Un'estate da incubo

di Newtmasinmyveins
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ultimatum ***
Capitolo 2: *** Una battaglia da vincere. ***
Capitolo 3: *** Manteniamo la calma. ***
Capitolo 4: *** Noi ci proviamo. ***



Capitolo 1
*** L'ultimatum ***


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Quanto sono simili i calzini d'uomo usati e il formaggio?
 
L'ultimatum
 
Cosa c’è di peggiore in estate che svegliarsi presto come se stessi per andare a scuola? Semplice, assecondare le pazzie di Doris, mia madre.  Ha frequentato un turco per un anno, prima  di fare l’errore più grande della sua vita: convivere  senza neanche chiedermi  cosa ne pensassi né tantomeno se fossi d’accordo.
Questa non è la mia vita! E’ tremendamente disgustoso sentire i loro stupidi nomignoli zuccherosi capaci di far vomitare chiunque a prima mattina, per non parlare dell’imbarazzo che provo quando fanno sesso, sono capaci di muovere il lampadario del soggiorno, ma forse non è questo il peggio.

Metin , lo scimpanzé che ha i peli persino sulla schiena o meglio dire,  il compagno di mia madre ha un figlio: Cem , il classico stronzo cronico che ogni giorno guarda una diversa. Con lui è guerra dal primo momento che ci siamo visti: non avrà pace e state pur certi che gli renderò la vita un inferno.

Non so cosa abbia mai fatto di male per meritarmi tutto questo, ma la mia sfortuna non mi abbandona ancora una volta. Doris è una psicologa e il mio relazionarmi male o forse più adatto “non relazionarmi” le fa dubitare che un giorno avrò un’amica. Non riesce a capire che amo essere solitaria o come discriminante definiscono: asociale. Non voglio che mi si ronzi gente intorno,  già è abbastanza Cem e tutti i suoi insulti, ai quali ovviamente rispondo, ma spesso ignoro sbattendogli la porta in faccia. Questa situazione mi opprime e come se non bastasse ieri sera ciliegina sulla torta.

Eravamo a cena, cercando di ingurgitare il pesce che Doris, -dato la sua scarsa abilità culinaria- aveva dimenticato di scongelare. Un cubetto di ghiaccio sarebbe stato meglio e notevolmente più appetitoso, almeno non avrebbe emanato quel puzzo.


FLASHBACK

Mamma e Metin avvicinano le loro mani sul tavolo stringendole l’una all’altra, mentre io e Cem con un nostro raro sguardo d’intesa volgiamo gli occhi al soffitto, imprecando che i nostri genitori non si sbaciucchino o liberino frasi smielate.

-Ragazzi, io e il mio orsacchiotto abbiamo deciso dove andremo in vacanza per questa estate.- sbotta mia madre,  facendo appena dopo un sospiro di sollievo,  evidentemente libera  e al tempo stesso illusa che io e il fratellastro stronzo restassimo zitti anziché trucidarla.

-Sì, ma capite … - interviene subito poco Metin" il guerriero peloso" pronto a brandire spade pur di difendere la sua donzella.

"Come reagirebbero se gli tirassi il merluzzo congelato in fronte? Meglio evitare, non voglio morti stasera."

 Lo guardo in cagnesco, dimostrando apertamente la mia espressione contrariata a qualcosa che sicuramente non mi sarebbe piaciuto. Metin improvvisamente si arresta … beh , forse non è il verbo giusto :è un poliziotto.

- E’ un viaggio di nozze.-  continua balbettando, attorcigliando le mani alla tovaglia rovinandola disastrosamente.

- Un viaggio di nozze?- quello a parlare è Cem che come me sembra capirci sempre meno. Fa spallucce per poi rilassare la fronte e dire- Ma voi non siete sposati! -
“Oh bravo Cem, c’è ancora una possibilità per salvarti dalla tua infermità mentale.”

-Si figlio, ma abbiamo bisogno di relax, anche voi no? Avete finito la scuola,- lo scimpanzé cerca di allearsi ai nemici, in fondo quando non si riesce a sconfiggere il nemico bisogna farselo amico. Peccato che può fregare suo figlio, ma non me.

-Grazie Metin per il tuo dolcissimo interesse- digrigno a denti stretti la parola “dolcissimo”-ma una cosa non mi è chiara, - puntualizzo con la mia solita aria da saputella e genio del male,

“Stavolta vi ho in pugno”

-Come potrebbe essere un viaggio di nozze con me e questo …. questo coso- dico indicando Cem con la forchetta che naturalmente si incazza, ma stranamente mugola qualcosa posticipando la sua vendetta.

- Infatti, tu e Cem rimarrete qui, - quella a rispondere è mia madre che con nonchalance continua a tagliare il tovagliolo, il pesce è intoccabile. Non meravigliatevi con il QI  che ha potrebbe ingurgitare quel lembo.

-Cosa?- urliamo entrambi all’unisono. Io e il ragazzo svitato ci alziamo, lui sale su in camera evitando un esplicito vaffanculo rivolto a mia madre, ma io no, resto in cucina continuando a lottare per una giusta causa: la mia sanità mentale e il rischio di non impazzire con quell’essere ripugnante.

-Come posso rilassarmi con quello lì?- sbotto spalancando le braccia, sperando di far pietà almeno allo scimpanzé dai peli anche sulla schiena.

-Lena, da buona psicologa posso dirti che hai bisogno di relazionarti con qualcuno. Alla tua età qualsiasi adolescente ha un amico, Cem è ragionevole … -

“Ho bisogno che qualcuno mi tenga, altrimenti la uccido”

-Andrete d’accordo, io e Metin riponiamo molta fiducia in voi, siete dei ragazzi maturi, ve la caverete,- continua a dire e io sto leggermente andando a fuoco. Ho la testa che mi scoppia e il fumo mi esce dalle orecchie.

-Sappiate che al vostro ritorno … solo uno di noi due sarà vivo e il sopravvissuto non avrà pietà di voi.- canzono da buona guerriera, ovviamente quella a sopravvivere sono io. L’ho sempre fatto e questa storia per quanto mi terrorizzi mi dà anche l’energia giusta.


RETURN

Eccomi sull’uscio della porta alle 7:30 di mattina con un’espressione contrariata e insonnolita.  Doris e Metin stanno partendo adesso. Che vigliacchi, mi hanno avvisato la sera prima! Era inutile insistere, i biglietti per la California erano pronti e anche le valigie, possibile che non mi fossi accorta di nulla? Beh … si,  non avevo amici e seppure fossi tutti i giorni segregata in casa ero sempre in camera per evitare le troppe domande di mia madre e soprattutto scansare la faccia da culo di Cem.

