PINK MOMENTS

di Hermit_
(/viewuser.php?uid=563510)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #Sono un venditore porta-a-porta per favore compra qualcosa! ***
Capitolo 2: *** #Ho chiamato il numero sbagliato! ***
Capitolo 3: *** #Frequento il corso di yoga solo per guardare quanto è flessibile l'istruttrice! ***



Capitolo 1
*** #Sono un venditore porta-a-porta per favore compra qualcosa! ***




...PINK MOMENTS...





Personaggi:
Annabeth, Percy.
Coppie: Percabeth (Percy/Annabeth)
Genere: Commedia ,romantico, comico.
Note: AU
Avvertimenti: /
Prompt:
#3 Sono un venditore porta-a-porta per favore compra qualcosa!




 

 

 

Annabeth sbuffò, alzò gli occhi al cielo, si passò una mano tra capelli, sospirò e battè i piedi per terra.

Quella giornata non ne voleva sapere di andare per il verso giusto. Decise che poteva classificarla tra le giornate NO della sua vita. Beh, magari più tardi... con il nervoso che aveva addosso non sarebbe nemmeno stata in grado di trovare una penna in quella maledetta casa.

Per prima cosa si era svegliata con un mal di testa allucinante, allora si era trascinata in bagno con una sola ciabatta perchè non riusciva a trovare l'altra; una volta in bagno aveva scoperto che il dentifricio era finito (cosa che provocò diverse imprecazioni) così come il latte.

Ora... Lei odiava il latte. Lo sopportava solo con il caffè. E il caffè solo con il latte. Quindi senza latte non si poteva fare nulla.

Insomma, già dalla prima mezz'ora della giornata Annabeth aveva capito che quella giornata era NO. Un NO gigante. Tra le sfortune di quel giorno c'era stato anche il suo cellulare che si era scordata di mettere a caricare, i suoi capelli che non ne volevano sapere di diventare lisci, l'omicidio di una povera piastra, e... come se non fosse bastato tutto ciò, ora c'era anche il suono del campanello che non voleva smettere di darle fastidio con il suo tintrillare indisturbato.

Insisteva, insisteva, insisteva.

Annabeth non aveva proprio voglia di aprire. Era già in ritardo e in più girava ancora con un piede scalzo e l'altro no.

Però il campanello non la voleva finire di starsene zitto e il suo suono -oh il suo suono- era fastidioso quasi quanto il mal di testa che le faceva girare la testa.

Si diresse a passo di marcia al portone e lo aprì con un gesto secco, spalancandolo del tutto.

"SI PUO SAPERE CHI-"

Oh.

Annabeth si ammutolì di colpo nel fissare gli occhi verde mare e i capelli corvini del ragazzo di fronte a lei. Era senza dubbio un bel ragazzo, ma lei ce l'aveva ancora troppo con quella stramaledettissima giornata per essere gentile.

"Scusi, l'ho per caso disturbata?"

No, mi hai solo rotto i timpani con quel cavolo di suono del citofono. Ma poi, perchè mi da del lei se abbiamo la stessa età?

"No, scusi lei, però guardi non è proprio una buona giornata. Meglio se adesso lei va via e io torno a..." Fece per chiudergli la porta in faccia ma lui si intrufolò velocemente.

"Veramente ci metto pochissimo, non sarà un problema per lei ascoltarmi pochi secondi."

Sì che è un problema invece!

Non fece in tempo a rispondergli che lui le passò dei volantini in mano. "Allora, lei tiferà per una squadra immagino."

"Veramente..."

"Ecco. Ho notato il cappellino degli Yankees e anche se non approvo perchè i Red Sox sono decisamente migliori, ognuno è libero di tifare la squadra che vuole, quindi..."

Ma sentilo...

"Il posto dove lavoro crea appunto questi gadget delle varie squadre, e io ho il compito di sponsorizzarli. Quindi se vuole vedere qualcosa che le potrebbe piacere..." Il moro lasciò di proposito la frase in sospeso, tastandosi le tasche alla ricerca di chissà quali gadget.

Non avrà nemmeno la mia età e già lavora... Forse dovrei cercare anch'io un lavoro, giusto per guadagnare qualcosina.

Interruppe le sue riflessioni la sciarpa che si ritrovò in mano, degli Yankees ovviamente. Okay che era una sua fan, ma avere una sciarpa dedicata a loro proprio non le interessava.

