LIBERO ME, LIBERI TUTTI...

di kuwari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO != ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Libero me, Liberi tutti...
 
CAPITOLO 1
 
La domenica era sempre un giorno particolare in ospedale, un giorno in cui parenti ed amici lo affollano per salutare e passare del tempo con i loro cari ricoverati.
C'era una gran confusione quella mattina, gente che andava, gente che veniva... Insomma tantissime persone che facevano assomigliare quel posto, in genere silenzioso ed abbastanza tranquillo, ad un mercato nell'ora di punta.
 
Cris: -Accidenti quanta gente...-
 
Leo: -Già! Vengono tutti a salutare i parenti ricoverati...-
 
Vale: -E' bello però che almeno un giorno si faccia visita ai malati...-
 
Cris: -Per me c'è troppa confusione...-
 
I ragazzi guardavano l'andirivieni nei corridoi osservando tutte quelle persone, uomini, donne, bambini, anziani che entravano ed uscivano dalle varie camere. Molti di loro portavano regali ai degenti riempiendo, per la maggior parte dei casi, le stanze di cose assolutamente inutili... Oppure portavano dolci che, molto spesso, i malati non potevano mangiare perché era stato vietato dai medici.
Quel giorno i Braccialetti si erano dati appuntamento nella stanza del Leader e del Vice-Leader e non in quella di Rocco come invece facevano di solito. Leo infatti aveva fatto il giorno prima la chemioterapia e, per evitare che si stancasse ulteriormente, avevano deciso di riunirsi nella sua camera...
 
Toni: -Buon giorno a tutti! Scusate il ritardo ma mio nonno è venuto a salutarmi e ho aspettato che andasse via...-
 
Leo: -Tranquillo Toni, tanto manca Davide...-
 
Vale: -Eccolo! Sta arrivando...-
 
Davide: -Con tutto sto casino si fa fatica a muoversi con sta cavolo di carrozzina!-
 
Leo: -Calmati Davide... Fra un po' andranno via tutti...-
 
Davide: -Mi hanno rotto! Non ne posso più! Perché non andiamo sul campo da basket sul tetto?-
 
Toni: -Si, si! Ci stò!-
 
Cris: -Io non posso... Ho la prova del peso...-
 
La ragazza abbassò lo sguardo... Odiava pesarsi, odiava la psicologa che scriveva su quella dannata cartella i suoi progressi o, il più delle volte, i suoi peggioramenti e non sopportava sua sorella che osserva quella tortura, rimarcando e sottolineando il fatto che non mangiava e che non aveva fatto miglioramenti!
 
Vale: -Se vuoi ti accompagno... Sempre se ti fa piacere...-
 
Il giovane si era offerto di accompagnare Cris, le piaceva da impazzire e voleva proprio passare del tempo da solo con lei...
 
Cris: -Davvero? Davvero verresti con me?-
 
Vale: -Certo!-
 
I loro sguardi si incrociarono... Vale amava Cris e per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa. Anche a Cris Vale piaceva, non sapeva però se era solo una cotta adolescenziale o qualcosa di più... Il suo cuore era infatti “tormentato” anche da qualcun altro... Lo sguardo di Cris si posò quindi su Leo che aveva ascoltato il dialogo degli amici senza dir nulla...
 
Leo: -Allora andremo solo noi tre!-
 
Cris: -Perfetto! Andiamo Vale!-
 
Cris si girò ed uscì seguita a ruota da Vale. La ragazza non lo aveva fatto vedere ma l'insensibilità di Leo la aveva ferita... Pensava che anche lui avrebbe voluto accompagnarla... Si era quasi aspettata che i due ragazzi “litigassero” su chi doveva andare con lei... Non che si augurasse o che volesse un litigio tra loro ma le piaceva essere un po' al centro dei loro pensieri ed essere “contesa”...
Sia per Vale che per Leo provava affetto, un qualcosa di non ben definito, il suo cuore era però molto indeciso e diviso... Vale era buono, gentile premuroso. Si offriva sempre di accompagnarla e di stare in sua compagnia. Leo, invece, era per certi versi, più duro e all'apparenza distaccato. Talvolta leggeva pietà nei suoi occhi, sopratutto non la capiva e non si sforzava neanche di comprendere il suo malessere, il suo stato d’animo e il motivo per cui non mangiava. La giudicava e questo Cris non lo sopportava!
 
Leo: -Allora andiamo!-
 
Lisandri: -E dov'è che vorreste andare voi tre?-
 
Leo: -Sul campetto! Per favore!-
 
Toni: -Ci dia il permesso...-
 
La dottoressa guardò i tre ragazzi e, dopo un attimo di indecisione, diede loro il “Permesso del Sole”, una sorta di pass che gli permetteva di andare sul tetto e passare del tempo all'aperto.
 
Leo: -Evvai!!-
 
Prima di uscire la Lisandri si rivolse a Davide facendosi promettere che non si sarebbe affaticato... La dottoressa era alquanto preoccupata per lui, lei e gli altri medici non avevano ancora ben capito cosa avesse e temeva che potesse avere un'altra crisi. Non aveva però vietato a Davide di andare con gli altri, sapeva che il ragazzino odiava l'ospedale ma l'amicizia con i Braccialetti lo aveva cambiato dal suo arrivo in reparto. All'inizio era scontroso, duro ed alquanto arrogante... Ora invece era più tranquillo e non si lamentava quasi più se doveva sottoporsi ad un esame...
Prima di tornare al lavoro e prima che quei tre partissero in quarta, la dottoressa richiamò da una parte Leo...
 
Lisandri: -Leo mi raccomando... Non ti affaticare, ricordati che ieri hai fatto la chemio... Inoltre, vedi di non fare affaticare neanche Davide. Parlo con te perché sei il più grande. Evitagli un qualsiasi tipo di sforzo... Preferirei che non venisse con voi ma non me la sento di dirgli di no...-
 
Il ragazzo poté leggere preoccupazione negli occhi della donna ed anche un po' di paura per quello che poteva accadere all'amico. Era la stessa paura che lui aveva provato quel giorno in ascensore quando erano rimasti bloccati. Davide si era sentito male, dopo una corsa si era accasciato al pavimento tenendosi la mano all'altezza cuore. Faceva fatica a respirare, era diventato all'improvviso molto pallido e diceva di avere delle fitte nel petto... Non sapeva come ma era riuscito a calmarlo e a fargli passare il dolore... Se non avesse avuto il sangue freddo probabilmente quella crisi non avrebbe avuto risvolti positivi.
Come Leader però Leo sapeva di essere responsabile per i suoi amici e, forse per questo motivo, era stato così lucido in quella circostanza.
 
Leo: -Non si preoccupi dottoressa! Non ci stancheremo! Cosa vuole mai che succeda?!-
 
Liasndri: -Bene... Grazie-
 
E così anche il Leader si avviò verso l'ascensore.
 
Davide: -Perché ci hai messo tanto? Che voleva la Lisandri?-
 
Leo: -Niente, niente...-
 
Una volta sul tetto i tre amici si appollaiarono al sole come delle lucertole usando degli strani occhiali gialli che Leo gentilmente “aveva preso in prestito” dal reparto oculistico…
 
Davide: -Ma sono graduati!-
 
Leo: -Non ti lamentare! E' già tanto se sono riuscito a trovare questi! E poi servono solo per il sole... Micca ci devi leggere!-
 
Davide: -E poi sono gialli!-
 
Toni: -E non ti piace il colore giallo?-
 
Davide: -Ma se sono orribili...-
 
Leo: -E su Davide! Non fare il difficile!-
 
La calma e tranquillità venne presto interrotta dall'arrivo di alcuni ragazzi più grandi che fecero il loro ingresso portando con sé un pallone da basket ed “invitandoli” a togliersi di là perché volevano fare una partita.
 
Davide: -E voi chi cazzo siete?-
 
Ruggero: -Ehi ragazzino chi ti credi di essere per parlarmi così?-
 
Quello che aveva parlato era Ruggero, un ragazzo di circa 20 anni. Era una sorta di “boss” per i compagni che lo seguivano ovunque andasse, proprio come nei clan mafiosi, quando il capo è sempre sorvegliato da guardie del corpo. Si era adirato ed aveva strattonato Davide per la manica. Non sopportava che un moccioso gli si rivolgesse così. Dal canto suo Davide non ci aveva pensato due volte ed aveva allontanato la mano di quell'idiota alzandosi dalla carrozzina. Odiava i prepotenti, non li aveva mai potuti soffrire! Sopratutto quelli come quel tipo, che si credevano chissà chi solo perché erano più grandi! Ma il Bello sapeva come farsi rispettare! A scuola era pieno di cretini del genere, che pensavano di poter comandare sugli altri ragazzi... Davide, però, non era certo il tipo che si faceva mettere i piedi in testa e, spesso, si ritrovava a discutere con loro! Ruggero stava per ribattere quando si intromise Leo.
 
Leo: -Ehi tu! Lascialo stare!-
 
Ruggero: -E tu chi saresti? Suo padre?-
 
Leo: -No! Ma se osi solamente toccarlo dovrai vedertela con me!-
 
Toni: -E anche con me!-
 
Ruggero: -Ma bene, bene... E voi due dovresti farmi paura? Uno storpio ed uno scemo?-
 
Davide: -Come li hai chiamati?-
 
Senza pensarci un attimo Davide si era avvicinato a Ruggero prendendogli il colletto della camicia e lo guardò dritto negli occhi!
Come si era permesso quello stupido di trattare i suoi amici in quel modo?!
Come aveva osato insultarli?!
Davide, quando si trattava dei suoi amici, non ne aveva per nessuno! Lo avrebbe preso a cazzotti ed avrebbe fatto a botte con quel tipo e con i suoi compagni se non fosse intervenuto Leo.
 
Leo: -Davide calmati!-
 
Sapeva che non doveva affaticarsi e quindi era intervenuto subito per placare quella che, sicuramente, sarebbe sfociata in una rissa.
 
Ruggero: -Non vogliamo problemi. Vogliamo solo fare una partita, quindi levatevi!-
 
Davide: -Ma levati tu!-
 
Leo: -Siamo arrivati prima noi e quindi non ce ne andremo!-
 
La situazione stava scivolando di mano, a Davide quindi venne in mente un'idea per liberarsi di quei tipi.
 
Davide: -Potremmo risolvere la questione con una sfida... Che ne dici?-
 
Toni: -Cosa?-
 
Leo: -Ma che dici Davide?-
 
Ruggero: -E' una bella idea ragazzino... Non sapevo che sapessi giocare... Va bene! Faremo una partita. Chi vince potrà usare il campo, chi perde se ne va!-
 
Davide: -Eccome se sono bravo! Sono il migliore della mia scuola!-
 
Davide e Ruggero si guardarono intensamente negli occhi. Si stavano sfidando, nessuno dei due voleva perdere. Sembravano i capi di due bande rivali che si contendono il quartiere...
 
Ruggero: -Allora cominciamo!-
 
Davide: -Aspetta! Noi non abbiamo mai giocato insieme... Dacci almeno mezz'ora per allenarci!-
 
Dopo un attimo di esitazione Ruggero concesse loro di allenarsi ed andò via lasciando i Braccialetti soli...
 
