Narnia, l'ottavo di Wonderland

di Misuzu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima festa delle principesse ***
Capitolo 2: *** Due principi per una principessa ***
Capitolo 3: *** Torno presto / Viaggio pt1 ***



Capitolo 1
*** La prima festa delle principesse ***


In un lontano pianeta c’erano, molto tempo fa, otto grandi regni, ognuno con delle sue caratteristiche. C’era il regno del sole, sospeso in aria e che irradiava di luce tutti gli altri regni (o quasi); il regno dei gioielli, che dava prosperità e ricchezza, il regno del fuoco che donava calore, il regno dell’acqua che creava le nuvole, il regno del vento che le spostava, il regno della terra che donava le piante, e il regno della luna, che garantiva sogni tranquilli per tutti. Infine, c’era un ultimo regno, indipendente dagli altri e di gran lunga il più speciale: non si accedeva viaggiando, ma desiderandolo. Narnia, ecco il nome del regno, che aveva dato vita a molte creature che non si trovavano negli altri regni: alcune di esse, stufe di stare sempre e solo nel loro regno, erano migrate in quelli del pianeta Wonderland e si erano adattate perfettamente.
I sovrani di Narnia erano persone molto umili ed eleganti, in costante contatto con tutti gli altri sovrani, con i quali avevano un ottimo rapporto. Un giorno, però, qualcosa minacciò Narnia. Non era un mostro o qualcosa che avesse un corpo e che si potesse, quindi, contrastare. Era qualcosa che lo stava facendo sparire, mano a mano, senza che chi vi abitava se ne accorgesse: ora si vedevano due ippogrifi che volavano felici, poi scomparivano senza lasciare traccia. Molti furono quelli che cercarono di fuggire, quando capivano che erano i prossimi a scomparire, ma pochi ci riuscirono. I due sovrani cercarono di mantenere la situazione calma e decisero che avrebbero fatto di tutto per salvare il regno. Tuttavia, consapevoli che avrebbero potuto fare ben poco, affidarono la loro figlia di circa un mese, che avevano chiamato Ayame, a coloro dei quali si fidavano di più: il re e la regina del regno solare che, analogamente, avevano avuto una bambina, che avevano chiamato Rein. I due, però, sapendo che sarebbe potuta essere in pericolo, decisero di far credere a tutti che Ayame fosse la loro bambina, gemella di Rein, e che di battezzare Fine, affinché potessero proteggerla in un modo più adeguato. La fortuna volle che, proprio in quel periodo, erano molti i sovrani che avevano partorito e, dato l’apparente stato di pace nel quale il regno si trovava, non fu necessario farsi visita frequentemente. In pratica: tutti sapevano quali sovrani avessero partorito, ma nessuno sapeva il sesso del nascituro o se fossero stati più di uno.
Passarono gli anni: Fine crebbe bella e sana: aveva lunghi capelli rossi, simili a quelli della sua vera madre, e occhi rossi come quelli di suo padre; tutte caratteristiche che avevano anche i suoi genitori adottivi. Fine adorava sua sorella Rein, e avevano molte cose in comune. Eppure non capiva: era amata da tutti quelli presenti nel castello, ma non sentiva proprio quell’amore. Aveva iniziato a sentirsi così sin da bambina, ma ora quel dubbio era divenuta quasi una certezza. Lo sapeva, che per quanto cercassero di nasconderlo, i suoi genitori trattavano lei e Rein in maniera diversa. Ma non ne capiva il motivo; persino Camelot, la governante, le sembrava più severa con lei che con la sorella.
Poi, un normale giorno divenne uno fra i più speciali della sua vita.
A dirla tutta, quello era già un giorno speciale in quanto, per la prima volta da sempre, tutti i principi e le principesse dei vari regni si sarebbero potuti incontrare. E proprio nel regno solare. Il che aveva portato ad un agitazione generale da parte dei sudditi di quel regno; ed erano iniziati i preparativi.
-Fine, Rein, svegliatevi!- disse la stanca voce della governante, vedendo le due principesse dormire nei propri letti. O almeno, così credeva.
-Camelot, non dovresti essere così agitata- disse Fine uscendo già pronta dal bagno. Rein dormiva beatamente, mentre si immaginava accanto a dei bellissimi principi e con dei bei vestiti; a Fine, questo non interessava. Era stufa di vivere all’ombra di Rein: quante volte le avevano detto che doveva comportarsi in modi più femminili come faceva Rein? Quante volte le avevano detto di non pensare ai dolci ed essere più come Rein? Però nessuno era in grado di vedere in lei dei pregi, solo difetti. Lei doveva solo essere la copia di sua sorella gemella. E aveva deciso: per fuggire da tanta oppressione sarebbe scappata da quel castello appena ne avesse avuta l’occasione, e appena fosse stata abbastanza matura da potersela cavare nel mondo esterno. Ma come faceva se non aveva mai visitato un villaggio all’esterno del suo piccolo regno? Era un dettaglio al quale avrebbe dovuto riparare.
Dopo che Rein si fu svegliata e vestita, andarono nel giardino del castello dove attesero pazientemente che le altre principesse e principi arrivassero; ma qui, si trovarono stranamente catapultate all’interno del sole: era luminoso, ma non era caldo. Solo luce. Una bellissima donna, dai lunghi capelli, disse loro che, ben presto, il sole si sarebbe spento, facendo morire così l’intero pianeta. Dava, così, alle due gemelle il compito di salvare l’intero pianeta, affidando loro dei poteri.
Tornati nel loro giardino, le principesse si ritrovarono con Pomo, un piccolo animaletto bianco che spiegò loro, più dettagliatamente, la situazione. Poco dopo incontrarono una principessa, Lione del regno del Fuoco, scoraggiata per via delle sue scarse abilità nella danza (dato che sarebbe stata una gara di danza). Le due la incoraggiarono, e la condussero nella sala da ballo, poi andarono a cambiarsi. Quando entrarono nella sala rimasero sorprese: nonostante ci fossero passate tante e tante volte, non l’avevano mai vista tanto decorata e con tanta gente. Lione stava ballando, in quel momento, sotto i riflettori con un bel principe. Poi la luce si spense e le gemelle, con il loro potere, fecero in modo di riaccenderla.
Alla fine, il principe ballò con Rein e Fine. Nonostante il principe avesse chiesto prima a Rein di danzare, aveva iniziato a guardare Fine come incantato. E, per la ragazza, fu una strana sensazione; era la prima volta che qualcuno la guardava senza doverla paragonare a Rein. Nonostante la gara fu vinta proprio da Lione, Bright (il nome del principe) chiese nuovamente a Fine di ballare.
-Grazie per avermi  concesso quest’onore- disse il ragazzo, mentre danzava
-Grazie a lei. Piuttosto, potrebbe evitare di darmi del lei? È un po’ strano... mi potrebbe chiamare semplicemente Fine e darmi del tu?- chiese la ragazza
-Ma certo, Fine. Ma anche tu devi chiamarmi solo Bright- rispose il ragazzo -Un nome davvero adatto a te- disse la ragazza
-Grazie, principessa. Io appartengo al regno dei gioielli, tu?- chiese cordialmente lui - Regno solare, insieme a mia sorella Rein.
-Anche io sono qui con mia sorella, Altezza. Il vostro palazzo è magnifico- disse il principe -Vorrei dire lo stesso del vostro, ma non ci sono mai stata... mi dispiace- disse
-Allora rimedierò il più presto possibile, invitando te e tua sorella.- disse il principe.
La giornata finì presto, troppo presto per la ragazza.
Arrivata la sera, Rein parlò per tutto il tempo della fantastica festa, dei gioielli che c’erano, e disse
-Sai... credo proprio di essermi innamorata del principe Bright. E’ così bello, affascinante, forte... non vedo l’ora di rivederlo- disse. Per Fine fu un tonfo al cuore; Rein aveva sempre avuto quello che voleva e Fine temeva che, in quel modo, avrebbe perso l’unico vero amico che era riuscita a farsi.




