The dark night of the soul

di Magali_1982
(/viewuser.php?uid=624576)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***
Capitolo 4: *** 04 ***



Capitolo 1
*** 01 ***


1






 
Upon a darkened night
The flame of Love
was burning my breast






 
Sistema stellare ignoto.
Primo Tempio Jedi.






Non esistono vere spiagge, su quell'isola.
Dietro le insenature disegnate da scogliere affilate, si trovano sorprendenti distese di piccole rocce legivate dallo scorrere incessante dell' acqua.
Le prime volte che Rey era stata portata lì per l'addestramento, il tutto si concludeva invariabilmente con lividi, tagli e abiti fradici.
Le sue condizioni disastrose non hanno mai mosso il suo Maestro alla pietà; si sarebbe riprovato il giorno dopo. E il successivo. Così fino al compimento dell' obbiettivo.
Rey tiene gli occhi chiusi. E' a piedi nudi e il ventro contrario la sfida a mantenere l' equilibrio. Pochi metri alle sue spalle, un anziano Jedi sorride nel vedere la ragazza dritta come un rigoglioso stelo, le braccia appena staccate dal corpo. Avanza senza timore sui ciottoli viscidi fermando il passo prima delle onde che s' infrangono.
La percepisci?
Luke affida alla Forza la sua domanda. E il sorriso assume una curva più piena nel vedere il capo arruffato della sua allieva annuire.
E' cambiata.
Lo ha percepito mentre l' ha sentita in viaggio dal Sistema di Ileenium. Nel suo nucleo acerbo di potere, è fiorito qualcosa.
Lo Jedi non ha paura di scoprire di cosa si tratti; ha dimenticato il morso interessato e velenoso di quella emozione molti anni prima.
E' la paura che crea illusioni mortali.
E' la paura che pietrifica e porta alle scelte più facili.
E' la paura che esiste nelle persone fino a quando esse le danno il potere di rigenerarsi da sola, nell' insicurezza e nel dubbio.
Un giorno, Rey si sentirà pronta a confidarsi con lui. Potrà solo accettare quella nuova diramazione nella Forza.




 
*






Non avrebbe mai dimenticato il morso di freddo provato tra quegli scogli.
Coindice con lo stesso giorno in cui é scivolata la prima volta, rimediando un profondo taglio sul lato del piede sinistro e il mare ha ben pensato di aumentare la sua foga investendola con un' onda tale da inzupparla da capo a piedi, gettando un indesiderato carico di sale sulla carne lacerata e sanguinante.
Umiliata e confusa, si é girata verso il suo Maestro, trovandolo immobile ai limiti della spiaggia. I profondi occhi azzurri hanno giudicato ma non aiutato.
-Torneremo qui domani.-
Svariate ferite dopo, contusioni di vario tipo e principi di malanni poco consoni a una giovane Padawan, Rey ha cominciato a capire il reale motivo di tanta ostinazione da parte di Luke a sottoporla a un' inutile e stupida prova di resistenza.
Nel suo fallimento ha provato rabbia e vergogna. E accecata da esse ha perso il contatto con la Forza.
Con gli occhi chiusi, la faccia schiaffeggiata da folate d'aria pungente, non sente più dei minuscoli denti gelidi piantati in ogni centimetro di pelle. La sensazione di essere mangiata da miliardi di spilli acuminati rimane; è il fine a essere diverso.
Si sente viva. Immersa nel nucleo della tempesta in arrivo. Le basta concentrarsi ed è parte del vento, fusa con lui in una danza selvaggia con un solo limite: l'orizzonte.
I sassi su cui è in bilico tremano appena, scricchiolano per l' acqua che cola tra di loro. E' il linguaggio universale della terra, che la Forza le sta portando. Ogni sfumatura della vita è intessuta a essa. Quelle buone e quelle oscure.
Ai limiti della sua coscienza, nasce e si agita un fiore di ombra.
-Ti ho sognata ogni notte.-
Rey deglutisce. Schiude le labbra. Prima di convincersi sia una pessima idea, lancia la sua energia sfruttando le correnti della Forza. La velocità inaspettata per un attimo la fa barcollare; allarga le braccia ma nemmeno si rende conto del gesto. Il suo corpo è lì, sull'isola di scogli ed erba verdissima ma la sua mente sta fluttuando, attirata da una voce che ripete una sola frase.
-Ti ho sognata ogni notte.-
Lenta, l'oscurità solo intravista si espande, cresce. La raggiunge e l' avvolge. Il bozzolo nero in un battito di cuore diventa enorme, la massa compressa e devastante di un buco nero sul punto di fagocitarla.
Ma la notte non è uniforme.No.
Un orlo di luce tenta disperatamente di farsi strada nel cratere che deforma lo Spazio, il Tempo, la Forza stessa ed è allora che cade a terra, investita da un cavallone di spuma e alghe alto quanto lei.





 
*




 
Oh night thou was my guide
Of night more loving
than the rising sun


 
Sistema sconosciuto.
Flotta del Primo Ordine.







-Ben.-
Quanto tempo ha trascorso a odiare il suo nome?
Talmente tanto da non ricordare più chi sia stato l'ultimo dei suoi genitori a chiamarlo così. Forse suo padre, nell' ultimo e patetico tentativo di farlo rinsavire prima di tradire zuo zio.
Forse sua madre. L'unica capace di potergli far arrivare la sua voce silenziosa nella Forza.
-Ben.-
La percepisce. Avverte ogni cosa di lei.
Il suo calore. La prima cosa che lo ha colpito quando l'ha presa in braccio su Takodana.
Il battito del suo cuore. Così violento, spinto dall' adrenalina pompata dalla paura al loro primo scontro nelle foreste attorno a un covo di contrabbandieri e piloti di ventura.
E il suo odore. Una combinazione sorprenente di ferro, sabbia, spezie. Sentori andati perduti per sempre tra lo Spazio gelido e senza fine e l'asettica solennità dei corridoi interminabili di una Star Destroyer.
-Ben.-
Apre gli occhi. La fine del sogno piomba affilata, lacerando la folle speranza di trovarla lì, accanto al suo letto. Parte di essa si tramuta in rabbia e frustrazione. Un bicchiere e una brocca vengono scagliati in aria da un'onda convulsa e invisibile e mandati a sfracellarsi contro il muro.
Non si è sbagliato.
Rey è stata tanto vicina da poterlo sfiorare sul viso, un miraggio reso concreto dal bisogno.
Kylo Ren si alza. Lo scudo termico, che mantiene una temperatura costante ideale nella fase di sonno, si disattiva con un lieve ronzio. I piedi nudi sfiorarono il pavimento e immediatamente, un sensore nascosto fa accendere un faro sopra la sua testa. La spartana camera gli si delinea attorno, confini soffocanti di acciaio e cromature galleggianti in una luce fredda.
Non ci sono specchi. Il personale di servizio della nave è a conoscenza della sua avversione a ogni superficie riflettente. Odia il suo volto quasi quanto odia il suo nome, le sue origini da debole e insicuro. Eppure, per la prima volta dopo anni, desidera avere qualcosa in cui vedersi. Per studiare le proprie dita mentre percorrono l' ultima cicatrice ricevuta.
Ha un andamento dall' alto verso il basso e gli attraversa il volto dal lobo frontale a sinistra scendendo sulla radice del naso aquilino. Questione di millimetri e avrebbe potuto perdere l'uso della vista a un occhio. Ricorda di aver pensato che sarebbe stato poco male; i suoi occhi sono un retaggio indesiderato, uguali a quelli di una madre colpevole di non avergli mai dato le risposte che ha dovuto cercarsi da solo.
L'ultimo tratto della ferita s'incunea nella guancia destra. Lo tasta sotto i polpastrelli ma prima di sospirare, deve prendere un accorgimento.
Immerge la sua mente nel buio.
Nessuno deve sapere.
Nessuno deve capire.
La base del Leader Supremo Snoke si trova proprio sul pianeta sotto la flotta in ricostruzione dopo gli ultimi scontri con la Resistenza. Il Lato Oscuro turbina e lo chiama; è destino che riprenda il suo addestramento.
Presto altre cicatrici, altre bruciature lo segneranno. La sua storia è ancora tutta da scrivere ed è sempre stato convinto di conoscerne il glorioso finale: parole fatte di pelle sanguinante, dolore, vittoria. Ne ha di scritte sulle braccia, sul petto, tra le scapole. Potrebbe vederle tutte, se solo-
In realtà non vuole.
Solo una gl' interessa.
Solo una ha stravolto il corso degli eventi.
La cicatrice lasciata dalla ragazza di Jakku che lo sogna ogni notte.






 
*






Le fiamme del fuoco sono le prime cose che vede dopo essersi svegliata.
La sicurezza di aver fallito nel suo allenamento quotidiano torna cocente e totale dopo averla abbandonata quando ha perso i sensi a causa del mare in tempesta.
Qualcuno le ha tolto la tunica fradicia e avvolta in una coperta.
Fosse stata ancora la Rey di Jakku si sarebbe ribellata a tanta, non richiesta intimità. La sua memoria parte da lotte continue: contro la fame, contro la solitudine, contro la morte. Non é abituata ad avere vicino persone e la prima con cui ha dovuto relazionarsi in maniera civile è stata un droide.
Il simbolo del suo cambiamento è proprio aver aperto il proprio mondo a qualcosa di più grande di una guerra personale per la sopravvivenza; muove appena il capo e trova la forza di sorridere al Maestro prima di tornare seria.
-Mi dispiace.-
Luke è seduto su una pietra simile a un seggio. Ce ne sono altre in quella stanza a volta; sono disposte in circolo, circondate da mura di pietre a secco. Nessun metallo, nessuna lega, nessun marmo pregiato per il primo tempio Jedi.
Invece di rimproverarla, l'uomo la scruta. E' difficile reggere lo sguardo profondo e compassionevole di qualcuno in grado di comprendere verità oltre le menzogne.
-Oggi hai usato la Forza in un modo che non mi aspettavo tu apprendessi in così poco tempo.-
Rintontita e sempre più confusa, Rey cerca di mettersi a sedere. Agrotta le sopraciglia scure, cercando di afferrare il senso di quel complimento.
-La tua coscienza ha viaggiato tramite essa. Eri parte integrante del suo flusso attraverso la Galassia.-
Tanto orgoglio non se lo merita. La ragazza scuote il capo; sentendo i suoi codini molli e arruffati, procede a slegarli liberando i capelli sulle spalle.
-Ho avvertito...Ben, nella Forza.-
Il mondo si congela per un istante: il solo movimento sono le fiamme del fuoco e il loro crepitare.
-Lo chiami col suo nome dopo quanto ha fatto.-
-Lo farei anche se me lo trovassi davanti ora- ribatte rancorosa. -E' il nome che i suoi genitori hanno scelto per lui. E' il nome con cui Han lo ha chiamato prima di-
La rabbia e il dolore le chiudono la gola. E' una ferita ancora aperta e troppo recente per riuscire a calmare le pulsazioni di fuoco che inietta nei nervi.
Luke ascolta. Sembra annuire ma Rey non può dirsi sicura di aver visto il lieve chinarsi del capo. Le ombre danzano in modo strano, deformate dalla danzante luce arancione che li avvolge.
-Scelsi io il suo nome.-
Rey avverte un brivido lungo la schiena. -Maestro, avevamo detto che...-
-So cosa ti dissi. Nessuna rivelazione che il Lato Oscuro potesse strapparti. Allora eri inesperta e impaurita dai tuoi poteri; adesso vedo una strada davanti a te.-
Lo Jedi è l'unico a conocere nei dettagli cosa Rey veda nei suoi sogni. Le ha detto di stare attenta ma non ha mai provato a distoglierla dal sentire una sorta di connessione con Kylo Ren. Non la biasima, non la fa mai sentire in colpa. Per la prima volta, la ragazza capisce che possa esistere un motivo preciso dietro questa ostinazione ad abbracciare una derivazione tanto pericolosa della Forza.
-Ben era il nome con cui ho conosciuto il mio primo Maestro. Obi-Wan.-
Un suono secco risuona tra le ossa della testa di Rey. Se un ricordo tornato libero potesse avere un suono, sarebbe certamente questo. Un vuoto torna a riempirsi e all'improvviso, il disperato bisogno di sapere altro prende il sopravvento su ogni precauzione.
-Leia mi chiese di dare un nome a suo figlio poco dopo la sua nascita. Accettai con entusiasmo ed incredulità. Sembrerà sciocco ma mi sentii parte integrante della famiglia che lei e Han avevano appena formato; così decisi per quello del primo uomo per cui potei spendere la parola "padre".-
La famigliarità con cui Luke tratta nomi leggendari ancora la confonde. "Leia" per lei è il Generale Organa della Resistenza. La donna fiera e risoluta che non ha pianto la morte del suo amore. Non con lacrime visibili. La sua tristezza immane ha deformato la Forza, aprendovi una lacerazione destinata a non chiudersi mai più. Il suo sorriso, provato dal tempo e dalle ferite inferte dalle perdite subìte, si è spento. Quello che le ha donato prima di partire per Q'tar è stato un simulacro alimentato dall' affetto scoperto per la piccola mercante di rottami di Jakku.
-Devi ascoltarmi, Rey.- L'anziano Jedi butta un pezzo di legno pescato dalla spiaggia nel focolare.
-Questa, in parte, è anche la tua storia. Per comprendere la Forza è necessario conoscere la sua vera origine, che sta sopra il Bene o il Male. Nasce da un potere più vecchio della Galassia e incomprensibile ai più. Si svela a chi crede di non avere più un cuore e fugge davanti a chi lo cerca per una vita intera. Ritengo sia nato tutto da un sacrificio, il più grande che qualcuno possa fare. L'ho capito molti anni dopo averlo visto coi miei stessi occhi.-