Leo: -Davide ma si può sapere perché gli hai proposto la sfida?-
 
Davide: -Perché volevo far tacere quell'idiota e non mi è venuto in mente nient'altro!-
 
Toni: -Ma almeno sai giocare! Io non ho mai fatto una partita...-
 
Leo: -Nemmeno io... Oh raga io sono proprio una pippa!-
 
Davide: -Veramente ragazzi neanche io me la cavo benissimo... Anzi proprio per niente a dir la verità...-
 
Leo: -Cosa?-
 
Davide: -Preferisco il calcio! Lì si che sono il numero uno!-
 
Toni: -Che fatto sulla carrozzina viene na' bellezza...-
 
Leo: -C'è poco da ridere ragazzi... E poi tu Davide non devi affaticarti!-
 
Davide: -Che palle Leo!-
 
Leo: -Che “palle no” Davide! E se ti senti male?-
 
Davide. -Uffa Leo! Smettila di preoccuparti! Non sei mia madre! Ci vogliamo o no allenare? Fra un po' ritornano quelli e di certo non voglio perdere!-
 
Leo pensava che Davide fosse davvero un incosciente... Non si preoccupava minimamente della sua salute! Era rischioso per lui ma sembrava che non gli importasse nulla delle conseguenze. In quel momento aveva in testa solo quella stramaledetta partita e a nulla valsero i suoi discorsi o quelli di Toni...
 
Davide: -Leo, Leo! Mi ascolti? Che fai ti alleni o no?-
 
Il Leader guardò gli occhi di Davide, vide come del fuoco e capì che niente e nessuno lo avrebbe fermato... Si girò verso Toni e, dopo un attimo di esitazione, disse che era pronto.
 
 
Angolo MIO:
 
Ma ciaoooooooooooo!!!!
Eccomi qua con una nuova fanfiction sui Braccialetti!!! Anche se l’altra mia ff non è ancora terminata, ho deciso comunque di iniziare questa nuova storia…
In questa c'è anche Davide! :) :) :) E' vivo e vegeto e non un fantasmino o spiritello!!
Nella prima parte descrivo semplicemente qualche scena della serie tv, dopo però la storia prenderà una piega completamente diversa con “nuovi” personaggi! Nel primo capitolo ho descritto più o meno la scena del balcone, quando Leo, Davide e Toni sfidano Ruggero e company. E' una delle mie scene preferite in Braccialetti Rossi!!! :) :) Ma quanto ho riso!!!
Non vi dico di più però... Non so ancora quanti capitoli ci saranno...
Qualcuno sa i nomi del dottor Alfredi o del papà di Davide?? Perché altrimenti tutte le volte devo scrivere -Alfredi- e -papà di Davide-...
Spero che il primo cap vi sia piaciuto!!!! Come vedete:) Nel prossimo cap. invece l’attenzione sarà su Vale e Cris...
 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


CAPITOLO 2
 
Vale e Cris intanto erano dalla psicologa della ragazza, la dottoressa aveva stabilito di pesarla ogni domenica per constatare se c'erano stati miglioramenti o no...
Cris stava tremando, odiava dover sopportare quella tortura tutte le settimane, odiava vedere la dottoressa prendere appunti senza dire una parola. Sicuramente la giudicava e la riteneva solo una ragazzina stupida e viziata! La odiava, odiava quel posto e quelle sue dannate regole! Sarebbe voluta scappare via, lontano da tutti e da tutto, lontano dal dolore e da quell'angoscia che provava tutte le volte che le portavano un pasto...
Era una tortura dover mandare giù “quella roba”, sentire quel miscuglio schifoso scendere giù attraverso la gola e poi guardarsi allo specchio e scoprire di essere, nonostante tutto, brutta e grassa! Ma non era solo questo il motivo per cui si ostinava a non mangiare, non sapeva darsi una spiegazione, ma c'era dell'altro... Qualcosa dentro di lei le diceva che mangiare era uno sbaglio ed un errore...
 
Psicologa: -Forza Cris... Vieni sulla bilancia...-
 
Passarono alcuni interminabili istanti in cui il suo sguardo passò dalla dottoressa a quello “strumento infernale”.
Era tesa, tesissima, sapeva che se non aveva messo su un po' di peso le avrebbero vietato di vedere i suoi amici. L'avevano ricattata per costringerla a mangiare!
Vale le prese ad un certo punto la mano e Cris si girò verso di lui. Gli stava trasmettendo la forza necessaria per fare quel dannato passo verso la bilancia.
Dopo un profondo respiro si decise.
Cris trattenne il fiato e tenne gli occhi chiusi per non vedere il suo ennesimo fallimento.
 
Psicologa: -E' incredibile!-
 
Cris: -Cosa?-
 
La ragazza lo chiese con un filo di voce, preoccupata ma anche curiosa di conoscere l'esito.
 
Psicologa: -Hai preso un chilo Cris! Hai preso un chilo!-
 
Cris: -Davvero??-
 
Nessuno in quella stanza ci credeva! Tutti erano molto sorpresi dall'ottimo risultato della giovane. Da quando era arrivata in ospedale non aveva mai preso neanche un grammo, ora invece era addirittura un chilo!
Se fino a poche settimane prima Cris si sarebbe disperata “per essere ingrassata” ora, invece, era felice! Non capiva come aveva fatto a mettere su peso ma era contenta per quella sua piccola vittoria!
Anche Vale era al settimo cielo! Finalmente vedeva uno spiraglio di luce nel futuro della ragazza.
La psicologa scrisse il responso sulla cartella e poi guardò i due giovani, capì che c'era del tenero fra di loro. Intuì che forse il miglioramento di Cris era proprio dovuto all'amicizia con quel ragazzo e con gli altri con cui aveva formato il gruppo dei “Braccialetti Rossi”.
L'amicizia ed il sostegno che aveva trovato in quei giovani la avevano aiutata... Il traguardo per la guarigione era ancora molto lontano e non privo di insidie ma non impossibile da raggiungere...
Erano felici, entrambi lo erano... Andarono su un piccolo balcone e guardarono oltre la ringhiera ed osservarono il mare difronte... Cris era felice come non lo era da tanto e si sentiva libera e leggera... Vale la guardava, guardava il suo viso, i suoi occhi, i suoi capelli che si muovevano sotto il venticello che tirava.
Mai come in quel momento avrebbe voluto baciarla, assaporare quelle dolci labbra per sentire il loro sapore. Divenne rosso e la cosa non passò inosservata a Cris.
 
Cris: -Che hai?-
 
Vale: -Niente, niente... Sono contentissimo per te Cris! Sei stata bravissima!-
 
Cris: -Non credevo di farcela. Ero terrorizzata ma la tua presenza mi ha dato forza e coraggio... Grazie Vale-
 
Mentre parlava Cris si era inchinata verso il compagno. I loro visi erano vicinissimi, potevano sentire il respiro l'uno dell'altra, i loro nasi si sfiorarono fino a quando le labbra non si toccarono...
Fu un bacio dolce ed innocente che durò pochi secondi ma fu comunque molto intenso...
Quando si staccarono si guardarono, erano felici e confusi... Era un momento magico ed indimenticabile che venne però interrotto...
 
-Cris allora sei qui! Ho parlato con la psicologa e mi ha detto tutto! Complimenti! Sono molto orgogliosa!-
 
Chi aveva parlato era Carola, la sorella maggiore di Cris. Lei era l'unica che la veniva a trovare, i suoi genitori infatti si rifiutavano di venire in ospedale. Cris non lo dava a vedere ma soffriva per quella situazione... Le mancavano, anche se con sua mamma litigava spesso e suo papà lo vedeva di rado perché sempre in viaggio per lavoro...
 
Vale: -E' vero! E' stata molto brava...-
 
Carola: -Oh scusate non volevo intromettermi... Ho interrotto qualcosa?-
 
Cris: -No, no... Stavamo tornando in camera... Carola ti ricordi di Vale?-
 
Carola: -Certo! E come potrei scordarmi di lui... Non dopo il modo in cui ti ho trattato...-
 
Vale: -Non ti preoccupare...-
 
E così i tre si avviarono verso la stanza di Cris.
Nessuno dei due giovani voleva per il momento rivelare quel piccolo segreto, volevano tenerlo tutto per loro. Se da una parte però Vale era al settimo cielo, dall'altra Cris era alquanto confusa... Si chiedeva se avesse fatto bene a baciare Vale, se lo aveva fatto perché gli piaceva veramente o se era stato stato un gesto istintivo, nato lì solo perché c'era la giusta atmosfera... Aveva mille dubbi in testa, già piena di tante domande...
Si chiedeva come l'avrebbe presa Leo e se si sarebbe arrabbiato...
Perché pensava a lui?
 
Perché fra tutte le persone gli importava solo del suo giudizio?
 
Vale: -Tutto bene Cris?-
 
Cris: -Cosa? Ah si... ero sopra-pensiero... Chissà che fanno gli altri...-
 
Molto intelligentemente Cris spostò la conversazione su un altro argomento, non aveva voglia di affrontare ora la questione e di parlare di quel bacio, non voleva pensare a nulla. Voleva solo rilassarsi... 
Carola, che non aveva la minima idea di quello che era capitato, propose di fare una partita a carte.
 
Vale: -Per me va bene!-
 
Cris: -Guarda che è bravissima... Vince sempre! Non c'è gusto a giocare con lei!-
 
E così giocarono per un bel po', trascorsero un sereno pomeriggio tra risate e chiacchere. Parlarono del più e del meno e per un po' dimenticarono il fatto che si trovavano in una camera di ospedale...
 
ANGOLO MIO
Ecco il secondo cap!!!! Spero vi sia piaciuto! :) :)
 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3
 
Nel frattempo sul tetto Leo, Toni e Davide stavano cercando di allenarsi per non perdere la sfida con Ruggero e compagni...
 
Leo: -Ragazzi così non va... Se continuiamo a giocare in questo modo mi sa che ci fanno neri...-
 
Inutilmente avevano cercato di fare canestro ma tutti i tiri andavano sistematicamente fuori... Ad un certo punto però si accorsero che l'unico che riusciva a buttarla dentro era Toni.
 
Leo: -Però! Non sapevo che sapessi giocare Toni!-
 
Ruggero: -Allora! Siete pronti o no a fare una figuraccia?-
 
Leo, Toni e Davide si voltarono verso il proprietario di quella voce.
 
Leo: -Ci manca un arbitro! E senza non sarebbe una vera partita...-
 
Toni: -Giusto!-
 
Ruggero: -E va bene... Sandro va a trovarne uno!-
 
Il ragazzo si rivolse ad un dei suoi “scagnozzi”.
 
Ruggero: -Non vi dispiace vero se ci vai lui a cercarlo? Non vorrei che voi ne trovaste uno di parte..-
 
Leo: -Per noi non ci sono problemi!-
 
Non passò molto che Sandro tornò portando con sé la persona che avrebbe arbitrato.
 
Sandro: -Purtroppo ho trovato solo sto vecchio!-
 
Leo: -Nicola?-
 
Nicola: -Ciao Leo! Il tuo amico ha detto che cercava qualcuno per una partita da arbitrare. Non ne so molto di basket ma, quando ha detto che c'eri tu e i tuoi amici, mi sono offerto!-
 
Ruggero: -Se avete finito di parlare cominciamo!-
 
La partita iniziò. C’era un sole cocente e si moriva letteralmente di caldo...
 
