Destini 2 di Iva27 (/viewuser.php?uid=66155)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dopo due anni ***
Capitolo 2: *** 2. Perchè sei qua papà? ***
Capitolo 3: *** 3. Perchè hai un appuntamento! ***
Capitolo 4: *** 4. Influenza o amore? I sintomi sono gli stessi.... ***
Capitolo 5: *** 5. .....forse....mi avrebbe baciata.... ***
Capitolo 6: *** 6...Scorpius.... ***
Capitolo 7: *** 7. incantesimi., sogni e immaginazione... ***
Capitolo 8: *** 8. ora eravamo insieme. ***
Capitolo 9: *** 9. Lezioni di magia ***
Capitolo 10: *** 10. caro papà ***
Capitolo 11: *** 11. Augusto 666 ***
Capitolo 12: *** 12. ombre ***
Capitolo 13: *** 13. La pazzia dilaga.... ***
Capitolo 14: *** 14. Grazie ***
Capitolo 15: *** 15. Come un castello di carte ***
Capitolo 16: *** 16. Ti ho sempre voluto bene.. ***
Capitolo 17: *** 17. si o no.... ***
Capitolo 18: *** 18. ritorno a scuola ***
Capitolo 19: *** 19. Preparazioni! ***
Capitolo 20: *** 20. vacanze in famiglia (prima parte) ***
Capitolo 21: *** 21. vacanze in famiglia (seconda parte) ***
Capitolo 22: *** 22. Foto e ricordi ***
Capitolo 23: *** 23. Notte di Natale! ***
Capitolo 24: *** 24. sono riuscita a farti sorridere ***
Capitolo 25: *** 25. arriva il nuovo anno! ***
Capitolo 26: *** 26. cattivi... dubbi e incertezze... ***
Capitolo 27: *** 27. Ricordo ***
Capitolo 28: *** 28. se il destino non esiste, come si fa a scegliere la propria strada? ***
Capitolo 29: *** 29. futuro ***
Capitolo 30: *** 30. pesca e shopping ***
Capitolo 31: *** 31. Fine di una bella giornata! ***
Capitolo 32: *** 32. notte prima degli esami (prima parte) ***
Capitolo 33: *** 33. notte prima degli esami (seconda parte) ***
Capitolo 34: *** 34. esami e molto altro... ***
Capitolo 35: *** 35. pronti per una bella estate! ***
Capitolo 36: *** 36. e se lui avesse saputo tutto???? ***
Capitolo 37: *** 37. raggi di luna ***
Capitolo 38: *** 38. Sharm El Sheik ***
Capitolo 39: *** 39. tra deserto e mare (parte prima) ***
Capitolo 40: *** 40. tra deserto e mare (parte seconda) ***
Capitolo 41: *** 41. in prigione ***
Capitolo 42: *** 42. rivelazioni ***
Capitolo 43: *** 43. a caccia ***
Capitolo 44: *** 44. ricordi pericolosi... ***
Capitolo 45: *** 45. quegli occhi... ***
Capitolo 46: *** 46. Ricordi ***
Capitolo 47: *** Piccola parentesi! ***
Capitolo 1 *** Dopo due anni ***
Quella
mattina, come ogni mattina del primo settembre, l'espresso per
Hogwarts correva veloce per portare tutti gli studenti nella famosa
scuola.
E
come ogni mattina da ormai sei anni, questo era il settimo, mi cercai
uno scompartimento tranquillo dove passare tutta la durata del
viaggio. E accanto a me c'era Scorpius. Quello sarebbe stato il
nostro ultimo anno e mi sentivo strana. L'ultima volta che avrei
preso quel treno per andare a Hogwarts. Ci sarei salita di nuovo solo
per andare a casa alla fine dell'anno.
Hogwarts
mi sarebbe mancata, ma sapevo che era una cosa comune a tutti quelli
che l'avevano frequentata e che l'avrebbero frequentata in futuro.
Diventava una parte della tua vita, quindi era normale esserci
affezionati.
Mi
sedetti sul sedile e Scorpius mi imitò mettendosi accanto a
me.
-a
che pensi?- mi chiese guardandomi.
Dovevo
sembrare triste.
-che
questo è l'ultimo anno. La cosa non ti rende triste?-
chiesi.
Lui
mi guardò triste.
-si.
Ma non possiamo farci niente. E se proprio non vogliamo abbandonarla
possiamo sempre farci bocciare-. Scoppiammo a ridere insieme. L'idea
di essere bocciati era divertente.
Poi
tornai seria e guardai fuori dal finestrino.
Quel
giorno il sole splendeva felice.
Speravo
proprio che quell'anno scolastico, l'ultimo, sarebbe stato felice in
quel modo......
*************
“io
sono triste perché sarà l'ultimo anno da passare
con te” questo
dovevo dirgli. Eravamo soli, stavamo dicendoci cosa ci sarebbe
mancato di più di Hogwarts e io avrei potuto dirgli
benissimo cosa
mi sarebbe mancato.
“mi
sarebbe mancato vederti ogni mattina mentre fai colazione, starti
vicino a lezione, guardare come ti concentri oppure quando sei
sovrappensiero.
Passare
i pomeriggi con te a ridere e scherzare oppure a studiare, e
guardarti mentre pensi che stò studiando.” forse
gli avrebbe fatto
piacere sapere tutte queste cose o forse l'avrebbe trovato strano.
Avrei potuto dirgli tante di queste cose.
E
invece la guardai mentre osservava il cielo pensierosa, con la gola
asciutta e il cuore che batteva forte.
Quello
sarebbe stato l'ultimo anno, l'ultimo anno in cui sarei potuto starle
accanto. Finita la scuola le nostre strade si sarebbero potute
perdere per sempre.
Questa
era l'ultima occasione per provare davvero a mostrargli i miei
sentimenti. Dovevo trovare il coraggio di dirgli quello che provavo.
Magari non tutto in una volta.
Sarebbe
bastato un po' per volta. Magari iniziando da una frase su quanto mi
sarebbe mancata.
Non
poteva essere così difficile.
-Rose-
la chiamai. Lei si voltò e mi guardò negli occhi
sorridendo.
Deglutii
al vuoto. Non mi sentivo più la voce.
Non
mi ricordavo più niente, vedevo solo lei.
Che
mi guardava curiosa, poi accigliata, forse preoccupata della mia
sanità mentale.
Allora
distolsi lo sguardo e guardai il libro che aveva uscito dalla
valigia.
-leggi
Italo Calvino? Com'è?- domandai in fretta.
-interessante.
Tu l'hai mai letto? Io adesso sto leggendo il cavaliere inesistente.
È bello, mi piace come scrive- rispose Rose, distogliendo
anche lei
lo sguardo. E io risposi tranquillamente, mentre dentro di me mi
maledivo per la mia mancanza di coraggio.
Non
sarei mai riuscito a dirgli quanto gli volevo bene....
**********
Guardai
il castello che comparve in tutta la sua immensità davanti a
noi,
nella notte. Ero decisamente troppo malinconica quel giorno. Mi venne
quasi da piangere a guardarla così, da lontano.....
Decisamente
troppo emotiva...ma infondo avevo la scusa, l'essere donna porta per
una settimana al mese l'essere molto sensibili. E mi sentivo come una
bomba ad orologeria. Salii sulla carrozza insieme ai miei cugini e a
Scorpius. Non che le cose fossero migliorate tra loro.
Albus,
Hugo e Lily infatti ignorarono Scorpius e lui rimase in silenzio a
guardare fuori dal finestrino.
Per
evitare l'ennesima lite che non avrebbe portato da nessuna parte come
al solito, mi arresi a parlare con entrambi senza che loro entrassero
in relazione.
-Come
sta Geremy?- chiesi a Lily. Geremy era il suo nuovo ragazzo da ormai
cinque mesi.
-bene.
Era tutto contento di essere stato scelto come prefetto. Mi
è
mancato in tutto questo tempo-.
Rispose
quasi ne fosse sorpresa. In genere le sue storie non duravano oltre
quei due mesi di separazione.
Invece
questa volta lui gli era mancato. Sorrisi.
Questa
volta magari avevo trovato davvero la persona giusta. E per la gioia
di Albus era della sua stessa casa e aveva la sua stessa
età. E
Geremy trovava che Albus fosse mitico, per usare una sua espressione,
quindi aveva sia rispetto per lui che per Lily. Il che lo
tranquillizzava.
-già,
purtroppo per me ho visto come l'hai salutato- sbraitò Albus
accigliato. Va bene, era tranquillizzato solo un po'....
-non
è colpa mia se tu compari sempre nei momenti meno adeguati.
Mettiti
un campanello al collo come le mucche, così posso sentirti
arrivare
ed evitiamo che ti arrabbi-
scoppiammo
tutti a ridere per la battuta di Lily, tranne Albus, che
però
sorrise sempre accigliato.
-così
chissà cosa combineresti. Almeno la possibilità
che io spunti dal
nulla ti ferma, oppure no?- domandò.
Vidi
Lily ridere e poi rispondere -ti odio quando fai il santerellino. E
pensa poi a cosa fai tu con Amber. Oggi non vi siete proprio fatti
vedere in giro. Dove vi siete nascosti?- domandò lei,
sapendo di
metterlo a tacere.
E
infatti lui arrossì e guardò fuori dal
finestrino.
-siamo
arrivati- disse in fretta e uscì, mentre la sorella lo
inseguiva.
-avanti,
sputa il rospo!!!!- gli gridò dietro.
Scesi
anch'io dalla carrozza seguita da Hugo, che rideva guardando i due
cugini, e Scorpius, anche lui sorridente per la scenetta.
Il
mio cuore perse un battito. Il mio respiro si bloccò.
Poi
mi diedi della stupida.
Non
potevo reagire così solo per un suo sorriso.
E
neanche per un suo sguardo, come era successo prima sul treno. Dovevo
rimanere con i piedi per terra. E quindi mi avviai con gli altri
verso la sala grande.
Sedendoci
guardai il tavolo dei professori curiosa.
Il
nostro professore di difesa contro le arti oscure era andato in
pensione l'anno scorso. E avevo sentito che la McGranitt si era
lamentata sul fatto che non riusciva a trovare un sostituto decente.
Tutti i professori erano seduti e chiacchieravano tra loro.
E
il mio sguardo si fermò sul nuovo professore di difesa
contro le
arti oscure. Anche lui mi scrutò e sorrise, guardandomi con
i suoi
occhi verdi.
****************************
Sono
tornata, per la gioia di qualcuno e forse per il tormento di qualcun
altro....
Deve
dire la verità, volevo lasciare con più suspense
ma penso che sia
facile individuare il nuovo prof....
E
così sono tornata con questo continuo.
Ho
cambiato un po' la forma...
adesso
parlo in prima persona (mi sono resa conto che mi viene meglio,
almeno spero), quasi sempre
dal
punto di vista di Rose ma farò parlare anche gli altri,
perché la
storia non riguarda solo lei.
Un
grazie speciale alle mie prima due fan:
VI
VOGLIO UN MONDO DI BENE.
QUESTA
STORIA LA DEDICO A VOI DUE CHE MI AVETE AIUTATO SIA CON SUGGERIMENTI
SIA PER LA VOSTRA SINCERA VOGLIA DI LEGGERE QUALCHE MIA NUOVA PAZZIA!
Spero
vi piaccia questo capitolo. Mi metto subito a scrivere il secondo,
però non so se riesco a pubblicarlo entro oggi.
Baci
a tutti! Naturalmente aspetto consigli e critiche, anche cattive, per
migliorare! Grazie mille a chi leggerà!
Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 2. Perchè sei qua papà? ***
Secondo
capitolo: perché sei qua papà?
Harry
Potter, il mio caro zietto, mi sorrise, salutandomi con la mano, e i
suoi occhi verdi proseguirono per il tavolo alla ricerca di Lily e
Albus. Albus, accanto a me, era totalmente stupito. Aveva la bocca
aperta a formare una piccola “o”. Lily era stupita
allo stesso
modo, ma i due fratelli avevano due modi diversi di essere stupiti.
Albus era
felice, si vedeva chiaramente.
Mentre Lily
era sbalordita e un po' accigliata.
Si
lamentava sempre di Albus che la controllava continuamente, avere
anche suo padre che era più rigido non era bellissimo.
Ma forse
c'era anche qualcos'altro...
Il mormorio
nella sala era a livelli mai sentiti. Il famoso Harry Potter era
venuto nella nostra scuola!
Ci avevamo
messo poco a sapere che mio zio era famoso, ce lo avevano da sempre
tenuto nascosto, anche se sapevamo che aveva salvato tutto il mondo
da Voldemort, ignoravamo la popolarità che aveva.
E
specialmente i miei cugini avevano avuto non poco da lamentarsi. Per
quanto erano orgogliosi di lui non era piacevole essere additati
sempre per “i figli del salvatore”.
Naturalmente,
come tutto, poi era passato.
E adesso
invece spuntava lui......
Speriamo
bene........
**************
Non ci
credevo!
Non poteva
essere!
Era
assurdo!
Quello non
poteva essere mio padre!
Lo guardai
sorridermi e poi cercare di dirmi qualcosa.
Come un “ti
voglio bene”.
Rimasi
ferma immobile a guardarlo mentre parlava con la professoressa
Jonsens, e sentii Geremy che balbettava.
-quello è
tuo padre?- domandò.
“no”
avrei voluto rispondere. Mio padre non era tanto pazzo da fare una
cosa del genere.
Ma in quel
momento la preside si alzò e presentò a tutti il
mio caro paparino.
-quest'anno
difesa contro le arti oscure verrà insegnato dal signor
Harry
Potter, che ha gentilmente acconsentito a tornare di nuovo per
quest'anno- disse la preside e scoppio un applauso che
assordò
tutti.
************
La cosa più
difficile sapevo sarebbero stati gli occhi di mia figlia. Ero pronto
ad affrontare di tutto.
Ma quegli
occhi mi colpirono molto di più di quanto potessi
immaginare.
Albus era
contento di vedermi. Lo leggevo nei suoi occhi, i miei stessi occhi
infondo.
Invece Lily
sembrava di opinione differente.
Alla fine
della cena tutti e quattro mi raggiunsero mentre tutti, purtroppo, si
attardavano per cercare di ascoltare.
Non ero più
abituato a tutta quella curiosità.
Ma ero
pronto ad affrontarla.
-ma quando
hai deciso di venire?- chiese Albus dopo averi salutato.
-questo
pomeriggio. La McGranit in pratica è venuta a pregarmi in
ginocchio-
risposi esagerando. Vidi la McGranitt lanciarmi un occhiata furiosa.
-scherzavo
Minerva. Tanto non ci hanno creduto neanche un secondo- la
rassicurai.
-che strano
sarà doverti chiamare professore...- disse Rose mentre ci
incamminavamo fuori.
-sarà
ancora più strano vedermi chiamare così.
Ho
insegnato per un po' quando voi ancora non eravate nati. Diciamo che
avevo voglia di restare ancora un po' a Hogwarts. Però ora
saranno
18 anni che non torno.
Devo dire
che mi mancava- ammisi guardandomi intorno.
Tutti mi
fecero domande e sembravano felici della mia presenza. Ma Lily non
parlò. Mi aveva abbracciata ma adesso mi osservava come se
si
aspettasse chissà cosa....
***********
Mio padre
ci mandò tutti a letto dopo aver parlato un bel po' nel suo
studio.
Tutti lo salutarono e se ne andarono. Ma io rimasi.
-devo
chiedergli un attimo una cosa- dissi loro.
Vidi Albus
preoccupato. Forse sarebbe voluto rimanere, forse sarebbe stato il
caso. Del resto era una questione che riguardava anche lui.
Ma non
volevo. E forse mio padre lo capì perché li
salutò e chiuse la
porta.
-perchè
sei qua papà?- chiesi subito.
Lui si
guardò intorno e poi mi guardò sorridendo.
-Non sei
contenta di vedere il tuo vecchio papino?- mi chiese.
-certo. Ma
ciò non cambia la mia domanda. Perchè sei qua
papà?- domandai di
nuovo.
-perché
non erano riusciti a trovare un professore e una mia vecchia amica mi
ha chiesto aiuto.
Tra
parentesi, penso che Minerva stia invecchiando troppo. Non capisco
come tra mille candidati non sia riuscito a trovarne uno decente-
rispose sorridendo e sedendosi nella sua poltrona.
Io
incrociai le braccia e continuai a guardarlo accigliata.
-e mamma
che pensa di questa tua decisione?- chiesi.
Lo vidi
sorridere, ma quello era un sorriso teso.
-niente.
Lei ha sempre fatto le sue scelte e io le mie.
Ci siamo
sempre appoggiati qualsiasi scelta abbiamo preso- mi rispose. Poi mi
guardò serio.
-so che
l'altra sera ci hai sentito litigare. Ma non ti devi preoccupare.
Immagino che hai interpretato tutto questo come un grande problema.
Ma non è così.
Anche a noi
capita di litigare, non quanto zio Ron e zia Hermione ma anche a noi
capita. Ma le cose si sistemano.
I problemi
non sono insormontabili. E la decisione di venire qua è
stata
improvvisa ma condivisa da tua madre.
Ok?- mi
guardò speranzoso.
Poteva
essere la verità, ma poteva anche non esserlo.
Non avevo
mai pensato a mio padre come uno che dice bugie. Eppure qualcosa mi
disse che stava mentendo.
Ma era
tardi e non era il caso di insistere.
-va bene
papà. Infondo, se ci fosse davvero qualche problema serio ce
lo
direste, vero?- chiesi scrutandolo con gli occhioni dolci.
-certo-
rispose lui subito abbracciandomi e dandomi la buonanotte. E io me ne
andai un po' più confortata.
Magari
avevo davvero peggiorato solo le cose.....
************
Mi sdraiai
sul letto nascondendo il viso nel cuscino. Quanto avrei voluto
credere a tutte le cose che avevo detto a Lily.
**************
La mattina
arrivò e io andai a svegliare mia cugina, che a detta delle
sue
amiche dormiva ancora profondamente.
-ma non
vuoi andare a lezione oggi?- gli chiesi trovandola sotto le coperte.
Lily si
svegliò sbadigliando.
-adesso
vengo- sussurrò assonnata. La vidi girarsi dall'altra parte
però e
coprirsi di nuovo per dormire.
-Lily. Vuoi
che sale tuo padre a svegliarti?- gli chiesi. Vidi una strana luce
nei suoi occhi mentre si alzava, tirandomi il cuscino, e andava nel
bagno.
Aspettai
paziente che lei uscisse lavata e vestita e poi cercai di capire se
voleva parlarne. Ma il suo sguardo parlò per lei.
-andiamo-
disse ancora assonnata.
Scendemmo a
colazione e salutai con la mano Scorpius, che era già seduto
a
mangiare. Lui ricambiò sorridendomi.
Lily si
sedette accanto a Geremy che l'accolse con un bel sorriso. Io invece
mi sedetti accanto ad Albus che leggeva una lettera.
-chi ti
scrive?- chiesi.
Albus
guardò verso il tavolo dei professori, dove suo padre
mangiava
chiacchierando con Neville e la preside, prima di guardarmi.
-è una
lettera di mia madre. Più o meno le solite cose....-
rispose
serio.
Quindi
c'era altro. Lo guardai accigliata. Possibile che la venuta di suo
padre lì avesse causato qualche problema tra i suoi
genitori? O
forse era dovuta proprio a qualche problema tra di loro?
La prima
lezione del mattino era trasfigurazione quindi fummo bombardati
subito dalla prof Jonsens che quella mattina era in un momento no.
Chiese
tutto il programma dell'anno scorso e solo io riuscii a non prendere
un voto insufficiente.
Tutti gli
altri, all'uscita, iniziarono a lamentarsi a gran voce.
Ma insieme
alle loro voci si sentirono anche le voci eccitate dei ragazzi usciti
dall'aula di difesa contro le arti oscure. Sembrava che lo zio li
avesse colpiti.
Noi
l'avremmo incontrato il giorno dopo, alla seconda e terza ora.
Chissà
cosa ci avrebbe proposto....
******************
Mi ero
dimenticato quanto era divertente fare il professore. Certo un conto
era essere seguito da bambini del primo anno che pendevano dalle tue
labbra come angeli, un'altra è tentare di insegnare a
serpeverde
dell'ultimo anno che ti ritenevano un montato famoso per aver fatto
niente, a detta loro.
Ma penso di
essermela cavata fino ad ora.
Fui felice
quando ebbi la lezione con tassorosso e vidi Amber con delle amiche.
La vidi felice e serena, come ormai era da due anni.
Dopo che
Albus ci aveva detto la verità su di lei l'avevamo accolta a
braccia
aperte come una figlia.
Ormai gli
volevo bene come se fosse mia figlia. Ed ero contentissimo che Albus
e lei si fossero messi insieme quell'estate.
Finita la
lezione era ora di pranzo e uscii con i miei studenti dall'aula.
Non mi
sorpresi di trovare Albus fuori, ad attendere Amber. Si scambiarono
un bacio e pensavo sarebbero andati insieme a pranzo.
Invece
Albus venne da me, serio.
-cosa c'è
Albus?- gli chiesi.
-ti posso
parlare papà?- domandò.
Possibile
che Lily gli avesse detto qualcosa? Speravo di no, non volevo la
ramanzina anche da mio figlio.
Entrammo di
nuovo nell'aula e ci sedemmo uno di fronte all'altro.
-perché
sei qua papà?- mi chiese.
Io
deglutii. Incredibile, la stessa identica domanda di Lily.
Perché i
miei figli dovevano essere tutti così..... svegli? Oppure
sospettosi?
-ho fatto
un piacere ad una vecchia amica. Non penso ci sia niente di strano-
gli risposi esasperato.
-non
intendevo questo. Ho capito che la preside te l'ha chiesto, ma non
capisco perché tu sei qua mentre mamma è partita
per andare in
Italia. Mi ha mandato una lettera, stava preparando la valigia.
Partirà stasera con l'aereo.
Tu lo
sapevi, vero?- mi chiese.
-si, certo
che lo sapevo. Ha deciso di andarci perché è una
grande opportunità
per lei. Imparerà nuovi metodi e tecniche- gli risposi
convinto.
-quindi la
tua venuta qua non è una reazione alla sua scelta di andare
via,
vero?- mi domandò.
Avevo
ragazzi troppo perspicaci. E troppo impiccioni.
Possibile
che non mi potessero lasciare in pace?
-no, non ti
preoccupare, non c'è nessun problema. Adesso che ne dici di
andare a
mangiare?- e mi alzai deciso a non farmi più interrogare dai
miei
figli.
*****************
Questo
capitolo non mi piace molto però volevo far sapere che in
casa
Potter ci sono un po' di problemi.
Perché
adesso sorgeranno tanti problemi diversi come spuntano i funghi......
Un
grazie speciale a mikelina e virgi_lycanthrope che sono tornate a
mettere la mia storia tra i loro preferiti.
Aspetto
vostri consigli.
E
questo vale per tutti. Grazie per aver letto anche questo capitolo e
scusatemi per qualsiasi errore possa aver fatto e per la bruttezza
del capitolo.
Spero
di ricevere qualche commento, (vi supplico, scrivetemi anche quanto
odiate questa storia! ).
Al
prossimo capitolo che pubblicherò come al mio solito molto
presto.
Certo,
se ricevo almeno qualche commento!
Un
bacio a tutti!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 3. Perchè hai un appuntamento! ***
Terzo
capitolo: perché hai un appuntamento!
Guardarla
mentre studiava mi piaceva sempre di più.
Non
riuscivo a crederci che anche solo guardarla mi rendesse
così
felice.
Rose alzò
lo sguardo e notò che la stavo guardando.
Io distolsi
subito lo sguardo e lo puntai sul mio libro.
-Scorpius
tutto bene?- bisbigliò. Eravamo in biblioteca e quindi
eravamo
costretti a parlare a bassa voce.
Annuì,
prendendo a leggere veloce il capitolo.
Era passata
la prima settimana di scuola e tutto era tornato come consuetudine.
Difesa
contro le arti oscure era diventata la materia più amata e
dovevo
ammettere che spiegava molto bene.
Era
paziente e divertente, e riusciva a conquistare più o meno
tutti.
Tranne i miei compagni di casa.
Molti dei
quali avevano genitori come mio padre, che avevano da sempre parlato
male di lui e rivelato il fatto che le cose sarebbero andate meglio
se lui non fosse esistito. Io grazie a Rose avevo capito la
verità
ma per loro era quasi impossibile fare lo stesso.
Comunque
tornai a scrutare Rose. Dovevo chiedergli di andare insieme a
Hogsmead. L'uscita sarebbe stata il pomeriggio dopo e avrei dovuto
proporglielo molto prima, visto che altrimenti avrebbe preso impegni
con altri. C'era la possibilità che l'avesse già
fatto.
Questa
volta ci sarei riuscito.
-Rose- la
richiamai. Lei mi guardò e io deglutì per poi
aprire la bocca per
parlare.
Ma
l'irruzione di sua cugina mi interruppe. Si sedette accanto a me
guardando solo Rose.
-Rose ti
posso parlare?- chiese. Io la guardai scocciato.
Ci doveva
essere qualcuno che voleva mettermi i bastoni tra le ruote
(ihihihihihihihihihi by autrice).
-certo!-
rispose subito lei e mi sorrise.
-tu aspetti
qua?- mi domandò.
Annuì
infastidito e la guardai triste uscire.
********************
Non pensavo
fosse possibile. Guardai mia cugina come se fosse pazza.
-stai
scherzando, vero?- sbottai.
-no.
Avanti, tu riesci sempre ad aiutare tutti. Sono davvero preoccupata.
Mia madre è partita per l'Italia senza dirci niente. Non
l'avrebbe
mai fatto se non fosse successo niente. E onestamente anche la scelta
di venire qua di mio padre è impensabile. Loro non riescono
a stare
un giorno intero senza vedersi. Quando mio padre deve andare in giro
per lavoro mia madre lo segue sempre e lo stesso fa quando capita il
contrario. In tutta la mia vita non li ho mai visti tenersi il
broncio per più di cinque ore invece quando siamo partiti
era da due
giorni che quasi non si parlavano. A me ed a Albus non vuole dire
niente.
Secondo me
invece con te mio padre si confiderebbe. Provaci soltanto... ti
supplico- mi pregò lei.
E io rimasi
interdetta. Come potevo iniziare una conversazione del genere con mio
zio?
Mi sembrava
ridicolo e improbabile che si confidasse davvero con me.....
-se capita
potrei accennare l'argomento- gli dissi sperando che mi lasciasse
stare. Lily mi abbracciò contenta.
-grazie
mille- e poi se ne andò.
Ritornai un
po' abbattuta da Scorpius, che mi guardò serio.
Sembrava
pronto ad affrontare un leone.
-Rose ti
devo chiedere una cosa- mi disse.
Lo guardai
seria, e non seppi precisamente il perché ma anche un po'
tesa. Il
cuore prese a battermi veloce.
-domani
pomeriggio...- iniziò ma qualcuno lo interruppe.
Mi voltai
verso il colpevoli e mi trovai davanti un ragazzo di corvonero con
cui frequentavo qualche lezione.
Ed era
l'idolo di molte ragazze perché era il capitano della
squadra di
quidditch.
-ciao Rose.
Ti andrebbe di venire con me a Hogsmead domani?- mi domandò.
(che fate
con quei forconi? Aiuto!!!!!!! autrice che scappa dalle lettrici
armate di forcone XD)
Io lo
guardai incredula.
Nessuno me
lo aveva mai chiesto. Lo fissai a lungo stupita e quando notai che
ancora aspettava una risposta mi guardai intorno in cerca di una
risposta. E trovai gli occhi di Scorpius.
-mi
dispiace ma ci vado già con Scorpius. Grazie per avermelo
chiesto
però! - gli dissi educata sorridendo.
-va
bene..... ci vediamo in giro....- e se ne andò sconsolato.
Arrossì
violentemente prima di guardare Scorpius.
-non
dobbiamo davvero uscire insieme come un appuntamento. Onestamente non
sapevo cosa dire ed ho detto la prima cosa che mi è venuta
in testa.
Se non vuoi non importa. Non penso si metterà a pedinarci
per
controllare se davvero..- ma interruppe per fortuna il mio delirio
mettendomi un dito sulla bocca.
Incredibile
come quel contatto mi fece quasi impazzire.
Il respiro
si fermò e il mio cuore sembrò volermi uscire dal
petto.
Lui
allontanò il viso guardandomi serio.
-per me va
bene uscire. Anzi, era quello che stavo per chiederti-
rivelò.
Io arrossì
di nuovo.
-va bene.
Allora usciamo insieme....- suonava così strano.... e mi
sorprese il
fatto di quanto la cosa mi andasse bene.
E per la
prima volta tra di noi ci fu un silenzio imbarazzante. Però
che non
era terribile. Anzi, quasi divertente. Mi ritrovai a sorridergli
quando incrociammo gli sguardi.
-va bene,
continuiamo a studiare- dissi riaprendo il libro.
-arrivo
subito. Devo solo portare questo tema al professore- salutai Scorpius
e bussai alla porta di mio zio.
-avanti- lo
sentii dire. Entrai e lo vidi seduto dietro la sua scrivania.
-hai
portato il tema?- mi chiese notando il foglietto.
-si. Sono
rimasta l'ultima?- domandai mentre glielo porgevo.
-no, devo
portarmelo ancora Albus. Se lo vedi ricordaglielo.
Mi chiedo
come mai voi due siate stati gli ultimi a presentarmeli... è
strano...- era confuso.
Io sorrisi.
-forse
perché non vogliamo fare brutta figura.
Quindi lo
abbiamo scritto più volte e controllato tutto nei minimi
particolari. E poi la scadenza ancora è domani, giusto?-
chiesi. Lui
annuì mentre metteva il mio tema in mezzo agli altri.
-le cose
sono difficili per loro, vero?- mi chiese stupendomi.
Non ero
completamente sicura di cosa stesse parlando ma optai che si
riferisse al fatto che ora era loro professore.
-la maggior
parte degli amici di Albus e Lily sono persone che non si lasciano
influenzare dal fatto che sei arrivato. Non giudicano loro
perché
sono tuoi figli.
Il problema
riguarda la gelosia degli altri.
Alcune
volte è difficile ammettere che esistono persone
più brave di te.
Sia se non ti impegni sia se ti impegni con tutto te stesso esiste
sempre qualcuno più bravo di te.
È stupido
pensare il contrario. Ma in quei casi è più
facile pensare che ci
siano favoritismi, è come prendere una scorciatoia. E visto
che ne
tu, ne loro possono fare altro che ignorare quegli stupidi,
è meglio
non pensarci. O sbaglio?- lo guardai sorridere e stropicciarsi il
viso.
-hai
ragione. È incredibile quanto sei matura. Mi ricordi
così tanto tua
madre....- sussurrò tra se.
Esitai....
ricordai la supplica di Lily e la mia promessa.
Ma non
volevo far domande. Mi sedetti di fronte a lui e aspettai che aprisse
gli occhi.
-hai mai
pensato di fare la psichiatra?- mi domandò.
Io sorrisi.
-onestamente
no. Ma non sarebbe male. Dici che mi viene naturale?- lo guardai
negli occhi. Caspita quanto Albus gli assomigliava.
-si..........
Rose.... cosa ne pensi del destino?-.
La domanda
mi sorprese. Ci riflettei prima di rispondere.
-il destino
è un bisogno creato dagli uomini.
Dalla
necessità di non sentirsi persi-.
-quindi tu
non ci credi?- domandò di nuovo.
-no.
Secondo me è meglio pensare che la vita è nelle
tue mani, e non che
qualcuno scelga per te. Ma in momenti di confusione e insicurezza mi
ritrovo sempre a pensare al destino. Quindi forse alla fine un po' ci
vorrei credere....- dissi sinceramente.
-e
dell'amore che pensi? Non credendo al destino non dovresti neanche
pensare che due persone siano destinate a stare insieme...- mi
scrutava in cerca di una risposta.
-Platone
pensava che un tempo eravamo un solo essere che fu diviso in due per
invidia.
Così
dall'ora si ricerca la propria metà, per essere completi.
Ci sono
molte altre teorie sull'amore ma secondo me ha ragione Platone. Se
poi è collegato al destino non so.
Però so
che di certo l'amore non è solo rose e fiori.
L'importante
è capire se davvero si è trovata la
metà, poi i conflitti sono
naturali e anche più difficili.
Con chi si
hanno i discorsi più difficili? Con se stessi.
E se
l'altra parte è te stesso diventa complicato scontrarsi- lo
vidi
riflettere sulle mie parole.
-si deve
essere sinceri, è impossibile bluffare con se stessi, e si
devono
affrontare i problemi. E ci si deve ricordare che l'unito creatore
dei tuoi problemi non è il destino ma se stessi. Adesso vado
a
mangiare. Se hai bisogno sai dove trovarmi-.
E me ne
andai.
La mattina
dopo scoprii Lily nella mia stanza.
-cosa c'è?-
Gli chiesi.
Lei mi
sorrise felice.
-sono
venuta ad aiutarti per scegliere i vestiti-
la guardai
come se fosse pazza.
-vestiti? E
perché?-
-perché
hai un appuntamento!- sorrise lei.
***************************
Come
avrete notato questo capitolo è molto più allegro
e spero meglio
dell'altro.
E
adesso i ringraziamenti al mio piccolo “pubblico”.
Un
grazie a Fofu e Mary, grazie per il sostegno.
Spero
vi piaccia.
E
spero piaccia anche agli altri!
rosie_lu
grazie per essere tornata a leggere la mia storia e per averla messa
tra i preferiti.
Io
personalmente odio quando ci mettono un sacco a pubblicare un nuovo
capitolo mi tormento.
Per
questo tento di non fare lo stesso.
Altrimenti
sembrerei un'ipocrita a lamentarmi degli altri...
spero
di averti resa felice. Finalmente escono insieme.
In
realtà avevo pensato a complicare di più le cose
ma poi Scorpius mi
ha fatto pena....
comunque
continua a recensire, mi raccomando, non mi puoi rendere più
felice
se non continuando a “rompermi”!
Bex
Vampire sono contenta che la storia ti piaccia e spero continuerai a
seguirla. Hai ragione.... avere un padre come tuo professore non
è
il massimo.....
Aspetto
tuoi suggerimenti e pareri!
Grazie
infinite a tutti quelli che leggono! Spero davvero che magari
lasciate anche qualche recensione, mi piace un sacco riceverle.....
Baci
a tutti. A presto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** 4. Influenza o amore? I sintomi sono gli stessi.... ***
Quarto
capitolo: influenza o amore? I sintomi sono gli stessi!
Guardai mia
cugina infastidita.
Ero
totalmente tranquilla fino a quando lei non mi aveva svegliata.
Adesso stava frugando tra i miei vestiti cercando qualcosa con cui
vestirmi. Neanche fossi una bambola...
E così mi
aveva fatto venire l'ansia....
Il silenzio
imbarazzante che era scoppiato tra me e Scorpius il pomeriggio di
ieri mi aveva fatto preoccupare.
Non ero
abituata a queste cose.
E Lily che
correva di qua e di là mi faceva girare la testa...
-che ne
dici della gonna blu e la maglietta bianca?- mi domandò. La
guardai
fulminandola con lo sguardo.
Allora
prese un paio di pantaloni bianchi e una maglia azzurra.
-questi?-
chiese.
-ma secondo
te non so vestirmi da sola?- sbuffai forse un po' acida. Mi aveva
fatto pensare al pomeriggio che mi attendeva e mi sembrava stupida
tutta questa tensione.
Infondo io
e Scorpius eravamo amici da quasi sette anni.
Stavamo
quasi sempre insieme e la maggior parte delle volte da soli, visto
che in presenza dei miei parenti diventava mister freddo e muto.
Perché ora
mi dovevo preoccupare per me era illogico.
Eppure non
potevo negare a me stessa di essere agitata.
-lo so che
ti sai vestire da sola, e so anche che metti le prime due cose che
vedi, di solito. Volevo soltanto farti scegliere magari qualcosa di
più... pensato.
Di
particolare, ecco. Non sarebbe una brutta idea mettere qualcosa che
magari Scorpius non ti abbia mai visto addosso. Ogni volta che non
usi la divisa metti sempre la stessa tuta da ginnastica oppure i jens
sbiaditi- mi fece arrossire.
In effetti
erano le due cose che avevo pensato di mettere proprio ora, mentre mi
guardavo in giro.
-va bene.
Metterò qualcos'altro. Ma non quella gonna!- la intimai
guardandola
sventolare la gonna di prima.
-ti stà
così bene. E poi te l'ho regalata io e l'hai usata solo due
volte.
Mi fai rimanere male, così- mise il broncio.
Io sbuffai.
-quei
pantaloni bianchi andavano bene- dissi prendendoli dal letto e
infilandomeli.
Poi misi la
maglia che mi porgeva per farla contenta.
-che fate
tu e Geremy oggi?- chiesi mentre mi pettinavo i capelli e mi guardavo
allo specchio.
Non mi
vedevo molto diversa dal solito.
-veniamo
anche noi a Hogsmead. Il solito, più o meno- rispose alzando
le
spalle.
Poi mi
guardò.
-ma sei
riuscita poi a parlare con mio padre?- sputò la domanda
veloce e
guardandomi negli occhi.
-che ne
dici se scendiamo? Ho fame!- dissi sfuggendo e uscendo dalla mia
stanza.
La sentii
seguirmi ma l'incontro con Geremy la distrasse.
Si
scambiarono un bacio piuttosto lungo e io ebbi il tempo di scappare.
Dovevo
ringraziare di più quel ragazzo....
Mi
affrettai a sedermi vicino a Albus, che stava seduto abbracciando
Amber.
-ciao
fidanzatini!- scherzai salutandoli.
-ciao Rose.
Sei radiosa oggi?- mi salutò Albus.
-già stai
benissimo!- si complimentò Amber.
-grazie-
sussurrai abbassando gli occhi imbarazzata.
Presi una
fetta di pane e iniziai a mangiarla.
-così oggi
esci con Scorpius?-domandò Amber.
La guardai
confusa. Poi arrabbiata, ma non con lei.
-ve l'ha
detto Lily?- chiesi furiosa.
-si!- disse
Hugo sedendosi di fronte a me.
Lo guardai
accigliata. Mi bastava uno sguardo per capire cosa pensava, e
guardarlo mi fece arrabbiare ancora di più. Addentai con una
certa
furia la fetta di pane e lo guardai mentre era pronto a farmi una
ramanzina.
************************
Ero
abbastanza lontano da Hogwarts per poterlo usare.
Lo presi e
digitai veloce il numero che ormai conoscevo a memoria. Mi rispose
dopo tanti squilli, così tanti che mi fecero temere
chissà cosa.
-Harry?-
chiese sorpresa.
-ciao
Ginny. Sei occupata?- domandai subito.
-no, sto
tornando nel mio appartamento. Ho fatto il turno di notte e sto
tornando solo adesso.......
come mai me
lo chiedi?- la sua voce si sforzava di rimanere fredda e distaccata,
ma risentire la sua voce mi rendeva felicissimo, e qualcosa mi
suggeriva che non ero l'unico a sentirmi così.
-perché
adesso vengo, ti devo dire quanto sono stupido e quanto ti amo!
Aspettami!- e chiusi il telefono, pronto a smaterializzarmi da lei.
*********************
Arrossii
quando mi scrutò sorpreso e mi sorrise, fissandomi negli
occhi.
Andavo verso di lui, che mi aspettava fuori dalla porta della sala
grande.
Quella
distanza mi sembrò incolmabile. Avrei preferito correre
verso di lui
per arrivare prima, ma forse sarebbe parso davvero strano...
-ciao!-
dissi semplicemente.
-ciao!-
sorrise lui. Poi indicò il portone aperto con la testa.
-andiamo?-
io annuì e iniziammo ad attraversare il grande parco di
Hogwarts per
arrivare al cancello.
Arrivati al
castello di Hogwarts il silenzio che ci avvolgeva era uno dei nostri
soliti silenzi tranquilli, senza imbarazzi ne problemi. La cosa mi
rincuorò. Avevo davvero paura che quel pomeriggio avrebbe
potuto
distruggere la nostra sintonia perfetta.
Era
confortante vedere come anch'io sbagliassi.
-oggi è
una bella giornata!- disse Scorpius all'improvviso.
Io sorrisi
guardando il cielo.
Sapeva che
adoravo giornate come quelle.
-già. Per
me è la giornata perfetta. Invece per te sarebbe stato
meglio se
fosse piovuto, vero?- gli chiesi sorridendo.
Incrociammo
i nostri sguardi e il mio cuore prese a battere forte.
-già.
Qualche nuvola grigia e qualche tuono e lampo avrebbe migliorato la
giornata!- scherzava.
Anche se
sapevo che a lui piacevano davvero tanto i temporali. Una cosa
davvero strana, a mio avviso.
Io non
odiavo i temporali però non li trovavo esattamente
entusiasmanti.
Invece quando c'era un temporale era uno dei rari casi che trovavi
Scorpius più entusiasta del solito.
-dove
andiamo per primo?- mi domandò quando arrivammo al villaggio
di soli
maghi.
-ti va di
andare in libreria?- proposi. Lui annuì e insieme entrammo
nel
grande negozio verso la fine del villaggio che io frequentavo di
più.
Adoravo
quella libreria, così piena di scaffali e libri da non poter
trovare
un angolo vuoto. Adoravo l'odore di carta che c'era in giro, le mille
storie esistenti tra quelle pagine, impazienti di essere rivissute.
Mi diressi
subito verso l'angolo della libreria dove in genere c'erano i nuovi
arrivi.
***********************
Molti forse
non mi avrebbero capito. Ma la cosa che mi piaceva di più al
mondo
era guardare Rose entrare in libreria.
Sapevo per
certo che se ci entrava ci sarebbe rimasta ore, controllando ogni
libro presente nella libreria, anche se molti li aveva già
letti. Ma
del resto cosa poteva rendermi più felice se non vederla
davvero
felice?
Era felice
in mezzo ai libri, era nel suo mondo.
Per lei
ogni libro doveva essere un amico che cercava di richiamarla per
potergli raccontare la sua storia.
Vederla
aggirarsi per le librerie enormi, passare il dito sulle copertine
intenta a riflettere sul libro.
Mai vista
cosa più bella che vederla completamente presa da un libro
inaspettato.
Un libro
che la incuriosiva.
E così
passammo le prime tre ore della mattinata.
Dopo aver
visto e toccato tutti i libri presenti.
La guardai
mentre uscivamo e lei metteva il libro, trovato inaspettatamente per
ultimo e che aveva subito comprato, nella borsa a tracolla.
-mi
dispiace. Ogni volta ti tengo rinchiuso in libreria per ore senza
rendermene conto. È già ora di pranzo.
Ma quanta
pazienza hai?- mi domandò scherzosa.
-infinita.
Del resto per starti vicina uno ce ne deve avere molta- scherzai
anch'io, dandogli un buffetto sulla testa.
-poverino.
Sei tu solo a dover sopportare le stravaganze e le richieste delle
persone, vero?- sorrise lei.
-certo. Il
confidente di tutti. E adesso che ne dici se decidiamo dove
mangiare?-. Eravamo fermi di fronte alla vetrina della libreria,
mentre il sole ci riscaldava.
-tu cosa
consigli?- mi chiese. Io la guardai incerta, pensandoci su. Poi mi
voltai e lo vidi a poca distanza.
-che ne
dici di un dolce?- ed entrammo subito da Mielandia, dove prendemmo
due bei coni gelato.
Naturalmente
pagai io, il che portò Rose a tormentarmi.
-non è
giusto che tu mi paghi il gelato. Avanti, sono solo tre falci. Quanto
ci vuole a prendere questi soldi?-
mi chiese
per l'ennesima volta sventolando la sua mano con le tre monete.
-stiamo
uscendo insieme? Io sono l'uomo? Allora non parlare e finisci il tuo
gelato, prima che si squagli- e l'allontanai. Poi ci fermammo in una
panchina lungo un viale e gustammo il nostro gelato quasi in
silenzio.
-com'è il
nocciola?- mi chiese. Io le porsi il mio gelato.
-vuoi
assaggiare?- domandai. Lei mi guardò incerta.
Poi si
avvicinò al mio cono e prese un piccolo morso, guardandomi.
Per farlo
si avvicinò molto a me.
Non si rese
conto di quanto il mio cuore batteva forte.
-buono-
esclamò ritornando eretta.
La guardai
mentre, un po' arrossita, si metteva una ciocca di capelli rossi
dietro l'orecchio.
-vuoi
assaggiare il mio?- chiese subito dopo.
Accettai
subito e gustai il cioccolato senza ricordarmi che non mi piaceva
molto. Mi piacque molto invece, ma era tutto legato al fatto che quel
gelato aveva toccato le labbra di Rose.
Anche il
mio ora sembrava più buono.
*******************
La giornata
passò in modo strano.
Ogni
momento era importante ma tutto passò velocemente. In un
batter
d'occhio ci ritrovammo a dover ritornare al castello.
Avevo un po' di mal di testa. E mi ritrovai ad
essere un po' triste.
Non volevo
tornare a Hogwarts, volevo rimanere con Scorpius a scherzare, su
quella panchina dove avevamo parlato a lungo e senza problemi.
Arrivati al
portone era abbastanza presto per poter andarmi a fare un doccia. Mi
sentivo un po' stanca e infreddolita e una doccia calda mi avrebbe
fatto bene.
-ci vediamo
dopo- gli dissi un po' contrariata.
Lui si
avvicinò a me. Per un attimo pensai alla
possibilità che mi volesse
baciare. Il mio cuore battè veloce, scandendo un ritmo
veloce che mi
fece percepire la quasi lentezza nei suoi movimenti. Poi invece mi
mise solo una mano sulla fronte, accigliato.
-sei calda.
Hai le guance rosse. Non è che ti sta venendo la febbre?- mi
domandò
serio. Io chiusi gli occhi godendomi la sensazione della sua mano
grande e fresca sulla fronte.
-mi fa male
un po' la testa ma figurati, sto benissimo. A dopo!- e a mio
malincuore mi staccai da lui.
Salendo per
le scale dopo che lui mi salutò mi ritrovai a pensare a un
fumetto
di Charlie Brown, che avevo letto molti anni fa.
Il cane,
Snoopy, si chiedeva se quello che provava era influenza o amore.
Esattamente diceva così:
“influenza
o amore? I sintomi sono gli stessi!”
**************************************************
Spero
di non avervi deluso. Il primo appuntamento tra Rose e Scorpius
è
importante e spero di averlo reso carino.
È
ancora comunque il primo appuntamento, e sono tutti e due preoccupati
e incerti su cosa una loro relazione potesse fare alla loro amicizia,
quindi vanno avanti con le pinze. Piano piano....
Scusate
per il ritardo. Il capitolo era già pronto ieri ma il pc non
connetteva ad internet......
sono
uscita leggermente pazza perché ho dovuto disinstallare e
istallare
tutto di nuovo.......
Un
grazie alle mie due ispiratrici e amiche sincere!
E
un grazie speciale anche alle mie due lettrici che mi recensiscono,
aspetto altri commenti!
E
grazie a chi ha messo questa storia tra i preferiti, siamo arrivati a
5, e naturalmente a chi legge.
Se
volete rendermi felice lasciatemi un commento!
A
presto per il prossimo capitolo!
Baci!!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** 5. .....forse....mi avrebbe baciata.... ***
quinto
capitolo:.....forse......mi avrebbe baciata....
Era
decisamente influenza. Quella notte dormì malissimo e la
mattina
dopo, quando passai davanti allo specchio per scendere giù,
sembravo
uno zombie.
La testa mi
girava ancora ma non avevo nessuna voglia di non andare a lezione. La
prima ora avevo pozioni e quel giorno avremmo fatto una verifica.
E quando
scesi sotto trovai Scorpius ad aspettarmi fuori dal ritratto. Lo
fissai felice e sorpresa. Non mi ero resa conto di quanto lo volevo
vedere prima di rivedermelo davanti.
-buongiorno.
Come stai?- mi chiese guardandomi preoccupato. Io sorrisi e frenai
l'impulso di gettarmi tra le sue braccia. Era una sensazione del
tutto irrazionale...
-bene!-
mentì sorridendogli. Lui mi si avvicinò serio e
mi sentì le gambe
tremare. Appoggiò la sue fronte sulla mia, piegandosi verso
di me
perché era più alto.
La sua
fronte fredda sulla mia mi diede sensazioni mai provate.
-sei
caldissima, ora ti porto direttamente in infermeria- mi
sussurrò
accigliato prendendomi tutte e due le mani e allontanandosi un po'.
Io cercai
di liberarmi dalla sua presa.
-sto
benissimo. Non ho bisogno di andare da nessuna parte tranne che ha
lezione- sbottai un po' infastidita. Poi cercai di andare verso la
scalinata principale per poter arrivare sotto ma tutto
diventò
sfocato e barcollai.
Probabilmente
sarei caduta a terra se delle braccia forti non mi avessero preso in
tempo. Però ormai stavo cadendo nell'incoscienza. L'ultima
cosa che
percepì fu la voce di Scorpius che ripeteva il mio nome.
*********************************
Fino ad ora
l'avevo osservata sempre. Avevo scrutato il suo viso mentre leggeva,
studiava, parlava oppure ascoltava.
Ricordavo
ogni sua espressione, quelle buffe che aveva quando parlava e
scherzava, quelle serie di quando spiegava o parlava con i
professori, quelle accigliate o arrabbiate delle rare volte che la
prendevo in giro.
Ricordavo
purtroppo di averla vista anche distrutta...
il mio
cuore gemette nel ricordare gli eventi di due anni fa e nel pensare
al dolore e alla furia nel suo volto....
Ed era
stato subito prima che l'avevo osservata dormire, in quello stesso
letto.
L'avevo
portata subito in infermeria e Madame Chips l'aveva fatta coricare a
letto e aspettava che si svegliasse per dargli una pozione
ricostituente.
Ora era
sotto le coperte bianche con una pezza bagnata sulla fronte. Dopo un
primo momento di inquietudine il suo viso si era rilassato e aveva
preso a dormire serena.
Più o
meno. Qualche volta si agitava, stringeva le labbra ma prima che
potessi fare qualcosa di più che stringergli la mano si
rilassava di
nuovo.
Già...
avevo la sua mano tra le mie. Era così bella.
La
stringevo e la tenevo come se fosse fragile come un cristallo.
Qualche volta mi ritrovai anche a desiderare di baciarla. Ma il fatto
che potesse spuntare Madama Chips da un momento all'altro mi fermava.
Purtroppo
però dopo poco Madama Chips mi sbatté fuori
dall'infermeria
perché stavano iniziando le lezioni.
E me ne
dovetti andare.
Avevo la
prima ora di pozioni e lì avrei incontrato Albus.
Gli avrei
dovuto dire io che Rose si era presa la febbre.
Ma lo vidi
venire verso l'infermeria insieme a sua sorella e Hugo e
capì che
avevano fatto uno più uno.
Del resto
ieri sera non sembrava stesse bene e stamattina non era andata a
colazione.
-Ha la
febbre- gli dissi quando si fermarono di fronte a me.
Hugo e
Albus annuirono e proseguirono per entrare alla porta.
-grazie
Scorpius- mi sorprese Lily sorridendo prima di raggiungerli.
Rimasi
interdetto. Evidentemente la mia uscita con Rose gli aveva fatto
cambiare idea. O almeno era disposta a trattarmi non con freddezza,
come aveva sempre fatto.
E io facevo
con lei e con gli altri.
Andai a
trovarla alla fine dell'ora. E la trovai sveglia.
Aveva in
mano una tazza fumante di pozione e la guardava un po' accigliata.
Entrai in
silenzio e mi sedetti vicino a lei.
Lei alzò
lo sguardo e mi sorrise.
-ciao- la
salutai.
-ciao
Scorpius.... come è andata la verifica?- mi chiese.
Io mi
strinse nelle spalle.
-è andata.
Ora ho storia della magia ma visto che il professore non fa altro che
spiegare sempre la guerra dei goblin in questo periodo posso anche
saltare una lezione.
Come ti
senti ora?- domandai.
Lei fissò
la pozione fumante tra le sue mani.
-dovrei
prendete questa pozione per far scendere la febbre... ma volevo
aspettare che si raffreddasse........
Scorpius...
grazie mille per prima.. per avermi portato qua...- sussurrò
sempre
guardando la tazza.
Io la
guardai: era così tenera, aveva i capelli arruffati e gli
occhi
gonfi di chi si è appena svegliata. Aveva anche le guance
rosse e
gli occhi lucidi, quindi aveva ancora la febbre alta.
-stai
scherzando? Come facevo a lasciarti svenuta per terra? Avrei
rischiato di inciamparti addosso!- scherzai.
-e così mi
avresti lasciato per terra?- chiese divertita.
-si. Non
sai come mi sono spaccato la schiena a portarti i braccio fino a qua.
Dovresti metterti a dieta. Sei decisamente troppo pesante- continuai
io.
Lei rise e
io la imitai.
Poi bevve
un sorso della pozione storcendo il viso.
-è così
brutta?- lei annuì.
-non l'ho
fatto per non offenderla ma se avesse aggiunto un po' di radice di
valeriana tagliuzzate avrebbe diminuito questo... sapore acido-
sussurrò per non farsi sentire mentre posava la tazza sul
comodino
accanto al suo letto.
-almeno
farà effetto. Quanto devi rimanere ancora a letto?- chiesi.
-se mi
passa torno domani. Non voglio mancare più di un giorno. Ma
tu sei
sicuro di non dover andare a storia della magia?- era preoccupata.
Forse pensava che c'era chissà che cosa per cui non volessi
andare a
lezione.
La verità
era che non volevo lasciarla. Volevo stare lì con lei.
-che ne
dici se giochiamo a scacchi' voglio la rivincita- dissi prendendo un
quaderno e delle penne dal mio zaino.
Un
incantesimo e li trasfigurai in scacchi.
Lei sorrise
e annuì, arrendendosi al fatto che non volevo risponderle.
**********************************
Aprì piano
la porta per vedere se c'era Madama Chips.
Non era
orario di visita, anzi avrei dovuto essere a lezione, ma volevo
chiedere una cosa a Rose e quindi ero uscita con una scusa dalla
classe. Ma non solo non vidi Madama Chips ma vidi Scorpius e Rose
giocare a scacchi.
Erano tutti
e due in silenzio, aspettavano le mossa successiva, forse di
Scorpius.
Li guardai
per un po', divertita dagli sguardi che si lanciavano e da qualche
battuta che dicevano tra una mossa e l'altra.
Stavano
bene insieme, erano due perfette metà ritrovate.
Ed erano
così teneri.......
Me ne stavo
per andare per lasciarli soli quando vidi Scorpius avvicinarsi a Rose
e mettergli una mano sulla guancia.....
*******************************************
Mi poggiò
una mano sulla guancia accarezzandola e quella, già bollente
di suo,
mi sembrò andasse a fuoco.
Era così
vicino che riuscivo a sentire il suo profumo.
Mi guardò
serio mentre io ormai dovevo aver raggiunto la stessa
tonalità dei
miei capelli.
-hai ancora
la febbre alta. Forse è meglio se dormi un po'- mi disse. Io
appoggiai la testa alla sua mano sperando che così non
avrebbe
ritirato la mano fredda.
Chiusi gli
occhi e poi li aprì imbarazzata.
-non voglio
che te ne vai però- rivelai.
Lui mi
guardò accigliato.
-non ho
mica detto questo. Neanche io voglio andarmene.
Chi non
vorrebbe saltare le lezioni al mio posto-.
Lo guardai
accigliata e forse un po' delusa. Anzi, di sicuro un po' delusa. Lui
dovette leggere i miei pensieri dalla mia espressione perché
si
affrettò a dire:
-scherzavo!
Non mi interessa niente delle lezioni.
Io voglio
restare qui con te-.
Gli sorrisi
mentre il mio cuore batteva forte.
Forse, se
non avessi avuto la febbre alta e quindi non fossi stata contagiosa
mi avrebbe baciato.
Forse se
non fosse entrata in quel momento Madama Chips non si sarebbe
allontanato.
Il mio
primo bacio. Sarebbe stato bello riceverlo.
Invece la
febbre mi giocò di nuovo un bello scherzo e l'ultima cosa
che vidi
fu Scorpius che mi guardava mentre perdevo di nuovo i sensi.
**********************************************
Ed
ecco a voi il quinto capitolo!
Spero
piaccia e che non mi uccidiate perché alla fine non
c'è stato
davvero il bacio...
forse
la sto tirando troppo lunga... però penso sia meglio
così..... e
del resto lei ha la febbre...
comunque
un GRAZIE enorme a tutte le mie lettrici,
alle
mie migliori amiche che mi recensiscono fuori dal sito e a rosie_lu
che mi recensisce sempre!
Spero
che anche gli altri lo tornino a fare.
Spero
di riuscire a scrivere presto il prossimo capitolo che è
già pronto
ad uscire. Dovrei studiare per domani ma a dir la verità non
è ho
proprio voglia....
al
prossimo capitolo!
Mi
raccomando, recensite!
Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** 6...Scorpius.... ***
Sesto
capitolo:....Scorpius....
Mi aveva
cacciato furiosa! Mi avrebbe preso a calci se non me ne fossi andato
di corsa. E pensare che non era più tanto giovane...
Sbuffai
infastidito. Non mi aveva neanche detto come stava Rose.
Perché non
gli scendeva la febbre?
Perché era
già la seconda volta che sveniva?
L'avevo
fatta stancare... che stupido che ero stato.
Avrebbe
dovuto dormire non giocare a scacchi e parlare.
“Leggermente”
depresso mi avviai a lezione, mentre la campana suonava.
***********************
Andai a
trovarla prima di andare a lezione.
Sarei
voluta andare prima ma vedere Madama Chips che cacciava Malfoy in
quel modo mi aveva non spaventata ma ero convinta che non mi avrebbe
fatta entrare.
Aprì piano
la porta ed entrai dopo aver visto Madama Chips sul letto di Rose non
arrabbiata.
Il suo viso
era ancora peggio. Era preoccupato.
-salve-
dissi per annunciarmi. Non volevo spaventarla e quindi farla
arrabbiare. Volevo sapere però subito perché era
preoccupata.
-signorina
Potter. Non avrà intenzione di saltare il pranzo, vero? Mi
sembra
già troppo magra!- mi sgridò lei.
Io non
l'ascoltai. Guardavo Rose che si agitava nel sonno con una pezza
bagnata sulla testa.
-come mai
ancora non gli è scesa la febbre?- domandai.
Lei divenne
seria e mi guardò triste.
-non mi
voglio ripetere. E poi sono più congetture che certezze
assolute. Ho
fatto chiamare i suoi genitori così decideranno loro cosa
fare.
Ma non
dovrebbe essere niente di serio, non si preoccupi- aggiunse
dolcemente, forse perché mi vide cedere davanti alla paura.
-che cosa
pensa abbia?- chiesi.
**************************************
La vidi
insieme ai suoi parenti e alla ragazza di suo fratello davanti
all'infermeria.
Vedendo il
loro viso tutto il mondo mi crollò addosso.
-cosa è
successo?- chiesi correndo verso di loro.
Lily
sembrava non avere parole, troppa fosse la sua preoccupazione.
Mi voltai
verso gli altri due e Albus mi guardò serio.
-la febbre
non scende in nessun modo. Madama Chips pensa che sia dovuta a una
concentrazione troppo forte della... sua forza speciale. È
la prima
volta che succede una cosa del genere e non si sa cosa fare....-
sussurrò preoccupato.
Lo guardai
e capì dal suo sguardo che aveva riconosciuto in me la sua
stessa
preoccupazione.
Anzi forse
ce ne era di più. Dovevo avere davvero una brutta faccia. Ma
non me
la sentivo.
Non mi
sentivo più, non percepivo più il mio corpo.
Come se
all'improvviso galleggiassi nel vuoto.
Lily mi
guardò e poi mi abbracciò. Era una nanetta in
confronto a me. Ma
aveva gli stessi capelli di Rose e per un attimo mi sentì
bene. Poi
sentimmo delle voci e delle persone correre e lei si staccò.
Anch'io mi
voltai verso i nuovi arrivati e ci trovammo davanti i genitori di
Rose.
Li
conoscevo solo di vista ma non ci avevo mai parlato.
Ora li
squadrai per bene mentre preoccupati abbracciavano il figlio e i
nipoti.
Poi
Hermione Granger in Weasley si voltò verso di me e mi
guardò. Il
suo sguardo passò dal preoccupato al curioso per qualche
attimo.
-lui è
Scorpius Malfoy. Ma immagino l'avevate capito-
disse Lily
sciogliendo il momento di imbarazzo.
-felice di
conoscerti Scorpius. Adesso però dobbiamo andare-
esclamò a
sorpresa Ron guardandomi un po' accigliato e poi entrò
nell'infermeria senza esitazione.
La moglie
lo seguì subito.
Rimanemmo
in silenzio fuori, per un po'. Poi Albus tirò fuori delle
orecchie
oblunghe, che avevano da sempre una grande successo, e le
passò a
tutti, anche una a me, e ci mettemmo ad ascoltare.
*********************************
-è come se
fosse andata in sovraccarico- annuì Hermione.
Da parte
mia non pensavo di averci capito molto...
però mia
moglie e Madama Chips ormai erano partite con le congetture.
-e quindi?-
cercai di capirci qualcosa.
Hermione mi
guardò paziente:
-ti ricordi
quando era piccola e dicevo che secondo me avrebbe dovuto cercare di
imparare a controllare il suo potere? Be, lei ha deciso di
sopprimerlo.
Il che l'ha
portata a una completa inattività.
Invece due
anni fa l'ha scatenata di nuovo.
L'ha usata
più volte e quindi il suo corpo si è abituato a
vederla crescere e
fluire fuori.
Ora invece
non la sta più usando. Ma invece lei continua a generarla. E
il suo
corpo non riesce più ad assorbirla come faceva prima. Se
fosse una
bomba sarebbe esplosa- la vidi piena di paura nel dire quella frase.
L'aveva detta senza pensarci e probabilmente ne era rimasta
sconvolta.
-comunque
non lo è e il suo corpo reagisce con la febbre.
Il che sta
diventando davvero pericoloso per lei. Ma che possiamo fare?- chiese
rivolta all'infermiera.
Lei alzò
le spalle.
-chiamiamo
Ginny- proposi subito. Del resto, da quando era diventata medimago
era da lei che ci rivolgevamo appena c'era qualche problema. Hermione
annuì.
-Posso
usare il suo camino?- Chiese. Madama Chips annuì e mi
lasciarono
solo con Rose.
Le presi la
mano bollente e la guardai mentre era in preda a chissà
quale incubo
causato dalla febbre alta.
Mi faceva
male vederla così.
E il mio
cuore perse qualche battito quando la sentì sussurrare un
nome.
Perché non volevo pensare che in un momento di tale bisogno
non
pensasse al suo papà, come faceva sempre. Ma lei
sussurrò un
tutt'altro nome.
Un nome che
mi fece arrabbiare, furioso di gelosia.
-....Scorpius......-
******************************************
E
anche questo è finito. Scusatemi per il
“ritardo” rispetto ai
miei tempi. Questo capitolo era pronto quasi subito, l'ho finito l'ho
stesso giorno che ho pubblicato il quinto capitolo. Ma la mia
connessione a internet ha deciso che non mi vuole far pubblicare in
tempo i capitoli....
Più
di una volta sono stata tentata a lanciare dalla finestra sia la
chiavetta sia il pc....
comunque
spero che si risolvano questi problemi tecnici....
Un
grazie a chi mi ha messo tra i loro scrittori preferiti! Sono
commossa, grazie davvero.!
Naturalmente
un grazie a chi legge e recensisce.
E
a chi ha messo la mia storia tra i preferiti (è salita a
quota 7).
per
farmi perdonare pubblicherò subito l'altro capitolo che ho
scritto
subito dopo l'altro....
(lo
so che sembra che non ho niente da fare ma è solo la mia
pazzia che
agisce. In teoria dovrei studiare ma non riesco a farlo se ho idee
diverse... quindi prima scrivo poi posso studiare....)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** 7. incantesimi., sogni e immaginazione... ***
Settimo
capitolo: incantesimi., sogni e immaginazione....
Mi strinsi
a lui. Avevo bisogno di un momento tranquillo, di un po' di affetto,
in modo da non pensare a tutto quello che stava succedendo. E Geremy
era lì per consolarmi, per rassicurarmi. Mi aveva raggiunta
fuori
dall'infermeria e io ero corsa via insieme a lui lontano dagli altri.
E adesso
mi stringevo al suo petto cercando calore e conforto. E lui mi
stringeva a se baciandomi i capelli.
-vedrai che
adesso andrà tutto bene. Rose si riprenderà
completamente e starà
ancora meglio di prima- mi sussurrò all'orecchio. Sollevai
il mio
viso per guardarlo negli occhi e vidi qualcosa che mi fece sorridere
felice.
A pochi
centimetri dalle sue labbra bisbigliai
-ti amo-
Poi lo
baciai. Questa volta senza freni. Volevo non pensare a niente, solo a
noi due, almeno per quei pochi minuti.
E
crogiolarmi in quella parola sussurrata.
L'amavo, lo
sentivo. L'avevo visto nei suoi occhi e ora ne ero sicura.
Mi sentì
un po' in colpa pensando al fatto che forse non avrei dovuto essere
così felice mentre invece avrei dovuto pensare solo a Rose,
ma poi
pensai allo sguardo che mi avrebbe lanciata e al rimprovero sicuro.
“non ti
rovinare il momento più importante della vita pensando a una
simile
sciocchezza” mi avrebbe sgridata.
E io seguì
il suo consiglio e mi lasciai andare pienamente in quel bacio, mentre
lo stringevo a me e gioivo delle sue mani che mi accarezzavano la
schiena.
I nostri
respiri si facevano sempre più affannosi, i baci sempre
più
passionale e invece una voce ci interruppe.
Una voce
che non mi avrebbe dovuto sorprendere, però lo fece. Geremy
si
staccò subito da me e si allontanò voltandosi
verso mia madre.
Ginny
Weasley Potter ci fissava indecisa se essere arrabbiata oppure
felice.
Io gli
sorrisi.
E corsi ad
abbracciarla. Lei ricambiò felice.
-anch'io
sono felice di vederti piccola mia- mi disse lei stringendomi.
Poi la vidi
guardare Geremy che era abbastanza imbarazzato.
-piacere di
rivederti Geremy- lo salutò.
-il piacere
è tutto mio signora Potter- disse lui educato.
-bene,
andiamo a vedere cosa dobbiamo fare!-
seguimmo
mia madre fino all'infermeria dove però non ci fece entrare.
E a
sorpresa, quando aprì la porta si trovò davanti
mio padre. Fui
felice di vedere il sorriso che si scambiarono.
Ed era
incredibile la mia certezza sul fatto che Rose doveva avere un
qualche ruolo nella loro riappacificazione.
Lei faceva
sempre di tutto per gli altri.
Ora lei
aveva bisogno di aiuto. Ma come potevamo aiutarla?
*******************************************
-non c'è
altro modo?- chiese Hermione.
-non so.
Però è l'unico che si conosce. E non possiamo
continuare a
tergiversare. Dobbiamo agire subito- Ginny era seria mentre cercava
di abbassare con un incantesimo la temperatura troppo alta della
nipote. Avrebbe dovuto essere cosciente per quello che aveva in
mente.
Hermione e
Ron si guardarono, poi guardarono Ginny e dissero all'unisono.
-lo farò
io!- poi si guardarono accigliati.
Prima che
iniziassero a litigare come al solito Ginny li zittì.
-finitela.
Lo faremo tutti tanto. L'energia è troppa.
Se la
passassimo a una sola persona non faremo altro che spostare il male
da una all'altra. La distribuiremo tra di noi. Non dovremmo avere
problemi ad assorbirla- Ginny ci indicò di sederci vicino al
letto.
Io mi sedetti accanto a lei e gli presi la mano. Lei mi sorrise e poi
tornò seria.
Guardò
Rose che si stava svegliando grazie ad un suo incantesimo.
Sbatté
gli occhi e ci guardò tutti confusi.
Poi si
concentrò sulla mano di Ginny tra la mia e mi sorrise. Io lo
ricambiai, davvero grato e commossa da una persona tanto
meravigliosa.
-Rose dai
la mano alla mamma e una a me. Ti faremo sentire meglio, ok?- la
istruì seria Ginny, mentre gli prendeva la mano con
dolcezza.
Lei obbedì
guardandoci dubbiosi. Vidi le due donne lanciarsi uno sguardo e poi
iniziare a pronunciare l'incantesimo.
Tutto
accadde velocemente. La vastissima energia di Rose
attraversò Ginny
ed Hermione per proseguire poi su me e Ron. Mi sentì come
investito
da un fuoco, doloroso ma che non lasciava male ma ti faceva sentire
meglio.
Associai la
sensazione inebriante che avevo acquisito con la volta in cui avevo
bevuto la felix felicis, la pozione della fortuna. Avevo la stessa
sicurezza di poter riuscire a fare qualunque cosa mi andasse. Anche
spostare l'intero castello con una mano.
E
specialmente ero sicuro di poterlo fare con la forza che mi sentivo
bruciare dentro.
E poi il
fuoco divenne più fastidioso. Il dolore aumentava, cercava
di
scorrere in tutto il corpo ma era come se ne fossi già
pieno. Ma il
contatto per fortuna si interruppe. Avevo chiuso gli occhi e li
riaprì mentre la mano di Ginny mi scivolava dalla mano. Lei
si
appoggiò al letto a occhi chiusi, mentre cercava di far
tornare il
respiro normale.
Anche io
avevo il fiatone e lo stesso valeva per Ron ed Hermione.
Poi guardai
Rose. Dormiva, questa volta tranquilla.
Ginny gli
toccò la fronte e sorrise, dandogli un bacio sulla fronte.
-ora sta
bene. Però dovrà esercitare sempre la sua forza,
altrimenti ci
ritroveremo punto e d'accapo-
vidi
Hermione e Ron saltare di gioia e abbracciarsi.
E io
abbracciai mia moglie. Incredulo di essere stato vicino a perderla.
La baciai con trasporto mentre la forza dentro di me ribolliva.
**************************************
Fu un vero
sollievo vederla sveglia, sorridente e tranquilla.
E fu
divertente vederla sgridare i miei e i suoi genitori.
Avrebbero
potuto rischiare di stare male. Anzi, potevano ancora sentirsi male.
-per te
faremo questo ed altro- disse zio Ron arruffandogli i capelli. Vidi
Rose guardarsi in giro felice. C'era tutta la sua famiglia intorno
contenta di vederla stare meglio.
Ma la vidi
indugiare un attimo triste sulla porta. Forse potevo fargli un minimo
favore io.
Lo trovai
che indugiava sulla strada da prendere. Probabilmente voleva andare
da Rose ma pensava al fatto che magari avrebbe disturbato.
Chissà
come avevo fatto a pensare che fosse tanto cattivo o antipatico.
Ora, se lo
guardavo, non riuscivo più a vederlo come lo vedevo prima.
-sta
meglio. E ti sta aspettando- gli dissi.
Lui mi
sorrise felice, incredulo e ancora più felice.
-grazie
Lily, cioè Potter- si corresse ma non riusciva a non
sorridere.
-chiamami
pure Lily. E io ti posso chiamare Scorpius, giusto?- domandai. Lui
annuì.
Poi guardò
esitante verso il corridoio che lo avrebbe portato in infermeria.
-ma sono
ancora tutti da lei?- mi chiese.
-no, ma
oggi resteranno nel castello per risposare qui. Quindi attento, ma
puoi andare tranquillo. Adesso e sola-
lo
rassicurai. Lui mi sorrise ringraziandomi e percorse velocemente il
corridoio.
*********************************
Lo vidi
entrare dalla porta così come avevo sperato che facesse da
ore. Il
suo sorriso doveva essere uguale al mio.
-ciao-
sussurrò venendomi vicino e sedendosi sulla sedia
più vicina a me.
-come ti
senti?- mi chiese.
-un po'
stanca ma bene. Domani sono pronta a ritornare a lezione- risposi
vivace. Non vedevo l'ora di alzarmi da quel letto. Lo vidi sorridere
felice.
-non
dovresti riposare di più però?- mi parve
preoccupato.
-sto
benissimo. Se me lo chiedessi potrei anche scalare l'Everest tutto di
corsa- scherzai.
Lui mi
guardò serio. Abbassò lo sguardo incerto.
-ho davvero
avuto paura per te. E mi sento in colpa.
Quando ho
bisogno di qualsiasi aiuto ti trovo sempre al mio fianco invece io
non ho saputo come aiutarti.
Invece io
vorrei aiutarti. Io ci sono sempre se hai bisogno!-
-grazie!-
dissi emozionata. Il mio cuore batté forte.
Arrossì
mentre mi preparavo a parlare.
-in realtà
tu mi hai aiutato davvero. Quando ero incosciente e mi sentivo male
mi sembrava di sentirti vicino. E ti ho sognato molte volte e in quei
momenti stavo bene. Mi sentivo meglio. E quindi mi hai aiutato
davvero-
sussurrai
imbarazzata da tutto questo discorso.
Lui rimase
in silenzio e dovetti alzare lo sguardo per capire cosa pensava.
Sorrideva.
-e nel
sogno cosa facevo per farti sentire meglio?- mi domandò.
Dovevo
essere dello stesso colore dei miei capelli ormai.
Mi sentivo
in fiamme.
-niente di
che....- bisbigliai.
-avanti.
Dimmelo. Adesso mi hai fatto incuriosire- disse supplicandomi.
-mi
abbracciavi e ci... ci baciavamo- dissi non potendo resistere al suo
sguardo.
Lui rimase
stupito, poi mi accarezzò la guancia sorridendo.
-allora i
sogni e l'immaginazione sono collegati.
Io non ho
fatto altro che pensare a te e al bacio che ti volevo dare per tutto
il giorno.....- rivelò a pochi centimetri dal mio viso.
Ormai il mio
cuore batteva così forte che ero sicura che lo sentisse.
Poi chiusi
gli occhi mentre si avvicinava.....
************************************************
E
il capitolo finisce qua.... lo so che mi ucciderete ma infondo, visto
che la mia connessione ad internet è partita quindi intanto
scriverò
anche il continuo e appena posso li pubblico tutti insieme non
dovrete aspettare molto tra il leggere questo cap e il seguente.
Sperò
di riuscire a postare presto, mi scuso per il ritardo, vi giuro che
non è colpa mia, io scrivo almeno un capitolo al giorno, e
spero di
pubblicare presto!
È
tutta colpa della Vodafon!!!!!!!!!!!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** 8. ora eravamo insieme. ***
Ottavo
capitolo: ora eravamo insieme.
Avevo
immaginato a lungo quel bacio quel giorno.
Immaginavo
la tensione, la mia solita incertezza farsi avanti e fermarmi al
momento peggiore.
Non ero
affatto sicuro che sarei mai davvero riuscito a baciarla.
E invece
quando lei mi aveva detto di quel sogno, diventando rossa, avevo
capito che potevo farcela, e che anche lei lo voleva.
Mi
avvicinai a lei sedendomi sul bordo del letto.
A pochi
centimetri dal suo viso la vidi chiudere gli occhi, e mi parve ancora
più bella. Vedevo chiaramente le sue leggere lentiggini
intorno al
naso.
Poi gli
guardai le labbra, socchiuse e in attesa.
E annullai
la distanza.
*****************************************
Le sue
labbra si adattarono subito alle mie con dolcezza.
Il mio
primo bacio, che mi ero ritrovata a sognare molto questo giorno, fu
fantastico.
E fu unico.
Non avevo mai provato la sensazione di baciare qualcuno, mai
assaporato il sapore delle sue labbra, mai trovato tutte quelle
emozioni mentre mi accarezzava la guancia con una mano e l'altra la
passava tra i miei capelli.
Io posai le
mie mani sul suo petto, stringendo la sua camicia.
Persi la
cognizione del tempo. Quel bacio poteva essere durato solo qualche
secondo, ma anche minuti come anche ore. Con un dito gli accarezzai
la pelle del collo, liscia e calda. Dischiusi le labbra e
sentì il
suo respiro.
Aprì gli
occhi e lo vidi mentre, anche lui aveva gli occhi chiusi,
approfondiva il bacio.
Ricambiai
subito felice, ed eravamo così presi da quel bacio che non
ci
rendemmo conto che la porta si era aperta. Sentì solo una
persona
schiarirsi la voce e la riconobbi subito. Mi staccai subito e guardai
mia madre guardarmi accigliata.
