-Se uccidete lei uccidete me-

di Medea Astra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Domande curiose ***
Capitolo 2: *** Bacio rubato ***
Capitolo 3: *** Ferita ***
Capitolo 4: *** Compleanno ***
Capitolo 5: *** Disegno ***
Capitolo 6: *** confidenze tra donne ***
Capitolo 7: *** L'acchiappa sogni ***
Capitolo 8: *** Buonanotte ***
Capitolo 9: *** Visioni ***



Capitolo 1
*** Domande curiose ***


Era una tranquilla mattina di primavera ed io mi trovavo a casa Cullen, come al solito, come amava ricordarmi Edward e di certo non potevo dargli torto, dalla nascita di Renesmee, avvenuta tre anni prima, non avevo trascorso un solo giorno lontano da quella casa e da quel piccolo raggio di sole. Non volevo invadere la privacy dei Cullen, semplicemente non riuscivo e soprattutto non volevo staccarmi da Nessie, lei era tutto per me, era la personificazione dalla mia felicità e iniziavo a dubitare che non fosse per l’imprinting, era lei che mi attraeva come la terra alla luna. Ero così immerso nei miei pensieri che quasi trasalii quando la sentii porre quell’innocente domanda.

“Ma voi lo sapete come nascono i bambini?”

Eccola la mia principessa, curiosa come sempre, certo però che stavolta la domanda aveva messo un po’ tutti in difficoltà, lo notavo dagli sguardi sbigottiti dei suoi genitori e dalle facce divertite degli zii.

“Vedi amore di zio, i bambini nascono in seguito all’accoppiamento sessuale di due esseri di sesso opposto ovvero quando il maschio infila il proprio..”

Sciaff.

Diedi uno schiaffo a quel genio sopraffino di Emmet e tutti risero.

Non potevo permettergli di turbare l’ innocenza della mia Nessie, sebbene lei sembrasse una bambina ben più grande dei suoi tre anni, certe cose non era proprio il momento che le sapesse, o meglio, non nella versione dettagliata che stava per fornirle quel depravato di suo zio.

Così mi avvicinai alla piccola e dopo essermi inginocchiato davanti a lei le diedi la mia personale spiegazione.

“Vedi Nessie, i bambini nascono quando un uomo e una donna si amano tantissimo e vogliono dare forma concreta al loro amore in modo tale da poterlo vedere ogni giorno”

Ero piuttosto soddisfatto della mia spiegazione e lo stesso sembrava fosse per Bella ed Edward.

Il mio raggio di sole mi sorrise.

Mi sentivo sempre al centro dell’universo quando lo faceva.

“Allora adesso hai le idee più chiare?” Intervenne sua zia Rosaline.

“Sì sì – rispose convinta – adesso ho capito, quando sarò più grande io e Jake faremo tantissimi bambini così tutti quanti saprete quanto bene ci vogliamo, vero Jake?”

Non risposi, non potevo dire nulla, Edward aveva già rischiato di svenire per le parole della sua dolce bambina  dunque mi limitai ad abbracciarla e stringerla forte a me. 

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Capitolo 2
*** Bacio rubato ***


Quella sera avevo finito il turno di ronda molto tardi, c’era stato un falso allarme proveniente dalla parte sud- ovest della riserva, fortunatamente nulla di grave, solo una scocciatura come tante altre.
Ero molto stanco ma non sarei andato a casa a riposare, non in quel momento almeno.
Da qualche mese a quella parte trascorrevo ogni notte in camera di Renesmee, la osservavo dormire, nulla più, ma la cosa mi faceva sentire più vicino a lei.
I suoi genitori non erano molto contenti della cosa, io ero un uomo e lei ormai dimostrava quasi sedici anni ma nessuno diceva nulla, probabilmente sapevano che non ero il solo a volere quegli incontri notturni, infatti, un paio di sere prima l’avevo trovata ancora sveglia, stretta nella mia felpa, ad aspettarmi accovacciata sul letto.
Entrai piano dalla finestra socchiusa e la osservai dormire beata in mezzo ai cuscini candidi.
Era bellissima.
Mi sedetti sulla poltrona vicino al letto e mi levai le scarpe.
Non feci in tempo a mettermi comodo che la vidi agitarsi.
“Jake… sei qui? Mi domandò con la voce tremolante ed ancora impastata dal sonno.
“Ehi piccola, sono qui, che succede?” le chiesi avvicinandomi a lei e sedendomi sul suo letto.
“Ho fatto un brutto sogno”
Lo disse con voce flebile, come se fosse ancora la bambina che facevo addormentare sul mio petto.
Sorrisi intenerito a quel ricordo.
“Vuoi parlarmene?”
Lei mi guardò dubbiosa poi avvicinò una mano al mio viso e proiettò nella mia mente  il ricordo dello scontro con i Volturi. Nel suo sogno però le cose non finivano bene ed io rimanevo ucciso da Aro.
Spostai il mio sguardo sul suo viso e vidi i suoi occhi lucidi e le labbra tremanti.
Stava  per piangere.
La strinsi al mio petto e le accarezzai dolcemente i capelli.
“Stai tranquilla Nessie, era solo un brutto sogno, io sono qui, nessuno mi porterà mai via da te”
La sentii calmarsi tra le mie braccia e allentai lievemente la presa.
Lei mi guardò con una strana luce negli occhi.
“Jake ma noi staremo sempre insieme? Qualsiasi cosa accada?Qualsiasi cosa io faccia?”
Che strana quella domanda. Cosa aveva intenzione di fare la mia principessa? In ogni caso poco importava, io sarei stato sempre al suo fianco.
“Ma certo, qual….”
Non mi lasciò finire la frase che poggiò le sue labbra sulle mie.
Un bacio delicato ed impacciato.
Un bacio casto e puro come lei.
Il nostro primo bacio.
E di colpo io, che di anni ne avevo più del doppio di lei mi sentii piccolo di fronte alla sua dolcezza.
Le accarezzai le gote rosse e portai una mano dietro la sua nuca. Le leccai piano le labbra facendomi strada nella sua bocca, esplorandola piano, beandomi del suo sapore così a lungo immaginato e bramato.
Poi, con non poca fatica mi staccai da lei.
“Qualsiasi cosa succeda io sarò sempre con te” le dissi un attimo prima di accompagnarla dolcemente sul suo cuscino.