Angolo dell'autrice: Buon pomeriggio a tutti! Innanzi tutto, questa storia mi frulla in testa da quando ho visto la serie di Twin Princess la prima volta che la mandarono in onda su italia 1. Da allora sono passati si e no 7 anni credo. Come storia, iniziai a scriverla da allora, ma fra una cosa e l'altra l'ho continuata a singhiozzo. Credo che questa volta, però, potrei andare avanti. Come mio vizio mi faccio prendere dall'ispirazione e dato che ho già messo i paletti fondamentali e scritto anche capitoli che si troveranno molto dopo, credo di avere buone possibilità di continuarla e portarla a termine (anche se non con tempi brevi dato i vari impegni accademici che mi ritrovo).
Allora: per quanto riguarda la storia, devo dire che mi è piaciuto davvero tanto il film di "Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio". Tuttavia, mi è piaciuto di meno il fatto che poi questo diventasse irraggiungibile per tutti, specialmente per i principi e le principesse (è una scena che ho scoperto a 10 anni di distanza X'D tuttavia mi ha comunque poco convinta).
Molti si chiederanno: Che hai messo a fare questo titolo se Narnia non c'è più? Ecco, diciamo che la storia si baserà tantissimo su cose che riguardano Narnia che, quindi, anche se non è letteralmente presente, ha la sua grande influenza.
Per quanto riguarda le coppie... quello è un tasto dolente. Dato che è ancora in fase di scrittura tutto potrebbe cambiare, ma credo di aver delineato la mia coppia preferita. Il che è strano per una come me che inizialmente apprezzava molto di più Bright rispetto a Shade... poi mi sono resa conto dell'errore.
Per quanto riguarda Fine, credo di averla fatta più matura rispetto all'originale, ma è anche qualcosa che deriva dalla situazione (per questo c'è l'avvertimento OOC). Spero di aver mantenuto fedeli i comportamenti degli altri personaggi (specialmente di Shade e Bright. Mi sono fermata alla prima serie dell'anime, quindi molte cose non sono ben delineate).
Vi avviso che questo è il capitolo più breve che ho scritto fin'ora. Onestamente, il modo di scrivere non piace nemmeno a me, ma dato che è più un prologo, lo lascio passare. Inoltre, per ora, solo questo capitolo e il prossimo si rifanno a parti dell'anime. Spero che i prossimi capitoli siano di vostro gradimento e di tenere un ritmo più o meno costante nella pubblicazione.
Grazie a chiunque sia arrivato a leggere fin qui!
A presto!

 

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Capitolo 2
*** Due principi per una principessa ***


Erano passate diverse settimane e, grazie al potere che era stato loro affidato, le ragazze erano riuscite ad aiutare parecchie persone. Fine, però, si era messa nei guai, facendosi “rapire” da Eclipse, il misterioso ragazzo che sembrava nemico delle principesse. Ora si trovavano nelle mani del misterioso rapitore, in una foresta oscura.



-Bene, sarai contenta del fatto che ci siamo smarriti- disse Eclipse.
-E tu, allora, perché ci segui?! Vuoi rubare i nostri poteri?- chiese la ragazza, guardandolo fisso, male.
-Non sono affari tuoi- disse il ragazzo, andandosene, ma Fine lo fermò prendendolo per il braccio.
-Ahi- disse questo, nonostante la ragazza non gli avesse fatto male.
-Sei ferito?- chiese lei
 -Non sono...-  -Affari miei? Dato che stiamo in una foresta misteriosa dalla quale non sappiamo come uscirne, sono anche affari miei! E ora togliti la giacca, vedo cosa posso fare- disse la ragazza.
-Non ti azzardare!-
-Invece mi azzardo eccome! E se non ti spogli tu sarò costretta a farlo io- disse. Data la cocciutaggine, il ragazzo obbedì, lasciando la giacca per terra, mentre la ragazza gli sbottonò il bottone della manica e, vedendo la ferita, gli mise le mani sulla ferita. Il dolore, seppur forte, iniziò mano a mano a diminuire, fino a quando non scomparve del tutto.
-Bene, ora andiamo a prendere la legna- disse allegra
-Aspetta! - disse Eclipse
-Sì?- chiese lei.
- Emh... grazie. Ma prima devo dare da mangiare alla mia cavalla. E non penso che sia saggio dividerci- disse, mettendosi la giacca
-Si, hai ragione- concordò Fine e rimase a guardarlo sulla riva, mentre dava da mangiare dell’erba alla sua cavalla.
-Vuoi provare?- chiese gentilmente. Lei annuì. Prese dell’erba e la porse verso la cavalla, che subito iniziò a mangiarla.
-Che brava!- disse Fine.
-Grazie per il complimento!- rispose la cavalla, mentre masticava.
-Ha parlato! Impossibile...- pensò la ragazza.
-Invece è possibile... o cielo! Ma tu sei umana! E mi hai capito! Vuol dire solo una cosa...- iniziò a dire la cavalla, emozionata -E non posso dirla, o cielo! O cielo!- diceva.
-Dirmi che cosa? Che sono pazza?- chiese Fine, mentalmente. Nessuna delle due si era mossa dalla posizione in cui stava, dato che stavano comunicando telepaticamente.
-O no, assolutamente no, mia principessa A... o cielo! Non posso dirlo! Sarebbe come rivelare che Eclipse in realtà e Shade, il principe del regno lunare! O cielo! L’ho rivelato- disse la cavalla.
- Shade?!- disse Fine ad alta voce, voltandosi verso di lui. Anche il ragazzo, che era di spalle, si voltò.
-Il tuo nome... il tuo vero nome è Shade... e sei un principe, come me... - disse la ragazza.
-Come fai a saperlo?- chiese Shade.
-Ecco... il tuo cavallo... me lo ha appena detto- rispose la ragazza.
-Cosa?! Impossibile! Regina non parla!- disse Shade.
 -Solo perché tu non mi puoi sentire non vuol dire che non parlo- disse la cavalla.
-Emh... ha detto che se non la senti tu non vuol dire che non parla- ripeté Fine.
-E’ assurdo!- disse Shade. La ragazza lo osservò per qualche secondo, poi gli porse la mano.
-Dammi la tua mano... se quel che penso è giusto dovresti riuscire a sentirla anche tu- disse Fine.
Il ragazzo, inizialmente titubante, le strinse la mano.
-Ah! Che scena commovente! Non pensavo che il principino Shade potesse mai avvicinarsi ad una ragazza- disse la cavalla.
-Ehi! Ma ha parlato!- disse Shade.
-Te l’ho detto! Eri tu che non mi credevi- rispose Fine.
-Bene, Regina... adesso mi vorresti dire che cosa mi sta succedendo? Parlo con te, riesco a far sentire la tua voce agli altri soltanto toccandoli e... mi sono accadute un sacco di altre cose strane, da quando sono nata!- disse Fine.
-Bene... non pensavo che quel giorno sarei dovuta essere io a parlare...- disse la cavalla - Principessa Ayame, lei non appartiene a nessun regno di questo mondo, o almeno, nessun regno geograficamente segnato di questo pianeta.- disse la cavalla.
- Ayame?! Io mi chiamo Fine!- obiettò la ragazza -No, lei si chiama Ayame. Il suo nome fu modificato quand’era molto piccola... il suo regno vero regno è quello di Narnia - disse la cavalla.
-Ne ho sentito parlare, ma sembra che non esista- disse Shade -Già, non esiste più, come la maggior parte della gente che vi abitava. I suoi genitori, i nostri sovrani, quelle sì che erano delle brave persone! Con loro Narnia ha conosciuto il massimo splendore, ma il regno iniziò a scomparire misteriosamente il giorno della sua nascita, principessa, fino a che non si disintegrò quando lei andò nel regno solare- disse la cavalla.
-Quindi io... i miei genitori...- iniziò a dire Fine.
-Sono morti. Mi dispiace, ma rimasero nel regno per cercare di salvarlo... lei, è il frutto del loro amore. Quei capelli rossi così lunghi mi ricordano tanto quelli di sua madre, mentre i suoi occhi sono senza dubbio come quelli di suo padre- disse la cavalla.
- Capisco...- disse Fine, abbattuta.
 -Credo sia meglio andare a prendere la legna, prima che diventi davvero buio- disse la ragazza, lasciando la mano di Shade per addentrarsi nella foresta e cercare un po’ di legna.
-La seguo... non vorrei che si cacciasse nei guai- disse Shade
-Certo, come no...- disse la cavalla, anche se lui non poteva più ascoltarla.
Fine aveva già iniziato a raccogliere qualche piccolo ramo.
-Emh... Fine, cioè... Ayame - iniziò Shade.
-Questi vanno bene?- chiese mostrando dei rami abbastanza sottili, ma asciutti e secchi.
-Sì, vanno bene...- disse lui, anche se sembrava un po’ imbranato, come se volesse dire qualcosa ma non ci riuscisse.
-Lascia stare quella storia, in fondo lo sapevo già di non essere la sorella di Rein - disse a Shade, mentre raccoglieva dei ramoscelli.
-Per questo... non dire nulla, per ora, a nessuno. Ho un’idea! Facciamo un patto?- chiese Fine, raggiante.
-Eh? Un patto?- chiese Shade.
-Tu non dici niente di quello che hai sentito da Regina, e lo stesso farò io di te. Così rimarrai Eclipse e nessuno saprà che fai- disse Fine, sorridendo.
-D’accordo! Ma tu... sei sicura di stare bene?- chiese Shade.
-Certo! Non sono mai stata meglio!- disse lei sorridendo, mentre il mazzo di rami da bruciare cresceva lentamente.
-Allora? Mi vuoi aiutare o vuoi che una principessa come me batta un principe come te nella raccolta di ramoscelli?- chiese Fine, in tono di sfida.
-E’ così che la metti, eh? Allora te lo faccio vedere io!- disse Shade, iniziando a raccogliere anche lui i ramoscelli. Non ne conosceva il motivo, ma si sentiva bene con la ragazza, nonostante l’avesse appena conosciuta.



