Inside Out One Piece

di kymyit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Domande esistenziali ***
Capitolo 2: *** Nella Flotta dei Sette ***
Capitolo 3: *** La noia del Massacratore ***
Capitolo 4: *** Capitano in crisi ***
Capitolo 5: *** Fritto Misto d'emozioni contrastanti ***
Capitolo 6: *** Senso dell'orientamento, questo sconosciuto ***
Capitolo 7: *** Livello di umorismo: topo morto ***



Capitolo 1
*** Domande esistenziali ***





Domande esistenziali







Non era un giorno come gli altri, perciò, nella testa di Rufy Cappello di Paglia c'era persino più movimento del solito. Da un lato, c'erano le emozioni negative relegate nel solito angolino dal dispotismo del piccolo Rufy giallo che saltellava come una scimmia per mezzo quartier generale. Dall'altro... beh, dall'altro c'era Gioia che era su di giri.
-Io proporrei di andarci piano... - piagnucolò un Rufy viola pallido tutto tremante -è uno scheletro, un non morto, un demone sputato dall'inferno, potrebbe maledirci...-
-Tranquillo, Paura, è solo un mucchietto d'ossa!-
-Yohohoh! Anche se mi sono rimaste solo quelle!- scherzò la voce di quello che nel prossimo futuro sarebbe diventato il musicista dei Pirati di Cappello di Paglia, in realtà era più una  risposta al calcio di Nami che ad altro.
-Visto?- esclamò Gioia indicando il grande schermo di fronte alla plancia di comando.
-Questo posto però sembra così deprimente... - replicò lamentoso un Rufy paffuto e azzurrognolo.
-Voi due non avete il senso dell'avventura!- ribatté l'emozione -Annusate, imprimetevi nella mente questo momento, signori! Siamo in un mare infestato di spiriti, con uno scheletro che parla e cammina! Non capita tutti i giorni una cosa del genere!- esclamò esagitato. Un'allegra musichetta piratesca si diffuse per il Quartier Generale.
-Ehm... Gioia,- un Rufy verde attirò l'attenzione del collega picchiettandogli sulla spalla.
-Si è creata l'atmosfera, dobbiamo proprio chiederglielo.-
-Giusto!- saltò su quello e corse alla plancia.  -Signori, stiamo per scoprire la verità sugli scheletri, aprite bene le orecchie, perché- -Sbrigati, sbrigati!- lo scosse Disgusto -Stanno già iniziando a chiedersi perché non abbiamo detto nulla!-
-Non perdere tempo!- lo interruppe in fiamme la Rabbia, strattonandolo anche lui.. -Guai a te se ce lo perdiamo!-
-Ok, sono pronto.- si asseriò il giallo.
Rufy avanzò verso lo strano scheletro parlante, deglutendo prima di fargli la domanda.
Poi parlò.
-Ma tu la fai la cacca?-
-NON ERA QUESTO CHE DOVEVAMO CHIEDERGLI!!!- sbroccò Disgusto.
-Ah, no?- domandarono tutti gli altri.
Disgusto si diede una manata in faccia.
Però scoprirono che certi scheletri la cacca la fanno eccome.







Note: Buon anno nuovo a tutti voi!! Per festeggiare, vi porto l'inizio di una delirante raccolta! Non so ancora bene chi ci passerà, a parte certi volti noti, ma so che scoppierà il caos in parecchi cervelli.
Spero che come inizio vi sia piaciuto (maneggiare Rufy è sempre difficile), vi assicuro che le altre saranno un po' più lunghette. Alla prossima settimana, devo ancora decidere se con Law o con Kirachan. In ogni caso non aspettatevi nulla di serio per il momento.
Alla prossima!!

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Capitolo 2
*** Nella Flotta dei Sette ***