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Capitolo 3
*** Ferita ***


Suonare il piano mi era sempre piaciuto, adoravo la perfetta sinfonia che il contatto tra le mie dita e i tasti del pianoforte riusciva a creare, era una delle poche cose in grado di calmarmi quando ero nervosa, la musica e Jacob, il mio bellissimo lupo.

Ero concentrata sui miei esercizi di musica quando vidi Sam e Paul entrare di corsa a casa mia.

“Presto, dovete aiutarci, Jake è stato ferito!”

Mi sentii come se la terra sotto ai miei piedi fosse crollata d’improvviso.

Jake ferito?

Lui non si feriva mai, lui era forte, lui era l’Alpha…

Corsi  scansando tutti i presenti, non degnando neppure di uno sguardo mio padre ed i miei zii che all’accorato grido d’aiuto dei Quileute erano accorsi senza pensarci un attimo.

Uscii fuori e lo trovai accasciato sui gradini di casa, con una mano si teneva il petto grondante di sangue.

Gli fui immediatamente accanto.

“Cosa ti è successo?”

La voce mi tremava così come le mani che frenetiche gli scorrevano sul corpo e sul viso.

“Un gruppo di nomadi ci ha attaccato, sono riuscito a metterli in fuga ma uno di loro prima di scappare è riuscito a ferirmi”

Quando mio nonno e mio padre lo portarono dentro,  mi sentii morire.

Era ferito, sanguinava, stava male e loro lo allontanavano da me.

Sapevo che l’avevano fatto perché dovevano curarlo ma io non riuscivo a vederlo in quelle condizioni e stargli lontano.

Passarono tre ore chiusi nello studio di nonno Carisle, ore che a me sembrarono interminabili.

Lo sentivo gemere dal dolore ed era come se la sua sofferenza fosse la mia, riuscivo quasi a provare il suo stesso dolore fisico.

Jacob, amore mio, ti prego resisti.

Ad un certo punto non cercai più nemmeno di trattenere le lacrime e mi abbandonai ai singhiozzi sotto gli occhi di tutti.

Nessuno parlava, nessuno sapeva cosa dirmi.

Solo mia madre mi si avvicinò e si accovacciò vicino a me stringendomi in un abbraccio.

Lei capiva quello che stavo provando, se lei avesse visto papà in quelle condizioni sarebbe impazzita proprio come me in quel momento.

Mi strinsi al suo petto e aspettai.

Mio padre uscì poco dopo e mi disse che potevo entrare.

Non senza fatica mi alzai e con passo simile a quello di un ubriaco entrai nello studio di nonno dove vidi Jake sul lettino.

Mi guardava e il suo era uno sguardo triste.

“Scusami se ti ho fatta preoccupare, non volevo farmi vedere da te in queste condizioni” disse sfiorandomi una guancia bagnata dalle lacrime.

Non gli diedi il tempo di dire altro.

Lo abbracciai.

Lo strinsi forte a me, attenta a non fargli male.

“Ti amo”

Non glielo sussurrai, lo dissi apertamente, sicuramente mi avevano sentita tutti ma poco importava, avevo temuto di perderlo e ora ero solamente felice di poter stare con lui.

Io ed il mio lupo saremmo stati insieme per sempre.

