ciò non voleva dire che mi aveva calmato. Stavo per ricominciare a gridargli addosso quando lui mi anticipò.

-lo so che ho un po' approfittato ma ho notato anche che la tua difesa contro la rabbia è enorme. Quindi dovevo trovare il modo per farti arrabbiare davvero.

L'ho fatto per una buona causa!- mi sorrise tranquillo.

-una buona causa?- ripetei io furiosa.

La stanza nono aveva il tempo di ricomporsi che nuove ondate di magia la distruggevano subito.

-ho un'idea diversa rispetto a mio nonno sulla magia.

Secondo me usare al rabbia è il modo migliore per imparare a usarla. Però mi servivi arrabbiata.

E poi, cavolo, stato un bacio bellissimo!- mi sorrise ancora. Ecco, ora lo odiavo.

Anche con il suo scudo, si ritrovò a indietreggiare di parecchi passi come se l'avesse spinto un vento fortissimo.

-vattene prima che ti disintegri non ti voglio mai più vedere. Non ti avvicinare mai più a me!- gli gridai.

Lui rise. Doveva essere pazzo. Ero ormai senza controllo.

-sei così arrabbiata perchè infondo ti è piaciuto, di la verità?- mi sfidò. Lo guardai cercando di ucciderlo con lo sguardo. Poi cercai di riprendere fiato.

-addio!- e me ne andai. Non so se tentò di chiamarmi o fermarmi, ma non ci feci più caso. Volevo solo scappare da lui e pensare al mio Scorpius. Sarei andata da lui subito, immediatamente. E poi avrei parlato con i miei genitori. Dovevano cambiarmi maestro, se lui intendeva tornare con il nipote. Non avevo più intenzione di vederlo.




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Bene, e questo cap è finito. Onestamente non volevo finirlo così però mi sa che verrebbe davvero troppo lungo poi... devo scrivere parecchie cose....

Comunque, spero vi piaccia e che lo leggiate. Ringrazio tantissimo chi ha letto e mi ritrovo a ricattarvi, purtroppo.

Se non trovo al meno una recensione non posto il prossimo capitolo!

(io le minacce non le faccio a vuoto... ahahahahahahahahahaahahahahaha...).

Ditemi anche che è brutta e che stò sbagliando tutto.

Naturalmente stò scherzando però una piccola recensione di certo non vi ucciderà.....

al prossimo capitolo (che a seconda delle recensioni sarà bello o brutto) baci!


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Capitolo 14
*** 14. Grazie ***


Quattordicesimo capitolo: grazie


Guardai la medimago che mi comparve davanti chiedendomi dove l'avessi già vista. Ero molto stanco, non ero riuscito a tornare a casa e avevo dormito solo due ore sulla sedia nella stanza di mia madre. Da due giorni.

Naturalmente non ci misi molto a ricorsarmi chi era.

Ginny Weasley Potter aveva tutte le caratteristiche dei Weasley e assomigliava molto non solo a Lily (che era la sua fotocopia) ma assomigliava anche molto a Rose.

Del resto i colori erano quelli.

Ma lei aveva degli occhi così belli, di quel blu scuro che mi ricordava il blu del mare, quello del cielo di notte.

E il suo viso era poco più lungo, il suo naso un po' più piccola e le sue labbra erano così morbide e calde.

Mi bastò chiudere gli occhi per un secondo per rivederla.

La vidi corrucciata. Aveva il labbro di sotto, leggermente più grande di quello di sopra, arricciato per via della smorfia. I suoi capelli ricadevano bellissimi e spettinati sulla schiena. Riaprì gli occhi a malincuore e spostai lo sguardo dalla signora Potter, alla figura che gli stava accanto. Ed era lei. Senza neanche pensarci corsi verso di lei. Anche lei fece lo stesso, con un tale slancio che stavo per cadere per terra. Ma la presi stringendola a me e girando su noi stessi per la felicità.

Le sue labbra trovarono le mie di nuovo senza pensarci.

E adesso stavo bene, adesso che c'era la mia metà potevo affrontare di tutto. Ora ero completo!


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Fino a quel momento mi ero sentita come se mi mancasse qualcosa. Non ero riuscita a fare nient'altro che non pensarlo continuamente. E ora era lì, che mi abbracciava.

Lo baciai con tutta me stessa e mi strinsi a lui, come se volessi diventare subito un pezzo unico con lui.

Lo schiarirsi della voce di un signore ci riportò alla realtà.

Eravamo in mezzo a un corridoio di un ospedale e avevamo bloccato ben due barelle che dovevano passare. Ci scostammo subito, io rossa per la vergogna.

Ma non abbandonai la mano di Scorpius.

Non lo volevo più lasciare.

-come mai sei venuta?- mi chiese lui preoccupato.

Io sorrisi tranquilla.

-mi mancavi troppo. E grazie a zio Harry sono riuscita ad andarmene dalla scuola. Mentre Ginny vuole parlare con i medimaghi che si sono occupati di tuo padre!- gli spiegai.

Zia Ginny mi sorrise e porse la mano a Scorpius, che al strinse cercando di non “infilarsi” la sua solita maschera gelida. Notai il suo sforzo ed ebbi di nuovo la voglia di abbracciarlo e baciarlo ancora.

-piacere signora Potter!- salutò Scorpius.

-il piacere è mio. Adesso, se non ti dispiace vediamo come siamo combinati!- e se ne andò verso la cartella che c'era fuori dalla porta della stanza del padre di Scorpius.

Sfogliò la carpetta e poi andò a cercare probabilmente i medimago.

Intanto mi riavvicinai al suo petto caldo e mi lasciai abbracciare, aspirando il suo profumo e perdendomi in esso.

-Rose- mi richiamò. Io alzai il viso.

-fino ad ora non te l'ho mai detto. Tu l'hai detto invece quando mi hai convinto a venire qua. E io l'ho solo scritto, ma non è la stessa cosa. Rose, io ti amo!-

Lo guardai con le lacrime agli occhi. Qualcosa di simile stava spuntando anche dagli occhi di Scorpius.

Lo baciai, questa volta lui aveva la schiena contro il muro e le persone passavano tranquillamente, e mi persi in quel bacio pieno di amore.

**************************************************************

Non avevo sperato. Lo sapevo che la situazione di mio padre era insuperabile. Ma non pensavo davvero che mi sarebbe mai stata posta una domanda del genere.

Nonostante la zia di Rose dicesse che non dovevo farlo per forza, sapevo che se non l'avessi fatto io probabilmente avrebbe dovuto decidere mia madre, che in quel momento non capiva nemmeno qual'era il sotto e il sopra.

Strinsi la mano di Rose, sempre tra le mie mani.

Il Medimago che fino ad ora si era occupato dei miei parenti ora mi osservava aspettando una risposta.

-non devi decidere ora. Anzi, se non vuoi non devi decidere affatto. Sei appena maggiorenne, uno non si può aspettare che ti prendi una responsabilità del genere- disse la signora Potter arrabbiata verso il collega.

-alimentare un vegetale senza una sola possibilità di risveglio non è quello che un ospedale deve fare.

Mi dispiace per la crudezza però è la verità. E il solo che può scegliere se staccargli il “filo” è il signor Malfoy- ribattè il mago.

Io chiusi gli occhi e avvicinai la mano piccola e delicata di Rose al mio viso. Gli diedi un bacio e respirai il suo profumo rassicurante.

-ho bisogno di pensare tranquillamente. Ed è da un bel po' che non dormo. Posso tornare a casa e poi prenderò una decisione!- chiesi. La signora Potter mi sorrise e annuì.

-certamente. Io intanto voglio tentare di parlare con tua madre. Se c'è qualche problema ti chiamo subito!- poi guardò verso Rose.

-lei viene con me!- dissi subito.

Rose annuì rassicurante.

Salutammo e insieme uscimmo dall'ospedale.

La strinsi a me prendendo la bacchetta.

E ci smaterializzammo.


***********************************************************

Quando Scorpius era scappato di casa aveva ritirato tutti i soldi che i genitori e i parenti gli avevano regalato in tutti quegli anni. Con quella cospicua somma era riuscito a comprare una casa in campagna, non molto grande ma che gli bastava.

Io non ci ero mai andata perchè lui non me lo aveva mai proposto. Non capivo il perchè ma se non voleva nessuno lo costringeva. Adesso, trovando davanti a quella casa, forse capì il perchè.

-lo so, è orribile- disse Scorpius, forse imbarazzato.

Io sorrisi. - non mi dire così. Non siamo nemmeno entrati.

Non mi dire che mi dovrò mettere a scappare per quello che troverà dentro!?- scherzai.

La casa di fronte a me era minuscola, in mezzo a quello che avrebbe dovuto essere un giardino ma non era altro che erba incolta e secca. Magari fosse solo quello.

Sembrava che bastava un soffio per buttare giù tutta la casa, tanto appariva fragile e decrepita.

Entrammo dalla porta che era staccata dai cardini e ci trovammo in una stanza dove c'era un divano malconcio, un tavolo di legno, e un cucinino. Due porte chiuse si affacciavano da una delle quattro pareti.

Scorpius si grattò la testa scompigliando i capelli biondi.

-non ci stò per niente qui. Ci vengo solo per dormire qualche notte durante l'estate. La maggior parte delle volte sono in giro, l'anno scorso sono andato in Italia, questa estate in Francia. Qui mi arriva solo la posta e posso posare le mie cose. Scusami per il disordine!- si scusò.

Io gli sorrisi. Lui non riuscì a reprimere uno sbadiglio.

-vai a dormire. Hai bisogno di riposo!- gli dissi accarezzandogli il viso. Lui mi strinse per i fianchi.

-stai con me. Stammi vicina, altrimenti non riuscirò a dormire!- disse imbarazzato a morte.

Ma vidi anche il suo bisogno disperato.

Annuì e mi guidò verso una delle porte, aprendola.

La stanza era grande abbastanza da tenere un letto a una piazza e mezzo e un armadio che sembrava antico.

Si riusciva a malapena però a girare intorno al letto, anch'esso sgangherato.

Si sdraiò e mi trascinò con lui sul materasso.

-grazie Rose, devo dire che senza di te non saprei come fare!- mi disse mentre mi stringeva al suo petto.

Io gli accarezzai il petto, sorridendo contro il suo maglione. -io ci sarò sempre e comunque!-


si addormentò poco dopo e assicurandomi che non si svegliasse mi alzai e mi diressi nell'altra stanza.

Mi guardai in giro e mi raggomitolai le maniche del maglione.

Prima iniziavo più probabilità avevo di finire prima che si svegliasse.


***********************************************************************

un grazie infinito a Jadina94 che ha deciso di presentarsi. Grazie davvero, il tuo sostegno mi è indispensabile, come anche quello degli altri. Non ti preoccupare, ti perdono, basta che continui a recensire. Grazie per i complimenti.

Spero che questo capitolo ti piacerà.


Mia cara vacanziera, mi rendo conto che uno non può controllare di continuo se pubblico nuovi capitoli se lo faccio più di una volta in poco tempo, quindi ti perdono.

Devo purtroppo aggiungere che potrò farlo forse per ancora poco, visto che gli esami si avvicinano e dovrò studiare. Non per questo però ci metterò anni, farò del mio meglio per far passare al massimo uno o due giorni.

Ma solo se sarò costretta.

Grazie per i complimenti ma devo tutto a Scorpius, in pratica mi mette le parole in bocca lui. È un personaggio vivo che parla da solo.

E ti dirò che adoro le tue recensioni.

Per Augusto... è incredibile come hai capito le mie intenzioni. All'inizio infatti volevo presentarlo come un innamorato non corrisposto ma poi ha deciso lui cosa fare.... devo preoccuparmi forse, i miei personaggi mi stanno scappando dalle mani....

La gita è andata benissimo. Devo dire che mi sono innamorata di Ferrara, grazie mille per avermelo chiesto!

Un bacio enorme a chi ha letto!

E naturalmente alle mie grandi due sostenitrici!

Al prossimo capitolo!


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Capitolo 15
*** 15. Come un castello di carte ***


Quindicesimo capitolo: come un castello di carte!


Mi svegliai chissà quanto tempo dopo.

Mi sorprese la consapevolezza che accanto a me c'era Rose, mi colpì forte, allo stomaco.

Una delle mie mani era poggiata sul suo fianco e lei mi accarezzava i capelli. 

Forse si era accorta che ero sveglio.

Aprì gli occhi e vidi i suoi occhi brillare, il suo sorriso bellissimo visibile anche alla tenue luce del tramonto. Oppure era l'alba?

-buongiorno bel addormentato!- mi salutò.

-buongiorno amore!- la salutai io alzandomi sul gomito per avvicinarmi al suo viso e baciandola.

Chiusi gli occhi e mi persi in quel bacio, mentre gli passavo la mano tra i capelli e gli prendevo la nuca con dolcezza. 

Approfondì il bacio, gustando le sue labbra, il suo sapore. 

Volevo stringerla a me di più, baciarla per sempre ma lei si staccò per cercare l'aria.

Anch'io avevo il fiatone ma devo dire che avrei preferito morire per non avere l'aria piuttosto che lasciare le sue labbra. Mi guardò con gli occhi leggermente scuri, e poi si alzò.

-ti ho preparato la colazione!- mi annunciò.

-la colazione? Ma che ore sono?- chiesi stiracchiandomi.

-le sei e mezza. Però, considerato che hai dormito dal pomeriggio profondamente ho pensato che avresti avuto fame. Non hai cenato!- quasi mi sgridò.

-perchè, tu hai mangiato? E dove hai trovato le cose per preparare la colazione?- gli chiesi.

Lei mi guidò fuori dalla porta. E io quasi non riconobbi la stanza.

Tutti i vestiti, coperte e giornale sparsi in giro non c'erano più. 

Il divano malconcio che prima non si vedeva minimamente sembrava essere stato riparato ed era tornato de suo colore antico, il bianco.

Anche la cucina era pulita e splendente.

E il pavimento, che onestamente non avevo mai notato accuratamente, era di assi di legno e sembrava come se avesse passato la cera.

E probabilmente l'aveva fatto, visto l'odore di buono che c'era. 

Ma naturalmente quell'odore non poteva coprire quello dei cornetti disposti sul tavolo, oppure quello del caffè fumante e per non parlare delle uova sbattute e delle fette di pane. La guardai incredula.

-sono andata al villaggio qui vicino.

Volevo fare io i cornetti, ho imparato a farli da mia nonna, ma il tuo forno non funziona!

Ero indecisa se comprare qualcos'altro ma mi sono trattenuta visto che non so per quanto resteremo qua.

C'è un supermercato aperto tutta la giornata quindi se abbiamo bisogno non dovremmo avere problemi!- mi disse mentre mi sedevo al tavolo.

La presi per la mano e la feci sedere sulle mie gambe.

La vidi arrossire a io gli baciai una delle guance infuocate. 

-non ce la facevi proprio a stare in tutto quel disordine, vero?-. Lei rise annuendo.


Dopo mangiato la guardai mentre prendeva i piatti e andava verso il lavello. 

La raggiunsi subito e l'abbracciai da dietro, appoggiando il mento alla sua spalla.

L'odore del suo collo era il più buono di tutti.

Gli baciai il collo, mentre lei rideva.

-mi fai il solletico!- disse inarcando il collo.

Io ne approfittai baciandola ancora.

Questa volte la sentì rabbrividire.

Stavo esultando quando lei mi schizzò con l'acqua.

Mi allontanai da lei per togliermi il sapone dagli occhi.

Sentì la sua risata sonora nel silenzio della stanza.

Le sorrisi.

-vuoi la guerra?- e presi a schizzargli l'acqua.


**********************************************************************


Ero quasi del tutto lavata. Guardai ridendo Scorpius che era nella mia stessa situazione.

Tranne che era piegato in due dal ridere.

Lo guardai rapita. Aveva i capelli tutti arruffati, la maglietta zuppa che gli aderiva perfettamente al petto muscoloso. Arrossì mentre lo guardava, protetta un po' dal fatto che lui non lo stesse notando.

Quando alzò lo sguardo ero riuscita a distogliere lo sguardo.

Tirai fuori la bacchetta per asciugarci ma lui mi si avvicinò mettendomi una mano dietro la schiena e attirandomi a se. Io arrossì di botto.

-ti ricordi tre anni fa, ad aprile? Mi avevi buttato nel lago e sei stata per una settimana intera a ridere per la faccia che ho fatto quando sono riemerso- rammentò.

-già, eri così divertente. Sembravi un pulcino!- annuì ridendo. Lui mi strinse di più a se, sentì il mio corpo sul suo e trattenni il respiro. E poi mi baciò.

Come aveva fatto quella mattina a letto.

Incredibile che effetto aveva la sua vicinanza.

E quando mi baciava in quel modo non riuscivo più a pensare a niente.

La testa mi si svuotava completamente, non volevo altro che lui e soltanto lui. Ma in quel momento il mio cellulare squillò e mi dovetti allontanare.

Risi contro le sue labbra quando lui mi attirò di nuovo subito a lui per baciarmi ancora.

Ricambiai e continuammo fino a quando il telefono non smise di suonare.

Dovetti per forza staccarmi dalle sue labbra per respirare e lui prese a baciarmi il collo, e io rabbrividì.

Non c'ero per niente abituata, lui non mi aveva mai baciato sul collo prima di quella mattina.

Forse pensava che la cosa mi avrebbe resa nervosa, forse era preoccupato della mia reazione.

Infondo, la prima e l'ultima persona che si era preso questo lusso era stato uno di quei serpeverde che avevano tentato di violentarmi più di due anni fa.

Ripensai di nuovo a quell'anno, ma non riuscivo quasi a ricordare il dolore che avevo provato.

Il dolore più grande che aveva inghiottito quello era stato proprio Scorpius a procurarmelo.

E meno male che non riuscivo a pensare.....

Cercai di nuovo le sue labbra e mi ci gettai con forza.

Lui allora mi prese per i fianchi e mi sollevò un po' per farmi sedere sul tavolo. Così arrivavo senza sforzo alle sue labbra. Lo guardai negli occhi prima di baciarlo ancora, mentre le sue mani erano ferme sui miei fianchi e invece le mie gli scompigliavano i capelli bagnati.

Ma il suono del telefono ci fermò di nuovo.

Lo guardai seria.

-potrebbe essere mia zia!- sussurrai.

Lui mi guardò serio, e mi accarezzò il labbro.

Poi sospirò e si allontanò lasciandomi scendere.

Presi il cellulare che era nel mantello e risposi.

-pronto-

-pronto Rose. Ma che fine avete fatto? Ho già chiamato ma non mi avete risposto!- mi sgridò.

-scusaci. È successo qualcosa?- chiesi con ansia.

-no, la situazione è come al solito.

Con la sola differenza che ho tentato di parlare con la signora Malfoy e mi voleva affatturare.

Comunque... ti ho chiamata perchè i tuoi genitori sanno che sei qui e non a scuola e si aspettavano che stanotte tornassi a casa. Gli ho spiegato che saresti quasi sicuro rimasta con Scorpius e solo tuo padre si è preoccupato, come al solito. Ti aspettano comunque qua, gli ho detto che vi avrei chiamato.

Mi sembra nient'altro. Ti volevo solo avvertire!- concluse.

-grazie zia. Comunque adesso arriviamo. Un bacio!- e chiusi.

-allora?- domandò Scorpius. Mi si doveva leggere in volto che non era successo niente perchè era serio ma non preoccupato.

-niente di che. Ci sono solo i miei genitori ad aspettarci.

Comunque......... Hai bisogno di più tempo?

Vuoi parlarne un po'?- domandai.

Lui scosse il capo.

-ho riflettuto. So cosa fare. Devo solo parlarne con mia madre. Non voglio togliergli la terra da sotto i piedi.

Deve riuscire a capire cosa stà succedendo- mi spiegò.

Io annuì. Poi rabbrividì per i vestiti bagnati e scoppiammo a ridere.


*******************************************************************


-madre!- la richiamai. Lei si girò sorridendo.

Poi notò Rose.

-ancora tu! Sporca mezzosangue se ne vada.

Lei è solo pazza! Scorpius cacciala a calci nel...- ma smisi di ascoltarla. Guardai la mia Rose mentre cercavo di non essere arrabbiato.

-non te la prendere. Non sta bene! Sono qua fuori, ok?!-

E uscì. Mi sentì come se mi avesse abbandonato tutta quella tranquillità che avevo prima.

Sospirai e andai a sedermi accanto a mia madre sul letto.

Ora era tranquilla e mi guardava curiosa.

-allora figliolo? Tuo padre si è svegliato?- mi chiese.

-no madre. Lui non si sveglierà. Questa è la verità.

Non può svegliarsi. E purtroppo dobbiamo darci per vinti.

Non ritornerà-

Vidi gli occhi di mia madre guardarmi smarriti, poi riempirsi non di lacrime o di sgomento, come mi aspettavo, ma di rabbia e odio.

-sei un bugiardo!- mi gridò.

-quando tu te ne sei andato lui mi ha promesso che lui non se ne sarebbe amai andato. Lui si sveglierà.

Lui mi amava, lui non mi ha mai mentito!- continuò gridando mentre gli scendevano lacrime di odio dagli occhi.

La guardai smarrito. Non pensavo di avergli procurato un simile dolore. Eppure ora la vedevo nei suoi occhi.

Chiusi gli occhi trattenendo il flusso di ricordi e di dolore.

E se i miei genitori non fossero mai stati così terribili davvero? Mi avevano procurato un sacco di dolore, eppure forse avevano solo sbagliato tante volte.

Impossibile dimenticare come per un mio errore avevo fatto soffrire così tanto Rose.

Forse non erano i genitori migliori del mondo ma era normale sbagliare.

E così tutto quello che avevo sempre dato per scontato cadde come un castello di carte.


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Questo capitolo non mi convince molto.... comunque, eccolo qui. Ditemi come vi sembra.

Un bacio a jadina94 questo cap è dedicato quasi del tutto a Rose e Scorpius quindi spero ti piaccia!

Scusate il ritardo ma il compito d'inglese (…........) mi ha tenuto impegnata. E il compito di lunedì mi terrà un altro po' impegnata.....

comunque grazie mille a chi ha letto!

Spero che commentiate, come al solito!

Ps (rosie_lu, dove sei finita?)

Chiedo perdono in anticipo per possibili errori che mi sono sfuggiti!

Al prossimo capitolo!

Baci!

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Capitolo 16
*** 16. Ti ho sempre voluto bene.. ***


Sedicesimo capitolo: ti ho sempre voluto bene...


Abbracciai forte mio padre.

Uno non apprezza mai le cose che si hanno fino a quando non si vede davanti 

la reale possibilità di perderla.

Quando ci lasciammo gli sorrisi.

Lui mi guardò un po' accigliato.

-che hai fatto stanotte?- mi chiese burbero.

-ho dormito- risposi semplicemente.

Se fossi arrossita o avessi esitato sapevo che sarebbe saltato subito alle sue solite conclusioni.

Notai lo sguardo di mia madre.

Stava analizzando per bene ogni mia espressione.

Sorrisi, non ti preoccupare mamma, sono stata brava.. anche se....

le mie meditazioni comunque furono interrotte da un grido della madre 

di Scorpius.

Mi voltai verso la porta esitante ma non sapevo se entrare davvero.

Mi avvicinai sperando di capire almeno cosa dicesse.

Ma era inutile. Mia madre mi prese la mano per tranquillizzarmi.

Io ricambiai annuì ma non potevo riuscirci.

Avevo una bruttissima sensazione.

E la cosa si consolidò quando vidi Scopius uscire dalla stanza.

Corsi verso di lui senza pensarci neanche una volta.

Gli accarezzai il viso e cercai il suo sguardo.

Ma era come se lui non ci fosse. Non vedevo altro che freddezza 

nel suo sguardo, un ghiaccio impressionante.

Cosa gli era successo?

-Scorpius- lo richiamai ma lui non parve neanche sentirmi.

Era come se avesse scollegato i fili.

Lo chiamai ancora ma lui chiuse gli occhi e poi, mentre il mio 

cuore smetteva quasi di battere, lui si accasciava a terra come 

un burattino a cui sono stati tagliati i fili.


************************************************************


Mi trovavo nel buio più assoluto.

Non vedevo ne sentivo più niente.

Non sentivo neanche più il mio corpo, come se fossi solo uno spirito fluttuante.

Non sentivo neanche la mia testa, le palpebre, la bocca.

Dov'ero? Dov'era finito tutto?

Ero io finito oppure era il mondo a esserlo?

Non sentivo più neanche il cuore.

Eppure doveva essere da qualche parte.


Ad un tratto una luce si fece avanti.

Era una luce tenue, molto più scura del grigio ma più brillante 

di quel buio completo.

La guardai sperando che si avvicinasse.

Mi sarei visto nel buio e quindi sarei stato sicuro si esistere.

E avrebbe illuminato anche intorno a me, mi bastava anche solo

capire se ero in piedi su una

superficie.

Mi bastava anche solo sapere che non ero in procinto di cadere nel nulla.

Ma quella luce non illuminò né me né qualsiasi cosa ci fosse intorno a me.

Se avessi avuto un corpo, se avessi avuto un cuore, 

a quest'ora mi sarei sentito male.

Mi sarei sentito perso, avrei pianto se avessi avuto degli occhi.

Ma non riuscì a fare nessuna di queste cose.

Perchè io non c'ero.


*****************************************************************


Lo guardai mentre era sdraiato sul letto candido.

Il mio cuore aveva preso a singhiozzare piano, 

ogni battito era dimezzato e mi faceva male, 

come se avessi dei pugnali che me lo trafiggevano al minimo movimento.

Perchè?

Cosa gli era successo?

Nessuno mi sapeva dare una risposta.

Fatto stà che era caduto in una specie di coma anche lui.

Aveva perso i sensi e non si svegliava nonostante avessimo provato di tutto.

Non avevo abbandonato la sua mano mai, la stringevo tra le mie mani che mi accorsi a malapena che tremavano.

Gli baciai la mano come aveva fatto tante volta lui con me.

Non mi accorsi che le lacrime stavano scendendo fino a quando non caddero sulla sua mano bianca.

Sentì le braccia di mia madre stringermi.

Una sola parola mi usciva dalle labbra.

-perchè?-


*****************************************************************


E una voce parlò.

Proveniva da quella luce.

Sentirla mi fece riflettere.

Allora le mie orecchie erano da qualche parte.

Altrimenti non avrei mai potuto sentire quel richiamo.

Ma oltre a questo mi ritrovai a pensare a quella voce.

La conoscevo.

Sapevo a chi apparteneva.

Guardai quella luce e aspettai che continuasse.

Io non avevo idea di fosse la mia bocca.

Non riuscivo a parlare.

-Scorpius, rilassati. Non ti preoccupare.

Presto ti risveglierai. Ma dovevo parlarti-

La voce di mio padre si incrinò appena.

-devi lasciare che muoia.

Però devi stare accanto a tua madre.

Lei non sopravviverà senza nessuno accanto.

Tu non la dovrai mai abbandonare.

Promettimelo, se non per me fallo per lei.

So che non pensi che io ti voglia bene.

Ma questo non è vero.

Abbiamo fatto entrambi tanti errori, infiniti errori- e si fermò.

Forse esitava.

Probabilmente non sapeva come continuare.

Io allora riuscì a trovare la mia voce, anche se non proveniva 

dalla mia bocca, suonò come se venisse da molto lontano.

-mi hai sempre trattato malissimo.

Non si tratta in quel modo una persona a cui si vuole bene.

Ti vergognavi di me, non apprezzavi mai quello che facevo, 

quando sbagliavo tu mi punivi invece di cercare di aiutarmi.

Non ci si comporta così!

Un padre non dovrebbe mai fare così!- gli gridai addosso.

-hai ragione. Un padre non dovrebbe fare così.

È difficile d'ammettere ma mio padre, con tutto il macello che 

ha fatto tra l'essere un mangiamorte e simile, 

era un padre molto migliore di me.

Si arrabbiava con me, mi trattava male ma quando sbagliavo

o quando avevo davvero bisogno di lui non mi ha mai voltato le spalle.

Nel momento della grande battaglia non ha fatto altro che cercarmi, 

aveva paura per me, non per lui.

Spero che tu sarai un padre più simile a lui che a me.

Ma i miei errori non ti devono far credere che non ti voglia bene.

Sei mio figlio, sono solo io che non vado bene.

Non ho mai saputo fare la cosa giusta, mai saputo prendere 

la decisione giusta.

Non solo con te ma in tutto.

Forse l'unica cosa giusta che ho fatto e sposare tua madre.

Fatto sta che la mia vita è finita, adesso sconterò le mie pene e 

vedrò davvero cosa c'è oltre.

Ma tu devi occuparti di tua madre!-

-non sono sicuro di riuscirci!

Ha perso il senno.

Non vuole accettare che te ne sei andato.

Perchè non compari pure a lei e la convinci?- domandai incerto.

-perchè mi hanno dato al possibilità di parlare con una sola persona e ho scelto te.

Avevo un'unica cosa da fare prima di andarmene, dirti che nonostante tutto ti ho sempre voluto bene.

Addio!- disse mentre la luce si affievoliva sempre di più.

-padre aspetta! Aspetta!- lo richiamai gridando ma la luce scomparì subito.

Cosa dovevo fare ora?

Ero perso in quel buio!


-Scorpius!-

Un'altra voce mi chiamò. Una voce bellissima.

La voce di un angelo.

Una luce bianca e brillante si avvicinò a me, 

facendo scomparire tutto il buio.

Divenne tutto bianco e io mi ritrovai.

Sentivo di nuovo tutto il mio corpo.

Sentivo il mio cuore battere forte e delle mani calde e 

delicate stringere una mia mano.

Aprì gli occhi e mi ritrovai gli occhi di Rose a poca distanza dai miei.

Erano pieni di lacrime ma adesso di gioia.

Mi alzai e la strinsi subito a me.

Notai che ero sdraiato su un letto.

Dovevo essere svenuto.

Forse avevo anche sognato tutto.

Ma adesso sapevo cosa fare.

Anche se non era una delle cose più facili.

Ma avrei seguito le indicazioni di mio padre.

E gli avrei detto addio per sempre!


**************************************************************


E anche questo capitolo è finito................

adesso dovrò mettermi a studiare (avrei dovuto iniziare già ieri ma non ho resistito a scrivere) e spero di riuscire a scrivere presto, anche se non posso promettere niente.

Un grazie infinito a chi continua a leggere e un ben tornata a rosie_lu.

Non devi chiedere scusa, solo che ero preoccupata dal fatto che magari la storia non piacesse più....

un grazie davvero a chi a letto di nuovo e a chi recensisce (anche se l'ha fatto solo rosie_lu per il cap precedente....) ma spero sia solo perchè stà passando poco tempo tra l'altro capitolo e questo.

Un bacio enorme a tutti!

Al prossimo capitolo!


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Capitolo 17
*** 17. si o no.... ***


Diciassettesimo capitolo: si o no.....


Tutto mi sembrava così pazzesco.

La vita di una persona spenta da un si o un no.

La cosa che mi rincuorava di più era i fatto che sapevo che era 

la cosa che mio padre voleva.

Era stato lui stesso a dirmelo.

La sicurezza che non ce l'avrebbe fatta in nessun caso mi assicurava 

che non stavo facendo niente di sbagliato.

Purtroppo però questo non risolveva niente.

Non risolveva il fatto che lui non ci sarebbe stato più.

Non risolveva il fatto che mi sarei potuto considerare il giudice della vicenda, 

il solo responsabile delle fine della sua vita.

Non avrebbe di certo aiutato mia madre a riprendersi e a non farmi 

considerare da lei il suo assassino.

Perché era così che mi sarei sentito nel mio inconscio.

Feci questi pensieri mentre ero sdraiato sul mi letto,

nascondendo il viso tra le mani.

Appena svegliato avevo convinto tutti che stavo bene e avevo parlato 

con la signora Potter delle condizioni di mia madre.

non c'è una soluzione immediata.

Certe cose possono protrarsi per poco tempo come per sempre. 

Ma sappi che c'è un ottimo reparto dove ci prenderemo cura di lei 

fino a quando non starà meglio.

Tu hai altro da pensare!” aveva tentato di consolarmi e rassicurarmi.

Un si o un no.

Sapere la risposta non mi aiutava minimamente.

Come avrei fatto a ritrovarmi nella figura che avevo già nella testa?

Un'ombra nera che raffigurava la morte, una persona spietata che 

uccideva senza pensarci.

Sapevo che era diverso, ma non riuscivo a non vedermi così.

Sentì a mala pena Rose entrare nella stanza.

La sentì di più mentre saliva sul letto accanto a me.

Alzai il viso e guardai Rose sorpreso.

Era inginocchiata di fronte a me, con una vestaglia bianca che 

nascondeva il pigiama di sotto.

I suoi occhi mi rapirono, come sempre ma anche più di prima.

C'era qualcosa di differente, qualcosa che mi fece tremare il cuore, 

ma in un senso strano.

Non negativo ma neanche positivo.

E incredibilmente ebbi voglia di fare una cosa che non facevo da anni.

Che avrei pensato di aver persino dimenticato come si faceva.

Avevo voglia di piangere.

E mentre gocce calde riempivano i miei occhi facendoli pizzicare

fastidiosamente, Rose si fece spazio tra le mie gambe e mi fece 

appoggiare il suo volto sulla sua spalla.

Mi aggrappai a lei come se fosse la mia ancora di salvezza,

mentre cercavo di soffocare quelle lacrime che mi facevano arrabbiare.

La decisione era presa, ma faceva male.


***************************************************


Era la prima volta che lo vedevo piangere.

Adesso lo strinsi a me mentre veniva scosso dai singhiozzi.

Mi faceva male vederlo così.

Ma sapevo che ne aveva bisogno.

Aveva bisogno di sfogarsi, affrontare tutta quella situazione non era una cosa facile.

Non poteva non sfogarsi.

Il giorno dopo sarebbe stato tutto più difficile.

Ma ora non importava.

Ciò che importava era stare lì con lui, e io gli sarei rimasta vicino sempre e comunque.

Per sempre, così promisi a me stessa.


Si addormentò con la testa appoggiata alla mia spalla, sdraiati sul suo letto.

Sapevo che i miei genitori erano preoccupati.

Anzi, che mio padre era preoccupato.

Mia madre aveva un po' meno paura.

O forse era solo apparenza, non lo sapevo dire con certezza.

Gli accarezzai i capelli.

Dormiva tranquillo, stringendomi con dolcezza ancora a lui.

Non l'avevo mai visto dormire fino alla notte prima.

Era bellissimo.

Uno di quegli angeli che immagini da piccola.

Mi addormentai non so dopo quanto e sognai di essere con Scorpius

su delle nuvole.

Lui aveva delle grandi ali bianche da angelo....


*********************************************************


Non sapevo come avrei fatto a svegliarmi e non sentire più lei accanto a me, 

il suo profumo nel mio naso,

il suo calore e la morbidezza del suo corpo.

Forse avrei dovuto riflettere su quel punto.

Ma non ci volli pensare.

Non riuscì a pensarci quando mi resi conto dove ero poggiato.

Aprì gli occhi e vidi a pochi centimetri dal mio viso il suo petto alzarsi ed abbassarsi tranquillo, respirando.

Alzai la testa di scatto, sentendomi bollente in volto.

La vidi aprire gli occhi di scatto, preoccupata, quando mi sentì 

sfuggire dalla sua presa.

Si guardò intorno confusa.

Ero riuscita a svegliarla.

-scusami. Non volevo svegliarti!- dissi cercando di tornare 

della mia tonalità.

-tutto bene? Cioè.. so che è un domanda stupida, ma... ecco...- 

era in difficoltà con le parole.

La guardai sorridendo e interrompendo quei dolci tentennamenti.

-se tu mi sei vicina non posso stare che bene!- gli dissi e la baciai.


**********************************************************


Non riuscivo a ragionare mentre Scorpius mi baciava.

Probabilmente sarebbe potuta scoppiare anche una bomba accanto 

a me e io non me ne sarei accorta.

La mia mente era completamente svuotata, non facevo altro che pensare 

alle sue labbra, alla sua lingua, al suo corpo così vicino al mio e alle sue 

mani su di me.

Tutto il resto perdeva ogni interesse, non era più importante.

Sentì la sua necessità di avermi vicina e cercai di rassicurarlo.

Io c'ero e ci sarei stata sempre.

Lo strinsi forte mettendogli le braccia intorno al collo e stringendolo a me.

Le sue mani mi accarezzavano la schiena, esitanti.

E anche le mie mani tremavano irrequiete.

Esitai ma poi lasciai il suo collo per poter prendere nelle mani il primo 

bottone della sua camicia e sbottonarlo.

Più sicura sbottonai anche gli altri, non osando abbandonare le sue labbra.

Ero di sicuro arrossita ma non pensavo importasse.

Le mie mani accarezzarono il petto scolpito di Scorpius timidamente.

Mi sentì persa quando Scorpius si staccò da me per riprendere fiato.

Annaspando cercai i suoi occhi, che però lui mi nascose.

Invece cercò il mio collo, baciandomi e facendo perdere di nuovo il controllo.

Le mie mani affondarono tra i suoi capelli arruffati mentre percorreva tutto il mio collo con le sue labbra.

Ansimai e arrossì violentemente.

Continuando così avremo perso il controllo tutti e due.

Ma eravamo davvero pronti?

Mi chiesi se ci potesse essere una risposta sicura.

E il mio cuore perse un battito quando una sua mano arrivò dentro l'apertura della vestaglia e mi accarezzò la schiena sotto la maglia.

Chiusi gli occhi, incerta.

Ero con lui, ma fino a quel punto?

Allontanai le mani dai suoi capelli e le misi sulle sue spalle, cercando di allontanarlo dal mio collo.

Lui lotto per un secondo, ma poi si staccò,

puntellandosi sulle mani e guardandomi serio.

Vidi la sua inquietudine, il suo bisogno e la sua paura.

Non mi avrebbe costretta, non mi voleva fare del male per niente al mondo.

Avrebbe preferito morire.

Ma non avrebbe dovuto fare niente del genere.

Mi sfilai la vestaglia rimanendo solo con la maglia e i pantaloni del pigiama e ricambiai il suo sguardo serio,

ma pieno di amore.

Mi avvicinai alle sue labbra lasciandomi scappare però un sorriso.

-ti amo e ti amerò per sempre!- gli sussurrai non abbandonando i suoi occhi.

Lui mi prese il viso tra le mani e ricambiò il sorriso.

-ti amo immensamente e non smetterò mai di farlo.

Finché il mio cuore batterà, lo farà solo e unicamente per te, perché ormai e tuo!- 

e mi baciò.

In quei baci adesso c'era molto di più che puro bisogno di un unione. 

C'era puro e semplice amore!


*********************************************************


Perdere la ragione.

Mi sembrava una buona soluzione in quel momento.

Una scappatoia, un non voler tentare di capire davvero quello che succedeva.

Ma tutto funzionava fino ad un certo punto.

Non ci avevo di sicuro pensato.

Ma non potevo fare a meno di ammettere che avevo deciso di lasciarmi andare.

Sembra stupido ma nonostante le mie risposte e i miei momenti strani, 

una parte di me rimaneva lucida.

Era lucida, anche ora che mi ritrovavo a spolverare la stanza

di mio marito, già super pulita.

Il vero problema era che quell'angolo dentro di me dove ero lucida,

che osservava tutto con una razionalità ineluttabile,

non aveva nessuna influenza sul mio corpo.

Ne su le mie emozioni.

Tutto il resto di me sfuggiva, non voleva realizzare la realtà.

Ciò però non mi impediva di pensarci,

in quell'angolo.

E pensare se non era un atto di vigliaccheria tutto ciò.

Lasciare il futuro di mio marito, della persona più importante della mia vita, 

a mio figlio appena maggiorenne.

Ma neanche la mia parte razionale riusciva a pensarci a lungo.

Preferiva pensare ad altro, come la mia possibile vita senza una vera 

ragione di vivere.

Mi fermai a osservare il volto di Draco.

Sembrava davvero dormisse,

ora serenamente rispetto a come faceva anche solo il giorno prima.

Forse.....

ma la porta si aprì sbattendo via i miei pensieri razionali.

Scorpius entrò nella stanza.

Si avvicinò al letto guardando sempre e solo suo padre.

La sua figura mi parve tremare, i suoi occhi mi parvero decisamente 

strani e la sua calma irreale,

così irreale che mi fece smarrire.

Mi snetì persa mentre l'osservavo.

Poi si voltò verso di me e mi prese per mano.



-madre, dimmi come ti posso aiutare.

Lo so che mio padre ti ha promesso che ci sarebbe stato sempre, 

ma la vita è molte volte ingiusta.

A me ha fatto capire cosa perdevo davvero,

solo quando l'ho persa per sempre.

Ma non voglio perdere anche te.

Perciò ora ti chiedo di tornare in te.

Non lasciare che la mente se ne vada alla deriva.

E di aiutarmi a dare il consenso per lasciarlo andare.

Lui ha il diritto di vivere in eterno e felicemente.

Starà là ad aspettarci, quando sarà la nostra ora.

Ma adesso invece lo stiamo solo trattenendo qua in una non vita.

Lui non può andare avanti e neanche indietro.

Possiamo dargli la possibilità di andare avanti oppure di lasciarlo 

nell'oblio, cosa pensi sia meglio?-

Lacrime calde mi scesero dagli occhi.

La mia parte razionale sentiva incredula quelle lacrime scorrere sulle guance.

Il male che sentivo al cuore mi sorprese più di tutto, comunque.

Avevo smesso da un po' di sentire davvero il mio corpo.

Ero come una spettatrice, seduta nel mio angolo,

che guardavo quella pazza che guidava il mio corpo verso chissà

quale nuova pazzia.

Adesso invece ricominciavo a sentirlo.

E quindi a soffrire.

Era più bello vivere tutto come telespettatrice.

Guardare tutto con razionalità e distacco.

Ma si poteva continuare a fare per sempre?


Abbracciai mio figlio, nascondendo il volto in lacrime nel suo maglione.

L'avevo perso per sempre, non ci sarebbe più stato.

Ma la possibilità di rivederlo appena avessi abbandonato anch'io 

quel mondo ingiusto, quel barlume di speranza che mi aveva dato 

Scorpius, mi bloccava dal crollare completamente.

Abbandonare la mia incoscienza fu difficile, ma non avrei potuto 

sopportare di fare un torto simile a Draco.

Lo guardai in quella bara, mentre il mio cuore riusciva a farmi male

anche se ormai era in briciole.

E mentre tutto intorno a me non aveva più senso, non potei far altro 

che chiudere gli occhi e immaginare il mio amore guardami dall'alto.

Il mio unico e grande amore che non avrei mai scordato e a cui presto 

sarei stata di nuovo unita....


************************************************************


Va bene.... se gli altri capitoli mi lasciavano perplessi questo sarebbe 

proprio da riscrivere....

mi dispiace molto!

Ma mi rifiuto di riscriverlo perchè tutto è stato dettato dai personaggi stessi, specialmente l'ultimo pezzo, dove ci sarebbero dovuti essere solo Scorpius e Rose e invece si è introdotta con prepotenza la signora Malfoy.

Non sono assolutamente in grado di poter spiegare la pazzia, 

oppure di dare risposte al grande problema che affligge i miei personaggi, secondo me non ci sono modi giusti ne sbagliati in questo tipo di situazioni.

Posso solo esporre confusamente la mia opinione,

così come tutti possono farlo.

Un grazie infinito a chi legge e a chi continuerà a farlo anche dopo questo capitolo...


jadina94, grazie per mille per il tuo commento e per i complimenti! Fammi sapere cosa ne pensi di questo e spero vorrai continuare a seguire la storia...


rosie_lu a dire il vero l'idea del chiarimento tra padre e figlio mi è venuta mentre parlava la mia professoressa di religione.

Tra l'altro non c'entrava niente con l'argomento trattato,

ma all'improvviso mi sono immaginato Scorpius immerso in questa pozza nera e questa luce che si avvicinava che non illuminava davvero niente.

E il capitolo si è scritto da solo.

Grazie per la recensione, aspetto con impazienza la prossima e spero che vorrai anche tu continuare a leggere questa storia, nonostante il brutto capitolo....


vacanziera...... il momento padre e figlio ho già spiegato subito sopra come mi è venuto in mente, spero quindi capirai la pazzia che mi ha pervaso in quel momento....

per quanto riguarda la promessa che hai fatto, spero di non farti perdere, anche se la fiducia che hai riposto in me mi lusinga e secondo me mi sopravvaluti.

Ho tentato, anzi si è imposta Astoria da sola, mostrando il suo punto di vista.

Nel prossimo capitolo naturalmente ci saranno anche le reazioni di Scorpius e Rose.

Il compito di giudicare tocca a te e a voi altri lettori.

Per andare fuori tema ma per risponderti, a me aspettano gli esami di stato quest'anno, la maturità è arrivata e si fa sentire..... e ti assicuro che Ferrara è meravigliosa.

Se puoi facci un salto, e preparati a usare una bella bici, ad avere la possibilità di camminare e usare gli autobus tranquillamente e senza problemi di nessun tipo e ad avere persone civili sulle strade.

(certo queste cose sono un'eccezione solo per quelli delle mie parti... non so di dove sei perchè a nord dell'Italia tutto è così, mentre noi del sud siamo combinati male.... comunque questa è smepre la mia opinione).

Spero di ricevere presto la tue recensione!


Mi dispiace se non sono riuscita a spiegare per bene tutti i sentimenti dei miei personaggi.

Un grazie infinito a chiunque leggerà.

Spero ci rivedremo al prossimo capitolo!

Baci!










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Capitolo 18
*** 18. ritorno a scuola ***


Diciottesimo capitolo: ritorno a scuola


Non riuscivo a non piangere.

Lacrime calde scendevano silenziose sulle mie guance.

Mi strinsi forte a mio padre, asciugandole di nascosto.

Ringrazia di non avere vicino Scorpius.

Lui era di fronte a me, girato verso la bara che veniva poggiata dentro la buca, stringendo sua madre.

Lui non avrebbe pianto quel giorno.

Sapevo che aveva gettato tutte le lacrime che aveva la sera prima.

Mio padre mi accarezzò i capelli, cercando di confortarmi.

Non sapevo come avremmo fatto senza lui e mi madre.

E anche i miei zii.

Potevamo essere diventati maggiorenni ma senza di loro non avrei potuto mai aiutare Scorpius a organizzare tutto.

Era stata mia madre e mio padre a organizzare il funerale e tutto quello che consegue.

Mia zia si era preoccupata della madre di Scorpius.

Adesso aveva un posto all'ospedale, dove sarebbe stata fino a quando non si fosse riprese completamente.

Non voleva più mangiare e non aveva più parlato da quando era scoppiata a piangere tra le braccia di Scorpius.

Mio zio invece aveva sistemato le cose a scuola.

Tornati lì avremmo avuto la possibilità di continuare tranquillamente, salvo alcuni compiti che avevamo saltato e che dovevamo fare.

Potevo non amarli tutti?

Mi strinsi a mio padre, cercando di non pensare a come mi sarei sentita se in quella bara ci fosse stato uno di loro.

E altre lacrime scesero a bagnarmi le guance.


****************************************************************


Ritornare a Hogwarts. Subito dopo il funerale era organizzata la partenza.

Il ministero ci aveva permesso un passaggio speciale dal camino di casa Weasley allo studio della nostra preside.

Mentre Rose salutava tutti affettuosamente io pensai al saluto che avevo scambiato con mia madre.

Mi era sembrato come lasciare una bambina spaurita in un mondo sconosciuto.

E mi aveva preoccupato specialmente la luce strana che vedevo nei suoi occhi.

Ma non potevo abbandonare la scuola, non ora che mancavano poco più di sette mesi.

E ormai era dicembre.

Presto ci sarebbero state le vacanze di natale, e poi il tempo sarebbe volato subito.

Non potevo non finire l'anno.

Strinsi le mani dei Weasley e della signora Potter.

-grazie davvero di tutto. Non sarei riuscito a fare neanche una briciola di quello che avete fatto, sarei stato perso senza di voi!- li ringraziai mentre la mia voce si inclinava un po'.

Non ero abituato a dire certe cose, e fino ad ora le avevo dette solo a Rose.

La signora Weasley, la più vicina mi sorrise commossa.

-qui troverai sempre aiuto, mi raccomando, ricordatelo!-

e detto questo ci porse la polvere volante.

Prima io e poi Rose, scomparimmo nel fuoco blu.


****************************************************************


Tornare a Hogwarts. Tornare alla vita di sempre.

Era da un po' se mi chiedevo se sarebbe stato

facile oppure se ci saremo trovati in difficoltà.

Prima io e Scorpius stavamo insieme, ma non così.

Le cose erano andate molto avanti tra di noi.

Speravo con tutto il cuore che tornare non avrebbe cancellato quel che era successo.

Questo pensavo mentre ci dirigevamo verso lo studio di mio zio.

Passando per i corridoi che erano vuoti visto che era orario di lezione, stringevo la mano di Scorpius ma ero preoccupata.

Anche se la sua stretta era forte e calda come al solito, vedevo che era distratto, come assente.

Non sapevo cosa sperare.

Se fosse in subbuglio per la perdita del padre più di quanto desse a vedere, ciò avrebbe voluto dire che stava male e non volevo che lo fosse.

Oppure che si stesse allontanando da me per qualche ragione.

Tutte e due le possibilità facevano male.

Guardai la porta dello studio di mio zio incerta.

Poi entrai.

Harry ci venne incontro e ci sorrise.

-ben tornati-


-per quanto riguarda la scuola dovrete solo rimanere almeno la prima settimana di vacanza di natale per fare i compiti che avete perso.

Siete gli studenti più bravi quindi non avrete problemi.

Per quanto riguarda te, Rose, abbiamo deciso di parlarne con il professore Peanut.

Sarà lui a continuare a insegnarti, e oggi ti aspetta.

Non ci siamo dimenticati che fino ad ora non hai usato i poteri e non vogliamo un'altra ricaduta-

Vidi Scorpius guardami teso.

Si era dimenticato dei miei esercizi quotidiani e onestamente anch'io.

Non ne avevo sentito praticamente la mancanza e il motivo mi sembrò chiaro.

Avevo sfogato più del solito il mio potere con quel...

numero astruso.

-stò bene. L'ultima volta ho usato il mio potere più del solito. Diciamo che sono esplosa. Per questo non ho avuto ripercussioni- tentai di spiegare.

Notai lo sguardo preoccupato di Scorpius e gli sfuggì.

Non era nei miei piani dirgli cosa era successo.

-bene, adesso potete andare- ci congedò sorridendo.

Usciti cercai un argomento che potesse evitare la domanda che Scorpius di sicuro mi stava per porre.

Ma in quel momento suonò la campana e stringendogli la mano provai a condurlo lungo il corridoio.

-andiamo a trovare Albus- gli dissi.

Ma lui mi tirò per la mano e mi spinse verso di lui, catturando il mio sguardo.

-cosa è successo?- domandò serio.

Vidi un accenno di furia nei suoi occhi.

Stava immaginando chissà cosa.

Chissà se la sua immaginazione era arrivata a quello che aveva fatto Augusto oppure aveva immaginato di peggio.

Sospirai, sconfitta.

Potevo cercare di rimandare il momento,

ma lui sarebbe di sicuro saltato a conclusioni peggiori,

e la possibilità che perdesse la testa non mi andava.

-l'ultima volta che ho fatto la lezione il professore Peanut stava male e l'ha sostituito il nipote.

Che ha tentato di baciarmi... ho reagito sfogando un po' la mia energia e ho dato fine alla lezione.

Nient'altro- spiegai tranquilla.

Lo vidi esitare, tra il sollievo e la rabbia.

-ha tentato di baciarti? Cioè, ti ha baciata oppure no?-

-mi ha baciata!- rivelai.

La furia vinse.

-dov'è? Gli voglio chiarire un attimo due o tre cosette!- ruggì.

Io sorrisi.

-non immaginavo fosse piacevole vederti geloso. Comunque non ti preoccupare, non si farà più vivo.

E se dovesse farlo allora sei libero di sfogare tutta questa furia- e alzandomi sulle punte dei piedi lo baciai.

E dimenticai dov'eravamo, non sentì e non mi accorsi di niente oltre che il corpo di Scorpius contro il mio,

quel bacio sempre più profondo e fu come tornare nella sua stanza, da soli.

Per sfortuna non eravamo da soli.

E non solo fummo richiamati alla realtà da qualcuno,

ma quel qualcuno era la preside.

Arrossì staccandomi subito da lui.

-andate nelle vostre sale comuni ragazzi.

Sarò buona visto che è la prima volta che ho qualche motivo per sgridarvi.

Ma non voglio che capiti mai più!- e se ne andò.

Guardai Scorpius e non riuscimmo a trattenerci.

Scoppiammo a ridere.

Lo presi per mano e andammo verso la mia sala comune.

Eravamo tornati e le cose sembravano procedere bene.

Sorrisi, forse la vita ora ci avrebbe lasciato felici.


***********************************************************


Appena lei scomparve, io rimasi a guardare il dipinto mentre il sorriso si modificò in una smorfia di dolore.

Tutto quello che Rose era riuscita a scacciare, tutte le mie paure, senza di lei tornavano a perseguitarmi.

La realtà mi si presentò distinta e chiara.

Mio padre era morto davvero.

Ero stato io a decretare la sua fine.

Mentre una diluvio si affollava nella mia mente e nella mia anima, mi diressi verso i sotterranei, cercando di non affogare.




****************************************************************


Scusate il ritardo.

Non so se ci crederete però la depressione della signora Malfoy mi aveva pervaso completamente,

e non sono riuscita a scrivere per un giorno intero......

e poi anche la chiavetta internet si è messa di nuovo a fare i dispetti......

comunque, passiamo avanti.

Un grazie infinito a Fofu, ti voglio un mondo di bene e non smetterò mai di dirtelo!

E un grazie anche alle mie due lettrici che hanno recensito.

Grazie a rosie_lu, sono felice che continuerai a leggere.

Non vedo l'ora di leggere la tua prossima recensione.


E grazie anche a te jadina94. Grazie alle tue parole ho rivalutato il capitolo.

Spero che ti piaccia anche questo capitolo un po' di transizione ma spero accettabile.

E alla fine un grazie infinito a chi legge.

Grazie davvero a tutti!

Al prossimo capitolo! Baci!


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Capitolo 19
*** 19. Preparazioni! ***


Diciannovesimo capitolo: preparazioni!


Entrata nella sala comune mi sentì persa.

Mi sentivo come se fosse scomparso il sole e mi trovassi nel buio.

Guardai verso l'entrata e mi resi conto che mi mancava già.

Eravamo abituati ormai a stare sempre insieme.

E ormai era un dolore fisico stare lontani.

Mi sentì chiamare e mi voltai.

Lily correva verso di me.

L'abbracciai di slancio. Ero davvero felice di vederla,

mi era mancata in quei giorni!

-che bello rivederti! Come stai?- mi chiese.

-bene. Diciamo che è finito tutto.

Adesso dobbiamo iniziare a studiare.

Com'è andata invece la vita qui?- chiesi.

-una noia! Diciamo che l'unica cosa divertente è stata la partita di Quidditch. Abbiamo vinto 380 a 0- raccontò lei.

-capito. È bravo Albus! Immagino che siano tutti contenti del fatto che è il capitano- osservai felice.

Ma poi mi fece di nuovo male il cuore.

Tornai a guardare il ritratto.

-devo andare. Ci vediamo dopo, ok?- gli dissi sorridendo.

E poi scappai.


Non sapevo esattamente dove cercarlo.

E mi ritrovai a girovagare al lungo per la scuola.

Incontrai però Albus e lo salutai felice.

-Albus, tu hai la mappa del malandrino qui?- gli chiesi sapendo che la portava sempre con se.

Lui la tirò fuori e cercai Scorpius.

-grazie Al!- lo salutai appena lo vidi e quasi scappai da lui.


*********************************************************


Il lago sembrava uno specchio che rifletteva la bella giornata che stava giungendo al termine.

Ma invece di farmi sentire meglio tutto questa luce mi faceva sentire peggio.

Il diluvio di dolore nella mia mente non aveva smesso di fluire.

