sarà stato il destino a farci incontrare?

di StellinA003
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** partenza e arrivo ***
Capitolo 2: *** una nuova speranza nel cuore? ***
Capitolo 3: *** capitolo 3- cosa è cambiato? ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- senza neanche saperlo... ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5-Io Ti Aiuterò ***
Capitolo 6: *** Il concorso di canto - I parte ***
Capitolo 7: *** Il concorso di canto - II parte ***
Capitolo 8: *** un posto... magico? ***
Capitolo 9: *** capitolo 9- gelosia ***



Capitolo 1
*** partenza e arrivo ***


Sarà stato il destino a farci incontrare?

 
Ciao a tutti quanti.
Ho  deciso  di  scrivere  questa  storia  da  un’ispirazione che  mi  è  venuta.
Ci  ho  messo molto  impegno  a  scrivere  questo  primo  capitolo  e  io  ne  sono  soddisfatta  dato  che  ho  curato  anche  i  più  piccoli  errori.
Se c’è  qualcosa   che  non  va  sarei  felice  che  mi  diate dei  consigli  per  migliore.
Accetto  anche  critiche,  ognuno  ha il  proprio  parere.
Spero  vi  piaccia,  vi  lascio  alla  lettura
 
 
Capitolo 1-  partenza e arrivo
 
<< Sana! >>  Esclama Misako,  la  madre della  ragazza
<< Hai finito   di  preparare le  valigie? >>
<< Certo  mamma >>   Dice  Sana con  una nota  di tristezza nella  voce
<< Bene  allora adesso  scendi ,  la  cena  è  pronta >>
<< Sì,  adesso  scendo >>  
Sana  con  passo lento  si  dirige verso la  porta,  la  apre e   una volta  uscita   la  chiude  alle  sue  spalle.
Sempre  con  lo   stesso  passo  lento  scende   i  gradini  uno  ad  uno.
Appena si   siede  a  tavola  in  silenzio comincia a   mangiare  perdendosi  ancora  tra  i   suoi  pensieri.
<< Sana,  mi  dici  cos’hai? >>  Interrompe  il  silenzio  Misako
<< Niente  mamma >>
<< Sana,  lo  so    che  ti ho  detto  della partenza  di  punto  in   bianco ma  cerca  di  capirmi >>
<< Mamma  basta! Cerca  di  capirmi  un  po’  tu  invece,  come  pensi  che  mi  senta  adesso  eh?  Devo     abbandonare  i  miei  amici,  la  mia  scuola,  la  città  in  cui  sono  vissuta… >>  urla  Sana  spazientita
<< Sana,  io  ti  capisco  benissimo    ma  tu  cerca  di  capirmi.
Lo  faccio  per  il  tuo  bene… >>
<< E  secondo  te  il  mio  bene   è  in   un’altra  città  a  me  completamente  estranea  dove  devo  ricominciare  tutto  da   0? >>
<< Sana,  io  voglio  che  tu  sia  felice    ma  qui  non  puoi  più  esserlo,  ci  sono  molte cose  e  persone  che   ti  fanno  male  e poi   è   un’opportunità  per  entrambe.   Io  avrò  più  possibilità  di   lavoro  lì  in  Italia  e  tu  potrai  finalmente  coronare  il   sogno   di  diventare  una  cantante   famosa >>
Sana  abbassa  lo sguardo.  La  madre   aveva  ragione,   in  un’altra  città  avrebbe  potuto   finalmente   diventare  cantante  e  dimenticare   ma…  non  voleva  lasciare  le  sue  più  care  amiche.
<< Va  bene  mamma,  forse  hai  ragione.  Domani   partiremo   insieme  per  l’Italia  e  ricominceremo  tutto  per  bene >>   Disse   Sana   sfoggiando   un  bellissimo  sorriso  raggiante
<< Ecco,  questa  sì  che  è   la  Sana  che  conosco  io >>
Dopo  aver  cenato  entrambe  si  dirigono  nelle  loro    stanze.
<< Mi raccomando   Sana,  vai  subito  a  dormire  che  domani  ci  dobbiamo   svegliare  molto  presto >>
<>
Sana   apre  la  porta  della  sua  camera   e  dopo  averla   richiusa   si  mette  il  suo   pigiama  e  si  sdraia  sul   suo  caldo  letto   che  in  quella   giornata  di  fine inverno  era   proprio   l’ideale.
Riesce   a  prendere  sonno  quasi  subito  anche  se  nella  sua  mente  c’è ancora  il  pensiero  sul  mattino  seguente.
Il  giorno   dopo,  verso  le   5.00 la    sveglia   suona  lasciando   Sana  frastornata   per  il  troppo  rumore.
Si  stava  rimettendo  sotto  le  sue calde  coperte  ma  due    piatti   enormi   iniziano  a  battere  tra  loro  facendo  cadere   per terra   Sana.
<< Su Sana  sveglia! >>  Dice  una   Misako  piuttosto   in  forma  che  dà  l’idea  che  potrebbe  continuare  a  suonare i  piatti  all’infinito.
Sana  impaurita  del  suo  stesso  pensiero   si   alza    da  terra   e   corre  verso  il  bagno.   Si  lava  molto   velocemente   dato  che  dovevano  stare  all’aeroporto  verso  le  5.30   e  si  sa,  i  voli  non  aspettano.
Dopodiché  si  veste  con  un  semplice   Jeans,  una  maglia  a  righe  a  maniche  lunghe   blu  elettrica e le  Vans   del  medesimo  colore.
Dopo  essersi   sistemata  i  capelli  esce  di  corsa  dal  bagno   e  guarda  l’orologio  appeso  al  muro,  le   5.10.    Sana   scende  le scale  con   le  sue  valige    e  nel  salotto   a  fare  colazione   vede  sua  madre.
Anche  lei  si   siede  a  tavola  per  fare  colazione  insieme  a  sua  madre.
<< Sana  hai  preparato  tutto? >>
<< Certo  mamma >>  Sana   dà  un’altra   occhiata  all’orologio   a pendolo  del  soggiorno  e  nota  che  sono  già  le  5.25   e  urla
<< Oh  no  mamma!  Ma  è  tardissimo,  non  ce  la  faremo  mai,  sono  già   le… >>
<< Calmati  figliola,  il  volo   è  alle   6.00 >>
<< Eh?  Mi  sono  forse  persa  qualcosa? >>
<< Niente  Sana,  non  ti  sei persa  niente,  semplicemente   ti  ho  detto  che  l’ora  del  volo  era  alle  5.30  per  far   sì  che  tu  ti  svegliassi  prima >>
<< Ma…  ma…   mi  hai  fatto  perdere  mezz’ora  di   dormita >>
<< Ecco  appunto >>   dice   ridendo  Misako.
<< Sei  incredibile >>   dice  ancora  ad  occhi  sbarrati  Sana  addentando  un  toast.
<< Però  muoviti  adesso,  abbiamo  solo   30   minuti  di tempo >>  dice  Misako  finendo  il  suo  cornetto  alla  crema.
<< Sì,  ho  finito >>
Sana  e  Misako  si  mettono  il  proprio  giubbino  fresco,  non  troppo pesante  e  poi   escono  di  casa.
Sana  si  gira  un’ultima  volta  verso  la  sua  ormai  vecchia  casa.
 
Mi mancherai  tanto  mia  dolce  casa,   sei  stata  la  spettatrice  di  tutte  le  mie  lacrime e sorrisi per tanto tempo e adesso che me ne andrò  sento  già  la  tua  nostalgia…
 
<>
<< Sì,  arrivo! >>
 
Oh,  non  mi  sono  ancora  presentata..
Mi  chiamo   Sana  Kurata,   sono   una  comune  ragazza  ma  con  una  mamma  un  po’  più  speciale,  almeno  per  me.
Lei   è  una  famosa  scrittrice   ma   in  questo  periodo  il  lavoro  non  c’è  più  di tanto.
Io  vorrei  tanto  diventare  una  cantante.
Mi  piacerebbe  cantare  canzoni  italiane  e  inglesi.
Adesso     stiamo   aspettando  il  taxi  per  andare   all’aeroporto   di Tokyo,  stiamo  partendo  per  Roma.
Lì mamma  avrà  più   possibilità  di  lavoro  ed  io  potrei  realizzare  il  mio  sogno  e  anche  dimenticare  quello    che  mi ha  fatto   il  mio  ragazzo, Hikaru, mi  ha  tradito  e  per  di  più  con  la  mia  nemica   numero  1,  Madoka.
Il  taxi    è  arrivato    e  adesso  ci  stiamo   dirigendo  all’aeroporto.
 
<< Sana,  Sana… >>
<< Eh?  Sì? >>
<< Siamo  arrivate,  su  scendi  dal  Taxi >>
<< Oh… Ehm…  Sì,  non  me  n’ero  accorta >>
Sana  scende  dal  taxi   e   dopo   pochi   minuti   una  voce  metallica  risuona  per  tutto  l’aeroporto   
<< Gentili signori,  l’aereo  diretto a   Roma  sta  per  partire…* >>
<< Sana,  hanno   appena  chiamato  il  nostro   volo,   andiamo  su! >>
<< Sì,  andiamo >>
Sana e  sua  madre  si   dirigono  all’aereo  che  le  porterà  dritte  a  Roma,   ricominciando  una  nuova  vita.
Una  volta  salite  sull’aereo  e   aver  allacciato  le  cinture   l’aereo  parte  e  Sana  diventa  nuovamente  pensierosa.
Misako   per   parlare  un  po’   con  la  figlia  dice
<< Su  Sana,  non  sarà  poi  così  male >>
<< Sì  mamma,  lo  so >>
<< Sono  felice  che  tu  abbia  preso   la  cosa  di   buon  grado,  adesso  perché  non  ti  riposi  un  po’?  Ti  sei  svegliata  presto  e   avrai  sicuramente  sonno >>
<< Infatti  ora  devo  dormire,  non  ho  dormito   tanto  e  adesso  ho  molto  sonno >>  Sana  si  mette  in  una   comoda  posizione  per  dormire   e  crolla  velocemente  in  un sonno  profondo.
Passarono  11  ore  e  Sana  venne  svegliata  dal   tocco  dolce  della   madre  che  la  scuoteva   dolcemente  dicendole   
<< Sana,  sveglia,  siamo  arrivate! >> 
Sana  mugugnò  e  dopo  poco  riaprì   lentamente  gli  occhi.
<>  domandò  Sana  in  uno  sbadiglio.
<>
La  voce  metallica  che  prima  aveva  annunciato  il  volo  adesso  stava  annunciando  il  decollo.
<< Gentili  signori,  preghiamo   di  allacciare   le  cinture,  fra  poco  atterreremo >>
Dopo  qualche  minuto  l’aereo  si  ferma,   finalmente  eravamo  a   Roma.
Sana e  sua  madre  scesero  dall’aereo e  si   diressero con  il  taxi  verso   la  loro  nuova  casa.  Dopo un  quarto  d’ora   arrivarono  a  quella  che  sarebbe  stata  la  loro  nuova  casa.   Misako   pagò  al  tassista   e   si  affrettò  a  prendere  le  chiavi  della  nuova  casa.
Sana   guardava  ammirata   la  villetta  che  stava  davanti  a  sé.
Stava   un cancello   bianco  che  portava  ad  un  giardino  pieno   di  fiori,  Margherite,  Rose  e   Primule   si   mescolavano   tra  loro.
Un  profumo   dolce   invase  le  narici   di  Sana  che  prese  tra  le  mani  un  rosa.
Sul  retro  c’era  una  piscina  coperta  dato  che   era  comunque      fine  inverno.
La  villetta  aveva  tre  balconi,  ognuno  in   3  stanze  diverse.
Sana   presa   dalla  curiosità   si  fiondò   in  casa  e  aprì  quella   che  sarebbe  stata  la  sua  nuova  stanza.
Era  molto  spaziosa,  aveva  un  letto  non  troppo  grande ma   comunque  comodo,  un  enorme   armadio    a  screen  e   la  sua  camera  era  tutta   rosa,  il  suo  colore  preferito.
La  cosa  che  piacque   più  a  Sana  fu  il   balcone   che  si  affacciava  al  mare.   Erano  le    11.00  di  sera  e  il  mare  era   molto  calmo.  Si   vedevano  le stelle   e  per  Sana   era  uno    spettacolo   magnifico  perché  in  Giappone  le  stelle  non  erano  mai  state  così  tante   e  così   lucenti.
Sana   restò   meravigliata  a  guardare  le  sfumature  del  cielo  che  si   perdevano  con   quelle  del  mare.
<< Sana >>  era  sua  madre  che la  stava  chiamando
<< Si mamma? >>
<< Ti  piace  la  tua  nuova  stanza? >>
<< Sì,  è  bellissima,  dopotutto… >>  fa  un  sorriso   << Non  è  poi  così  male  stare   qui >>
Anche  Misako  fa  un  sorriso  e  dice   << Già >>.
Quest’ultima  raggiunge  Sana   sul  balcone  e  anche  lei   si  mette  ad  ammirare  il  paesaggio  che   si  presenta  davanti  ai    suoi  occhi.
<< Sai Sana!  Quando  ho  visto   per  la  prima  volta  questa  stanza  ho  pensato  subito   a  te >>
<< Perché? >>
<< Perché  da  qui  si  può  vedere   tutto,  l’alba, il  tramonto  e  le  sfumature   della  notte.   Ho  pensato  a  te  perché   tu  sei   proprio  come  essi.   Nascondi   piccole  parti  di  te  che    sono  come   il   corso  della   giornata >>
<< Non capisco >>  
Misako  Ride  e   dice      << Tu  sei  come  l’alba,  piena  di  nuove  aspettative  buone,  tu  sei   come  il  tramonto,   a  volte   sai  anche  mettere  da  parte tutta la  tua  allegria  in un  secondo  lasciando  spazio  alla  sera,   diventando   più  tranquilla  e   pensierosa.   Non  credi  che   ti  rispecchino  alla   perfezione? >> 
Questa  volta  è   Sana  a  ridere     << In  effetti   sono  così >>
Misako  si   avvicina  alla  porta  per  andarsene  ma   prima  di  farlo  dice  << Ricordati  Sana,  che  la   tua  mamma  ti  conosce  meglio  di   chiunque  altro >>
Sana  la  guarda   sparire  dietro  la  porta  senza  dire  niente.
Decide  che   i  suoi   bagagli   gli  avrebbe   sistemati  l’indomani  e  mettendosi  il  suo  pigiama    va   a  letto   con  un  pensiero   fisso  in testa
 
Chiunque   entri   a  far  parte   della  mia  vita,  la  mia  mamma  sarà  sempre  la  donna  che  riuscirà  a  capirmi  fino  in  fondo.
 
Si   addormenta   con   lo  sfondo   del  blu  della  notte     decorata  dalle   stelle  che   illuminano  il  cielo   e  la  luna  bianca  che  si   rispecchia   nell’acqua.
 
 
*Non sono mai stata su  un  aereo  e  per questo  non  posso  dirvi  con  precisione  cosa  dicono  le  hostess
 
 
Ragazzi  finalmente  ho   risolto   il  problema   del  computer,  questo   è  solo  un  breve  prologo  ma  il   secondo   capitolo  sarà  molto   più   lungo,   a  presto  e  spero  vi  sia  piaciuto
 
StellinA
 

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Capitolo 2
*** una nuova speranza nel cuore? ***


sarà stato il destino a farci incontrare?

 
ATTENZIONE: In questo capitolo Akito è un po’   OOC
 
capitolo 2- una nuova speranza nel cuore?
 
Il giorno dopo Sana   si  sveglia   come  suo  solito  tardi  ma comunque   di  buon  umore.
Scende  le  scale  della  sua  nuova  casa e   va  da  sua  madre  che  si trova  in  cucina.
<< Mamma! >>
<< Dimmi  Sana! >>
<>
<>
<< Sì >>   Dice  Sana  tutta     felice.
Quest’ultima  dopo  essersi   preparata  per  bene  scende  giù  in  cucina  ma  non  vede   nessuno  così   incomincia  a  girare  per  tutta  la  casa   chiamandola   << Mamma dove  sei? >>
<< Sono   qui  Sana >>  dice  una  voce  molto  famigliare   proveniente   dal  giardino.
<< Oh  eccoti!   Andiamo?  Io sono   pronta! >>  Dice  Sana  in   un  sorriso.
<< Andiamo! >>
S’incamminano  verso  il  cancello   e  cominciano   ad  andare   per le   strade  affollate  della   città.
Camminano   fino a   fermarsi  in  diverse  scuole.
Dopo   un’accurata scelta   Sana   decide   di  andare  nella  penultima  che  ha   visitato.
<< Allora  signorina  Kurata,   lei  potrà  frequentare  l’istituto  già  da  domani.  La  sua   classe  è  la 2°B (superiore) >>
<< Allora  ci  vediamo  domani  signor preside  e  la  ringrazio >>
Sana   e  sua  madre   escono  da  scuola  e  si  dirigono  a  casa.   << Allora   Sana,   ti  piace  la  tua  nuova  scuola? >>   << Sì,  sono   sicura  che  mi   troverò  bene >>
<< Ne  sono   felice >>
Una  volta   entrati  nella  villetta  Sana   dice  alla  madre   << Mamma,  io  vado  in  camera   mia,  vado   a   sistemare  le  valige  e  mettere  in  carica   il  cellulare >>
<< Vai  pure  figliola,   io  nel  frattempo   preparo  il  pranzo >>
<< Okay >>
Sana    si  dirige  nella   sua   stanza  e  inizia  a  mettere   in  ordine  il  suo   armadio.   Il   giorno  dopo  sarebbe   ricominciata  la  rottura  e  doveva   fare   tutto  perché  poi  non   ne  avrebbe   avuto  più  tempo.
Quando  finì  con    i  suoi   vestiti   mise  in  carica  il  suo  cellulare.  
<< Sana >>  urlò   sua  madre  dalla  cucina,   poi  continuò
<< Scendi!  Il  pranzo  è  pronto >>
<< Arrivo! >>
 
Ho   sempre  adorato  la  cucina  di   mia  madre.
I  suoi   piatti   hanno  un  non  so  che   di  speciale.
Potrebbero  essere  piatti   comuni  ma  per  me   sono  davvero   gustosi  e   speciali,  proprio  come  la mia  mamma.
 
Sana   con il  sorriso   sulle  labbra   si  dirige  in  cucina  dove  tutto  era  pronto.
Iniziarono   a  mangiare  e  quando  ebbero   finito  insieme  si  dedicarono  alle    attività domestiche.
<< Bene,  abbiamo   finito! >>   disse  Misako   dopo   ben   un’ora   di  pulizie.
<< Già,  sono  sfinita >>   risponde  con  lo stesso   tono   sfinito  della  madre.
<< Sono   già   le  4.30 >>
<< Già,  che  ne  dici  se  stasera   ci  prepariamo   e  andiamo  a   mangiare   in  pizzeria? >>
<< Mi  sembra  un’ottima  idea   figlia  mia,   domani  invece   dovrò  dedicarmi  al  manoscritto >>
<< Hai  già   trovato   lavoro? >>
<< Bhe  sì,  qui  ho  i  miei    contatti  anche  grazie  ad   Oliver  e  mi  hanno  subito   chiamato >>
<< Quindi   davvero   qui   troverai  buon  lavoro! >>   Più  che  una   domanda   la  sua  era   un’affermazione
<< Già,  tu   invece   dopo  la   scuola  potrai   iscriverti   ad  un  concorso  di  canto  che ho   trovato   su  internet,  sempre  se non  cambi   idea  ovviamente >>
<< Waa   davvero!   Grazie  grazie  grazie! >>  inizia  Sana  a   saltare   qua    e  là   come   una  scimmietta   che  vuole  giocare.
 << Adesso  andiamo  a  prepararci  che   fino   a   quando  ci   sbrighiamo si  fa   tardi >>
<< Sì,  io  vado   in  camera >>
<< D’accordo >>
Sana   una   volta  in camera    si  butta   sul  letto  e   prende  il  cellulare   ormai   carico.
Lo   accende  e   nota   13   chiamate   perse,  tutte   da  Atsuko,  la  sua  migliore   amica  del   Giappone*.
La   richiama   anche  se   dovrà   pagare  la  chiamata.
Uno  squillo…
Due  squilli…
Tre   squilli…
<< Pronto! >>
<< Finalmente! >>
<< Sana! >> urla   Atsuko  dall’altra  parte  del   telefono.
<< Allora  Atsu!  Come  va  lì   in  Giappone,  io   sono  tornata   ieri sera >>
<< Qui  tutto   bene  anche  se   sentiamo  la  tua mancanza >>
<< Anche  voi  mi  mancate  molto,  domani  dovrà   ricominciare  la  scuola  e   mi  sento  un  po’  in  ansia >>
<< Ma no!  Tu  sarai simpatica  a   tutti >>
<< Tu  dici?  Speriamo >>
<< Ma  sì,  quanti  problemi  ti  fai! >>
Sana   ride  e   dice   << Esci  ancora  con   Kisshu? >>
<< No,  l’ho   mollato >>
<< Alla   fine   hai  ascoltato  il  mio   consiglio >>
<< Già >>   dice Atsuko   con  tono   un  po’   triste
<< Ci  tenevi  tanto   eh? >>
<< Già,  ma  ormai  quel  che  è  fatto  è  fatto >>
<< È meglio   così,  senti  a  me,    anch’io   ho  avuto  il   tuo  stesso  problema   con… Hikaru >>  dice   l’ultima  parola   con  voce   un   po’   tremante,  non   le  va  di  ricordare.
<< Non  ti   preoccupare,  ti  comprendo  benissimo,  meglio  di  quanto  tu   credi >>
<< Oh  amica  mia!  Mi  manchi   tantissimo,   nessuna   qui   sarà   come  te,  certo,  anche  le  altre  mi mancano  ma   tu   sei   l’unica   che  mi  comprende  in  tutto  e  per  tutto,  non  ci  potremmo   neanche  vedere  per  un  lungo   tempo,   qui  al  momento  sono   sola >>
<< Vedrai   che  domani   riuscirai   a  farti  delle   amiche  come  me  e  alla   fine  non  sentirai  poi  tanto    la  mia  lontananza >>
<< Questo  non   lo  dire  neanche  per   scherzo,   tu  mi  mancherai   comunque,   con  o  senza   nuove  amiche >>
Atsuko   inizia  a   singhiozzare   << Sana,  tu…  un  giorno   ritornerai? >>
Sana   resta   un   po’   zitta   poi   dopo  un  lungo  tempo  dice  
<< Non  lo   so.   Anche   se   dovessero   passare   anni,  tu,  mi   aspetterai? >>
<< Sana,   tu  sei   la  mia      migliore  amica  e  io   ti   aspetterò   pazientemente,   dovessero   passare  anche   10  anni >>
Anche   Sana  adesso   stava    singhiozzando    << Amica   mia,   non  so  quando  ma   ti  prometto   che   ritornerò >>
<< Ed  io   ti  aspetterò >>
<< Bene,   adesso   devo  andare,   ci  sentiamo   dopo >>
<< Sì >>
Sana e   Atsuko    riattaccano   insieme   ed   entrambe   si   mettono   a  pensare  con   qualche  lacrima  che   scivola   dai  loro   occhi
 
-Sana,  io   ti   aspetterò,   dovesse  anche  passare  una  vita  ma  io   ti   aspetterò,  tu   mi  hai   ridato   il  sorriso  ed   io  ti  ringrazio.
Sei  la   mia   migliore   amica  e   nessuno  potrà  mai   sostituirti.
Non   potrà  nessuno    sostituire  i   sorrisi  e  il  saper  andare   avanti  come   facevi   tu,  nessuno-
 
-Atsu,  ti  prometto   che  ritornerò  ed  insieme    supereremo   tutto,  come  facevamo  sempre   tempo  fa.
Adesso  che mi   sento   così   sola   vorrei   venire   sotto   casa   tua   senza   avvisarti,   suonare    il  campanello  per  poi   dirti   “Scendi  ho  bisogno   di  un abbraccio.”  So  che   ora   non posso,  ma  un  giorno lo  farò.   Lo   prometto.
Ti  voglio bene   amica  mia.-
 
Sana   si  va    a   sciacquare   il  viso  ormai   colmo   di  lacrime  e   si  prepara   per   andare  in   pizzeria.
 