 
*






Luke Skywalker convive da molti anni col peso di avvenimenti conosciuti molto prima del loro avverarsi. Ha visto la disperazione di Han e Leia nel perdere loro figlio il giorno in cui Ben, per la prima volta, ha fatto levitare un sasso.
Compreso la scelta del nipote il giorno in cui ha vestito la prima volta la tunica di un Padawan.
Intuito la possibilità di una labile speranza quando una bambina di cinque anni dagli occhi color nocciola, troppo mingherlina, è entrata nella sua accademia.
Ha passato gran parte della sua vita a pianificare il corso degli eventi quando questi sarebbero precipitati. Il fallimento è stato contemplato, accettato e annientato il giorno in cui il Millennium Falcon è atterrato su Q'tar e la ragazza con lo sguardo raggiante gli ha porto una spada che aveva creduto perduta per sempre.
Rey è cresciuta al sicuro dal Lato Oscuro, ancora protetta dai blocchi mentali che lui le ha posto quando è stato necessario farla fuggire. Forse troppo minuta e magra per l'addestramento, temprata dalla fame, dalla vita durissima a cui l' ha costretta per il suo stesso bene ma in lei, la Luce pulsa senza freni o vincolata dai dogmi Jedi.
Libera, forte, compassionevole.
Poco alla volta sta recuperando i ricordi; l' anziano guerriero teme il giorno in cui saprà chi é e chi ha amato, perdendolo. Sarà la prova finale. Non si tratterà di Forza, almeno non nel senso in cui molti la intendono non conoscendola nel suo più vero aspetto. Dipenderà tutto da una scelta: il divampare della speranza o la sua totale distruzione.
Ti stai affezionando a lei.
La voce torna nella sua mente e un sorriso stropicciato sotto la folta barba grigia le da il benvenuto.
-Come potrei non farlo, amico mio?-
Sento la tua angoscia, Luke. Cosa ti tormenta?
Troppi dubbi. Mille cose pronte a rivelarsi trappole e baratri che avrebbero condotto l' intera Galassia alla rovina.
-Potrà mai perdonarci?-
Passano diversi minuti prima di ricevere risposta.
Mi sembra tu abbia una frase ricorrente, quando l' oscurità raggiunge il suo apice.
Nonostante i molti inverni posati sul capo, lo Jedi è capace di sentirsi ancora il giovane allievo sprovveduto prelevato da Tatooine da quello che aveva considerato uno strambo vecchietto, conoscitore di ogni storia reperibile nei Sistemi stellari dall' Orlo Esterno a Coruscant. L'uomo si alza e servendosi di un bastone, andò a ravvivare le braci ardenti nel focolare.
- L'oscurità vince sempre. Ma al centro della sua forza sta la sua debolezza.-
L' urlo terrificante che spezza il silenzio lo fa balzare in piedi. E' già uscito dall' antica Sala del Consiglio quando lo sente ripetersi.




E' stata Rey a gridare.
Luke la trova ad agitarsi scompostamente nel suo giaciglio. Impietrito, la osserva chiudersi in posizione fetale, il respiro accellerato e la pelle sudata.
S' inginocchia al suo fianco e percorre il suo corpo preda degli spasmi dell' incubo con la mano sinistra aperta. La Forza gli fa vivere l' intensità del dolore di cui è preda. Chiude gli occhi, cercando la concentrazione necessaria per trovare un modo per penetrare lo scudo di panico dietro cui si dibatte la coscienza della sua allieva.
-Respira, bambina mia.-
Immediatamente, la ragazza rilassa le labbra. Le narici dilatate tornano normali.
-Va tutto bene. Ci sono io qui.-
Rey spalanca gli occhi. Tremando ancora, alza il capo verso il suo Maestro.
- L'ho visto.-
Luke sa riconoscere il tocco lieve dell' ombra. Irrigidisce appena la schiena, aspettando di sentire il messaggio che ha portato tramite la Forza. Perché è stata lei a impadronirsi con violenza della mente della ragazza e la si deve ascoltare anche quando è violenta, inaspettata e crudele.
-Era lui, Maestro. Ben. Stava male. Stava soffrendo.-


L'assolutamente non richiesto angolo dell'autrice:
Lo avevo promesso, l'ho fatto. Reylo again. Doveva essere una storia di un solo capitolo ma sto scrivendo il finale nel terzo e io non mi capacito della mia assolutamente inesistente capacità di dominare certi personaggi.
Prima di tutto...grazie. Grazie per le recensioni alla mia precedente shot, a cui risponderò non appena avrò tempo per staccarmi dal lavoro, dalla stanchezza, dai miei disegni che costituiscono l' altro mio lavoro. Mi avete commossa e confusa, vi voglio bene e mando ceste di mele corelliane a tutti voi. Vi adoro.
Seconda cosa, per ovvie ragioni di trama ho avanzato ipotesi su chi sia Rey e quali possano essere le sue origini. Ho seguito prove, disquisizioni, impressioni. Cercherò comunque di mantenermi sul vago; un po' perché voglio tenervi sulle spine, un po' perché ehy, al prossimo film mancano diciassette mesi.
Diciassette.
Non ce la farò mai.
Le frasi inserite come citazione sono prese dalla canzone The Dark night of the soul, di Loreena McKennith ed è un testo così sfacciatamente pro Kylo Ren che non potevo non usarlo.
Il video lo trovate qui:

https://www.youtube.com/watch?v=DopgBNBoVqY&feature=youtu.be


Aggiornerò settimanalmente, abbiate Fede nella Forza.

A presto, Maddy.













 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 02 ***


2






 
To where he waited still
It was a place where no one else could
come.






 
Il Millennium Falcon è ancora visibile in cielo quando Chewbacca torna a dare voce al suo disappunto, protestando contro quel viaggio insensato.
Luke sospira; lo Wookie non è mai stato d'accordo ma non ha potuto opporsi al volere di Rey. Se le avesse negato il permesso, sarebbe partita di nascosto.
-So che non approvi.-
Chewbe scuote il capo, producendo un lungo lamento costellato d' impennamenti vocali.
-Non le farà del male.-
Lo Jedi viene investito d' imprecazioni miste al timore. Quello terribile di perdere per sempre la ragazza.
L' ha mandata chissà dove, perché non c'è una rotta certa da seguire, un determinato quadrante da raggiungere, per incontrare il Cavaliere di Ren che ha ucciso il suo stesso padre.
Ben ha sempre amato il co-pilota di Han; da bambino ha cercato spesso la sua compagnia e molte volte gli è stato affidato per calmarlo e consolarlo, per spiegargli che l'ennesima discussione non è nata per colpa sua e che il genitore sarebbe tornato presto; le missioni suicide accettate per conto della Resistenza sono state una ripicca contro un litigio, l' ennesimo, con il Generale Organa o la risposta al richiamo dell' avventura ignorato per amore della famiglia. Un richiamo a cui cedere, di tanto in tanto, per non scontrarsi contro la ferrea volontà di Leia a destinare il loro unico figlio alla via degli Jedi.
Luke conosce bene l' unica, vera paura di suo nipote. Vi ha pensato costantemente per anni, interrogandosi su dove avessero sbagliato tutti per permettere a un ragazzo tanto speciale e forte di scegliere il richiamo del Lato Oscuro. Anche lui ha commesso un errore imperdonabile. E le conseguenze di tale errore lo hanno portato a scegliere l' esilio fino al giorno in cui sarebbe stato pronto a riparare quanto é stato danneggiato.
Nessun altro conosce le vie della Forza come lui. E' disceso dove l' oscurità va oltre la definizione di disperazione ed è risalito verso il sole consapevole non vi possa essere solo luce.
La Paura è il primo passo che porta alla rovina.
La Paura è la compagna, da sempre, della vera energia della Forza.


-Mio padre è stato un uomo compassionevole,coraggioso, impulsivo.So che ha amato mia madre intensamente. Nel bene e nel male.-
-Tu...non lo hai mai conosciuto.-
-Ho conosciuto, temuto e odiato Darth Vader. Non ho mai conosciuto Anakin Skywalker, se non nel suo ultimo, decisivo raggio di luce.-
-Lo hai rimpianto?-
-Lo faccio ancora oggi, Rey.-





Ha viaggiato su Naboo, è tornato su Tatooine per scoprire negli archivi degli Jubba le origini della sua famiglia, ha interrogato chiunque su Coruscant sia potuto servirgli nella sua ricerca.
Leia lo ha sempre biasimato in silenzio per questa smania di voler dare un volto vero alla terribile maschera nera del Sith al servizio dell' Impero. Lo aveva lasciato fare perché è suo fratello e si fida di lui ma una vera approvazione non c'è mai stata; la principessa di Alderaan ha perso il proprio pianeta, la famiglia che l'aveva cresciuta con amore e dedizione, il suo stesso popolo a causa delle azioni malvagie di Vader. Ha dovuto curare, cacciando una volta di troppo via le lacrime, il fratello appena trovato e privato di una mano da un fendente al plasma. Ha rischiato la vita innumerevoli volte per combattere il miglior servo di Darth Sidious; è impossibile possa vedere dietro di esso il volto attraente e gli occhi decisi di Anakin Skywalker.
-Ce la farà, Chewbe.-
Luke sta pregando e insieme affermando.
Rey è la sola risposta.
Forse non riuscirà la prima volta; è inesperta e avventata.
Come la luce di una piccola candela. Una fiamma ostinata che non cede a nulla pur d' illuminare l' oscurità.



 
*


 


Orlo esterno.Sistema di Venna.








