Lo Scoiattolo e la Volpe

di Miss Mistery
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addio casa e ciao Londra. ***
Capitolo 2: *** Giocare col fuoco ***
Capitolo 3: *** Una cena particolare ***
Capitolo 4: *** La nuova casa è una reggia del terrore.... o forse no? ***
Capitolo 5: *** Hogwards, una scuola quasi d'élite. ***
Capitolo 6: *** La famosa passeggiata..... ***
Capitolo 7: *** Cellulari, Piccioni Viaggiatori e Gufi. ***



Capitolo 1
*** Addio casa e ciao Londra. ***


" Non voglio!" disse  categorica la ragazza quando le venne annunciata la notizia.
Il padre sospirò esausto e riprese a leggere il giornale mentre la madre cucinava.
"Hermione, tesoro. Sappiamo che qui hai tutti i tuoi amici e che vorresti rimanere ma non puoi. Sei troppo piccola per stare da sola e quindi andrai a Londra da tua nonna" disse la donna senza distogliere lo sguardo dai pomodori che stava tagliando.
"Ma non è giusto" piagnucolò Hermione "perché dovete andare in Francia?"
"Sai bene che ci hanno invitato lì per aprire una nuova clinica  a Parigi e noi non vogliamo farci sfuggire quest'occasione" le rispose il padre prendendo un  sorso di caffè con lo sguardo rivolto alla Gazzetta dello sport " E poi sarà solo per un anno. Passerà in fretta credimi e  ritorneremo qui." finì riappoggiando la tazza sul tavolo
"Ma non conosco nessuno lì" disse la ragazza ormai rassegnata " E non vedo la nonna da 10 anni, avevo 5 anni quando avete litigano in quel modo e adesso all'improvviso mi dite che ci devo andare"
Il viso del padre sembrò contorcersi in una smorfia per poi tornare normale.
" Hai ragione ma lei è l'unica parente che può tenerti, e lo sai bene. " disse la madre " E inoltre tuo padre ha deciso di lasciarsi alle spalle i vecchio rancori, vero Mark?" 
L'uomo fece una specie di grugnito poco convincente ricevendo in cambio dalla madre , Jean, un'occhiataccia.
Hermione sospirò rassegnata. Quando la decisione era ormai presa nemmeno lei poteva far cambiare idea ai suoi genitori. L'unica cosa che la consolava era sapere che si trattava solo di un anno. Un anno passa in fretta si disse con convinzione.
Senza dire niente prese il libro che aveva poggiato sul tavolo e si diresse in camera per dare la brutta notizia alle sue amiche.
"Ma non è giusto!" esclamò Melissa pochi minuti dopo " Non possono farlo!"
"Infatti Herm!" concordò Chaterine 
" Lo so ragazze , ho cercato di convincergli ma niente da fare. Partirò tra un mese.Sapete che quando decidono ..." non riuscì a finire perché i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime 
"Ma Londra è a cinque ore da qui" piagnucolò Melissa 
" E starai via per una anno Herm. Un anno è tanto" fece lo stesso  Chaterine 
" Sto più male io che voi fidatevi" confessò la quindicenne cercando di non piangere " almeno voi starete insieme, io lì non conosco nessuno e ci dovrò stare per un lungo anno" 
Ci fu un attimo di silenzio e poi Melissa scoppiò in lacrime e si mise a urlare qualcosa sul fatto che i genitori rovinano e basta la vita dei figli mentre Chaterine cercava di calmarla dicendo che potevano sempre andare a trovare Herm alcuni weekend prendendo il treno. La diretta interessata invece sorrise perché sapeva di avere delle buone amiche qui che non l'avrebbero dimenticata in questo anno.
Dopo un'animata discussione di circa 4 ore si senti la voce del padre di Hermione intimare alla figlia di finire la conversazione se non voleva che la sua paghetta venisse usata per pagare le bollette del telefono.
                                  *  *  *
La scuola era finita da un mese e come sempre Hermione aveva preso il massimo dei voti in ogni materia. I suoi genitori aveva già acquistato i biglietti dell'aereo e spedito alcuni scatoloni  in Francia e altri a Londra.
" Tesoro, fai in fretta dobbiamo andare altrimenti arriviamo in ritardo" gridò la voce di Jean dalle scale. 
"Arrivo Mamma" le disse di rimando Hermione. Prima di chiudere la porta della sua camera ormai spoglia , la guardò per un'ultima volta rattristita e scese le scale. Poi però si ricordò di una cosa e tornò di corsa in camera. Aprì il mobiletto che stava sopra la scrivania e ne tirò fuori un braccialetto. Era un braccialetto umile, fatto di fili colorati e un po' bruciacchiato all'estremità. Un braccialetto molto vecchio e per niente prezioso ma guardandolo la quindicenne sorrise con calore e lo mise in tasca al sicuro per poi dirigersi verso le urla della madre che si fecero insistenti.
"Accidenti Hermione. Perché ci hai messo tanto? Sai che io e la mamma abbiamo un areo da prendere" le disse il padre mentre la ragazza entrava nella macchina.
"Scusa. Mi ero dimenticata una cosa in camera" rispose lei allacciando la cintura.
" Scommetto uno dei tuoi libri. Come se non te ne fossi portata abbastanza dietro. Abbiamo spedito due scatoloni pieni da tua nonna. Dovresti smettere di stare solo sui libri e farti più amicizie a parte Melissa e Chaterine" continuò l'uomo partendo.
Hermione alzò gli occhi al cielo mentre la madre le sorrideva. Aveva sentito questa frase talmente tante volte che pensava di riuscire a immaginare i momenti in cui il padre l'avrebbe detta. 
Mentre si dirigevano verso la superstrada Hermione osservò per l'ultima volta le strade , i parchi e le case della città che stavano abbandonando. La sua città, in cui aveva vissuto per anni e che avrebbe rivisto tra tanto tanto tempo.Le si inumidirono un po' gli occhi al pensiero di lasciare la sua casa e le sue amiche ma decise che non avrebbe pianto. Non davanti ai suoi genitori.
                                   *  *  * 
"Hermione" disse una voce flebile, come se si trovasse ad anni luce da lei" Hermione, tesoro. Svegliati siamo arrivati" la voce si sentì più chiaramente.
La ragazza aprì gli occhi ,ancora impastati di sonno, fissando la figura della madre che appariva ancora sbiadita. 
" Siamo arrivati?" chiese alzandosi e osservando il sole ancora alto nel cielo. 
" Quasi. Ancora 5 minuti" le rispose il padre guardandola attraverso  lo specchietto retrovisore. 
Hermione guardò l'orologio rosso che portava al polso . Segnava le 17:42 .
'Sono nervosa' si rese conto Hermione mentre il battito accelerava. Era sua nonna è vero ma non la vedeva da 10 lunghi anni a causa del litigio che lei e suo padre, non che figlio, avevano avuto. I ricordi sulla nonna che aveva erano pochi ma nitidi. Ricordava i lunghi capelli brizzolati  ripiegati in una crocchia salda, un sorriso candido e delle mani vellutate che la cullavano e le raccontavano storie su maghi , incantesimi e animali fantastici.Non ricordava per niente il motivo del litigio tra lei e suo padre ma ricordando la testardaggine della nonna e conoscendo quella del padre non si sorprese che questa cosa sia durata tanto.
La macchina si fermò e Hermione si riscosse dai suoi pensieri. Il padre aveva parcheggiato davanti a una casa a tre piani , molto vecchia a giudicare dalle decorazioni.Quella via era piene di quelle case, alcune più curate delle altre.
"La tua roba deve essere già arrivata quindi ti basterà prendere la valigetta dal cofano" disse il padre svelto senza guardare la casa 
" Voi non venite?" chiese la quindicenne sorpresa.
" Preferiremo andare, amore. L'areo parte tra poco e sinceramente preferirei non vedere  liti prima di andare" disse Jean fissando il marito 
" Va bene" disse Hermione e poi si sporse a dare un bacio ai due genitori  " Mi mancherete "
"Anche tu ci mancherai" le sorrise la madre 
"Vedi di non spezzare troppi cuori qui" disse il padre scompigliandole i capelli ricci.
"Papà" esclamò Hermione arrossendo e tutti e tre scoppiarono a ridere.
Poi il viso del padre si fece più dolce  "Fai la brava , principessa e scrivici" 
"Si, lo farò" sorrise Hermione e uscì dalla macchina. Prese la valigetta rossa dal cofano e salutò i genitori con la mano mentre ripartivano.
Solo dopo aver visto la macchina svoltare l'angolo la ragazza si rese conto di non avere idea di quale sia la casa di sua nonna. 
Decise di tentare  e si posizionò davanti alla casa dove aveva parcheggiato il padre. 
Si mise una mano sul cuore e prese un grande respiro. Guardò esitante il campanello mentre avvicinava piano il dito ad esso. Ad un tratto la porta si aprì con forza e Hermione sobbalzò dallo spavento mentre quattro paia di occhi azzurri la fissavano curiosi.
"Ah..emh..ah" cercò di dire la ragazza 
" E tu chi sei?" chiese il primo ragazzo con un sorriso a trentadue denti 
" Sarà venuta per me, fratello. Vorrà dichiararsi" sogghignò l'altro fissandola 
Hermione rimase a bocca aperta. Erano uguali! Avevano esattamente la stessa faccia. Gli stessi lineamenti. Le stesse lentiggini. Gli stessi capelli rosso acceso  e lo stesso sguardo furbo e sbarazzino. Persino i vestiti si somigliavano tranne i maglioni che erano di colore diverso. 
Poi la ragazza si accorse che in realtà non erano così uguali. Bastava guardargli molto attentamente e ci si accorgeva che gli occhi di uno erano più chiari , più azzurri dell'altro. 
" Si cero, George. Sono tutte ai tuoi piedi, credici" lo prese in giro quello con gli occhi più chiari.
"Ma ovviamente, Fred. Sono il più bello dei due e le fanciulle cadono tutte ai miei piedi" fece l'altro con fare altezzoso 
" Non Angelina" sogghignò Fred e questo fece mettere il muso a George. 
"Emh...scusate" cercò di dire Hermione benché divertita da quella situazione.
I due smisero di stuzzicarsi e invece guardarono lei.
" Ah, giusto. Quindi, cosa ti serve?" chiese Fred 
"Io sto cercando  Willow Granger" dissi un po' esitante 
Loro si guardarono perplessi e poi quello che lei capì essere George disse 
" Perché la cerchi?"
"  lei è mia nonna" disse tutto d'un fiato 
Nell'istante esatto in cui diceva quella frase una donna paffutella e con una chioma rossa come i gemelli stava passando di lì. 
Quando sentì quelle parole si voltò verso Hermione e i suoi occhi si illuminarono.
"Oh santo cielo" esclamò mentre si faceva largo tra i due fratelli che la fissavano straniti.
"Mamma?" chiesero all'unisono i due venendo ignorati 
"Oh santo santo cielo" ripeté lei guardandola , poi la prese e la strinse a se sorridendo " Quanto sei cresciuta , accidenti quanto sei cresciuta" disse 
Hermione non ci stava capendo più niente e rischiava di soffocare a causa dell'abbraccio.
"Mamma, chi è questa ragazza" le chiese Fred mentre la donna si staccava da Hermione.
"Oh insomma come sarebbe a dire chi è!" sbraitò quella " Questa è Hermione, Hermione Granger" finì di dire.
I due guardarono la ragazza stralunati , come se la vedessero per la prima volta.
"Questa qui è la piccola Herm?" chiesero all'unisono.
Hermione stava seriamente cominciando a preoccuparsi ed erano passati solo dieci minuti dal suo arrivo a Londra.

