Il diario del Seduttore.

di CullenGirl18
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 : La piaga di Wallingford ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 : Debutto in società ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 : Passeggiata al lago ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: La visione ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 : Il ballo in maschera ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 : La poesia ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 : Il destino è destino ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 : La partita di Polo ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 : Una giornata assolata ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 : Angela e Benjamin ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 : Rivelazioni ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 : Visite inaspettate ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 : Gelosia ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 : Dubbi ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 : Le nozze ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 : La piaga di Wallingford ***


Diario C1

Il Diario del Seduttore.

E’ chiaro a tutti che generalmente le fanciulle in età da matrimonio, almeno nel nostro secolo, non sono davvero a conoscenza del vero significato della seduzione, alcune ne apprendono la conoscenza la notte stessa delle proprie nozze, altre vivono le loro fragili vite senza mai conoscerne pienamente il significato.

Le graziose dame che abitavano l’elegante cittadina di Wallingford (Surrey, Inghilterra) tuttavia ne conoscevano tutte il significato, per loro essa aveva anche un nome, e quello era Edward Cullen.

 

 

 

20 giugno 1801

Era un glorioso giorno ed alle prime luci del mattino Isabella Swan saltò subito in piedi trovando impossibile poter contenere la sua euforia.

 

Era finalmente giunto il suo giorno. Finalmente quella sera al ballo della vicina cittadina di Wallingford avrebbe fatto il suo ingresso ufficiale nella società “a bene” della zona, e nulla nella vita di una fanciulla di diciassette anni era più importante.

 

Con tono gentile si apprestò a chiamare la domestica che arrivò quasi subito ed incominciò ad aiutarla a prepararsi per la giornata.

 

Delicatamente la domestica passava il pettine in avorio fra le sue chiome brune liscissime, mentre Isabella fissava la sua immagine riflessa nello specchio dinanzi a lei.

Era l’immagine della purezza: il viso a forma di cuore coronato da una cascata di morbidi boccoli bruni, l’incarnato candido che riportava appena un po’ di rossore sulle gote. Sul naso elegante e sulle guancie appariva qualche lentiggine sporadica che le dava ancora quell’aria da bambina, mentre le labbra rosse e piene avrebbero fatto girare la testa a molti giovani uomini.

 

Isabella più di ogni altra fanciulla aveva dovuto aspettare il suo ingresso nella società adulta che di norma era compiuto all’età di sedici anni, ma in seguito alla morte del padre di sua madre, il lutto aveva impedito alla famiglia Swan di rallegrarsi di questa tappa importante della giovane.

Ma ora quel momento era finalmente giunto.

 

Seppur il suo aspetto poteva fuorviare la mente, Isabella non era una fanciulla come tutte le altre, bensì per una ragione sconosciuta aveva un’insana passione per la letteratura, che probabilmente aveva ereditato dal padre che tanto amava.

Questa passione tuttavia era plausibile dal momento che come ogni giovane fanciulla che non aveva ancora debuttato, non era autorizzata a passare molto tempo al di fuori delle mura familiari.

 

E la sua mente che era tanto abituata a fantasticare aveva incominciato a macchinare nell’attesa di quella sera.

Sperava davvero di avere la stessa fortuna delle sorelle che avevano ormai da tempo lasciato la loro casa per unirsi in matrimonio con dei giovani benestanti.

 

-Mia dolce Isalbella!- esclamò suo padre, sir Charles Swan, quando la vide apparire su portico.

Indossava un leggero ma sfarzoso vestito giallino, adatto al clima estivo.

Suo padre la invitò con un gesto a sedersi sulle proprie ginocchia come usava sempre fare, specialmente quando ella era ancora bambina.

 

-Mio bocciolo di rosa, capisco dai vostri occhi quanta gioia nutrite per questo giorno, ma devo essere sincero con voi… Per me non è un giorno altrettanto felice.-

 

-E perché mai, mio caro padre?- si accigliò la dolce Isabella.

 

-Perché so in cuor mio che questa sera sarà una delle ultime in cui varcherete la porta di casa. Presto sarete sposata e non avrete più cura per questo vecchio. Ho potuto accettarlo per le vostre sorelle, ma voi sapete quanto affetto io nutra per voi che siete la mia preferita.- rispose malinconico sir Swan.

 

-Non dovete neanche pensarle queste assurdità padre! E poi lo sapete anche voi che non è detto che un giovane mi chieda subito in moglie, se vi ricordate per mia sorella Catherine ci vollero ben due anni.-

 

- Mia cara Isabella, oltre ad essere padre sono soprattutto uomo, e vi assicuro che nessun giovane della contea perderebbe tempo nel chiedervi in moglie.-

 

-Padre voi vaneggiate..- disse alquanto imbarazzata ponendo una mano davanti la bocca per coprire un risolino.

 

-Promettetemi almeno una cosa…- continuò Charles cambiando tono.

 

-Certo padre.-

 

- Io sarò d’accordo con ogni decisione che il vostro cuore prenderà, ma voi dovete promettermi che non dimenticherete mai la vostra fanciullezza.-

 

-Non dovrete preoccuparvi padre, ho sempre creduto che in fondo nel mio cuore sarei

sempre rimasta una fanciulla- .

 

 

- Caro fratello così oggi è il giorno che tanto aspettavate, avete in mente qualche squisita maniera di trascorrerlo?- chiese Emmett Cullen  al fratello con una nota di ironia.

 

I Cullen erano una famiglia ricchissima che abitava ormai a Wallingford da un paio d’anni, il capo famiglia, sir Carlisle Cullen, era il più famoso medico della cittadina.

Il signor Cullen aveva una moglie, Esme Cullen, e tre figli di cui due felicemente sposati. Insieme abitavano l’enorme Mansione immersa nel bosco poco fuori la cittadina.

 

Fino a questo punto tutto potrebbe sembrare normalissimo ai vostri occhi, ma ciò che i Cullen nascondevano era che fossero un clan di Vampiri centenari, che avevano deciso di nutrirsi solo di sangue animale in modo tale da inserirsi nella società.

 

Ciò che li contraddistingueva e li faceva apparire diversi dal resto della loro popolazione era la loro bellezza straziante che aveva infiammato tantissime fanciulle e molti giovani della cittadina.

 

Questo particolare aspetto piaceva particolarmente al più giovane e scapolo dei Cullen, Edward, che a differenza dei fratelli non aveva alcuna intenzione di trovare una compagna per la vita come avevano fatto gli altri.

 

In quel preciso giorno, il 20 giugno 1801, Edward compieva un secolo e aveva deciso che un festeggiamento fosse di rito.

 

-E’ un giorno speciale mio caro Emmett, ed il ballo di questa sera è un’ottima occasione per festeggiarlo.- disse con il suo tipico tono suadente che aveva sedotto molte fanciulle.

 

-Io invece penso che voi dobbiate mettere la testa a posto fratellino.- si insinuò Alice nella conversazione.

 

-Vostra sorella a ragione Edward.- si intromise Esme.

 

-Madre lo sapete che non intendo far nulla di male con il mio comportamento, delle donne non bramo il loro sangue, ho imparato a gestirlo, dunque non vedo perché debba smettere di soddisfare il mio corpo se non faccio nulla di rischioso..-

 

-Mio caro Edward, un giorno conoscerete l’amore ed allora saprete il perché il perché dei miei richiami.-

-Spero che voi non vi offendiate, ma non penso che l’Amore esista davvero, almeno non per una creatura come me.-

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 : Debutto in società ***


dsfmwf  Bene! Vedo con piacere che non è passato inosservato il fatto che sto rileggendo per l'ennesima volta Orgoglio e Pregiudizio! :P
Sono contenta che la storia vi piaccia, spero continuerà ad essere così!
Vi lascio il nuovo capitolo.




20 giugno 1801 sera.
-Passate una bella serata e non crescete troppo mia Isabella!-
Isabella si chinò verso il padre che sedeva dinanzi il camino e ripose un bacio delicato sulla sua fronte.

Indossava un lungo vestito blu cobalto pieno di ricami e merletti lavorati con una fantasia dorata che si espandeva su tutto il davanti della gonna. Il corpetto, ben stretto in vita, risaltava i suoi seni candidi e lasciava le scapole ed il collo completamente scoperti.
I folti capelli bruni erano raccolti in un'acconciatura elaborata tenuta insieme da un fermaglio d'oro giallo che richiamava la fantasia del vestito, il viso tuttavia era incorniciato da due ciocche che ricadevano morbide ai lati del viso lasciando compunque la fronte larga scoperta.

- Mio caro Charles è ora che lasciate andare Isabella, sono sicura che stasera ruberà i cuori di tutti i giovani della sala, le altre madri proveranno una tale invidia...- disse compiaciuta sua moglie, Renèe, che vibrava ogni qualvolta vi era aria di matrimonio.

Con una smorfia sir Charles lasciò andare via la sua Isabella con la madre, che era l'unica che l'accompagnava alle feste, egli ormai si diceva troppo vecchio per tali frivolezze, ed era sicuro che vedere la sua bambina corteggiata da baldi giovanotti gli avrebbe spezzato il cuore.
Preferiva di gran lunga rimanere in casa, immaginando ancora la sua Isabella che canticchiava sulle sue ginocchia.


Quando pose il primo piede fuori dalla carrozza, Isabella sentì l'eccitazione risalirle per tutto il corpo quasi da farla tremare. Sua madre le accarezzò delicatamente la spalla, quasi avesse percepito le sue sensazioni.
Quello che Isabella ancora non sapeva era che la sera del debutto era quella che le donne inglesi di qualsiasi età non avrebbero mai e poi mai dimenticato per il resto della loro vita.
Ed anche Isabella non l'avrebbe mai dimenticata.

La sala brulicava di gente ben vestita e di luci e di addobbi festosi, ed Isabella pensava di non avere ma visto nulla di più bello.
Con eleganza, salutò sua madre con un inchino e raggiunse le sue amiche che sapeva partecipare al ballo, nell'attesa del momento che bravama, ma da cui allo stesso tempo era spaventata : la sua presentazione alla società di Wallingford.

-Isabella!- le corse incontro Angela Weber, una sua cara amica di infanzia che nonostante avesse debuttato un anno prima come era di norma non aveva ancora trovato marito.
Era una ragazza dolce, ma forse i giovani la trovavano fin troppo ingenua.
Di certo però non poteva essere paragonata alla ragazza che stava avanzando verso di loro, miss Jessica Stanley.
Miss Jessica era una giovane donna che di puro probabilmente non aveva più niente, e di certo il fatto che non avesse ancora trovato marito non era per il suo aspetto, piuttosto per la sua condotta.
Era difficile da credere che tre fanciulle sì diverse potevano essere così tanto amiche.

-Dolce Isabella, finalmente anche voi parteciperete ai balli! E' meraviglioso! Promettetemi però che non vi accaserete tanto presto, ho sentito fin troppo la vostra mancanza!-

Isabella rise per le parole dell'amica che sapeva avessero come sempre un significato nascosto. Aveva imparato a conoscere le su frivolezze dalle tante visite che aveva ricevuto dall'amica.

-Guardate... notate qualcuno in particolare?- chiese miss Jessica civettuosamente.

-Basta chiedere e vi daremo tutte le informazioni che desiderate!- aggiunse miss Angela.

Isabella si fece rossa in viso, in fondo sentiva di essere ancora una fanciulla e non era di certo abituata ad avere certi pensieri sui giovani uomini.
Si voltò osservando la sala dall'alto dove si trovava con le sue due amiche, ma era fin troppo pudica per esprimere un'opinione.
Le confidenze delle sue amiche per lei non avevano alcun significato, non sapeva cosa un uomo poteva procurare in una donna e per questo si sentiva sempre in difetto rispetto alle donzelle che in quel momento l'affiancavano.

-Isabella! Isabella! E' giunto il momento seguitemi!- arrivò agitandosi mrs Renèe.
-Ragazze, scendete di sotto se non vorrete perdervi la presentazione di Isabella.-

-Certamente mrs Swan.- risposero in coro, e dopo essersi inchinate verso quest'ultima si avviarono verso la sala principale.

Ogni fibra del corpo di Isabella stava tremando ed in quel momento ella desiderava soltanto che tutto fosse finito, si sentiva un pò sciocca nel provare tale emozione per qualcosa che di norma faceva andare su di giri le fanciulle più frivole, e di certo questo non era il suo caso.
Decise così di fare un respiro profondo e di tenere gli occhi chiusi mentre aspettava nello stanzino buio che fosse pronunciato il suo nome e fosse presentata alla società.

La fibrillazione non appena era stato richiamato il silenzio in sala era alle stelle, tutti aspettavano di vedere la presentazione di Isabella Swan che nonostante molti non vedessero da quando era bambina, era già una delle dame più ambite della cittadina.

-Buona sera graziose dame e baldi giovanotti, come molti sapete questa fanciulla non ha potuto compiere il suo debutto un anno addietro a causa di un lutto doloroso, perciò accogliamo fra noi miss Isabella Swan...-

Le dame ed i gentiluomini accompagnarono l'entrata di Isabella con un applauso educato, e quando ella fu al centro della sala e fece un bell'inchino sentì una bellissima melodia avvolgere la sala illuminata da numerosissimi candelabri.
 
Quando fu nuovamente in posizione eretta vide avvicinarsi a lei gente che non vedeva da anni, e le persone che prima avevano formato uno spazio vuoto al centro, adesso si sparpagliavano nuovamente per tutta la sala.
Mentre la confusione l'avvolgeva e gente di cui in quell'istante non riconosceva i volti le parlava, le tentava di allungare il collo per scoprire quale fosse la fonte di tale melodia.

Dopo un paio di conversazioni educate finalmente vide in lontananza un bellissimo pianoforte a coda.
Un giovane che le dava le spalle faceva scorrere le dita velocemente sui tasti d'avorio.
Isabella era come ipnotizzata dalla bravura del pianista che stava a circa cinque metri da lei, ma dopo un paio di minuti la composizione terminò ed il giova che l'aveva incantata con la sua bravura si voltò per raggiungere alcune persone vicino il pianoforte.

Era il viso più bello che avesse mai visto.
In quell'istante le lodi riguardanti la fanciullezza del padre furono come dimenticate.
Il suo corpo ardeva.
Ardeva di un qualcosa finora a lei sconosciuto. Sentiva che il suo corpo bramava quel giovane, quei capelli ramati, quegli occhi color oro e quella pelle così singolarmente diafana.

Incapace di muovere un passo rimase con gli occhi fissi sul giovane, ed egli, quasi come se avesse percepito gli occhi della fanciulla su di lui, si voltò rivolgendole un sorriso sghembo, catturando la vista della fanciulla in uno sguardo magnetico.

Isabella si sentiva morire e sapeva malgrado la sua volontà, di essere sua. Non riusciva come poteva essere caduta così facilmente, lei che possedeva un'ingegno superiore rispetto alle altre fanciulle.
Quello che provava in quell'istante la spiazzava poichè era del tutto irrazionale, e tutto ciò che non è mediato da ragione per ella rimaneva un mistero.

-Isabella quanto tempo!- esclamò una voce maschile riportando la fanciulla alla festa.

Isabella distolse lo sguardo da quella meraviglia della natura per rivolgerlo al suo interlocutore.
-Oh Micheal buonasera!- disse facendo un inchino e rivolgendogli un sorriso garbato.

-E' passato davvero molto tempo da quando strigliavo il vostro pony e vi accompagnavo nelle nostre avventure boscaiole! Vi ricordate?-
Micheal Newton era un giovanotto di bell'aspetto che Isabella aveva frequentato un anno in cui la sua famiglia era stata invitata dai Newton nella loro residenza di campagna per passare l'estate.

-Certo che mi ricordo Micheal! E' impossibile per me dimenticare quanto ci dilettavamo nel fare dispetti alle mie sorelle che erano ancora fanciulle!-

-Eravate proprio un maschiaccio, non lo dimenticherò mai. Ma ora... siete un' incanto.- disse con  una vena di imbarazzo, e prese la mano candida della fanciulla e la baciò delicatamente.

Isabella sorrise e ringraziò il giovane mentre aveva cominciato a ricercare il giovane pianista con lo sguardo.
-Vedo che vi siete incontrati!- esclamò miss Jessica seguita da miss Angela, con quella che Isabella colse come una vena di malignità che si era accentuata dal modo in cui miss Jessica osservava sir Micheal.

-Era davvero tanto tempo che non vedevo Micheal!- disse educatamente, mentre Micheal sorrise rapito.

- Oh Micheal mi perdonerete se vi rubo la dolce Isabella per qualche istante no?-

-No, certamente miss Jessica.- rispose Micheal leggermente turbato, mentre miss Jessica tirò a se Isabella con un'insolita fretta.

-Dunque avete visto qualcuno che stimoli il vostro interesse?- chiese curiosa la donzella al suo fianco.

Isabella si morse il labbro, sapeva che non era un'azione che si addiceva ad una fanciulla educata, ma l'imbarazzo la stava divorando e il suo viso assunse istantaneamente un colorito che si avvicinava moltissimo ad i tendaggi vermigli alle loro spalle.

-Lo sapevo! Dovete parlare, avanti!- esclamo, seguita da un risolino eccitato di Miss Angela.

-Vi era un giovane che suonava il pianoforte prima, aveva capelli ramati e gli occhi color dell'oro e...-

-Oh cara Isabella!- esclamò miss Angela sgomenta.

-Cosa vi succede? Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese arrossendo nuovamente.

-Isabella costui di cui parlate è Edward Cullen- spiegò miss Jessica

- è il figlio più giovane del dottor Carlisle Cullen e sua moglie Esme- continuò miss Angela.

-e... come dire è la ragione principale per cui la maggior parte delle fanciulle a Wallingford arriva impura al matrimonio.- concluse miss Jessica.
-E' decisamente una creatura che non appartiene a questo pianeta, ma non è di certo affidabile come futuro marito. Non potete sperare di sposarlo.-

-E' l'unico dei Cullen che non è ancora accasato nostante la sua agghiacciante bellezza, e sua madre Esme Cullen se ne dispera ogni giorno.- disse miss Angela.

-Pare abbia un debole per le vergini, vi prego Isabella di stare attenta.- la intimò miss Jessica.

-Certamente, grazie amiche mie delle informazioni. Ma è così strano per me potere immaginare che una creatura così discola si trovi in un tale corpo da angelo.-

- Comprendiamo pienamente Isabella.- risposero le sue amiche.

Da lì a poco ebbero inizio le danze ed il giovane Newton fu il primo a chiedere un ballo ad Isabella.
La serata procedeva bene e Mrs Swan era contentissima che quasi tutti gli scapoli più ricercati avevano ballato con Isabella, di certo avrebbe avuto di che vantarsi con le sue amiche al prossimo thè.

Isabella si era molto divertita durante le danze, ed era certamente lusingata dal fatto che diversi giovanotti l'avessero invitata a ballare, ma era come se avesse una voragine nel petto quando pensava che quel giovane non l'avesse invitata.
Ciò è un bene, si diceva, poichè le sue amiche l'avevano avvertita sulla natura del giovane, ma ella non poteva fare a meno di ripensare a quelle fattezze regali.

-Perdonatemi Eric- disse facendo un'inchino - ho bisogno d'un pò d'aria.-
Il giovane la imitò inchinandosi e la salutò con un baciamano.

Ella prese con le mani la gonna pesante e si diresse verso la terrazza che dava sulla tenuta del Sindaco.
Con piacere notò che essa era vuota e si appoggiò alla ringhiera di marmo assaporando il leggero venticello e lo spettacolo che le stelle regalavano quella notte.
Chiuse gli occhi rimanendo ad ascoltare il silenzio di quel luogo, finchè un rumore di passi alle sue spalle la fece sussultare.

- Mi dispiace di avervi spaventata.- disse una voce melodica e maledettamente sensuale, mentre il rumore di passi le era sempre più vicino.

Isabella si voltò e sentì quasi il cuore scoppiarle dal petto appena vide dinanzi a lei il giovane Edward Cullen.
In un attimo si accorse che il giudizio che aveva concepito la prima volta che l'aveva visto non gli aveva reso giustizia.
Era di certo ancor più bello se osservato da più vicino.

-Permettetemi di presentarmi, il mio nome è Edward Cullen, sono il figlio del dottor Cullen, il direttore dell'ospedale di Wallingford.- disse con una tale affabilità che fece tremare Isabella.

-Il mio nome è Isabella Swan- disse con un inchino sperando di non tradire il suo autocontrollo - mi hanno parlato molto di voi signor Cullen.- disse mentre entrambi ritornarono alla ringhiera che dava sulla vasta tenuta.

-Tutte malignità suppongo.- disse mostrandole di nuovo quello stesso sorriso che le aveva dedicato nella sala.

-Come fate a saperlo?-

-Mia cara Isabella, non è così difficile per me decifrare i pensieri delle dame e dei gentiluomini di questa cittadina... Anche se vi sarei davvero grato se poteste rendermi partecipe dei suoi pensieri in questo momento...-

- Signor Cullen, non vi sembra un pò impudente chiedere i pensieri più intimi di una donzella?- disse rendendosi conto di aver cominciato a fare la civetta con il signor Cullen.

-Vi prego, chiamatemi per nome. Non ritengo che io sia in ogni modo superiore a voi, quindi esigo che voi mi chiamiate per nome...-

-D'accordo Edward.- disse facendo un inchino di riconoscenza.

-Ad ogni modo... Ritengo che domandarvi dei vostri pensieri sia un chiaro gesto di interesse piuttosto che una dimostrazione di poca educazione.-

- Se proprio insistete mio signore... Stavo pensando a cosa la gente potrebbe pensare se mi vedesse qui con voi.- disse curvando leggermente le labbra in un garbato sorriso.

Edward le si fece più vicino tanto che Isabella senti quasi le sue fragili gambe cedersi.
Il viso del giovane era a pochi centimetri dal suo e le labbra di costui si allargarono presto in quel sorriso che tanto le piaceva.
-Potranno solo pensare che si sta intrattenendo con il giovane più affascinante della sera.-

- Mio caro Edward non sapevo disponeste di tale modestia.- disse Isabella indagando quel suo sguardo che la penetrava.

Edward rise, piacevolmente sorpreso dall'ironia della fanciulla.
- Non potrei definirmi in altro modo dal momento che ho catturato l'attenzione della fanciulla più bella della serata.-

-Cosa vi fa pensare che abbiate davvero catturato la mia attenzione? Non vi viene in mente che potrei essere rimasta qui solo per pietà?-
disse Isabella mentre in cuor suo sapeva che in quel momento avrebbe risposto di si ad ogni proposta del giovane.

-Se provate pietà per me vi prego di mettere immediatamente fine al vostro tormento.- disse Edward deciso a rispondere con la stessa arma.
Ma Isabella non sapeva cosa rispondere, era rimasta completamente ipnotizzata da tale bellezza.
- Il vostro collo...- sussurrò senza toglierle gli occhi di dosso.

-Vi è qualcosa di sbagliato nel mio collo?- chiese la fanciulla trovando sempre più difficile respirare regolarmente.

-Non immaginate quanto sia invitante...- disse con voce suadente, tracciando linee irregolari sul collo della fanciulla con un dito, che lasciava una scia di fuoco sulla sua pelle.

-Signore io..- cominciò confusa dalle emozioni provocate da quel tocco, ma in quell'istante varco la soglia della terrazza Renèe Swan con aria affaccendata.

-Isabella, oh..ehm..- si bloccò non appena vide l'identità del giovane che era in compagnia della figlia.

-Madre.- disse Isabella confusa ed imbarazzata distogliendo lo sguardo dal giovane.

- Mrs Swan è un piacere rivedervi.- disse Edward con un'inchino.

La signora Swan fece anch'ella un inchino e disse: - Anche per me signorino Cullen. E' con sommo dispiacere che devo richiamare Isabella per un altro giro di conoscenze, spero di non arrecarvi un dispiacere.-

-Non vi preoccupate Mrs Swan.- disse e prese la mano di Isabella baciandola.
-E' stata una delizia fare la vostra conoscenza.- disse e con un inchino lasciò la terrazza.

- Oh mia dolce figliuola! Speravo che le vostre amiche vi avessero informato della condotta del signor Cullen...-

-L'hanno fatto infatti madre.- rispose Isabella.

-Oh mia cara, perchè allora vi intrattenevate con costui?-

-E' stato il signor Cullen ad approcciarmi. Ritenevo fosse un gesto sgarbato il rifiutare la sua conoscenza.-

-Oh ma certo certo.. Ma state attenta. E promettetemi che non parlerete più con questo giovanotto poco affidabile.-

Con somma amarezza Isabella fu costretta a rispondere:
-Ve lo prometto madre.-






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Capitolo 3
*** Capitolo 3 : Passeggiata al lago ***


Diario C3  Salveeee! Bene ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto l'ff ai preferiti ( già 66!!), ma soprattutto ringrazio coloro che commentano sempre!
Vorrei rispondere a chi ha espresso qualche perplessità sul registro.. Hai ragione scusate, ma la rilettura della mitica Jane ha portato consiglio e mi sono corretta. Fra fratelli o amici si da del tu, e naturalmente le ragazze danno del voi agli uomini.
Un bacio, spero vi piaccia il nuovo capitolo!




21 giugno 1801 pomeriggio.
-Emmett non ti sto prendendo in giro...quella fanciulla aveva l'odore più buono che avessi mai odorato in cento anni.-

-Edward hai trovato la tua cantante non è che è poi nulla di così eclatante. Faremo in modo di informare Carlisle dell'accaduto e vedremo quali saranno le precauzioni necessarie.- disse Emmett Cullen mentre suo fratello faceva avanti e indietro in vistosa agitazione.
Non si riusciva a capire chi dei due gentiluomini fosse più colto dall'agitazione, da un canto il signor Edward sconvolto dall'accaduto della sera precedente e, dall'altro, il signor Emmett Cullen che presentava non poca preoccupazione per il fratello.

Emmett Cullen era colui che i signori Cullen presentavano in genere alla società come il primogenito date le sue fattezze, e nonostante Edward fosse di gran lunga più "anziano", Emmett si comportava realmente come il figlio primogenito prendendosi cura dei fratelli più "giovani".
E per ritornare ora all'argomento principale, il signor Emmett era fortemente provato da ciò che era successo al fratello.
Il sangue della propria cantante è quello più dolce che vi è per un vampiro e ciò può portare quest'ultimo a compiere atti che l'opinione pubblica potrebbe considerare scellerati.

- No Emmett, imploro la tua ragione. Se Carlisle venisse a sapere ciò non mi permetterebbe di avvicinare più la signorina Swan. Potrebbe anche incominciare a parlare di trasferimento!-

-Edward ragiona... Non ritengo che sia davvero saggio rimanere intorno alla signorina Swan, potresti mettere la sua vita in pericolo!-

In quell'istante fece la sua leggiadra entrata colei che era presentata come l'unica figlia del dottor Cullen, Alice.
-Signori posso chiedervi il permesso di disturbarvi?-

-Certamente Alice non ti preoccupare..- disse velocemente Edward sperando di chiudere definitivamente il discorso con il fratello maggiore che lo guardò bieco.

- Penso che vogliate essere informato del contenuto della mia ultima visione, che vi riguarda personalmente.- disse la graziosa fanciulla mostrando un sorriso colmo di malizia.

-Prego Alice, parlaci della catastrofe di cui il nostro caro fratello minore sarà sicuramente l'autore.-

- Vi ho visto mordere la figlia di Mr Swan, il padrone della piccola tenuta appena fuori città. Vi ho visto osservarla tutta la sera ieri al ballo, c'è qualcosa che dovrei sapere? Spero di non dovere riconoscere che abbiate molto meno giudizio di quanto mi aspettassi...-

- Il mio giudizio è quello di sempre se questa è la vostra preoccupazione, Alice.- rispose con vistosa freddezza evidenziata dal cambiamento di registro.

- La signorina Swan è la sua Cantante.- informò prontamente Emmett.

-Cosa??-

- Emmett!! Confidavo nella vostra più discreta segretezza!- disse con astio inorgogliendosi.
 
