Baciati dalla fortuna

di Ehybastaldo_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Obbligo o verità? ***
Capitolo 2: *** Buonfuorno fella afformentata ***
Capitolo 3: *** Quando hai baciato la ragazza! ***
Capitolo 4: *** Baciati dalla fortuna ***
Capitolo 5: *** Troppi ormoni liberi ***
Capitolo 6: *** Solo... Buonanotte ***
Capitolo 7: *** I miei vestiti ***
Capitolo 8: *** Quel famoso bacio ***
Capitolo 9: *** Il 16 Settembre ***
Capitolo 10: *** Scommessa di sedurla ***



Capitolo 1
*** Obbligo o verità? ***



Un immenso GRAZIE a ciuffano_ per avermi fatto l'ennesimo bellissimo banner *-*


OBBLIGO O VERITA'?




"Obbligo o verità?" chiese leggermente felice Misha, indicando la povera Evelyn, proprio come stava facendo la bottiglia di birra che avevano deciso di utilizzare per fare quello stupido gioco. Evelyn alzò gli occhi chiari al cielo, ridendo e poi si sistemò la gonna nera che aveva indossato quella sera insieme al suo top bianco e nero a quadretti preferito. Ci pensò un attimo e "Verità!" rispose, sicura della sua scelta. Se avesse detto obbligo, sicuro i suoi amici l'avrebbero messa in qualche guaio e lei proprio non ne aveva voglia, anche se era una ragazza abbastanza fortunata e molto probabilmente i suoi casini si sarebbero magicamente trasformati in qualcosa di estremamente sensazionale. Non se lo spiegava nessuno, ma se accanto al nome fortuna sul dizionario si trovava una lunga frase piena di sciocchezze con riferimenti alla dea della fortuna o perfino a Dante, chi la conosceva, invece, chiunque avrebbe messo il nome di Evelyn come definizione perfetta. 
Da quando aveva compiuto diciotto anni, sembrava che la vita avesse deciso di farla felice in tutto.
I ragazzi sussurrarono qualcosa tra di loro e alla fine Misha parlò a nome di tutti: "Ultimo bacio dato ad un ragazzo, quando e come!" disse seria, anche se la sua durezza durò ben poco, perché scoppiò all'improvviso a ridere senza un motivo, sbattendo addosso al povero Harry, che sputacchiò i capelli della ragazza che si era infilati nella sua bocca.
Era davvero ubriaca. 
Eve ci pensò e capì che avevano toccato un tasto dolente: da quanto non baciava un ragazzo? Da tanto tempo e il perché non se lo spiegava, solo non trovava nessuno interessante e la sua brillante carriera presso la rivista di moda Teen 18 comunque le portava via tanto tempo. Non poteva dedicarsi al lavoro, agli amici e anche ad un fidanzato contemporaneamente, aveva ancora ventidue anni e le andava bene essere libera e divertirsi. Magari era stato anche il suo trasferimento da una piccola città del West Yorkshire alla grande Londra a non averla fatta impazzire più di tanto dietro i ragazzi.
Non era brutta, anzi l'esatto contrario: aveva i capelli lunghi, lisci e biondi, gli occhi verdi chiari e un sorriso mozzafiato. Aveva fatto strage di cuori, ma lei non se n'era mai accorta, trattava tutti allo stesso modo ed era difficile odiarla. Forse esserne leggermente gelosi, questo sì, ma lei nemmeno ci provava a vantarsi di tutto quello che aveva. Ed era tanto.
Il fisico era slanciato, molto di più quando indossava i suoi tacchi vertiginosi, e aveva giusto qualche forma a renderla ancora più perfetta. Quindi, perché non baciasse un ragazzo da tanto tempo era una cosa abbastanza strana anche per lei. Colpa del lavoro e del trasferimento, alla fine constatò.
"Mmh... Penso sia stato quattro anni fa, per i miei diciotto anni. Sì, ricordo che i miei organizzarono una festa, per quello che potevano, e quella sera mi ubriacai talmente tanto che alla fine mi ritrovai tra le braccia di un ragazzo moro. Era carino, forse si chiamava Zack, o Zanny, non ricordo!" disse la ragazza, vergognandosi subito dopo per essersi esposta così tanto. Ricordava ben poco di quella sera, se non tutte le volte che aveva ringraziato i genitori per averle organizzato una semplice, ma perfetta, festa di compleanno, quindi non era nemmeno capace di ricostruire come era stato quel bacio. Il fatto che poi si erano imbucati alla festa anche dei ragazzi sconosciuti, era una storia a parte. 
"Seriamente?" Harry quasi strabuzzò gli occhi alle parole dell'amica e guardò confuso gli altri. 
"Allora dobbiamo rimediare subito!" fece eco Louis al suo fianco, dando un'occhiata alla pista da ballo situata non molto lontano da dove si erano appartati come degli adolescenti per giocare tra di loro. Il locale in cui era stata organizzata la festa non era enorme, ma nemmeno troppo piccolo. Più che altro, la festa era stata organizzata all'ultimo momento e loro ovviamente, all'invito, non si erano tirati indietro. Era sabato e si annoiavano a passarlo nei soliti pub e poi era da tanto che non andavano ad un party così. 
"Ti obbligo a baciare quello là!" urlò ad un certo punto Misha, puntando un gruppo di ragazzi appoggiati al divano di fronte al loro. 
"Ma io avevo scelto verità!" battibeccò prontamente Evelyn, ma nessuno l'ascoltò e in poco tempo si ritrovò in piedi intenta a camminare verso il gruppetto di ragazzi che bevevano la loro birra, ridevano e ammiravano gli altri ballare al centro della pista.
"Quello biondino!" urlò ancora una volta Misha per farsi sentire dall'amica ormai lontana da lei di qualche passo.
"Ma chi me l'ha fatto fare! Io ho solo detto la verità! Odio quello stupido gioco." Eve continuò a lamentarsi e in poche falcate arrivò davanti al gruppetto che, alla vista di una bella ragazza, si voltarono tutti a fissarla.
'Ohbene e ora cosa mi invento?' pensò Eve, maledicendosi mentalmente per non aver pensato ad una valida scusa per tirar via quel ragazzo, baciarlo e far zittire i suoi amici per il resto della serata. 
"Ehy." ammiccò un ragazzo moro, continuando a squadrare da capo ai piedi Eve, mettendola più in soggezione di quanto già non fosse. 
"Ciao!" rispose sfoggiando un sorriso enorme lei, "Posso chiedervi un favore?" chiese titubante, ma comunque attirando di più la loro attenzione. "Vedete quei ragazzi là?" si voltò e indicò i divanetti dove erano seduti i suoi amici, "Beh, abbiamo fatto lo stupido gioco verità o obbligo e a me è toccato venire qui a baciare uno di voi." 
A quelle parole di Eve, tutti e sei i ragazzi si drizzarono; uno un po' troppo in effetti, talmente tanto che si rovesciò la birra addosso. Eve spalancò gli occhi: doveva baciare proprio lui?
"E chi sarebbe il fortunato?" chiese il solito ragazzo moro per riportare l'attenzione su una cosa importante e non sul biondino fradicio di birra, che intanto si lamentava della bibita versata sulla nuova maglia. 
Evelyn puntò il ragazzo mirato dall'amica e gli altri mormorarono in coro un sonoro "Niall?" quasi scioccati. E avevano ragione ad aver avuto una simile reazione: Niall, ventitreenne dalle origini Irlandesi, non era quel ragazzo che riceveva ogni giorno certe fortune. Anzi, lui attirava soprattutto le sfighe o perfino le scomuniche. Era sempre andato male a scuola, nonostante l'impegno costante, era stato tradito più volte dalle sue ragazze e negli ultimi anni non riusciva nemmeno ad avere successo nel campo lavorativo. Mancava poco al suo licenziamento.
Per questo tutti lo avevano soprannominato lo sfortunato folletto. 
Ma adesso la sfortuna dov'era? Stava per essere baciato da una bellissima ragazza, per di più sconosciuta, per colpa di uno stupido, ma non tanto a questo punto, gioco.
Eve guardò per un momento Niall, aspettando un cenno o una risposta alla sua silenziosa richiesta. Solo quando il suo amico Liam lo spinse verso la ragazza, Niall si diede una mezza svegliata.
"Oh, sì, sono pronto." mormorò forse più a se stesso. Non ci poteva fare niente, non gli era mai accaduto nulla di così bello e quindi ancora non ci credeva. Forse era uno scherzo dei suoi amici, ma tanto valeva buttarsi, a questo punto.
Aggiustò distrattamente le punte dei suoi capelli -tinti- biondi e fece dilatare le sue iridi azzurre, involontariamente. Era super felice!
Eve avanzò verso Niall e quest'ultimo fece lo stesso, fino a quando la distanza fu distrutta e le labbra dei due si unirono in un bacio semplicemente a stampo. Un bacio durato un'eternità secondo Evelyn, forse un po' troppo breve per Niall. Ci furono perfino applausi e fischi da parte degli amici del ragazzo, ma se doveva essere sincera, Evelyn, si sentiva un po' strana adesso. Diede colpa alla puzza di birra che le aveva invaso le narici. Mentre Niall poteva bearsi del buon sapore di fragola che avevano le labbra della bionda, leccandosele senza rendersene conto quando ormai si staccarono. Lui, al contrario di Eve, si sentiva in ottima forma, adesso. 
Liam era riuscito pure a scattare una foto di nascosto, giusto per immortalare un momento che chissà quando -e se- gli sarebbe successo un'altra volta.
"Beh, grazie. Credo di aver vinto il mio obbligo grazie a te." disse diretta all'interessato. Poi alzò una mano in cenno di saluto e girò i tacchi -che quella sera aveva deciso di non indossare, fortunatamente, perché, mentre tornava dai suoi amici trionfante, non sapeva come, inciampò nei suoi stessi piedi e cadde a terra davanti a tutti. Si alzò alla stessa velocità con cui era caduta e si guardò intorno: i suoi amici si stavano sbellicando dalle risate, letteralmente piegati in due sui divanetti, poi si voltò verso il gruppo di ragazzi con cui aveva avuto a che fare fino a pochi secondi prima e i suoi occhi saettarono verso il biondino poco prima baciato, notando due bellissime ragazze toccargli il petto e sorridergli a trentadue denti.
E Niall non se lo spiegava perché all'improvviso quelle ragazze bellissime lo avevano fermato per chiedergli di ballare con loro, che l'avevano notato per tutta la sera e che finalmente avevano preso coraggio ed erano andate da lui. 
"Accidenti!" mormorò irritata Evelyn che, intenta ad osservare la scena dal mezzo della pista, era stata urtata da un ragazzo con in mano dei drink che in seguito le erano arrivati addosso, bagnandola completamente.


 





SALVE SALVINO!
Sono tornata a rompervi le ovaie con
qualche mia strana idea lol
E niente, spero vi piaccia tanto quanto è piaciuta
a me scriverla, perché sì, l'ho già scritta tutta
e sono 10 capitoli in tutti.
Se vi è piaciuta un po' fatemelo sapere, così so
per certo se continuare o andare a rinchiudermi in un manicomio :3

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Capitolo 2
*** Buonfuorno fella afformentata ***




