Racconti di Natale

di Lellaofgreengables
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'albero di natale. ***
Capitolo 2: *** Natale 1921. Cori e bambole a Puente Viejo. ***
Capitolo 3: *** Caro Babbo Natale ***
Capitolo 4: *** Una bambola per Natale ***
Capitolo 5: *** L'anello dei Re Magi ***



Capitolo 1
*** L'albero di natale. ***


L'albero di Natale

 

A Cuba l'inverno poteva essere piuttosto caldo, anche se piovoso, e spesso Maria passava del tempo in spiaggia con i bambini di pomeriggio prima di tornare nella spaziosa Villa che lei e Gonzalo avevano acquistato a L'Avana, non distanti da una meravigliosa spiaggia dorata. Certamente tutto era diverso da Puente Viejo, che aveva lasciato due anni prima e che a tratti le mancava, soprattutto se pensava ai suoi genitori, al suo fratello adottivo Matias, ad Aurora e Conrado, alla nonna Rosario, alla zia Mariana e a suo marito Nicolas. Almeno Candela era partita per Cuba con loro, aveva ritrovato il sorriso e l'amore, grazie a Fidel, un affascinante quarantenne, vedovo con una meravigliosa figlia di otto anni. L'uomo era un politico e proprio quella sera, lei e Gonzalo erano stati invitati ad una festa di gala organizzata da Candela e Fidel nella nuova casa casa della coppia, che distava solo pochi metri dalla loro.

Arduo sarebbe stato, e Maria lo sapeva, convincere suo marito ad indossare la cravatta.

Prima di iniziare a prepararsi però, lei ed Esperanza dovevano addobbare l'albero di Natale e per la prima volta la piccola, che stava per compiere tre anni, avrebbe dato il suo contributo.

La bambina era un piccolo angelo ed era stupenda. Aveva dei bellissimi capelli neri, pieni di riccioli, due occhi grandissimi e scuri e il sorriso più disarmante del mondo. A chi assomigliava la piccolina? Maria affermava che era il ritratto di suo marito, mentre Gonzalo era certo che la bambina fosse la miniatura di sua moglie. Una cosa era certa: la piccola aveva ereditato, come del resto anche il suo minuscolo fratellino, i tre nei della nonna paterna, Pepa Balmes.

Proprio quando era riuscita a spiegare alla piccola che le decorazioni andavano appese all'albero e non gettate con violenza a terra ed era riuscita praticamente a finire di addobbare , giunse Martin con il piccolo Tristan Jr, di soli tre mesi, in braccio.

“Vedi, piccolo mio. Tra qualche anno potrai decorare anche tu un bellissimo albero. Però sarà meglio se ti insegnerò io a farlo, che la tua mamma non mi sembra molto portata per le decorazioni. Esperanza, mostra tu alla mamma come si decora un albero di Natale.” rise Martin, avvicinandosi alla moglie per baciarla. Lei sapeva che stava scherzando e come sempre stette allo scherzo.

“E tu, mio caro. Hai scelto la cravatta da indossare questa sera?” lo provocò la donna, accarezzando la testolina del piccolo Tristan, che si stava addormentando nuovamente tra le braccia del suo papà.

“Maria, sia chiaro. Non mi sottometterò più ad una simile tortura. Da piccolo odiavo tutti i papillon e le cravatte che la Montenegro mi costringeva a mettere e divenuto adulto ho accettato solamente una volta di sottopormi a questo castigo: il giorno in cui ti ho sposato, che poi è stato il giorno più bello della mia vita. Stasera verrò ben vestito, tirato a lucido ma senza quella sciocca cravatta.”Martin, si avvicinò alla culla di Tristan, depositò il bambino al suo interno, e rimboccandogli le coperte gli sussurrò “Buonanotte, amore mio.” Anche Esperanza, dopo aver contemplato l'albero di Natale, si avvicinò alla culla del fratellino, ma visto che era ancora piccola per poter vedere al suo interno, Gonzalo la prese in braccio e stringendola forte a sé, le mostrò Tristan dormiente, raccontandole di quando lei stessa era tanto piccola da poter stare nella culla costruita da nonno Alfonso con le sue stesse mani.

