Nico Di Angelo - La vita di un adolescente

di BlackWendy
(/viewuser.php?uid=186342)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era al terzo anno di superiori eppure era ancora sopravvissuto, non è mai stato uno dei più popolari della scuola ma grazie al suo gruppo d’amici non è mai stato preso di mira da nessun bullo in particolare, certo qualcuno ogni tanto gli ha fatto cadere “per sbaglio” i libri nel corridoio ma nulla di eccessivo è successo durante i suoi anni da liceale. Eppure quell’anno sapeva che qualcosa sarebbe cambiato, Percy e Jason si erano diplomati ed erano pronti a cominciare la loro vita al College, anche Annabeth, Piper e Frank lo avevano abbandonato, quest’ultimo era partito in Erasmus in Giappone per avvicinarsi di nuovo alle sue tradizioni.
Annabeth aveva colto la palla al balzo e dopo la rottura con Percy l’ultimo giorno di scuola, aveva deciso di cominciare l’università in Europa, aveva letto che li si trovano le migliori università di architettura e aveva confessato a Piper che l’unico modo per dimenticare l’unico ragazzo con cui era stata per così tanti anni era partire per un po’, la ragazza non se l’era sentita di abbandonare la sua migliore amica e dopo tanti anni di flirt con un Jason un po’ restio, ha deciso anche lei di non perdere quell'opportunità e trasferirsi insieme all'amica a Parigi.
Quindi eccolo, Nico Di Angelo, lasciato ad affrontare un nuovo anno di scuola con al fianco Leo Valdez – un ragazzino riccioluto, dai tratti ispanici e il sorriso sempre pronto sul viso – e al fianco opposto Hazel, sua sorellastra da parte di padre e più piccola di un anno, non un gruppo così rassicurante. L’unica cosa positiva è che insieme ai suoi amici anche la maggior parte dei bulli della scuola si erano diplomati, il problema è che per uno che se ne va ne arrivano altri tre, ma non gli andava di rovinarsi con quei pensieri il primo giorno di scuola.
Nico dal canto suo però può vantare una sostanziale crescita negli ultimi mesi estivi, è riuscito a mettere su un paio di centimetri e con i suoi due migliori amici fissati per il fisico è riuscito anche a non sembrare uno stuzzicadenti, anche se la maggior parte delle volte lui si fermava dopo la prima mezz’ora di esercizi e continuava a guardare Jason e Percy fare a gara a chi sollevava più peso con il bilanciere. Fino a pochi mesi fa portava i capelli lunghi fino a sfiorargli il collo, con l’estate anche quelli sono spariti, porta ora un taglio più ordinato che termina dietro alla nuca ma più folto sulla parte anteriore, con il ciuffo che delle volte gli ricade davanti agli occhi. Il suo modo di vestire però è rimasto quello di sempre, completamente di nero con quella pelle diafana che quasi lo fa sembrare uno spettro che cammina – e quest’anno quindi puntiamo sul terrore per spaventare gli altri.
«Terra chiama Nico, Terra chiama Nico»
«Eh? Cosa?»
«Ho detto, cosa hai la prima ora? Io ho matematica» dice Leo andando a controllare il foglio con l’orario che poco prima hanno ritirato tutti e tre in segreteria
«Io ho storia» dice l’altro andando a controllare sul suo foglio
«Ragazzi io sono arrivata, ci vediamo dopo a pranzo okay?» a parlare è Hazel, che li saluta con un cenno della mano prima di sparire nella classe di letteratura inglese
«Bene, allora non ci rimane che vederci anche noi a pranzo, io devo andare al secondo piano»
«Okay Valdez, ci vediamo dopo al solito tavolo» gli fa un cenno della testa prima di incamminarsi verso il corridoio che affaccia sulla classe di storia.
«Uh-Uh Di Angelo senza i suoi bodyguard?» il sangue di Nico si gela nelle vene, la voce la riconosce quasi subito, era convinto che si fosse diplomato insieme a tutti, quella voce apparteneva all’unica persona che per quanto Percy e Jason lo affiancassero non ha mai smesso di cercare di avvicinarsi a Nico. Il ragazzo va a voltarsi, e i suoi occhi scuri incontrano la figura alta e slanciata di Will Solace, capelli biondi e ricci che incorniciano il volto abbronzato contornato dalle lentiggini, a completare il tutto un fisico del nulla invidiabile, l’altro ingoia l’aria e quindi si guarda attorno in cerca di qualche figura a lui conosciuta «Tu non ti eri diplomato?»
«Cos’è non sei contento di vedermi?»
«Dipende.»
«Mi sono diplomato, ma matematica mi ha bocciato e devo seguire un paio di corsi quest’anno mentre frequento contemporaneamente il college.»
«Capisco.. beh io sono in ritardo e.. devo andare» dice il più piccolo provando a svincolare la figura del biondo, che però allunga la mano andando ad afferrargli il polso «Nico, possiamo parlare?»
«Will devo andare a lezione.» conclude andando a strattonare il polso, la presa viene lasciata dal più grande e Nico senza voltarsi indietro si incammina verso il corridoio.
Quando l’anno scorso ha frequentato Will per un paio di mesi sembrava che tra i due stesse per nascere qualcosa di reale, non era mai stato pronto a confessare i suoi gusti sessuali, e a Will era sempre andato bene frequentarsi di nascosto e non lasciar capire nulla a scuola e non si è mai fatto scappare niente con nessuno se non con Jason, l’unico con cui è sempre riuscito a parlare dei suoi sentimenti e l’unico con cui si è sentito a suo agio. Certo, Percy gli vuole bene come se fosse un fratellino più piccolo, ma non è mai riuscito a parlargli di certe cose così personali.
Solo che una sera, quando i due uscirono per andare a fare un giro con la moto del più grande, una macchina non si era fermata allo stop e li aveva travolti. Will se l’era cavata con una gamba rotta ed escoriazioni di piccola entità, mentre il più piccolo anche se aveva il casco aveva dato una brutta botta sul ciglio del marciapiede e per un giorno dovettero tenerlo in coma farmacologico per far ritirare emorragia celebrale.
I genitori di Nico si erano separati quando lui aveva solo quattro anni e sua sorella Bianca sei anni, ma i suoi genitori sembravano essere rimasti in buoni rapporti, un giorno d’estate quando sua madre li stava portando a casa di lui per passare li il week end, un camionista aveva perso il controllo del mezzo e li aveva praticamente travolti. Sua madre e sua sorella non erano riuscite a sopravvivere all’incidente, da quel giorno in poi Nico non saliva in macchina con nessuno che non fosse suo padre, Jason o Percy. Non gli piaceva viaggiare con i mezzi pubblici, ma quella sera proprio non era riuscito a rifiutare l’invito di Will, forse per paura di piacergli meno, forse perché per la prima volta un ragazzo si dimostrava così disposto a concedergli attenzioni e fato volle che proprio quella sera quella macchina non doveva fermarsi allo stop. Dall’incidente non era riuscito più a parlare con Will, per quanto l’altro ci provasse, i suoi amici gli bloccavano sempre la possibilità di avvicinarsi.

