Il bacio del Demone

di MorriganNik
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quel Demone, L'incontro ***
Capitolo 2: *** Quel Demone, dichiarazione ***
Capitolo 3: *** Quel Demone, Fine e Inizio ***



Capitolo 1
*** Quel Demone, L'incontro ***


NOME DEL'AUTORE SU EFP: Sasha_98_
NOME DELL'AUTORE SUL FORUM: Sasha_98_
TITOLO DELLA STORIA: Il bacio del Demone
TITOLO PRIMO CAPITOLO: Quel Demone,L'incontro
PERSONAGGI: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis, un po' tutti
COPPIE: Shounen-ai
RATING: Arancione
EVENTUALI NOTE DELL'AUTORE: Salve a tutti! Allora, essendomi capitata la coppia Angelo-Demone, la cosa mi ha davvero DAVVERO resa felice come una Pasqua! (oin questo caso come Natale ahahahah no.)
La storia si basa soprattutto sul demone della morte che NON vuole essere un demone della morte, ma questo lo scoprirete voi! Quindi buona lettura demoniette e demonietti! 
 
_IL BACIO DEL DEMONE_

Il mondo degli umani è disgustoso.
Con questo pensiero il Demone cammina, con le mani nelle tasche dei jeans, per le strade di Londra, la cosiddetta città più grigia d'Europa. Le persone passeggiano: alcune ridono, altre discutono, altre ancora si ignorano continuando la propria strada.
Aveva ormai capito come funzionava questo mondo, ma ogni volta che si abituava ad un certo periodo della storia dell'umanità, ecco che gli uomini cabiavano radicalmente modo di pensare, modo di parlare, modo di vestirsi...
Odiava quel mondo in continuo cambiamento, ma più di tutto, odiava quella libertà che avevano gli umani. Quella libertà che lui non avrebbe mai avuto.

"Allora voi, la volete finire di discutere?! Siamo in servizio!" 
Un ragazzo che dimostra al massimo 12 anni urla addosso a uno di 17 e a una ragazza di 13 anni, i quali stavano discutendo su chi avrebbe dovuto mangiare l'ultimo cup cake al cioccolato. Tutti erano sul tetto di una delle villette a schiera di Londra.
"Ma Ciel! Soma non mi lascia l'ultimo cup cake! Lo sai che quelli al cioccolato sono i miei preferiti!" si giustificò la bionda.
"Lo sai anche tu che io sono totalmente ghiotto di dolci! Quindi dammi quel cup cake!" rispose l'altro. Al già nominato Ciel, ossia il ragazzo più interessato al lavoro che al cibo, cominciò un tic nervoso al sopracciglio destro, mentre cercava di mordersi la lingua pur di non urlare contro ai due ragazzi: la pazienza non era di certo il suo forte.
"Per favore" disse cercando si mantenere un tono calmo "non mi fate arrabbiare, se no sapete come finisce, vero?" 
I due si guardarono, uno sguardo d'intesa dato che sapevano cosa sarebbe successo se l'altro si fosse arrabbiato, quindi finirono per dividere a metà quel tanto desiderato cup cake.
"Altro che Arcangelo, tu dovresti essere un Angelo Caduto!" disse Soma al ragazzo con i capelli color notte. Ciel si girò lentamente verso l'altro con uno sguardo che fece rabbrividire i due ragazzi.
"E-ecco... i-io vo-volevo dire... eh eh..." cercò di giustificarsi il più grande ma...
"NON TI AZZARDARE A PARAGONARMI A QUELLA FECCIA, TI È CHIARO RAZZA DI IDIOTA?!" Ciel era su tutte le furie e non si limitò solo alle parole, ma tirò anche un pugno in piena testa all'altro.
"AHIA! Ciel, guarda che solo perché gli indiani non usano rispondere alla violenza con altrettanta violenza, non ti da il diritto di picchiarmi!" si lamentò Soma, mentre cercava invano di impietosire Ciel con degli occhi da cucciolo.
"Ehi, voi due. So che avete problemi più importanti ma... li ho trovati" disse una voce sopra di loro. Un ragazzo biondo con due mollettine rosse messe di lato per tenere dei capelli ribelli, stava sopra di loro con delle bellissime ali candide a sostenerlo.
"Ben fatto Finny. Andiamo" e, con un balzo, tutti e tre si alzarono in volo spiegando le loro grandi ali d'angelo.