Giunse una delle cameriere e Maria le chiese di accompagnare Esperanza in cucina per farle mangiare la merenda che Candela aveva preparato appositamente per lei quella mattina.

Rimasti soli Maria e Gonzalo si abbracciarono. “Non c'è nulla che io possa fare per convincerti ad indossare la cravatta?” sussurrò lei, baciandolo.

“Nemmeno torturandomi, mi convincerai.” affermò Martin, fingendo una sicurezza che non aveva più, visto che sua moglie non cessava di baciarlo. “Però se continuerai a baciarmi in questo modo, penso che cederò presto.” proseguì il giovane con un sorriso.

“Ho messo la cravatta sul letto. Ho pensato che sarà perfetta con il vestito nuovo che ho comprato per te. Non protestare.” sorrise Maria, baciandolo trionfante.

“Nonostante tutto, penso che tu sia la cosa più bella che mi sia capitata nella vita, insieme ai bambini, ovviamente. Ti sei pentita di aver lasciato tutti e di essere venuta a vivere dall'altra parte dell'Oceano insieme a me?” domandò serio.

“Io ti seguirei anche all'inferno senza voltarmi indietro. La mia casa è dove ci sei tu. E poi perché credi che ho addobbato così l'albero di Natale? Voglio che domani, quando i miei genitori e Matias, Conrado e tua sorella giungeranno qui per passare le feste con noi, saranno accolti da una vera atmosfera natalizia. A Puente Viejo il Natale era sempre così triste. Tante cose terribili ci sono successe ma ora è tutto finito.” spiegò Maria con ottimismo sorridendo al marito.

“Ti amo” affermò lui, baciando le labbra sorridenti di sua moglie.

 

Fine.

 

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Capitolo 2
*** Natale 1921. Cori e bambole a Puente Viejo. ***


Natale 1921.

 

Cori e bambole a Puente Viejo.

 

Maria smise di cantare la ninnananna. La piccola Esperanza si era arresa al sonno e un dolce sorriso illuminava il suo volto infantile.

Nel salone entrò Gonzalo, allegro e con il volto arrossato per il freddo di dicembre. Era il 24, la vigilia di Natale. Maria avvicinò il proprio dito indice al naso e alla bocca per avvertirlo di parlare a bassa voce per non svegliare la piccola Esperanza.

“Devi vedere che atmosfera si respira in piazza. Luci, colori, decori. E soprattutto un venditore ambulante di giocattoli.” Martin mentre parlava faceva uscire spirito natalizio da ogni fibra del proprio corpo. Solo in quel momento Maria notò che il marito teneva tra le mani due meravigliose bambole, una bionda e una mora.

“E queste cosa sono?” domandò Maria con un sorriso, fingendosi stupita e quasi arrabbiata, conoscendo già la risposta di suo marito a riguardo.

“ Non ho saputo resistere e le ho comprate per la mia principessina. Una per il giorno di Natale e l'altra come regalo per l'Epifania.” spiegò l'uomo chinandosi davanti alla culla ed ammirando il sonno della sua principessa.

“Gonzalo Castro, non avevi per caso affermato che sin da bambina, nostra figlia avrebbe dovuto imparare a conoscere il valore del denaro? Niente eccessi in regali, nessun vizio. Ed ora torni a casa con due bambole?” Maria si finse indignata.

Martin per tutta risposta si allontanò dalla culla e si avvicinò a sua moglie, alzando le mani come in segno di difesa.

“E' il primo natale della mia principessa e voglio che abbia il meglio, anche se dubito che potrà ricordarlo. Inoltre per la prima volta festeggeremo queste feste come una vera famiglia, agli occhi di Dio e degli uomini e non solo ai nostri. Ci pensi, amore mio, siamo sposati.”Ora il ragazzo si era avvicinato a Maria e stava per baciarla. Il momento magico però fu turbato dall'arrivo di Aurora, che con irruenza e rischiando di svegliare la nipotina, entrò in salone.

