sarà stato il destino a farci incontrare? di StellinA003 (/viewuser.php?uid=826053)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** partenza e arrivo ***
Capitolo 2: *** una nuova speranza nel cuore? ***
Capitolo 3: *** capitolo 3- cosa è cambiato? ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- senza neanche saperlo... ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5-Io Ti Aiuterò ***
Capitolo 6: *** Il concorso di canto - I parte ***
Capitolo 7: *** Il concorso di canto - II parte ***
Capitolo 8: *** un posto... magico? ***
Capitolo 9: *** capitolo 9- gelosia ***
Capitolo 1 *** partenza e arrivo ***
Sarà stato il destino a farci incontrare?
Ciao a tutti quanti.
Ho deciso di scrivere questa storia da un’ispirazione che mi è venuta.
Ci ho messo molto impegno a scrivere questo primo capitolo e io ne sono soddisfatta dato che ho curato anche i più piccoli errori.
Se c’è qualcosa che non va sarei felice che mi diate dei consigli per migliore.
Accetto anche critiche, ognuno ha il proprio parere.
Spero vi piaccia, vi lascio alla lettura
Capitolo 1- partenza e arrivo
<< Sana! >> Esclama Misako, la madre della ragazza
<< Hai finito di preparare le valigie? >>
<< Certo mamma >> Dice Sana con una nota di tristezza nella voce
<< Bene allora adesso scendi , la cena è pronta >>
<< Sì, adesso scendo >>
Sana con passo lento si dirige verso la porta, la apre e una volta uscita la chiude alle sue spalle.
Sempre con lo stesso passo lento scende i gradini uno ad uno.
Appena si siede a tavola in silenzio comincia a mangiare perdendosi ancora tra i suoi pensieri.
<< Sana, mi dici cos’hai? >> Interrompe il silenzio Misako
<< Niente mamma >>
<< Sana, lo so che ti ho detto della partenza di punto in bianco ma cerca di capirmi >>
<< Mamma basta! Cerca di capirmi un po’ tu invece, come pensi che mi senta adesso eh? Devo abbandonare i miei amici, la mia scuola, la città in cui sono vissuta… >> urla Sana spazientita
<< Sana, io ti capisco benissimo ma tu cerca di capirmi.
Lo faccio per il tuo bene… >>
<< E secondo te il mio bene è in un’altra città a me completamente estranea dove devo ricominciare tutto da 0? >>
<< Sana, io voglio che tu sia felice ma qui non puoi più esserlo, ci sono molte cose e persone che ti fanno male e poi è un’opportunità per entrambe. Io avrò più possibilità di lavoro lì in Italia e tu potrai finalmente coronare il sogno di diventare una cantante famosa >>
Sana abbassa lo sguardo. La madre aveva ragione, in un’altra città avrebbe potuto finalmente diventare cantante e dimenticare ma… non voleva lasciare le sue più care amiche.
<< Va bene mamma, forse hai ragione. Domani partiremo insieme per l’Italia e ricominceremo tutto per bene >> Disse Sana sfoggiando un bellissimo sorriso raggiante
<< Ecco, questa sì che è la Sana che conosco io >>
Dopo aver cenato entrambe si dirigono nelle loro stanze.
<< Mi raccomando Sana, vai subito a dormire che domani ci dobbiamo svegliare molto presto >>
<>
Sana apre la porta della sua camera e dopo averla richiusa si mette il suo pigiama e si sdraia sul suo caldo letto che in quella giornata di fine inverno era proprio l’ideale.
Riesce a prendere sonno quasi subito anche se nella sua mente c’è ancora il pensiero sul mattino seguente.
Il giorno dopo, verso le 5.00 la sveglia suona lasciando Sana frastornata per il troppo rumore.
Si stava rimettendo sotto le sue calde coperte ma due piatti enormi iniziano a battere tra loro facendo cadere per terra Sana.
<< Su Sana sveglia! >> Dice una Misako piuttosto in forma che dà l’idea che potrebbe continuare a suonare i piatti all’infinito.
Sana impaurita del suo stesso pensiero si alza da terra e corre verso il bagno. Si lava molto velocemente dato che dovevano stare all’aeroporto verso le 5.30 e si sa, i voli non aspettano.
Dopodiché si veste con un semplice Jeans, una maglia a righe a maniche lunghe blu elettrica e le Vans del medesimo colore.
Dopo essersi sistemata i capelli esce di corsa dal bagno e guarda l’orologio appeso al muro, le 5.10. Sana scende le scale con le sue valige e nel salotto a fare colazione vede sua madre.
Anche lei si siede a tavola per fare colazione insieme a sua madre.
<< Sana hai preparato tutto? >>
<< Certo mamma >> Sana dà un’altra occhiata all’orologio a pendolo del soggiorno e nota che sono già le 5.25 e urla
<< Oh no mamma! Ma è tardissimo, non ce la faremo mai, sono già le… >>
<< Calmati figliola, il volo è alle 6.00 >>
<< Eh? Mi sono forse persa qualcosa? >>
<< Niente Sana, non ti sei persa niente, semplicemente ti ho detto che l’ora del volo era alle 5.30 per far sì che tu ti svegliassi prima >>
<< Ma… ma… mi hai fatto perdere mezz’ora di dormita >>
<< Ecco appunto >> dice ridendo Misako.
<< Sei incredibile >> dice ancora ad occhi sbarrati Sana addentando un toast.
<< Però muoviti adesso, abbiamo solo 30 minuti di tempo >> dice Misako finendo il suo cornetto alla crema.
<< Sì, ho finito >>
Sana e Misako si mettono il proprio giubbino fresco, non troppo pesante e poi escono di casa.
Sana si gira un’ultima volta verso la sua ormai vecchia casa.
Mi mancherai tanto mia dolce casa, sei stata la spettatrice di tutte le mie lacrime e sorrisi per tanto tempo e adesso che me ne andrò sento già la tua nostalgia…
<>
<< Sì, arrivo! >>
Oh, non mi sono ancora presentata..
Mi chiamo Sana Kurata, sono una comune ragazza ma con una mamma un po’ più speciale, almeno per me.
Lei è una famosa scrittrice ma in questo periodo il lavoro non c’è più di tanto.
Io vorrei tanto diventare una cantante.
Mi piacerebbe cantare canzoni italiane e inglesi.
Adesso stiamo aspettando il taxi per andare all’aeroporto di Tokyo, stiamo partendo per Roma.
Lì mamma avrà più possibilità di lavoro ed io potrei realizzare il mio sogno e anche dimenticare quello che mi ha fatto il mio ragazzo, Hikaru, mi ha tradito e per di più con la mia nemica numero 1, Madoka.
Il taxi è arrivato e adesso ci stiamo dirigendo all’aeroporto.
<< Sana, Sana… >>
<< Eh? Sì? >>
<< Siamo arrivate, su scendi dal Taxi >>
<< Oh… Ehm… Sì, non me n’ero accorta >>
Sana scende dal taxi e dopo pochi minuti una voce metallica risuona per tutto l’aeroporto
<< Gentili signori, l’aereo diretto a Roma sta per partire…* >>
<< Sana, hanno appena chiamato il nostro volo, andiamo su! >>
<< Sì, andiamo >>
Sana e sua madre si dirigono all’aereo che le porterà dritte a Roma, ricominciando una nuova vita.
Una volta salite sull’aereo e aver allacciato le cinture l’aereo parte e Sana diventa nuovamente pensierosa.
Misako per parlare un po’ con la figlia dice
<< Su Sana, non sarà poi così male >>
<< Sì mamma, lo so >>
<< Sono felice che tu abbia preso la cosa di buon grado, adesso perché non ti riposi un po’? Ti sei svegliata presto e avrai sicuramente sonno >>
<< Infatti ora devo dormire, non ho dormito tanto e adesso ho molto sonno >> Sana si mette in una comoda posizione per dormire e crolla velocemente in un sonno profondo.
Passarono 11 ore e Sana venne svegliata dal tocco dolce della madre che la scuoteva dolcemente dicendole
<< Sana, sveglia, siamo arrivate! >>
Sana mugugnò e dopo poco riaprì lentamente gli occhi.
<> domandò Sana in uno sbadiglio.
<>
La voce metallica che prima aveva annunciato il volo adesso stava annunciando il decollo.
<< Gentili signori, preghiamo di allacciare le cinture, fra poco atterreremo >>
Dopo qualche minuto l’aereo si ferma, finalmente eravamo a Roma.
Sana e sua madre scesero dall’aereo e si diressero con il taxi verso la loro nuova casa. Dopo un quarto d’ora arrivarono a quella che sarebbe stata la loro nuova casa. Misako pagò al tassista e si affrettò a prendere le chiavi della nuova casa.
Sana guardava ammirata la villetta che stava davanti a sé.
Stava un cancello bianco che portava ad un giardino pieno di fiori, Margherite, Rose e Primule si mescolavano tra loro.
Un profumo dolce invase le narici di Sana che prese tra le mani un rosa.
Sul retro c’era una piscina coperta dato che era comunque fine inverno.
La villetta aveva tre balconi, ognuno in 3 stanze diverse.
Sana presa dalla curiosità si fiondò in casa e aprì quella che sarebbe stata la sua nuova stanza.
Era molto spaziosa, aveva un letto non troppo grande ma comunque comodo, un enorme armadio a screen e la sua camera era tutta rosa, il suo colore preferito.
La cosa che piacque più a Sana fu il balcone che si affacciava al mare. Erano le 11.00 di sera e il mare era molto calmo. Si vedevano le stelle e per Sana era uno spettacolo magnifico perché in Giappone le stelle non erano mai state così tante e così lucenti.
Sana restò meravigliata a guardare le sfumature del cielo che si perdevano con quelle del mare.
<< Sana >> era sua madre che la stava chiamando
<< Si mamma? >>
<< Ti piace la tua nuova stanza? >>
<< Sì, è bellissima, dopotutto… >> fa un sorriso << Non è poi così male stare qui >>
Anche Misako fa un sorriso e dice << Già >>.
Quest’ultima raggiunge Sana sul balcone e anche lei si mette ad ammirare il paesaggio che si presenta davanti ai suoi occhi.
<< Sai Sana! Quando ho visto per la prima volta questa stanza ho pensato subito a te >>
<< Perché? >>
<< Perché da qui si può vedere tutto, l’alba, il tramonto e le sfumature della notte. Ho pensato a te perché tu sei proprio come essi. Nascondi piccole parti di te che sono come il corso della giornata >>
<< Non capisco >>
Misako Ride e dice << Tu sei come l’alba, piena di nuove aspettative buone, tu sei come il tramonto, a volte sai anche mettere da parte tutta la tua allegria in un secondo lasciando spazio alla sera, diventando più tranquilla e pensierosa. Non credi che ti rispecchino alla perfezione? >>
Questa volta è Sana a ridere << In effetti sono così >>
Misako si avvicina alla porta per andarsene ma prima di farlo dice << Ricordati Sana, che la tua mamma ti conosce meglio di chiunque altro >>
Sana la guarda sparire dietro la porta senza dire niente.
Decide che i suoi bagagli gli avrebbe sistemati l’indomani e mettendosi il suo pigiama va a letto con un pensiero fisso in testa
Chiunque entri a far parte della mia vita, la mia mamma sarà sempre la donna che riuscirà a capirmi fino in fondo.
Si addormenta con lo sfondo del blu della notte decorata dalle stelle che illuminano il cielo e la luna bianca che si rispecchia nell’acqua.
*Non sono mai stata su un aereo e per questo non posso dirvi con precisione cosa dicono le hostess
Ragazzi finalmente ho risolto il problema del computer, questo è solo un breve prologo ma il secondo capitolo sarà molto più lungo, a presto e spero vi sia piaciuto
StellinA
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Capitolo 2 *** una nuova speranza nel cuore? ***
sarà stato il destino a farci incontrare?
ATTENZIONE: In questo capitolo Akito è un po’ OOC
capitolo 2- una nuova speranza nel cuore?
Il giorno dopo Sana si sveglia come suo solito tardi ma comunque di buon umore.
Scende le scale della sua nuova casa e va da sua madre che si trova in cucina.
<< Mamma! >>
<< Dimmi Sana! >>
<>
<>
<< Sì >> Dice Sana tutta felice.
Quest’ultima dopo essersi preparata per bene scende giù in cucina ma non vede nessuno così incomincia a girare per tutta la casa chiamandola << Mamma dove sei? >>
<< Sono qui Sana >> dice una voce molto famigliare proveniente dal giardino.
<< Oh eccoti! Andiamo? Io sono pronta! >> Dice Sana in un sorriso.
<< Andiamo! >>
S’incamminano verso il cancello e cominciano ad andare per le strade affollate della città.
Camminano fino a fermarsi in diverse scuole.
Dopo un’accurata scelta Sana decide di andare nella penultima che ha visitato.
<< Allora signorina Kurata, lei potrà frequentare l’istituto già da domani. La sua classe è la 2°B (superiore) >>
<< Allora ci vediamo domani signor preside e la ringrazio >>
Sana e sua madre escono da scuola e si dirigono a casa. << Allora Sana, ti piace la tua nuova scuola? >> << Sì, sono sicura che mi troverò bene >>
<< Ne sono felice >>
Una volta entrati nella villetta Sana dice alla madre << Mamma, io vado in camera mia, vado a sistemare le valige e mettere in carica il cellulare >>
<< Vai pure figliola, io nel frattempo preparo il pranzo >>
<< Okay >>
Sana si dirige nella sua stanza e inizia a mettere in ordine il suo armadio. Il giorno dopo sarebbe ricominciata la rottura e doveva fare tutto perché poi non ne avrebbe avuto più tempo.
Quando finì con i suoi vestiti mise in carica il suo cellulare.
<< Sana >> urlò sua madre dalla cucina, poi continuò
<< Scendi! Il pranzo è pronto >>
<< Arrivo! >>
Ho sempre adorato la cucina di mia madre.
I suoi piatti hanno un non so che di speciale.
Potrebbero essere piatti comuni ma per me sono davvero gustosi e speciali, proprio come la mia mamma.
Sana con il sorriso sulle labbra si dirige in cucina dove tutto era pronto.
Iniziarono a mangiare e quando ebbero finito insieme si dedicarono alle attività domestiche.
<< Bene, abbiamo finito! >> disse Misako dopo ben un’ora di pulizie.
<< Già, sono sfinita >> risponde con lo stesso tono sfinito della madre.
<< Sono già le 4.30 >>
<< Già, che ne dici se stasera ci prepariamo e andiamo a mangiare in pizzeria? >>
<< Mi sembra un’ottima idea figlia mia, domani invece dovrò dedicarmi al manoscritto >>
<< Hai già trovato lavoro? >>
<< Bhe sì, qui ho i miei contatti anche grazie ad Oliver e mi hanno subito chiamato >>
<< Quindi davvero qui troverai buon lavoro! >> Più che una domanda la sua era un’affermazione
<< Già, tu invece dopo la scuola potrai iscriverti ad un concorso di canto che ho trovato su internet, sempre se non cambi idea ovviamente >>
<< Waa davvero! Grazie grazie grazie! >> inizia Sana a saltare qua e là come una scimmietta che vuole giocare.
<< Adesso andiamo a prepararci che fino a quando ci sbrighiamo si fa tardi >>
<< Sì, io vado in camera >>
<< D’accordo >>
Sana una volta in camera si butta sul letto e prende il cellulare ormai carico.
Lo accende e nota 13 chiamate perse, tutte da Atsuko, la sua migliore amica del Giappone*.
La richiama anche se dovrà pagare la chiamata.
Uno squillo…
Due squilli…
Tre squilli…
<< Pronto! >>
<< Finalmente! >>
<< Sana! >> urla Atsuko dall’altra parte del telefono.
<< Allora Atsu! Come va lì in Giappone, io sono tornata ieri sera >>
<< Qui tutto bene anche se sentiamo la tua mancanza >>
<< Anche voi mi mancate molto, domani dovrà ricominciare la scuola e mi sento un po’ in ansia >>
<< Ma no! Tu sarai simpatica a tutti >>
<< Tu dici? Speriamo >>
<< Ma sì, quanti problemi ti fai! >>
Sana ride e dice << Esci ancora con Kisshu? >>
<< No, l’ho mollato >>
<< Alla fine hai ascoltato il mio consiglio >>
<< Già >> dice Atsuko con tono un po’ triste
<< Ci tenevi tanto eh? >>
<< Già, ma ormai quel che è fatto è fatto >>
<< È meglio così, senti a me, anch’io ho avuto il tuo stesso problema con… Hikaru >> dice l’ultima parola con voce un po’ tremante, non le va di ricordare.
<< Non ti preoccupare, ti comprendo benissimo, meglio di quanto tu credi >>
<< Oh amica mia! Mi manchi tantissimo, nessuna qui sarà come te, certo, anche le altre mi mancano ma tu sei l’unica che mi comprende in tutto e per tutto, non ci potremmo neanche vedere per un lungo tempo, qui al momento sono sola >>
<< Vedrai che domani riuscirai a farti delle amiche come me e alla fine non sentirai poi tanto la mia lontananza >>
<< Questo non lo dire neanche per scherzo, tu mi mancherai comunque, con o senza nuove amiche >>
Atsuko inizia a singhiozzare << Sana, tu… un giorno ritornerai? >>
Sana resta un po’ zitta poi dopo un lungo tempo dice
<< Non lo so. Anche se dovessero passare anni, tu, mi aspetterai? >>
<< Sana, tu sei la mia migliore amica e io ti aspetterò pazientemente, dovessero passare anche 10 anni >>
Anche Sana adesso stava singhiozzando << Amica mia, non so quando ma ti prometto che ritornerò >>
<< Ed io ti aspetterò >>
<< Bene, adesso devo andare, ci sentiamo dopo >>
<< Sì >>
Sana e Atsuko riattaccano insieme ed entrambe si mettono a pensare con qualche lacrima che scivola dai loro occhi
-Sana, io ti aspetterò, dovesse anche passare una vita ma io ti aspetterò, tu mi hai ridato il sorriso ed io ti ringrazio.
