Nel mezzo di cammin di nostra vita...

di Iliveonlyforthemanga
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1
Dante posò la penna d'oca sul tavolino intarsiato e allungò davanti a sè le mani, stiracchiandosi pigro.
Emise un sospiro profondo, prima di far correre lo sguardo oltre la finestra della sua camera, da dove si vedeva il panorama di una Firenze nel 1200 inondata dalla luce arancione del tramonto.
Il suo sguardo si posò critico sulla pagina ancora fresca di inchiostro, e si mise a rileggere le righe scritte con cipiglio semper più autocritico, andando alla ricerca di errori inesistenti.

'Nel mezzo di cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, chè la diritta via era smarrita (...)'


"Sebastian, mi puoi dire siamo, esattamente?" chiese Ciel con aria accigliata, fermandosi all'improvviso lungo la strada.
Il suo maggiordomo scosse la testa, dispiaciuto di non poter rispondere.
Guardandosi intorno, scorse una fitta foresta di alberi altissimi, che li circondava come un'aura minacciosa, a causa della quale non si vedeva la fine, nel caso ce ne fosse stata una, del sentiero che stavano percorrendo.
Gli occhi di Ciel assunsero una pericola tonalità rossa, e il tono di voce si abbassò sempre di più, fino a giungere a un ringhio mal trattenuto, con il quale apostrofò Sebastian "Beh, sbrigati a informarti dove siamo, che ho freddo. E sto posto manco mi piace" aggiunse, guardandosi intorno e rabbrividendo leggermente.
Il demoniaco maggiordomo sogghignò, chinando appena la testa. 
Il suo bocchan non era affatto cambiato, il suo carattere continuava ad essere quello di un piccolo despota, ora ancora più esigente, in quanto, essendosi trsformato in un demone, aveva legato a sè Sebastian, che quindi si trovava costretto a servirlo per l'eternità.
'Se da questo punto di vista il padroncino non è cambiato affatto, dall'altro canto eccome se lo è..' rise tra sè Sebastian, avvicinandosi con passo lento e aggraziato al soggetto dei suoi pensieri.
Gli si fermò alle spalle, e gli posò le mani sulle medesime, prima di chinarsi e sussurrargli "Bocchan, se anche ignoriamo dove siamo, non è contento? Siamo io e lei in una foresta buia e fredda.."
Ciel sussultò, preso di sorpresa, poi si scrollò via Sebastian e gli intimò, infastidito "Vattene via, tentatore! Allontana subito quelle luride mani da me!"
E fece per avviarsi sdegnato lungo la strada,testa alta e portamento fiero.
Ma non fece in tempo a compiere ciò, che gia il suo maggiordomo lo aveva agguantato per l'elegante colletto della camicia inamidata, avvicinandoselo e stringendolo tra le  braccia.
"Suvvia, bocchan, non è bene per un gentiluomo come voi mostrarsi così scortese nei confronti di un'altra persona..."
Ciel cercò di divincolarsi da quella stretta che cominciava a divenire troppo soffocante.
Ma Sebastian sogghignò e lo tenne ancor più saldo.
"Soprattutto se quella persona vi riempie di continue attenzioni..." il suo tono si fece più basso, mentre sulle gote di Ciel andava delineandosi un delizioso rossore.
"Ma la cosa più importante, bocchan, è di non rifiutare le attenzioni di una persona, soprattutto se anche voi le bramate!" concluse con un ghigno il maggiordomo, facendo voltare di scatto il proprio padroncino e tuffandosi sulle sue labbra.
Ciel ebbe un cedimento, si aggrappò quindi agli avambracci di Sebastian, mentre il suo respiro affannoso e i suoi gemiti venivano soffocati dalla bocca instancabile di quest'ultimo, che, passato al bianco collo, vi imprimeva innumerevoli succhiotti e baci.
Si staccarono con uno schiocco, entrambi con gli occhi liquidi di piacere, l'iride rossastra, tipica dei demoni, guardandosi in silenzio, che per loro valeva molto più che di mille parole.
Il più giovane ridacchiò, dandosi una sistemata ai capelli e agli abiti.
Si passò un dito sul collo e, sentendo una protuberanza che gli faceva male, disse "Me lo potevi anche dire, Sebastian.. Ci saremmo fermati molto prima!"
Sebastian scosse divertito la testa, riannodandosi il papillon e lisciandosi anch'egli la giacca nera.
"Forza, signorino, proseguiamo e vediamo di arrivare da qualche parte!"