Anche   se  ho  detto  a  mamma   che  mi   piace  questo  posto,  preferivo  stare  in   Giappone,   stare  con   le  mie  più   care  amiche, anche  se   dovevo   soffrire   vedendo  ogni  giorno  la   faccia   di   quel  traditore,  ma  almeno,   non   mi   sarei  dimostrata   debole,   avrei  superato  tutto  a   testa  alta,  non  da   sola,   non  lontana.
 
Si   mette  un  abito   con   fusciacca  blu   fantasia  e   le  scarpe  con  un   po’  di  tacco  del medesimo colore.
La  fascia   blu  che   ricadeva  davanti  al  vestito   donava  più  ricchezza  all’abito  e  alla  persona  che  lo  indossava.  In  più  Sana  si  era  messa   una   borsa  nera.         (  http://www.bonprix.it/prodotto/abito-con-fusciacca-nero--blu-fantasia-966152/?bundle=8810019#image )
Si   era  messa  leggermente  un po’ di trucco:  eyeliner  che  contornava  le palpebre , un   ombretto  azzurro,  mascara  e  lucidalabbra  ovviamente   senza   esagerare   facendo attenzione a  non andare   nell’eccessivo.
Una   volta  preparata  scende   giù  per  le  scale  dove   vede   sua  madre   già   pronta   con   il   suo   solito   kimono   giallo   floreale.
<< Mamma!  Io   sono   pronta >>
Si   gira  verso  di   me,  mi  fa un   sorriso  e     dice   
<< Eccoti,   andiamo? >>
<< Va bene >>
Si   avviano   verso   la  pizzeria  e   Sana  nel  frattempo   ammirava   la   città.  Una   volta   arrivate    si   sedettero   al   tavolo   ed  ordinarono  le  loro   pizze.   Entrambe    presero  quella   margherita,   giusto   per   dare  un  assaggio   delle    specialità  italiane.
<< Allora   Sana,   ti  senti   pronta  ad   andare  a   scuola? >>
<< Vuoi  la  verità  mamma? Sono   un   po’   agitata,   il  posto  per  me  è   nuovo  e   non  conosco  proprio   bene   la  lingua  italiana,  so  qualcosa ma  non   tutto e  poi   non  mi  va  di  andare  a  scuola,  chissà   quanto   saranno   rigidi   i  professori >>
<< Sana,  non   dire   così,   tu   sai   come    farti  prendere   in  simpatia,   lo  sei   sempre  stata >>
Nel  frattempo  che  parlavano   arrivarono   le   due  pizze   che   fecero  rimanere  sia   Sana  che   Misako   con   l’acquolina.
Mangiarono  con   gusto   tutta  la  loro  pizza  e   una   volta   finita  Misako   andò   a   pagare  il conto.
<< Quant’è? >>
<< 7.00€ signora >>
Misako   prese   dal   suo   portafoglio   10.00€   e   gliela   porse   ricevendo  in  resto   3.00€
<< La   ringrazio >>
Sana   e   sua  madre  uscirono   dalla  pizzeria   e   si   diressero   ancora  per  la  città.  Passeggiarono   per  le   vetrine    della  nuova    città  ed   entrarono  in parecchi   negozi.
Verso  le  10.00 ritornarono  a  casa   e  subito   si   misero  dentro   le  lenzuola  perché  il   giorno   dopo   sarebbe  stata  una   giornata  davvero   faticosa.
 
 
<< DRIIIIN DRIIIIN >> erano le 7.30 e una sveglia stava suonando in continuazione ma la ragazza che stava dormendo non  sentiva  niente, sembrava   che  aveva   i   tappi  alle  orecchie.
La   sveglia   suonò  per  molte   volte   ma  niente.
Alle  8.00 la  sveglia  risuonò   nuovamente   e   la  ragazza   dopo   20   minuti  si   decide   a  svegliare.  Guarda   l’orologio   e  resta  per  qualche  secondo  in  silenzio   poi   urla  
<< AAAAAAAHH… >> 
<< …Ma   è  tardissimo,   devo   correre! >>
Si   lava   di  fretta   e   furia   in  2  minuti   e   si  mette  la   nuova  divisa  scolastica  consegnatole   il  giorno  prima  dal  preside.
<< Mamma!!   Perché  non   mi  hai  svegliata  prima! >>  urla   scendendo   le   scale   con  lo   zaino   in  spalla   correndo  verso   la   porta   d’ingresso  ma  venne   subito   fermata   dalla  madre   con  la sua macchinetta rossa   
<< Eh no  cara!   Tu   ti   siedi  a   tavola,  mangi  la  colazione  che ti  ho   preparato   e  poi   vai  a  scuola >>
<< Ma mamma!  Sono  in  ritardo >>
<< No,  la  colazione   è  il pasto  più  importante   della  giornata  e… >>  Ormai  Misako   stava   parlando   da   sola   già   da  un  pezzo,   Sana  aveva  preso  il   cornetto   ed   era       corsa  verso  la  scuola.
<< Cazzo!  Non  arriverò   mai   entro   soli  2  minuti,   devo  correre  più   veloce  che    posso >>
Detto    que4sto   riprese   a   correre   ancora   più  veloce  e    quando   arrivò   la  campanella  suonò,   tempismo   perfetto.
Sana   ancora   con  il  fiatone   si   dirige  nella   scuola  e  cerca  la  classe   2°B.  Come   suo  solito  non guarda   dove  va  e  finisce   addosso  a   qualcosa,  o   meglio,   qualcuno.
Era   una  ragazza.
Aveva   capelli  castani    fino   alle   spalle  e   due   occhi  dolci.
Sana   cerca  di  scusarsi   << Oh  scusa!  Ti  sono  finita   addosso.
Stavo   cercando  la  mia  classe  e  non    ti  avevo  vista >>
<< No,  non fa  niente,  quella  che  deve  chiedere   scusa  sono  io…  Ah… ma   tu  sei   nuova? >>
<< Sì  e  sto   cercando   la   2°B,  sai  dove  posso  trovarla? >>
<< Oh ma  certo,   è  anche  la mia  classe! >>   la  ragazza   sorride   e   Sana   ricambia.
La  prima  poi  le   stringe  la mano  e  dice  
<< Piacere,   Aya >>
<< Piacere  mio,  io   sono   Sana >>
<< Anche   tu  sei   Giapponese? >>
<< Sì! >>
<< Anche  io   e   alcuni  miei   amici   sono   del  Giappone,  poi  te  li faccio  conoscere >>
<< Certo! >> 
Sana  poi  dà  un’occhiata  all’orologio  del  suo   cellulare  e  urla
<< Oh no!  Sbrighiamoci,   altrimenti   faremo  tardi >>
Aya  e  Sana  si  dirigono   nella  loro   classe.
La   lezione  era   già  cominciata  e  Aya  entra  per  prima   scusandosi  per   il  ritardo.
 
E  che ritardo,  solo  di   5  minuti
 
Pensa   Sana  ironicamente.
Poi  anche  lei   entra  nella   classe.
<< Avanti >>
Sana   entra in  classe  e   il  professore  la  guarda    dicendo
<< Tu  sei  la  nuova   alunna? >>
<< Sì >>
<< Allora  entra    e  presentati  alla  classe >>
Io  mi   dirigo  verso  la  cattedra   ma  non  troppo  e  dico
<< Buongiorno  a   tutti!  Io   mi  chiamo   Sana  Kurata  e    sono   Giapponese.  Spero    di far   amicizia   con   tutti   voi >>
<< Bene  Kurata,  adesso   si   segga  all’ultimo  banco,   vicino  ad   Hayama >>
 
L’ultimo  banco  yeaaah!
Mmh ma  perché   la  maggior   parte   delle   ragazze  mi   lanciano   occhiate omicide?
 
Sana   si  avvicina   al   banco   che  le  è  stato  indicato  e  guarda  il   compagno   che   sta   di   fianco  a  lei.
Davvero  bello  ma  che  non  le  fa  nessun   effetto   (almeno  per  il  momento  hehehe  >.<).
Si   siede  e   in  silenzio   si  mette   ad   ascoltare   il  professore  che  sarebbe   quello   di  matematica.
Poteva   capitare   di peggio?   Probabilmente…  no…
<< Kurata!  Alla  lavagna,   voglio  vedere   come  sta  con   il  programma >>
 
… O  forse  si?
 
<< Ehm…  si,   vengo >>
Mi   alzo  agitata  più  che  mai  pronta a fare una  brutta   figura  e  mi   avvicino  lentamente  alla  lavagna.
Mi   chiede   qualcosa   sulla   matematica  e  di fare   qualche  esercizio.
A  parte  qualche  errore  sono   andata  abbastanza   bene,  per  fortuna.
Passano  le  ore  in  fretta  e   arriva  l’ora   di  ricreazione.
Aya   mi  si   avvicina  con  altri  compagni.
<< Ciao Sana >>
<< Ciao  Aya >>  le dico  con   un  sorriso  a   trentadue denti.
<< Come   prima  ti  ho  promesso,   voglio presentarti   i  miei  amici >>
Indica   il  primo
<< Lui  è  il  mio   pasticcino  Tsuyoshi >>
<< Il   tuo  che? >>
<< Il  mio  ragazzo >>
<< AAAAH,   piacere   Tsuyoshi >>
Poi   indica  una   ragazza   con  i   capelli  corti 
<< Lei  invece   è  Mami >>
<< Piacere,  io   sono  Sana >>
Mami    a   sua  volta   ricambia   con  un  sorriso
Poi   indica   un’altra   ragazza
<< Lei  invece  è  Hisae,  lui   è  Gomi,  il  fidanzato   di    Hisae >>
<< Piacere   ragazzi! >>
<< Piacere  nostro >>  dicono  all’unisono  Gomi  e  Hisae
Poi   Aya   indica  un’altra   ragazza  che  mi  somigliava   in  modo  allucinante   se  non  per  i   capelli   e  il  modo  di  parlare.
<< Lei  invece  è  Fuka >>
<< Piacere >>  dice   quest’ultima.
Aveva   l’accento  di   Osaka
<< Piacere   mio >>   dissi  io  mostrando  un altro   dei miei   sorrisi.
Poi    indica   il  compagno   di  fianco  a  me  e   dice  
<< Lui   invece   è   Akito >>
Io  lo   guardo,  faccio   un  sorriso  ma   questa  volta  il  più   splendente   di  tutti  e    dico   << Piacere  Akito >>
Quest’ultimo   fa   come  se  non  esistessi   ed  io   arrabbiata   urlai
<< Ehi  tu!  Ma   come  ti  permetti!   Io   ti  parlo  e   tu  mi   ignori?  Ma   che  ti  ho  fatto  scusa? >>
<< Sana  lascialo  stare! >>  Dice   Aya  << Non  è  molto  aperto  con  la  gente,  soprattutto   quella  nuova >>
<< Mmmh  e  va bene   ma  non  gli  permetterò  più   di  ignorarmi   in  questo   modo >>
Dice    Sana   come  se   il   ragazzo   non  stesse   sentendo
<< È  davvero  scorbutico  e  apatico,  davvero  antipatico >>
<< Chi è  che   sarebbe  l’antipatico  scusa? >>
<< Oh… l’antipatico  si  è  degnato   di  parlare,   benvenuto   fra   noi  signore >>   dice   Sana  con  tono   sarcastico.
<< Senti   lingua  lunga,  sarà  meglio  per  te   che  ti   rimangi  tutte  le  parole  che  hai  appena   detto,   è  un  consiglio >>
<< Ah  si?  E  per    cosa?   Per  la  mia   vita? Te  lo   scordi  caro   che  io  stia   zitta   mentre  mi  ignorano >>
<< Benvenuta   nella  nostra   scuola  principessa   del   Giappone >>  inizia  Akito   con   tono   ironico
<< Vuole  che  le  prepari   che  ne  so,   un  caffè? Un  the? >>   inizia  a  ridere   Akito,   e  di  gusto  anche.
<< WOOOO >>   esclamano   gli   amici  di   quest’ultimo.
Iniziano   dei  bisbigli   per  tutta  la  classe  cosa  che    a  Sana   da   fastidio  e  così   urla   a  tutti
<< Non   bisbigliate,   non   siamo  un’opera   d’arte >>
Tutti   si  ammutoliscono   e   si  girano  da  un’altra  parte  tranne  un  ragazzo,  che  stava   guardando  la  ragazza   con   interesse.
Sana   si  rigira  verso  Akito  e   dice
<< Senti  Hayama,  se   non  mi  scocci   sto    tranquilla  ma  se   vuoi  la  guerra… >> fa  un  ghigno     << Guerra   sia >>.
Hayama    fa  un  ghigno  ancora  più   grande   di  quello  di  Sana   e   dice 
<< Bene,  che  guerra   sia  allora >>
Akito   si  rimette  le cuffie  e  Sana  esce  dalla  classe.
Aya   stava  per   seguirla  ma   Sana  rifiuta  << Aya,  ti   spiacerebbe lasciarmi   sola? >>
<< V-Va  bene >>
Sana   si    dirige  verso   il  cortile   senza rendersi conto di   essere  seguita.
Una   volta  giunta  a  destinazione  cerca  un   posto   in   cui   potrebbe stare   sola  e   lo  trova   sotto   un  grande   albero.
Si  siede sulla   morbida   erba  e  pensa
 
Chissà  perché   quell’Hayama è   stato   così  freddo   con  me  eppure  non  gli   ho  fatto   niente.   In  quegli  occhi   bellissimi   mi   sembrava   di   scorgere  tanta   tristezza  ma   solo  per   un  momento,   dovrebbe   essere   stato  un   gioco   di  luci,  sì,   dovrebbe   essere   stato  così.
 
<< Hey! Ci  sei? >>
<< Ehm sì? >>
<< Tu  sei   Sana  giusto? >>
<< Sì! >>
<< Io   sono  Francesco,  piacere >>
<< piacere  Francesco >>
<< Sai… sei   molto   interessante! >>
<< eh?   Scusa  ma   stai  parlando  con  me? >>
<< Sì,  con  chi  sennò >>
<< Ahaha  già >>
<< Mai  nessuno    si   era avvicinato così  ad   Hayama,  sei    stata   davvero  coraggiosa   ed  anche   l’unica  che  è  riuscita  a   strappargli  un  sorriso,  io  non  l’ho  mai  sopportato,  è  sempre  arrogante >>
<< Già >>
<< Perché  adesso   non  mi parli   un  po’  di  te? >>
<< Come  ho  già  detto   sono  Giapponese, di  Tokyo  precisamente   e   mi  sono  trasferita   da   poco   qui   a   Roma. >>
<< Capisco,   io  non   sono  Romano,  sono   Napoletano >>
<< Si  trova  sempre  in  Italia  e  non  è tanto   lontano  come il  Giappone >> 
<< In  effetti… >>
<< Io  non  volevo   andarmene  ma  ho  dovuto   e  non  me   ne  pento  tanto >>
<< Anch’io   non  sarei   mai   voluto  andarmene,  ma  mia  madre   mi  ha  convinto  dicendomi  che  avrei  potuto   diventare   un  cantante >>
<< Wow,  noi  abbiamo  molte  cose  in comune,  anche  io   voglio   diventare  una  cantante  famosa  e  mia  madre  mi  ha  convinto   con  questo  metodo >>
<< Abbiamo   due madri  pazze >>
<< No,  davvero,  a  parte  gli   scherzi  mia  madre  è  davvero  pazza >>
<< Hahahha  anche  la  mia >>
<< Sai,  noi   due  potremmo  diventare   grandi  amici  Francesco,   vuoi  diventare  mio  amico? >>
<< E  come  potrei   rifiutare   mia    principessa >>
Sana   avvampa    e  inizia  a  balbettare
<< E-ecco  s-s-sì,  ades-so  c-che  ne  dici  se   an-andiamo in  classe? >>
Francesco  fa  un  sorriso,  la  prende  per  mano  e   iniziano  a  correre  nella  classe.   Quando   Aya  e   Fuka   li  vedono   sorridono   fra  loro  e   bisbigliano  ad   Akito  e   Tsuyoshi  che  stanno  parlando  tra  loro
<< Ehi   ragazzi! >> dicono   le  due
<< Guardate  Sana  come   già  è  diventata  amica   stretta   di   Francesco? >>
Tsu e  Akito   guardano  la  scena   e   quest’ultimo  per  un  motivo   a  lui   ignoto   si  sente   infastidito   così  si   alza  e  cercando   di  fare  il  suo  solito   ghigno  di  sempre   va  verso   Sana  e  Francesco  che   stanno  ridendo  tra  loro.
<< Ehilà Kurata!  Ci  si  rivede >>
<< Oh  Hayama!   Qual  buon vento   ti   porta  a  me? >>
<< Niente,  volevo   solo   vedere  la  tua   brutta  faccia >>
Sana   si  arrabbia   e   stava  iniziando  a  insultare   Hayama  quando   Francesco   s’intromette
<< Senti  Hayama,   Sana   sta  con  me  e   tu non   puoi  venire   a  disturbarci,  non   sei  né  suo   fratello né  tantomeno il  suo   ragazzo,  non  puoi  offendere  qualcuno  se  non ti  ha   fatto  niente >>
<< Ah   si  damerino!   Se  io  non  sono  niente   a  questo  punto  neanche  tu  lo  sei >>    A   quel  punto   Sana   s’intromette   nella   discussione
<< Senti  Akito,  se  vuoi  litigare   fallo  in  un  altro  momento.
Come   ha  detto  Francesco  tu  per  me non  sei niente,  manco   n’amico  mentre   Francesco  lo   è  quindi non  intrometterti   e   abbassa   la  cresta   con  persone  che  hai  conosciuto  appena,  in  questo   caso, io  e   poi…  mi  dici  che  ti  prende?   Prima  manco  mi  degnavi  di una  parola  e  adesso  vuoi   giocare   con  me?  Senti,  finiamola  qui,  è  inutile  perdere  fiato   con una   persona  come  te >>  a  questo  punto  Sana  si  gira  ed  esce  dalla  classe   portandosi  appresso   anche  Francesco  mentre   Akito   resta  l’,  bloccato  al  pavimento  con  gli  occhi  fissi   nel   vuoto  mentre  pensa
 
Kurata  ha  ragione,  perché  me  la sono  presa  tanto?   Dopotutto,   non  sono   un  suo  amico  ma  allora  perché   quando  sta  con  quello      sento   come  un  buco  nello   stomaco,  per me  è una sconosciuta   e   non  dovrei  intromettermi,  basta,  la  lascerò   stare,  fanculo   la  guerra     e   fanculo  tutto.
 
<< Hei  Akito,  Akito! >>  Era   Tsuyoshi
Akito   lo  guarda  con  un’espressione   di  ghiaccio   ed   esce  dalla   classe.
 
