Il diario del Seduttore. di CullenGirl18 (/viewuser.php?uid=68644)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 : La piaga di Wallingford ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 : Debutto in società ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 : Passeggiata al lago ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: La visione ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 : Il ballo in maschera ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 : La poesia ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 : Il destino è destino ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 : La partita di Polo ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 : Una giornata assolata ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 : Angela e Benjamin ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 : Rivelazioni ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 : Visite inaspettate ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 : Gelosia ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 : Dubbi ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 : Le nozze ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 : La piaga di Wallingford ***
Diario C1
Il
Diario del Seduttore.
E’
chiaro a tutti che
generalmente le fanciulle in età da matrimonio, almeno nel
nostro secolo, non
sono davvero a conoscenza del vero significato della seduzione, alcune
ne
apprendono la conoscenza la notte stessa delle proprie nozze, altre
vivono le
loro fragili vite senza mai conoscerne pienamente il significato.
Le
graziose dame che
abitavano l’elegante cittadina di Wallingford (Surrey,
Inghilterra) tuttavia ne
conoscevano tutte il significato, per loro essa aveva anche un nome, e
quello
era Edward Cullen.
20
giugno 1801
Era
un glorioso giorno ed alle prime luci del mattino Isabella Swan
saltò subito in
piedi trovando impossibile poter contenere la sua euforia.
Era
finalmente giunto il suo giorno. Finalmente quella sera al ballo della
vicina
cittadina di Wallingford avrebbe fatto il suo ingresso ufficiale nella
società
“a bene” della zona, e nulla nella vita di una
fanciulla di diciassette anni
era più importante.
Con
tono gentile si apprestò a chiamare la domestica che
arrivò quasi subito ed
incominciò ad aiutarla a prepararsi per la giornata.
Delicatamente
la domestica passava il pettine in avorio fra le sue chiome brune
liscissime,
mentre Isabella fissava la sua immagine riflessa nello specchio dinanzi
a lei.
Era
l’immagine della purezza: il viso a forma di cuore coronato
da una cascata di
morbidi boccoli bruni, l’incarnato candido che riportava
appena un po’ di
rossore sulle gote. Sul naso elegante e sulle guancie appariva qualche
lentiggine sporadica che le dava ancora quell’aria da
bambina, mentre le labbra
rosse e piene avrebbero fatto girare la testa a molti giovani uomini.
Isabella
più di ogni altra fanciulla aveva dovuto aspettare il suo
ingresso nella
società adulta che di norma era compiuto
all’età di sedici anni, ma in seguito
alla morte del padre di sua madre, il lutto aveva impedito alla
famiglia Swan
di rallegrarsi di questa tappa importante della giovane.
Ma
ora quel momento era finalmente giunto.
Seppur
il suo aspetto poteva fuorviare la mente, Isabella non era una
fanciulla come
tutte le altre, bensì per una ragione sconosciuta aveva
un’insana passione per
la letteratura, che probabilmente aveva ereditato dal padre che tanto
amava.
Questa
passione tuttavia era plausibile dal momento che come ogni giovane
fanciulla
che non aveva ancora debuttato, non era autorizzata a passare molto
tempo al di
fuori delle mura familiari.
E
la sua mente che era tanto abituata a fantasticare aveva incominciato a
macchinare nell’attesa di quella sera.
Sperava
davvero di avere la stessa fortuna delle sorelle che avevano ormai da
tempo
lasciato la loro casa per unirsi in matrimonio con dei giovani
benestanti.
-Mia
dolce Isalbella!- esclamò suo padre, sir Charles Swan,
quando la vide apparire
su portico.
Indossava
un leggero ma sfarzoso vestito giallino, adatto al clima estivo.
Suo
padre la invitò con un gesto a sedersi sulle proprie
ginocchia come usava
sempre fare, specialmente quando ella era ancora bambina.
-Mio
bocciolo di rosa, capisco dai vostri occhi quanta gioia nutrite per
questo
giorno, ma devo essere sincero con voi… Per me non
è un giorno altrettanto
felice.-
-E
perché mai, mio caro padre?- si accigliò la dolce
Isabella.
-Perché
so in cuor mio che questa sera sarà una delle ultime in cui
varcherete la porta
di casa. Presto sarete sposata e non avrete più cura per
questo vecchio. Ho
potuto accettarlo per le vostre sorelle, ma voi sapete quanto affetto
io nutra
per voi che siete la mia preferita.- rispose malinconico sir Swan.
-Non
dovete neanche pensarle queste assurdità padre! E poi lo
sapete anche voi che
non è detto che un giovane mi chieda subito in moglie, se vi
ricordate per mia
sorella Catherine ci vollero ben due anni.-
-
Mia cara Isabella, oltre ad essere padre sono soprattutto uomo, e vi
assicuro
che nessun giovane della contea perderebbe tempo nel chiedervi in
moglie.-
-Padre
voi vaneggiate..- disse alquanto imbarazzata ponendo una mano davanti
la bocca
per coprire un risolino.
-Promettetemi
almeno una cosa…- continuò Charles cambiando tono.
-Certo
padre.-
-
Io sarò d’accordo con ogni decisione che il vostro
cuore prenderà, ma voi
dovete promettermi che non dimenticherete mai la vostra fanciullezza.-
-Non
dovrete preoccuparvi padre, ho sempre
creduto che in fondo nel mio cuore sarei
sempre
rimasta una fanciulla- .
-
Caro fratello così oggi è il giorno che tanto
aspettavate, avete in mente
qualche squisita maniera di trascorrerlo?- chiese Emmett Cullen al fratello con una nota
di ironia.
I
Cullen erano una famiglia ricchissima che abitava ormai a Wallingford
da un
paio d’anni, il capo famiglia, sir Carlisle Cullen, era il
più famoso medico
della cittadina.
Il
signor Cullen aveva una moglie, Esme Cullen, e tre figli di cui due
felicemente
sposati. Insieme abitavano l’enorme Mansione immersa nel
bosco poco fuori la
cittadina.
Fino
a questo punto tutto potrebbe sembrare normalissimo ai vostri occhi, ma
ciò che
i Cullen nascondevano era che fossero un clan di Vampiri centenari, che
avevano
deciso di nutrirsi solo di sangue animale in modo tale da inserirsi
nella
società.
Ciò
che li contraddistingueva e li faceva apparire diversi dal resto della
loro
popolazione era la loro bellezza straziante che aveva infiammato
tantissime
fanciulle e molti giovani della cittadina.
Questo
particolare aspetto piaceva particolarmente al più giovane e
scapolo dei
Cullen, Edward, che a differenza dei fratelli non aveva alcuna
intenzione di
trovare una compagna per la vita come avevano fatto gli altri.
In
quel preciso giorno, il 20 giugno 1801, Edward compieva un secolo e
aveva
deciso che un festeggiamento fosse di rito.
-E’
un giorno speciale mio caro Emmett, ed il ballo di questa sera
è un’ottima
occasione per festeggiarlo.- disse con il suo tipico tono suadente che
aveva
sedotto molte fanciulle.
-Io
invece penso che voi dobbiate mettere la testa a posto fratellino.- si
insinuò
Alice nella conversazione.
-Vostra
sorella a ragione Edward.- si intromise Esme.
-Madre
lo sapete che non intendo far nulla di male con il mio comportamento,
delle
donne non bramo il loro sangue, ho imparato a gestirlo, dunque non vedo
perché
debba smettere di soddisfare il mio corpo se non faccio nulla di
rischioso..-
-Mio
caro Edward, un giorno conoscerete l’amore ed allora saprete
il perché il
perché dei miei richiami.-
-Spero
che voi non vi offendiate, ma non penso che l’Amore esista
davvero, almeno non
per una creatura come me.-
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 : Debutto in società ***
dsfmwf
Bene!
Vedo con piacere che non è passato inosservato il fatto che
sto
rileggendo per l'ennesima volta Orgoglio e Pregiudizio! :P
Sono contenta che la storia vi piaccia, spero continuerà ad
essere così!
Vi lascio il nuovo capitolo.
20
giugno 1801 sera.
-Passate una bella
serata e non crescete troppo mia Isabella!-
Isabella si chinò verso il padre che sedeva dinanzi il
camino e ripose un bacio delicato sulla sua fronte.
Indossava un lungo vestito blu cobalto pieno di ricami e merletti
lavorati con una fantasia dorata che si espandeva su tutto il davanti
della gonna. Il corpetto, ben stretto in vita, risaltava i suoi seni
candidi e lasciava le scapole ed il collo completamente scoperti.
I folti capelli bruni erano raccolti in un'acconciatura elaborata
tenuta insieme da un fermaglio d'oro giallo che richiamava la fantasia
del vestito, il viso tuttavia era incorniciato da due ciocche che
ricadevano morbide ai lati del viso lasciando compunque la fronte larga
scoperta.
- Mio caro Charles è ora che lasciate andare Isabella, sono
sicura che stasera ruberà i cuori di tutti i giovani della
sala,
le altre madri proveranno una tale invidia...- disse compiaciuta sua
moglie, Renèe, che vibrava ogni qualvolta vi era aria di
matrimonio.
Con una smorfia sir Charles lasciò andare via la sua
Isabella
con la madre, che era l'unica che l'accompagnava alle feste, egli ormai
si diceva troppo vecchio per tali frivolezze, ed era sicuro che vedere
la sua bambina corteggiata da baldi giovanotti gli avrebbe spezzato il
cuore.
Preferiva di gran lunga rimanere in casa, immaginando ancora la sua
Isabella che canticchiava sulle sue ginocchia.
Quando pose il primo piede fuori dalla carrozza, Isabella
sentì
l'eccitazione risalirle per tutto il corpo quasi da farla tremare. Sua
madre le accarezzò delicatamente la spalla, quasi avesse
percepito le sue sensazioni.
Quello che Isabella ancora non sapeva era che la sera del debutto era
quella che le donne inglesi di qualsiasi età non avrebbero
mai e
poi mai dimenticato per il resto della loro vita.
Ed anche Isabella non l'avrebbe mai dimenticata.
La sala brulicava di gente ben vestita e di luci e di addobbi festosi,
ed Isabella pensava di non avere ma visto nulla di più bello.
Con eleganza, salutò sua madre con un inchino e raggiunse le
sue
amiche che sapeva partecipare al ballo, nell'attesa del momento che
bravama, ma da cui allo stesso tempo era spaventata : la sua
presentazione alla società di Wallingford.
-Isabella!- le corse incontro Angela Weber, una sua cara amica di
infanzia che nonostante avesse debuttato un anno prima come era di
norma non aveva ancora trovato marito.
Era una ragazza dolce, ma forse i giovani la trovavano fin troppo
ingenua.
Di certo però non poteva essere paragonata alla ragazza che
stava avanzando verso di loro, miss Jessica Stanley.
Miss Jessica era una giovane donna che di puro probabilmente non aveva
più niente, e di certo il fatto che non avesse ancora
trovato
marito non era per il suo aspetto, piuttosto per la sua condotta.
Era difficile da credere che tre fanciulle sì diverse
potevano essere così tanto amiche.
-Dolce Isabella, finalmente anche voi parteciperete ai balli! E'
meraviglioso! Promettetemi però che non vi accaserete tanto
presto, ho sentito fin troppo la vostra mancanza!-
Isabella rise per le parole dell'amica che sapeva avessero come sempre
un significato nascosto. Aveva imparato a conoscere le su frivolezze
dalle tante visite che aveva ricevuto dall'amica.
-Guardate... notate qualcuno in particolare?- chiese miss Jessica
civettuosamente.
-Basta chiedere e vi daremo tutte le informazioni che desiderate!-
aggiunse miss Angela.
Isabella si fece rossa in viso, in fondo sentiva di essere ancora una
fanciulla e non era di certo abituata ad avere certi pensieri sui
giovani uomini.
Si voltò osservando la sala dall'alto dove si trovava con le
sue
due amiche, ma era fin troppo pudica per esprimere un'opinione.
Le confidenze delle sue amiche per lei non avevano alcun significato,
non sapeva cosa un uomo poteva procurare in una donna e per questo si
sentiva sempre in difetto rispetto alle donzelle che in quel momento
l'affiancavano.
-Isabella! Isabella! E' giunto il momento seguitemi!- arrivò
agitandosi mrs Renèe.
-Ragazze, scendete di sotto se non vorrete perdervi la presentazione di
Isabella.-
-Certamente mrs Swan.- risposero in coro, e dopo essersi inchinate
verso quest'ultima si avviarono verso la sala principale.
Ogni fibra del corpo di Isabella stava tremando ed in quel momento ella
desiderava soltanto che tutto fosse finito, si sentiva un pò
sciocca nel provare tale emozione per qualcosa che di norma faceva
andare su di giri le fanciulle più frivole, e di certo
questo
non era il suo caso.
Decise così di fare un respiro profondo e di tenere gli
occhi
chiusi mentre aspettava nello stanzino buio che fosse pronunciato il
suo nome e fosse presentata alla società.
La fibrillazione non appena era stato richiamato il silenzio in sala
era alle stelle, tutti aspettavano di vedere la presentazione di
Isabella Swan che nonostante molti non vedessero da quando era bambina,
era già una delle dame più ambite della cittadina.
-Buona sera graziose dame e baldi giovanotti, come molti sapete questa
fanciulla non ha potuto compiere il suo debutto un anno addietro a
causa di un lutto doloroso, perciò accogliamo fra noi miss
Isabella Swan...-
Le dame ed i gentiluomini accompagnarono l'entrata di Isabella con un
applauso educato, e quando ella fu al centro della sala e fece un
bell'inchino sentì una bellissima melodia avvolgere la sala
illuminata da numerosissimi candelabri.
Quando fu nuovamente in posizione eretta vide avvicinarsi a lei gente
che non vedeva da anni, e le persone che prima avevano formato uno
spazio vuoto al centro, adesso si sparpagliavano nuovamente per tutta
la sala.
Mentre la confusione l'avvolgeva e gente di cui in quell'istante non
riconosceva i volti le parlava, le tentava di allungare il collo per
scoprire quale fosse la fonte di tale melodia.
Dopo un paio di conversazioni educate finalmente vide in lontananza un
bellissimo pianoforte a coda.
Un giovane che le dava le spalle faceva scorrere le dita velocemente
sui tasti d'avorio.
Isabella era come ipnotizzata dalla bravura del pianista che stava a
circa cinque metri da lei, ma dopo un paio di minuti la composizione
terminò ed il giova che l'aveva incantata con la sua bravura
si
voltò per raggiungere alcune persone vicino il pianoforte.
Era il viso più bello che avesse mai visto.
In quell'istante le lodi riguardanti la fanciullezza del padre furono
come dimenticate.
Il suo corpo ardeva.
Ardeva di un qualcosa finora a lei sconosciuto. Sentiva che il suo
corpo bramava quel giovane, quei capelli ramati, quegli occhi color oro
e quella pelle così singolarmente diafana.
Incapace di muovere un passo rimase con gli occhi fissi sul giovane, ed
egli, quasi come se avesse percepito gli occhi della fanciulla su di
lui, si voltò rivolgendole un sorriso sghembo, catturando la
vista della fanciulla in uno sguardo magnetico.
Isabella si sentiva morire e sapeva malgrado la sua volontà,
di essere sua.
Non riusciva come poteva essere caduta così facilmente, lei
che
possedeva un'ingegno superiore rispetto alle altre fanciulle.
Quello che provava in quell'istante la spiazzava poichè era
del
tutto irrazionale, e tutto ciò che non è mediato
da
ragione per ella rimaneva un mistero.
-Isabella quanto tempo!- esclamò una voce maschile
riportando la fanciulla alla festa.
Isabella distolse lo sguardo da quella meraviglia della natura per
rivolgerlo al suo interlocutore.
-Oh Micheal buonasera!- disse facendo un inchino e rivolgendogli un
sorriso garbato.
-E' passato davvero molto tempo da quando strigliavo il vostro pony e
vi accompagnavo nelle nostre avventure boscaiole! Vi ricordate?-
Micheal Newton era un giovanotto di bell'aspetto che Isabella aveva
frequentato un anno in cui la sua famiglia era stata invitata dai
Newton nella loro residenza di campagna per passare l'estate.
-Certo che mi ricordo Micheal! E' impossibile per me dimenticare quanto
ci dilettavamo nel fare dispetti alle mie sorelle che erano ancora
fanciulle!-
-Eravate proprio un maschiaccio, non lo dimenticherò mai. Ma
ora... siete un' incanto.- disse con una vena di imbarazzo, e
prese la mano candida della fanciulla e la baciò
delicatamente.
Isabella sorrise e ringraziò il giovane mentre aveva
cominciato a ricercare il giovane pianista con lo sguardo.
-Vedo che vi siete incontrati!- esclamò miss Jessica seguita
da
miss Angela, con quella che Isabella colse come una vena di
malignità che si era accentuata dal modo in cui miss Jessica
osservava sir Micheal.
-Era davvero tanto tempo che non vedevo Micheal!- disse educatamente,
mentre Micheal sorrise rapito.
- Oh Micheal mi perdonerete se vi rubo la dolce Isabella per qualche
istante no?-
-No, certamente miss Jessica.- rispose Micheal leggermente turbato,
mentre miss Jessica tirò a se Isabella con un'insolita
fretta.
-Dunque avete visto qualcuno che stimoli il vostro interesse?- chiese
curiosa la donzella al suo fianco.
Isabella si morse il labbro, sapeva che non era un'azione che si
addiceva ad una fanciulla educata, ma l'imbarazzo la stava divorando e
il suo viso assunse istantaneamente un colorito che si avvicinava
moltissimo ad i tendaggi vermigli alle loro spalle.
-Lo sapevo! Dovete parlare, avanti!- esclamo, seguita da un risolino
eccitato di Miss Angela.
-Vi era un giovane che suonava il pianoforte prima, aveva capelli
ramati e gli occhi color dell'oro e...-
-Oh cara Isabella!- esclamò miss Angela sgomenta.
-Cosa vi succede? Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese arrossendo
nuovamente.
-Isabella costui di cui parlate è Edward Cullen-
spiegò miss Jessica
- è il figlio più giovane del dottor Carlisle
Cullen e sua moglie Esme- continuò miss Angela.
-e... come dire è la ragione principale per cui la maggior
parte
delle fanciulle a Wallingford arriva impura al matrimonio.- concluse
miss Jessica.
-E' decisamente una creatura che non appartiene a questo pianeta, ma
non è di certo affidabile come futuro marito. Non potete
sperare
di sposarlo.-
-E' l'unico dei Cullen che non è ancora accasato nostante la
sua
agghiacciante bellezza, e sua madre Esme Cullen se ne dispera ogni
giorno.- disse miss Angela.
-Pare abbia un debole per le vergini, vi prego Isabella di stare
attenta.- la intimò miss Jessica.
-Certamente, grazie amiche mie delle informazioni. Ma è
così strano per me potere immaginare che una creatura
così discola si trovi in un tale corpo da angelo.-
- Comprendiamo pienamente Isabella.- risposero le sue amiche.
Da lì a poco ebbero inizio le danze ed il giovane Newton fu
il primo a chiedere un ballo ad Isabella.
La serata procedeva bene e Mrs Swan era contentissima che quasi tutti
gli scapoli più ricercati avevano ballato con Isabella, di
certo
avrebbe avuto di che vantarsi con le sue amiche al prossimo
thè.
Isabella si era molto divertita durante le danze, ed era certamente
lusingata dal fatto che diversi giovanotti l'avessero invitata a
ballare, ma era come se avesse una voragine nel petto quando pensava
che quel giovane non
l'avesse invitata.
Ciò
è un bene, si
diceva, poichè le sue amiche l'avevano avvertita sulla
natura
del giovane, ma ella non poteva fare a meno di ripensare a quelle
fattezze regali.
-Perdonatemi Eric- disse facendo un'inchino - ho bisogno d'un
pò d'aria.-
Il giovane la imitò inchinandosi e la salutò con
un baciamano.
Ella prese con le mani la gonna pesante e si diresse verso la terrazza
che dava sulla tenuta del Sindaco.
Con piacere notò che essa era vuota e si appoggiò
alla
ringhiera di marmo assaporando il leggero venticello e lo spettacolo
che le stelle regalavano quella notte.
Chiuse gli occhi rimanendo ad ascoltare il silenzio di quel luogo,
finchè un rumore di passi alle sue spalle la fece sussultare.
- Mi dispiace di avervi spaventata.- disse una voce melodica e
maledettamente sensuale, mentre il rumore di passi le era sempre
più vicino.
Isabella si voltò e sentì quasi il cuore
scoppiarle dal petto appena vide dinanzi a lei il giovane Edward Cullen.
In un attimo si accorse che il giudizio che aveva concepito la prima
volta che l'aveva visto non gli aveva reso giustizia.
Era di certo ancor più bello se osservato da più
vicino.
-Permettetemi di presentarmi, il mio nome è Edward Cullen,
sono il figlio del dottor Cullen, il direttore dell'ospedale di
Wallingford.- disse con una tale affabilità che fece tremare
Isabella.
-Il mio nome è Isabella Swan- disse con un inchino sperando
di non tradire il suo autocontrollo - mi hanno parlato molto di voi
signor Cullen.- disse mentre entrambi ritornarono alla ringhiera che
dava sulla vasta tenuta.
-Tutte malignità suppongo.- disse mostrandole di nuovo
quello stesso sorriso che le aveva dedicato nella sala.
-Come fate a saperlo?-
-Mia cara Isabella, non è così difficile per me
decifrare i pensieri delle dame e dei gentiluomini di questa
cittadina... Anche se vi sarei davvero grato se poteste rendermi
partecipe dei suoi pensieri in questo momento...-
- Signor Cullen, non vi sembra un pò impudente chiedere i
pensieri più intimi di una donzella?- disse rendendosi conto
di aver cominciato a fare la civetta con il signor Cullen.
-Vi prego, chiamatemi per nome. Non ritengo che io sia in ogni modo
superiore a voi, quindi esigo che voi mi chiamiate per nome...-
-D'accordo Edward.- disse facendo un inchino di riconoscenza.
-Ad ogni modo... Ritengo che domandarvi dei vostri pensieri sia un
chiaro gesto di interesse piuttosto che una dimostrazione di poca
educazione.-
- Se proprio insistete mio signore... Stavo pensando a cosa la gente
potrebbe pensare se mi vedesse qui con voi.- disse curvando leggermente
le labbra in un garbato sorriso.
Edward le si fece più vicino tanto che Isabella senti quasi
le sue fragili gambe cedersi.
Il viso del giovane era a pochi centimetri dal suo e le labbra di
costui si allargarono presto in quel sorriso che tanto le piaceva.
-Potranno solo pensare che si sta intrattenendo con il giovane
più affascinante della sera.-
- Mio caro Edward non sapevo disponeste di tale modestia.- disse
Isabella indagando quel suo sguardo che la penetrava.
Edward rise, piacevolmente sorpreso dall'ironia della fanciulla.
- Non potrei definirmi in altro modo dal momento che ho catturato
l'attenzione della fanciulla più bella della serata.-
-Cosa vi fa pensare che abbiate davvero catturato la mia attenzione?
Non vi viene in mente che potrei essere rimasta qui solo per
pietà?-
disse Isabella mentre in cuor suo sapeva che in quel momento avrebbe
risposto di si ad ogni proposta del giovane.
-Se provate pietà per me vi prego di mettere immediatamente
fine al vostro tormento.- disse Edward deciso a rispondere con la
stessa arma.
Ma Isabella non sapeva cosa rispondere, era rimasta completamente
ipnotizzata da tale bellezza.
- Il vostro collo...- sussurrò senza toglierle gli occhi di
dosso.
-Vi è qualcosa di sbagliato nel mio collo?- chiese la
fanciulla trovando sempre più difficile respirare
regolarmente.
-Non immaginate quanto sia invitante...- disse con voce suadente,
tracciando linee irregolari sul collo della fanciulla con un dito, che
lasciava una scia di fuoco sulla sua pelle.
-Signore io..- cominciò confusa dalle emozioni provocate da
quel tocco, ma in quell'istante varco la soglia della terrazza
Renèe Swan con aria affaccendata.
-Isabella, oh..ehm..- si bloccò non appena vide
l'identità del giovane che era in compagnia della figlia.
-Madre.- disse Isabella confusa ed imbarazzata distogliendo lo sguardo
dal giovane.
- Mrs Swan è un piacere rivedervi.- disse Edward con
un'inchino.
La signora Swan fece anch'ella un inchino e disse: - Anche per me
signorino Cullen. E' con sommo dispiacere che devo richiamare Isabella
per un altro giro di conoscenze, spero di non arrecarvi un dispiacere.-
-Non vi preoccupate Mrs Swan.- disse e prese la mano di Isabella
baciandola.
-E' stata una delizia fare la vostra conoscenza.- disse e con un
inchino lasciò la terrazza.
- Oh mia dolce figliuola! Speravo che le vostre amiche vi avessero
informato della condotta del signor Cullen...-
-L'hanno fatto infatti madre.- rispose Isabella.
-Oh mia cara, perchè allora vi intrattenevate con costui?-
-E' stato il signor Cullen ad approcciarmi. Ritenevo fosse un gesto
sgarbato il rifiutare la sua conoscenza.-
-Oh ma certo certo.. Ma state attenta. E promettetemi che non parlerete
più con questo giovanotto poco affidabile.-
Con somma amarezza Isabella fu costretta a rispondere:
-Ve lo prometto madre.-
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 : Passeggiata al lago ***
Diario C3
Salveeee!
Bene ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto l'ff ai preferiti (
già 66!!), ma soprattutto ringrazio coloro che commentano
sempre!
Vorrei rispondere a chi ha espresso qualche perplessità sul
registro.. Hai ragione scusate, ma la rilettura della mitica Jane ha
portato consiglio e mi sono corretta. Fra fratelli o amici si da del
tu, e naturalmente le ragazze danno del voi agli uomini.
Un bacio, spero vi piaccia il nuovo capitolo!
21 giugno 1801 pomeriggio.
-Emmett non ti sto
prendendo in giro...quella fanciulla aveva l'odore più buono
che avessi mai odorato in cento anni.-
-Edward hai trovato la tua cantante non è che è
poi nulla
di così eclatante. Faremo in modo di informare Carlisle
dell'accaduto e vedremo quali saranno le precauzioni necessarie.- disse
Emmett Cullen mentre suo fratello faceva avanti e indietro in vistosa
agitazione.
Non si riusciva a capire chi dei due gentiluomini fosse più
colto dall'agitazione, da un canto il signor Edward sconvolto
dall'accaduto della sera precedente e, dall'altro, il signor Emmett
Cullen che presentava non poca preoccupazione per il fratello.
Emmett Cullen era colui che i signori Cullen presentavano in genere
alla società come il primogenito date le sue fattezze, e
nonostante Edward fosse di gran lunga più "anziano", Emmett
si
comportava realmente come il figlio primogenito prendendosi cura dei
fratelli più "giovani".
E per ritornare ora all'argomento principale, il signor Emmett era
fortemente provato da ciò che era successo al fratello.
Il sangue della propria cantante è quello più
dolce che
vi è per un vampiro e ciò può portare
quest'ultimo
a compiere atti che l'opinione pubblica potrebbe considerare scellerati.
- No Emmett, imploro la tua ragione. Se Carlisle venisse a sapere
ciò non mi permetterebbe di avvicinare più la
signorina
Swan. Potrebbe anche incominciare a parlare di trasferimento!-
-Edward ragiona... Non ritengo che sia davvero saggio rimanere intorno
alla signorina Swan, potresti mettere la sua vita in pericolo!-
In quell'istante fece la sua leggiadra entrata colei che era presentata
come l'unica figlia del dottor Cullen, Alice.
-Signori posso chiedervi il permesso di disturbarvi?-
-Certamente Alice non ti preoccupare..- disse velocemente Edward
sperando di chiudere definitivamente il discorso con il fratello
maggiore che lo guardò bieco.
- Penso che vogliate essere informato del contenuto della mia ultima
visione, che vi riguarda personalmente.- disse la graziosa fanciulla
mostrando un sorriso colmo di malizia.
-Prego Alice, parlaci della catastrofe di cui il nostro caro fratello
minore sarà sicuramente l'autore.-
- Vi ho visto mordere la figlia di Mr Swan, il padrone della piccola
tenuta appena fuori città. Vi ho visto osservarla tutta la
sera
ieri al ballo, c'è qualcosa che dovrei sapere? Spero di non
dovere riconoscere che abbiate molto meno giudizio di quanto mi
aspettassi...-
- Il mio giudizio è quello di sempre se questa è
la
vostra preoccupazione, Alice.- rispose con vistosa freddezza
evidenziata dal cambiamento di registro.
- La signorina Swan è la sua Cantante.- informò
prontamente Emmett.
-Cosa??-
- Emmett!! Confidavo nella vostra più discreta segretezza!-
disse con astio inorgogliendosi.