-Ciao papà, ciao Doris- sorride smagliante Cem sbucando dal nulla con addosso solo la canottiera bianca e i boxer grigi: il suo pigiama.

Gli volgo uno sguardo di sfida –Non puoi mentire così bene,- sbuffo stremata- perché ieri  hai preferito salire piuttosto che ribellarti?- gli urlo contro sbattendo la porta di casa, gli orsacchiotti erano già andati via.

“Quanto Doris teneva a me? Di sicuro avrei fatto più pietà a un orso sull'Himalaya che non mangiava da anni. Lui mi avrebbe risparmiata “

-Non sto mentendo e non mi sembra che parlandogli tu abbia migliorato qualcosa. Ieri sera ho preferito salire perché: uno, non sarà male. Due, non sarà male. Pensa che potremo fare quello che vogliamo ma tu – mi indica con il suo grosso ditone a forma di wurstel - dovrai rispettare i miei spazi.-

-Cosa?- sgrano gli occhi fissandolo come per dire “ scappa o ti uccido”.

-Hai capito bene,  rilassati … farò lo stesso, le mestruate 365 giorni su 365 mi fanno roteare i -  lo interrompo, solo io posso essere volgare.

-Taci, ho afferrato il concetto.- dico mettendo la testa tra le mani e arrabbiandomi ,

“Perché la mia vita è tutta uno schifo?”

-Bene Lena Schneider, che ne dici di preparare la colazione tanto per iniziare con il piede giusto?-

“Non ha le mani per prepararsela da solo?”

- Allah ti ha dato due mani- dico avvicinandomi timidamente al suo orecchio per non farmi sentire da nessuno , sebbene in casa siamo solo io e lui,  detta all’orecchio risuona più cattiva – e credimi, non ti servono solo per farti le seghe.-  inizialmente bambolato si sveglia presto dal coma momentaneo,

-Sicuramente ho una vita sessuale più attiva della tua, bimba dal pigiama con le paperelle- sbraita prima con nonchalance e poi abbastanza furioso.

"Meglio salire" salgo le scale rifugiandomi al sicuro in camera mia. Mi tuffo sul letto sprigionando una risata malefica.

-Che faccia da imbecille!-parlo tra me, cercando di togliere dalla testa quell’espressione da pesce palla.

E’ ovvio che sia scoppiato di vergogna.

-Ma adesso devo gettare via questo pigiama o perderò la mia credibilità.- sbuffo e denudandomi scelgo dal mio armadio una maglia a caso. Precisiamo: il mio armadio è una sedia. Sorpresi? Eppure non l'avrei detto, ognuno di noi è troppo pigro per sistemare gli abiti negli appositi cassetti. Personalmente reputo che la vita sia troppo breve per mettere i vestiti nell'armadio.

Continuo a ridere, per quanto voglia distrarmi la faccia imbambolata di Cem è epica, quasi come un richiamo sento dal piano di sotto un urlo agonizzante del fratellastro rompipalle,

-Lena Schneider, la guerra ha inizio.-

 
SPAZIO AUTRICE( LEGGIMI :D)
Carissimi lettori, a chi mi conosce e a chi no, grazie per aver letto questo capitolo! Questa storia mi è sbucata dal nulla, shippando Lena e Cem di Kebab for breakfast. Questa fanfiction non riguarda il film , ecco perché non rientra in quella categoria. Per chi si chiedesse il senso della frase prima del titolo è per fare una cosa diversa, chi vuole può anche rispondere nella recensione. Baci da Ale e spero vivamente di sentirvi. Ps: è la prima volta che mi catapulto in una fanfiction del genere.
  

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Capitolo 2
*** Una battaglia da vincere. ***


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I compiti per le vacanze dovrebbero essere illegali, non credete?
 

Una battaglia da vincere


Eccomi qui, a un giorno dalla partenza degli sposi mai promessi.

Sono ancora al letto. Ieri sera ho preferito uscire, vagare per le strade tedesche … immaginate che emozione!

Se pensate che stia cercando di sbloccare il mio essere asociale, vi sbagliate di grosso. Il problema è che non riesco a respirare la stessa aria di Cem; Insomma, la sua stupidità potrebbe infettarmi e no … non mi è permesso indebolirmi già all’inizio.

Sono tornata verso l’una e il mio caro fratellino non si è neanche preoccupato di questo madornale ritardo, ma chissà forse per lui essere ritardatari è una cosa del tutto normale. Per chi non l’avesse capito, Cem ha un disastroso e irreparabile ritardo mentale.

Ho camminato a lungo per strade che neanche ricordavo esistessero e beh … ho dimenticato persino di cenare.Mi alzo e con grande stupore constato che sono le 9:00 di mattina.

-Cosa?- dico a me stessa, incredula. E’ impossibile! Non mi svegliavo a quest’ora neanche quando dovevo andare a scuola. Che esseri strani noi umani.

Per quanto voglia indugiare , il sonno è scappato anni luce.

-Meglio alzarsi e mettersi all’opera, - dichiaro positiva, affrontando coraggiosamente la giornata di merda che sarà.

Apro la porta meravigliata del silenzio che c’è. Cammino a piedi di piombo e la domanda mi sorge spontanea:“ E se Cem si fosse suicidato? Okay,  mi sentirei abbastanza in colpa.

Vado in bagno per i miei bisogni mattutini e dopo aver fatto, con silenzio scendo le scalinate.

 “Può sbucare da qualche parte e farmi uno scherzo di cattivo gusto. Peccato che sia già prevenuta. “

Ai piedi delle scale intravedo qualcosa di anomalo.

”Non ricordavo che Cem avesse delle chiappe così femminili o almeno è quello che vedo.”

 Strofino gli occhi ancora appiccicosi,

“Uff, ma perché come sempre dopo aver fatto la pipì mattutina mi dimentico di lavarmi la faccia?” Avanzo cauta, non possono esserci alieni in casa.

-E tu chi sei?- mi rivolgo appena giunta alla sospettosa ragazza in mutande e in reggiseno che gironzola per casa come se niente fosse. Spalanco gli occhi per guardarla meglio, non male. Ha un seno abbastanza prosperoso, delle gambe sottili alle quali preferirei di gran lunga i miei wurstel, la carnagione scura e i capelli di un biondo ossigenato.