"No, senta.." Lo interruppe e lui le rivolse uno sguardo così supplicante che per poco Annabeth non prese il portafoglio e pagò la sciapa all'instante. Ma sapeva come erano tutti quei venditori ambulanti, sapevano sempre come convincere qualcuno a comprare qualcosa e lei non aveva proprio voglia di essere quel qualcuno.
"Mi piacerebbe molto comprare una di queste cose, ma sono proprio in ritardo, non ho tempo e sono al verde" scosse la testa sconsolata, fingendosi terribilmente dispiaciuta.

Il ragazzo inclinò appena la testa, soppesando le sue parole. "In ritardo per cosa?"

Queste domande per fingersi interessato non abboccano con me.

"Avevo programmato con dei miei amici di andare in spiaggia, ma adesso che mi ci fai pensare mi è venuta voglia di un gelato quindi mi sa che andrò proprio a prenderlo" affermò decisa con un sorrisetto sotto ai baffi, afferrando al volo la sua borsa.

"Perfetto. Significa che andremo a prendere un gelato e poi parleremo dei vari gadget e di quello che preferisci da comprare."

Cosa?

Aspetta... cosa?!

"Mi eri sembrata dispiaciuta di non poter comprare qualcosa degli Yankees, quindi tranquilla, prenderemo un gelato e poi con tutta calma guarderemo quello che ho portato."

Annabeth era senza parole.

 


 

"Ma il gelato blu? Non ce l'avete?"

Annabeth cercò di allontanarsi il più possibile da quel ragazzo per non far capire alle persone dentro la gelateria che lo conosceva. Le stava facendo fare una figuraccia senza neanche accorgersene!

"No signore, le ripeto che se vuole il gelato blu possiamo offrirle solo il gelato al gusto di puffo."

"Ah," Percy storse la bocca, non del tutto convinto. "Va bene. Prendo il puffo."

Percy. La prima volta che le aveva detto di chiamarsi così non ci aveva creduto, era un nome troppo strano. Chi chiamerebbe mai il proprio figlio Percy?

Beh, i suoi genitori evidentemente.

Il cosidetto Percy le rivolse un sorriso avvicinandosi e raggiungendola al tavolino, dove lei si era posizionata.

"Perchè volevi per forza il gelato blu?"

"Perchè io adoro il blu!"

"Anche io adoro il giallo però non vado a chiedere il gelato giallo..."

Il ragazzo alzò le spalle. "E con questo?"

"Ah ,lasciamo perdere. Forza, fà vedere questi gadget così la facciamo finita una volta per tutte."

A Percy si illuminarono improvvisamente gli occhi. "E così hai deciso di comprare qualcosa?"

"Se non ti muovi potrei cambiare idea."

"Okay okay, calma. Comunque, sai, questo gelato non è niente male" le disse mettendo sul tavolo una maglia, una tazza, una cover e la precedente sciarpa.

"Il puffo è un gusto troppo dolce. Una volta ho provato a mangiarlo ma bleh, l'ho buttato subito." Annabeth avvicinò a sè la tazza rigirandosela tra le mani. Prendersi una sciarpa o una cover degli yankees era una cosa troppo ridicola, per non parlare della maglia...

"Vorresti per caso insinuare che la crema è molto più buona del puffo? -vuoi comprare la tazza?"

"Sì e... Sì."

"Mi sento quasi in colpa a mangiare questo gelato... dici che è stato fatto con le budella dei puffi?" Percy guardò dispiaciuto il suo gelato, mentre Annabeth strabuzzava gli occhi senza parole. "Mmh... Ah, aspetta hai detto sì! Allora... viene 28 dollari."

"COSA."

"Guarda che è poco per una tazza degli yankees" si difese.

"Non ho parole... giuro che se si rompe questa tazza te la sbatto in testa."

"Come fai a sbattermela in testa se si è rotta?"

La bionda lo fulminò con gli occhi, dandogli velocemente i dollari richiesti cercando di non pensare a come avesse effetivamente buttato ben 28 dollari per una tazza che nemmeno le piaceva.

Oh aspetta... L'ho appena fatto, ci ho appena pensato. Argh.

"Dài, usciamo" disse sconsolata e lui la seguì buttando il tovagliolino del cono nel cestino, incredibilmente l'aveva finito in un nanosecondo.

Per strada, sotto il sole cocente, potevano sembrare quasi una coppia riflettè la ragazza.