-L'ho fatto solo per il tuo bene Edward, avevo tentato di persuaderti che questa faccenda potrebbe costituire un enorme problema.. E stai tranquillo che Rosalie sarà della mia stessa opinione e..-

-NO! Frenate la vostra lingua! E' già tanto che abbiate reso Alice partecipe della mia confidenza! Ora voi due dovrete promettermi di non rivelare questo ad anima viva! So bene che Rosalie non sarebbe d'accordo! Ogni cosa che possa in qual modo compromettere la nostra immagine nella società è tosto condannata!-

-Ma Edward non puoi semplicemente rinunciare al progetto?- chiese Emmett esasperato dall'irresponsabilità del fratello.

-Voi non capite... Io DEVO AVERLA.- disse in tono risoluto.
Era un qualcosa che lo divorava da dentro e non riusciva a distogliere tale idea.

-Edward, se voi ne siete innamorato è tutta un'altra storia, sarò felice di incoraggiarvi a quel punto..-

- Alice sai bene che il mio cuore è fermo in ogni senso. Non so spiegare con precisione cosa sia ciò che mi spinge ad agire in sidetta maniera, ma sento che questa costituirà la più grande sfida della mia esistenza, d'altronde non è solo il suo sangue a tentarmi..- disse ridendo fra sè e sè compiaciuto.

- E di certo la più graziosa dama di Wallingford al momento, dispone davvero di grazia e di buon gusto.- approvò raggiante Alice, speranzosa che questa faccenda potesse significare realmente qualcosa di più di quanto suo fratello diceva, e si sarebbe adoperata per rendere ciò possibile.

- Certamente ed inoltre anche ciò che nasconde sotto quegli abiti di buon gusto è di mio gradimento.- disse compiaciuto.

-L'avete spiata?- chiese la sorella portanto una mano alla bocca per lo stupore per l'azione priva di riguardo del fratello.

- L'ho osservata dalla finestra mentre si svestiva... è deliziosa.-

Una risata roca si sprigionò dal petto di Emmett, si avvicinò al fratello e gli diede una pacca che avrebbe normalmente distrutto la colonna vertebrale di qualunque essere umano.
- Bene fratello ma fai attenzione, davvero non voglio subire una sonora sgridata dalla mia dolce consorte!-

-Farò del mio meglio.-

-Per cominciare suggerisco che dovreste passeggiare sulla riva del lago domani in mattinata..- disse e con un risolino frivolo abbandonò la stanza.


22 giugno 1801 mattina.
Tutto era pronto.
Il calesse la aspettava fuori la porta e le sue amiche erano probabilmente già al lago.
Contemplò la sua immagine per l'ultima volta nello specchio e si aggiustò il cappellino nuovo.

Era la prima uscita come fanciulla della società per Isabella, ed ella quasi non riusciva a contenere la propria emozione.
Dinanzi il calesse la aspettava immobile il signorino Newton che si era offerto di accompagnarla a passeggiare con miss Stanley e miss Weber.
Era punto sicura che la passeggiata sarebbe stava davvero di suo gradimento.

- Miss Swan permettetemi di dirvi che vi trovo assolutamente incantevole.- disse con un baciamano.
Micheal era davvero un giovanotto simpatico, e Isabella si trovava davvero a suo agio in sua compagnia, ma non vi era quella scintilla che cambia radicalmente il rapporto fra un uomo e una donna.

Certamente sapeva che coi tempi che correvano il matrimonio era soprattutto una manovra di tipo economica, ma lei continuava a sperare in un matrimonio vantaggioso che potesse avere una base di sentimento e reciproco rispetto.
Allo stesso modo se la passione amorosa non la avrebbe coinvolta, il signorino Newton era un'ottima scelta, ma non si sentiva ancora pronta ad incoraggiare la vistosa inclinazione del giovane.

-Voi mi lusingate Micheal.- disse salendo sul calesse regalandogli un sorriso cordiale.

- Credetemi sto solo ai fatti.- disse lui ricambiando il sorriso.

-E' meglio che andiamo le nostre amiche ci staranno aspettando.- disse e il calesse partì all'istante.

*
-Finalmente! Siamo qui ad aspettarvi da mezz'ora!- esclamò miss Jessica lanciando uno sguardo al signorino Newton.

-Mi dispiace mie care signore! Dovete incolpare solo me del ritardo, se non le avessi offerto un passaggio, sono sicuro che la vostra amica sarebbe già arrivata.- replicò Micheal.

-Oh Isabella!- disse con entusiasmo miss Angela separandola da Micheal e prendendola sotto braccio.
-Non immagini quale lieta notizia!-

-Oh su! Non tenermi sulle spine!- replicò con entusiasmo Isabella.

-La mia cara madre è venuta a conoscenza che verrà a soggiornare qua in città per sei mesi il nipote del Colonnello Crawford. E' un giovane della nostra età di modi affabili e di cospicue sostanze! Mi ha anche detto che il suo nome è Benjamin Cheney, non lo trovate un nome incantevole?-

-E certo un nome che ricorda molto il nuovo mondo. E quando avremo modo di incontrare questo giovane?-

- Sono sicura che al prossimo ballo il colonnello lo presenterà ufficialmente, solo che non si ha una data precisa. Se passerà molto tempo dalla prossima occasione, il babbo ha promesso di andare a fare visita al colonnello per presentarsi. Sono raggiante!-

-Sono contenta per te Angela. Meriti tutto l'amore che un uomo possa dare. Il tuo animo non è malizioso o frivolo come quello di molte fanciulle della nostra età.-

-Oh Isabella! Sono così contenta di poter condividere con te questi momenti!- disse abbracciandola e nel movimento il lieve venticello aiutò a far volare il cappello ad Isabella verso la riva del lago appena dietro una grande quercia.

-O vi prego Miss Swan, le prendo io il cappello!- si offrì prontamente Micheal, ma Isabella declinò l'offerta.
Aveva a noia chi cercava di rendersi bello agli occhi di una dama anche con azioni insulse che rasentavano una smielata gentilezza.

A passo svelto raggiunse la riva del lago e guardò alle spalle della quercia senza fortuna. Eppure era sicura che il cappello fosse andato in quella direzione!

- Cercavate forse questo?- disse una voce calda e di una melodia sconvolgente.
Isabella levò lo sguardo e vide dinanzi a se con il braccio teso il giovane Edward Cullen, nella mano stringeva delicatamente il suo cappello candido.

-G-grazie..- bisbigliò colta da un improvviso imbarazzo che le arrossò prontamente le gote, ma fu pronta a riprendersi il cappello ed a ricomporsi.

- E' davvero un piacere rivedervi miss Swan.- disse facendosi talmente vicino che Isabella poteva contare il numero delle sue folte ciglia.

- Il piacere è tutto mio signor Cullen, la ringrazio per avere recuperato il mio cappello.- disse e fece per andarsene, ma una mano ghiacciate le afferrò gentilmente il polso sinistro, riportandola faccia a faccia con Edward.

- Non andate via così presto.- replicò implorante guardandola profondamente negli occhi.

- Non erano solo voci da frivole fanciulle..- disse lei dopo aver distolto lo sguardo - anche mia madre ha voluto avvertirmi sul suo conto Edward.- disse pronunciando con enfasi e amarezza il suo nome che reputava bellissimo.

- E così non vi fidate di me.- disse lasciando andare il suo polso ma non distogliendo per nulla quel suo sguardo intenso.

-Come potrei?-

- Eppure lo sento... il linguaggio del vostro corpo la pensa diversamente. Riesco a percepire la vostra attrazione per me.- disse sfiorandole il mento con le dita affusolate.

Isabella sussultò.
- Se davvero mi conosceste, sapreste che affido tutto al mio intelletto. Non sono una di quelle frivole fanciulle che hanno spesso riscaldato il vostro letto.-

- Lo so benissimo Isabella - disse - E così mi proporrò di conoscervi meglio.- concluse, e con
deliziosa sfacciataggine avvicinò il suo volto sempre di più a quello di lei intenzionato a porre fine a quella breve distanza.

Isabella rimase immobile, incapace di agire in qualsiasi modo.
Sapeva delle scellerate conseguenze della sua passiva accettazione a quello che stava per accadere!
Ma che labbra! E quanto le aveva sognate quel suo subconscio scellerato! Quanto aveva desiderato assaggiarle!
In fondo un assaggio non avrebbe fatto del male a nessuno, no?

-Isabella!- disse una voce allarmata - Vi stavo cerc...- disse e si bloccò all'istante appena giunto in loco.

-Micheal!- disse lei allontanandosi da Edward.

-Non so se conoscete Edward Cullen, ha avuto una tale cortesia da recuperare il mio cappello.-
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: La visione ***


Capitolo 4
Eccomi di nuovo qui!  Voglio ringraziare i matti che hanno inserito questa fic fra i preferiti che sono diventati 84 O_O e poi naturalmente coloro che hanno commentato!
Per riassumere le mie risposte alle recensioni farò un discorso unico!
Sono contenta che vi piaccia il mio stile, voglio davvero rendere giustizia a Stephenie Meyer e a Jane Austen che mi ha ispirato.
Poi per quanto riguarda Edward... ho deciso di renderlo così accattivante per rendere movimentata la storia, vi confesso che un Edward badboy mi piace moltissimo!
E riguardo a Micheal X°D .... Beh se lo odiate già da adesso non oso immaginare in futuro!
Concludo ora sempre ringraziandovi e lasciandovi al nuovo capito benchè sia uno di transizione, spero davvero di poter postare più velocemente questa settimana.
Un bacio, Irene.

Capitolo 4 : La visione

22 giugno 1801 pomeriggio.
 C'era solo una cosa per cui Miss Alice Hale nutriva una fervida adorazione oltre al suo consorte vampiro Jasper Hale, e questo era l'organizzare feste.

Si dilettava nel scegliere gli addobbi e guidare i servitori in ogni mossa.
Purtroppo questa sua passione non era facilmente adempibile dal momento che la famiglia Cullen manteneva una certa riservatezza.

Eppure quando quel pomeriggio il signorino Edward Cullen varcò la soglia della stanza personale della sorella, aveva richieste precise.
- Alice ho da farti una richiesta.-

- Ditemi.- replicò raggiante sperando si trattasse di Isabella.

-Gradirei se potessi farmi il favore di organizzare una festa da ballo nella nostra dimora per questo fine settimana. Ho già chiesto il permesso a Carlisle ed ha accettato. Ha riconosciuto che dopo tutto una famiglia di cospicue sostanze come la nostra debba dare un ballo prima o poi.-

- Oh caro fratello!- esclamò con troppo entusiasmo gettandogli le braccia al collo.
- Sarà tutto perfetto ve lo prometto!!-

- Ritengo che non ci sia persona più affidabile di te, Alice.- disse in modo affabile alludendo alla sua speciale abilità.

- Può tornare utile di tant..-
E proprio mentre parlavano del suo potere, esso ebbe effetto ed Edward vide con gli occhi di Alice tale previsione.

In principio non era molto chiara.
Una stoffa porpora decorata da rifiniture nere ondeggiava per il vento ed il movimento del soggetto che la indossava.
Delle spalle candide scoperte e qualche boccolo bruno che ricadeva dolcemente su di esse. Era Isabella.

Edward curvò la sua bocca in un sorriso, e la visione continuò.
Le mani delicate di quella figura erano avvolte da guanti neri di sera, ed in una mano ella stringeva qualcosa... era... l'asta di..di una maschera.

-Festa in maschera, ma certo è brillante! Ed adesso so come sarà vestita la mia dama!- disse compiaciuto Edward

-Che idea sublime!- inneggiava miss Alice - Faremo il ballo in tema Carnevale Italiano e assumeremo dei saltimbanchi e dei giocolieri!- era decisamente raggiante.
-Rose!! Rose!!- chiamò a gran voce non riuscendo a contenere l'entusiasmo.

-Cosa succede Alice?- chiese forse la fanciulla più bella del mondo arrivando tempestivamente in quella stanza.
Scosse la sua chioma dorata e guardò di sbieco il cognato.

-Mia cara Rosalie, ti ricordo che leggo nel pensiero...- disse egli sorridendo con malizia.

- Oh ma certo che lo ricordo Edward... E di sicuro avrete pure capito che ciò non mi impedisce di pensare quello che voglio della vostra condotta!-

-Oh per favore! Smettetela di litigare! Rose, non v'è alcun motivo di rimproverare Edward oggi...- intervenne la piccola elfa.

- Ah.. Davvero?- disse la dama dalla chioma dorata quasi presa in contropiede - Continua..-

- Edward ha convinto Carlisle a dare un ballo qui a Cullen Mansion!!!- disse tentando di reprimere l'eccitazione con sforzi vani.

-Oh Mio Dio!!!! Davvero??- disse colma di entusiasmo anche miss Rosalie. - Ma come avete fatto a convincerlo?-

-Diciamo che ho usato una delle tue teorie sul mantenere una certa immagine in società..- concluse suadente.

-Ottimo!! Quindi ora Rose sei la mia vice nell'organizzazione dell'evento!- la informò miss Hale.

Edward decise che ora era tempo di lasciare le donne ad i loro diletti.
Ciò che mancava adesso era solo un adeguato travestimento.


*
25 giugno 1801 mattino.
Era una mattinata piuttosto tranquilla, e la signorina Isabella aveva deciso che si sarebbe dedicata ad un vecchio e caro diletto, la lettura.
I giorni passati erano stati fitti di impegni mondani: passeggiate lungo gli eleganti parchi della città, i thè a casa di questa o di quella famiglia, ed Isabella faceva ancora fatica tenere il ritmo.
Così approfittando dell'assenza di alcun invito, decise di rifugiarsi nel cantuccio tanto amato da lei e il padre, ovvero la loro ricca biblioteca.

Già sentiva la mancanza degli interi pomeriggi passati in quel posto con il padre a leggere e commentare gli scritti che si trovavano fra le mani.
Poco prima di entrare in società si erano dedicati agli autori italiani e latini, ma quella mattina volle tornare leggere ciò che le era più familiare.
Lesse per circa un'oretta, quando sia lei che il padre sentirono il rumore della massiccia porta di legno che si apriva lentamente, per lasciare spazio ed uno dei servi della loro tenuta.

- La signora Alice Hale di Cullen Mansion.- annunciò e con un inchino uscì dalla stanza.

-E' per voi padre?- chiese Isabella spaesata mentre cercava lo sguardo tranquillo del signor Swan.

- Ne dubito mia diletta. Sono sicuro che è per te.- sorrise sotto i baffoni mogano.

In quel preciso istante la leggiadra figura di Alice Hale varcò la soglia e fece un inchino, ed Isabella ancora un pò confusa posò il libriccino al suo fianco e si alzò in piedi per ripetere l'inchino.

- Signor Swan, Signorina Swan. Perdonate il mio arrivo senza alcun preavviso, ma ho preso la decisione mentre mi trovavo da queste parti. Non avevo ancora avuto il piacere di conoscere la signorina Swan, così ho deciso di recarmi qui.... Ma forse vi sto disturbando, perdonatemi davvero!- disse con una voce così melodiosa che portò ad Isabella in mente l'immagine che aveva con tutte le sue forze tentato di cacciar via dalla sua testa.

-No! Non preoccupatevi, siete la benvenuta!- disse Isabella ancora a disagio di fronte ad una figura di tale bellezza.

-Bene!- replicò sorridente - Ditemi, cosa stavate leggendo?-

Isabella arrossì e rispose balbettante - I sonetti di Shakespeare.-

- Ne preferite qualcuno in particolare?-

- Beh.. penso che il 116 sia il più bello in assoluto.. Voi ne avete qualcuno in riguardo?-

- Oh.. Siete una fanciulla romantica... Beh se proprio devo essere sincera, io preferisco le tragedie ai sonetti. Mio fratello è più un tipo da poesie.- disse stimulando la curiosità di Isabella di sapere a quale dei due fratelli si riferisse.

-Oh penso di essere di troppo ormai..- intervenne il signor Swan - tra un pò comincerete a parlare dei giovanotti della contea ed io sarò davvero di troppo..-

-Oh no, padre..- replicò Isabella - non vi muovete, saremo noi a lasciare la stanza se la signora Hale non ha niente in contrario.-

-Oh Certamente..- annuì miss Alice, ed insieme ad Isabella andò a fare una passeggiata per il boschetto della tenuta.


-In realtà Isabella v'è un altro motivo della mia visita..- cominciò Alice dopo qualche passo silenzioso.

Isabella rimase intontita, una parte di lei aveva paura che ciò che Alice stava per dirle fosse riferito al fratello, dall'altra parte però un desiderio bramoso gioiva nello sperare che avesse chiesto alla sorella di lei.

- Sono giunta qui anche perchè vorrei invitarti al ballo di Sabato che stiamo organizzando a Cullen Mansion. E' davvero un grande evento, perchè mio padre non ama particolarmente i balli e non ci ha mai permesso di organizzarne uno.-

-Oh..- esclamò Isabella inizialmente delusa, ma poi recuperò l'entusiasmo - Dovrò chiedere a mia madre ed al mio caro padre, ma penso di poter esserci! Mi hanno tutti parlato benissimo dell'architettura della vostra dimora!-

- Non per innalzare ciò che mi appartiene, ma non vi hanno riferito male, mia madre ha un gusto incomparabile! Oh e non vi preoccupate, inviterò anche le vostre due amiche per tenervi compagnia!-

-Vi ringrazio siete gentilissima!-

-Ma adesso andiamo alla parte importante... Sarà un ballo in maschera, il tema è il Carnevale italiano! Sarà molto divertente vedere se i gentiluomini saranno capaci di riconoscerci! Non dovete dire assolutamente a nessuno, a parte le vostre amiche se volete, cosa indosserete!-

- Certamente! Farò del mio meglio con l'abito!- replicò sorridente Isabella.

-Oh Isabella! Sono sicura che presto diverremo grandi amiche! Non avete idea di quanto ciò mi renda felice!- disse sinceramente Alice che in quell'istante aveva dimenticato il fratello ma aveva parlato per la reale simpatia che nutriva per quella fanciulla.

-Rende felice anche me! Sono davvero contenta della vostra visita!- rispose cordialmente.

-Tuttavia è ora giunto il tempo di andare, un ballo non si organizza da solo!- disse e dopo avere salutato lei ed i suoi genitori salì sulla sfarzosa carrozza.

Isabella tornò insieme alla madre nella biblioteca pensando a che dolce fanciulla fosse la sorella di Edward.
L'aveva subito messa a suo agio e sembrava davvero capirla, forse meglio delle sue due amiche di infanzia, era molto strano.

-Che cara ragazza..- commentò la signora Swan osservando la carrozza che partiva attraverso la finestra.

-Madre, pensavo che non avesse a genio la famiglia Cullen.- le ricordò prontamente la figlia.

-Oh, ma cara non ho mai detto ciò. Ti ho solo raccomandato di stare lontana dal minore dei Cullen, tutti gli altri sono dei ragazzi adorabili, per non parlare del dottor Cullen, un uomo davvero affascinante. Se il maggiore, Emmett, non fosse già sposato ti avrei raccomandato di sfoderare le tue abilità femminili su di lui. Ma il signorino Edward... No Isabella, sarà pure bello ma è il ramo malato un albero molto molto bello.- concluse con fierezza Renee.

Isabella fu molto provata del fatto che sua madre considerasse Edward come un ramo malato, perchè ella era ancora combattuta dalle sensazioni che quel giovane le procurava anche solo sfiorando la sua pelle.
Era convita di potere leggere molta tacita solitudine dietro quei bellissimi occhi color oro che aveva in comune con gli altri membri della sua famiglia.

- Se devo dirvi il mio parere Renee io non trovo il più giovane dei Cullen così insipido. Anzi se devo dirvi la verità penso sia il più intelligente e colui che di più può essere assomigliato al dottore. Certamente ha dei modi diciamo... libertini, ed io non lo consiglierei mai di certo alla mia figlia preferita, ma è giusto dire le cose come stanno.- disse Charles Swan.

Isabella sorrise fra se, mentre i genitori continuavano a punzecchiarsi.
Sapeva ora dunque cosa il caro padre pensava del giovane. Come aveva immaginato neanche lui aveva un qualche desiderio di poterlo riconoscere come genero, ma almeno sapeva di non essere l'unica ad aver notato il suo acume e la sua intelligenza.

Ancora una volta la sua mente ed il suo cuore erano tornati a dibattersi come avevano fatto nelle notti passate, Isabella era sicura che la sua ragione avrebbe avuto come sempre la meglio, ciò d'altronde era la miglior cosa.
Ma non aveva idea di dove il suo cuore l'avrebbe portata.





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Capitolo 5
*** Capitolo 5 : Il ballo in maschera ***


Credo di aver risolto l'arcano, scusate per questi pochi minuti di disagio, ora godetevi il capitolo! DS 5


«Il ballo in maschera»

Ogni centimetro del suo corpo vibrava, tanto che la domestica non riusciva ad infilarle l'ultimo guanto.

"Siete nervosa stasera?" chiese amorevolmente notando l'evidente insicurezza.

"No, cioè... non lo so Samantha...sono confusa... non dovrei neanche essere nervosa per questa serata, non dovrei!"

"Non vi preoccupata mia signora, siete magnifica. Qualunque sia il giovane che tentate di accalappiare sarà vostro!"

"No!! Cosa dite Samantha!!" disse scattando in piedi, presa alla sprovvista dall'eccessivo intuito della domestica.

"Oh Isabella..." disse prendendole il viso roseo fra le mani grossolane e rovinate da lavori manuali "Sono la vostra domestica da dodici anni... credete davvero di potermi nascondere qualcosa?"

Isabella rimase in silenzio per qualche secondo rendendosi conto del suo comportamento sconsiderato, meno male che si lamentava delle fanciulle sciocche della sua cittadina!
"Mi devi scusare Samantha non era mia intenzione.. Va bene... nutro una certa ammirazione per qualcuno ma non voglio parlarne va bene?"

"Certo signorina..." disse obbediente e prese fra le mani una tiara di brillanti  "Ecco questo e il tocco finale." e la pose sulla sua testa sorridente.
"Siete favolosa!" disse mentre Isabella si avviava finalmente verso la porta. "Oh ma non dimenticate la vostra maschera!" le ricordò e dopo averla ringraziata Isabella salì sulla carrozza.


"Isabella, magnifico vestito!" replicò con tono ammiccante miss Jessica.
Avevano deciso di incontrarsi e raggiungere la tenuta dei Cullen fuori città in una sola carrozza.

"Ti ringrazio Jessica, anche il tuo vestito e quello di Angela sono notevoli." le rispose sorridendo educatamente.

"So che il cavillo di questa serata è appunto non riconoscere le identità dei partecipanti, ma... ecco.. mi piacerebbe comunque conoscere il signor Cheney.." disse mentre il resto della frase veniva stroncato dal suo rossore in volto.

"Angela, mi meraviglio di te! Ne parlate come se ne fosse già innamorata!" disse Isabella con stupore.

"Oh Isabella, lo so... Ma non so non riuscite ad immaginarvi in quelle situazioni in cui non conoscete nulla del giovane ma sentite da qualche parte che è la persona giusta per voi? Come un colpo di fulmine? Credete sia possibile?"

Le parole di miss Angela diedero da pensare ad Isabella che ripercorreva con la mente tutti gli avvenimenti che l'avevano portata a sviluppare quella sorta di ossessione per il signorino Cullen. In fondo non conosceva molto di lui, no? In fondo tutto ciò su cui era stata informata era frutto di voci riferite... Chi poteva dire davvero come Edward fosse fatto dentro? Nessuno.
In quel preciso istante incominciò a rendersi conto di quanto poco la gente intorno a lei conoscesse davvero la famiglia del dottor Cullen, era singolare, fin troppo singolare come fosse riuscita a tenersi fuori dai pettegolezzi per così tanto tempo.

" Oh per cortesia! Angela cara, l'amore a prima vista non esiste perchè l'amore eterno non esiste! L'amore è un fascino momentaneo che lascia spazio alla passione al desiderio, devi cogliere l'attimo e non soffermarti sui sentimenti.."

" Jessica, io non penso di trovarmi completamente d'accordo con la tua supposizione."

"Mia cara... tu leggi troppi romanzi, guardate me! Ho diciotto anni e so bene come dilettarmi con gli uomini senza bisogno di alcun legame.."

"Devi stare attenta a questa tua condotta!" la interruppe miss Angela "se continui ad agire così sconsideratamente la città comincerà a parlarne! E finirai come il più giovane dei Cullen."

" A me piace godere dell'attenzione degli uomini, tutto qui. Cullen ha solo interesse carnale per noi donne, mi sembra che ci sia della differenza."
Mentre Isabella assistiva a tale conversazione in silenzio, il cocchiere richiamò la loro attenzione annunciando che erano arrivate.
Isabella respirò profondamente, e dopo aver stretto saldamente il manico della sua maschera scese per prima dalla carrozza.

L'edificio che vide davanti ai suoi occhi era mastodontico, ma non risultava una di quelle costruzioni esagerate e pacchiane, bensì nelle sue enormi dimensioni conservava un'eleganza irriproducibile.
Isabella aspettò le sue amiche e varcarono la soglia principale della magione.

L'enorme salotto di Cullen Mansion era decorato da addobbi e luci che richiamavano la sfera dei colori caldi, ed Isabella fu contenta di avere scelto il rosso come colore per l'abito, che tralaltro si sposava bene con il suo carnato candido.
Già la stanza era popolata da diverse figure tutte mascherate, che danzavano circondate da giocolieri e saltinbanchi.
Tutt'ad un tratto le luci si fecero ancora più soffuse, e una delicata sonata per pianoforte avvolse la stanza rallentando il ritmo delle danze.
Isabella sentì il cuore quasi uscirle dal petto e la circolazione del sangue impazzire.
Sapeva che non vi erano altre dita che si muovevano così elegantemente e così dolcemente sui tasti di un piano come quelle di Edward Cullen.

" Ragazze io vi abbandono, vado a ballare questo valzer lento con qualcuno.." disse miss Jessica mostrando l'occhiolino anche dietro la maschera.

La musica pian piano andava sfumando lasciando più spazio all'orchestra che al pianoforte, mentre Isabella vagava con lo sguardo nella sala alla ricerca di un piano, una figura alta ed asciutta si avvicinò alle due dame.
Con grande stupore, il giovane che indossava una maschera nera, parve neanche accorgersi di Isabella, e si avvicinò senza indugio verso miss Angela.

"Volete farmi l'onore di questo ballo?" chiese con voce garbata.
Miss Angela esitò, era nella sua natura tenere a cuore l'amica che sarebbe rimasta da sola, ma Isabella le fece un sorriso incoraggiante, ed Angela non fece più aspettare il giovane misterioso.

Non appena miss Angela fu via con il giovane, Isabella incominciò a vagare per il salone cercando di non dare troppo nell'occhio, rimanendo poi delusa dal fatto che il piano era scomparso dalla sinfonia.
Vagava senza meta regalando sorrisi e cercando di fuggire il più possibile dalle attenzioni della popolazione maschile presente nella sala.
Ma mentre posava lo sguardo sugli antri della sala a lei sconosciuti non fu tanto fortunata come sperava: una mano fredda e possente si era poggiata sul suo fianco sinistro, ed ora la attirava a se.
Isabella rimase piuttosto indispettita dalla mancanza di buone maniere del giovane che l'aveva fatta sua con la forza.
Ma fu solo quando egli prese in modo deciso la mano destra di Isabella, che ella trovò davanti a se un paio d'occhi ambrati che neanche quella maschera bianca a metà volto poteva celare.

"Volete farmi l'onore di questo ballo?" aggiunse con un sorriso ed Isabella capì che si trattava più di una beffa che di una reale richiesta.
Sapeva benissimo che ella non gli avrebbe mai potuto negare la richiesta.

" Passerò sopra la vostra mancanza di buone maniere per questa volta..." accennò senza mai fissare lo sguardo sul volto divertito del partner.
La danza proseguì a oltranza, Edward sembrava avere scelto la melodia più lunga per l'occasione.
Isabella si sentiva tremendamente in imbarazzo poichè egli non staccava mai gli occhi bramosi dalla sua figura, ed ella si sentiva tremendamente stupida nel carpire le emozioni dettate dalla vicinanza.