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Capitolo 2
*** Giocare col fuoco ***


Hermione, seduta nel modo più composto possibile , fissava la signora Weasley che si dava da fare nel preparare il tè. 
Sembrava davvero felice di averla lì e mentre versava l'acqua bollente nella tazza canticchiava un motivetto. 
Ma Hermione non era l'unica a fissare , infatti da quando era stata invitata ad entrare da Molly Weasley per una tazza di tè, i due gemelli, seduti poco lontano, non facevano altro che guardarla con un'espressione ancora incredula e ogni tanto si bisbigliavano qualcosa.
"Allora , cara" disse la signora Weasley porgendo la tazza di tè alla quindicenne " come mai sei qui?"
Hermione prese tra le mani la tazza e l'avvicinò alla bocca e subito un dolce profumo di cannella le invase le narici. Prese un sorso non troppo grande per non scottarsi e poi rispose:
"I miei genitori.Sono dentisti e li è stato chiesto di aprire una loro clinica a Parigi. Rimarranno lì per un anno e così mi hanno mandata dalla nonna Willow"
La donna prese una sedia e si mise vicino alla ragazza sempre con un sorriso sulle labbra " Capisco, capisco. Ah, non ci posso credere. Sei cosi cresciuta! L'ultima volta che ti ho visto mi arrivavi al ginocchio" 
Hermione esitò per un attimo ma poi prese coraggio e chiese "Scusi... ma in non mi ricordo di averla mai conosciuta , beh in realtà non ricordo quasi per niente i giorni trascorsi qui da piccola" 
"Oh beh, è naturale eri molto molto piccola a quei tempi. Invece io mi ricordo molto bene di te e scommetto anche Arthur" poi guardo l'orologio a cucù appeso al muro e concluse " che , a proposito, dovrebbe arrivare a momenti" 
Ad un tratto un boato, come di qualcosa che cadeva,irruppe nell'aria facendo sobbalzare tutti nella stanza , Hermione giurò di sentire qualcuno gridare " Miseriaccia Ginny".
La signora Weasley si alzò e si precipitò fuori dalla cucina dicendo " Scusa cara, vado a federe cos'hanno combinato" e sparì sulle scale.
La sua assenza lasciò spazio ad un imbarazzante silenzio tra Hermione e i gemelli ,che continuavano a fissarla , interrotto soltanto dal rumore dell'orologio.
La riccia , che aveva ancora la tazza tra le mani, se la portò di nuovo alla bocca ma prima di poter anche solo bagnare le labbra venne interrotta dal rumore di due sedie che si spostavano.
"E' cosi tu saresti la piccola Herm" disse George alla sua sinistra mentre appoggiava un braccio sul tavolo e dondolava sulla sedia molto, moltissimo  più vicino alla ragazza di come era prima. 
Lei quasi si strozzò mentre senti una seconda voce  che rideva.
"Non posso credere che tu sia davvero la piccola Herm. Insomma sei cosi.... cosi..." cercò di dire Fred  che si trovava nella stessa posizione del gemello
"Diversa" lo aiutò il fratello
"Già diversa." continuò Fred " Da quello che ci ha raccontato di te la mamma eri una mocciosetta di cinque anni piagniucolona che cercava in tutti i modi di stare con noi" finì.
A quelle parole i due scoppiarono a ridere mentre Hermione divenne più rossa di un pomodoro.
"Oh, suvvia fratello. Non vedi che la stai mettendo in imbarazzo?" sogghignò George.
"Oibò , sono sinceramente desolato milady, volevo dire che da piccola era una creaturina splendida e molto emotiva che cercava di fare di tutto per stare in presenza di due gentiluomini bellissimi" disse Fred con una voce da alta società facendo l'inchino.
Questo non fece altro che far arrossire ancora di più Hermione.
"Fredie, penso che la ragazza abbia perso la parola" si accigliò il ragazzo 
"Georgie, penso che tu abbia ragione. Che ne dici di fargliela tornare?" rispose l'altro.
"Non aspettavo che questo " sogghigno.
La quindicenne li guardò allarmata mentre i due sogghignando si avvicinavano sempre di più.
"Fred! George!" gridò una voce.
Tutti e tre si girarono e videro sulla soglia della porta della cucina la signora Weasley seguita da un ragazzo  e una ragazza , tutti rigorosamente con i capelli rossi.
"Si , mammina?" dissero questi all'unisono 
"Mammina, un accidenti. Smettetela di spaventarla cosi." li fulminò
"Ma , mammina. Non si ricorda di noi, volevamo solo farle tornare la memoria" fece Fred con voce da cucciolo e questo fece sorridere Hermione.
"Non sperate di prendermi in giro! Scommetto che volevate provare su di lei i vostri soliti trucchetti" li accusò la donna entrando . 
I gemelli sospirarono e si allontanarono da Hermione borbottando. 
"Hermione cara, questi sono altri due miei figli" disse indicando il ragazzo e la ragazza che intanto si erano seduti a tavola "Sono Ron e Ginny. Ron ha la tua età, mentre Ginny è un anno più piccola. Da piccoli giocavate insieme ma , come te, nemmeno loro lo ricordano. " sorrise la donna.
"Ciao" disse Hermione esitante e quelli le sorrisero.
"Ma allora parli" esclamò George come se avesse appena scoperto l'esistenza degli alieni.
"Smettetela subito e presentatevi anche voi, razza di scalmanati. Ricordatevi le buone maniere" gridò Molly ai gemelli.
Quelli si guardarono in maniera complice e poi si misero davanti ad Hermione dopo , non si sa per quale motivo, aver girato in tondo per un po'.
"Io sono Fred" disse uno 
"E io sono George" ripete l'altro.
La signora Weasley sorrise e stava per andare ai fornelli quando Hermione disse:
"No , non è vero" 
Tutti la guardarono stupiti.
"Cosa, cara?" chiese Molly veramente perplessa.
"Ho detto che non è vero." ripete Hermione mettendo la tazza di tè sul tavolo e alzandosi in piedi "Tu sei George" e indicò quello che si era presentato come Fred , "e tu sei Fred" si avvicinò a quello che si era presentato come George.
I gemelli sgranarono gli occhi, Ginny mandò un urlo e Ron fece cadere il biscotto che stava mangiando.
"T-tu...tu come hai..." cercò di dire Fred 
"Che stregoneria è mai questa!?" esclamò George 
"Riesci a distinguerli?!"  chiese sorpresa Ginny mentre Hermione annuiva confusa 
"Nemmeno la mamma ci riesce!!" gridò Ron con la bocca che arrivava per terra.
Poi la signora Weasley scoppio a ridere e tutti si girarono nella sua direzione.
"Sicuramente i gemelli si ricordano di Hermione ma erano anche loro abbastanza piccoli quindi avranno dimenticato che anche allora lei era l'unica in grado di distinguerli" concluse raggiante.
I gemelli sembravano più confusi che mai e questa volta erano loro ad aver perso la parola.
"Ma come fai?!" chiesero insieme Ginny e Ron 
"Beh , anche se sembrano uguali , sono diversi. Basta che.." non fini di dire la ragazza che due mani le bloccarono la bocca.
Lei guardò sorpresa Fred e George mentre cercava di liberarsi dalla loro stretta.
"Eh no cara" disse George 
" Non provare a dirlo agli altri altrimenti non è più divertente" concluse Fred.
La presero e la portarono fuori dalla cucina sotto gli occhi di tutti i presenti. 
Usciti fuori finalmente le lasciarono la bocca. 
"Ma siete impazziti!?" gridò lei riprendendo a respirare 
"Adesso gridi pure eh?" sorrise George 
"Ma certo che grido, cristo! Stavo per soffocare" rispose Hermione incrociando le mani 
Fred rise e disse "Mi spiace tesoro ma non puoi dire agli altri come ci distingui. Per nessun  motivo. Però lo DEVI dire a noi" 
Hermione prima li guardò  e poi sogghigno sorprendendo i due.
"Oh... volete sapere come faccio?Mmh... sapete, peccato, perché non ho nessuna voglia di dirvelo. Davvero peccato " disse fingendo un'aria dispiaciuta 
"Ohhh, la ragazza ci sa fare" sorrise George 
"Georgie, mi sa che sta cercando di sfidarci. Noi, i gemelli Weasley" disse Fred come se fosse un peccato.
"No no no, lei che ci sfida? Incredibile, non ha amor proprio la ragazza" continuò l'altro in tono grave 
"Io di amor proprio ne ho a sufficienza per decidere di tenere quel segreto solo per me. Sapete... in caso avessi bisogno di ricattare qualcuno per dei favori" si sorprese di dire la quindicenne.
Questa volta i due rimasero sul serio con la bocca aperta ma si ripresero subito.
"Piccola, ingenua e piccola Herm. Stai cercando di giocare col fuoco?" disse George 
" E anche se fosse?" rispose la riccia con decisione 
" Allora devi essere preparata per scottarti perché il fuoco dei gemelli Weasley non perdona, nemmeno te" sogghignò Fred.
Per un istante che sembrò ore i tre si guardarono con aria di sfida , sembrava quasi di vedere il fuoco che ardeva nei loro sguardi.
Poi la porta dell'ingresso si si spalancò ed entrò un uomo con una valigetta , i capelli rossi e un'aria di sorpeesa nel vedere quella scena.
"Ah...salve?" disse disorientato.
Hermione arrossì e si riscosse tornando timidi.
" Bentornato Arthur" disse Molly uscendo dalla cucina " Ti presento Hermione Granger. Ti ricordi di Hermione?" 
"Hermione?" guardò l'uomo sorpreso " Tu sei la piccola Hermione?! Capperi se sei cresciuta!" 
"Ah...emh.. piacere" sorrise la quindicenne.
"Cosa fai qui?" chiese curioso 
"Sono venuta da mia nonna ma ho sbagliato casa e mi stavo chiedendo se mi potreste indicare quella giusta" disse Hermione speranzosa
" Ma certo che si" sorrise l'uomo radioso, poi però sembro ricordarsi qualcosa " Ah , però a quest'ora Willow sicuramente non è in casa"
Anche la signora Wealey parve ricordarselo solo ora "Hai ragione caro. Adesso sarà sicuramente a Hogwards"
" Beh, ci basterà aspettare e intanto puoi rimanere da noi per cena Hermione" disse l'uomo mentre Hermione cercava di capire cosa fosse Hogwards, poi sentendo quelle parole si affrettò a dire "Ah, no. Non vorrei disturbare"
" Di questo non devi preoccuparti" disse George riprendendo a parlare
"Mamma è sempre felice di sfamare nuove bocche con i suoi piatti" rise Fred 
"Infatti cara, sarei felice se rimanessi" sorrise la donna in questione
"In questo caso, grazie mille per l'invito" sorrise spontaneamente , per la prima volta da quando era arrivata ,Hermione.
Fred e George la fissarono. Quella era la bambina di 10 anni fa ma nessuno dei due poteva capacitarsene.

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Capitolo 3
*** Una cena particolare ***