“ I Miranar sono più insopportabili del solito. Dolores è la persona più pettegola di questo pianeta e la mia vita amorosa è l'oggetto principale del suo interesse. Non è colpa mia se non riesco a decidermi tra Lucas e Conrado. E per finire, a quanto pare tutti i bambini del paese sono rimasti afoni e non ci sarà il coro diretto da Hipolito. Non vedo l'ora che giunga il sette gennaio. Non ho alcuna voglia di festeggiare.” Solo per un miracolo la voce squillante della zia non ha aveva svegliato la bambina nella culla.

“Aurora, potresti abbassare il tono della voce. Ho impiegato parecchio tempo per addormentare la piccola.” Maria si avvicinò alla culla per osservare Esperanza, che in quel momento non si sarebbe svegliata nemmeno con una cannonata.

“Come? Non ci sarà il coro? Che peccato. Volevo che per il primo Natale della mia principessa tutto fosse perfetto. Il mio primo Natale con mia moglie e mia figlia.” Martin era preso dal suo spirito natalizio e non sembrava far caso ad altro, neppure al sonno della sua principessina.

Sua moglie lo abbracciò con amore: “ Tesoro, Esperanza è talmente piccola che probabilmente non si renderà conto di quello che accadrà questa sera.” Lo consolò baciandolo.

Aurora abbandonò il salone con discrezione, lasciandoli soli.

“Questo lo dici tu, Maria.” spiegò Gonzalo a sua moglie. “Nostra figlia è più svelta ed intelligente di una volpe. Sa che questa sera accadrà qualcosa di importante.”

Maria stava per spiegargli che probabilmente Esperanza si sarebbe addormentata prima ancora di giungere in piazza per festeggiare il Natale con tutti gli abitanti del paese. Però rimase in silenzio. Del resto anche lei era convinta che la sua piccola fosse la bambina più sveglia dell'intero universo.

Quando in seguito si recarono in piazza la trovarono addobbata a festa, con ghirlande e nastri rossi. Un grosso tavolo era posto da un lato, proprio davanti alla Locanda di Maria, di proprietà di Alfonso ed Emilia. Al centro della tavola vi era una grossa pentola contenente sangria. Esperanza non sembrava disposta a dormire visto che l'atmosfera natalizia a quanto pare si era impadronita di lei e non solo di suo padre. Non voleva attraversare la piazza nella sua carrozzina e aveva deciso di stare in braccio a Martin, che non faceva altro che mostrarle oggetti, persone e di raccontarle aneddoti sul Natale in Amazzonia. Maria voleva spiegargli che Espe era ancora troppo piccola per comprenderlo ma il volto rapito della bambina mentre ascoltava le parole del padre, la spinse a tacere con un sorriso.

Mille candele illuminavano la piazza e Maria pensò al giorno del suo matrimonio celebrato proprio lì ne La piazza del mercato dove solo due anni prima aveva incontrato Martin. Il suo pensiero però fu interrotto da Dolores Miranar che si avvicinò a loro per osservare da vicino la piccola Esperanza.

“Ma cresce a vista d'occhio. E' un amore. La cosa più bella di tutto Puente Viejo, fino a quando non nascerà una bimba di Hipolito ovviamente. Assomiglia proprio a te, Maria. E gli occhi, quelli sono di Gonzalo. E' uno splendore. Sono sicura che quando crescerà verrà nel mio negozio a comprare vestiti, cappelli, guanti. Sarà una delle ragazze più belle ed eleganti di Puente Viejo. Uh a proposito di ragazze eleganti, sapete qualcosa su Aurora e Conrado? Mi hanno detto che tua sorella è parecchio confusa per via del medico, del dottor Lucas. Beh certo, è un bel giovanotto il nostro dottore, però Conrado, povero uomo, dopo quello che ha fatto per lei. Qualcuno potrebbe pensare che è un'ingrata...” La moglie del sindaco era proprio una pettegola.