"Avete riconosciuto qualcuno nella stanza?" le sussurrò all'orecchio avvicinandosi mandandola quasi letteralmente in tilt.

Isabella in un primo momento balbettò ma decise di proseguire senza mostrare alcuna debolezza.
" Ho riconosciuto voi, Edward. Ed io so che voi avete riconosciuto me."

" E non chiamate forse questo destino?" disse in tutta tranquillità mostrando un sorriso sghembo che fece sussultare il suo cuore.
Ma Isabella non era certo intenzionata a cedere alle presunzioni del giovane.

" Potrebbe anche trattarsi di pura coincidenza."

" Oh mia bella Isabella, questo lo escludo. Voi mi avete riconosciuto, e pure non avere rifiutato di danzare. Non riuscite a starmi lontana... Nevvero?"

Le ultime frasi del giovane avevano messa Isabella in crisi, ma cosa le stava succedendo?  Poichè si trovava fra le braccia di un giovane che le era stato prontamente negato, e per giunta ora rimaneva lì davanti lasciando che lui continuasse a corteggiarla, per lo più con buone possibilità di riuscita?
Si sentiva in colpa per aver rinnegato la promessa che aveva fatto alla madre, ma ancor di più le doleva il cuore pensando di aver promesso al padre di mantenere ancor la sua tenera fanciullezza, e tutto ciò che al momento vi era nella mente di Isabella, era tutto fuorchè fanciullesco.

" Non dovrei stare qui a danzare con voi..." ammise in tutta sincerità.

"Non dovete fare qualcosa se non la desiderate." replicò lui cercando di trarla in inganno.

Ma certo che lo desiderava, altrimenti non sarebbe rimasta di certo fra le braccia del giovane, ma il dovere, l'onore, il pregiudizio, contavano di più dell'amore ed il desiderio, era stata educata così.
" Perdonatemi..." bisbigliò, e fuggì via dalla dolce morsa di Edward.

Sapeva che se si fosse voltata per indugiare ancora una volta sul suo viso non avrebbe potuto resistere alla tentazione di lasciarsi completamente andare fra le sue braccia, così continuò a passi veloci e decisi, a farsi strada fra la folla che si dilettava nelle danze.
Raggiunse la scalinata, e senza tener conto degli sguardi confusi che l'avevano seguita, salì per le scale e scomparve all'oscurità dell'apice.

" Isabella!" la chiamò Edward cercando di identificare le tracce del suo odore che si erano mischiate con l'odore dei partecipanti all'evento.

E' salita su per le scale.  Una voce più chiara e distinta delle altre gli era saltata in testa, sua sorella Alice aveva dovuto avere una visione.
Si è rifugiata nella prima stanza degli ospiti a destra, sta piangendo.
Decise che avrebbe ringraziato sua sorella in pubblico, in modo tale che lei prevedesse la sua gratitudine e senza alcun indugio raggiunse anch'egli l'apice della scalinata in marmo.

La stanza era completamente buia, ed Isabella non aveva sinceramente pensato ad osservarne il contenuto, voleva soltanto un posto dove riflettere ed osservare la luna che diffondeva il pallore nel cielo e sul suo viso rigato da lacrime.
Quelle erano venute da sole ed incontrollate, come una reazione spontanea alla sua situazione di impotenza nei confronti delle sue stesse emozioni.
Ma un rumore di passi la destò dai suoi singulti e non potè fare a meno di voltarsi.
La figura che le era parsa di vedere sulla soglia si era dissolta nell'oscurità della stanza e un paio di secondi dopo si trovava proprio di fronte a lei.

" Ma cos.."

"" Sssh..." disse Edward imponendo l'indice destro sulle sue labbra rosse.
Poi la sua mano risalì sulle gote per asciugare le lacrime con il pollice.
Entrambe le mani che la accarezzavano erano terribilmente ghiacciate, e non nostante Isabella riuscisse chiaramente a percepirlo, su di lei avevano l'effetto esattamente contrario.

" Vi prego, non torturatemi." lo implorò non riuscendo più a controllare quella vicinanza.

"Non durerà a lungo..." la rassicurò lui dolcemente, avvicinando il viso al suo.

Isabella non riusciva a collegare il senso delle sue parole con le sue azioni, ma fu troppo tardi per formulare una teoria concreta, perchè le labbra rosee di lui si erano poggiate su quelle di lei.
Di sicuro il suo cervello non sarebbe mai riuscito a catalogare la dolcezza di quella prima esperienza.
Era sempre così quando si riceveva un bacio?
Isabella non credette potessero esistere emozioni più belle di quelle, ma dovette ricredersi un attimo dopo quando le labbra di lui avevano incominciato una strana danza sulle sue massaggiandole.
Isabella si lasciò trasportare, fidandosi ciecamente.
Sentiva le mani di lui carezzarle dolcemente la nuca, quasi tenesse fra le mani qualcosa di fragilissimo, e quando involontariamente dischiuse le labbra, il bacio si fece più intenso passando dalla dolcezza al desiderio.
Le loro lingue si incontrarono dapprima indugiando, ma poi presero una danza tutta loro incapaci di separarsi.
Isabella sentiva il bisogno fisico di toccarlo, così lasciò andare la maschera che stringeva nella mano e la pose senza indugio sul collo di lui passando le sue dita fra i suoi capelli.
Edward abbandonò momentaneamente quelle labbra così delizione e scese giù per il collo.
Tutto ciò che Isabella provava in quell'istante così singolare per la sua esperienza di diciassettenne si tradusse in un lieve sospiro di piacere.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 : La poesia ***


diario c6
«La poesia»

" Isabella!! Vi stavo cercando!" la voce di miss Angela la ridestò dal suo stato di trance.

" Oh, ehm dimmi Angela.." disse portandosi una mano alla fronte, quasi nella speranza che questa smettesse di girare vorticosamente.
La sua acconciatura era ormai scompigliata e le sue labbra erano leggermente gonfie ed arrossate.

" Ma cosa vi è capitato? Dove è finita la vostra maschera?" chiese miss Angela notando lo stato della sua cara amica, rendendosi conto che non era proprio il caso di parlare di ragazzi in quel momento.

" Ho.. solo... Vorrei tornare a casa, temo che la mia salute non sia delle migliori..." balbettò sperando che l'amica non ponesse altre domande.

"Certamente, vado a cercare Jessica... Incontriamoci alla carrozza."

" Davvero Angela, sono desolata... Se fossimo venute in carrozze separate non vi avrei di certo disturbato..."

"Oh per favore non dite stupidaggini... a cosa servono le amiche se no?"
Isabella sorrise sinceramente all'amica e si diresse verso la carrozza all'esterno dell'enorme dimora, mentre miss Angelà andò in direzione opposta per cercare l'amica.

In cima all'enorme scalinata, non visibile nell'oscurità, Edward osservava Isabella che lasciava la festa.
Teneva fra le mani la sua maschera, e non aveva idea di cosa avrebbe fatto ora che ella era in procinto di andarsene.
Odiava come Isabella Swan lo faceva sentire. Ma continuava a convincersi che non appenna l'avesse fatta sua, tutto ciò sarebbe cessato.
Lasciala andare Edward, non rincorrerla. Dalle tempo.
A volte si stupiva di quanto intuitiva fosse sua sorella, è vero che prevedeva il futuro, ma a volte Edward finiva col chiedersi se non fosse pure lei capace di leggere nella mente.
E seguendo le istruzioni della sorella si limitò ad osservare la carrozza che partiva e a trotto lasciava la tenuta della sua famiglia, ma a quel punto anche per Edward la festa era finita.
*

"Isabella, cosa ti succede? Sono due giorni che quasi non parli, non mi hai neanche raccontato di come è andato il ballo alla casa dei Cullen, deve essere stato un evento!"

" Madre, era solo un ballo." rispose freddamente Isabella tentando di evitare l'argomento.

" E' successo qualcosa di brutto? Qualcuno vi ha offesa?"

Ecco. La domanda fatidica della madre era arrivata, perchè non solo Isabella aveva già trasgredito i dettami della madre, ora era pure costretta a mentirle, alla delinquenza non vi era mai fine.

" No madre, non mi ha offesa nessuno."

In fondo questa non era una menzogna, ma Isabella si sarebbe rifiutata di scendere nei particolari.
D'altra parte cosa avrebbe potuto dire alla madre? Che era stata la serata migliore della sua vita? Che finalmente tutto quello che aveva letto e riletto in quelle opere che decantavano sentimenti ed emozioni che le erano sconosciute, avevano finalmente un senso?
No di certo. Come poteva confessare alla madre che aveva infranto la promessa che le aveva fatto? Di sicuro le avrebbe spezzato il cuore.
Per non parlare del padre, sapere che la sua bambina aveva provato tali sensazioni, aveva avuto certi pensieri... Il solo ricordo le faceva arrossare il viso.

Ma la cosa peggiore era il dubbio che l'attanagliava, se Edward Cullen fosse davvero la persona di cui tutti parlavano, se davvero dopo averla sedotta l'avrebbe lasciata nella miseria del suo dolore.
Perchè in amore doveva essere tutto così difficile?
Si sentiva come Giulietta, guidata dall'impeto di un sentimento fisico e spirituale che era impedito dalle raccomandazioni dei genitori. Ma, nonostante il loro amore fosse grande, forse il più grande di tutti, non facevano una bella fine.
E di certo non avrebbe mai voluto per nulla al mondo vedere suo padre Charles nei panni del signor Capuleti alla fine della tragedia.

No, ormai aveva deciso. Sarebbe stata più furba di Giulietta.
Avrebbe represso ogni stupido sentimento fuori luogo prima che ciò fosse stato irrecuperabile.
Oh... al solo pensiero di rivederlo.. ad Isabella girava vorticosamente la testa come la sera prima.

Doveva in ogni caso pensare a darsi del contegno ogni qual volta si fosse trovata con lui, facendo tutto il possibile per non rimanerci sola. Gli appuntamenti in società sarebbero stati tanti, e la famiglia Cullen non ne mancava nessuno, soprattutto quelli serali.

" Dolce Isabella, se c'è qualcosa che ti turba puoi davvero confidarti, tua madre di ascolterà senza alcun indugio!"

"Vi ringrazio madre, ma davvero... Non avete da preoccuparvi, penso... penso di volere andare in città a comprare qualche nuovo libro... Che ne dite posso andare da sola?"

" Penso che sei grande abbastanza adesso." le rispose la madre accarezzandola amorevolmente " Ti faccio preparare il calesse.. Tu metti il vestito da giorno biano con il cappellino coordinato."

Isabella rise. Era incredibile come sua madre riuscisse a sfruttare qualsiasi avvenimento come metodo di risalto nella società.
" Ma madre! Sto solo andando a comprare un libro!"

" Oh... ma dovrai comunque passeggiare, ed una signorina in età da marito deve essere sempre e comunque impeccabile. Vediamo... di a Samantha di intrecciarti i capelli, toglierà ogni velata supposizione di presunzione."

"Va bene madre." disse Isabella ancora ridendo, e salendo le scale eseguì le direttive materne.

 
*
La giornata non era delle migliori, ma di certo non era affatto male per gli standard del piccolo borgho di Wallingford, che aveva come caratterizzazione la sua perenne coltre di nuvole e pioggia.
Isabella si godeva il dolce venticello che le accarezzava il viso, e con la mano destra si torturava il ciuffo della sua treccia bruna, mentre davanti i suoi occhi il paesaggio era stato sostituito dai ricordi della sera prima.

Era certa che non avrebbe parlato a nessuno dell'accaduto, sarebbe solo servito a riaprire quella voragine che stava tentando disperatamente di colmare.

" Buon giorno miss Swan! E' tanto che non la si vede!" il vecchio mr Lucas che possedeva la piccola libreria aveva sempre avuto in simpatia la giovane fanciulla che aveva passato anche mattinate intere fra i suoi scaffali.

" Oh signor Lucas lo so! Mi sono mancati i vostri scaffali! Ma sapete con la situazione del mio defunto nonno, abbiamo avuto diversi impegni inderogabili..."

" Vi faccio ancora le mie condoglianze."

" Vi ringrazio di cuore." rispose lei con un sorriso " Sono venuta perchè ho voglia di qualcosa di nuovo, penso di avere fatto il pieno di Shakespeare!"

Il signor Lucas ridacchiò.
" Non ho mai conosciuto una fanciulla così giovane come lei che sia riuscita a leggere tutte le opere del Bardo in così tenera età! Comunque ho degli articoli arrivati da poco... Pare che la letteratura stia subendo un grosso cambiamento! Guardate nell'ultimo scaffale a destra."

" Grazie infinite." rispose educatamente, e si avviò dove il gentile rivenditore le aveva indicato.

Isabella raggiunse lo scaffale dei nuovi arrivi e si tolse un guanto bianco per potere avere una più ferma presa sulle copertine dei testi.
Li osservava rapita, ma nessuno attirava particolarmente la sua attenzione.

Ma mentre osservava i titoli disposti sullo scaffale torturandosi il labbro inferiore, una mano passò sopra la sua testa per prendere un libro sullo scaffale più alto.

" Penso dovreste provare questo. "

Isabella si sentì morire.
Era troppo, troppo presto!
Il suo cuore aveva incominciato a galoppare furiosamente al solo udire il suono della sua voce, e credette di essere in procinto di avere un infarto quando, voltandosi, ritrovò davanti a se il viso di lui in tutta la sua bellezza disarmante.

" Pensavo aveste capito." disse fredda restituendogli il libro.
Doveva provarci, doveva fargli capire che non le interessava anche se non era vero.
Scappò via da quel corridoio, ma Edward la raggiunse.

" Cosa avrei dovuto capire? Isabella, quello che è successo ieri sera..."

"Vi prego." lo interruppe bruscamente " Non parlate più di ieri sera. E' un capitolo chiuso. Non mi cercate più vi prego."

" Ma Isabella come potete soffocare così un sentimento!" disse mentre era ancora alle sue spalle che la seguiva.

A quelle sue parole Isabella si voltò a guardarlo per la prima volta negli occhi e respir profondamente quasi fosse in procinto di fare uno sforzo sovrumano.
" Adesso basta. Ve ne prego." disse con voce ferma e appena ebbe terminando scappò via tentando di batterlo sul tempo, ma fece cadere una colonna di libri, e fu costretta a chinarsi per raccoglierli.

Edward la fissò china e frettolosa, consapevole che aveva troppa paura di ciò che provava, e anche se non ne aveva bisogno fece anche lui un bel respiro.


"Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli;

Amore non è amore

se muta quando scopre un mutamento

o tende a svanire quando l'altro s'allontana. "


Isabella si immobilizzò all'istante, non riusciva a credere a ciò che udiva.
Si voltò per guardarlo ed egli continuò nella sua recitazione.

"Oh no! Amore è un faro sempre fisso

che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;

è la stella guida di ogni sperduta barca,

il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.


Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote

dovran cadere sotto la sua curva lama;


Amore non muta in poche ore o settimane,

ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:


se questo è errore e mi sarà provato,

io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."


 " E'...è... il sonetto centosedici..." bisbiglio ancora esterefatta.
Non aveva mai sentito in vita sua qualcuno recitare così bene il suo sonetto preferito.

Per un istante si guardarono negli occhi, e Isabella rimase stupita delle sensazioni che non avevano a che fare con la fisicità che la stavano prendendo.
Stupita come, i suoi sentimenti, erano rimasti impavidi in piedi nonostante la sua determinatezza.

Edward si avvicinò ad ella e sistemò i libri rimasti, la aiutò a rialzarsi, e poi a tono normale disse:

" Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno del giudizio."

Isabella fissò la sua mano ancora stretta in quella diafana di lui. Forse, per oggi avrebbe dato una possibilità a quel sentimento che continuava a crescere dentro di lei.


*

" Credetemi Isabella, comprendo che ciò che è accaduto ieri sera vi ha confuso."

Erano seduti in riva al lago nel parco vicino sotto la grande quercia, Edward le teneva ancora la mano.
Isabella non aveva ancora detto una singola parola, era troppo occupata a fare accurate analisi nella sua mente.

" So quello che dicono sul mio conto, e sapevo che voi eravate diversa, sentivo che non avreste ceduto al pregiudizio come le altre. Ieri sera è stata la prova del nostro reciproco interesse, ma comprendo che per voi è necessario fare una migliore conoscenza, e anche se di norma sono un tipo impulsivo, vi giuro che sono disposto a scendere a tale compromesso, anch'io voglio sapere tutto di voi."

Isabella sollevò lo sguardo dal paesaggio circostante e lo posò sul viso del giovane.

"Non sapevo vi piacesse la poesia." sussurrò arrossendo.

" E' una delle mie passioni segrete. " disse sfoderando uno dei suoi sorrisi più belli.

" Componete?"

" Oh no. Mi piacerebbe, ma la mia creatività si traduce solo sui tasti di un pianoforte. La poesia è un qualcosa di grandioso come tutte le arti, ho conosciuto diversi poeti in erba davvero talentuosi."

" Deve essere stato un colloquio interessante? Ha conosciuto un nuovo Bardo?"

" Uno di loro mi ha davvero colpito. Abbiamo stabilito un buon rapporto, a lui piace la mia musica, a me i suoi componimenti."

" E' qualcuno che potrei conoscere?"

" Temo di no. Si sa che gli editori sono una specie dalla difficile presa, ma lui mi ha spedito il manoscritto ed è sublime."

" Oh, mi piacerebbe moltissimo potere leggere qualche poesia, se voi ne parlate così bene."

Edward sorrise di nuovo, e prese con la sua mano ad accarezzare dolcemente il viso della fanciulla.

"Ella avanza radiosa, come la notte
Di climi tersi e di cieli stellati;
Tutto il meglio del buio e del fulgore
S'incontra nel suo sguardo e nei suoi occhi
"

Isabella era rapita mentre egli recitava quel componimento non come un qualcosa imparto alla lettera, ma come una dichiarazione che adesso stava decantando solo per lei.

" Così addolciti da quella luce tenera
Che allo starzo del giorno nega il cielo.

Un'ombra in più, un raggio in meno, avrebbero
Guastato in parte la grazia senza nome
Che ondeggia sulla sua treccia corvina"

Continuò con un sorriso, accarezzandole in quel momento i capelli intrecciati.
Ad Isabella fu contagiato il sorriso.

"
O dolcemente la illumina in volto,
Dove pensieri limpidi e soavi
Pura svelano e preziosa la dimora.

Su quella guancia, sopra quella fronte, " disse accarezzando le parti del viso di lei citate.

"
Così dolci, serene ma eloquenti,
I sorrisi avvincenti, i colori accesi
Parlano di giorni volti al bene,
Di un animo che qui con tutto è in pace,"

Appena raggiunto il momento di recitare l'ultimo verso, fece un lungo, profondo respiro

"
Di un cuore che ama innocente ! "

" E' magnifica..." sussurrò Isabella ricolma di emozioni.
Non sapeva se le piacessero di più le parole di quei versi oppure il modo esclusivo in cui Edward le aveva recitate solo per lei.
" Dovete prestarmi il manoscritto quando potete."

Edward le prese il mento tra il pollice e l'indice e la guardò intensamente.
"Allora cosa ne pensate? Proviamo a conoscerci un pò meglio."

Isabella rimase ferma, ponendo Edward in trepidazione.
Come avrebbe voluto poterle leggere nella mente!
Ma anche questo era ciò che la rendeva speciale, così maledettamente imprevedibile!

Preso completamente alla sprovvista forse per la prima volta nella sua esistenza, Edward senti le labbra calde e mormide di Isabella sulle sue.
Ma dopo qualche secondo quel bacio così casto e così incredibile finì, ed Isabella si alzò in piedi.

" Devo proprio andare, è davvero tardi... Spero di vedervi presto Edward." disse sorridendo e se ne andò lasciando Edward in balia, di tante, troppe emozioni.

*

"Isabella! Finalmente sei di ritorno!"
Mrs Swan aveva quasi aggredito con il suo entusiasmo la figlia che aveva appena varcato la soglia con uno strano sorriso in volto.

" Ditemi  forza! Cosa è successo?" Isabella era sicura che nulla avrebbe potuto guastare il suo umore in quell'istante.

" E' appena arrivata una lettera dal signor Newton!"

" E cosa dice?" chiese fingendo interesse per il bene della madre.

" Ci invitano alla loro residenza estiva per qualche giorno di villeggiatura!! Oh sarà grandioso!! Lo sapevo che il signorino Newton nutriva un certo interesse, l'invito non potrebbe avere altra spiegazione, ma tu corri a prepararti, su! Partiamo subito domani mattina!!"

Si era sbagliata, forse c'era qualcosa che poteva guastare il suo umore...
"Partiamo domani?"



NdA: Salve grazie a tutti coloro che la seguono e commentano, prima di tutto vorrei ringraziare i grandi Shakespeare e Byron che mi hanno ispirato questo capitolo, e naturalmente sempre alla Austen (chi infatti l'ha letto noterà che c'è qualcosa di "Ragione e Sentimento").
Cmq ci tenevo a precisare che so che Byron non pubblicò nulla fino al 1806 e nella mia FF siamo nel 1801, ma volevo inserire la mia poesia preferita comunque, quindi perdonate questa anacronia!
Un bacio e alla prossima!
Irene

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 : Il destino è destino ***


Diario C7
«Il destino è destino»


Tutto era andato molto molto velocemente.
Isabella non aveva neanche avuto voce in capitolo su quella questione, ed ora tutta Casa Swan si stava mobilitando per la partenza che sarebbe avvenuta da un momento all'altro.

" Ehi dolce Bella...qualcosa non va?" disse suo padre passandole accanto, chiamandola con il soprannome che le dava da bambina.

" Niente padre... davvero.. E' solo che mi sarebbe piaciuto avere un pò più di preavviso, ecco tutto. Avevo.. avevo programmato di passare del tempo con Angela e Jessica.." disse inventando la prima scusa che le veniva in mente.

Di certo non avrebbe potuto dire a suo padre che non l'aggradava particolarmente l'idea di partire poichè voleva passare del tempo con il suo ammiratore, che... rimanga fra noi... non avrebbe neanche dovuto vedere.

" Fai uno sforzo per tua madre, Bella... è così estatica. Sono sicuro che potrai vedere le tue amiche fra qualche giorno.."

" Lo so padre, lo so... Avevo solo uno sfogo di nervi... Sono desolata per il mio comportamento.."


Appena tutto fu pronto la loro carrozza e quella dei servitori con i bagagli partirono.
La signora Swan non fece altro che decantare la gentilezza dei Newton per tutto il tragitto.

" Avanti Isabella, vedrai che ti divertirai! Mi ricordo quando eravate bambini vi divertivate un mondo tu e Micheal nella loro tenuta.."

" Sono sicura che mi divertirò madre.." disse con un tono che non rispecchiava punto le sue parole, ma aveva deciso di assecondare le voglie materne.

"Oh guarda siamo arrivati!" disse la madre con un sibilo eccitato, facendo sussultare il padre che si era addormentato durante il tragitto.
Ad Isabella scappò un sorriso.

La casa era proprio come se la ricordava, aveva dei bei ricordi in quella tenuta.
Il cani rincorsero la carrozza annunciando il loro arrivo.
Isabella si sporse dalla finestra e vide Micheal in compagnia di un paio di servi che la salutava sorridendo, ma fu una carrozza posta nello spiazzo di pietriccio che attirò la sua attenzione.

" Quella carrozza ha un non so che di familiare.." bisbigliò quasi fosse un pensiero detto ad alta voce.

" E' davvero una bella carrozza, te lo detto cara Isabella, i Newton stanno davvero bene, e Micheal è il primogenito erediterà tutto!"

" No madre.. Non è dei Newton quella carrozza, ne sono sicura. Ma mi sembra di averla già vista da qualche altra parte.."

"Può darsi che abbiano altri ospiti, non dobbiamo certo gloriarci di avere l'esclusiva dopo tutto..." disse petulante poco prima di scendere dalla carrozza.
Il signorino Micheal si accostò alla carrozza e aiutò sia la signora Swan che Isabella a scendere dalla carrozza.

"Oh Micheal... che gentiluomo... quanto sono felice che tu e la mia Isabella vi frequentiate di nuovo!" disse la signora Swan con un pò troppo entusiasmo, facendo arrossire Micheal.

" Il piacere è tutto mio, credetemi." disse guardando timidamente Isabella " Ma vi prego, non rimanete qui. I miei genitori vi stanno aspettando dentro, i nostri servi aiuteranno i vostri a sistemarvi nell'area adibita agli ospiti."

" Oh ma che ragazzo educato! " disse mentre si avviò dentro la bella casa con il marito lasciando Isabella sola con Micheal

Fra i due regnava un silenzio imbarazzante, Micheal era fin troppo impacciato per poter proferire parola, così Isabella decise che era necessario inserire un argomento di conversazione.

"Avete altri ospiti, Micheal?" disse guardando la carrozza assai familiare.

" Oh si, mio padre ha invitato il dottor Cullen e la sua famiglia, non ve l'ho scritto?" disse con imbarazzo facendo finta che quella svista fosse del tutto casuale.

" No, non me lo avevate detto. " si limitò a rispondere Isabella mentre con lo sguardo vagava per la campagna attorno a loro.

Edward era lì! Il suo cuore si era colmato di gioia, tutte le sue preghiere erano state esaudite.
Sorrise al pensiero che forse il loro era proprio "destino" come aveva detto lui una volta.

" Il dottore e la sua signora sono dentro casa  con i miei genitori, mentre i figli sono andati a fare un giro a cavallo per la tenuta." disse e Isabella pensò che non era stato molto educato non aspettarla, e mentre si avviavano dentro casa per salutare i signori Newton e Cullen, Micheal continuò nel suo monologo.
" ... Il più giovane dei Cullen e la brunetta volevano rimanere ad aspettarvi, ma li ho intimati ad andare, in fondo non si dava per certa l'ora del vostro arrivo."

" Sono molto felice di rivedere Alice." replicò Isabella con una lieve acidità, un pò indispettita dal fatto che Micheal tendesse ad omettere dei particolari che per ella erano fondamentali.

Micheal le mostrò la strada per il grazioso salotto appena entrarono in casa.
Le pareti avevano delle deliziose decorazioni verdine all'apice, e Isabella le osservava con ammirazione, ma la sua attenzione fu completamente monopolizzata dalla giovane, anzi giovanissima coppia di consorti davanti a lei : la loro bellezza era straziante, Isabella capì che non potevano essere altro che i genitori di Edward.

"Signori Newton." fece con un inchino " Signori Cullen." disse con la voce quasi tremante ripetendo l'inchino.

"Signorina Swan." disse la voce terribilmente seducente del dottor Cullen, che prese la sua mano e la baciò educatamente.

"Isabella!" disse sua moglie al fianco, mentre Isabella tentava ancora di riprendersi.
" E' davvero un piacere conoscervi! Alice ci ha parlato moltissimo di voi!" disse con un tono estremamente amorevole.
La famiglia di Edward acquistava ancora più punti.

"Cara," si intromise il dottor Cullen " Penso che nauseato sia il termine adatto." fece una pausa e poi disse " Nel senso buono ovviamente." aggiunse con un sorriso disarmante.

" Siamo davvero contenti che nostra figlia sia in ottimi rapporti con la vostra. Alice è davvero deliziosa." si intromise sua madre.
" ... come siamo molto contenti che frequenti il vostro Micheal Dianne." aggiunse rivolgendosi alla signora Newton.

" Cosa vi va di fare Isabella?" chiese la signora Newton con un sorriso.

"Beh.. Non mi dispiacerebbe una passeggiata a cavallo se devo essere sincera..." disse tentando di fare apparire la richiesta puramente casuale.

" Oh Isabella.." intervenne la signora Swan " ..l'ultima volta siete caduta.."

" Ma madre.. non mi sono fatta granchè male, non ricordate?" disse implorante, ella doveva andare a cavallo!

" Avanti Renee..." si intromise suo padre " Sono sicura che non le succederà niente sono sicuro che non le succederà niente se Micheal è con lei " disse con un tono di beffa riferito alla moglie " e poi, abbiamo qui anche un medico, non vedo di che abbiamo di preoccuparci!"