A casa Granger la cena era di solito servita verso le 19:00 di sera. La signora Granger diceva che cenare presto aiutava il metabolismo a bruciare le calorie in eccesso. Inoltre proprio a quell’ora il signor Granger finiva la lettura del solito giornale e dichiarava di avere una fama da lupo.
Il tavolo era sempre ben apparecchiato quando il signor Granger e figlia arrivavano in sala da pranzo guidati dal profumo che si sprigionava dalla porta che conduceva nella cucina ,quella subito dopo l’enorme vaso di ceramica cinese comprata dai coniugi per il loro anniversario.
Di solito le portate non erano abbondanti ,almeno che non ci fosse qualche festa o ricorrenza particolare, e consistevano alcune volte in insalate e carne , altre in zuppe o riso. Tutti piatti deliziosi e leggeri che lasciavano sempre tutti molto soddisfatti.
Forse era proprio per questo motivo che in un primo momento Hermione credette che fosse il compleanno di qualcuno o che dovessero arrivare ospiti quando la signora Weasley riempi’ il tavolo di talmente tante prelibatezze da sfamare un esercito e anche quello avversario.
Fissava sbalordita tutti quei piatti: pollo con patate arrosto , sandwich , purè , zuppa di pomodoro , cannelloni , insalate di ogni genere, riso freddo e altre cose a cui Hermione in quel momento non riusciva a dare un nome.
Gli altri non sembravano farci caso , anzi parevano abituati e Ron aveva già l’acquolina in bocca per il profumo che tutti quei piatti creavano. Hermione sedeva composta e senza muoversi per paura di combinare qualche guaio. Guardando l’orologio vide che erano le 19:46 e si chiese a che ora sua nonna Willow sarebbe tornata da Hogwards.
Quando tutti i piatti furono pronti ognuno prese posto; il signore e la signora Weasley si sedettero ai due capotavola, Ron e Ginny davanti a lei e inevitabilmente Hermiona si ritrovö circondata dai due gemelli. Fred a destra e George a sinistra.
-Prima gli ospiti!!!- gridö la signora Weasley mollando uno schiaffo sulla mano già protesa verso un’ala di pollo di Ron. Lui la ritrasse soffiandoci sopra mentre Ginny se la rideva sotto i baffi.
La signora Weasley con il suo solito sorriso caloroso prese il piatto con il riso e lo porse alla castana che, nonostante non avesse tanta fame , si mise due cucchiaioni nel piatto.
Mentre prendeva con calma la forchetta e guardava il riso nel suo piatto si senti’ osservata e in effetti alzando lo sguardo si rese conto di avere gli occhi di tutti i presenti puntati addosso. Persino quello stupido orologio a cucü pareva fissarla. Le sue guance si tinsero di rosa ma cercö di non darlo a vedere.
Suppose che si aspettavano tutti di sentire il suo parere cosi prese una bella forchettata di riso con spinaci e uova e lo mise in bocca. Un’esplosione di sapore fece comparire sul suo volto un sorriso cosi spontaneo che i suoi occhi si illuminarono.
-Ma è una cosa buonissima!- disse prendendone un’altra forchettata.
La signora Weasley gonfiö il petto per il complimento e Arthur sorrise amabile.
-Adesso posso mangiare?- chiese Ron a bassa voce e ricevette un’occhiataccia dalla madre che perö poco dopo annui e l’aria venne invasa di rumori di piatti , posate e bicchieri che sbattono.
-Allora Hermione, che ci racconti- chiese il signor Weasley tra un cucchiaio di zuppa e l’altro – come hai vissuto fino ad ora? Ti ricordavi ancora di noi ? Sei contenta di essere qui?-
Hermione era brava a ricordare e quindi non fece fatica a mettere in ordine nella sua testa le domande e le rispettive risposte che doveva dare al signor Weasley ma all’improvviso la sua testa si svuotö del tutto quando la signora Weasley le chiese:” Hai il fidanzatino?”.
A quella domanda i rumori precedenti cessarono e tutti le lanciarono uno sguardo. Lei rimase impietrita e sperö di aver capito male.
-Insomma Molly, che domande sono?- Arthur rimproverö la moglie
-Cosa? E’ una ragazza cosi bella, deve avere un fidanzatino- insisté lei
-Non mi sembra il caso di fare domande simili. La stai mettendo in imbarazzo.- continuö l’uomo con sguardo di rimprovero.
In effetti era palese che Hermione fosse in imbarazzo visto che il suo viso era difficilmente distinguibile dalla zuppa di pomodori di Molly Weasley.
-Figuriamoci se ha il ragazzo- rise George
-E’ cosi timida che non riuscirebbe nemmeno a dire ciao al ragazzo che le piace- fece eco Fred
I genitori dei due li guardarono scandalizzati e stavano per dire qualcosa ma fu Hermione ad aprire bocca.
-George, vedi di pensare a te prima di pensare agli altri. Mi sbaglio o …Angelina, si Angelina è la ragazza che ti piace eppure non ci esci insieme- disse lei con un improvviso coraggio uscito da chissà dove – e tanto per la cronaca Fred, non sono timida, sono educata. E se lo vuoi sapere ce l’ho il ragazzo- fini’ di dire ma poi si rese conto che l’ultima era una clamorosa bugia.
La guardarono tutti sbalorditi finchè i due gemelli non scoppiarono a ridere.
-Hai del fegato,ragazza. Mi piaci!- disse Fred con le lacrime agli occhi
-Decisamente!- confermö George con la stessa espressione del fratello.
Ron continuava a ingozzarsi non facendo caso alla scena mentre Ginny cominciava già a meditare su come rendere Hermione sua suocera.
La cena passö veloce tra chiacchiere del piü e del meno ed Hermione mangiö cosi tanto che le sembrava di poter scoppiare da un momento all’altro.
Durante il pasto aveva ricordato il consiglio che le diede suo padre quando aveva 9 anni ed erano andati a cena dagli amici: “ Se non hai fame prendi piccole porzioni di tutto cosi’ sembra che hai mangiato tanto e non offendi la cuoca” dopodiché le fece l’occhiolino e suonö al campanello.
Fino ad ora la cosa aveva funzionato molto bene ma la signora Weasley non era una che si arrendeva facilmente e appena Hermione finiva una porzione gliene metteva una grande il doppio nel piatto.
Quando tutti ebbero finito di mangiare Ginny disse di dover andare a fare una telefonata ad una sua amica , a quel punto Ron le disse che poteva andare direttamente a vivere in una centrale telefonica visto che passava il giorno a parlare al telefono e Ginny ovviamente gli diede dello “stupido mangione babbano” al che Molly li mandö entrambi nelle loro camere. Hermione non sapeva dell’esistenza della parola “babbano” e si ripromise di cercarla al piü presto nel dizionario.
Il signor Weasley ricevette una telefonata urgente da lavoro e chiedendo scusa si catapultö fuori dalla porta quasi dimenticando il capotto e le chiavi di casa.
Essendo rimasti in quattro in quella cucina era palese che il tavolo sarebbe stato sparecchiato da quelle quattro persone ma i gemelli non erano dello stesso parere e dicendo che dovevano “lavorare su un progetto che probabilmente avrebbe rivoluzionato le sorti dell’intera umanità” scomparvero di sopra e prima di salire scompigliarono tutti e due i capelli ad Hermione che odiava essere toccata li’.
-Ti chiedo scusa per loro, cara. Se vuoi puoi andare in soggiorno a guardare la tv intanto io sistemo- sorrise Molly
-Ma no, lasci che le aiuti la prego- disse subito Hermione.
Cosi le due passarono una mezz’ora buona a lavare e sistemare tutta la roba. Hermione mise i piatti sporchi nel lavandino mentre la signora Weasley metteva gli avanzi nel frigo e poi tutti insieme lavarono i piatti.
Quando anche l’ultima forchetta fu al suo posto l’aria venne rotta dal suono allegro del campanello della casa.
Molly andö alla porta mentre Hermione si asciugava le mani nello strofinaccio appeso vicino al forno.
-Hermione cara, è per te-urlö dalla porta la mamma della famiglia Weasley.
A quel punto uno strano sentimento si impossessö della ragazza castana. Sapeva che quella era sua nonna e voleva incontrarla ma era preoccupata ?....in ansia ? Solo che all’improvviso lo stomaco le faceva male e la testa le girava.
Cercö di riprendere il controllo di se stessa. Si sistemö i capelli, lisciö la maglietta bianca con la scritta “Quando Dio distribuiva l’idiozia tu eri in prima fila” e a quel punto persino la maglietta non le sembrava adatta. Prese la valigia che aveva lasciata appoggiata al divano nella sala grande e si diresse piano alla porta.
Prima intravide Molly e poi avvicinandosi vide una donna, una donna che decisamente non era sua nonna.
Era alta, slanciata con un severo taglio di capelli e un’aria altretanto severa.
‘Avrà sui 45 anni’ pensö Hermione guardandola da lontano e poi avvicinandosi.
Appena la vide la donna sconosciuta porse una mano e fece una specie di smorfia che Hermioneinterpretö come un sorriso.La castana gliela strinse e sorrise a sua volta.
-Tu devi essere Hermione. Io sono Wilhelmina Caporal , ma tu puoi chiamarmi Mina.Sono la governante di tua nonna.- concluse questa togliendo la mano e posandola di nuovo sopra i pantaloni neri che portava.
‘Una governante?!’ si chiese Hermione
-Come…come sapeva che ero qui?- riusci’ a dire la ragazza
-Oh, il signor Weasley ci ha detto tutto quello che è successo cosi sono venuta a prenderti . Tua nonna ti aspetta a casa- continuö e intanto prese dalle mani di Hermione la valigia.
Prima di tutto Mina ringraziö la signora Weasley che sorrise e disse che sarà sempre un piacere poi usci’ dalla porta e disse ad Hermione di seguirla. Lei lo fece e intanto il dolore allo stomaco aumentava sempre piü.
Prima di proseguire si girö un’ultima volta verso la casa da cui era uscita e vide i gemelli che la fissavano dalla finestra del piano di sopra. Loro la salutarono con la mano e lei li fece la linguaccia e sorrise. Il dolore si era un poco attenuato. 




Angolo Autrice:
Salve pipol ( si pipol v_v)
Alloraaaaa. Prima di tutto mi scuso per questo ritardo madornale ma: prima sono stata in vacanza senza pc. Poi il computer non funsionava e quindi non riuscivo mai a pubblicare.
Adesso perö pubblico il nuovo capitolo e domani spero il prossimo.
Ah, se vedete al posto delle o con l'accento o delle u con l'accento queste lettere:"ö-ü" cercate di non farci caso perchè sono in Svizzera da un'amica di mamma e sto usando il suo computer che ha lettere tedesche. Scusateeeeee >_<
VI VOGLIO UN SACCO DI BENE!!!
GRAZIE PERCHÈ LEGGETE QUESTA STORIA ASSURDA E LA RECENSITE.
PS:Appena torno a casa e sistemo il pc rivedrö il capitolo aggiustando tutto.Lo prometto!!!

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Capitolo 4
*** La nuova casa è una reggia del terrore.... o forse no? ***


La casa di nonna Willow era esattamente a cinque case di distanza da quella dei Weasley,però al lato opposto.  
Hermione si era  sempre considerata fortunata per ciò che aveva. Genitori amorevoli, fantastiche amiche, una bella casa.... Beh, quella della nonna era decisamente bella, ma Hermione non era sicura di poterla chiamare solo "casa" visto che era enorme, letteralmente.
 Aveva un imponente cancello che si apriva su un vialetto circondato da piante di ogni genere e con un enorme Pino che spuntava in uno spiazzo alla sinistra della casa. 
La signora Caporal ,dopo aver suonato il citofono ,aprì il cancello e ci entrò dentro con naturalezza tenendolo aperto con una mano per far entrare Hermione.
La ragazza era rimasta talmente scioccata da quella visione che si mosse solo quando sentì la governante chiederle­: "Non entri?"
A quanto pare  nonna Willow era ricca. 
Hermione non lo sapeva  e adesso si sentiva estremamente a disagio a passeggiare nel vialetto di una casa così lussuosa e grande.
Certo i suoi genitori erano dentisti entrambi e quindi ricevevano una bella somma per il lavoro svolto ma questo....beh , questo era troppo.
Nonostante la casa avesse una quantità di camere esorbitante, a giudicare dalle finestre, solo due avevano la luce accesa.La prima si trovava al primo piano e da fuori si riuscivano a scorgere delle figure che si muovevano rapide e indaffarate. La seconda era la terzo piano , proprio davanti all'enorme pino che sorgeva dal vialetto della casa.
"Quando entri togliti le scarpe e lasciale davanti alla porta. Mettiti le pantofole blu scuro e seguimi in silenzio" disse la signora Caporal ad Hermione prima di entrare in casa aspettando che la ragazza facesse lo stesso.
Sinceramente il discorso della governante fece solo stare più male la castana.Adesso si sentiva ancora più agitata e fuori posto.Decise, però, di fare come le era stato detto ed entrò in casa deglutendo mentre sorpassa la soglia.
Quello che vide la lasciò senza fiato. Il corridoio in cui era entrata era il triplo di quello di casa sua ed era alto almeno sette metri. Una serie di porte erano posizionate sia sul lato destro che su quello sinistro del corridoio e alla sua fine un'enorme scala  si diramava in due e portava al piano superiore. Sulle estremità della scala due statue ,di qualcuno non ben identificato, si stagliavano in tutta la loro bellezza circondati da rampicanti provenienti da delle piante posizionate ai loro piedi. 
Un'enorme lampadario di cristallo bianco penzolava sulla testa dei presenti e ad Hermione fece un po' paura visto che oscillava in modo pericoloso e sembrava sul punto di cadere. 
Mentre contemplava tutto quello splendore la ragazza sentì un colpetto di tosse e abbassando gli occhi  vide la governante che la fissava con uno sguardo molto eloquente : "Ti muovi?"
La quindicenne decise di non far aspettare nessuno , così si tolse le scarpe , le appoggiò davanti all'entrata e si mise ai piedi le pantofole blu scuro, senza accennare niente sul fatto che il blu era il colore che odiava di più fra tutti. Poi si avvicinò alla signora Caporal che le fece segno di seguirla dopo aver appoggiato la sua valigia davanti a una porta marrone poco distante dall'uscita con una "I" grande incisa sopra.
Hermione guardò con disagio la sua valigia che veniva abbandonata lì e la governante accorgendosene le disse "Non preoccuparti, le domestiche si occuperanno delle tue cose".
La casa era talmente grande che la ragazza non si stupì quando ad un certo punto perse il conto di quante volte avevano svoltato o di quante stanze avevano superato.  Alla fine però arrivarono alla destinazione perché Mina Caporal si fermò davanti ad una robusta porta fatta di ebano scuro con sopra incisa una frase in caratteri piccoli  e delicati , la frase diceva: "Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso. "
Hermione rimase affascinata da quella frase e non si accorse nemmeno che la governante aveva bussato e fosse entrata lasciandola tutta sola in quel buio corridoio illuminato solo da qualche lampadina decisamente sul punto di consumarsi e con l'unica compagnia di una decina di quadri di persone che nemmeno conosceva. 
Le sembrava che gli occhi dei quadri la seguissero silenziosi e la osservassero a ogni suo movimento. Hermione si diede della sciocca per aver pensato una cosa simile e per calmarsi si mise una mano in tasca e strinse con forza il braccialetto di filo colorato che aveva messo lì poco prima di partire verso Londra. Chiuse li occhi e cominciò a cantare una canzoncina che sua madre le cantava quando era piccola per farle passare la paura di dormire da sola in una stanza buia. 
Era quasi arrivata al ritornello quando sentì dei passi e qualcuno che sussurrava qualcosa  provenire dalla direzione opposta a quella da cui erano arrivate lei e la governante. 
Hermione perse un battito e si acquattò silenziosa contro la porta di ebano. Fisso gli occhi nella direzione da cui i passi si facevano sempre più vicino e quei sussurri sempre più forti. Quasi lanciò un urlo quando vide spuntare dal buio una figura bassa e grassottella , con una pelle grigiastra e rugosa, grandi orecchie quasi a punta che spuntavano tra i radi capelli grigi e unti, gli occhi piccoli e  grigi mandarono dei bagliori giallastri quando quell'uomo alzò lo sguardo e incontrò quelli grandi e marroni della ragazza. 
L'uomo sorrise in modo inquietante e mostrò due denti gialli e rovinati spuntare sul davanti. 
Si fermò a pochi passi da Hermione e smise di sussurrare. Hermione inghiotti a stento la saliva quando l'uomo disse:
" Carne fresca, carne nuova". 
Le cominciarono a tremare le mani, strinse così forte il braccialetto dentro la tasca che le unghie le si ficcarono nella carne e le nocche della mano sbiancarono. 
L'uomo, ancora con il ghigno inquietante in faccia, stava per dire qualcos'altro quando la porta d'ebano si spalancò e la Caporal uscì fuori. La donna prima guardò l'uomo , poi guardo l'espressione terrorizzata di Hermione, sospirò come se tutto quello fosse una scocciatura e poi disse in tono autorevole: 
" Kreacher! Smettila di spaventare la ragazza e vai a fare il tuo lavoro! Perditempo che non sei altro" 
Nonostante fosse evidente che la governante fosse più giovane di Kreacher l'uomo le obbedì, perse il suo ghigno, si mise le mani in tasca e,abbassata di nuovo la testa ,si allontano nella direzione in cui si stava dirigendo poco prima, continuando a sussurrare tra sée sé.
Mina si girò poi verso Hermione che vedendo l'uomo sparire nell'oscurità riprese a respirare.

