Love Between the Lines

di Wyatt White
(/viewuser.php?uid=676060)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The new review ***
Capitolo 2: *** I gonna do it ***
Capitolo 3: *** Who are you? ***



Capitolo 1
*** The new review ***






PRIMA DI LEGGERE: NELLA STORIA CI SONO DELLE PAROLE EVIDENZIATE , SE CI CLICCATE SOPRA POTRETE VEDERE DELLE IMMAGINI RELATIVE AL RACCONTO u.u

Ormai era da venti minuti che continuava a guardare lo schermo del suo computer in attesa di qualche segno di vita; la pagina era sempre quella; ‘I’m a Writer’: un sito italiano dove alcuni ragazzi inserivano storie scritte da loro; era stato collegato alla pagina delle fan fictions talmente tanto tempo che ne poteva descrivere ogni particolare a memoria.
Sezione: SHINee
Numero storie: 1513
Aggiornamenti recenti: 27
Purtroppo, però, tra quei ventisette aggiornamenti non c’era il capitolo che stava aspettando non sapeva neanche più da quanto tempo.
In un primo momento, aveva iniziato a leggere quella storia perché era stato costretto: per impegni di lavoro avrebbe dovuto passare qualche mese in Italia e perciò doveva imparare la lingua; in realtà, non era strettamente necessario, ma i suoi colleghi avevano pensato che sarebbe stato carino sapere almeno qualche parola di quella lingua.
Aveva provato a leggere molte storie da quando aveva scoperto quel sito; molte lo descrivevano come un omosessuale e la cosa lo aveva lasciato abbastanza perplesso; continuava a pensare:
“Ma do l’impressione di essere gay, per caso?”
La cosa più strana era che, nella maggior parte di queste, era fidanzato con uno dei suoi compagni; la coppia più gettonata la chiamavano ‘JongKey’; al solo pensiero rabbrividiva: se fosse vero, e non lo era, come potrebbe guardarlo ancora negli occhi?
Da un po’ di tempo, però, aveva deciso di leggere solo le storie che si trovavano nella categoria ‘Het’: non ne poteva più di leggere storie in cui si sbaciucchiava con Kibum.
Provó a leggerne alcune ma non riuscì mai ad arrivare alla fine.
Non che gli facessero schifo, anzi, le trovava molto interessanti ma, per qualche ragione, non riuscivano a catturarlo del tutto.
Ad un certo punto, trovò una bellissima fan fiction su una sua storia d’amore con una ragazza bionda con delle ciocche rosse; si chiamava Roxy; non sapeva esattamente perché gli piacesse così tanto quel nome; forse perché assomigliava al nome del suo cane.
Più andava avanti a leggere, più si appassionava a quella storia; rimaneva sempre con il fiato sospeso, aspettando qualche colpo di scena; a volte, gli capitava di trascorrere un intero pomeriggio a pensare a cosa sarebbe potuto succedere nel capitolo successivo; la cosa migliore era che non doveva aspettare molto per scoprirlo: la storia era completa e perciò poteva leggere per giorni interi.
Purtroppo, però, un giorno arrivò all’ultimo capitolo.
Rimase senza parole: la storia finiva con lui e la ragazza che facevano un incidente in moto; provò, in un ultimo disperato tentativo, a controllare che ci fosse qualche altro capitolo ma quella era proprio l’ultimo.
Era demoralizzato: neanche nelle fan fictions riusciva a far durare una storia; avrebbe tanto voluto urlare, spaccare il computer ma si trattenne; gli altri ragazzi avrebbero potuto pensare che fosse pazzo e, sinceramente, non avrebbe potuto dargli torto: stava perdendo la testa a causa di una ragazza che non esisteva neanche; anche se sapeva che era una cosa stupida, non poteva farne a meno; voleva sapere cos’era successo dopo quell’incidente.
Per fortuna, qualche mese dopo, Minho gli disse che aveva trovato il proseguimento della storia.
 
Non sto scherzando Jonghyun... la storia si chiama Non DienticarMi...
Minho, per favore...se è uno scherzo me lo devi dire!
Uffa, ma proprio non mi ascolti! Senti se non mi credi, controlla tu stesso...anche se non capisco perché ti interessi tanto quella storia quando ce ne sono centinaia su quel sito.
 
E come avrebbe potuto capirlo?
Nemmeno lui sapeva il motivo di questa sua ossessione; aveva provato a pensare a quale potesse essere stata la causa scatenante ma niente: non era riuscito a trovarla; quella che gli sembrava la più plausibile era che, in qualche modo, Roxy gli ricordasse la sua ragazza ideale; probabilmente, se fosse stata reale, sarebbe volato in Giappone a cercarla.
Il tempo, intanto, continuava a passare e la fan fiction non era ancora apparsa tra le storie aggiornate; stanco di aspettare, appoggiò la testa sulla scrivania, continuando a pensare:
“Ma perché non aggiorni?...io non ce la faccio più...voglio sapere cos’è successo dopo...”
Lanciò un’occhiata annoiata alla sua sveglia: 23:30.
Sospirando, spense il computer e si preparò per andare a letto; il giorno dopo avrebbe avuto una giornata ricca di impegni; doveva riposare altrimenti sarebbe svenuto per la stanchezza.
Si infilò i suoi soliti pantaloni del pigiama e prese una maglietta scolorita dall’armadio; dopodiché, passò velocemente per il bagno: aveva passato gran parte della sera davanti al computer e adesso sentiva l’esigenza di farsi una doccia.
Finalmente, dopo aver passato un bel po’ di tempo davanti allo specchio a sistemarsi il ciuffo; riuscì a stendersi a letto, sfinito; si mise sotto le coperte, portandosele fin sopra il naso: era ancora leggermente bagnato e dalla finestra continuava ad entrare un piccolo spiffero di aria fredda che lo faceva rabbrividire.
Non gli ci volle molto per prendere sonno; la parte difficile fu svegliarsi il mattino dopo.
Purtroppo, non era stato un problema della sveglia: la colpa era proprio del cantante; la notte prima era talmente esausto che si era dimenticato di attivarla; per fortuna, verso le 6:50, Kibum, non capendo cosa stesse facendo, andò in camera sua per chiamarlo; non appena entrò, scosse la testa: ogni volta che dovevano fare qualcosa di importante o ci metteva ore a prepararsi o non si svegliava proprio; infastidito dal suo comportamento, gli tirò via le coperte, urlando:
“JONGHYUN!!! SVEGLIATI ACCIDENTI!!!!”
Il vocalist, allora, cadde dal letto per lo spavento; ancora stordito dal sonno e dalla caduta, si mise seduto sul pavimento, passandosi una mano lungo la schiena per il dolore; provò a guardarsi intorno, provando a fare il quadro della situazione; pensò:
“Vediamo...cosa...ah sì...sono stato davanti al computer fino a tarda notte, mi sono addormentato e poi mi sono svegliato qui sul pavimento...ma come ci sono finito qui?”
All’improvviso, notò che accanto a lui c’erano un paio di gambe snelle avvolte da dei pantaloncini sulle tinte del rosa; alzò lo sguardo e, con sua grande sorpresa, si ritrovò a fissare negli occhi Key, che lo guardava dall’alto in basso, con un espressione che faceva trasparire tutta la sua rabbia; pensò ancora:
“Ecco come sono finito per terra....Kibum mi ha spaventato!”
Si rimise in piedi e, dopo essersi sistemato la maglietta, disse all’amico:
“Buongiorno, Umma...che succede?”
L’altro sgranò gli occhi, sempre più infuriato.
Che succede?!
Ha avuto veramente il coraggio di chiedere che succede?!
Non poteva credere alle sue orecchie; glielo aveva ripetuto un sacco di volte che quel giorno avrebbero avuto doppio turno di prove e lui stava dormendo come se niente fosse; a volte, avrebbe tanto voluto strozzarlo con le sue stesse mani; cercando di mantenere la calma, fece un respiro profondo e, dopo aver contato fino a dieci, rispose:
“Beh sai Jjong...dovremmo provare stamattina....pensi di prepararti o vieni in pigiama?”
Dino, allora, si colpì la fronte con una mano: adesso aveva capito perché Key fosse così irritato; sentendosi in colpa, si sedette sul suo letto e, nascondendo la faccia con le mani, disse:
“Sì, scusami...ho dormito troppo....perdonami...”
La Divah, non sapeva proprio cosa dire: da alcuni giorni si comportava in modo strano; restava per ore davanti al computer e, se non era lì, si sedeva sul divano con il cellulare in mano; era veramente snervante guardarlo: continuava a picchiettare lo schermo del telefonino per ore; volendo confortare il ragazzo, si sedette accanto a lui e, massaggiandogli le spalle, provò a dire:
“Dai Bling Bling non fare così...può capitare di scordarsi qualche impegno ogni tanto....”
“No, non è quello...Kibum... io sto impazzendo...non so più cosa fare... e tutto per colpa di quella storia...”
“Storia...quale storia?”
Jonghyun, allora, si guardò le punte dei piedi, demoralizzato: non aveva per niente voglia di spiegare all’altro tutti i suoi problemi virtuali; ma, allo stesso tempo, non voleva farlo preoccupare, perciò, sospirando, disse:
“Il problema è questo...sto leggendo una storia per migliorare il mio italiano...ma l’autrice non aggiorna da mesi e la curiosità mi sta uccidendo...che devo fare?”
Kibum, allora, cominciò a pensare a cosa poteva fare per soddisfare il desiderio letterario del povero cantante; ci pensò a lungo e, poi, schioccando le dita, disse:
“Semplice: ricordiamole che ha dei lettori...”
“Che intendi?”
Umma, senza prestare attenzione all’altro cantante, si alzò dal letto e, sedendosi davanti alla scrivania, accese il computer; Dino, intanto, lo guardava da dietro non capendoci nulla: l’unica cosa che era riuscito a capire era che stava navigando su internet; dopo qualche secondo, Key si alzò dalla sedia e invitò l’altro a sedersi lì al suo posto; Jonghyun, dubbioso, si mise davanti al computer: sullo schermo era visualizzato un profilo di ‘I’m a Writer’; si girò verso l’amico, chiedendo:
“Che cos’è?”
“Il tuo account...adesso puoi contattare l’autrice e parlarci...”
“Cosa?! Ma Kibum...”
“Niente ma...sbrigati a scriverle che dobbiamo uscire...”
 