-L'ho fatto solo per il tuo bene Edward, avevo tentato di persuaderti
che questa faccenda potrebbe costituire un enorme problema.. E stai
tranquillo che Rosalie sarà della mia stessa opinione e..-
-NO! Frenate la vostra lingua! E' già tanto che abbiate reso
Alice partecipe della mia confidenza! Ora voi due dovrete promettermi
di non rivelare questo ad anima viva! So bene che Rosalie non sarebbe
d'accordo! Ogni cosa che possa in qual modo compromettere la nostra
immagine nella società è tosto condannata!-
-Ma Edward non puoi semplicemente rinunciare al progetto?- chiese
Emmett esasperato dall'irresponsabilità del fratello.
-Voi non capite... Io DEVO AVERLA.- disse in tono risoluto.
Era un qualcosa che lo divorava da dentro e non riusciva a distogliere
tale idea.
-Edward, se voi ne siete innamorato è tutta un'altra storia,
sarò felice di incoraggiarvi a quel punto..-
- Alice sai bene che il mio cuore è fermo in ogni senso. Non
so
spiegare con precisione cosa sia ciò che mi spinge ad agire
in
sidetta maniera, ma sento che questa costituirà la
più
grande sfida della mia esistenza, d'altronde non è solo il
suo
sangue a tentarmi..- disse ridendo fra sè e sè
compiaciuto.
- E di certo la più graziosa dama di Wallingford al momento,
dispone davvero di grazia e di buon gusto.- approvò
raggiante
Alice, speranzosa che questa faccenda potesse significare realmente
qualcosa di più di quanto suo fratello diceva, e si sarebbe
adoperata per rendere ciò possibile.
- Certamente ed inoltre anche ciò che nasconde sotto quegli
abiti di buon gusto è di mio gradimento.- disse compiaciuto.
-L'avete spiata?- chiese la sorella portanto una mano alla bocca per lo
stupore per l'azione priva di riguardo del fratello.
- L'ho osservata dalla finestra mentre si svestiva... è
deliziosa.-
Una risata roca si sprigionò dal petto di Emmett, si
avvicinò al fratello e gli diede una pacca che avrebbe
normalmente distrutto la colonna vertebrale di qualunque essere umano.
- Bene fratello ma fai attenzione, davvero non voglio subire una sonora
sgridata dalla mia dolce consorte!-
-Farò del mio meglio.-
-Per cominciare suggerisco che dovreste passeggiare sulla riva del lago
domani in mattinata..- disse e con un risolino frivolo
abbandonò
la stanza.
22 giugno 1801 mattina.
Tutto era pronto.
Il calesse la aspettava fuori la porta e le sue amiche erano
probabilmente già al lago.
Contemplò la sua immagine per l'ultima volta nello specchio
e si aggiustò il cappellino nuovo.
Era la prima uscita come fanciulla della società per
Isabella,
ed ella quasi non riusciva a contenere la propria emozione.
Dinanzi il calesse la aspettava immobile il signorino Newton che si era
offerto di accompagnarla a passeggiare con miss Stanley e miss Weber.
Era punto sicura che la passeggiata sarebbe stava davvero di suo
gradimento.
- Miss Swan permettetemi di dirvi che vi trovo assolutamente
incantevole.- disse con un baciamano.
Micheal era davvero un giovanotto simpatico, e Isabella si trovava
davvero a suo agio in sua compagnia, ma non vi era quella scintilla che
cambia radicalmente il rapporto fra un uomo e una donna.
Certamente sapeva che coi tempi che correvano il matrimonio era
soprattutto una manovra di tipo economica, ma lei continuava a sperare
in un matrimonio vantaggioso che potesse avere una base di sentimento e
reciproco rispetto.
Allo stesso modo se la passione amorosa non la avrebbe coinvolta, il
signorino Newton era un'ottima scelta, ma non si sentiva ancora pronta
ad incoraggiare la vistosa inclinazione del giovane.
-Voi mi lusingate Micheal.- disse salendo sul calesse regalandogli un
sorriso cordiale.
- Credetemi sto solo ai fatti.- disse lui ricambiando il sorriso.
-E' meglio che andiamo le nostre amiche ci staranno aspettando.- disse
e il calesse partì all'istante.
*
-Finalmente! Siamo qui ad
aspettarvi da mezz'ora!- esclamò miss Jessica lanciando uno
sguardo al signorino Newton.
-Mi dispiace mie care signore! Dovete incolpare solo me del ritardo, se
non le avessi offerto un passaggio, sono sicuro che la vostra amica
sarebbe già arrivata.- replicò Micheal.
-Oh Isabella!- disse con entusiasmo miss Angela separandola da Micheal
e prendendola sotto braccio.
-Non immagini quale lieta notizia!-
-Oh su! Non tenermi sulle spine!- replicò con entusiasmo
Isabella.
-La mia cara madre è venuta a conoscenza che
verrà a soggiornare qua in città per sei mesi il
nipote del Colonnello Crawford. E' un giovane della nostra
età di modi affabili e di cospicue sostanze! Mi ha anche
detto che il suo nome è Benjamin Cheney, non lo trovate un
nome incantevole?-
-E certo un nome che ricorda molto il nuovo mondo. E quando avremo modo
di incontrare questo giovane?-
- Sono sicura che al prossimo ballo il colonnello lo
presenterà ufficialmente, solo che non si ha una data
precisa. Se passerà molto tempo dalla prossima occasione, il
babbo ha promesso di andare a fare visita al colonnello per
presentarsi. Sono raggiante!-
-Sono contenta per te Angela. Meriti tutto l'amore che un uomo possa
dare. Il tuo animo non è malizioso o frivolo come quello di
molte fanciulle della nostra età.-
-Oh Isabella! Sono così contenta di poter condividere con te
questi momenti!- disse abbracciandola e nel movimento il lieve
venticello aiutò a far volare il cappello ad Isabella verso
la riva del lago appena dietro una grande quercia.
-O vi prego Miss Swan, le prendo io il cappello!- si offrì
prontamente Micheal, ma Isabella declinò l'offerta.
Aveva a noia chi cercava di rendersi bello agli occhi di una dama anche
con azioni insulse che rasentavano una smielata gentilezza.
A passo svelto raggiunse la riva del lago e guardò alle
spalle della quercia senza fortuna. Eppure era sicura che il cappello
fosse andato in quella direzione!
- Cercavate forse questo?- disse una voce calda e di una melodia
sconvolgente.
Isabella levò lo sguardo e vide dinanzi a se con il braccio
teso il giovane Edward Cullen, nella mano stringeva delicatamente il
suo cappello candido.
-G-grazie..- bisbigliò colta da un improvviso imbarazzo che
le arrossò prontamente le gote, ma fu pronta a riprendersi
il cappello ed a ricomporsi.
- E' davvero un piacere rivedervi miss Swan.- disse facendosi talmente
vicino che Isabella poteva contare il numero delle sue folte ciglia.
- Il piacere è tutto mio signor Cullen, la ringrazio per
avere recuperato il mio cappello.- disse e fece per andarsene, ma una
mano ghiacciate le afferrò gentilmente il polso sinistro,
riportandola faccia a faccia con Edward.
- Non andate via così presto.- replicò implorante
guardandola profondamente negli occhi.
- Non erano solo voci da frivole fanciulle..- disse lei dopo aver
distolto lo sguardo - anche mia madre ha voluto avvertirmi sul suo
conto Edward.- disse pronunciando con enfasi e amarezza il suo nome che
reputava bellissimo.
- E così non vi fidate di me.- disse lasciando andare il suo
polso ma non distogliendo per nulla quel suo sguardo intenso.
-Come potrei?-
- Eppure lo sento... il linguaggio del vostro corpo la pensa
diversamente. Riesco a percepire la vostra attrazione per me.- disse
sfiorandole il mento con le dita affusolate.
Isabella sussultò.
- Se davvero mi conosceste, sapreste che affido tutto al mio
intelletto. Non sono una di quelle frivole fanciulle che hanno spesso
riscaldato il vostro letto.-
- Lo so benissimo Isabella - disse - E così mi
proporrò di conoscervi meglio.- concluse, e con deliziosa sfacciataggine
avvicinò il suo volto sempre di più a quello di
lei intenzionato a porre fine a quella breve distanza.
Isabella rimase immobile, incapace di agire in qualsiasi modo.
Sapeva delle scellerate conseguenze della sua passiva accettazione a
quello che stava per accadere!
Ma che labbra! E quanto le aveva sognate quel suo subconscio
scellerato! Quanto aveva desiderato assaggiarle!
In fondo un assaggio non avrebbe fatto del male a nessuno, no?
-Isabella!- disse una voce allarmata - Vi stavo cerc...- disse e si
bloccò all'istante appena giunto in loco.
-Micheal!- disse lei allontanandosi da Edward.
-Non so se conoscete Edward Cullen, ha avuto una tale cortesia da
recuperare il mio cappello.-
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Capitolo 4 *** Capitolo 4: La visione ***
Capitolo 4
Eccomi
di nuovo qui! Voglio ringraziare i matti che hanno inserito
questa fic fra i preferiti che sono diventati 84 O_O e poi naturalmente
coloro che hanno commentato!
Per riassumere le mie risposte alle recensioni farò un
discorso unico!
Sono contenta che vi piaccia il mio stile, voglio davvero rendere
giustizia a Stephenie Meyer e a Jane Austen che mi ha ispirato.
Poi per quanto riguarda Edward... ho deciso di renderlo così
accattivante per rendere movimentata la storia, vi confesso che un
Edward badboy mi piace moltissimo!
E riguardo a Micheal X°D .... Beh se lo odiate già
da adesso non oso immaginare in futuro!
Concludo ora sempre ringraziandovi e lasciandovi al nuovo capito
benchè sia uno di transizione, spero davvero di poter
postare più velocemente questa settimana.
Un bacio, Irene.
Capitolo
4 : La visione
22 giugno 1801 pomeriggio.
C'era
solo una cosa per cui Miss Alice Hale nutriva una fervida adorazione
oltre al suo consorte vampiro Jasper Hale, e questo era l'organizzare
feste.
Si dilettava nel scegliere gli addobbi e guidare i servitori in ogni
mossa.
Purtroppo questa sua passione non era facilmente adempibile dal momento
che la famiglia Cullen manteneva una certa riservatezza.
Eppure quando quel pomeriggio il signorino Edward Cullen
varcò la soglia della stanza personale della sorella, aveva
richieste precise.
- Alice ho da farti una richiesta.-
- Ditemi.- replicò raggiante sperando si trattasse di
Isabella.
-Gradirei se potessi farmi il favore di organizzare una festa da ballo
nella nostra dimora per questo fine settimana. Ho già
chiesto il
permesso a Carlisle ed ha accettato. Ha riconosciuto che dopo tutto una
famiglia di cospicue sostanze come la nostra debba dare un ballo prima
o poi.-
- Oh caro fratello!- esclamò con troppo entusiasmo
gettandogli le braccia al collo.
- Sarà tutto perfetto ve lo prometto!!-
- Ritengo che non ci sia persona più affidabile di te,
Alice.-
disse in modo affabile alludendo alla sua speciale abilità.
- Può tornare utile di tant..-
E proprio mentre parlavano del suo potere, esso ebbe effetto ed Edward
vide con gli occhi di Alice tale previsione.
In principio non era molto chiara.
Una stoffa porpora decorata da rifiniture nere ondeggiava per il vento
ed il movimento del soggetto che la indossava.
Delle spalle candide scoperte e qualche boccolo bruno che ricadeva
dolcemente su di esse. Era Isabella.
Edward curvò la sua bocca in un sorriso, e la visione
continuò.
Le mani delicate di quella figura erano avvolte da guanti neri di sera,
ed in una mano ella stringeva qualcosa... era... l'asta di..di una
maschera.
-Festa in maschera, ma certo è brillante! Ed adesso so come
sarà vestita la mia dama!- disse compiaciuto Edward
-Che idea sublime!- inneggiava miss Alice - Faremo il ballo in tema
Carnevale Italiano e assumeremo dei saltimbanchi e dei giocolieri!- era
decisamente raggiante.
-Rose!! Rose!!- chiamò a gran voce non riuscendo a contenere
l'entusiasmo.
-Cosa succede Alice?- chiese
forse la fanciulla più bella del mondo arrivando
tempestivamente in quella stanza.
Scosse la sua chioma dorata e
guardò di sbieco il cognato.
-Mia cara Rosalie, ti ricordo
che leggo nel pensiero...- disse egli sorridendo con malizia.
-
Oh ma certo che lo ricordo Edward... E di sicuro avrete pure capito che
ciò non mi impedisce di pensare quello che voglio della
vostra
condotta!-
-Oh
per favore! Smettetela di litigare! Rose, non v'è alcun
motivo
di rimproverare Edward oggi...- intervenne la piccola elfa.
- Ah.. Davvero?- disse la dama
dalla chioma dorata quasi presa in contropiede - Continua..-
-
Edward ha convinto Carlisle a dare un ballo qui a Cullen Mansion!!!-
disse tentando di reprimere l'eccitazione con sforzi vani.
-Oh Mio Dio!!!! Davvero??-
disse colma di entusiasmo anche miss Rosalie. - Ma come avete fatto a
convincerlo?-
-Diciamo che ho usato una delle
tue teorie sul mantenere una certa immagine in società..-
concluse suadente.
-Ottimo!! Quindi ora Rose sei
la mia vice nell'organizzazione dell'evento!- la informò
miss Hale.
Edward decise che ora era tempo di lasciare le donne ad i loro diletti.
Ciò che mancava adesso era solo un adeguato travestimento.
*
25
giugno 1801 mattino.
Era
una mattinata piuttosto tranquilla, e la signorina Isabella aveva
deciso che si sarebbe dedicata ad un vecchio e caro diletto, la lettura.
I giorni passati erano stati fitti di impegni mondani: passeggiate
lungo gli eleganti parchi della città, i thè a
casa di
questa o di quella famiglia, ed Isabella faceva ancora fatica tenere il
ritmo.
Così approfittando dell'assenza di alcun invito, decise di
rifugiarsi nel cantuccio tanto amato da lei e il padre, ovvero la loro
ricca biblioteca.
Già sentiva la mancanza degli interi pomeriggi passati in
quel posto con il padre a leggere e commentare gli scritti che si
trovavano fra le mani.
Poco prima di entrare in società si erano dedicati agli
autori italiani e latini, ma quella mattina volle tornare leggere
ciò che le era più familiare.
Lesse per circa un'oretta, quando sia lei che il padre sentirono il
rumore della massiccia porta di legno che si apriva lentamente, per
lasciare spazio ed uno dei servi della loro tenuta.
- La signora Alice Hale di Cullen Mansion.- annunciò e con
un inchino uscì dalla stanza.
-E' per voi padre?- chiese Isabella spaesata mentre cercava lo sguardo
tranquillo del signor Swan.
- Ne dubito mia diletta. Sono sicuro che è per te.- sorrise
sotto i baffoni mogano.
In quel preciso istante la leggiadra figura di Alice Hale
varcò la soglia e fece un inchino, ed Isabella ancora un
pò confusa posò il libriccino al suo fianco e si
alzò in piedi per ripetere l'inchino.
- Signor Swan, Signorina Swan. Perdonate il mio arrivo senza alcun
preavviso, ma ho preso la decisione mentre mi trovavo da queste parti.
Non avevo ancora avuto il piacere di conoscere la signorina Swan,
così ho deciso di recarmi qui.... Ma forse vi sto
disturbando, perdonatemi davvero!- disse con una voce così
melodiosa che portò ad Isabella in mente l'immagine che
aveva con tutte le sue forze tentato di cacciar via dalla sua testa.
-No! Non preoccupatevi, siete la benvenuta!- disse Isabella ancora a
disagio di fronte ad una figura di tale bellezza.
-Bene!- replicò sorridente - Ditemi, cosa stavate leggendo?-
Isabella arrossì e rispose balbettante - I sonetti di
Shakespeare.-
- Ne preferite qualcuno in particolare?-
- Beh.. penso che il 116 sia il più bello in assoluto.. Voi
ne avete qualcuno in riguardo?-
- Oh.. Siete una fanciulla romantica... Beh se proprio devo essere
sincera, io preferisco le tragedie ai sonetti. Mio fratello
è più un tipo da poesie.- disse stimulando la
curiosità di Isabella di sapere a quale dei due fratelli si
riferisse.
-Oh penso di essere di troppo ormai..- intervenne il signor Swan - tra
un pò comincerete a parlare dei giovanotti della contea ed
io sarò davvero di troppo..-
-Oh no, padre..- replicò Isabella - non vi muovete, saremo
noi a lasciare la stanza se la signora Hale non ha niente in contrario.-
-Oh Certamente..- annuì miss Alice, ed insieme ad Isabella
andò a fare una passeggiata per il boschetto della tenuta.
-In realtà Isabella v'è un altro motivo della mia
visita..- cominciò Alice dopo qualche passo silenzioso.
Isabella rimase intontita, una parte di lei aveva paura che
ciò che Alice stava per dirle fosse riferito al fratello,
dall'altra parte però un desiderio bramoso gioiva nello
sperare che avesse chiesto alla sorella di lei.
- Sono giunta qui anche perchè vorrei invitarti al ballo di
Sabato che stiamo organizzando a Cullen Mansion. E' davvero un grande
evento, perchè mio padre non ama particolarmente i balli e
non ci ha mai permesso di organizzarne uno.-
-Oh..- esclamò Isabella inizialmente delusa, ma poi
recuperò l'entusiasmo - Dovrò chiedere a mia
madre ed al mio caro padre, ma penso di poter esserci! Mi hanno tutti
parlato benissimo dell'architettura della vostra dimora!-
- Non per innalzare ciò che mi appartiene, ma non vi hanno
riferito male, mia madre ha un gusto incomparabile! Oh e non vi
preoccupate, inviterò anche le vostre due amiche per tenervi
compagnia!-
-Vi ringrazio siete gentilissima!-
-Ma adesso andiamo alla parte importante... Sarà un ballo in
maschera, il tema è il Carnevale italiano! Sarà
molto divertente vedere se i gentiluomini saranno capaci di
riconoscerci! Non dovete dire assolutamente a nessuno, a parte le
vostre amiche se volete, cosa indosserete!-
- Certamente! Farò del mio meglio con l'abito!-
replicò sorridente Isabella.
-Oh Isabella! Sono sicura che presto diverremo grandi amiche! Non avete
idea di quanto ciò mi renda felice!- disse sinceramente
Alice che in quell'istante aveva dimenticato il fratello ma aveva
parlato per la reale simpatia che nutriva per quella fanciulla.
-Rende felice anche me! Sono davvero contenta della vostra visita!-
rispose cordialmente.
-Tuttavia è ora giunto il tempo di andare, un ballo non si
organizza da solo!- disse e dopo avere salutato lei ed i suoi genitori
salì sulla sfarzosa carrozza.
Isabella tornò insieme alla madre nella biblioteca pensando
a che dolce fanciulla fosse la sorella di Edward.
L'aveva subito messa a suo agio e sembrava davvero capirla, forse
meglio delle sue due amiche di infanzia, era molto strano.
-Che cara ragazza..- commentò la signora Swan osservando la
carrozza che partiva attraverso la finestra.
-Madre, pensavo che non avesse a genio la famiglia Cullen.- le
ricordò prontamente la figlia.
-Oh, ma cara non ho mai detto ciò. Ti ho solo raccomandato
di stare lontana dal minore dei Cullen, tutti gli altri sono dei
ragazzi adorabili, per non parlare del dottor Cullen, un uomo davvero
affascinante. Se il maggiore, Emmett, non fosse già sposato
ti avrei raccomandato di sfoderare le tue abilità femminili
su di lui. Ma il signorino Edward... No Isabella, sarà pure
bello ma è il ramo malato un albero molto molto bello.-
concluse con fierezza Renee.
Isabella fu molto provata del fatto che sua madre considerasse Edward
come un ramo malato, perchè ella era ancora combattuta dalle
sensazioni che quel giovane le procurava anche solo sfiorando la sua
pelle.
Era convita di potere leggere molta tacita solitudine dietro quei
bellissimi occhi color oro che aveva in comune con gli altri membri
della sua famiglia.
- Se devo dirvi il mio parere Renee io non trovo il più
giovane dei Cullen così insipido. Anzi se devo dirvi la
verità penso sia il più intelligente e colui che
di più può essere assomigliato al dottore.
Certamente ha dei modi diciamo... libertini, ed io non lo consiglierei
mai di certo alla mia figlia preferita, ma è giusto dire le
cose come stanno.- disse Charles Swan.
Isabella sorrise fra se, mentre i genitori continuavano a punzecchiarsi.
Sapeva ora dunque cosa il caro padre pensava del giovane. Come aveva
immaginato neanche lui aveva un qualche desiderio di poterlo
riconoscere come genero, ma almeno sapeva di non essere l'unica ad aver
notato il suo acume e la sua intelligenza.
Ancora una volta la sua mente ed il suo cuore erano tornati a
dibattersi come avevano fatto nelle notti passate, Isabella era sicura
che la sua ragione avrebbe avuto come sempre la meglio, ciò
d'altronde era la miglior cosa.
Ma non aveva idea di dove il suo cuore l'avrebbe portata.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 : Il ballo in maschera ***
Credo di aver
risolto l'arcano, scusate per questi pochi minuti di disagio, ora
godetevi il capitolo!
DS 5
«Il
ballo in maschera»
Ogni centimetro del suo corpo
vibrava, tanto che la domestica non riusciva ad infilarle l'ultimo
guanto.
"Siete nervosa stasera?" chiese
amorevolmente notando l'evidente insicurezza.
"No,
cioè... non lo so Samantha...sono confusa... non dovrei
neanche
essere nervosa per questa serata, non dovrei!"
"Non
vi preoccupata mia signora, siete magnifica. Qualunque sia il giovane
che tentate di accalappiare sarà vostro!"
"No!!
Cosa dite Samantha!!" disse scattando in piedi,
presa alla
sprovvista dall'eccessivo intuito della domestica.
"Oh Isabella..." disse prendendole il viso
roseo fra le mani grossolane
e rovinate da lavori manuali "Sono la vostra domestica da
dodici
anni... credete davvero di potermi nascondere qualcosa?"
Isabella rimase in silenzio per qualche secondo rendendosi conto del
suo comportamento sconsiderato, meno male che si lamentava delle
fanciulle sciocche della sua cittadina!
"Mi devi scusare Samantha non
era mia intenzione.. Va bene... nutro una
certa ammirazione per qualcuno ma non voglio parlarne va bene?"
"Certo signorina..." disse obbediente e prese fra
le mani una tiara di
brillanti "Ecco questo e il tocco finale." e la pose sulla sua
testa sorridente.
"Siete favolosa!" disse mentre Isabella si
avviava finalmente verso la
porta. "Oh ma non dimenticate la vostra
maschera!" le ricordò e
dopo averla ringraziata Isabella salì sulla carrozza.
"Isabella, magnifico vestito!" replicò con tono
ammiccante miss Jessica.
Avevano deciso di incontrarsi e raggiungere la tenuta dei Cullen fuori
città in una sola carrozza.
"Ti ringrazio Jessica, anche il
tuo vestito e quello di Angela sono notevoli." le rispose sorridendo
educatamente.
"So che il cavillo di questa
serata è appunto non
riconoscere le identità dei partecipanti, ma... ecco.. mi
piacerebbe comunque conoscere il signor Cheney.." disse mentre
il resto della frase veniva stroncato dal suo rossore in volto.
"Angela, mi meraviglio di te! Ne
parlate come se ne fosse già innamorata!" disse Isabella con stupore.
"Oh Isabella, lo so... Ma non so
non riuscite ad immaginarvi in
quelle situazioni in cui non conoscete nulla del giovane ma sentite da
qualche parte che è la persona giusta per voi? Come un colpo
di
fulmine? Credete sia possibile?"
Le parole di miss Angela diedero da pensare ad Isabella che
ripercorreva con la mente tutti gli avvenimenti che l'avevano portata a
sviluppare quella sorta di ossessione per il signorino Cullen. In fondo
non conosceva molto di lui, no? In fondo tutto ciò su cui
era
stata informata era frutto di voci riferite... Chi poteva dire davvero
come Edward fosse fatto dentro? Nessuno.
In quel preciso istante incominciò a rendersi conto di
quanto
poco la gente intorno a lei conoscesse davvero la famiglia del dottor
Cullen, era singolare, fin troppo singolare come fosse riuscita a
tenersi fuori dai pettegolezzi per così tanto tempo.
" Oh per cortesia!
Angela cara, l'amore a prima vista non esiste
perchè l'amore eterno non esiste! L'amore è un
fascino
momentaneo che lascia spazio alla passione al desiderio, devi cogliere
l'attimo e non soffermarti sui sentimenti.."
" Jessica, io non penso
di trovarmi completamente d'accordo con la tua supposizione."
"Mia cara... tu leggi troppi
romanzi, guardate me! Ho diciotto
anni e so bene come dilettarmi con gli uomini senza bisogno di alcun
legame.."
"Devi stare attenta a questa tua
condotta!" la interruppe
miss Angela "se continui ad agire
così sconsideratamente
la città comincerà a parlarne! E finirai come il
più giovane dei Cullen."
" A me piace godere
dell'attenzione degli uomini, tutto qui.
Cullen ha solo interesse carnale per noi donne, mi sembra che ci sia
della differenza."
Mentre Isabella assistiva a
tale conversazione in silenzio, il
cocchiere richiamò la loro attenzione annunciando che erano
arrivate.
Isabella respirò profondamente, e dopo aver stretto
saldamente
il manico della sua maschera scese per prima dalla carrozza.
L'edificio che vide davanti ai suoi occhi era mastodontico, ma non
risultava una di quelle costruzioni esagerate e pacchiane,
bensì
nelle sue enormi dimensioni conservava un'eleganza irriproducibile.
Isabella aspettò le sue amiche e varcarono la soglia
principale della magione.
L'enorme salotto di Cullen Mansion era decorato da addobbi e luci che
richiamavano la sfera dei colori caldi, ed Isabella fu contenta di
avere scelto il rosso come colore per l'abito, che tralaltro si sposava
bene con il suo carnato candido.
Già la stanza era popolata da diverse figure tutte
mascherate, che danzavano circondate da giocolieri e saltinbanchi.
Tutt'ad un tratto le luci si fecero ancora più soffuse, e
una
delicata sonata per pianoforte avvolse la stanza rallentando il ritmo
delle danze.
Isabella sentì il cuore quasi uscirle dal petto e la
circolazione del sangue impazzire.
Sapeva che non vi erano altre dita che si muovevano così
elegantemente e così dolcemente sui tasti di un piano come
quelle di Edward Cullen.
" Ragazze io vi
abbandono, vado a ballare questo valzer lento
con qualcuno.." disse miss Jessica mostrando
l'occhiolino anche
dietro la maschera.
La musica pian piano andava sfumando lasciando più spazio
all'orchestra che al pianoforte, mentre Isabella vagava con lo sguardo
nella sala alla ricerca di un piano, una figura alta ed asciutta si
avvicinò alle due dame.
Con grande stupore, il giovane che indossava una maschera nera, parve
neanche accorgersi di Isabella, e si avvicinò senza indugio
verso miss Angela.
"Volete farmi l'onore di questo
ballo?" chiese con voce garbata.
Miss Angela esitò, era nella sua natura tenere a cuore
l'amica
che sarebbe rimasta da sola, ma Isabella le fece un sorriso
incoraggiante, ed Angela non fece più aspettare il giovane
misterioso.
Non appena miss Angela fu via con il giovane, Isabella
incominciò a vagare per il salone cercando di non dare
troppo
nell'occhio, rimanendo poi delusa dal fatto che il piano era scomparso
dalla sinfonia.
Vagava senza meta regalando sorrisi e cercando di fuggire il
più
possibile dalle attenzioni della popolazione maschile presente nella
sala.
Ma mentre posava lo sguardo sugli antri della sala a lei sconosciuti
non fu tanto fortunata come sperava: una mano fredda e possente si era
poggiata sul suo fianco sinistro, ed ora la attirava a se.
Isabella rimase piuttosto indispettita dalla mancanza di buone maniere
del giovane che l'aveva fatta sua con la forza.
Ma fu solo quando egli prese in modo deciso la mano destra di Isabella,
che ella trovò davanti a se un paio d'occhi ambrati che
neanche
quella maschera bianca a metà volto poteva celare.
"Volete farmi l'onore di questo
ballo?" aggiunse con un
sorriso ed Isabella capì che si trattava più di
una beffa
che di una reale richiesta.
Sapeva benissimo che ella non gli avrebbe mai potuto negare la
richiesta.
" Passerò
sopra la vostra mancanza di buone maniere per
questa volta..." accennò senza mai
fissare lo sguardo sul
volto divertito del partner.
La danza proseguì a oltranza, Edward sembrava avere scelto
la melodia più lunga per l'occasione.
Isabella si sentiva tremendamente in imbarazzo poichè egli
non
staccava mai gli occhi bramosi dalla sua figura, ed ella si sentiva
tremendamente stupida nel carpire le emozioni dettate dalla vicinanza.