Cosa ci fa lui qui?
Rey se lo chiede per l'ennesima volta, mentre fa atterrare il Millennium Falcon sull' unico isolotto abbastanza piatto segnalato dal radar.
E' il suo primo viaggio senza una rotta o una mappa. La Forza l'ha guidata con sicurezza, la stessa con cui le ha mostrato continuamente, facendogliela provare, la terribile sofferenza di Ben. Le sue grida l' hanno perseguitata per molte notti ma non ha mai pensato di finire in uno degli angoli più remoti dell' Orlo Esterno.
Forse il Leader Supremo Snoke lo sta addestrando e punendo al tempo stesso, lontano dalle basi del Primo Ordine.
Forse è stato vittima di un incidente durante un' incursione; come detto da Poe, non ci sono attività dei Ribelli nei Sistemi che un tempo erano stati patria dei Separatisti che volevano uscire dalla Repubblica Galattica.
Due sole cose le sono chiare. E' giusto sia lì. E deve essere da sola.
Ha interrogato la Forza continuamente sull' ordine impellente di non portare nessun altro, la risposta è stata sempre una sola.
Ha bisogno di me.
Non osa sperare vi sia una possibile redenzione per l'uomo che ha ucciso il padre scegliendo il Lato Oscuro. L'ipotesi più plausibile può essere che la Forza stessa, sapendo quanto possano percepirla, abbia stabilito una connessione e li spinga a cercarsi quando sono in difficoltà.
E' probabile che in realtà Kylo Ren non stia patendo ferite fisiche; le grida che sente quando chiude gli occhi, il tormento e la pena avvinghiate in un turbinio fatto di lame e lacerazioni sono di natura diversa. Potrebbero provenire dalla sua coscienza più profonda, quella che ha rifiutato di riconoscere il giorno maledetto in cui la Resistenza ha distrutto la Star killer.
La mercante di rottami non ha potuto vedere con gli occhi di un padre ma Han Solo sì.
Mentre studia il paesaggio, un sole caldo l' accarezza.
Stando alla mappa tridimensionale proiettata dall' Holodecoy portatile, è atterrata nelle prospicenze di una grande laguna. Un tempo lì è sorta la città principale del pianeta Venna, così importante da prendere il nome dello stesso Sistema.
Le isole rigogliose, selvagge, disegnano una bizzarra conchiglia adagiata nell' arcipelago e sono attraversate da un reticolo impressionante di canali. Ve n'è uno più grande degli altri e sulle sue rive un tempo sorgevano gli splendidi palazzi delle famiglie più ricche della regione, le vere sostenitrici della ribellione dei Separatisti capeggiata dal Conte Dooku e dalla distrutta Federazione dei Mercanti.
Rey scuote il capo, desolata.
E' circondata da un' identica distruzione.
La popolazione ha abbandonato Venna quando è stato chiaro che la loro era una guerra destinata a fallire. I grandi vascelli spaziali hanno preso il volo ormai sessant'anni prima, lasciando la natura di nuovo libera di prosperare.
Enormi pini plu, famosi per il loro tronco contorto e la chioma bassa che cresceva come una cupola irregolare, sono prosperati fino a divenire colossi in grado di sventrare tetti, aggredire ponti con le loro radici annodate, chiudere intere sezioni della città fantasma con un intrico talmente fitto da impedire alla luce di attraversarlo.
Questo significa far procedere il Falcon in mare per un tratto, attraccarlo in un' insenatura protetta e attendere. Sarebbe stato il primo test delle capacità anfibie del mercantile corelliano; verificare sul posto la tenuta delle paratie stagne e il comportamento dei propulsori a contatto con alte quantità di acqua salata non è il metodo migliore ma Rey non può fare altro.
Deve trovarlo.
E capire cosa gli stia succedendo.
I sensori dell' astronave captano forti quantità di fumo dopo pochi minuti di navigazione.










 
*








Il cuore di Rey non vuole saperne di scendere di nuovo, placido e obbediente, tra i polmoni. Batte, pulsa, urla in gola mentre il sangue corre impazzito.
La colonna nera si alza nel cielo tracciandola sua destinazione. Salta da un ponte di liane e radici all l'altro, si arrampica, scende precipotosa, devia il percorso per arrivare sull' altra sponda di un canale senza prestare la minima attenzione alla splendida rovina che la circonda: porte istoriate di duracciaio corrose, statue mangiate dalle alghe, pietre levigate viscide e cedevoli.
Correre le permette di non pensare e di trovare spiegazioni scomode alla paura sempre più viva, sempre più violenta che la spinge a non fermarsi, prendere fiato, un sorso dalla borraccia. Pianta la sua fida staffa, la stessa che non l' ha mai abbandonata da Jakku e la usa per puntellarsi e scavalcare l'ennesimo ostacolo.
E' preoccupata per Kylo Ren.
Questo è innegabile
Non devi essere morto. Hai capito? Io non te lo permetto!
Ha abbandonato il suo addestramento Jedi, lei che odia e ha il terrore degli abbandoni, per rincorrere solo una massa d' incubi terribili e scomodi. Tutti nel Sistema d' Ileenium la stanno aspettando -Poe, Finn, Leia, BB-8- assieme a Luke per portare l'attacco decisivo al Primo Ordine. E' partita senza tutta la verità su chi sia; i pochi pezzi ottenuti li custodisce gelosamente, lasciando sia la Forza a garantire nel suo cuore che ora è giusto così, che quanto possiede è abbastanza da farla correre impazzita verso- verso cosa?
Lo spazio si apre davanti a lei in uno studiato effetto sorpresa.
Dopo un muro altissimo di pietra letteralmente mangiata da licheni, giunchi, edera marina attorta su foreste di colonne di marmo -forse un tempo è stato anche questo uno splendido edificio con portici e passeggiate- in cui è dovuta passare attraverso a cortine verdi vive come i tentacoli di un mostro degli abissi, Venna le svela il suo cuore perduto.
Sembra una grande piazza, con un accesso diretto al mare. Il riverbero sarebbe quasi insopportabile; l'ora di mezzogiorno è vicina, il sole è alto in un cielo tanto terso da ferire lo sguardo, il bacino in rovina scintilla sotto i suoi raggi simile alla lastra di uno specchio.
C'è una macchia nera in tanta, cruda perfezione. Rappresentata dall' ala di uno shuttle di comando, riversa sull' impiantito di pietre ormai verdi di muschio. Giace sbilenca, afflosciata. Il guasto sembra essere stato provocato dal cedimento dei pistoni interni che permettono alle due pinne a scorrimento di cui è composta di scivolare l'una sull'altra, attutendo l'atterraggio con la diminuzione di attrito all'aria.
Il fumo proveniente dall' abitacolo la farebber riprendere a correre ma viene frenata dopo un solo passo.
Ha bisogno di essere calma, lucida.
Nessuna congettura su quando è avvenuto l' incidente, se troverà qualcuno di vivo. Deve concentrarsi. Rey rilassa la schiena espellendo un lungo respiro, chiudendo gli occhi. Si lascia attraversare dalla Forza e poi la fa fluire verso la navicella.
Il silenzio e il buio in cui è calata si contorcono all' improvviso in un punto ben preciso. Una stella rossa e luminosa si accende. Il battito di un altro cuore risuona tra le sue orecchie. Solo allora permette al sollievo di sciogliersi lungo le gambe, facendola vacillare.
Dopo la tranquillità, il sospetto le fa avvertire un brivido di freddo lungo ogni vertebra.
Il battito del tuo cuore.
E' vicino. E' vivo. E' regolare. E non proviene dal relitto.
-Ti dissi che non sapevo come chiamarti.-
Il freddo si tramuta in gelo. Quello che a tradimento attorce la Forza attorno al suo corpo, paralizzandola.
-Ancora non lo so ma è chiara una cosa: sei ingenua, Rey di Jakku.-






 
*












Non sono servite le suppliche.
Nemmeno i più estenuanti degli addestramenti in cui Snoke lo ha guidato lungo i sentieri più abietti, profondi, inesplicabili del Lato Oscuro insegnandogli come attingervi, come trovare sempre la sua fonte attraverso la rabbia implacabile per una madre che non ha voluto capirlo, un padre remissivo, uno zio bugiardo e calcolatore.
Quando la notte scende, il sonno si rivela un nemico subdolo e potente. Scivola incolore e invisibile lungo le giunture della corazza nera chiusa sulla sua coscienza, trova deplorevoli, minuscole brecce e poi-
La Luce esplode.
Dopo l'accecamento iniziale, si comprime e fa minuscola, disegnando gli spigoli e il volto minuto di una mercante di rottami. Il suo odore gli si appiccica alle narici, l'animosità degli occhi nocciola gli si pianta addosso e più di ogni altra cosa, odia la sua voce, perché osa l' inosabile.
Lo chiama Ben.
Sempre, in ogni sogno e continua a ripetergli che lo vede ogni notte, come succede a lui.
Ha provato a ucciderla, trafiggendola, ad annientarla con la Forza ma niente.
Questo legame con la ragazzina è insopportabile. Lo porta a pensare. A chiedersi se davvero l' uccisione di Han Solo abbia reciso definitivamente ogni radice con una famiglia legata a un credo che disprezza e trova disgustosamente ipocrita.




-I Jedi sono pronti a sacrificarsi per proteggere le persone, zio Luke?-
-Ben, chiunque spinto dalla vera essenza della Forza può farlo. E quel gesto lascia sempre un' impronta indelebile.-
Il bambino annuisce, pensieroso e tormentato.
-Non ne sei sicuro?-
-Mi stavo chiedendo...se mai qualcuno lo farebbe, per me.-





Quei ricordi gli fanno rivoltare lo stomaco.
Non sono degni del Primo Cavaliere di Ren.
Nemmeno la debolezza conosciuta quando nella Forza c'è stato un risveglio. Un' incongruenza di potere che ora ha un volto e un nome.
La odia.
Odia se stesso perché nonostante il suo astio la vede nei suoi sogni e desidera, oh sì, desidera ancora essere il suo vero Maestro e svelarle che Luke Skywalker le sta mentendo, come ha fatto con lui.
Rey di Jakku deve accettare la verità: solo nel Lato Oscuro potrà scoprire cosa è capace di fare.
E' sola.
Come te.
E' stata abbandonata, è quanto più la spaventa.
Come te.
Kylo Ren non vuole rivelare a se stesso quando un sentimento tanto distruttivo è diventato ossessione ma in nome suo ha nascosto i suoi veri pensieri al Leader Supremo, al Generale Hux.
Ha atteso per mesi l'occasione giusta, tessendo una tela d' illusioni, piegando la Forza in modi mai provati solo con uno scopo.
Essere con lei. Senza battaglie, senza schieramenti.
Non è finita. Per nessuno di loro due.