Sana   nel  frattempo  che  era   arrivata   vicino  all’albero  dove  stava  seduta  prima   dice  a   Francesco
<< Francesco,  ti   dispiace  se  ci  vediamo  dopo,  vorrei  stare  sola >>
<< Certo >>
Sana   inizia  a  girovagare  per  la  scuola  fino  a  quando  non  arriva   ad  un  cespuglio.
Lo  apre  e   vede   che  c’è   un  bellissimo   lago  illuminato   dai  raggi   solari   non  troppo  forti.
Si   siede  sull’erba   e   ammira   quel  bellissimo   posto  che  da  oggi  in  poi  sarebbe   diventato  il  suo  luogo   segreto.   Non  c’era  nessuno   quindi   poteva  constatare   che  nessuno   è  mai   andato  oltre   i  libri  e  il  cortile.    Per  la  verità   non   aveva    visto  questo   lago   nella   scuola,  chissà  perché.
All’improvviso  appare  un’ombra   che   ormai   ha   imparato  a  memoria,  era   Akito
 
                         ***POV AKITO***
 
Tra   i  miei   pensieri  arrivai  nel  mio posto  segreto.
Camminai   per   un  po’  lungo  quell’erba  che  ormai  conoscevo  come  il  palmo  della  mia  mano   ammirando  ogni  piccola   sfumatura   che  quel  paesaggio  donava  ai  miei  occhi.
Avevo   scoperto  quel  posto  quando  ero  ancora  una  volta  incazzato  con  me  stesso,  questo  posto  anche  se  non  ci  crederete   non  è  nella  scuola  anche  se   da  lì  parte  il  percorso  per   uscire.
Camminando   incrociai   una   figura   famigliare   seduta  sull’erba  fresca   a  guardare   meravigliata  quel  paesaggio,   era   Sana.
Lei  pian  piano   si  gira  verso  di  me  e   appena  incrocia  i  miei  occhi  restiamo  così  per  un  lungo  tempo,  incatenati  negli  occhi   dell’altro, poi   distoglie  lo  sguardo  e   dice 
<< Allora  non  mi  ero  sbagliata,  eri  tu! >>
<< Già,  tu  che  ci  fai  qui? >>
<< Potrei  farti la  stessa   domanda >>
<< Ma   te  l’ho   fatta  prima  io  quindi  devi  rispondere  prima  tu >>
<< Per  la  verità  non  so  come    ci sono   finita  qui,  so  solo  che  quando   ho  visto  oltre  un  cespuglio  ho   visto   questo  posto  stupendo  e   non  so  come  gli  studenti  non  riescano  a   vederlo,   si  trova  pure  nella  scuola >>
<< Ti  sbagli >>
<< Eh? >>
<< Qui  non  ci  troviamo   a  scuola >>
<< COOOSA?   Ma  che  dici?  Io   stavo   a  scuola  quando >>
<< Il  cespuglio è   uno  dei  tanti  percorsi  che  ci  sono,  ma  qui non    è  a  scuola,  è  fuori  la scuola >>
<< EEH?  Allora  ce  ne  dobbiamo   andare,  potrebbe  essere  pericoloso! >>
<< No,  non  lo  è >>
<< Ci  vengo  ogni   giorno  e  ti  assicuro   che  è  un  posto  magnifico,  direi  quasi  magico,  vuoi   venire  con  me? >>
Sana   guarda  Akito  un  po’  insicura ma  poi  con  un  sorriso   accetta
<< Va  bene! >>
Akito   fa   un  piccolo   sorriso  e   la  prende  per  mano.
Sana  a  quel  contatto   arrossisce   e  si  lascia  trascinare.   Dopo   qualche  minuto  arrivano   vicino  ad   una  casetta  su  un  albero  e   lungo  il  fiume   si  potevano   benissimo  vedere  i  gabbiani  volare  liberi  nell’aria.
Più   in  là  c’erano  un’altalena,   un  grande   scivolo  e    una   fontana chiusa.
Sana    era   meravigliata   e   si  guardava  attorno   come  per  essere   sicura  che  quello  non  si  trattasse  solo   di  un  sogno.
Guardò   Akito   e   disse
<< Ma  è…  è  stupendo >>
<< Ti  piace? >>
<< Sì   è   bellissimo >>
<< Già,  ho  pensato   la  stessa  cosa   quando  l’ho   visto  anch’io per  la  prima  volta >>
Sana   si  sedette   su  un’altalena  e   lo   stesso  fece   Akito.
<< Akito… >>  lo  chiamò   Sana
<< … Tu,  perché  ti  comporti  così? >>
<< Così  come  scusa? >>
<< Ti  comporti  sempre  in  modo   scorbutico   e  quando   qualcuno   vuole  stringere   amicizia  con  te   tu    fai  finta  che  non esiste >>
Akito   dopo  un   tempo   infinito  decide  di  parlare
<< Vedi  Sana,  io…   io  mi  comporto  così  perché  sono  un  mostro >>
<< No  Akito,  ti  sbagli,  nessuno  nasce   mostro,  lo  si  diventa  per  un  motivo  ben  preciso >>
<< La  mia   è  un’eccezione >>
<< Su  Akito,  sfogati,  quando  lo  farai   ti  sentirai  meglio >>
<< Io…  io  ho   ucciso   mia  madre,   è  morta   dandomi   alla  luce,  capisci?  È   tutta  colpa  mia,  anche  mia  sorella    me   lo  ripete   sempre >>    Sana   resta   sbigottita,  veramente   credeva  che   fosse  stato   lui  il  colpevole  della  morte  della  madre  o  stava   scherzando?
<< Sono  un  mostro  Sana,  un  mostro  che  ha  portato   via   la   donna  a  cui  papà   e   Natsumi volevano  più   bene,  sono  un  mostro,  a volte   desidererei   morire >>
SCIAFFF
<< NON DIRLO NEANCHE   EPR  SCHERZO  CHIARO? >>ù
<< Ma Sa… >>
<< Non  dirlo  più… >>
 
Sta piangendo…  per me?!
 
<< Io  ti  aiuterò  Hayama,   riporterò  nuovamente  il  sorriso  sulle  tue  labbra  così  non  avrai  voglia  di morire.
Devi   vivere,  fallo  per  tua madre,   lei   ti  ama,  ti  ha  amato   fin  dal  primo momento   in  cui  ha  saputo  della tua   nascita,  lei  ti  ha  dato  la vita  per amore,  quindi,   vivila,   ti  ha  donato  la  sua  vita   con  il  sorriso  sulle  labbra   e  tu  non  puoi   buttarla  al  vento,   questo  tua  madre  non lo  vuole >>  
Akito    rimane   spiazzato,  le  parole  di  Sana  erano   vere?  Sua  madre  lo  amava,  lo  avrebbe  scoperto  solo  grazie  a  lei,  alla  ragazza  che   sta  ridando   una  speranza  nel   suo  cuore.
Lui  sorride   e   l’abbraccia  
<< Grazie  Sana >>
Lei   ricambia  il  sorriso  a  sua  volta  e  dice  << Ti  aiuterò,  te  lo prometto >>  restano  abbracciati  a  lungo  poi  Sana  si  staccò   e  guardò  l’orologio  da  polso.
<< Oh  no!  La   ricreazione   è  quasi  finita,   dobbiamo   correre,  altrimenti  dovremmo  dare  spiegazioni  e io non   voglio raccontare  del  m…   nostro  posto  segreto,  vieni  Aki,  andiamo.
Akito   dopo molto  tempo   finalmente  aveva  sorriso   dal  profondo del  cuore,   quella  ragazza  portava  dentro  di  sé  gioia  e  felicità.
 
 
ANGOLO AUTRICE
 
E rieccomi  qua  con un   nuovo capitolo.
Vi  metto  in  chiaro  solo  una  cosa,  qui  Akito   è  un  po’  OOC  infatti  avete   visto  come  ha  parlato  liberamente  a  Sana   della  propria  vita.
Da  questo  momento  scriverò  prima  che  incominci   la  lettura  il  comportamento  dei  personaggi.
Un’altra  cosa,  Akito  non  è ancora  innamorato  di  Sana  e  viceversa.
Spero   vi  sia  piaciuto  il  capitolo .
A  presto
 
StellinA

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Capitolo 3
*** capitolo 3- cosa è cambiato? ***


sarà stato  il destino  a  farci  incontrare?

 
ATTENZIONE    : AKITO IN QUESTO CAPITOLO RITORNA IC.
VORREI  ANCHE  DIRVI  CHE  PIÙ  IN  LÀ   FORSE  LA  STORIA  POTREBBE  DIVENTARE  FANTASY.
OVVIAMENTE  NON  I  PERSONAGGI.
 

capitolo 3- cosa è  cambiato?

 
 
I giorni a   scuola  passarono molto  velocemente  e  Sana  aveva  fatto amicizia  con molte  persone  e  aveva  legato specialmente  con Akito, Fuka, Tsuyoshi, Mami, Gomi e Hisae,  Giapponesi  come  lei   e   Francesco.
Quest’ultimo le  si avvicina  e  la  saluta,  poi dice
<< Sana! >>
<< Si? >>
<< Lo sai che stanno  facendo un  concorso di  canto? >>
<< Sì, quello  verso la   fine  della scuola >>
<< No!  Fra  1  mese  ci  sarà  un  altro,  che  dici,  ci  iscriviamo? >>
<< Davvero? Non  lo  sapevo,  comunque  sì,  lo  devo  dire  solo  a  mamma >>
<< Bene  allora  domani  ci vediamo  a  casa  mia  per   provare,  faremo  un  duetto >>
<< Okay >>
Sana  e  Francesco  iniziano  a parlare  del concorso e   altro  fino  a   quando  la  prima   viene   chiamata  dalle   sue  amiche
<< Sana,  vieni,  ti  dobbiamo  dire   una cosa >>
<< Si  ragazze,  arrivo >>  poi  si  rivolge  a   Francesco  e   dice << Francesco io   vado  un attimo   con  loro, adesso  arrivo! >>
<< Okay >>  Sana   si  dirige   verso le  sue  amiche  e   dice  << Che   cosa  volevate? >>
<< Domani   abbiamo  deciso  di   fare  un’uscita   fra   noi  e  anche   con  i  ragazzi,  ti  unisci  a   noi? >>
<< Oh!  Ragazze,  beh  vedete,  domani  dovrò   stare   con  Francesco  e… >>
<< CON CHI? >>  urlano   come  delle   galline  le  4  ragazze
<< Ma   che  vi   gridate? >>  domanda  Sana  che   si  era   messa   le mani  alle  orecchie
<< Comunque   sì,  domani   dovrò  stare   tutta  la   giornata   con  Francesco  a  provare >>
<< Provare? Per   cosa? >>
<< Per  un  concorso  di  canto, noi   due  faremo  un   duetto e   per   vincere  dobbiamo   provare >>
<<  Davvero?  A  te  piace  cantare? >>  domanda  Mami
<< Sì,  cantare  è  la  mia  passione,   quando  ero  in  Giappone  cantavo  spesso   delle  canzoni >>
<<  Davvero?  Possiamo  sentirne  una? >>
<< Mmmh  okay,   fatemi  solo   pensare    ad   una  canzone >>
<<  Ecco  ci  sono!   Questa  la  dedico a  tutti   i  miei  amici >>
 
Quando l’amicizia…
Ti  attraversa  il cuore… lascia un emozione
che non se ne va...
non so dirti  come, ma  succede  solo, quando due persone
fanno  insieme  un volo…
Che  ci porta  in alto, oltre l’altra  gente
come  fare  un  salto
nell’immensità
e non  c’è  distanza, non  ce  n’è  abbastanza se…
se  tu sei  già  dentro di me
per sempre!
In  qualunque posto  sarai
In qualunque posto sarò
Fra  le cose  che  vivi  io per  sempre  vivrò
In  qualunque  posto  sarai…
Ci  ritroveremo  vicino
Stretti  l’uno   nell’altro  oltre il  destino
[…]
Nel   frattempo  tutte  le  persone  che  si  trovarono  in  cortile,  compresi  Akito  e  Tsu,   si  avvicinarono  meravigliati  da   tale  voce. 
Sana   che  aveva  visto  entrambi  si  mosse  verso  di  loro,  prese   Akito   per   mano   e  lo   abbracciò,  continuando  a   cantare
 
[…]
Non  sarai mai  solo,  ci  sarò,  continuando  il  volo  che…
Che  mi  riporta  dentro  te…
Per  sempre!
[…]
In  qualunque  posto  sarai
Non esisteranno  confini, solamente  due  amici
più  vicini!
Credi  in me,  non  avere  dubbi mai
Tutte  le cose   che vivi
Se sono  vere  come  noi, io  lo  so,
tu  lo  sai,  che non  finiranno mai, oooh
[…]
Se  mi  cerchi  nel  cuore,  io  nel  tuo cuore
Vivrò… *
 
Nel   frattempo  Sana  aveva  avvicinato  tutti   gli  altri  amici e gli   abbracciò,  solo  dopo  che la   canzone  finì.
Ad   Akito  invece   quella  canzone  era   rimasta  impressa  nella  mente  e  nel  cuore.
Tutti  applaudono  davanti  a  tale  bravura   e   Sana  si  sente  orgogliosa  così  come  lo  era  ogni  volta  che  la  rendevano tale a Tokyo.
<< Sana, ma…ma sei bravissima >>
<< Oh  grazie  Francesco  ma  non  esageriamo dai! >>
<< Non esagero affatto,  anzi,  credo che per   raggiungere  il tuo  livello dovrò  fare pratiche su  pratiche >>
 
<< Hahaha ma  che dici! >>
<< La verità?! >> dice tra  un’esclamazione e  una domanda
<< No, io non credo,  se  tu canti   scommetto  ciò  che vuoi  che  mi  eguagli  e  potresti anche  essere  più  bravo,  dipende… >>
<< Mmmh,  io non  credo >>
<< Sana  ma  sei stata  fantastica! >> urlano  le  sue   amiche.
<< Allora  è vero  che sei  brava  a  cantare! >>  dice  Tsu  con un  sorriso
<< Oh beh… allora  grazie >>  fa  un  sorriso poi  si  rivolge  ad   Akito  e gli  dice
<< E  per  te?  Come  sono  stata? >>
<< Mmmh,  non  c’è  male  ma  potresti  migliorare >> e   intanto  pensa 
Sei  stata  spettacolare
<< Grazie >>  dice.
Conosceva  il  modo  di parlare   e  di  esprimersi  di  Hayama   e sentirsi  dire  da  lui  -non esplicitamente- brava  si  sentiva  molto  felice.
Lei ride e gli dice in un orecchio  << Ci  vediamo  nel  nascondiglio? >>
<< Mmmh >>  dice   annuendo 
Dopo  pochi  minuti  si  ritrovarono  entrambi    nel  loro  “Posto Segreto”.
<< Allora,  di cosa  volevi  parlarmi? >>
<< Beh…  ecco… sì,  stavo  pensando  di  fare  con  Francesco  un  concorso  di  canto >>
<< Sì  e  allora? >>
<< Allora  niente,   volevo  solo  avvisarti.
Siamo  amici  e  mi  sembrava  giusto   avvisarti,  niente  di più >>
<< Bene  allora  se  è  solo  questo  io vado >>
Akito  allora  si  diresse  verso   l’ ”uscita”  e   se   ne  andò  a  casa  sua,  sempre  se  si potesse   definire  una  casa   la  sua  dato  che  sua   sorella   non lo   poteva  proprio  vedere   che   subito  impazzisce   lanciandogli  piatti,  bicchieri,   insulti  e  tutt’altro (niente  di  positivo   ovviamente).
 
Akito apre  la  porta   e  neanche   messo  un  passo  in  casa  sua che subito  dalla  cucina  appare  sua   sorella   che   inizia  ad   inveire  contro.
<< Hahahah, sono   venuta a   conoscenza  di  una   tua  nuova  amica,  o  meglio,  puttanella.
Quella   secondo  me  si  diverte  solo  con  te,  ma poi  ti  lascerà  solo,  solo  co0me  un  cane.
Hahaha,  chi mai  starebbe  con  uno  come te,  tu  sei  un   diavolo.
Sei  solo  un  stupido  delinquente… >>
Akito   dopo  cane  non  ha  capito  più  niente.
Con  lo  sguardo  perso   nel  vuoto   gira  i  tacchi  e   se ne  va   senza  neanche  dire  una  parola.
 
Si  diverte  solo con te, ma poi  ti  lascerà  solo  come  un cane…
 
Le parole  di  Natsumi   rimbombavano   nella  mente di Akito  come   un  dolore lancinante.
Il   giorno  dopo  a  scuola  Akito  non  parlò  con  nessuno,  si  mise  in un angolo e  non  fiatò.
Alla   ricreazione  Sana  gli  si  avvicinò.
<< Ehi Akito!?  Tutto   bene?   Ti  vedo  strano >>
L’interpellato  se  ne  restò  zitto,  con  le  sue  cuffie nelle orecchie  facendo finta  di  non  ascoltare.
<< Hayama!  Odio  essere  evitata,  quindi  se  hai  un  “presunto”  problema  con  me, me lo dici subito,  non  facendo il  bambino  che  scappa da  ogni problema  okay? >>
Hayama  non  risponde, ancora.
<< HAYAMA   BASTA! >> urla  Sana  togliendoli  le  cuffie  dalle  orecchie.
Akito  la  fissa  per un po’  e  dopo  la  guarda  con  uno  sguardo  glaciale
<< Kurata,  la  finisci  di   infastidirmi? >>
<< Fin che non  mi  dici  perché  ce l’hai  con  me  non  me ne vado  e  continuerò  a   infastidirti,  ti  avviso >>
<< Kurata  semplicemente  non voglio  vederti  e  parlarti,  ti  è  tanto  difficile?  O  per  divertirti  hai  bisogno  di  me? >>
<< Cosa? Ma che…? >>
<< Kurata  non  fare  l’ingenua,  non  ti  si  addice >>
<< Hayama  se   mi  spiegassi  mi  faresti  un  gran  favore >>
<< MI   DICI  COSA  C’È  DA  SPIEGARE? N. O. N   M. I.    D. E. V. I   P. I. Ù   S. C. O. C. C. I. A. R. E  >>
Dice  scandendo  ogni  lettera   per bene
<< Ah si Hayama? Allora lasciamo stare,  ma  la  cosa  non  finisce  qui >>
Akito non  rispose,  si  rimise  le cuffie  nelle  orecchie   e  non  disse  più  nulla,  esattamente  come  aveva  fatto   prima.
 
                                       ***POV SANA***
Stupido stupido stupido.
Sei solo  uno  stupido   Hayama.  Io mi  preoccupo  per  lui  e   che fa?  Mi  dice   di  non  scocciarlo.
Che  Baka*!
 
<< Sana! >> Fuka
<< Si  Fuka? >>
<< Lascialo  stare  Sana!
Akito  è  così.  Avrà  avuto  i  suoi   motivi  per fare   così >>
<< Problemi o  no,  lui  non  se  la  può  prendere  con  gli  altri  solo  perché  ha  le  sue  incognite  perché  io  non  c’entro  assolutamente  niente e  odio essere  scansata solo perché   ha  problemi  al  di  fuori  della  nostra amicizia.
Non  lo  posso   sopportare >>
<< Sì  Sana,  tu  hai  pienamente  ragione, ma  cerca  di  capirlo.
Non   ha   molti  amici  oltre  noi,  è  solo.
Ha  solo  bisogno di   comprensione  e  affetto. >>
<< Va  bene.
Questa  volta  lascerò  correre.  Quando  le  acque  si  saranno  calmate   tenterò   di  parlargli  >>
<< Brava!  Questa   si  che è   la  mossa giusta >>
Sana  sorride e   Fuka  ricambia.
<< Ragazzi  sedetevi!  La  ricreazione   è  finita! >>
Entra  il  professore  e  inizia  nuovamente  la   lezione  di   aritmetica  (odio profondo).
 
DRIIIINN   DRIIIIIIIIN!  
Il  silenzio  tombale  che  c’era   prima   viene  sostituito   da  un  gran fracasso.
<< Sana! >> Mi   giro  e   trovo    un’  Aya  abbastanza  dispiaciuta
<< Aya,  cosa  è  successo?  Perché  hai   quella  faccia? >>
<< Beh,  perché  mi  dispiace  per  te,  per…   per   come  ti  ha  trattato   Akito >>
<< Senti  Aya,  tu  e  gli  altri  mi  avete  scocciato   sul  serio  adesso.
Insomma,  se  litigo  con  lui  non  vuol  dire  che  è  finito  il mondo >>
Dopo  queste  ultime  parole  Sana  si  gira  e  se ne va,  senza  sentire la risposta    della  sua  compagna  Aya.
 
Sana   si  dirige  verso  il  posto  segreto  cercando  di  non  farsi  vedere  da  nessuno  e  una  volta  arrivata  si   mette  ad  ammirare  il  meraviglioso  lago  incantata.
Prende  un  sassolino  che  trovò  lì  vicino  e  lo  gettò  in  acqua.
 
Che  stupida  sono  stata.
Solo perché  ho  litigato  con  Hayama  litigo  anche  con  le  altre.  Però…  che nervoso.
Sono  solo   una scema.
Chissà  perché  Hayama   si  è  comportato  così  con me.
Avrà  avuto  davvero  problemi  tanto  seri?
Chissà… 
Spero  che   facciamo  pace   subito  perché  stare  così  con  lui  mi  fa  star  male.
 
 
Una  volta   tornata a casa   la  mamma  corre  con la   sua  macchinina   rossa  (Se l’è portata  anche  in  Italia)   e  la  saluta  con  un  gran sorriso.
<< Piccolina  mia!  Sei  tornata!  Allora?  Com’è  andata  questa  nuova  giornata  di  scuola?  Tutto  bene? >>
<< Sì  mamma,  tutto  bene >>    dice  Sana  con  voce  un  po’   giù.  Stava  per  salire  sulle  scale  per  andare  in camera  sua  ma  viene   fermata  da  sua madre che la  prende  per un braccio  e  le dice
<< Su  Sana,  ti conosco.  Cosa  è  successo? >>
<< Ma   niente  mamma,  cosa   ti fa   pensare che  mi sia  successo  qualcosa? Non  vedi  il mio  sorriso  di sempre mamma? >>   << Sana  non mentirmi.
L’altro   giorno  ti ho detto  che  io  ti conosco  meglio  di  chiunque  altro  e  oramai  dovresti  averlo  capito  no?
Devi   essere  sincera  con gli altri  e  soprattutto  con te stessa  e  sai  perché?  Perché   per   fidarti  degli   altri  veramente   devi  fidarti  di  te.  Capisci  cosa  intendo  figlia  mia? >>
<< Mamma  scusa,  tu  hai ragione.  Il   fatto  è  che   ho  litigato  con  un  mio  carissimo  amico  e  adesso  non  so,  mi  sento…  strana >>
<< Capisco.  Per  te è  importante  quest’amico >>
<< Sì,  lui  è  il  mio  migliore  amico  e  non  mi  piace  litigarci >>  << Adesso   ho  capito!  Allora   dovresti  lottare  per  riconquistare  la  sua  fiducia  e la sua  amicizia.
Ricorda  questo  consiglio: L’affetto  di  qualcuno  non  si  compra  come  compriamo  noi  un  paio  di  scarpe,  ma  si  conquista  e  quando  si  conquista,  bisogna  lottare  ancora  perché  bastano  pochi  minuti  per  distruggere  il  vostro  legame.
Ricordatelo  piccola  mia >>
<< Mamma  grazie mille.  Mi  sei  sempre  di  grande  aiuto >>
<< Di   niente  piccola >>
Si  abbracciano  e  Sana  si  dirige  verso le scale  ma poi si   ferma e  con  un  gran  sorriso  ritorna  giù  e si para   di  fronte a  sua madre
<< Mamma  mi  sono  dimenticata  di  dirti  che  vorrei  partecipare  ad  un  concorso  di  canto  con  un  mio amico.
Sai,  a  lui  piace  molto  cantare   come  me  e   mi  ha  proposto  di fare un duetto  insieme a lui   e  da domani  andrò  a  casa   sua  a  provare.  Abbiamo   solo  poche  settimane  per  provare  e   sono davvero  nervosa.
Mi  dai  il  tuo  consenso? >>
<< Oh  Sana, ma  questa  è  un’idea   davvero  magnifica.
Certo  che  ti  do  il consenso. >>
<< Oh  mamma  grazie grazie  grazie >>
<< hahaha figliola   ma  prego >>
<< Bene  mamma,  adesso  mi  metto  in  contatto  con  Francesco e  gli  do  la   notizia.
AAAH  NON  CI  CREDO  ANCORA! >>
Inizia  a  saltellare  per  le  scale   e  va  nella  sua camera.
Prende  il  suo  PC   ed  entra   sul  suo  profilo  Facebook.
Trova   il  nome   del  suo compagno  e   inizia  a  mandargli  un  messaggio:
 
Ehi  Francesco!
Sono  Sana.
Ti  scrivo per  dirti  che  mia  madre  mi ha  dato  il  permesso  per  fare  il  concorso   e  da  domani inizieremo  le  prove.
Io   inizio  a  scrivere  delle  canzoni  okay?
 