Nella Flotta dei Sette





Era solo da due mesi che Trafalgar Law era entrato nella Flotta dei Sette. Ovviamente, non era piacevole per lui sentire i commenti di altri pirati al riguardo, ma si fece scivolare addosso ogni insulto, perché aveva una vendetta da curare ed era solo alle fasi iniziali del suo piano. Nel suo cervello, le sue emozioni era sedute ordinatamente alla plancia di comando, pronte ad affrontare la giornata. Una riunione al Quartier Generale della Marina era sempre motivo di stress, ma quella volta avevano un motivo in più per essere nervosi. La Rabbia di Law sedeva al centro, con le dita rosse che si sfioravano a comporre il triangolo del potere e l'aria seria e calma, le macchie sul suo cappello emettevano caldi bagliori pronti a divampare. Covava dentro di sé tutta la rabbia che Law aveva maturato negli anni, da quando Flevance era stata distrutta, da quando Corazon era morto, fino ad arrivare al giorno attuale.
-Dobbiamo essere pronti.- disse.
-Cerca di non sbroccare.- replicò Disgusto, un Law verde che sembrava più il piccolo Law che non il Law ventiquattrenne.
-Non muoio dalla voglia di rivedere Doflamingo...- replicò Tristezza, seduto composto allo stesso tavolo. Una versione paffuta e azzurrina del Chirurgo, la sua versione dopo un incontro ravvicinato con una montagna di onigiri.
-Eppure lui verrà.- rispose Rabbia con occhi dardeggianti.
-Non vedo l'ora che Kaidou lo faccia a pezzi!!- saltò su Gioia, decisamente su di giri.
-Calma, calma...- intervenne Paura, un Law viola terribilmente pallido e magro con due occhiaie marcate, dovute al fatto che era lui a concepire i piani elaborati del Chirurgo della Morte, per la realizzazione dei quali univa il timore delle conseguenze nefaste ad una certa pignoleria. 
-Cerchiamo di non fargli capire che tramiamo qualcosa.- rise nervosamente.
-Oi, oi, eccolo, eccolo!- esclamò Rabbia richiamando l'attenzione dei suoi colleghi. 
Nel corridoio, di fronte a Law, c'era Doflamingo col suo sorriso smagliante che prometteva tutto il male del mondo e il suo soprabito che era un pugno in un occhio. Law capì di non poterlo evitare, aveva pensato a lungo a cosa dire o fare in una situazione simile, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto confrontarsi con lui e dopotutto non poteva sfuggire a quella riunione, c'era troppa roba in gioco per non farlo.
-Calmo... calmo...- Disgusto tentò di calmare Rabbia, molto poco convinto. Sotto il cappello del rosso, le braci dell'ira ardevano lanciando bagliori sempre più chiari. D'altro canto, la piccola emozione verde stava per vomitare grazie ai gusti pacchiani del fenicottero.
-Ragazzi, calma, calma...- cercò di farli concentrare nuovamente Paura. Doflamingo era diversi metri di distanza da Law. -Merda, merda, merda!- esclamò istericamente calandosi il cappello ai lati del viso secco -Cosa avevamo deciso di fare?!-
Doflamingo era sempre più vicino.
-Come sarebbe a dire?! Era un tuo piano!- s'irritò Rabbia.
-Io te l'ho detto che non eravamo pronti ad un incontro col fenicottero ORA!- replicò Paura. -E adesso che facciamo?-
Trafalgar Law tentennò nel corridoio. Come comportarsi?
Svignarsela non era contemplato prima di tutto per orgoglio, ma...
-Ne abbiamo parlato per ore, tira fuori i ricordi!- ordinò Rabbia, dopo aver scrollato con forza Paura.
-Non li trovo, non li trovo!- urlò quello, frugandosi fra le varie sfere accantonate apposta per l'occasione, giusto in caso di un ripassino veloce.
-Ehm...- iniziò Gioia, torturandosi i ciuffetti azzurrini sotto il cappello giallo. -Li ho rimessi apposto in un eccesso di ottimismo...-
Rabbia pensò di incenerire lui prima di Doflamingo.
-Meno sette metri!- piagnucolò Tristezza.
Doflamingo si fermò a un passo dal Chirurgo della Morte, il quale, di nascosto, iniziò a sfilare dalla tasca posteriore dei pantaloni un piccolo pugnale.
-Oh, sì bravo! Con Cora ha funzionato una meraviglia, ricordi?- saltò su Rabbia.
-Infatti, sei stato tu a pugnalarlo!- replicò Disgusto.
-E ha funzionato una meraviglia, visto che siamo ancora vivi!-
-Ti stai arrampicando sugli specchi!-
-Ehm, ragazzi, fenicottero a cinque metri! Quattro! Tre!- 
Il Disgusto e la Rabbia di Law erano troppo impegnati a prendersi a pugni per ascoltare Tristezza e Paura.
Era il momento cruciale.
Certo, la vista di Doflamingo scatenava il peggio di tutti loro (e Law aveva il cervello nel caos totale), ma proprio per il bene del piano dovevano resistere!
-Che facciamo?- borbottò Tristezza.
-Ho un'idea.- rispose Gioia ridendosela malefico fra un orecchietta giallo e l'altro. Disgusto e Rabbia si fermarono coi pugni a mezz'aria.
-Un'idea come quelle che tiri fuori quando c'è Eustassya?- domandò l'emozione verde col sopracciglio inarcato.
-Più o meno!- cinguettò Gioia voltandosi verso la plancia e, teatralmente, come a suonare un enorme organo di canne, alzò le braccia sottili per colpire tasti inesistenti con le dita sicure a comporre la melodia del Male che precedeva ogni malefatta del Chirurgo della Morte.
Doflamingo arrivò a meno di un metro di distanza dall'altro pirata.
-Da quanto tempo non ci si vede, Law.- sogghignò Doflamingo con quel suo sorriso maligno, chinandosi su di lui. Law si ritrasse il tanto di non dover respirare la sua schifosa colonia e ringraziò il cielo che non fosse Trebol.
-Dofy.- replicò con un tono neutro per poi superarlo.
-Aspetta, aspetta, aspetta. E' così che ci si comporta? Ti ho educato così? Corazon ti ha proprio rovinato.-

-IO LO UCCIDOOOOO!- strepitò Rabbia, con la testa in fiamme e le altre emozioni dovettero dar fondo a tutte le loro energie per impedirgli di mettere le mani sulla plancia.
-Pessima scelta di parole, pennutto!- esclamò Gioia, malefico.

-E' solo che non vorrei essere qui quando incontrerai l'Imperatrice Pirata, Dofy.- disse il chirurgo col tono più neutrale del suo repertorio. Doflamingo inarcò un sopracciglio.
-Sì, pare abbia saputo cosa volevi fare al suo amato a Marineford.-
Il Demone Celeste si sentì un tantino confuso.
-Come, scusa?-
Law celò a malapena il suo trionfo sotto il berretto maculato, continuando a camminare come se nulla fosse. E il suo sorriso si aprì ancora di più quando Hancock, come previsto, svoltò l'angolo in scivolata come una furia inferocita.
-MALEDETTO PENNUTO, COSA VOLEVI FARE AL MIO RUFY?!-
Il cielo doveva ben volere Trafalgar Law.
Fu una vera fortuna che la donna passasse da quelle parti.
Forse.
-Oh, ecco il piano H!- esclamò Paura alzando vittorioso il ricordo appena recuperato dallo scaffale.
Dopotutto, se c'era una cosa che Law aveva imparato da Doflamingo, era studiare ciò che lo circondava. Alleati, nemici, amici, pedine utili.
-MUORI PORCO SCHIFOSO!-
Amazzoni.



Note: Eccoci qui per il nostro secondo appuntamento settimanale, siore e siori. Ecco a voi Law!
Ammetto che l'idea di vederlo disperato coi Mugi mi stuzzicava, ma rischiava di diventare i 9 traumi 2 la vendetta.
Certo non è detto che io non riscriva su di lui, eh...
La prossima settimana, avremo Kirachan.
Poi forse Kidd.
Forse, perché ho un'idea delirante, ma è solo un'idea per ora.
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e grazie per essere passati da queste parti.
Alla prossima!! ^^

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Capitolo 3
*** La noia del Massacratore ***