Maria e Martin si guardarono infastiditi e con un “Dolores” rimproverarono la donna, che si difese assicurandoli che stava agendo solo per dovere verso il paese e i suoi abitanti che dovevano essere costantemente informati.

La famigliola si salvò grazie alla presenza di Emilia che prese tra le braccia la sua nipotina per mangiarsela di baci insieme ad Alfonso.

Maria sentì che Gonzalo stava mettendo un braccio sulle sue spalle per stringerla forte mentre i forestieri ospiti della locanda di Puente Viejo,che per giorni non avevano risposto a domande sulla loro identità, decisero di svelarla: facevano parte di un coro di Barcellona e avrebbero cantato le canzoni natalizie al posto dei bambini rimasti senza voce. Martin sorrise felice: il primo natale di Esperanza sarebbe stato allietato da canzoni natalizie e non solo dalle chiacchere di Dolores. Maria sorrise vedendo il sorriso sui volti di suo marito e di sua figlia. La bambina aveva gli occhi spalancati e le labbra sorridenti mentre ascoltava e vedeva il coro cantare nella piazza illuminata dalle candele. La donna pensò che quello del 1921 era il primo Natale che la sua piccola famiglia trascorreva insieme e che non avrebbe potuto essere più perfetto.

 

Fine.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Caro Babbo Natale ***


Caro Babbo Natale.

 

Sono Esperanza e ho un anno e mezzo. Visto che ancora non so scrivere ho chiesto aiuto alla zia Celia, che invece sa farlo e ha anche una bella calligrafia. Visto che sono stata buona e ho fatto pochi capricci ecco le mie richieste.

Per prima cosa vorrei tanto un fratellino, anche se per averlo dovrebbero scrivere i miei genitori alla cicogna. In ogni caso ho saputo che le letterine alla cicogna si scrivono meglio se si mangia la liquirizia perché poi si danno tanti bacini, così che ho una richiesta da farti. Dovresti portare a mamma e a papà una calza piena di bastoncini di liquirizia e chiedere alla cicogna se magari può consegnarci dei gemelli, come ha fatto con nonna Pepa e nonno Tristan. Vorrei che potessi portare una fidanzata allo zio Tristan Jr, che è molto solo. Vorrei che nonna Candela e nonno Severo venissero a Cuba per Natale e che si sposassero molto presto. Caro Babbo Natale, fai guarire anche la schiena di nonna Rosario, che poverina soffre molto e poi portale anche una coperta calda, che a Puente Viejo l'inverno è diverso da quello cubano, e fa molto freddo. Caro Babbo Natale, per favore potresti portare a mio cugino Beltran un orsacchiotto da parte mia, purtroppo un oceano ci divide e non potrò per ora divertirmi con lui. Inoltre non dimenticarti dello zio Bosco. Fa in modo che abbandoni presto la Villa e la signora cattiva cattiva . Caro Babbo Natale , fa in modo che la zia Aurora possa venire a Cuba per Natale, così staremo tutti insieme. Inoltre falla diventare un grande medico. Vorrei tanto che nonno Alfonso e nonna Emilia tornassero insieme. Ti prego, pensaci tu. E fai calmare un poco lo zio Matias, che ha un bel caratterino e regalagli da parte mia un abbonamento per il cinematografo. Un giorno lo so, lo zio Matty diventerà un grande regista. Per la mamma prendi una bella collana che ha visto l'altro giorno ai grandi magazzini del lungomare e a papà la penna elegante che è nella vetrina del negozio dietro l'angolo. Visto che ci sei e che sono stata buona, non dimenticarti di me. Desidero una bambola nuova, come quella della bambina del parco e una serie di attrezzi per fare i castelli di sabbia. Inoltre non dimenticarti della zia Celia, che ha bisogno di trovare un fidanzato sotto l'albero. Con affetto. La tua piccola Espe.  