Il giorno sembra passare abbastanza tranquillamente, non ha incontrato Will per il resto della giornata e le lezioni non sono sembrate neanche così noiose, nessun bullo che si sia avvicinato e neanche qualcuno che per sbaglio gli abbia fatto cadere i libri a terra, per quanto le cose sembrassero andare bene mentre è seduto al solito tavolo della mensa con i due amici, si sente gli occhi addosso, ha anche controllato che non gli fosse rimasta carta igienica sotto le scarpe almeno tre volte.
«Ma cosa hanno tutti da fissare?» sbotta a un certo punto innervosito, Hazel si lascia sfuggire una piccola risata andando a coprire le labbra con la mano «Sputa il rospo» dice il fratello andando ad alzare entrambe le sopracciglia
«Io? No, nulla»
«Hazel» richiama l’altro con tono atono
«Oh su Di Angelo, non fare tanto il santarellino» bofonchia l’ispanico mentre gioca con la forchetta con un paio di broccoli, mentre gli occhi sono fissati sul tavolo delle cheerleader, e come suo solito non riesce a togliere lo sguardo dalla capitana: Calipso, una ragazza dalla pelle ambrata, gli occhi verde a mandorla e lunghi capelli castano chiaro, ormai era palese che Leo avesse una cotta per lei ormai da un anno, eppure tutti gli dicevano di togliersela dalla testa. Sembrava che a Calipso i ragazzi proprio non interessassero, o almeno mai nessuna l’ha vista aggirarsi con qualcuno, e anche se era una delle ragazze più popolari a tutti i balli scolastici non si presentava, per quanto nessuno riuscisse a credere che qualcuno più grande non la invitasse.
«Santarellino? Io proprio non capisco»
«Nico, sei un ragazzo del terzo anno, ormai sei entrato tra quelli più grandi e.. beh hai quell’aria misteriosa..»
«Cosa stai cercando di dirmi?»
«Di Angelo, sta cercando di dirti che le ragazze stanno facendo la fila per uscire con te» il moro quasi sta per strozzarsi con il succo di frutta «EH?!»
«Un paio di ragazze della mia classe di matematica mi hanno anche chiesto se hai una ragazza»
«State scherzando vero?»

Eppure per il resto della giornata gli è sembrato che anche alcune ragazze più grandi di lui quando passasse lo seguissero con lo sguardo, ma gli sembrava ridicolo che davvero qualcuno pensasse che lui è “carino”. Certo anche l’anno scorso le ragazze si avvicinavano a lui, ma la maggior parte delle volte o era per chiedere i suoi appunti o il numero di telefono di Percy e Jason. Lui è sempre stato “l’amico sfigato” del capitano della squadra di nuoto e del capitano della squadra di calcio. Per sua fortuna la giornata era giunta al termine e poteva tornarsene a casa.
Di solito a casa ci tornava insieme ad Hazel dato che Leo abitava fuori città e usufruiva del trasporto studenti messo a disposizione dalla scuola, ma quel giorno sua sorella sarebbe andata a pranzo da una compagna e quindi doveva tornarsene a casa da solo. Quindi infila le cuffiette nel lettore mp3 e comincia a camminare sul marciapiede con le mani in tasca.
Una mano gli si poggia sulla spalla, si blocca e va a voltarsi trovando di fonte Will, che a quanto pare l’ha seguito per tutto il tragitto ma lui non se ne è accorto avendo la musica a palla nelle orecchie. Esasperato toglie le cuffiette e alza gli occhi neri in quelli chiari del più grande «Solace la smetti di seguirmi?»
«La smetto se mi darai la possibilità di parlare»
«Senti Will, lascia perdere. Non è stata colpa tua, va bene? Ti ho perdonato. Ora però lasciami in pace.»
«Certo, e allora perché non rispondi alle mie telefonate? O messaggi? Mi ritrovo a fare lo stalker per parlarti solo due minuti.»
«Perché..io..»
«..se non è colpa mia, allora perché non siamo più usciti insieme?»
«Perché non mi interessavi più.» il tono di voce che gli esce è gelido e distaccato, è da molto che non usava quel tono, da ragazzino ha sempre avuto problemi con il suo carattere schivo, ma con l’aiuto dei suoi amici è diventato leggermente più amichevole. Certo, sembra sempre che voglia ucciderti con una sola occhiata, ma almeno adesso se gli chiedono l’ora è abbastanza gentile da rispondere «Non ci credo.»
«Senti, Solace, io uscivo con te solo perché volevo togliermi dalla testa un altro, a quanto pare non ci sei riuscito. Quindi non mi sei servito più» a quelle parole Will sposta la mano dalla spalla del più piccolo che non aveva ancora mosso. Fa un passo indietro e stringe le labbra tra di loro, per un attimo Nico viene attraversato da una fitta al cuore, sapeva di avergli fatto male, sapeva che Will in passato aveva sofferto per una storia: un ragazzo che l’aveva usato solo per far ingelosire un suo ex, un ragazzo che era stato con lui per quasi un anno, e che l’aveva abbandonato proprio nel momento in cui sua madre aveva iniziato ad avere problemi economici. Quando invece aveva più bisogno di qualcuno al suo fianco, e ricorda anche come lui gli aveva raccontato quella storia con gli occhi lucidi, come gli dicesse che mai a nessuno aveva raccontato quelle cose così personali. Eppure eccolo li, Nico Di Angelo, un altro ragazzo pronto a trafiggere il cuore del biondo. Il ragazzo abbassa la testa e annuisce piano «Capisco.» conclude andando a sospirare «Non..non ti darò più fastidio. Scusa.» detto questo si volta e si allontana a lontane falcate.

E’ in camera sua, con le tende tirate davanti alla finestra e con le coperte fin sopra alla testa, si sentiva un totale schifo per le cose che aveva detto a Will. Nel periodo in cui uscivano insieme gli piaceva realmente, si sentiva protetto e accettato, gli piaceva il modo in cui Will accettava i suoi tempi, era rimasto sorpreso di quando una sera accompagnandolo a casa gli aveva dato un bacio sulla fronte sapendo che non era pronto a qualcosa come un “vero bacio”, ed era stato altrettanto piacevole quando per la prima volta si era avvicinato con circospezione per essere sicuro che Nico volesse quel bacio, ricorda anche che quel bacio era stato piacevole. Ma non si sentiva uno schifo perché gli aveva mentito, in realtà si sentiva uno schifo perché sapeva di avergli detto la verità. Non era colpa di Will, lui era perfetto, il ragazzo che chiunque desideri al suo fianco, ma lui, Nico Di Angelo, era in realtà innamorato di qualcun altro da.. beh da quando non se lo ricorda neanche.
Il cellulare comincia a squillare e interdetto l’altro caccia solo la mano da sotto le coperte per afferrarlo, non legge neanche il nome sul display e lascia scorrere il dito sullo schermo
«Che vuoi?»
«Oh oh qualcuno qui è di cattivo umore» al sentire quella voce si mette seduto sul letto lasciando che le coperte gli scivolino sulle ginocchia
«Jason?»
«Eh sì, amico, proprio io.. Senti sono qua con Percy e ci domandavamo se.. beh se questo week end ti andava di venire a passarlo da noi. Non abbiamo corsi, e nella casa che abbiamo preso in affitto vicino al campus c’è un divano abbastanza comodo dove dormire.»
«Io.. beh.. non lo so»
«Nico non puoi dire di no.» questa seconda voce apparteneva all’altro suo amico, il piccoletto rotea gli occhi e quindi arriccia le labbra «Grace sei con il vivavoce?»
«Eh già»
«Non si saluta?»
«Ciao Percy… comunque.. fatemene parlare con mio padre e vi faccio sap-»
«Sally l’ha già chiamato e ha detto di sì.»
«Ti pareva.. e va bene, verrò da voi.»