La noia del Massacratore




-Che noia che barba, che barba che noia...-
A volte essere Killer non era poi così divertente. Per carità, amava la vita di mare, essere un vice capitano, i suoi compagni e trascorrere il tempo con Kidd. Ma c'erano quelle volte che la loro fama li precedeva e non volava una mosca al loro passaggio. Quando i pirati di Kidd sbarcavano, persino i mocciosi smettevano di piangere e spesso l'oro gli veniva offerto su piatti d'argento. Certo era tutto molto comprensibile e senz'altro più ragionevole, ma poi uno come lui si ritrovava a trangugiare whisky di prima qualità dalla cannuccia senza neppure un moscerino a ronzargli intorno. Kidd sembrava contento di godersi il trattamento esclusivo, ma Kidd non era Killer.
-Che barba che noia...- continuò a borbottare la Gioia di Killer, un esserino dai lunghi capelli turchesi e la maschera bianca e gialla. Non era proprio giornata.
-Che noia che barba...- gli fece eco Rabbia, anche lui abbandonato sulla plancia con dipinta sul volto l'espressione scazzata più scazzata del mondo.
-Che marmaglia di codardi...- brontolò il suo Disgusto.
-Mi sento così giù...- mormorò Tristezza.
-Sono io l'unico ad essere contento che non ci sia una rissa?- protestò la Paura.
-Zitto, tu, che nessuno ti ha interpellato.- replicò Rabbia.
-Ti stai annoiando, eh?-
Uno dei motivi per cui Killer amava profondamente Kidd (non allo stesso modo a cui si ama un fidanzato, ma un amico, un fratello) era che capiva esattamente quello che gli passava per la testa.
Annuì.
-Ma certo non possiamo rischiare di avere di nuovo la Marina attaccata al culo.-
Il Capitano si sentì segretamente fiero del suo vice, dopotutto doveva alla maturità di Killer molte cose. Sapeva quanto gli costava trattenersi, lo sapeva più di chiunque altro, perché lo conosceva più di chiunque altro. Killer aveva una mente razionale, rifletteva prima di agire, era il suo esatto opposto in molte cose. Ma quando la sua maschera umana cadeva, l'inferno stesso tremava. L'aveva visto in azione molte volte, ma c'erano state occasioni in cui avevano combattuto separatamente e Kidd non aveva voluto saperne di chiedere all'amico le condizioni dei cadaveri. Anche perché supponeva che non ci fosse rimasto un cadavere.
Un brusio concitato attirò la loro attenzione.
Vide un gruppo di avventori parlottare fra loro, accennare a lui e al suo vice e poi ridere. La cosa gli urtò parecchio i nervi.
-Ehi, ehi, ehi! Quelli stanno sparlando di noi!- ruggì la Rabbia del rosso (in pratica la sua fotocopia totalmente rossa e in fiamme) -Forse non sanno con chi hanno a che fare!-
-Sono solo cretini.- replicò il suo Disgusto. -Ignoriamoli, come sempre.-
-Io invece propongo per l'operazione Mano Pesante!-
-E sputare sul sacrificio di Killer?- si lamentò la Tristezza.
-Ugh... - la Rabbia corrucciò le sopracciglia e schiumò in silenzio.
Contemporaneamente, nella testa di Killer.
-Attenzione, attenzione! Kidd si sta irritando!- esclamò la Gioia, agitando le sue piccole falci mortali.
-Sta buono, non possiamo alzare un dito, o la Marina ci perseguiterà!- grugnì sconfortato Rabbia, con piccole fiammelle che guizzavano dai buchi della maschera.
-Sei diventato Paura, adesso?- lo punzecchiò Disgusto.
-Ehm, ragazzi, abbiamo un problema...- fece Paura, ignorando il commento -Le orecchie stanno captando una voce familiare.-
Le emozioni si strinsero intorno alla plancia, incuriosite.
-Avvio identificazione!- esclamò Paura pigiando un tasto.
Sullo schermo venne visualizzato il database, sul quale si succedettero rapidamente tutti i volti noti a Killer sulla sinistra e sulla destra veniva analizzato il suono appena udito. Alla fine, la voce venne identificata.
-E' il pinguino!- saltò su Gioia e tirò una leva. -Dov'è? Dov'è?- Killer si voltò a destra e a sinistra, ma non vide il pinguino da nessuna parte. Forse se l'era immaginato...
-Uff... che noia che barba... che noia che barba...- protestò Gioia, sprofondando nuovamente nell'abisso della depressione, tanto che iniziò ad assumere un colorito turchino.
Un tonk sonoro bloccò il processo.
Un boccale rotolò a terra ai piedi di Killer.
Il Massacratore si voltò a rallentatore alla sua destra, con un movimento che terrorizzò i più, tranne il povero imbecille ubriaco che aveva appena osato sfidarlo lanciandogli un boccale.
-Ahia, qui ci parte il massacro...- commentò la Paura di Kidd. Paura di dover rinunciare a quel locale, che non era niente affatto male. Il Capitano scoccò un'occhiata allarmata al Massacratore e quello la intercettò.
-E' l'occhiata da Massacro?- domandò la Paura di Killer, poco convinta.
-Inviare segnale visivo!- esclamò Gioia, carico.
Killer inclinò il capo.
-Ignoriamoli.- propose Kidd -Anche perché abbiamo di peggio da sopportare stase-
Eustass Kidd fu interrotto da due cose.
Uno: Trafalgar Law e il suo graffiante -Eustassya.-
Due: Un boccale tirato dallo stesso ubriaco. A lui questa volta.
Si voltò verso Killer con un gesto secco.
-Inviare segnale di Massacro!- urlò la Rabbia.
-E' il segnale di Massacro?- urlò la Gioia di Killer in pieno godimento.
-Il segnale di Massacro!- confermò la sua Rabbia.
-Massacroooo!- urlarono le due emozioni battendosi petto contro petto. -Massacroooo!-
-Ehilà, Kirachan!- esclamò la voce giocosa di Penguin. Il medico e il Chirurgo della Morte si avvicinarono al tavolo a cui erano seduti i loro storici amanti, ben consci che presto il locale sarebbe stato totalmente raso al suolo.
Killer non sentì i convenevoli, e forse neanche Kidd, nella sua mente le emozioni erano in pieno delirio.
-Penguin?- saltò su Gioia.
-E' Penguin!- Confermò Rabbia.
-Penguiiiiin!-
Non c'era molta differenza con l'esultare al massacro imminente. Forse solo che ad essere massacrata sarebbe stata la sua fama sanguinaria.
Ma nessuno l'avrebbe saputo, eccetto un certo pinguino.