Il sole era ormai tramontato da un pezzo.
L'oscurità della notte aveva ingoiato ogni cosa, lasciando il posto alle stelle e alla pallida luce lunare.
Dante si appoggiò stancamente al balconcino della finestra, lasciando che il vento gli scompigliasse dolcemente i capelli.
Ora che Beatrice,la sua amatissima donna, era morta, cercava di vivere, di andare avanti,lasciando che tutto gli scivolasse addosso come un'illusione, senza mai toccarlo davvero.
La sua ragione di vita, per la quale aveva scritto innumerevoli poesie e poemi, era stata ritenuta dal Signore troppo eterea e bella per meritare di essere lasciata tra i comuni mortali, e così ora Dante viveva in una specie di bolla, dove i rumori giungevano soffocati, sordi, lasciandolo insensibile a tutto ciò che vedeva.
Socchiuse gli occhi, e non cercò in nessun modo di arrestare le lacrime, che amare, lasciavano una striscia bagnata lungo la guancia, andando a infrangersi sulla pietra chiara del balcone.
Chinò la testa, e serrò le mani, sentendosi il cuore chiuso in una gelida morsa, poi, dato un ultimo sguardo al panorama della città addormentata, rientrò in camera, facendo attenzione a non fare rumore nel chiudere la finestra.

Ciao a tutti! 
Lo so, sono tornata con un'ennesima fanfiction su Black Butler, e nel mentre ho già un'altra long in corso.
Per quelli che seguono "Come un uragano", non temete, ho avuto problemi di connessione e non ho potuto scrivere i capitoli,mentre questa è nata dal discorso mio e di una mia amica mentre a scuola leggevamo il primo passo de "La Divina Commedia".
Da qui è partita l'idea ahahahah
E niente, spero vi piaccia, è un esperimento che voglio provare a fare, tutto qui :)
Un saluto, Marta




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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


'Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto, là dove terminava quella valle che m'avea di paura il cor compunto (...)
(...)
Allor si mosse, e io li tenni dietro'