- Nel frattempo in Italia
 
Computer acceso, Mormor, cioccolata calda e fumetti degli X-men.
Non avrebbe potuto immaginare un pomeriggio migliore; aveva passato un paio d’ore davanti al computer e poi si era immersa nella lettura; ovviamente, aveva già letto quei fumetti una decina di volte, ma per lei era sempre come la prima volta: si immedesimava così tanto nella storia che, ogni tanto, nei momenti più cruenti, gli sembrava di sentire veramente le ferite dei personaggi.
Ora, però, era l’una e mezza di notte e lei non riusciva a dormire; era rimasta troppo tempo su Skype, presa da l’ennesima role su Jim Moriarty e Sebastian Moran, e non si era accorta che era passata la mezzanotte; innervosita dall’orario provò a fare i salti mortali per recuperare il tempo perduto, non facendo altro che peggiorare la situazione; fortunatamente, quel giorno non avrebbe avuto interrogazioni, altrimenti sarebbe stata la fine.
Non riuscendo ad addormentarsi, si alzò dal letto e si rimise al computer; era già da un po’ di tempo che doveva fare una cosa: c’era una storia che non leggeva più nessuno e sinceramente si era stancata di aspettare quelle recensioni che non sarebbero mai arrivate; si collegò al sito di fan fictions dove, di solito, pubblicava le sue storie; aprì il suo account e entrò nella sezione ‘Gestione delle storie’; iniziò a scorrere verso il basso la lista delle storie finché non trovò quella che stava cercando; guardò un’ultima volta il numero delle recensioni; niente: non ne erano arrivate di nuove.
Sospirando disse, sottovoce:
“Beh...addio ‘Non Dimentica...aspetta...cosa?!”
In quel momento, la ragazza non poté fare a meno di sgranare gli occhi: era arrivata una recensione; non ci poteva credere; qualcuno leggeva ancora la sua storia; ormai, si era talmente convinta che quella fan fiction fosse finita nel dimenticatoio, che scoppiò in un mare di lacrime; avrebbe voluto comportarsi in un modo più maturo ma, proprio non ce la faceva.
All’improvviso, qualcuno bussò alla porta della sua camera; poi sentì:
Roxy...Roxy, tutto bene? Che succede?”
La ragazza, allora, pensò:
“Oh no, ho svegliato Chris...poverino...deve essere preoccupato a morte...”
Sentendosi in colpa, Roxy corse verso la porta, desiderosa di rassicurare l’amico; non appena l’aprì, si trovò davanti il suo coinquilino che la guardava in apprensione; quando lo vide, gli venne quasi da ridere; addosso aveva solo una maglietta e dei boxer: era talmente preoccupato per lei, che non si era nemmeno infilato dei pantaloni; probabilmente, sentendola piangere, si era alzato dal letto ed era corso a chiedere cosa fosse successo.
Si asciugò una lacrima che le era sfuggita e, senza lasciare all’altro il tempo di parlare, disse:
“Scusami tanto, Chris...sto benissimo non ti preoccupare...è solo che sono molto felice....”
“Per fortuna...mi ero spaventato...cos’è successo? Andrew Scott è apparso nella tua camera?”
Roxy lo fulminò con lo sguardo; a volte, il suo amico tendeva ad essere un po’ troppo ironico; non che le dispiacesse, ma doveva cercare di trovare un equilibrio tra il suo lato timido e il suo lato estroverso: era come se Chris, ad intervalli regolari, subisse uno sdoppiamento della personalità.
Forse avrebbe dovuto trovare un soprannome per il suo lato comico.
Dopo essersi diretta di nuovo verso la sua scrivania, rispose:
“No...anche se sarebbe bello....in realtà, qualcuno ha recensito ‘Non DimenticarMi’...”
“Come? Ma è meraviglioso!”
Il ragazzo, non riuscendo a controllare l’entusiasmo, si precipitò ad abbracciare l’amica; era talmente orgoglioso di lei; l’aveva vista un sacco di volte rattristarsi perché non gli sembrava che la storia riscuotesse il successo che tanto aveva desiderato; si sentiva così impotente: avrebbe tanto voluto fare qualcosa ma non poteva fare più di tanto; poteva solo scrivere una recensione ogni tanto.
Adesso, però, la fortuna sembrava star girando e lui non poteva che esserne contento.
Sempre più curioso, chiese:
“Ehi, Roxy, che c’è scritto nella recensione?”
La ragazza sporse in fuori le labbra, dubbiosa; disse:
“Sinceramente non lo so...devo ancora leggerla...”
Detto questo la ragazza si girò verso il computer e, senza perdere altro tempo, entrò nella pagina delle recensioni per cercare quella appena arrivata; l'amico, troppo curioso per tornare in camera sua, si posizionó dietro a Roxy; spostò qualche sua ciocca di capelli per riuscire a vedere meglio lo schermo del portatile; forse doveva dirle di tagliarseli ogni tanto, o almeno di decidere un colore definitivo; non poteva tenerli per sempre metà rossi e metà biondi.
All'improvviso, la ragazza lesse:
“Eccola! Vediamo...‘Cara, Elle...perdona gli eventuali errori di grammatica ma non sono italiano...ho appena imparato la tua lingua e tutto grazie a te...ho adorato la tua prima storia e la seconda mi sta appassionando ancora di più...avrei da dirti molte cose su questi ultimi capitoli (ad esempio, che adoro Roxy e mi piacerebbe uscire con lei xD) però te ne dico solo una...non smettere, ti prego...altrimenti penso che mi butteró dal balcone della mia stanza...A presto(?)’...”
“Beh...é gentile e potrebbe essere il tuo ragazzo ideale...”
La ragazza, in quel momento, lo fulminó con lo sguardo; come gli era saltato in mente di dire una cosa del genere?
In effetti, da come si esprimeva, sembrava un tipo socievole e poi doveva ammettere che l'idea che fosse straniero la incuriosiva; chissà di che nazionalità era? Forse era francese e magari le aveva scritto da un piccolo appartamento davanti alla Tour Eiffel; sarebbe stato bello.
Non poteva, però, dare ragione a Chris: aveva una reputazione da difendere; perciò, voltandosi verso l'altro, disse:
“...non penso proprio...però possiamo dire che é il secondo ragazzo a scrivere nella sezione SHINee...”
Il ragazzo, allora, scoppiò a ridere e, con uno sguardo vittorioso, rispose:
“No...terzo...”
Roxy, sentendo la parola ‘terzo’, sgranó gli occhi per la sorpresa; quindi, c'era un altro ragazzo iscritto sul sito e non glielo aveva detto; non ci poteva credere; l'unica cosa che non capiva era il perché lo avesse tenuto nascosto; scosse la testa, stanca: avrebbe iniziato l’interrogatorio più tardi; era pur sempre l’una di notte.
Disse:
“Dici che dovrei rispondergli?”
Chris, non rispose subito; sinceramente non sapeva neanche lui se fosse il caso; tirò in fuori le labbra, cercando di concentrarsi; provò a soppesare i fatti: la nuova recensione, l’incognita dell’identità del lettore; non riuscendo a trovare nessun possibile rischio, rispose:
“Perché no? Potrebbe fargli piacere sapere che hai letto il suo messaggio...uhm....sì, rispondigli, su!”
La ragazza, contagiata dall’allegria dell’amico, si girò di nuovo verso il computer, aprendo la pagina delle risposte; cliccò sul nome del fantomatico ragazzo, ‘realj90’, e provò a scrivere qualcosa che potesse avere un minimo di senso; purtroppo, però, non aveva idea di cosa scrivere: nella recensione non c’erano molti spunti di conversazione a parte il fatto che gli piaceva la protagonista; un po’ demoralizzata, spense il portatile, pensando che fosse meglio dormirci sopra.
 
- Qualche ora dopo -
 
Erano circa le 9:00 e lei era seduta su una panchina in stato confusionale.
Per tutto il resto della nottata, non aveva fatto altro che sognare ragazzi incappucciati che la osservavano da lontano, facendola rabbrividire; non capiva cosa le stesse succedendo; avrebbe dovuto essere felice di ricevere nuove opinioni sulla storia ma, anche se non sapeva perché, non era del tutto tranquilla; sentiva che quella recensione era il principio di qualcosa di molto grande e la cosa la spaventava.
Non riusciva a capire il motivo di tutta quell’agitazione; forse era il fatto che stavolta si trattava di un ragazzo; probabilmente se fosse stata una ragazza a scriverle non si sarebbe sentita così a disagio.
Dopo averci pensato a lungo, decise che aveva bisogno del parere di un’altra persona; aveva già l’opinione di un ragazzo; gli mancava solo quella di una ragazza; iniziò a cercare il suo cellulare dentro alla sua borsa che, per qualche strana ragione, era piena di fazzoletti, post-it e non sapeva cos’altro; affondò una mano all’interno di tutto quel mare di carta, sperando di trovare qualcosa che assomigliasse al suo telefonino; una volta individuato, lo afferrò tirandolo fuori da una delle tasche interne e selezionó all’interno della rubrica il nome della sua migliore amica: Sarah; voleva molto bene a quella ragazza; l’aveva persino inserita all’interno della sua storia come la sua coinquilina; lei era senz’altro la persona più adatta a consigliarla.
Schiacciò la foto del suo contatto, avviando una chiamata; poco dopo iniziò a spazientirsi; il telefono continuava a squillare ma non rispondeva nessuno.
Tu...tu....tu...tu....
Pensò:
“Ma dov’è finita?”
All’improvviso, sentì qualcuno dietro di lei dire:
“Mi cercavi, per caso?”
Roxy, sorpresa, guardò alle sue spalle per capire chi fosse: davanti a lei c’era una ragazza castana con gli occhi verdi.
Sorridendo, disse:
“Sarah, ciao...che ci fai qui?”
“Chris mi ha detto che eri andata al parco per schiarirti le idee... così ho pensato di venire a chiederti se avevi bisogno di una mano...”
“Beh...sei arrivata proprio al momento giusto...dai siediti che ti racconto tutto...”
 