Note: Parte di questo delirante capitolo, è merito/colpa, di questo fumetto.
http://fedini.deviantart.com/art/the-magic-word-568296836
Non è uguale, ma...
Ora immaginate tanti piccoli Kirachan che fanno così...
Ecco u.u
Riguardo alle emozioni di Kidd, per il loro aspetto approfondiremo nel suo capitolo, anche perché se no finiva per rubare il ruolo di protagonista al suo vice.
Non so chi ci sarà nel prossimo capitolo, perché dovrò scriverlo, ma mi sono accorta che ci sono un sacco di ottimi candidati per questa fic, quindi incrociate le dita e a venerdì prossimo!! :D
Bacioni!!!!

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Capitolo 4
*** Capitano in crisi ***


Capitano in crisi




L'odissea della Gioia e della Tristezza di Kidd iniziò una mattina, con la consegna del giornale. Se ne stava in cucina a fare colazione, quando Killer arrivò sventolando il quotidiano.
-Kidd, devi dare un'occhiata.-
Il Capitano afferrò la rivista e scorse i titoli in prima pagina.
-Non è possibile...-
-Dobbiamo muoverci anche noi.-
Kidd s'incupì.
-Mi sembra un po' prematuro...-
Ma Killer non voleva sentire ragioni.
-Dobbiamo coprirci le spalle. Chiamo io o chiami tu?-
La risposta fu qualcosa di simile ad un vaffanculo. Il Massacratore intuì che avrebbe dovuto occuparsi di tutto lui come al solito.
-Kidd, non puoi continuare così, lo sai?-

Se lo sapeva? Se lo sapeva?!
E certo che lo sapeva che non poteva continuare a farsi sfottere così da quei due. Perché, che ne dicesse Killer, Hawkins si divertiva un mondo a fare il prezioso durante i loro incontri.
-Perché c'è un complotto alle nostre spalle!- s'incendiò Rabbia.
Dato che Eustass Kidd era un pirata con certo stile, le emozioni che provava avevano un certo stile anche loro. Certo date le dimensioni sarebbero somigliate più a cavie da laboratorio elettrizzate che a spaventosi esseri che controllavano il cervello di uno dei pirati più temibili della Rotta Maggiore. Rabbia, per la cronaca, oltre ad essere un impellicciata palla di pelo, era anche tutto rivestito di fiamme, perché la situazione all'interno del Quartier Generale era davvero degenerata.
Tutto era iniziato quella mattina ed era finito prima dell'ora di pranzo con Gioia e Tristezza che si facevano risucchiare da un tubo e finivano catapultati chissà dove. L'incontro con gli altri capitani era stato previsto per il giorno dopo il seguente (a meno che qualche divinità non avesse affondato le loro navi e allora Kidd sarebbe diventato credente), ma era appena l'ora di cena e tutto il mondo di Eustass Kidd era stato disintegrato.
Quasi.
Restavano solo l'isola del Glam Rock e quella di Trafalgar, che, sinceramente, a Rabbia faceva un po' paura...
-Sì, ok, c'è un complotto.- gli diede corda un Eustass verde che si limava gli artigli con aria schifata. -Dobbiamo risolverlo. O Killer penserà di doverci fare da baby sitter per l'eternità.-
-E... se non troviamo Gioia e Tristezza prima di dopodomani?- domandò un pallido e violaceo Capitano.
-Dobbiamo trovarli!- esclamò Rabbia, battendo il pugno sulla plancia.
Kidd sbatté il pugno sulla scrivania.
Dannazione, non riusciva a concentrarsi al pensiero.
Come poteva resistere ad una riunione con i suoi alleati, se quelli miravano a fargli saltare i nervi? Law almeno se lo portava a letto, Apoo non lo avrebbe usato neppure come spazzolone del cesso!
-Fantastico, ha appena remotamente ripensato a portarsi a letto Apoo...- commentò Disgusto.
-Siamo fottuti...- Rabbia si diede una manata in faccia.
-Ehm, forse no...- iniziò Paura. -Ricordate quando eravamo piccoli? Quando avevamo bisogno di aiuto...-
-Stai pensando di chiamare lui?- Rabbia si sentì improvvisamente molto leggero.
Le tre emozioni rimaste si guardarono per qualche secondo.
Non potevano affrontare il giorno dopo l'indomani da soli, avrebbero distrutto tutto. E non solo le Isole della Personalità di Kidd, ma anche la sua nave. Il Capitano stava battendo le dita meccaniche sulla scrivania, alla disperata ricerca di un po' d'ispirazione. Forse costruire qualcosa l'avrebbe aiutato a far scemare l'ira, ma nulla... non aveva idee.
Finché Disgusto non diede il segnale.
-Effettuare chiamata di pronto intervento.-
Kidd prese uno dei Tone Dial e lo accese. Nell'aria della cabina iniziarono a diffondersi le note di una canzone che per lui era un vero toccasana. Per Killer era segno che il Capitano si trovava davanti ad un bivio.