"Eddai piccola, fatti guardare un po' " disse un uomo evidentemente ubriaco ad una signora che stava rincasando dal lavoro. L'aveva trascinata in un vicolo con la scusa di non sentirsi bene, approfittandosi della gentilezza della donna. Ora, negli occhi di lei, si vedeva chiaramente che era più che spaventata: aveva il terrore negli occhi. La sua mente andò dai suoi bambini e a suo marito che, a casa, stavano aspettando lei, una madre e una moglie che non sarebbe tornata.
"P-per favore... lasciami andare..." sussurrò la donna in preda ad una paura tale da non potersi più muovere.
"Cosa?! Vorresti togliermi la possibilità di divertirmi con te? Ma cosa ti salta in mente!" l'uomo era in preda ad una collera sovrumana: sorseggiò fino all'ultima goccia della bottiglia di Heineken che aveva in mano, ruppe la bottiglia contro il muro e puntò quella che ormai era diventata un'arma sotto il mento della donna. I capelli argentei della signora, fin'ora tenuti avvolti in uno chignon, le ricaddero lungo le spalle con un unico gesto dell'uomo.
"WOOOOW! Ma che bel bocconcino che mi sono trovato!" disse l'altro di rimando, poi si avvicinò all'orecchio della donna e le sussurrò con una voce sensuale "Non preoccuparti. Prima di ucciderti ti farò godere come non mai."
Egli tappò la bocca alla donna per impedirle di urlare mentre si preparava a realizzare i suoi desideri più viscidi. La donna, in tutta risposta morse quella mano, nonostante la cosa le desse il voltastomaco.
L'uomo urlò per il dolore e tirò uno schiaffo in pieno volto all'altra. 
"Brutta troia! Volevo essere gentile con te, ma non mi lasci altra scelta" stava per tirare la bottiglia rotta sulla sagoma di quella signora, ma sentì il braccio fermarsi.
"Non credi di aver esagerato un po', amico?" una voce calda arrivò da dietro l'assalitore. Girò la testa con un ghigno che si smorzò non appena vide chi aveva i fronte.
"Sembra che ti debba insegnare le buone maniere eh?" gli occhi del salvatore della donna si accesero di un rosso vivo, quasi fosso intrisi di tutto il sangue che l'uomo aveva versato dalle sue vittime.
I capelli corvini ricadevano leggermente più lunghi nel viso del salvatore, il quale aveva tirato indietro il braccio dell'assassino facendolo cadere a terra.
"Forse non lo sai ma..." disse posizionandosi con un piede sopra di lui "... le donne non si toccano neanche con un fiore."

I quattro angeli arrivarono nel vicolo mentre i medici stavano medicando una donna, la quale era stata raggiunta dal marito e dai figli. 
La polizia aveva catturato l'assalitore e l'avevano portato in centrale per metterlo definitivamente dietro le sbarre.
I quattro erano sconvolti: qualcuno aveva fatto il lavoro al posto loro.
"Ancora lui..." sussurrò Soma a denti stretti. Gli altri assunsero un volto triste e confuso: non sapevano come, ma questa persona li precedeva sempre, tant'è che ormai pensavano di essere diventati inutili: questo spiega la presenza dell'Arcangelo.
"Non disperatevi- disse Ciel guardando in basso, sulla scena nel vicolo -sono sicuro che riusciremo a trovarlo" anche se egli stesso era poco convinto delle sue parole.

