Dangeros Games II- Il marchio demoniaco

di Giulia_Dragon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Axel ***
Capitolo 2: *** Kurasa ***
Capitolo 3: *** Incappucciato ***
Capitolo 4: *** Kurasa ***
Capitolo 5: *** Axel ***
Capitolo 6: *** Incappucciato & Anscer ***
Capitolo 7: *** Kurasa ***
Capitolo 8: *** Axel ***
Capitolo 9: *** Incappucciato ***
Capitolo 10: *** Kurasa ***
Capitolo 11: *** Narratore esterno ***
Capitolo 12: *** Incappucciato ***
Capitolo 13: *** Kurasa (parte uno) ***
Capitolo 14: *** Kurasa (parte seconda) ***



Capitolo 1
*** Axel ***


Axel

Mancavano poche ore all'alba e io stavo fissando il soffitto, non c'era
motivo che giustificasse la mia insonnia, eppure non avevo chiuso
occhio.
Kurasa dormiva ancora, mi sarei alzato facendo attenzione a non
svegliarlo.
Scesi dal letto stropicciandomi gli occhi stanchi mentre uscivo dalla
camera. Inutile ogni tentativo di calmarmi, la mia ansia non passava,
sprofondai in una poltrona del salotto passandomi una mano tra i
capelli color dell'oro.
Uriel era stato sconfitto e da poco avevo scoperto che nonostante
Kurasa avesse provato a trasformarmi in demone ero tornato angelo.
-Cosa ci fai in piedi angioletto?- la voce di Kurasa mi fece scappare
un gridolino.
-Non ho chiuso occhio stanotte, pensavo che dormissi- risposi
mentre il demone si avvicinava sedendosi sul bracciolo della
poltrona e fissandomi con i suoi occhi viola.
-Dormivo, ma mi sono svegliato e tu non c'eri cosa c'è?-
Scossi le spalle, non sapevo nemmeno io cosa avevo.
-Non ti so rispondere-
Lui mise una mano sotto il mio mento e mi costrinse
a guardarlo.
-Non lo sai, ma il tuo corpo trema- affermò lui
Aveva ragione, tremavo, oltre ad avere una tachicardia
continua.
Kurasa mi abbracciò.
-Non so nemmeno io cosa sia questo tremore, ma ho
paura di scoprirlo- dichiarai mentre lui mi stringeva
ancora di più.
-Domani comincia la scuola- continuai sospirando.
-Già-
-E saremo in classi separate- conclusi.
-COSA?- Kurasa quasi mi soffocò e poi continuò
dicendo -Chi è quel genio che ha fatto le classi?
Io scossi le spalle ridendo.
-Da una parte è meglio- sorrisi furbetto.
-Perchè?
-Così tu non guardi me e io non guardo te durante
la lezione- risposi.
Lui si staccò un po' guardandomi con gli occhi che
brillavano di malizia.
-Non pensare di cavartela Ax mi faccio sbattere fuori
dalla classe pur di vederti-
Io annuii pensando che avrei fatto lo stesso

 

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Capitolo 2
*** Kurasa ***


Kurasa

La parola scuola per me significava noia mortale.
Ci andavo perchè dovevo e poi dovevo scoprire chi
era quel genio che aveva deciso di mettere Ax in una
classe diversa dalla mia.
Uffa!
Beh almeno ci sono gli intervalli e poi posso sempre
farmi sbattere fuori.
Sorrido mentre guardo Axel che si mette la divisa
ancora mezzo addormentato, io sono già vestito.
-Nervoso angioletto?- gli chiedo con un sorrisetto
malizioso.
Lui scosse la testa mentre gli afferravo il viso e lo
baciavo con foga e lui ricambiava.
-Kurasa siamo in ritardo- mi ricordò lui mentre
mi staccavo controvoglia.
-Non pensare di averla scampata Ax- sorrisi
stringendolo.
Sentivo i suoi muscoli della schiena e delle
braccia sviluppati intorno ai miei fianchi.
Lo avevo visto tante volte a petto nudo quando
nuotava e vederlo in piscina era uno spettacolo
per i miei occhi.
Uscimmo da casa che il sole era sorto da poco,
e l'aria frizzante del mattino punzecchiava i
nostri visi. Il sole colpiva i capelli d'oro di
Axel tanto che sembrava che stesse facendo
la gara con l'astro stesso a chi splendeva di
più. Adesso capisco la difficoltà della gente
a evitare un palo della luce quando il mio
angioletto esce in una giornata di sole.
-Non so te, ma io non ho voglia di andare
a scuola- affermò Axel affondando le mani
nelle tasche dei pantaloni marroni della
divisa. Io risi mentre lo guardavo.
-Ovvio che non ho voglia però se
la lezione fosse con te- dissi con gli
occhi che brillavano mentre gli cingevo
le spalle avvicinandolo a me.
Non mi fregava un cazzo che qualcuno potesse
vederci. Non eravamo l'unico angelo e l'unico
demone in giro per la città, ce ne erano
altri e molti avrebbero frequentavano la
scuola dove stavamo andati noi.
Mi fregava ancora meno di quello che avrebbero
detto sul fatto che stavamo insieme, sul fatto
che angeli e demoni non possono amarsi.
Beh io amavo Axel! E guai se qualcuno osava
anche solo sfiorarlo.
-Ci vediamo all'intervallo?- mi domandò l'angelo
-Ovvio- risposi senza lasciarlo.
Arrivammo davanti al cancello della scuola e
già era pieno di ragazzi e ragazze. Potevo
sentire la presenza di molti angeli e demoni
sentire i loro sguardi cinici su di noi.
Soprattutto quelli degli angeli che fissavano
Axel con odio e superbia. E poi dicono che
i superbi siamo noi demoni ah!
Tutte cazzate!
Anche il mio angelo pareva essersene accorto,
ma scosse le spalle ignorando anche le parole
dette a mezza bocca.
Riuscii ad afferrare qualche parola del tipo
"cosa ci fa con quello?" oppure "Il figlio
di Lucifero deve avergli fatto qualcosa
non può amarlo davvero!"
Quei commenti mi fecero innervosire
e sarei andato volentieri da quei cazzoni
e gliene avrei dette quattro oppure gli avrei
inceneriti a loro la scelta.
Ma qualcosa mi fermò o meglio qualcuno.
Axel mi aveva afferrato la mano e mi ritrovai
a specchiarmi nei suoi occhi azzurri come
il cielo e pieni di quella luce che mi aveva
incantato.
-No non dargli retta se vai là darai loro
ragione ignorali- dichiarò lui.
Avrei voluto rispondergli ma non dissi
niente. Era inutile.
La campanella suonò in quel momento
e io attirai Axel dietro ad un albero e
lo baciai con forza facendolo appoggiare
al tronco.
Non m'importava se entravamo in ritardo.
Mi importava solo di noi e di quel bacio
 che non volevo far finire. Ma alla fine
ci staccammo ed entrammo in classe.

