Piccoli pezzi di Natale

di _only_ hope_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chi è Natale? ***
Capitolo 2: *** Addobbi ***
Capitolo 3: *** Biscotti e canzoni ***
Capitolo 4: *** Mercatini ***
Capitolo 5: *** Natale ***



Capitolo 1
*** Chi è Natale? ***


Alla mia Darling,
anche se è una storia Caleo e anche se parla di Natale,
perché le voglio bene.
Ma non ti preoccupare, ci saranno anche parti Percabeth c;




BANG BANG BANG

Il martello batteva ritmicamente sul metallo, riempiendo il silenzio del Bunker nove, poi il rumore del trapano coprì gli sbuffi di Festus, il quale era acciambellato tranquillo in un angolo ed osservava il suo padrone prendere fuoco ad intervalli regolari. Leo era talmente assorto nel suo lavoro da non accorgersi neppure delle fusa che il drago fece quando due piccole e pallide mani calde lo accarezzarono, né si rese conto del fatto che nel momento in cui le sue dita si muovevano così veloci da sembrare raddoppiate, lo erano realmente.

Quando Calypso lo raggiungeva mentre lavorava e decideva di aiutarlo costruivano in sintonia, senza che la bocca di lui pronunciasse alcuna istruzione, se non in qualche rara, delicata e complessa situazione: quel giorno il giovane si accorse di lei solamente perché cominciò a canticchiare sottovoce. Alzò gli occhi dal marchingegno che stava costruendo e sorrise alla vista della sua ragazza concentrata ed allo stesso tempo rilassata, incurante dei ciuffi di capelli biondi che sfuggivano dalla coda e delle macchie d'olio che le imbrattavano la camicetta bianca con le mani arrotolate sugli avambracci: per il divino Efesto, se la amava!

In quel momento, sentendosi osservata, lei alzò il viso e sorrise non appena incrociò gli occhi marroni di Leo, ma subito lo abbassò:

"Sono venuta per chiederti una cosa, e posso attirare la tua attenzione solo se mi imbratto le mani." borbottò, mentre il figlio di Efesto rideva sotto i baffi: adorava i momenti in cui lei accampava delle scuse quando in realtà voleva semplicemente trascorrere del tempo con lui.

"Dimmi pure, Raggio di Sole."
"Chi è Natale? Ne parlano tutti in continuazione, ed io non ho la più pallida idea di chi possa essere." chiese a quel punto, tranquilla. Lui, invece, spalancò gli occhi, perché con lei non avrebbe mai smesso di sorprendersi: certo, gli era andata peggio quel giorno ad Ogigia in cui lei aveva fissato una lampadina per ore, domandandogli come fosse riuscito a portare una stella nella sua capanna, ma anche questa era una lacuna non indifferente, soprattutto per lui, che amava il Natale fin da quando era bambino. Ricordava quanto quella festa gli avesse sempre scaldato il cuore, anche quando era trascinato di continuo da una famiglia all'altra, soprattutto se gli permettevano di aiutare nelle decorazioni, ricordava che le luci lo confortavano quando scappava e tutto lo riportava a quando festeggiava con la sua mamma. Quell'anno non vedeva l'ora di addobbare tutto il Campo, anche perché, stando ai tempi terrestri, aveva saltato ben due Natali prima di riuscire a ritornare da Ogigia con Calypso.

"Il punto è, Raggio di Sole: che cosa è il Natale, non chi. È una festa." cominciò a spiegare. "Queste, ad esempio," continuò, alzando la fila di lampadine colorate che stava componendo. "Sono luci di Natale: le appenderemo sulle case del Campo, lo renderanno tutto colorato, poi riempiremo dei pini con delle bocce decorate. Il venticinque dicembre, invece, ci scambieremo i regali: i bambini credono che venga un omaccione vestito di rosso e con la barba bianca a portarli, ma non crederci quando te lo dicono. La cosa più bella del Natale, però, è l'atmosfera: sono tutti più felici in questo periodo dell'anno, lo si percepisce nell'aria." mentre lo ascoltava Calypso annuiva, ma di tutta la spiegazione stava capendo solo che si trattava di una ricorrenza che il suo Leo amava: i suoi occhi luccicavano ed il fumo gli usciva dalle orecchie, le quali rischiavano di prendere fuoco da un momento all'altro. In quel momento lui alzò il viso dalle luci che stava continuando a rifinire e notò il suo sguardo confuso. "Non stai capendo nulla, vero?" in risposta lei abbassò il viso e scosse la testa, al che lui decise di ricorrere alle maniere forti: il giorno dopo avrebbe cominciato la missione "Salviamo il Natale".


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Capitolo 2
*** Addobbi ***


"La tua ragazza è strana: lo sai, vero?"

Piper si avvicinò a Leo, il quale stava osservando Calypso, che era in piedi davanti all'albero di Natale della Casa Grande: tra le mani strette a coppa teneva una palla di Natale azzurra che raffigurava un paesaggio innevato, dipinta a mano dai figli di Apollo, e la osservava con stupore, gli occhi luminosi, la bocca dischiusa.

"È bellissima, non trovi?" rispose invece il giovane, ed in risposta l'amica roteò gli occhi ridendo.

"Sei un caso perso: non mi stai neanche ascoltando!" protestò l'altra.
"
L'amore è una grave malattia mentale, Piper: rassegnati." Annabeth si aggiunse al duo, giusto nel momento in cui Leo si risvegliava.

"Cosa fate voi due con le mani in mano? Abbiamo il Campo intero da addobbare!"

"Abbiamo finito di decorare la mensa, come ci avevi gentilmente ordinato, Babbo Natale: è rimasto solo Jason, che svolazza in giro ad appendere luci e festoni."

"Potreste prendere una scala ed andare ad aiutarlo." osservò l'altro.

"Non è così divertente." replicò Piper ridendo, poi si allontanò prendendo Annabeth a braccetto, mentre Leo gridava loro di ricordarsi che il giorno successivo avrebbero preparato i biscotti.

"Sì, e tra tre giorni andiamo ai mercatini di Natale in città: lo sappiamo, ce lo hai detto più o meno mille volte!"

"Calypso ti fa male, Leo!"

Lui rise, mandandole a quel Paese, poi ritornò ad osservare la figlia di Atlante, che proprio in quel momento venne urtata da un instabile figlio di Ipno e lasciò accidentalmente cadere la boccia di vetro.