Ruggero: -Vi vedo affaticati ragazzi... Se volete la interrompiamo qui! Tanto il risultato parla chiaro...-
 
Davide: -Anf... Anf...Ti piacerebbe... Anf...-
 
Leo: -Davide fermati! Hai il fiatone e hai una cera che proprio non mi piace!-
 
Davide: -No! Sto bene... Anf...-
 
Ruggero: -Forse dovresti dare ascolto al tuo amico...-
 
Davide: -Fatti gli affari tuoi!-
 
E così continuarono. Per i Braccialetti non stava andando molto bene, il risultato infatti, a pochi minuti dalla fine, era a favore di Ruggero e i suoi.
 
Leo: -Raga che facciamo?-
 
Davide: -L'unica è passarla a Toni! Te la senti?-
 
Toni: -Certo, certo!-
 
Non si sa come ma la partita ebbe un' esito imprevisto e diverso da quello che ci si attendeva... I Braccialetti riuscirono a ribaltare il risultato e, all'ultimo secondo, Toni la mandò dentro decretando la loro vittoria!
Anche Nicola gioì per loro! Era contento che avessero vinto loro e non quegli antipatici!
 
Leo: -Bravissimo Toni! Sei un grande!-
 
Nicola: -Complimenti ragazzo! L'ultimo tiro è stato fantastico! Ma come hai fatto?-
 
Toni: -Modestamente sono il Maradona della pallacanestro!-
 
Ruggero: -Avete barato! Quel vecchio vi ha favorito!-
 
Leo: -Qui non ha barato nessuno! Accetta la sconfitta e vattene!-
 
Ruggero: -Voglio la rivincita!-
 
Nicola: -Ragazzo devi mantenere la parola data... Avete perso, quindi lasciate il campo a Leo e ai suoi amici!-
 
Ruggero stava ribollendo di rabbia! Non sopportava l'idea di aver perso contro quel branco di mocciosi!
 
Ruggero: -Non finisce qui!-
 
Sandro: -Mi sa che il vostro amico non sta troppo bene...-
 
Sia Leo che Toni si voltarono istintivamente verso Davide. Si teneva il petto e respirava davvero a fatica, si era sporto in avanti per cercare di placare un po' quel dolore. Aveva gli occhi chiusi da cui però scendevano comunque delle lacrime.
 
Leo: -Davide che succede?-
 
Toni: -Davide, Davide!-
 
I due ragazzi gli si fecero subito accanto! Continuava ad ansimare vistosamente. Tremava e sudava contemporaneamente!
 
Nicola: -Fatelo stendere su quella specie di panchina lì all'ombra! Presto!-
 
Leo e Toni allora aiutarono Davide ad alzarsi dalla carrozzina non senza difficoltà, visto che non si teneva in piedi, e lo misero sdraiato sopra la felpa che Ruggero si era tolta ed aveva posato su quella superficie ruvida e dura.
 
Leo: -Davide mi senti? Davide!-
 
Il ragazzo e Toni gli si misero a lato e cercavano inutilmente di calmarlo, parlando, o cercando di parlare il più calmo possibile, per cercare di tranquillizzarlo.
Quella crisi però sembrava non volersi placare, Davide continuava ad agitarsi e si contorceva sempre di più dal dolore. Ad un tratto aprì gli occhi, ora scendevano copiose lacrime che gli annebbiarono completamente la vista.
Cercava di dire qualcosa ma il dolore era così forte, intenso e lancinante che non riusciva ad emettere neanche un suono...
 
Leo: -Shh, shh... Calmati Davide. Vedrai che fra un po' passa tutto-
 
Toni: -Si calmati!-
 
I due amici continuavano a stargli vicino, cercando di infondergli forza e coraggio.
 
Leo: -Respira piano Davide. Inspira ed espira... Ecco... Così... Proprio come quella volta in ascensore... Bravo!-
 
Il Leader cercava in tutti i modi di tranquillizzarlo, sapeva che se Davide si fosse agitato ulteriormente la situazione poteva precipitare.
Davide stava facendo quello che Leo gli diceva, inspirando ed espirando. Teneva i pugni chiusi, sui quali Toni gli faceva delle piccole carezze per fargli sentire la sua presenza.
 
Toni: -Bravissimo Davide!-
 
Sia Leo che Toni era molto preoccupati e spaventati per le condizioni di Davide, avevano paura ed erano terrorizzati!
Ad un tratto, però, Davide riprese ad agitarsi, il dolore era tornato più forte di prima che lo fece nuovamente contorcere.
 
Leo: -Andate a chiamare qualcuno! Presto!-
 
Leo urlò rivolgendosi ai ragazzi sul terrazzo! Sandro andò alla porta ma...
 
Sandro: -Non si apre! E' bloccata!-
 
 
Angolo MIO:
 
Buon dì!!! Spero che i primi 3 capitoli vi siano piaciuti!!! :) :) Mi dispiace se non sono tanto lunghi ma in questo periodo ho veramente pochissimo tempo per scrivere…
Ringrazio chi ha messo la ff tra le preferite e le seguite!!! Alla prossimaaaaaaaaa
 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4

 

Cris: -Uffa Vale ma non è giusto! Hai vinto ancora! Non bastava Carola... Ora ti ci metti anche tu ad umiliarmi a carte!-

Vale: -Non te la prendere... Mi sa che è la fortuna del principiante!-

Cris mise un finto broncio. Non aveva vinto una sola partita quel pomeriggio ma era comunque serena e felice, così tranquilla che aveva addirittura spiluccato alcune caramelle senza che se ne accorgesse. Le aveva mangiate senza pensarci, le aveva scartate e le aveva messe in bocca, come se quello fosse un gesto abitudinario. Sia la sorella che Vale lo avevano notato, si erano scambiati uno sguardo ed avevano di nascosto sorriso, contenti per quell'atto di Cris.

Carola si rendeva conto che Vale, ma più in generale tutti i suoi amici, avevano e stavano tutt'ora aiutando Cris; in brevissimo tempo la ragazza aveva fatto passi da gigante ottenendo ottimi risultati!

Carola: -Ragazzi scusate ma devo proprio andare...-

Cris: -Ma come? Di già? Non puoi rimanere ancora un po'?-

Era forse la prima volta che Cris domandava alla sorella di restare, di solito la salutava e poi si catapultava dai suoi amici... Ora invece quasi la supplicava di non andarsene.

Carola: -Purtroppo devo proprio... Ma domani giuro che torno!-

Criss: -Promesso?-

Carola: -Promesso!-

E così le due sorelle si abbracciarono. Fu un abbraccio vero, sincero e non solo un gesto di circostanza.

Vale osservò quella scena, sapeva che tra le due i rapporti non erano idiliaci, Cris iene aveva parlato spesso... Ora però era davvero felice per loro!

Dopo gli ultimi saluti Carola se ne andò lasciando i due giovani.

Il silenzio durò poco, entrambi sapevano di dover parlare di quello che era capitato in balcone, non potevano rimandare oltre.

Cris: -Vale... A proposito di quello che è successo prima in terrazza...-

Vale: -E' stato bellissimo Cris! Non trovi?-

Cris: -Si... Però...-

Vale: -Però cosa? Hai dei ripensamenti? Ho forse sbagliato?-

Cris: -No,no... Volevo solo dire che magari potremo per il momento non dire nulla agli altri... Tenerlo tutto per noi-

Vale: -Va bene... Come vuoi-

In realtà Vale avrebbe voluto urlarlo ai quattro venti, era felice di stare finalmente insieme a Cris e, sinceramente, non capiva la riluttanza della ragazza a non voler dire nulla ma decise di fare come voleva lei.

Dal canto suo Cris non era molto propensa a sbandierare in giro l'accaduto, non le piaceva far sapere i fatti suoi alla gente ed essere al centro di eventuali pettegolezzi...

Questo era quello che pensava o che credeva di pensare... In realtà non voleva dire niente perché non voleva che Leo lo sapesse... Questi suoi pensieri però rimasero tali, non confidando nulla a Vale. Non poteva di certo dirgli che non voleva che Leo ne venisse a conoscenza perché un po' gli piaceva!

Questa ultima consapevolezza fece preoccupare non poco Cris! Si rendeva conto che, forse, aveva fatto una vera cavolata baciando Vale! Non poteva tornare indietro e cancellare quel gesto e non poteva neanche dire a Vale che quel bacio non contava nulla, che era stato un gesto istintivo senza un seguito, perché non era assolutamente vero che non significava niente! Ora come ora però non poteva e non voleva dir nulla... Non voleva farlo soffrire, non dopo che lui la aveva aiutata tante volte!

Per il momento quindi preferì tenersi tutto dentro. E semplicemente sorrise.

Vale: -Ti va se andiamo dagli altri? Ormai dovrebbero essere tornati. E molto che sono sul campo di basket e non credo che la Lisandri li abbia lasciati tutto questo tempo...-

Cris: -Certo! Magari sono già in camera di Rocco...-

E così si avviarono verso la stanza dell'amico, convinti che lì avrebbero trovato Leo, Davide e Toni... Giunti però constatarono a malincuore che c'era solo il più piccolo del gruppo con Piera, la sua mamma.

Piera: -Ciao ragazzi!-

Vale: -Salve! Sa se Leo, Davide e Toni sono tornati? Erano sul tetto a giocare ma non sono ancora rientrati...-

Piera: -Io è da un po' che sono qui ma non li ho visti... Forse sono in camera tua Vale...-

Cris: -Forse ha ragione!-

Vale: -Forse... Grazie!-

Piera: -Di niente ragazzi!-

La donna guardò i due allontanarsi. Era grata a loro e agli altri per quello che facevano per Rocco. Nonostante fosse in coma ormai già da otto mesi, loro gli erano amici e lo avevano anche fatto entrare nel loro gruppo! Non lo avevano rifiutato o emarginato e neanche passavano del tempo con lui perché erano in un qualche modo obbligati o costretti. Semplicemente continuavano a dire di essere suoi amici, che senza Rocco il gruppo non poteva esistere, che lui era l'Imprescindibile...

Toni diceva spesso che lui poteva parlarci, o meglio che lui ascoltava quello che il figlio diceva dal limbo in cui era imprigionato. All'inizio non voleva crederci e non voleva neanche credere alle parole di Vale quando disse che aveva “visto e parlato” con Rocco durante l'operazione che aveva subito alla gamba. Nel suo cuore però Piera sapeva, anzi sentiva, che poteva fidarsi di quei ragazzi, che mai le avrebbero detto il falso. La rendeva in un certo senso felice l'idea che, da qualche parte, Rocco era ancora lì e magari presto si sarebbe svegliato.

Intanto Cris e Vale giunsero in camera di quest'ultimo constatando però come fosse vuota.

Cris: -Ma è possibile che siano ancora su?-

Vale: -Già è strano... Non credo che la Lisandri gli abbia permesso di stare fuori tutto questo tempo...-

Cris: -O magari sono già tornati giù ma non si sono degnati di venirci a dire nulla! Sono convinta che sono qui da qualche parte-

Vale: -Probabilmente hai ragione... Allora cerchiamoli!-

 

 

 

Angolo mio:

Ciaoooo a tutti!!!!!! Scusate tantissimo il ritardo ma è un periodo pieno di impegni!!!!! e chiedo anche scusa se il capitolo (e gli altri) sono brevi ma ho davvero pochissimo tempo per scrivere...