 

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Capitolo 3
*** Incappucciato ***


Incappucciato

Ero arrivato non da molto tempo in città, sapevo bene
chi cercare e cosa dovevo fare.
Ghignai malevolo sotto il cappuccio rosso della mia felpa.
Sento l'odore del sangue angelico e di quello demoniaco,
ma questo è normale, ce ne sono molti in questa città, ma
è un odore in particolare che attira i miei sensi ed è quello
che cercavo.
Sangue angelico e sangue demoniaco uniti in un unico
odore, come se i possessori di quell'aroma si fossero
uniti carnalmente, cosa che le regole non ammettono,ma
questo sta alla discrezione dei due amanti.
Rido sadico. Ho trovato le mie prede, poichè solo
loro due si sono uniti, solo loro hanno avuto
questo coraggio.
Allora il mio mandante aveva ragione.
Continuo a seguire quella scia di odore che
mi inebria e quasi mi incanta. Un aroma meraviglioso
che le mie narici esperte non avevano
mai captato. Purezza, passione, amore tutto
insieme, un lavoro difficile quello che
mi aspettava, ma era un compito come
un altro e io lo avrei compiuto come avevo
sempre fatto.
L'odore dell'angelo e del demone mi portò
davanti ad una scuola, li sento sono lì dentro.
Scavalcai il cancello e mi avvicinai all'ingresso.
Ovviamente non c'era nessuno e mi resi invisibile
per poter continuare a girovagare senza essere
visto e poter fare le mie indagini.
Sentivo che non ero lontano dalle mie prede,
avvertivo la luce splendente di un angelo e
l'oscurità di un demone molto potente figlio
del re degli inferi, quindi di alto rango.
In quel momento suonò la campanella e gli
studenti uscirono dalle classi e raggiusero il
cortile esterno, ma fu un ragazzo in particolare
ad attirare la mia attenzione.
Aveva i capelli neri con un ciuffo bianco nascosto
dall'orecchio, gli occhi viola.
Era lui il demone che cercavo, sentivo la sua
oscurità in grado di corrompere qualsiasi cosa.
O forse no.
Lo seguii fino in bagno e mi misi ad ascoltare.
-Ti avevo detto che non era finita- esordì il demone.
-Lo so Kurasa, ma non pensavo che lo fosse-
rispose un'altra voce, più dolce e chiara. Doveva
essere l'angelo, perchè riuscivo ad avvertire
la sua purezza, intaccata persino dalla vicinanza
con un demone potente come Kurasa.
L'altro doveva aver riso perchè non avvertii
nessuna risposta.
-Axel- la voce di Kurasa mi arrivò come un sussurro.
Intuii che doveva averlo baciato.
Si erano loro. Sentivo la passione imperlare l'aria,
i cuori battere.
Scomparii in quel momento ridendo.
Avrei usato il loro amore contro di loro, e si sarebbero
odiati. Ma odiati talmente tanto che uno arriverà
a uccidere l'altro.

 