BUONFUORNO FELLA AFFORMENTATA
 


Il telefono di Eve continuava a suonare in modo insistente sul suo comodino, svegliandola.
"Pronto?" mugugnò con la voce impastata dal sonno. Chi si permetteva di chiamarla prima delle sette del mattino? Sapeva bene non fossero passate quelle ore perché la sua sveglia ancora non aveva suonato.
"Che cavolo stai facendo? Sono le otto e quaranta e tu sei ancora a letto?" urlò un Louis altamente scioccato attraverso l'apparecchio. Era incredibile che la sua migliore amica fosse ancora a letto, dato il suo immenso amore per l'essere in orario, soprattutto al lavoro.
Ma cosa blaterava Louis? Le otto e... quaranta? Eve spostò il cellulare dall'orecchio per vedere che il suo amico aveva perfettamente ragione, balzando dal letto e cadendo a terra con un sonoro tonfo quando le lenzuola le si avvolsero tra le gambe.
"Ahia." si lamentò dolorante, osservando il suo telefono caduto a pochi centimetri da lei. Lo riprese e si alzò barcollante, togliendosi quelle odiose lenzuola assassine. "Louis, mi devi aiutare. Distrai in qualche modo Alissa e non farla entrare nel suo ufficio prima di mezz'ora, assolutamente." Sperò nell'aiuto nel suo migliore amico mentre si chiudeva in bagno e cominciava a lavarsi i denti e pensare mentalmente cosa avrebbe potuto indossare quella mattina. Mise il viva voce per sentire la risposta del ragazzo.
"Vedrò che fare. Potrei rovesciarle qualcosa di liquido addosso, ma oggi è lunedì e di solito indossa un Armani. Che cosa si fa per gli amici." si lamentò il castano alzando gli occhi al cielo e provando ad immaginare la scena esilarante. Forse gli sarebbe costato il posto di lavoro, ma sapeva perfettamente che senza di lui, Alissa, poteva chiudere la baracca.
"Migliori amici!" Eve sputacchiò del dentifricio sullo specchio, ma era felice di avere Louis nella sua vita. Si erano conosciuti allo stage per il Teen 18, la rivista per cui entrambi adesso lavoravano a tutti gli effetti e avevano legato subito. Louis era un bellissimo ragazzo, di statura media, con i capelli castani e gli occhi azzurri, vestiva sempre alla perfezione e aveva un umorismo fantastico. Peccato fosse gay dichiarato. Prima che Eve lo capisse, erano passati dei mesi.
Il loro rapporto, comunque, era molto invidiato nell'ufficio. E poi, erano la spalla di Alissa, il loro capo.
"Ok, fai in fretta però." e con quelle parole, Louis chiuse la chiamata ed entrò in azione, mentre Eve corse in camera sua e si gettò con la testa nell'armadio per prendere la camicetta bianca a body e la gonna verde smeraldo che aveva acquistato la settimana prima, indossandoli velocemente insieme alle calze color carne e dei tacchi del colore della gonna. Prese una borsa e ci mise dentro il cellulare e il beauty-case dei trucchi, sapendo di poter approfittare di qualche semaforo per darsi una sistemata. 
Corse al piano inferiore, dove, in cucina, trovò Misha intenta a mangiare i suoi cereali con il latte.
"Buonfuorno fella afformentata." disse con la bocca piena salutando l'amica. Misha si era iscritta all'università di biologia marina e, beata lei, non aveva l'obbligo di frequenza in alcune materie e poteva benissimo studiare direttamente a casa. E lei passava più ore a casa che in università, ma studiava solo poche ore al giorno, ottenendo comunque sempre degli ottimi risultati. Lei diceva sempre di avere una memoria fotografica e quindi le bastava poco tempo per imparare pile di libri.
"Sì sì, come dici tu!" Eve cominciò a cercare le chiavi della sua auto, irritandosi un po', "Ma dove sono finite quelle stupide chiavi?" sbuffò sonoramente e cominciò ad aprire anche gli stipetti della cucina, non sapendo più dove altro guardare. Si erano volatilizzate!
"Non le troverai mai, Harry doveva andare a fare la spesa e ha preso la tua auto, pensando avessi un giorno di ferie." Misha parlò tranquillamente mentre Evelyn la fulminava con lo sguardo. Gli occhi castani dell'amica erano lucidi forse per il sonno ed Eve poté confermare la sua teoria quando notò anche la chioma di capelli neri dell'amica leggermente arruffati: Misha si era alzata qualche minuto prima di lei.
Le stava venendo un tic nervoso all'occhio destro, lo sentiva tremolante!
"E la sua auto?" chiese con ovvietà.
"Dal meccanico, lo sapevi." gettò la tazza nel lavello e ci si appoggiò col sedere per guardare di nuovo l'amica.
"No, non lo sapevo e questo giorno già lo odio!" urlò furiosa, mentre prendeva il suo cappotto ed usciva di casa sbattendo forte la porta. Pensò di veder venire giù anche le mura di casa, tanta era la sfortuna che quel giorno la stava assalendo. Ma cosa era successo? Non aveva mai fatto tardi a lavoro, la sua sveglia aveva sempre suonato e soprattutto non era mai andata a piedi fino al suo ufficio. 
"Taxi!" urlò felice quando vide arrivare una macchina nera dalla sua parte. Alzò la mano al cielo per richiamare l'autista e per la prima volta quel giorno sorrise.
Il taxi accostò al suo fianco e lei salì velocemente sul mezzo, dicendo la via del suo ufficio. 
In auto c'era accesa dell'aria calda, Eve ne approfittò per togliere il cappotto, sistemarsi un po' il viso truccandolo e poi si perse a guardare le notizie delle ultime ore sul suo cellulare. Nulla di importante.
L'autista accostò davanti al palazzo grigio fumo in cui era situato l'ufficio di Eve. La ragazza pagò il dovuto, mise sul braccio il suo cappotto e uscì dall'auto, chiudendo lo sportello alle sue spalle e alzando lo sguardo sull'enorme orologio attaccato sulla facciata del suo ufficio che segnava le nove e cinque. Aveva anche battuto il suo record mattutino. 
Quando l'auto dietro di lei sfrecciò, sentì qualcosa strapparsi, seguito da del venticello fresco.
"Ma che...?" e prima di rendersi conto che la sua gonna era rimasta impigliata nello sportello e in seguito esser strappata dalla sua vita, un'auto che sfrecciava nella corsia opposta le schizzò in pieno dell'acqua di una pozzanghera, riempiendola di melma.
"Ma ce l'hai con me?" urlò verso l'ignoto, guardando il cielo.
"Woah, Liam, l'hai bagnata da capo a piedi." rise Niall, guardando dietro e rendendosi conto che il suo amico questa volta aveva esagerato. Liam intanto rideva, letteralmente senza pensare più di tanto a quanto era appena accaduto. Erano entrambi in ritardo per il lavoro e il loro capo aveva mandato uno strano messaggio a Niall, quella mattina.
Dobbiamo parlare, aveva scritto e Niall aveva perso un battito.
"Questa volta mi butta fuori, me lo sento." si lamentò il biondo, sentendo la voglia di buttarsi da una scogliera e finirla là. Amava il suo lavoro e non poteva credere che da lì a pochi minuti sarebbe finito tutto.
"Stai calmo amico, ti ho detto che se butta fuori te, me ne vado pure io." lo rassicurò l'amico, poggiandogli una mano sulla spalla. Poi accostò al marciapiede, parcheggiando e uscendo dall'auto seguito da Niall. Entrarono entrambi nello studio e si guardarono intorno alla ricerca di Max, il loro capo.
La sala era già gremita di gente, alcuni scorrazzavano con dei vestiti tra le mani, altri con gli oggetti della scena che stavano per girare.
"Dov'è Max?" Niall fermò uno dei tanti ragazzi che girovagano per il set e questo rispose che si trovava nel suo ufficio da un po'. 
Tremante e col cuore in mano, Niall e Liam andarono nei sotterranei, dove si trovava l'ufficio del loro capo. Bussò un po' indeciso e dopo il permesso di accomodarsi da parte di Max, entrambi entrarono nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
"Sedetevi." disse il loro capo e i due in pochi secondi si accomodarono sulle due poltrone di fronte la scrivania di ciliegio. L'ufficio non era tanto grande, era solo pieno di armadietti e tanti poster di film vecchi e nuovi. Max invece era seduto dalla parte opposta di Niall e Liam con le mani sotto il mento, che lo sorreggevano. I capelli erano grigi, quelli che gli restavano, mente gli occhi erano grandi e neri.
Niall deglutì dal nervoso, mentre Liam attendeva curioso di sapere cosa avesse in mente Max. Era amico di Niall dal liceo e avevano entrambi intrapreso la strada del cinema insieme. Se Max aveva intenzione di sbattere fuori Niall, il programmatore dell'audio dei film o pubblicità, Liam l'avrebbe seguito a ruota senza pensarci due volte. Liam, al contrario di Niall, era l'aiuto del regista.
"Dopo le innumerevoli catastrofi che hai fatto finora, ho preso una decisione." fiatò lentamente il capo guardando i due.
Niall deglutì e si preparò mentalmente a fare i bagagli e lasciare quel posto che l'aveva ospitato per tre anni, coronando il suo sogno. In realtà lui voleva fare il cantante o qualsiasi cosa riguardasse la musica, per questo quando aveva fatto richiesta all'ufficio di Max e in seguito venendo assunto, non aveva fatto altro che saltare dalla gioia. Lavorava con la musica, era quello che importava! Ma ora, forse, non più.
"Ti prego, fai veloce, almeno sarà indolore." disse il biondo, sperando arrivasse in fretta la notizia del suo licenziamento.
"Ma che stai dicendo?" Max si sporse in avanti sulla scrivania, guardando negli occhi chiari di Niall. Forse non aveva capito bene. "Non ho intenzione di buttarti fuori di qui." disse e Liam lo interruppe inconsciamente "Ah, no?" infatti si lasciò sfuggire.
Si guardò per un momento negli occhi con Niall e poi entrambi tornarono a guardare Max
"No, stupidi. Anzi, volevo proprio darti una promozione!" esultò. Promozione? Ma che stava dicendo? Di sicuro aveva battuto la testa da qualche parte o qualche riflettore gli era arrivato addosso. Non era la prima volta che ne cascava qualcuno dal tetto. Una volta ne era caduto uno vicino Niall e prima che quest'ultimo ringraziasse chi da lassù lo guardava, una sua collega, quel giorno raffreddata come non mai, gli aveva starnutito in pieno viso. Insomma, era abituato a tutto.
"Credo di non seguirti. È una qualche candid camera perché l'altro ieri ho graffiato il pianoforte?" chiese incerto Niall e Max lo fulminò con lo sguardo.
"Quale?" chiese con voce piatta.
Niall ci pensò un momento prima di rispondere "Quello nero." infine disse.
Max respirò a pieni polmoni, scuotendo poi la testa. "Sei fortunato che la tua ultima canzone sia piaciuta talmente tanto da farla comprare per cinquemila sterline." disse tranquillamente, come se aveva appena detto che al Mc Donald regalavano i panini a tutti.
"Che cosa?" entrambi i ragazzi strabuzzarono gli occhi e si gettarono sulla scrivania. Sicuramente avevano capito male.
"Hai capito bene, Niall. Hanno voluto vendessi la tua canzone per una pubblicità importante, ma che non è a carico nostro, e alla fine ho ceduto. Scusami se-"
Niall saltò letteralmente dalla poltrona, cominciando ad urlare dalla felicità.
"Finalmente! Finalmente mi hanno scovato." e aveva ragione, finalmente qualcuno aveva comprato una sua creazione e chissà adesso cosa sarebbe successo.

 



SALVE!
Ed eccoci al secondo capitolo. Sicuramente avete
già capito cosa sia successo tra i due, quindi non vi
anticipo nulla se non solo che ci sarà da ridere e
innamorarsi un po' dei personaggi.
Grazie a chi segue la storia e a chi commenta.
Ma grazie anche solo a chi legge; mi farebbe
comunque piacere sapere se la storia piace o meno.
Ps. ma quanto è bello il nuovo album dei ragazzi?
Qual è la vostra canzone preferita? Io sono 'indecisa'
tra perfect e if I could fly!
A presto, Sofi.









 

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Capitolo 3
*** Quando hai baciato la ragazza! ***


 

QUANDO HAI BACIATO LA RAGAZZA!