*Note dell'autrice*:
Eccomi, da quando non mettevo mano alla tastiera? Ecco, da un bel pò, ma non riuscivo proprio ad avere ispirazione. Quindi mi sono messa a leggere qualche storia su EFP eppure non riuscivo a trovare qualcosa che realizzasse le mie fantasie e quindi ecco che penso "Perché allora non la scrivi tu?". Ed eccomi tornata.
Questo è un piccolo esperimento, sto tornando alla tastiera con molta moderazione.
Premetto, ho notato che io e le storie lunghe non abbiamo un gran rapporto, quindi non vi prometto nulla. Lascerò questa storia vada avanti nel modo in cui si sviluppa nella mia testa, ho un'idea di partenza e vedremo come portarla avanti. Per ora penso che sicuramente può contenere dai 3 ai 5 capitoli, se la cosa non mi soddisferà allora forse ne farò qualcun'altro o qualcuno in meno. In tanto qualche vostro commento mi farebbe MOLTO piacere.
Blackwendy is come back (?)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


*Nico*
«Quindi questo week-end vai a dormire dai tuoi amici?» chiede Ade mentre sono tutti seduti a tavola. Suo padre è sempre stato il tipo di genitore che visto da fuori sembra rigido e distaccato. E quella è davvero l’impressione che l’uomo dà agli altri, ma infondo un avvocato non può mica sembrare un agnellino, giusto?
«Se per te va bene..» conclude il ragazzino facendo una scrollata di spalle
«Certo, mi ha già chiamato Selly, quella donna sarebbe capace di convincere anche l’avvocato del diavolo» si lascia sfuggire un sorriso divertito e quindi sposta gli occhi sulla seconda figlia. Hazel, quella ragazza così diversa dal maggiore, dalla pelle scura e che non sembra somigliare lontanamente a suo padre. In casa non parlano mai della madre di Hazel, lei è nata un anno dopo la nascita di Nico, quando in realtà suo padre era ancora sua madre. La ragazza era figlia dell’amante di Ade, la causa della separazione dei suoi genitori. Per un periodo Hazel aveva vissuto con sua madre ma che aveva seri problemi di droga, quando la ragazzina aveva cinque anni la donna fu ricoverata per overdose e le fu tolta la potestà genitoriale e Hazel fu affidata ad Ade che in tanto aveva cominciato una nuova vita con la sua nuova compagna: Persefone.
La donna non era così male, inizialmente non sembrava accettare molto i figli di Ade, probabilmente perché loro due non riuscivano ad averne uno proprio. Quando però Nico perse sua madre e anche Hazel, la donna sembrò cambiare idea sui di loro, e per quanto si comportasse più come una specie di amica che come una madre, ai due andava più che bene.
«Papà dato che Nico va a dormire da Jason e Percy questo week-end, io posso andare a casa di Beth?»
«Mmh» l’uomo sembra riflettere sulla richiesta della ragazza
«Su caro, cosa deve fare a casa tutta sola? E poi ti ricordi quel centro benessere di cui ti parlavo? Con i ragazzi dai loro amici siamo tranquilli e non dobbiamo preoccuparci di lasciarli a casa da soli.»
«Beh, se tutti insistete, va bene.»

La cena prosegue con chiacchiere leggere sul primo giorno di scuola dei ragazzi, un caso un po’ spinoso di Ade che però è ben disposto a portarlo avanti e con Persefone che illustra a tutti il suo progetto per l’ingrandimento del negozio di fiori di famiglia su cui lavora ormai da mesi. Quando gli argomenti di discussione terminano, tutti si alzano di tavola con un tacito accordo, Nico si avvicina al frigorifero per prendere il solito bicchiere d’acqua «Papà domani mi accompagni tu alla stazione? Ho la metro alle nove»
«Va bene, tanto ho udienza alle nove e mezzo.»

Il giorno dopo Ade e Nico sono in macchina alle otto e mezza diretti verso la metro di New York. Nico abita nella zona di Manhattan, mentre i suoi amici si sono iscritti a un college in periferia e per arrivarci la metro è la situazione più comoda e veloce. Una volta che suo padre si è premurato di fargli le solite raccomandazioni genitoriali, il piccoletto si trova seduto in metro con gli occhi fissi sul cellulare mentre si scambia dei messaggi con Percy per accordarsi sul punto in cui si sarebbero incontrati.

Un’ora dopo – più o meno – si trova nell’appartamento dei due amici. Più che appartamento, era un piccolo loft al quarto piano di un palazzo cittadino dove ha in realtà scoperto che la maggior parte degli appartamenti sono affittati a studenti essendo il palazzo situato a un solo isolato dal college che i due hanno scelto di frequentare.
«Questa è la mia camera, quella in fondo quella di Jason, quello è il bagno e questa è la cucina» mentre il ragazzo cammina con il borsone per la casa l’amico dagli occhi verdi gli sta mostrando l’appartamento in cui mette piede per la prima volta, anche se i due gli avevano mandato delle foto il giorno in cui si sono trasferiti «E’ ancora un po’ in disordine, ma il padre di Jason ancora non gli hanno mandato degli scatoloni e io non riesco a decidere su cosa lasciare a casa e su cosa portarmi qui.»
«Ma Jason dov’è?» chiede quindi il più piccolo guardandosi attorno
«Doveva vedersi con una nostra compagna di corsi per degli appunti, penso che a breve torni. E allora, tu che mi dici? Com’è andato il primo giorno di scuola? Non mi dire che già qualcuno ti ha fatto cadere i libri» storce le labbra il più grande, con evidente preoccupazione in viso. Percy è sempre stato molto protettivo nei confronti di Nico, pronto a prendere le sue difese con i più grandi o a sostenerlo durante il lutto di sua madre e sua sorella. In realtà lui e Percy sono praticamente cresciuti insieme, in casa ha anche un album di fotografie di quando avevano pochi anni e già giocavano sul tappeto insieme. Non ricorda esattamente quando Jason si è unito e hanno formato quel trio, sa solo che a un certo punto nelle foto da due bambini ne erano tre. In realtà i loro padri erano amici dai tempi del liceo, e non si sono mai persi di vista neanche quando sono cresciuti, anzi hanno comprato tutti e tre casa vicino in modo da continuare a coltivare quell’amicizia. Anche dopo la rottura con la moglie, è stata quest’ultima a trasferirsi a casa di sua madre per un periodo lasciando ad Ade la loro vecchia casa.
«In realtà… ho incontrato Will.»
«Cosa?! Ma non si è diplomato l’anno scorso?»
«Beh..s-sì, ma ha detto che matematica l’ha bocciato e quindi deve seguire dei corsi»
«Io quello lo ammazzo, giuro che lo ammaz-»
«Chi ammazzi?» a un certo punto la porta di casa viene chiusa e a palesarsi nella stanza è Jason, che si avvicina alle figure dei due andando a farsi cadere sul divano «Hei Neeks» e gli fa l’occhiolino
«Sai chi ha incontrato Nico a scuola?» chiede il moro, Jason scuote semplicemente la testa «Will Solace.»
Per un istante Jason fa scorrere lo sguardo sul viso del più piccolo che si morde il labbro inferiore, sa che non è pronto per raccontare a Percy tutta la verità. Infatti il ragazzo sa solo semplicemente che quella sera Will aveva trovato Nico all’uscita dalla biblioteca e gli aveva offerto un passaggio in moto, non sapeva minimamente del loro appuntamento, come non era a conoscenza del fatto che Nico fosse gay. «Ah.»
«Ah? Tutto quello che sai dire è “ah”?»
«Beh cosa dovrei dire Percy? Non hai neanche fatto parlare Nico, immagino»
«Beh.. in realtà non è successo nulla, voleva solo chiedermi scusa.»
«Certo, scusa per averti quasi ammazzato.»
«Non è stata colpa sua.. lo sai»
«Grace ma tu da che parte stai?!»
Nico porta la mano destra sugli occhi e sospira andando a scuotere la testa «Percy lascia perdere, gli ho detto che non mi va più di parlarne, che ormai è acqua passata e abbiamo chiuso così.»
«Visto? Inutile che fai la mamma chioccia» dice l’altro andando ad allungare la mano per dare un piccolo scappellotto dietro alla testa dell’altro.
«Io preparo il pranzo, o qui non si mangia» bofonchia l’altro andando ad alzarsi dal divano per andare verso la cucina «Ehm.. Percy che prepara il pranzo? Sicuro che non ci avveleniamo?»
«Ti ho sentito!» urla l’altro dalla cucina, lasciando che i due amici scoppino a ridere.
«Nico..»
«Uhm?»
«Cosa ti sei detto con Will?» per un attimo Nico lascia scivolare gli occhi in direzione della porta della cucina, recupera il telecomando sul tavolino e accende la tv andando ad alzare la voce, in modo che sembri che si siano messi a guardare la tv «Gli ho detto l’unica cosa capace di allontanarlo.»
«Cioè?»
«Che sono innamorato di un altro e che lui in realtà lo stavo usando. E mi sono sentito uno schifo. Dovevi vedere che faccia ha fatto, dopo quello che mi ha raccontato..»
«Beh potevi inventarti una balla miglior-» a quel punto l’altro si blocca andando ad inarcare entrambe le sopracciglia «..non era una balla, vero?» Il più piccolo sospira e si mordicchia il labbro inferiore, quindi porta realmente gli occhi sullo schermo della televisione «Perché non me l’hai mai detto?»
«Cosa?»
«Beh, quello che provi» ammette il più grande andando a mordicchiarsi il labbro inferiore
«Certo, venivo da te e con molta nonchalance ti dicevo “Oh sai Jas, non so da quando.. ma da un po’ penso di essermi innamorato del mio migliore amico”»
«Esatto.» dice l’altro facendosi sfuggire una risata, quindi il più piccolo si porta una mano sulla bocca e spalanca gli occhi «Non glielo dirai, vero?»
«Io-» per un attimo negli occhi di Jason sembra passare un sentimento strano, come se fosse stato preso alla sprovvista, gli occhi quindi passano sulla cucina e tornano a guardare Nico «Certo che no!»