"Non preoccuparti di Kreacher. E' solo un vecchio che tempo fa era il maggiordomo della madre di tuo nonna ed è rimasto qui e ci rimarrà fino alla sua morte, suppongo. Non ci sta più tanto con la testa quindi quando ti dirà cose strane non farci caso"

"V-va bene..." 
Rispose Hermione a stento con il cuore che galoppava instancabile nel petto.
Non si ricordava di averlo mai visto in giro quando era piccola e veniva da sua nonna, ma il fatto è che non ricordava molto di quei giorni quindi probabilmente lo ha già incontrato.
Stava ancora assorta nei suoi pensieri quando si sentì chiamare e si girò di scatto verso la governante.
" La signora ti sta aspettando dentro, vai pure." la donna le indicò col dito l'entrata della stanza. Hermione fece qualche passo verso la porta , poi si fermò e guardo Mina.
"Tu...tu non vieni?" le chiese esitante. 
Dopotutto quella donna era l'unica persona che le ispirava un po' di fiducia in quella casa e non pensava di essere pronta per incontrare da sola nonna Willow.
Per la prima volta da quando l'ha  incontrata la governante sorrise dolcemente e le diede una carezza sui capelli .
" Non preoccuparti, tua nonna è una brava persona, vedrai che ti piacerà" poi le diede una leggera spintarella verso la porta.
Hermione entrò e quella si chiuse alle sue spalle. La ragazza, di nuovo, rimase a bocca aperta. La stanza era grandissima! E inoltre , pensò Hermione, sarebbe sicuramente diventata la sua stanza preferita. Questo perché era una biblioteca. Un'enorme biblioteca personale. 
Su ogni dove i suoi occhi si posassero la ragazza non vedeva altro che scaffali alti fino al soffitto colmi di libri di ogni genere. 
Solo abbassando lo sguardo vide a qualche metro da lei un tavolino con due poltrone , una lampada di fattura antica e una donna seduta su una delle poltrone con un libro in mano. 
La ragazza si avvicinò esitante al tavolino.La donna sembrò non notarla così la ragazza diede un lieve colpetto di tosse e quella finalmente alzò gli occhi. Aveva due iridi verdi con guizzi marroni qua e là , proprio come quelli di suo padre. I capelli grigi erano raccolti in una crocchia e il vestito in stile ottocentesco le ricadde soffice sui fianchi quando la donna si alzò. Hermione voleva scappare a gambe levate e prendere il primo volo per la Francia ma chissà perché le sue gambe non si mossero. 
Dopo aver appoggiato sul tavolino sia il libro che gli occhiali da lettura la nonna di Hermione fece qualche passo verso quest'ultima senza dire una parola. La ragazza deglutì aspettando.
All'improvviso si sentì circondata da due braccia calorose che la presero con una forza tale da sollevarla da terra. 
Mentre sgranava gli occhi per la sorpresa la ragazza sentì qualcuno gridare " Oh mio dio!!! Ma quanto sei cresciuta!?Ma quanto sei bella!?Somigli a tua mamma quando ha sposato quel fannullone di mio figlio!! Che bella che sei!!" 
Hermione era veramente scioccata così scioccata da non accorgersi che la donna l'aveva lasciata andare e la guardava con gli occhi lucidi e un sorriso a trentadue denti.
"Siediti, siediti pure" disse poi Willow prendendo posto alla poltrona di prima.
"Ah...si" disse la ragazza ancora confusa sedendosi sull'altra.
Quando la nonna Willow si accorse della confusione di Hermione scoppiò a ridere cosi forte che rovesciò la testa all'indietro ed Hermione sobbalzò per la sorpresa.
"Oh cielo , cara! Credo che tu ti sia spaventata un po' vero?" chiese asciugandosi le lacrime dagli occhi.
"Beh.... un po' si. " disse la ragazza in modo flebile.
"Scusami tanto. Volevo solo fare bella impressione su di te ma credo di aver esagerato con questa atmosfera cupa in casa e questo vestito vecchio che non metto mai." rispose la donna ancora sorridendo.
Hermione per la prima volta guardò la nonna negli occhi , la donna ricambiò e dopo qualche secondo tutte e due scoppiarono a ridere di gusto.

"E' da dieci anni che non ci vediamo. Mi sei mancata cosi tanto!!Raccontami un po' come hai vissuto fino ad ora" disse la donna tutta eccitata.
Non sembrava nemmeno una nonna, pensò Hermione. Non era così che erano le nonne. 
La nonna Willow  sembrava più una ragazzina nel fior della giovinezza che stava per ascoltare le avventure amorose della sua migliore amica. Hermione la adorava già e con un sorriso ampio come tutta la casa in cui stava si mise a raccontare.



ANGOLO AUTRICE: 
Ehilà!!!! Salve salvino! Goodmorning! 
Okay, basta.....
Credo di dovermi scusare con voi. SCUSATEEEEE *si inchina profondamente* 
Mi dispiace tantissimo di non aver scritto per così tanto tempo ma per un mtivo e per l'altro non sono riuscita >_<
Spero che c'è ancora qualcuno disposto a seguira questa storia assurda. 
Finalmente avete conosciuto la famosa nonna Willow V_V 
Il prossimo capitolo arriverà in settimana e forse anche domani, quindi se la storia vi piace continuate a seguirla e magari lasciate anche una piccola recensione che fa sempre piacere *^*

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Capitolo 5
*** Hogwards, una scuola quasi d'élite. ***


Un raggio di luce entrò nella camera attraverso uno spiraglio delle tende color pesca e attraversata tutta la stanza si posò delicatamente sugli occhi ancora chiusa di una ragazza sui quindici anni , che subito fece una smorfia e si coprì gli occhi con la mano brontolando. 
Ad un tratto la porta di quella camera si spalancò e la governante entrò urlando "SVEGLIA!" per poi spalancare del tutto le tende rivelando un paesaggio fatto dai rami di un enorme pino e qualche spiraglio in cui si intravedeva il giardino e la strada.
La ragazza fece un'altra smorfia e brontolando qualcosa che somigliava a un "Ancora cinque minuti" si coprì la testa con la coperta e si rigirò dall'altro lato.
La governante si mise in una posizione di disappunto davanti al letto a baldacchino che, composta da un miscuglio di color pesca e rosa arancio , conteneva la sagoma di una ragazza che in quel momento sembrava più un riccio chiuso su se stesso.
"Hermione Granger. Sono già le nove del mattino. Mi sembra il caso di alzarsi" disse la donna con un tono autorevole.
A quella parole la ragazza saltò su sul letto e stropicciandosi ancora gli occhi per vedere meglio si rese conto di non essere a casa come credeva ma in una grandissima stanza dalle pareti fatte di mogano chiaro.
In quel preciso istante contemplando la stanza si ricordò gli avvenimenti del giorno passato e strabuzzò gli occhi. Guardò la donna davanti a lei che continuava a fissarla con le mani sui fianchi che le stropicciavano il classico vestito da governante che a quanto pare non esisteva solo nelle serie tv. 
"S-signora Caporal, mi dispiace tantissimo" cercò di scusarsi la ragazza alzandosi in fretta e mettendosi ai piedi le ciabatte color blu scuro. 
"Finalmente ti sei degnata d svegliarti. Su sbrigati a lavarti e a vestirti. Tua nonna ti aspetta giù per colazione."  rispose la donna rimettendo apposto le coperte del medesimo colore delle tende del letto e di esso stesso. 
"Si, vado subito" fece Hermione e corse alla sua valigia, che non aveva ancora disfatto da ieri sera, per prendere il necessario.
"E, Hermione..." fece la governante.
"Si?" si girò la mora mentre stava ancora frugando nella valigia accovacciata davanti ad essa.
"Chiamami pure Mina e non signora Caporal" disse questa sorridendo e aprendo la porta.
"Oh.... va bene signo-....voglio dire... Mina" rispose Hermione sorridendo a sua volta mentre la governante spariva dietro la porta. 
Hermione prese le cose che le servivano e si avviò in bagno. Mentre si spazzolava i denti guardò scocciata i suo ricci marroni che come ogni mattina sembravano più un cespuglio in cui è appena avvenuta una battaglia tra due rapaci. Sospirò rassegnata e si sciacquò la bocca passando poi , appunto, a quel cespuglio. 
Prese la spazzola speciale, che le aveva regalato sua madre qualche anno prima, che era in grado di rimettere apposto quella "cosa"  che aveva in testa e non peggiorare le cose. 
Mentre si pettinava ripensò alla sera prima....

Dopo aver finito di parlare con la nonna , quest'ultima aveva chiamato per mezzo di un campanellino la signora Caporal che era immediatamente accorsa ed era entrata in biblioteca. 
La nonna le aveva chiesto di portare Hermione alla sua stanza e dopo aver dato un bacio alla nipote si era anche lei ritirata nelle sue stanze.
La camera di Hermione era proprio quella che la ragazza aveva scorto prima di entrare in casa. Quella al terzo piano e l'unica ad essere illuminata. Appena entrata la ragazza non poté non meravigliarsi della bellezza della stanza. 
Le pareti color mogano chiaro entravano in un dolce contrasto con il letto a baldacchino color pesca e rosa arancio, le tende dello stesso colore del letto erano chiuse e arrivavano fino a terra mentre accanto a loro sul muro pendevano da due ganci delle corde color rosa arancio che dovevano mantenere le tende durante il giorno, suppose Hermione. 
Un grande armadio a muro si trovava sulla parete opposta al letto e infondo alla stanza  sulla parete vicino alla finestra c'era una porte che conduceva al bagno altrettanto lussuoso. 
Vicino al letto due comodini di legno erano decorati con due vasi piedi di fiori che emanavano un profumo rilassante e in qualche modo famigliare. 
Vicino all'armadio a muro c'erano appoggiate alcune scatole che Hermione riconobbe subito come di sua proprietà e poco distante c'era anche la sua valigia rossa. 
Le scatole con i libri invece non si vedevano da nessuno parte e Hermione cominciava già a preoccuparsi, probabilmente avrebbe chiesto spiegazioni a Mina se non si fosse accorta, all'ultimo momento, di un grande scaffale all'angolo della stanza che conteneva tutti i suoi volumi più alcuni nuovi che non aveva mai visto.
"Bene, ti lascio ora. " disse la governante rivolgendosi alla ragazza che subito si girò per ascoltarla " Il bagno è  oltre quella porta, i tuoi vestiti sono ancora impacchettati ma ce ne occuperemo noi domani, la tua valigia è lì e i tuoi libri sono stati già disposti nello scaffale. Per ogni emergenza puoi usare il telefono che si trova sul comodino sinistro. Basta che premi il pulsante rosso e qualcuno verrà subito da te. " finì di dire la donna.
"Ma..." Hermione guardò il telefono sul comodino e ripensò alla campanella che sua nonna aveva usato per chiamare la governante " Ma io pensavo che avrei usato una.." Hermione divenne rosa e non riuscì a proseguire, le sembrava una cosa stupidissima da dire. Insomma erano nel 2015 , era ovvio usare un cellulare o un telefono ma in quella casa niente era normale quindi aveva pensato...
"Non essere sciocca!" fece un mezzo sorriso la Caporal " Secondo te come potrei sentirti con un semplice campanello? Quello è solo un capriccio di tua nonna e lo usa solo quando sa che sono nei paraggi altrimenti chiama come fanno tutti." 
Hermione arrossì ancora di più. Ha fatto veramente una domanda stupida.
"Comunque la colazione è alle nove quindi imposta la sveglia per le otto del mattino. La sala è all'ultimo piano, se dovessi avere delle difficoltà a trovarla chiedi a qualcuno se lo incontri altrimenti torna qua e chiama" detto questo la donna andò via e lasciò Hermione a sistemarsi per la notte.


