Il nostro piccolo grande amore

di mewgiugiu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Un anno dopo... parte 1 ***
Capitolo 6: *** Un anno dopo... parte 2 ***
Capitolo 7: *** Un anno dopo... parte 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


16 marzo 2013

Era il primo anno che partecipavo a questa festa del Club… la seconda edizione della “Trippa”.
Ciao, sono Giulia, ho quasi 17 anni e faccio parte di un club di camperisti.
La cena a base di trippa e fagioli si sta concludendo… non vedevo l’ora solo per potermi immergere nei balli e scatenarmi.
Vincenzo è pronto con il suo impianto stereo e Chiara, la mia amica camperista quasi 16enne, sta come me attendendo trepidante l’inizio della musica.
Tutto è tranquillo, le chiacchiere animano la sala e all’improvviso sento il suono di un messaggio, strano visto il volume delle voci.
Ancora più strano, però, è il mittente: Luca, un ragazzo della mia età, conosciuto in camper quando avevamo 11-12 anni, ma che dallo stesso club, con cui io continuo a uscire i fine settimana, si è allontanato, preferendo, vista l’età, gli amici e il motorino.
Noi siamo amici, continuiamo a sentirci e proprio qualche giorno fa mi aveva chiesto se volevo andare con lui ed alcuni suoi amici a ballare…
Io gli ho dovuto rispondere di no per via di questo impegno, ma nessuno può lontanamente immaginare quanto mi sia dispiaciuto, semplicemente per il fatto che da quattro anni e mezzo mi porto dietro una cotta per lui… una fottutissima cotta per lui… una meravigliosa cotta per lui.

Ciao, come sta andando la festa?

Mi ha scritto. Non me l’aspettavo di certo… ma ne sono felicissima.

Bene, grazie! Stiamo aspettando l’apertura delle danze. Tu? Come sta andando la serata?

POV LUCA

Sono a casa, non sono andato perché poi con i miei amici non siamo riusciti a organizzarci…

Che fregatura! Quando finalmente mi ero deciso a vederla, e volevo vederla davvero, lei ha un impegno.
Non è vero che con i miei amici non ci siamo organizzati, semplicemente non era prevista nessuna serata danzante, anzi loro hanno optato per un cinema stasera… ma non mi andava di andare con loro.
I miei genitori avevano una cena con vecchi amici.
Anche mia sorella, seppur con solo 11 anni e mezzo, è uscita, o meglio è andata a casa di un’amica.
Sono rimasto solo, a casa… una pizza e forse un film… ma la verità è che ho una gran voglia di raggiungerla.
Un messaggio.

Mi dispiace! Ti direi di venire qui con noi… anche se so che non è proprio la tua compagnia… però se ti va. In fondo non è molto lontano da casa tua…

Mi sta dicendo di andare da lei! Davvero! Quasi quasi…

Perché no! Mi farebbe piacere… allora arrivo!

Dopo nemmeno un minuto…

Sì dai! Ti aspetto…

Metto le scarpe, prendo il giubbotto e mi fiondo in garage. Accendo il motorino e parto… 5 minuti e sono da te!

POV GIULIA

Sta arrivando… dopo quasi tre anni, finalmente lo rivedo. Chissà come sarà cambiato? Sarà più alto? Avrà un po’ di barba? Mi basta solo sapere che tra pochissimo sarà qui con me… il resto non ha più importanza.
“Ehi, Giuly… tutto bene?” mi chiede Chiara… probabilmente, anzi ne sono certa, mi sono isolata per qualche minuto dal mondo.
“Sì sì, tutto ok! Andiamo a fare questo valzer…”
E attendendo il suo arrivo, mi butto in questo ballo con la mia amica…
Ancora non ci credo! Ma non sarà stato solo un sogno?

POV LUCA

Eccomi arrivato davanti alle scale che scendono per entrare nella sala.
Parcheggio e mi tolgo il casco.
Come sarà diventata? Sarà contenta di rivedermi? Non so nulla, ma lo scoprirò molto presto…
Scendo le scale e, davanti alla porta, ci sono tre signore che si sono prese la loro pausa per fumare. Forse le conosco. Sono facce che mi sembra di aver già visto, ma non ne sono sicuro. Certamente, però, loro non si ricordano di me o non mi hanno riconosciuto.
“Scusate, cerco Giulia… sono un suo amico…” chiedo. Avranno capito? Non credo che ci siano molte ragazze con questo nome lì dentro…
“Giulia è dentro… prima stava ballando…” mi risponde cortesemente una delle tre. Non tanto alta, capelli chiari lisci e occhi altrettanto chiari, quasi trasparenti. Sono sicuro al 99% di conoscerla…
“Ok, grazie!” rispondo ed entro.
Nella sala c’è una confusione totale. Il posto è abbastanza grande: sono state disposte tre tavolate parallele che arrivano a metà sala e in fondo intravedo un signore dietro a un impianto stereo e una moltitudine di persone che si muove a ritmo della musica.
Le voci sono numerose e quasi coprono la melodia… credo si tratti di un ballo da sala, ma non mi intendo molto.
La gente è tantissima e, tra un volto e un altro mi sembra anche di vederne di familiari: primo fra tutti Scipio, il presidente del Club. Nonostante in età avanzata, lo vedo piuttosto in forma, ne sono contento.
Più in là vedo anche sua moglie, Bianca, che chiacchiera seduta a tavola con alcune donne.
Avanzando tra la folla e in mezzo ai tavoli, mi avvicino sempre di più alla pista, dove riconosco Simone e Fiorisa, i genitori di Giulia, che stanno ballando. Alzo lo sguardo con l’intenzione di prolungare la mia visuale e finalmente la vedo.
Si trova nella parete opposta alla sala, appoggiata a un termosifone; indossa una canotta nera con dei brillantini nella parte alta e un copri spalle, dei jeans stretti e dei sandali neri col tacco. I suoi capelli neri mossi che mi ricordavo lunghi, ora le arrivano appena sopra alle spalle e sono più ricci. Vicino a lei c’è un’altra ragazza con cui sta parlando, ma un attimo dopo volta la testa e mi vede, aprendosi in un sorriso.

POV GIULIA

Eccolo qui, finalmente.
“Chiara, scusami un attimo”
Lascio la mia amica e gli vado incontro, dall’altra parte della pista.
I miei occhi sono incatenati ai suoi e appena siamo l’uno di fronte all’altra è l’istinto a guidarci. Ci abbracciamo, un gesto che non era mai stato nostro prima, ma che ora sentiamo dentro, ci è necessario.
Non dura molto, ma già sento alcuni occhi puntati su di noi. Avevamo attirato l’attenzione di molti.
La prima ad avvicinarsi è Tiziana, signora non troppo alta, sulla sessantina, capelli corti castani e occhiali spessi. Dai nipoti si fa chiamare Nonna Jojo… e anche per noi è diventata la Nonna.
“Ohi Giuly, chi è ‘sto ragazzo? Ce lo presenti?”
“È un amico… un ex-camperista…” rispondo, con sguardo accusatorio verso Luca, ma lui sembra non farci caso.
“Piacere, sono Luca” le risponde e le stringe la mano.
 Intanto il ballo è terminato e quando riparte un’altra canzone sembra quasi che nessuno la senta, troppo occupati a scoprire chi è questo ragazzo che è arrivato adesso.
Infatti, alle domande di Tiziana si era aggiunto Marino, suo marito e, poi, Carla, signora poco più che 50enne, alta, capelli castani corti. Lei era entrata nel Club tramite sua sorella, Laura, nonché madre di Valentino, uno degli amici di Luca quando ci siamo conosciuti.
E proprio per questo, la sua domanda stonava con quelle degli altri.
“Luca! Ciao, come stai? Mamma mia, quanto sei cambiato!”
Ma non era l’unica. Infatti, anche Lidiano, il presidente, e Bianca, sua moglie, quando hanno capito chi era, hanno iniziato a dire che non l’avevano riconosciuto e a chiedere della sua famiglia.
Gli unici che ancora non avevano aperto bocca erano i miei genitori. Probabilmente non si aspettavano che dopo tanto tempo fossimo rimasti in contatto, anche perché io non gliene avevo mai parlato, preferendo tenermelo per me.
Comunque, in mezzo a tutta questa confusione, erano passati 5 minuti buoni e ancora non ero riuscita a scambiare mezza parola con Luca. Per di più, vedevo che anche lui si stava sentendo un po’ a disagio tra tutte queste domande; quindi, forse, era arrivato il momento di svignarsela.
“Ehi, Luca! Ti va di fare due passi fuori? Magari c’è meno confusione…”
Ed è come se gli avessi salvato la vita.
“Va bene! Andiamo!” mi risponde.
Così ci avviamo verso la porta…
“Ci vediamo tra un po’” e ci congediamo da qualsiasi altra domanda.

POV LUCA

Finalmente fuori! Sono tutti molto simpatici là dentro, tutti assolutamente cordiali e soprattutto accoglienti, però mi ci voleva un po’ d’aria.
“Ce ne siamo liberati, eh!” mi dice appena varchiamo la porta.
“Sì! Grazie per avermi salvato! Sono delle belle persone, però sai… si sono appiccicate un po’ troppo…” le dico ridendo e anche lei sorride.
“Sì, sono delle persone fantastiche, ma a volte sanno essere piuttosto insistenti… soprattutto con i nuovi arrivati e, soprattutto, se la persona in questione è un ragazzo e, per di più, venuto per me. Sai, non mi hanno mai vista con un ragazzo…” e la vedo abbassare gli occhi.
“Perché?” le chiedo… ma forse con troppa foga, perché alza gli occhi, guardandomi, come se mi fossi spinto troppo oltre.
“Se posso…” aggiungo.
Lei alza lo sguardo verso di me e mi fa un piccolo sorriso, poi guarda davanti a sé.
“Amici maschi ne ho pochi… anzi direi solo te… e non ho mai avuto un ragazzo finora, quindi non ho mai avuto motivo di portarne uno alle uscite del Club…”
La sua risposta mi lascia a bocca aperta. Com’è possibile che non si sia mai fidanzata, è assurdo! Dopo tutto è una bella ragazza, simpatica, gentile, dolce, forse può sembrare un po’ timida se non la si conosce, ma poi ti coinvolge…
“Sono una di quelle che aspetta quello giusto…” e fa un piccolo sorriso quasi rassegnato verso di me, poi prosegue “ Mi sono innamorata veramente solo di un ragazzo, ma lui non mi ha mai notata in quel senso… o forse sono io che sono troppo timida e non sono riuscita a farglielo capire, né a farmi avanti…”
“Non ci credo! Ma davvero non ti si è mai avvicinato nessun ragazzo?” le chiedo e lei scuote la testa dicendo “Non sono una di quelle popolari, sempre al centro dell’attenzione… non sono nemmeno capace di esserlo, anzi la mia timidezza in questi casi si fa sentire…” e abbassa nuovamente lo sguardo “Solo con chi conosco veramente, con le persone di cui mi fido e a cui voglio bene riesco ad essere me stessa, con gli altri mi chiudo.”
Questa sua confessione mi trafigge dentro e forse per la prima volta capisco veramente che ragazza particolare è: lei è diversa da tutte e nella sua timidezza e nel rossore che le copre le guance in questo momento così confidenziale mi perdo e nello stesso tempo mi ritrovo come se fossi a casa. Ne rimango rapito e so che è davvero speciale e, se si è lasciata andare così con me, forse anch’io sono un po’ speciale per lei.
“Allora mi sento onorato della fiducia che stai ponendo in me” le dico e lei ride, una risata cristallina.
“Non pensavo che non avessi mai avuto un ragazzo… credevo che, anche se timida, riuscissi a farti notare. Sei una bella ragazza e visto che io ti avevo notata pensavo fosse così per tutti… ma forse tu non sei sempre così aperta con le persone e molti tendono a non avvicinarsi… però sappi che sei davvero una bella persona… caratterialmente e fisicamente” le dico e credo di essere arrossito un pochino.
Nel mentre lei mi guarda, mi fissa con quei suoi grandi occhi scuri che vedo brillare… “Grazie! Nessuno mi aveva mai fatto un complimento così e, anche se da amico, ne sono affascinata. Un po’ di autostima mi ci vuole…” e ride coinvolgendo anche me.
Poi è come se fossimo attratti, due calamite che irrimediabilmente si avvicinano, l’istinto di entrambi ci lega in un abbraccio, saldo, vero, unico!