"Quindi..." attaccò Percy una volta giunti di fronte a casa Chase.

"Cosa?"

Percy si grattò la testa, improvvisamente imbarazzato. "No dico... cioè.. sarebbe bello se riuscissimo insieme qualche volta.Ci siamo divertiti oggi, no?"

"Oh." Annabeth lasciò intravedere la sua sorpresa, visto che era stata colta alla sprovvista.

Non immaginava proprio loro due insieme, avevano troppe cose diverse e quasi niente in comune.

Però...

In effetti si erano divertiti, e lui era sembrato simpatico.

"Direi che si può fare."

"Perfetto." Percy si aprì in un sorriso da orecchio a orecchio, contento.

Ah, ed inoltre è carino. Sopratutto quando sorride come un bambino e gli si illuminano gli occhi verde mare e... okay. Basta.

"Quindi ehm...La prossima volta suppongo che non ci incontreremo per la vendita di stupidi gadget."

"Ehi! Non sono stupidi."

Annabeth rise scuotendo la testa, e presto Percy si unì alla sua risata, rinunciando a mantenere il broncio.

Beh forse quella giornata non era stata proprio un NO gigante.

Anzi.

Forse doveva metterla in cima alla lista delle giornate SI. Sarebbe stata decisamente una buona idea.
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** #Ho chiamato il numero sbagliato! ***




...PINK MOMENTS...





Personaggi:
Annabeth, Percy, Piper
Coppie: Annabeth/Percy, accenni Piper/Jason
Genere: Commedia, romantico
Note: AU
Avvertimenti: /
Prompt:
#15 Ho chiamato il numero sbagliato!




 
"Pronto? Pronto?! Piper cavolo, rispondi! Sono chiusa in una cazzo di cabina telefonica, il mio telefono è scarico e si è spento, non trovo il mio abito da damigella e c'è un problema per quanto riguarda gli orari del ristorante e del parrucchiere! Siamo nei casini porca miseria, e mancano solo cinque giorni al tuo matrimonio!" Annabeth fece un respiro profondo, cercando di calmarsi. "Piper! Piper?! Rispondi!"
"Ehm... Scusi signorina..."
La ragazza dai capelli biondi si geló sul posto, sentendo quella voce maschile che di certo non apparteneva alla sua amica. "Chi è lei?"
"Ehm... Se dico che sono un parrucchiere mi sbrana?"
Annabeth arrossì dalla vergogna. Aveva sentito tutto. Uno sconosciuto aveva sentito lei sclerare e imprecare. Diavolo, che imbarazzo.
"ehm, no... Lei è un parrucchiere?"
"Sì, e credo che lei abbia sbagliato numero."
"Mi... Mi scusi..."
"Ma no, non ti preoccupare." Dall'altro lato della cornetta si sentì una risata che Annabeth trovó virile e maschile come poche. "Arrivederci."
"A-Arrivederci" rispose incespicando nelle parole, ancora terribilmente imbarazzata.


 
*

 
"Oh, finalmente hai risposto, Piper! Sono tre volte che chiamo! Sappi che ho risolto tutto con il parrucchiere e con il ristorante. Il tuo matrimonio sarà perfetto, vedrai."
"Be', la prima volta che avevi chiamato sembrava che fosse successo un casino irreparabile... Sono contento di sapere che adesso è tutto apposto."
Cos...

Annabeth allontanò il telefono dall'orecchio, confusa.
Oh no...
"Ho-ho di nuovo sbagliato numero?" chiese anche se già sapeva la risposta.
"Esatto." Ed ecco che sentì di nuovo quella risata bellissima che le piaceva particolarmente. "Ma non mi da fastidio, sai? Inizio a sospettare che tu lo faccia apposta."
"Wow. Siamo già passati al tu" commentó ridacchiando nervosa, sorvolando sull'affermazione del tipo.
"Be', tecnicamente tu hai già il mio numero di telefono."
"Anche tu hai il mio."
"Touchè."
Annabeth sorrise, e si morse un labbro. Sapeva di dover chiudere la chiamata, peró dopotutto la persona dall'altro lato della cornetta sembrava essere simpatica. C'era anche da rendersi conto che poteva trattarsi di un anziano anche se era alquanto improbabile dalla sua voce, di un mafioso, di un drogato con problemi di alcol o di un qualunque tipo poco affidabile.
Sospiró. "Scusa ancora per queste chiamate, sbaglio sempre numero."
Dall'altro lato della cornetta, il tipo sembró tentennare. "Ehm... So che probabilmente risulteró un po' sfacciato... Ma è così brutto se ti chiedo il nome prima di salutarti?"
"No" rispose d'instinto, forse un po' troppo velocemente. "Cioè... No, non è così brutto. Sono Annabeth Chase."
"Io mi chiamo Percy Jackson."