-mamma-
dissi sorpresa e non sapendo cosa fare.
Scorpius si alzò dal
bordo del letto, dove si era messo per avvicinarsi a me, e
guardò
imbarazzato mia madre.
-penso di
aver dimenticato qui la mia bacchetta. Non pensavo di trovarti
sveglia- mi rimproverò guardandomi severa. Io abbassai lo
sguardo
sotto il suo.
Mi chiesi
perché se la fosse presa così tanto... insomma,
avevo infondo 17
anni, ero maggiorenne.
Era normale
che prima o poi avrei baciato un ragazzo.
Lei aveva
baciato il suo primo ragazzo addirittura a 14 anni ed era molto
più
grande di lei.
Mi sentì
un po' arrabbiata verso di lei. Ma forse era esagerato esserlo.
Però
mi sentivo un po' emotiva in quel momento, come se fossi pronta a
esplodere da un momento all'altro.
-infatti
stavo andando via. Buon riposo Rose.
Salve
signora Weasley- salutò Scorpius tornando a essere freddo.
La sua
reazione di fronte all'imbarazzo e all'ostilità difronte
agli altri.
Sospirai triste vedendolo andare via e poi guardai mia madre, mentre
la rabbia ritornava prepotente. Mi sorpresi ancora di quella
rabbia...
-Rose, da
quant'è che vi siete messi insieme? Perché non me
l'hai detto?- mi
chiese lei sedendosi sul bordo del letto vicino a me.
-noi...
ecco io...- non sapevo come rispondergli. La rabbia non era ancora
scemata e non sapevo da dove iniziare. Insomma... quando era stato
davvero l'inizio?
Dal suo
invito (più o meno) a Hogsmead oppure era iniziato prima?
-e se fosse
entrato tuo padre da quella porta?
Lo sai che
c'è mancato pochissimo che venisse lui e non io? E lo sai
che tuo
padre è già arrabbiato?-
la guardai
incredula.
-e perché?-
-perché
questo pomeriggio, quando lui era accanto a te hai pronunciato il
nome di Scorpius. È geloso, una gelosia paterna e molto
protettiva-
mi avvisò lei.
-e quindi?
Che stai cercando di dirmi?- cercai di arrivare al dunque. Non
riuscivo a credere di parlare così con mia madre,
perché era così
strana quella sera?
-niente.
Solo di stare attenta. Tuo padre in questo momento ha più
energia
dentro di lui di quanto se ne immagina. Se si trovasse davanti tu e
Scorpius che vi baciate... be probabilmente lo ridurrebbe a pezzi...
e non sarebbe proprio il caso immagino- mi sorrise felice.
Ecco la mia
mamma!
Mi
abbracciò subito e io ricambiai.
-sono
felice per te piccola mia. Finalmente ti sei innamorata!- mi
bisbigliò lei quasi commossa.
-grazie
mamma- gli dissi felice anch'io.
Il mio
cuore batteva forte quella mattina mentre mi vestivo. Non vedevo
l'ora di vederlo. Chissà dove era ora.
Era già a
colazione? Oppure si era svegliato tardi ed era ancora in camera?
Salutai
veloce Madama Chips. Odiavo tormentarmi, era meglio andare subito a
vedere. Uscì veloce dall'infermeria e corsi in sala grande.
Salutai
i miei cugini e percorsi il tavolo di serpeverde alla sua ricerca.
Ma non lo
trovai. Percorsi velocemente anche le altre tavole e sorrisi vedendo
i miei genitori e i miei zii tutti e quattro seduti al tavolo dei
professori a rivangare chissà quale ricordo lontano.
Ma lui non
c'era. Mi allontanai dalla sala verso i sotterranei sperando di
vederlo.
Ma non lo
incrociai. Triste tornai verso la sala grande.
Avevo così
voglia di vederlo.....
Due braccia
grandi e forti mi abbracciarono da dietro, e io riconobbi il suo
profumo all'istante. Mi sussurrò all'orecchio -buongiorno-
sospirò
felice.
Chiusi gli
occhi facendomi stringere da quelle calde braccia anch'io felice.
-buongiorno
Scorpius- dissi voltandomi.
Lui mi
guardò un po' incerto, così vicini che si doveva
abbassare
leggermente per arrivare a guardarmi negli occhi. Io sorrisi e lo
baciai leggera e veloce. Poi gli sorrisi.
-è meglio
che i miei non ci vedano baciarci. Mia madre mi ha avvisato del fatto
che mio padre è pronto a farti a pezzi- dissi scherzando. Lo
vidi
sorridere, un lampo strano negli occhi.
-guarda che
potrei prenderla anche come una sfida?- scherzò, e mi
baciò di
nuovo, questa volta più a lungo.
Ci
staccammo dopo un po' con una certa riluttanza da parte di tutti e
due, però dovevamo andare a mangiare.
-vuoi
mangiare con noi oggi?- gli chiesi mentre andavamo verso la sala
grande mano nella mano.
-dici che
non mi cacciano?- domandò.
-non vuoi
scoprirlo? Non mi dire che adesso hai paura...- scherzai io.
E lui si
sedette accanto a me subito. Albus, dall'altra parte mia mi
guardò
stupito, ma poi mi sorrise.
Forse
perché mi vedeva così felice.
-buongiorno-
ci salutò a tutti e due.
-ciao
Albus- lo salutai io.
-ciao Rose-
esclamò Lily abbracciandomi da dietro.
-ciao Lily-
la salutai io.
-allora?
Come ti senti?- mi chiese lei sedendosi di fronte a me.
-bene. E da
questo pomeriggio mi eserciterò a usare la mia forza. Mia
madre mi
manderà un vecchio mago che conosce.
Ha detto
che ha un potere simile al mio.
Così
evitiamo che si verifichi di nuovo il
“cortocircuito”- finì
scherzando.
Scorpius mi
prese per mano. Io gliela strinsi sorridendogli.
Sarebbe
andato tutto benissimo da quel momento in poi.
Perché ora
eravamo insieme....
*********************************
rosie_lu
avevi quasi azzeccato. È spuntata Hermione....
comunque
grazie per le recensioni, che sono riuscita a leggere purtroppo solo
velocemente appunto per la mia impossibilità a stare
connessa... la
mia “cara” chiavetta mi connette, e dopo neanche
due secondi
smette di funzionare......
grazie
mille a tutti quelli che hanno letto.
E
alla mia nuova lettrice, spero che le tue recensioni siano sempre
più
lunghe! Le adoro!
Spero
che vi piaccia anche questo cap, scusatemi se è corto!
Alla
prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** 9. Lezioni di magia ***
Nono
capitolo: lezioni di magia!
Ero seduta
ad aspettare il mio nuovo professore.
Mia madre,
quella mattina, mi aveva detto che sarebbe arrivato quel pomeriggio e
di aspettarlo nella stanza delle necessità.
Era da
tutta la mattinata che il mio pensiero tornava sempre a Scorpius e a
quel bacio che mi aveva dato quella mattina. Era da tanto che non mi
distraevo così tanto a lezione. Stavo pensando a tutto
questo quando
mi accorsi che qualcuno era entrato.
E mi trovai davanti
il mio nuovo
professore.
-buon
pomeriggio signore- dissi richiamandolo.
Lui
guardava la stanza con molta attenzione, come se non mi avesse vista
seduta sulla sedia.
Richiamato
all'attenzione mi guardò cercando di mettermi a
fuoco.
Mi chiesi se
fosse davvero lui l'uomo di cui mi aveva parlato mia madre.
Era molto
alto ma aveva tutta la schiena ricurva per l'avanzata
età.
Si
reggeva ad un bastone altissimo, uno di quegli che usano gli stregoni
nei cartoni animati babbani, ed era completamente pelato. Tranne che
per la barba bianca e lunghissima, così tanto che puliva per
terra.
Aveva un
grande vestito giallo lungo quanto al sua barba e mi guardava da
dietro delle spesse lenti dei suoi occhiali.
-tu devi
essere Rose. Sono felice di conoscerti piccola.
Mi puoi
chiamare professore Peanut oppure signore Peanut. Tua madre mi ha
spiegato tutto, e quindi possiamo iniziare!- disse allargando le
braccia e gesticolando verso la stanza.
Il suo
bastone rimase in piedi, per magia, davanti a lui.
Mi guardò
sorridendo, un sorriso sdentato ma simpatico.
-iniziamo a
cercare il tuo potere. Ci riesci?-
Ci
riflettei un attimo prima di rispondere.
-se intende
che lo sento, si. Non ci vuole molto per richiamarlo.
Lo sento spesso
emergere al minimo accenno di rabbia-
-bene,
perché tutto l'essere si basa sui sensi- disse
più a se stesso che
a me.
Si guardava intorno
come in cerca di qualcosa. Poi comparve una
poltrona dal nulla, e si sedette comodamente davanti a me.
-bene.
Adesso che hai trovato il tuo potere, concentrati sul mio
bastone.
Prova a spostarlo-
mi ordinò.
Io guardai
il bastone. Ero riuscita a sbriciolare una stanza, sarei riuscita a
muovere quel bastone, giusto?
Ma mi
sbagliavo. Sentivo la mia energia fluire dentro di me e cercai di
concentrarla sul bastone, come avevo fatto anni fa sulla struttura di
quella stanza, invece il bastone non accennava minimamente a
muoversi.
Rimaneva
immobile, in piedi.
Guardai
perplessa il professore che sembrava assorto in chissà quale
pensiero.
Lo vidi sbattere
gli occhi lentamente.
Poi li
chiuse entrambi e iniziò a russare.
Lo guardai
incredula. Avevo una grande voglia di scoppiare a ridere. Poi guardai
di nuovo il bastone.
Che cadde
subito a terra.
Il rumore
svegliò il mio prof che si alzò dalla poltrona
come se avesse
ricevuto una scossa.
-bene.
Allora passiamo alla seconda prova. Prova a farlo levitare, Rose- mi
disse.
-in realtà
prima non sono neanche riuscita a muoverlo- gli feci osservava,
sincera.
-davvero? E
come mai? Non capisco....- sussurrò avvicinandosi al
bastone.
Quello si
alzò di nuovo in piedi e lui gli si accostò, come
se lo stesse
ascoltando.
Dubitavo
sinceramente della sua salute mentale.
-mi ero
semplicemente dimenticato di abbassare la mia magia. Che
sbadato.
Allora, ci riprovi-
disse indicandomi il bastone immobile.
Mi
concentrai di nuovo e vidi il bastone muoversi.
Bastava
pensare a volerlo fare ondeggiare a sinistra, in modo che lui si
spostasse. L'energia fluiva forte e silenziosa.
Il bastone
volò in aria, con un semplice pensiero.
Il signor
Pistachio mi guardò contento.
-brava,
molto brava. Allora, quindi controlli abbastanza bene la tua
forza.
Però
siamo solo agli inizi.
Proviamo un
altro esercizio. Io mando il bastone verso terra, tu mi contrasti-
disse.
Annuì,
pronta.
Fu
difficile ma riuscì a non farlo cadere subito a terra.
Ma il
bastone, dopo neanche tre minuti, prese a cadere sempre di
più. Il
bastone ondeggiò per un po' a pochi centimetri da terra e
poi cadde
a terra.
Ma la cosa
più sorprendente era la stanchezza che avevo. Mi sedetti
sulla sedia
dietro di me stanca.
Il
professore invece sembrava in piena forma.
Mi guardò
raggiante.
-bene. Ci
impegneremo nel contrasto.
Però
dovrai stare attenta. Più usi la tua forza più
quella aumenterà.
Quindi nessuno
scatto d'ira.
E ogni
pomeriggio, dopo le lezioni, ci incontreremo e faremo esercizio per
un'ora.
E adesso
continuiamo-
Riprendemmo
a muovere il bastone.
Il prof era
la testimonianza che non si doveva giudicare dall'aspetto una
persona.
Era bravissimo e
aveva una forza inaudita. Ma era molto
particolare.
Si
addormentò altre due volte ed ebbi la tentazione di
scambiare la sua comoda poltrona con una sedia rigida di legno.
Magari così
non si sarebbe addormentato appena si sedeva...
Alla fine
dell'ora ero distrutta. Non riuscivo più ad alzarmi da
terra. Ero
seduta con la schiena contro il muro, tutta sudata e con il respiro
corto.
Mi sentivo
come se avessi percorso mille miglia.
-ci vediamo
domani Rose. Adesso riposati piccola. E mi raccomando, non ti
arrabbiare- disse guardando piuttosto in alto rispetto a dov'ero.
Chissà come vedeva....
-speriamo
che mio nipote abbia fatto da mangiare.
Mi
raccomando, vai a mangiare anche tu!-
si
raccomandò. Poi guardò incerto 40 centimetri
sopra la mia testa.
-tutto
bene?-
-si. Non si
preoccupi. Vada pure!- lo rassicurai e lui uscì.
Io rimasi
per un po' in quel modo, stanca morta. Avevo tanta voglia di dormire.
Chiusi gli
occhi e mi lasciai prendere dalla stanchezza.
*****************************************
Quando vidi
la porta aperta della stanza delle necessità sorrisi ed
entrai
pronto a vedere Rose. E la trovai addormentata a terra, la schiena
appoggiata al muro.
Mi
avvicinai preoccupato toccandogli la fronte sudata. Sembrava stare
bene e dormiva profondamente.
La presi in
braccio pensando a dove portarla.
La dovevo
mettere a letto.
E la stanza
lo sentì, perché apparve un letto.
La porta si
chiuse.
La poggiai
nel letto e la coprì, poi mi sedetti sul letto e la guardai
dormire.
E poi mi addormentai anch'io....
*************************************
Ero rimasto
un po' di più perché avevo deciso di passare un
po' di tempo con
Harry. Avevamo rivangato vecchi episodi per tutto il pomeriggio,
andando da Hagrid oppure girando per il parco di Hogwarts.
E adesso
dovevo andarmene. Ma prima volevo salutare Rose. Non sapevo
esattamente dove potesse essere, ma decisi di iniziare a cercare
nella stanza delle necessità, dove era stata sicuro fino a
un'ora
fa.
Guardai la
porta e l'aprì tranquillo, aspettando di non trovarla
davvero.
E invece
trovai un grande letto con lei e Malfoy addormentati.
Non ci vidi
più niente.
***********************************
Stavo
dormendo tranquilla quando sentì qualcuno gridare a una
forza
improvvisa.
Aprì gli
occhi stupita, assonnata e non sapendo dove mi trovavo. Mi alzai
seduta sul letto che non conoscevo e vidi mio padre, bacchetta
sguainata, che puntava la bacchetta al cuore di Scorpius, sdraiato
per terra.
Rimasi un
attimo interdetta e inorridita quando vidi lo sguardo di mio
padre.
Non l'avevo mai
visto così furioso e inumano.
Con una
mossa furiosa della bacchetta mandò Scorpius verso il muro,
sollevandolo in aria con una forza micidiale.
Lo bloccai
appena in tempo, evitando l'urto.
La mia
forza venne a meno ma riuscì a tenerlo in aria fino a quando
non fu
eretto e atterrò in piedi.
-non è
come sembra signor Weasley- disse Scorpius ma mio padre non lo
lasciò
finire.
Gli mandò
addosso un incantesimo che lui schivò solo per un pelo.
Mi alzai
arrabbiata.
-papà
smettila- gli gridai ma lui non mi ascoltò cercando di
mandargli
altri incantesimi. Quelli erano così potenti che colpendo il
muro
lasciavano fori che poi la stanza riparava.
Lui era
fuori controllo. Ma anch'io ora mi stavo arrabbiando.
Feci
esplodere la mia potenza sotto forma di bolla, costringendo mio padre
e Scorpius contro i due muri opposti con più forza di quanto
avrei
voluto.
Con un
cenno della mano strappai la bacchetta dalle mani di mio padre che
finì a terra.
-spiegatemi!-
ordinai.
Iniziarono
a parlare insieme e non capì altro che rabbia e grida.
-basta.
Scorpius, spiega!- dissi.
-sono
venuto a cercarti circa un'ora fa, avevi appena finito di fare gli
esercizi penso perchè ho visto il tuo professore uscire.
Sono
entrato e ti ho visto sfinita e addormentata. Allora ho pensato a
portarti in un letto e la stanza l'ha fatto comparire. Ti ho distesa
e sono rimasto per vedere quando ti svegliavi. Solo che mi sono
addormentato anch'io.
Nient'altro.
Non è successo niente!- spiegò Scorpius.
Il
fraintendimento era chiaro.
Ma mio
padre era ancora furioso.
-e io
dovrei crederti. Avvicinati ancora a mia figlia e vedrai quanto ci
metto a spaccarti tutte le ossa- gli gridò addosso.
-papà non
credi a lui ma credi a me. Non è successo niente- ripetei
seria
guardandolo.
Vidi la sua
furia vacillare sotto il mio sguardo sincero.
-Scorpius
vai via- gli dissi allentando lo scudo dalla sua parte.
Lui esitò
ma poi mi obbedì.
Mi
avvicinai a mio padre, che tentava di trattenere la furia.
-papà mi
credi vero?- domandai.
-si. Ma ciò
non cambia la cosa. Non mi fido di lui, voglio che da ora in poi gli
stai lontana- ringhiò quasi lui.
-stargli
lontana? Papà ma sei impazzito? Ti rendi conto che gli
potevi
davvero fare male?- gli domandai gridando anch'io.
Non avevo
mai litigato con mio padre.
Era
capitato varie volte che lui avesse fatto qualcosa di sbagliato ma io
l'avevo sempre capito.
Questa
volta però forse avevo capito più del previsto.
-papà tu
non ti fidi di me!- dissi semplicemente.
Lui mi
guardò incredulo.
-no. Ho
detto che non mi fido di lui. Non sai come sono i ragazzi alla tua
età.
Hanno un chiodo
fisso- mi spiegò con enfasi. Ma si interruppe
vedendomi scuotere il capo.
-tu non ti
fidi di me. Non mi hai sempre detto che sono responsabile?
Che sono
matura per la mia età?
Eppure tu
pensi che mi lascerei andare facilmente, solo perché
qualcuno mi
piace?!?
Potevi
fargli male, potevi anche ucciderlo. La magia è
incontrollabile
avvolte, me l'hai detto sempre tu.
Non ci si
deve lasciare andare alla furia.
Eppure oggi
ho visto un mostro che attaccava il mio ragazzo. Non riesco a credere
che quel mostro era mio padre. Non pensavo di poter pensare male di
te.
Ma sei
riuscito a sorprendermi. Vattene via!- gli gridai ma invece di
aspettare che lui se ne andasse me ne andai io. Corsi lontana,
lontana da lui, lontana da tutti.
Volevo
stare da sola e non pensare più, mentre dentro di me
qualcosa
continuava a farmi male.
*****************************************
Mi vennero
in mente un sacco di aggettivi per descrivermi.
E sapevo
che mia moglie ne avrebbe trovati almeno il triplo quando avesse
saputo cosa avevo fatto.
Mentre
camminavo verso la porta della mia casa ripensai al viso di mia
figlia, ai suoi occhi e alla sua espressione.
Cosa dovevo
fare? Cosa potevo farci se ero un padre?
Sfido
qualunque padre a non reagire a una cosa del genere. Cosa avrei
dovuto fare di diverso?
E cosa più
importante, cosa dovevo fare ora?
Sconsolato
entrai in casa, tremando all'idea delle grida di Hermione.
************************************************
E
anche questo è finito. Mi scuso in anticipo per gli
eventuali errori
di scrittura.
I
problemi di linea non sono finiti.
Non
so come riuscirò a pubblicare questo nuovo cap e a
correggere un po'
di grammatica negli altri (che orrore. Me vergogna....) , ma spero
che i problemi tecnici si risolvano presto.
Un
grazie a chi ha recensito e letto!
(scusatemi
se non specifico ma con i problemi di linea è già
tanto se riesco a
mettere questo nuovo cap, figuriamoci a leggere le recensioni).
Il
nuovo personaggio (nocciolina tradotto in ita) è molto
particolare... spero risulti simpatico... un grazie alla mia migliore
amica che mi ha aiutato con il nome...
Un
grazie di nuovo, sincero, e spero che continuate a leggere ancora i
miei deliri.
Al
prossimo cap. baci a tutti!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** 10. caro papà ***
Decimo
capitolo: caro papà
Finito di parlare,
Ron si accasciò sul letto nascondendo il viso con le mani.
Sembrava che aspettasse che gli cadesse addosso una cascata, pronto a
ricevere altro dolore.
Si aspettava sicuro
una mia sfuriata.
E infatti ero
arrabbiata. Avevo ascoltato tutto con stupore e rabbia sempre
più crescenti, ma adesso era svanita.
Ron stava
soffrendo.
Non aveva mai
litigato con Rose, per lui era sempre stata la sua principessa, l'aveva
sempre tenuta stretta al suo cuore e aveva sempre cercato di
proteggerla da tutto, anche dai suoi sbagli.
Mi avvicinai e lo
strinsi a me per consolarlo come potevo.
*****************
La pioggia batteva
forte e inarrestabile su tutta Hogwarts e sul grande lago. Un fulmine
illuminò tutto in modo spettrale. La pioggia mi cadeva
addosso bagnandomi completamente. Chiusi gli occhi, cercando di
bloccare il flusso di rimorso e di dolore che avevo dentro. Ero
arrabbiata, furiosa, ma non potevo evitare di sentirmi in colpa per
come l'avevo trattato.
Il dolore che gli
avevo causato mi faceva male.
Volevo essere
arrabbiata, avrei dovuto essere arrabbiata, ma non riuscivo a non
soffrire per lui.
Non riuscivo a non
pensare a lui........
Mi aspettavo che
sarebbe venuto. Mi aspettavo di vederlo venire verso di me in silenzio,
di vederlo sedersi vicino a me senza dire niente.
Lo guardai e una
delle cose che però non mi aspettavo era vederlo bagnato
fradicio, pensavo si fosse preso almeno un ombrello.
Lui mi sorrise, il
suo viso illuminato un attimo da un lampo, e mi mise un braccio sulle
spalle attirandomi a se.
Nascosi il viso
nella sua camicia zuppa e chiusi gli occhi.
Rimanemmo per un
po' in quel modo, mentre sentivo che lui era arrabbiato con se stesso.
Da parte mia non
pensavo ci fosse davvero un colpevole. Del resto non era davvero
successo niente.
Tranne la furia di
mio padre.... ma non era neanche lui il colpevole. Lui aveva reagito
come avrebbe reagito chiunque.
Allora
perché dovevo avercela con lui?
Perché
lui mi conosceva.
Non sarebbe dovuto
saltare subito alle conclusioni sbagliate.
E specialmente non
poteva decidere chi dovevo o non dovevo frequentare.
-Rose, mi dispiace-
mi sussurrò Scorpius all'orecchio.
Io alzai il viso
per guardarlo, impedita un po' dalla pioggia battente, che
però ancora non mi aveva fatto sentire freddo. Ancora non
sentivo niente tranne che il dolore contrastante dentro.
-non ti devi
scusare. Non è colpa tua. È semplicemente
successo........-lo consolai io.
Poi gli sorrisi.
-entriamo,
altrimenti domani saltiamo tutti e due il compito di difesa contro le
arti oscure!- dissi alzandomi. Lui mi imitò e insieme
tornammo al castello sotto la pioggia, mano nella mano.
Non mi sorpresi
dell'arrivo di una lettera da casa durante la cena.
Era di mia madre.
La lessi triste, sapendo che evitava di dirmi quanto stava soffrendo
mio padre. Mi scrisse solo che si era pentito di tutto quello che aveva
detto e specialmente fatto.
E sapevo che era
vero.
Albus mi
guardò serio. Gli avevo appena raccontato a grandi linee
cosa era successo ma ancora non aveva detto niente. Chissà a
cosa pensava. Forse che anche lui avrebbe reagito come mio padre al suo
posto?
Mangiai poco, non
avevo molta fame, e poi uscì dalla sala grande prima degli
altri.
Mi sentivo stanca e
spossata.
Scorpius mi
seguì e io mi fermai per farmi raggiungere.
-Rose cosa posso
fare per aiutarti? Non voglio che continui a soffrire così!-
mi scongiurò sofferente.
-non ti
preoccupare. Una bella dormita e starò bene!
Non è
solo quello. Sono anche stanca per gli esercizi. Ci vediamo domani
mattina- e lo baciai.
Le sue labbra
risposero subito al mio bacio e trovammo entrambi conforto in quel
momento.
Sorridendo mi
staccai e andai nella mia stanza per riposare.
********
Quella mattina
l'aspettai impaziente e preoccupato.
E fui felice di
vederla uscire tranquilla dal quadro, sorridente.
Mi venne incontro e
mi abbracciò di slancio.
-buongiorno!- mi
salutò. Io la baciai piano sulle labbra e gli sorrisi.
-sei di buon umore
oggi!- osservai sollevato.
-certo. Ieri ero
solo stanca. Andrà tutto benissimo!- sorrise prendendomi per
mano e tirandomi verso la scalinata principale. Scendemmo le scale e
arrivammo a colazione. Lei però non mi lasciò la
mano.
-avanti, fai
colazione con noi!- mi pregò lei.
-va bene-
acconsentì.
La osservai
attentamente per tutta la mattinata.
Avevamo tre lezioni
insieme, ci saremo solo separati all'ultima ora; io sarei andato a
erbologia mentre lei avrebbe fatto artimanzia.
Sembrava
tranquilla, la solita Rose di sempre.
Fui tutto il tempo
indeciso se chiedergli qualcosa ma poi non ce la feci. Non riuscivo a
trovare nessuna tristezza in lei e ciò mi convinceva a non
accennare più all'argomento.
Non volevo farla
tornare triste per colpa mia.
Anche se prima o
poi doveva chiarire le cose.
Quel pomeriggio
avrebbe avuto un'altra ora di lezione speciale.
La lasciai davanti
alla stanza delle necessità con un bacio e la promessa che
sarei stato fuori appena fosse finita l'ora.
***********
Il professore
Peanut era già li ad aspettarmi questa volta.
La stanza aveva le
pareti di toni chiari e il pavimento imbottito e morbido.
Mi sorrise appena
entrai.
-buon pomeriggio
Rose. Come ti senti?- mi domandò.
-un po' stanca.
Diciamo che ieri ho usato la magia più di quanto avrei
potuto immaginare- risposi senza specificare.
Gli occhi gli si
illuminarono.
-ti sei
arrabbiata?- chiese curioso.
-si!-
-capisco. Oggi
faremo un esercizio diverso da quelli di ieri.
Sai
cos'è lo yoga?- mi chiese.
-più o
meno. Onestamente non so esattamente cosa sia- ammisi.
-lo yoga
è un esercizio per armonizzare anima e corpo.
Oggi faremo una
delle tecniche più semplici. Fai come faccio io!- e si mise
ad agitare le braccia lentamente.
Non sapevo se
quello fosse davvero yoga, l'avevo sempre pensata una cosa
più... diciamo tranquilla.
Sembrava
incredibile vedere una persona tanto anziana fare esercizi del genere...
Seguì
ogni sua mossa, alcune che mi fecero ridere, come quella del cigno o
dello struzzo, altre dove mi dovevo snodare molto più di
quanto potessi fare.
-il corpo si
rilassa quando vengono usati tutti i muscoli- mi disse mentre nella
posizione dello yoga classico, con la differenza che era a testa in
giù. Lo guardai incerta, seduta a gambe incrociate vicino a
lui.
Avevo appena
cercato di stare a testa in giù, facendo la verticale, ma
ero riuscita a non rompermi l'osso del collo solo grazie al pavimento
morbido.
-mi scusi ma non
penso di riuscire a farlo- dissi guardandolo mentre in pratica sfidava
tutte le leggi della gravità. Non stava minimamente
tenendosi con le mani.
Lui velocemente si
sedette come me e mi sorrise.
-non si preoccupi,
come prima lezione è più che normale che non ce
la faccia.
Da oggi in poi
inizieremo con una mezz'ora di esercizi.
Adesso torniamo a
occuparci del tuo potere.
Oggi, voglio che
concentri tutta la tua energia in questa sfera!- mi disse tirando fuori
dalla borsa che aveva poggiato poco più in la una sfera di
vetro.
Me la
lanciò ma troppo piano. La sfera stava cadendo vicino ai
suoi piedi.
-attenzione- gridai
spaventata. Ma la sfera non cadde. Si fermò a pochi
centimetri e lentamente venne verso di me. La presi guardando il
professore che frugava ancora nella borsa.
Trovata una sfera
come la mia si mise accanto a me, sempre inginocchiato. La sua gobba,
che mentre faceva gli esercizi sembrava quasi non esserci, era tornata
e lo faceva sembrare ancora più vecchio.
Guardò
intensamente la sfera, sistemandosi gli occhiali enormi, e la fece
galleggiare in aria tra le sue mani.
Io lo imitai, non
era difficile.
-adesso metti la
tua energia in questa sfera. Così- e dentro la sua sfera si
creò come una piccola luce che si ingrandiva sempre di
più.
Cercai di fare lo
stesso e ci riuscì. Ma dopo un po' la bolla di luce espose
come una bolla di sapone.
Mi esercitai fino a
quando la mia bolla rimase piccolina e intera. Intanto vidi il mio prof
addormentarsi, la sfera che rimaneva in alto luminosa, e la sua testa
che si appoggiava al suo petto.
Sorrisi continuando
a esercitarmi.
Poi lui si
alzò di botto e si guardò il polso come per
vedere l'orario. Ma non aveva nessun orologio. Lo vidi annuire.
-devo andare. La
lezione è finita. Mi raccomando, riposa e mangia. Ci vediamo
domani pomeriggio!- mi salutò uscendo. Ma si
fermò sulla porta.
-ti dispiace se
domani alla lezione partecipa mio nipote?
Ho in mente un
esercizio particolare e mi serve la sua assistenza- mi
spiegò.
-per me non ci sono
problemi!- dissi rassicurandolo.
Lui mi sorrise. -ti
piacerà. Assomiglia molto a me!-
io ricambiai il
sorriso divertita.
Una copia di quel
signore solo che un po' più giovane...
chissà
se aveva preso anche da lui la stessa particolarità...
Uscita trovai
Scorpius ad aspettarmi come aveva promesso.
Gli strinsi la
mano, ero un po' sudata per gli esercizi di prima, e quindi non volevo
abbracciarlo.
-come ti senti?
È stato stancante?- mi chiese baciandomi la mano. Io scossi
il capo.
-non come ieri.
Oggi poi abbiamo fatto yoga. E si è addormentato solo una
volta- dissi ripensandoci e ridendo.
Mi
accompagnò fino al ritratto e lì lo salutai, e
poi salì sopra a farmi una doccia.
Quando
uscì dal bagno notai la civetta dei miei genitori sul mio
letto.
Prima mi
vestì tranquillamente. Poi asciugai i capelli, lasciandoli
sciolti e disordinati sulle spalle.
E alla fine mi
sedetti e presi la lettera.
Non avevo voglia di
leggerla. Sapevo che sarebbe stata di mio padre. Il mittente era
scritto con la sua calligrafia disordinata.
Ma alla fine
l'aprì.
Cara
Rose,
mi
dispiace davvero per tutto. Io ti voglio bene e non voglio che pensi
che non mi fido di te. Tu sei la persona più importante
della mia vita, insieme a tua madre. Siete le mie uniche certezze. Come
potrei dubitare di te? Solo che ho paura. Paura di perderti, oppure di
vederti soffrire.
Ti
vorrei proteggere da tutto e tutti. Ma non posso. Comunque vorrei
poterti dire queste cose di persona. Non mi piace scrivere, lo sai
bene.
Ma non
volevo piombare lì e magari essere cacciato.
Se mi
vuoi, se vuoi fare pace con il tuo papino, mandami una lettera e arrivo
subito.
Ti
voglio un mondo di bene!
Papà
Chiusi gli occhi
mentre mi scendevano lacrime calde sulle guance. Immaginavo soltanto
quanto fosse stato difficile per mio padre scrivere quelle parole.
Aveva paura che lo potessi cacciare. Temeva che non lo volessi
perdonare.
Presi subito un
foglio e iniziai a scrivere.
Caro
papà...........
*****************
E anche
questo cap è finito!
E
purtroppo non funziona ancora bene internet.....
grazie a
chiunque ha letto e spero che qualcuno abbia anche recensito. Scusatemi
davvero per il ritardo, non dovuto a me. È possibile che se
ce la faccio in questi due giorni posti almeno altri due capitoli,
perché poi partirò in gita per una settimana.
Naturalmente cercherò di scrivere ma di sicuro non
potrò aggiornare. Quindi domenica o sabato potrei aggiornare
altri capitoli, asseconda del tempo che avrò per scrivere
lì.
Spero che
il capitolo piaccia, io l'avevo scritto in un modo, tutto completamente
diverso, ma poi rileggendolo mi è venuta un'altra idea.
Quindi l'ho cambiato...
non so
però se è cambiato in meglio...
un bacio a
tutti, per favore lasciate una piccola recensione!
Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** 11. Augusto 666 ***
Undicesimo
capitolo: Augusto 666
Mi svegliai
quella mattina infreddolita.
Il freddo
stava decisamente arrivando.
Quel giorno
era sabato e quindi avevo tutta la giornata libera. Tranne il
pomeriggio. Quel pomeriggio avrei dovuto continuare con gli esercizi
di magia.
Rimasi con
Scorpius tutta la mattina.
Leggemmo
insieme. Lui un libro di trasfigurazione, io uno di
artimanzia.
Eravamo sdraiati
sull'erba e dopo un po' mi sentì stanca quindi
chiusi il libro e mi appoggiai completamente al petto di Scorpius.
Guardai
il cielo.
Quel
giorno il cielo prometteva l’arrivo del freddo.
Era
dello stesso colore degli occhi di Scorpius, un azzurro molto chiaro,
e che non fa altro che dare la sensazione di freddo.
Chiusi
gli occhi godendomi il momento di pace con il mondo quando il
silenzio fu interrotto dalla campana della scuola.
Mi
alzai di scatto. Mi ero dimenticata della lezione con il professore
Peanut.
-cos’è
successo?- mi chiese subito Scorpius sedendosi.
Si
era svegliato di colpo appena aveva notato che mi ero alzata, con
ancora il libro appoggiato a lui e aperto.
Guardò
l’orologio confuso.
-devo
andare a lezione. Ci vediamo dopo?-
Lui
annuì. Mi sporsi verso di lui e lo baciai.
Poi
corsi verso il settimo piano.
Aperta
la porta trovai due figure che galleggiavano in aria, in posizione da
meditazione.
Uno
era il professore Peanut, con la punta della barba che toccata da
terra anche se galleggiava.
L’altro
doveva essere il nipote.
Confrontai
la figura della mia immaginazione con quella che mi trovai davanti.
Erano
simili quanto discordi.
Una
delle somiglianze impressionanti erano i colori.
Per
quanto era evidente la grande differenza di età il nipote
aveva i
capelli corti e l’appena accennata barba bianca come quella
del
nonno.
Anche
il viso, anche se ero sicura non appartenesse a un più che
ventenne,
aveva tratti simili.
Lo
scorrere degli anni del nonno era evidenziato da rughe profonde,
mentre quello del nipote era un viso senza rughe ma pieno di quella
stessa saggezza.
Osservai
il nipote e fui sicura che i suoi occhi dovevano essere rossi.
Era
albino. Ecco spiegato i capelli bianchi e la pelle chiarissima.
E
in quel momento lui aprì gli occhi e mi guardò.
Mi
sorrise, un sorriso non sdentato come quello del prof. Poi si
alzò
per aria e si lasciò cadere leggero in piedi per terra.
Mi
si avvicinò porgendomi la mano gigante.
-ciao.
Tu devi essere Rose. Io sono Augusto 666 Peanut!- di
presentò.
-piacere
di conoscerti. Mi sembra inutile presentarmi visto che sai
già il
mio nome!- gli sorrisi.
Poi
lo guardai incuriosita.
-ti
chiami davvero Augusto DCLXVI?- chiesi.
-No.
Il mio nome si scrive proprio Augusto 6-6-6 Peanut- rispose. Entrambi
guardammo il professore ancora in meditazione.
Anzi,
mi correggo, dormiva. Era incredibile come non fosse già
caduto a
terra.
Però ero sicura che dormisse.
Russava
e una piccola striscia di bava spuntava dalla bocca.
Tornai
a guardare Augusto non esprimendo la mia domanda ma lui rispose lo
stesso. Aveva un ottimo intuito.
-si,
è colpa sua se mi chiamo così. Sua e della sua
famiglia.
È
da secoli che i Peanut hanno almeno un figlio che si chiama
Augusto.
Però, il mio antico avo, invece di
scrivere Augusto I scrisse
Augusto 1.
L’errore
fu evidente solo quando non si potè cambiare.
Comunque…
chiamami solo Augusto, ok?- e mi sorrise.
Io
ricambiai apertamente il sorriso. Mi piaceva quel ragazzo. Ma quando
lui mi guardò negli occhi e non distolse lo sguardo per un
bel po’
mi preoccupai.
Che
fosse immaginazione o altro, fatto stà che distolsi subito
lo
sguardo perché i suoi occhi avevano lampeggiato. Guardai il
professore che aveva iniziato a russare.
-ci
vuole un grande potere per riuscire a levitare anche dormendo-
osservai, cercando di distogliere la sua attenzione da me. Mi sentivo
i suoi occhi fissi su di me e il silenzio che a me piaceva tanto era
diventato fastidioso.
-il
suo potere lo aiuta in tutto. E devo dire che ne ha bisogno. Quando
il suo corpo lo tradisce per via della vecchiaia, la mente agisce
insieme al suo potere per salvaguardarlo. E quando anche la sua mente
è troppo stanca il potere lo protegge lo stesso.
È
come se fosse la sua volontà di sopravvivere.
È
un istinto automatico e involontario.
Ma
infondo quasi tutti i poteri lo sono- mi spiegò.
lo
guardai incerta e lui ancora cercò i miei occhi.
Odiavo
sfuggire a qualsiasi sguardo ma non potevo evitare di distoglierlo.
-come
mai sei qua?- gli chiesi. Forse ero scortese ma non potevo non
rompere quel silenzio e lasciarlo concentrare su di me.
-perché
mio nonno voleva fare una lezione particolare.
E
poi perchè volevo tanto vedere Hogwarts.
Non
sono mai andato a scuola, mio nonno è stato il mio
professore da
sempre.
Deve essere bello studiarci- mi disse.
Con
mio grande piacere osservò suo nonno che si stava
svegliando.
Quello
che adesso sapevo si chiamasse Augusto 664 Peanut scese piano a terra
e ci guardò sorpreso.
Come
se non si aspettasse di vederci lì. Poi ci pensò
su e mi sorrise.
-vedo
che hai conosciuto mio nipote. L'ho portato con me perchè
oggi
volevo mostrarti le proprietà delle arti marziali per
l'anima. E di
conseguenza anche del potere che ti cresce dentro. Che coincidono!
L'esercizio fisico insieme a quello mentale viene a poter liberare la
mente da qualsiasi altro pensiero che non quelli essenziali.
Solo
quando non sentirai e penserai più niente potrai vedere il
tuo
potere, percepirlo completamente e quindi tenerlo per sempre sotto
controllo- spiegò lui.
-è
una variante della meditazione riflessiva.
Invece
di concentrare tutti i pensieri su un unico oggetto la tieni
impegnata sia in movimenti che richiedono la mente che il corpo- si
intromise Augusto.
Io
annuì a entrambi, guardando però il prof
perchè lo sguardo di
Augusto cercava ancora il mio.
-adesso
faremo dei semplici esercizi, prima io con Augusto e poi tu con
lui.
Osservaci, noi ci muoveremo molto lentamente!- si
raccomandò. Poi si
voltò verso il nipote e iniziarono a lottare. Li osservai
attentamente, sicura di non riuscire proprio ad imitarli. I loro
movimenti erano perfetti e sincronizzati. Ad ogni colpo coincideva
una parata, e succedeva tutto in maniera fluida, senza interruzioni o
altro.
Era come se danzassero.
Quando
tutti e due si fermarono e si voltarono verso di me li guardai
decisamente preoccupata.
Non
sarei mai riuscita a fare neanche uno di quei passi.
-te
la sei cavata bene!- mi disse Augusto mentre mi appoggiavo al muro
per riposarmi, come al mio solito.
Lui
mi sovrastava guardandomi sorridente.
I
suoi occhi puntato nei miei mi misero a disaggio.
-se
non ho fatto altro che incasinare tutto? Ho sbagliato quasi tutto e
ti ho anche fatto male. Come sta la tua fronte?-. Ripensai con
imbarazzo e preoccupazione a quando avevo dovuto tirargli un calcio
in faccia e fermarlo prima di colpirlo in viso.
Invece gli avevo
preso la fronte.
E
pensare che lui si era fidato così tanto da stare fermo
immobile.
-la
mia fronte non ha niente. Diciamo che la prossima volta mi porto un
casco, però- risi insieme a lui, notando che aveva una
risata
squillante e rasserenante.
Per
la prima volta guardandolo non mi sentì a disagio.
Guardammo
entrambi il professore che si era addormentato davanti alla porta.
Sorridendo
il nipote gli si avvicinò e schioccò le dite
accanto al suo
orecchio.
Il nonno si svegliò di soprassalto.
-bene
Augusto, andiamo a mangiare. Rose, a domani pomeriggio!- e se ne
andò, seguito quasi subito da Augusto, che si
voltò per salutarmi
con un sorriso.
Li
seguì anch'io e vidi Scorpius che mi aspettava appoggiato
alla
parete di fronte alla porta.
Mi
accorsi dello sguardo di ghiaccio che lanciò a Augusto e mi
accigliai.
-chi
era quello?- mi chiese prima ancora di salutarmi.
-il
nipote del professore. Si chiama Augusto. Ci credi che mi vuole
insegnare le arti marziali? Aveva parlato di yoga e invece oggi
è
passato alle arti marziali.... chissà domani quale
sarà il prossimo
cambiamento...- sorrisi sperando di vederlo abbandonare quello
sguardo freddo.
Ma
lui rimase rigido e sfuggì al mio sguardo.
-cosa
c'è Scorpius?- gli chiesi.
Mi
avvicinai a lui e gli accarezzai la guancia.
Allora
i suoi occhi si sciolsero. Mi guardò con amore.
Amore....
si, quello doveva essere amore.
-niente-
mi sussurrò prima di baciarmi.
Risposi
a quel bacio subito. Sembrava bisognoso di affetto, si
aggrappò a me
come se fossi la sua ancora di salvezza.
Quel
bacio mi fece abbassare del tutto le difese.
Mi
ritrovai a non pensare ad altro che a lui, alle sue labbra, alla sua
lingua, alle sue mani, una tra i miei capelli che mi teneva la nuca,
l'altra sulla mia schiena che mi stringeva a lui. Mi staccai da lui
solo alla ricerca dell'aria e a malincuore.
Lo guardai e vidi i suoi
occhi ora tranquilli, caldi e forse desiderosi.
Avrei
aspettato che mi dicesse con calma cosa glie era preso prima.
Ma
adesso era evidente che non ne volesse parlare. Quindi gli strinsi la
mano e mi accompagnò fino alla mia sala comune.
***********************************************
Sono
tornata dalla gita da cui purtroppo per me, a dispetto di quanto
avrei voluto, non è uscito altro che un capitolo che ho
finito
stasera. Non fraintendetemi, mi sono divertita un sacco e sono felice
di essere partita, mi dispiace solo di non aver rispettato la
promessa che vi avevo fatto, di postare più di un
capitolo....
sembra che internet funzioni finalmente, quindi cercherò di
postare
presto come al mi solito.
Comunque
un grazie enorme a chi ha letto e uno gigante a vacanziera che
è
l'unica che abbia recensito!
Mi
piace tantissimo scrivere, specialmente perchè non mi devo
sforzare
eccessivamente, la storia si sta scrivendo da sola, stà
prendendo
pieghe che io non avevo neanche mai pensato... come il professore o
il nipote... prima avevo pensato a cose completamente diverse, poi ho
iniziato a scriverci e si sono imposti da soli in quel modo...
Spero
che questo capitolo vi piaccia!
Recensite
per favore! Alla prossima!
Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** 12. ombre ***
Dodicesimo
capitolo: ombre
Il giornale
mi cadde sul tavolo. Fissai l'articolo con un tuffo al cuore. Poi
guardai verso il tavolo dei serpeverde.
Scorpius
stava mangiando tranquillo.
Dopo quel
pomeriggio in cui mi era parso strano solo per quei pochi minuti era
ritornato il solito Scorpius.
Mi alzai
cercando di farmi vedere da lui.
Facile, i
nostri sguardi si cercavano a vicenda più o meno ogni minuto
quando
eravamo distanti.
Mi vide
avanzare verso la porta e mi seguì.
Mi fermai
solo quando trovai un'aula vuota. Poi mi voltai verso di lui. Lo vidi
guardami curioso e anche un po' preoccupato. E lo abbracciai. Forte,
stringendolo a me e lui ricambiò, ancora un po' incerto.
-mi
dispiace Scorpius. Ma perchè non me lo hai voluto dire? non
ne vuoi
parlare proprio?- gli chiesi all'orecchio.
Lui mi
guardò inizialmente stupito, poi serio e freddo.
Ma le sue
braccia e le sue mani rimasero strette a me come per paura di cadere.
Mi
allontanai un po' da lui per poterlo guardare negli occhi.
-c'era la
notizia sul giornale?- mi domandò. Io annuì.
-non mi
importa. È da quasi tre anni che gli ho detto addio per
sempre. Può
anche morire ma non mi importa.
Per me non
è mai stato un padre!- non avevo mai visto una freddezza
simile, mai
sentito parole così intrise di odio e disprezzo, non avevo
mai
pensato che Scorpius provasse un così tale sentimento ancora
per il
padre.
-tutti
fanno errori. Lui li ha già pagati, avendoti perso come
figlio tre
anni fa. Ma non pensi che potresti iniziare a pensare che potrebbe
essersi pentito? Magari lui ti vuole con se, in questo momento. E
pensa a tua madre.
Non...- ma
lui mi interruppe.
-loro non
sono più i miei genitori. Possiamo parlare di altro?- mi
domandò
arrabbiato.
-no!
Parliamo di questo. Sono d'accordo con te su tutto, son come ti hanno
trattato, so cosa ti hanno fatto e so il perchè te ne sei
andato. Da
allora vivi bene, anche se tra alti e bassi. Ma ciò non
toglie che
quelle persone ti hanno dato la vita. Il minimo che puoi fare e
stargli accanto in questi momenti difficili.
Tuo padre
stà morendo. Il giornale diceva che gli rimangono solo poche
settimane di vita.
E so che è
stato difficile lasciare tua madre.
Lei non era
perfetta, ma gli vuoi ancora bene. E adesso sarà distrutta.
Se sei
lo Scorpius che conosco e che amo non starai qui ignorando tutto-
dissi.
Lui guardò
la stanza per un minuto circa, con chissà quali pensieri
nella testa
(rabbia, frustrazione, confusione, odio) e poi incontrò i
miei
occhi.
-cosa pesni
debba fare?-
-vuoi che
ti dia un ordine? Vuoi che ti dica fai questo?
Deve essere
una scelta tua. Cosa farai?- gli domandai non staccando lo sguardo
dai suoi occhi sempre più seri.
-dici che
la McGranitt mi farà andare fuori dalla scuola?
Qualche
giorno di assenza non peserà troppo?- mi chiese.
Io
continuai a guardalo. Lui sospirò.
-va bene.
Non me ne deve importare.
Andrò da
loro, saluterò mio padre per l'ultima volta e
vedrò come stà mia
madre. Ma se quando torno sono distrutto e ancora peggio di prima
ricordati che è colpa tua!- mi disse cercando di scherzare,
ma non
riuscendoci molto. Io lo strinsi a me più forte di prima.
Gli baciai
le labbra con dolcezza.
-tu vai,
per il resto non ti preoccupare. La preside ti farà andare.
E se hai
bisogno di me io arrivo, basta che mi contatti- e insieme ci avviammo
verso l'ufficio della preside.
***************************************************
Il come
irreversibile, come dice la parola stessa è irreversibile.
Solo i
macchinari intorno al letto permettevano che il cuore di mio padre
non si bloccasse del tutto. Lo guardai da dietro il vetro con strane
sensazioni dentro.
Rose mi
avrebbe detto che era perchè era pur sempre mio padre. Io
sapevo che
non era per quello, o almeno non del tutto. Draco Malfoy era un uomo
influente, autoritario e freddo con tutti. Da piccolo, quando ancora
lo ammiravo, lo vedevo come un'eroe e piangevo perchè non
riuscivo a
essere come lui.
I ricordi
che ho di lui erano la sua rabbia per i miei insuccessi.
Il primo
discorso che ricordo era sul fatto che si vergognava ad andare con me
in giro, a dire che era suo figlio, perchè non sapevo stare
su una
scopa all'età di cinque anni.
Ricordavo
ancora la delusione nei suoi occhi quando non dimostravo entusiasmo
per il quidditch, o quando non ero stato ammesso in squadra, oppure
al mio primo anno, quando ero risultato secondo nella graduatoria dei
più bravi della scuola. Qualunque cosa facessi non ero mai
all'altezza delle sue aspettative.
L'ammirazione
che provavo per lui era sfumata velocemente e avevo deciso quindi di
distanziarmi da lui per sempre.
Non era più
il mio eroe, non era più il mio punto di riferimento. Ma
pensavo di
vederlo sempre in quel modo.
Freddo,
distaccato, odioso e arrogante come il suo solito.
Non mi
aspettavo di vederlo così fragile in quel letto bianco. Non
immaginavo che la situazione fosse così tragica da non poter
vedere
i suo occhi guardarmi d'odio e essere sicuro quindi della mia
posizione.
Non pensavo
di non potergli più parlare.
Guardai
quell'uomo quasi morto davanti a me, separato solo da un vetro.
Quello era
l'uomo che avevo sempre odiato.
L'uomo che
presto avrei perso per sempre.
**********************************************
Sapevo di
aver fatto la cosa giusta, sapevo che se non l'avessi costretto ad
andarsene non sarebbe mai andato.
Ma era
incredibile quanto fossi preoccupata per lui.
Sarei
voluta andare anch'io con lui ma sapevo che non potevo. La scuola non
l'avrebbe permesso e lui neanche.
E in più,
sapevo anche che era una cosa che doveva fare da solo. Quando sarebbe
stato troppo mi avrebbe chiamato, e io sarei corsa da lui anche
rischiando il tutto per tutto.
Ma doveva
partire da solo.
Perciò mi
preparai mentalmente all'idea di non vederlo per un paio di giorni.
A pranzo
cercai di ascoltare Albus che cercava di ripetere per
l'interrogazione di artimanzia. Subito dopo stetti con Lily e il suo
ragazzo fino a quando non dovetti andare a lezione.
Nella
stanza delle necessità mi aspettavano il professore e
Augusto.
Iniziammo con lo yoga, poi con un po' di meditazione. Avevo gli occhi
di Augusto sempre puntati su di me e li sentivo quasi bruciare.
Cercai di ignorarlo e di pensare soltanto a quello che dovevo fare.
Quel
pomeriggio poi cercammo di eseguire gli stessi esercizi di arti
marziali del giorno prima, con la differenza che dovevamo farli
levitando.
-tenere
anche la magia impegnata, in modo che anche quel tuo senso in
più ti
permetta di liberare davvero la mente da tutto è
indispensabile. Ce
la farai!- mi rassicurò il professore Peanut.
Annuì
cercando di fare del mio meglio.
Alla fine
delle due ore, quella giornata ne aveva imposta un'ora in
più, mi
lasciai cadere per terra sfinita.
La tuta da
ginnastica che avevo addosso era tutta sudata e non desideravo altro
che dormire.
Vidi il
professore come al solito salutare la parete e partire verso fuori.
Ma vidi anche Augusto avvicinarsi a me e inginocchiarsi di fronte a
me.
-vuoi
aiuto? Vuoi che ti porti a letto?- mi domandò.
Ero davvero
sfinita, sentivo i miei sensi abbandonarmi.
Lui mi
prese di slancio in braccio, stringendomi verso il suo petto che mi
risultò freddo.
Lo guardai
senza vederlo davvero.
-dov'è il
tuo ragazzo?- mi domandò.
-è andato
dai suoi genitori. Suo padre stà male. Ma tornerà
presto-
farfugliai contro la sua maglietta. Stavo bene tra le sue braccia,
anche se la cosa mi infastidiva.
-ti porto
infermeria!- mi disse uscendo dalla stanza.
Avrei
voluto dire che non c'era bisogno.
Avrei
voluto ribadire che non ero una bambina e sapevo benissimo camminare.
Ma sarebbe
stato solo negare la realtà. Ero troppo stanca per qualsiasi
ragionamento.
-portami
nel mio letto. Il quadro della signora grassa al settimo piano, la
parole d'ordine è Ocus Pocus. La mia stanza è
quella più in alto!-
gli spiegai in un sussurro appena udibile. Lui si avviò
verso la
sala comune, attraversò il quadro e stranamente non
incontrò
nessuno. Salì il primo gradino ma non cadde come avrebbe
fatto
qualsiasi ragazzo. Vide le scale unirsi per formare uno scivolo ma
lui iniziò a levitare senza preoccupazioni.
Salì nella
mia stanza e non so come capì subito quale era il mio letto.
Mi ci
depositò e iniziò ad accarezzarmi la fronte e a
togliermi i capelli
dal volto.
Ero
infastidita da quelle mani fredde ma non mi lamentai. Non ne avevo la
forza.
Con orrore
lo vidi avvicinare il suo viso al mio, mentre mi guardava le labbra.
L'ultima
cosa che sentì prima di perdere i sensi furono le sue labbra
fredde
a pochissima distanza dalle mie.
****************************************************
è anche
questo cap è finito! Spero che non mi vogliate uccidere
perchè ho
finito il cap così. Spero di poter aggiornare domani, o
meglio dire
stasera visto che è passata la mezzanotte. Spero che a
qualcuno
piaccia...
ringrazio
tantissimo chi ha letto e chi vorrà leggere il prossimo
capitolo!
Un
grazie sincero a chi mi ha messo tra le sue scrittrici preferite.
Grazie mille! E grazie anche a chi ha messo questa storia tra le sue
preferite. (sono arrivata a 13).
Spero di
ricevere qualche recensione... non c'è né state
neanche una per lo
scorso capitolo............
(me
piange=(................)
al
prossimo capitolo! Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** 13. La pazzia dilaga.... ***
Tredicesimo
capitolo: la pazzia dilaga....
Aprì piano
la porta. Mia madre era stata portata in una stanza diversa da quella
di mio padre.
Mi avevano
detto che era sotto shock. Non aveva più parlato ne si era
mossa da
quando gli avevano detto che mio padre aveva avuto quell'incidente.
La guardai
esitante. Sembrava invecchiata più di tre anni.
Il suo
sguardo era completamente assente, come se dormisse. Ma aveva gli
occhi sbarrati e non li sbatteva mai.
Mi
avvicinai al suo letto esitante.
Non sapevo
esattamente cosa fare. Lei non si accorse che di me, o almeno
così
sembrava.
-madre!- la
chiamai esitante. Lei non alzò nemmeno lo sguardo. Mi
sedetti
accanto a lei e gli una sua mano.
Era gelata.
Guardai i suoi occhi, così simili ai miei ma di qualche
tonalità
più scura. La strinsi a me senza pensarci oltre. Lei non
ricambio ma
la sentì riscaldarsi.
Sentì
anche che non era più così rigida. Si stava
rilassando.
Gli
accarezzai i capelli come faceva lei quando ero piccolo e stavo male.
Non so
quanto ci mise però si addormentò tra le mie
braccia.
E io tornai
a guardare mio padre oltre il vetro.
*****************************************************
Avevo fatto
un sogno davvero strano.
Ero tra le
braccia di un ragazzo, ma non erano le braccia di Scorpius. Mi aveva
poggiato a letto e poi mi aveva baciato. Ricordavo con chiarezza le
sue labbra su le mie, il suo sapore nella bocca, e sapevo con
certezza che non era Scorpius. E la cosa mi frastornava.
Avevo
sognato anche Scorpius. Però camminava lontano da me, lungo
una
strada illuminata, mentre io restavo nell'ombra, imprigionata da
quelle braccia.
E adesso,
quando aprì gli occhi, ebbi quasi paura di ritrovarmi
accanto quel
ragazzo di cui non ricordavo altro che le braccia che mi avvolgevano
e quelle labbra.
Ma la mia
stanza era vuota. Solo un piccolo biglietto accanto al mio cuscino.
Lo aprì iniziando a leggerlo.
Cara Rose,
riposati!
Dirò a mio
nonno di non farti più stancare così tanto, non
voglio che ti
sfinisci così tanto mai più. Mi raccomando,
riposa davvero. A
domani!
Augusto 666
Ero
preoccupata davvero da quel bigliettino, non tanto per quello che
c'era scritto ma per il tono protettivo.
Mi alzai e
corsi in bagno.
Dopo una
doccia calda mi sentì meglio. Mi vestì con calma
ma l'ansia mi
tornò notando l'ora. Era ora di cena.
Perchè
Scorpius non si era ancora fatto sentire?
Aveva
promesso mi avrebbe mandato una lettera quasi subito. Eppure il
viaggio in volo non era così lungo...
respirai
piano e profondamente, cercando di calmarmi.
Poi scesi
sotto a cenare.
Avendo
dormito per tutto il pomeriggio quella sera non avevo sonno, quindi
studiai almeno fino alle due di notte, nella sala comune di
grifondoro vuota.
Mi tolsi i
capelli dal viso e come una visione mi passò davanti agli
occhi.
Augusto che
mi toglieva i capelli dal viso e mi baciava.
Era stato
solo un sogno? Oppure mi aveva davvero baciato? Avrei dovuto chiarire
con Augusto.
Io amavo
Scorpius, di questo ne ero sicura.
E se fosse
stato solo un sogno? Chi può mai dire cosa succede
nell'inconscio,
quando è completamente finito?
Chiusi gli
occhi abbastanza stanca da poter andare a letto.
E vidi la
civetta nera di Scorpius beccare la finestra.
La feci
subito entrare e quasi gli strappai la lettera dalla zampa. Iniziai
subito a leggerla.
Cara
Rose,
sono
al San Mungo. Mio padre è in coma irreversibile e mia madre
è sotto
shock. Avevi ragione, qui c'è bisogno di me, anche se non
penso di
poter fare realmente qualcosa. Comunque questo non è
importante.
La
cosa che ti voglio dire e che mi manchi. Mi manchi tantissimo, non
riesco a non pensarti e alla gioia che proverei ad averti vicino.
Tornerò presto, non ti preoccupare per me. Mia madre si
è
addormentata dopo giorni che era rimasta sveglia. Domani
tenterò di
parlargli, e poi tornerò.
Ti
amo!
Scorpius
Sospirai e
mi strinsi la lettera al petto. Poi l'annusai e sentì un po'
del suo
profumo. Andai a letto prendendo una sciarpa di Scorpius che mi aveva
dato un po' di tempo fa e che si era dimenticato di chiedermi. E mi
addormentai con il suo profumo, anche se lieve, accanto.
La mattina
seguente passò noiosa. Non riuscivo a stare attenta, il mio
pensiero
viaggiava sempre fino a Londra, all'ospedale San Mungo dove Scorpius
doveva affrontare sua madre.
Per cessare
il dolore che avevo nel petto all'idea che lui stesse soffrendo, mi
misi a scrivere una lettera per mio padre. Quel sabato saremo andati
a Hogsmead. E volevo passare il pomeriggio con lui, specialmente
preoccupata dal fatto che perderlo potesse essere così
facile e
inaspettato.
**************************************************************
Quando lei
aprì gli occhi io rimasi a osservarla mentre li sbatteva
assonnata e
confusa. Quando mi vide reagì come non mi sarei mai
aspettato.
Iniziò a piangere e mi strinse a se.
-tu sei mio
figlio! Mio figlio è qui!- non fece che ripetere tra i
singhiozzi.
Io le accarezzai i capelli.
-si madre.
Sono qui!- le dissi rassicurante.
Quando
smise di piangere mi guardò felice.
-anche tuo
padre sarà felice di vederti. Forse non lo
dimostrerà subito ma so
che lo farà. Lo sapevo che saresti tornato. Lui mi diceva
che ti
avrebbe cacciato se fossi venuto ma so che non lo farà. Tu
sei
sempre nostro figlio.
Mio figlio-
mi disse con una dolcezza che non mi ricordavo appartenesse a mia
madre. Forse quando ero piccolo, ma non coincideva affatto con la
donna fredda e calcolatrice che era mia madre dopo i sette anni.
-madre...-
dovevo dirgli cosa era successo. Il medimago che l'aveva visitata mi
aveva avvertito che probabilmente avrebbe rimosso il momento di
shock, e che quindi non avrebbe ricordato dov'era suo marito.
Ma doveva
saperlo.
-madre lui
ha avuto un incidente. Non ce la farà- dissi quasi
brutalmente. Non
sopportavo l'idea di girarci troppo intorno. Lei mi fissò
incredula.
Poi mi sorrise.
-hai fatto
un brutto sogno e piccolino mio? Non ti preoccupare, tuo padre
stà
bene. E vedrai che tutto tornerà come prima- e si
appoggiò di nuovo
al mio petto, questa volta canticchiando tra se.
Mi
preoccupai davvero. Doveva essere impazzita.
*********************************************************
Quel
pomeriggio nella stanza delle necessità c'era solo Augusto.
Osservai
preoccupata la stanza, che aveva sempre le solite sembianze ma che
era vuota.
Guardai
l'uomo davanti a me perplessa.
-ciao...
dov'è il professore?- domandai.
-questo
pomeriggio sarò io il tuo professore.
Mio nonno
non sta molto bene. Ha bisogno di riposarsi-
mi rispose
sorridendo.
-tu sei
riuscita a riposare? Ieri eri proprio sfinita..- continuò
guardandomi. Il suo sguardo mi mise a disagio, come al solito. Era
come se cercasse di... di stregarmi.
Come se
volesse incantarmi. E purtroppo per me dovevo ammettere che dovevo
sforzarmi per non rimanere incantata.
-sai, forse
è meglio che riposi un altro po'. Non penso che per un
pomeriggio si
creino problemi, giusto? Del resto prima di avere quel...
sovraccarico sono passati due lunghi anni. Un pomeriggio non mi
procurerà problemi!- dissi cercando una via di uscita. Ma mi
sentì
bloccare.
Tutto il
mio corpo era rigido, non riuscivo a muovermi, come se fossi
incatenata o meglio come se mi avessero lanciato un incantesimo
pietrificante.
Lui mi
sorrise.
-oggi
proviamo un po' di resistenza. Io ti tengo ferma e tu devi cercare di
liberarti. Non sarà un esercizio particolarmente lungo. E
non userò
il massimo della forza, naturalmente. Prova a incanalare tutta la tua
energia e a colpirmi!- mi spiegò.
Mi
concentrai ma non ci riuscì. La sensazione di essere
bloccata era
orribile e cercare di concentrare tutte le mie energie mi
sembrò più
difficile di quanto mi era mai fino ad ora sembrato.
Provai di
tutto: innanzitutto a rilassarmi ma non ci riuscivo.
Poi a
pensare a solo una cosa per poter liberare la mente.
Ma non ce
la facevo a non pensare a tutto.
La mia
mente pensava continuamente a Scorpius, a come si dovesse sentire,
pensavo ai miei genitori, pensavo a quello sguardo su di me che mi
bruciava.
E poi lui
si avvicinò a me e mi accarezzò il viso con il
palmo della mano.
-il tuo
potere è forte. Puoi benissimo liberarti.
E forse ho
trovato un modo per farti usare il tuo potere- mi sorrise, un sorriso
che mi fece preoccupare.
Si avvicinò
alle mie labbra e mi baciò.
*************************************************************
-quando tuo
padre si sveglierà andremo tutti insieme a mangiare, ti
farò fare
tutti i tuoi piatti preferiti.
Me li
ricordo ancora, sai? Non si possono dimenticare certe cose. Tuo padre
tanto non dorme molto in genere.
Si
sveglierà tra poco- così blaterava ormai da ore
mia madre, andando
da una parte e l'altra della stanza dove mio padre giaceva quasi
morto.
I
macchinari segnavano sempre una linea morta, inattività
completa.
Stavamo mantenendo in vita un morto.
Guardai
verso il vetro e notai un medimago.
-madre
torno subito. Vado a prendere un bicchiere d'acqua. Vuoi qualcosa?-
gli chiesi ma non aspettai risposta.
Uscì e
guardai il medimago.
-signor
Malfoy, penso che dovremo dare dei calmanti a sua madre- mi
rivelò.
Io lo
guardi incerto.
-sta
perdendo il senno così velocemente. Cosa si può
fare?- domandai.
-esattamente
non so. Purtroppo è ancora sotto shock.
Non si
rende conto delle cose, la sua mente non vuole più capire,
si
rifiuta di pensare come al solito altrimenti procurerebbe un dolore
impensabile, quindi svaga di molto, non ammette quindi neanche
ciò
che vede- mi spiegò. Io annuì. Avrei tanto voluto
avere qualcuno
accanto che mi dicesse cosa fare. E quel qualcuno era solo una
persona. Non mi ero mai fatto comandare, era l'orgoglio che viveva
nei geni dei Malfoy.
Ma l'unica
persona che ascoltavo davvero era Rose.
Pensai a
lei guardando l'orario.
A quest'ora
doveva essere a lezione nella stanza delle necessità. Non
sapevo il
perchè ma la cosa mi rendeva nervoso e preoccupato ancora di
più.
Dovevo
tornare subito da lei ma dovevo anche rimanere lì.
Avevo una
grande lotta interna.
Chissà che
parte avrebbe vinto.
*********************************************************************
Ora ero
sicura che il bacio che avevo sognato era reale.
Lui mi
aveva baciata e lo stava continuando a fare, nonostante sapesse che
ero fidanzata. E non mi dava la possibilità di scegliere, mi
teneva
in suo potere.
E in quel
momento lo odiai.
Odiai le
sue labbra che mi aprivano a forza la bocca e si adattavano
così
bene alle mie (mai come quelle di Scorpius però), odiai
quelle mani
che mi accarezzavano la schiena coperta solo dalla maglia della tuta
leggera, le odiavo anche perchè mi stringevano al suo corpo,
sempre
più forte mano a mano che il bacio diventava più
profondo.
Ma io non
gli rispondevo. Io l'odiavo.
Fu facile
come respirare. La mia forza si fece viva in tutta la sua potenza.
Capì che si era rafforzata, perchè distrussi
tutta la stanza in una
volta. Augusto fu scaraventato lontano da me, ma poi creò
una specie
di scudo e cadde in piedi incolume.
Mi guardò
ridendo.
-ecco
l'energia che devi tirare fuori!- mi disse.
Lo guardai
furiosa.
-chi ti ha
dato il permesso di baciarmi? Sei un..- ma mi interruppe.
-era il
solo modo per farti usare la tua vera forza. Ora la senti scorrere
tutta nelle tue vene, vero?-
Era vero.
Insieme alla rabbia e all'odio sentivo anche tutta la mia energia
fino ad ora non utilizzata.
Era
immensa. Ma ciò non voleva dire che mi aveva calmato. Stavo
per
ricominciare a gridargli addosso quando lui mi anticipò.
-lo so che
ho un po' approfittato ma ho notato anche che la tua difesa contro la
rabbia è enorme. Quindi dovevo trovare il modo per farti
arrabbiare
davvero.
L'ho fatto
per una buona causa!- mi sorrise tranquillo.
-una buona
causa?- ripetei io furiosa.
La stanza
nono aveva il tempo di ricomporsi che nuove ondate di magia la
distruggevano subito.
-ho un'idea
diversa rispetto a mio nonno sulla magia.
Secondo me
usare al rabbia è il modo migliore per imparare a usarla.
Però mi
servivi arrabbiata.
E poi,
cavolo, stato un bacio bellissimo!- mi sorrise ancora. Ecco, ora lo
odiavo.
Anche con
il suo scudo, si ritrovò a indietreggiare di parecchi passi
come se
l'avesse spinto un vento fortissimo.
-vattene
prima che ti disintegri non ti voglio mai più vedere. Non ti
avvicinare mai più a me!- gli gridai.
Lui rise.
Doveva essere pazzo. Ero ormai senza controllo.
-sei così
arrabbiata perchè infondo ti è piaciuto, di la
verità?- mi sfidò.
Lo guardai cercando di ucciderlo con lo sguardo. Poi cercai di
riprendere fiato.
-addio!- e
me ne andai. Non so se tentò di chiamarmi o fermarmi, ma non
ci feci
più caso. Volevo solo scappare da lui e pensare al mio
Scorpius.
Sarei andata da lui subito, immediatamente. E poi avrei parlato con i
miei genitori. Dovevano cambiarmi maestro, se lui intendeva tornare
con il nipote. Non avevo più intenzione di vederlo.
*****************************************************************
Bene, e
questo cap è finito. Onestamente non volevo finirlo
così però mi
sa che verrebbe davvero troppo lungo poi... devo scrivere parecchie
cose....
Comunque,
spero vi piaccia e che lo leggiate. Ringrazio tantissimo chi ha letto
e mi ritrovo a ricattarvi, purtroppo.
Se non
trovo al meno una recensione non posto il prossimo capitolo!
(io le
minacce non le faccio a vuoto... ahahahahahahahahahaahahahahaha...).
Ditemi
anche che è brutta e che stò sbagliando tutto.
Naturalmente
stò scherzando però una piccola recensione di
certo non vi
ucciderà.....
al
prossimo capitolo (che a seconda delle recensioni sarà bello
o
brutto) baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** 14. Grazie ***
Quattordicesimo
capitolo: grazie
Guardai la
medimago che mi comparve davanti chiedendomi dove l'avessi
già
vista. Ero molto stanco, non ero riuscito a tornare a casa e avevo
dormito solo due ore sulla sedia nella stanza di mia madre. Da due
giorni.
Naturalmente
non ci misi molto a ricorsarmi chi era.
Ginny
Weasley Potter aveva tutte le caratteristiche dei Weasley e
assomigliava molto non solo a Lily (che era la sua fotocopia) ma
assomigliava anche molto a Rose.
Del resto i
colori erano quelli.
Ma lei
aveva degli occhi così belli, di quel blu scuro che mi
ricordava il
blu del mare, quello del cielo di notte.
E il suo
viso era poco più lungo, il suo naso un po' più
piccola e le sue
labbra erano così morbide e calde.
Mi bastò
chiudere gli occhi per un secondo per rivederla.
La vidi
corrucciata. Aveva il labbro di sotto, leggermente più
grande di
quello di sopra, arricciato per via della smorfia. I suoi capelli
ricadevano bellissimi e spettinati sulla schiena. Riaprì gli
occhi a
malincuore e spostai lo sguardo dalla signora Potter, alla figura che
gli stava accanto. Ed era lei. Senza neanche pensarci corsi verso di
lei. Anche lei fece lo stesso, con un tale slancio che stavo per
cadere per terra. Ma la presi stringendola a me e girando su noi
stessi per la felicità.
Le sue
labbra trovarono le mie di nuovo senza pensarci.
E adesso
stavo bene, adesso che c'era la mia metà potevo affrontare
di tutto.
Ora ero completo!
****************************************************************
Fino a quel
momento mi ero sentita come se mi mancasse qualcosa. Non ero riuscita
a fare nient'altro che non pensarlo continuamente. E ora era
lì, che
mi abbracciava.
Lo baciai
con tutta me stessa e mi strinsi a lui, come se volessi diventare
subito un pezzo unico con lui.
Lo
schiarirsi della voce di un signore ci riportò alla
realtà.
Eravamo in
mezzo a un corridoio di un ospedale e avevamo bloccato ben due
barelle che dovevano passare. Ci scostammo subito, io rossa per la
vergogna.
Ma non
abbandonai la mano di Scorpius.
Non lo
volevo più lasciare.
-come mai
sei venuta?- mi chiese lui preoccupato.
Io sorrisi
tranquilla.
-mi mancavi
troppo. E grazie a zio Harry sono riuscita ad andarmene dalla scuola.
Mentre Ginny vuole parlare con i medimaghi che si sono occupati di
tuo padre!- gli spiegai.
Zia Ginny
mi sorrise e porse la mano a Scorpius, che al strinse cercando di non
“infilarsi” la sua solita maschera gelida. Notai il
suo sforzo ed
ebbi di nuovo la voglia di abbracciarlo e baciarlo ancora.
-piacere
signora Potter!- salutò Scorpius.
-il piacere
è mio. Adesso, se non ti dispiace vediamo come siamo
combinati!- e
se ne andò verso la cartella che c'era fuori dalla porta
della
stanza del padre di Scorpius.
Sfogliò la
carpetta e poi andò a cercare probabilmente i medimago.
Intanto mi
riavvicinai al suo petto caldo e mi lasciai abbracciare, aspirando il
suo profumo e perdendomi in esso.
-Rose- mi
richiamò. Io alzai il viso.
-fino ad
ora non te l'ho mai detto. Tu l'hai detto invece quando mi hai
convinto a venire qua. E io l'ho solo scritto, ma non è la
stessa
cosa. Rose, io ti amo!-
Lo guardai
con le lacrime agli occhi. Qualcosa di simile stava spuntando anche
dagli occhi di Scorpius.
Lo baciai,
questa volta lui aveva la schiena contro il muro e le persone
passavano tranquillamente, e mi persi in quel bacio pieno di amore.
**************************************************************
Non avevo
sperato. Lo sapevo che la situazione di mio padre era insuperabile.
Ma non pensavo davvero che mi sarebbe mai stata posta una domanda del
genere.
Nonostante
la zia di Rose dicesse che non dovevo farlo per forza, sapevo che se
non l'avessi fatto io probabilmente avrebbe dovuto decidere mia
madre, che in quel momento non capiva nemmeno qual'era il sotto e il
sopra.
Strinsi la
mano di Rose, sempre tra le mie mani.
Il Medimago
che fino ad ora si era occupato dei miei parenti ora mi osservava
aspettando una risposta.
-non devi
decidere ora. Anzi, se non vuoi non devi decidere affatto. Sei appena
maggiorenne, uno non si può aspettare che ti prendi una
responsabilità del genere- disse la signora Potter
arrabbiata verso
il collega.
-alimentare
un vegetale senza una sola possibilità di risveglio non
è quello
che un ospedale deve fare.
Mi dispiace
per la crudezza però è la verità. E il
solo che può scegliere se
staccargli il “filo” è il signor Malfoy-
ribattè il mago.
Io chiusi
gli occhi e avvicinai la mano piccola e delicata di Rose al mio viso.
Gli diedi un bacio e respirai il suo profumo rassicurante.
-ho bisogno
di pensare tranquillamente. Ed è da un bel po' che non
dormo. Posso
tornare a casa e poi prenderò una decisione!- chiesi. La
signora
Potter mi sorrise e annuì.
-certamente.
Io intanto voglio tentare di parlare con tua madre. Se c'è
qualche
problema ti chiamo subito!- poi guardò verso Rose.
-lei viene
con me!- dissi subito.
Rose annuì
rassicurante.
Salutammo e
insieme uscimmo dall'ospedale.
La strinsi
a me prendendo la bacchetta.
E ci
smaterializzammo.
***********************************************************
Quando
Scorpius era scappato di casa aveva ritirato tutti i soldi che i
genitori e i parenti gli avevano regalato in tutti quegli anni. Con
quella cospicua somma era riuscito a comprare una casa in campagna,
non molto grande ma che gli bastava.
Io non ci
ero mai andata perchè lui non me lo aveva mai proposto. Non
capivo
il perchè ma se non voleva nessuno lo costringeva. Adesso,
trovando
davanti a quella casa, forse capì il perchè.
-lo so, è
orribile- disse Scorpius, forse imbarazzato.
Io sorrisi.
- non mi dire così. Non siamo nemmeno entrati.
Non mi dire
che mi dovrò mettere a scappare per quello che
troverà dentro!?-
scherzai.
La casa di
fronte a me era minuscola, in mezzo a quello che avrebbe dovuto
essere un giardino ma non era altro che erba incolta e secca. Magari
fosse solo quello.
Sembrava
che bastava un soffio per buttare giù tutta la casa, tanto
appariva
fragile e decrepita.
Entrammo
dalla porta che era staccata dai cardini e ci trovammo in una stanza
dove c'era un divano malconcio, un tavolo di legno, e un cucinino.
Due porte chiuse si affacciavano da una delle quattro pareti.