Liam afferrò un piatto e si mise in fila dietro Niall, nella mensa.
"Io ancora non ci credo. Cioè, mi sembra una cosa impossibile!" Niall ancora non aveva realizzato. Prima di uscire dall'ufficio di Max, quest'ultimo gli aveva consegnato il suo assegno, che adesso Niall custodiva gelosamente nel portafogli.
"Amico, per un attimo ho pensato davvero volesse buttarti fuori. Cioè, prima gli tamponi l'auto, poi gli sposti la sedia mentre lui si sta per sedere e infine il graffio al pianoforte..." confessò Liam, sedendosi con il biondo al loro solito tavolo.
"Me ne sono accorto." addentò una carota, sorridente, "E ti giuro stavo pensando la stessa cosa, ma di più per quando dimenticai l'acqua in bagno aperta e per poco non si allagò tutto!" 
I due risero animatamente, poi altri loro colleghi si unirono al tavolo con loro, compreso Zayn. 
"Ehy Malik, hai una faccia." disse Niall guardando l'amico che sembrava arrabbiato.
I tre si erano conosciuti a lavoro, avevano legato subito anche perché lui e Niall avevano una cosa in comune: la sfiga. Anche se Zayn insisteva sul raccontare che molto prima non lo era affatto, anzi era talmente fortunato che le cose più belle nemmeno le cercava lui, se le ritrovava sulla strada.
"Solite cose, Niall, ormai ci siamo abituati." rispose il moro, addentando una forchettata di pasta. Zayn era il più desiderato sul set: le modelle si innamoravano di lui quando puntava l'obiettivo su loro, le attrici pendevano dalle sue labbra quando gli passava vicino, e si pensava che anche tre ragazzi avessero cambiato orientamento sessuale da quando Zayn era arrivato là, qualche mese prima degli altri due. Ma stranamente, nessuna storia amorosa di Zayn finiva bene.
Aveva fatto un lungo viaggio dal West Yorkshire, ma Londra era sempre stata il suo sogno.
"Oh, oggi non è la solita giornata per Niall." rispose Liam, facendo così incuriosire il moro che spostò la sua attenzione sul biondino.
"Già! Hanno comprato una mia composizione, capisci? Cinquemila sterline!" dovette trattenersi dall'urlare dalla gioia, perché Liam lo riuscì a bloccare in tempo rifilandogli un calcio nella gamba. Per questo lo fulminò con lo sguardo. 
"Che cosa? Hai scaricato tutta la sfiga su di me allora!" si lamentò Zayn, facendo ridere rumorosamente gli altri due, "Dimmi qual è il tuo segreto o ti uccido." gli puntò contro un pezzo di carne attaccato alla sua forchetta, intimorendo Niall. Era la stessa carne del giorno prima e chissà da dove proveniva! Aveva ragione Zayn a pensare che sarebbe riuscito ad uccidere qualcuno con quella... cosa.
"Se devo essere sincero, non saprei, cioè... Ieri sera sono uscito col solito gruppo e-"
"Quando hai baciato la ragazza!" urlò Liam.
"Quale ragazza?" chiese indisturbato Zayn.
"Cosa c'entra la ragazza?" Niall non capiva il ragionamento di Liam.
"Ma quale ragazza?" nessuno dava più conto a Zayn perché troppo intenti a ricordare la sera prima.
"Pensaci bene: sei caduto all'ingresso perché non hai visto lo scalino, ti sei seduto al tavolo prenotato sbagliato rischiando di prenderti un pugno da quell'amasso di muscoli che aveva prenotato quel posto, ti sei versato una birra addosso davanti alla tipa e dopo che ti ha baciato poof! due ragazze spettacolari hanno voluto ballare con te, offrendoti un passaggio verso casa con la loro Maserati." spiegò Liam, pensando davvero che quella ragazza era la... madrina della fortuna di Niall? Sì, doveva essere qualcosa del genere!
"Oh, oh! Ma non era una, la ragazza?" Zayn alzò la voce, attirando l'attenzione dei due, che però ritornarono ai loro discorsi indisturbati.
"Sai che hai ragione? È colpa di quella ragazza!" alla fine accertò Niall.
"Colpa?" Liam non credeva alle sue orecchie, al massimo era stato grazie a quella ragazza se lui adesso era così fortunato.
"No, vero. Devo trovarla e ringraziarla!" Niall si alzò convinto, afferrando il suo vassoio e gettando quello che non aveva toccato nella pattumiera. Non sapeva ancora come, ma doveva trovare quella ragazza. Forse adesso, fortunato come era, l'avrebbe trovato con un semplice schiocco di dita.
Zayn e Liam osservarono Niall andare via, poi il moro si girò verso Liam e "Senti, ho capito che lui è diventato fortunato e io son rimasto il solito sfigato, ma adesso mi spieghi che è questa storia di una o due ragazze?" quasi sbraitò arrabbiato. E Liam rise, mettendosi comodo e spiegandogli la situazione.

Dall'altra parte della città, Evelyn stava uscendo dal suo ufficio proprio in quel momento attaccata al braccio di Louis. Attaccata letteralmente.
"Vorrei capire cosa ti sia preso oggi: prima non ti suona la sveglia, poi resti a piedi perché il fidanzato della tua coinquilina ti ha fregato l'auto, poi la gonna strappata e il cretino che ti bagna con della melma-" 
"Non me lo ricordare, restare in mutande davanti a tutti è il mio incubo!" enfatizzò Evelyn, volendo dimenticare l'intera mattina infernale. Era arrivata in ufficio in ritardo e il suo capo se ne accorse subito, sgridandola per la sua mancata compostezza e poi riempiendola di lavoro come non aveva mai fatto. Il suo computer aveva preso un virus e quindi ci aveva messo il doppio del tempo a portare tutto a termine, ma per fortuna era arrivata l'ora di pranzo e Louis era andato a prenderla per mangiare qualcosa insieme.
"Era! Ormai l'hai superato." la prese in giro il castano, guardando il semaforo scattare il verde e passando sulle strisce pedonali con la sua amica. Ma a metà strada il tacco delle scarpe di Eve si spezzò e la ragazza quasi cadde a terra, se non si teneva stretta a Louis.
"Woah, ma che ti prende oggi?" Louis tentò di non ridere dell'amica, ma un sorriso sotto i baffi lo stava fregando.
"Lasciamo stare, ho appena rotto il tacco delle mie Gucci preferite!" si lamentò Eve, saltellando fino alla prima panchina del parco di fronte al suo ufficio. Non ci poteva credere, la sfiga la stava assalendo!
"Tanto potrai comprartene un altro paio tra cinque minuti." le ricordò il castano, sedendosi al suo fianco e guardandola provare a sistemare il suo tacco completamente staccato dalla scarpa. Dopo l'incidente di quella mattina, Eve aveva preso il cambio che teneva sempre nel suo armadio personale del suo ufficio. Per fortuna ne aveva messo due la settimana prima. 
E Louis comunque aveva ragione, il portafogli di Eve era pieno pieno di carte di credito, tutte piene di soldi. Non sapeva nemmeno lei come, ma da quando aveva compiuto diciotto anni, era come se tutte le cose belle andavano da lei, partendo dal lavoro che le aveva dato tanti soldi, quanto sogni, non appena si era trasferita a Londra. Era felicissima di questo e non si era mai spiegata come una tale fortuna era toccata a lei, figlia di una semplice famiglia modesta, dove i genitori avevano sgobbato sempre per darle tutto quello che lei voleva. Ma, una volta uscita dal liceo, il mondo le era sembrato girare dalla parte giusta e lei aveva trovato il suo posto, aiutando i suoi genitori col mutuo della casa, pagando alcune tasse al posto loro e in seguito farsi una vita sua, con la sua coinquilina Misha e comprandosi tutto ciò che più amava.
"Sai una cosa? Fino ieri non eri così.. sfigata." pensò a voce alta Louis, facendo incuriosire l'amica.
"Grazie." rispose atona Eve, sapendo comunque che aveva ragione. Ma non c'era una spiegazione a tutto quello che le stava accadendo.
"E vuoi sapere cosa è accaduto ieri? Hai avuto a che fare con quel biondino che, prima di essere baciato, si è versato addosso della birra." continuò Louis, facendo ragionare Eve. La ragazza si illuminò a quelle parole. Si spostò leggermente e si girò a guardare il suo amico, lasciando perdere il suo tacco ormai rotto. 
I due si guardarono per qualche minuto fissi negli occhi, poi scoppiarono a ridere rumorosamente.
"No, non può essere." provò ad auto convincersi lei, ma invece non fece altro che pensare alla strana coincidenza. Fino a cinque minuti prima di quel bacio, niente era andato così storto. Poi si illuminò.
"Ma sai che hai ragione? Voglio dire, i suoi compagni erano scioccati quando ho detto che avrei dovuto baciare lui e tra l'altro si è versato addosso una birra prima che lo baciassi. Dopo, invece, mentre cadevo a terra in mezzo alla pista, c'erano vicino lui due bellissime ragazze e io sono stata travolta da quel ragazzo con i drink!" Eve batté il pugno nella mano, facendo tornare i conti.
"E che ragazzo..." disse con aria sognante Louis, perdendo il filo della discussione.
"Louis!" lo richiamò la bionda, assestandogli un pugno sulla spalla e facendolo lamentare di dolore. "Dobbiamo trovare quel ragazzo e farmi ridare la mia fortuna." lo informò.
Louis rise appena "Come vorresti riprenderti la fortuna?" Eve era completamente fuori di testa, era impossibile passarsi la fortuna con...
"Un bacio! Io gliel'ho data, baciandolo!" Eve alzò un po' la voce, capendo forse quel gioco assurdo che era avvenuto tra i due. 
Louis la guardò per un momento:" Sai di aver appena gridato di averla data ad uno, baciandolo?" le fece notare.
Eve strabuzzò gli occhi.
"Era sottinteso che intendessi la fortuna." si difese lei, volendo sotterrarsi quando si rese conto che non erano soli nel parco.
"Già, ma lo sapevamo solo noi!" continuò Louis, fermo sul suo punto. "Comunque, come lo vorresti trovare? Sfortunata come sei per ora, lui potrebbe essere dall'altra parte della Terra!" scherzò il castano, seguendo a ruota Eve che si era appena alzata e quasi zoppicava, visto che le mancava un tacco.
Sarebbe stato difficile, ma se non avessero cominciato a cercare un ragazzo alto, biondo e con occhi azzurri non l'avrebbero mai trovato. Sembrava uno di quei principi delle fiabe e lei doveva cercarlo disperatamente prima che fosse troppo tardi.
"Se è necessario, metterò un annuncio sulla rivista Teen 18." rispose la bionda, fermandosi al semaforo rosso. Rabbrividì quando delle ruote di un'auto striderono sull'asfalto a qualche passo da loro, socchiudendo gli occhi e aspettando una botta. Ma non arrivò nulla di simile.
"Ehy, tu!" 
Una voce maschile, che non le parve tanto sconosciuta, attirò la sua attenzione. Eve spalancò gli occhi e guardò per un momento Louis, verificando che tutto fosse reale.
Eppure non era così tanto sfigata.


 



 

SALVE GENTE

Intanto chiedo venia per l'immenso ritardo
per l'aggiornamento... Giuro non capiterà più!

Grazie a chi commenta, segue/preferisce/mette
nelle ricordate la storia, grazie grazie grazie!
Spero continui a piacervi la storia che, vi ricordo,
sarà di soli 10 capitoli :)

 

 

 
 

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Capitolo 4
*** Baciati dalla fortuna ***


 
BACIATI DALLA FORTUNA


"Tu!" Eve puntò il dito verso il ragazzo che l'aveva chiamata, provando ad intimidirlo. Louis, al suo fianco, non riusciva ancora a proferire parola.
"Allora mi hai riconosciuto! Grazie a Dio. Mi ero già preparato un discorso lungo-"
"Smettila di farfugliare strane cose. Dov'è il tuo amichetto? Deve restituirmi una cosa." sbuffò sonoramente la bionda, spostandosi i capelli sulle spalle con un gesto secco della mano.
"Cioè?" Liam era confuso ed Eve non si era spiegata per niente bene. Cosa doveva ridare a lei, la fortuna? Mica era una cosa che si poteva dare a chiunque! Detta così, nella sua testa, Liam pensò che sembrava altro...
"La mia fortuna!" Eve era su tutte le furie, lui doveva saperlo che si erano scambiate in qualche modo le loro vite, allora perché l'aveva chiamata?
"È una cosa strana da dire, ma sì, Niall ha la tua... fortuna?" Liam a stento credeva alle sue stesse parole. Dai, com'era possibile passare la fortuna ad un'altra persona? Se era possibile, voleva essere baciato anche lui!
"Sì, la mia e la rivoglio!" Eve era stanca, ma voleva seriamente ritornare alla sua normale vita. Era passata solo mezza giornata da sfigata e non ne poteva più.
"Anche io una volta ero vergine, ma non sempre tutto ritorna." 
Eve e Liam si girarono a guardare Louis con un sopracciglio alzato, non capendo cosa c'entrava adesso la sua verginità. Poi la bionda capì: Louis non era rimasto a bocca aperta perché aveva riconosciuto il ragazzo come uno degli amici del biondo frega fortuna, ma aveva la bocca spalancata perché era rimasto folgorato dalla sua bellezza! Eve doveva ammetterlo: Liam era bello nel suo fisico muscoloso, con i capelli castani tirati un po' su da della cera e gli occhi marroni scuri. La mascella aveva una buona durezza e per un momento Eve volle provare la sensazione di toccare quella barbetta che stava crescendo sul mento del ragazzo. Poi si ridestò dai suoi pensieri.
"Louis, non è il momento di filtrare con un ragazzo, abbiamo una questione più importante da risolvere." Eve girò le spalle all'amico e tornò a parlare con Liam.
"Allora? Prima di farmi licenziare, ho bisogno della mia fortuna." smosse la situazione.
Liam si passò le mani sulle tempie, sospirò un momento e fissò gli occhi verdi della ragazza; era partito dal suo ufficio dopo averne discusso con Zayn e il moro aveva ragione su una cosa: se Niall torna ad essere il solito sfigato, stai sicuro che questa volta gli capita qualcosa di grosso.
E aveva ragione, chissà cosa poteva capitargli! Gli voleva bene e aveva girato mezza città per trovare quella ragazza prima di Niall e grazie a quella foto scattata durante il bacio dei due, era riuscito a risalire almeno al suo studio di lavoro.
"Io... Dovrei chiederti un favore, prima." Liam quasi sussurrò. Non aveva trovato altra soluzione e sapeva benissimo che quella ragazza rivoleva ciò che era suo. Ma Niall aveva bisogno di una mano ed Eve forse era stata una fortuna nella sua vita.
"Dimmi." era inutile discutere, Eve aveva capito che dietro quel mistero c'era qualcosa di più importante. Se era andato a cercarla anche l'amico del biondo, forse davvero aveva bisogno di lei.
"Praticamente Niall è sempre stato una calamita per le brutte figure, per le disgrazie e tanto altro. Dopo il bacio scambiato ieri sera alla festa, la situazione si è capovolta invece." ed Eve lo sapeva, più che altro lo immaginava, perché era impossibile che lei da un giorno all'altro avesse avuto tutto quelle sfighe in un colpo. Va bene non impostare la sveglia, ma tutto il resto no. Prima la macchina, poi la gonna incastrata nello sportello e tutto il resto. La sua era proprio sfortuna e adesso aveva la conferma della sua provenienza.
"Arriva al punto." tagliò corto la bionda, notando che le mancavano esattamente dieci minuti alla fine della pausa pranzo e ancora non aveva nemmeno mangiato.
"Voglio dire..." Liam si passò una mano tra i capelli, spettinandoli un po', "Potresti lasciargliela per un po'? Oggi ha avuto una promozione e sono sicuro che domani andrà meglio." sorrise lievemente, sperando di convincerla solo con quello.
Era bello, pensò Eve, e quando sorrideva anche un po' di più, ma non le poteva chiedere una cosa del genere. Se il suo amico aveva avuto una promozione, lei per poco non si giocava il suo lavoro invece.
Sospirò e poi si arrese.
"Io invece ho avuto una pessima giornata, non potrei vivere un altro giorno in queste condizioni. Per prima cosa non mi è suonata la sveglia e alla fine sono arrivata in mutande a lavoro, non so se mi spiego." confessò, mentre Louis dietro lei ridacchiava al ricordo di veder entrare la sua amica chiusa nel suo cappotto, mentre voleva nascondere il disastro. E poi la scoperta.
"In mutande?" chiese Liam confuso.
"Già, dovevi vederla mentre si guardava in giro sperando che nessuno notasse che sotto il cappotto non aveva niente." si intromise Louis, ricevendo una gomitata nelle costole. "Ahio, questo faceva male." si lamentò, massaggiandosi la parte lesa.
"E comunque," Liam riprese a parlare "Quello che volevo dirti era questo, se fosse possibile lasciagli la tua fortuna per un po', il tempo di qualche promozione e poi te la riconsegna." Eve lo guardò con un sopracciglio alzato. 
"Non se ne parla, a questo punto sarei io quella a rischiare il posto e me lo sono sudato anche parecchio." Eve non voleva trovare una soluzione adeguata per entrambi, ma in realtà non ce n'era una. O sì?
Liam parve illuminarsi, come se un'idea geniale gli era appena passata per la testa.
"E se vi scambiate la fortuna ogni giorno?" infatti disse dopo qualche minuto, facendo incuriosire sia Louis che Eve.
Cosa aveva detto?
Un telefonino che squillava interruppe il silenzio che era calato.
"Pronto? Niall? Ho una bella notizia." Eve dovette trattenersi dallo strappare i capelli a Liam.