*Jason*

«Beh quindi…» mentre Nico parla, in realtà il suo cervello è come si scollegasse. Pensava realmente che Nico stesse per dirgli che in realtà era innamorato di lui. Da quando gli ha confessato la prima volta di essere gay, è come se nel petto di Jason fosse scoppiato un turbine di emozioni. Quel ragazzino gli è sempre sembrato qualcuno di così fragile da difendere, eppure si rendeva anche conto che Nico era la persona più forte che conoscesse. È vero, aveva passato un brutto periodo quando sua madre e sua sorella erano morte, ma chi non l’avrebbe passato? Eppure non aveva fatto stupidate, non aveva allontanato lui e Percy e non si era chiuso a riccio come pensava sarebbe potuto succedere. Anzi, è come se Nico si fosse reso conto che da un momento all’altro la vita può finire e quindi non si era preoccupato di provare quei sentimenti che tanto provava a reprimere. Quando la prima volta gli disse che stava uscendo con Will, la cosa lo infastidì parecchio, eppure non riusciva a capire il perché gli desse così fastidio, era convinto che le sue fossero semplici preoccupazioni per l’amico. Quando però Nico gli raccontava delle loro uscite, di come Will gli tenesse la mano, o gli accarezzasse i capelli, di come era stato il loro primo bacio, fu in quei momenti che si rese conto che in realtà quei sentimenti di protezione che provava nei confronti del più piccolo si erano trasformati in gelosia. E lui invece non era mai riuscito ad accettarlo, non perché gli sembra sbagliato farsi piacere qualcuno del proprio sesso, perché non era convinto di quello che provava, perché solo con Nico gli succedeva. Gli è capitato di voler guardare altri ragazzi, per capire se in realtà fosse solo una sua fissa mentale, eppure con gli altri non gli capitava assolutamente nulla. Non si sentiva attratto, ma la cosa strana è che non si sentiva attratto neanche dalle ragazze. Piper gli è stata dietro quasi un anno, hanno provato anche ad uscire insieme e un paio di volte in realtà hanno anche pomiciato, ma nella testa di Jason l’immagine di Nico che bacia Will Solace proprio non riusciva a toglierla. E quella sera, quando l’amico era li a raccontargli di come avesse detto a Will di essere innamorato di qualcun altro, per un momento il suo cuore aveva perso un battito, il modo in cui abbassava lo sguardo, il modo di come si era coperto la bocca appena l’aveva confessato, era convinto: era convinto che Nico gli stesse finalmente dicendo di provare qualcosa per lui.
«Terra chiama Grace, Grace rispondi» la voce di Percy si palesa nell’aria e Jason è costretto ad alzare la testa dalla sua fetta di arrosto «Mh?»
«A che stavi pensando?» domanda il più grande, per un attimo gli occhi di Jason incontrano lo sguardo spaventato di Nico, quindi stringe le labbra tra di loro e scuote il capo facendosi scappare una risata «A Rachel, la nostra compagna di corso»
«Ah-Ah lo sapevo che c’era qualcosa nell’aria.. però sei uno stronzo, te l’avevo detto che l’avevo vista prima io..»
«Beh, touché»
«Eh?» chiede l’altro inarcando entrambe le sopracciglia «Grace tu hai scelto di fare lingue, io sto facendo fisica..» dice l’altro andando ad alzare entrambe le mani.
«Nico e tu?» domanda a un certo punto Jason «Hai già pensato a cosa vuoi fare al college?»
«Mmh.. non lo so.. vorrei.. beh vorrei provare a fare giornalismo»
«Oh oh un piccolo inviato speciale» si lascia sfuggire Percy con tanto di occhiolino.
La mano di Jason si trova chiusa a pugno sotto al tavolo, non si accorge neppure di quel movimento fin quando non sente intorpidire le nocche e quindi scuote piano la testa «Mi.. sembra una bella cosa, e verrai al nostro stesso college?»
«Ci devo pensare.»
«Ma come Neeks, ci abbandoni? Guarda che questa casa può essere sistemata per tre, al massimo ti faccio spazio nel letto» ride il più grande lasciandosi sfuggire un altro occhiolino. Jason si trova in piedi con tanto di pugni serrati sulla tavola e i due che lo fissano un attimo sconcertati
«Che ti prende Grace?»
«Nu-nulla.. è che ho un terribile mal di testa penso.. penso che andrò a farmi una doccia e dormire un pò»
«Ma come? Sono solo le due del pomeriggio, avevamo promesso a Nico un giro del quartiere.»
«Non fa niente Percy, non preoccuparti.»
«Scusa Nico, proprio non.. non ci riesco» e detto questo sparisce nella sua camera da letto.

Si lascia scivolare sul letto mentre sente la voce degli altri due in cucina, gli occhi azzurri fissati sul soffitto e la voce di Nico che continua a ronzargli nella testa “Oh sai Jas, non so da quando.. ma da un po’ penso di essermi innamorato del mio migliore amico”. Quanto poteva sentirsi stupido? Nico l’aveva sempre visto sempre e solo come il suo migliore amico e le cose non sarebbero mai cambiate.