Scorpius si
grattò la testa scompigliando i capelli biondi.
-non ci stò
per niente qui. Ci vengo solo per dormire qualche notte durante
l'estate. La maggior parte delle volte sono in giro, l'anno scorso
sono andato in Italia, questa estate in Francia. Qui mi arriva solo
la posta e posso posare le mie cose. Scusami per il disordine!- si
scusò.
Io gli
sorrisi. Lui non riuscì a reprimere uno sbadiglio.
-vai a
dormire. Hai bisogno di riposo!- gli dissi accarezzandogli il viso.
Lui mi strinse per i fianchi.
-stai con
me. Stammi vicina, altrimenti non riuscirò a dormire!- disse
imbarazzato a morte.
Ma vidi
anche il suo bisogno disperato.
Annuì e mi
guidò verso una delle porte, aprendola.
La stanza
era grande abbastanza da tenere un letto a una piazza e mezzo e un
armadio che sembrava antico.
Si riusciva
a malapena però a girare intorno al letto, anch'esso
sgangherato.
Si sdraiò
e mi trascinò con lui sul materasso.
-grazie
Rose, devo dire che senza di te non saprei come fare!- mi disse
mentre mi stringeva al suo petto.
Io gli
accarezzai il petto, sorridendo contro il suo maglione. -io ci
sarò
sempre e comunque!-
si
addormentò poco dopo e assicurandomi che non si svegliasse
mi alzai
e mi diressi nell'altra stanza.
Mi guardai
in giro e mi raggomitolai le maniche del maglione.
Prima
iniziavo più probabilità avevo di finire prima
che si svegliasse.
***********************************************************************
un
grazie infinito a Jadina94 che ha deciso di presentarsi. Grazie
davvero, il tuo sostegno mi è indispensabile, come anche
quello
degli altri. Non ti preoccupare, ti perdono, basta che continui a
recensire. Grazie per i complimenti.
Spero
che questo capitolo ti piacerà.
Mia cara
vacanziera, mi rendo conto che uno non può controllare di
continuo
se pubblico nuovi capitoli se lo faccio più di una volta in
poco
tempo, quindi ti perdono.
Devo
purtroppo aggiungere che potrò farlo forse per ancora poco,
visto
che gli esami si avvicinano e dovrò studiare. Non per questo
però
ci metterò anni, farò del mio meglio per far
passare al massimo uno
o due giorni.
Ma solo
se sarò costretta.
Grazie
per i complimenti ma devo tutto a Scorpius, in pratica mi mette le
parole in bocca lui. È un personaggio vivo che parla da
solo.
E ti
dirò che adoro le tue recensioni.
Per
Augusto... è incredibile come hai capito le mie intenzioni.
All'inizio infatti volevo presentarlo come un innamorato non
corrisposto ma poi ha deciso lui cosa fare.... devo preoccuparmi
forse, i miei personaggi mi stanno scappando dalle mani....
La gita
è andata benissimo. Devo dire che mi sono innamorata di
Ferrara,
grazie mille per avermelo chiesto!
Un bacio
enorme a chi ha letto!
E
naturalmente alle mie grandi due sostenitrici!
Al
prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** 15. Come un castello di carte ***
Quindicesimo
capitolo: come un castello di carte!
Mi svegliai
chissà quanto tempo dopo.
Mi sorprese
la consapevolezza che accanto a me c'era Rose, mi colpì
forte, allo
stomaco.
Una delle
mie mani era poggiata sul suo fianco e lei mi accarezzava i
capelli.
Forse si era
accorta che ero sveglio.
Aprì gli
occhi e vidi i suoi occhi brillare, il suo sorriso bellissimo
visibile anche alla tenue luce del tramonto. Oppure era l'alba?
-buongiorno
bel addormentato!- mi salutò.
-buongiorno
amore!- la salutai io alzandomi sul gomito per avvicinarmi al suo
viso e baciandola.
Chiusi gli
occhi e mi persi in quel bacio, mentre gli passavo la mano tra i
capelli e gli prendevo la nuca con dolcezza.
Approfondì
il bacio,
gustando le sue labbra, il suo sapore.
Volevo stringerla a
me di più,
baciarla per sempre ma lei si staccò per cercare l'aria.
Anch'io
avevo il fiatone ma devo dire che avrei preferito morire per non
avere l'aria piuttosto che lasciare le sue labbra. Mi guardò
con gli
occhi leggermente scuri, e poi si alzò.
-ti ho
preparato la colazione!- mi annunciò.
-la
colazione? Ma che ore sono?- chiesi stiracchiandomi.
-le sei e
mezza. Però, considerato che hai dormito dal pomeriggio
profondamente ho pensato che avresti avuto fame. Non hai cenato!-
quasi mi sgridò.
-perchè,
tu hai mangiato? E dove hai trovato le cose per preparare la
colazione?- gli chiesi.
Lei mi
guidò fuori dalla porta. E io quasi non riconobbi la stanza.
Tutti i
vestiti, coperte e giornale sparsi in giro non c'erano
più.
Il
divano malconcio che prima non si vedeva minimamente sembrava essere
stato riparato ed era tornato de suo colore antico, il bianco.
Anche la
cucina era pulita e splendente.
E il
pavimento, che onestamente non avevo mai notato accuratamente, era di
assi di legno e sembrava come se avesse passato la cera.
E
probabilmente l'aveva fatto, visto l'odore di buono che c'era.
Ma
naturalmente quell'odore non poteva coprire quello dei cornetti
disposti sul tavolo, oppure quello del caffè fumante e per
non
parlare delle uova sbattute e delle fette di pane. La guardai
incredula.
-sono
andata al villaggio qui vicino.
Volevo fare
io i cornetti, ho imparato a farli da mia nonna, ma il tuo forno non
funziona!
Ero
indecisa se comprare qualcos'altro ma mi sono trattenuta visto che
non so per quanto resteremo qua.
C'è un
supermercato aperto tutta la giornata quindi se abbiamo bisogno non
dovremmo avere problemi!- mi disse mentre mi sedevo al tavolo.
La presi
per la mano e la feci sedere sulle mie gambe.
La vidi
arrossire a io gli baciai una delle guance infuocate.
-non ce la
facevi proprio a stare in tutto quel disordine, vero?-. Lei rise
annuendo.
Dopo
mangiato la guardai mentre prendeva i piatti e andava verso il
lavello.
La raggiunsi subito
e l'abbracciai da dietro, appoggiando il
mento alla sua spalla.
L'odore del
suo collo era il più buono di tutti.
Gli baciai
il collo, mentre lei rideva.
-mi fai il
solletico!- disse inarcando il collo.
Io ne
approfittai baciandola ancora.
Questa
volte la sentì rabbrividire.
Stavo
esultando quando lei mi schizzò con l'acqua.
Mi
allontanai da lei per togliermi il sapone dagli occhi.
Sentì la
sua risata sonora nel silenzio della stanza.
Le sorrisi.
-vuoi la
guerra?- e presi a schizzargli l'acqua.
**********************************************************************
Ero quasi
del tutto lavata. Guardai ridendo Scorpius che era nella mia stessa
situazione.
Tranne che
era piegato in due dal ridere.
Lo guardai
rapita. Aveva i capelli tutti arruffati, la maglietta zuppa che gli
aderiva perfettamente al petto muscoloso. Arrossì mentre lo
guardava, protetta un po' dal fatto che lui non lo stesse notando.
Quando alzò
lo sguardo ero riuscita a distogliere lo sguardo.
Tirai fuori
la bacchetta per asciugarci ma lui mi si avvicinò mettendomi
una
mano dietro la schiena e attirandomi a se. Io arrossì di
botto.
-ti ricordi
tre anni fa, ad aprile? Mi avevi buttato nel lago e sei stata per una
settimana intera a ridere per la faccia che ho fatto quando sono
riemerso- rammentò.
-già, eri
così divertente. Sembravi un pulcino!- annuì
ridendo. Lui mi
strinse di più a se, sentì il mio corpo sul suo e
trattenni il
respiro. E poi mi baciò.
Come aveva
fatto quella mattina a letto.
Incredibile
che effetto aveva la sua vicinanza.
E quando mi
baciava in quel modo non riuscivo più a pensare a niente.
La testa mi
si svuotava completamente, non volevo altro che lui e soltanto lui.
Ma in quel momento il mio cellulare squillò e mi dovetti
allontanare.
Risi contro
le sue labbra quando lui mi attirò di nuovo subito a lui per
baciarmi ancora.
Ricambiai e
continuammo fino a quando il telefono non smise di suonare.
Dovetti per
forza staccarmi dalle sue labbra per respirare e lui prese a baciarmi
il collo, e io rabbrividì.
Non c'ero
per niente abituata, lui non mi aveva mai baciato sul collo prima di
quella mattina.
Forse
pensava che la cosa mi avrebbe resa nervosa, forse era preoccupato
della mia reazione.
Infondo, la
prima e l'ultima persona che si era preso questo lusso era stato uno
di quei serpeverde che avevano tentato di violentarmi più di
due
anni fa.
Ripensai di
nuovo a quell'anno, ma non riuscivo quasi a ricordare il dolore che
avevo provato.
Il dolore
più grande che aveva inghiottito quello era stato proprio
Scorpius a
procurarmelo.
E meno male
che non riuscivo a pensare.....
Cercai di
nuovo le sue labbra e mi ci gettai con forza.
Lui allora
mi prese per i fianchi e mi sollevò un po' per farmi sedere
sul
tavolo. Così arrivavo senza sforzo alle sue labbra. Lo
guardai negli
occhi prima di baciarlo ancora, mentre le sue mani erano ferme sui
miei fianchi e invece le mie gli scompigliavano i capelli bagnati.
Ma il suono
del telefono ci fermò di nuovo.
Lo guardai
seria.
-potrebbe
essere mia zia!- sussurrai.
Lui mi
guardò serio, e mi accarezzò il labbro.
Poi sospirò
e si allontanò lasciandomi scendere.
Presi il
cellulare che era nel mantello e risposi.
-pronto-
-pronto
Rose. Ma che fine avete fatto? Ho già chiamato ma non mi
avete
risposto!- mi sgridò.
-scusaci. È
successo qualcosa?- chiesi con ansia.
-no, la
situazione è come al solito.
Con la sola
differenza che ho tentato di parlare con la signora Malfoy e mi
voleva affatturare.
Comunque...
ti ho chiamata perchè i tuoi genitori sanno che sei qui e
non a
scuola e si aspettavano che stanotte tornassi a casa. Gli ho spiegato
che saresti quasi sicuro rimasta con Scorpius e solo tuo padre si
è
preoccupato, come al solito. Ti aspettano comunque qua, gli ho detto
che vi avrei chiamato.
Mi sembra
nient'altro. Ti volevo solo avvertire!- concluse.
-grazie
zia. Comunque adesso arriviamo. Un bacio!- e chiusi.
-allora?-
domandò Scorpius. Mi si doveva leggere in volto che non era
successo
niente perchè era serio ma non preoccupato.
-niente di
che. Ci sono solo i miei genitori ad aspettarci.
Comunque.........
Hai bisogno di più tempo?
Vuoi
parlarne un po'?- domandai.
Lui scosse
il capo.
-ho
riflettuto. So cosa fare. Devo solo parlarne con mia madre. Non
voglio togliergli la terra da sotto i piedi.
Deve
riuscire a capire cosa stà succedendo- mi spiegò.
Io annuì.
Poi rabbrividì per i vestiti bagnati e scoppiammo a ridere.
*******************************************************************
-madre!-
la richiamai. Lei si girò sorridendo.
Poi notò
Rose.
-ancora tu!
Sporca mezzosangue se ne vada.
Lei è solo
pazza! Scorpius cacciala a calci nel...- ma smisi di ascoltarla.
Guardai la mia Rose mentre cercavo di non essere arrabbiato.
-non te la
prendere. Non sta bene! Sono qua fuori, ok?!-
E uscì. Mi
sentì come se mi avesse abbandonato tutta quella
tranquillità che
avevo prima.
Sospirai e
andai a sedermi accanto a mia madre sul letto.
Ora era
tranquilla e mi guardava curiosa.
-allora
figliolo? Tuo padre si è svegliato?- mi chiese.
-no madre.
Lui non si sveglierà. Questa è la
verità.
Non può
svegliarsi. E purtroppo dobbiamo darci per vinti.
Non
ritornerà-
Vidi gli
occhi di mia madre guardarmi smarriti, poi riempirsi non di lacrime o
di sgomento, come mi aspettavo, ma di rabbia e odio.
-sei un
bugiardo!- mi gridò.
-quando tu
te ne sei andato lui mi ha promesso che lui non se ne sarebbe amai
andato. Lui si sveglierà.
Lui mi
amava, lui non mi ha mai mentito!- continuò gridando mentre
gli
scendevano lacrime di odio dagli occhi.
La guardai
smarrito. Non pensavo di avergli procurato un simile dolore. Eppure
ora la vedevo nei suoi occhi.
Chiusi gli
occhi trattenendo il flusso di ricordi e di dolore.
E se i miei
genitori non fossero mai stati così terribili davvero? Mi
avevano
procurato un sacco di dolore, eppure forse avevano solo sbagliato
tante volte.
Impossibile
dimenticare come per un mio errore avevo fatto soffrire così
tanto
Rose.
Forse non
erano i genitori migliori del mondo ma era normale sbagliare.
E così
tutto quello che avevo sempre dato per scontato cadde come un
castello di carte.
********************************************************
Questo
capitolo non mi convince molto.... comunque, eccolo qui. Ditemi come
vi sembra.
Un bacio
a jadina94 questo cap è dedicato quasi del tutto a Rose e
Scorpius
quindi spero ti piaccia!
Scusate
il ritardo ma il compito d'inglese (…........) mi ha tenuto
impegnata. E il compito di lunedì mi terrà un
altro po'
impegnata.....
comunque
grazie mille a chi ha letto!
Spero
che commentiate, come al solito!
Ps
(rosie_lu, dove sei finita?)
Chiedo
perdono in anticipo per possibili errori che mi sono sfuggiti!
Al
prossimo capitolo!
Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** 16. Ti ho sempre voluto bene.. ***
Sedicesimo
capitolo: ti ho sempre voluto bene...
Abbracciai
forte mio padre.
Uno non
apprezza mai le cose che si hanno fino a quando non si vede
davanti
la reale
possibilità di perderla.
Quando ci
lasciammo gli sorrisi.
Lui mi
guardò un po' accigliato.
-che hai
fatto stanotte?- mi chiese burbero.
-ho
dormito- risposi semplicemente.
Se fossi
arrossita o avessi esitato sapevo che sarebbe saltato subito alle sue
solite conclusioni.
Notai lo
sguardo di mia madre.
Stava
analizzando per bene ogni mia espressione.
Sorrisi,
non ti preoccupare mamma, sono stata brava.. anche se....
le mie
meditazioni comunque furono interrotte da un grido della madre
di
Scorpius.
Mi voltai
verso la porta esitante ma non sapevo se entrare davvero.
Mi
avvicinai sperando di capire almeno cosa dicesse.
Ma era
inutile. Mia madre mi prese la mano per tranquillizzarmi.
Io
ricambiai annuì ma non potevo riuscirci.
Avevo una
bruttissima sensazione.
E la cosa
si consolidò quando vidi Scopius uscire dalla stanza.
Corsi verso
di lui senza pensarci neanche una volta.
Gli
accarezzai il viso e cercai il suo sguardo.
Ma era come
se lui non ci fosse. Non vedevo altro che freddezza
nel suo sguardo,
un ghiaccio impressionante.
Cosa gli
era successo?
-Scorpius-
lo richiamai ma lui non parve neanche sentirmi.
Era come se
avesse scollegato i fili.
Lo chiamai
ancora ma lui chiuse gli occhi e poi, mentre il mio
cuore smetteva
quasi di battere, lui si accasciava a terra come
un burattino a cui
sono stati tagliati i fili.
************************************************************
Mi trovavo
nel buio più assoluto.
Non vedevo
ne sentivo più niente.
Non sentivo
neanche più il mio corpo, come se fossi solo uno spirito
fluttuante.
Non sentivo
neanche la mia testa, le palpebre, la bocca.
Dov'ero?
Dov'era finito tutto?
Ero io
finito oppure era il mondo a esserlo?
Non sentivo
più neanche il cuore.
Eppure
doveva essere da qualche parte.
Ad un
tratto una luce si fece avanti.
Era una
luce tenue, molto più scura del grigio ma più
brillante
di quel
buio completo.
La guardai
sperando che si avvicinasse.
Mi sarei
visto nel buio e quindi sarei stato sicuro si esistere.
E avrebbe
illuminato anche intorno a me, mi bastava anche solo
capire se ero in
piedi su una
superficie.
Mi bastava
anche solo sapere che non ero in procinto di cadere nel nulla.
Ma quella
luce non illuminò né me né qualsiasi
cosa ci fosse intorno a me.
Se avessi
avuto un corpo, se avessi avuto un cuore,
a quest'ora mi
sarei
sentito male.
Mi sarei
sentito perso, avrei pianto se avessi avuto degli occhi.
Ma non
riuscì a fare nessuna di queste cose.
Perchè io
non c'ero.
*****************************************************************
Lo guardai
mentre era sdraiato sul letto candido.
Il mio
cuore aveva preso a singhiozzare piano,
ogni battito era
dimezzato e
mi faceva male,
come se avessi dei
pugnali che me lo trafiggevano al
minimo movimento.
Perchè?
Cosa gli
era successo?
Nessuno mi
sapeva dare una risposta.
Fatto stà
che era caduto in una specie di coma anche lui.
Aveva perso
i sensi e non si svegliava nonostante avessimo provato di tutto.
Non avevo
abbandonato la sua mano mai, la stringevo tra le mie mani che mi
accorsi a malapena che tremavano.
Gli baciai
la mano come aveva fatto tante volta lui con me.
Non mi
accorsi che le lacrime stavano scendendo fino a quando non caddero
sulla sua mano bianca.
Sentì le
braccia di mia madre stringermi.
Una sola
parola mi usciva dalle labbra.
-perchè?-
*****************************************************************
E una voce
parlò.
Proveniva
da quella luce.
Sentirla mi
fece riflettere.
Allora le
mie orecchie erano da qualche parte.
Altrimenti
non avrei mai potuto sentire quel richiamo.
Ma oltre a
questo mi ritrovai a pensare a quella voce.
La
conoscevo.
Sapevo a
chi apparteneva.
Guardai
quella luce e aspettai che continuasse.
Io non
avevo idea di fosse la mia bocca.
Non
riuscivo a parlare.
-Scorpius,
rilassati. Non ti preoccupare.
Presto ti
risveglierai. Ma dovevo parlarti-
La voce di
mio padre si incrinò appena.
-devi
lasciare che muoia.
Però devi
stare accanto a tua madre.
Lei non
sopravviverà senza nessuno accanto.
Tu non la
dovrai mai abbandonare.
Promettimelo,
se non per me fallo per lei.
So che non
pensi che io ti voglia bene.
Ma questo
non è vero.
Abbiamo
fatto entrambi tanti errori, infiniti errori- e si fermò.
Forse
esitava.
Probabilmente
non sapeva come continuare.
Io allora
riuscì a trovare la mia voce, anche se non
proveniva
dalla mia
bocca, suonò come se venisse da molto lontano.
-mi hai
sempre trattato malissimo.
Non si
tratta in quel modo una persona a cui si vuole bene.
Ti
vergognavi di me, non apprezzavi mai quello che facevo,
quando
sbagliavo tu mi punivi invece di cercare di aiutarmi.
Non ci si
comporta così!
Un padre
non dovrebbe mai fare così!- gli gridai addosso.
-hai
ragione. Un padre non dovrebbe fare così.
È
difficile d'ammettere ma mio padre, con tutto il macello che
ha fatto
tra l'essere un mangiamorte e simile,
era un padre molto
migliore di
me.
Si
arrabbiava con me, mi trattava male ma quando sbagliavo
o quando
avevo davvero bisogno di lui non mi ha mai voltato le spalle.
Nel momento
della grande battaglia non ha fatto altro che cercarmi,
aveva paura
per me, non per lui.
Spero che
tu sarai un padre più simile a lui che a me.
Ma i miei
errori non ti devono far credere che non ti voglia bene.
Sei mio
figlio, sono solo io che non vado bene.
Non ho mai
saputo fare la cosa giusta, mai saputo prendere
la decisione
giusta.
Non solo
con te ma in tutto.
Forse
l'unica cosa giusta che ho fatto e sposare tua madre.
Fatto sta
che la mia vita è finita, adesso sconterò le mie
pene e
vedrò
davvero cosa c'è oltre.
Ma tu devi
occuparti di tua madre!-
-non sono
sicuro di riuscirci!
Ha perso il
senno.
Non vuole
accettare che te ne sei andato.
Perchè non
compari pure a lei e la convinci?- domandai incerto.
-perchè mi
hanno dato al possibilità di parlare con una sola persona e
ho
scelto te.
Avevo
un'unica cosa da fare prima di andarmene, dirti che nonostante tutto
ti ho sempre voluto bene.
Addio!-
disse mentre la luce si affievoliva sempre di più.
-padre
aspetta! Aspetta!- lo richiamai gridando ma la luce scomparì
subito.
Cosa dovevo
fare ora?
Ero perso
in quel buio!
-Scorpius!-
Un'altra
voce mi chiamò. Una voce bellissima.
La voce di
un angelo.
Una luce
bianca e brillante si avvicinò a me,
facendo scomparire
tutto il
buio.
Divenne
tutto bianco e io mi ritrovai.
Sentivo di
nuovo tutto il mio corpo.
Sentivo il
mio cuore battere forte e delle mani calde e
delicate stringere
una
mia mano.
Aprì gli
occhi e mi ritrovai gli occhi di Rose a poca distanza dai miei.
Erano pieni
di lacrime ma adesso di gioia.
Mi alzai e
la strinsi subito a me.
Notai che
ero sdraiato su un letto.
Dovevo
essere svenuto.
Forse avevo
anche sognato tutto.
Ma adesso
sapevo cosa fare.
Anche se
non era una delle cose più facili.
Ma avrei
seguito le indicazioni di mio padre.
E gli avrei
detto addio per sempre!
**************************************************************
E anche
questo capitolo è finito................
adesso
dovrò mettermi a studiare (avrei dovuto iniziare
già ieri ma non ho
resistito a scrivere) e spero di riuscire a scrivere presto, anche
se non posso promettere niente.
Un
grazie infinito a chi continua a leggere e un ben tornata a rosie_lu.
Non devi
chiedere scusa, solo che ero preoccupata dal fatto che magari la
storia non piacesse più....
un
grazie davvero a chi a letto di nuovo e a chi recensisce (anche se
l'ha fatto solo rosie_lu per il cap precedente....) ma spero sia solo
perchè stà passando poco tempo tra l'altro
capitolo e questo.
Un bacio
enorme a tutti!
Al
prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** 17. si o no.... ***
Diciassettesimo
capitolo: si o no.....
Tutto mi
sembrava così pazzesco.
La vita di
una persona spenta da un si o un no.
La cosa che
mi rincuorava di più era i fatto che sapevo che era
la cosa che mio
padre voleva.
Era stato
lui stesso a dirmelo.
La
sicurezza che non ce l'avrebbe fatta in nessun caso mi
assicurava
che
non stavo facendo niente di sbagliato.
Purtroppo
però questo non risolveva niente.
Non
risolveva il fatto che lui non ci sarebbe stato più.
Non
risolveva il fatto che mi sarei potuto considerare il giudice della
vicenda,
il solo
responsabile delle fine della sua vita.
Non avrebbe
di certo aiutato mia madre a riprendersi e a non farmi
considerare da
lei il suo assassino.
Perché era
così che mi sarei sentito nel mio inconscio.
Feci questi
pensieri mentre ero sdraiato sul mi letto,
nascondendo
il viso tra le mani.
Appena
svegliato avevo convinto tutti che stavo bene e avevo parlato
con la
signora Potter delle condizioni di mia madre.
“non c'è
una soluzione immediata.
Certe cose
possono protrarsi per poco tempo come per sempre.
Ma sappi che
c'è
un ottimo reparto dove ci prenderemo cura di lei
fino a quando non
starà meglio.
Tu hai
altro da pensare!” aveva tentato di consolarmi e
rassicurarmi.
Un si o un
no.
Sapere la
risposta non mi aiutava minimamente.
Come avrei
fatto a ritrovarmi nella figura che avevo già nella testa?
Un'ombra
nera che raffigurava la morte, una persona spietata che
uccideva
senza pensarci.
Sapevo che
era diverso, ma non riuscivo a non vedermi così.
Sentì a
mala pena Rose entrare nella stanza.
La sentì
di più mentre saliva sul letto accanto a me.
Alzai il
viso e guardai Rose sorpreso.
Era
inginocchiata di fronte a me, con una vestaglia bianca che
nascondeva
il pigiama di sotto.
I suoi
occhi mi rapirono, come sempre ma anche più di prima.
C'era
qualcosa di differente, qualcosa che mi fece tremare il cuore,
ma in
un senso strano.
Non
negativo ma neanche positivo.
E
incredibilmente ebbi voglia di fare una cosa che non facevo da anni.
Che avrei
pensato di aver persino dimenticato come si faceva.
Avevo
voglia di piangere.
E mentre
gocce calde riempivano i miei occhi facendoli pizzicare
fastidiosamente,
Rose si fece spazio tra le mie gambe e mi fece
appoggiare il suo
volto sulla sua spalla.
Mi
aggrappai a lei come se fosse la mia ancora di salvezza,
mentre
cercavo di soffocare quelle lacrime che mi facevano arrabbiare.
La
decisione era presa, ma faceva male.
***************************************************
Era la
prima volta che lo vedevo piangere.
Adesso lo
strinsi a me mentre veniva scosso dai singhiozzi.
Mi faceva
male vederlo così.
Ma sapevo
che ne aveva bisogno.
Aveva
bisogno di sfogarsi, affrontare tutta quella situazione non era una
cosa facile.
Non poteva
non sfogarsi.
Il giorno
dopo sarebbe stato tutto più difficile.
Ma ora non
importava.
Ciò che
importava era stare lì con lui, e io gli sarei rimasta
vicino sempre
e comunque.
Per sempre,
così promisi a me stessa.
Si
addormentò con la testa appoggiata alla mia spalla, sdraiati
sul suo
letto.
Sapevo che
i miei genitori erano preoccupati.
Anzi, che
mio padre era preoccupato.
Mia madre
aveva un po' meno paura.
O forse era
solo apparenza, non lo sapevo dire con certezza.
Gli
accarezzai i capelli.
Dormiva
tranquillo, stringendomi con dolcezza ancora a lui.
Non l'avevo
mai visto dormire fino alla notte prima.
Era
bellissimo.
Uno di
quegli angeli che immagini da piccola.
Mi
addormentai non so dopo quanto e sognai di essere con Scorpius
su
delle nuvole.
Lui aveva
delle grandi ali bianche da angelo....
*********************************************************
Non sapevo
come avrei fatto a svegliarmi e non sentire più lei accanto
a me,
il
suo profumo nel mio naso,
il suo
calore e la morbidezza del suo corpo.
Forse avrei
dovuto riflettere su quel punto.
Ma non ci
volli pensare.
Non riuscì
a pensarci quando mi resi conto dove ero poggiato.
Aprì gli
occhi e vidi a pochi centimetri dal mio viso il suo petto alzarsi ed
abbassarsi tranquillo, respirando.
Alzai la
testa di scatto, sentendomi bollente in volto.
La vidi
aprire gli occhi di scatto, preoccupata, quando mi
sentì
sfuggire
dalla sua presa.
Si guardò
intorno confusa.
Ero
riuscita a svegliarla.
-scusami.
Non volevo svegliarti!- dissi cercando di tornare
della mia
tonalità.
-tutto
bene? Cioè.. so che è un domanda stupida, ma...
ecco...-
era in
difficoltà con le parole.
La guardai
sorridendo e interrompendo quei dolci tentennamenti.
-se tu mi
sei vicina non posso stare che bene!- gli dissi e la baciai.
**********************************************************
Non
riuscivo a ragionare mentre Scorpius mi baciava.
Probabilmente
sarebbe potuta scoppiare anche una bomba accanto
a me e io non me ne
sarei accorta.
La mia
mente era completamente svuotata, non facevo altro che pensare
alle
sue labbra, alla sua lingua, al suo corpo così vicino al mio
e alle
sue
mani su di me.
Tutto il
resto perdeva ogni interesse, non era più importante.
Sentì la
sua necessità di avermi vicina e cercai di rassicurarlo.
Io c'ero e
ci sarei stata sempre.
Lo strinsi
forte mettendogli le braccia intorno al collo e stringendolo a me.
Le sue mani
mi accarezzavano la schiena, esitanti.
E anche le
mie mani tremavano irrequiete.
Esitai ma
poi lasciai il suo collo per poter prendere nelle mani il
primo
bottone della sua
camicia e sbottonarlo.
Più sicura
sbottonai anche gli altri, non osando abbandonare le sue labbra.
Ero di
sicuro arrossita ma non pensavo importasse.
Le mie mani
accarezzarono il petto scolpito di Scorpius timidamente.
Mi sentì
persa quando Scorpius si staccò da me per riprendere fiato.
Annaspando
cercai i suoi occhi, che però lui mi nascose.
Invece
cercò il mio collo, baciandomi e facendo perdere di nuovo il
controllo.
Le mie mani
affondarono tra i suoi capelli arruffati mentre percorreva tutto il
mio collo con le sue labbra.
Ansimai e
arrossì violentemente.
Continuando
così avremo perso il controllo tutti e due.
Ma eravamo
davvero pronti?
Mi chiesi
se ci potesse essere una risposta sicura.
E il mio
cuore perse un battito quando una sua mano arrivò dentro
l'apertura
della vestaglia e mi accarezzò la schiena sotto la maglia.
Chiusi gli
occhi, incerta.
Ero con
lui, ma fino a quel punto?
Allontanai
le mani dai suoi capelli e le misi sulle sue spalle, cercando di
allontanarlo dal mio collo.
Lui lotto
per un secondo, ma poi si staccò,
puntellandosi
sulle mani e guardandomi serio.
Vidi la sua
inquietudine, il suo bisogno e la sua paura.
Non mi
avrebbe costretta, non mi voleva fare del male per niente al mondo.
Avrebbe
preferito morire.
Ma non
avrebbe dovuto fare niente del genere.
Mi sfilai
la vestaglia rimanendo solo con la maglia e i pantaloni del pigiama e
ricambiai il suo sguardo serio,
ma pieno di
amore.
Mi
avvicinai alle sue labbra lasciandomi scappare però un
sorriso.
-ti amo e
ti amerò per sempre!- gli sussurrai non abbandonando i suoi
occhi.
Lui mi
prese il viso tra le mani e ricambiò il sorriso.
-ti amo
immensamente e non smetterò mai di farlo.
Finché il
mio cuore batterà, lo farà solo e unicamente per
te, perché ormai
e tuo!-
e mi
baciò.
In quei
baci adesso c'era molto di più che puro bisogno di un
unione.
C'era
puro e semplice amore!
*********************************************************
Perdere la
ragione.
Mi sembrava
una buona soluzione in quel momento.
Una
scappatoia, un non voler tentare di capire davvero quello che
succedeva.
Ma tutto
funzionava fino ad un certo punto.
Non ci
avevo di sicuro pensato.
Ma non
potevo fare a meno di ammettere che avevo deciso di lasciarmi andare.
Sembra
stupido ma nonostante le mie risposte e i miei momenti strani,
una
parte di me rimaneva lucida.
Era lucida,
anche ora che mi ritrovavo a spolverare la stanza
di mio marito,
già
super pulita.
Il vero
problema era che quell'angolo dentro di me dove ero lucida,
che
osservava tutto con una razionalità ineluttabile,
non aveva
nessuna influenza sul mio corpo.
Ne su le
mie emozioni.
Tutto il
resto di me sfuggiva, non voleva realizzare la realtà.
Ciò però
non mi impediva di pensarci,
in
quell'angolo.
E pensare
se non era un atto di vigliaccheria tutto ciò.
Lasciare il
futuro di mio marito, della persona più importante della mia
vita,
a
mio figlio appena maggiorenne.
Ma neanche
la mia parte razionale riusciva a pensarci a lungo.
Preferiva
pensare ad altro, come la mia possibile vita senza una vera
ragione
di vivere.
Mi fermai a
osservare il volto di Draco.
Sembrava
davvero dormisse,
ora
serenamente rispetto a come faceva anche solo il giorno prima.
Forse.....
ma la porta
si aprì sbattendo via i miei pensieri razionali.
Scorpius
entrò nella stanza.
Si avvicinò
al letto guardando sempre e solo suo padre.
La sua
figura mi parve tremare, i suoi occhi mi parvero decisamente
strani e
la sua calma irreale,
così
irreale che mi fece smarrire.
Mi snetì
persa mentre l'osservavo.
Poi si
voltò verso di me e mi prese per mano.
-madre,
dimmi come ti posso aiutare.
Lo so che
mio padre ti ha promesso che ci sarebbe stato sempre,
ma la vita
è
molte volte ingiusta.
A me ha
fatto capire cosa perdevo davvero,
solo quando
l'ho persa per sempre.
Ma non
voglio perdere anche te.
Perciò ora
ti chiedo di tornare in te.
Non
lasciare che la mente se ne vada alla deriva.
E di
aiutarmi a dare il consenso per lasciarlo andare.
Lui ha il
diritto di vivere in eterno e felicemente.
Starà là
ad aspettarci, quando sarà la nostra ora.
Ma adesso
invece lo stiamo solo trattenendo qua in una non vita.
Lui non può
andare avanti e neanche indietro.
Possiamo
dargli la possibilità di andare avanti oppure di
lasciarlo
nell'oblio, cosa
pensi sia meglio?-
Lacrime
calde mi scesero dagli occhi.
La mia
parte razionale sentiva incredula quelle lacrime scorrere sulle
guance.
Il male
che sentivo al cuore mi sorprese più di tutto, comunque.
Avevo
smesso da un po' di sentire davvero il mio corpo.
Ero come
una spettatrice, seduta nel mio angolo,
che
guardavo quella pazza che guidava il mio corpo verso chissà
quale
nuova pazzia.
Adesso
invece ricominciavo a sentirlo.
E quindi a
soffrire.
Era più
bello vivere tutto come telespettatrice.
Guardare
tutto con razionalità e distacco.
Ma si
poteva continuare a fare per sempre?
Abbracciai
mio figlio, nascondendo il volto in lacrime nel suo maglione.
L'avevo
perso per sempre, non ci sarebbe più stato.
Ma la
possibilità di rivederlo appena avessi abbandonato
anch'io
quel
mondo ingiusto, quel barlume di speranza che mi aveva dato
Scorpius,
mi bloccava dal crollare completamente.
Abbandonare
la mia incoscienza fu difficile, ma non avrei potuto
sopportare di
fare un torto simile a Draco.
Lo guardai
in quella bara, mentre il mio cuore riusciva a farmi male
anche se
ormai era in briciole.
E mentre
tutto intorno a me non aveva più senso, non potei far
altro
che
chiudere gli occhi e immaginare il mio amore guardami dall'alto.
Il mio
unico e grande amore che non avrei mai scordato e a cui presto
sarei
stata di nuovo unita....
************************************************************
Va
bene.... se gli altri capitoli mi lasciavano perplessi questo
sarebbe
proprio da
riscrivere....
mi
dispiace molto!
Ma mi
rifiuto di riscriverlo perchè tutto è stato
dettato dai personaggi
stessi, specialmente l'ultimo pezzo, dove ci sarebbero dovuti essere
solo Scorpius e Rose e invece si è introdotta con prepotenza
la
signora Malfoy.
Non sono
assolutamente in grado di poter spiegare la pazzia,
oppure di
dare
risposte al grande problema che affligge i miei personaggi, secondo
me non ci sono modi giusti ne sbagliati in questo tipo di situazioni.
Posso
solo esporre confusamente la mia opinione,
così
come tutti possono farlo.
Un
grazie infinito a chi legge e a chi continuerà a farlo anche
dopo
questo capitolo...
jadina94,
grazie per mille per il tuo commento e per i complimenti! Fammi
sapere cosa ne pensi di questo e spero vorrai continuare a seguire la
storia...
rosie_lu
a dire il vero l'idea del chiarimento tra padre e figlio mi
è venuta
mentre parlava la mia professoressa di religione.
Tra
l'altro non c'entrava niente con l'argomento trattato,
ma
all'improvviso mi sono immaginato Scorpius immerso in questa pozza
nera e questa luce che si avvicinava che non illuminava davvero
niente.
E il
capitolo si è scritto da solo.
Grazie
per la recensione, aspetto con impazienza la prossima e spero che
vorrai anche tu continuare a leggere questa storia, nonostante il
brutto capitolo....
vacanziera......
il momento padre e figlio ho già spiegato subito sopra come
mi è
venuto in mente, spero quindi capirai la pazzia che mi ha pervaso in
quel momento....
per
quanto riguarda la promessa che hai fatto, spero di non farti
perdere, anche se la fiducia che hai riposto in me mi lusinga e
secondo me mi sopravvaluti.
Ho
tentato, anzi si è imposta Astoria da sola, mostrando il suo
punto
di vista.
Nel
prossimo capitolo naturalmente ci saranno anche le reazioni di
Scorpius e Rose.
Il
compito di giudicare tocca a te e a voi altri lettori.
Per
andare fuori tema ma per risponderti, a me aspettano gli esami di
stato quest'anno, la maturità è arrivata e si fa
sentire..... e ti
assicuro che Ferrara è meravigliosa.
Se puoi
facci un salto, e preparati a usare una bella bici, ad avere la
possibilità di camminare e usare gli autobus tranquillamente
e senza
problemi di nessun tipo e ad avere persone civili sulle strade.
(certo
queste cose sono un'eccezione solo per quelli delle mie parti... non
so di dove sei perchè a nord dell'Italia tutto è
così, mentre noi
del sud siamo combinati male.... comunque questa è smepre la
mia
opinione).
Spero di
ricevere presto la tue recensione!
Mi
dispiace se non sono riuscita a spiegare per bene tutti i sentimenti
dei miei personaggi.
Un
grazie infinito a chiunque leggerà.
Spero ci
rivedremo al prossimo capitolo!
Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** 18. ritorno a scuola ***
Diciottesimo
capitolo: ritorno a scuola
Non
riuscivo a non piangere.
Lacrime
calde scendevano silenziose sulle mie guance.
Mi strinsi
forte a mio padre, asciugandole di nascosto.
Ringrazia
di non avere vicino Scorpius.
Lui era di
fronte a me, girato verso la bara che veniva poggiata dentro la buca,
stringendo sua madre.
Lui non
avrebbe pianto quel giorno.
Sapevo che
aveva gettato tutte le lacrime che aveva la sera prima.
Mio padre
mi accarezzò i capelli, cercando di confortarmi.
Non sapevo
come avremmo fatto senza lui e mi madre.
E anche i
miei zii.
Potevamo
essere diventati maggiorenni ma senza di loro non avrei potuto mai
aiutare Scorpius a organizzare tutto.
Era stata
mia madre e mio padre a organizzare il funerale e tutto quello che
consegue.
Mia zia si
era preoccupata della madre di Scorpius.
Adesso
aveva un posto all'ospedale, dove sarebbe stata fino a quando non si
fosse riprese completamente.
Non voleva
più mangiare e non aveva più parlato da quando
era scoppiata a
piangere tra le braccia di Scorpius.
Mio zio
invece aveva sistemato le cose a scuola.
Tornati lì
avremmo avuto la possibilità di continuare tranquillamente,
salvo
alcuni compiti che avevamo saltato e che dovevamo fare.
Potevo non
amarli tutti?
Mi strinsi
a mio padre, cercando di non pensare a come mi sarei sentita se in
quella bara ci fosse stato uno di loro.
E altre
lacrime scesero a bagnarmi le guance.
****************************************************************
Ritornare a
Hogwarts. Subito dopo il funerale era organizzata la partenza.
Il
ministero ci aveva permesso un passaggio speciale dal camino di casa
Weasley allo studio della nostra preside.
Mentre Rose
salutava tutti affettuosamente io pensai al saluto che avevo
scambiato con mia madre.
Mi era
sembrato come lasciare una bambina spaurita in un mondo sconosciuto.
E mi aveva
preoccupato specialmente la luce strana che vedevo nei suoi occhi.
Ma non
potevo abbandonare la scuola, non ora che mancavano poco più
di
sette mesi.
E ormai era
dicembre.
Presto ci
sarebbero state le vacanze di natale, e poi il tempo sarebbe volato
subito.
Non potevo
non finire l'anno.
Strinsi le
mani dei Weasley e della signora Potter.
-grazie
davvero di tutto. Non sarei riuscito a fare neanche una briciola di
quello che avete fatto, sarei stato perso senza di voi!- li
ringraziai mentre la mia voce si inclinava un po'.
Non ero
abituato a dire certe cose, e fino ad ora le avevo dette solo a Rose.
La signora
Weasley, la più vicina mi sorrise commossa.
-qui
troverai sempre aiuto, mi raccomando, ricordatelo!-
e detto
questo ci porse la polvere volante.
Prima io e
poi Rose, scomparimmo nel fuoco blu.
****************************************************************
Tornare a
Hogwarts. Tornare alla vita di sempre.
Era da un
po' se mi chiedevo se sarebbe stato
facile
oppure se ci saremo trovati in difficoltà.
Prima io e
Scorpius stavamo insieme, ma non così.
Le cose
erano andate molto avanti tra di noi.
Speravo con
tutto il cuore che tornare non avrebbe cancellato quel che era
successo.
Questo
pensavo mentre ci dirigevamo verso lo studio di mio zio.
Passando
per i corridoi che erano vuoti visto che era orario di lezione,
stringevo la mano di Scorpius ma ero preoccupata.
Anche se la
sua stretta era forte e calda come al solito, vedevo che era
distratto, come assente.
Non sapevo
cosa sperare.
Se fosse in
subbuglio per la perdita del padre più di quanto desse a
vedere, ciò
avrebbe voluto dire che stava male e non volevo che lo fosse.
Oppure che
si stesse allontanando da me per qualche ragione.
Tutte e due
le possibilità facevano male.
Guardai la
porta dello studio di mio zio incerta.
Poi entrai.
Harry ci
venne incontro e ci sorrise.
-ben
tornati-
-per quanto
riguarda la scuola dovrete solo rimanere almeno la prima settimana di
vacanza di natale per fare i compiti che avete perso.
Siete gli
studenti più bravi quindi non avrete problemi.
Per quanto
riguarda te, Rose, abbiamo deciso di parlarne con il professore
Peanut.
Sarà lui a
continuare a insegnarti, e oggi ti aspetta.
Non ci
siamo dimenticati che fino ad ora non hai usato i poteri e non
vogliamo un'altra ricaduta-
Vidi
Scorpius guardami teso.
Si era
dimenticato dei miei esercizi quotidiani e onestamente anch'io.
Non ne
avevo sentito praticamente la mancanza e il motivo mi sembrò
chiaro.
Avevo
sfogato più del solito il mio potere con quel...
numero
astruso.
-stò bene.
L'ultima volta ho usato il mio potere più del solito.
Diciamo che
sono esplosa. Per questo non ho avuto ripercussioni- tentai di
spiegare.
Notai lo
sguardo preoccupato di Scorpius e gli sfuggì.
Non era nei
miei piani dirgli cosa era successo.
-bene,
adesso potete andare- ci congedò sorridendo.
Usciti
cercai un argomento che potesse evitare la domanda che Scorpius di
sicuro mi stava per porre.
Ma in quel
momento suonò la campana e stringendogli la mano provai a
condurlo
lungo il corridoio.
-andiamo a
trovare Albus- gli dissi.
Ma lui mi
tirò per la mano e mi spinse verso di lui, catturando il mio
sguardo.
-cosa è
successo?- domandò serio.
Vidi un
accenno di furia nei suoi occhi.
Stava
immaginando chissà cosa.
Chissà se
la sua immaginazione era arrivata a quello che aveva fatto Augusto
oppure aveva immaginato di peggio.
Sospirai,
sconfitta.
Potevo
cercare di rimandare il momento,
ma lui
sarebbe di sicuro saltato a conclusioni peggiori,
e la
possibilità che perdesse la testa non mi andava.
-l'ultima
volta che ho fatto la lezione il professore Peanut stava male e l'ha
sostituito il nipote.
Che ha
tentato di baciarmi... ho reagito sfogando un po' la mia energia e ho
dato fine alla lezione.
Nient'altro-
spiegai tranquilla.
Lo vidi
esitare, tra il sollievo e la rabbia.
-ha tentato
di baciarti? Cioè, ti ha baciata oppure no?-
-mi ha
baciata!- rivelai.
La furia
vinse.
-dov'è?
Gli voglio chiarire un attimo due o tre cosette!- ruggì.
Io sorrisi.
-non
immaginavo fosse piacevole vederti geloso. Comunque non ti
preoccupare, non si farà più vivo.
E se
dovesse farlo allora sei libero di sfogare tutta questa furia- e
alzandomi sulle punte dei piedi lo baciai.
E
dimenticai dov'eravamo, non sentì e non mi accorsi di niente
oltre
che il corpo di Scorpius contro il mio,
quel bacio
sempre più profondo e fu come tornare nella sua stanza, da
soli.
Per
sfortuna non eravamo da soli.
E non solo
fummo richiamati alla realtà da qualcuno,
ma quel
qualcuno era la preside.
Arrossì
staccandomi subito da lui.
-andate
nelle vostre sale comuni ragazzi.
Sarò buona
visto che è la prima volta che ho qualche motivo per
sgridarvi.
Ma non
voglio che capiti mai più!- e se ne andò.
Guardai
Scorpius e non riuscimmo a trattenerci.
Scoppiammo
a ridere.
Lo presi
per mano e andammo verso la mia sala comune.
Eravamo
tornati e le cose sembravano procedere bene.
Sorrisi,
forse la vita ora ci avrebbe lasciato felici.
***********************************************************
Appena lei
scomparve, io rimasi a guardare il dipinto mentre il sorriso si
modificò in una smorfia di dolore.
Tutto
quello che Rose era riuscita a scacciare, tutte le mie paure, senza
di lei tornavano a perseguitarmi.
La realtà
mi si presentò distinta e chiara.
Mio padre
era morto davvero.
Ero stato
io a decretare la sua fine.
Mentre una
diluvio si affollava nella mia mente e nella mia anima, mi diressi
verso i sotterranei, cercando di non affogare.
****************************************************************
Scusate
il ritardo.
Non so
se ci crederete però la depressione della signora Malfoy mi
aveva
pervaso completamente,
e non
sono riuscita a scrivere per un giorno intero......
e poi
anche la chiavetta internet si è messa di nuovo a fare i
dispetti......
comunque,
passiamo avanti.
Un
grazie infinito a Fofu, ti voglio un mondo di bene e non
smetterò
mai di dirtelo!
E un
grazie anche alle mie due lettrici che hanno recensito.
Grazie a
rosie_lu, sono felice che continuerai a leggere.
Non
vedo l'ora di leggere la tua prossima recensione.
E grazie
anche a te jadina94. Grazie alle tue parole ho rivalutato il
capitolo.
Spero
che ti piaccia anche questo capitolo un po' di transizione ma spero
accettabile.
E alla
fine un grazie infinito a chi legge.
Grazie
davvero a tutti!
Al
prossimo capitolo! Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** 19. Preparazioni! ***
Diciannovesimo
capitolo: preparazioni!
Entrata
nella sala comune mi sentì persa.
Mi sentivo
come se fosse scomparso il sole e mi trovassi nel buio.
Guardai
verso l'entrata e mi resi conto che mi mancava già.
Eravamo
abituati ormai a stare sempre insieme.
E ormai era
un dolore fisico stare lontani.
Mi sentì
chiamare e mi voltai.
Lily
correva verso di me.
L'abbracciai
di slancio. Ero davvero felice di vederla,
mi era
mancata in quei giorni!
-che bello
rivederti! Come stai?- mi chiese.
-bene.
Diciamo che è finito tutto.
Adesso
dobbiamo iniziare a studiare.
Com'è
andata invece la vita qui?- chiesi.
-una noia!
Diciamo che l'unica cosa divertente è stata la partita di
Quidditch.
Abbiamo vinto 380 a 0- raccontò lei.
-capito. È
bravo Albus! Immagino che siano tutti contenti del fatto che
è il
capitano- osservai felice.
Ma poi mi
fece di nuovo male il cuore.
Tornai a
guardare il ritratto.
-devo
andare. Ci vediamo dopo, ok?- gli dissi sorridendo.
E poi
scappai.
Non sapevo
esattamente dove cercarlo.
E mi
ritrovai a girovagare al lungo per la scuola.
Incontrai
però Albus e lo salutai felice.
-Albus, tu
hai la mappa del malandrino qui?- gli chiesi sapendo che la portava
sempre con se.
Lui la tirò
fuori e cercai Scorpius.
-grazie
Al!- lo salutai appena lo vidi e quasi scappai da lui.
*********************************************************
Il lago
sembrava uno specchio che rifletteva la bella giornata che stava
giungendo al termine.
Ma invece
di farmi sentire meglio tutto questa luce mi faceva sentire peggio.
Il diluvio
di dolore nella mia mente non aveva smesso di fluire.
Stavo
affogando, lo sentivo.
E poi la
vidi. Comparve accanto a me e mi accarezzò il viso.
Era il mio
angelo, era lei il mio sole.
Tutto il
dolore scomparve in un attimo, mi sentì subito meglio.
La feci
sedere sulle mie gambe e affondai il viso nei suoi meravigliosi
capelli.
-ti amo!-
gli dissi prima di baciarla.
E tutto
andò apposto, ora si che stavo bene.
**********************************************************************
E la vita
proseguì.
Ci
rimanevano solo una settimana di scuola prima delle vacanze e io e
Scorpius iniziammo a studiare seriamente per recuperare i giorni
saltati.
Passammo
tutta la settimana in biblioteca a studiare,
ma eravamo
insieme quindi tutto andava bene.
Fu mentre
studiavamo difesa contro le arti oscure, in vista del compito del
giorno dopo, che Scorpius smise di studiare per guardarmi incerto.
-Rose, vuoi
passare questo Natale con me?- mi chiese.
Lo guardai
felice che me lo avesse chiesto.
Era da un
po' che ci pensavo.
La
lontananza non ci avrebbe fatto bene a nessuno dei due.
Però ero
davvero insicura su cosa rispondere.
-si. Voglio
passare il Natale con te.
Però....-
guardai i suoi occhi curiosi e proseguì.
-i miei ci
rimarranno male se non passo il Natale con loro.
Sarebbe la
prima volta che non lo passiamo insieme-
mentre
pronunciavo quelle parole mi venne un'idea.
Gli sorrisi
felice.
-però puoi
stare con noi! Possiamo passare il Natale tutti insieme! Che ne
dici?- gli domandai.
-non darò
fastidio? Insomma... hanno già fatto tanto per me e ...-
esitò lui.
Poi lo vidi spalancare gli occhi.
-Posso
ricambiare. Prima di andarcene ho ricevuto il testamento di mio
padre, dove lui mi ha lasciato tutto a me e a mia madre.
Tra cui la
proprietà di una villa in Italia immersa nella neve.
Noi ci
siamo andati solo una volta ma è abbastanza grande per poter
stare
noi, i tuoi genitori e tuo fratello, e se vuoi anche i tuoi zii e i
tuoi cugini.
Così posso
ricambiare il favore!- spiegò convinto.
-non c'è
bisogno che ricambi il favore per forza.
Però la
trovo un'ottima idea.
Sarò
davvero un bel Natale!- esclamai convinta.
Lo baciai
dolcemente ma non al lungo perché altrimenti ci saremo
beccati il
rimprovero anche della bibliotecaria.
E iniziai a
pensare alla lettera che potevo mandare ai miei.
Come glielo
potevo domandare?
*******************************************************************
Finì di
leggere la lettera e mi voltai verso Ron che stava ancora leggendo
gli ultimi righi.
Mi chiesi
cosa avrebbe detto e come avrebbe reagito.
Osservai la
sua espressione che era neutra.
-Natale a
villa Malfoy.... non sembra troppo strano?- chiese lui sorridendo.
Io
ricambiai il sorriso felice.
-sono
d'accordo, sarebbe strano ma non per questo non bello. È un
bel
gesto quello di Scorpius di offrirci una vacanza, naturalmente saremo
noi a pagare il resto, tipo il mangiare o cose del genere.
Mi rifiuto
di far pagare un ragazzo.
E così
possiamo fare felice nostra figlia.
Non penso
che quei due si dividerebbero mai!-
-cosa vuoi
dire?- mi domandò lui preoccupato.
-che ormai
sono così uniti che starebbero male.
Così come
succede a noi, vero?- e lo baciai.
*****************************************************
E le
vacanze arrivarono.
Non fu
difficile mettersi in pari con tutto lo studio.
Io volevo
anche preparare gli schemi per gli esami ma Scorpius mi trattenne.
Albus ne fu contento.
Studiavamo
tutti insieme, si era unita anche Amber naturalmente, e nessuno di
loro sembrava preoccupato come me dal fatto che ancora non avessimo
un piano di studio per gli esami.
Decisi di
organizzarli quando avessi avuto tempo durante le vacanze. E andai a
finire di sistemare il baule.
Trovai
nella mia stanza Lily.
Mi sorrise.
Gli ero mancata, me lo aveva detto vaie volte in quei giorni. E mi
stava sempre vicina, sempre se non ero sola con Scorpius. In quei
casi scompariva.
Ma
trovarmela là questa volta mi fece rendere conto che magari
c'era
qualcosa che non andava.
-che fai
qui?- gli chiesi sorridendo e iniziando a sistemare la valigia.
-niente.
Semplicemente non ho niente da fare.
Ho già
finito il baule. Vuoi aiuto?-
-se vuoi
puoi aiutarmi a piegare quelle maglie- indicai i vestiti sul letto.
Lei si mise
subito a piegare.
Non ci
voleva uno psicologo ne niente del genere per vedere che c'era
qualche problema.
Piegò la
prima maglia con un'accuratezza maniacale, stirando tutte le pieghe,
e passò veloce all'altra.
Nel tempo
che io ci impiegai a piegare un paio di pantaloni guardandola lei
aveva già finito tutte le maglie.
Ci credevo
che aveva già finito di sistemare tutto.
-sei
passata a vedere se Albus ha finito? Lui si che avrà ancora
un sacco
di cose da sistemare!- dissi cercando di scherzare e prendendo a
posare le maglie nel baule.
-non ciò
pensato!- disse lei guardandosi i piedi.
Mi sedetti
accanto a lei e cercai il suo sguardo.
-Geremy mi
vuole lasciare- rivelò triste.
Io la
guardai seria.
-te l'ha
detto lui?- chiesi.
-no- mi
disse accigliata. Io la guardai confusa.
-quindi
pensi che ti voglia lasciare? E perchè?-
-perché è
strano.
È
distaccato, quando stiamo insieme è pensieroso ed
è già la terza
volta che litighiamo senza un motivo preciso.
Solo perché
è sempre di cattivo umore.
Non mi
sopporta e io non lo sopporto così musone.
Pensa che
ieri ha detto che non vuole tornare a casa per Natale, io gli ho
chiesto il perché e lui mi ha aggredito perché
non mi faccio gli
affari miei.
Non riesco
a capirlo più.....- era disperata.
L'abbracciai
mentre mi chiedevo cosa cavolo passasse in testa a quel cretino per
farla disperare.
-magari ha
qualche problema a casa.
Con i suoi
genitori. E non mi sembra il caso di saltare subito a certe
conclusioni.
Diciamo che
anche se sembra una donna in cinta per quanto è nervoso,
sarà una
cosa passeggera- scoppiammo a ridere e la vidi un po' più
serena.
-grazie
Rose. Oggi è l'ultima sera qui, volevo passarla per bene con
lui...
vediamo se gli è passato il malumore....- e si
alzò un po' triste.
-se è un
po' acido tu non rispondere a tono.
E non
riempirlo di domande.
Ignoralo se
è sgarbato, forse non trovando reazione la smette e capisce
che è
inutile!- gli consigliai.
Poi rimasi
sola.
Guardai
verso i baule ormai pronto.
E non so il
perché mi venne intesta la prima lezione del professore
Peanut da
quando ero tornata.
Mi aveva
chiesto scusa per suo nipote e avevamo proseguito con le lezioni.
Mi aveva
dato degli esercizi da fare mentre ero via e mi aveva dato gli
auguri.
Mi stava
simpatico quel vecchietto.
Sorrisi e
posai le ultime cose. Nella borsa.
Poi scesi
sotto, decisa a cercare il mio Scorpius.
*****************************************************************
Incredibile
quanto la fine di questo capitolo sia stata difficile da scrivere. E
perchè?
Perchè
non ho trovato un attimo di calma.... all'ultimo ci si è
messa anche
mia sorella più piccola a stressarmi....
comunque
è finito e inizio con i ringraziamenti.
Per
primo a Fofu, grazie di cuore per tutto!
Poi alle
mie due lettrici che hanno recensito lo scorso capitolo, jadina94 e
rosie_lu. (scusatemi se non vi ringrazio appieno ma stò
davvero
uscendo pazza)
E poi a
tutti le altre lettrici, grazie mille anche a voi.
Tantissimi
auguri di buona pasqua, al prossimo capitolo!
Bacio!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** 20. vacanze in famiglia (prima parte) ***
Ventesimo
capitolo: vacanze in famiglia!
Circondata
dai quattro tra i più alti monti d'Italia e dell'Europa
(il monte
Bianco, Cervino, il monte Rosa e il Gran Paradiso)
si torva la Valle
d'Aosta che è la regione più piccola e meno
popolata dell'Italia.
Questa
piccola regione si trova quindi in mezzo alle Alpi e nella
zona
sud
della valle si trova Valtournenche (appunto valle).
In questa
valle si trova il lago di Cignana.
E sulla
riva di questo lago, tra una delle varie insenature,
villa
Malfoy osserva tutto il lago silenziosa.
Avevo 10
anni quando avevamo passato il natale lì.
Ricordavo
vagamente quei giorni e li ricordavo pieni dell'odio verso mio
padre...
speravo
davvero che quel natale invece avrebbe lasciato dei bei ricordi in
quella casa.
Usammo una
passaporta per arrivare tutti insieme lì.
Io
stringevo a me mia madre, che sembrava essersi ripresa un po'.
La signora
Potter mi aveva raccontato che diceva di nuovo qualche parola,
per lo
più chiedeva di me, e che aveva ripreso a mangiare.
Adesso gli
sarei stato vicino tutti quei giorni di vacanza, o almeno
questo
era
il mio progetto.
Grazie al
cielo non sembrava essere preoccupata dal fatto che venissero
in casa
così tante persone.
E non era
più ostile verso i parenti di Rose e verso lei stessa.
L'odio che
l'aveva sempre spinta a odiarli anche se non li conosceva
sembrava
essere sparito, o per lo meno dimenticato in qualche cassetto nella
memoria.
Vidi con
piacere che i miei ricordi del posto non discordavano di molto.
Il lago era
meraviglioso, circondato da montagne innevate.
La casa era
enorme, come ricordavo anche.
Con solo
noi tre ricordavo la casa enorme, fredda e vuota.
Speravo
davvero che in 12 le cose sarebbero cambiate.
**************************************************************
La casa era
meravigliosa e grande.
Sembrava un
castello, mi ricordava molto Hogwarts,
anche se
naturalmente non era tanto immensa.
Mi stupì
il fatto che era luminosa e pulita.
Visto che
Scorpius mi aveva detto che era da sette anni che non ci
andavano
la
pensavo un po' disabitata.
Invece
fummo accolti anche da un elfo domestico,
che si
inchinò profondamente al nostro cospetto.
Il salone
che ci accolse era di una bella tonalità panna in tono con i
divani
e il tappeto che
rivestiva il tutto.
Un'ampia
vetrata mostrava queste montagne altissime e tutte bianche che
scendevano a picco
su questo lago bellissimo, dove si specchiava il
cielo privo
di nuvole.
-bene, le
stanze sono tutte al piano di sopra.
Andiamo a
posare le cose- disse Scorpius cercando di prendere la sua
valigia
e
quella di sua madre in mano per salire l'ampia scalinata in marmo.
Ma con uno
schiocco sonoro tutte le valigie volarono in alto e su per le scale.
Lui
guardò l'elfo domestico che aveva alzato le braccia.
-vi mostro
le stanze- esclamò l'elfo e ci precedette a tutti per le
scale.
-la casa è
fantastica!- dissi a Scorpius sorridendogli.
-grazie!-
rispose a sorpresa la signora Malfoy.
La guardai
subito, mentre si guardava intorno con un sorriso incerto.
-l'abbiamo
scelta insieme io e Draco tanti anni fa.
Cercavamo
un posto dove invitare tutti i nostri parenti e amici.
Peccato che
non ci riuscimmo mai...- sussurrò l'ultima frase
triste,
fermandosi
sulle scale e guardando i gradini.
Scorpius
abbandonò la mia mano con un sorriso e andò a
stringerla
con un
braccio.
-vediamo se
ricordo qual'era la tua stanza?- gli domandò.
Saliti
sopra due ampi corridoi si stendevano infiniti.
-allora, ci
sono venti stanze da letto.
Sono quasi
tutte uguali, cambiano vagamente solo i colori e naturalmente
la
vista- spiegò a tutti.
Poi guardò
sua madre.
-e l'ultima
da questa parte è la tua, vero?- chiese a sua madre.
Lei gli
sorrise annuendo.
Io non
potei che guardare Scorpius felice.
Si stava
comportando così bene, non riuscivo a non pensare
quanto
fosse
tenero.
Ma anche
quanto dolore ci fosse ancora nel suo cuore.
Lo
percepivo e lo vedevo nei suoi occhi di tanto in tanto.
Dopo più
di un'ora le ci eravamo tutti sistemati.
Avevamo
occupato più o meno tutte le stanze che davano sul
lago,
ed eravamo
scesi sotto a visitare la villa.
Nel piano
di sotto, c'era un immenso salone,
una sala da
pranzo anch'essa immensa,
e una
cucina che brillava!
Per non
parlare della biblioteca studio.
Era
bellissima ed enorme.
Tutti gli
scaffali con tutti quei libri mi fecero girare la testa.
Era
meravigliosa.
Scorpius mi
guardò con sguardo rapito.
-penso che
nessuno nella mia famiglia abbia letto più di dieci libri
però
una
libreria del genere ci deve essere,
diceva mio
nonno, per dare una buona impressione!- raccontò divertito.
Io sorrisi
guardandomi intorno.
La madre di
Scorpius era rimasta in camera, James era ancora nella sua
stanza di
sicuro a scrivere una lettera, e tutti gli altri ci stavano
guardando
intorno incuriositi
e forse stupiti.
Riconobbi
il mio stesso sguardo nel volto di mia madre,
anche lei
entusiasta quanto me.
*****************************************************************
-non c'è
l'albero di natale!- esclamai sorpresa.
Era da un
po' che sentivo che in quella meravigliosa villa non c'era qualcosa.
Guardai
Scorpius che annuì.
-ci sono
molti abeti qui intorno.
Possiamo
prenderne uno e addobbarlo- si guardò intorno e
chiamò l'elfo
domestico, che
scoprì si chiamasse Oregon.
-ci sono
gli addobbi per un albero di natale in casa?-
l'elfo
annuì correndo a prenderli.
-allora
andiamo a tagliare un albero!- esclamò Ron contento di poter
fare
qualcosa.
Armati di
un'accetta andammo tutti con entusiasmo nel boschetto sul retro della
casa.
Io presi
una bella manciata di neve e preparai una bella palla.
La lanciai a
Rose e scoppiai a ridere guardando la sua espressione stupita.
-Lily-
disse divertita e si abbassò a prendere un p di neve.
Diedi il
via a una bella guerra di neve, dove giocammo tutti noi
“giovani”,
mentre i nostri
genitori discutevano sull'albero migliore da
tagliare.
Mi
abbandonai sulla neve totalmente e mossi gambe e braccia per
fare
un
angelo di neve.
Gli altri
erano più o meno sfiniti come me e di certo avevano anche la
neve
dappertutto.
Io mi
sentivo completamente bagnata.
Tutti ci
sedemmo per guardare zio Ron dare il primo colpo al tronco e ci
rotolammo dalle risate quando lo scossone fece cadere un sacco di
neve su di lui, seppellendolo.
******************************************************************
Quasi caddi
a terra per il ridere.
Tentai di
respirare e mi avvicinai a lui tentando di pulirgli la faccia.
Lui mi
guardò accigliato perchè continuavo a ridergli in
faccia.
-ridi e?- e
mi lanciò una palla di neve in viso.
Non
riuscivo a smettere di ridere mentre prendevo altra neve per
lanciargliela addosso.
Avevamo più
di quarantanni ma in quel momento mi sentì come se fossi
tornati al
nostro primo natale a Hogwarts.
********************************************************************
Entrai
nella vasca e l'acqua calda mi fece sentire meglio.
Eravamo
tornati da poco dalla nostra “impresa”, trovare
l'albero adatto,
ed eravamo tutti
bagnati fino alle ossa.
Ma
probabilmente non eravamo così felici tutti insieme da
tempo.
Sorrisi
pensando a noi che ci lanciavamo neve e scoppiai
a ridere
ripensando ai nostri genitori che si rotolavano nella neve ridendo.
Ero così
contenta!
La radio
che avevo acceso prima di entrare fece partire una nuova canzone.
L'ascoltai
attentamente, la conoscevo a memoria perchè era una delle
mie
preferite.
Ti
sento nell'aria che è cambiata
che
anticipa l'estate
e
che mi strina un po'
io
ti sento passarmi nella schiena
la
vita non è in rima
per
quello che ne so
ti
sento nel mezzo di una strofa
di
un pezzo che era loffio
ed
ora non lo è più
io
ti sento lo stomaco si chiude
il
resto se la ride appena ridi tu
qui
con la vita non si può mai dire
arrivi
quando sembri andata via
ti
sento dentro tutte le canzoni
in
un posto dentro che so io
ti
sento
e
parlo di profumo
t'infili
in un pensiero
e
non lo molli mai
io
ti sento
al
punto che disturbi
al
punto che è gia tardi
rimani
quanto vuoi
qui
con la vita non si può mai dire
arrivi
quando sembri andata via
ti
sento dentro tutte le canzoni
In
un posto dentro che so sempre io oh oho oh oh
io
ti sento c'ho il sole dritto in faccia
e
sotto la mia buccia
che
cosa mi farai
e pensai a
Scorpius.
Lavata e
vestita uscì dalla stanza ma era ancora tutto deserto
intorno.
Ancora gli
altri erano in bagno, probabilmente.
Ma io avevo
voglia di vedere Scorpius.
Era un
bisogno immenso che mi impediva di ragionare.
Così
bussai alla sua porta piano, sperando mi aprisse.
E fui
esaudita.
Doveva
essere appena uscito dalla doccia.
Aveva i
capelli bagnati e disordinati, un asciugamani con cui sicuro se li
stava tentando di asciugare e una camicia nera, come i pantaloni, che
era abbottonata male.
Sorrisi
guardandolo negli occhi e ritrovandomi nel riflesso.
Era
incredibile come solo vederlo mi riempisse di tutta questa
felicità.
-ciao!- mi
accolse sorridendo.
Io entrai
chiudendo la porta, nel caso uscisse in quel momento mio
padre,
e mi
misi in punta di piedi, abbracciandolo per il collo e baciandolo.
Lui mi
strinse subito a se, abbassandosi un po' e facendo cadere a terra
l'asciugamano.
Lasciai un
attimo le sue labbra per sorridergli.
-sono
davvero felice! Per tutto.
Per noi,
del fatto che stiamo così bene tutti insieme,
di questo
natale qui. E ti amo sempre di più!- gli sussurrai.
Avvicinò
le sue labbra alle mie con forza e mi baciò al lungo,
facendo
dimenticare dov'ero, chi ero e tutto il resto!
Niente era
importante se no noi due.
Ma de
rumori alla porta e qualcuno che bussava ci interruppe.
La voce di
Oregon ci informò che il pranzo sarebbe stato servito tra
dieci
minuti esatti.
-grazie-
disse Scorpius staccandosi dalle mie labbra.
Io gli
guardai la camicia e presi a sbottonargliela.
Lui mi
guardò arrossendo.
-cosa fai?-
mi chiese.
-ti sei
abbottonato male la camicia. Sembri un bambino.
Vuoi che ti
vesto io la prossima volta?- chiesi maliziosa.
Lui mi
accarezzò il viso, sorridendomi in quel modo che mi faceva
sciogliere,
come succede nei
cartoni.
-è una
buona proposta!- mi disse prima di avvicinarmi a lui di nuovo e
baciarmi.
********************************************************
Eravamo
scesi sotto e parlavamo del fatto che l'albero
sarebbe
stato proprio bene nel salone quando l'elfo domestico ci disse che
potevamo sederci.
Mi guardai
intorno e accigliato notai che mancavano proprio Rose e Scorpius.
E Rose non
era mai in ritardo.
-dov'è
Rose?- chiesi guardando Hermione.
Lei
sorrise, intuendo la mia preoccupazione.
-starà
vendendo. Andiamo a sederci, Oregon stà andando
già a chiamarli!-
tentò di
tranquillizzarmi.
Ci sedemmo
e dopo poco entrarono Rose e Scorpius, tendendosi per mano.
Io li
fulminai con lo sguardo.
Fino ad ora
mi ero dimenticato che quei due ormai stavano insieme.
Avevo
tentanto di non farci più caso.
Ma la mia
preoccupazione rimaneva.
Quel
pomeriggio avrei dovuto parlare un po' con quel ragazzo,
giusto per
chiarire qualche punto!
**********************************************************
E con i
pensieri di Ron questo capitolo si conclude.
Chiedo
perdono per il ritardo nel pubblicare questo capitolo,
non penso
di
aver mai lasciato passare più di tre giorni tra un capitolo
e
l'altro.
Comunque
ora sono tornata!
Spero
piaccia questo capitolo!
E
ringrazio davvero tutti quelli che hanno aggiunto questa storia tra i
loro preferiti, siete 18 ora! Grazie mille!
Grazie a
rosie_lu che ha recensito nello scorso capitolo!
Sono
felice che ti piacciano i momenti Rose-Scorpius.
Ringrazio
anche il mitico liga e le sue fantastiche canzoni.
Ma un
grazie speciale alla mia migliore amica che mi è sempre
vicina e che
mi ha aiutato di nuovo a uscire dalla mia depressione insensata, come
al solito.
Se non
ci fosse lei io probabilmente sarei combinata davvero male.....
grazie mille!
Un
bacione a tutti e grazie a chi ha letto e a chi leggerà
questo
capitolo.
Vi adoro
tutti!
Al
prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** 21. vacanze in famiglia (seconda parte) ***
Ventunesimo
capitolo: vacanze in famiglia (seconda parte)
-hai capito bene?-
chiesi guardando Scorpius severamente.
Vidi Scorpius
indugiare un po', forse un po' imbarazzato,
e poi annuire.
-si. Ma ...-
interruppi subito le sue proteste.
-se farai come ti
abbiamo detto andrà tutto bene. O mi vuoi fare arrabbiare?-
domandai.
Lui scosse subito
il viso.
-no signor...
Hermione. Vi chiamerò per nome, va bene.
Però mi
sembra di non darvi il dovuto rispetto- riuscì a spiegare.
Sorrisi e guardai
Harry e Ginny, che ridevano anche loro.
-tu dacci del tu e
chiamaci per nome, e non ti preoccupare di nient'altro. Ti abbiamo dato
noi il permesso!- dissi decisa.
Poi mi voltai a
guardare mio marito.
Qualcosa nel suo
viso mi fece capire che voleva dire qualcosa, ma non sapeva esattamente
come dirlo.
Lo guardai
preoccupata, ipotizzando cosa stesse pensando.
Rose e Lily erano
in cucina e c'eravamo solo noi quattro nel salone con Scorpius.
Avevamo messo
l'albero al centro del salone e aspettavamo Oregon che era andato a
prendere le cose per addobbarlo.
Guardai di nuovo
Ron che si stava facendo coraggio.
Mi chiesi ancora
più preoccupata come avrebbe iniziato.
Ma l'entrata di
Rose con Oregon e Lily lo fermò del tutto.
-ora possiamo
cominciare!- esclamò Rose sorridendo a mio padre.
Lui
abbandonò l'aria seria e accigliata per un gran sorriso.
Fin da quando aveva
poco più di qualche mese era un tradizione per Ron e Rose
fare l'albero insieme.
A Ron non era mai
piaciuto fare l'albero prima di avere Rose.
Poi era diventato
un piacere per lui guardarla mentre felice e contenta provava a mettere
le sfere colorate.
E per me era sempre
stato un piacere guardarli.
Mi riempiva il
cuore di felicità vederli così dolci insieme.
Ora non c'erano
solo loro, ma li aiutavamo tutti, ma gli sguardi che si lanciavano e le
battute che li facevano ridere entrambi creavano un'atmosfera intima
tra di loro.
**********
-dove vai?- mi
chiese guardandomi.
Mi avvolsi la
sciarpa intorno al collo prima di rispondere.
-ho degli esercizi
di magia da fare, se non ricordi!
Ed è
meglio uscire di casa, se non vuoi che rischio di demolirla.- dissi
scherzando.
Scorpius mi sorrise
avvicinandosi.
Poi mi
sistemò i capelli e il berretto di lana che avevo in testa
con una tale dolcezza che se avessi potuto mi sarei sciolta.
Poi mi
guardò divertito toccandomi la punta del naso con l'indice.
-posso venire con
te? Sono curioso di vedere questi esercizi!-
-certo- accettai
subito e aspettai che si mettesse su il cappotto.
Poi imbacuccati
uscimmo prendendoci per mano.
Il pomeriggio stava
per giungere al termine.
Il sole stava
tramontando dietro le montagne che si tingevano di rosa.
Era uno spettacolo
bellissimo.
Ci avvicinammo a
una panchina posta in un posto adatto per vedere il lago e Scorpius
tolse la neve per potersi sedere.
Io mi sedetti
accanto a lui, intrecciando di nuovo le dite con le sue.
Poi guardai di
nuovo il lago.
-devo provare la
manipolazione dei materiali.
E pensavo di
iniziare con la neve.
Dovrebbe essere
facile- dissi guardandomi in giro per cercare una parte con
più neve.
-fai pure. Io ti
guardo. E se hai bisogno sono a disposizione- mi sussurrò
all'orecchio.
Rabbrividì
e dovetti riprendere il respiro tranquillamente per cercare di
concentrarmi.
***
Si
irrigidì e si concentrò su un punto.
Mi avvicinai ancora
di più a lei e cercai di guardare dove stava puntando lo
sguardo.
Fui sicuro del
punto quando vidi una sfera di neve alzarsi e rotolare.
Si ingrandiva
sempre di più, mentre piccole palle di neve si alzavano da
terra e si compattavano insieme.
Notai la perfezione
di quella sfera che si andò a posare sul terreno e ne
iniziò un'altra.
Ma questa volta la
fece di poco più piccola e la mise sopra l'altra.
-vuoi fare un
pupazzo di neve?- gli chiesi tornando a fissarla. E non potei
più guardare nient'altro.
Era meravigliosa.
Le sue guance erano
leggermente rosse per il freddo, il cappellino che io stesso gli avevo
sistemato la faceva sembrare tenerissima, come tutta lei imbacuccata
completamente per non sentire freddo.
Mi avvicinai come
avevo fatto prima al suo viso, appoggiando il viso tra i suoi capelli.
Mi persi nel suo
profumo mentre lei rispondeva.
-diciamo che
stò cercando di farlo. Che ne pensi?-
mi
domandò.
Io non guardai
neanche il pupazzo di neve ma spostai i suoi capelli dietro l'orecchio
e gli sussurrai che era bellissimo. Poi gli baciai l'inizio della
mascella, proprio sotto l'orecchio: unico punto che potevo raggiungere
senza togliere la sciarpa.
Lei
rabbrividì e sentì un tonfo.
-mi hai fatto
perdere la concentrazione.
Ho appena rotto il
pupazzo di neve- esclamò lei.
Ma sembrava
più divertita che arrabbiata.
Diedi una leggera
occhiata ora al cumulo di neve davanti a noi. Poi abbassai di poco la
sciarpa e gli baciai il collo.
Con la mia mano
sinistra la spinsi un po' più vicino a me, spingendola per
il fianco.