- Nel frattempo a Seoul -
 
Erano passate un sacco di ore da quando aveva mandato quella recensione e lui era nel panico più totale.
Iniziava a pentirsi di aver parlato dei suoi problemi con Kibum; fino a quel momento era riuscito a gestire abbastanza bene la cosa, invece, adesso, per colpa di quella fashion victim, gli sembrava di star affogando in un mare di problemi.
Per tutta la mattina non era riuscito ad azzeccare un passo; il bello era che quelle coreografie le aveva sempre sapute a memoria senza mai bisogno di doverle ripassare; quel giorno, però, vinto dal nervosismo, dovevano ripetergli i passi almeno una decina di volte prima che li memorizzasse; le prove di canto, se possibile, erano andate anche peggio: continuava a stonare e come se non bastasse non riusciva ad andare a tempo con la base.
Frustrato, il loro manager aveva dato a tutti e cinque i cantanti la giornata libera; Jonghyun, in quel momento si sentì terribilmente in colpa; non gli era mai capitato di fare una figura del genere; per qualche motivo, l'ansia gli aveva giocato un brutto scherzo.
Che fosse colpa di quella recensione?
Forse non avrebbe dovuto inviarla; anzi: non avrebbe dovuto parlare con Kibum.
Sbuffò, esasperato; pensò:
“Avrei dovuto lasciare stare e iniziare a leggere un'altra storia...”
All'improvviso, sentì qualcuno dirgli:
“Ehi, Dino, che hai oggi? Sembri avere il peso del mondo sulle spalle...”
Un po' sconsolato, alzò lo sguardo per incontrare quello del leader, che lo guardava come se volesse leggergli la mente; sospirò; aveva già provato a parlare del suo problema e aveva solo peggiorato la situazione; forse era meglio stare zitti.
Si alzò dal divano e andò verso la cucina per prendersi un bicchiere d'acqua; aprì il frigo in cerca di una bottiglietta d'acqua; forse se dissimulava non glielo avrebbe richiesto; purtroppo, però, Jinki aveva capito le sue intenzioni e, senza perdere tempo, lo aveva raggiunto e, posandogli una mano sulla spalla, continuò:
“É inutile che provi a fuggire...non c'è posto in questo appartamento in cui tu ti possa nascondere...dai parla...che succede?”
Ormai era in trappola: Onew era intenzionato a farsi raccontare tutto.
Si girò verso l'altro e, fissando le punte dei suoi piedi, disse:
“Non ti preoccupare, Jinki...solo un consiglio sbagliato di Key...tutto qui...”
“Un mio consiglio sbagliato?! Ti converrebbe controllare il tuo account ogni tanto...irriconoscente che non sei altro...”
A quelle parole, il vocalist si girò verso la porta, facendo in tempo solo a scorgere la figura esile del suo amico che spariva dietro la parete; non poteva credere a quello che aveva appena sentito.
Che fosse veramente arrivata una risposta?
Che l'autrice avesse visto il suo messaggio?
“Jjong mi spieghi che succede...di cosa stava parlando Key?...Yaaaah! Si può sapere dove stai andando, adesso?”
“Scusa...devo controllare una cosa sul mio pc...”
Dicendo questo, corse fuori dalla cucina, precipitandosi nella sua camera; non appena entrò; chiuse la porta con forza, facendone tremare i cardini; saltò sopra al suo letto e, sopraffatto dall'adrenalina, tirò fuori dalla custodia il computer, accendendolo con un pugno; non appena lo schermo si illuminò, digitó l'indirizzo della pagina web; cercò tra i documenti la password che aveva scelto Key; quasi gli venne un colpo; pensò:
“Amo il rosa?! Key, questa me la paghi!”
Continuando ad imprecare mentalmente, aprì il suo account; non era possibile: qualcuno gli aveva scritto.
Che fosse veramente lei?
Istintivamente, iniziò a tremare; era agitato: non sapeva per quale ragione ma aveva paura di quello che ci poteva essere scritto; sempre più nervoso, cliccó sull'icona del messaggio.
Lesse:
“Tranquillo, non hai commesso errori...anzi...se non mi avessi detto che eri straniero, non lo avrei mai sospettato...comunque sono contenta che la storia ti piaccia...ormai credevo che non la leggesse più nessuno...ti prometto che non smetterò di pubblicare ma solo se tu continuerai a leggere le schifezze che scrivo...d'accordo? A presto :)
P.s. Di dove sei? Scusa se te lo chiedo ma sono curiosa...sei il secondo fan boy che conosco che appartiene a questo fandom xD”
Sgranó gli occhi per la sorpresa; esisteva uno shawol maschio?!
Ancora incredulo, iniziò a scorrere verso il basso con il mouse fino ad arrivare alla finestra per rispondere e, senza pensarci troppo, scrisse:
“Non scrivi schifezze, forse c'è qualche errore di grammatica ogni tanto...ma adoro la tua storia...di dove sono? Uhm...non te lo dico...non voglio rovinare l'immagine che ti sei creata di me...comunque...cos'è questa storia che sono arrivato secondo? Chi é quest'altro fan boy?”
Invio.
Ecco, ci era cascato di nuovo; probabilmente si sarebbe cacciato nei guai per quei messaggi ma la cosa sinceramente non gli interessava; in fin dei conti non stava facendo male a nessuno: stava solo ridando fiducia ad una loro fan; dubbioso su ciò che era successo, si alzò dal letto; stava per uscire dalla camera quando sentì un suono provenire dal suo pc; si girò e, subito, la sua attenzione fu catturata dalla scritta 'Hai nuovi messaggi: 1'.
Sorrise, pensando:
“Mi sa che passerò la notte in bianco...speriamo che in casa sia rimasto un po' di caffè...”
Continuando a sorridere, si ristese a pancia sotto, riprendendo quella conversazione che sperava non finisse tanto presto.
 
Nei panni dell’autore

I’m back!!!!!!!
*applaude felice*
Ecco a voi il primo capitolo della mia nuova storia....spero vi piaccia ^^
Ringrazio tutti quelli che hanno letto la mia storia precedente e mando un bacio ai miei quattro angeli custodi: KuraiShitsuji, BonesCia, HikariKamishi e Lagartischa <3
Questa storia si ispira a due storie: Our Little Brother [CLICCA QUI] che sarebbe la mia e You and I….We’re So Different [CLICCA QUI] che è la storia della mia migliore amica :)
Oh per chi non lo sapesse la mormor è una ship come la JongKey ma che appartiene però al fandom di Sherlock Holmes (Moriarty + Moran)
Ora devo andare...baciiiiiiii <3
*se ne va contento*

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I gonna do it ***



Storie a cui faccio riferimento: Our LIttle Brother[CLICCA QUI] scritta da me e You and I...We're So Different[CLICCA QUI] scritta da Elcchan



Senza che se ne accorgesse, le ore erano diventate giorni; i giorni, settimane; le settimane, mesi.
Roxy non aveva dubbi: quello era stato il periodo più divertente della sua vita.
Adesso era agosto: le lezioni erano finite e la ragazza poteva dedicarsi interamente alle sue storie; purtroppo, però, aveva tutt'altra cosa per la testa: realj90; da quella prima recensione, i due ragazzi avevano continuato a parlarsi e a scambiarsi piccole curiosità sulla loro vita.
 
Abiti insieme a qualcuno?
Sì: io e il mio migliore amico da qualche anno condividiamo un appartamento in centro, vicino all'università...tu?
Abito insieme ad altri quattro ragazzi...
Colleghi?
Diciamo di sí...
 
Roxy, anche se non capiva il perché, si sentiva attratta da quel ragazzo; la incuriosiva; forse era solamente il fatto che non lo aveva mai visto in faccia; in effetti non sapeva molto di lui; quando provava a chiedergli qualcosa in più, l'altro tendeva sempre a cambiare argomento lasciandola con mille dubbi.
E se fosse stato un maniaco che cercava la sua nuova vittima?
Sui telegiornali si parla spesso di uomini che adescano giovani ragazze sui siti internet; no non poteva essere: in quel caso avrebbe cercato di farle rivelare qualche dettaglio rilevante sulla sua identità; le avrebbe chiesto il cognome o il suo indirizzo.
Probabilmente si stava preoccupando per niente.
In fin dei conti non stava facendo nulla di pericoloso: era solo un innocente scambio di idee; lei gli chiedeva qualche suggerimento per i capitoli successivi e lui cercava di darle degli input che potessero essere di qualche aiuto.
La parte migliore, però, era che finalmente aveva trovato qualcuno con cui riusciva a parlare di qualsiasi cosa le passasse per la testa; fino a quel momento, l'unico che era sempre riuscito a capirla era Chris; aveva sempre la risposta a tutto e in qualche modo riusciva sempre a tirarle su il morale; anche se a volte, era un po' troppo protettivo nei suoi confronti.
Ricordava ancora il momento esatto in cui si erano conosciuti.
 
Si erano incontrati sedici anni prima; lei aveva appena compiuto sei anni.
Quella mattina la maestra era entrata dicendo che cera un problema con la distribuzione delle classi e che almeno cinque di loro avrebbero dovuto passare in unaltra classe; lei era terrorizzata: sperava tanto di non essere una di quei ragazzi; non voleva lasciare i suoi amici; voleva rimanere lì insieme ai suoi compagni e alle sue maestre.
Purtroppo, però, tra i cinque nomi cera anche il suo e, anche se si oppose con forza, dovette andarsene.
Era veramente a terra; continuava a chiedersi:
Perché proprio io? Perché non quello scemo di Anthony?
Come se non fosse già stato abbastanza dover dire addio alla sua vecchia classe, scoprì che quella nuova era dallaltra parte delledificio; ormai era chiaro: non avrebbe mai più rivisto i suoi amici.
Con la morte nel cuore, entrò in quella che gli sembrava una prigione; la prima cosa che gli era saltata agli occhi era la grande quantità di striscioni colorati che decoravano le pareti; non erano quei soliti cartelloni educativi che facevano sembrare degli analfabeti gli studenti: erano molto eccentrici e trasmettevano una grande allegria.
Linsegnante, non appena vide lei e gli altri quattro alunni, fece un grosso sorriso e, cercando di metterli a loro agio, disse:
Buongiorno, ragazzi...io sono Carol, la vostra nuova maestra...stiamo finendo di leggere una fiaba di Esopo...prendete posto così ascoltate anche voi...
Anche se titubante, Roxy fece come gli era stato detto e iniziò a cercare un banco libero; per fortuna ne trovò uno praticamente subito: era tra le prime file, accanto alla finestra; il posto praticamente perfetto: era abbastanza vicino alla lavagna ma, allo stesso tempo, ben nascosto per potersi distrarre senza essere scoperta.
Si sedette al suo posto; annuì a se stessa: probabilmente sarebbe sopravvissuta.
Allimprovviso, sentì qualcuno dirle:
Ciao...io mi chiamo Chris...
Sussultò per lo spavento: non si era nemmeno accorta che cera qualcuno seduto accanto a lei.
Si girò per vedere chi fosse: era un ragazzino con i capelli biondi e gli occhi blu elettrico; aveva dei grossi occhiali azzurri che lo facevano assomigliare ad un personaggio di un anime e una larga felpa bianca con il disegno di un laccio per scarpe intrecciato su uno sfondo di macchie colorate; ancora un po sorpresa, sorrise e, porgendo la mano allaltro, disse:
Piacere Chris...io mi chiamo Roxy..
 