"Avete riconosciuto qualcuno
nella stanza?" le
sussurrò all'orecchio avvicinandosi mandandola quasi
letteralmente in tilt.
Isabella in un primo momento balbettò ma decise di
proseguire senza mostrare alcuna debolezza.
" Ho riconosciuto voi,
Edward. Ed io so che voi avete riconosciuto me."
" E non chiamate forse
questo destino?" disse in tutta
tranquillità mostrando un sorriso sghembo che fece
sussultare il
suo cuore.
Ma Isabella non era certo intenzionata a cedere alle presunzioni del
giovane.
" Potrebbe anche
trattarsi di pura coincidenza."
" Oh mia bella
Isabella, questo lo escludo. Voi mi avete
riconosciuto, e pure non avere rifiutato di danzare. Non riuscite a
starmi lontana... Nevvero?"
Le ultime frasi del giovane avevano messa Isabella in crisi, ma cosa le
stava succedendo? Poichè si trovava fra le braccia
di un
giovane che le era stato prontamente negato, e per giunta ora rimaneva
lì davanti lasciando che lui continuasse a corteggiarla, per
lo
più con buone possibilità di riuscita?
Si sentiva in colpa per aver rinnegato la promessa che aveva fatto alla
madre, ma ancor di più le doleva il cuore pensando di aver
promesso al padre di mantenere ancor la sua tenera fanciullezza, e
tutto ciò che al momento vi era nella mente di Isabella, era
tutto fuorchè fanciullesco.
" Non dovrei stare qui
a danzare con voi..." ammise in tutta
sincerità.
"Non dovete fare qualcosa se non
la desiderate." replicò lui
cercando di trarla in inganno.
Ma certo che lo desiderava, altrimenti non sarebbe rimasta di certo fra
le braccia del giovane, ma il dovere, l'onore, il pregiudizio,
contavano di più dell'amore ed il desiderio, era stata
educata
così.
" Perdonatemi..." bisbigliò, e
fuggì via dalla dolce morsa di Edward.
Sapeva che se si fosse voltata per indugiare ancora una volta sul suo
viso non avrebbe potuto resistere alla tentazione di lasciarsi
completamente andare fra le sue braccia, così
continuò a
passi veloci e decisi, a farsi strada fra la folla che si dilettava
nelle danze.
Raggiunse la scalinata, e senza tener conto degli sguardi confusi che
l'avevano seguita, salì per le scale e scomparve
all'oscurità dell'apice.
" Isabella!" la chiamò Edward
cercando di
identificare le tracce del suo odore che si erano mischiate con l'odore
dei partecipanti all'evento.
E' salita su per le
scale.
Una voce più chiara e distinta delle altre gli era
saltata
in testa, sua sorella Alice aveva dovuto avere una visione.
Si è
rifugiata nella prima stanza degli ospiti a destra, sta piangendo.
Decise che avrebbe ringraziato sua sorella in pubblico, in
modo
tale che lei prevedesse la sua gratitudine e senza alcun indugio
raggiunse anch'egli l'apice della scalinata in marmo.
La stanza era completamente buia, ed Isabella non aveva sinceramente
pensato ad osservarne il contenuto, voleva soltanto un posto dove
riflettere ed osservare la luna che diffondeva il pallore nel cielo e
sul suo viso rigato da lacrime.
Quelle erano venute da sole ed incontrollate, come una reazione
spontanea alla sua situazione di impotenza nei confronti delle sue
stesse emozioni.
Ma un rumore di passi la destò dai suoi singulti e non
potè fare a meno di voltarsi.
La figura che le era parsa di vedere sulla soglia si era dissolta
nell'oscurità della stanza e un paio di secondi dopo si
trovava
proprio di fronte a lei.
" Ma cos.."
"" Sssh..." disse Edward imponendo
l'indice destro sulle sue labbra rosse.
Poi la sua mano risalì sulle gote per asciugare le lacrime
con il pollice.
Entrambe le mani che la accarezzavano erano terribilmente ghiacciate, e
non nostante Isabella riuscisse chiaramente a percepirlo, su di lei
avevano l'effetto esattamente contrario.
" Vi prego, non
torturatemi." lo implorò non
riuscendo più a controllare quella vicinanza.
"Non durerà a lungo..." la rassicurò lui
dolcemente, avvicinando il viso al suo.
Isabella non riusciva a collegare il senso delle sue parole con le sue
azioni, ma fu troppo tardi per formulare una teoria concreta,
perchè le labbra rosee di lui si erano poggiate su quelle di
lei.
Di sicuro il suo cervello non sarebbe mai riuscito a catalogare la
dolcezza di quella prima esperienza.
Era sempre così quando si riceveva un bacio?
Isabella non credette potessero esistere emozioni più belle
di
quelle, ma dovette ricredersi un attimo dopo quando le labbra di lui
avevano incominciato una strana danza sulle sue massaggiandole.
Isabella si lasciò trasportare, fidandosi ciecamente.
Sentiva le mani di lui carezzarle dolcemente la nuca, quasi tenesse fra
le mani qualcosa di fragilissimo, e quando involontariamente dischiuse
le labbra, il bacio si fece più intenso passando dalla
dolcezza
al desiderio.
Le loro lingue si incontrarono dapprima indugiando, ma poi presero una
danza tutta loro incapaci di separarsi.
Isabella sentiva il bisogno fisico di toccarlo, così
lasciò andare la maschera che stringeva nella mano e la pose
senza indugio sul collo di lui passando le sue dita fra i suoi capelli.
Edward abbandonò momentaneamente quelle labbra
così delizione e scese giù per il collo.
Tutto ciò che Isabella provava in quell'istante
così
singolare per la sua esperienza di diciassettenne si tradusse in un
lieve sospiro di piacere.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 : La poesia ***
diario c6
«La
poesia»
" Isabella!! Vi stavo
cercando!" la voce di miss Angela la ridestò dal suo stato
di trance.
" Oh, ehm dimmi Angela.." disse portandosi una mano alla fronte, quasi
nella speranza che questa smettesse di girare vorticosamente.
La sua acconciatura era ormai scompigliata e le sue labbra erano
leggermente gonfie ed arrossate.
" Ma cosa vi è capitato? Dove è finita la vostra
maschera?" chiese miss Angela notando lo stato della sua cara amica,
rendendosi conto che non era proprio il caso di parlare di ragazzi in
quel momento.
" Ho.. solo... Vorrei tornare a casa, temo che la mia salute non sia
delle migliori..." balbettò sperando che l'amica non ponesse
altre domande.
"Certamente, vado a cercare Jessica... Incontriamoci alla carrozza."
" Davvero Angela, sono desolata... Se fossimo venute in carrozze
separate non vi avrei di certo disturbato..."
"Oh per favore non dite
stupidaggini... a cosa servono le amiche se no?"
Isabella
sorrise sinceramente all'amica e si diresse verso la carrozza
all'esterno dell'enorme dimora, mentre miss Angelà
andò
in direzione opposta per cercare l'amica.
In cima all'enorme scalinata,
non visibile nell'oscurità, Edward osservava Isabella che
lasciava la festa.
Teneva fra le mani la sua
maschera, e non aveva idea di cosa avrebbe fatto ora che ella era in
procinto di andarsene.
Odiava
come Isabella Swan lo faceva sentire. Ma continuava a convincersi che
non appenna l'avesse fatta sua, tutto ciò sarebbe cessato.
Lasciala andare Edward, non
rincorrerla. Dalle tempo.
A
volte si stupiva di quanto intuitiva fosse sua sorella, è
vero
che prevedeva il futuro, ma a volte Edward finiva col chiedersi se non
fosse pure lei capace di leggere nella mente.
E
seguendo le istruzioni della sorella si limitò ad osservare
la
carrozza che partiva e a trotto lasciava la tenuta della sua famiglia,
ma a quel punto anche per Edward la festa era finita.
*
"Isabella, cosa ti succede? Sono due giorni che quasi non parli, non mi
hai neanche raccontato di come è andato il ballo alla casa
dei
Cullen, deve essere stato un evento!"
" Madre, era solo un ballo." rispose freddamente Isabella tentando di
evitare l'argomento.
" E' successo qualcosa di brutto? Qualcuno vi ha offesa?"
Ecco. La domanda fatidica della madre era arrivata, perchè
non
solo Isabella aveva già trasgredito i dettami della madre,
ora
era pure costretta a mentirle, alla delinquenza non vi era mai fine.
" No madre, non mi ha offesa nessuno."
In fondo questa non era una menzogna, ma Isabella si sarebbe rifiutata
di scendere nei particolari.
D'altra parte cosa avrebbe potuto dire alla madre? Che era stata la
serata migliore della sua vita? Che finalmente tutto quello che aveva
letto e riletto in quelle opere che decantavano sentimenti ed emozioni
che le erano sconosciute, avevano finalmente un senso?
No di certo. Come poteva confessare alla madre che aveva infranto la
promessa che le aveva fatto? Di sicuro le avrebbe spezzato il cuore.
Per non parlare del padre, sapere che la sua bambina aveva provato tali
sensazioni, aveva avuto certi pensieri... Il solo ricordo le faceva
arrossare il viso.
Ma la cosa peggiore era il dubbio che l'attanagliava, se Edward Cullen
fosse davvero la persona di cui tutti parlavano, se davvero dopo averla
sedotta l'avrebbe lasciata nella miseria del suo dolore.
Perchè in amore doveva essere tutto così
difficile?
Si sentiva come Giulietta, guidata dall'impeto di un sentimento fisico
e spirituale che era impedito dalle raccomandazioni dei genitori. Ma,
nonostante il loro amore fosse grande, forse il più grande
di tutti, non facevano una bella fine.
E di certo non avrebbe mai voluto per nulla al mondo vedere suo padre
Charles nei panni del signor Capuleti alla fine della tragedia.
No, ormai aveva deciso. Sarebbe stata più furba di Giulietta.
Avrebbe represso ogni stupido sentimento fuori luogo prima che
ciò fosse stato irrecuperabile.
Oh... al solo pensiero di rivederlo.. ad Isabella girava vorticosamente
la testa come la sera prima.
Doveva in ogni caso pensare a darsi del contegno ogni qual volta si
fosse trovata con lui, facendo tutto il possibile per non rimanerci
sola. Gli appuntamenti in società sarebbero stati tanti, e
la famiglia Cullen non ne mancava nessuno, soprattutto quelli serali.
" Dolce Isabella, se c'è qualcosa che ti turba puoi davvero
confidarti, tua madre di ascolterà senza alcun indugio!"
"Vi ringrazio madre, ma davvero... Non avete da preoccuparvi, penso...
penso di volere andare in città a comprare qualche nuovo
libro... Che ne dite posso andare da sola?"
" Penso che sei grande abbastanza adesso." le rispose la madre
accarezzandola amorevolmente " Ti faccio preparare il calesse.. Tu
metti il vestito da giorno biano con il cappellino coordinato."
Isabella rise. Era incredibile come sua madre riuscisse a sfruttare
qualsiasi avvenimento come metodo di risalto nella società.
" Ma madre! Sto solo andando a comprare un libro!"
" Oh... ma dovrai comunque passeggiare, ed una signorina in
età da marito deve essere sempre e comunque impeccabile.
Vediamo... di a Samantha di intrecciarti i capelli, toglierà
ogni velata supposizione di presunzione."
"Va bene madre." disse Isabella ancora ridendo, e salendo le scale
eseguì le direttive materne.
*
La giornata non era delle
migliori, ma di certo non era affatto male per gli standard del piccolo
borgho di Wallingford, che aveva come caratterizzazione la sua perenne
coltre di nuvole e pioggia.
Isabella si godeva il dolce venticello che le accarezzava il viso, e
con la mano destra si torturava il ciuffo della sua treccia bruna,
mentre davanti i suoi occhi il paesaggio era stato sostituito dai
ricordi della sera prima.
Era certa che non avrebbe parlato a nessuno dell'accaduto, sarebbe solo
servito a riaprire quella voragine che stava tentando disperatamente di
colmare.
" Buon giorno miss Swan! E' tanto che non la si vede!" il vecchio mr
Lucas che possedeva la piccola libreria aveva sempre avuto in simpatia
la giovane fanciulla che aveva passato anche mattinate intere fra i
suoi scaffali.
" Oh signor Lucas lo so! Mi sono mancati i vostri scaffali! Ma sapete
con la situazione del mio defunto nonno, abbiamo avuto diversi impegni
inderogabili..."
" Vi faccio ancora le mie condoglianze."
" Vi ringrazio di cuore." rispose lei con un sorriso " Sono venuta
perchè ho voglia di qualcosa di nuovo, penso di avere fatto
il pieno di Shakespeare!"
Il signor Lucas ridacchiò.
" Non ho mai conosciuto una fanciulla così giovane come lei
che sia riuscita a leggere tutte le opere del Bardo in così
tenera età! Comunque ho degli articoli arrivati da poco...
Pare che la letteratura stia subendo un grosso cambiamento! Guardate
nell'ultimo scaffale a destra."
" Grazie infinite." rispose educatamente, e si avviò dove il
gentile rivenditore le aveva indicato.
Isabella raggiunse lo scaffale dei nuovi arrivi e si tolse un guanto
bianco per potere avere una più ferma presa sulle copertine
dei testi.
Li osservava rapita, ma nessuno attirava particolarmente la sua
attenzione.
Ma mentre osservava i titoli disposti sullo scaffale torturandosi il
labbro inferiore, una mano passò sopra la sua testa per
prendere un libro sullo scaffale più alto.
" Penso dovreste provare questo. "
Isabella si sentì morire.
Era troppo, troppo presto!
Il suo cuore aveva incominciato a galoppare furiosamente al solo udire
il suono della sua voce, e credette di essere in procinto di avere un
infarto quando, voltandosi, ritrovò davanti a se il viso di
lui in tutta la sua bellezza disarmante.
" Pensavo aveste capito." disse fredda restituendogli il libro.
Doveva provarci, doveva fargli capire che non le interessava anche se
non era vero.
Scappò via da quel corridoio, ma Edward la raggiunse.
" Cosa avrei dovuto capire? Isabella, quello che è successo
ieri sera..."
"Vi prego." lo interruppe bruscamente " Non parlate più di
ieri sera. E' un capitolo chiuso. Non mi cercate più vi
prego."
" Ma Isabella come potete soffocare così un sentimento!"
disse mentre era ancora alle sue spalle che la seguiva.
A quelle sue parole Isabella si voltò a guardarlo per la
prima volta negli occhi e respir profondamente quasi fosse in procinto
di fare uno sforzo sovrumano.
" Adesso basta. Ve ne prego." disse con voce ferma e appena ebbe
terminando scappò via tentando di batterlo sul tempo, ma
fece cadere una colonna di libri, e fu costretta a chinarsi per
raccoglierli.
Edward la fissò china e frettolosa, consapevole che aveva
troppa paura di ciò che provava, e anche se non ne aveva
bisogno fece anche lui un bel respiro.
"Non sia mai ch'io
ponga impedimenti all'unione di anime fedeli;
Amore non
è amore
se muta
quando scopre un mutamento
o tende a
svanire quando l'altro s'allontana. "
Isabella si immobilizzò all'istante, non riusciva a credere
a ciò che udiva.
Si voltò per guardarlo ed egli continuò nella sua
recitazione.
"Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la
distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
"
E'...è... il sonetto centosedici..." bisbiglio ancora
esterefatta.
Non aveva mai sentito in vita sua qualcuno recitare così
bene il suo sonetto preferito.
Per un istante si guardarono negli occhi, e Isabella rimase stupita
delle sensazioni che non avevano a che fare con la fisicità
che la stavano prendendo.
Stupita come, i suoi sentimenti, erano rimasti impavidi in piedi
nonostante la sua determinatezza.
Edward si avvicinò ad ella e sistemò i libri
rimasti, la aiutò a rialzarsi, e poi a tono normale disse:
" Amore non muta in
poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno del giudizio."
Isabella fissò la sua mano ancora stretta in quella diafana
di lui. Forse, per oggi avrebbe dato una possibilità a quel
sentimento che continuava a crescere dentro di lei.
*
" Credetemi Isabella, comprendo che ciò che è
accaduto ieri sera vi ha confuso."
Erano seduti in riva al lago nel parco vicino sotto la grande quercia,
Edward le teneva ancora la mano.
Isabella non aveva ancora detto una singola parola, era troppo occupata
a fare accurate analisi nella sua mente.
" So quello che dicono sul mio conto, e sapevo che voi eravate diversa,
sentivo che non avreste ceduto al pregiudizio come le altre. Ieri sera
è stata la prova del nostro reciproco interesse, ma
comprendo che per voi è necessario fare una migliore
conoscenza, e anche se di norma sono un tipo impulsivo, vi giuro che
sono disposto a scendere a tale compromesso, anch'io voglio sapere
tutto di voi."
Isabella sollevò lo sguardo dal paesaggio circostante e lo
posò sul viso del giovane.
"Non sapevo vi piacesse la poesia." sussurrò arrossendo.
" E' una delle mie passioni segrete. " disse sfoderando uno dei suoi
sorrisi più belli.
" Componete?"
" Oh no. Mi piacerebbe, ma la mia creatività si traduce solo
sui tasti di un pianoforte. La poesia è un qualcosa di
grandioso come tutte le arti, ho conosciuto diversi poeti in erba
davvero talentuosi."
" Deve essere stato un colloquio interessante? Ha conosciuto un nuovo
Bardo?"
" Uno di loro mi ha davvero colpito. Abbiamo stabilito un buon
rapporto, a lui piace la mia musica, a me i suoi componimenti."
" E' qualcuno che potrei conoscere?"
" Temo di no. Si sa che gli editori sono una specie dalla difficile
presa, ma lui mi ha spedito il manoscritto ed è sublime."
" Oh, mi piacerebbe moltissimo potere leggere qualche poesia, se voi ne
parlate così bene."
Edward sorrise di nuovo, e prese con la sua mano ad accarezzare
dolcemente il viso della fanciulla.
"Ella
avanza radiosa, come la notte
Di climi tersi e di cieli stellati;
Tutto il meglio del buio e del fulgore
S'incontra nel suo sguardo e nei suoi occhi
"
Isabella era rapita mentre egli recitava quel componimento non come un
qualcosa imparto alla lettera, ma come una dichiarazione che adesso
stava decantando solo per lei.
" Così
addolciti da quella luce tenera
Che allo starzo del giorno nega il cielo.
Un'ombra
in più, un raggio in meno, avrebbero
Guastato
in parte la grazia senza nome
Che
ondeggia sulla sua treccia corvina"
Continuò con un sorriso, accarezzandole in quel momento i
capelli intrecciati.
Ad Isabella fu contagiato il sorriso.
" O
dolcemente la illumina in volto,
Dove pensieri limpidi e soavi
Pura svelano e preziosa la dimora.
Su quella
guancia, sopra quella fronte, " disse accarezzando le parti
del viso di lei citate.
" Così
dolci, serene ma eloquenti,
I
sorrisi avvincenti, i colori accesi
Parlano
di giorni volti al bene,
Di
un animo che qui con tutto è in pace,"
Appena raggiunto il momento di recitare l'ultimo verso, fece un lungo,
profondo respiro
" Di
un cuore che ama innocente ! "
" E' magnifica..." sussurrò Isabella ricolma di emozioni.
Non sapeva se le piacessero di più le parole di quei versi
oppure il modo esclusivo in cui Edward le aveva recitate solo per lei.
" Dovete prestarmi il manoscritto quando potete."
Edward le prese il mento tra il pollice e l'indice e la
guardò intensamente.
"Allora cosa ne pensate? Proviamo a conoscerci un pò meglio."
Isabella rimase ferma, ponendo Edward in trepidazione.
Come avrebbe voluto poterle leggere nella mente!
Ma anche questo era ciò che la rendeva speciale,
così maledettamente imprevedibile!
Preso completamente alla sprovvista forse per la prima volta nella sua
esistenza, Edward senti le labbra calde e mormide di Isabella sulle sue.
Ma dopo qualche secondo quel bacio così casto e
così incredibile finì, ed Isabella si
alzò in piedi.
" Devo proprio andare, è davvero tardi... Spero di vedervi
presto Edward." disse sorridendo e se ne andò lasciando
Edward in balia, di tante, troppe emozioni.
*
"Isabella! Finalmente sei di
ritorno!"
Mrs Swan aveva quasi aggredito con il suo entusiasmo la figlia che
aveva appena varcato la soglia con uno strano sorriso in volto.
" Ditemi forza! Cosa è successo?" Isabella era
sicura che nulla avrebbe potuto guastare il suo umore in quell'istante.
" E' appena arrivata una lettera dal signor Newton!"
" E cosa dice?" chiese fingendo interesse per il bene della madre.
" Ci invitano alla loro residenza estiva per qualche giorno di
villeggiatura!! Oh sarà grandioso!! Lo sapevo che il
signorino Newton nutriva un certo interesse, l'invito non potrebbe
avere altra spiegazione, ma tu corri a prepararti, su! Partiamo subito
domani mattina!!"
Si era sbagliata, forse c'era qualcosa che poteva guastare il suo
umore...
"Partiamo domani?"
NdA:
Salve grazie a tutti coloro che la seguono e commentano,
prima di tutto vorrei ringraziare i grandi Shakespeare e Byron che mi
hanno ispirato questo capitolo, e naturalmente sempre alla Austen (chi
infatti l'ha letto noterà che c'è qualcosa di
"Ragione e Sentimento").
Cmq ci tenevo a precisare che so che Byron non pubblicò
nulla fino al 1806 e nella mia FF siamo nel 1801, ma volevo inserire la
mia poesia preferita comunque, quindi perdonate questa anacronia!
Un bacio e alla prossima!
Irene
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 : Il destino è destino ***
Diario C7
«Il
destino è destino»
Tutto era andato molto molto velocemente.
Isabella non aveva neanche avuto voce in capitolo su quella questione,
ed ora tutta Casa Swan si stava mobilitando per la partenza che sarebbe
avvenuta da un momento all'altro.
" Ehi dolce Bella...qualcosa non va?" disse suo padre passandole
accanto, chiamandola con il soprannome che le dava da bambina.
" Niente padre... davvero.. E' solo che mi sarebbe piaciuto avere un
pò più di preavviso, ecco tutto. Avevo.. avevo
programmato di passare del tempo con Angela e Jessica.." disse
inventando la prima scusa che le veniva in mente.
Di certo non avrebbe potuto dire a suo padre che non l'aggradava
particolarmente l'idea di partire poichè voleva passare del
tempo con il suo ammiratore, che... rimanga fra noi... non avrebbe
neanche dovuto vedere.
" Fai uno sforzo per tua madre, Bella... è così
estatica.
Sono sicuro che potrai vedere le tue amiche fra qualche giorno.."
" Lo so padre, lo so... Avevo solo uno sfogo di nervi... Sono desolata
per il mio comportamento.."
Appena tutto fu pronto la loro carrozza e quella dei servitori con i
bagagli partirono.
La signora Swan non fece altro che decantare la gentilezza dei Newton
per tutto il tragitto.
" Avanti Isabella, vedrai che ti divertirai! Mi ricordo quando eravate
bambini vi divertivate un mondo tu e Micheal nella loro tenuta.."
" Sono sicura che mi divertirò madre.." disse con un tono
che
non rispecchiava punto le sue parole, ma aveva deciso di assecondare le
voglie materne.
"Oh guarda siamo arrivati!" disse la madre con un sibilo eccitato,
facendo sussultare il padre che si era addormentato durante il tragitto.
Ad Isabella scappò un sorriso.
La casa era proprio come se la ricordava, aveva dei bei ricordi in
quella tenuta.
Il cani rincorsero la carrozza annunciando il loro arrivo.
Isabella si sporse dalla finestra e vide Micheal in compagnia di un
paio di servi che la salutava sorridendo, ma fu una carrozza posta
nello spiazzo di pietriccio che attirò la sua attenzione.
" Quella carrozza ha un non so che di familiare.." bisbigliò
quasi fosse un pensiero detto ad alta voce.
" E' davvero una bella carrozza, te lo detto cara Isabella, i Newton
stanno davvero bene, e Micheal è il primogenito
erediterà
tutto!"
" No madre.. Non è dei Newton quella carrozza, ne sono
sicura.
Ma mi sembra di averla già vista da qualche altra parte.."
"Può darsi che abbiano altri ospiti, non dobbiamo certo
gloriarci di avere l'esclusiva dopo tutto..." disse petulante poco
prima di scendere dalla carrozza.
Il signorino Micheal si accostò alla carrozza e
aiutò sia la signora Swan che Isabella a scendere dalla
carrozza.
"Oh Micheal... che gentiluomo... quanto sono felice che tu e la mia
Isabella vi frequentiate di nuovo!" disse la signora Swan con un
pò troppo entusiasmo, facendo arrossire Micheal.
" Il piacere è tutto mio, credetemi." disse guardando
timidamente Isabella " Ma vi prego, non rimanete qui. I miei genitori
vi stanno aspettando dentro, i nostri servi aiuteranno i vostri a
sistemarvi nell'area adibita agli ospiti."
" Oh ma che ragazzo educato! " disse mentre si avviò dentro
la
bella casa con il marito lasciando Isabella sola con Micheal
Fra i due regnava un silenzio imbarazzante, Micheal era fin troppo
impacciato per poter proferire parola, così Isabella decise
che
era necessario inserire un argomento di conversazione.
"Avete altri ospiti, Micheal?" disse guardando la carrozza assai
familiare.
" Oh si, mio padre ha invitato il dottor Cullen e la sua famiglia, non
ve l'ho scritto?" disse con imbarazzo facendo finta che quella svista
fosse del tutto casuale.
" No, non me lo avevate detto. " si limitò a rispondere
Isabella
mentre con lo sguardo vagava per la campagna attorno a loro.
Edward era lì! Il suo cuore si era colmato di gioia, tutte
le sue preghiere erano state esaudite.
Sorrise al pensiero che forse il loro era proprio "destino" come aveva
detto lui una volta.
" Il dottore e la sua signora sono dentro casa con i miei
genitori, mentre i figli sono andati a fare un giro a cavallo per la
tenuta." disse e Isabella pensò che non era stato molto
educato
non aspettarla, e mentre si avviavano dentro casa per salutare i
signori Newton e Cullen, Micheal continuò nel suo monologo.
" ... Il più giovane dei Cullen e la brunetta volevano
rimanere
ad aspettarvi, ma li ho intimati ad andare, in fondo non si dava per
certa l'ora del vostro arrivo."
" Sono molto felice di rivedere Alice." replicò Isabella con
una
lieve acidità, un pò indispettita dal fatto che
Micheal
tendesse ad omettere dei particolari che per ella erano fondamentali.
Micheal le mostrò la strada per il grazioso salotto appena
entrarono in casa.
Le pareti avevano delle deliziose decorazioni verdine all'apice, e
Isabella le osservava con ammirazione, ma la sua attenzione fu
completamente monopolizzata dalla giovane, anzi giovanissima coppia di
consorti davanti a lei : la loro bellezza era straziante, Isabella
capì che non potevano essere altro che i genitori di Edward.
"Signori Newton." fece con un inchino " Signori Cullen." disse con la
voce quasi tremante ripetendo l'inchino.
"Signorina Swan." disse la voce terribilmente seducente del dottor
Cullen, che prese la sua mano e la baciò educatamente.
"Isabella!" disse sua moglie al fianco, mentre Isabella tentava ancora
di riprendersi.
" E' davvero un piacere conoscervi! Alice ci ha parlato moltissimo di
voi!" disse con un tono estremamente amorevole.
La famiglia di Edward acquistava ancora più punti.
"Cara," si intromise il dottor Cullen " Penso che nauseato sia il
termine adatto." fece una pausa e poi disse " Nel senso buono
ovviamente." aggiunse con un sorriso disarmante.
" Siamo davvero contenti che nostra figlia sia in ottimi rapporti con
la vostra. Alice è davvero deliziosa." si intromise sua
madre.
" ... come siamo molto contenti che frequenti il vostro Micheal
Dianne." aggiunse rivolgendosi alla signora Newton.
" Cosa vi va di fare Isabella?" chiese la signora Newton con un sorriso.
"Beh.. Non mi dispiacerebbe una passeggiata a cavallo se devo essere
sincera..." disse tentando di fare apparire la richiesta puramente
casuale.
" Oh Isabella.." intervenne la signora Swan " ..l'ultima volta siete
caduta.."
" Ma madre.. non mi sono fatta granchè male, non ricordate?"
disse implorante, ella doveva
andare a cavallo!
" Avanti Renee..." si intromise suo padre " Sono sicura che non le
succederà niente sono sicuro che non le succederà
niente se Micheal
è con lei
" disse con un tono di beffa riferito alla moglie " e poi, abbiamo qui
anche un medico, non vedo di che abbiamo di preoccuparci!"
Isabella sorrise, era incredibilmente grata al padre!
Dunque, dopo essersi congedati dagli adulti, Micheal la condusse nelle
stalle ed Isabella scelse un bellissimo stallone nero come la pece.