La sentì
quasi sciogliersi tra le mie braccia, voltò il viso verso il
mio e io la baciai.
Non penso ci siano
parole per descrivere tutte le infinite sensazioni che provo ogni volta
che bacio Rose.
Ma la
più forte delle sensazioni, quella che influiva
incredibilmente su tutto era l'amore.
Ne ero certo!
******
Incredibile come
anche il freddo scomparve.
Non mi interessava
altro che avvicinarmi sempre di più a lui.
Spinta dalla
passione di quel bacio mi ritrovai inginocchiata sulla panchina, le
mani guantate tra i suoi capelli e le sue invece sui miei fianchi.
Non mi accorsi
neanche che la mia forza era ancora a briglia sciolta.
Non sentimmo che
iniziava a nevicare. Tutto intorno a noi si era creata la mia bolla
protettiva. Ma ci accorgemmo dopo di essere al buio. Mi guardai attorno
incerta staccandomi appena dal suo viso e non abbandonando la
posizione.
-l'hai creata tu
questa specie di... bolla?- mi domandò Scorpius.
Annuì,
anche se non l'avevo fatto consapevolmente.
-siamo isolati dal
mondo- realizzai stranamente.
Dentro mi si
creò una sensazione stranissima, che non so esprimere....
fatto sta che
guardai infastidita la sua giacca chiusa e la mia, che ci ingombravano
e ci dividevano.
Feci per aprire la
sua quando una voce da fuori ci richiamò. La bolla esplose
senza che io facessi niente più che spaventarmi e ci
ritrovammo tutti e due sommersi da neve. Ci guardammo e non potemmo non
scoppiare a ridere. Poi ci alzammo e tornammo a casa.
La casa ora era
addobbata a festa. Era bellissima, sembrava una di quelle case che si
vedono nei film.
E l'albero che
avevamo finito di fare il pomeriggio era uscito benissimo!
E domani sarebbe
stata la vigilia di natale.
Iniziavano
già a esserci i pacchetti sotto l'albero, e io quella sera
dopo cena misi i regali che avevo fatto.
Mi guardai intorno.
Quasi tutti erano
già andati a letto, erano rimasti solo i miei genitori e i
miei zii.
Diedi la buonanotte
e mi misi il pigiama. Ma il sonno non veniva.
Indecisa su cosa
fare fissavo la porta sbuffando. E con mia grande sorpresa la porta si
aprì.
************
-Harry...- ero
molto esitante. Harry stava sistemando la legna nel camino, eravamo
rimasti solo noi due e stavamo andando entrambi a letto.
-che c'è
Ron?- mi chiese.
-tu non sei mai
preoccupato per Lily... cioè... ecco che faresti se pensassi
che... be che lei possa combinare qualcosa con il suo ragazzo?-
domandai incerto.
Speravo di non
metterlo in paranoia e mi sorpresi nel vederlo sorridere.
-certo che sono
preoccupato, ogni giorno di più.
Quando sono andato
a Hogwarts ero sollevato solo dalla possibilità di poterla
controllare meglio.
Era un punto in
favore a quella scelta pazzesca.
Ma poi l'ho vista
felice, e ho pensato che se mi fossi messo in mezzo avrei fatto un
grande errore.
Le donne sono
strane, e anche le adolescenti.
Che ne so io se la
mia raccomandazione non faccia scattare qualcos'altro a cui non pensavo?
La maggior parte
delle volte che si dice a una persona di non fare una cosa, alla fine
la fa solo perché l'hai proibito!
Anche se non penso
che Rose si comporterebbe così penso che le rassicurazioni
di Hermione bastino!-
lo guardai
accigliato. Possibile che fossi un libro aperto?
Sbuffai.
Lui mi mise una
mano sulla spalla.
-sai che Amber e
Albus si sono messi insieme questa estate, vero? Sotto le pressioni di
Ginny ho cercato di fargli un discorso. Ma lui sai che mi ha detto?
“papà, è inutile che mi fai il
discorso sulla responsabilità e tutto il resto. Ti ha
anticipato Rose, me lo ha fatto già il giorno che ha capito
che ci siamo dichiarati!-
ne rimasi
piacevolmente sorpreso.
-Rose è
una ragazza con la testa apposto.
Stai sicuro che se
prenderà una decisione non sarà una decisione
avventata. E conoscendo i genitori so che sarebbe impossibile
convincerla a cambiare idea!-. Annuì.
Aveva ragione e
incredibile quanto ora mi sentissi più sollevato!
-grazie amico!- lo
ringraziai mentre salivamo sopra ognuno nella propria stanza.
******************
Impossibile
descrivere le sensazioni che provai mentre lo guardavo entrare.
Non
riuscì a concentrarmi se non sul suo viso.
Era così
bello, così meraviglioso.
Non ebbi neanche un
attimo di esitazione.
Lo attirai a me e
lo baciai con passione.
Volevo amarlo, ne
ero sicura.
Gli sfilai la
camicia quasi senza accorgermene e lo vidi esitare, guardandomi
insicuro.
-ti amo e voglio
essere tua, ora e per sempre!- esclamai.
-ne sei sicura?- mi
domandò.
-certo che si.
Altrimenti non direi mai una cosa simile- lo rassicurai prima di
baciarlo con passione.
Abbandonai le sue
labbra solo per lasciarmi sfilare la maglia.
Le sue labbra mi
lasciarono una sciai di fuoco sul collo e poi su tutto il corpo.
Gemetti sotto i suoi baci.
Lo amavo. E fu come
se avessimo preso a volare in una bolla di sapone, lontano da tutti a
da tutto.
Io, lui e
nient'altro.
Nient'altro che noi!
E quella notte
diventammo una cosa sola!
**********************
Scusatemi
davvero per il ritardo.
Ecco un
nuovo capitolo!
Tra i
compiti e le interrogazioni diventa sempre più difficile
trovare il tempo per scrivere....
non aiuta
neanche dover rimanere a scuola tre pomeriggi alla settimana per i
corsi di approfondimento... non ho proprio più tempo!
Spero
quindi mi capirete!
Grazie
rosie_lu, non ti preoccupare. Come vedi ti capisco in pieno, la
mancanza di tempo è una disgrazia.... grazie mille e spero
che questo capitolo ti piaccia!
Grazie
jadina94 per la tua recensione. Come posso non capirti? A me la vodafon
non rispondeva più per quante volte avevo chiamato
perchè avevo problemi con internet.
Spero che
i tuoi problemi si risolvino e che tu possa leggere e recensire presto
questo capitolo!
Un bacio
enorme a chi ha letto e a chi continuerà a leggere.
Scusatemi per eventuali errori! Un bacio e al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** 22. Foto e ricordi ***
Ventiduesimo
capitolo: foto e ricordi
Stavo dormendo con
un dolce fardello sul petto.
Strinsi a me quel
tesoro, la cosa più importante della mia vita, la mia unica
questione di vita e aprì gli occhi per guardarla. E accanto
a me, da una specie di radio uscì fuori una canzone.
Potrei stare ore e
ore qui
ad accarezzare
la tua bocca ed i
tuoi zigomi
senza mai parlare,
senz'ascoltare
altro nient'altro che
il tuo respiro
crescere,
senza sentire altro
che noi
nient'altro che
noi.
Potrei star fermo
immobile
solo con te addosso
a guardare le tue
palpebre
chiudersi ad ogni
passo
della mia mano
lenta che scivola
sulla tua pelle
umida
senza sentire altro
che noi
nient'altro che
noi.
Non c'è
niente al mondo
che valga un
secondo
vissuto accanto a
te, che valga un gesto tuo,
o un tuo movimento,
perché
niente al mondo
mi ha mai dato
tanto
da emozionarmi come
quando siamo noi,
nient'altro che
noi.
Potrei perdermi
guardandoti
mentre stai
dormendo,
col tuo corpo che
muovendosi
sembra stia
cercando
anche nel sonno di
avvicinarsi a me,
quasi fosse
impossibile
per te sentire
altro che noi,
nient'altro che
noi.
Non c'è
niente al mondo
che valga un
secondo
vissuto accanto a
te, che valga un gesto tuo,
o un tuo movimento,
perché
niente al mondo
mi ha mai dato
tanto
da emozionarmi come
quando siamo noi,
nient'altro che noi.
Mai canzone
più azzeccata di questa.
Osservai Rose
svegliarsi lentamente e guardarmi alzando il viso, stringendosi a me e
sorridendomi.
-buongiorno!- mi
disse.
Io gli accarezzai i
capelli scombinati sentendomi l'uomo più fortunato della
terra.
-buongiorno anche a
te, amore!- la salutai mentre la mia mano scendeva sul suo mento.
Le si
alzò sulle braccia e arrivò all'altezza del mio
viso e mi baciò.
Baciarla e sentire
la mia pelle a contatto con la sua, senza veli a dividerci era una
sensazione unica.
La strinsi a me
mentre ripensavo a quella canzone che avevo sentito prima.
E spontaneamente
una strofa che non avevo mai sentito mi venne in testa.
e basta chiudere
gli occhi per sentire che
non può
esistere altro che noi,
nient'altro che noi
************
Accarezzai il petto
di Scorpius mentre cercavo di riprendere a respirare normalmente.
Anche il suo
respiro era corto e poggiai il viso sul suo petto respirando a pieno il
suo profumo.
La radio sul mio
comodino, che era impostata per svegliarmi ogni mattina, cantava ormai
da un'ora.
Il che voleva dire
che era ormai ora di alzarsi.
Anche se non ne
avevo per niente voglia.
Avrei voluto per
sempre restare con lui, in quel letto.
-buona vigilia di
natale!- esclamai rendendomi conto di che giorno era quello.
Mi sorrise.
-già,
domani e natale. E purtroppo mi sa che dobbiamo scendere sotto...- mi
disse tristemente.
-ma prima dovremmo
farci una doccia- osservai.
Non l'avevo detto
con maliziosità ma mi resi conto che non mi sarebbe per
niente dispiaciuto.
Lui infatti mi
sorrise. E andammo insieme nel mio bagno.
*************
La guardai mentre
mangiava, tranquilla, ascoltando suo padre che raccontava di uno dei
tanti natali passati.
Aveva un viso
così dolce e bello.
-me la ricordo
ancora quando si era impiastricciata tutta di cioccolata!-
rammendò suo padre sorridendogli.
Lo guardai stupito.
-davvero?- chiesi.
Lui
annuì.
-era la vigilia di
natale, come ora, e Hermione era in cinta.
E gli era venuta
una voglia di cioccolata- iniziò a raccontare.
-papà ma
perchè lo devi raccontare?- chiese Rose arrossendo.
-perchè
dovevi vederti. Avevi solo due anni, eppure appena ci siamo distratti
ti sei buttata addosso tutta la ciotola con l'impasto della torta che
stava preparando tua madre. Gli abbiamo fatto un sacco di foto prima di
ripulirla!- sghignazzò Ron.
Anch'io risi,
seguito da molti.
Immaginai la mia
Rose piccola, tutta coperta di cioccolata.
Avrei tanto voluto
vederla.
-e ti ricordi di
quando correva in giro per casa con il pannolino sulla testa? Aveva
solo un anno ma correva che non gli stavamo quasi dietro!-
rammentò Hermione.
Rose divenne dello
stesso colore dei suoi capelli.
-va bene, se
cercavate di farmi vergognare a morte ci siete riusciti! Avete finito,
vero?- domandò seccata.
-mi piacerebbe
tanto sapere qualche altro aneddoto di te da piccola!- la supplicai.
Lei
sbuffò mettendo su un broncio adorabile ma Ron rise.
-ce ne sarebbero un
milione. È ho anche qualche sua foto da piccola nel
portafoglio- esclamò guardandosi in tasca.
Io mi alzai subito
per vederle.
E guardai Rose che
sorrideva buffa e piccola in ogni foto.
Alcune volte
accompagnate da Hugo,
altre volte lei da
sola, come una di lei a poco più di sei
anni su un pony,
oppure lei che leggeva un libro più grande di lei.
La guardai felice
per la sua felicità, la voglia di vivere che emanava.
E poi
spuntò Rose da dietro le nostre spalle e prese il
portafoglio con il portafoto.
-se non volete che
le getto subito nel camino fate i bravi e finitela di parlare di me da
piccola!- esclamò.
Io risi guardando
la sua espressione seria.
Aveva una leggera
increspatura tra gli occhi, che le dava un'aria corrucciata e
divertente.
Avrei voluto
abbracciarla e convincerla a lasciarmi guardare quelle foto, in modo
che potessi scoprire parti del suo passato che non potevo conoscere in
altro modo.
Ma non era una
buona idea, con tutti i suoi parenti presenti. Quindi mi limitai a
guardarla accigliato.
-avanti Rose.
Perchè ti vergogni. Eri meravigliosa!-
-certo! Vediamo se
non reagiresti come me se vedessi le tue foto a piccolo!- mi
sfidò.
Cercai di rimanere
impassibile, di non mostrare cosa le sue parole avessero risvegliato
dentro di me.
E non ebbi neanche
il coraggio di guardarla negli occhi, per non tradirmi.
Ma non potei non
sentire mia madre che diceva ad alta voce.
-volete vedere il
mio Scorpius da piccolo? C'è una foto di la. Oregon vai a
prendere la foto nella mia stanza- ordinò mi madre all'elfo,
che corse subito di sopra.
-anche il mio
Scorpius era un bambino adorabile da piccolo. Un angelo- raccontava mia
madre a Hermione.
Chiusi gli occhi e
sentì la mano di Rose stringere la mia.
******************
Non avevo pensato.
Non credevo che una sola frase potesse farlo sentire male.
Probabilmente
perchè ignoravo che l'unica foto che c'era in quella casa
fosse quella con Scorpius che abbracciava suo padre.
Mi maledissi
mentalmente così tante volte che persi il conto, mentre
ascoltavamo la signora Malfoy parlare a vanvera mentre si perdeva nei
suoi ricordi,
pieni di amore per
suo marito e suo figlio.
Alcune cose, capii
dallo sguardo che gli lanciava avvolte Scorpius, sembravano essersi
deformate rispetto alla realtà.
Ma vidi zia Ginny
felice guardare la madre di Scorpius.
Evidentemente
parlare con tutta quella serenità non poteva che fargli
bene.
-questa foto
è stata scattata quando tuo padre ti ha regalato la tua
prima scopa- ripetè di nuovo lei.
Io vidi Scorpius
allontanarsi lentamente.
Lo seguì
subito.
Arrivammo nello
studio e lui si avvicinò alla finestra, fino a toccare con
la fronte il vetro.
Lo abbracciai. Lui
dopo aver ricambiato la stretta cercò di parlare. Non so
cosa mi volesse dire ma l'emozione lo bloccava. Anzi, direi il dolore.
Gli accarezzai la
guancia.
Lui allora mi
sorrise e mi baciò dolcemente.
Quando
lasciò le mie labbra non aveva più neanche una
punta di dolore negli occhi.
-è
meglio che torniamo di la. Se non fermo mia madre non oso pensare cosa
potrebbe raccontare ai tuoi genitori!- disse scherzando.
Per tutta la
giornata aspettai che ricomparisse quel dolore struggente. Negli ultimi
tempi mi ero illusa che fosse passato, ma la perdita del padre non era
una cosa che si poteva superare facilmente. Anzi, probabilmente non
l'avrebbe mai superata del tutto.
Specialmente
perchè dentro di se si sentiva in colpa.
Ma era la vigilia
di natale, tutto era perfetto e tutti noi diventammo sempre
più felici.
Mi piaceva davvero
come tutti andassimo d'amore e d'accordo.
E dopo mangiato ci
sedemmo tutti in salone, sui divani vicini al camino per guardare le
fiamme in silenzio.
Io mi ero seduta
vicino a Scorpius e lui mi aveva stretto a se con un braccio sulle
spalle.
Aveva fatto quel
gesto con una certa preoccupazione e esitazione ma alla fine si era
fatto coraggio.
E i miei non
avevano avuto niente da dire, tranne una prima occhiata di fuoco che ci
lanciò tutto andò a meraviglia.
Parlammo di tutto e
di più. La serata passò tranquilla e serena
mentre Lily trovava sempre un argomento su cui discutere. L'ultimo in
questione era la sua scelta di prendere il posto di cercatore nella
squadra di grifondoro il prossimo anno.
-riuscirai a
portare la squadra alla vittoria?- chiese Albus guardando la sorella
divertito.
-certo fratello. E
anche meglio di te!- rispose lei facendogli una linguaccia.
E poi l'orologio
battè mezzanotte.
Uno... due... tre
rintocchi...
***********************
Si, il
capitolo finisce così. Spero che anche questo capitolo vi
piaccia.
Non volevo
finirlo, avevo molto altro da scrivere ma poi sarebbe stato troppo
lungo, quindi meglio finirlo qua.
Un bacio
enorme alla mia amica del cuore. Oggi la giornata sembrava
interminabile ma alla fine è finita. Speriamo di essere
interi domani!
Grazie a
rosie_lu per il tuo commento.
Mi fa
piacere che piaccia la scena tra Scorpius e Rose con la neve.
Mi
è venuto molto spontaneo scriverla, come ho già
detto altre volte i miei personaggi hanno deciso cosa fare da soli.
Jadina94
grazie mille anche a te. Anche a me piace molto com'è uscito
il pezzo della neve. Forse un po' meno la fine, che mi ha dato un po'
di grattacapi....
Un grazie
di cuore a tutti quelli che leggono e continueranno a farlo!
E
ringrazio il mitico Max per la fantastica canzone che ho inserito!
Questa
volta sono riuscita a pubblicare presto come al mio solito!
Spero che
potrò farlo ancora in seguito!
Un bacio
enorme a tutti! Al prossimo cap!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** 23. Notte di Natale! ***
Ventitreesimo
capitolo: notte di natale!
… dieci.. undici... dodici!
-Buon natale!-
disse un voce proveniente dalla porta.
Ci girammo tutti
verso la porta giusto in tempo per vedere un uomo entrare nella stanza.
Era alto, aveva
lunghi capelli bianchi legati in una coda ma non dimostrava
più di trentanni.
Aveva una lunga
veste da mago nera e un bastone bianco, di avorio con fari intagli
dalle forme particolari.
Il suo viso era di
una perfezione mai vista, ma gli occhi facevano paura.
Ricordavano per
certi versi quelli di Scorpius, ma allo stesso tempo non potevano
essere così diversi.
Gli occhi di
Scorpius erano un azzurro chiaro che molte volte ricordava il ghiaccio.
Quelli di
quell'uomo gelavano in un attimo.
Ed erano quasi
bianchi.
Le pupille nere
risaltavano su quel quasi bianco donandogli uno sguardo degno di un
fantasma.
******
-ho gelato
l'atmosfera?- disse facendo scorrere lo sguardo,
fino al mio.
Sapevo che l'avevo
già visto da qualche parte.
Ma il mio ricordo
era molto sfogato.
-Scorpius, guardati
come sei cresciuto. Assomigli così tanto a tuo padre!-
proseguì avvicinandosi a me.
Gli stavo per
chiedere chi fosse quando lui voltò lo sguardo verso mia
madre, che lo guardava con gli occhi sbarrati.
-Astoria! Tu ti
ricordi di me, vero?- domandò.
La sua voce fredda
e monocorde sembrò molto una minaccia.
-mi scusi ma lei
chi è?- chiese Harry.
Notai gli sguardi
dei presenti, tutti accigliati e seri.
L'uomo lo
guardò e rispose sempre con lo stesso tono.
-sono Stone Skin.
Il padrino di Scorpius- spiegò tornando a guardarmi.
-e vorrei tanto
parlare con il mio figlioccio in privato, ve lo terrò
impegnato solo per un po'. Intanto continuate a festeggiare, non volevo
di certo rovinarvi la festa- e s'incammino come se fosse stato a casa
sua, facendo strada sicuro verso la biblioteca.
Io non guardai
nessuno, ma lo seguì subito.
La sua camminata mi
ricordò come camminava mio nonno.
Lui
spalancò la porta precedendomi.
Lo seguì
chiudendo la porta.
-ti ricordi di me,
Scorpius?- chiese.
E quel tono di voce
mi ricordò di lui.
Fu come un flash
back.
I suoi
occhi e la sua voce gelida.
E anche le
sue mani fredde. Ricordavo di averle sentite gelate mentre mi sfiorava
la testa.
E guardava
mio padre che aveva un'espressione spaventata.
-hai fatto
la scelta giusta. Vedrai che non ci saranno più problemi,
anzi, tutto andrà per il meglio- sussurrò gelido.
Ricordavo
mio padre che balbettava
-non farai
del male...-
-tu fai la
tua parte, io farò la mia!- concluse lui e si
voltò, sempre col suo mantello nero sulle spalle, sempre col
suo bastone che batteva sul pavimento di legno.
Vidi mio
padre accasciarsi sulla poltrona, nascondendo il viso tra le
mani.
E una
risata fredda e stridula.
Lui si sedette
sulla sedia dietro la scrivania, come se fosse il padrone di casa e mi
gelò con lo sguardo.
-dobbiamo parlare!-
********
-chi è?-
gli chiesi alla signora Malfoy.
Lei non mi
guardò ma rispose.
-è un
amico di famiglia Malfoy.
Draco mi ha detto
che era un amico di suo nonno e che ci teneva ad essere il padrino di
Scorpius.
L'ho incontrato
poche volte, ogni volta parlava con Draco per ore, poi spariva e
arrivava solo qualche sua lettera.
Non è
mai cambiato. È sempre uguale a 10 anni fa...-
sussurrò sconvolta.
Guardai mio padre
spaventata.
Avevo paura, una
vera paura incredibile che mi divorava da dentro.
Avevo voglia di
correre di là e mettermi tra Scorpius e quell'uomo. Non
sapevo cosa avrebbe fatto, cosa sarebbe successo, ma sapevo che non
sarebbe stato niente di buono.
****************
Rimasi un attimo a
pensare a cosa dire o fare.
Poi aprì
la porta e mi trovai davanti Rose.
La vidi
preoccupata, in agitazione e subito gli sorrisi per rassicurarla.
-va tutto bene. Il
signor Skin rimarrà qui da noi per queste vacanze.
Ma non dovremmo
scambiarci i regali?- chiesi tornando in salone.
-Tutto bene
Scorpius?- chiese Ron. Mi avevano circondato tutti.
Io annuì.
-tutto bene.
Semplicemente si è scusato per non essere venuto al funerale
di mio padre, e mi ha chiesto se potevo ospitarlo, che ha un problema
economico.
Ma entro questa
settimana dovrebbe risolvere tutto.
Quindi non
c'è niente di cui preoccuparsi- strinsi la mano di Rose
felice di trovare il suo calore.
-va bene. Allora
iniziamo gli scambi di regali!- esclamò Rose, capendo che
non avrei voluto parlarne.
Ringraziai la
perspicacia di Rose e tirai un sospiro di sollievo.
Potevo dirmi salvo
per un po'.
****************
-secondo te chi
è quel tizio?- mi chiese Hermione.
-non lo so.
Però lo terremo d'occhio- risposi serio.
Poi la guardai
mentre si guardava allo specchio, osservando la collana che gli avevo
appena regalato.
L'abbracciai da
dietro e gli baciai il collo.
-allora ti piace il
mio regalo?- domandai al suo orecchio.
-certo. E non per
quanti soldi costa o per la bellezza della forma e colori, ma
perchè me lo hai regalato tu!- ribadì girandosi a
baciandomi.
E la nostra
preoccupazione fu scacciata velocemente.
**************
Bussai alla porta e
aspettai.
Ma la voce di
Scorpius uscì dalla porta.
-entra!- e io
entrai.
Lui era sdraiato
sul letto a pancia in sopra, con il braccio sugli occhi.
Mi sedetti sul
letto accanto a lui, pronta ad aspettare.
Ma visto che lui
non si muoveva gli accarezzai la guancia scoperta dal braccio e
sospirai.
-Scorpius- lo
chiamai.
-cosa
c'è?- chiese lui freddo.
Io rimasi sorpresa
dal suo tono.
-non vuoi parlarne-
dissi capendo.
-non c'è
niente da dire. Niente di niente, chiaro?- proseguì lui
sempre freddamente.
-va bene!- dissi
seria.
Calò un
silenzio insopportabile, non uno dei nostri soliti silenzi armoniosi o
al limite imbarazzati che però erano piacevoli. Niente del
genere. Mi sembrava di essere accanto ad un iceberg. Nessuna speranza
di scongelarlo, forse solo il buco dell'ozono mi avrebbe aiutato.
Però
sapevo che andarmene sarebbe stato un errore.
Del resto io volevo
stare lì con lui.
Quindi mi sedetti
meglio sul letto, appoggiando la schiena alla spalliera, e aspettai.
-hai il maglione
che ti ho regalato- esclamò all'improvviso lui sedendosi.
Era passato molto
tempo, almeno un'ora di quel silenzio terribile. Ma adesso il tono
della sua voce prometteva bene.
Gli sorrisi,
allargando le braccia per mostrargli il maglione addosso a me.
Era color panna,
morbido e profumato, e aveva una R e una S intrecciate ricamate a
sinistra, sul cuore.
-certo che l'ho
messo. Anche tu hai la mia sciarpa!- dissi guardandola sul suo collo.
-è
bellissima, non potevo non tenerla. E la cosa che mi piace di
più è che ha il tuo profumo- mi disse
accarezzandomi la guancia.
-bellissima...
diciamo che si vede che l'ho fatta io.
Sembra una
fisarmonica.
E c'è
anche qualche buco... non sono un granché con i ferri....-
mi imbronciai.
-be.. sei umana e
finalmente abbiamo trovato qualcosa che non sai fare alla meraviglia!-
mi sussurrò mentre si avvicinava per baciarmi.
E poi tutta quella
serata scomparve.
Tutta quella
interminabile ora si dileguò, e non rimase altro che amore.
E appena
sciogliemmo quel bacio in cerca di aria gli dissi quello che ancora non
ero riuscita a dirgli per bene.
-buon natale
amore!-
**********************
Ciao a
tutti! Eccomi con un nuovo capitolo.
Era da un
po' che non scrivevo senza tante interruzioni e devo dire che ne sono
felice.
Avevo
finito il capitolo ieri sera ma non sono riuscita a pubblicarlo, quindi
lo faccio stamattina, anche se non mi sento molto bene....
però
spero di poter scrivere, se il mal di testa me lo permette,
così che possa pubblicare qualcosa magari stasera o domani
mattina!
Un grazie
enorme a chi ha recensito!
Jadina94
spero ora davvero che sarai contenta che ho pubblicato presto!
Kate_21,
benvenuta su efp.
Ora mi
potrai recensire qui e non solo via messaggi.
Vi voglio
a tutte un sacco di bene e grazie mille anche a chi legge solo o a chi
ha messo questa storia tra i preferiti e seguiti (anche se precisamente
non capisco la differenza...)
Spero che
continuerete a leggere questa storia, che non fa altro che prendere
pieghe strane e improvvise da sola....
al
prossimo capitolo!
Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** 24. sono riuscita a farti sorridere ***
Ventiquattresimo
capitolo: Sono riuscita a farti sorridere!
Le vacanze
proseguirono tranquille.
L'ospite era
silenzioso e quasi invisibile.
Partecipava poche
volte ai pasti e quando lo faceva scambiava solo qualche parola di
cortesia con chi gli rivolgeva la parola.
Presto ci
ritrovammo a non essere più preoccupati da lui.
Tranne Rose.
Spesso la vedevo
irrigidirsi quando entrava e guardarlo preoccupata.
Io non ne volevo
parlare.
La mia discussione
con lui era stata decisamente poco chiara ma di una cosa era certo, non
dovevo dire niente a nessuno.
E avei dovuto
aspettare.
Era il 30 dicembre,
un solo giorno mancava all'inizio del nuovo anno.
E Rose era
scomparsa. Dove si era cacciata?
Si era allontanata
un attimo con Lily dopo pranzo, e pensavo fosse ancora con lei.
Ma avevo trovato
Lily in cucina solo cinque minuti fa senza di lei.
-non so dove sia,
pensavo fosse venuta da te!- mi aveva detto lei confusa.
E adesso stavo
girando casa.
Le dimensioni non
mi facilitavano di certo il compito.
Ma alla fine la
trovai nel posto più ovvio,
maledissi la mia
stupidità.
Era pomeriggio e
come ogni giorno era in cortile a fare i suoi esercizi.
Andai nel suo
solito punto ma ci misi un po' a notarla.
Perchè
la cercavo sulla panchina e invece era in aria.
Era in meditazione,
ma sospesa diversi metri sopra la il mantello che aveva steso sulla
neve.
La guardai rapito
al lungo, mentre accanto a lei si creava una specie di spirale di neve,
che l'avvolgeva senza nemmeno toccarla.
Sorrisi pensando a
lei come una fata delle nevi.
Era così
bella.... così unica e speciale.
Ed era mia. La cosa
ancora mi stupiva e rendeva più felice di quanto potessi
riuscire a pensare.
Mi sentivo come un
contenitore strapieno ma la cosa non mi preoccupava. Purtroppo c'era
una una spaccatura in me, che nei momenti meno opportuni si apriva e mi
faceva male, ma se c'era lei non ci metteva molto a richiudersi con una
grande facilità.
Ma non volevo
pensarci.
E non avrei
più potuto pensarci perchè Rose aveva aperto gli
occhi e aveva iniziato a scendere fino a che non aveva toccato terra.
Mi
guardò sorridendo.
-ciao!- mi
salutò. Io mi avvicinai a lei e la guardai dall'alto,
davvero felice.
-ciao. Hai finito
con i tuoi esercizi o vuoi aiuto?- gli domandai.
-ho finito. Oggi
sono un po' stanca, non voglio strafare troppo. Però volevo
studiare un po'. Che ne pensi?
Studiamo un
pò?- mi domandò.
Io gli porsi la
mano e la sollevai da terra.
Lei mi
abbracciò.
Poi ci avviammo
insieme verso la biblioteca.
Andandocene notai
che non ero stato l'unico a guardare Rose mentre si esercitava.
Dalla finestra al
piano di sopra Stone ci osservava.
Un po' inquieto
strinsi di più a me Rose e lo ignorai.
************************
Ero su un
trampolino.
Avevo un costume
bianco e mi sembrò tutto così reale. Sentivo i
capelli sciolti che mi rimbalzavano sulla schiena, erano bagnati,
mentre facevo oscillare il trampolino.
Sentivo la tensione
delle gambe, che facevano forza sul piano, il mio respiro che cercava
di armonizzarsi e di rallentare il battito del cuore.
Chiusi gli occhi e
sentì con chiarezza le voci accanto a me, voci divertite,
giocose.
E saltai. Mi tuffai
di testa, con le mani davanti con le mani unite. Un tuffo a delfino.
Ma qualcosa non
andava.
Aspettavo che
infrangessi l'acqua da un momento all'altro.
Ma passarono molti
minuti in cui caddi soltanto, ma non toccai niente.
Aprì gli
occhi e non vidi altro che nero.
Provai freddo e
paura, mentre mi giravo su me stessa e vedevo il trampolino
allontanarsi.
Tutto intorno a me
c'era buio e freddo.
Provai a gridare ma
non ci riuscì.
Mi voltai di nuovo
verso il vuoto sotto di me e vidi un pavimento nero, lucido.
Non l'avrei notato
minimamente se non ci fosse stato il signor Skin in piedi là
sotto.
E mentre io mi
andavo a sfracellare sul pavimento, lui mi guardava impassibile e
serio, le mani unite dietro la schiena, tranquillo.
Mi svegliai
urlando, o quasi.
Ero tutta sudata e
tremavo.
Scorpius accese
subito la luce e mi cercò di togliere le mani dal viso, ma
io mi nascondevo gli occhi, non volevo vedere il pavimento che si
avvicinava.
-Rose, calmati. Era
solo un incubo. Rose, amore?- mi sussurrò lui cercando di
tranquillizzarmi.
Riuscì a
staccarmi le mani dal viso e io vidi i suoi occhi preoccupati.
I miei occhi erano
sbarrati dal terrore. Non riuscivo quasi a chiuderli.
Lui prese ad
accarezzarmi i capelli e io iniziai a realizzare che ero al sicuro,
nella stanza di Scorpius, e non stavo cadendo da nessuna parte.
Riuscì a
chiudere gli occhi per realizzare che mi si stavano riempendo di
lacrime. Li sbattei varie volte ma niente, la vista divenne annebbiata.
Scorpius mi strinse
al suo petto e nascosi il viso contro la sua pelle calda.
Calore non freddo.
Era solo un incubo.
Solo un incubo....
******************
Guardai mia figlia
preoccupata.
Era appoggiata alle
braccia conserte sul tavolo e guardava fissa la sua tazza di latte.
Mi sedetti accanto
a lei muovendo la mia mano davanti ai suoi occhi.
Alzò a
malapena lo sguardo nel mio e ritornò a fissare la tazza.
-va tutto bene. Ho
solo dormito male!- mi disse.
La fissai
preoccupata.
-e
perchè non hai dormito bene?- domandai.
-ho fatto un brutto
sogno che mi ha tormentato per tutta la notte, niente di grave- mi
spiegò.
Però
c'era qualcosa che non andava.
Non sapevo se fosse
che aveva detto una bugia ma sicuro mi stava nascondendo qualcosa.
In quel momento
entrò Scorpius, nascondendo uno sbadiglio dietro la mano.
Si sedette accanto
a Rose e Oregon gli porse subito la sua solita colazione.
-neanche tu hai
dormito bene?- domandai.
Li vidi arrossire
tutti e due e feci uno più uno.
Ma la cosa non mi
preoccupò davvero, come l'espressione di mia figlia di poco
prima.
Ora lo sguardo era
più tranquillo, più sereno e solamente stanco, e
tutto solo per Scorpius.
Come mi poteva
preoccupare il fatto che stessero insieme, se si amavano
così tanto?
*******************
Quella sera i
genitori di Rose e Albus avevano deciso di preparare tutto loro. Fino
ad ora avevo cercato di aiutare Oregon durante le cene e lo stesso loro
ma infondo aveva fatto tutto l'elfo.
Quella sera invece
Hermione mandò a riposare forzatamente l'elfo.
E si rinchiusero
tutti e quattro in cucina, per cucinare.
Noi eravamo tutti
in salone ad aspettare che ci chiamassero.
Tutti tranne Stone,
naturalmente.
Era da un po' che
non si faceva vivo.
Ma non me ne
preoccupai. Come avevo già realizzato non dovevo
preoccuparmene.
Accarezzai i
capelli di Rose, che era appoggiata a me.
Il sonno si faceva
sentire a lei era stanca.
Incrocia lo sguardo
di Lily che guardò prima noi due, poi Albus e Amber anche
loro abbracciati e sbuffò.
-certo che essere
l'unica spagliata qui diventa sempre più deprimente.
Dov'è mister tenebra? Almeno non mi sento tanto sola- disse
lei alzandosi dal divano dov'era seduta e guardandosi intorno.
Giusto. Avevo
dimenticato che non tutti ignoravamo Stone.
A Lily stava
simpatico.
La maggior parte
delle volte che qualcuno gli faceva domande e lui rispondeva quella
persona era Lily.
Rose era molto
preoccupata, ma ancora non aveva sollevato la questione. Speravo che
non l'avrebbe fatto.
Non potevo
spiegare.
E comunque la
simpatia che provava Lily per quel tizio era un ignoto anche per me.
**************************
Lo cercai nella
biblioteca, dove spesso stava.
E infatti lo trovai
là. Era seduto a uno dei tavoli. Io mi avvicinai lentamente
e poi mi sedetti sul tavolo vicino a lui.
Stava leggendo uno
dei suoi soliti libri strani.
-questo
è in arabo?- domandai.
-no, questo
è in aramaico.
Domani magari ne
prendo uno arabo se ti fa piacere- disse alzando lo sguardo per
incrociare il mio.
Fui io la prima a
distoglierlo, ma solo per puntarlo verso la finestra, da cui beccava un
gufo.
Lo riconobbi subito
e felice lo feci entrare.
In poco tempo aveva
già aperto la lettera e incominciato a leggere.
Ma la mia
felicità si attenuò parecchio.
Certo era la
lettera di Geremy e mi faceva gli auguri di buon anno. Ma non era la
lettera che mi aspettavo.
Non sapevo neanche
cosa mi aspettavo di preciso, ma forse qualcosa che mi facesse
commuovere.
Qualcosa che mi
facesse battere forte il cuore e desiderare che lui fosse accanto a me.
Invece quella
lettera sembrava uno di quei bigliettini prestampati che si inviano ai
dipendenti.
Una mano fredda ci
posò sulla mia spalla.
Dentro di me
qualcosa mi diceva di sfuggire a quella mano. Ma invece alzai lo
sguardo triste e lo guardai.
Il suo ero sempre
freddo e serio, e anche il tono della voce era sempre uguale ma disse:
-non ti tormentare.
Certe persone sono così presi dai loro problemi che non
riescono a vedere ciò ce li circonda.
Pensano di essere
le persone più sfortunate del mondo mentre ci sono altre
persone che stanno diecimila volte peggio. E alla fine si trovano presi
dalla morte pensando che il loro è il destino peggiore che
esista.
Le loro anime sono
quelle che bruciano meglio all'inferno- concluse con
semplicità.
Io lo guardai
interdetta. Poi sospirai.
-si, certo mister
morte. Sono venuta a cercarti comunque per avvertirti. Quello che
cucina mia madre è buonissimo, quello che fanno mio padre e
mio zio è commestibile,
ma quello che fa
mia zia è imprevedibile.
Attento a quello
che metti in bocca, ok?- mi raccomandai.
E lui
inaspettatamente mi sorrise.
Fu un sorriso
strano. In genere quando le persone sorridono si illuminano e sembrano
più belle.
Invece lui,
già perfetto di suo, sembrava cattivo mentre sorrideva. Uno
di quei sorrisi che ti gelano il sangue.
Ma non ebbi paura.
Il sangue non mi si gelò.
Forse c'era
qualcosa che non andava in me.
Ma rimasi calma a
fissarlo, mentre il sorriso scompariva in fretta. E sorrisi felice
invece guardandolo.
-sono riuscita a
farti sorridere!- mi vantai!
***********************
Va bene,
questo capitolo non porta da nessuna parte. Infatti è un
capitolo interrotto, perchè altrimenti sarebbe stato troppo
lungo. Domani spero di pubblicare il seguito.
…. forse è un capitolo un
po'..... diciamo inquietante...
non saprei
neanche io come definirlo.
Comunque
fatemi sapere cosa ne pensate.
E sappiate
che come al solito sono i personaggi che decidono cosa fare.
(oggi
addirittura stava per spuntare una... chiamiamola idea di Rose ma l'ho
dovuta tagliare perchè avrebbe anticipato di troppo le
cose).
Non vedo
l'ora di leggere i vostri commenti che mi riempono di gioia e un grazie
sincero a tutti quelli che leggono!
(vacanziera
perchè non mi lasci un piccolo commentino? È da
tanto che non ti fai sentire.....)
un grazie
speciale naturalmente a jaina94, kate_21 e a rosie_lu che hanno
recensito e che lo fanno sempre.
Le vostre
recensioni mi fanno venire voglia di scrivere, mentre senza recensioni
non penso che la storia andrebbe avanti....
Non si
capisce ancora molto del signor Skin (o come lo chiama Scorpius Stone)
ma si vedrà poi.
Diciamo
che però in questo capitolo si è mostrato
abbastanza, ma penso che passerà un po' di tempo prima che
ritorni a essere un personaggio importante e non solo un personaggio di
sfondo.. sempre che non decida di fare qualcosa....
comunque
adesso finisco qui, altrimenti faccio di questo angolo dell'autrice un
altro capitolo!
Un bacio
enorme e viva le vacanze, che mi stanno dando la possibilità
di scrivere di più, dandomi un po' di sollievo dalla scuola,
e al prossimo capitolo!
Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** 25. arriva il nuovo anno! ***
Venticinquesimo
capitolo: arriva il nuovo anno!
-tutti a tavola!-
esclamò mia madre chiamandoci tutti.
Ci sedemmo tutti a
tavola, io mi sedetti tra Albus e Rose, e iniziammo a mangiare.
-sembra tutto
squisito!- disse Scorpius iniziando a servirsi.
-grazie Scorpius!-
sorrise Hermione, perchè stava prendendo il piatto che aveva
preparato lei.
Guardai quella
pasta incuriosita.
Non aveva un
bell'aspetto, sembrava un po' bruciata.
Ma Scorpius
iniziò a mangiare tranquillo e fece i complimenti alla
cuoca.
La forza
dell'amore... pensai divertita.
Accigliata guardai
il mio piatto che avevo appena riempito con un po' di tutto.
Chissà
cosa stava cenando Geremy...
-Lily-
alzai lo sguardo
verso Rose che mi guardava preoccupata.
-tutto ok?- mi
chiese.
Io annuì
sorridendogli.
Quel sorriso non la
convinse molto. Intanto la mia mente divagava sullo strano
comportamento di Geremy.
E mi venne un'idea. Ci volle
tutto il mio autocontrollo per non alzarmi e non mettermi a saltare di
gioia.
Era una cosa tanto
scontata e tanto stupida che mi chiesi perchè non mi era
venuta in mente prima.
Guardai Rose che
parve confusa dallo sguardo di gioia che avevo adesso.
-Rose, ti posso
chiedere un favore dopo?
Un piccolo piccolo
favore?- gli bisbigliai.
Lei
annuì. Qualcunque cosa avessi in mente la vidi sollevata del
fatto che tristezza se ne era andata.
Un punto a mio
favore. Ero quasi del tutto sicura che sarebbe stata d'accordo con me.
**********************
La cena
andò avanti serena e tranquilla.
La presenza fredda
e isolata della serata non raffreddò minimamente la nostra
felicità familiare.
Era strano pensarlo
in questi termini.
Potevo considerarla
la mia famiglia perchè mi avevano accolto tra di loro?
Potevo considerarla
anche la mia famiglia perché amavo alla follia Rose. Se
l'avessi chiesto a lei mi avrebbe di sicuro risposto di si.
Sorrisi a quel
pensiero. Anche mi madre era tranquilla, anche se circondata da persone
che aveva da sempre ritenuto i suoi nemici.
Era una gioia
vederla parlare tranquilla con Ginny, che gli era accanto, una gioia
che mi sorprese.
Per tutti quegli
anni avevo pensato di non provare più niente per lei e mio
padre.
Ma mi ero reso
conto che mi sbagliavo.
Accarezzai la mano
di Rose, accanto alla mia sul tavolo,
e lei mi sorrise.
Gliela strinsi
forte e tra la sera passò, tra risate e divertimento.
Lily ci aveva fatto
uscire tutti.
Ron aveva sistemato
tutto, e lei doveva accendere le micce al momento giusto.
Tutti eravamo con i
cappotti e io, Harry, Ron e Albus avevamo una bottiglia a testa di
champagne da stappare al momento giusto.
Rose
iniziò il conto alla rovescia.
-otto... sette...
sei...-
-cinque...
quattro... tre... due... uno...-
-buon nuovo anno!-
gridammo insieme stappando le bottiglie. E insieme ai tappi che
partivano verso l'alto, partirono anche i fuochi di artificio azionati
da Lily.
Erano di quelli dei
tiri vispi Weasley e illuminarono il lago e i dintorni mentre ovunque
si scambiavano gli auguri.
Rose mi
abbracciò felice e io la baciai, con trasporto.
Come succedeva
spesso ci dimenticammo di tutto quello che ci stava attorno e ci
fermammo solo quando qualcuno tossì.
Ci staccammo e ci
ritrovammo Ron che ci guardava accigliati. Rose gli sorrise
-buon anno
papà- e l'abbracciò.
Lui
abbandonò lo sguardo accigliato e ricambiò
sereno.
Diedi gli auguri a
tutti, abbracciandoli sorpreso dal calore che provavano per me.
Poi mi trovai
davanti Stone.
-buon anno
figlioccio- disse porgendomi la mano. Io gliela strinsi ricambiando. E
fummo investiti da una chioma rossa. Lily mi aveva già fatto
gli auguri abbracciandomi e adesso lei abbracciava Stone.
Lo guardai accigliato ma lui
non ricambiò nemmeno la sua stretta. Rimase rigido e l'unica
cosa che fece fu accarezzargli un attimo i capelli.
Poi lei si
allontanò sorridendo e guardò il cielo, dove
ancora splendevano i fuochi.
-non sono belli?
Perchè non sorrisi un po', so che lo sai fare!-
tentò di convincerlo lei.
Lui
guardò il cielo. Poi guardò lei e poi me, sempre
con lo stesso sguardo freddo. E si avviò verso la casa.
Lily lo
guardò allontanarsi e fece per seguirlo ma io la presi per
la mano fermandola.
-cosa fai?- chiesi
scioccato.
Lei mi
guardò confusa.
Poi si
guardò intorno, come se non sapesse cosa stava per fare.
-vado ad accendere
altri fuochi!- disse sorridendo e andando verso Ron ed Harry che
stavano preparando altri fuochi da azionare. Rose mi
abbracciò per la vita e io la strinsi a me, facendo
scomparire completamente la mia inquietudine.
-è tutto
meraviglioso. Vorrei tanto che tutto rimanesse così per
sempre- mi confidò lei.
Io gli sorrisi
accarezzandogli la guancia.
-be, possiamo vivere mille
momenti come questi solo volendolo. Anzi, potremmo viverne ancora di
più di più belli, basta che restiamo insieme!- e
la baciai, stringendola a me e perdendomi in lei.
******************
-ne sei sicura? Ma
non pensi che dormirà a quest'ora?- domandò Rose
dubbiosa.
Sospirai
infastidita.
-Rose ho bisogno di
vederlo, ora, subito! Non ho intenzione di farmi fermare da piccoli
dettagli.
E se proprio non mi
vuoi accompagnare con la materializzazione uso la metropolvere- dissi
convinta.
Lei lesse il mio
bisogno e annuì. Poi guardò Scorpius che
annuì anche lui.
Erano lei tre di
notte. Avevamo finito di festeggiare tutti insieme alle due e tutti ora
erano nelle loro stanze da letto, tutti tranne noi tre. E io avevo
illustrato la mia idea, anzi il mio bisogno, a loro due.
Mi attaccai al
braccio di Rose e sorrisi quando scomparimmo.
In poco tempo ci
ritrovammo nel villaggio di …..
Casa si Geremy non
era lontana da dove eravamo apparsi.
Camminammo in
silenzio per un po', mentre notavamo alcune persone uscire o entrare
che ancora festeggiavano in giro in vari pub o case.
E poi arrivammo
davanti a casa di Geremy.
Mi aveva raccontato
che la sua stanza era quella più vicina a un albero alto, al
secondo piano, e che lui molte volte entrava o usciva grazie ai rami
che arrivavano in pratica sul balcone. Quindi riuscì
facilmente ad individuarla.
Mi voltai verso
Rose e Scorpius.
-allora, salgo, lo
saluto, chiarisco un paio di cose e poi scendo e ce ne andiamo. Voi
fate quello che volete. Io non so quanto ci metto esattamente,
però mi dispiace lasciarvi qui al freddo- dissi esitante.
Scorpius mi sorrise
abbracciando Rose.
-troveremo qualcosa
da fare, non ti preoccupare-
vidi Rose arrossire
un po' ma sorrise anche lei.
Allora mi
arrampicai sull'albero senza problemi e atterrai poco dopo sul balcone.
*******************
-sei sicura che non vuole aiuto
per salire- mi chiese lui quasi all'orecchio per quanto mi era vicino,
guardando Lily che decideva quale era il punto migliore per iniziare a
salire.
La risposta gli
arrivò quando lei iniziò a salire senza problemi
l'albero e in poco tempo arrivò al balcone scomparendo alla
nostra vista.
-si arrampicava
sugli alberi che aveva quattro anni.
Non c'è
bisogno di preoccuparsi di questo. Piuttosto io mi preoccupo di cosa
potrebbe trovare-
-cioè?-
-ci sarà
un motivo per cui Geremy è così freddo. Potrebbe
essere qualche sciocchezza, ma potrebbe essere anche qualcosa di
diverso. Spero solo che non faccia soffrire Lily. Altrimenti mi
vedrà arrabbiata- disse lei seria.
La sua
protettività mi fece sorridere, mi piaceva un sacco vederla
così. E la capivo benissimo. Anch'io ormai volevo bene a
Lily.
-ti
aiuterò a ridurlo a pezzettini!- promisi.
*******************
la camera sembrava
vuota. Bussai piano alla finestra e vidi un'ombra alzarsi dal letto.
Era Geremy. La luce della luna
illuminò la sua stanza e lo vidi scostare le coperte e
scendere dal letto, guardandomi sorpreso. Io gli sorrisi. Ero felice di
vederlo.
-stò
sognando?- chiese aprendomi la finestra.
Io entrai nella sua
stanza e lui la chiuse subito, per non fare entrare il freddo.
Avevo pensato di
arrivare da lui e tirargli un bel pugno in pancia per come mi aveva
trattato.
Ma non ci
riuscì. Invece gli misi le braccia intorno al collo e lo
baciai.
Lui
ricambiò subito con trasporto.
Continuammo
così per minuti che parvero infiniti. Lui mi
sfilò il cappotto e io mi sedetti sul letto, mentre lui si
sedeva accanto a me senza smettere di baciarmi.
-pensi ancora sia
un sogno?- domandai staccandomi dalle sue labbra. Lui sorrise.
-no. Mi sei mancata
tanto- esclamò sincero prima di baciarmi di nuovo.
Il mio cuore fece i
salti dalla gioia.
Era il mio Geremy,
non c'era più niente di quel freddo che avevo notato i
giorni prima che ci lasciassimo. Ero così felice che mi
lasciai andare e mi resi conto che dovevamo smettere solo dopo che
passarono altri infiniti momenti.
Mi staccai dalle sue mani e mi
alzai dal letto per essere sicura di non scordarmi ancora
perchè ero lì.
-Geremty voglio una
spiegazione. Cosa ti stà succedendo?- domandai.
Lui si fece triste
e guardò il pavimento.
-mi dispiace. Non
pensavo ti stessi preoccupando seriamente del mio comportamento. Vedi,
non è niente che riguardi te. Niente che riguardi noi, ma
solo che riguarda la mia famiglia. I miei si stanno lasciando, mio
padre ha scoperto che mia madre lo tradiva.
Sono solo
sfiduciato. Pensavo che i miei si amassero e invece ora non fanno altro
che litigare e odiarsi.
Mi sento solo un
po' frustrato ma non volevo certo preoccuparti. Mi dispiace-
io lo baciai con
trasporto, quasi salendogli sopra sul letto.
Anzi, gli salii
sopra mentre lui rispondeva con trasporto al bacio stendendosi sul
letto e stringendomi a lui.
Mi staccai dalle
sue labbra e risi, sollevandomi con le braccia.
-non ti volevo
aggredire. È che sono felice che tra noi vada tutto bene. E
mi dispiace che ci siano questi problemi.
Ma io sono sempre
con te. Sempre e comunque!-
gli dissi prima di
baciarlo con forza.
**************************
-dici che ci
metterà ancora molto?- chiesi sospirando.
Scorpius aveva
steso il suo mantello a terra, sotto uno degli alberi nel giardino, e
si era seduto con le spalle appoggiate al tronco. Io ero tra le sue
gambe, con le mie spalle appoggiate al suo petto.
Sentivo il suo
respiro a poca distanza del mio orecchio, aveva il mento appoggiato
alla mia spalla, vicino al mio collo che però era coperto
dalla sciarpa.
-non lo so.
Però sono contento che Lily è voluta venire qui-
la cosa mi
sorprese. Mi voltai verso di lui curiosa e lo guardai negli occhi
limpidi.
-e
perchè?- domandai.
Lui mi
guardò incerto.
Mi accigliai.
Intanto lui mi sorrise e mi accarezzò la guancia.
-perchè
dovunque vai tu io ti seguirò- rispose.
Mi baciò
e io risposi ma mi staccia appena divenne più passionale.
-va bene, adesso mi
dici cosa è successo!- ordinai severa.
Lui alzò
gli occhi al cielo.
-ti ho risposto,
non basta?-
-non che non basta,
visto che mi hai omesso molte cose.
E so di non
sbagliarmi! Lo leggo nei tuoi occhi-
Lui
sbuffò.
-quindi non mi
credi? Non credi che ti seguirei ovunque?-
rimasi interdetta.
Ero così sicura che l'avesse detto solo
per distrarmi che
non pensavo potesse prendersela perchè avevo ignorato quella
frase.
-io ti credo. Ma
penso anche che l'hai detto perchè mi volevi distrarre-
dissi sincera.
Lui mi
guardò freddo.
-quindi direi una
cosa del genere solo per distrarti? Mi stai dicendo che sono falso?-
chiese freddo.
Io ne rimasi
congelata. Perchè stavamo litigando?
-io...- ma non
sapevo cosa dire. Fatto stà che mi allontanò non
con eccessiva freddezza ma io mi alzai subito e lo guardai mentre
sempre più freddo si alzava.
E in quel momento
scese Lily dall'albero.
Era radiosa,
felicissima e leggermente rossa in viso.
-scusatemi se vi ho
fatto aspettare. Grazie mille, davvero!-
ci sorrise a tutti
e due. Poi notò le nostre facce e rimase perplessa.
-cosa è
successo?- domandò.
-niente. Torniamo
prima che si accorgano che manchiamo!- disse Scorpius. Lily si
aggrappò a me e Scorpius si materializzò prima di
noi, senza aspettarci.
Lily mi
guardò un attimo preoccupata ma io non sapevo che dire o
fare. Così chiusi gli occhi e ci smaterializzammo.
***************************
Ero uno stupido.
Perchè avevo dovuto fare il cretino?
Perchè
non gli avevo semplicemente detto che prima avevo visto Lily in modo
strano.
Quando Stone
l'aveva guardata era come se Lily fosse sotto incantesimo. Come se non
ragionasse più e mi ero preoccupato. Avevo temuto che lei
provasse qualcosa per Stone o che lui le stesse facendo qualcosa.
Ma la sua decisione
di partire mi aveva dato sollievo.
Mi ero sbagliato. E
allora perchè non l'avevo detto a Rose?
Perchè
avevo dovuto litigare con lei?
Nascosi il viso tra
le mani e mi odiai con forza.
Avevo paura che mi
chiedesse qualcosa di Stone.
E io non potevo
parlarne. Non avrei saputo cosa dirgli e quindi mi ero allontanato da
lei per non dover rispondere alle sue domande.
Ma era stata una
cosa sbagliata. Io morivo se lei non mi stava vicino.
Adesso mi alzo e
vado da lei, dobbiamo fare pace subito!
Mi dissi alzandomi.
E me la trovai davanti.
Aveva aperto piano
la porta e chissà da quanto mi stava osservando, in
silenzio, appoggiata alla porta.
Provai a
sorridergli e lei ricambiò.
Mi si
avvicinò piano, gli feci spazio tra le mie gambe e
l'avvicinai a me, stringendola a me e sentendo il suo profumo.
-perdonami. Sono
uno stupido!- la implorai.
Lei mi
accarezzò i capelli teneramente.
-scusami tu. Sono
stata una stupida anch'io. Ti amo però, e non voglio mai
più che ci allontaniamo, neanche per un minuto!- mi disse
decisa. Io gli sorrisi felice.
-sono d'accordo con
te! Ti amo!- e la baciai.
E finalmente
festeggiammo l'arrivo del nuovo anno solo io e lei, nel nostro amore
che nessuno avrebbe potuto distruggere!
***************************
Scusatemi
se ho aggiornato solo ora, ma non sono riuscita a stare a casa ieri,
sono uscita con i miei amici, onestamente ci voleva proprio e la
giornata era bellissima. Ma prometto che cercherò di
pubblicare più di frequente.
Anzi, ora
dovrei studiare ma visto che ho più voglia di scrivere mi
metto a scrivere e spero di finirlo oggi.
Mi
raccomando, recensite!
Un grazie
immenso a rosie_lu che ha recensito.
Non ti
preoccupare per Skin, non ora comunque.
Forse dopo
(l'autrice ride sadica)....
comunque,
a parte gli scherzi in questo capitolo hai scoperto perchè
Geremy ha fatto quello che ha fatto e che Lily ha frainteso la sua
preoccupazione e il suo nervosismo. Spero che recensirai presto a
questo nuovo cap, voglio sapere che ne pensi!
Naturalmente
spero davvero che tutti voi che leggete recensite, adoro le recensioni
(ma forse questo l'ho detto qualche volta.....) (solo trecento volte by
lettori)
Buona
lettura e grazie a chi ha letto lo scorso capitolo e a chi
leggerà questo.
Al
prossimo capitolo!
Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** 26. cattivi... dubbi e incertezze... ***
Ventiseiesimo
capitolo: cattivi... dubbi e incertezze...
Fu incredibile come
dopo capodanno il tempo passò senza che me ne accorgessi.
Forse
perchè passai dei momenti bellissimi.
E il tempo passa
velocemente quando uno si diverte, dice il detto babbano.
Quindi ci
ritrovammo a dover fare le valigie prima che me ne rendessi davvero
conto.
Ero nella mia
stanza a sistemare i bagagli quando entrò Rose.
Inutile dire che la
sua entrata mi rese tutto meraviglioso.
-a che punto sei?-
mi chiese. Io indicai il baule aperto e desolatamente vuoto.
-allora ti aiuto-
disse lei iniziando a prendere vestiti che trovava in giro.
Io mi sedetti sul
letto e appena passò lì vicino la presi
abbracciandola e la stesi sul letto.
-come ti posso
aiutare così?- mi chiese divertita.
-troverò
un modo- gli sussurrai prima di baciargli il collo.
Iniziai a
sbottonargli la camicia mentre percorrevo dolcemente ogni sua porzione
di pelle.
Ma qualcuno
bussò alla porta e mi alzai subito, mentre Rose si
sistemò in pochi secondi. Non era il caso che entrassero i
suoi genitori e ci trovassero in... be per essere sicuri era meglio che
ci allontanassimo.
Aprì la
porta e mi trovai davanti degli occhi di ghiaccio.
-possiamo parlare?-
chiese.
Mi voltai un attimo
verso Rose.
-torno subito!- gli
dissi per poi seguirlo.
***************************
Volevo sapere cosa
si dicevano.
Sapevo che non
avrei dovuto farlo.
Non ero il tipo che
spiava, non l'avevo mai fatto.
Ma avevo bisogno di
sapere qualcosa di più su quell'uomo.
Volevo assicurarmi
che non gli facesse del male.
E visto che
Scorpius non mi diceva niente mi stava costringendo a spiare.
-Rose, ti posso
parlare?- chiese Lily facendomi venire un colpo.
-io onestamente...
ora non posso. Devo andare un attimo in biblioteca- dissi. Lei mi
guardò curiosa.
-cosa stai
facendo?-
-io... vedi voglio
sentire cosa si dicono Scorpius e quell'uomo- dissi sincera. Lei mi
guardò per un attimo e proprio quando mi aspettavo che
dicesse qualcosa tipo
“da te non me lo sarei mai aspettato” ,
annuì e si guardò intorno.
-entriamo
dall'altra entrata- mi disse prendendomi per mano e trascinandomi verso
una porta piccolina che non avevo mai scoperto dove portasse.
-queste sono
l'entrate di servizio penso.
E sono piccole
perchè le usa solo Oregon.
Ed in pratica
è un tunnel che porta in tutte le stanze, più o
meno- mi spiegò.
-le case dei maghi
sono fatte in modo che ci la servitù possa entrare e uscire
in modo veloce e senza farsi notare.
E smaterializzarsi
non è sempre possibile.
Ma tu quando ci sei
entrata?- chiesi curiosa. Anche se c'era poca luce e neanche una
indicazione lei andava sicura e tranquilla.
-un po' di tempo
fa... diciamo forse il secondo giorno che siamo arrivati. Non avevo
niente da fare ed ero ancora in tormento per Geremy- mi
spiegò.
E in poco tempo
arrivammo nella biblioteca, dietro ad uno scaffale in ombra. Uscimmo
piano senza farci notare e poi
ci appostammo
vicino al tavolo dove Skin e Scorpius erano seduti.
Scorpius stava
guardando dei fogli.
-vedi, ancora non
mi è chiaro cosa devo fare io!- disse Scorpius.
-quello lo capirai
dopo. Intanto tu non ti devi preoccupare.
Tieni questo e non
perderlo. Quando sarà il momento verrò io da te-
rispose lui freddo.
Scorpius
sospirò.
-possibile che ogni
volta che parliamo me ne vado con sempre più dubbi di prima.
Non ti preoccupare, me lo hai già detto. Vorrei
però sapere qualcosa di più- sbraitò
Scorpius.
-comprendere non ti
aiuterebbe, anzi, ti complicherebbe tutto. Sarà meglio per
te non sapere, così che almeno potrai dire che non sapevi
niente- e si alzò.
-vuoi dire che mi
stai mettendo nei guai? Con gli auror?-
-no, intendevo con
la tua coscienza. Così non ti tormenterà
all'infinito- e uscì lasciando Scorpius seduto sulla sedia
incredulo. Io esitai. Non volevo che si arrabbiasse, scoprendomi. E
allo stesso tempo volevo scoprire cosa avesse dato a Scorpius.
Guardai Lily che
guardava la porta senza davvero guardarla. Preoccupata gli misi la mano
sulla spalla e lei si voltò verso di me.
-tu hai capito
qualcosa?- mi chiese.
Io scossi il capo.
Poi la tirai di nuovo dentro il lungo tunnel.
-Lily tu hai
parlato con quell'uomo vero? Ti ha mai detto qualcosa, oppure ti ha mai
fatto qualcosa.
Perchè
ogni volta che c'è diventi come... sembri incantata da lui-
tentai di spiegarmi.
Lily non rispose
per un po'. Pensavo che non volesse rispondermi quando invece guardai i
suoi occhi e lei parlò.
-secondo te
esistono davvero persone cattive?-
rimasi interdetta
per un po' ma poi risposi.
-io penso di si.
Cioè ci sono certe persone che provano piacere a fare del
male. O che hanno una visione distorta della realtà,
così distorta che quello che fanno diventa bene e qualunque
cosa contraria è il male-
lei
annuì.
-quindi non
esistono cattivi, solo persone confuse, a cui sono stati dati degli
ideali e dei concetti sbagliati- concluse lei.
-be...
…. penso tu abbia ragione ma dipende dai casi, comunque!-
tentai di dire io.
Lei
incrinò la testa sorridendomi.
-secondo me
è lo stesso in tutti i casi. I “cattivi”
non penseranno mai di fare cose cattive, secondo loro stanno facendo
del bene, oppure fanno delle cose ma per il bene comune, o il bene
assoluto, ci sono un milione di modi per chiamarlo, ma alla fine
è sempre lo stesso-
-dove vuoi
arrivare?- chiesi confusa.
-al fatto che
secondo me bisogno trattare queste persone non con odio
perchè loro conoscono solo quello. Si devono trattare con
amore, in modo da mostrargli un'altra via.
Comunque adesso
è meglio andarcene, io devo ancora sistemare il baule- disse
lei incamminandosi per la via. Io la seguì ma non sapevo
cosa dire. La sua logica era così schiacciante che mi aveva
confuso tutto il mio punto di vista.
Parlai solo quando
arrivammo nella sua stanza e mi sedetti sul suo letto. E parlai
perchè notai una macchia scura sul suo collo, mentre si
cambiava la maglietta.
-poi non mi hai
raccontato com'è andata con Geremy.
Dal tuo sguardo
avevo capito che era andato tutto bene, ma hai voglia di raccontarmi
qualcosa?-
la vidi arrossire
vistosamente.
-diciamo che
è andata davvero bene.
È
preoccupato per i suoi, stanno divorziando.
E mi ama. Quindi va
tutto benissimo. Mentre tu e Scorpius avete fatto pace?- mi
domandò. Io annuì.
-e domani saremo di
nuovo a scuola. Sai che mi mancherà questo posto? A te cosa
mancherà di più?- mi domandò.
-tante cose- dissi
malinconica.
Una di quelle cose
era il fatto che non solo non avevamo le stanze vicine io e Scorpius
come qui, ma la sua stanza era in un altro dormitorio, nei sotterranei
mentre io ero in una delle torri più alte.
Perfino dormire
sarebbe stata dura senza di lui.
Eppure dovevamo
tornare.
**************************
-ritornerai vero?-
chiese mia madre tremando.
Io la strinsi in un
forte abbraccio.
-certi che torno.
Prima di quanto te ne possa accorgere.
Dopo le vacanze di
natale il tempo vola. E quando torno non sarò libero dalla
scuola!- la confortai.
-intanto qui si
prenderanno cura di te come al solito.
Sono bravi, vero?-
gli domandai e lei annuì.
-non mi lasciare-
sussurrò lei mentre mi voltavo.
-io non ti
lascerò. Ma tu promettimi che farai lo stesso, ok?- e con un
bacio sulla sua fronte me ne andai.
Il treno
partì veloce dalla stazione e incredibile quanto odiai gli
addì. Gli unici addii che fino ad ora era stato difficile
sopportare erano quelli con Rose.
E non solo il
saluto di mia madre mi aveva stretto il cuore ma anche il saluto con i
parenti di Rose.
Erano stati
così gentile, così pronti ad accogliermi nella
loro famiglia che non potevo fare altro che essere triste nel
lasciarli.
Ma sedermi in
solitudine con Rose naturalmente mi fece perdere tutta la tristezza.
Lei stava studiando ma io non ne avevo voglia. E la osservai allungo,
fino a quando la stanchezza non prevalse.
*****************************
Chiusi il libro di
artimanzia posto accanto a me e guardai il volto di Scorpius,
profondamente addormentato sulle mie gambe.
Era sdraiato sui
sedili e ed era così sereno che mi sarebbe dispiaciuto
svegliarlo. E poi stavo bene in quel momentaneo silenzio.
Ero stata
preoccupata per così tante cose che adesso mi sentivo quasi
come se stessi sognando.
Le mie attuali
preoccupazioni, perchè sembravano così vitali che
la mia mente correva sempre a cercarle subito, erano meno preoccupanti
di quelle che mi attanagliavano prima. Quella più vicina era
“come avrei fatto a non dormire stanotte tra le braccia di
Scorpius, quando ormai mi sembrava così naturale dormire in
quel modo?”.
Un'altra
preoccupazione pressante era la fine della scuola... la fine di tutto
quello che era certo.
Davanti a me non riuscivo a vedere che un grande
punto interrogativo.
Un enorme, immenso, grandioso, colossale punto
interrogativo.
Non mi ero mai ritrovata in questo modo. Avevo
sempre avuto degli obiettivi. Avevo sempre saputo che volevo imparare,
volevo andare a scuola, volevo studiare.
Avevo sempre saputo cosa volevo fare, non sempre
per vie logiche ma anche guidata dal cuore, ma aveva affrontato sempre
i bivi della mia vita convinta della mia scelta e senza preoccuparmi di
guardarmi indietro chiedendomi se avevo imboccato la via sbagliata.
Non mi ero mai ritrovata senza sapere cosa fare.
E adesso invece non sapevo cosa fare. Oltre la
scuola un baratro. E se mi fossi fatta bocciare? Ricordavo le risate
che ci eravamo fatti all'inizio dell'anno con Scorpius, proprio sul
treno, per il fatto che abbandonare Hogwarts sarebbe stato difficile.
L'idea noi due, con i nostri voti alti, potessimo essere bocciati era
sembrata proprio ridicola all'inizio, ma adesso mi ritrovai a
rivalutare l'opportunità.
Forse un anno in più mi avrebbe aiutata
a scegliere.
Sbuffai, che cose stupide che immaginavo... come se
fosse davvero possibile che smettessi di studiare e mi facessi
bocciare...
L'arrivo a Hogwarts fu tranquillo. La scuola ci
accolse felice e immensa come sempre. Sedermi lontana da Scorpius fu
bruttissimo e io mi preoccupai davvero.
Non potevamo andare avanti così.
Insomma, non potevamo soffrire così tanto ogni volta che ci
separavamo...
se fossi stata all'esterno di questa situazione,
una semplice spettatrice avrei detto che fosse impossibile.
Non ci avrei creduto molto al fatto che si poteva
soffrire solo con una distanza così minima. Eppure era
così.
E la cosa mi sembrava da ricovero.
Scuotendo il capo mangiai, circondata dai miei
cugini, abituati alla mia mancanza di chiacchiere.
Loro invece parlavano di tutto.
Lily era seduta accanto a me e a Geremy col quale
non finiva più di parlare.
Gli descriveva casa di Scorpius, il lago, i fuochi
d'artificio che aveva acceso. Notai che non gli aveva accennato neanche
un po' di Skin e sorrisi. Di certo non voleva che Geremy si
ingelosisse.
Dall'altro mio lato c'era Albus che chiacchierava
con i suoi amici. Era sereno, tranquillo, anche distante da Amber, che
era al suo tavolo. E allora perchè io dovevo essere
così invece? Non lo trovavo giusto...
***************************
Stavo accompagnando Rose nella sua sala comune
quando passammo lungo il corridoio del settimo piano.
E dalla porta della stanza delle
necessità. E quella si aprì lasciando uscire una
figura che si mise davanti a noi.
***************************
e la fine
di questo capitolo, che non arrivava, è venuta con un lampo
di genio.
Chi
sarà la misteriosa figura? Non ci vuole molto per capirlo,
è abbastanza scontato.
Un grazie
speciale alla mia migliore amica a cui voglio tantissimo bene e che mi
ha tenuto compagnia in questo momento di buio totale.
Una grazie
immenso a chi stà leggendo questa fiction.
E un altro
speciale alle mie recensitrici.
Jadina94
non ti scusare, l'importante è che sei riuscita a leggere il
mio capitolo! Spero che questo ti piaccia, non vedo l'ora di sapere
cosa ne pensi!
Mia cara
Vacanziera: Come posso non essere contenta che sei tornata? E come
posso prendermela per le bellissime recensioni che mi hai lasciato. Me
piange quando leggo le recensioni. Ancora mi sorprende che i miei
deliri piacciano davvero a qualcuno. E io sono stra felice quando vedo
che la mia storia piace.
Sulla
scena di Lily... onestamente l'avevo pensata così, ma poi
Lily si è ostinata a dirmi che Geremy non l'avrebbe mai
fatto.... me ormai è sottomessa ai suoi personaggi....
e grazie
mille per gli auguri. Non vedo l'ora di superare anch'io l'esame
così da essere libera... più o meno.
Spero che
questo cap ti piaccia! Baci!
Kate_21 la
pazzia ormai è una cosa intrinseca in noi!
E sai
benissimo che sono una che si dimentica subito le cose quindi certo che
ti perdono per la piccola svista! Spero che questo cap ti piaccia,
recensisci presto! Un bacio enorme!
E a tutti
quelli che leggono, grazie mille, spero davvero che continuate!
Al
prossimo capitolo, che se ci riesco pubblicherò entro
mezzanotte, quindi mi raccomando, controllate!
Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** 27. Ricordo ***
Ventisettesimo
capitolo: ricordo...
Mi
guardò serio e io rimasi interdetta. Era incredibile che
fosse lì. Con che faccia tosta era tornato? E come si
permetteva di intralciarci la strada?
-ciao Rose, vorrei
parlarti!- mi disse gentile.
Sentì
Scorpius rigido accanto a me stringermi a lui.
Io lo guardai.
Ricordavo cosa gli avevo detto l'ultima volta che gli aveva parlato di
quello che aveva fatto Augusto.
Ma non volevo
davvero che finisse tutto con una rissa.
-se vuoi dirgli
qualcosa lo puoi fare benissimo mentre ci sono io. Parla se proprio
devi!- disse Scorpius freddo.
Lui lo
guardò raffreddando il tono.
-ti volevo chiedere
scusa Rose. Sono stato maleducato e ho mancato di rispetto sia a te che
al tuo ragazzo.
Prometto che non ci
proverò mai più. E questo è tutto.
Buon riposo!- e
s'incamminò verso le scale.
Io mi voltai verso
Scorpius che ancora mi stringeva forte a se. Era serio e freddo.
-Augusto!- lo
richiamò. Mi lasciò andare e io lo guardai
preoccupata.
Ma lui ormai
guardava solo lui.
-giusto per
chiarire una cosa. Avvicinati ancora a Rose e ti ammazzo. Lei
è solo mia, chiaro?- esclamò minaccioso.
Il mio cuore
battè forte. Sorrisi. Il mio principe senza macchia e senza
paura.
Poi osservai
Augusto. Guardava Scorpius freddamente, poi guardò me.
-tienitela stretta,
non sarò di certo il primo e l'ultimo che proverà
a portartela via- e se ne andò.
Presi la mano a
Scorpius e lo guardai.
Era ancora
arrabbiato e serio.
-non so ancora cosa
mi trattenga dal seguirlo e tirargli un pugno!- disse Scorpius
arrabbiato.
Io gli sorrise e lo
baciai.
-sono contenta che
ragioni prima di agire. Non c'è motivo di essere violenti. E
sai una cosa?- domandai. Lui mi guardò sostituendo piano
piano la rabbia con la curiosità.
-cosa?-
-mi è
piaciuto tantissimo quando hai detto che io sono tua.
Ed è la
pura e semplice verità, io sarò tua e solo tua
per sempre!- e lo baciai. Rispose con una tale passione che mi ritrovai
contro la porta della stanza delle necessità con le mie mani
tra i suoi capelli. Non vedevo e sentivo altro che lui. Lui
aprì la porta e mi tenne per la schiena, evitando che
cadessi all'indietro e poi chiuse la porta con un calcio.
La luce si accese
ma molto soffusa. Non notai altro però, presa troppo da lui.
Fatto sta che lui mi fece distendere su un letto e mi lasciò
respirare. Mi slacciai la cravatta e lui prese a sbottonarmi la camicia
e mi baciò di nuovo.
La sua mano mi
accarezzò la pancia e salì più sopra e
io sospirai dal piacere. Era incredibile come fosse in grado di farmi
dimenticare tutte le certezze. Ed a un certo punto fui sicura di una
cosa. Non vedevo più solo il grande punto interrogativo.
Avevo una certezza nella mia vita.
Mi diedi della
stupida per non averci pensato prima.
Il mio amore per
Scorpius non avrebbe mai avuto fine, e quindi sapevo una cosa certa nel
mio futuro. Ci sarebbe stato lui!
******************
La scuola
iniziò di nuovo. Da un certo punto di vista non facevo altro
che sperare che finisse subito, ma volevo anche che non finisse. La
vita sarebbe stata difficile dopo, più complicata. E
specialmente la mia scelta per il futuro mi rendeva nervoso. Io sapevo
cosa avrei fatto.
Purtroppo non
sapevo se era una cosa conciliabile con la mia unica ragione di vita,
Rose.
Ebbi molte volte la
tentazione di parlargliene ma non ci riuscivo. Sia perchè
lei ancora non aveva preso una decisione sul suo futuro e non volevo
condizionarla, sia perchè avevo paura della sua possibile
risposta.
E intanto lei si
concentrava sugli esami che ancora sembravano lontani ma che lei vedeva
vicinissimi.
-ho preparato
questi programmi per tutti noi. Se li seguiamo non dovremmo avere
problemi per gli esami!- disse lei un pomeriggio in biblioteca.
Eravamo noi due
più Albus e Amber.
Albus
guardò incerto il programma.
-mi ha lasciato tre
sere alla settimana libere?! Mi sembra incredibile!- disse Albus
sconcertato, poi si accigliò ancor prima che Rose potesse
illuminarlo con la sua spiegazione.
-giusto, il
quidditch. Però non pensi sia esagerato tutto questo studio?
E il riposo?- gli domandò.
Lei lo
guardò severa.
-prima il dovere e
poi il piacere. Comunque se noti ci sono dei momenti in cui uno si
può riposare.
Anzi, puoi contare
che tre ore alla settimana tu dormi in classe con il prof Ruff, quindi
è un riposo in più, vero?- disse scherzando.
Amber rise con lei.
Lui sbuffò.
-ridete, ridete. Ma
tanto solo tu e Scorpius state attenti durante la sua spiegazione.
Dovrebbe andare in pensione,
magari
presentandogli qualche fantasma donna potrebbe decidere di farsi una
vacanza!- scherzò lui.
Tutti e quattro
ridemmo, felici di quella distrazione.
Era difficile solo
studiare. E avevamo molti compiti per quella serata.
Ci mettemmo
più o meno tre ore per finire tutti i compiti e Albus corse
subito in campo per gli allenamenti della sua squadra. Amber lo
seguì.
E io guardai Rose
che aveva preso altri libri dalla cartella.