Isabella sorrise, era incredibilmente grata al padre!
Dunque, dopo essersi congedati dagli adulti, Micheal la condusse nelle stalle ed Isabella scelse un bellissimo stallone nero come la pece.
Appena anche Micheal fu saldo in sella si avviarono a trotto verso la valle, il tempo non era dei migliori, ma ciò non poteva assolutamente rovinare l'umore di Isabella.

" Che ne dite di raggiungere gli altri ospiti? " chiese ad un certo punto, rompendo il silenzio.

" Non so dove fossero diretti, Isabella. Speriamo di incontrarli." replicò continuando imperterrito per la sua direzione.

Stettero una buona mezz'oretta a cavalcare a ritmo lento, facendo una mera conversazione che era principalmente basata sull'esaltazione del paesaggio che era se non altro piuttosto gradevole, poi il rumore di alcuni zoccoli a galoppo li ridestò dalla conversazione morta.

" Siete arrivata!" disse una voce in tono raggiante.

Isabella si voltò distendendo la sua bocca in un ampio sorriso.
"Edward, che piacere vedervi!" il tono era decisamente più vivo di quello che aveva utilizzato per la conversazione con Micheal.

Edward avanzava verso di loro a cavallo del suo bianco destriero, ed Isabella sorrise nell'immaginarlo nei panni del principe azzurro.
Venne loro vicino con il cavallo e sembrò neanche accorgersi di Micheal,
"E' stata davvero una bella notizia sapervi qui con noi! In occasione, vi ho portato il manoscritto di cui vi avevo parlato..."

" Oh Edward grazie infinite! Non vedo l'ora di leggerlo!"

Micheal, in disparte, sembrava estremamente stupito da tale confidenza fra i due, e ciò per di più non gli piaceva per niente!
" Di che manoscritto si parla, se mi posso permettere?"

Edward lo guardò in cagnesco, aveva rotto il loro idillio.
Isabella si stupì pensando che avesse l'aria di essere in procinto di ringhiare.
" Oh, ma certo Micheal... E' un libro di poesie di un tale compositore amico di Edward, e vi assicuro che sono sublimi!"

"Oh" sospirò Micheal " Non mi intendo molto di poesia... in effetti tutta la letteratura non è che mi interessi parecchio, preferisco il Polo."

" E' un peccato." commentò Edward seccamente, ed Isabella soffocò una risata.

"Isabella!!" si sentì un'altra voce squillante provenire al bosco a fianco della vallata.
Isabella si voltò nuovamente per vedere Alice che avanzava leggiadra galoppando verso di loro.

" Che bellezza rivedervi!" disse con un sorriso magnifico.

"Anche per me Alice!" ma non fece in tempo che la sua attenzione fu richiamata da un nuovo rumore di zoccoli.

Versò di loro avanzava un giovane bruno ed imponente che la accoglieva con una risata calorosa.
"Isabella, è un piacere per me conoscerti!!" disse con vigore e si voltò verso il fratello.
" Bravo fratellino, è proprio una bella ragazza!" disse con una fragorosa risata facendo arrossire Isabella completamente.

"Emmett!!!" gridarono all'unisono Edward e Alice, mentre il fratello maggiore rimaneva comunque divertito.

Micheal Newton, invece sembrava tutto fuorchè divertito.

" Alice, tesoro, mi dispiace abbiamo cercato di trattenerlo!" disse Jasper Hale arrivando a galoppo, seguito dalla gemella mrs Rosalie Cullen.
Isabella rimase allibita dalla bellezza incredibile della consorte del maggiore dei Cullen, mentre ella si presentava.
Non sembrava molto più grande di Edward, ed Isabella fu sollevata che non fosse stato il minore dei Cullen a chiederla in moglie.

Inutile dire che il resto della gita fu di gran lunga molto più piacevole da quando i giovani Cullen e Hale si erano aggiunti ad ella e Micheal, e quando si fecero le cinque, tutti decisero di ritornare alla casa perchè sicuri che la cena sarebbe stata servita da un momento all'altro.

Isabella aveva notato che Micheal non aveva i Cullen proprio in odio, ma il suo atteggiamento insulso era dovuto all'inclinazione sempre più fastidiosa che ora nutriva nei suoi confronti.

La cena fu servita all'interno a causa del brutto tempo, e Isabella dovette scoprire con delusione che era stata posta alla tavola molto lontana da Edward.
Quando la cena terminò, in tarda serata decise di ritirarsi a dormire, sicura sia Micheal che i suoi genitori non avrebbero acconsentito a vederla passare del tempo da sola con Edward.

I servitori le mostrarono la camera che avevano preparato tutta per lei che era l'ultima in fondo al lungo corridoio dell'ala dedicata alle stanze degli ospiti.
Isabella fu molto contenta del fatto che la sua stanza si trovasse da tutt'altra parte rispetto a quella di Micheal.
Almeno per il resto della serata non avrebbe sentito il suo fiato sul collo.

Appena furono dinanzi alla porta, Isabella congedò i servi e si accomodò nella sua stanza dove era stato tutto accuratamente sistemato.
Osservo la sua camicia da notte piegata sul letto e le si avvicinò sciogliendo con un gesto meccanico i capelli.
Posò il fermaglio di avorio sul comodino e sentì uno strano rumore provenire dalla finestra.

In un secondo vide Edward accanto a lei.

" Come avete fatto ad entrare?" chiese piacevolmente sorpresa.

"Dalla finestra. " rispose con un sorriso contagioso.

" Non per... essere scortese, ma.. cosa..." balbettò prima di essere interrotta.

"
Se con indegna mano profano questa tua santa reliquia, queste mie labbra, piene di rossore, al pari di contriti pellegrini, son pronte a render morbido quel tocco con un tenero bacio." disse lui recitanto le parole di Romeo Montecchi dalla scena del ballo.

Isabella sorrise ma decise di non rispondergli.
Con entrambe le mani prese il viso freddissimo di lui e pose fine alla distanza fra le loro labbra.
Edward pose entrambe le mani sui fianchi di lei, ed il bacio proseguì imperterrito.
In fondo in quella fredda stanza in fondo al corridoio, chi avrebbe potuto accorgersi di loro?





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Capitolo 8
*** Capitolo 8 : La partita di Polo ***




«La partita di Polo»


Quella mattina Isabella si svegliò con il sorriso sulle labbra.
Purtroppo la sera prima Edward si era dovuto congedare relativamente presto, poichè man mano che tutti incominciavano a recarsi nelle camere, si sarebbero accorti della sua assenza.
Tuttavia aveva lasciato Bella con le farfalle nello stomaco, ed era sicura che dopo la sera prima sarebbe stato difficile contenersi sotto gli occhi della sua famiglia e dei signori Newton, ma Edward le aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per ritagliare un lasso di tempo solo per loro due e , se non fosse stato possibile sarebbe sicuramente tornato a trovarla nella sua camera quella notte.

La sua domestica la svegliò, e come da routine la aiutò a fare il bagno e ad acconciare i capelli.
Aveva notato la strana luce negli occhi della sua padrona, ma non aveva osato chiedere. Se aveva imparato qualcosa osservando la signorina Swan, era che se ella si sentiva perfettamente a suo agio in una situazione gliene avrebbe sicuramente parlato.
Dunque preferì tacere, ma accolse di buon grado tale buon umore.

Erano le nove e mezzo del mattino e dopo la sua lunga preparazione (aveva indossato un bellissimo abito azzurro con le decorazioni di pizzo), Isabella chiuse la porta dietro le sue spalle e notò in fondo al corridoio la piccola miss Alice Hale che aspettava impaziente davanti una porta.

"Roseeeee! Muoviti!" strillò con voce che le ricordava quella dei folletti delle recite di natale.
"Oh Salve Bella!" disse addolcendo il tono quando la vide arrivare nella sua direzione.

"Buongiorno Alice" replicò con un lieve inchino.

" Stavo giusto aspettando mia cognata. E' un pò lenta quando si tratta di preparazioni... ma non voglio che si perda la partita di Polo."

" La partita di Polo?" chiese Isabella confusa.

Alice ridacchiò.
" Si. Hai presente il dialogo di ieri con Micheal? Quando ha detto di prediligere il Polo a qualsiasi altra attività?"
Isabella annuì sorridendo al ricordo del dialogo.
"Beh, Edward ne ha parlato con il mio fratello maggiore Emmett, vedi egli è diciamo... un tantino competitivo." concluse con un risolino.

" Eccomi Alice, non v'era bisogno di mettermi tanta fre... Oh salve signorina Swan." disse glaciale.
Isabella incominciò a chiedersi cosa mai avesse potuto fare per offenderla.

"Buongiorno Signora Cullen." replicò decidendo di non mostrare neanche lei confidenza, dopo tutto Isabella non era il tipo da farsi mettere i piedi in testa.

"Bene! Ci siamo tutte! Andiamo adesso, stanno servendo la colazione direttamente all'aperto." intervenne Alice percependo il clima.

Quando arrivarono in giardino Isabella sentì il cuore risalirle in gola.
Edward era tranquillamente seduto su di una sedia in legno bianca e guardava nella sua direzione sorridente.
Impossibile descrivere quanto fosse bello. Neanche il Da Vinci all'apice della sua bravura avrebbe saputo riprodurre quelle sue così divine fattezze.
Più che una bellezza rinascimentale, quand'ella pensava ad Edward le veniva in mente il dio Apollo nel superbo complesso scultoreo del Bernini.
L'aveva visto di persona durante una vacanza a Roma con la sua famiglia.
Era sicura che se ella fosse stata la Dafne della statua avrebbe fatto di tutto tranne che fuggire dall'abbraccio del suo dio.

"Isabella buon giorno." si voltò ridestata dalla voce della madre.
Che l'avesse vista e si fosse accorta della meta del suo sguardo?

"Buongiorno madre." disse con voce tremante.

" Presto prendete posto! Ora Micheal giocherà a polo! Mi hanno detto che è formidabile a tale gioco!"

"Oh certo madre! Anche io ho sentito della sua abilità! Stavo proprio andando a prendere posto!" disse con un falso sorriso.
In realtà sperava di vedere anche Edward giocare, così avrebbe avuto una bella scusa per avere gli occhi fissi sul gioco.

"Bene bene è tempo di fare le squadre! Oh salve Bella!" disse Emmett Cullen con il suo vocione.

Isabella non potè fare a meno che sorridere a causa della spontanea simpatia del maggiore dei Cullen, e prese posto al fianco di Alice.

"Noi abbiamo già una squadra." disse il signor Newton, indicando Micheal e i due cugini.
"Suppongo che la vostra squadra sia pure pronta... siete in quattro, no?"

"Oh no, in realtà ci manca un giocatore. Pare che mio fratello Edward preferisca passare per questa volta."

" Forse ha troppa paura di una sana umiliazione." disse Micheal alle spalle del padre, con una velenosità più che palese.

"Non direi..." disse Edward tranquillamente, mentre si alzava dalla sua precedente postazione "...semplimente non sono in vena, e ritengo di avere...di meglio da fare..." disse con velata ironia mentre prendeva posto alla sinistra di Isabella.
Micheal era furioso.

"Va bene va bene..." richiamò l'attenzione Emmett " rimandate a dopo i vostri dissapori, a noi manca ancora un giocatore.." puntualizzò.

" Charles, che ne dite di fungere da quarto giocatore?" disse il dottor Cullen intervenendo.

"Oh Carlisle non so... è da un pò che non gioco..."

"Avanti padre! Non fatevi pregare! Siete un gran giocatore!" intervenne Isabella colma di entusiamo.

" E va bene, se pure la mia bambina insiste... Datemi un destriero e un caschetto." replicò scherzosamente.

Isabella era davvero contenta dell'evolversi della mattinata.
Non era davvero sicura di ciò, ma vedere suo padre andare d'accordo con la famiglia Cullen la rendeva raggiante.
Forse in cuor suo sperava che ciò avrebbe contribuito a mettere in qualche modo in buona luce agli occhi della sua famiglia Edward.

"Isabella.." quando sentì il suo nome, si voltò e vide Micheal venirle vicino.
" Confido nel vostro tifo oggi, questa partita la dedico a voi." disse baciandole il dorso della mano.

Isabella arrossì per l'imbarazzo della situazione.
E non perchè Micheal le aveva fatto il baciamano, ciò era già accaduto molte volte, ma poichè accanto a tale scena si trovava Edward che non sembrava tanto felice nell'osservare.
Probabilmente era tutta una lieve provocazione da parte di Micheal nei confronti di Edward, così Isabella decise di rispondervi.

" Temo di non potere deludere il mio devoto padre, ma vi ringrazio infinitamente per la vostra gentilezza. Vi auguro comunque di condurre una bella partita."
Micheal sembrò deluso dalla risposta, ma Isabella era sicura che alle sue spalle Edward stesse sorridendo.

La partita cominciò e la competitività dei partecipanti era palpabile.

Isabella era sinceramente felice di vedere il padre divertirsi in tale modo e vederlo andare così d'accordo con i Cullen la faceva sentire a posto.
Aveva scambiato più volte qualche commento con Edward, ma quello che desiderava di più in quel momento era rimanere da sola con lui.
I loro corpi erano tanto vicini che le sembrava davvero uno spreco il fatto che non si sfiorassero.

Quando tutto il pubblico capì che la partita sembrava andare per le lunghe, Alice si voltò verso Isabella e dopo un breve scambio di sguardi complici con il fratello disse:
"Isabella, che ne dite di una passeggiata con me e mia cognata? La partita se pure interessante, sta diventando sempre più lunga.."

"Condivido." disse timida Isabella "Vengo volentieri a passeggiare con voi."
Così anche se con meno entusiasmo da parte di miss Rosalie, le tre donne si avviarono verso la strada che portava al laghetto, e circa un quarto d'ora dopo anche il signorino Edward scomparve dalla circolazione.

*


"Adoro mia sorella quando ha queste trovate." le bisbigliò nell'orecchio una volta che furono soli.
Isabella aveva gradito parecchio quando Edward si era unito alla loro passeggiata, ed ora Alice aveva deciso che aveva urgenza di fare una confidenza alla cognata.

"Si, è proprio una cara ragazza." replicò ridendo "Non so che faccia avrebbe fatto mia madre se ci avesse visto allontanarci insieme."

Edward preferì non affrontare l'argomento, sapeva bene quale era la sua reputazione, e di certo  non poteva neanche biasimare la madre di Isabella.
Ma egli aveva già deciso. Sarebbe stata sua.
Quando furono giunti al lago si accomodarono sulla riva attenti a non bagnarsi, ed Edward aveva occhi solo per lei.

"Posso farvi una domanda indiscreta?" chiese Isabella dopo un pò di tempo passato a guardare l'uomo in sua compagnia negli occhi.

"Isabella, voi potete chiedermi tutto quello che desiderate..." replicò concludendo con un sorriso mozzafiato.

"Beh ecco... Ho notato in questi giorni che sia voi che tutta la vostra famiglia non mangiate un granchè durante i pasti regolari.."

Isabella percepì chiaramente l'irrigidirsi di Edward, ma fu portata a pensare che fosse solo frutto della sua fervida immaginazione, perchè nel giro di pochi secondi un lieve sorriso rianimò il viso di Edward.

"Oh, l'hai notato... Beh stiamo seguendo una dieta speciale... Tutto risale al nostro viaggio nelle Indie, mia madre si è fatta prescrivere questa strana dieta e vuole che noi tutti la seguiamo..."

"A volte mi stupisce di quanto la vostra famiglia sia unita. E' davvero ammirevole."

"Mi fa piacere che vi piaccia così tanto."

"Mi sembra impossibile che qualcuno possa trovarli nulla fuorchè amabili." disse sinceramente convinta delle sue parole.

Edward soffocò una lieve risata.
" Il signorino Newton sembra pensarla diversamente..."

Isabella si unì alla risata.
" Il signorino Newton è un giovane presuntuoso ed ancora piuttosto immaturo. Non lo ricordavo così."

"I vostri genitori devono farvi molta pressione per un matrimonio con costui... In effetti vi è da dire che dispone di sostanze abbastanza cospicue."

" Mia madre è colei che preme di più. Ma Edward ditemi, è così strano che al momento tutto ciò che voglio siete voi? Mi sento così sciocca..."

Edward si fece più vicino a lei e le prese il viso delicato fra le mani.
" Allora siamo in due ad esser sciocchi, perchè anche per me voi siete l'unica cosa che desidero."

*
La partita era giunta al termine così come la loro intimità.
Isabella sentiva crescere sempre più in lei l'attaccamento per il giovane Cullen, e fingere per il resto della giornata non fu affatto facile.

Dopo la cena ed un altro misterioso digiuno da parte della famiglia che più aveva in simpatia, Isabella fu approcciata dal padre, con il quale non aveva parlato molto negli ultimi due giorni.
Insieme si incamminarono nel vialetto attorno alla mansione, godendo del limpido cielo stellato che gli riservava quella sera.

" Sembra che il cielo si sia schiarito... Pare che domani avremmo finalmente una bella giornata." disse il padre dando l'incipit al loro dialogo.

"Ne sono lieta, le belle giornate mi mettono di buon umore." replicò ella con un'espressione serena.

"Mi pare di aver notato che hai mutato la tua mente riguardo a questi giorni di villeggiatura.."

Isabella esitò per qualche istante poi decise di rispondere semplicemente al padre.
" Ho dovuto ricredermi... Avevate ragione potrò vedere le mie amiche dopo, qui mi sto egualmente divertendo."
Sir Charles Swan rise sotto i baffoni bruni, e sua figlia si chiese cosa mai avesse da nascondere.
" Cosa è accaduto? Ho forse detto qualcosa che risulta esilarante per voi?"

"Oh, dolce Bella, no... E' solo che ho incominciato a credere che il vostro benestare qui sia dovuto a qualcosa di più che alle numerose attività e i bellissimi paesaggi. Non potrebbe, se sempre posso azzardarmi a chiedere, tutto ciò avere a che fare con un giovanotto?" concluse con una calda risata.

"Padre! Per favore, non aggiungetevi anche voi a tale presunzione! Il mio interesse per Micheal Newton è solo una pura fantasia della mia cara madre!"

"Oh, ma cara Isabella... Avrò pure la mia età, ma di certo non son cieco come vostra madre. Ho notato la simpatia reciproca che vi è fra voi ed il signorino Cullen..."

Isabella divenne istantaneamente d'un unico colorito rossiccio.
Non aveva idea di come poteva replicare ad una così precisa intuizione da parte del padre.
Cosa avrebbe fatto adesso? Avrebbe sicuro dovuto rinunciare ai suoi sentimenti, perchè se il padre ne era a conoscenza, avrebbe di sicuro fatto di tutto per separarli.

"Suvvia Isabella!" la destò suo padre dai suoi pensieri.
"Non dovete temere di nascondermelo. Vi confido che non sono parecchio d'accordo su di una possibile unione fra voi e il signorino Newton. Mi sembra abbastanza immaturo, e non vi vedo particolarmente bene con costui."
Mentre Isabella lo ascoltava, egli si fece ad ella vicino e le prese le mani fra le sue.
"Bella, posso ritenermi più che fortunato di avere due figlie ben maritate, ma voi... Io non potrei mai permettere che la mia figlia prediletta faccia un matrimonio di interesse che la renda infelice. Voi meritate di più. Voi meritate di innamorarvi e vivere felice per il resto dei vostri giorni, seguite il vostro cuore... non importa se non contrarrete un matrimonio di sostanze, le vostre sorelle hanno un reddito sufficiente per mantervi come vi ho mantenuta io per diciassette anni."

Senza dire una parola, Isabella si accostò al padre e lo strinse in un abbraccio.
Quel suo discorso le aveva risollevato il morale e la coscienza.
Ora sapeva di potere liberamente innamorarsi di Edward Cullen senza temere delle restrizioni.

*
Quando Isabella e suo padre fecero ritorno dentro il salotto di casa Newton, la serata era pressocchè terminata, così Isabella fece ritorno nella sua stanza congedandosi dalla compagnia rimasta.

Chiuse la porta dietro le sue spalle e si affrettò per andare ad aprire la finestra.
Le sembrava un pò sciocco confidare nel fatto che anche quella sera sarebbe venuto a trovarla, in fondo avevano passato del tempo insieme, e Isabella non voleva considerarsi un'ingorda, ma la sola idea che egli avesse comunque modo di entrare la rendeva più tranquilla.

Decise che avrebbe aspettato un pò prima di mettersi a letto, e prese la decisione di accanzare tempo leggendo il manoscritto di poesie che le aveva prestato.
Ma una folata di vento le fece sollevare lo sguardo dalla sua lettura.

"Mi aspettavate?" sentì la voce di lui sussurrare nel suo orecchio.
Isabella sentì un brivido correrle per tutta la schiena.

" Ci speravo ardentemente." disse sorridendo.

"I vostri desideri sono stati esauditi." le disse con un sussurro estremamente sensuale, e le baciò dolcemente la guancia.
"Ho pensato una cosa."

"Ditemi."

"Ho pensato che stanotte non mi accontenterò di darvi la buonanotte. Ecco, io.. vorrei rimanere tutta la notte con voi, voglio tenervi stretta mentre dormite... certamente questo se... se lo desiderate anche voi."

"Non potrei desiderare altro." replicò con forte imbarazzo.
"Allora dovrò cambiarmi per indossare la veste da notte."
Edward annuì dinanzi a lei osservandola.
Isabella esitò arrossendo.

"C'è qualcosa che non va?"  le chiese lui amorevolmente.

"Ecco..io dovrei..si... po...potreste voltarvi?"

"Oh.. Certo certo. Scusatemi." disse in un sussurro voltantosi istantaneamente.

Mentre il rossore per la sua presenze era ancora diffuso nel suo viso, Isabella si sciolse i capelli ed incominciò a slacciare i nodi del corpetto.

Edward percepiva con il suo udito supersviluppato il significato di ogni singolo suono, e resistere per egli diventava sempre più difficile.
La carne nel suo caso era fin troppo debole e si voltò vincendo le resistenze del suo buon senso.
Davanti ai suoi occhi si presento per egli una visione sublime.
Isabella era rimasta solamente con la sottoveste ed il corpetto che permetteva di rendere visibile una netta linea divisoria fra i suoi candidi seni.
In un istante le fu vicino e la prese fra le sue braccia accarezzando con le sue dita fredde le parti della schiena dove la pelle rimaneva scoperta.
Le sue labbra voraci, si appropriarono della rosea bocca di lei ed incominciarono a baciarla con foga, trascinate dal ritmo incalzante del desiderio.

"Scusatemi io.." disse sulle labbra di lei quando il lume della ragione era tornato ad illuminare le sue azioni.

Isabella non rispose. Si rese conto di desirarlo troppo per biasimare la sua azione.
Senza tener conto di trovarsi in sottoveste in compagnia di un uomo che non era suo padre ne suo marito, Isabella lo attirò di più a se e lo fece suo in un altro bacio pieno di passione.

Le mani fredde di Edward scendevano lungo i suoi fianchi e finirono il lavoro che ella aveva cominciato con il corpetto, mentre Isabella si occupava dei bottoni della sua camicia.
Man mano che i vestiti di entrambi ricadevano sul pavimento di marmo, l'imbarazzo di Isabella veniva sempre meno e la passione prendeva il sopravvento.
Edward la fece distendere sul letto soffice e con i suoi baci passò in rassegna il corpo esile di lei in tutta la sua interezza.
Isabella sembrava non potere più resistere per il desiderio, e finamente fu accontentata.
Lentamente e con dolcezza, Edward entrò dentro di lei rischiando la combustione istantanea di entrambi.


NdA: Solo due paroline per ringraziare le persone sempre più numerose che hanno commentato la storia e anche i tantissimi che l'hanno aggiunta ai preferiti!! Vi adoro!
Ricambio affettuosamente gli auguri di Pasqua e Pasquetta!
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, e ahimè domani ricomincia la scuola, faccio a tutti le mie condoglianze!
Kiss
Irene

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 : Una giornata assolata ***



«Una giornata assolata»

Diversamente rispetto ad i giorni precedenti, la mattina del giorno dopo Isabella fu svegliata dai caldi raggi solari che la misero subito di buon umore.
Qualcosa era cambiato dentro di lei, ma non pensava che le parole potessero spiegare a fondo la sua esperienza.
Si meravigliava ora di aver da sempre denigrato l'intimità sessuale, che considerava una volgarità superflua che doveva essere esclusivamente adoperata per la procreazione, ma in quell'istante si rendeva conto del suo reale significato.
Non era volgare, bensì fungeva da nutrimento a quei sentimenti che animavano i loro corpi ed i loro spiriti.

Ancora con gli occhi chiusi mormorò qualcosa di incomprensibile e con una mano cercò a tentoni al suo fiano sul letto, ma senza successo.
In un primo momento si sentiva triste di non aver trovato Edward al suo fianco come aveva sperato, ma quandò ragionò, capì che era stata una sciocca a pensarlo, perchè era giusto che Edward avesse lasciato la sua stanza prima delle luci dell'alba, poichè qualora qualcuno li avesse trovati insieme com'erano, con le dita e le gambe intrecciate, avrebbe sicuramente dato luogo ad una lunga discussione.

Samantha, la sua domestica, entrò nella camera come da rito ed intimò la sua padroncina ad alzarsi lesta per raggiungere il resto della compagnia.
Isabella, fancendo fatica a contenere il suo entusiasmo, si dimenticò delle tracce della sua ormai perduta virtù che erano rimaste come prove di un crimine sulle candide lenzuola dove fino a poche ore prima aveva dormito con il suo compagno.

Non sapeva davvero cosa dire alla sua domestica che però si dimostrò più che comprensiva e non fece domande indiscrete facendole capire in silenzio che aveva inteso.

Isabella fece il suo bagno, e mentre ella asciugava il suo corpo, Samantha lavava via dalle lenzuola le poche goccioline di sangue.

"Voglio solo... che tu non dica nulla di ciò che hai inteso, Samantha." disse quando, mentre la domestica le acconciava i capelli, aveva ritrovato il coraggio.

"Certamente signorina Isabella." replicò la fedele domestica.

"Soprattutto a mia madre." disse con un filo di voce.

" Oh miss Swan, il giorno che rivelerò tale segreto a vostra madre sarà certamente quello in cui avrò manie di tipo suicida.." disse Samantha facendole tornare quel sorriso che il pudore aveva celato.
"Mi basta solo sapere che voi stiate bene, e che vi abbia aggradato questa nuova esperienza."

" E' stato meraviglioso." concluse Isabella, ed al loro dialogo non v'era più nulla da aggiungere.



Quando arrivò in sala da pranzo per la colazione noto la strana assenza di tutta la famiglia Cullen al completo, ma per non destare sospetto proseguì in silenzio la sua colazione.

"Isabella cara, vedi che bella giornata oggi?! Finalmente è il tempo giusto per andare a visitare i possedimenti del principe che si trovano in zona, sarebbe stato deleterio con il tempo che abbiamo avuto in questi giorni..."

"Già madre, avete ragione! Questa giornata è fatta a posta per i diletti più grandi! Sono sicura che ad Alice farà molto piacere sapere di visitare quella zona me ne parlava molto bene ieri.." disse sperando che qualcuno la informasse su quella misteriosa assenza.

"Oh Isabella cara..." intervenne la signora Newton con tono melenso " Mi dispiace informarvi del fatto che la famiglia Cullen è stata colta da un malore durante la notte... Sarà dovuto alla strana dieta indiana che si ostinano a seguire, di certo non gli sarebbe successo se avessero gustato la cucina della mia casa..."

" E' grave??" intervenne Isabella preoccupata, interrompendo le cattiverie che la signora Newton aveva da dire.

"Probabilmente no, ma preferiscono stare a riposo almeno per oggi, come biasimarli d'altronde."

"Già... ehm.. Ora ricordo di avere dimenticato il mio ombrellino da sole in camera. Mi sarà utile oggi. Vogliate scusarmi." disse e i presenti al tavolo fecero un cenno con la testa.

Isabella si diresse subito nel corridoio delle camere degli ospiti ricolma d'ansia.
Giunse davanti la camera dove riposava Edward e vi trovò una serva.