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Capitolo 4
*** Una bambola per Natale ***


 

20 dicembre 1909

 

Collegio di San Sebastian – La Puebla.

 

Martin Castro stava preparando il suo bagaglio . Il ragazzino sistemò le camice dentro una elegante valigia in pelle , posata sul letto. Di tanto in tanto il giovanotto guardava con amore un sacchetto rosa che conteneva qualcosa per lui prezioso. In quel momento nella stanza entrò un giovane scavezzacollo con i capelli neri e lo sguardo penetrante . Era Mateo, il migliore amico di Martin. Il nuovo arrivato si lasciò cadere sul letto vuoto , che del resto era il suo visto che da sempre divideva la stanza con Martin Castro nel dormitorio del collegio. “Come va la preparazione dei bagagli?” chiese Mateo stiracchiandosi e mordendo una mela.

“Tra meno di due ore sarò fuori di qui e i miei genitori mi porteranno in macchina fino a Puente Viejo. Non vedo l'ora, amico mio. Sento tanto la mancanza dei miei fratelli. Chissà come saranno cresciuti Bosco ed Aurora. Non li vedo da due settimane perché a causa degli esami di fine semestre non ho potuto passare il fine settimana a Puente Viejo.” affermò Martin chiudendo la valigia e sognando già le due settimane di vacanze natalizie nel suo paese . Si vide anche consegnare il sacco rosa alla giovane e dolce personcina al quale era destinato.

“Puoi incantare tutti con le tue parole ma non me. La persona di cui tu hai sentito la mancanza è tua cugina Maria. L'adori. Mentre avevi la febbre e deliravi, due mesi fa circa, hai sussurrato il suo nome . Io che ero al tuo fianco in infermeria ho sentito benissimo.” Sorrise Mateo .

Nel momento stesso in cui Mateo aveva pronunciato il nome di Maria, lo sguardo di Martin si era posato sulla sacca rosa che era adagiata con delicatezza sul suo letto. Lo sguardo però non sfuggì a quello attento di Mateo, che si precipitò verso il sacco, afferrandolo prima ancora che Martin potesse fare qualcosa per impedirglielo.

Quando il giovane curioso lo aprì, vi trovò al suo interno una bella bambola bionda, vestita di rosa, con la testa in bisquit. Mateo rimase a bocca aperta, mentre Martin diventava rosso come le mele che Rosario usava per la sua torta .

“Non provare a dirmi che è per Aurora perché altrimenti non ti crederò. Sarebbe un insulto per la mia intelligenza. Questa bambola è per la tua Maria. Caspita, Martin. Ha sei anni. Tu ne hai sette di più. Prima delle vostre nozze dovrà passarne di tempo.” sentenziò Mateo.

“Ma che cosa stai blaterando! La bambola è per Maria, è vero. Però non l'ho acquistata per far felice la mia futura sposa ma per dare una piccola allegria ad una bambina che non ha molti soldi a differenza nostra , e non può comprarsela.” sorrise Martin.

“Se lo dici tu, amico” scherzò il giovanotto tirando il torsolo della mela nel cestino con una abilità da maestro.

 

 

21 dicembre 1909.

 

Puente Viejo – Piazza del Mercato – Davanti alla locanda La posada de Maria.

 

La piccola Maria stava giocando in piazza con il suo vestitino a fiori nero e rosso e le scarpine che la zia Pepa le aveva regalato per il suo sesto compleanno. Le sue trecce nere si alzavano quasi in volo mentre la piccolina correva per la piazza facendo roteare la trottola di legno che le aveva regalato suo cugino Bosco. La bimba era dispiaciuta perché a Natale non avrebbe ricevuto una bambola vera ma un coppotto da indossare per andare alla scuola elementare di Puente Viejo. I suoi genitori non avevano abbastanza soldi per entrambe le cose e per qualche tempo avrebbe dovuto rassegnarsi a giocare con le bambole di pezza che le cuciva nonna Rosario e ad usare di tanto in tanto i bellissimi balocchi di Aurora e Bosco, i suoi cuginetti gemelli. La cosa che più rallegrava Maria era però il ritorno di suo cugino Martin, previsto per quella sera stessa. Maria vedeva in lui il principe azzurro delle fiabe e non riusciva a trattarlo come i gemelli, forse perché Martin era di tanti anni più grande di lei. Proprio mentre la trottola stava girando in direzione dell'emporio Maria vide apparire nella piazza l'oggetto dei suoi sogni di bambina, il giovane Martin Castro, elegante e bello come non mai. La piccola perse ogni forma di decenza e corse tra le braccia del cugino tredicenne, rischiando quasi di farlo cadere con il suo impeto.