"Per Zeus, stai attento!" esclamò, ma quello si era già addormentato accanto ad un albero. Mentre il rombo di un tuono risuonava nell'aria e la giovane fulminava il cielo con lo sguardo, il figlio di Efesto la raggiunse recuperando la colla dalla sua inseparabile cintura degli attrezzi e in un attimo ricompose la pallina, che ritornò quasi come nuova, poi la porse alla sua ragazza, che gli sorrise e si accovacciò di fronte a lui. "Grazie."

"Di niente. Credo che se vuoi tu possa tenerla."

"Davvero?!" si illuminò lei, portandolo ad annuire e sorridere tra l'intenerito ed il divertito. "Sembrerò patetica a dire che è bellissima."

Mai quanto te, pensò lui.

"Mai quanto me." rispose invece, rischiando che lei gli frantumasse la decorazione sulla testa: fortunatamente per lui ci teneva troppo.

"Vieni: ti voglio fare vedere una cosa." continuò subito, onde evitare che ci ripensasse, alzandosi in piedi ed allungando una mano nella sua direzione: lei sorrise e si lasciò trascinare in giro per il Campo.

Il cielo si stava lentamente rabbuiando e lui le mostrò ogni albero decorato, ogni singola decorazione che aveva progettato con i suoi fratelli e i figli di Apollo, ognuna in linea con le caratteristiche del dio a cui la casa era dedicata: l'unico albero spoglio era quello dei figli di Ipno, ma Leo non dubitava del fatto che quello dei figli di Ermes si sarebbe svuotato a poco a poco.

Le cacciatrici di Artemide, da poco giunte al Campo, stavano spruzzando il loro pino con la neve finta quando Leo e Calypso le raggiunsero: la giovane guardò subito male quella strana polverina bianca e appiccicosa, poi chiese di che cosa si trattasse, salvando il figlio di Efesto dall'essere gravemente ferito da Talia, dopo averle chiesto perché non appendesse anche lei le luci allo stesso modo di Jason.

"Dovrebbe assomigliare alla neve, secondo quello che sostiene il tuo ragazzo qui."

"Ma ci assomiglia! Vero che ci assomiglia, Calypso?"

"Ha chiesto che cosa fosse: non ci assomiglia."

La giovane osservava prima l'uno, poi l'altra, ed infine decise di mettere fine alla discussione allo scopo di ottenere qualche utile spiegazione:

"Che cos'è la neve?" ottenne in parte l'effetto voluto: entrambi si zittirono, ma la guardarono come se fosse appena atterrata con una navicella spaziale proveniente da un pianeta lontano anni ed anni luce dalla Terra.

"Te la farò vedere i prossimi giorni: c'è neve fuori da qui, vero?" borbottò lui qualche secondo dopo, rivolgendo la domanda alla figlia di Zeus, la quale subito annuì:

"Ovvio: c'è sempre neve a New York. Comunque, per la cronaca, Calypso: la neve è acqua ghiacciata e bianca."

"Descritta così sembra un mucchio di ghiaccioli, ma è soffice. E ottima da mangiare." aggiunse Leo, e questa volta la giovane quasi capì quello che stavano descrivendo.

"Te lo sconsiglio." ribatté Talia.

"Comunque assomiglia a questa cosa qui." l'indice del figlio di Efesto si posò sul suo naso, depositandoci qualcosa di soffice: la giovane dea lo guardò male, poi toccò sospettosa il punto che lui aveva sfiorato ed infine lo fulminò con lo sguardo: un attimo dopo lo stava rincorrendo con l'intera bomboletta in mano -gentile concessione di Talia-, pronta a vendicarsi del brutto tiro. Leo rideva e rideva, il fiato che cominciava ad essere corto: lui, però, non se ne curava, perché quello stava cominciando a diventare il Natale migliore della sua vita. Alcuni minuti dopo, rifugiatosi in un angolo della mensa, guardò indietro, per scoprire che la sua ragazza non era più dietro di lui: uscì lentamente, guardandosi attorno con circospezione, e la trovò qualche decina di secondi dopo in piedi all'ingresso, gli occhi fissi sul grande abete che si stagliava luminoso ed in tuta la sua maestosità sopra di lei, il viso rivolto verso l'alto.

"Ti piace?" le chiese, avvicinandosi a lei e abbracciandola da dietro, fermandosi anche lui ad osservare quello spettacolo: si sentiva così piccolo in confronto a quell'albero.

Spostò lo sguardo verso il resto del Campo, sentendosi soddisfatto del lavoro che avevano fatto quel pomeriggio: si era divertito a decorare, ma anche a dare ordini. Soprattutto, però, aveva adorato rendere felice la sua Calypso. Ad un certo punto alzò di nuovo lo sguardo e notò un rametto di vischio proprio sopra alla sua testa: la veranda di ingresso ne era colma, decisamente si notava che una delle figlie della dea dell'amore aveva decorato quel punto del Campo. Non osava immaginare tutti i baci che avevano interrotto la decorazione quel pomeriggio!

"Calypso, lo vedi quello?" lei alzò lo sguardo verso il punto che lui le indicava.

"Vischio." osservò.

"Già. Una delle tradizioni di Natale dice che sotto al vischio sia d'obbligo baciarsi."

Lei sorrise, si voltò, prese il viso del figlio di Efesto tra le sue mani e portò le loro labbra ad incontrarsi dolcemente.

"Mi piacciono queste tradizioni." osservò poi.

"Ora capisci almeno in parte perché amo il Natale?" rise lui, per poi baciarla nuovamente: si staccò un attimo dopo, quando qualcosa di freddo e appiccicoso lo colpì su entrambe le guance. Neve di bomboletta. Rise e cominciò a rincorrere Calypso, la quale alla fine era riuscita ad ottenere la sua vendetta.




Angoletto di Hope-barra-Gio:
buondì :) spero che questa FanFiction vi stia piacendo: mi rendo conto del fatto che è lievemente diabetica... spero di non essere caduta eccessivamente nell'OOC...
Un parere di qualsiasi tipo è sempre gradito!
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Biscotti e canzoni ***


Era il diciannove dicembre: l'aria era fredda, ma la trentina di semidei che era riunita in cucina non la sentiva. Calypso aveva le mani in pasta, attività che amava quasi quanto la cura delle piante, mentre Leo al suo fianco versava talmente tanti ingredienti nella sua ciotola che ne aveva ormai dimenticati la maggior parte: tutto sommato, però, quella collaborazione le piaceva.