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Capitolo 4
*** Kurasa ***


Kurasa

Appena era suonato l'intervallo ero uscito
dalla classe e mi ero diretto in bagno, speravo
che l'angelo si facesse vedere.
-Kurasa- la voce di Ax mi arrivò alle orecchie
appena percepibile.
Sorrisi quando lo vidi entrare, aveva la cravatta
della divisa leggermente allentata e la camicia
aveva due bottoni slacciati.
-Ti volevi spogliare?- gli chiesi guardandolo malizioso.
-No, avevo caldo- rispose lui arrossendo e abbassando
lo sguardo.
Mi avvicinai e gli misi una mano sotto il mento costringendolo
a guardarmi. I suoi occhi di cielo si specchiavano
nei miei. Lo baciai con passione mentre lui ricambiava
appoggiandosi al muro. Lo bloccai con le braccia, anche
se ero certo che da lì non si sarebbe mosso.
Aggiunsi la lingua cercando la sua mentre lui ricambiava
timidamente.
-Kurasa- non lo lasciai finire lo zittì con un altro bacio.
-Zitto Ax non parlare- dissi scendendo sul collo mordicchiandolo.
Lo sentii sospirare di piacere, ma sentivo anche che
era teso.
-Cosa succede angioletto? Sento la tua tensione- lo
inchiodai con lo sguardo mentre lui scivolava lungo
la parete del bagno finendo seduto sul pavimento
freddo. Mi sedetti al suo fianco abbracciandolo.
-Mi sono addormentato sul banco-
-Tu?- domandai alzando un sopracciglio sorpreso.
Da Axel non me lo aspettavo, pensai che forse
non era uno studente modello come si credeva.
-E quando mi sono svegliato mi sono trovato questa-
Axel si tolse la giacca, sciogliendo il nodo alla
cravatta e iniziando a sbottonare la camicia.
Lo guardavo mentre muoveva le dita sugli
occhielli dei bottoni finchè non scoprì il petto
e fu allora che vidi. Una lunga ferita che partiva
dal giugolare e arrivava fino al fianco, non
avevo mai visto quella cicatrice ed ero certo
che prima non l'avesse.
-Chi ha osato?- chiesi mentre sfioravo
quella ferita seguendone il percorso sul
corpo del mio angelo.
-Non lo so, ho solo sentito qualcosa che
mi lacerava la pelle, ho provato a guarirla,
ma non ci sono riuscito, chiunque mi abbia
ferito sa bene che poteri abbiamo noi
angeli- rispose lui passandosi una mano
tra i capelli di sole.
Era stato un demone a colpire Axel nel
sonno ne ero certo, qualcuno di potente,
che probabilmente sapeva bene chi colpire.
Cinsi il collo di Axel con le braccia attirandolo
a me. Sentivo che aveva paura anche se
non lo avrebbe mai ammesso davanti a me.
La sua luce splendeva più bella e calda che
mai, lo avvertivo. Accarezzai la guancia
di Axel mentre lui appoggiava la testa al
mio petto.
-Qualcuno di potente ci da la caccia Kurasa-
-Lo so, ma non ci avranno mai- affermai
baciandolo.
Lui ricambiò il bacio lasciandosi andare,
scesi sul collo e sulle spalle, mi sarei dovuto
fermare presto però perchè non potevamo
fare niente lì.
Non che a me interessasse ovviamente.
Axel si lasciò sfuggire un gemito e io sorrisi
staccandomi.
-Sarà meglio che mi rivesta- disse lui mentre
riprendeva la camicia.
Dovevo ammetterlo, mi piaceva vederlo senza
la camicia.
In quel momento suonò la campanella e con un
ultimo bacio ci separammo.
Ora avevo qualcosa a cui pensare. Qualcuno aveva
osato ferire Axel, ed ero più che certo che fosse
qualcuno che c'entrasse qualcosa con mio padre
e con i suoi leccapiedi

 

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Capitolo 5
*** Axel ***


Axel

La ferita che avevo sul corpo mi faceva male, ma
questo non lo dissi a Kurasa.
Non sapevo chi mi avesse fatto quel taglio,
doveva essere qualcuno che ci conosceva bene.
Sospirai appena mentre gurdavo distratto il
libro di scienze. Non avevo letto una parola
e non stavo ascoltando la spiegazione del professore,
la mia mente era concentrata sul mistero
che avvolgeva quella ferita.
In quel momento il bruciore divenne quasi
insopportabile e fui costretto a chiedere
al prof di uscire.
Corsi in bagno e vomitai sangue, caddi in
ginocchio quasi privo di forze mentre tossivo.
Ansimai tirandomi su.
Mi passai una mano sulla fronte ero sudato
marcio, mi tolsi la camicia e notai che
la ferita era rossa e pulsava come se fosse
viva.
La testa iniziò a girarmi e in un attimo
sentii il pavimento sulla faccia.

****
-Ax! Ax! Svegliati!- una voce mi arrivò alle
orecchie lontanissima.
Tentai di aprire gli occhi e a fatica ci riuscii.
La prima cosa che vidi fu il volto di Kurasa.
-Ku..rasa?- mormorai a fatica, lui annuì con
forza.
-Cosa ti è successo?- mi chiese.
-N-non lo so, la ferita sembrava viva- affermai
ansimando.
-Fa vedere- subito mi tolse la camicia e fissò
quello sfregio che ancora pulsava con forza
impedendomi di rimanere lucido.
-È un marchio demoniaco! Chi ha osato farti
questo?- domandò furioso il demone.
Ero troppo debole per rispondere e sentivo
che presto avrei riperso i sensi.
Lui mi sfiorò il viso mentre vedevo che le
grandi ali nere e viola di Kurasa gli erano
apparse sulla schiena.
-Tu sei mio e solo mio nessuno può marchiarti-
ringhiò lui a poca distanza dal mio volto
stanco.
-Temo che colpirà ancora- dissi cercando
di tirarmi su senza riuscirci. Lui mi strinse
forte facendomi appoggiare la testa al suo
petto mentre venivo scosso dai brividi.
-Ax, non svenire rimani lucido, resta sveglio.
Ascoltami- la sua voce mi arrivava debole.
-Non ci riesco Kurasa mi sento debolissimo-
-Resta con me ascoltami- mi sforzavo di
restare sveglio, ma mi risultava molto difficile.
In un secondo scomparimmo.
Ci ritrovammo a casa.
-Non puoi restare dove c'è chi ti ha marchiato-
affermò lui, ma potevo sentire la sua rabbia.
Non poteva accettare che qualcuno mi avesse
fatto del male.
In un attimo il buio mi avvolse di nuovo, sentivo
solo il calore delle braccia di Kurasa intorno al
mio corpo, il resto erano solo tenebre gelide. 

 

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Capitolo 6
*** Incappucciato & Anscer ***


Incappucciato & Anscer

Sentivo l'odore della sofferenza, un profumo
dolcissimo che mi faceva ridere.
Ero seduto su un ramo non molto lontano
dalla casa dove vivevano Axel e Kurasa.
Guardavo il volto dell'angelo deformato
dal dolore per via del mio marchio, ma
sentivo anche la furia cieca di Kurasa,
sapevo che mi avrebbe cercato e
voleva solo vendetta per quello che
avevo fatto all'angelo.
Guardavo Axel e potevo vederlo soffrire,
ero contento. Lo avrei visto spegnersi
come una candela, si sarebbe consumato
e le tenebre lo avrebbero ghermito per
sempre.
Risi come un folle.