Sana  si  sdraia,  chiude  gli occhi  e  inizia  a   vagare  nel  suo  mondo  di canzoni  ma  non  ci  riesce,  troppo  presa  dal   “pensiero  Hayama”.
<< Uff >>
<< Non  riesco  proprio  a  concentrarmi,  tutta   colpa  di  Hayama >>.
Sana  a  quel  punto  si  alza  dal  letto   e   scende  giù.
<< Mamma io  vado   a  fare  due  passi   sulla  spiaggia >>
<< Certo  cara  ma non  fare  tardi >>
<< Certo!  Dove  vuoi  che vada   tutta  sola  in  una   città   che  ancora  non  conosco  benissimo? >>
<< Oh-oh-oh  certo  cara   hai  ragione >>
Sana   sospira  e  una  volta  salutata  la  madre  esce  di  casa  e   si  dirige  verso  la  spiaggia.
A  Tokyo  ogni volta   che  era   triste  trovava   rifugio  nelle  canzoni  e  nel  mare.
Il  mare  per  lei  era  ed è fonte  di    ispirazione  e  tranquillità.
Ogni  volta  che   vedeva   quelle  onde  infrangersi  sugli  scogli  vedeva  la  ragazza   che  lei  desiderava  di  essere.
Anche  se  si  fanno  male  le  onde  hanno  sempre  il  coraggio  di   riprovarci.
Poi   vedendo  anche  le  sfumature   gialle  e  arancioni  che  fanno  da sfondo,  la   sabbia  che  viene  trascinate  nelle   acque  più   profonde  e  il  rumore  delle   onde  non sa  cos’altro ci sia  di   più  bello  al  mondo.
Le  persone  invece  non  capiscono   niente.
Trovano  rifugio  nelle   discoteche,  nel  caos.
Ma  non  capiscono  che  pace   è  proprio  di  fronte  a loro,  proprio  a  due  passi.
Danno   tutto  per scontato.
Ricordo  ancora  quel  giorno,  alle  elementari 
 
Flashback
 
<< Ragazzi questo  è “ l’albero  della  vita” di  Gustav Klimt,  lo  vedete?  Io  adesso  vi  darò  una  fotocopia  dell’albero  e  voi  dovrete  colorarlo  con  3  colori  che  secondo  voi  rappresentano  la  vita >>
 
Io  mi  ero  subito  entusiasmata  e   quando  il  foglio  arrivò   a  me  presi  l’azzurro,  il  verde  acqua  e  il  verde  chiaro.
Iniziai  a  colorarlo  e  una  volta  finito  lo  presentai  davanti  alla  maestra.
 
<< Maestra  ho  finito  di  colorare >>
<< Ah  sì  Sana?  Fa  vedere >>
<< Ti  piace? >>
<< Certo,  è  bellissimo.  Adesso  dimmi,  perché  hai  usato  proprio  questi  tre  colori?  Sono  i  tuoi  preferiti? >>
<< Sì.  Maestra  tu  ci  hai  detto  che  dobbiamo  colorare  l’albero  con  tre  colori  diversi  che  rappresentano  la  vita  secondo  noi  e  secondo  me  questi  colori  rappresentano  tre  cose  fondamentali  per  vivere.
Sono  colori  simili  ma  che  ognuno  rappresenta  qualcosa  di  diverso.
Il  verde  chiaro  corrisponde  alla  natura.
Senz’alberi,  fiori,  cespugli…  la  vita  sarebbe  solo  di   gas  e  nient’altro.
La  natura  serve  alla  vita,  all’aria  pulita.
L’azzurro  invece  corrisponde  al  cielo.  Senza  cielo  non  ci  sarebbe  il  sole,  non  ci  sarebbe  la  pioggia,  non  ci  sarebbe  la  neve,  non  ci  sarebbero  le  stagioni,  il  mare…  e  noi  senza  cielo  a  questo  punto  vivremmo? Certo  che  no!
Il  verde  acqua  invece   rappresenta  il  mare.
Sa  maestra?  Il  mare  è  uno  dei  miei  posti  preferiti.
Non  per  andare  a  divertirmi  a  nuotare  in  mezzo  a  tremila  persone, no.
A  me  piace  il  mare  tranquillo,  senza  nessuno  attorno,  dove  l’acqua  è  limpida  e   i  pesciolini   si  vedono,  senza  paura.
Amo  il  mare  in  primavera,  dove  c’è  solo  una  brezza  leggera  a  far  muovere  poco  le onde.
Ogni  volta  quando  mi  sento  triste  vado  lì  e  mi  metto  a  giocare  con  la  sabbia e   con  l’acqua.
Dove  posso  vedere  la  purezza  e  la  chiarezza  che  vorrei  vedere   in  una  persona.
Amo  il  mare,  per  me,  è  una  delle  cose  fondamentali  per  vivere.
 
La  maestra   rimase   a   bocca  aperta  dopo  quelle   mie  parole  che  si  commosse  e  mi  abbracciò.
 
Fine flashback
 
Sorrisi  a  quei  vecchi  e  bei  pensieri.
Le  parole  che  dissi   le  penso  ancora  oggi e  non   mi  pento  di  aver  usato  quei  colori  che  ancora  oggi  per  me  sono  fondamentali.
I  miei  pensieri  mi  hanno  fatto   venire  in  mente   una  canzone  e  un  modo  per  fare  pace    con   Hayama.
Mi  addormento  con  il  sorriso  sulle  labbra   dove   il   sole  che  sta  tramontando  mi  fa  da  sfondo.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- senza neanche saperlo... ***


Sarà stato il destino a farci incontrare?

 

capitolo 4- senza neanche saperlo...

 
 
Dopo   molto  tempo   Sana    si sveglia  e  come  vede  il  cielo  blu  con  tantissime  stelle  inizialmente  è  meravigliata  dal paesaggio  ma  poi  pensa
Stelle?  Aspetta  un  attimo…  STELLE?   Oh  no  devo  subito  andare a casa la  mamma   sarà  preoccupata.
 
Subito  inizia a correre   verso  casa  ma  si   perde strada  facendo.
Finisce   in  un vicolo cieco 
Oh  no!  E  adesso  dove  vado? Mi  sono persa.
 
Sana  ritorna  indietro  e  sperando  di  essere  aiutata   bussa  alla  prima  porta  che trova  lungo  la strada.
La  porta   si  apre  e  davanti  a  Sana appare   una  ragazza  molto  carina,  dai  capelli  corti   un  po’  a  boccoli  dalle  punte  e  di  media altezza,  dovrà  essere  più  grande  di lei  di  qualche anno.
<< Sì? Tu  chi  sei? >>
<< Ehm,  ciao.   Mi  chiamo  Sana   e… beh  sì…  io vorrei  sapere  dove  si  trova  Via Del Corso*.
Mi  potresti  dare  un’informazione? >>
<< Ehm  mi  spiace  ma  anche se  abito   qui  sono  giapponese  e  ancora  non  mi  sono  ambientata   bene,  specie  in  posti  lontani  con  Via  Del  Corso >>
<< Oh  va  bene,  non  importa,  grazie  lo  stesso >> Sana stava  per  andarsene  quando  la  ragazza  di  cui  ancora  non  conosceva  il  nome  le  propose
<< Perché  almeno  per  stanotte   non  dormi  qui?  Abbiamo  una  stanza  degli  ospiti  ed  è  disponibile.
Domattina  mio  padre    ti  può  accompagnare  a  casa tua.
Lui  è  ambientato  meglio  dato  che  lavora  molto  e  ha diverse  aziende   anche  in  vie  lontane,  che ne dici? >>
<< Beh… d’accordo  accetto >>
<< Bene  allora  entra >>
Sana  una  volta  entrata  in casa  dice  alla  ragazza
<< Senti,  posso  fare  una telefonata  a casa  per  avvisare  mia  madre,.  Non  vorrei  che si   preoccupasse >>
<< Certo,  il  telefono  è  lì >>   e  le  fa segno  con  un  dito
<< Grazie >>
 
Uno  squillo…
Due  squilli…
<< Pronto? >
<< Pronto  mamma  sono io >>
<< Oh  Sana  finalmente,  dove  ti  sei cacciata? >>
<< Mamma  calmati  fammi  spiegare.
Allora,  stavo  in  spiaggia  e   mi  sono  addormentata.
Quando  mi sono svegliata  era buio  e  cercando  di  fare  il  prima possibile  mi sono  messa  a correre ma   mi  sono   persa  e  una  ragazza  è stata   gentile  ad  ospitarmi,  domattina  suo  padre  mi  accompagnerà  a  casa >>
<< Sì  Sana  ma   almeno   è  gente   raccomandabile? >>
<< Sì  mamma  certo!  La  ragazza   mi  è  molto  simpatica >>
<< D’accordo  allora   va bene   ma   vieni  presto  perché  devi  andare  a  scuola  quindi  fai lo sforzo di  svegliarti  prima  domani  okay? >>
<< Ci  proverò >>
<< Bene   figlia  mia  adesso  devo  chiudere.
E  mi  raccomando >>
<< Certo  mamma,  tranquilla >>
 
Aggancia  il  telefono  e   ritorna  dalla  ragazza  con  una  bottiglietta  d’acqua  in mano.
<< Mia  madre   si  è un  po’  tranquillizzata.
Posso  sapere  come   ti  chiami? >>  chiese  Sana  e  subito dopo  iniziò  a bere
<< Natsumi…  Natsumi  Hayama >>
Per  poco  Sana  non  si  affogò  con l’acqua.
<< Hai  detto  Hayama? >>
<< Sì  Hayama,  perché? >>
<< No,  niente.  Semplicemente  il mio  migliore amico   si  chiama Hayama  e  oggi  abbiamo  litigato >>
<< Ah…  e  dimmi,  il  nome? >>
<< Akito >>
La  faccia  di  Natsumi diventa  arrabbiata
<< Ah  si?  Adesso  andiamo  in  camera  tua  okay? >>
<< D’accordo >>
Saliamo  le  scale  e  mi porta  di  una  camera  abbastanza  maschile:  pareti  blu  e  bianche,  riviste  di  karate   sparse  qua e  là  e  quadri  di  alcuni  campioni  che   Sana  riesce  a   riconoscere  solamente  due.
<< Questa  sarebbe  una  camera  degli  ospiti? >>
<< Sì  perché?  Ti  sembra  tanto  brutta? >>
<< Ma  no,  certo  che no,  anzi,  è  molto  carina  anche  se  è  abbastanza  maschile.
Mi  sembra  strano che  una camera  così  bella e  ben decorata  sia  una  camera  degli  ospiti >>
<< In  effetti  hai ragione,  se vuoi  puoi decorarla    come  vuoi  anche  se  solo  per un giorno,  tanto in   questa  camera  non  dorme  “nessuno” >>   disse  Natsumi  marcando  l’ultima  parola.
<< Ehm  no,  la  preferisco  così >>
<< D’accordo…   hai  cenato? >>
<< No,  è  da  oggi pomeriggio   che  non  mangio  niente >>
<< Oh,  allora    vieni  a  cenare,  ho  preparato   dell’ottimo  sushi,  ti  va  di mangiarlo? >>
<< Ma  certo,  a me  piace  molto  il  sushi >>
<< Bene!  Allora  vieni,  è  pronto >>  disse   Natsumi  sfoggiando  un  bellissimo  sorriso  che  Sana  ricambia   molto  facilmente.
Mentre mangiavano   Natsumi   approfittava  di  fare qualche   domanda  su  lei  e  la  scuola.
All’improvviso  la  porta si   apre  ed  entra  un  uomo  abbastanza  alto,  sulla   quarantina  d’anni.
<< Ciao  papà! >>
<< Ciao Nat >>  poi  il  suo  sguardo  si   posa  su Sana  che  saluta  gentilmente   il  padre  di  Natsumi
<< Salve   signor…  Hayama >>
<< Ciao >>  poi  guarda  Natsumi  e  le  chiede   << È una  tua  amica? >>
<< In  un  certo  senso  sì.
Lei  si  è persa  e  mi  è  venuta  a chiedere   dove  si  trova  Via  del  Corso  ma  io  non lo  sapevo  perché  sai  che  non  mi   sono  ancora  ambientata  bene e  allora   l’ho  invitata  a  passare  la  notte  qui   e  domattina  presto  potresti  accompagnarla   tu  no? >>
<< Ma  certo.  Ma…  dove  dormirà? >>
<< Ma  nella   stanza  degli  ospiti  no? >>
Poi   guarda   Sana  e  dice << Su  vieni.  Andiamo  in  camera  tua >>
<< S… sì >>
Vanno  in  camera,  fanno   insieme  il letto  e   Nat  presta  un  pigiama  a  Sana >>
<< Ecco  a te. Adesso   vai a dormire, domani   dovrai  svegliarti presto >>
<< A proposito  di  domani.
Potresti  svegliarmi  tu?  Il  fatto  è  che  io  sono  una  gran  dormigliona  e…  beh…  hai  capito no? >>
Natsumi  ridendo  dice
<< Sì sì,  ho  capito >>
<< Haahahah,  grazie >>
<< Bene,  io adesso   vado,  buonanotte >>
<< Buonanotte >>
Una   volta  che Natsumi  se  ne  andò,  Sana  s’intrufolò  nelle  coperte   che secondo lei avevano  un odore  abbastanza   famigliare.
Chiuse  gli  occhi  e  si  fece   cullare   dalle  braccia  di  Morfeo.
 
 
                     ***POV AKITO***
 
Uffa,  non so che  fare.
Non  so  il motivo  per  cui  oggi  mi  ha costretto  a  litigare  con Sana  ma…  non  so  cosa  mi prende.
Akito  da una  sbirciata  all’orologio  da  polso  che  aveva  e  vide  le  11.35
Bene,  adesso   quella  pazza  starà  dormendo,  vado  a casa.
Akito  allora  s’incammina   verso  casa  sua con  mille  pensieri fra  la testa.
Una  volta  arrivato  apre   la porta  e va  nella  sua camera.
Si  siede  sul  letto  ma  vede  che  c’è  qualcosa  di strano  allora  si alza  e  vede   una  chioma  lunga  scorgere  dal  suo  letto
E  questa  chi  è?
Accende  la  luce  e  riconosce  la  figura  nel  letto:  era  Sana.
<< E TU  CHE  CI FAI  QUI? >> urla  facendola   svegliare
<< Natsumi,  è  già  mattino? >>
<< Non   sono  l’isterica,  mi  dici  che ci  fai  qui  e  per  di più  nella  mia  stanza  e nel  mio  letto? >>
<< AAAAAAAAAAH  E  TU   CHE  CI FAI  QUI? >>
<< Piuttosto  dovrei  farti   io  la  domanda:  tu  che   ci fai  qui? >>  << Mi  ha  ospitato  una  ragazza,  una  certa   Natsumi >>
<< Si  certo,  l’isterica  ti  ha  ospitato  nella  MIA  camera,  nel  MIO  letto >>
<< No,  guarda  che  questa  è  la  stanza  degli  ospiti,  me  l’ha  detto  lei  e   non  ha  un  fratello.  Il  fatto  che  si  chiami  Natsumi  Hayama   non  vuol  dire   che  sia tua  sorella.
Esistono   miliardi  di  Hayama  nel   mondo,  capisci?  E  poi  quando  le  ho detto  che  il  mio migliore   amico  si  chiama  Akito  Hayama  non  ha detto  niente.
Capisci? >>
<< Sana  questa  è la  mia  stanza   e  io non   permetto  che  qualcuno   mi  mandi  via  da  qua >>
<< Hayama  finiscila.  Ti  ho detto  già  che non ti credo >>
<< Non  m’importa se non  mi credi,  ma  di  fatto  questa è la mia  camera  e tu  devi  andartene >>
<< Allora  mi devi  accompagnare  a casa >>
<< Ma  non  se ne parla >>
<< Allora  dormi  sul  divano,  sempre  se  ce l’avete,  altrimenti dormi  per  terra >>
<< Eh?  Ma  sei  impazzita per caso?  Senti  basta,  ti  ho  detto  di  uscire,  non ti  voglio vedere  in camera mia >>
<< Ah  si?  E  allora  provaci >>
<< E  va bene Kurata,  ma  l’hai  voluta tu >>
<< No aspetta,  cosa  vuoi  fa…  AAAH SEI   PER  CASO  IMPAZZITO? >> Akito  l’aveva  presa   in  braccio   e  l’aveva  buttata  per terra.
<< Ahi,  mi  hai  fatto  male  stupido >>
<< Te  l’avevo  detto io  che  se non  te ne  fossi  andata   ti avrei  fatta  andare via  io >>
<< Si  ma…   non  è  giusto.
Natsumi  mi ha invitato,  io ho  accettato,  mi  ha  dato  questa  stanza e non è  giusto  che  tu piombi  in  questa casa  e   mi  dici  di  andarmene >>
<< Si si,  ma  in  pratica  questa  è  la  mia  camera >>
<< Allora  chiamiamo  Nat  e  vediamo  lei che  dice
<< No,  quella  se  mi  vede  sclera,  lasciala  dormire >>
<< Ecco!  Questa   è la  prova  che  stai  mentendo.
<< Aaaaah!  Kurata!  Ma  la smetti?  Un  solo  favore  ti chiedo,  non  di più >>
<< E  va bene,  ma  nel frattempo  tu  dove  dormirai? >>
Akito  si  toglie  le scarpe  e  dice
<< Nel  mio letto  no? >>
Si  ficca  nelle  coperte  e  Sana   dice
<< Ah >>  poi  si  gira  di  scatto  e  urla
<< Sei impazzito? >>
<< E  taci  Kurata,  non  ti  mordo mica >>
<< No,  non  mi  fido >>
<< E allora   dormi per  terra >>
<< Grrrr,  Hayama  non  ti  sopporto >>
<< Kurata,  finiscila >>
<< Io  non  prendo  ordini da te >>
<< Fa  come  vuoi >>
Sana  mette   il  muso,  si  mette  nelle  coperte  e   si  gira  dal  lato  opposto  a quello  di  Hayama.
Poi  si  gira  e  dice
<< Hayama >>
<< Mmmh? >>
<< Sei  ancora  arrabbiato con  me? >>
<< No >>
<< E allora   perché  non   facciamo  pace? >>
Poi  Akito  si  gira  dalla  stessa  parte di  Sana  e  dice
<< Kurata,  con  te  non so  più  cosa  fare.
Non  credo  che dovremmo   fare  come i bambini >>
<< Sìì,  daaai >>
Akito  sgrana  gli occhi   sorpreso  che  abbia   detto  sì
<< Eh?  Ma  sei  impazzita? >>
<< Daaai.  Io  quando  sono  felice  divento una     bambina >>
Akito  la  guarda  e  sorride  a  tale  infantilità   ma   Sana   non  lo nota  perché   intorno  a  loro è tutto    buio.
Poi   però  sbuffa
<< Va bene >>
<< Evviva! >>
Poi  Sana continua
<< Dammi il  mignolo.  Ecco  bravo  così.
Allora:  pace pace  di  Gesù,  non  lo  faccio  proprio  più,  e  coi soldi  di  papà,  ci  compriamo   un  bel  bacalà** >>
Akito  nel  frattempo  sorride  un’altra  volta
Poi  Sana  lo abbraccia
<< Evvaiii! >>   poi  si  stacca  dall’abbraccio  che  è  durato   un  bel  po’  e  dice
<< Prima   volevo  fare  pace  in   un  altro  modo ma fortunatamente   si è presentata   questa  occasione >>
<< Sì si  ma  adesso  dormiamo okay? >>
<< Come  sei  acido! >>
<< Taci  e dormi  altrimenti domani  ti verranno  delle  occhiaie  enormi >>
<< E  va bene >>
Sana  si  risistema nelle   coperte  e  dice
<< Notte  Aki >>
In  certi  momenti non lo sopporto  proprio,  neanche mi ha risposto.  Uffi.
Però…  senza neanche  saperlo…  abbiamo  già  fatto pace
 
 
*Via del Corso:  Ragazzi  questa  è una  comune  via  ma  voi  fate  finta  che  è  una via bellissima  con   villette  di  lusso.
Non so  molto  bene  le strade  romane  dato  che  vivo   in  Puglia.
**Pace… bacalà:  Ricordo  che quando  ero  piccola  quando  litigavo  con  una  mia  amica  e  poi  facevamo  pace  lo  facevamo  in  questo  modo  e  allora  mi è sembrata  un’idea  carina  da fare.
 
ANGOLO AUTRICE:
Ciao  ragazzi.
Mi sono  dimenticata  di  scusarmi  nel  capitolo  precedente  per  l’enorme  assenza  e  per chi  segue  l’altra  mia storia (bastano solo  tre incontri per  cambiarti la vita)  volevo  dirvi  che la continuerò  sicuramente  ma adesso  sono  troppo  presa  da questa  storia  forse  perché  l’altra  essendo  una  crossover  e  addirittura   con  DC,  un  anime  completamente  diverso  da  questo  è  un  po’  difficile  da  mettere insieme.
Passando  al  capitolo  spero  vi sia  piaciuto  e  alla prossima  sperando  che riesca a  metterlo  entro  1  settimana.
A presto  ragazzi…
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5-Io Ti Aiuterò ***


Sarà stato il destino a farci incontrare?

 

Capitolo 5- io ti aiuterò

 
 
Il  giorno dopo  Akito  si  sveglia  e trova Sana  ad un  palmo  di  naso  da  lui.
E  lei  che ci fa  qui?
Poi  ricordandosi  della  notte  scorsa  pensa
Ah,  è  vero,   me  la sono   ritrovata  nel  letto.
Quella  stupida   di  Natsumi!  come  si è permessa  di cederle  la  mia camera?
<< Mmmh!? >>
Si sta  svegliando.
Akito  chiude  gli occhi facendo  finta  di  dormire.
Sana  apre  gli  occhi e vede  Akito   ad  un  palmo  del  suo naso.
 