La ragazza sospirò ancora un volta e smise di pettinarsi. Si guardò allo specchio e finalmente vide quella chioma domata. 
Ritornò in camera e prese dalla valigia una semplice canottiera bianca e dei jeans attillati. 
Prima di uscire dalla camera le diede ancora un'ultima occhiata e sorridendo scese giù.
Trovare la sala non fu molto difficile visto che era la stanza più rumoroso dell'ultimo piano e inoltre la casa non faceva cosi tanta paura alla luce del sole.
Appena entrata la ragazza fu subito travolta dal dolce profumo di brioche al cioccolato e tè speziato.
Sua nonna era seduta comoda a capotavola di un grande tavolo scuro coperto da una tovaglia bianca. Stava bevendo il suo tè e leggendo un giornale dallo strano titolo "La gazzetta del profeta" mentre alcune cameriere camminavano indaffarate avanti e indietro da una porta che la ragazza suppose essere la cucina.
Appena vide la ragazza sorrise in modo caloroso e si alzò andandole incontro e mostrando un completino formato da pantaloni attillati con motivi floreali e una camicetta bianca di pizzo che le stavano d'incanto nonostante l'età. Dopotutto non indossava quei strani abiti ottocenteschi dell'altra sera pensò Hermione sollevata.
"Hermione! Hai dormito bene?" chiese la donna conducendo intanto la ragazza alla sedia affianco alla sua dove era già tutto apparecchiato.
"Si , ho dormito benissimo. Quel letto è davvero comodo" sorrise la ragazza .
"Così comodo che non ti volevi svegliare" disse una voce alle sue spalle. 
Mina era comparsa dalla cucina e guidava due cameriere con dei vassoio che li poggiarono sul tavolo e prima di andare via si inchinarono alla nonna. 
Hermione arrossì un po' e fece una risata nervosa.
"Già... mi dispiace per stamattina" fece.
"Oh su, è il suo primo giorno. Non essere così dura Mina" rise la nonna.
Ad Hermione sembrò che le due fossero davvero delle grandi amiche e si sentì rassicurata da questo fatto. 
Dopo meno di cinque minuti tutte e due erano intente a mangiare delle gustose brioche al cioccolato appena sfornate, biscotti al burro anche essi appena fatti e tè indiano speziato che aveva un gusto particolare ma buonissimo. 
Appena la nonna ebbe finito la sua terza tazza di tè guardò Hermione e parlò.
"Allora. Visto che rimarrai qui per un anno intero immagino che tu sappia che andrai anche a scuola qui. Ho già provveduto ad iscriverti a Hogwards , spero che non ti spiaccia" disse la donna guardando la nipote.
Quel nome le ricordò la sera prima quando la signora Weasley lo aveva pronunciato dicendo che suo nonna doveva essere ancora lì.
"Oh, quindi Hogwards è un scuola. La signora Weasley l'ha accennata l'altra sera" rispose la ragazza pulendosi le labbra con un tovagliolo.
"Si, ed è la scuola dove lavoro io. Sono la vicepreside. E mi piacerebbe che anche tu la frequentassi. Visto che la frequentano anche i figli della famiglia Weasley avresti già degli amici e non ti sentiresti sola" sorrise la donna guardando speranzosa la ragazza davanti a lei.
A Hermione quella sembrava un'ottima idea. Tanto comunque doveva andare in qualche scuola e a Hogwards c'era sia sua nonna che i fratelli Weasley, anche se rivedere quei due gemelli antipatici le faceva salire la rabbia.
"Si, mi piacerebbe moltissimo" rispose infine facendo un gran sorriso.
La nonna si illuminò tutta poi all'improvviso però si fece più cupa e disse " C'è solo un piccolo problema" 
"Eh? Quale?" chiese curiosa la mora.
"Vedi, Hogwards non è una scuola come le altre.Come ben sai nelle scuole inglesi la Secondary School è obbligatoria fino ai 16 anni dopodiché c'è la  Tertiary Education che prevede tre anni di studio, dai 16 ai 18 anni. A Hogwards invece non c'è questa regola e infatti la scuola è obbligatoria fino ai 18 anni. I nostri alunni entrano nel nostro istituto a 11 anni e ne escono a 18. Inoltre, nonostante la nostra scuola non sia privata ma accessibile anche alle famiglie non in grado di pagare la retta per i figli, per un capriccio dell'attuale preside c'è l'obbligo di portare una divisa, ma è davvero carina quindi ti piacerà di sicuro.
L'ultima cosa è che tutti gli studenti durante l'anno scolastico, se non per motivi particolari, devono rimanere a scuola, infatti essa è dotata di dormitori per tutti gli anni. Quindi visto che sarai un'alunna della scuola per un anno dovrai trasferiti nei dormitori della scuola. Ma credo che questo sia anche un vantaggio poiché Hogwards nonostante sia considerata come una delle più prestigiose scuole di Londra , dista dalla città circa due ore e si trova in periferia dove è in possesso di un vasto territorio circondato da cancelli.Spero che questo non sia un problema per te, anche perché anche i professori vivono a Hogwards durante l'anno scolastico anche se , a differenza degli alunni, possono assentarsi dalla scuola quando vogliono. Inoltre potrai tornare qui durante le feste più importanti"
Hermione la stette ad ascoltare per tutto il tempo senza interrompere e qualche volta strabuzzava gli occhi. Che razza di scuola è? Sembra una di quelle scuole d'èlite dove sono ammessi sono i figli dei più ricchi uomini del paese e invece secondo nonna Willow è aperta a tutti e non bisogna nemmeno pagare la retta scolastica. Davvero strepitoso. 
Alla ragazza non importava neanche dover vivere a scuola, anzi le sembrava divertente e produttivo vivere nel posto in cui si studia. Quindi acconsentì senza esitazioni e la nonna, dopo averle detto che i dettagli di tutte le questioni riguardanti la scuola le avrebbe dovuto scoprire lei appena sarebbe arrivata lì, se ne andò a una lezione di Kick boxing per gli over 50 , a cui si era iscritta tre mesi fa. 
Finito di mangiare Hermione andò in giardino ad ammirare i fiori e le specie di piante che popolavano quel vasto territorio e non si accorse nemmeno di essersi avvicinata molto al cancello fino a quando non vide la strada. Si avvicinò e mise due mani sulle sbarre per guardare meglio fuori.
"Vuoi uscire?" chiese qualcuno alle sue spalle.
"Mina, sei tu" rispose la ragazza senza più sorprendersi. " Mi piacerebbe, si" aggiunse infine.
"Puoi andare se vuoi. A due isolati da qui c'è un bellissimo parco e inoltre puoi andare a chiedere di poter giocare con i fratelli Weasley, ho visto che andate molto d'accordo" aggiunse Mina Caporal.
"Davvero? Posso?" ad Hermione le si illuminarono gli occhi. 
"Ma certo, vai pure. Basta che torni entro le l'una e mezza perché a quell'ora pranziamo" sorrise la donna , poi prese il suo cellulare e chiamò qualcuno , all'istante i cancelli della proprietà si aprirono ed Hermione tutta eccitata uscì .
Decise di andare a salutare i signori Weasley e ringraziarli per tutto quello che avevano fatto per lei.
Tutta felice salì i gradini della casa e suonò il campanello mentre canticchiava una melodia. Era davvero felice quel giorno. 
La sua felicità non durò per molto , però.
La porta le venne aperta , si, ma non da chi sperava lei.     Una chioma rossa più alta di lei si stagliava sullo stipite con un ghigno divertito in faccia. 
"Ma guarda chi abbiamo qui" disse il ragazzo " la piccola Hermione" sorrise puntandole addosso gli occhi di un azzurro chiarissimo e con alcune sfumature strane che la ragazza non aveva mai visto in nessuno. Ora che ci pensava loro due erano gli unici della famiglia ad avere gli occhi di quel colore , gli altri infatti ce li avevano marroni. Pensò che forse era una specie di eredità di qualche antenato.
"Ciao Fred, buongiorno anche te. Si , sto bene, non preoccuparti e tu?" rispose in modo sarcastico alzando gli occhi al cielo.
"Non potrei stare meglio dopo averti vista" ghignò quello e poi abbassando lo sguardo sulla maglietta della ragazza aggiunse " Già, non potrei stare meglio" 
Hermione arrossì di colpo e si portò istintivamente la braccia a comparire il petto, solo in quel momento si era resa conto che la canottiera bianca era anche un po' trasparente e mettere un reggiseno nero sotto di essa non è stata una grande idea.
"Sei proprio uno stupido" borbotto.
"Freddie, chi è?" disse una voce da dentro la casa.La voce dell'altro gemello.
"E' la fanciulla dell'altro dì, messere" rispose quello divertito.
Subito si sentirono dei passi avvicinarsi e un'altra chioma rossa e due paia di occhi azzurri leggermente più scuri si fissarono sulla ragazza. 
"Qual buon vento?" chiese l'altro facendo lo stesso identico sorriso del gemello.
Questa loro estrema somiglianza stava cominciando a fare un po' paura.
" Ciao anche a te George. Sto bene, visto che lo vuoi sapere e sono qui per chiedere a Ginny di farmi fare un giro della città e a dire grazie ai vostri" rispose Hermione rilassando di nuovo le braccia e assumendo un tono più freddo.
"Mi spiace ma dovrai rimandare i piani, dolcezza" disse Fred
"Perché , scusa?" rimase sorpresa la mora.
"In casa ci siamo solo noi.." disse George.
"I nostri sono andati alla riunione del quartiere o una cosa simile mentre Ginny è in giro con delle amiche da questa mattina. A quanto pare una delle sue amichette... come si chiamava Georgie?" disse Fred con un aria da finto dispiaciuto
"Lavanda, Fredie, Lavanda" fece l'altro gemello.
"Già lei! Si deve dichiarare a qualcuno quindi sono in giro a inventare strategie o robe simili.Cose da ragazze insomma" finì.
"Oh....beh vuol dire che tornerò a casa" disse Hermione evidentemente molto triste per la cosa. Sperava davvero di poter fare amicizia con Ginny e di vedere meglio questa nuova città , ma a quanto pare non era giornata. 
Vedendola tanto triste i due si scambiarono uno sguardo e annuirono , poi si rivolsero alla ragazza.
"Se vuoi..." cominciò George 
"...ti faremo noi da cavalieri , questa volta" finì Fred.
Lei li guardò con tanto d'occhi.
"Sul serio?! Lo fareste per me?" chiese tutta eccitata.
"Per questa volta si" dissero all'unisono i due.
In quel momento Hermione si sentì talmente felice che fece il più sincero e il più bello dei sorrisi. George le sorrise in risposta, mentre Fred la guardò sorpreso e distolse per un attimo lo sguardo. 
George se ne accorse e fece un ghigno che non prometteva niente di buono.


ANGOLO AUTRICE
Come promesso ecco un nuovo capitolo ed è persino più lungo del solito. Wow, fatemi un applauso V_V Nah, scherzo XD
Anyway, in questo capitolo vediamo la stanza della nostra eroina, sentiamo parlare della nostra amatissima Hogwards e ritorniamo ai battibecchi tra Herm e i gemelli, anche se sembra che stia per succede qualcosa hehehe o forse no ? hehehe 
hehehe heheheh hehehhe hehheh 
okay, basta con la risata perversa XD
Al prossimo capitolo , amichetti.