Sei ingenua, Rey di Jakku.
Basta un attimo per credere a una provocazione tagliente, che ti piomba addosso e si apre una via di umiliazione e rabbia fino al cuore.
Rey rilassa i pugni in cui aveva stretto le mani, chiude gli occhi e ricucisce paziente lo sguarcio all'orgoglio.
Cedere alla rabbia non la farebbe pensare lucidamente e ha bisogno di sentire il suo istinto libero e pronto alla risposta se dovranno combattere. Attorno a lei, dentro di lei, la Forza da uragano devestante si tramuta in una brezza leggera.
E' caduta in una trappola. Ha desiderato caderci.
La mancanza, l' angoscia, il desiderio senza motivo hanno permesso di trascinarla lì.
Nessuna redenzione.
Niente.
Solo loro due.
-Se io sono ingenua, tu sei un prepotente manipolatore.-
E' ancora paralizzata. Mentre sente i passi di Kylo Ren avvicinarsi, prova timidamente a percorrere lo scudo invisibile, già sperimentato e temuto per capire come neutralizzarlo.
Una sensazione di divertimento le fa accapponare la pelle.
- Stai. Fuori. Dalla. Mia. Testa!-
-Volevo controllare se pensavi davvero cosa hai detto.-
Soffocare la rabbia, annientarla trovando subito pace e consapevolezza del proprio io, è molto più difficile di quanto Luke le abbia insegnato.
Sullo Star destroyer, Rey aveva indossato la tunica chiara degli apprendisti Jedi. Kylo Ren preferisce gli abiti da viaggio che vede ora. Non la contraddistinguono, non rendono evidente quale sentiero ha scelto.
Ha sempre i capelli tirati e raccolti in tre codini, le spalle strette, le braccia sottili e nervose. Potrebbe schiacciarla in un istante e provare il più devastante dei sensi di colpa.
Perderla è fuori discussione.
Perderla è la colpa finale oltre cui si trova solo il vuoto.
L'onda della sua resistenza lo investe. Alza il braccio per porre un freno, una smorfia gli arriccia l'angolo destro delle labbra. No. Non può essere fascinazione, quella che gli sta carezzando la pelle sotto la tunica. Il piccolo trionfo della ragazzina diventa un gesto d' imposizione.
Rey azzarda a muovere un piede, gli occhi ancora chiusi.
Può farcela. Tramite la Forza, afferra il comando che la tiene imprigionata e lentamente, ostinatamente, lo indirizza contro chi lo ha impartito.
I muscoli tornano suoi, la volontà attraversa il sistema nervoso. Le gambe riescono a girare, il busto segue il movimento. Digrigna i denti; si sta opponendo a una tempesta senza vento e cerca di non rimanerne sopraffatta. Lo guarderà solo quando potrà fronteggiarlo ma una volta preso coraggio, non riesce a impedire al suo stomaco una contrazione dolorosa.
Gli occhi di Kylo Ren.
Il segno rosso della cicatrice.
Il suo volto.
Potranno scontrarsi ancora, rivedersi nel caos mortale di una battaglia. Lui potrà avere la sua maschera addosso.
Il nodo allo stomaco tornerà, assieme all' immagine di avvenenza a cui l'associa.
-Per essere qualcuno che urlava in quel modo nei sogni, mi sembra tu stia bene.-
-Per essere una giovane Padawan in cui tutti ripongono grandi speranze, cedi troppo facilmente agli inganni.-
L'attacco spetta a lei e non lo delude. Rey prova a rimandargli addosso l'onda con cui è riuscito a bloccarla; non c'è furia nel suo gesto, solo velocità e sicurezza. La risoluzione di entrambi si scontra a metà strada, provocando un suono basso e cupo. Lo conoscono entrambi molto bene; tutta la piazza trema sotto i loro piedi.
Perché hai fatto tutto questo?
Perché sei venuta?
Le pietre iniziano a smuoversi, il mare del bacino trema sotto la spinta del loro scontro. Minuscole gocce abbandonano la superficie prima increspata, poi sconvolta da cerchi concentrici gorgoglianti e si alzano a formare un velo di umidità pronto a chiudersi su entrambi.
Perché non vuoi uccidermi?
Perché non riesco a ucciderti?

Le ginocchia cominciano a vacillare. Rey resiste, la mano destra sempre protesa in avanti. Kylo Ren riesce a leggerle dentro con facilità vergognosa e l'unico motivo per cui ci riesce è perché glielo sta permettendo. Sente la sua mente risponderle con altre domande e-
Ne vuole. Ne vuole sempre di più.
Sono lampi nell' oscurità.
Sono prova.
Sono attrazione.
Perché sento...
...Di non avere altra scelta?

Chiusi in un cerchio in cui la Forza sta raggiungendo un punto critico, risucchiati dall' energia crescente dei loro attacchi mentali, il tempo stesso svanisce.
Rey fa per parlare. Un urlo di frustrazione cancella il suo intento.
-Non dirlo!Non tu!-
Un altro grido risuona in un posto segreto della coscienza; appena sotto la linea della consapevolezza, prima del posto più buio del cuore.
E' quello di un bambino.
Kylo Ren per poco non sgrana gli occhi nel vedere la ragazza cedere. Smette di combatterlo. Si lascia afferrare e sollevare, le braccia spalancate. Non piange, non sorride. Lo fissa.
-Ora so...di cosa hai paura davvero.-
Quanto la teneva sospesa frana. Una faglia si apre, il mondo precipita e dietro di esso c'è lei.
Il buio può far male per un lunghissimo secondo, se impatti la faccia contro la roccia.



L' assolutamente non richiesto angolo dell' autrice: beh? Che avete da guardarmi così?
Sì, il capitolo finisce esattamente con la parola "roccia". E sì, dovrete lasciarmi in vita se vorrete leggere la conclusione di questa storia. Si chiama sadism- mantenere la suspance.
Per esternarmi il vostro disappunto ci sono le recensioni, no? *occhioni lacrimosi et lucidi*
Qualche appunto.
Sistema di Venna: tutto assolutamente inventato. Mentre ideavo questa nuova fan fiction, ho trascorso qualche giorno nella mia città prediletta, Venezia. E proprio Venezia ha ispirato questo pianeta abbandonato dai Separatisti citati e descritti in Episodio II, "L' attacco dei Cloni".
Il fatto che il Millennium Falcon possa essere un mazzo anfibio è sì una deduzione ma supportata dai fatti e da disserzioni avute con la mia cricca di beta readers molto potenti nella Forza.
Su, una settimana passa in fretta; fatemi sapere cosa pensate dei miei deliri mentali con un commento, è sempre gradito!
May the Force be with you!
Maddy




















 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 03 ***


3






 
Here's my heart and I give it to you
Take me with you across thi land
These are my dreams, so simple and few
Dreams we hold in the palm of our hands.






 
-Hai ragione. Lei è troppo preziosa.-
Silenzio.
E' così opprimente da assorbire il quieto ronzio dei propulsori. La voce dell' uomo la culla insieme al rollio del cargo.
-Non ho potuto fare nulla per impedirlo.-
Stavolta sente la risposta.
-Non avresti potuto, amico mio.-
-Tu non me l' hai affidata perché la costringessi a vivere da sola su un pianeta come Jakku!-
Il tono rabbioso e disperato la stupisce. Continua a fingere di dormire, il cuore in gola e le ciglia secche di lacrime. Non può credere che Lui, proprio Lui-


Una sensazione di fresco interrompe la visione.
La pelle strappata e contusa brucia. La quiete arriva un secondo dopo.
Il sogno ritorna.


-Ce la farà Luke. La Forza la guiderà.-
-Se stai per ricordarmi Tatooine, sai di mentire. Io non ero da solo.
-
-Nemmeno lei lo sarà. Questi sono i suoi primi passi.-

Ha già sentito questa frase.
E come già è accaduto su Takodana, apre gli occhi e torna alla realtà.




 
*






E' sdraiata su una cuccetta. Molto più comoda, linda e spartana di quella del Falcon.
Led rossi e verdi si accendono e spengono sopra di lei, accanto a lei. Stringe appena le palpebre e fa scorrere lo sguardo intontito sui profili scabri di un abitacolo spazioso e austero. Il duracciaio delle lamiere è nero, lucido come uno specchio. Le luci fredde e basse, in modo che i riflessi si smorzino in ombre sfuggenti e distorte.
Rey avverte acuto un senso di oppressione e controllo. Una volontà di dominio. Un bisogno disperato di ottenerlo e possederlo.
Non é da sola.
Lentamente, prova a girare il capo. I muscoli della parte destra del volto si ribellano, coperti da una garza e dalla fascia che la tiene ferma.
Davanti alla postazione di comando si apre un' ampia vetrata. Al di là di essa, vede ancora il verde selvaggio delle piante e degli alberi che anno dopo anno stanno divorando silenziosamente i resti dello splendore di Venna.
Qualcuno è seduto al posto del pilota e la sta fissando intensamente. A giudicare dal modo in cui i gomiti sono puntellati sulle ginocchia, una posa rilassata e riflessiva, deve essere lì da diverso tempo.
La ragazza corruga la fronte con aria interrogativa. Vorrebbe chiedergli cosa ha visto perché lo sa, ne é certa. Hanno di nuovo condiviso un sogno. Prova ad alzarsi ma una sbarra invisibile la blocca all'altezza del petto. Altre due sono chiuse attorno ai polsi e le ultime trattengono le caviglie.
Prigioniera.
Non è già passata attraverso un' esperienza simile?
-Ancora?- domanda astiosa. Non riesce a dominare un tono ironico che colora la sua domanda in modo del tutto inaspettato.
L'uomo che la sta osservando -perché non riesce a chiamarlo Kylo Ren. Non senza la sua tunica, il casco e semplicemente vestito del cuoio degli stivali, di un paio di pantaloni e una casacca nera- fa scattare verso l'alto il sopraciglio destro.
-L'ultima volta che eri coscente mi sembrava fossimo ancora nemici.-
No. Quell' uomo non può essere il temuto guerriero del Leader Supremo del Primo Ordine. Le ha appena risposto con del sarcasmo .
Lo stesso posseduto da suo padre.
Rey non crede di doverne essere contenta. Ha imparato mesi addietro, su un incrociatore Star destroyer, che quanto crede spesso non coincide con quanto prova.




No.
E' stato il primo pensiero che lo ha attraversato con violenza, la scarica di un fulmine, nel momento in cui Rey è precipitata al suolo.
Per colpa sua.
Convive con il disappunto che la sua esistenza porta in quella degli altri da troppi anni per dolersene.
Ha scoperto che, se si tratta di Rey, ogni controllo, ogni desiderio di essere migliore, perfetto, degno,s'infrange davanti alla sola idea che possa vederlo per qualcosa che non é.
Realizzarlo lo ha portato alla nascita di un' onda di puro terrore. Il suo istinto continua a tradirlo.
Indossa una maschera con un elmetto non solo per tentare di avvicinarsi alla grandezza di Darth Vader, sfigurato e terribila ma anche per nascondere a tutti i tratti che riconducono immediatamente a due persone odiate quanto un tempo le ha amate. L'eventualità di farsi vedere senza difese, vere o figurate che siano, lo atterrisce. Deve incutere timore e terrore.
E' bastato che una ragazzina cercasse i suoi occhi dietro un visore, ammettendo senza vergogna la paura di bestia braccata da una creatura senza volto, per vacillare.
Fosse stato un solo episodio, avrebbe potuto venire a patti con la sua maledetta debolezza. Infliggersi del dolore, patire per espiazione e ritrovare nel Lato Oscuro il conforto che non gli ha mai mentito.
Invece è accaduto ancora.
Per questo la odia. Non comprendere perché una piccola mercante di rottami di Jakku riesca a manovrarlo con tanta semplicità lo riempie di rabbia. E di devastante, divorante curiosità.
L'ha raccolta da terra sollevandola tra le braccia e l' ha portata nello shuttle. Le ha curato la ferita rimediata sulla guancia. L'ha sfiorata sul viso, descrivendo in punta di dita la curva delicata dello zigomo fino al mento.
Calda.
Ricorda così bene il tepore furioso del suo corpo, il fuoco riversatogli addosso nel momento in cui è riuscita a penetrare nella sua mente.
Ha mentito, ha tradito per essere lì. Nel solo posto con un senso. A nemmeno un passo da dove dorme una giovane senza passato, potente nella Forza, incapace di ucciderlo.
-Maestro...-
Rey lo ha mormorato, vinta da un sogno. Kylo Ren lo ha profanato senza rimorsi. Quanto ha visto lo ha fatto indietreggiare sconvolto fino a sedersi col cuore pesante e in tumulto, il respiro affannoso.
Una bambina.
Sarebbe dovuta arrivare all' Accademia e si era parlato molto di quanto fosse... unica.