Note d'autrice
Ciao a tutti, è la prima volta che pubblico qualcosa che scrivo, quindi non sono abituata a far leggere le mie storie ad altri.
Spero che non ci siano errori grammaticali e che mi facciate sapere se vi piace il mio stile.
La storia mi sta molto a cuore e mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni al riguardo.
Pubblicherò appena avrò ricevuto qualche recensione.
A presto, Giuly :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


POV GIULIA

Mi aveva sorpreso! Lui mi aveva notata semplicemente per quella che sono e prima di questa sera! È incredibile come sia difficile rivelare i propri sentimenti… Questo poteva essere il momento perfetto, eppure nulla… non mi andava di dire cose che l’avrebbero rovinato… forse, invece, non avevo il coraggio, come non ce l’ho mai avuto… Però non è vero che non è successo niente, anzi credo che ci siamo avvicinati di più e in maniera più esplicita, non con un cellulare di mezzo.
Quando ci stacchiamo dall’abbraccio non riusciamo a separarci del tutto… le nostre braccia rimangono vicine, a contatto tra loro… e per rompere il silenzio inizio a chiedergli qualcosa di lui, in fondo ho parlato solo io fino ad ora.
“E invece tu? Che mi racconti?”
“Mah, niente di ché… c’è la scuola, la famiglia, gli amici, il taekwondo…”
“Pratichi taekwondo? Davvero?”
“Sì, ormai sono tre anni… Vado in una palestra vicino casa mia due volte a settimana… e per fortuna l’orario dell’allenamento è la sera dopo cena, così posso terminare tranquillamente i compiti e rilassarmi al pomeriggio… tanto la sera non ho sonno, faccio fatica ad addormentarmi presto…”
“Sì, infatti… so bene che sei uno che vive di notte…” gli dico e non possiamo fare a meno di farci coinvolgere da una risata.
La maggior parte delle nostre conversazioni al telefono iniziano la sera tardi, molto spesso io sono già sotto le coperte quando messaggio con lui. Incominciano così, con un ciao, come va? e poi parliamo di tutto quello che ci capita e quasi sempre andiamo oltre la mezzanotte. Anche io sono una che la sera gli è difficile addormentarsi, non so perché… però dopo un po’ non reggo più e crollo. Qualche volta me ne rendo conto prima e spengo il telefono appoggiandolo sul comodino, ma molto più spesso capita che mi addormento con il cellulare nelle mani. Lui, però, continua e la mattina mi ritrovo con messaggi arrivati a notte inoltrata; per questo motivo mi è capitato di dirgli che è uno che vive di notte.
“Tu, invece, balli ancora?”
“Sì sì… però adesso sono da sola, il mio ballerino ha smesso… è qualche anno ormai…”
Eggià, io vado a scuola di ballo. Ho incominciato all’età di cinque anni, però è come se ci fossi nata visto che i miei genitori si sono conosciuti ballando e hanno ballato insieme finché non è nata mia sorella. La scuola, quando è stata aperta, aveva come specialità il folk romagnolo: valzer, mazurka, polka e i balli da sala; poi pian piano ha portato dentro i nuovi generi, caraibici e latino-americani. E io nel corso degli anni ho imparato più o meno tutti questi balli di coppia, soprattutto perché avevo un ballerino. Lui, però, quattro anni fa ha smesso e io mi sono ritrovata da sola; ma, siccome eravamo diverse ragazze, abbiamo formato un gruppo e con una nuova insegnante abbiamo iniziato a fare balli coreografici di ogni genere.
“Davvero? E come mai?” mi chiede.
“Perché non aveva più voglia, o meglio non l’ha mai avuta. Comunque adesso ballo da sola con altre ragazze… e ho scoperto generi e musiche belle e totalmente diverse che mi hanno anche permesso di sviluppare altri movimenti… così posso muovermi liberamente con ogni musica!”
“Allora ti diverti di più adesso?!”
“Sì, però qualche volta mi mancano i balli di coppia… certo ogni tanto li ballo con mio padre, ma non è la stessa cosa…”
“Immagino… non ti ho mai vista ballare…”
“Beh, se stai un po’ qui con noi quando rientriamo mi vedrai… già qui si sente la musica e fatico a stare ferma!” gli dico e sorridiamo.
“Se vuoi possiamo rientrare…” mi dice, allora.
“Se te la senti…” gli rispondo, alludendo all’assalto di prima.
“Mah, non lo so” mi dice e mi viene da ridere.
“Possiamo stare ancora un po’ qua, mi va bene lo stesso… sto bene con te, in fondo è come quando messaggiamo, senza un telefono che ci separa:”
“Infatti, ed è molto meglio…” e credo di essere diventata rossa.
“Allora raccontami qualcos’altro… i tuoi come stanno?” gli chiedo.
“Tutto bene, grazie. Tutto che scorre con la routine…”
“E tua sorella?”
“Mia sorella adesso ha 11 anni e mezzo, fa la 1° media e sta iniziando a diventare grande, o meglio si sente grande, ma io, e tutti quanti del resto, la vediamo ancora come la piccola di casa…”
“È vero che ha un anno meno di mia sorella! Chissà quanto è cambiata, è tanto che non la vedo…”
“Beh, è passato qualche anno… Comunque anche tua sorella è cambiata tanto, l’ho intravista prima in mezzo alla confusione…”
“Sì, forse io me ne rendo conto meno perché la vedo tutti i giorni, però è cambiata… Lei adesso fa la 2° media e il mese prossimo compie 13 anni.”
“Mia sorella invece è della fine di ottobre e ne compirà 12… c’è un anno e mezzo tra loro due”
“Sì, è vero…”
È davvero tanto che non vedo sua sorella, Sara; per quello che mi ricordo era una peperina… infatti andava d’accordo con Erica, mia sorella.
All’improvviso sento che la musica è cambiata; Vincenzo ha messo i balli di gruppo e la voglia di scatenarmi sta salendo sempre di più.
“Mmm… stanno iniziando i balli di gruppo!” gridò come posseduta.
“Rientriamo allora…” mi dice Luca, ridendo nel vedermi così.
“Sicuro?” gli chiedo.
“Sì sì, vai… cercherò di sopravvivere.” mi risponde e con questa nuova risata che ci coinvolge torniamo dentro… Non vedo l’ora di scatenarmi!

POV LUCA

Faccio un respiro profondo e ci immergiamo nella confusione che regna in sala. Giulia si muove abilmente tra la gente, sa come farsi spazio, mentre io cerco di starle dietro. Poi lei si butta in pista, dove già diverse persone stanno ballando I Watussi, che credo sia un hully gully. Io, invece, non mi azzardo minimamente ad entrare, mi fermo sul lato della pista, appoggiato al muro. Mi sono sempre sentito negato per il ballo, forse perché da piccolo nessuno mi ha mai insegnato a muovermi; persino quando i miei amici vogliono fare delle uscite in discoteca, io cerco sempre di trovare scuse per non andarci e, quelle poche volte che mi hanno incastrato e sono stato costretto, ho passato tutta la serata seduto su una sedia o una poltroncina, il più lontano possibile dalla pista.
La canzone è una delle più conosciute, e ve lo posso assicurare dato che la conosco persino io. Il più classico dei balli di gruppo che ho visto fare un’infinità di volte, eppure ballato da lei sembra nuovo, diverso, leggero e coinvolgente, non la solita nenia che si ripete. Tutti lo stanno ballando, ma è come se lei ballasse su un’altra musica: saltella, fa un giro, batte le mani alla sua amica, sempre con il sorriso che le illumina il viso e guardarla è come una droga, una dolce e splendida droga che non mi permette di distogliere lo sguardo da lei.
Finito l’hully gully, si passa ad una tarantella: melodia sempre più allegra, il suo sorriso sempre più splendente.
E balla, balla e non si stanca; la musica cambia, sempre balli di gruppo ma dai più classici a qualcuno moderno, da Danza Kuduro a Ai se eu te pego ed è qui che si scatena ancora di più.
Non mi stanco di guardarla. È una farfalla leggera nei suoi passi e nei giri, ma una gatta sexy nei movimenti più provocanti. Sembra, però, che si stia trattenendo, come se non volesse mostrarsi più di tanto e cercasse di reprimere la bomba sexy che sta dentro di lei. La vedo e so, ne sono sicuro che sa essere molto più sensuale. Lei stessa mi ha detto che quando si trova qui, in mezzo ai suoi amici camperisti, in questa atmosfera riesce ad essere se stessa, eppure sento che c’è qualcosa che la frena, che non la fa godere completamente della libertà di scatenarsi. Vorrei un giorno poterla vedere la vera Giulia, la vera se stessa, in tutto, dal parlare apertamente del suo essere interiore ai suoi movimenti mentre si scatena sulla pista; chissà se mi capiterà mai…
“Balla bene, vero?” una voce mi riscuote dallo stato di trans in cui ero caduto mentre mi beavo della vista della mia ballerina preferita. È Loris, marito di Laura e padre di Valentino, un ragazzo della mia età e un caro amico di quando venivo via in camper.
Mi sono fatto beccare in pieno mentre ammiravo Giulia nei suoi balli e credo di avere una faccia imbambolata stile ebete, per di più non mi sono mai mosso da quel muro a bordo pista.
“Sì, è fantastica… mi piace guardarla ballare…” gli rispondo, ma credo di non essere stato troppo credibile… una risposta un po’ molto vaga.
“Toglimi una curiosità, a me lo puoi dire, state insieme?”
Ecco. Mi pareva che nessuno si era azzardato a chiederlo. Forse può sembrare la cosa più logica, viste anche le motivazioni che mi ha spiegato Giulia prima, però no… magari!!!
“Cosa? No. No, no siamo solo amici…”
“Ne sei sicuro?” mi chiede ancora con uno sguardo poco convinto.
“Certo. Siamo amici… siamo rimasti in contatto anche dopo che io ho smesso di venire via con il Club, abbiamo continuato a sentirci e stasera io non facevo nulla, lei mi ha detto che era qui con voi e sono passato per un saluto, tutto qui.” Mamma mia, che ansia! Perché sono così nervoso?
“Va beh, se lo dici tu… ma non mi convince tanto…”
Credo che la mia risposta non gli sia andata a genio…
“Invece, come stanno i tuoi? È da tanto che non li vedo…”
Meno male, sta cambiando argomento... Iniziamo a parlare di altro e riesco anche a tranquillizzarmi… l’agitazione di poco fa sparisce.
Loris è un uomo molto simpatico e conoscendolo da tempo mi viene naturale parlare con lui, però prima mi ha messo un po’ con le spalle al muro. Non che gli avessi mentito, in fondo è vero che io e Giulia siamo solo amici, però è anche vero che credo di sentire per lei qualcosa di più di una semplice amicizia…
E, comunque, parlando, parlando, Loris mi sta facendo perdere quel meraviglioso spettacolo che è Giulia mentre balla; l’ho scoperto da pochissimo, ma già non riesco a farne a meno.
Dopo qualche minuto di chiacchiere, Loris mi dice “Sta arrivando… meglio che ti lasci…”
Non comprendo… mi ha abbastanza rincitrullito con i suoi discorsi, che tra l’altro ho ascoltato per metà, immerso in altri pensieri…
“Ohi! Eccomi… scommetto che ti stai annoiando a morte…”
È Giulia. Si è fermata, allora anche lei si stanca dopo un po’…
“Ehi! No, no tranquilla! Ho parlato con Loris fino adesso e poi vedervi ballare è bello, mi diverte…” vederti ballare è bello, molto bello…
“Allora perché non ti butti anche tu?”
Cosa?
“No, no meglio che sto qui, sono negato a ballare…”
“Ma dai, prova…”
“No, credimi, meglio di no…”
Proprio in quel momento Vincenzo cambia musica…
“Bello! Un merengue!” grida Giulia entusiasta e con gli occhi che le sorridono “Dai, vieni! Proviamo questo…”
“Cosa? No, no lascia perdere…”
“Ma è facile, davvero. Io con questo ho imparato a ballare…” Che occhi che ha! Non riesco a resistirgli… Sto per fare la più brutta figuraccia della mia vita, me lo sento!
“E va bene! Però io te l’ho detto che sono una frana, eh…”
“Va bene. Dai andiamo!” mi dice ridendo e con quel suo meraviglioso sorriso mi trascina in pista.





