Dedica a un fantasma

di GinTB
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** IL 1° DICEMBRE ***
Capitolo 2: *** Dentro una scatola ***



Capitolo 1
*** IL 1° DICEMBRE ***


1° DICEMBRE

Sabato. Festa d'apertura del Mardok. 

Sono pressa poco le 22 e 30 quando arrivo in piazza e ti vedo. Hai un paio di jeans e le Munich. Una Woorich bianca. Mi guardi, hai un espressione strana. Che cosa ho di sbagliato?! 

Sembri farmi cenno di voltarmi e così faccio, confusa. Il cuore mi si blocca all'improvviso e poi riparte veloce, troppo veloce. Ho quasi paura che lui lo senta, è troppo vicino, perchè è così vicino?! Me lo trovo inaspettatamente addosso, senza capire ne come ne perchè. E mi sbilancio, ma è solo un attimo. E' caduto, mi è caduto addosso. 

Qualcuno, che nella mia confusione non identifico, lo prende e lo porta via. Da me. Da te, che innocente ti avvicini e mi chiedi. Mi chiedi cosa poi. Mi sembra di sentire "stai bene?". Non rispondo. Non posso rispondere. Stefano (C.Bianco) si avvicina e mi offre una siga. L'accetto. E' ovvio che l'accetto. Non capisco nulla e l'accetto. E poi. Non lo so. Ma siamo sul bancone della Tana. 

Ho qualcosa in mano. Un bicchiere di cosa?. Vodka. E Redbul. E tu. Birra. Credo birra. Parli animatamente con qualcuno. Alex. Parli con l' Alex. Parlate..o vi baciate? Non ne ho idea. Ti volti verso me e con viso sorridente mi annunci che vai a farti un giro con lui. Si. Credo che vi stavate proprio baciando. Parlo con Stefano (C. Bianco), ma non ho idea di cosa stiamo dicendo. E lo vedo nuovamente. Mi guarda. Sorride. Ma non a me. Osserva con chi sono. Studia quello che faccio. E non resisto. Abbraccio Stefano. E non lo guardo più lui. Cosa dirà?

Tu. Tu sei con Alex. Siete tornati in Tana. 

Io sono in mezzo a lui e a Stefano. Ha l'aria di una discussione. Non ci pensi. Pensi solo a lui. Ai momenti appena trascorsi. Ti ha detto che vuole stare con te. Lo avete fatto, lì su una panca umida. Ti ha presa più volte prima di lasciarti definitivamente ed abbracciarti, come timoroso che il vento, appena alzato, ti portasse via. La neve bianca riflette i colori notturni. I lampioni. La loro luce plumbea rende l'aria romantica. O spettrale. Dipende dal punto di vista. Tranne uno. Quello che abbiamo spaccato con un Bolognino. Ma non ha importanza. 

Almeno non adesso. Siete insieme, questo è l'importante. Poi ti fai una siga. Perché da quanto sei felice ti senti triste. E' un pò come quando ti immergi in una vasca d'acqua bollente, che da quanto è calda ti sembra fredda. O viceversa. E tu sei triste. Perché sai che la felicità prima o poi finirà. Lo sai. 

Io lo so. Vorrei urlarti. GODITELA. GODITELA QUESTA STRONZA DI UNA FELICITA'. PERCHE' E' VERO CHE PASSA E POI TI PENTI. TI PENTI DI NON ESSERTELA VISSUTA APPIENO. 

Io non lo ho fatto. E me ne pento. Ed io intanto. Sono al Mardok. Sono al bancone e non capisco nulla. Un po per l'alcol. Un po perchè non è proprio giornata. Qualcuno mi si siede accanto. Ma non lo guardo. Non importa nulla. Il Pala mi saluta. Mi da un bacio in guancia e si imbuca con una delle tante. E poi vedo lui. Mi scruta. Poi si avvicina. Mi bacia una guancia. E se ne va anche lui. 

Tu ti siedi accanto a me. Stai piangendo. Ma sorridi. Si. Siamo proprio stupide.

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Capitolo 2
*** Dentro una scatola ***


DOPO IL 1° DICEMBRE

Un rantolo improvviso mi si fa chiaro in mente. Sei tu. Devi essere tu. Apro gli occhi e tu mi parli. Non ti ascolto. Non ti capisco. Chiaramente scocciata dalla irruenza del mio risveglio, mi porto le coperte sul viso. Voglio dormire.

-Sono le 12. Alzati!- Sento la tua voce. Quanto ti odio. Ma perchè?! perchè mi devi sempre svegliare?! Poi capisco. Vedo lui. Cosa fa qui? E poi c'è Alex. Io in pigiama e loro sono qui. Io con i capelli che mi ricordo quella di The Ring e loro qui. Io con il trucco sparso sulle gote e loro qui.