****
Anscer.

Sentivo che era furioso dovevo intervenire,
Kurasa doveva sapere.
Comparii a casa del mio comandante appena
in tempo per evitare di essere colpito.
-Kurasa sono Anscer.- lui mi riconobbe e
mi guardò ancora furioso, ma iniziò
a calmarsi.
-Anscer cosa ci fai qui?- domandò lui.
-Ho delle informazioni per te- risposi
mentre posavo il mio sguardo su Axel
che era svenuto di nuovo in preda alla
febbre.
-Dimmi o ti decapito- mi minacciò lui
ridendo.
Sapevo che scherzava, ma per un attimo
pensai che lo avrebbe fatto sul serio.
-So chi ha marchiato Axel- affermai
sicuro. Come spia non ero niente male.
-Spara-
-O meglio non conosco il suo nome, ma
so che è agli ordini di tuo padre, e la
sua missione è uccidere Axel e riportare
te sotto tuo padre- esposi tutto d'un fiato.
Kurasa mi guardò serio passandosi una
mano tra i capelli sembrava lì lì per
uscire a cercare il demone.
-Vado!- non feci in tempo a dire nient'
altro che lui era già scomparso.
Decisi che lo avrei seguito ovunque
fosse andato. Guardai Axel, sembrava
tranquillo. Ora capivo perchè Kurasa
si era innamorato di lui.

****
Incappucciato.

Hanno lasciato la casa finalmente. Posso
colpire indisturbato.
Entrai e arrivai fino alla stanza dove stava
Axel. Lo fissai un attimo con odio. La sua
luce e purezza era quasi insopportabile
per i miei occhi di demone. Misi una
mano sulla ferita e lui subito scattò
per il dolore. Sorrisi gelido mentre
godevo nel vederlo soffrire e contorcersi
cercando di calmare il dolore senza
riuscirsi. Il sangue colava da
quel taglio bagnando le lenzuola.
Leccai quel sangue e scomparii
prima che Kurasa tornasse.


 

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Capitolo 7
*** Kurasa ***


Kurasa

Lo avevo cercato per tutto il giorno, con
Anscer al seguito, ma non avevo trovato
niente. Nessuna traccia del demone che
aveva marchiato Ax.
Appena io e Anscer ricomparimmo a
casa un forte odore di sangue attirò le
mie narici. Corsi da Axel e notai che
dalla ferita sgorgava del sangue, il
suo sangue. Ma oltre a quello sentivo
anche un'altro odore, quello di un
demone. Quel bastardo era entrato
qui quando non c'ero.
Axel ancora si contorceva nel letto
mi avvicinai e gli sfiorai la ferita che
smise di sanguinare all'instate. Lui
si calmò mentre io lo abbracciavo.
-Ax- lui aprì gli occhi stranito e mi
guardò.
-Kurasa, l'ho sentito era qui- affermò
Axel con la voce tesa.
-Lo so- risposi stringendolo possessivo.
Lui appoggiò la testa al mio petto all'altezza
del cuore.
Era così indifeso in quel momento tra le
mie braccia, volevo proteggerlo. Non
capivo perchè un demone volesse colpire
proprio lui anzichè me.
-Kurasa ascoltami, se quel demone dovesse
tornare lo affronterò dovessi morire provando-
la sua voce mi arrivò in fretta alle orecchie
e subito strinsi la presa sul suo corpo, e
risposi secco -No, non combatterai non
ne avresti le forze! Non puoi lottare contro
colui che ti ha marchiato-
Chi meglio di me poteva conoscere i marchi?
Di norma comunque, un demone non può
marchiare un angelo a meno che l'angelo
in questione non fosse legato ad un demone.
Sentii la mano di Axel posarsi sul mio cuore,
non sapevo cosa volesse fare, ma alla fine non
usò i suoi poteri.
Gli accarezzai i capelli mentre lui tossiva ancora.
Anscer si avvicinò e guardò prima me poi il mio
angelo ancora debole.
-L'hai visto Axel?- la domanda del mio amico, nonchè
braccio destro, non mi sorprese.
-Non in faccia aveva il cappuccio, ho solo intravisto
i suoi lineamenti, sembrava molto giovane- Axel
aveva risposto corrugando la fronte quasi a sforzarsi
di ricordare ogni dettaglio che poteva tornarci utile.
-Ricordo la sua risata era tagliente come una lama
e sentivo che godeva nel vedermi soffrire-
In quel momento Axel si portò una mano alla testa
madida di sudore, gli era salita di nuovo la febbre.
Potevo sentire chiaramente le sue emozioni. Si
sentiva un inutile peso, perchè si era lasciato
marchiare e il senso di colpa lo stava bruciando
dall'interno.
Da quando stavamo insieme sentivamo le emozioni
uno dell'altro e questo non è molto normale.
-Ehi guai a te se pensi ancora di essere un peso!-
lo rimproverai.
-É questo che sono - disse lui con gli occhi azzurri
offuscati dal dolore.
-No non è così- gli afferrai il mento e lo baciai con
forza. Non doveva osare a pensare una cosa del
genere.
Mi staccai mentre vedevo che Anscer stava ridacchiando.
-Non dire niente tu o ti ammazzo!-
-Tranquillo non parlerò-
-Ora dobbiamo trovare il demone-
Io annuii. Sapevo che prima o poi si sarebbe
fatto vivo dovevamo solo aspettare.