"Salve... senta..io avrei bisogno di vedere il singor Cullen, mi... mi hanno detto del suo stato di salute, ed.. ed io volevo accertarmi che stesse bene dopotutto.." quel fiume di parole era come scivolato via da solo misto all'ansia che le faceva tremare la voce.

" Mi dispiace miss Swan, ma ho ordini precisi di non far entrare nessuno. Lo stato del signor Cullen è il peggiore rispetto ad i familiari."

" Ma se voi magari potesse parlargli e dirgli che sono io che lo cerco, magari.."

" Mi ha detto di non fare entrare neanche voi... Teme di essere contagioso."

"Capisco." bisbigliò con voce tremante, le parole della serva le avevano messo davvero paura cosa poteva essergli capitato?


Costretta dunque a rassegnarsi, Isabella recuperò il suo ombrellino e si unì alla compagnia per la gita.
La visita presso i possedimenti dei principi era davvero molto interessante, ma Isabella non riusciva a godere a pieno delle bellezze che avrebbe sicuramente ammirato con stupore.
Cascate, ruscelletti e distese sconfinate per quanto assurdo possa sembrare non le provocavano alcuna emozione.
Sul suo viso aleggiava una perenne maschera di preoccupazione.
Non vedeva l'ora che il sole incominciasse a calare e le carrozze rientrassero nella tenuta dei Newton.

" Starà meglio, non preoccuparti" le bisbigliò intuitivo suo padre, approfittando che la sua signora si fosse profondamente addormentata durante il tragitto in carrozza.
 
Isabella si era limitata a tentare di abbozzare un sorriso spento e ad annuire al conforto paterno.
In realtà non era così sicura che avesse ragione, quello che la serva le aveva detto quella mattina l'aveva a dir poco spaventata.
E quel brutto presentimento che forse tutto ciò poteva celare qualcosa di più aleggiava fra i suoi pensieri.

Aveva fatto qualcosa di sbagliato?
Come poteva saperlo? In fondo era la sua prima volta...
Forse... forse aveva infranto qualche regola, non aveva seguito il protocollo.
Ci doveva per forza essere qualcosa che non andava, e ovviamente era un errore commesso da lei.
Egli di certo non aveva sbagliato in nulla, o almeno questo era quello che le era sembrato.

Le prime luci della tenuta Newton furono visibili a poche centinaia di metri dalla posizione della loro carrozza, e il cuore di Isabella aveva incominciato a galoppare.
Sperava che tutto ciò per cui era rimasta a rimurginare fosse solo un'esagerazione e potesse tornare ad ammirare il sorriso sul volto del più giovane dei Cullen.

Non appena la carrozza si fermò, Isabella scese il più velocemente possibile, quasi rischiando di inciampare più volte e negando l'aiuto di ogni servo che le venisse incontro.

Ciò che vide all'interno del salotto dei Newton fu per lei motivo di giubilo: la famiglia Cullen era riunita tranquillamente e sembrava non accusare più alcun malessere, solo Edward però mancava all'appello.

" Oh Alice! Vedo che la salute è tornata dalla vostra, ne sono così felice!" disse con entusiasmo entrando nella sala.

" Buona sera Isabella, si adesso stiamo tutti un pò meglio ma è stata davvero una disdicevole mattina." disse con un tono stranamente sostenuto e distaccato, che non era proprio di una persona che aveva una certa confidenza con il suo interlocutore, e per di più non era proprio di miss Alice Hale.

"Alice.." sussurrò Isabella quasi senza fiato per il tremore.

"Si?"

"Posso parlarvi in privato?" chiese arrossendo sotto gli occhi accusatori di miss Rosalie.
Miss Alice annuì e seguì Isabella sul portico.

"Avevate qualcosa da dirmi?" chiese cercando di mantere sempre uno stranissimo distacco.

" Come sta Edward? E' ancora ammalato?"

" No, anche egli sta meglio come vi ho già detto. Ha pensato che una passeggiata nel bosco potesse in qualche modo giovargli."

" Nel bosco di sera?" chiese con la voce ansante dal timore.

" Edward è un uomo adulto, sa cavarsela da solo." disse facendo una pausa, e Isabella sperò nella sincerità di tali parole.
" Ora, se non avete altro da chiedermi preferirei tornare dalla mia famiglia. Avevamo degli affari da discutere."

"Certamente, ci vediamo a cena." disse ed entrambe si salutarono con un inchino formale.

Mentre miss Alice rientrava dentro la casa, Isabella rimase seduta sul portico ad osservare le prime stelle che apparivano nel cielo che aveva succeduto il crepuscolo.
Tutti i pensieri che aveva fatto durante il viaggio continuavano a ronzarle nella testa...
Perchè non aveva aspettato che tornasse?
Ed ora perchè non era ancora di ritorno? Quanto tempo era passato? E se si fosse perso?

Si sentiva una sciocca nella sua preoccupazione forse vana per l'assenza del giovane.
Forse era tutto un brutto scherzo della sua mentre da adolescente, forse ciò che aveva colto nel comportamento di Alice non corrispondeva alla realtà ma ne era soltanto una sua deformazione, forse forse forse...

Tutto quello che sapeva era che avrebbe avuto tanta voglia di andare a cercarlo, di vedere il suo volto di parlare con lui, di accertarsi della sua salute... Ma sapeva che con quel buio non le avrebbero mai permesso di fare una semplice passeggiata.

Ormai era ora di cenare, e Isabella si avviava sempre più preoccupata alla tavola del banchetto.
La cena fu molto silenziosa, almeno per Isabella , che per la prima volta sedeva molto distante da qualsiasi Cullen, ed era così disperata da avere pensato di ascoltare i discorsi di Micheal che aveva deliberatamente ignorato per tutto il giorno.

Ma quando la cena giunse al termine, Isabella si accorse che Edward non era ancora di ritorno.
La preoccupazione era sempre più grande in lei, ma i servi e gli ospiti della casa erano così numerosi che si sarebbero accorti di una sua improvvisa fuga nel bosco.
Decise così di congedarsi dalla compagnia per la notte e si ritirò nella sua stanza.

La finestra lasciata aperta da quella mattina la fece scattare.
Dopo avere indossato delle scarpe più comode ed essersi cambiata d'abito, Isabella con un balzo saltò fuori dalla casa attraverso la finestra, ringraziando che le camere degli ospiti fossero a pian terreno.

Pian piano si avviò nel bosco che si vaceva sempre più fitto e buio, e non essendo provvista di lucerna, fu costretta a continuare il suo percorso a tentoni.
I rumori e gli odori della natura si facevano più intensi, ed Isabella incominciava a sentirsi davvero impaurita, ma continuava imperterrita la sua ricerca affidandosi alla fioca luce lunare che filtrava tra le fronde degli alberi.

Ad un tratto però qualcosa le passò al fianco, la sua velocità era così incredibile che Isabella non riuscì a capire di che bestia si trattasse.
In uno sprazzo di pura disperazione arrivò a pensare che Edward potesse trovarsi nei paraggi, ed incominciò a chiamarlo.
"Edward!! Edward!!"

Continuò così per un pò, finchè fra le fronde ad ella vicine non incominciò a muoversi qualcosa.
Isabella rimase immobile temendo che potesse trattarsi di qualcosa non umano, ed  in fondo non lo era, perchè Edward uscì fuori dal cespuglio lì vicino più pallido che mai.

La luce lunare si sposava d'incanto con la sua carnagione diafana, e nonostante i suoi vestiti fossero lerci, l'immagine d'insieme risultava comunque meravigliosa.

"Edward" disse ora Isabella in un sussurro.

" Isabella" rispose egli ancora incredulo di vederla lì a quell'ora.

"Ma cosa vi è successo? I vostri abiti sono tutti lerci e sgualciti..." disse ella mentre tentava di avvicinarsi.

Egli distolse lo sguardo per un attimo e disse:
" Stavo facendo la mia passeggiata e sono inciampato."

Perchè il suo tono le risultava così falso e distante? Perchè aveva l'impressione che le stesse mentendo?
Si fece più vicina a lui, sperando che egli tornasse a guardarla.
"Non avete idea di ciò che ho passato oggi! Ho temuto per la vostra salute.. cielo! Ho quasi temuto per la vostra vita! Ero così preoccupata ora quando non vi siete presentato a cena, io... Dopo ieri notte.. io ho.."

"Isabella.." la interruppe egli, voltandosi a guardarla per la prima volta negli occhi.
Isabella rimase scioccata nell'osservare la maschera di sofferenza in cui il viso di lui era contratto, ma più ancora notò i suoi occhi..
Quegli occhi dorati in cui spesso di era persa, ora erano neri come la pece, e si stupì nell'osservare che la guardassero in maniera assai singolare che quasi le metteva paura.

"Cosa vi succede?" chiese ella d'un fiato " Vi prego, ho bisogno di sapere cosa vi turba.." sussurrò, mentre portò una mano ad accarezzare il viso marmoreo di costui.

Con un gesto repentino Edward tolse la mano di Isabella dal suo viso, e tremante le si rivolse con un tono di voce assai singolare.
" Non toccatemi."

Isabella rimase stupita da quelle parole, non riusciva a credere che provenissero dal suo interlocutore.
"Cos..?" disse a mezza voce, ma Edward scattò indietro.

" Vi prego Isabella... dovete starmi lontano... vi prego... vi prego.." il suo tono era diventato cantinelante e frenetico.

" Cosa dite? Vi prego smettetela..." disse ella mentre sentiva le lacrime vincere le barriere dei suoi occhi.

" Sono serio, non dovete più cercarmi.."

Se era davvero così risoluto perchè c'era dolore nelle sue parole?
Tutto era così confuso... Isabella si sentiva quasi venir meno.. poi egli parlo di nuovo.

" Vi stanno cercando, è meglio che vi riporti in casa."

"C..come?" chiese Isabella tra le lacrime " Non ho sentito alcuna voce.."

"Fidatevi di me, vi stanno cercando."

Edward la scortò fuori dal bosco sino alla casa dei Newton dove tutti si erano mobilitati per cercarla, ma il loro non era stato per nulla un vero contatto.
Isabella aveva il cuore a pezzi per ciò che egli le aveva detto nel bosco.

Davanti la casa tutti accolsero con stupore il loro arrivo, mentre Edward spiegava di averla trovata persa ed impaurita mentre passeggiava ai signori Swan e Newton, i Cullen osservavano attenti la scena, i loro volti erano impassibili.

Quando tutto fu finito e tutti i servi furono richiamati in casa, la signora Swan prese la figlia da parte e preoccupata le chiese:
"Mia dolce Isabella, stai bene? Edward ti ha fatto del male? Quel mascalzone vi ha toccata?"

" State tranquilla madre, non mi ha toccata " .

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 : Angela e Benjamin ***



«Angela e Benjamin»

Il giorno dopo fu per gli ospiti della tenuta estiva dei Newton il giorno delle partenze.
Il signor Charles Swan era stato avvisato che avrebbe dovuto recarsi a Wallingford per una questione di vendita di alcuni capi di bestiame, e d'altra parte l'ospedale della piccola cittadina reclamava il suo dottore.

Tuttavia, quando Isabella si svegliò quella mattina, apprese che la famiglia Cullen era partita già prima dell'alba di quel giorno che si era presentato assolato come quello precedente.
Ciò aveva intristito seppur possibile ancora di più la povera Isabella, che non era riuscita a riposare quella notte, ripensando agli avvenimenti della giornata precedente.

Sperava ardentemente che si fosse trattato tutto di un disguido, e che la notte avesse portato consiglio allo strano comportamento di quella famiglia a cui tempo prima risultava talmente congeniale.

Inutile dire che il comportamento da loro assunto quella mattina l'aveva portata alla decisione di tornare ad agire razionalmente come aveva sempre fatto in passato, e seppure la ferita che in quel momento le squarciava il petto fosse troppo recente, si doveva convincere a tagliare, se possibile, ogni tipo di rapporto con quella famiglia, impresa che era sicura non sarebbe risultata davvero difficile dal momento che costoro non le rivolgevano più la parola.

Dopo aver salutato i signori Newton, le due carrozze partirono, e durante il tragitto Isabella lasciò che il fresco venticello portasse via con se tutti i suoi pensieri che l'avevano accompagnata per quella breve villeggiatura.


*

Per diversi giorni dopo il ritorno a Wallingford, Isabella non aveva messo piede fuori di casa, convinta che sarebbe stata la scelta migliore, almeno per i primi tempi, se voleva evitare di venire a contatti con la famiglia Cullen.
Aveva addirittura incominciato a metter più cura nei suoi movimenti che erano sempre stati un tantino goffi, per evitare di finire all'ospedale ed entrare a contatti con il suo direttore.

Ma in una giornata del tutto uguale alle precedenti, passata a rileggere i sonetti del Bardo ed a rileggere masochisticamente il manoscritto che Edward le aveva notato, che Isabella ricevette una visita.

La vergogna la colse quando si rese conto di non essere andata a trovare neanche una volta le sue amiche che sicuramente sarebbero rimaste indignate dal suo comportamento.

La sua domestica personale, Samantha, fece la sua entrata nella biblioteca di famiglia annunciando  miss Angela Weber.


"Oh Isabella" fece la sua entrata nella stanza correndo per abbracciarla.
" Mi avete fatto davvero preoccupare! Sapevo che eravate in villeggiatura, ma ieri incontrando la vostra domestica al mercato mi viene a dire che siete già tornati da ben quattro giorni!! Sono allora andata a consultarmi con miss Stanley ed ella mi consiglia di non trattarvi perchè tu ti sei probabilmente montata la testa per essere stata invitata dai Newton in villeggiatura.
Ma io non riuscivo a credere a tali supposizioni così ho deciso di venirti a trovare poichè temevo per il tuo stato di salute."

"Carissima Angela, tu e miss Stanley avete tutto il diritto di sentirvi indignate per il mio comportamento, riconosco di essere stata carente delle buone maniere nel mio operato. Vi chiedo umilmente perdono, ma non sono stata parecchio bene ultimamente."

"E' successo qualcosa?"

Quella domanda era rimbombata nelle cervella di Isabella come il forte suono di un gong.
"No davvero, nulla è accaduto."

"Meno male... temevo davvero per te. Ma non preoccuparti, Jessica ha detto quelle cattiverie solo perchè voleva essere ella ad essere invitata dai Newton. Sai fra ella e Micheal v'è una sorta di relazione, non so se mi spiego.." farfugliò arrossendo.

" Ho compreso." replicò Isabella con un filo di voce, colpita da mille lame.

"E' cominciato tutto prima del tuo debutto. Jessica non ha voluto dirtelo perchè non voleva metterti in soggezione qualora avessi avuto interesse nel signor Newton, e poichè anche perchè non vuole ammettere che questa volta nutre dei sentimenti per qualcuno."

Dopo aver udito quelle parole Isabella rimase ancor più indignata del carattere di Micheal. Che giovane insulso!
" Oh Dio! Deve davvero essersi sentita immensamente tradita quando vi ho annunciato della mia villeggiatura! Sono davvero così mesta per lei.."

" Eh già... ma spero vivamente che le cose si concluderanno a buon fine. Auguro sia a te che a Jessica almeno la metà della mia felicità attuale..." concluse bisbigliando l'ultima parte per l'imbarazzo.

Isabella dilatò le pupille, invasata dalla curiosità. Lieta che per un pò la sua amica le avesse risollevato la mente da pensieri dolorosi.
" Dimmi tutto!" chiese con immenso entusiasmo quasi travolgendo l'amica.

" La sera del ballo alla residenza dei Cullen, ho ballato tutta la sera con un giovane misterioso, era la prima volta che mi sentivo in quel modo fra le braccia di un uomo, e naturalmente ignorando l'uno l'identità dell'altro, a fine serata a chiesto il mio vero nome, ed io gliel'ho riferito senza alcuna remora.
Il giorno dopo è arrivato un invito a pranzo per tutta la famiglia da parte degli Cheney, i nuovi arrivati.
Avevano davvero una dimora magnifica, certo non al pari di quella dei Cullen, ma sicuramente di grande eleganza.
Il signor Cheney mi ha presentato suo figlio primogenito Benjamin, e per me è stato come amore a prima vista. Un pò mi sentivo a disagio per aver tradito con i miei pensieri il giovane misterioso della sera prima, ma quando siamo andati a fare una passeggiata da soli, egli mi ha rivelato di esser proprio il ragazzo con cui avevo ballato la sera prima, e mi ha.... mi ha baciata.
Da quel giorno ci intratteniamo con uno scambio epistolare, e stasera ha organizzato un ballo a posta per vederci."

"Mio Dio Angela! Sono così contenta per te!!"

" Ecco, Benjamin ha invitato anche te e Jessica, e volevo essere io a dirti dell'invito."

"Oh no Angela.." replicò Isabella mutando improvvisamente il suo tono " Non penso di essere in vena di balli per oggi, davvero.."

" Oh per favore Isabella!! Ti prego! Ho davvero bisogno della tua presenza! Io... io non so chi si sia permesso di ridurvi in tale modo, ne tantomeno ti forzerò di rivelarmi la sua identità, ma se un giovane di qualunque estrazione sociale egli sia non merita attenzione se si è lasciato scappare una meragliosa fanciulla come te."

Isabella sorrise mesta alle parole dell'amica che era riuscita a capirla completamente nonostante non avesse fatto alcuna domanda.
" Va bene... Verrò a questo ballo, mi hai convinta." disse infine facendo gioire la sua amica.

Isabella accompagnò l'amica gioiosa alla carrozza e si congedò promettendo di vederla quella stessa sera.
Mentre rimetteva piede in casa però vide sua madre correrle incontro piena di gioia.
Decise di ignorarla come aveva fatto con ogni stato d'animo della madre in quei giorni e si limitò a comunicarle del ballo di quella sera, sapeva che non vi sarebbero stati problemi a riguardo.

" Beh cara Isabella, se proprio non vi va potete fare a meno di questo ballo stasera... Non è che ne abbiamo più bisogno.."disse in tono gaudioso.

Isabella dilatò le sue pupille per lo stupore per le parole della donna.
Era davvero sua madre, colei che aveva davanti?

"Madre, cosa intendete dire? Quasi non vi riconosco!"

"Oh Isabella!!!! E' successo!!!!" disse prendendole le mani.

"Cosa? Cosa è successo madre parlate!" chiese decisamente infastidita.

"Oh Isabella! Stamane i Newton sono rientrati a Wallingford, ed indovina un pò? Micheal è venuto a chiedere la vostra mano a vostro padre!!!"

Isabella non riusciva a credere a ciò che era appena successo... Come si permetteva quel viscido???
Un lampo di paura la scosse per un attimo e fu costretta a chiedere alla madre:
" Ed egli cosa ha risposto?"

"Oh vostro padre, davvero non lo capisco... Invece di rispondere di si ha detto che avrebbe preso la stessa decisione che voi prenderete quando vi farà la proposta..."

Isabella fece un sospirò di sollievo e pensò che non v'era persona al mondo che amava più del suo vecchio padre.
" Beh sarà per me un gran dispiacere deluderlo madre. Non vedo di buon occhio questa unione dal momento che il signorino Newton va a letto con la mia amica miss Stanley."

" Oh ma Isabella! Voi dovete accettare! Micheal è davvero un buon partito, e poi lo sapete come sono i giovani, hanno bisogno di svagarsi con delle sciaquette prima di mettere la testa a posto!"

" No madre, non riuscirei mai a fare un torto simile alla mia amica!"

"Ma cara! Sono più che sicura che miss Jessica non avrebbe alcun problema a farlo se la situazione fosse inversa!"

"Non importa madre! Non sposerò mai il signorino Newton perchè lo reputo un giovane immaturo ed insulso che per di più si intrattiene con più di una dama alla volta! E' disgustoso!"

" Oh Isabella ma voi dovete ragionare..." continuò sua madre con tono melenso, ma nulla avrebbe smosso miss Swan dalla sua decisione.


*


La sera arrivò prima del previsto, ed Isabella era tutta in ghingheri per la festa.
Aveva lasciato che Samantha agisse indisturbata su di lei, in fondo almeno per quella sera poco le importava di piacere ai giovanotti.

Mesta come per affrontare una costrizione salì sulla carrozza e rimase per tutto il tragitto a pensare all'assurda presunsione di Micheal ed al bel viso di Edward.
Nelle ultime ore la paura della possibilità di rivederlo quella sera si era impossessata di lei.
Cosa avrebbe potuto dire? Come avrebbe potuto agire?
Senza dimenticarsi che doveva stare attenta alle sue azioni per evitare che qualcun'altro si accorgesse di ciò che era accaduto.
Tutto voleva meno che essere catalogata come la nuova sciocca conquista del giovane dei Cullen.

Il viale della grande casa era ben illuminato, ed era  ghermito di carrozze che trasportavano centinaia di invitati.
Isabella non credeva si trattasse di un evento talmente grande, così appena entrata nell'enorme sala, fu felice di trovare quasi subito le sue due amiche.

All'inizio credeva che la sua compagnia avrebbe infastidito l'amica miss Stanley, ma dopo qualche minuto di conversazione si dovette ricredere, era lieta di sapere che tuttavia la sua amica non fosse contro di lei.

Dopo un pò di permanenza, Angela venne a presentare alle sue amiche il signorino Cheney, un giovane che non poteva considerarsi di estrema bellezza, ma che comunque nascondeva un certo fascino.
Isabella era raggiante all'idea che finalmente la sua amica avesse trovato qualcuno, forse ella era colei che a Wallingford meritava di accasarsi rispetto alle altre sciocche fanciulle, tra cui ormai annoverava pure se stessa.

Ma la piacevole conversazione con Bejamin Cheney fu smorzata quando, alzando lo sguardo , Isabella si accorse della presenza dei giovani Cullen alla festa, li aveva riconosciuti tutti, fra di loro mancava solo Edward.

Prima che potesse anche solo formulare un qualunque pensiero a riguardo, Bejamin diede inizio alle danze, ed ella fu subito richiesta da uno degli amici londinesi del padrone di casa.

Isabella non si accorse neanche delle caratteristiche del volto di costui, poichè era troppo occupata a formulare pensieri estremamente dolorosi.
Nel profondo del suo cuore sapeva che non sarebbe passato molto tempo dal giorno in cui l'avrebbe rivisto, ma non immaginava che il non ritrovarlo fra i suoi fratelli ad un ballo le avrebbe dato così tanto da pensare.

Il ballo terminò e Alice Hale fu fuori dalla sua vista.
Ma perchè egli non si trovava in compagnia dei suoi fratelli? Era forse malato? Gli era capitato qualcosa?
O peggio ancora, era da qualche parte a quella festa in compagnia di un'altra fanciulla?

"Non è qui, Isabella. Non è venuto." una voce così familiare la ridestò dai suoi pensieri.

Isabella si voltò colta di sorpresa
Alice Hale stava davvero parlando con lei, e non aveva più quella strana espressione in volto.
"Desiderate qualcosa signora Hale?" disse con tono glaciale.

"Edward non è riuscito a venire stasera, ma sei sempre nei suoi pensieri costantemente. Ciò che è successo alla tenuta dei Newton è stato.."

"Non so di cosa stiate parlando." rispose ancora con freddezza.
Cosa stava facendo adesso? Come si permetteva a dirle quelle cose dopo quello che era successo, dopo il modo in cui tutti l'avevano trattata?
Pensavano davvero di poter giocare così facilmente con i suoi sentimenti?

"Isabella te ne prego!" esclamò miss Alice prendendo la sua mano.
" Sono davvero davvero desolata per ciò che è accaduto, per il modo in cui anche io ti ho trattata, ma vedi v'è qualcosa che devi sapere, io sono sicura che hai frainteso.."

" No, ho inteso benissimo invece!" replicò alzando la voce e lasciando la mano fredda di miss Hale.
" So di essere stata una perfetta sciocca a credere alle attenzioni di vostro fratello e della vostra famiglia! Sapete... l'unica persona della vostra famiglia per cui ho ancora un pò di stima è vostra cognata Rosalie! Almeno costei ha avuto la coerenza di detestarmi apertamente sin dal principio invece di prendersi gioco di me come ha fatto il resto di voi!"

"Isabella, ti prego... Devi stare ad ascoltarmi.."

" Ho sentito abbastanza per oggi.." replicò e a denti stretti si fece strada fra la folla attorno a loro.

Cercando di cacciar via ogni pensiero accetto di ballare con un altro sconosciuto e con un altro, finchè non si ritrovò tra delle braccia familiari.
"Buona sera Micheal." bisbigliò con tono dimesso, per niente felice di trovarsi in tale situazione.

" Buona sera Isabella, siete magnifica.. nessuna delle dame di questa sala potrà mai uguagliare la vostra bellezza."

" Per favore per favore. Sono troppo stanca stasera per vedervi fare la parte. So già cose volete chiedermi e la risposta non può essere che negativa."

"Oh che impudenza! Avete quasi ferito il mio orgoglio! Ma, di grazia, a cosa devo questo rifiuto?"

" Non ho mai conosciuto una persona più presuntuosa di voi Micheal! Non riconosco più il mio caro compagno di giochi! Pensavate davvero che avrei accettato la vostra proposta quando so benissimo che dormite con una delle mie amiche più care?!!"

"Oh mia cara! Capisco quanto questo vi ferisca, ma vi ricordo che potrei dire lo stesso di voi!"

"Co..cosa volete dire?"

" Oh giusto cielo! Mi facevate davvero così ingenuo! Come se non lo sapessi che voi ed Edward Cullen ve la spassavate alle mie spalle mentre eravate MIEI OSPITI!"

"Smettetela! Non sono cose che vi riguardano!"

" Oh amore, non preoccupatevi... Non credete che ciò possa in qualche modo distogliermi da voi... Passerò sopra questo brutto avvenimento... vi desidero troppo per rinunciare.." le sussurrò all'orecchio mentre la sua stretta si faceva più forte.

"Lasciatemi!! Non mi toccate o mi metto a gridare!"

"Va bene va bene..." disse allentando la presa.

Appena fu libera Isabella fuggì letteralmente dalle grinfie di Micheal, diretta verso l'uscita, intenta a trattenere le lacrime che minacciavano di cadere copiose.

Recuperò il giacchino e si diresse verso il cortile, ma fu fermata dall'amica Angela.
" Isabella cosa vi succede? Già ve ne andate?"

" E' troppo per me Angela, ve ne prego!"

" Va bene, comprendo. Spero di sentirvi presto." disse l'amica comprensiva, ed Isabella si congedò raggiungendo il viale delle carrozze.

"Isabella aspettate!" Chi mai poteva essere adesso?

"Alice, oh siete voi."

"Isabella... comprendo il vostro stato d'animo, comprendo la vostra ostilità. Ma vi prego. Vi prego di lasciare che la mia famiglia si spieghi. Ci sono molte cose che vorremmo che voi sapeste. Gradirei che verreste a trovarmi domani a casa, vi spiegherò tutto."

Isabella rimase in silenzio per qualche minuto, tentando di riordinare le idee.
Sapeva che quella visita avrebbe potuto arrecarle un dolore immenso, ma in fondo poteva davvero andare peggio di così?
Si convinse che avrebbe assecondato il suo immancabile masochismo.

" Va bene." bisbigliò " Verrò a trovarvi domani."

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 : Rivelazioni ***




«Rivelazioni»




Un'altra stramaledetta giornata di sole era stata annunciata quel giorno dalle prime luci dell'alba.
Edward Cullen era intento ad attraversare a passo frenetico la sua stanza dalle pareti candide.
Il nervosismo si era impossessato di lui da quando sua sorella Alice Hale era rientrata in casa dopo un'evento mondano come tanti altri ma che Edward aveva preferito evitare per la prima volta nella sua vita.

Avrebbe tanto desiderato in quella occasione essere capace di dormire, La notte porta consiglio era un vecchio detto, ma per egli quella notte aveva portato solamente nervosismo ed agitazione.

Guardò il sole dalla vetrata della sua stanza, proprio quel sole che pochi giorni prima aveva costituito l'inizio della sua disgrazia, quel sole che l'avrebbe portato a compiere azioni che non avrebbe mai immaginato di compiere.

Ma una cosa era certa, doveva dirle tutto.
Doveva dire tutto a colei che la guardava con quegli occhi grandi color nocciola che lo rapivano, che lo avevano rapito.