-che vuoi fare?-
domandai.
-abbiamo altri
compiti da fare. E abbiamo ancora due ore prima della cena.
Perchè sprecare tempo?- domandò.
-non li possiamo
fare domani?- domandai tentando di smorzare un po' il suo entusiasmo.
Lei non
alzò neanche lo sguardo dal libro che aveva già
iniziato a leggere.
-mai rimandare a
domani quello che si può fare oggi!- citò lei.
Io sbuffai. Non
avevo voglia di stare rinchiuso in quelle quattro mura ancora per altre
due ore.
Ma Rose ormai era
irremovibile.
-Rose... che ne
dici se andiamo nel parco? Io e te? magari possiamo finire i compiti
sotto un bell'albero, in riva al lago. Non ce la faccio a stare qui due
minuti di più- dissi sincero. Lei alzò lo sguardo
dal libro accigliata.
-ma i compiti...-
tentò lei. Io gli misi il dito sulla bocca per zittirla.
-prometto che li
faremo domani, se non riusciamo a farli nel parco. Ma adesso ho bisogno
di uscire di qui!- ribadì.
Lei rimise le cose
nella borsa e io feci lo stesso.
Poi andammo insieme
lungo la riva del lago.
La feci sedere tra
le mie gambe, mentre io appoggiavo la schiena al tronco dell'albero.
E mi lasciai
prendere dai ricordi.
-ti ricordi quando
siamo venuti insieme qui la prima volta?- domandai.
Lei si
accigliò.
-si. Era quando hai
scoperto che anche i grifondoro possono essere velenosi!- disse lei
sorridendo.
Già.
Ricordavo ancora la rabbia che avevo dentro quel giorno.
Era una
giornata tranquilla e io e Rose stavamo andando in biblioteca, cercando
bisticciando un po'.
Dovevamo
fare un compito e ci eravamo messi in pratica in competizione. Era una
cosa che facevano spesso, ci piaceva punzecchiarci.
Quando
arrivammo in biblioteca andammo subito a cercare il libro che ci
serviva e da dietro uno scaffale sentimmo le voci di alcune compagne di
Rose parlare di lei.
-si fa
tutta la saputella. È odiosa. Non la sopporto
più. Ed è la cocca della maestra, solo
perchè suo padre è il grande Weasley- disse una
di quelle oche acide.
-io la
odio. Ogni volta che entra nella stanza devo mordermi la lingua per non
insultarla. E se ne va in giro sempre con i suoi cugini- disse
un'altra.
-se non ci
fosse James probabilmente tutti la ridicolizzerebbero ogni minuto!-
esclamò un altra.
Ricordavo
ancora la furia che si impossessava di me. E ricordavo lo sguardo di
Rose, i suoi occhi che iniziavano a riempirsi di lacrime.
-e meno
male che siamo noi serpeverde velenosi e cattivi. Vedo che anche i
grifondoro non scherzano.
Che ne
pensi se io le tengo ferme e tu le colpisci?- dissi pronto ad
aggredirle.
Lei aveva
scosso il viso mentre tratteneva le lacrime.
-andiamocene!-
mi disse prendendomi per mano. Non mi aveva mai toccato prima d'ora.
Ricordo
ancora la scossa che sentì dentro.
-ma hai
intenzione di non dirgli niente? Guarda che se non fai niente
farò qualcosa io!-
-no, per
favore. Scorpius andiamocene!- mi implorò.
Una
lacrima era traboccata e la seguì sconfitto. Mi
portò esattamente in quel punto e ci sedemmo sull'erba, uno
accanto all'altro.
E
appoggiò il viso sulla mia spalla.
-avresti
dovuto lasciare che le mettessi al loro posto. Anzi, avresti dovuto
farlo tu- la sgridai.
Lei
sospirò.
-tutti
hanno il diritto di pensare e di esprimere opinioni.
Non posso
prendermela con loro per qualcosa che loro pensano. E a dir la
verità me lo sono sempre aspettata. Infondo non sono ne di
compagnia, ne d'altro- disse sconsolata.
-tu sei
unica. E loro sono stupide. Non devi ascoltarle e neanche credergli. E
delle persone come quelle è meglio perderle che farsele
amiche!- cercai di consolarla.
Non mi era
mai successa una situazione del genere ed ero così smarrito
che non sapevo cosa dire o fare.
Ma lei mi
aveva sorriso e mi aveva detto -grazie-
-tu avevi la
camicia della divisa con i primi bottoni sbottonati e una piccola
macchia di olio sul polsino- mi sorprese lei mentre appoggiata a me
toccava il mio polso.
-come fai a
ricordartelo?- domandai.
-perchè
ricordo di averti abbracciato, e che ho sfiorato il tuo petto visto che
la camicia era sbottonata. E ricordo di averti preso la mano e di aver
notato la leggera macchia- mi spiegò.
Io l'abbracciai,
stringendola ancora di più a me. Gli scostai i capelli e
presi a baciarle il collo.
-ti amo mia pazza!-
gli dissi. Lei rise. Poi inarcò il collo invitandomi ad
approfondire.
E mentre il sole
tramontava, io e lei diventavamo una cosa sola.
*********************
E ho
finito anche questo cap. questo lo posto appunto perchè non
credo che domani riuscirò a scrivere, quindi un bacio a
tutti e spero davvero che posso pubblicare il prossimo cap
martedì. Scusatemi se non vi saluto come al solito ma devo
scappare a dormire, altrimenti mi uccidono i miei. È la
terza volta che mi minacciano di staccare la luce.
Grazie
mille a chi ha letto e chi ha recensito lo scorso capitolo!
E grazie a
chi farà lo stesso con questo.
Vi voglio
un mondo di bene a tutti!
Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** 28. se il destino non esiste, come si fa a scegliere la propria strada? ***
Ventottesimo
capitolo: Se il destino non esiste,
come si fa a scegliere la propria strada?
Mi gettai sul
letto, nascondendo il viso nel cuscino.
Appena chiudevo gli
occhi non facevo altro che vedere schemi, appunti e pagine di libri. Mi
misi il cuscino sulla testa per non sentire neanche i rumori delle mie
compagne di stanza, con cui non parlavo da anni.
Mi sentivo male, ma
non era un male fisico.
Era una stanchezza
mentale, simile ma allo stesso differente da quelle che provavo quando
usavo il mio potere. Così differente che sapevo che la magia
non c'entrava affatto. Del resto i miei esercizi non mi stancavano
più così tanto come prima, e li facevo ogni
pomeriggio. Il professore Peanut era sempre più sbadato e
simpatico. E per fortuna Augusto non si era più fatto
vedere.
La mia stanchezza
doveva essere dovuta al troppo studio.
Era da quando
eravamo tornati che non facevo altro che studiare. Avevo anche
organizzato i programmi di ripasso per Lily, che mi aveva guardata
preoccupata.
-Rose mi stai
preoccupando davvero! Perchè ti stai stressando
così? Siamo solo a marzo!- aveva detto lei.
Io l'avevo guardata
accigliata.
-se vuoi superare
gli esami dovevi studiare anche da prima- l'avevo sgridata io prima di
andarmene. Cercai di chiudere la mente, di non pensare più a
niente.
Ma la mia testa non
faceva altro che ripetermi l'ultima lezione di difesa contro le arti
oscure.
Ancora non l'avevo
riscritta. Mi alzai per prendere il mio blocco degli appunti. Lo sapevo
che era assurdo. Ero salita proprio lì per cercare di
riposarmi, cosa che a dire il vero non facevo mai su quel letto.
Era da quando
eravamo tornati che di nascosto dormivo con Scorpius nella stanza delle
necessità. Era pericoloso ma vitale per me averlo accanto.
Ma quel pomeriggio
avevo voluto lasciarlo in pace. Stava impazzendo appresso a me. Non
capiva perchè mi ostinavo a studiare tutto il giorno,
continuamente, nel tentativo di non sprecare neanche un minuto del mio
tempo.
Avrei tanto voluto
essere come lui che non era così nervoso, secondo lui il
lavoro che facevamo in classe era già abbastanza e potevamo
evitare di ripassare così tanto fin da adesso.
Avrei tanto voluto
avere anche solo un pizzico del suo buon senso. Oppure delle
spensieratezza di Albus.
Lui non faceva
altro che divertirsi, seguiva le lezioni e qualche volta rimaneva in
dietro con i compiti ma alla fine era felice, senza troppe
preoccupazioni. Ero sicura che nessuno dei due appena chiudesse gli
occhi vedesse schemi di studio. Eppure il nervosismo non se ne andava.
Le vacanze di
pasqua stavano arrivando e io non avevo idea di cosa fare. Avrei voluto
tanto tornare a casa, abbandonare tutti i libri qua e godermi qualche
giorno di tranquillità. E invece ero quasi del tutto
convinta di restare a scuola per studiare.
Prendendo il
quaderno e il libro scesi sotto in sala comune. Ma c'era troppo
macello. Allora andai in biblioteca. Non vedevo in giro Scorpius, ma
non mi preoccupai. Stargli lontana era una sofferenza, ma sapevo che
aveva bisogno di stare tranquillo un po'. E con me ormai non ci
riusciva, non ora che ero così stressante.
Incredibile quanto
il fatto che lo sapessi non migliorava le cose. Non riuscivo a non
pensare a studiare.
Seduta iniziai a
scrivere tutto quello che ricordavo della lezione, quasi parola per
parola, lasciandomi avvolgere dalla voce di zio Harry che risuonava
nella mia testa.
*****************************************
Guardai il gufo
volare via, portando la lettera per mia madre lontano. Lei sarebbe
stata contenta di passare quei pochi giorni di vacanza con me. E io mi
sarei rilassato. Avevo intenzione di costringere Rose ad abbandonare
ogni libro per 6 giorni, ero sicuro che avrebbe fatto bene.
Non poteva
continuare a tormentarsi in quel modo.
E poi iniziavo a
non sopportare più la scuola, non se lei non faceva altro
che parlarne.
Amavo troppo Rose
per dirgli che non la sopportavo in quel periodo ma dovevo ammettere
che lei l'aveva capito.
Infatti quel
pomeriggio era andata nella sua stanza a studiare, lasciandomi solo con
i miei pensieri.
Mi sentivo perso
senza di lei e quindi avevo tentato di fare qualcosa che mi aiutasse a
non pensare quanta distanza c'era tra lei e me. E avevo scritto quella
lettera a mia madre.
Chiusi gli occhi
pensando a come sarebbe stato bello passare le vacanze tranquille, come
quelle di natale dove eravamo stati davvero bene!
E alla mattina
dopo, dove speravo di poter distrarre Rose con una bella giornata a
Hogsmeade.
********************************************
Ritrovarci dopo
sole tre ore di lontananza fu bellissimo.
Era come se quelle
poche ore fossero state in realtà giorni interi. E comunque,
in un certo senso, la cosa ci era servita.
Io ormai avevo
esaurito tutti i compiti possibili ed immaginabili da fare e quindi
potevo non stressarlo.
Lui mi strinse a se
e io affondai il viso nella sua camicia, chiudendo gli occhi e
respirando il suo profumo.
-mi sei mancato!-
gli dissi contro il tessuto.
Lui mi
accarezzò i capelli baciandomeli.
-andiamo insieme da
qualche parte?- mi domandò. Restare sola con lui? Non
chiedevo di meglio!
***********************************************
Il pomeriggio
seguente portare Rose lontana dalla biblioteca fu davvero difficile.
-io devo studiare!-
sosteneva lei. Mi fece arrabbiare così tanto che la presi di
peso lasciandole tutti i libri sul tavolo della biblioteca.
-Scorpius non fare
il cretino. Lasciami!- gridò lei. Ma io la ignorai. La
lasciai solo quando ci trovammo fuori dalla scuola.
-allora, ti ricordi
che mi hai detto che non vuoi più litigare con me? Neanche
io, ma se non vieni ora con me a Hogsmeade non potremmo evitare di
litigare!- gli dissi arrabbiato. Lei mi guardò imbronciata.
-va bene,
però quando torniamo devo finire i compiti che ci hanno dato
oggi!- disse lei incrociando le braccia. Io gli sorrisi, mi piaceva
quando era imbronciata! L'abbracciai arruffandole i capelli.
-basta che non fai
altro che pensare a noi due per tutta la giornata! Niente compiti,
niente scuola, nient'altro che noi due!- e lei mi sorrise suggellando
il patto con un bacio.
Quel pomeriggio
passammo una bella giornata. Mi ricordò i pomeriggi
spensierati che passavamo prima di metterci insieme, e poi quello della
nostra prima uscita. Trovammo posto proprio su quella stessa panchina.
E ci fermammo lì per tutto il pomeriggio.
Gli accarezzai il
viso e gli presi una ciocca di capelli che aveva sul viso. Glielo
rimisi dietro l'orecchio, baciandogli la fronte.
-mi ricordo quel
pomeriggio. Ero così nervoso. Non volevo rovinare la nostra
amicizia, il nostro rapporto era così bello e mai avrei
immaginato che sarebbe diventato così fantastico come
adesso- la baciai con passione.
Quando lei si
staccò mi guardò sorridendo.
-io..- ma si
interruppe. Si accigliò. Seguì il suo sguardo e
vidi Lily andare venire verso di noi. Aveva gli occhi rossi.
-Rose- gemette
gettandosi tra le sue braccia, lei si era alzata per andargli incontro.
Lei si
limitò ad abbracciarla e confortarla mentre lei piangeva
sulla sua spalla. Mi guardai intorno arrabbiato.
Se fosse stato
Geremy ad avergli fatto qualcosa gli avrei semplicemente spaccato la
faccia appena l'avessi visto.
-noi torniamo a
Hogwarts- mi disse Rose dopo un po'. Lily si staccò da lei
asciugandosi le ultime lacrime e gli stavo per chiedere cosa era
successo quando Rose mi fulminò con lo sguardo.
-vi accompagno!-
dissi soltanto.
Facemmo in silenzio
tutta la strada per la scuola e lasciai le due ragazze entrare nella
loro sala comune.
Poi me ne andai
verso la mia sala comune, sperando che tutto andasse bene.
***********************************************
Mi si
sdraiò accanto e nascose il viso nel mio cuscino.
Gli accarezzai i
capelli cercando di confortarla più che potevo, ma senza
informazioni diventava una cosa difficile. E dopo due ore in cui lei
rimase lì, immobile a disperarsi silenziosa non potei non
domandare.
-cos'ha fatto?-
lei mi
guardò sconsolata.
-lui niente... ti
ricordi che ho detto che i suoi si stavano lasciando? Bene, sono
riusciti a ottenere il divorzio. E lui è stato affidato al
padre. E il padre lo porterà con se in Cina, quindi non
tornerà più qui. Non finirà neanche
questo anno scolastico. Suo padre è babbano e quindi gli
farà frequentare una scuola babbana. Lui non ci
sarà più, non lo vedrò
più....- ricominciò a piangere stringendomi a se.
La lasciai
disperare al lungo. Rimasi con lei tutta la sera e quando la convinsi
ad andare a mangiare mi assicurai che mangiasse qualcosa. Poi la portai
al letto e aspettai che si addormentasse. Per fortuna le sue compagne
di stanza erano discrete e non troppo inopportune.
Poi scesi nella
stanza delle necessità e trovai Scorpius dentro, nella
nostra solita stanza che facevamo apparire, addormentato vestito sul
letto coperto.
Mi sedetti accanto
a lui e gli accarezzai i capelli arruffati.
Avrei dato tutto
l'oro del mondo per potermi semplicemente addormentare accanto a lui,
spensierata.
E invece i dubbi mi
avvolsero di nuovo, così come facevano spesso, nei pochi
momenti di pace che avevo in quel periodo tra lo studio.
E nella mia testa solo una domanda:
Se il destino non esiste, come si fa a
scegliere la propria strada?
****************************************
Chiedo umilmente perdono. Mi inginocchio ai
vostri piedi e vi scongiuro di perdonarmi per questo ritardo. La
verità e che in questi giorni la mia pazzia mi ha stremato.
Non mi veniva l'ispirazione giusta, ero depressa, avevo un sacco di
impegni, tutte cose che mi hanno fatto impazzire.
Devo ammettere che questo capitolo non
è neanche un granchè, diciamo che è un
capitolo di transizione.
Giuro che adesso mi metto a scrivere il
prossimo, che spero esca meglio. Un bacio a chiunque legga e a chi
recensirà.
E un grazie immenso a vacanziera, jadina94 e
kate_21 per le vostre recensioni! Me felice!
Un bacio enorme! Al prossimo capitolo (che
lascerò presto, ve lo prometto!)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** 29. futuro ***
Ventinovesimo capitolo: futuro!
Nel dormitorio tutte dormivano. Mi avvicinai a lei.
La guardai dormire. Aveva un sonno agitato, il viso ancora rigato dalle
lacrime. Passai un dito freddo sulla sua guancia fino all'angolo del
suo occhio raccogliendone una.
La guardai in silenzio. Era una piccola goccia che
brillava con la poca luce della luna. La vedevo anche al buio e senza
problemi. Poi tornai a guardarla. E non vidi solo lei ma anche la sua
anima. La sua bellissima anima che si librava davanti a me.
***********************************************
Quella mattina fui io il primo a svegliarmi. Dovevo
davvero essere stanco perchè non mi ero svegliato neanche
quando era arrivata Rose. Lei era accoccolata sul mio petto e io le
baciai i capelli, stringendola a me!
La osservai attentamente e il mio sorriso
svanì.
Era tesa, sciupata, aveva delle brutte occhiaie
sotto gli occhi e l'aria preoccupata. Neanche quella notte era riuscita
a dormire bene.
E io ero davvero stanco di vederla in quelle
condizioni.
Si svegliò dopo un po' ma il suo viso
era ancora stanco, come se non avesse dormito affatto. Gli accarezzai
il viso non riuscendo a sorridergli. Lei sbattè gli occhi e
mi guardò preoccupata. Dovevo avere una faccia troppo seria.
Cercai di tranquillizzare il mio turbamento.
-buongiorno!- cercai di sorriderle.
-che cosa c'è?- mi chiese.
Io non sapevo cosa rispondere. Avevo bisogno di
un'idea. Di qualsiasi cosa che potesse aiutarla.
E mentre guardavo il suo viso preoccupato la
lampadina si illuminò.
E adesso sapevo cosa fare.
Mi alzai di scatto dal letto e gli sorrisi.
-aspettami qua. Anzi, vai a vestirti. Io devo fare
una cosa-
e uscì veloce dalla stanza.
Sapevo anche da chi andare. Speravo solo fosse
già sveglio.
Bussai alla porta. Non ci mise molto ad aprirmi ma
io ero così irrequieto che mi parve un'eternità.
-Scorpius? Come mai sveglio a quest'ora?- mi
domandò.
-dobbiamo fare una cosa per Rose. Dobbiamo
aiutarla!- gli dissi convinti.
************************************************
Feci come mi aveva detto Scorpius. Andai nella mia
stanza e mi feci una doccia veloce, sperando che mi potesse aiutare a
sentirmi meglio. Poi mi vestì velocemente. Chissà
cosa aveva in mente Scorpius. Non sapevo neanche dove avrei potuto
aspettarlo. Uscì dalla mia sala e mi guardai intorno
smarrita. Forse era il caso di aspettare là.
E infatti Scorpius comparve poco dopo, seguito da
mio zio.
Mi prese per mano contento.
-oggi facciamo una gita!- mi disse sorridendo.
Lo guardai stupita.
-cosa? Dove andiamo?- chiesi.
-andiamo a vedere tutti i nostri possibili lavori
futuri!- rispose lui.
E così partimmo. Guidati da mio zio
andammo a visitare prima di tutto il ministero della magia. Visitammo
ogni piano, ogni reparto e fui libera di fare tutte le domande che
avevo in testa. Incontrai anche mio padre e insieme a lui e a zio Harry
tutte le porte mi furono aperte. Guardai di tutto. Ma non era finito
lì. Scorpius mi portò anche al San Mungo. E
lì, insieme a mia zia Ginny, girammo tutto.
Passammo tutta una giornata intera in giro, a
documentarci. E anche se i miei dubbi non erano del tutto dissipati,
ora stavo meglio.
Visto che dal giorno dopo saremo stati in vacanza
tornammo a Hogwarts solo per prendere il baule, e poi partimmo per
andare a casa. Quella sera mangiammo tutti insieme dai miei.
Fu piacevole e ci divertimmo tanto.
Finita la cena portai Scorpius a vedere la mia
stanza.
Lui rimase sconcertato, e si guardò
intorno.
La mia stanza era molto particolare. Prima era
molto più equilibrata ma appena ero riuscita a impormi avevo
modificato la stanza. Avevo tolto tutti i mobili lasciando solo il
letto e una scrivania che stavano in mezzo alla stanza, e ai muri
c'erano solo librerie. Avevo iniziato con una libreria per poi riempire
tutti i muri di libri. Era tutto pieno, compresa la scrivania. Lui
boccheggiò un attimo e poi mi guardò.
-e i vestiti dove li tieni?- mi chiese.
-il letto si può alzare è
c'è un'asse mobili. Là ci sono i miei pochi
vestiti- spiegai io. Poi mi sedetti sul letto e lui si
accomodò accanto a me.
Chiusi gli occhi e pensai. Mentre mia madre
preparava da mangiare avevamo parlato un attimo. E lei mi aveva dato un
consiglio che ero libera di prendere oppure no. Ma non sapevo davvero
cosa fare.
-allora, questa gita di oggi ti ha chiarito le
idee?- mi domandò. Io sorrisi.
-si. Grazie mille adesso penso di aver deciso cosa
voglio fare. Sei stato fantastico!- lo baciai ma mi staccai subito
perchè gli volevo domandare una cosa.
-adesso mi dirai cosa hai deciso di fare tu?-
domandai.
Lui mi guardò diventando serio.
-sarò un ricercatore per il ministero
della magia. Voglio lavorare nel campo della scoperta magica, voglio
andare in giro per il mondo a spezzare incantesimi e a scoprirne di
nuovi- spiegò animato lui. Io mi guardai le mani.
-e tu cos'hai deciso di fare?- mi
domandò. Suonava preoccupato.
-io voglio lavorare al ministero della magia,
sezione misteri. Mi hanno affascinato le ricerche e gli esperimenti che
svolgono. Anche se....- incrociai il suo sguardo. E trovai nei suoi
occhi la mia stessa espressione. Lui avrebbe viaggiato per il mondo per
lavoro e io sarei rimasta a qui a lavorare. Saremo stati divisi.
Lui mi accarezzò il viso.
-una scelta dobbiamo farla. E senza influenzarci
tra di noi. Viaggiare in tutto il mondo è il mio sogno da
sempre-
mi disse lui. Io non abbandonai i suoi occhi.
-io potrei...- ma lui mi interruppe.
-non dobbiamo influenzarci!- ripetè lui.
Io mi scostai da lui e mi alzai in piedi.
-come possiamo non influenzarci? Io voglio stare
con te Scorpius. E se tu te ne andrai in giro per il mondo io ti
seguirò- esclamai seria. Lui si accigliò. Si
alzò in piedi anche lui.
-anch'io voglio stare per sempre con te. Ma
scegliere una cosa solo perchè l'ha scelto l'altro
è sbagliato. E poi dovremmo studiare prima. E faremo la
stessa università- cercò di convincermi. Io
scossi il capo.
-il fatto non cambia. Alla fine ci ritroveremo a
doverci separare e io non ne ho affatto voglia. Anche a me
piacerà viaggiare. Specialmente perchè
sarò con te. Quindi non c'è nessun problema!-
esclamai io. Lo vidi arrabbiato ma non capivo il perchè.
-facciamo che ne parliamo dopo? Tanto abbiamo
avanti almeno tre anni di studi!- dissi cercando di evitare la lite.
Lui si guardò intorno cercando di
stemperare la rabbia.
-va bene. Ne riparliamo dopo.. adesso penso che
dobbiamo scendere, altrimenti spunterò tua padre con un
fucile!- cercò di scherzare lui. Ma si vedeva che avrebbe
voluto dire ancora qualcos'altro. Ma neanche lui aveva voglia di
litigare.
Mi preoccupai. Mi chiedevo se l'evitare di litigare
a questo punto non rischiava di crearci troppi problemi. Litigare per
me era sempre sembrato inutile. L'importante era amarsi. Ma se fosse
stato necessario. Del resto i miei litigavano molto eppure si amavano.
Era meglio il loro rapporto? Sarebbe stato meglio litigare qualche
volta? Almeno quando ce ne era bisogno?
-Scorpius vuoi dormire qui?- chiese mia madre
quando si fece l'ora per andarsene.
-io... grazie per l'offerta Hermione ma devo
tornare a casa da mia madre. Sarà contenta di vedermi
tornare e di tornare anche lei a casa!- rispose sorridendo. Io mi
alzai. Mia madre mi guardò seria.
-lo sai che domani mattina abbiamo organizzato una
bella giornata solo noi donne? Quindi è meglio che resti
qua, non pensi? Usciamo presto!- mi anticipò lei.
Allora io mi limitai ad accompagnarlo alla porta.
-vieni a trovarci quando vuoi- lo salutò
mia madre.
-già, sei il benvenuto!- lo
imitò mio padre.
-alla prossima Scorpius!- lo salutò mio
fratello. Io li guardai tutti e tre. Mia madre fu la prima a capire e
si trascinò tutti e due in salotto.
-si potevano anche salutare con noi davanti!-
sentì sbraitare mio padre e sentì mia madre che
ribatteva
-sei, certo!-
Sorrisi cercando di sdrammatizzare. Lo guardai
triste.
-quindi ci vediamo domani! Spero di tornare presto!
Tu che farai?- gli chiesi. Lui si strinse nelle spalle.
-starò con mia madre. Tua zia mi ha
detto che si sta davvero riprendendo bene. Magari farò la
spesa o qualcosa del genere. Non so ancora. Comunque divertiti domani,
mi raccomando. Mi mancherai!- e mi baciò. Risposi con forza
e quando si staccò gli strinsi di nuovo le braccia intorno
al collo e lo baciai con trasporto.
-anche tu. Buonanotte!- e lo lasciai andare, anche
se era difficile. Mi confortò la possibilità di
materializzarmi da lui in qualsiasi momento.
Lo guardai sparire con una stretta al cuore. Poi
rientrai a casa e trovai mio padre che parlava con mio fratello della
giornata seguente.
-vedrai che ci divertiremo un mondo. Ho pronte le
canne da pesca e le esche e tutto quanto- stava illustrando.
E mi venne un'idea.
-perchè non portate con voi Scorpius?
Domani non sa cosa fare! E magari sua madre può venire con
noi!- proposi. Mio padre parve spiazzato. Hermione sorrise.
-certo che va bene! È un'ottima idea- e
io mi sentì felice, in parte. E l'idea di Scorpius e di mio
padre insieme su una barca mi divertiva. Andai a letto sorridendo. Ma
non dopo di aver mandato una lettera al mio Scorpius.
**************************************
Devo dire che ciò messo
più del previsto per finire questo capitolo, ma sono
più contenta di come è venuto. Specialmente
perchè mi piacerà molto scrivere il prossimo
capitolo: la giornata solo donne e la giornata solo uomini!
Un grazie di cuore a jadina94 che ha
recensito lo scorso capitolo. Spero che questo capitolo ti piaccia!
Grazie mille a chi ha letto e un bacio
enorme alla mia migliore amica!
Al prossimo capitolo, che spero davvero di
scrivere presto perchè voglio vedere cosa combinano! Un
bacio a tutti!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 30 *** 30. pesca e shopping ***
Trentesimo
capitolo: pesca e shopping! (parte 1)
Guardai
i miei vestiti smarrito. Non avevo la minima idea di cosa si doveva
mettere uno per andare a pesca.
Non
c'ero mai andato. E il mio armadio oltre a non contenere molte cose
non avevo sicuro qualcosa di adatto.
Mi
accigliai mentre cercavo di decidere cosa fosse meglio.
Ma
non c'era niente che mi convincesse.
Di
certo non potevo mettere quei pantaloni neri e lucidi.
E
neanche la camicia di seta bianca. Incredibile quanti vestiti avessi
in quel modo che non mettevo mai e quanti pochi ne avessi normali,
meno eleganti.
Alla
fine mi misi un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche blu.
Ero vestito normalmente, e speravo davvero che vedendomi arrivare il
padre di Rose non mi rispedisse a casa perchè non avevo
l'abbigliamento adatto.
Immaginai
la scena e non potei non ridere. Anche se forse era anche un'opzione
possibile.
********************
Scendendo
sotto trovai già mia zia, Lily e la signora Malfoy di sotto,
insieme
a mia madre.
-buongiorno
a tutti!- le salutai.
“gli
uomini” erano partiti alle cinque circa da casa e adesso
dovevano
essere già sulla barca. Non potei sorridere all'idea di
Scorpius a
pesca. Chissà cosa avrebbe combinato.
Poi
guardai Lily e il sorriso scomparve. Stava ancora male, si vedeva.
Forse era anche per questo che Ginny aveva organizzato quella
giornata di shopping tra donne. Sperava di tirarla su, a Lily in
genere piacevano queste cose. Io le trovavo noiose ma di certo non mi
sarei lamentata. Almeno non tornavo a studiare.
-cosa
prevede il programma della giornata?- domandai sedendomi accanto a
loro sul divano.
-un
giro in centro e poi abbiamo un appuntamento alla beauty farm.
Maschere viso, taglio e piega e manicure. E poi altro giro per
negozi. Naturalmente tra una cosa e l'altra ci fermiamo dove vogliamo
e mangiamo!- illustrò Ginny. Guardammo Lily. Eravamo
abituate a una
sua esclamazione di gioia a un simile programma.
Invece
rimase a fissarsi le mani, triste.
Mia
zia mi guardò. Io mi strinsi tra le spalle.
Non
sapevo come aiutarla. Era una situazione davvero difficile e tutti i
miei tentativi erano falliti.
Non
voleva parlare, non voleva essere consolata e non voleva neanche
essere distratta. Avevo capito che aveva deciso solo di soffrire in
silenzio. Speravo che entro qualche giorno la situazione sarebbe
cambiata.
Ma
era difficile fare pronostici precisi.
Dopo
qualche chiacchiera ci alzammo ed entrammo tutti nella macchina di
mia madre. E partimmo.
**************************
-Albus
gira ora!- disse Harry. Albus eseguì ma troppo veloce. Fummo
tutti
sbattuti verso sinistra mentre Harry aiutava veloce Albus a rimettere
il volante dritto e proseguivamo per la strada. Per fortuna che era
deserta. Del resto alle cinque di mattina sfidavo chiunque a
svegliarsi. Persino Ron, che aveva organizzato tutto, dormiva fino
alla curva e si era svegliato sbraitando sulle prove di guida di
Albus.
-dopo
mi fate provare anche a me a guidare?- chiese Hugo guardando il
padre.
Ron
lo guardò sbadigliando.
-certo,
tra tre anni!- disse. Hugo lo guardò imbronciato.
-tu
hai mai provato a guidare Scorpius?- chiese Albus voltandosi verso di
me. Harry gli tirò uno schiaffo alla nuca.
-guarda
la strada- lo rimproverò.
-agli
ordini papà!- rispose lui tornando a guardare avanti.
-in
realtà è la prima volta che salgo su una
macchina!- spiegai io un
po' esitante. Mi sembrava un messo di trasporto proprio strano anche
se sapevo che per i babbani era quasi vitale per spostarsi.
-vuoi
provare a guidarla dopo un po' tu?- domandò Ron.
Lo
guardai esitante.
-nel
posto dove stiamo andando c'è un grande spazio aperto dove
non c'è
quasi mai gente. Albus ci ha fatto molta pratica lì e non
rischierai
di fare danni!- mi rassicurò Harry.
-allora
posso guidare anch'io!- esclamò Hugo.
-ti
ho detto che ci proverai. Tra tre anni!- sbraitò Ron.
Sorrisi
mentre Hugo ribatteva al padre.
Io
guidare quella scatola di metallo? Speravo davvero di non finire nel
lago insieme a quel catorcio.
****************************
-Ho
voglia di cioccolata!- esclamò mia madre fermandosi davanti
a una
pasticceria.
-ma
abbiamo appena fatto colazione!- disse Ginny stupita.
Dopo
una ricca colazione a casa eravamo partiti con la macchina per andare
in centro. E avevamo fatto neanche qualche metro che mia madre si era
fermata.
-solo
una cioccolata calda. Oppure una barretta alle nocciole. No, anzi
voglio del gelato al cioccolato. Adesso sono decisa. Avanti, un bel
gelato, non vi va proprio?- insistette lei tirandoci dentro.
Guardai
mia madre preoccupata mentre si faceva fare una coppa gigantesca con
cioccolato e panna.
Lo
finì subito e proseguimmo tranquille e chiacchierando.
Presi
sottobraccio Lily guardandola preoccupata.
-Lily...-
la richiamai. Lei mi guardò cercando di sorridere.
-cosa
vorresti fare?- gli domandai quando fui sicura che mi ascoltasse.
-Voglio
andare in Cina- sussurrò guardandosi le scarpe.
Io
mi accigliai ma la strinsi a me con un braccio.
Non
volevo che soffrisse in quel modo. Ma era inevitabile.
-guarda
quel vestito. Rose non ti starebbe benissimo?- mi chiamò mia
madre.
Io guardai insieme a Lily la vetrina che indicava. Guardai incredula
mia madre.
-rosa?-
domandai incredula.
***********************
Mi
rendevo conto che quella giornata l'avevano fatta per me. Speravano
che mi tirasse su, visto che erano tutte cose che mi piacevano un
sacco fare.
Ma
non avevo proprio voglia di divertirmi. Mi sembrava sbagliato, mi
sembrava impossibile. Avevo solo voglia di piangere. Mi guardai allo
specchio.
Ero
nel bagno della pizzeria dove ci eravamo fermati a pranzare. Le altre
mi avevano lasciata andare da sola ma con molta difficoltà.
Specialmente Rose voleva aiutarmi.
In
genere le sue parole e la sua presenza mi aiutava molto ma questa
volta non riuscivo a non essere triste.
Chiusi
l'acqua e mi voltai per asciugarmi le mani nel fazzoletto. E mi
trovai davanti lui. Mi accigliai.
-come
sei entrato? Questo è il bagno delle donne..- lo sgridai.
Lui mi
accarezzò il profilo della guancia.
-ho
cambiato sponda, sai mi è bastato attraversare solo un
fiume!-
rispose freddo.
Mi
accigliai guardando la sua aria fredda. E scoppiai a ridere. Era la
prima volta che lo sentivo fare una battuta di qualsiasi tipo. Risi
così tanto che mi stava facendo male lo stomaco.
-certo
che come comico non vai affatto bene. Potevi inventarti una battuta
migliore- dissi tra le risate.
Lui
continuò a guardarmi serio.
-sono
riuscito a farti sorridere!- disse lui ripetendo una frase che avevo
detto io quel capodanno. Gli sorrisi ricomponendomi.
-grazie
Stone!- lo ringraziai. Lui mi guardò serio.
-la
prossima volta che ti vedo in giro ti voglio vedere sorridere,
chiaro?- e se ne andò senza lasciarmi il tempo di rispondere
o di
salutarlo. Gli corsi dietro aprendo la porta che si era appena chiusa
dietro le sue spalle ma lui non c'era più. Si doveva essere
smaterializzato.
***************************
-come
la possiamo aiutare? Mi sembra impossibile che tutte queste cose che
gli piacciono non siano riuscite a distrarla neanche per un
minuto....- disse Ginny sconsolata.
Guardai
mia madre che quel giorno mi sembrava più strana del solito.
E poi
vidi un'altra cosa strana, ma che mi rese felice. Vidi arrivare Lily,
e aveva un bel sorriso sulle labbra. Non era il suo solito sorriso,
ma era molto meglio di quel broncio che aveva da giorni. Per la
contentezza mi alzai in piedi e corsi ad abbracciarla. Lei
ricambiò
al volo, sorridendo finalmente tranquilla.
-andiamo
a fare shopping!- disse felice e tutte si alzarono in piedi di scatto
felici, quasi buttando giù il tavolo, che tremò e
fece cadere tutti
i bicchieri e il mangiare che c'era poggiato. Tutto finì sul
pavimento e ce ne andammo quasi cacciate via dai proprietari che ci
gridavano addosso.
************************
Avevo
sempre pensato che la pesca fosse qualcosa di rilassante e anche di
noioso. Pensavo che per lo più sarei dovuto stare attento a
non
addormentarmi e non cadere nell'acqua. Ma non pensavo di certo che
avrei passato una giornata del genere.
Arrivati
sulle rive del lago noleggiammo la barca che ci serviva. Salire fu un
impresa, ma non tanto quella di partire. Tutti avevano i gambali,
degli stivali lunghi fino alle cosce che ti permettevano di non
bagnarti per salire e scendere dalla barca. Tutti tranne me. Me ne
avevano prestato un paio che però era di Ron, quindi io ci
sguazzavo
dentro. E entrando non so come riuscì a infilarmi l'acqua
dentro
questi stivali.
Quando
mi muovevo ora facevo un rumore come di sturalavandini.
Un'altra
cosa a cui non avevo pensato era come lanciare l'esca. Io che non
avevo mai preso in mano una canna da pesca mi ritrovai smarrito. Ma
c'era Ron accanto a me. Cosa che invece di confortarmi alla fine mi
depresse di più.
-imita
il mio movimento. È tutta una questione di polso-
spiegò lui. E
iniziò a muovere questa canna. Guardai la canna ondeggiare,
il filo
formare una spirale e scontrarsi con la canna ferma ma dietro Ron di
Harry.
Ma
non se ne rese conto, fino a quando, con un movimento deciso di polso
con gettò via l'amo in mare, portandosi via anche la canna
da pesca
afferrata. Anzi, abboccata.....
Un
punto per i pesci che ancora non erano neanche entrati in campo.
Dopo
vari minuti di confusione dove recuperammo la canna, siamo dovuti
rimanere in silenzio per far tornare la calma, altrimenti i pesci non
sarebbero tornati (sempre se c'erano prima).
Poi
tirammo uno per uno l'amo.
Io,
ricordando il movimento che aveva fatto Ron, provai a lanciarla ma
l'unico risultato fu quello di incastrare l'amo nel legno della
barca. Trattenendo le risate e cercando di non spaventare di nuovo i
pesci ci preparammo per aspettare che qualcuno abboccasse.
Ecco
un altro momento in cui pensavo ci sarebbe stata calma. Ma mi
sbagliavo di grosso.
Questo
giorno doveva essere venerdì tredici, oppure il giorno della
nostra
sfortuna. Non so come definirlo.
Pensato
che stia esagerando?
Eravamo
tranquilli aspettando che abboccasse. Una barca passò vicino
a noi
correndo, Hugo si appoggiò al bordo della barca
sbadigliando, io
feci lo stesso tenendo solo con una mano la canna e appoggiandomi a
quel bordo quando qualcosa sembrò abboccare al mio amo. La
lenza si
tese e io però non fui così pronto a resistere.
Non mollai la presa
ma il pesce tirò così forte che mi spinse ancora
di più verso il
bordo dove ero appoggiato. Persi l'equilibrio e non solo caddi io
nell'acqua ma mi portai anche Hugo e con le rispettive canne. Ma non
finì qui. Perchè non mollai la canna. E quello
che pensavo essere
un pesce mi trascinò ancora verso il centro del lago.
Gridando mi
lasciai trascinare mentre gli altri mi seguivano con la barca e anche
a nuoto.
E
alla fine scoprimmo che la mia lenza di era impigliata all'elica
della barca che era passata prima vicino a noi.
Tutti
bagnati, avendo spaventato tutti i pesci del lago, andammo a riva ad
mangiare qualcosa e ad asciugarci.
Starnutendo
mi chiesi chi me l'avesse fatto fare a non restare a casa.
E
la giornata non era ancora finita!
***************
E
invece questo capitolo finisce qua, altrimenti diventa gigantesco.
Cosa posso dire? Domani ho la simulazione della terza prova e non so
niente! Me molto brava, vero?
Comunque
invece di studiare avete visto come sono stata brava a scrivere? (i
lettori mi guardano molto scettici quasi ridendomi in faccia...)
comunque....
buona lettura, grazie a chi ha letto lo scorso capitolo!
E
mia cara vacanziera, mi hai risollevato il morale. Me tanto triste
perchè non avevo ancora ricevuto una recensione! Ora io
felice. Per
Rose non ti preoccupare, rinsavirà. Anche se per certo non
so come
andranno a finire le cose, Rose è un personaggio che decide
sempre
tutto da sola.... (autrice piange perchè ormai mi sfuggono
dalle
mani). Lily e Geremy.... onestamente mi aspettavo anch'io una cosa
del genere.... e devi renderti conto che io l'ho scritta.... (autrice
sconvolta da quello che ha scritto. Non è quello che pensavo
di
scrivere davvero...). Per quanto riguarda Ron, anche a me piace
troppo quando è geloso. In questo capitolo c'è
l'inizio della
giornata, dove hai visto che macello ha combinato Scorpius. (non
è
vero, è stata la sfortuna! By Scorpius arrabbiato!).
Chissà cosa
succederà nel prossimo cap...
Comunque
spero che questo capitolo ti piaccia e piaccia molto anche a quelli
che leggeranno. Un grazie di cuore a tutti! Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 31 *** 31. Fine di una bella giornata! ***
Trentunesimo
capitolo: fine di una bella giornata!
-Questo
vestito è perfetto. Scorpius non riuscirà a
credere ai suoi occhi!-
disse Lily guardandomi.
Io
mi guardai allo specchio. Non mi piacevano molto gli specchi. Mi
ricordavano molte difficoltà passate. Diciamo che ogni volta
che ne
vedevo uno avevo voglia di romperlo.
Comunque
guardai il vestito che indossavo.
L'aveva
scelto Lily per farmelo indossare. Ed ero così felice che si
fosse
ripresa che non ero riuscita a dirgli che non avevo per niente voglia
di indossare altri vestiti.
Anche
se quello non era poi così brutto. Anzi, mi imbarazzava un
po'
indossarlo. Quella ragazza davanti a me che mi guardava non sembravo
io.
Uscì
dal camerino e vidi Ginny che mi guardava felice.
-ti
stà proprio bene Rose. Sei un incanto! E tu Lily, non hai
trovato
niente che ti piace?- domandò.
Lei
si guardò intorno.
-per
ora no. Ma troverò qualcosa che mi piace!- disse convinta.
E
iniziò a girare per il negozio. Io mi guardai un'altra volta
allo
specchio. E pensai a Scorpius.
Chissà
come se la stava cavando....
****************
Ed
eccomi qui, di nuovo sul lago con la canna in mano. La parte noiosa
è
arrivata. Anche se non so se è meglio o peggio...
Dopo
aver mangiato i panini siamo risaliti sulla barca sperando in un
colpo di fortuna.
Ma
dopo dieci minuti sento già che mi stò
addormentando. E anche
quelli accanto a me stanno facendo lo stesso.
Ma
a svegliarci, dopo mezz'ora, pensò un pesce.
Un
colpo deciso alla lenza di Ron e tutti saltammo subito.
-papà
mi raccomando non fartelo sfuggire!- diceva Hugo.
-Ron
tira piano!- suggeriva Harry.
-il
primo pesce della giornata!- esclamava Albus.
Io
non sapevo che dire. Niente di spontaneo uscì fuori in mio
aiuto,
tranne quando Ron tirò dentro la barca il primo pesce della
giornata! Allora scoppiai a ridere seguito da tutti.
-è
il pesce più piccolo che abbia mai visto!- ridevo tra le
lacrime.
-sembra
una formica!- rise Ron.
E
infatti aveva le dimensioni poco più grandi di una formica.
Ron non
smettendo di ridere tolse l'amo dalla minuscola bocca del pesce e lo
rimise in acqua.
Lo
guardai incerto. Lui si strinse tra le spalle ma non disse
nient'altro. Lanciò semplicemente l'amo. E tornammo tutti a
osservare la lenza che affondava tra i flutti.
-ma
da dove ci è venuta questa idea?- chiese Hugo sbuffando dopo
un'ora
di calma piatta.
Ron
lo guardò accigliato
-guarda
che pescare è uno sport bellissimo. Diciamo solo che oggi
non siamo
fortunati. E poi comunque la nostra giornata ha potuto dare libero
gioco ad un'altra, vero?- disse guardando Harry.
Lui
divenne serio e annuì.
-spero
davvero che Lily si riprenda. Non so più che fare con lei.
Vorrei
aiutarla ma sembra che non serva a nulla. Spero che questa giornata
solo donne gli faccia bene!- poi accigliandosi guardò Ron
-immagino
che sai quanta voglia avrei di andare in Cina e dire due cosette a
una persona!-
Ron
annuì.
-ti
capisco. Chi fa soffrire le nostre figlie non ha il diritto di andare
in giro vivo. Se vuole però sotto forma di polvere. Tu che
ne pensi
Scorpius?- mi chiese guardandomi.
Io
deglutì annuendo. Il tono di Ron era divertito ma sarei
stato
davvero stupido se non avessi capito l'antifona.
Ma
mi sorprese un altro strappo alla canna. La tenni forte con entrambe
le mani mentre guardavo in cerca d'aiuto gli altri. Ron mi si
affiancò subito.
-allora
innanzitutto calmo. Iniziai molto piano a riavvolgere la lenza. Molto
piano, tenendo bene la canna, mi raccomando!- spiegò. Io
tentai di
fare come mi diceva. E alla fine, dopo un tempo che mi
sembrò
interminabile pescai un pesciolino.
Era
piccolino ma non troppo, quanto un palmo di mano.
-bravissimo.
È una carpa!- si congratulò Ron dandomi una pacca
sulla spalla. Io
guardai quel pesce incredulo. Avevo pescato il mio primo pesce. Per
me sembrava incredibile!
Da
quel momento parve che la fortuna fosse girata dalla nostra parte. I
pesci abboccavano uno dopo l'altro. Tutti felici chiacchieravano
finalmente soddisfatti.
-vedete,
basta avere pazienza e i risultati poi si vedono!- esclamò
Ron
quando ormai stava calando la sera. Stavamo andando verso la riva
quando però iniziammo a imbarcare acqua.
-non
ci credo!- esclamai io.
Provammo
di tutto, tranne la magia, l'unica cosa che ci avrebbe davvero
aiutato. Ma eravamo circondati da babbani, non potevamo usarla.
Tentammo
di tappare il buco ma l'unica cosa che riuscimmo a fare era
ammassarci e bagnarci sempre di più.
-proviamo
a mettere questo!- disse Ron sporgendosi per mettere un'altra pezza
nel buco.
-no-
gridammo tutti. Ma fu troppo tardi. Eravamo tutti sporti verso una
parte della barca. E naturalmente ci ribaltammo. Secondo bagno! E due
a zero per i pesci, tutti ormai liberi di scappare!
Arrivammo
nuotando a riva mentre i nostri cari vicini di barca ridevano. Noi
avevamo le facce da assassini evidentemente, perchè smisero
subito
appena ci guardarono. Arrivammo al parcheggio senza dire neanche una
parola. Poi, Albus iniziò per primo a ridere. Io lo imitai
subito e
anche gli altri. Ridevamo come idioti ma tutta la rabbia per la
giornata sprecata e per la perdita del pesce se ne andò.
Visto
che il parcheggio era abbastanza vuoto riuscimmo ad asciugarci con la
magia a che se io ormai non facevo altro che starnutire. E poi Ron
aprì la portiera dalla parte del guidatore e mi fece segno
di
salire.
-avanti,
una guida ti spetta!- mi disse.
Io
lo guardai incerto.
-non
sono affatto sicuro che sia una buona idea. E se la rompo?- chiesi.
-io
la prima volta ho distrutto tutta la parte d'avanti andando contro un
albero. Ma come vedi la magia è pur sempre magia!- mi
rassicurò
Albus sedendosi dietro. E quindi mi sedetti sul sedile, con Ron
accanto. Ormai sembrava essere diventato il mio maestro. La cosa mi
divertì ma mi preoccupò anche. Anche se non
sapevo esattamente il
perchè.
-allora
quei pedali sono da sinistra verso destra: la frizione,
l'acceleratore e il freno!- iniziò Ron.
Albus
rise mentre Harry lo correggeva.
-prima
il freno e poi l'acceleratore!-
-giusto.
Quello in mezzo è il freno. Quindi tu usi il piede sinistro
solo per
la frizione mentre quello destro lo alterni per il freno e
l'acceleratore.
Poi
questo è il cambio- e mi spiegò altre mille cose.
Io cercai di
capire tutto.
Poi
cercai di accenderla.
E
ci riuscì, solo che si spense subito dopo.
-non
ti preoccupare, è normale all'inizio. Anzi, io ho qualche
problema
anche ora!- mi consolò Ron.
Riprovai
e alla terza volta riuscì ad accenderla. Misi la prima con
una certa
difficoltà e cercai di premere poco l'acceleratore. Ma
evidentemente
non ci riuscì perchè parti veloce e tutti
gridarono -frena- prima
che potessi farci caso. Il freno era in mezzo, avevano detto quindi
lo premetti con forza lasciando tutti gli altri pedali. E la macchina
si fermò di botto prima di andare salire sul marciapiede ma
si
spense. Rimanemmo in silenzio per un attimo che mi sembrò
eterno,
mentre il cuore mi batteva forte per lo spavento. Avevo quasi timore
a guardare gli altri. Ma poi loro scoppiarono a ridere e io mi
sentì
sollevato.
-adesso
riprovaci, ma devi partire con la retromarcia. Devi accendere la
macchina e poi ingranare la retromarcia. Ti aiutiamo noi, non ti
preoccupare!- disse Harry. Allora accesi la macchina e ingranai la
retromarcia. Poi guardai indietro come avevo visto che aveva fatto
Albus per uscire dal parcheggio a casa. Premetti piano l'acceleratore
e questa volta partì più piano, ma talmente piano
che quando
staccai la frizione si spense di nuovo. Sbuffando la riaccesi.
Iniziavo ad arrabbiarmi.
***************
Tornammo
a casa stanche ma felici. La giornata aveva avuto i risultati
sperati. Lily era felice. Certo non si era ripresa ancora del tutto,
ma finalmente aveva deciso di non farsi più del male
tormentandosi.
E in un certo senso sentivo che non era stata esattamente la giornata
solo donne a farle tornare il sorriso. E qualcosa mi inquietava.
Però
lei era felice, e quello era l'importante.
Tornammo
a casa e mia madre guardò l'orologio.
-chissà
quando arriveranno. Ron ha detto che avremmo mangiato il pesce che
hanno pescato ma non so se fidarmi completamente. Dite che è
meglio
preparare qualcosa?- domandò. Io sorrisi.
-diamogli
una possibilità. Al limite ordiniamo una pizza- proposi e le
altre
furono d'accordo. Presi le mie buste e salì nella mia camera
seguita
da Lily.
Avevo
comprato più vestiti oggi che in tutta una vita. Ma non ne
avevo
scelto io neanche uno. Ma non mi lamentavo. La scelta di cosa mettere
non era mai pensata. Mettevo le prime cose che venivano senza
preoccuparmene, in genere. E comprare i vestiti per me era sempre
stato difficile. Non mi ci vedevo mai. E invece avevo un sacco di
vestiti in più.
Riposi
le buste accanto al letto e mi sedetti alla scrivania, mentre Lily si
sedeva sul mio letto. Era davvero bella. Lei era sempre bella,
secondo me molto ma molto più bella di me. Adesso aveva i
capelli
che erano in genere lisci a boccoli ed era truccata davvero bene. Si
era comprata un vestito nuovo che adesso indossava. Era un celeste
bellissimo, con le maniche lunghe e larghe, una non esagerata
scollatura e gli arrivava fino alle ginocchia. Gli stava davvero
molto bene.
Io
non volevo guardarmi allo specchio. Contrariamente al mio solito mi
avevano truccato. La parrucchiera aveva insistito così tanto
che mi
avrebbe legata e truccata anche se avessi continuato a dire di no. E
cercavo di mettermi in testa che non dovevo toccarmi il viso, cosa
che invece ero abituata a fare sempre. Il trucco però non
era fatto
per me, ne ero convinta. Immaginavo Scorpius arrivare e scoppiare a
ridere.
Guardai
Lily che era tornata seria. Stava guardando una rosa che avevo in un
bicchiere sul mio comodino. Me l'aveva portata stamattina Scorpius.
Non ci voleva di certo un genio per capire a cosa pensava. Mmi alzai
e mi sedetti accanto a lei. Lei mi abbracciò.
-passerà
vero? Si, passerà e tutto andrà per il meglio. E
devo sorridere.
Gliel'ho promesso, più o meno!- disse contro le mia spalla.
Io la
guardai curiosa ma non sapevo se chiedere. Gli aveva promesso a
Geremy di sorridere?
Comunque
un rombo inquietante ci richiamò verso sotto. Scendemmo e ci
affacciammo dalla finestra. La macchina di mio zio Harry era semi
distrutta. Mi sorpresi che li avesse portati fino a qua. Loro scesero
mentre la macchina faceva ancora fumo. Io uscì per
raggiungerli
seguita dagli altri.
-che
avete combinato?- chiesi. Vidi Scorpius arrossire violentemente.
-ecco
io..- ma si interruppe guardandomi. Rimase come imbambolato e io lo
guardai preoccupata.
-avete
avuto un incidente?- domandai.
-sei
bellissima piccola mia!- esclamò mio padre abbracciandomi
con un
braccio. Ricambiai l'abbraccio ma storsi il naso.
-sai
di pesce!- esclamai. La mia attenzione tornò su Scorpius che
mi
fissava ancora imbambolato.
-cos'è
successo?- sentì chiedere a mia madre. Anche le altre erano
uscite
di casa. Io allora lasciai mio padre a spiegare e andai vicino a
Scorpius.
-tutto
bene?- gli chiesi. Lui mi guardò sorridendo.
-sei
meravigliosa- mi disse accarezzandomi la guancia.
Gli
avrei voluto chiedere allora com'ero gli altri giorni se ora ero
meravigliosa ma lui mi precedette, prendendomi il viso tra le mani e
sorridendomi troppo dolcemente.
-ma
sei sempre meravigliosa, con o senza il trucco- e mi baciò.
E come
al solito dimenticai che c'erano i miei accanto a noi. Era
così
facile dimenticare tutto quando baciavo Scorpius. Mi aggrappai alle
sue spalle forti stringendomi a lui mentre approfondivo il bacio.
-sei
bagnato- dissi passandogli una mano tra i capelli. Erano leggermente
bagnati alla nuca.
-con
tutti i bagni che ho fatto nel lago mi sorprenderei del contrario-
rivelò lui sistemandomi una ciocca di capelli dietro
l'orecchio.
-com'è
andata la giornata?- chiesi.
-bene.
Ci siamo proprio divertiti. Anche se … - starnutì
mettendosi la
mano davanti e proseguì -mi sono preso il raffreddore-.
Io
sorrisi contenta. Entrando sentì mia madre ridere.
-allora
avevo ragione a voler ordinare la pizza- stava dicendo. Mio padre
sbraitava.
-ti
dico che avevamo preso una sacco di pesci. Un paio anche enormi-
diceva.
-certo
Ron, ne sono convinta. Come vuoi la pizza?- disse lei con un po'
troppa ironia.
Sorrisi
mentre mio padre ribatteva. Arrivava uno dei loro soliti litigi.
***********
-ti
ho già detto che questo vestito ti stà
benissimo?- gli chiesi. Lei
mi baciò con passione mettendosi sopra di me.
Eravamo
stesi sul mio letto nella mia casa a Londra.
Si
era smaterializzata da poco più di cinque minuti e io mi
stavo già
perdendo in lei.
-dovevi
sentire mio padre parlare delle giornata. Si è divertito un
sacco ed
era felice che tu fossi andato con loro. E sono ancora più
felice io
che vi siete divertiti così tanto. Ora fai parte della
famiglia al
cento per cento!- mi disse lei staccandosi per un momento dalle mie
labbra.
Io
gli accarezzai il fianco guardandola negli occhi.
-lo
sarò davvero al cento per cento quando ci sposeremo. Ma hai
ragione.
Ormai è come se foste la mia famiglia. E non posso
immaginare come
potrei essere più fortunato!- e la baciai stringendola a me.
Quella
notte non pensai ad altro che a lei e a me. E feci un sogno davvero
particolare, dove io e Rose eravamo insieme a una marea di bimbi,
tutti con i capelli rossi e biondi.
**********
E
con questo piccolo finale il capitolo è finito. Col prossimo
torneremo a scuola e mi sa che ci sarà un grande salto.
Arriveremo
agli esami!
Come
al solito ringrazio chi ha letto la mia fic. Grazie mille!
E
poi a chi ha recensito!
Cara
Jadina94 grazie per la tua recensione. Come ti ho già detto
non ti
preoccupare, non posso fare altro che capirti visto che anche la mia
connessione mi stà facendo i dispetti da giorni. Oggi non
voleva
proprio che pubblicassi questo capitolo! Grazie mille per i
complimenti.
Di
Stone non posso dirti ancora niente, specialmente perchè non
so mai
cosa combinano in genere i miei personaggi fino a quando non scrivo,
quindi figurati se so cosa farà lui, il più
enigmatico tra tutti.
Comunque si vedrà! Spero che riuscirai a leggere questo cap!
Baci!
Cara
Kate_21 grazie anche a te! Spero che questo cap ti piaccia e
cercherò
di scrivere presto anche il prossimo capitolo! Baci!
Cara
vacanziera, grazie per i complimenti. Sono contenta che il capitolo
sia risultato divertente, io mi sono divertita molto a scriverlo,
immaginando la faccia di Scorpius in ogni momento. (infatti mi vuole
uccidere! Aiuto! By autrice). Stone non so cosa combinerà
ancora,
solo con il tempo si saprà. Spero che anche questo capitolo
ti
piacerà.
Per
la prova simulata: si, grazie al cielo era l'ultima! Non era
così
terribile tranne l'inglese che non solo non avevo più tempo
ma che
tanto non sarei mai riuscita a farle. L'inglese è il mio
grande
tallone d'Achille. Comunque grazie mille per la domanda. Non vedo
l'ora di finire gli esami così posso pensare solo a
scrivere. Anche
se naturalmente è relativo perchè
inizierò, se riesco a entrare,
'università. Comunque basta con simili discorsi. Grazie
mille
ancora, baci!
Grazie
mille a chi leggerà e recensirà questo capitolo!
Al
prossimo! Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 32 *** 32. notte prima degli esami (prima parte) ***
Trentaduesimo
capitolo: notte prima degli esami! (prima parte)
Quella
mattina quando aprì gli occhi avevo paura. Dovevo ammetterlo
almeno
con me stesso. Era arrivato il momento. Domani sarebbe stato il primo
giorno degli esami. E io non avevo studiato abbastanza. Ero
più
sicuro su questo fatto che su qualsiasi altra cosa.
Mi
alzai mentre i miei compagni di stanza dormivano ancora. Non riuscivo
più a dormire.
Non
facevo che pensare all'esame imminente.
Mentre
mi mettevo la prima cosa che mi capitava a tiro non potei pensare a
Rose. Lei sarebbe uscita con il massimo dei voti agli esami. Aveva
studiato come una pazza e adesso avrebbe preso quello che meritava
davvero.
Io
quanto avrei preso invece?
Ripensai
a quando James era uscito da Hogwarts. Aveva preso tutti i suoi
M.A.G.O. Con il massimo dei voti, anche se lui non studiava quasi
mai. Non sapevo come facesse, era snervante per me che fosse
così
bravo senza impegnarsi molto. Io invece dovevo uscire pazzo per fare
tutto, e i miei voti non erano bassi ma neanche al livello di quelli
di Rose. Scesi sotto innervosito soltanto.
Non
era da me preoccuparmi. Era da tanto che cercavo di non pensare al
macigno che avevo addosso.
Un
macigno gigantesco con sopra scritto a lettere cubitali
“aspettative”.
Avere
un padre famoso non era stato quasi mai una passeggiata. Si, ne ero
da sempre orgoglioso, ma non riuscivo a sopportare le centinaia di
persone che mi guardavano dicendo quanto assomigliavo a lui, quanto
anch'io sarei stato bravo. E il fatto che suo fratello, anche se
combinava un sacco di guai, fosse lo stesso bravissimo a scuola mi
aveva aggravato di più il peso.
Già
prendere il suo posto nella squadra di quidditch era stata
un'impresa. Aveva avuto paura di non essere alla sua altezza in ogni
partita. Ma dovevo ammettere che c'ero riuscito più che
bene. E
questo mi rincuorò, anche se per poco. Ma perchè
non avevo studiato
di più con Rose?
Cercai
di sedermi sulla poltrona migliore ma la trovai occupata. Lily
dormiva, con il libro di artimanzia aperto sulle gambe. La guardai
sorridendo. La mia sorellina.
La
vedevo ancora sorridermi come quando aveva sei anni, con la
differenza che allora aveva perso i denti davanti e si vedevano le
finestrelle.
Anche
lei era preoccupata per gli esami. Eppure Rose aveva aiutato molto
anche lei e Hugo. Hugo.
Mi
guardai intorno e infatti lo vidi, sdraiato sul divano con anche lui
il libro aperto di artimanzia.
Incredibile
quanto non essere l'unico preoccupato e teso mi aiutasse a superare
il terrore che avevo dentro. Guardai l'orologio. Mancavano
più di
due ore prima della colazione. E io non avevo sonno. Presi dalla
tasca dei jeans la mia mappa e guardai e mi misi a cercarla.
E
mi sorpresi a vedere il suo puntino che girava per i corridoi del
settimo piano. Sorrisi correndo verso il ritratto.
Ed
eccola lì, la mia stella. Gli sorrisi e lei mi
guardò sorpresa e
felice.
-certo
che siamo proprio simbiotici!- dissi abbracciandola per la vita. Lei
mi sorrise e mi baciò teneramente le labbra.
-Al
sei preoccupato anche tu?- mi domandò.
-io?
Scherzi? Io non sono preoccupato! Sono terrorizzato!- ironizzai. Lei
mi sorrise abbracciandomi.
-sempre
il solito... andiamo a ripassare?- mi domandò.
Io
annuì prima di baciarla ancora. Poi andammo insieme in
biblioteca.
Studiare era la cosa migliore, in teoria.
************
Quel
giorno non avevo intenzione di studiare minimamente. Mi posizionai
accanto al ritratto della signora Grassa aspettando di vederla
uscire.
Era
fastidioso ogni mattina dover tornare ai nostri rispettivi dormitori
fingendo di aver dormito nei nostri letti. Più che altro
perchè
dovevamo svegliarci presto per essere già in dormitorio
quando gli
altri erano svegli.
Dopo
un poco la vidi uscire con una marea di libri in spalla. Guardai la
sua cartella accigliato. Lei mi sorrise felice.
-buongiorno
Scorpius- mi disse prima di baciarmi. Io l'attirai a me stringendola
per la vita e accarezzandogli la schiena. Gli sfilai veloce la
cartella a tracolla dalla spalla notando che era decisamente troppo
pesante.
-hai
tutti i libri del mondo in questa cartella?- gli domandai. Lei si
strinse a me nascondendo il viso nell'incavo del mio collo.
-magari-
-vedrai
che tra un paio di anni avrai davvero tutti i libri del mondo.
Dovremmo solo comprare una casa abbastanza grandi da contenerli- la
consolai. La vidi illuminarsi di felicità e mi chiesi se
esisteva
qualcosa di più bello nel mondo di lei così
felice.
-quali
sono i tuoi programmi per oggi?- gli chiesi.
Mano
nella mano andammo verso la scalinata principale.
-studiare
naturalmente. Con Albus mi sono messa d'accordo di ripassare tutto
sommariamente questa mattina. L'ho visto nervoso, quindi se vuole
possiamo studiare anche il pomeriggio. E poi volevo controllare anche
come sono messi Hugo e Lily. Stamattina li ho trovati addormentati
nella sala comune con i libri in mano- mi illustrò i suoi
programmi.
Io
gli arruffai i capelli e lei sbuffò.
-sei
unica. Come fai a non essere nervosa? Come puoi pensare così
tanto
agli altri e non preoccuparti minimamente a te?- domandai.
Lei
si risistemò il ciuffo che gli aveva gettato sul viso e
sugli occhi.
Poi mi guardò accigliata.
-guarda
che io ho incluso te in tutto. Noi insieme studieremo tutto il giorno
con Albus e Amber e poi con Hugo e Lily. Ripetendo tutto saremo anche
più sicuri noi- mi disse. Io la guardai esasperato.
-io
ho altri programmi comunque, per noi! Ma per stasera. Quindi non
prendere impegni- la guardai serio.
Lei
mi guardò stupita.
-è
la notte prima degli esami! Cosa hai in mente?-
-lo
vedrai stasera- risposi sorridendo e scendendo le scale.
Lei
mi seguì correndo per starmi dietro.
-che
cos'hai in mente?- chiese curiosa.
Mi
piaceva quando era curiosa. E lo sarebbe stata per tutta la giornata,
perchè io non avrei parlato se non fino a sera.
*************
Chiusi
il libro con una strana sensazione dentro. Molto simile alla
stanchezza ma non soltanto quella. Guardai Rose che guardava la mano
che Scorpius gli stringeva. Guardai Amber accanto a me che
controllava un'ultima volta i suoi appunti.
-dite
che possiamo dire davvero di aver finito?- domandai.
Rose
mi sorrise.
-si.
Anche se ciò non vuol dire che non dobbiamo ripassare
ancora!- disse
lei. Scorpius sbuffò.
-non
ci chiederanno di recitare tutti i libri a memoria. Eppure li
sappiamo ormai a memoria. Non mi dire che dobbiamo fare di
più
perchè allora stasera ti porto al manicomio!- gli disse. Lei
lo
guardò curiosa.
-dove
mi porti se no al manicomio?- chiese. Lui scosse il capo. Poi mi
guardò.
-voi
non studiate fino a sera, vero?- mi chiese.
Io
guardia Amber e intuì che fra poco sarebbe crollata. E
neanche io
resistevo un minuto di più ancora in biblioteca.
-certo
che no. Vieni Amber, mi è appena venuta un'idea. A domani,
se non ci
vediamo! Mi raccomando domani non presentatevi con le occhiaie- e
trascinai felice Amber fuori dalla biblioteca.
-dove
andiamo?- chiese lei felice.
-a
prendere la mia scopa. Voglio portarti in una posto speciale- e corsi
verso la mia sala comune.
**************
-dai,
dimmi dove andiamo...- gli chiesi a Scorpius sedendomi sulle sue
gambe e guardandolo come in genere non resisteva. Ma questa volta mi
prese il viso tra le mani e mi baciò con trasporto. Mi
staccai quasi
subito accigliata e lui mi accarezzò la piccola ruga che mi
compariva quando mi accigliavo sulla fronte.
-non
stressarti. Spero solo ti piacerà questa sorpresa. Ma quando
arrivano Lily e Hugo?- mi chiese. Io mi guardai intorno.
-li
hai chiamati. Stanno entrando proprio ora!- e mi alzai dalle sue
gambe. Loro arrivarono con un'aria un po' esasperata. Scorpius si
alzò però andando verso Lily.
-scusami,
gli devo chiedere una cosa!- mi disse. Si allontanarono e io rimasi a
osservarli non capendo cosa si stessero dicendo.
-sei
curiosa e? Chissà cosa stanno tramando!- mi prese in giro
Hugo.
Spostai il mio sguardo accigliato su di lui.
-sai
sempre come farmi stare più serena, fratellino!- ironizzai.
Scorpius
e Lily tornarono quasi subito e Scorpius mi diede un bacio sui
capelli.
-io
devo andare a fare una cosa. Ci vediamo tra qualche ora? Il tempo che
finite di ripassare, ok?- e se ne andò senza che potessi
dire
qualcosa. Guardai Lily che si strinse tra le spalle e aprì
un
libro.
-iniziamo
con trasfigurazione?- propose. Io annuì' e iniziammo.
****************
-in
che hanno fu violato lo Statuto di Segretezza?- mi chiese Rose. Io
chiusi gli occhi cercando di ricordarmelo. Avevo una vaga idea di
aver copiato pagine e pagine su quell'evento storico. Ricordavo che
c'entrava con i vampiri. E l'anno era.....
-1749-
esclamai mentre ricordavo quella data scritta nell'ordinata
calligrafia di Rose. Lei annuì.
-bene,
non ho idea di quali altre domande vi potrebbero dare. Vi ho fatto
tutte quelle che mi sono venute in testa!- si sedette lei appoggiando
il viso alle mani incrociate sul tavolo. Hugo accanto a me chiuse il
libro trionfante.
-benissimo.
Così posso andare a giocare a quidditch con i miei amici-
disse
alzandosi in piedi e iniziando a raccogliere le sue cose.
Rose
lo guardò accigliata.
-mi
raccomando, vai a letto presto perchè domani devi essere
calmo e
riposato!- gli consigliò. Lui gli sorrise.
-si
sorellina! Grazie mille! A dopo a tutti!- e se ne andò
salutandoci.
Io lo guardai sconsolata. Rose si alzò dalla sua sedia di
fronte a
me e mi si mise accanto.
-Lily
cosa c'è?- mi chiese.
-non
sei curiosa di sapere dove ti porterà Scorpius?- gli chiesi
cercando
di distrarla. Lei si accigliò.
-no.
Ma in questo momento non mi interessa- e mi fissò con occhi
seri. Io
sfuggì al suo sguardo. Non riuscivo a realizzare il vero
motivo di
tanto sconforto. Forse era nostalgia. Nostalgia di lui, e i ricordi
che avevo con lui nella biblioteca non erano certo di aiuto. Ma non
era solo questo. Io non ero mai così. Avevo avuto molti
ragazzi che
avevo lasciato io stessa quando avevo capito che non provavo niente
di serio. Forse era anche questo?
Amavo
Geremy per questo era così difficile separarmi da lui?
Eppure era da
mesi che non lo sentivo. Non avevo voluto neanche rispondere alle
lettere che lui mi aveva mandato, per via babbana. Ero passata dallo
sconforto alla rabbia prima per il padre che l'aveva mandato via e
ora per lui. Per lui che non si era opposto alla sua scelta. Si era
lascito convincere a lasciare tutto il suo mondo per seguire il
padre. E la rabbia aveva fatto si che le sue lettere finissero nel
camino.
E
Rose mi guardava ancora. E io non sapevo cosa dirgli.
Mi
guardai intorno e lei come al solito capì la mia
inquietudine.
-lo
sai che se ne vuoi parlare sono qui, vero?- mi disse.
Io
annuì abbracciandola. Chiusi gli occhi e mi persi in
quell'abbraccio. Incredibile quanto possano essere confortanti gli
abbracci.
Poi
entrò dalla porta Scorpius con un sorriso a 32 denti.
-ora
Rose devi venire con me!- ordinò lui. Lei lo
guardò accigliata ma
divertita.
-è
per caso un ordine? Io non sono ai tuoi ordini, Scorpius-disse
fingendosi seria. Lui sorrise furbescamente.
-se
la metti così allora ti porterò di forza!- e la
prese di slancio
per la vita, issandola sulla spalla. Io risi guardandomi intorno. Per
loro fortuna madama Pince era impegnata e non li notò.
-devo
posare i miei libri. Fammi scendere e poi andiamo!- lo
supplicò
Rose.
-te
li porto io i libri sopra! voi andate pure e divertitevi!- gli
promisi io. Scorpius mi sorrise felice.
-grazie
mille Lily. Sei un angelo. E adesso andiamo!- e si incamminò
veloce
verso l'uscita della biblioteca.
Li
guardai ridere e scherzare... e il mio sconforto crebbe...
quanto
mi sarebbe piaciuto avere la prospettiva di passare la serata con la
persona che amavo.
**************
Ed
eccomi tornata dopo un po'! Questo capitolo non doveva essere
così.
Avevo intenzione di scrivere direttamente la serata ma poi mi
è
venuta diciamo un'introduzione molto ma molto lunga rispetto a come
immaginavo. Quindi ho dovuto tagliare il capitolo!
Grazie
mille a chi ha letto il cap, spero che questo vi piaccia! Fatemi
sapere cosa ne pensate.
Ps:lo
so che Scorpius che prendeva di forza Rose sulle spalle l'ho
già
scritto, scusatemi davvero per la ripetizione! Chiedo perdono ma in
quel momento non mi è venuto niente di meglio! E ancora non
riesco a
pensare ad un'altra idea. Lascio così e forse lo cambio in
seguito)
Mi
lasciate una piccola recensione? Mi farebbe tanto felice....
Al
prossimo capitolo! Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 33 *** 33. notte prima degli esami (seconda parte) ***
Trentatreesimo
capitolo: notte prima degli esami (seconda parte)
-mi
stai portando nella foresta proibita?- mi chiese con ansia. Io
annuì.
Virai la scopa e volai un po' più basso, proprio sulle cime
dei
grandi alberi. Sentivo Amber che si stringeva forte a me. A lei non
gli piaceva la foresta proibita. Lo sapevo da anni, da quando mi
aveva raccontato di quell'orribile pomeriggio che aveva passato da
piccola, in mezzo a un bosco come quello. Ora però avevo
deciso che
avrebbe dovuto cambiare idea. Perchè dentro quel posto che a
lei
faceva tanta paura non c'era altro che un posto meraviglioso.
*************
Mi
fidavo di lui. Ma ciò non mi fermò dal tremare
dalla paura. Albus
era stato sempre grandioso, mi aveva da sempre aiutata ed era
riuscito, passo per volta ad aiutarmi a superare tutte le mie paure.
Ricordavo
ancora la paura che avevo prima quando una persona provava a
sfiorarmi. Ci erano voluti mesi per convincermi che Albus non mi
avrebbe fatto del male e che gli potevo prendere la mano. E mi ero
sorpresa di quanto potesse essere bello un contatto così
semplice.
Ripensandoci
ricordavo perfettamente la sua pazienza. Mi c'era voluto quasi un
anno e mezzo per riuscire ad accettare un suo abbraccio e dall'ora
non avrei voluto lasciarlo mai più. Avrei voluto stare tra
le sue
braccia per sempre perchè mi sentivo sempre protetta.
Perchè stò
pensando a questo? Per non pensare a momenti terribili.
Per
non far riaffiorare il ricordo di quella giornata nel bosco. Per
potermi concentrare solo a nascondere il viso nella camicia di Albus
e sentire il suo profumo.
Così
chiusi gli occhi e mi fidai di lui.
Quando
atterrammo aprì gli occhi e prima di tutto vidi il viso
sorridente
di Albus. Lui mi prese il viso tra le mani guardandomi negli occhi.
-so
cosa stai provando. Ma tu fidati di me. Il discorso sulla paura te
l'ho fatto molto tempo fa, vero? Quindi ora stai tranquilla e
guardati intorno. Dimmi se non è un posto meraviglioso!- e
mi lasciò
andare il viso. E io obbedì. Davanti a me si aprì
uno spettacolo da
fiaba.
***********
Guardai
il sole e sorrisi. Avremmo avuto ancora due o tre ora al massimo di
sole, ma a me andava benissimo.
Rose
mi seguiva ancora curiosa. Io tirai fuori dalla cartella un foulard.
-ti
devo bendare!- spiegai. Lei si accigliò.
-e
perchè mai?- mi chiese. Io sbuffai iniziando a legargli la
benda
sugli occhi.
-troppe
domande. Perchè, dove andiamo... basta, oppure ti tappo
anche la
bocca oltre che gli occhi!- la minacciai divertito. Lei sorrise. Poi
io l'abbracciai da dietro, stringendomi al lei. Rimasi un po'
così,
sentendo il suo profumo.
-abbiamo
intenzione di stare tutta la vita qui?- mi domandò dopo un
po'. Io
risi. Poi mi smaterializzai insieme a lei.
********
La
prima cosa che sentì fu un odore che non sentivo da tanto.
L'odore
del mare. Un venticello appena percettibile portava al naso
quell'odore buonissimo. E la mia pelle avvertiva anche il calore del
sole. I miei piedi sprofondavano anche un po' in quella che ci avrei
messo la mano sul fuoco era sabbia. Scorpius si allontanò un
po' giusto in modo da trovarsi di fronte a me per prendermi le mani.
-adesso
ti tolgo la benda. Solo un attimo. Tu stai ferma qua!- e mi
lasciò
le mani. I suoi passi erano quasi del tutto impercettibili visto che
eravamo sulla sabbia. E io mi chiesi cosa stesse facendo. Poi pensai
al sole. Non mi sarei bruciata a quell'ora, vero? Non mi sarebbe
piaciuto per niente trovarmi agli esami rossa come i miei capelli.