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Capitolo 4
*** Compleanno ***


Oggi è il giorno del mio ottavo compleanno e tutti in casa sembrano in preda all’euforia e alla gioia.
 
 Mi hanno organizzato una festa magnifica,una cena a base di cibo italiano nello splendido salotto di nonna Esme e le persone più importanti della mia vita sono tutte qui con me, la famiglia Cullen al completo, i quileute,  Jake con Billy, Rachel e Paul, perfino  nonno Charlie anche se in evidente stato d’imbarazzo dopo l’ennesima battuta a sfondo sessuale di zio Emmet.
 
Mi hanno  letteralmente sommersa di regali,nonno Charlie mi ha regalato un bellissimo maglione in lana bianca, zio Emmet e zia Rose un nuovo set da disegno, zio Jazz e zia Alice la copia originale degli spartiti di Mozart, mamma e papà un quadro raffigurante la nostra famiglia e  Billy un libro di leggende della riserva.
 
I  ragazzi del branco hanno inciso una statuetta splendida, rappresenta un lupo che protegge una donna, il riferimento a me e Jake è tutt’altro che velato.
 
“Adesso tocca a noi” è Paul a parlare, riconoscerei la sua voce tra mille, sebbene sia ormai un uomo sposato non ha affatto perso il suo temperamento focoso.
 
Si fa spazio tra tutti e posandomi un bacio sulla fronte ,mi mette tra le mani il suo pacchetto.
 
“Questo, mia cara cognatina, è il regalo mio e di Rach!” la sua aria sorniona la dice lunga, ha calcato apposta sul “cognatina” sapendo di metterci tutti in imbarazzo. Ah Paul, se solo non ti adorassi come un fratello giuro che ti ucciderei!
 
Scarto veloce il mio nuovo regalo e trovo un bracciale  con un’incisione nella lingua del branco.
 
-Ti vogliamo bene, sorellina –
 
Li sommergo di mille ringraziamenti, sono stati davvero dolcissimi.
 
D’improvviso cala uno strano silenzio.
 
Tutti mi guardano e si scambiano occhiate furbe tra loro.
 
È mio padre a rompere il silenzio.
 
“Jake, credo proprio sia il tuo turno adesso!”
 
Il mio lupo  si avvicina piano, non  staccandomi mai gli occhi di dosso.
 
Mi sorride.
 
“Questo, Nessie, è l’anello che mio padre regalò a mia madre il giorno che le chiese di sposarlo. È un anello modesto, tu sei abituata a oggetti decisamente più ricercati ma questo rappresenta uno degli amori più grandi che io abbia mai conosciuto e sebbene sia presto per chiederti di farmi l’onore di diventare mia moglie,  voglio che tu non abbia alcun dubbio che tu per me eri, sei e rimarrai sempre l’amore più grande per cui, ti prego, accetta questo anello dall’uomo e dal lupo che ti ama più della sua stessa vita ”.  Dice mettendomi al dito un piccolo anello di zaffiri blu.
 
Lo bacio e non abbiamo bisogno di parole.

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Capitolo 5
*** Disegno ***


“Amore, che ne dici se mentre tu disegni la zia ti prepara una bella cioccolata calda?”
 
La bimba dai boccoli color rame sorrise e fece cenno di sì.
 
“Rose ma non ti pare di viziarla un po’ troppo?” chiese Edward contenendo non senza difficoltà una risata divertita.
 
“No caro fratellino, è la mia nipotina e la coccolo come e quanto voglio. Problemi per caso?” rispose piccata prima di scomparire in cucina e ricomparire poco dopo con un vassoio tra le mani.
 
La piccola prese la tazza fumante e si sedette in braccio alla zia mostrandole tutta fiera il suo disegno.
 
Una bambina dai capelli rossi baciava il muso di un lupo color cioccolato.
 
La vampira bionda storse il naso.
 
Sperava che una per una volta ci fosse lei nel disegno e non quell’odioso sacco di pulci di Jacob Black.
 
“Principessa, mi spieghi perché disegni sempre quel lupo spelacchiato invece della zia o della mamma?”
 
Nessie si fermò per un attimo a pensare poi aprendosi in un sorriso rispose:
 
“Jake è il mio principe azzurro, e una principessa non può stare senza il suo principe!”

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Capitolo 6
*** confidenze tra donne ***


Ero abituata a camminare indisturbata per la riserva, bazzicavo da quelle parti fin da quando ero nata e Jacob fiero mi aveva portata lì per mostrarmi a tutta la tribù.
 
Quel pomeriggio decisi di andare a trovare Emily, la compagna di Sam. Ormai era all’ottavo mese di gravidanza e non usciva molto per cui pensai che un po’ di compagnia le avrebbe fatto piacere.
 
“Ciao Emi” dissi entrando sorridente.
 