E allora. Allora mi copro definitivamente. Un tonfo. E un solo respiro. Se ne sono andati. Alzo le coperte. Tu non ci sei. C'è lui. C'è lui e non vorrei. Perché mi guarda? Vado allo specchio. Sembro un idiota. Sembro..o forse lo sono. Non ricordo nulla. Non della sera precedente. O almeno. Solo a tratti. Il Pala. Ricordo che mi parlava. Forse tu sai di cosa. Lui. Lui mi fissa. Lo sento. Lo vedo riflesso nello specchio. E' bello. Mai detto il contrario. Mai pensato. Tu. Tu sei con Alex. Lo guardi. E glielo dici. Glielo dici che non vuoi stare con lui. Sei innamorata di un altro. Ecco la verità. E lui? Se ne va. Ti bacia. Ti dice addio. E se ne va. Forse resterete amici. Forse no. Tu pensi. Pensi che devi parlare con me. Hai troppe cose da dirmi. Del Pala. O certo. Il Pala. E Stefano (C.Bianco). Ma io. Io sono con lui in questo momento. Lui che sorride. Ma non a me. Sorride al mio profilo. Lui che sussurra. Ma non a me. Sussurra al mio cuore. Lui che mi abbraccia. Ma non me. Abbraccia il mio corpo. Ed io. Piango. Finalmente piango. Non piango mai, ma oggi piango.

-perchè?-Si, certo. Perché? Glielo chiedo. E non so se voglio sentire la risposta.

-ti voglio bene-la sua voce. Quanto tempo.

-perchè?-Perché. Voglio solo sapere questo. Perché io?

-perchè di si-e non chiedo più perchè. Non servirebbe. Lo abbraccio. Piango. Anch'io gli voglio bene.


Non so perchè. Ma tu ridi. Ridi senza senso. E rido anch'io. E' bello ridere. A volte, dopo una serata passata, un mal di testa allucinante e lo stomaco che si rifiuta di ingoiare qualcosa e che anzi, ributta su tutto, anche se stai male, hai voglia di ridere. E ridi. Sarà che non abbiamo voglia di stare male, sarà che al momento la vita fa troppo schifo e almeno noi, ridiamo, sarà che siamo sceme, però, ridere è bello.

Alex. Lo hai scaricato senza tanti rimpianti. Hai pianto. Hai sorriso. Sei andata in estasi. E tutto per lui. Alla fine, quando lo hai avuto tra le mani, quando dipendeva da un filo che tu manovravi, lo hai rifiutato. La vita è strana a volte. Al contrario, quando io stessa dichiaravo che non sarei stata male per lui, mi ritrovo a soffrire.

C'è poco da fare, l'amore fa schifo. Sarà che stai anche bene, così bene da toccare il cielo con un dito o di più, almeno tre metri sopra il cielo, ma quando cadi e arrivi con il culo per terra e ti fai male, è uno vero schifo.

Un suono acuto, che va via via per alzarsi, mi risuona nella mente e maledicendo quel piccolo oggetto che mi è tanto caro, mi appresto a leggere il messaggio che mi è appena arrivato.

Un sussulto. Il cuore che s'inceppa. Un esplosione. Lacrime. Ma di gioia. Lacrime invisibili che mi solcano le gote e sembrano sussurrarmi le dolci sillabe che mi si riflettono negli occhi.

Vuoi sapere che cosa 6 x me?

6 quell'amore

k nn ti fa dormire

k ti toglie il fiato...

k ti fa venire i brividi...

k ti ascolta..ti capisce...

ti comprende..

ma nello stesso tempo..

ti fa anche piangere..

ti voglio bene”


Banale. Forse. Non tanto agli occhi di una ragazza innamorata. Banale, lo è forse per te. Banale, lo è per gli occhi di un genitore. Banale, non lo è per me.


QUANDO LA VITA VUOLE PROPRIO FARE SCHIFO.

La mia è un perfetto esempio. Ma com'è che si dice? Quando si tocca il fondo non si può far altro che risalire. O qualcosa del genere.

Il messaggio. Non ho risposto. Guardo un film e penso che dovrei rispondere. E così faccio. “Anch'io ti voglio bene” semplice. Diretto. Non saprei cos'altro dire.

Perché è la verità. Anch'io gli voglio bene.

Tu non sei con me. E se devo dire il vero, ancora una volta, non ho idea di dove si collochi la tua posizione. Oggi adopero parole strane. Troppo “grosse” oserei dire.

In teoria dovrebbero venire a trovarmi Stefano e Luca. E in teoria, dovrei studiare. In pratica, non ho la più pallida idea di cosa fare.

Mi sono quasi assopita quando sento battere con prepotenza alla porta di sotto. Per capire, mi ci vuole del tempo. Alla fine, scendo e apro. Stefano. E Luca. E tu. Tu? Che ci fai qui?

-c-ciao-riesco quasi a pronunciare. Quasi. Perché poi mi accorgo che c'è qualcosa di strano. Le vostre facce. Sono strane. E mi rendo stranamente conto che forse sono proprio io la fonte del problema.

-Qual'è il problema?-

-tu-certo. Nessuno lo aveva capito.

-a...-

-Ci stai prendendo in giro..-il mio viso, già dall'espressione confusa, subì un altro grosso mutamento, ostinandosi a non capire.

-co-cosa?-

La vita. E' strana. Molte volte, non capisci che svolta prenda. A volte, ti sembra noiosa. Sempre, ti sorprende. Mai, ti distrugge completamente. Preferisce distruggere tutto intorno a te, lasciandoti soffrire. Disperatamente, dentro te. Silenziosa, dove tutti possono vedere.

Troppe volte ti chiedi dove hai sbagliato. Tutte quelle volte dove forse il problema non sei tu, ma gli altri.

E allora. Ti nascondi. O combatti. La diversità. E' ciò che fa paura. E' ciò che crea ingiustizia. E quando la vita vuole proprio fare schifo, siamo noi che iniziamo a giocare. Sono io che inizio a giocare.


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