Gioia e Tristezza erano da sempre emozioni opposte, ma c'era una cosa che le accomunava. Quando c'era da trattare con due certi tizi andavano d'accordo da morire.
E per evitare di rimetterci la vita davvero, avevano optato per la fuga in grande stile.
Restava solo da decidere come passare il tempo.
-E se facessimo un salto alla Cineproduzione Sogni?- propose Gioia, dallo sguardo allegro e malizioso incorniciato dai capelli azzurri e dal collo della pelliccia gialla.
-Mi piacerebbe rivedere "Maledetto Trafalgar"!- esclamò Tristezza sognante.
-Oh, per carità, è un sogno di due anni fa e il Chirurgo Gaio non si può vedere!-
-Chirurgo Arcobaleno. E per la cronaca, tu non hai gusto. Vuoi sempre massacri e porno.-
-E tu ami quelle lagne psico deprimenti assurde post scoperta dell'omosessualità!-
Tristezza fece per ribattere che si trattava di pietre miliari nel subconscio del Capitano, quando entrambi furono attirati da una musica familiare e da una voce altrettanto nota canticchiare. Un doo doo doo doo caldo che si fece strada fra le file di ricordi della Memoria a Lungo Termine.
Gioia e Tristezza indietreggiarono un poco, fino al bordo del Baratro della Memoria.
Pochi doo doo doo dopo, lui apparve.
-I was made for lovin’ you baby / You were made for lovin’ me / And I can’t get enough of you baby / Can you get enough of meeeee!-
-Gene Simmooooons!!-
Le due emozioni si rifecero gli occhi di fronte all'idolo di tutta una vita. Il demone truccato che avevano davanti a sé, li aveva guidati nei loro primi passi, aveva insegnato a Kidd a mettersi il rossetto (con grande disappunto della signora Eustass) e poi aveva imbrattato con lui la cameretta di lucido da scarpe e cosmetici. Saltando sul lettino con un piede solo. Eh, ne facevano di cose sceme il piccolo Kidd e il suo amico Gene.
Gioia e Tristezza si piegarono all'indietro per osservarlo tutto tutto.
-Woooow, sei più cresciuto da quando ti abbiamo visto l'ultima volta.-
-Sapete com'è, noi amici immaginari cresciamo con la persona.- replicò quello, strimpellando col basso per sottolineare il concetto.
-Che ci fai qui?- fece Tristezza -E' un ultimo desiderio per un condannato? Sono arrivati in anticipo quei due?-
Gioia gli tirò una gomitata.
Gene Simmons smise di suonare.
-In realtà, sono qui per chiedervi di tornare al Quartier Generale. I vostri amici hanno bisogno di voi.-
Le due emozioni avvertirono una forte ondata di panico e si lanciarono un'occhiata alla "che facciamo?"
-Forza ragazzi, torniamo insieme e rimettiamo tutto apposto. Vi offro un concerto!-
-DAVVERO?- Squittirono Tristezza e Gioia.
Un concerto di Simmons al Quartier Generale (ok, la versione dieci volte più figa di Simmons secondo la personalissima visione di un Kidd settenne, che per qualche strano motivo aveva una coda da gatto che ricordava un cattura polvere e due antennine robotiche) era praticamente un'offerta più unica che rara.
Simmons tirò fuori la lingua e iniziò a suonare qualche altro accordo, quando Gioia e Tristezza decisero di non accettare l'offerta.
-Magari la prossima volta!- esclamarono spingendolo giù, nel Baratro della Memoria.
-In the darkneeeeeeess!- fu l'urlo che andò scemando con la caduta.
-Non avremmo esagerato?- domandò Tristezza, stropicciandosi impacciato la pelliccia blu e sistemandosi gli occhiali tondi. -Rischia di venire dimenticato...-
Gioia incrociò le braccia dietro la testa e lo precedette nel labirinto.
-Scherzi? Dimenticare Gene?-
La risata cristallina dell'emozione risuonò nel labirinto.



-Gene Simmons ha fallito...- commentò Disgusto, picchiando un pugno sulla plancia mentre l'Isola del Glam Rock si disfaceva.
Kidd colpì a sua volta la sua povera scrivania.
Killer capì, a giudicare dall'improvviso cessare della musica, che le cose a quell'incontro sarebbero andate esattamente come tutte le altre volte.






Note: ... questa è un po' delirante. E ammetto che doveva essere un po' diversa. Gene ci doveva essere ugualmente, per la cronaca.
Capite cosa fanno quei due al cervello di Kidd?
L'occasione dell'incontro è random.
Per lui, ho pensato fosse Disgusto a comandare,. Perché Kidd è stiloso e difficilmente credo si faccia avvelenare socialmente. Ti ammazza prima. Il caro verdino, però, ha bisogno di Gioia per sentire un po' di positività. E di Tristezza a ricordargli che ha poco da fare lo schizzinoso con le alleanze. E, purtroppo, Rabbia tende ad essere un po' invadente.
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo >_<
Fatto curioso: cercando Gene Simmons Inside Out su google, mi è uscita l'immagine di Gioia con Bing Bong. Se non era destino... X°D
Tranquilli, Kidd non dimenticherà mai i suoi concertini col suo amichetto umpa lumpa Gene. Lui tornerà *musica drammatica*






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Capitolo 5
*** Fritto Misto d'emozioni contrastanti ***




Fritto Misto d'emozioni contrastanti






Si alzò presto come tutte le mattine. Non lo dava a pesare a nessuno, ma la vita di un cuoco di mare era davvero dura. Intanto, aveva orari assurdi. Sì, se li aveva autoimposti, ma di fatto era il primo ad alzarsi al sorgere del sole e l'ultimo ad andare a letto. Così, eccolo là, anche quella mattina, ad assistere all'aurora e al suo velare l'orizzonte di un rosa tenue.
Sanji inspirò la brezza marina mischiata all'odore acre del tabacco prima di entrare in cucina per dare il via alla solita routine. La vecchia cara routine, perché, dopotutto, essere cuoco non era solo il suo lavoro, ma anche la vita che si era scelto. Iniziò col mettere su del caffè, poi aprì il frigo, assicurandosi che la serratura fosse intatta e che non mancasse nulla.
"Bene, Rufy non conosce ancora la password." si disse con un sorriso, perché lo stomaco del capitano era la seconda cosa che rendeva assurdo il suo lavoro.
"Cosa posso preparare alle mie due regine oggi?"
Frugando con lo sguardo fra gli ingredienti trovò quasi subito ciò che faceva al caso suo.