Appena anche Micheal fu saldo in sella si avviarono a trotto verso la
valle, il tempo non era dei migliori, ma ciò non poteva
assolutamente rovinare l'umore di Isabella.
" Che ne dite di raggiungere gli altri ospiti? " chiese ad un certo
punto, rompendo il silenzio.
" Non so dove fossero diretti, Isabella. Speriamo di incontrarli."
replicò continuando imperterrito per la sua direzione.
Stettero una buona mezz'oretta a cavalcare a ritmo lento, facendo una
mera conversazione che era principalmente basata sull'esaltazione del
paesaggio che era se non altro piuttosto gradevole, poi il rumore di
alcuni zoccoli a galoppo li ridestò dalla conversazione
morta.
" Siete arrivata!" disse una voce in tono raggiante.
Isabella si voltò distendendo la sua bocca in un ampio
sorriso.
"Edward, che piacere vedervi!" il tono era decisamente più
vivo
di quello che aveva utilizzato per la conversazione con Micheal.
Edward avanzava verso di loro a cavallo del suo bianco destriero, ed
Isabella sorrise nell'immaginarlo nei panni del principe azzurro.
Venne loro vicino con il cavallo e sembrò neanche accorgersi
di Micheal,
"E' stata davvero una bella notizia sapervi qui con noi! In occasione,
vi ho portato il manoscritto di cui vi avevo parlato..."
" Oh Edward grazie infinite! Non vedo l'ora di leggerlo!"
Micheal, in disparte, sembrava estremamente stupito da tale confidenza
fra i due, e ciò per di più non gli piaceva per
niente!
" Di che manoscritto si parla, se mi posso permettere?"
Edward lo guardò in cagnesco, aveva rotto il loro idillio.
Isabella si stupì pensando che avesse l'aria di essere in
procinto di ringhiare.
" Oh, ma certo Micheal... E' un libro di poesie di un tale compositore
amico di Edward, e vi assicuro che sono sublimi!"
"Oh" sospirò Micheal " Non mi intendo molto di poesia... in
effetti tutta la letteratura non è che mi interessi
parecchio,
preferisco il Polo."
" E' un peccato." commentò Edward seccamente, ed Isabella
soffocò una risata.
"Isabella!!" si sentì un'altra voce squillante provenire al
bosco a fianco della vallata.
Isabella si voltò nuovamente per vedere Alice che avanzava
leggiadra galoppando verso di loro.
" Che bellezza rivedervi!" disse con un sorriso magnifico.
"Anche per me Alice!" ma non fece in tempo che la sua attenzione fu
richiamata da un nuovo rumore di zoccoli.
Versò di loro avanzava un giovane bruno ed imponente che la
accoglieva con una risata calorosa.
"Isabella, è un piacere per me conoscerti!!" disse con
vigore e si voltò verso il fratello.
" Bravo fratellino, è proprio una bella ragazza!" disse con
una
fragorosa risata facendo arrossire Isabella completamente.
"Emmett!!!" gridarono all'unisono Edward e Alice, mentre il fratello
maggiore rimaneva comunque divertito.
Micheal Newton, invece sembrava tutto fuorchè divertito.
" Alice, tesoro, mi dispiace abbiamo cercato di trattenerlo!" disse
Jasper Hale arrivando a galoppo, seguito dalla gemella mrs Rosalie
Cullen.
Isabella rimase allibita dalla bellezza incredibile della consorte del
maggiore dei Cullen, mentre ella si presentava.
Non sembrava molto più grande di Edward, ed Isabella fu
sollevata che non fosse stato il minore dei Cullen a chiederla in
moglie.
Inutile dire che il resto della gita fu di gran lunga molto
più
piacevole da quando i giovani Cullen e Hale si erano aggiunti ad ella e
Micheal, e quando si fecero le cinque, tutti decisero di ritornare alla
casa perchè sicuri che la cena sarebbe stata servita da un
momento all'altro.
Isabella aveva notato che Micheal non aveva i Cullen proprio in odio,
ma il suo atteggiamento insulso era dovuto all'inclinazione sempre
più fastidiosa che ora nutriva nei suoi confronti.
La cena fu servita all'interno a causa del brutto tempo, e Isabella
dovette scoprire con delusione che era stata posta alla tavola molto
lontana da Edward.
Quando la cena terminò, in tarda serata decise di ritirarsi
a
dormire, sicura sia Micheal che i suoi genitori non avrebbero
acconsentito a vederla passare del tempo da sola con Edward.
I servitori le mostrarono la camera che avevano preparato tutta per lei
che era l'ultima in fondo al lungo corridoio dell'ala dedicata alle
stanze degli ospiti.
Isabella fu molto contenta del fatto che la sua stanza si trovasse da
tutt'altra parte rispetto a quella di Micheal.
Almeno per il resto della serata non avrebbe sentito il suo fiato sul
collo.
Appena furono dinanzi alla porta, Isabella congedò i servi e
si
accomodò nella sua stanza dove era stato tutto accuratamente
sistemato.
Osservo la sua camicia da notte piegata sul letto e le si
avvicinò sciogliendo con un gesto meccanico i capelli.
Posò il fermaglio di avorio sul comodino e sentì
uno strano rumore provenire dalla finestra.
In un secondo vide Edward accanto a lei.
" Come avete fatto ad entrare?" chiese piacevolmente sorpresa.
"Dalla finestra. " rispose con un sorriso contagioso.
" Non per... essere scortese, ma.. cosa..." balbettò prima
di essere interrotta.
"Se
con indegna mano profano questa tua santa reliquia, queste mie labbra,
piene di rossore, al pari di contriti pellegrini, son pronte a render
morbido quel tocco con un tenero bacio." disse lui
recitanto le parole di Romeo Montecchi dalla scena del ballo.
Isabella sorrise ma decise di non rispondergli.
Con entrambe le mani prese il viso freddissimo di lui e pose fine alla
distanza fra le loro labbra.
Edward pose entrambe le mani sui fianchi di lei, ed il bacio
proseguì imperterrito.
In fondo in quella fredda stanza in fondo al corridoio, chi avrebbe
potuto accorgersi di loro?
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 : La partita di Polo ***
«La
partita di Polo»
Quella mattina
Isabella si svegliò con il sorriso sulle labbra.
Purtroppo
la sera prima Edward si era dovuto congedare relativamente presto,
poichè man mano che tutti incominciavano a recarsi nelle
camere,
si sarebbero accorti della sua assenza.
Tuttavia
aveva lasciato Bella con le farfalle nello stomaco, ed era sicura che
dopo la sera prima sarebbe stato difficile contenersi sotto gli occhi
della sua famiglia e dei signori Newton, ma Edward le aveva promesso
che avrebbe fatto di tutto per ritagliare un lasso di tempo solo per
loro due e , se non fosse stato possibile sarebbe sicuramente tornato a
trovarla nella sua camera quella notte.
La sua domestica la
svegliò, e come da routine la aiutò a fare il
bagno e ad acconciare i capelli.
Aveva
notato la strana luce negli occhi della sua padrona, ma non aveva osato
chiedere. Se aveva imparato qualcosa osservando la signorina Swan, era
che se ella si sentiva perfettamente a suo agio in una situazione
gliene avrebbe sicuramente parlato.
Dunque
preferì tacere, ma accolse di buon grado tale buon umore.
Erano
le nove e mezzo del mattino e dopo la sua lunga preparazione (aveva
indossato un bellissimo abito azzurro con le decorazioni di pizzo),
Isabella chiuse la porta dietro le sue spalle e notò in
fondo al
corridoio la piccola miss Alice Hale che aspettava impaziente davanti
una porta.
"Roseeeee!
Muoviti!" strillò con voce che le ricordava quella dei
folletti delle recite di natale.
"Oh Salve Bella!"
disse addolcendo il tono quando la vide arrivare nella sua direzione.
"Buongiorno Alice"
replicò con un lieve inchino.
"
Stavo giusto aspettando mia cognata. E' un pò lenta quando
si
tratta di preparazioni... ma non voglio che si perda la partita di
Polo."
" La partita di
Polo?" chiese Isabella confusa.
Alice
ridacchiò.
" Si. Hai presente
il dialogo di ieri con Micheal? Quando ha detto di prediligere il Polo
a qualsiasi altra attività?"
Isabella
annuì sorridendo al ricordo del dialogo.
"Beh,
Edward ne ha parlato con il mio fratello maggiore Emmett, vedi egli
è diciamo... un tantino competitivo." concluse con un
risolino.
" Eccomi Alice, non
v'era bisogno di mettermi tanta fre... Oh salve signorina Swan." disse
glaciale.
Isabella
incominciò a chiedersi cosa mai avesse potuto fare per
offenderla.
"Buongiorno
Signora Cullen." replicò decidendo di non mostrare neanche
lei
confidenza, dopo tutto Isabella non era il tipo da farsi mettere i
piedi in testa.
"Bene!
Ci siamo tutte! Andiamo adesso, stanno servendo la colazione
direttamente all'aperto." intervenne Alice percependo il clima.
Quando arrivarono
in giardino Isabella sentì il cuore risalirle in gola.
Edward era
tranquillamente seduto su di una sedia in legno bianca e guardava nella
sua direzione sorridente.
Impossibile
descrivere quanto fosse bello. Neanche il Da Vinci all'apice della sua
bravura avrebbe saputo riprodurre quelle sue così divine
fattezze.
Più
che una bellezza rinascimentale, quand'ella pensava ad Edward le veniva
in mente il dio Apollo nel superbo complesso scultoreo del Bernini.
L'aveva visto di
persona durante una vacanza a Roma con la sua famiglia.
Era sicura che se
ella fosse stata la Dafne della statua avrebbe fatto di tutto tranne
che fuggire dall'abbraccio del suo
dio.
"Isabella buon
giorno." si voltò ridestata dalla voce della madre.
Che l'avesse vista
e si fosse accorta della meta del suo sguardo?
"Buongiorno madre."
disse con voce tremante.
" Presto prendete
posto! Ora Micheal giocherà a polo! Mi hanno detto che
è formidabile a tale gioco!"
"Oh
certo madre! Anche io ho sentito della sua abilità! Stavo
proprio andando a prendere posto!" disse con un falso sorriso.
In
realtà sperava di vedere anche Edward giocare,
così
avrebbe avuto una bella scusa per avere gli occhi fissi sul gioco.
"Bene bene
è tempo di fare le squadre! Oh salve Bella!" disse Emmett
Cullen con il suo vocione.
Isabella
non potè fare a meno che sorridere a causa della spontanea
simpatia del maggiore dei Cullen, e prese posto al fianco di Alice.
"Noi abbiamo
già una squadra." disse il signor Newton, indicando Micheal
e i due cugini.
"Suppongo che la
vostra squadra sia pure pronta... siete in quattro, no?"
"Oh no, in
realtà ci manca un giocatore. Pare che mio fratello Edward
preferisca passare per questa volta."
"
Forse ha troppa paura di una sana umiliazione." disse Micheal alle
spalle del padre, con una velenosità più che
palese.
"Non
direi..." disse Edward tranquillamente, mentre si alzava dalla sua
precedente postazione "...semplimente non sono in vena, e ritengo di
avere...di meglio da fare..." disse con velata ironia mentre prendeva
posto alla sinistra di Isabella.
Micheal era furioso.
"Va
bene va bene..." richiamò l'attenzione Emmett " rimandate a
dopo
i vostri dissapori, a noi manca ancora un giocatore.."
puntualizzò.
" Charles, che ne
dite di fungere da quarto giocatore?" disse il dottor Cullen
intervenendo.
"Oh Carlisle non
so... è da un pò che non gioco..."
"Avanti padre! Non
fatevi pregare! Siete un gran giocatore!" intervenne Isabella colma di
entusiamo.
" E va bene, se
pure la mia bambina insiste... Datemi un destriero e un caschetto."
replicò scherzosamente.
Isabella era
davvero contenta dell'evolversi della mattinata.
Non era davvero
sicura di ciò, ma vedere suo padre andare d'accordo con la
famiglia Cullen la rendeva raggiante.
Forse
in cuor suo sperava che ciò avrebbe contribuito a mettere in
qualche modo in buona luce agli occhi della sua famiglia Edward.
"Isabella.." quando sentì il suo nome, si voltò e
vide Micheal venirle vicino.
" Confido nel vostro tifo oggi, questa partita la dedico a voi." disse
baciandole il dorso della mano.
Isabella arrossì per l'imbarazzo della situazione.
E non perchè Micheal le aveva fatto il baciamano,
ciò era
già accaduto molte volte, ma poichè accanto a
tale scena
si trovava Edward che non sembrava tanto felice nell'osservare.
Probabilmente era tutta una lieve provocazione da parte di Micheal nei
confronti di Edward, così Isabella decise di rispondervi.
" Temo di non potere deludere il mio devoto padre, ma vi ringrazio
infinitamente per la vostra gentilezza. Vi auguro comunque di condurre
una bella partita."
Micheal sembrò deluso dalla risposta, ma Isabella era sicura
che alle sue spalle Edward stesse sorridendo.
La partita cominciò e la competitività dei
partecipanti era palpabile.
Isabella
era sinceramente felice di vedere il padre divertirsi in tale modo e
vederlo andare così d'accordo con i Cullen la faceva sentire
a
posto.
Aveva scambiato
più volte qualche commento con Edward, ma quello
che desiderava di più in quel momento era rimanere da sola
con
lui.
I loro corpi erano
tanto vicini che le sembrava davvero uno spreco il fatto che non si
sfiorassero.
Quando tutto il
pubblico capì che la partita sembrava andare per
le lunghe, Alice si voltò verso Isabella e dopo un breve
scambio
di sguardi complici con il fratello disse:
"Isabella, che ne
dite di una passeggiata con me e mia cognata? La
partita se pure interessante, sta diventando sempre più
lunga.."
"Condivido." disse
timida Isabella "Vengo volentieri a passeggiare con voi."
Così
anche se con meno entusiasmo da parte di miss Rosalie, le
tre donne si avviarono verso la strada che portava al laghetto, e circa
un quarto d'ora dopo anche il signorino Edward scomparve dalla
circolazione.
*
"Adoro mia sorella
quando ha queste trovate." le bisbigliò nell'orecchio una
volta che furono soli.
Isabella aveva
gradito parecchio quando Edward si era unito alla loro
passeggiata, ed ora Alice aveva deciso che aveva urgenza di fare una
confidenza alla cognata.
"Si, è
proprio una cara ragazza." replicò ridendo "Non so
che faccia avrebbe fatto mia madre se ci avesse visto allontanarci
insieme."
Edward
preferì non affrontare l'argomento, sapeva bene quale era
la sua reputazione, e di certo non poteva neanche biasimare
la
madre di Isabella.
Ma egli aveva
già deciso. Sarebbe stata sua.
Quando furono
giunti al lago si accomodarono sulla riva attenti a non bagnarsi, ed
Edward aveva occhi solo per lei.
"Posso farvi una
domanda indiscreta?" chiese Isabella dopo un pò di tempo
passato a guardare l'uomo in sua compagnia negli occhi.
"Isabella, voi
potete chiedermi tutto quello che desiderate..." replicò
concludendo con un sorriso mozzafiato.
"Beh ecco... Ho
notato in questi giorni che sia voi che tutta la vostra famiglia non
mangiate un granchè durante i pasti regolari.."
Isabella
percepì chiaramente l'irrigidirsi di Edward, ma fu portata a
pensare che fosse solo frutto della sua fervida immaginazione,
perchè nel giro di pochi secondi un lieve sorriso
rianimò il viso di Edward.
"Oh, l'hai
notato... Beh stiamo seguendo una dieta speciale... Tutto risale al
nostro viaggio nelle Indie, mia madre si è fatta prescrivere
questa strana dieta e vuole che noi tutti la seguiamo..."
"A volte mi
stupisce di quanto la vostra famiglia sia unita. E' davvero ammirevole."
"Mi fa piacere che
vi piaccia così tanto."
"Mi sembra
impossibile che qualcuno possa trovarli nulla fuorchè
amabili." disse sinceramente convinta delle sue parole.
Edward
soffocò una lieve risata.
" Il signorino
Newton sembra pensarla diversamente..."
Isabella si
unì alla risata.
" Il signorino
Newton è un giovane presuntuoso ed ancora piuttosto
immaturo. Non lo ricordavo così."
"I vostri genitori
devono farvi molta pressione per un matrimonio con costui... In effetti
vi è da dire che dispone di sostanze abbastanza cospicue."
" Mia madre
è colei che preme di più. Ma Edward ditemi,
è così strano che al momento tutto ciò
che voglio siete voi? Mi sento così sciocca..."
Edward si fece
più vicino a lei e le prese il viso delicato fra le mani.
" Allora siamo in
due ad esser sciocchi, perchè anche per me voi siete l'unica
cosa che desidero."
*
La partita era
giunta al termine così come la loro intimità.
Isabella sentiva crescere sempre più in lei l'attaccamento
per il giovane Cullen, e fingere per il resto della giornata non fu
affatto facile.
Dopo la cena ed un altro misterioso digiuno da parte della famiglia che
più aveva in simpatia, Isabella fu approcciata dal padre,
con il quale non aveva parlato molto negli ultimi due giorni.
Insieme si incamminarono nel vialetto attorno alla mansione, godendo
del limpido cielo stellato che gli riservava quella sera.
" Sembra che il cielo si sia schiarito... Pare che domani avremmo
finalmente una bella giornata." disse il padre dando l'incipit al loro
dialogo.
"Ne sono lieta, le belle giornate mi mettono di buon umore."
replicò ella con un'espressione serena.
"Mi pare di aver notato che hai mutato la tua mente riguardo a questi
giorni di villeggiatura.."
Isabella esitò per qualche istante poi decise di rispondere
semplicemente al padre.
" Ho dovuto ricredermi... Avevate ragione potrò vedere le
mie amiche dopo, qui mi sto egualmente divertendo."
Sir Charles Swan rise sotto i baffoni bruni, e sua figlia si chiese
cosa mai avesse da nascondere.
" Cosa è accaduto? Ho forse detto qualcosa che risulta
esilarante per voi?"
"Oh, dolce Bella, no... E' solo che ho incominciato a credere che il
vostro benestare qui sia dovuto a qualcosa di più che alle
numerose attività e i bellissimi paesaggi. Non potrebbe, se
sempre posso azzardarmi a chiedere, tutto ciò avere a che
fare con un giovanotto?" concluse con una calda risata.
"Padre! Per favore, non aggiungetevi anche voi a tale presunzione! Il
mio interesse per Micheal Newton è solo una pura fantasia
della mia cara madre!"
"Oh, ma cara Isabella... Avrò pure la mia età, ma
di certo non son cieco come vostra madre. Ho notato la simpatia reciproca
che vi è fra voi ed il signorino Cullen..."
Isabella divenne istantaneamente d'un unico colorito rossiccio.
Non aveva idea di come poteva replicare ad una così precisa
intuizione da parte del padre.
Cosa avrebbe fatto adesso? Avrebbe sicuro dovuto rinunciare ai suoi
sentimenti, perchè se il padre ne era a conoscenza, avrebbe
di sicuro fatto di tutto per separarli.
"Suvvia Isabella!" la destò suo padre dai suoi pensieri.
"Non dovete temere di nascondermelo. Vi confido che non sono parecchio
d'accordo su di una possibile unione fra voi e il signorino Newton. Mi
sembra abbastanza immaturo, e non vi vedo particolarmente bene con
costui."
Mentre Isabella lo ascoltava, egli si fece ad ella vicino e le prese le
mani fra le sue.
"Bella, posso ritenermi più che fortunato di avere due
figlie ben maritate, ma voi... Io non potrei mai permettere che la mia
figlia prediletta faccia un matrimonio di interesse che la renda
infelice. Voi meritate di più. Voi meritate di innamorarvi e
vivere felice per il resto dei vostri giorni, seguite il vostro
cuore... non importa se non contrarrete un matrimonio di sostanze, le
vostre sorelle hanno un reddito sufficiente per mantervi come vi ho
mantenuta io per diciassette anni."
Senza dire una parola, Isabella si accostò al padre e lo
strinse in un abbraccio.
Quel suo discorso le aveva risollevato il morale e la coscienza.
Ora sapeva di potere liberamente innamorarsi di Edward Cullen senza
temere delle restrizioni.
*
Quando Isabella e
suo padre fecero ritorno dentro il salotto di casa Newton, la serata
era pressocchè terminata, così Isabella fece
ritorno nella sua stanza congedandosi dalla compagnia rimasta.
Chiuse la porta dietro le sue spalle e si affrettò per
andare ad aprire la finestra.
Le sembrava un pò sciocco confidare nel fatto che anche
quella sera sarebbe venuto a trovarla, in fondo avevano passato del
tempo insieme, e Isabella non voleva considerarsi un'ingorda, ma la
sola idea che egli avesse comunque modo di entrare la rendeva
più tranquilla.
Decise che avrebbe aspettato un pò prima di mettersi a
letto, e prese la decisione di accanzare tempo leggendo il manoscritto
di poesie che le aveva prestato.
Ma una folata di vento le fece sollevare lo sguardo dalla sua lettura.
"Mi aspettavate?" sentì la voce di lui sussurrare nel suo
orecchio.
Isabella sentì un brivido correrle per tutta la schiena.
" Ci speravo ardentemente." disse sorridendo.
"I vostri desideri sono stati esauditi." le disse con un sussurro
estremamente sensuale, e le baciò dolcemente la guancia.
"Ho pensato una cosa."
"Ditemi."
"Ho pensato che stanotte non mi accontenterò di darvi la
buonanotte. Ecco, io.. vorrei rimanere tutta la notte con voi, voglio
tenervi stretta mentre dormite... certamente questo se... se lo
desiderate anche voi."
"Non potrei desiderare altro." replicò con forte imbarazzo.
"Allora dovrò cambiarmi per indossare la veste da notte."
Edward annuì dinanzi a lei osservandola.
Isabella esitò arrossendo.
"C'è qualcosa che non va?" le chiese lui
amorevolmente.
"Ecco..io dovrei..si... po...potreste voltarvi?"
"Oh.. Certo certo. Scusatemi." disse in un sussurro voltantosi
istantaneamente.
Mentre il rossore per la sua presenze era ancora diffuso nel suo viso,
Isabella si sciolse i capelli ed incominciò a slacciare i
nodi del corpetto.
Edward percepiva con il suo udito supersviluppato il significato di
ogni singolo suono, e resistere per egli diventava sempre
più difficile.
La carne nel suo caso era fin troppo debole e si voltò
vincendo le resistenze del suo buon senso.
Davanti ai suoi occhi si presento per egli una visione sublime.
Isabella era rimasta solamente con la sottoveste ed il corpetto che
permetteva di rendere visibile una netta linea divisoria fra i suoi
candidi seni.
In un istante le fu vicino e la prese fra le sue braccia accarezzando
con le sue dita fredde le parti della schiena dove la pelle rimaneva
scoperta.
Le sue labbra voraci, si appropriarono della rosea bocca di lei ed
incominciarono a baciarla con foga, trascinate dal ritmo incalzante del
desiderio.
"Scusatemi io.." disse sulle labbra di lei quando il lume della ragione
era tornato ad illuminare le sue azioni.
Isabella non rispose. Si rese conto di desirarlo troppo per biasimare
la sua azione.
Senza tener conto di trovarsi in sottoveste in compagnia di un uomo che
non era suo padre ne suo marito, Isabella lo attirò di
più a se e lo fece suo in un altro bacio pieno di passione.
Le mani fredde di Edward scendevano lungo i suoi fianchi e finirono il
lavoro che ella aveva cominciato con il corpetto, mentre Isabella si
occupava dei bottoni della sua camicia.
Man mano che i vestiti di entrambi ricadevano sul pavimento di marmo,
l'imbarazzo di Isabella veniva sempre meno e la passione prendeva il
sopravvento.
Edward la fece distendere sul letto soffice e con i suoi baci
passò in rassegna il corpo esile di lei in tutta la sua
interezza.
Isabella sembrava non potere più resistere per il desiderio,
e finamente fu accontentata.
Lentamente e con dolcezza, Edward entrò dentro di lei
rischiando la combustione istantanea di entrambi.
NdA:
Solo
due paroline per ringraziare le persone sempre più numerose
che hanno commentato la storia e anche i tantissimi che l'hanno
aggiunta ai preferiti!! Vi adoro!
Ricambio affettuosamente gli auguri di Pasqua e Pasquetta!
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, e ahimè
domani ricomincia la scuola, faccio a tutti le mie condoglianze!
Kiss
Irene
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 : Una giornata assolata ***
«Una
giornata assolata»
Diversamente
rispetto ad i giorni precedenti, la mattina del giorno dopo Isabella fu
svegliata dai caldi raggi solari che la misero subito di buon umore.
Qualcosa era
cambiato dentro di lei, ma non pensava che le parole potessero spiegare
a fondo la sua esperienza.
Si
meravigliava ora di aver da sempre denigrato l'intimità
sessuale, che considerava una volgarità superflua che doveva
essere esclusivamente adoperata per la procreazione, ma in
quell'istante si rendeva conto del suo reale significato.
Non era volgare,
bensì fungeva da nutrimento a quei sentimenti che animavano
i loro corpi ed i loro spiriti.
Ancora
con gli occhi chiusi mormorò qualcosa di incomprensibile e
con
una mano cercò a tentoni al suo fiano sul letto, ma senza
successo.
In
un primo momento si sentiva triste di non aver trovato Edward al suo
fianco come aveva sperato, ma quandò ragionò,
capì
che era stata una sciocca a pensarlo, perchè era giusto che
Edward avesse lasciato la sua stanza prima delle luci dell'alba,
poichè qualora qualcuno li avesse trovati insieme com'erano,
con
le dita e le gambe intrecciate, avrebbe sicuramente dato luogo ad una
lunga discussione.
Samantha,
la sua domestica, entrò nella camera come da rito ed
intimò la sua padroncina ad alzarsi lesta per raggiungere il
resto della compagnia.
Isabella,
fancendo fatica a contenere il suo entusiasmo, si dimenticò
delle tracce della sua ormai perduta virtù che erano rimaste
come prove di un crimine sulle candide lenzuola dove fino a poche ore
prima aveva dormito con il suo compagno.
Non
sapeva davvero cosa dire alla sua domestica che però si
dimostrò più che comprensiva e non fece domande
indiscrete facendole capire in silenzio che aveva inteso.
Isabella
fece il suo bagno, e mentre ella asciugava il suo corpo, Samantha
lavava via dalle lenzuola le poche goccioline di sangue.
"Voglio
solo... che tu non dica nulla di ciò che hai inteso,
Samantha."
disse quando, mentre la domestica le acconciava i capelli, aveva
ritrovato il coraggio.
"Certamente signorina Isabella." replicò la fedele domestica.
"Soprattutto a mia madre." disse con un filo di voce.
" Oh miss Swan, il giorno che rivelerò tale segreto a vostra
madre sarà certamente quello in cui avrò manie di
tipo
suicida.." disse Samantha facendole tornare quel sorriso che il pudore
aveva celato.
"Mi basta solo sapere che voi stiate bene, e che vi abbia aggradato
questa nuova esperienza."
" E' stato meraviglioso." concluse Isabella, ed al loro dialogo non
v'era più nulla da aggiungere.
Quando arrivò in sala da pranzo per la colazione noto la
strana
assenza di tutta la famiglia Cullen al completo, ma per non destare
sospetto proseguì in silenzio la sua colazione.
"Isabella cara, vedi che bella giornata oggi?! Finalmente è
il
tempo giusto per andare a visitare i possedimenti del principe che si
trovano in zona, sarebbe stato deleterio con il tempo che abbiamo avuto
in questi giorni..."
"Già madre, avete ragione! Questa giornata è
fatta a
posta per i diletti più grandi! Sono sicura che ad Alice
farà molto piacere sapere di visitare quella zona me ne
parlava
molto bene ieri.." disse sperando che qualcuno la informasse su quella
misteriosa assenza.
"Oh Isabella cara..." intervenne la signora Newton con tono melenso "
Mi dispiace informarvi del fatto che la famiglia Cullen è
stata
colta da un malore durante la notte... Sarà dovuto alla
strana
dieta indiana che si ostinano a seguire, di certo non gli sarebbe
successo se avessero gustato la cucina della mia casa..."
" E' grave??" intervenne Isabella preoccupata, interrompendo le
cattiverie che la signora Newton aveva da dire.
"Probabilmente no, ma preferiscono stare a riposo almeno per oggi, come
biasimarli d'altronde."
"Già... ehm.. Ora ricordo di avere dimenticato il mio
ombrellino
da sole in camera. Mi sarà utile oggi. Vogliate scusarmi."
disse
e i presenti al tavolo fecero un cenno con la testa.
Isabella si diresse subito nel corridoio delle camere degli ospiti
ricolma d'ansia.
Giunse davanti la camera dove riposava Edward e vi trovò una
serva.
"Salve... senta..io avrei bisogno di vedere il singor Cullen, mi... mi
hanno detto del suo stato di salute, ed.. ed io volevo accertarmi che
stesse bene dopotutto.." quel fiume di parole era come scivolato via da
solo misto all'ansia che le faceva tremare la voce.