-Aspetta forse lo so, Nicky Minaj eh?- continuo schernendola.

-Senti bimbetta chi sei tu!?-  alza un sopracciglio ovviamente infastidita.

-Solo perché non giro in intimo, non sono una bimba, questa è casa mia!- sbotto nervosa,non è difficile da capire: è una topa di Cem.

“Mai provocarmi, potrei non rispondere delle mie azioni.”

-Ma che succede qui?- una terza voce sopraggiunse e non ci vuole Einstein per capire di chi sia.

Mi volto in direzione del soggiorno, dove mi ritrovo un Cem con addosso soltanto mutande, il che è molto inquietante.

-Statemi bene a sentire!- do un’occhiataccia prima al maschio-Ti invito a vestirti perché sei uno spettacolo osceno- e con un’occhiata scadente rivolgo il mio sguardo pieno di sdegno alla brutta  copia della signora Minaj –Tu metti quelle belle chiappette fuori di casa mia prima che le prendo a padellate!- alzo di un’ottava la voce e poiché lei è un tantinello più alta di me, mi alzo sulle punte, giusto per spaventare un po’.

“Potrei giurare che mi stia uscendo il fumo dalle orecchie.”

Lei non fa obiezione, sebbene mi sembrasse una tipa squilibrata e senza regole ubbidisce senza fiatare. Chi oppone resistenza è proprio il mio adorabile fratellastro.

-Lena impara a comportarti! Non abbiamo fatto casino e ora ti scandalizzi che sia in mutande?- mi è molto vicino al punto di sentire il suo fiato sul mio collo;

“Certo che ha proprio uno sguardo penetrante … e dei pettorali …”

-E sono più in alto!-  sbotta incazzato nero, mi alza il mento costringendomi a fissarlo negli occhi.

“ Non è colpa mia se guardo giù”

-Non sai cos’è il rispetto, Cem! Non pensavo che rispettare gli spazi riguardasse questo!-  mi giustifico.

“E’ intollerabile ciò che ha fatto”

-Cem  non mi sembra di averla vista,-una voce sconosciuta  con tono timido si presenta dietro le spalle forti e possenti del turco,

“No, non è possibile” aggrotto le sopracciglia e mi allontano dal tipaccio per permettermi miglior visuale.

 “Come può essere?Non è la Nicky ossigenata”

-Era un’orgia?- sgrano gli occhi, facendo una linguaccia visibilmente disgustata.

- Un’orgia sarebbero tante persone, preferisco chiamarlo alla francese menage à trois- precisa Cem come se fosse soddisfatto. Quest’essere mi farà impazzire.

-Non ho bisogno delle tue lezioni, pur saprò qualcosa, no?- inspiro ed espiro cercando di far sbollire la rabbia che mi sta letteralmente mandando a fuoco.

-Che palle Lena, a me sembri un’asessuata e facilito a credere che un giorno avrai un ragazzo.  Le mando via ma sta calma, altrimenti invecchierai prima del previsto.- alza le mani in segno di resa e lascia il soggiorno mentre io, inconsapevolmente,  ho tra le mani una padella che brandisco come se fosse una spada medievale.

 
***

E’ pomeriggio e come mio rituale sono spaparanzata sul divano a guardare un episodio di The Vampire Diaries: quanto può essere deprimente che ogni volta esce qualcuno che vuole fare fuori Damon, Stefan o Elena? Certe volte gli sceneggiatori sanno essere così ripetitivi. Ho i capelli avvolti in una cipolla disgustosa, un’aria stremata e mentre alla mia destra stringo un forte barattolo di cioccolata, alla mia sinistra impugno il telecomando, notevolmente convinta a cambiare canale.

-Potresti uscire, no? Così facendo ti trascuri e davvero nessuno ti guarderà- queste perle di saggezza possono essere soltanto di Cem che mi guarda come se si sentisse il Dio sceso in terra. Sta abbottonando gli ultimi bottoni della sua camicia bianca, indossa pantaloni di un beige chiaro e le sue scarpe non eleganti, lo rendono più sportivo di sempre.

-Quello che faccio o no non è affar tuo.- proferisco determinata, rivolgendogli un’occhiata scadente. Riporto subito dopo l’attenzione a The vampire diaries sia per evitare domande sull’accaduto durante la mattinata sia per liberarmene al più presto. 

“L’indifferenza è la miglior arma.”

-C’è una festa, sai? Ti farebbe bene andarci.- proferisce con nonchalance aggiungendo un ridicolo papillon alla sua patetica camicia bianca.

- E’ un invito caro fratellino?- lo guardo sorridendo sornione.

-Ma certo che no, io ci andò con Mary o Ella o Cindy … -  risponde aggrottando le sopracciglia, abbastanza confuso.

-Ma che playboy, non ricordi neanche come si chiama, mi auguro che almeno il suo viso … - certe volte so proprio essere acida.

-Falla finita, Lena!- sbraita, prende la giacca della stessa tonalità dei pantaloni,  lancia un grido isterico e va via sbattendo la porta.

-Non gli sono proprio simpatica- constato riponendo l’attenzione al telefilm e come se non ci fosse un domani , mangio la mia cara cioccolata.
***

Non so perché l’ho fatto, ma adesso sono qui. Ho un ridicolo vestito color panna a tinta unita, i capelli legati decisamente meglio rispetto a prima, un leggero lucido sulle labbra e per scarpe degli infradito.
Non so cosa di preciso sia questa festa, ma due sono le scelte: o è una sacra o la celebrazione del Patrono. Che io sappia Cem è musulmano e non sarebbe mai andato a feste dei Santi poiché la sua religione gli spinge a credere che esista solo Allah e il profeta Maometto. Bah, sono qui e spero di mangiare qualcosa di buono. Inizio a camminare tra la folla e come sempre non mancano i cechi che ti spintonano come se fossi un sacco di patate. C’è davvero tanta gente: amiche che camminano sotto braccio, coppiette da disgusto, e il trio( mamma, papà, figlio). E’ strano che alle feste si vada da soli eppure ci sono io. Quell’eccezione che conferma la regola.

“Chissà forse tra tutte queste troverò la mia anima gemella, seh … con cavolo.”

Tra le tante bancarelle di dolciumi, caramelle mischiate con l’odore di grigliate, hot dog … mi colpisce qualcosa in particolare.

