Human Being

di xsteelwriter
(/viewuser.php?uid=207149)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Choose ***
Capitolo 2: *** L'amaro in bocca ***



Capitolo 1
*** Choose ***


 

Noah la osserva. E' la sua donna, quella che ama, che lo fa impazzire. Quella di cui conosce ogni centimetro, l'ha percorsa tutta, toccandone e baciandone ogni piega, rientranza e imperfezione. Se la stringe addosso e si rende conto che l'adrenalina e l'euforia della sua vera donna, l'ha lasciato. 

La tradisce, tradisce quegli occhi chiari con una puttana. Tradisce quel cuore che lo ama e lo capisce, con una fredda e stronza che vuole solo i suoi soldi -la sua mente- che gli strappa la vita ogni giorno di più, che lo sta uccidendo e lei -quella che ora pigramente tocca il suo petto chiaro- lo sa, lo ha immaginato da sola e lui glielo ha confermato. Ma non può amare entrambe. Una lo uccide tenendolo in vita, l'altra lo tiene in vita uccidendolo. 

Il sudore imperla il suo corpo: paura, euforia, amore. Tutto lo fa sudare.

Amore. Hanno fatto l'amore. In quel dannatissimo salotto sotterraneo che puzza di muffa ed è gelido. Su quel divano che lui tanto adora. Lei ha deciso di amarlo lì, dove tutto urla il suo nome, dove lui vive... No, dove lui muore ogni giorno.

Dopo i primi attimi dall'orgasmo i corpi sono diventati gelidi. L'umidità sta scavando nelle loro ossa, ma non hanno intenzione di rivestirsi, preferiscono avere freddo e stare appiccicati. Pelle con pelle. Anime e pensieri. Non è come scopare con l'altra. Con quella non ci fotti, lei fotte te, e dopo il piacere ti ride in faccia, come se avessi fatto schifo. Dopo nemmeno ti guarda, se ne va piano e ti lascia solo. Quali coccole, quali silenzi pieni di parole. I silenzi con la stronza lui li odia. Odia tutto di lei ma non ne farà mai a meno. Perché? Perché è stronzo, come lei, egoista e ancora stronzo. 

Hanno fatto l'amore con la sua donna, con quella che ama, e non lo scorderà mai. Sarà l'ultimo posto caldo che ricorderà, quello tra le sue gambe, caldo come un rivolo di sangue. La ama, ma oggi sarà l'ultimo giorno per loro, domani lui andrà dall'altra e quella lo ucciderà. 



Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'amaro in bocca ***


 

I giovani di oggi sono fatti tutti con lo stampino. Ne conosci uno, li hai conosciuti tutti.
Amanti del grounge e della vita stile anni '70, che vanno in giro parlando di quanto sarebbe stato figo farsi una tirata a Woodstock, quando due mesi prima sentendo Woodstock avrebbero risposto con: «Come scusa? No, non bevo alcool».
Ragazzine che con un pantaloncino a vita alta e un rossetto rosso giocano a fare le pin-up.
Depressi del social, non per malattia.
Tutti con la mania di essere diversi; se ne sono accorti che nel loro "Essere diversi" sono tutti schifosamente uguali? Patetici.

Eric pensa a questo fino a quando la sveglia non suona. Non ha dormito, non lo fa più da un bel po'. A volte cede per la troppa stanchezza, non se ne cura, non è stanco comunque, si alzerà lo stesso ed entrerà a scuola, perché a lui la scuola non fa schifo -come hai dodicenni lamentosi e sgrammaticati- confida nella scuola, invece, come unico sbocco d'uscita. Non è un nerd, non gli piace esagerare con nulla. Non è un drogato da buco, né un punkabbestia dal cervello sciolto, né tanto meno un ricco sfondato. Fuma solo una rara sigaretta, ascolta i Ramones quando capita e i suoi soldi bastano. Non gli piace esagerare, serve solo ad attirare l'attenzione e lui se può rendersi più invisibile di così ne è felice. Le attenzioni servono a quei figli di papà troppo abituati a farsi lucidare le scarpe.
Lui i suoi li vede raramente, al mattino quando si alza è solo, loro sono già a lavoro, così come al pomeriggio, poi la sera loro tornano e lui non c'è. Gli vuole bene comunque, e non solo perché portano lo stipendio a casa, ma perché sono loro: è sua madre che ha sofferto per metterlo al mondo e suo padre che ha sopportato gli scleri di lei per nove mesi. Lui l'avrebbe scaricata al primo dolore, forse. Non può saperlo.
All'entrata di scuola i pensieri della notte gli tornano in mente, di nuovo. Non li sopporta e mai lo farà, questo è certo. Si chiede se anche fuori di li sono tutti così o è specificatamente quella città a produrre robot in massa. In classe poi li odia ancora di più, sempre a scoppiare a ridere o ad escogitare nuovi metodi per rallentare la lezione.
Saranno loro, poi, ad essere i nostri dottori di famiglia o politici al governo, sbagliando il congiuntivo.
Lui non vuole essere un dottore, è troppo poco umano. Avere in mano la vita di un uomo, aprirgli il ginocchio per mettergli apposto la rotula, è come il cannibalismo, solo senza l'impiccio di mangiare.

E' a casa da solo, mangerà il pranzo riscaldato in forno. Il sapore è di quella società abituata ad avere tutto pronto, è il sapore di quella pasta al sugo che gli lascia l'amaro in bocca.



 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3355556