" Mi dispiace miss Swan, ma ho ordini precisi di non far entrare
nessuno. Lo stato del signor Cullen è il peggiore rispetto
ad i
familiari."
" Ma se voi magari potesse parlargli e dirgli che sono io che lo cerco,
magari.."
" Mi ha detto di non fare entrare neanche voi... Teme di essere
contagioso."
"Capisco." bisbigliò con voce tremante, le parole della
serva le
avevano messo davvero paura cosa poteva essergli capitato?
Costretta dunque a rassegnarsi, Isabella recuperò il suo
ombrellino e si unì alla compagnia per la gita.
La visita presso i possedimenti dei principi era davvero molto
interessante, ma Isabella non riusciva a godere a pieno delle bellezze
che avrebbe sicuramente ammirato con stupore.
Cascate, ruscelletti e distese sconfinate per quanto assurdo possa
sembrare non le provocavano alcuna emozione.
Sul suo viso aleggiava una perenne maschera di preoccupazione.
Non vedeva l'ora che il sole incominciasse a calare e le carrozze
rientrassero nella tenuta dei Newton.
" Starà meglio, non preoccuparti" le bisbigliò
intuitivo suo padre, approfittando che la sua signora si fosse
profondamente addormentata durante il tragitto in carrozza.
Isabella si era limitata a tentare di abbozzare un sorriso spento e ad
annuire al conforto paterno.
In realtà non era così sicura che avesse ragione,
quello che la serva le aveva detto quella mattina l'aveva a dir poco
spaventata.
E quel brutto presentimento che forse tutto ciò poteva
celare qualcosa di più aleggiava fra i suoi pensieri.
Aveva fatto qualcosa di sbagliato?
Come poteva saperlo? In fondo era la sua prima volta...
Forse... forse aveva infranto qualche regola, non aveva seguito il
protocollo.
Ci doveva per forza essere qualcosa che non andava, e ovviamente era un
errore commesso da lei.
Egli di certo non aveva sbagliato in nulla, o almeno questo era quello
che le era sembrato.
Le prime luci della tenuta Newton furono visibili a poche centinaia di
metri dalla posizione della loro carrozza, e il cuore di Isabella aveva
incominciato a galoppare.
Sperava che tutto ciò per cui era rimasta a rimurginare
fosse solo un'esagerazione e potesse tornare ad ammirare il sorriso sul
volto del più giovane dei Cullen.
Non appena la carrozza si fermò, Isabella scese il
più velocemente possibile, quasi rischiando di inciampare
più volte e negando l'aiuto di ogni servo che le venisse
incontro.
Ciò che vide all'interno del salotto dei Newton fu per lei
motivo di giubilo: la famiglia Cullen era riunita tranquillamente e
sembrava non accusare più alcun malessere, solo Edward
però mancava all'appello.
" Oh Alice! Vedo che la salute è tornata dalla vostra, ne
sono così felice!" disse con entusiasmo entrando nella sala.
" Buona sera Isabella, si adesso stiamo tutti un pò meglio
ma è stata davvero una disdicevole mattina." disse con un
tono stranamente sostenuto e distaccato, che non era proprio di una
persona che aveva una certa confidenza con il suo interlocutore, e per
di più non era proprio di miss Alice Hale.
"Alice.." sussurrò Isabella quasi senza fiato per il tremore.
"Si?"
"Posso parlarvi in privato?" chiese arrossendo sotto gli occhi
accusatori di miss Rosalie.
Miss Alice annuì e seguì Isabella sul portico.
"Avevate qualcosa da dirmi?" chiese cercando di mantere sempre uno
stranissimo distacco.
" Come sta Edward? E' ancora ammalato?"
" No, anche egli sta meglio come vi ho già detto. Ha pensato
che una passeggiata nel bosco potesse in qualche modo giovargli."
" Nel bosco di sera?" chiese con la voce ansante dal timore.
" Edward è un uomo adulto, sa cavarsela da solo." disse
facendo una pausa, e Isabella sperò nella
sincerità di tali parole.
" Ora, se non avete altro da chiedermi preferirei tornare dalla mia
famiglia. Avevamo degli affari da discutere."
"Certamente, ci vediamo a cena." disse ed entrambe si salutarono con un
inchino formale.
Mentre miss Alice rientrava dentro la casa, Isabella rimase seduta sul
portico ad osservare le prime stelle che apparivano nel cielo che aveva
succeduto il crepuscolo.
Tutti i pensieri che aveva fatto durante il viaggio continuavano a
ronzarle nella testa...
Perchè non aveva aspettato che tornasse?
Ed ora perchè non era ancora di ritorno? Quanto tempo era
passato? E se si fosse perso?
Si sentiva una sciocca nella sua preoccupazione forse vana per
l'assenza del giovane.
Forse era tutto un brutto scherzo della sua mentre da adolescente,
forse ciò che aveva colto nel comportamento di Alice non
corrispondeva alla realtà ma ne era soltanto una sua
deformazione, forse forse forse...
Tutto quello che sapeva era che avrebbe avuto tanta voglia di andare a
cercarlo, di vedere il suo volto di parlare con lui, di accertarsi
della sua salute... Ma sapeva che con quel buio non le avrebbero mai
permesso di fare una semplice passeggiata.
Ormai era ora di cenare, e Isabella si avviava sempre più
preoccupata alla tavola del banchetto.
La cena fu molto silenziosa, almeno per Isabella , che per la prima
volta sedeva molto distante da qualsiasi Cullen, ed era così
disperata da avere pensato di ascoltare i discorsi di Micheal che aveva
deliberatamente ignorato per tutto il giorno.
Ma quando la cena giunse al termine, Isabella si accorse che Edward non
era ancora di ritorno.
La preoccupazione era sempre più grande in lei, ma i servi e
gli ospiti della casa erano così numerosi che si sarebbero
accorti di una sua improvvisa fuga nel bosco.
Decise così di congedarsi dalla compagnia per la notte e si
ritirò nella sua stanza.
La finestra lasciata aperta da quella mattina la fece scattare.
Dopo avere indossato delle scarpe più comode ed essersi
cambiata d'abito, Isabella con un balzo saltò fuori dalla
casa attraverso la finestra, ringraziando che le camere degli ospiti
fossero a pian terreno.
Pian piano si avviò nel bosco che si vaceva sempre
più fitto e buio, e non essendo provvista di lucerna, fu
costretta a continuare il suo percorso a tentoni.
I rumori e gli odori della natura si facevano più intensi,
ed Isabella incominciava a sentirsi davvero impaurita, ma continuava
imperterrita la sua ricerca affidandosi alla fioca luce lunare che
filtrava tra le fronde degli alberi.
Ad un tratto però qualcosa le passò al fianco, la
sua velocità era così incredibile che Isabella
non riuscì a capire di che bestia si trattasse.
In uno sprazzo di pura disperazione arrivò a pensare che
Edward potesse trovarsi nei paraggi, ed incominciò a
chiamarlo.
"Edward!! Edward!!"
Continuò così per un pò,
finchè fra le fronde ad ella vicine non
incominciò a muoversi qualcosa.
Isabella rimase immobile temendo che potesse trattarsi di qualcosa non
umano, ed in fondo non lo era, perchè Edward
uscì fuori dal cespuglio lì vicino più
pallido che mai.
La luce lunare si sposava d'incanto con la sua carnagione diafana, e
nonostante i suoi vestiti fossero lerci, l'immagine d'insieme risultava
comunque meravigliosa.
"Edward" disse ora Isabella in un sussurro.
" Isabella" rispose egli ancora incredulo di vederla lì a
quell'ora.
"Ma cosa vi è successo? I vostri abiti sono tutti lerci e
sgualciti..." disse ella mentre tentava di avvicinarsi.
Egli distolse lo sguardo per un attimo e disse:
" Stavo facendo la mia passeggiata e sono inciampato."
Perchè il suo tono le risultava così falso e
distante? Perchè aveva l'impressione che le stesse mentendo?
Si fece più vicina a lui, sperando che egli tornasse a
guardarla.
"Non avete idea di ciò che ho passato oggi! Ho temuto per la
vostra salute.. cielo! Ho quasi temuto per la vostra vita! Ero
così preoccupata ora quando non vi siete presentato a cena,
io... Dopo ieri notte.. io ho.."
"Isabella.." la interruppe egli, voltandosi a guardarla per la prima
volta negli occhi.
Isabella rimase scioccata nell'osservare la maschera di sofferenza in
cui il viso di lui era contratto, ma più ancora
notò i suoi occhi..
Quegli occhi dorati in cui spesso di era persa, ora erano neri come la
pece, e si stupì nell'osservare che la guardassero in
maniera assai singolare che quasi le metteva paura.
"Cosa vi succede?" chiese ella d'un fiato " Vi prego, ho bisogno di
sapere cosa vi turba.." sussurrò, mentre portò
una mano ad accarezzare il viso marmoreo di costui.
Con un gesto repentino Edward tolse la mano di Isabella dal suo viso, e
tremante le si rivolse con un tono di voce assai singolare.
" Non toccatemi."
Isabella rimase stupita da quelle parole, non riusciva a credere che
provenissero dal suo interlocutore.
"Cos..?" disse a mezza voce, ma Edward scattò indietro.
" Vi prego Isabella... dovete starmi lontano... vi prego... vi prego.."
il suo tono era diventato cantinelante e frenetico.
" Cosa dite? Vi prego smettetela..." disse ella mentre sentiva le
lacrime vincere le barriere dei suoi occhi.
" Sono serio, non dovete più cercarmi.."
Se era davvero così risoluto perchè c'era dolore
nelle sue parole?
Tutto era così confuso... Isabella si sentiva quasi venir
meno.. poi egli parlo di nuovo.
" Vi stanno cercando, è meglio che vi riporti in casa."
"C..come?" chiese Isabella tra le lacrime " Non ho sentito alcuna
voce.."
"Fidatevi di me, vi stanno cercando."
Edward la scortò fuori dal bosco sino alla casa dei Newton
dove tutti si erano mobilitati per cercarla, ma il loro non era stato
per nulla un vero contatto.
Isabella aveva il cuore a pezzi per ciò che egli le aveva
detto nel bosco.
Davanti la casa tutti accolsero con stupore il loro arrivo, mentre
Edward spiegava di averla trovata persa ed impaurita mentre passeggiava
ai signori Swan e Newton, i Cullen osservavano attenti la scena, i loro
volti erano impassibili.
Quando tutto fu finito e tutti i servi furono richiamati in casa, la
signora Swan prese la figlia da parte e preoccupata le chiese:
"Mia dolce Isabella, stai bene? Edward ti ha fatto del male? Quel
mascalzone vi ha toccata?"
" State tranquilla madre, non
mi ha toccata " .
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 : Angela e Benjamin ***
«Angela
e Benjamin»
Il giorno dopo fu
per gli ospiti della tenuta estiva dei Newton il giorno delle partenze.
Il signor Charles
Swan era stato avvisato che avrebbe dovuto recarsi a Wallingford per
una questione di vendita di alcuni capi di bestiame, e d'altra parte
l'ospedale della piccola cittadina reclamava il suo dottore.
Tuttavia, quando
Isabella si svegliò quella mattina, apprese che la famiglia
Cullen era partita già prima dell'alba di quel giorno che si
era presentato assolato come quello precedente.
Ciò
aveva intristito seppur possibile ancora di più la povera
Isabella, che non era riuscita a riposare quella notte, ripensando agli
avvenimenti della giornata precedente.
Sperava
ardentemente che si fosse trattato tutto di un disguido, e che la notte
avesse portato consiglio allo strano comportamento di quella famiglia a
cui tempo prima risultava talmente congeniale.
Inutile dire che il
comportamento da loro assunto quella mattina l'aveva portata alla
decisione di tornare ad agire razionalmente come aveva sempre fatto in
passato, e seppure la ferita che in quel momento le squarciava il petto
fosse troppo recente, si doveva convincere a tagliare, se possibile,
ogni tipo di rapporto con quella famiglia, impresa che era sicura non
sarebbe risultata davvero difficile dal momento che costoro non le
rivolgevano più la parola.
Dopo aver salutato
i signori Newton, le due carrozze partirono, e durante il tragitto
Isabella lasciò che il fresco venticello portasse via con se
tutti i suoi pensieri che l'avevano accompagnata per quella breve
villeggiatura.
*
Per diversi giorni
dopo il ritorno a Wallingford, Isabella non aveva messo piede fuori di
casa, convinta che sarebbe stata la scelta migliore, almeno per i primi
tempi, se voleva evitare di venire a contatti con la famiglia Cullen.
Aveva addirittura
incominciato a metter più cura nei suoi movimenti che erano
sempre stati un tantino goffi, per evitare di finire all'ospedale ed
entrare a contatti con il suo direttore.
Ma in una giornata
del tutto uguale alle precedenti, passata a rileggere i sonetti del
Bardo ed a rileggere masochisticamente il manoscritto che Edward le
aveva notato, che Isabella ricevette una visita.
La vergogna la
colse quando si rese conto di non essere andata a trovare neanche una
volta le sue amiche che sicuramente sarebbero rimaste indignate dal suo
comportamento.
La sua domestica
personale, Samantha, fece la sua entrata nella biblioteca di famiglia
annunciando miss Angela Weber.
"Oh Isabella" fece
la sua entrata nella stanza correndo per abbracciarla.
" Mi avete fatto
davvero preoccupare! Sapevo che eravate in villeggiatura, ma ieri
incontrando la vostra domestica al mercato mi viene a dire che siete
già tornati da ben quattro giorni!! Sono allora andata a
consultarmi con miss Stanley ed ella mi consiglia di non trattarvi
perchè tu ti sei probabilmente montata la testa per essere
stata invitata dai Newton in villeggiatura.
Ma io non riuscivo
a credere a tali supposizioni così ho deciso di venirti a
trovare poichè temevo per il tuo stato di salute."
"Carissima Angela,
tu e miss Stanley avete tutto il diritto di sentirvi indignate per il
mio comportamento, riconosco di essere stata carente delle buone
maniere nel mio operato. Vi chiedo umilmente perdono, ma non sono stata
parecchio bene ultimamente."
"E' successo
qualcosa?"
Quella domanda era
rimbombata nelle cervella di Isabella come il forte suono di un gong.
"No davvero, nulla
è accaduto."
"Meno male...
temevo davvero per te. Ma non preoccuparti, Jessica ha detto quelle
cattiverie solo perchè voleva essere ella ad essere invitata
dai Newton. Sai fra ella e Micheal v'è una sorta di
relazione, non so se mi spiego.." farfugliò arrossendo.
" Ho compreso."
replicò Isabella con un filo di voce, colpita da mille lame.
"E' cominciato
tutto prima del tuo debutto. Jessica non ha voluto dirtelo
perchè non voleva metterti in soggezione qualora avessi
avuto interesse nel signor Newton, e poichè anche
perchè non vuole ammettere che questa volta nutre dei
sentimenti per qualcuno."
Dopo aver udito
quelle parole Isabella rimase ancor più indignata del
carattere di Micheal. Che giovane insulso!
" Oh Dio! Deve
davvero essersi sentita immensamente tradita quando vi ho annunciato
della mia villeggiatura! Sono davvero così mesta per lei.."
" Eh
già... ma spero vivamente che le cose si concluderanno a
buon fine. Auguro sia a te che a Jessica almeno la metà
della mia felicità attuale..." concluse bisbigliando
l'ultima parte per l'imbarazzo.
Isabella
dilatò le pupille, invasata dalla curiosità.
Lieta che per un pò la sua amica le avesse risollevato la
mente da pensieri dolorosi.
" Dimmi tutto!"
chiese con immenso entusiasmo quasi travolgendo l'amica.
" La sera del ballo
alla residenza dei Cullen, ho ballato tutta la sera con un giovane
misterioso, era la prima volta che mi sentivo in quel modo fra le
braccia di un uomo, e naturalmente ignorando l'uno
l'identità dell'altro, a fine serata a chiesto il mio vero
nome, ed io gliel'ho riferito senza alcuna remora.
Il giorno dopo
è arrivato un invito a pranzo per tutta la famiglia da parte
degli Cheney, i nuovi arrivati.
Avevano davvero una
dimora magnifica, certo non al pari di quella dei Cullen, ma
sicuramente di grande eleganza.
Il signor Cheney mi
ha presentato suo figlio primogenito Benjamin, e per me è
stato come amore a prima vista. Un pò mi sentivo a disagio
per aver tradito con i miei pensieri il giovane misterioso della sera
prima, ma quando siamo andati a fare una passeggiata da soli, egli mi
ha rivelato di esser proprio il ragazzo con cui avevo ballato la sera
prima, e mi ha.... mi ha baciata.
Da quel giorno ci
intratteniamo con uno scambio epistolare, e stasera ha organizzato un
ballo a posta per vederci."
"Mio Dio Angela!
Sono così contenta per te!!"
" Ecco, Benjamin ha
invitato anche te e Jessica, e volevo essere io a dirti dell'invito."
"Oh no Angela.."
replicò Isabella mutando improvvisamente il suo tono " Non
penso di essere in vena di balli per oggi, davvero.."
" Oh per favore
Isabella!! Ti prego! Ho davvero bisogno della tua presenza! Io... io
non so chi si sia permesso di ridurvi in tale modo, ne tantomeno ti
forzerò di rivelarmi la sua identità, ma se un
giovane di qualunque estrazione sociale egli sia non merita attenzione
se si è lasciato scappare una meragliosa fanciulla come te."
Isabella sorrise
mesta alle parole dell'amica che era riuscita a capirla completamente
nonostante non avesse fatto alcuna domanda.
" Va bene...
Verrò a questo ballo, mi hai convinta." disse infine facendo
gioire la sua amica.
Isabella
accompagnò l'amica gioiosa alla carrozza e si
congedò promettendo di vederla quella stessa sera.
Mentre rimetteva
piede in casa però vide sua madre correrle incontro piena di
gioia.
Decise di ignorarla
come aveva fatto con ogni stato d'animo della madre in quei giorni e si
limitò a comunicarle del ballo di quella sera, sapeva che
non vi sarebbero stati problemi a riguardo.
" Beh cara
Isabella, se proprio non vi va potete fare a meno di questo ballo
stasera... Non è che ne abbiamo più
bisogno.."disse in tono gaudioso.
Isabella
dilatò le sue pupille per lo stupore per le parole della
donna.
Era davvero sua
madre, colei che aveva davanti?
"Madre, cosa
intendete dire? Quasi non vi riconosco!"
"Oh Isabella!!!! E'
successo!!!!" disse prendendole le mani.
"Cosa? Cosa
è successo madre parlate!" chiese decisamente infastidita.
"Oh Isabella!
Stamane i Newton sono rientrati a Wallingford, ed indovina un
pò? Micheal è venuto a chiedere la vostra mano a
vostro padre!!!"
Isabella non
riusciva a credere a ciò che era appena successo... Come si
permetteva quel viscido???
Un lampo di paura
la scosse per un attimo e fu costretta a chiedere alla madre:
" Ed egli cosa ha
risposto?"
"Oh vostro padre,
davvero non lo capisco... Invece di rispondere di si ha detto che
avrebbe preso la stessa decisione che voi prenderete quando vi
farà la proposta..."
Isabella fece un
sospirò di sollievo e pensò che non v'era persona
al mondo che amava più del suo vecchio padre.
" Beh
sarà per me un gran dispiacere deluderlo madre. Non vedo di
buon occhio questa unione dal momento che il signorino Newton va a
letto con la mia amica miss Stanley."
" Oh ma Isabella!
Voi dovete accettare! Micheal è davvero un buon partito, e
poi lo sapete come sono i giovani, hanno bisogno di svagarsi con delle
sciaquette prima di mettere la testa a posto!"
" No madre, non
riuscirei mai a fare un torto simile alla mia amica!"
"Ma cara! Sono
più che sicura che miss Jessica non avrebbe alcun problema a
farlo se la situazione fosse inversa!"
"Non importa madre!
Non sposerò mai il signorino Newton perchè lo
reputo un giovane immaturo ed insulso che per di più si
intrattiene con più di una dama alla volta! E' disgustoso!"
" Oh Isabella ma
voi dovete ragionare..." continuò sua madre con tono
melenso, ma nulla avrebbe smosso miss Swan dalla sua decisione.
*
La sera
arrivò prima del previsto, ed Isabella era tutta in
ghingheri per la festa.
Aveva lasciato che
Samantha agisse indisturbata su di lei, in fondo almeno per quella sera
poco le importava di piacere ai giovanotti.
Mesta come per
affrontare una costrizione salì sulla carrozza e rimase per
tutto il tragitto a pensare all'assurda presunsione di Micheal ed al
bel viso di Edward.
Nelle ultime ore la
paura della possibilità di rivederlo quella sera si era
impossessata di lei.
Cosa avrebbe potuto
dire? Come avrebbe potuto agire?
Senza dimenticarsi
che doveva stare attenta alle sue azioni per evitare che qualcun'altro
si accorgesse di ciò che era accaduto.
Tutto voleva meno
che essere catalogata come la nuova sciocca conquista del giovane dei
Cullen.
Il viale della
grande casa era ben illuminato, ed era ghermito di carrozze
che trasportavano centinaia di invitati.
Isabella non
credeva si trattasse di un evento talmente grande, così
appena entrata nell'enorme sala, fu felice di trovare quasi subito le
sue due amiche.
All'inizio credeva
che la sua compagnia avrebbe infastidito l'amica miss Stanley, ma dopo
qualche minuto di conversazione si dovette ricredere, era lieta di
sapere che tuttavia la sua amica non fosse contro di lei.
Dopo un
pò di permanenza, Angela venne a presentare alle sue amiche
il signorino Cheney, un giovane che non poteva considerarsi di estrema
bellezza, ma che comunque nascondeva un certo fascino.
Isabella era
raggiante all'idea che finalmente la sua amica avesse trovato qualcuno,
forse ella era colei che a Wallingford meritava di accasarsi rispetto
alle altre sciocche fanciulle, tra cui ormai annoverava pure se stessa.
Ma la piacevole conversazione con Bejamin Cheney fu smorzata quando,
alzando lo sguardo , Isabella si accorse della presenza dei giovani
Cullen alla festa, li aveva riconosciuti tutti, fra di loro mancava
solo Edward.
Prima che potesse anche solo formulare un qualunque pensiero a
riguardo, Bejamin diede inizio alle danze, ed ella fu subito richiesta
da uno degli amici londinesi del padrone di casa.
Isabella non si accorse neanche delle caratteristiche del volto di
costui, poichè era troppo occupata a formulare pensieri
estremamente dolorosi.
Nel profondo del suo cuore sapeva che non sarebbe passato molto tempo
dal giorno in cui l'avrebbe rivisto, ma non immaginava che il non
ritrovarlo fra i suoi fratelli ad un ballo le avrebbe dato
così tanto da pensare.
Il ballo terminò e Alice Hale fu fuori dalla sua vista.
Ma perchè egli
non si trovava in compagnia dei suoi fratelli? Era forse malato? Gli
era capitato qualcosa?
O peggio ancora, era da qualche parte a quella festa in compagnia di
un'altra fanciulla?
"Non è qui, Isabella. Non è venuto." una voce
così familiare la ridestò dai suoi pensieri.
Isabella si voltò colta di sorpresa
Alice Hale stava davvero parlando con lei, e non aveva più
quella strana espressione in volto.
"Desiderate qualcosa signora Hale?" disse con tono glaciale.
"Edward non è riuscito a venire stasera, ma sei sempre nei
suoi pensieri costantemente. Ciò che è successo
alla tenuta dei Newton è stato.."
"Non so di cosa stiate parlando." rispose ancora con freddezza.
Cosa stava facendo adesso? Come si permetteva a dirle quelle cose dopo
quello che era successo, dopo il modo in cui tutti l'avevano trattata?
Pensavano davvero di poter giocare così facilmente con i
suoi sentimenti?
"Isabella te ne prego!" esclamò miss Alice prendendo la sua
mano.
" Sono davvero davvero desolata per ciò che è
accaduto, per il modo in cui anche io ti ho trattata, ma vedi
v'è qualcosa che devi sapere, io sono sicura che hai
frainteso.."
" No, ho inteso benissimo invece!" replicò alzando la voce e
lasciando la mano fredda di miss Hale.
" So di essere stata una perfetta sciocca a credere alle attenzioni di
vostro fratello e della vostra famiglia! Sapete... l'unica persona
della vostra famiglia per cui ho ancora un pò di stima
è vostra cognata Rosalie! Almeno costei ha avuto la coerenza
di detestarmi apertamente sin dal principio invece di prendersi gioco
di me come ha fatto il resto di voi!"
"Isabella, ti prego... Devi stare ad ascoltarmi.."
" Ho sentito abbastanza per oggi.." replicò e a denti
stretti si fece strada fra la folla attorno a loro.
Cercando di cacciar via ogni pensiero accetto di ballare con un altro
sconosciuto e con un altro, finchè non si ritrovò
tra delle braccia familiari.
"Buona sera Micheal." bisbigliò con tono dimesso, per niente
felice di trovarsi in tale situazione.
" Buona sera Isabella, siete magnifica.. nessuna delle dame di questa
sala potrà mai uguagliare la vostra bellezza."
" Per favore per favore. Sono troppo stanca stasera per vedervi fare la
parte. So già cose volete chiedermi e la risposta non
può essere che negativa."
"Oh che impudenza! Avete quasi ferito il mio orgoglio! Ma, di grazia, a
cosa devo questo rifiuto?"
" Non ho mai conosciuto una persona più presuntuosa di voi
Micheal! Non riconosco più il mio caro compagno di giochi!
Pensavate davvero che avrei accettato la vostra proposta quando so
benissimo che dormite con una delle mie amiche più care?!!"
"Oh mia cara! Capisco quanto questo vi ferisca, ma vi ricordo che
potrei dire lo stesso di voi!"
"Co..cosa volete dire?"
" Oh giusto cielo! Mi facevate davvero così ingenuo! Come se
non lo sapessi che voi ed Edward Cullen ve la spassavate alle mie
spalle mentre eravate MIEI OSPITI!"
"Smettetela! Non sono cose che vi riguardano!"
" Oh amore, non preoccupatevi... Non credete che ciò possa
in qualche modo distogliermi da voi... Passerò sopra questo
brutto avvenimento... vi desidero troppo per rinunciare.." le
sussurrò all'orecchio mentre la sua stretta si faceva
più forte.
"Lasciatemi!! Non mi toccate o mi metto a gridare!"
"Va bene va bene..." disse allentando la presa.
Appena fu libera Isabella fuggì letteralmente dalle grinfie
di Micheal, diretta verso l'uscita, intenta a trattenere le lacrime che
minacciavano di cadere copiose.
Recuperò il giacchino e si diresse verso il cortile, ma fu
fermata dall'amica Angela.
" Isabella cosa vi succede? Già ve ne andate?"
" E' troppo per me Angela, ve ne prego!"
" Va bene, comprendo. Spero di sentirvi presto." disse l'amica
comprensiva, ed Isabella si congedò raggiungendo il viale
delle carrozze.
"Isabella aspettate!" Chi mai poteva essere adesso?
"Alice, oh siete voi."
"Isabella... comprendo il vostro stato d'animo, comprendo la vostra
ostilità. Ma vi prego. Vi prego di lasciare che la mia
famiglia si spieghi. Ci sono molte cose che vorremmo che voi sapeste.
Gradirei che verreste a trovarmi domani a casa, vi spiegherò
tutto."
Isabella rimase in silenzio per qualche minuto, tentando di riordinare
le idee.
Sapeva che quella visita avrebbe potuto arrecarle un dolore immenso, ma
in fondo poteva davvero andare peggio di così?
Si convinse che avrebbe assecondato il suo immancabile masochismo.
" Va bene." bisbigliò " Verrò a trovarvi domani."
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 : Rivelazioni ***
«Rivelazioni»
Un'altra
stramaledetta giornata di sole era stata annunciata quel giorno dalle
prime luci dell'alba.
Edward Cullen era
intento ad attraversare a passo frenetico la sua stanza dalle pareti
candide.
Il
nervosismo si era impossessato di lui da quando sua sorella Alice Hale
era rientrata in casa dopo un'evento mondano come tanti altri ma che
Edward aveva preferito evitare per la prima volta nella sua vita.
Avrebbe tanto desiderato in quella occasione essere capace di dormire, La notte porta consiglio
era un vecchio detto, ma per egli quella notte aveva portato solamente
nervosismo ed agitazione.
Guardò il sole dalla vetrata della sua stanza, proprio quel
sole
che pochi giorni prima aveva costituito l'inizio della sua disgrazia,
quel sole che l'avrebbe portato a compiere azioni che non avrebbe mai
immaginato di compiere.
Ma una cosa era certa, doveva dirle tutto.
Doveva dire tutto a colei che la guardava con quegli occhi grandi color
nocciola che lo rapivano, che lo avevano rapito.