“Martin, sei tornato.” affermò stringendo forte il collo del ragazzino.

“Mi sei mancata, Maria” sorrise il ragazzo davanti a quella meravigliosa bambina dal cuore dolce e gentile.

“Non pensavo di vederti fino a domani. “ affermò Maria con un sorriso, giocando con una delle sue trecce.

“Dovevo darti questo.” sorrise il ragazzo tendendole il sacco rosa che aveva portato con sé.

“Che cosa è?” domandò la piccola con un sorriso.

“Un regalo di Natale con qualche giorno di anticipo. Stavo passeggiando nelle vie di La Puebla e quando l'ho vista ho pensato a te.” Martin non capiva il motivo del suo batticuore.

Lo sguardo di Maria si illuminò quando vide apparire la bambola vestita di rosa, con una bellissima cuffietta color confetto e le trecce bionde. Non aveva mai visto nulla di così bello e ringraziò il cugino con un caldo abbraccio.

“Ho deciso di chiamarla Esperanza. “ lo informò la bambina. Maria pensava infatti che il futuro le avrebbe riservato sempre delle sorprese, se non avesse perso la speranza e che quello sarebbe stato uno dei natali più belli della sua vita, anche se aveva solo sei anni e aveva vissuto troppo poco. Mai avrebbe dimenticato quel giorno di dicembre trascorso con Martin e la bambola nella piccola piazza di Puente Viejo.  

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Capitolo 5
*** L'anello dei Re Magi ***


L'anello dei Re magi.

 

6 gennaio 1923.

 

Opesa, opesa , opesa” gridava la piccola Esperanza Castro correndo in spiaggia, agitando sabbia e facendo ondeggiare il suo vestitino bianco e i lacci che legavano la sua cuffietta. La piccolina era inseguita dallo zio Tristan, che in quel momento aveva deciso di diventare il suo babysitter per permettere al fratello di portare a termine quella “opesa” di cui parlava tanto la bambina. Esperanza teneva con sé la paletta e il secchiello che i Re Magi le avevano portato e anche la bambola Dolores” la commessa veniva trascinata senza tanta cura dalla bimba. La bambola era la riproduzione fedele della moglie dell'ex sindaco di Puente Viejo , realizzata dai maestri di Onil e diventata di moda a Puente Viejo e nelle zone limitrofe. Emilia aveva deciso di spedirla alla nipotina e Maria aveva rivelato a Gonzalo che la trovava un po' inquietante. “Caspita, caro. Sembra che nostra figlia stia trascinando per i capelli la povera Dolores, dopo averla immersa nella sabbia. “ aveva detto, provocando un attacco di risa a suo marito. Ora i coniugi Castro seguivano da lontano la figlia e lo zio, dandosi la mano.

“Che strano” disse Maria. “Esperanza non fa altro che ripetere “opesa” che credo che tradotto nella nostra lingua significhi “sorpresa” però pensavo che avrebbe smesso dopo aver aperto i regali dei Re Magi. “

“ Sarà ancora felice per averli ricevuti. “sorrise Gonzalo, che infondo sapeva di non poter aspettare discrezione da una bambina di un anno e mezzo.

“Dovremmo raggiungere tuo fratello. Potrebbe avere la peggio con la nostra piccola Espe. Lei è una forza della natura, quando ci si mette.”sorrise la moglie.