"Ehi Sebastian, dove sei stato?" chiese un tizio dai capelli corvini e occhi come il sole splendente di giugno, coperti da un paio di occhiali, sdraiato su un lurido divano in un piccolo appartamento nella periferia londinese.
"A sistemare un viscido verme che non ci sapeva fare con le donne- rispose -e tu, Claude?" chiese Sebastian.
"Solita storia. Fumo e donne... Che palle questa vita. Vincent doveva proprio scacciarci dal Paradiso in questo modo?" chiese ironico, sistemandosi gli occhiali sul naso.
"Non dire così alla leggera il nome del Creatore!" lo riprese l'amico, anche se era sicuro che l'altro non lo avrebbe ascoltato.
"Arrenditi Sebastian. Ormai sei stato cacciato e non ti riprenderà più. Pensi davvero che punendo i peccatori Vincent ti riammetterà in Paradiso? Amico, lasciatelo dire: sei fuso! Apri gli occhi e guarda in faccia la realtà. Siamo Angeli Caduti. Siamo demoni."
Il modo in cui aveva pronunciato quell'ultima parola fece imbestialire Sebastian, al punto che arrivò ad attaccare Claude al muro tenendolo per il collo.
"Non. Ripeterlo. LO SO ANCHE IO cosa siamo, ma non voglio sentirlo. Ti è chiaro?" disse mentre gli occhi, precedentemente diventati neri come la pece, diventavano rossi come il sangue.
"Okay... ma... adesso mi... puoi lasciare?" chiese l'occhialuto. Sebastian, dal canto suo, non aveva la benché minima intenzione di lasciarlo.
"Sebastian, lascialo" disse una voce dietro di lui. Lunghi capelli color argento ricadevano su un vestito nero, la frangia troppo lunga non lasciava spazio alla visione di due splendidi occhi verdi smerado che avrebbero incantato anche la più succube delle creature.
"Tu da quanto sei qui, Undertaker?" chiese il corvino al compagno.
"Abbastanza da vedere che stai per uccidere un Demone della Menzogna" rispose l'altro indicando Claude, ancora appeso per il collo dalla mano di Sebastian.
"E tu, un Demone della Discordia, vieni a fare la predica a me?" schernì Sebastian con gli occhi rossi accesi come fuoco.
"Solo perché sei un Demone della Vendetta non ti dà il diritto di maltrattarci a tuo piacimento, te l'ho ripetuto un milione di volte... eppure non mi ascolti per niente ih ih ih" rise Undertaker, divertito dall'espressione strafottente del Demone della Vendetta. Sebastian lasciò la presa, digrignando i denti per la controvoglia, e si diresse verso la porta di casa.
"Dove pensi di andare!?" chiese Claude.
"A fare gli affari miei" rispose l'altro, anche se avrebbe voluto rispondere in modo molto meno elegante.

Ciel passeggiava per le vie di Londra. Il sole era tramontato da un bel pezzo, lasciando spazio all'oscurità delle tenebre. Seppur lui fosse un angelo, il buio e le tenebre lo facevano sentire a casa, come se avvolto da un calore di fuoco. Un'aura rossa sembrava avvolgerlo tra le braccia senza lasciarlo, come se avesse paura di lasciarselo sfuggire.
E fu proprio nelle tenebre che scorse due occhi scarlatti, come quel calore familiare, che brillavano nell'oscurità.

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Capitolo 2
*** Quel Demone, dichiarazione ***


NOME DEL'AUTORE SU EFP: Sasha_98_
NOME DELL'AUTORE SUL FORUM: Sasha_98_
TITOLO DELLA STORIA: Il bacio del Demone
TITOLO SECONDO CAPITOLO: Quel Demone, Dichiarazione
PERSONAGGI: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis, un po' tutti
COPPIE: Shounen-ai
RATING: Arancione
EVENTUALI NOTE DELL'AUTORE: Ed eccomi qui con il nuovo capitoletto! Spero vivamente che l'altro si piaciuto a chiunque lo abbia letto e che non sia una inutile schifezza ^^' 
Ringrazio vivamente chiunque abbia letto fin qui senza vomitare :)