Da quel momento, i due ragazzi diventarono inseparabili; avevano un sacco di cose in comune e, più parlavano, più ne scoprivano di nuove; non sapevano esattamente il perché ma, entrambi avevano la sensazione di conoscersi da una vita.
Gli anni passarono e al gruppo si unì anche Sarah, completando il trio; per un certo periodo, i loro compagni li chiamarono addirittura ‘i tre moschettieri’; in effetti, era un soprannome azzeccato; tra loro tre, infatti, c’era un accordo: non c’era ‘io’ che tenesse; se uno aveva bisogno di aiuto, gli altri due dovevano accorrere ad aiutarlo.
Roxy non era in grado di pensare alla sua vita senza di loro; anche se, a volte, avrebbe preferito restare da sola; proprio come quel giorno.
Era appena arrivato mezzogiorno e la ragazza stava parlando su ‘I’m a Writer’ con realj90; ormai era da qualche ora che continuava a scrivere al computer, eppure, non era affatto stanca; si stava divertendo un mondo a chiacchierare con quel ragazzo; non c’era un argomento specifico che portava avanti la conversazione: si limitavano a scrivere tutto ciò che gli passava per la mente.
Roxy non aveva mai riso così tanto in tutta la sua vita: quel ragazzo sparava una cavolata ogni trenta secondi.
Lo scambio di messaggi continuava senza interruzioni; ormai si era completamente immersa in quel mondo di pixel e circuiti che sembrava accoglierla a braccia aperta; si sentiva un po’ stupida a stare tutto il tempo a chiacchierare con una persona che neanche conosceva ma, allo stesso tempo, era talmente bello potersi sfogare con qualcuno che, per quello che le importava, poteva abitare anche dall’altra parte del globo.
Niente le avrebbe impedito di perdersi nello schermo del computer; eccetto un irritato:
“Ti sei già fusa con la tastiera del pc o hai bisogno di qualche altro minuto?”
La ragazza, sobbalzando per lo spavento, si girò verso la porta e vide che c’era Chris che la fulminava con lo sguardo; non si scompose minimamente: le era già successo altre volte di essere sgridata perché usava troppo il computer; stavolta, però, sembrava esserci qualcosa di diverso nel ragazzo; provò a squadrarlo dalla testa ai piedi; stava indossando dei pantaloncini in tessuto elasticizzato blu e una T-shirt bianca decorata con delle cuciture rosse: la sua solita tenuta da palestra; niente di nuovo.
Ancora un po’ dubbiosa, disse:
“No, in realtà stavo tentando di trasformarmi in pixel ma ho scoperto che non è così fa...aspettta un attimo...MA CHE HAI FATTO AI CAPELLI?!”
Solo nel momento in cui lo guardò negli occhi si accorse della grossa novità: aveva tinto i capelli trasformando il suo dolce biondo in un intenso castano cioccolato; sbarrò gli occhi non capendoci più nulla; era sempre andato fiero dei suoi capelli chiari; proprio non capiva cosa gli fosse passato per la testa.
L’altro intanto si era passato una mano sul viso scuotendo la testa; disse esasperato:
“Lascia stare i miei capelli...ero passato per dirti che Sarah è già arrivata...io vado sotto la doccia...ti dispiace staccarti da quella sedia e andare a farle compagnia?”
Quanto sentì pronunciare il nome dell’amica si colpì la fronte dandosi dell’idiota: il giorno prima l’aveva invitata a pranzo e nemmeno se lo ricordava; annuì con il capo un po’ imbarazzata; l’altro allora uscì e lei rimase sola nella stanza; sospirò dispiaciuta: non aveva per niente voglia di salutare il ragazzo misterioso; si rigirò verso il computer e, riaprendo l’ultima finestra selezionata, scrisse:
“Devo andare...ospiti a pranzo...”
“Figurati...ci sentiamo più tardi...”
“A più tardi...”
Spense il computer e si alzò dalla sedia, che ormai aveva preso la forma del suo sedere; si diresse verso la porta pensierosa; quello che gli diceva realj90 aveva sempre meno senso: prima gli aveva detto di essere un musicista a tempo perso, ora invece diceva di lavorare come scrittore di canzoni in una casa discografica; proprio non ci capiva più niente; aveva provato anche a chiedere se era un nuovo lavoro ma lui continuava a dire che aveva sempre lavorato lì.
Entrò in salotto e subito vide Sarah che si guardava attorno, analizzando le pareti della stanza; ridendo, disse:
"Sí Sacchan...abbiamo cambiato la carta da parati..."
L'amica sobbalzó e, notando la sua presenza, disse:
"Oh eccoti...Chris mi aveva detto che stavi studiando..."
"S-si infatti...cercavo delle informazioni in più sulle opere di Canova..."
Abbassò lo sguardo per nascondere il suo imbarazzo; non sapeva di star studiando; e da come Sarah era rimasta sorpresa nel vederla doveva anche essere molto concentrata; pensó:
"Certo che poteva avvisarmi...almeno cercavo due stupidaggini su internet per rendere più credibile la bugia..."
Fece dei colpi di tosse per schiarirsi la voce; era meglio cambiare discorso prima che arrivassero delle domande troppo specifiche; sfortunatamente, in quel momento aveva la mente completamente vuota; di cosa poteva parlare?
All'improvviso, il suo sguardo cadde su una grossa cartellina gialla che l'altra portava sotto un braccio; prendendo al volo l'occasione, puntò un dito contro l'oggetto e, quasi urlando, chiese:
"E quella?"
Sarah, anche se un po' sorpresa dalla sua reazione, guardò dove le stava indicando e, capendo a cosa si riferiva, rispose:
"Sono dei disegni che devo far vedere a Chris...mi avevo chiesto di fargli uno schizzo dei personaggi di una sua fanfiction..."
"Ah bello...posso vederli?"
La ragazza sorrise e le passò i disegni; Roxy li prese in mano e iniziò a guardarli: come al solito erano degli autentici capolavori; erano perfetti sotto ogni punto di vista; continuava a guardarli rapita, cogliendo anche i più piccoli dettagli; ovviamente la maggior parte dei disegni raffiguravano gli SHINee; come sbagliarsi?
Forse aveva fatto male a farglieli conoscere ma come poteva immaginare che sarebbe diventato un fanatico cronico; le riconsegnó gli schizzi scuotendo la testa; disse:
"Certo che é proprio innamorato perso della Corea, eh?"
"Credo proprio di si...ma che ci vuoi fare? Persino uno dei suoi migliori amici é coreano..."
"Oh lo so...a volte sono quasi invidiosa di Tae Joon..."
L'altra scoppiò a ridere; in effetti, quando Chris era insieme al suo amico tendeva a trascurare il resto ma mai intenzionalmente; cercava sempre di accontentare tutti, anche a costo di rinunciare alle sue esigenze.
Appoggiò le sue cose sul divano e si stiracchió un po'; in quegli ultimi giorni non aveva fatto altro che studiare seduta ad un tavolo; aveva proprio bisogno di svagarsi; guardò Roxy con aria supplichevole; le chiese:
"Roxy....? Facciamo qualcosa oggi pomerggio? É tutta la settimana che me ne sto rintanata in casa?"
"Ad esempio?"
"Beh tanto per cominciare potreste darmi una mano a sistemare casa...devo sempre pulirla io..."
Le due si girarono verso la porta del bagno e videro il loro amico con addosso i pantaloni della tuta e una maglietta a maniche corte.
La ragazza dai capelli biondi alzò gli occhi al cielo.
"Intanto, mangiamo...poi decidiamo chi pulisce cosa..."
 
- Intanto a Seoul -
 
Erano appena entrati in casa dopo aver provato tutto il pomeriggio.
Erano esausti; era la prima volta dopo un sacco di giorni che provavano tutte le canzoni del loro repertorio.
Solo Jonghyun sembrava ancora pieno di energie; il suo segreto poteva essere espresso in una sola parola: Elle.
Più parlava con quella ragazza, più stava bene; non si era mai aperto così tanto con una persona; gli aveva detto cose che non aveva mai detto a nessuno; purtroppo, però, molte volte gli aveva anche mentito; ogni volta che l'altra gli chiedeva qualcosa sulla sua vita, lui doveva inventarsi mille bugie per non farsi scoprire.
Si sentiva un verme; e poi era quasi del tutto sicuro che lei avesse capito che non era sincero.
Che cosa doveva fare?
Se fosse andato avanti in questo modo, non ci sarebbe voluto molto prima di tradirsi in modo irreversibile; già una volta aveva rischiato grosso.
 
"Ehi come sta Jason?"
"Chi scusa?"
"Come chi? ...Jason..."
"Io non conosco nessun Jason..."
"Ma non era il tuo coinquilino?!"
"Ah... quel Jason..."
 