-Ok, tutto pronto?- esclamò Gioia, aggiustandosi il suo completo scuro e sistemandosi la frangia azzurra sul viso.
-Tutto pronto, signore!- replicò un piccolo e tondo Mr.Prince azzurro.
Gioia schiacciò qualche bottone e Sanji sollevò il vassoio con le prelibatezze preparate con tanto amore. Uno scatto, un gioco di polso esperto dell'emozione solare e il cuoco roteò per il ponte avvolto nell'uragano dell'amore, spargendo cuoricini a manca e a destra.
-Namiswaaaaan! Robinchaaaaaaan!!-
-Oh, è pronta la colazione?- esclamò Rufy, emergendo dalla cabina.
Purtroppo, oltre ai cuoricini, aveva sparso anche il buon profumo di quella colazione.
Terza cosa assurda: la rapidità con cui quei mostri riemergevano da sotto coperta.
-Oh, abbiamo degli idioti, degli idioti.-
Gioia si allontanò dalla plancia a mani alzate e Disgusto si fece avanti nel suo abitino nero ricamato di fiori verdi. Si schioccò le dita affusolate e poi mise mano ai comandi.
-La vostra roba è in cucina.- esclamò Sanji, depistando Rufy, Chopper, Usop e Brook dal vassoio che teneva in mano. Fortuna per lui che la sbobba che preparava per i maschi fosse deliziosa, altrimenti Rufy e gli altri gli avrebbero dato una caccia sfrenata per assaggiare quelle delizie esclusive.
-Namiswan e Robinchan in vista!- esclamò un allampanato e violaceo Paura.
Le due ragazze si erano alzate presto anche loro e si godevano la brezza del mattino sedute sulle sdraio, libri alla mano.
-Meno tre metri, meno due, PIEDE!-
Troppo tardi.
Sanji imprecò mentre inciampava rovinosamente in qualcosa e finiva a terra e il vassoio gli scappava di mano.
-NUOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!-
Rabbia si gettò verso la plancia con la testa in fiamme e il cuoco si lanciò con uno scatto sovrumano ad afferrare vassoio e cibarie prima che potessero sfiorare terra o, peggio, imbrattare gli abiti delle due ragazze.
L'intero Quartier Generale tremò per l'impatto, poi silenzio.
-Ce l'ha fatta?- domandò Tristezza, scostando le dita dalle lenti tonde.
Nel campo visivo di Gamba Nera sembro essere tutto apposto. Sia lui che le sue emozioni tirarono un profondo sospiro di sollievo.
"C'è mancato poco." si disse il cuoco ripulendo il completo dalla polvere e guardò alle sue spalle per vedere cosa diavolo lo avesse fatto cadere.
E lo vide.
-Ma... ri...moooooooo!-
Rabbia rischiò di auto incenerirsi.
Roronoa Zoro ronfava nella grossa sul ponte. In mezzo alle palle come sempre.  E non solo non si era minimamente curato di dove si fosse messo a poltrire, ma continuava a farlo come se nulla fosse.
-IO LO AMMAZZO QUELLO!!-
-PRENDETE LA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO!- urlò Gioia.
Paura corse verso una piccola scatola verde con su la faccia di Zoro barrata in rosso e ne estrasse alcune sfere gialle e luminose.
-Alabasta, bagno reale!- esclamò, dando il via alla proiezione del ricordo.
A vedere  le forme nude e generose di Nami, l'iraconda emozione iniziò a sbollire pian piano.
-Che cosa dobbiamo fare adesso?- domandò a denti stretti, mentre i suoi capelli si spegnevano.
-Ignoriamolo.- propose Paura -Almeno finché non  consegnamo la colazione.-
-Ma perché diavolo non se ne va a dormire in cabina?!- brontolò Rabbia. Ma si controllò e lasciò nuovamente che Gioia riprendesse il controllo. Il cuoco si voltò verso Nami e Robin, mostrando il solito volto sorridente e pieno d'amore.
-Scusate, mie regine! Vi ho portato la colazione! Crostata ai mandarini per Namiswan e dei piccoli tramezzini e pasticcini per Robinchan. Scusate se si sono un poco rovinati. Ed ecco il caffè.-
-Buongiorno, cooksan.- gli sorrise dolcemente Robin.
-Sembra deliziosa!- esclamò Nami.
Entrambe le loro voci furono come un dolce afrodisiaco per lui, che non sentì altro che quelle. Le sue emozioni emisero un sospiro quasi appagato, tutte con gli occhi a cuore, Disgusto compresa.
Durò molto poco, comunque, perché  uno sbadiglio sonoro ricatturò la loro attenzione.
-Uhn, 'giorno... - mugugnò Zoro, stiracchiandosi -Che ore sono? Oi, cuoco, è pronta la colazione?-
Se fino a pochi secondi prima Sanji era come in una bolla rosa colma di dolci emozioni e sensazioni, gli bastarono pochi istanti perché quella s'infrangesse.
-Ha detto tre frasi e voglio già disintegrarlo...- mormorò Rabbia -Posso?-
-Sanjikun, mi porteresti del succo d'arancia?- domandò Nami.
-Permesso non accordato!- esclamò Gioia, ignorando Zoro.
-Ma certo, mia adorata! Robin cara, desideri qualcos'altro?-
-Un bicchiere d'acqua fresca, grazie.- sorrise la donna.
Le emozioni sospirarono nuovamente, beandosi di quei toni caldi e gentili.
-Oi, cuoco, portami degli onigiri.- disse Zoro picchiettandogli sulla spalla.
-MA IO L'AMMAZZO!- urlò Rabbia incendiandosi.
-LA TUA ROBA E' IN CUCINA!- sbraitò Sanji.
Il Cacciatore di Pirati sbadigliò.
-Dato che ci sei, portami anche del sakè.-
Il corpo di Sanji tremò, in preda ad una lotta interiore.
-Devo ucciderlo!- urlò Rabbia.
Sanji si voltò verso Zoro con la solita espressione omicida che riservava solo a lui.
-Smettetela di litigare.- li ammonì Nami, tentando di evitare almeno il primo dei litigi della giornata.
-Sì, Namiswan.- scattò Gioia (e di riflesso anche Sanji).
-Sembra quasi decente... - mugugnò Zoro. Il cuoco si voltò di scatto verso di lui e lo vide. Vide che stava mangiando uno dei tramezzini di Robin.
-Fammene qualcuno.-
La testa di Rabbia riprese a bruciare come se stesse eseguendo il Diable Jambe.
-Maledetto...-
La rissa era prossima allo sbocco.
-Per favore!- esclamò Nami esasperata, mettendosi la mano sulla fronte.
Robin sospirò con un sorrisetto.
-Ignoriamolo!- esclamò Gioia.
-Uccidiamolo!- ruggì Rabbia.
Entrambi si gettarono sulla plancia per mettere mano ai comandi, sotto gli sguardi affranti e rassegnati di Tristezza, Disgusto e Paura. Di conseguenza, Sanji si trovò 'costretto' ad intavolare due 'conversazioni' diverse.
-Scusami, Namiswan, io... MARIMO MOLLA QUEL TRAMEZZINO! NON E' PER TE!-
Zoro lo ignorò altamente, preferendo di gran lunga osservare il mare.
-Sanjikun...-
-Scusami, Namiswan, è solo che ANCORA?! MA ALLORA E' UN VIZIO!! IN CUCINA! IN CUCINA!-
-Non ho voglia di andare in cucina.- replicò, Zoro.
-MUORIIIIIII!- urlò Rabbia, talmente in fiamme che le altre emozioni dovettero nascondersi per non venire incenerite.
Nami sospirò, seccata.
-Adesso basta, tutti e due!- esclamò.
Gioia si gettò verso la plancia per replicare, ma anche Rabbia, accecato dalla furia lo fece.
-VA' AL DIAVOLO E RESTACI!- ruggì Sanji, col volto offuscato dall'ira e una vena ballerina che gli pulsava sullo zigomo. Poi si voltò.
-Scusami, tesoro, obbedisco.-
-Lo voglio al prosciutto.-disse Zoro, masticando l'ennesimo tramezzino rubato a Robin, che, diciamocelo, non è che ne fosse dispiaciuta.
L'espressione gentile di Sanji mutò immediatamente. La bocca quasi gli toccò terra, gli occhi strabuzzarono fin quasi a cadere sul ponte.
Gioia e Rabbia erano rimasti immobili, come pietrificati.
-Forse dovremmo...- iniziò Paura -Spiegarci?-
Disgusto scosse il capo, poi fece un cenno a Tristezza che, dignitosamente, prese il controllo.
-Ma che diavolo ti prende?!- domandò Zoro, irritato dal sempre più assurdo comportamento del cuoco. Prima s'infuriava come una iena, poi si metteva a piagnucolare in un angolino del ponte. Chi lo capiva era bravo.
-Se ci chiede un altro tramezzino, posso ucciderlo?- mormorò Rabbia nell'angolino della disperazione. Accanto a lui, Gioia annuì, piangendo lacrime di sangue.