* * *

Eve non sapeva perché, ma era agitata mentre mordicchiava lo smalto rosso delle sue unghie e fissava la porta d'ingresso della tavola calda dove, quella sera, si era riunita con Louis, Harry e Misha nell'attesa dell'arrivo di Liam e Niall.
Non dovettero aspettare molto perché qualche minuto dopo essersi seduti, gli ultimi due entrarono nel locale, strofinandosi le mani per riscaldarle un po'.
"Smettila di ficcarti le mani in bocca, stai rovinando il tuo smalto." la rimproverò Misha, stretta tra le braccia di Harry intento a fissare il menù. Erano le otto di sera e non vedevano l'ora di riempirsi lo stomaco con qualcosa di caldo.
"Salve." Liam salutò tutti, sedendosi di fronte ai quattro sul divanetto. Solo un tavolo li divideva, ma Eve leggeva la sua stessa ansia negli occhi azzurri di Niall. Li aveva leggermente più scuri di quelli di Louis, ma erano belli anche i suoi. Aveva i capelli tenuti su con un po' di cera e non smetteva di sorridere.
"Niall, io sono Louis e loro sono Harry, Misha ed Eve." parlò Louis, presentando se stesso e i suoi amici, ma soprattutto la ragazza che a loro interessava veramente. 
Il biondo alzò la mano per salutare tutti, poi prese la parola Liam.
"E io sono Liam. Evelyn, lui è Niall." i due ragazzi si scambiarono un'occhiata complice. Entrambi sapevano perché erano lì, anche se Eve ancora non era sicura al cento per cento. Perché doveva condividere ciò  che era suo con uno sconosciuto? 
"Avanti, noi andiamo da un'altra parte in modo che loro due riescano a trovare un accordo." a parlare fu Liam, sperando di convincere gli altri ad alzare le chiappe dal divanetto e sedersi da un'altra parte. Quei due dovevano assolutamente parlare, ma da soli.
"Cosa? Assolutamente no! Perderemo la fila per ordinare." si lamentò un affamato Harry mentre il resto dei ragazzi lo guardavano male, compresa la sua ragazza. "E va bene, come dite voi." alla fine si convinse, lasciando andare il menù sul tavolo e seguendo gli altri in un altro posto del locale.
Niall si posizionò di fronte ad Evelyn e fu proprio il primo a spezzare quell'imbarazzante silenzio. Si vedeva che la fortuna era dalla sua parte, per il momento, perché fino al giorno prima non avrebbe aperto bocca fino a quando non l'avrebbe fatto lei.
"Così ti chiami Evelyn..." non sapeva se fosse una domanda o meno, ma da quando Liam gli aveva detto che aveva incontrato casualmente quella ragazza che le aveva cambiato la vita, non vedeva l'ora di conoscerla e ringraziarla.
"Eve. Chiamami semplicemente Eve." disse lei subito, venendo immediatamente interrotta da una cameriera dall'età avanzata, un po' in carne, un sorriso stampato sulle labbra e una brocca di caffè tra le mani.
"Eve! Quanto tempo! Come stai? Il lavoro? Il ragazzo?" spostò lo sguardo sul biondino di fronte alla sua cliente di un tempo e per poco non si morse la lingua per la brutta figura: ce l'aveva davanti un ragazzo.
Niall osservò le due donne parlare allegramente e provò a studiare Evelyn: era la sua versione al femminile, sempre sorridente e bionda. Gli occhi erano verdi, ma sentiva la sua voce molto acuta quando si vergognava, proprio come faceva lui. Gesticolava parecchio e all'improvviso diede uno schiaffo al porta sale che c'era in mezzo al tavolo, rovesciando il tutto.
Eve guardò il disastro con gli occhi spalancati e poi spostò lo sguardo sulla signora, scusandosi immediatamente. La donna le disse di stare tranquilla e che avrebbero dovuto cambiare il tavolo così lei poteva pulire con più calma.
Appena si spostarono di posto, la donna versò due tazze di caffè bollente e sparì. Niall prese la sua tazza e iniziò a bere, più che altro voleva nascondere il suo sorriso che minacciava di uscire da quando aveva fatto quel disastro. Anche lui era così... comico?
Beh, adesso non più.
"Lo vedo che stai ridendo e potrei offendermi." Eve ovviamente scherzava, ma doveva trovare il giusto approccio per conversare con quello che sarebbe stato il suo compagno di fortuna. Era strana anche da pensare una cosa del genere!
"Non sto ridendo, giuro!" ma una risata lasciò la bocca di Niall, tradendolo.
"E smettila, non è divertente." lo schiaffeggiò al braccio e Niall finse di essersi fatto male. "Oh Dio, scusami! Da quando sono sfigata ne combino di tutti i colori!" Eve si sporse in avanti e guardò se avesse davvero fatto del male a Niall.
Quando avevano cambiato tavolo, non erano più sui divanetti che potevano ospitare fino otto persone, ma quello da due ed erano anche vicini, non più di fronte. Si trovarono così faccia a faccia ed Evelyn annaspò per un attimo, perdendosi negli occhi di Niall.
"Siete pronti per ordinare?" i due ragazzi sobbalzarono alla voce della donna e Niall decise di far ordinare Eve per entrambi, visto che conosceva il posto. La ragazza si mise di nuovo composta, sospirando e parlando piano.
"Allora..." iniziò, ma non sapeva cosa dire. Quindi ci pensò Niall.
"Liam mi ha spiegato più o meno quello che vi siete detti e davvero, non ti ringrazierò mai abbastanza per questa opportunità. Non mi erano mai successe tante cose belle in un solo giorno e questo fatto che tu abbia accettato la sua proposta di scambiar la fortuna con me per qualche giorno, mi rende estremamente felice." disse tutto d'un fiato e sorridendo appena. Era davvero felice e voleva ringraziare ogni giorno quella ragazza. Ma se invece non funzionava più? Dovevano solo provare.
"Uhm.. Sì, mi fa ancora strano tutta questa situazione, ma ho sempre desiderato aiutare qualcuno e forse questo è un segno del destino. Non so." spiegò Eve e nel frattempo arrivò la loro cena.
"Allora, come faremo con i giorni?" chiese curiosamente Niall. Se c'era una persona che poteva decidere, quella era Eve.
"Uhm... Io lunedì, mercoledì e venerdì, mentre tu martedì, giovedì e sabato?" chiese, ma poi si rese conto che il lunedì era già passato, "Meglio viceversa." si corresse subito.
"E la domenica?" Niall assaggiò il suo petto di pollo impanato, gustandolo a pieno. Era delizioso!
"Allora facciamo a giorni alterni, quello che capita, capita." anche Eve iniziò a mangiare, perdendosi nel suo piatto preferito di quella tavola calda.
"Ci sto!" acconsentì Niall e "Vuoi adesso la fortuna o preferisci prima strozzarti con il buonissimo pollo che hai ordinato?" scherzò, ma entrambi sapevano che in fondo c'era una piccola verità.

"Ow." una piccola sillaba piena di emozione uscì dalle labbra di Misha, intenta a fissare dall'altra parte del locale i due avvicinarsi timidamente e trovare il coraggio di baciarsi di nuovo. Alla fine erano due sconosciuti!
"Mi fanno venire voglia di baciarti." le sussurrò Harry, abbracciandola più forte.
"Potete andare a ficcarvi la lingua, però, da un'altra parte?" chiese retorico Louis, un po' disgustato dalla scena che aveva davanti.
"Ammettiamolo, però: starebbero benissimo insieme. Scommetto che questa storia li avvicinerà più di quanto ci stiamo già immaginando." si intromise Liam, guardando il suo amico mordersi il labbro e poi leccarselo, come per bagnarlo prima dello scambio di baci.
"Dici?" si fece curioso Louis e Liam annuì.
"Scommetto il contrario." rispose Harry, quasi sfidandolo e Liam alzò un sopracciglio. Bene, sfida accettata!
"Secondo me, ha ragione Liam. Alla fine quei due sono stati baciati dalla fortuna." concluse Misha.



 


SALVE!

E finalmente i due trovano un accordo, o almeno ci provano.
Ci tengo a ringraziarvi come sempre, sopratutto a chi recencisce la storia
magari suggerendomi dei consigli c:

Alla prossima, Sofi

 

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Capitolo 5
*** Troppi ormoni liberi ***