 
*

 
"Fammi indovinare... Hai perso le scarpe."
Annabeth si aprì in un sorriso, anche se la sua frase era rimasta a metà per colpa di quel Percy Jackson che l'aveva preceduta. "Sbagliato."
"Mmmh... Il ristorante ha chiamato e ha detto che non è disponibile per il matrimonio."
"Mm.. no."
"Accidenti. E allora si è scoperto che gli zii della sposa non possono venire?"
Annabeth ridacchió ,attorcigliandosi una ciocca bionda al dito. "È così strano che abbia chiamato perchè volevo sentirti?"
"Be',sí! Decisamente sì. Volevi sentirmi? Mi sento lusingato."
"Fai bene ... e sì, volevo sentirti."
Dall'altra parte si udì un sospiro. "Sai, l'altro giorno mi hai detto il tuo nome... Ero indeciso su come salvarti in rubrica. Annie? Ann? Beth?"
"Oddio, no, ti prego! Salvami solo come Annabeth."
"Okay." Annabeth fu quasi sicura di sentirlo sorridere. "Come va il matrimonio della tua amica? È domani se non mi sbaglio."
"Sì, domani mattina. Piper sta bene, è solo un po' nervosa ma è normale... Sono davvero felice per lei."
"Lo immagino."
Annabeth si morse un labbro, indecisa: non sapeva cosa aggiungere. "Ehm... Mi ha fatto piacere sentirti."
"Anche a me; sai, sarebbe bello associare la tua voce ad un volto."
Annabeth fece per replicare, ma all'improvviso la linea cadde. "Percy? Percy?!"
Oh, accidenti, pensó. Doveva proprio interrompersi in quel momento?
Stupido telefono!

 
*

 
"Piper?"
"Ehi, Annabeth! Oh mio dio, sono nervosissima! Ti prego dimmi che sei arrivata in chiesa, ho bisogno di supporto morale!"
"Sì, sono qui, ma non ti vedo."
"Sono dietro la chiesa, mi sto nascondendo. Oh mio dio! Ti prego, vieni!"
"Piper, tranquillizzati. È tutto okay, questo giorno non si ripeterà. Goditelo."
"Ma quale tranquillizzati! Jason con lo smoking è troppo attraente e io non voglio essere arrestata per stupro il giorno del mio matrimonio!"
Annabeth rise, e finalmente scorse Piper. Chiuse la chiamata e le si avvicinó. "Ma cosa ci fai qui? dovresti stare per entrare in chiesa. Dov'è tuo padre?"
"Lo so! Oh mio dio, Annabeth, oh mio dio ,non ce la faccio, non ce la posso fare."
"Ehi,calma." La prese per le braccia. "Andrà tutto bene."
"Facile dirlo per te! Non sei tu quella che... Oh,guarda, mi ha visto qualcun altro prima del matrimonio! Che figura di merda."
Annabeth si giró incuriosita e vide un ragazzo che camminava verso di loro. Era abbastanza alto, slanciato,a veva degli occhi verdi ipnotizzanti e i capelli neri sbarazzini.
Salutó Piper come se la conoscesse da una vita, e lei fece lo stesso.
Oh, aspetta... Quella voce...
"Oh,ehm... Lei è una mia amica, Annabeth Chase. Annabeth, lui è Percy Jackson, un amico del mio futuro marito."
Cosa?

