Rocket Queen

di Geneve
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Quanto è scritto in questa storia non è reale nè a scopo di lucro

 

Stava piovendo e l'unico suono ad echeggiare nella via era quello dei miei stivaletti. Ero in ritardo, presi l'autobus e corsi veloce per le strade, fino a raggiungere quel maledetto locale. Appena entrai un tizio in divisa mi squadrò in modo sospettoso, tirai fuori dalla tasca dei jeans un biglietto e glielo porsi con un sorriso, mi lasciò subito passare sorridendo a sua volta. Davanti a me vidi un manifesto che ritraeva cinque ragazzi, dominato da una scritta nera: "Guns n' Roses". Li conoscevo, li conoscevo di persona. Quanto tempo era che non li vedevo? Eppure li seguivo smpre...

Il concerto stava per iniziare perciò decisi di predere posto tra le prime file, vicina ma non troppo in vista. La sala era gremita di persone felici, eccitate, euforiche, ansiose. Ma la più ansiosa di certo ero io. Spensero le luci, feci un profondo respiro e chiusi gli occhi. La gente stava andando in delirio, sentii le mie gambe tremare, temevo che mi cedessero, sentivo tutta l'energia della sala affluire nel mio corpo, per un secondo avrei voluto essere altrove. Quando riaprii gli occhi rimasi senza fiato e in fondo ero contenta di essere lì, di vederli di nuovo suonare... Slash, Duff, Steven, Izzy... e lui, soprattutto lui, il mio migliore amico, William Bailey Rose, ora per tutti Axl Rose.

Il concerto fu sensazionale, uno dei migliori che avessero mai fatto a mio avviso, forse perchè mi mancavano tanto, forse perchè in fondo stavo davvero bene lì, era quello il mio posto, in quella città, confusa fra la gente, immersa nel mio mondo, forse perchè aprirono il concerto con Rocket Queen, e anche se ora tutto questo mi sembra impossibile per un attimo pensai che quegli occhi, quegli occhi che mi conoscevano così bene e che io conoscevo altrettanto bene, si fossero fissati nei miei, per un istante... Uno sguardo profondo, uno sguardo che mi mancava da morire. Immaginai che stesse cantando così per me, soltanto per me, con tutta quella passione, come ai vecchi tempi. Ma erano solo fantasie. La performance si concluse con due canzoni nuove, due canzoni che non avevo mai sentito prima di quel giorno, due canzoni che, diciamocelo, erano uniche: Estranged e November Rain. Mi lasciarono sorpresa, shockata, soddisfatta e insoddisfatta insieme. Era impossibile spiegarlo e forse non era neppure razionale provarlo, ma era come essere morta e rinata un milione di volte in quella musica, in ogni singolo momento. Le emozioni si mescolavano, le sensazioni si sovrapponevano, dolore, amore, sincerità, inganno, tristezza, gioia, malinconia, e sempre quel costante senso di inappagabile necessità che mi lasciava storditita.

Quando il concerto terminò mi feci largo tra la folla, "o ora o mai più" pensai... E ci riuscii, la security, non so per quale bizzarra coincidenza, non mi notò, ed io entrai indisturbata nel camerino di Axl.

Era molto grande, le pareti erano candide e c'era un bel tavolo di legno chiaro al centro della stanza, con appoggiato un posacenere e una sigaretta lasciata a metà, ancora accesa, c'erano delle sedie e delle poltroncine di costoso velluto, una grande finestra che dava sulla città. Dalla stanzetta a fianco udii lo scrosciare dell'acqua. Decisi di rimanere ad aspettarlo guardandomi attorno. Comparve sulla porta, i capelli un po' bagnati e un asciugamano intorno al collo, le gote erano arrossate e sul petto nudo scorreva qualche goccia d'acqua. Non mi vide subito così lo chiamai -Billy- dissi, in quello che fu poco più di un roco sussurro, ma lui mi aveva udito lo stesso, si voltò verso di me incredulo -Layla?!- esclamò con una nota di incertezza, ma i suoi occhi tradirono un lampo di gioia nel vedermi, gioia che condividevo a pieno. Gli corsi incontro e lo abbracciai come un fratello che non vedevo da anni.