*Note dell'autrice*: Dato che stanno per avvicinarsi le feste natalizie ho deciso di fare un regalo alle mie nuove lettrici e anticipare la pubblicazione del capitolo dato che era già pronto da un paio di giorni e non vede l'ora di essere letto e commentato!
Da questo capitolo in poi non vedrete la storia solo dal punto di vista di Nico, ma anche dagli altri protagonisti della storia.
Buon Natale a tutti/e, e fatemi anche voi un regalino a me: piccola recensione per dirmi cosa ne pensate.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


*Nico*
Jason era chiuso in camera sua da ormai più di due ore, e anche se era andato a bussare non aveva ricevuto risposta, così aveva deciso di lasciarlo dormire – se realmente è quello che stava facendo. Seduto sul divano scorre il display del cellulare quando due mani si appoggiano sulle sue spalle «Allora, che ti va di fare?»
«Uhm..» gli occhi si alzano e vanno ad incontrare quelli verdi dell’amico
«Pe-Percy io dovrei parlarti»
«Nico se è per Will mi dispiace, sai che sono istintivo..»
«Will non centra, cioè.. non proprio»
«Dai, lasciamo perdere. Non fa nulla, in realtà stavo pensando se ti andava di andare a fare un giro, qui vicino c’è un centro commerciale»
«E Jason?»
«L’hai sentito, ha mal di testa, lo lasciamo riposare e poi stasera organizziamo qualcosa tutti insieme.»
«E va bene.»

Dopo che Percy ha optato di arrivare a piedi al centro commerciale, dato che le giornate ancora permettono di muoversi liberamente e il centro in se non è neanche troppo lontano da casa. Gli occhi di Nico sono fissi sulla figura del più grande, durante quel mese che non si erano visti – un po’ per il trasferimento di Percy, un po’ perché lui era andato in vacanza con i suoi in Italia e un po’ per gli impegni vari di entrambi – il ragazzo era cresciuto in altezza raggiungendo quasi Jason, non aveva lasciato il nuoto e quello sport continuava a migliorare il fisico già allentato, le spalle larghe si abbinavano perfettamente al busto che prendeva la forma di una V, gambe lunghe e sode. La maglietta azzurra a maniche corte che il più grande indossa mette in evidenza le braccia perfette, gli occhi di Nico non perdono il profilo dell’altro neanche per un momento, osserva i muscoli delle braccia flettersi quando prende una maglia e ne posa un’altra. Sorride o storce il naso alle sue scelte, ma per il momento è troppo impegnato ad osservarlo per compiere una frase di senso compiuto. Era convinto di aver dimenticato Percy, o almeno averlo dimenticato in quel senso, era arrivato a una conclusione con il suo cervello: Percy era stata solo una cotta passeggera ma “importante” perché gli aveva fatto accettare la sua sessualità, o almeno era quello che aveva pensato nell’ultimo mese che aveva passato lontano da lui. Eppure adesso eccolo, con il cuore che perde un battito ogni volta che Percy si volta a cercarlo.
«Ho preso qualcosa anche per te»
«Eh?!»
«Dai Nico, valli a provare» e con le mani sulle spalle viene costretto ad entrare in un camerino. Odiava fare shopping ma se voleva dire passare più tempo con Percy poteva anche accettarlo, ma adesso dover sfilare davanti a lui erano un altro paio di maniche. Osserva i vestiti che l’altro gli ha preso, quindi opta per un jeans scuro che mette in evidenza i miglioramenti dell’ultimo anno sul suo corpo, una maglietta a maniche corte grigia con lo scollo a “V” che lascia scoperto parte del costato diafano e un cappottino che gli arriva a metà coscia, grigio più scuro con delle fibbie a posto dei bottoni.
«Mi sento ridicolo» dice una volta uscito dal camerino, Percy gli si avvicina e silenziosamente comincia a girargli attorno, sente la faccia avvampare e mordicchia il labbro inferiore, quando l’altro gli sbottona il cappottino e quindi fa un sorriso «Ora va meglio, dai provati anche le altre cose…»

*Percy*
Osserva Nico indossare gli abiti che lui ha scelto per lui, osserva come quei vestiti calzino sul quel fisico perfetto e non ricorda quando è stata l’ultima volta che lui e Nico sono usciti da soli, non che gli dispiacesse uscire insieme a Jason ma ormai passava da solo con il più piccolo sempre meno tempo, e sentiva come se lui si stesse allontanando. Notava come lui e Jason passassero più tempo insieme, come si scambiavano confidenze di cui lui era all’oscuro, notava le occhiate che si lanciavano o su come si capivano al volo e a volte si lasciavano sfuggire una risata per qualcosa che lui neanche capiva. È vero, loro tre sono cresciuti praticamente insieme, eppure non è mai riuscito a riservare l’affetto che prova per Nico nei confronti di Jason, certo il biondo è il suo migliore amico eppure Nico è sempre stato il suo fratellino più piccolo. Oggi quando ha sentito per sbaglio “Non glielo dirai, vero?”, per quanto non sapesse di cosa i due stessero parlando, è fermamente convinto che si trattasse di lui, e da un po’ di tempo a quella parte ogni volta che li guarda insieme una strana sensazione gli attanaglia il petto, come se sapesse che i due gli nascondano qualcosa.
«Okay, penso di aver finito.. ho probabilmente speso tutti i miei soldi»
«Te li pago io»
«Non se ne parla»
«Ma io ho deciso di prenderti quei vestiti, magari a te non servivano neanche»
«No, al massimo facciamo a metà»
«Nico..»
«Percy.» e quando il più piccolo usa quel tono di voce sa che è inutile controbattere, quindi si lascia sfuggire una risata e fa una scrollata di spalle «E va bene, su ora tocca a me.»

Poco dopo si trovano a camminare per il centro commerciale, dopo il negozio di abbigliamenti si sono fermati solo in una libreria dato che Nico doveva comprare l’ultimo libro uscito di una serie letteraria di cui ha già dimenticato il nome «Ti va un frappé?»
«Alla vaniglia?»
«Vaniglia e melograno» e quando vede Nico sorridere, istintivamente gli scappa un sorriso anche a lui. Ogni volta che l’altro sorride pensa a come sia stato capace a superare tutte le avversità che l’hanno segnato. Lui nel trio è probabilmente stato il più fortunato, forse è anche per questo che Nico non si è appoggiato più di tanto alla sua spalla, forse in Jason ha sempre visto qualcuno che lo capisse di più. Lui, Percy Jackson, aveva una vita probabilmente invidiata da molti, suo padre e sua madre stavano insieme praticamente da una vita, suo padre è un importante ingegnere di navi da crociera mentre sua madre insegna inglese alle scuole per l’infanzia, figlio unico non gli hanno mai fatto mancare nulla. Jason invece ha perso sua madre quando lui e sua sorella avevano pochi anni, al biondo non va di parlarne, anche perché sua madre non è morta per qualche grave malattia o un incidente – come quella di Nico – un giorno semplicemente è andata via lasciandoli soli.
«A cosa pensi?»
«Mh?»
«Boh, è da quando abbiamo lasciato il negozio di vestiti che ti vedo pensieroso..»
«Io.. beh.. tu e Jason ultimamente andate molto d’accordo, uh?»
«Beh, esattamente come vado d’accordo con te»
«Non ne sono così sicuro»
«Percy, non è che sei geloso?» a quella parola il più grande rimane un attimo in silenzio, è da ormai mesi che cerca di non ammettere che quella sensazione che prova è gelosia.
«Geloso? Oh ma non essere stupido è che.. boh vedo che a volte provi ad escludermi dalla tua vita.»
«Io.. non ti escludo dalla mia vita, tu mi hai salvato quando tutti gli altri non c’erano, hai aiutato me e mio padre ad avvicinarci dopo la morte di mia madre e mia sorella. Percy tu.. tu probabilmente sei la persona più importante della mia vita.»
«E allora perché oggi hai chiesto a Jason di non dirmi qualcosa?»
«Tu..tu ci hai sentiti?»
«Non esattamente, ho sentito solo quella frase perché stavo venendo a chiamarvi per il pranzo»
«Io..» il più piccolo comincia a mordersi il labbro inferiore, e guarda in direzione del suo frappé con aria leggermente assente, «..c’è qualcosa di cui devo parlarti, che ho provato a dirti anche prima»
«Ti ascolto.»
«Percy io.. io e Will quella sera eravamo in moto non perché lui mi avesse offerto un passaggio, io e lui eravamo in moto insieme perché eravamo usciti insieme.»
«Eri in biblioteca con lui? E non potevi dirlo?»
«No, Percy.. non ero in biblioteca con lui, ero al cinema con lui.»
«Beh, e quindi? Noi siamo andati spesso al cinema insieme, non ci vedo nulla di male.. ho capito che sono un tipo protettivo, ma non ti ho mai vietato di fare nuove amicizie»
«Io e Will non eravamo amici.» gli viene istintivamente da piegare entrambe le sopracciglia, lentamente un’idea comincia a focalizzarsi nella sua mente e lentamente sale anche alla sua mimica facciale dato che il ragazzo boccheggia un paio di volte e comincia ad indicare a caso nell’aria, quindi stringe le labbra tra di loro e nota come Nico annuisca lentamente «Tu e.. Solace.. insime?»
«Già..»
«Ma.. insieme-insieme?», Nico comincia a farsi sempre più rosso e si mette una mano sugli occhi cominciando ad annuire, si umetta le labbra «Non..non eravamo fi-fidanzati, ma.. sì, beh sì.»
«Oh..uhm..quindi..a te piacciono anche i ragazzi?»
«In realtà mi piacciono solo i ragazzi.»
«Ah.»