-Come te Ben.-

Maledetto bugiardo!
Tutti non hanno fatto altro che mentirgli, nascondendogli la verità. Solo il Supremo Snoke ha mostrato il coraggio e la saggezza bastevoli a rivelargli il suo destino.
Poggia i gomiti sulle ginocchia, cercando di ritrovare il dominio di sé. Passano i minuti e finalmente, Rey si sveglia.
E si accorge della- piccola precauzione presa.
Naturalmente si ribella. L'avrebbe deluso in caso contrario.
-Ancora?-
Avverte il rancore nella voce, mescolato ad altro.
Un altro che gli strappa una reazione immediata.
-L'ultima volta che eri coscente mi sembrava fossimo ancora nemici.-
Rey sibila furiosa e schiaccia di nuovo la testa contro il cuscino. Vorrebbe chiedere perché diamine una cuccetta, la cosa più simile ad un letto si possa avere nello Spazio, debba avere degli stalli termocomposti per tenere fermo chi la occupa. Kylo Ren vede quella domanda rimbalzarle nella mente e deve trattenere un sorriso storto quando realizza sarebbe solo spreco di fiato.
Sei intelligente, ragazzina...
-Potrai anche portarmi dal tuo padrone. Non dirò nulla su dove si trova Luke Skywalker. Morirò piuttosto che tradirlo.-
...O forse no.
-Potresti dirmi qualcosa di meno ovvio?- ribatte infastidito. -Nella tua infantile ideologia sei prevedibile.-
Di nuovo, i suoi occhi chiari vorrebbero trapassarlo da parte a parte. Sono di un colore indefinibile tra il bruno e l'oro. Trasparenti come biglie di vetro.
Continua, ti prego. Guardami!
-Non mi hai detto perché mi hai voluto qui.-
-Non è di tua competenza saperlo.-
Rey stringe i pugni. Un lampo le storce i lineamenti minuti del volto, facendola sorridere ferina. La Forza urla ed erompe.
- Mi morderò la lingua e soffocherò nel mio sangue.-
Quale terribile, patetica minaccia! Eppure, invece di scemare sale con un' impennata violenta e satura l'aria. Kylo Ren dilata le narici.
-Provaci.-
Gli basta vedere uno scatto del labbro inferiore di Rey per reagire.


Non appena il bottone segreto per far sparire le manette viene premuto, Rey scatta seduta.
Cerca di respingerlo con la Forza ma sono troppi vicini perché la rabbia si apra lasciando posto al raziocinio. Le scappa una sorta di squittio nel venir afferata per i polsi e spinta con violenza contro la parete. Scalcia, l' energia invisibile che li ha legati dal loro primo incontro crepita e si scontra; invece di allontanarli, li getta uno addosso all'altra.
Rey avverte l'odore di pulito dei capelli di Ren. E quello del cuoio, del ferro che lo avvolgono come un mantello. Ha sulla faccia il suo respiro, ha la sua bocca tanto vicina da non poter far altro che fissarla.
Sembra così morbida.
Con uno sforzo immane, cerca di divincolarsi, di sfidarlo a gesti. E' la terza volta che sono tanto vicini. Lottano sempre: l'uno contro l'altra, ognuno contro se stessi.
-Dimmelo!-
Le urla addosso e quelle labbra piene, così sode ed elastiche, si contorcono per la rabbia senza riuscire a farle paura.
-Lasciami!- prova a sferrargli una ginocchiata ma rimane pur sempre una ragazza bassa e minuta contro qualcuno in grado di soverchiarla per altezza e stazza; impotente e frustrata, deve subìre l'assalto di tutto il suo corpo che la sta inchiodando contro l'acciaio. Il cuore le batte feroce contro il palato; spera di essere abbastanza forte per quando la colpirà.
-Dimmi di cosa ho paura!-
Ogni stilla di ribellione l'abbandona. Si è aspettata un attacco di tutt' altro genere.
-Non volevi saperlo- soffia concitata, prendendo tempo.
Un sogghigno ferino le risponde. -Stavi mentendo anche tu, allora.-
Come tutti. Come mio padre, mia madre.
Quello è un pensiero segreto e vola via come una farfalla impazzita verso Rey. Che lo afferra con delicatezza e si sforza di seguire l' esempio del suo Maestro.
Accogliere, senza giudicare.
-Sai che non è vero.-
Kylo Ren sente il corpo della ragazza farsi molle nella sua presa. Comincia a stringerle i polsi fino a sentire i muscoli delle dita dolergli e le ossa scricchiolare appena.
-Sto aspettando- sussurra. La sua voce è tagliente, certo ma ha una vibrazione strana. Non capisce perché ma Rey arriva a definirla...calda.
Non sa a cosa credere: la sta provocando per darle il colpo di grazia? Cerca la verità?
Può solo fare quanto ha imparato senza insegnamento. Lentamente, chiude gli occhi e interroga la Forza.
-Tu hai paura di non essere amato, Ben Solo.-
Un battito di ciglia.
Un secondo. Per saltare e sentire solo il vuoto del baratro.
La mano destra di Kylo Ren scatta dalle sue braccia al collo. Lo stringe ma senza fare male.
E' una carezza nascosta da un ordine. I muscoli sotto il palmo flettono e Rey alza il volto verso il suo. Vede il velo di sudore sull' arco di cupido, sente addosso e dentro la sua trepidazione .Un mondo rosso in tempesta le mugghia nel cervello.
No, ti prego!
Il grido silenzioso lo ferma a un millimetro dalla sua bocca, che si serra in una linea sottile e tremante.
Gli ha appena confessato cosa teme di più e ora è lei a respingerlo per una paura diversa: non riuscire a confessare quanto poco sappia di questioni dai nomi fumosi e incerti, collegati a scene viste da bambina, nascosta per non farsi vedere dai contrabbandieri di Jakku intenti a divertirsi con le donne al servizio di Hankur Platt.
-Aspetta!- Compie un gesto inaspettato:gli afferra le braccia, perché non la lasci.
Non dovrebbe desiderare nulla di quell' uomo ed è così. Lei vorrebbe. Lei vuole.
-Io...- balbetta cercando dentro di sé le parole giuste.
Non le trova. Perché a loro non occorrono. Deglutendo vistosamente, abbassa le palpebre mentre gli prende il polso destro, invitandolo ad aprire la mano.
Guardami.
Guarda dentro di me.

Kylo Ren indugia. Nemmeno nei suoi sogni più sfrenati ha mai contemplato la possibilità che fosse lei a concedergli la massima delle rese. Deve obbedirle; un altro gesto impensabile.
Quanto vede gli strappa un sorriso incredulo e una frase.
- Non voglio farti male. Lo senti, vero?-
-Io...Non so cosa sento.-
Kylo Ren torna a sovrastarla. Le tiene ancora i polsi bloccati e rabbrividisce nel percepire sotto l'altra mano lo scorrere impazzito del sangue.
Me.Devi sentire solo me, Rey.
Lo mormora con un fiotto di crudo desiderio dritto al centro della coscienza; la risposta di Rey lo avvolge con un alone di luce. La tentazione di catturarla tutta diventa un imperativo.
Scappa. Fuggi da questa seduzione!
Lo farebbe, se solo pensasse davvero che è sbagliato.
Attende e il pentimento non arriva. Aspetta di sentirsi dilaniato, distrutto dal rimorso ma questo rifiuta di palesarsi.
Tutto è sparito. Tranne Rey.
Rey che non ha mai baciato nessuno.
Rey che crede il bacio simile a un morso.
Rey che ha affidato questi suoi ricordi a un uomo con poca esperienza, troppo dedito al Lato Oscuro e agli scopi del Primo Ordine per conoscere gli aspetti più profondi dell' attrazione.
Kylo Ren ha cercato qualche lezione e doverosi sfoghi virili tra le braccia di compiacenti prostitute terrorizzate a dovere dalle sue esigenze: mai provare a spogliarlo, non osare nemmeno di pensare di poter chiedere una minima fonte di luce.
Il pollice sinistro della sua mano spinge con delicatezza sotto il mento di Rey, facendole sollevare il viso.
Ogni urlo dentro di lui si placa.
Finalmente.




A dire il vero, questo bacio presenta delle difficoltà difficili da immaginare fino a un secondo prima.
Sta' ferma.
Rey s'irrigidisce di colpo, le guance in fiamme. Crede di non poter avere più caldo di così ma subito dopo, Kylo Ren le sbuffa una risata contro la bocca.
Una. Vera. Risata.
-Stavi per mordermi.-
...Oh.
Scuse. Deve trovare scuse convincenti subito. -Pensavo...-
-Il tuo Maestro non ti ha insegnato che pensare non va bene? Devi solo sentire.-
E lasciar fare a me.
Ci vorrà pazienza. E potrebbe rivelarsi decisamente piacevole.
Comincia tutto con un soffio. Lento, prolungato, contro il suo labbro inferiore che sporge in maniera deliziosa.
La lingua v'indugia sopra, quel tanto che occorre per farle capire che stia cercando tenerezza e dandole sicurezza.
Viene ripagato con un lieve sospiro e la bocca di Rey che si schiude piano.
Prima, significativa vittoria.
Tutto quello che sente ora è- perfetto. Il calore del suo respiro già un po' corto, la consistenza delle sue labbra contro le proprie: sono incredibilmente morbide, per essere state a contatto con l'aria dei deserti di Jakku per tanti anni. Dovrebbe liberarla ma non è ancora il momento giusto; lei ha avuto per tento tempo potere sulla sua mente, sui suoi sogni. Un briciolo di soddisfazione è giusto prenderselo.
S'impone di rimanere calmo, di non avere fretta. La resa di Rey è una sensazione in crescendo di vertigine. Esita, è impacciata ma un guizzo d' intraprendenza la porta a ricambiare, seguendo i lievi movimenti con cui le sta insegnando cosa sia davvero un bacio.
E' ironico, persino assurdo che stiano imparando insieme.
Cominci a sentirmi?
...Sì.

Non sta mentendo.
La lingua smette di sfiorarla.
Il desiderio è una freccia di sensi che apre in due il flusso della Forza. Rey si sente sopraffare per un secondo, prima di venir percorsa da un' onda di ritorno.
Lasciami.
No.

Mugola praticamente nella sua gola la sua protesta ma è un suono sensuale, nuovo, capace di dare i brividi a entrambi.
Ti prego!
Una si spinge addosso all'altro e il bacio diventa naturalmente l'espressione violenta di un' esigenza diversa. Ancora carne, denti persino, lingua. La rivelazione dei loro veri bisogni.
Senza smettere di cercarlo, Rey strattona i polsi. E' infuriata nel sentire nella testa il divertimento di Kylo Ren nel resisterle. E' incredula nel percepire ogni più piccola cosa: le fibre della sua casacca, l'odore e il calore del suo corpo sotto i vestiti; il battito del suo cuore martella contro le costole e gli viene risposto con altrettanto vigore.
Ora sì. Sì, Rey.
Le braccia sono di nuovo libere.
Blocca il suo volto tra le mani, lo spinge appena lontano da sé.
La consistenza dei suoi folti lunghi capelli neri tra le dita la punta del naso aquilino contro quella del proprio la bocca tumida gli occhi lucidi il rossore delle guance scavate il fuoco acceso dietro lo sguardo la potenza della Forza la sua attrazione la sua voce nella testa la sua risata nella testa la pelle-
Tutto.
Questo tutto fluisce in lei. Una scarica d' informazioni e sensazioni che appiccano un incendio.
Kylo Ren - Ben Solo è attorno a lei in lei ed è lì per lei.
Questo ha voluto la Forza.
Non è altrettanto certa che essa voglia un altro bacio ma è certa di volerlo lei.