Gli ci vollero settimane prima di sentirsi di nuovo al sicuro; Elle da quel momento era diventata molto sospettosa e passava tutto il tempo a tempestarlo di domande sulla sua vita e sui suoi amici; si sentiva in trappola e non sapeva come uscirne; o meglio, sapeva perfettamente come uscirne: o smetteva di scriverle del tutto o le diceva tutta la verità.
Purtroppo, non poteva adottare nessuna delle due soluzioni; ormai quei loro momenti di conversazione erano diventati il suo ossigeno e il suo rifugio; non poteva rinunciarvi ma non poteva nemmeno dirle che era Kim Jonghyun.
Cosa doveva fare?
Forse avrebbe dovuto parlarne con qualcuno ma nessuno ne era al corrente a parte Kibum e non aveva alcuna intenzione di chiedergli di nuovo aiuto: se si trovava in questa situazione era solo per colpa sua.
Si buttò sul divano, mettendosi un cuscino davanti al viso così da attutire il suo urlo di disperazione; Jinki,vedendolo in quello stato, si sedette accanto a lui e gli mise una mano sulla spalla nel tentativo di richiamare la sua attenzione; provó a dirgli:
"Ehi Jong che hai? Fino ad un momento fa sembravi al settimo cielo..."
L'altro non lo degnó di uno sguardo, troppo impegnato ad autocommiserarsi, allora il leader gli strappò dalle mani il cuscino e lo costrinse a voltarsi verso di lui; gli sorrise e guardandolo dritto negli occhi, continuò:
"Non credi che sia arrivato il momento di dirmi cosa sta succedendo?...te lo sto chiedendo da non so più quanto tempo..."
Non appena pronunciò quelle parole vide il pomo d'Adamo di Jong andare su e giù e capì di aver toccato un tasto dolente; decise, allora, di procedere per gradi e di non fare troppe domande; continuò a fissarlo negli occhi aspettando un suo cenno.
L'altro, nel frattempo, si sentì di nuovo con le spalle al muro; sapeva che prima o poi avrebbe dovuto parlare con il suo hyung ma quello non era proprio il momento; non voleva mentirgli ma non sapeva proprio cosa dirgli; se gli avesse raccontato la verità lo avrebbe ucciso e se avesse escogitato una scusa e il leader poi lo avesse scoperto lo avrebbe ucciso comunque.
Pensò:
"E ora che m'invento?"
Si alzò d'impulso e, incassando la testa tra le spalle, borbottó un flebile:
"Ma niente...solo un po' di stress..."
Corse in camera e girò la chiave nella serratura, escludendo il resto del mondo; avrebbe voluto rimanere nascosto lì per il resto della sua vita ma purtroppo prima o poi avrebbe dovuto riaprire la porta: dopotutto condivideva ancora la stanza con Taemin; si appoggiò con la schiena alla parete che si trovava davanti a lui e buttò fuori tutta l'aria che aveva in corpo; era incredibile come riuscisse a cacciarsi sempre nei guai.
Si passò una mano tra i capelli, portandosi il ciuffo indietro; probabilmente avrebbe dovuto rimanere rintanato lì per un bel po'; era meglio trovarsi qualcosa da fare; pensó:
"Potrei sistemare qualche vecchio spartito, mi serve solo il compu-...ma che?"
Solo in quel momento si accorse di non essere realmente da solo; seduto alla scrivania infatti c'era Minho che sembrava intento a scrivere su internet; si staccò dal muro e avvicinandosi al rapper, disse:
"Ehi Minho, che ci fai qui?"
Il più giovane a quel punto si girò verso di lui con la faccia di chi é stato scoperto a rubare; si alzò di scatto e sull'orlo di un attacco di panico balbettó:
"I-io..."
 
- Nello stesso momento in Italia -
 
Erano seduti a tavola già da una decina di minuti ma l'unico a mangiare era Chris.
Roxy e Sarah erano troppo impegnate a fissarlo per prendere in mano la forchetta; ancora non avevano capito cosa fosse successo.
Perché si era tinto i capelli?!
Continuarono a fissarlo ancora per un po' finché il ragazzo, scocciato, chiese:
"Avete intenzione di andare avanti così per tutto il giorno?"
Le due allora sobbalzarono, rendendosi conto di quanto stessero sembrando ridicole; Sarah, istintivamente volse lo sguardo da un'altra e nascondendo gli occhi sotto la frangia disse:
"Non so di cosa tu stia parlando..."
"Si come no...e questo rossore sulle guance allora?"
Chris ridendo allungò una mano e sfiorò il suo viso facendola diventare ancora più rossa; Roxy nel frattempo, stava cercando di riordinare le idee; già aveva i suoi problemi con il suo fantomatico recensore; ora ci si metteva anche lui a scombinarle tutte le sue certezze.
Allungò una mano verso di lui e afferrando una sua ciocca di capelli con due dita chiese:
"E questi che sono?"
L'amico alzò lo sguardo e, dopo aver capito a cosa si riferisse, sorrise; liberò il ciuffo dalla presa dell'altra e iniziando ad attorcigliarselo attorno all'indice disse:
"No niente...mi era venuta voglia di cambiare look..."
"Cambiare look? La gente di solito si limita a cambiare i vestiti..."
"Sarebbe stato troppo facile..."
Roxy alzò gli occhi al cielo e prese una forchettata dal suo piatto; si aspettava una risposta che avesse un po' più di senso; buttò giù qualche boccone e prima di bere un sorso d'acqua borbottó:
"Ma perché proprio castani?"
"Diciamo che me li hanno consigliati..."
"Ah allora dobbiamo ringraziare Tae Joon."
Strinse la forchetta con così tanta forza che quasi la deformó; proprio non tollerava quel ragazzo; non sapeva il motivo ma proprio non lo sopportava; in qualche modo gli ricordava James Moriarty: carino, intrigante ma con un atteggiamento che gli costerebbe la vita; magari avrebbe dovuto parlarci un po' di più ma a pelle gli trasmetteva questo.
L'amico, intanto, aveva notato la sua rabbia e aveva cominciato a ridere; gli levò la posata dalle mani e dopo averla appoggiata sul proprio piatto, disse:
"No, in realtà é stato il secondo ragazzo ad entrare nella sezione SHINee."
A quell'affermazione, entrambe le ragazze alzarono lo sguardo su di lui, fissandolo come se avesse appena parlato in ostrogoto; non sapevano se essere più sorprese dal fatto che ci fosse un altro ragazzo in quella sezione o se dal fatto che Chris, timido com'era, ci avesse parlato; Sarah, ancora leggermente confusa, chiese:
"E chi é?"
"Si chiama Michael e da qualche anno si è trasferito in Corea per studiare ad un'università di Incheon...é molto simpatico e ha un sacco di interessi...é sempre stimolante parlare con lui..."
"Gli parli sul sito quindi?"
"Ehm no...gli parlo su Facebook..."
"Cosa?!"
La ragazza dai capelli biondi, a quel punto, si alzò di scatto incredula; continuò:
"Ma come ti é venuto in mente di dargli l'amicizia?! Non lo hai nemmeno mai visto!"
"Roxy lo so...infatti ho creato un account con un'altra mail e senza mettere neanche una mia foto...non sono scemo..."
La ragazza, allora, si risedette in imbarazzo; aveva reagito in modo esagerato ma non aveva potuto farne a meno; anche se non voleva ammetterlo anche lei si sentiva molto protettiva verso il suo migliore amico; anche se forse avrebbe dovuto immaginarlo che non si sarebbe mai esposto così tanto con una persona con cui aveva parlato solo su internet; si prese la testa tra le mani e sospirando disse:
"Scusa...é che in questi giorni sono molto nervosa..."
"É per colpa di realj90?"
Annuì sconsolata.
"Ormai non ci capisco più niente...prima mi dice una cosa, poi il contrario...mi sembra di rincretinire!"
La ragazza seduta accanto a lei iniziò ad accarezzarle la schiena per cercare di confortarla; non gli era mai capitata una situazione del genere ma comunque voleva fare qualcosa per aiutarla; soppesó più volte quello che avrebbe voluto dire così da non peggiorare la situazione; poi disse cautamente:
"Forse dovresti parlargli in modo serio e pretendere una risposta."
"Sí é la cosa migliore da fare...Roxy devi parlargli e mettere le cose in chiaro!"
 "Avete ragione...lo farò oggi stesso."
 
- Seoul -
 
"Michael? Con tutti i nomi che esistono al mondo hai scelto proprio questo?"
"Ero nel panico e non me ne veniva uno migliore..."
Dino si buttò sul letto, ridendo come un matto; sentire le disavventure di Minho lo stava facendo sentire meglio; chi avrebbe mai immaginato che anche il ranocchio si sarebbe finto un'altra persona per parlare con un autore dello stesso sito?
Si rimise seduto sul letto e portò il ciuffo all'indietro; guardò il ragazzo che si trovava davanti a lui e gli venne da sorridere: aveva gonfiato le guance e buttato le labbra in fuori; sembrava proprio un bambino; allungò un braccio verso di lui e gli diede una leggera pacca su una gamba; disse:
"Ma com'è questo...come hai detto che si chiama?"
"Aaron...ma il suo vero nome é Chris...o almeno mi ha detto così...é davvero gentile e...non sai quanto mi piacerebbe parlargli di persona..."
"E perché non gli dai appuntamento in videochat?"
Il più alto a quella domanda sgranó gli occhi non sapendo che dire.
Sul serio glielo aveva chiesto?!
"Perché? Perché mi prenderebbe per un impostore...ecco perché! E poi anche se mi credesse cambierebbe il suo modo di parlarmi...io non voglio che le cose cambino..."
Dicendo quelle ultime parole, si girò a guardare fuori dalla finestra quasi a voler cercare con lo sguardo l'Italia; ci aveva pensato molte volte di rivelargli chi era ma poi ci ripensava sempre, troppo spaventato dall'idea di perdere la sua amicizia; non sapeva il motivo di questo suo attaccamento nei confronti di Chris ma quel ragazzo riusciva a dargli la carica; quando si parlavano non gli faceva molte domande anche se in realtà moriva dalla voglia di farlo.
Soprattutto una domanda lo tormentava. [CLICCA QUI]
 
"Ehi Chris, toglimi la curiosità...perché sei fan di Minho? Hai tirato a sorte o c'è un motivo particolare?"
"Beh un motivo ci sarebbe..."
"Ah sì? Dai racconta."
"Diciamo solo che gli devo un favore."
 