Questa non è la prima fic che scrivo, ma è la prima che pubblico, presto la completerò con il secondo capitolo, spero che vi piaccia perchè per me scriverla ha significato molto. Vi prego di recensire e darmi i vostri pareri in modo da potermi migliorare. Geneve

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Eccomi ad aggiornare. Ringrazio in anticipo chi leggerà questa fic (sperando che qualcuno ci sia)

 

 

-Come stai piccola?- mi chiese guardandomi -ogni volta che ti vedo sei sempre più bella-

Già. Ero bella, bella davvero, tutti me lo dicevano ma non davo mai peso alle parole di nessuno... tranne le sue. Perchè detto da lui era tutta un'altra storia, lui era schietto, diceva sempre ciò che pensava fregandosene di come ci restasse la gente... si, detto da lui era tutta un'altra storia. Mi guardai nel grande specchio appeso alla parete. Avevo un corpo snello, due gambe da modella, vita stretta, fianchi proporzionati, un seno non particolarmente grande ma ben visibile, labbra rosse come ciliege e una cascata di riccioli color nocciola, come gli occhi, mi solleticavano le spalle. Portavo un semplice paio di jeans sbiaditi e un top rosso, semplice, comodo ma sexy, come sempre. Avevamo entrambi 28 anni. Molti mi consideravano una bellissima donna, ma a me non importava pù di tanto, e lui, lui si era un bell'uomo con quei capelli lunghi che mi piacevano tanto, con quei pettorali appena accennati, con quegli occhi sconvolgenti e quella voce graffiante, ed era all'apice della sua carriera, ma per me, nel mio cuore,noi eravamo semplicemente Layla e Billy, io ancora la ragazza di molti anni prima, lui il mio migliore amico.

-Sto bene- risposi, non totalmente sincera, la verità era che mi era mancato da morire. -Tu come stai?-

rispose di stare bene anche lui ma sapevo che non era del tutto così, avevo il sospetto che con la band i rapporti fossero ancora più incrinati di prima e che le droghe non fossero ancora uscite dalle loro vite, lo vedevo, e non sapevo quanto avessi avuto ragione, non sapevo che quello sarebbe stato uno degli ultimi concerti per Steven.

-Sai che sei l'unica a chiamarmi ancora Billy?-

-Bè tu per me sarai sempre Billy, come quella sera che ti conobbi... Ricordi? Sono passati tanti anni... Eravamo solo sedicenni, quella giornata di novembre, quando pioveva.. Io mi ero da poco trasferita in città e tu non vedevi l'ora di andartene- Il ragazzo, ormai uomo, che stava davanti a me sorrise -Pioveva molto forte e io entrai nel locale in cui tu lavoravi... Tu eri la ballerina più bella e audace del locale. Non era mia abitudine frequentare locali notturni ma la tua danza sensuale e mai volgare mi colpì. Sembrava che fossi nata solo per danzare, incantavi tutti con i tuoi movimenti eppure per te non era niente più che un modo come un altro per guadagnare un po' di soldi. Ti avevo guardata per tutta la serata, in silenzio, e a volte anche tu avevi guardato me. Tornai il giorno dopo, e quello dopo ancora. Poi mi decisi a offrirti da bere, avevi accettato ma avevi ordinato solo una tonica con ghiaccio e limone. Avevamo iniziato a parlare e in poco tempo eravamo diventati praticamente inseparabili... Ogni sera venivo a casa a prenderti per accompagnarti al lavoro e quando finivi ti portavo a bere qualcosa, poi ti riportavo a casa. Avevamo molte cose in comune: entrambi scrivevamo canzoni, entrambi recitavamo ogni giorno una parte che non era la nostra, ed io stavo formando una band mentre tu desideravi tanto averne una, una tua band tutta al femminile... Rocket Queen... Mi sei mancata tanto, avevo bisogno di te. Già, chi si sarebbe mai aspettato certe sdolcinatezze da William Rose? Il bullo, William Rose-

-Scusami, sono tornata tardi, anche tu mi sei mancato molto e poi l'hai detto anche tu "Everybody needs somebody, you're not the only one" credo che quella canzone sia la cosa più bella che abbia mai sentito-

-Grazie, ci tenevo ad avere un tuo parere-

 