-Come mai ci segui? Me e Rein, intendo...- chiese Fine ad un certo punto.
-Nel mio regno, qualcosa non sta iniziando a quadrare. Secondo i miei calcoli tutto dipende dal potere di Prominence che voi avete e su qualcuno che vuole cercare di impadronirsene. Per adesso, questo qualcuno sta solamente raccogliendo informazioni, ma sono convinto che non manchi molto prima che entri in azione, cercando di rubarvelo a tutti i costi. E sono anche convinto che questo qualcuno appartenga al mio regno. Se vi tengo sotto controllo, dovrei riuscire a capire e bloccarlo- disse Shade.
-Allora grazie- rispose la ragazza dai capelli rossi.
-E di che cosa?- chiese il cobalto.
-Di essere, ecco vediamo qual è il termine migliore, sì! Il nostro custode. Ora che ci penso, ci hai sempre aiutate.- rispose la rossa, sorridendo.
-Emh... prego- disse lui, imbarazzato dalla situazione. Pensava di essere considerato come un criminale, ma ora si trovava ad essere considerato come un eroe. Si voltò verso Fine quando pensò di aver finito di raccogliere i ramoscelli, ma vide un serpente che la ragazza stava involontariamente per raccogliere.
-Attenta!- disse, buttandosi su di lei per farla spostare. Sarebbero solo dovuti cadere a terra, ma qualcosa andò storto dato che si ritrovò totalmente sopra la ragazza, le gambe incrociate, il suo petto su quello della rossa che distavano solo un paio di camicie prima che la loro pelle fosse in contatto. E le loro labbra, entrambe involontariamente unite in quello che era il loro primo bacio.
-Scusami- disse Shade, spostandosi immediatamente e aiutandola a rialzarsi.
-Non preoccuparti...- disse Fine sorridendo e riprendendo i bastoncini che aveva perso.
Il ragazzo, in quel momento, capì molte cose, come il fatto che stesse mentendo spudoratamente, specialmente a sé stessa. Perché fra dubbio e certezza c’è un margine da non sottovalutare. E, se prima viveva nell’illusione di avere una famiglia che, per quanto fredda, era la sua, ora era sperduta in mezzo a quello che era il nulla, senza la speranza di poter ritornare a casa.
-Li ho raccolti di nuovo! Torniamo da Regina, ora?- chiese Fine sorridendo, stringendo a se il mazzo di rami secchi. Shade la guardò per qualche secondo, ammirando il suo coraggio di continuare ad andare avanti e la sua forza d’animo: forse lui non ci sarebbe riuscito, anzi, ne era certo.
-Sì- rispose, sorridendo.
Rifecero poi la strada al contrario, parlando del più e del meno.
-Fine!-  urlò una voce familiare e, poco dopo, la ragazza si ritrovò abbracciata da sua sorella.
- Rein! Che ci fai qui?- chiese Fine, stupita.
-Sono venuta a salvarti, mi sembra ovvio.- rispose la turchese.
-Principessa Fine, stai bene?- chiese un’altra voce che la rossa riconobbe come quella di Bright; infatti, questo le si avvicinò ben presto ma, notando la presenza di Eclipse, si mise subito sulla guardia -Perché l’hai rapita?!- chiese freddo.
-No aspetta, Bright! Non è stata colpa sua, è stata colpa mia... mi sono buttata sulla cavalla e lei ha iniziato a correre, credo di averla spaventata e poi lui l’ha fermata... ma ci siamo persi e...- cercò di dire Fine.
-Non c’è bisogno che lo giustifichi, Fine. Lui è un criminale!- disse Bright.
-Criminale o no, dovremmo stare qui questa notte-rispose Shade, continuando il suo tragitto con la legna sotto braccio -Meglio accendere il fuoco- disse.
Dopo che l’ebbe acceso, tutti si radunarono attorno ad esso. Fine, ad un certo punto starnutì e Bright, molto gentilmente, le diede il suo mantello per coprirsi. Vedendo la scena, anche Rein cercò di fare la stessa cosa, sperando in un gesto gentile da parte di Eclipse, che, anziché calcolarla, si alzò come se non fosse accaduto nulla.
-Dove vai?- chiese Bright, aggressivo, non fidandosi ancora di lui.
-Non sono affari che ti riguardano- rispose Eclipse indifferente.
 -Hai ragione, ma prima dimmi, perché continui a seguirle?- chiese il principe del regno dei gioielli. Dato che Eclipse non si degnò di una risposta, Bright si alzò e gli si parò dinanzi, pronto a sfoderare la sua; come lui, anche Eclipse tirò fuori la sua frusta, pronta ad usarla.
-Aspettate! E’ inutile combattere!- disse Rein, parandosi davanti a Bright.
-Ha ragione...- rispose Fine, facendo la stessa cosa con Eclipse.
Una ventata di aria fredda fece spegnere il fuoco e l’oscurità iniziò, mano a mano, a impossessarsi di tutto.
-E’ un’illusione! Il fulcro è l’albero!- disse Regina.
- Shade, lì c’è qualcosa- disse Fine, indicando il buco di un albero, probabilmente l’ex tana di un animaletto.
Shade, con la sua frusta, riuscì a far cadere qualcosa e l’oscurità cessò. Era una specie di tapiro azzurrino, con la pancia bianca.
-Chi sei?- chiese Rein allo strano essere.
-Oh scusate. Piacere di conoscervi sono Baki il mangia sogni- disse; le due ragazze si guardarono per qualche secondo, poi chiesero.
-Il mangia sogni?-
-Esatto! Mangio i sogni della gente! E mi piace condividerli con altri. Alcuni sono davvero spaventosi! Ditemi, vi è piaciuto quello che avete vissuto?- iniziò a dire, mentre Rein si sentiva la rabbia uscire di dosso
-Allora vi rimedio subito con...-
-Sta zitto!- dissero i quattro in coro.