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Capitolo 6
*** La famosa passeggiata..... ***


La passeggiata con i gemelli Weasley non risultò esattamente lo specchio delle fantasie di Hermione. Insomma, la ragazza non sapeva nemmeno se la si potesse chiamare passeggiata visto che a malapena fecero qualche passo verso il parco, di cui aveva parlato Mina, prima che Fred e George fossero accerchiati da una sfilza di ragazzi e ragazzini di tutte le età.
I tre avevano , letteralmente, messo appena piede all'ingresso del parco, che distava circa cinque minuti dalla strada in cui abitavano, e subito cinque o sei ragazzi li erano corsi incontro.
Hermione rimase perplessa dietro di loro, quando i due, con i soliti ghigni stampati in faccia,tirarono fuori dalle tasche  dolciumi di ogni genere.
"Li avete portati?" chiese una ragazzina, di non più di dodici anni, tirando fuori dalla tasca dei soldi.
"Ovviamente!" esclamò Fred " Per chi ci hai presi, scusa?"
"Scusala Fred.E' nuova, non si fida ancora" rispose allora un ragazzo, che pareva avere la stessa età dei due, mentre batteva una manata sulla schiena della ragazzina.
"Vedo che hai sparso la voce Liam." ghignò George. " Ben fatto, amico. Più ordini abbiamo , meglio è." 
"L'ho fatto si" parlò fiero il ragazzo di prima battendosi una mano sul cuore. " Anche Lee ha dato una mano. Oggi non è potuto venire perché sua madre ha trovato di nuovo quello schifo di ragno nel suo letto e lo ha messo in punizione"
I gemelli scoppiarono a ridere. Hermione rimase ancora più perplessa e fece due passi indietro. 
Dopo dieci minuti ad aspettare si rassegnò alla famosa passeggiata con i gemelli visto che quelli stavano vendendo qualcosa a quei ragazzini e non avevano nessuna intenzione di finirla.
La ragazza sospirò e decise di fare almeno il giro del parco. Fece qualche passo prima di scorgere in lontananza un gruppetto di ragazze sedute su una panchina . Tra loro intravide anche una famigliare chioma rossa e subito un sorriso le si materializzò sulla faccia. 
Fece una breve corsetta verso il punto in cui c'era il raduno delle ragazze e rallentò solo all'ultimo momento non sentendosi più tanto sicura di se come all'inizio. Stava per fare dietro front quando Ginny la notò e la salutò con la mano, raggiante. Tre paia di occhi le si posarono sopra ed Hermione cercò di sorridere nel modo più naturale in cui poteva. D'altronde doveva passare in quel posto un anno , tanto valeva farsi nuove amicizie per non stare soli , come sempre, a leggere libri, anche se non le dispiaceva affatto questa opzione.
"Hermione!" gridò la figlia minore dei Weasley avvicinandosi alla mora, seguita a ruota dalle altre tre ragazze.
"Quindi tu sei la famosa Hermione" constatò con un tono un po' troppo acido una ragazza dai capelli biondi.
"Già..." cercò di sorridere Hermione. Per qualche oscura ragione aveva la sensazione di non stare molto simpatica a quella ragazza. 
Ginny parve però non accorgersene e quindi continuò imperterrita con lo stesso sorriso.
 "Questa qui è Lavanda" disse indicando la ragazza bionda che fece una specie di smorfia in direzione di Hermione. " Loro due invece sono le gemelle Patil " indicò le altre due ragazze.
Hermione si accorse solo ora che si somigliavano in modo straordinario, non quanto Fred e George, ma comunque ad una prima occhiata era difficile distinguerle. 
"Io sono Calì, tanto piacere" sorrise quella con la treccia lunga e nera che le ricadeva su una spalla.
"Io invece sono Padma" le porse la mano la ragazza con i capelli sciolti che le arrivavano un po' sotto alla spalla. Hermione la strinse con gentilezza e disse che anche per lei era un piacere conoscere tutte e tre. 
"Come mai sei qui?" chiese Ginny alla mora una volta che si furono sistemate dietro ad un tavolino poco distante dalla panchina su cui erano sedute in precedenza.
"Sono venuta a fare una passeggiata" sospirò. 
" In realtà ero con quei due..." e fece un cenno con la testa verso il corposo gruppetto che stava ancora all'estremità del parco a comprare chissà cosa. 
Ginny scosse la testa a sua volta e le gemelle Patil sorrisero.
 " Ti capisco.... quei due non cambieranno mai. Stanno di nuovo vendendo le loro 'invenzioni' a quei poveri ragazzi. Ah se lo sapesse la mamma...." la rossa portò gli occhi al cielo.
"Le loro invenzioni?" chiese curiosa Hermione.
"Oh si! Non lo sapevi?" esclamò un po' eccitata Calì.
"Anche se non sembra quei due sono due geni della chimica! Hanno i voti più alti di tutta la nazione in quella materia, da quello che sappiamo, e molte università hanno cercato di reclutati già adesso, ma a quanto pare a loro non interessa." disse Padma con lì occhi che le brillavano.
"Già" sospirò Ginny. "Non so se hai notato, ma quei due sono decisamente due pazzi e invece di usare il loro dono per cose come inventare una cura al cancro o che so io, lo usano per inventare vari tipi di dolci, pasticche e pillole per farti venire ogni tipo di malattia, non fatale ovviamente, per cambiare colore della pelle, o per renderti cieco per un periodo limitato di tempo. Negli ultimi tempi si stanno persino organizzando con ragazzi di altre città per vendere la loro roba non solo qua a Londra. "
"Se ho capito bene mi stai dicendo che loro due hanno un mercato nero di dolci e medicine non brevettate che possono provocare cose come malattie per un giorno o cambio di pelle e che le vendono a dei ragazzini?" chiese in tono sospettosamente pacato Hermione
Ginny e le altre la guardarono perplesse. " Emh...si" rispose infine la rossa.
A quel punto Hermione scattò in piedi e a passo di furia marciò contro il cumulo di gente radunata intorno ai gemelli, che nel giro di pochi minuti era diventato ancora più grande.
I primi che la videro arrivare furono i ragazzini ai margini più esterni del cerchio e non li fu difficile capire che era meglio non contrastare la ragazza ma solo spostarsi. In questo modo le fu facile farsi strada fino a Fred e George, che non si erano ancora accorti di lei e stavano tirando fuori dalle tasche altre caramelle di un colore rosso accesso con macchie blu sopra.
"Qualcuno ha voglia di altre pasticche vomitose?" aveva appena finito di dire Fred quando alzando lo sguardo incrociò  quello infuriato della mora. 
"Emh.... Hermione? Hai bisogno anche tu di qualche pasticca vomitosa?" chiese sorridendo ma poi vedendo i pugni della ragazza stringersi ancora di più fece un passo indietro " O forse no..." 
"VOI!" li indicò la ragazza facendo allontanare dallo spavento il cerchio delle persone. Intanto erano arrivate anche Ginny e le sue amiche.
"Voi..." ripeté Hermione " Siete forse impazziti?!" gridò più forte.
"Hermione, ma che cavolo ti è preso ?" chiese George seccato .
" Cosa mi è.....COSA MI E' PRESO? Ma siete impazziti?! Vendere queste  cose assurde e per di più non testate ne brevettate , a dei ragazzini?! Per caso volete finire in galera per aver ucciso un ragazzo di dodici anni per colpa di quelle....quelle cose?!" finì lei prendendo fiato.
George alzò gli occhi al cielo. Fred fece un mezzo sorriso. 
La folla intorno a Hermione scoppiò in una fragorosa risata. Hermione si guardò sorpresa in giro e per qualche motivo si sentì lei quella stupida e in torto, e arrossì.
"Hermione calmati" disse George sorridendo  " queste cose non sono per niente pericolose ,credi che siamo così stupidi da dare a dei bambini prodotti non testati? Abbiamo i nostri modi per testarli e provarli, per fare in modo che non siano dannosi alla salute dei nostri clienti. Non siamo stupidi, sai..."

"Ma..ma..." balbettò Hermione distendendo finalmente i muscoli delle braccia .
"Sei proprio una scema!" rise Lavanda facendosi avanti tra la folla " Si deve essere proprio stupide per giungere a una simile conclusione senza nemmeno avere le prove. Tsk. E dire che Ginny aveva detto che eri molto intelligente. A me non sembra proprio, sai. Di questo passo penso che potresti competere per il posto con Paciock " ghignò maligna. 
I sorrisi sul volto di molti si spensero e guardarono Lavanda un po' scioccati, altri invece risero ancora più forte. Hermione si sentì davvero stupida e umiliata. Non sapeva nemmeno chi fosse questo Paciock ma pensò che non era esattamente il più popolare. 
Hermione abbassò lo sguardo e corse. Non sapeva nemmeno dove andare visto che conosceva poco e male la città ma corse e basta. 
Rischiò di essere investita da un'auto se una mano non le avesse afferrato il polso proprio mentre una macchina le schizzava davanti agli occhi suonando il clacson.
"Stai attenta!" le gridò una voce.
La quindicenne alzò lo sguardo e vide due occhi azzurri che la fissavano preoccupati.
"Grazie" disse lei abbassando subito la testa e cercando di asciugarsi le lacrime. 
Lei odiava farsi vedere dagli altri mentre piangeva, odiava che gli altri vedessero le sue debolezze. 
Ma nello stesso modo odiava quel suo essere così giusta e amante delle regole perché era proprio quel suo lato che la faceva detestare dagli e mettere in ridicolo, proprio come era successo poco prima. 
"Mi dispiace" disse Fred. Hermione si stupì.
"Per cosa esattamente?" 
" Per Lavanda" continuò il ragazzo.
 " Non è una cattiva ragazza ,è solamente che a volte sa essere molto acida, sopratutto quando arriva una nuova ragazza nel gruppo che potrebbe soffiarle il posto di 'capobranco' o cose simili.Insomma, sono le solite cose da ragazze"
"Oh, magnifico. Nel mio primo giorno qui ho già attirato su di me le ire di una 'reginetta' " alzò al cielo gli occhi Hermione tirando su con naso.
Fred rise piano e solo allora i due si accorsero che il ragazzo la stava ancora tenendo per mano. Fred la lasciò andare troppo in fretta , come se avesse preso una scossa ed Hermione lo fisso interrogativa. 
"C-comunque George è rimasto al parco a vendere la merce quindi se vuoi ti farò finalmente fare questo famoso giro della città" disse il ragazzo guardando da un'altra parte.
"Davvero?" chiese entusiasta Hermione 
"Certo. Dimmi dove vuoi andare." rispose il rosso.
"Mmh... allora. Avrei un po' di musei e librerie nella lista, per non parlare di quella conferenza sulle origini della filosofia di cui ho letto sui giornali.." disse convinta la ragazza riflettendo.
"Non starai dicendo sul serio.... vero?" disse Fred fissandola come sei denti di Hermione si fossero all'improvviso allungati fino al cemento della strada.
"Eh? Si... perché?" chiese Hermione con uno sguardo ingenuo.
Fred si diede una manata sulla faccia.
" Granger, tu hai decisamente bisogno di uno come me per divertirti."
Due ore, tre giri alla ruota panoramica, un giro sul ghiaccio, tre cioccolate calde e un torneo di bowling dopo, Fred e Hermione stavano tornando a casa. 
Erano a circa cinque minuti dalle loro case e stavano ridendo come dei pazzi, tanto da far girare qualche curioso che di tanto in tanto aveva la sfortuna di passare accanto a quel duo da manicomio. 
"T-tu dovevi vedere la tua faccia quando quel tipo ti ha dato il suo numero" Hermione si stava tenendo alla pancia per il troppo ridere.
"Senti, penso che sia una reazione normale quando un tipo sconosciuto,grosso come un armadio e pieno di tatuaggi, stile gangster,ti si avvicina in mezzo alla strada e,  dandoti il suo numero, ti chiede di uscire"  fece Fred mettendo un finto broncio mentre osservava di sottecchi la ragazza che  stava  morendo dal ridere affianco a lui.
"Mi .... mi dispiace ma proprio non ce la faccio a non ridere" cercò di dire la mora " E-ri così buffo, avrei voluto avere il cellulare a portata di mano e farti una foto." 
"Ah ah. Molto divertente. Guarda che se non la smetti racconterò a tutti delle tue leggiadre cadute sul giaccio con tanto di scivolata su una vecchietta di ottant'anni." le ricordò il gemello con sguardo maligno.
"Non oseresti farlo..." lo guardò scandalizzata lei.
"Mettimi alla prova." le sorrise il rosso cominciando a correre.
"Fred Weasley! Torna immediatamente qui e giurami che nemmeno sotto tortura racconterai mai cosa hai visto oggi su quella maledetta pista da ghiaccio" gli gridò dietro Hermione inseguendolo.
"Se riesci a prendermi potrei anche farci un pensierino." le fece la linguaccia quello continuando a correre verso l'enorme villa della nonna di Hermione che anche a quella distanza si stagliava imponente sopra gli altri edifici.
Hermione non era certo un asso dello sport e per di più ha sempre odiato correre, preferiva starsene a leggere un bel libro o a fare i compiti di materie più importarti. Insomma, fatto sta che Fred riuscì subito a distanziarla di parecchi passi e il fiato della mora si faceva già corto.
Dopo non più di due minuti la ragazza con la gola secca e il fiatone si fermò sotto un albero della strada e si appoggiò al tronco chiudendo gli occhi. 
"Okay, forse è davvero l'ora di cominciare a fare un po' di sport Hermione" si disse in un sussurro la quindicenne.
"Davvero?" le disse un voce troppo vicina " Questo è tutto quello che Hermione Granger riesce a fare?"  
Hermione aprì gli occhi e si trovò la faccia di Fred a poca distanza dalla sua. La stava fissando direttamente negli occhi e non distoglieva lo sguardo, tanto che dopo un po' Hermione si sentì a disagio e lo distolse lei .
"Senti, non sono una che ama molto lo sport." protestò la ragazza mettendo il broncio e staccandosi dal tronco dell'albero. 
" Se ti può consolare, ho visto di peggio" rise il ragazzo mettendosi accanto a lei.
"Ah ah, molto divertente" Hermione gli diede un pugnetto amichevole sulla spalla ma sorrise tra i baffi.
Fino all'arrivo alla casa di Hermione ci fu un silenzio imbarazzante tra i due. Quando uno guardava l'altra, quella aveva già distolto lo sguardo e viceversa. E anche quando per sbaglio le loro dite si toccavano nessuno dei due osava alzare lo sguardo sull'altro.
Erano quasi le due e appena Hermione se ne rese conto divenne bianca.Fred se n'è accorse.
"C'è qualcosa che non va?" 
" Dio! Sono un idiota!" gridò in risposta la ragazza
"Per quanto io sia d'accordo con te.." iniziò lui e la mora lo fulminò con lo sguardo " Non è ciò che ti ho chiesto" terminò il rosso.
"Sono in ritardo! Mina mi aveva detto che loro pranzavano all'una  e mezza , ma adesso sono quasi le due." si disperò 
"Ma dai! Per mezz'ora di ritardo non è mai morto nessuno, al massimo ti metteranno in cantina a pane e acqua fino alla fine dell'estate" fece lui in modo serio e per un attimo Hermione ci credette anche, almeno fino a quando Fred perse il suo viso serio per scambiarlo con quello in cui rideva a crepapelle.
"Scherzavo dai! Tua nonna è una apposto,vedrai che capirà" glielo disse fermandosi ad accarezzarle i capelli.
Hermione sorrise e alzò un po' la testa per guardare Fred che le sorrideva a sua volta. Si fissarono per un tempo che le sembrò infinito. I suoi occhi erano così belli. Azzurri come il cielo d'estate ma con delle leggere sfumature giallastre sui bordi, come se un'altro colore stesse cercando di impossessarsi di quelle iridi senza successo perché trattenuto dall'azzurro.
Un leggero colpo di tosse li riportò alla realtà dal loro stato di trans e Fred ebbe il tempo anche di togliere la mano dai capelli di Hermione prima di girarsi, mano che nel lasso di tempo in cui si stavano fissando si era spostata più sotto, quasi all'altezza orecchio, proprio vicino al suo viso, 
"Mi dispiace interrompere la vostra....discussione così animata" disse Mina fissando ora Hermione ora Fred. " Ma credo che la signorina si sia resa conto di essere in ritardo per il pranzo, non è vero?"
"Mina! Mi dispiace un sacco. Ci sono stati degli imprevisti! Mi dispiace davvero" si giustificò la ragazza. 
"Si, magari me lo racconterai quando saremo a casa" le rispose Mina sempre con il suo sguardo impassibile. 
"Okay" disse la mora "Ciao" si girò poi a salutare il ragazzo.
"Si, ciao Hermione" le rispose il rosso dirigendosi poi a casa anche lui.
Hermione aveva timore ad alzare lo sguardo sulla governante. Da quel poco tempo in cui è stata con lei, e in effetti due giorni erano pochissimi, aveva capito che a Mina non piacevano coloro che non seguivano le regole e arrivare tardi a ben due pasti nello stesso giorno era decisamente un buon modo per farsi odiare da lei. 
"Allora" cominciò la donna mentre si incamminava. Hermione ingoiò la saliva e la seguì stando due passi più indietro. 
"Allora" ripeté quella " quello con cui stavi palesemente flirtando pochi minuti fa era Fred o George?" chiese Mina.
Hermione si fermò di scatto e sgranò gli occhi " Co...COSA?! Io non stavo affatto flirtando" gridò disperata.
"Certo , certo " continuò Mina. " Quindi ? Fred o George?" le chiese di nuovo.
Hermione abbasso lo sguardo e arrossi. 
"Fred" 