Quando riescono a separarsi, entrambi non hanno più fiato.
Le guance di Rey sono rosse, gli occhi brillanti. Così vicina a lui, Kylo Ren può notare le efelidi che baciano la pelle del viso.
Vorrebbe slegare quei codini uno a uno. Scorrere le dita tra i suoi capelli. Aprirglieli e sentire il loro odore. Fuoco, sabbia, sole.
-Il Supremo Leader continua a dire che sei pericolosa.-
-A meno che tu non riesca a trascinarmi nel Lato Oscuro, vero?-
La mano destra di Kylo Ren si chiude con violenza sulla sua spalla. -Pensi di sapere la verità. Non è così. Luke Skywalker ti ha mentito.-
Vorrebbe così tanto avvertire il tremore della paura. L' adrenalina di un fiotto di rabbia. Invece la ragazzina sostiene il suo sguardo con fermezza, alzando il mento. La Luce danza nella sua sfida incosciente, assorbe la sua oscurità, la rende una scintillante linea argentea. Un confine entro cui si sente libero da ogni oppressione e incubo.
-So molte più cose di quante pensi...Ben.-
Colpiscila.
La voce di Snoke sale, ribollente d' ira, dal buio che ormai segue Kylo Ren da anni. Rimane inascoltata.
-Pensi basti qualche moina per riportarmi tra le sottane di Leia Organa?-
Rey socchiude le palpebre, piegando appena il capo di lato.
-Da quando conosco tua madre non l'ho mai vista indossare un abito. E' un Generale. Una guerriera.-
Si rimette in piedi, subito imitata da lui.
-Non mi è stato detto da nessuno di riportarti a casa. Sono qui per te. Ho sentito la tua sofferenza o quella che credevo tale.-
-Vuoi dirmi che l' Ultimo Jedi ha deliberatamente rischiato la vita della sua unica, preziosa Padawan per obbedire a un richiamo della Forza?-
I pugni di Rey si serrano contro i fianchi. -Sì. Ci sono ancora molte cose che non conosco ma di alcune sono certa. Sei il suo più grande rimpianto.-
Lo scatto ferino con cui l'uomo la costringe a indietreggiare di un passo sa di disperazione.
-Come potrei dimenticarlo.Ho fallito. Io ho sempre fallito.-
La Forza avvampa di fiamme invisibili. Rey vede cosa sta per accadere un secondo prima del momento in cui Kylo Ren afferra la sua spada laser.
Un guizzo.
Una mano. Dita che aprono e stringono un polso forte e riescono nell' impossibile.
Kylo Ren è immobilizzato. Un anello bianco e cangiante che incappia ogni ombra.
-Cosa hai fatto?- sussurra incredulo.
-Non lo so. Io- io sentivo di doverlo fare.-
...Perché?
Perché non ho altra scelta.

Una spia rossa comincia a lampeggiare. Ren corre alla plancia, attiva l' Holonet e il radar. Impallidisce ma rimane impassibile.
-Devi andartene. Hanno scoperto che sono fuggito.-






L'assolutamente non rihiesto angolo dell' autrice: lo sapevate che questo capitolo doveva essere l'ultimo? Secondo voi è andata così?
La canzone citata a inizio capitolo è sempre di Loreena McKennitt, "Never ending road".
Dunque.
So che sono imperdonabile ma il tempo non è mai abbastanza quindi...venite tutti qui, lettori. Fatevi abbracciare. Fatevi sprimacciare per bene. Perché ve lo meritate. Siete in tantissimi, i vostri commenti mi emozionano e spero continuerete sempre di più a farmi sapere cosa ne pensate. A lunedì prossimo!

Maddalena




















 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 04 ***


4






 
When the dawn seemed forever lost
You show me your love in the light of the Stars






 
-Fuggito?-
Rey deve impiegare qualche secondo per comprendere cosa sta accadendo. L'adrenalina la sta ancora intossicando e le sue dita sembrano intenzionate a ricordarle per sempre cosa ha appena fatto.
Il calore della pelle di Kylo Ren attraverso i suoi guanti.Lo sente addosso, dentro il sangue, innestato ai nervi.
Adesso la sta ignorando, premendo una serie di comandi.
-Non si può lasciare la base del Supremo Leader con la semplice scusa di un giro nell' Orlo Esterno, ti sembra?-
Dovrebbe detestarlo quando la rende bersaglio della sua ovvia ironia.
-Ho dato coordinate false per questo viaggio. Mi sono garantito una finestra di tempo abbastanza ampia ma Snoke è potente nella Forza; avrà percepito il mio silenzio da quando sono partito.-
Si alza e torna a fronteggiarla. Lo sguardo è autoritario, impaziente.
-Il Lato Oscuro non ha i difetti che gli Jedi pensano. Essere convinti che solo nella Luce vi sia la verità è stato sempre il loro più grande peccato.-
Rey non ribatte subito. Cerca la sua staffa e vede che è stata riposta vicino alla cuccetta. Sempre in silenzio, dandogli la schiena, va riprendersela e la mette sulle spalle.
-Quanto tempo ho?- domanda ostentando una calma solo apparente.
-Quello bastevole a non far mai sapere che il Falcon è stato qui, se ti sbrighi.-
Sono entrambi arrabbiati; lui perché non vede colte le sue provocazioni, lei perché vorrebbe potergli spiegare quanto ha torto.
Il boccaporto viene aperto; Rey aspetta che la rampa tocchi terra prima di scendere di nuovo sul suolo di Venna.
L'intero viaggio è stato uno sbaglio ma quel momento preciso è il più sbagliato di tutti. Ha già compiuto cose di cui dovrebbe pentirsi; le sue labbra gonfie e arrossate glielo ricorderanno ogni volta che chiuderà gli occhi. La presenza incombente di Kylo Ren le preme invisibile sulla schiena.
Preoccupazione, risentimento, premura.
Sono tre sensazioni intrecciate strettamente tra di loro, così intense da turbare la Forza stessa.
Con uno scarto secco del busto, si volta indietro.
Eccolo lì, a meno di un passo dallo sfiorarla di nuovo. Si sono mossi insieme, ancora una volta, così consci delle proprie azioni reciproche da far male.
-Erano tutte menzogne quelle che ho sentito?- domanda in fretta, sperando di tenere a bada le lacrime che vorrebbero offuscarle lo sguardo.
Se mi mentirai, me ne accorgerò.
Non voglio farlo...
-
No, Rey. Vorrebbe dire che saresti tu stessa un' illusione.-
Si sente afferrare per i gomiti e trascinare contro di lui. Si lascia toccare, per trasmettergli che è vera, che sta tremando, che è preda di una confusione a cui non sa o non vuole dare un nome.
-La causa di tutto il dolore che hai sentito sei tu. Tu provochi in me il rimorso, la tentazione, il dubbio.-
Non sono complimenti le sue parole. Sono ferite aperte e carezzate dalle dita coperte di pelle nera che ora si stanno chiudendo a coppa attorno alle sue guance.
-Dovevo rivederti per capire.Senza battaglie. Senza schieramenti.-
Siamo solo...noi, ora.
Quella frase danza leggera tra le loro menti.Rey inghiotte il nodo che le ha chiuso la gola, chiedendosi se era questo che aveva sempre voluto dirle in realtà, tra la neve e il gelo del pianeta che ospitava la Starkiller.
-Mi odi ancora?-
-E tu?-
Tempo, prezioso e irrimediabile tempo scorre nel silenzio che li tiene legati.Deve compiere una vera e propria violenza su se stessa per fare un passo indietro e interrompere il loro contatto.
-Non posso farlo.-
Non ne sono in grado.
-
Tu vuoi essere come tuo nonno. Tu vuoi portare il vero Equilibrio nella Forza. Tu pensi che esso risieda nel Lato Oscuro ma non riesci a escludere il richiamo della Luce, perché possiede lo stesso segreto dell' Oscurità.-
S'interrompe battendo le palpebre con violenza un paio di volte. Porta la mano destra alla bocca, stupita e terrorizzata da quanto ha detto.
Un 'onda rovente la investe. Come il primo soffio che preannuncia una tempesta di sabbia.
E' Kylo Ren ad averla scatenata.
-Tu vuoi scoprire chi sei. Tu vuoi trovare uno scopo.- inizia a risponderle, la voce profonda percorsa da un brivido che riverbera fino nelle profondità dei loro cuori uniti. - Tu pensi di poterlo trovare accettando l' addestramento di Luke Skywalker. Nonostante questo non puoi escludere il richiamo dell' Oscurità. C'è il suo bagliore in te, circondato dalla Luce.-
Rey sente le spalle piegarsi, sotto il peso della verità.
Kylo Ren la imita.
I loro sguardi confusi, irosi, impauriti, impazienti li portano a uno scontro dove nessuno esce vittorioso.
Solo la Forza decreta il proprio trionfo. Li connette, li lega insieme,li fa reagire l' uno all'altra.
Si può essere sconfitti in molti modi, feriti in altrettanti. E' il loro ennesimo duello e come sempre, nessuno è stato capace di sopraffare davvero l' altro.
La ragazza prova a respirare normalmente.
Un altro passo per allontanarsi.
Un terzo per cominciare a correre.
Un quarto per sentire sulle guance il segno ustionante lasciato dalle lacrime.






 
Sistema di Ahch-To.
Primo Tempio Jedi.






 
Non è la prima volta che Chewbacca torna indietro con le ciotole della cena destinata a Rey intatte.
Non è la prima volta che lo Wookie lo bersaglia con uno sguardo penetrante e da voce allla sua preoccupazione.
Ormai Luke sa come tentare di tranquillizzarlo, tornando poi al suo pasto.
La sua allieva non ha aperto bocca da quando è tornata. Si sono guardati a lungo all' ombra del Millennium Falcon e poi, con l'ovvia sincerità di un dolore da tenere nascosto, Rey è sparita lungo la scabra scalinata che conduce al picco che sovrasta l'isola.
E' chiusa in meditazione da allora. Luke percepisce le vibrazioni violente che le sue emozioni irradiano nella Forza; sono talmente intense da essere pulsazioni febbrili, capaci di saturare di tensione l'aria salmastra.
E' l'annuncio di un cambiamento. L'arrivo di una tempesta attesa da molti anni.
Lo Jedi convive col peso delle aspettative da quando, ancora ragazzo, ha scoperto il suo destino. Imparare a gestirle, a farsele scorrere addosso incanalandole con l'istinto e accordandole alla sua innata capacità d' interagire con la Forza lo ha portato a saper convivere con quanto ha visto.
Ha commesso molti errori e alcuni di essi hanno cambiato volto, divenendo peccati. Quello che ha potuto fare è stato saper cogliere la loro effettiva utilità e il prezzo da pagare per poterli redimere.
Ha vinto, ha fallito, ha visto.
E ha dovuto pianificare, finendo col trovarsi a farlo alle spalle delle persone che ama per non ferirle ancora di più.
Dopo tanto tempo trascorso a disporre i pezzi confusi di un futuro intravisto nelle visioni, è arrivato il momento di contemplarlo nella sua interezza.




-Ben?-
Il bambino si è bloccato di colpo.
Stavano parlando, immersi nella luce del tramonto che baciava gli edifici dell' Accademia. I grandi occhi scuri, identici a quelli di Leia, fissano un orizzonte diverso, che Luke stesso non può vedere.
Occorrono diversi minuti prima che suo nipote batta di nuovo le palpebre; in quel lungo silenzio, lo Jedi ha visto un mare di emozioni increspare il suo volto. Incredulità, curiosità, persino commozione.
-Ho percepito qualcosa, zio.-
Ben non può ancora comprendere con precisione cosa abbia provocato un simile smottamento nella calma placida della Forza ma non è questo l'importante.
Luke sorride debolmente al sole morente.
La Notte più Lunga comincia sempre quando una candela viene accesa per sfidarla.