Sei la mia migliore amica e nessuno potrà mai sostituirti.
Non potrà nessuno sostituire i sorrisi e il saper andare avanti come facevi tu, nessuno-
-Atsu, ti prometto che ritornerò ed insieme supereremo tutto, come facevamo sempre tempo fa.
Adesso che mi sento così sola vorrei venire sotto casa tua senza avvisarti, suonare il campanello per poi dirti “Scendi ho bisogno di un abbraccio.” So che ora non posso, ma un giorno lo farò. Lo prometto.
Ti voglio bene amica mia.-
Sana si va a sciacquare il viso ormai colmo di lacrime e si prepara per andare in pizzeria.
Anche se ho detto a mamma che mi piace questo posto, preferivo stare in Giappone, stare con le mie più care amiche, anche se dovevo soffrire vedendo ogni giorno la faccia di quel traditore, ma almeno, non mi sarei dimostrata debole, avrei superato tutto a testa alta, non da sola, non lontana.
Si mette un abito con fusciacca blu fantasia e le scarpe con un po’ di tacco del medesimo colore.
La fascia blu che ricadeva davanti al vestito donava più ricchezza all’abito e alla persona che lo indossava. In più Sana si era messa una borsa nera. ( http://www.bonprix.it/prodotto/abito-con-fusciacca-nero--blu-fantasia-966152/?bundle=8810019#image )
Si era messa leggermente un po’ di trucco: eyeliner che contornava le palpebre , un ombretto azzurro, mascara e lucidalabbra ovviamente senza esagerare facendo attenzione a non andare nell’eccessivo.
Una volta preparata scende giù per le scale dove vede sua madre già pronta con il suo solito kimono giallo floreale.
<< Mamma! Io sono pronta >>
Si gira verso di me, mi fa un sorriso e dice
<< Eccoti, andiamo? >>
<< Va bene >>
Si avviano verso la pizzeria e Sana nel frattempo ammirava la città. Una volta arrivate si sedettero al tavolo ed ordinarono le loro pizze. Entrambe presero quella margherita, giusto per dare un assaggio delle specialità italiane.
<< Allora Sana, ti senti pronta ad andare a scuola? >>
<< Vuoi la verità mamma? Sono un po’ agitata, il posto per me è nuovo e non conosco proprio bene la lingua italiana, so qualcosa ma non tutto e poi non mi va di andare a scuola, chissà quanto saranno rigidi i professori >>
<< Sana, non dire così, tu sai come farti prendere in simpatia, lo sei sempre stata >>
Nel frattempo che parlavano arrivarono le due pizze che fecero rimanere sia Sana che Misako con l’acquolina.
Mangiarono con gusto tutta la loro pizza e una volta finita Misako andò a pagare il conto.
<< Quant’è? >>
<< 7.00€ signora >>
Misako prese dal suo portafoglio 10.00€ e gliela porse ricevendo in resto 3.00€
<< La ringrazio >>
Sana e sua madre uscirono dalla pizzeria e si diressero ancora per la città. Passeggiarono per le vetrine della nuova città ed entrarono in parecchi negozi.
Verso le 10.00 ritornarono a casa e subito si misero dentro le lenzuola perché il giorno dopo sarebbe stata una giornata davvero faticosa.
<< DRIIIIN DRIIIIN >> erano le 7.30 e una sveglia stava suonando in continuazione ma la ragazza che stava dormendo non sentiva niente, sembrava che aveva i tappi alle orecchie.
La sveglia suonò per molte volte ma niente.
Alle 8.00 la sveglia risuonò nuovamente e la ragazza dopo 20 minuti si decide a svegliare. Guarda l’orologio e resta per qualche secondo in silenzio poi urla
<< AAAAAAAHH… >>
<< …Ma è tardissimo, devo correre! >>
Si lava di fretta e furia in 2 minuti e si mette la nuova divisa scolastica consegnatole il giorno prima dal preside.
<< Mamma!! Perché non mi hai svegliata prima! >> urla scendendo le scale con lo zaino in spalla correndo verso la porta d’ingresso ma venne subito fermata dalla madre con la sua macchinetta rossa
<< Eh no cara! Tu ti siedi a tavola, mangi la colazione che ti ho preparato e poi vai a scuola >>
<< Ma mamma! Sono in ritardo >>
<< No, la colazione è il pasto più importante della giornata e… >> Ormai Misako stava parlando da sola già da un pezzo, Sana aveva preso il cornetto ed era corsa verso la scuola.
<< Cazzo! Non arriverò mai entro soli 2 minuti, devo correre più veloce che posso >>
Detto que4sto riprese a correre ancora più veloce e quando arrivò la campanella suonò, tempismo perfetto.
Sana ancora con il fiatone si dirige nella scuola e cerca la classe 2°B. Come suo solito non guarda dove va e finisce addosso a qualcosa, o meglio, qualcuno.
Era una ragazza.
Aveva capelli castani fino alle spalle e due occhi dolci.
Sana cerca di scusarsi << Oh scusa! Ti sono finita addosso.
Stavo cercando la mia classe e non ti avevo vista >>
<< No, non fa niente, quella che deve chiedere scusa sono io… Ah… ma tu sei nuova? >>
<< Sì e sto cercando la 2°B, sai dove posso trovarla? >>
<< Oh ma certo, è anche la mia classe! >> la ragazza sorride e Sana ricambia.
La prima poi le stringe la mano e dice
<< Piacere, Aya >>
<< Piacere mio, io sono Sana >>
<< Anche tu sei Giapponese? >>
<< Sì! >>
<< Anche io e alcuni miei amici sono del Giappone, poi te li faccio conoscere >>
<< Certo! >>
Sana poi dà un’occhiata all’orologio del suo cellulare e urla
<< Oh no! Sbrighiamoci, altrimenti faremo tardi >>
Aya e Sana si dirigono nella loro classe.
La lezione era già cominciata e Aya entra per prima scusandosi per il ritardo.
E che ritardo, solo di 5 minuti
Pensa Sana ironicamente.
Poi anche lei entra nella classe.
<< Avanti >>
Sana entra in classe e il professore la guarda dicendo
<< Tu sei la nuova alunna? >>
<< Sì >>
<< Allora entra e presentati alla classe >>
Io mi dirigo verso la cattedra ma non troppo e dico
<< Buongiorno a tutti! Io mi chiamo Sana Kurata e sono Giapponese. Spero di far amicizia con tutti voi >>
<< Bene Kurata, adesso si segga all’ultimo banco, vicino ad Hayama >>
L’ultimo banco yeaaah!
Mmh ma perché la maggior parte delle ragazze mi lanciano occhiate omicide?
Sana si avvicina al banco che le è stato indicato e guarda il compagno che sta di fianco a lei.
Davvero bello ma che non le fa nessun effetto (almeno per il momento hehehe >.<).
Si siede e in silenzio si mette ad ascoltare il professore che sarebbe quello di matematica.
Poteva capitare di peggio? Probabilmente… no…
<< Kurata! Alla lavagna, voglio vedere come sta con il programma >>
… O forse si?
<< Ehm… si, vengo >>
Mi alzo agitata più che mai pronta a fare una brutta figura e mi avvicino lentamente alla lavagna.
Mi chiede qualcosa sulla matematica e di fare qualche esercizio.
A parte qualche errore sono andata abbastanza bene, per fortuna.
Passano le ore in fretta e arriva l’ora di ricreazione.
Aya mi si avvicina con altri compagni.
<< Ciao Sana >>
<< Ciao Aya >> le dico con un sorriso a trentadue denti.
<< Come prima ti ho promesso, voglio presentarti i miei amici >>
Indica il primo
<< Lui è il mio pasticcino Tsuyoshi >>
<< Il tuo che? >>
<< Il mio ragazzo >>
<< AAAAH, piacere Tsuyoshi >>
Poi indica una ragazza con i capelli corti
<< Lei invece è Mami >>
<< Piacere, io sono Sana >>
Mami a sua volta ricambia con un sorriso
Poi indica un’altra ragazza
<< Lei invece è Hisae, lui è Gomi, il fidanzato di Hisae >>
<< Piacere ragazzi! >>
<< Piacere nostro >> dicono all’unisono Gomi e Hisae
Poi Aya indica un’altra ragazza che mi somigliava in modo allucinante se non per i capelli e il modo di parlare.
<< Lei invece è Fuka >>
<< Piacere >> dice quest’ultima.
Aveva l’accento di Osaka
<< Piacere mio >> dissi io mostrando un altro dei miei sorrisi.
Poi indica il compagno di fianco a me e dice
<< Lui invece è Akito >>
Io lo guardo, faccio un sorriso ma questa volta il più splendente di tutti e dico << Piacere Akito >>
Quest’ultimo fa come se non esistessi ed io arrabbiata urlai
<< Ehi tu! Ma come ti permetti! Io ti parlo e tu mi ignori? Ma che ti ho fatto scusa? >>
<< Sana lascialo stare! >> Dice Aya << Non è molto aperto con la gente, soprattutto quella nuova >>
<< Mmmh e va bene ma non gli permetterò più di ignorarmi in questo modo >>
Dice Sana come se il ragazzo non stesse sentendo
<< È davvero scorbutico e apatico, davvero antipatico >>
<< Chi è che sarebbe l’antipatico scusa? >>
<< Oh… l’antipatico si è degnato di parlare, benvenuto fra noi signore >> dice Sana con tono sarcastico.
<< Senti lingua lunga, sarà meglio per te che ti rimangi tutte le parole che hai appena detto, è un consiglio >>
<< Ah si? E per cosa? Per la mia vita? Te lo scordi caro che io stia zitta mentre mi ignorano >>
<< Benvenuta nella nostra scuola principessa del Giappone >> inizia Akito con tono ironico
<< Vuole che le prepari che ne so, un caffè? Un the? >> inizia a ridere Akito, e di gusto anche.
<< WOOOO >> esclamano gli amici di quest’ultimo.
Iniziano dei bisbigli per tutta la classe cosa che a Sana da fastidio e così urla a tutti
<< Non bisbigliate, non siamo un’opera d’arte >>
Tutti si ammutoliscono e si girano da un’altra parte tranne un ragazzo, che stava guardando la ragazza con interesse.
Sana si rigira verso Akito e dice
<< Senti Hayama, se non mi scocci sto tranquilla ma se vuoi la guerra… >> fa un ghigno << Guerra sia >>.
Hayama fa un ghigno ancora più grande di quello di Sana e dice
<< Bene, che guerra sia allora >>
Akito si rimette le cuffie e Sana esce dalla classe.
Aya stava per seguirla ma Sana rifiuta << Aya, ti spiacerebbe lasciarmi sola? >>
<< V-Va bene >>
Sana si dirige verso il cortile senza rendersi conto di essere seguita.
Una volta giunta a destinazione cerca un posto in cui potrebbe stare sola e lo trova sotto un grande albero.
Si siede sulla morbida erba e pensa
Chissà perché quell’Hayama è stato così freddo con me eppure non gli ho fatto niente. In quegli occhi bellissimi mi sembrava di scorgere tanta tristezza ma solo per un momento, dovrebbe essere stato un gioco di luci, sì, dovrebbe essere stato così.
<< Hey! Ci sei? >>
<< Ehm sì? >>
<< Tu sei Sana giusto? >>
<< Sì! >>
<< Io sono Francesco, piacere >>
<< piacere Francesco >>
<< Sai… sei molto interessante! >>
<< eh? Scusa ma stai parlando con me? >>
<< Sì, con chi sennò >>
<< Ahaha già >>
<< Mai nessuno si era avvicinato così ad Hayama, sei stata davvero coraggiosa ed anche l’unica che è riuscita a strappargli un sorriso, io non l’ho mai sopportato, è sempre arrogante >>
<< Già >>
<< Perché adesso non mi parli un po’ di te? >>
<< Come ho già detto sono Giapponese, di Tokyo precisamente e mi sono trasferita da poco qui a Roma. >>
<< Capisco, io non sono Romano, sono Napoletano >>
<< Si trova sempre in Italia e non è tanto lontano come il Giappone >>
<< In effetti… >>
<< Io non volevo andarmene ma ho dovuto e non me ne pento tanto >>
<< Anch’io non sarei mai voluto andarmene, ma mia madre mi ha convinto dicendomi che avrei potuto diventare un cantante >>
<< Wow, noi abbiamo molte cose in comune, anche io voglio diventare una cantante famosa e mia madre mi ha convinto con questo metodo >>
<< Abbiamo due madri pazze >>
<< No, davvero, a parte gli scherzi mia madre è davvero pazza >>
<< Hahahha anche la mia >>
<< Sai, noi due potremmo diventare grandi amici Francesco, vuoi diventare mio amico? >>
<< E come potrei rifiutare mia principessa >>
Sana avvampa e inizia a balbettare
<< E-ecco s-s-sì, ades-so c-che ne dici se an-andiamo in classe? >>
Francesco fa un sorriso, la prende per mano e iniziano a correre nella classe. Quando Aya e Fuka li vedono sorridono fra loro e bisbigliano ad Akito e Tsuyoshi che stanno parlando tra loro
<< Ehi ragazzi! >> dicono le due
<< Guardate Sana come già è diventata amica stretta di Francesco? >>
Tsu e Akito guardano la scena e quest’ultimo per un motivo a lui ignoto si sente infastidito così si alza e cercando di fare il suo solito ghigno di sempre va verso Sana e Francesco che stanno ridendo tra loro.
<< Ehilà Kurata! Ci si rivede >>
<< Oh Hayama! Qual buon vento ti porta a me? >>
<< Niente, volevo solo vedere la tua brutta faccia >>
Sana si arrabbia e stava iniziando a insultare Hayama quando Francesco s’intromette
<< Senti Hayama, Sana sta con me e tu non puoi venire a disturbarci, non sei né suo fratello né tantomeno il suo ragazzo, non puoi offendere qualcuno se non ti ha fatto niente >>
<< Ah si damerino! Se io non sono niente a questo punto neanche tu lo sei >> A quel punto Sana s’intromette nella discussione
<< Senti Akito, se vuoi litigare fallo in un altro momento.
Come ha detto Francesco tu per me non sei niente, manco n’amico mentre Francesco lo è quindi non intrometterti e abbassa la cresta con persone che hai conosciuto appena, in questo caso, io e poi… mi dici che ti prende? Prima manco mi degnavi di una parola e adesso vuoi giocare con me? Senti, finiamola qui, è inutile perdere fiato con una persona come te >> a questo punto Sana si gira ed esce dalla classe portandosi appresso anche Francesco mentre Akito resta l’, bloccato al pavimento con gli occhi fissi nel vuoto mentre pensa
Kurata ha ragione, perché me la sono presa tanto? Dopotutto, non sono un suo amico ma allora perché quando sta con quello sento come un buco nello stomaco, per me è una sconosciuta e non dovrei intromettermi, basta, la lascerò stare, fanculo la guerra e fanculo tutto.
<< Hei Akito, Akito! >> Era Tsuyoshi
Akito lo guarda con un’espressione di ghiaccio ed esce dalla classe.
Sana nel frattempo che era arrivata vicino all’albero dove stava seduta prima dice a Francesco
<< Francesco, ti dispiace se ci vediamo dopo, vorrei stare sola >>
<< Certo >>
Sana inizia a girovagare per la scuola fino a quando non arriva ad un cespuglio.
Lo apre e vede che c’è un bellissimo lago illuminato dai raggi solari non troppo forti.
Si siede sull’erba e ammira quel bellissimo posto che da oggi in poi sarebbe diventato il suo luogo segreto. Non c’era nessuno quindi poteva constatare che nessuno è mai andato oltre i libri e il cortile. Per la verità non aveva visto questo lago nella scuola, chissà perché.
All’improvviso appare un’ombra che ormai ha imparato a memoria, era Akito
***POV AKITO***
Tra i miei pensieri arrivai nel mio posto segreto.
Camminai per un po’ lungo quell’erba che ormai conoscevo come il palmo della mia mano ammirando ogni piccola sfumatura che quel paesaggio donava ai miei occhi.
Avevo scoperto quel posto quando ero ancora una volta incazzato con me stesso, questo posto anche se non ci crederete non è nella scuola anche se da lì parte il percorso per uscire.
Camminando incrociai una figura famigliare seduta sull’erba fresca a guardare meravigliata quel paesaggio, era Sana.
Lei pian piano si gira verso di me e appena incrocia i miei occhi restiamo così per un lungo tempo, incatenati negli occhi dell’altro, poi distoglie lo sguardo e dice
<< Allora non mi ero sbagliata, eri tu! >>
<< Già, tu che ci fai qui? >>
<< Potrei farti la stessa domanda >>
<< Ma te l’ho fatta prima io quindi devi rispondere prima tu >>
<< Per la verità non so come ci sono finita qui, so solo che quando ho visto oltre un cespuglio ho visto questo posto stupendo e non so come gli studenti non riescano a vederlo, si trova pure nella scuola >>
<< Ti sbagli >>
<< Eh? >>
<< Qui non ci troviamo a scuola >>
<< COOOSA? Ma che dici? Io stavo a scuola quando >>
<< Il cespuglio è uno dei tanti percorsi che ci sono, ma qui non è a scuola, è fuori la scuola >>
<< EEH? Allora ce ne dobbiamo andare, potrebbe essere pericoloso! >>
<< No, non lo è >>
<< Ci vengo ogni giorno e ti assicuro che è un posto magnifico, direi quasi magico, vuoi venire con me? >>
Sana guarda Akito un po’ insicura ma poi con un sorriso accetta
<< Va bene! >>
Akito fa un piccolo sorriso e la prende per mano.
Sana a quel contatto arrossisce e si lascia trascinare. Dopo qualche minuto arrivano vicino ad una casetta su un albero e lungo il fiume si potevano benissimo vedere i gabbiani volare liberi nell’aria.
Più in là c’erano un’altalena, un grande scivolo e una fontana chiusa.
Sana era meravigliata e si guardava attorno come per essere sicura che quello non si trattasse solo di un sogno.