_QUEL DEMONE: DICHIARAZIONE_
 

Ciel sapeva di non aver mai visto degli occhi tanto belli come quelli che stava guardando. Quegli occhi scarlatti sembrava riuscissero a capirlo e la leggerlo dentro, tant'è che sembravano riscaldarlo.
Lo stesso valeva per Sebastian: egli cominciò a nuotare in quegli occhi profondi come l'oceano che, ne era sicuro, nascondevano mille e più segreti, insieme ad una miriade di preoccupazioni.
Entrambi sembravano aver perso la voce, finchè Ciel riuscì a rompere il silenzio.
"Chi... sei... tu?" chiese con un filo di voce.
"Ecco... io..." Sebastian era talmente incantato che sembrava essersi dimenticato addirittura come si chiamasse.
"Ti ho fatto una domanda, vorrei che mi rispondessi" disse l'Arcangelo, ritrovando quella lucidità che pareva aver perduto.
"Sei sempre così antipatico?" chiese di rimando il Demone.
"Non si risponde a una domanda con un'altra domanda" ora era chiaramente scocciato. Ciel, l'Arcangelo più potente di tutto il creato, stava perdendo le staffe per una persona del genere?! Riprenditi, scemo! Vincent ti prego, aiutami tu...
"Sebastian" disse il Demone. Ciel lo guardò con aria interrogativa, non capendo cosa l'altro gli stesse dicendo.
"Sono Sebastian" disse di nuovo, prima di passare accanto al ragazzino e continuare per la sua strada. Direzione? Ovunque, purché potesse allontanarsi dai suoi colleghi.
E mentre Sebastian passava gli passava di fianco, Ciel sentì un brivido scendergli lungo la schiena, come quando si trovava nei pressi un...
"Demone..." sussurrò, sperando che l'altro non lo avesse sentito e, per sua fortuna, fu così. Voleva girarsi, colpirlo, ucciderlo ma non ci riusciva.
Perché? si chiese. Perché non riusciva a fare il suo dovere? Perché quando ripensava a quegli occhi scarlatti il suo cuore accelerava a più non posso e si scaldava? Cosa era questa sensazione che nonnriusciva a spiegare? C'era una sola persona che poteva aiutarlo e si trovava in Paradiso.

"Oh, guarda guarda! È arrivato Smile!" disse un ragazzo ai cancelli del Paradiso con un sorriso che riusciva ad iradiare tutto intorno a lui.
"Piantala, sei disgustoso..." rispose Ciel, infastidito da quel disgustoso soprannome.
"Ha ragione... Ormai sono 10.000 anni che vado avanti così" disse l'altro pensieroso "Beh, vorrà dire che prima o poi dovrai farci l'abitudine."
Ciel si morse le labbra per non insultarlo, dato che si trovava nei pressi di Vincent e non voleva essere declassato dopo tutta la fatica che aveva fatto per guadagnarsi quel posto.
"Ci vediamo dopo Pietro" disse Ciel salutandolo.
"Quante volte ti devo dire che mi devi chiamare Joker?!" gli rispose l'altro con in fumo che gli usciva dalla testa per quello che lui definiva insulto.

Ciel spiegò le ali: ora che poteva, voleva lasciarle libere e sfoggiare le sue bellissime ali candide, quasi come fossero senza peccato.
Si trovava davanti ad un portone d'oro, segno che era la residenza del Creatore, Vincent.
"Mea anima, meo deus" disse adalta voce e il portone iniziò ad aprirsi piano piano. Ciel fece un passo e il suono ruppe quel silenzio pesante che regnava dentro la struttura: i passi che rieccheggiavano, la luce che man mano che egli avanzava aumentava di intensità, il sorriso di Vincent che si allargava mentre vedeva l'Arcangelo avvicinarsi.
"Ciel! Qual buon vento ti porta qui? Non sei solito venire a trovarmi spesso" disse Vincent dopo che l'altro si fu inginocchiato, le ali che sembravano fargli da strascico.
"Sommo Vincent, ho bisogno di un consiglio... riguardo ad una esperienza che ho avuto modo di provare..." disse Ciel, leggermente titubante.
"Avvicinati ragazzo" e allungò una mano verso l'Angelo che si alzò e gli andò incotro. Ciel gli prese la mano e Vincent chiuse gli occhi e guardò nel cuore di Ciel: dovere, devozione, amicizia e... una puntina di...
"Ah, mio caro Ciel! Tu sei innamorato!" dichiarò Vincent una volta sicuro. Ciel strabuzzò gli occhi: non poteva crede alle sue orecchie, non poteva credere di essersi innamorato. Lui, l'Arcangelo più potente di tutti si era rammollito fino a quel punto?
"Vediamo un po' se abbiamonqualche indizio..." Ciel guardò Vincent con sguardo torvo.
È capace anche di vedere chi è questa persona?! pensò.
"Non riesco a scorgere nulla, tranne una macchia nera indistinta... e... che altro... rosso! Un rosso scarlatto, vivo come il sangue che scorre nelle vene umane" e con queste parole, Ciel ebbe la conferma. Doveva trovare quel Demone... e ucciderlo.