Seppur questa gli sembrava l'unica soluzione per porre fine ai tormenti
che stava subendo, razionalmente era pronto a riconoscere quanto fosse
assurdo ciò che stava per fare.
Perchè dire tutto proprio a lei? In fondo aveva avuto tutto
ciò che bravama, o no?
Era una domanda che continuava a porsi in continuazione, e sapeva di
potere essere l'unico a potervi dare una risposta.
L'unica cosa che sapeva era che non sarebbe più riuscito a
sostenere quello sguardo di dolore in quegli occhi così
delicati, eleganti ed espressivi.
Che forse stesse cominciando a provare qualcosa che andava oltre alla
bramosia carnale? No. Questo era da escludere assolutamente.
Assolutamente.
Sua sorella Alice era colei che nella famiglia lo aveva incoraggiato
nella rivelazione, Carlisle ed Esme avevano infine acconsentito
sperando che ciò costituisse finalmente la
felicità del
figlio, mentre il fratello ed il cognato non si pronunciavano.
Miss Rosalie Cullen invece, se ne stava in disparte, dichiarando di non
voler fare parte di tale assurdità.
Rivelare ad un'umana la nostra natura!
Ella si considerava l'unica ad aver analizzato bene l'entità
del
problema! Erano tutti accecati dalla speranza che finalmente Edward
trovasse una compagna e ponesse fine alla sua discutibile condotta, ma
ella non si lasciava vincere da vane speranze.
Ormai viveva con Edward da più di cinquant'anni e sapeva di
conoscerlo bene, si stupiva solamente della cecità degli
altri
familiari.
"E' qui.." bisbigliò Edward con voce spezzata.
"Ne sei proprio sicuro?" chiese Carlisle.
" Si padre, riconoscerei il suo odore dovunque."
"Bene, allora." disse miss Alice con tono squillante " Andrò
io ad accoglierla."
*
"Isabella!" sentì gridare a gran voce mentre la sua carrozza
stava ancora percorrendo il vialetto.
Sporse il capo fuori dalla finestrella della carrozza e vide come aveva
immaginato, Alice Hale che agitava la mano destra per salutarla.
Non era sicura di quale fosse la sua espressione del viso,
perchè la sua figura era riparata sotto il portico da i
fortissimi raggi solari di quella splendida giornata.
Quando la carrozza si fermò, Isabella scese esitante aiutata
da
alcuni servi, mentre Alice rimaneva ferma sotto il portico.
Non riusciva a capire il perchè la fanciulla non fosse
venuta ad
accoglierla personalmente dal momento che si trovavano a pochi metri di
distanza, pensò anche che si trattasse di un gesto per
giunta
maleducato, ma doveva essere una sua impressione dal momento che sul
viso di Alice appariva un sorriso raggiante.
"Oh Isabella, sono così contenta che hai deciso di venire!!"
disse mentre l'abbracciava.
" Grazie dell'invito Alice." replicò ancora dannatamente
confusa sulla sua presenza in quella casa.
Alice la condusse nel salotto dove gli altri familiari sembrava la
stessero attendendo.
Quasi non sembrava la stessa famiglia che circa una settimana prima
non l'aveva neanche degnata di un saluto.
"Isabella che piacere vedervi!!" disse l'omaccione bruno al suo fianco
stringendola in un abbraccio quasi mortale.
Isabella più li osservava più si accorgeva di non
essere
quasi più abituata a rimirare la bellezza dell'intera
famiglia
tutta insieme, ma più di tutti non era più
abituata a
rimirare quel viso che ora avanzava a passi esitanti giù per
le
scale, quel viso , al quale si era resa conto, i suoi innumerevoli
sogni non avevano affatto reso giustizia.
"Isabella, buon giorno." disse con una voce roca che rischiò
di farle perdere il decoro che si era promessa di mantenere.
Isabella fece un lieve inchino incapace di dire una parola, sperava che
al posto suo qualcuno parlasse.
"Emmett, fate uscire i servi dalla casa." disse Alice al fratello ed
egli obbedì.
"Vedi Isabella, ti abbiamo chiesto di venire qui perchè dopo
averne discusso molto abbiamo deciso che tu puoi essere in grado di
mantenere il segreto della nostra famiglia."
"Siamo davvero mortificati per il modo in cui vi abbiamo trattata, ma
in quelle circostanze era inevitabile." disse con tono amorevole la
signora Cullen.
Isabella rimase lì ad ascoltare, fremendo per conoscere il
segreto della famiglia Cullen.
"Accetto le vostre scuse."
"Bene. Allora siamo pronti. Isabella, forse hai notato il nostro
comportamento strano in alcune circostanze.."
Tutti la fissavano mentre ella ripercorreva con la mente tutti i giorni
che aveva condiviso con la famiglia, certamente vi si poteva trovare
qualcosa di strano, ma erano sempre stati pronti a giustificare le loro
stranezze senza destare alcun sospetto.
Alice vide l'esitazione di Isabella e rispose con tono rassicurante.
"Isabella ora so che ciò che ci apprestiamo a dirti
sembrerà assurdo, ma non aver paura non ti faremo del male
per
nessuna ragione."
Farle del male? Isabella non riusciva a credere alle parole dell'amica,
di cosa poteva mai trattarsi? Erano criminali, assassini?
Era sempre più conscia del mondo ovattato che l'aveva
cresciuta,
sapeva che avrebbe dovuto accorgersene prima ma si era subito fidata...
"Isabella, noi siamo vampiri." disse e fece una pausa " E' per questo
che non mangiamo mai e non ci esponiamo alla luce del sole."
Isabella deglutì rumorosamente assimilando l'informazione
nella sua mente. Semplicemente assurdo.
Assurdo ma vero. Sentiva che era vero.
Forse una parte di ella ne era sempre stata a conoscenza.
Le loro figure che aveva sempre considerato divine non potevano
assolutamente trattarsi di comuni mortali.
" Quindi ora voi.. il mio sangue..." bisbigliò confusamente
interrotta dalla calda risata di Emmett.
"Isabella.." disse in un misto di risate " Non dovete tenere conto di
ciò che raccontano le leggende... non siamo quel tipo di
vampiri.." disse quasi soffocato dalle risate.
" Noi ci nutriamo solo di animali perchè non vogliamo essere
dei
mostri omicidi come alcuni della nostra specie." disse Edward
richiamando a se l'attenzione di Isabella.
"E la luce del sole..."
"No." disse con un sorriso " Non diventiamo cenere o ci sciogliamo.."
si avvicinò ad ella facendo aumentare il battito del suo
cuore.
"Venite.." le porse la mano " Vi mostrerò cosa ci accade
alla
luce del sole." concluse e Isabella esitante pose la sua mano in quella
fredda del vampiro.
*
"Siete pronta?" disse mentre era al riparo dietro la vetrata che si
apriva su un bellissimo terrazzo.
Isabella l'aspettava già sulla terrazza baciata da migliaia
di raggi solari.
"Certo, avanti vi aspetto."
Edward sembrò esitare in un primo momento ma dopo essersi
convito, avanzò per il terrazzo deserto lasciando che il
reggi
del sole lo colpissero.
Quello che Isabella vide fu uno spettacolo senza precedenti.
La pelle di Edward che aveva sempre definito di marmo, ora era come
ricoperta da miliardi di diamanti che rilucevano riflettendo in ogni
direzione il raggi che li colpivano.
Lentamente avanzava verso Isabella che era rimasta immobile dinanzi a
tale visione.
"Siete bellissimo." sussurrò quando lo ebbe vicino.
"Lo pensate veramente?" chiese egli prendendo la sua mano.
"Certamente. Non ho mai visto nulla di più bello."
replicò con un filo di voce accarezzando il viso di Edward
incredula.
*
"Siete silenziosa" disse dopo circa un'oretta che si erano accomodati
nel portico.
Isabella era rimasta ad osservare il giardino della mansione persa nei
suoi pensieri.
Faceva ancora fatica ad immagazzinare bene tutte le informazioni che
aveva ricevuto nella mattinata, ma un qualcosa ancora non le era
chiaro, e ciò era il perchè del comportamento di
Edward nel bosco.
Certamente il fatto che fosse una creatura della notte doveva essere
coinvolto, ma allora perchè egli si era avvicinato ad ella
prima di tutto?
Sentiva che c'era un tassello mancante, e forse ciò aveva a
che fare con il fatto che egli non l'avesse ancora sfiorata.
" Stavo solo pensando... Perchè quel giorno nel bosco avete
avuto quel comportamento nei miei confronti, perchè volevate
allontanarmi?"
Edward fece un respiro profondo anche se in realtà non ne
aveva bisogno.
Il profumo della fanciulla lo colpì, radicandosi nei suoi
polmoni.
"V'è qualcosa che ancora non vi ho detto...Voi avete
l'essenza più dolce che io abbia odorato, e che mai
adorerò. Noi vampiri chiamiamo le creature come voi con il
termine italiano cantanti
perchè il vostro sangue canta per noi.
Ogni vampiro ne ha una, ma è rarissimo che la incontri come
io ho fatto con voi.
Solo Emmett nella nostra famiglia ha conosciuto la sua cantante, ma la
storia non fu a lieto fine."
Finalmente si voltò a guardarla ritenendosi più
capace di controllare gli istinti.
" Io credevo che avrei saputo resistere, e che non avrei potuto farvi
del male perchè la mia esperienza è maggiore di
quella di mio fratello, ma la notte in cui noi abbiamo fatto l'amore
qualcosa in me è stato liberato una sorta di istinto
primordiale, di bramosia incontrollabile e per poco non ho affondato i
miei denti nella vostra carne, mentre dormivate fra le mie braccia..."
concluse con quella che appariva un'espressione estremamente dolorosa.
Isabella rimase catturata dal suo sguardo torturato che mostrava un
paio d'occhio color oro.
"E' per questo che i vostri occhi erano neri?"
" Si i nostri occhi diventano neri quando siamo impossessati dalla
sete. Vedete ho imposto alla mia famiglia di starvi lontana
perchè non ero sicuro di potermi controllare, e farvi del
male sarebbe stata l'ultima cosa al mondo che mai avrei desiderato."
"Quanti anni avete? Cioè... voglio dire.. da quanto tempo
siete così?"
"Sono nato il 20 giugno 1701. Il giorno in cui vi ho conosciuta ho
compiuto cento anni. Strana coincidenza, eh?" disse con doloroso
sarcasmo.
"Edward... non immaginate cosa siano stati questi giorni per me persa
nel dubbio e nella delusione... ma soprattutto nella nostalgia. Io
sento di diventare pazza, ho bisogno di toccarvi.. ho bisogno che voi
mi tocchiate..Ho bisogno di sentire le vostre labbra contro le mie.."
disse esitante vuotando la sua anima.
"Non so se sarò capace di fermarmi Isabella..." ammise egli
in tono dimesso.
"Non voglio farvi del male.."
"Allora procederemo a piccoli passi..." replicò ella in un
sussurro.
Lentamente si avvicino ad egli che la fissava immobile con il terrore
negli occhi.
Ma Isabella era sempre più vicina al suo viso e le sue
labbra rosse si poggiarono lentamente su quelle di lui immobili.
Le inumidirono e si mossero esitanti invogliandolo.
Pian piano e con estrema cautela la imitò e si scambiarono
qualche bacio delicato.
"Davvero non avete paura di tutto questo? Non avete paura di me?"
"No." replicò con voce rotta, sapendo di essere
convintissima di ciò che diceva.
Con tocco gentile Edward attirò a se di nuovo il viso della
fanciulla e con cautela la baciò di nuovo.
Mentre procedevano a quel ritmo così lento i suoi sensi pian
piano si distendevano ed erano capaci di controllarsi.
Ciò permise ad Edward di approfondire il bacio con una
strana dolcezza che mai aveva mostrato.
"Cosa c'è?" sussurrò Isabella sulle sue labbra
quando lo vide interrompersi.
" Sta arrivando un servo dalla vostra dimora, vostra madre reclama il
vostro ritorno."
"Oh.." disse scocciata.
Edward percepì che qualcosa non andava ma ella
deviò il discorso. Era così frustrante non potere
leggere la sua mente.
"Dimenticavo che voi leggete nella mente... stento ancora a credere che
io ne sia immune.."
"Isabella..."
"Si?"
"Cosa succede? Sarete pure immune al mio potere, ma di certo riesco a
percepire qualcosa che non va nel vostro sguardo."
Isabella sospirò ancora e decise di dirgli tutto.
" Micheal Newton ha chiesto la mia mano." disse.
Edward rimase immobile, tentando con tutte le sue forze di controllare
l'impeto che gli stava animando il corpo.
Era forse gelosia?
" E voi... cosa avete risposto? Se non sono indiscreto.."
"Io ho ovviamente rifiutato, preferirei rimanere zitella che sposare un
uomo del genere. Ma mia madre sembra non essere d'accordo con me e mi
controlla costantemente cercando di convincermi a ritrattare."
"Capisco.. mi dispiace per voi.. Ma vostra madre deve essere
semplicemente preoccupata per il vostro futuro.. e Newton è
un ottimo pretendente.." ammise mesto.
" Non mi importa.. Quel vile ha persino minacciato di rivelare la
nostra relazione di cui era venuto a conoscenza..."
"Oh.. quindi avete paura che possa farlo?"
"Beh.. prima di venire qui oggi non pensavo che vi fosse più
alcun tipo di relazione fra noi due, dunque non me ne davo peso. Ma
anche ora non penso che farà niente di tutto
ciò... Sa che io sono a conoscenza della sua relazione
sessuale con miss Stanley, e sono certa che il suo tipo di condotta
colpirebbe di gran lunga maggiormente l'opinione pubblica."
"Che vigliacco! Era già disgustoso sentire i suoi pensieri
quando eravamo in villeggiatura, ma poi anche questa..
Isabella..."
"Si?"
"Sono così contento che non abbiate accettato."
" Ed io sono contenta che mi abbiate detto tutto."
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 : Visite inaspettate ***
«Visite
inaspettate»
"Fate un buon
viaggio madre, e non dimenticate di portare i miei saluti
alla povera zia Margaret." disse Isabella accarezzando il dorso della
mano rosea della madre.
Una
settimana dopo la sua riconciliazione con la famiglia Cullen, una
lettera era arrivata presso la piccola tenuta della famiglia Swan.
La devota
sorella della madre, Margaret, accusava dei peggioramenti al
suo stato di salute, e richiedeva la compagnia della sorella
nell'affrontare questa malattia che dai dottori non era ancora stata
ben diagnosticata.
Tuttavia le
sue condizioni non parevano essere terminali, e Isabella
salutava la partenza di sua madre con cuor un pò
più
leggero.
Questa
situazione d'altronde non aveva poi dei lati solo negativi,
poichè Isabella avrebbe certamente tratto riposo dalle
continue
pressioni con cui la madre l'aveva assillata ultimamente.
La carrozza
abbandonò lentamente la tenuta e Isabella sventolava
la sua mano riponendo nella madre le speranze per la salute della zia.
Sir Charles
Swan si avvicinò alla figlia e le pose una mano
sulla spalla per confortarla, era più che sicuro che la
salute
della zia Margaret fosse a posto, ma la vecchia parente aveva un'altra
malsana sete di pettegolezzi riguardo Wallingford.
"Mia
adorata, con tua madre via e i miei impegni lavorativi passerai
molte mattine tutta sola in questa casa..." il suo tono era vago, quasi
volesse prendersi beffa di qualcosa.
"Oh padre
non importa finchè sarò sicura della salute della
zia..."
"Isabella
sei troppo buona! Non preoccuparti di tua zia, probabilmente
voleva solamente godere della compagnia di tua madre per un
pò,
e sa perfettamente che è molto difficile separarla da te..."
" Le mie
speranze sono riposte in questo."
"Beh..
tuttavia io ritengo si debba porre rimedio alla questione della vostra
solitudine..."
Isabella
colse quella stranezza nel tono di suo padre, e volle indagare
più a fondo.
"Padre
caro... dove volete arrivare?"
" Oh
Isabella non mi dire che pensi che io possa in qualsiasi modo
ritenermi subdolo! Volevo solo mettere in evidenza che durante
l'assenza sia mia che di tua madre ti sarà possibile
invitare
qui a casa chiunque tu voglia, certamente curare la tua solitudine
è una buona causa.."
"Chiunque
padre?"
"Non ho
detto forse così?" disse egli distendendo le labbra in un
sorriso che aveva contagiato la figlia.
" Vi
ringrazio padre, penso presterò proprio fede al vostro
consiglio." concluse con un tono che ricordava proprio quello del padre.
Quando
costui lasciò dunque la tenuta per andare a sbrigare
alcuni affari in città, Isabella non riusciva a smettere di
sorridere.
Credeva
impossibile che esistesse una persona così capace di capirla
quanto suo padre.
Egli era
l'unico che aveva messo da parte il pregiudizio e l'apparenza,
ragioni fondanti della loro società, per assecondare il
volere
della figlia che amava profondamente.
L'ultima
volta che ella aveva visto Edward era proprio stata la stessa
volta in cui egli si era rivelato a lei, e proprio per questo le
mancava tantissimo.
Certamente
aveva ricevuto qualche lettera, fingendo fossero di Alice,
ma le sue parole non potevano sostituire il suo viso, i suoi occhi, i
suoi baci...
Senza
perdere neanche un secondo, Isabella aveva ordinato ai servi di mandare
un biglietto a Cullen Mansion.
*
Edward non si era
assolutamente fatto aspettare e si era precipitato
nella tenuta degli Swan il prima possibile, anche se costretto a
prendere la carrozza.
Isabella era
rimasta ad aspettarlo nel portico, la nostalgia era troppa
e non appena vide la carrozza farsi strada per il vialetto il suo cuore
aveva sobbalzato.
Appena il
cocchiere strigliò i cavalli e la porticina della
carrozza incominciava ad aprirsi, Isabella saltò in piedi
trepidante.
Edward
scendeva a passi lenti e decisi dalla carrozza, muovendosi in un modo
tale da farla quasi impazzire.
Dopo tutto
questo tempo quasi non riusciva a rendersi conto che la sua bellezza
fosse reale, e fosse tutta per lei.
Ma forse
stava divagando, la mancanza doveva averle dato alla testa.
"Signor
Cullen vi ringrazio per essere venuto." disse con un inchino,
facendo cenno a Edward della presenza della servitù.
Edward
sorrise complice e restituì l'invito.
" Oh ma non
avete che ringraziarmi... Venire in vostro soccorso è il
minimo che potessi fare."
Dopo essersi
scambiati degli sguardi cospiratori, Isabella lo invitò a
fare una passeggiata in giardino.
Isabella si
sentiva quasi come una bambina per non riuscire a smettere di sorridere.
" Quindi per
quale sorta di miracolo ho il permesso di venirvi a trovare?"
" Mia madre
e partita, e mio padre ha già capito da tempo che
fra di noi ci fosse una simpatia e ha permesso di vederci durante le
sue assenze mattutine per affari."
"Davvero ha
detto così?"
"Beh...
diciamo che l'ha lasciato intendere.."
"Oh mi piace
tuo padre.." replicò egli lasciandosi andare in una
calda risata, e Isabella notò con piacere che i suoi nervi
erano
più distesi e le sue iridi avevano ormai riaquistato
completamente il loro bellissimo colore ambrato.
Dopo qualche
passo decisero di sedersi ai piedi di un albero secolare.
Isabella era
conscia del desiderio reciproco di entrambi, per questo
gli spunti di conversazione si erano ridotti ai minimi termini.
"Avete
saputo che Benjamin Cheney e Angela Weber si sposano la prossima
settimana?"
" Si diciamo
che mi è arrivata questa voce, ma vi prego
Isabella..." disse con voce suadente mentre si avvicinava sempre di
più ad ella, sentendo il ritmo del suo cuore raddoppiare e
poi
triplicare.
"... non
dovete per forza cercare un argomento di conversazione come
con tutti... Io con voi ho condiviso il mio segreto più
grande,
la sincerità ormai è fondamentale... E poi se
volete
rimanere qui ad osservarmi in silenzio per me non è un
problema.. Il silenzio non mi spaventa..."
" E' solo.."
"Ssh.." la
interruppe con un popastrello sulle sue labbra.
Isabella si
stupiva di come quel semplice gesto aveva contribuito all'incremento
del suo desiderio.
Edward tolse
il dito dalle sue labbra così delicate e si
avvicinò per baciarle.
All'inizo fu
solo qualche semplice carezza fra il labbro superiore di
lei e quello inferiore di lui, poi la sua lingua di lui si fece
avventuriera e leccò delicatemente quelle piccole labbra
carnose
che fremettero e si dischiusero accogliendola.
Isabella si
lasciò andare completamente in quel bacio, e
più andava a fondo, più non era più la
sua mente a
guidare il suo corpo, ma era come se Edward la guidasse come una
marionetta, provocando i punti giusti.
Per un
momento abbandonò le labbra di lei e incominciò a
torturarle l'orecchio e poi giù.. giù per il
collo.
Isabella non
riusciva ad udire nulla a parte una voce roca persa nei
gemiti, vi fece più attenzione e si accorse che era proprio
la
sua.
"Edward..Edward..
non possiamo.." balbettò una volta recuperata la sua
volontà.
"Isabella..
lo so che mi volete.. il vostro corpo.." disse ancora perso nel suo
attento lavoro.
"No.."
replicò Isabella riuscendo a distanziarsi "..non
è
per questo, ma non possiamo farlo qui..." disse mentre le sue guance si
imporporavano.
"
Perchè mai... nessuno potrà vederci.." disse con
tono suadente.
"E' un
pò troppo all'aperto..."
"Va bene...
mi dovete scusare..solamente mi siete mancata tanto.."
"Anche voi
mi siete mancato, e Dio solo sa quanto vi desidero in questo
istante ma non è proprio il momento.." abbassò lo
sguardo
sulle sue mani rossa dalla vergogna, ma ciò che proprio non
si
aspettava era che Edward prendesse la sua mano con dolcezza.
"
Isabella... sapete che potete dirmi tutto... cosa vi preoccupa
così tanto?"
Isabella
credeva impossibile che avesse fatto centro un'altra volta... d'altra
parte la dicotomia fra il suo corpo e il suo cuore non poteva rimanere
celata a lungo...
In un primo
momento esitò aumentando se possibile il rossore sul suo
volto, poi incominciando a balbettare aprì al giovane i suoi
pensieri.
"Edward ho
paura... paura di donarmi a voi e poi non ritrovare nessuno al mio
risveglio... Ho paura che ciò che è accaduto alla
tenuta dei Newton si ripeta..."
Edward
rimase ad ascoltare ogni sua parola, d'altronde non poteva
che avere ragione di temere un comportamento del genere, era
perfettamente nella sua natura, ma allora perchè si ostinava
a fare di tutto per evitare che quella piccola creatura divina non
soffrisse?
Avere a
cuore i sentimenti di un essere umano, cosa gli stava accadendo?
"Non
succederà, ve lo prometto.. Sarò al vostro fianco
e domani mattina verrò di nuovo a trovarvi, sfrutteremo
l'assenza di vostra madre il più possibile..."
Cosaaaa?!
Cosa faceva adesso?? Ora si dilettava nel fare promesse che sapeva non
poteva assolutamente mantenere?
Cercò
in tutti i modi di reprimere quei pensieri che lo stavano tormentando,
ma ogni sforzo era vano, finchè senti le labbra di Isabella
premere dolcemente contro le sue ghiacciate.
"Siete
così dolce..." bisbigliò Isabella sulle labbra
del giovane, le loro fronti erano l'una contro l'altra e Isabella
perdeva completamente il suo sguardo in quelle iridi dorate, ma esse
distolsero lo sguardo.
" Per favore
non dite così.." quelle parole per egli erano come dolorose
e lente pugnalate.
Isabella
prese il suo viso fra le mani e lo costrinse a guardarla negli occhi.
" Non ho mai
conosciuto un uomo tanto dolce e amabile credetemi, tutti i pregiudizi
di questa cittadina sono completamente infondati.."
Edward
rimase immobile incapace di dire una parola, stregato da quella piccola
venere che riusciva sempre di più a sorprenderlo con le
mille sfaccettature del suo carattere, il suo profumo era talmente
inebriante che avrebbe voluto passare l'eternità ad
annusarlo ed a perdere le sue dita in quella folta massa bruna.
" Venite.."
disse lei prendendo la sua mano bianca, invitandolo a mettersi in piedi.
Senza
abbandonare mai la sua mano incominciò a condurlo verso le
stalle del bestiame.
"Dove
andiamo?" chiese egli perdendosi in quello sguardo magnetico.
"
V'è un capanno dietro le stalle, lo usavano per conservare
gli attrezzi, ma ormai nessuno vi mette più piede.."
"Isabella.."
disse Edward fermandosi dinanzi al capanno in questione " ..non dovete
davvero.. Io non voglio costringervi a fare qualcosa che non.." ma
rimase interdetto da Isabella stessa che era già dinazi la
vecchia porta in legno e la spalancava.
"Lo voglio
Edward.. ora.. perchè non vi sbrigate prima che cambi
idea??" aggiunse con un sorriso.
Edward
sorrise quasi incosapevolmente e la raggiunse stupendosi di quanto ora
la sua brama fosse aumentata.
Isabella
infatti non fece neanche in tempo a chiudere la porta alle loro spalle
che il giovane Cullen l'aveva già tratta nella sua morsa.
Le loro
labbra si incontrarono veloci e fameliche, e presto anche le loro
lingue furono un tutt'uno.
La giacca
del giovane finiva per terra e le mani esploratrici di Isabella
vagavano per la pelle di lui sotto il colletto.
Edward
alzò lo sguardo e vide della paglia ammassata e ricoperta da
un telo contro una parete, prese così Isabella in braccio e
la adagiò su di essa.
Mentre
riprese a baciarla con foga, con le mani andava in esplorazione sotto
la gonna, accarezzando le cosce candide e immacolate.
Isabella
ebbe un sussultò quand'egli sfiorò la sua
intimità.
Poi
tornò su per slacciare il corpetto che fasciava i suoi seni
e si liberò della gonna.
Isabella
imbarazzata ma allo stesso tempo vittima di sensazioni dannatamente
piacevoli, con un balzo scese giù dal mucchiò di
paglia e timidamente prese a sbottonargli la camicia mentre egli
torturava il suo lobo.
Quando anche
la sua camicia fu per terra, Edward sentì il bisogno di
aderire il suo corpo con quello della giovane, mentre le mani della
fanciulla accarezzavano bramose la sua schiena ed il suo petto.
Quel
contatto così intimo permise ad Isabella di sentire
l'eccitazione del giovane contro la sua parte più intima e
ciò rischiò di farla impazzire.
Quante notti
aveva sognato nuovamente quel contatto?
Troppe.
Ora era
giunto il momento di porre fine a quella dannata agonia che teneva
entrambi sul filo del rasoio.
Edward
l'afferrò senza alcun problema e dolcemente la pose a
cavalcioni mentre ella le sbottonava i pantaloni.
Lentamente
entrò dentro di lei per paura di farle del male e dopo
qualche movimento circospetto il ritmo andò via via
aumentando e il piccolo capanno degli attrezzi si riempi di ansimi e
sospiri.
*
"E' meglio che vada.." disse Edward rimettendo con cura la camicia
dentro i pantaloni "Vostro padre tornerà presto.." .
" Come fate ad esserne così.." Isabella sistemava
l'attaccatura della gonna, odiava quando i vari laccetti non andavano a
loro posto "..sicuro? Ehm.. ma come mai ridete?" concluse mentre lo
osservava ridacchiare, questa cosa non le piaceva molto...
"I.. i vostri capelli sono uno spettacolo.." disse con quella risata
estremamente seducente.
Si avvicinò ad ella e le sistemò bene una ciocca,
mentre con l'altra mano ne rimuoveva un'altra ciocca dal suo viso.
"..ecco.. ora va meglio.. "
" Perchè mi guardate così?"
Edward rise di nuovo, divertito da quell'atteggiamento così
inconsapevole.
"Siete bellissima.."
"Oh si.. bella davvero con i capelli arruffati e i vestiti sporchi di
fango.."
Edward le prese il mento fra il pollice e l'indice.
" Siete perfetta per me.." concluse e unì le loro labbra
mandando Isabella in iperventilazione.
"Wow... Ehm.. Smettetela o ricominceremo da capo.." le sorrise
imbarazzata.
"Co..come fate a sapere che mio padre sta per fare ritorno?"
Edward si voltò per recuperare la giacca che era per terra,
con una mano tentò di togliervi la polvere.
" Riesco a controllare i pensieri di una persona anche ad una notevole
distanza se la conosco. Sembra proprio che vostro padre sia a
conoscenza della mia visita.."
"Si è così ve l'ho detto, è stato egli
stesso a suggerirmela."
Edward si lasciò andare in un'altra risata.
"Solo che aveva in mente ben altre attività per noi due..."
"Del tipo prendere un thè o una gita a cavallo?"
"Già.." rispose ed entrambi scoppiarono in una risata
fragorosa.
Quando furono entrambi presentabili si avviarono verso il
viale centrale della tenuta.