Stavo affogando, lo sentivo.

E poi la vidi. Comparve accanto a me e mi accarezzò il viso.

Era il mio angelo, era lei il mio sole.

Tutto il dolore scomparve in un attimo, mi sentì subito meglio.

La feci sedere sulle mie gambe e affondai il viso nei suoi meravigliosi capelli.

-ti amo!- gli dissi prima di baciarla.

E tutto andò apposto, ora si che stavo bene.


**********************************************************************


E la vita proseguì.

Ci rimanevano solo una settimana di scuola prima delle vacanze e io e Scorpius iniziammo a studiare seriamente per recuperare i giorni saltati.

Passammo tutta la settimana in biblioteca a studiare,

ma eravamo insieme quindi tutto andava bene.


Fu mentre studiavamo difesa contro le arti oscure, in vista del compito del giorno dopo, che Scorpius smise di studiare per guardarmi incerto.

-Rose, vuoi passare questo Natale con me?- mi chiese.

Lo guardai felice che me lo avesse chiesto.

Era da un po' che ci pensavo.

La lontananza non ci avrebbe fatto bene a nessuno dei due.

Però ero davvero insicura su cosa rispondere.

-si. Voglio passare il Natale con te.

Però....- guardai i suoi occhi curiosi e proseguì.

-i miei ci rimarranno male se non passo il Natale con loro.

Sarebbe la prima volta che non lo passiamo insieme-

mentre pronunciavo quelle parole mi venne un'idea.

Gli sorrisi felice.

-però puoi stare con noi! Possiamo passare il Natale tutti insieme! Che ne dici?- gli domandai.

-non darò fastidio? Insomma... hanno già fatto tanto per me e ...- esitò lui. Poi lo vidi spalancare gli occhi.

-Posso ricambiare. Prima di andarcene ho ricevuto il testamento di mio padre, dove lui mi ha lasciato tutto a me e a mia madre.

Tra cui la proprietà di una villa in Italia immersa nella neve.

Noi ci siamo andati solo una volta ma è abbastanza grande per poter stare noi, i tuoi genitori e tuo fratello, e se vuoi anche i tuoi zii e i tuoi cugini.

Così posso ricambiare il favore!- spiegò convinto.

-non c'è bisogno che ricambi il favore per forza.

Però la trovo un'ottima idea.

Sarò davvero un bel Natale!- esclamai convinta.

Lo baciai dolcemente ma non al lungo perché altrimenti ci saremo beccati il rimprovero anche della bibliotecaria.

E iniziai a pensare alla lettera che potevo mandare ai miei.

Come glielo potevo domandare?


*******************************************************************


Finì di leggere la lettera e mi voltai verso Ron che stava ancora leggendo gli ultimi righi.

Mi chiesi cosa avrebbe detto e come avrebbe reagito.

Osservai la sua espressione che era neutra.

-Natale a villa Malfoy.... non sembra troppo strano?- chiese lui sorridendo.

Io ricambiai il sorriso felice.

-sono d'accordo, sarebbe strano ma non per questo non bello. È un bel gesto quello di Scorpius di offrirci una vacanza, naturalmente saremo noi a pagare il resto, tipo il mangiare o cose del genere.

Mi rifiuto di far pagare un ragazzo.

E così possiamo fare felice nostra figlia.

Non penso che quei due si dividerebbero mai!-

-cosa vuoi dire?- mi domandò lui preoccupato.

-che ormai sono così uniti che starebbero male.

Così come succede a noi, vero?- e lo baciai.


*****************************************************


E le vacanze arrivarono.

Non fu difficile mettersi in pari con tutto lo studio.

Io volevo anche preparare gli schemi per gli esami ma Scorpius mi trattenne. Albus ne fu contento.

Studiavamo tutti insieme, si era unita anche Amber naturalmente, e nessuno di loro sembrava preoccupato come me dal fatto che ancora non avessimo un piano di studio per gli esami.

Decisi di organizzarli quando avessi avuto tempo durante le vacanze. E andai a finire di sistemare il baule.

Trovai nella mia stanza Lily.

Mi sorrise. Gli ero mancata, me lo aveva detto vaie volte in quei giorni. E mi stava sempre vicina, sempre se non ero sola con Scorpius. In quei casi scompariva.

Ma trovarmela là questa volta mi fece rendere conto che magari c'era qualcosa che non andava.

-che fai qui?- gli chiesi sorridendo e iniziando a sistemare la valigia.

-niente. Semplicemente non ho niente da fare.

Ho già finito il baule. Vuoi aiuto?-

-se vuoi puoi aiutarmi a piegare quelle maglie- indicai i vestiti sul letto.

Lei si mise subito a piegare.

Non ci voleva uno psicologo ne niente del genere per vedere che c'era qualche problema.

Piegò la prima maglia con un'accuratezza maniacale, stirando tutte le pieghe, e passò veloce all'altra.

Nel tempo che io ci impiegai a piegare un paio di pantaloni guardandola lei aveva già finito tutte le maglie.

Ci credevo che aveva già finito di sistemare tutto.

-sei passata a vedere se Albus ha finito? Lui si che avrà ancora un sacco di cose da sistemare!- dissi cercando di scherzare e prendendo a posare le maglie nel baule.

-non ciò pensato!- disse lei guardandosi i piedi.

Mi sedetti accanto a lei e cercai il suo sguardo.

-Geremy mi vuole lasciare- rivelò triste.

Io la guardai seria.

-te l'ha detto lui?- chiesi.

-no- mi disse accigliata. Io la guardai confusa.

-quindi pensi che ti voglia lasciare? E perchè?-

-perché è strano.

È distaccato, quando stiamo insieme è pensieroso ed è già la terza volta che litighiamo senza un motivo preciso.

Solo perché è sempre di cattivo umore.

Non mi sopporta e io non lo sopporto così musone.

Pensa che ieri ha detto che non vuole tornare a casa per Natale, io gli ho chiesto il perché e lui mi ha aggredito perché non mi faccio gli affari miei.

Non riesco a capirlo più.....- era disperata.

L'abbracciai mentre mi chiedevo cosa cavolo passasse in testa a quel cretino per farla disperare.

-magari ha qualche problema a casa.

Con i suoi genitori. E non mi sembra il caso di saltare subito a certe conclusioni.

Diciamo che anche se sembra una donna in cinta per quanto è nervoso, sarà una cosa passeggera- scoppiammo a ridere e la vidi un po' più serena.

-grazie Rose. Oggi è l'ultima sera qui, volevo passarla per bene con lui... vediamo se gli è passato il malumore....- e si alzò un po' triste.

-se è un po' acido tu non rispondere a tono.

E non riempirlo di domande.

Ignoralo se è sgarbato, forse non trovando reazione la smette e capisce che è inutile!- gli consigliai.

Poi rimasi sola.

Guardai verso i baule ormai pronto.

E non so il perché mi venne intesta la prima lezione del professore Peanut da quando ero tornata.

Mi aveva chiesto scusa per suo nipote e avevamo proseguito con le lezioni.

Mi aveva dato degli esercizi da fare mentre ero via e mi aveva dato gli auguri.

Mi stava simpatico quel vecchietto.

Sorrisi e posai le ultime cose. Nella borsa.

Poi scesi sotto, decisa a cercare il mio Scorpius.


*****************************************************************


Incredibile quanto la fine di questo capitolo sia stata difficile da scrivere. E perchè?

Perchè non ho trovato un attimo di calma.... all'ultimo ci si è messa anche mia sorella più piccola a stressarmi....

comunque è finito e inizio con i ringraziamenti.

Per primo a Fofu, grazie di cuore per tutto!

Poi alle mie due lettrici che hanno recensito lo scorso capitolo, jadina94 e rosie_lu. (scusatemi se non vi ringrazio appieno ma stò davvero uscendo pazza)

E poi a tutti le altre lettrici, grazie mille anche a voi.

Tantissimi auguri di buona pasqua, al prossimo capitolo!

Bacio!


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Capitolo 20
*** 20. vacanze in famiglia (prima parte) ***


Ventesimo capitolo: vacanze in famiglia!


Circondata dai quattro tra i più alti monti d'Italia e dell'Europa

(il monte Bianco, Cervino, il monte Rosa e il Gran Paradiso)

si torva la Valle d'Aosta che è la regione più piccola e meno popolata dell'Italia.

Questa piccola regione si trova quindi in mezzo alle Alpi e nella zona 

sud della valle si trova Valtournenche (appunto valle).

In questa valle si trova il lago di Cignana.


E sulla riva di questo lago, tra una delle varie insenature,

villa Malfoy osserva tutto il lago silenziosa.

Avevo 10 anni quando avevamo passato il natale lì.

Ricordavo vagamente quei giorni e li ricordavo pieni dell'odio verso mio padre...

speravo davvero che quel natale invece avrebbe lasciato dei bei ricordi in quella casa.

Usammo una passaporta per arrivare tutti insieme lì.

Io stringevo a me mia madre, che sembrava essersi ripresa un po'.

La signora Potter mi aveva raccontato che diceva di nuovo qualche parola, 

per lo più chiedeva di me, e che aveva ripreso a mangiare.

Adesso gli sarei stato vicino tutti quei giorni di vacanza, o almeno questo 

era il mio progetto.

Grazie al cielo non sembrava essere preoccupata dal fatto che venissero

in casa così tante persone.

E non era più ostile verso i parenti di Rose e verso lei stessa.

L'odio che l'aveva sempre spinta a odiarli anche se non li conosceva 

sembrava essere sparito, o per lo meno dimenticato in qualche cassetto nella memoria.

Vidi con piacere che i miei ricordi del posto non discordavano di molto.

Il lago era meraviglioso, circondato da montagne innevate.

La casa era enorme, come ricordavo anche.

Con solo noi tre ricordavo la casa enorme, fredda e vuota.

Speravo davvero che in 12 le cose sarebbero cambiate.


**************************************************************


La casa era meravigliosa e grande.

Sembrava un castello, mi ricordava molto Hogwarts,

anche se naturalmente non era tanto immensa.

Mi stupì il fatto che era luminosa e pulita.

Visto che Scorpius mi aveva detto che era da sette anni che non ci andavano 

la pensavo un po' disabitata.

Invece fummo accolti anche da un elfo domestico,

che si inchinò profondamente al nostro cospetto.

Il salone che ci accolse era di una bella tonalità panna in tono con i divani

e il tappeto che rivestiva il tutto.

Un'ampia vetrata mostrava queste montagne altissime e tutte bianche che 

scendevano a picco su questo lago bellissimo, dove si specchiava il cielo privo 

di nuvole.

-bene, le stanze sono tutte al piano di sopra.

Andiamo a posare le cose- disse Scorpius cercando di prendere la sua valigia 

e quella di sua madre in mano per salire l'ampia scalinata in marmo.

Ma con uno schiocco sonoro tutte le valigie volarono in alto e su per le scale.

Lui guardò l'elfo domestico che aveva alzato le braccia.

-vi mostro le stanze- esclamò l'elfo e ci precedette a tutti per le scale.

-la casa è fantastica!- dissi a Scorpius sorridendogli.

-grazie!- rispose a sorpresa la signora Malfoy.

La guardai subito, mentre si guardava intorno con un sorriso incerto.

-l'abbiamo scelta insieme io e Draco tanti anni fa.

Cercavamo un posto dove invitare tutti i nostri parenti e amici.

Peccato che non ci riuscimmo mai...- sussurrò l'ultima frase triste, 

fermandosi sulle scale e guardando i gradini.

Scorpius abbandonò la mia mano con un sorriso e andò a stringerla 

con un braccio.

-vediamo se ricordo qual'era la tua stanza?- gli domandò.

Saliti sopra due ampi corridoi si stendevano infiniti.

-allora, ci sono venti stanze da letto.

Sono quasi tutte uguali, cambiano vagamente solo i colori e naturalmente 

la vista- spiegò a tutti.

Poi guardò sua madre.

-e l'ultima da questa parte è la tua, vero?- chiese a sua madre.

Lei gli sorrise annuendo.

Io non potei che guardare Scorpius felice.

Si stava comportando così bene, non riuscivo a non pensare quanto 

fosse tenero.

Ma anche quanto dolore ci fosse ancora nel suo cuore.

Lo percepivo e lo vedevo nei suoi occhi di tanto in tanto.


Dopo più di un'ora le ci eravamo tutti sistemati.

Avevamo occupato più o meno tutte le stanze che davano sul lago, 

ed eravamo scesi sotto a visitare la villa.

Nel piano di sotto, c'era un immenso salone,

una sala da pranzo anch'essa immensa,

e una cucina che brillava!

Per non parlare della biblioteca studio.

Era bellissima ed enorme.

Tutti gli scaffali con tutti quei libri mi fecero girare la testa. 

Era meravigliosa.

Scorpius mi guardò con sguardo rapito.

-penso che nessuno nella mia famiglia abbia letto più di dieci libri però 

una libreria del genere ci deve essere,

diceva mio nonno, per dare una buona impressione!- raccontò divertito.

Io sorrisi guardandomi intorno.

La madre di Scorpius era rimasta in camera, James era ancora nella sua 

stanza di sicuro a scrivere una lettera, e tutti gli altri ci stavano guardando 

intorno incuriositi e forse stupiti.

Riconobbi il mio stesso sguardo nel volto di mia madre,

anche lei entusiasta quanto me.


*****************************************************************


-non c'è l'albero di natale!- esclamai sorpresa.

Era da un po' che sentivo che in quella meravigliosa villa non c'era qualcosa.

Guardai Scorpius che annuì.

-ci sono molti abeti qui intorno.

Possiamo prenderne uno e addobbarlo- si guardò intorno e chiamò l'elfo

domestico, che scoprì si chiamasse Oregon.

-ci sono gli addobbi per un albero di natale in casa?-

l'elfo annuì correndo a prenderli.

-allora andiamo a tagliare un albero!- esclamò Ron contento di poter fare qualcosa.


Armati di un'accetta andammo tutti con entusiasmo nel boschetto sul retro della casa.

Io presi una bella manciata di neve e preparai una bella palla. 

La lanciai a Rose e scoppiai a ridere guardando la sua espressione stupita.

-Lily- disse divertita e si abbassò a prendere un p di neve.

Diedi il via a una bella guerra di neve, dove giocammo tutti noi “giovani”, 

mentre i nostri genitori discutevano sull'albero migliore da tagliare.

Mi abbandonai sulla neve totalmente e mossi gambe e braccia per fare 

un angelo di neve.

Gli altri erano più o meno sfiniti come me e di certo avevano anche la neve dappertutto.

Io mi sentivo completamente bagnata.

Tutti ci sedemmo per guardare zio Ron dare il primo colpo al tronco e ci rotolammo dalle risate quando lo scossone fece cadere un sacco di neve su di lui, seppellendolo.


******************************************************************


Quasi caddi a terra per il ridere.

Tentai di respirare e mi avvicinai a lui tentando di pulirgli la faccia.

Lui mi guardò accigliato perchè continuavo a ridergli in faccia.

-ridi e?- e mi lanciò una palla di neve in viso.

Non riuscivo a smettere di ridere mentre prendevo altra neve per lanciargliela addosso.

Avevamo più di quarantanni ma in quel momento mi sentì come se fossi tornati al nostro primo natale a Hogwarts.


********************************************************************


Entrai nella vasca e l'acqua calda mi fece sentire meglio.

Eravamo tornati da poco dalla nostra “impresa”, trovare l'albero adatto, 

ed eravamo tutti bagnati fino alle ossa.

Ma probabilmente non eravamo così felici tutti insieme da tempo.

Sorrisi pensando a noi che ci lanciavamo neve e scoppiai

a ridere ripensando ai nostri genitori che si rotolavano nella neve ridendo.

Ero così contenta!

La radio che avevo acceso prima di entrare fece partire una nuova canzone.

L'ascoltai attentamente, la conoscevo a memoria perchè era una delle mie preferite.


Ti sento nell'aria che è cambiata

che anticipa l'estate

e che mi strina un po'

io ti sento passarmi nella schiena

la vita non è in rima

per quello che ne so

ti sento nel mezzo di una strofa

di un pezzo che era loffio

ed ora non lo è più

io ti sento lo stomaco si chiude

il resto se la ride appena ridi tu


qui con la vita non si può mai dire

arrivi quando sembri andata via

ti sento dentro tutte le canzoni

in un posto dentro che so io


ti sento

e parlo di profumo

t'infili in un pensiero

e non lo molli mai

io ti sento

al punto che disturbi

al punto che è gia tardi

rimani quanto vuoi

qui con la vita non si può mai dire

arrivi quando sembri andata via

ti sento dentro tutte le canzoni

In un posto dentro che so sempre io oh oho oh oh


io ti sento c'ho il sole dritto in faccia

e sotto la mia buccia

che cosa mi farai


e pensai a Scorpius.


Lavata e vestita uscì dalla stanza ma era ancora tutto deserto intorno.

Ancora gli altri erano in bagno, probabilmente.

Ma io avevo voglia di vedere Scorpius.

Era un bisogno immenso che mi impediva di ragionare.

Così bussai alla sua porta piano, sperando mi aprisse.

E fui esaudita.

Doveva essere appena uscito dalla doccia.

Aveva i capelli bagnati e disordinati, un asciugamani con cui sicuro se li stava tentando di asciugare e una camicia nera, come i pantaloni, che era abbottonata male.

Sorrisi guardandolo negli occhi e ritrovandomi nel riflesso.

Era incredibile come solo vederlo mi riempisse di tutta questa felicità.

-ciao!- mi accolse sorridendo.

Io entrai chiudendo la porta, nel caso uscisse in quel momento mio padre, 

e mi misi in punta di piedi, abbracciandolo per il collo e baciandolo.

Lui mi strinse subito a se, abbassandosi un po' e facendo cadere a terra l'asciugamano.

Lasciai un attimo le sue labbra per sorridergli.

-sono davvero felice! Per tutto.

Per noi, del fatto che stiamo così bene tutti insieme,

di questo natale qui. E ti amo sempre di più!- gli sussurrai.

Avvicinò le sue labbra alle mie con forza e mi baciò al lungo, facendo dimenticare dov'ero, chi ero e tutto il resto!

Niente era importante se no noi due.

Ma de rumori alla porta e qualcuno che bussava ci interruppe.

La voce di Oregon ci informò che il pranzo sarebbe stato servito tra dieci minuti esatti.

-grazie- disse Scorpius staccandosi dalle mie labbra.

Io gli guardai la camicia e presi a sbottonargliela.

Lui mi guardò arrossendo.

-cosa fai?- mi chiese.

-ti sei abbottonato male la camicia. Sembri un bambino.

Vuoi che ti vesto io la prossima volta?- chiesi maliziosa.

Lui mi accarezzò il viso, sorridendomi in quel modo che mi faceva sciogliere, 

come succede nei cartoni.

-è una buona proposta!- mi disse prima di avvicinarmi a lui di nuovo e baciarmi.


********************************************************


Eravamo scesi sotto e parlavamo del fatto che l'albero

sarebbe stato proprio bene nel salone quando l'elfo domestico ci disse che potevamo sederci.

Mi guardai intorno e accigliato notai che mancavano proprio Rose e Scorpius.

E Rose non era mai in ritardo.

-dov'è Rose?- chiesi guardando Hermione.

Lei sorrise, intuendo la mia preoccupazione.

-starà vendendo. Andiamo a sederci, Oregon stà andando già a chiamarli!- 

tentò di tranquillizzarmi.

Ci sedemmo e dopo poco entrarono Rose e Scorpius, tendendosi per mano.

Io li fulminai con lo sguardo.

Fino ad ora mi ero dimenticato che quei due ormai stavano insieme.

Avevo tentanto di non farci più caso.

Ma la mia preoccupazione rimaneva.

Quel pomeriggio avrei dovuto parlare un po' con quel ragazzo, 

giusto per chiarire qualche punto!


**********************************************************


E con i pensieri di Ron questo capitolo si conclude.

Chiedo perdono per il ritardo nel pubblicare questo capitolo, 

non penso di aver mai lasciato passare più di tre giorni tra un capitolo e l'altro.

Comunque ora sono tornata!

Spero piaccia questo capitolo!

E ringrazio davvero tutti quelli che hanno aggiunto questa storia tra i loro preferiti, siete 18 ora! Grazie mille!

Grazie a rosie_lu che ha recensito nello scorso capitolo!

Sono felice che ti piacciano i momenti Rose-Scorpius.

Ringrazio anche il mitico liga e le sue fantastiche canzoni.


Ma un grazie speciale alla mia migliore amica che mi è sempre vicina e che mi ha aiutato di nuovo a uscire dalla mia depressione insensata, come al solito.

Se non ci fosse lei io probabilmente sarei combinata davvero male..... grazie mille!

Un bacione a tutti e grazie a chi ha letto e a chi leggerà questo capitolo.

Vi adoro tutti!

Al prossimo capitolo!

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Capitolo 21
*** 21. vacanze in famiglia (seconda parte) ***


Ventunesimo capitolo: vacanze in famiglia (seconda parte)


-hai capito bene?- chiesi guardando Scorpius severamente.

Vidi Scorpius indugiare un po', forse un po' imbarazzato,

e poi annuire.

-si. Ma ...- interruppi subito le sue proteste.

-se farai come ti abbiamo detto andrà tutto bene. O mi vuoi fare arrabbiare?- domandai.

Lui scosse subito il viso.

-no signor... Hermione. Vi chiamerò per nome, va bene.

Però mi sembra di non darvi il dovuto rispetto- riuscì a spiegare.

Sorrisi e guardai Harry e Ginny, che ridevano anche loro.

-tu dacci del tu e chiamaci per nome, e non ti preoccupare di nient'altro. Ti abbiamo dato noi il permesso!- dissi decisa.

Poi mi voltai a guardare mio marito.

Qualcosa nel suo viso mi fece capire che voleva dire qualcosa, ma non sapeva esattamente come dirlo.

Lo guardai preoccupata, ipotizzando cosa stesse pensando.

Rose e Lily erano in cucina e c'eravamo solo noi quattro nel salone con Scorpius.

Avevamo messo l'albero al centro del salone e aspettavamo Oregon che era andato a prendere le cose per addobbarlo.

Guardai di nuovo Ron che si stava facendo coraggio.

Mi chiesi ancora più preoccupata come avrebbe iniziato.

Ma l'entrata di Rose con Oregon e Lily lo fermò del tutto.

-ora possiamo cominciare!- esclamò Rose sorridendo a mio padre.

Lui abbandonò l'aria seria e accigliata per un gran sorriso.


Fin da quando aveva poco più di qualche mese era un tradizione per Ron e Rose fare l'albero insieme.

A Ron non era mai piaciuto fare l'albero prima di avere Rose.

Poi era diventato un piacere per lui guardarla mentre felice e contenta provava a mettere le sfere colorate.

E per me era sempre stato un piacere guardarli.

Mi riempiva il cuore di felicità vederli così dolci insieme.

Ora non c'erano solo loro, ma li aiutavamo tutti, ma gli sguardi che si lanciavano e le battute che li facevano ridere entrambi creavano un'atmosfera intima tra di loro.


**********


-dove vai?- mi chiese guardandomi.

Mi avvolsi la sciarpa intorno al collo prima di rispondere.

-ho degli esercizi di magia da fare, se non ricordi!

Ed è meglio uscire di casa, se non vuoi che rischio di demolirla.- dissi scherzando.

Scorpius mi sorrise avvicinandosi.

Poi mi sistemò i capelli e il berretto di lana che avevo in testa con una tale dolcezza che se avessi potuto mi sarei sciolta.

Poi mi guardò divertito toccandomi la punta del naso con l'indice.

-posso venire con te? Sono curioso di vedere questi esercizi!-

-certo- accettai subito e aspettai che si mettesse su il cappotto.

Poi imbacuccati uscimmo prendendoci per mano.


Il pomeriggio stava per giungere al termine.

Il sole stava tramontando dietro le montagne che si tingevano di rosa.

Era uno spettacolo bellissimo.

Ci avvicinammo a una panchina posta in un posto adatto per vedere il lago e Scorpius tolse la neve per potersi sedere.

Io mi sedetti accanto a lui, intrecciando di nuovo le dite con le sue.

Poi guardai di nuovo il lago.

-devo provare la manipolazione dei materiali.

E pensavo di iniziare con la neve.

Dovrebbe essere facile- dissi guardandomi in giro per cercare una parte con più neve.

-fai pure. Io ti guardo. E se hai bisogno sono a disposizione- mi sussurrò all'orecchio.

Rabbrividì e dovetti riprendere il respiro tranquillamente per cercare di concentrarmi.


***


Si irrigidì e si concentrò su un punto.

Mi avvicinai ancora di più a lei e cercai di guardare dove stava puntando lo sguardo.

Fui sicuro del punto quando vidi una sfera di neve alzarsi e rotolare.

Si ingrandiva sempre di più, mentre piccole palle di neve si alzavano da terra e si compattavano insieme.

Notai la perfezione di quella sfera che si andò a posare sul terreno e ne iniziò un'altra.

Ma questa volta la fece di poco più piccola e la mise sopra l'altra.

-vuoi fare un pupazzo di neve?- gli chiesi tornando a fissarla. E non potei più guardare nient'altro.

Era meravigliosa.

Le sue guance erano leggermente rosse per il freddo, il cappellino che io stesso gli avevo sistemato la faceva sembrare tenerissima, come tutta lei imbacuccata completamente per non sentire freddo.

Mi avvicinai come avevo fatto prima al suo viso, appoggiando il viso tra i suoi capelli.

Mi persi nel suo profumo mentre lei rispondeva.

-diciamo che stò cercando di farlo. Che ne pensi?-

mi domandò.

Io non guardai neanche il pupazzo di neve ma spostai i suoi capelli dietro l'orecchio e gli sussurrai che era bellissimo. Poi gli baciai l'inizio della mascella, proprio sotto l'orecchio: unico punto che potevo raggiungere senza togliere la sciarpa.

Lei rabbrividì e sentì un tonfo.

-mi hai fatto perdere la concentrazione.

Ho appena rotto il pupazzo di neve- esclamò lei.

Ma sembrava più divertita che arrabbiata.

Diedi una leggera occhiata ora al cumulo di neve davanti a noi. Poi abbassai di poco la sciarpa e gli baciai il collo.

Con la mia mano sinistra la spinsi un po' più vicino a me, spingendola per il fianco.

La sentì quasi sciogliersi tra le mie braccia, voltò il viso verso il mio e io la baciai.

Non penso ci siano parole per descrivere tutte le infinite sensazioni che provo ogni volta che bacio Rose.

Ma la più forte delle sensazioni, quella che influiva incredibilmente su tutto era l'amore.

Ne ero certo!


******


Incredibile come anche il freddo scomparve.

Non mi interessava altro che avvicinarmi sempre di più a lui.

Spinta dalla passione di quel bacio mi ritrovai inginocchiata sulla panchina, le mani guantate tra i suoi capelli e le sue invece sui miei fianchi.

Non mi accorsi neanche che la mia forza era ancora a briglia sciolta.

Non sentimmo che iniziava a nevicare. Tutto intorno a noi si era creata la mia bolla protettiva. Ma ci accorgemmo dopo di essere al buio. Mi guardai attorno incerta staccandomi appena dal suo viso e non abbandonando la posizione.

-l'hai creata tu questa specie di... bolla?- mi domandò Scorpius.

Annuì, anche se non l'avevo fatto consapevolmente.

-siamo isolati dal mondo- realizzai stranamente.

Dentro mi si creò una sensazione stranissima, che non so esprimere....

fatto sta che guardai infastidita la sua giacca chiusa e la mia, che ci ingombravano e ci dividevano.

Feci per aprire la sua quando una voce da fuori ci richiamò. La bolla esplose senza che io facessi niente più che spaventarmi e ci ritrovammo tutti e due sommersi da neve. Ci guardammo e non potemmo non scoppiare a ridere. Poi ci alzammo e tornammo a casa.


La casa ora era addobbata a festa. Era bellissima, sembrava una di quelle case che si vedono nei film.

E l'albero che avevamo finito di fare il pomeriggio era uscito benissimo!

E domani sarebbe stata la vigilia di natale.

Iniziavano già a esserci i pacchetti sotto l'albero, e io quella sera dopo cena misi i regali che avevo fatto.

Mi guardai intorno.

Quasi tutti erano già andati a letto, erano rimasti solo i miei genitori e i miei zii.

Diedi la buonanotte e mi misi il pigiama. Ma il sonno non veniva.

Indecisa su cosa fare fissavo la porta sbuffando. E con mia grande sorpresa la porta si aprì.


************


-Harry...- ero molto esitante. Harry stava sistemando la legna nel camino, eravamo rimasti solo noi due e stavamo andando entrambi a letto.

-che c'è Ron?- mi chiese.

-tu non sei mai preoccupato per Lily... cioè... ecco che faresti se pensassi che... be che lei possa combinare qualcosa con il suo ragazzo?- domandai incerto.

Speravo di non metterlo in paranoia e mi sorpresi nel vederlo sorridere.

-certo che sono preoccupato, ogni giorno di più.

Quando sono andato a Hogwarts ero sollevato solo dalla possibilità di poterla controllare meglio.

Era un punto in favore a quella scelta pazzesca.

Ma poi l'ho vista felice, e ho pensato che se mi fossi messo in mezzo avrei fatto un grande errore.

Le donne sono strane, e anche le adolescenti.

Che ne so io se la mia raccomandazione non faccia scattare qualcos'altro a cui non pensavo?

La maggior parte delle volte che si dice a una persona di non fare una cosa, alla fine la fa solo perché l'hai proibito!

Anche se non penso che Rose si comporterebbe così penso che le rassicurazioni di Hermione bastino!-

lo guardai accigliato. Possibile che fossi un libro aperto?

Sbuffai.

Lui mi mise una mano sulla spalla.

-sai che Amber e Albus si sono messi insieme questa estate, vero? Sotto le pressioni di Ginny ho cercato di fargli un discorso. Ma lui sai che mi ha detto?

papà, è inutile che mi fai il discorso sulla responsabilità e tutto il resto. Ti ha anticipato Rose, me lo ha fatto già il giorno che ha capito che ci siamo dichiarati!-

ne rimasi piacevolmente sorpreso.

-Rose è una ragazza con la testa apposto.

Stai sicuro che se prenderà una decisione non sarà una decisione avventata. E conoscendo i genitori so che sarebbe impossibile convincerla a cambiare idea!-. Annuì.

Aveva ragione e incredibile quanto ora mi sentissi più sollevato!

-grazie amico!- lo ringraziai mentre salivamo sopra ognuno nella propria stanza.


******************


Impossibile descrivere le sensazioni che provai mentre lo guardavo entrare.

Non riuscì a concentrarmi se non sul suo viso.

Era così bello, così meraviglioso.

Non ebbi neanche un attimo di esitazione.

Lo attirai a me e lo baciai con passione.

Volevo amarlo, ne ero sicura.

Gli sfilai la camicia quasi senza accorgermene e lo vidi esitare, guardandomi insicuro.

-ti amo e voglio essere tua, ora e per sempre!- esclamai.

-ne sei sicura?- mi domandò.

-certo che si. Altrimenti non direi mai una cosa simile- lo rassicurai prima di baciarlo con passione.

Abbandonai le sue labbra solo per lasciarmi sfilare la maglia.

Le sue labbra mi lasciarono una sciai di fuoco sul collo e poi su tutto il corpo. Gemetti sotto i suoi baci.

Lo amavo. E fu come se avessimo preso a volare in una bolla di sapone, lontano da tutti a da tutto.

Io, lui e nient'altro.

Nient'altro che noi!

E quella notte diventammo una cosa sola!


**********************

Scusatemi davvero per il ritardo.

Ecco un nuovo capitolo!

Tra i compiti e le interrogazioni diventa sempre più difficile trovare il tempo per scrivere....

non aiuta neanche dover rimanere a scuola tre pomeriggi alla settimana per i corsi di approfondimento... non ho proprio più tempo!

Spero quindi mi capirete!


Grazie rosie_lu, non ti preoccupare. Come vedi ti capisco in pieno, la mancanza di tempo è una disgrazia.... grazie mille e spero che questo capitolo ti piaccia!


Grazie jadina94 per la tua recensione. Come posso non capirti? A me la vodafon non rispondeva più per quante volte avevo chiamato perchè avevo problemi con internet.

Spero che i tuoi problemi si risolvino e che tu possa leggere e recensire presto questo capitolo!


Un bacio enorme a chi ha letto e a chi continuerà a leggere. Scusatemi per eventuali errori! Un bacio e al prossimo capitolo!



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Capitolo 22
*** 22. Foto e ricordi ***


Ventiduesimo capitolo: foto e ricordi


Stavo dormendo con un dolce fardello sul petto.

Strinsi a me quel tesoro, la cosa più importante della mia vita, la mia unica questione di vita e aprì gli occhi per guardarla. E accanto a me, da una specie di radio uscì fuori una canzone.


Potrei stare ore e ore qui

ad accarezzare

la tua bocca ed i tuoi zigomi

senza mai parlare,

senz'ascoltare altro nient'altro che

il tuo respiro crescere,

senza sentire altro che noi

nient'altro che noi.

Potrei star fermo immobile

solo con te addosso

a guardare le tue palpebre

chiudersi ad ogni passo

della mia mano lenta che scivola

sulla tua pelle umida

senza sentire altro che noi

nient'altro che noi.

Non c'è niente al mondo

che valga un secondo

vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo,

o un tuo movimento,

perché niente al mondo

mi ha mai dato tanto

da emozionarmi come quando siamo noi,

nient'altro che noi.

Potrei perdermi guardandoti

mentre stai dormendo,

col tuo corpo che muovendosi

sembra stia cercando

anche nel sonno di avvicinarsi a me,

quasi fosse impossibile

per te sentire altro che noi,

nient'altro che noi.


Non c'è niente al mondo

che valga un secondo

vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo,

o un tuo movimento,

perché niente al mondo

mi ha mai dato tanto

da emozionarmi come quando siamo noi,

nient'altro che noi.


Mai canzone più azzeccata di questa.

Osservai Rose svegliarsi lentamente e guardarmi alzando il viso, stringendosi a me e sorridendomi.

-buongiorno!- mi disse.

Io gli accarezzai i capelli scombinati sentendomi l'uomo più fortunato della terra.

-buongiorno anche a te, amore!- la salutai mentre la mia mano scendeva sul suo mento.

Le si alzò sulle braccia e arrivò all'altezza del mio viso e mi baciò.

Baciarla e sentire la mia pelle a contatto con la sua, senza veli a dividerci era una sensazione unica.

La strinsi a me mentre ripensavo a quella canzone che avevo sentito prima.

E spontaneamente una strofa che non avevo mai sentito mi venne in testa.

e basta chiudere gli occhi per sentire che

non può esistere altro che noi,

nient'altro che noi


************


Accarezzai il petto di Scorpius mentre cercavo di riprendere a respirare normalmente.

Anche il suo respiro era corto e poggiai il viso sul suo petto respirando a pieno il suo profumo.

La radio sul mio comodino, che era impostata per svegliarmi ogni mattina, cantava ormai da un'ora.

Il che voleva dire che era ormai ora di alzarsi.

Anche se non ne avevo per niente voglia.

Avrei voluto per sempre restare con lui, in quel letto.

-buona vigilia di natale!- esclamai rendendomi conto di che giorno era quello.

Mi sorrise.

-già, domani e natale. E purtroppo mi sa che dobbiamo scendere sotto...- mi disse tristemente.

-ma prima dovremmo farci una doccia- osservai.

Non l'avevo detto con maliziosità ma mi resi conto che non mi sarebbe per niente dispiaciuto.

Lui infatti mi sorrise. E andammo insieme nel mio bagno.


*************


La guardai mentre mangiava, tranquilla, ascoltando suo padre che raccontava di uno dei tanti natali passati.

Aveva un viso così dolce e bello.

-me la ricordo ancora quando si era impiastricciata tutta di cioccolata!- rammendò suo padre sorridendogli.

Lo guardai stupito.

-davvero?- chiesi.

Lui annuì.

-era la vigilia di natale, come ora, e Hermione era in cinta.

E gli era venuta una voglia di cioccolata- iniziò a raccontare.

-papà ma perchè lo devi raccontare?- chiese Rose arrossendo.

-perchè dovevi vederti. Avevi solo due anni, eppure appena ci siamo distratti ti sei buttata addosso tutta la ciotola con l'impasto della torta che stava preparando tua madre. Gli abbiamo fatto un sacco di foto prima di ripulirla!- sghignazzò Ron.

Anch'io risi, seguito da molti.

Immaginai la mia Rose piccola, tutta coperta di cioccolata.

Avrei tanto voluto vederla.

-e ti ricordi di quando correva in giro per casa con il pannolino sulla testa? Aveva solo un anno ma correva che non gli stavamo quasi dietro!- rammentò Hermione.

Rose divenne dello stesso colore dei suoi capelli.

-va bene, se cercavate di farmi vergognare a morte ci siete riusciti! Avete finito, vero?- domandò seccata.

-mi piacerebbe tanto sapere qualche altro aneddoto di te da piccola!- la supplicai.

Lei sbuffò mettendo su un broncio adorabile ma Ron rise.

-ce ne sarebbero un milione. È ho anche qualche sua foto da piccola nel portafoglio- esclamò guardandosi in tasca.

Io mi alzai subito per vederle.

E guardai Rose che sorrideva buffa e piccola in ogni foto.

Alcune volte accompagnate da Hugo,

altre volte lei da sola, come una di lei a poco più di sei

anni su un pony, oppure lei che leggeva un libro più grande di lei.

La guardai felice per la sua felicità, la voglia di vivere che emanava.

E poi spuntò Rose da dietro le nostre spalle e prese il portafoglio con il portafoto.

-se non volete che le getto subito nel camino fate i bravi e finitela di parlare di me da piccola!- esclamò.

Io risi guardando la sua espressione seria.

Aveva una leggera increspatura tra gli occhi, che le dava un'aria corrucciata e divertente.

Avrei voluto abbracciarla e convincerla a lasciarmi guardare quelle foto, in modo che potessi scoprire parti del suo passato che non potevo conoscere in altro modo.

Ma non era una buona idea, con tutti i suoi parenti presenti. Quindi mi limitai a guardarla accigliato.

-avanti Rose. Perchè ti vergogni. Eri meravigliosa!-

-certo! Vediamo se non reagiresti come me se vedessi le tue foto a piccolo!- mi sfidò.

Cercai di rimanere impassibile, di non mostrare cosa le sue parole avessero risvegliato dentro di me.

E non ebbi neanche il coraggio di guardarla negli occhi, per non tradirmi.

Ma non potei non sentire mia madre che diceva ad alta voce.

-volete vedere il mio Scorpius da piccolo? C'è una foto di la. Oregon vai a prendere la foto nella mia stanza- ordinò mi madre all'elfo, che corse subito di sopra.

-anche il mio Scorpius era un bambino adorabile da piccolo. Un angelo- raccontava mia madre a Hermione.

Chiusi gli occhi e sentì la mano di Rose stringere la mia.


******************

Non avevo pensato. Non credevo che una sola frase potesse farlo sentire male.

Probabilmente perchè ignoravo che l'unica foto che c'era in quella casa fosse quella con Scorpius che abbracciava suo padre.

Mi maledissi mentalmente così tante volte che persi il conto, mentre ascoltavamo la signora Malfoy parlare a vanvera mentre si perdeva nei suoi ricordi,

pieni di amore per suo marito e suo figlio.

Alcune cose, capii dallo sguardo che gli lanciava avvolte Scorpius, sembravano essersi deformate rispetto alla realtà.

Ma vidi zia Ginny felice guardare la madre di Scorpius.

Evidentemente parlare con tutta quella serenità non poteva che fargli bene.

-questa foto è stata scattata quando tuo padre ti ha regalato la tua prima scopa- ripetè di nuovo lei.

Io vidi Scorpius allontanarsi lentamente.

Lo seguì subito.

Arrivammo nello studio e lui si avvicinò alla finestra, fino a toccare con la fronte il vetro.

Lo abbracciai. Lui dopo aver ricambiato la stretta cercò di parlare. Non so cosa mi volesse dire ma l'emozione lo bloccava. Anzi, direi il dolore.

Gli accarezzai la guancia.

Lui allora mi sorrise e mi baciò dolcemente.

Quando lasciò le mie labbra non aveva più neanche una punta di dolore negli occhi.

-è meglio che torniamo di la. Se non fermo mia madre non oso pensare cosa potrebbe raccontare ai tuoi genitori!- disse scherzando.


Per tutta la giornata aspettai che ricomparisse quel dolore struggente. Negli ultimi tempi mi ero illusa che fosse passato, ma la perdita del padre non era una cosa che si poteva superare facilmente. Anzi, probabilmente non l'avrebbe mai superata del tutto.

Specialmente perchè dentro di se si sentiva in colpa.

Ma era la vigilia di natale, tutto era perfetto e tutti noi diventammo sempre più felici.

Mi piaceva davvero come tutti andassimo d'amore e d'accordo.

E dopo mangiato ci sedemmo tutti in salone, sui divani vicini al camino per guardare le fiamme in silenzio.

Io mi ero seduta vicino a Scorpius e lui mi aveva stretto a se con un braccio sulle spalle.

Aveva fatto quel gesto con una certa preoccupazione e esitazione ma alla fine si era fatto coraggio.

E i miei non avevano avuto niente da dire, tranne una prima occhiata di fuoco che ci lanciò tutto andò a meraviglia.

Parlammo di tutto e di più. La serata passò tranquilla e serena mentre Lily trovava sempre un argomento su cui discutere. L'ultimo in questione era la sua scelta di prendere il posto di cercatore nella squadra di grifondoro il prossimo anno.

-riuscirai a portare la squadra alla vittoria?- chiese Albus guardando la sorella divertito.

-certo fratello. E anche meglio di te!- rispose lei facendogli una linguaccia.

E poi l'orologio battè mezzanotte.

Uno... due... tre rintocchi...


***********************


Si, il capitolo finisce così. Spero che anche questo capitolo vi piaccia.

Non volevo finirlo, avevo molto altro da scrivere ma poi sarebbe stato troppo lungo, quindi meglio finirlo qua.

Un bacio enorme alla mia amica del cuore. Oggi la giornata sembrava interminabile ma alla fine è finita. Speriamo di essere interi domani!


Grazie a rosie_lu per il tuo commento.

Mi fa piacere che piaccia la scena tra Scorpius e Rose con la neve.

Mi è venuto molto spontaneo scriverla, come ho già detto altre volte i miei personaggi hanno deciso cosa fare da soli.


Jadina94 grazie mille anche a te. Anche a me piace molto com'è uscito il pezzo della neve. Forse un po' meno la fine, che mi ha dato un po' di grattacapi....


Un grazie di cuore a tutti quelli che leggono e continueranno a farlo!

E ringrazio il mitico Max per la fantastica canzone che ho inserito!


Questa volta sono riuscita a pubblicare presto come al mio solito! 

Spero che potrò farlo ancora in seguito!

Un bacio enorme a tutti! Al prossimo cap!

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Capitolo 23
*** 23. Notte di Natale! ***


Ventitreesimo capitolo: notte di natale!


dieci.. undici... dodici!

-Buon natale!- disse un voce proveniente dalla porta.

Ci girammo tutti verso la porta giusto in tempo per vedere un uomo entrare nella stanza.

Era alto, aveva lunghi capelli bianchi legati in una coda ma non dimostrava più di trentanni.

Aveva una lunga veste da mago nera e un bastone bianco, di avorio con fari intagli dalle forme particolari.

Il suo viso era di una perfezione mai vista, ma gli occhi facevano paura.

Ricordavano per certi versi quelli di Scorpius, ma allo stesso tempo non potevano essere così diversi.

Gli occhi di Scorpius erano un azzurro chiaro che molte volte ricordava il ghiaccio.

Quelli di quell'uomo gelavano in un attimo.

Ed erano quasi bianchi.

Le pupille nere risaltavano su quel quasi bianco donandogli uno sguardo degno di un fantasma.


******


-ho gelato l'atmosfera?- disse facendo scorrere lo sguardo,

fino al mio.

Sapevo che l'avevo già visto da qualche parte.

Ma il mio ricordo era molto sfogato.

-Scorpius, guardati come sei cresciuto. Assomigli così tanto a tuo padre!- proseguì avvicinandosi a me.

Gli stavo per chiedere chi fosse quando lui voltò lo sguardo verso mia madre, che lo guardava con gli occhi sbarrati.

-Astoria! Tu ti ricordi di me, vero?- domandò.

La sua voce fredda e monocorde sembrò molto una minaccia.

-mi scusi ma lei chi è?- chiese Harry.

Notai gli sguardi dei presenti, tutti accigliati e seri.

L'uomo lo guardò e rispose sempre con lo stesso tono.

-sono Stone Skin. Il padrino di Scorpius- spiegò tornando a guardarmi.

-e vorrei tanto parlare con il mio figlioccio in privato, ve lo terrò impegnato solo per un po'. Intanto continuate a festeggiare, non volevo di certo rovinarvi la festa- e s'incammino come se fosse stato a casa sua, facendo strada sicuro verso la biblioteca.

Io non guardai nessuno, ma lo seguì subito.

La sua camminata mi ricordò come camminava mio nonno.

Lui spalancò la porta precedendomi.

Lo seguì chiudendo la porta.

-ti ricordi di me, Scorpius?- chiese.

E quel tono di voce mi ricordò di lui.

Fu come un flash back.


I suoi occhi e la sua voce gelida.

E anche le sue mani fredde. Ricordavo di averle sentite gelate mentre mi sfiorava la testa.

E guardava mio padre che aveva un'espressione spaventata.

-hai fatto la scelta giusta. Vedrai che non ci saranno più problemi, anzi, tutto andrà per il meglio- sussurrò gelido.

Ricordavo mio padre che balbettava

-non farai del male...-

-tu fai la tua parte, io farò la mia!- concluse lui e si voltò, sempre col suo mantello nero sulle spalle, sempre col suo bastone che batteva sul pavimento di legno.

Vidi mio padre accasciarsi sulla poltrona, nascondendo il viso tra le mani. 

E una risata fredda e stridula.



Lui si sedette sulla sedia dietro la scrivania, come se fosse il padrone di casa e mi gelò con lo sguardo.

-dobbiamo parlare!-


********


-chi è?- gli chiesi alla signora Malfoy.

Lei non mi guardò ma rispose.

-è un amico di famiglia Malfoy.

Draco mi ha detto che era un amico di suo nonno e che ci teneva ad essere il padrino di Scorpius.

L'ho incontrato poche volte, ogni volta parlava con Draco per ore, poi spariva e arrivava solo qualche sua lettera.

Non è mai cambiato. È sempre uguale a 10 anni fa...- sussurrò sconvolta.

Guardai mio padre spaventata.

Avevo paura, una vera paura incredibile che mi divorava da dentro.

Avevo voglia di correre di là e mettermi tra Scorpius e quell'uomo. Non sapevo cosa avrebbe fatto, cosa sarebbe successo, ma sapevo che non sarebbe stato niente di buono.


****************


Rimasi un attimo a pensare a cosa dire o fare.

Poi aprì la porta e mi trovai davanti Rose.

La vidi preoccupata, in agitazione e subito gli sorrisi per rassicurarla.

-va tutto bene. Il signor Skin rimarrà qui da noi per queste vacanze. 

Ma non dovremmo scambiarci i regali?- chiesi tornando in salone.

-Tutto bene Scorpius?- chiese Ron. Mi avevano circondato tutti.

Io annuì.

-tutto bene. Semplicemente si è scusato per non essere venuto al funerale di mio padre, e mi ha chiesto se potevo ospitarlo, che ha un problema economico.

Ma entro questa settimana dovrebbe risolvere tutto.

Quindi non c'è niente di cui preoccuparsi- strinsi la mano di Rose felice di trovare il suo calore.

-va bene. Allora iniziamo gli scambi di regali!- esclamò Rose, capendo che non avrei voluto parlarne.

Ringraziai la perspicacia di Rose e tirai un sospiro di sollievo.

Potevo dirmi salvo per un po'.


****************


-secondo te chi è quel tizio?- mi chiese Hermione.

-non lo so. Però lo terremo d'occhio- risposi serio.

Poi la guardai mentre si guardava allo specchio, osservando la collana che gli avevo appena regalato.

L'abbracciai da dietro e gli baciai il collo.

-allora ti piace il mio regalo?- domandai al suo orecchio.

-certo. E non per quanti soldi costa o per la bellezza della forma e colori, ma perchè me lo hai regalato tu!- ribadì girandosi a baciandomi.

E la nostra preoccupazione fu scacciata velocemente.


**************


Bussai alla porta e aspettai.

Ma la voce di Scorpius uscì dalla porta.

-entra!- e io entrai.

Lui era sdraiato sul letto a pancia in sopra, con il braccio sugli occhi.

Mi sedetti sul letto accanto a lui, pronta ad aspettare.

Ma visto che lui non si muoveva gli accarezzai la guancia scoperta dal braccio e sospirai.

-Scorpius- lo chiamai.

-cosa c'è?- chiese lui freddo.

Io rimasi sorpresa dal suo tono.

-non vuoi parlarne- dissi capendo.

-non c'è niente da dire. Niente di niente, chiaro?- proseguì lui sempre freddamente.

-va bene!- dissi seria.

Calò un silenzio insopportabile, non uno dei nostri soliti silenzi armoniosi o al limite imbarazzati che però erano piacevoli. Niente del genere. Mi sembrava di essere accanto ad un iceberg. Nessuna speranza di scongelarlo, forse solo il buco dell'ozono mi avrebbe aiutato.

Però sapevo che andarmene sarebbe stato un errore.

Del resto io volevo stare lì con lui.

Quindi mi sedetti meglio sul letto, appoggiando la schiena alla spalliera, e aspettai.


-hai il maglione che ti ho regalato- esclamò all'improvviso lui sedendosi.

Era passato molto tempo, almeno un'ora di quel silenzio terribile. Ma adesso il tono della sua voce prometteva bene.

Gli sorrisi, allargando le braccia per mostrargli il maglione addosso a me.

Era color panna, morbido e profumato, e aveva una R e una S intrecciate ricamate a sinistra, sul cuore.

-certo che l'ho messo. Anche tu hai la mia sciarpa!- dissi guardandola sul suo collo.

-è bellissima, non potevo non tenerla. E la cosa che mi piace di più è che ha il tuo profumo- mi disse accarezzandomi la guancia.

-bellissima... diciamo che si vede che l'ho fatta io.

Sembra una fisarmonica.

E c'è anche qualche buco... non sono un granché con i ferri....- mi imbronciai.

-be.. sei umana e finalmente abbiamo trovato qualcosa che non sai fare alla meraviglia!- mi sussurrò mentre si avvicinava per baciarmi.

E poi tutta quella serata scomparve.

Tutta quella interminabile ora si dileguò, e non rimase altro che amore.

E appena sciogliemmo quel bacio in cerca di aria gli dissi quello che ancora non ero riuscita a dirgli per bene.

-buon natale amore!-


**********************

Ciao a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo.

Era da un po' che non scrivevo senza tante interruzioni e devo dire che ne sono felice.

Avevo finito il capitolo ieri sera ma non sono riuscita a pubblicarlo, quindi lo faccio stamattina, anche se non mi sento molto bene....

però spero di poter scrivere, se il mal di testa me lo permette, così che possa pubblicare qualcosa magari stasera o domani mattina!

Un grazie enorme a chi ha recensito!

Jadina94 spero ora davvero che sarai contenta che ho pubblicato presto!

Kate_21, benvenuta su efp.

Ora mi potrai recensire qui e non solo via messaggi.

Vi voglio a tutte un sacco di bene e grazie mille anche a chi legge solo o a chi ha messo questa storia tra i preferiti e seguiti (anche se precisamente non capisco la differenza...)

Spero che continuerete a leggere questa storia, che non fa altro che prendere pieghe strane e improvvise da sola....

al prossimo capitolo!

Baci!


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Capitolo 24
*** 24. sono riuscita a farti sorridere ***



Ventiquattresimo capitolo: Sono riuscita a farti sorridere!


Le vacanze proseguirono tranquille.

L'ospite era silenzioso e quasi invisibile.

Partecipava poche volte ai pasti e quando lo faceva scambiava solo qualche parola di cortesia con chi gli rivolgeva la parola.

Presto ci ritrovammo a non essere più preoccupati da lui.

Tranne Rose.

Spesso la vedevo irrigidirsi quando entrava e guardarlo preoccupata.

Io non ne volevo parlare.

La mia discussione con lui era stata decisamente poco chiara ma di una cosa era certo, non dovevo dire niente a nessuno.

E avei dovuto aspettare.

Era il 30 dicembre, un solo giorno mancava all'inizio del nuovo anno.

E Rose era scomparsa. Dove si era cacciata?

Si era allontanata un attimo con Lily dopo pranzo, e pensavo fosse ancora con lei.

Ma avevo trovato Lily in cucina solo cinque minuti fa senza di lei.

-non so dove sia, pensavo fosse venuta da te!- mi aveva detto lei confusa.

E adesso stavo girando casa.

Le dimensioni non mi facilitavano di certo il compito.

Ma alla fine la trovai nel posto più ovvio,

maledissi la mia stupidità.

Era pomeriggio e come ogni giorno era in cortile a fare i suoi esercizi.

Andai nel suo solito punto ma ci misi un po' a notarla.

Perchè la cercavo sulla panchina e invece era in aria.

Era in meditazione, ma sospesa diversi metri sopra la il mantello che aveva steso sulla neve.

La guardai rapito al lungo, mentre accanto a lei si creava una specie di spirale di neve, che l'avvolgeva senza nemmeno toccarla.

Sorrisi pensando a lei come una fata delle nevi.

Era così bella.... così unica e speciale.

Ed era mia. La cosa ancora mi stupiva e rendeva più felice di quanto potessi riuscire a pensare.

Mi sentivo come un contenitore strapieno ma la cosa non mi preoccupava. Purtroppo c'era una una spaccatura in me, che nei momenti meno opportuni si apriva e mi faceva male, ma se c'era lei non ci metteva molto a richiudersi con una grande facilità.

Ma non volevo pensarci.

E non avrei più potuto pensarci perchè Rose aveva aperto gli occhi e aveva iniziato a scendere fino a che non aveva toccato terra.

Mi guardò sorridendo.

-ciao!- mi salutò. Io mi avvicinai a lei e la guardai dall'alto, davvero felice.

-ciao. Hai finito con i tuoi esercizi o vuoi aiuto?- gli domandai.

-ho finito. Oggi sono un po' stanca, non voglio strafare troppo. Però volevo studiare un po'. Che ne pensi?

Studiamo un pò?- mi domandò.

Io gli porsi la mano e la sollevai da terra.

Lei mi abbracciò.

Poi ci avviammo insieme verso la biblioteca.

Andandocene notai che non ero stato l'unico a guardare Rose mentre si esercitava.

Dalla finestra al piano di sopra Stone ci osservava.

Un po' inquieto strinsi di più a me Rose e lo ignorai.


************************


Ero su un trampolino.

Avevo un costume bianco e mi sembrò tutto così reale. Sentivo i capelli sciolti che mi rimbalzavano sulla schiena, erano bagnati, mentre facevo oscillare il trampolino.

Sentivo la tensione delle gambe, che facevano forza sul piano, il mio respiro che cercava di armonizzarsi e di rallentare il battito del cuore.

Chiusi gli occhi e sentì con chiarezza le voci accanto a me, voci divertite, giocose.

E saltai. Mi tuffai di testa, con le mani davanti con le mani unite. Un tuffo a delfino.

Ma qualcosa non andava.

Aspettavo che infrangessi l'acqua da un momento all'altro.

Ma passarono molti minuti in cui caddi soltanto, ma non toccai niente.

Aprì gli occhi e non vidi altro che nero.

Provai freddo e paura, mentre mi giravo su me stessa e vedevo il trampolino allontanarsi.

Tutto intorno a me c'era buio e freddo.

Provai a gridare ma non ci riuscì.

Mi voltai di nuovo verso il vuoto sotto di me e vidi un pavimento nero, lucido.

Non l'avrei notato minimamente se non ci fosse stato il signor Skin in piedi là sotto.