“Ama il tuo nemico” un’insegna abbastanza strana quanto misteriosa.

Decido di avvicinarmi e mi ritrovo un’anziana donna dall’aria affabile. E’ robusta, porta occhiali a culi di bottiglia, ha i capelli bianchi legati in uno chignon sempre migliore del mio e ha un grembiule da cucina. Non capisco,  la sua bancarella non vende cibo.

“Sembra la nonna di Cappuccetto Rosso, sempre meglio della vecchia strega di Biancaneve.”

-Ciao Lena,- mi saluta e io strabuzzo gli occhi incredula su come sappia il mio nome. Non avrò mica un’etichetta?

- Salve, nonnina … - rispondo sarcastica abbozzando il mio solito falso sorriso,  è tutto molto inquietante. Sto per morire me lo sento. Se potessi scegliere se morire o quelle tope di Cem, sceglierei loro nonostante gironzolassero per casa tutti i giorni dell’anno.

-Che bello vederti qui, tieni, ho un biscotto per te. Ti consiglio di mangiarlo perché tutti i problemi spariranno.- continua a sorridermi, mi sa che è proprio la vecchia strega di Biancaneve con la sola differenza che siamo nel ventunesimo secolo e, anziché mele abbiamo biscotti con farcitura di cioccolato. Tutti i problemi spariranno? Ottimo slogan, ma se i guai sparissero con la mia morte?Insomma, Biancaneve si è salvata con il bacio del principe azzurro, invece, io non avrei speranza poiché hanno dimenticato di fabbricarmi l’anima gemella; inoltre, non siamo nelle favole.
Se potessi scegliere se lasciare questo mondo o le tope di Cem, sceglierei loro nonostante gironzolassero per casa tutti i giorni dell’anno.

-Guarda hanno un aspetto così invitante, sono sicura che ne mangerai un altro.- Ricordo uno dei pochi consigli  di Doris che precisiamo: risale a quando avevo tre anni.

-Mi raccomando Lena: mai accettare caramelle dagli sconosciuti.-

Adesso sono grande e so distinguere le brave persone dalle cattive: questa signora è certamente innocua.

-Va bene signora, lo mangio … - Sì, ha un aspetto appetitoso, ma cosa sto aspettando.

Uno, due, tre … addentato e mangiato. Davvero squisito! E io sono ancora viva, che vi avevo detto?

Rivolgo all’anziana signora un vero sorriso, -Complimenti davvero! Mai mangiato un biscotto così, mia madre non sa farli e ogni volta, ci tocca comprare quelli confezionati. Per quanto possano essere decenti, hanno molti grassi saturi per non parlare dei conservanti. –

Parlo di tante cose, argomenti che non c’entrano e non riesco proprio ad immaginare come li abbia potuti intraprendere, so solo che avevo tanto sonno e adesso …

 
***

Sono a casa, nel mio caro letto. Lentamente ho aperto le palpebre e subito ho riconosciuto il mio soffitto. Sebbene non ricordi molto, sono al sicuro. Ho un caldo incredibile e senza troppe cerimonie deciso di alzarmi; stavolta dopo aver fatto la pipì, laverò mani e viso, sempre all’erta  di non trovarmi qualche altro culo all’aria.
Dopo il mio rito in bagno , determinata, scendo di sotto.

 A catturare la mia attenzione è un animale che non ho mai avuto: un gatto color arancione bianco cammina con nonchalance per il soggiorno incurante che lo stia fissando pronta per combattere.
Evidentemente quell’idiota di Cem, distratto dalle sue tope non ha messo in conto che un gatto potesse seguirle.
"Ora gli dò un buon risveglio"

-Ceeeeeeeeeeeeeem- urlo e qualcosa di strano è nella mia voce. No, la miam voce è strana...Che assurdità, sembra che abbia la voce del fratellastro rompicoglioni.

Sento dei passi veloci su per le scale e mi ritrovo il turco con una faccia stravolta.

- Lena,  ho la tua voce!- urla mettendosi le mani in faccia, io sono sconvolta.

-E io la tua!- cerco di memorizzare cosa sia accaduto, ma non trovo una valida motivazione. Non esiste la magia! Qualcuno che avrà fatto i tarocchi? Nah, sono innocui.

-Brutto pervertito trans che non sei altro!- una ragazza rossa scende le scale e a dire il vero quella più traumatizzata  sembra proprio lei che, non ragionando esce di casa nuda  a gambe levate  

-Ch-che stregoneria è questa,  Schneider?- mi punta un’occhiata disgustosa e io faccio lo stesso. Si crede che mi faccia piacere che abbia la mia voce adorabile?

-Non lo so o forse sì…- penso e sì, solo da una cosa può dipendere.

Alla festa,  la bancarella “Ama il tuo nemico”

Grr, porca Heidi.

Spazio Autrice: Perdonate l'attesa e so benissimo che il capitolo non rende molto, ma all'infuori di questa ho altre due long e posso benissimo dire che tengo più a quelle...Ho fatto nascere questa per i momenti in cui mi sento particolarmente felice e scherzosa. I capitoli saranno sempre brevi (5 max 7 pagine) e come avete potuto vedere ho messo questa novità, giusto per far sì che si distinguesse dalle altre. Non c' è magia a parte questo evento e...spero che vi sia piaciuto. Inoltre, terrei molto che seguiste "L'alba dei fiori di ciliegio" e se non vi piace il contesto storico(preciso, non si parla molto di storia anzi...di amore) c'è sempre " Vuoi uccidere anche me?" che sarebbe Richiamo del Passato/Sono innamorata di tuo fratello per chi lo seguiva tempo addietro; è incentrato sul mistero e una storia d'amore. Spero vivamente di sentirvi e preciso: questo non è il mio modo di scrivere, è qualcosa giusto per xD Tanti baci e a presto!


 

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Capitolo 3
*** Manteniamo la calma. ***


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Stronzi vs bravi ragazzi, peccato che vincano sempre i primi.


Manteniamo la calma

Sono ai piedi delle scale, confusa. Non mi è mai successa una cosa simile, capitava che non avessi del tutto la voce ma non quella di un’altra persona. Cerco di trovare le parole giuste, il fratellastro mi guarda interdetto con il suo sguardo accusatorio. Non è colpa mia, dovete credermi!

- Cem, dobbiamo calmarci, nervosi non troveremo mai una soluzione.- suggerisco ed è così insopportabile avere la sua voce da maschiaccio prepotente. Lui è sulle scale a braccia conserte, mi fissa con un sopracciglio alzato.