Che cosa avrà voluto dire?
Di che favore parlava?
Avrebbe tanto voluto saperlo ma non poteva tormentarlo finché non glielo avesse detto; non era quel tipo di persona e comunque non aveva tutta quella confidenza.
Dino, intanto, continuava a scuotere la testa non trovandolo giusto.
Non voleva continuare a mentire ad Elle per il resto della sua vita; batté un pugno sul materasso, continuando a sbuffare; se avesse continuato così sarebbe finito per impazzire; si alzò di impulso dal letto e andò verso la scrivania; accese il computer e si collegò al sito di 'I'm a Writer'.
Ad un certo punto, sentì l'altro chiedergli:
"Ma che stai facendo?"
"Mi faccio passare per un impostore..."
"Cosa?!"
"Hai capito benissimo..."
Il rapper, senza pensarci due volte, lo tirò via dalla scrivania facendolo cadere sul letto di Taemin; voleva impedirgli a tutti i costi di fare quella pazzia così, sapendo perfettamente che l'altro non avrebbe ceduto facilmente, si mise sopra di lui, bloccandogli braccia e gambe; l'altro cercò di alzarsi ma non ci riuscì, schiacciato dal peso del rapper, che gli urlò:
"Ma sei fuori?! Non puoi farlo..."
"Perché no?"
Il maggiore provó a ribellarsi ma lui non demorse e continuò ad usare tutta la sua forza contro di lui; andarono avanti per qualche minuto e poi, ormai esausto, lo lasciò andare e si sedette sul pavimento, senza mai perderlo di vista.
Jonghyun si rimise seduto composto, respirando affannosamente; gli chiese:
"Ma che ti é preso?"
"Giurami che non lo farai! Giuramelo, hyung!"
Dino lo guardò non capendo il motivo del suo comportamento; cosa gli poteva importare a lui se svelava a Elle la sua identità?
Poi gli venne in mente una cosa: Minho, poco prima, gli aveva detto che aveva conosciuto quel ragazzo mentre stava cercando informazioni sulla fan fiction scritta da quella ragazza; che Chris fosse un suo amico?
Se fosse stato così, non appena avesse confessato il suo segreto non ci sarebbe voluto molto prima che anche l'altro scrittore si insospettisse e iniziasse a fare domande al ranocchio; da quello che aveva capito, nemmeno lui era stato molto generoso nel dare dettagli sulla sua vita privata; buttò la testa all'indietro e, combattendo contro ogni fibra del suo corpo, disse:
“D'accordo lo farò...lascerò le cose come stanno...”
“Lo farai davvero?”
“Si.”
 BANNER BONUS


Nei panni dellautore

Ciaooooo :)
Finalmente sono riuscito ad aggiornare e sono al settimo cielo!
In questo capitolo ho cercato di mettere un po’ più di chiarezza nel personaggio di Chris e far capire meglio il suo ruolo ^^
Forse non dovrei dirlo ma...prima di quanto pensiate questo ragazzo diventerà un intermediario tra i due continenti xD
*spoilerone time*
Ma voi? Come state?
Vi è piaciuto il nuovo capitolo? Vi ha fatto schifo? Vi ha lasciato con qualche dubbio?
Fatemi sapere la vostra opinione :) risponderò a tutti promesso ;)
Per concludere voglio ringraziare le sette lettrici che hanno recensito il primo capitolo <3
Grazie infinite a HikariKamishi, KuraiShitsuji,Lagartischa, BonesCia, Kimil_jimil, Eleshawol e KaKaritsu <3
Alla prossima ciaoooo :)
*saluta con la manina*

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Who are you? ***


Per leggere la storia di Elcchan [CLICCA QUI], per leggere la mia [CLICCA QUI]



Erano passate altre due settimane e Jong era stato di parola.
Continuò a portare avanti la farsa anche se in realtà avrebbe voluto buttare tutto all'aria e urlare ai quattro venti che dietro al nome di realj90 si celava un dinosauro pigmeo stanco di mentire.
Ma cosa poteva fare?
Aveva giurato a Minho che non le avrebbe detto la verità e non era il tipo da rimangiarsi una promessa; soprattutto se l'aveva fatta ad una persona a cui voleva bene; e poi, in fin dei conti, non ne avrebbe avuto comunque il coraggio: non poteva sapere con certezza che reazione avrebbe potuto avere la ragazza o, più che altro, non poteva rischiare che lei smettesse di parlargli; si sarebbe sentito morire e molto probabilmente sarebbe caduto vittima dello stress.
Non fu semplice sostenere quella ragnatela di bugie; Elle ormai faceva molta fatica a credergli ed era sempre più intenzionata a sapere la verità; qualche giorno prima, infatti, la ragazza gli aveva dato un ultimatum.
 
“Realj senti...io sono stufa...tu non sei stato sincero con me e a me non piacciono i bugiardi...o mi dici chi sei veramente o non mi scrivi più...”
 
Il ragazzo, allora, andò nel panico; non sapeva proprio cosa rispondere; se esaudiva il desiderio della ragazza sarebbe passato per un impostore ma se avesse continuato a mentire l'avrebbe persa per sempre; passarono almeno venti minuti prima che riuscisse a trovare il coraggio di scriverle qualcosa.
Ancora non aveva deciso cosa dirle ma sapeva perfettamente che doveva aprisi un po' di più con lei se non voleva peggiorare la situazione; alla fine scrisse:
 
“Sì hai ragione...non sono stato del tutto sincero...la verità é che sono un cantante a tempo perso in attesa di un ingaggio sicuro...vivo con quattro miei amici che non mi rendono la vita facile e passo tutto il mio tempo libero a dormire...perdonami se ti ho mentito ma avevo paura che mi trovassi troppo noioso...”
 
Spedì il messaggio e rimase in attesa davanti al computer.
Quella mezza verità sarebbe stata sufficiente a convincerla?
O avrebbe dovuto dirle più cose?
Forse avrebbe dovuto accennare che aveva un cane o che soffriva di insonnia; continuava a pensare:
“É inutile. Non mi crederà mai…”
Per fortuna, però, l'idea funzionò e la ragazza, più fiduciosa nei suoi confronti, gli svelò il suo vero nome.
 
“Io mi chiamo Roxy...”
“Come? Davvero?”
“Già...”
 
Gradualmente le cose cominciarono a migliorare ed il cantante poté tirare un sospiro di sollievo; forse era finalmente al sicuro.
Ma allora, perché si sentiva così teso?
In un'altra situazione avrebbe dato la colpa alla sua incapacità di dormire però, purtroppo, questa volta non poteva esserne la causa; sapeva perfettamente che quello che sentiva non era altro che il suo senso di colpa.
Ce l'aveva messa tutta per convincersi che quello che stava facendo era giusto ma per lui non lo era affatto; a Jonghyun sarebbe piaciuto creare un rapporto sempre più intimo con la ragazza e magari un giorno incontrarla di persona.
Non sapeva neanche più quante volte ci aveva fantasticato sopra; perdeva ore e ore ad immaginare il loro primo incontro e per qualche ragione la location ideale cambiava constantemente: una volta era il municipio di Seul, affacciati ad una grande finestra per ammirare la città al tramonto, mentre un’altra volta era la casa discografica e i due erano in una delle sale prove, dove ridevano e scherzavano mentre lui cercava di insegnarle una sua coreografia.
Solo una cosa rimaneva avvolta dalla nebbia: la reazione di Roxy nel vederlo.
Che cosa avrebbe fatto?
Sarebbe scappata via? Gli avrebbe urlato di andarsene considerandolo un maniaco?
Poteva anche essere.
Nessuno poteva garantirgli che lei avrebbe preso bene la notizia.
Anche se probabilmente avrebbe dovuto sentirsi lusingata ad essere contattata, e anche corteggiata, doveva ammetterlo, da un idol.
Continuava a pensare:
“Elle o Roxy...realj90 o Jonghyun...devo abbattere la nostra barriera digitale?”
Sebbene gli costasse molto sforzo, si teneva quella domanda per sè e con gli altri si comportava come se niente fosse; non era mai stato un ottimo attore ma, con un po’ di fortuna, riuscì ad ingannare tutto il gruppo e presto anche gli interrogatori del leader cessarono definitivamente.
L’unica cosa che lo consolava era che almeno Minho era felice.
Da quando il suo dongsaeng parlava con Chris sembrava un’altra persona; ora ogni volta che lo vedeva aveva un enorme sorriso stampato sulle labbra; sembrava invincibile e la cosa secondo Dino gli stava sfuggendo di mano.
 
“Sai Jonghyun...mi piacerebbe chiedergli di provare a telefonarci...vorrei tanto sapere com’è la sua voce…”
“Ma sei matto?! Ti ha sentito cantare centinaia di volte...ti scoprirà!”
“Tranquillo hyung...se parlerò sempre in italiano non se ne accorgerà.”
 
Provò a dissuaderlo in tutti i modi ma il ragazzo non sentiva ragioni; ormai era troppo preso da quell’amicizia per rendersi conto che poteva mettersi nei guai; serviva qualcuno che riuscisse a fargli rimettere i piedi per terra e sapeva con certezza chi ne sarebbe stato in grado: Onew; fu proprio in quel momento che valutò l’idea di confessargli tutto; quella storia si stava spingendo un po’ troppo in là sia per lui che per il rapper.
Ci mise qualche giorno a trovare il coraggio di farsi avanti e parlare con lo hyung.
In un primo momento aveva pensato di prenderla alla larga ma alla fine si ritrovò a raccontargli tutto per filo e per segno, senza tralasciare alcun dettaglio; mentre parlava, Jinki non mostrò alcuna emozione e la cosa lo spaventò a morte: non lo aveva mai visto così serio e inespressivo; si era già preparato a ricevere una serie di insulti a raffica o almeno una bella sgridata e, invece, si ritrovò davanti ad una scena che gli sembrava avere dell’assurdo.
 
“Ma se questi due ragazzi vi piacciono e vi divertite a parlare con loro...che c’è di male?”
“Ma non ti preoccupa l’idea che Minho ci voglia parlare al telefono?”
“Beh sì...ma se sta attento….”
 
Dopo quella discussione, il main vocalist non riprese più l’argomento, sentendosi autorizzato a fare quello che voleva; non ci volle molto prima che il loro appartamento diventasse un vero e proprio internet cafè; telefoni sul divano, computer sparsi per il pavimento; per non parlare dei caricabatterie che dimenticavano nel corridoio e nelle loro camere; c’era comunque il problema del fuso orario ma, in fin dei conti, non era così difficile riuscire ad organizzarsi.
All’inizio aveva pensato di annotarsi su un’agenda tutti gli orari in cui poteva scriverle; purtroppo, però, era un pochino scomodo: era abituato a spostarsi da un luogo ad un altro nel giro di poche ore e avrebbe finito per perderla in un taxi o in una delle sale prove; così decise di trasferire il tutto sul cellulare e impostarsi delle sveglie con scritto per esempio ‘Buongiorno’ o ‘Buonanotte’.
L’idea si rivelò vincente tanto che anche Minho fece la stessa cosa; era quasi esilarante guardarli: erano sempre o davanti al portatile o davanti ad un orologio a controllare per l’ennesima volta di essersi segnati i tempi giusti.
 