 
*

 
"Tu l'hai sempre saputo!" lo accusó puntandogli un dito contro. "Quando ti ho parlato di Piper sapevi che era lei la ragazza che si doveva sposare oggi!"
Si trovavano nel cortile della chiesa; il matrimonio era già finito e adesso tutti stavano per dirigersi al ristorante. Be', tutti tranne loro due.
Percy le prese il dito che puntava contro il suo petto e le fece aprire tutta la mano, delicatamente. Poi gliela strinse. "Piacere di conoscerti, Annabeth Chase."
"Che persona spiritosa che sei." commentó,anche se il battito del suo cuore era accellerato. "Hai intenzione di darmi una spiegazione?"
Percy rise e lei non potè far altro che ricordarsi la risata che sentiva al telefono. Dal vivo era decisamente meglio, decise. "Okay, devo ammettere che sapevo del matrimonio di Piper, ma davvero non avevo idea di chi fossi."
"E non hai pensato di informarti?"
"Ehm... Hai ragione, avrei potuto farlo."
Annabeth giró i tacchi e si allontanó, cercando di trattenere la rabbia. Forse era insensato, ma si sentiva presa in giro.
"Ehi, aspetta! Annabeth!" Lui la inseguì, arrivando a starle al passo.
Il suo nome detto dalle sue labbra...
No.
"Mi dispiace se in qualche modo ti senti offesa, ma..." Con sorpresa notó che era arrossito. "Mi fa piacere averti incontrato. Insomma... Sei splendida, e simpatica e..."
"Non mi conosci nemmeno." disse lei, ma stava ridendo quindi Percy non la prese male.
"Be', potrei conoscerti meglio... Se me ne dessi la possibilità."
Annabeth inclinó la testa, fermandosi. "E perchè dovrei, Percy Jackson?"
Lui la guardó qualche secondo, poi si aprì in un sorriso. "Perchè ne varrebbe la pena."

 
*

 
Qualche mese dopo....


"Pronto? Pronto?! Percy, se ci sei... Sappi che ho cambiato idea sul convivere insieme anche se ci frequentiamo solo da qualche mese; sarà divertente. Sono passata a casa per dirtelo, ma non c'eri. Inoltre dovrei traslocare tutto, e mi serve il tuo aiuto. Quindi, muovi quelle belle chiappe che ti ritrovi e vien..."
"Annabeth?"
La bionda sbattè gli occhi confusa. "Piper?"
"Hai sbagliato numero?"
"Oh. Penso di sì." Fece una smorfia rassegnata, poi si morse un labbro. "Facciamo finta che tu non abbia sentito niente?"
"Oh, no, mia cara. Ho sentito eccome e visto che ti voglio così tanto bene per il prossimo natale vi regaleró un pacco intero di preservativi. Vi serviranno."
"Piper!"


 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** #Frequento il corso di yoga solo per guardare quanto è flessibile l'istruttrice! ***


/>
...PINK MOMENTS...




Rating: arancione
Personaggi: Percy, Nico, Annabeth
Coppie: Percy/ Annabeth
Genere: Commedia
Note: AU
Avvertimenti: /
Prompt:
#60
Frequento il corso di yoga solo per guardare quanto è flessibile l'istruttrice!



 

Percy aprì il suo borsone e tirò fuori i pantaloncini e la maglia che usava solitamente per la palestra. Si chinò per infilarsi le scarpe e alzò lo sguardo solo quando ebbe finito anche di allacciarsele. "Tu che cosa fai oggi?"
Nico, che andava con lui in palestra ed era già pronto, lo seguì nel bagno. "Credo attrezzi e roba varia, tu?"

Percy fece spallucce e finì di riempire la bottiglia con l'acqua del lavandino. Successivamente si portò l'asciugamano sulle spalle,appoggiandolo lì.

"Non avrai intenzione di fare di nuovo yoga" chiese all'improvviso Nico, preoccupato della non-risposta del moro.

"Perché?" Percy aggrottò le sopracciglia sinceramente confuso, e insieme iniziarono a salire le scale che dividevano la palestra dagli spogliatoi.

"Be', primo, perché lo fai solo per vedere l'istruttrice di yoga. Secondo, perché è una cosa che fanno le donne e tu rovini l'orgoglio di noi uomini andando là. E terzo, be, terzo... Perchè non ti serve a niente(?)"

"Lo chiedi a me?" Ribattè Percy, rispondendo al tono interrogativo del ragazzo. "E comunque non è colpa mia se quella ragazza è così sexy. Hai visto che culo? E poi il suo fisico da urlo..."

"Questa è la parte in cui mi dici che fai sogni erotici su di lei ogni notte?"

Nel frattempo erano giunti al piano di sopra, e stavano indugiando di fronte al bivio che divideva le loro strade. Percy ridacchiò. "Be', amico... Non nego di aver fatto certi pensieri. Con una che insegna yoga a letto mi aspetto il massimo, dovrebbe come minimo sapere tutte le posizioni del kamasutra."