Guardò Akito e disse
<< Ma è… è stupendo >>
<< Ti piace? >>
<< Sì è bellissimo >>
<< Già, ho pensato la stessa cosa quando l’ho visto anch’io per la prima volta >>
Sana si sedette su un’altalena e lo stesso fece Akito.
<< Akito… >> lo chiamò Sana
<< … Tu, perché ti comporti così? >>
<< Così come scusa? >>
<< Ti comporti sempre in modo scorbutico e quando qualcuno vuole stringere amicizia con te tu fai finta che non esiste >>
Akito dopo un tempo infinito decide di parlare
<< Vedi Sana, io… io mi comporto così perché sono un mostro >>
<< No Akito, ti sbagli, nessuno nasce mostro, lo si diventa per un motivo ben preciso >>
<< La mia è un’eccezione >>
<< Su Akito, sfogati, quando lo farai ti sentirai meglio >>
<< Io… io ho ucciso mia madre, è morta dandomi alla luce, capisci? È tutta colpa mia, anche mia sorella me lo ripete sempre >> Sana resta sbigottita, veramente credeva che fosse stato lui il colpevole della morte della madre o stava scherzando?
<< Sono un mostro Sana, un mostro che ha portato via la donna a cui papà e Natsumi volevano più bene, sono un mostro, a volte desidererei morire >>
SCIAFFF
<< NON DIRLO NEANCHE EPR SCHERZO CHIARO? >>ù
<< Ma Sa… >>
<< Non dirlo più… >>
Sta piangendo… per me?!
<< Io ti aiuterò Hayama, riporterò nuovamente il sorriso sulle tue labbra così non avrai voglia di morire.
Devi vivere, fallo per tua madre, lei ti ama, ti ha amato fin dal primo momento in cui ha saputo della tua nascita, lei ti ha dato la vita per amore, quindi, vivila, ti ha donato la sua vita con il sorriso sulle labbra e tu non puoi buttarla al vento, questo tua madre non lo vuole >>
Akito rimane spiazzato, le parole di Sana erano vere? Sua madre lo amava, lo avrebbe scoperto solo grazie a lei, alla ragazza che sta ridando una speranza nel suo cuore.
Lui sorride e l’abbraccia
<< Grazie Sana >>
Lei ricambia il sorriso a sua volta e dice << Ti aiuterò, te lo prometto >> restano abbracciati a lungo poi Sana si staccò e guardò l’orologio da polso.
<< Oh no! La ricreazione è quasi finita, dobbiamo correre, altrimenti dovremmo dare spiegazioni e io non voglio raccontare del m… nostro posto segreto, vieni Aki, andiamo.
Akito dopo molto tempo finalmente aveva sorriso dal profondo del cuore, quella ragazza portava dentro di sé gioia e felicità.
ANGOLO AUTRICE
E rieccomi qua con un nuovo capitolo.
Vi metto in chiaro solo una cosa, qui Akito è un po’ OOC infatti avete visto come ha parlato liberamente a Sana della propria vita.
Da questo momento scriverò prima che incominci la lettura il comportamento dei personaggi.
Un’altra cosa, Akito non è ancora innamorato di Sana e viceversa.
Spero vi sia piaciuto il capitolo .
A presto
StellinA
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Capitolo 3 *** capitolo 3- cosa è cambiato? ***
sarà stato il destino a farci incontrare?
ATTENZIONE : AKITO IN QUESTO CAPITOLO RITORNA IC.
VORREI ANCHE DIRVI CHE PIÙ IN LÀ FORSE LA STORIA POTREBBE DIVENTARE FANTASY.
OVVIAMENTE NON I PERSONAGGI.
capitolo 3- cosa è cambiato?
I giorni a scuola passarono molto velocemente e Sana aveva fatto amicizia con molte persone e aveva legato specialmente con Akito, Fuka, Tsuyoshi, Mami, Gomi e Hisae, Giapponesi come lei e Francesco.
Quest’ultimo le si avvicina e la saluta, poi dice
<< Sana! >>
<< Si? >>
<< Lo sai che stanno facendo un concorso di canto? >>
<< Sì, quello verso la fine della scuola >>
<< No! Fra 1 mese ci sarà un altro, che dici, ci iscriviamo? >>
<< Davvero? Non lo sapevo, comunque sì, lo devo dire solo a mamma >>
<< Bene allora domani ci vediamo a casa mia per provare, faremo un duetto >>
<< Okay >>
Sana e Francesco iniziano a parlare del concorso e altro fino a quando la prima viene chiamata dalle sue amiche
<< Sana, vieni, ti dobbiamo dire una cosa >>
<< Si ragazze, arrivo >> poi si rivolge a Francesco e dice << Francesco io vado un attimo con loro, adesso arrivo! >>
<< Okay >> Sana si dirige verso le sue amiche e dice << Che cosa volevate? >>
<< Domani abbiamo deciso di fare un’uscita fra noi e anche con i ragazzi, ti unisci a noi? >>
<< Oh! Ragazze, beh vedete, domani dovrò stare con Francesco e… >>
<< CON CHI? >> urlano come delle galline le 4 ragazze
<< Ma che vi gridate? >> domanda Sana che si era messa le mani alle orecchie
<< Comunque sì, domani dovrò stare tutta la giornata con Francesco a provare >>
<< Provare? Per cosa? >>
<< Per un concorso di canto, noi due faremo un duetto e per vincere dobbiamo provare >>
<< Davvero? A te piace cantare? >> domanda Mami
<< Sì, cantare è la mia passione, quando ero in Giappone cantavo spesso delle canzoni >>
<< Davvero? Possiamo sentirne una? >>
<< Mmmh okay, fatemi solo pensare ad una canzone >>
<< Ecco ci sono! Questa la dedico a tutti i miei amici >>
Quando l’amicizia…
Ti attraversa il cuore… lascia un emozione
che non se ne va...
non so dirti come, ma succede solo, quando due persone
fanno insieme un volo…
Che ci porta in alto, oltre l’altra gente
come fare un salto
nell’immensità
e non c’è distanza, non ce n’è abbastanza se…
se tu sei già dentro di me
per sempre!
In qualunque posto sarai
In qualunque posto sarò
Fra le cose che vivi io per sempre vivrò
In qualunque posto sarai…
Ci ritroveremo vicino
Stretti l’uno nell’altro oltre il destino
[…]
Nel frattempo tutte le persone che si trovarono in cortile, compresi Akito e Tsu, si avvicinarono meravigliati da tale voce.
Sana che aveva visto entrambi si mosse verso di loro, prese Akito per mano e lo abbracciò, continuando a cantare
[…]
Non sarai mai solo, ci sarò, continuando il volo che…
Che mi riporta dentro te…
Per sempre!
[…]
In qualunque posto sarai
Non esisteranno confini, solamente due amici
più vicini!
Credi in me, non avere dubbi mai
Tutte le cose che vivi
Se sono vere come noi, io lo so,
tu lo sai, che non finiranno mai, oooh
[…]
Se mi cerchi nel cuore, io nel tuo cuore
Vivrò… *
Nel frattempo Sana aveva avvicinato tutti gli altri amici e gli abbracciò, solo dopo che la canzone finì.
Ad Akito invece quella canzone era rimasta impressa nella mente e nel cuore.
Tutti applaudono davanti a tale bravura e Sana si sente orgogliosa così come lo era ogni volta che la rendevano tale a Tokyo.
<< Sana, ma…ma sei bravissima >>
<< Oh grazie Francesco ma non esageriamo dai! >>
<< Non esagero affatto, anzi, credo che per raggiungere il tuo livello dovrò fare pratiche su pratiche >>
<< Hahaha ma che dici! >>
<< La verità?! >> dice tra un’esclamazione e una domanda
<< No, io non credo, se tu canti scommetto ciò che vuoi che mi eguagli e potresti anche essere più bravo, dipende… >>
<< Mmmh, io non credo >>
<< Sana ma sei stata fantastica! >> urlano le sue amiche.
<< Allora è vero che sei brava a cantare! >> dice Tsu con un sorriso
<< Oh beh… allora grazie >> fa un sorriso poi si rivolge ad Akito e gli dice
<< E per te? Come sono stata? >>
<< Mmmh, non c’è male ma potresti migliorare >> e intanto pensa
Sei stata spettacolare
<< Grazie >> dice.
Conosceva il modo di parlare e di esprimersi di Hayama e sentirsi dire da lui -non esplicitamente- brava si sentiva molto felice.
Lei ride e gli dice in un orecchio << Ci vediamo nel nascondiglio? >>
<< Mmmh >> dice annuendo
Dopo pochi minuti si ritrovarono entrambi nel loro “Posto Segreto”.
<< Allora, di cosa volevi parlarmi? >>
<< Beh… ecco… sì, stavo pensando di fare con Francesco un concorso di canto >>
<< Sì e allora? >>
<< Allora niente, volevo solo avvisarti.
Siamo amici e mi sembrava giusto avvisarti, niente di più >>
<< Bene allora se è solo questo io vado >>
Akito allora si diresse verso l’ ”uscita” e se ne andò a casa sua, sempre se si potesse definire una casa la sua dato che sua sorella non lo poteva proprio vedere che subito impazzisce lanciandogli piatti, bicchieri, insulti e tutt’altro (niente di positivo ovviamente).
Akito apre la porta e neanche messo un passo in casa sua che subito dalla cucina appare sua sorella che inizia ad inveire contro.
<< Hahahah, sono venuta a conoscenza di una tua nuova amica, o meglio, puttanella.
Quella secondo me si diverte solo con te, ma poi ti lascerà solo, solo co0me un cane.
Hahaha, chi mai starebbe con uno come te, tu sei un diavolo.
Sei solo un stupido delinquente… >>
Akito dopo cane non ha capito più niente.
Con lo sguardo perso nel vuoto gira i tacchi e se ne va senza neanche dire una parola.
Si diverte solo con te, ma poi ti lascerà solo come un cane…
Le parole di Natsumi rimbombavano nella mente di Akito come un dolore lancinante.
Il giorno dopo a scuola Akito non parlò con nessuno, si mise in un angolo e non fiatò.
Alla ricreazione Sana gli si avvicinò.
<< Ehi Akito!? Tutto bene? Ti vedo strano >>
L’interpellato se ne restò zitto, con le sue cuffie nelle orecchie facendo finta di non ascoltare.
<< Hayama! Odio essere evitata, quindi se hai un “presunto” problema con me, me lo dici subito, non facendo il bambino che scappa da ogni problema okay? >>
Hayama non risponde, ancora.
<< HAYAMA BASTA! >> urla Sana togliendoli le cuffie dalle orecchie.
Akito la fissa per un po’ e dopo la guarda con uno sguardo glaciale
<< Kurata, la finisci di infastidirmi? >>
<< Fin che non mi dici perché ce l’hai con me non me ne vado e continuerò a infastidirti, ti avviso >>
<< Kurata semplicemente non voglio vederti e parlarti, ti è tanto difficile? O per divertirti hai bisogno di me? >>
<< Cosa? Ma che…? >>
<< Kurata non fare l’ingenua, non ti si addice >>
<< Hayama se mi spiegassi mi faresti un gran favore >>
<< MI DICI COSA C’È DA SPIEGARE? N. O. N M. I. D. E. V. I P. I. Ù S. C. O. C. C. I. A. R. E >>
Dice scandendo ogni lettera per bene
<< Ah si Hayama? Allora lasciamo stare, ma la cosa non finisce qui >>
Akito non rispose, si rimise le cuffie nelle orecchie e non disse più nulla, esattamente come aveva fatto prima.
***POV SANA***
Stupido stupido stupido.
Sei solo uno stupido Hayama. Io mi preoccupo per lui e che fa? Mi dice di non scocciarlo.
Che Baka*!
<< Sana! >> Fuka
<< Si Fuka? >>
<< Lascialo stare Sana!
Akito è così. Avrà avuto i suoi motivi per fare così >>
<< Problemi o no, lui non se la può prendere con gli altri solo perché ha le sue incognite perché io non c’entro assolutamente niente e odio essere scansata solo perché ha problemi al di fuori della nostra amicizia.
Non lo posso sopportare >>
<< Sì Sana, tu hai pienamente ragione, ma cerca di capirlo.
Non ha molti amici oltre noi, è solo.
Ha solo bisogno di comprensione e affetto. >>
<< Va bene.
Questa volta lascerò correre. Quando le acque si saranno calmate tenterò di parlargli >>
<< Brava! Questa si che è la mossa giusta >>
Sana sorride e Fuka ricambia.
<< Ragazzi sedetevi! La ricreazione è finita! >>
Entra il professore e inizia nuovamente la lezione di aritmetica (odio profondo).
DRIIIINN DRIIIIIIIIN!
Il silenzio tombale che c’era prima viene sostituito da un gran fracasso.
<< Sana! >> Mi giro e trovo un’ Aya abbastanza dispiaciuta
<< Aya, cosa è successo? Perché hai quella faccia? >>
<< Beh, perché mi dispiace per te, per… per come ti ha trattato Akito >>
<< Senti Aya, tu e gli altri mi avete scocciato sul serio adesso.
Insomma, se litigo con lui non vuol dire che è finito il mondo >>
Dopo queste ultime parole Sana si gira e se ne va, senza sentire la risposta della sua compagna Aya.
Sana si dirige verso il posto segreto cercando di non farsi vedere da nessuno e una volta arrivata si mette ad ammirare il meraviglioso lago incantata.
Prende un sassolino che trovò lì vicino e lo gettò in acqua.
Che stupida sono stata.
Solo perché ho litigato con Hayama litigo anche con le altre. Però… che nervoso.
Sono solo una scema.
Chissà perché Hayama si è comportato così con me.
Avrà avuto davvero problemi tanto seri?
Chissà…
Spero che facciamo pace subito perché stare così con lui mi fa star male.
Una volta tornata a casa la mamma corre con la sua macchinina rossa (Se l’è portata anche in Italia) e la saluta con un gran sorriso.
<< Piccolina mia! Sei tornata! Allora? Com’è andata questa nuova giornata di scuola? Tutto bene? >>
<< Sì mamma, tutto bene >> dice Sana con voce un po’ giù. Stava per salire sulle scale per andare in camera sua ma viene fermata da sua madre che la prende per un braccio e le dice
<< Su Sana, ti conosco. Cosa è successo? >>
<< Ma niente mamma, cosa ti fa pensare che mi sia successo qualcosa? Non vedi il mio sorriso di sempre mamma? >> << Sana non mentirmi.
L’altro giorno ti ho detto che io ti conosco meglio di chiunque altro e oramai dovresti averlo capito no?
Devi essere sincera con gli altri e soprattutto con te stessa e sai perché? Perché per fidarti degli altri veramente devi fidarti di te. Capisci cosa intendo figlia mia? >>
<< Mamma scusa, tu hai ragione. Il fatto è che ho litigato con un mio carissimo amico e adesso non so, mi sento… strana >>
<< Capisco. Per te è importante quest’amico >>
<< Sì, lui è il mio migliore amico e non mi piace litigarci >> << Adesso ho capito! Allora dovresti lottare per riconquistare la sua fiducia e la sua amicizia.
Ricorda questo consiglio: L’affetto di qualcuno non si compra come compriamo noi un paio di scarpe, ma si conquista e quando si conquista, bisogna lottare ancora perché bastano pochi minuti per distruggere il vostro legame.
Ricordatelo piccola mia >>
<< Mamma grazie mille. Mi sei sempre di grande aiuto >>
<< Di niente piccola >>
Si abbracciano e Sana si dirige verso le scale ma poi si ferma e con un gran sorriso ritorna giù e si para di fronte a sua madre
<< Mamma mi sono dimenticata di dirti che vorrei partecipare ad un concorso di canto con un mio amico.
Sai, a lui piace molto cantare come me e mi ha proposto di fare un duetto insieme a lui e da domani andrò a casa sua a provare. Abbiamo solo poche settimane per provare e sono davvero nervosa.
Mi dai il tuo consenso? >>
<< Oh Sana, ma questa è un’idea davvero magnifica.
Certo che ti do il consenso. >>
<< Oh mamma grazie grazie grazie >>
<< hahaha figliola ma prego >>
<< Bene mamma, adesso mi metto in contatto con Francesco e gli do la notizia.
AAAH NON CI CREDO ANCORA! >>
Inizia a saltellare per le scale e va nella sua camera.
Prende il suo PC ed entra sul suo profilo Facebook.
Trova il nome del suo compagno e inizia a mandargli un messaggio:
Ehi Francesco!
Sono Sana.
Ti scrivo per dirti che mia madre mi ha dato il permesso per fare il concorso e da domani inizieremo le prove.
Io inizio a scrivere delle canzoni okay?
Sana si sdraia, chiude gli occhi e inizia a vagare nel suo mondo di canzoni ma non ci riesce, troppo presa dal “pensiero Hayama”.
<< Uff >>
<< Non riesco proprio a concentrarmi, tutta colpa di Hayama >>.
Sana a quel punto si alza dal letto e scende giù.
<< Mamma io vado a fare due passi sulla spiaggia >>
<< Certo cara ma non fare tardi >>
<< Certo! Dove vuoi che vada tutta sola in una città che ancora non conosco benissimo? >>
<< Oh-oh-oh certo cara hai ragione >>
Sana sospira e una volta salutata la madre esce di casa e si dirige verso la spiaggia.
A Tokyo ogni volta che era triste trovava rifugio nelle canzoni e nel mare.
Il mare per lei era ed è fonte di ispirazione e tranquillità.
Ogni volta che vedeva quelle onde infrangersi sugli scogli vedeva la ragazza che lei desiderava di essere.
Anche se si fanno male le onde hanno sempre il coraggio di riprovarci.
Poi vedendo anche le sfumature gialle e arancioni che fanno da sfondo, la sabbia che viene trascinate nelle acque più profonde e il rumore delle onde non sa cos’altro ci sia di più bello al mondo.
Le persone invece non capiscono niente.
Trovano rifugio nelle discoteche, nel caos.