Note d'Autrice
Ciao a tutti.
Mi dispiace non aver visto recensioni, ma voglio fare un altro tentativo.
Scusatemi per eventuali errori...
E sarei curiosa di sapere se vi piace la storia, dato che mi sta molto a cuore.
Attendo commenti...
Grazie, a presto
Giuly :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


POV GIULIA

Non ho mai ballato con nessuno che non fosse il mio ex-ballerino, mio padre o qualcun altro della scuola di ballo. Sì, è vero, durante le serate del Club ho ballato con Chiara e mi è capitato anche di ballare con qualche altro signore, però trovarmi qui, adesso, in coppia con Luca, mi dà una sensazione talmente strana che quasi mi sembra che sia la prima volta anche per me.
“Che macello che sono!” continua a ripetere, mentre a bordo pista cerco di spiegargli i passi base del merengue, un ballo caraibico e uno dei miei preferiti.
“Ma smettila che vai bene!” gli dico cercando di incoraggiarlo.
Un po’ ha ragione lui, sembra un bastone, però forse è perché davvero non ha mai ballato in vita sua; e comunque il ritmo della musica, il tempo dei passi li sente perfettamente e dopo mezza canzone di spiegazioni, parte con i piedi e inizia a seguire il ritmo alla perfezione.
Mi sembra incredibile, va a tempo come se lo avesse sempre fatto. Ora, ci mettiamo la postura e abbiamo ancora mezza canzone per poter ballare…
“Hai visto che hai preso il tempo! Continua… ora metti la mano destra dietro la mia schiena e con la sinistra prendi la mia mano destra…” Che sensazione stranissima… ho i brividi ovunque!
“Così?” mi chiede appoggiando la sua mano in mezzo alla mia schiena e mi si blocca il respiro…
“S-sì perfetto! Ora riprendi il ritmo e andiamo…”
E così accade. Ripartiamo dalla base sul posto, poi proviamo il laterale e avanti-indietro…
Non è un ballerino, si vede e si sente dalla presa. Ogni pochi passi sbaglia e gli si intrecciano i piedi, come a un bambino che muove i suoi primi passi. Però per me è come se stessi ballando con il più bravo ballerino del mondo. La sua mano sulla schiena, l’altra sulla mia, mi mandano in tilt il cervello e all’improvviso siamo rimasti soli. Mi sento leggera, libera come non mi sono mai sentita ballando con qualcuno. Non è un valzer, né il più romantico dei balli, ma tra le sue braccia è come se lo fosse, anzi è molto meglio, perché ci troviamo vicini a muovere i nostri corpi come se fossero uno solo e a uno scatenato ritmo caraibico.
La canzone va sfumando, purtroppo, e non mi va proprio di staccarmi da lui…
“È finita?” mi chiede in un tono tra il sollevato e il dispiaciuto, credo.
“Sì… è finita.” Io sono dispiaciuta, già sento quella sensazione di vuoto che mi dà la distanza che si è creata tra i nostri corpi. Però è stato un momento meraviglioso… e sicuramente sarà anche l’unico di tutta la vita.
Ci allontaniamo dalla pista e non so che cosa esprime il mio volto; mi sento persa, spaesata, felice e triste allo stesso tempo.
Ci avviciniamo a un tavolo per bere un bicchiere d’acqua, anche se forse ci vorrebbe qualcosa di molto più forte…
“Ehi, tutto bene?”  la domanda di Luca mi distoglie dalla confusione che ho in testa in questo momento “Non puoi dire che non ti avevo avvertito… sono un disastro!” continua.
Cosa? No. Non è assolutamente vero. È stato fantastico, stupendo, meraviglioso, unico… ma evidentemente dalla mia faccia si trapela qualcos’altro, che però non c’entra nulla con il ballo, anzi è colpa della fine di quest’indimenticabile momento… Per di più ora anche il suo viso si è rabbuiato. No, non voglio che si senta in colpa per qualcosa che non esiste. Devo assolutamente spiegargli che casini fa la mia testa con i sentimenti… è non qui, credo sia impossibile!
“No, ma che dici?! Non è quello… Senti, vieni un momento fuori con me?”
“Va bene.”
Mi avvio verso la porta sul retro con lui che mi segue e mi sembra anche di sentire qualche occhio puntato su di noi, ma non mi importa nulla ora.

Siamo fuori e ora devo spiegargli cosa mi sta succedendo…
“Aria!” Respiro profondamente l’aria fresca di questa sera così bella, così diversa, così strana…
“Qui non c’è nessuno, siamo più tranquilli…” gli spiego, perché effettivamente il mio comportamento non è stato molto normale, anzi ha mostrato completamente la lunatica che c’è in me.
“Va tutto bene Giulia?” mi chiede, è visibilmente preoccupato.
“Sì, sì, più o meno… È che credo tu abbia frainteso il mio sguardo poco fa… cioè non ero dispiaciuta per te, per come è andato il ballo… io…”
Cosa gli dico? Che m’invento? Gli dico la verità? Quanto lo adoro… quanto amo stare con lui… quanto è stato stupendo ballare insieme…
“Tu sei stata bravissima, Giulia, a insegnarmi tutti i passi, il tempo da tenere, ma te l’ho detto sono negato, non è colpa tua, anzi mi sono divertito…” mi dice mentre guarda davanti a sé nulla di preciso… si sente in colpa…
“Non avevo mai ballato prima, probabilmente l’avrai capito, però sei riuscita a convincermi a buttarmi… e poi con te è sembrato così facile ed è stato stupendo… non avevo mai provato una sensazione così…” lascia la frase in sospeso girandosi verso di me e dai suoi bellissimi occhi che vedo brillare capisco che sono un’emerita idiota. Mi sto facendo un miliardo di problemi inutili. Lui si è divertito, gli è piaciuto ballare… gli è piaciuto ballare con me… Ciò che sentivo mentre ci muovevamo in pista non è svanito nel nulla, non è finito, sta continuando anche qui ora, perché è ciò che ci lega. Non so di preciso che cosa sia, mi sento abbastanza confusa su questo, però è forte, energico, vitale e non può finire, non posso permetterlo.
“Anche a me è piaciuto molto ballare con te, davvero” dico al suo sguardo poco convinto “Anzi, credo di non aver mai provato sensazioni così forti in una vita che ballo… È stato come se fosse la prima volta anche per me… lo so è assurdo, ma è stato bellissimo… e quel mio sguardo di prima, che forse ti è sembrato triste, in realtà era perché non volevo che finisse…”
Sto guardando a terra e credo, no, ne sono certa di essere un pomodoro maturo in faccia… all’improvviso sento caldissimo, come se fossero 40°C.
Un brivido mi colpisce tutti i sensi. Mi ha preso la mano. Alzo lo sguardo.
“Non abbiamo bisogno della musica… penso che possiamo farlo continuare anche ora, basta che ci siamo tu ed io, no?”
Datemi un pizzico, sto sognando…
Mi avvicina a lui. Le sue mani sono sulla mia schiena e d’istinto io appoggio le mie attorno al suo collo. Ci fissiamo negli occhi, ma li abbasso subito… non riesco a tenere il suo sguardo…
Due dita mi prendono il mento e vedo di nuovo i suoi profondi occhi marroni.
Una melodia lenta si diffonde nell’aria, come una magia, e iniziamo a muoverci lentamente stretti l’una all’altro.
Eccola di nuovo quella magnifica sensazione e quel brivido che mi prende dentro e mi arriva fino al cuore.
Non riesco a resistere e lo abbraccio come se fosse la mia forza vitale, come se non riuscissi a vivere senza, ne ho bisogno.
Nulla ora ha più importanza. La festa. Gli sguardi dei presenti in sala. Tutto è scomparso. Ci siamo solo noi. Io e Luca. Due grandi amici legati da qualcosa di indissolubile.

POV LUCA

È incredibile come le cose cambiano da un momento all’altro.
Fino a qualche ora fa ero certo che avrei trascorso l’intera serata ad annoiarmi sul divano, invece ora sono qui, abbracciato a una ragazza che consideravo un’amica come tante altre, anzi, forse anche meno dato che non ci vedevamo da anni e ci sentivamo ogni tanto per messaggi.
Eppure, anche solo dietro ai quei testi sentivo come qualcosa di più, quel qualcosa che mi ha spinto a chiamarla, a raccontarle una balla per poterla rivedere, qualcosa che mi ha fatto rattristare quando mi ha detto che non poteva, lo stesso qualcosa che mi ha riempito il cuore quando mi ha proposto di venire da lei questa sera e che mi ha regalato una serata fantastica dandomi la possibilità di conoscerla come non avevo mai fatto prima.
È stato il cuore a guidarmi qui stasera, a dirmi che rivederla era per me qualcosa di fondamentale. Non ne avevo capito il motivo, ma ora non cambierei questo momento con niente al mondo.
Ci stacchiamo piano piano dall’abbraccio. Mi sento strano, diverso, ma appena i nostri occhi si trovano tutto svanisce, tutto diventa così normale, così naturale. Sul suo viso nasce un sorriso imbarazzato e a me viene istintivo posarle una mano sulla guancia e accarezzarla. È così morbida, così dolce e quel lieve rossore la rende ancora più splendida.
“F-forse è meglio se torniamo giù…” dice piano rompendo il silenzio.
Stiamo bene quando siamo soli io e lei. Tutto sembra così normale, naturale. Riesco a parlare apertamente, cosa che riesco poco anche con i miei amici. Ascolto tutto ciò che mi dice e starei a sentire la sua voce per ore. Ogni gesto è talmente naturale, così sincero… quante cose ci perdevamo parlando solo con un telefono di mezzo!

POV GIULIA

“Sì, andiamo…” mi risponde mentre ritorniamo dentro.
Ho sempre pensato che trovandomi da sola di fronte a lui non sarei riuscita a spiccicare parola, né ad azzardare alcun gesto. Invece, da quando ci siamo visti, tutto è stato così normale. Ci siamo abbracciati più volte come se lo avessimo sempre fatto. Abbiamo parlato di tutto; ci siamo confidati anche le sensazioni più intime senza che ci sentissimo imbarazzati. Anche adesso, qui fuori, credevo che non avrei mai saputo spiegare perché mi mancasse il contatto con lui dopo il ballo, e, invece, Luca ha compreso perfettamente ciò che provavo e con il gesto più naturale del mondo mi ha stretto tra le sue braccia facendomi capire che potevamo farlo tutte le volte che volevamo, rendendomi, così, la ragazza più felice dell’universo. Non dobbiamo dare conto a nessuno di ciò che sentiamo quando siamo insieme o dei gesti che ci viene così naturale fare, sono cose nostre, di Giulia e Luca, nessun altro conta, nient’altro ha importanza!