"Che differenza c'è tra i biscotti che prepari tutto l'anno e questi?" gli chiese ad un certo punto.

"Nessuna." rispose Annabeth per lui, dal tavolo di fianco al loro, mentre con una mano sporca di latte si spostava dal viso una ciocca bianca, gentile dono di Percy, che aveva deciso di riempirla di farina qualche minuto prima. Ovviamente lui era più bianco di lei.

"No, fermi tutti... chi mette così tanta cannella e così tanto miele nei biscotti tradizionali?" controbatté Leo, indignato.

"Concordo!" Percy si schierò dalla sua parte, ma solamente perché amava il Natale quasi quanto lui.

"Tu concordi sempre quando si tratta di mangiare, Testa d'Alghe!"

"Vero!" Jason gridò dai forni dietro di loro in risposta.

Calypso rise, perché adorava vedere gli amici del suo ragazzo battibeccare amichevolmente e prendersi bonariamente in giro a vicenda.

Il profumo dello zenzero che Leo aveva tra le mani le invase le narici e la costrinse a riportare l'attenzione sull'impasto ormai quasi pronto.

"Ancora questo e poi stendiamo la pasta." la informò lui mentre versava la spezia nel composto.

Stesero assieme l'impasto con un grande mattarello, ritrovandosi a ridere più volte perché si muovevano a ritmi diversi ed il figlio di Efesto finiva sempre a faccia in giù, lasciando lo stampo del suo naso quasi ovunque: la figlia di Atlante ad un certo punto lo guardò e gli toccò il naso, rubando un po' di pasta e assaggiandola:

"È buona." affermò sorridendo.

"Immagino che il sapore della pelle del mitico Leo Valdez le dia un gusto particolare." osservò lui in risposta.
"Oh, ecco perché sa un po' di bruciato!" tutti risero per quella battuta, anche lui, suo malgrado: doveva pur sdrammatizzare se tutti lo prendevano in giro!

"Leo, la tua ragazza mi sta ogni giorno più simpatica!" affermò Piper, di passaggio proprio in quel momento con una teglia piena di biscotti da infornare.

Piper, la stessa Piper che quando, nel luglio di quell'anno, lo aveva visto tornare al Campo Mezzosangue assieme ad una ragazza si era riempita di gelosia, la stessa Piper che lo aveva ignorato per giorni, la stessa Piper che era scoppiata in lacrime quando l'aveva attesa davanti alla sua cabina e l'aveva abbracciata, ma che gli aveva sussurrato che Calypso proprio non le andava giù, ora stava prendendosi gioco di lui assieme a lei, come se l'odio non le avesse portate a battibeccarsi per almeno tre mesi.

Leo era sempre più convinto del fatto che le donne fossero davvero strane...

Solo perché mi prende in giro!” ribatté, rivolto a Piper.

Perché non sai quanto è di compagnia se sta solo con noi ragazze!” controbatté l'interessata, ridendo, mentre Calypso arrossiva violentemente.

Davvero?” lui quasi non ci credette: davvero trascorreva di sua spontanea volontà del tempo con Annabeth, Piper e Rachel? Davvero si divertiva? Beh, era quasi geloso, ma in fondo era felice del fatto che non avesse legato solamente con lui.

Chiedilo a lei!” rispose la figlia di Afrodite, correndo ad infornare i suoi dolci: Leo cercò di incrociare lo sguardo della sua ragazza, ma senza successo, quindi decise di lasciar cadere l'argomento.

Ora dobbiamo coppare la pasta.” esclamò, allegro, ottenendo l'effetto desiderato: la giovane sollevò il viso e lo guardò male.

Coppare?!” chiese, non comprendendo a che cosa si stesse riferendo.

Non starlo a sentire, guarda troppi programmi di pasticceria: noi comuni semidei -eccetto Annabeth, ovviamente-, chiamiamo questo passaggio 'prendere le formine e tagliare la pasta con quelle'.” le spiegò Percy, beccandosi un'occhiataccia sia dalla sua ragazza che dal figlio di Efesto.

Grazie.” sorrise invece l'altra, mentre recuperava il necessario dal centro del grande tavolo da lavoro: per un attimo rimase ad osservare quelle strane forme, prendendole in mano ad una ad una e rimirandole con uno sguardo tra il confuso ed il perplesso.

Questo è un albero di Natale.” le spiegò il suo ragazzo, prendendo delicatamente il coppapasta dalla sua mano e girandolo di centoottanta gradi: ora lo riconosceva anche lei.

Questa, invece, è una stella cometa: è uno degli altri simboli del Natale, assieme a questo-” continuò, paziente, mentre le mostrava le differenti formine. “Che, per la cronaca, è una palla di Natale, di quelle per l'albero, questo, che invece è un fiocco di neve, e questo, che è un omino di pan di zenzero. Quando li faremo sembreranno un po' bruttini -hai visto quelli di Piper, no?!-” si guadagnò un pugno su un braccio con quell'affermazione: maledetta solidarietà femminile. “Ahio! Dicevo solo che dopo li decoreremo con la glassa e diventeranno più bellini, anche quelli di Piper!”

I miei biscotti sono bellissimi!” lo contraddisse la figlia di Afrodite, fortunatamente senza utilizzare la sua lingua ammaliatrice: quella ragazza avrebbe potuto convincere chiunque anche che una vipera è l'animale più bello del mondo, se avesse voluto...

Per l'ultima volta: non ho detto che sono brutti, solo che-”

Lo hai detto.” lo interruppe Calypso. Leo notò che tutti i suoi amici, invece che aiutarlo, ridevano sotto i baffi: ingrati.

No, io ho detto che- Vabbé, lasciamo perdere.”

Meglio!” ribatterono all'unisono la sua migliore amica e la sua ragazza: tradito su due fronti, per il divino Efesto!


Nonostante i battibecchi e le interminabili spiegazioni, alla fine anche Leo e Calypso riuscirono ad infornare i loro biscotti: la giovane li osservò per un attimo cominciare lentamente ad imbrunirsi, poi ritornò dal suo ragazzo, ma non lo trovò. Di conseguenza si guardò attorno più volte, spaesata, finché non lo scorse inginocchiato davanti ad uno degli aggeggi tecnologici che lei tanto odiava: lo raggiunse e gli chiese che cosa stesse combinando, e lui alzò il viso, incrociando i suoi occhi, poi scosse la testa, permettendole di intuire che non le voleva far capire. Per Zeus, se odiava quando lui le nascondeva le cose! Ricordava ancora il loro primo appuntamento, in quel ristorante che lei aveva adocchiato mentre passeggiavano nel centro di Parigi, piccolo e all'antica, ma in cui era impossibile entrare senza prenotazione: era stata entusiasta quando aveva scoperto che lui era riuscito a riservare un tavolo per due, ma i giorni precedenti alla rivelazione gli aveva gridato contro più volte perché aveva telefonato troppo spesso e non le aveva voluto rivelare i destinatari delle chiamate.