E
poi lui mi si avvicinò di nuovo. Lo sentì mentre
mi liberava gli
occhi. E io li aprì sbattendoli un paio di volte per
abituarmi alla
luce del sole.
Eravamo
una spiaggia deserta. Accanto a noi c'era una piccola catapecchia che
sembrava reggersi per miracolo. Mi ricordò la casetta dove
viveva
Scorpius prime della morte del padre. Guardai il mare. Era
bellissimo, rispecchiava il cielo limpido e senza una nuvola che
c'era quel giorno. Poi mi rivoltai verso Scorpius che aveva una cosa
in mano. Una cosa che riconobbi sorpresa.
-quello
è il mio costume!- esclamai.
Lui
annuì.
-gli
ho chiesto a Lily di prendertelo. E ora ci cambiamo e ci facciamo un
bel bagno, vero?- mi domandò contento.
Io
lo guardai incerta. Poi annuì sorridendo. Mi sarebbe davvero
piaciuto fare un bel bagno in mare. L'avevo un po' sognato per tutto
l'inverno, che odiavo molto appunto perchè non si poteva
andare a
mare!
Entrammo
nella casa disabitata.
-ho
scoperto questo posto tre anni fa. Avevo litigato con mio padre e
avevo voglia di mare. E allora ho preso un treno e sono venuto qui.
Ho camminato molto e ho trovato questa catapecchia. Mi sono fermato e
ho visto che qui il mare è bellissimo!- mi
raccontò. Poi io entrai
in quello che avrebbe dovuto essere il bagno e iniziai a mettermi il
costume.
-è
fredda!- esclamai immergendo il piede. Lui rise.
-meglio.
Fa caldo!- e mi abbracciò. appoggiare il viso nel suo petto
nudo e
caldo mi fece rabbrividire ma non di freddo. Poi mi sorprese,
buttandosi con me abbracciata in acqua. Riuscì a malapena a
non
affogare e quando riemersi schizzai Scorpius dopo essermi tolta i
capelli bagnati dagli occhi!
-sei
pazzo. Mi potevi affogare- gli dissi. Lui rise e poi si calò
sotto
la superficie cristallina. Lo guardai riemergere completamente
rapita. E non resistendo gli baciai quelle labbra, quelle labbra
bagnate che ora sapevano di sale!
Quando
ci staccammo lui mi toccò i capelli bagnati sistemandomeli
meglio.
-ti
va di nuotare?- io annuì e mi immersi felice. Era bellissima
l'acqua
anche se era fredda.
E
perdermi in essa è una sensazione che non riesco a
descrivere!
Naturalmente niente a che vedere con perdermi in Scorpius. Quella era
una sensazione che non si può eguagliare. Ma comunque era
pur sempre
bellissima. Riemersi dopo un po' trovando Scorpius che mi guardava
felice. Gli sorrisi e l'abbracciai buttandomi addosso a lui. Poi
cercai di affogarlo ridendo.
Ma
lui era troppo alto. Non ci eravamo spostati molto dalla riva e anche
se non toccata proprio lo immersi davvero di poco, giusto quel tanto
che riuscì a spingersi con i piedi verso l'alto, saltando.
Mi
sorprese prendendomi in braccio e nuotando verso la riva.
-cosa
vuoi fare?- domandai.
-Tuffi!-
disse lasciandomi dove toccavo. Lo guardai incerta. Lui
intrecciò le
dita e mi guardò aspettando.
-ne
sei sicuro? Non è che ci facciamo solo male?- chiesi. Lui
rise.
Scuotendo la testa incredulo.
-vuoi
lasciarmi fare?! Metti i tuoi piedi qua, subito!- ordinò. Io
cercai
di star seria mettendomi diritta e mettendomi una mano sulla fronte
in stile militare.
-signor
si signore!- dissi. Poi appoggiai le mani sulle sue spalle a
salì
sulle sue mani incrociate.
-bene
conto fino a tre e poi ti lancio dietro di me- spiegò.
Annuì
e irrigidì le gambe.
-uno...
due... tre.. ora!- e volai. Cercai di indirizzarmi in modo da entrare
nell'acqua a pesce e non di pancia e mi ritrovai di nuovo nell'acqua
e questa volta aprì gli occhi.
Guardai
il fondale seguendo con gli occhi i fasci di luce che attraversano la
superficie e scendeva verso i fondali blu scuro. E poi lo vidi
guardarmi, si era tuffato vicino a me. Io riemersi e lui fece lo
stesso.
-ero
preoccupato. Sei stata un sacco là sotto!-
esclamò. Io sorrisi
schizzandolo divertita.
-io
sono un pesce. Non ti preoccupare!- scherzai. E anche lui
iniziò a
schizzarmi.
**********
Si
stava avvicinando la sera. Amber abbracciata a me si stava assopendo.
-Albus
ti ho detto che la tua idea di venire qua adesso mi piace un mondo?-
mi chiese. Sorrisi guardandomi intorno. Il rumore delle rapide che
sbattevano contro le rocce era bellissimo. Il sole, dietro gli
alberi, stava iniziando a calare mentre ombre nere iniziavano a farsi
sempre più grandi.
Con
un dito disegnavo linee immaginarie sul braccio di Amber, mentre
pensavo a come poteva sentirsi adesso. Speravo davvero che non avesse
paura. E mi sorpresi quando lei iniziò a baciarmi il collo.
Si mise
sopra di me, sovrastandomi, e prese a baciarmi la gola, il mento.
Io
gli accarezzai la schiena coperta dalla maglietta leggera e la
guardai in tutto il suo splendore.
Gli
tolsi i capelli dal viso che la baciai, gustandola appieno e
desiderando che quel momento non finisse mai.
E
improvvisamente mi ritornò in mente il ricordo del nostro
primo
bacio. Era successo esattamente 12 mesi fa, con qualche giorno di
differenza.
Gli
stavo dicendo quanto l'amavo. E lei mi aveva baciato di getto. Io ero
preoccupato davvero ma avevo riposto lo stesso con passione. Ma non
volevo spaventarla. Non volevo fargli del male. Ero andato cauto e
avevo fatto decidere tutto a lei. E adesso ero felice di poterla
baciare senza che lei avesse paura e che gli rievocasse qualche
ricordo brutto.
Ribaltai
la situazione mettendomi in modo da non pesare su di lei troppo, e
presi a baciargli il collo scoperto.
E
ricordai anche la prima volta che gli avevo baciato il collo. Quel
collo che molti anni fa era coperto a macchie scure e graffi e che
lei nascondeva sempre.
Una
cicatrice gli restava ancora, tra la fine del collo e l'inizio della
spalla. La baciai là con dolcezza mentre ripensavo ai suoi
occhi
quel giorno. Alla paura che aveva ma che cercava di affrontare.
Io
non avrei mai voluto vederla così ma lei aveva insistito. E
avevo
capito la sua necessità di affrontare davvero quella paura.
Aveva
bisogno di scacciare ogni incubo. E io ero lì per aiutarla.
Del
resto l'amavo e ormai eravamo una cosa sola. Un unico filo che
nessuno sarebbe riuscito a dividere!
****************
-a
cosa pensi?- mi chiese Scorpius. Io guardai il cielo stellato sopra
di me. Lui aveva il capo sul mio petto, anche lui rivolto verso il
nero della notte. Il mare era un nostro inaspettato ma perfetto
sottofondo sonoro.
-a
quanto è grande l'universo. A quante miliardi di stelle,
pianeti e
mondi potrebbero esistere che noi ignoriamo totalmente- dissi. Lui si
voltò su un fianco, poggiò la testa su una mano e
mi guardò
accigliato.
-certo
che ci vai proprio leggero con i pensieri. Non potresti pensare a
qualcosa di meno.... dubbioso?- domandò. Io risi.
-bene.
Vuoi parlare degli esami?- ma mi interruppe subito tappandomi la
bocca con la mano.
-non
proseguire oltre. Io pensavo più che altro a noi due,
soltanto a noi
due. E alla cena appena offerta da me. Non sono stato bravo?- mi
domandò.
-più
che altro sono stato gli elfi della cucina bravi a cucinare e buoni a
darteli!- lo punzecchiai divertita.
Lui
mi guardò ridendo. Poi mi baciò con trasporto e
sentì le sue mani
indugiare sulla mia pelle quasi del tutto nuda.
Mi
staccai da lui dopo un po' con il fiatone e un gran calore che mi
invadeva tutta.
-andiamo
a fare un bagno?- domandai.
-ora?
Di notte? Sicura di non voler dormire un po'?- mi chiese lui forse un
po' scettico. Io sorrisi e mi alzai più veloce che potei.
-raggiungimi
se vuoi!- dissi addentrandomi nell'acqua ma non prima di essermi
liberata del costume.
Mare,
luna e stelle e specialmente un ragazzo che amo più della
mia stessa
vita che mi abbraccia a se. Questo è il vero modo di
trascorrere la
notte prima degli esami!
*************
Mi
alzai col fiatone e il cuore che mi batteva a mille. L'incubo mi
aveva stravolto. Non potevo fare un sogno del genere proprio ora. Mi
alzai senza svegliare le mie compagne di stanza e scesi in sala
comune.
Mi
sdraiai sul divano cercando di calmarmi.
Certo
sognare di fallire agli esami proprio il giorno prima non era il
massimo della fortuna. Anzi... mi sembrava proprio che fosse u brutto
presagio.
Tentai
di pensare che non era altro che uno stupido sogno e tentai di
distrarmi pensando ad altro. E la mia mente trovò subito
l'indirizzo
di Geremy. Sbuffai tormentandomi il viso con le mani. Non mi sembrava
il caso di tornare anche a essere depressa. E la mia mente alla
ricerca di qualche distrazione andò alla deriva. E mi
ricordai di
Stone. E della promessa che gli avevo fatto.
Chiusi
gli occhi e sperai di addormentarmi.
Ma
poco dopo mi alzai spinta da chissà quale istinto. Corsi per
la
scuola deserta, corsi per il prato di Hogwarts e mi fermai in mezzo
al cerchio di pietra. E poco dopo vidi un'ombra nera accanto a me.
Corsi da lui e vidi che era Stone. Era bellissimo, con la luce della
luna che gli illuminava il viso bianco. Aveva un mantello nero e
lungo, legato al collo e mi guardò sorridendo nel suo modo
inquietante.
-non
essere nervosa. Adesso sogna, dormi e fai bei sogni. Domani
sarà una
bella giornata, andrà tutto bene1- mi rassicurò
lui con la sua voce
fredda. Io fui davvero grata di quelle parole. E colma di
felicità
gli corsi incontro. E guidata sempre da quella forza inaspettata lo
baciai di slancio. Lui parve spiazzato. Poi rispose con forza. Il
bacio divenne passionale e le sue mani vagarono sulla mia schiena
stringendomi a lui.
Poi
abbandonò le mie labbra e vidi che sorrideva ancora. Ma
questa volta
il suo sorriso mi inquietò davvero. Vidi i suoi denti
brillare alla
luce della luna, inquietanti, e poi si abbassò sul mio
collo. E
sentì un dolore mai sperimentato prima!
Mi
svegliai di colpo. Ero sul divano della sala comune tutta sudata che
rabbrividivo ancora. Attorno a me sentivo ancora le braccia forti e
fredde, di acciaio, di Stone. Ma era solo un sogno. Appoggiai di
nuovo la testa sulla spalliera e tentai di far ritornare il respiro
normale. E il sonno mi colse di nuovo, così calmo e
tranquillo che
si portò via tutta la mia agitazione e anche l'ultimo incubo!
**********
E
anche questo capitolo, con un incubo (ma sarà stato davvero
un
incubo?) di Lily.
Natulamente
inizio ringraziando profondamente chi ha letto lo scorso capitolo.
E
adesso alle due lettrici che hanno anche recensito:
mia
cara jadina grazie per la tua recensione. A dirti la verità
appena
l'ho letta mi è venuto un colpo! “cosa cavolo
avevo scritto?” ho
pensato. Poi ho controllato e ho visto che c'è stato un
malinteso.
Pensavo apparisse scontato che la ragazza che cercava Albus e che poi
bacia è Amber, non Rose. Sbadata come sono quando ho letto
la tua
recensione pensavo di aver messo il nome sbagliato. Invece non ho
messo nomi quindi lo specifico qua. Era Amber quindi niente problemi!
Spero
che questo capitolo ti piaccia. Mi raccomando recensisci presto!
Bacioni!
ValyBrick
sono felice che hai recensito. Grazie mille. Spero che la mia fic ti
piacerà ancora e grazie ancora per il fantastica! Non vedo
l'ora di
sapere cosa ne pensi di questo cap! Aspetto la tua e naturalmente le
recensioni degli altri con impazienza. Un bacio enorme!
Grazie
a chi leggerà anche questo cap, grazie a chi ha aggiunto
questa fic
tra i preferiti e a chi tra le sue fic seguite! È difficile
descrivervi la mia gioia quando vedo che i miei deliri sono piaciuti
oppure che condividete i miei punti di vista o tutto ciò che
mi dite
e non mi dite1 adesso finisco di delirare1 sappiate che
cercherò di
aggiornare al più presto, appena mi viene l'ispirazione per
un
giorno di esami. Ma penso che sarà anche influenzata dalle
recensioni e da quanti lettori avrò! Un bacio enorme a
tutti! Al
prossimo cap!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 34 *** 34. esami e molto altro... ***
Trentaquattresimo
capitolo: Esami e molto altro...
Mi
ritrovai in una delle mie posizioni preferite per dormire, con il
viso premuto contro il petto nudo di Scorpius. Sentivo anche il mare
come sottofondo e sorrisi ripensando alla serata e nottata che
avevamo passato su quella spiaggia. Sarei dovuta essere molto stanca,
probabilmente si vedeva anche dagli occhi, ma in quel momento
qualcosa dentro di me mi diceva di svegliarmi e aprì gli
occhi per
vedere il mio Scorpius dormire tranquillo, con quel sorriso
bellissimo e rilassato e i granelli di sabbia sui capelli biondi, che
il sole li faceva brillare e accendeva di riflessi. Anche i miei
capelli, sparsi sul mio collo e sul suo petto, erano pieni di
sfumature vermiglie. Il sole... sentivo che il sole era la chiave
della mia ansia interna. E poi capì inorridita.
-Scorpius,
Scorpius che ore sono?- gli chiesi scuotendolo. Mi alzai cercando le
nostre cose. Frugai nello zaino che aveva portato Scorpius cercando
l'orologio ma sapevo che dovevano essere almeno le otto dall'altezza
del
sole.
-che
succede?- domandò Scorpius ancora assonnato. Si
girò sulla pancia e
mi guardò mentre si stropicciava gli occhi. Trovato
l'orologio
gridai.
-sono
le nove!- gridai inorridita. Lui mi guardò incredulo.
Scattò in
piedi mentre io mi rimettevo il costume e i vestiti.
-tra
mezz'ora dobbiamo essere tutti in sala grande! Non ci riusciremo
mai!- mi lamentai ansiosa. Lui si stava vestendo come me più
veloce
che poteva.
-vedrai
che ci riusciremo. Dobbiamo solo smaterializzarci- cercò di
rassicurarmi.
-io
volevo svegliarmi presto stamattina. Volevo ripassare tutto un'altra
volta- dissi mettendomi la maglietta. Lo vidi sbuffare. Prese la
cartella da terra mettendola in spalla, l'asciugamano dove eravamo
sdraiati e mi abbracciò. Chiusi gli occhi e ci
smaterializzammo.
Sbuffai
mentre insieme a lui ci arrampicammo per il pendio ed entrammo dai
cancelli di Hogwarts. Dovevamo fare tutto il parco per arrivare al
castello. Corremmo e arrivammo tutti sfiniti e sudati al portone
principale. E trovammo gli studenti del nostro anno e del quinto
tutti tesi e pronti ad entrare in aula. Guardai accigliata Scorpius
prendendo la bacchetta e facendo un incantesimo per rinfrescarmi un
po'. Lui mi sorrise.
-andrà
tutto benissimo!- mi disse. Albus e Amber ci raggiunsero sorridendo.
Anzi, Albus mi guardò accigliato.
-siete
appena tornati?- domandò. Io mi legai i capelli che erano
tutti
gonfi e arruffati per il sale e di sicuro non avevo un grande
aspetto.
-vi
sentite pronti?- chiesi cambiando discorso.
-io
mi sento la testa vuota. Non ricordo più niente.....-
gemette Amber.
Albus la strinse a se dicendogli qualcosa nell'orecchio. Io sorrisi e
la vidi arrossire mentre Albus gli baciava il collo. Io li lasciai
nella loro intimità cercando mio fratello e Lily. Li trovai
poco
distanti a parlare.
-io
vado da Lily e Hugo un attimo. Vieni anche tu?- domandai a Scorpius.
Lui annuì e mi seguì fino al fondo scale dove
Lily e Hugo erano
seduti a parlare. Anzi, a ripassare gli enunciati degli incantesimi
fondamentali.
-non
si ripassa fino all'ultimo momento- li rimproverò Scorpius.
Io mi
trattenni dal dirgli che di certo però non si faceva come
noi che
non avevamo ripassato niente da ieri mattina e sorrisi soltanto
rassicurante.
-andrà
tutto bene, basta essere calmi- li rassicurai.
Notai
che Lily aveva qualcosa che non andava. Aveva gli occhi gonfi e
stanchi. Invece Hugo era solo teso, aveva la mascella serrata come
quando si concentrava o si arrabbiava e cercava come un disperato una
qualche formula nel libro.
-voi
vi sentite sicuri?- chiese Hugo guardandoci.
-no.
Però sappiamo di aver studiato e a questo punto non si
può fare più
di questo- rispose Scorpius.
In
quel momento tutti ci fermammo. Dalla sala era uscita la preside
facendo spalancando la porta.
-quelli
del quinto anno entrino. Iniziamo!- annunciò.
Con
un in bocca al lupo tutti se ne andarono e io mi sedetti dove era
seduta prima Lily. Albus e Amber ci seguirono.
Intorno
a noi c'erano tutti i nostri compagni che tremavano dalla paura, che
cercavano di ripetere e che strillavano angosciati. C'era persino
qualcuno che sembrava sarebbe svenuto da un momento all'altro.
Mi
chiesi come mai non fossi anch'io in agitazione. Anche se fu una cosa
stupida. Sapevo che quello che aveva detto Scorpius era vero.
Studiando bene poi uno non ha più paura. Anche se la
tensione ci
deve essere e infatti c'era. Mi tormentai le mani per un po' ma
Scorpius me le “sequestrò” nascondendole
nelle sue enormi mani.
Mi
baciò il polso chiudendo gli occhi. Poi mi guardò
malizioso
leccandomi il punto in cui mi aveva baciata prima. Sorrisi sentendo
il solletico e arrossì anche.
Poi
l'abbracciai liberando le mani per poterle avvolgere attorno al suo
collo. Sarebbe andato tutto bene. Il peggio sarebbe stato solo
aspettare.
********
E
gli esami stavano passando. Il tempo di finire gli scritti la mattina
e dovevi affrontare gli orari il pomeriggio.
Passarono
bene e ringraziai ancora la testardaggine di Rose nel farci studiare
da mattina a sera così presto. Non affrontai nessun problema
in
nessuna materia, compresa Storia della magia dove non ero riuscita
mai a seguire il prof per più di dieci minuti. Rimasi solo
un attimo
perplessa in artimanzia. Mi era sembrato che i conti tornassero tutti
ma ciò poteva dire anche che era tutto sbagliato. Gli esami
del
quinto anno finirono poco prima di quelli che settimo. Stavo
aspettando che finissero per poi poter passare un bel pomeriggio
tranquillo e senza studiare con loro, dopo tanto, quando qualcuno mi
salutò. Mi voltai e mi trovai davanti Larry Stevenson,
tassorosso
del sesto anno. Ci avevo parlato qualche volta, non più di
qualche
parola detta per cortesia ma adesso si fermò di fronte a me
sfoggiando un bel sorriso.
-ciao
Lily. Come sono andati gli esami? Sono finiti, vero?-
domandò. Io
gli sorrisi per cortesia.
-si,
sono finiti e andati abbastanza bene. Diciamo che mi sono davvero
tolta un peso dal cuore. Non mi sono mai sentita così
sollevata- ma
non era vero. Ricordavo un momento in cui mi ero sentito davvero
molto più sollevato di allora. Quando avevo temuto che tra
me e
Geremy ci fosse un'altra oppure che lui non mi volesse più
bene.
Avevo scoperto poi che non era vero, ma la vita aveva trovato il modo
di dividerci lo stesso. Il destino era stato davvero ingiusto a
dividere così improvvisamente le nostre vite.
-Lily
ti piacerebbe fare una passeggiata con me? e dentro di me il cuore mi
fece male. Non mi aveva chiesto chissà cosa. Non mi aveva
mica
chiesto di sposarlo. Avevo accettato mille volte una proposta del
genere mai con intenzioni che non fossero altro che parlare e
chiacchierare tranquilli. Avevo proprio bisogno di
tranquillità, si
lasciare alle spalle gli esami, del resto era per questo che
aspettavo gli altri. Eppure in quel momento non ebbi altra voglia che
scappare, rinchiudermi nella mia stanza e non pensare più a
niente.
O meglio di pensare a lui. Perchè era inutile dirmelo,
ancora non
avevo superato niente. Era inutile cercare di convincermi del
contrario, ancora speravo di vederlo comparire di fronte a me e di
poterlo abbracciare. Abbassai lo sguardo e tentai di ricacciare le
lacrime che spuntavano negli occhi.
-sei
molto gentile ma non posso! Buona giornata- sussurrai molto formale e
scappai. Corsi nella mia stanza senza fermarmi. Ma nella mia stanza
c'erano le mie compagne. E non volevo vederle. Allora andai nella
stanza di Rose. E mi chiusi in bagno tentando di asciugare quelle
lacrime maledette. Nella mia mente tornò le parola di Stone.
Avevo
promesso di non piangere, di sorridere. Volevo tanto onorare quella
promessa. Ma non ci riuscivo. Ora, quando pensavo a Stone mmi si
stringeva un altro po' il cuore, anche se non capivo il
perchè.
Qualcosa adesso mi faceva anche soffrire di più. Mi lasciai
scivolare a terra, la schiena contro il muro, tentando di controllare
il cuore che singhiozzava anche lui.
********
Dov'era?
Mi avevo promesso che ci sarebbe stata appena avessimo finito.
Pensavo di trovarla fuori felice che gli esami fossero finiti. E
invece lei non c'era.
Mi
girai subito verso Albus.
-hai
la mappa del malandrino qui?- domandai. Lui la tirò fuori
leggendo
nella mia faccia l'urgenza.
-chi
cerchiamo?- mi chiese.
-Lily-
dissi soltanto scorrendo veloce la mappa.
-è
nella tua stanza?!- esclamò Albus. Io partì
veloce verso di lei.
Sentì gli altri correre dietro di me.
*******
Hogwarts
doveva essere davvero bella da lassù, se solo fossi riuscita
a
vederla. Un velo di lacrime mi impediva di guardare tranquillamente
il bellissimo paesaggio sotto di me. Sapevo che sui pendii della
collina, verso le rive del lago, si stavano avviando la maggior parte
degli studenti per godere di quel sole che stava tramontando. avrei
dovuto esserci anche io tra loro, ma avevo scelto un'altra strada.
Avevo imboccato un altra via. Verso la distruzione? Be, se fossi
caduta da lassù sicuro verso la morte.
Rimasi
interdetta quando vidi una testa rossa spuntare dalla fine del tetto
spiovente. Quando la figura sfogata di Rose mi si presentò
davanti
ebbi voglia di corrergli incontro e di abbracciarla forte. Ma non
avevo tanta voglia di condannare alla morte lei cadendo insieme nel
vuoto.
Così
aspettai che mi si sedette vicino. Allora l'abbracciai.
-sai
che siamo davvero molto simili noi due?- mi chiese. Io la guardai
attraverso le lacrime un po' stupita. Cosa voleva dire? Tutti ci
avevano sempre detto che sembravamo più sorelle che cugine
per via
dei capelli rossi e delle lentiggini.
-non
intendo come aspetto. Anche caratterialmente. Due anni fa... quando,
be sai quando è successo tutto quel macello... anch'io sono
salita
qua sopra. Volevo affrontare le mie paure, volevo convincermi che
potevo fare questo e altro. Lo gesto è lo stesso ma forse il
tuo
motivo è diverso dal mio, ma rimane sempre una decisione
comune che
abbiamo fatto- mi spiegò. Io chiusi gli occhi mentre gli
ultimi
raggi di sole sparivano dietro le montagne colorando tutto di rosa.
Cercai
di dire qualcosa. Provavo tante cose in quel momento. Da dove potevo
iniziare?
Potevo
iniziare col fatto che Geremy mi mancava. Oppure con la sensazione
strana che provavo da un po' quando pensavo a Stone. Oppure delle
richiesta di Larry. Potevo iniziare dal peso che sentivo essermi
tolta dentro degli esami ma anche dal nuovo macigno che adesso si era
posato dentro di me, senza che capissi il motivo.
E
invece iniziai da molto lontano. Da una cosa che avevo capito da un
discorso che avevo fatto con Scorpius ieri, quando era venuto a
chiedermi di cercare il costume di Rose. Gli avevo chiesto cosa
avrebbe fatto lui dopo la scuola. Avevo visto Rose tanto preoccupata
per la scelta, l'avevo vista felice poi di aver scelto dopo la
giornata organizzata da Scorpius. E l'avevo vista evitare l'argomento
dopo quella sera. Non ne avevo più voluto parlare.
E
invece ora sentiva il bisogno estremo di spingermi da quella parte.
-cosa
hai deciso di fare alla fine della scuola?- domandai. La vidi stupita
e sconcertata da un simile argomento.
-non
mi sembra il caso di parlare di me. Sono qui per te!- mi disse. Io
scossi il capo.
-questo
è anche per me, lo sento. Tu rispondimi- dissi perentoria.
La vidi
esitare.
-farò
la ricercatrice. Girerò per il mondo in cerca di nuovi
incantesimi e
tutto il resto- mi rispose. E sentii la mia rabbia crescere. Ma non
volevo urlare. Non volevo sfogarmi su di lei. Volevo fargli capire il
dunque, così forse sarebbe servito anche a me. O almeno
speravo.
Sentivo che esprimerlo invece di pensarlo soltanto mi avrebbe fatto
capire davvero la situazione. Quindi annuì e sospirai per
tranquillizzarmi.
-io
ho deciso in andarmene- esclamai. la vidi sbarrare gli occhi.
-cosa
intendi? Andare dove?- domandò.
-andrò
in Cina. Ci stò provando da mesi. Non funziona. Non riesco a
stare
senza Geremy. Adesso ho i miei G.U.F.O. Troverò qualcosa da
fare
anche là, immagino- illustrai.
La
vidi impallidire, poi arrabbiarsi.
-come
puoi pensare di mollare davvero tutto per lui? Va bene amarlo e non
riuscire a dimenticarlo, cosa che ti stà facendo soffrire
tantissimo, ma non puoi rovinarti la vita, distruggere i tuoi sogni
per.. per una persona che ti ha lasciato così.
Perchè poteva
ribellarsi, è stato stupido anche lui ad accettare la scelta
di suo
padre e di non rimanere con te!- le sue parole mi colpirono. Era
esattamente in quello che sfociava la mia rabbia. Perchè lui
non
aveva scelto di restare.
-eppure
anche tu ignorerai le tue scelte per seguire Scorpius.
Perchè tu
puoi farlo e io o Geremy no?- domandai mentre dentro di me la rabbia
cresceva. Ma non verso Rose, non verso me, ma verso Geremy che non
aveva scelto di rimanere con me. Forse ero solo io che l'amavo
così
tanto, lui forse non ricambiava allo stesso modo.
-perchè...
non è una differenza di tanto. Non cambierò
radicalmente la mia
scelta. Infondo i principi sono gli stessi. Renditi conto che faremo
anche la stessa scuola- provò a giustificarsi lei. La
guardai
alzando i sopraccigli in uno sguardo scettico. Lei guardò la
luna
che iniziava ad apparire sempre di più nel blu del cielo che
diventava nero. E la vidi anche realizzare cosa stavo dicendo. E
anch'io riflettei sulle parole che mi aveva detto. E la mia rabbia
verso Geremy crebbe ancora di più. A quest'ora lui era
chissà con
quante cinesi e ridere felice mentre io mi tormentavo per lui,
rovinandomi la vita. Dovevo essere felice. E Rose sembrava anche
capire quello che avevo voluto dirgli, non so se però
l'avevo fatto
nel modo giusto. Lei in genere era molto più brava di me a
spiegare
le cose.
************
Aveva
perfettamente ragione. Certo, c'era un'importante differenza tra la
mia situazione e quella di lei e Geremy.
Io
e Scorpius ci amavamo a vicenda e lui non mi avrebbe mai lasciata
così, come aveva fatto lui. Il che voleva dire che magari
sacrificare un po' del mio sogno poteva essere discutibile. Ma
inammissibile come mi aveva fatto capire Lily. Io avevo fatto la mia
scelta, lui la sua. E la paura di separarci non doveva far mi
dimenticare la mia scelta. Non mi potevo annullare per l'amore che
provavo per lui. Era stato proprio su questo tetto che avevo
realizzato davvero che era qualcuno. E come qualcuno avevo il diritto
e il dovere di vivere come volevo e a seconda delle mie scelte. Che
non dovevano essere dettate solo dall'amore. Io avrei preso la mia
strada e Scorpius la sua, ma saremo riusciti a tenerle legate lo
stesso. Perchè nessuno ci poteva dividere, di questo ne ero
sicura.
Abbracciai
forte Lily mentre la sentivo tremare dalla rabbia. Capivo la sua
rabbia. Quando l'avevo vista in quel modo io ero saltata subito alla
conclusione che non era solo colpa del padre di Geremy ma anche sua,
perchè non si era ribellato. Ma pensavo che anche lei ci
avesse
pensato. E invece forse se gli avessi rivelato la mia rabbia prima
lei avrebbe reagito a tutto differentemente.
Rimanemmo
un po' così, condividendo più o meno gli stessi
pensieri. Poi mi
ricordai di chi c'era sotto.
-ci
stanno aspettando tutti. Forse penseranno che ci siamo buttate dal
tetto tutte e due, forse è meglio scendere- dissi.
Lei
mi sorrise.
-dobbiamo
ancora festeggiare la fine degli esami!- realizzò lei
sorridendo
ancora di più.
Io
annuì e insieme riuscimmo a scendere.
Quella
sera c'era una grande festa nella stanza delle necessità,
con Albus
che aveva invitato a tutti. Ragazzi di tutte le case si divertirono
insieme e anche noi ci andammo. Vidi Lily cercare di divertirsi
meglio che poteva. Chiacchierava con tutti e ballò con
diversi
ragazzi ridendo e scherzando. Io ballai sempre con Scorpius,
mostrandogli la mia incapacità completa nel ballare.
-quando
è stato distribuito il dono del ballo io ero in bagno-
scherzai. Lui
scoppiò in una delle risate più belle.
-non
fa niente. Adoro vedere come inciampi nei tuoi stessi piedi!- mi
rivelò ridendo ancora. Io lo baciai mordendogli le labbra
per
ripicca.
Quella
serata passò tranquilla e serena. Non ero solo io a tenere
d'occhio
Lily, infatti verso la fine della serata trovai Albus che tallonava
seriamente una Lily un po' brilla. Salutando tutti e dando la
buonanotte a Scorpius, dandoci appuntamento quando tutti se ne
fossero andati dalla stanza delle necessità, portai nel suo
letto
Lily.
Lei
si accasciò tranquilla a letto e prima di andarmene andai a
chiudere
la finestra da cui era entrata all'improvviso aria gelida. Ma mi
fermai incerta. C'era qualcosa poco prima, avevo visto un movimento
strano dietro la finestra quando mi ero girata. Mi affacciai cercando
il responsabile con una strana sensazione dentro. Ma non
c'era nessuno. Forse era una gufo, ipotizzai. Forse un testral... ma
era inutile fare congetture. Non vedevo niente. Quindi mi assicurai
di chiudere per bene la finestra, questa volta per paura che qualcosa
entrasse, qualcosa diverso dall'aria fredda. Diedi un bacio a Lily
che dormiva rilassata e scesi sotto da Scorpius.
Gli
esami erano finiti, le scelte era state decise. Cosa ci avrebbe
preparato il futuro, nessuno lo sapeva ma eravamo pronti ad
aspettarlo!
**************
Bene
miei cari lettori! Anche questo capitolo è finito... e io
sono
fortemente indecisa.... non so se concludere qui anche la mia storia.
Non che la loro storia sia davvero finita, ho intenzione di scrivere
ancora, ma non so se dargli un altro titolo, insomma iniziare un
altro continuo oppure continuare direttamente questo... che ne
pensate? Accetto e aspetto i vostri suggerimenti da parte di tutti.
E
adesso i ringraziamenti. Grazie mille a tutti voi che avete letto! E
grazie mille a chi ha recensito.
Mia
cara ValyBrick ho aggiornato prima che potevo. Adesso come vedi non
so cosa fare esattamente. Lasciare in sospeso tutte queste cose per
poi riprenderle solo che con un'altra storia? Oppure non ne vale la
pena? Fammi sapere qual è il tuo suggerimento! Spero che
questo cap
ti piaccia! Baci!
Mia
cara Jadina94 non c'è assolutamente bisogno che ti scusi.
Anzi, son
felice che ti piaccia lo scorso capitolo. Naturalmente aspetto la tua
opinione sia sul capitolo che sul mio dubbio. Baci!
Mia
cara Vacanziera, sono felice che è finito (perchè
è finito?)
quello che definisci periodo buio. (io devo dire che ne ho molti
purtroppo.....) e quindi sono felice che hai recensito. Si, devo
ammettere che Albus e Amber mi mancavano. E il nero non lo sopportavo
più quindi sono passata al viola. Sono contenta che ti
piaccia! Devo
dire che hai ragione, potessi passare la mia notte prima degli esami
come l'ha passata Rose, oppure anche solo Amber mi andrebbe
benissimo. Invece mi sa che mi ritroverò a ripetere come una
pazza
le ultime cose da studiare....
come
hai visto ho il dubbio di dividere la storia... anche se non so se
sia necessario... fammi sapere la tua opinione.
Anche
se adesso che ci penso probabilmente non ce n'è bisogno. Per
quanto
riguarda Stone... be lui è ancora un mistero per me!!! (io
rido
istericamente). Il diario del vampiro l'ho letto, anche se preferisco
molto di più la saga mitica della Meyer, mi è
piaciuto il vampiro
misterioso che c'è. Tu l'hai letto? Io ho letto solo il
primo....
tu?
Aspetto
con ansia la tua recensione. Baci!
Grazie
mille a chi leggerà e a chi recensirà! Scusatemi
per eventuali
errori e adesso vado a nanna che domani mi aspettano due ore di
compito di storia dell'arte! Baci!!!!!!!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 35 *** 35. pronti per una bella estate! ***
Trentacinquesimo
capitolo: pronti per una bella estate
E
l'ultimo giorno arrivò. Era dall'inizio della scuola che
cercavo di
non pensare al momento in cui avrei lasciato la scuola per sempre.
Non l'avrei mai più rivista, non ci sarei mai più
entrata da
studente! Era orrendo!!!!
chiusi
gli occhi pensando ai pochi minuti che mi rimanevano ancora. Da li a
mezz'ora sarei dovuta andare sotto, ascoltare l'ultimo saluto della
preside e andare sul treno insieme a tutti. E adesso mi ero isolata.
Volevo rimanere da sola e pensare solo a Hogwarts. Tra queste mura
ero cresciuta in tutti quegli anni, quelle mura mi avevano vista
arrabbiata, secchiona, isolata, tranquilla e non so in quanti altri
modi. Potevo benissimo pensare a quelle mure come uno scrigno segreto
che racchiudevano i gioielli più preziosi del mondo,
“ricordi”.
Sia che fossero ricordi felici, sia che non lo fossero erano pur
sempre cose che ci avevano fatto mutare e crescere. E per questo che
Hogwarts rimaneva nel cuore di tutti.
Pensai
a mio zio che era tornato come professore in vari anni, compreso
questo. Mi sarebbe piaciuto molto ritornarci anche a me. Forse
l'avrei fatto qualche volta!!!
risi
tra me pensandomi tornare come professoressa a Hogwarts. Mi sembrava
così irreale e assurdo. Ma infondo sarebbe stato bello.
Anche se il
tempo non sarebbe mai tornato indietro ricordare quelle sensazioni mi
avrebbero fatto sentire davvero felice!
Sentì
in lontananza il rumore degli studenti che iniziavano a scendere
sotto. Mi incamminai tranquillamente per i corridoi su cui ormai
potevo orientarmi anche a occhi chiusi. Li conoscevo così
bene che
anche la notte non avevo mai avuto bisogno della bacchetta accesa.
E
mi ritrovai a percorrere ogni piccolo corridoio. Ogni piccolo angolo,
aprì ogni porta da cui ero entrata, entrai in tutti i
passaggi
segreti. Perchè volevo ricordarla per sempre, con tutti i
suoi
particolari, in tutto il so splendore. E quando arrivai nella sala
grande ero decisamente in ritardo. Mi dispiacque molto che la preside
aveva già quasi finito il lungo discorso di saluto.
-...a
voi che avete finito, vi auguro tutto il bene del mondo,
sarà
orgogliosa di vedervi intraprendere le vostre strade e
aspetterò con
ansia vostre notizie! Spero che questi 7 anni di Hogwarts vi
rimangano nel cuore per sempre e che per quanto meravigliosi possano
essere, anche gli anni a venire saranno altrettanto belli!-
finì la
preside. E tutti ci alzammo in piedi per applaudire. La vedemmo
addirittura strizzare gli occhi un po' umidi.
Anche
i miei occhi erano umidi. Albus, accanto a me mi mise un braccio
intorno alle spalle.
-forza
Rosie, adesso ci aspetta il meglio della nostra vita. Forse
sarà
anche il più difficile da conquistare ma ne varrà
sicuro la pena!-
sorrise lui.
Io
ricambiai l'abbraccio fraterno.
-hai
ragione! Ne varrà la pena!- fui d'accordo anch'io.
E
salendo sul treno ci voltammo l'ultima volta per guardare la nostra
amata Hogwarts che scompariva alla vista!
******
Guardare
mio fratello e Rose che tristi lasciavano Hogwarts mi fece riflettere
molto. Come sarà il mio ultimo anno a scuola? Io sarei
tornata per
due anni ancora e mi sentì infinitamente contenta.
Non
sarei riuscita a lasciare Hogwarts per sempre in quel momento. Mi
sedetti insieme ai miei amici ma i miei pensieri vagarono
continuamente ad altro. Precisamente ad una persona. Mi chiedevo
dov'era... cosa stava facendo... chissà se gli sarebbe
arrivata una
lettera... chissà se avrebbe risposto...
E
alla fine presi carta e penna e iniziai a scrivere.
Caro
Stone,
come
stai? È da un po' che non faccio che pensarti....Non mi
dispiacerebbe affatto che comparissi dal nulla in questo momento...
vorrei tanto vederti...
Ma
strappai subito la pagina appallottolandola. Che cavolo
stavo scrivendo? Arrabbiata la buttai verso la spazzatura ma
incredibilmente mancai mira. Andò addirittura vicino al
finestrino
aperto e l'aria la spinse fuori. Non ebbi neanche il tempo di
guardarlo volare via che non c'era più. Guardai il foglio
bianco che
avevo ora sulle gambe. Anche la mia mira faceva cilecca ora... che
pizza....
-a
chi tenti di scrivere?- domandò Samantha, una mia amica
seduta
accanto a me. Io presi a scarabocchiare il foglio distrattamente.
-a
nessuno... non saprei neanche cosa scrivere, anche se volessi....- e
guardai dal finestrino.
E
come una sciocca pensai che magari il vento avrebbe portato quelle
poche parole a Stone. Arrossì pensando a quello che avrebbe
potuto
pensare leggendolo. Non volevo assolutamente che li leggesse. Ma
infondo era stata un'idea stupida. Il vento non avrebbe mai potuto
portare la lettera fino a Stone, dovunque fosse. Quindi non mi dovevo
preoccupare!
********
-Rose!-
mi salutò mio padre che mi aspettava proprio davanti alle
scalette
del treno. Io mi gettai tra le sue braccia aperte. Ormai non ero
più
una bambina ma tra le sue braccia enormi mi sentivo ancora come se
avessi sei anni. E mi piaceva molto sentirmi così qualche
volte.
-papà
sei felice di vedermi?- chiesi ironicamente mentre lui mi stritolava
quasi per la stretta.
-già,
mi sei mancata!- ammise lui scompigliandomi i capelli. Io sbuffai
divertita. Lo faceva sempre anche Scorpius, proprio perchè
sapevano
entrambi che mi dava fastidio. Sorrisi guardando i miei genitori che
spostavano l'attenzione su Hugo e salutai i miei zii. Mi voltai
cercando Scorpius. Ero convinta che fosse dietro di me ma non c'era
più. Accigliata esplorai tutta la folla che c'era di fronte
a me e
poi lo vidi. Sua madre l'abbracciava forte forse piangendo. Sorrisi,
lasciandogli un po' di tempo insieme da soli e poi fu lui a
raggiungermi.
Mi
abbracciò forte e affondando il viso nel suo petto
sentì dove le
lacrime della madre gli avevano lasciato piccoli punti bagnati.
-ciao
Scorpius- salutò mio padre un po' irritato. Sciogliemmo
l'abbraccio
e guardai mio padre accigliata.
Scorpius
invece gli sorrise e salutò tutti sorridendo. Mia madre
addirittura
l'abbraccio.
-vi
vedo proprio bene! Come vi sentite ora che è finita la
scuola?- ci
chiese. Io guardai Scorpius. Sorrisi.
-pronti
per una bella estate!- esclamai felice.
*********
Estate!
In casa Potter estate voleva dire due mesi in una località a
scelta
di mare insieme ai nostri familiari. Non sempre andavamo tutti
insieme però. Per esempio quell'anno gran parte dei miei zii
non
sarebbero venuti con noi. Zio George e zia Angelina sarebbero andati
con Fred e Roxan a Monaco per una fiera di articoli magici. Zio Bill
e zia Fleur con i rispettivi figli sarebbero andati in Francia dai
genitori di Fleur che non vedevano per un po'. Insomma, solo i miei
zii Ron e Hermione sarebbero venuti con noi. E infatti quella mattina
erano tutti impegnati a scoprire quale sarebbe stata la nostra meta
quell'anno.
-che
ne dite delle Hawaii?- chiese Hugo.
-no.
Che ne pensate del triangolo delle Bermuda?- domandò James.
Era
stato tutto quell'anno in Romania con Charlie, perchè voleva
provare
a intraprendere la sua stessa carriera. Ma il fascino che aveva verso
i Draghi non era niente rispetto all'opportunità di giocare
in una
vera squadra di Quiddtch. Per questo era tornato subito e a settembre
avrebbero iniziato a giocare per la sua nuova squadra. E quell'estate
sarebbe stato con noi. Ne ero davvero felice. Mi era mancato tanto,
anche se infondo avendo finito Hogwarts non sarei stata tanto con lui
anche se fosse stato a casa. Pensai che sarebbe stato lo stesso con
Rose e Albus. Avrei perso tutti, ma per fortuna sarebbe rimasto Hugo.
Altrimenti mi sarei disperata. Ero così abituata a stare con
loro
che non riuscivo a pensare di stare così tanto senza.
Io
guardavo un po' triste il catalogo con immagini che avevo davanti. E
poi mi illuminai.
-tra
mare e deserto!- esclamai mostrando a tutti la foto che avevo
davanti. Tutti si sporsero sul tavolo per vedere l'immagine. Sharm El
Sheik. La mia mente vagò attraverso la foto al paesaggio che
avrei
visto con i miei occhi. E in quel momento non fu l'idea del mare
cristallino, delle barriere coralline piene di pesci e coralli
bellissimi, ma fu il deserto ad attrarmi. La foto infatti ritraeva un
immensa distesa di sabbia con un sole rosso che stava tramontando tra
le dune e che colorava tutto con i suoi raggi.
-a
me sembra una buona idea!- approvò James.
-già.
Potremmo fare anche le escursioni nel deserto! Sarà forte!-
esclamò
entusiasta Hugo sfogliando l'opuscolo e trovando persone su delle
moto a quattro ruote che andavano sulla sabbia. Sorrisi e poi guardai
mia cugina che fissava il tavolo con un'aria strana. Ma la voce di
mia madre mi distrasse. La guardai mentre chiedeva l'attenzione di
tutti.
-vi
va bene Sharm El Sheik?-
-si!-
fu la risposta generale. Sorridemmo tutti e iniziammo già a
vedere
per le possibili partenze.
**********
-sicura
di non voler venire con noi?- mi chiese mia madre per la centesima
volta.
-no.
Andate, comprate le ultime cose e non preoccupatevi per me. Sono
ormai maggiorenne, non credo proprio che vi dobbiate preoccupare a
lasciarmi sola in casa per mezza giornata!- li guardai corrucciata.
Tutta quella preoccupazione mi stava facendo innervosire. Cosa
pensavano avrei potuto combinare?
-va
bene! Allora ci vediamo tra un po'. Ho il cellulare sempre acceso
comunque, se hai bisogno!- disse mia madre prima di scomparire. Mio
padre mi guardò un attimo accigliato.
-non
deve entrare nessun ragazzo da quella porta!- mi disse prima di
scomparire. Non potei dirgli cosa pensavo di quella frase. Mi
sembrava ancora impossibile che avesse tali scatti di gelosia. Io non
avevo minimamente pensato a invitare Scorpius, avevo appena passato
tutta la mattinata con lui per decidere cosa portare e non portare
per questo viaggio insieme. Ma la loro preoccupazione mi aveva fatto
venire un'idea allettante. Sorrisi mentre prendevo il cellulare. Lui
rispose dopo quattro squilli.
-ciao
Rose!- mi salutò.
-ciao.
Cosa fai?-
-niente.
Stavo finendo di sistemare la valigia- rispose.
-che
ne dici di aiutarmi a chiudere la mia? Ho bisogno che qualcuno ci
salga sopra per poterla chiudere!- proposi divertita. Lo immaginai
sorridere dietro la cornetta.
-va
bene. Fai conto che sarò a bussare alla tua porta tra due
minuti-
-aspetta!
Mi fai un favore? Entri dal camino? Poi ti spiego!- dissi sapendo che
poi non ci avrebbe più fatto caso. Del resto non l'avei
fatto
entrare da quella porta proprio quando lui aveva ordinato il
contrario.
********
Non
riuscivo più a stare a casa. Mi guardai in giro e mi
preparai per
correre. Una bella corsa mi ci voleva proprio. Alzai i capelli in una
coda alta, una maglietta a bretelline e dei pantaloncini corti della
tuta, scarpe da ginnastica ed ero pronta per una bella corsa.
Mi
sorpresi a pensare che magari l'avrei incontrato. Speravo nella mia
fortuna. E invece non fu così. Dopo un'ora di corsa ero
sfinita e
ancora non l'avevo incrociato neanche per scherzo. In compenso avevo
già dovuto schivare due ragazzi decisamente troppo
amichevoli che mi
avevano perseguitato un po'. Come potevano essere stupidi a volte i
ragazzi. E molto crudeli, anche.
Ma
non volevo più pensare a Geremy. Mi fermai a una fontana e
bevvi un
po' d'acqua fresca. Poi chiusi gli occhi e vi immersi il viso. Non
pienamente soddisfatta girai il volto e mi bagnai anche i capelli
legati. Come si stava bene adesso. Tolsi la testa dall'acqua un po'
gocciolante ma finalmente felice e mi trovai davanti Stone, con un
asciugamano. Lo guardai decisamente sconcertata mentre lui mi fissava
con il suo solito sguardo freddo.
-vuoi?-
domandò. Io presi l'asciugamano in mano e lo guardai
incerta. Mi
asciugai il viso veloce e preoccupata che lui potesse scomparire
mentre avevo il viso coperto. Ora che era davvero davanti a me mi
sentivo molto più timida di quanto mi fossi mai sentita. E
non
sapevo ne che fare ne tanto meno cosa dire.
-adesso
è estate- esclamò lui non distogliendo gli occhi
da me. Io sentivo
il suo sguardo su di me ma non riuscivo a incrociarlo. Gli sfuggivo
continuamente.
-si.
Fa anche un gran caldo- dissi dopo un po' desiderando rimettere la
testa sotto il getto dell'acqua. Poi lo sguardo mi si
soffermò sui
suoi abiti. Rimasi sconcertata, talmente tanto che la timidezza
scomparì e lo guardai curiosa.
-come
fai a stare con quei vestiti. Dimmi che quel maglione almeno
è di
cotone e non di lana!- esclamai avvicinandomi a lui e prendendo tra
le dita la stoffa del maglione. E poi mi resi conto di quanto ero
vicina a lui. E come un'eco lontano mi tornò in mente
l'incubo che
avevo fatto. Guardai le sue labbra perfette che piano piano si
schiudevano e si avvicinavano a me.
**************
E'
il capitolo finisce qua. Sia perchè voglio finirlo
così, sia perchè
è tardissimo per me considerato che domani devo andare a
scuola e
fare l'ultimo compito, in teoria, dell'anno.
Inizio
chiedendo scusa per il ritardo non da me. Ma la scuola mi si sta
davvero complicando. C'è da dire che mi sta dando
soddisfazioni, più
o meno. Sono riuscita a fare tre compiti in questi pochi giorni dallo
scorso capitolo e penso di essere andata bene. Di aver dato il meglio
di me, almeno. Ho iniziato a studiare seriamente anche per gli esami,
quindi capirete che non ho avuto tanto tempo per scrivere. Mi
dispiace ancora, comunque. Spero davvero di riuscire a postare presto
il prossimo capitolo.
Un
grazie enorme a chi ha letto lo scorso capitolo e grazie a: ValyBrick
grazie per il consiglio. Non ho avuto in realtà molto tempo
per
pensare al mio dilemma quindi ho deciso di scrivere delle vacanze,
poi magari deciderò. Spero che questo cap ti piaccia anche
se non
succeda chissà cosa! Bacio!
Vacanziera
grazie mille davvero per il tuo consiglio. Mi è piaciuta
molto
l'idea del prologo ma purtroppo non ho avuto il tempo di sperimentare
appieno le possibilità. Quindi continuerò con
questi cap
sull'estate e forse poi si vedrà cosa succede. Il compito
penso sia
andato bene e grazie per i complimenti sul discorso di Lily. Hai
visto che alla fine Lily ha fatto rinsavire Rose?
Adesso
scusami ma devo proprio andare a dormire! Bacio!
Grazie
a chi leggerà, scusatemi per eventuali errori e grazie in
anticipo a
chi recensirà, spero che lo facciate! Un bacio enorme alla
mia
migliore amica! Ti voglio un mondo di bene e anche se te lo dico
spesso non penso mai che basterà. Bacio a tutti! Vi voglio
bene
anche a voi!
La
pazza!
Ps:
il colore del capitolo è una storia lunga e complicata. Per
riassumerla il mio prof di chimica ci ha tormentato tutto l'hanno su
questo colore, il ciano! Ed eccolo qui, un capitolo con questo colore
astruso che non riuscivamo a ricordare!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 36 *** 36. e se lui avesse saputo tutto???? ***
Trentaseiesimo
capitolo: e se lui avesse saputo tutto????
-che
cos'hai?- mi domandò. Io lo guardai sorridendo.
-non
ho niente!- dissi baciandogli il collo. Eravamo sdraiati sul divano
con la televisione accesa ma non stavamo proprio guardando niente.
Parlavamo tra un bacio e l'altro del viaggio che avremmo fatto
quest'estate.
-come
niente?! Senti Rose, se mi vedessi preoccupato non faresti di tutto
per capire e per estorcermi il motivo della mia preoccupazione?- mi
domandò. Io stavo per rispondere quando lui si
rimangiò quello che
aveva detto.
-ok,
tu aspetteresti che te lo dico io ma ciò non vuol dire che
io devo
stare zitto. Cosa c'è? Qualcosa non va?- mi
guardò serio e
interrogativo. Era preoccupato. E anch'io, ma infondo non volevo
ancora parlarne. Poteva essere solo una mia stupida preoccupazione,
niente di più. Del resto non ero mai stata precisa in quel
caso.
-facciamo
così. Se quando arriveremo a Sharm El Sheik, te lo
dirò, ma penso
sia solo una preoccupazione inutile. Niente d'importante-
sdrammatizzai. Ma non tanto con lui. Volevo rassicurare me stessa.
Non volevo preoccuparmi troppo, altrimenti mi sarei fatta influenzare
troppo. Meglio non pensarci!
Poi
sentì brontolare il mio stomaco.
“non
vuole dire niente”, mi raccomandai di pensare, prima di
alzarmi e
tirare per la mano Scorpius.
-ti
va se mi aiuti a fare un dolce?- chiesi.
-un
dolce? Ok, ma ti avviso che l'unica cosa che so fare con i dolci e
mangiarli!- io risi sentendolo. Lo tirai in cucina divertita.
-basta
che rimane qualcosa da mettere nel forno e per me va bene!- dissi.
************
Le
mani di lui andarono lente vicino all'elastico della mia coda. Rimasi
un attimo a pensare quanto sarebbe stato bello poter percepire quelle
dita fredde mentre lui mi stringeva la coda, sistemandola. Poi mi
guardò. E io mi sentì strana. Non ero mai stata
guardata in quel
modo. Fu come se mi trapassasse con gli occhi. Lo sentì
quasi
entrare nei miei occhi, guardarmi dentro meglio di qualsiasi persona
avesse mai fatto e trascinare il mio cuore fuori. Anzi, non il mio
cuore, ma qualcosa di molto simile. Fatto sta che mi sentì
come se
non fossi più nel mio corpo. Smisi di respirare, il mio
cuore si
fermò, non sentì più niente, non ebbi
più neanche il senso del
tempo. Mi ritrovavo sola, senza nessuna protezione di alcun tipo
mentre lui mi fissava con gli occhi di ghiaccio. Ma non sentivo
niente. Non potevo provare ne paura ne nient'altro. E poi chiuse gli
occhi. E io ritornai in me. Quasi caddi a terra, mentre quella che
forse era la mia anima, tornava come un elastico allungato, al suo
posto. Le mani fredde di Stone mi tennero in modo che non crollassi a
terra. Il mio cuore iniziò di nuovo a battere al massimo, il
mio
respiro era affrettato e affannoso. Ci misi un po' a trovare la forza
per guardare negli occhi Stone. Lui mi lasciò le braccia
mutando
espressione. Il suo sguardo non era più freddo, ma pieno di
rabbia.
La rabbia però lo rese bellissimo. Bellissimo e letale. Come
mi
sarei immaginata il dio della morte.
-cosa...-
balbettai. Non sapevo cosa chiedere. Del perchè era
arrabbiato? Cosa
mi avesse fatto prima? Del perchè era là? Avrei
potuto dire tante
cose ma non riuscivo a farlo. Era come se la mia bocca fosse
impastata. Non facevo altro che balbettare.
-vai
a casa. Anzi, vai a casa di tua cugina. Ora, subito. Non uscire di
casa fino a quando non saranno tornati i tuoi zii. Chiaro?-
ordinò.
Io lo guardai accigliata. Avevo appena pensato di correre a casa. La
sua espressione però mi fece bloccare le parole di protesta
in
bocca. Balbettai solo un “perchè?” che
lui ignorò. Si voltò e
scomparì, smaterializzandosi sul posto.
Rimasi
da sola in attesa di capirci qualcosa. Ma non ci riuscivo. Allora
presi a correre verso casa Weasley.
*********
Corsi
veloce lungo il marciapiede e proseguì aumentando la
velocità sul
muro di un palazzo. Con un salto arrivai al terrazzo e correndo e
saltando usai quella strada meno trafficata per arrivare non visto
alla mia meta. Mi fermai di colpo. Ero in uno dei quartieri belli
della città, con case grandi e giardini enormi. Puntai lo
sguardo su
un punto in mezzo alla strada. E dopo poco più di due
secondi
comparve un passaggio. Fu come se l'aria si squarciasse. E da quello
squarcio uscirono delle figure in nero, con maschere bianche sul viso
e le bacchette sguainate. Iniziarono a lanciare incantesimi ovunque,
colpendo tutti e nessuno. Incendiarono macchine, case, alberi... la
gente iniziò a urlare e a correre presa dal panico.
Io
guardai tutto con occhi gelidi. E i miei occhi puntavano le anime
delle genti morte che salivano verso il cielo.
*********
-mi
passi sei uova?- gli chiesi. Lui aprì la confezione e la
portò
vicino a me che sistemavo la farina nella bilancia.
-come
la fai?- mi chiese. Io presi il vasetto di yogurt alla banana. Lui lo
guardò un po' accigliato.
-cosa
c'è? Ti piace lo yogurt alla banana!- la sua faccia mi
stupiva. Cosa
c'era che non andava?
-niente.
Solo pensavo che avresti scelto il cioccolato. In genere ti prende la
mania in questo periodo del mese!- disse guardandomi incerto e
sospettoso.
Io
mi morsi il labbro. Possibile che l'avesse capito...
-io
non... non sono ancora in quel periodo. Diciamo che ho un piccolo
ritardo- sussurrai appena... ormai mi sembrava superfluo mentire! Ci
era arrivato da solo.
-di
quanto? Potresti essere...- mi sembrò che non riuscisse a
terminare
la domanda quindi annuì e tentai di rispondere senza che si
sentisse
in dovere di proseguire.
-è
ancora presto per preoccuparsi davvero. Il fatto è che in
genere
sono abbastanza puntuale ma ciò non vuol dire che il ritardo
di
qualche giorno vuol dire per forza quello. Del resto abbiamo fatto in
modo che non dovrebbe succedere!- dissi tranquillizzandolo.
Lui
mi prese il viso tra le mani.
-Rose
io non sono preoccupato. Perchè qualsiasi cosa succeda ti
amo più
della mia stessa vita, quindi andrà tutto bene!- e mi
baciò. Io
risposi con forza e fu come tornare a tanti mesi fa, nella sua
casetta il giorno in cui il peso della scelta della vita e della
morte di suo padre era caduta su di lui. Mi fece sedere sul tavolo e
mi si avvicinò non smettendo di baciarmi. E io mi persi in
lui,
mentre una delle uova che avevo accanto cadde a terra spinta per
sbaglio mentre salivo.
***********
Bussai
con insistenza alla porta. Avevo paura, dovevo ammetterlo. Anche se
non sapevo il perchè. Ma nessuno mi aprì. Allora
presi la chiave di
riserva che sapevo era nascosta sopra la cornice della porta, sotto
incantesimo. Solo chi sapeva l'incantesimo speciale, inventato
apposta da mia zia, poteva farla tornare delle dimensioni normali e
quindi in grado di poterla usare. Ed entrai.
Dove
potevano essere tutti?
“Non
uscire di casa fino a quando non saranno tornati i tuoi zii”
aveva
detto. Vuol dire che sapeva che i miei zii non erano a casa. Ma Rose
e Hugo dov'erano?
Vagai
per al casa incerta, notando che era silenziosa. Dovevano essere
usciti tutti. Del resto Rose poteva benissimo essere uscita con
Scorpius. E anche Hugo poteva essere uscito. Del resto poi saremo
partiti, meglio stare con gli amici tutto quel giorno. Allora andai
in cucina per prendermi un bicchiere d'acqua. Forse mi avrebbe fatto
passare un po' di ansia. E aperta la porta mi ritrovai Rose e
Scorpius che si baciavano in modo non tanto casto.
Arrossì
violentemente e cercai di scomparire senza farmi notare ma come
succede purtroppo in questi momenti urtai un tavolino che c'era
accanto alla porta e gettai a terra un soprammobile che si ruppe in
mille pezzettini.
Se
possibile arrossì ancora di più mentre mi
abbassavo per raccogliere
i pezzi.
**********
Vidi
Rose diventare dello stesso colore dei suoi capelli. Lo stesso che
vidi scomparire dietro la porta poco dopo il rumore. Per un attimo
fui preso da vero e puro panico pensando che fosse Ron, ma pensandoci
mi sembrò poco plausibile. Ron sarebbe già
entrato a spaccarmi la
faccia.
-chi
è?- chiese Rose mentre si sistemava meglio la maglietta. Io
mi
riabbottonai la camicia mentre lei titubante andava verso la porta.
-potrebbe
essere un ladro. Vado avanti io- dissi protettivo ma in quel momento
la porta si aprì ed entrò Lily, rossa quasi
quanto Rose poco prima
e con in mano mille pezzi di porcellana.
-scusatemi,
non volevo!- sussurrò disperata. Non sapevo se si stesse
riferendo
al soprammobile oppure nell'averci interrotto. Rose comunque
uscì
veloce la bacchetta e riparò subito il danno.
-non
ti preoccupare. Ci hai solo spaventato. Come mai sei venuta? Qualcosa
non va?- gli domandò Rose.
La
vidi smarrirsi un attimo. Ebbi quasi un flashback. Ricordai di aver
già visto quell'espressione un po' di tempo fa. Precisamente
a
capodanno, dopo aver parlato con Stone. Lei poi guardò gli
occhi di
Rose e balbettò un po'.
-niente
di che... ero andata a fare... a correre ed ero qui vicina..-. Rose
annuì ma sapevo che non gli credeva.
-vuoi
un po' d'acqua?- gli chiese lei. Io, che ero il più vicino
al frigo,
mi girai subito a prendere una bottiglia. Gli versai l'acqua e lei
bevve ringraziando subito. Si sedette sullo sgabello con un'aria
sconvolta. Rose si sedette di fronte a lei guardandola preoccupata.
Io rimasi a guardarle. Lily stava per aprire la bocca poi
posò lo
sguardo su di me e la chiuse subito. Rose mi fulminò subito
con lo
sguardo.
-io
vado di là. Se c'è bisogno chiamatemi!- dissi
scappando. Sarei
stato uno stupido se non avessi capito lo sguardo omicida che mi
aveva lanciato Rose. Mi sedetti sul divano e guardai la tv. Ricordai
ancora la mia sorpresa quando, lontano dai miei genitori, avevo
scoperto la tv. Ero rimasto allibito per quello che pensavo fosse una
magia straordinaria. In effetti i babbani avevano creato davvero
molte cose per migliorare la loro vita, anche senza magia.
Girai
così a caso cercando qualcosa di interessante quando per
un'edizione
straordinaria tutto fu interrotto.
Da
sdraiato mi raddrizzai alzando il volume per sentire cosa era
successo. Un giornalista tutto ansioso col microfono in mano stava
parlando.
-cari
telespettatori. Scusate l'interruzione di programmi ma sembra che nei
pressi di Londra ci sia stato un attacco terrorista. Adesso lasceremo
parlare il nostro inviato- e con un cambio di scena mostrarono un
inviato con il volto preoccupato e molti poliziotti davanti.
-salve
Smit, e salve a tutti i telespettatori. Io sono arrivato subito nel
quartiere nord di Londra dove da meno di dieci minuti sembra esploso
un putiferio- preoccupato mi alzai e chiamai a gran voce Rose e Lily
non distogliendo orecchie e occhi dalla tv.
Arrivarono
poco dopo accigliate ma guardando e sentendo la notizie le loro
emozioni cambiarono.
-Esploso
è la parola giusta perchè dai rumori che ci sono
stati sembra
proprio che siano esplose diverse case. Molte sono in fiamme, come si
può capire dal calore e dal fumo ma come vedete gli agenti
di
polizia non ci fanno andare più avanti di così.
Speriamo che tra
poco riescano a sistemare le cose. Si pensa a un atto terrorista e
noi saremo qui per mostrarvi e informarvi di tutto- terminò
l'inviato.
Guardai
Rose che stringeva a se Lily.
-lì
c'è casa mia!- sussurrava Lily sconvolta.
-c'è
qualcuno a casa?- chiese Rose guardando Lily negli occhi. Lily
scuotè
il capo.
-no.
Erano tutti usciti grazie al cielo. ma...- non finì di
parlare che
sia il cellulare di Lily che il suo iniziarono a suonare. Lily lo
prese preoccupata.
-papà!-
esclamò lei sollevata.
Intanto
anche Rose sospirava di sollievo rispondendo a quella che doveva
essere sua madre.
-si,
sono a casa di zio Ron. Ma cos'è successo? Dove sei?- chiese
Lily.
La
prima a finire fu Rose che si voltò verso di me per
spiegare.
-dei
pazzi hanno attaccato quel quartiere di Londra. Sono dei maghi, forse
figli di Mangiamorte o Mangiamorte stessi perchè sono
vestiti allo
stesso modo. Hanno attaccato molti babbani ma gli Auror sono riusciti
a salvare la maggior parte dei babbani. Ma non li hanno catturati.
Mio padre mi ha detto che sembrano essere scomparsi un una specie di
portale nel nulla. Adesso si stanno occupando dei babbani, delle case
e di fermare i giornalisti come quelli che abbiamo visto in tv.
Probabilmente faranno credere davvero che è stato un attacco
terrorista- poi guardò Lily che chiuse e ci sorrise.
-va
tutto bene. La casa è andata a fuoco ma non c'era nessuno.
Mio padre
è arrivato poco prima che quei tipi se ne andassero. Non
sono
riusciti a prenderli. Ma è riuscito a salvare gran parte
della casa.
Adesso verrà qui, prima di aver preso Hugo da un suo amico.
Per
fortuna che era uscito. E per fortuna che io non sono tornata a
casa...- e rimasi un po' sconcertata.
La
guardammo ma non sapevamo cosa chiedere.
**************
Quando
tornai a casa rimasi stupita dalle condizioni delle case. Temevo di
vederla distrutta in mille pezzettini invece per fortuna era andato
bruciato solo l'esterno.
Fortuna.....
se fossi andata a casa subito mi sarei trovata imprigionata nel fuoco
oppure mi avrebbero colpito prima quei mangiamorte?
Era
stata davvero una grande fortuna aver incontrato Stone. Fortuna
oppure qualcos'altro??? e se non fosse stata fortuna??? e se lui
avesse saputo tutto????
***********
E
anche questo capitolo è finito. Sono un po' depressa....
forse
perchè si avvicinano gli esami... forse perchè
nessuno ha recensito
lo scorso capitolo... forse tutti e due... non ne sono sicura....
Comunque
spero che questo capitolo, forse un po' strano, vi piaccia. Voglio
sapere cosa ne pensate, sia se vi piace sia se non vi piace. Le
critiche sono costruttive quindi se non vi piace qualcosa ditemelo,
così miglioro. Senza commenti invece mi deprimo soltanto!
Un
grazie a che ha letto lo scorso capitolo e a chi leggerà
questo.
Aspetto recensioni!
Al
prossimo capitolo, baci!!!!!!!!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 37 *** 37. raggi di luna ***
Trentasettesimo
capitolo: raggi di luna
Tornato
a casa mi gettai sul divano. Ero rimasto a casa di Rose con tutti che
parlavano della vicenda. Ron e Harry erano arrabbiati perché
non
erano riusciti a prendere quegli svitati. Ma erano anche decisi a
occuparsi subito di questo fatto. Non volevano minimamente che
risorgessero i Mangiamorte. Avevano lottato anni per sconfiggerli e
adesso non avrebbero permesso il loro ritorno. Avrebbero iniziato con
un controllo a tappeto su quelli che erano stati dalla parte del male
prima. Se mio padre fosse stato vivo probabilmente sarebbe stato il
primo indiziato. Mi coprì il viso con la mano mentre pensavo
all’altro mio problema. Un problema che infondo non lo era
proprio.
Avrei voluto parlarne di più con Rose, ma non avevamo
trovato un
momento adatto. Chiusi gli occhi e pensando alla possibilità
che
fosse davvero in cinta. E ripensai allo strano sogno che avevo fatto
tanto tempo fa. A me e a Rose circondati da una marea di bambini coi
capelli rossi.
Sorrisi
ma un rumore mi ridestò dai miei pensieri. Passi sicuri e
decisi
dietro di me. Mi alzai e mi guardai intorno. Non avevo acceso neanche
le luci, la luna quella sera illuminava la stanza in modo che potevo
vedere benissimo. Ma la persona che era di fronte a me ora si
confondeva con le ombre che governavano le zone dove la luce non
arrivava.
-chi
è?- chiesi prendendo la bacchetta. L’uomo avanzo
fino alla luce e
mi trovai davanti Stone che mi guardava con occhi freddi (quindi come
al solito by Scorpius) (si, hai ragione by autrice).
-Ti
dispiace ospitarmi per stanotte? Ho bisogno di un posto dove..
riposare!- disse freddo e serio.
-io
… come mai sei venuto qui?- chiesi, ora anch’io
freddo. Avevo una
sensazione strana, come se oggi fosse più pericoloso del
solito. In
lui vedevo qualcosa di strano, più inquietante di prima e
diverso,
anche se ancora non sapevo cosa c’era di differente. Forse
era solo
la luce. Con la lampadina accesa probabilmente l’avrei visto
meglio.
-passavo
di qua. Ho avuto un impegno di lavoro e mi sono ritrovato da queste
parti. Sono arrivato prima qua ma ancora non c’eri. Ti ho
appena
sentito entrare. Non per intromettermi, ma dove sei stato?- mi
domandò. io lo guardai alzando le sopracciglia. Voleva
davvero
sapere cosa facevo? E perché?
-sono
andato da Rose- dissi asciutto. Lui mi guardò e mi
sentì come se mi
stesse osservando dentro. E capì cosa c’era di
differente. Il suo
sguardo era sempre stato di ghiaccio. I suoi occhi sempre
così
bianchi che facevano impressione. Invece ora mi guardava con occhi
neri che sembravano nei pozzi senza fondo. Mi sentì quasi
cadere in
quei buchi neri e ritornai con i piedi per terra solo quando distolse
lo sguardo.
-me
ne andrò presto domani mattina, non ti disturberò
per molto. Però
ho bisogno che mi tieni una cosa- si avvicinò a me mi porse
una
scatola bianca. La presi incerto.
-ti
ricordi che ti ho detto che mi dovrai aiutare? Questo è
parte
dell’aiuto. Dovrai solo tenere in un posto sicuro questa
scatola e
specialmente il suo contenuto. E non devi mai aprirlo. Altrimenti non
so cosa ti potrebbe succedere- e se ne andò. Rimasi a
osservare la
scatola in silenzio. Entrato nella mia stanza la misi sulla scrivania
e poi mi sdraiai sul letto. Non sarei quasi sicuro riuscito a dormire
molto. Sia perché non c’era Rose accanto a me, sia
perché la
presenza inquietante di Stone mi preoccupava molto.
***********
Sognai
di volare. Ero sul tetto della mia stanza ad Hogwarts e mi mettevo a
volare, staccandomi dalle mattonelle felice e pronta a toccare almeno
una stella. Una stella così splendente che potesse
illuminare tutta
la mia vita passata, presente e futura. Ma non la trovai. Invece mi
svegliai nel mio letto troppo piccolo e vuoto con un dolce mal di
pancia. Dolce perchè finalmente era successo. Forse era la
prima
volta che ne ero felice. In genere faceva un male che svegliarmi
durante la notte per i dolori non mi rendeva affatto felice. Pensai a
Scorpius e mi domandai se lui stesse dormendo. Chissà se
potevo
andarlo a trovare a quell'ora.
*****
Potemmo
dormire quella notte già a casa. Il mio letto
però quella notte
doveva essere molto scomodo. Quella notte non riuscivo a dormire. E
mi ostinavo a non alzarmi dal letto. se mi fossi alzata non mi sarei
addormentata sicuro. E intanto la mia mente vagava inarrestabile e
incontrollata. Alla fine mi arresi all’evidenza. Dovevo
alzarmi.
Magari farmi una camomilla mi avrebbe fatto bene. Mi alzai e scesi
sotto. C'era mio padre e James che parlavano. Li sentì prima
di
avvicinarmi alla porta. L'aprì di pochissimo e ascoltai
guardando
dentro. Vedevo mio fratello di schiena e mio padre in viso, che per
fortuna non mi doveva vedere, altrimenti mi avrebbe già
chiamata.
-non
penserai che...- stava dicendo James. Vidi mio padre tormentarsi il
viso con le mani.
-vorrei
tanto poterlo sapere. In un certo senso spero davvero che sia stato
solo un sogno. Comunque non voglio che ci angosciamo. Dobbiamo solo
stare attenti. Non la dobbiamo lasciare sola nemmeno un minuto, va
bene?- chiese e James annuì. Di chi stavano parlando? E di
cosa?
Rimasi
lì in ascolto ma loro non dissero più niente.
Dopo un po' si
sistemarono un po' e uscirono. Non mi ero neanche accorta che erano
vestiti. Entrai nella cucina ormai vuota e mi sedetti su uno
sgabello. Qualcosa mi turbava. Ma non capivo cosa. Fatto stà
che
guardai il tavolo di legno allungo, senza pensare davvero a niente.
****
Stavo
sognando. Speravo di sognare, perché se quello non fosse
stato un
sogno potevo dirmi definitivamente pazzo. Sentivo la scatola tremare.
E qualcosa sussurrava da là dentro. Mi voltai a guardarla e
la vidi
quasi illuminarsi. Lampeggiava ma non di bianco ma di una luce
opprimente e scura, quasi nera. Come la facessi a vedere non lo
sapevo. Doveva essere per forza un sogno. Del resto la stavo
più
percependo che vedendo. La guardai un'altra volta e la sentì
mentre
sembrava che qualcuno dall'interno mi chiamasse.
Una
mano calda però mi accarezzò il viso e io saltai
su a sedere,
svegliandomi.
Era
tutto un sogno. E accanto a me c'era Rose.
-stavi
facendo un brutto sogno?- mi chiese preoccupata. Io sorrisi
guardandola e prendendogli il viso tra le mani.
-non
ti stò sognando vero?- chiesi. Lei scosse il capo
sorridendomi.
-non
riuscivo a dormire. E poi ti volevo rassicurare. Mi sono venute!- mi
rivelò. Io la baciai con dolcezza. Giocai e gustai le sue
labbra
rosse che amavo tanto. Quando mi staccai la strinsi al mio petto.
-potrei
dirti che sono contento e infondo lo sono davvero. Le cose sarebbero
diventate... sarebbero cambiate e sarebbe diventato anche
più
difficile fare quello che vogliamo fare davvero. Non che le cose
possano essere insuperabili. Non voglio che tu rinunci a te stessa o
a qualsiasi cosa tu voglia anche se per amore. Io ti amo e appunto
per questo voglio che faccia quello che vuoi, sempre e comunque.
Voglio vederti felice- dissi in totale sincerità. Ero
terrorizzato
dal fatto che potesse rovinarsi la vita per colpa mia. Già
una volta
ero riuscito quasi a distruggerla e la cosa mi tormentava ancora. Lei
mi baciò con forza, mettendosi in ginocchio sul letto e
stringendosi
a me, le braccia intorno al collo e le sue mani tra i miei capelli.
Quanto l'amavo? Non lo sapevo, e non l'avrei mai saputo, più
o meno
come probabilmente non si saprà mai quanto è
grande l'universo.
*****
La
guardai mentre sconfortata e stanca si sedeva sul divano. Aveva
aperto la finestra perchè aveva caldo, probabilmente. Io
così
riuscivo a vederla meglio, mentre era illuminata solo dalla luce
della luna. Restai a guardare quei raggi di sole che gli danzavano
sulla pelle candida, troppo preso per poter ragionare. Non potevo
stare là. Avevo fatto un errore e non era il caso di farne
un altro.
Eppure non riuscivo a pensarci. Era meravigliosa. E volevo la sua
anima. Avrei fatto di tutto per poterla sfiorarla di nuovo. In
silenzio entrai nella stanza, lei era stanca ma quasi completamente
sveglia. Non sarebbe riuscita a dormire. Allora la guardai
intensamente, da dietro il divano e pensai intensamente. Le sue
palpebre si chiusero pesantemente e poi si addormentò.
Rimasi a
guardarla assicurandomi che lei dormisse. Aguzzai i sensi per
avvertire ogni minimo rumore dagli altri abitanti della casa. Poi la
guardai intensamente. Con un dito freddo gli accarezzai dolcemente il
viso, passando sul profilo del naso fino alla punta, sulle guance, le
labbra carnose e poi scesi sul collo. La vidi e sentì
muoversi
lentamente. Forse sentiva il mio tocco ghiacciato. Del resto, per
quanto potevo sfiorarla appena di certo con era abituata a sentirsi
sfiorata da qualcosa che sembrava un pezzo di ghiaccio.