Uscendo dalla foresta grazie all’aiuto di Baki, egli capì che quello che aveva fatto non era il massimo
-Però, se volete...-
-Sparisci!- dissero nuovamente i quattro in coro, mentre questo tornava nella foresta dalla quale era venuto.
-Certo che è un tipo strano!- disse Fine alla sorella.
-Già! Ma a me ha fatto venire un certo languorino - rispose la ragazza
-Anche a me! Appena torniamo a casa voglio mangiare una bella fetta di torta!- disse Fine.
Ma, non capì come, si ritrovò abbracciata al principe Bright che, per salvarla da un animale che era misteriosamente apparso dalla foresta. Bright attutì la caduta con il suo corpo, mentre il cappello della ragazza cadde verso Shade.
-Ehi! Volevi per caso farci fuori?- chiese Bright, furioso.
-Rilassati, amico, è soltanto una cavalla- disse Shade.
-Non mi fido di te- disse Bright alzandosi, pronto a sguainare la spada.
-Ammettilo! Vuoi rubare il loro potere- disse Poomo.
-Ascoltami bene, sta lontano da Fine. Prova ad avvicinarti, e la pagherai cara! E se dovesse succederle qualcosa, te la dovrai vedere con me!- disse Bright. Shade, vedendo il cappello a terra, lo prese e glielo lanciò.
-A me non interessa un bel nulla della tua amichetta. Quello che mi interessa sono solamente gli scrigni solari. E tu- disse a Fine - vedi di starmi lontana!- poi salì sulla cavalla e se ne andò.



Nel frattempo, un’aria fredda sembrava essere scesa dato che Rein aveva il muso lungo: la ragazza si era accorta che al principe Bright interessava solo Fine. Aveva avuto occhi solo per lei in quei momenti e, anche quando aveva detto che era stata rapita, lui si era immediatamente preoccupato.
Fine si rimise il cappello e, come sua sorella Rein, fu aiutata dal principe a salire sul cavallo di questo; ma il cappello, in testa, la dava prurito. Allora lo tolse e vide un foglio di carta con su scritto -Mi hai battuto, dato che hai raccolto più bastoncini di me. La prossima volta che ci vediamo in ambienti ufficiali ti offro un gelato.- Fine, non ne riusciva a riconoscere la calligrafia, ma sapeva che era stato Shade e si sentì come se le fosse stato tolto un peso dallo stomaco leggendolo: aveva paura che quello che avesse detto il ragazzo fosse davvero quello che pensava.
Nascose il biglietto in tasca, e continuò a guardare avanti.
-Allora Fine, ora stai meglio?- chiese Bright, in modo cordiale.
-Emh! Sì, certo! Non sono mai stata meglio!- rispose la ragazza.
-Mi accorgo solo ora di quanto sei egoista- disse Rein, con un velo di gelosia -Ho capito il tuo trucco! Ti fingi nei guai per attirare l’attenzione! E, per di più ti sei fatta amica di uno come Eclipse - continuò la turchese.
-Ma che succede Rein? Ti sei alzata con la luna storta?- chiese.
-No, sto dicendo la verità e lo sai- rispose la turchese, per guardarla per due secondi e voltare lo sguardo, arrabbiato.
Da quel momento Fine non disse una parola. Bright le accompagnò dove avevano lasciato la loro mongolfiera, affinché potessero tornare a casa.
-Grazie mille per tutto, Bright - disse Fine, quando furono arrivati.
-Per me è stato un vero piacere! E, in qualsiasi momento tu abbia bisogno, non esitare a chiamarmi- disse il ragazzo, mentre vedeva salire lei e la sorella sulla mongolfiera.
 




Angolo dell’autrice: Buon pomeriggio a tutti!
Allora, ho deciso di pubblicare questo capitolo oggi, anche se lo volevo fare già da un paio di giorni, dato che era già pronto. Purtroppo, da adesso non so quando pubblicherò, perché sebbene il terzo sia in fase di scrittura (se lo divido, teoricamente, è già pronto), inizia il periodo più temibile (o almeno uno dei due). Poi con lo studio non si finisce mai, purtroppo.
Per questo capitolo: anche questo lo scrissi anni fa (poi mi sono bloccata). Lo stile non è il massimo, lo ammetto, ma dato che si basava totalmente (o quasi) sull’episodio, ho deciso di non appesantirlo con inutili descrizioni. Il titolo l'ho deciso anche al tempo che fu, quindi diciamo che è un po' così X'D Diciamo che, dato che è da qui che iniziano a intrecciarsi più seriamente i rapporti tra i personaggi, mi è sembrato un titolo abbastanza adatto *il triangolo no... non l'avevo considerato*. Per i personaggi, spero di aver mantenuto le loro caratteristiche in maniera più attinente possibile all’anime (a parte Fine), anche se temo di essere andata un po’ nell’OC con Shade... ma in questo momento l’ho immaginato a metà tra Shade ed Eclipse, come se non sapesse nemmeno lui come comportarsi. Per Regina: diciamo che al momento ho solo questa piccola scena con lei, e devo dire che l’adoro! Non so perché ma mi è piaciuto immaginarla così, in contrasto con la personalità così rigida di Eclipse. Spero che sia piaciuto anche a voi!
Comunque, ringrazio le due ragazze che hanno messo la storia fra le seguite o preferite (una per categoria :D ) e tutti coloro che hanno letto il precedente capitolo (sembra siano tanti! :D) .
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e se qualcuno è interessato, è liberissimo di scrivere una recensione! Anche solo per farmi notare errori o cose del genere!
Detto questo, concludo con un “A presto, spero!”.

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Capitolo 3
*** Torno presto / Viaggio pt1 ***


Il giorno dopo, come di consueto una volta a settimana, le ragazze suonarono il piano insieme. Tutto stava procedendo liscio, fino a quando iniziarono a non suonare in sincronia e ci fu una combinazione di note che ricordò a Fine qualcosa. Lei si bloccò immediatamente, sgranando gli occhi e bloccando persino le mani.
-Qualcosa non va, Fine?- chiese la madre della ragazza.
-Scusate, sono desolata, ma non riesco più a suonare. Vi prego di perdonarmi- disse, cercando di sembrare calma.
-O, tranquilla, sarai solo stanca. Va pure a riposarti- disse il padre.
-Vi ringrazio- disse Fine, andando nella sua camera, ovvero anche quella di Rein.
Appena si sdraiò sul letto, chiudendo gli occhi per capire quello che le era successo, una miriade di immagini le attraversarono la mente, immagini orrende di disperazione di quello che era stato il suo regno. E poi vide uno spartito e sentì una dolce melodia, quasi come una ninna nanna cantata da una voce angelica. Sgranò gli occhi e si mise seduta, il sudore freddo le colava addosso e il sole, che era alto nel cielo, era scomparso lasciando posto alla notte.
-Mi sono addormentata?- chiese, confusa. Si alzò dal letto e, prendendo un foglio che vi era sulla scrivania, iniziò a riprodurre tutte le note che ricordava di aver visto nello spartito. Dopo aver finito, pensò che la cosa migliore da fare fosse suonarlo: ricordava solo un pezzo di quella melodia, quindi suonandolo avrebbe potuto ricordarlo tutto.
-Principessa Rein! Fa pace con la principessa Fine!- disse, in lontananza da dietro la porta, la voce di Pomo
-Te lo scordi! Quella non la sopporto! Sai, vorrei proprio che non fosse mia sorella!-  disse Rein. Fine aprì di scatto la porta e corse verso la sala del pianoforte. Avrebbe voluto piangere, ma tanto era la verità: non erano sorelle. Tuttavia quella fu l’ulteriore prova che tutto quello che Rein desiderasse, diventava realtà.
Andò al pianoforte e poggiò gli spartiti; poi iniziò a suonarli. Era la prima volta che lo suonava, eppure le stava riuscendo alla perfezione. Nonostante pensava di essere sola, qualcuno la stava ascoltando.
-E’ arrivato il momento, vero?- chiese Elsa.
-Già... e noi non abbiamo potuto fare nulla...- rispose Tolouse.
Quando Fine ebbe suonato l’ultima nota, ricordò che quella melodia le era stata cantata tanto tempo prima da sua madre, la sua vera madre, anche se non ne ricordava le parole. L’unica cosa che ricordava era il fatto che la canzone parlasse di gioielli. -Domani andrò nel regno di Bright e Altezza, allora- si disse, prendendo il foglio e andando a letto.

