Non credeva che quel giorno sarebbe arrivato.
Fino all'ultimo aveva sperato in un miracolo in grado di fermare o riavvolgere il tempo, ma in cuor suo sapeva che era tutto inutile.
Doveva partire per l'America.
Doveva dire addio ai suoi migliori amici.
Doveva lasciare la sua prima stella della sera, l'unica persona che amava quei suoi dannati occhi ambrati da stregone.
Nonostante le lacrime e il cuore a pezzi, Yoh avrebbe guardato il cielo stellato. L'avrebbe sempre guardato, perché, per quanto si possa essere distanti, condividiamo tutti lo stesso cielo.

"Thank you". I wanted to tell only it.

Tsubasa aveva un vizio: quando era felice chiudeva gli occhi.
Non ne conosceva il motivo, lo faceva e basta, inconsciamente. Forse nella sua vita i momenti felici erano stati talmente pochi che quando il suo cuore veniva pervaso da quella rarissima emozione gli occhi gli facevano male, talmente male da dover abbassare le palpebre.
Ma ora le cose erano cambiate.
Grazie a Kazuki, Hayato e Tsukiko, aveva capito che la felicità era un'emozione che apparteneva anche lui, e che non poteva perdere neanche un solo momento con i suoi amici.
Tsubasa non avrebbe più chiuso gli occhi.

"In fact, I was afraid of loneliness anytime".