E mentre io mi andavo a sfracellare sul pavimento, lui mi guardava impassibile e serio, le mani unite dietro la schiena, tranquillo.


Mi svegliai urlando, o quasi.

Ero tutta sudata e tremavo.

Scorpius accese subito la luce e mi cercò di togliere le mani dal viso, ma io mi nascondevo gli occhi, non volevo vedere il pavimento che si avvicinava.

-Rose, calmati. Era solo un incubo. Rose, amore?- mi sussurrò lui cercando di tranquillizzarmi.

Riuscì a staccarmi le mani dal viso e io vidi i suoi occhi preoccupati.

I miei occhi erano sbarrati dal terrore. Non riuscivo quasi a chiuderli.

Lui prese ad accarezzarmi i capelli e io iniziai a realizzare che ero al sicuro, nella stanza di Scorpius, e non stavo cadendo da nessuna parte.

Riuscì a chiudere gli occhi per realizzare che mi si stavano riempendo di lacrime. Li sbattei varie volte ma niente, la vista divenne annebbiata.

Scorpius mi strinse al suo petto e nascosi il viso contro la sua pelle calda.

Calore non freddo.

Era solo un incubo.

Solo un incubo....


******************

Guardai mia figlia preoccupata.

Era appoggiata alle braccia conserte sul tavolo e guardava fissa la sua tazza di latte.

Mi sedetti accanto a lei muovendo la mia mano davanti ai suoi occhi.

Alzò a malapena lo sguardo nel mio e ritornò a fissare la tazza.

-va tutto bene. Ho solo dormito male!- mi disse.

La fissai preoccupata.

-e perchè non hai dormito bene?- domandai.

-ho fatto un brutto sogno che mi ha tormentato per tutta la notte, niente di grave- mi spiegò.

Però c'era qualcosa che non andava.

Non sapevo se fosse che aveva detto una bugia ma sicuro mi stava nascondendo qualcosa.

In quel momento entrò Scorpius, nascondendo uno sbadiglio dietro la mano.

Si sedette accanto a Rose e Oregon gli porse subito la sua solita colazione.

-neanche tu hai dormito bene?- domandai.

Li vidi arrossire tutti e due e feci uno più uno.

Ma la cosa non mi preoccupò davvero, come l'espressione di mia figlia di poco prima.

Ora lo sguardo era più tranquillo, più sereno e solamente stanco, e tutto solo per Scorpius.

Come mi poteva preoccupare il fatto che stessero insieme, se si amavano così tanto?


*******************


Quella sera i genitori di Rose e Albus avevano deciso di preparare tutto loro. Fino ad ora avevo cercato di aiutare Oregon durante le cene e lo stesso loro ma infondo aveva fatto tutto l'elfo.

Quella sera invece Hermione mandò a riposare forzatamente l'elfo.

E si rinchiusero tutti e quattro in cucina, per cucinare.

Noi eravamo tutti in salone ad aspettare che ci chiamassero.

Tutti tranne Stone, naturalmente.

Era da un po' che non si faceva vivo.

Ma non me ne preoccupai. Come avevo già realizzato non dovevo preoccuparmene.

Accarezzai i capelli di Rose, che era appoggiata a me.

Il sonno si faceva sentire a lei era stanca.

Incrocia lo sguardo di Lily che guardò prima noi due, poi Albus e Amber anche loro abbracciati e sbuffò.

-certo che essere l'unica spagliata qui diventa sempre più deprimente. Dov'è mister tenebra? Almeno non mi sento tanto sola- disse lei alzandosi dal divano dov'era seduta e guardandosi intorno.

Giusto. Avevo dimenticato che non tutti ignoravamo Stone.

A Lily stava simpatico.

La maggior parte delle volte che qualcuno gli faceva domande e lui rispondeva quella persona era Lily.

Rose era molto preoccupata, ma ancora non aveva sollevato la questione. Speravo che non l'avrebbe fatto.

Non potevo spiegare.

E comunque la simpatia che provava Lily per quel tizio era un ignoto anche per me.


**************************


Lo cercai nella biblioteca, dove spesso stava.

E infatti lo trovai là. Era seduto a uno dei tavoli. Io mi avvicinai lentamente e poi mi sedetti sul tavolo vicino a lui.

Stava leggendo uno dei suoi soliti libri strani.

-questo è in arabo?- domandai.

-no, questo è in aramaico.

Domani magari ne prendo uno arabo se ti fa piacere- disse alzando lo sguardo per incrociare il mio.

Fui io la prima a distoglierlo, ma solo per puntarlo verso la finestra, da cui beccava un gufo.

Lo riconobbi subito e felice lo feci entrare.

In poco tempo aveva già aperto la lettera e incominciato a leggere.

Ma la mia felicità si attenuò parecchio.

Certo era la lettera di Geremy e mi faceva gli auguri di buon anno. Ma non era la lettera che mi aspettavo.

Non sapevo neanche cosa mi aspettavo di preciso, ma forse qualcosa che mi facesse commuovere.

Qualcosa che mi facesse battere forte il cuore e desiderare che lui fosse accanto a me.

Invece quella lettera sembrava uno di quei bigliettini prestampati che si inviano ai dipendenti.

Una mano fredda ci posò sulla mia spalla.

Dentro di me qualcosa mi diceva di sfuggire a quella mano. Ma invece alzai lo sguardo triste e lo guardai.

Il suo ero sempre freddo e serio, e anche il tono della voce era sempre uguale ma disse:

-non ti tormentare. Certe persone sono così presi dai loro problemi che non riescono a vedere ciò ce li circonda.

Pensano di essere le persone più sfortunate del mondo mentre ci sono altre persone che stanno diecimila volte peggio. E alla fine si trovano presi dalla morte pensando che il loro è il destino peggiore che esista.

Le loro anime sono quelle che bruciano meglio all'inferno- concluse con semplicità.

Io lo guardai interdetta. Poi sospirai.

-si, certo mister morte. Sono venuta a cercarti comunque per avvertirti. Quello che cucina mia madre è buonissimo, quello che fanno mio padre e mio zio è commestibile,

ma quello che fa mia zia è imprevedibile.

Attento a quello che metti in bocca, ok?- mi raccomandai.

E lui inaspettatamente mi sorrise.

Fu un sorriso strano. In genere quando le persone sorridono si illuminano e sembrano più belle.

Invece lui, già perfetto di suo, sembrava cattivo mentre sorrideva. Uno di quei sorrisi che ti gelano il sangue.

Ma non ebbi paura. Il sangue non mi si gelò.

Forse c'era qualcosa che non andava in me.

Ma rimasi calma a fissarlo, mentre il sorriso scompariva in fretta. E sorrisi felice invece guardandolo.

-sono riuscita a farti sorridere!- mi vantai!


***********************

Va bene, questo capitolo non porta da nessuna parte. Infatti è un capitolo interrotto, perchè altrimenti sarebbe stato troppo lungo. Domani spero di pubblicare il seguito.

. forse è un capitolo un po'..... diciamo inquietante...

non saprei neanche io come definirlo.

Comunque fatemi sapere cosa ne pensate.

E sappiate che come al solito sono i personaggi che decidono cosa fare.

(oggi addirittura stava per spuntare una... chiamiamola idea di Rose ma l'ho dovuta tagliare perchè avrebbe anticipato di troppo le cose).

Non vedo l'ora di leggere i vostri commenti che mi riempono di gioia e un grazie sincero a tutti quelli che leggono!

(vacanziera perchè non mi lasci un piccolo commentino? È da tanto che non ti fai sentire.....)


un grazie speciale naturalmente a jaina94, kate_21 e a rosie_lu che hanno recensito e che lo fanno sempre.

Le vostre recensioni mi fanno venire voglia di scrivere, mentre senza recensioni non penso che la storia andrebbe avanti....

Non si capisce ancora molto del signor Skin (o come lo chiama Scorpius Stone) ma si vedrà poi.

Diciamo che però in questo capitolo si è mostrato abbastanza, ma penso che passerà un po' di tempo prima che ritorni a essere un personaggio importante e non solo un personaggio di sfondo.. sempre che non decida di fare qualcosa....

comunque adesso finisco qui, altrimenti faccio di questo angolo dell'autrice un altro capitolo!

Un bacio enorme e viva le vacanze, che mi stanno dando la possibilità di scrivere di più, dandomi un po' di sollievo dalla scuola, e al prossimo capitolo!

Baci!





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Capitolo 25
*** 25. arriva il nuovo anno! ***


Venticinquesimo capitolo: arriva il nuovo anno!


-tutti a tavola!- esclamò mia madre chiamandoci tutti.

Ci sedemmo tutti a tavola, io mi sedetti tra Albus e Rose, e iniziammo a mangiare.

-sembra tutto squisito!- disse Scorpius iniziando a servirsi.

-grazie Scorpius!- sorrise Hermione, perchè stava prendendo il piatto che aveva preparato lei.

Guardai quella pasta incuriosita.

Non aveva un bell'aspetto, sembrava un po' bruciata.

Ma Scorpius iniziò a mangiare tranquillo e fece i complimenti alla cuoca.

La forza dell'amore... pensai divertita.

Accigliata guardai il mio piatto che avevo appena riempito con un po' di tutto.

Chissà cosa stava cenando Geremy...

-Lily-

alzai lo sguardo verso Rose che mi guardava preoccupata.

-tutto ok?- mi chiese.

Io annuì sorridendogli.

Quel sorriso non la convinse molto. Intanto la mia mente divagava sullo strano comportamento di Geremy.

E mi venne un'idea. Ci volle tutto il mio autocontrollo per non alzarmi e non mettermi a saltare di gioia.

Era una cosa tanto scontata e tanto stupida che mi chiesi perchè non mi era venuta in mente prima.

Guardai Rose che parve confusa dallo sguardo di gioia che avevo adesso.

-Rose, ti posso chiedere un favore dopo?

Un piccolo piccolo favore?- gli bisbigliai.

Lei annuì. Qualcunque cosa avessi in mente la vidi sollevata del fatto che tristezza se ne era andata.

Un punto a mio favore. Ero quasi del tutto sicura che sarebbe stata d'accordo con me.


**********************


La cena andò avanti serena e tranquilla.

La presenza fredda e isolata della serata non raffreddò minimamente la nostra felicità familiare.

Era strano pensarlo in questi termini.

Potevo considerarla la mia famiglia perchè mi avevano accolto tra di loro?

Potevo considerarla anche la mia famiglia perché amavo alla follia Rose. Se l'avessi chiesto a lei mi avrebbe di sicuro risposto di si.

Sorrisi a quel pensiero. Anche mi madre era tranquilla, anche se circondata da persone che aveva da sempre ritenuto i suoi nemici.

Era una gioia vederla parlare tranquilla con Ginny, che gli era accanto, una gioia che mi sorprese.

Per tutti quegli anni avevo pensato di non provare più niente per lei e mio padre.

Ma mi ero reso conto che mi sbagliavo.

Accarezzai la mano di Rose, accanto alla mia sul tavolo,

e lei mi sorrise.

Gliela strinsi forte e tra la sera passò, tra risate e divertimento.


Lily ci aveva fatto uscire tutti.

Ron aveva sistemato tutto, e lei doveva accendere le micce al momento giusto.

Tutti eravamo con i cappotti e io, Harry, Ron e Albus avevamo una bottiglia a testa di champagne da stappare al momento giusto.

Rose iniziò il conto alla rovescia.

-otto... sette... sei...-


-cinque... quattro... tre... due... uno...-

-buon nuovo anno!- gridammo insieme stappando le bottiglie. E insieme ai tappi che partivano verso l'alto, partirono anche i fuochi di artificio azionati da Lily.

Erano di quelli dei tiri vispi Weasley e illuminarono il lago e i dintorni mentre ovunque si scambiavano gli auguri.

Rose mi abbracciò felice e io la baciai, con trasporto.

Come succedeva spesso ci dimenticammo di tutto quello che ci stava attorno e ci fermammo solo quando qualcuno tossì.

Ci staccammo e ci ritrovammo Ron che ci guardava accigliati. Rose gli sorrise

-buon anno papà- e l'abbracciò.

Lui abbandonò lo sguardo accigliato e ricambiò sereno.


Diedi gli auguri a tutti, abbracciandoli sorpreso dal calore che provavano per me.

Poi mi trovai davanti Stone.

-buon anno figlioccio- disse porgendomi la mano. Io gliela strinsi ricambiando. E fummo investiti da una chioma rossa. Lily mi aveva già fatto gli auguri abbracciandomi e adesso lei abbracciava Stone.

Lo guardai accigliato ma lui non ricambiò nemmeno la sua stretta. Rimase rigido e l'unica cosa che fece fu accarezzargli un attimo i capelli.

Poi lei si allontanò sorridendo e guardò il cielo, dove ancora splendevano i fuochi.

-non sono belli? Perchè non sorrisi un po', so che lo sai fare!- tentò di convincerlo lei.

Lui guardò il cielo. Poi guardò lei e poi me, sempre con lo stesso sguardo freddo. E si avviò verso la casa.

Lily lo guardò allontanarsi e fece per seguirlo ma io la presi per la mano fermandola.

-cosa fai?- chiesi scioccato.

Lei mi guardò confusa.

Poi si guardò intorno, come se non sapesse cosa stava per fare.

-vado ad accendere altri fuochi!- disse sorridendo e andando verso Ron ed Harry che stavano preparando altri fuochi da azionare. Rose mi abbracciò per la vita e io la strinsi a me, facendo scomparire completamente la mia inquietudine.

-è tutto meraviglioso. Vorrei tanto che tutto rimanesse così per sempre- mi confidò lei.

Io gli sorrisi accarezzandogli la guancia.

-be, possiamo vivere mille momenti come questi solo volendolo. Anzi, potremmo viverne ancora di più di più belli, basta che restiamo insieme!- e la baciai, stringendola a me e perdendomi in lei.


******************


-ne sei sicura? Ma non pensi che dormirà a quest'ora?- domandò Rose dubbiosa.

Sospirai infastidita.

-Rose ho bisogno di vederlo, ora, subito! Non ho intenzione di farmi fermare da piccoli dettagli.

E se proprio non mi vuoi accompagnare con la materializzazione uso la metropolvere- dissi convinta.

Lei lesse il mio bisogno e annuì. Poi guardò Scorpius che annuì anche lui.

Erano lei tre di notte. Avevamo finito di festeggiare tutti insieme alle due e tutti ora erano nelle loro stanze da letto, tutti tranne noi tre. E io avevo illustrato la mia idea, anzi il mio bisogno, a loro due.

Mi attaccai al braccio di Rose e sorrisi quando scomparimmo.


In poco tempo ci ritrovammo nel villaggio di …..

Casa si Geremy non era lontana da dove eravamo apparsi.

Camminammo in silenzio per un po', mentre notavamo alcune persone uscire o entrare che ancora festeggiavano in giro in vari pub o case.

E poi arrivammo davanti a casa di Geremy.

Mi aveva raccontato che la sua stanza era quella più vicina a un albero alto, al secondo piano, e che lui molte volte entrava o usciva grazie ai rami che arrivavano in pratica sul balcone. Quindi riuscì facilmente ad individuarla.

Mi voltai verso Rose e Scorpius.

-allora, salgo, lo saluto, chiarisco un paio di cose e poi scendo e ce ne andiamo. Voi fate quello che volete. Io non so quanto ci metto esattamente, però mi dispiace lasciarvi qui al freddo- dissi esitante.

Scorpius mi sorrise abbracciando Rose.

-troveremo qualcosa da fare, non ti preoccupare-

vidi Rose arrossire un po' ma sorrise anche lei.

Allora mi arrampicai sull'albero senza problemi e atterrai poco dopo sul balcone.


*******************


-sei sicura che non vuole aiuto per salire- mi chiese lui quasi all'orecchio per quanto mi era vicino, guardando Lily che decideva quale era il punto migliore per iniziare a salire.

La risposta gli arrivò quando lei iniziò a salire senza problemi l'albero e in poco tempo arrivò al balcone scomparendo alla nostra vista.

-si arrampicava sugli alberi che aveva quattro anni.

Non c'è bisogno di preoccuparsi di questo. Piuttosto io mi preoccupo di cosa potrebbe trovare-

-cioè?-

-ci sarà un motivo per cui Geremy è così freddo. Potrebbe essere qualche sciocchezza, ma potrebbe essere anche qualcosa di diverso. Spero solo che non faccia soffrire Lily. Altrimenti mi vedrà arrabbiata- disse lei seria.

La sua protettività mi fece sorridere, mi piaceva un sacco vederla così. E la capivo benissimo. Anch'io ormai volevo bene a Lily.

-ti aiuterò a ridurlo a pezzettini!- promisi.


*******************

la camera sembrava vuota. Bussai piano alla finestra e vidi un'ombra alzarsi dal letto.

Era Geremy. La luce della luna illuminò la sua stanza e lo vidi scostare le coperte e scendere dal letto, guardandomi sorpreso. Io gli sorrisi. Ero felice di vederlo.

-stò sognando?- chiese aprendomi la finestra.

Io entrai nella sua stanza e lui la chiuse subito, per non fare entrare il freddo.

Avevo pensato di arrivare da lui e tirargli un bel pugno in pancia per come mi aveva trattato.

Ma non ci riuscì. Invece gli misi le braccia intorno al collo e lo baciai.

Lui ricambiò subito con trasporto.

Continuammo così per minuti che parvero infiniti. Lui mi sfilò il cappotto e io mi sedetti sul letto, mentre lui si sedeva accanto a me senza smettere di baciarmi.

-pensi ancora sia un sogno?- domandai staccandomi dalle sue labbra. Lui sorrise.

-no. Mi sei mancata tanto- esclamò sincero prima di baciarmi di nuovo.

Il mio cuore fece i salti dalla gioia.

Era il mio Geremy, non c'era più niente di quel freddo che avevo notato i giorni prima che ci lasciassimo. Ero così felice che mi lasciai andare e mi resi conto che dovevamo smettere solo dopo che passarono altri infiniti momenti.

Mi staccai dalle sue mani e mi alzai dal letto per essere sicura di non scordarmi ancora perchè ero lì.

-Geremty voglio una spiegazione. Cosa ti stà succedendo?- domandai.

Lui si fece triste e guardò il pavimento.

-mi dispiace. Non pensavo ti stessi preoccupando seriamente del mio comportamento. Vedi, non è niente che riguardi te. Niente che riguardi noi, ma solo che riguarda la mia famiglia. I miei si stanno lasciando, mio padre ha scoperto che mia madre lo tradiva.

Sono solo sfiduciato. Pensavo che i miei si amassero e invece ora non fanno altro che litigare e odiarsi.

Mi sento solo un po' frustrato ma non volevo certo preoccuparti. Mi dispiace-

io lo baciai con trasporto, quasi salendogli sopra sul letto.

Anzi, gli salii sopra mentre lui rispondeva con trasporto al bacio stendendosi sul letto e stringendomi a lui.

Mi staccai dalle sue labbra e risi, sollevandomi con le braccia.

-non ti volevo aggredire. È che sono felice che tra noi vada tutto bene. E mi dispiace che ci siano questi problemi.

Ma io sono sempre con te. Sempre e comunque!-

gli dissi prima di baciarlo con forza.


**************************


-dici che ci metterà ancora molto?- chiesi sospirando.

Scorpius aveva steso il suo mantello a terra, sotto uno degli alberi nel giardino, e si era seduto con le spalle appoggiate al tronco. Io ero tra le sue gambe, con le mie spalle appoggiate al suo petto.

Sentivo il suo respiro a poca distanza del mio orecchio, aveva il mento appoggiato alla mia spalla, vicino al mio collo che però era coperto dalla sciarpa.

-non lo so. Però sono contento che Lily è voluta venire qui-

la cosa mi sorprese. Mi voltai verso di lui curiosa e lo guardai negli occhi limpidi.

-e perchè?- domandai.

Lui mi guardò incerto.

Mi accigliai. Intanto lui mi sorrise e mi accarezzò la guancia.

-perchè dovunque vai tu io ti seguirò- rispose.

Mi baciò e io risposi ma mi staccia appena divenne più passionale.

-va bene, adesso mi dici cosa è successo!- ordinai severa.

Lui alzò gli occhi al cielo.

-ti ho risposto, non basta?-

-non che non basta, visto che mi hai omesso molte cose.

E so di non sbagliarmi! Lo leggo nei tuoi occhi-

Lui sbuffò.

-quindi non mi credi? Non credi che ti seguirei ovunque?-

rimasi interdetta. Ero così sicura che l'avesse detto solo

per distrarmi che non pensavo potesse prendersela perchè avevo ignorato quella frase.

-io ti credo. Ma penso anche che l'hai detto perchè mi volevi distrarre- dissi sincera.

Lui mi guardò freddo.

-quindi direi una cosa del genere solo per distrarti? Mi stai dicendo che sono falso?- chiese freddo.

Io ne rimasi congelata. Perchè stavamo litigando?

-io...- ma non sapevo cosa dire. Fatto stà che mi allontanò non con eccessiva freddezza ma io mi alzai subito e lo guardai mentre sempre più freddo si alzava.

E in quel momento scese Lily dall'albero.

Era radiosa, felicissima e leggermente rossa in viso.

-scusatemi se vi ho fatto aspettare. Grazie mille, davvero!-

ci sorrise a tutti e due. Poi notò le nostre facce e rimase perplessa.

-cosa è successo?- domandò.

-niente. Torniamo prima che si accorgano che manchiamo!- disse Scorpius. Lily si aggrappò a me e Scorpius si materializzò prima di noi, senza aspettarci.

Lily mi guardò un attimo preoccupata ma io non sapevo che dire o fare. Così chiusi gli occhi e ci smaterializzammo.


***************************


Ero uno stupido. Perchè avevo dovuto fare il cretino?

Perchè non gli avevo semplicemente detto che prima avevo visto Lily in modo strano.

Quando Stone l'aveva guardata era come se Lily fosse sotto incantesimo. Come se non ragionasse più e mi ero preoccupato. Avevo temuto che lei provasse qualcosa per Stone o che lui le stesse facendo qualcosa.

Ma la sua decisione di partire mi aveva dato sollievo.

Mi ero sbagliato. E allora perchè non l'avevo detto a Rose?

Perchè avevo dovuto litigare con lei?

Nascosi il viso tra le mani e mi odiai con forza.

Avevo paura che mi chiedesse qualcosa di Stone.

E io non potevo parlarne. Non avrei saputo cosa dirgli e quindi mi ero allontanato da lei per non dover rispondere alle sue domande.

Ma era stata una cosa sbagliata. Io morivo se lei non mi stava vicino.

Adesso mi alzo e vado da lei, dobbiamo fare pace subito!

Mi dissi alzandomi. E me la trovai davanti.

Aveva aperto piano la porta e chissà da quanto mi stava osservando, in silenzio, appoggiata alla porta.

Provai a sorridergli e lei ricambiò.

Mi si avvicinò piano, gli feci spazio tra le mie gambe e l'avvicinai a me, stringendola a me e sentendo il suo profumo.

-perdonami. Sono uno stupido!- la implorai.

Lei mi accarezzò i capelli teneramente.

-scusami tu. Sono stata una stupida anch'io. Ti amo però, e non voglio mai più che ci allontaniamo, neanche per un minuto!- mi disse decisa. Io gli sorrisi felice.

-sono d'accordo con te! Ti amo!- e la baciai.

E finalmente festeggiammo l'arrivo del nuovo anno solo io e lei, nel nostro amore che nessuno avrebbe potuto distruggere!


***************************


Scusatemi se ho aggiornato solo ora, ma non sono riuscita a stare a casa ieri, sono uscita con i miei amici, onestamente ci voleva proprio e la giornata era bellissima. Ma prometto che cercherò di pubblicare più di frequente.

Anzi, ora dovrei studiare ma visto che ho più voglia di scrivere mi metto a scrivere e spero di finirlo oggi.

Mi raccomando, recensite!

Un grazie immenso a rosie_lu che ha recensito.

Non ti preoccupare per Skin, non ora comunque.

Forse dopo (l'autrice ride sadica)....

comunque, a parte gli scherzi in questo capitolo hai scoperto perchè Geremy ha fatto quello che ha fatto e che Lily ha frainteso la sua preoccupazione e il suo nervosismo. Spero che recensirai presto a questo nuovo cap, voglio sapere che ne pensi!

Naturalmente spero davvero che tutti voi che leggete recensite, adoro le recensioni (ma forse questo l'ho detto qualche volta.....) (solo trecento volte by lettori)

Buona lettura e grazie a chi ha letto lo scorso capitolo e a chi leggerà questo.

Al prossimo capitolo!

Baci!


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Capitolo 26
*** 26. cattivi... dubbi e incertezze... ***


Ventiseiesimo capitolo: cattivi... dubbi e incertezze...


Fu incredibile come dopo capodanno il tempo passò senza che me ne accorgessi.

Forse perchè passai dei momenti bellissimi.

E il tempo passa velocemente quando uno si diverte, dice il detto babbano.

Quindi ci ritrovammo a dover fare le valigie prima che me ne rendessi davvero conto.

Ero nella mia stanza a sistemare i bagagli quando entrò Rose.

Inutile dire che la sua entrata mi rese tutto meraviglioso.

-a che punto sei?- mi chiese. Io indicai il baule aperto e desolatamente vuoto.

-allora ti aiuto- disse lei iniziando a prendere vestiti che trovava in giro.

Io mi sedetti sul letto e appena passò lì vicino la presi abbracciandola e la stesi sul letto.

-come ti posso aiutare così?- mi chiese divertita.

-troverò un modo- gli sussurrai prima di baciargli il collo.

Iniziai a sbottonargli la camicia mentre percorrevo dolcemente ogni sua porzione di pelle.

Ma qualcuno bussò alla porta e mi alzai subito, mentre Rose si sistemò in pochi secondi. Non era il caso che entrassero i suoi genitori e ci trovassero in... be per essere sicuri era meglio che ci allontanassimo.

Aprì la porta e mi trovai davanti degli occhi di ghiaccio.

-possiamo parlare?- chiese.

Mi voltai un attimo verso Rose.

-torno subito!- gli dissi per poi seguirlo.


***************************


Volevo sapere cosa si dicevano.

Sapevo che non avrei dovuto farlo.

Non ero il tipo che spiava, non l'avevo mai fatto.

Ma avevo bisogno di sapere qualcosa di più su quell'uomo.

Volevo assicurarmi che non gli facesse del male.

E visto che Scorpius non mi diceva niente mi stava costringendo a spiare.

-Rose, ti posso parlare?- chiese Lily facendomi venire un colpo.

-io onestamente... ora non posso. Devo andare un attimo in biblioteca- dissi. Lei mi guardò curiosa.

-cosa stai facendo?-

-io... vedi voglio sentire cosa si dicono Scorpius e quell'uomo- dissi sincera. Lei mi guardò per un attimo e proprio quando mi aspettavo che dicesse qualcosa tipo

da te non me lo sarei mai aspettato” , annuì e si guardò intorno.

-entriamo dall'altra entrata- mi disse prendendomi per mano e trascinandomi verso una porta piccolina che non avevo mai scoperto dove portasse.

-queste sono l'entrate di servizio penso.

E sono piccole perchè le usa solo Oregon.

Ed in pratica è un tunnel che porta in tutte le stanze, più o meno- mi spiegò.

-le case dei maghi sono fatte in modo che ci la servitù possa entrare e uscire in modo veloce e senza farsi notare.

E smaterializzarsi non è sempre possibile.

Ma tu quando ci sei entrata?- chiesi curiosa. Anche se c'era poca luce e neanche una indicazione lei andava sicura e tranquilla.

-un po' di tempo fa... diciamo forse il secondo giorno che siamo arrivati. Non avevo niente da fare ed ero ancora in tormento per Geremy- mi spiegò.

E in poco tempo arrivammo nella biblioteca, dietro ad uno scaffale in ombra. Uscimmo piano senza farci notare e poi

ci appostammo vicino al tavolo dove Skin e Scorpius erano seduti.

Scorpius stava guardando dei fogli.

-vedi, ancora non mi è chiaro cosa devo fare io!- disse Scorpius.

-quello lo capirai dopo. Intanto tu non ti devi preoccupare.

Tieni questo e non perderlo. Quando sarà il momento verrò io da te- rispose lui freddo.

Scorpius sospirò.

-possibile che ogni volta che parliamo me ne vado con sempre più dubbi di prima. Non ti preoccupare, me lo hai già detto. Vorrei però sapere qualcosa di più- sbraitò Scorpius.

-comprendere non ti aiuterebbe, anzi, ti complicherebbe tutto. Sarà meglio per te non sapere, così che almeno potrai dire che non sapevi niente- e si alzò.

-vuoi dire che mi stai mettendo nei guai? Con gli auror?-

-no, intendevo con la tua coscienza. Così non ti tormenterà all'infinito- e uscì lasciando Scorpius seduto sulla sedia incredulo. Io esitai. Non volevo che si arrabbiasse, scoprendomi. E allo stesso tempo volevo scoprire cosa avesse dato a Scorpius.

Guardai Lily che guardava la porta senza davvero guardarla. Preoccupata gli misi la mano sulla spalla e lei si voltò verso di me.

-tu hai capito qualcosa?- mi chiese.

Io scossi il capo. Poi la tirai di nuovo dentro il lungo tunnel.

-Lily tu hai parlato con quell'uomo vero? Ti ha mai detto qualcosa, oppure ti ha mai fatto qualcosa.

Perchè ogni volta che c'è diventi come... sembri incantata da lui- tentai di spiegarmi.

Lily non rispose per un po'. Pensavo che non volesse rispondermi quando invece guardai i suoi occhi e lei parlò.

-secondo te esistono davvero persone cattive?-

rimasi interdetta per un po' ma poi risposi.

-io penso di si. Cioè ci sono certe persone che provano piacere a fare del male. O che hanno una visione distorta della realtà, così distorta che quello che fanno diventa bene e qualunque cosa contraria è il male-

lei annuì.

-quindi non esistono cattivi, solo persone confuse, a cui sono stati dati degli ideali e dei concetti sbagliati- concluse lei.

-be... …. penso tu abbia ragione ma dipende dai casi, comunque!- tentai di dire io.

Lei incrinò la testa sorridendomi.

-secondo me è lo stesso in tutti i casi. I “cattivi” non penseranno mai di fare cose cattive, secondo loro stanno facendo del bene, oppure fanno delle cose ma per il bene comune, o il bene assoluto, ci sono un milione di modi per chiamarlo, ma alla fine è sempre lo stesso-

-dove vuoi arrivare?- chiesi confusa.

-al fatto che secondo me bisogno trattare queste persone non con odio perchè loro conoscono solo quello. Si devono trattare con amore, in modo da mostrargli un'altra via.

Comunque adesso è meglio andarcene, io devo ancora sistemare il baule- disse lei incamminandosi per la via. Io la seguì ma non sapevo cosa dire. La sua logica era così schiacciante che mi aveva confuso tutto il mio punto di vista.

Parlai solo quando arrivammo nella sua stanza e mi sedetti sul suo letto. E parlai perchè notai una macchia scura sul suo collo, mentre si cambiava la maglietta.

-poi non mi hai raccontato com'è andata con Geremy.

Dal tuo sguardo avevo capito che era andato tutto bene, ma hai voglia di raccontarmi qualcosa?-

la vidi arrossire vistosamente.

-diciamo che è andata davvero bene.

È preoccupato per i suoi, stanno divorziando.

E mi ama. Quindi va tutto benissimo. Mentre tu e Scorpius avete fatto pace?- mi domandò. Io annuì.

-e domani saremo di nuovo a scuola. Sai che mi mancherà questo posto? A te cosa mancherà di più?- mi domandò.

-tante cose- dissi malinconica.

Una di quelle cose era il fatto che non solo non avevamo le stanze vicine io e Scorpius come qui, ma la sua stanza era in un altro dormitorio, nei sotterranei mentre io ero in una delle torri più alte.

Perfino dormire sarebbe stata dura senza di lui.

Eppure dovevamo tornare.


**************************


-ritornerai vero?- chiese mia madre tremando.

Io la strinsi in un forte abbraccio.

-certi che torno. Prima di quanto te ne possa accorgere.

Dopo le vacanze di natale il tempo vola. E quando torno non sarò libero dalla scuola!- la confortai.

-intanto qui si prenderanno cura di te come al solito.

Sono bravi, vero?- gli domandai e lei annuì.

-non mi lasciare- sussurrò lei mentre mi voltavo.

-io non ti lascerò. Ma tu promettimi che farai lo stesso, ok?- e con un bacio sulla sua fronte me ne andai.


Il treno partì veloce dalla stazione e incredibile quanto odiai gli addì. Gli unici addii che fino ad ora era stato difficile sopportare erano quelli con Rose.

E non solo il saluto di mia madre mi aveva stretto il cuore ma anche il saluto con i parenti di Rose.

Erano stati così gentile, così pronti ad accogliermi nella loro famiglia che non potevo fare altro che essere triste nel lasciarli.

Ma sedermi in solitudine con Rose naturalmente mi fece perdere tutta la tristezza. Lei stava studiando ma io non ne avevo voglia. E la osservai allungo, fino a quando la stanchezza non prevalse.


*****************************


Chiusi il libro di artimanzia posto accanto a me e guardai il volto di Scorpius, profondamente addormentato sulle mie gambe.

Era sdraiato sui sedili e ed era così sereno che mi sarebbe dispiaciuto svegliarlo. E poi stavo bene in quel momentaneo silenzio.

Ero stata preoccupata per così tante cose che adesso mi sentivo quasi come se stessi sognando.

Le mie attuali preoccupazioni, perchè sembravano così vitali che la mia mente correva sempre a cercarle subito, erano meno preoccupanti di quelle che mi attanagliavano prima. Quella più vicina era “come avrei fatto a non dormire stanotte tra le braccia di Scorpius, quando ormai mi sembrava così naturale dormire in quel modo?”.

Un'altra preoccupazione pressante era la fine della scuola... la fine di tutto quello che era certo.

Davanti a me non riuscivo a vedere che un grande punto interrogativo.

Un enorme, immenso, grandioso, colossale punto interrogativo.

Non mi ero mai ritrovata in questo modo. Avevo sempre avuto degli obiettivi. Avevo sempre saputo che volevo imparare, volevo andare a scuola, volevo studiare.

Avevo sempre saputo cosa volevo fare, non sempre per vie logiche ma anche guidata dal cuore, ma aveva affrontato sempre i bivi della mia vita convinta della mia scelta e senza preoccuparmi di guardarmi indietro chiedendomi se avevo imboccato la via sbagliata.

Non mi ero mai ritrovata senza sapere cosa fare.

E adesso invece non sapevo cosa fare. Oltre la scuola un baratro. E se mi fossi fatta bocciare? Ricordavo le risate che ci eravamo fatti all'inizio dell'anno con Scorpius, proprio sul treno, per il fatto che abbandonare Hogwarts sarebbe stato difficile. L'idea noi due, con i nostri voti alti, potessimo essere bocciati era sembrata proprio ridicola all'inizio, ma adesso mi ritrovai a rivalutare l'opportunità.

Forse un anno in più mi avrebbe aiutata a scegliere.

Sbuffai, che cose stupide che immaginavo... come se fosse davvero possibile che smettessi di studiare e mi facessi bocciare...


L'arrivo a Hogwarts fu tranquillo. La scuola ci accolse felice e immensa come sempre. Sedermi lontana da Scorpius fu bruttissimo e io mi preoccupai davvero.

Non potevamo andare avanti così. Insomma, non potevamo soffrire così tanto ogni volta che ci separavamo...

se fossi stata all'esterno di questa situazione, una semplice spettatrice avrei detto che fosse impossibile.

Non ci avrei creduto molto al fatto che si poteva soffrire solo con una distanza così minima. Eppure era così.

E la cosa mi sembrava da ricovero.

Scuotendo il capo mangiai, circondata dai miei cugini, abituati alla mia mancanza di chiacchiere.

Loro invece parlavano di tutto.

Lily era seduta accanto a me e a Geremy col quale non finiva più di parlare.

Gli descriveva casa di Scorpius, il lago, i fuochi d'artificio che aveva acceso. Notai che non gli aveva accennato neanche un po' di Skin e sorrisi. Di certo non voleva che Geremy si ingelosisse.

Dall'altro mio lato c'era Albus che chiacchierava con i suoi amici. Era sereno, tranquillo, anche distante da Amber, che era al suo tavolo. E allora perchè io dovevo essere così invece? Non lo trovavo giusto...


***************************

Stavo accompagnando Rose nella sua sala comune quando passammo lungo il corridoio del settimo piano.

E dalla porta della stanza delle necessità. E quella si aprì lasciando uscire una figura che si mise davanti a noi.




***************************


e la fine di questo capitolo, che non arrivava, è venuta con un lampo di genio.

Chi sarà la misteriosa figura? Non ci vuole molto per capirlo, è abbastanza scontato.


Un grazie speciale alla mia migliore amica a cui voglio tantissimo bene e che mi ha tenuto compagnia in questo momento di buio totale.

Una grazie immenso a chi stà leggendo questa fiction.

E un altro speciale alle mie recensitrici.


Jadina94 non ti scusare, l'importante è che sei riuscita a leggere il mio capitolo! Spero che questo ti piaccia, non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi!


Mia cara Vacanziera: Come posso non essere contenta che sei tornata? E come posso prendermela per le bellissime recensioni che mi hai lasciato. Me piange quando leggo le recensioni. Ancora mi sorprende che i miei deliri piacciano davvero a qualcuno. E io sono stra felice quando vedo che la mia storia piace.

Sulla scena di Lily... onestamente l'avevo pensata così, ma poi Lily si è ostinata a dirmi che Geremy non l'avrebbe mai fatto.... me ormai è sottomessa ai suoi personaggi....

e grazie mille per gli auguri. Non vedo l'ora di superare anch'io l'esame così da essere libera... più o meno.

Spero che questo cap ti piaccia! Baci!


Kate_21 la pazzia ormai è una cosa intrinseca in noi!

E sai benissimo che sono una che si dimentica subito le cose quindi certo che ti perdono per la piccola svista! Spero che questo cap ti piaccia, recensisci presto! Un bacio enorme!


E a tutti quelli che leggono, grazie mille, spero davvero che continuate!

Al prossimo capitolo, che se ci riesco pubblicherò entro mezzanotte, quindi mi raccomando, controllate!

Baci!

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Capitolo 27
*** 27. Ricordo ***


Ventisettesimo capitolo: ricordo...


Mi guardò serio e io rimasi interdetta. Era incredibile che fosse lì. Con che faccia tosta era tornato? E come si permetteva di intralciarci la strada?

-ciao Rose, vorrei parlarti!- mi disse gentile.

Sentì Scorpius rigido accanto a me stringermi a lui.

Io lo guardai. Ricordavo cosa gli avevo detto l'ultima volta che gli aveva parlato di quello che aveva fatto Augusto.

Ma non volevo davvero che finisse tutto con una rissa.

-se vuoi dirgli qualcosa lo puoi fare benissimo mentre ci sono io. Parla se proprio devi!- disse Scorpius freddo.

Lui lo guardò raffreddando il tono.

-ti volevo chiedere scusa Rose. Sono stato maleducato e ho mancato di rispetto sia a te che al tuo ragazzo.

Prometto che non ci proverò mai più. E questo è tutto.

Buon riposo!- e s'incamminò verso le scale.

Io mi voltai verso Scorpius che ancora mi stringeva forte a se. Era serio e freddo.

-Augusto!- lo richiamò. Mi lasciò andare e io lo guardai preoccupata.

Ma lui ormai guardava solo lui.

-giusto per chiarire una cosa. Avvicinati ancora a Rose e ti ammazzo. Lei è solo mia, chiaro?- esclamò minaccioso.

Il mio cuore battè forte. Sorrisi. Il mio principe senza macchia e senza paura.

Poi osservai Augusto. Guardava Scorpius freddamente, poi guardò me.

-tienitela stretta, non sarò di certo il primo e l'ultimo che proverà a portartela via- e se ne andò.

Presi la mano a Scorpius e lo guardai.

Era ancora arrabbiato e serio.

-non so ancora cosa mi trattenga dal seguirlo e tirargli un pugno!- disse Scorpius arrabbiato.

Io gli sorrise e lo baciai.

-sono contenta che ragioni prima di agire. Non c'è motivo di essere violenti. E sai una cosa?- domandai. Lui mi guardò sostituendo piano piano la rabbia con la curiosità.

-cosa?-

-mi è piaciuto tantissimo quando hai detto che io sono tua.

Ed è la pura e semplice verità, io sarò tua e solo tua per sempre!- e lo baciai. Rispose con una tale passione che mi ritrovai contro la porta della stanza delle necessità con le mie mani tra i suoi capelli. Non vedevo e sentivo altro che lui. Lui aprì la porta e mi tenne per la schiena, evitando che cadessi all'indietro e poi chiuse la porta con un calcio.

La luce si accese ma molto soffusa. Non notai altro però, presa troppo da lui. Fatto sta che lui mi fece distendere su un letto e mi lasciò respirare. Mi slacciai la cravatta e lui prese a sbottonarmi la camicia e mi baciò di nuovo.

La sua mano mi accarezzò la pancia e salì più sopra e io sospirai dal piacere. Era incredibile come fosse in grado di farmi dimenticare tutte le certezze. Ed a un certo punto fui sicura di una cosa. Non vedevo più solo il grande punto interrogativo. Avevo una certezza nella mia vita.

Mi diedi della stupida per non averci pensato prima.

Il mio amore per Scorpius non avrebbe mai avuto fine, e quindi sapevo una cosa certa nel mio futuro. Ci sarebbe stato lui!


******************


La scuola iniziò di nuovo. Da un certo punto di vista non facevo altro che sperare che finisse subito, ma volevo anche che non finisse. La vita sarebbe stata difficile dopo, più complicata. E specialmente la mia scelta per il futuro mi rendeva nervoso. Io sapevo cosa avrei fatto.

Purtroppo non sapevo se era una cosa conciliabile con la mia unica ragione di vita, Rose.

Ebbi molte volte la tentazione di parlargliene ma non ci riuscivo. Sia perchè lei ancora non aveva preso una decisione sul suo futuro e non volevo condizionarla, sia perchè avevo paura della sua possibile risposta.

E intanto lei si concentrava sugli esami che ancora sembravano lontani ma che lei vedeva vicinissimi.

-ho preparato questi programmi per tutti noi. Se li seguiamo non dovremmo avere problemi per gli esami!- disse lei un pomeriggio in biblioteca.

Eravamo noi due più Albus e Amber.

Albus guardò incerto il programma.

-mi ha lasciato tre sere alla settimana libere?! Mi sembra incredibile!- disse Albus sconcertato, poi si accigliò ancor prima che Rose potesse illuminarlo con la sua spiegazione.

-giusto, il quidditch. Però non pensi sia esagerato tutto questo studio? E il riposo?- gli domandò.

Lei lo guardò severa.

-prima il dovere e poi il piacere. Comunque se noti ci sono dei momenti in cui uno si può riposare.

Anzi, puoi contare che tre ore alla settimana tu dormi in classe con il prof Ruff, quindi è un riposo in più, vero?- disse scherzando.

Amber rise con lei. Lui sbuffò.

-ridete, ridete. Ma tanto solo tu e Scorpius state attenti durante la sua spiegazione. Dovrebbe andare in pensione,

magari presentandogli qualche fantasma donna potrebbe decidere di farsi una vacanza!- scherzò lui.

Tutti e quattro ridemmo, felici di quella distrazione.

Era difficile solo studiare. E avevamo molti compiti per quella serata.


Ci mettemmo più o meno tre ore per finire tutti i compiti e Albus corse subito in campo per gli allenamenti della sua squadra. Amber lo seguì.

E io guardai Rose che aveva preso altri libri dalla cartella.

-che vuoi fare?- domandai.

-abbiamo altri compiti da fare. E abbiamo ancora due ore prima della cena. Perchè sprecare tempo?- domandò.

-non li possiamo fare domani?- domandai tentando di smorzare un po' il suo entusiasmo.

Lei non alzò neanche lo sguardo dal libro che aveva già iniziato a leggere.

-mai rimandare a domani quello che si può fare oggi!- citò lei.

Io sbuffai. Non avevo voglia di stare rinchiuso in quelle quattro mura ancora per altre due ore.

Ma Rose ormai era irremovibile.

-Rose... che ne dici se andiamo nel parco? Io e te? magari possiamo finire i compiti sotto un bell'albero, in riva al lago. Non ce la faccio a stare qui due minuti di più- dissi sincero. Lei alzò lo sguardo dal libro accigliata.

-ma i compiti...- tentò lei. Io gli misi il dito sulla bocca per zittirla.

-prometto che li faremo domani, se non riusciamo a farli nel parco. Ma adesso ho bisogno di uscire di qui!- ribadì.

Lei rimise le cose nella borsa e io feci lo stesso.

Poi andammo insieme lungo la riva del lago.

La feci sedere tra le mie gambe, mentre io appoggiavo la schiena al tronco dell'albero.

E mi lasciai prendere dai ricordi.

-ti ricordi quando siamo venuti insieme qui la prima volta?- domandai.

Lei si accigliò.

-si. Era quando hai scoperto che anche i grifondoro possono essere velenosi!- disse lei sorridendo.

Già. Ricordavo ancora la rabbia che avevo dentro quel giorno.


Era una giornata tranquilla e io e Rose stavamo andando in biblioteca, cercando bisticciando un po'.

Dovevamo fare un compito e ci eravamo messi in pratica in competizione. Era una cosa che facevano spesso, ci piaceva punzecchiarci.

Quando arrivammo in biblioteca andammo subito a cercare il libro che ci serviva e da dietro uno scaffale sentimmo le voci di alcune compagne di Rose parlare di lei.

-si fa tutta la saputella. È odiosa. Non la sopporto più. Ed è la cocca della maestra, solo perchè suo padre è il grande Weasley- disse una di quelle oche acide.

-io la odio. Ogni volta che entra nella stanza devo mordermi la lingua per non insultarla. E se ne va in giro sempre con i suoi cugini- disse un'altra.

-se non ci fosse James probabilmente tutti la ridicolizzerebbero ogni minuto!- esclamò un altra.

Ricordavo ancora la furia che si impossessava di me. E ricordavo lo sguardo di Rose, i suoi occhi che iniziavano a riempirsi di lacrime.

-e meno male che siamo noi serpeverde velenosi e cattivi. Vedo che anche i grifondoro non scherzano.

Che ne pensi se io le tengo ferme e tu le colpisci?- dissi pronto ad aggredirle.

Lei aveva scosso il viso mentre tratteneva le lacrime.

-andiamocene!- mi disse prendendomi per mano. Non mi aveva mai toccato prima d'ora.

Ricordo ancora la scossa che sentì dentro.

-ma hai intenzione di non dirgli niente? Guarda che se non fai niente farò qualcosa io!-

-no, per favore. Scorpius andiamocene!- mi implorò.

Una lacrima era traboccata e la seguì sconfitto. Mi portò esattamente in quel punto e ci sedemmo sull'erba, uno accanto all'altro.

E appoggiò il viso sulla mia spalla.

-avresti dovuto lasciare che le mettessi al loro posto. Anzi, avresti dovuto farlo tu- la sgridai.

Lei sospirò.

-tutti hanno il diritto di pensare e di esprimere opinioni.

Non posso prendermela con loro per qualcosa che loro pensano. E a dir la verità me lo sono sempre aspettata. Infondo non sono ne di compagnia, ne d'altro- disse sconsolata.

-tu sei unica. E loro sono stupide. Non devi ascoltarle e neanche credergli. E delle persone come quelle è meglio perderle che farsele amiche!- cercai di consolarla.

Non mi era mai successa una situazione del genere ed ero così smarrito che non sapevo cosa dire o fare.

Ma lei mi aveva sorriso e mi aveva detto -grazie-


-tu avevi la camicia della divisa con i primi bottoni sbottonati e una piccola macchia di olio sul polsino- mi sorprese lei mentre appoggiata a me toccava il mio polso.

-come fai a ricordartelo?- domandai.

-perchè ricordo di averti abbracciato, e che ho sfiorato il tuo petto visto che la camicia era sbottonata. E ricordo di averti preso la mano e di aver notato la leggera macchia- mi spiegò.

Io l'abbracciai, stringendola ancora di più a me. Gli scostai i capelli e presi a baciarle il collo.

-ti amo mia pazza!- gli dissi. Lei rise. Poi inarcò il collo invitandomi ad approfondire.


E mentre il sole tramontava, io e lei diventavamo una cosa sola.


*********************


E ho finito anche questo cap. questo lo posto appunto perchè non credo che domani riuscirò a scrivere, quindi un bacio a tutti e spero davvero che posso pubblicare il prossimo cap martedì. Scusatemi se non vi saluto come al solito ma devo scappare a dormire, altrimenti mi uccidono i miei. È la terza volta che mi minacciano di staccare la luce.

Grazie mille a chi ha letto e chi ha recensito lo scorso capitolo!

E grazie a chi farà lo stesso con questo.

Vi voglio un mondo di bene a tutti!

Baci!


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Capitolo 28
*** 28. se il destino non esiste, come si fa a scegliere la propria strada? ***


Ventottesimo capitolo: Se il destino non esiste, come si fa a scegliere la propria strada?


Mi gettai sul letto, nascondendo il viso nel cuscino.

Appena chiudevo gli occhi non facevo altro che vedere schemi, appunti e pagine di libri. Mi misi il cuscino sulla testa per non sentire neanche i rumori delle mie compagne di stanza, con cui non parlavo da anni.

Mi sentivo male, ma non era un male fisico.

Era una stanchezza mentale, simile ma allo stesso differente da quelle che provavo quando usavo il mio potere. Così differente che sapevo che la magia non c'entrava affatto. Del resto i miei esercizi non mi stancavano più così tanto come prima, e li facevo ogni pomeriggio. Il professore Peanut era sempre più sbadato e simpatico. E per fortuna Augusto non si era più fatto vedere.

La mia stanchezza doveva essere dovuta al troppo studio.

Era da quando eravamo tornati che non facevo altro che studiare. Avevo anche organizzato i programmi di ripasso per Lily, che mi aveva guardata preoccupata.

-Rose mi stai preoccupando davvero! Perchè ti stai stressando così? Siamo solo a marzo!- aveva detto lei.

Io l'avevo guardata accigliata.

-se vuoi superare gli esami dovevi studiare anche da prima- l'avevo sgridata io prima di andarmene. Cercai di chiudere la mente, di non pensare più a niente.

Ma la mia testa non faceva altro che ripetermi l'ultima lezione di difesa contro le arti oscure.

Ancora non l'avevo riscritta. Mi alzai per prendere il mio blocco degli appunti. Lo sapevo che era assurdo. Ero salita proprio lì per cercare di riposarmi, cosa che a dire il vero non facevo mai su quel letto.

Era da quando eravamo tornati che di nascosto dormivo con Scorpius nella stanza delle necessità. Era pericoloso ma vitale per me averlo accanto.

Ma quel pomeriggio avevo voluto lasciarlo in pace. Stava impazzendo appresso a me. Non capiva perchè mi ostinavo a studiare tutto il giorno, continuamente, nel tentativo di non sprecare neanche un minuto del mio tempo.

Avrei tanto voluto essere come lui che non era così nervoso, secondo lui il lavoro che facevamo in classe era già abbastanza e potevamo evitare di ripassare così tanto fin da adesso.

Avrei tanto voluto avere anche solo un pizzico del suo buon senso. Oppure delle spensieratezza di Albus.

Lui non faceva altro che divertirsi, seguiva le lezioni e qualche volta rimaneva in dietro con i compiti ma alla fine era felice, senza troppe preoccupazioni. Ero sicura che nessuno dei due appena chiudesse gli occhi vedesse schemi di studio. Eppure il nervosismo non se ne andava.

Le vacanze di pasqua stavano arrivando e io non avevo idea di cosa fare. Avrei voluto tanto tornare a casa, abbandonare tutti i libri qua e godermi qualche giorno di tranquillità. E invece ero quasi del tutto convinta di restare a scuola per studiare.

Prendendo il quaderno e il libro scesi sotto in sala comune. Ma c'era troppo macello. Allora andai in biblioteca. Non vedevo in giro Scorpius, ma non mi preoccupai. Stargli lontana era una sofferenza, ma sapevo che aveva bisogno di stare tranquillo un po'. E con me ormai non ci riusciva, non ora che ero così stressante.

Incredibile quanto il fatto che lo sapessi non migliorava le cose. Non riuscivo a non pensare a studiare.

Seduta iniziai a scrivere tutto quello che ricordavo della lezione, quasi parola per parola, lasciandomi avvolgere dalla voce di zio Harry che risuonava nella mia testa.


*****************************************


Guardai il gufo volare via, portando la lettera per mia madre lontano. Lei sarebbe stata contenta di passare quei pochi giorni di vacanza con me. E io mi sarei rilassato. Avevo intenzione di costringere Rose ad abbandonare ogni libro per 6 giorni, ero sicuro che avrebbe fatto bene.

Non poteva continuare a tormentarsi in quel modo.

E poi iniziavo a non sopportare più la scuola, non se lei non faceva altro che parlarne.

Amavo troppo Rose per dirgli che non la sopportavo in quel periodo ma dovevo ammettere che lei l'aveva capito.

Infatti quel pomeriggio era andata nella sua stanza a studiare, lasciandomi solo con i miei pensieri.

Mi sentivo perso senza di lei e quindi avevo tentato di fare qualcosa che mi aiutasse a non pensare quanta distanza c'era tra lei e me. E avevo scritto quella lettera a mia madre.

Chiusi gli occhi pensando a come sarebbe stato bello passare le vacanze tranquille, come quelle di natale dove eravamo stati davvero bene!

E alla mattina dopo, dove speravo di poter distrarre Rose con una bella giornata a Hogsmeade.


********************************************

Ritrovarci dopo sole tre ore di lontananza fu bellissimo.

Era come se quelle poche ore fossero state in realtà giorni interi. E comunque, in un certo senso, la cosa ci era servita.

Io ormai avevo esaurito tutti i compiti possibili ed immaginabili da fare e quindi potevo non stressarlo.

Lui mi strinse a se e io affondai il viso nella sua camicia, chiudendo gli occhi e respirando il suo profumo.

-mi sei mancato!- gli dissi contro il tessuto.

Lui mi accarezzò i capelli baciandomeli.

-andiamo insieme da qualche parte?- mi domandò. Restare sola con lui? Non chiedevo di meglio!


***********************************************


Il pomeriggio seguente portare Rose lontana dalla biblioteca fu davvero difficile.

-io devo studiare!- sosteneva lei. Mi fece arrabbiare così tanto che la presi di peso lasciandole tutti i libri sul tavolo della biblioteca.

-Scorpius non fare il cretino. Lasciami!- gridò lei. Ma io la ignorai. La lasciai solo quando ci trovammo fuori dalla scuola.

-allora, ti ricordi che mi hai detto che non vuoi più litigare con me? Neanche io, ma se non vieni ora con me a Hogsmeade non potremmo evitare di litigare!- gli dissi arrabbiato. Lei mi guardò imbronciata.

-va bene, però quando torniamo devo finire i compiti che ci hanno dato oggi!- disse lei incrociando le braccia. Io gli sorrisi, mi piaceva quando era imbronciata! L'abbracciai arruffandole i capelli.

-basta che non fai altro che pensare a noi due per tutta la giornata! Niente compiti, niente scuola, nient'altro che noi due!- e lei mi sorrise suggellando il patto con un bacio.


Quel pomeriggio passammo una bella giornata. Mi ricordò i pomeriggi spensierati che passavamo prima di metterci insieme, e poi quello della nostra prima uscita. Trovammo posto proprio su quella stessa panchina. E ci fermammo lì per tutto il pomeriggio.

Gli accarezzai il viso e gli presi una ciocca di capelli che aveva sul viso. Glielo rimisi dietro l'orecchio, baciandogli la fronte.

-mi ricordo quel pomeriggio. Ero così nervoso. Non volevo rovinare la nostra amicizia, il nostro rapporto era così bello e mai avrei immaginato che sarebbe diventato così fantastico come adesso- la baciai con passione.

Quando lei si staccò mi guardò sorridendo.