-Ma che soluzione e soluzione!- sbotta adirato e scende acrobaticamente, i suoi salti non fanno cilecca neanche stavolta. Sto seriamente pensando di andare in palestra.

-Mi spieghi cos’è questo malefizio, Lena? Sarà sicuramente qualche tua sciocchezza. – agita le braccia, gesticolando.

-Mi spieghi quale malefizio? Se fossi capace di cose del genere, già saresti morto.-

“Evvai, sono riuscita a zittirlo.”

-Che cosa hai fatto ieri sera?- domanda , rivolgendomi un’occhiata scadente.

Faccio spallucce.

-Lena, non hai capito che questa cosa può essere … diabolica.- canzona lui e a mia differenza, sembra anche più spaventato.

-Forse è soltanto un brutto sogno.-ribatto seppure consapevole che è una strana realtà.

-Sogno? Incubo! Vediamo!- esclama e si allontana a velocità supersonica dirigendosi in cucina.

Quasi ho paura.

Mi avvicino alla porta della cucina e attentamente fisso la scena che ho dinanzi.

Cem sta riempiendo una bacinella con dell’acqua, non vorrà mica versarsela in testa?

-Ecco, ora è pronto.- afferma sorridente chiudendo il rubinetto dell’acqua.

Se non conoscessi Cem, potrei dire che è un trans. Ha i soliti sbalzi di umore di noi donne quando siamo nella fase “se mi rivolgi la parola, ti spedisco all’inferno.”

Sogghigna divertito e mi guarda con quello sguardo come se stesse per dire “ ora hai capito?”

No, non può essere che quel secchio d’acqua debba essere svuotato proprio sulla mia chioma bionda.

Inizio a correre all’impazzata attenta a non sbattere contro i mobili, salgo le scale e lui non sembra desistere: vuole proprio farmi il bagno.

“Devo trovare qualcosa con cui difendermi.”

“La scopa andrà bene.” Rifletto e, pronta per la guerra, avanzo a passi decisi.

-Su Lena, è un sogno dopotutto, no?-  dice divertito e dalla provenienza della sua voce o meglio dire mia, capisco che si avvicina sempre di più all’ armadio nonché il mio attuale nascondiglio.

“Appena aprirà l’anta, un bernoccolo gli nascerà al centro della fronte!”

Impugno la scopa sempre più determinata: Cem è la tua fine, spero che quest’incubo finisca al più presto. Si presenta ancor prima di quanto avessi pensato, apre l’armadio e BOOM.

Preso in pieno, al tempo stesso però, l’acqua è sui miei vestiti sia quelli attualmente indossati sia quelli nell’armadio; bene, oltre al danno anche la beffa.

-Ceeeeem- urlo senza contenermi. Altro che i tenori, quando mi ci metto sono peggio di Pavarotti.

-Lena, mi hai preso la testa,- sbotta toccandosi la fronte.

-Semmai ti ho preso la voce, piantala di fare il bambino tutto delicato, che dovrei dire io che sono fradicia?- sprigiono la voglia di vederlo morto e senza timore gli sputo tutto ciò in faccia. –Vado a darmi una ripulita, muoviti, dopo ci mettiamo sulle tracce di quella vecchia.-proferisco come un fiume in piena e quasi rantolo.

-Quella vecchia? Tu sai chi è stato?- sbotta e mi blocca per il braccio.

-Forse,- rispondo sbattendo le ciglia, la vicinanza con Cem non è piacevole soprattutto adesso che ha la mia voce.

-Lena, dimmi la verità.- continua a fissarmi dritto negli occhi, non posso cedere, non sono sicura al 100 %.

-Non lo so, Cem.- mi giustifico, togliendo brutalmente il mio braccio dalla sua presa quasi invincibile.

-Sai molto più di me, ora parla!- insiste ed è davvero arrabbiato, oserei dire di non averlo mai visto in questo stato.

-Ieri sera l’unica cosa che ho fatto è stato mangiare un biscotto con farcitura di cioccolato a una bancarella con l’insegna “Ama il tuo nemico”.- sbotto tutto d’un fiato.

Lo fisso intimorita, sembrerebbe perplesso.

-Sei andata alla festa? E io che credevo ti stessi deprimendo sul divano.- sbuffa, non gli riesce bene fare il “fratellone preoccupato” .Preferisco tacere.

Sembra in difficoltà.

-Non mi dire che ci sei andato anche tu?- domando improvvisamente, notando il suo rossore sulle guance.

-Cindy o Sally era incuriosita, comunque ho assecondato la sua volontà, tutto qui.- fa spallucce come se la colpa fosse solo mia.

-Ho capito tutto: io sono il tuo nemico e tu il mio, è una maledizione che ha preso noi come chissà quanti altri.- rifletto e mai come adesso sono giunta a una spiegazione con almeno un pizzico di senso logico.

-Ma smettila, chi ci crede!- ride più per il nervosismo che per il divertimento.

Mi sdraio a peso morto sul letto, incurante che con i miei stracci bagnati possa sporcare le lenzuola. Mi metto a braccia conserte come uno che la sa lunga. Lo fisso attentamente con aria inquietante.

-E va bene, non mi servono altre prove.- sbuffa ormai arreso, non è forte quanto vuol far credere.

 
 -Andiamo da quella vecchia, prima che sia troppo tardi. A quest’ora staranno smontando le bancarelle, hanno venduto per tutta la notte.- mi avvisa e con un cenno affermativo del capo mi alzo e mi dirigo in bagno per darmi una ripulita.

“Devo trovare quella vecchia, è sicuramente opera sua!”
 
***
 
Sono pronta e bene o male anche Cem lo è, ha leggermente un’aria impresentabile: sarà perché ha un bernoccolo giusto al centro della fronte. Se lo merita! Ho una canotta rosa abbinata a degli short gialli, quanto può far schifo il mio senso di abbinare? Meglio che tralasciamo …

-Questo cappello mi aiuterà, grazie a te sono orribile.- enuncia e la sua espressione facciale è così patetica. Sospiro. Gli lancio un’occhiataccia e con un gesto comprensibile gli faccio intuire che è ora di andare.

-Ho già detto che me la pagherai?- domanda spiritoso, mi concentro e senza troppe cerimonie non risparmio qualche passo velocizzato, dobbiamo correre!