Seppur questa gli sembrava l'unica soluzione per porre fine ai tormenti che stava subendo, razionalmente era pronto a riconoscere quanto fosse assurdo ciò che stava per fare.

Perchè dire tutto proprio a lei? In fondo aveva avuto tutto ciò che bravama, o no?
Era una domanda che continuava a porsi in continuazione, e sapeva di potere essere l'unico a potervi dare una risposta.

L'unica cosa che sapeva era che non sarebbe più riuscito a sostenere quello sguardo di dolore in quegli occhi così delicati, eleganti ed espressivi.

Che forse stesse cominciando a provare qualcosa che andava oltre alla bramosia carnale? No. Questo era da escludere assolutamente.
Assolutamente.

Sua sorella Alice era colei che nella famiglia lo aveva incoraggiato nella rivelazione, Carlisle ed Esme avevano infine acconsentito sperando che ciò costituisse finalmente la felicità del figlio, mentre il fratello ed il cognato non si pronunciavano.

Miss Rosalie Cullen invece, se ne stava in disparte, dichiarando di non voler fare parte di tale assurdità.
Rivelare ad un'umana la nostra natura!

Ella si considerava l'unica ad aver analizzato bene l'entità del problema! Erano tutti accecati dalla speranza che finalmente Edward trovasse una compagna e ponesse fine alla sua discutibile condotta, ma ella non si lasciava vincere da vane speranze.
Ormai viveva con Edward da più di cinquant'anni e sapeva di conoscerlo bene, si stupiva solamente della cecità degli altri familiari.


"E' qui.." bisbigliò Edward con voce spezzata.

"Ne sei proprio sicuro?" chiese Carlisle.

" Si padre, riconoscerei il suo odore dovunque."

"Bene, allora." disse miss Alice con tono squillante " Andrò io ad accoglierla."

*

"Isabella!" sentì gridare a gran voce mentre la sua carrozza stava ancora percorrendo il vialetto.
Sporse il capo fuori dalla finestrella della carrozza e vide come aveva immaginato, Alice Hale che agitava la mano destra per salutarla.

Non era sicura di quale fosse la sua espressione del viso, perchè la sua figura era riparata sotto il portico da i fortissimi raggi solari di quella splendida giornata.

Quando la carrozza si fermò, Isabella scese esitante aiutata da alcuni servi, mentre Alice rimaneva ferma sotto il portico.
Non riusciva a capire il perchè la fanciulla non fosse venuta ad accoglierla personalmente dal momento che si trovavano a pochi metri di distanza, pensò anche che si trattasse di un gesto per giunta maleducato, ma doveva essere una sua impressione dal momento che sul viso di Alice appariva un sorriso raggiante.

"Oh Isabella, sono così contenta che hai deciso di venire!!" disse mentre l'abbracciava.

" Grazie dell'invito Alice." replicò ancora dannatamente confusa sulla sua presenza in quella casa.

Alice la condusse nel salotto dove gli altri familiari sembrava la stessero attendendo.
Quasi non sembrava la stessa famiglia che circa una settimana prima  non l'aveva neanche degnata di un saluto.

"Isabella che piacere vedervi!!" disse l'omaccione bruno al suo fianco stringendola in un abbraccio quasi mortale.

Isabella più li osservava più si accorgeva di non essere quasi più abituata a rimirare la bellezza dell'intera famiglia tutta insieme, ma più di tutti non era più abituata a rimirare quel viso che ora avanzava a passi esitanti giù per le scale, quel viso , al quale si era resa conto, i suoi innumerevoli sogni non avevano affatto reso giustizia.

"Isabella, buon giorno." disse con una voce roca che rischiò di farle perdere il decoro che si era promessa di mantenere.

Isabella fece un lieve inchino incapace di dire una parola, sperava che al posto suo qualcuno parlasse.

"Emmett, fate uscire i servi dalla casa." disse Alice al fratello ed egli obbedì.
"Vedi Isabella, ti abbiamo chiesto di venire qui perchè dopo averne discusso molto abbiamo deciso che tu puoi essere in grado di mantenere il segreto della nostra famiglia."

"Siamo davvero mortificati per il modo in cui vi abbiamo trattata, ma in quelle circostanze era inevitabile." disse con tono amorevole la signora Cullen.

Isabella rimase lì ad ascoltare, fremendo per conoscere il segreto della famiglia Cullen.
"Accetto le vostre scuse."

"Bene. Allora siamo pronti. Isabella, forse hai notato il nostro comportamento strano in alcune circostanze.."

Tutti la fissavano mentre ella ripercorreva con la mente tutti i giorni che aveva condiviso con la famiglia, certamente vi si poteva trovare qualcosa di strano, ma erano sempre stati pronti a giustificare le loro stranezze senza destare alcun sospetto.

Alice vide l'esitazione di Isabella e rispose con tono rassicurante.
"Isabella ora so che ciò che ci apprestiamo a dirti sembrerà assurdo, ma non aver paura non ti faremo del male per nessuna ragione."

Farle del male? Isabella non riusciva a credere alle parole dell'amica, di cosa poteva mai trattarsi? Erano criminali, assassini?
Era sempre più conscia del mondo ovattato che l'aveva cresciuta, sapeva che avrebbe dovuto accorgersene prima ma si era subito fidata...

"Isabella, noi siamo vampiri." disse e fece una pausa " E' per questo che non mangiamo mai e non ci esponiamo alla luce del sole."

Isabella deglutì rumorosamente assimilando l'informazione nella sua mente. Semplicemente assurdo.
Assurdo ma vero. Sentiva che era vero.
Forse una parte di ella ne era sempre stata a conoscenza.
Le loro figure che aveva sempre considerato divine non potevano assolutamente trattarsi di comuni mortali.

" Quindi ora voi.. il mio sangue..." bisbigliò confusamente interrotta dalla calda risata di Emmett.

"Isabella.." disse in un misto di risate " Non dovete tenere conto di ciò che raccontano le leggende... non siamo quel tipo di vampiri.." disse quasi soffocato dalle risate.

" Noi ci nutriamo solo di animali perchè non vogliamo essere dei mostri omicidi come alcuni della nostra specie." disse Edward richiamando a se l'attenzione di Isabella.

"E la luce del sole..."

"No." disse con un sorriso " Non diventiamo cenere o ci sciogliamo.." si avvicinò ad ella facendo aumentare il battito del suo cuore.
"Venite.." le porse la mano " Vi mostrerò cosa ci accade alla luce del sole." concluse e Isabella esitante pose la sua mano in quella fredda del vampiro.

*

"Siete pronta?" disse mentre era al riparo dietro la vetrata che si apriva su un bellissimo terrazzo.
Isabella l'aspettava già sulla terrazza baciata da migliaia di raggi solari.

"Certo, avanti vi aspetto."

Edward sembrò esitare in un primo momento ma dopo essersi convito, avanzò per il terrazzo deserto lasciando che il reggi del sole lo colpissero.

Quello che Isabella vide fu uno spettacolo senza precedenti.
La pelle di Edward che aveva sempre definito di marmo, ora era come ricoperta da miliardi di diamanti che rilucevano riflettendo in ogni direzione il raggi che li colpivano.

Lentamente avanzava verso Isabella che era rimasta immobile dinanzi a tale visione.
"Siete bellissimo." sussurrò quando lo ebbe vicino.

"Lo pensate veramente?" chiese egli prendendo la sua mano.

"Certamente. Non ho mai visto nulla di più bello." replicò con un filo di voce accarezzando il viso di Edward incredula.

*

"Siete silenziosa" disse dopo circa un'oretta che si erano accomodati nel portico.

Isabella era rimasta ad osservare il giardino della mansione persa nei suoi pensieri.
Faceva ancora fatica ad immagazzinare bene tutte le informazioni che aveva ricevuto nella mattinata, ma un qualcosa ancora non le era chiaro, e ciò era il perchè del comportamento di Edward nel bosco.

Certamente il fatto che fosse una creatura della notte doveva essere coinvolto, ma allora perchè egli si era avvicinato ad ella prima di tutto?
Sentiva che c'era un tassello mancante, e forse ciò aveva a che fare con il fatto che egli non l'avesse ancora sfiorata.

" Stavo solo pensando... Perchè quel giorno nel bosco avete avuto quel comportamento nei miei confronti, perchè volevate allontanarmi?"

Edward fece un respiro profondo anche se in realtà non ne aveva bisogno.
Il profumo della fanciulla lo colpì, radicandosi nei suoi polmoni.
"V'è qualcosa che ancora non vi ho detto...Voi avete l'essenza più dolce che io abbia odorato, e che mai adorerò. Noi vampiri chiamiamo le creature come voi con il termine italiano cantanti perchè il vostro sangue canta per noi.
Ogni vampiro ne ha una, ma è rarissimo che la incontri come io ho fatto con voi.
Solo Emmett nella nostra famiglia ha conosciuto la sua cantante, ma la storia non fu a lieto fine."
Finalmente si voltò a guardarla ritenendosi più capace di controllare gli istinti.
" Io credevo che avrei saputo resistere, e che non avrei potuto farvi del male perchè la mia esperienza è maggiore di quella di mio fratello, ma la notte in cui noi abbiamo fatto l'amore qualcosa in me è stato liberato una sorta di istinto primordiale, di bramosia incontrollabile e per poco non ho affondato i miei denti nella vostra carne, mentre dormivate fra le mie braccia..." concluse con quella che appariva un'espressione estremamente dolorosa.

Isabella rimase catturata dal suo sguardo torturato che mostrava un paio d'occhio color oro.
"E' per questo che i vostri occhi erano neri?"

" Si i nostri occhi diventano neri quando siamo impossessati dalla sete. Vedete ho imposto alla mia famiglia di starvi lontana perchè non ero sicuro di potermi controllare, e farvi del male sarebbe stata l'ultima cosa al mondo che mai avrei desiderato."

"Quanti anni avete? Cioè... voglio dire.. da quanto tempo siete così?"

"Sono nato il 20 giugno 1701. Il giorno in cui vi ho conosciuta ho compiuto cento anni. Strana coincidenza, eh?" disse con doloroso sarcasmo.

"Edward... non immaginate cosa siano stati questi giorni per me persa nel dubbio e nella delusione... ma soprattutto nella nostalgia. Io sento di diventare pazza, ho bisogno di toccarvi.. ho bisogno che voi mi tocchiate..Ho bisogno di sentire le vostre labbra contro le mie.." disse esitante vuotando la sua anima.

"Non so se sarò capace di fermarmi Isabella..." ammise egli in tono dimesso.
"Non voglio farvi del male.."

"Allora procederemo a piccoli passi..." replicò ella in un sussurro.

Lentamente si avvicino ad egli che la fissava immobile con il terrore negli occhi.
Ma Isabella era sempre più vicina al suo viso e le sue labbra rosse si poggiarono lentamente su quelle di lui immobili.
Le inumidirono e si mossero esitanti invogliandolo.
Pian piano e con estrema cautela la imitò e si scambiarono qualche bacio delicato.

"Davvero non avete paura di tutto questo? Non avete paura di me?"

"No." replicò con voce rotta, sapendo di essere convintissima di ciò che diceva.

Con tocco gentile Edward attirò a se di nuovo il viso della fanciulla e con cautela la baciò di nuovo.
Mentre procedevano a quel ritmo così lento i suoi sensi pian piano si distendevano ed erano capaci di controllarsi.
Ciò permise ad Edward di approfondire il bacio con una strana dolcezza che mai aveva mostrato.

"Cosa c'è?" sussurrò Isabella sulle sue labbra quando lo vide interrompersi.

" Sta arrivando un servo dalla vostra dimora, vostra madre reclama il vostro ritorno."

"Oh.." disse scocciata.
Edward percepì che qualcosa non andava ma ella deviò il discorso. Era così frustrante non potere leggere la sua mente.

"Dimenticavo che voi leggete nella mente... stento ancora a credere che io ne sia immune.."

"Isabella..."

"Si?"

"Cosa succede? Sarete pure immune al mio potere, ma di certo riesco a percepire qualcosa che non va nel vostro sguardo."

Isabella sospirò ancora e decise di dirgli tutto.
" Micheal Newton ha chiesto la mia mano." disse.

Edward rimase immobile, tentando con tutte le sue forze di controllare l'impeto che gli stava animando il corpo.
Era forse gelosia?

" E voi... cosa avete risposto? Se non sono indiscreto.."

"Io ho ovviamente rifiutato, preferirei rimanere zitella che sposare un uomo del genere. Ma mia madre sembra non essere d'accordo con me e mi controlla costantemente cercando di convincermi a ritrattare."

"Capisco.. mi dispiace per voi.. Ma vostra madre deve essere semplicemente preoccupata per il vostro futuro.. e Newton è un ottimo pretendente.." ammise mesto.

" Non mi importa.. Quel vile ha persino minacciato di rivelare la nostra relazione di cui era venuto a conoscenza..."

"Oh.. quindi avete paura che possa farlo?"

"Beh.. prima di venire qui oggi non pensavo che vi fosse più alcun tipo di relazione fra noi due, dunque non me ne davo peso. Ma anche ora non penso che farà niente di tutto ciò... Sa che io sono a conoscenza della sua relazione sessuale con miss Stanley, e sono certa che il suo tipo di condotta colpirebbe di gran lunga maggiormente l'opinione pubblica."

"Che vigliacco! Era già disgustoso sentire i suoi pensieri quando eravamo in villeggiatura, ma poi anche questa..
Isabella..."

"Si?"

"Sono così contento che non abbiate accettato."

" Ed io sono contenta che mi abbiate detto tutto."

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 : Visite inaspettate ***




«Visite inaspettate»


"Fate un buon viaggio madre, e non dimenticate di portare i miei saluti alla povera zia Margaret." disse Isabella accarezzando il dorso della mano rosea della madre.

Una settimana dopo la sua riconciliazione con la famiglia Cullen, una lettera era arrivata presso la piccola tenuta della famiglia Swan.
La devota sorella della madre, Margaret, accusava dei peggioramenti al suo stato di salute, e richiedeva la compagnia della sorella nell'affrontare questa malattia che dai dottori non era ancora stata ben diagnosticata.

Tuttavia le sue condizioni non parevano essere terminali, e Isabella salutava la partenza di sua madre con cuor un pò più leggero.

Questa situazione d'altronde non aveva poi dei lati solo negativi, poichè Isabella avrebbe certamente tratto riposo dalle continue pressioni con cui la madre l'aveva assillata ultimamente.

La carrozza abbandonò lentamente la tenuta e Isabella sventolava la sua mano riponendo nella madre le speranze per la salute della zia.
Sir Charles Swan si avvicinò alla figlia e le pose una mano sulla spalla per confortarla, era più che sicuro che la salute della zia Margaret fosse a posto, ma la vecchia parente aveva un'altra malsana sete di pettegolezzi riguardo Wallingford.

"Mia adorata, con tua madre via e i miei impegni lavorativi passerai molte mattine tutta sola in questa casa..." il suo tono era vago, quasi volesse prendersi beffa di qualcosa.

"Oh padre non importa finchè sarò sicura della salute della zia..."

"Isabella sei troppo buona! Non preoccuparti di tua zia, probabilmente voleva solamente godere della compagnia di tua madre per un pò, e sa perfettamente che è molto difficile separarla da te..."

" Le mie speranze sono riposte in questo."

"Beh.. tuttavia io ritengo si debba porre rimedio alla questione della vostra solitudine..."

Isabella colse quella stranezza nel tono di suo padre, e volle indagare più a fondo.
"Padre caro... dove volete arrivare?"

" Oh Isabella non mi dire che pensi che io possa in qualsiasi modo ritenermi subdolo! Volevo solo mettere in evidenza che durante l'assenza sia mia che di tua madre ti sarà possibile invitare qui a casa chiunque tu voglia, certamente curare la tua solitudine è una buona causa.."

"Chiunque padre?"

"Non ho detto forse così?" disse egli distendendo le labbra in un sorriso che aveva contagiato la figlia.

" Vi ringrazio padre, penso presterò proprio fede al vostro consiglio." concluse con un tono che ricordava proprio quello del padre.

Quando costui lasciò dunque la tenuta per andare a sbrigare alcuni affari in città, Isabella non riusciva a smettere di sorridere.
Credeva impossibile che esistesse una persona così capace di capirla quanto suo padre.
Egli era l'unico che aveva messo da parte il pregiudizio e l'apparenza, ragioni fondanti della loro società, per assecondare il volere della figlia che amava profondamente.

L'ultima volta che ella aveva visto Edward era proprio stata la stessa volta in cui egli si era rivelato a lei, e proprio per questo le mancava tantissimo.

Certamente aveva ricevuto qualche lettera, fingendo fossero di Alice, ma le sue parole non potevano sostituire il suo viso, i suoi occhi, i suoi baci...

Senza perdere neanche un secondo, Isabella aveva ordinato ai servi di mandare un biglietto a Cullen Mansion.

*

Edward non si era assolutamente fatto aspettare e si era precipitato nella tenuta degli Swan il prima possibile, anche se costretto a prendere la carrozza.
Isabella era rimasta ad aspettarlo nel portico, la nostalgia era troppa e non appena vide la carrozza farsi strada per il vialetto il suo cuore aveva sobbalzato.

Appena il cocchiere strigliò i cavalli e la porticina della carrozza incominciava ad aprirsi, Isabella saltò in piedi trepidante.
Edward scendeva a passi lenti e decisi dalla carrozza, muovendosi in un modo tale da farla quasi impazzire.
Dopo tutto questo tempo quasi non riusciva a rendersi conto che la sua bellezza fosse reale, e fosse tutta per lei.

Ma forse stava divagando, la mancanza doveva averle dato alla testa.

"Signor Cullen vi ringrazio per essere venuto." disse con un inchino, facendo cenno a Edward della presenza della servitù.

Edward sorrise complice e restituì l'invito.
" Oh ma non avete che ringraziarmi... Venire in vostro soccorso è il minimo che potessi fare."

Dopo essersi scambiati degli sguardi cospiratori, Isabella lo invitò a fare una passeggiata in giardino.
Isabella si sentiva quasi come una bambina per non riuscire a smettere di sorridere.

" Quindi per quale sorta di miracolo ho il permesso di venirvi a trovare?"

" Mia madre e partita, e mio padre ha già capito da tempo che fra di noi ci fosse una simpatia e ha permesso di vederci durante le sue assenze mattutine per affari."

"Davvero ha detto così?"

"Beh... diciamo che l'ha lasciato intendere.."

"Oh mi piace tuo padre.." replicò egli lasciandosi andare in una calda risata, e Isabella notò con piacere che i suoi nervi erano più distesi e le sue iridi avevano ormai riaquistato completamente il loro bellissimo colore ambrato.

Dopo qualche passo decisero di sedersi ai piedi di un albero secolare.
Isabella era conscia del desiderio reciproco di entrambi, per questo gli spunti di conversazione si erano ridotti ai minimi termini.
"Avete saputo che Benjamin Cheney e Angela Weber si sposano la prossima settimana?"

" Si diciamo che mi è arrivata questa voce, ma vi prego Isabella..." disse con voce suadente mentre si avvicinava sempre di più ad ella, sentendo il ritmo del suo cuore raddoppiare e poi triplicare.
"... non dovete per forza cercare un argomento di conversazione come con tutti... Io con voi ho condiviso il mio segreto più grande, la sincerità ormai è fondamentale... E poi se volete rimanere qui ad osservarmi in silenzio per me non è un problema.. Il silenzio non mi spaventa..."

" E' solo.."

"Ssh.." la interruppe con un popastrello sulle sue labbra.
Isabella si stupiva di come quel semplice gesto aveva contribuito all'incremento del suo desiderio.

Edward tolse il dito dalle sue labbra così delicate e si avvicinò per baciarle.
All'inizo fu solo qualche semplice carezza fra il labbro superiore di lei e quello inferiore di lui, poi la sua lingua di lui si fece avventuriera e leccò delicatemente quelle piccole labbra carnose che fremettero e si dischiusero accogliendola.

Isabella si lasciò andare completamente in quel bacio, e più andava a fondo, più non era più la sua mente a guidare il suo corpo, ma era come se Edward la guidasse come una marionetta, provocando i punti giusti.
 
Per un momento abbandonò le labbra di lei e incominciò a torturarle l'orecchio e poi giù.. giù per il collo.
Isabella non riusciva ad udire nulla a parte una voce roca persa nei gemiti, vi fece più attenzione e si accorse che era proprio la sua.

"Edward..Edward.. non possiamo.." balbettò una volta recuperata la sua volontà.

"Isabella.. lo so che mi volete.. il vostro corpo.." disse ancora perso nel suo attento lavoro.

"No.." replicò Isabella riuscendo a distanziarsi "..non è per questo, ma non possiamo farlo qui..." disse mentre le sue guance si imporporavano.

" Perchè mai... nessuno potrà vederci.." disse con tono suadente.

"E' un pò troppo all'aperto..."

"Va bene... mi dovete scusare..solamente mi siete mancata tanto.."

"Anche voi mi siete mancato, e Dio solo sa quanto vi desidero in questo istante ma non è proprio il momento.." abbassò lo sguardo sulle sue mani rossa dalla vergogna, ma ciò che proprio non si aspettava era che Edward prendesse la sua mano con dolcezza.

" Isabella... sapete che potete dirmi tutto... cosa vi preoccupa così tanto?"

Isabella credeva impossibile che avesse fatto centro un'altra volta... d'altra parte la dicotomia fra il suo corpo e il suo cuore non poteva rimanere celata a lungo...
In un primo momento esitò aumentando se possibile il rossore sul suo volto, poi incominciando a balbettare aprì al giovane i suoi pensieri.
"Edward ho paura... paura di donarmi a voi e poi non ritrovare nessuno al mio risveglio... Ho paura che ciò che è accaduto alla tenuta dei Newton si ripeta..."

Edward rimase ad ascoltare ogni sua parola, d'altronde  non poteva che avere ragione di temere un comportamento del genere, era perfettamente nella sua natura, ma allora perchè si ostinava a fare di tutto per evitare che quella piccola creatura divina non soffrisse?
Avere a cuore i sentimenti di un essere umano, cosa gli stava accadendo?
"Non succederà, ve lo prometto.. Sarò al vostro fianco e domani mattina verrò di nuovo a trovarvi, sfrutteremo l'assenza di vostra madre il più possibile..."
Cosaaaa?! Cosa faceva adesso?? Ora si dilettava nel fare promesse che sapeva non poteva assolutamente mantenere?
Cercò in tutti i modi di reprimere quei pensieri che lo stavano tormentando, ma ogni sforzo era vano, finchè senti le labbra di Isabella premere dolcemente contro le sue ghiacciate.

"Siete così dolce..." bisbigliò Isabella sulle labbra del giovane, le loro fronti erano l'una contro l'altra e Isabella perdeva completamente il suo sguardo in quelle iridi dorate, ma esse distolsero lo sguardo.

" Per favore non dite così.." quelle parole per egli erano come dolorose e lente pugnalate.

Isabella prese il suo viso fra le mani e lo costrinse a guardarla negli occhi.
" Non ho mai conosciuto un uomo tanto dolce e amabile credetemi, tutti i pregiudizi di questa cittadina sono completamente infondati.."
Edward rimase immobile incapace di dire una parola, stregato da quella piccola venere che riusciva sempre di più a sorprenderlo con le mille sfaccettature del suo carattere, il suo profumo era talmente inebriante che avrebbe voluto passare l'eternità ad annusarlo ed a perdere le sue dita in quella folta massa bruna.
" Venite.." disse lei prendendo la sua mano bianca, invitandolo a mettersi in piedi.
Senza abbandonare mai la sua mano incominciò a condurlo verso le stalle del bestiame.

"Dove andiamo?" chiese egli perdendosi in quello sguardo magnetico.

" V'è un capanno dietro le stalle, lo usavano per conservare gli attrezzi, ma ormai nessuno vi mette più piede.."

"Isabella.." disse Edward fermandosi dinanzi al capanno in questione " ..non dovete davvero.. Io non voglio costringervi a fare qualcosa che non.." ma rimase interdetto da Isabella stessa che era già dinazi la vecchia porta in legno e la spalancava.

"Lo voglio Edward.. ora.. perchè non vi sbrigate prima che cambi idea??" aggiunse con un sorriso.

Edward sorrise quasi incosapevolmente e la raggiunse stupendosi di quanto ora la sua brama fosse aumentata.

Isabella infatti non fece neanche in tempo a chiudere la porta alle loro spalle che il giovane Cullen l'aveva già tratta nella sua morsa.
Le loro labbra si incontrarono veloci e fameliche, e presto anche le loro lingue furono un tutt'uno.
La giacca del giovane finiva per terra e le mani esploratrici di Isabella vagavano per la pelle di lui sotto il colletto.
Edward alzò lo sguardo e vide della paglia ammassata e ricoperta da un telo contro una parete, prese così Isabella in braccio e la adagiò su di essa.
Mentre riprese a baciarla con foga, con le mani andava in esplorazione sotto la gonna, accarezzando le cosce candide e immacolate.
Isabella ebbe un sussultò quand'egli sfiorò la sua intimità.
Poi tornò su per slacciare il corpetto che fasciava i suoi seni e si liberò della gonna.

Isabella imbarazzata ma allo stesso tempo vittima di sensazioni dannatamente piacevoli, con un balzo scese giù dal mucchiò di paglia e timidamente prese a sbottonargli la camicia mentre egli torturava il suo lobo.

Quando anche la sua camicia fu per terra, Edward sentì il bisogno di aderire il suo corpo con quello della giovane, mentre le mani della fanciulla accarezzavano bramose la sua schiena ed il suo petto.

Quel contatto così intimo permise ad Isabella di sentire l'eccitazione del giovane contro la sua parte più intima e ciò rischiò di farla impazzire.
Quante notti aveva sognato nuovamente quel contatto?
Troppe.

Ora era giunto il momento di porre fine a quella dannata agonia che teneva entrambi sul filo del rasoio.
Edward l'afferrò senza alcun problema e dolcemente la pose a cavalcioni mentre ella le sbottonava i pantaloni.
Lentamente entrò dentro di lei per paura di farle del male e dopo qualche movimento circospetto il ritmo andò via via aumentando e il piccolo capanno degli attrezzi si riempi di ansimi e sospiri.

*

"E' meglio che vada.." disse Edward rimettendo con cura la camicia dentro i pantaloni "Vostro padre tornerà presto.." .

" Come fate ad esserne così.." Isabella sistemava l'attaccatura della gonna, odiava quando i vari laccetti non andavano a loro posto "..sicuro? Ehm.. ma come mai ridete?" concluse mentre lo osservava ridacchiare, questa cosa non le piaceva molto...

"I.. i vostri capelli sono uno spettacolo.." disse con quella risata estremamente seducente.
Si avvicinò ad ella e le sistemò bene una ciocca, mentre con l'altra mano ne rimuoveva un'altra ciocca dal suo viso.
"..ecco.. ora va meglio.. "

" Perchè mi guardate così?"
 
Edward rise di nuovo, divertito da quell'atteggiamento così inconsapevole.
"Siete bellissima.."

"Oh si.. bella davvero con i capelli arruffati e i vestiti sporchi di fango.."

Edward le prese il mento fra il pollice e l'indice.
" Siete perfetta per me.." concluse e unì le loro labbra mandando Isabella in iperventilazione.

"Wow... Ehm.. Smettetela o ricominceremo da capo.." le sorrise imbarazzata.
"Co..come fate a sapere che mio padre sta per fare ritorno?"

Edward si voltò per recuperare la giacca che era per terra, con una mano tentò di togliervi la polvere.
" Riesco a controllare i pensieri di una persona anche ad una notevole distanza se la conosco. Sembra proprio che vostro padre sia a conoscenza della mia visita.."

"Si è così ve l'ho detto, è stato egli stesso a suggerirmela."

Edward si lasciò andare in un'altra risata.
"Solo che aveva in mente ben altre attività per noi due..."

"Del tipo prendere un thè o una gita a cavallo?"

"Già.." rispose ed entrambi scoppiarono in una risata fragorosa.