-Principessa Fine! Fa pace con tua sorella, ti prego!- disse Pomo.
-Eh? Perché?- chiese lei.
-Come perché?! Siete sorelle, siete sempre andate d’accordo! Non potete litigare, non ora!- rispose il buffo animaletto.
-Mi dispiace, Pomo, ma come posso fare pace se non ho mai litigato con Rein?- chiese Fine.
-Tu no, ma lei sì! Quindi, per favore...-.
 - Rein è una persona molto più intelligente e in gamba di me. Quando si sentirà di dirmi cosa ho fatto di sbagliato, potrò scusarmi con lei. Ma, per ora, dormiamoci su!- disse Fine, entrando in stanza e iniziandosi a cambiare. Sarebbe voluta partire la mattina successiva, ma dopo le immagini che aveva visto aveva paura che richiudendo di nuovo gli occhi le avrebbe riviste. Aspettò allora che Pomo si addormentasse e, solo quando iniziò a russare, si alzò, si cambiò e sistemò il suo letto. -Si preoccuperanno se non mi trovano domani... meglio lasciare un biglietto- pensò Fine prendendo un foglio e, vedendo quello che scriveva grazie all’aiuto dello splendore della luna
-Caro Pomo, mi sono appena ricordata di aver smarrito una cosa davvero importante. Non so quanto tempo impiegherò per recuperarla, ma ti assicuro che entro una settimana sarò tornata a casa. PS. Di a Rein di stare attenta a quello che desidera, perché i desideri possono diventare realtà. - Poi, più silenziosamente che poté, uscì dalla stanza.  Andò alla mongolfiera e iniziò a pilotarla. Nel buio era più difficile e, in un certo senso, anche spaventoso, ma lei mise da parte tutte le sue paure. Doveva farlo se voleva scoprire il più possibile della sua famiglia.

Quando giunse nel regno dei gioielli, stava albeggiando. Lasciò la mongolfiera in una specie di parcheggio e iniziò a gironzola per la capitale. Ma, ben presto, il suo senso dell’orientamento la fece perdere in mezzo la città. Andò al fiume e si sedette su una panchina lì vicino.
-Che ci faccio qui?- si chiese, mentre guardava il riflesso del sole sull’acqua. Guardò poi in cielo: già, lì sopra c’era la sua casa... ma non era sua. Ritornò a guardare il fiume -Devo trovare... quell’edificio!- si disse, alzandosi. Non doveva abbattersi alla prima difficoltà! La sua prima meta era quella e avrebbe dovuto portare avanti il suo viaggio fino alla fine.
-Fine! Che ci fai qui?- chiese Bright, avvicinandosi alla ragazza
-Eh! Bright... ecco, io...-  iniziò a dire la ragazza, non capendo se avesse dovuto raccontagli tutta la verità o no.
-Lui è un amico, quindi forse capirà come ha fatto Eclipse - -Ma lui odia Eclipse! Quindi è più probabile che odi anche te- -Ma con Shade, magari è amico dato che sono entrambi principi. E se è così, allora...- Furono questi i pensieri che iniziarono a girovagare per la mente della povera ragazza, la quale decise di mantenere ancora un po’ il suo segreto.
-Ecco... sto cercando un edificio... Sto facendo una ricerca su alcuni fra gli edifici più antichi dei vari regni e ho deciso di iniziare dal regno dei gioielli!- rispose la ragazza sorridendo.
-Davvero? E cerchi un edificio particolare? Potrei darti una mano- disse Bright.
-Davvero? Mi aiuteresti davvero?!- chiese Fine, con gli occhi chele brillavano per la gioia.
-Ma certamente! Oggi, poi, non ho nulla da fare- rispose il principe.
-Grazie! Sei il mio eroe!- disse allegra.
-Figurati, per me è un piacere. Allora... dimmi, com’è questo edificio che stai cercando?-.
 -Ecco... è un enorme edificio in disuso da una decina d’anni. Le mura sono ingiallite dal tempo e le finestre sbarrate. Dovrebbe trovarsi in una zona non molto periferica della città- disse Fine.
-Sì, credo di sapere qual è l’edificio! E non è nemmeno molto distante da qui. Vieni- disse, prendendola per mano e attraversando le vie della capitale.
-Ah Bright...- disse Fine, bloccandosi in una via non molto popolata, poco prima di giungere alla loro meta.
-Che c’è?- chiese il principe..
-Mi dispiace- disse lei chinandosi col busto -So che una principessa che giunge in un altro regno dovrebbe per prima cosa andare a porgere il suo saluto ai sovrani, tuttavia questa è una faccenda davvero importante per me e non ho molto tempo- disse la ragazza.
-Non preoccuparti... i miei genitori non sapranno nulla! Sei una persona molto gentile e onesta, e non credo faresti mai nulla di male. Inoltre... se non ci aiutiamo fra noi principi, come pretendiamo che regni la pace quando toccherà a noi prendere il potere?- disse Bright.

-Dai! Siamo quasi arrivati...- disse, fino a quando non giunsero all’edificio che era stato descritto da Fine. -E’ questo?- chiese Bright.
-Sì- rispose la ragazza e iniziò a scattare foto all’edificio. Poi si avvicinò alla porta d’ingresso, che pensava fosse chiusa, ma che si aprì appena la sfiorò. L’interno, che sarebbe dovuto essere impolverato e tetro, era in realtà illuminato e splendente.
L’edificio era un’enorme stanza e i candelabri vistosi con sopra delle candele eternamente accese lo illuminavano; inoltre vi era un’ala principale divisa da due laterali tramite delle colonne. -Ma cosa?!- si chiese Bright, voltandosi ed ammirando la sala. Meravigliosa era dire poco. Fine iniziò a fotografare le basi dei candelabri, contenenti tutti dei simboli che la ricollegavano al suo vero regno e, fra questi, notò anche la luna e pensò a Shade. -Andrò nel regno lunare... ogni simbolo una tappa- disse, capendo l’enigma del primo di quei palazzi. Poi, dopo averlo delicatamente sfiorato, iniziò a sentire come una dolce melodia, che sembrava rimbombare nelle mura di quel castello
Stella rossa che guardi da lassù
questa notte un sogno triste ho fatto sai
lacrime, velan gli occhi e tu
tu risponder non sai.
Stella rossa che, guardi da lassù
hai cercato invano il mio grande amor
e così, ora non c’è più,
pace dentro il mio cuor.
Quella voce, dolce e melodiosa, Fine la riconobbe come quella della propria madre.
- Bright... forse è meglio che usciamo- disse la rossa.
Non ne sapeva il motivo, ma aveva come la netta sensazione che sarebbe accaduto qualcosa se fosse rimasta ancora lì. Bright le si avvicinò e, dopo averle messo le mani sulle spalle, l’avvicinò a se e iniziò a baciarla. Fine cercò subito di spostarsi, ma più tentava, più la sua stretta diventava forte, non dandole nemmeno il tempo di riprendere fiato. Alla fine gli tirò un sonoro schiaffo in faccia e scappò via. Corse fino a giungere di nuovo al fiume, e lì si sciacquò il viso.
Non riusciva ancora a credere a quello che era accaduto, anche se riconosceva dietro a quell’atto la magia tipica solo del suo regno.
-Mi dispiace- disse Bright, raggiungendola pochi minuti dopo.
-Sono io che dovrei scusarmi. Io non ho... detto tutta la verità.- disse Fine.
-No, Fine. Quello che è successo...- iniziò Bright.
-E’ opera di una magia. Quell’edificio, non è un semplice edificio.- disse Fine, stringendosi la giacca -Giurami che quello che sto per dirti non lo dirai a nessuno, a qualsiasi costo... ti prego- disse Fine.
Bright la guardò serio, poi annuì - Quell’edificio serviva per entrare nel mio regno. Si chiama edificio del desiderio e, generalmente, vi entrava chiunque volesse andare a Narnia. In teoria, non dovrebbe avere altra funzione se non quella, tuttavia, a quanto pare dieci anni di inattività gli hanno fatto accumulare parecchia magia che ha riversato su di te...- disse Fine.
- Narnia? Tuo regno?- chiese Bright - Narnia, l’ottavo regno di questo pianeta, il regno dimenticato... ha avuto tanti nomi da allora. Ormai è scomparso. Comunque... io non sono Fine, principessa del regno solare, ma Ayame, principessa di Narnia - gli disse.
Il ragazzo rimase per un po’ di stucco, poi disse -Perché non me ne hai parlato? Perché non me lo hai detto?-.
La ragazza lo guardò per qualche secondo, per poi rispondergli -L’ho scoperto solo qualche giorno fa... e non lo vado di certo a spiattellare al primo che capita- rispose la ragazza.
-Ma io non sono il primo che capita! Avresti anche potuto dirmelo!- disse Bright.
-Hai ragione... in fondo non sei tu quello che sa come mi sento! Facile parlare per te che sei sempre stato cresciuto dalla TUA famiglia!- rispose la ragazza. -Ora scusami, ma devo andare. Non è l’unico edificio quello lì e mi restano sei regni- disse, voltando le spalle al principe e iniziando a correre.
Non ne avrebbe più voluto sentire parlare, per un po’, almeno.
Le faceva male perdere uno dei pochi amici che era riuscita a farsi, però trovare la verità era la cosa più importante in quel momento. Sarebbe anche potuto essere collegato al pianeta Wonder, e se ciò ne avesse portato la salvezza, tanto valeva continuare a cercare.
Giunta alla mongolfiera, entrò e prese subito il volo per il regno lunare.