TROPPI ORMONI LIBERI
 

Niall non sapeva come comportarsi, se sporgersi un altro po' in avanti o se aspettare Eve avvicinarsi. E anche la bionda lo pensava: sarebbe sembrata troppo frettolosa di riavere la  sua fortuna o doveva aspettare che finisse di avvicinarsi lui?
Eve poté sentire il respiro caldo di Niall solleticargli la pelle, sorrise involontariamente e poi si prese di coraggio spezzando la piccola distanza che li separava. Questa volta il bacio era diverso: Niall aveva le labbra leggermente screpolate dal freddo, però erano belle da baciare, mentre quelle di Eve erano sempre morbide e sapevano di fragola, ma erano calde e Niall non voleva staccarsi subito come la sera prima. Per questo allungò una mano e le sfiorò una guancia, spingendosi di più verso di lei. Forse stava esagerando, ma se la fortuna non gli fosse tornata più? Pensava che Eve dopo quella sera non si sarebbe fatta più viva, tanto valeva approfittarne un po'. E ne rimase sorpreso, perché Eve non protestò, anzi sembrò ricambiare con piacere.
Ma poi si ridestò dai suoi pensieri che, chissà come mai, avevano fatto uno strano giro facendole perdere completamente il lume. Era bello baciare quel ragazzo, ci sapeva fare nonostante fosse durato pochi secondi.
Si separò lei per prima, allontanandosi piano piano e sentendo il leggero lamento di Niall che la sorprese un po'. Forse era piaciuto ad entrambi, ma in realtà sapevano come stavano le cose. E Niall sicuro si era lamentato perché adesso la fortuna non era dalla sua parte, altro che bacio, pensò la bionda.
"Uhm, ok..." erano entrambi in imbarazzo e per spezzare l'aria tesa che si era creata, ricominciarono a mangiare. 
Chiacchierarono un po' e dopo il dolce, Niall che si macchiava i pantaloni -chissà perché!- e che quest'ultimo pagava il conto per entrambi, si riunirono con gli amici e si salutarono.
"Quindi, domani sera alla stessa ora, qui?" sembrava quasi disperato il tono di Niall e Misha osservò attentamente il ragazzo: quel biondino era bello, poi quell'accento irlandese lo rendeva ancora più interessante. Conosceva a memoria i gusti della sua migliore amica e se doveva essere sincera, Niall non rientrava nei suoi canoni, ma lo scambio dei loro sguardi la diceva differente.
Non voleva scommettere come aveva fatto il suo ragazzo con Liam, ma era sicura che con quello scambio di baci, già, era successo qualcosa. Non sapeva cosa si erano detti durante la cena, ma si era preparata giusto due domande mentalmente mentre cenava da fare all'amica non appena sarebbero rientrate in casa. Guai a Evelyn se provava a scappare dalle sue grinfie! Non l'avrebbe fatta dormire!
Eve annuì, estraendo il suo cellulare dalla borsa e porgendolo a Niall, "Scrivimi il tuo numero. Sai, nel caso ci fosse qualche problema." spiegò e Niall dovette trattenersi dal cominciare a fare uno strano balletto per tutto il parcheggio del locale. Non era felice solo perché una bella ragazza gli aveva chiesto il numero, ma soprattutto perché voleva dire che avrebbe mantenuto la promessa e che sarebbe stata disposta a scambiarla con lui per un po'.
"Sì, certo. E tu scrivimi il tuo, non si sa mai." voleva essere sicuro al cento per cento e quindi le passò il suo telefono, scrivendo velocemente il suo numero su quello di Eve e riconsegnandoglielo.
Poi tutti si salutarono ed ognuno salì su un'auto.
"Però è carino." Misha si girò ad osservare l'amica, intenta a guardare qualche notizia sul suo cellulare, senza metterci tanto impegno.
"Liam sicuramente!" si intromise Louis, sorridendo come un ebete.
"Stai zitto! Mica parlavo di te o di Liam!" lo riprese la castana, controllando di nuovo qualche possibile musione da parte dell'amica. Ma ricevette solo un "Sì, carino." in tono atono.
Odiava quando Eve non esprimeva le sue emozioni, voleva leggerle nel pensiero o farle il solletico sui fianchi fin quando quest'ultima non avrebbe vomitato la verità.
"Beata te che hai il suo numero."  sbuffò Louis tristemente.
"Lo puoi rubare dal suo cellulare." gli suggerì Harry, scherzando ovviamente.
"Hai il numero di Liam?" gli occhi di Louis si spalancarono ed Eve ebbe per un momento paura del suo amico.
"Intendeva dire quello di Niall, cretino!" gli diede un pugno sul braccio e mentre Louis si lamentava con voce acuta, gli altri ridevano.

"Se continui a fissare quel numero, lo consumi." nel frattempo, Liam, prendeva in giro il suo amico biondo. Aveva visto come guardava quella ragazza e non capiva se le piaceva lei, o solo la fortuna che gli dava. O toglieva, in quel caso.
"Lo so, lo so... Ma solo io penso sia stata una fortuna averla incontrata?" Niall finalmente scollò i suoi occhi dal cellulare e fissò Liam, che però prese una buca.
"Io la adorerò di nuovo quando ti ripasserà la fortuna." si lamentò il suo amico, volendo non rompere la sua auto.
Niall rise un po'.

* * *

"Eve, sto arrivando! Ho avuto un problema a lavoro e tra il fare la doccia, cercare le chiavi ho perso un sacco di tempo! Scusami!" Niall aveva avuto la sua giornata migliore di sempre: un signore importante nel campo della musica era andato a trovarlo e senza giri di parole gli aveva detto che voleva delle canzoni scritte da lui. Gli piaceva il suo sound, per non parlare dei meravigliosi testi che scriveva.
Era super felice! 
Ma poi aveva perso tempo, aveva offerto del caffè al signore che l'aveva reso il ragazzo più felice della Terra e, dopo aver fatto la doccia, non aveva trovato le chiavi dell'auto dove le aveva lasciate poco prima.
"Stai tranquillo. Però, dato il brutto tempo, ho deciso di andare via. Vieni a casa mia, sulla sesta strada, numero 364." rispose tranquilla Eve, sistemandosi l'enorme felpa che aveva indossato dopo essersi inzuppata da capo a piedi.
Niall guardò un'insegna e si accigliò, "Sto arrivando." Era davvero vicino, non ci avrebbe messo più di dieci minuti.
Si salutarono velocemente e attaccarono la chiamata.
Eve prese il suo cellulare e scese al piano inferiore, dove i suoi due coinquilini si stavano strusciando senza alcun problema sul divano.
"Intrusa in arrivo." si fece notare. Aprì il frigo e prese un succo alla pesca. Lo bevve velocemente e si girò verso i suoi amici, intenti a scambiarsi effusioni molto accese.
"Per favore, avete il vostro letto di sopra e poi sta arrivando Niall per la solita questione." disse seccamente Eve, sperando che i due alzassero il culo e facessero i loro esperimenti sessuali da un'altra parte della casa, possibilmente lontano da lei.
"Uuuh, Niall. Ultimamente lo vedi spesso." scherzò Harry, ricevendo uno schiaffo giocoso da parte della fidanzata.
"E comunque potete andare voi in camera tua, così sarete soli e senza interruzioni." continuò il riccio, sapendo di star stuzzicando Eve. Doveva vincere la sua scommessa, doveva convincere Eve senza volerlo a non innamorarsi di quel ragazzo.
La ragazza arrossì senza motivo e diede le spalle ai due, chiedendosi se far entrare Niall in casa sua fosse una buona idea. Lo era?
Afferrò il cellulare e scrisse velocemente un messaggio.

Da: Eve
A: Niall
Sei vicino? Così esco io, in questa casa ci sono troppi ormoni liberi.

La risposta non tardò ad arrivare.

Da: Niall
A: Eve
Sto parcheggiando proprio in questo istante.

Eve avvisò i suoi amici del cambio di programma e indossò un pesante cappotto.
"Cenetta romantica?" urlò Harry prima che Eve chiudesse la porta, facendola sbuffare: ok, negli ultimi giorni c'erano stati scambi di baci tra i due per quella cosa della fortuna e ovviamente avevano cominciato a parlare delle loro vite private, avevano sorriso delle disgrazie altrui e avevano condiviso qualche bella notizia degli ultimi giorni, anche.
Eve alzò lo sguardo al cielo e notò che era cupo,  un temporale era in arrivo. E infatti appena scese le scale di casa, violente gocce di acqua scesero dal cielo e colpirono in pieno la ragazza.
"Oh, ma dai! Non potevi aspettare cinque secondi?" imprecò verso l'ignoto, correndo verso l'auto di Niall.  Aprì lo sportello e lo richiuse velocemente, scrollandosi un po' i capelli bagnati.
"Sei un po' sfigata, sai?" la prese in giro il biondo, ricevendo in cambio un pugno giocoso sulla spalla.
Eve pensò bene di togliersi il cappotto e l'aria calda della macchina le investì le guance, riscaldandola un po'. Niall non era quel tipo di persona che soffriva il freddo, però conoscendo il corpo particolare di Eve -che praticamente sentiva freddo anche d'estate-, aveva ben pensato di accendere il riscaldamento dell'auto, accogliendola nei migliori dei modi. Ed aveva ragione. Eve lo stava ringraziando mentalmente.
"Come è andata oggi?" chiese Niall, sperando di trovare un argomento per spezzare qul silenzio creato.
Eve sospirò lentamente, piegando ordinatamente il cappotto sulle gambe. Aveva una strana mania, lei: amava l'ordine e cercava sempre di riordinare tutto ciò che non era al suo posto, anche se non era roba sua.
"Solite cose di quando si ha la sfiga addosso. La cosa peggiore è stata, però, trovare la mia migliore amica e il suo ragazzo avvinghiati sul divano della cucina a fare chissà quali cose!" si lasciò andare finalmente. Ormai parlare delle loro giornate era una cosa normale, quasi si sentivano obbligati a scambiarsi quelle informazioni e ne erano felici, comunque.
Niall sorrise appena, cercando di immaginare l'imbarazzante scena a cui la bionda aveva dovuto assistere.
"Ah, allora è stato questo il motivo degli ormoni liberi?" chiese retorico Niall, ricevendo in risposta un cenno positivo con la testa.
"E poi ho anche le mestr-" ma Eve si bloccò immediatamente, non sapendo se potersi spingersi fino a tanto l'avrebbe messa in una luce diversa.
"Oh, allora avrai una fame da lupo." Niall ruppe il silenzio imbarazzante ancora una volta, forse giocando a suo vantaggio la fortuna che ancora lo invadeva. 
"Già! Non vedo l'ora di mangiare qualcosa di commestibile. Credo che Misha abbia avuto altre cose per la testa che pensare a cucinare, però." rispose immediatamente.
La pioggia aumentava sempre di più, battendo prepotentemente sul parabrezza dell'auto di Niall e il biondino non faceva che riflettere: sarebbe stato troppo invasivo chiederle di mangiare insieme, magari in un bel ristorante?
Ma poi la guardò bene ed Eve indossava un semplice indumento comodo per stare in casa, magari aveva altri progetti.
"Ti va di mangiare un boccone insieme? Potremmo andare in un locale carino che conosco." alla fine si fece coraggio ed Eve ne rimase stupita.
Lo voleva davvero? Alla fine non era male come idea e non era neanche il momento giusto per rientrare in casa.
"Mi fido di te." alla fine acconsentì, facendo sorridere felice Niall, "Però fammi indossare qualcosa di meglio." 
Niall annuì e quando la bionda gli suggerì di aspettare giusto dieci minuti in macchina per evitarsi anche lui di trovare i suoi amici alle prese con qualche strana posizione sul divano, le venne in testa una strana idea. 
Aprì velocemente la portiera dell'auto e richiamò Eve, qualche passo dalla casa.
"Cosa?" quasi urlò la ragazza, non capendo. Si stavano bagnando entrambi e non era una buona cosa, almeno per lei visto che era facile ai malanni.
"Possiamo fare anche questo, rendere ancora più interessanti i baci." urlò di rimando il biondo. Forse non era una geniale idea, ma nella sua testa sembrava carina. Eve ancora non capiva.
"Cosa stai dicendo, Niall?" la ragazza alla fine si arrese e lasciò che la pioggia bagnasse entrambi. 
Niall si prese di coraggio, chiuse la portiera e le andò in contro, le prese la parte bassa del suo viso, tra il collo e il mento, e la baciò. Non un semplice bacio, era più approfondito del solito e la pioggia che continuava a cadere lo rendeva ancora più romantico.
Non c'era nulla di romantico, alla fine, Eve lo sapeva che era solo per quella cosa della fortuna. Solo che Niall aveva ben pensato di sfruttare la cosa, cercando di rendere quegli incontri un po' meno formali di quello che dovevano sembrare.
"Un bacio sotto la pioggia. Ho sempre desiderato riceverlo." il biondino finalmente parlò, un po' affannato per il bacio intenso.
"Questo intendevi?" chiese un po' meno confusa Eve, vedendo i capelli ormai zuppi di Niall incollarsi alla sua fronte. Le sue mani grandi e calde le scaldavano il collo.
"No, intendevo dire: perché non sperimentare i diversi baci? Quello sotto la pioggia è il primo, poi potrebbe esserci que-"
"Quello a testa in giù, magari!" suggerì la ragazza, facendo ridere Niall sommessamente.
"Questo me lo devi spiegare." disse.
"Uhm, ok. Direi, visto che sembriamo due pulcini bagnati, dovremmo fare un cambio di programma." Eve tirò per un braccio Niall verso casa, ridendo di quella situazione.
"Aspetta, fammi chiudere l'auto." disse il biondo, ma Eve lo tranquillizzò dicendo che il quartiere era tranquillo e che la sua auto era nel raggio della telecamera di casa sua, in ogni caso.
"Quindi?" chiese Niall una volta entrati in casa.
"Quindi adesso ci asciughiamo, mentre aspettiamo delle pizze calde." spiegò Eve.

 




E CI SIAMO!
Non volevo sembrare monotona e poi stiamo 
sempre parlando di una mini long, quindi non volevo
dilungarmi ancora per tanto, per questo ho fatto
'volare' i giorni c:

Spero vi piaccia e spero sempre in una piccola recensioncina
da parte vostra, per capire se ne vale la pena ormai finirla (a questo
proposito, ho in mente di concluderla prima di Natale, o almeno
ci provo.)
GRAZIE GRAZIE GRAZIE

Sofi.