Sebastian se ne stava tranquillo a fumare una sigaretta appoggiato al muro di un vicolo cieco, a terra due ladri che avevano appena scippato la borsa ad una donna che stava rientrando a casa dopo la giornata di lavoro.
"Guarda un po' chi si rivede" disse una voce da sopra di lui "Sebas-chan! Mi sei mancato tanto!" 
"Stammi lontano bastardo! Ti ho già detto che non voglio aver nulla a che fare con voi Sutcliff" disse il Demone fermando il rosso che stava per travolgerlo in quello che doveva essere un abbraccio.
"Neh~ Solo perché sono nato da un angelo e da un demone non significa che io non sappia da che parte voglia stare, DEATH!" disse "E poi ti ho già detto che mi devi chiamare Grell! Non è difficile! Dai, dillo con me Gre-ll!" ma per tutta risposta Sebastian buttò a terra la sigaretta e, ignorando del tutto il mezzo demone fece per andarse. 
Svoltato l'angolo però, fu costretto a fermarsi poiché credette di annegare in un oceano: Ciel gli era davanti, con aria di sfida e lo sguardo carico di odio.
"Da quel che ho capito tu sei un Demone, ma non ho capito di quale tipologia" disse l'Arcangelo rompendo il silenzio.
"Vendetta" lo informò "ma io noo so ancora chi tu sia, ti pare?" lo schernì il corvino.
"Sono l'Arcangelo più potente del Creato: il mio nome è Ciel" rispose il ragazzo dai capelli cobalto.
"Bene! Allora sarà uno scontro alla pari" scherzò il Demone.
"Come fai a sapere che voglio sfidarti?" chiese confuso l'Angelo.
"Semplice: uno, sei arrivato con una faccia e due occhi che esprimevano tutto il tuo odio verso di me; due, se non lo avresti fatto tu lo avrei fatto io stesso per riprendermi cio che un tempo era mio" disse e si avvicinò al suo orecchio. Ciel sentì un brivido scivolargli lungo la schiena e poi sentì la voce calda e sensuale di Sebastian sussurrargli "Il posto di Arcangelo che ricopri ora, era il mio prima che Vincent mi scacciò dal Paradiso. Sono qui per riprendermelo."

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Capitolo 3
*** Quel Demone, Fine e Inizio ***