ANGOLO AUTRICE
Shiaooooo a tutti lettorucci e scrittorucci :3 
Wow, la storia si è fatta desiderare eh? Che monella!
Però adesso il nuovo capitolo è qui e spero che vi piaccia. Spero che inserire in una storia dove non c'è magia gli esperimenti di Fred e George non sia stata una forzatura. Come vi sembra la storia che ho inventato per giustificare le loro "invenzioni" ? 
Comunque ringraziò MOLTISSIMO coloro che hanno recensito, messo tra i seguiti\preferiti e letto la mia storia. Mi fa davvero felice sapere che questa cosa che sto scrivendo piace a qualcuno. ^_^ 
Al prossimo capitolo!! (che spero non si faccia attendere, visto che ho in mente tipo altre due storie una delle quali è una Dramione ._. Già....) 

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Capitolo 7
*** Cellulari, Piccioni Viaggiatori e Gufi. ***


L'estate passava in fretta per Hermione.
Di mattina andava a trovare la famiglia Weasley dove, come al solito, c'era un gran chiasso. Di solito era dovuto ai litigi tra Ginny e Ron, alle lamentele del fratello maggiore Percy o alle sgridate di mamma Weasley contro i gemelli che non facevano altro che far esplodere la loro camera , un giorno si e l'altro pure. 

Dopo aver passato con loro praticamente un mese Hermione aveva scoperto dell'esistenza di altri due fratelli maggiori. 

Il primogenito si chiamava William Arthur, detto Bill, ed era in Egitto per conto di una famosa associazione, la Gringott, che gestiva un vasto campo che andava dalle banche alla ricerca di tesori nelle piramidi.E' stata appunto questa associazione, le aveva rivelato mamma Weasley, ad aver fatto emergere alla luce del sole la famosa piramide senza nome di cui si era parlato tanto qualche mese fa. Hermione ricordava lo scoop di quella scoperta anche perché era veramente scocciata di trovare su ogni canale discussioni solo su quell'argomento. 

Il secondogenito, Charles, chiamato da tutti Charlie, era invece in Romania per degli studi su una nuova specie di lucertola rinvenuta in quelle zone dell'europa. A quanto pare lui era un famoso Erpetologo, cioè studioso, appunto, dei rettili. 

Il terzogenito, ovvero Percy, Hermione l'aveva conosciuto solo due settimane dopo il suo arriva a Londra in quando egli era andato come tirocinante  al Ministero, dove lavorava anche suo padre. Hermione lo trovava insopportabile. Era serio, pacato e studioso, tutto ciò che Hermione voleva da un ragazzo , ma aveva un carattere che le faceva subito venire voglia di prenderlo a schiaffi. Se doveva scegliere preferiva di gran lunga i Gemelli.

Ovviamente i quartogeniti erano Frederick e George, tali Fred e Geroge, che Hermione conosceva sin troppo bene dopo averci passato un mese e passa e dopo averci litigato sempre e ovunque. Insomma, erano dei combinaguai di prima categoria e non perdevano tempo di farne una nuova. 
Con suo grande dispiacere Hermione un giorno scoprì di aver fatto parte della loro banda da piccoli. Erano solo loro tre. Fred , George ed Hermione. Dai racconti dei coniugi Weasley , a  quanto pare, si facevano chiamare "La banda dei Malandrini".
"Un nome molto appropriato" aveva aggiunto il signor Arthur  "ma non originale" .
La signora Molly sorrise a quell'affermazione e gli occhi le divennero lucidi, come se stesse ricordando qualcosa che la faceva piangere dalla felicità.

Hermione era rimasta perplessa a quell'affermazione e alla reazione di mamma Weasley, almeno finché i due gemelli non le ebbero spiegato che il nome con cui chiamavano la loro banda l'avevano , in un certo senso,rubato. Infatti , avevano trovato tra le foto dei genitori, quelle risalenti a quando loro frequentavano Hogwards, la foto di quattro ragazzi che abbracciavano i loro genitori mettendosi in posa e dietro alla foto avevano letto la scritta "Dai Maladrini ai neosposi Weasley, affinché siano memori dei loro giorni passati ad Hogwards. Con amore e tanti pucci pucci  Ramoso, Felpato, Lunastorta e Codaliscia".
Hermione rise a quei nomi buffi e immaginò che con un gruppo chiamato "I Maladrini" la scuola a quel tempo non dovesse essere molto pacifica. 
Scoprì inoltre che anche loro si erano dati dei nomi in codice, proprio come gli originali, solo che i loro erano nomi di animali, a quanto pare il motivo era perché George in quel periodo si era fissato con un programma sugli animali e aveva vinto contro Hermione e Fred a "sasso-carta-forbici" quindi aveva deciso lui i soprannomi da prendere.

George si era scelto come soprannome "Dhole". La mora appena sentito quel nome pensò di aver capito male visto che non aveva mai nemmeno sentito nominare un animale del genere. Dopo essere tornata a casa e guardato sul pc aveva scoperto che il Dhole , o cane rosso dell'india, era una specie di animale simili ai cani come corporatura, con la pelliccia molto simile a quella delle volpi e arancione, ma geneticamente più affine al licaone. Si muoveva in branco e osava attaccare anche prede molto più grandi di lui. Bhe..... Hermione pensò che si adattava perfettamente al carattere , e forse anche aspetto, di George. 
I nomi in codice di Fred e di Hermione risultarono essere più...normali e semplici. Fred si era scelto come soprannome Volpe, mentre Hermione aveva scelto lo Scoiattolo. In confronto a "Ramoso" o "Felpato"  non erano decisamente all'altezza e in quanto all'originalità non spiccavano molto ma loro si divertivano e facevano anche divertire quelli che gli guardavano. 

Durante il racconto la ragazza aveva visto più volte Percy storcere il naso e lo aveva sentito commentare sottovoce cose come " Che stupidaggini, io alla loro età studiavo per non essere ignorante". Hermione lo odiò ancora di più. I gemelli parevano invece essere orgogliosi di tutto ciò e anche Ginny seguiva il tutto con ammirazione. Ron mangiava.

Di solito di pomeriggio la ragazza leggeva qualche libro o le capitava anche di uscire a fare una passeggiata con Mina quando la governante doveva andare al negozio o a fare qualche commissione. La nonna, nonostante fosse estate, passava molti giorni a Hogwards per prepararsi al nuovo anno scolastico imminente, di cui la ragazza, invece, cercava di non ricordarsi.

Nei weekend usciva o per conto suo o con Ginny e il suo gruppo di amiche e Hermione era sempre più convinta di non stare per niente simpatica a Lavanda, anche se le aveva chiesto scusa di quello che le aveva detto il primo giorno al parco davanti a tutte quelle persone.
I gemelli di solito se ne stavano per i fatti loro a confabulare o a vendere roba al parco insieme a un'altro ragazzo di colore e con un sorriso molto bello che Hermione scoprì essere Lee. Le stava simpatico ed era molto divertente, ma quell'inquietante ed enorme tarantola che si portava a presso non le piaceva affatto, e ancora di meno piaceva a Ron visto che ogni volta che la vedeva urlava scappando nella direzione opposta al suono delle risate dei gemelli e di Lee stesso. 

Hermione si dispiaceva molto per lui in quei momenti e quindi gli andava a parlare , lanciando occhiate di fuoco a quel trio strampalato e insensibile. E' così che Hermione strinse amicizia con Ron. Lo trovava simpatico, spesso stupido, tonto, sciocco e maleducato , ma era simpatico e con lui rideva facilmente. Inoltre Ron le aveva promesso di farli conoscere a scuola un suo amico, Harry, in questo modo non si sarebbe sentita per troppo tempo "la nuova arrivata".Tutto sommato le piaceva stare con Ron e , anche di più , con Ginny.

 Una domenica erano persino andati al mare tutti insieme e lei non si era mai divertita così tanto in vita sua. Con Ginny che si lamentava di non avere abbastanza attributi davanti come Hermione, con la ragazza che arrossiva ai continui ammiccamenti da parte dei gemelli, con Ron che la buttava di peso in acqua e , purtroppo, anche con Percy che anche in spiaggia studiava. 
"Ho paura che nostro fratello non troverà mai una ragazza" disse con finto dispiacere George indicando col dito Percy , intento a leggere un libro di filosofia. 
" Fratellino, cosa dici? Non ti ricordi al quinto anno quando ha avuto quella tresca con Penelope Light?" gli ricordò George sogghignando
"Oddio, lo ricordo" esclamò Ginny "Ero al primo anno a quel tempo. Quella ragazza o era veramente disperata oppure cieca. Non potevo crederci quando l'ho saputo."
Hermione li guardò scandalizzata "Siete davvero suoi fratelli? Povero, ne sparlate come se fosse il vostro peggior nemico." 
"Povero? Dovresti conoscerlo prima di affermare certe assurdità mia cara." le disse George.
"Mmh... se lo dite voi.." concluse la mora. 