Poi volevo ringraziare per le recensioni, a chi segue la storia e chi l'ha messa tra le preferite!

Spero che questo capitolo tra il Vice e la Ragazza vi sia piaciuto!!! Tranquilli che nel prox capitolo torno a descrivere quello che sta accadendo sul tetto, perchè immagino siate un po' curiosi di sapere se Davide si salva o no... ^^

 

Criss

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


CAPITOLO 5

 

Nel frattempo sul tetto l'agitazione e la paura avevano completamente preso il sopravvento. La porta era bloccata e nulla valsero gli sforzi dei ragazzi nel cercare di aprirla. Avevano tirato la maniglia e continuavano a darle dei calci ma non succedeva niente.

Toni: -Leo che facciamo? Davide sta male! Non si riprende!-

Leo, che si era unito a Ruggero e ai suoi amici per cercare di aprire quella maledetta porta, si voltò verso il Furbo constando di persona le condizioni del Bello.

La situazione stava precipitando, le condizioni di Davide stavano peggiorando velocemente, il ragazzo continuava ad ansimare e ad agitarsi.

Ad un tratto, però, smise di contorcersi e sembrò calmarsi, ma...

Toni: -Non respira! Non respira!-

Purtroppo Davide aveva smesso sì di dimenarsi ma lo aveva fatto perché il suo cuore non batteva più!

Leo si precipitò al capezzale dell'amico urlando il suo nome e dandogli dei leggeri ma decisi schiaffi per farlo rinsavire!

Leo: -Davide! Davideee!!-

Paura, terrore, panico invase l'animo dei presenti! Erano bloccati lì e Davide aveva smesso di respirare! Se non facevano subito qualcosa sarebbe morto!

Ruggero: -Leo spostati!-

Il Leader si voltò verso il ragazzo che aveva parlato, lo vide avvicinarsi a Davide e cominciare a fargli il massaggio cardiaco intervallato alla respirazione bocca-bocca. Sembrava esperto, come se lo avesse già fatto in passato.

I suoi occhi correvano da Ruggero a Davide, sperando di vedere qualche “segno di vita nell'amico”. Anche Toni guardava quella scena, continuavano a scendere copiose lacrime e chiamava Davide come se quel semplice nome lo tenesse ancorato alla vita.

In realtà tutti stavano assistendo a quella tremenda vista, uno scenario a cui nessuno avrebbe mai voluto assistere... Quella cioè della rianimazione di un ragazzino di appena 14 anni.

Anche Nicola era impietrito. Aveva, purtroppo, già assistito ad un infarto, ma un conto è vederlo accadere ad un anziano (che è comunque una cosa orrenda), un conto è essere costretti a vederlo avvenire ad un ragazzo senza poter far nulla!

Ruggero: -Sento il battito! Respira!-

Davide ricominciò a respirare, ansimava e faceva profondi e lunghi sospiri, proprio come una persona che riemerge dall'acqua. Cercava di anelare più aria possibile, per cercare di alleviare le sue sofferenze.

Leo e Toni si fecero vicino a Davide, accarezzandolo ed asciugandogli il sudore dalla fronte. Scottava e, nonostante fosse completamente madido di sudore, tremava vistosamente. Uno degli amici di Ruggero si tolse la maglietta e la mise sopra Davide a mo' di coperta.

Leo: -Grazie! Senza il tuo intervento Davide sarebbe di sicuro morto-

Toni: -Si grazie, grazie!-

Ruggero: -Non è ancora fuori pericolo... Ha bisogno subito di un dottore. Se sopraggiunge un'altra crisi non so se potrò ancora fare qualcosa!-

Nicola: -Bisogna fargli riprendere conoscenza!-

Leo: -Cosa?-

Ruggero: -Ha ragione! Bisogna farlo riprendere ed evitare che svenga di nuovo... Voi cercate di svegliarlo mentre noi cerchiamo di aprire la porta!-

Ancora una volta i tentativi fallirono tutti. Quella dannata porta non si apriva.

Sandro: -E se ci mettiamo ad urlare e cerchiamo di attirare l'attenzione della gente sotto? E' vero che siamo sul tetto ma forse qualcuno ci sente!-

Nicola: -E' un'ottima idea!-

E così i ragazzi cominciarono a dimenarsi e a sbracciarsi nella speranza che qualcuno si accorgesse di loro.

Fortunatamente alcuni passanti li notarono, non capivano quello che i ragazzi stavano gridando ma tanto bastò per richiamare l'attenzione di medici ed infermieri sul posto. Anche la dottoressa Lisandri, il dottor Afredi ed il giovane specializzando Carlo arrivarono in cortile e guardarono in alto, verso la fonte di quella confusione.

Alfredi: -Ma cosa succede?-

Lisandri: -Ma quello non è Ruggero?-

Alfredi: -Si ma cosa sta facendo?-

Lisandri: -Non lo so! Oddio...-

Alfredi: -Che c'è?-

Lisandri: -Anche Leo e gli altri sono lì! Magari qualcuno si è sentito male! Forse...-

Alfredi: -Forse cosa?-

La dottoressa si rivolse al collega più giovane esortandolo a restare lì per cercare di capire cosa stesse succedendo. Lei ed il dottore Alfredi invece sarebbero corsi sul tetto. La donna non voleva pensare al peggio, ma sapeva che c'era anche Davide... Si augurava che non fosse successo nulla e che non si fosse sentito male!

Arrivarono in 5 minuti e si accorsero immediatamente che la porta era bloccata!

Lisandri: -Ragazzi che succede?-

La dottoressa cominciò ad urlare e a dare colpi alla porta, sperando che dall'altra parte la sentissero. Aveva bisogno di sapere cosa stava succedendo, se stavano tutti bene o se qualcuno era ferito.

Fu Ruggero a parlare, era, o meglio, sembrava il più calmo tra i presenti. Aveva preso lui la parola perché aveva capito che né Leo né tanto meno Toni erano in grado di farlo... Erano entrambi troppo agitati e sconvolti. In realtà anche lui era alquanto scosso per quella situazione...

Ruggero: -Dottoressa sono Ruggero! Siamo bloccati qui! La porta non si apre... Abbiamo provato a sfondarla ma niente...-

Alfredi: -Tranquilli! Ci pensiamo noi! State tutti bene?-

Ruggero: -In realtà no! Davide...-

Lisandri: -Davide cosa? Cosa succede? Spiegati!-

In breve il ragazzo raccontò quello che era da poco successo, del malore di Davide, dei suoi sintomi ed anche del tentativo andato a buon fine di rianimazione. I due medici si guardarono negli occhi, erano impietriti dal resoconto di Ruggero. Sapevano di dover intervenire all'istante, Davide stava rischiando la vita! Molto probabilmente aveva avuto un infarto o qualcosa di simile.

Nel mentre erano arrivati dei tecnici che stavano cercando in tutti i modi di aprire quella dannata porta. Dopo vari tentativi ci riuscirono, permettendo alla Lisandri e ad Alfredi di entrare. Si precipitarono immediatamente da Davide per constatare di persona le sue condizioni. Era semi-cosciente, molto pallido e respirava a fatica.

Lisandri: -Davide! Davide mi senti?-

Alfredi: -Il battito è molto debole! Ma dobbiamo comunque spostarlo!-

Il dottore allora prese in braccio il giovane con delicatezza e si avviò dentro la struttura, seguito a ruota dalla collega. Prima di andarsene la Lisandri guardò i presenti, il suo sguardo passò su tutti loro... Dire che era furente era dir poco! Non si era raccomandata altro! Avrebbe voluto dire qualcosa ma non c'era il tempo, doveva prima di tutto pensare a Davide. Alla ramanzina ci avrebbe pensato dopo! Si girò ed entrò nell'edificio.

Dal canto loro i ragazzi e Nicola non avevano osato fiatare, non avrebbero saputo cosa dire in quella circostanza. Fra tutti Leo era quello che maggiormente si sentiva in colpa! Aveva promesso alla dottoressa che avrebbe evitato a Davide qualsiasi sforzo e invece...

Ruggero: -Non è stata colpa tua...-

Intervenne il ragazzo intuendo i pensieri di Leo... Non era infatti difficile intuire cosa il Leader pensasse.

Toni: -Ha ragione...-

Nicola: -Si Leo... Non fartene una colpa!-

Leo: -Ma la Lisandri aveva detto a me di evitare a Davide un qualsiasi affaticamento!-

Il Leader era molto agitato, si sentiva terribilmente in colpa per quell'accaduto! Se fosse successo qualcosa all'amico non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato!

Nicola: -Leo ora calmati... Nessuno poteva prevedere che sarebbe stato male... Vieni torniamo giù a sentire come sta... Sono sicuro che andrà tutto bene!-

Leo: -E se non ce la fa?-

Nicola: -Andrà bene… Ti ho mai detto una bugia?-

Leo: -No mai...-

Nicola: -Vedrai che tutto si risolverà per il meglio! Ora andiamo...-

 

 

Angolo Mio:

Buona giornataaaaa a tutti!!!

In primo luogo ringrazio tantissimo per le recensioni!!!! ^^ ^^

Sono stra-contenta che vi piaccia la storia!!!!

Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento... Lo so che non è lungo...

 

Criss

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


CAPITOLO 6

 

Vale e Cris, dopo aver cercato gli amici praticamente dovunque, avevano deciso di tornare in camera di Rocco. Sicuramente sarebbero prima o poi tornati lì, visto che, inconsciamente, era stato deciso quello come punto di ritrovo. Mentre percorrevano i corridoi notarono immediatamente un gran trambusto ed agitazione, molti tra infermieri, ausiliari e medici sfrecciavano tra le corsie... Quello in genere accadeva quando qualcuno stava male o c'era una qualche emergenza.

Cris: -Chissà che succede...-

Vale: -Probabilmente qualcuno sta male...-

Giunsero così nella stanza di Rocco e di Davide... Piera non c'era ma sicuramente non era andata a casa visto che c'era ancora la sua borsa sul letto del figlio. Forse si era solo assentata un attimo per prendere qualcosa da bere al bar. Poco dopo la donna rientrò. Aveva una faccia sconvolta e preoccupata e tremava leggermente, teneva in mano il suo cellulare, segno che aveva fatto o ricevuto una telefonata... Vale e Cris si accorsero subito della sua espressione, temevano che avesse ricevuto una qualche brutta notizia su Rocco, quindi avevano timore a chiedere...

Cris: -Tutto bene? Rocco non sta bene?-

Piera: -Cosa?-

Vale: -Ha una faccia... I medici per caso le hanno detto qualcosa di brutto?-

Piera: -No, no... Rocco non centra nulla... Ero al telefono con Lilia...-

Cris: -La mamma di Davide?-

Le due donne si erano scambiate il numero di cellulare, in questo modo ognuna delle due avrebbe potuto avvertire l'altra in caso di necessità. Piera infatti aveva pochi istanti prima appreso da un infermiere del malore di Davide, quindi aveva immediatamente avvisato l'amica incitandola a venire...

Vale: -Perché l'ha chiamata?-

La mamma di Rocco osservò i due ragazzi, dalla loro espressione quasi sicuramente non sapevano cosa era successo all'amico...