"Io non ci giurerei. E comunque, stai già pensando a scopartela... Guarda che quella è una tosta,l'altro giorno che mi ha insegnato box mi rivolgeva certi sguardi taglienti!"

Percy sbattè gli occhi confuso. "Tu hai fatto una lezione di box con lei? Perchè io non ne sapevo niente? E sopratutto, ohmmioddio: piace anche a te."

Nico si sbattè una mano sulla fronte, rassegnato. "No, Percy. Devo ricordarti che sono gay e felicemente fidanzato con un ragazzo di nome Will Solace?"

"Oh, giusto" borbottò Percy. "Be, dài, portami fortuna."

Gli diede una pacca sulle spalle e cominciò a dirigersi a destra. "Ci vediamo dopo!" gridò, e Nico assentì con un cenno, già pronto a percorrere il corridoio di sinistra.


 

*

 

"Per prima cosa," iniziò l'istruttrice gesticolando animatamente, mentre camminava tranquilla nella sala schivando i tappetini e le persone sedute su di essi. "Questa dev'essere un attività rilassante, quindi non prendete questi esercizi come un allenamento. Cercate di rilassare i muscoli e farvi guidare dalla musica. Dovete fare dei movimenti sciolti, e nel frattempo seguire le mie indicazioni."

Percy si accomodò meglio sul tappetino, mettendosi a gambe incrociate come tutte le altre donne, anche se gli risultava alquanto difficile. Non riusciva a smettere di guardare il sederino sporgente dell'istruttrice ogni volta che si girava, oppure il suo fisico da urlo nascosto -nemmeno tanto- da una canotta aderente e un pantaloncino corto. Non aveva quasi per niente posato lo sguardo sui suoi capelli biondi tenuti su da una coda e gli occhi grigi tempesta.

Fu per quello che appena un paio di scarpe da ginnastica si fermarono di fronte al suo tappetino, Percy dovette alzare lo sguardo.

Indietreggiò con timore sotto quello sguardo severo e agghiacciante: Annabeth Chase -come aveva scoperto che si chiamava da una delle tante donne in quella stanza- lo stava fissando con le braccia incrociate sul petto. "Che hai intenzione di fare tu?"

"Ehm.."

Guardarti?

"Yoga."

"Bene, e allora concentrati." Si allontanò.

Percy rimase qualche secondo imbambolato ad arrossire fino alla punta dei capelli. Che quella ragazza avesse notato i suoi sguardi?

Seguì con gli occhi Annabeth Chase che si sedette sul suo tappetino, a gambe incrociate. Fece partire la musica e chiuse gli occhi, respirando lentamente.

"Prima di tutto ci sediamo bene sul tappetino. Solleviamo il braccio destro verso l'alto ed espirando ci pieghiamo verso sinistra."

Percy guardò le altre ragazze che chiudendo gli occhi eseguivano correttamente l'esercizio; lanciò un occhiata ai movimenti sciolti di Annabeth e cercò di eseguire anche lui goffamente.

"Stendiamo bene il braccio destro, guardiamo verso l'alto, comprimiamo il petto e poi ci spostiamo in avanti con il braccio destro." Fece una leggera pausa, in cui le persone aprirono gli occhi per guardare e capire come fare, poi riprese: "allunghiamo il braccio sinistro verso l'alto e stiamo così per dieci secondi."

Okay, e fin lì era facile.

Tutto si complicò quando l'istruttrice Chase ordinò, "adesso... Portate le mani a terra, sotto le spalle. Vi sedete sui talloni, stendendo bene la schiena e le spalle." Fece vedere come fare, poi spostò il tappetino dando a Percy le spalle. "Ispirando vi spostate in avanti, poi, puntate le dita dei piedi e sollevate le ginocchia."

Per un lungo momento rimase senza fiato, alla vista del sedere che sembrava sporgersi verso di lui e se non fosse stato così lontano ne avrebbe di sicuro approfittato per darle una pacca. Nello stesso momento si spostò in avanti con le ginocchia e riuscì a vedere la curva del suo seno; peccato che Annabeth si alzò sempre di più e una volta in piedi incontrò il suo sguardo.

Percy arrossì, e si accorse che tutte ormai erano in piedi... Tranne lui.

Si affrettò ad alzarsi e si mise nella stessa posizione, con le gambe divariche.

Dio, si sentiva un pervertito...