Quel giorno, però, non dovette attendere così a lungo, perché in pochi secondi una canzone iniziò ad uscire dall'aggeggio: ok, quella doveva essere una radio; dovette ripetersi mentalmente più volte di non andare a controllare se ci fosse un'orchestra lì dentro, l'impulso era sempre molto forte.

Sì, Raggio di Sole, è la solita radio.” borbottò lui, prendendosi gioco di lei. “Comunque queste non sono canzoni qualunque.”

Lo hai detto anche delle ultime che abbiamo ascoltato.”

Vero, ma queste sono più speciali.”

Già sentito anche questo.”

Piantala di fare la pignola, Raggio di Sole, e lasciami parlare!” esclamò, esasperato, mentre lei cercava di nascondere un sorriso. “Così va meglio. Dunque: queste sono canzoni tutte dedicate al Natale. Contribuiscono a rendere natalizia l'atmosfera.”

Calypso non osava immaginare quanti dischi di quella roba possedesse... d'altro canto, però, quando si voltò notò che tutti sorridevano di più, e che qualcuno azzardava addirittura dei goffi passi di danza: Percy faceva volteggiare Annabeth per la stanza mentre andavano a recuperare i biscotti, mentre Travis e Connor, che fino ad un attimo prima stavano litigando, si abbracciavano, e Piper ridendo dipingeva il viso di un Jason non propriamente felice con la glassa che stavano preparando.

Lo hai notato anche tu, vero? È la magia del Natale, Raggio di Sole.” le sussurrò il suo ragazzo, mentre le sorrideva di fronte a lei e le cingeva la vita con le braccia: lei appoggiò la testa sul suo petto, lasciandosi cullare dai suoi passi e, mentre danzava con Leo -non molto a ritmo- in un angolo della cucina al suono di “Silent Night”, comprese un altro pezzetto del Natale.

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Capitolo 4
*** Mercatini ***


Il tardo pomeriggio del ventuno dicembre Leo era in piedi davanti alla sua cabina con le mani infilate nelle tasche della cintura degli attrezzi e lo sguardo fisso sulla porta semiaperta.

Calypso, sbrigati! Perdiamo la metro!”

Arrivo, arrivo.” borbottò lei mentre usciva. “Ma spiegami ancora perché devo mettermi questi strani vestiti.” continuò uscendo, e non appena il figlio di Efesto la vide le parole che voleva pronunciare rimasero sulle labbra semichiuse: quel giaccone bianco la faceva sembrare un po' un pupazzo di neve, ma le stava davvero bene! Inoltre la sciarpona e il cappello che indossava erano rossi, un po' come le sue guance accaldate: qualsiasi altro ragazzo non l'avrebbe pensata come lui, ma Leo la trovò bellissima.

Valdez!” Calypso richiamò la sua attenzione. “Dannazione, tu non sei per nulla vestito, perché io devo rendermi ridicola?!” esclamò, cominciando a pensare che fosse tutto uno scherzo.

Beh, ti assicuro che fuori fa almeno due volte più freddo che qui al Campo. Inoltre, Raggio di Sole, hai presente quella storia di Leo Valdez che ha il fuoco dentro? Beh, è vera: non sento neanche un po' di freddo, un pile è più che sufficiente.” ribatté lui alzando un sopracciglio, mentre lei sbuffava in risposta. “Pronta a partire?”

Non so lei, ma io sono più che pronta. E anche gli altri.” si aggiunse Piper, indicando un punto indefinito dietro alla sua schiena e sorridendo: aveva convinto anche Percy, Jason, Nico e Will ad andare con lei, Annabeth, Leo e Calypso ai mercatini e, per Zeus, era convinta che si sarebbero divertiti davvero molto. La figlia di Atlante non avrebbe dimenticato quel pomeriggio molto facilmente!


Questa è la metropolitana.” alcune decine di minuti dopo stavano scendendo le scale che li avrebbe portati sottoterra, quando Piper si sentì in dovere di spiegare quella parte del mondo moderno alla ragazza del mondo antico, visto che si trovava accanto a lei.

Scenderemo un numero imprecisato di scale, timbreremo i biglietti e saliremo su vagoni lunghissimi e probabilmente pieni di gente. Vista l'ora, al 90% non riusciremo neppure a sederci.” la anticipò invece l'altra, lasciandola a bocca aperta.

Co- come-” balbettò, sorpresa, mentre Calypso tratteneva una ristata. “È da marzo che viaggio assieme a Leo, abbiamo visitato molte grandi città.” spiegò infine.

Ah. Bene. Ci ho fatto una figuraccia. Fai finta di niente.” rispose la figlia di Afrodite, mentre la voce di Leo si sovrapponeva alla sua.

Il mio GPS dice che la più veloce è la blu, Aquaman!”

Punto primo: del tuo GPS non si fida nessuno.” stava ribattendo Percy, ma fu contraddetto dalla voce di Calypso, la quale affermava il contrario. “Punto secondo:” continuò, ignorandola. “Io vivo a New York da quando sono nato, quindi se ti dico che la gialla ci porterà dritti a Bryant Park è vero, anche perché se potessi prendere la blu lo farei subito! E non chiamarmi Aquaman!”

Bel tentativo, ma è la blu: ne sono sicuro!”
“Gialla, diamine!”

Blu!”
“Ragazzi...” tentò di fermarli Annabeth, ma senza ottenere successo: sbuffò, mentre i due continuavano a battibeccare.

Gialla!”

Ragazzi!”

Blu!”

Gialla!”

Ragazzi!” quella volta la giovane alzò la voce, ottenendo però non solo la loro attenzione, ma anche quella dei passanti, i quali si voltarono, la guardarono come se fosse pazza, scossero la testa rassegnati ed infine ripresero il loro cammino. Lei, dal canto suo, sembrò non farci caso.

La piantina dice che né la blu né la gialla portano a Bryant Park, ma che la linea esatta è la viola.” loro la guardarono stralunati, poi si avvicinarono al tabellone ed infine furono costretti a dare ragione ad Annabeth.