Note: Perdonate il piccolo ritardo. :D spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto un po'. E che i cambi di "scena" siano chiari. Sapete com'è, quando c'è il Marimo in giro, Sanji non ragiona più.



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Capitolo 6
*** Senso dell'orientamento, questo sconosciuto ***




Note:
Questo accadde quando i Mugi salirono sulla Sunny la prima volta.
Il capitolo è un po' cortino... beh, buona lettura comunque! E perdonate il ritardo ^^''
Spero la mia ispirazione la smetta di fare così, altrimenti Rabbia non risponderà più di sé.









Senso dell'orientamento, questo sconosciuto





Una manina azzurra si levò in aria e un piccolo e paffuto Zoro completamente azzurro avvolto in una panciera bianca osò prendere la parola nel caos che era diventato la testa dello spadaccino.
-Secondo me il nord è da quella parte.-
-Come fa ad essere da quella parte?!- lo contraddisse Disgusto, con le guance rosse, ancora sotto l'effetto del sakè di poco prima. -I capelli crescono da questa parte, quindi il nord è qui!-
L'emozione premette il dito sulla mappa incompleta stesa davanti a loro.
Paura scosse il capo e arricciò il naso.
-No, scusa, questa cosa dei capelli non funziona. Vediamo piuttosto dov'è il sole.-
-Difficile dirlo...- bofonchiò Rabbia, appallottolato nella sua panciera fiammante. -E' mezzogiorno.-
-E se chiedessimo a Nami?- propose Gioia sull'orlo di una crisi di nervi facendo tintinnare gli orecchini e stropicciandosi l'haramaki verde chiaro.
-Scordatelo.- obbiettò Disgusto -Quella si farebbe pagare. Oh, c'è il cuoco!!-
L'emozione verde si mise rapidamente la bandana e sfoderò le sua espressione da cacciatore.
Le altre emozioni si batterono le mani sulla faccia. Perché quando c'era quello stramaledetto dongiovanni, Disgusto non capiva un accidente.
E se era ubriaco era peggio di andare al buio.
-Oi, cuoco...- iniziò Zoro.
Sanji si voltò.
-Uhm, lasciamo stare.- mormorò seccato il Cacciatore di Pirati.
-Lasciamo stare cosa?!- urlò irritato l'altro.
-Lasciatemi stare!- urlò Disgusto trattenuto a forza dai suoi compagni, mentre Rabbia faceva allontanare lo spadaccino da quell'irritante ricciolo biondo.
-Ti sei perso, testa di muschio?- lo sfotté il suddetto ricciolo con un sorrisetto perfido.
-Controlla da che parte ti crescono i capelli.-
-Io ve l'avevo detto che era così.- biascicò Disgusto con aria sognante.
-Io. Non. Ho. Parole.- Rabbia si trattenne a stento da sguainare la spada, ma le scintille sulla testa tradivano la sua furia.
-Il nord non si trova seguendo la crescita dei capelli.- aggiunse Tristezza con un sospiro e guardò la bussola appesa alla parete. Da che ricordasse, non c'era mai stato un ago, perciò la domanda di dove fosse il nord era sempre rimasta senza risposta.
-E se salissimo le scale?- propose Gioia.
-Non credo centri con le scale.-
-Sì, ma sono nella stessa direzione dell'isola.-
-Forse dovremmo chiedere.- concluse Tristezza con una scrollata di spalle.
-NO!- esclamò  Rabbia caricandolo, pronto a tirargli un pugno coi fiocchi. L'emozione paffuta si rifugiò sotto la plancia di comando.
-Non a Sanji! Non a Sanji!!-
Il secondo allarme suonò, più preoccupante del primo.
-Ahia... dobbiamo sbrigarci.-
-Ok, niente sexy cook, dov'è quel mutandone?- sbottò Disgusto, ignorando l'occhiataccia di Rabbia.
-Sento le voci venire dal ponte.- rispose Gioia.
Zoro riuscì a uscire in coperta e vi trovò la ciurma quasi al completo.
Il terzo allarme risuonava già.
-E se... chiedessimo con nonchalance?- propose Tristezza.
Rabbia non voleva saperne.
-Posso sempre tagliare a metà la nave!-
-Cerchiamo di ragionare...- propose Tristezza. -Chi ha detto che era a nord?-
-In realtà ricordo che il mutandone abbia detto di sopra.- soppesò Disgusto.
-Quindi non era il nord?- Tristezza avrebbe voluto sprofondare.
-Non potevi dirlo prima?!- sbottò Rabbia.
-Io ho un'idea!- esclamò Gioia alzando la mano. -Potremmo sempre far-
-Ma dove accidenti è il bagno in questa nave?- domandò seccato Zoro.
Le quattro emozioni si voltarono contemporaneamente verso la tastiera, dove un Paura dall'orgoglio infranto aveva trovato il coraggio di chiedere ciò che tutti loro volevano sapere.
E d'altro canto, meglio preso per i fondelli dal cuoco che ritrovarsi un re del mare attaccato mentre cercava di farla fuori bordo. Da che mondo era mondo, i piani di Gioia portavano SEMPRE ad esiti funesti.
-Dato che c'eri, potevi chiedere dov'era il nord!- borbottò Rabbia.