Rientriamo nella sala e appena apriamo la porta la voce dei nostri “cantanti” ci invade. È iniziata la fase “karaoke sfrenato” e ormai, conoscendoli, so che andranno avanti così fino alla fine della serata.
Io e Luca ci mettiamo appoggiati al muro al lato della pista, dove ora c’è un semicerchio di persone che canta i grandi classici, guardando il monitor con le parole del karaoke che scorrono.
La canzone che ora riempie la stanza è “Acqua azzurra, acqua chiara” di Battisti e, conoscendola ormai a memoria, non posso fare a meno di buttarmi, iniziando anche io a “cantare”, nonostante la poca intonazione che mi ritrovo.
La canzone, però, era già verso la fine e posso unirmi a loro solo per l’ultimo ritornello.
Subito dopo inizia “L’emozione non ha voce”, una delle canzoni che più adoro di Celentano.
Tutti cantiamo a squarciagola ignorando la maggiore o minore intonazione, tanto a noi ci basta che ci divertiamo, il resto non ci importa.
Sento, però, una voce molto bella e davvero intonata che non avevo mai sentito prima ed è proprio vicino a me.
Luca sta cantando il ritornello con grande disinvoltura nella voce, quasi senza guardare le parole, ed è bravissimo, perfettamente intonato e sono in grado di sentire l’emozione con cui si esprime nella canzone, come se gli venisse da dentro… magari gli ricorda qualcosa di importante…
Mi fermo incantata a osservarlo. È incredibile ne sono ipnotizzata. Sono affascinata dalla sua voce. Chissà, magari lo convinco a cantare qualcosa…
La canzone termina senza che io me ne accorga e la mia ennesima faccia da ebete della serata si fa notare…
“Tutto ok?” mi chiede Luca giustamente.
“Sì sì… mi sono un attimo incantata…” Grande scusa Giuly, perfetta! Che figura… credo di essere diventata un peperone!
Ora, però, glielo chiedo… Tanto figuraccia più, figuraccia meno…
“Senti, ma… perché non vai a cantare qualcosa?”
“Cosa? Ma sei matta… lascia perdere…”
“No. Ma ti ho sentito adesso… sei bravo, davvero!”
E mi guarda come se avessi sparato la più grande cavolata del mondo.
“Senti, sul ballare prima ti posso anche dare ragione. Ti ho tirato dentro e non sapevi fare… anche se sei stato bravissimo… Ma adesso sul cantare non puoi negare che sei intonatissimo… Ti ho sentito proprio un minuto fa… mi sono incantata ad ascoltarti…” gli dico tutto d’un fiato il più a bassa voce possibile arrossendo sulle parole finali.
Lui mi sorride, incapace di ribattere.
“Dai! Vai lì da Vincenzo e scegli la canzone che vuoi cantare.” Sto cercando di fare gli occhioni dolci, ma credo che non ci stia riuscendo “Ti prego! Vorrei davvero sentirti cantare!” continuo, ma non vedendo alcuna sua reazione… “Se vuoi vengo lì di fianco a te a tenerti la manina…”
A questa mia affermazione si mette a ridere. La sua fantastica risata cristallina.
“Va bene! Però lo faccio solo per te…” e questo mi colora le guance di rosso.
Intanto, dopo Celentano, era iniziata un’altra bellissima canzone: “Io vagabondo” de I Nomadi.
E mentre tutti cantavano, io e Luca ci siamo avvicinati a Vincenzo che, dietro alla console, guidava gli altri nel karaoke. Appena ci vede arrivare, sposta il microfono dalla bocca…
“Dimmi Giulia.”
“Luca voleva cantare qualcosa… è molto bravo…”
“Va bene. Dopo di questa…” risponde rivolgendosi a Luca.
Lui non è molto convinto, lo capisco dalla sua faccia.
“Dai, stai tranquillo, mica è un’interrogazione! Scegli una canzone che conosci, che ti piace e senti tua… e vai. Poi qui tra di noi non hai nulla di cui preoccuparti.” Provo a rassicurarlo un pochino.
“Certo che stasera è già la seconda volta che mi convinci a fare qualcosa, per non contare il resto poi… Hai qualche bacchetta magica per caso?” mi dice e sorrido insieme a lui.
“Ma, forse, sono quei bellissimi occhi ipnotici che ti ritrovi…” aggiunge poi, e sono io ad essere rimasta ipnotizzata da questa sua frase… e dai suoi occhi sui miei…
Rimarrei a fissarlo per ore, ma la canzone sta per terminare e, prima di fare un’altra bellissima figura, sarcasticamente parlando, con tutte le mie forze, distolgo lo sguardo dal suo e lo invito ad avvicinarsi a Vincenzo.
Prima, però, di allontanarmi per mettermi nel semicerchio intorno al monitor con gli altri, gli stringo la mano e gli sussurro un In bocca al lupo!, ottenendo in risposta un altro suo bellissimo sorriso.
Sarei disposta a fare qualsiasi cosa, pur di vedergli rivolgere sempre a me questi sui sorrisi… Credo che sì, potrei viverci!








Note d'Autrice
Ciao a tutti,
torno con un nuovo capitolo, premettendo che ne manca solo un altro per la fine della storia, o almeno di questa parte.
Vorrei davvero ringraziare tanto the_girl_on_fire7 per aver inserito la mia storia tra le preferite, Shaoran 94 per averla inserita tra le seguite e per aver recensito lo scorso capitolo e frabulous per essere stata la prima a recensire e per avermi spronato a continuare... Grazie!!!
Attendo ancora di sapere cosa ne pensate della mia storia, mi farebbe piacere ricevere altri commenti di qualsiasi tipo ;-)
Baci, a presto
Giuly :)
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


POV LUCA

L’ho detto e lo ripeto: è una ragazza incredibile!
È riuscita a convincermi a cantare, qui, davanti a tutti loro, davanti a lei. Spero di non deluderla, non me lo perdonerei mai. Forse, però, ha ragione: scelgo una canzone che sento mia davvero, così mi sarà naturale cantarla… Le ho promesso che lo faccio per lei e devo farcela! Voglio rivedere il suo sorriso. Voglio rivedere i suoi occhi brillare…
“Allora Luca, dimmi cosa vuoi cantare?” mi chiede Vincenzo, quando finisce la canzone precedente.
Io mi lascio guidare dal cuore… finora mi ha regalato una serata unica e indimenticabile, non posso dubitarne!
“Ce l’hai Baglioni?” il cuore non può che portarmi da lui, il mio mito!
Vincenzo scorre il suo repertorio e arriva dove ci sono tantissime sue canzoni, tutte stupende, però quella che adesso io voglio, o meglio, quella che il mio cuore vuole, è una sola…
“Questa qui.” La indico nello schermo e sono pronto a dimenticare ogni cosa. Tutto svanisce, nel mio cuore solo questa canzone e lei, la mia musa!

Quella sua maglietta fina
tanto stretta al punto che mi immaginavo tutto
e quell'aria da bambina
che non gliel'ho detto mai, ma io ci andavo matto.

Quando ci siamo conosciuti eravamo dei ragazzini
e lei si comportava già da grande,
anche se non posso dimenticare il suo essere bambina,
la voglia di giocare e di fantasticare che aveva…

E chiare sere d'estate,
il mare, i giochi, le fate
e la paura e la voglia
di essere nudi.

Ho paura. Paura di rivelargli ciò che provo veramente.
E se poi sbaglio? Magari lui mi vede solamente come un’amica.
Però ho tanta voglia di abbracciarlo
e sapere che i suoi sentimenti combaciano perfettamente con i miei…

Un bacio a labbra salate,
un fuoco, quattro risate
e far l'amore giù al faro...

Quante risate insieme!
Quella volta che al ristorante abbiamo preso in giro i camerieri,
oppure quando abbiamo fatto gli aeroplani di carta con il giornale e li lanciavamo nei corridoi della metro,
e le intere serate passate a giocare a carte fino a che i nostri occhi non hanno implorato pietà…

Ti amo davvero,
ti amo lo giuro...
ti amo, ti amo davvero!

Credo di sì. Ti amo.
Ora capisco.
Non era una semplice cotta adolescenziale.
È molto di più…

E lei,
lei mi guardava con sospetto,
poi mi sorrideva e mi teneva stretto stretto.
Ed io,
io non ho mai capito niente,
visto che oramai non me lo levo dalla mente
che lei…

Quel tuo sorriso…
Mi toglie la capacità di ragionare,
ma non riesco a farne a meno.
Vederti ridere mi dona nuova forza, mi fa rinascere…

Lei era
un piccolo grande amore,
solo un piccolo grande amore,
niente più di questo, niente più!
Mi manca da morire
quel suo piccolo grande amore
adesso che saprei cosa dire,
adesso che saprei cosa fare,
adesso che voglio un piccolo grande amore!

Ho le lacrime agli occhi.
E tu non sapevi cantare?
Mi mandi fuori di testa.
Il mio piccolo grande amore…

Quella camminata strana
pure in mezzo a chissacchè l'avrei riconosciuta,
mi diceva "sei una frana",
ma io questa cosa qui mica l'ho mai creduta.
E lunghe corse affannate
incontro a stelle cadute
e mani sempre più ansiose
di cose proibite.

Quanto ci divertivamo a rincorrerci,
quanto ci piaceva sfidare le nostre sorelline,
quanto vorrei vincere ora,
prenderti a “Chiapparella” e non mollarti più…

E le canzoni stonate
urlate al cielo lassù,
"chi arriva prima a quel muro..."
Non sono sicuro
se ti amo davvero,
non sono, non sono sicuro...

Vedi. E se poi non ne sei sicuro?
Non voglio costringerti, deve essere il tuo cuore a decidere.
Però te lo devo dire, ne ho bisogno,
non voglio perderti…

E lei
tutto ad un tratto non parlava,
ma le si leggeva chiaro in faccia che soffriva.
Ed io,
io non lo so quant'è che ha pianto,
solamente adesso me ne sto rendendo conto
che lei…

Lei è speciale e solo ora me ne sto rendendo conto.
Non voglio lasciarla andare,
ma non voglio nemmeno fare qualcosa di azzardato.
E se poi sbaglio? Voglio esserne sicuro…

Lei era
un piccolo grande amore,
solo un piccolo grande amore,
niente più di questo, niente più!

Sei tu il mio piccolo grande amore,
lo sei da sempre.
Chissà cosa senti tu per me?
Quanto vorrei essere anch’io il tuo piccolo grande amore…

Mi manca da morire
quel suo piccolo grande amore
adesso che saprei cosa dire,
adesso che saprei cosa fare,
adesso che voglio un piccolo grande amore...

Basta dubbi! Basta incertezze!
È la mia testa che mi confonde,
ma io devo seguire il cuore…
e lui ora mi dice che lei è il mio piccolo grande amore…

POV LUCA

La canzone termina e mi sento un’altra persona.
Intorno a me si levano gli applausi, ma non sento nulla.
Vedo solo Giulia che mi sorride e le brillano gli occhi, si è commossa.
Ringrazio Vincenzo e torno vicino a lei.
“Sei stato bravissimo! La canzone è stupenda e tu l’hai cantata in una maniera incredibile…”
Quanto mi è mancata!
“Il merito è di Baglioni, la canzone è sua…” le rispondo e ride.
“Ma va là! Mi sono commossa e il merito non è di Baglioni…” dice sussurrandomi le ultime parole.
Ed è in questo preciso momento che vorrei abbracciarla, stringerla a me e dirle ciò che sente il mio cuore…
Invece, restiamo fermi a fissarci con il sorriso sulle labbra e mi appoggio di nuovo con la schiena al muro, vicino a lei.
Intanto l’ennesima canzone della serata si diffonde nella sala… è “'O surdato 'nnammurato”.
Sono immerso nei miei pensieri, mentre ascolto questo meraviglioso motivo e tento di seguirne le parole.
“Prima, mentre cantavi, avevi gli occhi lucidi…” mi volto verso di lei. Sta sorridendo.
“…ho capito che quella canzone per te era importante… la stavi cantando con il cuore, si sentiva che le parole ti venivano da dentro…” lei sta fissando davanti a sé, non mi rivolge il suo sguardo, non ne capisco il motivo.
“Baglioni è il mio cantante preferito da sempre. Tutte le sue canzoni mi piacciono. Prima tu mi hai detto che dovevo scegliere la canzone che sentivo dentro… e in quel momento il mio cuore ha voluto quella, non so perché… Evidentemente, hai ragione tu, mi dice qualcosa di importante… Ultimamente sto seguendo molto ciò che mi dice il cuore e finora non si è mai sbagliato, anzi, mi ha fatto provare sensazioni mai provate prima…”
Finalmente si volta verso di me, ma i suoi occhi non sono felici, vogliono sapere qualcosa in più…
“La cosa più bella che mi ha fatto fare è stata venire qui stasera…” Eccolo il suo sorriso.
Non devo mai permettere che se ne vada, mai più. Sono pronto a lottare per vederlo ogni giorno!