Per via della distanza, vi giunse che era già sera. Non era mai stata in quel regno, non ancora, e si stupì, dopo essere atterrata, di vedere l’aurora che risplendeva alta nel cielo. Ne aveva sentito parlare: una delle tante leggende che giravano attorno ad essa era che fosse nata da una quasi colluttazione fra il cielo del pianeta Wonder e il cielo di un altro misterioso regno, e che quella ferita, che era ancora aperta, anche se in maniera non grave, donava delle notti serene a chiunque si addormentasse subito dopo averla vista. Pensando a quello che era successo nel regno dei gioielli, la ragazza si rese conto che girovagare senza sapere dove trovare il luogo da lei desiderato non avrebbe avuto molto senso.
Si fece indicare, dai pochi abitanti svegli a quell’ora, dove fosse il palazzo della luna e vi andò. A dire il vero, non volendo entrare come ospite, decise di infiltrarsi nel castello approfittando della momentanea distrazione delle guardia creata grazie al lancio di una pietra e di una buona dose di fortuna. Nell’edificio, cercò di fare la massima attenzione a non farsi accorgere dalle numerose cameriere che vi transitavano e, quando credeva di aver visto tutto l’edificio senza aver trovato la persona che cercava, questa si appresto ad entrare in una delle porte.
- Shade! Shade!- bisbigliò lei, cercando di farsi notare dal principe. Questo, sentendo dei suoni, si voltò e rimase davvero molto stupito nel trovarla lì.
Si avvicinò a lei, e la fissò, sospirando -Che ci fai qui?- le chiese, con fare apparentemente freddo.
-Ecco... io volevo chiederti se sai dov’è un edificio...- disse lei - Se lo facessi da sola ci impiegherei una vita a trovarlo- disse sconfitta.
Il ragazzo la fissò e sospirò per l’ennesima volta -Vieni in camera mia... non possiamo di certo parlare qui, mi prenderanno per pazzo se credono che io stia parlando con una pianta- affermò. Dopo aver controllato che non ci fosse nessuno, la fece entrare nella camera propria.
-Quindi questa è la tua camera... è  davvero stupenda! E sei molto ordinato! Non mi stupisco che la gente qui ti ammiri- disse lei, quasi estasiata notando quelle cose che le erano nuove.
Il ragazzo si sedette sul letto, facendole poi cenno di sedersi accanto a lui, e così fece. -Allora... spiegami dall’inizio questa storia. Che ci fai qui?- chiese, fissandola negli occhi.
-Ecco... oggi, no ieri, mentre suonavo al pianoforte con Rein, c’è stata una combinazione di note che mi ha fatto improvvisamente ricordare il mio regno. Ho fatto uno strano sogno, e quando mi sono svegliata, avevo in mente una melodia che mi ha portato nel regno dei gioielli. Sapevo solo l’edificio nel quale dovevo entrare, e nient’altro. Allora Bright mi ha aiutato a trovare l’edificio e... ho scoperto che era uno degli ingressi del mio regno- disse piano.
-Uno degli ingressi? Quanti ne aveva?- chiese Shade.
-Da quel che ho capito, uno per ogni regno. Ma non sono sicura nemmeno di questo. E finché non scoprirò quello del regno della Luna, non potrò ricordare quello di un altro regno!- disse lei.
-Capisco... ma non possiamo mica muoverci ora, che è quasi notte fonda. Sarebbe meglio dormirci su e domani ti accompagno io- disse Shade, con fare cordiale.
-Dormirci... su?- chiese lei, prima che le immagini degli ultimi istanti di vita del suo regno le ripiombassero in testa. -No! Non voglio dormire! P- posso andare perfettamente a cercarlo da sola l’edificio! Basta che mi dici la zona e mi orienterò in qualche modo!- disse lei, seria, aggrappandosi alla sua giacca ed iniziando a tremare.
- F-Fine, calmati!- le disse Shade, vedendola in quello stato. Poi fece quello che gli venne spontaneo: la tirò a sé e l’abbracciò, accarezzandole piano la testa. -Da quanto tempo non dormi? Che è successo?- chiese lui.
- S- solo una notte, nulla di che- bisbigliò lei. A quella domanda si accoccolò al suo petto e nascose il volto, per non fargli vedere le lacrime che cercavano in maniera prepotente di fuoriuscire dai suoi occhi -E’ solo che... quando mi sono addormentata l’ultima volta, ho avuto un incubo... tutte le... sensazioni, emozioni di tutte le persone che hanno perso la vita... se solo chiudo gli occhi li rivedo e ho così paura!- disse lei, mentre le lacrime iniziavano a rigarle il viso. Shade la osservò, mentre qualcosa gli attorcigliava lo stomaco.
Sapeva perfettamente che non avrebbe potuto fare nulla per impedire che provasse quelle sofferenze, se non alleviarle con delle parole dolci.
-Fine... anzi no... Ayame - la chiamò dolcemente, facendole alzare il viso e asciugandole le lacrime con le dita.
-Scusami... sono davvero una principessa pietosa- disse lei, ricominciando a guardare in basso.
-No, non lo sei. Io credo invece che tu sia una principessa fantastica. Sai, molte persone avrebbero mollato tutto e continuato a vivere la loro vita da principessa in maniera tranquilla, invece tu stai cercando la tua verità e al contempo proteggi questo pianeta con tutte le tue forze... sarebbe difficile trovare una persona che sia al tuo pari, figuriamoci superiore a te- disse lui, con fare dolce.
-So che non posso fare molto, ma ti starò accanto e ti aiuterò nella ricerca dei palazzi- disse lui, continuando ad accarezzarle la testa.
-No! Non devi! Devi rimanere qui nel tuo regno... e poi, io non voglio perdere anche te- disse lei. A quell’affermazione, incuriosito, Shade chiese di narrare quello che fosse accaduto. Alla sua richiesta, raccontò quello che era successo nel palazzo e del litigio che ne era conseguito dopo.
- Ayame... non ci vuole una scienza per capire che in realtà lui si sia preso una cotta per te. Me ne sono accorto persino io quel giorno. Credo che il portale non abbia fatto altro che amplificare i suoi sentimenti abbastanza da poterli esprimere, anche se in una maniera così rude- disse lui, continuando a coccolarla -Eravate ancora shoccati entrambi, è naturale che abbiate reagito in quel modo- disse Shade.
-Allora... credi che non mi odi?- chiese lei, fissandolo negli occhi. Era la prima volta per Shade, che gli capitava di perdersi negli occhi così puri e vicini di qualcuno, specialmente di Fine. Gli fu difficile contenersi e non arrossire, ma prese tutto il suo autocontrollo ed annuì, semplicemente -Vedrai che si risolverà tutto- disse lui, sorridendo, per la prima volta davanti a lei, in modo gentile.
A quelle parole, anche Fine sorrise e si asciugò gli occhi -Grazie mille, davvero- disse felice, per poi fargli una domanda un po’ strana, della quale lei, probabilmente, non ne avrebbe capito il significato nascosto.
-Se trovassi il portale... e avesse lo stesso potere.... potrebbe accadere la stessa cosa che è accaduta con Bright?- gli chiese. In pratica, era come se gli stesse chiedendo se fosse innamorato di lei, ma in una maniera così innocente e pura che non sarebbe mai riuscita a cogliere il significato.
-Sì... potrebbe accadere...- disse lui, distogliendo lo sguardo per non far notare l’imbarazzo.
-Ma tu non ti arrabbierai con me, vero?- chiese lei, prima di ricevere un buffetto sulla fronte.
-Come potrei arrabbiarmi se non fai nulla?- chiese lui, per poi sorriderle -Ti va di dormire con me?- le chiese.
-Eh?! Cosa?! M- ma sono cose che si fanno solo dopo il matrimonio! E io sono ancora troppo giovane!- disse lei, arrossendo e iniziando a fare la danza strana alla quale era solita. Sospirando, la buttò sul letto ed iniziò a farle il solletico. Fine, che lo soffriva, iniziò a ridere come se non ci fosse un domani, e si fermò solo quando il ragazzo smise.
-Non l’ho fatto per sposarti... ma magari, se dormi con me, riuscirai a non avere incubi. E non ho vestiti femminili della tua taglia, mia sorella è ancora troppo piccola. Quindi dovrai accontentarti di una mia maglia- disse, vedendola arrossire.
-Ancora questa storia? Ti ho detto che è solo per farti dormire bene. Non ti sei portata un cambio d’abiti, o sbaglio?- chiese lui, fissandola.
-Ce l’ho... ma sta nella mongolfiera- disse lei, imbarazzata.
-Inoltre, sei qui come intrusa, quindi non dovresti esserci... Non posso di certo farti dormire in altre stanze come se nulla fosse. Sei pur sempre una principessa, faresti scalpore- disse lui, vedendola mettere il muso.
-Si ho capito... non farmi la predica- gli disse. A quella visione il ragazzo sorrise e, dopo aver preso una maglia che le potesse andare bene e anche abbastanza lunga da sembrare un vestito, la fece andare nel piccolo bagno della propria camera a cambiarsi. Fine indossò velocemente la maglia e poi uscì.
-Non sai quanto sia imbarazzante per me...- disse. La maglia, che a Shade stava perfettamente, a lei arrivava fino alle ginocchia e le maniche erano talmente tanto lunghe da sorpassare la rotula. Vedendola, Shade iniziò a ridere talmente tanto che cadde a terra e dovette tenersi la pancia con la mano. -Sì, sì, ho capito! Non c’è bisogno che ti ci metti pure tu- disse lei, sospirando.
-Scusami... ma erano anni che non ridevo così!- disse lui, asciugandosi le lacrime e mettendola nel suo letto. Poi vi si sdraiò anche lui, iniziandole, istintivamente, ad accarezzarle la testa. -Se avessi bisogno di me, puoi svegliarmi in qualunque momento, non preoccuparti- le disse dolcemente.
-Grazie mille per tutto quello che stai facendo per me- disse lei, sorridendo, per poi chiudere gli occhi e lasciarsi andare al sonno.
Il giorno dopo il primo a svegliarsi fu Shade e se la ritrovò praticamente poggiata al suo petto, con un’espressione beata in volto. -Certo che assomiglia davvero ad un angelo- pensò lui, sorridendo e quasi dispiaciuto di doverla svegliare.
- Ayame... sveglia. Dobbiamo andare- disse Shade alla ragazza,scuotendola lievemente.
-No... ancora cinque minuti- disse lei, mettendogli poi il braccio attorno alla vita e trattandolo come un cuscino.
Allora il ragazzo sospirò -Dormi un secondo di più e non avrai la colazione-. A quelle parole magiche, la ragazza scattò in piedi come una molla.