“Oh ma ciao Nessie, vieni accomodati pure” mi fece eco lei sdraiata sul divano sotto un cumolo informe di coperte colorate.
 
Le chiesi come stesse e se avesse notizie riguardo il bambino e l’imminente parto poi, presami di coraggio le feci quella domanda che da giorni mi frullava per la testa.
 
“ Emi ma senti … beh, io mi domandavo … come … beh ecco … come fossefarelamoreconunlicantropo”
 
L’avevo detto tutto d’un fiato, mangiandomi le parole e arrossendo come un peperone.
 
Emily non mi chiese di ripetere la domanda e dopo essersi messa a sedere mi sorrise con quel fare materno che da sempre la contraddistingueva.
 
“Beh io non posso farti dei paragoni con uomini normali perché Sam è stato il mio primo e solo uomo però posso dirti che fare l’amore con l’uomo che ami e che ti ama sopra ogni altra cosa, perfino più del suo branco, è magnifico. Vedi, è come se magicamente tutto si completasse ed acquistasse un senso, un senso che prima non avresti nemmeno immaginato.”

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Capitolo 7
*** L'acchiappa sogni ***


La osservo in silenzio.
 
Ormai sono trascorsi cinque anni dalla sua nascita e Nessie sembra una ragazzina agli albori dell’adolescenza.
 
I lunghi capelli le ricadono sul viso celando gelosi il suo sorriso timido e sicuro mentre gli occhi veloci seguono le mani di mio padre.
 
Lui ha sempre adorato Nessie.
 
“ Poi fai passare il filo da questa parte e fermi tutto con un nodo, vero Jake?”
 
Abbandono per un attimo i miei pensieri e torno alla realtà andandomi a sedere vicino a loro.
 
“ Billy mi ha fatto vedere come costruire un acchiappasogni con le mie mani!”
 
Lei mi sorride, entusiasta, fiera della sua nuova, piccola conquista.
 
“ Sono sicuro che ne costruirai uno bellissimo”
 
Glielo sussurro piano ad un orecchio, abbracciando quel giovane corpo , mordendomi la lingua per non confessarle che avrei fatto di tutto pur di allontanare da lei ogni brutto sogno.

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Capitolo 8
*** Buonanotte ***


La sera era calata in fretta quel giorno, troppo presto secondo Renesmee.
“Amore, è tardi.  Vai a letto …”
La voce dolce ed il tono pacato della madre l’avevano riconsegnata alla realtà.
La piccola posò la bombola con cui aveva giocato per l’intero pomeriggio e si diresse verso il salotto dove erano tutti gli altri.
“Devo proprio mammina? Non posso star ancora un po’ qui con voi?”
Bella cercò lo sguardo del marito che diede il suo muto consenso.
“Va bene, ma non tanto eh, magari siediti qui, così se ti addormenti sei comoda!”
Tutti i presenti  si spostarono elegantemente per fare spazio alla piccola, sicuri che avrebbe scelto proprio il posto vicino a loro, di certo il più comodo.
Ma Renesmee non aveva alcun dubbio su che posto avrebbe occupato quella sera.
A passo svelto e sicuro si diresse verso Jacob e gli tese le braccine.
Lui le sorrise e la tirò a sé stringendola in un abbraccio possessivo  e dolce, lei gli si accoccolò teneramente addosso, come se le braccia del lupo fossero il suo naturale rifugio.
“ È sorprendente come lei lo cerchi … sembra non vedere altri che lui!”
Carlisle non era solito commentare i comportamenti della nipotina ma l’attenzione della piccola per il Quileute non smetteva di sorprenderlo.
“  Lei lo ama, lo ama già!”
Alice già immaginava la preparazione dell’imminente matrimonio.
“ Aspettate qualche anno e vedrete che non gli dormirà solo adosso!”
Emmet e le sue idee sconce …
In quel vociare disordinato Jacob non fece altro che stringere maggiormente al petto quella che era la ragione della sua esistenza.
 

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Capitolo 9
*** Visioni ***


… Un bambino dai folti capelli scuri correva incontro ad una Renesmee diversa, forse più donna, sicuramente più formosa di quella che erano abituati a vedere.
“Mamma, mamma, papà mi ha portato a vedere i cervi nella radura!”
Il piccolo era evidentemente trafelato e sudato per via della lunga corsa dal bosco a casa.
La madre lo prese teneramente in braccio e con la manica della felpa gli pulì il viso sporco di terra.
Dal folto degli alberi comparve Jacob, la sua figura massiccia e prestante non l’avrebbe confusa con nulla al mondo.
L’uomo cinse la donna e il bambino in un abbraccio protettivo …
 
Alice sorrise guardando la nipote e Jacob che ridevano complici sul divano davanti ad un film, certa che quello fosse solo uno dei tanti piccolo tasselli del loro grande puzzle

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