_QUEL DEMONE, INIZIO E FINE_
 

Stavano di fronte, entrambi persi l'uno negli occhi dell'altro: entrambi non potevano fare a meno di pensare quanto fossero belli gli occhi che stavano ammirando, Sebastian che nuotava in quelli oceano di Ciel e quest'ultimo che bruciava negli occhi scarlatti dell'altro. 
Un rosso come il sangue che si sarebbe versato di lì a poco.
"Sei sicuro?" chiese Sebastian all'Arcangelo "potresti semplicemente ridarmi il posto ed essere un Angelo qualunque" aggiunse allargando le labbra in un ghigno.
"Giammai! Non ho intenzione di cedere il mio posto a nessuno, specialmente a te, brutto Demone dei miei stivali!" ribattè il più piccolo al corvino.
"Ah -disse sospirando quest'ultimo- e io che pensavo che questa storia avrebbe avuto un lietofine" e attaccò.
Il Demone si scagliò verso l'Arcangelo, il quale si scansò mezzo secondo prima dello schianto.
Dalle mani di Sebastian uscì del fumo nero, simile ad una decina di serpenti, che si fece strada verso Ciel che questa volta non si fece trovare impreparato: co un battito d'ali si alzò in aria liberando una luce abbagliante per accecare il Demone.
"Sei bravo," disse appena riebbe la vista, fece uno scatto e so ritrovò dietro quelle ali candide che un tempo gli appartenevano "ma non abbastanza veloce".
Ciel girò il capo strabuzzando gli occhi blu prima di avvertire un dolore lacerante all'altezza dello stomaco: Sebastian gli aveva sferrato un pugno talmente potente che avrebbe benissimo potuto buttare giù un muro di cemento armato.
L'Arcangelo venne scaraventato contro il muro di un palazzo. Sentiva qualcosa scendergli dall'angolo della bocca: sangue.
"Oh, che bello spettacolo!" disse Grell entrando in scena.
Ciel tossì e sputò snague allo stesso tempo. 
"Tsk, e tu cosa vuoi brutto mezzosangue?" chiese Ciel aprendo solamente un occhio.
"Eh? Ma che cattivo! E io che ti volevo dire il punto deblle del tuo amichetto dagli occhi scarlatti. Beh, allora me ne vado" ribattè il rosso, alzando una mano e dando le spalle al ragazzo che sembrava ormai mezzo morto.
"Aspe- Aspetta! Dimmelo!"
"Dirti cosa?" 
"Il suo... Punto debole!" 
"Ah, beh! -disse voltandonsi di nuovo- apri bene le orecchie. Il suo punto debole sei TU!"
Ciel temeva di non aver capito bene, ma sapeva che quello che aveva sentito era perfettamente chiaro.
Possibile che...
"As-aspetta! Cosa hai detto?"
"Hai sentito benissimo" disse Grell avvicinandosi "Il Demine della Vendetta si è innamorato di te. Te lo posso assicurare."
"Smamma Grell, non immischiarti" Sebastian era comparso alle spalle del mezzosangue senza fare rumore, ascoltando tutto quello che i due si erano detti.
"Ora lo sai, Ciel. Cosa intendi fare?" chiese il rosso al diretto interessato prima di calare il sipario della sua presenza. 
"È vero?" fu tutto quello che riuscì a uscire dalla sua bocca.
"Sì" rispose il corvino senza troppi giri di parole. Ciel alzò lo sguardo per incortrare quegli occhi scarlatti che bruciavano a contatto con i suoi color oceano.
"Ho un'idea" disse "solo se tu sei d'accordo..."
"E cosa sarebbe" chiese il demone incuriosito.
"Fuggiamo."

2anni dopo...

"Ehi Alois, come ci si sente ad essere Arcangelo?" chiese Soma al biondo appena entrato in carica.
"Beh, è strano... tra tutti i candidati non credevo scegliesse me" disse il biondino arrossendo leggermente.
"Allora buona fortuna! Vedi di rendere onore a Ciel... chissà dove sarà adesso..." ed entrambi alzarono lo sguardo al cielo infinito.

"Che fine ha fatto Sebastian?" chiese Claude a Undertaker.
"Ih ih ih che vuoi che ne sappia? Sarà andato con quell'Angelo" rispose il compagno becchino.
"Già... Ehi, hai visto il biondino entrato in carica come nuovo Arcangelo? Quasi quasi ci faccio un pensierino..."

"Credi che se la caveranno?"
"Assolutamente sì. Devo far capire loro che possono cambiare la loro natura demoniaca se solo lo vogliono."
"Come hai fatto tu?"
"Io ho il mio piccolo Arcangelo e non posso essere più felice" e tra la luce eterna Demone e Angelo si scambiarono un bacio carico di sentimento, amore e promesse.
Perché Ciel sapeva che il bacio di un Demone non si può dimenticare.

NOTE DELL'AUTRICE:
SALVE! Eccoci arrivati alla fine della storia! T^T Oddio che lacrime... Allora, avviso già che ci sarà di sicuro un preque e, perché no, magari anche un sequel! Ringrazio Phobia per la chance datami con questo contest e, con questo, alla prossima avventura!

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