“Ma le ore di differenza sono cinque o sei?”
“Sono sette, hyung…”
“Ah, sette?...non pensavo così tante…”
 
Adesso era mattina e per gli SHINee era il giorno libero; Kibum aveva preparato un enorme vassoio di tasik mentre Taemin delle tazze di tè rosso; per colazione avevano pensato di provare a restare un po’ più leggeri ma, a quanto pare, i due fanatici delle fan fiction non avevano afferrato a pieno il concetto e si erano preparati del kimchi e un piatto di uova all’occhio di bue.
Anche se all’apparenza potevano sembrare felici e spensierati, in realtà erano abbastanza tristi: quella, infatti, era l’ultima mattinata che passavano insieme.
Per alcuni mesi avevano vissuto insieme nel dormitorio, per riuscire a restare dietro alle schedule, ma ora gli impegni lavorativi erano diminuiti e per il prossimo comeback avrebbero dovuto aspettare un bel po’ di tempo.
Perciò, anche se erano tutti dispiaciuti, Kibum sarebbe tornato nel suo appartamento e Jonghyun dai suoi genitori; Jinki aveva provato a dirgli che poteva rimanere a vivere con loro ma lui non si sentiva ancora pronto ad andarsene da casa; continuava a ripetere:
 
“Fuori dalle coperte è pericoloso…”
 
La maggior parte del tempo la passarono in silenzio, fissando le loro tazze ormai completamente vuote; non avevano molta voglia di parlare e comunque a nessuno veniva in mente un buon argomento di conversazione; ad un certo punto Tae sbottó.
“Ma si può sapere che vi é preso oggi? Sembra di stare ad un funerale…”
Gli altri quattro non ebbero alcuna reazione; non alzarono neanche lo sguardo; il maknae, allora, iniziò ad innervosirsi e, nel tentativo di attirare l’attenzione generale, si alzò in piedi e battendo un pugno sul tavolo disse:
“Pronto?? C’è qualcuno in casa???”
Jinki sospirò e, con un filo di voce, rispose:
“Taemin per favore datti una calmata...siamo tutti stanchi...e in più non ci vedremo per un bel po’...”
“Sì ho capito...ma non é mica un addio...e poi rimaniamo io, te e Minho ma se questa sarà l’atmosfera generale ditemelo subito che chiedo ospitalità a Kai…”
Il leader stava per dire qualcosa quando il suo cellulare squillò; lo tirò fuori da una tasca dei pantaloni, sorpreso, e dopo aver sbloccato lo schermo guardò chi lo aveva cercato; quasi automaticamente sul suo volto si dipinse un grosso sorriso; era TJ: il suo insegnante di italiano; si alzò da tavola scusandosi e andò in camera sua; si chiuse la porta alle spalle e azionó la telefonata; il cellulare suonò a vuoto per un po’ ma poi sentì qualcuno dall’altra parte chiedergli:
“Pronto? Chi parla?”
Rimase un attimo spiazzato: non era il suo amico; e non era neppure asiatico; era senza dubbio italiano; solo in quel momento gli venne in mente che TJ gli aveva detto che tornava a casa sua in Italia per qualche mese; forse era meglio sforzarsi ed evitare di parlare in coreano; fece un lungo respiro e, dopo essersi calmato, disse:
“Ehm sí, ciao...sono Josh...cercavo Tae Joon...é lì per caso?”
 
- In Italia -
 
“Sì é qui...soltanto un secondo…”
Chris allontanò il telefono dall’orecchio e agitó un braccio verso l’amico che stava guardando dei disegni fatti da lui; l’altro alzò lo sguardo chiedendo:
“Che succede?”
“C’è un ragazzo che ti vuole parlare…”
Dicendo questo, il ragazzo dagli occhi azzurri gli passò il telefonino, facendogli notare la chiamata in corso; Tae Joon, allora, prese il telefono e, con voce calma, chiese:
“Pronto?”
“Ehi, TJ, sono Onew...ma chi era quel ragazzo?”
A quelle parole, il ragazzo asiatico sgranó gli occhi per la sorpresa: si era già scordato di aver appena provato a chiamare Onew; si schiarí la voce per guadagnare un po’ di tempo; doveva trovare il modo di non far capire a Chris che stava parlando con il leader degli SHINee; gli dispiaceva mantenere dei segreti con lui ma sarebbe stato troppo complicato dovergli spiegare l’intera situazione; perciò, decise di optare per un semplice:
“Ehi hyung ciao...era Chris...te ne ho parlato, ricordi?”
“Nooo! Era lui? E io che volevo conoscerlo…”
Tae Joon, sentendo il cantante lamentarsi come un bambino, scoppiò in una fragorosa risata; adorava parlare con il suo hyung perché finiva sempre per scompisciarsi; ricordava ancora la prima volta che si erano conosciuti.
 
Si erano incontrati circa cinque mesi prima.
Per TJ era il secondo giorno come insegnante d’italiano presso l’accademia Yujin; non era stato facile riuscire ad ottenere la liberatoria per l’insegnamento: controllo della fedina penale, analisi delle urine e persino lastra addominale; il colloquio finale poi era stata la cosa più stressante.
Tra tutti i candidati era l’unico a non avere una laurea in lettere e la cosa lo preoccupava parecchio; per di più il fatto che avesse passato quasi tutta la sua vita in Italia non contava assolutamente niente: neanche i madrelingua hanno la certezza di essere assunti; la sola cosa che poteva fare era sfoderare tutto il suo carattere e tutta la sua passione.
Strano ma vero venne assunto come insegnante e lui non poteva essere più felice; lo stipendio era modesto, 1500000 won, ma a lui bastavano e in più il suo capo gli aveva concesso di fare il pendolare.
Non sapeva bene cosa aspettarsi dalla sua classe; i suoi colleghi gli avevano detto solo che sarebbe stato difficile per lui non sentirsi in soggezione.
Il suo primo pensiero fu:
“Ma chi sono? Gli EXO?”
Entrò nella sua aula, un po’ spaventato su chi avrebbe potuto incontrare; rimase letteralmente di sasso; c’era un solo banco e seduto lì c’era Lee Jinki: il leader degli SHINee; sussurrò a denti stretti:
“Oh My Gosh…”
Il cantante, intanto, essendosi accorto di non essere più solo, si alzò dalla sedia e, un po’ titubante, disse in italiano:
“C-ciao…mio nom-me...jinki…”
 
Da quel momento, i due passarono un sacco di tempo insieme, diventando sempre più amici; col passare dei giorni poi, Tae Joon conobbe anche gli altri quattro idol ed entrò ufficialmente nella loro cerchia di conoscenti; fu proprio lui a suggerirgli di leggere delle storie in italiano per allargare il loro vocabolario.
Non avrebbe mai immaginato di poter diventare così intimo con loro ma era successo e la cosa gli faceva molto piacere; avrebbe tanto voluto dirlo a Chris purtroppo però era molto improbabile che gli credesse; E anche se gli avesse creduto non avrebbe potuto presentarglieli visto che i cinque cantanti vivevano dall’altra parte del mondo; perciò era inutile dirglielo.
Onew, intanto, aveva smesso di lamentarsi e allora lui, approffitando di quel raro momento di silenzio, disse:
“Comunque ti avevo chiamato per dirti che fra qualche settimana torno a Seul...magari possiamo metterci d’accordo per una lezione…”
“Sì magari grazie...oh potrebbero venire anche Minho e Jong? Da quando hanno iniziato a parlare con quei due scrittori non fanno altro che studiare grammatica e dizione…”
“Ma hai capito chi sono questi due ragazzi?”
“No purtroppo...so solo che Minho si è finto uno studente italiano...che nome aveva usato? Ah sì...Michael o qualcosa del genere…”
A quel punto Tae Joon provó un fortissimo senso di déjà vu; non sapeva perché ma quel nome gli ricordava qualcosa ma non gli veniva in mente in che contesto lo aveva sentito; decise di non darci troppo peso e con molta tranquillità disse:
“Al massimo indagherò io una volta arrivato...ora vado...a presto…”
“A presto…”
Chiuse la telefonata e, mettendo il cellulare nella tasca dei pantaloni, tornò dal suo amico che nel frattempo si era messo a sistemare i suoi disegni; si sedette accanto a lui e iniziò a tamburellare le dita sul tavolo; doveva parlargli di una cosa importante ma non sapeva se era il momento adatto; lo fissò per qualche attimo e poi con voce insicura chiese:
“Ehi Chris...hai pensato alla mia proposta?”
L’amico a quella domanda posò i fogli che aveva in mano e portando la testa indietro disse:
“Quella di andare con te in Corea?”
Annuì timidamente con il capo non sapendo cosa aspettarsi da quella conversazione; Chris continuava a non parlare e la cosa lo stava facendo impazzire; per fortuna il silenzio non durò a lungo.
“Non ho intenzione di farmi un viaggio a tue spese…”
“Ma non devi preoccuparti di questo…”
Non poté dire altro: l’amico gli aveva messo due dita sulle labbra per impedirgli di emettere alcun suono; pensava volesse zittirlo perché irritato ma le sue ipotesi furono confutate non appena l’altro iniziò a ridere; era abbastanza confuso: che stava succedendo?
Chris si alzò dal tavolo e andò verso la libreria che si trovava poco più lontano; aprì l’anta del mobile e prese una cartellina che aveva appoggiato in cima ad un’enorme pila di libri; tornò di nuovo da lui e con un sorriso sornione disse:
“Ecco la soluzione al problema…”
“Che hai combinato?”
“Leggi…”
L’asiatico allora perse la cartellina dalle mani del ragazzo e iniziò a dare un’occhiata al contenuto; spalancò gli occhi non appena ebbe letto la prima riga del primo foglio.
“Korea University?!”
“Si hai capito bene...ho già dato gli esami sia di giapponese sia di cinese e, avendo la certificazione IELTS, il mio professore è riuscito ad iscrivermi come studente internazionale…”
Lo ascoltò senza proferire parola; era sconvolto: non immaginava che Chris si sarebbe iscritto ad un’università internazionale pur di non recargli disturbo; anche se forse era la cosa migliore; in questo modo avrebbe avuto la possibilità di migliorare la pronuncia e magari di fare qualche nuova amicizia; si alzò in piedi, euforico, e dopo averlo abbracciato; disse:
“Beh che dire? Ti serve un passaggio per l’aeroporto?”
 