Le fiamme del fuoco acceso nell' antica Sala del Consiglio stanno cominciando ad abbassarsi, quando Rey compare sulla soglia. Ha gli abiti fradici, i piedi nudi. Il luogo della sua meditazione è stata la spiaggia di ciottoli.
Nessun livido stavolta, nessuna escoriazione. Solo il lampo di determinazione che renderebbe insopportabile per chiunque reggere i suoi occhi. Tranne un Cavaliere Jedi che ha compiuto la propria discesa nel Lato Oscuro per salvare il padre.
-Non posso più essere la tua Padawan.-
Questo era l'esordio di conversazione più inatteso.
-Perché dici questo?-
-Perché Kylo Ren ha ragione. In me c'è dell' oscurità, l' ha percepita. Sa che ne sono attratta.-
Cerca di rimanere calma ma una lacrima, una sola, svela quanto stia mentendo. Luke abbassa il capo e infila le mani nelle maniche della sua logora tunica.
-Siedi con me, Rey.-
Il suo sconcerto è un pizzicore insistente nell'aria tiepida che sa di sale. Non accetta subito l'invito, indecisa se chiedergli se ha compreso la portata della sua dichiarazione. Sta ammettendo di aver fallito, di non essere adatta, di essere ancora - come ha detto lui...- Rey di Jakku.
Si aspetta biasimo, di leggere delusione sul volto dell' uomo che non meriterebbe altri tradimenti. Il sorriso che le sta rivolgendo è incomprensibile e la confonde.
Prende posto con movimenti rigidi. Dopo le lunghe ore di meditazione, il suo corpo torna a farsi sentire con fitte di dolore alle gambe, lo stomaco contratto dalla fame, il freddo. Giura a se stessa che non si avventerà sul cibo, anche se il profumo del pesce cotto è invitante e ha scoperto di adorare i ricci di mare, la portata principale della cena di stasera.
-Ricordi cosa ti raccontai prima che tu avessi quei sogni?-
Il vero volto della Forza. Ciò che dimorava nella sua Luce e nella sua Oscurità. Un potere più grande, l'origine di ogni guerra, di ogni battaglia, di ogni rinascita e speranza.
-Quando qualcuno è in grado di compiere l'azione più estrema per amore, rinuncia al proprio io per un bene superiore. I Sith bramano la vita eterna e temono la morte più di ogni altra cosa perché scomparendo, perderebbero loro stessi, il loro corpo. Non hanno mai capito che segno lasci un sacrificio di tale portata.-
Rey si accorge di star trattenendo il fiato. Comincia a contemplare una verità semplice e insieme destabilizzante, il cui peso e portata rischia di distruggere quanto ha sempre creduto giusto.
-Ho creduto nell' amore di un padre più che nella Forza.- Gli occhi azzurri dello Jedi osservano il fuoco. Sta fissando altre fiamme, più vive e alte, mentre circondano le parti bioniche di un esoscheletro composto su una pira funebre. E' una visione potente e vivida; svanisce in un battito di ciglia.
-Io sapevo che in lui c'era ancora del buono. Lo sapevo da prima di scoprire che mia madre è morta esalando queste parole di speranza. Darth Vader ha dato la sua vita per salvarmi, ha rinunciato a ogni potere, a ogni conoscenza, a se stesso per tornare a essere Anakin Skywalker.-
Il mondo di Rey è stato già distrutto in precedenza.
Quando un oggetto gelosamente custodito ha cominciato a chiamarla.
Quando ha brandito quella spada laser strappandola al controllo di Kylo Ren. Ma lì, in quella nuova realtà, c'è stata sempre una distinzione tra Bene e Male. Un confine visibile e invalicabile, rivelatosi un' illusione dal momento in cui il servo di Snoke e la Padawan di Luke Skywalker si sono rivisti.
- Han Solo sapeva di dover morire per dare una possibilità di redenzione al figlio.-
Le viene risposto solo qualche istante dopo, senza uno sguardo a intercettare il suo.
-Hai trovato da sola la risposta.- C'è orgoglio nella sua voce. E rimpianto.
Rey prova a tornare a quel giorno.
La luce del sole sempre più fioca, la neve, il gelo dell' esterno del convertitore e il calore insopportabile che sale dalle viscere del pianeta.
Rivede il ponte sospeso, la nebbia rossa e laggiù, sole, due figure.
Padre e figlio.
Si sono parlati ma non sa cosa si sono detti. Troppo distanti Han solo si è avvicinato e poi-
Scuote il capo con violenza. - Perché ne era a conoscenza?-
-Sono stato io a svelarglielo.-
Il lento sospiro che libera chiudendo gli occhi rivela a Luke che Rey aveva già intuito come le avrebbe ribattuto.
-Io ti ho visto. Su Dakodana. Quando ho trovato la tua spada.- Parla a voce bassa, le palpebre chiuse. -Ho avuto delle visioni, che allora non potevo capire. Sei stato tu a consegnare parte della mappa di navigazione per questo pianeta a R2D2 e a inserire la sua modalità di risparmio energetico. Non volevi si scoprisse dove saresti andato se non dopo un tempo stabilito...-
La lista di rivelazioni sarebbe stata ancora lunga ma preferisce non infierire a parole. Anche il silenzio può ferire. Rey ammira il contegno con cui il suo Maestro incassa colpe e responsabilità; percepisce il fresco riverbero del suo sollievo ma non basta a farle cambiare idea.
Non é degna dell' addestramento offertole. Lei non potrebbe reagire con una calma simile e a mostrarglielo è stato il ragazzo, no, il giovane uomo che dovrebbe odiare con ogni goccia del proprio sangue.
-Hai imparato di persona che le visioni possono essere ingannevoli: mostrano la verità, certo ma vanno interpretate e accettate. Chi fosse abbastanza potente nella Forza da manipolare paure e aspettative, è persino in grado di crearne di false. E con esse, corrompere un cuore debole.-
Darth Sidious aveva irretito così Anakin Skywalker. Un sospetto urgente si affaccia nella mente di Rey.
-E' quanto Snoke ha fatto con...Ben? Gli ha fatto credere che non sarebbe mai stato accettato , che nessuno lo avrebbe mai amato davvero se non fosse stato in grado di superare le aspettative della sua stessa famiglia?-
Si è esposta. Totalmente. Luke affila lo sguardo e lo spettro di un sorriso torna a farle pensare di non aver fatto nulla per meritare una simile considerazione positiva.
-I vostri cuori sono legati.-
-Per questo non posso continuare a stare qui!- sbotta con voce acuta. -Sarei più utile al Generale Organa! So pilotare qualsiasi veivolo, sono un buon meccanico. Rivedrei Finn e Poe...-
-Ne sono certo. L'amicizia e gli affetti sono fondamentali. Saresti un validissimo elemento per la Resistenza e non avresti più le angosce che ti tengono imprigionata ora.-
Quel tono quasi mellifluo non la lusinga. L'ombra nera dello Jedi sembra inerpicarsi dietro le sue spalle, salendo pericolosa lungo le pietre della caverna.
-Riusciresti a sconfiggere il Primo Ordine anche a bordo di un X-wing. Non saresti più sola e potresti costruire la famiglia che non è mai tornata a prenderti. Ma è davvero questo ciò che vuoi?-
L'oscurità sembra esplodere intorno a loro. Rey la sente penetrare fin nelle ossa, dentro nella gola e un secondo dopo, tutto è finito.
Un fuoco morente, il fischio del vento, il fragore lontano delle onde.
E' stata una prova. L'ennesima del suo cammino di Padawan.
-No...Maestro.- sussurra. Scuote il capo. -Ma non posso ignorare quello che ho dentro di me.-
-Nemmeno Kylo Ren.-
Luke si alza. Sembra tornato l' anziano guerriero plasmato da ogni possibile ingiuria del tempo e della Galassia, forte e rassicurante insieme. Prende una ciotola colma di ricci di mare e gliela porge. Ammicca divertito nel vedere l' esitazione dell' allieva svaporare di fronte all' impulso della fame. Rey si getta sul cibo con la consueta, maleducata voracità per trovare sollievo e qualche momento di conforto senza pensieri.
-Lui sa guardare dentro di me. E- mi comprende.- Ha dovuto smettere di divorare il mollusco per dirlo e ora inghiotte con visibile frustrazione.
-Questo ti fa innorridire.-
Rey fa scattare le sopraciglia scure in alto e per la prima volta da quando è su Ahch-To, si concede il lusso di bersagliare Luke Skywalker con un' occhiata scettica.
-Una nuova prova?- domanda con tono ovvio, prima di riprendere a mangiare. Nessuno dei due parla più per diverso tempo, mentre lei finisce di far tacere il proprio stomaco, finalmente soddisfatto.
-La sofferenza che mi ha fatto sentire.- ammette pulendosi la bocca con il dorso della mano. Un gesto stanco. -Ha detto...che non era una menzogna. Sono io a causarla.-
-Perché tu lo comprendi, Rey. Lo hai visto uccidere il suo stesso padre eppure lo hai risparmiato. Sai di cosa sia capace ma se ti avessi negato il permesso di partire per l' Orlo Esterno, saresti scappata pur di cercarlo.-
Finalmente, Rey cede a un minuscolo grano di lusinga. Le sue spalle sono coperte solo da stoffa umida ma avverte comunque la gentile pressione della mano sana dello Jedi.
-Perché Han Solo ha accettato di sacrificarsi, Maestro?-
-Perché ha avuto fede nella Forza. E perché l'oscurità ha sempre un solo punto debole.- Luke prende un' altra ciotola tra le mani. -Basta una sola stella per sconfiggerla.



 
*




 
Sistema Mustafar.
Settore di Atravis.




 
-Qualcosa la turba, Caporale?-
L' Assaltatore reprime un brivido. E' un bene essere costretti a portare un elmetto per quasi tutto il giorno.
-Non ha parlato da quando lo abbiamo messo sotto scorta.-
Il suo superiore lo fronteggia. Gli occhi dietro il visore nero sono pieni di un'ironia che si può avvertire chiaramente nella sua risposta.
-Lo preferisce loquace?-
E' una considerazione legittima. Meglio un- sorvegliato speciale rassegnato e silenzioso, che un Primo Cavaliere di Ren in preda alla furia.
Le disposizioni, arrivate direttamente dall' alto Comando del Primo Ordine con l'avvallo del Supremo Leader, sono stati prontamente eseguite: scoprire dove fosse Kylo Ren e ricondurlo il prima possibile alla base segreta sorta nelle grotte del pianeta vulcanico di Mustafar, sede del più grande giacimento di una particolare lega metallica, il cui nome viene tenuto segreto da sempre.
La rotta di Tosste, un tempo usata per il commercio, è lontana da quella percorsa per raggiungere Venna con una squadra di caccia TIE. Manca ancora un' ora prima di vedere la superficie di fuoco del pianeta e i suoi mari di lava.
Kylo Ren non ha fornito alcuna spiegazione su cosa gli sia accaduto.
Semplicemente seduto al quadro comandi del suo shuttle, la maschera sul volto e il cappuccio calzato, non ha posto alcuna resistenza mentre un drappello di Assaltatori è salito a bordo per "controllare l' entità dei danni" causati dal danneggiamento al sistema idraulico di una delle ali.
Ciascuno sta recitando un ruolo: fingono non sia accaduto nulla ma ciò che resta dell' esercito del Generale Hux dopo l'implosione della Starkiller conosce la verità.
Il permesso alla partenza è stato dato dalla torre di controllo dell' incrociatore Finalizer. Il protocollo eseguito alla lettera: richiesta, controllo della rotta fornita, concessione. Anche se si è trattato del più fedele guerriero del Leader Snoke, la procedura è stata rispettata.
Il fatto più grave consiste nella completa sparizione, per quasi un giorno intero, di Kylo Ren. Non un segnale dai Radar. Non una comunicazione prima e dopo il balzo nella Velocità Luce.
Qualcosa di oscuro è accaduto, qualcosa inerente alla Forza e sono in pochi a capire cosa significhi. Uno di questi, il loro padrone e sovrano, non deve essere stato felice della decisione unilaterale presa dal suo allievo.
-Cosa gli accadrà?-
-Non ci riguarda. E' lui a essere sotto addestramento da quando è stato sconfitto dalla mercante di rottami di Jakku.-
Addestramento.
O come alcuni coraggiosi lo definiscono, punizione.
Devono solo riportarlo indietro. Al resto provvederanno altri.
Solo un dato è certo: nessuno vorrebbe trovarsi al suo posto. Pochi gradini sopra un' accusa di diserzione nel frangente migliore, di sospetto tradimento in quello peggiore.
Almeno il prigioniero di fatto pare comportarsi come la situazione richiede.
Si vocifera di una sua inclinazione ad espiare con dolore i momenti in cui il suo passato torna a reclamarlo, tentando di portarlo di nuovo sulla via ignomignosa della Luce. Commenti a mezza bocca da fare nei quartieri di contenimento, racconti fumosi di prove superate versando molto sangue per dimostrare la sua fedeltà al Primo Ordine.E' stato lui, in fin dei conti, a sterminare gli allievi della rinata Accademia Jedi; almeno, questo si tramanda dal giorno in cui Ben Solo ha distrutto il suo nome per acquisire con ogni diritto quello di Kylo Ren.
Ha deluso il suo mentore, gli ha nascosto delle intenzioni e sta per pagarne il prezzo.
Forse è vero; tutta colpa di un' anomalia nel sistema di volo, un momentaneo errore di rilevazione e ricevimento di segnale ma Snoke non è un capo comprensivo.
E i suoi interrogatori hanno fatto uscire di senno molti dei suoi stessi alleati, che non hanno saputo resistere alla sua invasione mentale.
Il buio cala all' improvviso e decine di scanner si accendono emettando un lugubre, insistente lamento di beep sincopati.
Il sistema operativo dello shuttle sembra essere impazzito di colpo.