"Che schifo! Ma qui non c'è nessuno che tenga un po' in ordine sto posto?" si lamentò per l'ennesima volta Ciel, arricciando il naso disgustato alla vista di un luogo, probabilmente un giardino, ma tenuto così male che gli fu impossile capirlo, nel quale la vegetazione aveva coperto tutto ciò che vi era disponibile: rocce, suolo e alcune piante erano germogliate anche su tronchi di alberi secchi.
Sebastian rise di gusto alla richiesta ironica del suo padroncino, ovviamente essendo lui abituato ad avere tutto in ordine, dalla casa fino al giardino, merito dell'incredibile velocità che possedeva il maggiordomo per compiere anche più azioni in contemporanea.
Il più giovane lo fulminò quasi con lo sguardo, tentando di capire cosa ci fosse di così divertente in una semplice frase.
"Mi perdoni, bocchan, ma quando ha quel portamento così altero, così fiero, mi sovviene da ridere, anche perchè ricordo di quando teneva lo stesso comportamento con la regina Elisabetta.." si giustificò subito Sebastian, poichè non bisogna assolutamente che il proprio padrone si accorga di un'eventuale beffa fatta per sua derisione.
Alla menzione della regina, Ciel abbassò per un attimo lo sguardo, soffermandosi sulle innumerevoli crepe che adornavano il vecchio e mal messo pavimento in pietra.
Davanti ai suoi occhi passarono tutte le azioni che aveva compiuto in nome di Sua Maestà, il buio e la corruzione che, inesorabilmente e lentamente come le spire di un serpente che si prepari a divorare la sua preda,avevano avvolto il Cane da guardia della Regina, che aveva finito per essere trasformato in un demone.
I volti di tutti coloro che aveva dovuto lasciare,i servitori di casa Phantomhive, Lizzy, gli mancavano persino Agni e Soma!, gli si affacciarono alla mente, ricordi troppo ingombranti per poter appartenere a una persona fredda e calcolatrice come lui, e li scacciò via, in un angolo buio della sua mente, in modo tale che non potessero uscire mai più.
Si accorse troppo tardi della strana occhiata che Sebastian gli stava lanciando già da un po', evidentemente preoccupato dalle emozioni che aveva visto comparire sul suo viso pallido.
Ciel lo sorpassò a passo di marcia e anche piuttosto di fretta, senza dire una parola.
Il suo mantello svolazzò al ritmo dei suoi passi frettolosi, e Sebastian, seguendolo a debita distanza, si chiese come quel bambino, ancora si ostinava a chiamarlo così, nonostante in anni terresti avrebbe avuto 16 anni, e in anni demoniaci erano circa 60, avesse potuto sopportare fardelli così grandi e pesanti, affibbiategli dal crudele destino.
Ma tuttavia non ce l'aveva fatta, e aveva invocato una creatura di Satana, stringendo con lui un patto affinchè lo aiutasse a eliminare tutti coloro che lo avevano umiliato.
Sebastian tornò di colpo al presente, sgranando gli occhi e scuotendo la testa, affrettandosi a raggiungere il proprio bocchan, che lo attendeva impaziente al finire dell'angusto sentiero dove si trovavano.
Si addentrarono ancora di più nell'angusta foresta, sempre più minacciosa e oscura, senza sapere dove stessero andando.
La nebbia che per tutta la strada precedente era stata solo una leggera foschia, si addensò sempre di più, fino a immergere le due figuure in una coltre bianca e lattiginosa.
"Sebastian, ho freddo" si lamentò a quel punto Ciel, battendo i denti e saltellando sul posto per farsi caldo.
Sentì il suo maggiordomo avvolgergli le spalle con le proprie braccia, che in seguito gli diede il suo mantello, più lungo e caldo.
Lo ringraziò con un grazie sussurrato, e per tutta la durata della camminata, gli stette viicino per non perdersi.
A un certo  punto lo sentì arrestarsi bruscamente, tirandolo per un braccio affinchè non facesse un passo oltre.
"Chi è là?" gridò con voce potente Sebastian, aguzzando la vista per vedere chi ci fosse, ma la nebbia era troppo fitta per poter vedere.
Si mise in braccio dunque Ciel,che emise un verso di sorpresa, al quale lui si giustificò dicendo "Mi perdoni la scortesia, bocchan, ma se andiamo col suo passo non arriveremo mai. Stia buono e fermo"
Ciel sbuffò quindi infastidito, poi però si rannicchiò contro il petto del più alto e si addormentò.