-Non ti facevo così atletica.- sgrana gli occhi dall’incredulità e abbozzo un sorriso soddisfatto.

-Si chiama istinto di sopravvivenza, avere la tua voce è qualcosa di horror.-

-Sei simpatica Schneider, - inspiegabilmente accenna un occhiolino e, strabuzzo gli occhi nel vedere quanto mi abbia superato.

Uff, non sarò mai agile come lui.

 
***

Sembra un miraggio ma no: eccoci arrivati.

Senza dubbio è questa la strada, il mio orientamento fa cilecca ma Cem sembra convinto.

-E’ qui! Era esattamente qui.- continua a ripetere, si guarda intorno ma non vediamo nulla che ci possa ricordare.

-Eccola!- esclamo, riconoscendo la figura gobba della vecchia e il suo cappuccio nero tra un cespuglio e l’altro.

“Con questo caldo va conciata così?”

Va beh, tra le tante cose anormali che stanno accadendo questa è di sicura quella più “ normale”.

La rincorro e la vecchia non sembra spaventata; Cem mi raggiunge.

-Vecchiaccia, dacci le nostre voci, subito!- attacca il mio fratellastro come sempre scorbutico. Sembriamo in una puntata delle mermaid melody, quando Lucia si ostina ad avere la sua voce o forse era Ariel?

-Siete venuti insieme, è un bel passo avanti. - afferma sorridente alzando lentamente il capo.

-Come?- corrugo la fronte, confusa.

-Avete capito bene, siete i nemici l’uno dell’altra e già che siete qui insieme … - profetizza, spero solamente che non sia qualcosa diabolico.

-Qui, insieme? Siamo i nemici? Che cosa blateri, vecchiaccia?- una cosa è certa, Cem non sa mantenere la calma.

-Attento a come parli ragazzino! Potrei far propagare questo “tuo stato” per parecchio tempo, non ti conviene … credimi.- la vecchia alza un sopracciglio, sta sfidando Cem … e se fosse una strega?

-No signora, vi prego … non fate cose del genere, sarò anch’io a pagarne le conseguenze.- balbetto, ma è la verità. Al diavolo l’egoismo!Solo perché Cem non sa mantenere le staffe, non vuol dire che ci debba finire di mezzo anch’io.

-Siete venuti fin qui per farvi rimettere in sesto le rispettive voci, ma io non posso fare nulla. Tutto dipenderà da voi.- informa con la massima calma, io e il fratello rompipalle siamo senza parole, rischiamo di morire.

-Noi non crediamo alla magia, vecchia zitella!- per quanto la vecchietta si è dimostrata in gamba, Cem non capisce: continua a istigarla.

-Mi hai scocciato ragazzino, non vi dirò nulla … lo capirete con il tempo, se ne sarete capaci ... - ci volta le spalle e fa segno di andarsene.

La rincorro, non posso avere la voce di Cem per l’eternità, come farò a scuola? E se troverò un ragazzo?

-Che cosa dobbiamo fare, vecchia saggia?- domando pacata, sperando di risultare gentile per avere qualche possibilità.

-Non posso dire nulla, spiacente.- mi rivolge un’occhiata scadente e senza che io possa far qualcosa, sparisce dietro un cespuglio.

-Bene, grazie Cem! Come sempre i tuoi modi garbati portano a qualcosa di buono.- sono imbestialita, perché doveva capitarmi uno scimmione come fratello?

Ha le braccia al petto e, sebbene il cappello gli copra lo sguardo, percepisco la sua tensione.

Non sono l’unica a essere arrabbiata.

-Questa è l’insegna, no?- dice abbassandosi per prendere quella che probabilmente è l’insegna.

-Già.- affermo notando la scritta “Ama il tuo nemico”.

-Forse le risposte sono più vicine di quanto immaginiamo … Lena, io per riavere la mia voce sono disposto a far tutto.- proferisce e nel suo sguardo che appena intravedo, noto una lacrima di soddisfazione.

-Bene, intanto ci hai fatto perdere l’unica occasione … - constato amaramente.

- La vecchia ha detto che siamo l’uno nemico  dell’altra … -  ripete sforzandosi di trovare l’esatte parole dell’anziana donna.

-Eee?- domando curiosa, non ci arrivo.

-Noi siamo nemici, l’insegna dice … - la sta tirando per le lunghe, ora sono io quella che non regge le staffe.

-Ama il tuo nemico.- rispondo io, scioccamente.

-Ecco … - balbetta lui, ma forse non mi sono resa conto …

Ecco il lampo di genio.

-Oddio! Scordatelo, io non potrei mai. Che oscenità!- inizio a correre, a mettermi le mani nei capelli e, inspiegabilmente, le guance mi stanno andando a fuoco.
Ride, tutto quello che gli riesce, è ridere.

Mamma che nervi.

-Era questa la soluzione, la vecchia ci avrebbe detto questo, quante storie per un bacio.- fa spallucce, per lui non è nulla.

-Ma perché come esiste quella donna, non esiste il genio della lampada … il primo desiderio sarebbe di non averti mai conosciuto.- sbotto colma d’ira.

-Che sarà mai, Lena? Se siamo in una fiaba, diciamo un bacio e finirà tutto.-

-No, io non bacio chi mi capita né tantomeno te … -

-Quanto sei preziosa, non mi aspettavo che vivessi sotto una campana di vetro, Doris sembra una mamma moderna.-

-Lo è, ma spesso non riusciamo a comprenderci proprio per questo.-

-Ecco, ho sbagliato di nuovo, non voglio aprire i tuoi pallosi discorsi riguardo all’incomprensione che c’è tra te e Doris, voglio solo togliermi questa voce … femminile e stridula. – si pavoneggia, credendo che la sua voce da maschiaccio scimmione sia migliore della mia, ma per favore!

-Questo incubo finirà quando tu,- si volge  a me puntandomi l’indice contro,-darai un bacio a me. -

-Bene Cem, allora ascolta: io non ti bacerò mai.- alzo le spalle e girando i tacchi mi dirigo verso casa.

-Staremo a vedere, Lena Schneider.- afferma e prima che possa rendermene conto mi prende per i fianchi, mi blocca al muro del marciapiede; siamo maledettamente soli.

Non abbiamo la stessa forza, perché? Cerco di divincolarmi ma ciò è impossibile quando incontro il suo sguardo castano, profondo, ipnotico … mi rammollisco.

Preme le sue labbra contro le mie, non sono in grado neanche di schiaffeggiarlo.