Chissà cosa pensava ora di lui. Di sicuro niente di buono.

Il resto della lezione proseguì normalmente e se da una parte Percy voleva raggiungere Nico per fare attività più adatte a lui, non riusciva a staccarsi dall'immagine di Annabeth mentre si contorceva e dettava esercizi.

Quando i cinquanta minuti passarono, era leggermente affaticato ma neanche un po' sudato. Prese la bottiglia e l'asciugamano in mano, rimettendo a posto il tappetino.

Evitando le occhiate delle altre donne, si affrettò ad uscire, ma una presa ferrea sul braccio lo fece desistere.

Si girò con timore e confermando i suoi sospetti si ritrovò davanti l'istruttrice di yoga, la bellissima Annabeth Chase con le braccia incrociate e lo sguardo severo puntato su di lui.

"Ehm... È stata una bella lezione."

Annabeth si allontanò e prese la bottiglia d'acqua da terra, dandogli per l'ennesima volta la possibilità di fissarle il sedere, quindi ritornò verso di lui.

Ne bevve un lungo sorso. "Il tuo nome?"

"Pe-Percy Jackson."

Annabeth storse la bocca e gli diede uno sguardo da capo a piedi, come studiandolo. Gli fissò il petto con i muscoli accennati coperto dalla maglietta, le gambe atletiche e il fisico slanciato. Poi ritornò sul suo viso, i cui occhi erano verdi mare e i capelli nero pece. "Non hai eseguito nessuno degli esercizi di yoga."

"Non è vero! Qualcuno sì!" si affrettò a rispondere, e lei inclinò il viso indecisa:

"Non sei il primo che partecipa solo per guardare le altre donne, quindi se è per questo che hai partecipato ti consiglio di non farti più vedere."

"O-okay." disse in soggezione,già pronto ad andarsene.

Lei lo bloccò di nuovo, aprendo la mano verso di lui. "Il cellulare, prego."

"Il cellulare?" Cosa? Era una specie di professoressa delle medie? Voleva sequestrargli il cellulare?

"Perchè?"

"Tu dammi il cellulare" lo fulminò e lui con riluttanza glielo porse.

Annabeth scribacchiò qualcosa e glielo ridiede indietro.

Lo accompagnò "gentilmente" alla porta della sala e lo invitò ad uscire. Prima che ritornasse dentro, gli sorrise enigmatica. "Ci vediamo, Percy Jackson."

Una volta da solo, Percy sbloccò con il dito la schermata del cellulare e vide la pagina aperta su un numero in rubrica.

Annabeth Chase gli aveva dato il suo numero.

 

*


 

Due settimane dopo...

 

"Vuoi parlare chiaro sì o no?" sbuffò Nico, mentre si asciugava il viso accaldato e sudato con un asciugamano.

"È necessario?" Percy alzò le spalle, sorridendo tranquillo.

"Direi di sì!"

Insieme uscirono dalla sala degli attrezzi con Nico sempre più alterato: "Mi hai detto che Annabeth Chase ti ha dato il suo numero, poi tre giorni dopo mi hai detto che avete fatto sesso, e adesso non mi dici più niente da una settimana. Si puó sapere che è successo tra voi due?!"

Percy ridacchiò enigmatico, e nel frattempo passarono vicino alla sala dove la bionda insegnava yoga.

Ghignò nella sua direzione e lei gli restituì un sorriso provocante, mentre allungava il petto fino a schiacciare il seno sulla gamba destra distesa, poi gli fece l'occhiolino.

"Oh" disse Nico. "Adesso capisco."

Percy sogghignò e continuarono a dirigersi negli spogliatoi.

Solo quando Nico uscì dalla doccia degli spogliatoi e si mise dei pantaloni, gli rivolse la domanda che voleva fargli da prima: "allora, è vero che a letto è brava come pensavi? Le sa fare tutte le posizioni del kamasutra?"

Percy alzò di nuovo le spalle, con quel sorrisino da deficiente stampato sul viso che non se ne voleva andare: "può darsi."







NOTE AUTRICE:
Ed ecco conclusa anche questa mini raccolta! Pensavo di aggiornare prima, ma quest'ultima OS non mi convinceva granchè sinceramente. Adesso andrò a linkare le tre one shot per fare in modo che partecipino al concorso e niente, se vi son piaciute lasciate una recensione!
Ciao,
Hermit_

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3259909