                *** POV SANA ***
Che  bella  dormita!
Mmh?  Hayama? 
Stava  per  urlare   quando  si ricorda della notte  precedente.
Ah  è  vero.  Devo   chiedere  spiegazioni  a  Natsumi,  lei  mi ha detto  che  non  ha un fratello   e  questa   è  la camera  degli  ospiti,   odio  essere  trattata  come  una  stupida.
Però… non  mi  ero mai  accorta  di  quanto  Akito  fosse  bello. 
Sana  cerca di  fare  attenzione  a  non  svegliarlo.  Lo guarda  per  un  minuto  che sembra  essere    infinito  e  poi  si  decide  ad   alzarsi.   Con  molta  attenzione  si  alza  dal  letto  e si mette  le scarpe   per  poi  scendere giù  in  cucina,  dove  la notte  prima   Natsumi  le   ha detto  tutte   quelle “frottole”.
Fortunatamente  la  trovò  a  preparare  la  colazione.
<< Buongiorno  Nat >>
<< Oh  buongiorno  Sana,  siediti,  fra  poco  la  colazione  sarà  pronta >>
<< No  Nat,  prima  di tutto,  voglio  spiegazioni >>
<< Su  cosa? >>
<< Sulla  camera  e  tuo fratello >>
<< Fratello?  Quale  fratello? >>
<< Non  fare  la  finta  tonta  Nat,  io   odio  essere  presa  in giro >> << Sana,  io  ti capisco.  Akito  in  questa  famiglia  non  è  assolutamente  accettato  ed  è come  se  non  esistesse >>  dice   Natsumi  con  tutta  la  naturalezza del  mondo.
<< Cosa?  E  lo  dici  così?   Con  così  tanta  tranquillità? Te ne   rendi  conto o no? >>
<< Oh  si certo  che me ne rendo conto  ma  io non  ci  posso fare  niente,  lui  è  un mostro e  la   colpa  non    è di   certo  mia >>
Sana  rimase  di sasso,  come   poteva  quella  ragazza   parlare  così  del  proprio  fratello?  Con  che coraggio?
<< Ma…  ma…  con  che coraggio   vieni  a  dire  a  me   cose  di questo  genere?  Sai  io  quanto  avrei  voluto  avere  un fratello  come il  tuo?  Io  sono  cresciuta   sola,  con solo  mia  madre  adottiva  e  tu  che  hai  la  possibilità  di  avere  un fratello  al  tuo  fianco,  che  ti  protegge e  ti  aiuta  non  sfrutti   questa  possibilità? >>
<< Lui  è  un mostro,  non  merita  neanche  di  vivere,  lui  ha  ucciso  mia  madre.
Appena  nato  non  ho  avuto  neanche  la  possibilità  di  salutarla  un’ultima  volta >>
<< Ma  non  ti vergogni  neanche  un po’  di  quello  che  stai  dicendo?  Tuo  fratello  non ha  colpa  di  niente,  era  solo  un  neonato   e  già da  allora  gli  hai  dato  colpa  di  tutto?  Non  hai pensato  che  anche  lui  ha  sofferto in  questi  anni?  Non  ci  hai  pensato  minimamente  a  dargli  tutta  la colpa  che  in  realtà  non  era  sua.   Tu  dici  che è un  mostro  ma sei  stata  tu  a  fargli  credere  sempre  questo  e  da  allora lui   si  è   costruito  una  bolla  tutta  sua  dove  la  parola  principale  è MOSTRO  credendosi  veramente  tale  ed  incolpandosi  di  tutto.
Tu  come  sorella  avresti  dovuto  proteggerlo,  confidarti… e  invece  fai  tutt’altro,  ti  devi  solo  vergognare.  Hai  una  mente  contorta,  troppo  contorta.  Prima  d’incolpare  ingiustamente  qualcuno  dovresti  pensare.  Ricordati che  le  parole  fanno      sempre  più  male di  uno  schiaffo >>
Sana  questa   volta  aveva    veramente  perso  la  pazienza,  non  poteva  tollerare  che  un suo amico  veniva  trattato  in quel  modo. 
Natsumi   dal canto  suo  non  riusciva  né  a  parlare  né  tantomeno  a pensare.   Sapeva  che  Sana  aveva  ragione.
Neal  frattempo   due  volti  maschili  avevano  sentito  tutto:  Fuyuki  e  Akito.
Quest’ultimo  era  sorpreso  da come  Sana  lo  aveva   difeso  e capito  e  le  era  immensamente  grato.
Dalla  prima parola  che  Sana  gli  aveva rivolto  aveva  subito  capito  che  sarebbe  stato  molto  difficile   competere  con  una  come lei  perché  sapeva  tenergli  testa,  non  come  le ragazze  che  aveva  conosciuto.
Sana  nel  frattempo   aveva  ricominciato  a  parlare  ma questa  volta  con  più  calma  dato  che aveva  visto  lacrime  scendere  dal  volto  di  Natsumi.
<< Natsumi, senti.   Io  anche  se non  conosco  Hayama  da  anni  come te,  sembra  che  io  lo  conosca  di  più.
Davvero  non  hai mai provato  a  conoscerlo  veramente?  Io inizialmente  non  lo  sopportavo.   Non  sopportavo  il  tono  arrogante  con  cui  rispondeva,  la  sua  indifferenza…  ma  poi  ho  imparato  a  conoscerlo  ed  ho capito   che  in  realtà  lui  è  una  brava  persona  e   avevo  capito  che c’era  qualcosa che   non  andava  e  adesso  ho  capito  finalmente  il  motivo  e   voglio  aiutarlo.  Con  questo  discorso  spero  che  lo  abbia  fatto  altrimenti   ti  farò  sentire  proprio  come  lui  in  questi anni  si  è  sentito:  un  mostro. >>
Dopo  pochi  minuti  Natsumi  si  decide  a parlare  con  voce  rotta  dai singhiozzi
<< H-H-Hai  rag-ragio-gione,  so-sono  s-s-sempre  sta-stata  coscien-sciente  di  quello  che  fa-facevo  e  ades-so  mi-mi  rendo  con-conto   che  da-dargli   colp-colpa  è  inutile,  anzi,  l’ho  sem-sempre   sa-saputo >>
<< E  allora?  Prova  a  stringere  un  rapporto civile  e  fraterno con  lui,  ormai  quel  che è   successo  è  passato >>
<< Hai  ragione,  grazie >>
<< Prego >>
<< Grazie >>  una  terza  voce  si  aggiunge  alla  conversazione:  era  il  padre  di  Akito  e  Natsumi,  il   signor  Fuyuki.
<< Oh,  signor  Hayama! >>
<< Sana,  ti  ringrazio  anche  io.  Scusa  per  aver  sentito  la vostra  conversazione ma   mi  ha  aiutato  ad  aprire  la   mente  e ad   andare  in  qualche  modo   al  presente >>
<< Ne   sono  felice.  Spero  che in  questa  casa  d’ora  in  poi  ci  sia  più  pace  e  calore  famigliare >>
<< Certo  Sana,  andrò  subito  a  chiedere  scusa  a  mio  fratello >>  Stava  per salire   in camera  di  suo  fratello  quando  Sana  la  ferma  << Aspetta!  Prima  io  vado  a  casa  mia,  poi  tutti  e  tre  potrete  parlare  in pace,   Akito  sta  dormendo,  vado  a  prendere  il  giubbotto   e  poi  vado  così  potete  parlare  in  famiglia >>
<< Grazie  ancora,  Sana >>  Sana  sorride  e   sale  in  camera  di  Akito.
Quest’ultimo   si  era  subito  nascosto  tra  le coperte  del  suo  letto,  aspettando  che  Sana  salga.
Una  volta  che  Sana  fu  salita  aspettò  che  si  avvicinasse.
Quest’ultima  una  volta   preso  il  suo  giubbotto si  avvicina  al  letto  di  Akito  dove  poco prima   ci  dormiva  anche lei  e  lo  accarezza pensando 
Ecco   Aki,  questo  consideralo  un  mio   regalo.   Adesso  spero  che non  sarai  più   scorbutico  con tutti  e  indifferente  dal  mondo.  Ti  voglio  bene.
Gli  da  un bacio  in  fronte.   Poi  cercò di uscire   ma  Akito  con  un  gesto  veloce  la   prese  per  il  polso   e  Sana  fu costretta   a  girarsi
<< Hayama?  Ma  e-eri   sveglio? >>
<< Sì,  e  da  un pezzo >>
<< Ah,  quindi  hai  sentito  tutto >>
<< Sì >>
<< Ah,  senti   Akito,  io  davvero  non  volevo  immischiarmi  ma non… >>
<< Non  devi  nessuna  spiegazione,  né  a me  né  a  nessun  altro >> << Grazie >>
Akito  inarca  un  sopraciglio
<< Grazie? >>
<< Sì,  perché? >>
<< Come  perché?  Perché  quello  che  ti  deve  ringraziare  sono  io,  non tu,  non  ne  hai motivo >>
<< Oh,  quindi  non  sei  arrabbiato? >>
<< Assolutamente  no >>
<< Ehm,  allora…  prego.  Comunque  adesso   devo  andare  a  casa,  non  voglio  fare tardi >>
<< D’accordo,  ci vediamo a  scuola >>
<< Sì,  ciao >>
<< Ciao >>
Sana  scende  in  cucina  dove  trova  il  signor  Hayama   e  Natsumi  intenti  a  parlare 
<< Ehm…  adesso  io  dovrei  andare >>
<< Oh  Sana,  già  te ne  vai? >>
<< Sì  Nat,  devo  andare  a  scuola  e  ho  promesso  a  mamma  di  andare  da  lei  prima di andarci >>
<< Oh  che  peccato!  Spero  di  rivederti  presto >>
<< Sì  certo >>  poi  si  gira  verso  il  signor  Hayama 
<< Signor  Hayama,  io  adesso  dovrei  andare,  potresti  indicarmi  dove  devo  andare  per  arrivare  in  Via  Del  Corso? >>
<< Ma  certo!   Allora  devi  svoltare   a  destra,  troverai  una  macelleria,  vai  sempre  dritto,  gira  a  sinistra  e  vai  sempre  dritto.  Se  non  ricordi  potresti  tranquillamente  chiedere  ad  un passante  qualunque,  tanto  a   quest’ora  qui  a  Roma  ci  sono  tantissime  persone,  è  una  zona  affollata >>
<< Grazie  mille  signor  Hayama,  adesso  vado,  ciao >>
Poi  si  gira  nuovamente e   dice
<< Akito  è  sveglio >>
<< Grazie >>  urla  Nat  mentre  Sana  era  già   fuori la porta.
 
                          ***POV AKITO***
 
*Toc toc*
<< Avanti >>
<< Akito,  sono  io >>
<< Natsumi? >>  << E  non  solo >>
<< Papà? >>
<< Sì  Akito,  siamo  noi,  vogliamo  parlarti,  possiamo  entrare? >>  << D’accordo,  entrate >>
La  porta  si apre  e   appaiono  il  signor  Fuyuki  e   Natsumi.
La  prima  a  prendere  la  parola  è  Natsumi  che   si  siede  e  inizia  a  parlare
<< Akito,  oggi  la  tua  amica  Sana  mi ha  fatto  capire  diverse  cose  e… >>
<< Ho  sentito >>
<< Ah,  quindi…  hai  sentito  e… cosa  ne  pensi?  Vorresti   incominciare  con  noi  una  vera  famiglia?  O  almeno  a  provarci >>
Akito    ci  pensò  su
Dopotutto  è  quello  che  ho  desiderato  da  sempre  e  questa  è  un’opportunità  che  non posso  lasciarmi  sfuggire.
Ho  sempre  desiderato  un  rapporto  civile  con  mia  sorella  e mio  padre  come  tutti  i miei  coetanei
<< Sì,  possiamo  provarci >>
<< Oh  grazie >>  e  l’abbraccia 
Akito  è  davvero  sorpreso
<< N-  Natsumi,  così  mi  soffochi! >>
<< Aaah,  sono  così  contenta  che  tu  abbia  accettato >>
<< Figliolo,  adesso  vorrei  anche  io  dirti  una cosa.
Noi  abbiamo  sempre avuto  un  rapporto  distaccato  e  freddo  e  questo,  anche  se  non  ci  crederai  mai,  mi  faceva  soffrire  perché  so  che…  che  vostra  madre  non  avrebbe  mai  voluto  una  cosa  simile.  Mi  sento  colpevole  per  non  avervi  dato  già  da  tempo quella  famiglia   che  noi  tutti  volevamo  e  che  meritavamo.  Quella  ragazza,  Sana,  sarà  stata  una  benedizione  mandata  da   vostra  madre,  è  un  angelo,  hai  scelto  la ragazza  giusta >>
<< Ra-ragazza?  No  no,  guarda  che  lei  non  è la  mia  ragazza >>   Natsumi  s’intromette  <<  Aaah,  allora  devo  farvi   mettere  insieme,  siete  così  carini  insieme >>
<< Natsumi!  Non  devi  fare  niente,  NIEN-TE >> Dice  Akito   scandendo  bene  l’ultima  parola.
<< Hahaha   ti  piace,  ti  piace  ti  piace! >>
<< Zitta! >>
<< Hahaha ragazzi  adesso  basta  punzecchiarvi.
Stasera  verrò  prima  così  ceneremo  tutti  insieme  come  una  vera  famiglia,  Natsumi  prepara  tu  qualcosa >>
<< Sì  papà >>
<< Sushi? >>
<< Sì! >>   risponde  prontamente  Akito
<< Ti  piace  il  sushi? >>
<< Molto >>
<< Bene,  allora  si  mangia  il  sushi  ma  adesso  vestiti  e  lavati  in  fretta  perché  devi  andare  a scuola >>
<< Nooo >>
<< Sì  pigrone,  alzati  e  vai  dritto  in  bagno >>
<< Sì sì,  basta  che non  gridi >>
<< Io  non  grido  mai >>
<< Certo  ed  io  non  sono  umano >>
<< Da  quand’è  che sei  così  umorista  mh? >>
<< Ma  che  dici?  Non  sono  mai  stato  umorista  e  mai  lo  sarò >>   << No,  sei  cambiato  molto  e  credo che questo cambiamento  si chiami  “Sana Kurata” >>  << Ma  perché  continui  a  nominarla? >>
<< Perché  t’interessa,  e  molto >>
<< Ma  cosa  dici?  È  solo  un’amica! >>
<< Ma  tu  prima  d’ora  non  hai mai   avuto  un’amica,  erano  tutte  “amiche  da  un  letto  e  via”  ma  lei  non  è   una  di  loro,  anzi.  È  un’amica più  speciale  no? >>
<< Sì  è  vero ma  non  c’entra  niente >>
<< Oh  sì  che  c’entra >>
<< Senti  basta   parlare   di  Kurata,  io  vado  in  bagno >>
<< D’accordo,  ma  pensa  a  quello che  ti ho  detto >>
<< Sì  certo,  come no >>
Akito   va  in  bagno  ed  entra  nella  doccia   e  le  parole  della  sorella  gli  rimbombano  in testa.
Ma  perché  ci  penso ancora?  Che  cosa  stupida,  tanto  mia  sorella  non  ha  ragione.
No,  certo  che no.
 
 
 

Angolo autrice:

Ciao! Come  potete  vedere  sono  stata  molto  breve  nell’aggiornare,  un  regalo  per  essere stata  assente  per  molto  tempo (2  mesi  e  mezzo  per  l’esattezza).
Spero  che  questo  sforzo  vi  sia  piaciuto.
Vorrei  ringraziare  anche francylove    per avermi  dato  una  sua  opinione  e  per  star  seguendo la  mia  storia.
Grazie  anche  a   chi  legge  solamenet  seguendola  ad  ogni  capitolo.
A  presto!

Avviso:

Fra  poco  sarà  in  corso  una  nuova  storia
 

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Capitolo 6
*** Il concorso di canto - I parte ***


Sarà stato il destino a farci incontrare?

 

Capitolo 6- Il concorso di canto  I parte

 
ATTENZIONE: In questo capitolo non ci saranno molti  momenti  tra  Sana e  Akito.  quest'ultimo non  apparirà  in  questa  prima  parte

Sana una  volta  tornata a  casa  sua con il  sorriso  sulle  labbra e  saluta  sua madre  dicendo    << Ciao  mamma!  Visto  che bella giornata? Vado   in bagno  altrimenti  farò  tardi a  scuola  ancora una  volta >>
Sua  madre  la  guarda  stranita  pensando
Ma che  le  è successo?  Come  mai è così  felice?  Sono  troppo  curiosa.
<< Sana  cosa è   successo? >>
<< Mamma,  questa è  la  soddisfazione  di  aver fatto una  buona  azione >>   << Che  tipo  di buona  azione? >>
<< Quello  di  aver  aiutato  il  tuo  migliore  amico >>
<< E… >>   Misako  non  finì  la domanda di  una  che  è  troppo curiosa  che   Sana  si  trovava già  sotto la  doccia  a  canticchiare  canzoni  allegre, un  po’  troppo.
 
<< Lalalalala… sono  così  felice! >>
Sana  una  volta  finito  di  fare la  doccia  si  veste  in un  lampo e   si  affaccia  al  balcone  di  camera  sua   ammirando  in  lontananza  il  mare  e  il  cielo  che  pian  piano  diventava  di  un  azzurro  chiaro.
Fa  freddo ma  io  sono  troppo  felice   per sentirlo.
Sono  molto contenta  che  Akito  abbia  risolto  i  suoi   problemi con  la  sua famiglia  però  lo  capisco,  io  quando seppi   di  mia  madre  mi  sentivo  morire  e  credo  che  per  Akito  sia  lo  stesso,  dopotutto  siamo  simili.
Tutti  mi  credono forte  ma non lo sono così tanto,  in   realtà molte  volte  non  so  cosa  fare,  mi  sento  insicura,   e  ho  molta  paura.
Sana  dopo  un  bel paio di  minuti  dà  uno sguardo  all’orologio  e  nota  che  sono  le 7:35.
Scende  giù  in cucina  e   trova  sulla  tavola  un  bel  piatto di  cornetti  e  cappuccino.
<< Colazione  italiana,  provala >>
<< Sì  mamma >>   il  primo  boccone,   mmmh,  il  secondo,  il  terzo…
<< Mamma  è  buonissimo >>
<< Già figlia  mia.  Ma  adesso,  mi  vuoi  raccontare   cosa  è  successo  di  così  bello? >>  << Mamma,  certo  che  sei  una  curiosona! >>   << Ehi!  Pensa  per te! >>
<< Hahahaha,  e  va  bene mamma, ti  racconterò  tutto >>   Misako  subito  aveva  spalancato  le orecchie  dicendo   << Su  figlia mia,  racconta,  sono  tutt’orecchi >>
Sana  intanto  pensa
Non  cambierà  mai
<< Allora  mamma… il  fatto  è… >>   Sana  racconta  brevemente  la  vicenda  e   Misako  alla  fine   dice
<< Capisco  figlia  mia, hai  fatto bene,  io ti  ho  sempre  insegnato  ad  aiutare  gli  altri  e sono molto   orgogliosa  che tu   abbia  fatto  questa   buona azione   che non   è  una buona azione  qualunque >>
<< Grazie  mamma, sapevo  che   mi  avresti  dato il tuo  appoggio >>   << Prego  figliola  ma  adesso vai  a  scuola,  altrimenti  farai  tardi >>   << Eh no  mamma,   mi  dispiace  ma questa  volta  non  farò  tardi  perche  sono  le  7:45  e  riuscirò  ad  arrivare  in tempo >>  << Le  7:45?  Ma  se   sono  le 8:10! >>
Sana   guarda  l’orologio  e   urla << Oh no!  Farò  tardi  anche  sta volta >>  misako  la  guarda  con il  sorriso  e  pensa
Non  cambierà  mai  ma  io,  la  preferisco  così  com’è
 