*Nico*
Percy era ormai in silenzio per più di dieci minuti, quella situazione non solo lo imbarazzava tanto, ma non sapeva cosa altro aggiungere, non sapeva come spiegargli la situazione con parole migliori e di certo non poteva dirgli che si era accorto dei suoi gusti perché ogni volta che lo vedeva mezzo nudo gli veniva voglia di una doccia fredda. Quindi se ne rimane ancora in silenzio a girare la cannuccia nel bicchiere di frappé rosato, respira piano e di tanto in tanto guarda l’amico di sottecchi per cercare di capire cosa gli passasse per la testa – anche se era convinto che se ora avesse la possibilità di disegnare i pensieri di Percy ci sarebbe semplicemente una balla di fieno che rotola.
«E quindi.. perché non volevi che Jason me lo dicesse?»
«Eh?»
«Tu oggi gli hai detto di non dirmi qualcosa, era questo, giusto?»
«Oh.. ehm- sì.. era questo»
«Perché?»
«Volevo dirtelo io ma.. ma non sapevo quando, o..o come.»
«Avevi paura che io.. non lo accettassi?»
«Non so.»
«Nico io ti voglio bene, e non mi importa se ti piacciono le ragazze o i ragazzi, sei e rimarrai sempre il mio fratellino.» una parte di Nico di quella frase era più che felice, contento finalmente del peso che si era tolto dallo stomaco, eppure un’altra parte di lui stava lentamente soffocando in lacrime silenziose, era quello il motivo principale del perché sapeva fin dall’inizio che tra lui e Percy non ci sarebbe mai stato nulla, perché in realtà Percy non voleva nulla.

Sulla strada del ritorno non sono tornati più sull’argomento, Percy gli ha parlato dell’università e delle nuove amicizie sue e di Jason, come si trovava con i professori del college e gli aveva chiesto di Leo ed Hazel, di come erano andate le vacanze in Italia, ma nulla sulle sue probabili relazioni, o in ogni caso non aveva più messo bocca sulla conversazione precedente. Quando arrivano a casa trovano quindi Jason sul divano, lui non ci pensa due volte e si tuffa su quest’ultimo andando ad avvicinarsi all’altro dandogli una piccola gomitata nel fianco «Il bello addormentato si è svegliato»
«Hei Neeks, dove siete stati?»
«Siamo andati al centro commerciale» risponde Percy, quindi guarda quei due sul divano e si morde il labbro inferiore «..e Nico mi ha detto il vostro piccolo segreto» Jason confuso osserva il più piccolo, gli ci vogliono pochi istanti per capire che Nico gli ha sì detto qualcosa, ma non sicuramente quello di cui avevano parlato oggi. «Sì, beh.. gli ho detto che mi piacciono i ragazzi.»
«Ottimo, quindi in questa casa sono finiti i segreti» e quindi osserva Nico per qualche momento, alla fine Percy li lascia soli sparendo per una doccia.
Nico si accoccola sul petto del biondo che gli circonda le spalle con il braccio e comincia ad accarezzargli dolcemente la spalla con le dita. «Non avevi mal di testa, vero?»
«Non proprio..»
«Perché sei andato via?» a quel punto il ragazzo volta la testa in sua direzione e per qualche momento gli occhi di Nico si specchiano in quelli azzurri del ragazzo più grande, ha una strana sensazione alla bocca dello stomaco, segue lo sguardo di Jason e nota come lui lo stia osservando. Non si è mai accorto di uno sguardo simile prima di quel momento, ricorda come Will l’osservava nello stesso modo prima di darsi il loro primo bacio, e quasi istintivamente i suoi occhi scorrono alle labbra del più grande. Non è sicuro di averlo mai osservato così vicino, o almeno non l’hai mai osservato così vicino con quegli occhi, solo ora nota quanto quell’imperfezione – la cicatrice sul labbro – sia in realtà molto sexy in quel punto, come sarebbe piacevole mordicchiargli proprio quella zona delle labbra. E mentre pensa tutto quello non si accorge neanche che la distanza tra i due è diminuita fin quando non sente il respiro dell’altro praticamente sulla propria guancia «Ja.. Jason» si lascia sfuggire in sussurro prima che l’altro chiuda completamente le distanza appoggiando le proprie labbra sulle sue. Gli occhi di Nico istintivamente si chiudono, segue i movimenti dell’altro e dischiude le labbra andando ad accogliere la lingua umida del biondo, lo bacia con molta lentezza e con la stretta sullo stomaco che aumenta. Istintivamente si mette in ginocchio per poi andare ad alzare un gamba, si mette a cavalcioni di lui e porta le mani dietro al suo collo, massaggia piano i capelli in quel punto e continua a muoversi sulle labbra di lui. Sente l’altro che poi si stacca dalle labbra, gli appoggia la mano dietro al collo e lo lascia spostare sul lato, le labbra di Jason cominciano a percorrere il profilo del più piccolo, inizia a baciare la mascella e poi scende lungo il collo dove gli lascia sfuggire un gemito, stringe forte gli occhi ma gli è inevitabile sentire sotto di lui cosa ha provocato quel gemito. Il bacino di Jason istintivamente si è spinto verso l’alto, sente come il jeans di lui si sia gonfiato e la pressione è più evidente. Respira piano quando l’altro gli mette la mano sotto la maglietta e lentamente esplora il suo corpo, non è la prima volta che Jason lo tocca, ma non l’ha mai toccato così. Le loro labbra si incontrano di nuovo, questa volta il bacio è molto più violento, si muovono con molta più foga fino a quando non sentono scattare la porta del bagno. Istintivamente si staccano l’uno dall’altro e Nico si ritrova dall’altra parte del divano.

Sulla soglia appare Percy con semplicemente un asciugamano attorno alla vita, i capelli ancora umidi e il petto lasciato in bella vista. Per quanto cerchi di trattenersi, gli occhi di Nico viaggiano istintivamente su quella carne, e per sua sfortuna il calore che ha provato nel basso ventre è ancora presente e più di tutti in quel momento ha bisogno di una doccia fredda.
«Allora ragazzi, che facciamo stasera?»