 

 

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Capitolo 8
*** Axel ***


Axel

Non so cosa fosse, ma i poteri di Kurasa
avevano indebolito il potere del marchio.
Anscer non c'era, in casa eravamo rimasti
solo io e Kurasa.
Il demone stava guardando fuori con gli
occhi che mandavano scintille, era arrabbiato.
Mi alzai dalla sedia e lo raggiunsi. Il dolore
era ormai quasi del tutto sparito.
Lo abbracciai da dietro e lui sorrise appena.
-Come stai adesso angioletto?- domandò
lui.
-Meglio-
Appoggiai la testa alla sua spalla sorridendo.
-Io non posso stare a guardare mentre rischi
di morire per colpa di uno dei demoni di mio
padre- le sue parole mi fecero sussultare, soprattutto
quando mi trovai tra le sue braccia avvolto
dalle sue ali nere e viola.
Ammetto che ogni volta che le vedevo mi
faceva tornare in mente il nostro primo
incontro, quel duello nel quale io avevo
avuto la peggio.
-Hai paura Ax?- mi chiese lui prendendomi
il mento e facendo in modo che i nostri
sguardi si incontrassero.
-Non so nemmeno io cosa provo- risposi
sincero. Non c'erano storie non ero capace
di mentire.
Kurasa mi sfiorò il viso seguendone i contorni
era come se cercasse di imprimersi nella mente
ogni dettaglio del mio volto.
-Kurasa- feci per parlare ma lui mi zittì con un
bacio.
Un bacio forte e passionale dal quale mi ritrovai
travolto. Insinuò la sua lingua nella mia bocca
cercando la mia lingua assaporandola.
Gemetti contro le sue labbra e a lui parve fare
piacere. Fece sparire le ali e mi fece sdraiare
sul letto per poi scendere con le labbra sul
mio collo mordicchiandolo.
Sapevo che per metà era un vampiro e non
avevo più paura di lui.
-Hai perso abbastanza sangue piccolo- sorrise
contro la mia pelle mentre tornava a baciarmi
le labbra. Io ricambiai ogni bacio quasi senza
respirare.
Gli accarezzai i capelli scuri mentre lui sorrideva
senza smettere di baciarmi.
Un brivido mi scosse in quel momento e lui si
fermò.
-Cosa c'è?-
-Ho paura- perchè non sono capace di stare zitto?
Sono patetico.
-Ax- lui mi guardò mentre io arrossivo per la vergogna.
Abbassai la testa come spesso facevo per nascondermi.
Kurasa rise e io mi sentii ancora peggio, non mi accorsi
che la sua non era una risata di quelle che ti prendono
in giro.
Mi abbracciò mentre io lo lasciavo fare.
-Quel bastardo assaggerà i miei poteri, ma prima ti
deve togliere quel marchio-


 

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Capitolo 9
*** Incappucciato ***


Incappucciato

-Maledizione!- tirai un pugno alla parete
della mia stanza negli inferi.
Fissavo la sfera di cristallo nero che
mi mostrava come andava il mio piano.
L'angelo sembrava stare meglio e questo
mi mandava in bestia.
Avevo faticato a trovare la mia preda
e ora quel maledetto sentimento,
l'amore, rischiava di mandare all'aria
tutto il lavoro fatto.
Come era possibile che soltanto la vicinanza
di Kurasa indebolisse così tanto il mio
marchio?
Per quanto il principe degli inferi fosse
potente non credevo proprio che potesse
impedire che il marchio si attivasse.
-Non è possibile, quell'angelo DEVE
morire, o forse no- sogghignai freddo
passandomi una mano tra i capelli
azzurri.
Forse non era necessario che Axel
morisse, mi serviva solo una cosa.
La sua anima così pura e luminosa
poteva essere una preda ambita.
Debole come era in quel momento
non avrebbe potuto resistere al mio
potere.
Risi sadico mentre scomparivo.
Dovevo trovarlo, non era lontano
potevo sentirne l'odore.
Kurasa non c'era e l'angelo era
uscito da solo senza dirgli niente.
Bene, l'ingenuità di quel giovane
sarebbe stata la sua rovina.
Svoltai l'angolo e lo vidi. Stava
cantando e la sua voce mi dette ai
nervi.
-Sei insopportabile lo sai?- domandai
gelido mentre il ragazzo si voltava verso
di me.
I suoi occhi si sbarrarono dalla paura
mentre si portava una mano al fianco
dolorante.
-Non puoi resistere a me angelo, ti ho
marchiato- risi sguaiato mentre lui
si sforzava di invocare il fuoco angelico
ma niente poteva contro di me.
Lo guardai mentre facevo in modo che
il dolore lo facesse svenire.
L'angelo cadde a terra come una marionetta
priva di vita.
Mi avvicinai e gli posai una mano sul cuore
e una luce sfavillante si posò sulla mia mano.
Eccola, la sua anima. Così pura e luminosa.
Risi.
Kurasa avrebbe penato per riavere colui che
ama.