POV GIULIA

È un ragazzo d’oro!
Vorrei poter trascorrere ogni minuto con lui… per conoscerlo meglio… per condividere i momenti più belli… per sentire i suoi timidi complimenti e le sue frasi rassicuranti… per leggere nei suoi profondi occhi scuri…
Siamo di nuovo immersi nella musica che esce dalle casse della console senza renderci conto che la serata sta per finire. Il tempo è volato e i saluti dei primi ospiti che se ne vanno ci fanno capire che è quasi mezzanotte.
“Forse è meglio che vada anch’io…” mi dice Luca con aria dispiaciuta.
“Devi proprio?”
“Credo di sì. I miei ancora non mi hanno chiamato, ma staranno per tornare e non gli ho fatto sapere che sono uscito… non vorrei che si preoccupassero.”
Non posso che fargli un sorriso tirato, mentre va a prendere la giacca.
Se la infila, poi va a salutare tutti coloro che sono rimasti…
“Ciao e grazie della canzone. Sei bravissimo.” gli grida Vincenzo sopra la musica.
“Ciao Luca, è stato bello rivederti. Saluta i tuoi.” gli dicono Loris e Laura.
“Ciao, è stato un piacere.” gli dice Tiziana, seguita da Marino che gli stringe la mano.
“Ciao Luca, spero che potremmo rivederti tra noi…” e mancava proprio Carla con questa frase. Dubito che verrà di nuovo a una festa del Club…
“Perché no?! Magari più avanti…” non credo alle mie orecchie!
“Te, Giulia, tienilo informato mi raccomando.” si rivolge a me Carla e il mio sì sì ha un non so ché di incredulo, ma assolutamente felice.
Anche i miei genitori si avvicinano e salutano Luca… dovrò spiegar loro diverse cose quando rientriamo a casa.
“Ciao ragazzo, salutami a casa.” gli dice Lidiano.
“E fatti rivedere presto.” Lo saluta Bianca baciandogli le guance.
Anche Lela lo saluta abbracciandolo e dice rivolgendosi a me “La prossima volta che devo accogliere qualche tuo amico, però, avvertimi, così evito di farmi trovare fuori con la sigaretta in mano e cerco di essere più gentile, senza mandargli tutto il fumo in faccia.” Tutti si mettono a ridere alla sua affermazione. È stata proprio lei, infatti, a dirgli che ero dentro quando è arrivato… La mia fata madrina!
“No. Non ti preoccupare, sei stata gentilissima.” gli dice Luca con un sorriso.
Ora, però, i saluti sono terminati e si sta avviando verso la porta.
“Aspetta, ti accompagno…” gli dico e lo seguo fuori sotto i soliti sguardi dei presenti… tanto ormai ci abbiamo passato la serata.

Ci avviciniamo in silenzio al suo motorino e poi lui prende il casco dal bauletto.
“Grazie della serata, Giuly” mi dice rivolgendomi un sorriso.
“Grazie a te… Spero che ti sia divertito, lo so che non è proprio la tua compagnia…”
“Invece, è cambiata molto da quando c’ero io e credo di capire perché ti trovi così bene con loro… sembrano delle persone speciali.”
“Sì. Per me sono molto speciali.”
“Noi ci sentiamo presto…”
“Sì, quando vuoi. Mi fa piacere sentirti…” mi stringo le braccia al petto, un po’ per il freddo e un po’ per la timidezza che ancora mi divora.
“Sono stato bene con te.” Alzo gli occhi per guardarlo.
“Anch’io molto.” Le mie guance si tingono di rosso.
Lascia il casco sul sedile del suo motorino e ci avviciniamo. Ci abbracciamo. Appoggio la testa nell’incavo del suo collo riempiendo il naso del suo profumo, mentre sento il suo respiro tra i miei capelli.
Si allontana un po’, il tanto necessario per darmi un bacio sulla guancia. Non lo aveva mai fatto e mi sento radiosa, il mio cuore sta galoppando di gioia.
Poi, purtroppo, si allontana, ma continua a guardarmi con quei suoi occhi penetranti.
“A presto” mi dice.
“A presto” gli sussurro io e mi allontano, mentre mette il casco, accende il motorino e parte, salutandomi con un cenno della mano.

Io sono ancora qui, in cima alle scale e con la mano ancora alzata.
È stata davvero una meravigliosa serata. Sorprendente. Inaspettata.
Ho capito davvero ciò che provo, finalmente.
Sono pronta a mettermi in gioco. Voglio conoscerti fino in fondo e mettere da parte le mie insicurezze.
Non vedo l’ora di rivederti Luca!
Chissà se ci capiterà ancora di trascorrere una serata come questa…
Magari proprio in compagnia del Club…









Note d'Autrice
Ciao a tutti!
E con questo capitolo si conclude questa prima parte della storia... ma non termina qui, anzi, questo è solo l'inizio ;)
Mi dispiace non aver ricevuto molti commenti e ne approfitto per continuare a chiedere vostre opinioni sulla mia storia... ci tengo molto e vorrei davvero sapere cosa ne pensate! :D
Intanto voglio comunque ringraziare tutti coloro che hanno visualizzato e letto la storia e devo assolutamente ringraziare di cuore frabulous per la sua recensione e per i complimenti e gli incoraggiamenti a continuare. Grazie!!! :*
Per concludere vorrei ricordare che il testo della canzone riportato nel capitolo è Questo piccolo grande amore del grande Claudio Baglioni :D
Baci, a presto
Giuly :)
 

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Capitolo 5
*** Un anno dopo... parte 1 ***


15 marzo 2014

“Oh, eccovi finalmente! Su, venite a darci una mano!” grida mio padre dal fondo della sala.
Ciao a tutti, sono sempre io, Giulia, e come esattamente un anno fa, sta per avere inizio la serata del Club con cena a base di trippa e fagioli.
Come vi ho detto, però, è trascorso un anno e sono successe un sacco di cose.
“Sì, Simo, arriviamo… dai vieni Lori!”
Questo era Luca. Avreste mai detto che si sarebbe rivolto così a mio padre? Io no…

Dopo quella sera di un anno fa, io e Luca abbiamo iniziato a sentirci molto più spesso di prima e il sabato successivo, 23 marzo, mi ha invitata a uscire con lui e abbiamo trascorso tutta la giornata insieme. Dopo scuola siamo andati a mangiare una piadina in centro, poi abbiamo fatto qualche “vasca” lungo il corso e più tardi ci siamo mangiati un gelato. Dopodiché ci siamo avviati verso il cinema dove c’è stata la dura scelta del film da andare a vedere. Ancora mi chiedo come ho fatto ad accettare di andare a vedere “Sinister”. Io che ancora vivo nel mondo degli arcobaleni e degli unicorni rosa, mi sono lasciata trascinare dall’entusiasmo di Luca e ho assecondato la sua scelta riguardo al film.
Se ci penso ancora lo vorrei sgozzare!
Sono morta di paura e ho passato tutta la durata del film rannicchiata sulla poltrona del cinema stritolando la sua mano. Così impara a farmi vedere certe cose!
Ma la parte più paurosa è stata quando, al termine del film, mio padre mi è venuto a prendere davanti al cinema. Così ho dovuto salutare Luca con la manina come i bambini dell’asilo e sono salita subito in macchina; anche se non c’era ancora niente tra di noi, non volevo che babbo avesse reazioni esagerate per un nonnulla. La parte paurosa, però, è arrivata dopo, perché, una volta salita, mio padre ha tirato giù il finestrino…
“Ciao Luca, come va?”
Lui, poveretto, più incredulo di me gli ha risposto “Tutto bene, grazie”
“E la giornata? Avete passato un bel pomeriggio?”
“Sì, siamo stati bene…”
“Sì, babbo, è andato tutto bene” gli ho detto io cercando di far terminare qui la conversazione.
“Va beh, saluta a casa” gli ha detto, poi, mio padre.
“Sì certo, anche voi, ciao ciao.”
“Ciao Luca”
Avevo avuto paura perché non mi aspettavo una reazione del genere. È vero che non ero mai uscita con nessuno prima e non avevo idea di come si sarebbe potuto comportare, però non pensavo che avrebbe cercato subito di avvicinarsi a Luca, anche se a dirla tutta il sabato prima non gli aveva quasi rivolto la parola.
Tornando a casa, però, mi aveva spiegato che gli faceva piacere se uscivo con qualcuno, soprattutto se io stavo bene con quella persona, per di più si sentiva tranquillo perché conosceva già i genitori di Luca. Io, poi, gli ho detto che eravamo solo amici ancora, che volevamo conoscerci meglio e che stavamo bene quando passavamo del tempo insieme.
Lì ho visto un sospiro di sollievo, sicuramente era più contento che noi avevamo deciso di fare le cose con calma e anche io mi sono finalmente tranquillizzata, sapendo che mio padre era dalla mia parte.

La data, poi, più importante è stata quella della settimana seguente. Erano iniziate le vacanze di Pasqua e il venerdì sera babbo ha messo in moto il camper e abbiamo raggiunto il Club a Padova. Quando siamo arrivati, però, era già tardi e pioveva, così non siamo usciti, ma il giorno dopo ho avuto una grandissima sorpresa. Mentre eravamo sotto il Comune che attendevamo l’assessore, il quale voleva augurarci un benvenuto nella città, e ci coprivamo con gli ombrelli a causa della pioggia insistente, da lontano ho visto arrivare delle persone che mi sembrava di conoscere. E le conoscevo bene: erano, infatti, Luca, i suoi genitori Stefano e Rosanna e sua sorella Sara. Non me l’aspettavo di certo di vederli lì, perché nessuno mi aveva avvisato che l’intera famiglia aveva deciso di prendere parte all’uscita di Pasqua del Club, ma la contentezza è stata tanta. Abbiamo avuto, così, modo di trascorrere diversi giorni tutti insieme passeggiando tra le vie di Padova e divertendoci, ma la giornata più importante è stata la domenica. La sera, infatti, dopo aver riunito tutto il Club per una pizza, un gruppetto di noi ha voluto esplorare la città di notte e siamo arrivati, così, fino all’Abbazia. Ed è stato proprio in quella piazzetta che, dopo le foto di rito, Luca mi ha trascinata sotto la Statua del Gattamelata e mi ha rivelato che gli piacevo davvero. Tra le mie lacrime di commozione mi ha chiesto di diventare la sua ragazza e ci siamo scambiati il nostro primo bacio… il mio primo bacio. È stata un’emozione indescrivibile, interrotta, però, dal nostro amico pittore, Maurizio. Lui, uomo sulla sessantina e grande artista, aveva preso un attimo la mia telecamera, con la quale mi piace filmare tutte le uscite del Club, e mentre la provava ci aveva beccato in pieno, nonostante ci fossimo nascosti dietro la colonna che regge la statua. Vicino a lui anche sua moglie Magda e Tiziana avevano visto tutta la scena, cosicché proprio quella sera siamo stati costretti a rivelarci. E quale momento migliore che durante lo scatto di una fotografia? E sì, dopo l’Abbazia, abbiamo fatto tappa a Prato della Valle e anche lì le foto non sono mancate. Dopo quella di gruppo, mio padre ha voluto fare una foto a Erica e Sara insieme, come quando erano più piccole, e poi l’ha fatta fare anche a me e Luca. Proprio durante lo scatto, Luca ha avuto la brillante idea di baciarmi, così tutti hanno saputo di noi due e l’avremmo potuto narrare anche ai posteri, grazie alla foto completa di bacio che ci siamo ritrovati.
Tutti sono stati contenti per noi, soprattutto Erica e Sara, felici di potersi considerare finalmente sorelle e non solo amiche; e anche i nostri genitori perché sapevano che ci trovavamo bene insieme e che, nonostante non glielo avessimo mai detto, erano a conoscenza dei nostri messaggini per tenerci in contatto, per cui doppiamente grati che la rincorsa fosse finita.

“Certo che pesano questi tavoli! Quando arriva Vale ad aiutarci? È lui quello forzuto!”
Questo è Lorenzo. Quando sono entrata nel Club e avevo 11 anni, Luca, Lorenzo e Valentino erano il trio inseparabile. Quando c’era uno, potevi star certo che c’erano anche gli altri due e passavano tutto il tempo insieme. Io ero molto timida all’epoca e non mi sono mai azzardata a intromettermi tra loro tre, neanche dopo che avevo preso quella famosa cotta per Luca.
Con il passare del tempo, però, hanno iniziato a stancarsi del camper e delle brevi vacanze nei weekend e dopo Luca, che è stato il primo a smettere di uscire con noi, anche Vale si è ritirato, ma Lorenzo era il più piccolo dei tre e ancora era costretto a seguire i genitori.
Infatti, mentre Luca e Vale hanno la mia stessa età, Lorenzo ha tre anni in meno di noi, nonostante dall’esterno può benissimo sembrare un nostro coetaneo, vista l’altezza e lo sviluppo precoce.
E la nostra fortuna è stata proprio questa, perché continuando a venire via in camper, anche se meno spesso, ci ha permesso di rivederlo e fargli questa bella sorpresa…

Il tutto è avvenuto durante la scampagnata del 1° maggio al Furlo. Era un mesetto che io e Luca stavamo insieme, ormai quelli che venivano via più assiduamente col Club lo sapevano tutti, anche perché le uscite successive le abbiamo fatte tutte insieme, questa compresa.
Nell’area sosta siamo arrivati la sera prima, 30 aprile, e dopo cena saremmo stati lì fuori semplicemente a fare due chiacchiere o a giocare a pallone, visto che le nostre sorelle erano già attive per ribaltare il mondo.
Dopo pochi minuti che Luca era sceso dal camper, mentre mi aspettava una nuova figura, o meglio, vecchia del Club, si era accorta di lui: era Massimo, il padre di Lorenzo, che subito era andato a riferire al figlio chi era tornato dei nostri.
Lui è, così, uscito dal camper e quando si sono visti si sono salutati come quei vecchi amici che erano, nonostante il tanto tempo trascorso senza vedersi.
“Luca, hai dimenticato il telefono da me…” questa ero io.
Ovviamente avevamo fatto il viaggio insieme, per noi era diventata una cosa normale, ma Lorenzo non ne sapeva nulla e la sua faccia diceva tutto.
Quando li ho raggiunti, gli abbiamo raccontato tutto e il giorno seguente abbiamo avuto modo di passare tutta la giornata insieme, divertendoci come ai vecchi tempi, anzi anche meglio.
Da allora, il giorno che anche per Lollo poteva essere l’ultima uscita in camper, si è trasformato nell’inizio di una vera e proprio rimpatriata.