" Tornerete anche domani?" gli chiese quando furono dinanzi la carrozza.
"Certamente.." replicò Edward chinandosi per baciare il
dorso della sua mano ".. porterò la cura necessaria per la
febbre del vostro cavallo." concluse con un sorrisetto complice.
Vicino a loro mentre Edward saliva sulla carrozza, Thomas lo stalliere
si voltò verso Samantha e sussurrò:
" Ma tutti i cavalli godono di ottima salute!"
Isabella dovette trattenere una risata quando sentì
chiaramente Samantha tirare una gomitata nello stomaco dello stalliere.
Così mentre la carrozza bianca abbandonava il viale in
pietriccio, Isabella si voltò per rientrare in casa ma la
sua attenzione fu catturata dal rumore di un'altra carrozza che
avanzava per il loro viale.
Decise di voltarsi e rimanere sul portico ad accogliere, la carrozza
che doveva essere del padre.
Ma quando la porticina si aprì non fu il padre a fuoriuscire
da essa.
" Oh Dio!!!! Non riesco a crederci!!!" disse Isabella catapultandosi
giù per le scalette del portico e buttandosi fra le braccia
del giovane.
Il suo volto era smagrito ed il corpo più muscoloso, mentre
i capelli neri folti erano raccolti in una coda che ricadeva sulle
spalle.
"Jake quanto mi sei mancato!!!!"
" Anche tu mi sei mancata Bells!".
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 : Gelosia ***
«Gelosia»
" Caro
Jacob, scusa
l'impudenza.. Ma cosa diavolo ci fai qui?" esclamò Isabella
completamente sorpresa dalla visita inaspettata.
"Noto con
piacere che la
tua lingua non ha subito mutamenti!" replicò Jacob con un
sorriso " In ogni caso sono tornato per venire a trovarvi, mi siete
davvero mancati!"
Isabella
prese con semplicità la mano dell'amico e lo condusse nel
portico.
Ancora non
riusciva a credere quanto enorme fosse diventato.
" Sono sicura che il mio caro padre sarà più che
felice della tua visita! Tornerà a momenti!"
" Si Bells lo so... tuo padre sa già della mia visita,
infatti mi fermerò da voi per il tempo necessario!"
" Traditori! Mi avete entrambi tenuto all'oscuro!! Ma mi
vendicherò sai!!"
Jacob ridacchiò e scombinò i capelli di Isabella
con un gesto amichevole.
" Oh oh che paura! Devo ricordarti che ormai sono grande e grosso??"
" Ah si??? Ti faccio vedere io!!" esclamò incominciando a
riempire di schiaffetti la spalla dell'amico.
Purtroppo la sua altezza le permetteva di arrivare lì.
" Posso anche sbagliarmi... ma giuro di averla già vista
questa scena!"
"Oh padre! Bentornato! Guardate che bella sorpresa!"
*
" Quindi caro giovanotto... quali sono i tuoi progetti attuali?" chiese
mr Swan addentando il cosciotto di pollo preparato con dedizione da
Samantha.
Quella sera stavano cenando davvero molto tardi rispetto al loro comune
uso, erano quasi le otto di sera, e Charles Swan e sua figlia avevano
passato il pomeriggio ad ascoltare gli aneddoti delle avventure del
signorino Black a Londra.
"Beh..Come ho già detto a voi Charles, penso di rimanere a
Wallingford se tutto va per il meglio... In questi giorni
andrò
in giro per cercare una tenuta, anche piccola da acquistare. Non
intendo comprare parecchio bestiame per ora, dopo tutto sono abituato
ad usufruire del minimo indispensabile."
"Jake vieni ad abitare a Wallingford?! Ma è magnifico!
Verrò spesso a trovarti!"
" Mi offenderei se non verresti almeno una volta al giorno!"
"Caro Jacob cerca di capire! Ormai la nostra Isabella è una
signorina, ha degli impegni mondani, e presto avrà anche un
marito." intervenne il signor Swan.
" Oh dimenticavo... Dunque nessun matrimonio all'orizzonte?" chiese
incerto, causando il rossore di Isabella.
" Non per adesso almeno.." aggiunse il padre " Isabella ha avuto una
proposta che si è prontamente premurata di rifiutare..."
disse
con velata ironia e orgoglio nei confronti della figlia.
Isabella si sentì di più a suo agio nel momento
in cui
suo padre, come era suo solito, aveva dato alla conversazione una vena
ironica, ma più che un riso, ciò che Isabella
vide sul
volto del giovane Black era più un ghigno soddisfatto.
Decise di non porvi attenzione, in fondo poteva anche essere una sua
mera impressione, ciò che veramente importava era che
finalmente
Jacob era tornato a trovarli dopo due lunghi anni.
Le lettere non potevano di certo sostituire la naturale allegrezza del
giovane.
Dopo la cena, il signor Swan decise che data la speciale circostanza,
Isabella aveva il permesso di rimanere sveglia ancora per un
pò.
" Bells, che ne pensi di fare qualcosa in onore dei vecchi tempi?"
"Certo Jake, porta pure avanti la tua proposta!"
" Ti ricordi quelle notti in cui avevi degli incubi e ti rifugiavi nel
mio letto e rimanevamo a parlare tutta la notte? Che ne dici di dormire
insieme stanotte, ovviamente intendo nel vero senso del termine.."
disse grattandosi la spalla con la sua manona.
"Jake.." bisbigliò Isabella arrossendo " ..le circostanze
sono un pò diverse adesso.. sono cresciuta.."
"Dai Bells! Non essere così boriosa! Prometto che
farò il
bravo!" esclamò dando un pugnetto amichevole alla fanciulla.
"Mmm ok.." sussurrò incerta "... ma giuro che se ti volti
mentre indosso la veste da notte ti uccido!"
" Il tuo ardore riesce sempre a stupirmi!" replicò egli con
un largo sorriso disegnato in viso
*
Un leggero venticello soffiava per il boschetto vicino la piccola
tenuta degli Swan.
Esso accarezzava la sua pelle così dolcemente in modo tale
da
rendere quella notte piena di stelle ancora più magica.
Aveva preso una decisione impulsiva, e di certo avrebbe infranto ogni
canone della società regolante il corteggiamento.
Con uno scatto disumano, balzava in modo incredibilmente silenzioso da
albero in albero, finchè la sobria costruzione non apparve
ai
suoi occhi.
Focalizzò immediatamente la finestra della camera di
Isabella,
in fondo non era la prima volta che faceva una visita notturna, la sola
eccezione consisteva nel fatto che questa volta la sua visita non
sarebbe rimasta segreta.
Con estrema facilità si trovava già sul
cornicione, la
finestra era spalancata e le tende si trascinavano al ritmo del vento.
Edward sperava di riuscire a dare uno sguardo nella stanza senza essere
visto, poichè aveva percepito la presenza di qualcun altro
in
compagnia di Isabella.
Era certo che non si trattasse della domestica Samantha,
perchè
l'odore era chiaramente quello di un uomo, ma ciò che lo
preoccupava era che quell'odore non era chiaramente quello del signor
Swan.
Finalmente riuscì a vedere dentro la stanza, e vide la sua
Isabella distesa sul suo letto al fianco di un giovane uomo di enormi
dimensioni.
Isabella si lasciava andare nella sua melodiosa risata, ma stavolta non
era rivolta a lui, bensì a quell'energumeno che la teneva
abbracciata mostrando una pelle eccessivamente abbronzata.
Ma l'errore più grande di Edward fu proprio leggere nella
mente del giovane in questione, questo fu veramente troppo.
Con la maestria e l'eleganza che lo aveva sempre accompagnato
lasciò che la sua figura si dileguasse nella notte senza
lasciare alcuna traccia.
*
" Sai Bells..." disse il signorino Jacob la mattina dopo a colazione
"... ho deciso che forse stamani rimarrò in casa, in fondo
è il primo giorno che mi trovo qui per intero e non mi
sembra
giusto lasciarti da sola..."
Isabella si morse il labbro e mandò giù il
boccone. Suo
padre era già uscito per le usuali commissioni lavorative,
ed
Isabella quasi ci sperava che Jacob facesse lo stesso.
Certamente si era dilettata nel passare un pò di tempo con
il
giovane, ma sapeva che Edward le avrebbe fatto visita da un momento
all'altro e la situazione poteva incrinarsi disdicevolmente.
"Jake.." sussurrò a voce bassa " Non devi rinunciare alla
ricerca di un focolare solo per passare del tempo con me... Ieri mi
sono piacevolmente persa nei ricordi con te, ma ciò non deve
intaccare il tuo interesse."
"Oh Bells non v'è alcun problema... sai che per me sei un
priorità, ogni cosa vien dopo..."
"Ma.." sospirò ella con un gemito sconfitto " ... mi
imbarazza
molto dirtelo, ma aspettavo una persona stamattina..." disse arrossendo
completamente.
" E di grazia, posso sapere chi è costui che ti ruba del
tempo
da trascorrere con me?" disse con un sorriso stampato sulla faccia.
Isabella incominciò a tremare per l'imbarazzo e si disse che
tutto poteva dire, ma non che si vedeva con Edward Cullen.
"..è..è la mia cara amica Alice Cullen..
è un
pò che non ci vediamo e desiderava trascorrere una mattina
in
mia compagnia..."
" Oh... ho capito.." disse ridacchiando " Ti dedicherai ad una buona
dose di chiacchiere fra donne.."
"Ehm.. si... già..." farfugliò in una risata
confusa.
Così dopo aver raccolto le sue cose Jacob Black
abbandonò
la tenuta Swan in carrozza sotto lo sguardo combattuto di Isabella.
Era sicura che la sua testa sarebbe scoppiata da un momento all'altro.
Entrambi Edward e Jacob erano importanti nella sua vita ma la dicotomia
che si era venuta a creare non le piaceva per niente...
Rimurginando su tali pensieri aspettò, a suo parere,
più del tempo dovuto l'arrivo di Edward.
Era seriamente convinta che doveva essere successo qualcosa, ma i suoi
dubbi ebbero fine quando a corsa sfrenata arrivò un servo
che
ella riconobbe provenire da Cullen Mansion.
"Signorina Swan, porto un messaggio da parte del mio padrone, ho fatto
il prima possibile.."
" Vi ringrazio, di cosa si tratta?"
"Purtroppo oggi il mio padrone non potrà godere della vostra
compagnia a causa di un improvviso malore." concluse con un inchino.
Isabella non mosse neanche un muscolo e con l'espressione del viso
contratta disse:
" Vi ringrazio per avermi portato il messaggio, siete ora libero di
andare."
Davvero credeva fosse così stolta?? Un malore?!
Questa era chiaramente una scusa detta ai servi in modo tale da
annunciare la sua assenza... Ma non poteva credere che Edward pensasse
che Isabella vi avrebbe creduto, quindi qualcosa doveva essere
successa, qualcosa di cui lei era all'oscuro e che aveva fatto
imbestialire Edward.
Ma come poteva aver commesso un'azione di cui era all'oscuro?
La sua mente lavorava veloce al pensiero di scoprire di cosa si
trattasse..
Doveva andare a trovarlo... Doveva...
In fondo nè suo padre nè Jacob avrebbero fatto
ritorno tanto presto..
Senza pensare a come le sue azioni avrebbero potuto impressionare le
regole della buona società, ordinò ad uno dei
servi ad
ella più vicini di preparare la carrozza e nell'attesa
andò in casa a recuperare lo scialle.
Una volta a bordo della carrozza sotto la pioggia scrosciante
invitò il servo a condurla verso Cullen Mansion.
*
"Fatemi entrare!" disse bussando ripetutamente al portone di mogano.
"Un attimo un attimo... Isabella cara, cosa vi succede?" la dolce
figura di Mrs Esme Cullen l'aveva accolta.
" Buon giorno signora Cullen, mi spiace di essermi presentata senza
alcun invito, ma avrei davvero bisogno di parlare con Edward.."
"Oh ma certo tesoro, entra... Edward è strano non parla con
nessuno da ieri sera, si è chiuso in camera."
Non appena la signora Cullen le fece spazio per entrare nell'ampio
salone, una sonata per pianoforte l'avvolse.
Certamente non poteva avere alcun dubbio su chi fosse l'autore della
melodia.
Tuttavia questa non rientrava nel normale repertorio del noto
esecutore, benchè fosse sempre bellissima, si presentava in
un continuo climax e aveva un tono quasi rabbioso.
Per Isabella fu impossibile immaginare un qualsiasi essere umano
muovere le proprie dita così velocemente su di un pianoforte.
"Edward.." bisbigliò una volta dietro la porta della sua
camera, il cuore accellerò per mille volte il battito non
appena la musica del pianoforte cessò.
Pian piano spinse la porta aprendola con un cigolio, Edward, ricurvo
sul grande piano bianco a cosa, le dava le spalle.
Questa atmosfera di cupezza rischiava di fare scoppiare il cuore della
fanciulla.
" Davvero pensavate che avrei creduto nel vostro malore? Che mi sarei
fatta abbindolare? Io non capisco... voi avevate promesso.." disse
lasciando che il coraggio prendesse il posto del timore.
"Sapete..." disse egli con voce roca mentre ancora dava le spalle alla
fanciulla ".. mi stupisce quanto la nostra società non
faccia altro che criticare il mio animo libero... quello che penso
invece e che la società dovrebbe pure riservare un occhio di
riguardo alle fanciulle ipocrite che giocano a fare le santerelline.."
disse voltandosi lentamente con una desolazione e un distacco
disarmanti.
" Edward.." disse raccogliendo le forze " Non so di cosa parlate.."
" Non dovrei stare neanche qui a spiegarvelo, ma non immaginavo facesse
talmente male..."
"Edward vi prego... spiegatemi non capisco.."
" Ieri sera mi ritrovavo qui a casa con un desiderio di voi non
indifferente, desiderio per altro strano per la mia natura... Ma ho
deciso di non ascoltare il mio orgoglio e lasciare che le brame del mio
corpo mi guidassero da voi. Tuttavia quando fui proprio davanti alla
vostra finestra spalancata, fui davanti ad uno spettacolo che mi
ferì profondamente. Sarà... ma il mio orgoglio
non ha mai pensato a voi come un'adultera."
Isabella rimase immobile a meditare sulle sue ultime parole...
Adultera? Ma cosa stava dicendo?
" Edward ma cosa dite??"
" E' inutile negare Isabella, vi ho visto sul vostro letto con
quell'energumeno dalla pelle troppo abbronzata... E dire che a voi la
camera da letto sembrava un luogo troppo azzardato per intrattenersi
con un uomo.."
" Oh Dio.. Voi davvero... Oh mio Dio.." disse ella comprendendo
finalmente le sue parole e scoppiando in una risata isterica.
Edward rimase ad osservarla curioso del suo comportamento,
maledicendosi nuovamente per non essere capace di leggerle i pensieri...
"Edward... il giovane che voi avete visto è Jacob Black ,
mio fratello adottivo!"
Un'espressione confusa si disegnò sul volto di Edward, e
Isabella continuò:
" Jacob era figlio del migliore amico di mio padre, Billy Black. Di
certo non disponeva di una fortuna pari a mio padre, ma ciò
non aveva diviso il loro affetto. Ma un infausto giorno, quando Jacob
aveva otto anni ed io sei, Billy venne a mancare a quanto padre vittima
di un misterioso omicidio.
Jacob, già orfano di madre, rimase completamente da solo
perdendo anche ogni possedimento del padre. Così il mio caro
padre decise di adottarlo e di tenere alta la memoria di Billy.
Jacob ha vissuto con noi per dieci anni ed è stato per me il
migliore del fratelli maggiori, ma all'età di diciotto anni
a deciso che non era più corretto usufruire della gentilezza
di mio padre ed è andato a Londra per tentare fortuna. Non
abbiamo avuto molte notizie di costui per ben tre anni, ma ora eccolo
qua.
Quello che avete visto ieri sera era semplicemente una sorella minore
che ascoltava le storie del suo fratello maggiore."
Edward rimase per diversi minuti in silenzio incapace di dire qualsiasi
cosa.
Il silenzio regava sovrano in quella stanza buia e l'unico suono a
tenere vivo il suo senso di colpa era il frenetico battito del cuore di
Isabella.
" Sono stato uno sciocco.." bisbiglio con voce roca " Avrei dovuto
chiedervi delle spiegazioni, ma qualcosa più potente di me
si è impossessato del mio corpo, non mi era mai capitato."
Isabella si fece più vicino al giovane e distese le labbra
in un sorriso.
Senza alcun timore intrecciò le braccia attorno al collo dei
Edward e disse:
" Pensate a me che devo rimanere impassibile dinanzi agli sguardi di
tutte le donne della società che vi spogliano con gli
occhi.."
Per Edward quel suo bisbigliare fu maledettamente sensuale, e non
potè fare a meno di rubarle un bacio.
Chi era mai quella fanciulla per avere tanta indole sul suo essere?
" Che ne dite se stavolta accontentiamo vostro padre e andiamo a fare
davvero quella passeggiata a cavallo?"
Isabella annuì e riprese momentaneamente da dove le labbra
del giovane avevano lasciato.
*
" Avanti smettetela!! Questa povera bestia ne ha avuto abbastanza!"
Isabella trovava impossibile smettere di sorridere mentre il destriero
che li aveva ospitati correva a velocità folle spronato da
Edward.
Entrambi cavalcavano lo stesso purosangue, Isabella era seduta davanti,
saldamente protetta dalla stretta di Edward dietro di ella che era
colui che in realtà comandava la bestia.
Il vento picchiava gentile contro i loro volti, ma Edward
percepì di essersi lasciato andare fin troppo e di essere
ormai in ritardo.
Aveva sentito la mente di qualcuno che ormai era irrimedibilmente
vicino alla tenuta, così cambiò rotta
repentinamente.
"Che accade?" chiese Isabella colma di curiosità
" E' ora di andare..." le bisbigliò Edward all'orecchio.
Tirò le briglie non appena si trovarono dinanzi la porta di
ingresso di casa Swan, ma nonostante avesse cercato di essere il
più veloce possibile, il loro cavallo fu faccia a faccia con
la figura di Jacob Black che scendeva dalla carrozza.
"Buona sera Jacob.." disse Isabella colma di vergogna trovandosi sotto
lo sguardo accusatore dell'amico.
Edward con grazia balzò giù dal cavallo e
aiutò la sua dama a fare lo stesso. Con fare educato si
presentò allo sconosciuto e dopo aver salutato Isabella si
congedò da entrambi.
Isabella rimase ad osservare la carrozza che si allontanava ma i suoi
occhi furono catturati dallo sguardo livido dell'amico.
"E così è questa l'amica che aspettavi? La
ragione per cui non potevi rimanere a godere della mia compagnia?"
"Non penso ti riguardi.." disse Isabella dandogli subito le spalle, non
comprendeva tale possessività.
"Non mi riguarda?" disse il giovane afferrandola per un braccio e
costringendola a voltarsi.
" La tua vita non mi riguarda? Isabella sbagli di grosso se pensi che
possa starmene in un angolo ad acconsentire."
Isabella si liberò infastidita dalla presa di Jacob.
" Ritengo non stia a te scegliere i miei partner sentimentali!!" disse
con un filo di stizza.
" Ma Isabella... Edward Cullen!" replicò egli con fare quasi
doloroso.
" Cosa sai di lui?" chiese sulla difensiva.
"Molto più di quanto pensi, credimi.."
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 : Dubbi ***
«Dubbi»
"Bella
credimi, io non
voglio spaventarti, ma ti dico di stare alla larga da quel Cullen.." il
signor Black aveva la voce ferma e decisa e i suoi occhi rimanevano
fissi dentro quelli di Isabella.
" Cosa sai?"
pose ella di nuovo la stessa domanda.
" Davvero
desideri
rimanere ferita irrimediabilmente? Bene penso ti farà
piacere
allora sapere che il giovane non è ciò che
afferma di
essere.."
" Nulla di ciò che mi dirai potrà cogliermi
impreparata, Edward mi ha confidato ogni cosa."
" Non può averti rivelato questo Isabella, vedi... egli non
è come noi.. egli non è un umano..egli.."
"Frenate la vostra lingua, i servi potrebbero sentirci." disse con tono
freddo e sicuro che mise in allarme Jacob.
Forse realmente Isabella era a conoscenza della natura della famiglia
Cullen, ma allora perchè continuava a vedere il giovane?
Perchè continuava ad avere indosso quella mielosa fragranza?
"Ecco, qui.." disse portandolo in una radura deserta della tenuta " qui
potremo parlare. Io so tutto, so della natura di Edward e della sua
famiglia."
"Sai che Cullen è un vampiro????!"
" Fai silenzio stolto!" disse ella portando l'indice sulle labbra del
ragazzo " Si me lo ha confidato, ma la domanda che ho da porti
è
come fai tu ad esserne a conoscenza..."
"Isabella...io.. io pensavo fossi più assennata! Pensavo
sapessi
riconoscere un grande pericolo... Tu dolce Bella, sei la preda migliore
per questo genere di creature, tu che sei così bella e
casta. Le
vergini mandano in estasi personaggi come Cullen."
Durante la sua ultima frase, Isabella volse il suo capo verso il basso,
lontano dallo sguardo penetrante dell'amico.
Jacob la fissò per qualche secondo ma non gli
servì molto
per capire a pieno il significato del gesto della fanciulla.
"Oh... penso di avere bisogno del tempo per assimilare una tale
informazione... Ma ti prego Bella cerca di ragionare.." disse prendendo
le sue mani senza però avere il coraggio di fissare il suo
sguardo sulla fanciulla ".. quell'essere è pericoloso, posso
comprendere la tua attrazione, essi sono proprio attraenti a posta, per
attirare le loro prede... Bella, devo confessarti una cosa.. un
qualcosa che riguarda questi anni in cui non hai avuto mie notizie.."
"Dimmi Jake, ti prego basta con i tabù."
" Bella.. mio padre è stato assassinato da dei vampiri,
quando
ho compiuto diciotto anni, ho deciso che era arrivato il momento per me
di vendicarmi, di imparare molto su questa razza, e di trovare ed
uccidere l'assassino di mio padre... In questo io vi sono riuscito e ho
conosciuto parecchia gente nella mia stessa situazione, gente piena di
risentimento come me..
Ci siamo dati aiuto come potevamo, e abbiamo cacciato vampiri in una
londra come mai l'avrei immaginata... Poi torno qui e vedo te, Isabella
una delle persone a me più chiare fra le braccia di un
vampiro..."
"Ma Jake, è buono io te l'ho già detto! Egli e la
sua
famiglia si nutrono solamente di sangue animale, loro rifiutano la loro
natura, loro.." Isabella era affannata nel dare la sua per ella
ragionevole motivazione, ma Jacob non lasciò che finisse.
" Sono sempre vampiri Bella! Che lo vogliano o meno non possono non
sopperire ai loro istinti!" vi fu un attimo di silenzio tutto intorno,
il tempo sembrava essersi fermato di botto ed aver cominciato pian
piano a riprendersi a rallentatore...
Jacob trasse un lungo sospiro e si avvicinò di
più alla fanciulla.
"Bella devi scusarmi, ma io.. io divento pazzo all'idea che possa
succederti qualcosa.."
"Sssh.." disse lei con tono dolce per rassicurarlo " Jake te l'ho
già detto, non corro alcun rischio con Edward.."
Ma quest'ultima frase non servì affatto a calmare il giovane
Black che sciolse immediatamente l'abbraccio.
" Ma allora Bella non hai ancora compreso! Non ti sei ancora resa conto
dell'affetto che mi lega a voi miss Swan! Io ti amo Bella! Ti amo! Ti
ho amata dal primo giorno in cui ti ho vista, da quando mi hai eletto
come tuo compagno di giochi prediletto, quando mi sei stata vicino in
tutti gli anni dolorosi che hanno seguito il mio lutto, ti ho amata
quando ti ho lasciata tre anni fa quando il tuo viso e il tuo corpo
stavano incominciado a subire i primi mutamenti, ti amo anche adesso
che sei diventata la più bella giovane donna che abbia mai
visto, ma torno dopo solo tre anni e trovo che il tuo corpo
è
già stato profanato da qualcun'altro..."
Isabella non riusciva a credere alle parole del giovane, e le
trovò estremamente dolci e sensibili, toccavano
profondamente la
sua anima ma Isabella sentì un dolore tremendo nel rendersi
conto che esse non arrivavano al proprio cuore.
Avrebbe desiderato così tanto di poter condividere quei
sentimenti, di rallegrare l'animo del giovane che le era
così
genuinamente devoto, di certo non come quell'insulso di Micheal Newton,
ma sentiva che il suo cuore aveva ormai subito un guasto, e Jacob non
era la persona adatta a farlo ripartire.
"Jake io.."
"Non dire nulla ti prego..Morirei se solo tu mi rifiutassi, so che
magari tu non pensi a me con la stessa intensità, ma a me
basta
che tu mi sia al fianco, mi basta sapere che mi accetti
perchè
sono un buon uomo e che ti fidi di me... prometto che sarò
il
miglior marito del mondo, anche perchè, ne son sicuro, tu
sarai
la più dolce sposa dell'intero cosmo.."
"Jake jake... io credimi lo so, lo so che saresti il miglior marito che
mai potrei desiderare, ma ragiona.... A me non sembra affatto giusto
consumare una tale mole di affetto per una persona che non lo condivide
pienamente... Saremo sempre in contatto, tu sei una delle persone a me
più care, non ti taglierei mai fuori dalla mia vita.."
"Oh Bella! Sopravviverei sapendo che non mi ami allo stesso modo! Il
mio sentimento è abbastanza grande per entrambi!"
" Jacob non sono d'ccordo con te, non è giusto ragionare
così.."
"Oh andiamo Bella!! In fondo lo sai anche tu che Cullen non ti
sposerà mai!"
Ed ecco che tutta la dolcezza del giovane era stata distrutta dalla sua
impulsività e dai suoi modi possessivi.
Isabella ora sapeva perchè non poteva amarlo, quelle parole
l'avevano ferita profondamente...
Come poteva costui decantare un affetto si grande se poi per ottenerlo
desiderava ferire i suoi sentimenti..
"Jacob non penso stia a te discutere della mia relazione con il signor
Cullen."
"Bella sto solo cercando di aprire i tuoi occhi!! Non pensavo fossi
davvero così stolta da pensare che Edward Cullen, il
più
rinomato casanova della contea, avendo a disposizione tutte le
fanciulle del paese, decida che tu Isabella Swan sia quella da
sposare... dovresti crescere..."
" Jacob smettila!" alzò la voce accompagnata da qualche
lacrima.
"No, non la smetto!" disse egli afferrandole i polsi e tenendola ferma
contro il tronco di un albero " Non la smetto finchè non
capirai
la stoltezza delle tue stesse parole."
"Lasciami! Lasciami di prego!" disse tentando di divincolarsi invano
dalla stretta del giovane, ma il loro dialogo nonandò oltre
poichè furono interrotti dal rumore di una carrozza sulla
ghiaia.
" Qua...qualcuno è appena rientrato in casa.."
bisbigliò Jacob mutando completamente il tono
della voce, quasi non fosse accaduto nulla fino a pochi secondi prima.
"Si.. deve.. deve essere mio padre.. serviranno il pranzo tra poco,
faremmo bene a tornare."
"Si.." disse egli prendendo le opportune distanze dalla fanciulla " hai
ragione, andiamo."
*
"Oh cara sono alquanto di sicura che non ti aspettavi che ritornassi
così presto, eh?"
" Eh si madre, come sempre siete riuscita a sorprendermi." disse
Isabella mentre roteando lo sguardo ingoiava il boccone.
" Poi però sono rimasta sorpresa anche io nel trovare in
casa il signorino Black.. Davvero una... piacevole sorpresa.."
Per poco Isabella non aveva soffocato il boccone nella risata,
ricordava che sua madre non aveva Jacob particolarmente in simpatia, ma
per questa volta non avrebbe battibeccato con lei.
Il pranzo si svolse velocemente, senza troppi convenevoli.
A quanto pare la zia non aveva un malore terminale ed ora entrambi i
suoi genitori erano andati a conversare in biblioteca.
Isabella sperava ardentemente che il discorso non fosse incentrato sul
rinnovo della proposta matrimoniale da parte di Micheal Newton che
aveva rinnovato con l'intercessione di sua madre stessa.
Nervosa e sconsolata, si diresse verso il portico per pensare, non
doveva temere la potenza dei raggi solari delle due del pomeriggio,
poichè in Inghilterra era tutta un'altra storia.
Mentre aveva preso il manoscritto che le aveva donato Edward dalla
tasca del grembiule da casa, senti dei passi provenire dalle sue spalle.
Non fu difficile per ella indentificarne l'identità.
" Quindi il tuo più accanito ammiratore indesiderato
è Micheal Newton, me lo ricordo da ragazzo... L'ho picchiato
una o due volte..." concluse ridacchiando.
" Jake gli aneddoti della nostra infanzia non basteranno a riparare
quanto accaduto prima..."