Odio il fatto che tu abbia sempre ragione.” borbottò Percy, mentre si avviava verso le scale e gli altri ridevano: l'interessata lo raggiunse di corsa e gli saltò sulle spalle, così lui fu costretto a prenderla al volo per evitare che entrambi cadessero a terra, ma fallì miseramente, visto che dopo aver barcollato per un po' finì sul pavimento con la figlia di Atena sopra di lui.

Ti odio, Sapientona.” esclamò contrariato, ma rideva.

Sì, ti amo anch'io, Testa d'Alghe.” ribatté lei, realizzando di essere riuscita ad ottenere il suo scopo.

Calypso, intanto, li osservava e sorrideva: un tempo amava Percy Jackson, ma vedendolo così sorridente in compagnia della sua ragazza quasi si pentì di averlo fatto e di essere stata così gelosa. Mentre pensava a questo si avvicinò a Leo e lo prese per mano: dopotutto, lasciando libero Jackson aveva trovato finalmente qualcuno che ricambiava il suo amore.


Ahio...” borbottò la figlia di Atlante mentre saliva le scale che l'avrebbero riportata in superficie ed allo stesso tempo si massaggiava il fondoschiena.

Ancora con questa storia?!” controbatté il figlio di Efesto, che camminava accanto a lei.

Mi hai lasciata cadere!” esclamò lei in risposta.

Per il divino Efesto, mica mi aspettavo quella frenata! Ti ho già chiesto scusa, che cos'altro devo fare per farmi perdonare?!” ecco che cosa otteneva con l'essere galante e lasciare che la sua ragazza si sedesse sulle sue ginocchia sul vagone della metro: una lavata di capo! Tanto valeva lasciarla in piedi, perché avrebbe ottenuto lo stesso risultato, ma sarebbe stato più comodo.

"Beh, potresti cominciare con-" si bloccò a metà frase, dopo essere arrivata in cime alle scale, perché rimase a bocca spalancata a causa del panorama che si stagliava davanti ai suoi occhi: c'erano delle luci, tante luci, almeno il triplo rispetto a quelle del Campo. E c'era un albero, anch'esso alto tre volte quello del Campo, che era circondato da una serie di casette in legno: non aveva mai visto nulla di simile in vita sua e, per Zeus, aveva vissuto davvero a lungo.

"Centoventicinque bancarelle, almeno due chilometri di luci e la pista del ghiaccio: che cosa vuoi di più dalla vita, Raggio di Sole?" commentò, mentre finalmente notava i fiocchi bianchi che cadevano dal cielo e si rispondeva da solo.

"Comunque questa è la neve!" esclamò entusiasta, poco prima di correre via con la testa rivolta verso l'alto, la bocca spalancata e la lingua di fuori: la sua ragazza lo guardò in stato di shock, poco prima che un fiocco le cadesse sulle labbra, fresco e piacevole. Poi notò anche i fiocchi che si erano depositati sulla sua sciarpa: erano tutti diversi, ma tutti ugualmente spettacolari. Sarebbe rimasta lì ferma per il resto della serata, ma Piper la prese sottobraccio e la condusse via dai matti, mentre Annabeth le seguì ridendo.

"Jason mi ha promesso che andranno alla pista di pattinaggio a prendere i biglietti non appena avranno smesso di fare gli stupidi e che ci chiameranno quando saranno alla fine di quella coda infinita." spiegò, indicando la fila di ingresso del pattinaggio.

"Non andremo mai a quella pista." ribatté ridendo la figlia di Atlante, sarcastica. “Non si muoveranno più da lì.”

"Per questo ho convinto Nico a trascinare quei quattro via dalla neve tra dieci minuti."

"Certo che devi proprio odiare quel ragazzo se lo lasci da solo con loro!"

"Punto primo: uno dei suddetti quattro è il suo ragazzo."

"Non è un punto a tuo favore, Chase: anche noi abbiamo un ragazzo tra di loro!" obiettò Piper.

"Lasciami finire, McLean! Punto secondo: Nico non avrebbe amato un giro ai mercatini con te."

"Con noi, vorrai dire."

"Io e Calypso siamo piuttosto normali, ma tu ti fermerai per dieci minuti ad ogni bancarella!"

La terza ragazza soffocò una risata. "I ragazzi davvero avranno il tempo di rotolarsi nella neve e fare tutta la fila."

"Contaci."

"Comunque," continuò Calypso, mentre entravano nella prima casetta di vetro. "Qualcuno mi spiega che cos'ha questo mercato di diverso rispetto a quelli che ci sono ogni settimana?"

"Ottima domanda." ribatté Piper. "Se fossi Leo ti risponderei che è lo stesso discorso che valeva per i biscotti, perché a Natale tutto è più magico e particolare, mentre se fossi Annabeth commenterei che le architetture delle casette sono spettacolari, ma sono Piper McLean, quindi ti dico che ci sono degli oggettini davvero carini in vendita tra questi quattro vetri." l'interessata annuì, apparentemente convinta, mentre la figlia di Athena borbottava qualcosa sul fatto che le architetture erano davvero abbastanza ben fatte.


"A quello che ho detto prima devo aggiungere anche che i mercatini di Natale sono l'occasione perfetta per trovare i regali di Natale!" esclamò Piper, mentre una trentina di minuti dopo adocchiava una maglietta che sarebbe stata d'incanto a Jason e le altre due ragazze la segiuvano ridendo: nonostante tutto, però, non potevano che concordare con lei, soprattutto Calypso, che si era ricordata solo quel giorno la tradizione dello scambio dei doni.

Osservò la figlia di Afrodite che faceva scorrere le grucce delle magliette sul palo a cui erano appese e sceglieva quella della taglia più adatta e ricominciò a chiedersi che cosa potesse regalare a Leo, il figlio di Efesto che possedeva una cintura degli attrezzi da cui avrebbe potuto estrarre qualunque cosa.

I ragazzi, intanto, in fila, tra uno sbuffo e l'altro si guardavano attorno, anche loro alla ricerca degli ultimi regali: Leo stava osservando il suo dito indice prendere fuoco e sciogliere la neve che vi si era depositata sopra, quando lo sguardo gli cadde sulla nuova bancarella che erano riusciti a raggiungere: i suoi occhi si illuminarono.

"Ragazzi, torno subito!" esclamò, saltando fuori dalla coda.

"Sì, tutte scuse!" lo prese in giro Jason, ma l'altro era già abbastanza lontano per non sentirlo.