- Nel frattempo a Seul -
 
Jonghyun era tornato a casa già da qualche ora.
Stava sistemando i suoi vestiti dentro all’armadio e ogni tanto lanciava un’occhiata al suo computer che era collegato al sito di ‘I’m A Writer’; era tentato di scrivere a Roxy ma allo stesso tempo non ne aveva affatto voglia.
Era stanco di doverle sempre mentire e di nascondere la sua vera identità; anche se la cosa lo rendeva felice, era comunque un rischio continuo; cosa avrebbe fatto se un giorno gli avesse chiesto una sua foto o, nel peggiore dei casi, di parlargli in chat?
Non era mai stato una persona tanto temeraria e di sicuro non lo sarebbe diventato nel giro di pochi minuti.
Sul palco riusciva a dare l’impressione di essere spavaldo e con una grande fiducia in se stesso ma in realtà era un ragazzo umile che a volte si sentiva insicuro; forse avrebbe dovuto parlare della faccenda con qualcuno che lo conoscesse sotto ogni sua sfaccettatura; qualcuno esterno al gruppo degli SHINee e che non facesse parte della SM.
Ponendo questi parametri di ricerca, la rosa dei candidati si restringeva sensibilmente; la maggior parte dei suoi amici, per ovvie ragioni, erano artisti della casa discografica e quei pochi che non ne facevano parte non erano i più indicati per consigliarlo sul da farsi; perciò, a chi poteva chiedere?
In quel momento sentì una canzone dei BTS rimbombare per tutta la casa e gli si accese una lampadina: poteva chiedere alla sua noona; lei era la persona ideale a cui parlare dei suoi problemi; lo conosceva da quando era nato ed era sempre rimasta al suo fianco; probabilmente all’inizio lo avrebbe preso in giro, come avrebbe fatto qualsiasi ragazza con il proprio fratello, ma sapeva perfettamente che poi ci avrebbe riflettuto e gli avrebbe dato un suggerimento su che strada seguire.
Pensò:
“È la mia ultima chance di trovare una via di uscita...fighting!”
Prese il coraggio a due mani e uscì dalla sua camera; seguì il suono della musica che risuonava per il corridoio e si ritrovò davanti alla cucina dove sua sorella stava leggendo un libro con accanto lo stereo a tutto volume; scosse il capo ridendo; con quel frastuono lui non sarebbe riuscito a capire nemmeno il titolo del libro; si schiarì leggermente la voce e, quasi urlando per sovrastare la musica, disse:
“Noona…”
La ragazza alzò lo sguardo e, notando che non era più sola nella stanza, sorrise; spense lo stereo e, dopo aver fatto un’orecchia alla pagina a cui era arrivata, chiuse il libro; si girò verso di lui e, sistemandosi una ciocca ribelle, chiese:
“Ehi, fratellino, che succede?”
Jonghyun, allora, fece un passo all’interno della stanza e, sedendosi davanti a lei, rispose:
“Ho bisogno di un tuo consiglio?”
“Ti ascolto…”
Tentennò per qualche secondo nel tentativo di trovare le parole giuste per spiegare il suo problema; non sapeva se porla come una questione di cuore o semplicemente come un’incomprensione con una nuova amica.
Roxy, infatti, non era né una semplice amica né la persona di cui era innamorato; era semplicemente Roxy: una ragazza grintosa e simpatica che aveva il potere di mandarlo completamente in tilt.
Buttò fuori tutta l’aria che aveva in corpo; aveva temporeggiato fin troppo e sua sorella si stava preoccupando; conoscendola era certo che stesse già temendo il peggio; magari si era immaginata uno scenario da film poliziesco con lui che si dava alla macchia per sfuggire ad un’accusa di frode o di omicidio; alla fine, disse:
“Si tratta di una ragazza...è l’autrice di quella storia di cui ti parlavo...lei mi piace tanto ma non so come comportarmi con lei…”
“Beh se ti piace...potresti dirglielo…”
“Non posso.”
“E perchè?”
A quel punto, prese di nuovo tempo; si era messo veramente nei casini questa volta.
“Noona...lei non sa che sono quel Kim Jonghyun…”
La ragazza non ebbe bisogno di sentire altro; si alzò dal tavolo e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza; certo che quando suo fratello decideva di crearsi dei problemi lo faceva in grande stile; valutò qualunque idea gli passasse per la testa nel tentativo di trovare una soluzione; purtroppo, però, non gli veniva in mente nulla di sensato; si appoggiò con la schiena ad un muro e guardò verso il soffitto.
“Non potresti dirgli la verità? Almeno così potresti parlargli più apertamente…”
“Scherzi? Mi prenderebbe per un maniaco…”
Abbassò lo sguardo malinconico.
“E non mi parlerebbe mai più…”
Sua sorella comprese immediatamente il problema; lui non voleva dirgli la verità per paura di perderla e questo lo mandava in crisi; a volte si dimenticava che quel ragazzo dalla faccia da cane aveva un animo molto fragile e pauroso quando si parlava d’amore; si sedette per terra davanti a lui e gli strinse forte le mani per infondergli speranza; inclinò leggermente il capo da un lato e, sfoderando il suo sguardo materno, disse:
“Jong...non posso dirti cosa fare ma...se vuoi veramente costruire un rapporto d’affetto con quella ragazza, le devi dire la verità…”
Dino annuì con il capo.
Alla fine gli aveva detto quello che già sapeva; non poteva far altro che accettare l’evidenza e fare ciò che doveva fare; si rimise in piedi facendo perno sulle ginocchia e, dopo essersi sistemato la maglia, disse:
“Grazie, noona...ora so cosa devo fare…”
 
- Poco più tardi in Italia -
 
“Fatemi capire bene...tu fra poco torni a Seul...E TU LO SEGUI?!”
“Non è che lo seguo...prendiamo lo stesso aereo…”
Roxy era letteralmente senza parole.
Il suo coinquilino, nonché il suo migliore amico, stava per partire per andare in Corea per studiare la lingua e nessuno le aveva detto niente; la colpa era di sicuro di Tae Joon; solo quel  ragazzo poteva avergli dato un’idea talmente folle; lo aveva sempre detto che quello era Moriarty sotto mentite spoglie.
Sbuffò incrociando le braccia al petto e fulminò TJ con lo sguardo; disse:
“È tua la colpa, vero?”
“Colpa? Quale colpa?”
A quella risposta il suo sangue cominciò a ribollire; stava per mettergli le mani al collo quando si sentì afferrare per una spalla; voltò il capo sorpresa, incontrando gli occhi azzurri di Chris; il ragazzo spostò la sua mano dalla spalla al viso e accarezzandole una guancia disse:
“Roxy, lo so che sei preoccupata per me...ma non devi...io sono felice e non vedo l’ora di partire...cerca di essere contenta per me…”
La ragazza a quelle parole si sentì una stupida; aveva ragione lui: Chris stava per esaudire il proprio sogno e lei doveva supportarlo; non avrebbe dovuto comportarsi in quel modo; lo abbracciò forte, nascondendo il viso nell’incavo della spalla del ragazzo; sussurrò:
“Mi mancherai tantissimo…”
“Anche tu mi mancherai...non sai quanto…”
Rimasero così per qualche secondo, sapendo perfettamente che non si sarebbero visti per un bel po’.
All’improvviso, il cellulare di Roxy squillò e i due si dovettero staccare.
La ragazza sbloccò lo schermo del telefonino e vide che era una mail di notifica di ‘I’m A Writer’ così, un po’ imbarazzata, si congedò dai due ragazzi e corse in camera; una volta entrata, si precipitò verso la sua scrivania e accese il portatile; si collegò al sito e vide che le era arrivato un messaggio; pensò:
“Deve essere realj...chissà cosa vuole?”
Aprì il messaggio e vide che era una sola frase; rimase sorpresa: di solito le scriveva papiri di non so quante righe; provò a leggere.
 
“Roxy perdonami ti ho mentito…”
 
Non capendo cosa stesse succedendo, rispose:
 
“Che vuoi dire?”
“Non sono un musicista a tempo perso…e non sono nemmeno in attesa di un’offerta di lavoro…”
“Allora chi sei?”
 
La risposta non arrivò subito: passarono alcuni attimi che alla ragazza sembrarono ore; attimi che passò in completa apnea.
Che cosa gli avrebbe detto?
Gli avrebbe detto che era una donna?
Un ladro?
Non sapeva proprio cosa aspettarsi.
All’improvviso, arrivò il messaggio e lei lo lesse abbastanza spaventata; non appena lo fece si alzò di scattò dalla sedia con la bocca e gli occhi spalancati; balbettò sconvolta:
“K-Kim Jonghyun?!”
 
Nei panni dell’autor
e
 
Ciaooooo :)
*saltella euforico*
Finalmente sono riuscito a pubblicare e non potrei essere più felice ^^
Questo capitolo è il vero inizio della storia e dal prossimo le cose inizieranno a movimentarsi ;)
Voi cosa ne pensate?
Vi è piaciuto il nuovo capitolo?
Fatemelo sapere, non vedo l’ora di leggere le vostre recensioni e a questo proposito ringrazio tutti quelli che hanno recensito il vecchio capitolo ^^
*manda baci a tutti*
Ora vorrei darvi delle piccole informazioni sulla storia:
1) il personaggio di Tae Joon fino a cinque minuti fa non aveva un volto e così non ho potuto descriverlo (LOL xD) ma ora finalmente ce l’ha e quindi vi metto una sua foto.



Si tratta di Kim Hyun Joong e fa parte dei SS501.

2) Tutte le informazioni che do sulla Corea come lo stipendio di un insegnante di italiano  in Corea sono vere.
Infatti per questa storia ho deciso di documentarmi su ogni aspetto della vita in Sud Corea e ho trovato un ottimo blog che dà un sacco di informazioni.
Il sito si chiama ‘Persi in Corea’ ed è gestito da quattro ragazze italiane che hanno deciso di continuare gli studi a Seul.



Se volete dare un’occhiata al sito (io ve lo consiglio caldamente) cliccate QUI.
Grazie ancora a Anna, Laura, Bora e Vivien che mi hanno dato il permesso di citare il loro blog.
 
Grazie ancora per aver letto il capitolo <3
Alla prossima <3 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3354406