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Capitolo 7
*** Livello di umorismo: topo morto ***



Note
: Perdonate il ritardo da blocco dello scrittore. Non so se ne sono uscita completamente, ma vi lascio questo capitolo, che è un po' (solo un po'?) spoiler. Post Dressrosa.





Livello di umorismo: topo morto






Scratchmen Apoo rideva così sguaiatamente che se solo avesse voluto (Santo Roger No!!!)  Eustass Kidd avrebbe potuto vedergli tonsille e mutande insieme. Ma era troppo impegnato anche lui a farsi grasse risate per osare provarci. Era raro che i due capitani convivessero civilmente a pochi metri di distanza. Quella volta il miracolo lo fece un certo pinguino con una lumacofonata al povero Killer, che avrebbe taaaanto voluto sotterrarlo e poi ucciderlo, in quest'ordine. Kidd e Apoo ridevano così forte che il Massacratore dovette rinunciare a riportare l'ordine nella riunione per mandarli entrambi in culo a Davy Jones.
D'altro canto, era stato lui a rispondere con leggerezza al lumacofono e così Penguin l'aveva spudoratamente corteggiato...
Che Apoo ridesse poteva starci, comunque. Che lo facesse Kidd non lo sopportò. Insomma, la solidarietà dov'era finita?!
Viveva una situazione simile alla sua col dottorino dagli occhi chiari e poi lo sputtanava così CON Apoo?!
Almeno qualcuno di loro sapeva cos'era il contegno!
-E fattela 'na risata, Basil!- esclamò il braccialunghe dando una pesante pacca sulle spalle del Mago. Quello lo ignorò, posando una ad una le carte sul tavolo, consultando chissà quale oracolo.
-Ma se ha l'umorismo di un topo morto!!- lo sfotté Kidd, continuando a ridere. La figura di merda dell'amico era stata troppo colossale per riuscire a non ridere.
Basil Hawkins si fermò, con una carta a mezz'aria.
-COME SCUSA?!- saltò su Rabbia. I suoi lunghi capelli biondi presero vita come spiritati e divamparono in un rogo rovente.
-Disse quello che ha un gusto nel vestire che è tutto dire.- storse le labbra Disgusto scrutando il Capitano dalla testa ai piedi.
-Dobbiamo rispondere alla provocazione?- propose Paura, alto e magro quanto indispettito, reggendo in mano un mazzo di carte, pronto all'attacco.
-Su, su, cerchiamo di non fare i permalosi!- Gioia saltellò davanti alla plancia di comando, coi capelli azzurri e la camiciola verde svolazzanti alle sue spalle. Le altre emozioni fissarono schifate i fiorellini luminosi che spargeva al suo passaggio, mentre una sfera verde e rossa rotolava fra i ricordi del Mago.
-Dobbiamo dimostrare loro che non siamo così permalosi come credono e che sappiamo divertirci.- asserì Gioia serissimo.
-Ma a me non ha fatto ridere...- si lamentò Tristezza, alzando gli occhi dal suo manuale.
-A me ha dato fastidio!- borbottò Rabbia -E non è educato rispondere al lumacofono per cose private in mezzo a una riunione importante.-
-Sì, ma non lo sapeva che era una chiamata così privata...- ribatté Gioia spezzando una lancia in favore di Killer.
-Beh, doveva immaginarlo!- replicò Disgusto con una smorfia. -Che schifo, ma si può essere così melensi?-
-Ehm... ragazzi, ci stanno guardando male.- li avvertì Tristezza.
Nel campo visivo del Mago, Apoo e Kidd avevano smesso di ridere e fissavano Hawkins con aria interrogativa per la mancata reazione. Il Mago restituì loro uno sguardo di superiorità.
-Ok, pronti?-
Alla fine Gioia aveva trionfato, convincendo le altre emozioni a farsi "'na risata". Marciò a passo militare davanti alla console di controllo e si fermò, spada in mano, indicando i volti seccati degli altri due pirati.
-Pronti!- replicarono in sincrono gli altri.
-Ridete!- ordinò Gioia.
-Ah.-
-Ah.-
-Ah.-
-Ah.-
Si alternarono quelle una alla volta, come un coro di piccole rane colorate, il tono serio, fra il solenne e lo scazzato.
-Ah. Ah. Ah. Ah.- ripeté all'esterno Hawkins sillabando ogni "ah" con tanta enfasi che un attore drammatico ci avrebbe fatto brutta figura.
Apoo e Kidd si scambiarono un'occhiata sconcertata.
-Ti sei sprecato!- fece il rosso storcendo il naso.
-MA CI STA PRENDENDO PER IL CULO?!- Disgusto e Rabbia saltarono su, permalosissimi.
-Facciamogli vedere che con noi non si scherza!- sbottò l'emozione fiammeggiante pestando il pugno sui tasti.
Hawkins fulminò i due alleati con lo sguardo ed estrasse dal mazzo a ventaglio una carta con la stessa calma e freddezza con cui avrebbe affondato la lama nelle viscere di qualcuno. Godendoci per altro.
-Io non sprecherei fiato per le fesserie.- enunciò dopo il consulto, durato qualche secondo.
-Un'ombra oscura sta per stendersi su di voi.-
-Ecco la menata di sfiga!-  Kidd alzò gli occhi al cielo. Appena in tempo per vedere una figura scura proiettare la sua enorme ombra su di loro.
Pochi attimi. Poi scoppiò il finimondo, con un buco in terra, una nave affondata e un Imperatore con l'emicrania.
Kidd e Apoo si trovarono d'accordo (brutto, brutto segno) nel rettificare che forse Basil Hawkins aveva un senso dell'umorismo. Solo che era tutto suo. E che si divertiva MOLTO a portare iella!
-RIDETE!- ordinò la Gioia del Mago.
-Ah. Ah. Ah. Ah.- replicò il coretto di emozioni.
Hawkins sogghignò appena.
-Fanculo, Basil Hawkins, ok?- esclamò Kidd -La nave me la ripari tu!-
Il diretto interessato fece un sorrisetto di sufficienza, non degnandolo di una risposta.
Tanto non sarebbe servita una previsione a Kidd per capire che quei soldi non li avrebbe mai visti nemmeno col telescopio.








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