<< Mi  scusi  per il  ritardo prof. >>
<< Si  sieda  signorina   Kurata  e  spero che  non ritardi  più perché questa  è una scuola e si  entra  in   orario >>
<< Certo,  mi scusi >>
Sana  va  al suo posto  e nota   che   Hayama  non  c’è
Forse  è rimasto  con la  sua famiglia,  bene,  così  potranno passare  una  giornata  insieme,  sono così   contenta  per  lui.
Nell’ora  di  ricreazione i  miei  amici  -compreso  Francesco-  mi  si  avvicinarono.  Aya  prende  per prima la  parola
<< Chissà  come  mai  Akito non  è  venuto.  Solitamente  viene ogni  giorno,  non ha  mai fatto un’assenza in  tutto  l’anno  scolastico,  sia  questo,  che  l’anno precedente >>   a  quel  punto anche  Tsuyoshi  inizia  a parlare   << Già  è molto  strano,  comunque  le  possibilità  che stia a casa  sua  sono molto basse >>  Sana  allora  interviene  << E  per quale  motivo scusa? >>
<< Beh,  perché  con  sua  sorella  non  ha  un   buon rapporto  e così… si  scansano per non litigare,  ecco tutto >>
Sana  non  parlò  più,  voleva poi  dire  della  riappacificazione  tra  Akito e  la sua  famiglia solo a  quelli  che  hanno sempre saputo di questo problema,  e  credo proprio  che  Francesco non  lo  saprebbe  mai,  anche  perché  lui  e  Hayama  si odiano,  quindi…
<< Sana! >>  questa  è  Fuka   << Ehm,  si?  Dicevi? >>
<< Ma  mi stavi  ascoltando? >>   << Certo >>
<< E  allora  cosa  ne pensi? >>   << Ehm…  penso  che… sia  un’idea  fantastica >>   << Sì  certo,  la punizione  di  pulire  la classe  per  un’intera  settimana  è  per  la  signorina  qui  presente  un’idea  “fantastica” >>   Sana  non  volendo  dire a cosa stava  pensando  disse 
<< Sì,  penso  che  sia  un’idea  fantastica  perché  dopotutto  ci  siamo  meritati  questa  punizione,  in  particolar  modo  io  che faccio  sempre  ritardi  e  poi  ci  aiuterà  per  il  futuro…  per…  per  imparare  a  pulire  casa  no? >>   cala  un  silenzio  tombale  fino  a  quando  tutti  scoppiano  a  ridere.
Fuka  dice  tra le  lacrime   << Sana,  tu   e   ripeto TU,  quella  che ha  sempre odiato  le  punizioni,  i  professori  e  le  pulizie  ci  sta  dicendo   che  la  punizione  è  una  cosa  “buona”? >>
<< Ehm… sì, non  vedo  cosa  ci sia  di male   cambiare  idea  su  qualcosa >>   << No,  di  male  non  c’è  niente,  è  solo  strano  sentirlo  dire proprio da  te >>
<< Facci  l’abitudine  allora >>
<< Ci  proverò >>  dopo  poco  inizia  a parlare  Aya
<< Sana,  ti vedo  molto  strana  oggi,  cos’è  successo? >>
<< Strana?  Perché  strana? >>   << Ti  vedo  particolarmente  felice  e  pensierosa,  cos’è  successo? >>  << Assolutamente  niente,  semplicemente  mi  sono svegliata di  buon umore >>
<< Un  umore  molto  ma  molto  felice,  più  del  solito  cara  Sana >>  << Sì,  lo  ammetto ma  non  vedo  cosa ci  sia  di  strano,  secondo  me sarebbe  ancor  più  strano  vedermi  con  l’umore  a  terra,  tristissima,  non  felice  più  del  solito >>
<< Su  ragazze,  basta  domande,  Sana  ha  ragione  e non  ha  nulla  da  nasconderci >>   s’intromette  per la  prima  volta  Francesco
Il  mio  salvatore.
<< Giusto,  Francesco  è  stato  il  primo a  capirmi >>
Poi  Sana  si alza  e  dice   << Ragazze!  Io  vado  al  bar* >>
<< D’accordo  Sana,  noi  ci  andiamo più  tardi >>  dice  Tsuyoshi.  << D’accordo,  allora  ci  andrò  da sola >>
<< No,  aspetta,  vengo  io con  te >>  dice  prontamente  Francesco.  Sana  gli  sorride  e  dice  << D’accordo,  almeno  sarò  in  compagnia >>.
Una  volta  arrivati  al  bar  Francesco  dice   a  Sana
<< Sana,  per  quanto  riguarda  le  prove… >>  << Non  ti  preoccupare,  oggi  proveremo  e  domani  pure  e  anche  dopodomani…  fino  a  quando  non  inventeremo  una  bellissima  canzone  per  il concorso >>
<< Sì  Sana,  saremo  i migliori >>  << Esattamente,  questo  è  lo spirito  giusto >>
<< Sei  tu  che mi dai  la positività.  Io  prima  di  conoscerti  ero molto negativo  sulle    mie  capacità,  avevo  paura  di  fallire,  ma da  quando  tu  ci sei  ho imparato  che  nella  vita  “quel”  treno  passa  una   sola  volta  e  se  non  ti  butti  lo  avrai  perso  in  partenza,  senza  neanche  averci  provato >>
<< Esattamente,  devi  lottare  per  ciò  che  vuoi,  non  devi  lasciarti  sfuggire  le  opportunità >>
<< Sana,  grazie >>
<< Di  niente.  Io  ti ho  solo  aiutato  ad  aprire  la mente  e  a  farti ragionare.  “il”  treno  dei  sogni  o  dell’amore  passa  una  sola  volta  nella vita  e  tu  devi  saper  cogliere il  giusto  momento  per  saltare >>
<< Ho  imparato  la lezione >>
<< Così si  fa. Adesso  prendiamo  qualcosa da  sgranocchiare  perché  il  mio  stomaco  sta brontolando >>
<< Sapessi  il mio >>
Entrambi  scoppiano  a  ridere.
Una  volta arrivato  il  vassoio di  cibo  che avevano  richiesto,  pagarono  e iniziarono  a  mangiare  in  silenzio.  Un  silenzio  che dopo  poco  tempo venne  rotto  dall’arrivo  di  Aya, Tsu, Takashi, Fuka, Gomi, Hisae e Mami.  Tsuyoshi  prese la  parola
<< Eccoci! >>   << Siete  arrivati! Pensavo non  venivate  più >>
<< No Sana,  siamo  stati  intrattenuti dal  professore,  non  sai che  rottura >>   << Immagino poveretti >>
Gomi per  deviare  discorso  domanda   << Di  costa stavate  parlando? >>  << Del  concorso  di canto >>  dicono  all’unisono  Francesco e  Sana.
<< Quindi lo  farete  davvero? >>  domanda  Mami
<< Certo  che lo   faremo,  e  c’impegneremo molto per  cercare di  vincere >>  << Sono  molto  felice per  voi >>  interviene Fuka.
La campanella  suona,  segno  del  termine  dell’intervallo,  e  tutti  gli  studenti si  dirigono  scocciati  verso  le  proprie aule.
Dopo  altre  ore di  studio e  un  po’  di chiasso la giornata scolastica  finisce  e  Sana,  insieme  a  tutti  i suoi amici,  si dirige fuori dalla scuola.  Francesco  le si  avvicina e  le  dice  << Allora  Sana,  andiamo? >>  << Sì,  però  io passo prima  a casa  mia >>  << D’accordo,  allora  io ti  accompagno  a  casa  tua e  da lì  andiamo  a casa  mia okay? >>   << D’accordo >>
Arrivati dinanzi  alla  villetta  Kurata,  Sana  lo  invita  gentilmente ad   entrare  e Francesco  fa un  cenno  del capo.  << Mamma! >>   << Sana?  Non  dovevi andare  dal  tuo amico  per provare? Che  ci fai qui? >>
<< Mamma,  infatti adesso  devo  andare,  Francesco  è  qui >>  mamma  subito  spunta  da  dietro la  porta  curiosa  di conoscere  l’amico  di  Sana.
<< Finalmente me  lo fai conoscere! >>  Disse  Misako avvicinandosi  al  ragazzo e  a Sana.
Misako  appena  lo vede esclama  << Ma  che bel  ragazzo! >>  << Mamma!  Per favore!  Sii seria >>  poi  si rivolge  a  Francesco  << Francesco  scusala  ma vedi,  lei  è fatta così >>  Francesco  ride  << Oh, non  devi  preoccuparti,  mi piacciono  le persone  allegre  e  spensierate come  tua  madre,  mi sono  sempre  state simpatiche  le persone  come  lei >>  Misako già  adorava  quel ragazza
<< Aaaah  quanto sei  simpatico! >>  urla  Misako  per poi abbracciarlo
<< Mamma!  Datti  un contegno insomma! >>  urla Sana.
<< Su  figliola,  non  è niente  di  che >>  poi  Misako  si rivolge  a  Francesco
<< Vieni  di  là  Francesco,  adesso  ti offro  qualcosa nel  frattempo che  Sana  fa  quello  che  deve  fare >>  Francesco  fa  un  cenno  col capo  e  Sana  sospirando  dice
<< Allora  io vado  in  camera,  adesso  scendo >>
Sana  va in  camera sua e  prende il suo  PC.  Apre  Skype  e  cerca  il contatto  “Atsuko” (Se  non ve  lo ricordate,  Atsuko è  la migliore   amica di  Sana  del  Giappone,  è apparsa nel  capitolo 2).  Una volta  trovato  impazientemente  la  chiama  in  videochiamata.
Dall’altro  capo del mondo  Atsuko  si  stava  facendo un  panino  e  quando  arriva in camera  dà un’occhiata  al  computer   e  quando nota  la  videochiamata  da  parte di  Sana   si  catapulta sul  PC accettando  la  chiamata.
<< Sana! >>  Urla  << Come  sono felice  di vederti  Sana!  Che stai  facendo?  Novità? >> 
<< Atsuko! Noto  con piacere che  non sei cambiata affatto >>  << No  Sana,  assolutamente.  Adesso  dimmi, come  mai mi  hai chiamata? >>
<< Perché  volevo darti  una  bellissima  notizia >>
<< Mmmh?  Notizia?  Su  avanti  spara! >>  << Sei pronta? >>  << Sì >>  << Allora…  farò un  concorso  di canto.  Duetterò  con un  mio  amico, si  chiama Francesco >>  racconta  Sana alla  velocità  della  luce,  ma si  sa,  fra amiche  ci  s’intende  e  ad  Atsuko  non  era  sfuggito  niente   << Davvero? >>  urla  quest’ultima.
<< Sì  amica mia  e non  vedo  l’ora >>   << Finalmente  Sana,  io  ho sempre  detto  che tu  hai un  talento  per il  canto  e  davvero  è un  peccato  che tu  non lo  spechi.
Tempo   fa  dicevi che  non  cantavi bene e che non  volevi  fare  nessun  provino  e  adesso  sono molto  felice che  tu    abbia cambiato idea >>
<< Già,  questa  città  dopotutto non  è male,  mi ha  insegnato  un sacco di  cose >>
<< Ne  sono  felice,  almeno non  sei  sconvolta  dal  tuo arrivo  nella nuova città >>
<< Già, e… e  a te?  Come  vanno le cose? >>
<< Come  al solito,  qualche volta  esco con  Miranda  e  Arisu  però…  non  è lo  stesso  senza  di te.
Mi  mancano i nostri  pigiama  party,  le  nostre  “pazze”  uscite… >>  << Anche  a me, però  dobbiamo  riuscir  a sopportare la lontananza,  dobbiamo  riuscire a fare  nuove   conoscenze,  poi  con il  tempo  matureremo e  questa  lontananza   ci servirà >>
<< In quella  città  sei diventata anche    più saggia,  sei  cambiata  molto e a  dire il vero mi   sento un  po’  inutile.
Quando  eri  con me non  hai imparato  così tante   cose  infatti  non  volevi fare  il concorso,  non  eri così  tanto saggia,  non ho  fatto niente  per  te >>
<< Ma  no,  non  lo dire  neanche per   scherzo.  Io  con te  stavo  molto bene,  sei la  migliore amica  del mondo.
Sono  cambiata solo  perché  la  lontananza  da casa   e  tutte  le cose  che mi  sono   successe  mi hanno  fatto maturare,  in  particolar modo  un  ragazzo di  nome  Akito  Hayama,  mi  ha fatto capire   che  ci sono  problemi  ben  più  grandi  di  quelli  che io  pensavo  fossero  problemi,  mi hanno  fatto semplicemente  maturare  questo  viaggio  e  queste  persone >>  << Sana,  tu  hai  trovato  nuove amiche vero? >>   << Sì,  sono fantastiche >>  << Io…  Sana io  ho paura >>  << Perché?  Cosa è  successo? >>  << Sana…  io ho  paura  che tu  possa trovare   un’amica  migliore di me e che  non ritorni mai più >>  Atsuko  abbassa  gli occhi << Ehi,  non è vero.  Ho trovato  amiche  fantastiche  ma  tu  sei  speciale.  Con  te ho  passato  momenti  stupendi  e  ti   conosco  da  una vita.  Uno,  due  incontri  non possono  sostituire  un’amicizia  durata molto  tempo >>
<< Sì,  però  tu  stando lì  molto tempo  potresti  dimenticarti  di me >>   << Ma no,  certo che  no >>
<< Sana,  me lo  prometti? >>   << Sì >>   Sana  le fa  un sorriso  e  Atsuka  dopo  un  attimo  di esitazione  ricambia.
 
 
 
 

Angolo autrice
Ciao ragazzi,  ecco  un  altro  capitolo  e  spero  che  vi  sia  piaciuto,  ringrazio  tutti  quelli  che  mi  hanno  contattato  e  leggono  la  storia  solamente. 
 
*BAR=  Il  bar  io  nella  mia scuola  sinceramente  non  ce  l’ho però  ho  voluto  metterlo  prendendo  spunto  da  “Rebelde  way”  non  so  se l’avete  mai sentito nominare.
Se sì, lo  so  che  quello  è  un  collegio ma  ho  voluto  metterlo  perché mi  sembrava  una  cosa  abbastanza  carina  e  diversa  dalle  altre.
 

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Capitolo 7
*** Il concorso di canto - II parte ***


Sarà stato il destino a farci incontrare?

Capitolo 7- il concorso di canto II parte

          
<< Eccomi! >>  dice  Sana  scendendo  giù in cucina.
<< Oh  figliola finalmente.  Ho  avuto  modo di parlare con  Francesco  ed  è una  bravissima  persona,  hai  scelto  un  amico  fantastico.
 
<< Signora,  la prego  di non  lusingarmi  così  tanto >>
<< Oh  figliolo,  non mi  dare  del  lei,  mi  fai sentire troppo vecchia! >>   << Scusami >>   << Sono  molto felice  che voi  abbiate  fatto la vostra  conoscenza ma  adesso io  e  Francesco  dobbiamo andare,  ci  vediamo stasera  mamma! >>  << Certo  cara…  e  mi raccomando Francesco,  tornami  a trovare  qualche altra  volta >>
<< Certo si…  volevo dire… Misako >>  << Ciao  ragazzi,  date  del vostro meglio  alle prove >>
<< Sicuramente! >>  Dicono  Sana  e  Francesco all’unisono.
Per  tutto il  tragitto  Sana  e Francesco   non  hanno  fatto  altro che  parlare  del concorso e  delle  canzoni
<< Riguardo le   canzoni  io  ne  avrei in  mente  già  una>>
Esclama  Sana  << Sul  serio? >>  << Sì.  Qui c’è  scritto che   la canzone  da  presentare  al concorso dev’essere  italiana  e  romantica.  Io  avrei  in mente  già alcune  parole >>  << Perché non  provi  a dirmi  un pezzo  di questa  canzone? >>  << Certo! >>
 
 
Che non sto mangiando  più,
che non vedo più gli  amici, che mi manchi solo tu,
le tue  mani, i tuoi sorrisi
ma qualcosa tra di noi,
può succedere lo stesso,
non ci  arrenderemo mai,  fino a che sarà successo*
 
 
<< Ma è  stupenda! >>
<< Tu dici? >>   << Sì,  ne sono  convinto,  la nostra  canzone sarà bellissima >>  << Lo  spero! >>  dopo qualche secondo  di silenzio  Francesco dice   << Mi  è venuta   un’idea.  Tu  proverai  a  scrivere  le parole  ed io  comporrò  la melodia, che ne  dici? >>  << Sì,  così  finiremo  prima  e  qualche volta  ci daremo  una  mano >>
<< Esattamente >>.   Una  volta  arrivati  davanti  alla porta di  casa  di  Francesco,  quest’ultimo  dice  << Mia madre  non  c’è,  ritornerà  a casa  più  tardi,  in questi  giorni sta  lavorando  anche il  pomeriggio << E tuo  padre? >>  << Beh…  mio  padre  in realtà  non  l’ho mai  conosciuto.  Qualche  anno  fa  scoprii che  mio  padre  quando  ero  appena  nato  abbandonò  me  e la mamma,  io  ho  sempre  pensato che fosse  morto  in un incidente  ma  non  era così >>  << Oh,  mi dispiace,  anch’io  non  ho  mai incontrato mio  padre  sai? >>   << Allora  abbiamo davvero  molte  cose in comune! >>   << Già,  così  pare >>   << Beh,  adesso incominciamo altrimenti  non  finiremo  più >>
<< Infatti >>   Sana  inizia  a scriver e tutto  ciò  che le  viene  in mente  così  come Francesco.
Alla  fine  entrambi  iniziano  a  leggere  le loro frasi  eliminando  quelle  che non  combaciavano  e  unendo  le parole  che  andavano bene  insieme.
<< Perfetto,  abbiamo il  testo >>  urlò  felice  Sana
<< Sì,  adesso  ci serve  solo la  melodia >>   << Sì,  dobbiamo  provare  tutti  i modi  possibili >>
E  iniziò  un’altra  lotta  di canto.  Passarono  le ore e  la  melodia  ancora  non  arrivava.
<< Mmmh,  è  passato molto  tempo  però  nessun  risultato  melodico >>  << Già,  ma  almeno abbiamo il  testo  e ci sono molte   settimane prima  del  concorso  no? >>  Disse  Sana  cercando il  lato  positivo  nella cosa.
<< Giusto >>.  Sana  a quel  punto  inizia  a leggere  la  canzone  cantandola
 
 
Oggi ho  un  turuturuturu per  la testa
Che  fa turuturuturu  e non mi  passa…
Lo fa sempre  quando esci un po’  da solo,
ed io resto pressappoco dove sono.
 
Se potessi fermerei i  tuoi passi in un  momento
Per scoprire  dove  sei
Se mi stai  portando  dentro
Menomale che  tra  noi,
sta nascendo un sentimento
che fa turuturuturutu

 
A quel  punto  anche  Francesco  sentendo  cantare  Sana,  canta  lui
 
Io vorrei  chiamarti ma  non  ho una scusa
Hai sbagliato a darmi  il numero di casa
Non riesco a immaginarti tutta sola
Che peccato che non te l’ho detto ancora
 
Insieme…
 
 
Che  non sto  mangiando più,
che non vedo  più gli  amici,
che mi  manchi  solo tu, le tue  mani, i tuoi  sorrisi,
ma  qualcosa  tra  di noi,
può succedere  lo  stesso, non ci  arrenderemo mai
fino a  che  sarà  successo
[…]
 
 
<< Wo… woow! >>   esclama  Francesco  << Abbiamo  cantato benissimo,  sono  sbalordito.  Le  parole  mi uscivano  spontaneamente >>
<< Già! È  stato fantastico,  finalmente  abbiamo  la melodia >>  << Finalmente,  dopo  ore e ore… >>
<< Già >>  poi  Sana  guarda  l’orologio  a pendolo  e  afferma  << Io  adesso devo  andare,  si  è fatto  tardi >>  << Se  vuoi  ti  accompagno >>   << No,  non  ce n’è  bisogno,  aspetta  tua madre,  starà  per  arrivare >>  << Sicura? >>   << Sicura! >>  afferma  Sana con  un sorriso.
<< Allora  ci vediamo domani  a  scuola >>   << Sì! >>.
 
Sana  mentre  camminava pensava 
Che  bello!  Finalmente  abbiamo  il nostro  testo e  la nostra melodia.  La musica  mi è uscita  spontaneamente… AHI!!  
All’improvviso  va  a sbattere  contro qualcuno
<< Ahi! Ma sta  più  atten… >>  le  parole  le morirono in  gola  quando vide  chi  era  la  persona  contro  la quale  è andata  a  sbattere:  era  Hayama.
<< Hayama?  E  tu che ci  fai a  quest’ora per strada ? >>  domandò  mentre  si  alzava  da terra  insieme ad  Akito.
<< Potrei  farti la stessa  domanda >>
<< Sì,  però  te l’ho  fatta prima  io >>
<< Beh,  stavo andando  a  comprare del  sushi  per  mangiarlo a  casa,  ci siamo accorti  che  in frigo  non abbiamo  niente >>
<< Quindi…  con  la  tua famiglia  è tutto  chiarito? >>
<< Sì,   ed  è tutto  merito tuo >>
<< Ma  no,  in  fondo  tua  sorella  già da tempo  sapeva  che non  era colpa tua,  le serviva solo  una  spinta   per  far crollare l’orgoglio >>
<< Ma  se non fosse  stato per te,  quest’orgoglio avrebbe  continuato  a  distruggermi lentamente >>   << Ma  adesso tutto  è  passato, non pensarci  più,  è passato >>
<< Già…  e tu?  Perché  in strada  a quest’ora? >>  << Adesso vengo  dalla casa  di        Francesco >>  << E  perché  vieni da  lì? >>  questa  frase  Akito l’ha  detta  con una  nota di  fastidio,  un a nota  di  fastidio che  non  è stata captata  da  Sana   << Sì,  forse non  ti ho  detto che  io  e  Francesco  faremo un  concorso  di canto,  un duetto >>
<< Ah,  capisco >>  << Ti  senti bene? >>   << Si perché? >>   << No,  niente,  solo che  ti vedo  strano,  da  quando  ti ho  detto  che  sono venuta  dalla casa  di  Francesco  la  tua  espressione  è notevolmente  cambiata,  qualcosa  non va? >>  << No,  non ti  preoccupare >>.  Sana  tonta  com’è  dice  << Capisco,  beh,  io adesso vado  a casa,  è  tardi,  ci vediamo  domani a  scuola,  domani  ti  farò  sentire anche  un pezzo  della  canzone  che abbiamo composto io  e Francesco >>
<< Non  ho tempo  per  queste  sciocchezze  Kurata >>
<< Cia… o >>   akito  era  già arrivato all’altro  angolo
Ma che gli  è  successo?
 
***POV AKITO***
<< Eccomi! >>   << Oh  eccoti Akito!  Hai  comprato il  sushi? >>  << Sì! >>  << Allora  siediti  a tavola >>
<< No, non ho  molta fame >>   << Eh?  Non  vuoi il  sushi? >>  << No,  vado in  camera >>.
Una  volta arrivato  in camera  si stende  sul letto   e  inizia  a pensare
Cosa  mi prende?  Perché  mi ha  dato fastidio  quando  Sana  mi ha detto  che era  andata  a casa  di  Francesco?  Perché? In  questo momento mi sento  male,  non  so  cos’è  ma  sicuramente  c’entra  un nome: Sana  Kurata.
Toc toc…
<< Chi è? >>   << Natsumi!  Posso  entrare? >>
<< Sì, entra! >>.   Natsumi entra  e  si chiude  la porta  alle spalle.  
<< Allora,  cosa ti  è successo? >>   << Niente >>
<< Non mentirmi,  anche  se non  ho avuto modo  di  conoscerti  bene,  so  per certo  quando una  cosa  ti fa stare male  perché non ho mai visto  un’espressione  felice  nel tuo  volto,  stamani  lo eri  ma  adesso il  tuo  sguardo  è  da  capo velato dalla  tristezza,  cosa  è  successo? >>
Akito allora decise di  confidarsi per  la prima  volta  con sua sorella
<< Cosa  significa  quando  una persona  sta  male  quando un’altra  gli  dice che stava  con un altro? >>
<< A chi  ti  riferisci? >>   << Questo  non  importa >>
<< Beh,  significa  che  sta iniziando  a  piacergli >>
<< No,  impossibile,  non  mi piace >>   << Sana? >>  le  guance  di  Akito  prendono  fuoco   << N-no >>
<< Guarda  che non  c’è  niente  di male,  è  una cosa  naturale >>.  La  sorella di  Akito  allora  si alza  dal  letto  dove  poco  prima  stava  seduta  e se  ne va  in  cucina.
 
Significa  che sta  iniziando  a piacergli
 
Le  parole  della sorella  rimbombavano  nella  testa  di  Akito,  oramai  sua sorella  gli faceva   rimbombare  parole  strane in  testa.
A me  Kurata  non piace,  sarà  stato  qualcos’altro  a darmi  fastidio.
 
Il  giorno  dopo  Akito  va a scuola  e  incontra  strada  facendo  Aya  e  Tsuyoshi
<< Ehi  Akito! >>  lo  chiama quest’ultimo.   Akito  non si  gira,  sa  che sta  correndo  nella sua direzione.
<< Buongiorno  Akito!  Come  mai ieri non  sei venuto? >>
<< Quante  domande! Alla  ricreazione  ti racconterò >>
<< Quindi  è successo qualcosa! >>  Afferma  Tsuyoshi nella  logica.   << Sì, sì,  è  successo qualcosa >>
<< Quindi  poi mi  racconti >>  << Sì,  ma  adesso smettila  di  fare tante  domande,  poi ti  racconto,  stop! >>  << O- okay >>.
<< Ehi ragazzii! >> una  voce squillante viene dalle loro  spalle.  << Sana! >>  l’abbraccia  Aya   << Come  sono andate  le  prove ieri? >>  << Benissimo! >>    << Poi  mi  dai un  spoiler  sulla  canzone  vero? >>   << Certo! >>.
<< Ehi Hayama!  Non  preoccuparti,  lo  spoiler  lo  farò prima a te >>    << Non  è necessario >>
<< Io  te la faccio sentire  lo  stesso >>   << Fa  come vuoi! >>   Akito  alza  il passo.
<< Ragazzi, sapete  perché  Akito è  così? >>   domanda  Sana ai due  ragazzi  che  aveva  accanto
<< Non lo  sappiamo Sana,  anche con  noi è stato molto  scorbutico >>  risponde  Tsuyoshi.
<< Ah >>
Cosa ti  è successo  Akito?  I  problemi con  la tua  famiglia  sono finiti e  allora  perché?
 