-io..- ma si interruppe. Si accigliò. Seguì il suo sguardo e vidi Lily andare venire verso di noi. Aveva gli occhi rossi.

-Rose- gemette gettandosi tra le sue braccia, lei si era alzata per andargli incontro.

Lei si limitò ad abbracciarla e confortarla mentre lei piangeva sulla sua spalla. Mi guardai intorno arrabbiato.

Se fosse stato Geremy ad avergli fatto qualcosa gli avrei semplicemente spaccato la faccia appena l'avessi visto.

-noi torniamo a Hogwarts- mi disse Rose dopo un po'. Lily si staccò da lei asciugandosi le ultime lacrime e gli stavo per chiedere cosa era successo quando Rose mi fulminò con lo sguardo.

-vi accompagno!- dissi soltanto.

Facemmo in silenzio tutta la strada per la scuola e lasciai le due ragazze entrare nella loro sala comune.

Poi me ne andai verso la mia sala comune, sperando che tutto andasse bene.


***********************************************


Mi si sdraiò accanto e nascose il viso nel mio cuscino.

Gli accarezzai i capelli cercando di confortarla più che potevo, ma senza informazioni diventava una cosa difficile. E dopo due ore in cui lei rimase lì, immobile a disperarsi silenziosa non potei non domandare.

-cos'ha fatto?-

lei mi guardò sconsolata.

-lui niente... ti ricordi che ho detto che i suoi si stavano lasciando? Bene, sono riusciti a ottenere il divorzio. E lui è stato affidato al padre. E il padre lo porterà con se in Cina, quindi non tornerà più qui. Non finirà neanche questo anno scolastico. Suo padre è babbano e quindi gli farà frequentare una scuola babbana. Lui non ci sarà più, non lo vedrò più....- ricominciò a piangere stringendomi a se.


La lasciai disperare al lungo. Rimasi con lei tutta la sera e quando la convinsi ad andare a mangiare mi assicurai che mangiasse qualcosa. Poi la portai al letto e aspettai che si addormentasse. Per fortuna le sue compagne di stanza erano discrete e non troppo inopportune.

Poi scesi nella stanza delle necessità e trovai Scorpius dentro, nella nostra solita stanza che facevamo apparire, addormentato vestito sul letto coperto.

Mi sedetti accanto a lui e gli accarezzai i capelli arruffati.

Avrei dato tutto l'oro del mondo per potermi semplicemente addormentare accanto a lui, spensierata.

E invece i dubbi mi avvolsero di nuovo, così come facevano spesso, nei pochi momenti di pace che avevo in quel periodo tra lo studio.

E nella mia testa solo una domanda:

Se il destino non esiste, come si fa a scegliere la propria strada?



****************************************


Chiedo umilmente perdono. Mi inginocchio ai vostri piedi e vi scongiuro di perdonarmi per questo ritardo. La verità e che in questi giorni la mia pazzia mi ha stremato. Non mi veniva l'ispirazione giusta, ero depressa, avevo un sacco di impegni, tutte cose che mi hanno fatto impazzire.

Devo ammettere che questo capitolo non è neanche un granchè, diciamo che è un capitolo di transizione.

Giuro che adesso mi metto a scrivere il prossimo, che spero esca meglio. Un bacio a chiunque legga e a chi recensirà.

E un grazie immenso a vacanziera, jadina94 e kate_21 per le vostre recensioni! Me felice!

Un bacio enorme! Al prossimo capitolo (che lascerò presto, ve lo prometto!)

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Capitolo 29
*** 29. futuro ***


Ventinovesimo capitolo: futuro!


Nel dormitorio tutte dormivano. Mi avvicinai a lei. La guardai dormire. Aveva un sonno agitato, il viso ancora rigato dalle lacrime. Passai un dito freddo sulla sua guancia fino all'angolo del suo occhio raccogliendone una.

La guardai in silenzio. Era una piccola goccia che brillava con la poca luce della luna. La vedevo anche al buio e senza problemi. Poi tornai a guardarla. E non vidi solo lei ma anche la sua anima. La sua bellissima anima che si librava davanti a me.


***********************************************


Quella mattina fui io il primo a svegliarmi. Dovevo davvero essere stanco perchè non mi ero svegliato neanche quando era arrivata Rose. Lei era accoccolata sul mio petto e io le baciai i capelli, stringendola a me!

La osservai attentamente e il mio sorriso svanì.

Era tesa, sciupata, aveva delle brutte occhiaie sotto gli occhi e l'aria preoccupata. Neanche quella notte era riuscita a dormire bene.

E io ero davvero stanco di vederla in quelle condizioni.


Si svegliò dopo un po' ma il suo viso era ancora stanco, come se non avesse dormito affatto. Gli accarezzai il viso non riuscendo a sorridergli. Lei sbattè gli occhi e mi guardò preoccupata. Dovevo avere una faccia troppo seria. Cercai di tranquillizzare il mio turbamento.

-buongiorno!- cercai di sorriderle.

-che cosa c'è?- mi chiese.

Io non sapevo cosa rispondere. Avevo bisogno di un'idea. Di qualsiasi cosa che potesse aiutarla.

E mentre guardavo il suo viso preoccupato la lampadina si illuminò.

E adesso sapevo cosa fare.

Mi alzai di scatto dal letto e gli sorrisi.

-aspettami qua. Anzi, vai a vestirti. Io devo fare una cosa-

e uscì veloce dalla stanza.

Sapevo anche da chi andare. Speravo solo fosse già sveglio.

Bussai alla porta. Non ci mise molto ad aprirmi ma io ero così irrequieto che mi parve un'eternità.

-Scorpius? Come mai sveglio a quest'ora?- mi domandò.

-dobbiamo fare una cosa per Rose. Dobbiamo aiutarla!- gli dissi convinti.


************************************************


Feci come mi aveva detto Scorpius. Andai nella mia stanza e mi feci una doccia veloce, sperando che mi potesse aiutare a sentirmi meglio. Poi mi vestì velocemente. Chissà cosa aveva in mente Scorpius. Non sapevo neanche dove avrei potuto aspettarlo. Uscì dalla mia sala e mi guardai intorno smarrita. Forse era il caso di aspettare là.

E infatti Scorpius comparve poco dopo, seguito da mio zio.

Mi prese per mano contento.

-oggi facciamo una gita!- mi disse sorridendo.

Lo guardai stupita.

-cosa? Dove andiamo?- chiesi.

-andiamo a vedere tutti i nostri possibili lavori futuri!- rispose lui.


E così partimmo. Guidati da mio zio andammo a visitare prima di tutto il ministero della magia. Visitammo ogni piano, ogni reparto e fui libera di fare tutte le domande che avevo in testa. Incontrai anche mio padre e insieme a lui e a zio Harry tutte le porte mi furono aperte. Guardai di tutto. Ma non era finito lì. Scorpius mi portò anche al San Mungo. E lì, insieme a mia zia Ginny, girammo tutto.

Passammo tutta una giornata intera in giro, a documentarci. E anche se i miei dubbi non erano del tutto dissipati, ora stavo meglio.

Visto che dal giorno dopo saremo stati in vacanza tornammo a Hogwarts solo per prendere il baule, e poi partimmo per andare a casa. Quella sera mangiammo tutti insieme dai miei.

Fu piacevole e ci divertimmo tanto.

Finita la cena portai Scorpius a vedere la mia stanza.

Lui rimase sconcertato, e si guardò intorno.

La mia stanza era molto particolare. Prima era molto più equilibrata ma appena ero riuscita a impormi avevo modificato la stanza. Avevo tolto tutti i mobili lasciando solo il letto e una scrivania che stavano in mezzo alla stanza, e ai muri c'erano solo librerie. Avevo iniziato con una libreria per poi riempire tutti i muri di libri. Era tutto pieno, compresa la scrivania. Lui boccheggiò un attimo e poi mi guardò.

-e i vestiti dove li tieni?- mi chiese.

-il letto si può alzare è c'è un'asse mobili. Là ci sono i miei pochi vestiti- spiegai io. Poi mi sedetti sul letto e lui si accomodò accanto a me.

Chiusi gli occhi e pensai. Mentre mia madre preparava da mangiare avevamo parlato un attimo. E lei mi aveva dato un consiglio che ero libera di prendere oppure no. Ma non sapevo davvero cosa fare.

-allora, questa gita di oggi ti ha chiarito le idee?- mi domandò. Io sorrisi.

-si. Grazie mille adesso penso di aver deciso cosa voglio fare. Sei stato fantastico!- lo baciai ma mi staccai subito perchè gli volevo domandare una cosa.

-adesso mi dirai cosa hai deciso di fare tu?- domandai.

Lui mi guardò diventando serio.

-sarò un ricercatore per il ministero della magia. Voglio lavorare nel campo della scoperta magica, voglio andare in giro per il mondo a spezzare incantesimi e a scoprirne di nuovi- spiegò animato lui. Io mi guardai le mani.

-e tu cos'hai deciso di fare?- mi domandò. Suonava preoccupato.

-io voglio lavorare al ministero della magia, sezione misteri. Mi hanno affascinato le ricerche e gli esperimenti che svolgono. Anche se....- incrociai il suo sguardo. E trovai nei suoi occhi la mia stessa espressione. Lui avrebbe viaggiato per il mondo per lavoro e io sarei rimasta a qui a lavorare. Saremo stati divisi.

Lui mi accarezzò il viso.

-una scelta dobbiamo farla. E senza influenzarci tra di noi. Viaggiare in tutto il mondo è il mio sogno da sempre-

mi disse lui. Io non abbandonai i suoi occhi.

-io potrei...- ma lui mi interruppe.

-non dobbiamo influenzarci!- ripetè lui.

Io mi scostai da lui e mi alzai in piedi.

-come possiamo non influenzarci? Io voglio stare con te Scorpius. E se tu te ne andrai in giro per il mondo io ti seguirò- esclamai seria. Lui si accigliò. Si alzò in piedi anche lui.

-anch'io voglio stare per sempre con te. Ma scegliere una cosa solo perchè l'ha scelto l'altro è sbagliato. E poi dovremmo studiare prima. E faremo la stessa università- cercò di convincermi. Io scossi il capo.

-il fatto non cambia. Alla fine ci ritroveremo a doverci separare e io non ne ho affatto voglia. Anche a me piacerà viaggiare. Specialmente perchè sarò con te. Quindi non c'è nessun problema!- esclamai io. Lo vidi arrabbiato ma non capivo il perchè.

-facciamo che ne parliamo dopo? Tanto abbiamo avanti almeno tre anni di studi!- dissi cercando di evitare la lite.

Lui si guardò intorno cercando di stemperare la rabbia.

-va bene. Ne riparliamo dopo.. adesso penso che dobbiamo scendere, altrimenti spunterò tua padre con un fucile!- cercò di scherzare lui. Ma si vedeva che avrebbe voluto dire ancora qualcos'altro. Ma neanche lui aveva voglia di litigare.

Mi preoccupai. Mi chiedevo se l'evitare di litigare a questo punto non rischiava di crearci troppi problemi. Litigare per me era sempre sembrato inutile. L'importante era amarsi. Ma se fosse stato necessario. Del resto i miei litigavano molto eppure si amavano. Era meglio il loro rapporto? Sarebbe stato meglio litigare qualche volta? Almeno quando ce ne era bisogno?


-Scorpius vuoi dormire qui?- chiese mia madre quando si fece l'ora per andarsene.

-io... grazie per l'offerta Hermione ma devo tornare a casa da mia madre. Sarà contenta di vedermi tornare e di tornare anche lei a casa!- rispose sorridendo. Io mi alzai. Mia madre mi guardò seria.

-lo sai che domani mattina abbiamo organizzato una bella giornata solo noi donne? Quindi è meglio che resti qua, non pensi? Usciamo presto!- mi anticipò lei.

Allora io mi limitai ad accompagnarlo alla porta.

-vieni a trovarci quando vuoi- lo salutò mia madre.

-già, sei il benvenuto!- lo imitò mio padre.

-alla prossima Scorpius!- lo salutò mio fratello. Io li guardai tutti e tre. Mia madre fu la prima a capire e si trascinò tutti e due in salotto.

-si potevano anche salutare con noi davanti!- sentì sbraitare mio padre e sentì mia madre che ribatteva

-sei, certo!-

Sorrisi cercando di sdrammatizzare. Lo guardai triste.

-quindi ci vediamo domani! Spero di tornare presto! Tu che farai?- gli chiesi. Lui si strinse nelle spalle.

-starò con mia madre. Tua zia mi ha detto che si sta davvero riprendendo bene. Magari farò la spesa o qualcosa del genere. Non so ancora. Comunque divertiti domani, mi raccomando. Mi mancherai!- e mi baciò. Risposi con forza e quando si staccò gli strinsi di nuovo le braccia intorno al collo e lo baciai con trasporto.

-anche tu. Buonanotte!- e lo lasciai andare, anche se era difficile. Mi confortò la possibilità di materializzarmi da lui in qualsiasi momento.

Lo guardai sparire con una stretta al cuore. Poi rientrai a casa e trovai mio padre che parlava con mio fratello della giornata seguente.

-vedrai che ci divertiremo un mondo. Ho pronte le canne da pesca e le esche e tutto quanto- stava illustrando.

E mi venne un'idea.

-perchè non portate con voi Scorpius? Domani non sa cosa fare! E magari sua madre può venire con noi!- proposi. Mio padre parve spiazzato. Hermione sorrise.

-certo che va bene! È un'ottima idea- e io mi sentì felice, in parte. E l'idea di Scorpius e di mio padre insieme su una barca mi divertiva. Andai a letto sorridendo. Ma non dopo di aver mandato una lettera al mio Scorpius.


**************************************


Devo dire che ciò messo più del previsto per finire questo capitolo, ma sono più contenta di come è venuto. Specialmente perchè mi piacerà molto scrivere il prossimo capitolo: la giornata solo donne e la giornata solo uomini!

Un grazie di cuore a jadina94 che ha recensito lo scorso capitolo. Spero che questo capitolo ti piaccia!

Grazie mille a chi ha letto e un bacio enorme alla mia migliore amica!

Al prossimo capitolo, che spero davvero di scrivere presto perchè voglio vedere cosa combinano! Un bacio a tutti!


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Capitolo 30
*** 30. pesca e shopping ***


Trentesimo capitolo: pesca e shopping! (parte 1)


Guardai i miei vestiti smarrito. Non avevo la minima idea di cosa si doveva mettere uno per andare a pesca.

Non c'ero mai andato. E il mio armadio oltre a non contenere molte cose non avevo sicuro qualcosa di adatto.

Mi accigliai mentre cercavo di decidere cosa fosse meglio.

Ma non c'era niente che mi convincesse.

Di certo non potevo mettere quei pantaloni neri e lucidi.

E neanche la camicia di seta bianca. Incredibile quanti vestiti avessi in quel modo che non mettevo mai e quanti pochi ne avessi normali, meno eleganti.

Alla fine mi misi un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche blu. Ero vestito normalmente, e speravo davvero che vedendomi arrivare il padre di Rose non mi rispedisse a casa perchè non avevo l'abbigliamento adatto.

Immaginai la scena e non potei non ridere. Anche se forse era anche un'opzione possibile.


********************


Scendendo sotto trovai già mia zia, Lily e la signora Malfoy di sotto, insieme a mia madre.

-buongiorno a tutti!- le salutai.

gli uomini” erano partiti alle cinque circa da casa e adesso dovevano essere già sulla barca. Non potei sorridere all'idea di Scorpius a pesca. Chissà cosa avrebbe combinato.

Poi guardai Lily e il sorriso scomparve. Stava ancora male, si vedeva. Forse era anche per questo che Ginny aveva organizzato quella giornata di shopping tra donne. Sperava di tirarla su, a Lily in genere piacevano queste cose. Io le trovavo noiose ma di certo non mi sarei lamentata. Almeno non tornavo a studiare.

-cosa prevede il programma della giornata?- domandai sedendomi accanto a loro sul divano.

-un giro in centro e poi abbiamo un appuntamento alla beauty farm. Maschere viso, taglio e piega e manicure. E poi altro giro per negozi. Naturalmente tra una cosa e l'altra ci fermiamo dove vogliamo e mangiamo!- illustrò Ginny. Guardammo Lily. Eravamo abituate a una sua esclamazione di gioia a un simile programma.

Invece rimase a fissarsi le mani, triste.

Mia zia mi guardò. Io mi strinsi tra le spalle.

Non sapevo come aiutarla. Era una situazione davvero difficile e tutti i miei tentativi erano falliti.

Non voleva parlare, non voleva essere consolata e non voleva neanche essere distratta. Avevo capito che aveva deciso solo di soffrire in silenzio. Speravo che entro qualche giorno la situazione sarebbe cambiata.

Ma era difficile fare pronostici precisi.

Dopo qualche chiacchiera ci alzammo ed entrammo tutti nella macchina di mia madre. E partimmo.


**************************


-Albus gira ora!- disse Harry. Albus eseguì ma troppo veloce. Fummo tutti sbattuti verso sinistra mentre Harry aiutava veloce Albus a rimettere il volante dritto e proseguivamo per la strada. Per fortuna che era deserta. Del resto alle cinque di mattina sfidavo chiunque a svegliarsi. Persino Ron, che aveva organizzato tutto, dormiva fino alla curva e si era svegliato sbraitando sulle prove di guida di Albus.

-dopo mi fate provare anche a me a guidare?- chiese Hugo guardando il padre.

Ron lo guardò sbadigliando.

-certo, tra tre anni!- disse. Hugo lo guardò imbronciato.

-tu hai mai provato a guidare Scorpius?- chiese Albus voltandosi verso di me. Harry gli tirò uno schiaffo alla nuca.

-guarda la strada- lo rimproverò.

-agli ordini papà!- rispose lui tornando a guardare avanti.

-in realtà è la prima volta che salgo su una macchina!- spiegai io un po' esitante. Mi sembrava un messo di trasporto proprio strano anche se sapevo che per i babbani era quasi vitale per spostarsi.

-vuoi provare a guidarla dopo un po' tu?- domandò Ron.

Lo guardai esitante.

-nel posto dove stiamo andando c'è un grande spazio aperto dove non c'è quasi mai gente. Albus ci ha fatto molta pratica lì e non rischierai di fare danni!- mi rassicurò Harry.

-allora posso guidare anch'io!- esclamò Hugo.

-ti ho detto che ci proverai. Tra tre anni!- sbraitò Ron.

Sorrisi mentre Hugo ribatteva al padre.

Io guidare quella scatola di metallo? Speravo davvero di non finire nel lago insieme a quel catorcio.


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-Ho voglia di cioccolata!- esclamò mia madre fermandosi davanti a una pasticceria.

-ma abbiamo appena fatto colazione!- disse Ginny stupita.

Dopo una ricca colazione a casa eravamo partiti con la macchina per andare in centro. E avevamo fatto neanche qualche metro che mia madre si era fermata.

-solo una cioccolata calda. Oppure una barretta alle nocciole. No, anzi voglio del gelato al cioccolato. Adesso sono decisa. Avanti, un bel gelato, non vi va proprio?- insistette lei tirandoci dentro.

Guardai mia madre preoccupata mentre si faceva fare una coppa gigantesca con cioccolato e panna.

Lo finì subito e proseguimmo tranquille e chiacchierando.

Presi sottobraccio Lily guardandola preoccupata.

-Lily...- la richiamai. Lei mi guardò cercando di sorridere.

-cosa vorresti fare?- gli domandai quando fui sicura che mi ascoltasse.

-Voglio andare in Cina- sussurrò guardandosi le scarpe.

Io mi accigliai ma la strinsi a me con un braccio.

Non volevo che soffrisse in quel modo. Ma era inevitabile.

-guarda quel vestito. Rose non ti starebbe benissimo?- mi chiamò mia madre. Io guardai insieme a Lily la vetrina che indicava. Guardai incredula mia madre.

-rosa?- domandai incredula.


***********************


Mi rendevo conto che quella giornata l'avevano fatta per me. Speravano che mi tirasse su, visto che erano tutte cose che mi piacevano un sacco fare.

Ma non avevo proprio voglia di divertirmi. Mi sembrava sbagliato, mi sembrava impossibile. Avevo solo voglia di piangere. Mi guardai allo specchio.

Ero nel bagno della pizzeria dove ci eravamo fermati a pranzare. Le altre mi avevano lasciata andare da sola ma con molta difficoltà. Specialmente Rose voleva aiutarmi.

In genere le sue parole e la sua presenza mi aiutava molto ma questa volta non riuscivo a non essere triste.

Chiusi l'acqua e mi voltai per asciugarmi le mani nel fazzoletto. E mi trovai davanti lui. Mi accigliai.

-come sei entrato? Questo è il bagno delle donne..- lo sgridai. Lui mi accarezzò il profilo della guancia.

-ho cambiato sponda, sai mi è bastato attraversare solo un fiume!- rispose freddo.

Mi accigliai guardando la sua aria fredda. E scoppiai a ridere. Era la prima volta che lo sentivo fare una battuta di qualsiasi tipo. Risi così tanto che mi stava facendo male lo stomaco.

-certo che come comico non vai affatto bene. Potevi inventarti una battuta migliore- dissi tra le risate.

Lui continuò a guardarmi serio.

-sono riuscito a farti sorridere!- disse lui ripetendo una frase che avevo detto io quel capodanno. Gli sorrisi ricomponendomi.

-grazie Stone!- lo ringraziai. Lui mi guardò serio.

-la prossima volta che ti vedo in giro ti voglio vedere sorridere, chiaro?- e se ne andò senza lasciarmi il tempo di rispondere o di salutarlo. Gli corsi dietro aprendo la porta che si era appena chiusa dietro le sue spalle ma lui non c'era più. Si doveva essere smaterializzato.


***************************


-come la possiamo aiutare? Mi sembra impossibile che tutte queste cose che gli piacciono non siano riuscite a distrarla neanche per un minuto....- disse Ginny sconsolata.

Guardai mia madre che quel giorno mi sembrava più strana del solito. E poi vidi un'altra cosa strana, ma che mi rese felice. Vidi arrivare Lily, e aveva un bel sorriso sulle labbra. Non era il suo solito sorriso, ma era molto meglio di quel broncio che aveva da giorni. Per la contentezza mi alzai in piedi e corsi ad abbracciarla. Lei ricambiò al volo, sorridendo finalmente tranquilla.

-andiamo a fare shopping!- disse felice e tutte si alzarono in piedi di scatto felici, quasi buttando giù il tavolo, che tremò e fece cadere tutti i bicchieri e il mangiare che c'era poggiato. Tutto finì sul pavimento e ce ne andammo quasi cacciate via dai proprietari che ci gridavano addosso.


************************


Avevo sempre pensato che la pesca fosse qualcosa di rilassante e anche di noioso. Pensavo che per lo più sarei dovuto stare attento a non addormentarmi e non cadere nell'acqua. Ma non pensavo di certo che avrei passato una giornata del genere.

Arrivati sulle rive del lago noleggiammo la barca che ci serviva. Salire fu un impresa, ma non tanto quella di partire. Tutti avevano i gambali, degli stivali lunghi fino alle cosce che ti permettevano di non bagnarti per salire e scendere dalla barca. Tutti tranne me. Me ne avevano prestato un paio che però era di Ron, quindi io ci sguazzavo dentro. E entrando non so come riuscì a infilarmi l'acqua dentro questi stivali.

Quando mi muovevo ora facevo un rumore come di sturalavandini.

Un'altra cosa a cui non avevo pensato era come lanciare l'esca. Io che non avevo mai preso in mano una canna da pesca mi ritrovai smarrito. Ma c'era Ron accanto a me. Cosa che invece di confortarmi alla fine mi depresse di più.

-imita il mio movimento. È tutta una questione di polso- spiegò lui. E iniziò a muovere questa canna. Guardai la canna ondeggiare, il filo formare una spirale e scontrarsi con la canna ferma ma dietro Ron di Harry.

Ma non se ne rese conto, fino a quando, con un movimento deciso di polso con gettò via l'amo in mare, portandosi via anche la canna da pesca afferrata. Anzi, abboccata.....

Un punto per i pesci che ancora non erano neanche entrati in campo.

Dopo vari minuti di confusione dove recuperammo la canna, siamo dovuti rimanere in silenzio per far tornare la calma, altrimenti i pesci non sarebbero tornati (sempre se c'erano prima).

Poi tirammo uno per uno l'amo.

Io, ricordando il movimento che aveva fatto Ron, provai a lanciarla ma l'unico risultato fu quello di incastrare l'amo nel legno della barca. Trattenendo le risate e cercando di non spaventare di nuovo i pesci ci preparammo per aspettare che qualcuno abboccasse.

Ecco un altro momento in cui pensavo ci sarebbe stata calma. Ma mi sbagliavo di grosso.

Questo giorno doveva essere venerdì tredici, oppure il giorno della nostra sfortuna. Non so come definirlo.

Pensato che stia esagerando?

Eravamo tranquilli aspettando che abboccasse. Una barca passò vicino a noi correndo, Hugo si appoggiò al bordo della barca sbadigliando, io feci lo stesso tenendo solo con una mano la canna e appoggiandomi a quel bordo quando qualcosa sembrò abboccare al mio amo. La lenza si tese e io però non fui così pronto a resistere. Non mollai la presa ma il pesce tirò così forte che mi spinse ancora di più verso il bordo dove ero appoggiato. Persi l'equilibrio e non solo caddi io nell'acqua ma mi portai anche Hugo e con le rispettive canne. Ma non finì qui. Perchè non mollai la canna. E quello che pensavo essere un pesce mi trascinò ancora verso il centro del lago. Gridando mi lasciai trascinare mentre gli altri mi seguivano con la barca e anche a nuoto.

E alla fine scoprimmo che la mia lenza di era impigliata all'elica della barca che era passata prima vicino a noi.

Tutti bagnati, avendo spaventato tutti i pesci del lago, andammo a riva ad mangiare qualcosa e ad asciugarci.

Starnutendo mi chiesi chi me l'avesse fatto fare a non restare a casa.

E la giornata non era ancora finita!


***************


E invece questo capitolo finisce qua, altrimenti diventa gigantesco. Cosa posso dire? Domani ho la simulazione della terza prova e non so niente! Me molto brava, vero?

Comunque invece di studiare avete visto come sono stata brava a scrivere? (i lettori mi guardano molto scettici quasi ridendomi in faccia...)

comunque.... buona lettura, grazie a chi ha letto lo scorso capitolo!

E mia cara vacanziera, mi hai risollevato il morale. Me tanto triste perchè non avevo ancora ricevuto una recensione! Ora io felice. Per Rose non ti preoccupare, rinsavirà. Anche se per certo non so come andranno a finire le cose, Rose è un personaggio che decide sempre tutto da sola.... (autrice piange perchè ormai mi sfuggono dalle mani). Lily e Geremy.... onestamente mi aspettavo anch'io una cosa del genere.... e devi renderti conto che io l'ho scritta.... (autrice sconvolta da quello che ha scritto. Non è quello che pensavo di scrivere davvero...). Per quanto riguarda Ron, anche a me piace troppo quando è geloso. In questo capitolo c'è l'inizio della giornata, dove hai visto che macello ha combinato Scorpius. (non è vero, è stata la sfortuna! By Scorpius arrabbiato!). Chissà cosa succederà nel prossimo cap...

Comunque spero che questo capitolo ti piaccia e piaccia molto anche a quelli che leggeranno. Un grazie di cuore a tutti! Baci!

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Capitolo 31
*** 31. Fine di una bella giornata! ***


Trentunesimo capitolo: fine di una bella giornata!


-Questo vestito è perfetto. Scorpius non riuscirà a credere ai suoi occhi!- disse Lily guardandomi.

Io mi guardai allo specchio. Non mi piacevano molto gli specchi. Mi ricordavano molte difficoltà passate. Diciamo che ogni volta che ne vedevo uno avevo voglia di romperlo.

Comunque guardai il vestito che indossavo.

L'aveva scelto Lily per farmelo indossare. Ed ero così felice che si fosse ripresa che non ero riuscita a dirgli che non avevo per niente voglia di indossare altri vestiti.

Anche se quello non era poi così brutto. Anzi, mi imbarazzava un po' indossarlo. Quella ragazza davanti a me che mi guardava non sembravo io.

Uscì dal camerino e vidi Ginny che mi guardava felice.

-ti stà proprio bene Rose. Sei un incanto! E tu Lily, non hai trovato niente che ti piace?- domandò.

Lei si guardò intorno.

-per ora no. Ma troverò qualcosa che mi piace!- disse convinta.

E iniziò a girare per il negozio. Io mi guardai un'altra volta allo specchio. E pensai a Scorpius.

Chissà come se la stava cavando....


****************


Ed eccomi qui, di nuovo sul lago con la canna in mano. La parte noiosa è arrivata. Anche se non so se è meglio o peggio...

Dopo aver mangiato i panini siamo risaliti sulla barca sperando in un colpo di fortuna.

Ma dopo dieci minuti sento già che mi stò addormentando. E anche quelli accanto a me stanno facendo lo stesso.

Ma a svegliarci, dopo mezz'ora, pensò un pesce.

Un colpo deciso alla lenza di Ron e tutti saltammo subito.

-papà mi raccomando non fartelo sfuggire!- diceva Hugo.

-Ron tira piano!- suggeriva Harry.

-il primo pesce della giornata!- esclamava Albus.

Io non sapevo che dire. Niente di spontaneo uscì fuori in mio aiuto, tranne quando Ron tirò dentro la barca il primo pesce della giornata! Allora scoppiai a ridere seguito da tutti.

-è il pesce più piccolo che abbia mai visto!- ridevo tra le lacrime.

-sembra una formica!- rise Ron.

E infatti aveva le dimensioni poco più grandi di una formica. Ron non smettendo di ridere tolse l'amo dalla minuscola bocca del pesce e lo rimise in acqua.

Lo guardai incerto. Lui si strinse tra le spalle ma non disse nient'altro. Lanciò semplicemente l'amo. E tornammo tutti a osservare la lenza che affondava tra i flutti.


-ma da dove ci è venuta questa idea?- chiese Hugo sbuffando dopo un'ora di calma piatta.

Ron lo guardò accigliato

-guarda che pescare è uno sport bellissimo. Diciamo solo che oggi non siamo fortunati. E poi comunque la nostra giornata ha potuto dare libero gioco ad un'altra, vero?- disse guardando Harry.

Lui divenne serio e annuì.

-spero davvero che Lily si riprenda. Non so più che fare con lei. Vorrei aiutarla ma sembra che non serva a nulla. Spero che questa giornata solo donne gli faccia bene!- poi accigliandosi guardò Ron

-immagino che sai quanta voglia avrei di andare in Cina e dire due cosette a una persona!-

Ron annuì.

-ti capisco. Chi fa soffrire le nostre figlie non ha il diritto di andare in giro vivo. Se vuole però sotto forma di polvere. Tu che ne pensi Scorpius?- mi chiese guardandomi.

Io deglutì annuendo. Il tono di Ron era divertito ma sarei stato davvero stupido se non avessi capito l'antifona.

Ma mi sorprese un altro strappo alla canna. La tenni forte con entrambe le mani mentre guardavo in cerca d'aiuto gli altri. Ron mi si affiancò subito.

-allora innanzitutto calmo. Iniziai molto piano a riavvolgere la lenza. Molto piano, tenendo bene la canna, mi raccomando!- spiegò. Io tentai di fare come mi diceva. E alla fine, dopo un tempo che mi sembrò interminabile pescai un pesciolino.

Era piccolino ma non troppo, quanto un palmo di mano.

-bravissimo. È una carpa!- si congratulò Ron dandomi una pacca sulla spalla. Io guardai quel pesce incredulo. Avevo pescato il mio primo pesce. Per me sembrava incredibile!

Da quel momento parve che la fortuna fosse girata dalla nostra parte. I pesci abboccavano uno dopo l'altro. Tutti felici chiacchieravano finalmente soddisfatti.

-vedete, basta avere pazienza e i risultati poi si vedono!- esclamò Ron quando ormai stava calando la sera. Stavamo andando verso la riva quando però iniziammo a imbarcare acqua.

-non ci credo!- esclamai io.

Provammo di tutto, tranne la magia, l'unica cosa che ci avrebbe davvero aiutato. Ma eravamo circondati da babbani, non potevamo usarla.

Tentammo di tappare il buco ma l'unica cosa che riuscimmo a fare era ammassarci e bagnarci sempre di più.

-proviamo a mettere questo!- disse Ron sporgendosi per mettere un'altra pezza nel buco.

-no- gridammo tutti. Ma fu troppo tardi. Eravamo tutti sporti verso una parte della barca. E naturalmente ci ribaltammo. Secondo bagno! E due a zero per i pesci, tutti ormai liberi di scappare!

Arrivammo nuotando a riva mentre i nostri cari vicini di barca ridevano. Noi avevamo le facce da assassini evidentemente, perchè smisero subito appena ci guardarono. Arrivammo al parcheggio senza dire neanche una parola. Poi, Albus iniziò per primo a ridere. Io lo imitai subito e anche gli altri. Ridevamo come idioti ma tutta la rabbia per la giornata sprecata e per la perdita del pesce se ne andò.

Visto che il parcheggio era abbastanza vuoto riuscimmo ad asciugarci con la magia a che se io ormai non facevo altro che starnutire. E poi Ron aprì la portiera dalla parte del guidatore e mi fece segno di salire.

-avanti, una guida ti spetta!- mi disse.

Io lo guardai incerto.

-non sono affatto sicuro che sia una buona idea. E se la rompo?- chiesi.

-io la prima volta ho distrutto tutta la parte d'avanti andando contro un albero. Ma come vedi la magia è pur sempre magia!- mi rassicurò Albus sedendosi dietro. E quindi mi sedetti sul sedile, con Ron accanto. Ormai sembrava essere diventato il mio maestro. La cosa mi divertì ma mi preoccupò anche. Anche se non sapevo esattamente il perchè.

-allora quei pedali sono da sinistra verso destra: la frizione, l'acceleratore e il freno!- iniziò Ron.

Albus rise mentre Harry lo correggeva.

-prima il freno e poi l'acceleratore!-

-giusto. Quello in mezzo è il freno. Quindi tu usi il piede sinistro solo per la frizione mentre quello destro lo alterni per il freno e l'acceleratore.

Poi questo è il cambio- e mi spiegò altre mille cose. Io cercai di capire tutto.

Poi cercai di accenderla.

E ci riuscì, solo che si spense subito dopo.

-non ti preoccupare, è normale all'inizio. Anzi, io ho qualche problema anche ora!- mi consolò Ron.

Riprovai e alla terza volta riuscì ad accenderla. Misi la prima con una certa difficoltà e cercai di premere poco l'acceleratore. Ma evidentemente non ci riuscì perchè parti veloce e tutti gridarono -frena- prima che potessi farci caso. Il freno era in mezzo, avevano detto quindi lo premetti con forza lasciando tutti gli altri pedali. E la macchina si fermò di botto prima di andare salire sul marciapiede ma si spense. Rimanemmo in silenzio per un attimo che mi sembrò eterno, mentre il cuore mi batteva forte per lo spavento. Avevo quasi timore a guardare gli altri. Ma poi loro scoppiarono a ridere e io mi sentì sollevato.

-adesso riprovaci, ma devi partire con la retromarcia. Devi accendere la macchina e poi ingranare la retromarcia. Ti aiutiamo noi, non ti preoccupare!- disse Harry. Allora accesi la macchina e ingranai la retromarcia. Poi guardai indietro come avevo visto che aveva fatto Albus per uscire dal parcheggio a casa. Premetti piano l'acceleratore e questa volta partì più piano, ma talmente piano che quando staccai la frizione si spense di nuovo. Sbuffando la riaccesi. Iniziavo ad arrabbiarmi.


***************


Tornammo a casa stanche ma felici. La giornata aveva avuto i risultati sperati. Lily era felice. Certo non si era ripresa ancora del tutto, ma finalmente aveva deciso di non farsi più del male tormentandosi. E in un certo senso sentivo che non era stata esattamente la giornata solo donne a farle tornare il sorriso. E qualcosa mi inquietava.

Però lei era felice, e quello era l'importante.

Tornammo a casa e mia madre guardò l'orologio.

-chissà quando arriveranno. Ron ha detto che avremmo mangiato il pesce che hanno pescato ma non so se fidarmi completamente. Dite che è meglio preparare qualcosa?- domandò. Io sorrisi.

-diamogli una possibilità. Al limite ordiniamo una pizza- proposi e le altre furono d'accordo. Presi le mie buste e salì nella mia camera seguita da Lily.

Avevo comprato più vestiti oggi che in tutta una vita. Ma non ne avevo scelto io neanche uno. Ma non mi lamentavo. La scelta di cosa mettere non era mai pensata. Mettevo le prime cose che venivano senza preoccuparmene, in genere. E comprare i vestiti per me era sempre stato difficile. Non mi ci vedevo mai. E invece avevo un sacco di vestiti in più.

Riposi le buste accanto al letto e mi sedetti alla scrivania, mentre Lily si sedeva sul mio letto. Era davvero bella. Lei era sempre bella, secondo me molto ma molto più bella di me. Adesso aveva i capelli che erano in genere lisci a boccoli ed era truccata davvero bene. Si era comprata un vestito nuovo che adesso indossava. Era un celeste bellissimo, con le maniche lunghe e larghe, una non esagerata scollatura e gli arrivava fino alle ginocchia. Gli stava davvero molto bene.

Io non volevo guardarmi allo specchio. Contrariamente al mio solito mi avevano truccato. La parrucchiera aveva insistito così tanto che mi avrebbe legata e truccata anche se avessi continuato a dire di no. E cercavo di mettermi in testa che non dovevo toccarmi il viso, cosa che invece ero abituata a fare sempre. Il trucco però non era fatto per me, ne ero convinta. Immaginavo Scorpius arrivare e scoppiare a ridere.

Guardai Lily che era tornata seria. Stava guardando una rosa che avevo in un bicchiere sul mio comodino. Me l'aveva portata stamattina Scorpius. Non ci voleva di certo un genio per capire a cosa pensava. Mmi alzai e mi sedetti accanto a lei. Lei mi abbracciò.

-passerà vero? Si, passerà e tutto andrà per il meglio. E devo sorridere. Gliel'ho promesso, più o meno!- disse contro le mia spalla. Io la guardai curiosa ma non sapevo se chiedere. Gli aveva promesso a Geremy di sorridere?

Comunque un rombo inquietante ci richiamò verso sotto. Scendemmo e ci affacciammo dalla finestra. La macchina di mio zio Harry era semi distrutta. Mi sorpresi che li avesse portati fino a qua. Loro scesero mentre la macchina faceva ancora fumo. Io uscì per raggiungerli seguita dagli altri.

-che avete combinato?- chiesi. Vidi Scorpius arrossire violentemente.

-ecco io..- ma si interruppe guardandomi. Rimase come imbambolato e io lo guardai preoccupata.

-avete avuto un incidente?- domandai.

-sei bellissima piccola mia!- esclamò mio padre abbracciandomi con un braccio. Ricambiai l'abbraccio ma storsi il naso.

-sai di pesce!- esclamai. La mia attenzione tornò su Scorpius che mi fissava ancora imbambolato.

-cos'è successo?- sentì chiedere a mia madre. Anche le altre erano uscite di casa. Io allora lasciai mio padre a spiegare e andai vicino a Scorpius.

-tutto bene?- gli chiesi. Lui mi guardò sorridendo.

-sei meravigliosa- mi disse accarezzandomi la guancia.

Gli avrei voluto chiedere allora com'ero gli altri giorni se ora ero meravigliosa ma lui mi precedette, prendendomi il viso tra le mani e sorridendomi troppo dolcemente.

-ma sei sempre meravigliosa, con o senza il trucco- e mi baciò. E come al solito dimenticai che c'erano i miei accanto a noi. Era così facile dimenticare tutto quando baciavo Scorpius. Mi aggrappai alle sue spalle forti stringendomi a lui mentre approfondivo il bacio.

-sei bagnato- dissi passandogli una mano tra i capelli. Erano leggermente bagnati alla nuca.

-con tutti i bagni che ho fatto nel lago mi sorprenderei del contrario- rivelò lui sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-com'è andata la giornata?- chiesi.

-bene. Ci siamo proprio divertiti. Anche se … - starnutì mettendosi la mano davanti e proseguì -mi sono preso il raffreddore-.

Io sorrisi contenta. Entrando sentì mia madre ridere.

-allora avevo ragione a voler ordinare la pizza- stava dicendo. Mio padre sbraitava.

-ti dico che avevamo preso una sacco di pesci. Un paio anche enormi- diceva.

-certo Ron, ne sono convinta. Come vuoi la pizza?- disse lei con un po' troppa ironia.

Sorrisi mentre mio padre ribatteva. Arrivava uno dei loro soliti litigi.


***********


-ti ho già detto che questo vestito ti stà benissimo?- gli chiesi. Lei mi baciò con passione mettendosi sopra di me.

Eravamo stesi sul mio letto nella mia casa a Londra.

Si era smaterializzata da poco più di cinque minuti e io mi stavo già perdendo in lei.

-dovevi sentire mio padre parlare delle giornata. Si è divertito un sacco ed era felice che tu fossi andato con loro. E sono ancora più felice io che vi siete divertiti così tanto. Ora fai parte della famiglia al cento per cento!- mi disse lei staccandosi per un momento dalle mie labbra.

Io gli accarezzai il fianco guardandola negli occhi.

-lo sarò davvero al cento per cento quando ci sposeremo. Ma hai ragione. Ormai è come se foste la mia famiglia. E non posso immaginare come potrei essere più fortunato!- e la baciai stringendola a me.

Quella notte non pensai ad altro che a lei e a me. E feci un sogno davvero particolare, dove io e Rose eravamo insieme a una marea di bimbi, tutti con i capelli rossi e biondi.


**********


E con questo piccolo finale il capitolo è finito. Col prossimo torneremo a scuola e mi sa che ci sarà un grande salto. Arriveremo agli esami!

Come al solito ringrazio chi ha letto la mia fic. Grazie mille!

E poi a chi ha recensito!


Cara Jadina94 grazie per la tua recensione. Come ti ho già detto non ti preoccupare, non posso fare altro che capirti visto che anche la mia connessione mi stà facendo i dispetti da giorni. Oggi non voleva proprio che pubblicassi questo capitolo! Grazie mille per i complimenti.

Di Stone non posso dirti ancora niente, specialmente perchè non so mai cosa combinano in genere i miei personaggi fino a quando non scrivo, quindi figurati se so cosa farà lui, il più enigmatico tra tutti. Comunque si vedrà! Spero che riuscirai a leggere questo cap! Baci!


Cara Kate_21 grazie anche a te! Spero che questo cap ti piaccia e cercherò di scrivere presto anche il prossimo capitolo! Baci!


Cara vacanziera, grazie per i complimenti. Sono contenta che il capitolo sia risultato divertente, io mi sono divertita molto a scriverlo, immaginando la faccia di Scorpius in ogni momento. (infatti mi vuole uccidere! Aiuto! By autrice). Stone non so cosa combinerà ancora, solo con il tempo si saprà. Spero che anche questo capitolo ti piacerà.

Per la prova simulata: si, grazie al cielo era l'ultima! Non era così terribile tranne l'inglese che non solo non avevo più tempo ma che tanto non sarei mai riuscita a farle. L'inglese è il mio grande tallone d'Achille. Comunque grazie mille per la domanda. Non vedo l'ora di finire gli esami così posso pensare solo a scrivere. Anche se naturalmente è relativo perchè inizierò, se riesco a entrare, 'università. Comunque basta con simili discorsi. Grazie mille ancora, baci!


Grazie mille a chi leggerà e recensirà questo capitolo!

Al prossimo! Baci!

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Capitolo 32
*** 32. notte prima degli esami (prima parte) ***


Trentaduesimo capitolo: notte prima degli esami! (prima parte)


Quella mattina quando aprì gli occhi avevo paura. Dovevo ammetterlo almeno con me stesso. Era arrivato il momento. Domani sarebbe stato il primo giorno degli esami. E io non avevo studiato abbastanza. Ero più sicuro su questo fatto che su qualsiasi altra cosa.

Mi alzai mentre i miei compagni di stanza dormivano ancora. Non riuscivo più a dormire.

Non facevo che pensare all'esame imminente.

Mentre mi mettevo la prima cosa che mi capitava a tiro non potei pensare a Rose. Lei sarebbe uscita con il massimo dei voti agli esami. Aveva studiato come una pazza e adesso avrebbe preso quello che meritava davvero.

Io quanto avrei preso invece?

Ripensai a quando James era uscito da Hogwarts. Aveva preso tutti i suoi M.A.G.O. Con il massimo dei voti, anche se lui non studiava quasi mai. Non sapevo come facesse, era snervante per me che fosse così bravo senza impegnarsi molto. Io invece dovevo uscire pazzo per fare tutto, e i miei voti non erano bassi ma neanche al livello di quelli di Rose. Scesi sotto innervosito soltanto.

Non era da me preoccuparmi. Era da tanto che cercavo di non pensare al macigno che avevo addosso.

Un macigno gigantesco con sopra scritto a lettere cubitali “aspettative”.

Avere un padre famoso non era stato quasi mai una passeggiata. Si, ne ero da sempre orgoglioso, ma non riuscivo a sopportare le centinaia di persone che mi guardavano dicendo quanto assomigliavo a lui, quanto anch'io sarei stato bravo. E il fatto che suo fratello, anche se combinava un sacco di guai, fosse lo stesso bravissimo a scuola mi aveva aggravato di più il peso.

Già prendere il suo posto nella squadra di quidditch era stata un'impresa. Aveva avuto paura di non essere alla sua altezza in ogni partita. Ma dovevo ammettere che c'ero riuscito più che bene. E questo mi rincuorò, anche se per poco. Ma perchè non avevo studiato di più con Rose?

Cercai di sedermi sulla poltrona migliore ma la trovai occupata. Lily dormiva, con il libro di artimanzia aperto sulle gambe. La guardai sorridendo. La mia sorellina.

La vedevo ancora sorridermi come quando aveva sei anni, con la differenza che allora aveva perso i denti davanti e si vedevano le finestrelle.

Anche lei era preoccupata per gli esami. Eppure Rose aveva aiutato molto anche lei e Hugo. Hugo.

Mi guardai intorno e infatti lo vidi, sdraiato sul divano con anche lui il libro aperto di artimanzia.

Incredibile quanto non essere l'unico preoccupato e teso mi aiutasse a superare il terrore che avevo dentro. Guardai l'orologio. Mancavano più di due ore prima della colazione. E io non avevo sonno. Presi dalla tasca dei jeans la mia mappa e guardai e mi misi a cercarla.

E mi sorpresi a vedere il suo puntino che girava per i corridoi del settimo piano. Sorrisi correndo verso il ritratto.

Ed eccola lì, la mia stella. Gli sorrisi e lei mi guardò sorpresa e felice.

-certo che siamo proprio simbiotici!- dissi abbracciandola per la vita. Lei mi sorrise e mi baciò teneramente le labbra.

-Al sei preoccupato anche tu?- mi domandò.

-io? Scherzi? Io non sono preoccupato! Sono terrorizzato!- ironizzai. Lei mi sorrise abbracciandomi.

-sempre il solito... andiamo a ripassare?- mi domandò.

Io annuì prima di baciarla ancora. Poi andammo insieme in biblioteca. Studiare era la cosa migliore, in teoria.


************

Quel giorno non avevo intenzione di studiare minimamente. Mi posizionai accanto al ritratto della signora Grassa aspettando di vederla uscire.

Era fastidioso ogni mattina dover tornare ai nostri rispettivi dormitori fingendo di aver dormito nei nostri letti. Più che altro perchè dovevamo svegliarci presto per essere già in dormitorio quando gli altri erano svegli.

Dopo un poco la vidi uscire con una marea di libri in spalla. Guardai la sua cartella accigliato. Lei mi sorrise felice.

-buongiorno Scorpius- mi disse prima di baciarmi. Io l'attirai a me stringendola per la vita e accarezzandogli la schiena. Gli sfilai veloce la cartella a tracolla dalla spalla notando che era decisamente troppo pesante.

-hai tutti i libri del mondo in questa cartella?- gli domandai. Lei si strinse a me nascondendo il viso nell'incavo del mio collo.

-magari-

-vedrai che tra un paio di anni avrai davvero tutti i libri del mondo. Dovremmo solo comprare una casa abbastanza grandi da contenerli- la consolai. La vidi illuminarsi di felicità e mi chiesi se esisteva qualcosa di più bello nel mondo di lei così felice.

-quali sono i tuoi programmi per oggi?- gli chiesi.

Mano nella mano andammo verso la scalinata principale.

-studiare naturalmente. Con Albus mi sono messa d'accordo di ripassare tutto sommariamente questa mattina. L'ho visto nervoso, quindi se vuole possiamo studiare anche il pomeriggio. E poi volevo controllare anche come sono messi Hugo e Lily. Stamattina li ho trovati addormentati nella sala comune con i libri in mano- mi illustrò i suoi programmi.

Io gli arruffai i capelli e lei sbuffò.

-sei unica. Come fai a non essere nervosa? Come puoi pensare così tanto agli altri e non preoccuparti minimamente a te?- domandai.

Lei si risistemò il ciuffo che gli aveva gettato sul viso e sugli occhi. Poi mi guardò accigliata.

-guarda che io ho incluso te in tutto. Noi insieme studieremo tutto il giorno con Albus e Amber e poi con Hugo e Lily. Ripetendo tutto saremo anche più sicuri noi- mi disse. Io la guardai esasperato.

-io ho altri programmi comunque, per noi! Ma per stasera. Quindi non prendere impegni- la guardai serio.

Lei mi guardò stupita.

-è la notte prima degli esami! Cosa hai in mente?-

-lo vedrai stasera- risposi sorridendo e scendendo le scale.

Lei mi seguì correndo per starmi dietro.

-che cos'hai in mente?- chiese curiosa.

Mi piaceva quando era curiosa. E lo sarebbe stata per tutta la giornata, perchè io non avrei parlato se non fino a sera.


*************


Chiusi il libro con una strana sensazione dentro. Molto simile alla stanchezza ma non soltanto quella. Guardai Rose che guardava la mano che Scorpius gli stringeva. Guardai Amber accanto a me che controllava un'ultima volta i suoi appunti.

-dite che possiamo dire davvero di aver finito?- domandai.

Rose mi sorrise.

-si. Anche se ciò non vuol dire che non dobbiamo ripassare ancora!- disse lei. Scorpius sbuffò.

-non ci chiederanno di recitare tutti i libri a memoria. Eppure li sappiamo ormai a memoria. Non mi dire che dobbiamo fare di più perchè allora stasera ti porto al manicomio!- gli disse. Lei lo guardò curiosa.

-dove mi porti se no al manicomio?- chiese. Lui scosse il capo. Poi mi guardò.

-voi non studiate fino a sera, vero?- mi chiese.

Io guardia Amber e intuì che fra poco sarebbe crollata. E neanche io resistevo un minuto di più ancora in biblioteca.

-certo che no. Vieni Amber, mi è appena venuta un'idea. A domani, se non ci vediamo! Mi raccomando domani non presentatevi con le occhiaie- e trascinai felice Amber fuori dalla biblioteca.

-dove andiamo?- chiese lei felice.

-a prendere la mia scopa. Voglio portarti in una posto speciale- e corsi verso la mia sala comune.


**************


-dai, dimmi dove andiamo...- gli chiesi a Scorpius sedendomi sulle sue gambe e guardandolo come in genere non resisteva. Ma questa volta mi prese il viso tra le mani e mi baciò con trasporto. Mi staccai quasi subito accigliata e lui mi accarezzò la piccola ruga che mi compariva quando mi accigliavo sulla fronte.

-non stressarti. Spero solo ti piacerà questa sorpresa. Ma quando arrivano Lily e Hugo?- mi chiese. Io mi guardai intorno.

-li hai chiamati. Stanno entrando proprio ora!- e mi alzai dalle sue gambe. Loro arrivarono con un'aria un po' esasperata. Scorpius si alzò però andando verso Lily.

-scusami, gli devo chiedere una cosa!- mi disse. Si allontanarono e io rimasi a osservarli non capendo cosa si stessero dicendo.

-sei curiosa e? Chissà cosa stanno tramando!- mi prese in giro Hugo. Spostai il mio sguardo accigliato su di lui.

-sai sempre come farmi stare più serena, fratellino!- ironizzai. Scorpius e Lily tornarono quasi subito e Scorpius mi diede un bacio sui capelli.

-io devo andare a fare una cosa. Ci vediamo tra qualche ora? Il tempo che finite di ripassare, ok?- e se ne andò senza che potessi dire qualcosa. Guardai Lily che si strinse tra le spalle e aprì un libro.

-iniziamo con trasfigurazione?- propose. Io annuì' e iniziammo.


****************


-in che hanno fu violato lo Statuto di Segretezza?- mi chiese Rose. Io chiusi gli occhi cercando di ricordarmelo. Avevo una vaga idea di aver copiato pagine e pagine su quell'evento storico. Ricordavo che c'entrava con i vampiri. E l'anno era.....

-1749- esclamai mentre ricordavo quella data scritta nell'ordinata calligrafia di Rose. Lei annuì.

-bene, non ho idea di quali altre domande vi potrebbero dare. Vi ho fatto tutte quelle che mi sono venute in testa!- si sedette lei appoggiando il viso alle mani incrociate sul tavolo. Hugo accanto a me chiuse il libro trionfante.

-benissimo. Così posso andare a giocare a quidditch con i miei amici- disse alzandosi in piedi e iniziando a raccogliere le sue cose.

Rose lo guardò accigliata.

-mi raccomando, vai a letto presto perchè domani devi essere calmo e riposato!- gli consigliò. Lui gli sorrise.

-si sorellina! Grazie mille! A dopo a tutti!- e se ne andò salutandoci. Io lo guardai sconsolata. Rose si alzò dalla sua sedia di fronte a me e mi si mise accanto.

-Lily cosa c'è?- mi chiese.

-non sei curiosa di sapere dove ti porterà Scorpius?- gli chiesi cercando di distrarla. Lei si accigliò.

-no. Ma in questo momento non mi interessa- e mi fissò con occhi seri. Io sfuggì al suo sguardo. Non riuscivo a realizzare il vero motivo di tanto sconforto. Forse era nostalgia. Nostalgia di lui, e i ricordi che avevo con lui nella biblioteca non erano certo di aiuto. Ma non era solo questo. Io non ero mai così. Avevo avuto molti ragazzi che avevo lasciato io stessa quando avevo capito che non provavo niente di serio. Forse era anche questo?

Amavo Geremy per questo era così difficile separarmi da lui? Eppure era da mesi che non lo sentivo. Non avevo voluto neanche rispondere alle lettere che lui mi aveva mandato, per via babbana. Ero passata dallo sconforto alla rabbia prima per il padre che l'aveva mandato via e ora per lui. Per lui che non si era opposto alla sua scelta. Si era lascito convincere a lasciare tutto il suo mondo per seguire il padre. E la rabbia aveva fatto si che le sue lettere finissero nel camino.

E Rose mi guardava ancora. E io non sapevo cosa dirgli.

Mi guardai intorno e lei come al solito capì la mia inquietudine.

-lo sai che se ne vuoi parlare sono qui, vero?- mi disse.

Io annuì abbracciandola. Chiusi gli occhi e mi persi in quell'abbraccio. Incredibile quanto possano essere confortanti gli abbracci.

Poi entrò dalla porta Scorpius con un sorriso a 32 denti.

-ora Rose devi venire con me!- ordinò lui. Lei lo guardò accigliata ma divertita.

-è per caso un ordine? Io non sono ai tuoi ordini, Scorpius-disse fingendosi seria. Lui sorrise furbescamente.

-se la metti così allora ti porterò di forza!- e la prese di slancio per la vita, issandola sulla spalla. Io risi guardandomi intorno. Per loro fortuna madama Pince era impegnata e non li notò.

-devo posare i miei libri. Fammi scendere e poi andiamo!- lo supplicò Rose.

-te li porto io i libri sopra! voi andate pure e divertitevi!- gli promisi io. Scorpius mi sorrise felice.

-grazie mille Lily. Sei un angelo. E adesso andiamo!- e si incamminò veloce verso l'uscita della biblioteca.