-Basta davvero così poco per convincerti?- le chiese lui, divertito, fissandola.
-La colazione è una parte importante della giornata!- disse lei, per giustificarsi.
Poi prese la propria roba dalla sedia  sulla quale l’aveva poggiata ed andò a cambiarsi. -Meglio dei miei vestiti non c’è proprio nulla!- disse soddisfatta, uscendo dal bagno per poi piegare la maglietta del ragazzo.
-Non male per quella che definiscono la principessa meno principesca del pianeta- disse lui, divertito.
-Smettila! Io le cose le so fare!- disse lei, per poi osservare l’indumento -Vuoi che lo porti a casa mia a farlo lavare? Anche se non potrò andarci subito- disse lei.
- No tranquilla... lasciala pure lì- disse lui, travestito da Eclipse -Vieni, seguimi... in questo modo non verremo visti- disse, utilizzando il passaggio segreto per uscire dal castello.
-Sai già dove si trova?- chiese lei, seguendolo
-Sì, lo so perfettamente- disse lui, con un sorriso, avviandosi a piedi verso la capitale -Inoltre, credo di poterti dare una mano anche per tutti gli altri edifici. Basta pensarci un attimo: per ogni regno, qual è il luogo più popolato e al quale, generalmente, la gente va?- chiese Shade
-Mh... vediamo... la capitale!- disse lei.
-Esatto! Quindi, se i portali dovevano raggiungere la maggior parte di persone possibili, dovevano per forza essere nella capitale- disse lui.
-Sei un genio!- disse lei, facendolo sorridere.
-Ci ho solo pensato un po’... - disse, camminando per un breve tratto, durante il quale non fece altro che parlare con la ragazza di cose delle quali, probabilmente, non si sarebbe mai aspettato. Poi si fermò di fronte ad un edificio che, con quello del paese dei gioielli, aveva in comune solo il fatto che sembrasse diroccato.
-Se è lui, dentro il tempo non sarà passato- disse Ayame, avvicinandosi alla porta e sospirando. Prese tutta la sua determinazione e l’aprì, trovando un interno identico esattamente a quello dell’edificio nel regno dei gioielli. Le uniche cose che differivano erano gli ornamenti e la poesia che era scritta.
-L’acqua e il tempo hanno solo una cosa in comune: scorrono per l’eternità... nel paese dei gioielli era di gran lunga migliore come poesia- disse lei, sospirando -Non c’è dubbio però, che mi toccherà andare nel paese di Mirlo - disse.
-Sì, immagino sia così, ma ora è meglio uscire da qui dentro. Non so il motivo, ma ho una stranissima sensazione- disse lui. La ragazza annuì, ma proprio mentre stavano per uscire, vide una nuova sequenza di immagini. Questa volta, come protagonisti, vi era una famiglia di Narnia, la quale, purtroppo, dovette separarsi. I figli riuscirono ad andare nel paese dell’acqua, mentre i genitori rimasero intrappolati nel regno, senza possibilità di poter rivedere i loro piccoli.
- Ayame... tutto a posto?- chiese lui, notando che la ragazza si fosse improvvisamente bloccata. Quando vide le lacrime uscire dai suoi occhi, la prese in braccio e la portò fuori dall’edificio, sedendosi poi con lei su una panchina e dandole un fazzoletto per farle asciugare le lacrime.
-Che è successo?- disse, dopo che lei ebbe preso il fazzoletto e si era asciugata le lacrime.
-Nuovi ricordi... di una famiglia di Narnia. I genitori morirono quando il regno iniziò a disintegrarsi, mentre i piccoli si salvarono...- disse lei, continuando a singhiozzare.
-La stessa cosa che è successa a te, no?- disse Shade.
-Ma io ho avuto una famiglia... non so se per loro sia accaduta la stessa cosa- disse lei, stringendo piano il fazzoletto. Shade la fissò per un po’, poi disse: - L’unico modo per scoprirlo sarebbe trovarli... e dato che stiamo per andare nel regno dell’acqua, potremmo approfittarne... comunque, per ora, ho qualcosa che potrebbe farti piacere. Aspettami qui!- disse, allontanandosi. Poco dopo, tornò con in mano un gelato alla fragola.
-Eh? Un gelato?- disse lei, osservandolo stranito.
-Te l’avevo promesso... non ricordi? Eppure è accaduto solo qualche giorno fa!- disse lui.
-Sì ma... non credevo che...-.
A quelle parole glielo porse -E’ il migliore nel regno della Luna, dovresti assolutamente provarlo!- disse, porgendoglielo.
La ragazza lo prese in mano, un po’ stranita, e, col cucchiaino, assaggiò il dolce. -Ma è davvero delizioso!- disse allegra, mangiandone un altro po’.
-Te l’avevo detto... sei tu che non mi credevi!- disse lui, con un sorriso.
-Ne vuoi un po’? Se mi dici il luogo, ti vado a prendere il cucchiaino anche- disse lei, allegra.
-No tranquilla... lo prendo così- disse avvicinandosi alla coppetta del gelato e leccandone un po’.
-Non so perché ma lo fai sembrare imbarazzante- disse lei, arrossendo lievemente.
-Sei tu che mi offri le cose! Dovresti evitare di farlo, allora- disse divertito, osservandola mangiare il gelato.
Terminatolo, i due si avviarono verso la mongolfiera, ma degli abitanti della capitale del regno della luna iniziarono a dire che la regina si era sentita male e, allora, i due corsero a palazzo. Entrarono nella stanza dove la regina sembrava essere caduta in un sonno profondo. Milky, appena vide il fratello, si fiondò su di lui, piangendo.
-Come sta la mamma?- chiese alla sorellina, la quale cercò di fargli capire la situazione.
Shade si avvicinò alla madre e le prese la mano.
-O mamma...- disse, osservando il volto sofferente della madre. Vedendo la scena, Ayame, quasi istintivamente, andò dall’altro lato e sfiorò la mano della regina. Immediatamente, immagini del pianeta Wonder in rovina balenarono nella sua testa e capì la regina Maria manifestava esternamente le situazioni reali del pianeta. Si avvicinò un po’ di più a lei e, dopo averle messo una mano sul petto, attese qualche istante e una luce fioca iniziò a fuoriuscire dalla sua mano. Quasi immediatamente, però, un dolore al petto iniziò a farsi sentire, e si intensificava mano a mano che il tempo passava. Ma vedendo dei segni di ripresa nella regina, non poteva arrendersi.
Poco dopo, mise l’altra mano sulla fronte della regina, e la stessa luce che continuava a fuoriuscire da quella vicino al petto, iniziò. Per nascondere i gemiti di dolore che sarebbero voluti uscire, si morse il labbro in maniera da non essere notata da Shade. Poi, dopo qualche secondo, cessò e attese l’avvenire di qualcosa.
La regina, infatti, aprì ben presto gli occhi, sotto li sguardi felici dei suoi figli e della ragazza.
-Mamma! Come ti senti?- chiese subito Shade, preoccupato.
- Shade... cos’è successo?- chiese, iniziando poi ad alzarsi in piedi.
-Aspetti regina! Dovrebbe alzarsi con molta cautela!- disse Ayame, aiutandola ad alzarsi, e facendole da sostegno.
-Oh grazie...- disse lei, per poi fissarla per un attimo, quasi basita dalla persona che stava vedendo. Ma si riprese quasi subito e sorrise come se nulla fosse accaduto.
-Tu sei Ayame... giusto? È un piacere incontrarti- disse lei, lasciando la ragazza basita.
-Ecco... io...- iniziò a dire lei.
-Sta tranquilla, sono l’unica a saperlo. Ero molto amica dei tuoi genitori- disse la regina, osservandola con un sorriso -Per me è davvero un piacere conoscerti- continuò poi.
-Ecco... la ringrazio infinitamente per la sua gentilezza- disse Ayame, chinando poi leggermente il capo. La regina, sorridendo, le accarezzò leggermente la testa.
-Non c’è bisogno che usi tutte queste formalità nei miei confronti. E poi, sei un’amica di mio figlio, no? Shade mi ha parlato davvero molto bene di te- disse la regina.
-Ma mamma!- si lamentò il ragazzo, sentendo quelle parole e arrossendo lievemente. Vedendo quella scena e, nonostante il dolore, Ayame non poté fare a meno di sorridere.
-Ora mi scusi, ma devo andare- disse piano, scendendo dal letto e chinandosi come avrebbe fatto una principessa. Iniziò a camminare verso l’uscita della stanza, ma Shade la fermò.
-Aspettami Ayame! Vengo con te!- le disse, correndo verso di lei.
-No, sta tranquillo Shade. E poi tua madre si è appena ripresa, sarebbe più giusto se stessi con lei- disse lei, con un sorriso.
-Ma... potrebbe accaderti di tutto in quei palazzi! Non posso lasciarti da sola!- disse, per poi prenderle la mano. O almeno, fu quello che avrebbe voluto fare. Appena la sfiorò, infatti, un dolore talmente tanto forte da paralizzarlo lo pervase, facendolo rimanere immobile.
-Ehi Shade... stai bene?- chiese lei, preoccupata, fissandolo.
-Ecco... sì- disse lui, stranito.
A quelle parole lei sorrise -Va a riposarti. Se verrai alla prossima festa delle principesse, ci vedremo lì- disse, dandogli poi un bacio sulla guancia. -Grazie di tutto- bisbigliò, per poi iniziare a correre verso il luogo in cui aveva lasciato la mongolfiera.
Shade tornò dalla madre, con uno sguardo preoccupato che la donna colse all’istante.
-Se sei preoccupato, puoi seguirla- disse la donna, facendo alzare lo sguardo del figlio -So perfettamente cosa sta accadendo... e so anche che avrà bisogno di qualcuno che le stia accanto nei momenti difficili-.
Quando vide che il figlio stava per rispondere qualcosa, lei lo interruppe -Hai sentito anche tu quell’immenso dolore, vero? E’ lo stesso dolore che avevo io... ed è lo stesso che sta provando lei in questo momento. Non so nemmeno io cosa le stia dando la forza per muoversi, ma so che prima o poi crollerà, e se sarà sola potrebbero accadere delle disgrazie. Perciò, fammi questo regalo e va con lei- disse la regina.
-Grazie mamma... non la lascerò mai sola!- disse Shade, correndo verso il parcheggio delle mongolfiere. Prese molte scorciatoie e corse più velocemente che poté, abbastanza da poter arrivare alla mongolfiera prima di lei.
-Sei in ritardo, Ayame!- disse lui, appena la vide arrivare.
- Shade? Ma come hai fatto... eri a castello quando io...- disse lei -Sono il principe di questo regno, conosco qualche scorciatoia- disse, per poi porgerle la mano -Andiamo?- chiese con un sorriso dolce, porgendole la mano.
La ragazza annuì e sorrise dolcemente, prendendo la mano che il ragazzo le porgeva e salendo sulla mongolfiera.