Ma non capiscono che pace è proprio di fronte a loro, proprio a due passi.
Danno tutto per scontato.
Ricordo ancora quel giorno, alle elementari
Flashback
<< Ragazzi questo è “ l’albero della vita” di Gustav Klimt, lo vedete? Io adesso vi darò una fotocopia dell’albero e voi dovrete colorarlo con 3 colori che secondo voi rappresentano la vita >>
Io mi ero subito entusiasmata e quando il foglio arrivò a me presi l’azzurro, il verde acqua e il verde chiaro.
Iniziai a colorarlo e una volta finito lo presentai davanti alla maestra.
<< Maestra ho finito di colorare >>
<< Ah sì Sana? Fa vedere >>
<< Ti piace? >>
<< Certo, è bellissimo. Adesso dimmi, perché hai usato proprio questi tre colori? Sono i tuoi preferiti? >>
<< Sì. Maestra tu ci hai detto che dobbiamo colorare l’albero con tre colori diversi che rappresentano la vita secondo noi e secondo me questi colori rappresentano tre cose fondamentali per vivere.
Sono colori simili ma che ognuno rappresenta qualcosa di diverso.
Il verde chiaro corrisponde alla natura.
Senz’alberi, fiori, cespugli… la vita sarebbe solo di gas e nient’altro.
La natura serve alla vita, all’aria pulita.
L’azzurro invece corrisponde al cielo. Senza cielo non ci sarebbe il sole, non ci sarebbe la pioggia, non ci sarebbe la neve, non ci sarebbero le stagioni, il mare… e noi senza cielo a questo punto vivremmo? Certo che no!
Il verde acqua invece rappresenta il mare.
Sa maestra? Il mare è uno dei miei posti preferiti.
Non per andare a divertirmi a nuotare in mezzo a tremila persone, no.
A me piace il mare tranquillo, senza nessuno attorno, dove l’acqua è limpida e i pesciolini si vedono, senza paura.
Amo il mare in primavera, dove c’è solo una brezza leggera a far muovere poco le onde.
Ogni volta quando mi sento triste vado lì e mi metto a giocare con la sabbia e con l’acqua.
Dove posso vedere la purezza e la chiarezza che vorrei vedere in una persona.
Amo il mare, per me, è una delle cose fondamentali per vivere.
La maestra rimase a bocca aperta dopo quelle mie parole che si commosse e mi abbracciò.
Fine flashback
Sorrisi a quei vecchi e bei pensieri.
Le parole che dissi le penso ancora oggi e non mi pento di aver usato quei colori che ancora oggi per me sono fondamentali.
I miei pensieri mi hanno fatto venire in mente una canzone e un modo per fare pace con Hayama.
Mi addormento con il sorriso sulle labbra dove il sole che sta tramontando mi fa da sfondo.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4- senza neanche saperlo... ***
Sarà stato il destino a farci incontrare?
capitolo 4- senza neanche saperlo...
Dopo molto tempo Sana si sveglia e come vede il cielo blu con tantissime stelle inizialmente è meravigliata dal paesaggio ma poi pensa
Stelle? Aspetta un attimo… STELLE? Oh no devo subito andare a casa la mamma sarà preoccupata.
Subito inizia a correre verso casa ma si perde strada facendo.
Finisce in un vicolo cieco
Oh no! E adesso dove vado? Mi sono persa.
Sana ritorna indietro e sperando di essere aiutata bussa alla prima porta che trova lungo la strada.
La porta si apre e davanti a Sana appare una ragazza molto carina, dai capelli corti un po’ a boccoli dalle punte e di media altezza, dovrà essere più grande di lei di qualche anno.
<< Sì? Tu chi sei? >>
<< Ehm, ciao. Mi chiamo Sana e… beh sì… io vorrei sapere dove si trova Via Del Corso*.
Mi potresti dare un’informazione? >>
<< Ehm mi spiace ma anche se abito qui sono giapponese e ancora non mi sono ambientata bene, specie in posti lontani con Via Del Corso >>
<< Oh va bene, non importa, grazie lo stesso >> Sana stava per andarsene quando la ragazza di cui ancora non conosceva il nome le propose
<< Perché almeno per stanotte non dormi qui? Abbiamo una stanza degli ospiti ed è disponibile.
Domattina mio padre ti può accompagnare a casa tua.
Lui è ambientato meglio dato che lavora molto e ha diverse aziende anche in vie lontane, che ne dici? >>
<< Beh… d’accordo accetto >>
<< Bene allora entra >>
Sana una volta entrata in casa dice alla ragazza
<< Senti, posso fare una telefonata a casa per avvisare mia madre,. Non vorrei che si preoccupasse >>
<< Certo, il telefono è lì >> e le fa segno con un dito
<< Grazie >>
Uno squillo…
Due squilli…
<< Pronto? >
<< Pronto mamma sono io >>
<< Oh Sana finalmente, dove ti sei cacciata? >>
<< Mamma calmati fammi spiegare.
Allora, stavo in spiaggia e mi sono addormentata.
Quando mi sono svegliata era buio e cercando di fare il prima possibile mi sono messa a correre ma mi sono persa e una ragazza è stata gentile ad ospitarmi, domattina suo padre mi accompagnerà a casa >>
<< Sì Sana ma almeno è gente raccomandabile? >>
<< Sì mamma certo! La ragazza mi è molto simpatica >>
<< D’accordo allora va bene ma vieni presto perché devi andare a scuola quindi fai lo sforzo di svegliarti prima domani okay? >>
<< Ci proverò >>
<< Bene figlia mia adesso devo chiudere.
E mi raccomando >>
<< Certo mamma, tranquilla >>
Aggancia il telefono e ritorna dalla ragazza con una bottiglietta d’acqua in mano.
<< Mia madre si è un po’ tranquillizzata.
Posso sapere come ti chiami? >> chiese Sana e subito dopo iniziò a bere
<< Natsumi… Natsumi Hayama >>
Per poco Sana non si affogò con l’acqua.
<< Hai detto Hayama? >>
<< Sì Hayama, perché? >>
<< No, niente. Semplicemente il mio migliore amico si chiama Hayama e oggi abbiamo litigato >>
<< Ah… e dimmi, il nome? >>
<< Akito >>
La faccia di Natsumi diventa arrabbiata
<< Ah si? Adesso andiamo in camera tua okay? >>
<< D’accordo >>
Saliamo le scale e mi porta di una camera abbastanza maschile: pareti blu e bianche, riviste di karate sparse qua e là e quadri di alcuni campioni che Sana riesce a riconoscere solamente due.
<< Questa sarebbe una camera degli ospiti? >>
<< Sì perché? Ti sembra tanto brutta? >>
<< Ma no, certo che no, anzi, è molto carina anche se è abbastanza maschile.
Mi sembra strano che una camera così bella e ben decorata sia una camera degli ospiti >>
<< In effetti hai ragione, se vuoi puoi decorarla come vuoi anche se solo per un giorno, tanto in questa camera non dorme “nessuno” >> disse Natsumi marcando l’ultima parola.
<< Ehm no, la preferisco così >>
<< D’accordo… hai cenato? >>
<< No, è da oggi pomeriggio che non mangio niente >>
<< Oh, allora vieni a cenare, ho preparato dell’ottimo sushi, ti va di mangiarlo? >>
<< Ma certo, a me piace molto il sushi >>
<< Bene! Allora vieni, è pronto >> disse Natsumi sfoggiando un bellissimo sorriso che Sana ricambia molto facilmente.
Mentre mangiavano Natsumi approfittava di fare qualche domanda su lei e la scuola.
All’improvviso la porta si apre ed entra un uomo abbastanza alto, sulla quarantina d’anni.
<< Ciao papà! >>
<< Ciao Nat >> poi il suo sguardo si posa su Sana che saluta gentilmente il padre di Natsumi
<< Salve signor… Hayama >>
<< Ciao >> poi guarda Natsumi e le chiede << È una tua amica? >>
<< In un certo senso sì.
Lei si è persa e mi è venuta a chiedere dove si trova Via del Corso ma io non lo sapevo perché sai che non mi sono ancora ambientata bene e allora l’ho invitata a passare la notte qui e domattina presto potresti accompagnarla tu no? >>
<< Ma certo. Ma… dove dormirà? >>
<< Ma nella stanza degli ospiti no? >>
Poi guarda Sana e dice << Su vieni. Andiamo in camera tua >>
<< S… sì >>
Vanno in camera, fanno insieme il letto e Nat presta un pigiama a Sana >>
<< Ecco a te. Adesso vai a dormire, domani dovrai svegliarti presto >>
<< A proposito di domani.
Potresti svegliarmi tu? Il fatto è che io sono una gran dormigliona e… beh… hai capito no? >>
Natsumi ridendo dice
<< Sì sì, ho capito >>
<< Haahahah, grazie >>
<< Bene, io adesso vado, buonanotte >>
<< Buonanotte >>
Una volta che Natsumi se ne andò, Sana s’intrufolò nelle coperte che secondo lei avevano un odore abbastanza famigliare.
Chiuse gli occhi e si fece cullare dalle braccia di Morfeo.
***POV AKITO***
Uffa, non so che fare.
Non so il motivo per cui oggi mi ha costretto a litigare con Sana ma… non so cosa mi prende.
Akito da una sbirciata all’orologio da polso che aveva e vide le 11.35
Bene, adesso quella pazza starà dormendo, vado a casa.
Akito allora s’incammina verso casa sua con mille pensieri fra la testa.
Una volta arrivato apre la porta e va nella sua camera.
Si siede sul letto ma vede che c’è qualcosa di strano allora si alza e vede una chioma lunga scorgere dal suo letto
E questa chi è?
Accende la luce e riconosce la figura nel letto: era Sana.
<< E TU CHE CI FAI QUI? >> urla facendola svegliare
<< Natsumi, è già mattino? >>
<< Non sono l’isterica, mi dici che ci fai qui e per di più nella mia stanza e nel mio letto? >>
<< AAAAAAAAAAH E TU CHE CI FAI QUI? >>
<< Piuttosto dovrei farti io la domanda: tu che ci fai qui? >> << Mi ha ospitato una ragazza, una certa Natsumi >>
<< Si certo, l’isterica ti ha ospitato nella MIA camera, nel MIO letto >>
<< No, guarda che questa è la stanza degli ospiti, me l’ha detto lei e non ha un fratello. Il fatto che si chiami Natsumi Hayama non vuol dire che sia tua sorella.
Esistono miliardi di Hayama nel mondo, capisci? E poi quando le ho detto che il mio migliore amico si chiama Akito Hayama non ha detto niente.
Capisci? >>
<< Sana questa è la mia stanza e io non permetto che qualcuno mi mandi via da qua >>
<< Hayama finiscila. Ti ho detto già che non ti credo >>
<< Non m’importa se non mi credi, ma di fatto questa è la mia camera e tu devi andartene >>
<< Allora mi devi accompagnare a casa >>
<< Ma non se ne parla >>
<< Allora dormi sul divano, sempre se ce l’avete, altrimenti dormi per terra >>
<< Eh? Ma sei impazzita per caso? Senti basta, ti ho detto di uscire, non ti voglio vedere in camera mia >>
<< Ah si? E allora provaci >>
<< E va bene Kurata, ma l’hai voluta tu >>
<< No aspetta, cosa vuoi fa… AAAH SEI PER CASO IMPAZZITO? >> Akito l’aveva presa in braccio e l’aveva buttata per terra.
<< Ahi, mi hai fatto male stupido >>
<< Te l’avevo detto io che se non te ne fossi andata ti avrei fatta andare via io >>
<< Si ma… non è giusto.
Natsumi mi ha invitato, io ho accettato, mi ha dato questa stanza e non è giusto che tu piombi in questa casa e mi dici di andarmene >>
<< Si si, ma in pratica questa è la mia camera >>
<< Allora chiamiamo Nat e vediamo lei che dice
<< No, quella se mi vede sclera, lasciala dormire >>
<< Ecco! Questa è la prova che stai mentendo.
<< Aaaaah! Kurata! Ma la smetti? Un solo favore ti chiedo, non di più >>
<< E va bene, ma nel frattempo tu dove dormirai? >>
Akito si toglie le scarpe e dice
<< Nel mio letto no? >>
Si ficca nelle coperte e Sana dice
<< Ah >> poi si gira di scatto e urla
<< Sei impazzito? >>
<< E taci Kurata, non ti mordo mica >>
<< No, non mi fido >>
<< E allora dormi per terra >>
<< Grrrr, Hayama non ti sopporto >>
<< Kurata, finiscila >>
<< Io non prendo ordini da te >>
<< Fa come vuoi >>
Sana mette il muso, si mette nelle coperte e si gira dal lato opposto a quello di Hayama.
Poi si gira e dice
<< Hayama >>
<< Mmmh? >>
<< Sei ancora arrabbiato con me? >>
<< No >>
<< E allora perché non facciamo pace? >>
Poi Akito si gira dalla stessa parte di Sana e dice
<< Kurata, con te non so più cosa fare.
Non credo che dovremmo fare come i bambini >>
<< Sìì, daaai >>
Akito sgrana gli occhi sorpreso che abbia detto sì
<< Eh? Ma sei impazzita? >>
<< Daaai. Io quando sono felice divento una bambina >>
Akito la guarda e sorride a tale infantilità ma Sana non lo nota perché intorno a loro è tutto buio.
Poi però sbuffa
<< Va bene >>
<< Evviva! >>
Poi Sana continua
<< Dammi il mignolo. Ecco bravo così.
Allora: pace pace di Gesù, non lo faccio proprio più, e coi soldi di papà, ci compriamo un bel bacalà** >>
Akito nel frattempo sorride un’altra volta
Poi Sana lo abbraccia
<< Evvaiii! >> poi si stacca dall’abbraccio che è durato un bel po’ e dice
<< Prima volevo fare pace in un altro modo ma fortunatamente si è presentata questa occasione >>
<< Sì si ma adesso dormiamo okay? >>
<< Come sei acido! >>
<< Taci e dormi altrimenti domani ti verranno delle occhiaie enormi >>
<< E va bene >>
Sana si risistema nelle coperte e dice
<< Notte Aki >>
In certi momenti non lo sopporto proprio, neanche mi ha risposto. Uffi.
Però… senza neanche saperlo… abbiamo già fatto pace
*Via del Corso: Ragazzi questa è una comune via ma voi fate finta che è una via bellissima con villette di lusso.
Non so molto bene le strade romane dato che vivo in Puglia.
**Pace… bacalà: Ricordo che quando ero piccola quando litigavo con una mia amica e poi facevamo pace lo facevamo in questo modo e allora mi è sembrata un’idea carina da fare.
ANGOLO AUTRICE:
Ciao ragazzi.
Mi sono dimenticata di scusarmi nel capitolo precedente per l’enorme assenza e per chi segue l’altra mia storia (bastano solo tre incontri per cambiarti la vita) volevo dirvi che la continuerò sicuramente ma adesso sono troppo presa da questa storia forse perché l’altra essendo una crossover e addirittura con DC, un anime completamente diverso da questo è un po’ difficile da mettere insieme.
Passando al capitolo spero vi sia piaciuto e alla prossima sperando che riesca a metterlo entro 1 settimana.
A presto ragazzi…
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Capitolo 5 *** Capitolo 5-Io Ti Aiuterò ***
Sarà stato il destino a farci incontrare?
Capitolo 5- io ti aiuterò
Il giorno dopo Akito si sveglia e trova Sana ad un palmo di naso da lui.
E lei che ci fa qui?
Poi ricordandosi della notte scorsa pensa
Ah, è vero, me la sono ritrovata nel letto.
Quella stupida di Natsumi! come si è permessa di cederle la mia camera?
<< Mmmh!? >>
Si sta svegliando.
Akito chiude gli occhi facendo finta di dormire.
Sana apre gli occhi e vede Akito ad un palmo del suo naso.
*** POV SANA ***
Che bella dormita!
Mmh? Hayama?
Stava per urlare quando si ricorda della notte precedente.
Ah è vero. Devo chiedere spiegazioni a Natsumi, lei mi ha detto che non ha un fratello e questa è la camera degli ospiti, odio essere trattata come una stupida.
Però… non mi ero mai accorta di quanto Akito fosse bello.
Sana cerca di fare attenzione a non svegliarlo. Lo guarda per un minuto che sembra essere infinito e poi si decide ad alzarsi. Con molta attenzione si alza dal letto e si mette le scarpe per poi scendere giù in cucina, dove la notte prima Natsumi le ha detto tutte quelle “frottole”.
Fortunatamente la trovò a preparare la colazione.
<< Buongiorno Nat >>
<< Oh buongiorno Sana, siediti, fra poco la colazione sarà pronta >>
<< No Nat, prima di tutto, voglio spiegazioni >>
<< Su cosa? >>
<< Sulla camera e tuo fratello >>
<< Fratello? Quale fratello? >>
<< Non fare la finta tonta Nat, io odio essere presa in giro >> << Sana, io ti capisco. Akito in questa famiglia non è assolutamente accettato ed è come se non esistesse >> dice Natsumi con tutta la naturalezza del mondo.
<< Cosa? E lo dici così? Con così tanta tranquillità? Te ne rendi conto o no? >>
<< Oh si certo che me ne rendo conto ma io non ci posso fare niente, lui è un mostro e la colpa non è di certo mia >>
Sana rimase di sasso, come poteva quella ragazza parlare così del proprio fratello? Con che coraggio?
<< Ma… ma… con che coraggio vieni a dire a me cose di questo genere? Sai io quanto avrei voluto avere un fratello come il tuo? Io sono cresciuta sola, con solo mia madre adottiva e tu che hai la possibilità di avere un fratello al tuo fianco, che ti protegge e ti aiuta non sfrutti questa possibilità? >>
<< Lui è un mostro, non merita neanche di vivere, lui ha ucciso mia madre.