 

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Capitolo 6
*** Solo... Buonanotte ***





SOLO... BUONANOTTE
 
 

"Ecco a te." Eve passò una felpa a Niall, che intanto finiva di asciugarsi i capelli come meglio poteva con un telo bianco.
La bionda chiuse nuovamente la porta a chiave e andò dritta al suo armadio, aprendolo e prendendo un'enorme felpa grigia. La indossò sopra la canotta nera e si accomodò sul pavimento, vicino ai piedi di Niall.
Il ragazzo invece era ancora seduto sul letto di Eve, aveva accettato i vestiti di Harry -nonostante non lo conoscesse affatto- e stava cercando di asciugarsi dalla pioggia che lo aveva completamente inzuppato. Eve gli aveva detto dov'era il bagno, passandogli dei pantaloni neri della tuta e una maglia con lo scollo a V. Poi però aveva capito che Niall non avrebbe retto il freddo di quella sera ed era andata a recuperare, in modo furtivo, una felpa sempre di Harry, giusto per scaldarlo un po'.

Appena erano entrati in casa, Eve aveva semplicemente urlato di non disturbarla e aveva preso Niall per mano, guidandolo di sopra, in camera sua. Non era pronta alle domande della sua migliore amica e sopratutto non voleva rispondere davanti a Niall. Non sapeva esattamente cosa le aveva detto il cervello quando aveva cambiato il programma di Niall, declinando la cena fuori, ma adesso un  po' se ne pentiva, perché dovevano starsene in camera sua da soli. E per fortuna, i due di sotto non si erano nemmeno accorti di avere un invitato in casa.

"Grazie." Niall si alzò dal letto e indossò la felpa velocemente, poi si accomodò a terra vicino ad Eve.
Aspettavano entrambi la pizza e nel frattempo dovevano trovare qualcosa da fare.
"Allora? Questo bacio a testa in giù come sarebbe?" chiese Niall ed Eve incrociò le gambe, sistemandosi meglio.
"Hai presente quando non trovi una posizione comoda sul divano e allora cominci a girare e rigirare, finché non ti metti a testa in giù?" Eve piegò la testa di lato e cercò di mostrare a Niall cosa stava dicendo, "Una cosa del genere." disse, spiegandosi.
Niall dovette trattenersi dal riderle in faccia, era buffa e carina allo stesso tempo. I capelli le coprivano metà viso e le labbra erano più rosse del solito. L'aveva guardata attentamente nell'ultima settimana e aveva notato che quando era nervosa, si mordeva il labbro. Come stava facendo in quel momento.
"Da dove ti vengono certe cose?" alla fine Niall scoppiò a ridere ed Eve si rimise dritta con la schiena, lasciando che i capelli le solleticassero il collo. Adorava la risata di Niall, era contagiosa e cristallina. Rise un po' anche lei.
"Non lo so, l'ho visto una volta nel telefilm The O.C. e credo di essermene innamorata." confessò. Ed era vero: amava quel telefilm più di qualunque altro, poi Seth, uno dei protagonisti, era il suo preferito e lo amava anche solo quando respirava.
"Ok, allora dovremmo prendere nota e scrivere i baci che dobbiamo darci." Niall concordò.
Il biondo afferrò il suo iPhone sul letto e lo sbloccò, entrò nelle note e cominciò a scrivere qualcosa. Eve, incuriosita, si avvicinò al ragazzo e, come lui, si appoggiò con le spalle al letto. Erano tanto vicini ed Eve poteva sentire il calore del corpo di Niall. Era gradevole e poi Niall profumava di buono.
Di sicuro erano i vestiti di Harry ad emanare quel buon odore, ma lei voleva ficcarsi in testa che Niall era la causa del suo rossore sulle guance. Avevano le braccia attaccate ed Eve piegò la testa verso Niall per leggere cosa stava scrivendo il ragazzo.
"Baci?" chiese a voce alta.
"Già, sto prendendo appunti." scherzò Niall girando leggermente il capo. Adesso i loro visi erano più che vicini. Strano che ancora la sfortuna non si era fatta viva! Magari all'improvviso Eve starnutiva e sbatteva la testa con quella di Niall, oppure al ragazzo sarebbe scivolato di mano il cellulare e questo si sarebbe rotto. Si aspettavano di tutto, ormai, ma per fortuna ancora non era successo nulla.
"Adesso scrivo quello a testa in giù, così domani lo avrai." continuò a spiegare ed Eve finalmente capì.
"E il giorno dopo?" chiese curiosa. Dovevano scegliere un giorno per ciascuno?
"Al momento non mi viene nulla, ma giorno per giorno ci penseremo. È... Divertente." ed Eve si ritrovò ad annuire. Già era strano il fatto che aveva iniziato a baciare uno sconosciuto per passargli la sua fortuna, ma adesso che andava avanti nella conoscenza forse non le sembrava una brutta idea. Negli ultimi anni non aveva avuto relazioni o qualcosa che ci si avvicinasse e questa cosa le andava più che bene. Aveva capito che Niall era un bravo ragazzo, forse quel gioco di scambio di baci era un'ottima idea per iniziare qualcosa. Forse era anche strano solo pensare di iniziare un qualcosa in quel modo, ma ultimamente si frequentavano più loro due che con i loro amici.
Il campanello che suonava al piano inferiore fece ridestare Eve dai suoi pensieri, facendola scattare in piedi. 
"Vado a prendere le pizze e torno." disse, afferrando poi dei soldi dalla borsa e andando verso la porta.
"Mangeremo qui? In camera tua?" Niall l'aveva capito che Eve non voleva mettersi in imbarazzo con i suoi amici, ma addirittura mangiare in camera?
"Sì, ti voglio evitare un impiccione Harry e una causa figuracce Misha." 
E detto quello, Eve sparì dalla stanza, lasciando completamente solo Niall per alcuni minuti. Minuti che sfruttò per studiare le fotografie appese appena sopra il letto: c'era una bambina bionda su di un'altalena, poi un'altra foto raffigurava la stessa bambina ma un po' più cresciuta, su di un cavallo; il resto erano più recenti, alcune erano con Misha, altre con Harry o Louis. 
"Eccomi qua!" annunciò la ragazza, richiudendo la porta a chiave. I due si accomodarono sul pavimento e cominciarono a mangiare, parlando del più e del meno.
La cosa bella di quella loro situazione era che si stavano avvicinando più di quanto chiunque altro potesse immaginare. Erano entrambi semplici e vivaci, e si erano trovati bene. Eve aveva imparato a lasciarsi andare solo pochi giorni dopo, per Niall era sembrato sin da subito naturale confidarsi con lei. Ancora non lo sapevano -più che altro non lo realizzavano- ma si erano avvicinati in un modo strano ma allo stesso tempo bello. Non capitava tutti i giorni conoscere e baciare uno sconosciuto, finendo col passarci gran parte del tempo.
Nessuno dei due lo ammetteva, ma in fondo entrambi speravano che da tutto quello che stavano passando, nascesse qualcosa. Eve era perfetta e altrettanto Niall.

Eve accompagnò Niall in bagno e si lavarono le mani. Poi qualcuno aprì la porta con poca delicatezza.
"Dovevo capirlo fossi in compagnia." Misha guardava i due dal ciglio della porta con le braccia conserte.
"Non si usa bussare prima di entrare?" rispose a tono Eve. Ecco, lo sapeva: Misha adesso le avrebbe riempito la testa di domande, facendola confondere ancora di più. Perché giel'aveva nascosto? Semplicemente perché i due fidanzatini avrebbe malinteso.
"Tu che rientri pochi minuti dopo essere uscita, gridare di non disturbarti, non cenare con noi ma ordinare due pizze. Dovevo capirlo." 
Misha non era cattiva, solo un po' impicciona e invadente. Ma voleva un bene dell'anima ad Eve e sotto quell'espressione seria a cui stava dando recita, stava applaudendo felice per la sua amica. Era da tanto che non aveva un ragazzo e se l'aveva perfino confinato in camera sua per una cena, voleva dire che ci teneva tanto. Lei l'avrebbe tempestato di domande, mettendolo in soggezione. Ed Eve era più felice nell'ultimo periodo.
"Misha?" ed ecco che anche Harry arrivò al bagno, spalancando gli occhi quando trovò i due dentro la stanza; si girò a fissare la fidanzata e "Cavolo! Avevi ragione! Ti devo dare quei maledetti soldi." si lamentò.
"Che soldi?" si intromise Niall, non capendo.
"Quelli che il signorino qui presente ha scommesso su di voi. Io lo sapevo che eri qua, vi ho visto dalla finestra del bagno quando stavate rientrando." Misha confessò e sorrise all'amica.
Eve divenne paonazza e si scusò sottovoce con Niall per tutta la situazione. Videro Harry dare dei soldi alla fidanzata ed Eve decise di parlare ancora.
"Ok, adesso accompagno Niall alla porta, anche perché già si è fatto abbastanza tardi."
Voleva scappare da quel bagno, sembrava che le pareti si stessero restringendo attorno a loro. Niall invece era contento che la sua migliore amica li avevi presi in giro. Erano simpatici e sperava che un giorno Evelyn glieli facesse conoscere come si deve.
"Io non ne sarei sicuro di guidare con questo tempo. Hai visto come diluvia?" parlò Harry, puntando con il dito la finestra alle spalle dei due ragazzi. Eve scostò la tendina e spalancò gli occhi: aveva ragione, talmente era fitta la pioggia che faceva fatica perfino a vedere la casa dei suoi vicini.
"Ha ragione." Eve diede voce ai suoi pensieri. È ora che si faceva? Niall doveva aspettare che la poggia cessasse, o almeno diminuisse. E se invece avesse diluviato tutta la notte?
"Possiamo allestire il divano, per questa notte." disse Misha, non volendo buttare fuori il ragazzo.
"No, davvero, non voglio disturbare." si mosse a disagio Niall, sorridendo.
"Disturbare? Amico tu non sai cosa vuol dire abitare con due ragazze! Loro nemmeno conoscono la definizione di disturbo!" Harry passò un braccio sulle spalle di Niall.
"Conosciamo il tuo disturbo mentale, però." rispose secca Eve, facendo ridere Misha e Niall. Harry le fece una linguaccia e poi guidò Niall al piano inferiore, dove le ragazze ricoprirono il divano con delle lenzuola e coperte.
Harry e Misha diedero la buonanotte e, una volta rimasti completamente soli in salotto, Eve sospirò lentamente.
"Mi dispiace per questa situazione." disse a bassa voce.
"Dispiace più a me per approfittarmi di voi, invece." rispose sinceramente Niall, sorridendole in modo caloroso. Era lui il peso in quella casa.
"Nessun problema." sorrise appena anche lei, "E se hai bisogno, per qualsiasi cosa, sai dove si trova la mia camera. Ora... Buonanotte." disse la bionda, muovendo poi i piedi verso le scale.
Niall la osservò per un momento e poi la richiamò, prendendo coraggio. 
"Solo... Buonanotte." disse alla fine. In realtà voleva ringraziarla ancora una volta, ma non perché lo stava ospitando, ma per tutto: per condividere con lui la fortuna, per rendergli le giornate migliori. Non l'aveva ammesso nemmeno a se stesso, ma Niall si era accorto che da quando aveva conosciuto Eve non faceva altro che sorridere e aspettare con ansia il momento in cui si sarebbero dovuti incontrare. E non solo per baciarla.
Eve ritornò sui suoi passi, si avvicinò al ragazzo e si alzò sulle punte quel poco che bastava per far scontrare le sue labbra sulla guancia di Niall, che involontariamente chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla situazione.
"A domani mattina." Eve sorrise ancora una volta e finalmente sparì per le scale.
E Niall pensò che non c'erano parole più belle di quelle. A domani mattina, suonava come una promessa.