Ecco che si riapre la porta.
“Ciao ragazzi!”
“Ciao, finalmente siete arrivati!” grido io, correndo verso Valentino, Margherita e Stefania per salutarli.
“Oh Vale, era ora che arrivassi… forza vieni a darci una mano con questi tavoli…”
“Ciao anche a te Lori!” e scoppiamo tutti in una sonora risata.
Da quando siamo tornati tutti insieme, ogni volta è molto più che un’avventura.
Mi erano mancati tanto…

Vale, come ho detto prima, era il terzo del trio inseparabile. Lui è il figlio di Loris e Laura, e Carla è sua zia, è, infatti, la sorella di Laura. Ha anche una sorellina, Margherita, che quando l’ho conosciuta era piccola piccola, aveva quasi 5 anni. È sempre stata una bimba molto timida e per questo giocava poco con Erica e Sara. Quando ci siamo rivisti, però, aveva quasi 10 anni ed è bastato poco che riuscissimo a trascinarla con noi, soprattutto perché oltre a Erica e Sara, c’era anche l’altra Sara, stessa età di Marghi, ma peperina per entrambe.
Sara, che abbiamo, poi, soprannominato Sarina perché due anni più piccola di Sara, sorella di Luca (Saretta), è entrata nel Club con suo padre Daniele e sua madre Stefania quando già tutta la banda dei ragazzi se l’era svignata. Lei è una peste di prima categoria, o meglio è sempre attiva, sempre in movimento, vivace al massimo, è una peperina, è la mia bimba casinara! Del resto con il padre svitato che si ritrova non poteva che essere altrimenti, e noi li prendiamo nel gruppo solo se sono matti al punto giusto.
Tornando a Vale, lui ha rifatto ingresso nel Club un mese dopo Lorenzo, per la semplice curiosità di vedere con i suoi occhi me e Luca insieme. Lollo, infatti, ancora in contatto con Vale, dopo la grande scoperta, gli aveva raccontato tutto e alla prima occasione Vale è uscito con noi per non perdersi questa novità.
Eravamo a Montefiore dell’Aso in occasione dell’infiorata e Vale e Marghi erano venuti con la zia Carla e lo zio Antonio, perché i genitori non potevano e loro erano troppo curiosi per aspettare ancora.
Quando Vale ci ha visto, non è riuscito a credere ai suoi occhi.
La rimpatriata ha avuto qui l’inizio effettivo: io, Luca, Lollo, Vale, e poi Erica, Saretta, Sarina e Margherita.
Sembrava che tutto fosse tornato come prima, anzi devo dire molto meglio di prima, visto che trascorrevamo davvero il tempo tutti insieme, grandi e piccole. Eravamo diventati un vero gruppo… il Gruppo Giovani del Club!

“Giuly, hai trovato le tovaglie?” mi chiede Stefania dalla sala, mentre sono in cucina a cercare.
“No, ma in questo scatolone c’è il resto!” arrivo e appoggio su una panca il contenitore di tovaglioli, piatti e bicchieri.
“Sì, ma senza tovaglie non possiamo mettere giù niente…” afferma Stefy.
“Eccole le tovaglie, le abbiamo trovate noi!” grida Saretta, seguita da Erica e Marghi con le tovaglie in mano.
“Brave ragazze!” dice loro Stefania, prendendone una.
“Erano dietro ai vassoi dei dolci…” dice piano Marghi.
“Brave! Grazie…” gli dico io e raggiungo Stefania alla prima tavolata.

Stefania è la ragazza di Vale, ma lo è da molto prima che la conoscessimo noi. Stanno insieme dalla fine del 2012, qualche mese prima di me e Luca.
Noi l’abbiamo voluta conoscere perché Vale non faceva altro che parlare di lei quando usciva con noi.
Dopo quel 2 giugno all’infiorata, le uscite estive le abbiamo passate per lo più insieme e, visto il nostro affiatamento, i nostri genitori sono stati contenti di trascorrere anche le ferie tutti insieme.
È stata, infatti, questa l’occasione in cui Vale ci ha davvero tormentato parlando della sua ragazza, oltre al fatto che, giustamente, si sentivano tutti i giorni.
Così gli abbiamo detto di farcela conoscere… eravamo davvero curiosi…
La possibilità ci si è presentata quando Carla e Antonio, dopo le ferie trascorse insieme, hanno voluto invitarci a casa loro per una bella rimpatriata.
Ci hanno accolto nella loro bellissima casa che si trova in campagna, infatti Antonio è un agricoltore e un allevatore; per di più hanno anche la piscina, così la prima cosa che abbiamo fatto appena siamo arrivati è stato un bel tuffo, personalmente vestita… non potevano darmi il tempo di mettere il costume, dovevano togliersi questo sfizio!
Poco dopo è arrivato anche Vale e non era solo: Stefania è una ragazza molto carina, ha un anno e mezzo in meno di Vale, è minuta, ma grintosa, ha dei bei capelli lunghi lisci castani e gli occhi verdi.
Ci siamo presentati e lei ha subito capito che branco di matti siamo; dopotutto Vale le aveva parlato di noi e anche lei era curiosa di conoscerci.
Abbiamo passato un intero weekend insieme, tra bagni in piscina, mangiate, passeggiate in aperta campagna e chiacchiere; per non parlare poi della serata del sabato tutta a ritmo di musica.
Il nostro Dj è stato Antonio, o meglio, un altro Antonio, il marito di Silvia, figlia di Carla e cugina di Vale. Loro abitano lì, nell’appartamento sopra a Carla e Antonio e hanno una bimba, Arianna, che quando l’abbiamo vista lì, ed era una delle prime volte, doveva ancora compiere 4 anni.
Anche loro sono dei camperisti: avevano comprato un camper non molto tempo prima e già avevano fatto con noi qualche uscita.
Ovviamente tutti si sono integrati perfettamente nel gruppo e anche Stefania, dopo quel weekend, ha chiesto timidamente a Carla se qualche volta poteva venire via con loro, perché i genitori di Vale hanno il camper, ma sono sempre pieni di impegni, così lui e Marghi escono con gli zii. Carla è stata ben contenta di dirle di sì e da allora abbiamo un membro in più nel Gruppo Giovani… finalmente un’altra ragazza!








Note d'Autrice
Ciao a tutti!
Ecco il continuo della storia... un anno dopo!
Il racconto si evolve e arrivano nuovi personaggi... :D
Vi prego fatemi sapere che ne pensate... ho bisogno di vostre recensioni, please! XD
Intanto ringrazio di cuore riri_2000 per aver recensito e per avermi inserito tra i suoi autori preferiti :-* e grazie anche ai lettori silenziosi ;)
Baci, a presto
Giuly :)

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Capitolo 6
*** Un anno dopo... parte 2 ***


 
“Ragazzi, mi passate i bicchieri!” grido ai maschietti che fanno comunella seduti su una panca con le mani in mano.
“E a me i tovaglioli!” si aggiunge Stefania.
“Ma non potevo stare a casa, riposarmi e arrivare quand’era già tutto pronto!” si lamenta Lollo.
“Io dico che se non si dà una mano non dà gusto. Grazie.” Gli rispondo prendendo il pacco dei bicchieri e suscitando le risate di tutti.
“Ciao gente!” ecco, è arrivata Sara la pestifera!
“Sariiii!!!” gridano le bimbe correndo ad abbracciarla.
“Ciao Scemotta… vieni qua dai, che ci mancava qualcuno che mettesse le posate nel terzo tavolo.” Le dico appena si è liberata dall’abbraccio.
“Pronta, prontissima a dare una mano!” toglie il giubbotto e si mette all’opera.
“Lei sì che è brava… non te grande, grosso e sfaticato!” dico a Lollo prendendolo in giro, ma lui sa che scherzo e che gli voglio un gran bene.

Quando ci siamo ritrovati tutti, da una parte sapevamo che dentro di noi c’erano gli stessi ragazzini di quando ci eravamo conosciuti, ma dall’altra eravamo ovviamente cresciuti e maturati. Di certo non trascorrevamo tutto il tempo a giocare a pallone come un tempo, anzi, ci piaceva molto parlare liberamente di noi stessi, cosa che inizialmente mi sembrava molto strana: io che mi confidavo con tre ragazzi… era il colmo!
Invece, ho scoperto dei veri amici: Luca sapevo già che fosse speciale, dopotutto ho imparato a conoscerlo bene ed è diventato il mio ragazzo. Vale esternamente può sembrare un cattivone, vista anche la sua stazza, ma in realtà è un gran tenerone, ha un animo d’oro e ho scoperto in lui un Grande Amico: mi sono confidata spesso con lui e ho messo da parte tutti i suoi ottimi consigli. Quando Stefania è entrata nel gruppo le ho spiegato che se stavo vicino a Vale era perché lo considero un fratellone e lei non ha mai mostrato gelosia nei miei confronti, anzi, ultimamente ho visto che anche lei parla spesso con Luca e si confida con lui. Mi sono pian piano resa conto che stiamo diventando molto affiatati, legati l’uno all’altro da un filo indistruttibile, da una forte amicizia!
Lorenzo è da sempre il burlone del gruppo, in fondo è anche il più piccolo tra i tre ragazzi, anche se non sembra. Per lui ogni momento è buono per una battuta o uno scherzo e ci fa divertire tantissimo, è il mattacchione della squadra. Conoscendolo bene, però, ho scoperto in lui un vero amico: sa essere un ragazzo molto maturo e affidabile quando si tratta di parlare seriamente, sa ascoltare ed è un pregio che si tiene bello stretto, lasciandolo trapelare poco e nascondendolo, anzi, dietro alle sue battute… è diventato per me il mio Migliore Amico!
Lorenzo, però, è anche un famoso latin lover. Tra le ragazzine della sua età e poco più piccole fa furore; è una continua strage di cuori al suo passaggio o solo facendo il suo nome. Non metto in dubbio che è un bel ragazzo, però di questo si vanta parecchio: è un vero dongiovanni! Da quando si è riunito a noi penso che abbia cambiato come minimo una ragazza a settimana e, considerando il fatto che lo faceva già da prima, credo che sia stato ormai con tutte quelle della sua classe e del suo quartiere. Per di più da settembre ha iniziato le superiori, perciò si è inserito dentro un circolo tutto nuovo… o almeno era quello che credevamo conoscendolo. Invece, a ottobre si è messo con una certa Clara che l’ha letteralmente stregato, tant’è che con nostro grande stupore sono stati insieme per ben due mesi e mezzo. All’inizio delle vacanze di Natale, però, lei lo ha lasciato e lui ci è rimasto, per la prima volta nella sua vita, veramente male. Credo che questa volta sia stato lui ad essere rimasto intrappolato nel suo stesso giochetto: la ragazza non voleva di certo qualcosa di serio, ma Lorenzo per la prima volta credeva che Clara fosse quella giusta e si era comportato da vero ragazzo innamorato.
Non vi nascondo che i mesi successivi non abbia avuto un grande umore e, udite udite, ha detto stop a qualsiasi ragazza; però per fortuna c’eravamo noi che abbiamo saputo come fargli tornare quel sorriso burlone che lo caratterizzava e senza il quale non era il nostro Lorenzo.
Durante le vacanze natalizie, infatti, siamo stati praticamente ogni minuto insieme e ci siamo sbizzarriti a preparare i giochi per il cenone dell’ultimo dell’anno. Poi, dopo la grande festa, il 1° gennaio siamo partiti per trascorrere quattro giorni a Roma, uno più bello e avventuroso dell’altro. E a questo punto, terminate le vacanze, abbiamo iniziato a pensare al carnevale da passare irrimediabilmente tutti insieme.
Per di più, Vincenzo, mancato al cenone del Club, per farsi perdonare ha proposto una festa carnevalesca tutta nuova a base di buffet e musica; così ha avuto inizio il Carnevalcamper, come nuova tradizione del Club.
Noi, Gruppo Giovani, volevamo assolutamente mascherarci, ma non volevamo essere gli unici… dovevamo coinvolgere a tutti i costi il gruppo mattacchione dei grandi.
Non ci è voluto molto, perché dentro anche loro sono giovani come noi, e dopo diverse proposte, abbiamo scelto il tema della nostra mascherata e ci siamo dati da fare per essere impeccabili.
Ed è stato così che il gruppo Italia Scemi si è finalmente mostrato al pubblico, comparendo come una bella e indisciplinata Scolaresca guidata dalla maestra Cesarina. Lei, signora sulla sessantina, si è proposta per essere l’insegnante di questa mandria di alunni incorreggibili e noi abbiamo fatto il resto.
Oltre a noi, Gruppo Giovani, io, Luca, Lorenzo, Valentino, Stefania, Erica, Saretta, Sarina, Margherita e la piccola Arianna, si sono uniti a noi i miei genitori, Simone e Fiorisa, i genitori di Luca, Stefano e Rosanna, i genitori di Lorenzo, Massimo e Patrizia, i genitori di Sara, Daniele e Stefania, poi Carla e Antonio, Silvia e Antonio, Tiziana e Marino, Magda e Maurizio, Lela e suo marito Sergio, uno dei nostri “cantanti”, e Orfeo, marito della maestra e nostro Nonno acquisito.
Un fantastico gruppo, un gruppo unico… il mio Gruppo!