Ok fermi tutti. Chi sta pensando che questa sia una storia d'amore... bè si sbaglia di grosso. Noi non eravamo innamorati, eravamo solo amici, amici che qualche volta erano finiti a letto insieme, amici che si baciavano, amici un po' strani, ma solo amici. Lui per me era un po' il fratello maggiore che non avevo mai avuto e io... bè suppongo che anche lui mi considerasse un po' come una sorellina. Avete presente Il Giovane Holden? The Catcher in The Rye? Bè io ero un po' come la piccola Phoebe, la sorellina a cui Holden teneva tanto, la sorellina da difendere ma al tempo stesso la sua migliore confidente e l'unica in grado di farlo ragionare. A volte ci capiamo al volo anche senza bisogno di parole, come ai tempi della Hell House. Era arrivato davanti a casa mia una mattina e mi aveva detto di preparare la valigia perchè Los Angeles ci aspettava. Ci eravamo da poco trasferiti quando lui mi aveva presentato i suoi amici, che poi furono anche i miei. Il primo fu Izzy, che dopo Axl era quello che mi era stato più vicino. Mi piaceva stare con lui, era il più tranquillo della compagnia, il più razionale forse, il più solitario sicuramente, anche se parlavamo spesso; ogni tanto si alzava di punto in bianco e iniziava a scrivere qualcosa, qualche nuova idea, qualche nuovo testo, mi faceva sorridere. Poi c'era Steven, anche con Steven andavo molto d'accordo, ma fu il primo ad iniziare la sua opera di autodistruzione e nessuna supplica bastò a farlo smettere. Poi c'era Slash, Slash che aveva un carattere dominante, proprio come Axl. Inizialmente andavano d'accordo ma poi era un litigio continuo per quale idea dovesse prevalere, per chi fosse il leader migliore... Non avevamo mai legato molto, ma ci osservavamo sempre, ci studiavamo come due predatore e preda, e paravamo di rado ma in fondo mi mancò anche lui quando me ne andai. Poi Duff, che con la sua figura imponente sapeva sempre mettermi in soggezione e cogliermi di sorpresa ma a volte sospetto che lo facesse proprio per vedermi sussultare come una bambina e poi ridere insieme. Ricordo quegli anni, quando vivevo alla Hell House, come i migliori della mia vita. Poi tutto cambiò: arrivò il successo, la fama e la droga e per ultima arrivò Erin e vidi Billy innamorarsene e si sposarono. All'inizio sembrava andare tutto bene e fui felice per lui, sembrava proprio che la amasse, ma poi fra loro era un continuo litigio. Non erano fatti per stare insieme. Tante volte lui veniva da me la sera e mi chiedeva cosa fare, lui che era violento come una tigre, lui che per me era come un cucciolo smarrito, e mi confidava tutti i suoi pensieri, come sempre, e io come sempre lo consolavo, gli facevo passare le sbronze e curavo ogni sua ferita quando stava male. Sempre. E la band andava alla deriva e non capisco come facesse a essere così eccezionale la loro musica nonostante tutti i problemi. Divorziò con Erin e anche se non volle darlo a vedere per lui fu un duro colpo... E contemporaneamente Steven si stava allontanando sempre più, sapevo che non sarebbe ancora durato molto, ma non sapevo quanto. Si stava estraniando da tutti noi. Anche gli altri stavano prendendo una brutta strada. Prima cercai di farli ragionare, poi li supplicai e infine me ne andai. Codarda. Ma ci soffrivo troppo a vederli sgretolarsi sotto i miei occhi, senza sapere cosa fare. Continuai a seguirli, sempre, ma in silenzio, facendomi vedere sempre meno. Vegliavo su di loro ma non era più come prima, niente era più come prima. E probabilmente non me lo sarei mai perdonata di averli lasciati così.

Erano passati quasi 12 mesi dall'ultima volta che mi avevano vista. Non era mai trascorso così tanto. Mi mancavano da morire e non c'era giorno in cui non avevo pensato a loro e ad Axl, o Billy, come l'ho sempre chiamato e lo chiamerò sempre. E ogni volta che lo sentivo cantare e lo guardavo in quegli occhi da bambino con un barlume di follia rivedevo in lui quel ragazzino cresciuto troppo in fretta e non del tutto cresciuto, dietro quell'aria da duro e arrogante, dietro quella maschera di sicurezza che non toglieva quasi mai e quelle arie da prima donna rivedevo quella voglia di amare ed essere amato e quel bisogno di comprensione che aveva da ragazzo. E si arrabbia con sè stesso, lo so, ma non posso dirgli che il tempo guarirà tutto perchè non ne ho la certezza e non posso mentire, non a lui.

-Resterai almeno un po'?- mi domandò, riportandomi alla realtà, con quello sguardo dolce di quando abbassava le difese, quello sguardo che ormai aveva solo per me e sua sorella, Amy.

 

-dipende...- gli risposi anche se desideravo con tutta me stessa restare ma non sapevo se avrei potuto, se fosse stato giusto per entrambi.

Ti sei avvicinato a me e mi hai cinto la vita con un braccio, hai avvicinato le tue labbra alle mie, sfiorandomele in quello che si preannunciava essere un bacio. Ma non dovevi rovinare tutto, non volevo fuggire di nuovo, ti guardai con soltanto questa supplica sul volto. Ti sei scostato da me e mi hai guardato negli occhi. Avevi capito.

 

 

 

 

Tadaan finita!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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