 





EHIO!
Buona domenica a tutti! 
Spero vi piaccia la storia, anche perchè
mancano esattamente 4 capitoli alla fine.
GRAZIE A TUTTI, davvero, stiamo continuando
ad aumentare tra seguite/preferite/da ricordare e 
questo mi fa tanto piacere *-*

Alla prossima, Sofi

 

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Capitolo 7
*** I miei vestiti ***





I MIEI VESTITI


 
 

Il temporale sembrava non voler cessare. I tuoni continuavano a spezzare il silenzio della notte e i fulmini illuminavano gran parte del tempo il cielo scuro. 
Eve continuava a rigirarsi nel letto, mentre Niall fissava il tetto con gli occhi completamente spalancati. Non esisteva cosa più scomoda di quel divano.
Eve sbuffò sonoramente, imprecando contro il maltempo e si alzò dal suo letto, camminando scalza fino la stanza della sua migliore amica.
Aprì la porta con cautela, pregando mentalmente di non trovare Misha ed Harry a quell'ora ancora in procinto di accoppiarsi. Per fortuna i due dormivano: Harry russava in modo rumoroso, mentre Misha dalla parte opposta del letto era nascosta sotto le coperte, sicuro stanca del suo ragazzo. 
Chiuse la porta senza farsi sentire e decise di scendere in cucina per bere qualcosa di caldo. Non accese nemmeno le luci, per paura di svegliare Niall sdraiato sul divano.
Aprì l'anta dove tenevano i vari tè e prese quello al limone, mettendo il bollitore sul fuoco. Si appoggiò alla cucina col sedere e alzò lo sguardo verso l'orologio da parete: erano le tre e mezza.
Niall scattò sul divano come una molla non appena sentì un rumore provenire dalla stanza di fianco; sembrava che qualcuno avesse appena chiuso un cassetto, o qualche sportello della cucina.
Così si tolse le coperte di dosso e, nel buio, camminò fino la cucina, dove trovò Eve di spalle, intenta a girare il cucchiaino nella tazza che aveva tra le mani.
"Ehy." la voce di Niall uscì leggermente roca ed Eve sobbalzò, lanciando un gridolino spaventato, girandosi poi verso il biondo che dovette trattenersi dal ridere della scena.
"Scusami, non volevo spaventarti."
Niall si avvicinò alla ragazza, che prontamente gli offrì in silenzio una tazza di tè, ma lui la rifiutò, non essendo amante di quella bevanda. Preferiva di gran lunga il caffè, anche in piena notte.
"Anche tu non riesci a dormire per il brutto tempo?" chiese Eve, sedendosi al tavolo. Niall si accomodò di fronte a lei, scuotendo la testa.
"Il divano non è proprio comodo." confessò, volendo mordersi la lingua. Era già tanto se lo avevano ospitato per la notte!
"Oh, lo immaginavo! Mi è successo un paio di volte di addormentarmi nel pomeriggio e alzarmi col mal di schiena." Eve rise leggermente, bevendo poi il suo tè.
"Ti capisco benissimo." rise anche Niall, guardandola.
Poi calò di nuovo il silenzio, dove Niall non sapeva che dire ed Eve che pensava di star facendo più confusione con i suoi pensieri. Lo guardava e vedeva in Niall quello che in effetti mancava nella sua vita. Aveva un ottimo lavoro, un tetto sopra la testa, i suoi amici sempre al suo fianco, ma... Mancava un Niall nella sua vita.
"Senti, visto che tra poche ore dovresti alzarti per andare al lavoro..." Eve gettò la tazza ormai vuota nel lavello, girandosi di nuovo verso Niall, curioso di sentire le parole della bionda, "Vuoi dormire nel letto con me?"
Era una richiesta azzardata, ma se dopo essersi scambiati il bacio sotto la pioggia l'avesse lasciato andare a casa e non invitarlo a mangiare una pizza rintanati in camera sua, a quest'ora non si trovavano in quella situazione. Lei il giorno dopo doveva andare ad una sfilata con Louis, niente di così faticoso, mentre Niall aveva degli orari meno flessibili e doveva riposare almeno un po'.
Il biondo rimase un po' sorpreso dalla proposta della ragazza, prolungando il silenzio.
"Ho un letto di una piazza e mezza, non è il massimo, ma sicuro riusciresti a dormire le ore che ti restano." spiegò.
Alla fine Niall annuì, la sua schiena chiedeva umilmente pietà. Così afferrò il cuscino dal divano e seguì Eve nella sua camera da letto.
La ragazza chiuse la porta a chiave e se ne uscì con un "I miei amici non conoscono il tradizionale bussare prima di entrare." Ma a Niall non importava della porta, bastava sdraiarsi sul comodo letto che poi si rivelò quello di Eve.
La bionda cercò di non sfiorare il biondo ed entrambi provarono a trovare una buona posizione.
"Oh scusa." disse immediatamente Niall, dopo aver accidentalmente dato un calcio alla gamba di Eve, che invece rise.
"Stavo cominciando a pensare che la sfortuna fosse sparita." confessò lei.
Infatti aveva ragione, ancora non era successo nulla di grave da quando Niall era tornato il solito sfortunato.
"Buonanotte Niall." disse Eve una volta presa la giusta posizione, con un braccio sotto il cuscino.
"Buonanotte Eve." rispose Niall, guardando la ragazza di spalle. E poi si prese di coraggio, non sapendo come, ma allungò un braccio e le strinse la vita.
Eve riaprì gli occhi, ma non si mosse, poi un leggero sorriso le curvò le labbra, richiudendo gli occhi.

 

Niall durante la notte -o la mattina?- si avvicinò involontariamente al corpo della ragazza e quando aprì gli occhi, i capelli biondi di Eve gli stavano solleticando il naso. Si accorse di avere le gambe completamente intrecciate a quelle di lei e il suo braccio adesso era completamente sul corpo della ragazza che dormiva tranquilla. 
Si voltò verso la finestra e notò alcuni raggi del sole entrare dalle fessure della tapparella.
Poi prese il suo cellulare e una volta notato l'orario, balzò fuori dal letto. Si girò un attimo per vedere la ragazza, che per fortuna non si svegliò con la sua caduta dopo essersi messo in piedi un po' troppo velocemente, e scese al piano inferiore, dove i coinquilini di Evelyn stavano facendo colazione.
"Vuoi favorire?" urlò Harry con la bocca piena di cereali e mostrandogli la scatola.
"No, grazie, sono in un ritardo colossale!" salutò velocemente i due ragazzi e corse letteralmente verso la sua auto, mettendola in moto.
"Oh ma dai! Come si è aperto da solo mezzo finestrino?" imprecò a voce alta, notando il finestrino in questione per metà aperto e quindi il sedile del guidatore completamente zuppo. Che la sfortuna abbia inizio.

"Allora è lui quello sfortunato, oggi." bevve il suo caffè Misha, parlando col suo ragazzo.
"Ma quelli erano i miei vestiti?" solo in quel momento Harry si rese conto che Niall indossava la sua felpa ed era sicuro che anche i pantaloni della tuta fossero i suoi.
"Però non tanto sfortunato, se stanotte ha dormito in camera di Eve." continuò a dialogare completamente da sola la ragazza.
"No, davvero. Ieri sera non mi sono accorto che stava indossando i miei vestiti." invece insistette Harry, alzando un sopracciglio. Forse era preso da altro?
"Voglio sapere se hanno fatto qualcosa, questa notte." concluse la mora, finendo il suo caffè e girandosi verso il suo fidanzato. "E tu eri più preso dai miei vestiti, che dai tuoi." gli fece un occhiolino.
Harry sorrise a trentadue denti e tirò la sua ragazza per la sedia, facendola stridere sul pavimento. Misha rise rumorosamente mentre il riccio le mordeva il collo.
"Oh, per favore! Ma che avete voi due in questi giorni?" Eve entrò in cucina e sperava di vederci Niall, ma sicuramente era già al lavoro.
E meno male che ancora non aveva mangiato, o avrebbe rimesso tutto.
"Quello che avete tu e Niall nell'ultimo periodo." la provocò la sua migliore amica, spingendo via Harry che prontamente fece sbucare un broncio. Ma Misha era presa da altro di più importante, per il momento.
"A proposito, è già uscito?" chiese la bionda, fregando i cereali di Harry e versandoli in una tazza.
"Giusto qualche minuto prima di te. È sceso di fretta dal piano superiore e sembrava, oltre che assonnato, anche abbastanza in ritardo. Che avete fatto stanotte?"
Niente, Misha non sapeva non impicciarsi dei fatti degli altri, soprattutto quelli di Eve.
"Niente. Diluviava, il divano era scomodo e gli ho offerto il mio letto, dato che sarebbe dovuto andare a lavorare, questa mattina." rispose tranquillamente la bionda. Stavolta non stava nascondendo niente, eccetto il fatto che Niall l'aveva abbracciata per tutta la notte.
"Gli hai offerto anche altro?" Misha diede uno scappellotto sul collo del fidanzato, facendolo lamentare leggermente.
"Non succederà mai, Harry." tagliò corto Eve.
"Ecco, brava, perché devo vincere la scommessa!" si lamentò il riccio.



 

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Capitolo 8
*** Quel famoso bacio ***





QUEL FAMOSO BACIO
 

"Bacio sotto la pioggia, bacio a testa in giù, bacio di nascosto davanti al mio capo, bacio prima di salire su un taxi come nei film, bacio con la Nutella, bacio sotto le coperte..." Niall tenne il conto dei loro ultimi strano baci dati nei giorni precedenti, ripensando come ognuno di questi aveva avvicinato i due molto più di quanto si aspettassero.
Il bacio sotto la pioggia aveva permesso Eve di dormire tra le braccia di Niall. Non aveva affatto rimorsi su quella sera, anzi ne aveva approfittato anche la sera quando si erano scambiati un bacio sotto le coperte, nascosti dal freddo e dalla pioggia che anche quella volta non aveva intenzione di smettere. E avevano dormito di nuovo insieme, ma stavolta a casa di Niall. Liam ebbe il piacere di cucinare anche per Eve, ma quando la ragazza si era offerta di aiutarlo a cucinare e cominciato a rovesciare sbadatamente -come no!- le cose per terra, il ragazzo le aveva proposto di stare con Niall in salotto perché avrebbero rischiato di saltare in aria, data la sua fortuna.
Quella sera scrissero insieme il bacio alla Nutella che si scambiarono la sera dopo, sempre a casa di Niall e sempre dopo aver assaggiato un delizioso piatto di pasta cucinato da Liam. Doveva avere qualche strana bravura in cucina, perché era strano anche per Eve pulire completamente il piatto.
Niall quel pomeriggio aveva fatto la spesa e, come da copione, aveva comprato un barattolo di Nutella per il loro bacio. Eve rise quando notò l'immenso barattolo sul tavolo, chiedendo spiegazione al biondino. 
"825 chilogrammi di bontà in offerta! Non potevo non approfittarne. Magari poi, possiamo mangiare qualche fetta di pane con questa." Niall le aveva fatto un occhiolino, ma alla fine la Nutella era sparsa più sulle loro facce che su del pane. Era colpa di Eve, però, perché vedendo stranamente giù Niall, aveva infilato un dito nella Nutella e gliel'aveva pasticciata in faccia. E il biondo aveva risposto a tono, offrendole infine una sua tuta quando Eve aveva constato di avere della Nutella dove ovviamente non ci doveva essere.
Il giorno seguente invece Niall non aveva ancora finito di lavorare, troppo preso dal suo nuovo inedito a cui stava lavorando. Eve aveva del tempo libero quella sera e decise di raggiungerlo, facendogli una sorpresa. Liam era andato via prima per pagare delle bollette e in tutto l'istituto c'erano solo loro due. Eve entrò quasi in punta di piedi quando riconobbe la voce di Niall canticchiare una melodia dolce e soprattutto perfetta. Si stava innamorando di quella canzone, proprio come della persona che aveva quella voce. 
Niall aveva smesso di cantare all'improvviso, diventando paonazzo alla vista della ragazza completamente in trance sul ciglio della porta. Lei subito aveva insistito per farlo continuare e alla fine Niall si lasciò convincere, venendo aiutato da lei involontariamente a finire di scrivere quella canzone che lui aveva completamente scritto solo per lei. Ma questo era un dettaglio che il biondino preferì non dire. Qualche minuto dopo aver finito tutto e chiacchierato su quanto bene fosse venuta, era arrivato il capo di Niall. Gli presentò Eve e la ragazza ammiccò verso Niall, baciandolo di nascosto quando l'uomo cominciò a leggere il testo della nuova canzone, complimentandosi con entrambi che nel frattempo ridacchiavano per il loro stupido giochino. Il fatto che poi Niall aveva accidentalmente urtato l'attaccapanni e fatto cadere tutti i cappotti appesi ad esso, era un'altra storia.
Una storia divertente come quando Niall chiamò Eve al telefono, leggermente intimidito, chiedendole se aveva voglia di accompagnarlo ad una cena di famiglia. Suo fratello si sarebbe sposato entro l'anno e visto che l'intera famiglia era andata da Niall a complimentarsi anche per il nuovo contratto del biondino, avevano deciso di festeggiare come solo un irlandese sapeva fare. Tanta birra e sane risate. 
Quando Eve stava uscendo da lavoro, appoggiato alla porta d'ingresso dell'ufficio c'era Niall. Sia lei che Louis erano sorpresi della sua presenza, anche se il castano alla fine se n'era uscito con un "Il tuo fidanzatino è venuto a prenderti a lavoro." ricevendo come risposta una gomitata dritta alle costole.
Eve era rimasta interdetta per un momento alla richiesta di Niall. Perché doveva portare lei e non Liam, magari lo conoscevano. Poi però aveva guardato negli occhi di lui e si era completamente persa, nemmeno rendendosi conto di aver risposto di sì.
Poi Louis l'aveva richiamata a voce alta, facendole notare che il loro taxi era arrivato e che erano anche di fretta. Dovevano solo andare a prendere un caffè a casa di Louis anche con Harry e Misha, ma era da tanto che lei non passava un po' del suo tempo con i suoi amici e adesso non poteva disdire ancora una volta.
Eve allora salutò Niall con un bacio veloce, mentre vedeva il suo amico sbuffare sonoramente e quasi chiudere lo sportello del taxi.  Ma Niall la afferrò per un braccio e la attirò al suo petto, le spostò delicatamente una ciocca di capelli dal viso e poi la baciò appassionatamente. Aveva addosso ancora la fortuna ed era sicuro ormai che Eve avrebbe ricambiato, come quella volta quando lui prendendo coraggio aveva approfondito uno dei loro baci usando la lingua e lei aveva ricambiato tranquillamente.
"Tu ne hai più bisogno." aveva sussurrato appena, prima di vederla correre verso il taxi che Louis aveva fatto partire.