Su uno scaffale, appoggiata al suo piedistallo di ceramica rossa e bianca, una sfera della neve cercava di nascondersi: il giovane si allungò sulle punte dei piedi e la prese tra le mani, osservando i due personaggi innamorati sui pattini che si baciavano sotto al vischio e in mezzo ai fiocchi volteggianti, mentre pensava che avrebbe potuto costruirne una con le sue mani, ma che non sarebbe stata altrettanto bella. Sì, era il regalo perfetto da aggiungere alla collana con la perla che Percy gli aveva procurato e di cui aveva provveduto a produrre la catenina e l'incastonatura.

Quando tornò dai suoi amici, trovò anche le ragazze: Calypso gli sorrise e gli riferì che si era davvero divertita, per poi baciarlo.

"Non hai ancora visto nulla: il vero divertimento arriva ora!" ribatté lui, ed era vero: quella sera pattinarono per ore, senza curarsi né del tempo che passava, né della fame che cominciava a farsi sentire, ridendo e scivolando. La figlia di Atlante era instabile sui pattini, ma sfortunatamente per lei Leo non riuscì mai a prenderla prima che cadesse, visto che era messo quasi peggio di lei.

"Raggio di Sole, vengo dal Texsas, non dal Polo." si scusò.

Percy sfruttava i suoi poteri per sfrecciare sul ghiaccio, ma Jason agì allo stesso modo, così i due gareggiarono per buona parte del tempo, sotto gli sguardi rassegnati delle loro ragazze e quelli ammirati di bambini e ragazzini. Nico, dal canto suo, si ritrovò a sorreggere Will, che si scoprì essere addirittura più negato di Calypso.

Verso l'ora di chiusura della pista, quando Leo cadde a faccia in giù nella neve e si mise ad agitare braccia e gambe la sua ragazza lo guardò male. "È un angelo, Raggio di Sole, come quelli delle formine: ricordi?"

"Non mi sembra molto un angelo..."

"Donna di poca fede: quando mi alzerò vedrai se non è un angelo!"

Alla fine la giovane si lasciò trascinare ad agire allo stesso modo di Leo, e, mentre rideva a crepapelle ed allo stesso tempo si ritrovava a mangiare un quantitativo forse eccessivo di neve, gli altri ragazzi si unirono a loro: la pazzia è migliore in compagnia, soprattutto se agli angeli seguono una battaglia di palle di neve all'ultimo sangue e l'essere cacciati dalla pista per mancato rispetto delle regole.

Quella sera la figlia di Atlante comprese perché il suo ragazzo amasse la neve, così come capì ancora di più il valore dei buoni amici, ma soprattutto riuscì a trovare il regalo perfetto per Leo: era seduta nel nascondiglio sotto il letto mentre lui si faceva una doccia ed ammirava il suo piccolo capolavoro, una tuta da lavoro ignifuga che recava la scritta “LEO VALDEZ: AGGIUSTATUTTO INFUOCATO!”. Poi recuperò un foglietto dalla tasca, un foglio scritto da lei a mano, che ricordava la promessa di aprire un'officina fatta qualche anno prima, sorrise e lo infilò in una busta: sapeva quanto lui avrebbe amato aprire la loro officina qualche anno dopo, come era sicura che si sarebbe illuminato quando si sarebbe accorto che lei si era ricordata di quella pazza proposta.

I regali migliori sono quelli fatti con il cuore.





Angoletto di Hope-barra-Gio:

Ma... a qualcuno piace questa FanFiction o la sto pubblicando solo per me stessa?


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Capitolo 5
*** Natale ***


Il giorno di Natale è quel giorno che mette allegria solo a nominarlo, che quando arriva fa sentire bene, ancor meglio rispetto al giorno del proprio compleanno quando si è bambini: almeno, per Leo era così. Lui, gran dormiglione, quel giorno si era alzato alle prime luci dell'alba, dopo aver scostato dolcemente il corpo di Calypso dal suo, si era rintanato nello spazio che aveva creato sotto al suo letto per rimanere un po' tranquillo e si era messo ad ultimare i preparativi per la festa fischiettando le canzoni natalizie, quelle stesse canzoni che la sera prima aveva cantato a squarciagola davanti al falò che aveva acceso in riva al laghetto, assieme a Percy, Jason, Will e Calypso, mentre Annabeth e Nico alzavano gli occhi al cielo, ma ridevano. Alla fine della serata avevano intonato tutti assieme "Cold cold Christmas" e "Jingle Bells" e, per il divino Efesto, era tanto -troppo- tempo che non si sentiva così bene!

Verso le sette e mezza sgattaiolò fuori dal letto ed uscì dalla cabina, prestando attenzione per non svegliare i suoi fratelli e la sua ragazza: era un giorno di festa e, di conseguenza, la sveglia era stata posticipata alle otto e mezza, aveva tutto il tempo per mettere in atto il suo piano.

Calypso fu svegliata alle otto e un quarto dalle risate e dalle grida stupite ed allo stesso tempo gioiose dei bambini del Campo: notò alcuni dei piccoli della cabina di Efesto correre fuori, altri rientrare e prendere i più grandi per le maniche dei pigiami, costringendoli a seguirli.

"Calypso, Calypso: vieni anche tu!!" la piccola Lylith strinse nel pugno l'orlo della sua camicia da notte e la trascinò fino alla porta d'ingresso: nel tragitto si chiese che fine avesse fatto Leo, per poi giungere alla conclusione che probabilmente era stato il primo ad udire le urla dei piccoli e a correre nello spazio comune. Seguì i compagni fino alla mensa, e nel tragitto incontrò Piper, la quale si era fermata in mezzo al prato per sbadigliare e stropicciarsi gli occhi: alcuni suoi fratelli stavano ritornando di corsa nella loro cabina, dopo essersi accorti che erano usciti in disordine, ma a lei sembrava proprio non interessare il suo aspetto da 'mi sono appena alzata, lasciatemi in pace'.

"Sai che cosa sta succedendo, per caso?" le chiese, dopo essersi avvicinata a lei.

"Non proprio: i bambini dicono che sia arrivato Babbo Natale."

"Dici l'omino rosso con la barba che porta i regali la notte di Natale? Leo mi aveva detto che era solo una legg-"

"Sì, lo è, ma i bambini ci credono. Probabilmente si tratta di uno dei ragazzi più grandi, che voleva sollevare un po' l'umore della truppa. A proposito, Leo dov'è?"