Seguì una
vena che si vedeva appena ma che naturalmente avvertivo. Chiusi gli
occhi e scesi fino alla spalla. Ma mi bloccai. Veloce come ero
entrato uscì di corsa dalla finestra prima che il signor
Potter si
smaterializzasse davanti al divano. Lui si guardò intorno e
lo vidi
sorpreso nel trovare Lily lì. Poi la guardò
preoccupato. E quel
viso mi fece preoccupare. Possibile che avesse visto...
Guardai
subito nella sua anima. Fissandomi su di lui riuscì a
guardarla e a
vedere tutti i suoi pensieri. Cercai i motivi della sua
preoccupazione e la trovai. Anche lui aveva capito. O per lo meno
aveva visto e adesso si tormentava. Voleva proteggerla a costo della
sua vita. Ed ero d'accordo con lui. Nessuno avrebbe mai fatto del
male alla mia anima bianca finchè ero vivo. Eppure quella
visione,
almeno per me, tornò.
E
la vidi di nuovo. Mi tormentai il viso cercando di scacciare quelle
immagini. Non volevo pensare a lei in quel modo. Non potevo pensare
al suo sangue e a tutto questo. Niente fino ad ora mi aveva fatto
soffrire in quel modo. Diedi un leggero pugno ad un albero vicino che
però si frantumò come se fosse stato di
cristallo. Chiusi gli occhi
e poi guardai con freddezza il cielo. Alla fine tornai a casa Malfoy,
dove tutto era ormai piombato nel silenzio. Tranne per la scatola.
Aprì silenzioso la porta e la guardai. Poi andai nella mia
stanza
dove avrei fatto riposare il corpo e avrei guardato il futuro fino a
che non avessi trovato quello che cercavo.
********
Rose
si strinse a Scorpius nascondendo il viso contro la sua pelle calda.
Scorpius, guidato da chissà che cosa, l'abbracciò
quasi
rassicurandola. Io li guardavo in silenzio mentre in realtà
avrei
voluto saltare fuori e mangiarli tutti. Voleva quelle anime, il loro
amore reciproco non faceva altro che rendermi più inquieto.
Ma ero
rinchiuso, non potevo muovermi. E rimasi nella mia gabbia senza poter
fare altro che contare i loro respiri.
******
Scusatemi
per eventuali errori o sviste e specialmente per il cap non tanto
lungo....ma sono stanca. Mi gira anche un po' la testa quindi
sarò
sintetica. Grazie mille a chi ha letto lo scorso capitolo!
E
grazie a ValyBrich, hai visto, ho aggiornato prima che potevo.
Cara
Vacanziera grazie mille per i complimenti. Sono davvero felice che lo
scorso capitolo sia uno dei capitoli che ti piace di più. Il
mistero
di Stone di infittisce, si... ma già qui si può
capire almeno una
cosa confortante. Prova davvero qualcosa per Lily. Grazie ancora per
l'augurio. Non vedo l'ora di finire tutto per non dover pensare a
niente tranne riposare....
spero
di leggere presto le vostre recensioni! Un bacio e un grazie enorme
ancora! Buonanotte e alla prossima. Bacio!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 38 *** 38. Sharm El Sheik ***
Trentottesimo
capitolo: Sharm El Sheik
Guardai
i miei genitori incredula.
-avete
davvero intenzione di partire lo stesso?- domandai.
Mia
madre chiuse la valigia e si sedette sul suo letto mentre mio padre
mi sorrise.
-avevo
già preso le vacanze e se c'è bisogno posso
materializzarmi in poco
tempo. Ma non voglio rovinarci questa vacanza- rispose mio padre. Io
li guardai ancora incredula. Scossi il capo ancora non capacitarmi
della sua risposta. Già il fatto che i mangiamorte fossero
tornati
avrebbe dovuto preoccupare mio padre ancora di più. Infondo
lui era
il primo della lista che avrebbero voluto fare fuori. Ci pensai su
mentre mi vestivo. Forse voleva andarsene appunto per questo. Ero
confusa e triste. Anche se non capivo il perchè.
******
Lo
guardai mentre guardava nostra figlia uscire e chiudersi la porta
dietro le spalle. Poi si sedette accanto a me guardandosi le mani. Io
gliela strinsi una.
-dimmi
la verità, quanto starai davvero con noi?- gli chiesi. Lui
non
riusciva a guardarmi, ne a rispondermi. Presi il suo viso tra le mani
e lo costrinsi a guardarmi.
-non
cadere nel panico. Non sei solo, non sei mai stato solo. Quindi non
provare a estraniarti come al solito e a cercare di risolvere tutti i
problemi da solo. Ci siamo anche noi. E specialmente ci sono anche io
che non sono di sicuro meno spaventata di te per Lily-
ribadì
decisa. Lui mi guardò negli occhi per momenti
indimenticabili.
Adoravo perdermi in quel mare verde che da spaventato e inquieto
divenne calmo e rassicurante. E specialmente pieno d'amore.
*******
Quando
scesi sotto con la valigia tutti erano pronti e mi aspettavano.
-bene,
andiamo altrimenti riusciamo a farci sgridare per la centesima volta
da Hermione- disse mio padre prendendo le varie valigie. Mia madre
gli sorrise.
-non
vorremo togliere questa gioia ad Hermy. Infondo è ormai una
tradizione arrivare in ritardo!-
-già.
Ormai zia si è fatta il callo- ribadì James.
Guardai divertita mio
padre e mio fratello che si guardavano negli occhi mentre tutti e due
erano andati davanti alla portiera dalla parte del guidatore.
-ormai
sono grande, ho la patente da una sacco, e guido sempre la mia
macchina- gli stava dicendo James.
-si,
ma questa è la mia macchina. Se vuoi guidare prendi la tua-
gli
ribattè mio padre.
Albus,
accanto a me iniziò a sbraitare.
-mi
sa che fra poco guido io. Cito il famoso proverbio “tra i due
litiganti il terzo gode”- e uscì anche lui dalla
macchina. Guardai
mia madre disperata. Possibile che dovevano litigare per una simile
cosa?
-sembrano
dei bambini- mi disse Amber, accanto a me e io annuì.
-se
non facessero questa scenetta ogni anno sarebbero anche più
divertenti- scoppiammo tutti a ridere e poi mia madre aprì
la
portiera e guardo da sopra la macchina i tre litiganti.
-se
entro due secondi non siete tutti e tre dentro vi lego e vi butto nel
bagagliaio. Decido io per voi. Guido io. Adesso subito dentro- e
passando da dentro si posizionò al posto di guida. Io,
guardando i
miei fratelli e mio padre divertita per le loro facce, che entravano
in macchina, mi legai veloce la cintura. Tutti mi imitarono.
Mia
madre era una sportiva. Avevo fatto parte della squadra di Quidditch
fino a quando non aveva avuto Albus e non aveva trovato più
appassionante fare la medimago. Ma purtroppo non aveva capito che la
scopa e la macchina non sono la stessa cosa. La sua guida era quello
che si definiva guida sportiva. Ma a un suo ordine nessuno riusciva a
ribadire. Vidi mio padre torturarsi il viso. Sorrisi pensando a
quante volte si stava ripetendo mentalmente
“perchè non ho
lasciato guidare James?”
******
Ero
quasi del tutto sicuro che tutti mi stessero aspettando. Ma dovevo
assolutamente prima posare quella scatola. Entrai nella stanza di mio
padre e poi mi diressi verso la libreria. Muovendo un libro la parete
iniziò a ruotare e entrai in una stanza che sapevo non
veniva usata
da almeno 20 anni. Ignorai l'arredamento elegante ma impolverato e
cercai la mattonella che si spostava. Ci misi un po' a trovarla ma
alla fine riuscì a scoprire la cassaforte che stava dietro.
Inserì
la chiave di mio padre e poi l'aprì. Dentro c'era oro e
tante cose
di cui non sapevo minimamente l'esistenza. Posai la scatola senza
guadare tutto. La infilai dietro, cercando di nasconderla e poi
chiusi tutto. Ero in ritardo e immaginai soltanto il signor Potter,
anzi Ron, che mi guardava arrabbiato perchè avevamo perso
l'aereo.
*******
Mi
sentì sballottato un po' e poi mi ritrovai fermo
improvvisamente.
Percepì qualcosa di familiare vicino a me. Qualcosa di
strano, non
conosciuto del tutto ma con elementi simili. E poi capii. Accanto a
me c'erano altre scatole!
******
Sull'aereo
mi sedetti accanto a Scorpius. I posti erano a quattro e con noi
c'erano anche Lily e James. Il viaggio fu lungo ma tranquillo e non
problematico. Ci divertimmo anche, e del resto con James non si
poteva non divertirsi.
Mi
era mancato davvero da quando era partito ed ero contenta che fosse
tornato. E vedevo anche Lily più felice. Scherzava e rideva
con suo
fratello, felice e contenta. Ero felice per lei, speravo davvero che
si sarebbe lasciata tutto alle spalle finalmente. Ma non si doveva
cantare vittoria troppo presto.
Arrivammo
a Sharm El Sheik quasi il giorno dopo. La strada verso l'albergo fu
illuminata dal sole che nasceva dal mare. Era una cosa meravigliosa.
Guardai il sole nascere dall'acqua e tingerla di arancio. Scorpius mi
strinse a me mentre io rimanevo incantata. E poi arrivammo
all'albergo. Probabilmente quando avevano scelto scelto il posto
dovevano essere usciti pazzi. Perchè era meraviglioso. Uno
di quei
paradisi tra natura e tecnologia che ti lascia incredulo, come se non
potesse davvero esistere nella realtà. Era tutto molto
indescrivibile.
(di
la verità, tu non sai più cosa inventarti! By
Rose).
Peccato
che mentre scendevo dalla macchina inciampai facendomi male al
ginocchio.
(risata
maligna dell'autrice).
-certo
che sei proprio sbadata- mi disse Scorpius mentre mi guardava i
graffi sulla gamba.
-ce
la fai?- chiese mio padre preoccupato. Non ebbi il tempo di
rispondere. Scorpius si mise davanti a me,
“porgendomi” la
schiena.
-sali
che ti porto in spalla- mi disse. Harry prese la mai valigia mentre
James trascinò quella di Scorpius e io sbuffai.
-sono
solo graffi- dissi ma montai in spalla lo stesso a Scorpius. Mi
piaceva infondo essere portata in quel modo. Specialmente da
Scorpius.
Chiusi
gli occhi e poi li puntai verso il paesaggio bellissimo. E mi
sentì
felice, nonostante il dolore al ginocchio.
****
Notai
subito il cambiamento di Lily. La vidi rattristirsi un po' guardando
Rose e Scorpius felici e insieme. Di sicuro il suo pensiero volava a
quel..... quel tizio, per essere educato.
Guardai
verso l'albergo e passai con lo sguardo la scalinata che dovevamo
fare per arrivarci. Sorrisi guardando Lily.
-ti
vedo un po' fiacca in questo periodo. Dimmi la verità Lily,
quanto
sei ingrassata in questo periodo?- la stuzzicai. Lei si
voltò
fulminandomi.
-non
sono per niente ingrassata. Devi avere della mortadella su quegli
occhi- ribattè.
-lo
scopriremo subito. Vediamo chi arriva primo all'albergo correndo.
da.. ora- e presi a correre. Le gare di velocità erano
sempre state
una delle sfide più amata da noi due. Specialmente
perchè eravamo i
più veloci. Anzi, lei era maledettamente veloce. Con tutti
l'addestramento che facevo ogni giorno e comprese anche le mie gambe
muscolose e lunghe vinse lei, piccola ma fin troppo veloce. Ma non mi
lasciai distanziare troppo. Mi ero ripromesso una cosa il giorno
prima. Non l'avrei persa di vista mai, fino a quando non avremmo
arrestato quei pazzi.
Arrivati
mi guardai veloce intorno per rendermi conto di com'era il posto.
L'albergo
era molto ampio, si divideva in quattro ali diverse ognuna con due
piani. In tutto erano 400 camere. Si trovava sulla costa ed era
circondato da palme che spuntavano direttamente dalla sabbia
bianchissima. Vidi Lily guardare lontano dal mare azzurro, verso
l'interno.
-dov'è
il deserto?- chiese. Io indicai un punto oltre la vegetazione.
-ho
studiato la mappa di questa zona. A un chilometri di distanza iniziai
uno dei tanti deserti- gli spiegai. Lei si accigliò
guardando nostro
padre che discuteva per le stanze.
-io
voglio la vista sul deserto- gli disse lei avvicinandosi.
***
La
vista sul deserto. Mai avevo visto qualcosa di più bello. Ma
era una
bellezza difficile da spiegare. Le parole non potevano rendere l'idea
di quel bellissimo spettacolo che mi faceva nascere dentro qualcosa
di triste ma di felice.
E
pensai a Stone. Ero sicura che quel paesaggio gli sarebbe piaciuto.
*****
Guardai
il sole illuminare Diagon Alley. Sorrisi, risate, persone tranquille
che si fermavano davanti alle vetrine dei negozi. Ma tra la folla non
c'era lei. Quindi non mi preoccupai quando dallo squarcio uscirono
dissennatori. L'atmosfera cambiò completamente.
Sembrò che il sole
scomparisse e tutto diventò freddo. Alle risate e ai
discorsi
allegri si sostituirono nient'altro che urla disperate. Mi accigliai
non poco però. Mi aspettavo i mangiamorte. Invece i
dissennatori non
li sopportavo. Mi rubavano tutte le anime. Mi avvicinai a loro,
coperto anch'io dal mantello nero e sbrindellato che avevamo in
comune. Volevo anch'io la mia parte di anime.
***********
Mare,
sole, sabbia bianca e finissima: questa era la vacanza che mi piaceva
di più. Quel pomeriggio riuscì a divertirmi
davvero. Specialmente
per la compagnia dei miei parenti. Quando andai al bar quella sera
per bere ero ormai convinta che quella vacanza mi avrebbe fatto
tornare completamente il buon umore.
-cosa
desideri?- mi chiese il barista con un ampio sorriso.
-un
bicchiere d'acqua, grazie!- dissi.
-vuoi
un gelato?- domandò una voce accanto a me. Girai il viso e
mi
ritrovai davanti dei bellissimi occhi neri. Un ragazzo scuro di
pelle, alto, con un sorriso sicuro e bianchissimo, mi stava
guardando.
-come?-
chiesi confusa. Lo guardai meglio. Seguì i bei lineamenti
del suo
viso e poi tornai ai suoi occhi mentre mi rispondeva.
-voglio
offrirti un gelato. Quale vuoi?-
-io...-
ero confusa. Mi aveva spiazzato.
-qui
quando un ragazzo offre un gelato non si rifiuta mai, lo sai? Non ti
stò chiedendo niente di vincolante. Voglio solo offrirti un
gelato!-
spiegò semplicemente.
-ok.
Se proprio insisti- accettai cercando di riprendermi. Non era passato
chissà quanto tempo da quando frequentavo i ragazzi. Eppure
mi
sembrava tutto di già fin troppo estraneo.
-come
ti chiami?- mi chiese mentre mi porgeva il gelato. Mi poggiai al
bancone e lo guardai cercando di essere socievole.
-Lily,
e tu?-
-Key.
Sei inglese?-
-si,
come fai a saperlo?- gli chiesi accigliata iniziando a mangiare il
gelato. Era buono.
-perchè
parli benissimo l'inglese. E per via dei tuoi colori- spiegò
accennando ai miei capelli e alla mie pelle bianca.
-giusto.
Anche tu parli benissimo l'inglese.
Di
dove sei?- chiesi.
-delle
Hawaii. Sono venuto qui per studiare e lavorare. E tu invece?-
-io
sono qui in vacanza con la mia famiglia- risposi.
*******
Stavo
parlando con lui quando lo vidi cambiare espressione e guardare verso
il bancone del bar. Anch'io guardai lì e notai Lily che
parlava con
un bel ragazzo.
-lasciala
in pace. Sarebbe ora che si svagasse un po'- e interessarsi a qualche
ragazzo normale di certo non gli avrebbe fatto male, pensai. Poi
osservai James. Era preoccupato, lo capivo benissimo. L'avevo visto
molte volte geloso per Lily. E quello non era il suo modo di essere
geloso. James si arrabbiava, stringeva la mascella, si accigliava e
poi andava subito a richiamare al suo posto lo
“scocciatore”.
Anzi, ribadire alcuni punti, come diceva lui.
Invece
ora guardava Lily preoccupato. Lo sapevo. E non faceva altro che
stare vicino a Lily, a osservarla, a cercare di distrarla e a farla
divertire. Certo, James era sempre stato pieno di attenzioni verso la
sua sorellina e sapevo che il fatto che fosse triste gli dispiaceva e
la voleva tirare su, ma c'era anche qualcosa. Qualcosa che non era
una sciocchezza.
-James
cosa c'è? Sai qualcosa che io non so, vero?- domandai. Anzi,
quasi
lo accusai. Lui si voltò verso di me. Poi si alzò
dalla sedia
accanto a me e mi scompigliò tutti i capelli mettendomeli
sul viso.
-mi
sembra impossibile trovare anche una sola cosa che non sai tu,
genio!- e si avviò verso Lily.
******
Era
la nostra prima sera lì e cenammo tutti insieme felici e
spensierati. Anzi, quasi tutti. Notavo una certa tensione in giro.
Specialmente in Rose. Era da ore che mi sembrava quasi di sentire il
suo cervello elaborare dati, alla ricerca di qualcosa.
Chissà a cosa
stava pensando. E chissà quando me l'avrebbe detto. Comunque
quella
sera la discussione verteva sulla cosa da fare il giorno dopo.
Ma
Lily era documentata.
-io
propongo di andare a vedere il canyon colorato. Si trova a 150 km da
qui, più o meno 2 ore di viaggio. Mi hanno detto che
è uno
spettacolo eccezionale!- illustrò.
-e
chi te l'ha raccontato?- chiese accigliato James.
-ah
ah ah, sei molto divertente. Sai benissimo chi me l'ha raccontato.
Key comunque si occupa dei trasporti. Si arriva in jeep e poi
dobbiamo fare un pezzo a piedi. Che ne pensate?- chiese speranzosa.
-per
me va bene!- esclamò Hugo. Albus e Amber annuirono e James
sorrise.
-chissà
se si può anche andare a cavallo fino a la- si chiese.
-posso
chiederlo a Key se vuoi!- propose Lily. Vidi James accigliarsi.
-glielo
chiedo io, se ne ho voglia!- sbraitò.
Guardai
Rose interrogativo. Lei annuì.
-mi
piacerebbe proprio andarci. Ho letto qualcosa su questa gola. Sono
sicura che sarà bellissima!-
*************
Scusatemi
tanto per il ritardo. Io imperdonabile. Anzi, spero di farmi
perdonare con un capitolo che inizierò a scrivere subito e
che
posterò al più presto. Comunque ho una
giustificazione. Sono
diventata zia di una bellissima bimba!!!! me tanto contenta!!! ormai
a 5 giorni e prima ancora mia sorella stata ricoverata per vari
problemi è per questo che non ho avuto proprio tempo di
scrivere.
Spero che questo cap un po' di transizione vi piaccia. In effetti non
succede molto, e vi devo anche dire una cosa. L'hotel e la posizione
del mare rispetto al deserto è del tutto inventato. Non mi
sono mai
mossa dall'Italia e non ho mai visto Sharm El Sheik. Ma ho visto una
frase che mi ha attirato molto, “tra mare e
deserto” che mi ha
attirato subito. Quindi ho scelto questa meta per il viaggio dei miei
personaggi. Invece il canyon è davvero esistente. Mi piace
molto
l'idea di un canyon colorato. L'ho cercato su internet e ci sono
davvero delle belle immagini. Quindi per il prossimo capitolo se
volete aiutarvi con le immagini potete pure farlo.
Adesso
un grazie infinito a chi ha letto lo scorso capitolo.
Cara
ValyBrick grazie per la recensione. Anche in questo cap si capisce un
po' di più di Stone, anche se vi confonderò
ancora di più le idee!
Ahahahahahahahaahah!!!!!
Cara
Vacanziera anche a me piace molto il viola, sono contenta anch'io di
essere ritornata a questo colore. E per la gravidanza non avevo la
minima intenzione di farla rimanere in cinta ora ma volevo inserire
il dubbio! Per Stone, si, è molto ossessionato da tutte le
anime. E
si, mi piace l'idea che ti sei scervellata per capire cos'è
e cosa
c'è nella scatola. Naturalmente ancora non ti posso dire
niente,
segui e vedrai. Per il discorso di Scorpius c'era un pezzo che
chissà
il perchè si è cancellato per questo è
apparso così
sconclusionato. Non che infondo non lo sia tutto quello che scrivo,
più o meno...
comunque
grazie mille a tutti, non vedo l'ora di leggere altre recensioni! Mi
raccomando, rendetemi felice! Baci!!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 39 *** 39. tra deserto e mare (parte prima) ***
Trentanovesimo
capitolo: tra deserto a mare!
Il
canyon colorato è una delle mete più belle del
mondo. Questa gola è
accessibile solo a piedi e le pareti sono alte anche 40 metri. Avevo
letto che molte di quelle pareti assomigliavano ai volti di uomini
ed erano state modellate dal vento che aveva scavato a lungo quelle
rocce.
Le
pareti del canyon, formatesi nel corso del tempo grazie all'azione
degli elementi naturali, scendono con cascate di colori generati
dall'ossido ferroso e dal manganese.
Arrivammo
in quel posto incantato dopo due ore intense di viaggio. Eravamo solo
noi “giovani”, i nostri genitori erano rimasti a
mare, o almeno
così ci avevano detto. Invece io pensavo che fossero tornati
a
Londra.
Ero
convinta che stava succedendo qualcosa. E il comportamento di James
mi faceva capire che Lily aveva un qualche ruolo in questa storia. Ma
quella giornata, con Lily vicina e al sicuro, doveva essere
tranquilla e felice. Anzi, abbastanza dinamica, direi.
Dopo
il lungo viaggio in jeep dove avevo conosciuto Key e avevo apprezzato
la sua simpatia, arrivammo sani e salvi.
Era
stato bello vederlo scherzare con Lily, mentre lei divertita
rispondeva a ogni sua frecciatina e battuta.
Mi
piaceva rivederla così, non frivola ma contenta e se stessa,
dopo
tanto che era stata solo una copia sbiadita di quello che era prima.
Felice
mi guardai intorno, con Scorpius che mi aiutava a superare i vari
ostacoli sul percorso.
*****
Key
guardò la discesa ostruita da pietre che avevano tutta
l'idea di
voler cadere appena si fosse poggiato un piede. La guida ci diede il
via libera e ci mostrò come scendere.
Key
si voltò verso di me.
-vuoi
aiuto?- mi chiese. Io sorrisi.
-penso
di riuscirci da sola, comunque grazie- e iniziai la discesa. Non era
difficile, come sembrava, provavo attentamente ogni pietra prima di
poggiare completamente il piede e scesi incolume. Key mi
seguì
tranquillo e deciso. Poi aiutò una ragazza che stava cadendo
dopo di
lui. Del resto era un aiuto guida anche.
Ormai
avevo perso il conto dei mille lavori che faceva. Era un tipo
divertente e simpatico. Ma non potevo non guardarmi intorno e
dimenticarlo subito. Ero circondata da pareti enormi e altissime di
arenaria, striate di delicati colori: gialli, rossi, viola, magenta e
oro. Era incredibile questo spettacolo, pensare che era davvero tutto
naturale.
-fra
poco si possono notare ciò che il vento ha creato
inaspettatamente.
Sembra incredibile ma secondo te a cosa assomigliano queste forme?-
Key indicò le pareti che guardai attentamente. Tentai di non
farmi
distrarre dai colori e mi soffermai sulle linee e le curve. E vidi
dei volti che sembravano scolpiti in maniera strepitosa. I profili
erano vaghi ma non confusi. Tutto sembrava stato creato da uno
scultore ma sembrava anche allo stesso tempo impossibile che a
crearlo fosse stata una persona. La perfezione e la levigatezza della
superficie non faceva che far pensare che nessun uomo sarebbe
riuscito a realizzarlo.
E
poi passammo in un punto dove le pareti sembravano solo di sabbia,
davano l'idea che se l'avessi toccato mi sarebbe crollato tutto
addosso.
E
le linee, e i colori che si mischiavano, si univano, sembravano
così
precise, così uniche e così particolari, appunto
perchè fatti dal
vento. Vento che adesso non c'era ma che non potei non immaginare
mentre soffiava secoli dopo secoli per creare tutto questo.
Montagne
così gigantesche modificate da qualcosa di invisibile ma di
così
forte. Chissà se anche le nostre vite erano modificate da
qualcosa
di altrettanto forte ma invisibile.
******
Li
cercavano. Il che non mi preoccupava molto. Lei era lontana. E anche
se i mangiamorte ora stavano distruggendo un altro quartiere magico
non potevano trovare lei. Aspettavo di raccogliere le anime dei morti
quando tra gli auror vidi comparire il padre di Lily. Lo fissai per
un momento. Il suo futuro mi parve nitido nella mente. La sua anima
sarebbe stata davvero una bella preda. Sarebbe stato una grande
soddisfazione catturare un'anima come quella. Guardai gli eventi
svolgersi di fronte a me.
Gli
auror erano in postazione, un muro compatto che attaccò con
incantesimi precisi e puliti. Ma i mangiamorte non avevano niente da
perdere. Usarono tutti gli incantesimi letali esistenti e abbatterono
molte anime innocenti. Naturalmente anche gli auror non si
dimostrarono da meno. Guardare da spettatore in quella confusione
sarebbe stato davvero difficile per un normale mortale. Ma io vedevo
bene tutto.
Distinsi
anche tutta l'azione. Vidi la bambina correre spaventata e per
sbaglio addosso a un mangiamorte. Vidi il mangiamorte prendere un
coltello e cercare di colpirla. E vidi anche Potter senior frapporsi
tra lui e la bambina con il proprio corpo. La lama si
conficcò
precisa e senza esitazione nella schiena e per un attimo non pensai
ad altro che all'anima che avrei potuto avere. E poi pensai. Pensai a
Lily. Pensai alla sua anima straziata per una simile perdita. Davvero
non avrei fatto niente? Non volevo che soffrisse. Non l'avrei mai
permesso. Quasi comparsi di fronte ad i mangiamorte nel mio nero
mantello, da cui spuntavano solo gli occhi. Osservai un incantesimo
che uno dei mangiamorte aveva mandato verso Potter.
Catturai
con la mano l'incantesimo verde la chiusi a pugno e poi
l'aprì e
l'incantesimo andò ad una velocità maggiore
contro il mangiamorte
che l'aveva lanciato. Morì e la sua anima nera fu
risucchiata dal
terreno. Ma non mi fermai. Mi voltai verso i mangiamorte che mi
guardavano impietriti per un attimo. Non capivano cosa stessi
facendo. Ma gli auror non si fermarono. Tentarono di catturarli tutti
ma molti scomparvero dallo squarcio che creai subito. Quei pochi
catturati si misero a gridare contro me, volta gabbana, e contro
Potter.
-il
male non morirà mai. Tornerà e non potrete
fermarlo- gridavano. Io
mi voltai un attimo verso Potter, che supino a terra grondava sangue.
Gli amici si erano avvicinati subito. Esaminai la sua anima. Si
sarebbe salvato. La magia poteva guarire facilmente quella ferita, se
presa presto. Tornai a guardare i mangiamorte prigionieri.
Bastò un
cenno con la mano. Le loro anime si staccarono dai loro corpi e
caddero morti, fra le braccia degli auror. Le anime volarono in giro
e io iniziai a volare. Dovevo prenderle prime che sfuggissero.
******
Un
macigno di diverse tonnellate ostruiva il passaggio. Era grande,
immenso e molto alto. Ma lo guardai sapendo che si poteva scavalcare.
Anche la guida lo sapeva, ovviamente, ma stava scrutando tutti per
cercare di capire quanti avrebbero potuto scalarla.
-io
dico che un tappo come te non riesce a superarla- mi sfidò
James. Lo
guardai sorridendo per sfida.
-vuoi
scommettere?- e iniziai a salire. Sentì Key esclamare
preoccupato a
mio fratello:
-è
pericoloso. Si può fare male-
-non
ti preoccupare. Quella è una scimmia. Preoccupati per te,
piuttosto-
e poi prese a salire dietro di me.
Io
divertita continuai a salire. Mi piacevano molto le sfide fisiche. E
poi eravamo attrezzati bene. A ogni passo che facevo assicuravo un
chiodo dove attaccavo la corda che avevo legata alla vita. Del resto
non ero un'imprudente.
Quando
arrivai in cima rimasi incantata dalla vista spettacolare. Era uno
spettacolo inspiegabile. Era bellissimo ma allo stesso tempo anche
triste. In particolare una piccola fitta al cuore mi fece
preoccupare. Ma durò talmente poco che non ci feci caso.
Una
mano mi si posò sulla testa scompigliandomi i capelli per
quanto la
coda alta glielo permettesse.
-smettila.
Non voglio assomigliare a un cane spelacchiato- sbuffai. Lui rise.
-un
cane spelacchiato? Io avrei detto che assomigli di più a un
gatto
pulcioso- mi stuzzicò James. Gli presi la mano ridendo,
allontanandola dalla mia testa.
-non
ho le pulci. Solo un po' di zecche, forse- scherzai.
Mi
guardai attorno. Tutti stavano cercando di salire, chi più
agilmente, chi con più difficoltà. Key, che era
salito senza
problemi ora mi fissava. Chissà a che stava pensando. Ma mi
interessava davvero? Invece cercai Rose e la vidi tentare di salire
proprio in quel momento. Vedevo anche Scorpius tentare di aiutarla ma
lei non aveva bisogno di chissà quale aiuto. Mi ricordai
l'agilità
con cui era salita sul tetto, quel giorno a Hogwarts. Chissà
che
brutto sarebbe stato a settembre senza di lei.
Ma
non volevo intristirmi. Mi guardai in giro osservando di nuovo e
perdendomi anche un po', in quel meraviglioso paesaggio. E poi rimasi
di stucco. Una delle pareti più alte davanti a noi aveva
scolpito un
volto. Un volto in cui si poteva vedere meglio rispetto alle altre
gli occhi. Occhi che mi ricordarono quelli di Stone. E come mi era
successo l'altra volta mi sentì strana, come se quegli occhi
mi
guardassero dentro, come se mi prendessero l'anima e la staccassero
dal mio corpo.
Chiusi
gli occhi, decisa a scappare da quella sensazione di vuoto. E guardai
James che mi fissava con sguardo insolitamente serio.
****
Quel
giorno passò veloce e forse un po' stancante. Di certo
camminare e
scalare rocce sotto un sole cocente non era una cosa riposante. Ma fu
bellissimo. Il ritorno ci sembrò più lungo
dell'andata ma perchè
eravamo più stanchi. Anzi, mi correggo, non tutti erano
stanchi.
Lily e James avevano ancora tantissima energia da usare. Quando con
la jeep passammo vicino a un'oasi dove un signore era con dei
cammelli Lily saltò in piedi entusiasta.
-possiamo
andare sui cammelli?- domandò a Key.
-in
teoria si. Basta noleggiarlo uno. Ma sei sicura di saperci andare?-
domandò.
-è
tanto diverso rispetto a una cavallo?- chiese lei.
-non
tanto. Tu sai andare sul cavallo?-
-no
ma posso imparare- e scese veloce dalla jeep non aspettando neanche
che si fermasse completamente. James la seguì subito.
-prendiamo
due cammelli quindi- esclamò prendendo il marsupio e
avvicinandosi a
quel signore strano. Era il classico tipo che ti aspetti di vedere in
un deserto. Un turbante in testa, un vestito arabo bianco, seduto in
meditazione vicino ai suoi cammelli.
-tu
vuoi andare sul cammello?- mi chiese Scorpius. Cercai nel suo sguardo
la risposta. Lui sembrava stanco e capii che me lo aveva chiesto solo
per gentilezza. E anche io ero fin troppo stanca.
-magari
la prossima volta. Voglio provare ad andarci a cavallo ma quando
sarò
fresca e riposata me lo godrò di più- spiegai.
Lui mi strinse a se
annuendo.
*****
Una
cavalcata nel deserto con il cammello è indescrivibile. Una
cosa
perfetta che non ti aspetteresti di vivere davvero. Mi soffermai a
guardare il muso del cammello contenta. Sembrava che ridesse anche
lui. Il signore si avvicinò al cammello e disse la sua
parola
magica. Il cammello si accucciò, piegando prima le zampe
anteriori e
poi quelle posteriori.
-salga
signorina!- disse in inglese ma con un forte accento. Sorrisi e mi
issai sulla sella.
Quando
il cammello si alzò mi venne un piccolo colpo di vertigini.
Ma passò
subito e mi abituai presto al modo ondeggiante della cavalcata.
*****
-è
una forza della natura- mi disse Key mentre la guardava alle prese
con il cammello. Io sorrisi.
-si,
è unica- acconsentì.
Lo
guardai per tutto il viaggio e notai quanto sembrava rapito da lei.
Avrei voluto chiedergli cosa intendesse fare, se quello che provava
per lei era semplice interesse o qualcosa di più. Ma
naturalmente me
ne stetti zitta. Non mi pareva il caso di impicciarmi in fatti non
miei. Invece osservai Scorpius e mi godetti quel viaggio con lui. Era
il nostro primo viaggio insieme e stava andando benissimo. Speravo
che il tempo non passasse mai.
Quando
tornammo all'hotel notai che qualcosa non andava. Lo sguardo di mio
padre, che incontrai vicino alla mia stanza, era cupo prima di
vedermi. Quando incrociai i suoi occhi cercò di distendere
il viso e
mandare via le preoccupazioni.
-ciao
ragazzi. Vi siete divertiti?- ci chiese.
-ho
cavalcato un cammello!- esclamò Lily ancora euforica. Poi si
avviò
verso la stanza dei suoi genitori e mio padre la bloccò.
-dove
vai?- chiese titubante.
-a
raccontare ai miei cosa ho fatto. Perchè? C'è
qualche problema?-
domandò lei stupita.
-no.
Solo che.... che … - si guardò intorno in cerca
di una
giustificazione.
-sono
ancora in spiaggia?- lo salvai io. Lui annuì con vigore.
-puoi
andarli a cercare là- disse. Lily annuì, un po'
incerta.
-va
bene. Mi vado a fare prima una doccia e poi li vado a cercare. A
dopo!- e se ne andò. James, io e Scorpius guardammo mio
padre seri e
preoccupati.
-non
è successo niente, non vi preoccupate- cercò di
rassicurarci, ma
era troppo incerto per rassicurarci davvero. Ma in quel momento un
gemito di dolore ci fece temere il peggio. Proveniva dalla stanza dei
miei zii e James, ancor prima che Ron potesse trovare qualche
giustificazione, entrò dalla porta subito.
Lo
seguimmo e trovammo Harry steso sul letto, a pancia in sotto con il
petto scoperto. Sulla schiena aveva sangue rosso incrostato e un
taglio verticale non tanto largo ma molto profondo. Ginny aveva in
mano bende e bacchetta.
-dovevi
allontanarli. Possibile che non sai fare niente!- sgridò Ron
non
alzando neppure lo sguardo dalla ferita.
-cos'è
successo?- chiese James avvicinandosi e controllando che suo padre
fosse sveglio. Non lo era. Il gemito gli doveva essere sfuggito nel
sonno ma era profondamente addormentato.
-non
è colpa mia. Non sapevo che dire- sbuffò Ron.
-cosa
gli è successo?- domandò irritato James.
-niente
di grave. Se mi lasciate in pace per tre secondi vedrete che
riuscirò
a curarlo e ve lo spiegherà lui- ci tranquillizzò
Ginny. Poi prese
a disinfettare il taglio e a pulire la pelle. Finito questa
operazione prese la bacchetta e rimarginò la ferita. Non del
tutto,
perchè era profonda e infatti poi lo bendò anche.
-fra
un po' si sveglierà. Voi andate nelle vostre camere e fatevi
una
bella doccia. Dopo ne riparleremo!- ci ordinò lei e noi
uscimmo
tutti dalla stanza. Guardai James e Albus. Erano preoccupati. Gli
sorrisi stringendo dietro di me la mano a Scorpius.
-avanti,
cosa sono quei musi lunghi. Andiamo a rilassarci un po' che va tutto
bene!- e li sollecitai ad andare nelle stanze. Scorpius era ancora
vicino a me.
-posso
venire da te- domandai guardandolo seria. Non volevo stare da sola,
per evitare che la mia testa andasse a trarre conclusioni terribili e
forse inverosimili.
******
Ed
ecco a voi il nuovo capitolo. Allora, onestamente non mi ricordo
neanche cosa ho scritto.....
dovete
sapere che questo capitolo lo scritto appena o pubblicato l'altro
solo che ieri poi non mi connetteva più il pc. E ora ho la
febbre....
Sono
tornata a casa e ho dormito fino alle nove di sera, tipo 4 ore, e
adesso 3.47 circa di mattina, non ho più sonno e ho un gran
mal di
testa. Ho provato a vedere se connetteva e ha funzionato sta volta.
Quindi eccovi il capitolo e scusatemi se non vi saluto degnamente ma
ho la testa che esplode. Vado a farmi una camomilla.
Grazie
a ValeBrick che ha recensito, scusami se non ti ringrazio
più
adeguatamente ma non riesco a ragionare.
Grazie
mille anche a chi ha letto e a chi continuerà a leggere.
Aspetto le
vostre recensioni! Baci!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 40 *** 40. tra deserto e mare (parte seconda) ***
Quarantesimo
capitolo: tra deserto e mare (parte seconda)
Mare.
Guardai le onde del mare infrangersi forti e impetuose contro le
rocce. Il mare era nero e sembrava voler quasi mangiare tutto. Chiusi
gli occhi e poi guardai il cielo. Nuvole nere si muovevano in
circolo, tuonando e mandando fulmini. Poi vidi delle ombre nere
venire verso di me. Sentii il freddo che mi circondava. E capii che
erano dissennatori.
Mi
svegliai di colpo, con la sensazione di freddo fin dentro le ossa. Mi
alzai subito dal letto e andai ad aprire la finestra. L'aria
condizionata nella stanza fu stemperata dal calore che veniva dalla
finestra. Soffiava direttamente dal deserto. Chiusi gli occhi e
decisi di uscire. Avevo solo una camicia da notte piuttosto corta e
trasparente quindi presi una vestaglia e scesi sotto, sperando di non
incontrare nessuno. Stavo andando in un posto abbastanza isolato per
questo. Uscita arrivai alla spiaggia ma invece di andare verso il
mare, andai verso il deserto. Sulla spiaggia e in giro trovai
coppiette che cercavano una momento romantico e intimo e io li
ignorai guardando il cielo. Osservai la luna, bellissima e piena. Mi
fermai solo quando intorno intorno a me non c'era più
nessuno.
Mi
tolsi la vestaglia e la gettai a terra, sedendomi di sopra. Anzi,
sdraiandomi. Guardai la luna, le stelle e sorrisi, pensando a quanto
era bella davvero quella nottata. Non come nel mio incubo. Ora stavo
bene. Chiusi gli occhi e non pensai più a niente, pronta a
dormire.
*******
Dormire
con la persona che ami tra le braccia, era la cosa più bella
del
mondo. Quella sera Rose era rimasta a lungo tra le mie braccia ad
ascoltare il battito del mio cuore e aspettando che il sonno la
cogliesse, ma c'era voluto molto tempo. Ora dormiva ma era ancora
tesa. Gli accarezzai i capelli e pensai a quanto ero fortunato ad
averla vicina.
Ma
un rumore mi risvegliò dai miei pensieri. Mi voltai e lo
vidi,
un'ombra nera che si avvicinava al letto.
Il
volto di Stone era illuminato dalla luce della luna e lui si
portò
un dito alle labbra, in un chiaro invito a fare silenzio. Allora mi
alzai lentamente, cercando di non svegliare Rose, e lo seguì
fuori
dalla stanza.
-che
ci fai qua?- gli chiesi appena fu chiusa la porta.
-ho
un'altra cosa da darti. Devi custodirla come hai custodito l'altra.
È
inutile che ti dice di nuovo di non aprirla, vero?- si
raccomandò.
Mi porse la scatola ma non la presi.
-non
ho intenzione di prenderla se prima non mi dai qualche spiegazione.
Dimmi cosa c'è in questa scatola!- dissi serio, incrociando
le
braccia. Lui mi guardò fulminandomi con gli occhi freddi.
Quella
sera erano ancora più chiari, forse per via della luce
bianca. Fatto
sta che il suo sguardo mi spaventò più del
solito.
-come
mi sembra di averti già detto, sono sicuro che se sapessi la
verità
ti pentiresti di avermelo chiesto. Quindi non fare più
domande e
pensa solo a fare il tuo dovere-
-però
puoi rispondere a due domande? Queste scatole e... quello che fai tu
c'entra qualcosa con gli attacchi a Londra da parte dei mangiamorte?-
se non mi avesse risposto neanche a questa domanda non avrei mai
preso quella scatola.
-mettiamola
così... io servo a loro e loro servono a me. Quindi si,
c'entra
molto con me e con le scatole-
Mi
immobilizzai. Quindi avevo ragione. Lui era malvagio.
-io
non sono malvagio. Mio padre e mio nonno erano cattivi, loro forse
hanno approvato quello che stai facendo ma io no. Non ho più
intenzione di aiutarti- chiarì.
-se
faccio del male è solo la mia natura. Fa parte anche degli
uomini,
il fatto di fare male agli altri, o sbaglio?-.
Con
dolore ricordai al male che ero riuscito a fare a Rose anni prima. Ma
deglutì guardandolo serio. Lui continuò.
-e
poi non ti puoi tirare indietro. Ho un patto vincolante con te.
C'è
la tua anima in mezzo. E poi le scatole sono innocue. Pensaci il meno
possibile e fai quello che devi-
-ma..-
stavo per dire ma lui mi interruppe.
-il
patto è stato stipulato con uno dei tuoi avi. Vuoi sapere
quale?
Diciamo che parliamo di una 30 di secoli fa. Adesso torna a dormire!-
e scomparve prima di poter aggiungere qualcosa. Sbuffai, guardando la
scatola che aveva lasciato a terra. Ebbi l'impulso di calpestarla. Di
distruggerla in qualche modo. Presi la bacchetta e provai a darle
fuoco. Ma nessun incantesimo sembrava funzionare. Allora fui tentato
di lasciarla là. Chi l'avesse trovata avrebbe deciso cosa
farsene.
Io non volevo avere niente a che fare con lei. Ma quando
aprì la
porta della mia stanza me la ritrovai davanti, a terra. Uscì
un
attimo sul corridoio ma la scatola non era più li dove
l'avevo
lasciata. Era a terra di fronte alla porta. Sospirando, sconfitto,
anche se per il momento, la presi e la misi dentro la mia valigia,
nell'armadio. Lo chiusi anche con la chiave. Poi andai a letto e
guardai Rose dormire, ora un po' più tranquilla. Sorrisi e
gli
baciai una guancia, prima di stringerla a me e cercare di prendere
sonno.
*****
Era
raggomitolata sulla sua vestaglia, che dormiva tranquilla e beata. La
vidi quasi sorridere mentre mi avvicinavo osservandola. Venire a
vederla non era nei miei piani. Mi ero obbligato a evitare la sua
stanza. E invece me la trovavo li, sulla mia strada. E pensare che
ero venuto verso di qua a caccia...
La
guardai dormire tranquilla e qualcosa in me scattò.
Non
sapevo neanche cosa fosse, ma mi fece male. Mi ricordò un
evento
passato, quando mi ero staccato dal mio vero essere ed ero diventato
quello che ero. In quel momento mi ero sentito più reale,
qualcosa
di più di quello che ero. Adesso invece sentivo solo
qualcosa di
più. Che però non sapevo riconoscere. Non avevo
mai sentito niente
del genere.
Un
rumore però mi fece distogliere lo sguardo. Guardai verso
l'hotel e
vidi un cavallo correre imbizzarrito. Un uomo lo seguiva, correndo
con in groppa ad un altro cavallo. Mi nascosi alla sua vista ma
rimasi sempre vicino a lei. Il cavallo imbizzarrito si avventava
contro Lily. Ma solo un cenno della mano e il cavallo fu scagliato su
un fianco, ancora vivo ma stordito.
L'uomo
si fermò. Guardò confuso il cavallo, poi
notò Lily.
Quel
qualcosa dentro di me si intensificò e mi fece male, mentre
guardavo
l'uomo che scendeva da cavallo e si inginocchiava accanto a Lily.
L'osservai mentre la guardava, mentre gli posava una mano alla base
del collo, poi la scrollò un po'. Lily con molta lentezza si
svegliò
e si guardò intorno. Era bellissima, così, sotto
la luce della
luna.
-Lily?!
Stai bene?- chiese l'uomo.
-cosa?
Key che ci fai nella mia stanza?- domandò lei, un po'
sfasata.
-sei
sonnambula?- domandò lui divertito.
Lily
si guardò meglio intorno. Poi guardò Key.
Odiai
quell'uomo con tutto me stesso. L'odio era una delle sensazioni che
conoscevo meglio del mio essere.
-no.
Sono solo confusa.... - rispose lei. Key gli porse la mano e lei
l'accettò subito per alzarsi. Poi prese la vestaglia a
terra,
mettendosela. Solo i miei occhi notarono le sue guance arrossate per
l'imbarazzo.
-tu
che ci fai qua? Sei sonnambulo anche tu?- chiese lei cercando di
scherzare.
-no.
Sono di turno questa sera per sorvegliare i cavalli, ma ne è
sfuggito uno e quindi sono venuto fino a qui per prenderlo. Eccolo
là- lo indicò. Il cavallo si era rialzato ma a
questo punto era più
che calmo.
-ti
va una cavalcata gratis verso l'hotel? Oppure vuoi rimanere qui ad
aspettare qualcuno che ti rapisca? Lo sai che le donne sono una merce
molto pregiata tra i nomadi di queste terre?- la stuzzicò
lui
porgendogli le briglie del cavallo più vicino. Lei le
accettò e
salì veloce a cavallo, sorridendogli scherzosa.
-quasi
quasi rimango qua. Chi mi assicura che uno di quei nomadi non sia un
principe e che non mi porti nel suo castello incantato?-
domandò lei
e iniziò a galoppare. L'uomo salì veloce
sull'altro cavallo e la
inseguì.
Li
guardai scomparire all'orizzonte. Dentro di me qualcosa stava
bruciando.
******
-papà
perchè non mi racconti la verità?- chiesi a mio
padre che stava
facendo la sua colazione e tutti aspettarono la risposta con
attenzione.
-niente.
Solo un incidente a lavoro. Non è la prima volta che tentato
di
farmi male, o sbaglio?- scherzò lui.
-sono
stati quei mangiamorte, quindi?- chiese Albus.
-si.
E la cosa più assurda è che eravamo riusciti a
catturarne la
maggior parte. Li avevamo in pugno. E invece poi è comparso
un tizio
e li ha uccisi tutti- rimase un attimo in silenzio. Io mi alzai e lo
abbracciai.
-non
andartene più. Non sopporto l'idea che potevi non tornare!-
lo
strinsi forte a me mentre lui ricambiava.
-bambina
mia io ci sarò sempre per te. Tornerò sempre da
te!- mi promise
lui.
*******
Mi
svegliai di colpo. Avevo sentito qualcosa di strano. Non capivo cosa
però. Solo le braccia di Scorpius che calde mi stringevano a
se mi
tranquillizzarono subito. Mi guardai intorno ora confusa. Scorpius
dormiva tranquillo. Cosa mi aveva svegliato allora? Notai che
l'armadio non aveva la chiave attaccata. Strano, io l'avevo lasciata
attaccata la sera prima. Piano piano mi alzai dal letto e con lo
sguardo la cercai. Non sapevo il perchè ma qualcosa mi
diceva che
dovevo aprire quell'armadio. Ma dove potevo cercarle? Pensai subito
all'incantesimo di appello. Stavo per prendere la bacchetta quando mi
resi conto che infondo non ne avevo bisogno. Chiusi gli occhi e mi
concentrai. Ormai era da mesi che mi esercitavo ogni pomeriggio. Il
mio potere ero sotto controllo e potevo usarlo a piacimento. O almeno
così era stato fin'ora.
Trovai
le chiavi ne giro di pochi secondi, uscirono dal cassetto di Scorpius
silenziosamente. Guardai Scorpius accigliata. Chissà cosa
nascondeva. Era giusto vedere? Guardai le chiavi. E se per qualche
motivo voleva tenermi nascosta una cosa? Non era giusto lasciargli
fare quello che voleva? Ero davvero una persona gelosa?
Guardai
Scorpius e mi morsi il labbro inferiore. Poi posai le chiavi di nuovo
nel cassetto. Non volevo essere un tipo geloso. Lo avevo spiato
già
una volta e ancora non mi sembrava una cosa giusta. Andai in bagno
pronta a farmi una bella doccia. Volevo togliermi dalla testa tutti i
miei dubbi. Appena avessi avuto tempo avrei chiesto a Scorpius una
spiegazione.
*
-e
che ci facevi fuori di notte?- gli chiesi preoccupata. Lei si strinse
nelle spalle, mentre cercava qualche vestito da provare. Eravamo in
uno dei negozi di vestiario vicino all'hotel e lei mi aveva
trascinato qui subito appena ero scesa sotto.
-niente
di preciso. Avevo fatto un brutto sogno e sono voluta uscire fuori.
Mi sono addormentata e poi mi ha svegliato Key mentre rincorreva un
cavallo che era scappato. E sono tornata nella mia stanza. Nessun
problema. Non è successo niente. Niente di cui preoccuparsi-
-come
niente di cui preoccuparsi? Dormire in mezzo al deserto ti sembra
normale?- chiesi irritata.
-non
sono arrivata in mezzo al deserto. Ci vorrebbe una notte intera per
arrivare anche solo a un quarto del deserto. Comunque non volevo
parlare di questo. Volevo chiederti se secondo te dovrei accettare
l'invito di Key- ribadì lei. Io ci pensai su.
-andate
solo al cinema, giusto?- lei annuì.
-e
lui ti stà simpatico, vero?- lei annuì di nuovo.
-e
allora perchè sei così incerta? Mica è
una proposta vincolante,
giusto? Andate solo a vedere un film- dissi ragionevolmente. Lei mi
parve pensierosa e contrastata. Non ci misi molto a capire cosa gli
frullava nella testa e a sbuffare.
-Lily
dimmi che non stai pensando ancora a lui! Dimmi che non stai pensando
a come potrebbe prenderla lui o cose del genere. Speravo l'avessi
dimenticato-. Lei smarrì lo sguardo tra i vestiti. Poi ne
tirò
fuori uno. Era molto bello nella sua semplicità. Un vestito
a
bretelline, con una sotto veste bianca e una seta leggera sopra,
increspata di un azzurro chiaro, quasi bianco. Mi ricordò
gli occhi
di Scorpius, o meglio il loro colore. Anche se era un po'
più
chiaro, per la sovrapposizione dei tessuti. Ci volle un attimo per
ricordare chi aveva quel colore degli occhi. E guardare Lily
incredula. Mi ero sbagliata. Non pensava a Geremy, pensava a Stone.
******
Dopo
aver messo il vestito mi guardai allo specchio. Dovevo ammettere che
era davvero carino quel vestito. Scostai la tenda e Rose mi
guardò
sorridendo.
-stai
benissimo Lily!- esclamò sincera. Io gli sorrisi. Poi mi
volati di
nuovo verso lo specchio.
-allora
lo prendo. Tu non hai trovato niente che ti piace?- gli chiesi.
-no.
Ma comunque non importa. Non ho bisogno di niente!- mi disse. Io la
guardai corrucciata. Chiusi la tenda, mi rivestì e presi
Rose per
mano.
-il
fatto che non ti serva niente non è importante. Devi
prendere
qualcosa, così possiamo ricordarci di questo momento quando
negli
anni a seguire metteremo questo vestito. Potremmo ricordare questa
estate qui!- mi spiegò iniziando a cercare tra tutte le
grucce. Io
sorrisi.
-non
bastano le foto per i ricordi?- mi chiese.
-non
è la stessa cosa. Le foto le guardi proprio quando cerchi i
ricordi,
invece trovare un oggetto che magari prendi in mano casualmente e
lasciare evocare i ricordi involontariamente è
più bello, secondo
me!- e tirai fuori un costume bellissimo.
-prendi
questo. Il verde t i stà benissimo!- ordinai dandoglielo in
mano.
-non
è un po' troppo.. striminzito?- chiese lei incerta.
-provalo
e finiscila di farti domande- e la spinsi dentro il camerino.
Aspettai guardandomi un altro po' in giro. Un commesso carino
guidò
una signora al camerino accanto al mio porgendogli gli abiti che
doveva provare. Io guardai il camerino e dopo un po' Rose
scostò le
tende incerta.
-ti
stò d'incanto!- esclamai. Quel costume era perfetto per le
forme di
Rose. Lei si guardò incerta allo specchio.
-non
pensi che sia troppo...- ma la interruppi subito.
-no,
non è troppo mini. Prendilo assolutamente, ti stà
troppo bene!-.
Lei mi sorrise. Poi si accigliò notando che il commesso la
guardava
fisso. Io mi schiarì la voce irritata e lui sorrise come per
scusarsi.
-quel
costume le dona, signorina. Sembra una dea!- commentò. Rose
arrossì,
dissi un timido grazie e si richiuse dentro il camerino. Guardai
accigliata il commesso che tornò a lodare la signora che era
appena
uscita con i vestiti che stava provando. L'arte della vendita era
un'arte sottile. E lui la conosceva molto bene.
Guardai
fuori dalla vetrina un po' triste. E vidi due tizi vestiti di nero
che attraversavano la strada. Non ci misi molto a capire chi erano,
anche se naturalmente non potevo esserne certa al cento per cento.
Fatto sta che si stavano avvicinando e uno sembrava proprio guardare
me. Allora entrai nel camerino in preda al panico.
-Rose
c'è un problema!- dissi. Lei si accigliò mentre
di infilava la
maglietta.
-che
problema?- chiese ma la mia risposta non arrivò. Dal rumore
che si
sentì capii che la porta di vetro del negozio doveva essere
stata
sbattuta in qualche modo ed era andata in mille pezzi.
-stupidi
babbani, morirete tutti!- gridarono delle voci in coro. Rose mi prese
subito la mano.
-ti
mando all'hotel. Chiama mio padre, tuo padre e James, subito!- disse
e poi, ancor prima che potessi protestare, scomparì subito.
Mi
ritrovai nella hall dell'hotel col cuore che mi batteva a mille.
Dovevo chiamare gli altri. E sperare che Rose stesse bene!
********
Incredibile
ma finalmente ho finito questo capitolo. Tra io che non stavo tanto
bene, gli esami che si avvicinano (mancano solo 8 giorni...) e una
nipotina troppo bella, non sono riuscita a scrivere molto. Adesso
posto questo capitolo e spero davvero di riuscire a trovare il tempo
per scrivere il prossimo presto. Spero che questo capitolo vi
piaccia, aspetto le vostre recensioni (rendetemi felice. Me un po'
triste visto che sono due capitoli che ricevo solo una piccola
recensione). Adoro ValyBrick perchè sei l'unica che hai
recensito
quindi posso dire che almeno a te continua a piacere la storia!
(scusate
il mio piccolo sfogo. Ringrazio chi legge e non vi preoccupate se non
volete recensire. Già il fatto che sono arrivata a 21
preferiti e a
11 seguite mi rende felicissima perchè pensavo che la mia
storia non
sarebbe piaciuta!) quindi grazie mille a tutti voi che leggete, a
quelli che hanno aggiunto la storia ai preferiti o ai seguiti e... be
non posso dire altro che aspetto le vostre recensioni. Magari se
saranno un paio ritaglierò un po' di tempo allo studio e
scriverò
il prossimo capitolo! Altrimenti, se non mi faccio viva è
perchè
stò studiando. Ma voi non mi mollate! Baci a tutti!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 41 *** 41. in prigione ***
Quarantunesimo
capitolo: in prigione.....
Un
lungo respiro. Poi uscì dal camerino. E vidi un disastro. La
vetrine
e la porta di vetro erano andati in mille pezzi, le uniche persone
che erano rimaste erano tre babbani costretti a terra dagli
incantesimi dei mangiamorte. Una di quelle era una signora che teneva
in mano un bambino.
-lasciateci
stare. Non fate del male e mio figlio!- singhiozzava lei. Un
mangiamorte si avvicinò ridendo e puntando la bacchetta su
di lei.
Riconobbi subito l'effetto della maledizione cruciatus, anche se non
l'avevo mai visto fare. La rabbia mi avvolse in una spirale molto
stretta. Neanche di pensare al mio potere che lui aveva già
agito.
La bacchetta del mangiamorte si frantumò in mille pezzi, e
lui si
voltò verso di me. La donna, ora libera, scappò
con il bambino tra
le braccia. Nello stesso tempo anche la bacchetta degli altri
mangiamorte presenti in quella stanza si spezzarono e i babbani
riuscirono a scappare. Sentivo grida e risate provenire dalla strada
ma per adesso non facevo altro che guardare i mangiamorte che mi
fissavano freddi.
-una
povera bambina contro quattro grossi uomini. Siamo senza bacchetta ma
non pensi che siamo sempre più forti di te?- mi chiese il
più
vicino avvicinandosi. Io sorrisi, un sorriso che per la prima volta
avrei giurato che fosse crudele. Mi bastò un cenno della
mano. Mi
ero allenata con l'acqua in quei giorni. Avevo creato molte onde solo
col mio potere. E le avevo contrastate. Ora fu lo stesso. Feci volare
tutti e quattro dalla vetrina rotta e andai in strada. E mi
investì
un gelo mai provato prima. Guardai in altro. Scendevano verso la
strada, come fantasmi spettrali, i dissennatori.
*******
Quando
vidi arrivare Lily, correndo, capii che era successo qualcosa.
Quando,
tra le braccia di James spiegò che Rose era rimasta nel
negozio
sotto l'attacco dei mangiamorte mi sentì morire. Il cuore
smise di
battere e riprese solo quando, dopo essermi smaterializzato, la vidi
in mezzo alla strada, con un patronus davanti. Lei era inginocchiata
e teneva tra le braccia una bambina che piangeva. Il suo patronus,
una tigre enorme, ringhiava contro i dissennatori esitavano intorno a
lei. Il tempo di pensare alla formula e il mio patronus, un leone, si
lanciò in una corsa contro i dissennatori, che si
sparpagliarono in
cielo. I mangiamorte intanto avevano preso a lottare contro tutti i
familiari di Rose. Vidi Lily correre verso Rose e la seguì,
lanciando un incantesimo a un mangiamorte che si stava avvicinando a
lei.
-Rose-
disse Lily abbracciandola.
-perchè
sei venuta. Dovevi solo mandare loro. vattene- disse Rose arrabbiata.
Lily
la guardò interdetta.
-perchè?-
chiese lei. Io gli accarezzai la guancia e domandai:
-Rose
stai bene?-
-hai
visto Sarah? Sono arrivati i rinforzi!- sorrise la mia Rose alla
bimba, che smise di tremare e ricambiò con un timido
sorriso.
-vai
in braccio a Lily. Scorpius portale al sicuro, subito- mi disse
seria.
Poi
qualcosa parve spezzare l'aria. Dietro Rose si era aperto uno
squarcio dal quale era uscita un'ombra nera. Non riuscì a
fare molto
con la bambina in braccio. Prima che me ne rendessi conto l'ombra
prese Rose tappandogli la bocca e lei parve svenire.
-Rose-
gridammo io e Lily insieme.
-l'ho
presa. Possiamo andare!- gridò l'ombra e tutti i mangiamorte
svanirono in meno di un secondo.
Caddi
a terra in ginocchio, la bimba che aveva ripreso a piangere tra le
mie braccia.
******
Era
tutto buio e freddo. Sbattei le palpebre cercando di abituarmi a quel
buio. Dove mi avevano portato? Ricordai le grida che avevo sentito
prima che comparissero loro. La discussione tra i mangiamorte.
Cercavano la figlia di Harry Potter, la ragazza con i capelli rossi.
In quel momento ringraziai di assomigliare così tanto a
Lily. Cercai
di rialzarmi da terra ma avevo le mani e i piedi legati. Avevo anche
freddo e la testa mi faceva molto male. Dopo un po', con il cuore
che mi batteva forte e il respiro strozzato riuscì a
intravedere
qualcosa. Sopra di me c'era una piccola finestra da cui entrava
quella che pensai fosse la luce della luna. Avevo dormito tutta la
giornata' dove mi potevano aver portato? Tentando di far tornare
normale il respiro mi concentrai sulle corde che mi legavano. Alcuni
secondi e mi trovai libera, ma ancora indolenzita. Potevo usare i
miei poteri, cosa che mi rincuorò. Giustamente pensavano che
togliermi la bacchetta e legarmi mi avesse resa innocua. Ma si
sbagliavano. Anche se non avevo molte speranze contro centinaia di
mangiamorte.
Passarono
i minuti non sapendo cosa fare. La cella e in cui mi trovavo
diventava sempre più visibile. Ero su un pavimento sporco e
lurido e
accanto a me c'era una brandina su cui però non avrei mai
avuto il
coraggio di sedermi. Era ancora più terribile del pavimento.
La
finestra era minuscola e troppo in alto per poter vedere qualcosa e
la porta era tutta di metallo con un piccolo spioncino. Non aveva ne
maniglia ne serratura. Rumori mi fecero capire che c'erano altre
celle accanto a me. Grida e urla però mi facevano solo
agghiacciare.
Poi un rumore proprio di fronte alla mia porta mi fece sobbalzare.
-se
vuoi me ne occupo io. Sarà un piacere parlare con lei-
ghignò un
uomo fuori. Ma tacque mentre la porta si apriva. Mi rannicchiai
com'ero prima pronta a fingere di dormire e sentì la porta
chiudersi
alle spalle della persona che era entrata. Non aveva nessuna luce con
se. Non osai aprire gli occhi ma ascoltai con le orecchie tese al
massimo. Emise un sorriso di sollievo che mi sorprese così
tanto che
aprì gli occhi. E lo vidi, illuminato appena dalla luce
riflessa
della luna. Era Stone!
Si
mise un dito sulle labbra intimandomi di non gridare. Lo guardai
incredula, arrabbiata e forse anche con odio. Probabilmente con molto
più odio di quanto pensavo. Lo vidi irrigidirsi e guardarmi
freddamente, molto più freddamente di quanto mi stava
guardando
prima.
-prega
che si accorgano il più tardi possibile che non sei Lily.
Hanno
l'ordine di non toccarla minimamente e sarai fortunata se non ti
vengono a trovare lo stesso. Figuriamoci se sapessero che non sei
lei- mi disse freddamente.
-tu
sei un mangiamorte?- lo accusai quasi.
-io
sono quello che sono. Non tentare di scappare, se ne accorgerebbero.
E scoprirebbero chi sei- e si avviò verso l'uscita. Lo
guardai
preoccupata andarsene. Non sapevo cosa fare, mi sentivo persa. Pensai
a Scorpius mentre il cuore mi batteva forte. Dovevano essere tutti
preoccupati.
*******
non
ci potevo credere. Non volevo neanche pensarci. Ma non potevo
evitarlo. Ogni volta che chiudevo gli occhi rivedevo Rose scomparire
di fronte a me. E dentro bruciavo mentre non sapevo che fare.
**********
-dov'è?-
quasi aggredì il giovane auror che avevo davanti, che mi
guardò
tremando. Indicò la sala degli interrogatori e mi gettai
quasi sulla
porta spalancandola. Seduto sulla sedia c'era uno dei mangiamorte che
avevamo catturato.
-perchè
avete preso Rose? Dov'è adesso?- gli gridai contro,
prendendolo per
il collo. Lui, con le manette rimase per quanto poteva impassibile.
-Weasley
si calmi. Si stà tutto surriscaldando inutilmente. A
quest'ora i
miei avranno già ucciso sua figlia. Quindi è
fiato ed energia
sprecata- sghignazzò quello. Persi di vista il senno. Mi
avventai
contro lui pensando solo di spezzarlo in due e mi fermai solo quando
Harry mi trattenne con forza.
-sei
impazzito?! Ron lui ci serve!- disse Harry. Sapeva che il fatto che
non dovessimo maltrattare i prigionieri non mi avrebbe toccato in
quel momento, quanto la possibilità di scoprire dov'era
Rose.
Harry
prese la boccetta di veritaserum e bloccò con la magia
l'uomo. Fatta
ingoiare ci sedemmo e io cercai di controllare la tentazione di
prenderlo di nuovo a pugni.
Non
riuscivo neanche a pensare all'eventualità che avessero
potuto fare
del male a Rose. Avrei disintegrato qualsiasi persona avesse anche
solo pensato di fargli del male.
-cosa
volete da Rose? Perchè l'avete presa?- chiese Harry duro.
L'uomo ci
guardò, gli occhi freddi ma velati.
-noi
non dovevamo prendere la Weasley. Quel cretino ha preso la rossa
sbagliata. Ci serve la figlia del salvatore. E presto la prenderemo.
E il male risorgerà di nuovo-. Mi sentì male.
Chissà se Rose lo
aveva capito. Ecco perchè l'aveva fatta tornare subito. Ed
ecco
perchè quel verme era così convinto che avrebbero
ucciso Rose. La
mia Rose...
******
Persi
la cognizione del tempo. Non avevo idea di quanto tempo
passò dopo
ma ad un certo punto mi addormentai. E rifeci quel sogno che avevo
fatto tanto tempo fa, quello in cui mi gettavo dal trampolino e mi
ritrovavo a cadere su un lucido pavimento, mentre Stone mi fissava
tranquillo. Solo che questa volta quando mi alzai non c'era Scorpius
accanto a me, ma delle mani viscide che mi accarezzavano la spalla.
Strillai tentando di allontanare l'intruso e tentai di focalizzare la
stanza. Una piccola candela illuminava la cella e una specie di
mostro mi guardava con occhi lucidi e malvagi. Era piccolo, poco
più
grande di un elfo domestico, ed era completamente pelato, con il viso
deformato e scheletrico che mi richiamò un infero. Aveva
delle dita
lunghe e anch'esse scheletriche che tentarono di accarezzarmi la
gamba ma io la raccolsi vicino al petto.
-chi
sei? Cosa vuoi da me?- chiesi spaventata.
-io
portato cena.- disse lui ancora indicando un vassoio a terra e poi
tentando di avvicinarsi ancora.
-tu
bella- continuò con quella voce che faceva gelare,
avvicinandosi.
-grazie
per la cena. Ma vai via- dissi spaventata. Non sapevo cosa fare.
Stone mi aveva detto di non usare la magia, altrimenti avrei saputo
come difendermi. Ma perchè poi mi dovevo fidare di quel...
verme?
Mi
alzai in piedi arrabbiata. Infondo era piccolo e avrei potuto
tirargli un calcio per allontanarlo. E invece guardandolo negli occhi
alla luce della candela mi fece un po' pena. Sembrava un anima
perduta anche lui. Lui mi guardò esitante poi se ne
andò,
chiudendosi la porta alle spalle.
Mi
gettai di nuovo per terra rabbrividendo. Aveva iniziato a piovere e
faceva freddo. Io ero in costume e con un vestito leggero sopra. Mi
resi conto che era il costume che avevo provato. Avevo rubato un
costume. Anzi, loro mi avevano fatto rubare un costume. Sbuffai
guardando il mangiare. Una piccola magia mi avrebbe fatto scoprire?
Bastò ripescare la formula dai pensieri e la ciotola con la
suppa e
l'acqua si illuminarono di una luce rossa per alcuni minuti. Sospirai
allontanandomi. Era piena di una qualche droga. Non potevo berla. Mi
guardai intorno e vidi che nessuno era venuto per la mia magia. Non
ancora. In piedi guardai la brandina con una cerea coperta sopra.
Puntai le mani su quella e cercai di pulirla quanto potevo. Alla fine
dell'opera mi chiesi se adesso mi potevo azzardare a sedere. Feci
comparire un manciata di fiammelle blu nella mano destra, che mi
riscaldarono anche un po', e mi avvicinai al letto che ora sembrava
molto meglio. Mi sedetti cercando di pensare a cosa fare. Ma avevo
freddo e fame. Mi strinsi alle coperte e rimasi con le fiammelle
accanto.
Papà,
Scorpius, dove siete?
*****
stavano
organizzando il rito. Tutto era quasi pronto. A mezzanotte sarebbero
andati a prendere Rose e dopo averla portata qui quell'uomo si
sarebbe reso conto che lei non era Lily. O almeno se ne sarebbero
resi conto quando lui non si sarebbe ridestato. Cosa gli avrebbero
fatto? Guardavo nel futuro ma vedevo tante scelte differenti.
Nessuno, purtroppo per Rose, che la prevedesse viva. Anzi, tranne
una. Ma la morte sarebbe stata meglio della tortura. Io ero
combattuto. L'anima di Rose sarebbe stata una preda ambita. Ma se
avevo fermato la morte di Harry perché Lily non soffrisse,
come
potevo permettere che soffrisse ora per la cugina. Sentimenti.
Dannati sentimenti. Come potevo essere diventato loro schiavo? Io ero
malvagio. Io mi nutrivo dei sentimenti positivi, lasciando solo
quelli più terribili. Certo, non ero come gli altri. Il
Signore
Oscuro aveva fatto si che io fossi speciale. Ma ero cattivo lo
stesso. Come potevo provare sentimenti?
E
anche se la cosa mi importava sicuramente meno non potevo che pensare
al giovane Malfoy. Lui avrebbe di sicuro distrutto le scatole. Pensai
preoccupato alla probabilità che l'avesse già
fatto o almeno
pensato. Non potevo permetterlo.
Svanì
subito indeciso su come presentarmi a lui.
Quando
arrivai all'albergo mi avviai verso la sua stanza invisibile. E fui
fortunato. Davanti a me c'era Scorpius con la scatola che gli avevo
dato qualche giorno prima in mano.
-se
non vuoi che la apro vieni qua Stone. Non stò scherzando, la
distruggerò- stava dicendo lui. Era disperato. Riconobbi i
suoi
sentimenti e vidi la sua anima farsi sempre più scura,
comandata
dall'odio e della paura. Comparvi subito e lui mi guardò
senza
stupirsi. Forse sapeva che sarei venuto.
-dov'è?
Come stà?- chiese disperato.
-stai
tranquillo e dammi la scatola- dissi io porgendogli la mano. Lui la
strinse al petto guardandomi freddo. Fu quasi curioso rivedere una
delle tante mie solite espressioni nel suo viso.
-lei
stà bene, per ora. E lo sarò almeno fino a
mezzanotte. Poi il suo
futuro è incerto. Ma una cosa so, che ho bisogno di due
delle
scatole che ti ho dato. Dammele subito- ordinai.
-portami
da lei. Portami da Rose e io te le darò. Altrimenti inizio
col
distruggere questa e poi anche le altre- disse minaccioso. Io lo
guardai freddo.
-sei
davvero disposto morire per amore? È una sensazione
così forte?-
-certo
che morirei per lei. Perchè la mia vita è
già sua. Se lei non ci
fosse non avrei motivo di esistere- esclamò lui.
Rimasi
a fissare la scatola che tremava dopo questa rivelazione. Lo vedevo
contorcersi per quelle parole e per quel sentimento che sfociava dal
cuore di Scorpius. Erano parole che mi avrebbero solo dovuto
schifare, che mi avrebbero dovuto sembrare un'assurdità e
avrei
dovuto considerarlo un debole, un pazzo per credere davvero a certe
cose. Anche la cosa nella scatola lo pensava. Eppure mi sorpresi di
capirlo. Ma non capivo il perchè. Perchè?
Poi
guardai l'ora incredulo. Era mezzogiorno meno dieci. Il che voleva
dire che da lei erano mezzanotte meno dieci. Presi il braccio di
Scorpius con forza e scomparì.
****
Feci
sparire la fiamma nel momento stesso in cui la porta si
aprì. Entrò
un uomo vestito in nero che all'inizio pensai fosse Stone. Ma non era
lui. Insieme a lui entrò anche un Dissennatore che
riempì la stanza
di freddo e che mi rabbrividire ancora di più.
-alzati
prescelta. Il momento è giunto. Tutto è pronto
per l rito che farà
risorgere il nostro Signore Oscuro- disse l'uomo in modo molto
teatrale. Doveva essere uno dei sacerdoti di questo assurdo rito.
Sperai che non mi riconoscesse. Io per lo meno non lo conoscevo. Mi
sorpresi di come era sicuro che l'avrei seguito tranquilla. La
presenza del dissennatore certo influiva, e poi capì che
pensava
avessi mangiato. Mi alzai cercando di non tremare pronta a seguirlo e
fingermi come sotto l'effetto della droga. Al momento giusto sarei
riuscita a scappare.
Ma
quando arrivammo nella sala dopo un lungo corridoio l'unica
sensazione che mi pervase fu la paura e la nausea. Di fronte a me una
vasca circolare era piena di una qualche sostanza nera come catrame.
Un ponte di marmo portava al centro dove una tomba di vetro nero era
posta. Attorno alla vasca centinaia di persone con mantelli neri e
maschere bianche ci guardavano sussurrando una specie di litania in
quello che mi parve vagamente latino. L'uomo di prima mi condusse
lungo il ponte e guardai dentro la teca di vetro scuro. Uno scheletro
mi fissò con occhi rossi. E io mi sentì mancare
la terra sotto i
piedi. Persi i sensi prima ancora di poter realizzare che di avere di
fronte Lord Voldemort.
*****
Allora...
spero che questo cap non sia tanto male.... l'ho scritto in vari
momenti di non studio- ne ho avuti molto pochi. Adesso
lunedì ho
l'ultima prova e gli esami saranno finalmente finiti. Quindi spero di
tornare a scrivere spesso. Spero che sarete felici di leggerlo ora
piuttosto che lunedì. Quindi buona lettura e un grazie
immenso a
ValyBrick per la tua recensione. Rose diciamo che stà bene,
almeno
fino ad ora. (scherzo. Non ti preoccupare non sono così
sadica da
uccidere la mia protagonista... più o meno...) comunque per
le
scatole... diciamo che servono a Scorpius in questo momento... e
diciamo che penso che nel prossimo capitolo lo capirai. Quindi al
prossimo capitolo! Grazie chi ha letto e spero davvero di ricevere
qualche recensione in più. Sarebbe un bel regalo e un buon
auspicio
per l'ultimo passo dei miei esami!
Ma
qualcuno ha notizie di Vacanziera o jadina94? E rosie_lu? Non vi
piace più questa storia? Oppure è successo
qualcosa? Me
preoccupata!
Grazie
a chi leggerà e forse (io lo spero) lascerà anche
un insulto!
Baci!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 42 *** 42. rivelazioni ***
Quarantaduesimo
capitolo: rivelazioni..
Ci
smaterializzammo direttamente fuori dalla sala. Sentivo già
che il
rito era in atto. Adesso aspettavano solo me e le scatole. Porsi a
Scorpius un mantello dicendo:
-mettilo.
Appena saranno distratti prendi Rose e scappa. Non andare né
a casa
né all'hotel. Vai da qualche parte che ritieni sicuro, e ti
avverto,
se vi catturano e non ce la fai a prenderla io non ti
aiuterò oltre.
Se mi chiederanno di uccidervi lo farò, quindi vai in
fretta!- gli
spiegai. Poi entrai nella sala. Le voci proclamavano l'incantesimo a
gran voce. Tutte le energie si disperdevano nella sala pronte a
riunirsi nel corpo scelto. O nell'anima. Io guardai Rose incerto. Se
avessi svolto il rito chissà cosa sarebbe successo. Lei non
era la
prescelta. Però sarebbe accaduto lo stesso qualcosa? Mi
avvicinai e
diedi le due scatole al sacerdote.
-la
prescelta è in posizione. Mi aiuti signore delle tenebre ad
adempiere al rito?- mi chiese porgendomi un coltello. Io lo presi e
fissai il petto di Rose, dove avrei dovuto colpire.
-ma
questa non è la figlia di Potter- dissi sconcertato. Ci
misero un
millesimo di secondo per capire cosa avevo detto e quindi fermare
completamente il rito. In quell'attimo mi accorsi che il sacerdote
aveva già aperto la scatola, sicuro del mio gesto. Guardai
lo
spirito nero gridare di contentezza e girare intorno a noi. Mi
accorsi che Scorpius aveva raggiunto Rose e la stava alzando da
terra. Fu un attimo. Probabilmente non avrei neanche poterlo vedere
nel futuro, perchè fu imprevedibile la reazione dello
spirito. Si
avventò su Scorpius ma non lo sfiorò nemmeno.