Appena nato non ho avuto neanche la possibilità di salutarla un’ultima volta >>
<< Ma non ti vergogni neanche un po’ di quello che stai dicendo? Tuo fratello non ha colpa di niente, era solo un neonato e già da allora gli hai dato colpa di tutto? Non hai pensato che anche lui ha sofferto in questi anni? Non ci hai pensato minimamente a dargli tutta la colpa che in realtà non era sua. Tu dici che è un mostro ma sei stata tu a fargli credere sempre questo e da allora lui si è costruito una bolla tutta sua dove la parola principale è MOSTRO credendosi veramente tale ed incolpandosi di tutto.
Tu come sorella avresti dovuto proteggerlo, confidarti… e invece fai tutt’altro, ti devi solo vergognare. Hai una mente contorta, troppo contorta. Prima d’incolpare ingiustamente qualcuno dovresti pensare. Ricordati che le parole fanno sempre più male di uno schiaffo >>
Sana questa volta aveva veramente perso la pazienza, non poteva tollerare che un suo amico veniva trattato in quel modo.
Natsumi dal canto suo non riusciva né a parlare né tantomeno a pensare. Sapeva che Sana aveva ragione.
Neal frattempo due volti maschili avevano sentito tutto: Fuyuki e Akito.
Quest’ultimo era sorpreso da come Sana lo aveva difeso e capito e le era immensamente grato.
Dalla prima parola che Sana gli aveva rivolto aveva subito capito che sarebbe stato molto difficile competere con una come lei perché sapeva tenergli testa, non come le ragazze che aveva conosciuto.
Sana nel frattempo aveva ricominciato a parlare ma questa volta con più calma dato che aveva visto lacrime scendere dal volto di Natsumi.
<< Natsumi, senti. Io anche se non conosco Hayama da anni come te, sembra che io lo conosca di più.
Davvero non hai mai provato a conoscerlo veramente? Io inizialmente non lo sopportavo. Non sopportavo il tono arrogante con cui rispondeva, la sua indifferenza… ma poi ho imparato a conoscerlo ed ho capito che in realtà lui è una brava persona e avevo capito che c’era qualcosa che non andava e adesso ho capito finalmente il motivo e voglio aiutarlo. Con questo discorso spero che lo abbia fatto altrimenti ti farò sentire proprio come lui in questi anni si è sentito: un mostro. >>
Dopo pochi minuti Natsumi si decide a parlare con voce rotta dai singhiozzi
<< H-H-Hai rag-ragio-gione, so-sono s-s-sempre sta-stata coscien-sciente di quello che fa-facevo e ades-so mi-mi rendo con-conto che da-dargli colp-colpa è inutile, anzi, l’ho sem-sempre sa-saputo >>
<< E allora? Prova a stringere un rapporto civile e fraterno con lui, ormai quel che è successo è passato >>
<< Hai ragione, grazie >>
<< Prego >>
<< Grazie >> una terza voce si aggiunge alla conversazione: era il padre di Akito e Natsumi, il signor Fuyuki.
<< Oh, signor Hayama! >>
<< Sana, ti ringrazio anche io. Scusa per aver sentito la vostra conversazione ma mi ha aiutato ad aprire la mente e ad andare in qualche modo al presente >>
<< Ne sono felice. Spero che in questa casa d’ora in poi ci sia più pace e calore famigliare >>
<< Certo Sana, andrò subito a chiedere scusa a mio fratello >> Stava per salire in camera di suo fratello quando Sana la ferma << Aspetta! Prima io vado a casa mia, poi tutti e tre potrete parlare in pace, Akito sta dormendo, vado a prendere il giubbotto e poi vado così potete parlare in famiglia >>
<< Grazie ancora, Sana >> Sana sorride e sale in camera di Akito.
Quest’ultimo si era subito nascosto tra le coperte del suo letto, aspettando che Sana salga.
Una volta che Sana fu salita aspettò che si avvicinasse.
Quest’ultima una volta preso il suo giubbotto si avvicina al letto di Akito dove poco prima ci dormiva anche lei e lo accarezza pensando
Ecco Aki, questo consideralo un mio regalo. Adesso spero che non sarai più scorbutico con tutti e indifferente dal mondo. Ti voglio bene.
Gli da un bacio in fronte. Poi cercò di uscire ma Akito con un gesto veloce la prese per il polso e Sana fu costretta a girarsi
<< Hayama? Ma e-eri sveglio? >>
<< Sì, e da un pezzo >>
<< Ah, quindi hai sentito tutto >>
<< Sì >>
<< Ah, senti Akito, io davvero non volevo immischiarmi ma non… >>
<< Non devi nessuna spiegazione, né a me né a nessun altro >> << Grazie >>
Akito inarca un sopraciglio
<< Grazie? >>
<< Sì, perché? >>
<< Come perché? Perché quello che ti deve ringraziare sono io, non tu, non ne hai motivo >>
<< Oh, quindi non sei arrabbiato? >>
<< Assolutamente no >>
<< Ehm, allora… prego. Comunque adesso devo andare a casa, non voglio fare tardi >>
<< D’accordo, ci vediamo a scuola >>
<< Sì, ciao >>
<< Ciao >>
Sana scende in cucina dove trova il signor Hayama e Natsumi intenti a parlare
<< Ehm… adesso io dovrei andare >>
<< Oh Sana, già te ne vai? >>
<< Sì Nat, devo andare a scuola e ho promesso a mamma di andare da lei prima di andarci >>
<< Oh che peccato! Spero di rivederti presto >>
<< Sì certo >> poi si gira verso il signor Hayama
<< Signor Hayama, io adesso dovrei andare, potresti indicarmi dove devo andare per arrivare in Via Del Corso? >>
<< Ma certo! Allora devi svoltare a destra, troverai una macelleria, vai sempre dritto, gira a sinistra e vai sempre dritto. Se non ricordi potresti tranquillamente chiedere ad un passante qualunque, tanto a quest’ora qui a Roma ci sono tantissime persone, è una zona affollata >>
<< Grazie mille signor Hayama, adesso vado, ciao >>
Poi si gira nuovamente e dice
<< Akito è sveglio >>
<< Grazie >> urla Nat mentre Sana era già fuori la porta.
***POV AKITO***
*Toc toc*
<< Avanti >>
<< Akito, sono io >>
<< Natsumi? >> << E non solo >>
<< Papà? >>
<< Sì Akito, siamo noi, vogliamo parlarti, possiamo entrare? >> << D’accordo, entrate >>
La porta si apre e appaiono il signor Fuyuki e Natsumi.
La prima a prendere la parola è Natsumi che si siede e inizia a parlare
<< Akito, oggi la tua amica Sana mi ha fatto capire diverse cose e… >>
<< Ho sentito >>
<< Ah, quindi… hai sentito e… cosa ne pensi? Vorresti incominciare con noi una vera famiglia? O almeno a provarci >>
Akito ci pensò su
Dopotutto è quello che ho desiderato da sempre e questa è un’opportunità che non posso lasciarmi sfuggire.
Ho sempre desiderato un rapporto civile con mia sorella e mio padre come tutti i miei coetanei
<< Sì, possiamo provarci >>
<< Oh grazie >> e l’abbraccia
Akito è davvero sorpreso
<< N- Natsumi, così mi soffochi! >>
<< Aaah, sono così contenta che tu abbia accettato >>
<< Figliolo, adesso vorrei anche io dirti una cosa.
Noi abbiamo sempre avuto un rapporto distaccato e freddo e questo, anche se non ci crederai mai, mi faceva soffrire perché so che… che vostra madre non avrebbe mai voluto una cosa simile. Mi sento colpevole per non avervi dato già da tempo quella famiglia che noi tutti volevamo e che meritavamo. Quella ragazza, Sana, sarà stata una benedizione mandata da vostra madre, è un angelo, hai scelto la ragazza giusta >>
<< Ra-ragazza? No no, guarda che lei non è la mia ragazza >> Natsumi s’intromette << Aaah, allora devo farvi mettere insieme, siete così carini insieme >>
<< Natsumi! Non devi fare niente, NIEN-TE >> Dice Akito scandendo bene l’ultima parola.
<< Hahaha ti piace, ti piace ti piace! >>
<< Zitta! >>
<< Hahaha ragazzi adesso basta punzecchiarvi.
Stasera verrò prima così ceneremo tutti insieme come una vera famiglia, Natsumi prepara tu qualcosa >>
<< Sì papà >>
<< Sushi? >>
<< Sì! >> risponde prontamente Akito
<< Ti piace il sushi? >>
<< Molto >>
<< Bene, allora si mangia il sushi ma adesso vestiti e lavati in fretta perché devi andare a scuola >>
<< Nooo >>
<< Sì pigrone, alzati e vai dritto in bagno >>
<< Sì sì, basta che non gridi >>
<< Io non grido mai >>
<< Certo ed io non sono umano >>
<< Da quand’è che sei così umorista mh? >>
<< Ma che dici? Non sono mai stato umorista e mai lo sarò >> << No, sei cambiato molto e credo che questo cambiamento si chiami “Sana Kurata” >> << Ma perché continui a nominarla? >>
<< Perché t’interessa, e molto >>
<< Ma cosa dici? È solo un’amica! >>
<< Ma tu prima d’ora non hai mai avuto un’amica, erano tutte “amiche da un letto e via” ma lei non è una di loro, anzi. È un’amica più speciale no? >>
<< Sì è vero ma non c’entra niente >>
<< Oh sì che c’entra >>
<< Senti basta parlare di Kurata, io vado in bagno >>
<< D’accordo, ma pensa a quello che ti ho detto >>
<< Sì certo, come no >>
Akito va in bagno ed entra nella doccia e le parole della sorella gli rimbombano in testa.
Ma perché ci penso ancora? Che cosa stupida, tanto mia sorella non ha ragione.
No, certo che no.
Angolo autrice:
Ciao! Come potete vedere sono stata molto breve nell’aggiornare, un regalo per essere stata assente per molto tempo (2 mesi e mezzo per l’esattezza).
Spero che questo sforzo vi sia piaciuto.
Vorrei ringraziare anche francylove per avermi dato una sua opinione e per star seguendo la mia storia.
Grazie anche a chi legge solamenet seguendola ad ogni capitolo.
A presto!
Avviso:
Fra poco sarà in corso una nuova storia
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Capitolo 6 *** Il concorso di canto - I parte ***
Sarà stato il destino a farci incontrare?
Capitolo 6- Il concorso di canto I parte
ATTENZIONE: In questo capitolo non ci saranno molti momenti tra Sana e Akito. quest'ultimo non apparirà in questa prima parte
Sana una volta tornata a casa sua con il sorriso sulle labbra e saluta sua madre dicendo << Ciao mamma! Visto che bella giornata? Vado in bagno altrimenti farò tardi a scuola ancora una volta >>
Sua madre la guarda stranita pensando
Ma che le è successo? Come mai è così felice? Sono troppo curiosa.
<< Sana cosa è successo? >>
<< Mamma, questa è la soddisfazione di aver fatto una buona azione >> << Che tipo di buona azione? >>
<< Quello di aver aiutato il tuo migliore amico >>
<< E… >> Misako non finì la domanda di una che è troppo curiosa che Sana si trovava già sotto la doccia a canticchiare canzoni allegre, un po’ troppo.
<< Lalalalala… sono così felice! >>
Sana una volta finito di fare la doccia si veste in un lampo e si affaccia al balcone di camera sua ammirando in lontananza il mare e il cielo che pian piano diventava di un azzurro chiaro.
Fa freddo ma io sono troppo felice per sentirlo.
Sono molto contenta che Akito abbia risolto i suoi problemi con la sua famiglia però lo capisco, io quando seppi di mia madre mi sentivo morire e credo che per Akito sia lo stesso, dopotutto siamo simili.
Tutti mi credono forte ma non lo sono così tanto, in realtà molte volte non so cosa fare, mi sento insicura, e ho molta paura.
Sana dopo un bel paio di minuti dà uno sguardo all’orologio e nota che sono le 7:35.
Scende giù in cucina e trova sulla tavola un bel piatto di cornetti e cappuccino.
<< Colazione italiana, provala >>
<< Sì mamma >> il primo boccone, mmmh, il secondo, il terzo…
<< Mamma è buonissimo >>
<< Già figlia mia. Ma adesso, mi vuoi raccontare cosa è successo di così bello? >> << Mamma, certo che sei una curiosona! >> << Ehi! Pensa per te! >>
<< Hahahaha, e va bene mamma, ti racconterò tutto >> Misako subito aveva spalancato le orecchie dicendo << Su figlia mia, racconta, sono tutt’orecchi >>
Sana intanto pensa
Non cambierà mai
<< Allora mamma… il fatto è… >> Sana racconta brevemente la vicenda e Misako alla fine dice
<< Capisco figlia mia, hai fatto bene, io ti ho sempre insegnato ad aiutare gli altri e sono molto orgogliosa che tu abbia fatto questa buona azione che non è una buona azione qualunque >>
<< Grazie mamma, sapevo che mi avresti dato il tuo appoggio >> << Prego figliola ma adesso vai a scuola, altrimenti farai tardi >> << Eh no mamma, mi dispiace ma questa volta non farò tardi perche sono le 7:45 e riuscirò ad arrivare in tempo >> << Le 7:45? Ma se sono le 8:10! >>
Sana guarda l’orologio e urla << Oh no! Farò tardi anche sta volta >> misako la guarda con il sorriso e pensa
Non cambierà mai ma io, la preferisco così com’è
<< Mi scusi per il ritardo prof. >>
<< Si sieda signorina Kurata e spero che non ritardi più perché questa è una scuola e si entra in orario >>
<< Certo, mi scusi >>
Sana va al suo posto e nota che Hayama non c’è
Forse è rimasto con la sua famiglia, bene, così potranno passare una giornata insieme, sono così contenta per lui.
Nell’ora di ricreazione i miei amici -compreso Francesco- mi si avvicinarono. Aya prende per prima la parola
<< Chissà come mai Akito non è venuto. Solitamente viene ogni giorno, non ha mai fatto un’assenza in tutto l’anno scolastico, sia questo, che l’anno precedente >> a quel punto anche Tsuyoshi inizia a parlare << Già è molto strano, comunque le possibilità che stia a casa sua sono molto basse >> Sana allora interviene << E per quale motivo scusa? >>
<< Beh, perché con sua sorella non ha un buon rapporto e così… si scansano per non litigare, ecco tutto >>
Sana non parlò più, voleva poi dire della riappacificazione tra Akito e la sua famiglia solo a quelli che hanno sempre saputo di questo problema, e credo proprio che Francesco non lo saprebbe mai, anche perché lui e Hayama si odiano, quindi…
<< Sana! >> questa è Fuka << Ehm, si? Dicevi? >>
<< Ma mi stavi ascoltando? >> << Certo >>
<< E allora cosa ne pensi? >> << Ehm… penso che… sia un’idea fantastica >> << Sì certo, la punizione di pulire la classe per un’intera settimana è per la signorina qui presente un’idea “fantastica” >> Sana non volendo dire a cosa stava pensando disse
<< Sì, penso che sia un’idea fantastica perché dopotutto ci siamo meritati questa punizione, in particolar modo io che faccio sempre ritardi e poi ci aiuterà per il futuro… per… per imparare a pulire casa no? >> cala un silenzio tombale fino a quando tutti scoppiano a ridere.
Fuka dice tra le lacrime << Sana, tu e ripeto TU, quella che ha sempre odiato le punizioni, i professori e le pulizie ci sta dicendo che la punizione è una cosa “buona”? >>
<< Ehm… sì, non vedo cosa ci sia di male cambiare idea su qualcosa >> << No, di male non c’è niente, è solo strano sentirlo dire proprio da te >>
<< Facci l’abitudine allora >>
<< Ci proverò >> dopo poco inizia a parlare Aya
<< Sana, ti vedo molto strana oggi, cos’è successo? >>
<< Strana? Perché strana? >> << Ti vedo particolarmente felice e pensierosa, cos’è successo? >> << Assolutamente niente, semplicemente mi sono svegliata di buon umore >>
<< Un umore molto ma molto felice, più del solito cara Sana >> << Sì, lo ammetto ma non vedo cosa ci sia di strano, secondo me sarebbe ancor più strano vedermi con l’umore a terra, tristissima, non felice più del solito >>
<< Su ragazze, basta domande, Sana ha ragione e non ha nulla da nasconderci >> s’intromette per la prima volta Francesco
Il mio salvatore.
<< Giusto, Francesco è stato il primo a capirmi >>
Poi Sana si alza e dice << Ragazze! Io vado al bar* >>
<< D’accordo Sana, noi ci andiamo più tardi >> dice Tsuyoshi. << D’accordo, allora ci andrò da sola >>
<< No, aspetta, vengo io con te >> dice prontamente Francesco. Sana gli sorride e dice << D’accordo, almeno sarò in compagnia >>.
Una volta arrivati al bar Francesco dice a Sana
<< Sana, per quanto riguarda le prove… >> << Non ti preoccupare, oggi proveremo e domani pure e anche dopodomani… fino a quando non inventeremo una bellissima canzone per il concorso >>
<< Sì Sana, saremo i migliori >> << Esattamente, questo è lo spirito giusto >>
<< Sei tu che mi dai la positività. Io prima di conoscerti ero molto negativo sulle mie capacità, avevo paura di fallire, ma da quando tu ci sei ho imparato che nella vita “quel” treno passa una sola volta e se non ti butti lo avrai perso in partenza, senza neanche averci provato >>
<< Esattamente, devi lottare per ciò che vuoi, non devi lasciarti sfuggire le opportunità >>
<< Sana, grazie >>
<< Di niente. Io ti ho solo aiutato ad aprire la mente e a farti ragionare. “il” treno dei sogni o dell’amore passa una sola volta nella vita e tu devi saper cogliere il giusto momento per saltare >>
<< Ho imparato la lezione >>
<< Così si fa. Adesso prendiamo qualcosa da sgranocchiare perché il mio stomaco sta brontolando >>
<< Sapessi il mio >>
Entrambi scoppiano a ridere.