Ha sempre pensato che la sensazione più orrenda da provare in una vita è sentirsi dilaniato.
Come lo è lui dal giorno in cui ha cominciato a capire come parlare, come relazionarsi con un mondo fatto di sole, della risata di suo padre, degli occhi scuri di sua madre.
Diviso costantemente tra ciò che è e vorrebbe essere, ciò che odia e insieme ama, ciò che vuole e insieme teme.
La Forza è sempre stata un caos intessuto di emozioni in contrasto e in guerra costante tra di loro. Un continuo sussueguirsi di battaglie a cui non si arriva a nessuna risposta.
Ora, Kylo Ren sa che esiste ben di peggio.
La mancanza.
E' seduto, sorvegliato a vista. Privato della sua spada laser, privato di metà del suo corpo, di metà della sua mente, di metà del suo cuore.
Tutto questo se n'è andato via con lei.
Sta per essere condotto al cospetto di Snoke nel più umiliante dei modi: disarmato e malvisto, oggetto di nuove critiche e illazioni. Freddamente, si è chiesto quanto saprà resistere al potere del suo Maestro e se il dolore terribile che proverà sarà valsa la pena d' infrangere gli ordini con l' incoscienza di un bambino capriccioso.
La risposta sa dove trovarla.
Sotto la maschera, Kylo Ren schiude appena la bocca. Il minimo spiraglio per permettere alla punta della lingua di scivolare prima sul labbro inferiore, poi sul superiore.
E' ancora lì.
Il ricordo del sapore di Rey.
I baci.
Le parole.
La loro unione, terribile e inesplicabile, nella Forza e in qualcosa persino oltre di essa. Una sorta di luogo segreto, grigio e ovattato, dove sono stati solo...
...Noi stessi.
Lo ha desiderato da quel duello nella neve.
Lo ha persino detto, senza capire. Ed ora è di nuovo in quel rifugio. Basta tenere gli occhi chiusi per accedervi e non sentire più paura per quanto accadrà.
Fin da ragazzino ha posseduto un talento per la meditazione anche se ha sempre sostenuto fosse facile sviluppare una tale inclinazione, quando rappresentava l'unico modo per trovare un angolo di pace dove non essere il figlio di Han Solo e Leia Organa, l'unico nipote di Luke Skywalker, il Predestinato di nome perennemente messo alla prova per dimostrare fosse vero.
Ha cominciato a contare in silenzio i suoi respiri, fino a sentire ogni muscolo, ogni organo vitale, muoversi fluidi con quel moto lento e inarrestabile. Ha concentrato i suoi pensieri su un solo punto fino a cancellare le voci degli Assaltatori, il ronzio del motore, le luci dei comandi.
Un luogo senza spazio o tempo. Fuori dall' Universo e insieme, nel suo fulcro.
E' lì, nel buio sterminato della Galassia, che esiste qualcuno in grado di comprenderlo. Di far tacere ogni paura, ogni demone.
E' strano, non può negarlo.
Il Supremo Leader Snoke gli ha insegnato che le paure, le passioni, pulsano sempre e mettono alla prova ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Per sconfiggerle bisogna combatterle, alimentarle, annientarle e poi ricominciare.
Perché adesso tutto sembra sbagliato? Persino perverso?
Perso nell' inizio di un nuovo tormento, Kylo Ren non si accorge subito del cambiamento in corso nel suo nascondiglio mentale.
Un chiarore inizia a nascere nelle profondità della nebbia che lo circonda. Anche questo è strano; non é circondato dall' oscurità che tanto ama e desidera; nemmeno da vera luce.
E ne è attratto. Il chiarore argenteo lo culla, conforta.
Non c'è emozione. C'é Pace.
Lo realizza in un battito di cuore.
Per la prima volta.
L'uomo compare davanti a lui dopo quella vertigine improvvisa e segreta. Un istante prima c'era solo il vuoto, adesso due occhi azzurri, un volto giovane; capelli chiari portati lunghi riempiono la visuale insieme a delle vesti che lo identificano chiaramente.
Un Cavaliere Jedi.
Vestito di nero, sotto la tunica e il cappuccio alzato.
-Ben.- Lo chiama. Le labbra non si muovono. E' una voce che scende dritta nella sua testa e causa esplosioni, lingue di fuoco, dubbi, altre domande dopo la quiete.
-Finalmente, Ben.-



 

*




 
Nel suo flusso eterno, la Forza non è mai uguale.
Interagendo con gli esseri viventi, è lo scorrere di un torrente impetuoso tra rocce che ne devia le correnti, creando mulinelli, cascate, tratti piani e tranquilli.
La Forza è simile alla Galassia: ammassi di stelle, nubi di gas, stelle appena nate e altre ormai morte che creano vuoti in una trama scintillante di nebulose.
La Forza è il modo con cui Luke Skywalker riesce a sentire la presenza delle persone che ama. Rispondono tutte al suo richiamo, anche se in maniera diversa.
E' questa risposta che ora ascolta, in piedi e solo nell' oscurità che precede una nuova alba, grigia e senza sole, su Ahch-To.
Rey finalmente si è addormentata. Non sta sognando e il battito costante, lento del suo cuore detta il ritmo della sua profonda meditazione.
La sua allieva è indefinibile.
Attratta dalla Luce, nata da un'esistenza tormentata e solitaria. Dovrebbe rifuggire ogni richiamo del Lato Oscuro.
Quell' ombra in lei, danzante come una piccola fiamma e sfuggente, rappresenta la sua rabbia, la sua più grande paura e alimenta una sete di rivalsa, il desiderio struggente di appartenere a qualcosa, a qualcuno, a un luogo.
Un potenziale enorme dal destino indecifrabile. Se prova a vedere nel suo futuro, lo Jedi vede solo un orizzonte argenteo privo di confini e immagini.
Sospira, tenendo gli occhi chiusi e cerca una vibrazione dal nipote.
Ben.
Kylo Ren.
Un buco nero turbinante di potere, ambizione e disperazione.
Nessun pilota è mai stato tanto privo di senno da sfidare il luogo più pericoloso dell' Universo, gettandosi nel cuore di una massa in grado di risucchiare persino la luce.
Nessuno, prima di Han. Che non ha esitato a compiere l' ultimo viaggio pur di dare una speranza a Ben.
Ed è stato lui a istigarlo.


-Accadrà?Davvero?-
-Sì.-
-Accidenti. Non mi dai nemmeno una speranza, eh?-
-Han, non mi sembra il momento di scherzare.-
-E tu sei troppo preso dal ruolo di Unico Martire della Galassia per capire che farei qualsiasi cosa per mio figlio.-
-Qualsiasi?-
-Non vorrai che io sia da meno degli Skywalker!-





Il mutamento arriva improvviso, violento, quando il ricordo si spegne in una staffilata di dolore.
Il tessuto irregolare della Forza si alza disegnando una divergenza. Ogni elemento presente nell' Universo urla, si contorce, si rompe, si fonde con è già stato distrutto.
Dietro i suoi occhi chiusi, Luke Skywalker osserva allarmato un intero universo di energie collassare: colori e sensazioni, sentimenti ed amozioni si sfaldano fino a diventare indistinguibili.
E' Ben la fonte di quella vera e propria esplosione.
E' il buco nero che lo rappresenta, nella mente dello Jedi, a fagocitare grida, lampi e tempeste. La mancanza di Rey, il tormento derivato dal loro legame e qualcosa che non riesce a vedere stanno producendo un varco nell' oscurità che si piega sotto l'incalzare della luce, fino a un riepilogo roboante che si comprime e spegne tutto in un unico battito di cuore.
Ora regna un silenzio d'argento.
Luke trema appena mentre torna a sentire il rumore dell' oceano rabbioso, metri sotto il picco dell' isola. In tutta la sua vita, non ha mai percepito un simile sconvoglimento.
La contorta, angosciante vibrazione che suo nipote gli strasmette è sparita.
Gli è stata nascosta.
Il vento cade per un istante e l'eco di un respiro molto vicino lo fa voltare di scatto.
A fronteggiarlo ci sono i suoi stessi occhi azzurri.
-Lo proteggerò, figlio mio.-



 
 
FINE




 
L' assolutamente non rischiesto angolo dell' autrice: *partono i titoli di coda sotto una roboante, nota overture, le luci in sala si riaccendono*.
Sì, questa volta siamo davvero alla fine.
Come Stranger that you dreamt it ha fatto da apripista a questa breve fan fiction, The dark night of the soul sta per portare la mia personale versione dello Star Wars universe a un' altra storia, a cui inizierò a lavorare tra due settimane.
Sono certa noterete dove ho cominciato a dare una mia interpretazione dei fatti accaduti nel Settimo Film; ci rimugino sopra dalla mia prima visione al cinema e le successive due, abbinate a diverse letture, deliranti ore spesi a fare teorie su teorie con gente pazza quanto me e del tutto priva di dignità residua, non hanno fatto altro che confermarle.
La canzone citata all' inizio è di Loreena McKennitt: "Dante's prayer", dall' album The book of Secrets. Siccome sono notoriamente impedita con qualsiasi cosa concerni il mettere link in un testo, vi lascio il piccolo onere di una ricerchina nel vasto Internet.
Nel salutarvi, cerco di mettere insieme alcuni ringraziamenti.
Alle mie Cavallerizze di Ben, donne che rientrano a ogni titolo in quanto detto sopra: Sara, Francesca, Abigaile, Elisa, Antonella, Irene, Flavia, Lucrezia e Harleen. Per i plot, per le risate, le foto sempre serissime di Adam Driver. In particolare, grazie a Ely e Fla; le nostre serate alla Tana del Gufo ormai sono materia di leggenda persino tra i cemerieri!
Grazie a voi lettori, a chi di voi a voluto lasciare un commento per farmi sapere di aver amato quanto ho scritto. Spero vorrete farmi sapere cosa pensate del finale.
Un abbraccio fortissimo e a presto.
May the Force be with you and remember....Reylo canon forever and ever. Amen!

Maddalena





























































 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3359362