Li guardai ridere e scherzare... e il mio sconforto crebbe...

quanto mi sarebbe piaciuto avere la prospettiva di passare la serata con la persona che amavo.




**************

Ed eccomi tornata dopo un po'! Questo capitolo non doveva essere così. Avevo intenzione di scrivere direttamente la serata ma poi mi è venuta diciamo un'introduzione molto ma molto lunga rispetto a come immaginavo. Quindi ho dovuto tagliare il capitolo!

Grazie mille a chi ha letto il cap, spero che questo vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate.

Ps:lo so che Scorpius che prendeva di forza Rose sulle spalle l'ho già scritto, scusatemi davvero per la ripetizione! Chiedo perdono ma in quel momento non mi è venuto niente di meglio! E ancora non riesco a pensare ad un'altra idea. Lascio così e forse lo cambio in seguito)

Mi lasciate una piccola recensione? Mi farebbe tanto felice....

Al prossimo capitolo! Baci!



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Capitolo 33
*** 33. notte prima degli esami (seconda parte) ***


Trentatreesimo capitolo: notte prima degli esami (seconda parte)


-mi stai portando nella foresta proibita?- mi chiese con ansia. Io annuì. Virai la scopa e volai un po' più basso, proprio sulle cime dei grandi alberi. Sentivo Amber che si stringeva forte a me. A lei non gli piaceva la foresta proibita. Lo sapevo da anni, da quando mi aveva raccontato di quell'orribile pomeriggio che aveva passato da piccola, in mezzo a un bosco come quello. Ora però avevo deciso che avrebbe dovuto cambiare idea. Perchè dentro quel posto che a lei faceva tanta paura non c'era altro che un posto meraviglioso.


*************


Mi fidavo di lui. Ma ciò non mi fermò dal tremare dalla paura. Albus era stato sempre grandioso, mi aveva da sempre aiutata ed era riuscito, passo per volta ad aiutarmi a superare tutte le mie paure.

Ricordavo ancora la paura che avevo prima quando una persona provava a sfiorarmi. Ci erano voluti mesi per convincermi che Albus non mi avrebbe fatto del male e che gli potevo prendere la mano. E mi ero sorpresa di quanto potesse essere bello un contatto così semplice.

Ripensandoci ricordavo perfettamente la sua pazienza. Mi c'era voluto quasi un anno e mezzo per riuscire ad accettare un suo abbraccio e dall'ora non avrei voluto lasciarlo mai più. Avrei voluto stare tra le sue braccia per sempre perchè mi sentivo sempre protetta. Perchè stò pensando a questo? Per non pensare a momenti terribili.

Per non far riaffiorare il ricordo di quella giornata nel bosco. Per potermi concentrare solo a nascondere il viso nella camicia di Albus e sentire il suo profumo.

Così chiusi gli occhi e mi fidai di lui.

Quando atterrammo aprì gli occhi e prima di tutto vidi il viso sorridente di Albus. Lui mi prese il viso tra le mani guardandomi negli occhi.

-so cosa stai provando. Ma tu fidati di me. Il discorso sulla paura te l'ho fatto molto tempo fa, vero? Quindi ora stai tranquilla e guardati intorno. Dimmi se non è un posto meraviglioso!- e mi lasciò andare il viso. E io obbedì. Davanti a me si aprì uno spettacolo da fiaba.


***********


Guardai il sole e sorrisi. Avremmo avuto ancora due o tre ora al massimo di sole, ma a me andava benissimo.

Rose mi seguiva ancora curiosa. Io tirai fuori dalla cartella un foulard.

-ti devo bendare!- spiegai. Lei si accigliò.

-e perchè mai?- mi chiese. Io sbuffai iniziando a legargli la benda sugli occhi.

-troppe domande. Perchè, dove andiamo... basta, oppure ti tappo anche la bocca oltre che gli occhi!- la minacciai divertito. Lei sorrise. Poi io l'abbracciai da dietro, stringendomi al lei. Rimasi un po' così, sentendo il suo profumo.

-abbiamo intenzione di stare tutta la vita qui?- mi domandò dopo un po'. Io risi. Poi mi smaterializzai insieme a lei.


********


La prima cosa che sentì fu un odore che non sentivo da tanto. L'odore del mare. Un venticello appena percettibile portava al naso quell'odore buonissimo. E la mia pelle avvertiva anche il calore del sole. I miei piedi sprofondavano anche un po' in quella che ci avrei messo la mano sul fuoco era sabbia. Scorpius si allontanò un po' giusto in modo da trovarsi di fronte a me per prendermi le mani.

-adesso ti tolgo la benda. Solo un attimo. Tu stai ferma qua!- e mi lasciò le mani. I suoi passi erano quasi del tutto impercettibili visto che eravamo sulla sabbia. E io mi chiesi cosa stesse facendo. Poi pensai al sole. Non mi sarei bruciata a quell'ora, vero? Non mi sarebbe piaciuto per niente trovarmi agli esami rossa come i miei capelli.

E poi lui mi si avvicinò di nuovo. Lo sentì mentre mi liberava gli occhi. E io li aprì sbattendoli un paio di volte per abituarmi alla luce del sole.

Eravamo una spiaggia deserta. Accanto a noi c'era una piccola catapecchia che sembrava reggersi per miracolo. Mi ricordò la casetta dove viveva Scorpius prime della morte del padre. Guardai il mare. Era bellissimo, rispecchiava il cielo limpido e senza una nuvola che c'era quel giorno. Poi mi rivoltai verso Scorpius che aveva una cosa in mano. Una cosa che riconobbi sorpresa.

-quello è il mio costume!- esclamai.

Lui annuì.

-gli ho chiesto a Lily di prendertelo. E ora ci cambiamo e ci facciamo un bel bagno, vero?- mi domandò contento.

Io lo guardai incerta. Poi annuì sorridendo. Mi sarebbe davvero piaciuto fare un bel bagno in mare. L'avevo un po' sognato per tutto l'inverno, che odiavo molto appunto perchè non si poteva andare a mare!

Entrammo nella casa disabitata.

-ho scoperto questo posto tre anni fa. Avevo litigato con mio padre e avevo voglia di mare. E allora ho preso un treno e sono venuto qui. Ho camminato molto e ho trovato questa catapecchia. Mi sono fermato e ho visto che qui il mare è bellissimo!- mi raccontò. Poi io entrai in quello che avrebbe dovuto essere il bagno e iniziai a mettermi il costume.


-è fredda!- esclamai immergendo il piede. Lui rise.

-meglio. Fa caldo!- e mi abbracciò. appoggiare il viso nel suo petto nudo e caldo mi fece rabbrividire ma non di freddo. Poi mi sorprese, buttandosi con me abbracciata in acqua. Riuscì a malapena a non affogare e quando riemersi schizzai Scorpius dopo essermi tolta i capelli bagnati dagli occhi!

-sei pazzo. Mi potevi affogare- gli dissi. Lui rise e poi si calò sotto la superficie cristallina. Lo guardai riemergere completamente rapita. E non resistendo gli baciai quelle labbra, quelle labbra bagnate che ora sapevano di sale!

Quando ci staccammo lui mi toccò i capelli bagnati sistemandomeli meglio.

-ti va di nuotare?- io annuì e mi immersi felice. Era bellissima l'acqua anche se era fredda.

E perdermi in essa è una sensazione che non riesco a descrivere! Naturalmente niente a che vedere con perdermi in Scorpius. Quella era una sensazione che non si può eguagliare. Ma comunque era pur sempre bellissima. Riemersi dopo un po' trovando Scorpius che mi guardava felice. Gli sorrisi e l'abbracciai buttandomi addosso a lui. Poi cercai di affogarlo ridendo.

Ma lui era troppo alto. Non ci eravamo spostati molto dalla riva e anche se non toccata proprio lo immersi davvero di poco, giusto quel tanto che riuscì a spingersi con i piedi verso l'alto, saltando. Mi sorprese prendendomi in braccio e nuotando verso la riva.

-cosa vuoi fare?- domandai.

-Tuffi!- disse lasciandomi dove toccavo. Lo guardai incerta. Lui intrecciò le dita e mi guardò aspettando.

-ne sei sicuro? Non è che ci facciamo solo male?- chiesi. Lui rise. Scuotendo la testa incredulo.

-vuoi lasciarmi fare?! Metti i tuoi piedi qua, subito!- ordinò. Io cercai di star seria mettendomi diritta e mettendomi una mano sulla fronte in stile militare.

-signor si signore!- dissi. Poi appoggiai le mani sulle sue spalle a salì sulle sue mani incrociate.

-bene conto fino a tre e poi ti lancio dietro di me- spiegò.

Annuì e irrigidì le gambe.

-uno... due... tre.. ora!- e volai. Cercai di indirizzarmi in modo da entrare nell'acqua a pesce e non di pancia e mi ritrovai di nuovo nell'acqua e questa volta aprì gli occhi.

Guardai il fondale seguendo con gli occhi i fasci di luce che attraversano la superficie e scendeva verso i fondali blu scuro. E poi lo vidi guardarmi, si era tuffato vicino a me. Io riemersi e lui fece lo stesso.

-ero preoccupato. Sei stata un sacco là sotto!- esclamò. Io sorrisi schizzandolo divertita.

-io sono un pesce. Non ti preoccupare!- scherzai. E anche lui iniziò a schizzarmi.


**********


Si stava avvicinando la sera. Amber abbracciata a me si stava assopendo.

-Albus ti ho detto che la tua idea di venire qua adesso mi piace un mondo?- mi chiese. Sorrisi guardandomi intorno. Il rumore delle rapide che sbattevano contro le rocce era bellissimo. Il sole, dietro gli alberi, stava iniziando a calare mentre ombre nere iniziavano a farsi sempre più grandi.

Con un dito disegnavo linee immaginarie sul braccio di Amber, mentre pensavo a come poteva sentirsi adesso. Speravo davvero che non avesse paura. E mi sorpresi quando lei iniziò a baciarmi il collo. Si mise sopra di me, sovrastandomi, e prese a baciarmi la gola, il mento.

Io gli accarezzai la schiena coperta dalla maglietta leggera e la guardai in tutto il suo splendore.

Gli tolsi i capelli dal viso che la baciai, gustandola appieno e desiderando che quel momento non finisse mai.

E improvvisamente mi ritornò in mente il ricordo del nostro primo bacio. Era successo esattamente 12 mesi fa, con qualche giorno di differenza.

Gli stavo dicendo quanto l'amavo. E lei mi aveva baciato di getto. Io ero preoccupato davvero ma avevo riposto lo stesso con passione. Ma non volevo spaventarla. Non volevo fargli del male. Ero andato cauto e avevo fatto decidere tutto a lei. E adesso ero felice di poterla baciare senza che lei avesse paura e che gli rievocasse qualche ricordo brutto.

Ribaltai la situazione mettendomi in modo da non pesare su di lei troppo, e presi a baciargli il collo scoperto.

E ricordai anche la prima volta che gli avevo baciato il collo. Quel collo che molti anni fa era coperto a macchie scure e graffi e che lei nascondeva sempre.

Una cicatrice gli restava ancora, tra la fine del collo e l'inizio della spalla. La baciai là con dolcezza mentre ripensavo ai suoi occhi quel giorno. Alla paura che aveva ma che cercava di affrontare.

Io non avrei mai voluto vederla così ma lei aveva insistito. E avevo capito la sua necessità di affrontare davvero quella paura. Aveva bisogno di scacciare ogni incubo. E io ero lì per aiutarla. Del resto l'amavo e ormai eravamo una cosa sola. Un unico filo che nessuno sarebbe riuscito a dividere!


****************


-a cosa pensi?- mi chiese Scorpius. Io guardai il cielo stellato sopra di me. Lui aveva il capo sul mio petto, anche lui rivolto verso il nero della notte. Il mare era un nostro inaspettato ma perfetto sottofondo sonoro.

-a quanto è grande l'universo. A quante miliardi di stelle, pianeti e mondi potrebbero esistere che noi ignoriamo totalmente- dissi. Lui si voltò su un fianco, poggiò la testa su una mano e mi guardò accigliato.

-certo che ci vai proprio leggero con i pensieri. Non potresti pensare a qualcosa di meno.... dubbioso?- domandò. Io risi.

-bene. Vuoi parlare degli esami?- ma mi interruppe subito tappandomi la bocca con la mano.

-non proseguire oltre. Io pensavo più che altro a noi due, soltanto a noi due. E alla cena appena offerta da me. Non sono stato bravo?- mi domandò.

-più che altro sono stato gli elfi della cucina bravi a cucinare e buoni a darteli!- lo punzecchiai divertita.

Lui mi guardò ridendo. Poi mi baciò con trasporto e sentì le sue mani indugiare sulla mia pelle quasi del tutto nuda.

Mi staccai da lui dopo un po' con il fiatone e un gran calore che mi invadeva tutta.

-andiamo a fare un bagno?- domandai.

-ora? Di notte? Sicura di non voler dormire un po'?- mi chiese lui forse un po' scettico. Io sorrisi e mi alzai più veloce che potei.

-raggiungimi se vuoi!- dissi addentrandomi nell'acqua ma non prima di essermi liberata del costume.

Mare, luna e stelle e specialmente un ragazzo che amo più della mia stessa vita che mi abbraccia a se. Questo è il vero modo di trascorrere la notte prima degli esami!


*************


Mi alzai col fiatone e il cuore che mi batteva a mille. L'incubo mi aveva stravolto. Non potevo fare un sogno del genere proprio ora. Mi alzai senza svegliare le mie compagne di stanza e scesi in sala comune.

Mi sdraiai sul divano cercando di calmarmi.

Certo sognare di fallire agli esami proprio il giorno prima non era il massimo della fortuna. Anzi... mi sembrava proprio che fosse u brutto presagio.

Tentai di pensare che non era altro che uno stupido sogno e tentai di distrarmi pensando ad altro. E la mia mente trovò subito l'indirizzo di Geremy. Sbuffai tormentandomi il viso con le mani. Non mi sembrava il caso di tornare anche a essere depressa. E la mia mente alla ricerca di qualche distrazione andò alla deriva. E mi ricordai di Stone. E della promessa che gli avevo fatto.

Chiusi gli occhi e sperai di addormentarmi.

Ma poco dopo mi alzai spinta da chissà quale istinto. Corsi per la scuola deserta, corsi per il prato di Hogwarts e mi fermai in mezzo al cerchio di pietra. E poco dopo vidi un'ombra nera accanto a me. Corsi da lui e vidi che era Stone. Era bellissimo, con la luce della luna che gli illuminava il viso bianco. Aveva un mantello nero e lungo, legato al collo e mi guardò sorridendo nel suo modo inquietante.

-non essere nervosa. Adesso sogna, dormi e fai bei sogni. Domani sarà una bella giornata, andrà tutto bene1- mi rassicurò lui con la sua voce fredda. Io fui davvero grata di quelle parole. E colma di felicità gli corsi incontro. E guidata sempre da quella forza inaspettata lo baciai di slancio. Lui parve spiazzato. Poi rispose con forza. Il bacio divenne passionale e le sue mani vagarono sulla mia schiena stringendomi a lui.

Poi abbandonò le mie labbra e vidi che sorrideva ancora. Ma questa volta il suo sorriso mi inquietò davvero. Vidi i suoi denti brillare alla luce della luna, inquietanti, e poi si abbassò sul mio collo. E sentì un dolore mai sperimentato prima!


Mi svegliai di colpo. Ero sul divano della sala comune tutta sudata che rabbrividivo ancora. Attorno a me sentivo ancora le braccia forti e fredde, di acciaio, di Stone. Ma era solo un sogno. Appoggiai di nuovo la testa sulla spalliera e tentai di far ritornare il respiro normale. E il sonno mi colse di nuovo, così calmo e tranquillo che si portò via tutta la mia agitazione e anche l'ultimo incubo!





**********



E anche questo capitolo, con un incubo (ma sarà stato davvero un incubo?) di Lily.

Natulamente inizio ringraziando profondamente chi ha letto lo scorso capitolo.

E adesso alle due lettrici che hanno anche recensito:


mia cara jadina grazie per la tua recensione. A dirti la verità appena l'ho letta mi è venuto un colpo! “cosa cavolo avevo scritto?” ho pensato. Poi ho controllato e ho visto che c'è stato un malinteso. Pensavo apparisse scontato che la ragazza che cercava Albus e che poi bacia è Amber, non Rose. Sbadata come sono quando ho letto la tua recensione pensavo di aver messo il nome sbagliato. Invece non ho messo nomi quindi lo specifico qua. Era Amber quindi niente problemi!

Spero che questo capitolo ti piaccia. Mi raccomando recensisci presto! Bacioni!


ValyBrick sono felice che hai recensito. Grazie mille. Spero che la mia fic ti piacerà ancora e grazie ancora per il fantastica! Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi di questo cap! Aspetto la tua e naturalmente le recensioni degli altri con impazienza. Un bacio enorme!


Grazie a chi leggerà anche questo cap, grazie a chi ha aggiunto questa fic tra i preferiti e a chi tra le sue fic seguite! È difficile descrivervi la mia gioia quando vedo che i miei deliri sono piaciuti oppure che condividete i miei punti di vista o tutto ciò che mi dite e non mi dite1 adesso finisco di delirare1 sappiate che cercherò di aggiornare al più presto, appena mi viene l'ispirazione per un giorno di esami. Ma penso che sarà anche influenzata dalle recensioni e da quanti lettori avrò! Un bacio enorme a tutti! Al prossimo cap!

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Capitolo 34
*** 34. esami e molto altro... ***


Trentaquattresimo capitolo: Esami e molto altro...


Mi ritrovai in una delle mie posizioni preferite per dormire, con il viso premuto contro il petto nudo di Scorpius. Sentivo anche il mare come sottofondo e sorrisi ripensando alla serata e nottata che avevamo passato su quella spiaggia. Sarei dovuta essere molto stanca, probabilmente si vedeva anche dagli occhi, ma in quel momento qualcosa dentro di me mi diceva di svegliarmi e aprì gli occhi per vedere il mio Scorpius dormire tranquillo, con quel sorriso bellissimo e rilassato e i granelli di sabbia sui capelli biondi, che il sole li faceva brillare e accendeva di riflessi. Anche i miei capelli, sparsi sul mio collo e sul suo petto, erano pieni di sfumature vermiglie. Il sole... sentivo che il sole era la chiave della mia ansia interna. E poi capì inorridita.

-Scorpius, Scorpius che ore sono?- gli chiesi scuotendolo. Mi alzai cercando le nostre cose. Frugai nello zaino che aveva portato Scorpius cercando l'orologio ma sapevo che dovevano essere almeno le otto dall'altezza del sole.

-che succede?- domandò Scorpius ancora assonnato. Si girò sulla pancia e mi guardò mentre si stropicciava gli occhi. Trovato l'orologio gridai.

-sono le nove!- gridai inorridita. Lui mi guardò incredulo. Scattò in piedi mentre io mi rimettevo il costume e i vestiti.

-tra mezz'ora dobbiamo essere tutti in sala grande! Non ci riusciremo mai!- mi lamentai ansiosa. Lui si stava vestendo come me più veloce che poteva.

-vedrai che ci riusciremo. Dobbiamo solo smaterializzarci- cercò di rassicurarmi.

-io volevo svegliarmi presto stamattina. Volevo ripassare tutto un'altra volta- dissi mettendomi la maglietta. Lo vidi sbuffare. Prese la cartella da terra mettendola in spalla, l'asciugamano dove eravamo sdraiati e mi abbracciò. Chiusi gli occhi e ci smaterializzammo.

Sbuffai mentre insieme a lui ci arrampicammo per il pendio ed entrammo dai cancelli di Hogwarts. Dovevamo fare tutto il parco per arrivare al castello. Corremmo e arrivammo tutti sfiniti e sudati al portone principale. E trovammo gli studenti del nostro anno e del quinto tutti tesi e pronti ad entrare in aula. Guardai accigliata Scorpius prendendo la bacchetta e facendo un incantesimo per rinfrescarmi un po'. Lui mi sorrise.

-andrà tutto benissimo!- mi disse. Albus e Amber ci raggiunsero sorridendo. Anzi, Albus mi guardò accigliato.

-siete appena tornati?- domandò. Io mi legai i capelli che erano tutti gonfi e arruffati per il sale e di sicuro non avevo un grande aspetto.

-vi sentite pronti?- chiesi cambiando discorso.

-io mi sento la testa vuota. Non ricordo più niente.....- gemette Amber. Albus la strinse a se dicendogli qualcosa nell'orecchio. Io sorrisi e la vidi arrossire mentre Albus gli baciava il collo. Io li lasciai nella loro intimità cercando mio fratello e Lily. Li trovai poco distanti a parlare.

-io vado da Lily e Hugo un attimo. Vieni anche tu?- domandai a Scorpius. Lui annuì e mi seguì fino al fondo scale dove Lily e Hugo erano seduti a parlare. Anzi, a ripassare gli enunciati degli incantesimi fondamentali.

-non si ripassa fino all'ultimo momento- li rimproverò Scorpius. Io mi trattenni dal dirgli che di certo però non si faceva come noi che non avevamo ripassato niente da ieri mattina e sorrisi soltanto rassicurante.

-andrà tutto bene, basta essere calmi- li rassicurai.

Notai che Lily aveva qualcosa che non andava. Aveva gli occhi gonfi e stanchi. Invece Hugo era solo teso, aveva la mascella serrata come quando si concentrava o si arrabbiava e cercava come un disperato una qualche formula nel libro.

-voi vi sentite sicuri?- chiese Hugo guardandoci.

-no. Però sappiamo di aver studiato e a questo punto non si può fare più di questo- rispose Scorpius.

In quel momento tutti ci fermammo. Dalla sala era uscita la preside facendo spalancando la porta.

-quelli del quinto anno entrino. Iniziamo!- annunciò.

Con un in bocca al lupo tutti se ne andarono e io mi sedetti dove era seduta prima Lily. Albus e Amber ci seguirono.

Intorno a noi c'erano tutti i nostri compagni che tremavano dalla paura, che cercavano di ripetere e che strillavano angosciati. C'era persino qualcuno che sembrava sarebbe svenuto da un momento all'altro.

Mi chiesi come mai non fossi anch'io in agitazione. Anche se fu una cosa stupida. Sapevo che quello che aveva detto Scorpius era vero. Studiando bene poi uno non ha più paura. Anche se la tensione ci deve essere e infatti c'era. Mi tormentai le mani per un po' ma Scorpius me le “sequestrò” nascondendole nelle sue enormi mani.

Mi baciò il polso chiudendo gli occhi. Poi mi guardò malizioso leccandomi il punto in cui mi aveva baciata prima. Sorrisi sentendo il solletico e arrossì anche.

Poi l'abbracciai liberando le mani per poterle avvolgere attorno al suo collo. Sarebbe andato tutto bene. Il peggio sarebbe stato solo aspettare.


********


E gli esami stavano passando. Il tempo di finire gli scritti la mattina e dovevi affrontare gli orari il pomeriggio.

Passarono bene e ringraziai ancora la testardaggine di Rose nel farci studiare da mattina a sera così presto. Non affrontai nessun problema in nessuna materia, compresa Storia della magia dove non ero riuscita mai a seguire il prof per più di dieci minuti. Rimasi solo un attimo perplessa in artimanzia. Mi era sembrato che i conti tornassero tutti ma ciò poteva dire anche che era tutto sbagliato. Gli esami del quinto anno finirono poco prima di quelli che settimo. Stavo aspettando che finissero per poi poter passare un bel pomeriggio tranquillo e senza studiare con loro, dopo tanto, quando qualcuno mi salutò. Mi voltai e mi trovai davanti Larry Stevenson, tassorosso del sesto anno. Ci avevo parlato qualche volta, non più di qualche parola detta per cortesia ma adesso si fermò di fronte a me sfoggiando un bel sorriso.

-ciao Lily. Come sono andati gli esami? Sono finiti, vero?- domandò. Io gli sorrisi per cortesia.

-si, sono finiti e andati abbastanza bene. Diciamo che mi sono davvero tolta un peso dal cuore. Non mi sono mai sentita così sollevata- ma non era vero. Ricordavo un momento in cui mi ero sentito davvero molto più sollevato di allora. Quando avevo temuto che tra me e Geremy ci fosse un'altra oppure che lui non mi volesse più bene. Avevo scoperto poi che non era vero, ma la vita aveva trovato il modo di dividerci lo stesso. Il destino era stato davvero ingiusto a dividere così improvvisamente le nostre vite.

-Lily ti piacerebbe fare una passeggiata con me? e dentro di me il cuore mi fece male. Non mi aveva chiesto chissà cosa. Non mi aveva mica chiesto di sposarlo. Avevo accettato mille volte una proposta del genere mai con intenzioni che non fossero altro che parlare e chiacchierare tranquilli. Avevo proprio bisogno di tranquillità, si lasciare alle spalle gli esami, del resto era per questo che aspettavo gli altri. Eppure in quel momento non ebbi altra voglia che scappare, rinchiudermi nella mia stanza e non pensare più a niente. O meglio di pensare a lui. Perchè era inutile dirmelo, ancora non avevo superato niente. Era inutile cercare di convincermi del contrario, ancora speravo di vederlo comparire di fronte a me e di poterlo abbracciare. Abbassai lo sguardo e tentai di ricacciare le lacrime che spuntavano negli occhi.

-sei molto gentile ma non posso! Buona giornata- sussurrai molto formale e scappai. Corsi nella mia stanza senza fermarmi. Ma nella mia stanza c'erano le mie compagne. E non volevo vederle. Allora andai nella stanza di Rose. E mi chiusi in bagno tentando di asciugare quelle lacrime maledette. Nella mia mente tornò le parola di Stone. Avevo promesso di non piangere, di sorridere. Volevo tanto onorare quella promessa. Ma non ci riuscivo. Ora, quando pensavo a Stone mmi si stringeva un altro po' il cuore, anche se non capivo il perchè. Qualcosa adesso mi faceva anche soffrire di più. Mi lasciai scivolare a terra, la schiena contro il muro, tentando di controllare il cuore che singhiozzava anche lui.


********


Dov'era? Mi avevo promesso che ci sarebbe stata appena avessimo finito. Pensavo di trovarla fuori felice che gli esami fossero finiti. E invece lei non c'era.

Mi girai subito verso Albus.

-hai la mappa del malandrino qui?- domandai. Lui la tirò fuori leggendo nella mia faccia l'urgenza.

-chi cerchiamo?- mi chiese.

-Lily- dissi soltanto scorrendo veloce la mappa.

-è nella tua stanza?!- esclamò Albus. Io partì veloce verso di lei. Sentì gli altri correre dietro di me.


*******


Hogwarts doveva essere davvero bella da lassù, se solo fossi riuscita a vederla. Un velo di lacrime mi impediva di guardare tranquillamente il bellissimo paesaggio sotto di me. Sapevo che sui pendii della collina, verso le rive del lago, si stavano avviando la maggior parte degli studenti per godere di quel sole che stava tramontando. avrei dovuto esserci anche io tra loro, ma avevo scelto un'altra strada. Avevo imboccato un altra via. Verso la distruzione? Be, se fossi caduta da lassù sicuro verso la morte.

Rimasi interdetta quando vidi una testa rossa spuntare dalla fine del tetto spiovente. Quando la figura sfogata di Rose mi si presentò davanti ebbi voglia di corrergli incontro e di abbracciarla forte. Ma non avevo tanta voglia di condannare alla morte lei cadendo insieme nel vuoto.

Così aspettai che mi si sedette vicino. Allora l'abbracciai.

-sai che siamo davvero molto simili noi due?- mi chiese. Io la guardai attraverso le lacrime un po' stupita. Cosa voleva dire? Tutti ci avevano sempre detto che sembravamo più sorelle che cugine per via dei capelli rossi e delle lentiggini.

-non intendo come aspetto. Anche caratterialmente. Due anni fa... quando, be sai quando è successo tutto quel macello... anch'io sono salita qua sopra. Volevo affrontare le mie paure, volevo convincermi che potevo fare questo e altro. Lo gesto è lo stesso ma forse il tuo motivo è diverso dal mio, ma rimane sempre una decisione comune che abbiamo fatto- mi spiegò. Io chiusi gli occhi mentre gli ultimi raggi di sole sparivano dietro le montagne colorando tutto di rosa.

Cercai di dire qualcosa. Provavo tante cose in quel momento. Da dove potevo iniziare?

Potevo iniziare col fatto che Geremy mi mancava. Oppure con la sensazione strana che provavo da un po' quando pensavo a Stone. Oppure delle richiesta di Larry. Potevo iniziare dal peso che sentivo essermi tolta dentro degli esami ma anche dal nuovo macigno che adesso si era posato dentro di me, senza che capissi il motivo.

E invece iniziai da molto lontano. Da una cosa che avevo capito da un discorso che avevo fatto con Scorpius ieri, quando era venuto a chiedermi di cercare il costume di Rose. Gli avevo chiesto cosa avrebbe fatto lui dopo la scuola. Avevo visto Rose tanto preoccupata per la scelta, l'avevo vista felice poi di aver scelto dopo la giornata organizzata da Scorpius. E l'avevo vista evitare l'argomento dopo quella sera. Non ne avevo più voluto parlare.

E invece ora sentiva il bisogno estremo di spingermi da quella parte.

-cosa hai deciso di fare alla fine della scuola?- domandai. La vidi stupita e sconcertata da un simile argomento.

-non mi sembra il caso di parlare di me. Sono qui per te!- mi disse. Io scossi il capo.

-questo è anche per me, lo sento. Tu rispondimi- dissi perentoria. La vidi esitare.

-farò la ricercatrice. Girerò per il mondo in cerca di nuovi incantesimi e tutto il resto- mi rispose. E sentii la mia rabbia crescere. Ma non volevo urlare. Non volevo sfogarmi su di lei. Volevo fargli capire il dunque, così forse sarebbe servito anche a me. O almeno speravo. Sentivo che esprimerlo invece di pensarlo soltanto mi avrebbe fatto capire davvero la situazione. Quindi annuì e sospirai per tranquillizzarmi.

-io ho deciso in andarmene- esclamai. la vidi sbarrare gli occhi.

-cosa intendi? Andare dove?- domandò.

-andrò in Cina. Ci stò provando da mesi. Non funziona. Non riesco a stare senza Geremy. Adesso ho i miei G.U.F.O. Troverò qualcosa da fare anche là, immagino- illustrai.

La vidi impallidire, poi arrabbiarsi.

-come puoi pensare di mollare davvero tutto per lui? Va bene amarlo e non riuscire a dimenticarlo, cosa che ti stà facendo soffrire tantissimo, ma non puoi rovinarti la vita, distruggere i tuoi sogni per.. per una persona che ti ha lasciato così. Perchè poteva ribellarsi, è stato stupido anche lui ad accettare la scelta di suo padre e di non rimanere con te!- le sue parole mi colpirono. Era esattamente in quello che sfociava la mia rabbia. Perchè lui non aveva scelto di restare.

-eppure anche tu ignorerai le tue scelte per seguire Scorpius. Perchè tu puoi farlo e io o Geremy no?- domandai mentre dentro di me la rabbia cresceva. Ma non verso Rose, non verso me, ma verso Geremy che non aveva scelto di rimanere con me. Forse ero solo io che l'amavo così tanto, lui forse non ricambiava allo stesso modo.

-perchè... non è una differenza di tanto. Non cambierò radicalmente la mia scelta. Infondo i principi sono gli stessi. Renditi conto che faremo anche la stessa scuola- provò a giustificarsi lei. La guardai alzando i sopraccigli in uno sguardo scettico. Lei guardò la luna che iniziava ad apparire sempre di più nel blu del cielo che diventava nero. E la vidi anche realizzare cosa stavo dicendo. E anch'io riflettei sulle parole che mi aveva detto. E la mia rabbia verso Geremy crebbe ancora di più. A quest'ora lui era chissà con quante cinesi e ridere felice mentre io mi tormentavo per lui, rovinandomi la vita. Dovevo essere felice. E Rose sembrava anche capire quello che avevo voluto dirgli, non so se però l'avevo fatto nel modo giusto. Lei in genere era molto più brava di me a spiegare le cose.


************


Aveva perfettamente ragione. Certo, c'era un'importante differenza tra la mia situazione e quella di lei e Geremy.

Io e Scorpius ci amavamo a vicenda e lui non mi avrebbe mai lasciata così, come aveva fatto lui. Il che voleva dire che magari sacrificare un po' del mio sogno poteva essere discutibile. Ma inammissibile come mi aveva fatto capire Lily. Io avevo fatto la mia scelta, lui la sua. E la paura di separarci non doveva far mi dimenticare la mia scelta. Non mi potevo annullare per l'amore che provavo per lui. Era stato proprio su questo tetto che avevo realizzato davvero che era qualcuno. E come qualcuno avevo il diritto e il dovere di vivere come volevo e a seconda delle mie scelte. Che non dovevano essere dettate solo dall'amore. Io avrei preso la mia strada e Scorpius la sua, ma saremo riusciti a tenerle legate lo stesso. Perchè nessuno ci poteva dividere, di questo ne ero sicura.

Abbracciai forte Lily mentre la sentivo tremare dalla rabbia. Capivo la sua rabbia. Quando l'avevo vista in quel modo io ero saltata subito alla conclusione che non era solo colpa del padre di Geremy ma anche sua, perchè non si era ribellato. Ma pensavo che anche lei ci avesse pensato. E invece forse se gli avessi rivelato la mia rabbia prima lei avrebbe reagito a tutto differentemente.

Rimanemmo un po' così, condividendo più o meno gli stessi pensieri. Poi mi ricordai di chi c'era sotto.

-ci stanno aspettando tutti. Forse penseranno che ci siamo buttate dal tetto tutte e due, forse è meglio scendere- dissi.

Lei mi sorrise.

-dobbiamo ancora festeggiare la fine degli esami!- realizzò lei sorridendo ancora di più.

Io annuì e insieme riuscimmo a scendere.


Quella sera c'era una grande festa nella stanza delle necessità, con Albus che aveva invitato a tutti. Ragazzi di tutte le case si divertirono insieme e anche noi ci andammo. Vidi Lily cercare di divertirsi meglio che poteva. Chiacchierava con tutti e ballò con diversi ragazzi ridendo e scherzando. Io ballai sempre con Scorpius, mostrandogli la mia incapacità completa nel ballare.

-quando è stato distribuito il dono del ballo io ero in bagno- scherzai. Lui scoppiò in una delle risate più belle.

-non fa niente. Adoro vedere come inciampi nei tuoi stessi piedi!- mi rivelò ridendo ancora. Io lo baciai mordendogli le labbra per ripicca.

Quella serata passò tranquilla e serena. Non ero solo io a tenere d'occhio Lily, infatti verso la fine della serata trovai Albus che tallonava seriamente una Lily un po' brilla. Salutando tutti e dando la buonanotte a Scorpius, dandoci appuntamento quando tutti se ne fossero andati dalla stanza delle necessità, portai nel suo letto Lily.

Lei si accasciò tranquilla a letto e prima di andarmene andai a chiudere la finestra da cui era entrata all'improvviso aria gelida. Ma mi fermai incerta. C'era qualcosa poco prima, avevo visto un movimento strano dietro la finestra quando mi ero girata. Mi affacciai cercando il responsabile con una strana sensazione dentro. Ma non c'era nessuno. Forse era una gufo, ipotizzai. Forse un testral... ma era inutile fare congetture. Non vedevo niente. Quindi mi assicurai di chiudere per bene la finestra, questa volta per paura che qualcosa entrasse, qualcosa diverso dall'aria fredda. Diedi un bacio a Lily che dormiva rilassata e scesi sotto da Scorpius.

Gli esami erano finiti, le scelte era state decise. Cosa ci avrebbe preparato il futuro, nessuno lo sapeva ma eravamo pronti ad aspettarlo!





**************


Bene miei cari lettori! Anche questo capitolo è finito... e io sono fortemente indecisa.... non so se concludere qui anche la mia storia. Non che la loro storia sia davvero finita, ho intenzione di scrivere ancora, ma non so se dargli un altro titolo, insomma iniziare un altro continuo oppure continuare direttamente questo... che ne pensate? Accetto e aspetto i vostri suggerimenti da parte di tutti.

E adesso i ringraziamenti. Grazie mille a tutti voi che avete letto! E grazie mille a chi ha recensito.


Mia cara ValyBrick ho aggiornato prima che potevo. Adesso come vedi non so cosa fare esattamente. Lasciare in sospeso tutte queste cose per poi riprenderle solo che con un'altra storia? Oppure non ne vale la pena? Fammi sapere qual è il tuo suggerimento! Spero che questo cap ti piaccia! Baci!


Mia cara Jadina94 non c'è assolutamente bisogno che ti scusi. Anzi, son felice che ti piaccia lo scorso capitolo. Naturalmente aspetto la tua opinione sia sul capitolo che sul mio dubbio. Baci!


Mia cara Vacanziera, sono felice che è finito (perchè è finito?) quello che definisci periodo buio. (io devo dire che ne ho molti purtroppo.....) e quindi sono felice che hai recensito. Si, devo ammettere che Albus e Amber mi mancavano. E il nero non lo sopportavo più quindi sono passata al viola. Sono contenta che ti piaccia! Devo dire che hai ragione, potessi passare la mia notte prima degli esami come l'ha passata Rose, oppure anche solo Amber mi andrebbe benissimo. Invece mi sa che mi ritroverò a ripetere come una pazza le ultime cose da studiare....

come hai visto ho il dubbio di dividere la storia... anche se non so se sia necessario... fammi sapere la tua opinione.

Anche se adesso che ci penso probabilmente non ce n'è bisogno. Per quanto riguarda Stone... be lui è ancora un mistero per me!!! (io rido istericamente). Il diario del vampiro l'ho letto, anche se preferisco molto di più la saga mitica della Meyer, mi è piaciuto il vampiro misterioso che c'è. Tu l'hai letto? Io ho letto solo il primo.... tu?

Aspetto con ansia la tua recensione. Baci!


Grazie mille a chi leggerà e a chi recensirà! Scusatemi per eventuali errori e adesso vado a nanna che domani mi aspettano due ore di compito di storia dell'arte! Baci!!!!!!!!!!

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Capitolo 35
*** 35. pronti per una bella estate! ***


Trentacinquesimo capitolo: pronti per una bella estate


E l'ultimo giorno arrivò. Era dall'inizio della scuola che cercavo di non pensare al momento in cui avrei lasciato la scuola per sempre. Non l'avrei mai più rivista, non ci sarei mai più entrata da studente! Era orrendo!!!!

chiusi gli occhi pensando ai pochi minuti che mi rimanevano ancora. Da li a mezz'ora sarei dovuta andare sotto, ascoltare l'ultimo saluto della preside e andare sul treno insieme a tutti. E adesso mi ero isolata. Volevo rimanere da sola e pensare solo a Hogwarts. Tra queste mura ero cresciuta in tutti quegli anni, quelle mura mi avevano vista arrabbiata, secchiona, isolata, tranquilla e non so in quanti altri modi. Potevo benissimo pensare a quelle mure come uno scrigno segreto che racchiudevano i gioielli più preziosi del mondo, “ricordi”. Sia che fossero ricordi felici, sia che non lo fossero erano pur sempre cose che ci avevano fatto mutare e crescere. E per questo che Hogwarts rimaneva nel cuore di tutti.

Pensai a mio zio che era tornato come professore in vari anni, compreso questo. Mi sarebbe piaciuto molto ritornarci anche a me. Forse l'avrei fatto qualche volta!!!

risi tra me pensandomi tornare come professoressa a Hogwarts. Mi sembrava così irreale e assurdo. Ma infondo sarebbe stato bello. Anche se il tempo non sarebbe mai tornato indietro ricordare quelle sensazioni mi avrebbero fatto sentire davvero felice!

Sentì in lontananza il rumore degli studenti che iniziavano a scendere sotto. Mi incamminai tranquillamente per i corridoi su cui ormai potevo orientarmi anche a occhi chiusi. Li conoscevo così bene che anche la notte non avevo mai avuto bisogno della bacchetta accesa.

E mi ritrovai a percorrere ogni piccolo corridoio. Ogni piccolo angolo, aprì ogni porta da cui ero entrata, entrai in tutti i passaggi segreti. Perchè volevo ricordarla per sempre, con tutti i suoi particolari, in tutto il so splendore. E quando arrivai nella sala grande ero decisamente in ritardo. Mi dispiacque molto che la preside aveva già quasi finito il lungo discorso di saluto.

-...a voi che avete finito, vi auguro tutto il bene del mondo, sarà orgogliosa di vedervi intraprendere le vostre strade e aspetterò con ansia vostre notizie! Spero che questi 7 anni di Hogwarts vi rimangano nel cuore per sempre e che per quanto meravigliosi possano essere, anche gli anni a venire saranno altrettanto belli!- finì la preside. E tutti ci alzammo in piedi per applaudire. La vedemmo addirittura strizzare gli occhi un po' umidi.

Anche i miei occhi erano umidi. Albus, accanto a me mi mise un braccio intorno alle spalle.

-forza Rosie, adesso ci aspetta il meglio della nostra vita. Forse sarà anche il più difficile da conquistare ma ne varrà sicuro la pena!- sorrise lui.

Io ricambiai l'abbraccio fraterno.

-hai ragione! Ne varrà la pena!- fui d'accordo anch'io.


E salendo sul treno ci voltammo l'ultima volta per guardare la nostra amata Hogwarts che scompariva alla vista!


******


Guardare mio fratello e Rose che tristi lasciavano Hogwarts mi fece riflettere molto. Come sarà il mio ultimo anno a scuola? Io sarei tornata per due anni ancora e mi sentì infinitamente contenta.

Non sarei riuscita a lasciare Hogwarts per sempre in quel momento. Mi sedetti insieme ai miei amici ma i miei pensieri vagarono continuamente ad altro. Precisamente ad una persona. Mi chiedevo dov'era... cosa stava facendo... chissà se gli sarebbe arrivata una lettera... chissà se avrebbe risposto...

E alla fine presi carta e penna e iniziai a scrivere.


Caro Stone,

come stai? È da un po' che non faccio che pensarti....Non mi dispiacerebbe affatto che comparissi dal nulla in questo momento... vorrei tanto vederti...


Ma strappai subito la pagina appallottolandola. Che cavolo stavo scrivendo? Arrabbiata la buttai verso la spazzatura ma incredibilmente mancai mira. Andò addirittura vicino al finestrino aperto e l'aria la spinse fuori. Non ebbi neanche il tempo di guardarlo volare via che non c'era più. Guardai il foglio bianco che avevo ora sulle gambe. Anche la mia mira faceva cilecca ora... che pizza....

-a chi tenti di scrivere?- domandò Samantha, una mia amica seduta accanto a me. Io presi a scarabocchiare il foglio distrattamente.

-a nessuno... non saprei neanche cosa scrivere, anche se volessi....- e guardai dal finestrino.

E come una sciocca pensai che magari il vento avrebbe portato quelle poche parole a Stone. Arrossì pensando a quello che avrebbe potuto pensare leggendolo. Non volevo assolutamente che li leggesse. Ma infondo era stata un'idea stupida. Il vento non avrebbe mai potuto portare la lettera fino a Stone, dovunque fosse. Quindi non mi dovevo preoccupare!


********

-Rose!- mi salutò mio padre che mi aspettava proprio davanti alle scalette del treno. Io mi gettai tra le sue braccia aperte. Ormai non ero più una bambina ma tra le sue braccia enormi mi sentivo ancora come se avessi sei anni. E mi piaceva molto sentirmi così qualche volte.

-papà sei felice di vedermi?- chiesi ironicamente mentre lui mi stritolava quasi per la stretta.

-già, mi sei mancata!- ammise lui scompigliandomi i capelli. Io sbuffai divertita. Lo faceva sempre anche Scorpius, proprio perchè sapevano entrambi che mi dava fastidio. Sorrisi guardando i miei genitori che spostavano l'attenzione su Hugo e salutai i miei zii. Mi voltai cercando Scorpius. Ero convinta che fosse dietro di me ma non c'era più. Accigliata esplorai tutta la folla che c'era di fronte a me e poi lo vidi. Sua madre l'abbracciava forte forse piangendo. Sorrisi, lasciandogli un po' di tempo insieme da soli e poi fu lui a raggiungermi.

Mi abbracciò forte e affondando il viso nel suo petto sentì dove le lacrime della madre gli avevano lasciato piccoli punti bagnati.

-ciao Scorpius- salutò mio padre un po' irritato. Sciogliemmo l'abbraccio e guardai mio padre accigliata.

Scorpius invece gli sorrise e salutò tutti sorridendo. Mia madre addirittura l'abbraccio.

-vi vedo proprio bene! Come vi sentite ora che è finita la scuola?- ci chiese. Io guardai Scorpius. Sorrisi.

-pronti per una bella estate!- esclamai felice.



*********


Estate! In casa Potter estate voleva dire due mesi in una località a scelta di mare insieme ai nostri familiari. Non sempre andavamo tutti insieme però. Per esempio quell'anno gran parte dei miei zii non sarebbero venuti con noi. Zio George e zia Angelina sarebbero andati con Fred e Roxan a Monaco per una fiera di articoli magici. Zio Bill e zia Fleur con i rispettivi figli sarebbero andati in Francia dai genitori di Fleur che non vedevano per un po'. Insomma, solo i miei zii Ron e Hermione sarebbero venuti con noi. E infatti quella mattina erano tutti impegnati a scoprire quale sarebbe stata la nostra meta quell'anno.

-che ne dite delle Hawaii?- chiese Hugo.

-no. Che ne pensate del triangolo delle Bermuda?- domandò James. Era stato tutto quell'anno in Romania con Charlie, perchè voleva provare a intraprendere la sua stessa carriera. Ma il fascino che aveva verso i Draghi non era niente rispetto all'opportunità di giocare in una vera squadra di Quiddtch. Per questo era tornato subito e a settembre avrebbero iniziato a giocare per la sua nuova squadra. E quell'estate sarebbe stato con noi. Ne ero davvero felice. Mi era mancato tanto, anche se infondo avendo finito Hogwarts non sarei stata tanto con lui anche se fosse stato a casa. Pensai che sarebbe stato lo stesso con Rose e Albus. Avrei perso tutti, ma per fortuna sarebbe rimasto Hugo. Altrimenti mi sarei disperata. Ero così abituata a stare con loro che non riuscivo a pensare di stare così tanto senza.

Io guardavo un po' triste il catalogo con immagini che avevo davanti. E poi mi illuminai.

-tra mare e deserto!- esclamai mostrando a tutti la foto che avevo davanti. Tutti si sporsero sul tavolo per vedere l'immagine. Sharm El Sheik. La mia mente vagò attraverso la foto al paesaggio che avrei visto con i miei occhi. E in quel momento non fu l'idea del mare cristallino, delle barriere coralline piene di pesci e coralli bellissimi, ma fu il deserto ad attrarmi. La foto infatti ritraeva un immensa distesa di sabbia con un sole rosso che stava tramontando tra le dune e che colorava tutto con i suoi raggi.

-a me sembra una buona idea!- approvò James.

-già. Potremmo fare anche le escursioni nel deserto! Sarà forte!- esclamò entusiasta Hugo sfogliando l'opuscolo e trovando persone su delle moto a quattro ruote che andavano sulla sabbia. Sorrisi e poi guardai mia cugina che fissava il tavolo con un'aria strana. Ma la voce di mia madre mi distrasse. La guardai mentre chiedeva l'attenzione di tutti.

-vi va bene Sharm El Sheik?-

-si!- fu la risposta generale. Sorridemmo tutti e iniziammo già a vedere per le possibili partenze.


**********


-sicura di non voler venire con noi?- mi chiese mia madre per la centesima volta.

-no. Andate, comprate le ultime cose e non preoccupatevi per me. Sono ormai maggiorenne, non credo proprio che vi dobbiate preoccupare a lasciarmi sola in casa per mezza giornata!- li guardai corrucciata. Tutta quella preoccupazione mi stava facendo innervosire. Cosa pensavano avrei potuto combinare?

-va bene! Allora ci vediamo tra un po'. Ho il cellulare sempre acceso comunque, se hai bisogno!- disse mia madre prima di scomparire. Mio padre mi guardò un attimo accigliato.

-non deve entrare nessun ragazzo da quella porta!- mi disse prima di scomparire. Non potei dirgli cosa pensavo di quella frase. Mi sembrava ancora impossibile che avesse tali scatti di gelosia. Io non avevo minimamente pensato a invitare Scorpius, avevo appena passato tutta la mattinata con lui per decidere cosa portare e non portare per questo viaggio insieme. Ma la loro preoccupazione mi aveva fatto venire un'idea allettante. Sorrisi mentre prendevo il cellulare. Lui rispose dopo quattro squilli.

-ciao Rose!- mi salutò.

-ciao. Cosa fai?-

-niente. Stavo finendo di sistemare la valigia- rispose.

-che ne dici di aiutarmi a chiudere la mia? Ho bisogno che qualcuno ci salga sopra per poterla chiudere!- proposi divertita. Lo immaginai sorridere dietro la cornetta.

-va bene. Fai conto che sarò a bussare alla tua porta tra due minuti-

-aspetta! Mi fai un favore? Entri dal camino? Poi ti spiego!- dissi sapendo che poi non ci avrebbe più fatto caso. Del resto non l'avei fatto entrare da quella porta proprio quando lui aveva ordinato il contrario.


********


Non riuscivo più a stare a casa. Mi guardai in giro e mi preparai per correre. Una bella corsa mi ci voleva proprio. Alzai i capelli in una coda alta, una maglietta a bretelline e dei pantaloncini corti della tuta, scarpe da ginnastica ed ero pronta per una bella corsa.

Mi sorpresi a pensare che magari l'avrei incontrato. Speravo nella mia fortuna. E invece non fu così. Dopo un'ora di corsa ero sfinita e ancora non l'avevo incrociato neanche per scherzo. In compenso avevo già dovuto schivare due ragazzi decisamente troppo amichevoli che mi avevano perseguitato un po'. Come potevano essere stupidi a volte i ragazzi. E molto crudeli, anche.

Ma non volevo più pensare a Geremy. Mi fermai a una fontana e bevvi un po' d'acqua fresca. Poi chiusi gli occhi e vi immersi il viso. Non pienamente soddisfatta girai il volto e mi bagnai anche i capelli legati. Come si stava bene adesso. Tolsi la testa dall'acqua un po' gocciolante ma finalmente felice e mi trovai davanti Stone, con un asciugamano. Lo guardai decisamente sconcertata mentre lui mi fissava con il suo solito sguardo freddo.

-vuoi?- domandò. Io presi l'asciugamano in mano e lo guardai incerta. Mi asciugai il viso veloce e preoccupata che lui potesse scomparire mentre avevo il viso coperto. Ora che era davvero davanti a me mi sentivo molto più timida di quanto mi fossi mai sentita. E non sapevo ne che fare ne tanto meno cosa dire.

-adesso è estate- esclamò lui non distogliendo gli occhi da me. Io sentivo il suo sguardo su di me ma non riuscivo a incrociarlo. Gli sfuggivo continuamente.

-si. Fa anche un gran caldo- dissi dopo un po' desiderando rimettere la testa sotto il getto dell'acqua. Poi lo sguardo mi si soffermò sui suoi abiti. Rimasi sconcertata, talmente tanto che la timidezza scomparì e lo guardai curiosa.

-come fai a stare con quei vestiti. Dimmi che quel maglione almeno è di cotone e non di lana!- esclamai avvicinandomi a lui e prendendo tra le dita la stoffa del maglione. E poi mi resi conto di quanto ero vicina a lui. E come un'eco lontano mi tornò in mente l'incubo che avevo fatto. Guardai le sue labbra perfette che piano piano si schiudevano e si avvicinavano a me.



**************


E' il capitolo finisce qua. Sia perchè voglio finirlo così, sia perchè è tardissimo per me considerato che domani devo andare a scuola e fare l'ultimo compito, in teoria, dell'anno.

Inizio chiedendo scusa per il ritardo non da me. Ma la scuola mi si sta davvero complicando. C'è da dire che mi sta dando soddisfazioni, più o meno. Sono riuscita a fare tre compiti in questi pochi giorni dallo scorso capitolo e penso di essere andata bene. Di aver dato il meglio di me, almeno. Ho iniziato a studiare seriamente anche per gli esami, quindi capirete che non ho avuto tanto tempo per scrivere. Mi dispiace ancora, comunque. Spero davvero di riuscire a postare presto il prossimo capitolo.

Un grazie enorme a chi ha letto lo scorso capitolo e grazie a: ValyBrick grazie per il consiglio. Non ho avuto in realtà molto tempo per pensare al mio dilemma quindi ho deciso di scrivere delle vacanze, poi magari deciderò. Spero che questo cap ti piaccia anche se non succeda chissà cosa! Bacio!

Vacanziera grazie mille davvero per il tuo consiglio. Mi è piaciuta molto l'idea del prologo ma purtroppo non ho avuto il tempo di sperimentare appieno le possibilità. Quindi continuerò con questi cap sull'estate e forse poi si vedrà cosa succede. Il compito penso sia andato bene e grazie per i complimenti sul discorso di Lily. Hai visto che alla fine Lily ha fatto rinsavire Rose?

Adesso scusami ma devo proprio andare a dormire! Bacio!


Grazie a chi leggerà, scusatemi per eventuali errori e grazie in anticipo a chi recensirà, spero che lo facciate! Un bacio enorme alla mia migliore amica! Ti voglio un mondo di bene e anche se te lo dico spesso non penso mai che basterà. Bacio a tutti! Vi voglio bene anche a voi!

La pazza!

Ps: il colore del capitolo è una storia lunga e complicata. Per riassumerla il mio prof di chimica ci ha tormentato tutto l'hanno su questo colore, il ciano! Ed eccolo qui, un capitolo con questo colore astruso che non riuscivamo a ricordare!

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Capitolo 36
*** 36. e se lui avesse saputo tutto???? ***


Trentaseiesimo capitolo: e se lui avesse saputo tutto????


-che cos'hai?- mi domandò. Io lo guardai sorridendo.

-non ho niente!- dissi baciandogli il collo. Eravamo sdraiati sul divano con la televisione accesa ma non stavamo proprio guardando niente. Parlavamo tra un bacio e l'altro del viaggio che avremmo fatto quest'estate.

-come niente?! Senti Rose, se mi vedessi preoccupato non faresti di tutto per capire e per estorcermi il motivo della mia preoccupazione?- mi domandò. Io stavo per rispondere quando lui si rimangiò quello che aveva detto.

-ok, tu aspetteresti che te lo dico io ma ciò non vuol dire che io devo stare zitto. Cosa c'è? Qualcosa non va?- mi guardò serio e interrogativo. Era preoccupato. E anch'io, ma infondo non volevo ancora parlarne. Poteva essere solo una mia stupida preoccupazione, niente di più. Del resto non ero mai stata precisa in quel caso.

-facciamo così. Se quando arriveremo a Sharm El Sheik, te lo dirò, ma penso sia solo una preoccupazione inutile. Niente d'importante- sdrammatizzai. Ma non tanto con lui. Volevo rassicurare me stessa. Non volevo preoccuparmi troppo, altrimenti mi sarei fatta influenzare troppo. Meglio non pensarci!

Poi sentì brontolare il mio stomaco.

non vuole dire niente”, mi raccomandai di pensare, prima di alzarmi e tirare per la mano Scorpius.

-ti va se mi aiuti a fare un dolce?- chiesi.

-un dolce? Ok, ma ti avviso che l'unica cosa che so fare con i dolci e mangiarli!- io risi sentendolo. Lo tirai in cucina divertita.

-basta che rimane qualcosa da mettere nel forno e per me va bene!- dissi.