Man mano che si avvicinavano, la figura scorsa da Sebastian cominciò a prendere forma e colore.
Si trattava di un personaggio interamente vestito di rosso, con lunghi capelli rossi e un sorriso inquietante sul volto.
"Beene, chi abbiamo qua? Due visitatori.. Ma di qua ci passano solo i morti, per cui, perdonate la scortesia, devo fare un paio di cambiamenti..." finì di dire, brandendo un'arma, che Seastian riconobbe come una falce.
Alla vista di quel particolare, strabuzzò gli occhi.
"Grell, sei tu?" gli chiese incredulo.
Lo sconosciuto parve sorpreso di sentirsi chiamare col proprio nome.
Si tirò indietro i capelli e lo squadrò, penetranti occhi verdi in quelli rossi del demone.
"Così mi chiamo io, ma.. Messere, come sapete il mio nome?"
Sebastian rise leggermente "Grell, sono io, Sebastian"
L'altro spalancò la bocca ed emise un grido di sorpresa pura "Sebastian! Non ci credo! Non avrei mai pensato di ritrovarti qui.. Ma cosaci fai? E Ciel? Lo hai abbandonato? Hai rotto il contratto, oppure lo hai già divorato e ne hai un altro con una nuova preda?"
Il demone fermò con un gesto frenetico delle mani la sua parlantina. 
Indicò il fagotto che teneva tra le braccia, scoprendolo di poco, facendo capire a Grell che lui rimaneva insieme a Ciel fino alla fine dei tempi.
L'uomo dai capelli rossi sogghignò divertito, poi scrollò leggermente il ragazzino addormentato.
Ciel sollevò una palpebra lentamente, cercando di mettere a fuoco ciò che lo circondava.
Quando si vide comparire davanti una massa di capelli rossi, balzò in posizione eretta, come spaventato.
"Grell! Che ci fai qua?" gli chiese, dopo aver fatto calmare i battiti furiosi del cuore.
"E' la stessa cosa che ti volevo chiedere io, piccoletto. Come mai sei qua? Dovresti essere nella tua magione con i servitori, no?"
Le iridi di Ciel si tinsero di rosso al sentirsi nominare in quel modo, e Grell emise uno sbuffo.
"Ah, capisco. Quindi alla fine ti sei davvero trasformato, neh...? O meglio, qualcuno lo ha fatto per te.." e scoccò un'occhiata maliziosa a Sebastian, impassibile come suo solito.
"Non sono affari tuoi" replicò il più piccolo, con le guance appena tinte.
Grell alzò le mani in segno di resa, ridacchiando "Va bene,va bene. Sentite, non so nè come nè quando, ma pare che vi dovrò fare da guida durante tutto il vostro viaggio. Quindi seguitemi, non c'è tempo da perdere!" esclamò, balzando in piedi e ancorandosi subito al braccio di Sebastian.
Ciel digrignò i denti, guardandoli allontanarsi, e vedendo come Sebastian non si liberasse subito della sua presa, si conficcò le unghie nei palmi delle mani.
Si alzò anche lui, seguendoli da lontano e imbronciato, e a un certo punto rischiò anche di cadere, se il soggetto dei suoi pensieri non lo avesse preso al volo e tenuto per un braccio.
"Bocchan, c'è qualcosa che vi turba per caso? Sembrate imbronciato.." gli chiese Sebastian, sempre tenendolo.
Ciel si scrollò di malagrazia dalla sua stretta "No figurati,va tutto a meraviglia.. Proseguiamo, non vorrai far aspettare troppo Grell, no?"
Il maggiore sospirò,poi lo tirò un attimo da parte.
"Suvvia, bocchan, non sia geloso.. Non c'è motivo..."
Ciel allora arrossì violentemente, e girò il viso dalla parte opposta, per non farsi vedere.
"Non..Non sono geloso. Di chi poi? Di te? O di quell'altro personaggio?" gli chiese beffardo, incrociando le braccia.
Sebastian alzò gli occhi al cielo, fintamente esasperato. "Farò finta di non voler sentir dire la risposta, allora.. Peccato, mi interessava alquanto" lo stuzzicò.
Il più piccolo alzò le spalle e allargò le braccia, un sorrisino fintamente innocente a incorniciargli il volto.
Si avvicinò con passo lento verso Sebastian, e si alzò sulle punte dei piedi per potergli sussurrare allìorecchio "Se vuoi sapere la risposta, demone, devi fare meglio di così. Devi metterci  più impegno.."
Poi, voltatosi, si incamminò verso Grell, seduto su una roccia che li attendeva pazientemente.
Sebastian sogghignò, e, mentre si accingeva a stare al passo con il padroncino, si chinò quel tanto che bastava per lasciare un leggero bacio sul collo scoperto di quest'ultimo, che sentì i birividi lungo tutto il corpo.
"Bene, possiamo addentrarci nell'Inferno, nel vero senso della parola"