 

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Capitolo 10
*** Kurasa ***


Kurasa

Ironia della sorte fu proprio Anscer a
trovare Axel.
Era a terra, ma non ferito, fu proprio
questo che spinse il mio braccio destro
a chiamarmi. Quando giunsi corsi
verso l'angioletto e compresi subito.
-Nessuna ferita- mi informò Anscer.
-Ax! Ax! Svegliati!- lo scossi, ma lui
non si destò, gli posai una mano sulla
fronte. Era fredda.
No! Non poteva essere morto!
Non poteva avermi lasciato!
-No Kurasa il tuo angelo non è morto,
purtroppo- una voce che non conoscevo
fece sobbalzare sia me che Anscer.
Mi girai verso chi aveva parlato e vidi
un giovane, dal volto coperto da un cappuccio.
Non potevo vederne il volto, ma notai subito
il ghigno malefico sul suo viso.
Intuii immediatamente chi fosse, era quello
che aveva osato marchiare Axel.
Scattai verso di lui, ma lo attraversai.
-É inutile, non sono qui!- scoppiò in una
risata malefica che mi fece infuriare ancora
d più.
-Dove sei bastardo?-
-All'inferno, è qui che devi venire se vuoi
riprenderti l'anima del tuo angelo.- rise
lui.
Axel era all'inferno! Dovevo portarlo via
di lì, la sua luce non riuscirebbe mai a
resitere alla malvagità di quel luogo.
-Stai pur certo che verrò- ringhai mentre
l'altro scompariva.
-Non vorrai scendere all'inferno!- Anscer
mi guardò serio oltre che spaventato.
-Certo! Non lascio Axel nelle grinfie
di quel bastardo- risposi serio e seccato
-Sono anni che non scendi laggiù pensi
davvero che ti lasceranno passare? E
poi è solo un angelo- le sue ultime sei
parole mi fecero imbestialire ancora
di più.
-Axel non è solo un angelo. Lui è il
mio angelo! Se non lo capisci meglio
che taci e poi ci devo andare là!- lo
avevo afferrato per il colletto e lo
guardavo con gli occhi neri di rabbia,
forse fu quella visione a farlo annuire
spaventato.
Lo lasciai e gli voltai le spalle.
-Vedi di scoprire che portale ha usato
quel bastardo per tornare negli inferi-
ordinai mentre prendevo tra le braccia
il corpo di Axel e lo guardavo.
Senza la sua anima era un guscio vuoto,
lo feci scomparire sapendo che lo avrei
ritrovato a casa.
Anscer se ne andò, sapevo che era arrabbiato,
ma non mi importava.

 

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Capitolo 11
*** Narratore esterno ***


Narratore esterno

Anscer aveva trovato il portale, ma continuava
a ribadire al suo signore che secondo lui era
una trappola per costringerlo a tornare all'inferno.
Anche Kurasa era d'accordo con il suo braccio
destro, ma Axel aveva bisogno di lui e non poteva
lasciarlo all'inferno. Lo amava tanto e perderlo
non entrava nei suoi calcoli.
-Vengo con te Kurasa- si offrì Anscer.
-No, tu mi servi qui, laggiù ci vado da solo.
É una questione tra me e lui- il principe degli
inferi fece mezzo passo in direzione del portale.
Varcarlo significava tornare al passato là dove
sua madre e sua sorella, suo primo amore, erano
morte per colpa di Michele.
Cercò di non pensarci e superò il portale senza
sentire le parole preoccupate di Anscer.
Oltre non c'era il caldo soffocante dell'inferno
con i suoi fiumi di sangue, e le grida dei dannati
e le risate dei demoni, ma un luogo incolore senza
suoni nè movimenti.
Kurasa iniziò a camminare, ed ebbe l'impressione
di aver dimenticato qualcosa di importante,ma,
per quanto si sforzasse non riusciva proprio a
ricordare.
-Kurasa- una voce, la voce di sua sorella Lydia
lo stava chiamando.
-Lydia- il principe sorrise mentre stringeva
forte la sorella che lo baciava, come se tra
loro non fosse cambiato nulla come se lei
fosse ancora viva.
Si baciarono con forza e passione come non
avevano più potuto fare e Kurasa si sentiva
al settimo cielo.

***
Axel vedeva tutto. Kurasa non poteva sapere
che quello che stava vedendo e provando erano
solo mere illusioni, illusioni che solo Kurasa
stesso può rompere.
-Hai visto piccolo angelo? Il tuo principe
si è lasciato andare a una vecchia passione,
non tornerà da te. Rassegnati sei mio schiavo.-
l'incappucciato rise folle mentre si passava
un pugnale tra le mani.
L'angelo si rannicchiò dentro la gabbia dove
il suo carceriere lo aveva rinchiuso cercando
di non piangere.
-Kurasa tu sei l'unico che si può liberare, ma
non ti costringerò a venire da me se non vorrai-
sussurrò Axel a fior di labbra.

****
Kurasa si svegliò con la sorella tra le braccia.
Non avevano più alcun vestito addosso si erano
amati completamente.
-Kurasa non dovresti restare qui- gli disse la ragazza.
-Cosa vuoi dire?-
-Che questa è un'illusione, tu devi andare all'inferno
Axel ha bisogno di te-
In un attimo Kurasa parve ricordare. Axel.
Quel nome, il suono di quella semplice parola.
Axel. Due occhi azzurri si pararono davanti alle
iridi del demone.
Il suo angioletto.
Kurasa si alzò in fretta. L'incappucciato gli aveva
giocato un brutto tiro. L'avrebbe pagata cara.
In quel momento tutto intorno a lui cominciò
a sbiadire fino a scomparire. Si ritrovò davanti
al palazzo di Lucifero. Sentiva la luce di Axel
vicinissima. Il suo angelo era lì dentro.