“Certo che a voi non vi capisco proprio… venite alla cena a base di trippa e fagioli e vi portate la pizza da casa. Non capite niente.” Vale con il suo bel piatto di trippa ci guardava come se fossimo alieni.
“Scusa eh, ma se a noi la trippa non piace non ci puoi obbligare a mangiarla.” gli risponde Stefania.
“E poi la pizza non l’abbiamo portata da casa, l’abbiamo presa nella pizzeria qui dietro ed è ottima!” aggiunge Lorenzo addentandone un altro pezzo.
“Meno male te Sara che mi capisci… qui sono tutti contro di me e la trippa.” dice Vale verso Sarina, che è al terzo piatto. È secca secca, ma mangia come tutti noi messi insieme e di gusto poi.
“Sì, ma lei deve crescere, tu invece dovresti iniziare un po’ a pensare a quello che mangi… stai diventando un armadio, io lo dico per te” dice Stefania a Vale. Effettivamente sì, dovrebbe mangiare un po’ meglio, vista la sua stazza; noi lo diciamo per lui…
“Allora non mangio più.” Ora fa l’offeso, ma basta una carezza e uno sguardo di Stefania per farlo tornare quello di prima… e per fargli finire il contenuto del piatto.
“Allora ragazzi, quando entriamo in scena?” chiede Carla avvicinandosi a noi.
“Io direi dopo il dolce…” dice Luca.
“Sì, anche secondo me. Finiamo qui e poi ci andiamo a preparare e, dopo il dolce e il caffè entriamo.” confermo io.
“Ok. Avvertite quando andate.”
E sì, perché anche stasera, nonostante il periodo di carnevale sia finito, abbiamo deciso di movimentare la serata con la fantastica Scolaresca indisciplinata… per la terza volta in scena.
Eggià. Ma la seconda è stata la più importante delle tre, soprattutto per noi Gruppo Giovani.

Dopo il Carnevalcamper, il Club ha proposto un’uscita ad Acqualagna in occasione della sfilata dei carri di Carnevale e noi non abbiamo resistito a mascherarci e sfilare anche noi in gruppo in mezzo ai carri.
È stato proprio qui che abbiamo conosciuto Nicole.
Lei, nipote di Lela e Sergio, si è unita ai nonni per una semplice uscita in camper, come quando era piccola, però si è ritrovata di fronte a un gruppo di mattacchioni, di cui fanno parte anche loro, e ne è rimasta intrappolata.
È una ragazza simpatica, biondina con i capelli fino alle spalle ed è dello stesso anno di Lorenzo, qualche mese più piccola.
All’inizio, non conoscendoci, si è rivelata un po’ timida, ma non appena si è unita al gruppo ha tirato fuori tutta la sua simpatia e la sua chiacchiera.
Ha trascorso con noi il weekend ed è stata tanto bene con noi che, quando il sabato successivo ci siamo organizzati per andare a ballare in un locale che fa tutti i generi, anche lei è venuta con i nonni e ci siamo divertiti a ballare tutti insieme.
Anche in questa occasione abbiamo avuto modo di conoscerla meglio e ad istaurare un vero rapporto di amicizia, ma, soprattutto, Nicole ha legato molto con Lorenzo…

“A chi scrivi Lori?” gli chiede Luca, vedendolo tanto concentrato e attento.
“Eh? Niente niente, è un mio compagno di classe…”
“Ne sei sicuro?” continua Luca con quel sorriso furbetto. “Io credo che sia una ragazza…”
“Sì, e magari il suo nome inizia per N e finisce per icole…” gli dico io sorridendo.
“Ma, uffa, non si può stare un minuto in pace con voi… sì, è la Niki, mi ha chiesto come sta andando la serata…”
Ci mettiamo tutti a ridere vedendo la sua faccia buffa e chissà… innamorata…
“Va beh, ti lasciamo in pace… salutacela!” dico io da parte di tutti, prima di alzarci per dare inizio ai preparativi…

Era da tanto che non vedevo Lorenzo così.
Dopo la rottura con Clara aveva cercato in tutti i modi di non darlo a vedere, ma lo conoscevamo e sapevamo che dentro di lui non la stava vivendo affatto bene.
Esternamente si mostrava sempre come il solito burlone, giocava con le ragazze, Erica e Sarina, soprattutto, adoravano stuzzicarlo, faceva le solite battute idiote e cercava sempre di farsi vedere con il sorriso sulle labbra. Ma per noi era diventato un libro aperto e, un giorno, durante un momento in cui ci siamo trovati da soli io e lui, si è sfogato con me, si è liberato di quella corazza dura con cui nascondeva ciò che provava veramente e ha buttato fuori tutta quella sofferenza che aveva represso e accumulato dentro cercando di sembrare forte.
Io non so se sono stata in grado di tirarlo su di morale, né sono sicura che i miei consigli gli siano stati d’aiuto, però ho fatto ciò che so fare meglio, ovvero organizzare momenti in compagnia piuttosto movimentati per farlo divertire e pensare ad altro almeno per un po’.
Per questo motivo avevo puntato sul carnevale e volevo che fosse, non solo un momento ironico e divertente per tutti, ma, soprattutto, un’occasione di svago per lui, per farlo ritornare il Lorenzo di qualche mese prima.
Diciamo che il carnevale in sé non ha fatto un granché, ma gli ha permesso di incontrare una persona che senza rendercene conto ha raggiunto il nostro scopo principale.
La domenica mattina ad Acqualagna, infatti, tra Lorenzo e Nicole ci sono state scintille, anzi zampilli…
Già l’avevamo vista la sera prima ed eravamo anche andati a mangiare una pizza tutti insieme, però la ragazza era rimasta sulle sue, probabilmente proprio perché non ci conosceva.
E Lorenzo, comunque, non aveva fatto una piega, tutto assolutamente normale, finché la mattina dopo non si sono scontrati…
Apparentemente un giorno come tanti, con i mattinieri che si sono alzati all’alba e i dormiglioni, tra cui la sottoscritta, che non ne volevano sapere di svegliarsi. Alle 9.30, però, eravamo già fuori, più o meno svegli, e Lorenzo era in vena di burle e se l’era presa, come suo solito, con mia sorella. La stava rincorrendo tra i camper e i suoi strilli si sentivano fino al paese, ma non ce n’eravamo preoccupati, tanto eravamo tutti in piedi… o quasi…
All’improvviso, infatti, una cascata d’acqua ha completamente inzuppato Lorenzo dalla testa ai piedi. Si era trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato… o al momento giusto nel posto giusto…
Non ci eravamo resi conto che Nicole era ancora nel mondo dei sogni e le grida e le chiacchiere sotto al camper dei suoi nonni non le erano andate a genio. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, in tutti i sensi, è stata la vivacità di Erica durante la rincorsa da parte di Lollo, così Nicole non ha resistito più e ha lanciato una bella secchiata d’acqua dalla finestra della mansarda. Acqua che ha preso in pieno Lorenzo suscitando una grande risata generale e uno scontro quando la ragazza è uscita dal camper.
Non credevo di certo che Nicole potesse essere tanto aggressiva e determinata nel volere la ragione dell’accaduto, né che Lorenzo se la potesse prendere tanto per un po’ d’acqua.
Questa bella litigata ha dato il via ad un rapporto tutto loro che è stato, soprattutto all’inizio, un continuo battibeccare per tutto.
Beh, forse, però, la secchiata d’acqua bisogna ringraziarla perché così Nicole si è integrata perfettamente nel gruppo, ha legato con me e Stefania grazie alla nostra solidarietà femminile e siamo diventate amiche; mentre Lorenzo è tornato da un minuto all’altro ad essere in tutto e per tutto il vecchio bambinone e burlone, dimenticando completamente tutta la vicenda di Clara.
Ecco, sicuramente gli ci voleva un po’ d’acqua in testa per schiarirsi completamente le idee!

Comunque, di questo loro inizio eravamo preoccupati. Avevamo sempre paura di lasciarli da soli… e, invece, un po’ di chiacchiere a quattr’occhi gli sono servite…
Quando il sabato dopo siamo andati a ballare e Nicole è venuta con noi, abbiamo sempre cercato di stare tutti insieme, ma io e Luca volevamo farlo un “valzerino” e anche Vale e Stefania volevano fare un ballo soli soletti…
“Vi possiamo lasciare da soli o vi scannate?” avevamo chiesto a Lorenzo e Nicole seduti su due poltroncine a due metri di distanza l’una dall’altra.
I nostri genitori e tutti gli altri si erano già buttati in pista e si stavano godendo la loro serata tra coppie adulte, mentre le “bimbe” si erano fiondate nella sala dei balli di gruppo.
“Sì sì andate, non ci ammazziamo mica” aveva detto Nicole e ci eravamo dileguati.
Nessuno di noi ha idea di cosa sia successo in quei pochi minuti, durante la nostra assenza, ma quando siamo tornati Nicole e Lorenzo stavano amabilmente parlando uno di fianco all’altra e noi eravamo rimasti paralizzati senza parole a vedere la scena.
Alle nostre domande su cosa fosse accaduto nessuno dei due ha mai risposto, però da allora sono passate due settimane in cui i due si sono sentiti continuamente, anche se purtroppo hanno avuto poche altre occasioni per vedersi.
Io sarei contenta se scoccasse la scintilla…
Nicole è una ragazza fantastica e non mi dispiacerebbe affatto se diventasse in tutto e per tutto un membro del Gruppo Giovani.
E Lorenzo grazie a lei è ritornato tra noi e ha trovato qualcuna che sa tenergli testa sul serio.
Io credo che qualcosa sia successo, forse serve a loro solo un po’ più di tempo, poi chissà…








Note d'autrice
Ciao a tutti!
Pubblico questo che vi annuncio è il penultimo capitolo della storia... almeno per ora! ;)
Come vi avevo accennato, sono arrivati dei nuovi personaggi che, d'ora in avanti, faranno in tutto e per tutto parte della vita della nostra coppia principale, Giulia e Luca! :D
Ringrazio tutti coloro che hanno letto la mia storia, seppur molto molto silenziosamente... e vi invito a godervi questa parte con un caloroso augurio di buon Natale e buone feste a tutti!
Spero che tra pranzi, cene, una festa e l'altra, un torrone e un panettone, troverete due minuti per leggere e, magari, commentare... mi fareste un grande regalo di Natale! XD
Auguriiii e grazieeee!!!
A dopo le feste, Giuly :)

 

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Capitolo 7
*** Un anno dopo... parte 3 ***


Pronti? Tre, due, uno, si apre la porta e… dentro!
Il delirio si è impossessato della sala… la classe denominata Italia Scemi ha fatto il suo ingresso e ora provate voi a fermarla!
Finalmente sta avendo inizio la parte movimentata della serata.
Dopo il nostro ingresso, Vincenzo ha dato il via alla musica e Luca mi ha preso la mano e portato in coppia per il primo valzer di questa sera.
Eggià, avreste mai detto che sarebbe stato lui a tirarmi in pista?
Beh, devo dire che ha sorpreso molto anche me la prima volta che mi ha chiesto: “Balliamo?”