Una volta arrivato il vassoio di cibo che avevano richiesto, pagarono e iniziarono a mangiare in silenzio. Un silenzio che dopo poco tempo venne rotto dall’arrivo di Aya, Tsu, Takashi, Fuka, Gomi, Hisae e Mami. Tsuyoshi prese la parola
<< Eccoci! >> << Siete arrivati! Pensavo non venivate più >>
<< No Sana, siamo stati intrattenuti dal professore, non sai che rottura >> << Immagino poveretti >>
Gomi per deviare discorso domanda << Di costa stavate parlando? >> << Del concorso di canto >> dicono all’unisono Francesco e Sana.
<< Quindi lo farete davvero? >> domanda Mami
<< Certo che lo faremo, e c’impegneremo molto per cercare di vincere >> << Sono molto felice per voi >> interviene Fuka.
La campanella suona, segno del termine dell’intervallo, e tutti gli studenti si dirigono scocciati verso le proprie aule.
Dopo altre ore di studio e un po’ di chiasso la giornata scolastica finisce e Sana, insieme a tutti i suoi amici, si dirige fuori dalla scuola. Francesco le si avvicina e le dice << Allora Sana, andiamo? >> << Sì, però io passo prima a casa mia >> << D’accordo, allora io ti accompagno a casa tua e da lì andiamo a casa mia okay? >> << D’accordo >>
Arrivati dinanzi alla villetta Kurata, Sana lo invita gentilmente ad entrare e Francesco fa un cenno del capo. << Mamma! >> << Sana? Non dovevi andare dal tuo amico per provare? Che ci fai qui? >>
<< Mamma, infatti adesso devo andare, Francesco è qui >> mamma subito spunta da dietro la porta curiosa di conoscere l’amico di Sana.
<< Finalmente me lo fai conoscere! >> Disse Misako avvicinandosi al ragazzo e a Sana.
Misako appena lo vede esclama << Ma che bel ragazzo! >> << Mamma! Per favore! Sii seria >> poi si rivolge a Francesco << Francesco scusala ma vedi, lei è fatta così >> Francesco ride << Oh, non devi preoccuparti, mi piacciono le persone allegre e spensierate come tua madre, mi sono sempre state simpatiche le persone come lei >> Misako già adorava quel ragazza
<< Aaaah quanto sei simpatico! >> urla Misako per poi abbracciarlo
<< Mamma! Datti un contegno insomma! >> urla Sana.
<< Su figliola, non è niente di che >> poi Misako si rivolge a Francesco
<< Vieni di là Francesco, adesso ti offro qualcosa nel frattempo che Sana fa quello che deve fare >> Francesco fa un cenno col capo e Sana sospirando dice
<< Allora io vado in camera, adesso scendo >>
Sana va in camera sua e prende il suo PC. Apre Skype e cerca il contatto “Atsuko” (Se non ve lo ricordate, Atsuko è la migliore amica di Sana del Giappone, è apparsa nel capitolo 2). Una volta trovato impazientemente la chiama in videochiamata.
Dall’altro capo del mondo Atsuko si stava facendo un panino e quando arriva in camera dà un’occhiata al computer e quando nota la videochiamata da parte di Sana si catapulta sul PC accettando la chiamata.
<< Sana! >> Urla << Come sono felice di vederti Sana! Che stai facendo? Novità? >>
<< Atsuko! Noto con piacere che non sei cambiata affatto >> << No Sana, assolutamente. Adesso dimmi, come mai mi hai chiamata? >>
<< Perché volevo darti una bellissima notizia >>
<< Mmmh? Notizia? Su avanti spara! >> << Sei pronta? >> << Sì >> << Allora… farò un concorso di canto. Duetterò con un mio amico, si chiama Francesco >> racconta Sana alla velocità della luce, ma si sa, fra amiche ci s’intende e ad Atsuko non era sfuggito niente << Davvero? >> urla quest’ultima.
<< Sì amica mia e non vedo l’ora >> << Finalmente Sana, io ho sempre detto che tu hai un talento per il canto e davvero è un peccato che tu non lo spechi.
Tempo fa dicevi che non cantavi bene e che non volevi fare nessun provino e adesso sono molto felice che tu abbia cambiato idea >>
<< Già, questa città dopotutto non è male, mi ha insegnato un sacco di cose >>
<< Ne sono felice, almeno non sei sconvolta dal tuo arrivo nella nuova città >>
<< Già, e… e a te? Come vanno le cose? >>
<< Come al solito, qualche volta esco con Miranda e Arisu però… non è lo stesso senza di te.
Mi mancano i nostri pigiama party, le nostre “pazze” uscite… >> << Anche a me, però dobbiamo riuscir a sopportare la lontananza, dobbiamo riuscire a fare nuove conoscenze, poi con il tempo matureremo e questa lontananza ci servirà >>
<< In quella città sei diventata anche più saggia, sei cambiata molto e a dire il vero mi sento un po’ inutile.
Quando eri con me non hai imparato così tante cose infatti non volevi fare il concorso, non eri così tanto saggia, non ho fatto niente per te >>
<< Ma no, non lo dire neanche per scherzo. Io con te stavo molto bene, sei la migliore amica del mondo.
Sono cambiata solo perché la lontananza da casa e tutte le cose che mi sono successe mi hanno fatto maturare, in particolar modo un ragazzo di nome Akito Hayama, mi ha fatto capire che ci sono problemi ben più grandi di quelli che io pensavo fossero problemi, mi hanno fatto semplicemente maturare questo viaggio e queste persone >> << Sana, tu hai trovato nuove amiche vero? >> << Sì, sono fantastiche >> << Io… Sana io ho paura >> << Perché? Cosa è successo? >> << Sana… io ho paura che tu possa trovare un’amica migliore di me e che non ritorni mai più >> Atsuko abbassa gli occhi << Ehi, non è vero. Ho trovato amiche fantastiche ma tu sei speciale. Con te ho passato momenti stupendi e ti conosco da una vita. Uno, due incontri non possono sostituire un’amicizia durata molto tempo >>
<< Sì, però tu stando lì molto tempo potresti dimenticarti di me >> << Ma no, certo che no >>
<< Sana, me lo prometti? >> << Sì >> Sana le fa un sorriso e Atsuka dopo un attimo di esitazione ricambia.
Angolo autrice
Ciao ragazzi, ecco un altro capitolo e spero che vi sia piaciuto, ringrazio tutti quelli che mi hanno contattato e leggono la storia solamente.
*BAR= Il bar io nella mia scuola sinceramente non ce l’ho però ho voluto metterlo prendendo spunto da “Rebelde way” non so se l’avete mai sentito nominare.
Se sì, lo so che quello è un collegio ma ho voluto metterlo perché mi sembrava una cosa abbastanza carina e diversa dalle altre.
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Capitolo 7 *** Il concorso di canto - II parte ***
Sarà stato il destino a farci incontrare?
Capitolo 7- il concorso di canto II parte
<< Eccomi! >> dice Sana scendendo giù in cucina.
<< Oh figliola finalmente. Ho avuto modo di parlare con Francesco ed è una bravissima persona, hai scelto un amico fantastico.
<< Signora, la prego di non lusingarmi così tanto >>
<< Oh figliolo, non mi dare del lei, mi fai sentire troppo vecchia! >> << Scusami >> << Sono molto felice che voi abbiate fatto la vostra conoscenza ma adesso io e Francesco dobbiamo andare, ci vediamo stasera mamma! >> << Certo cara… e mi raccomando Francesco, tornami a trovare qualche altra volta >>
<< Certo si… volevo dire… Misako >> << Ciao ragazzi, date del vostro meglio alle prove >>
<< Sicuramente! >> Dicono Sana e Francesco all’unisono.
Per tutto il tragitto Sana e Francesco non hanno fatto altro che parlare del concorso e delle canzoni
<< Riguardo le canzoni io ne avrei in mente già una>>
Esclama Sana << Sul serio? >> << Sì. Qui c’è scritto che la canzone da presentare al concorso dev’essere italiana e romantica. Io avrei in mente già alcune parole >> << Perché non provi a dirmi un pezzo di questa canzone? >> << Certo! >>
Che non sto mangiando più,
che non vedo più gli amici, che mi manchi solo tu,
le tue mani, i tuoi sorrisi
ma qualcosa tra di noi,
può succedere lo stesso,
non ci arrenderemo mai, fino a che sarà successo*
<< Ma è stupenda! >>
<< Tu dici? >> << Sì, ne sono convinto, la nostra canzone sarà bellissima >> << Lo spero! >> dopo qualche secondo di silenzio Francesco dice << Mi è venuta un’idea. Tu proverai a scrivere le parole ed io comporrò la melodia, che ne dici? >> << Sì, così finiremo prima e qualche volta ci daremo una mano >>
<< Esattamente >>. Una volta arrivati davanti alla porta di casa di Francesco, quest’ultimo dice << Mia madre non c’è, ritornerà a casa più tardi, in questi giorni sta lavorando anche il pomeriggio << E tuo padre? >> << Beh… mio padre in realtà non l’ho mai conosciuto. Qualche anno fa scoprii che mio padre quando ero appena nato abbandonò me e la mamma, io ho sempre pensato che fosse morto in un incidente ma non era così >> << Oh, mi dispiace, anch’io non ho mai incontrato mio padre sai? >> << Allora abbiamo davvero molte cose in comune! >> << Già, così pare >> << Beh, adesso incominciamo altrimenti non finiremo più >>
<< Infatti >> Sana inizia a scriver e tutto ciò che le viene in mente così come Francesco.
Alla fine entrambi iniziano a leggere le loro frasi eliminando quelle che non combaciavano e unendo le parole che andavano bene insieme.
<< Perfetto, abbiamo il testo >> urlò felice Sana
<< Sì, adesso ci serve solo la melodia >> << Sì, dobbiamo provare tutti i modi possibili >>
E iniziò un’altra lotta di canto. Passarono le ore e la melodia ancora non arrivava.
<< Mmmh, è passato molto tempo però nessun risultato melodico >> << Già, ma almeno abbiamo il testo e ci sono molte settimane prima del concorso no? >> Disse Sana cercando il lato positivo nella cosa.
<< Giusto >>. Sana a quel punto inizia a leggere la canzone cantandola
Oggi ho un turuturuturu per la testa
Che fa turuturuturu e non mi passa…
Lo fa sempre quando esci un po’ da solo,
ed io resto pressappoco dove sono.
Se potessi fermerei i tuoi passi in un momento
Per scoprire dove sei
Se mi stai portando dentro
Menomale che tra noi,
sta nascendo un sentimento
che fa turuturuturutu
A quel punto anche Francesco sentendo cantare Sana, canta lui
Io vorrei chiamarti ma non ho una scusa
Hai sbagliato a darmi il numero di casa
Non riesco a immaginarti tutta sola
Che peccato che non te l’ho detto ancora
Insieme…
Che non sto mangiando più,
che non vedo più gli amici,
che mi manchi solo tu, le tue mani, i tuoi sorrisi,
ma qualcosa tra di noi,
può succedere lo stesso, non ci arrenderemo mai
fino a che sarà successo
[…]
<< Wo… woow! >> esclama Francesco << Abbiamo cantato benissimo, sono sbalordito. Le parole mi uscivano spontaneamente >>
<< Già! È stato fantastico, finalmente abbiamo la melodia >> << Finalmente, dopo ore e ore… >>
<< Già >> poi Sana guarda l’orologio a pendolo e afferma << Io adesso devo andare, si è fatto tardi >> << Se vuoi ti accompagno >> << No, non ce n’è bisogno, aspetta tua madre, starà per arrivare >> << Sicura? >> << Sicura! >> afferma Sana con un sorriso.
<< Allora ci vediamo domani a scuola >> << Sì! >>.
Sana mentre camminava pensava
Che bello! Finalmente abbiamo il nostro testo e la nostra melodia. La musica mi è uscita spontaneamente… AHI!!
All’improvviso va a sbattere contro qualcuno
<< Ahi! Ma sta più atten… >> le parole le morirono in gola quando vide chi era la persona contro la quale è andata a sbattere: era Hayama.
<< Hayama? E tu che ci fai a quest’ora per strada ? >> domandò mentre si alzava da terra insieme ad Akito.
<< Potrei farti la stessa domanda >>
<< Sì, però te l’ho fatta prima io >>
<< Beh, stavo andando a comprare del sushi per mangiarlo a casa, ci siamo accorti che in frigo non abbiamo niente >>
<< Quindi… con la tua famiglia è tutto chiarito? >>
<< Sì, ed è tutto merito tuo >>
<< Ma no, in fondo tua sorella già da tempo sapeva che non era colpa tua, le serviva solo una spinta per far crollare l’orgoglio >>
<< Ma se non fosse stato per te, quest’orgoglio avrebbe continuato a distruggermi lentamente >> << Ma adesso tutto è passato, non pensarci più, è passato >>
<< Già… e tu? Perché in strada a quest’ora? >> << Adesso vengo dalla casa di Francesco >> << E perché vieni da lì? >> questa frase Akito l’ha detta con una nota di fastidio, un a nota di fastidio che non è stata captata da Sana << Sì, forse non ti ho detto che io e Francesco faremo un concorso di canto, un duetto >>
<< Ah, capisco >> << Ti senti bene? >> << Si perché? >> << No, niente, solo che ti vedo strano, da quando ti ho detto che sono venuta dalla casa di Francesco la tua espressione è notevolmente cambiata, qualcosa non va? >> << No, non ti preoccupare >>. Sana tonta com’è dice << Capisco, beh, io adesso vado a casa, è tardi, ci vediamo domani a scuola, domani ti farò sentire anche un pezzo della canzone che abbiamo composto io e Francesco >>
<< Non ho tempo per queste sciocchezze Kurata >>
<< Cia… o >> akito era già arrivato all’altro angolo
Ma che gli è successo?
***POV AKITO***
<< Eccomi! >> << Oh eccoti Akito! Hai comprato il sushi? >> << Sì! >> << Allora siediti a tavola >>
<< No, non ho molta fame >> << Eh? Non vuoi il sushi? >> << No, vado in camera >>.
Una volta arrivato in camera si stende sul letto e inizia a pensare
Cosa mi prende? Perché mi ha dato fastidio quando Sana mi ha detto che era andata a casa di Francesco? Perché? In questo momento mi sento male, non so cos’è ma sicuramente c’entra un nome: Sana Kurata.
Toc toc…
<< Chi è? >> << Natsumi! Posso entrare? >>
<< Sì, entra! >>. Natsumi entra e si chiude la porta alle spalle.
<< Allora, cosa ti è successo? >> << Niente >>
<< Non mentirmi, anche se non ho avuto modo di conoscerti bene, so per certo quando una cosa ti fa stare male perché non ho mai visto un’espressione felice nel tuo volto, stamani lo eri ma adesso il tuo sguardo è da capo velato dalla tristezza, cosa è successo? >>
Akito allora decise di confidarsi per la prima volta con sua sorella
<< Cosa significa quando una persona sta male quando un’altra gli dice che stava con un altro? >>
<< A chi ti riferisci? >> << Questo non importa >>
<< Beh, significa che sta iniziando a piacergli >>
<< No, impossibile, non mi piace >> << Sana? >> le guance di Akito prendono fuoco << N-no >>
<< Guarda che non c’è niente di male, è una cosa naturale >>. La sorella di Akito allora si alza dal letto dove poco prima stava seduta e se ne va in cucina.
Significa che sta iniziando a piacergli
Le parole della sorella rimbombavano nella testa di Akito, oramai sua sorella gli faceva rimbombare parole strane in testa.
A me Kurata non piace, sarà stato qualcos’altro a darmi fastidio.
Il giorno dopo Akito va a scuola e incontra strada facendo Aya e Tsuyoshi
<< Ehi Akito! >> lo chiama quest’ultimo. Akito non si gira, sa che sta correndo nella sua direzione.
<< Buongiorno Akito! Come mai ieri non sei venuto? >>
<< Quante domande! Alla ricreazione ti racconterò >>
<< Quindi è successo qualcosa! >> Afferma Tsuyoshi nella logica. << Sì, sì, è successo qualcosa >>
<< Quindi poi mi racconti >> << Sì, ma adesso smettila di fare tante domande, poi ti racconto, stop! >> << O- okay >>.
<< Ehi ragazzii! >> una voce squillante viene dalle loro spalle. << Sana! >> l’abbraccia Aya << Come sono andate le prove ieri? >> << Benissimo! >> << Poi mi dai un spoiler sulla canzone vero? >> << Certo! >>.
<< Ehi Hayama! Non preoccuparti, lo spoiler lo farò prima a te >> << Non è necessario >>
<< Io te la faccio sentire lo stesso >> << Fa come vuoi! >> Akito alza il passo.
<< Ragazzi, sapete perché Akito è così? >> domanda Sana ai due ragazzi che aveva accanto
<< Non lo sappiamo Sana, anche con noi è stato molto scorbutico >> risponde Tsuyoshi.
<< Ah >>
Cosa ti è successo Akito? I problemi con la tua famiglia sono finiti e allora perché?
Passano le ore e Sana osserva Akito in silenzio, cercando di capire qual è il problema.
DRIIIINNN, DRIIIIN!!
La campanella della ricreazione suona e tutti gli studenti si alzano e vanno in cortile.
Sana lascia Akito da solo, aveva intenzione di seguirlo e poi di parlargli.
Mentre lo spiava Fuka le viene da dietro e la chiama
<< Sana! >> << Scccccccccc! >>
<< Eh? Ma che ti prende? >> << Missione Hayama >>
<< Eh? >> << Poi ti spiego ma adesso lasciami sola >>
<< D’accordo >> Fuka confusa se ne va al bar, dove stavano anche gli altri.
<< Ehi Fuka! E Sana? >> chiede Aya.
<< “Missione Hayama”, ha detto così >>
<< Eh? >> << No comment, quella è tutta matta >>
Ecco Hayama, eh? Sta andando nel nostro posto segreto! È da tanto che non ci vado con Akito.
Lo segue e lo vede vicino alla casetta con le giostre.
Lo vede sdraiarsi, con la faccia rivolta verso il sole.
<< Akito! >> quest’ultimo sussulta ma non risponde.