Nei giorni successivi Hermione ebbe modo di rimangiarsi il "povero" e sostituirlo con una parola un poco più colorita. Quel ragazzo era davvero insopportabile, pignolo e trattava male sia i gemelli che Ron. L'unica con cui andava un po' più leggermente era Ginny e solo perché era la più piccola. Inoltre a tavola, le volte in cui Molly invitava Hermione per il pranzo o per la cena, non faceva altro che litigare con il padre di politica e rovinando l'atmosfera gioiosa. Il 22 Agosto al suo compleanno non disse nemmeno grazie per la festa a sorpresa organizzata dai suoi. Quando entrò in casa e vide il tavolo apparecchiato, la torta e i regali disse semplicemente " Non dovevate fare una cosa tanto inutile.." e salì in camera sua. La signora Weasley ci era rimasta talmente male che si mise a piangere mentre lavava i piatti e Hermione vide per la prima volta i gemelli veramente arrabbiati. Il giorno dopo Percy aveva i capelli verdi e la ragazza capì che era opera di Fred e George. 

Il tempo passava in fretta e la scuola si avvicinava sempre più. La mora cerava di pensarci il meno possibile, anche perché quando lo faceva le veniva un gran mal di pancia e le saliva l'ansia. Riuscì a evitare l'argomento per un bel po' di tempo ma non poté farlo quando , il sette aprile, sua nonna le disse che i Weasley sarebbero andati a Diagon Alley,una nota via Londinese che presentava numerosi negozi e boutique di ogni tipo, per comprare il necessario per la scuola. A quanto pare avevano invitato anche lei e sua nonna ne era entusiasta anche perché non aveva tempo di accompagnare lei stessa la nipote in quanto doveva andare a Hogwards. Prima di partire diede alla ragazza una carta di credito e le disse che poteva usare quanti soldi le servivano.

Solo dopo aver visto la macchina della nonna svoltare l'angolo la ragazza si rese conto di non sapere cosa comprare, che libri di testo, dove prendere la divisa e altre piccolezze di questo genere. Tutto si risolse quando , andando in camera sua per vestirsi prima di andare a casa Weasley, trovò sulla scrivania una lettera indirizzata a suo nome e con uno stemma rappresentante quattro animali diversi intorno a una grande "H".
Hermione aprì la lettera e lesse:
                                    
SCUOLA MEDIA E SUPERIORE DI HOGWARDS 
PresideAlbus Silente 

Cara signorina Granger,
Siamo lieti di informarla che Lei ha diritto a frequentare la Scuola Media e Superiore di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie .
L'anno scolastico avrà inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta entro e non oltre il 31 Luglio p.v.
                                                                                                                           Distinti saluti,

                                                                                                                           Minerva McGrannit 
                                                                                                                            Willow Granger 

                                                                                                                       Vicepresidi di Hogwards.

"Ah... quindi la nonna è una delle vicepresidi."  si disse perplessa Hermione per poi voltare pagina. 
Uniforme
Gli studenti del quinto anno dovranno avere:
1.Tre divise da lavoro in tinta unita (nero)
2.Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno
3.Un paio di guanti di protezione (preferibilmente in pelle.)
4.Un mantello invernale (nero con alamari d'argento)

N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome.

Hermione rimase per qualche secondo perplessa. Non aveva idea per quale diavolo di ragione a degli studenti servisse un cappello a punto e un mantello, per non parlare dei guanti in pelle. Poi si ricordo della nonna che le diceva di quanto fosse strano il preside di Hogwards e decise di risparmiare le domande su queste cose a dopo. 

Libri di testo
Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:

1.La lingua Inglese: storia, testi, strumenti. Volume Secondo, di Miranda Goshawk
2.La GeoStoria Universale.Volume Secondo, di Bathilda Bagshot
3.Matematica: Equazioni,Disequazioni e Funzioni.Geometria Analitica.Funzioni esponenziali e Logaritmi, di Adalbert Waffling
4.Chimica: dalla materia all'atomo, di Arsenius Jigger 
5.Scienze della Terra per idee.Volume Terzo, di Newt Scamander, 
6.Il nuovo latino a colori, di Emeric Switch
7.Greco: lingua e civiltà, di Emeric Switch e Jolanda Mitchweek
8.Corso di informatica: c e c++. Volume Terzo, di Phyllida Spore
9.Basi teoriche e didattiche dell'educazione fisica.Volume Terzo, di Quentin Trimble

Materie Facoltative 
1.Segni d'Arte. Volume Terzo, di Priscilla Hall
2.Manuel de France. Volume Unico, di Ingridd Lewis 
3. Storia e Grammatica della lingua Italiana, di James Bianchi 
4. Astronomia e Cosmologia, di Melvin Gribbin

N.B. Gli allievi intenzionati a prendere parte a uno dei seguenti corsi facoltativi sono pregati di inserire le materie scelte nella risposta alla seguente lettera , da inviare entro e non oltre il 31 Luglio p.v.

Altri Accessori
1.Zaino in pelle nera, standart. ( da prelevare insieme alla divisa)
2.1 set di provette di vetro o cristallo
3.Telescopio
4.Bilancia d'ottone

Gli allievi possono portare anche un animale di loro scelta che non infranga le norme di sicurezza della scuola di Hogwards,le seguenti norme sono disponibili sul sito della scuola e\o reperibili nella segreteria di quest'ultima. 

SI RICORDA AGLI ALLIEVI CHE L'UTILIZZO DI CELLULARI, COMPUTER, TABLET, PORTATILI E ALTRI STRUMENTI SIMILI SONO SEVERAMENTE PROIBITI ALL'INTERNO DELL'ISTITUTO. GLI STUDENTI TROVATI IN POSSESSO DI QUESTI STRUMENTI VERRANNO SEVERAMENTE PUNITI O ESPULSI. 

Finito di leggere Hermione fissò le ultime righe scritte in grassetto per circa altri dieci minuti. 
"Ma cosa?!" gridò poi. " Come sarebbe a dire che non posso usare il cellulare? Come dovrei fare a parlare con i miei genitori? Via piccione viaggiatore o gufi?Ma che cavolo di regolamento è..." e poi sospirò lanciando la lettera nuovamente sulla scrivania. 
"Bhe, non posso farci niente" decise la ragazza grattandosi la testa. "Meglio prepararmi , sono già in ritardo".
Si vestì in fretta e furia con un paio di pantaloni neri aderenti e una maglietta dei Beatles, si mise degli occhiali da sole scuri e si fece la coda, prendendo al volo la borsetta con la carta di credito di nonna Willow e , letteralmente, catapultandosi fuori dai cancelli della casa.

Quando arrivò davanti all'abitazione Weasley pensò di essere arrivata troppo tardi visto che non c'era anima viva fuori,poi però sentì Ron urlare "Dove diavolo è finito il budino che avevo lasciato nel frigo?!" e sorrise.
 Bussò alla porta. Niente. Bussò ancora. Nuovamente  niente. Diede tre colpi forti con tutte e due le mani a pugni sulla porta. Sentì un forte rumore come di vetri infranti, qualcuno imprecò. Decise di riprovare a bussare con tutte e due le mani. Era già partita con i pugni quando la porta si aprì di scatto. Sulla soglia c'era Fred che non guardava avanti ma aveva la testa girata e gridava "SI, si. Ho aperto, mamma".

Hermione aveva gli occhi spalancati, ma ormai non poteva fermare le mani che erano partite.Fred si girò e si ritrovò per terra a causa dell'impatto con il corpo di Hermione la quale, cercando di fermare i pungi, si era sbilanciata e gli era caduta addosso. 
Fred si massaggiò la testa mentre Hermione si metteva in equilibrio seduta su di lui e con le mani appoggiate ai lati della sua testa. 

In quel momento passo di lì Ginny, ancora in pigiama e con gli occhi intrisi di sonno. All'inizio sembrò non notarli tanto che li sorpassò, poi però si fermò poco prima di finire nell'altra stanza, fece qualche passo all'indietro e girò la testa nella direzione dei due. 
"Fatelo in camera di Fred o al massimo se volete vi do la mia, ma per piacere non qui. C'è gente che si è appena svegliata e non ha voglia di subire shock per colpa vostra" disse con voce piatta e fatto un largo sbadiglio  continuò per la sua strada. 
"Shoc....COSA?" esclamò Hermione alzandosi subito da Fred e mettendosi in piedi "Ginny, non è come pensi!" le corse dietro la mora. 

Fred fisso la ragazza sparire dietro alla porta che portava in cucina e rise di gusto.
"Perché stai ridendo in modo così inquietante e per di più seduto per terra?" gli chiese la voce del fratello che stava scendendo le scale. 
"Niente, lascia stare" si limitò a dire il rosso. "Piuttosto, hai chiamato Lee per chiederli se viene?" 
"Si, ha detto di vederci davanti a Olivander alla solita ora. " rispose George e poi fece una faccia trasognante. 
Fred lo guardò rassegnato. 
"Fammi  indovinare, Georgie, ci sarà anche Angelina."
George sospirò sognante "Si"
"Diventi un idiota quando si tratta di lei" lo prese in giro Fred.
"Ehi, bello, questo si chiama amore." George lo guardò con aria di superiorità
"Pensavo si trattasse solo di sesso" rise l'altro.
"Beh... anche di quello" si limitò a dire il gemello andando poi in cucina. 

La cucina era come sempre affollata e chiassosa ma ad Hermione piaceva così. Mamma Weasley stava preparando dei pancakes, il signor Weasley stava leggendo la Gazzetta del Profeta sorseggiando il suo caffé mattutino mentre Ron e Ginny mangiavano ingordi i pancakes già pronti. Hermione, avendo già mangiato a casa, si limitava a bere il succo d'arancia e a godersi quello spettacolo. Dopo poco li raggiunsero anche i gemelli.
"Non è possibile che dobbiamo sempre fare tardi!" esclamò all'improvviso la signora Molly facendo prendere un colpo alla mora. 
Ginny alzò gli occhi al cielo mentre Ron sussurrò "Ci risiamo" continuando a mangiare come se niente fosse. Arthur Weasley sorrise amabile alla moglie.

Hermione aveva come l'impressione che stesse per cominciare un lungo monologo della signora Weasley su quanto fossero irresponsabili i suoi figli e aveva come l'impressione che tutti loro ci fossero abituati. 
Per fortuna la cosa fu interrotta dall'entrata di Percy nella stanza che prese una tazza e ci versò del caffé dentro. I gemelli colsero la palla al balzo e dissero all'unisono "Ecco il nostro Caposcuola!".

Molly si girò di scatto e il suo viso si addolcì. sembrò completamente dimenticare del discorsetto che doveva fare e corse verso il figlio maggiore con un piatto pieno di pancakes. 
"Percy caro! Orgoglio della nostra famiglia!" disse lei mettendo sul piatto del ragazzo una quantità eccessiva di cibo. " Ah! Se solo i miei figli fossero tutti come te! Prima prefetto, adesso caposcuola!Sono davvero fiera!" sorrise ancora.
"Caposcuola?" chiese in un sussurro Hermione a Ron. 
"Si, in pratica è come se fosse il braccio destro del braccio destro del preside" alzò gli occhi al cielo lui.
"Cioè... della vicepreside ?" chiese perplessa la ragazza.
"Già.Sono quattro in tutto e devono far rispettare le regole, fare le comunicazioni agli studenti, aiutare i professori ad organizzare eventi, gite e cose così. E possono anche punire.." disse con un'ombra di terrore il ragazzo. 
"Mmh... capisco" si limitò a dire la mora. 

La mamma Weasley continuò a lodare suo figlio per tutta la colazione e anche dopo che si furono seduti in macchina, ribadendo il fatto che altri
suoi figli non sono così soddisfacenti e meritandosi le occhiatacce di Ginny e di Ron. I gemelli non la stavano nemmeno ascoltando, infatti non facevano altro che confabulare tra loro o spedire messaggi a qualcun.

'Per fortuna che la macchina è una otto posti, altrimenti saremmo stati stretti come delle sardine'pensò Hermione mentre guardava fuori dal finestrino. 
Le compere a Diagon Alley si prospettavano essere divertenti e molto, molto, faticose. 

                                                                                                                            
ANGOLO AUTRICE 
Ma buonasera! :D 
Eccomi qui con un nuovo capitolo di questa strampalata storia. Modificare la lettera di Hogwards è stato piuttosto difficile devo dire. Sopratutto con le materie che ho dovuto rendere Babbane visto che nella mia storia non c'è magia OuO
Poooooi.... vi chiedere come mai Percy va ancora a scuola visto che nei libri lui comincia a lavorare al ministero durante il quinto anno di Hermione e dei nostri eroi alla scuola. Ciò è dovuto al fatto che , come detto dalla carissima nonna Willow, nella mia storia, Hogwards segue gli studenti fino all'età di 18\19 anni. Quindi anziché sette anni, essi fanno otto anni. Di conseguenza Percy sta facendo il suo ottavo e ultimo anno alla scuola.Mentre i gemelli il settimo, Ron e Hermione il quinto e Ginny il quarto. Hermione a Settembre compirà 16 anni però è al quinto anno,Ciò è dovuto al fatto che lei nei libri quando va ad Hogwards ha 12 anni e non 11 o almeno è quello che ho letto. 
Bien, sono davvero felicissima che la storia piaccia e spero di continuarla senza avere blocchi come mi succede avvolte. ^_^

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