L'interessata alzò le spalle. "Non sono la sua balia." borbottò, quasi scocciata. "E potrei chiederti lo stesso riguardo a Jason."

"Io e Jason non dormiamo assieme. E non siamo sempre appiccicati con la colla come voi due."

A quelle affermazioni Calypso arrossì violentemente. "Io e Leo non sia-" cercò di contraddirla, ma l'altra la zittì con un cenno della mano, mentre George, sei anni, figlio di Efesto, le notava ferme lì e decideva di prenderle per mano e trascinarle fino alla mensa.

Mentre camminava la figlia di Atlante si ritrovò a pensare alle parole di Piper: aveva tentato di non ammetterlo, ma era vero che lei e Leo non si lasciavano praticamente mai. La verità, che quasi non voleva ammettere neppure a se stessa, era che non voleva allontanarsi da lui: inconsciamente aveva ancora paura che lui non sarebbe tornato da lei, ma soprattutto non voleva lasciarlo perché erano stati lontani troppo a lungo. A quanto pare da quando si erano salutati a quando lui era atterrato la seconda volta su Ogigia erano trascorsi quasi due anni: se n'erano accorti quando erano atterrati a Malta nel febbraio di quell'anno. Qualche notte prima dell'atterraggio a Malta, mentre volavano alti nel cielo lei aveva appoggiato la testa alla sua schiena ed aveva ammesso in un sussurro che gli era mancato da morire: non gli aveva raccontato, però, che tutte le volte che si ritrovava ad accendere un fuoco il cuore le bruciava nel petto, come non aveva enumerato tutte le piante che aveva scagliato lontano nei momenti di tristezza e rabbia, né tutte le lacrime che aveva versato, dandosi della povera illusa sentimentale.

A volte si era chiesta perché si fosse innamorata di lui: insomma, non era attraente e aveva il suo gran caratteraccio, per non parlare del suo ego! Quella mattina quando arrivò alla mensa se lo ricordò: Leo era al centro con un costume rosso e bianco, un barba bianca e lunga e una parrucca dello stesso colore indosso, e i bambini lo attorniavano ed allungavano le braccine verso il sacco che teneva tra le mani, da cui usciva un gran numero di pacchi e pacchettini. Altri piccoli semidei, invece, stavano accarezzando la testa di Festus, la quale sbucava nel padiglione, oppure erano saliti sulla slitta legata alla sua coda.

"Ha costruito un sacco senza fondo... che tipo!" borbottò Nyssa, ironica, ma seriamente colpita, arrivando di fianco a Calypso.

Ha un gran cuore, il ragazzo.” commentò Chirone in risposta, mentre la figlia di Atlante si limitò a sorridere: non serviva rispondergli, tutti sapevano che spesso Leo Valdez era davvero generoso, a volte anche troppo, soprattutto quando metteva la felicità degli altri davanti alla propria. In quel momento, però, le sembrava felice.


Non te lo toglierai più quel costume, immagino.” osservò Calypso circa un'ora dopo, mentre erano seduti l'uno di fianco all'altra al tavolo della colazione e lui stava azzannando un pancake.

Assolutamente no. Almeno, non nelle prossime dodici ore.”

Spero che tu lo tolga almeno per dormire, perché io nel letto con un costume che perde il pelo e mi fa da seconda coperta proprio non ci sto.”

Vedremo questa sera.”

Sì, vedremo quando salirò per la prima volta sul piano più alto del letto a castello.” concluse, senza ammettere repliche, lasciandolo con la bocca semi-aperta, desideroso di protestare, ma conscio del fatto che l'aveva vinta lei anche quella volta, come al solito.

Se non ti amassi ti odierei.” borbottò prima di rimettersi a mangiare, e questa volta fu il turno della giovane di rimanere di stucco: le diceva che la amava con un tale naturalezza che si stupiva ogni volta.

Strinse la mano nella sua sotto il tavolo, e la tenne tra le sue anche per buona parte del pranzo, mentre ridevano assieme ai loro amici della ex Argo II, per una volta liberi di sedersi al tavolo che preferivano.

In quelle ore scoprì anche che odiava una sola cosa del Natale, tra tutte quelle che Leo le aveva mostrato negli ultimi giorni: il cibo. Per Zeus, era davvero troppo! Probabilmente non aveva mai mangiato così tanto e quel pomeriggio, mentre salutava Annabeth e Percy che avrebbero trascorso il resto della giornata a casa della madre di lui, pensava seriamente che sarebbe scoppiata da un momento all'altro.

Molti altri amici uscirono dal Campo nelle ore successive, primi tra tutti Piper e Jason, che scapparono con Talia per un pomeriggio con Tristan McLean e la famiglia del Coach Hedge, e piano piano Calypso si ritrovò sola con Chirone e pochi altri semidei: nonostante fossero pochi, però, si stava divertendo ugualmente e si accorse solo dopo più di mezz'ora che Leo non solo non era più al suo fianco, ma non stava neppure più giocando assieme ai bambini a chi trovava per primo l'oggetto che aveva nascosto nel sacco magico.

Qualcuno ha visto che fine ha fatto il nostro Babbo Natale?” chiese a quel punto, ma quasi tutti scossero la testa: solo un figlio di Nemesi le seppe indicare la direzione giusta, ma proprio perché si trattava della progenie della dea della vendetta, a cui il figlio di Efesto aveva spesso giocato qualche brutto tiro, si incamminò dalla parte opposta, addentrandosi nel boschetto. Poco dopo si ritrovò davanti al Bunker nove: Festus la accolse raggiante, salutandola in codice morse.

Ciao anche a te!” gli rispose sorridendo. “Leo ti ha tolto la slitta dalla coda, vedo.”

Quell'arnese? Sì, per fortuna!

Lei trattenne una risata: neppure lui si salvava dalle trovate stravaganti di Leo. “Beh, eri proprio carino.”

Leo era più buffo.

Concordo. A proposito, Leo è dentro?”

Sì.

E tu non sei dentro con lui?” gli chiese, incuriosita: Valdez non avrebbe mai permesso al suo drago di rimanere all'aperto in pieno inverno, aveva paura che gli si congelassero gli ingranaggi. Senza contare che amava la compagnia di Festus.

Non è dell'umore adatto.

A quelle parole la giovane alzò un sopracciglio: erano giorni che il figlio di Efesto attendeva eccitato e felice quel giorno, ed era stato perfetto, quindi non era possibile che lui fosse triste oppure arrabbiato. O forse sì? Per caso aveva interpretato di nuovo erroneamente il suo umore scherzoso? Era già accaduto in passato, ma negli ultimi mesi era diventata davvero brava ad interpretarlo, ci riusciva più di tutti gli altri.