Sana gli si avvicina << Che cosa ti succede? >>
<< Niente >> questa volta risponde
<< Non è vero, tu hai qualcosa altrimenti non stavi così >> Akito si alza di scatto e urla << E a te che dovrebbe importare? Vai a “Francesco” a fare il terzo grado >> dice sottolineando con fastidio la parola Francesco.
<< E Francesco cosa c’entra scusa? >> << Tutto >>
<< Hayama, per favore, mi dici cosa ti prende? >> << Lo vuoi sapere davvero? >> << Sì >>
Akito allora di scatto la prende per un polso e ad un soffio dalle sue labbra dice << Ecco cosa mi prende >> e la bacia. La fontana da tempo rimasta chiusa all’improvviso, come magicamente, si apre spruzzando acqua da tutte le parti, bagnando completamente i due ragazzi. Tutto inizia a muoversi magicamente, rondini, mare, fiori, altalene… tutto come in un sogno.
ANGOLO AUTRICE
Ciao ragazzi, allora? Che ve ne pare di questo capitolo? Spero sia piaciuto.
Volevo informarvi che questa è la seconda parte ma non è l’ultima, ci sono altre parti che comprendono il concorso di canto
A presto..
SA
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Capitolo 8 *** un posto... magico? ***
Sarà stato il destino a farci incontrare?
Capitolo 8-Un posto… magico?
Sana si stacca subito dal bacio e la magia finisce.
<< Ma che ti è preso? Ti ha dato di volta il cervello? >>
<< Me lo hai chiesto tu cosa mi prendesse ed io ho risposto >> << Questa non è una risposta, è un abuso della mia ingenuità >> << Tu non sei ingenua, sei tarda >> << Eh? E ti prendi pure la briga d’ insultarmi? No, questo non lo accetto. Mi hai baciata ed io ancora non ne ho capito il motivo e me lo dirai, e mi hai pure insultata dicendo che sono tarda! Fantastico! >> dice l’ultima parola con una nota di sarcasmo.
<< Kurata, non fare la bambina capricciosa >> << Io non sono né capricciosa né tantomeno tarda come dici tu. Adesso dammi un solo motivo per cui io sarei tarda, su avanti, sentiamo il signorino so tutto io >>
<< Lo stesso motivo per cui ti sei scaldata tanto >>
<< Il bacio? >> << Esattamente >> << E cosa c’entra scusa? >> << Ecco hai visto?! Sei tarda >>
<< Basta! Dammi un motivo.
1. perché mi hai baciata? >> << Secondo te? >>
<< Per dispetto. Passiamo all’altra domanda.
2. perché sarei tarda? >> << Secondo te? >>
<< Ma la finisci? >> urla arrabbiata
<< Kurata, fai mille domande e la risposta è una sola, cerca di essere… >> si avvicina al suo orecchio e le dice << Meno tarda >>.
Sana rimane con la bocca aperta seguendo con gli occhi Akito che si dirigeva all’uscita completamente fradicio, come lei d’altronde.
Dopo essersi calmata si dirige verso l’altalena.
Era la prima volta che ci andava e dondolava come faceva quand’era piccola.
Chissà perché Akito mi ha baciata. È il mio primo bacio (con il suo ex, non si erano mai dati un bacio, lei voleva essere sicura di quello che faceva) ed io volevo custodirlo per la mia “anima gemella” diciamo così. Poi sono completamente bagnata, ma a quella fontana che l’è preso? Non voglio ritornare in classe, anche se so che più tardi dovrò dare spiegazioni ai professori e soprattutto alle mie amiche, curiose come sono!
Sana inizia a dondolare e riesce a vedere da in alto.
Non vede più la casetta, l’albero, i giochi…
Vede… un mondo… magico: creature alate, gnomi, persino i folletti. Però fu tutto roba di pochissimi secondi, 2 al massimo.
Si ferma subito e scende immediatamente dall’altalena.
Ma… cos’è stato? Perché ho visto cose del genere?
Adesso non le vedo più, ma cos’era? Oggi accadono troppe cose strane, meglio che vada.
Una volta uscita dal nascondiglio si dirige verso la scuola. Fortunatamente nessuno si aggirava per i corridoi, la ricreazione sarà già finita da un pezzo.
Va in bagno e con lo specchietto che si porta sempre appresso si guarda, era fradicia.
Quella fontana! Proprio adesso mi doveva bagnare? Uffa, mi servirebbe qualcosa per asciugarmi, anche un asciugamano andrebbe bene, almeno per asciugarmi un po’ i capelli, ma guarda un po’ oggi.
Sana gira la testa e all’improvviso vede proprio un asciugamano vicino al lavandino.
L’unica cosa buona oggi
Lo prende e notando che è asciutto lo mette fra i capelli.
Aspetta qualche minuto prima di toglierlo e una volta passati se lo toglie. Si guarda nuovamente allo specchietto e nota che sono ben asciutti in parte.
Bene, adesso che faccio? In classe non ci posso e non voglio andarci, dove vado? Che scusa m’inventerò? Al nascondiglio non ci metterò piede almeno fino a domani, voglio capire cosa è successo ma adesso ho troppa paura.
<< Kurata! >>
Oh cazzo! Conosco bene questa voce… la prof. Di matematica
<< Sì prof.? >> << Che ci fa lei qui, ritorni in classe >>
<< Ehm… non posso >> << Perché? >> << Sono completamente fradicia prof.! >> << Non importa, nel frattempo che arriva in classe si saranno un po’ asciugati, non può saltare la lezione senza permesso >>
<< Sì prof., lei ha ragione ma non mi sento tanto bene, non siamo in estate e se vado in giro così mi prenderò un bel malanno e non posso >>
<< Allora vai in infermeria. Lì starai più al caldo e non ti prenderai il malanno >> << Grazie prof.! >>
Sana mentre si dirigeva in infermeria* pensava
Che strano comportamento ha avuto la Bellini (cognome della prof.), di solito è freddissima e se la conosco abbastanza avrebbe detto che non le importava e che doveva ritornare immediatamente in classe altrimenti rischiavo la nota, sì, avrebbe fatto sicuramente così.
Vabbè, sicuramente non è un problema mio, l’importante è che non mi abbia fatta entrare in classe.
<< Ehi tu! Cosa ci fai qui durante le ore di lezione? >> era l’infermiera. << Ehm… salve. Ecco, io sono qui perché non mi sento molto bene e ho avuto il permesso di restare qui >>
<< Allora sdraiati su quel lettino e riposati un po’ >>
<< Certo, grazie >> L’infermiera se ne va e Sana rimane da sola.
Si sdraia bagnando poco le lenzuola bianche con l’acqua. Fra i suoi pensieri si addormenta, con il Giappone, i suoi amici, il concorso, Akito, il suo bacio e il nascondiglio fra la testa.
***POV AKITO***
Sono fradicio e di certo non posso andare in queste condizioni in classe e poi non voglio neanche vedere Sana, mi vergogno parecchio e se mi chiedesse ancora qualcosa sul bacio non saprei cosa risponderle, non voglio mentirle però sono troppo timido per ammetterlo davanti a lei e quest’ultima è troppo tonta per capire che l’amo.
Vado in infermeria e mi stendo, fortunatamente quella vecchia dell’infermiera non c’è.
<< Ehi tu! Cosa ci fai qui durante le ore di lezione? >> Era l’infermiera.
Oddio, mi ha scoperto, e adesso che le dico?
Stavo per parlare e aprire una sottospecie di tenda che separa un lettino da un altra quando sento un’altra voce, una voce che ormai conosco fin troppo bene: era quella di Sana.
<< Ehm… salve. Ecco, io sono qui perché non mi sento molto bene e ho avuto il permesso di restare qui >>
…
Sana era sdraiata accanto al suo letto. Dopo minuti la sento respirare regolarmente.
Si era addormentata.
Apre piano la “tenda” (io la chiamo tenda perché non so come chiamarla) e la vede dormire, un angelo.
Che bella! Però è così tonta, non ha capito niente.
Prima ero davvero sconcertato su quello che disse Natsumi, lo credevo impossibile ma invece è la pura verità. Sono completamente, pazzamente, perdutamente innamorato di Sana Kurata.
Guardandola dormire, bellissima, anche Akito si addormenta.
<< Mmmh! >> Akito si stava svegliando.
<< Dove sono? >> mormora mezzo addormentato.
Una volta preso coscienza inizia a ricordare.
Gira la testa e vede la folta chioma ramata di Sana.
Per fortuna non si è svegliata prima di me.
La fissa per altri minuti che sembrano infiniti << Mmmh >> all’improvviso sente un mugolio uscire dalla bocca di Sana.
Si sta svegliando, Devo andarmene!
Akito di scatto si alza da terra e si nasconde nell’altro letto.
<< Che ore sono? Che bella dormita! >> guarda l’orologio appeso sulla parete e urla << Oh no! Ma è tardissimo, ho perso tante ore di lezione, mancano solo 15 minuti alla fine della giornata scolastica, devo andare! >>
Oddio! Ma è così tardi?
Pensa Akito sgranando gli occhi.
Sana si alza di scatto dal letto notando che era asciutta, finalmente, ed esce dalla porta dirigendosi in classe.
Se ne è andata, adesso posso andare
Akito, ormai anche lui asciutto, si dirige in classe però trova Sana davanti, probabilmente era andata a prendere qualcosa dalle macchinette.
<< Hayama >> lo saluta Sana un po’ freddamente, ancora offesa per la questione del bacio.
<< Kurata >> saluta lui con lo stesso tono di voce usato da lei. Poi entrambi si dirigono in classe in silenzio, ognuno fra i proprio pensieri che sono ugualmente uguali.
E adesso come mi comporto con lei/lui?
I loro sguardi per una frazione di secondo s’incrociano ma poi subito lo distolgono imbarazzati.
Sana avrebbe voluto urlargli contro che era uno stupido e che doveva ridarle il suo primo bacio ma se ne stette zitta, pensando al motivo per cui l’ha baciata.
Akito invece preferiva restare così, in silenzio, senza dover dare nessuna spiegazione o lascarsi sfuggire qualcosa d’imbarazzante.
<< Kurata! La professoressa di matematica mi ha informato che sei andata in infermeria ma tu Hayama… >> dice il professor Suzuki indica dolo con un dito << Tu non sei giustificato da nessuno, dov’eri? >> << In infermeria >>
***POV SANA***
<< In infermeria! >>
Cosa? Hayama era in infermeria? No aspetta, quel rumore… mi stava spiando? No, questa non gliela perdono, mi stava spiando.
Quando il professore se ne va, si gira verso Hayama e senza perdere tempo gli urla contro
<< Tu, brutto coglione! Come ti sei permesso? Mi hai spiata in infermeria. Mi hai baciata, mi hai detto che sono tarda e hai pure il coraggio di spiarmi! Basta, rivoglio indietro il mio primo bacio, non sei tu quello che me lo doveva dare >>
***POV AKITO***
<< Tu, brutto coglione! Come ti sei permesso? Mi hai spiata in infermeria. Mi hai baciata, mi hai detto che sono tarda e hai pure il coraggio di spiarmi! Basta, rivoglio indietro il mio primo bacio, non sei tu quello che me lo doveva dare >>
Akito da quel “non sei tu quello che me lo doveva dare”, la ignora, ferito dalle sue parole.
Sono davvero un coglione, ma non per averla baciata, ma per essermi innamorato di una stupida che neanche capisce quel che provo.
Dopo la scuola ritorno al nascondiglio, ho bisogno di restare da solo.
DRIIIN, DRRIIIN
Finalmente questa campanella è suonata, non ne potevo più. Tsuyoshi mi guarda curioso, Sana mi accusa con lo sguardo che sento anche senza guardarla in faccia.
Tutti gli studenti si alzano e corrono all’uscita in fretta.
Akito anziché andare dalla parte dell’enorme cancello ovvero l’uscita, và dalla parte opposta, uno delle tante entrate del nascondiglio.
Una volta entrato cammina nella tranquillità, con il rumore delle onde che si sentivano nell’aria.
Quel posto sembrava magico, un luogo molto strano.
Sicuramente nessuno avrebbe creduto che dietro un misero cespuglio si trovava un posto magnifico come quello. Akito si sentiva fortunato di aver trovato un posto così bello, permettendolo di pensare in serenità, senza nessuno che gli girava attorno.
Una volta arrivato alla casetta con le giostre e l’enorme albero, sale sull’altalena e inizia a dondolarsi.
Anche il fatto di essere diventato un po’ “bambino” è uno delle tante conseguenze dell’amore?
Pensa Akito mentre si dondolava sulla giostra su cui andava sempre quand’era piccolo, quand’era pensieroso soprattutto.
Perché mi sono innamorato di una sciocca ragazzina tarda. Lei mi ha umiliato di fronte a tutti.
Le ha fatto così schifo il mio bacio? Potrei considerarlo in mio primo vero bacio, dato che tutti quelli che ho dato, gli ho dati a persone che non amavo affatto. Ho deciso d’innamorarmi della persona più sbagliata del mondo, del mio opposto, perché ho permesso che accadesse?
<< Non sei tu a decidere chi amare, il tuo cuore batte insieme a quello di Sana e tu devi saper lottare per questo amore >>
Akito si spaventa
Chi è stato a parlare?
Ancora dondolando a mezz’aria guarda giù.
Non vede più la casetta, l’albero, i giochi…
Vede… un mondo… magico: creature alate, gnomi, persino i folletti. Si guarda intorno spaventato, stupido e meravigliato allo stesso tempo.
Vede una creatura alata parlare, la stessa voce di prima.
Però appena torna a terra con l’altalena tutto svanisce.
Ma… che succede?
*INFERMERIA= neanche questa è una parte della mia scuola. Di solito le infermerie in Italia sono pochissime, di solito si trovano all’Estero.
Però facendo alcune ricerche ho scoperto che in alcune ragioni Italiane (come Torino) ci sono infermerie.
ANGOLO AUTRICE
Ciao ragazzi! Come state? Innanzitutto auguri di buon Natale, siamo nel periodo che preferisco e non potevo non aggiornare e augurare buon natale e buone vacanze a tutti voi.
Passando al capitolo, che ne pensate? Ringrazio chi mi contatta, chi recensisce, chi ha messo la storia tra preferite\ seguite e anche a te, che leggi solamente.
Come ho già scritto in capitoli precedenti la storia (non i personaggi) potrebbero diventare fantasy e più in là questa cosa si espanderà, adesso è solo qualcosa d’insignificante, diciamo così.
Dedico questo capitolo ad una mia amica che il ieri è stato il giorno del suo compleanno.
Ragazzi volevo dirvi anche che nella storia ci saranno anche ripetizioni e volevo dirvi che queste ripetizioni sono dovute alle stesse cose che vedono Akito e Sana.
Spero vi sia piaciuto il capitolo e come sempre aggiornerò molto presto, 1\2 settimane al massimo.
Kiss
StellinA003
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Capitolo 9 *** capitolo 9- gelosia ***
Sarà stato il destino a farci incontrare?
Capitolo 9- gelosia
Akito continuava a pensare alle cose che aveva visto al nascondiglio, così come Sana che continuava a penarci.
Akito però, oltre a pensare al nascondiglio, continuava a pensare a Sana e alle sue parole che l’hanno ferito tantissimo.
Che egoista! Anche se non ha capito i miei sentimenti per lei, deve capire che le sue parole fanno del male, anche ad una persona qualunque, le sue parole fanno male. Sono la sua arma migliore
<< Akito! >> era sua sorella << Posso entrare? >>
<< D’accordo >> forse sua sorella gli poteva dare un consiglio! << Akito, che succede ancora? Ti vedo sempre abbattuto in questi giorni! Che hai? Ha a che fare con Sana? >> Akito dopo un paio di minuti di silenzio decide di confidarsi, dopotutto lei è una donna ed è sua sorella.
<< Sì, è solo un’egoista >> << perché dici questo? >>
<< Oggi l’ho baciata e… >> << Ma è fantastico! >> urla sua sorella << Aspetta, non ho ancora finito. Lei mi ha insultato prima quando eravamo soli e poi dinanzi a tutti, dicendo che quel bacio non lo voleva e soprattutto da me >>
<< Oh, mi dispiace! >> << Non importa >>
<< Come non importa? Lei ti ha attaccato a parole, tu attaccala con la gelosia, solo in questo modo riuscirai a scoprire veramente se ci tiene o no a te, come tu tieni a lei >> dice le ultime parole con una nota starna nella voce, Akito lo nota ma non nota il modo.
<< Lei non tiene a me, lo ha dimostrato oggi >>
<< No, lei forse non lo capisce, tu devi solo provare, non credo che le ragazze non ti corrano dietro >>
<< In effetti la popolarità tra le ragazze non mi manca, anzi, però da quando ho conosciuto Sana, scaccio ogni ragazza che prova ad avvicinarsi a me >>
<< Visto? Su, devi farla ingelosire, e se lei non mostra alcun segno di gelosia, cosa che mi sembra improbabile, devi conquistarla, in ogni modo >>
Sua sorella aveva ragione, lui doveva lottare, perché senza lottare non saprai mai s e ce l’hai fatto o no.
Senza lottare non riuscirai mai ad andare avanti nella vita. << Sai una cosa?! Hai ragione, se non ci provo non potrò mai conquistarla, hai completamente ragione. Da domani la ignorerò completamente e la farò bruciare di gelosia >>
<< Bravo. Sai, non ti riconosco più >>. Akito la guarda inarcando un sopracciglio << In questo caso anche tu sei la strana, non ti ho mai vista nei panni di sorellona dolce >> << Ahaha, abituati >>
<< Ci proverò >> << Adesso però andiamo a mangiare, devi reagire, non puoi smettere di mangiare, altrimenti perderai i tuoi muscoli >>
<< E smettila, adesso vengo a mangiare >>
<< Okay, allora io vado in cucina a controllare >>
<< D’accordo >> << Quando è pronto ti chiamo >>
<< Okay >>.