Piera: -Non sapete nulla?-

Cris: -Sapere cosa?-

Piera: -Davide si è sentito male sul tetto... Non conosco i dettagli ma mi hanno detto che ha avuto un malore ed è svenuto. Ho avvertito i suoi genitori-

Cris: -Come è stato male? Che ha avuto?-

Vale: -Ma è grave?-

Piera: -Ragazzi calma! So solo che si è sentito male... E' tutto quello che so!-

Terrore e panico invasero sia Vale che Cris! Non avevano mai assistito ad una crisi di Davide, quello che sapevano lo avevano appreso da quello che aveva detto Leo, quando aveva raccontato dell'episodio in ascensore. Immediatamente i due giovani si precipitarono al reparto di cardiologia, quello infatti era il posto più logico in cui cercare Davide. Difatti trovarono Leo, Toni, il signor Nicola ed alcuni ragazzi.

Cris: -Leo!-

Tutti si voltarono a quella voce.

Cris: -La mamma di Rocco ci ha detto che Davide è stato male! Ma che è successo??-

Il Leader non riusciva però a dir nulla, troppo grande il senso di colpa e la preoccupazione per poter dire anche una semplice parola... Anche Toni sembrava molto scosso, la sua solita esuberanza e vivacità aveva lasciato il posto all'apprensione per le sorti dell'amico.

Nicola: -Eravamo in terrazzo... Stavamo facendo una partita quando Davide si è sentito male...-

Leo: -E' colpa mia, è colpa mia...-

Leo cominciò quella litania quasi senza interrompersi mai. Aveva gli occhi rossi, gonfi e lucidi da cui stavano fuoriuscendo piccole gocciole salate. Vennero asciugate prontamente Cris, la ragazza con gesti dolci e delicati deterse quelle guance, allontanando quelle dannate lacrime... I due ragazzi si guardarono negli occhi così intensamente che il mondo esterno quasi si fermò.

Cris: -Non è colpa tua Leo...-

Quella semplice frase riportò un po' di serenità e di calma nel cuore del ragazzo, la sola presenza di Cris aveva dissipato tutte quelle nubi che, dopo il malore di Davide, lo avevano completamente invaso. Vale osservava quella scena senza dire una parola, la preoccupazione per le condizioni di Davide si era mescolata alla gelosia più vera nel vedere quei due così attaccati ed intimi. Gli occhi con cui Cris stava guardando Leo rivelavano un amore così forte e profondo che mai aveva visto una cosa del genere... I pensieri del Vice vennero presto interrotti dall'arrivo dei genitori di Davide.

Papà di Davide: -Fatemi entrare!-

Infermiere: -Signore si calmi!-

Papà di Davide: -Calmarmi?? C'è mio figlio là dentro e lei mi dice di calmarmi?!-

Lilia: -La prego ci dica come sta Davide!-

Infermiere: -Non so nulla! Appena il medico avrà finito di visitarlo vi darà tutte le spiegazioni! Ma ora dovete stare tranquilli e farci lavorare...-

Detto ciò il povero infermiere, che era stato assalito e tempestato di domande dai genitori di Davide, poté entrare nella stanza in cui avevano portato il ragazzo.

Tutti i presenti osservarono quella porta che li separava dal ragazzo, non proveniva un suono da là dentro, non un rumore che potesse far anche solo intuire quello che stava accedendo. Probabilmente c'erano diversi medici ed infermieri tutti indaffaratissimi nel curare Davide. Talvolta usciva o entrava qualcuno, ognuno di quelle persone aveva in mano sempre qualcosa, chi un referto, chi delle lastre, chi delle sacche di sangue... Questa ultima cosa fece spaventare non poco, infatti se un infermiere continuava a portarcelo voleva significare che Davide ne aveva bisogno, che lo stava perdendo a causa di una emorragia! Erano troppe le domande e gli interrogativi! Troppi i dubbi che affollavano la mente di tutti coloro in attesa davanti a quella stramaledetta porta! Nessuno poteva fare niente... Solo attendere e sperare...

Leo osservava i genitori di Davide, poteva solo immaginare la frustrazione per quella lunghissima ed estenuante attesa. Vide il terrore più vero sui loro volti! Si avvicinò a loro ma non disse nulla... Cosa poteva dire o fare in quel momento? Mise solamente le sue giovani mani sulle loro, voleva trasmettere un po' della sua forza ai due adulti. In breve tempo anche Vale, Toni e Cris fecero lo stesso. Tutti insieme, uniti...

Dopo un tempo che sembrò un'eternità finalmente uscirono la dottoressa Lisandri ed il dottor Alfredi. Si avvicinarono solamente Lilia ed il compagno, gli altri si tennero a debita distanza, sapevano che i medici dovevano parlare solo con i parenti.

Lisandri: -Davide sta meglio... La crisi e passata-

Un profondo sospiro di sollievo venne tirato da tutti, anche da quelli che, in teoria, non avrebbero dovuto sentire nulla...

Papà di Davide: -Possiamo vederlo?-

Lilia: -Si la prego! Anche solo per poco tempo-

Lisandri: -Ora non è possibile...-

Lilia: -La prego!-

Lisandri: -Devo essere sincera con voi... Siamo riusciti a stabilizzare Davide ma...-

Papà di Davide: -Ma cosa?!-

Lisandri: -La situazione è critica e molto seria-

Lilia: -Cosa sta cercando di dirci dottoressa?-

Alfredi: -La mia collega sta solo dicendo che anche se ora Davide è fuori pericolo resta comunque una situazione delicata-

Papà di Davide: -Che si fa quindi?-

Lisandri: -Per il momento niente... Ora è stabile ma siamo stati costretti ad indurre suo figlio in un coma farmacologico-

Lilia: -Coma farmacologico?-

Alfredi: -Tranquilli... E' anche detto “coma indotto”, praticamente abbiamo somministrato a Davide una dose controllata di farmaci e di anestetici. In questo modo gli evitiamo un qualsiasi stress o una qualunque sensibilità al dolore. Il suo cuore è molto affaticato e debole e deve riprendersi... Fra qualche giorno cercheremo di svegliarlo riducendogli gradualmente i farmaci che li abbiamo dato-

Lisandri: -Esatto... Quindi non avrebbe senso per ora per voi vederlo. Davide ha bisogno di assoluto riposo e tranquillità-

Papà di Davide: -Ma una volta che lo avete svegliato che succederà?-

Lisandri: -Valuteremo la situazione... Ora scusate. Per qualsiasi cosa chiamate pure-

Detto questo i due medici si congedarono. I due adulti rimasero per un attimo immobili, erano contenti che ora Davide stesse meglio, ma la preoccupazione c'era comunque. Le sue condizioni erano sì stabili ma non poteva ancora considerarsi fuori pericolo.

Vale: -Allora?-

Il Vice fu il primo a parlare, timidamente si rivolse a Lilia chiedendole informazioni su Davide. In breve la donna raccontò quello che la Lisandri aveva detto. Cercava di apparire calma e tranquilla ma la sua voce tremolante fece intendere in realtà il suo stato d'animo.

Cris: -Visto che non possiamo entrare vuol dire che staremo qui! Sono sicura che Davide sentirà comunque la nostra presenza!-

Toni: -Esatto! Non ci muoveremo da qui!-

Il padre di Davide non disse nulla ma mentalmente ringraziò quei ragazzi... Non li conosceva molto, anzi proprio per niente a dir la verità... Lilia gli aveva detto qualcosa su di loro e su quello strano gruppo che avevano formato ma non l'aveva ascoltata molto, era troppo preso dal suo lavoro e dai suoi impegni... Si rimproverò per non essere stato vicino a Davide da quando era stato ricoverato, solo allora capì come poteva essersi sentito... Solo, spaventato ed impaurito nel ritrovarsi in un posto come quello! Ma per fortuna aveva incontrato quei ragazzi! Per la prima volta si trovò ad osservarli, guardò i loro volti, i loro occhi pieni di vita e di voglia di uscire da quell'inferno. Sicuramente erano persone speciali e straordinarie, avevano accettato ed accolto Davide, in genere la maggior parte dei ragazzi litigava con lui... Ma quei ragazzi no... L'uomo pensò che forse loro avevano visto qualcosa nel figlio che lui non aveva mai scorto...

Papà di Davide: -Vi ringrazio davvero... Siete molto cari a preoccuparvi così per Davide...-

Cris: -Si figuri... Davide è un nostro amico!-

L'unico che non aveva ancora parlato era Leo, non era intervenuto in quella conversazione e non aveva neanche mai alzato lo sguardo. Aveva praticamente tenuto gli occhi fissi al pavimento senza mai alzare la testa. Si sentiva così tanto in colpa che proprio non riusciva a guardare negli occhi i genitori di Davide...

Leo: -E' colpa mia... E' solo colpa mia se Davide sta così!-

Cris: -Non dire fesserie! Non è colpa tua!-

Lilia e il marito si guardarono, avevano un'espressione confusa ed ambigua. Non capivano come mai il giovane si dava la colpa di quello che era successo al figlio... Vedendo il loro smarrimento intervenne Nicola, spiegò a grandi linee quello che era successo sul tetto, delle raccomandazioni della Lisandri e del fatto che, secondo Leo, Davide si era sentito male perché non gli aveva impedito di affaticarsi.

Papà di Davide: -Non è assolutamente colpa tua Leo... Nessuno di voi ce l'ha... Se c'è qualcuno che deve sentirsi in colpa quello sono io...-

Leo: -Lei? E perché?-

Papà di Davide: -Perché invece che stare vicino a mio figlio ho preferito passare tutto il mio tempo in ufficio tra scartoffie e documenti. Lui aveva bisogno di me ma l'unica cosa che ho saputo fare è stata quella di sgridarlo e di litigare con lui... Voi invece gli siete stati vicino e siete suoi amici... Lo avete accettato e fatto entrare nel vostro gruppo. So bene che Davide ha un pessimo carattere, ha preso da me... E' arrogante, presuntuoso, orgoglioso...-

Leo: -Ha ragione... Davide è sicuramente come lo ha descritto ma c'è dell'altro in lui...-

Cris: -E' vero! Davide sotto questa sua maschera da duro è dolce, premuroso sempre pronto ad aiutare gli altri...-

Lilia: -Ed è solo grazie a voi se Davide ha mostrato il suo “vero io”-

Papà di Davide: -Esatto! E quindi Leo non devi sentirti in colpa... Tanto non avresti potuto far niente per Davide, quando si mette in testa una cosa non c'è verso di fargli cambiare idea! E' proprio cocciuto!-

Ed era vero... Davide era proprio una di quelle persone cocciute e testarde che, una volta presa una decisione, non la cambiavano neanche sotto tortura!

E queste ultime parole risollevarono in parte il morale del Leader e degli altri ragazzi. Quell'atmosfera un po' cupa stava piano, piano scemando...

 

 

Angolo mio:

Scusate tantissimo il ritardo!!!

Intanto grazie grazie grazie grazie!!!!!! Grazie davvero a tutti voi!!!!!!

Spero che il capitolo vi sia piaciutoooooooooo!!!!!!

Criss

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


CAPITOLO 7

 

I giorni che susseguirono furono lunghi e senza fine. Si aspettava con ansia e trepidazione il momento in cui i medici avessero deciso di risvegliare Davide. Invano i Braccialetti e i genitori del ragazzo avevano chiesto di vederlo, anche solo pochi minuti. I medici erano stati irremovibili, nessuno di loro poteva vederlo, solo alla dottoressa Lisandri, al dottor Alfredi e ad un ristretto numero di infermieri era permesso di entrare.