 

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Capitolo 12
*** Incappucciato ***


Incappucciato

-Hai visto angelo? Lui ti ha solo usato- risi cercando
di farlo reagire. Ma Axel mi ignorò e questo mi
fece arrabbiare, tanto che scossi la gabbia che
era appesa non molto lontano dal mio letto.
Lui cadde seduto mentre la luce che lo avvolgeva
tremava appena, senza spegnersi.
Era solo uno spirito, ma in quel momento i suoi
occhi mi ferivano come una lama, perchè non
si lasciava andare alla disperazione?
Perchè non lasciava che le tenebre dell'inferno
lo ghermissero rendendolo un demone
perfetto?
Non lo sapevo ma sentivo in me la voglia
di prenderlo e sbatterlo contro la parete
ferendolo con qualsiasi cosa.
Risi sguaiatamente e uscii dalla stanza.
Non chiusi completamente la porta e lo
sentii singhiozzare.
Tentava di fare il forte, ma lui non era
forte, per niente, aveva bisogno di Kurasa.
Senza di lui era solo un angioletto purissimo
e capace solo a piangere.
-Ancora tu!- la voce del principe degli inferi
mi arrivò alle orecchie come un ringhio furioso.
-Bene mio principe ci incontriamo di nuovo-
dissi con finta cortesia.
-Zitto! Dov'è Axel?- domandò lui arrabbiato.
Io non risposi e gli sfoderai un sorriso sghembo.
A quel punto il principe si scagliò contro di me
e io cercai di evitarlo, ma mi trovai contro
il muro.
Kurasa evocò due spuntoni di tenebra che si
avvicinavano pericolosamente al mio petto.
Non mi sarei mai piegato a implorare pietà, mai
sarei morto con un minimo di onore.
-Te lo ripeto dov'è Axel?- la sua voce era ancora
un ringhio furioso, ma io serrai le labbra mentre
il cappuccio che da sempre portavo mi scivolava
mostrando i miei capelli azzurri. Inusuali per un
demone purosangue.
-Qual è il tuo nome?- mi domandò lui, sapevo che
avrebbe usato i suoi poteri così mi liberai e afferrai
una spada contro di lui.
Però i suoi poteri stavano dando il loro effetto perchè
mi tradii pronunciando il mio nome -Airon-
-Airon. Quanti anni hai?-
-Quattordici-
Era vero. Avevo quattordici anni e uccidevo da quando
ne avevo cinque.
Kurasa mi guardò ancora e mi sbattè contro il muro
facendomi sanguinare la testa.
-Libera Axel dal marchio e restituiscimi la sua anima-
mi oridinò.
Non riuscii a porre resistenza a quella voce quasi suadente.
Rimossi il marchio all'angelo.
-La sua anima è lì- indicai la porta della mia stanza e tutto
quello che vidi fu solo nero.


 

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Capitolo 13
*** Kurasa (parte uno) ***


Kurasa

Il marchio era stato rimosso, avevo ottenuto una cosa su due, mi
mancava ancora l'anima dell'angioletto.
E grazie a Airon sapevo anche dov'era. Aprii la porta e mi ritrovai
in una stanza da letto molto ricca, tipica dei leccapiedi di mio padre.
Ispezionai la stanza e vidi appesa poco lontano dal letto c'era una
gabbia d'argento e dentro c'era Axel o meglio la sua anima.
Non avevo molte cose da fare con un colpo spaccai la catena mentre
l'anima di Ax scivolava a terra, mi avvicinai e ghiganiero felice di
rivederlo anche se si trattava solo della sua anima.
Ansimava, come se non respirasse da tempo. Alzò lo sguardo e
rimasi folgorato dalle sue iridi azzurre che parevano tristi o
forse aveva pianto.
Sapevo che non me l'avrebbe mai detto, si vergognava troppo.
Decisi che non avrei fatto nulla per costringerlo e sussurrai
piano -Axel- non rispose quindi mi sedetti davanti a lui
e canticchiai una canzone. Alzò lo sguardo lentamente e
mi guardò e mi disse solo tre parole -Ho visto tutto-
scosse le spalle come se un brivido lo avesse preso.
Osservai bene i suoi occhi, non erano adirati, era come
se non volesse chiedere niente, ma sentivo il suo cuore
battere forte mi avvicinai e lo abbracciai senza dire niente
poi gli feci alzare il viso
-No non tutto- dissi per poi baciarlo. Affondai la
lingua nella sua bocca desideroso di fargli capire
che quello che aveva visto non aveva più importanza.
Mi cinse il collo con le braccia mentre sentivo delle
lacrime salate solcargli il viso. Non sapevo cosa
gli aveva detto Airon, ma doveva averlo ferito
nel profondo.
Si staccò da me per poi dirmi:
-Lui mi ha quasi...- non terminò la frase ma compresi
cosa aveva tentato di fare e non ci era riuscito.
-Mi ha detto che mi avevi usato. Io non ci ho
creduto, ma quando mi ha frustatoè stato come
se mi avesse lacerato-
Ringhiai non poteva passarla liscia eppure
qualcosa mi diceva che ucciderlo sarebbe
stato inutile.
Strinsi Axel chiudendo gli occhi
-Ora va tutto bene, ci sono io Ax- dissi
rafforzando la stretta.
Sentivo la testa di Axel affondare nel
mio petto e il profumo di menta dei suoi capelli
mi arrivò alle narici e solo allora mi resi conto
quanto mi era mancato.
-Kurasa, ti prego non ucciderlo- la sua voce era
appena un sussurro. Come poteva chiedermi una
cosa del genere dopo quello che gli aveva fatto?
Sbuffai accarezzando quei capelli e baciando quel
viso poi lo atterrai guardandolo -Sei eccessivamente
puro.- dissi - e io sono eccessivamente...innamorato
di te- risi baciandolo. Quasi soffocandolo.
Lui ricambiò il bacio e io scesi sul collo.
-Hai sete vero?- la voce di Axel mi fece sobbalzare.
Avevo sete? Forse si, ma non sapevo cosa fare.
Inoltre era solo un anima. Ultimanente avevo sempre
sete e nemmeno il sangue di Axel mi soddisfava.
Scossi la testa e lo baciai con forza -Zitto angioletto-
lo guardai. Ero serio e nervoso qualcosa non andava.
In quel momento si sentirono un rumore di passi
come di stivali chiodati. La porta venne spalancata
e le guardie di mio padre entrarono con prepotenza.
Afferrai Axel o meglio la sua anima creando un portale
e ci saltai dentro, arrivammo in una radura atterrai sopra
l'angioletto.
Risi non era da me scappare. Ricacciai l'anima di
Axel nel corpo guardandolo svegliarsi.
Mi guardò un attimo e sorrise .
Io lo abbracciai in silenzio e poi lo guardai.
-Axel quello che hai visto...mi dispiace- dissi sincero.
-Posso chiederti una cosa? Lei chi era?
Abbassò lo sguardo timoroso.
Mi passai la mano tra i capelli -M-mia sorella-
dissi arrossendo. Non che non mi andasse
di rivangare quel ricordo ma avevo paura che
Axel ne rimanesse ferito.
Axel mi guardò e disse -è stata il tuo primo
amore vero?- rimasi stupito dalla sua domanda,
ma soprattutto dalla dolcezza del suo sorriso e
io arrossii come un idiota annuendo.
Decisi che gli avrei raccontanto tutto e cominciai
a parlare a ruota libera.
Gli raccontai che io e Lydia ci amavamo ma eravamo
promesse, gli raccontai che potevo vederla solo
una volta nel giorno del nostro compleanno e che
per il resto lei viveva nel regno del nord. Gli raccontai
che vedendola viva avevo perso il controllo e poi stetti
zitto.
Lui ascoltò senza dire una parola poi si portò una mano
alla tempia dolorante.
Non capivo cosa stava succedendo.