Non starai davvero entrando?! Se ci tieni al tuo disco rigido ripensaci!

Calypso ignorò i cigolii del drago ed aprì la porta del Bunker, per poi entrare silenziosamente: Leo era seduto per terra tra un ammasso di bulloni, cacciaviti e pezzi di ferro, con le gambe incrociate e le mani sugli occhi, mentre il vestito rosso giaceva in un angolo, piegato in malo modo. Anche questo era strano per lui: era un disordinato cronico, ma i suoi attrezzi amava tenerli in ordine, perché aveva bisogno di trovarli al primo colpo.

Ti ho detto di rimanere fuori, Festus.” la sua voce la raggiunse, rotta e roca: c'era decisamente qualcosa che non andava.

Ti sembra per caso che io cigoli come il tuo drago?!” commentò, fingendosi scocciata, e non appena aprì bocca la schiena di Leo si raddrizzò, mentre le sue mani si affrettavano ad asciugare gli occhi: quei gesti le diedero la conferma che stava piangendo. Questo la impressionò, perché il figlio di Efesto non aveva mai pianto, non di fronte a lei, almeno: lui era il ragazzo che sorrideva sempre, quello che a volte si intristiva perdendosi nei suoi pensieri, ma che sdrammatizzava sempre tutto con una battuta. Non era il tipo che si lasciava abbattere. O forse sì?

A proposito: ti ricordo che devi dargli un po' d'olio.” aggiunse, per dargli il tempo di ricomporsi prima della risposta. A quelle parole lui prontamente si alzò in piedi, recuperando il liquido dalla sua cintura degli attrezzi senza fondo e dirigendosi verso di lei. “Hai perfettamente ragione, Raggio di Sole: me lo dici da settimane.” non la guardò negli occhi, ma il tono era ritornato allegro.

Leo...

Vuoi un po' d'olio anche tu?!” scherzò, lasciandole un po' di liquido sul naso, non appena le fu di fronte: i suoi occhi brillavano di nuovo, anche se erano un po' rossi, e anche lei rise.

Alla fine, però, d'istinto lo abbracciò: lo strinse forte per un po', e lo sentì prima trattenere il respiro, poi appoggiare la testa sulla sua spalla, ed infine soffocare un singhiozzo. Scoppiò in lacrime tra le braccia della sua ragazza, anche se era l'ultima cosa che avrebbe voluto, soprattutto a Natale, ma lei continuò a far scorrere le sue mani lungo la sua schiena, senza proferir parola.

Per il divino Efesto, ora mi considererai un sentimentale!” borbottò una volta che si fu calmato, il tono scherzoso che non riuscì così bene: con Calypso le battute non gli venivano se era distrutto, non riusciva a nascondersi dietro a quella maschera che ormai era diventato abile ad indossare.

Va un po' meglio?” lo ignorò lei.

Più o meno. Per Zeus, ora penserai che odio il Natale, dopo tutto quello che ho combinato per farti entrare nello spirito.” sospirò, e la giovane decise di non interromperlo solo per contraddirlo. “È stato tutto perfetto, davvero: il miglior Natale da quando è morta mia madre. Finché tutti non sono tornati dalle loro famiglie. Dopo dieci anni non dovrebbe fare ancora così male... solo che Natale era il momento dell'anno che preferiva, era il periodo in cui costruivamo le decorazioni con i bulloni arrugginiti e li attaccavamo ad un palo dipinto di verde, perché la maggior parte degli anni non avevamo abbastanza soldi per permetterci un albero vero. Vorrei solo riabbracciarla, tutto qui.” non serviva che Calypso gli rispondesse, gli bastava che lo avesse ascoltato, così si staccò da lei e le sorrise finalmente in modo sincero mentre si asciugava gli occhi.

Avrei voluto conoscere tua madre, sai? Doveva essere una donna davvero speciale. Dovrei ringraziare anche lei se sei quello che sei.

Ok, Raggio di Sole, forse è meglio se metto in ordine questo casino: la rabbia gioca brutti scherzi, ricordalo.” commentò, ritornando verso i bulloni sparsi a terra: li aveva lanciati mentre pensava che la madre non avrebbe mai più festeggiato con lui.

Ricordami di stare attenta quando litigheremo, allora.” ribatté lei ridendo, mentre lo raggiungeva. “Oltre al fuoco devo stare attenta anche ai bulloni volanti, per Zeus! Chi me lo ha fatto fare di mettermi con te!” esclamò, ironica, portandoli a ridere: nel mentre lei, chinata a terra, tra i bulloni trovò una cornice doppia che portava al suo interno una foto di Leo e sua madre, e dall'altra una che ritraeva lui e la sua ragazza. Sorrise e la appoggiò sul bancone, poi riabbassò la testa e scorse un piccolo estintore.

E questo?! Ti serve per spegnerti se non ci riesci da solo?!”

Era il tuo regalo di Natale, a dire il vero, ma la funzione è la stessa.” lei spalancò gli occhi, mentre lui scoppiava a ridere: stava scherzando.

Ti odio, Valdez!” esclamò, lanciando l'oggetto, che gli arrivò pericolosamente vicino, ma stava ridendo.

Risero assieme, mentre l'ultimo pezzetto del puzzle della magia del Natale di Calypso si incastrava perfettamente assieme agli altri: tutti i piccoli momenti quotidiani erano speciali se condivisi con la propria famiglia. Quella sera Leo comprese che sua madre era sempre con lui, che non lo avrebbe mai abbandonato, e che la sua famiglia non era solo lei, ma anche Calypso e i suoi amici.








Angoletto di Hope-barra-Gio:

Salve a tutti! Questo, come si può notare, è l'ultimo capitolo. Mi scuso se non ho inserito lo scambio dei regali: mi sembrava stonare un poco con il capitolo, non volevo inserirlo in maniera forzata...

Spero che la storia non sia strata troppo diabetica e di non essere uscita dall'IC...

Grazie a tutti quelli che hanno recensito e inserito la storia tra le preferite/seguite/da ricordare. E grazie anche a chi si è semplicemente ritagliato un po' di tempo per leggere. Sappiate che sapere se vi è piaciuto o meno mi fa sempre piacere!

Ricomparirò sul Fandom, forse.

Grazie ancora.

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