Come mamma Lilia immaginava che, anche se incosciente, Davide si sentisse comunque “solo” e “spaventato”, aveva cercato di convincere i medici a farla entrare ma niente... E così lei ed il compagno potevano solo aspettare in corridoio, sbirciando di tanto in tanto quando qualcuno oltrepassava quella stramaledetta porta! Anche i Braccialetti erano praticamente di continuo insieme a loro, se ne andavano solamente per dormire o se dovevano fare una qualche visita. Si erano messi comunque d'accordo e quindi si erano organizzati in modo che almeno uno di loro ci fosse sempre. All'inizio in verità avevano passato del tempo nella stanza di Rocco, infatti avevano pensato erroneamente che Davide si trovasse nel limbo con lui... A malincuore però avevano constato che il Bello non era finito lì. Non capivano come mai, visto che tutti quelli che erano in uno stato comatoso o senza sensi passavano da Rocco. Anche il bambino non sapeva perché, si era infatti preparato ad accogliere l'amico ma niente...

Infermiere: -Dottore quando pensa che potremmo svegliarlo?-

Alfredi: -Direi che nel pomeriggio potremmo iniziare con le procedure per il risveglio... Preparate tutto, informo i genitori e torno... Maria vieni con me?-

Lisandri: -Si... eccomi-

I due medici uscirono dalla stanza di Davide e, come pensavano, li trovarono tutti lì. C'erano la mamma ed il papà del ragazzo, Leo, Vale, Cris e Toni... Non c'era stata una sola volta in cui quel corridoio non era stato “occupato” da qualcuno di loro... La dottoressa chiamò dentro la stanza i genitori del ragazzo, aveva bisogno di parlare con loro e di informarli sulle condizioni del ragazzo ma lo avrebbe fatto di certo non in corridoio. I due adulti così entrarono. Da un vetro videro Davide, era ancora addormentato. Tantissime macchine e strumenti monitoravano le sue condizioni in continuazione. Sembrava così piccolo ed indifeso in quel momento, così diverso dal ragazzo “bullo e stronzo della scuola”. Notarono che, insieme ai due medici, ce n'era uno che avevano spesso visto entrare ed uscire dalla stanza di Davide.

Papà di Davide: -Ci sono novità?-

Lisandri: -Oggi pomeriggio risvegliamo Davide-

Lilia: -Quindi sta meglio se avete deciso di interrompere il come farmacologico?!-

Lisandri: -Si e no...-

Papà di Davide: -Cosa vuol dire?-

Alfredi: -Calmi... Il dottor De Grandis vi spiegherà-

Il medico in questione era un uomo alto e molto robusto che, più o meno, avrà avuto la stessa età del dottor Alfredi. Aveva un paio di occhiali sui suoi occhi azzurri e pochissimi capelli grigi. Aveva uno sguardo che incuteva non poca soggezione in coloro che erano in sua presenza.

De Grandis: -Per il momento le condizioni di Davide sono stabili e stazionarie. Siamo riusciti a stabilizzarlo ma questo non è sufficiente... Deve essere operato e presto anche...-

Papà di Davide: -Operarlo? Ma perché? Di che operazione parlate?-

De Grandis: -Vostro figlio ha un difetto congenito, più precisamente una coartazione dell’aorta…-

Sia il papà di Davide che Lilia si guardarono terrorizzati. Speravano di aver capito male…

Lisandri: -In pratica l’aorta si restringe e questo fa sì che Davide fatichi a respirare ed abbia dolore al petto… Nelle condizioni più gravi il rischio è il manifestarsi di un’ infarto-

Lilia: -O mio dio…-

De Grandis: -Se non interveniamo subito Davide rischia di morire. Non vi nascondo che è un intervento complicato, pericoloso e difficile ma è l'unica speranza per lui...-

Freddo e glaciale. Questo era come il medico era apparso a Lilia e al compagno. In poche semplici frasi aveva spiegato loro la delicatissima situazione di Davide. Aveva usato termini elementari e facilmente comprensibili ma il modo con cui aveva parlato aveva fatto gelare gli animi! Il dottor Alfredi, intuendo bene come potevano sentirsi i genitori del ragazzo, intervenne per cercare di tranquillizzarli. Ammirava e rispettava il dottor Ivo De Grandis, era un'eccellente cardio-chirurgo e una specie di guru della medicina ma del tatto e della sensibilità era assai carente...

Alfredi: -Dovete stare tranquilli... L'operazione è si complessa ma non così tanto come si possa pensare... In pratica il medico provvederà alla resezione del tratto che si è ristretto…-

Lilia: -E quando pensate di operarlo?-

De Grandis: -Presto... Molto presto ma non saremo noi ad operarlo... Non siamo attrezzati per un intervento del genere-

Papà di Davide: -Cosa? E chi?-

Lisandri: -Siamo già in contatto con i colleghi che lo opereranno... Stanno già preparando tutto. Non appena Davide si sarà ripreso e sarà in grado di sostenere il viaggio lo trasferiremo-

Papà di Davide: -Il viaggio? Non lo operate qui?-

De Grandis: -Purtroppo no... L'ospedale non è equipaggiato per una tale operazione, ma anche se Davide sarà operato in un’altra struttura, io, il dottore Alfredi e la dottoressa Lisandri andremo con lui...-

Lisandri: -Esattamente...-

Alfredi: -Certo! Andrà tutto bene...-

E mentre i dottori continuavano a dar loro maggiori dettagli, i due adulti continuavano a fissare attraverso il vetro Davide... Così giovane eppure aveva già tanto, troppo sofferto... Aveva perso la mamma quando era piccolo ed ora doveva subire una delicatissima operazione. Secondo quanto stavano dicendo i medici, aveva un 50-50 di farcela, era una percentuale altissima! Il rischio era enorme, ma ancora più rischioso sarebbe stato non operarlo!

Nel frattempo in corridoio la tensione era altissima! I ragazzi aspettavano con una velata impazienza che qualcuno uscisse e informasse anche loro sulle condizioni di Davide. Le loro richieste vennero esaudite quando videro poco tempo dopo uscire Lilia, il papà di Davide ed i dottori. Li videro salutarsi e poi i genitori del ragazzo gli si fecero incontro. Fu l'uomo a spiegare ai Braccialetti la situazione, delle condizioni di Davide, dell'imminente operazione e del fatto che l'intervento sarebbe avvenuto in un altro ospedale.

Papà di Davide: -E questo è tutto...-

Vale: -Ma vi hanno detto in quale ospedale lo trasferiscono?-

Lilia: -No... Appena sarà tutto pronto ci informeranno. Comunque hanno detto che ci vorrà ancora un po'... Davide deve ristabilirsi e recuperare le forze-

Toni: -Ma possiamo vederlo?-

Papà di Davide: -Ancora no... Noi siamo riusciti a vederlo solo attraverso un vetro...-

Toni: -Ma non è giusto!-

Leo: -Calmati Toni! Vedrai che lo riportano in camera!-

Cris: -E tu come fai a saperlo?-

Leo: -Perché quella è una stanza in cui i pazienti sono tenuti solo per un breve periodo...-

Vale: -Speriamo...-

Papà di Davide: -Leo ha ragione... Presto porteranno Davide nella sua stanza. Ma fino a quel momento non voglio più vedervi qui! Avete fatto fin troppo... Sono sicuro che anche Davide non vorrebbe sapervi sempre qui. Ora è fuori pericolo...-

Cris: -Ma a noi non pesa!-

Toni: -Infatti! Siamo forti noi Braccialetti!-

Lilia: -Lo sappiamo bene che siete forti!-

I due adulti riuscirono, non senza difficoltà, a convincerli ad andare via. Erano grati a loro per tutto quello che avevano fatto e per come si erano preoccupati per Davide...

Leo, Vale, Toni e Cris si riunirono quindi nella stanza del Leader e del Vice-Leader. Erano sia felici che tristi. Felici perché ora Davide stava meglio, ma anche tristi e ansiosi per quello che attendeva il Bello. Inoltre non piaceva affatto l'idea che fosse trasferito da un'altra parte, in questo modo non avrebbero potuto stargli accanto!

Leo: -Raga calmiamoci! Andrà tutto bene!-

Cris: -Non mi piace però che debba essere operato in un altro ospedale...-

Vale: -Neanche a me...-

 

 

Proprio in quel momento, a qualche centinaio di chilometro di distanza, veniva celebrato un funerale... Erano accorse tantissime persone tra amici, parenti e conoscenti per un ultimo saluto al defunto... La sua morte aveva colto tutti di sorpresa, quella tragedia aveva sconvolto e stravolto la vita di molti... E, presto, la vita di alcuni di loro sarebbe cambiata (e forse migliorata) per sempre…

 

 

Angolo mio:

Scusate il ritardoooooo!!! Ringrazio intanto chi segue la storia!!!!!!

Sono contenta che vi piaccia!!! Presto ci saranno novità!!!

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


 

CAPITOLO 8

 

Dopo qualche ora Davide si risvegliò... Non ricordava bene cosa era successo, aveva solo un vago ricordo di quello che poteva essere accaduto. Nella sua mente si susseguivano immagini confuse, vedeva lui, Leo e Toni giocare a basket con altri ragazzi, poi gli era venuta una forte fitta al cuore e poi nulla... Più si sforzava di ricordare, più non ci riusciva. Inoltre non capiva neanche bene dove si trovasse, di certo non era la sua stanza quella...

Alfredi: -Ciao Davide... Come ti senti?-

Il ragazzo si voltò stancamente verso il proprietario di quella voce, lo guardò con aria confusa, curiosa e un po' spaventata a dir la verità. Non lo riconobbe immediatamente, aveva la mascherina che gli copriva quasi tutta la faccia ma per fortuna se la tolse così da poterlo riconoscere. Aveva già visto quel medico, Leo gli aveva parlato di lui come di uno molto bravo e diverso dalla maggior parte dei dottori.

Davide: -Bene...-

Rispose con voce tremolante e stanca. La gola gli faceva male ed aveva una gran sete! Intuendo i suoi pensieri, Alfredi lo aiutò a bere qualche sorso d'acqua fresca.

Davide: -Ma cosa mi è successo? Dove sono?-

Alfredi: -Non ricordi nulla?-

Davide: -Poco... Ricordo che ero sul campetto da basket con Leo e Toni... Poi sono arrivati dei ragazzi... Abbiamo fatto una partita... E poi...-

Alfredi: -Sei stato male... Sei svenuto... Hai avuto un attacco di cuore. Siamo dovuti intervenire d’urgenza. Ora la situazione è migliorata... Questa è una camera un po' speciale, siamo stati costretti a metterti qui perché ci sono tutti questi strumenti... Vedi? -

Davide: -Dove sono i miei genitori?-

Alfredi: -Qui fuori... Domani ti riportiamo nella tua camera e potrai vederli.

Anche i tuoi amici ti aspettano! Sono stati in corridoio tutto il tempo...-

Davide: -Ma da quanto sono qui?-

Alfredi: -Alcuni giorni... Ora però basta con le domande. Devi riposare-

Detto questo il medico si alzò, posò la sua mano sulla testa di Davide, scottava... ma era comprensibile dopo quello che aveva passato.. E si avviò verso l'uscita. Non gli aveva accennato né all'operazione né al fatto che sarebbe stato trasferito in un altro ospedale... Per il momento doveva solo riposarsi e non preoccuparsi di nulla.