Quando furono  entrambi presentabili si avviarono verso il viale centrale della tenuta.
" Tornerete anche domani?" gli chiese quando furono dinanzi la carrozza.

"Certamente.." replicò Edward chinandosi per baciare il dorso della sua mano ".. porterò la cura necessaria per la febbre del vostro cavallo." concluse con un sorrisetto complice.

Vicino a loro mentre Edward saliva sulla carrozza, Thomas lo stalliere si voltò verso Samantha e sussurrò:
" Ma tutti i cavalli godono di ottima salute!"

Isabella dovette trattenere una risata quando sentì chiaramente Samantha tirare una gomitata nello stomaco dello stalliere.

Così mentre la carrozza bianca abbandonava il viale in pietriccio, Isabella si voltò per rientrare in casa ma la sua attenzione fu catturata dal rumore di un'altra carrozza che avanzava per il loro viale.

Decise di voltarsi e rimanere sul portico ad accogliere, la carrozza che doveva essere del padre.
Ma quando la porticina si aprì non fu il padre a fuoriuscire da essa.

" Oh Dio!!!! Non riesco a crederci!!!" disse Isabella catapultandosi giù per le scalette del portico e buttandosi fra le braccia del giovane.
Il suo volto era smagrito ed il corpo più muscoloso, mentre i capelli neri folti erano raccolti in una coda che ricadeva sulle spalle.
"Jake quanto mi sei mancato!!!!"

" Anche tu mi sei mancata Bells!".

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 : Gelosia ***




«Gelosia»


" Caro Jacob, scusa l'impudenza.. Ma cosa diavolo ci fai qui?" esclamò Isabella completamente sorpresa dalla visita inaspettata.

"Noto con piacere che la tua lingua non ha subito mutamenti!" replicò Jacob con un sorriso " In ogni caso sono tornato per venire a trovarvi, mi siete davvero mancati!"

Isabella prese con semplicità la mano dell'amico e lo condusse nel portico.
Ancora non riusciva a credere quanto enorme fosse diventato.
" Sono sicura che il mio caro padre sarà più che felice della tua visita! Tornerà a momenti!"

" Si Bells lo so... tuo padre sa già della mia visita, infatti mi fermerò da voi per il tempo necessario!"

" Traditori! Mi avete entrambi tenuto all'oscuro!! Ma mi vendicherò sai!!"

Jacob ridacchiò e scombinò i capelli di Isabella con un gesto amichevole.
" Oh oh che paura! Devo ricordarti che ormai sono grande e grosso??"

" Ah si??? Ti faccio vedere io!!" esclamò incominciando a riempire di schiaffetti la spalla dell'amico.
Purtroppo la sua altezza le permetteva di arrivare lì.

" Posso anche sbagliarmi... ma giuro di averla già vista questa scena!"

"Oh padre! Bentornato! Guardate che bella sorpresa!"

*

" Quindi caro giovanotto... quali sono i tuoi progetti attuali?" chiese mr Swan addentando il cosciotto di pollo preparato con dedizione da Samantha.

Quella sera stavano cenando davvero molto tardi rispetto al loro comune uso, erano quasi le otto di sera, e Charles Swan e sua figlia avevano passato il pomeriggio ad ascoltare gli aneddoti delle avventure del signorino Black a Londra.

"Beh..Come ho già detto a voi Charles, penso di rimanere a Wallingford se tutto va per il meglio... In questi giorni andrò in giro per cercare una tenuta, anche piccola da acquistare. Non intendo comprare parecchio bestiame per ora, dopo tutto sono abituato ad usufruire del minimo indispensabile."

"Jake vieni ad abitare a Wallingford?! Ma è magnifico! Verrò spesso a trovarti!"

" Mi offenderei se non verresti almeno una volta al giorno!"

"Caro Jacob cerca di capire! Ormai la nostra Isabella è una signorina, ha degli impegni mondani, e presto avrà anche un marito." intervenne il signor Swan.

" Oh dimenticavo... Dunque nessun matrimonio all'orizzonte?" chiese incerto, causando il rossore di Isabella.

" Non per adesso almeno.." aggiunse il padre " Isabella ha avuto una proposta che si è prontamente premurata di rifiutare..." disse con velata ironia e orgoglio nei confronti della figlia.

Isabella si sentì di più a suo agio nel momento in cui suo padre, come era suo solito, aveva dato alla conversazione una vena ironica, ma più che un riso, ciò che Isabella vide sul volto del giovane Black era più un ghigno soddisfatto.

Decise di non porvi attenzione, in fondo poteva anche essere una sua mera impressione, ciò che veramente importava era che finalmente Jacob era tornato a trovarli dopo due lunghi anni.
Le lettere non potevano di certo sostituire la naturale allegrezza del giovane.

Dopo la cena, il signor Swan decise che data la speciale circostanza, Isabella aveva il permesso di rimanere sveglia ancora per un pò.
" Bells, che ne pensi di fare qualcosa in onore dei vecchi tempi?"

"Certo Jake, porta pure avanti la tua proposta!"

" Ti ricordi quelle notti in cui avevi degli incubi e ti rifugiavi nel mio letto e rimanevamo a parlare tutta la notte? Che ne dici di dormire insieme stanotte, ovviamente intendo nel vero senso del termine.." disse grattandosi la spalla con la sua manona.

"Jake.." bisbigliò Isabella arrossendo " ..le circostanze sono un pò diverse adesso.. sono cresciuta.."

"Dai Bells! Non essere così boriosa! Prometto che farò il bravo!" esclamò dando un pugnetto amichevole alla fanciulla.

"Mmm ok.." sussurrò incerta "... ma giuro che se ti volti mentre indosso la veste da notte ti uccido!"

" Il tuo ardore riesce sempre a stupirmi!" replicò egli con un largo sorriso disegnato in viso

*

Un leggero venticello soffiava per il boschetto vicino la piccola tenuta degli Swan.
Esso accarezzava la sua pelle così dolcemente in modo tale da rendere quella notte piena di stelle ancora più magica.

Aveva preso una decisione impulsiva, e di certo avrebbe infranto ogni canone della società regolante il corteggiamento.
Con uno scatto disumano, balzava in modo incredibilmente silenzioso da albero in albero, finchè la sobria costruzione non apparve ai suoi occhi.

Focalizzò immediatamente la finestra della camera di Isabella, in fondo non era la prima volta che faceva una visita notturna, la sola eccezione consisteva nel fatto che questa volta la sua visita non sarebbe rimasta segreta.

Con estrema facilità si trovava già sul cornicione, la finestra era spalancata e le tende si trascinavano al ritmo del vento.

Edward sperava di riuscire a dare uno sguardo nella stanza senza essere visto, poichè aveva percepito la presenza di qualcun altro in compagnia di Isabella.
Era certo che non si trattasse della domestica Samantha, perchè l'odore era chiaramente quello di un uomo, ma ciò che lo preoccupava era che quell'odore non era chiaramente quello del signor Swan.

Finalmente riuscì a vedere dentro la stanza, e vide la sua Isabella distesa sul suo letto al fianco di un giovane uomo di enormi dimensioni.

Isabella si lasciava andare nella sua melodiosa risata, ma stavolta non era rivolta a lui, bensì a quell'energumeno che la teneva abbracciata mostrando una pelle eccessivamente abbronzata.

Ma l'errore più grande di Edward fu proprio leggere nella mente del giovane in questione, questo fu veramente troppo.

Con la maestria e l'eleganza che lo aveva sempre accompagnato lasciò che la sua figura si dileguasse nella notte senza lasciare alcuna traccia.

*

" Sai Bells..." disse il signorino Jacob la mattina dopo a colazione "... ho deciso che forse stamani rimarrò in casa, in fondo è il primo giorno che mi trovo qui per intero e non mi sembra giusto lasciarti da sola..."

Isabella si morse il labbro e mandò giù il boccone. Suo padre era già uscito per le usuali commissioni lavorative, ed Isabella quasi ci sperava che Jacob facesse lo stesso.

Certamente si era dilettata nel passare un pò di tempo con il giovane, ma sapeva che Edward le avrebbe fatto visita da un momento all'altro e la situazione poteva incrinarsi disdicevolmente.

"Jake.." sussurrò a voce bassa " Non devi rinunciare alla ricerca di un focolare solo per passare del tempo con me... Ieri mi sono piacevolmente persa nei ricordi con te, ma ciò non deve intaccare il tuo interesse."

"Oh Bells non v'è alcun problema... sai che per me sei un priorità, ogni cosa vien dopo..."

"Ma.." sospirò ella con un gemito sconfitto " ... mi imbarazza molto dirtelo, ma aspettavo una persona stamattina..." disse arrossendo completamente.

" E di grazia, posso sapere chi è costui che ti ruba del tempo da trascorrere con me?" disse con un sorriso stampato sulla faccia.

Isabella incominciò a tremare per l'imbarazzo e si disse che tutto poteva dire, ma non che si vedeva con Edward Cullen.
"..è..è la mia cara amica Alice Cullen.. è un pò che non ci vediamo e desiderava trascorrere una mattina in mia compagnia..."

" Oh... ho capito.." disse ridacchiando " Ti dedicherai ad una buona dose di chiacchiere fra donne.."

"Ehm.. si... già..." farfugliò in una risata confusa.

Così dopo aver raccolto le sue cose Jacob Black abbandonò la tenuta Swan in carrozza sotto lo sguardo combattuto di Isabella.
Era sicura che la sua testa sarebbe scoppiata da un momento all'altro.

Entrambi Edward e Jacob erano importanti nella sua vita ma la dicotomia che si era venuta a creare non le piaceva per niente...

Rimurginando su tali pensieri aspettò, a suo parere, più del tempo dovuto l'arrivo di Edward.
Era seriamente convinta che doveva essere successo qualcosa, ma i suoi dubbi ebbero fine quando a corsa sfrenata arrivò un servo che ella riconobbe provenire da Cullen Mansion.

"Signorina Swan, porto un messaggio da parte del mio padrone, ho fatto il prima possibile.."

" Vi ringrazio, di cosa si tratta?"

"Purtroppo oggi il mio padrone non potrà godere della vostra compagnia a causa di un improvviso malore." concluse con un inchino.

Isabella non mosse neanche un muscolo e con l'espressione del viso contratta disse:
" Vi ringrazio per avermi portato il messaggio, siete ora libero di andare."

Davvero credeva fosse così stolta?? Un malore?!
Questa era chiaramente una scusa detta ai servi in modo tale da annunciare la sua assenza... Ma non poteva credere che Edward pensasse che Isabella vi avrebbe creduto, quindi qualcosa doveva essere successa, qualcosa di cui lei era all'oscuro e che aveva fatto imbestialire Edward.

Ma come poteva aver commesso un'azione di cui era all'oscuro?
La sua mente lavorava veloce al pensiero di scoprire di cosa si trattasse..

Doveva andare a trovarlo... Doveva...
In fondo nè suo padre nè Jacob avrebbero fatto ritorno tanto presto..

Senza pensare a come le sue azioni avrebbero potuto impressionare le regole della buona società, ordinò ad uno dei servi ad ella più vicini di preparare la carrozza e nell'attesa andò in casa a recuperare lo scialle.

Una volta a bordo della carrozza sotto la pioggia scrosciante invitò il servo a condurla verso Cullen Mansion.

*

"Fatemi entrare!" disse bussando ripetutamente al portone di mogano.

"Un attimo un attimo... Isabella cara, cosa vi succede?" la dolce figura di Mrs Esme Cullen l'aveva accolta.

" Buon giorno signora Cullen, mi spiace di essermi presentata senza alcun invito, ma avrei davvero bisogno di parlare con Edward.."

"Oh ma certo tesoro, entra... Edward è strano non parla con nessuno da ieri sera, si è chiuso in camera."

Non appena la signora Cullen le fece spazio per entrare nell'ampio salone, una sonata per pianoforte l'avvolse.
Certamente non poteva avere alcun dubbio su chi fosse l'autore della melodia.

Tuttavia questa non rientrava nel normale repertorio del noto esecutore, benchè fosse sempre bellissima, si presentava in un continuo climax e aveva un tono quasi rabbioso.

Per Isabella fu impossibile immaginare un qualsiasi essere umano muovere le proprie dita così velocemente su di un pianoforte.

"Edward.." bisbigliò una volta dietro la porta della sua camera, il cuore accellerò per mille volte il battito non appena la musica del pianoforte cessò.

Pian piano spinse la porta aprendola con un cigolio, Edward, ricurvo sul grande piano bianco a cosa, le dava le spalle.
Questa atmosfera di cupezza rischiava di fare scoppiare il cuore della fanciulla.

" Davvero pensavate che avrei creduto nel vostro malore? Che mi sarei fatta abbindolare? Io non capisco... voi avevate promesso.." disse lasciando che il coraggio prendesse il posto del timore.

"Sapete..." disse egli con voce roca mentre ancora dava le spalle alla fanciulla ".. mi stupisce quanto la nostra società non faccia altro che criticare il mio animo libero... quello che penso invece e che la società dovrebbe pure riservare un occhio di riguardo alle fanciulle ipocrite che giocano a fare le santerelline.." disse voltandosi lentamente con una desolazione e un distacco disarmanti.

" Edward.." disse raccogliendo le forze " Non so di cosa parlate.."

" Non dovrei stare neanche qui a spiegarvelo, ma non immaginavo facesse talmente male..."

"Edward vi prego... spiegatemi non capisco.."

" Ieri sera mi ritrovavo qui a casa con un desiderio di voi non indifferente, desiderio per altro strano per la mia natura... Ma ho deciso di non ascoltare il mio orgoglio e lasciare che le brame del mio corpo mi guidassero da voi. Tuttavia quando fui proprio davanti alla vostra finestra spalancata, fui davanti ad uno spettacolo che mi ferì profondamente. Sarà... ma il mio orgoglio non ha mai pensato a voi come un'adultera."

Isabella rimase immobile a meditare sulle sue ultime parole... Adultera? Ma cosa stava dicendo?
" Edward ma cosa dite??"

" E' inutile negare Isabella, vi ho visto sul vostro letto con quell'energumeno dalla pelle troppo abbronzata... E dire che a voi la camera da letto sembrava un luogo troppo azzardato per intrattenersi con un uomo.."

" Oh Dio.. Voi davvero... Oh mio Dio.." disse ella comprendendo finalmente le sue parole e scoppiando in una risata isterica.

Edward rimase ad osservarla curioso del suo comportamento, maledicendosi nuovamente per non essere capace di leggerle i pensieri...

"Edward... il giovane che voi avete visto è Jacob Black , mio fratello adottivo!"

Un'espressione confusa si disegnò sul volto di Edward, e Isabella continuò:
" Jacob era figlio del migliore amico di mio padre, Billy Black. Di certo non disponeva di una fortuna pari a mio padre, ma ciò non aveva diviso il loro affetto. Ma un infausto giorno, quando Jacob aveva otto anni ed io sei, Billy venne a mancare a quanto padre vittima di un misterioso omicidio.
Jacob, già orfano di madre, rimase completamente da solo perdendo anche ogni possedimento del padre. Così il mio caro padre decise di adottarlo e di tenere alta la memoria di Billy.
Jacob ha vissuto con noi per dieci anni ed è stato per me il migliore del fratelli maggiori, ma all'età di diciotto anni a deciso che non era più corretto usufruire della gentilezza di mio padre ed è andato a Londra per tentare fortuna. Non abbiamo avuto molte notizie di costui per ben tre anni, ma ora eccolo qua.
Quello che avete visto ieri sera era semplicemente una sorella minore che ascoltava le storie del suo fratello maggiore."

Edward rimase per diversi minuti in silenzio incapace di dire qualsiasi cosa.
Il silenzio regava sovrano in quella stanza buia e l'unico suono a tenere vivo il suo senso di colpa era il frenetico battito del cuore di Isabella.
" Sono stato uno sciocco.." bisbiglio con voce roca " Avrei dovuto chiedervi delle spiegazioni, ma qualcosa più potente di me si è impossessato del mio corpo, non mi era mai capitato."

Isabella si fece più vicino al giovane e distese le labbra in un sorriso.
Senza alcun timore intrecciò le braccia attorno al collo dei Edward e disse:
" Pensate a me che devo rimanere impassibile dinanzi agli sguardi di tutte le donne della società che vi spogliano con gli occhi.."

Per Edward quel suo bisbigliare fu maledettamente sensuale, e non potè fare a meno di rubarle un bacio.
Chi era mai quella fanciulla per avere tanta indole sul suo essere?
" Che ne dite se stavolta accontentiamo vostro padre e andiamo a fare davvero quella passeggiata a cavallo?"

Isabella annuì e riprese momentaneamente da dove le labbra del giovane avevano lasciato.

*

" Avanti smettetela!! Questa povera bestia ne ha avuto abbastanza!"
Isabella trovava impossibile smettere di sorridere mentre il destriero che li aveva ospitati correva a velocità folle spronato da Edward.

Entrambi cavalcavano lo stesso purosangue, Isabella era seduta davanti, saldamente protetta dalla stretta di Edward dietro di ella che era colui che in realtà comandava la bestia.

Il vento picchiava gentile contro i loro volti, ma Edward percepì di essersi lasciato andare fin troppo e di essere ormai in ritardo.
Aveva sentito la mente di qualcuno che ormai era irrimedibilmente vicino alla tenuta, così cambiò rotta repentinamente.

"Che accade?" chiese Isabella colma di curiosità

" E' ora di andare..." le bisbigliò Edward all'orecchio.

Tirò le briglie non appena si trovarono dinanzi la porta di ingresso di casa Swan, ma nonostante avesse cercato di essere il più veloce possibile, il loro cavallo fu faccia a faccia con la figura di Jacob Black che scendeva dalla carrozza.

"Buona sera Jacob.." disse Isabella colma di vergogna trovandosi sotto lo sguardo accusatore dell'amico.

Edward con grazia balzò giù dal cavallo e aiutò la sua dama a fare lo stesso. Con fare educato si presentò allo sconosciuto e dopo aver salutato Isabella si congedò da entrambi.

Isabella rimase ad osservare la carrozza che si allontanava ma i suoi occhi furono catturati dallo sguardo livido dell'amico.

"E così è questa l'amica che aspettavi? La ragione per cui non potevi rimanere a godere della mia compagnia?"

"Non penso ti riguardi.." disse Isabella dandogli subito le spalle, non comprendeva tale possessività.

"Non mi riguarda?" disse il giovane afferrandola per un braccio e costringendola a voltarsi.
" La tua vita non mi riguarda? Isabella sbagli di grosso se pensi che possa starmene in un angolo ad acconsentire."

Isabella si liberò infastidita dalla presa di Jacob.
" Ritengo non stia a te scegliere i miei partner sentimentali!!" disse con un filo di stizza.

" Ma Isabella... Edward Cullen!" replicò egli con fare quasi doloroso.

" Cosa sai di lui?" chiese sulla difensiva.

"Molto più di quanto pensi, credimi.."

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 : Dubbi ***





«Dubbi»




"Bella credimi, io non voglio spaventarti, ma ti dico di stare alla larga da quel Cullen.." il signor Black aveva la voce ferma e decisa e i suoi occhi rimanevano fissi dentro quelli di Isabella.

" Cosa sai?" pose ella di nuovo la stessa domanda.

" Davvero desideri rimanere ferita irrimediabilmente? Bene penso ti farà piacere allora sapere che il giovane non è ciò che afferma di essere.."

" Nulla di ciò che mi dirai potrà cogliermi impreparata, Edward mi ha confidato ogni cosa."

" Non può averti rivelato questo Isabella, vedi... egli non è come noi.. egli non è un umano..egli.."

"Frenate la vostra lingua, i servi potrebbero sentirci." disse con tono freddo e sicuro che mise in allarme Jacob.
Forse realmente Isabella era a conoscenza della natura della famiglia Cullen, ma allora perchè continuava a vedere il giovane? Perchè continuava ad avere indosso quella mielosa fragranza?

"Ecco, qui.." disse portandolo in una radura deserta della tenuta " qui potremo parlare. Io so tutto, so della natura di Edward e della sua famiglia."

"Sai che Cullen è un vampiro????!"

" Fai silenzio stolto!" disse ella portando l'indice sulle labbra del ragazzo " Si me lo ha confidato, ma la domanda che ho da porti è come fai tu ad esserne a conoscenza..."

"Isabella...io.. io pensavo fossi più assennata! Pensavo sapessi riconoscere un grande pericolo... Tu dolce Bella, sei la preda migliore per questo genere di creature, tu che sei così bella e casta. Le vergini mandano in estasi personaggi come Cullen."

Durante la sua ultima frase, Isabella volse il suo capo verso il basso, lontano dallo sguardo penetrante dell'amico.
Jacob la fissò per qualche secondo ma non gli servì molto per capire a pieno il significato del gesto della fanciulla.

"Oh... penso di avere bisogno del tempo per assimilare una tale informazione... Ma ti prego Bella cerca di ragionare.." disse prendendo le sue mani senza però avere il coraggio di fissare il suo sguardo sulla fanciulla ".. quell'essere è pericoloso, posso comprendere la tua attrazione, essi sono proprio attraenti a posta, per attirare le loro prede... Bella, devo confessarti una cosa.. un qualcosa che riguarda questi anni in cui non hai avuto mie notizie.."

"Dimmi Jake, ti prego basta con i tabù."

" Bella.. mio padre è stato assassinato da dei vampiri, quando ho compiuto diciotto anni, ho deciso che era arrivato il momento per me di vendicarmi, di imparare molto su questa razza, e di trovare ed uccidere l'assassino di mio padre... In questo io vi sono riuscito e ho conosciuto parecchia gente nella mia stessa situazione, gente piena di risentimento come me..
Ci siamo dati aiuto come potevamo, e abbiamo cacciato vampiri in una londra come mai l'avrei immaginata... Poi torno qui e vedo te, Isabella una delle persone a me più chiare fra le braccia di un vampiro..."

"Ma Jake, è buono io te l'ho già detto! Egli e la sua famiglia si nutrono solamente di sangue animale, loro rifiutano la loro natura, loro.." Isabella era affannata nel dare la sua per ella ragionevole motivazione, ma Jacob non lasciò che finisse.

" Sono sempre vampiri Bella! Che lo vogliano o meno non possono non sopperire ai loro istinti!" vi fu un attimo di silenzio tutto intorno, il tempo sembrava essersi fermato di botto ed aver cominciato pian piano a riprendersi a rallentatore...
Jacob trasse un lungo sospiro e si avvicinò di più alla fanciulla.
"Bella devi scusarmi, ma io.. io divento pazzo all'idea che possa succederti qualcosa.."

"Sssh.." disse lei con tono dolce per rassicurarlo " Jake te l'ho già detto, non corro alcun rischio con Edward.."
Ma quest'ultima frase non servì affatto a calmare il giovane Black che sciolse immediatamente l'abbraccio.

" Ma allora Bella non hai ancora compreso! Non ti sei ancora resa conto dell'affetto che mi lega a voi miss Swan! Io ti amo Bella! Ti amo! Ti ho amata dal primo giorno in cui ti ho vista, da quando mi hai eletto come tuo compagno di giochi prediletto, quando mi sei stata vicino in tutti gli anni dolorosi che hanno seguito il mio lutto, ti ho amata quando ti ho lasciata tre anni fa quando il tuo viso e il tuo corpo stavano incominciado a subire i primi mutamenti, ti amo anche adesso che sei diventata la più bella giovane donna che abbia mai visto, ma torno dopo solo tre anni e trovo che il tuo corpo è già stato profanato da qualcun'altro..."

Isabella non riusciva a credere alle parole del giovane, e le trovò estremamente dolci e sensibili, toccavano profondamente la sua anima ma Isabella sentì un dolore tremendo nel rendersi conto che esse non arrivavano al proprio cuore.
Avrebbe desiderato così tanto di poter condividere quei sentimenti, di rallegrare l'animo del giovane che le era così genuinamente devoto, di certo non come quell'insulso di Micheal Newton, ma sentiva che il suo cuore aveva ormai subito un guasto, e Jacob non era la persona adatta a farlo ripartire.

"Jake io.."

"Non dire nulla ti prego..Morirei se solo tu mi rifiutassi, so che magari tu non pensi a me con la stessa intensità, ma a me basta che tu mi sia al fianco, mi basta sapere che mi accetti perchè sono un buon uomo e che ti fidi di me... prometto che sarò il miglior marito del mondo, anche perchè, ne son sicuro, tu sarai la più dolce sposa dell'intero cosmo.."

"Jake jake... io credimi lo so, lo so che saresti il miglior marito che mai potrei desiderare, ma ragiona.... A me non sembra affatto giusto consumare una tale mole di affetto per una persona che non lo condivide pienamente... Saremo sempre in contatto, tu sei una delle persone a me più care, non ti taglierei mai fuori dalla mia vita.."

"Oh Bella! Sopravviverei sapendo che non mi ami allo stesso modo! Il mio sentimento è abbastanza grande per entrambi!"

" Jacob non sono d'ccordo con te, non è giusto ragionare così.."

"Oh andiamo Bella!! In fondo lo sai anche tu che Cullen non ti sposerà mai!"

Ed ecco che tutta la dolcezza del giovane era stata distrutta dalla sua impulsività e dai suoi modi possessivi.
Isabella ora sapeva perchè non poteva amarlo, quelle parole l'avevano ferita profondamente...
Come poteva costui decantare un affetto si grande se poi per ottenerlo  desiderava ferire i suoi sentimenti..

"Jacob non penso stia a te discutere della mia relazione con il signor Cullen."

"Bella sto solo cercando di aprire i tuoi occhi!! Non pensavo fossi davvero così stolta da pensare che Edward Cullen, il più rinomato casanova della contea, avendo a disposizione tutte le fanciulle del paese, decida che tu Isabella Swan sia quella da sposare... dovresti crescere..."

" Jacob smettila!" alzò la voce accompagnata da qualche lacrima.

"No, non la smetto!" disse egli afferrandole i polsi e tenendola ferma contro il tronco di un albero " Non la smetto finchè non capirai la stoltezza delle tue stesse parole."

"Lasciami! Lasciami di prego!" disse tentando di divincolarsi invano dalla stretta del giovane, ma il loro dialogo nonandò oltre poichè furono interrotti dal rumore di una carrozza sulla ghiaia.

" Qua...qualcuno è appena rientrato in casa.." bisbigliò Jacob  mutando completamente il tono della voce, quasi non fosse accaduto nulla fino a pochi secondi prima.

"Si.. deve.. deve essere mio padre.. serviranno il pranzo tra poco, faremmo bene a tornare."

"Si.." disse egli prendendo le opportune distanze dalla fanciulla " hai ragione, andiamo."

*

"Oh cara sono alquanto di sicura che non ti aspettavi che ritornassi così presto, eh?"

" Eh si madre, come sempre siete riuscita a sorprendermi." disse Isabella mentre roteando lo sguardo ingoiava il boccone.

" Poi però sono rimasta sorpresa anche io nel trovare in casa il signorino Black.. Davvero una... piacevole sorpresa.."
Per poco Isabella non aveva soffocato il boccone nella risata, ricordava che sua madre non aveva Jacob particolarmente in simpatia, ma per questa volta non avrebbe battibeccato con lei.

Il pranzo si svolse  velocemente, senza troppi convenevoli.
A quanto pare la zia non aveva un malore terminale ed ora entrambi i suoi genitori erano andati a conversare in biblioteca.
Isabella sperava ardentemente che il discorso non fosse incentrato sul rinnovo della proposta matrimoniale da parte di Micheal Newton che aveva rinnovato con l'intercessione di sua madre stessa.

Nervosa e sconsolata, si diresse verso il portico per pensare, non doveva temere la potenza dei raggi solari delle due del pomeriggio, poichè in Inghilterra era tutta un'altra storia.
Mentre aveva preso il manoscritto che le aveva donato Edward dalla tasca del grembiule da casa, senti dei passi provenire dalle sue spalle.
Non fu difficile per ella indentificarne l'identità.

" Quindi il tuo più accanito ammiratore indesiderato è Micheal Newton, me lo ricordo da ragazzo... L'ho picchiato una o due volte..." concluse ridacchiando.

" Jake gli aneddoti della nostra infanzia non basteranno a riparare quanto accaduto prima..."