"Bella.. davvero.. mi dispiace di averti trattata in quel modo..." le
disse costringendola a voltarsi.
" Jake, prima tu hai offeso i miei sentimenti.."
"Sentimenti? Aspetta ora mi vuoi dire che ti sei innamorata di Cullen?"
Prima Isabella aveva parlato senza pensare, ma le parole provenivano
proprio dal suo cuore... Non si era mai soffermata a riflettere a fondo
sull'argomento, ma ora.. era tutto così chiaro..
Le parole di Jacob facevano così male per un motivo
preciso... Aumentavano quel dubbio che logorava il suo cuore ormai
innamorato di lui.. di Edward...
"I..io.. Si io.. io penso di essere innamorata.." confesso ignara del
putiferio che avrebbe scatenato..
" Oh Dio Bella! Io.. io non riesco a crederci... Io pensavo fosse una
stupida infatuazione.. una convinzione di una ragazzina immatura..."
" Jacob cosa stai dicendo? Io pensavo volessi rimediare a quanto era
accaduto prima..."
" Sai...ho capito come sei.. Tu credi di essere migliore degli altri..
Pensi di essere superiore a tutte le assurde regole di questa
società, beh Bella cara.. ti sbagli.. Sei esattamente come
tutte le fanciulle sciocche della tua età! Hai sprecato la
tua virtù con un casanova e ora affermi pure di essertene
innamorata.. Sei solo una sciocca... sciocca come le altre fanciulle
che tanto deridi!"
" Ora basta.. non voglio sentire più le tue calunnie!"
" Non puoi scappare dalla verità Isabella... ti ricrederai!"
le gridò mentre ella era già rientrata in casa
scontrandosi con la madre.
" Oh tesoro, ho parlato con tuo padre.. mi ha aggiornato sulla modesta
fortuna guadagnata da Jacob, volevo dirti ora che se proprio non hai in
voglia diventare la signora Newton, potresti sempre diventare la
signora Black, ed io cara non avrei che obbiettare.." concluse con un
sorriso.
Come sempre le parole della madre erano inopportune!
Non capiva! Non poteva capire perchè non sapeva nulla!
Non poteva stare a dosso ad una figlia che ormai non conosceva
più!
Infastidita si voltò ed uscì fuori di casa
dirigendosi verso la sua cavallina, Sally.
Anche senza sella vi montò e senza tener conto delle voci
che chiamavano il suo nome si allontanò al galoppo dalla
proprietà della sua famiglia.
*
"Isabella.. non aspettavo una vostra visita.." accolse la fanciulla con
un sorriso dopo aver spalancato la porta.
Aveva sentito il suo odore già a diverse miglia di distanza
ed il suo corpo adagiato pesantemente sul divano della sua camera si
era immediatamente rianimato.
Era strano per lui comportarsi in questo modo... Isabella, le sue
labbra, il suo sorriso, le dolci curve del suo corpo ed il suo profumo
inebriante... ormai era il suo pensiero fisso.
E durante la sua assenza senza un motivo preciso si era ritrovato a
rileggere Romeo e Giulietta.
Tuttavia preferiva non darsi pensiero delle strane pieghe assunte dal
suo comportamento..
Ora Isabella era lì davanti a lui ed avrebbe potuto godere
della sua compagnia senza darsi altro pensiero.
Ma il suo bel viso era contratto in una maschera di dolore e quelle
splendide pozze marroni erano colme di lacrime.
"Isabella cosa è successo?" chiese attento a prendersi cura
di lei e prima che potesse parlare di nuovo ritrovò la
fanciulla fra le sue braccia, le lacrime scendevano copiose dai suoi
occhi.
Edward chiuse la porta alle sue spalle e dopo averla presa in braccio
la condusse ad un velocità disumana nella sua camera
personale, in quel luogo avrebbero potuto parlare in privato.
" Avete l'odore di quel giovane, Jacob a dosso... Per caso egli ha a
che fare con la vostra tristezza?"
" Edward... mi ha detto delle cose così cattive.." disse tra
i singulti.
Edward le accarezzò il viso premeditando un omicidio brutale.
" Dolce Isabella, deve essere il giovane più stolto di tutti
i tempi se ha potuto trovare qualcosa cattiva da associare alla vostra
persona... Non dovete tenere conto delle persone offendono
così la vostra dignità e per di più
non dovete stare male per questi ultimi.."
" Ma.." cominciò ella, ma fu zittita da un dito del giovane.
" Ssh...calmatevi... Sono qui adesso.." disse soffocando i suoi
singulti con un lieve bacio sulla fronte e poi sulle labbra che fu
subito ricambiato.
Non era uno dei loro soliti baci carichi di passione, bensì
era pieno di dolcezza.
"Solamente.. questa conversazione mi ha messo alcuni dubbi in testa..."
disse timidamente la fanciulla sciogliendo l'idillio.
" Di che tipo?"
Isabella esitò con lo sguardo sul pavimento, poi volse il
suo sguardo sugli occhi dorati del giovane.
"Edward... voi.. voi mi sposereste?"
Edward rimase quasi interdetto da quella domanda così
diretta e senza vie d'uscita...
Come poteva dare risposte a cavilli che aveva avuto per settimane e
settimane?
Era stato bravo ad ignorare, ma ora ecco che il filo raggiungeva
l'enorme matassa.
" E'... è una domanda che mi coglie alquanto impreparato..
confesso di.. di.."
"Scusa... scusa.. davvero io non volevo essere così
impudente... La parte centrale del mio dubbio non ha nulla a che fare
con il matrimonio.. so che per una creatura come te un'istituzione come
questa deve sembrare bizzarra... Il cavillo principale è..."
disse bloccandosi dopo una serie di pensieri confusi.
" Mi sono resa conto di essermi innamorata di voi... Io... voi siete
tutto ciò che desidero per la mia esistenza ma mi manca solo
qualcosa, e ciò è sapere che per voi è
lo stesso... che non sono stata una delle vostre avventure abituali..."
Era uno stupido.
Lo sapeva... lo sapeva che soprattutto con Isabella questo momento
sarebbe arrivato..
E santo cielo! Non lo era... non era stata una semplice avventura
abituale... in cuor suo lo sapeva.
Ma non poteva.. era assurdo, era irrazionale.. Non poteva per nulla al
mondo consegnare la sua identità nelle mani di una sola
fanciulla...
L'amore non era un qualcosa di razionale, non come la brama dei piaceri
del corpo, quelli erano dei bisogni fisiologici per un uomo quasi come
il mangiare ed il bere.
Si si... era proprio così.. Isabella probabilmente
aveva un corpo che gli era perfettamente compatibile per questo egli la
bramava più delle altre, e sicuramente il fatto della
cantante contribuiva a quella singolare situazione..
Non vi era assolutamente nulla che in egli non andasse... nulla che
fosse cambiato.
Tante volte gli era capitato di dover rifiutare dichiarazioni del
genere e lo aveva fatto senza alcun scrupolo, perchè proprio
ora risultava così difficile??
Ma non poteva... non poteva permettere che ella costruisse i suoi sogni
e le sue aspettative su un qualcosa che non aveva alcun senso...
l'unico modo per evitarlo era rompere quei sogni che la rendevano
così viva.
Aveva bisogno di ferirla per chiudere quella spiacevole situazione.
Si allontanò in modo sperò impercettibile da lei,
ma ella colse quel distacco.
" Isabella... voi.. voi siete andata sin troppo avanti.. io..Io non
posso dirvi le stesse cose..."
"Cos.. cosa state dicendo? Non capisco queste vostre parole.."
" Dico solo che state correndo un pò troppo.. Proviamo
attrazione reciproca e protettività, ma voi sapete come sono
fatto.. L'avete sempre saputo... Non avrete potuto mai pensare che un
giorno vi avrei sposata o trasformata in una come me... Isabella
l'eternità è davvero tanto tempo.. Si conosce
molta gente..."
Mio Dio quanto quelle parole facevano male... ma il guaio era che
è, ne era sicuro facevano più male a lui che alla
fanciulla, ma erano dannatamente necessarie.
Edward dopo qualche scambio di battute a cui anche egli stesso non pose
alcuna attenzione, osservò la fanciulla in lacrime montare
sul cavallo e galoppare via sotto la pioggia copiosa.
In cuor suo sperava davvero che non avrebbe commesso alcuna cosa
stupida, con un orecchio e con la mente avrebbe tenuto d'occhio i suoi
spostamenti.
*
Che stupida, che stupida che era stata!
Continuava a galoppare senza sosta sotto la pioggia fangosa che le
appiccicava i capelli al viso mentre nella sua testa le parole di Jacob
e quelle di Edward si accavallavano e le tempie le pulsavano
incessantemente.
Dopo un quarto d'ora raggiunse la tenuta della famiglia e
trovò dinanzi la porta dei servi che sicuramente aspettavano
il suo ritorno.
Mentre era più vicina li vide correre dentro casa e uscire
nuovamente con delle coperte e sua madre Renèe che si
disperava.
In pochi minuti fu avvolta fra le coperte nel salotto della casa con
l'ordine preciso di non muoversi da davanti il camino.
" Oh piccola mia, ma cosa è successo? Poco dopo che
tu te ne sei andata anche Jacob è partito e il suo
umore non era diverso dal tuo... ha detto che la città non
fa per lui ed ha commesso un errore a tornare.."
" Se ne è andato bene..." disse in tono freddo e distaccato.
" Isabella ti prego! Devi dirmi cosa ti succede!"
" Nulla madre nulla... vi prego di lasciarmi sola..."
" Piccola mia come desideri.." disse la donna intimorità.
" Anzi.." cominciò Isabella bloccando l'avanzata della madre
" ... dovreste farmi un favore.."
" Certo dolce Isabella, chiedi pure.."
" Contattate il signor Newton e mandategli a dire che accetto di buon
grado la sua proposta di matrimonio."
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 : Le nozze ***
«Le
nozze»
Ma quanto
era stata stolta?
Isabella se
ne stava nella sua camera senza uscire e senza voler parlare con anima
viva da ormai ben cinque giorni.
Non aveva
voluto vedere la madre, su cui aveva declinato ogni
responsabilità di organizzazione, non aveva voluto vedere
Angela
e Jessica, non aveva neanche voluto entrare in contatto con il suo
futuro sposo, ma soprattutto aveva evitato di vedere il padre.
Era sicura
che un incontro con la persona che più la capiva al mondo
l'avrebbe stroncata.
Le due
famiglie entusiaste di entrare in rapporti di parentela, si
erano accordate per un matrimonio il prima possibile che
però
mantenesse allo stesso tempo il giusto fasto da poter superare quello
Cheney-Weber.
Ma
più giorni passavano, più Isabella si rendeva
conto del suo grave peccato di impulsività.
Aveva agito
senza riflettere, nella speranza di ferire anche lontanamente colui che
le aveva spezzato il cuore.
Solo ora si
rendeva conto che di impulsività ne aveva avuta un
pò troppa ultimamente.
Se non si
fosse buttata così a capofitto fra le braccia di
Edward tutto ciò non sarebbe mai accaduto, ora il suo cuore
non
sarebbe stato ridotto in miliardi di pezzettini impossibili da
ricomporre.
Avrebbe
dovuto evitarlo sin dall'inizio come tutti le avevano
consigliato, e adesso forse sarebbe stata felice nei preparativi del
suo matrimonio con Jacob.
Jacob di
sicuro l'avrebbe resa felice.
Ma cosa
stava dicendo... era fin troppo testarda per credere che tutto
sarebbe andato bene se avesse ignorato Edward, perchè
più
scavava dentro se stessa più capiva che se avesse potuto
ricominciare da capo avrebbe fatto le stesse identiche scelte che
l'avevano portata a questo punto.
Ma
ciò che l'aveva portata ad una tale inquietudine, che non le
aveva permesso di dormire nelle ultime notti era proprio la
consapevolezza di quanto anche lei stessa fosse cambiata ultimamente,
quanto la sua razionalità fosse passata improvvisamente in
secondo piano.
Possibile
mai che pochissime parole, un paio di frasi con una sintassi
davvero semplice fossero state capaci di farle crollare addosso un
universo intero?
Il suo
flusso di pensieri fu tuttavia interrotto dal rumore della porta di
legno massiccio che si apriva cigolando.
"Madre vi
avevo detto che non volevo vedere nessuno." affermò secca
con una freddezza glaciale.
"Lo so
tesoro, ma vedi devi provare l'abito da sposa!" disse facendo un cenno
ad alcune serve che portarono l'abito avvolto in della seta dentro la
stanza.
Ad Isabella
non importava granchè dell'aspetto che avrebbe avuto
all'evento, si come ogni fanciulla della sua età aveva
sognato quel giorno sin dall'infanzia, ma in quel momento Isabella
avrebbe preferito rifugiarsi negli angoli più reconditi del
pianeta per scappare da tutti, ma soprattuto da lui.
Ogni
centimetro della pelle della signora Cullen era in fibrillazione mentre
la servitù spacchettava l'abito, e come Isabella
aveva previsto, l'abito non era altro che lo stesso che sua madre aveva
indossato per le sue nozze, solo con qualche modifica per adattarlo
alla sua taglia ed alla moda corrente.
Aiutata
dalla fedele Samantha si tolse pian piano gli abiti che portava in quel
momento e quasi come un burattino indossò l'abito in
questione.
La sua
espressione era ferma, immobile, senza che ogni tipo di emozione o
sensazione influisse sui suoi lineamenti, mentre al contrario, sua
madre aveva un'espressione estasiata, quasi svenevole.
Fu obbligata
nonostante il suo rifiuto a guardarsi allo specchio, aveva deciso di
cedere convincendosi che almeno così la madre avrebbe
lasciato prima la stanza.
Ma quando
vide la sua immagine riflessa nello specchio ebbe un sussulto.
Tutto
ciò che le era successo, tutti gli errori che aveva commesso
e quest'ultimo in particolare erano diventati reali in un solo attimo.
Una
terribile paura assalì il suo corpo esile e snello cui
l'abito calzava perfettamente.
Trattene le
lacrime a forza nell'osservare la sua figura perfettamente a suo agio
in quelle vesti, ma in cuor suo sapeva che nonostante ciò
per Edward non sarebbe mai stato abbastanza.
A differenza
sua, la signora Cullen che era accanto piangeva a dirotto.
"E' a posto,
ora madre desidero toglierlo per favore." disse con voce fragile
rifiutandosi di osservare oltre il suo riflesso.
"Non
immaginavo potesse calzarti così perfettamente! Oh Isabella,
non sai quanto mi rendi felice!"
Si, la
rendeva felice, ma per cosa?
Isabella
sapeva bene che sua madre non aveva fatto altro che proiettare i suoi
desideri sulla sua persona.
Voleva in un
certo senso rivivere quella gioventù che era ormai lontana
dalla sua persona.
Quella sera
come le precedenti, Isabella non cenò.
Rimase nella
sua stanza a rileggere morbosamente Shakespeare ed il manoscritto
regalatole da Edward.
*
La mattina
delle nozze però non si fece attendere, ed Isabella aveva i
nervi a fior di pelle.
Ogni cosa
che la circondava rischiava di farla andare in bestia.
Era stata la madre raggiante a farle da sveglia mattutina, e le disse
che nonostante avesse apprezzato il suo non cenare nei giorni
precedenti per mantenersi in forma per l'abito, desiderava che
mangiasse quella mattina in modo tale da non perdere i sensi durante la
cerimonia.
Povera sciocca, pensava Isabella.
Da una parte era più che contenta che la madre con il suo
fare irruento e testardo non fosse a conoscenza degli ultimi mesi
passati da Isabella, ma d'altra parte era davvero triste al sol sapere
di avere una madre che non si interessava completamente dei problemi
sentimentali ed esistenziali della figlia.
Una madre per cui contava solamente l'apparenza ed il decoro mostrato
in società, che si interessava solamente alle
attività della figlia che per lei erano importanti.
Ella stessa non aveva mai aperto il suo cuore e parlato apertamente ad
Isabella come aveva sempre fatto il caro padre.
Isabella in cuor suo indirizzava tutto ciò alla profonda
differenza presente fra le due donne.
Al contrario della madre, ad ella non importava nulla del rigore della
società di quei tempi, dopo tutto erano solo regole che col
tempo sarebbero sicuramente mutate.
Ciò che per ella contava davvero era la cultura e l'affetto
che le permettevano di essere libera e di poter valicare le barriere
invisibili delle istituzioni.
Dopo aver fatto un bagno caldo aromatizzato alle fragranze di fresia e
lavanda, fu condotta nuovamente nella sua stanza, dove fu sottoposta
alla fase del trucco e dell'acconciatura che le occupò due
ore del suo tempo.
Dopo venne l'ora di indossare l'abito e prima che potesse rendersene
conto fu presentata nel suo decantato splendore ad ogni persona della
casa.
Non aveva osato guardare nello specchio quel giorno, non voleva
assolutamente avere alcun ricordo, non voleva avere impressa nella
mente l'immagine di quel fantoccio che quel giorno le avrebbe rovinato
la vita per sempre.
Dopo aver subito altri dolorosissimi complimenti, cerco con lo sguardo
il padre che ancora non aveva fatto il suo ingresso nel salone, ma
proprio nessuno sembrava sapere dove si trovasse.
Solo qualche
minuto prima della partenza in chiesa apparve e non pareva per niente
un padre nel giorno del matrimonio della propria figlia.
Era scuro, grigio in viso, trasmetteva tristezza a pelle.
Non salutò ne parlò con nessuno e quando tutti
gli altri partirono con la prima carrozza, anche egli salì
in quella con cui solo egli e Isabella avrebbero raggiunto la chiesa.
La carrozza partì prima del previsto e il silenzio
nell'abitacolo regnava sovrano.
"Non siete venuta a dirmi di persona della lieta notizia."
affermò ad un certo punto Charles.
"Perchè di fatto non v'è nessuna buona notizia."
replicò Isabella con sincera amarezza.
" Allora è proprio come pensavo.. ma cosa è
accaduto? Io non riesco a capire pensavo foste felice con Edward,
pensavo ne foste innamorata, vi guardavo in viso e pensavo di conoscere
la verità, ma a quanto pare non è
così."
" Non vi sbagliavate, io ero e son tutt'ora innamorata di Edward, ma
mentre io me ne son finalmente resa conto e gliel'ho confessato, egli
sembra non ricambiare il mio ardore.. sono stata una stupida come mia
madre aveva previsto, perciò ho preso la decisione di
accettare la proposta di Micheal, se mia madre era nel giusto lo
sarà in questa occasione altrettanto.."
" Non vi credevo così.."
" Così come?" chiese ansiosa notando il crescente disappunto
nel viso del padre.
" Siete un'arrendevole codarda Isabella. Credevo che il vostro
intelletto e il vostro ardore vi avrebbero portato a fare le scelte
giuste ma non è stato così... Non avete idea di
cosa significhi vivere un matrimonio senza amore!"
" Ma padre cosa avrei dovuto fare se Edward non ricambia i miei
sentimenti, cosa?"
" Quante volte avete tentato di convincerlo,eh? Una ed una volta sola,
e già cara mia avete gettato la spugna. Sapevate
già da prima che il singnor Cullen era pieno di se, ma
ciò non vi ha fermato, non siete stata sedotta
perchè ne avete conosciuto ed apprezzato la
personalità. Isabella... Edward è sempre stato
abituato ad avere mille donne intorno, e grazie a vostra madre,
infallibile fonte di notizie frivole, so che non ha mai intessuto una
relazione che durasse più di una notte. Ma da quando vi ha
conosciuta, non ho sentito vostra madre portarmi più notizie
delle nuove conquiste di Cullen, questo dovrà pur avere
qualche significato..."
" Ma se non fosse come voi dite? Se solo forse era più
attratto da me che da altre ed ha preferito tenermi con sè
un pò di più?"
" Una delusione d'amore è meglio di una scelta sbagliata
come un matrimonio male assortito.."
" Padre... ho come l'impressione che vi sia qualcosa che non mi state
dicendo..."
Il signor Swan abbassò il capo e respirò
profondamente.
" Isabella... è molto difficile per me dirvi questo, ma
sembra strettamente necessario. Io non ho mai amato vostra madre,
nè lei ha mai provato un simile sentimento nei miei
confronti.
Ero un giovane avvenente, un buon partito, e lei una fanciulla di buona
famiglia, così la mia famiglia mi impose di fare la mia
proposta. Ella, sciocca come lo è adesso, accetto senza
alcun indugio.
La mia vita è stata infelice sino al tuo arrivo, e non
voglio lamentarmi perchè conosco bene
l'infelicità di tua madre e so bene del suo amante..."
" A..amante?!" lo interruppe Isabella sbalordita.
Era più che evidente che i suoi genitori non fossero legati
da un legame particolare, ma non credeva sua madre sarebbe stata capace
di spingersi sino a quel punto.
"Proprio così, è Philip Dwyer il medico dei
cavalli. Lo so da tempo ed anche ella sa che ne sono a conoscenza. Ma
non la biasimo per questo, ciò che invece mi stupisce
è la sua condotta nei vostri confronti! Come può
condannare lei stessa la propria figlia ad un destino infelice simile
al suo?"
" Padre parlare con voi mi ha dato molto da pensare, solo ora mi rendo
conto dei miei sbagli e della mia vigliaccheria, e sono profondamente
desolata per ciò che vi è accaduto.."
"Isabella, io voglio solo il vostro bene questo lo..." ma venne
interrotto dal cocchiere che bussò sulla porticina della
carrozza.
"Siamo arrivati Singnor Swan." annunciò, e con sguardo
eloquente Charles aiutò la figlia a scendere dalla carrozza.
Mille pensieri l'assalivano, sapere che il resto della sua vita
dipendeva da quella cerimonia che aveva una durata insignificante le
faceva mancare l'aria.
Ma in pochi secondi sentì la musica della marcia nuziale e
tutti gli invitati apparvero dinanzi ai suoi occhi.
Fece i primi passi sorretta dal braccio del padre, ma dentro di lei il
panico regnava sovrano.
" Non ci riesco.." bisbigliò.
" Ed allora non farlo.." le rispose il padre in un sussurro.
" Ma come?"
" Scappa Isabella... scappa.."
Isabella allora frenò il suo passo durante l'avanzata, per
qualche secondo interminabile fisso il padre ed una lacrima le
rigò il viso.
A quel punto dopo averlo stretto in un abraccio, si voltò
nella direzione opposta ed incominciò a correre.
Tutti gli invitati ed il primo Micheal ebbero un sussulto rumoroso in
seguito all'azione della fanciulla, ma l'ultima cosa che vide mentre
abbandonava la chiesa era un sorriso sincero e bellissimo nel volto
segnato dall'età del padre.
*
Aveva corso molto, in preda al pianto ed alla desolazione, ed era
giunta senza neanche accorgersene nel punto del parco dove spesso ella
ed il giovane si erano incontrati.
Sfinita dallo sconforto si accasciò all'ombra dell'albero
secolare e versò tutte le sue lacrime.
Ma un rumore quasi impercettibile destò la sua attenzione si
voltò vinta dalla paura e dallo stupore ebbe un sussulto
alla vista di Edward alle sue spalle.
" Non sei alle tue nozze..." bisbigliò.
Isabella non sapeva come rispondere e si chiedeva come mai egli avesse
deciso di importunarla nuovamente, non riusciva a capire che non
avrebbe fatto altro che farla soffrire ancor di più.
"Isabella, ascoltami.." riprese a parlare esitante, prendendo posto
accanto ad ella.
Cercò la sua mano, ma ella la tirò via.
" Sono stato uno stolto, per tutto questo tempo ho tentato di
convincermi che una creatura come me non avesse il privilegio di poter
trovare una compagna per la vita, e sono stato così sbadato
da non accorgermi di quello che mi stava succedendo.
Il mio pensiero in tutto questo tempo è sempre stato rivolto
esclusivamente a voi e provavo un dolore fisico nello starvi lontano.
Tuttavia, ho ignorato tutto ciò per una questione di
orgoglio.
Ma tutti i nodi son venuti al pettine quando ho ricevuto l'invito al
vostro matrimonio con Micheal Newton.
Mi ero illuso in quei giorni di potere fare a meno di voi, ma era una
tremenda bugia.
Sentivo il mio cuore seppur già morto cadere a pezzi fino a
disintegrarsi completamente.
Io non sono bravo in queste cose, ma penso che in questi casi bisogna
dire che... che io.. io vi amo Isabella Marie Swan.
Amo ogni centimetro di voi, ogni vostro sospiro, ogni gesto; e se sono
ancora in tempo spero di potere godere della vostra compagnia per
l'eternità.
Se ormai è troppo tardi io capirò e mi
farò da parte, ma mai e poi mai sarò in grado di
sfiorare un'altra donna perchè porterò il vostro
ricordo con me per l'eternità."
Un fiume di lacrime sgorgò dai suoi occhi, ma a differenza
delle precedenti queste erano di gioia e di stupore.
Isabella era cosciente che qualsiasi parola sarebbe stata futile in
quell'istante e si gettò fra le braccia del giovane
abbandonandosi ad un bacio misto al sapore dolce di Edward ed alle
lacrime salate sulle sue labbra.
Ebbene
si... sembra impossibile ma siamo giunti al termine di questa ff...
questo è l'ultimo capitolo ma avrete un epilogo che vi
informerà dei fatti futuri.
Vi sono davvero grata per tutti i commenti... Siete davvero grandi!
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Capitolo 16 *** Epilogo ***
Carissimo Padre,
sono trascorse quasi due
settimane da quello che doveva essere il giorno del mio matrimonio con
Micheal Newton.
Son più che conscia di
quanto il mio agire possa avere arrecato a voi e alla mia cara madre un
dolore immenso, ma sono sicura che dopo tutto voi mi capirete.
So che la mia fuga con Edward non
mi permetterà di ritornare più a Wallingford, ma
sapete?
Tutto ciò non
m'importa.
Avevate ragione voi quando mi
dicevate che ero cambiata, che per me le stupide convenzioni della
società non avevano mai costituito nulla ed in quel momento
me ne preoccupavo così tanto.
Scegliendo Micheal avrei scelto
quelle convenzioni per tutta la vita, ma ho seguito l'impronta del mio
cuore come voi mi avevate suggerito, e con il mio Edward lo spazio ed
il tempo non hanno più alcun significato poichè
alla base v'è il sentimento reciproco che proviamo.
So che la mia diletta madre
probabilmente al momento sta versando le sue lacrime per la sciagura
che si è abbattuta sulla nostra famiglia grazie al mio gesto
scellerato, ma io desidero che voi la consoliate dicendole che le voci
che non riguardano propriamente lei prima o poi svaniranno, dopo tutto
ella è una donna che pone molta attenzione alle convenzioni
e per questo il rispetto nella sua persona non svanirà certo
facilmente.
Proprio per rispetto della mia
cara madre non tornerò più a Wallingford, non
perchè tema gli sguardi e le parole della massa sciocca,
piuttosto perchè non desidero arrecare a mia madre altra
umiliazione.
Questa non sarà
l'ultima volta che voi avrete mie notizie, e non disperate, io ed
Edward non siamo da soli, il dottor Cullen è stato davvero
molto gentile a seguirci nella nostra fuga, un pò mi ricorda
voi per l'amore che nutre per i suoi figli.
Per i primi tempi non credo
avremo una dimora fissa, ma quando soggiorneremo da qualche parte
vicino Wallingford vi farò sapere l'indirizzo per
organizzare una riconciliazione, naturalmente anche mia madre
è invitata.
Mi duole però dirvi
che ciò non avverrà tanto presto.
Durante la fuga ho contratto una
malattia, non vi preoccupate non è nulla di grave, e il
dottor Cullen si prende una gran cura della mia persona.
L'unica mia paura è di
essere contagiosa e vorrei evitare vista la vostra cagionevole
età.
Spero di potere scrivervi ancora
presto, il mio affetto per voi sarà immortale, non importano
le distanze.
Con sommo affetto e
felicità,
Vostra
signora Isabella
Cullen.
Il signor
Swan teneva ancora fra le mani la lettera e fissava con un moto misto
di nostalgia e felicità la calligrafia della figlia tanto
amata.
Una lacrima scivolò via dal suo volto segnato dalle rughe
bagnando il foglio.
Repentinamente si affrettò ad asciugarlo per evitare che il
nome di Isabella fosse concellato.
Nel suo cuore però, ne era certo, ciò non sarebbe
mai accaduto.
Questa
volta siamo proprio alla fine... è stato proprio un lungo
viaggio ed io spero che la storia vi sia piaciuta... Ora voglio dai
commenti generali su tutta la fanfiction!
Qualcuno di voi ha capito qual'è la strana malattia di
Isabella??? Bohh, chi lo sa! :P
In ogni caso ringrazio chi ha commentato sempre e mi ha dato lo spunto
per andare avanti!
Se proprio non vi ho davvero scocciato, vi invito ad andare a dare uno
sguardo alla mia nuova fanfiction, si chiama "Un dono prezioso", vi
avverto però.. è estremamente diversa!
Un kissotto a tutte
Irene
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