Passano le  ore e  Sana osserva  Akito in silenzio,  cercando di  capire qual è  il problema.
DRIIIINNN,  DRIIIIN!!
La campanella  della ricreazione  suona  e tutti  gli studenti si  alzano  e vanno  in  cortile.
Sana  lascia  Akito  da solo,  aveva  intenzione  di seguirlo  e poi  di parlargli.
Mentre lo  spiava  Fuka  le viene da dietro  e la chiama 
<< Sana! >>  << Scccccccccc! >>
<< Eh? Ma che ti prende? >>   << Missione Hayama >>
<< Eh? >>  << Poi  ti spiego ma  adesso lasciami  sola >>
<< D’accordo >>  Fuka  confusa  se  ne va  al bar,  dove  stavano  anche gli  altri.
<< Ehi Fuka!  E  Sana? >>  chiede  Aya.
<< “Missione  Hayama”,  ha detto  così >>
<< Eh? >>   << No  comment,  quella  è tutta  matta >>
 
Ecco Hayama,  eh?  Sta  andando nel  nostro posto  segreto!  È  da tanto che non ci vado  con  Akito.
Lo  segue e lo  vede  vicino  alla casetta con  le giostre.
Lo  vede  sdraiarsi, con la faccia  rivolta  verso il  sole.
<< Akito! >>  quest’ultimo  sussulta  ma non  risponde.
Sana  gli si  avvicina  << Che   cosa ti  succede? >>
<< Niente >>  questa  volta risponde
<< Non  è vero,  tu  hai qualcosa altrimenti non  stavi così >>  Akito  si alza  di  scatto e  urla  << E  a te  che dovrebbe importare?  Vai  a  “Francesco” a fare il terzo  grado >>  dice  sottolineando  con fastidio la  parola  Francesco.
<< E  Francesco  cosa c’entra  scusa? >>    << Tutto >>
<< Hayama,  per  favore, mi dici  cosa  ti prende? >>  << Lo vuoi  sapere  davvero? >>   << Sì >>
Akito  allora  di scatto la  prende  per un polso  e ad  un soffio  dalle  sue labbra  dice   << Ecco cosa  mi prende >>  e  la bacia.   La  fontana   da  tempo rimasta  chiusa  all’improvviso,  come magicamente,  si  apre  spruzzando  acqua  da tutte  le parti,  bagnando  completamente  i  due  ragazzi.  Tutto  inizia  a muoversi  magicamente,  rondini, mare, fiori, altalene…  tutto  come in  un  sogno.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao ragazzi,  allora? Che ve  ne pare  di questo  capitolo?  Spero sia  piaciuto.
Volevo  informarvi  che questa  è la  seconda  parte  ma  non è  l’ultima,  ci sono  altre  parti che  comprendono il  concorso  di canto
A presto..
SA
 

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Capitolo 8
*** un posto... magico? ***


Sarà  stato il  destino a  farci  incontrare?
 
Capitolo 8-Un posto… magico?
          
Sana  si stacca  subito  dal  bacio  e la  magia  finisce.
<< Ma  che ti  è preso?  Ti ha  dato  di volta  il cervello? >>
<< Me  lo hai  chiesto  tu  cosa mi prendesse  ed io  ho risposto >>   << Questa  non è  una risposta,  è un  abuso  della mia  ingenuità >>   << Tu  non  sei ingenua,  sei tarda >>  << Eh?  E ti  prendi  pure  la briga   d’ insultarmi? No,  questo  non lo  accetto.  Mi  hai baciata ed  io  ancora   non  ne ho capito il  motivo e me  lo  dirai,  e  mi  hai pure  insultata  dicendo  che sono  tarda!  Fantastico! >>   dice  l’ultima  parola  con una  nota  di sarcasmo.
<< Kurata,  non  fare la  bambina  capricciosa >>   << Io  non  sono né  capricciosa  né  tantomeno  tarda  come dici tu.  Adesso  dammi un  solo  motivo per cui    io  sarei  tarda,  su  avanti,  sentiamo  il  signorino so  tutto io >>
<< Lo  stesso motivo  per cui ti  sei  scaldata  tanto >>
<< Il  bacio? >>   << Esattamente >>   << E  cosa  c’entra  scusa? >>  << Ecco  hai visto?!  Sei tarda >>
<< Basta!  Dammi  un  motivo.
1. perché  mi hai  baciata? >>   << Secondo te? >>
<< Per  dispetto.  Passiamo  all’altra  domanda.
2.  perché  sarei tarda? >>   << Secondo  te? >>
<< Ma  la finisci? >>  urla  arrabbiata
<< Kurata,  fai mille  domande  e la  risposta  è una  sola,  cerca  di  essere… >>   si  avvicina  al suo  orecchio  e le  dice   << Meno  tarda >>.
Sana  rimane  con la  bocca  aperta  seguendo  con gli  occhi  Akito  che si  dirigeva  all’uscita  completamente  fradicio,  come  lei d’altronde.
Dopo  essersi  calmata  si dirige  verso l’altalena.
Era  la  prima volta  che ci andava  e dondolava  come  faceva  quand’era  piccola.
Chissà  perché Akito mi  ha baciata.  È  il mio primo bacio (con il suo ex, non  si erano mai  dati un  bacio, lei voleva  essere  sicura  di quello che faceva)  ed  io volevo  custodirlo  per la  mia “anima gemella”  diciamo  così.  Poi  sono  completamente  bagnata,  ma a quella  fontana  che  l’è  preso? Non  voglio  ritornare  in classe,  anche se so che  più tardi  dovrò  dare  spiegazioni  ai  professori  e  soprattutto  alle mie  amiche,  curiose come  sono!
Sana  inizia  a dondolare  e riesce  a  vedere  da  in alto.
Non vede  più  la  casetta,  l’albero,  i giochi…
Vede…  un mondo…  magico:  creature alate, gnomi,  persino  i folletti.  Però  fu tutto  roba  di pochissimi  secondi,  2 al  massimo.
Si  ferma subito  e scende  immediatamente  dall’altalena.
Ma… cos’è  stato?  Perché  ho visto  cose  del genere?
Adesso  non le vedo  più,  ma  cos’era? Oggi  accadono  troppe  cose strane,  meglio  che vada.
 
Una  volta uscita  dal  nascondiglio si  dirige  verso  la  scuola.  Fortunatamente  nessuno  si  aggirava  per  i corridoi,  la  ricreazione  sarà  già  finita da  un pezzo.
Va  in bagno  e  con  lo specchietto  che si  porta  sempre  appresso  si  guarda,  era  fradicia.
Quella  fontana!  Proprio  adesso  mi  doveva bagnare? Uffa,  mi servirebbe  qualcosa  per  asciugarmi,  anche  un asciugamano  andrebbe  bene,  almeno  per  asciugarmi un  po’ i  capelli,  ma  guarda  un  po’  oggi.
Sana  gira la testa  e  all’improvviso  vede proprio  un  asciugamano  vicino  al lavandino.
L’unica  cosa buona  oggi
Lo  prende  e  notando  che  è asciutto  lo  mette  fra  i capelli.
Aspetta  qualche  minuto  prima  di  toglierlo  e  una  volta  passati  se lo  toglie.  Si  guarda  nuovamente  allo  specchietto  e  nota  che  sono  ben  asciutti in  parte.
Bene,  adesso  che  faccio?  In  classe  non  ci posso  e  non  voglio  andarci,  dove  vado?  Che  scusa  m’inventerò? Al  nascondiglio non  ci  metterò piede  almeno  fino  a domani,  voglio  capire  cosa è successo  ma  adesso  ho  troppa paura.
<< Kurata! >>
Oh cazzo!  Conosco   bene  questa  voce…  la  prof. Di  matematica
<< Sì prof.? >>   << Che  ci fa  lei qui,  ritorni in classe >>
<< Ehm…  non posso >>   << Perché? >>   << Sono  completamente  fradicia  prof.! >>   << Non  importa,  nel  frattempo  che arriva in  classe  si saranno  un  po’ asciugati,  non  può saltare la  lezione  senza  permesso >>
<< Sì  prof.,  lei  ha ragione  ma non  mi sento  tanto  bene, non siamo  in estate  e se  vado in  giro  così  mi  prenderò un  bel  malanno  e  non posso >>
<< Allora vai in  infermeria.  Lì starai  più al  caldo  e  non  ti prenderai il  malanno >>  << Grazie  prof.! >>
Sana  mentre si  dirigeva  in  infermeria* pensava
Che strano  comportamento  ha avuto la  Bellini (cognome della prof.),  di  solito è  freddissima  e  se la  conosco abbastanza  avrebbe detto  che  non le  importava  e che  doveva   ritornare  immediatamente  in classe  altrimenti  rischiavo la  nota,  sì,  avrebbe  fatto sicuramente  così.
Vabbè,  sicuramente  non è  un problema  mio,  l’importante  è che non mi  abbia fatta  entrare  in classe.
<< Ehi tu!  Cosa  ci fai qui  durante  le ore di  lezione? >>  era l’infermiera.   << Ehm…  salve.  Ecco,  io sono  qui  perché non  mi sento molto  bene e  ho avuto il  permesso  di restare  qui >>
<< Allora  sdraiati su  quel lettino  e  riposati  un po’ >>
<< Certo,  grazie >>        L’infermiera  se ne va  e  Sana  rimane  da sola.
Si sdraia  bagnando  poco  le  lenzuola  bianche   con  l’acqua.  Fra  i suoi pensieri  si  addormenta,  con  il  Giappone, i  suoi  amici, il concorso,  Akito,  il  suo bacio  e il  nascondiglio  fra  la testa.
 
 
***POV AKITO***
 
Sono  fradicio  e di  certo  non posso  andare in  queste condizioni in classe  e  poi  non voglio  neanche  vedere  Sana,  mi  vergogno  parecchio  e se mi  chiedesse  ancora  qualcosa sul  bacio  non  saprei  cosa  risponderle,  non voglio mentirle  però  sono  troppo  timido  per  ammetterlo davanti a lei  e  quest’ultima  è  troppo  tonta  per  capire  che l’amo.
Vado  in infermeria  e  mi stendo,  fortunatamente quella  vecchia  dell’infermiera  non  c’è.
<< Ehi tu!  Cosa  ci fai qui  durante  le ore di  lezione? >>  Era  l’infermiera.
Oddio,  mi ha  scoperto, e adesso  che le  dico?
Stavo  per  parlare  e  aprire  una  sottospecie  di tenda  che separa  un lettino  da un  altra  quando sento un’altra  voce,  una voce  che  ormai  conosco  fin  troppo  bene:  era  quella di  Sana.
<< Ehm…  salve.  Ecco,  io sono  qui  perché non  mi sento molto  bene e  ho avuto il  permesso  di restare  qui >>

Sana  era  sdraiata  accanto al  suo letto.  Dopo  minuti  la sento  respirare  regolarmente.
Si  era addormentata.
Apre  piano la  “tenda” (io  la chiamo  tenda  perché non  so come chiamarla) e  la  vede  dormire,  un  angelo.
Che  bella! Però  è così tonta, non ha  capito niente.
Prima  ero davvero sconcertato  su quello che  disse  Natsumi,  lo credevo impossibile  ma  invece  è la  pura verità.  Sono completamente,  pazzamente, perdutamente  innamorato  di Sana  Kurata.
Guardandola  dormire, bellissima,  anche Akito  si addormenta.
 
<< Mmmh! >> Akito  si stava  svegliando.
<< Dove  sono? >>  mormora  mezzo addormentato.
Una  volta  preso  coscienza  inizia  a ricordare.
Gira  la testa  e vede  la  folta chioma  ramata  di Sana.
Per fortuna  non si  è svegliata  prima di me.
La fissa  per  altri  minuti  che  sembrano  infiniti   << Mmmh >>  all’improvviso  sente  un  mugolio  uscire  dalla bocca di  Sana.
Si  sta svegliando, Devo andarmene!
Akito  di scatto  si alza  da terra  e si  nasconde  nell’altro  letto.
<< Che  ore  sono? Che  bella dormita! >>  guarda  l’orologio  appeso  sulla  parete  e urla   << Oh no!  Ma  è tardissimo,  ho  perso  tante  ore  di lezione,  mancano  solo  15  minuti  alla fine  della  giornata  scolastica,  devo  andare! >>
Oddio!  Ma  è  così tardi?
Pensa  Akito  sgranando  gli occhi.
Sana si  alza di  scatto  dal letto  notando  che  era  asciutta,  finalmente,  ed  esce  dalla  porta  dirigendosi  in classe.
Se ne  è  andata,  adesso  posso  andare
Akito,  ormai  anche lui  asciutto,  si dirige  in classe  però trova  Sana  davanti,  probabilmente  era andata  a prendere  qualcosa  dalle macchinette.
<< Hayama >>   lo  saluta  Sana  un po’  freddamente,  ancora  offesa  per la questione del bacio.
<< Kurata >>  saluta  lui  con lo  stesso  tono  di voce  usato da  lei. Poi   entrambi  si dirigono  in classe  in  silenzio,  ognuno  fra i  proprio  pensieri  che  sono  ugualmente uguali.
E adesso come  mi comporto con lei/lui?
I loro  sguardi per  una  frazione di  secondo  s’incrociano  ma poi  subito lo  distolgono imbarazzati.
Sana  avrebbe voluto  urlargli  contro  che  era uno stupido  e  che doveva  ridarle  il suo  primo  bacio ma  se ne stette  zitta,  pensando  al  motivo  per cui  l’ha  baciata.
Akito  invece  preferiva  restare così,  in silenzio,  senza  dover dare  nessuna  spiegazione  o  lascarsi  sfuggire  qualcosa  d’imbarazzante.
<< Kurata! La  professoressa  di matematica  mi ha  informato che  sei andata  in  infermeria  ma  tu  Hayama… >>  dice  il professor  Suzuki  indica dolo  con un  dito  << Tu  non  sei giustificato  da nessuno,  dov’eri? >>   << In  infermeria >>
 
***POV SANA***
<< In  infermeria! >>  
Cosa?  Hayama  era in infermeria? No  aspetta, quel  rumore…  mi  stava  spiando? No,  questa  non  gliela  perdono,  mi  stava spiando.
Quando il  professore  se  ne va,  si gira  verso  Hayama e  senza  perdere  tempo  gli urla  contro
<< Tu,  brutto  coglione!  Come  ti  sei permesso? Mi  hai  spiata in infermeria.  Mi  hai  baciata,  mi  hai detto  che sono  tarda  e  hai pure  il coraggio di  spiarmi! Basta,  rivoglio  indietro  il mio  primo  bacio,  non  sei tu  quello che me  lo  doveva  dare >> 
 
                              ***POV AKITO***
 
<< Tu,  brutto  coglione!  Come  ti  sei permesso? Mi  hai  spiata in infermeria.  Mi  hai  baciata,  mi  hai detto  che sono  tarda  e  hai pure  il coraggio di  spiarmi! Basta,  rivoglio  indietro  il mio  primo  bacio,  non  sei tu  quello che me  lo  doveva  dare >> 
Akito da  quel  “non sei  tu quello che me  lo doveva  dare”,  la  ignora,  ferito  dalle sue  parole.
Sono davvero un  coglione,  ma non per  averla  baciata,  ma  per  essermi  innamorato  di una  stupida che  neanche  capisce quel  che  provo.
Dopo la  scuola  ritorno al  nascondiglio,  ho  bisogno  di restare da  solo.
 
DRIIIN, DRRIIIN
Finalmente  questa campanella  è  suonata,  non ne  potevo  più.  Tsuyoshi  mi guarda  curioso, Sana  mi accusa  con lo  sguardo  che  sento  anche  senza  guardarla  in faccia.
Tutti gli  studenti  si alzano  e  corrono  all’uscita  in fretta.
Akito  anziché  andare  dalla  parte dell’enorme  cancello  ovvero  l’uscita,  và  dalla  parte opposta,  uno delle  tante  entrate  del  nascondiglio.
Una  volta  entrato   cammina  nella tranquillità,  con il  rumore  delle  onde  che si  sentivano  nell’aria.
Quel  posto sembrava  magico,  un luogo molto  strano.
Sicuramente  nessuno avrebbe  creduto  che dietro un  misero  cespuglio  si  trovava  un posto  magnifico  come quello.  Akito  si sentiva  fortunato  di aver  trovato un posto  così  bello,  permettendolo  di pensare  in serenità,  senza nessuno  che gli  girava  attorno.
Una  volta arrivato  alla casetta  con le  giostre  e  l’enorme  albero, sale  sull’altalena  e  inizia  a dondolarsi.
Anche  il fatto  di  essere  diventato  un  po’ “bambino”  è uno  delle tante  conseguenze  dell’amore?              
Pensa  Akito  mentre  si  dondolava  sulla giostra  su  cui  andava  sempre  quand’era  piccolo,  quand’era  pensieroso  soprattutto.
Perché  mi sono  innamorato  di una  sciocca  ragazzina  tarda.  Lei  mi ha  umiliato  di fronte  a tutti.
Le ha  fatto  così  schifo  il mio  bacio?  Potrei  considerarlo  in mio  primo  vero bacio,  dato che  tutti  quelli  che ho  dato,  gli ho  dati  a  persone  che non  amavo  affatto. Ho  deciso  d’innamorarmi  della persona  più  sbagliata  del mondo,  del mio  opposto, perché  ho permesso  che  accadesse?
<< Non  sei  tu a decidere  chi amare,  il  tuo cuore batte  insieme  a quello  di  Sana  e tu  devi  saper  lottare per  questo amore >>
Akito  si spaventa
Chi  è  stato  a  parlare?
Ancora  dondolando  a  mezz’aria  guarda  giù.
Non vede  più  la  casetta,  l’albero,  i giochi…
Vede…  un mondo…  magico:  creature alate, gnomi,  persino  i folletti.  Si  guarda  intorno  spaventato,  stupido  e  meravigliato  allo stesso  tempo.
Vede una  creatura  alata  parlare,  la stessa  voce  di prima.
Però  appena  torna  a terra con  l’altalena  tutto  svanisce.
Ma… che  succede?
 
                                                                                                                                                                                        
 
 
*INFERMERIA=  neanche  questa  è una  parte della mia  scuola.  Di  solito  le  infermerie  in  Italia  sono  pochissime,  di solito  si trovano  all’Estero.
Però  facendo alcune  ricerche  ho scoperto  che  in alcune  ragioni  Italiane (come  Torino)  ci  sono infermerie.
 
ANGOLO AUTRICE
 
Ciao ragazzi!  Come  state?  Innanzitutto  auguri  di buon Natale, siamo nel  periodo  che preferisco  e  non  potevo non aggiornare  e augurare  buon natale  e buone  vacanze  a  tutti voi. 
Passando  al capitolo,  che ne  pensate?  Ringrazio  chi mi  contatta, chi recensisce, chi ha messo  la storia  tra  preferite\ seguite  e  anche  a te,  che leggi  solamente.
Come  ho già  scritto in  capitoli  precedenti  la  storia (non i  personaggi)  potrebbero  diventare fantasy  e  più  in là  questa  cosa  si  espanderà,  adesso  è  solo  qualcosa  d’insignificante,  diciamo  così.
Dedico  questo capitolo  ad  una mia amica  che il  ieri è stato  il giorno del  suo compleanno.
Ragazzi  volevo  dirvi anche  che nella  storia  ci saranno  anche ripetizioni  e  volevo dirvi che  queste  ripetizioni sono  dovute  alle stesse  cose che  vedono  Akito e  Sana.
Spero  vi  sia  piaciuto il  capitolo  e  come  sempre aggiornerò  molto  presto,  1\2 settimane  al massimo.
Kiss
 
StellinA003
 

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Capitolo 9
*** capitolo 9- gelosia ***


Sarà  stato il  destino a  farci  incontrare?

 

Capitolo 9- gelosia

 
Akito  continuava a pensare  alle cose  che aveva  visto al  nascondiglio,  così  come Sana  che  continuava  a penarci.
Akito  però,  oltre  a  pensare  al nascondiglio,  continuava a  pensare  a  Sana  e alle  sue  parole  che  l’hanno  ferito  tantissimo.
Che  egoista! Anche se non ha   capito  i miei  sentimenti  per lei,  deve  capire  che le    sue parole  fanno  del male,  anche  ad una  persona  qualunque,  le  sue parole  fanno male.  Sono  la sua  arma migliore
<< Akito! >>   era  sua  sorella  << Posso  entrare? >>
<< D’accordo >>  forse  sua sorella  gli  poteva  dare un  consiglio!  << Akito,  che  succede  ancora?  Ti  vedo  sempre  abbattuto  in questi  giorni!  Che  hai? Ha  a che  fare con  Sana? >>   Akito  dopo  un paio  di minuti  di  silenzio decide  di confidarsi,  dopotutto  lei  è  una  donna  ed  è sua  sorella.
<< Sì,  è  solo  un’egoista >>  << perché  dici questo? >>
<< Oggi  l’ho  baciata  e… >>  << Ma  è  fantastico! >>  urla  sua sorella  << Aspetta,  non  ho ancora  finito.  Lei  mi  ha insultato  prima  quando  eravamo  soli  e  poi  dinanzi  a tutti,  dicendo  che  quel  bacio non lo  voleva e  soprattutto  da me >>
<< Oh,  mi dispiace! >>   << Non  importa >>
<< Come  non importa?  Lei  ti ha  attaccato  a  parole,  tu  attaccala  con la  gelosia,  solo in  questo  modo riuscirai a  scoprire  veramente  se ci  tiene  o no  a te,  come tu  tieni  a lei >> dice  le  ultime parole  con  una  nota  starna  nella  voce,  Akito  lo nota ma  non  nota  il  modo.
<< Lei  non  tiene a me,  lo  ha dimostrato  oggi >>
<< No,  lei forse  non lo  capisce,  tu devi  solo  provare,  non  credo che  le  ragazze non  ti  corrano  dietro >>
<< In  effetti  la popolarità  tra  le ragazze  non  mi manca,  anzi,  però  da quando  ho  conosciuto  Sana,  scaccio  ogni  ragazza che  prova  ad avvicinarsi  a me >>
<< Visto? Su,  devi  farla  ingelosire,  e  se lei  non  mostra  alcun  segno  di gelosia,  cosa  che mi sembra  improbabile,  devi  conquistarla,  in ogni  modo >>
Sua  sorella  aveva  ragione,  lui  doveva  lottare,  perché  senza  lottare  non  saprai  mai s e  ce  l’hai  fatto  o no.
Senza  lottare  non  riuscirai  mai  ad   andare  avanti nella  vita.   << Sai  una  cosa?!  Hai ragione,  se  non ci  provo  non  potrò  mai  conquistarla,  hai  completamente  ragione.  Da  domani  la  ignorerò  completamente  e la  farò  bruciare  di  gelosia >>
<< Bravo.  Sai,  non  ti riconosco  più >>.  Akito  la  guarda  inarcando  un  sopracciglio  << In  questo  caso  anche tu  sei la  strana,  non  ti ho  mai  vista  nei  panni  di  sorellona   dolce >>   << Ahaha,  abituati >>
<< Ci  proverò >>   << Adesso  però  andiamo a mangiare,  devi  reagire,  non  puoi  smettere di mangiare,  altrimenti  perderai  i  tuoi  muscoli >>
<< E  smettila,  adesso  vengo a  mangiare >>
<< Okay,  allora  io  vado  in  cucina a controllare >>
<< D’accordo >>   << Quando  è  pronto  ti  chiamo >>
<< Okay >>.
Una  volta che  sua sorella  se  ne  fu  andata,  Akito  prese  il  telefono  in  mano,  e scorse per  la  rubrica  diversi  numeri di  telefono  di  alcune ragazze  che  impazzivano  per  lui. Fra  tutte,  sceglie  Britney,  la  più  bella  fra loro,  ma  sicuramente  meno bella  di  Sana.
Britney  sta nella  sua  stessa  classe,  anche  meglio,  e  nella  sua  classe  sta anche  Sana,  ancora  meglio.
<< Pronto? >>  una  voce  fin  troppo  provocante proviene  dall’altra  parte  del  telefono
<< Sono  Akito.  Domattina  fatti  trovare  davanti  al cancello  della  scuola,  entriamo  in classe  insieme  e potremmo  anche  uscire >>  senza  aspettare  la  risposta della  ragazza  attacca  il telefono,  sapeva  già  che il  giorno  dopo  l’avrebbe  trovata  dinanzi  al cancello della  scuola.  << Akito! >>  sente  un  urlo  provenire  dalla  cucina:  la  cena  era pronta.
 