Angolo dell'autrice: Buona sera a tutti e bentrovati in questo nuovo capitolo! Innanzi tutto, ringrazio moon rouge per la sua precedente recensione! E' stata quella che mi ha consentito di pubblicare.
E adesso vediamo che dire di questo capitolo: innanzi tutto, è enorme! Ebbene sì! A dire il vero quello originale è ancora in corso (il titolo è torno presto), ma per semplicità di lettura ho deciso di dividerlo in più parti. Potrebbero essere due o tre, in base a come li svilupperò (ci sono parti più sbrigative di altre).
Qui che dire... innanzi tutto sono felice di essere arrivata ad una parte dove non sono più "vincolata" dall'anime, quindi posso gestirmi come voglio! E' fantastico!
A dire il vero non mi ricordavo questa parte così... "dolce"? Spero che a moon rouge possa piacere, anche se per avere degli sviluppi bisogna aspettare taaaaanto tempo!
Per quanto riguarda Fine, spero di aver descirtto bene lo stato d'animo, senza farla sembrare debole. In fondo, si trova ad affrontare numerose prove da sola e come veri amici ha (o meglio aveva) solo Bright e Shade... ma adesso sto adorando sempre di più Shade!
Per ora posso dirvi che con questo capitolo dovete accontentarvi per un po'... non so quando avrò altro tempo libero che mi consentirà di continuare questa storia, ma non penso prima della seconda metà di Luglio.
Alla prossima!

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