...
Santo cielo, è dannatamente difficile scrivere come avevo in mente!
Spero di non stare deludendo nessuno con questo..coso qua sopra ahahah 
Come al solito non ho nient'altro da aggiungere, ci vediamo al prossimo capitolo! :D

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3 

"Cioè, capisci? MI ha detto ' Non farti più vedere fino a quando non avrai tagliato i tuoi capelli, sono oscenamente lunghi!' " si lamentò per l'ennesima volta Grell, scuotendo la testa. "Che palle, sono i miei capelli e ci faccio quello che voglio! No?"
Sebastian, il poveretto che da circa 2 ore si stava sorbendo quella parlantina, si ritrovò ad annuire, senza in realtà ascoltare per davvero il suo interlocutore.
Sentì Ciel, dietro di lui di pochi passi, ridacchiare appena, celandolo dietro un colpo di tosse.
Il bocchan ce l'aveva ancora con lui, e Sebastian sapeva a sue spese di dover aspettare un po' prima che il signorino tornasse di un umore normale.
Il trio si bloccò di colpo a una svolta ampia.
Grell fece cenno di restare fermi e zitti, mentre si avvicinavano due figure indistinte.
"E basta! Prima è apparso Grell, ora altre figure?" chiese retoricamente Ciel, sbuffando e incrociando le braccia, alzando gli occhi al cielo.
"Piccoletto, non scherzare.. Sono estremamente pericolosi!" lo ammonì duramente la loro guida, guardando con un po' di apprensione ciò che si stava avvicinando.
"Buonaseraa... Qual buon vento vi porta qui..?" chiese una delle due figure con voce strascicata, giungendo a passi lento dinanzi a loro.
Grell sbuffò annoiato "Fila via, sono con me. Sono la loro guida per tutto il tempo che passeranno qua"
La  figura alzò poco finemente un sopracciglio "Ma daii.. Sono così belli e affascinanti..." e così dicendo studiò in volto Ciel, che, colpito dal suo sguardo azzurro ghiaccio, abbassò i suoi per un momento, per poi rialzarli e piantarli fieramente in quelli dell'altro.
"Che hai da fissare?" gli chiese poco dopo, non gradendo quello sguardo ancora addosso.
La figura ghignò "Ti osservo. Sei molto carino..." finì in un sussurro, accarezzando una guancia di Ciel.
Sebastian si precipitò al suo fianco. "Il signorino non si tocca, mi dispiace. Giù le mani" sibilò torvo, stringendo il braccio della misteriosa figura, per nulla impressionata.
"Ho capito, ho capito.. Però, anche tu sei carino, sai?" gli disse, squadrandolo con attenzione e malizia.
"Si può sapere chi sei? Anzi, siete, anche se il tuo compare non parla..?" chiese Sebastian, esasperato.
UN soffio di vento gelido fece accaponare la pelle dei presenti, e pesanti nuvole scure si stagliarono all'orizzonte.
Grell si schiarì la gola. "Dobbiamo andare, presto!" disse in un sussurro.
Afferrò Sebastian e Ciel per un lembo dei mantelli, poi li trascinò avanti, continuando a guardarsi intorno con preoccupazione.
Arrivarono nuovamente a una svolta, e pote tirare un sospiro di sollievo.
"Si può sapere chi erano quei due?" chiese Ciel, tentando di mascherare il brivido che lo aveva attraversato quando quella creatura lo aveva toccato.
"Entità sovrannaturali" rispose secco Grell, pettinandosi la lunga chioma.
Ciel sgranò gli occhi "Ma va? Non mi dire.. Guarda, io invece sono umano! Sono capitato qua per caso perchè non sapevo cosa fare e allora ho detto 'Massì, andiamo in un posto dimenticato da Dio!'" finì arrabbiato, gesticolando come impazzito.
"Attento a non pronunciare nomi ingrombranti come quello" gli suggerì Grell, che non aveva ascoltato quasi nulla della sua sfuriata.
"In questo posto è pericoloso"
"Cosa?  Pronunciare il nome di un qualcosa che manco esiste? Guarda, te lo ripeto, e pure scandendo le lettere. D.I.O" disse beffardo Ciel, guardando con aria sfrontata la loro guida.