************


Le mani di lui andarono lente vicino all'elastico della mia coda. Rimasi un attimo a pensare quanto sarebbe stato bello poter percepire quelle dita fredde mentre lui mi stringeva la coda, sistemandola. Poi mi guardò. E io mi sentì strana. Non ero mai stata guardata in quel modo. Fu come se mi trapassasse con gli occhi. Lo sentì quasi entrare nei miei occhi, guardarmi dentro meglio di qualsiasi persona avesse mai fatto e trascinare il mio cuore fuori. Anzi, non il mio cuore, ma qualcosa di molto simile. Fatto sta che mi sentì come se non fossi più nel mio corpo. Smisi di respirare, il mio cuore si fermò, non sentì più niente, non ebbi più neanche il senso del tempo. Mi ritrovavo sola, senza nessuna protezione di alcun tipo mentre lui mi fissava con gli occhi di ghiaccio. Ma non sentivo niente. Non potevo provare ne paura ne nient'altro. E poi chiuse gli occhi. E io ritornai in me. Quasi caddi a terra, mentre quella che forse era la mia anima, tornava come un elastico allungato, al suo posto. Le mani fredde di Stone mi tennero in modo che non crollassi a terra. Il mio cuore iniziò di nuovo a battere al massimo, il mio respiro era affrettato e affannoso. Ci misi un po' a trovare la forza per guardare negli occhi Stone. Lui mi lasciò le braccia mutando espressione. Il suo sguardo non era più freddo, ma pieno di rabbia. La rabbia però lo rese bellissimo. Bellissimo e letale. Come mi sarei immaginata il dio della morte.

-cosa...- balbettai. Non sapevo cosa chiedere. Del perchè era arrabbiato? Cosa mi avesse fatto prima? Del perchè era là? Avrei potuto dire tante cose ma non riuscivo a farlo. Era come se la mia bocca fosse impastata. Non facevo altro che balbettare.

-vai a casa. Anzi, vai a casa di tua cugina. Ora, subito. Non uscire di casa fino a quando non saranno tornati i tuoi zii. Chiaro?- ordinò. Io lo guardai accigliata. Avevo appena pensato di correre a casa. La sua espressione però mi fece bloccare le parole di protesta in bocca. Balbettai solo un “perchè?” che lui ignorò. Si voltò e scomparì, smaterializzandosi sul posto.

Rimasi da sola in attesa di capirci qualcosa. Ma non ci riuscivo. Allora presi a correre verso casa Weasley.


*********


Corsi veloce lungo il marciapiede e proseguì aumentando la velocità sul muro di un palazzo. Con un salto arrivai al terrazzo e correndo e saltando usai quella strada meno trafficata per arrivare non visto alla mia meta. Mi fermai di colpo. Ero in uno dei quartieri belli della città, con case grandi e giardini enormi. Puntai lo sguardo su un punto in mezzo alla strada. E dopo poco più di due secondi comparve un passaggio. Fu come se l'aria si squarciasse. E da quello squarcio uscirono delle figure in nero, con maschere bianche sul viso e le bacchette sguainate. Iniziarono a lanciare incantesimi ovunque, colpendo tutti e nessuno. Incendiarono macchine, case, alberi... la gente iniziò a urlare e a correre presa dal panico.

Io guardai tutto con occhi gelidi. E i miei occhi puntavano le anime delle genti morte che salivano verso il cielo.


*********


-mi passi sei uova?- gli chiesi. Lui aprì la confezione e la portò vicino a me che sistemavo la farina nella bilancia.

-come la fai?- mi chiese. Io presi il vasetto di yogurt alla banana. Lui lo guardò un po' accigliato.

-cosa c'è? Ti piace lo yogurt alla banana!- la sua faccia mi stupiva. Cosa c'era che non andava?

-niente. Solo pensavo che avresti scelto il cioccolato. In genere ti prende la mania in questo periodo del mese!- disse guardandomi incerto e sospettoso.

Io mi morsi il labbro. Possibile che l'avesse capito...

-io non... non sono ancora in quel periodo. Diciamo che ho un piccolo ritardo- sussurrai appena... ormai mi sembrava superfluo mentire! Ci era arrivato da solo.

-di quanto? Potresti essere...- mi sembrò che non riuscisse a terminare la domanda quindi annuì e tentai di rispondere senza che si sentisse in dovere di proseguire.

-è ancora presto per preoccuparsi davvero. Il fatto è che in genere sono abbastanza puntuale ma ciò non vuol dire che il ritardo di qualche giorno vuol dire per forza quello. Del resto abbiamo fatto in modo che non dovrebbe succedere!- dissi tranquillizzandolo.

Lui mi prese il viso tra le mani.

-Rose io non sono preoccupato. Perchè qualsiasi cosa succeda ti amo più della mia stessa vita, quindi andrà tutto bene!- e mi baciò. Io risposi con forza e fu come tornare a tanti mesi fa, nella sua casetta il giorno in cui il peso della scelta della vita e della morte di suo padre era caduta su di lui. Mi fece sedere sul tavolo e mi si avvicinò non smettendo di baciarmi. E io mi persi in lui, mentre una delle uova che avevo accanto cadde a terra spinta per sbaglio mentre salivo.


***********


Bussai con insistenza alla porta. Avevo paura, dovevo ammetterlo. Anche se non sapevo il perchè. Ma nessuno mi aprì. Allora presi la chiave di riserva che sapevo era nascosta sopra la cornice della porta, sotto incantesimo. Solo chi sapeva l'incantesimo speciale, inventato apposta da mia zia, poteva farla tornare delle dimensioni normali e quindi in grado di poterla usare. Ed entrai.

Dove potevano essere tutti?

Non uscire di casa fino a quando non saranno tornati i tuoi zii” aveva detto. Vuol dire che sapeva che i miei zii non erano a casa. Ma Rose e Hugo dov'erano?

Vagai per al casa incerta, notando che era silenziosa. Dovevano essere usciti tutti. Del resto Rose poteva benissimo essere uscita con Scorpius. E anche Hugo poteva essere uscito. Del resto poi saremo partiti, meglio stare con gli amici tutto quel giorno. Allora andai in cucina per prendermi un bicchiere d'acqua. Forse mi avrebbe fatto passare un po' di ansia. E aperta la porta mi ritrovai Rose e Scorpius che si baciavano in modo non tanto casto.

Arrossì violentemente e cercai di scomparire senza farmi notare ma come succede purtroppo in questi momenti urtai un tavolino che c'era accanto alla porta e gettai a terra un soprammobile che si ruppe in mille pezzettini.

Se possibile arrossì ancora di più mentre mi abbassavo per raccogliere i pezzi.


**********


Vidi Rose diventare dello stesso colore dei suoi capelli. Lo stesso che vidi scomparire dietro la porta poco dopo il rumore. Per un attimo fui preso da vero e puro panico pensando che fosse Ron, ma pensandoci mi sembrò poco plausibile. Ron sarebbe già entrato a spaccarmi la faccia.

-chi è?- chiese Rose mentre si sistemava meglio la maglietta. Io mi riabbottonai la camicia mentre lei titubante andava verso la porta.

-potrebbe essere un ladro. Vado avanti io- dissi protettivo ma in quel momento la porta si aprì ed entrò Lily, rossa quasi quanto Rose poco prima e con in mano mille pezzi di porcellana.

-scusatemi, non volevo!- sussurrò disperata. Non sapevo se si stesse riferendo al soprammobile oppure nell'averci interrotto. Rose comunque uscì veloce la bacchetta e riparò subito il danno.

-non ti preoccupare. Ci hai solo spaventato. Come mai sei venuta? Qualcosa non va?- gli domandò Rose.

La vidi smarrirsi un attimo. Ebbi quasi un flashback. Ricordai di aver già visto quell'espressione un po' di tempo fa. Precisamente a capodanno, dopo aver parlato con Stone. Lei poi guardò gli occhi di Rose e balbettò un po'.

-niente di che... ero andata a fare... a correre ed ero qui vicina..-. Rose annuì ma sapevo che non gli credeva.

-vuoi un po' d'acqua?- gli chiese lei. Io, che ero il più vicino al frigo, mi girai subito a prendere una bottiglia. Gli versai l'acqua e lei bevve ringraziando subito. Si sedette sullo sgabello con un'aria sconvolta. Rose si sedette di fronte a lei guardandola preoccupata. Io rimasi a guardarle. Lily stava per aprire la bocca poi posò lo sguardo su di me e la chiuse subito. Rose mi fulminò subito con lo sguardo.

-io vado di là. Se c'è bisogno chiamatemi!- dissi scappando. Sarei stato uno stupido se non avessi capito lo sguardo omicida che mi aveva lanciato Rose. Mi sedetti sul divano e guardai la tv. Ricordai ancora la mia sorpresa quando, lontano dai miei genitori, avevo scoperto la tv. Ero rimasto allibito per quello che pensavo fosse una magia straordinaria. In effetti i babbani avevano creato davvero molte cose per migliorare la loro vita, anche senza magia.

Girai così a caso cercando qualcosa di interessante quando per un'edizione straordinaria tutto fu interrotto.

Da sdraiato mi raddrizzai alzando il volume per sentire cosa era successo. Un giornalista tutto ansioso col microfono in mano stava parlando.

-cari telespettatori. Scusate l'interruzione di programmi ma sembra che nei pressi di Londra ci sia stato un attacco terrorista. Adesso lasceremo parlare il nostro inviato- e con un cambio di scena mostrarono un inviato con il volto preoccupato e molti poliziotti davanti.

-salve Smit, e salve a tutti i telespettatori. Io sono arrivato subito nel quartiere nord di Londra dove da meno di dieci minuti sembra esploso un putiferio- preoccupato mi alzai e chiamai a gran voce Rose e Lily non distogliendo orecchie e occhi dalla tv.

Arrivarono poco dopo accigliate ma guardando e sentendo la notizie le loro emozioni cambiarono.

-Esploso è la parola giusta perchè dai rumori che ci sono stati sembra proprio che siano esplose diverse case. Molte sono in fiamme, come si può capire dal calore e dal fumo ma come vedete gli agenti di polizia non ci fanno andare più avanti di così. Speriamo che tra poco riescano a sistemare le cose. Si pensa a un atto terrorista e noi saremo qui per mostrarvi e informarvi di tutto- terminò l'inviato.

Guardai Rose che stringeva a se Lily.

-lì c'è casa mia!- sussurrava Lily sconvolta.

-c'è qualcuno a casa?- chiese Rose guardando Lily negli occhi. Lily scuotè il capo.

-no. Erano tutti usciti grazie al cielo. ma...- non finì di parlare che sia il cellulare di Lily che il suo iniziarono a suonare. Lily lo prese preoccupata.

-papà!- esclamò lei sollevata.

Intanto anche Rose sospirava di sollievo rispondendo a quella che doveva essere sua madre.

-si, sono a casa di zio Ron. Ma cos'è successo? Dove sei?- chiese Lily.

La prima a finire fu Rose che si voltò verso di me per spiegare.

-dei pazzi hanno attaccato quel quartiere di Londra. Sono dei maghi, forse figli di Mangiamorte o Mangiamorte stessi perchè sono vestiti allo stesso modo. Hanno attaccato molti babbani ma gli Auror sono riusciti a salvare la maggior parte dei babbani. Ma non li hanno catturati. Mio padre mi ha detto che sembrano essere scomparsi un una specie di portale nel nulla. Adesso si stanno occupando dei babbani, delle case e di fermare i giornalisti come quelli che abbiamo visto in tv. Probabilmente faranno credere davvero che è stato un attacco terrorista- poi guardò Lily che chiuse e ci sorrise.

-va tutto bene. La casa è andata a fuoco ma non c'era nessuno. Mio padre è arrivato poco prima che quei tipi se ne andassero. Non sono riusciti a prenderli. Ma è riuscito a salvare gran parte della casa. Adesso verrà qui, prima di aver preso Hugo da un suo amico. Per fortuna che era uscito. E per fortuna che io non sono tornata a casa...- e rimasi un po' sconcertata.

La guardammo ma non sapevamo cosa chiedere.


**************


Quando tornai a casa rimasi stupita dalle condizioni delle case. Temevo di vederla distrutta in mille pezzettini invece per fortuna era andato bruciato solo l'esterno.

Fortuna..... se fossi andata a casa subito mi sarei trovata imprigionata nel fuoco oppure mi avrebbero colpito prima quei mangiamorte?

Era stata davvero una grande fortuna aver incontrato Stone. Fortuna oppure qualcos'altro??? e se non fosse stata fortuna??? e se lui avesse saputo tutto????


***********


E anche questo capitolo è finito. Sono un po' depressa.... forse perchè si avvicinano gli esami... forse perchè nessuno ha recensito lo scorso capitolo... forse tutti e due... non ne sono sicura....

Comunque spero che questo capitolo, forse un po' strano, vi piaccia. Voglio sapere cosa ne pensate, sia se vi piace sia se non vi piace. Le critiche sono costruttive quindi se non vi piace qualcosa ditemelo, così miglioro. Senza commenti invece mi deprimo soltanto!

Un grazie a che ha letto lo scorso capitolo e a chi leggerà questo. Aspetto recensioni!

Al prossimo capitolo, baci!!!!!!!!!!!

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Capitolo 37
*** 37. raggi di luna ***


Trentasettesimo capitolo: raggi di luna


Tornato a casa mi gettai sul divano. Ero rimasto a casa di Rose con tutti che parlavano della vicenda. Ron e Harry erano arrabbiati perché non erano riusciti a prendere quegli svitati. Ma erano anche decisi a occuparsi subito di questo fatto. Non volevano minimamente che risorgessero i Mangiamorte. Avevano lottato anni per sconfiggerli e adesso non avrebbero permesso il loro ritorno. Avrebbero iniziato con un controllo a tappeto su quelli che erano stati dalla parte del male prima. Se mio padre fosse stato vivo probabilmente sarebbe stato il primo indiziato. Mi coprì il viso con la mano mentre pensavo all’altro mio problema. Un problema che infondo non lo era proprio. Avrei voluto parlarne di più con Rose, ma non avevamo trovato un momento adatto. Chiusi gli occhi e pensando alla possibilità che fosse davvero in cinta. E ripensai allo strano sogno che avevo fatto tanto tempo fa. A me e a Rose circondati da una marea di bambini coi capelli rossi.

Sorrisi ma un rumore mi ridestò dai miei pensieri. Passi sicuri e decisi dietro di me. Mi alzai e mi guardai intorno. Non avevo acceso neanche le luci, la luna quella sera illuminava la stanza in modo che potevo vedere benissimo. Ma la persona che era di fronte a me ora si confondeva con le ombre che governavano le zone dove la luce non arrivava.

-chi è?- chiesi prendendo la bacchetta. L’uomo avanzo fino alla luce e mi trovai davanti Stone che mi guardava con occhi freddi (quindi come al solito by Scorpius) (si, hai ragione by autrice).

-Ti dispiace ospitarmi per stanotte? Ho bisogno di un posto dove.. riposare!- disse freddo e serio.

-io … come mai sei venuto qui?- chiesi, ora anch’io freddo. Avevo una sensazione strana, come se oggi fosse più pericoloso del solito. In lui vedevo qualcosa di strano, più inquietante di prima e diverso, anche se ancora non sapevo cosa c’era di differente. Forse era solo la luce. Con la lampadina accesa probabilmente l’avrei visto meglio.

-passavo di qua. Ho avuto un impegno di lavoro e mi sono ritrovato da queste parti. Sono arrivato prima qua ma ancora non c’eri. Ti ho appena sentito entrare. Non per intromettermi, ma dove sei stato?- mi domandò. io lo guardai alzando le sopracciglia. Voleva davvero sapere cosa facevo? E perché?

-sono andato da Rose- dissi asciutto. Lui mi guardò e mi sentì come se mi stesse osservando dentro. E capì cosa c’era di differente. Il suo sguardo era sempre stato di ghiaccio. I suoi occhi sempre così bianchi che facevano impressione. Invece ora mi guardava con occhi neri che sembravano nei pozzi senza fondo. Mi sentì quasi cadere in quei buchi neri e ritornai con i piedi per terra solo quando distolse lo sguardo.

-me ne andrò presto domani mattina, non ti disturberò per molto. Però ho bisogno che mi tieni una cosa- si avvicinò a me mi porse una scatola bianca. La presi incerto.

-ti ricordi che ti ho detto che mi dovrai aiutare? Questo è parte dell’aiuto. Dovrai solo tenere in un posto sicuro questa scatola e specialmente il suo contenuto. E non devi mai aprirlo. Altrimenti non so cosa ti potrebbe succedere- e se ne andò. Rimasi a osservare la scatola in silenzio. Entrato nella mia stanza la misi sulla scrivania e poi mi sdraiai sul letto. Non sarei quasi sicuro riuscito a dormire molto. Sia perché non c’era Rose accanto a me, sia perché la presenza inquietante di Stone mi preoccupava molto.


***********


Sognai di volare. Ero sul tetto della mia stanza ad Hogwarts e mi mettevo a volare, staccandomi dalle mattonelle felice e pronta a toccare almeno una stella. Una stella così splendente che potesse illuminare tutta la mia vita passata, presente e futura. Ma non la trovai. Invece mi svegliai nel mio letto troppo piccolo e vuoto con un dolce mal di pancia. Dolce perchè finalmente era successo. Forse era la prima volta che ne ero felice. In genere faceva un male che svegliarmi durante la notte per i dolori non mi rendeva affatto felice. Pensai a Scorpius e mi domandai se lui stesse dormendo. Chissà se potevo andarlo a trovare a quell'ora.


*****


Potemmo dormire quella notte già a casa. Il mio letto però quella notte doveva essere molto scomodo. Quella notte non riuscivo a dormire. E mi ostinavo a non alzarmi dal letto. se mi fossi alzata non mi sarei addormentata sicuro. E intanto la mia mente vagava inarrestabile e incontrollata. Alla fine mi arresi all’evidenza. Dovevo alzarmi. Magari farmi una camomilla mi avrebbe fatto bene. Mi alzai e scesi sotto. C'era mio padre e James che parlavano. Li sentì prima di avvicinarmi alla porta. L'aprì di pochissimo e ascoltai guardando dentro. Vedevo mio fratello di schiena e mio padre in viso, che per fortuna non mi doveva vedere, altrimenti mi avrebbe già chiamata.

-non penserai che...- stava dicendo James. Vidi mio padre tormentarsi il viso con le mani.

-vorrei tanto poterlo sapere. In un certo senso spero davvero che sia stato solo un sogno. Comunque non voglio che ci angosciamo. Dobbiamo solo stare attenti. Non la dobbiamo lasciare sola nemmeno un minuto, va bene?- chiese e James annuì. Di chi stavano parlando? E di cosa?

Rimasi lì in ascolto ma loro non dissero più niente. Dopo un po' si sistemarono un po' e uscirono. Non mi ero neanche accorta che erano vestiti. Entrai nella cucina ormai vuota e mi sedetti su uno sgabello. Qualcosa mi turbava. Ma non capivo cosa. Fatto stà che guardai il tavolo di legno allungo, senza pensare davvero a niente.


****

Stavo sognando. Speravo di sognare, perché se quello non fosse stato un sogno potevo dirmi definitivamente pazzo. Sentivo la scatola tremare. E qualcosa sussurrava da là dentro. Mi voltai a guardarla e la vidi quasi illuminarsi. Lampeggiava ma non di bianco ma di una luce opprimente e scura, quasi nera. Come la facessi a vedere non lo sapevo. Doveva essere per forza un sogno. Del resto la stavo più percependo che vedendo. La guardai un'altra volta e la sentì mentre sembrava che qualcuno dall'interno mi chiamasse.

Una mano calda però mi accarezzò il viso e io saltai su a sedere, svegliandomi.

Era tutto un sogno. E accanto a me c'era Rose.

-stavi facendo un brutto sogno?- mi chiese preoccupata. Io sorrisi guardandola e prendendogli il viso tra le mani.

-non ti stò sognando vero?- chiesi. Lei scosse il capo sorridendomi.

-non riuscivo a dormire. E poi ti volevo rassicurare. Mi sono venute!- mi rivelò. Io la baciai con dolcezza. Giocai e gustai le sue labbra rosse che amavo tanto. Quando mi staccai la strinsi al mio petto.

-potrei dirti che sono contento e infondo lo sono davvero. Le cose sarebbero diventate... sarebbero cambiate e sarebbe diventato anche più difficile fare quello che vogliamo fare davvero. Non che le cose possano essere insuperabili. Non voglio che tu rinunci a te stessa o a qualsiasi cosa tu voglia anche se per amore. Io ti amo e appunto per questo voglio che faccia quello che vuoi, sempre e comunque. Voglio vederti felice- dissi in totale sincerità. Ero terrorizzato dal fatto che potesse rovinarsi la vita per colpa mia. Già una volta ero riuscito quasi a distruggerla e la cosa mi tormentava ancora. Lei mi baciò con forza, mettendosi in ginocchio sul letto e stringendosi a me, le braccia intorno al collo e le sue mani tra i miei capelli. Quanto l'amavo? Non lo sapevo, e non l'avrei mai saputo, più o meno come probabilmente non si saprà mai quanto è grande l'universo.


*****


La guardai mentre sconfortata e stanca si sedeva sul divano. Aveva aperto la finestra perchè aveva caldo, probabilmente. Io così riuscivo a vederla meglio, mentre era illuminata solo dalla luce della luna. Restai a guardare quei raggi di sole che gli danzavano sulla pelle candida, troppo preso per poter ragionare. Non potevo stare là. Avevo fatto un errore e non era il caso di farne un altro. Eppure non riuscivo a pensarci. Era meravigliosa. E volevo la sua anima. Avrei fatto di tutto per poterla sfiorarla di nuovo. In silenzio entrai nella stanza, lei era stanca ma quasi completamente sveglia. Non sarebbe riuscita a dormire. Allora la guardai intensamente, da dietro il divano e pensai intensamente. Le sue palpebre si chiusero pesantemente e poi si addormentò. Rimasi a guardarla assicurandomi che lei dormisse. Aguzzai i sensi per avvertire ogni minimo rumore dagli altri abitanti della casa. Poi la guardai intensamente. Con un dito freddo gli accarezzai dolcemente il viso, passando sul profilo del naso fino alla punta, sulle guance, le labbra carnose e poi scesi sul collo. La vidi e sentì muoversi lentamente. Forse sentiva il mio tocco ghiacciato. Del resto, per quanto potevo sfiorarla appena di certo con era abituata a sentirsi sfiorata da qualcosa che sembrava un pezzo di ghiaccio. Seguì una vena che si vedeva appena ma che naturalmente avvertivo. Chiusi gli occhi e scesi fino alla spalla. Ma mi bloccai. Veloce come ero entrato uscì di corsa dalla finestra prima che il signor Potter si smaterializzasse davanti al divano. Lui si guardò intorno e lo vidi sorpreso nel trovare Lily lì. Poi la guardò preoccupato. E quel viso mi fece preoccupare. Possibile che avesse visto...

Guardai subito nella sua anima. Fissandomi su di lui riuscì a guardarla e a vedere tutti i suoi pensieri. Cercai i motivi della sua preoccupazione e la trovai. Anche lui aveva capito. O per lo meno aveva visto e adesso si tormentava. Voleva proteggerla a costo della sua vita. Ed ero d'accordo con lui. Nessuno avrebbe mai fatto del male alla mia anima bianca finchè ero vivo. Eppure quella visione, almeno per me, tornò.

E la vidi di nuovo. Mi tormentai il viso cercando di scacciare quelle immagini. Non volevo pensare a lei in quel modo. Non potevo pensare al suo sangue e a tutto questo. Niente fino ad ora mi aveva fatto soffrire in quel modo. Diedi un leggero pugno ad un albero vicino che però si frantumò come se fosse stato di cristallo. Chiusi gli occhi e poi guardai con freddezza il cielo. Alla fine tornai a casa Malfoy, dove tutto era ormai piombato nel silenzio. Tranne per la scatola. Aprì silenzioso la porta e la guardai. Poi andai nella mia stanza dove avrei fatto riposare il corpo e avrei guardato il futuro fino a che non avessi trovato quello che cercavo.


********


Rose si strinse a Scorpius nascondendo il viso contro la sua pelle calda. Scorpius, guidato da chissà che cosa, l'abbracciò quasi rassicurandola. Io li guardavo in silenzio mentre in realtà avrei voluto saltare fuori e mangiarli tutti. Voleva quelle anime, il loro amore reciproco non faceva altro che rendermi più inquieto. Ma ero rinchiuso, non potevo muovermi. E rimasi nella mia gabbia senza poter fare altro che contare i loro respiri.



******


Scusatemi per eventuali errori o sviste e specialmente per il cap non tanto lungo....ma sono stanca. Mi gira anche un po' la testa quindi sarò sintetica. Grazie mille a chi ha letto lo scorso capitolo!

E grazie a ValyBrich, hai visto, ho aggiornato prima che potevo.

Cara Vacanziera grazie mille per i complimenti. Sono davvero felice che lo scorso capitolo sia uno dei capitoli che ti piace di più. Il mistero di Stone di infittisce, si... ma già qui si può capire almeno una cosa confortante. Prova davvero qualcosa per Lily. Grazie ancora per l'augurio. Non vedo l'ora di finire tutto per non dover pensare a niente tranne riposare....

spero di leggere presto le vostre recensioni! Un bacio e un grazie enorme ancora! Buonanotte e alla prossima. Bacio!

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Capitolo 38
*** 38. Sharm El Sheik ***


Trentottesimo capitolo: Sharm El Sheik

Guardai i miei genitori incredula.

-avete davvero intenzione di partire lo stesso?- domandai.

Mia madre chiuse la valigia e si sedette sul suo letto mentre mio padre mi sorrise.

-avevo già preso le vacanze e se c'è bisogno posso materializzarmi in poco tempo. Ma non voglio rovinarci questa vacanza- rispose mio padre. Io li guardai ancora incredula. Scossi il capo ancora non capacitarmi della sua risposta. Già il fatto che i mangiamorte fossero tornati avrebbe dovuto preoccupare mio padre ancora di più. Infondo lui era il primo della lista che avrebbero voluto fare fuori. Ci pensai su mentre mi vestivo. Forse voleva andarsene appunto per questo. Ero confusa e triste. Anche se non capivo il perchè.


******


Lo guardai mentre guardava nostra figlia uscire e chiudersi la porta dietro le spalle. Poi si sedette accanto a me guardandosi le mani. Io gliela strinsi una.

-dimmi la verità, quanto starai davvero con noi?- gli chiesi. Lui non riusciva a guardarmi, ne a rispondermi. Presi il suo viso tra le mani e lo costrinsi a guardarmi.

-non cadere nel panico. Non sei solo, non sei mai stato solo. Quindi non provare a estraniarti come al solito e a cercare di risolvere tutti i problemi da solo. Ci siamo anche noi. E specialmente ci sono anche io che non sono di sicuro meno spaventata di te per Lily- ribadì decisa. Lui mi guardò negli occhi per momenti indimenticabili. Adoravo perdermi in quel mare verde che da spaventato e inquieto divenne calmo e rassicurante. E specialmente pieno d'amore.


*******


Quando scesi sotto con la valigia tutti erano pronti e mi aspettavano.

-bene, andiamo altrimenti riusciamo a farci sgridare per la centesima volta da Hermione- disse mio padre prendendo le varie valigie. Mia madre gli sorrise.

-non vorremo togliere questa gioia ad Hermy. Infondo è ormai una tradizione arrivare in ritardo!-

-già. Ormai zia si è fatta il callo- ribadì James. Guardai divertita mio padre e mio fratello che si guardavano negli occhi mentre tutti e due erano andati davanti alla portiera dalla parte del guidatore.

-ormai sono grande, ho la patente da una sacco, e guido sempre la mia macchina- gli stava dicendo James.

-si, ma questa è la mia macchina. Se vuoi guidare prendi la tua- gli ribattè mio padre.

Albus, accanto a me iniziò a sbraitare.

-mi sa che fra poco guido io. Cito il famoso proverbio “tra i due litiganti il terzo gode”- e uscì anche lui dalla macchina. Guardai mia madre disperata. Possibile che dovevano litigare per una simile cosa?

-sembrano dei bambini- mi disse Amber, accanto a me e io annuì.

-se non facessero questa scenetta ogni anno sarebbero anche più divertenti- scoppiammo tutti a ridere e poi mia madre aprì la portiera e guardo da sopra la macchina i tre litiganti.

-se entro due secondi non siete tutti e tre dentro vi lego e vi butto nel bagagliaio. Decido io per voi. Guido io. Adesso subito dentro- e passando da dentro si posizionò al posto di guida. Io, guardando i miei fratelli e mio padre divertita per le loro facce, che entravano in macchina, mi legai veloce la cintura. Tutti mi imitarono.

Mia madre era una sportiva. Avevo fatto parte della squadra di Quidditch fino a quando non aveva avuto Albus e non aveva trovato più appassionante fare la medimago. Ma purtroppo non aveva capito che la scopa e la macchina non sono la stessa cosa. La sua guida era quello che si definiva guida sportiva. Ma a un suo ordine nessuno riusciva a ribadire. Vidi mio padre torturarsi il viso. Sorrisi pensando a quante volte si stava ripetendo mentalmente “perchè non ho lasciato guidare James?”


******


Ero quasi del tutto sicuro che tutti mi stessero aspettando. Ma dovevo assolutamente prima posare quella scatola. Entrai nella stanza di mio padre e poi mi diressi verso la libreria. Muovendo un libro la parete iniziò a ruotare e entrai in una stanza che sapevo non veniva usata da almeno 20 anni. Ignorai l'arredamento elegante ma impolverato e cercai la mattonella che si spostava. Ci misi un po' a trovarla ma alla fine riuscì a scoprire la cassaforte che stava dietro. Inserì la chiave di mio padre e poi l'aprì. Dentro c'era oro e tante cose di cui non sapevo minimamente l'esistenza. Posai la scatola senza guadare tutto. La infilai dietro, cercando di nasconderla e poi chiusi tutto. Ero in ritardo e immaginai soltanto il signor Potter, anzi Ron, che mi guardava arrabbiato perchè avevamo perso l'aereo.


*******


Mi sentì sballottato un po' e poi mi ritrovai fermo improvvisamente. Percepì qualcosa di familiare vicino a me. Qualcosa di strano, non conosciuto del tutto ma con elementi simili. E poi capii. Accanto a me c'erano altre scatole!


******


Sull'aereo mi sedetti accanto a Scorpius. I posti erano a quattro e con noi c'erano anche Lily e James. Il viaggio fu lungo ma tranquillo e non problematico. Ci divertimmo anche, e del resto con James non si poteva non divertirsi.

Mi era mancato davvero da quando era partito ed ero contenta che fosse tornato. E vedevo anche Lily più felice. Scherzava e rideva con suo fratello, felice e contenta. Ero felice per lei, speravo davvero che si sarebbe lasciata tutto alle spalle finalmente. Ma non si doveva cantare vittoria troppo presto.



Arrivammo a Sharm El Sheik quasi il giorno dopo. La strada verso l'albergo fu illuminata dal sole che nasceva dal mare. Era una cosa meravigliosa. Guardai il sole nascere dall'acqua e tingerla di arancio. Scorpius mi strinse a me mentre io rimanevo incantata. E poi arrivammo all'albergo. Probabilmente quando avevano scelto scelto il posto dovevano essere usciti pazzi. Perchè era meraviglioso. Uno di quei paradisi tra natura e tecnologia che ti lascia incredulo, come se non potesse davvero esistere nella realtà. Era tutto molto indescrivibile.

(di la verità, tu non sai più cosa inventarti! By Rose).

Peccato che mentre scendevo dalla macchina inciampai facendomi male al ginocchio.

(risata maligna dell'autrice).

-certo che sei proprio sbadata- mi disse Scorpius mentre mi guardava i graffi sulla gamba.

-ce la fai?- chiese mio padre preoccupato. Non ebbi il tempo di rispondere. Scorpius si mise davanti a me, “porgendomi” la schiena.

-sali che ti porto in spalla- mi disse. Harry prese la mai valigia mentre James trascinò quella di Scorpius e io sbuffai.

-sono solo graffi- dissi ma montai in spalla lo stesso a Scorpius. Mi piaceva infondo essere portata in quel modo. Specialmente da Scorpius.

Chiusi gli occhi e poi li puntai verso il paesaggio bellissimo. E mi sentì felice, nonostante il dolore al ginocchio.


****


Notai subito il cambiamento di Lily. La vidi rattristirsi un po' guardando Rose e Scorpius felici e insieme. Di sicuro il suo pensiero volava a quel..... quel tizio, per essere educato.

Guardai verso l'albergo e passai con lo sguardo la scalinata che dovevamo fare per arrivarci. Sorrisi guardando Lily.

-ti vedo un po' fiacca in questo periodo. Dimmi la verità Lily, quanto sei ingrassata in questo periodo?- la stuzzicai. Lei si voltò fulminandomi.

-non sono per niente ingrassata. Devi avere della mortadella su quegli occhi- ribattè.

-lo scopriremo subito. Vediamo chi arriva primo all'albergo correndo. da.. ora- e presi a correre. Le gare di velocità erano sempre state una delle sfide più amata da noi due. Specialmente perchè eravamo i più veloci. Anzi, lei era maledettamente veloce. Con tutti l'addestramento che facevo ogni giorno e comprese anche le mie gambe muscolose e lunghe vinse lei, piccola ma fin troppo veloce. Ma non mi lasciai distanziare troppo. Mi ero ripromesso una cosa il giorno prima. Non l'avrei persa di vista mai, fino a quando non avremmo arrestato quei pazzi.

Arrivati mi guardai veloce intorno per rendermi conto di com'era il posto.

L'albergo era molto ampio, si divideva in quattro ali diverse ognuna con due piani. In tutto erano 400 camere. Si trovava sulla costa ed era circondato da palme che spuntavano direttamente dalla sabbia bianchissima. Vidi Lily guardare lontano dal mare azzurro, verso l'interno.

-dov'è il deserto?- chiese. Io indicai un punto oltre la vegetazione.

-ho studiato la mappa di questa zona. A un chilometri di distanza iniziai uno dei tanti deserti- gli spiegai. Lei si accigliò guardando nostro padre che discuteva per le stanze.

-io voglio la vista sul deserto- gli disse lei avvicinandosi.


***

La vista sul deserto. Mai avevo visto qualcosa di più bello. Ma era una bellezza difficile da spiegare. Le parole non potevano rendere l'idea di quel bellissimo spettacolo che mi faceva nascere dentro qualcosa di triste ma di felice.

E pensai a Stone. Ero sicura che quel paesaggio gli sarebbe piaciuto.


*****


Guardai il sole illuminare Diagon Alley. Sorrisi, risate, persone tranquille che si fermavano davanti alle vetrine dei negozi. Ma tra la folla non c'era lei. Quindi non mi preoccupai quando dallo squarcio uscirono dissennatori. L'atmosfera cambiò completamente. Sembrò che il sole scomparisse e tutto diventò freddo. Alle risate e ai discorsi allegri si sostituirono nient'altro che urla disperate. Mi accigliai non poco però. Mi aspettavo i mangiamorte. Invece i dissennatori non li sopportavo. Mi rubavano tutte le anime. Mi avvicinai a loro, coperto anch'io dal mantello nero e sbrindellato che avevamo in comune. Volevo anch'io la mia parte di anime.


***********

Mare, sole, sabbia bianca e finissima: questa era la vacanza che mi piaceva di più. Quel pomeriggio riuscì a divertirmi davvero. Specialmente per la compagnia dei miei parenti. Quando andai al bar quella sera per bere ero ormai convinta che quella vacanza mi avrebbe fatto tornare completamente il buon umore.

-cosa desideri?- mi chiese il barista con un ampio sorriso.

-un bicchiere d'acqua, grazie!- dissi.

-vuoi un gelato?- domandò una voce accanto a me. Girai il viso e mi ritrovai davanti dei bellissimi occhi neri. Un ragazzo scuro di pelle, alto, con un sorriso sicuro e bianchissimo, mi stava guardando.

-come?- chiesi confusa. Lo guardai meglio. Seguì i bei lineamenti del suo viso e poi tornai ai suoi occhi mentre mi rispondeva.

-voglio offrirti un gelato. Quale vuoi?-

-io...- ero confusa. Mi aveva spiazzato.

-qui quando un ragazzo offre un gelato non si rifiuta mai, lo sai? Non ti stò chiedendo niente di vincolante. Voglio solo offrirti un gelato!- spiegò semplicemente.

-ok. Se proprio insisti- accettai cercando di riprendermi. Non era passato chissà quanto tempo da quando frequentavo i ragazzi. Eppure mi sembrava tutto di già fin troppo estraneo.

-come ti chiami?- mi chiese mentre mi porgeva il gelato. Mi poggiai al bancone e lo guardai cercando di essere socievole.

-Lily, e tu?-

-Key. Sei inglese?-

-si, come fai a saperlo?- gli chiesi accigliata iniziando a mangiare il gelato. Era buono.

-perchè parli benissimo l'inglese. E per via dei tuoi colori- spiegò accennando ai miei capelli e alla mie pelle bianca.

-giusto. Anche tu parli benissimo l'inglese.

Di dove sei?- chiesi.

-delle Hawaii. Sono venuto qui per studiare e lavorare. E tu invece?-

-io sono qui in vacanza con la mia famiglia- risposi.


*******


Stavo parlando con lui quando lo vidi cambiare espressione e guardare verso il bancone del bar. Anch'io guardai lì e notai Lily che parlava con un bel ragazzo.

-lasciala in pace. Sarebbe ora che si svagasse un po'- e interessarsi a qualche ragazzo normale di certo non gli avrebbe fatto male, pensai. Poi osservai James. Era preoccupato, lo capivo benissimo. L'avevo visto molte volte geloso per Lily. E quello non era il suo modo di essere geloso. James si arrabbiava, stringeva la mascella, si accigliava e poi andava subito a richiamare al suo posto lo “scocciatore”. Anzi, ribadire alcuni punti, come diceva lui.

Invece ora guardava Lily preoccupato. Lo sapevo. E non faceva altro che stare vicino a Lily, a osservarla, a cercare di distrarla e a farla divertire. Certo, James era sempre stato pieno di attenzioni verso la sua sorellina e sapevo che il fatto che fosse triste gli dispiaceva e la voleva tirare su, ma c'era anche qualcosa. Qualcosa che non era una sciocchezza.

-James cosa c'è? Sai qualcosa che io non so, vero?- domandai. Anzi, quasi lo accusai. Lui si voltò verso di me. Poi si alzò dalla sedia accanto a me e mi scompigliò tutti i capelli mettendomeli sul viso.

-mi sembra impossibile trovare anche una sola cosa che non sai tu, genio!- e si avviò verso Lily.


******


Era la nostra prima sera lì e cenammo tutti insieme felici e spensierati. Anzi, quasi tutti. Notavo una certa tensione in giro. Specialmente in Rose. Era da ore che mi sembrava quasi di sentire il suo cervello elaborare dati, alla ricerca di qualcosa. Chissà a cosa stava pensando. E chissà quando me l'avrebbe detto. Comunque quella sera la discussione verteva sulla cosa da fare il giorno dopo.

Ma Lily era documentata.

-io propongo di andare a vedere il canyon colorato. Si trova a 150 km da qui, più o meno 2 ore di viaggio. Mi hanno detto che è uno spettacolo eccezionale!- illustrò.

-e chi te l'ha raccontato?- chiese accigliato James.

-ah ah ah, sei molto divertente. Sai benissimo chi me l'ha raccontato. Key comunque si occupa dei trasporti. Si arriva in jeep e poi dobbiamo fare un pezzo a piedi. Che ne pensate?- chiese speranzosa.

-per me va bene!- esclamò Hugo. Albus e Amber annuirono e James sorrise.

-chissà se si può anche andare a cavallo fino a la- si chiese.

-posso chiederlo a Key se vuoi!- propose Lily. Vidi James accigliarsi.

-glielo chiedo io, se ne ho voglia!- sbraitò.

Guardai Rose interrogativo. Lei annuì.

-mi piacerebbe proprio andarci. Ho letto qualcosa su questa gola. Sono sicura che sarà bellissima!-


*************


Scusatemi tanto per il ritardo. Io imperdonabile. Anzi, spero di farmi perdonare con un capitolo che inizierò a scrivere subito e che posterò al più presto. Comunque ho una giustificazione. Sono diventata zia di una bellissima bimba!!!! me tanto contenta!!! ormai a 5 giorni e prima ancora mia sorella stata ricoverata per vari problemi è per questo che non ho avuto proprio tempo di scrivere. Spero che questo cap un po' di transizione vi piaccia. In effetti non succede molto, e vi devo anche dire una cosa. L'hotel e la posizione del mare rispetto al deserto è del tutto inventato. Non mi sono mai mossa dall'Italia e non ho mai visto Sharm El Sheik. Ma ho visto una frase che mi ha attirato molto, “tra mare e deserto” che mi ha attirato subito. Quindi ho scelto questa meta per il viaggio dei miei personaggi. Invece il canyon è davvero esistente. Mi piace molto l'idea di un canyon colorato. L'ho cercato su internet e ci sono davvero delle belle immagini. Quindi per il prossimo capitolo se volete aiutarvi con le immagini potete pure farlo.

Adesso un grazie infinito a chi ha letto lo scorso capitolo.

Cara ValyBrick grazie per la recensione. Anche in questo cap si capisce un po' di più di Stone, anche se vi confonderò ancora di più le idee! Ahahahahahahahaahah!!!!!

Cara Vacanziera anche a me piace molto il viola, sono contenta anch'io di essere ritornata a questo colore. E per la gravidanza non avevo la minima intenzione di farla rimanere in cinta ora ma volevo inserire il dubbio! Per Stone, si, è molto ossessionato da tutte le anime. E si, mi piace l'idea che ti sei scervellata per capire cos'è e cosa c'è nella scatola. Naturalmente ancora non ti posso dire niente, segui e vedrai. Per il discorso di Scorpius c'era un pezzo che chissà il perchè si è cancellato per questo è apparso così sconclusionato. Non che infondo non lo sia tutto quello che scrivo, più o meno...

comunque grazie mille a tutti, non vedo l'ora di leggere altre recensioni! Mi raccomando, rendetemi felice! Baci!!!!!

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Capitolo 39
*** 39. tra deserto e mare (parte prima) ***


Trentanovesimo capitolo: tra deserto a mare!


Il canyon colorato è una delle mete più belle del mondo. Questa gola è accessibile solo a piedi e le pareti sono alte anche 40 metri. Avevo letto che molte di quelle pareti assomigliavano ai volti di uomini ed erano state modellate dal vento che aveva scavato a lungo quelle rocce.

Le pareti del canyon, formatesi nel corso del tempo grazie all'azione degli elementi naturali, scendono con cascate di colori generati dall'ossido ferroso e dal manganese.

Arrivammo in quel posto incantato dopo due ore intense di viaggio. Eravamo solo noi “giovani”, i nostri genitori erano rimasti a mare, o almeno così ci avevano detto. Invece io pensavo che fossero tornati a Londra.

Ero convinta che stava succedendo qualcosa. E il comportamento di James mi faceva capire che Lily aveva un qualche ruolo in questa storia. Ma quella giornata, con Lily vicina e al sicuro, doveva essere tranquilla e felice. Anzi, abbastanza dinamica, direi.

Dopo il lungo viaggio in jeep dove avevo conosciuto Key e avevo apprezzato la sua simpatia, arrivammo sani e salvi.

Era stato bello vederlo scherzare con Lily, mentre lei divertita rispondeva a ogni sua frecciatina e battuta.

Mi piaceva rivederla così, non frivola ma contenta e se stessa, dopo tanto che era stata solo una copia sbiadita di quello che era prima.

Felice mi guardai intorno, con Scorpius che mi aiutava a superare i vari ostacoli sul percorso.


*****


Key guardò la discesa ostruita da pietre che avevano tutta l'idea di voler cadere appena si fosse poggiato un piede. La guida ci diede il via libera e ci mostrò come scendere.

Key si voltò verso di me.

-vuoi aiuto?- mi chiese. Io sorrisi.

-penso di riuscirci da sola, comunque grazie- e iniziai la discesa. Non era difficile, come sembrava, provavo attentamente ogni pietra prima di poggiare completamente il piede e scesi incolume. Key mi seguì tranquillo e deciso. Poi aiutò una ragazza che stava cadendo dopo di lui. Del resto era un aiuto guida anche.

Ormai avevo perso il conto dei mille lavori che faceva. Era un tipo divertente e simpatico. Ma non potevo non guardarmi intorno e dimenticarlo subito. Ero circondata da pareti enormi e altissime di arenaria, striate di delicati colori: gialli, rossi, viola, magenta e oro. Era incredibile questo spettacolo, pensare che era davvero tutto naturale.

-fra poco si possono notare ciò che il vento ha creato inaspettatamente. Sembra incredibile ma secondo te a cosa assomigliano queste forme?- Key indicò le pareti che guardai attentamente. Tentai di non farmi distrarre dai colori e mi soffermai sulle linee e le curve. E vidi dei volti che sembravano scolpiti in maniera strepitosa. I profili erano vaghi ma non confusi. Tutto sembrava stato creato da uno scultore ma sembrava anche allo stesso tempo impossibile che a crearlo fosse stata una persona. La perfezione e la levigatezza della superficie non faceva che far pensare che nessun uomo sarebbe riuscito a realizzarlo.

E poi passammo in un punto dove le pareti sembravano solo di sabbia, davano l'idea che se l'avessi toccato mi sarebbe crollato tutto addosso.

E le linee, e i colori che si mischiavano, si univano, sembravano così precise, così uniche e così particolari, appunto perchè fatti dal vento. Vento che adesso non c'era ma che non potei non immaginare mentre soffiava secoli dopo secoli per creare tutto questo.

Montagne così gigantesche modificate da qualcosa di invisibile ma di così forte. Chissà se anche le nostre vite erano modificate da qualcosa di altrettanto forte ma invisibile.


******


Li cercavano. Il che non mi preoccupava molto. Lei era lontana. E anche se i mangiamorte ora stavano distruggendo un altro quartiere magico non potevano trovare lei. Aspettavo di raccogliere le anime dei morti quando tra gli auror vidi comparire il padre di Lily. Lo fissai per un momento. Il suo futuro mi parve nitido nella mente. La sua anima sarebbe stata davvero una bella preda. Sarebbe stato una grande soddisfazione catturare un'anima come quella. Guardai gli eventi svolgersi di fronte a me.

Gli auror erano in postazione, un muro compatto che attaccò con incantesimi precisi e puliti. Ma i mangiamorte non avevano niente da perdere. Usarono tutti gli incantesimi letali esistenti e abbatterono molte anime innocenti. Naturalmente anche gli auror non si dimostrarono da meno. Guardare da spettatore in quella confusione sarebbe stato davvero difficile per un normale mortale. Ma io vedevo bene tutto.

Distinsi anche tutta l'azione. Vidi la bambina correre spaventata e per sbaglio addosso a un mangiamorte. Vidi il mangiamorte prendere un coltello e cercare di colpirla. E vidi anche Potter senior frapporsi tra lui e la bambina con il proprio corpo. La lama si conficcò precisa e senza esitazione nella schiena e per un attimo non pensai ad altro che all'anima che avrei potuto avere. E poi pensai. Pensai a Lily. Pensai alla sua anima straziata per una simile perdita. Davvero non avrei fatto niente? Non volevo che soffrisse. Non l'avrei mai permesso. Quasi comparsi di fronte ad i mangiamorte nel mio nero mantello, da cui spuntavano solo gli occhi. Osservai un incantesimo che uno dei mangiamorte aveva mandato verso Potter.

Catturai con la mano l'incantesimo verde la chiusi a pugno e poi l'aprì e l'incantesimo andò ad una velocità maggiore contro il mangiamorte che l'aveva lanciato. Morì e la sua anima nera fu risucchiata dal terreno. Ma non mi fermai. Mi voltai verso i mangiamorte che mi guardavano impietriti per un attimo. Non capivano cosa stessi facendo. Ma gli auror non si fermarono. Tentarono di catturarli tutti ma molti scomparvero dallo squarcio che creai subito. Quei pochi catturati si misero a gridare contro me, volta gabbana, e contro Potter.

-il male non morirà mai. Tornerà e non potrete fermarlo- gridavano. Io mi voltai un attimo verso Potter, che supino a terra grondava sangue. Gli amici si erano avvicinati subito. Esaminai la sua anima. Si sarebbe salvato. La magia poteva guarire facilmente quella ferita, se presa presto. Tornai a guardare i mangiamorte prigionieri. Bastò un cenno con la mano. Le loro anime si staccarono dai loro corpi e caddero morti, fra le braccia degli auror. Le anime volarono in giro e io iniziai a volare. Dovevo prenderle prime che sfuggissero.


******


Un macigno di diverse tonnellate ostruiva il passaggio. Era grande, immenso e molto alto. Ma lo guardai sapendo che si poteva scavalcare. Anche la guida lo sapeva, ovviamente, ma stava scrutando tutti per cercare di capire quanti avrebbero potuto scalarla.

-io dico che un tappo come te non riesce a superarla- mi sfidò James. Lo guardai sorridendo per sfida.

-vuoi scommettere?- e iniziai a salire. Sentì Key esclamare preoccupato a mio fratello:

-è pericoloso. Si può fare male-

-non ti preoccupare. Quella è una scimmia. Preoccupati per te, piuttosto- e poi prese a salire dietro di me.

Io divertita continuai a salire. Mi piacevano molto le sfide fisiche. E poi eravamo attrezzati bene. A ogni passo che facevo assicuravo un chiodo dove attaccavo la corda che avevo legata alla vita. Del resto non ero un'imprudente.

Quando arrivai in cima rimasi incantata dalla vista spettacolare. Era uno spettacolo inspiegabile. Era bellissimo ma allo stesso tempo anche triste. In particolare una piccola fitta al cuore mi fece preoccupare. Ma durò talmente poco che non ci feci caso.

Una mano mi si posò sulla testa scompigliandomi i capelli per quanto la coda alta glielo permettesse.

-smettila. Non voglio assomigliare a un cane spelacchiato- sbuffai. Lui rise.

-un cane spelacchiato? Io avrei detto che assomigli di più a un gatto pulcioso- mi stuzzicò James. Gli presi la mano ridendo, allontanandola dalla mia testa.

-non ho le pulci. Solo un po' di zecche, forse- scherzai.

Mi guardai attorno. Tutti stavano cercando di salire, chi più agilmente, chi con più difficoltà. Key, che era salito senza problemi ora mi fissava. Chissà a che stava pensando. Ma mi interessava davvero? Invece cercai Rose e la vidi tentare di salire proprio in quel momento. Vedevo anche Scorpius tentare di aiutarla ma lei non aveva bisogno di chissà quale aiuto. Mi ricordai l'agilità con cui era salita sul tetto, quel giorno a Hogwarts. Chissà che brutto sarebbe stato a settembre senza di lei.

Ma non volevo intristirmi. Mi guardai in giro osservando di nuovo e perdendomi anche un po', in quel meraviglioso paesaggio. E poi rimasi di stucco. Una delle pareti più alte davanti a noi aveva scolpito un volto. Un volto in cui si poteva vedere meglio rispetto alle altre gli occhi. Occhi che mi ricordarono quelli di Stone. E come mi era successo l'altra volta mi sentì strana, come se quegli occhi mi guardassero dentro, come se mi prendessero l'anima e la staccassero dal mio corpo.

Chiusi gli occhi, decisa a scappare da quella sensazione di vuoto. E guardai James che mi fissava con sguardo insolitamente serio.


****


Quel giorno passò veloce e forse un po' stancante. Di certo camminare e scalare rocce sotto un sole cocente non era una cosa riposante. Ma fu bellissimo. Il ritorno ci sembrò più lungo dell'andata ma perchè eravamo più stanchi. Anzi, mi correggo, non tutti erano stanchi. Lily e James avevano ancora tantissima energia da usare. Quando con la jeep passammo vicino a un'oasi dove un signore era con dei cammelli Lily saltò in piedi entusiasta.

-possiamo andare sui cammelli?- domandò a Key.

-in teoria si. Basta noleggiarlo uno. Ma sei sicura di saperci andare?- domandò.

-è tanto diverso rispetto a una cavallo?- chiese lei.

-non tanto. Tu sai andare sul cavallo?-

-no ma posso imparare- e scese veloce dalla jeep non aspettando neanche che si fermasse completamente. James la seguì subito.

-prendiamo due cammelli quindi- esclamò prendendo il marsupio e avvicinandosi a quel signore strano. Era il classico tipo che ti aspetti di vedere in un deserto. Un turbante in testa, un vestito arabo bianco, seduto in meditazione vicino ai suoi cammelli.

-tu vuoi andare sul cammello?- mi chiese Scorpius. Cercai nel suo sguardo la risposta. Lui sembrava stanco e capii che me lo aveva chiesto solo per gentilezza. E anche io ero fin troppo stanca.

-magari la prossima volta. Voglio provare ad andarci a cavallo ma quando sarò fresca e riposata me lo godrò di più- spiegai. Lui mi strinse a se annuendo.


*****


Una cavalcata nel deserto con il cammello è indescrivibile. Una cosa perfetta che non ti aspetteresti di vivere davvero. Mi soffermai a guardare il muso del cammello contenta. Sembrava che ridesse anche lui. Il signore si avvicinò al cammello e disse la sua parola magica. Il cammello si accucciò, piegando prima le zampe anteriori e poi quelle posteriori.

-salga signorina!- disse in inglese ma con un forte accento. Sorrisi e mi issai sulla sella.

Quando il cammello si alzò mi venne un piccolo colpo di vertigini. Ma passò subito e mi abituai presto al modo ondeggiante della cavalcata.


*****


-è una forza della natura- mi disse Key mentre la guardava alle prese con il cammello. Io sorrisi.

-si, è unica- acconsentì.

Lo guardai per tutto il viaggio e notai quanto sembrava rapito da lei. Avrei voluto chiedergli cosa intendesse fare, se quello che provava per lei era semplice interesse o qualcosa di più. Ma naturalmente me ne stetti zitta. Non mi pareva il caso di impicciarmi in fatti non miei. Invece osservai Scorpius e mi godetti quel viaggio con lui. Era il nostro primo viaggio insieme e stava andando benissimo. Speravo che il tempo non passasse mai.

Quando tornammo all'hotel notai che qualcosa non andava. Lo sguardo di mio padre, che incontrai vicino alla mia stanza, era cupo prima di vedermi. Quando incrociai i suoi occhi cercò di distendere il viso e mandare via le preoccupazioni.

-ciao ragazzi. Vi siete divertiti?- ci chiese.

-ho cavalcato un cammello!- esclamò Lily ancora euforica. Poi si avviò verso la stanza dei suoi genitori e mio padre la bloccò.

-dove vai?- chiese titubante.

-a raccontare ai miei cosa ho fatto. Perchè? C'è qualche problema?- domandò lei stupita.

-no. Solo che.... che … - si guardò intorno in cerca di una giustificazione.

-sono ancora in spiaggia?- lo salvai io. Lui annuì con vigore.

-puoi andarli a cercare là- disse. Lily annuì, un po' incerta.

-va bene. Mi vado a fare prima una doccia e poi li vado a cercare. A dopo!- e se ne andò. James, io e Scorpius guardammo mio padre seri e preoccupati.

-non è successo niente, non vi preoccupate- cercò di rassicurarci, ma era troppo incerto per rassicurarci davvero. Ma in quel momento un gemito di dolore ci fece temere il peggio. Proveniva dalla stanza dei miei zii e James, ancor prima che Ron potesse trovare qualche giustificazione, entrò dalla porta subito.

Lo seguimmo e trovammo Harry steso sul letto, a pancia in sotto con il petto scoperto. Sulla schiena aveva sangue rosso incrostato e un taglio verticale non tanto largo ma molto profondo. Ginny aveva in mano bende e bacchetta.

-dovevi allontanarli. Possibile che non sai fare niente!- sgridò Ron non alzando neppure lo sguardo dalla ferita.

-cos'è successo?- chiese James avvicinandosi e controllando che suo padre fosse sveglio. Non lo era. Il gemito gli doveva essere sfuggito nel sonno ma era profondamente addormentato.

-non è colpa mia. Non sapevo che dire- sbuffò Ron.

-cosa gli è successo?- domandò irritato James.

-niente di grave. Se mi lasciate in pace per tre secondi vedrete che riuscirò a curarlo e ve lo spiegherà lui- ci tranquillizzò Ginny. Poi prese a disinfettare il taglio e a pulire la pelle. Finito questa operazione prese la bacchetta e rimarginò la ferita. Non del tutto, perchè era profonda e infatti poi lo bendò anche.