La notte passò velocemente, il giorno dopo verso le 10.00 Davide venne riportato nella sua stanza. Ad attenderlo c'erano tutti! C'era suo padre, Lilia, Nicola e tutti i suoi amici! Gli si fecero incontro e lo abbracciarono! Avevano preparato una specie di festicciola molto tranquilla... C'erano diversi palloncini ed il tutto era condito da Piera che si era per l'occasione vestita da pagliaccio!

Ulisse: -Piano, piano! Non stancatelo!-

Lisandri: -Ulisse ha ragione... Davide ti abbiamo riportato qui ma non pensare neanche lontanamente di alzarti!-

Leo: -Non si preoccupi! Davide non si alzerà!-

Toni: -Giusto!-

Davide: -Che palle però...-

Lilia: -Davide!-

E così, tra l'allegria e spensieratezza generale, arrivò sera. I Braccialetti non si erano mossi quel giorno! Avevano passato tutto quel tempo in camera senza uscire... Leo aveva suonato, con la chitarra che Davide gli aveva regalato, molte canzoni famosi e no; Toni e Cris si erano sfidati in una specie di karaoke, anche se il più delle volte sembravano delle vere cornacchie! Vale e Davide ridevano a crepa-pelle, sopratutto perché il Furbo aveva un modo tutto suo di interpretare i versi! Erano passati solo pochi giorni da quando erano stati tutti insieme, eppure sembrava essere passata un'eternità! A breve Davide sarebbe stato trasferito e chissà quando avrebbero passato nuovamente una giornata così... Il Bello ancora non sapeva nulla, era stato stabilito che sarebbero stati i medici e i suoi genitori a dirgli la verità. Il compito dei Braccialetti era solo quello di distrarlo un po' e di tranquillizzarlo il più possibile!

Lilia ed il compagno li avevano lasciati soli, sapevano che ognuno di loro aveva bisogno di “quel momento”. Non sapevano perché ma quello tra il figlio e quei ragazzi era un legame talmente forte e speciale che andava ben oltre la semplice amicizia. Quello che li univa era qualcosa di misterioso ed inspiegabile, che andava aldilà dell'età, delle condizioni sociali e di tutte quelle barriere che, spesso, sono da ostacolo in un qualsiasi rapporto. Vederli insieme era una gioia, era come guardare un castello di carta... Bastava toglierne una che tutto sarebbe crollato all'istante. Ognuno era il sostegno per l'altro, si completavano... Tanto diversi ma anche tanto uguali.

Verso l'ora di cena entrarono la Lisandri, Alfredi, De Grandis e i genitori di Davide, la dottoressa dovette usare tutta la sua “pazienza” per convincere Leo, Vale, Toni e Cris a tornare nelle rispettive stanze.

Leo: -Ci vediamo domani!-

Cris: -Notte!-

Toni: -E mi raccomando Davide, se hai bisogno dillo a Rocco che poi lui l'ho dice a me!-

Davide: -Si, si! Ora andate però...-

Una volta usciti, i cinque adulti si rivolsero al Bello, era giunto il momento di dirgli come stavano davvero le cose...

 

Nel frattempo i ragazzi si diressero alla proprie camere. Leo, ad un certo punto, vide Ruggero in compagnia dei suoi amici.

Leo: -Raga andate pure... Io devo fare una cosa-

Detto questo il Leader si avvicinò al gruppetto di ragazzi più grandi chiedendo di poter parlare con Ruggero.

Ruggero: -Che c'è?-

Leo: -Ti volevo ringraziare... Senza di te ora Davide sarebbe morto-

Ruggero: -Non ho fatto nulla di speciale-

Leo: -Nulla di speciale dici? Lo hai rianimato e dici che non hai fatto nulla? Ho avuto l'impressione che lo avessi già fatto...-

Ruggero: -Be si... Prima dell'incidente ero un volontario della croce rossa...-

Leo: -Incidente?-

Ruggero: -Si... C'era stata un'emergenza, un incendio in una scuola. Arrivati sul posto la situazione era molto critica... C'era fumo dappertutto. Vidi che c'era un bambino intrappolato al primo piano e decisi di entrare comunque nell'edificio. Purtroppo mentre stavamo uscendo mi è caduto addosso una trave e mi ha schiacciato delle vertebre... Non ricordo molto cosa è successo dopo, ricordo solo di essermi risvegliato qui in ospedale. I dottori mi dissero che cosa mi era accaduto... Da allora sono su questa carrozzina-

Leo aveva ascoltato quel racconto in rigoroso silenzio. Era stato troppo frettoloso nel giudicarlo. Si pentì di come lo aveva trattato...

Leo: -Mi dispiace...-

Ruggero: -Non farlo! Odio chi prova pietà-

Leo: -Non è pietà la mia...-

Ruggero: -Piuttosto come sta il tuo amico?-

Leo: -Meglio... Ma devono operarlo-

Ruggero: -Sono sicuro che ce la farà... E' un bel tipetto!-

Leo: -Già… Un bel tipetto…-

Detto ciò Ruggero se ne andò seguito dai suoi compagni.

 

Angolo mio:

Scusate tantissimo il ritardo!!!!!! Ma ero via.. Ringrazio chi segue la storia e chi l'ha messa tra le preferite e/o seguite... Spero che anche capitolo vi sia un pochino piaciuto... :)

 

Criss

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


CAPITOLO 9

 

Davide: -Quindi dovete operarmi?-

Alfredi: -Si... Purtroppo è necessario...-

Era stato proprio lui a parlare, tra i presenti era sicuramente il più adatto. Lilia e il marito erano troppo sconvolti, anche se l'agitazione veniva ben mascherata, per parlare, la Lisandri era per certi versi dura nel dare certe notizie, per non parlare di De Grandis che avrebbe sicuramente spaventato ancora di più Davide.

Davide: -Quando?-

Alfredi: -Presto... Stiamo già disponendo il tuo trasferimento-

Davide: -Ma io non capisco... Perché non potete operarmi qui??-

Lisandri: -Perché non siamo attrezzati-

Lilia: -Ma anche gli altri medici sono preparati!-

Papà di Davide: -Lilia ha ragione! E poi noi verremo con te!-

I genitori di Davide gli erano a fianco, durante il resoconto dei dottori non lo avevano mollato un attimo. Sapevano che sarebbe stata dura per lui.

Alfredi: -Anche noi verremo con te!-

Davide: -E lui?-

Il Bello chiese chi fosse quell'altro medico, non lo aveva mai visto e gli incuteva un po' di timore, anche se mai poi mai lo avrebbe fatto vedere.

De Grandis: -Ciao Davide... Sono il dottor Ivo De Grandis. In questi ultimi giorni ti ho seguito. Anche io sarò presente all'operazione-

Davide: -Accidenti! Tre dottori solo per me! Allora è proprio una cosa seria...-

Papà di Davide: -Devi stare tranquillo campione! Andrà tutto bene!-

Lilia: -Papà ha ragione!-

Davide non lo diede a vedere ma era terrorizzato! Stava letteralmente morendo di paura per quello che l'attendeva... Ma sapeva che doveva mostrarsi forte.

Lisandri: -Ora noi andiamo. Per qualsiasi cosa noi siamo di là. Signori Di Salvo vi prego di seguirmi per completare alcune formalità-

E così la dottoressa, il medico De Grandis e i genitori di Davide uscirono, lasciando il ragazzo solo. Stava per andarsene anche Alfredi ma venne trattenuto da Davide. Il ragazzo sapeva e sentiva in cuor suo di potersi fidare di lui. Era diverso dagli altri, emanava un senso di protezione e di sicurezza.

Davide: -Dottore...-

Alfredi: -Che c'è Davide?-

Davide: -Quante probabilità ho? Voglio la verità-

Alfredi: -Sicuro di volerlo sapere?-

Davide: -Si!-

Il medico era molto titubante all’idea di confessare al giovane la probabilità di sopravvivenza, non era certo che rivelare a Davide quella cosa sarebbe stata una “buona cosa”. Era già stato difficile parlargli di quello che lo attendeva e dirgli anche quella percentuale lo avrebbe spaventato ed agitato ulteriormente.

Alfredi: -E' solo un numero-

Davide: -Non mi importa!-

Alfredi vide una determinazione e fermezza che faticò a credere che si trattasse solo di un ragazzino di 14 anni. Voleva essere sincero con lui. Voleva che si fidasse di lui e, quindi, decise di dirgli la verità.

Alfredi: -50 e 50-

A Davide quasi venne un colpo! Praticamente non solo doveva subire una delicatissima operazione al cuore senza la quale sarebbe sicuramente morto ma che aveva una probabilità del 50% di morire!

Alfredi: -Sono solo numeri Davide... Non pensare al 50, concentrati solo sull'operazione. Andrà tutto bene... E' difficile ma tu puoi farcela! Sei un ragazzo forte e determinato…-

Davide ascoltava con un misto di attenzione e di disattenzione quello che l’uomo gli stava dicendo… La sua mente pensava ad altro, pensava alla sua vita, a quello che aveva fatto e visto e a quello che avrebbe voluto fare e vedere, ai posti che avrebbe voluto visitare e alle persone che avrebbe voluto conoscere o diventare. Il suo sogno era sempre stato quello di mettere su un gruppo rock e, come disse a Leo quella volta in ascensore, avrebbe voluto starsene lì dalla mattina alla sera. Ma ora quel sogno gli sembrava così lontano ed irrealizzabile... Gli sembrava di non aver combinato nulla, di aver “perso tempo” a fare cose inutili, quando invece avrebbe dovuto e potuto fare dell’altro… Si sentì uno scemo per come si era comportato, per il suo pessimo carattere e per il modo con cui trattava gli altri. Avrebbe voluto tornare indietro, ricominciare daccapo… Essere diverso…

Alfredi osservava Davide, capì le sue paure ed incertezze. Ciò che lo attendeva era pericoloso e rischioso…

Davide: -Accidenti… Ci sono tante cose che avrei voluto fare…-

Alfredi: -E le farai Davide! Diventerai grande e farai tutto quello che vorrai!-Davide: -Ma se lo ha detto lei stesso che ho il 50% di morire!-

Alfredi: -E’ vero, l’ho detto ma come ti ho anche detto concentrati sull’altro 50%. Devi pensare di farcela!-

Davide: -Ho fatto una sacco di cavolate! Ho trattato male tutti dicendo delle cattiverie e prendendo in giro gli amici…-

Alfredi: -Sai, sono gli errori e gli sbagli che ci fanno crescere… Ci temprano e ci fortificano. E’ dai nostri errori che capiamo il vero valore della nostra esistenza e capiamo gli insegnamenti. La vita è fatta anche di questo, da errori ed imperfezioni. C’è chi evita di sbagliare ma è solo da questi nostri errori che possiamo migliorarci e crescere… Capisci quello che voglio dire Davide?-

Davide: -Credo di si… Vorrei essere coraggioso come lei dottore o come mio padre e non avere paura…-

Alfredi: -Essere coraggiosi non significa non avere paura... Una persona coraggiosa è colui che ne ha ma va avanti comunque... Non credere che io o tuo padre non ne abbiamo… Ma è il mettersi costantemente in gioco, nonostante gli ostacoli, che ci libera dalla paura. Il vero coraggio non è non cadere mai, ma rialzarsi dopo ogni caduta. Il coraggio è saper scorgere la luce laddove c’è il buio… Solo chi ha sofferto davvero è davvero forte perché ha conosciuto il dolore e sa come affrontarlo-

Davide: -Ma come si fa a non avere paura?-

Alfredi: -Non puoi… La paura è parte di ciò che siamo, l’unica cosa che posso dirti è di non farti sopraffare da lei. A tutti capita di avere paura, di dover affrontare qualcosa che ci terrorizza o che temiamo. La cosa peggiore sarebbe quella di scappare, questo però non risolve nulla. Tutto quello che ci troviamo davanti va affrontato e combattuto se necessario, anche se pensiamo di non averne la forza. Se scappiamo abbiamo già perso in partenza…-

Davide capì, o meglio pensava di aver capito, il discorso del medico. Si sentiva un po’ più sicuro e pronto per quello che lo aspettava.