Una volta che sua sorella se ne fu andata, Akito prese il telefono in mano, e scorse per la rubrica diversi numeri di telefono di alcune ragazze che impazzivano per lui. Fra tutte, sceglie Britney, la più bella fra loro, ma sicuramente meno bella di Sana.
Britney sta nella sua stessa classe, anche meglio, e nella sua classe sta anche Sana, ancora meglio.
<< Pronto? >> una voce fin troppo provocante proviene dall’altra parte del telefono
<< Sono Akito. Domattina fatti trovare davanti al cancello della scuola, entriamo in classe insieme e potremmo anche uscire >> senza aspettare la risposta della ragazza attacca il telefono, sapeva già che il giorno dopo l’avrebbe trovata dinanzi al cancello della scuola. << Akito! >> sente un urlo provenire dalla cucina: la cena era pronta.
Il giorno dopo Akito si sveglia alle 6.30.
Senza aspettare che la sveglia suoni alle 7.00, si alza dal letto e va in bagno a prepararsi per andare a scuola. Quando esce dal bagno sono già le 7.05.
Akito scende giù in cucina trovando suo padre intento a fare colazione e sua sorella a prepararsela.
<< Giorno >> << Oh buongiorno Akito >> dicono all’unisono il signor Fujuki e Natsumi.
<< Siediti a tavola che adesso ti preparo la colazione >> dice Natsumi a suo fratello.
Akito fa come dice e la colazione non tarda ad arrivare. Una volta finito di fare colazione i tre si alzano e il signor Fujuki prende la sua valigia di lavoro e dice ai due ragazzi << Adesso vado a lavoro ragazzi, voi mi raccomando di andare a scuola e di ritornare presto >> << Certo papà >> esclamano Akito e Natsumi. Una volta che il signor Fujuki fu andato via, Akito e Natsumi prendono le loro cartelle ed escono insieme.
<< Allora Akito, adesso io devo andare da questa parte, mi raccomando quello che ti ho detto ieri okay? >>
<< Sì >> Natsumi gli fa l’occhiolino e se ne va.
Bene Kurata, preparati!
<< Oh! Akito! >> questa dev’essere Britney
<< Ciao! >> la guardo, è vestita molto provocante, mi chiedo come farà ad entrare senza divisa.
Britney vedendo come la guardo dice << Ti piace il mio look? Questo è per dopo, nel frattempo metterò questa divisa >> dice mostrandomi la nostra divisa scolastica però con qualche modifica: la gonna è stata accorciata di almeno 30 cm, molto, troppo corta.
<< Capisco >> << Adesso perché non entriamo? Fra pochi minuti suona la campanella >> << No, aspettiamo un attimo qui, non mi dire che vuoi entrare in classe adesso, anziché restare un po’ con me >> dice Akito.
L’altra arrossisce di botto, cosa che ad Akito resta indifferente e balbetta
<< Oh beh… ma c-certo, i-i-io pe-pens-savo che vo-volessi en-entrare e… >> << Certo certo >>.
Akito poi butta un occhio alla strada e nota che Sana stava venendo, però non si era ancora accorta di lui e Britney. Allora appena fu abbastanza vicina da poterli vedere, bacia Britney con passione, e lei ovviamente risponde al bacio.
***POV SANA***
Per la prima volta sono in anticipo, mi stupisco di me stessa. Oh! Ma quello non è Hayama? Sì, è lui ma… aspetta un attimo, che ci fa con Britney? Nononono, lui la sta baciando, la sta baciando.
No, come ha potuto farmi una cosa del genere? No, ma che sto dicendo? Hayama non mi ha fatto assolutamente niente. Però… perché più mi avvicino al cancello, più sento questo peso sullo stomaco salire? Perché?
Una volta arrivata al cancello con la testa bassa, loro sono proprio di fronte a me, e continuano a baciarsi, impedendomi qualsiasi mossa, anche di entrare nella scuola, non so con che forza sono riuscita a dire
<< Scusate, ma io dovrei passare >> Akito e quella… Britney… si spostano uno dalle labbra dell’altro, finalmente, e Akito mi dice
<< Oh, scusaci tanto Kurata, ma vedi, eravamo così impegnati che non ti abbiamo proprio vista >>
Senza dire niente Sana, con la frangia che le copriva gli occhi, corse all’entrata, vicina ad un pianto isterico.
Decide di andare nel “loro” nascondiglio, non voleva farsi vedere così dai suoi amici, e soprattutto da “lui” e quella Britney.
Una volta che fu vicino alle giostre e alla casetta sull’albero, si stende sull’erba con lo sguardo verso il cielo. L’immagine di Akito e Britney che si baciavano appassionatamente le si parava dinanzi agli occhi.
All’improvviso sente qualcosa scivolarle lungo la guancia, cos’erano? Lacrime? Nhaa.
Sana poi si tocca la guancia e nota che era bagnata.
Lacrime? Può darsi.
L’immagine del bacio ritorna alla mente di Sana e questa volta non sono solo 2 gocce di acqua salata a bagnarle il volto, ma scoppia in u n pianto isterico, che le fa mettere il braccio sugli occhi, tentando di coprirseli. All’improvviso, come l’altra volta, accade una cosa insolita, strana: qualcuno si avvicina a Sana, una creatura minuscola.
Il posto diventa da capo magico, con gnomi, folletti, fatine, e proprio una di quest’ultime è che si avvicina.
Questa volta però l’immagine non scomparse, restò lì, cose se quel posto esistesse davvero.
<< Perché piangi? >>. Sana alzò il viso di scatto e sorpresa disse << Eh? Ma… tu chi sei? >>
<< Questo non importa, adesso perché non provi a confidarti con me? Do sempre ottimi consigli >>
Sana dopo un attimo di esitazione decide di confidarsi.
Le raccontò tutto, dalla sera che aveva incontrato Akito, al bacio tra lui e Britney.
<< Oh, piccola Sana. Tu sei legata ad Akito da un forte sentimento, io so di cosa si tratta, ma tu devi scoprirlo da sola, perché vedo che su queste cose non si un fulmine >> << Un forte sentimento? Io gli voglio molto bene! >> << No, non è questo, il bene che tu dici di volergli è solo una parte minuscola di quello che realmente provi per lui >> << Allora cos’è? >>
<< Tu cosa hai provato quando hai visto quel bacio fra la bionda e Akito? >> << Beh… >> inizia a singhiozzare << Mi sono sentita male, come se qualcuno mi avesse appena dato un forte pugno nello stomaco >> << E allora? Davvero non capisci? >>
<< No, cosa dovrei capire? Lo odio! >>
<< Odiare? Se lo odiassi non staresti così male, non credi? >> << Non lo so cos’è stato quel vuoto al centro del cuore, ma sicuramente è un sentimento negativo, perché se fa star così male, è un’emozione orribile >>
<< E invece, guarda caso, è una delle emozioni più belle mai provate nella vita. Tu adesso stai affrontando un periodo che non hai mai affrontato, è normale sentirsi così confusi >>
<< Ma… ma tu chi sei? Non mi sembri una persona normale come me >>
<< Infatti non lo sono. Mi chiamo Jacquelyn (sciaclin, se non sapete leggerlo). Sono una fatina >>
<< Una fatina? E la casetta? Le giostre? Il mare? >>
<< Dimentica quel posto, questo è il vero aspetto del nascondiglio. Nessuno a parte te e Akito possono vedere questo mondo e il nascondiglio >>
<< E come mai? >> << Ah! Questo non te lo rivelo, mi spiace >> << E dai! >> supplica Sana ridendo.
<< No no >> << Senti Jacquelyn! Mi potresti far visitare questo posto? >> << Ma certo! Ti stupirà! >>
<< Beh, dopo aver visto te, non so cos’altro aspettarmi >> << Adesso vedrai! >>
<< Woow! >> Sana era meravigliata da ciò che vedevano i suoi occhi.
Creature magiche, che lei credeva esistessero solo nei libri e nei film, volavano da una parte all’altra, rincorrendosi e ridendo. Rose, primule e margherite crescevano a dismisura facendo sparare fuochi d’artificio. Non aveva mai visto fuochi d’artificio di giorno, però in quel mondo le sembravano ancor più belli, anche di giorno.
Poi, alzando la testa per ammirare i fuochi, uno splendido panorama le si presentava davanti, un sole accecante, neanche una nuvola, e nel frattempo… non vi spaventate eh!... nevicava. Già, anche Sana era meravigliata, era uno spettacolo unico, magico, proprio come quel mondo.
C’era anche il mare, ma secondo Sana era il più bello che avesse visto: non era solo di un colore ma era sfumato di blu, verde acqua, celeste e verde, delfini che saltano da una parte e l’altra…
Sana ad ogni cosa che vedeva rimaneva sempre stupita.
Non c’era una cosa lì che non fosse magnifica e nuova.
<< Allora, ti piace il mio mondo? >> domanda Jacquelyn
Vedendo Sana rimasta incantata << Stupendo, anzi, molto di più di stupendo >>
Jacquelyn ride << Sono molto felice. Questo mondo è un mondo che solo mezza parte su 100.000 parti di umani possono vedere e tu e Akito siete fra questi >>
<< Ed io mi chiedo perché!? >> Jaquelyn sospira << Sai Sana! noi abbiamo una missione, e solo le due persone scelte possono decidere, noi spingiamo loro solo a fare la scelta giusta >> Sana la guarda con confusione, non ci aveva capito niente << Non capisco >> << Non capisci eh? Beh, ti posso solo dire che solo quando capirei il sentimento che provi per quel biondino saprai completamente tutto su questo mondo >>
<< Allora non lo saprò mai >> << Devi fidarti sulle parole del cuore, solo di quelle >>
Sana in uno stato di trance risponde << O-okay >>.
Il mondo scompare e Sana si ritrova distesa sull’erba.
Che strano! Ma… stavo sognando? Probabilmente
<< Non stai sognando! >> Sana si spaventa << Jaquelyn? >> << Sì, sono io testona, non stai sognando, adesso vado, mi chiamano >> << No aspetta!... >> Troppo tardi! Jaquelyn era già andata via.
Uffa! È già andata via! Comunque mi chiedo proprio come tutto questo è potuto accadere! È troppo… strano.
Sana si alza e si dirige all’uscita, era rimasta troppo tempo in quel mondo.
Appena esce nota con suo stupore però che erano solo le 8.10, pensava fossero le 9.00, forse stava davvero sognando.
<< Non stavi sognando, io sono qui. Nel nostro mondo però il tempo degli umani non vale, è come se il tempo si fosse fermato, capisci? >> << Ehm… forse >> Sana stava per dirigersi in classe quando si blocco << Aspetta un attimo… e tu che ci fai qui? >> << Considerami la tua fata madrina, ti aiuterò nelle scelte da fare e ti terrò compagnia >> << Oh, o-okay >>
<< Adesso andiamo o farai tardi! >> << Sì ma… lì c’è Hayama e Britney >> << Non preoccuparti, ci starò io ad aiutarti quando non saprai che fare >> << Grazie >> Jacquelyn le sorride e poi si mette nella sua cartella.
Su Sana, lei sarà lì, lui sarà lì, non è niente di che, AAH, mi tremano le gambe!
Sana dopo un attimo di esitazione apre la porta.
<< Kurata! La puntualità! La lezione è iniziata già da 15 minuti! >> << Ehm… mi scusi professore >>
<< Che non si ripeta più, chiaro? >>
<< Certo! >> << Si sieda al suo posto adesso >>
Accanto ad Hayama… preferivo che mi mandasse in presidenza, giusto oggi doveva alzarsi con la luna dritta.
Sana guarda il professore con disattenzione, mentre molti sguardi sono puntati su di lei, a partire dalle amiche e Francesco. e poi c’era Hayama, che la guadava di sottecchi .
Sana sentendo uno sguardo abbastanza insistente su di sé, gira la testa e vede Akito fissarla, ma subito dopo distogliere lo sguardo.
Sana non ci dà tanto peso quindi rimette gli occhi sul professore.
Hayama perché continui a tormentarmi, tu adesso stai con quella stupida e allora perché?
Sana stava quasi per piangere però una voce la blocca
<< Sii forte, non farti vedere così debole, non davanti a tutti, cerca di sorridere >>
<< Grazie >> sussurra Sana, un sussurro impercettibile, ma che Akito riesce a sentire e pensa
Ma è diventata pazza Kurata? Parla da sola adesso? Sapevo che era strana, ma non fino a questo punto! Vabbè, io la amo per questo.
Quel pensiero fa sorridere Akito ma subito diventa serio.
Perché continuo a pensare a lei se mi ha fatto così tanto soffrire solo per due parole dette all’aria? La devo smettere di pensarla, altrimenti la mia piccola vendetta e conquista non andrà mai avanti!
<< Kurata! >> il professore chiama Sana
<< Ah… Ehm… si? >> << Allora? Ci vuoi fare un riassunto su quel che ho appena spiegato? >>
<< Ah… ehm… >> oh! E adesso come la metto? Tutta colpa di Hayama, mi distrae.
<< Ehm… >> << Kurata, ho capito che non stava seguendo, non sono rimbambito, vecchio ma non rimbambito. Per domani deve fare un riassunto su Leonardo Da Vinci di almeno 25 pagine >>
<< Eh? Non posso! >> << Kurata, capisco che vuole uscire e divertirsi ma com’è che si dice? Prima il lavoro poi il piacere >>
<< Non posso farli >> << Con questo cosa si aspetta? Che le metto un due direttamente adesso? Senza aspettare domani? Mi dica lei! >>
<< Uff… >> << Non sbuffi Kurata, questa è una scuola! Le scuole italiane non sono diverse dalle altre >>
Con questo suona la campanella della fine dell’ora, finalmente! E il professore se ne va. Dopo pochissimo arriva la professoressa d’italiano.
<< Sana! non dovevi comportarti così >> << Jacquelyn, sono di cattivo umore, quindi per favore di evitare anche tu la predica >>
Akito, che non aveva tolto minimamente l’attenzione da lei, ascolta anche quella frase.
E Jacquelyn chi sarebbe?
<< Sana, Akito ti sta fissando, non parlare più >>
<< Perché? >> questa volta Sana aveva abbassato di più la voce << Come perché? Ti prenderà per pazza! Adesso qui solo tu mi puoi vedere >>
<< Capisco >> dopo quella parola, Jacquelyn ritorna nello zaino e Sana mette gli occhi sulla professoressa, questa volta cercò di evitare lo sguardo di Akito, e cercò di non pensarlo.
Le ore questa volta passano velocemente e arriva già la ricreazione. Akito si alza e si dirige verso Britney, sotto lo sguardo triste di Sana che per non guardarli insieme, va dalle sue amiche.
<< Ehi Sana! cos’hai? Ti vedo triste oggi! >> << No, niente, solo che non ho dormito bene, ero troppo agitata per il concorso >> << Oh >> Aya sapeva che era una bugia ma deviò il discorso << Capisco, che ne dite allora se andiamo al bar? >> Sana e gli altri annuirono. Una volta arrivati al bar, presero posto in un unico tavolo. Fuka domanda a Sana e Francesco << Allora? Sana aveva detto che avevate scritto già il testo della canzone che presenterete al concorso, ci potete fare uno spoiler? >> Sana per la prima volta quel giorno smette di pensare ad Akito.
<< Certo! Abbiamo anche la melodia! >> << Allora perché non ci cantate un pezzo? >>
<< Ma certo! >> urlano Sana e Francesco.
La prima aveva appena visto entrare nel bar Akito con Britney e allora aveva deciso di farsi vedere felice davanti a lui. << Su Francesco! Iniziamo! >>
Oggi ho un turuturuturu per la testa
Che fa turuturuturu e non mi passa…
Lo fa sempre quando esci un po’ da solo,
ed io resto pressappoco dove sono.
Se potessi fermerei i tuoi passi in un momento
Per scoprire dove sei
Se mi stai portando dentro
Menomale che tra noi,
sta nascendo un sentimento
che fa turuturuturutu
Io vorrei chiamarti ma non ho una scusa
Hai sbagliato a darmi il numero di casa
Non riesco a immaginarti tutta sola
Che peccato che non te l’ho detto ancora
Insieme…
Che non sto mangiando più,
che non vedo più gli amici,
che mi manchi solo tu, le tue mani, i tuoi sorrisi,
ma qualcosa tra di noi,
può succedere lo stesso, non ci arrenderemo mai
fino a che sarà successo
[…]
Sana e Francesco cantano, e tutte le persone presenti si avvicinano, tranne Akito e Britney.
Quest’ultima dice << Ah, non sono niente di che, specialmente la ragazza, sono entrambi stonati >>
Akito avrebbe voluto urlarle contro che non era vero, forse sul ragazzo aveva ragione, ma su Sana…
Comunque non lo fece, era troppo preso a sentire la voce della ragazza ma poi un pensiero gli balenò in testa.
Quella canzone l’ha scritta con Francesco, sicuramente era per lui, la canta così bene che è come se quei sentimenti li prova per davvero, già, per quel damerino di Francesco, stupidi.
Akito vede Sana girare la testa dalla sua parte e lui bacia Britney, già, la bacia, per dispetto, perché non sopporta l’idea che lei non lo ami.
Sana vedendo una scena simile si blocca, la voce non riesce più ad uscirle, tutti la guardano stupiti, chiedendosi perché si fosse fermata.
<< Sana, scappa, lascia indietro tutti e scappa >>
Sana l’ascolta senza esitare, quella scena le faceva troppo male, perché?
Troppo presa a scappare, non si accorse di una figura che la seguiva.
ANGOLO AUTRICE
Ciaoo! Allora? Come va? E le vacanze natalizie sono finite!. Allora? Piaciuto il capitolo? So che riguardo al mondo magico, ho avuto troppa fantasia, ma più in là quel mondo lo adorerete perché… no, niente spoiler. Comunque in questo capitolo si capiscono alcune cose, ovvero che solo Sana e Akito possono vedere quel mondo.
Ah comunque il testo della canzone è di Giada e Francesco. Adoro quella canzone.
Comunque spero che il capitolo sia piaciuto, fatemi sapere. A presto,
SA
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