All'improvviso, si levò un vento freddo dall'ambiente circostante.
Le chiome spoglie dei pochi alberi presenti cominciarono ad ondeggiare, mentre da terra si sollevarono mulinelli di terra rossa e opaca.
Ciel sentì le proprie orecchie fischiare, dapprima un fischio quasi impercettibile, che si intensificò fino a divenire un continuo grido.
Cadde in ginocchio, sporcandosi gli eleganti calzoni, le mani premute forte sulle orecchie e le guance rigate di lacrime, che cadevano copiose al suolo.
"Bocchan!" gridò Sebastian, correndo al suo fianco e cingendogli le spalle con le mani con fare protettivo.
"Sebastian.. Sebastian..Aiuto.." cominciò a gridare Ciel, gli occhi vitrei e incapaci di mettere a fuoco.
Il maggiordomo provò a prenderlo in braccio, ma il corpo del più giovane gli si accasciò sulle braccia, come una bambola di pezza senza più nulla dentro.
Sebastian si costrinse a rimanere calmo. Era al servizio di Ciel da innumerevoli volte, sapeva ormai come gestire le diverse situazioni, anche in casi come quelli.
Si voltò verso la figura di Grell, che, immobile, stava nello stesso punto in cui si erano fermati.
"Perchè non ci aiuti, razza di un incapace?" gridò Sebastian, non capendo come facesse l'altro a starsene così calmo.
Grell scosse la testa, e i suoi capelli rossi furono l'unica cosa che Sebastian riuscì a distinguerein quella situazione.
"Glielo avevo detto. Lo avevo avvertito che pronunciare il Suo nome in questo luogo portava male.. Questo è un luogo maledetto!" urlò a sua volta, cercando di sovrastare il frastuono. "Non mi ha dato retta, e ora ne pagherà la conseguenze.."
Sebastian, se possibile, impallidì più di quanto fosse umanamente possibile,afferrando poco a poco il discorso di Grell.
"Ma certo. Qua siamo all'inferno, e pronunciare il nome di Dio equivale a una punizione ben più grande di quelle esistenti.." riflettè tra sè e sè.
Poi si rialzò con fatica, tenendo in braccio il corpicino di Ciel, che rimase inerme.
Strascicando i piedi sul sentiero, si portò vicino a Grell, che sbuffò infastidito.
"Quanto ci vorrà perchè il signorino guarisca?"
UN'alzata di spalle gli valse come risposta.
Sebastian sentì un'ondata di rabbia salirgli su per le viscere, e ben presto si trovò a stringere Grell per un braccio, facendolo girare verso di lui.
"Senti, lo so che non avevi voglia di farci da guida. Anche perchè noi non sappiamo come siamo arrivati  qua, nè come e quando ce ne andremo. Ma qui la guida sei tu, quindi è tuo compito farci arrivare sani e salvi. Da qualunque parte dovessimo arrivare"
A quel punto, Grell si liberò con uno strattone alla presa ferrea del maggiordomo.
"Senti demone, non ho nessuna intenzione di fare da balia a un bambinetto che non sa fare altro che cacciarsi nei guai! Ci fosse stato solo lui, l'avrei abbandonato al suo destino senza ripensamenti. Ti avverto, se dovesse succedere un'altra volta, me ne vado e vi lascio qui. Ora cammina, che mi sono già stufato."
Non seppe quanti secondi fossero passati dalla sua ultima frase, ma di sicuro seppe che erano trascorsi pochi millisecondi da quando si ritrovò gli occhi fiammegianti di Sebastian a meno di un millimetro dai suoi.
"Ripeti ancora una sola volta quello che hai detto, e sarai tu quello ad essere abbandonato al proprio destino. Non osare mai più rivolgerti a me in questo modo" gli ringhiò contro SEbastian, i canini allungati sproporzionatamente e un'aura scura che gli circondava il corpo.
Grell fece un verso di scherno. 
Si aggiustò poi non curante il colletto della camicia e si avviò lungo il tragitto.
Il vento si era finalmente calmato e la terra rossa non ostruiva più la vista, ma Sebastian ebbe l'impressione che, da lì in poi, non sarebbe stato facile proseguire il cammino.