Non impiega molto a farmi schiudere le labbra, sta intensificando il bacio. Che villano!

La scopa mi servirà per castrarlo altro che per il bernoccolo!

Oddio, non male …

Bacia da Dio.

Apro gli occhi esterrefatta, come: già finito?

-Maledizione, ho ancora la tua voce. - constata lui, come me è estremamente deluso.

-Ti ho baciato e non abbiamo comunque risolto? Questo sì che fa schifo.- maschero il mio imbarazzo mostrandomi sempre la forte e agguerrita Lena.

-Ah, ah! Smettila, so benissimo che ti è piaciuto … - si pavoneggia e Dio, quanto mi piacerebbe ucciderlo!

Preferisco tacere e tenere alto il volto.

-Se non ti fosse piaciuto, non avresti chiuso gli occhi.- afferma e io, Lena Schneider, sono senza parole.

Davvero ho chiuso gli occhi?



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Spazio Autrice: Carissimi lettori, ecco a voi anche il terzo capitolo! Ad essere sincera non credevo di continuare, poiché ho intrapreso questa storia soltanto per puro svago, per alleggerire  la tensione che mi viene scrivendo le altre long deprimenti ^^ Fatto sta che sembra piacervi...spero di sentirvi...Baci^^

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Capitolo 4
*** Noi ci proviamo. ***


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Non è un clicché:
davvero le brave ragazze sono attratte
 dagli stronzi.

Noi ci proviamo

 

Siamo a casa.

Sono seduta sullo scalino mentre Cem guarda l’attaccapanni come se fosse una pornostar.

Lo sta fissando da dieci minuti.

Di che problemi soffre?

-So che sei traumatizzato ma cerchiamo una soluzione!- dico scostandolo da chissà quali pensieri. Non sono una che si dà per vinta, figuriamoci in una situazione dove come nemico c’è la magia e … Cem.

Maledetto Cem.

Anzi, sia maledetta Doris.

Eh già.

Per colpa di mamma ho conosciuto Metin che, a sua volta, ha portato il suo caro figlioletto.

Da allora la mia vita è andata allo scatafascio, che ne è stato dei giorni felici, spaparanzata sul divano a guardare i cartoni della Disney senza dovermi preoccupare di sembrare un mammut in via d’estinzione?

Mamma era al lavoro ed io dopo i compiti mi rilassavo.

Relax: una parola che dopo aver conosciuto fratello bifolco-inspiegabilmente –è sparita dal mio vocabolario.

-Sto pensando, Lena!- ribatte nervoso cominciando a mangiarsi le pellicine del pollice.

-Che evento: più unico che raro!- dico netta manifestando pienamente il sarcasmo. –Non mi aspettavo che dovesse verificarsi una situazione tanto anormale per indurti a pensare.- come sempre non risparmio una delle mie “ fatali frecciatine”; mi rivolge un’occhiata piena di astio.

“Forse è meglio non provocarlo molto, lo vedo abbastanza preso da ciò che sta accadendo.”

-Ti rendi conto? Come farò con Simon, Fred, Lucas e le ragazze ?- che palle sentirlo lamentare tra l’altro con la mia voce.

Ci manca solo che inizi a piagnucolare gridando isterico “Voglio il gelato.”


- Sta zitto.- ordino fissandolo in cagnesco.

Stranamente, come avrebbe fatto un cane, ha ubbidito.

-Potrai fingere di essere andato in montagna e aver preso un malanno, anziché parlare, scriverai. – espongo la mia soluzione da nipote della nipote di Einstein, sebbene sia sempre stata impeccabile a trovare soluzioni, questa mia tesi non è il massimo per un caprone come Cem.

Saprà scrivere secondo voi? Il dubbio mi rimane.

-Una malattia incurabile … che soluzione idiota!- sbraita e come un bambino che non ha ottenuto il suo giocattolo inizia a lagnarsi- Questi tre mesi vorrei trascorrerli al mare, con i miei amici, a fare campeggi, non essere malmenato né tantomeno voglio farmi prete.- si porta le mani nei capelli mentre va avanti e indietro per il soggiorno.

Grr, che mal di testa.

-Mi dispiace ma non so proprio come cacciarci fuori da questo guaio, inoltre, mi sembra anche normale dato che non sono una strega.- ammicco un sorriso sornione, mi odia lo so. –L’unica soluzione è: non vedere più la luce del sole finché non passerà - dico con leggerezza accennando un sorriso a trentadue denti, mentre Cem mi rivolge uno sguardo shoccato, è pallido; sembrerebbe proprio un bambino al quale è appena stato detto che non potrà mai esaudire il suo desiderio,-dimenticavo: se passerà- specifico, non vorrei che s’illudesse, la cosa potrebbe mettersi per le lunghe.

-No, no, no!- urla portandosi le mani alle orecchie per evitare di ascoltare ogni mia singola parola.  

Sento un suono a me familiare.

-Shh, hai sentito?- continua a saltellare qua e là e la ignorando ciò che dico; la mia pazienza ha un limite.

Lo spingo facendogli perdere l’equilibrio.

Un attimo dopo è sul tappeto, con una faccia incazzata quanto buffa, sarà guerra all’ultimo sangue.
Una guerra da rimandare.

-Era l’unico modo,- inizio col giustificarmi-hanno bussato e non so cosa fare.- sentendo ciò rilassa i muscoli facciali, buon segno.

Per stavolta credo che non morirò.

-Guarda dallo spioncino.- suggerisce algido evitando di guardarmi negli occhi.

Mi avvicino cauta alla porta quasi come se dietro vi fosse una bomba pronta a esplodere; mi sento in uno di quei film d’azione, dove la protagonista è una super-figa e al suo fianco vi è altrettanto un super-figo … beh, Cem lo è. Il problema sono io che, inoltre, ho anche la sua voce.

Come suggerito dal mio compagno di sventura, bado lo spioncino e mi meraviglio non trovando nulla.

-Non c’è nul- sto per dire quando alle mie spalle si concretizza la signora di “Ama il tuo nemico”.

Non è possibile, due sono le possibilità:o è una visione o è entrata senza che aprissi la porta.

Grido e per fortuna Cem non tarda ad arrivare.

-Ti giuro che non le ho aperto, questa donna è una strega!- dico e impaurita mi nascondo dietro il corpo robusto e possente del mio fratellastro.

Sono ridicola, lo so.