Alfredi: -E poi ricordati che non sei solo. Ci sono i tuoi genitori, ci siamo io e la Lisandri e i tuoi amici… Ora però basta, devi riposare. I prossimi giorni saranno molto impegnativi-

Detto questo il medico si alzò, stava per uscire quando la vocina di Davide lo fermò.

Davide: -Dottore... Dice che la “sfango”?-

Alfredi per un attimo, solo per un millesimo di secondo, esitò ma poi rispose a quella “semplice” domanda. Semplice per modo di dire, visto che racchiudeva e nascondeva ben altro…

Alfredi: -Per me si! Per me la “sfanghi”-

 

Angolo mio: Sono tantissimi mesi che non scrivo e per questo vi chiedo scusa!!!!!!!!!! Cercherò di pubblicare più assiduamente!!

 

Criss

 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO != ***


CAPITOLO 10

 

Quella notte Davide non riuscì praticamente a chiudere occhio, troppi pensieri affollavano la sua mente, troppe le cose su cui doveva riflettere. Le parole del dottor Alfredi continuavano a rimbalzargli in testa. Sapeva che il medico aveva ragione e che avrebbe dovuto affrontare ciò che lo attendeva con forza e con coraggio e doveva farlo non tanto per se, ma sopratutto per suo padre, per Lilia e per i suoi amici... Ma aveva comunque paura, una dannatissima paura di non farcela e di non uscire più da quel ospedale! Non era di per se l’idea di morire che lo spaventava, ma l’idea che non avrebbe potuto fare quello che voleva, di non realizzare i suoi sogni e, soprattutto, di lasciare suo padre, Lilia e tutti i suoi amici. Sapeva che avrebbero sofferto e questa cosa proprio non gli andava!

Verso l’alba, quando ancora la notte non è passata ma non è ancora giorno, Davide decise di alzarsi. Si sentiva debole, stanco e la testa gli girava ma aveva bisogno di uscire da quella stanza, voleva respirare un po’ d’aria fresca. Con non poca fatica si tirò su dal letto, si mise a sedere sulla carrozzina ma, prima di uscire, si voltò verso il suo compagno di stanza e lo guardò... Rocco sembrava dormire tranquillamente, il suo respiro era regolare e profondo. Lo guardò con nostalgia.. Infine uscì.

A quell’ora c’era un silenzio ed una calma quasi irreali, i pazienti dormivano ed il personale dell’ospedale non girava, se non per una qualche emergenza, tra i corridoi. Davide passò davanti alla stanza di Toni e lo vide dormire beatamente come un bambino, farfugliava qualcosa di incomprensibile ma riuscì a capire qualche parola, inerente a motori e moto. Poi il Bello si diresse verso la stanza di Vale e di Leo, anche loro stavano dormendo come ghiri. Infine andò da Cris. Era girata ma vide comunque che abbracciava il pupazzo che le aveva regalato. Quelli erano i suoi amici, gli unici veri amici che mai aveva avuto. Erano ragazzi speciali e fantastici che lo avevano accettato nonostante il suo pessimo carattere ed il suo atteggiamento da spaccone!

Si avviò infine sul tetto… Dopo quello che era successo lì non era saggio e prudente tornarci, ma in quel momento voleva starsene da solo, lontano da tutto e da tutti e il campetto da basket gli sembrava il miglior posto.

 

Davide non era stato l’unico a non dormire quella notte… Anche i suoi genitori non avevano chiuso occhio. Il papà di Davide addirittura non era riuscito neanche a sdraiarsi, aveva passato quelle ore girovagando per la casa, passando da una stanza all’altra. Gli sembrava assurda tutta quella situazione, non riusciva a credere davvero che il figlio rischiava seriamente di morire! Aveva già perso qualche anno prima la moglie e ora la possibilità di perdere anche Davide lo faceva diventare matto! Non avrebbe sopportato ancora una morte… Anche Lilia non aveva dormito. Era preoccupata per Davide, lo considerava come un figlio e l’idea di perderlo la terrorizzava! Ma non era solo questo che la tenne sveglia quella notte… Da qualche giorno aveva scoperto di essere incinta e la felicità per quella notizia ovviamente si mischiava alla tanta preoccupazione e timore per le sorti di Davide. Per il momento la donna aveva deciso di non dire a nessuno della sua gravidanza, ora lei ed il compagno dovevano pensare solo al ragazzo…

I suoi pensieri vennero interrotti dall’uomo che, verso il mattino, le si sdraiò accanto. Sapeva che non aveva chiuso occhio.

Papà di Davide: -Sei sveglia?-

Lilia: -Si… Non ho chiuso occhio-

Papà di Davide: -Neppure io…-

Lilia: -Andrà tutto bene vedrai… Davide è un ragazzino forte-

Papà di Davide: -Lo so…-

Passò circa un’oretta quando decisero di alzarsi per andare in ospedale, entrambi infatti avevano preso dei giorni di ferie perché volevano stare con Davide.

Arrivarono in ospedale ma, quando si accorsero che il letto di Davide era vuoto, si allarmarono! Lo cercarono in bagno e tra i corridoi. Chiesero anche agli infermieri ma nessuno sapeva dov’era! Lilia fece un salto dai Braccialetti perché sperava, anche se i medici gli avevano vietato di alzarsi, che il Bello fosse lì. Purtroppo constatò che Davide non era né in camera dei ragazzi né da Cris.

Papà di Davide: -Ma si può sapere come avete fatto a non accorgervi che Davide non era in stanza? E meno male che dovreste controllare!-

Lisandri: -Ingegnere Di Salvo si calmi-

Papà di Davide: -Calmarmi?? Mio figlio è sparito e lei mi dice di calmarmi??-

Alfredi: -Non serve a nulla agitarsi. Sicuramente Davide è qui intorno, non credo sia uscito…-

E mentre gli adulti continuavano ad urlare, Leo, Vale, Toni e Cris, richiamati da quel frastuono di prima mattina, decisero di dividersi per cercare l’amico.

Leo: -Allora tu Vale cerca in sala mensa e nelle aule scolastiche, tu Toni “chiedi a Rocco” se sa qualcosa, tu Cris cerca in giardino, sei l’unica senza carrozzina e quindi sei la più comoda a cercare lì… Io guarderò negli altri reparti. Ci troviamo tra un’ora da Rocco!-

Vale: -Va bene!-

Toni: -Ok Leader!-

Cris: -A dopo allora!-

E così i Braccialetti partirono. Neanche loro ebbero maggior fortuna. Davide era come sparito nel nulla, non era da nessuna parte…

Cris: -Niente…-

Vale: -Davide non è neanche in mensa o nelle aule vicine…-

Toni: -Neanche Rocco ha idea di dove possa essere… Mi ha detto solo che sta notte lo ha sentito girarsi più volte nel letto e che si è alzato molto presto e che è uscito…-

Vale: -Speriamo che Leo abbia avuto maggior fortuna-

Cris: -Ma dov’è? Non dovrebbe essere già qui?-

Neanche Leo aveva trovato Davide, aveva cercato su tutti i piani ma niente… Stava per tornare dagli altri quando un pensiero attraversò la sua mente… Era solo un’ipotesi ma decise comunque di vedere anche sul tetto. Una volta arrivato con immensa gioia constatò che Davide era lì.

Leo: -Davide!-

Il ragazzo si voltò e con un lieve accenno del capo salutò l’amico. Aveva un'aria stanca ed affaticata. I suoi occhi erano spenti e lontani... Persi in chissà quali pensieri.

Leo: -Ma Davide che fai qui? Ti stiamo cercando da sta mattina!-

Davide: -Volevo starmene un po’ da solo…-

Leo: -Cattivi pensieri?-

Davide: -Mh…-

Leo: -Ti capisco… Anche a me capita a volte di voler star da solo, senza nessuno intorno…-

Davide: -Ti invidio Leo-

Leo: -E perché?-

Davide: -Perché nonostante il tumore e che non hai una gamba sei così! Dai l’impressione che non te ne freghi niente…-

Leo guardava ed ascoltava l’amico. Ammirava ed odiava la sua schiettezza!

Leo: -Non è così… In realtà non voglio che gli altri soffrano ulteriormente… Già è difficile per loro accettare la malattia che non voglio dargli altre preoccupazioni. Ma infondo lo sai anche tu-

Davide: -Io?-

Leo: -Si tu! Fai tanto il gradasso e lo stronzo ma sotto, sotto sei un ragazzo sensibile che non vuole far preoccupare chi gli sta intorno… Ho forse torto?-

Davide: -Credo di no… Ho paura Leo…-

Leo: -Lo so… Ma anche se è un’ intervento difficile e ti opereranno in una altro ospedale noi saremo comunque con te! Sappi che qualsiasi cosa accada, dovunque tu andrai noi Braccialetti saremo sempre al tuo fianco! Perché come dice il grande Watanka così sia detto, così sia fatto, così sia scritto!-

Davide: -Grazie…-

I due ragazzi rimasero in silenzio per un po’, non servivano parole in quel momento. L’unico rumore che si sentiva erano le onde del mare in lontananza. L’odore di salsedine arrivava fin lì.

Leo: -Vedrai Davide… Un giorno saremo “liberi”, liberi di fare e di andare dove vogliamo, e non ci sarà nessuno che ci fermerà!-

Davide ascoltava l’amico e sperava davvero di essere “libero” un giorno! Voleva credere che sarebbe andato tutto bene, che sarebbe guarito ed uscito da quell’inferno!

Leo: -Dai ora torniamo giù però!-

Davide: -Non dire nulla agli altri per favore-

Leo: -Tranquillo!-

Leo sapeva che Davide in quel momento gli aveva mostrato quella parte più nascosta che forse neanche ai suoi genitori aveva mai mostrato. In quel momento non era più il ragazzo arrogante che aveva incontrato quel giorno nei corridoi.. Davanti a lui ora c'era invece un ragazzo pieno di insicurezze che cercava di nasconderle.

E così i due ragazzi si avviarono. Per fortuna avevano aggiustato la porta, sarebbe stato abbastanza comico se si fosse bloccata ancora!

 

 

Angolo mio:

Scusateeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee il ritardooooooooo

Spero vi piaccia :) :)

 

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