"Bella.. davvero.. mi dispiace di averti trattata in quel modo..." le disse costringendola a voltarsi.

" Jake, prima tu hai offeso i miei sentimenti.."

"Sentimenti? Aspetta ora mi vuoi dire che ti sei innamorata di Cullen?"

Prima Isabella aveva parlato senza pensare, ma le parole provenivano proprio dal suo cuore... Non si era mai soffermata a riflettere a fondo sull'argomento, ma ora.. era tutto così chiaro..
Le parole di Jacob facevano così male per un motivo preciso... Aumentavano quel dubbio che logorava il suo cuore ormai innamorato di lui.. di Edward...

"I..io.. Si io.. io penso di essere innamorata.." confesso ignara del putiferio che avrebbe scatenato..

" Oh Dio Bella! Io.. io non riesco a crederci... Io pensavo fosse una stupida infatuazione.. una convinzione di una ragazzina immatura..."

" Jacob cosa stai dicendo? Io pensavo volessi rimediare a quanto era accaduto prima..."

" Sai...ho capito come sei.. Tu credi di essere migliore degli altri.. Pensi di essere superiore a tutte le assurde regole di questa società, beh Bella cara.. ti sbagli.. Sei esattamente come tutte le fanciulle sciocche della tua età! Hai sprecato la tua virtù con un casanova e ora affermi pure di essertene innamorata.. Sei solo una sciocca... sciocca come le altre fanciulle che tanto deridi!"

" Ora basta.. non voglio sentire più le tue calunnie!"

" Non puoi scappare dalla verità Isabella... ti ricrederai!" le gridò mentre ella era già rientrata in casa scontrandosi con la madre.

" Oh tesoro, ho parlato con tuo padre.. mi ha aggiornato sulla modesta fortuna guadagnata da Jacob, volevo dirti ora che se proprio non hai in voglia diventare la signora Newton, potresti sempre diventare la signora Black, ed io cara non avrei che obbiettare.." concluse con un sorriso.

Come sempre le parole della madre erano inopportune!
Non capiva! Non poteva capire perchè non sapeva nulla!
Non poteva stare a dosso ad una figlia che ormai non conosceva più!

Infastidita si voltò ed uscì fuori di casa dirigendosi verso la sua cavallina, Sally.
Anche senza sella vi montò e senza tener conto delle voci che chiamavano il suo nome si allontanò al galoppo dalla proprietà della sua famiglia.

*

"Isabella.. non aspettavo una vostra visita.." accolse la fanciulla con un sorriso dopo aver spalancato la porta.
Aveva sentito il suo odore già a diverse miglia di distanza ed il suo corpo adagiato pesantemente sul divano della sua camera si era immediatamente rianimato.

Era strano per lui comportarsi in questo modo... Isabella, le sue labbra, il suo sorriso, le dolci curve del suo corpo ed il suo profumo inebriante... ormai era il suo pensiero fisso.
E durante la sua assenza senza un motivo preciso si era ritrovato a rileggere Romeo e Giulietta.
Tuttavia preferiva non darsi pensiero delle strane pieghe assunte dal suo comportamento..

Ora Isabella era lì davanti a lui ed avrebbe potuto godere della sua compagnia senza darsi altro pensiero.
Ma il suo bel viso era contratto in una maschera di dolore e quelle splendide pozze marroni erano colme di lacrime.

"Isabella cosa è successo?" chiese attento a prendersi cura di lei e prima che potesse parlare di nuovo ritrovò la fanciulla fra le sue braccia, le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi.

Edward chiuse la porta alle sue spalle e dopo averla presa in braccio la condusse ad un velocità disumana nella sua camera personale, in quel luogo avrebbero potuto parlare in privato.
" Avete l'odore di quel giovane, Jacob a dosso... Per caso egli ha a che fare con la vostra tristezza?"

" Edward... mi ha detto delle cose così cattive.." disse tra i singulti.

Edward le accarezzò il viso premeditando un omicidio brutale.
" Dolce Isabella, deve essere il giovane più stolto di tutti i tempi se ha potuto trovare qualcosa cattiva da associare alla vostra persona... Non dovete tenere conto delle persone offendono così la vostra dignità e per di più non dovete stare male per questi ultimi.."

" Ma.." cominciò ella, ma fu zittita da un dito del giovane.

" Ssh...calmatevi... Sono qui adesso.." disse soffocando i suoi singulti con un lieve bacio sulla fronte e poi sulle labbra che fu subito ricambiato.
Non era uno dei loro soliti baci carichi di passione, bensì era pieno di dolcezza.

"Solamente.. questa conversazione mi ha messo alcuni dubbi in testa..." disse timidamente la fanciulla sciogliendo l'idillio.

" Di che tipo?"

Isabella esitò con lo sguardo sul pavimento, poi volse il suo sguardo sugli occhi dorati del giovane.
"Edward... voi.. voi mi sposereste?"

Edward rimase quasi interdetto da quella domanda così diretta e senza vie d'uscita...
Come poteva dare risposte a cavilli che aveva avuto per settimane e settimane?
Era stato bravo ad ignorare, ma ora ecco che il filo raggiungeva l'enorme matassa.

" E'... è una domanda che mi coglie alquanto impreparato.. confesso di.. di.."

"Scusa... scusa.. davvero io non volevo essere così impudente... La parte centrale del mio dubbio non ha nulla a che fare con il matrimonio.. so che per una creatura come te un'istituzione come questa deve sembrare bizzarra... Il cavillo principale è..." disse bloccandosi dopo una serie di pensieri confusi.
" Mi sono resa conto di essermi innamorata di voi... Io... voi siete tutto ciò che desidero per la mia esistenza ma mi manca solo qualcosa, e ciò è sapere che per voi è lo stesso... che non sono stata una delle vostre avventure abituali..."

Era uno stupido.
Lo sapeva... lo sapeva che soprattutto con Isabella questo momento sarebbe arrivato..
E santo cielo! Non lo era... non era stata una semplice avventura abituale... in cuor suo lo sapeva.
Ma non poteva.. era assurdo, era irrazionale.. Non poteva per nulla al mondo consegnare la sua identità nelle mani di una sola fanciulla...
L'amore non era un qualcosa di razionale, non come la brama dei piaceri del corpo, quelli erano dei bisogni fisiologici per un uomo quasi come il mangiare ed il bere.
Si si... era  proprio così.. Isabella probabilmente aveva un corpo che gli era perfettamente compatibile per questo egli la bramava più delle altre, e sicuramente il fatto della cantante contribuiva a quella singolare situazione..

Non vi era assolutamente nulla che in egli non andasse... nulla che fosse cambiato.
Tante volte gli era capitato di dover rifiutare dichiarazioni del genere e lo aveva fatto senza alcun scrupolo, perchè proprio ora risultava così difficile??

Ma non poteva... non poteva permettere che ella costruisse i suoi sogni e le sue aspettative su un qualcosa che non aveva alcun senso... l'unico modo per evitarlo era rompere quei sogni che la rendevano così viva.
Aveva bisogno di ferirla per chiudere quella spiacevole situazione.

Si allontanò in modo sperò impercettibile da lei, ma ella colse quel distacco.
" Isabella... voi.. voi siete andata sin troppo avanti.. io..Io non posso dirvi le stesse cose..."

"Cos.. cosa state dicendo? Non capisco queste vostre parole.."

" Dico solo che state correndo un pò troppo.. Proviamo attrazione reciproca e protettività, ma voi sapete come sono fatto.. L'avete sempre saputo... Non avrete potuto mai pensare che un giorno vi avrei sposata o trasformata in una come me... Isabella l'eternità è davvero tanto tempo.. Si conosce molta gente..."

Mio Dio quanto quelle parole facevano male... ma il guaio era che è, ne era sicuro facevano più male a lui che alla fanciulla, ma erano dannatamente necessarie.

Edward dopo qualche scambio di battute a cui anche egli stesso non pose alcuna attenzione, osservò la fanciulla in lacrime montare sul cavallo e galoppare via sotto la pioggia copiosa.

In cuor suo sperava davvero che non avrebbe commesso alcuna cosa stupida, con un orecchio e con la mente avrebbe tenuto d'occhio i suoi spostamenti.

*

Che stupida, che stupida che era stata!
Continuava a galoppare senza sosta sotto la pioggia fangosa che le appiccicava i capelli al viso mentre nella sua testa le parole di Jacob e quelle di Edward si accavallavano e le tempie le pulsavano incessantemente.

Dopo un quarto d'ora raggiunse la tenuta della famiglia e trovò dinanzi la porta dei servi che sicuramente aspettavano il suo ritorno.
Mentre era più vicina li vide correre dentro casa e uscire nuovamente con delle coperte e sua madre Renèe che si disperava.

In pochi minuti fu avvolta fra le coperte nel salotto della casa con l'ordine preciso di non muoversi da davanti il camino.

" Oh piccola mia, ma cosa è successo? Poco dopo che  tu te ne sei andata anche Jacob è partito e il suo umore non era diverso dal tuo... ha detto che la città non fa per lui ed ha commesso un errore a tornare.."

" Se ne è andato bene..." disse in tono freddo e distaccato.

" Isabella ti prego! Devi dirmi cosa ti succede!"

" Nulla madre nulla... vi prego di lasciarmi sola..."

" Piccola mia come desideri.." disse la donna intimorità.

" Anzi.." cominciò Isabella bloccando l'avanzata della madre " ... dovreste farmi un favore.."

" Certo dolce Isabella, chiedi pure.."

" Contattate il signor Newton e mandategli a dire che accetto di buon grado la sua proposta di matrimonio."

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 : Le nozze ***




«Le nozze»



Ma quanto era stata stolta?
Isabella se ne stava nella sua camera senza uscire e senza voler parlare con anima viva da ormai ben cinque giorni.

Non aveva voluto vedere la madre, su cui aveva declinato ogni responsabilità di organizzazione, non aveva voluto vedere Angela e Jessica, non aveva neanche voluto entrare in contatto con il suo futuro sposo, ma soprattutto aveva evitato di vedere il padre.
Era sicura che un incontro con la persona che più la capiva al mondo l'avrebbe stroncata.

Le due famiglie entusiaste di entrare in rapporti di parentela, si erano accordate per un matrimonio il prima possibile che però mantenesse allo stesso tempo il giusto fasto da poter superare quello Cheney-Weber.

Ma più giorni passavano, più Isabella si rendeva conto del suo grave peccato di impulsività.
Aveva agito senza riflettere, nella speranza di ferire anche lontanamente colui che le aveva spezzato il cuore.

Solo ora si rendeva conto che di impulsività ne aveva avuta un pò troppa ultimamente.
Se non si fosse buttata così a capofitto fra le braccia di Edward tutto ciò non sarebbe mai accaduto, ora il suo cuore non sarebbe stato ridotto in miliardi di pezzettini impossibili da ricomporre.

Avrebbe dovuto evitarlo sin dall'inizio come tutti le avevano consigliato, e adesso forse sarebbe stata felice nei preparativi del suo matrimonio con Jacob.
Jacob di sicuro l'avrebbe resa felice.

Ma cosa stava dicendo... era fin troppo testarda per credere che tutto sarebbe andato bene se avesse ignorato Edward, perchè più scavava dentro se stessa più capiva che se avesse potuto ricominciare da capo avrebbe fatto le stesse identiche scelte che l'avevano portata a questo punto.

Ma ciò che l'aveva portata ad una tale inquietudine, che non le aveva permesso di dormire nelle ultime notti era proprio la consapevolezza di quanto anche lei stessa fosse cambiata ultimamente, quanto la sua razionalità fosse passata improvvisamente in secondo piano.

Possibile mai che pochissime parole, un paio di frasi con una sintassi davvero semplice fossero state capaci di farle crollare addosso un universo intero?

Il suo flusso di pensieri fu tuttavia interrotto dal rumore della porta di legno massiccio che si apriva cigolando.

"Madre vi avevo detto che non volevo vedere nessuno." affermò secca con una freddezza glaciale.

"Lo so tesoro, ma vedi devi provare l'abito da sposa!" disse facendo un cenno ad alcune serve che portarono l'abito avvolto in della seta dentro la stanza.

Ad Isabella non importava granchè dell'aspetto che avrebbe avuto all'evento, si come ogni fanciulla della sua età aveva sognato quel giorno sin dall'infanzia, ma in quel momento Isabella avrebbe preferito rifugiarsi negli angoli più reconditi del pianeta per scappare da tutti, ma soprattuto da lui.

Ogni centimetro della pelle della signora Cullen era in fibrillazione mentre la servitù spacchettava l'abito,  e come Isabella aveva previsto, l'abito non era altro che lo stesso che sua madre aveva indossato per le sue nozze, solo con qualche modifica per adattarlo alla sua taglia ed alla moda corrente.

Aiutata dalla fedele Samantha si tolse pian piano gli abiti che portava in quel momento e quasi come un burattino indossò l'abito in questione.
La sua espressione era ferma, immobile, senza che ogni tipo di emozione o sensazione influisse sui suoi lineamenti, mentre al contrario, sua madre aveva un'espressione estasiata, quasi svenevole.

Fu obbligata nonostante il suo rifiuto a guardarsi allo specchio, aveva deciso di cedere convincendosi che almeno così la madre avrebbe lasciato prima la stanza.
Ma quando vide la sua immagine riflessa nello specchio ebbe un sussulto.
Tutto ciò che le era successo, tutti gli errori che aveva commesso e quest'ultimo in particolare erano diventati reali in un solo attimo.

Una terribile paura assalì il suo corpo esile e snello cui l'abito calzava perfettamente.
Trattene le lacrime a forza nell'osservare la sua figura perfettamente a suo agio in quelle vesti, ma in cuor suo sapeva che nonostante ciò per Edward non sarebbe mai stato abbastanza.

A differenza sua, la signora Cullen che era accanto piangeva a dirotto.

"E' a posto, ora madre desidero toglierlo per favore." disse con voce fragile rifiutandosi di osservare oltre il suo riflesso.

"Non immaginavo potesse calzarti così perfettamente! Oh Isabella, non sai quanto mi rendi felice!"

Si, la rendeva felice, ma per cosa?
Isabella sapeva bene che sua madre non aveva fatto altro che proiettare i suoi desideri sulla sua persona.
Voleva in un certo senso rivivere quella gioventù che era ormai lontana dalla sua persona.

Quella sera come le precedenti, Isabella non cenò.
Rimase nella sua stanza a rileggere morbosamente Shakespeare ed il manoscritto regalatole da Edward.

*

La mattina delle nozze però non si fece attendere, ed Isabella aveva i nervi a fior di pelle.
Ogni cosa che la circondava rischiava di farla andare in bestia.

Era stata la madre raggiante a farle da sveglia mattutina, e le disse che nonostante avesse apprezzato il suo non cenare nei giorni precedenti per mantenersi in forma per l'abito, desiderava che mangiasse quella mattina in modo tale da non perdere i sensi durante la cerimonia.

Povera sciocca, pensava Isabella.
Da una parte era più che contenta che la madre con il suo fare irruento e testardo non fosse a conoscenza degli ultimi mesi passati da Isabella, ma d'altra parte era davvero triste al sol sapere di avere una madre che non si interessava completamente dei problemi sentimentali ed esistenziali della figlia.

Una madre per cui contava solamente l'apparenza ed il decoro mostrato in società, che si interessava solamente alle attività della figlia che per lei erano importanti.
Ella stessa non aveva mai aperto il suo cuore e parlato apertamente ad Isabella come aveva sempre fatto il caro padre.

Isabella in cuor suo indirizzava tutto ciò alla profonda differenza presente fra le due donne.
Al contrario della madre, ad ella non importava nulla del rigore della società di quei tempi, dopo tutto erano solo regole che col tempo sarebbero sicuramente mutate.
Ciò che per ella contava davvero era la cultura e l'affetto che le permettevano di essere libera e di poter valicare le barriere invisibili delle istituzioni.

Dopo aver fatto un bagno caldo aromatizzato alle fragranze di fresia e lavanda, fu condotta nuovamente nella sua stanza, dove fu sottoposta alla fase del trucco e dell'acconciatura che le occupò due ore del suo tempo.

Dopo venne l'ora di indossare l'abito e prima che potesse rendersene conto fu presentata nel suo decantato splendore ad ogni persona della casa.
Non aveva osato guardare nello specchio quel giorno, non voleva assolutamente avere alcun ricordo, non voleva avere impressa nella mente l'immagine di quel fantoccio che quel giorno le avrebbe rovinato la vita per sempre.

Dopo aver subito altri dolorosissimi complimenti, cerco con lo sguardo il padre che ancora non aveva fatto il suo ingresso nel salone, ma proprio nessuno sembrava sapere dove si trovasse.

Solo qualche minuto prima della partenza in chiesa apparve e non pareva per niente un padre nel giorno del matrimonio della propria figlia.
Era scuro, grigio in viso, trasmetteva tristezza a pelle.
Non salutò ne parlò con nessuno e quando tutti gli altri partirono con la prima carrozza, anche egli salì in quella con cui solo egli e Isabella avrebbero raggiunto la chiesa.

La carrozza partì prima del previsto e il silenzio nell'abitacolo regnava sovrano.

"Non siete venuta a dirmi di persona della lieta notizia." affermò ad un certo punto Charles.

"Perchè di fatto non v'è nessuna buona notizia." replicò Isabella con sincera amarezza.

" Allora è proprio come pensavo.. ma cosa è accaduto? Io non riesco a capire pensavo foste felice con Edward, pensavo ne foste innamorata, vi guardavo in viso e pensavo di conoscere la verità, ma a quanto pare non è così."

" Non vi sbagliavate, io ero e son tutt'ora innamorata di Edward, ma mentre io me ne son finalmente resa conto e gliel'ho confessato, egli sembra non ricambiare il mio ardore.. sono stata una stupida come mia madre aveva previsto, perciò ho preso la decisione di accettare la proposta di Micheal, se mia madre era nel giusto lo sarà in questa occasione altrettanto.."

" Non vi credevo così.."

" Così come?" chiese ansiosa notando il crescente disappunto nel viso del padre.

" Siete un'arrendevole codarda Isabella. Credevo che il vostro intelletto e il vostro ardore vi avrebbero portato a fare le scelte giuste ma non è stato così... Non avete idea di cosa significhi vivere un matrimonio senza amore!"

" Ma padre cosa avrei dovuto fare se Edward non ricambia i miei sentimenti, cosa?"

" Quante volte avete tentato di convincerlo,eh? Una ed una volta sola, e già cara mia avete gettato la spugna. Sapevate già da prima che il singnor Cullen era pieno di se, ma ciò non vi ha fermato, non siete stata sedotta perchè ne avete conosciuto ed apprezzato la personalità. Isabella... Edward è sempre stato abituato ad avere mille donne intorno, e grazie a vostra madre, infallibile fonte di notizie frivole, so che non ha mai intessuto una relazione che durasse più di una notte. Ma da quando vi ha conosciuta, non ho sentito vostra madre portarmi più notizie delle nuove conquiste di Cullen, questo dovrà pur avere qualche significato..."

" Ma se non fosse come voi dite? Se solo forse era più attratto da me che da altre ed ha preferito tenermi con sè un pò di più?"

" Una delusione d'amore è meglio di una scelta sbagliata come un matrimonio male assortito.."

" Padre... ho come l'impressione che vi sia qualcosa che non mi state dicendo..."

Il signor Swan abbassò il capo e respirò profondamente.
" Isabella... è molto difficile per me dirvi questo, ma sembra strettamente necessario. Io non ho mai amato vostra madre, nè lei ha mai provato un simile sentimento nei miei confronti.
Ero un giovane avvenente, un buon partito, e lei una fanciulla di buona famiglia, così la mia famiglia mi impose di fare la mia proposta. Ella, sciocca come lo è adesso, accetto senza alcun indugio.
La mia vita è stata infelice sino al tuo arrivo, e non voglio lamentarmi perchè conosco bene l'infelicità di tua madre e so bene del suo amante..."

" A..amante?!" lo interruppe Isabella sbalordita.
Era più che evidente che i suoi genitori non fossero legati da un legame particolare, ma non credeva sua madre sarebbe stata capace di spingersi sino a quel punto.

"Proprio così, è Philip Dwyer il medico dei cavalli. Lo so da tempo ed anche ella sa che ne sono a conoscenza. Ma non la biasimo per questo, ciò che invece mi stupisce è la sua condotta nei vostri confronti! Come può condannare lei stessa la propria figlia ad un destino infelice simile al suo?"

" Padre parlare con voi mi ha dato molto da pensare, solo ora mi rendo conto dei miei sbagli e della mia vigliaccheria, e sono profondamente desolata per ciò che vi è accaduto.."

"Isabella, io voglio solo il vostro bene questo lo..." ma venne interrotto dal cocchiere che bussò sulla porticina della carrozza.

"Siamo arrivati Singnor Swan." annunciò, e con sguardo eloquente Charles aiutò la figlia a scendere dalla carrozza.

Mille pensieri l'assalivano, sapere che il resto della sua vita dipendeva da quella cerimonia che aveva una durata insignificante le faceva mancare l'aria.

Ma in pochi secondi sentì la musica della marcia nuziale e tutti gli invitati apparvero dinanzi ai suoi occhi.
Fece i primi passi sorretta dal braccio del padre, ma dentro di lei il panico regnava sovrano.

" Non ci riesco.." bisbigliò.

" Ed allora non farlo.." le rispose il padre in un sussurro.

" Ma come?"

" Scappa Isabella... scappa.."

Isabella allora frenò il suo passo durante l'avanzata, per qualche secondo interminabile fisso il padre ed una lacrima le rigò il viso.
A quel punto dopo averlo stretto in un abraccio, si voltò nella direzione opposta ed incominciò a correre.
Tutti gli invitati ed il primo Micheal ebbero un sussulto rumoroso in seguito all'azione della fanciulla, ma l'ultima cosa che vide mentre abbandonava la chiesa era un sorriso sincero e bellissimo nel volto segnato dall'età del padre.

*

Aveva corso molto, in preda al pianto ed alla desolazione, ed era giunta senza neanche accorgersene nel punto del parco dove spesso ella ed il giovane si erano incontrati.

Sfinita dallo sconforto si accasciò all'ombra dell'albero secolare e versò tutte le sue lacrime.
Ma un rumore quasi impercettibile destò la sua attenzione si voltò vinta dalla paura e dallo stupore ebbe un sussulto alla vista di Edward alle sue spalle.

" Non sei alle tue nozze..." bisbigliò.

Isabella non sapeva come rispondere e si chiedeva come mai egli avesse deciso di importunarla nuovamente, non riusciva a capire che non avrebbe fatto altro che farla soffrire ancor di più.

"Isabella, ascoltami.." riprese a parlare esitante, prendendo posto accanto ad ella.
Cercò la sua mano, ma ella la tirò via.
" Sono stato uno stolto, per tutto questo tempo ho tentato di convincermi che una creatura come me non avesse il privilegio di poter trovare una compagna per la vita, e sono stato così sbadato da non accorgermi di quello che mi stava succedendo.
Il mio pensiero in tutto questo tempo è sempre stato rivolto esclusivamente a voi e provavo un dolore fisico nello starvi lontano.
Tuttavia, ho ignorato tutto ciò per una questione di orgoglio.
Ma tutti i nodi son venuti al pettine quando ho ricevuto l'invito al vostro matrimonio con Micheal Newton.
Mi ero illuso in quei giorni di potere fare a meno di voi, ma era una tremenda bugia.
Sentivo il mio cuore seppur già morto cadere a pezzi fino a disintegrarsi completamente.
Io non sono bravo in queste cose, ma penso che in questi casi bisogna dire che... che io.. io vi amo Isabella Marie Swan.
Amo ogni centimetro di voi, ogni vostro sospiro, ogni gesto; e se sono ancora in tempo spero di potere godere della vostra compagnia per l'eternità.
Se ormai è troppo tardi io capirò e mi farò da parte, ma mai e poi mai sarò in grado di sfiorare un'altra donna perchè porterò il vostro ricordo con me per l'eternità."

Un fiume di lacrime sgorgò dai suoi occhi, ma a differenza delle precedenti queste erano di gioia e di stupore.
Isabella era cosciente che qualsiasi parola sarebbe stata futile in quell'istante e si gettò fra le braccia del giovane abbandonandosi ad un bacio misto al sapore dolce di Edward ed alle lacrime salate sulle sue labbra.




Ebbene si... sembra impossibile ma siamo giunti al termine di questa ff... questo è l'ultimo capitolo ma avrete un epilogo che vi informerà dei fatti futuri.
Vi sono davvero grata per tutti i commenti... Siete davvero grandi!

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Capitolo 16
*** Epilogo ***




Carissimo Padre,
sono trascorse quasi due settimane da quello che doveva essere il giorno del mio matrimonio con Micheal Newton.
Son più che conscia di quanto il mio agire possa avere arrecato a voi e alla mia cara madre un dolore immenso, ma sono sicura che dopo tutto voi mi capirete.
So che la mia fuga con Edward non mi permetterà di ritornare più a Wallingford, ma sapete?
Tutto ciò non m'importa.
Avevate ragione voi quando mi dicevate che ero cambiata, che per me le stupide convenzioni della società non avevano mai costituito nulla ed in quel momento me ne preoccupavo così tanto.
Scegliendo Micheal avrei scelto quelle convenzioni per tutta la vita, ma ho seguito l'impronta del mio cuore come voi mi avevate suggerito, e con il mio Edward lo spazio ed il tempo non hanno più alcun significato poichè alla base v'è il sentimento reciproco che proviamo.
So che la mia diletta madre probabilmente al momento sta versando le sue lacrime per la sciagura che si è abbattuta sulla nostra famiglia grazie al mio gesto scellerato, ma io desidero che voi la consoliate dicendole che le voci che non riguardano propriamente lei prima o poi svaniranno, dopo tutto ella è una donna che pone molta attenzione alle convenzioni e per questo il rispetto nella sua persona non svanirà certo facilmente.
Proprio per rispetto della mia cara madre non tornerò più a Wallingford, non perchè tema gli sguardi e le parole della massa sciocca, piuttosto perchè non desidero arrecare a mia madre altra umiliazione.
Questa non sarà l'ultima volta che voi avrete mie notizie, e non disperate, io ed Edward non siamo da soli, il dottor Cullen è stato davvero molto gentile a seguirci nella nostra fuga, un pò mi ricorda voi per l'amore che nutre per i suoi figli.
Per i primi tempi non credo avremo una dimora fissa, ma quando soggiorneremo da qualche parte vicino Wallingford vi farò sapere l'indirizzo per organizzare una riconciliazione, naturalmente anche mia madre è invitata.
Mi duole però dirvi che ciò non avverrà tanto presto.
Durante la fuga ho contratto una malattia, non vi preoccupate non è nulla di grave, e il dottor Cullen si prende una gran cura della mia persona.
L'unica mia paura è di essere contagiosa e vorrei evitare vista la vostra cagionevole età.
Spero di potere scrivervi ancora presto, il mio affetto per voi sarà immortale, non importano le distanze.

Con sommo affetto e felicità,
Vostra
signora Isabella Cullen.


Il signor Swan teneva ancora fra le mani la lettera e fissava con un moto misto di nostalgia e felicità la calligrafia della figlia tanto amata.
Una lacrima scivolò via dal suo volto segnato dalle rughe bagnando il foglio.
Repentinamente si affrettò ad asciugarlo per evitare che il nome di Isabella fosse concellato.
Nel suo cuore però, ne era certo, ciò non sarebbe mai accaduto.


Questa volta siamo proprio alla fine... è stato proprio un lungo viaggio ed io spero che la storia vi sia piaciuta... Ora voglio dai commenti generali su tutta la fanfiction!
Qualcuno di voi ha capito qual'è la strana malattia di Isabella??? Bohh, chi lo sa! :P
In ogni caso ringrazio chi ha commentato sempre e mi ha dato lo spunto per andare avanti!
Se proprio non vi ho davvero scocciato, vi invito ad andare a dare uno sguardo alla mia nuova fanfiction, si chiama "Un dono prezioso", vi avverto però.. è estremamente diversa!

Un kissotto a tutte
Irene





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