Erano ormai tre mesi e mezzo che stavamo insieme. Era metà luglio e il Club aveva organizzato la Salsicciata, cena a base di salsicce e costarelle nel giardino di un socio sotto le stelle, tradizione del Club da diversi anni.
Tutto era come sempre: preparativi, cucina, cena, chiacchiere e, ovviamente, Vincenzo con il suo impianto stereo.
Quando si è dato il via alle danze, io ero ancora seduta al tavolo, tanto sapevo che il primo ballo babbo lo fa sempre con mamma e io attendevo come di consuetudine i balli di gruppo.
Invece, Luca mi si è avvicinato e mi ha chiesto di ballare. Io all’inizio l’ho guardato sbalordita, sapevo che il ballo non era il suo forte; certo, io lo avevo trascinato in pista… ma io!
Comunque l’ho seguito e ci siamo messi in posizione per il valzer.
Sono rimasta ancora più stupita sentendo che era lui a guidarmi nei passi e che sapeva perfettamente come muovere i piedi… ma io non glielo avevo mai insegnato.
Lui, notando il mio stupore, mi ha spiegato: negli ultimi due mesi aveva chiesto a mio padre se gli insegnava a ballare e lui era stato ben contento di prepararlo, sapendo quanto io ho da sempre desiderato qualcuno che ballasse con me e non fosse lui.
Così si incontravano a mia insaputa, all’inizio solo loro due, poi anche mia sorella o mia madre per poter provare in coppia. Il ballo che babbo si è impegnato a imparargli è stato il valzer ed è stato il primo di una lunga serie che sta andando avanti tutt’ora.
Infatti, da quella volta, sempre con l’aiuto di mio padre, ho insegnato a Luca tutti i miei balli di coppia preferiti. Quando non dovevamo studiare o non avevamo impegni passavamo le ore provando e con tutta la calma abbiamo raggiunto un bel repertorio di balli. Dopo il valzer abbiamo concluso il gruppetto dei balli romagnoli, quindi mazurka e polka; dopodiché siamo passati ai balli caraibici, il merengue, di cui già gli avevo insegnato la base, poi la bachata e la salsa. Gli ultimi ai quali ci siamo dedicati sono stati il mambo e il boogie woogie, il mio ballo preferito in assoluto di cui ci stiamo studiando le prese.
Insomma, mi aveva fatto davvero una bellissima sorpresa e anche il fatto che si mettesse d’impegno per imparare più balli possibile mi aveva riempito il cuore di gioia.
Così, finalmente anche io ho il mio ballerino, la mia coppia a tutti gli effetti e, nonostante un mese fa abbia smesso di andare a scuola di ballo perché stava diventando per me troppo impegnativo, non ho assolutamente smesso di ballare. Infatti, ora la mia scuola di ballo è direttamente in garage completa di ballerino tutto mio! E, per di più, il divertimento è unico, non ci sono paragoni!

“Caspita Luca, non ti si riconosce più! Un anno fa eri un bastone, me lo ricordo bene. Poi mi dai il numero della scuola dove hai imparato…” gli dice Tiziana dopo il nostro secondo ballo ridendo, sapendo bene quanto si è impegnato con me e mio padre per arrivare a questo livello.
“Certo Tizi! Scuola Simone & Co., famiglia di ballerini.” le risponde e la risata è generale.

Comunque, anche io gliel’ho fatta una sorpresa, una bella sorpresa… in occasione del suo compleanno avvenuto esattamente dieci giorni fa e non uno qualsiasi, quello dei suoi 18 anni.
Il 5 marzo, infatti, era un giorno in mezzo alla settimana e Luca voleva organizzare il sabato sera per festeggiare con i suoi amici.
Gli faceva, però, piacere anche festeggiarlo con noi ragazzi e tutto il gruppo Italia Scemi, anche se non era convinto che farli venire sabato con i nostri coetanei fosse una buona idea.
Intanto, però, eravamo sicuri di voler festeggiare io e lui da soli, così per il giorno stesso gli avevo promesso che avrei organizzato qualcosina… Una sorpresa!
A causa della scuola, quel giorno abbiamo passato l’intero pomeriggio a fare i compiti, ma noi per non stare da soli ci siamo riuniti in camera di Luca e, anche se materie diverse per scuole diverse, abbiamo studiato insieme. Poi gli avevo detto che per la sera avevo prenotato in un ristorante vicino casa mia; credo che, nonostante sia quasi un anno che stiamo insieme, non siamo mai riusciti a fare una cena da soli.
Quando stavamo per uscire, però, mi arriva una chiamata. Era mio padre che non trovava più le chiavi della sede del Club e mi aveva chiesto se per caso le avessi avute io. Cercando nella borsa mi sono accorta che effettivamente erano lì perché quando avevamo stampato il giornalino qualche giorno prima aveva fatto chiudere le porte a me ed, evidentemente, soprappensiero le avevo messe in borsa. A questa notizia, allora, mi chiede se gentilmente potevo passare in sede a prendere un foglio in cui la sera prima, che eravamo stati lì per cantare con Vincenzo, come tutti i martedì, aveva scritto chi si era segnato per la Trippa e l’aveva dimenticato sul tavolo. Voleva andarci lui, ma si era accorto che non aveva le chiavi…
Io gli avevo detto che non c’erano problemi, tanto era di strada e l’ho riferito a Luca.
Quella sera per la prima volta sono montata in moto con lui. Luca aveva già preso la patente per il 125 l’anno scorso e lo zio gli aveva regalato la sua vecchia moto che tanto non usava più. E da quel giorno, diventato maggiorenne, poteva finalmente portarmi in giro con lui.
Il viaggio non sarebbe stato lungo, però, è stata un’emozione indescrivibile. Lui guida perfettamente, non fa il pazzo per strada e a maggior ragione sapendo che ci sono io, e mi fido di lui!
Arrivati davanti alla sede, Luca ha parcheggiato la moto davanti al cancello e siamo andati su per prendere questo foglio tanto urgente.
Ho aperto il portone principale e siamo andati nella stanza di sopra, ma quella serratura fa i capricci e io di pazienza ne ho poca, così ho lasciato fare a Luca.
Quando ha aperto la porta, ha acceso la luce e… sorpresa!
Mentre veniva invaso di coriandoli, un coro di auguri si è librato nella stanza e una musica molto nota si è diffusa nell’aria…
Ecco qui la sorpresa!
In pratica tutta la faccenda delle chiavi era stata solo una messa in scena per portarlo in sede, dove tutto il gruppo si era dato da fare per addobbare e organizzare la festicciola.
Tutti avevano dato una mano e si erano divisi i compiti: le signore avevano pensato al cibo, dolci, salati e pizza posti a buffet su un lungo tavolo; gli uomini assieme ai ragazzi avevano addobbato la saletta e Dj Antonio aveva portato tutta la sua console per mettere un po’ di musica.
Io, invece, avevo il compito di tenerlo lontano dai preparativi e trovare una scusa per portarlo in sede quella sera.
Direi che la sorpresa è riuscita perfettamente e questo era solo il principio.
Abbiamo passato l’intera serata a ballare, cantare, chiacchierare e, ovviamente, mangiare, ma la cosa più importante era che eravamo tutti insieme e, soprattutto, che Luca era stato contento di essere riuscito a festeggiare con tutto il gruppo la sua maggior’età… e io ero stata felice di poter vedere i suoi occhi sorridere!

Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo per me. Mi accorgo di non avere più risorse, senza di te, e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da te, ma il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario va…
La fase “karaoke sfrenato” è iniziata da un po’ e noi siamo tutti attorno al monitor per cantare a squarciagola.
“Quasi quasi canterei qualcosa…” mi dice Luca di fianco a me.
“Vai!” gli dico sorridendo, intuendo cosa gli è venuto in mente… un bellissimo ricordo proprio qui un anno fa…
“Però questa volta tu vieni con me!”
“E cosa mi fai cantare?”
“Vediamo…”

Al termine della canzone ci avviciniamo a Vincenzo e la scelta avviene con uno sguardo…

Io ed i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme,
con l'anima smaniosa a chiedere di un posto che non c'è,
tra mille mattini freschi di biciclette
mille e più tramonti dietro i fili del tram
ed una fame di sorrisi e braccia intorno a me.
Io e i miei cassetti di ricordi e di indirizzi che ho perduto,
ho visto visi e voci di chi ho amato prima o poi andar via
e ho respirato un mare sconosciuto nelle ore
larghe e vuote di un'estate di città
accanto alla mia ombra nuda di malinconia.
Io e le mie tante sere chiuse come chiudere un ombrello,

col viso sopra al petto a leggermi i dolori ed i miei guai,
ho camminato quelle vie che curvano seguendo il vento
e dentro a un senso di inutilità
e fragile e violento mi son detto tu vedrai, vedrai, vedrai…

Strada facendo vedrai
che non sei più da solo,
strada facendo troverai
un gancio in mezzo al cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore…
vedrai più amore, vedrai!
Io troppo piccolo fra tutta questa gente che c'è al mondo,
io che ho sognato sopra un treno che non è partito mai
e ho corso in mezzo ai prati bianchi di luna
per strappare ancora un giorno alla mia ingenuità
e giovane e invecchiato mi son detto tu vedrai, vedrai, vedrai…
Strada facendo vedrai
che non sei più da solo,
strada facendo troverai
anche tu
un gancio in mezzo al cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore…
vedrai più amore, vedrai!
E una canzone neanche questa potrà mai cambiar la vita,
ma che cos'è che mi fa andare avanti e dire che non è finita?
Cos'è che mi spezza il cuore tra canzoni e amore,

che mi fa cantare e amare sempre più
perché domani sia migliore, perché domani tu…
Strada facendo vedrai…
perché domani sia migliore, perché domani tu…
Strada facendo vedrai…
perché domani sia migliore, perché domani tu…

Strada facendo vedrai…

Avevamo cantato insieme e alla fine anche Lollo, Vale, la Stefy e le “bimbe” si erano uniti a noi e abbracciati abbiamo concluso la canzone con un bel coro…
Ne abbiamo fatta di strada…
È passato un anno, ma mille cose sono cambiate.
Abbiamo riunito il gruppo e nuovi arrivi lo hanno allargato e integrato…
Insieme, anche con i grandi, abbiamo trovato la nostra armonia e ogni momento è buono per un po’ di divertimento tutti uniti.
Questo, però, è solo l’inizio…
Siamo sempre prontissimi ad accogliere nuovi attimi tutti per noi, nuove avventure e nuove sorprese da vivere assolutamente insieme!
Non avrei mai immaginato tutto questo un anno fa e rendendomene conto non posso fare a meno di avere il cuore colmo di felicità!
Ho tutto, non potrei desiderare nulla di più… un Club di camperisti con cui uscire, un gruppo mattacchione con cui ridere, una famiglia che mi vuole bene, un gruppo di amici che ho ritrovato e non mollerò mai più… e il mio piccolo grande amore…

…il nostro piccolo grande amore!









 

Note d'Autrice
Ciao :D
Ecco il finale di questa storia... finale apertissimo, infatti è solo l'inizio XD
Dopotutto, ora che il gruppo si è finalmente riunito non posso lasciar terminare tutto così... ma questa è un'altra storia!
Mi dispiace non aver ricevuto recensioni nemmeno nello scorso capitolo, ma spero che ora che la storia è conclusa possa invogliare di più a leggere... e non dimenticate di farmi sapere la vostra opinione, breve o lunga, buona o cattiva che sia! ;)
Anche in quest'ultimo capitolo ho riportato il testo di una fantastica canzone di Claudio Baglioni, "Strada facendo"...
Ringrazio, come sempre, i lettori silenziosi... e auguro un buon 2016 a tutti!
Alla prossima,
Giuly :)

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