Il ragazzo guarda la scena con aria confusa, rivolgendo un’occhiataccia rimproverante a me e una disgustata alla nonnina.

-Bene, bene … ci hai ripensato?- la sua voce o meglio la mia risuona molto più cattivella, spero che questo tono da gallo/gallina non imbestialisca la vecchia da farla sparire anche stavolta.

-Ragazzini, statemi bene a sentire: avete entrambi mangiato i miei biscotti e l’uno è acerrimo nemico dell’altra e viceversa. Volete sapere come riavere la vostra voce?- fa una pausa e, l’ansia di me e fratello scimmione è alle stelle.

Entrambi facciamo cenno di sì con il capo, sperando che la donna sputi il rospo al più presto.

Fremiamo dalla voglia di sapere la soluzione.

-Smettetela di punzecchiarvi, vogliatevi bene, aiutate il prossimo, uscite insieme, proteggetevi , confidatevi , insomma, cose da fratelli, non è difficile.-

Io e Cem la fissiamo interdetti poi ci guardiamo a vicenda.

E’ inevitabile ma scoppiamo entrambi in una risata a crepapelle difficile da arrestare.

-Che cosa ho detto di stupido?- la vecchia inarca un sopracciglio più irritata che curiosa di sapere il motivo del nostro riso fragoroso.

Impiego un po’ a riprendere fiato e -Praticamente tutto, signora. Vede … io e Cem siamo il diavolo e l’acqua Santa, la luce e le tenebre, il sole e la luna … è difficile far andare d’accordo due come noi. Più che difficile è impossibile.- dico cercando di farle capire il rapporto che c’è tra me e King Kong.

-E’ proprio questo il bello, voi ci riuscirete … credetemi. - ammicca un sorriso sereno e davvero questa donna s’illude? Ci vuole tanto coraggio a pretendere che io e Cem andiamo d’amore e d’accordo.

-E va bene, ci proveremo.- afferma Cem, davvero l’antipatico ha accettato? Nah, avrà in mente un piano –Ma prima, dacci le corrispettive voci. – chiede esigente; ecco, mica stupido il fratellone!

-Posso restituirle anche adesso ma non credetemi sciocca: sarò ovunque sarete voi, vi osserverò e semmai doveste mancare al vostro impegno, vi ritroverete in situazioni imbarazzanti, anche peggiori di questa. Un solo errore ragazzi e la vostra vita diventerà un incubo a occhi aperti- profetizza la vecchia e pronunciando una strana frase, mi ritrovo al piano di sopra, in camera mia.

Ho un leggero mal di testa ma nulla di che.

Ricordo tutto quindi è impossibile che sia ritornata indietro nel tempo.

Devo solo crederci, devo soltanto … parlare.

-C … ciao- la prima parola, quella che si dice quando conosci qualcuno, quando incontri un conoscente e l’ultima quando saluti un amico, un parente o qualsiasi altro, una parola che mi rende felicissima perché, signori e signori, ho la mia voce e non c’è nulla di migliore.

Scoppio di gioia, l’incubo è finito!

Saltello sul letto, stando attenta a non urtare il soffitto.

Maledetta mansarda!

Come ho fatto a dimenticare … Cem.La voce sarà tornata anche a lui?

-Ceeeem- urlo dalla mia stanza e ricomponendomi lo raggiungo;sarà sicuramente in camera sua.

Apro la porta della sua stanza e come immaginavo è seduto sul letto, sembra shoccato, osserva ogni angolo della stanza come se stesse per sbucare un mostro a tre teste o la protagonista dell’esorcista.

-Ho la mia voce, - dice stupito ed io, inspiegabilmente, lo abbraccio.

Perché non ricambia stringendomi più forte(?) Brutto citrullo!

Cosa?

Ma sono impazzita per caso?

Perché l’ho abbracciato e perché ho pensato che potesse ricambiare il gesto affettuoso … Bah.

Mi stacco schifata appena tornata cosciente -Era per festeggiare il ritorno delle nostre voci, mi è mancato tanto la mia … - dico e per l’ennesima volta mi sento una perfetta stupida cretina.

-Abbracciami quanto vuoi, dobbiamo amarci, no? Ci mancava soltanto la strega di Hansel e Gretel. Sai cosa mi fa provare rabbia, Lena Schneider?-  s’alza di sbotto percuotendomi terrore, è inferocito.-Io non ho mai creduto alla magia e all’improvviso sbuca questa che si diverte con questi giochi di prestigio di “maghi falliti”applicati per di più su noi. Sto seriamente pensando di chiamare la polizia, sta disturbando la mia quiete. –

-Piantala Cem, davvero. La polizia non ti crederà mai, ho visto com’è stata capace di entrare senza che aprissi e sai meglio di me che è capace di toglierci completamente le voci quindi ti prego, per una volta, segui me e fingiamo.- suggerisco da ragazza astuta ma Cem è un testone, non mi renderà facile neanche questa.

Resta in silenzio.

O dentro o fuori.

Io voglio provarci e tu, Cem? Non ci costerà nulla e forse … chissà ci vorremo bene, un giorno … a ottant’anni quando entrambi avremo i nipoti e ci godremo quei pochi giorni di pensione.

-Tra le tante follie che ho combinato, questa le batte tutte.- accenna una risata senza umorismo. -Qualcosa mi dice che seguire te, Schneider, mi porterà in seri guai. – continua sfiduciato.

-Chi ti dice che non ci siamo già, Cem? – la mia non è una domanda, è un’affermazione.

Simon ha appena varcato il nostro vialetto.

 

------------------Spazio Autrice---------------

Ciao Belli, lo so...volete uccidermi èwè 
Ma dovete sapere che tra la scuola, le vacanze, le uscite, le ALTRE STORIE, non posso avere tempo per tutto.
Pensate che questa l'avevo dimenticata, insomma, vi dissi che l'avrei tenuta per spensieratezza...tanto per.
Eppure eccomi qui :p
L'aggiornerò come le altre, promesso:3
Passando alla storia, facciamo una review:Lena e Cem hanno la loro voce, ma devono sottostare a ordini maggiori; poiché si tende a ricadere nei soliti clicchè,
ho introdotto un pizzico di magia, sperando che l'apprezziate!
Una cosa è certa: la presenza di Simon non renderà nulla facile e posso dirvi che nel prox capitolo ci sarà da ridere.
Spero che questo capitolo vi abbia rallegrato e a presto!
Spero di sentirvi.
Ps: siete bellissimi :*

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