-fra un po' si sveglierà. Voi andate nelle vostre camere e fatevi una bella doccia. Dopo ne riparleremo!- ci ordinò lei e noi uscimmo tutti dalla stanza. Guardai James e Albus. Erano preoccupati. Gli sorrisi stringendo dietro di me la mano a Scorpius.

-avanti, cosa sono quei musi lunghi. Andiamo a rilassarci un po' che va tutto bene!- e li sollecitai ad andare nelle stanze. Scorpius era ancora vicino a me.

-posso venire da te- domandai guardandolo seria. Non volevo stare da sola, per evitare che la mia testa andasse a trarre conclusioni terribili e forse inverosimili.


******


Ed ecco a voi il nuovo capitolo. Allora, onestamente non mi ricordo neanche cosa ho scritto.....

dovete sapere che questo capitolo lo scritto appena o pubblicato l'altro solo che ieri poi non mi connetteva più il pc. E ora ho la febbre....

Sono tornata a casa e ho dormito fino alle nove di sera, tipo 4 ore, e adesso 3.47 circa di mattina, non ho più sonno e ho un gran mal di testa. Ho provato a vedere se connetteva e ha funzionato sta volta. Quindi eccovi il capitolo e scusatemi se non vi saluto degnamente ma ho la testa che esplode. Vado a farmi una camomilla.

Grazie a ValeBrick che ha recensito, scusami se non ti ringrazio più adeguatamente ma non riesco a ragionare.

Grazie mille anche a chi ha letto e a chi continuerà a leggere. Aspetto le vostre recensioni! Baci!!!

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Capitolo 40
*** 40. tra deserto e mare (parte seconda) ***


Quarantesimo capitolo: tra deserto e mare (parte seconda)


Mare. Guardai le onde del mare infrangersi forti e impetuose contro le rocce. Il mare era nero e sembrava voler quasi mangiare tutto. Chiusi gli occhi e poi guardai il cielo. Nuvole nere si muovevano in circolo, tuonando e mandando fulmini. Poi vidi delle ombre nere venire verso di me. Sentii il freddo che mi circondava. E capii che erano dissennatori.

Mi svegliai di colpo, con la sensazione di freddo fin dentro le ossa. Mi alzai subito dal letto e andai ad aprire la finestra. L'aria condizionata nella stanza fu stemperata dal calore che veniva dalla finestra. Soffiava direttamente dal deserto. Chiusi gli occhi e decisi di uscire. Avevo solo una camicia da notte piuttosto corta e trasparente quindi presi una vestaglia e scesi sotto, sperando di non incontrare nessuno. Stavo andando in un posto abbastanza isolato per questo. Uscita arrivai alla spiaggia ma invece di andare verso il mare, andai verso il deserto. Sulla spiaggia e in giro trovai coppiette che cercavano una momento romantico e intimo e io li ignorai guardando il cielo. Osservai la luna, bellissima e piena. Mi fermai solo quando intorno intorno a me non c'era più nessuno.

Mi tolsi la vestaglia e la gettai a terra, sedendomi di sopra. Anzi, sdraiandomi. Guardai la luna, le stelle e sorrisi, pensando a quanto era bella davvero quella nottata. Non come nel mio incubo. Ora stavo bene. Chiusi gli occhi e non pensai più a niente, pronta a dormire.


*******


Dormire con la persona che ami tra le braccia, era la cosa più bella del mondo. Quella sera Rose era rimasta a lungo tra le mie braccia ad ascoltare il battito del mio cuore e aspettando che il sonno la cogliesse, ma c'era voluto molto tempo. Ora dormiva ma era ancora tesa. Gli accarezzai i capelli e pensai a quanto ero fortunato ad averla vicina.

Ma un rumore mi risvegliò dai miei pensieri. Mi voltai e lo vidi, un'ombra nera che si avvicinava al letto.

Il volto di Stone era illuminato dalla luce della luna e lui si portò un dito alle labbra, in un chiaro invito a fare silenzio. Allora mi alzai lentamente, cercando di non svegliare Rose, e lo seguì fuori dalla stanza.

-che ci fai qua?- gli chiesi appena fu chiusa la porta.

-ho un'altra cosa da darti. Devi custodirla come hai custodito l'altra. È inutile che ti dice di nuovo di non aprirla, vero?- si raccomandò. Mi porse la scatola ma non la presi.

-non ho intenzione di prenderla se prima non mi dai qualche spiegazione. Dimmi cosa c'è in questa scatola!- dissi serio, incrociando le braccia. Lui mi guardò fulminandomi con gli occhi freddi. Quella sera erano ancora più chiari, forse per via della luce bianca. Fatto sta che il suo sguardo mi spaventò più del solito.

-come mi sembra di averti già detto, sono sicuro che se sapessi la verità ti pentiresti di avermelo chiesto. Quindi non fare più domande e pensa solo a fare il tuo dovere-

-però puoi rispondere a due domande? Queste scatole e... quello che fai tu c'entra qualcosa con gli attacchi a Londra da parte dei mangiamorte?- se non mi avesse risposto neanche a questa domanda non avrei mai preso quella scatola.

-mettiamola così... io servo a loro e loro servono a me. Quindi si, c'entra molto con me e con le scatole-

Mi immobilizzai. Quindi avevo ragione. Lui era malvagio.

-io non sono malvagio. Mio padre e mio nonno erano cattivi, loro forse hanno approvato quello che stai facendo ma io no. Non ho più intenzione di aiutarti- chiarì.

-se faccio del male è solo la mia natura. Fa parte anche degli uomini, il fatto di fare male agli altri, o sbaglio?-.

Con dolore ricordai al male che ero riuscito a fare a Rose anni prima. Ma deglutì guardandolo serio. Lui continuò.

-e poi non ti puoi tirare indietro. Ho un patto vincolante con te. C'è la tua anima in mezzo. E poi le scatole sono innocue. Pensaci il meno possibile e fai quello che devi-

-ma..- stavo per dire ma lui mi interruppe.

-il patto è stato stipulato con uno dei tuoi avi. Vuoi sapere quale? Diciamo che parliamo di una 30 di secoli fa. Adesso torna a dormire!- e scomparve prima di poter aggiungere qualcosa. Sbuffai, guardando la scatola che aveva lasciato a terra. Ebbi l'impulso di calpestarla. Di distruggerla in qualche modo. Presi la bacchetta e provai a darle fuoco. Ma nessun incantesimo sembrava funzionare. Allora fui tentato di lasciarla là. Chi l'avesse trovata avrebbe deciso cosa farsene. Io non volevo avere niente a che fare con lei. Ma quando aprì la porta della mia stanza me la ritrovai davanti, a terra. Uscì un attimo sul corridoio ma la scatola non era più li dove l'avevo lasciata. Era a terra di fronte alla porta. Sospirando, sconfitto, anche se per il momento, la presi e la misi dentro la mia valigia, nell'armadio. Lo chiusi anche con la chiave. Poi andai a letto e guardai Rose dormire, ora un po' più tranquilla. Sorrisi e gli baciai una guancia, prima di stringerla a me e cercare di prendere sonno.


*****


Era raggomitolata sulla sua vestaglia, che dormiva tranquilla e beata. La vidi quasi sorridere mentre mi avvicinavo osservandola. Venire a vederla non era nei miei piani. Mi ero obbligato a evitare la sua stanza. E invece me la trovavo li, sulla mia strada. E pensare che ero venuto verso di qua a caccia...

La guardai dormire tranquilla e qualcosa in me scattò.

Non sapevo neanche cosa fosse, ma mi fece male. Mi ricordò un evento passato, quando mi ero staccato dal mio vero essere ed ero diventato quello che ero. In quel momento mi ero sentito più reale, qualcosa di più di quello che ero. Adesso invece sentivo solo qualcosa di più. Che però non sapevo riconoscere. Non avevo mai sentito niente del genere.

Un rumore però mi fece distogliere lo sguardo. Guardai verso l'hotel e vidi un cavallo correre imbizzarrito. Un uomo lo seguiva, correndo con in groppa ad un altro cavallo. Mi nascosi alla sua vista ma rimasi sempre vicino a lei. Il cavallo imbizzarrito si avventava contro Lily. Ma solo un cenno della mano e il cavallo fu scagliato su un fianco, ancora vivo ma stordito.

L'uomo si fermò. Guardò confuso il cavallo, poi notò Lily.

Quel qualcosa dentro di me si intensificò e mi fece male, mentre guardavo l'uomo che scendeva da cavallo e si inginocchiava accanto a Lily. L'osservai mentre la guardava, mentre gli posava una mano alla base del collo, poi la scrollò un po'. Lily con molta lentezza si svegliò e si guardò intorno. Era bellissima, così, sotto la luce della luna.

-Lily?! Stai bene?- chiese l'uomo.

-cosa? Key che ci fai nella mia stanza?- domandò lei, un po' sfasata.

-sei sonnambula?- domandò lui divertito.

Lily si guardò meglio intorno. Poi guardò Key.

Odiai quell'uomo con tutto me stesso. L'odio era una delle sensazioni che conoscevo meglio del mio essere.

-no. Sono solo confusa.... - rispose lei. Key gli porse la mano e lei l'accettò subito per alzarsi. Poi prese la vestaglia a terra, mettendosela. Solo i miei occhi notarono le sue guance arrossate per l'imbarazzo.

-tu che ci fai qua? Sei sonnambulo anche tu?- chiese lei cercando di scherzare.

-no. Sono di turno questa sera per sorvegliare i cavalli, ma ne è sfuggito uno e quindi sono venuto fino a qui per prenderlo. Eccolo là- lo indicò. Il cavallo si era rialzato ma a questo punto era più che calmo.

-ti va una cavalcata gratis verso l'hotel? Oppure vuoi rimanere qui ad aspettare qualcuno che ti rapisca? Lo sai che le donne sono una merce molto pregiata tra i nomadi di queste terre?- la stuzzicò lui porgendogli le briglie del cavallo più vicino. Lei le accettò e salì veloce a cavallo, sorridendogli scherzosa.

-quasi quasi rimango qua. Chi mi assicura che uno di quei nomadi non sia un principe e che non mi porti nel suo castello incantato?- domandò lei e iniziò a galoppare. L'uomo salì veloce sull'altro cavallo e la inseguì.

Li guardai scomparire all'orizzonte. Dentro di me qualcosa stava bruciando.


******



-papà perchè non mi racconti la verità?- chiesi a mio padre che stava facendo la sua colazione e tutti aspettarono la risposta con attenzione.

-niente. Solo un incidente a lavoro. Non è la prima volta che tentato di farmi male, o sbaglio?- scherzò lui.

-sono stati quei mangiamorte, quindi?- chiese Albus.

-si. E la cosa più assurda è che eravamo riusciti a catturarne la maggior parte. Li avevamo in pugno. E invece poi è comparso un tizio e li ha uccisi tutti- rimase un attimo in silenzio. Io mi alzai e lo abbracciai.

-non andartene più. Non sopporto l'idea che potevi non tornare!- lo strinsi forte a me mentre lui ricambiava.

-bambina mia io ci sarò sempre per te. Tornerò sempre da te!- mi promise lui.


*******


Mi svegliai di colpo. Avevo sentito qualcosa di strano. Non capivo cosa però. Solo le braccia di Scorpius che calde mi stringevano a se mi tranquillizzarono subito. Mi guardai intorno ora confusa. Scorpius dormiva tranquillo. Cosa mi aveva svegliato allora? Notai che l'armadio non aveva la chiave attaccata. Strano, io l'avevo lasciata attaccata la sera prima. Piano piano mi alzai dal letto e con lo sguardo la cercai. Non sapevo il perchè ma qualcosa mi diceva che dovevo aprire quell'armadio. Ma dove potevo cercarle? Pensai subito all'incantesimo di appello. Stavo per prendere la bacchetta quando mi resi conto che infondo non ne avevo bisogno. Chiusi gli occhi e mi concentrai. Ormai era da mesi che mi esercitavo ogni pomeriggio. Il mio potere ero sotto controllo e potevo usarlo a piacimento. O almeno così era stato fin'ora.

Trovai le chiavi ne giro di pochi secondi, uscirono dal cassetto di Scorpius silenziosamente. Guardai Scorpius accigliata. Chissà cosa nascondeva. Era giusto vedere? Guardai le chiavi. E se per qualche motivo voleva tenermi nascosta una cosa? Non era giusto lasciargli fare quello che voleva? Ero davvero una persona gelosa?

Guardai Scorpius e mi morsi il labbro inferiore. Poi posai le chiavi di nuovo nel cassetto. Non volevo essere un tipo geloso. Lo avevo spiato già una volta e ancora non mi sembrava una cosa giusta. Andai in bagno pronta a farmi una bella doccia. Volevo togliermi dalla testa tutti i miei dubbi. Appena avessi avuto tempo avrei chiesto a Scorpius una spiegazione.


*


-e che ci facevi fuori di notte?- gli chiesi preoccupata. Lei si strinse nelle spalle, mentre cercava qualche vestito da provare. Eravamo in uno dei negozi di vestiario vicino all'hotel e lei mi aveva trascinato qui subito appena ero scesa sotto.

-niente di preciso. Avevo fatto un brutto sogno e sono voluta uscire fuori. Mi sono addormentata e poi mi ha svegliato Key mentre rincorreva un cavallo che era scappato. E sono tornata nella mia stanza. Nessun problema. Non è successo niente. Niente di cui preoccuparsi-

-come niente di cui preoccuparsi? Dormire in mezzo al deserto ti sembra normale?- chiesi irritata.

-non sono arrivata in mezzo al deserto. Ci vorrebbe una notte intera per arrivare anche solo a un quarto del deserto. Comunque non volevo parlare di questo. Volevo chiederti se secondo te dovrei accettare l'invito di Key- ribadì lei. Io ci pensai su.

-andate solo al cinema, giusto?- lei annuì.

-e lui ti stà simpatico, vero?- lei annuì di nuovo.

-e allora perchè sei così incerta? Mica è una proposta vincolante, giusto? Andate solo a vedere un film- dissi ragionevolmente. Lei mi parve pensierosa e contrastata. Non ci misi molto a capire cosa gli frullava nella testa e a sbuffare.

-Lily dimmi che non stai pensando ancora a lui! Dimmi che non stai pensando a come potrebbe prenderla lui o cose del genere. Speravo l'avessi dimenticato-. Lei smarrì lo sguardo tra i vestiti. Poi ne tirò fuori uno. Era molto bello nella sua semplicità. Un vestito a bretelline, con una sotto veste bianca e una seta leggera sopra, increspata di un azzurro chiaro, quasi bianco. Mi ricordò gli occhi di Scorpius, o meglio il loro colore. Anche se era un po' più chiaro, per la sovrapposizione dei tessuti. Ci volle un attimo per ricordare chi aveva quel colore degli occhi. E guardare Lily incredula. Mi ero sbagliata. Non pensava a Geremy, pensava a Stone.


******


Dopo aver messo il vestito mi guardai allo specchio. Dovevo ammettere che era davvero carino quel vestito. Scostai la tenda e Rose mi guardò sorridendo.

-stai benissimo Lily!- esclamò sincera. Io gli sorrisi. Poi mi volati di nuovo verso lo specchio.

-allora lo prendo. Tu non hai trovato niente che ti piace?- gli chiesi.

-no. Ma comunque non importa. Non ho bisogno di niente!- mi disse. Io la guardai corrucciata. Chiusi la tenda, mi rivestì e presi Rose per mano.

-il fatto che non ti serva niente non è importante. Devi prendere qualcosa, così possiamo ricordarci di questo momento quando negli anni a seguire metteremo questo vestito. Potremmo ricordare questa estate qui!- mi spiegò iniziando a cercare tra tutte le grucce. Io sorrisi.

-non bastano le foto per i ricordi?- mi chiese.

-non è la stessa cosa. Le foto le guardi proprio quando cerchi i ricordi, invece trovare un oggetto che magari prendi in mano casualmente e lasciare evocare i ricordi involontariamente è più bello, secondo me!- e tirai fuori un costume bellissimo.

-prendi questo. Il verde t i stà benissimo!- ordinai dandoglielo in mano.

-non è un po' troppo.. striminzito?- chiese lei incerta.

-provalo e finiscila di farti domande- e la spinsi dentro il camerino. Aspettai guardandomi un altro po' in giro. Un commesso carino guidò una signora al camerino accanto al mio porgendogli gli abiti che doveva provare. Io guardai il camerino e dopo un po' Rose scostò le tende incerta.

-ti stò d'incanto!- esclamai. Quel costume era perfetto per le forme di Rose. Lei si guardò incerta allo specchio.

-non pensi che sia troppo...- ma la interruppi subito.

-no, non è troppo mini. Prendilo assolutamente, ti stà troppo bene!-. Lei mi sorrise. Poi si accigliò notando che il commesso la guardava fisso. Io mi schiarì la voce irritata e lui sorrise come per scusarsi.

-quel costume le dona, signorina. Sembra una dea!- commentò. Rose arrossì, dissi un timido grazie e si richiuse dentro il camerino. Guardai accigliata il commesso che tornò a lodare la signora che era appena uscita con i vestiti che stava provando. L'arte della vendita era un'arte sottile. E lui la conosceva molto bene.

Guardai fuori dalla vetrina un po' triste. E vidi due tizi vestiti di nero che attraversavano la strada. Non ci misi molto a capire chi erano, anche se naturalmente non potevo esserne certa al cento per cento. Fatto sta che si stavano avvicinando e uno sembrava proprio guardare me. Allora entrai nel camerino in preda al panico.

-Rose c'è un problema!- dissi. Lei si accigliò mentre di infilava la maglietta.

-che problema?- chiese ma la mia risposta non arrivò. Dal rumore che si sentì capii che la porta di vetro del negozio doveva essere stata sbattuta in qualche modo ed era andata in mille pezzi.

-stupidi babbani, morirete tutti!- gridarono delle voci in coro. Rose mi prese subito la mano.

-ti mando all'hotel. Chiama mio padre, tuo padre e James, subito!- disse e poi, ancor prima che potessi protestare, scomparì subito. Mi ritrovai nella hall dell'hotel col cuore che mi batteva a mille. Dovevo chiamare gli altri. E sperare che Rose stesse bene!


********

Incredibile ma finalmente ho finito questo capitolo. Tra io che non stavo tanto bene, gli esami che si avvicinano (mancano solo 8 giorni...) e una nipotina troppo bella, non sono riuscita a scrivere molto. Adesso posto questo capitolo e spero davvero di riuscire a trovare il tempo per scrivere il prossimo presto. Spero che questo capitolo vi piaccia, aspetto le vostre recensioni (rendetemi felice. Me un po' triste visto che sono due capitoli che ricevo solo una piccola recensione). Adoro ValyBrick perchè sei l'unica che hai recensito quindi posso dire che almeno a te continua a piacere la storia!

(scusate il mio piccolo sfogo. Ringrazio chi legge e non vi preoccupate se non volete recensire. Già il fatto che sono arrivata a 21 preferiti e a 11 seguite mi rende felicissima perchè pensavo che la mia storia non sarebbe piaciuta!) quindi grazie mille a tutti voi che leggete, a quelli che hanno aggiunto la storia ai preferiti o ai seguiti e... be non posso dire altro che aspetto le vostre recensioni. Magari se saranno un paio ritaglierò un po' di tempo allo studio e scriverò il prossimo capitolo! Altrimenti, se non mi faccio viva è perchè stò studiando. Ma voi non mi mollate! Baci a tutti!

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Capitolo 41
*** 41. in prigione ***


Quarantunesimo capitolo: in prigione.....


Un lungo respiro. Poi uscì dal camerino. E vidi un disastro. La vetrine e la porta di vetro erano andati in mille pezzi, le uniche persone che erano rimaste erano tre babbani costretti a terra dagli incantesimi dei mangiamorte. Una di quelle era una signora che teneva in mano un bambino.

-lasciateci stare. Non fate del male e mio figlio!- singhiozzava lei. Un mangiamorte si avvicinò ridendo e puntando la bacchetta su di lei. Riconobbi subito l'effetto della maledizione cruciatus, anche se non l'avevo mai visto fare. La rabbia mi avvolse in una spirale molto stretta. Neanche di pensare al mio potere che lui aveva già agito. La bacchetta del mangiamorte si frantumò in mille pezzi, e lui si voltò verso di me. La donna, ora libera, scappò con il bambino tra le braccia. Nello stesso tempo anche la bacchetta degli altri mangiamorte presenti in quella stanza si spezzarono e i babbani riuscirono a scappare. Sentivo grida e risate provenire dalla strada ma per adesso non facevo altro che guardare i mangiamorte che mi fissavano freddi.

-una povera bambina contro quattro grossi uomini. Siamo senza bacchetta ma non pensi che siamo sempre più forti di te?- mi chiese il più vicino avvicinandosi. Io sorrisi, un sorriso che per la prima volta avrei giurato che fosse crudele. Mi bastò un cenno della mano. Mi ero allenata con l'acqua in quei giorni. Avevo creato molte onde solo col mio potere. E le avevo contrastate. Ora fu lo stesso. Feci volare tutti e quattro dalla vetrina rotta e andai in strada. E mi investì un gelo mai provato prima. Guardai in altro. Scendevano verso la strada, come fantasmi spettrali, i dissennatori.


*******


Quando vidi arrivare Lily, correndo, capii che era successo qualcosa.

Quando, tra le braccia di James spiegò che Rose era rimasta nel negozio sotto l'attacco dei mangiamorte mi sentì morire. Il cuore smise di battere e riprese solo quando, dopo essermi smaterializzato, la vidi in mezzo alla strada, con un patronus davanti. Lei era inginocchiata e teneva tra le braccia una bambina che piangeva. Il suo patronus, una tigre enorme, ringhiava contro i dissennatori esitavano intorno a lei. Il tempo di pensare alla formula e il mio patronus, un leone, si lanciò in una corsa contro i dissennatori, che si sparpagliarono in cielo. I mangiamorte intanto avevano preso a lottare contro tutti i familiari di Rose. Vidi Lily correre verso Rose e la seguì, lanciando un incantesimo a un mangiamorte che si stava avvicinando a lei.

-Rose- disse Lily abbracciandola.

-perchè sei venuta. Dovevi solo mandare loro. vattene- disse Rose arrabbiata.

Lily la guardò interdetta.

-perchè?- chiese lei. Io gli accarezzai la guancia e domandai:

-Rose stai bene?-

-hai visto Sarah? Sono arrivati i rinforzi!- sorrise la mia Rose alla bimba, che smise di tremare e ricambiò con un timido sorriso.

-vai in braccio a Lily. Scorpius portale al sicuro, subito- mi disse seria.

Poi qualcosa parve spezzare l'aria. Dietro Rose si era aperto uno squarcio dal quale era uscita un'ombra nera. Non riuscì a fare molto con la bambina in braccio. Prima che me ne rendessi conto l'ombra prese Rose tappandogli la bocca e lei parve svenire.

-Rose- gridammo io e Lily insieme.

-l'ho presa. Possiamo andare!- gridò l'ombra e tutti i mangiamorte svanirono in meno di un secondo.

Caddi a terra in ginocchio, la bimba che aveva ripreso a piangere tra le mie braccia.


******


Era tutto buio e freddo. Sbattei le palpebre cercando di abituarmi a quel buio. Dove mi avevano portato? Ricordai le grida che avevo sentito prima che comparissero loro. La discussione tra i mangiamorte. Cercavano la figlia di Harry Potter, la ragazza con i capelli rossi. In quel momento ringraziai di assomigliare così tanto a Lily. Cercai di rialzarmi da terra ma avevo le mani e i piedi legati. Avevo anche freddo e la testa mi faceva molto male. Dopo un po', con il cuore che mi batteva forte e il respiro strozzato riuscì a intravedere qualcosa. Sopra di me c'era una piccola finestra da cui entrava quella che pensai fosse la luce della luna. Avevo dormito tutta la giornata' dove mi potevano aver portato? Tentando di far tornare normale il respiro mi concentrai sulle corde che mi legavano. Alcuni secondi e mi trovai libera, ma ancora indolenzita. Potevo usare i miei poteri, cosa che mi rincuorò. Giustamente pensavano che togliermi la bacchetta e legarmi mi avesse resa innocua. Ma si sbagliavano. Anche se non avevo molte speranze contro centinaia di mangiamorte.

Passarono i minuti non sapendo cosa fare. La cella e in cui mi trovavo diventava sempre più visibile. Ero su un pavimento sporco e lurido e accanto a me c'era una brandina su cui però non avrei mai avuto il coraggio di sedermi. Era ancora più terribile del pavimento. La finestra era minuscola e troppo in alto per poter vedere qualcosa e la porta era tutta di metallo con un piccolo spioncino. Non aveva ne maniglia ne serratura. Rumori mi fecero capire che c'erano altre celle accanto a me. Grida e urla però mi facevano solo agghiacciare. Poi un rumore proprio di fronte alla mia porta mi fece sobbalzare.

-se vuoi me ne occupo io. Sarà un piacere parlare con lei- ghignò un uomo fuori. Ma tacque mentre la porta si apriva. Mi rannicchiai com'ero prima pronta a fingere di dormire e sentì la porta chiudersi alle spalle della persona che era entrata. Non aveva nessuna luce con se. Non osai aprire gli occhi ma ascoltai con le orecchie tese al massimo. Emise un sorriso di sollievo che mi sorprese così tanto che aprì gli occhi. E lo vidi, illuminato appena dalla luce riflessa della luna. Era Stone!

Si mise un dito sulle labbra intimandomi di non gridare. Lo guardai incredula, arrabbiata e forse anche con odio. Probabilmente con molto più odio di quanto pensavo. Lo vidi irrigidirsi e guardarmi freddamente, molto più freddamente di quanto mi stava guardando prima.

-prega che si accorgano il più tardi possibile che non sei Lily. Hanno l'ordine di non toccarla minimamente e sarai fortunata se non ti vengono a trovare lo stesso. Figuriamoci se sapessero che non sei lei- mi disse freddamente.

-tu sei un mangiamorte?- lo accusai quasi.

-io sono quello che sono. Non tentare di scappare, se ne accorgerebbero. E scoprirebbero chi sei- e si avviò verso l'uscita. Lo guardai preoccupata andarsene. Non sapevo cosa fare, mi sentivo persa. Pensai a Scorpius mentre il cuore mi batteva forte. Dovevano essere tutti preoccupati.


*******

non ci potevo credere. Non volevo neanche pensarci. Ma non potevo evitarlo. Ogni volta che chiudevo gli occhi rivedevo Rose scomparire di fronte a me. E dentro bruciavo mentre non sapevo che fare.


**********


-dov'è?- quasi aggredì il giovane auror che avevo davanti, che mi guardò tremando. Indicò la sala degli interrogatori e mi gettai quasi sulla porta spalancandola. Seduto sulla sedia c'era uno dei mangiamorte che avevamo catturato.

-perchè avete preso Rose? Dov'è adesso?- gli gridai contro, prendendolo per il collo. Lui, con le manette rimase per quanto poteva impassibile.

-Weasley si calmi. Si stà tutto surriscaldando inutilmente. A quest'ora i miei avranno già ucciso sua figlia. Quindi è fiato ed energia sprecata- sghignazzò quello. Persi di vista il senno. Mi avventai contro lui pensando solo di spezzarlo in due e mi fermai solo quando Harry mi trattenne con forza.

-sei impazzito?! Ron lui ci serve!- disse Harry. Sapeva che il fatto che non dovessimo maltrattare i prigionieri non mi avrebbe toccato in quel momento, quanto la possibilità di scoprire dov'era Rose.

Harry prese la boccetta di veritaserum e bloccò con la magia l'uomo. Fatta ingoiare ci sedemmo e io cercai di controllare la tentazione di prenderlo di nuovo a pugni.

Non riuscivo neanche a pensare all'eventualità che avessero potuto fare del male a Rose. Avrei disintegrato qualsiasi persona avesse anche solo pensato di fargli del male.

-cosa volete da Rose? Perchè l'avete presa?- chiese Harry duro. L'uomo ci guardò, gli occhi freddi ma velati.

-noi non dovevamo prendere la Weasley. Quel cretino ha preso la rossa sbagliata. Ci serve la figlia del salvatore. E presto la prenderemo. E il male risorgerà di nuovo-. Mi sentì male. Chissà se Rose lo aveva capito. Ecco perchè l'aveva fatta tornare subito. Ed ecco perchè quel verme era così convinto che avrebbero ucciso Rose. La mia Rose...


******


Persi la cognizione del tempo. Non avevo idea di quanto tempo passò dopo ma ad un certo punto mi addormentai. E rifeci quel sogno che avevo fatto tanto tempo fa, quello in cui mi gettavo dal trampolino e mi ritrovavo a cadere su un lucido pavimento, mentre Stone mi fissava tranquillo. Solo che questa volta quando mi alzai non c'era Scorpius accanto a me, ma delle mani viscide che mi accarezzavano la spalla. Strillai tentando di allontanare l'intruso e tentai di focalizzare la stanza. Una piccola candela illuminava la cella e una specie di mostro mi guardava con occhi lucidi e malvagi. Era piccolo, poco più grande di un elfo domestico, ed era completamente pelato, con il viso deformato e scheletrico che mi richiamò un infero. Aveva delle dita lunghe e anch'esse scheletriche che tentarono di accarezzarmi la gamba ma io la raccolsi vicino al petto.

-chi sei? Cosa vuoi da me?- chiesi spaventata.

-io portato cena.- disse lui ancora indicando un vassoio a terra e poi tentando di avvicinarsi ancora.

-tu bella- continuò con quella voce che faceva gelare, avvicinandosi.

-grazie per la cena. Ma vai via- dissi spaventata. Non sapevo cosa fare. Stone mi aveva detto di non usare la magia, altrimenti avrei saputo come difendermi. Ma perchè poi mi dovevo fidare di quel... verme?

Mi alzai in piedi arrabbiata. Infondo era piccolo e avrei potuto tirargli un calcio per allontanarlo. E invece guardandolo negli occhi alla luce della candela mi fece un po' pena. Sembrava un anima perduta anche lui. Lui mi guardò esitante poi se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle.

Mi gettai di nuovo per terra rabbrividendo. Aveva iniziato a piovere e faceva freddo. Io ero in costume e con un vestito leggero sopra. Mi resi conto che era il costume che avevo provato. Avevo rubato un costume. Anzi, loro mi avevano fatto rubare un costume. Sbuffai guardando il mangiare. Una piccola magia mi avrebbe fatto scoprire? Bastò ripescare la formula dai pensieri e la ciotola con la suppa e l'acqua si illuminarono di una luce rossa per alcuni minuti. Sospirai allontanandomi. Era piena di una qualche droga. Non potevo berla. Mi guardai intorno e vidi che nessuno era venuto per la mia magia. Non ancora. In piedi guardai la brandina con una cerea coperta sopra. Puntai le mani su quella e cercai di pulirla quanto potevo. Alla fine dell'opera mi chiesi se adesso mi potevo azzardare a sedere. Feci comparire un manciata di fiammelle blu nella mano destra, che mi riscaldarono anche un po', e mi avvicinai al letto che ora sembrava molto meglio. Mi sedetti cercando di pensare a cosa fare. Ma avevo freddo e fame. Mi strinsi alle coperte e rimasi con le fiammelle accanto.

Papà, Scorpius, dove siete?


*****


stavano organizzando il rito. Tutto era quasi pronto. A mezzanotte sarebbero andati a prendere Rose e dopo averla portata qui quell'uomo si sarebbe reso conto che lei non era Lily. O almeno se ne sarebbero resi conto quando lui non si sarebbe ridestato. Cosa gli avrebbero fatto? Guardavo nel futuro ma vedevo tante scelte differenti. Nessuno, purtroppo per Rose, che la prevedesse viva. Anzi, tranne una. Ma la morte sarebbe stata meglio della tortura. Io ero combattuto. L'anima di Rose sarebbe stata una preda ambita. Ma se avevo fermato la morte di Harry perché Lily non soffrisse, come potevo permettere che soffrisse ora per la cugina. Sentimenti. Dannati sentimenti. Come potevo essere diventato loro schiavo? Io ero malvagio. Io mi nutrivo dei sentimenti positivi, lasciando solo quelli più terribili. Certo, non ero come gli altri. Il Signore Oscuro aveva fatto si che io fossi speciale. Ma ero cattivo lo stesso. Come potevo provare sentimenti?

E anche se la cosa mi importava sicuramente meno non potevo che pensare al giovane Malfoy. Lui avrebbe di sicuro distrutto le scatole. Pensai preoccupato alla probabilità che l'avesse già fatto o almeno pensato. Non potevo permetterlo.

Svanì subito indeciso su come presentarmi a lui.


Quando arrivai all'albergo mi avviai verso la sua stanza invisibile. E fui fortunato. Davanti a me c'era Scorpius con la scatola che gli avevo dato qualche giorno prima in mano.

-se non vuoi che la apro vieni qua Stone. Non stò scherzando, la distruggerò- stava dicendo lui. Era disperato. Riconobbi i suoi sentimenti e vidi la sua anima farsi sempre più scura, comandata dall'odio e della paura. Comparvi subito e lui mi guardò senza stupirsi. Forse sapeva che sarei venuto.

-dov'è? Come stà?- chiese disperato.

-stai tranquillo e dammi la scatola- dissi io porgendogli la mano. Lui la strinse al petto guardandomi freddo. Fu quasi curioso rivedere una delle tante mie solite espressioni nel suo viso.

-lei stà bene, per ora. E lo sarò almeno fino a mezzanotte. Poi il suo futuro è incerto. Ma una cosa so, che ho bisogno di due delle scatole che ti ho dato. Dammele subito- ordinai.

-portami da lei. Portami da Rose e io te le darò. Altrimenti inizio col distruggere questa e poi anche le altre- disse minaccioso. Io lo guardai freddo.

-sei davvero disposto morire per amore? È una sensazione così forte?-

-certo che morirei per lei. Perchè la mia vita è già sua. Se lei non ci fosse non avrei motivo di esistere- esclamò lui.

Rimasi a fissare la scatola che tremava dopo questa rivelazione. Lo vedevo contorcersi per quelle parole e per quel sentimento che sfociava dal cuore di Scorpius. Erano parole che mi avrebbero solo dovuto schifare, che mi avrebbero dovuto sembrare un'assurdità e avrei dovuto considerarlo un debole, un pazzo per credere davvero a certe cose. Anche la cosa nella scatola lo pensava. Eppure mi sorpresi di capirlo. Ma non capivo il perchè. Perchè?

Poi guardai l'ora incredulo. Era mezzogiorno meno dieci. Il che voleva dire che da lei erano mezzanotte meno dieci. Presi il braccio di Scorpius con forza e scomparì.


****


Feci sparire la fiamma nel momento stesso in cui la porta si aprì. Entrò un uomo vestito in nero che all'inizio pensai fosse Stone. Ma non era lui. Insieme a lui entrò anche un Dissennatore che riempì la stanza di freddo e che mi rabbrividire ancora di più.

-alzati prescelta. Il momento è giunto. Tutto è pronto per l rito che farà risorgere il nostro Signore Oscuro- disse l'uomo in modo molto teatrale. Doveva essere uno dei sacerdoti di questo assurdo rito. Sperai che non mi riconoscesse. Io per lo meno non lo conoscevo. Mi sorpresi di come era sicuro che l'avrei seguito tranquilla. La presenza del dissennatore certo influiva, e poi capì che pensava avessi mangiato. Mi alzai cercando di non tremare pronta a seguirlo e fingermi come sotto l'effetto della droga. Al momento giusto sarei riuscita a scappare.

Ma quando arrivammo nella sala dopo un lungo corridoio l'unica sensazione che mi pervase fu la paura e la nausea. Di fronte a me una vasca circolare era piena di una qualche sostanza nera come catrame. Un ponte di marmo portava al centro dove una tomba di vetro nero era posta. Attorno alla vasca centinaia di persone con mantelli neri e maschere bianche ci guardavano sussurrando una specie di litania in quello che mi parve vagamente latino. L'uomo di prima mi condusse lungo il ponte e guardai dentro la teca di vetro scuro. Uno scheletro mi fissò con occhi rossi. E io mi sentì mancare la terra sotto i piedi. Persi i sensi prima ancora di poter realizzare che di avere di fronte Lord Voldemort.


*****


Allora... spero che questo cap non sia tanto male.... l'ho scritto in vari momenti di non studio- ne ho avuti molto pochi. Adesso lunedì ho l'ultima prova e gli esami saranno finalmente finiti. Quindi spero di tornare a scrivere spesso. Spero che sarete felici di leggerlo ora piuttosto che lunedì. Quindi buona lettura e un grazie immenso a ValyBrick per la tua recensione. Rose diciamo che stà bene, almeno fino ad ora. (scherzo. Non ti preoccupare non sono così sadica da uccidere la mia protagonista... più o meno...) comunque per le scatole... diciamo che servono a Scorpius in questo momento... e diciamo che penso che nel prossimo capitolo lo capirai. Quindi al prossimo capitolo! Grazie chi ha letto e spero davvero di ricevere qualche recensione in più. Sarebbe un bel regalo e un buon auspicio per l'ultimo passo dei miei esami!

Ma qualcuno ha notizie di Vacanziera o jadina94? E rosie_lu? Non vi piace più questa storia? Oppure è successo qualcosa? Me preoccupata!

Grazie a chi leggerà e forse (io lo spero) lascerà anche un insulto! Baci!!!!


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Capitolo 42
*** 42. rivelazioni ***


Quarantaduesimo capitolo: rivelazioni..


Ci smaterializzammo direttamente fuori dalla sala. Sentivo già che il rito era in atto. Adesso aspettavano solo me e le scatole. Porsi a Scorpius un mantello dicendo:

-mettilo. Appena saranno distratti prendi Rose e scappa. Non andare né a casa né all'hotel. Vai da qualche parte che ritieni sicuro, e ti avverto, se vi catturano e non ce la fai a prenderla io non ti aiuterò oltre. Se mi chiederanno di uccidervi lo farò, quindi vai in fretta!- gli spiegai. Poi entrai nella sala. Le voci proclamavano l'incantesimo a gran voce. Tutte le energie si disperdevano nella sala pronte a riunirsi nel corpo scelto. O nell'anima. Io guardai Rose incerto. Se avessi svolto il rito chissà cosa sarebbe successo. Lei non era la prescelta. Però sarebbe accaduto lo stesso qualcosa? Mi avvicinai e diedi le due scatole al sacerdote.

-la prescelta è in posizione. Mi aiuti signore delle tenebre ad adempiere al rito?- mi chiese porgendomi un coltello. Io lo presi e fissai il petto di Rose, dove avrei dovuto colpire.

-ma questa non è la figlia di Potter- dissi sconcertato. Ci misero un millesimo di secondo per capire cosa avevo detto e quindi fermare completamente il rito. In quell'attimo mi accorsi che il sacerdote aveva già aperto la scatola, sicuro del mio gesto. Guardai lo spirito nero gridare di contentezza e girare intorno a noi. Mi accorsi che Scorpius aveva raggiunto Rose e la stava alzando da terra. Fu un attimo. Probabilmente non avrei neanche poterlo vedere nel futuro, perchè fu imprevedibile la reazione dello spirito. Si avventò su Scorpius ma non lo sfiorò nemmeno. Invece entrò completamente dentro Rose, che come reazione ebbe appena un sussulto. Lui mi guardò e io lo fulminai. Lui annuì scomparendo. E io guardai il sacerdote con sguardo incredulo.

-lei l'ha liberato. Io ho passato secoli a cercare gli spiriti e le anime più nere e malvagie mai esistite e lei le libera senza aspettare un mio via?- ma non aspettavo risposte. Avevo notato lo sguardo che mi aveva lanciato. Era pronto ad affermare che avevo tradito tutto. Che l'avevo fatto apposta. Quindi lo distrussi prima che potesse finire anche solo di sentire la mia frase. La sua anima, pervasa dal potere dei sacerdoti, vagò nella sala fino a che il dissennatore più vicino non la mangiò. Io mi guardai intorno dove tutti erano nel panico per la scomparsa improvvisa della prescelta-non prescelta. E io non feci altro che pensare a un'altra persona che era nel panico.


***


Guardai Rose mentre la tenevo tra le braccia portandola verso il castello. Incredibile pensare che il primo posto sicuro che mi era venuto in mente era Hogwarts. Solo che mi dovetti fare tutto il parco per arrivare al castello. Non mi godetti il paesaggio meraviglioso. Non riuscivo a capire se Rose stesse bene o male. Sapevo che quella specie di spirito che era nella scatola era entrato in lei. Ma lei sembrava dormire tranquilla, senza nessun disturbo.

Arrivato al castello ringraziai che era notte fonda. Almeno il sole non mi aveva fatto stancare più di quanto già non fosse farsi tutto il parco con una ragazza tra le braccia. Arrivato al castello andai verso la mia sala comune. Il castello era vuoto. Del resto, a fine luglio chi mai dovrebbe essere a scuola? Arrivato nel mio vecchio dormitorio appoggiai sul letto Rose e la guardai in cerca di un segno di vita. Dormiva tranquilla e la cosa mi rassicurò. Anche se ero certo che il suo sonno non era naturale. Gli accarezzai il viso baciandogli le labbra e mi sorprese il suo sapore. Era diverso in un certo senso. Anche se non capivo in che senso. Cosa aveva di diverso? Mi sdraiai accanto a lei e la chiamai piano.

-Rose, Rose svegliati- sussurrai al suo orecchio. Ma lei non si svegliava. Il suo petto di alzava e si abbassava, lei quasi sorrideva nel sonno tranquilla, ma non sembrava sentirmi.

Volevo chiamare Ron e gli altri. Volevo dirgli che l'avevo trovata. Tutti erano preoccupatissimi ma non potevo fare niente. Avevo paura di ritrovarmi subito tutti i mangiamorte addosso. E poi cosa gli avrei detto? Che stava bene? Non ne ero ancora sicuro e ciò mi faceva sentire male. Perchè non si svegliava?'


****


-come non c'è più?- chiesi sconcertato. Hermione mi guardò, il suo viso lo specchio del mio.

-non è nella sua stanza. Non ho idea di dove potrebbe essere!- ribadì lei.

-va bene. Del resto può essere rischioso. Meglio che non venga anche lui- ragionai.

-la stessa cosa sai che non vale per me, vero? Io vengo con voi!- mi disse lei risoluta. Io la guardai incerto. Non volevo rischiare di perdere anche lei. Non riuscivo neanche a immaginare come avrei potuto vivere se fosse successo qualcosa alla mia Hermione. Ormai era la mia metà, sarei morto, ne ero sicuro. Ma sapevo che niente l'avrebbe fermata. Cosa poteva mai fermarla davanti alla prospettiva di perdere nostra figlia?

-va bene- acconsentì e poi guardai Harry. Anche lui era pronto. Con lui una squadra immensa di Aruror che sia io che lui avevamo addestrato personalmente eravamo pronti ad andare alla base dei mangiamorte. Sapevamo però più che bene che le guerre non finivo sempre bene! Chiusi gli occhi ripensando alle perdite che avevamo avuto. Ma adesso non c'era tempo per pensare a certe cose. Dovevamo andare da Rose.


*****


-cosa dobbiamo fare?- chiese uno dei mangiamorte all'uomo seduto accanto a me.

-dobbiamo riprovare il rito con la figlia di Potter. Solo così potremo risvegliare il nostro Padrone. Dobbiamo fare di tutto per sorvegliarlo- ma dei mangiamorte avevano altro da dire. Li guardai mentre mi guardavano con occhi pieni di accusa.

-ma chi farà il rito. Il mostro ha ucciso il sacerdote!- esclamò Every. Io lo guardai sbuffando.

-che bel sacerdote. Dice di avere poteri psichici immensi e poi non riconosce neanche la prescelta. Io sarei contento di cercare un altro sacerdote. E immagino che non hai idea di quanto sia importante per me quello che c'è nelle scatole, altrimenti non troveresti così improbabile il fatto che meritasse la morte!- dissi freddo e tagliente. Molti degli sguardi si abbassarono subito. Poi mi alzai voltando le spalle ed andandomene. Ma ascoltai intanto i discorsi.

-quel mostro mi preoccupa. Non ho mai capito da che parte stà- stava dicendo uno dei membri più giovani. Avevo un altro da uccidere presto, pensai mentre mi preparavo a smaterializzarmi. Poi qualcosa mi distrasse. Le grida di qualche sentinella. Correva verso di me, gridando. Guardai la sua anima. Avevamo visite. Ma visite che non non sarebbero dovute venire. Dannata ragazza. Non mi era mai fregato niente di qualsiasi altra cosa che non fosse me stesso. Ed ero stato benissimo. Ora che invece c'era lei mi ritrovavo sempre a trovarmi in mezzo a disastri che dovevo sistemare.

Uccisi la sentinella senza esitare, tagliandogli la gola. Dannazione a te Lily Potter.


***


Nevicava. E accanto a me c'era Scorpius. Gli accarezzai la guancia mentre lui mi guardava nel solito modo che mi faceva sciogliere. Mi sentì felice e tranquilla. Ero nella mia bolla felice, con la persona che amavo più di ogni altra cosa. Niente mi poteva disturbare.


**


La guardavo, piccola bolla tra le miei mani, e iniziai a ridere malignamente. Potevo rivivere di nuovo, avevo un corpo nuovo e a disposizione di cui potevo fare ogni cosa.

Avere un'altra possibilità mi aveva spiazzato all'inizio. Ma sapevo cosa fare ora. Avrei distrutto tutto il mondo con un solo schiocco di dita!


******


Non sapevo cosa stavo facendo, il perchè ero lì, ma adesso mi trovavo fuori dall'albergo a Sharm El Sheik. Dovevo vederla. Dovevo essere sicuro che lei stesse bene.

Arrivai nella sua stanza e vidi sua madre uscire dalla stanza con il volto teso e preoccupato. Io entrai attraversando la porta. E la trovai a letto addormentata. Aveva il viso tormentato e gli occhi gonfi. Mi avvicinai in silenzio e gli accarezzai il viso, ancor prima di poterci pensare. Lei mi sorprese svegliandosi subito.

-stà bene?- mi chiese. Rimasi meno di un secondo indeciso su cosa rispondere. Ma stava soffrendo più di quanto potessi sopportare. Quindi annuì.

-è con Scorpius ora- la rassicurai però non gli dissi nient'altro, perchè non ero sicuro che stesse bene!- lei però mi parve rassicurata. Si alzò e mi abbracciò, stringendomi le braccia al collo. Sentì che scoppiava di nuovo a piangere e gli accarezzai i capelli, spinto da chissà quale istinto. Cosa che mi fece disgustare. E arretrare. La guardai furioso.

-perchè?- chiesi. Lei mi guardò smarrita.

-cosa perchè?- mi chiese confusa.

-perchè mi tratti così? Perchè non mi aggredisci e non mi odi come fanno tutti? Perchè ora mi guardi con compassione? Perchè?- chiesi arrabbiato

-sono malvagio. La mia natura è il male. Ho vissuto dieci secoli da mostro senza sentimenti ne pensieri che non fossero i mostri. Non ho fatto altro che fare quello per cui sono nato e per cui sono stato cambiato. E invece salti fuori tu, una banale ragazzina, che mi stravolgi tutto. Mi dici il perchè?- chiesi freddandola con lo sguardo.

-perchè tu non devi per forza essere il male. Perché tu sei convinto di essere il male e quindi ti comporti di conseguenza. Io invece non penso che lo devi essere per forza. Per questo ti guardo diversamente. Per questo credo nella tua bontà- mi disse. Io rimasi incredulo mentre la guardavo fissarmi con qualcosa che mi fece sentire uno strano dolore all'altezza del cuore. Che strano pensare al cuore. Io che non ero neanche sicuro che ci fosse.

-io non ho bontà. Non hai idea di cosa penso ogni volta che ti vedo. Cosa vorrei anche solo farti mentre vedo e percepisco la tua anima pura.

Vuoi sapere la mia storia?

Io sono un Dissennatore. Non so dirti da quanto lo sono. Non ho neanche io idea se noi abbiamo davvero un inizio o una fine come gli altri. Noi non nasciamo e non moriamo. Noi siamo eterni. Quindi non posso dirti da quanto esisto. Ma so che è da dieci secoli che io sono cambiato. Un uomo mi prese sotto la sua ala. Era affascinato dalla nostra natura e dalla nostra eternità. Voleva scoprire la nostra essenza forse... non lo so fatto stà che prese a fare esperimenti. Non capiva perchè noi non avessimo ne percezione del tempo che di nient'altro. Non avevamo memoria ne ragione. Eravamo guidati solo dal nostro bisogno di anime. Allora cercò di darmi quella razionalità che mi mancava. Allora proseguì con la ricerca. So che fece vari esperimenti. Cercò di mettermi il cervello di un uomo ma non ci riuscì. Era troppo debole. Ricordo solo dolore in quel momento. Per questo no ricordo gli altri esperimenti. Però so che provò con tutte le creature magiche e non. Ci mise molto a trovare gli abbinamenti giusti. E io sono questo, un Dissennatore con tanti parti di mostri dentro. So per certo che ho qualcosa di un vampiro, qualcos'altro di Licantropo e anche di demoniaco. Ma solo lui sa cosa ho davvero dentro. Ho passato il primo secolo a scoprire i miei potenziali e ancora, dopo tutto questo tempo non sono ancora sicuro di aver scoperto tutto. Ma quest'uomo aveva preso anche qualcosa da me. Lui mi seguì per vari secoli insegnandomi e spiegandomi cosa fare. Aveva intenzione di rendermi un essere perfetto. E allora mi mise anche a me alla ricerca di nuove anime e di nuove forze oscure. Ce ne sono alcune che non si vedono. Che si nascondono per tutto l'universo e io dovevo cercarle. Le avrei dovute trovare più che potevo in modo da trovare le peggiori e le più forti. Le anime di ogni tipo ignobile di essere. Si possono fare molte cose con le anime. I seguaci di quel pazzo di Voldemort hanno scoperto che sacrificando due anime nere molto potenti e un'anima bianca che valga almeno come quelle due, quindi che sia oltremodo potente, può far rinascere un uomo. Mi hanno contattato cercando di convincermi a offrire le anime. E io ho accettato perchè mi poteva convenire più male del mondo.

Ecco cosa sono io, un mostro con una missione, trovare tutto il male dell'universo. Ho uccidendo persone cattive e anche persone buone, cibandomi delle anime che non mi servono e conservando quelle che mi servono in scatole speciali. Durante tutti questi anni ho fatto cose che so tu troveresti ignobile. Forse dicendotele troverei l'odio nei tuoi occhi- rimuginai su. Forse mi avrebbe fatto tornare me stesso vedere l'orrore di cui ero capace nei suoi occhi.

Lei però scosse la testa.

-non mi interessa cosa hai fatto ma cosa stai facendo ora. Per me e per Rose. Ma i miei genitori sono andati alla base dei mangiamorte!- esclamò lei strozzata dall'ansia improvvisa. Io la guardai serio.

-si lo so. Sono venuto qua quando li ho visti arrivare. Volevo... - ma non continuai. La verità era che non averla vista tra di loro mi aveva preoccupato. Avevo pensato che l'avevano costretta e rimanere a casa ed era meglio così, però la paura era fin troppa. Avevo avuto bisogno di controllare.

-vai da loro. Aiutali, o portami con te. Per favore non sopporterei che gli succedesse qualcosa- tentò di scrollarmi per le spalle guardandomi negli occhi.

Non doveva guardarmi in quel modo. Iniziai a odiare Lily con tutto me stesso. Come poteva costringermi a cambiare il mio essere? Come poteva un istinto più grande del mio desiderio di sangue, di anime e di male e dolore vincere su tutto questo, solo per lei?!?

Sbuffai guardandola.

-stai ferma qua. Cercherò di rimandarli qui, ma non ho idea di come farlo. Ma poi non ti aiuterò mai più capito?- e me ne andai senza neanche ascoltare il suo assenso.


Arrivai che la battaglia era già iniziata. Come potevo agire? Non lo sapevo.

Erano in vantaggio gli auror ma solo perchè ancora non erano arrivati i dissennatori. Ma io potevo fermarli. Per qualche strano motivo mi avevamo preso per capo in carica. Ascoltavano più me che gli altri. Se avessi lasciato che gli auror vincevano loro avrebbero puntato il dito contro di me. Non che fossi buono, ormai Lily sapeva tutto e Scorpius anche, ma essere additato da loro voleva dire che sarebbe stato più difficile andare in giro. Li avrei potuti uccidere tutti. L'avevo già fatto. Era per questo che erano arrivati lì, perchè non ero riuscito a uccidere il loro prigioniero. Cosa dovevo fare? Salvare quelli che dovevano essere i miei alleati? O ucciderli per evitare che mi tradissero? Non mi piaceva avere dubbi, non ne avevo mai avuti. Tutta colpa di Lily.


****


-dov'è mia figlia?- chiesi minaccioso a un mangiamorte che avevo disarmato e preso per il collo del mantello.

-è scappata. L'ha presa un altro traditore del nostro sangue. E non mi toccare lurido mezzosangue- mi sputò in faccia pieno d'odio. Io lo gettai a terra e gli lanciai uno stupeficium. Possibile che stesse parlando di Scorpius? Voleva dire che lei era già salva? La cosa mi riscaldò il cuore di speranza.


******


aprì gli occhi. Fu come svegliarsi per la prima volta. Guardai il mondo con occhi diversi e increduli. Mi trovai di fronte due occhi chiarissimi. Erano azzurro chiarissimo che mi fecero fermare il cuore (avevo di nuovo un cuore) ma il viso era diverso. Quel mostro che mi aveva ucciso per poi intrappolarmi aveva i capelli bianchi e lunghi. Dimostrava più o meno trentanni lui, invece questo era un ragazzo, non poteva avere neanche vent'anni. Però era un bel ragazzo. Anche se a me piacevano di più i mori.

Lui mi sorrise accarezzandomi il viso.

-come stai Rose? Lo sai che mi stavi facendo morire? Non ti svegliavi più- mi disse sollevato. Mi sedetti sul letto e mi guardia un attimo in giro, velocemente. Allora la ragazza si chiamava Rose. E lui come si chiamava? Che dovevo fare? Chiusi gli occhi e mi guardai dentro. Nella bolla dove l'avevo rinchiuda lei era beata tra le braccia di quello stesso ragazzo che mi stava davanti. Lo stava baciando.

Non mi sarebbe poi dispiaciuto tanto farlo anch'io. Era da cento anni che ero rinchiusa. Gli sorrisi e forse ciò lo confuse, ma lo presi per la maglietta e l'attirai a me. Lo baciai con foga e lui all'inizio ricambiò. Mi strinsi di più a lui. Era un toccasana per me il suo calore. E anche lo scorrere del suo sangue nelle vene. Sentivo il suo cuore battere e pompare altro sangue. Mi venne sete! Ma avevo uno spuntino pronto! Non c'era nessun problema!


******


ok.... non so cosa scrivere... questo capitolo ha lasciato basita anche me, come tutti da un be po', onestamente. Mi sembra di non scriverli nemmeno io....

comunque ho finito gli esami e salvo uscite e mare tornerò a scrivere come prima! Sempre che non se ne vada l'ispirazione (facciamo corna). Grazie a chi ha letto lo scorso capitolo. Ora mi ritrovo in ginocchio a chiedervi “recensite per favore!”. Fatemi sapere se la stò tirando troppo lunga e quindi la storia non piace più. I preferiti stanno crescendo ed è solo per questo che non mi tirò molto giù. Però ricevere una piccola recensione mi farebbe tanto piacere! Per favore!

Io con questo cap ho svelato sia il mistero di Stone che quello delle scatole! Siete contente? Certo ho lasciato il cap un po' in sospeso però non vi lascerò troppo in attesa, sempre se ricevo almeno una recensione! Grazie ancora a chi ha letto e a chi ha aggiunto questa storia tra i preferiti. Fatemi sapere che ne pensate delle rivelazioni di questo cap.