*Note dell'autrice*: Ve l'ho detto che non ho un metodo di pubblicazione, sto prendendo l'abitudine di avere un paio di capitoli già pronti e quindi quando ne sento "il bisogno" pubblico quello già pronto. Da questo punto in poi la storia diventa un pò più interessante, il week end sta quasi per giungere al termine, ma non siamo ancora alla fine.
Vorrei fare una piccola precisazione, come dice il titolo, questa è la storia di "un adolescente", bene o male durante i 16/17 anni è il periodo in cui si ascolta più il cuore che la testa, quel periodo in cui provi a non curarti di quello che le persone pensano, in più questo Nico non ha avuto sulle spalle tutti i problemi del Nico che realmente conosciamo (tranne la morte di sua madre e sua sorella) e per questo è un pò meno rigido del vero figlio di Ade.
Anyway, aspetto vostre recensioni, su su fatemi capire che vi piace la mia storia <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


*Nico*
Un paio di amici dei due ragazzi più grandi li avevano avvertiti di una festa, a cui i due non potevano mancare se volevano mantenere il loro rango di “tizi fighi” anche al college. E quindi eccoli lì tutti e tre pronti in auto di Jason per andare alla suddetta festa. Jason indossa un paio di jeans neri, delle scarpe sportive e sulla parte superiore calza una camicia bianca che mette in evidenza il fisico allenato, capelli biondi acconciati con del gel e curato nel viso e un giubbotto in pelle. Percy ha optato per un abbigliamento più casual, pantaloni grigi di una tuta e una maglietta grigia con lo scollo a V, anche lui scarpe da ginnastica e capelli acconciati con il gel e una felpa lasciata aperta bianca. Nico ha deciso di indossare gli abiti che aveva acquistato quello stesso pomeriggio insieme al più grande, quindi jeans scuri, maglietta a maniche corte grigia e cappottino grigio scuro con le toppe in nero. «Jas hai visto come è figo Nico stasera?»
«Già.. ti sta bene questo look»
«Mi.. ha aiutato Percy a comprarli»
«Questa sera dovremmo tenerti d’occhio, il college non è come le superiori, ci sono migliaia di ragazzi che non si fanno problemi a farsi vedere per quello che sono»
«Non gli staccherò gli occhi di dosso un momento.» si lascia sfuggire Jason guardando il più piccolo dal finestrino retrovisore.
Dopo una mezz’oretta si trovano davanti a un locale famoso del posto, la musica si sentiva già dall’esterno e tutti e tre si mettono in fila, i più grandi prendono il tesserino universitario e Nico li guarda un attimo allarmato «Tranquillo Nico, Rachel è l’organizzatrice della festa, le abbiamo chiesto di metterti in lista» e infatti una volta arrivati all’ingresso nessuno dei tre ha problemi ad entrare e trovarsi immersi nella festa – organizzata con i contro cazzi. Dal soffitto pendevano onde di stoffa rossa e bianca, un paio di ballerine si trovavano su pezzi di tessuto e nell’aria svolgevano acrobazie affascinanti, sul palco c’era una band che suonava dal vivo con un folto gruppo all’estremità, il bar serviva alcolici come se tutto quello fosse permesso ma probabilmente questa Rachel era qualcuno di davvero importante tanto da far chiudere un occhio per quella sera. E neanche a dirlo, una ragazza dai capelli rossi e ricci si avvicina al gruppetto andando a mettere un braccio attorno al collo di Jason «Eccoli i miei, ragazzi.. uh questo è il vostro amico» squadra per qualche momento Nico, e si sente abbastanza a disagio, come se l’altra stesse valutando se fosse abbastanza “in” per quella festa alla fine si lascia sfuggire un occhiolino d’approvazione «Carino, molto carino. Piacere io sono Rachel» dice allungandogli la mano
«Nico» si presenta l’altro
«Jason, non mi chiedi di ballare?»
«In realtà io..» gli occhi cadono sulla figura del più piccolo
«Tranquillo Jas, mi occupo io del nostro Nico» annuncia Percy facendogli un occhiolino, mentre il biondo viene trascinato in pista dalla rossa. Percy aggancia la mano di Nico, e lo trascina in un privè libero andando a sedersi sul divanetto e pattando con la mano il posto libero vicino a lui, non ha neanche il tempo di sedersi che una ragazza vestita con dei veli – stile mediorientale – si avvicina ai due chiedendo la loro ordinazione
«Per me un Long Island, tu che prendi?»
«Io.. non so se..»
«Dai Nico, un cocktail non ti ubriacherà»

Quelle furono le ultime parole famose. Non sa esattamente come è capitato, o quando, ma sul loro tavolino c’erano almeno tre bicchieri ciascuno e di Jason non c’era traccia eppure Nico non ci aveva neanche pensato in quei minuti – neanche a quello che era capitato sul divano. Questo perché il profumo inebriante di salsedine di Percy stava inondando il privè lasciando che tutti i suoi sensi e barriere si abbassassero più del dovuto. Percy rideva e scherzava, e per quanto qualche ragazza si avvicinasse per fare due chiacchiere, l’altro l’accettava con amicizia ma quando loro vedevano che difficilmente si sarebbe schiodato da quel divanetto rinunciavano, così lui aveva deciso di tirare la tenda.
«Allora Nico, quando hai capito esattamente che ti piacevano i ragazzi?»
«Mh?» la testa di Nico era incredibilmente leggera, e la sua lingua insieme a quest’ultima, non sentiva il solito freno che gli impediva di dire le parole, e con un moto di coraggio si appoggia con la testa sulla spalla del più grande «..quando avevo dieci anni su per giu..»
«Come?»
«Ti vidi nudo.»

*Percy*
E’ inutile dire che quella sua confessione per un attimo l’aveva spiazzato, la mano che si è andata a posizionare attorno alle spalle del più piccolo è immobile in quella posizione, lentamente però nel suo stomaco è come se si infiammasse qualcosa, e non sa ancora dire se fu l’alcool o la situazione generale, ma istintivamente girò il volto e appoggiò le labbra su quelle del più piccolo. Aveva un buon sapore, sapeva di vaniglia, il suo modo di baciarlo era dolce e lento, sentiva la lingua del più piccolo esplorargli la bocca e lui faceva la stessa cosa con le proprie mani. Sente il corpo di Nico sotto le dita, sente le proprie mani che gli tolgono la giacca e sente le proprie dita scorrere sulle braccia di lui, non ricordava avesse delle braccia così lisce e sode, non ricordava neanche che potesse piacergli un ragazzo, eppure in quel momento sentiva tutto il proprio corpo protendersi in direzione del più piccolo che intanto aveva preso l’iniziativa e gli si era messo a cavalcioni. Lo bacia sempre con più lentezza, sente l’altro che poi si stacca dalle sue labbra e comincia a baciargli il profilo del viso, scende nell’incavo del collo e sposta la testa all’indietro
«Nico» sussurra andando a mordersi il labbro inferiore «..andiamo via da qui»
«Dove?» riesce a chiedere
«Sopra» e quindi dalla tasca recupera una chiave con vicino il numero di una stanza «Rachel me l’ha procurata se.. beh.. se mi sarebbe potuta tornare utile.» si lascia sfuggire una risata divertita, e insieme al più piccolo prende le scale per il piano superiore, volta l’angolo e mette la chiave nella toppa della serratura andando poco dopo a chiudere la porta alle loro spalle.