Scusate, scusate, scusate se non ho pubblicato prima..
Ma in casa mia la rete va e viene, e posso pubblicare solo quando ce l'ho..hahahaah
Spero che nonostante tutto vi piaccia anche questo capitolo, un bacione e alla prossima! :)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 
"Dai qui in poi procederemo un po' alla svelta. Quindi, signori, non temporeggiate, non fate domande e andiamo avanti spediti!" annunciò Grell con voce squillante quella mattina, facendosi apparire in mano come per magia  alcuni dolcetti per la colazione.
Ciel sbadigliò sonoramente, stiracchiandosi piano.
Il terribile dolore che lo aveva colpito due giorni precedenti nella foresta era quasi del tutto scomparso, avendolo però lasciato un attimo destabilizzato e piuttosto debole, ma Grell lo aveva rincuorato dicendogli  che era già stata una fortuna così, poiché da un colpo simile quasi nessuno si era ripreso.
'Nsomma, a dirla in breve, gli era andata di culo.
Tutti e tre sgranocchiarono in poco tempo la colazione, poi balzarono in piedi, pronti per continuare il loro viaggio.
Sebastian si portò in maniera quasi impercettibile vicino al suo bocchan, sia per controllare che stesse effettivamente bene, sia per poterlo stuzzicare ogniqualvolta ne avesse l'occasione giusta.
La loro guida, davanti a loro, saltellò felice, portandosi le lunghe braccia dietro la testa e ammirando il cielo azzurro, fischiettando nel frattempo un motivetto sconosciuto ai più.
Giunsero in fretta e di buona lena al punto finale della lunga strada della foresta, fermandosi solo a guardare indietro il profilo della terribile foresta ormai alle loro spalle.
Un'ampia spiaggia di sabbia nera si estendeva, infatti, dinanzi a loro.
Era a forma di U, con ampi scogli che ne delineavano il contorno, lambiti incessantemente dal mare impetuoso che si scontrava contro di loro.
Ciel arcuò elegantemente un sopracciglio "Grell, mi dici ora come si passa? Noi non possiamo nuotare, e dubito che una barca div..." -qui si fermò appena in tempo per evitare di ripetere la brutta esperienza-"ehm.. una barca..come dire.. più..più..sacra" - ecco, era riuscito a trovare un termine consono- "dubito che una barca così ci voglia trasportare"
Sebastian annuì vigorosamente, essendo d'accordo col proprio padrone.
Grell sorrise bonariamente "Cari demoni, avete ancora tanto da imparare! È proprio qui che arriva in nostro aiuto Pluto!"
E così dicendo allargò le braccia come a voler abbracciare tutto il panorama circostante.
"Pluto...? Ehi bello, vieni qui, dai! Ti do i crocchini, se fai il bravo!"
Ciel e Sebastian si scambiarono allora uno sguardo alquanto perplesso circa l'identità di questo Pluto.
"Va bene che è dall'inizio del viaggio che accadono cose strane, ma questa le supera tutte!" si ritrovò a pensare l'uno, mentre il secondo non volle esprimersi più di tanto al riguardo.
Un ansimare piuttosto rumoroso li fece girare entrambi di scatto, e quattro paia di occhi fissarono, più che sbigottite, un enorme ammasso di pelo grigio e molto vivace sdraiato a pancia in su sulla spiaggia, con un Grell impegnato a grattargli la pancia.
Sebastian si ritrovò, suo malgrado, a trattenere una risata, che però non ebbe la stessa fortuna con Ciel, il quale si tenne la pancia e cominciò a ridere più che a crepapelle.
Grell si alzò,  pulendosi dalla sabbia fine, uno sguardo omicida negli occhi, e Sebastian temette sul serio per la vita del proprio giovane padrone, quando il rosso gli diede uno scappellotto  sulla nuca, costringendolo quindi a ricomporsi almeno un minimo.
"Vuoi dire che sarà questo il nostro fantastico mezzo di trasporto?" chiese Ciel, seduto su uno scoglio a debita distanza dal suddetto soggetto, intento a sua volta ad annusare vivacemente gli abiti di Sebastian.