 

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Capitolo 14
*** Kurasa (parte seconda) ***


Kurasa (parte due)

Non capivo proprio cosa stesse succedendo al
mio angelo finchè lu i non disse un "Vattene
Lucifero!" e allora compresi al volo cosa stesse
accadendo. Scattai verso di lui abbracciandolo
e ringhiai. Sentivo la presenza di quel bastardo
e non solo la sua. Urlai ad alta voce il nome del
mio nuovo servitore.
Airon apparve a pochi passi da me e lo guardai
serio
-Portami qualcosa per allontanare mio padre
subito!- ordinai gelido.
Airon annuì e afferrò un crocifisso. Come
immaginavo Axel smise di dimenarsi tra le
mie braccia e lo strinsi ancora di più.
Un istante dopo però Michele mi apparve
davanti e ringhiai.
-Arrivi solo adesso pennuto del cazzo?!
diventavo piuttosto scurrile quando mi
arrabbiavo, non che me ne fregasse qualcosa.
Michele mi guardò e sospirò.
-Sarei arrivato molto prima se una barriera
non mi avesse impedito di entrare.-
si guardò intorno per poi affermare con
voce autoritaria -Vieni fuori Lucifero
so che sei ancora qui- come in risposta
mio padre comparve davanti a noi.
-Ma guarda chi si vede, il mio fratellone-
-Sai bene perchè sono qui-
Non me lo feci ripetere due volte. Afferrai
mio padre per il collo spedendolo dall'altra
parte della radura. Sbattè contro un albero
che per la potenza del colpo si sgretolò.
-Ciao vecchio bastardo- ghignai divertito
ma in collera -Ti è piaciuto il saluto?- aggiunsi
con un espressione folle e incazzata sul viso.
Lui ringhiò mentre Michele afferrava Axel
aiutandolo ad alzarsi.
-Chiudi la fogna!- ringhiai mentre l'ombra mi
ricopriva. Scossi la testa cercando di controllarla,
ma non ci riuscivo. Axel urlò il mio nome. Aveva
compreso tutto mentre Michele puntava la spada
contro mio padre e lo allontanò da me mentre
Axel si avvicinava.
-Vattene!- gli urlai mentre l'ombra continuava
a ricoprirmi. Sentivo il cuore battere all'impazzata,
ringhiai cercando di stare calmo, mentre i miei
occhi passavano dal rosso al viola.
L'angelo si allontanò da me, ma non troppo.
Sentivo che voleva aiutarmi, ma non poteva.
Io dal canto mio stavo per essere divorato. Me lo
sentivo. L'ombra stava prendendo il sopravvento,
era questione di minuti e sarei stato soggiogato
completamente. Mi voltai incontrando quei
magnifici occhi blu.
-A-Axel...uccidimi- sussurrai schiudendo le labbra.
Lui rimase spiazzato, ma annuì.
Sapevo che gli stavo chiedendo qualcosa di terribile
e che stava molto male, ma aveva capivo di essere
senza scelta. Afferrò la spada e mi trafisse piangendo.
Mi sforzai di non sputare sangue,ma fu inutile.
Posai una mano sulla testa dell'angioletto mentre
un rivolo di sangue scivolava giù dalla mia bocca.
-Non-non piangere Axel- mormorai ridendo appena.
-Ti ho appena trafitto- singhiozzò lui.
Risi. Per me non era un problema morire. Quello
che non avrei mai sopportato era perdere lui o addirittura
ucciderlo.
Axel mi strinse forzando un sorriso, stava cercando ad
essere forte, ma io sapevo che stava male.
Ormai mi sentivo sempre più stanco. Gli feci alzare
il volto e lo baciai lentamente. Volevo assaporare
tutto di quel bacio. Tutto di lui.
Axel ricambiò sapendo che sarebbe stato l'ultimo.
Potevo sentire il suo respiro caldo sulla pelle.
Una lacrima in quel momento scese rigandomi la
guancia.
L'ultima lacrima prima di sentire il mio corpo
diventare ghiaccio puro. L'ultima  cosa che
riuscii a sussurrare fu -Addio amore...-

 

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