Il  giorno  dopo Akito  si  sveglia  alle  6.30.
Senza  aspettare  che la  sveglia  suoni  alle  7.00,  si  alza dal  letto  e  va  in bagno  a  prepararsi  per  andare a  scuola.  Quando  esce  dal bagno  sono  già  le  7.05.
Akito  scende  giù  in cucina  trovando  suo padre  intento  a  fare colazione  e  sua  sorella  a  prepararsela.
<< Giorno >>   << Oh  buongiorno  Akito >>  dicono  all’unisono  il  signor  Fujuki e  Natsumi.
<< Siediti  a  tavola  che adesso  ti  preparo  la  colazione >>  dice  Natsumi  a suo  fratello.
Akito  fa  come dice   e la  colazione  non  tarda  ad  arrivare.  Una  volta   finito  di fare  colazione  i  tre  si  alzano  e  il  signor  Fujuki  prende  la  sua  valigia  di lavoro  e  dice  ai  due  ragazzi  << Adesso  vado  a lavoro  ragazzi,  voi  mi raccomando  di  andare  a scuola  e  di  ritornare  presto >>   << Certo  papà >>  esclamano  Akito  e  Natsumi.  Una  volta  che  il  signor  Fujuki  fu  andato  via,  Akito  e  Natsumi  prendono  le  loro  cartelle  ed  escono  insieme.
<< Allora  Akito,  adesso io  devo  andare  da  questa  parte,  mi  raccomando  quello che  ti ho  detto  ieri okay? >>
<< Sì >>  Natsumi  gli  fa  l’occhiolino e  se ne  va.
Bene  Kurata,  preparati!
<< Oh!  Akito! >>   questa  dev’essere  Britney
<< Ciao! >>  la  guardo,  è  vestita  molto  provocante,  mi  chiedo  come  farà  ad  entrare  senza  divisa.
Britney  vedendo  come la  guardo  dice  << Ti  piace  il mio  look?  Questo  è per  dopo,  nel  frattempo  metterò  questa  divisa >>  dice  mostrandomi  la  nostra  divisa  scolastica  però  con  qualche  modifica:  la  gonna  è  stata  accorciata  di  almeno 30  cm,  molto,  troppo  corta.
<< Capisco >>    << Adesso  perché  non  entriamo?  Fra pochi  minuti  suona  la campanella >>  << No,  aspettiamo  un  attimo  qui,  non  mi dire  che vuoi  entrare  in classe  adesso,  anziché  restare  un  po’ con me >>  dice  Akito.
L’altra  arrossisce  di  botto,  cosa  che ad  Akito  resta  indifferente  e  balbetta
<< Oh  beh…  ma  c-certo,  i-i-io  pe-pens-savo  che  vo-volessi  en-entrare e… >>  << Certo  certo >>.
Akito  poi  butta  un occhio  alla  strada  e  nota  che  Sana  stava  venendo,  però  non  si era  ancora  accorta  di lui  e  Britney.  Allora  appena  fu  abbastanza  vicina  da  poterli  vedere,  bacia  Britney  con passione,  e  lei  ovviamente  risponde  al bacio.
 
                                    ***POV SANA***
Per  la  prima volta  sono  in  anticipo,  mi  stupisco  di me  stessa.  Oh!  Ma  quello  non  è  Hayama?  Sì,  è  lui ma…  aspetta  un  attimo,  che  ci  fa  con  Britney? Nononono,  lui  la  sta baciando,  la  sta baciando.
No,  come  ha  potuto  farmi una  cosa del  genere?  No,  ma che  sto  dicendo?  Hayama non  mi ha   fatto  assolutamente  niente.  Però… perché  più  mi avvicino  al  cancello,  più  sento  questo  peso  sullo  stomaco  salire?  Perché?
Una  volta  arrivata al  cancello  con la  testa  bassa,  loro  sono  proprio  di  fronte a  me, e   continuano  a  baciarsi, impedendomi  qualsiasi  mossa,  anche  di  entrare  nella scuola,  non  so  con che  forza  sono  riuscita  a  dire
<< Scusate,  ma  io dovrei  passare >>  Akito  e  quella…  Britney…  si  spostano  uno  dalle  labbra  dell’altro,  finalmente,  e  Akito  mi  dice
<< Oh,  scusaci  tanto  Kurata,  ma  vedi,  eravamo  così  impegnati  che  non ti  abbiamo proprio  vista >>
Senza  dire  niente Sana, con  la  frangia  che le  copriva  gli occhi,  corse  all’entrata,  vicina  ad  un pianto  isterico.
Decide  di  andare  nel  “loro”  nascondiglio,  non  voleva  farsi vedere  così  dai  suoi  amici,  e  soprattutto  da  “lui”  e  quella  Britney.
Una volta  che  fu vicino  alle  giostre  e  alla  casetta  sull’albero,  si  stende  sull’erba  con  lo sguardo  verso il  cielo.  L’immagine  di  Akito  e  Britney  che si  baciavano  appassionatamente  le  si  parava  dinanzi  agli  occhi.
All’improvviso  sente  qualcosa  scivolarle  lungo la  guancia,  cos’erano?  Lacrime? Nhaa.
Sana  poi  si  tocca  la guancia e  nota  che  era  bagnata.
Lacrime?  Può  darsi.
L’immagine  del bacio  ritorna alla mente di  Sana  e  questa  volta  non  sono  solo  2  gocce  di  acqua  salata  a  bagnarle  il  volto,  ma  scoppia  in u n  pianto  isterico,  che  le  fa mettere  il  braccio  sugli  occhi,  tentando  di  coprirseli.  All’improvviso,  come  l’altra  volta,  accade  una  cosa  insolita,  strana:  qualcuno  si  avvicina  a  Sana,  una  creatura  minuscola.
Il  posto diventa  da capo  magico,  con  gnomi,  folletti,  fatine,  e  proprio  una  di  quest’ultime  è  che si  avvicina.
Questa  volta   però  l’immagine  non  scomparse,  restò  lì,  cose se  quel posto  esistesse davvero.
<< Perché  piangi? >>.  Sana  alzò  il viso  di scatto  e  sorpresa disse  << Eh? Ma… tu  chi sei? >>
<< Questo  non importa,  adesso  perché  non  provi  a  confidarti  con me?  Do  sempre  ottimi  consigli >>
Sana  dopo un attimo  di  esitazione  decide  di  confidarsi.
Le  raccontò  tutto, dalla  sera che aveva  incontrato  Akito,  al  bacio tra  lui  e Britney.
<< Oh,  piccola  Sana.  Tu  sei legata ad  Akito  da  un  forte  sentimento, io  so di  cosa  si tratta,  ma  tu devi  scoprirlo  da sola,  perché  vedo che su  queste  cose  non  si  un  fulmine >>   << Un  forte  sentimento?  Io  gli  voglio molto bene! >>  << No,  non  è questo,  il  bene  che tu  dici  di  volergli  è  solo  una  parte  minuscola  di quello che  realmente  provi  per lui >>   << Allora  cos’è? >>
<< Tu  cosa hai provato  quando  hai visto  quel  bacio  fra  la  bionda  e  Akito? >>  << Beh… >>  inizia  a  singhiozzare   << Mi  sono  sentita  male,  come  se qualcuno  mi  avesse  appena  dato  un forte  pugno  nello  stomaco >>   << E  allora?  Davvero non capisci? >>
<< No,  cosa  dovrei  capire?  Lo  odio! >>
<< Odiare?  Se  lo  odiassi  non staresti  così male,  non  credi? >>   << Non lo  so  cos’è  stato  quel vuoto  al centro  del  cuore,  ma  sicuramente  è  un  sentimento negativo,  perché  se fa star  così  male,  è  un’emozione  orribile >>
<< E  invece,  guarda caso,  è  una  delle  emozioni più  belle mai provate  nella  vita.  Tu  adesso stai  affrontando un  periodo  che  non  hai  mai affrontato,  è  normale  sentirsi  così  confusi >>
<< Ma…  ma  tu chi  sei?  Non  mi sembri  una  persona  normale  come me >>
<< Infatti  non lo  sono.  Mi  chiamo Jacquelyn (sciaclin,  se non sapete leggerlo).  Sono  una fatina >>
<< Una  fatina?  E la casetta?  Le  giostre? Il  mare? >>
<< Dimentica quel  posto,  questo è  il vero  aspetto  del nascondiglio.  Nessuno  a parte te  e  Akito  possono  vedere  questo  mondo  e il  nascondiglio >>
<< E  come mai? >>   << Ah!  Questo  non  te  lo  rivelo,  mi spiace >>   << E dai! >>  supplica  Sana ridendo.
<< No no >>  << Senti  Jacquelyn!  Mi  potresti  far visitare  questo posto? >>  << Ma  certo!  Ti  stupirà! >>
<< Beh,  dopo  aver  visto te,  non so  cos’altro  aspettarmi >>   << Adesso vedrai! >>
 
<< Woow! >>  Sana  era  meravigliata  da  ciò  che vedevano  i  suoi occhi.
Creature  magiche,  che lei  credeva  esistessero  solo  nei libri  e  nei film, volavano  da una  parte  all’altra,  rincorrendosi  e  ridendo.  Rose,  primule  e  margherite  crescevano a  dismisura  facendo  sparare fuochi  d’artificio.   Non  aveva mai  visto  fuochi  d’artificio  di giorno,  però  in  quel mondo  le  sembravano  ancor  più  belli,  anche di  giorno.
Poi,  alzando  la  testa  per  ammirare  i  fuochi,  uno  splendido  panorama  le  si presentava  davanti,  un  sole  accecante,  neanche  una  nuvola, e  nel  frattempo…  non  vi  spaventate  eh!...  nevicava.  Già,  anche  Sana  era  meravigliata,  era  uno spettacolo  unico, magico,  proprio  come  quel mondo.
C’era  anche il  mare,  ma secondo  Sana  era  il più  bello  che  avesse  visto:  non  era  solo  di un  colore  ma  era  sfumato  di  blu,  verde  acqua,  celeste  e  verde, delfini  che  saltano  da una  parte  e l’altra…
Sana  ad  ogni cosa  che vedeva  rimaneva  sempre  stupita.
Non  c’era una  cosa lì  che non  fosse  magnifica e  nuova.
<< Allora,  ti  piace il  mio mondo? >>  domanda Jacquelyn
Vedendo  Sana  rimasta  incantata  << Stupendo, anzi,  molto  di più  di stupendo >>
Jacquelyn ride   << Sono  molto felice.  Questo  mondo è  un  mondo  che solo  mezza  parte  su  100.000 parti di  umani  possono  vedere  e  tu  e Akito  siete  fra questi >>
<< Ed  io mi chiedo  perché!? >>   Jaquelyn  sospira << Sai Sana!  noi abbiamo  una  missione,  e  solo  le due  persone  scelte  possono  decidere,  noi  spingiamo  loro  solo  a  fare la  scelta  giusta >>  Sana  la guarda  con  confusione, non  ci  aveva  capito  niente   << Non capisco >>   << Non  capisci  eh? Beh,  ti  posso solo  dire che  solo  quando capirei  il sentimento  che  provi  per  quel biondino saprai  completamente  tutto  su questo  mondo >>
<< Allora  non lo  saprò  mai >>   << Devi  fidarti  sulle  parole  del  cuore, solo di  quelle >>
Sana  in uno  stato  di trance  risponde  << O-okay >>.
Il  mondo  scompare  e  Sana  si  ritrova  distesa  sull’erba.
Che strano! Ma… stavo  sognando? Probabilmente
<< Non stai sognando! >>  Sana si  spaventa  << Jaquelyn? >>  << Sì,  sono  io testona,  non  stai sognando,  adesso  vado,  mi chiamano >>   << No  aspetta!... >>  Troppo tardi!  Jaquelyn  era  già  andata  via.
Uffa! È  già  andata via! Comunque  mi chiedo  proprio  come  tutto questo  è  potuto accadere!  È  troppo… strano.
Sana  si alza  e si  dirige all’uscita,  era  rimasta  troppo  tempo in quel  mondo.
Appena  esce  nota  con suo  stupore  però  che  erano  solo  le 8.10,  pensava  fossero  le  9.00,  forse  stava  davvero  sognando.
<< Non  stavi  sognando,  io sono  qui.  Nel  nostro  mondo però  il  tempo  degli umani  non  vale,  è  come se  il tempo  si  fosse  fermato,  capisci? >>  << Ehm… forse >> Sana  stava  per  dirigersi  in  classe  quando  si blocco   << Aspetta  un  attimo…  e  tu che  ci fai  qui? >>  << Considerami la  tua  fata  madrina,  ti  aiuterò  nelle  scelte  da fare  e  ti  terrò  compagnia >>  << Oh, o-okay >>
<< Adesso  andiamo o  farai  tardi! >>  << Sì ma… lì  c’è  Hayama  e Britney >>  << Non  preoccuparti, ci  starò io  ad  aiutarti  quando non  saprai che  fare >> << Grazie >>  Jacquelyn le  sorride  e poi  si  mette  nella  sua  cartella.
Su  Sana,  lei  sarà  lì, lui  sarà lì,  non è  niente  di che,  AAH,  mi   tremano le gambe!
Sana  dopo un  attimo di  esitazione  apre  la  porta.
<< Kurata! La  puntualità!  La lezione  è iniziata  già  da  15 minuti! >>  << Ehm… mi  scusi  professore >>
<< Che  non si ripeta  più,  chiaro? >>
<< Certo! >>   << Si  sieda  al suo  posto  adesso >>
Accanto  ad  Hayama…  preferivo  che mi  mandasse  in  presidenza,  giusto  oggi  doveva  alzarsi  con la  luna  dritta.
Sana  guarda  il professore  con  disattenzione,  mentre  molti  sguardi  sono puntati  su  di lei,  a partire  dalle  amiche  e  Francesco.  e  poi c’era  Hayama,  che la  guadava  di  sottecchi .
Sana sentendo uno sguardo  abbastanza  insistente  su di sé,  gira  la  testa  e vede  Akito fissarla, ma subito dopo  distogliere  lo sguardo.
Sana non ci dà tanto peso  quindi  rimette  gli occhi  sul  professore.
Hayama perché  continui  a tormentarmi,  tu  adesso stai  con quella  stupida  e allora  perché?
Sana  stava  quasi per piangere però  una  voce  la blocca
<< Sii forte,  non  farti  vedere così  debole,  non  davanti a  tutti,  cerca  di sorridere >>
<< Grazie >>  sussurra Sana,  un sussurro  impercettibile,  ma che  Akito  riesce  a sentire   e pensa
Ma  è diventata  pazza  Kurata?  Parla  da sola adesso?  Sapevo  che era  strana, ma  non fino a questo  punto!  Vabbè,  io la  amo  per questo.
Quel pensiero  fa  sorridere  Akito ma  subito diventa  serio.
Perché  continuo a  pensare a lei  se  mi ha  fatto  così  tanto soffrire  solo per  due  parole  dette  all’aria? La  devo  smettere  di pensarla,  altrimenti  la  mia  piccola vendetta  e conquista non andrà  mai  avanti!
<< Kurata! >>  il professore  chiama  Sana
<< Ah… Ehm… si? >>   << Allora? Ci  vuoi  fare  un riassunto  su quel  che  ho  appena spiegato? >>
<< Ah… ehm… >>  oh!  E adesso come  la  metto? Tutta colpa  di  Hayama,  mi  distrae.
<< Ehm… >>  << Kurata, ho  capito  che non  stava  seguendo,  non  sono  rimbambito, vecchio ma  non  rimbambito.  Per  domani  deve  fare  un  riassunto su  Leonardo  Da Vinci  di  almeno  25  pagine >>
<< Eh?  Non  posso! >>  << Kurata,  capisco che  vuole  uscire  e divertirsi  ma  com’è  che  si dice?  Prima  il lavoro poi  il piacere >>
<< Non   posso farli >>  << Con  questo  cosa  si aspetta? Che  le metto un  due  direttamente  adesso?  Senza  aspettare  domani? Mi  dica  lei! >>
<< Uff… >>  << Non  sbuffi  Kurata,  questa  è una scuola!  Le  scuole  italiane  non sono  diverse  dalle  altre >>
Con  questo  suona  la campanella  della fine  dell’ora,  finalmente!  E  il professore se  ne va. Dopo  pochissimo arriva  la professoressa  d’italiano.
<< Sana!  non  dovevi  comportarti  così >>   << Jacquelyn,  sono  di cattivo  umore,  quindi  per  favore  di evitare  anche tu la  predica >>
Akito,  che  non aveva  tolto  minimamente  l’attenzione  da lei,  ascolta  anche  quella  frase.
E Jacquelyn  chi  sarebbe?
<< Sana,  Akito  ti  sta  fissando,  non  parlare  più >>
<< Perché? >>  questa   volta  Sana  aveva  abbassato  di più  la voce   << Come  perché? Ti  prenderà  per  pazza!  Adesso  qui solo  tu  mi puoi  vedere >>
<< Capisco >>  dopo  quella parola,  Jacquelyn  ritorna  nello zaino  e  Sana  mette  gli  occhi  sulla  professoressa,  questa  volta  cercò  di evitare  lo  sguardo  di  Akito,  e  cercò  di non  pensarlo.
Le ore  questa  volta  passano  velocemente  e  arriva  già  la  ricreazione. Akito  si  alza  e  si  dirige  verso  Britney,  sotto lo  sguardo  triste  di  Sana  che  per  non  guardarli insieme,  va  dalle  sue amiche.
<< Ehi  Sana!  cos’hai?  Ti  vedo triste  oggi! >>  << No, niente,  solo  che non  ho  dormito  bene,  ero  troppo  agitata  per  il concorso >>  << Oh >>  Aya  sapeva  che  era una  bugia  ma  deviò  il discorso   << Capisco,  che  ne  dite  allora  se andiamo al  bar? >>   Sana  e gli  altri  annuirono.   Una  volta  arrivati  al bar,  presero  posto  in un  unico  tavolo.  Fuka  domanda  a Sana e  Francesco  << Allora?  Sana  aveva  detto che  avevate scritto  già il  testo  della canzone  che presenterete  al  concorso,  ci  potete  fare  uno  spoiler? >>  Sana  per  la  prima  volta quel  giorno smette di  pensare  ad Akito.
<< Certo!  Abbiamo  anche la melodia! >>  << Allora perché  non  ci  cantate  un pezzo? >>
<< Ma  certo! >>  urlano  Sana e  Francesco.
La  prima aveva  appena  visto  entrare  nel  bar  Akito  con  Britney  e  allora  aveva  deciso  di farsi  vedere  felice  davanti  a lui.  << Su  Francesco! Iniziamo! >>
 
Oggi ho  un  turuturuturu per  la testa
Che  fa turuturuturu  e non mi  passa…
Lo fa sempre  quando esci un po’  da solo,
ed io resto pressappoco dove sono.
 
Se potessi fermerei i  tuoi passi in un  momento
Per scoprire  dove  sei
Se mi stai  portando  dentro
Menomale che  tra  noi,
sta nascendo un sentimento
che fa turuturuturutu


 
Io vorrei  chiamarti ma  non  ho una scusa
Hai sbagliato a darmi  il numero di casa
Non riesco a immaginarti tutta sola
Che peccato che non te l’ho detto ancora
 
Insieme…
 
 
Che  non sto  mangiando più,
che non vedo  più gli  amici,
che mi  manchi  solo tu, le tue  mani, i tuoi  sorrisi,
ma  qualcosa  tra  di noi,
può succedere  lo  stesso, non ci  arrenderemo mai
fino a  che  sarà  successo
[…]
 
Sana e Francesco  cantano,  e  tutte  le  persone  presenti  si  avvicinano,  tranne  Akito  e  Britney.
Quest’ultima  dice   << Ah,  non  sono niente  di che,  specialmente  la  ragazza, sono  entrambi  stonati >>
Akito  avrebbe  voluto  urlarle  contro  che non  era  vero,  forse  sul  ragazzo  aveva  ragione, ma  su  Sana…
Comunque  non lo  fece,  era  troppo  preso  a  sentire  la  voce  della ragazza  ma  poi  un pensiero  gli  balenò  in testa.
Quella  canzone  l’ha  scritta  con Francesco,  sicuramente  era  per lui,  la  canta  così  bene  che  è come se  quei  sentimenti  li  prova  per  davvero,  già,  per  quel damerino  di  Francesco,  stupidi.
Akito  vede  Sana girare  la  testa  dalla sua  parte  e  lui  bacia  Britney,  già,  la bacia,  per  dispetto,  perché  non  sopporta  l’idea  che  lei  non lo  ami.
Sana  vedendo  una scena  simile  si  blocca,  la  voce  non  riesce  più  ad  uscirle,  tutti  la  guardano  stupiti,  chiedendosi  perché  si  fosse fermata.
<< Sana,  scappa,  lascia  indietro  tutti e  scappa >>
Sana  l’ascolta  senza esitare,  quella  scena  le faceva  troppo  male,  perché?
Troppo  presa  a scappare,  non  si  accorse  di una  figura  che la  seguiva.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciaoo! Allora?  Come va? E  le vacanze  natalizie  sono finite!. Allora? Piaciuto  il capitolo? So che  riguardo  al mondo magico,  ho avuto  troppa  fantasia,  ma  più  in là  quel mondo  lo  adorerete  perché… no,  niente  spoiler. Comunque  in questo capitolo  si  capiscono  alcune  cose,  ovvero che  solo  Sana  e  Akito  possono  vedere  quel mondo. 
Ah comunque il  testo della  canzone  è  di Giada  e  Francesco. Adoro  quella  canzone.
Comunque  spero che  il capitolo  sia  piaciuto,  fatemi  sapere.  A presto,
 
SA
 

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