"Già. Ma ti assicuro che è molto più affidabile di certi soggetti che girano qua ogni tanto.." gli assicurò Grell, rabbrividendo al ricordo di alcuni spiacevoli episodi.
Batté le mani per attirare l'attenzione generale.
"Signori, questo è Pluto, il nostro affidabile mezzo di trasporto lungo tutto il nostro viaggio! Mi preme ricordarvi di tenervi stretti, poiché nel caso cadeste nel fiume, le conseguenze sarebbero, ahimè, alquanto spiacevoli! Dunque, in marcia! Prego, salite prima voi"
Ciel rabbrividì appena, ricordandosi di alcune storie udite poco tempo prima.
Il fiume che si apprestavano a sorvolare, infatti, aveva il potere di cancellare la memoria, o, nel peggiore dei casi, di modificarla in peggio, cosicché uno si ritrovava a non sapere più chi fosse, a volte con conseguenze pessime.
Perciò, mentre si accingeva a salire sul dorso di quel Pluto, si strinse più forte che poté al suo pelo, e fu sollevato nel sentirsi stringere a sua volta dalle possenti braccia di Sebastian, che gli diedero subito un senso di protezione e calore.
Per ultimo salì Grell, e a quel punto Pluto guaì leggermente a causa di tutto il peso che doveva sostenere, seppur per poco tempo.
Ma alcune carezze e una promessa di abbondanti croccantini dopo, riuscirono a partire, mentre la spiaggia sotto di loro diventava sempre più piccola e indistinta e un vento nuovamente freddo si abbatté sul viso di Ciel, che per il fastidio chiuse gli occhi.
Grossi goccioloni si abbatterono sulle tre figure, che cercarono di coprirsi meglio che poterono con i mantelli.
Ciel, per quanto strizzasse gli occhi, non riusciva a distinguere il panorama sottostante, in parte a causa del brutto tempo che ancora imperversava, un po' perché Pluto viaggiava a velocità estremamente alta, impedendo ai suoi passeggeri di vedere in che razza di posto li stesse conducendo.
Perciò, il giovane lord dovette arrendersi e cercare di non cadere dal dorso del cane, che ora stava giusto atterrando su un piccolo e angusto spazio di terra nera e arida, guaendo e scrollando la folta coda in direzione di Grell.
Ciel e Sebastian scesero con cautela, sentendosi le gambe pesanti e la testa che girava.
Entrambi si guardarono attorno, mentre un pallido sole faceva la sua comparsa all'orizzonte e la pioggia si diradava.
Sebastian si voltò verso la loro guida, impegnata a salutare Pluto, e le chiese con una punta di curiosità nella voce "Grell, dove siamo? A che punto siamo giunti?"
Il diretto interessato sorrise furbo "Ahi ahi, Sebas-chan, sei troppo curioso. Poche domande e zero ripensamenti. Voi seguitemi e statemi sempre vicini"
Ciel, a quella risposta, alzò un sopracciglio, scettico sul da farsi.
"Non vorrei sembrare un maleducato, però vorremmo davvero sapere dove ci stai conducendo" disse, i grandi occhi azzurri piantiamo sul viso del rosso e le ciglia sbattute con fare civettuolo.
Grell sorrise sghembo, poi scrollò la testa.
"Piccoletto, non mi incanti. Ora muovete quei bei culetti che vi ritrovate e andiamo."
Ciel sbuffò infastidito, poi in un impeto di tenerezza prese Sebastian per mano, che poco ci mancò che si strozzasse con la sua stessa saliva a quel gesto inatteso, e insieme si misero dietro alla loro guida, che nel frattempo faceva loto cenno di raggiungerlo.
 
Mi scuso come al solito per il mio ritardo.
Il fatto è che in questo periodo sono molto impegnata con la scuola,e non serpe riesco ad aggiornare...
Ho già altri 2 capitoli scritti, devo solo ricontrollarli e poi li posso mettere..
Alla prossima! 💙 
 
 

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