Invece entrò
completamente dentro Rose, che come reazione ebbe appena un sussulto.
Lui mi guardò e io lo fulminai. Lui annuì
scomparendo. E io guardai
il sacerdote con sguardo incredulo.
-lei
l'ha liberato. Io ho passato secoli a cercare gli spiriti e le anime
più nere e malvagie mai esistite e lei le libera senza
aspettare un
mio via?- ma non aspettavo risposte. Avevo notato lo sguardo che mi
aveva lanciato. Era pronto ad affermare che avevo tradito tutto. Che
l'avevo fatto apposta. Quindi lo distrussi prima che potesse finire
anche solo di sentire la mia frase. La sua anima, pervasa dal potere
dei sacerdoti, vagò nella sala fino a che il dissennatore
più
vicino non la mangiò. Io mi guardai intorno dove tutti erano
nel
panico per la scomparsa improvvisa della prescelta-non prescelta. E
io non feci altro che pensare a un'altra persona che era nel panico.
***
Guardai
Rose mentre la tenevo tra le braccia portandola verso il castello.
Incredibile pensare che il primo posto sicuro che mi era venuto in
mente era Hogwarts. Solo che mi dovetti fare tutto il parco per
arrivare al castello. Non mi godetti il paesaggio meraviglioso. Non
riuscivo a capire se Rose stesse bene o male. Sapevo che quella
specie di spirito che era nella scatola era entrato in lei. Ma lei
sembrava dormire tranquilla, senza nessun disturbo.
Arrivato
al castello ringraziai che era notte fonda. Almeno il sole non mi
aveva fatto stancare più di quanto già non fosse
farsi tutto il
parco con una ragazza tra le braccia. Arrivato al castello andai
verso la mia sala comune. Il castello era vuoto. Del resto, a fine
luglio chi mai dovrebbe essere a scuola? Arrivato nel mio vecchio
dormitorio appoggiai sul letto Rose e la guardai in cerca di un segno
di vita. Dormiva tranquilla e la cosa mi rassicurò. Anche se
ero
certo che il suo sonno non era naturale. Gli accarezzai il viso
baciandogli le labbra e mi sorprese il suo sapore. Era diverso in un
certo senso. Anche se non capivo in che senso. Cosa aveva di diverso?
Mi sdraiai accanto a lei e la chiamai piano.
-Rose,
Rose svegliati- sussurrai al suo orecchio. Ma lei non si svegliava.
Il suo petto di alzava e si abbassava, lei quasi sorrideva nel sonno
tranquilla, ma non sembrava sentirmi.
Volevo
chiamare Ron e gli altri. Volevo dirgli che l'avevo trovata. Tutti
erano preoccupatissimi ma non potevo fare niente. Avevo paura di
ritrovarmi subito tutti i mangiamorte addosso. E poi cosa gli avrei
detto? Che stava bene? Non ne ero ancora sicuro e ciò mi
faceva
sentire male. Perchè non si svegliava?'
****
-come
non c'è più?- chiesi sconcertato. Hermione mi
guardò, il suo viso
lo specchio del mio.
-non
è nella sua stanza. Non ho idea di dove potrebbe essere!-
ribadì
lei.
-va
bene. Del resto può essere rischioso. Meglio che non venga
anche
lui- ragionai.
-la
stessa cosa sai che non vale per me, vero? Io vengo con voi!- mi
disse lei risoluta. Io la guardai incerto. Non volevo rischiare di
perdere anche lei. Non riuscivo neanche a immaginare come avrei
potuto vivere se fosse successo qualcosa alla mia Hermione. Ormai era
la mia metà, sarei morto, ne ero sicuro. Ma sapevo che
niente
l'avrebbe fermata. Cosa poteva mai fermarla davanti alla prospettiva
di perdere nostra figlia?
-va
bene- acconsentì e poi guardai Harry. Anche lui era pronto.
Con lui
una squadra immensa di Aruror che sia io che lui avevamo addestrato
personalmente eravamo pronti ad andare alla base dei mangiamorte.
Sapevamo però più che bene che le guerre non
finivo sempre bene!
Chiusi gli occhi ripensando alle perdite che avevamo avuto. Ma adesso
non c'era tempo per pensare a certe cose. Dovevamo andare da Rose.
*****
-cosa
dobbiamo fare?- chiese uno dei mangiamorte all'uomo seduto accanto a
me.
-dobbiamo
riprovare il rito con la figlia di Potter. Solo così potremo
risvegliare il nostro Padrone. Dobbiamo fare di tutto per
sorvegliarlo- ma dei mangiamorte avevano altro da dire. Li guardai
mentre mi guardavano con occhi pieni di accusa.
-ma
chi farà il rito. Il mostro ha ucciso il sacerdote!-
esclamò Every.
Io lo guardai sbuffando.
-che
bel sacerdote. Dice di avere poteri psichici immensi e poi non
riconosce neanche la prescelta. Io sarei contento di cercare un altro
sacerdote. E immagino che non hai idea di quanto sia importante per
me quello che c'è nelle scatole, altrimenti non troveresti
così
improbabile il fatto che meritasse la morte!- dissi freddo e
tagliente. Molti degli sguardi si abbassarono subito. Poi mi alzai
voltando le spalle ed andandomene. Ma ascoltai intanto i discorsi.
-quel
mostro mi preoccupa. Non ho mai capito da che parte stà-
stava
dicendo uno dei membri più giovani. Avevo un altro da
uccidere
presto, pensai mentre mi preparavo a smaterializzarmi. Poi qualcosa
mi distrasse. Le grida di qualche sentinella. Correva verso di me,
gridando. Guardai la sua anima. Avevamo visite. Ma visite che non non
sarebbero dovute venire. Dannata ragazza. Non mi era mai fregato
niente di qualsiasi altra cosa che non fosse me stesso. Ed ero stato
benissimo. Ora che invece c'era lei mi ritrovavo sempre a trovarmi in
mezzo a disastri che dovevo sistemare.
Uccisi
la sentinella senza esitare, tagliandogli la gola. Dannazione a te
Lily Potter.
***
Nevicava.
E accanto a me c'era Scorpius. Gli accarezzai la guancia mentre lui
mi guardava nel solito modo che mi faceva sciogliere. Mi
sentì
felice e tranquilla. Ero nella mia bolla felice, con la persona che
amavo più di ogni altra cosa. Niente mi poteva disturbare.
**
La
guardavo, piccola bolla tra le miei mani, e iniziai a ridere
malignamente. Potevo rivivere di nuovo, avevo un corpo nuovo e a
disposizione di cui potevo fare ogni cosa.
Avere
un'altra possibilità mi aveva spiazzato all'inizio. Ma
sapevo cosa
fare ora. Avrei distrutto tutto il mondo con un solo schiocco di
dita!
******
Non
sapevo cosa stavo facendo, il perchè ero lì, ma
adesso mi trovavo
fuori dall'albergo a Sharm El Sheik. Dovevo vederla. Dovevo essere
sicuro che lei stesse bene.
Arrivai
nella sua stanza e vidi sua madre uscire dalla stanza con il volto
teso e preoccupato. Io entrai attraversando la porta. E la trovai a
letto addormentata. Aveva il viso tormentato e gli occhi gonfi. Mi
avvicinai in silenzio e gli accarezzai il viso, ancor prima di
poterci pensare. Lei mi sorprese svegliandosi subito.
-stà
bene?- mi chiese. Rimasi meno di un secondo indeciso su cosa
rispondere. Ma stava soffrendo più di quanto potessi
sopportare.
Quindi annuì.
-è
con Scorpius ora- la rassicurai però non gli dissi
nient'altro,
perchè non ero sicuro che stesse bene!- lei però
mi parve
rassicurata. Si alzò e mi abbracciò, stringendomi
le braccia al
collo. Sentì che scoppiava di nuovo a piangere e gli
accarezzai i
capelli, spinto da chissà quale istinto. Cosa che mi fece
disgustare. E arretrare. La guardai furioso.
-perchè?-
chiesi. Lei mi guardò smarrita.
-cosa
perchè?- mi chiese confusa.
-perchè
mi tratti così? Perchè non mi aggredisci e non mi
odi come fanno
tutti? Perchè ora mi guardi con compassione?
Perchè?- chiesi
arrabbiato
-sono
malvagio. La mia natura è il male. Ho vissuto dieci secoli
da mostro
senza sentimenti ne pensieri che non fossero i mostri. Non ho fatto
altro che fare quello per cui sono nato e per cui sono stato
cambiato. E invece salti fuori tu, una banale ragazzina, che mi
stravolgi tutto. Mi dici il perchè?- chiesi freddandola con
lo
sguardo.
-perchè
tu non devi per forza essere il male. Perché tu sei convinto
di
essere il male e quindi ti comporti di conseguenza. Io invece non
penso che lo devi essere per forza. Per questo ti guardo
diversamente. Per questo credo nella tua bontà- mi disse. Io
rimasi
incredulo mentre la guardavo fissarmi con qualcosa che mi fece
sentire uno strano dolore all'altezza del cuore. Che strano pensare
al cuore. Io che non ero neanche sicuro che ci fosse.
-io
non ho bontà. Non hai idea di cosa penso ogni volta che ti
vedo.
Cosa vorrei anche solo farti mentre vedo e percepisco la tua anima
pura.
Vuoi
sapere la mia storia?
Io
sono un Dissennatore. Non so dirti da quanto lo sono. Non ho neanche
io idea se noi abbiamo davvero un inizio o una fine come gli altri.
Noi non nasciamo e non moriamo. Noi siamo eterni. Quindi non posso
dirti da quanto esisto. Ma so che è da dieci secoli che io
sono
cambiato. Un uomo mi prese sotto la sua ala. Era affascinato dalla
nostra natura e dalla nostra eternità. Voleva scoprire la
nostra
essenza forse... non lo so fatto stà che prese a fare
esperimenti.
Non capiva perchè noi non avessimo ne percezione del tempo
che di
nient'altro. Non avevamo memoria ne ragione. Eravamo guidati solo dal
nostro bisogno di anime. Allora cercò di darmi quella
razionalità
che mi mancava. Allora proseguì con la ricerca. So che fece
vari esperimenti. Cercò di mettermi il cervello di un uomo
ma non ci
riuscì. Era troppo debole. Ricordo solo dolore in quel
momento. Per
questo no ricordo gli altri esperimenti. Però so che
provò con
tutte le creature magiche e non. Ci mise molto a trovare gli
abbinamenti giusti. E io sono questo, un Dissennatore con tanti parti
di mostri dentro. So per certo che ho qualcosa di un vampiro,
qualcos'altro di Licantropo e anche di demoniaco. Ma solo lui sa cosa
ho davvero dentro. Ho passato il primo secolo a scoprire i miei
potenziali e ancora, dopo tutto questo tempo non sono ancora sicuro
di aver scoperto tutto. Ma quest'uomo aveva preso anche qualcosa da
me. Lui mi seguì per vari secoli insegnandomi e spiegandomi
cosa
fare. Aveva intenzione di rendermi un essere perfetto. E allora mi
mise anche a me alla ricerca di nuove anime e di nuove forze oscure.
Ce ne sono alcune che non si vedono. Che si nascondono per tutto
l'universo e io dovevo cercarle. Le avrei dovute trovare più
che
potevo in modo da trovare le peggiori e le più forti. Le
anime di
ogni tipo ignobile di essere. Si possono fare molte cose con le
anime. I seguaci di quel pazzo di Voldemort hanno scoperto che
sacrificando due anime nere molto potenti e un'anima bianca che valga
almeno come quelle due, quindi che sia oltremodo potente,
può far
rinascere un uomo. Mi hanno contattato cercando di convincermi a
offrire le anime. E io ho accettato perchè mi poteva
convenire più
male del mondo.
Ecco
cosa sono io, un mostro con una missione, trovare tutto il male
dell'universo. Ho uccidendo persone cattive e anche persone buone,
cibandomi delle anime che non mi servono e conservando quelle che mi
servono in scatole speciali. Durante tutti questi anni ho fatto cose
che so tu troveresti ignobile. Forse dicendotele troverei l'odio nei
tuoi occhi- rimuginai su. Forse mi avrebbe fatto tornare me stesso
vedere l'orrore di cui ero capace nei suoi occhi.
Lei
però scosse la testa.
-non
mi interessa cosa hai fatto ma cosa stai facendo ora. Per me e per
Rose. Ma i miei genitori sono andati alla base dei mangiamorte!-
esclamò lei strozzata dall'ansia improvvisa. Io la guardai
serio.
-si
lo so. Sono venuto qua quando li ho visti arrivare. Volevo... - ma
non continuai. La verità era che non averla vista tra di
loro mi
aveva preoccupato. Avevo pensato che l'avevano costretta e rimanere a
casa ed era meglio così, però la paura era fin
troppa. Avevo avuto
bisogno di controllare.
-vai
da loro. Aiutali, o portami con te. Per favore non sopporterei che
gli succedesse qualcosa- tentò di scrollarmi per le spalle
guardandomi negli occhi.
Non
doveva guardarmi in quel modo. Iniziai a odiare Lily con tutto me
stesso. Come poteva costringermi a cambiare il mio essere? Come
poteva un istinto più grande del mio desiderio di sangue, di
anime e
di male e dolore vincere su tutto questo, solo per lei?!?
Sbuffai
guardandola.
-stai
ferma qua. Cercherò di rimandarli qui, ma non ho idea di
come farlo.
Ma poi non ti aiuterò mai più capito?- e me ne
andai senza neanche
ascoltare il suo assenso.
Arrivai
che la battaglia era già iniziata. Come potevo agire? Non lo
sapevo.
Erano
in vantaggio gli auror ma solo perchè ancora non erano
arrivati i
dissennatori. Ma io potevo fermarli. Per qualche strano motivo mi
avevamo preso per capo in carica. Ascoltavano più me che gli
altri.
Se avessi lasciato che gli auror vincevano loro avrebbero puntato il
dito contro di me. Non che fossi buono, ormai Lily sapeva tutto e
Scorpius anche, ma essere additato da loro voleva dire che sarebbe
stato più difficile andare in giro. Li avrei potuti uccidere
tutti.
L'avevo già fatto. Era per questo che erano arrivati
lì, perchè
non ero riuscito a uccidere il loro prigioniero. Cosa dovevo fare?
Salvare quelli che dovevano essere i miei alleati? O ucciderli per
evitare che mi tradissero? Non mi piaceva avere dubbi, non ne avevo
mai avuti. Tutta colpa di Lily.
****
-dov'è
mia figlia?- chiesi minaccioso a un mangiamorte che avevo disarmato e
preso per il collo del mantello.
-è
scappata. L'ha presa un altro traditore del nostro sangue. E non mi
toccare lurido mezzosangue- mi sputò in faccia pieno d'odio.
Io lo
gettai a terra e gli lanciai uno stupeficium. Possibile che stesse
parlando di Scorpius? Voleva dire che lei era già salva? La
cosa mi
riscaldò il cuore di speranza.
******
aprì
gli occhi. Fu come svegliarsi per la prima volta. Guardai il mondo
con occhi diversi e increduli. Mi trovai di fronte due occhi
chiarissimi. Erano azzurro chiarissimo che mi fecero fermare il cuore
(avevo di nuovo un cuore) ma il viso era diverso. Quel mostro che mi
aveva ucciso per poi intrappolarmi aveva i capelli bianchi e lunghi.
Dimostrava più o meno trentanni lui, invece questo era un
ragazzo,
non poteva avere neanche vent'anni. Però era un bel ragazzo.
Anche
se a me piacevano di più i mori.
Lui
mi sorrise accarezzandomi il viso.
-come
stai Rose? Lo sai che mi stavi facendo morire? Non ti svegliavi
più-
mi disse sollevato. Mi sedetti sul letto e mi guardia un attimo in
giro, velocemente. Allora la ragazza si chiamava Rose. E lui come si
chiamava? Che dovevo fare? Chiusi gli occhi e mi guardai dentro.
Nella bolla dove l'avevo rinchiuda lei era beata tra le braccia di
quello stesso ragazzo che mi stava davanti. Lo stava baciando.
Non
mi sarebbe poi dispiaciuto tanto farlo anch'io. Era da cento anni che
ero rinchiusa. Gli sorrisi e forse ciò lo confuse, ma lo
presi per
la maglietta e l'attirai a me. Lo baciai con foga e lui all'inizio
ricambiò. Mi strinsi di più a lui. Era un
toccasana per me il suo
calore. E anche lo scorrere del suo sangue nelle vene. Sentivo il suo
cuore battere e pompare altro sangue. Mi venne sete! Ma avevo uno
spuntino pronto! Non c'era nessun problema!
******
ok....
non so cosa scrivere... questo capitolo ha lasciato basita anche me,
come tutti da un be po', onestamente. Mi sembra di non scriverli
nemmeno io....
comunque
ho finito gli esami e salvo uscite e mare tornerò a scrivere
come
prima! Sempre che non se ne vada l'ispirazione (facciamo corna).
Grazie a chi ha letto lo scorso capitolo. Ora mi ritrovo in ginocchio
a chiedervi “recensite per favore!”. Fatemi sapere
se la stò
tirando troppo lunga e quindi la storia non piace più. I
preferiti
stanno crescendo ed è solo per questo che non mi
tirò molto giù.
Però ricevere una piccola recensione mi farebbe tanto
piacere! Per
favore!
Io
con questo cap ho svelato sia il mistero di Stone che quello delle
scatole! Siete contente? Certo ho lasciato il cap un po' in sospeso
però non vi lascerò troppo in attesa, sempre se
ricevo almeno una
recensione! Grazie ancora a chi ha letto e a chi ha aggiunto questa
storia tra i preferiti. Fatemi sapere che ne pensate delle
rivelazioni di questo cap.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 43 *** 43. a caccia ***
Quarantatreesimo
capitolo: a caccia
Lo
baciai con forza e passione, affamata di un contatto più
forte. Non
era solo sete di lui ma anche desiderio carnale. Era da tanto che non
avevo un corpo. Però lui mi allontanò con le
braccia, prendendomi
per le spalle e mi guardò incerto. Io lo guardai confusa.
-cosa
c'è?- chiesi indispettita. Mai un uomo mi aveva respinta.
-tu...
sei diversa. Non capisco come ma...- stava cercando di spiegare. Non
capivo cosa ci potesse essere di differente. Il corpo era della sua
donna. Forse lei non era mai così irruenta. Povero ragazzo,
non si
era mai divertito per bene, allora. Gli sorrisi e lo vidi accigliarsi
ancora.
-Rose
sei tu?-chiese lui alzandosi. Io lo imitai. Mi sentivo forte e
potente. Quel nuovo corpo non era male. Anzi, era molto meglio di
quanto potessi pensare. Mi fissai un attimo allo specchio. Con uno
sguardo così nessuno mi avrebbe mai detto no. Ci voleva solo
un po'
di trucco. E dei vestiti più adatti. Tornai a guardare
Scorpius e lo
vidi preoccupato. Aveva una ruga tra gli occhi, accigliato.
-tu
non sei Rose- esclamò inquieto. Io lo guardai incredula. Poi
sorrisi.
-come
potrei non essere io? Non mi riconosci?- chiesi avvicinandomi a lui,
quindi alzandomi. Lui indietreggiò un attimo e io mi
avvicinai
invece. Ero divertita. Mi sarebbe davvero piaciuto un attimo giocare
con la mie preda prima di mangiare. Prima che potesse fare altro gli
saltai addosso e cademmo tutti e due di peso a terra. Lui
sbatté la
testa a terra e gemette. Mi guardò confuso e preoccupato
tentando di
allontanarmi. Io gli presi i polsi e glieli costrinsi sopra la testa.
Lui si sorprese della la mia forza. La sentivo forte e immensa dentro
questo corpo e quasi sorrisi all'idea che quella sciocca di ragazza a
cui avevo rubato il corpo non l'avesse mai usata a pieno. Presi a
baciargli le labbra, assaggiandolo con forza e passione. Lui
però si
raffreddò totalmente. Si irrigidì e
serrò le labbra. Io sbuffai
arrabbiata allontanando il viso e guardandolo frustata.
-fai
il difficile?- chiesi per poi mettermi a baciargli il collo. Lasciai
le sue mani ma mi bastò pensare soltanto e la magia le
trattenne in
quel modo. Mi sentì potente e gli baciai con gusto il collo,
mentre
lui parlava.
-sei
quella cosa che eri nella scatola, vero? Perchè sei entrata
dentro
Rose. Lasciala stare- disse tentando anche di divincolarsi. Risi
mentre il mio potere lo tratteneva.
-mi
divertirò molto con i poteri della tua bella. E anche il suo
corpo
non è per niente male. Non mi dispiace proprio quindi non la
lascerò
mai. Ma non ti preoccupare. Sarai costretto a sopportarmi per poco.
Sei ancora vivo perchè mi voglio divertire. Ho tanta sete- e
gli
leccai una vena evidente che andava dal collo all'orecchio. Lo
sentì
stringere la mascella e io mi misi a ridere, pregustando la mia
vittoria. Ma qualcosa mi interruppe. Una presenza che conoscevo bene.
Balzai lontana dal ragazzo, rannicchiata come una tigre. Ringhiai
addirittura guardando l'uomo in nero, con gli occhi chiari e i
capelli bianchi che mi guardava freddamente.
-Serhavha.
Lascia stare questo corpo!- mi disse perentorio. Ma mi bastò
pensarlo per creare una specie di scudo.
Risi
soddisfatta.
-mostro
non mi prenderai più. E molto presto ti ucciderò-
e mi
smaterializzai ridendo ancora.
******
Scorpius
si accasciò a terra. Era stravolto.
Io
guardai il punto dove Serhavha era svanita. Quella vampira era
pericolosa. Avevo passato diversi anni a darle la caccia ed era una
maestra della fuga. Ma era anche troppo impulsiva. Non spesso
riusciva a controllarsi e lasciava qualche indizio ovunque. Inoltre
tutti questi anni senza il suo corpo ero sicuro gli avrebbe fatto
desiderare due cose precise. Tutte e due poteva averle solo con un
uomo, e la mia previsione era più che azzeccata visto quello
che
avevo interrotto.
-cosa
stà succedendo? Quella cosa della scatola si è...
impossessata del
suo corpo, vero?- chiese Scorpius cercando di riprendersi.
-era
una vampira. Si chiama Serhavha e se la conosco bene ora
starà
cercando già una preda. Deve avere molta fame, l'ho
interrotta
proprio durante il suo pasto!- gli dissi e lo vidi sbiancare.
-cosa
facciamo? Come hai fatto a rinchiuderla nella scatola?- mi chiese.
-l'ho
rinchiusa uccidendola- esclamai guardandolo mentre la paura gli
invadeva gli occhi.
*****
Mi
allontanai dal suo collo, dissetata. Inghiottì le ultime
gocce di
sangue mentre guardavo il corpo ormai privo di vita di un ragazzo che
avevo incontrato per strada. Mi toccai lo stomaco un po' preoccupata.
Non avevo il mio corpo da vampira. Anche se la sete e il mio essere
aveva preso il sopravvento non ero davvero sicura che il corpo
reagisse bene. Io ero morta, o almeno lo ero quando ero vampira.
Invece ora il cuore batteva, ero calda e speravo davvero di non dover
mangiare quelle schifezze che mangiavano i mortali. Mi alzai in piedi
e mi guardai intorno. Mi aveva sorpreso il fatto che le cose fossero
cambiate un bel po' da quando ero libera. Non sapevo esattamente
quanto tempo avessi passato dentro la scatola. Ora davanti a me si
apriva un mondo strano e sconosciuto. Ma ero pronta ad affrontarlo.
Camminando per strada vidi delle belle vetrine con dei bei vestiti.
Mi bastò pensarlo ed eccomi vestita in quel modo. Poi mi
specchiai
in un'altra vetrina. Doveva sistemarmi meglio. Mi avrebbero
riconosciuta troppo facilmente rimanendo così. Mi guardai
attorno e
puntai verso un parrucchiere. Con la magi potevo pensare benissimo al
colore ma l'acconciatura all'ultima moda era meglio farmela fare da
un professionista. Mi sedetti sfrontata già alla sedia per
lo
shampoo e poi chiesi delle riviste per scegliere un'acconciatura.
-li
voglio così!- dissi mostrando una foto. Il parrucchiere mi
guardò
incredulo.
-ma
lei ha dei bellissimi capelli. Ha un colore naturali bellissimo non
pensa che potrei solo aggiustarle il taglio. Sono lunghi ma molto ben
curati!- mi disse. Io lo guardai seria e risoluta. Non mi piaceva
affatto che qualcuno ribattesse a un mio ordine.
-me
li faccia come le ho detto- e a malincuore lui iniziò a
tagliarmeli.
Sorrisi vedendo quei capelli lunghi e rossi cadere a terra. Un'altra
ora e neanche la madre di Rose mi avrebbe riconosciuto.
*****
Dopo
essermi smaterializzato con Stone lo guardai
-che
gli dovrei dire? Cosa dobbiamo fare?- domandai.
-io
vado alla ricerca della vampira. Tu digli qualsiasi cosa. Non mi
interessa. Basta che non mi si mettano in mezzo-
-io
voglio venire con te. Voglio assicurarmi che non succeda niente a
Rose. E specialmente tu non gli dovrai fare niente- dissi freddo. Non
avevo dimenticato che era anche un nemico, oltre che un... diciamo
amico.
E
volevo riparlare del metodo per liberare Rose dalla vampira.
Ma
eravamo davanti alla porta dove sapevo esserci gli altri e ad una
certo punto si aprì. Albus uscì dalla stanza
felice.
-allora
come stà Rose? Dov'è?- mi chiese. Io lo guardai
incerto su cosa
dire. Mi voltai verso Stone ma non c'era più. Giurai su me
stesso
che quando l'intera faccenda fosse finita e quando Rose sarebbe stata
al sicuro tra le mie braccia avrei disintegrato Stone.
****
trovai
il primo corpo esattamente dove sapevo si sarebbe trovato. Era da
sempre uno dei suoi posti preferiti, uno dove un morto in messo alla
strada non avrebbe dato tanto fastidio ne preoccupazione. Mi
inginocchiai di fronte al corpo e lo esaminai. Era totalmente
dissanguato ma non del tutto freddo. Del resto non poteva essersene
andata più di cinque minuti prima. Dannato Scorpius, lui e
la sua
voglia di discutere. A quest'ora l'avrei avuto già in pugno.
Ma non
dovevo lasciarmi prendere dalla rabbia, chiusi gli occhi e poi toccai
la fronte dell'uomo. Guardai dentro di lui, trovai tra le dimensioni
la sua anima già pronta per trapassare. La fermai per poter
scorgere
gli ultimi suoi momenti di vita. Poi mi concentrai un attimo
sull'ultima figura che aveva visto. Una luce bianca parve accecarmi.
Poi sorrisi freddamente. L'avevo trovata.
*****
Non
mi avrebbe ripreso. Ero in una profumeria e cercai un profumo adatto.
Sapevo che lui aveva un ottimo fiuto, oltre alle svariate
qualità,
quindi dovevo assolutamente tentare di mascherarlo. Guardai in giro
provando e riprovando varie fragranze. Un commesso mi si
avvicinò.
Aveva dei bei denti e un odore niente male. Lo sorpresi avvicinandomi
e annusandolo. Aveva davvero un buon profumo, così buono che
risvegliò di nuovo il desiderio del mio corpo. Era bruno e
molto
carino. Davvero molto carino...
-che
profumo usi tu?- gli chiesi seducente, mettendogli le mani sulle
spalle larghe e sorridendogli, a pochi centimetri dal suo viso. Lui
arrossì e il mio stomaco protestò per
l'improvviso sorgere di tutto
quel sangue.
-è
un dopobarba- disse balbettante. Io sorrisi accarezzandogli il collo.
-c'è
un bagno da qualche parte qui?- chiesi. Lui annuì e mi
guidò dietro
il negozio. Aperta la porta io sorrisi e lo tirai dentro per il collo
della camicia. Presi a baciarlo e lui rispose subito. Questa volta
non mi avrebbe interrotto nessuno!
*****
Trovai
il secondo corpo sorprendendomi della sua velocità. Ne aveva
uccisi
altri due prima ed era già scomparsa. Tutti e tre bruni.
Guardai
questa volta più velocemente i corpi un po' infastidito. Li
aveva
presi da dietro e non l'avevano vista. Ma l'avrei trovata lo stesso.
****
Sentivo
qualcosa che non andava. Ma non capivo cos'era. Stavo baciando e
abbracciando il mio Scorpius. Perchè mi sentivo strana.
Perchè
provavo un dolore dentro, all'altezza del cuore? Come se stessi
facendo qualcosa di male? Come se dovessi soffrire? Mi toccai il
cuore e mi guardai intorno, vedendo solo la mia bolla felice intorno.
Guardai di nuovo Scorpius che sorrideva rassicurante e mi accarezzava
la schiena. Forse dovevo solo ignorarlo. Lo baciai provando ancora
quel dolore. Ma lo ignorai tentando di pensare solo alla labbra del
mio amato.
******
Arrivai
anche lì troppo tardi. Trovai il quinto cadavere svestito e
morto a
terra. Anzi, decapitato sarebbe la parola giusta. Guardai il luogo
dove si trovava freddamente. Si stava divertendo la vampira. E
pensava anche di poter scappare. Respirai affondo l'aria piena di
profumo. Mi bastò poco per riconoscere la sua. Adesso
l'avrei
trovata.
*****
Guardai
Ron Weasley guardarmi pronto a uccidere. Solo una volta l'avevo visto
guardarmi in quel modo, quando mi aveva trovato nel letto con Rose.
Però quello era un equivoco. Adesso si trattava
completamente di
un'altra cosa. Non ero riuscito a proteggere Rose. Era tra le mie
braccia e avevo lo stesso permesso che quel mostro si impadronisse
di lei. Sapevo che la colpa era di nuovo mia e guardai Ron sperando
che mi uccidesse. Forse la morte avrebbe fatto smettere questo dolore
che sentivo nel petto e che mi tormentava l'anima.
*****
Nella
mia esistenza avevo sempre scelto e deciso cosa fare asseconda del
mio umore e dei miei desideri.
Adesso
non sapevo però tuttavia che fare. Ero combattuta tra la
voglia di
cercarmi un altro ragazzo bruno per divertirmi, il mio passatempo
preferito, e cercare il modo per uccidere colui che mi dava la
caccia. Chiusi gli occhi e fui sicura che non fosse ancora in giro.
Ero
sulla torre di Tokio, sulla punto e nessuno mi poteva vedere.
Chiusi
gli occhi e modificai di nuovo i tratti di Rose e anche i capelli. La
magia della ragazza era davvero tanto potente da farmi ridere. Forse
uccidere quel verme non sarebbe stato difficile come pensavo.
****
Non
potevo continuare così. A seguire le tracce ero bravo ma ci
voleva
un piano. Ripensai alla precedente caccia. Avevo provato di tutto e
lei aveva reagito sempre prontamente. Mi ci erava voluto troppo per
prenderla. Adesso però dovevo prenderla subito. E dovevo
sorprenderla. Come ci sarei potuto riuscire? Sorrisi mentre un'idea
mi si presentò davanti. Mi smaterializzai subito.
Trovai
Albus Potter in compagnia della sorella, che cercava di rincuorare.
Quando mi vide mi fronteggiò subito, bacchetta in mano. Lily
però
gli trattenne il braccio.
-dov'è
Rose?- mi chiese lui.
Io
lo guardai trafiggendolo con il mio sguardo.
-mi
servi- dissi. Lily lasciò la mano del fratello e mi
toccò il
braccio. Guardai la sua pelle calda sfiorarmi mentre lei mi fissava
negli occhi.
-non
gli farai del male, vero? Sai come salvarla?- mi chiese. La guardai
negli occhi. Come potevo davvero dirgli cosa avrei dovuto fare?
-devo
preparargli una trappola. Mi serve lui- dissi di nuovo ma a lei. Lui
mi si avvicinò.
-se
è per salvare Rose sono pronto. Ma voglio sapere che devo
fare-
disse lui. Io lo guardai. Poi lo presi per un braccio e sparimmo.
*****
-cosa?-
chiesi incredulo. Lui si inginocchiò a terra e
guardò il ragazzo
evidentemente morto ai nostri piedi. Lo guardai orripilato ma cercai
di trattenermi dai commenti, mentre lui controllava chissà
cosa nel
cadavere.
-ripeti
cosa dovrei fare?- chiesi di nuovo visto che lui mi aveva ignorato.
Lui si alzò e mi prese con forza di nuovo il braccio. Altro
luogo,
altro ragazzo morto. Questa volta era nascosto sotto pile di scatole.
Decisi
di non guardarlo mentre lui lo sottoponeva ad un esame attento. Ero
nervoso, preoccupato e incredulo. E adesso avevo anche un po' di
nausea...
*****
Ci
smaterializzammo per la terza volta in una strada buia e desolata di
New York. Mi appoggiai al muro e sbirciai silenzioso.
-cosa
dovrei fare?- mi chiese. Io lo zitti con un cenno, mentre vedevo
Serhavha comparire di fronte a me.
Aveva
cambiato travestimento. Ma l'odore era inconfondibile, anche se
velato da quello che sembrava profumo da uomo. Aveva tentato di
depistarmi. Ma con il mio fiuto non si scherzava. Riuscivo a seguirlo
anche attraverso le dimensioni che si prendevano per
smaterializzarsi.
-quella
è Rose?- mi chiese Albus. Annuì.
-allora
cammina sicuro, mani in tasca. Sei uno spacciatore che ha appena
finito la merce e stà tornando a casa, sereno e soddisfatto.
Vai,
ora- ordinai.
Lui
esitò un attimo ma poi, con le mani in tasca, si
avviò per la
strada. Lo guardai cercando di prevedere ogni mossa di Serhavha. Ero
pronto ad attaccare.
****
Il
ragazzo di fronte a me era molto appetitoso. Nonostante avessi
già
soddisfatto a pieno ogni mio desiderio lo guardai con desiderio
sempre crescente. Adoravo anche il suo modo di incedere, tranquillo e
sicuro. Mi avvicinai sensualmente mentre i suoi occhi mi fissavano
scrutando il mio viso e poi il mio corpo. Lo vidi indugiare sul mio
tatuaggio. Quando avevo il mio corpo avevo un tatuaggio che avevo
subito fatto comparire sulla mia pelle perchè l'adoravo. Era
un
drago nero, con il fuoco che gli usciva dalla bocca spalancata. Era
lungo quanto il mio busto, girava intorno ai miei fianchi per poi
finire tra i seni, lanciando le lingue di fuoco sul mio collo. Si
scorgeva gran parte grazie al top molto mini che avevo.
-hai
tempo per poterlo vedere tutto?- chiesi appoggiandomi al suo petto
grande e caldo. La mia pelle doveva sembrargli normale visto i molti
recenti pasti.
-be,
potrei perdere un paio di minuti- disse lui e mi sorrise. Poi mi
prese per le braccia con una presa ferrea.
Lo
sentì dietro di me in un secondo. Le mani sul petto del
ragazzo
mandarono una specie di scossa e lo fece mollare la presa ma non fu
l'unico a cadere a terra. Un colpo mi sbattè contro il muro
e quando
aprì gli occhi il sangue mi colò dalla nuca lungo
il collo. La
botta era stata molto forte per il corpo che dimoravo.
Digrignai
i denti pensando che il mio corpo era molto più resistente.
-Lo
sai che non riuscirai a scapparmi a lungo, vero?- mi disse
freddamente. Io mi alzai mentre la rabbia mi invadeva il corpo. Non
mi aspettavo un'esplosione. Ma tutto intorno a me andò a
pezzi. Un
palazzo dietro di me perse la base e cadde tra grida e rumore
rimbombante. La strada sotto di me finì a pezzi, aprendo un
cratere.
Le macchine saltarono in aria e io sorrisi soddisfatta, non vedendo
più ne il mostro ne il ragazzo. Sperando che fossero
distrutti me ne
andai.
*********
Fine
cap.
Giuro che questo cap non voleva saperne di uscire fuori. Mi dispiace
davvero per l'attesa e forse anche per la qualità del cap.
spero sia
leggibile. E spero di aggiornare presto. Un grazie immenso a
ValyBrick che ha lasciato una recensione! Ti adoro! Grazie anche a
chi ha letto, spero davvero di ricevere commenti! Un bacio, al
prossimo cap!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 44 *** 44. ricordi pericolosi... ***
Quarantaquattresimo
capitolo: ricordi pericolosi...
Aprì
gli occhi guardando la distruzione davanti a me. Ero protetto da uno
scudo di energia che aveva creato Stone e adesso galleggiavamo tra il
fumo delle rovine. Sentire strilla e urla era terribile.
-dobbiamo
aiutare quelle persone!- dissi io prendendo la bacchetta. Al diavolo
tutte le violazioni che potevo avere. C'era persone tra le macerie di
quel palazzo, e con la magia li avrei tirati fuori in poco tempo.
Stone
mi guardò freddamente.
-io
non salvo la vita alle persone. Salvare tua cugina è
già una cosa
che faccio contro la mia volontà, non vedo motivo
perché dovrei
salvare anche loro- la sua voce era fredda e tagliente. Gli vidi
chiudere gli occhi e capì che si stava smaterializzando con
me. Mi
lanciai fuori dallo scudo spezzandolo con la magia. Lo vidi sparire
mentre io cadevo in basso. Usai un incantesimo levitante e arrivai a
terra senza problemi. Io non avevo intenzione di far morire quelle
persone, se potevo impedirlo.
****
Non
potevo permettermi di incontrarlo ancora e di non ucciderlo. Dovevo
preparare un piano. Non dovevo farmi più prendere alla
sprovvista.
Ma per primo dovevo tentare di curarmi. Entrai nella prima casa che
mi veniva davanti. Una signora con un bambino mi guardarono
spaventati prima che io mi avventassi su di lei. La dissanguai in
pochi minuti e guardai il bambino che mi fissava, occhi in lacrime
pieni di paura. Mi piaceva la paura che provava. Sorrisi mostrando i
denti. Sarebbe stato un ottimo dessert.
Ma
qualcosa mi bloccò. Non capì cosa. Ma quando non
riuscì ad
avvicinarmi a lui. Mente il bambino scappava correndo e strillando
fuori dalla porta io chiusi gli occhi, a terra immobilizzata da non
sapevo cosa. Un dolore immenso mi colpiva e non potei far altro che
accasciarmi a terra. Guardai dentro di me e la vidi. Nella bolla non
era più distratta dalla mia illusione. Mi fissava mentre
cercava di
distruggere la bolla dove era rinchiusa.
-dannata-
dissi mentre un altro colpo mi faceva rivoltare a terra. Ma una
mocciosa non mi avrebbe fermato. Dentro la bolla la mia illusione si
alzò e gli bloccò le mani. Mi avvicinai alla
bolla cambiandola. Ora
non l'avrebbe solo trattenuta. Se l'avesse toccata, sia con il corpo
sia con la magia, avrebbe ricevuto una scossa che avrebbe uccidso
qualsiasi umana mortale. Sorrisi aprendo gli occhi. Sapevo cosa
dovevo fare ora. Scomparire, curarmi e poi guardare nel suo passato.
L'avrei sia indebolita molto, sia avrei scoperto come poter fermare
il mostro. E poi tutto il mondo sarebbe stato nelle mie mani.
****
-non
è colpa tua- mi disse con voce decisa. Io nascosi il viso
con le
mani, tormentandolo. Sentì lei che si sedeva accanto a me.
Lo sapevo
perchè era lì con me. Pensava che la strigliata
di Ron fosse stata
eccessiva. Ma io ero d'accordo con lui su tutto. Non ero in grado di
proteggerla, era colpa mia se ora lei era in pericolo. E avevo
lasciato la sua vita in mano a Stone, che era un mangiamorte.
-Scorpius
Hyperion Malfoy, smettila subito di tormentarti. Pensi davvero che
mio marito abbia ragione su tutto? Dovrebbe trattenere un po' le
parole, visto che molte delle cose di cui ti ha accusato non
è stato
neanche lui in grado di farlo. E comunque tormentarti non penso che
sarà di aiuto per Rose. In questo momenti dobbiamo fare di
tutto per
salvarla. E stare qui a pensare a come potevano andare
differentemente le cose non ti servirà- disse lei mettendomi
una
mano sulla spalla. La guardai e rimasi a fissare i suoi occhi,
così
simili a quelli di Rose. Sembrava di avere lei di fronte. Pensai a
cosa avrei fatto se Rose non ci fosse stata più. Non potevo
pensarlo. Il dolore mi avrebbe ucciso, lo sapevo. Annuì,
alzandomi
in piedi.
-cosa
possiamo fare?-
****
Tornai
trovando tutti ad aspettarmi. Ero tutto sporco per la cenere e per il
fumo. Avevo anche i vestiti strappati e bruciati. Non dovevo avere un
grande aspetto. Guardai mio padre venirmi incontro nel panico e io
sorrisi rassicurante.
-stò
bene!- dissi per rassicurarli. Amber mi venne addosso stringendomi
forte.
-non
farlo mai più- sentì che diceva tra le lacrime.
Io gli accarezzai i
capelli sorridendo.
-ora
sono qui. E non mi sono fatto neanche un graffio- la rassicurai. Poi
guardai Ron.
-l'ho
vista. È cambiata totalmente, non sarei riuscito a
riconoscerla se
non me l'avesse detto Stone- spiegai. Guardai Scorpius. Era un uomo
distrutto. Non sapevo se procedere col mio racconto. Avrei dovuto
dirgli che aveva fatto crollare un palazzo causando cento morti, tra
cui dei bambini? Avrei dovuto raccontare che ero rimasto là
tentando
di salvare quelle persone innocenti e ne avevo salvati parecchi,
avevo anche dovuto fare incantesimi di memoria, però,
perchè molti
mi avevano visto usare la magia e anche un uomo aveva vista tutta la
vicenda dal balcone. Ma non volevo davvero parlarne. Quando Rose
sarebbe stata libera, perchè ero sicuro che sarebbe riuscita
a
liberarsi di quella vampira, non volevo che avesse tutte quelle vite
sulla coscienza.
*****
Ero
a terra, pancia in sotto e mani tenute dietro la schiena da Scorpius.
Lui mi pesava anche addosso, in modo che non mi potessi muovere. Dopo
vari tentativi avevo scoperto che non sentiva dolore, era immune a
tutti i miei incantesimi. Lacrime calde mi scendevano dagli occhi.
Avevo visto cosa aveva fatto Serhavha. Liberata dall'illusione
iniziale ero riuscita a scoprire cosa stava facendo lei col mio
corpo. E adesso rivivevo tutta la mia vita con lei. Stava frugando in
tutti i miei ricordi e io li vedevo assente passare davanti agli
occhi. Quelli tristi, quelli dolorosi o quelli felici e più
intimi.
Li guardò fino a quando non li ebbe imparati a memoria. E
poi mi
fece vedere altri ricordi. Dolorosi, brutti, velati di violenza e
dolore che non avevo vissuto, mi ripetevo, ma che adesso stava
lasciando nella mia mente. E le mani di Scorpius mi tenevano sempre
più stretta facendomi sempre più male.
*****
Risi
maligna. Avevo trovato quello che cercavo. Ma adesso mi divertivo
troppo a far soffrire questa povera ragazza. Gli sconvolsi i ricordi.
Aggiunsi cose terribili che la facevano gemere di dolore. Continuai
così fino a quando, senza preavviso, tutto scomparve.
Guardai
confusa in cerca di nuovo dei ricordi ma non c'era più.
Guardai
dentro la bolla. Rose ora era immobile con gli occhi sbarrati e
vuoti. Sembrava morta, non si dibatteva più.
Curiosa
la mente umana, quando i dolore è troppo rimuove tutto
ciò che
porta dolore. E aveva eliminato ogni suo ricordo. Chiusi gli occhi
della mente e aprì quelli del corpo. Mi ero curata e avevo
un piano.
Dovevo metterlo in atto.
******
Stavo
fiutando le traccie ma il mio sesto senso mi lasciava perplesso. Le
traccie erano quelle giuste ed ero abbastanza sicuro che in poco
tempo sarei arrivato a prenderla. Ma qualcosa mi diceva che dovevo
fare qualcos'altro.
Del
resto conoscevo abbastanza bene Serhavha. L'avevo vista sorpresa
dalla mia trappola. E arrabbiata. Sapevo che non avrebbe cercato di
contrattaccare. Che piano poteva organizzare? Come avrebbe potuto
fermarmi?
Ma
specialmente, dovevo davvero preoccuparmi?
Ci
aveva già provato per anni a eliminarmi. Aveva scavato nel
mio
passato per cercare di trovare un punto debole. Ma non c'erano.
Allora perchè dovevo davvero preoccuparmi. Di quali
informazioni
poteva venire in possesso ora, diverse da quelle prima?
Mi
ci volle più del previsto per arrivarci. Mi maledissi
mentalmente
per non averci pensato prima. Ma del resto prima di ora non avevo mai
avuto nessun punto debole. Adesso invece ce ne avevo uno. E aveva i
ricordi di Rose per poterlo scoprire.
*****
Non
riuscivo a crederci. Odiavo completamente questa situazione. Rose era
in pericolo e loro mi volevano tenere rinchiusa e secondo loro al
sicuro. Avevano reso la stanza anti-smaterializzazione e mi avevano
vietato di uscire. Così mi sentivo totalmente inutile,
totalmente
intrappolata a pensare soltanto che era colpa mia se Rose non era qui
con noi sana e salva. Speravo soltanto che Stone riuscisse a
salvarla. Sapevo che era stupido, sapevo anche che cos'era e quindi
come era probabile che lui se ne fregasse di tutto, ma credevo
davvero in lui. Sapevo che avrebbe fatto di tutto per salvarla. Io
credevo in lui, e speravo che questa differenza bastasse.
Mentre
me ne stavo sul letto a tormentarmi pensando a Rose sentì
qualcuno
che bussava alla porta.
Mi
avvicinai e chiesi chi era.
-sono
Stone. Devo parlarti subito, aprì- sentì.
Aprì
la porta e mi trovai davanti Stone. Aprì tutto per farlo
entrare ma
lui scosse il capo.
-devi
venire con me!- disse. Esitai. Poi uscì dalla porta e la
chiusi
dietro di me. Lo seguì fuori fino a quando lui non si
fermò. Lo
guardai pensando a cosa voleva davvero da me. Poi pensai che infondo
era me che dovevano prendere, non Rose, quindi forse era venuta a
prendermi. Perchè o sapevo che lui non era Stone. E quando
lei si
voltò, lasciando i panni di Stone, capii che neanche lei si
aspettava che gli credessi.
*****
E
anche questo capitolo è finito. Com'è secondo
voi? Io vorrei
qualche commento per capire se la storia piace ancora...
perchè io
tanto incerta su questo.
Per
i ritardi rispetto al mio solito mi scuso. Ma l'estate va goduta,
specialmente dopo un anno di studio e prima dell'università,
quindi
non ho molto tempo per scrivere. Ma non vi abbandono, almeno spero
che ci sia qualcuno che ci tiene a leggere questa storia...
allora,
spero davvero che qualcuno mi lasci un piccolo commento,
perchè se
non ce né neanche uno non inizio a scrivere il prossimo cap!
Un
grazie a chi ha letto la storia e a chi l'ha messa tra i seguiti. Mi
dispiace davvero lamentarmi ma devo dire che sono stanca morta ogni
giorno e ricevere qualche commento, anche uno piccolino, mi
aiuterebbe a dimenticare la stanchezza e a scrivere un capitolo
più
bello e più in fretta! Adesso finisco con le mie lamentele,
al
prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 45 *** 45. quegli occhi... ***
Quarantacinquesimo
capitolo: quegli occhi...
Sorrisi.
-sei
molto coraggiosa, devo ammetterlo.
O
molto imprudente. Ti posso chiedere perchè mi hai seguito
così
tranquillamente?- chiesi curiosa.
Avevo
molte informazioni su questa ragazza attraverso i ricordi di Rose e
mi era sembrata intelligente, anche se troppo ingenua.
-perchè
volevo vederti- mi sorprese rispondendo.
-vedermi?
Eccomi qua! ti piace come ho trasformato il corpo della tua cara
cugina?- dissi sprezzante.
Volevo
vederla guardarmi con odio o paura.
Volevo
vederla piangere e supplicarmi, mai mi sarei aspettata di vederla
sorridere.
Mi
guardò con sguardo serio, però.
-sono
cambiamenti che si possono riparare con la magia.
Appena
avrà
ripreso pieno possesso del suo corpo- mi disse.
-non
mi piaci ragazza. Sei troppo spavalda per i miei gusti. Sai cosa ti
farò ora?
Ti
strapperò il cuore.
Ti
squarterò e ti ridarò pezzo per pezzo al tuo caro
Stone. E appena
lui sarà colpito dal dolore di averti perduto, io
ucciderò anche
lui. L'amore è un grande errore.
Ti
indebolisce. E l'amore fraterno e ancora più assurdo.
Ma
sono sicura che dopo aver ucciso sia te che Scorpius anche l'anima
della povera Rose morirà, perchè sarà
il suo corpo a uccidervi, e
allora diventerà solo mio il suo potere!- esporre il mio
piano forse
era un po' avventato. Ma speravo di vedere paura nei suoi occhi.
E
invece non ne trovai. Mi guardava con sguardo di commiserazione.
-devi
aver sofferto molto nella vita- mi disse. I
o
mi infuriai.
-non
ho bisogno di una psichiatra. Prostati ai miei piedi e pregami di non
farti del male, ora- dissi mentre creavo una frusta di energia nera e
la impugnavo con la mano destra. Lei chiuse gli occhi. La feci
schioccare e li aprì, puntandomeli addosso.
-farai
più male a te stessa che ha me- sussurrò.
Per
poco non mi cadde dalla mano la frusta per l'assurdità. Mi
misi a
ridere e poi la guardai freddamente.
-devi
essere molto masochista- e la colpì sul braccio.
Gli
lasciai una bruciatura nera dal polso fino a gomito, strappandogli
anche un po' di pelle.
Lei
gemette e si ritrovò a terra, inginocchiata.
Strizzò
gli occhi per il dolore e io risi estasiata.
Ma
sentivo davvero qualcosa di diverso. Un dolore dentro, vicino alla
bolla dove si trovava Rose.
Ma
era un dolorino, minuscolo.
Non
ci pensai minimamente. E la colpì di nuovo.
Volevo
vederla soffrire.
*****
Lo
sentì quasi. Un dolore acuto al cuore, come una
frustata.
E
cambiai
obiettivo. Non seguì più l'odore di Serhavha che
si era divertita
ad andare in una dimensione e in un altra per sviarmi, ma
seguì il
profumo dell'unica persona che avesse risvegliato il mio cuore, se ce
l'avevo davvero.
Quello
che trovai però non era altro che sangue e una
scritta.
“raccoglierai solo pezzi di
lei”
strinsi
i pugni forte facendomi male.
Il
cuore che ero sicuro di non avere adesso mi faceva male, un male
dell'anima. Guardai il cielo pensando che chiunque mi avesse creato
ora stava ridendo della mia sofferenza.
*****
La
vidi da lontano e la rincorsi. Era Lily, ne ero sicuro.
Ma
quando girai l'angolo il dolore e la paura mi invasero. Lily era
appoggiata al muro, seduta in una distesa di suo sangue. Aveva la
maglietta strappata e tagli e bruciature nere dalle quali colavano
ancora sangue rosso scuro.
E
accanto a lei c'era una ragazza totalmente diversa da Rose.
Ma
qualcosa mi ricordava ancora Rose.
Non
erano di certo gli occhi, che invece del suo castano bellissimo erano
un nero troppo scuro.
Non
erano neanche i capelli, che erano lisci e biondi, totalmente diversi
da quelli meravigliosi ricci e rossi di Rose. I lineamenti anche
erano modificati, ora sembrava una di quelle spigolose modelle che mi
sembravano più manichini che altro.
Però
sentivo ancora la sua
presenza. Per quanto piccolo e forse insignificante per qualcuno.
Era
come una sicurezza. Sapevo che dentro quel corpo era rimasta l'anima
di Rose. Sapevo che lei c'era ancora. Ignorandola però andai
da
Lily.
Era
svenuta.
Guardai
con orrore le ferite che sembravano ancora più brutte
così da
vicino.
La
risata acuta di Rose mi sorprese. Non aveva neanche più
la sua voce.
-non
è morta, non ti preoccupare.
Morirà
solo quando gli lascerò il cuore al suo amato, come
ricordo.
Adesso
andiamo- e detto questo ci rinchiuse in una specie di bolla per poi
scomparire.
Il
luogo dove ci trovavamo sembrava una caverna.
Intorno
a noi nient'altro se non muri di pietra.
Sembrava
non avere neanche l'entrata.
La
luce proveniva da una fiamma blu che aveva fatto comparire la
vampira, che illuminava quindi di uno spettrale azzurro strano tutto.
Una
mano sul collo di Lily e ringrazia il cielo di sentirla ancora
respirare.
Ma
stava perdendo un sacco di sangue.
Guardai
verso la nostra rapitrice. Non sapevo esattamente che fare ma dovevo
fare qualcosa.
-posso
curarla? Guarda che non resisterà ancora per molto.
Stà perdendo
troppo sangue- mi ripetei.
Lei
rise maligna, una risata che faceva venire i brividi lungo la
schiena.
-non
ti preoccupare per lei. Ora la lasciamo qua, stai sicuro che quando
torniamo sarà ancora viva.
Tu
devi portarmi dove ci sono le altre scatole.
Devo
liberare tutte le povere anime che quel mostro ha catturato.
Così
potremo radere al suolo tutto l'universo!- esclamò.
-tu
lascia libera Rose. Prendi il mio corpo, fanne quel che vuoi ma
lascia stare lei- dissi guardandola con intensità.
Lei
mi si avvicinò e mi poggiò una mano sulla
guancia.
-vedrai
cosa farò di te, dopo. Ma prima mostrami dove sono le altre
scatole.
E
poi tu e Rose starete di nuovo insieme, dove io non vi potrò
fare
nulla- mi promise.
Io
non gli credetti. Pensavo di aver capito dove intendeva e questo
garantiva sia la mia morte, di cui mi importava poco, sia la morte di
Rose, che invece era insopportabile.
*****
Quando
vidi tutte quelle scatole vidi tutto il mio piano sviluppato. Altro
che mondo, altro che universo, saremo potuti andare anche al di
là,
disintegrando tutto l'impossibile e l'inimmaginabile.
Mi
voltai verso Scorpius. Dovevo ucciderlo ora, in modo da vedere morire
anche l'altra anima nel mio corpo.
Mi
voltai verso di lui decisa, con una spada in mano. Avevo deciso che
il modo migliore per ucciderlo era questo. Così come per la
frusta
con Lily sapevo di procurare più dolore e quindi la morte
immediata
di Rose uccidendo con un colpo di spada il uso amato.
L'avevo
sentita già gemere disperata quando avevo torturato Lily.
Sorrisi
immobilizzandolo con la magia. Mi aspettai uno sguardo d'odio.
A
differenza di Lily me ne aveva lanciate molte che mi avevano,
diciamo, accontentato.
Ma
adesso lo guardavo guardami con uno sguardo che non avevo mai
visto.
Non
sapevo neanche definirlo per quanto mi era estraneo. Ma mi fece
male.
Con
un ringhio di dolore feci entrare piano la punta della spada nello
stomaco di Scorpius. Lui, pietrificato non fece niente, ma mi
guardò
con quegli occhi.
Un
dolore lancinante mi feve quasi gemere.
Feci
entrare di un centimetro ancora la spada....
****
Non
sapevo il perchè, non sapevo neanche precisamente come
avessi fatto.
Ma
la figura che prima mi sovrastava costringendomi a terra ora non
c'era più.
L'avevo
colpita e sbattuta contro la barriera, che l'aveva disintegrata.
Un
dolore al cuore mi faceva gemere e guardare quello che guardava il
corpo era terribile.
Quel
ragazzo, mi aveva riacceso il cuore.
Il
suo sguardo mi aveva permesso di liberarmi.
E
adesso però stava morendo. Per mano mia, diciamo.
Mi
ribellai. Non potevo farlo. Colpì lo scudo con la magia ma
oltre a
fare male alla mia prigione fece male anche a me. Vidi la spada
traballare mentre io tremavo.
Ma
strinsi i denti. Dovevo continuare a lottare.
Quegli
occhi mi guardavano ancora con immenso amore.
*****
Vederla
in quello stato era orribile.
L'odore
di sangue, la sua anima che aleggiava quasi fuori da lui
perchè era
così vicina alla morte che si sentiva quasi libera da quel
corpo che
gli procurava invece molto dolore. Presi a sudare mentre combattevo
contro il mio primo istinto, saltarle addosso.
Ma
non ci riuscivo.
Ero
troppo affamato.
La
caccia mi aveva stressato e distratto troppo dal mio normale
equilibrio.
Non
ero più lo Scorpius di prima.
Ora
ero semplicemente un dissennatore affamato, un vampiro che si voleva
dissetare, un mostro che voleva cibarsi della sua carne.
Mi
inginocchiai accanto a lei pronto a colpirla.
Quando
lei alzò lo sguardo su di me.
Quegli
occhi.
Come
potevo farle del male? Come potevo ignorare quegli occhi che mi
tormentavano tanto. Perchè quegli occhi non vedevano il
mostro, non
vedevano il mio aspetto, mi guardavano oltre, cercavano qualcosa che
avrei detto non esistesse.
Ma
che adesso avevo la prova esistesse.
Contro
ogni logica, contro ogni mio volere, gli presi il viso tra le mani,
con dolcezza. Mi persi un secondo nei suoi occhi, poi lei li chiuse,
ormai sfinita. In preda al panico la lasciai andare e presi a cercare
di curare le sue magie.
Ma
sapevo solo un incantesimo che curava una ferita alla volta.
Sarei
davvero riuscito a salvarla? mi chiesi disperato curando una ferita
per volta.
****
Il
dolore era terribile. Mi faceva contorcere e mi gemere di
continuo.
Vomitai
anche sangue, stringendo l'elsa con violenza e odiando con
forza quella mostriciattola che mi stava facendo tutto questo.
-muori-
dissi tra un gemito e l'altro e spinsi completamente la spada contro
Scorpius. Entrò e uscì, e mentre anche il mio
dolore mi
attraversava così forte da farmi gettare a terra disperata,
vidi
anche lui gemere, libero dal mio incantesimo.
Lo
guardai con orrore.
Il
dolore era diventato diverso e più complesso.
Perchè
si era spezzato l'incantesimo?
L'incantesimo
di spezzava solo quando...
*****
La
richiamai con forza. L'anima nera che stava morendo in quel corpo lo
abbandonò totalmente. Sorrisi freddamente all'ombra nera.
Poi la
mangiai.
Era
finita.
Rose,
o meglio quello che era il suo corpo, si accasciò a terra
svenendo.
Lily
mi indicò Scorpius.
-salvalo,
stà per morire- mi disse disperata.
Io
lo guardai. Presi la spada per l'elsa e gliela sfilai. Poi mi misi
all'opera.
Non
pensavo seriamente sarei riuscito a salvare vite. E
adesso non volevo mica diventare il medico di turno. Ma lo curai e
anche piuttosto velocemente.
Ma
aveva anche lui perso molto sangue.
Vidi anche Lily, reggersi a malapena in piedi, accanto a Rose, per
assicurarsi che fosse viva.
-andiamo
a curarvi!- gli dissi. Lei mi sorrise. E scomparimmo tutti!
*********
Bene!
E anche questo cap è finito! Forse siamo arrivati alla fine
della
storia!
Il
che mi dispiace (il che vorrà dire che se devo finirlo
poi inzierò presto un seguito).
Avete
visto come sono stata veloce, questa volta? E indovinate
perché?
Perchè
ho avuto due recensioni che mi hanno fatto sentire bene e mi hanno
resa felicissima! Il capitolo mi è uscito di botta e molto
fluidamente, come non mi succedeva da un po'! Quindi grazie mille
Potterina 1993 e ValyBrick, e vi dedico questo nuovi capitolo a voi
due! Grazie mille!
Ora
devo andare a letto, per questo non vi posso salutare come vorrei, ma
grazie ancora a tutti quelli che hanno letto. Un bacio enorme!
Al
prossimo cap (la data di pubblicazione dipenderà dalle
vostre
recensioni)!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 46 *** 46. Ricordi ***
Quarantaseiesimo
capitolo: Ricordi....
Certo
li stavamo cercando. Va bene, speravo davvero di trovarli.
Ma
rimasi
lo stesso stupita e sconcertata quando vidi quattro figure comparire
di fronte a me.
Guardai
l'unico paio di occhi che erano aperti.
-devi
curarli!- disse Stone. Io agì d'istinto.
-andiamo-
e scomparimmo al San Mungo.
Presi
la bacchetta e feci comparire tre barelle, che volarono fino alle
stanze.
Diedi
delle indicazioni a delle infermiere che erano accorse
e poi mi voltai verso Stone.
Ma
non c'era, era svanito nel nulla!
Sbuffando
corsi dietro le barelle.
******
Corremmo
da Ginny tutti insieme, frenando appena in tempo per non andargli
addosso.
-Sono
comparsi dal nulla con Stone. Mi sembrava tutto così
irreale.
E
appena volevo chiedere spiegazioni a Stone è scomparso- ci
raccontò.
-mi
sono presa cura di tutti come meglio ho potuto. Ho curato le ferite,
ho dovuto anche fare qualche trasfusione di sangue e dovranno bere
delle pozioni per incrementare la rigenerazione. Quella che mi
preoccupa di più è Rose- ci disse. Adoravo Ginny
per questo, almeno
le cose te le diceva in faccia senza giri di parole.
-non
ha particolari ferite esterne. Qualche lesioni agli organi interni ma
niente che non ho potuto curare.
Purtroppo
non posso sapere, fino a quando non si sveglia, in che condizioni
è
la sua mente. Insomma, essere posseduta in quel modo forse l'ha
danneggiata più di quanto posso vedere ora. Comunque l'ho
fatta
tornare dell'aspetto di prima- proseguì.
-quando
si sveglierà Rose, secondo te?- chiese Ron.
Ginny
lo guardò esitante.
-tra
poco. Di sicuro sarà la prima a svegliarsi, gli altri devono
dormire
di più per poter digerire la pozione che gli ho dato- un
rumore
strano ci fece saltare.
Corremmo
dentro la stanza e trovammo Rose alzata. Aveva gettato per sbaglio
una ciotola che c'era sul tavolino accanto a lei. E ora ci guardava
smarrita.
*****
L'avevo
vista già in quel modo. Guardare il mondo con gli occhi di
una
bambina smarrita, non sapendo né dov'era, né cosa
era. Ma era stato
quando aveva appena un mese, nella sua culla tanto tempo fa. Iniziava
a distinguere le ombre che aveva davanti e si sentiva smarrita, come
adesso sembrava essere.
E
come avevo fatto tanto anni fa, vedendola così smarrita,
andai da
lei abbracciandola, sedendomi sul letto e cullandola come se fosse
ancora piccola.
Lei
nascose il suo viso nella mia maglietta e rimase immobile, con gli
occhi sbarrati a farsi abbracciare.
Gli
accarezzai i capelli e la cullai semplicemente, sentendola rilassarsi
tra le mie braccia, pronta a crollare di nuovo nei sogni.
*****
Quando
ripresi coscienza il mio pensiero volò subito a
Rose.
Mi
alzai di
scatto provocandomi un dolore acuto al petto, e un giramento di
testa.
Solo
dopo essermi appoggiato di nuovo al cuscino tutto si
immobilizzò, non girando più. Davanti a me mi
ritrovai il viso di
Ginny, che mi guardò severa.
-non
ti alzare. Devi riposarti e stare sdraiato- mi ordinò.
-dov'è
Rose? Come stà?- chiesi tutto di un fiato. Notai che la mia
voce era
molto rauca e che quando respiravo e parlavo il dolore al petto
aumentava.
-adesso
dorme. È accanto a te- e indicò il letto accanto.
Voltai il viso e
la vidi, la mia solita Rose, addormentata e serena. Sorrisi.
-devi
prendere un altro po' di pozione- disse Ginny e mi aiutò a
berla.
Mi
assopì subito dopo, sorridendo.
*****
Rose
si svegliò di nuovo dopo due ore. Aprì piano gli
occhi e li puntò
su sua madre. Aprì la bocca come per parlare ma non ci
riusciva.
Hermione si avvicinò subito e gli accarezzò il
viso.
-amore
della mamma adesso va tutto bene! Come ti senti?- chiese con amore.
Rose
tentò di nuovo di parlare ma nessun suono usciva fuori.
L'aiutammo a
sedersi e poi gli sorrise, accarezzandogli i capelli.
-aprì
la bocca Rose- controllai tutto ma non c'era nessun Ron mi
guardò
interrogativo.
-devo
chiedere un parere- e uscì fuori. Andai fino a reparto di
Janus
Thickey. L'anziano collega mi accolse con un sorriso sdentato.
-ho
bisogno della sua consulenza-
*****
-Penso
che gli abbia fatto qualcosa con la memoria- dissi a zia
Hermione.
Lei
si voltò e mi sorrise.
-ti
sei svegliata. Come stai Lily?- mi chiese.
-un
po' indolenzita. Comunque il mostro che era entrato dentro di lei poi
sapeva tutto quello che sapeva Rose. Penso che gli abbia guardato nei
ricordi- ripetei.
In
quel momento entrò mia madre con un anziano signore
dall'aria
simpatica.
-dov'è
la signorina Weasley?- chiese avvicinandosi al letto. Rose
alzò lo
sguardo solo quando il signore si sedette di fronte a lei.
-guardami
negli occhi cara. Solo negli occhi- e lei eseguì. Ad un
certo punto,
i suoi occhi sembrarono aprirsi ancora di più. Come se si
fosse
aperta una qualche finestra prima chiusa. Si guardarono per minuti
che parvero interminabili, senza distogliere lo sguardo né
sbattere
le ciglia. E poi Rose chiuse gli occhi. Il signore si alzò e
guardo
Ginny che lo imitò e uscirono insieme. Tutti guardavamo la
porta e
poi Rose.
Mio
padre mi accarezzò i capelli.
-piccola
sono contenta che ti sei svegliata. Hai male da qualche parte?- mi
chiese.
Io
scossi il capo.
-bene,
allora ti posso sgridare. Come mai non eri più nella tua
stanza
protetta?
Lo
sai che poteva non finire bene?- chiese arrabbiato. Io
sospirai.
Sapevo
che prima o poi sarebbe arrivata la sfuriata. E
sapevo anche perchè me la faceva. Anche se non la sopportavo
mai,
Rose mi aveva da sempre spiegato che quanto più un genitore
sgrida,
quanto più è stato preoccupato e angosciato da
quello che abbiamo
fatto, per paura di perderci.
*****
Ginny
entrò dopo poco. Era preoccupata, il che non mi fece sentire
bene.
Rose
si era di nuovo addormentata, stretta a me.
Si
sedette sul letto di Lily e guardò tutti, compreso Scorpius
che si
era appena svegliato e che aveva capito che qualcosa non andava.
-Janus
Thickey è il responsabile del reparto riservato dove abbiamo
visto
Neville con i suoi genitori, vi ricordate?
Lui
è esperto nei casi di... questo tipo.
Rose
ha perso tutti i suoi ricordi. Gli unici che sono rimasti, come ha
detto Janus, sono quelli di quando aveva appena un mese. I ricordi,
ha confermato Janus, sono del tutto invisibili. Li ha rimossi
totalmente- spiegò.
Strinsi
più forte Rose. Aveva perso tutti i suoi ricordi...
-però
non sono del tutto persi. Pensiamo che non li abbia cancellati
completamente ma solo rimossi temporaneamente. Per questo vogliamo
sottoporla a una serie di sedute con il pensatoio. Gli mostreremo dei
ricordi, sperando che richiamino i suoi, nascosti da qualche parte
dentro di lei-
-possiamo
usare i miei- mi offrì subito. Ron anche annuì.
Ginny sorrise,
annuendo.
-Inizieremo
da quelli quando era piccola-
******
Collaborammo
tutti. I primi furono quelli miei e di Hermione.
L'accompagnammo
noi
a Rose, reggendola quasi totalmente. Insieme vedemmo tutta la sua
infanzia, attimo per attimo. Ricordare fu strano ma più
facile di
quanto pensassi. Le sue prime parole, la prima volta che aveva
gattonato, quelle in cui aveva camminato. I pianti per i primi
dentini, le pappe e pappette, le notti interminabili e poi lei a un
anno, il suo compleanno, le nostre passeggiate.
Momenti
magnifici che mi sarebbero rimasti per sempre nel cuore!
*****
...se
solo adesso mi fermo
ancora
mi
sembra di sognare
una
foto coi miei
attrae
il mio sguardo in quello scatolone
ricordo
sai
era
la mia prima comunione
un
caldo infernale
un
pranzo con poche persone
quel
vestito nuovo rotto poi giocando a pallone
e
ancora eccole qui
tra
mille foto impolverate
vedo
così
le
mie emozioni immortalate
troppi
ricordi momenti incancellabili
mentre
una lacrima disegna un solco tra i miei brividi
guarda
mio padre coi baffi siamo nei settanta
quel
pancione mia madre lo porta assai contenta
le
foto alle elementari in bianco e nero e a colori
guarda
questa non ci credo a me lo sai sembra ieri...
*******
Ricordi
su ricordi. Attimi importanti della vita di Rose, altri importanti
specialmente per altri. Ad ogni ricordo vidi Rose cambiare. I suoi
occhi erano più consapevoli, meno sperduti. Le labbra ora
erano
immobili, ma sapevo che tra poco si sarebbero aperte e avrebbero
detto qualcosa.
Fino
a 11 anni i ricordi furono la maggior parte di noi grandi. Poi
passammo ai ricordi di James, Albus, Lily, Hugo e Scorpius. Ogni
persona l'accompagnava nei suoi ricordi, con una Rose che ormai
camminava da sola e ci seguiva tranquilla, serena.
****
ritrovo
serenità
quando
rivivo quei momenti
in
tutta sincerità
anni
rivisti in pochi istanti....
Cerco
su ogni volto
un
ricordo
e
sembra che il tempo
non
sia mai trascorso
e
un brivido
chiude
lo stomaco
rimango
incredulo e so
che
le emozioni non muoiono mai...
****
L'ultimo
ricordo fu mio. Uno dei nostri accordi non detti era stato di non
richiamare i ricordi degli ultimi eventi. Quindi l'ultimo ricordo che
feci riaffiorare fu uno dei momenti passati insieme, tranquilli e
felici, sulla spiaggia fuori dall'hotel.
Rose,
accanto a me mi sorrise, finalmente e qualche lacrime gli scese dagli
occhi io gliele asciugai con le dita, non perdendo il suo sguardo.
-grazie
Scorpius. Ti amo!- mi disse. La baciai con un'amore immenso poi ci
staccammo e lei mi sorrise.
-non
permetterò più a nessuno di dividerci- promisi.
*****
Fine.
Spero che non sia poi così tanto male come fine. Allora.....
cosa
dire?!?
innanzitutto
grazie mille alle mie lettrici preferite:
Potterina
1993
ValyBrick
!
Le
vostre recensioni mi hanno reso felicissima!
Mi
dispiace non aver potuto pubblicare subito il cap ma purtroppo sono
di nuovo impegnata. Non so cosa me l'abbia fatto fare, ma mi sono
iscritta a lezioni di guida.
Dovrò
quindi riprendere a studiare un po' e poi a fare pratica, ma comunque
prometto che presto tornerò con il continuo. Anche se ho una
piccola
idea su un'altra storia, che secondo me è carina.... adesso
vediamo
sul momento cosa deciderò di scrivere....
vi
piacerebbe leggere una storia sui malandrini?
Comunque
lasciamo stare... rimandiamo questa conversazione più
avanti. Adesso
devo correre a lezione.
Ma
oltre a ringraziare di nuovo Potterina 1993 e ValyBrick per le
recensioni e :
Ale
93
bribry85
cavallinobianco91
Cherie
lily
Christy
94
cla81
drhermxever
francydenis
fuffima
gioia_in_blu
jadina94
kate_21
mAd
wOrLd
mikelina
pometina94
Potterina1993
rinslet
saphira2
vacanziera
virgi_lycanthrope
per
aver aggiunto questa storia tra i preferiti!
e:
Anthymea
fairy_lullaby
fio90
Jey_Jules
kate_21
kiara3993
kissgabri
lallina_89
lally88
loux74
rosie_lu
sab
sc93
Shiva
Fuyu
Smerillia
thewitch
ValyBrick
will_marta
per
aver messo la mia storia tra i seguiti.
Un
grazie immenso anche ai solo lettori e alle mie migliori amiche che
leggono anche loro questa storia!
e per ultimo grazie anche ai
gemelli diversi da cui ho preso in prestito alcune frasi di una loro
bellissima canzone.
Alla
prossima storia! Baci!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 47 *** Piccola parentesi! ***
Piccola
parentesi!
Tutti
dormivano nella stanza. I respiri erano tranquilli e
rilassati.
Mi
avvicinai silenzioso al letto di Lily, il più vicino alla
finestra.
Il
suo volto rilassato mi fece sorridere.
Era
così bella.
Così
unica nel suo genere.
Gli
accarezzai i capelli, godendomi quella felicità immotivata e
poi mi arresi all'evidenza.
Dovevo
andarmene.
Gli
accarezzai delicatamente il viso, poi appoggiai piano le mie labbra
sulle sue, baciandogliele piano e forse troppo esitante. Era la prima
volta che avevo un desiderio del genere, la prima volta che davo un
bacio a qualcuno.
Il
bacio del dissennatore era solo di morte.
Quello
invece fece rinascere qualcosa dentro di me.
Forse
il mio cuore.
Poggiai
un fiore che avevo portato al suo cuscino, accanto al suo viso, in modo
che aprendo gli occhi sarebbe stata la prima cosa da vedere.
Era
stato incredibile trovarmi come un qualsiasi umano da un
fioraio.
E
non avevo mai sperimentato una simile indecisione.
Guardavo
tutti i fiori che la commessa molto fastidiosa mi mostrava.
Mostrava
e spiegava il significato.
Le
rose, regine dei fiori, simbolo del segreto, con i mille colori che
cambiavano questo significato.
I
fiori d'arancio, richiesta di matrimonio.
L'orchidea,
sensualità e passione.
Gardenia,
sincerità.
E
altri mille fiori con altrettanti significati.
Le
uniche che non tratto molto bene furono le uniche che mi
colpirono.
Forse
perchè era rimasto solo un rametto con fiori
appassiti.
Ma
fu quello che, sotto il suo sguardo accusatore di pazzia, comprai.
Era
un ramo di nontiscordardime.
E
assomigliava tanto a me, in una maniera così strana che mi
aveva colpito.
Madre
natura l'aveva fornito di molti boccioli, ma tutti erano chiusi, non
pronti a sbocciare, ma già secchi e appassiti.
Un
unico fiore era aperto.
Uno
piccolo, ancora titubante che si apre alla luce di un sole che ha
deciso di salvarlo. È un fiore stupito, ormai era rassegnato
alla fine della sua vita, la viveva come un morto vivente, invece il
sole l'aveva fatto sbocciare, in modo da poterlo osservare
meglio.
Amore
eterno e avrei aggiunto silenzioso.
Perchè
l'avrei amata per sempre, in silenzio!
******
Sono
imperdonabile. Questa scena mi è venuta in mente tantissimo
tempo fa però l'avevo voluta lasciare per la fine. E poi
vado a scrivere l'ultimo capitolo e non metto questa scena? Sono
pazza...... comunque con questo la storia ha davvero fine! Voglio
ringraziare di nuovo tutti di cuore, e specialmente potterina1993 che
ha già recensito! Grazie mille!
Ci
rivedremo al continuo, allora!
Volevo
aggiungere un'immagine da dove mi è venuta l'idea del fiore.
Però non riesco ad aggiungerla al capitolo. Quindi
tenterò di metterla o nella mia pagina personale, oppure se
siete curiosi di vederla metto qui il link. È un po'
differente ma è grazie a questa immagine che ho creato
Stone! Baci! Alla prossima storia!
http://www.funghiitaliani.it/uploads/post-624-1109195469.jpg
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=334702
|