*Jason*
Era ormai più di mezz’ora che li cercava, ha chiamato ad entrambi i cellulari più di venti volte eppure Nico e Percy non li trovava da nessuna parte. Aveva dovuto inventarsi con Rachel che aveva bisogno di aria perché la troppa musica lo stava stordendo e un ragazzo del catering per fortuna era arrivato in suo soccorso chiedendo delle cose alla ragazza che aveva dovuto allontanarsi. È all’aperto e respira l’aria fresca «Ma che fine hanno fatto quei due?!» chiede nervoso allo stesso cellulare che sta squillando, si appoggia con la schiena vicino al muro del locale e quando all’ennesima chiamata risponde la segreteria telefonica, chiude lo stesso cellulare lasciandolo scivolare nella tasca
«Cerchi i tuoi amici?» quando si volta, nota che Rachel è tornata e quindi alza gli occhi al cielo andando ad appoggiare la testa vicino al muro «Rachel senti io..»
«Tu non sei interessato a me, l’avevo capito Grace»
«Cosa? E.. e quindi perché..»
«Dovevo un favore a Percy»
«Eh? Cosa vuoi dire?»
«Mi aveva chiesto di tenerti occupato per un’oretta»
«E perché ti avrebbe mai chiesto una cosa del genere?»
«Proprio non ci arrivi eh?» chiede divertita
«Io non capisco»
«A quanto pare Percy ha capito che se quel vostro amichetto è nei paraggi, qualcosa nei pantaloni gli si muove..»
«Nico non..»
«Oh ma ti prego, mi ci sono voluti due minuti per capire che quel ragazzino è completamente innamorato di Percy, non gli ha staccato gli occhi di dosso neanche per un minuto, lo guardava come se fosse una statua greca scolpita nel granito, quel ragazzino è completamente perso.»
«Dove sono?»
«Probabilmente a divertirsi in camera.»
«Ca..camera? Quale camera?»
«Te l’ho detto, gli dovevo un favore, e gli ho dato una chiave di una delle camere che ho affittato questa sera, sai.. così.. in caso ne avesse bisogno»

*Nico*
Percy Jackson gli stava baciando il collo.
Percy Jackson lentamente lo spogliava dei suoi vestiti e muoveva le mani sul suo corpo.
Percy Jackson era su un letto di una camera d’albergo con lui.
Per quanto l’alcool fosse in circolo e lasciava che tutte le sensazioni fossero più e leggere e ovattate, aveva notato che negli occhi di Percy c’era qualcosa di diverso e quando l’altro sta per infilargli una mano nei pantaloni lo blocca «Aspetta»
«Co-cosa c’è?»
«Perché?»
«Non capisco Nico.»
«Perché mi stai baciando? Io.. io non pensavo di essere il tuo tipo, cioè pensavo che a te piacessero le ragazze e-» Percy lo zittisce andando a mettere le proprie labbra sulle sue, un bacio lento accompagna i movimenti dei fianchi del più grande che poi lentamente scende a baciargli il profilo del collo «Sono geloso di te Nico, sono geloso di come ti tocca Jason o di aver immaginato come ti ha potuto toccare Will. Sono geloso di ogni parte del tuo corpo, ti voglio mio. Solo mio.» a quelle parole Nico si lascia sfuggire un sorriso rilassato, ricambia i baci e non ferma la mano del più grande che comincia ad eccitarlo. Lentamente contraccambia i movimenti, un po’ trema sotto il corpo di Percy che però lo rassicura con dolci baci e sussurri all’orecchio, per quanto fossero esplosi di passione su quel divanetto adesso è come se il tempo nella stanza fosse rallentato. Si trovano entrambi in boxer, mentre Percy si struscia contro Nico lasciandolo gemere, sente le mani sulla sua carne e sposta la testa all’indietro fino a quando qualcuno non inizia a bussare freneticamente alla loro porta
«APRITE O GIURO CHE LA BUTTO A TERRA, NICO, PERCY SO CHE SIETE LI DENTRO.» non ci mette molto a capire che la voce dall’altra parte della porta è quella di Jason, si porta la mano in faccia «Cazzo» sussulta il più piccolo, Percy si volta innervosito in direzione della porta «Sta volta ha rotto.» si alza per quanto Nico cerchi di trattenerlo e poi va ad aprire la porta, con il moro alle calcagna.
«Che cazzo vuoi Grace?»
Nico sente quasi subito lo sguardo di Jason su di se, mentre andava verso la porta ha avuto appena il tempo di recuperare i jeans ed infilarseli, stessa cosa che aveva fatto Percy e sono attualmente mezzi nudi con probabilmente qualche segno violaceo a vicenda ben evidente sul collo. Jason si lascia sfuggire un sorriso divertito e poi una risata roca «E ora che hai da ridere?» è ancora Percy a parlare, poi l’altro scuote la testa «Non te l’ha detto eh?»
«Cosa dovresti dirmi?»
«Su Nico, cos’è.. non gli dici che oggi pomeriggio mi hai infilato la lingua in bocca?» a quelle parole Nico si fredda sul posto, Percy si volta in sua direzione e sgrana gli occhi «E’ vero?»
«Percy.. Io-Io pensavo..»
«Ti ho chiesto se è vero.»
«Sì.» a quell’affermazione Percy recupera la felpa e la maglia ed esce dalla camera da letto, dirigendosi verso l’uscita «Percy aspetta..»
«No, ho sentito abbastanza» ma riesce a mettergli una mano sul polso e bloccare il più grande davanti all’ascensore, lo fa voltare verso di lui e sente gli occhi arrossarsi, ma sa che non è il caso piangere stringe forte le labbra tra di loro «Percy.. Io..» poi a quel punto sospira «Vieni con me, per favore, devo parlare a te e Jason.»

Dopo qualche minuto si trovano tutti e tre nella stessa camera, perfettamente vestiti, con i più grandi seduti sul letto e lui che cammina avanti e indietro e sente i loro occhi su di se, a quel punto sospira e si volta osservandoli «Scusate.» comincia andando a scuotere piano la testa «Io.. io non so cosa mi capita in questo periodo, non so perché mi sono comportato così ma.. ma è stato un comportamento egoistico.» a quel punto i suoi occhi si fermano su Jason, si avvicina e gli prende le mani tra le sue cercando gli occhi azzurri dell’amico «Jason quando mi hai baciato io non sapevo cosa fare, io pensavo di aver dimenticato Percy questo mese che siamo stati lontani, non pensavo più di provare quelle cose, eppure in pochi giorni che.. che l’ho avuto di fronte, sono caduto completamente in confusione. Non avrei dovuto illuderti, non avrei dovuto ricambiare quel bacio ma.. è stata l’unica cosa che sono riuscito a fare. Non ti volevo usare per dimenticare Percy, ma in quel momento mi sembrava l’unica cosa giusta da fare.» a quel punto ingoia l’aria, una mano si stacca da quella di Jason e si porta sulle mani di Percy che alza gli occhi verso di lui «Percy io- sono stato uno stupido, ho sedici anni e.. beh dai, sapete meglio di me che a sedici anni si commettono le più grandi cazzate, avrei dovuto dirti subito quello che era successo con Jason ma.. ti avevo da poco ritrovato, avevo paura di perderti, ho sempre saputo e mi sono sempre convinto che tra noi non ci potrebbe mai essere nulla e poi tu mi hai baciato. E’ stato disarmante.» a quel punto fa un passo indietro lasciando entrambe le mani dei due ragazzi «Non voglio che la vostra amicizia si rovini a causa mia, quindi.. domani mattina partirò, penso che attualmente l’unica cosa giusta da fare sia stare lontani per un po’.»


*Note dell'autrice*: Perché io sono una brava persona e quindi ho deciso di postare il capitolo prima che finisca l'anno, anche perché per il nuovo capitolo (che è anche l'ultimo) penso che mi dilungherò rispetto ai miei soliti tempi :)
Fatemi sapere cosa ne pensate, ringrazio tutte le persone che hanno messo le storie tra le preferite *w*

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3338909