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Capitolo 43
*** 43. a caccia ***


Quarantatreesimo capitolo: a caccia


Lo baciai con forza e passione, affamata di un contatto più forte. Non era solo sete di lui ma anche desiderio carnale. Era da tanto che non avevo un corpo. Però lui mi allontanò con le braccia, prendendomi per le spalle e mi guardò incerto. Io lo guardai confusa.

-cosa c'è?- chiesi indispettita. Mai un uomo mi aveva respinta.

-tu... sei diversa. Non capisco come ma...- stava cercando di spiegare. Non capivo cosa ci potesse essere di differente. Il corpo era della sua donna. Forse lei non era mai così irruenta. Povero ragazzo, non si era mai divertito per bene, allora. Gli sorrisi e lo vidi accigliarsi ancora.

-Rose sei tu?-chiese lui alzandosi. Io lo imitai. Mi sentivo forte e potente. Quel nuovo corpo non era male. Anzi, era molto meglio di quanto potessi pensare. Mi fissai un attimo allo specchio. Con uno sguardo così nessuno mi avrebbe mai detto no. Ci voleva solo un po' di trucco. E dei vestiti più adatti. Tornai a guardare Scorpius e lo vidi preoccupato. Aveva una ruga tra gli occhi, accigliato.

-tu non sei Rose- esclamò inquieto. Io lo guardai incredula. Poi sorrisi.

-come potrei non essere io? Non mi riconosci?- chiesi avvicinandomi a lui, quindi alzandomi. Lui indietreggiò un attimo e io mi avvicinai invece. Ero divertita. Mi sarebbe davvero piaciuto un attimo giocare con la mie preda prima di mangiare. Prima che potesse fare altro gli saltai addosso e cademmo tutti e due di peso a terra. Lui sbatté la testa a terra e gemette. Mi guardò confuso e preoccupato tentando di allontanarmi. Io gli presi i polsi e glieli costrinsi sopra la testa. Lui si sorprese della la mia forza. La sentivo forte e immensa dentro questo corpo e quasi sorrisi all'idea che quella sciocca di ragazza a cui avevo rubato il corpo non l'avesse mai usata a pieno. Presi a baciargli le labbra, assaggiandolo con forza e passione. Lui però si raffreddò totalmente. Si irrigidì e serrò le labbra. Io sbuffai arrabbiata allontanando il viso e guardandolo frustata.

-fai il difficile?- chiesi per poi mettermi a baciargli il collo. Lasciai le sue mani ma mi bastò pensare soltanto e la magia le trattenne in quel modo. Mi sentì potente e gli baciai con gusto il collo, mentre lui parlava.

-sei quella cosa che eri nella scatola, vero? Perchè sei entrata dentro Rose. Lasciala stare- disse tentando anche di divincolarsi. Risi mentre il mio potere lo tratteneva.

-mi divertirò molto con i poteri della tua bella. E anche il suo corpo non è per niente male. Non mi dispiace proprio quindi non la lascerò mai. Ma non ti preoccupare. Sarai costretto a sopportarmi per poco. Sei ancora vivo perchè mi voglio divertire. Ho tanta sete- e gli leccai una vena evidente che andava dal collo all'orecchio. Lo sentì stringere la mascella e io mi misi a ridere, pregustando la mia vittoria. Ma qualcosa mi interruppe. Una presenza che conoscevo bene. Balzai lontana dal ragazzo, rannicchiata come una tigre. Ringhiai addirittura guardando l'uomo in nero, con gli occhi chiari e i capelli bianchi che mi guardava freddamente.

-Serhavha. Lascia stare questo corpo!- mi disse perentorio. Ma mi bastò pensarlo per creare una specie di scudo.

Risi soddisfatta.

-mostro non mi prenderai più. E molto presto ti ucciderò- e mi smaterializzai ridendo ancora.


******


Scorpius si accasciò a terra. Era stravolto.

Io guardai il punto dove Serhavha era svanita. Quella vampira era pericolosa. Avevo passato diversi anni a darle la caccia ed era una maestra della fuga. Ma era anche troppo impulsiva. Non spesso riusciva a controllarsi e lasciava qualche indizio ovunque. Inoltre tutti questi anni senza il suo corpo ero sicuro gli avrebbe fatto desiderare due cose precise. Tutte e due poteva averle solo con un uomo, e la mia previsione era più che azzeccata visto quello che avevo interrotto.

-cosa stà succedendo? Quella cosa della scatola si è... impossessata del suo corpo, vero?- chiese Scorpius cercando di riprendersi.

-era una vampira. Si chiama Serhavha e se la conosco bene ora starà cercando già una preda. Deve avere molta fame, l'ho interrotta proprio durante il suo pasto!- gli dissi e lo vidi sbiancare.

-cosa facciamo? Come hai fatto a rinchiuderla nella scatola?- mi chiese.

-l'ho rinchiusa uccidendola- esclamai guardandolo mentre la paura gli invadeva gli occhi.


*****


Mi allontanai dal suo collo, dissetata. Inghiottì le ultime gocce di sangue mentre guardavo il corpo ormai privo di vita di un ragazzo che avevo incontrato per strada. Mi toccai lo stomaco un po' preoccupata. Non avevo il mio corpo da vampira. Anche se la sete e il mio essere aveva preso il sopravvento non ero davvero sicura che il corpo reagisse bene. Io ero morta, o almeno lo ero quando ero vampira. Invece ora il cuore batteva, ero calda e speravo davvero di non dover mangiare quelle schifezze che mangiavano i mortali. Mi alzai in piedi e mi guardai intorno. Mi aveva sorpreso il fatto che le cose fossero cambiate un bel po' da quando ero libera. Non sapevo esattamente quanto tempo avessi passato dentro la scatola. Ora davanti a me si apriva un mondo strano e sconosciuto. Ma ero pronta ad affrontarlo. Camminando per strada vidi delle belle vetrine con dei bei vestiti. Mi bastò pensarlo ed eccomi vestita in quel modo. Poi mi specchiai in un'altra vetrina. Doveva sistemarmi meglio. Mi avrebbero riconosciuta troppo facilmente rimanendo così. Mi guardai attorno e puntai verso un parrucchiere. Con la magi potevo pensare benissimo al colore ma l'acconciatura all'ultima moda era meglio farmela fare da un professionista. Mi sedetti sfrontata già alla sedia per lo shampoo e poi chiesi delle riviste per scegliere un'acconciatura.

-li voglio così!- dissi mostrando una foto. Il parrucchiere mi guardò incredulo.

-ma lei ha dei bellissimi capelli. Ha un colore naturali bellissimo non pensa che potrei solo aggiustarle il taglio. Sono lunghi ma molto ben curati!- mi disse. Io lo guardai seria e risoluta. Non mi piaceva affatto che qualcuno ribattesse a un mio ordine.

-me li faccia come le ho detto- e a malincuore lui iniziò a tagliarmeli. Sorrisi vedendo quei capelli lunghi e rossi cadere a terra. Un'altra ora e neanche la madre di Rose mi avrebbe riconosciuto.


*****


Dopo essermi smaterializzato con Stone lo guardai

-che gli dovrei dire? Cosa dobbiamo fare?- domandai.

-io vado alla ricerca della vampira. Tu digli qualsiasi cosa. Non mi interessa. Basta che non mi si mettano in mezzo-

-io voglio venire con te. Voglio assicurarmi che non succeda niente a Rose. E specialmente tu non gli dovrai fare niente- dissi freddo. Non avevo dimenticato che era anche un nemico, oltre che un... diciamo amico.

E volevo riparlare del metodo per liberare Rose dalla vampira.

Ma eravamo davanti alla porta dove sapevo esserci gli altri e ad una certo punto si aprì. Albus uscì dalla stanza felice.

-allora come stà Rose? Dov'è?- mi chiese. Io lo guardai incerto su cosa dire. Mi voltai verso Stone ma non c'era più. Giurai su me stesso che quando l'intera faccenda fosse finita e quando Rose sarebbe stata al sicuro tra le mie braccia avrei disintegrato Stone.



****


trovai il primo corpo esattamente dove sapevo si sarebbe trovato. Era da sempre uno dei suoi posti preferiti, uno dove un morto in messo alla strada non avrebbe dato tanto fastidio ne preoccupazione. Mi inginocchiai di fronte al corpo e lo esaminai. Era totalmente dissanguato ma non del tutto freddo. Del resto non poteva essersene andata più di cinque minuti prima. Dannato Scorpius, lui e la sua voglia di discutere. A quest'ora l'avrei avuto già in pugno. Ma non dovevo lasciarmi prendere dalla rabbia, chiusi gli occhi e poi toccai la fronte dell'uomo. Guardai dentro di lui, trovai tra le dimensioni la sua anima già pronta per trapassare. La fermai per poter scorgere gli ultimi suoi momenti di vita. Poi mi concentrai un attimo sull'ultima figura che aveva visto. Una luce bianca parve accecarmi. Poi sorrisi freddamente. L'avevo trovata.


*****


Non mi avrebbe ripreso. Ero in una profumeria e cercai un profumo adatto. Sapevo che lui aveva un ottimo fiuto, oltre alle svariate qualità, quindi dovevo assolutamente tentare di mascherarlo. Guardai in giro provando e riprovando varie fragranze. Un commesso mi si avvicinò. Aveva dei bei denti e un odore niente male. Lo sorpresi avvicinandomi e annusandolo. Aveva davvero un buon profumo, così buono che risvegliò di nuovo il desiderio del mio corpo. Era bruno e molto carino. Davvero molto carino...

-che profumo usi tu?- gli chiesi seducente, mettendogli le mani sulle spalle larghe e sorridendogli, a pochi centimetri dal suo viso. Lui arrossì e il mio stomaco protestò per l'improvviso sorgere di tutto quel sangue.

-è un dopobarba- disse balbettante. Io sorrisi accarezzandogli il collo.

-c'è un bagno da qualche parte qui?- chiesi. Lui annuì e mi guidò dietro il negozio. Aperta la porta io sorrisi e lo tirai dentro per il collo della camicia. Presi a baciarlo e lui rispose subito. Questa volta non mi avrebbe interrotto nessuno!


*****


Trovai il secondo corpo sorprendendomi della sua velocità. Ne aveva uccisi altri due prima ed era già scomparsa. Tutti e tre bruni. Guardai questa volta più velocemente i corpi un po' infastidito. Li aveva presi da dietro e non l'avevano vista. Ma l'avrei trovata lo stesso.


****


Sentivo qualcosa che non andava. Ma non capivo cos'era. Stavo baciando e abbracciando il mio Scorpius. Perchè mi sentivo strana. Perchè provavo un dolore dentro, all'altezza del cuore? Come se stessi facendo qualcosa di male? Come se dovessi soffrire? Mi toccai il cuore e mi guardai intorno, vedendo solo la mia bolla felice intorno. Guardai di nuovo Scorpius che sorrideva rassicurante e mi accarezzava la schiena. Forse dovevo solo ignorarlo. Lo baciai provando ancora quel dolore. Ma lo ignorai tentando di pensare solo alla labbra del mio amato.


******


Arrivai anche lì troppo tardi. Trovai il quinto cadavere svestito e morto a terra. Anzi, decapitato sarebbe la parola giusta. Guardai il luogo dove si trovava freddamente. Si stava divertendo la vampira. E pensava anche di poter scappare. Respirai affondo l'aria piena di profumo. Mi bastò poco per riconoscere la sua. Adesso l'avrei trovata.


*****


Guardai Ron Weasley guardarmi pronto a uccidere. Solo una volta l'avevo visto guardarmi in quel modo, quando mi aveva trovato nel letto con Rose. Però quello era un equivoco. Adesso si trattava completamente di un'altra cosa. Non ero riuscito a proteggere Rose. Era tra le mie braccia e avevo lo stesso permesso che quel mostro si impadronisse di lei. Sapevo che la colpa era di nuovo mia e guardai Ron sperando che mi uccidesse. Forse la morte avrebbe fatto smettere questo dolore che sentivo nel petto e che mi tormentava l'anima.


*****


Nella mia esistenza avevo sempre scelto e deciso cosa fare asseconda del mio umore e dei miei desideri.

Adesso non sapevo però tuttavia che fare. Ero combattuta tra la voglia di cercarmi un altro ragazzo bruno per divertirmi, il mio passatempo preferito, e cercare il modo per uccidere colui che mi dava la caccia. Chiusi gli occhi e fui sicura che non fosse ancora in giro.

Ero sulla torre di Tokio, sulla punto e nessuno mi poteva vedere.

Chiusi gli occhi e modificai di nuovo i tratti di Rose e anche i capelli. La magia della ragazza era davvero tanto potente da farmi ridere. Forse uccidere quel verme non sarebbe stato difficile come pensavo.


****


Non potevo continuare così. A seguire le tracce ero bravo ma ci voleva un piano. Ripensai alla precedente caccia. Avevo provato di tutto e lei aveva reagito sempre prontamente. Mi ci erava voluto troppo per prenderla. Adesso però dovevo prenderla subito. E dovevo sorprenderla. Come ci sarei potuto riuscire? Sorrisi mentre un'idea mi si presentò davanti. Mi smaterializzai subito.


Trovai Albus Potter in compagnia della sorella, che cercava di rincuorare. Quando mi vide mi fronteggiò subito, bacchetta in mano. Lily però gli trattenne il braccio.

-dov'è Rose?- mi chiese lui.

Io lo guardai trafiggendolo con il mio sguardo.

-mi servi- dissi. Lily lasciò la mano del fratello e mi toccò il braccio. Guardai la sua pelle calda sfiorarmi mentre lei mi fissava negli occhi.

-non gli farai del male, vero? Sai come salvarla?- mi chiese. La guardai negli occhi. Come potevo davvero dirgli cosa avrei dovuto fare?

-devo preparargli una trappola. Mi serve lui- dissi di nuovo ma a lei. Lui mi si avvicinò.

-se è per salvare Rose sono pronto. Ma voglio sapere che devo fare- disse lui. Io lo guardai. Poi lo presi per un braccio e sparimmo.


*****


-cosa?- chiesi incredulo. Lui si inginocchiò a terra e guardò il ragazzo evidentemente morto ai nostri piedi. Lo guardai orripilato ma cercai di trattenermi dai commenti, mentre lui controllava chissà cosa nel cadavere.

-ripeti cosa dovrei fare?- chiesi di nuovo visto che lui mi aveva ignorato. Lui si alzò e mi prese con forza di nuovo il braccio. Altro luogo, altro ragazzo morto. Questa volta era nascosto sotto pile di scatole.

Decisi di non guardarlo mentre lui lo sottoponeva ad un esame attento. Ero nervoso, preoccupato e incredulo. E adesso avevo anche un po' di nausea...


*****


Ci smaterializzammo per la terza volta in una strada buia e desolata di New York. Mi appoggiai al muro e sbirciai silenzioso.

-cosa dovrei fare?- mi chiese. Io lo zitti con un cenno, mentre vedevo Serhavha comparire di fronte a me.

Aveva cambiato travestimento. Ma l'odore era inconfondibile, anche se velato da quello che sembrava profumo da uomo. Aveva tentato di depistarmi. Ma con il mio fiuto non si scherzava. Riuscivo a seguirlo anche attraverso le dimensioni che si prendevano per smaterializzarsi.

-quella è Rose?- mi chiese Albus. Annuì.

-allora cammina sicuro, mani in tasca. Sei uno spacciatore che ha appena finito la merce e stà tornando a casa, sereno e soddisfatto. Vai, ora- ordinai.

Lui esitò un attimo ma poi, con le mani in tasca, si avviò per la strada. Lo guardai cercando di prevedere ogni mossa di Serhavha. Ero pronto ad attaccare.


****


Il ragazzo di fronte a me era molto appetitoso. Nonostante avessi già soddisfatto a pieno ogni mio desiderio lo guardai con desiderio sempre crescente. Adoravo anche il suo modo di incedere, tranquillo e sicuro. Mi avvicinai sensualmente mentre i suoi occhi mi fissavano scrutando il mio viso e poi il mio corpo. Lo vidi indugiare sul mio tatuaggio. Quando avevo il mio corpo avevo un tatuaggio che avevo subito fatto comparire sulla mia pelle perchè l'adoravo. Era un drago nero, con il fuoco che gli usciva dalla bocca spalancata. Era lungo quanto il mio busto, girava intorno ai miei fianchi per poi finire tra i seni, lanciando le lingue di fuoco sul mio collo. Si scorgeva gran parte grazie al top molto mini che avevo.

-hai tempo per poterlo vedere tutto?- chiesi appoggiandomi al suo petto grande e caldo. La mia pelle doveva sembrargli normale visto i molti recenti pasti.

-be, potrei perdere un paio di minuti- disse lui e mi sorrise. Poi mi prese per le braccia con una presa ferrea.

Lo sentì dietro di me in un secondo. Le mani sul petto del ragazzo mandarono una specie di scossa e lo fece mollare la presa ma non fu l'unico a cadere a terra. Un colpo mi sbattè contro il muro e quando aprì gli occhi il sangue mi colò dalla nuca lungo il collo. La botta era stata molto forte per il corpo che dimoravo.

Digrignai i denti pensando che il mio corpo era molto più resistente.

-Lo sai che non riuscirai a scapparmi a lungo, vero?- mi disse freddamente. Io mi alzai mentre la rabbia mi invadeva il corpo. Non mi aspettavo un'esplosione. Ma tutto intorno a me andò a pezzi. Un palazzo dietro di me perse la base e cadde tra grida e rumore rimbombante. La strada sotto di me finì a pezzi, aprendo un cratere. Le macchine saltarono in aria e io sorrisi soddisfatta, non vedendo più ne il mostro ne il ragazzo. Sperando che fossero distrutti me ne andai.


*********


Fine cap. Giuro che questo cap non voleva saperne di uscire fuori. Mi dispiace davvero per l'attesa e forse anche per la qualità del cap. spero sia leggibile. E spero di aggiornare presto. Un grazie immenso a ValyBrick che ha lasciato una recensione! Ti adoro! Grazie anche a chi ha letto, spero davvero di ricevere commenti! Un bacio, al prossimo cap!

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Capitolo 44
*** 44. ricordi pericolosi... ***


Quarantaquattresimo capitolo: ricordi pericolosi...


Aprì gli occhi guardando la distruzione davanti a me. Ero protetto da uno scudo di energia che aveva creato Stone e adesso galleggiavamo tra il fumo delle rovine. Sentire strilla e urla era terribile.

-dobbiamo aiutare quelle persone!- dissi io prendendo la bacchetta. Al diavolo tutte le violazioni che potevo avere. C'era persone tra le macerie di quel palazzo, e con la magia li avrei tirati fuori in poco tempo.

Stone mi guardò freddamente.

-io non salvo la vita alle persone. Salvare tua cugina è già una cosa che faccio contro la mia volontà, non vedo motivo perché dovrei salvare anche loro- la sua voce era fredda e tagliente. Gli vidi chiudere gli occhi e capì che si stava smaterializzando con me. Mi lanciai fuori dallo scudo spezzandolo con la magia. Lo vidi sparire mentre io cadevo in basso. Usai un incantesimo levitante e arrivai a terra senza problemi. Io non avevo intenzione di far morire quelle persone, se potevo impedirlo.


****


Non potevo permettermi di incontrarlo ancora e di non ucciderlo. Dovevo preparare un piano. Non dovevo farmi più prendere alla sprovvista. Ma per primo dovevo tentare di curarmi. Entrai nella prima casa che mi veniva davanti. Una signora con un bambino mi guardarono spaventati prima che io mi avventassi su di lei. La dissanguai in pochi minuti e guardai il bambino che mi fissava, occhi in lacrime pieni di paura. Mi piaceva la paura che provava. Sorrisi mostrando i denti. Sarebbe stato un ottimo dessert.

Ma qualcosa mi bloccò. Non capì cosa. Ma quando non riuscì ad avvicinarmi a lui. Mente il bambino scappava correndo e strillando fuori dalla porta io chiusi gli occhi, a terra immobilizzata da non sapevo cosa. Un dolore immenso mi colpiva e non potei far altro che accasciarmi a terra. Guardai dentro di me e la vidi. Nella bolla non era più distratta dalla mia illusione. Mi fissava mentre cercava di distruggere la bolla dove era rinchiusa.

-dannata- dissi mentre un altro colpo mi faceva rivoltare a terra. Ma una mocciosa non mi avrebbe fermato. Dentro la bolla la mia illusione si alzò e gli bloccò le mani. Mi avvicinai alla bolla cambiandola. Ora non l'avrebbe solo trattenuta. Se l'avesse toccata, sia con il corpo sia con la magia, avrebbe ricevuto una scossa che avrebbe uccidso qualsiasi umana mortale. Sorrisi aprendo gli occhi. Sapevo cosa dovevo fare ora. Scomparire, curarmi e poi guardare nel suo passato. L'avrei sia indebolita molto, sia avrei scoperto come poter fermare il mostro. E poi tutto il mondo sarebbe stato nelle mie mani.


****


-non è colpa tua- mi disse con voce decisa. Io nascosi il viso con le mani, tormentandolo. Sentì lei che si sedeva accanto a me. Lo sapevo perchè era lì con me. Pensava che la strigliata di Ron fosse stata eccessiva. Ma io ero d'accordo con lui su tutto. Non ero in grado di proteggerla, era colpa mia se ora lei era in pericolo. E avevo lasciato la sua vita in mano a Stone, che era un mangiamorte.

-Scorpius Hyperion Malfoy, smettila subito di tormentarti. Pensi davvero che mio marito abbia ragione su tutto? Dovrebbe trattenere un po' le parole, visto che molte delle cose di cui ti ha accusato non è stato neanche lui in grado di farlo. E comunque tormentarti non penso che sarà di aiuto per Rose. In questo momenti dobbiamo fare di tutto per salvarla. E stare qui a pensare a come potevano andare differentemente le cose non ti servirà- disse lei mettendomi una mano sulla spalla. La guardai e rimasi a fissare i suoi occhi, così simili a quelli di Rose. Sembrava di avere lei di fronte. Pensai a cosa avrei fatto se Rose non ci fosse stata più. Non potevo pensarlo. Il dolore mi avrebbe ucciso, lo sapevo. Annuì, alzandomi in piedi.

-cosa possiamo fare?-


****


Tornai trovando tutti ad aspettarmi. Ero tutto sporco per la cenere e per il fumo. Avevo anche i vestiti strappati e bruciati. Non dovevo avere un grande aspetto. Guardai mio padre venirmi incontro nel panico e io sorrisi rassicurante.

-stò bene!- dissi per rassicurarli. Amber mi venne addosso stringendomi forte.

-non farlo mai più- sentì che diceva tra le lacrime. Io gli accarezzai i capelli sorridendo.

-ora sono qui. E non mi sono fatto neanche un graffio- la rassicurai. Poi guardai Ron.

-l'ho vista. È cambiata totalmente, non sarei riuscito a riconoscerla se non me l'avesse detto Stone- spiegai. Guardai Scorpius. Era un uomo distrutto. Non sapevo se procedere col mio racconto. Avrei dovuto dirgli che aveva fatto crollare un palazzo causando cento morti, tra cui dei bambini? Avrei dovuto raccontare che ero rimasto là tentando di salvare quelle persone innocenti e ne avevo salvati parecchi, avevo anche dovuto fare incantesimi di memoria, però, perchè molti mi avevano visto usare la magia e anche un uomo aveva vista tutta la vicenda dal balcone. Ma non volevo davvero parlarne. Quando Rose sarebbe stata libera, perchè ero sicuro che sarebbe riuscita a liberarsi di quella vampira, non volevo che avesse tutte quelle vite sulla coscienza.


*****


Ero a terra, pancia in sotto e mani tenute dietro la schiena da Scorpius. Lui mi pesava anche addosso, in modo che non mi potessi muovere. Dopo vari tentativi avevo scoperto che non sentiva dolore, era immune a tutti i miei incantesimi. Lacrime calde mi scendevano dagli occhi. Avevo visto cosa aveva fatto Serhavha. Liberata dall'illusione iniziale ero riuscita a scoprire cosa stava facendo lei col mio corpo. E adesso rivivevo tutta la mia vita con lei. Stava frugando in tutti i miei ricordi e io li vedevo assente passare davanti agli occhi. Quelli tristi, quelli dolorosi o quelli felici e più intimi. Li guardò fino a quando non li ebbe imparati a memoria. E poi mi fece vedere altri ricordi. Dolorosi, brutti, velati di violenza e dolore che non avevo vissuto, mi ripetevo, ma che adesso stava lasciando nella mia mente. E le mani di Scorpius mi tenevano sempre più stretta facendomi sempre più male.


*****


Risi maligna. Avevo trovato quello che cercavo. Ma adesso mi divertivo troppo a far soffrire questa povera ragazza. Gli sconvolsi i ricordi. Aggiunsi cose terribili che la facevano gemere di dolore. Continuai così fino a quando, senza preavviso, tutto scomparve. Guardai confusa in cerca di nuovo dei ricordi ma non c'era più. Guardai dentro la bolla. Rose ora era immobile con gli occhi sbarrati e vuoti. Sembrava morta, non si dibatteva più.

Curiosa la mente umana, quando i dolore è troppo rimuove tutto ciò che porta dolore. E aveva eliminato ogni suo ricordo. Chiusi gli occhi della mente e aprì quelli del corpo. Mi ero curata e avevo un piano. Dovevo metterlo in atto.


******


Stavo fiutando le traccie ma il mio sesto senso mi lasciava perplesso. Le traccie erano quelle giuste ed ero abbastanza sicuro che in poco tempo sarei arrivato a prenderla. Ma qualcosa mi diceva che dovevo fare qualcos'altro.

Del resto conoscevo abbastanza bene Serhavha. L'avevo vista sorpresa dalla mia trappola. E arrabbiata. Sapevo che non avrebbe cercato di contrattaccare. Che piano poteva organizzare? Come avrebbe potuto fermarmi?

Ma specialmente, dovevo davvero preoccuparmi?

Ci aveva già provato per anni a eliminarmi. Aveva scavato nel mio passato per cercare di trovare un punto debole. Ma non c'erano. Allora perchè dovevo davvero preoccuparmi. Di quali informazioni poteva venire in possesso ora, diverse da quelle prima?

Mi ci volle più del previsto per arrivarci. Mi maledissi mentalmente per non averci pensato prima. Ma del resto prima di ora non avevo mai avuto nessun punto debole. Adesso invece ce ne avevo uno. E aveva i ricordi di Rose per poterlo scoprire.


*****


Non riuscivo a crederci. Odiavo completamente questa situazione. Rose era in pericolo e loro mi volevano tenere rinchiusa e secondo loro al sicuro. Avevano reso la stanza anti-smaterializzazione e mi avevano vietato di uscire. Così mi sentivo totalmente inutile, totalmente intrappolata a pensare soltanto che era colpa mia se Rose non era qui con noi sana e salva. Speravo soltanto che Stone riuscisse a salvarla. Sapevo che era stupido, sapevo anche che cos'era e quindi come era probabile che lui se ne fregasse di tutto, ma credevo davvero in lui. Sapevo che avrebbe fatto di tutto per salvarla. Io credevo in lui, e speravo che questa differenza bastasse.

Mentre me ne stavo sul letto a tormentarmi pensando a Rose sentì qualcuno che bussava alla porta.

Mi avvicinai e chiesi chi era.

-sono Stone. Devo parlarti subito, aprì- sentì.

Aprì la porta e mi trovai davanti Stone. Aprì tutto per farlo entrare ma lui scosse il capo.

-devi venire con me!- disse. Esitai. Poi uscì dalla porta e la chiusi dietro di me. Lo seguì fuori fino a quando lui non si fermò. Lo guardai pensando a cosa voleva davvero da me. Poi pensai che infondo era me che dovevano prendere, non Rose, quindi forse era venuta a prendermi. Perchè o sapevo che lui non era Stone. E quando lei si voltò, lasciando i panni di Stone, capii che neanche lei si aspettava che gli credessi.


*****


E anche questo capitolo è finito. Com'è secondo voi? Io vorrei qualche commento per capire se la storia piace ancora... perchè io tanto incerta su questo.

Per i ritardi rispetto al mio solito mi scuso. Ma l'estate va goduta, specialmente dopo un anno di studio e prima dell'università, quindi non ho molto tempo per scrivere. Ma non vi abbandono, almeno spero che ci sia qualcuno che ci tiene a leggere questa storia...

allora, spero davvero che qualcuno mi lasci un piccolo commento, perchè se non ce né neanche uno non inizio a scrivere il prossimo cap!

Un grazie a chi ha letto la storia e a chi l'ha messa tra i seguiti. Mi dispiace davvero lamentarmi ma devo dire che sono stanca morta ogni giorno e ricevere qualche commento, anche uno piccolino, mi aiuterebbe a dimenticare la stanchezza e a scrivere un capitolo più bello e più in fretta! Adesso finisco con le mie lamentele, al prossimo capitolo!

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Capitolo 45
*** 45. quegli occhi... ***


Quarantacinquesimo capitolo: quegli occhi...


Sorrisi.

-sei molto coraggiosa, devo ammetterlo.

O molto imprudente. Ti posso chiedere perchè mi hai seguito così tranquillamente?- chiesi curiosa.

Avevo molte informazioni su questa ragazza attraverso i ricordi di Rose e mi era sembrata intelligente, anche se troppo ingenua.

-perchè volevo vederti- mi sorprese rispondendo.

-vedermi? Eccomi qua! ti piace come ho trasformato il corpo della tua cara cugina?- dissi sprezzante.

Volevo vederla guardarmi con odio o paura.

Volevo vederla piangere e supplicarmi, mai mi sarei aspettata di vederla sorridere. 

Mi guardò con sguardo serio, però.

-sono cambiamenti che si possono riparare con la magia. 

Appena avrà ripreso pieno possesso del suo corpo- mi disse.

-non mi piaci ragazza. Sei troppo spavalda per i miei gusti. Sai cosa ti farò ora? 

Ti strapperò il cuore.

Ti squarterò e ti ridarò pezzo per pezzo al tuo caro Stone. E appena lui sarà colpito dal dolore di averti perduto, io ucciderò anche lui. L'amore è un grande errore.

Ti indebolisce. E l'amore fraterno e ancora più assurdo.

Ma sono sicura che dopo aver ucciso sia te che Scorpius anche l'anima della povera Rose morirà, perchè sarà il suo corpo a uccidervi, e allora diventerà solo mio il suo potere!- esporre il mio piano forse era un po' avventato. Ma speravo di vedere paura nei suoi occhi.

E invece non ne trovai. Mi guardava con sguardo di commiserazione.

-devi aver sofferto molto nella vita- mi disse. I

o mi infuriai.

-non ho bisogno di una psichiatra. Prostati ai miei piedi e pregami di non farti del male, ora- dissi mentre creavo una frusta di energia nera e la impugnavo con la mano destra. Lei chiuse gli occhi. La feci schioccare e li aprì, puntandomeli addosso.

-farai più male a te stessa che ha me- sussurrò.

Per poco non mi cadde dalla mano la frusta per l'assurdità. Mi misi a ridere e poi la guardai freddamente.

-devi essere molto masochista- e la colpì sul braccio.

Gli lasciai una bruciatura nera dal polso fino a gomito, strappandogli anche un po' di pelle.

Lei gemette e si ritrovò a terra, inginocchiata.

Strizzò gli occhi per il dolore e io risi estasiata.

Ma sentivo davvero qualcosa di diverso. Un dolore dentro, vicino alla bolla dove si trovava Rose.

Ma era un dolorino, minuscolo.

Non ci pensai minimamente. E la colpì di nuovo.

Volevo vederla soffrire.


*****


Lo sentì quasi. Un dolore acuto al cuore, come una frustata. 

E cambiai obiettivo. Non seguì più l'odore di Serhavha che si era divertita ad andare in una dimensione e in un altra per sviarmi, ma seguì il profumo dell'unica persona che avesse risvegliato il mio cuore, se ce l'avevo davvero.

Quello che trovai però non era altro che sangue e una scritta. 

raccoglierai solo pezzi di lei”

strinsi i pugni forte facendomi male.

Il cuore che ero sicuro di non avere adesso mi faceva male, un male dell'anima. Guardai il cielo pensando che chiunque mi avesse creato ora stava ridendo della mia sofferenza.


*****


La vidi da lontano e la rincorsi. Era Lily, ne ero sicuro.

Ma quando girai l'angolo il dolore e la paura mi invasero. Lily era appoggiata al muro, seduta in una distesa di suo sangue. Aveva la maglietta strappata e tagli e bruciature nere dalle quali colavano ancora sangue rosso scuro.

E accanto a lei c'era una ragazza totalmente diversa da Rose. 

Ma qualcosa mi ricordava ancora Rose.

Non erano di certo gli occhi, che invece del suo castano bellissimo erano un nero troppo scuro.

Non erano neanche i capelli, che erano lisci e biondi, totalmente diversi da quelli meravigliosi ricci e rossi di Rose. I lineamenti anche erano modificati, ora sembrava una di quelle spigolose modelle che mi sembravano più manichini che altro. 

Però sentivo ancora la sua presenza. Per quanto piccolo e forse insignificante per qualcuno.

Era come una sicurezza. Sapevo che dentro quel corpo era rimasta l'anima di Rose. Sapevo che lei c'era ancora. Ignorandola però andai da Lily.

Era svenuta.

Guardai con orrore le ferite che sembravano ancora più brutte così da vicino. 

La risata acuta di Rose mi sorprese. Non aveva neanche più la sua voce.

-non è morta, non ti preoccupare.

Morirà solo quando gli lascerò il cuore al suo amato, come ricordo. 

Adesso andiamo- e detto questo ci rinchiuse in una specie di bolla per poi scomparire.

Il luogo dove ci trovavamo sembrava una caverna.

Intorno a noi nient'altro se non muri di pietra.

Sembrava non avere neanche l'entrata.

La luce proveniva da una fiamma blu che aveva fatto comparire la vampira, che illuminava quindi di uno spettrale azzurro strano tutto.

Una mano sul collo di Lily e ringrazia il cielo di sentirla ancora respirare. 

Ma stava perdendo un sacco di sangue.

Guardai verso la nostra rapitrice. Non sapevo esattamente che fare ma dovevo fare qualcosa.

-posso curarla? Guarda che non resisterà ancora per molto. Stà perdendo troppo sangue- mi ripetei.

Lei rise maligna, una risata che faceva venire i brividi lungo la schiena.

-non ti preoccupare per lei. Ora la lasciamo qua, stai sicuro che quando torniamo sarà ancora viva.

Tu devi portarmi dove ci sono le altre scatole.

Devo liberare tutte le povere anime che quel mostro ha catturato. 

Così potremo radere al suolo tutto l'universo!- esclamò.

-tu lascia libera Rose. Prendi il mio corpo, fanne quel che vuoi ma lascia stare lei- dissi guardandola con intensità.

Lei mi si avvicinò e mi poggiò una mano sulla guancia.

-vedrai cosa farò di te, dopo. Ma prima mostrami dove sono le altre scatole.

E poi tu e Rose starete di nuovo insieme, dove io non vi potrò fare nulla- mi promise.

Io non gli credetti. Pensavo di aver capito dove intendeva e questo garantiva sia la mia morte, di cui mi importava poco, sia la morte di Rose, che invece era insopportabile.


*****


Quando vidi tutte quelle scatole vidi tutto il mio piano sviluppato. Altro che mondo, altro che universo, saremo potuti andare anche al di là, disintegrando tutto l'impossibile e l'inimmaginabile.

Mi voltai verso Scorpius. Dovevo ucciderlo ora, in modo da vedere morire anche l'altra anima nel mio corpo.

Mi voltai verso di lui decisa, con una spada in mano. Avevo deciso che il modo migliore per ucciderlo era questo. Così come per la frusta con Lily sapevo di procurare più dolore e quindi la morte immediata di Rose uccidendo con un colpo di spada il uso amato.

L'avevo sentita già gemere disperata quando avevo torturato Lily.

Sorrisi immobilizzandolo con la magia. Mi aspettai uno sguardo d'odio. 

A differenza di Lily me ne aveva lanciate molte che mi avevano, diciamo, accontentato.

Ma adesso lo guardavo guardami con uno sguardo che non avevo mai visto. 

Non sapevo neanche definirlo per quanto mi era estraneo. Ma mi fece male.

Con un ringhio di dolore feci entrare piano la punta della spada nello stomaco di Scorpius. Lui, pietrificato non fece niente, ma mi guardò con quegli occhi.

Un dolore lancinante mi feve quasi gemere.

Feci entrare di un centimetro ancora la spada....


****


Non sapevo il perchè, non sapevo neanche precisamente come avessi fatto. 

Ma la figura che prima mi sovrastava costringendomi a terra ora non c'era più.

L'avevo colpita e sbattuta contro la barriera, che l'aveva disintegrata.

Un dolore al cuore mi faceva gemere e guardare quello che guardava il corpo era terribile.

Quel ragazzo, mi aveva riacceso il cuore.

Il suo sguardo mi aveva permesso di liberarmi.

E adesso però stava morendo. Per mano mia, diciamo.

Mi ribellai. Non potevo farlo. Colpì lo scudo con la magia ma oltre a fare male alla mia prigione fece male anche a me. Vidi la spada traballare mentre io tremavo.

Ma strinsi i denti. Dovevo continuare a lottare.

Quegli occhi mi guardavano ancora con immenso amore.


*****


Vederla in quello stato era orribile.

L'odore di sangue, la sua anima che aleggiava quasi fuori da lui perchè era così vicina alla morte che si sentiva quasi libera da quel corpo che gli procurava invece molto dolore. Presi a sudare mentre combattevo contro il mio primo istinto, saltarle addosso.

Ma non ci riuscivo.

Ero troppo affamato.

La caccia mi aveva stressato e distratto troppo dal mio normale equilibrio. 

Non ero più lo Scorpius di prima.

Ora ero semplicemente un dissennatore affamato, un vampiro che si voleva dissetare, un mostro che voleva cibarsi della sua carne.

Mi inginocchiai accanto a lei pronto a colpirla.

Quando lei alzò lo sguardo su di me.

Quegli occhi.

Come potevo farle del male? Come potevo ignorare quegli occhi che mi tormentavano tanto. Perchè quegli occhi non vedevano il mostro, non vedevano il mio aspetto, mi guardavano oltre, cercavano qualcosa che avrei detto non esistesse. 

Ma che adesso avevo la prova esistesse.

Contro ogni logica, contro ogni mio volere, gli presi il viso tra le mani, con dolcezza. Mi persi un secondo nei suoi occhi, poi lei li chiuse, ormai sfinita. In preda al panico la lasciai andare e presi a cercare di curare le sue magie.

Ma sapevo solo un incantesimo che curava una ferita alla volta.

Sarei davvero riuscito a salvarla? mi chiesi disperato curando una ferita per volta.


****


Il dolore era terribile. Mi faceva contorcere e mi gemere di continuo. 

Vomitai anche sangue, stringendo l'elsa con violenza e odiando con forza quella mostriciattola che mi stava facendo tutto questo.

-muori- dissi tra un gemito e l'altro e spinsi completamente la spada contro Scorpius. Entrò e uscì, e mentre anche il mio dolore mi attraversava così forte da farmi gettare a terra disperata, vidi anche lui gemere, libero dal mio incantesimo. 

Lo guardai con orrore.

Il dolore era diventato diverso e più complesso.

Perchè si era spezzato l'incantesimo?

L'incantesimo di spezzava solo quando...


*****


La richiamai con forza. L'anima nera che stava morendo in quel corpo lo abbandonò totalmente. Sorrisi freddamente all'ombra nera. Poi la mangiai.

Era finita.

Rose, o meglio quello che era il suo corpo, si accasciò a terra svenendo. 

Lily mi indicò Scorpius.

-salvalo, stà per morire- mi disse disperata.

Io lo guardai. Presi la spada per l'elsa e gliela sfilai. Poi mi misi all'opera. 

Non pensavo seriamente sarei riuscito a salvare vite. E adesso non volevo mica diventare il medico di turno. Ma lo curai e anche piuttosto velocemente. 

Ma aveva anche lui perso molto sangue. Vidi anche Lily, reggersi a malapena in piedi, accanto a Rose, per assicurarsi che fosse viva.

-andiamo a curarvi!- gli dissi. Lei mi sorrise. E scomparimmo tutti!


*********


Bene! E anche questo cap è finito! Forse siamo arrivati alla fine della storia! 

Il che mi dispiace (il che vorrà dire che se devo finirlo poi inzierò presto un seguito).

Avete visto come sono stata veloce, questa volta? E indovinate perché?

Perchè ho avuto due recensioni che mi hanno fatto sentire bene e mi hanno resa felicissima! Il capitolo mi è uscito di botta e molto fluidamente, come non mi succedeva da un po'! Quindi grazie mille Potterina 1993 e ValyBrick, e vi dedico questo nuovi capitolo a voi due! Grazie mille!

Ora devo andare a letto, per questo non vi posso salutare come vorrei, ma grazie ancora a tutti quelli che hanno letto. Un bacio enorme! 

Al prossimo cap (la data di pubblicazione dipenderà dalle vostre recensioni)!


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Capitolo 46
*** 46. Ricordi ***


Quarantaseiesimo capitolo: Ricordi....


Certo li stavamo cercando. Va bene, speravo davvero di trovarli. 

Ma rimasi lo stesso stupita e sconcertata quando vidi quattro figure comparire di fronte a me.

Guardai l'unico paio di occhi che erano aperti.

-devi curarli!- disse Stone. Io agì d'istinto.

-andiamo- e scomparimmo al San Mungo.

Presi la bacchetta e feci comparire tre barelle, che volarono fino alle stanze. 

Diedi delle indicazioni a delle infermiere che erano accorse e poi mi voltai verso Stone.

Ma non c'era, era svanito nel nulla!

Sbuffando corsi dietro le barelle.


******


Corremmo da Ginny tutti insieme, frenando appena in tempo per non andargli addosso.

-Sono comparsi dal nulla con Stone. Mi sembrava tutto così irreale. 

E appena volevo chiedere spiegazioni a Stone è scomparso- ci raccontò.

-mi sono presa cura di tutti come meglio ho potuto. Ho curato le ferite, ho dovuto anche fare qualche trasfusione di sangue e dovranno bere delle pozioni per incrementare la rigenerazione. Quella che mi preoccupa di più è Rose- ci disse. Adoravo Ginny per questo, almeno le cose te le diceva in faccia senza giri di parole.

-non ha particolari ferite esterne. Qualche lesioni agli organi interni ma niente che non ho potuto curare.

Purtroppo non posso sapere, fino a quando non si sveglia, in che condizioni è la sua mente. Insomma, essere posseduta in quel modo forse l'ha danneggiata più di quanto posso vedere ora. Comunque l'ho fatta tornare dell'aspetto di prima- proseguì.

-quando si sveglierà Rose, secondo te?- chiese Ron.

Ginny lo guardò esitante.

-tra poco. Di sicuro sarà la prima a svegliarsi, gli altri devono dormire di più per poter digerire la pozione che gli ho dato- un rumore strano ci fece saltare.

Corremmo dentro la stanza e trovammo Rose alzata. Aveva gettato per sbaglio una ciotola che c'era sul tavolino accanto a lei. E ora ci guardava smarrita.


*****


L'avevo vista già in quel modo. Guardare il mondo con gli occhi di una bambina smarrita, non sapendo né dov'era, né cosa era. Ma era stato quando aveva appena un mese, nella sua culla tanto tempo fa. Iniziava a distinguere le ombre che aveva davanti e si sentiva smarrita, come adesso sembrava essere.

E come avevo fatto tanto anni fa, vedendola così smarrita, andai da lei abbracciandola, sedendomi sul letto e cullandola come se fosse ancora piccola.

Lei nascose il suo viso nella mia maglietta e rimase immobile, con gli occhi sbarrati a farsi abbracciare.

Gli accarezzai i capelli e la cullai semplicemente, sentendola rilassarsi tra le mie braccia, pronta a crollare di nuovo nei sogni.


*****


Quando ripresi coscienza il mio pensiero volò subito a Rose. 

Mi alzai di scatto provocandomi un dolore acuto al petto, e un giramento di testa. 

Solo dopo essermi appoggiato di nuovo al cuscino tutto si immobilizzò, non girando più. Davanti a me mi ritrovai il viso di Ginny, che mi guardò severa.

-non ti alzare. Devi riposarti e stare sdraiato- mi ordinò.

-dov'è Rose? Come stà?- chiesi tutto di un fiato. Notai che la mia voce era molto rauca e che quando respiravo e parlavo il dolore al petto aumentava.

-adesso dorme. È accanto a te- e indicò il letto accanto. Voltai il viso e la vidi, la mia solita Rose, addormentata e serena. Sorrisi.

-devi prendere un altro po' di pozione- disse Ginny e mi aiutò a berla. 

Mi assopì subito dopo, sorridendo.


*****


Rose si svegliò di nuovo dopo due ore. Aprì piano gli occhi e li puntò su sua madre. Aprì la bocca come per parlare ma non ci riusciva. Hermione si avvicinò subito e gli accarezzò il viso.

-amore della mamma adesso va tutto bene! Come ti senti?- chiese con amore.

Rose tentò di nuovo di parlare ma nessun suono usciva fuori. L'aiutammo a sedersi e poi gli sorrise, accarezzandogli i capelli.

-aprì la bocca Rose- controllai tutto ma non c'era nessun Ron mi guardò interrogativo.

-devo chiedere un parere- e uscì fuori. Andai fino a reparto di Janus Thickey. L'anziano collega mi accolse con un sorriso sdentato.

-ho bisogno della sua consulenza-


*****


-Penso che gli abbia fatto qualcosa con la memoria- dissi a zia Hermione. 

Lei si voltò e mi sorrise.

-ti sei svegliata. Come stai Lily?- mi chiese.

-un po' indolenzita. Comunque il mostro che era entrato dentro di lei poi sapeva tutto quello che sapeva Rose. Penso che gli abbia guardato nei ricordi- ripetei.

In quel momento entrò mia madre con un anziano signore dall'aria simpatica.

-dov'è la signorina Weasley?- chiese avvicinandosi al letto. Rose alzò lo sguardo solo quando il signore si sedette di fronte a lei.

-guardami negli occhi cara. Solo negli occhi- e lei eseguì. Ad un certo punto, i suoi occhi sembrarono aprirsi ancora di più. Come se si fosse aperta una qualche finestra prima chiusa. Si guardarono per minuti che parvero interminabili, senza distogliere lo sguardo né sbattere le ciglia. E poi Rose chiuse gli occhi. Il signore si alzò e guardo Ginny che lo imitò e uscirono insieme. Tutti guardavamo la porta e poi Rose. 

Mio padre mi accarezzò i capelli.

-piccola sono contenta che ti sei svegliata. Hai male da qualche parte?- mi chiese. 

Io scossi il capo.

-bene, allora ti posso sgridare. Come mai non eri più nella tua stanza protetta? 

Lo sai che poteva non finire bene?- chiese arrabbiato. Io sospirai. 

Sapevo che prima o poi sarebbe arrivata la sfuriata. E sapevo anche perchè me la faceva. Anche se non la sopportavo mai, Rose mi aveva da sempre spiegato che quanto più un genitore sgrida, quanto più è stato preoccupato e angosciato da quello che abbiamo fatto, per paura di perderci.


*****


Ginny entrò dopo poco. Era preoccupata, il che non mi fece sentire bene. 

Rose si era di nuovo addormentata, stretta a me.

Si sedette sul letto di Lily e guardò tutti, compreso Scorpius che si era appena svegliato e che aveva capito che qualcosa non andava.

-Janus Thickey è il responsabile del reparto riservato dove abbiamo visto Neville con i suoi genitori, vi ricordate?

Lui è esperto nei casi di... questo tipo.

Rose ha perso tutti i suoi ricordi. Gli unici che sono rimasti, come ha detto Janus, sono quelli di quando aveva appena un mese. I ricordi, ha confermato Janus, sono del tutto invisibili. Li ha rimossi totalmente- spiegò.

Strinsi più forte Rose. Aveva perso tutti i suoi ricordi...

-però non sono del tutto persi. Pensiamo che non li abbia cancellati completamente ma solo rimossi temporaneamente. Per questo vogliamo sottoporla a una serie di sedute con il pensatoio. Gli mostreremo dei ricordi, sperando che richiamino i suoi, nascosti da qualche parte dentro di lei-

-possiamo usare i miei- mi offrì subito. Ron anche annuì. Ginny sorrise, annuendo.

-Inizieremo da quelli quando era piccola-


******

Collaborammo tutti. I primi furono quelli miei e di Hermione. 

L'accompagnammo noi a Rose, reggendola quasi totalmente. Insieme vedemmo tutta la sua infanzia, attimo per attimo. Ricordare fu strano ma più facile di quanto pensassi. Le sue prime parole, la prima volta che aveva gattonato, quelle in cui aveva camminato. I pianti per i primi dentini, le pappe e pappette, le notti interminabili e poi lei a un anno, il suo compleanno, le nostre passeggiate.

Momenti magnifici che mi sarebbero rimasti per sempre nel cuore!


*****


...se solo adesso mi fermo

ancora

mi sembra di sognare

una foto coi miei

attrae il mio sguardo in quello scatolone

ricordo sai

era la mia prima comunione

un caldo infernale

un pranzo con poche persone

quel vestito nuovo rotto poi giocando a pallone

e ancora eccole qui

tra mille foto impolverate

vedo così

le mie emozioni immortalate

troppi ricordi momenti incancellabili

mentre una lacrima disegna un solco tra i miei brividi

guarda mio padre coi baffi siamo nei settanta

quel pancione mia madre lo porta assai contenta

le foto alle elementari in bianco e nero e a colori

guarda questa non ci credo a me lo sai sembra ieri...


*******


Ricordi su ricordi. Attimi importanti della vita di Rose, altri importanti specialmente per altri. Ad ogni ricordo vidi Rose cambiare. I suoi occhi erano più consapevoli, meno sperduti. Le labbra ora erano immobili, ma sapevo che tra poco si sarebbero aperte e avrebbero detto qualcosa.

Fino a 11 anni i ricordi furono la maggior parte di noi grandi. Poi passammo ai ricordi di James, Albus, Lily, Hugo e Scorpius. Ogni persona l'accompagnava nei suoi ricordi, con una Rose che ormai camminava da sola e ci seguiva tranquilla, serena.


****

ritrovo serenità

quando rivivo quei momenti

in tutta sincerità

anni rivisti in pochi istanti....

Cerco su ogni volto

un ricordo

e sembra che il tempo

non sia mai trascorso

e un brivido

chiude lo stomaco

rimango incredulo e so

che le emozioni non muoiono mai...


****

L'ultimo ricordo fu mio. Uno dei nostri accordi non detti era stato di non richiamare i ricordi degli ultimi eventi. Quindi l'ultimo ricordo che feci riaffiorare fu uno dei momenti passati insieme, tranquilli e felici, sulla spiaggia fuori dall'hotel.

Rose, accanto a me mi sorrise, finalmente e qualche lacrime gli scese dagli occhi io gliele asciugai con le dita, non perdendo il suo sguardo.

-grazie Scorpius. Ti amo!- mi disse. La baciai con un'amore immenso poi ci staccammo e lei mi sorrise.

-non permetterò più a nessuno di dividerci- promisi.


*****


Fine. Spero che non sia poi così tanto male come fine. Allora..... cosa dire?!?

innanzitutto grazie mille alle mie lettrici preferite:

Potterina 1993

ValyBrick !

Le vostre recensioni mi hanno reso felicissima!

Mi dispiace non aver potuto pubblicare subito il cap ma purtroppo sono di nuovo impegnata. Non so cosa me l'abbia fatto fare, ma mi sono iscritta a lezioni di guida.

Dovrò quindi riprendere a studiare un po' e poi a fare pratica, ma comunque prometto che presto tornerò con il continuo. Anche se ho una piccola idea su un'altra storia, che secondo me è carina.... adesso vediamo sul momento cosa deciderò di scrivere....

vi piacerebbe leggere una storia sui malandrini?

Comunque lasciamo stare... rimandiamo questa conversazione più avanti. Adesso devo correre a lezione.

Ma oltre a ringraziare di nuovo Potterina 1993 e ValyBrick per le recensioni e :

Ale 93
bribry85
cavallinobianco91
Cherie lily
Christy 94
cla81
drhermxever
francydenis
fuffima
gioia_in_blu
jadina94
kate_21
mAd wOrLd
mikelina
pometina94
Potterina1993
rinslet

saphira2
vacanziera
virgi_lycanthrope

per aver aggiunto questa storia tra i preferiti!

e:

Anthymea
fairy_lullaby
fio90
Jey_Jules
kate_21
kiara3993
kissgabri
lallina_89
lally88
loux74
rosie_lu
sab
sc93
Shiva Fuyu
Smerillia
thewitch
ValyBrick
will_marta

per aver messo la mia storia tra i seguiti.

Un grazie immenso anche ai solo lettori e alle mie migliori amiche che leggono anche loro questa storia!

e per ultimo grazie anche ai gemelli diversi da cui ho preso in prestito alcune frasi di una loro bellissima canzone.

Alla prossima storia! Baci!!!!


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Capitolo 47
*** Piccola parentesi! ***


Piccola parentesi!


Tutti dormivano nella stanza. I respiri erano tranquilli e rilassati. 

Mi avvicinai silenzioso al letto di Lily, il più vicino alla finestra. 

Il suo volto rilassato mi fece sorridere. 

Era così bella. 

Così unica nel suo genere. 

Gli accarezzai i capelli, godendomi quella felicità immotivata e poi mi arresi all'evidenza. 

Dovevo andarmene.

Gli accarezzai delicatamente il viso, poi appoggiai piano le mie labbra sulle sue, baciandogliele piano e forse troppo esitante. Era la prima volta che avevo un desiderio del genere, la prima volta che davo un bacio a qualcuno. 

Il bacio del dissennatore era solo di morte. 

Quello invece fece rinascere qualcosa dentro di me.

Forse il mio cuore.

Poggiai un fiore che avevo portato al suo cuscino, accanto al suo viso, in modo che aprendo gli occhi sarebbe stata la prima cosa da vedere.

Era stato incredibile trovarmi come un qualsiasi umano da un fioraio. 

E non avevo mai sperimentato una simile indecisione. 

Guardavo tutti i fiori che la commessa molto fastidiosa mi mostrava.

Mostrava e spiegava il significato.

Le rose, regine dei fiori, simbolo del segreto, con i mille colori che cambiavano questo significato.

I fiori d'arancio, richiesta di matrimonio.

L'orchidea, sensualità e passione.

Gardenia, sincerità.

E altri mille fiori con altrettanti significati.

Le uniche che non tratto molto bene furono le uniche che mi colpirono. 

Forse perchè era rimasto solo un rametto con fiori appassiti. 

Ma fu quello che, sotto il suo sguardo accusatore di pazzia, comprai.

Era un ramo di nontiscordardime.

E assomigliava tanto a me, in una maniera così strana che mi aveva colpito.

Madre natura l'aveva fornito di molti boccioli, ma tutti erano chiusi, non pronti a sbocciare, ma già secchi e appassiti. 

Un unico fiore era aperto. 

Uno piccolo, ancora titubante che si apre alla luce di un sole che ha deciso di salvarlo. È un fiore stupito, ormai era rassegnato alla fine della sua vita, la viveva come un morto vivente, invece il sole l'aveva fatto sbocciare, in modo da poterlo osservare meglio. 

Amore eterno e avrei aggiunto silenzioso.

Perchè l'avrei amata per sempre, in silenzio!


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Sono imperdonabile. Questa scena mi è venuta in mente tantissimo tempo fa però l'avevo voluta lasciare per la fine. E poi vado a scrivere l'ultimo capitolo e non metto questa scena? Sono pazza...... comunque con questo la storia ha davvero fine! Voglio ringraziare di nuovo tutti di cuore, e specialmente potterina1993 che ha già recensito! Grazie mille!

Ci rivedremo al continuo, allora!

Volevo aggiungere un'immagine da dove mi è venuta l'idea del fiore. Però non riesco ad aggiungerla al capitolo. Quindi tenterò di metterla o nella mia pagina personale, oppure se siete curiosi di vederla metto qui il link. È un po' differente ma è grazie a questa immagine che ho creato Stone! Baci! Alla prossima storia!

http://www.funghiitaliani.it/uploads/post-624-1109195469.jpg 

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