“Tristan è completamente in grado di tenerle testa, credimi. Noi due, disse Gonzalo” potremmo invece andare laggiù. “ Per essere più convincente Martin decise di dare un bacio a sua moglie , che come lui ben sapeva, non riusciva a resistergli.

In effetti la ragazza seguì docile il marito,senza mai perdere di vista la figlia che stava convincendo lo zio Tristan a costruire un emporio di sabbia per la sua bambola Dolores.

Gonzalo però l'aveva condotta in un angolo appartato dove aveva sistemato un telo bianco decorato con dei piccoli quadratini rosa, un cesto di vimini pieno di cose buone da mangiare , un grammofono e poi un piatto che conteneva una scatolina di legno decorata con delle conchiglie.

“ Questo cosa significa, Gonzalo Castro? “ chiese Maria fingendosi arrabbiata.

“ Beh sono arrivati i Re Magi per portare i loro omaggi alla donna più bella di tutta l'isola. Semplice no? Fossi in te mi godrei il momento.” le propose il marito attirandola a sé e baciandola.

“Non avevamo deciso che questo sarebbe stato il giorno di nostra figlia? E' lei la bambina non io.” Maria stava fingendo una irritazione che non provava e scherzando con un marito che riusciva a comprendere il suo vero stato d'animo.

“Oggi è la giornata delle mie due principesse. Però se tirerai ancor di più la corda tutte queste cose buone potrei anche darle ad un'altra ragazza più disponibile. Tuo il rischio”. Scherzò Gonzalo allontanandosi da Maria e sedendosi sul telo.

Maria però si precipitò anche lei sul telo e si posizionò accanto al marito. “Non provarci nemmeno, Gonzalo Castro” affermò dandogli un bacio. “Tutto questo è mio e non ho nessuna intenzione di dividerlo con altre.” spiegò senza ammettere repliche.

Il sorriso di Gonzalo divenne luminoso mentre afferrava la scatolina di legno e conchiglie e la passava a Maria, emozionato.

“Deduco che anche questo è tuo” affermò l'uomo.

Maria afferrò la scatolina e con un sorriso l'aprì. Il contenuto però fece cambiare l'espressione del suo volto , mentre gli occhi si riempivano di lacrime. Sul volto di Gonzalo si manifestava la stessa folle emozione della moglie che guardava emozionata l'anello di brillanti che era contenuto all'interno della scatolina.

 

“Mi hanno aiutato un po' tutti. Le conchiglie le ha scelte Esperanza personalmente per la tua “opesa”, Tristan è un asso nel lavorare il legno e anche nell'aiutare nella scelta degli anelli. I Re Magi hanno avuto dei validi aiutanti. Quando ci siamo sposati, non ti ho fatto una proposta di matrimonio, non hai avuto una festa di fidanzamento, anzi sei stata tu a chiedermi di sposarti. E' stato uno dei momenti più belli della mia vita però bisogna rimediare e dare anche a te, amore mio, tutto quello che meriti.” affermò Gonzalo emozionato.

 

“Ma io ho già tutto quello che desidero. Non mi manca nulla per essere felice, nemmeno Puente Viejo. Ho te, Esperanza e questa meravigliosa isola dove crescere nostra figlia felice e libera. Cosa potrei chiedere di più? Non mi è mai mancato nulla e non ho mai avuto bisogno di un anello.” gli occhi di Maria, però, erano illuminati da lacrime di gioia.

 

“Io ti propongo di azionare la macchina del tempo . Fingiamo di non essere sposati “ . Gonzalo afferrò l'anello dalla scatola di legno e dopo aver fatto alzare Maria ed essersi inginocchiato sulla sabbia davanti a lei, le chiese :” Maria Castaneda, vuoi farmi il grande onore di essere mia moglie?”

Gli occhi di Maria erano colmi di lacrime mentre , sussurrando un sì, si inginocchiava davanti a Gonzalo per poterlo baciare con passione.

 

Fine

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