"Bacio al buio?" suggerì Eve, appoggiando la testa sulla spalla di Niall e guardando il cellulare del ragazzo ricordarle i giorni precedenti con un sorriso stampato sulle labbra.
Ormai tutti sapevano di quella nuova amicizia, se così si poteva definire: i colleghi di Eve conoscevano Niall, il capo di lui conosceva lei, i vicini di casa di Eve conoscevano il biondino e la sua auto e la ragazza conosceva tutta la famiglia di lui. Si era subito trovata a suo agio in mezzo alla famiglia Horan, tutti uguali caratterialmente a Niall e qualcuno anche fisicamente. Alla fine della cena, compresa di risate e tanti aneddoti, Greg, il fratello di Niall, aveva invitato la ragazza al suo matrimonio, che si sarebbe tenuto a Marzo in Irlanda ed Eve aveva accettato, quasi nascondendosi dietro il braccio del biondo, felice quanto lei della sua risposta.
Niall girò leggermente il capo, quanto bastava per guardarla negli occhi.
"Questa mi piace. La proveremo stasera allora." rispose il biondo, sorridendole.
In quel momento, la porta di casa di Niall fu aperta dal suo coinquilino, scusandosi immediatamente se aveva interrotto qualcosa.
Tutti i loro amici si erano accorti del loro avvicinamento, ma non come lo intendevano loro. In realtà Eve qualche sera prima, davanti allo specchio, parlava da sola, si faceva delle domande ed era arrivata alla conclusione che Niall cominciava a piacergli in un modo diverso di come l'aveva visto fino quel momento. E Niall non le dava modo di credere il contrario: ultimamente andava a prenderla all'uscita da lavoro, l'accompagnava alle sfilate e si faceva aiutare quando non sapeva come continuare una canzone. Stava lavorando ad un intero album e la presenza di Eve era di grande aiuto per lui.
"Stasera avete da fare?" chiese Liam, posando la sua tracolla sul tavolo. Era stato chiuso nel suo ufficio fino le sette di sera e quando Zayn lo aveva invitato a casa sua per una festa, lo aveva ringraziato di cuore, quasi saltandogli addosso. Aveva bisogno di una sbronza, tanto meglio se c'erano tutti i suoi amici.
I due ragazzi scossero la testa perché, nonostante fosse sabato, quella sera non avevano un vero e proprio programma. Sapevano solo che dovevano scambiarsi un bacio al buio, nulla di più.
"Bene, perché Zayn ha deciso di organizzare una festa a casa sua e noi siamo invitati." Liam si accasciò su una sedia e guardò i due per qualche secondo. Non potevano dire di no, a meno che...
"Ovviamente sono invitati anche Harry, Louis e Misha." aggiunse un attimo dopo, sapendo che i tre amici di Evelyn non avrebbero disdetto un tale invito. 
Anche loro avevano stretto tra di loro una specie di amicizia: si vedevano meno di Eve e Niall, ma quelle volte che succedeva, c'erano solo grasse risate e tanto divertimento. Insomma, la festa non sarebbe di certo stata noiosa con loro.
"Oh." disse solamente Eve, sistemandosi sul divano e scrivendo velocemente un messaggio alla sua migliore amica e a Louis.
Non dovette aspettare tanto per una risposta positiva da parte di entrambi -Louis aveva perfino sottolineato che quella sera sarebbe riuscito a far cadere Liam ai suoi piedi, ma questo ovviamente Eve lo omise quando diede loro la buona notizia.
"Sei sicura?" chiese Niall sottovoce, quando Liam annunciò di andare a farsi una doccia.
"Così avremo modo di scambiarci quel famoso bacio." la bionda ammiccò.
Ma, in realtà, nessuno dei due sapeva che da quella sera sarebbe cambiato tutto.



 




EHIO!
Se state leggendo questo capitolo, è perchè
la mia migliore amica si è ricordata di postarlo, in quanto
io per ora sono in vacanza in Svizzera e non ho modo
per collegarmi ad internet (al mio ritorno troverò
il caos: il figlio inesistente di Louis è nato, Harry sta con
una nuova modella, Liam ha cominciato ad andare in giro
vestito da Batman e Niall si è messo a dieta lol)

Eh niente, mancano gli ultimi due capitoli, ma
posso assicurarvi che sono i due capitoli che vi
faranno di più amare la storia c:

Grazie per seguirmi sempre e BUON NATALE!

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Capitolo 9
*** Il 16 Settembre ***


 



 

IL 16 SETTEMBRE



"Siete arrivati a destinazione." la voce metallica del navigatore spezzò il silenzio calato poco prima in macchina.
"Credo sia questa la casa." disse Harry, facendo girare gli altri tre nella sua direzione con uno sguardo ovvio stampato sulla faccia.
"Ma davvero? Voglio dire... Cosa te lo fa pensare? La calca di gente che entra ed esce da quest'enorme villa? Oppure il volume della musica abbastanza alto da sentirsi dall'altra parte del paese?" chiese in tono retorico Louis, facendo ridacchiare Eve al suo fianco, seduta sui sedili posteriori, dietro Harry.
"Oppure Niall venire verso l'auto?" 
Alle parole di Misha, Eve smise di ridere e tutti quanti si voltarono dalla parte del biondino in questione che andava verso la loro auto. Indossava un semplice jeans nero, una camicia semiaperta con strane stampe di animali su di essa e degli stivaletti che a prima impatto piacquero solo ad Harry.
Eve si sentì per un momento fuori posto, dato che aveva insistito per indossare solo un jeans skinny chiaro, una camicetta velata che faceva intravedere il reggiseno nero di sotto e delle décolleté ai piedi dello stesso colore. Misha invece aveva optato per un vestito per stare più comoda, Harry una camicia tutta nera con la stampa a cuori, un pantalone dello stesso colore e degli scarponcini marroni ormai consumati, mentre Louis aveva preferito indossare un pantalone scuro e una maglia un po' leggera.
Harry constatò che fosse il momento di scendere quando Niall, con stampato un sorriso sul volto, si bloccò davanti l'auto. Per fortuna non pioveva, anche se il biondo pensava stesse per farlo da un momento all'altro, per sua sfortuna.
I ragazzi scesero dall'auto e il riccio la chiuse con il telecomando.
"Ciao ragazzi! Venite dentro così vi presento il proprietario." disse felice Niall, salutando tutti con un cenno della mano e poi sorridendo verso Evelyn che rispose con la stessa moneta. Il biondino allungò una mano dietro la schiena della ragazza e fece da guida all'interno dell'immensa casa. Immensa per davvero: la casa contava cinque camere da letto, tre bagni, un salotto che non finiva mai, una cucina, una zona di relax con tanto di sauna in legno e piscina ad idromassaggio. La cosa che restò più impressa ai ragazzi fu la piscina enorme al chiuso, in modo che potesse essere utilizzata anche in pieno inverno.

"E lui è Zayn." Niall indicò un ragazzo appostato dietro a due enormi casse e una console. Si muoveva a tempo di musica e sbracciava per incitare i suoi invitati a ballare come se non ci fosse un domani.
Zayn era sfortunato, ma non tanto quando si parlava di feste in casa dei suoi nonni. Sopratutto quando questi erano fuori per vacanza e non venivano a conoscenza delle marachelle del nipote.
"E io sono Liam." scherzò il castano, salutando tutti e poi facendo cenno al dj di lasciare il suo posto. Louis per poco non svenne alla sua vicinanza con Liam.
Zayn ringraziò il ragazzo che gli diede il cambio e corse verso i suoi amici, salutando i nuovi arrivati.
"Loro sono Harry, Misha, Louis ed Evelyn." Niall presentò i ragazzi al suo fianco ed ognuno di loro strinse la mano al padrone della casa.
Quando Zayn ed Evelyn si scambiarono il saluto, però, qualcosa scattò dentro entrambi. Rimasero infatti qualche secondo a fissarsi ed Evelyn si accigliò: perché quel ragazzo aveva qualcosa che gli ricordava? Eppure era sicura di averlo già visto.
"Ci conosciamo già?" chiese Zayn, quasi leggendole nel pensiero.
"Ovvio! Per tutte le volte che ne parla Niall, devi per forza conoscerla." Liam rise, mentre il biondo si affrettò a scagliare una gomitata al fianco del suo amico. Non poteva metterlo in imbarazzo immediatamente!
Forse erano le luci, Eve non lo sapeva, ma quel Zayn aveva qualcosa di familiare.
"Comunque, se avete fame in cucina c'è un sacco di roba da stuzzicare, se avete sete lì c'è un bancone con tanto di barman messo a vostra disposizione, se invece avete sonno, non vi fate problemi, le camere sono tutte libere per questa notte!" scherzò Zayn, allontanandosi poi quando un ragazzo lo afferrò per il collo, facendolo quasi cadere per terra. Alla fine era abbastanza sfortunato come Niall, che in quel secondo fu colpito bruscamente da un ragazzo intento a ballare. O a fare qualcosa che si avvicinava al ballo.
"Mi sembrava strano." disse il biondo leggermente irritato, facendo ridacchiare gli altri che in poco tempo si divisero: Harry e Misha andarono a ballare, Louis seguì Liam in cucina ed Eve aspettò un invito da parte di Niall per ballare.
"Se ti pesterò i piedi, sappi che non è colpa mia." disse il biondo, prendendo la mano della ragazza e guidandola in mezzo alla pista.
"Mi preoccupano di più i colpi alti." scherzò Eve. 
Si fermarono quasi al centro della pista, al fianco di Harry e Misha, e cominciarono a ballare. Si divertirono tanto, Niall inciampò un paio di volte rischiando di urtare Eve, risero molto e all'improvviso sentirono più caldo. Così decisero di spostarsi al tavolo delle bibite.
"Vodka?" chiese Niall, dicendo la prima cosa che gli passava per la testa. Non voleva ubriacarsi, voleva solo una scusa per allontanarsi dalla pista e magari passare un po' di tempo da solo con Eve.
"Coca cola, grazie." rispose la bionda, aspettando il suo ordine a debita distanza per non essere travolta dal bicchiere che subito dopo Niall gli offrì.
Eve cercò con lo sguardo un punto della stanza un po' più libero e meno affollato, ma purtroppo non ne trovò.
"Vieni, conosco un posto per stare più tranquilli." e soli, dimenticò volontariamente di aggiungere il ragazzo, prendendo la mano libera di Evelyn e guidandola al piano superiore.
"Questo punto della casa è spettacolare, solo pochi conoscono la sua esistenza." confessò il ragazzo, tirando poi una catenella e abbassando una scala di legno nascosta al tetto. Salì per primo, chiedendo ad Evelyn di seguirlo, richiudendo la scala dietro di loro.
Evelyn rimase senza parole fissando le stelle che si vedevano attraverso il tetto di vetro sopra le loro teste e adesso capiva perché solo poche persone potevano conoscere quel posto. Era spettacolare e anche speciale. La musica arrivava ovattata e finalmente le orecchie di Evelyn non fischiavano più come prima per colpa del volume troppo alto.
Bevve un sorso dal suo bicchiere e "Niall, grazie." disse solamente.
Che fosse il posto o la compagnia, Eve non lo sapeva, ma stava terribilmente bene là e non voleva più scendere al piano di sotto in mezzo a tutto quel caos.
Niall, conoscendo a memoria ormai anche la casa dei nonni di Zayn, andò verso la cassa in fondo alla stanza -che era piccola- e la aprì, richiudendola quando recuperò una coperta. La sistemò sotto ai loro piedi e invitò Eve a sdraiarsi con lui. Niall ringraziò il cielo per essere completamente limpido e pieno di stelle, senza nuvole e pioggia a coprire quella meraviglia.
"Sei stata uno di quegli incontri che non ti migliorano la giornata, ma la vita." 
Eve rimase a bocca aperta alle parole improvvise di Niall, non perché non se lo aspettava, ma perché era più o meno la cosa che voleva dire e sentiva anche lei.
Niall bevve di nuovo la sua vodka, sperando di avere una spinta in più per parlare ancora e stavolta svuotare il sacco. Si era esercitato a casa, era stato deriso da Liam quando lo vide parlare allo specchio, ma non si era arreso. Si era preparato un discorso che, però, adesso faticava a far uscire dalla sua bocca. Doveva bere e sputare quelle parole.
"Niall..." Eve appoggiò il bicchiere per terra, ma il biondo la interruppe, poggiando anche lui la sua bevanda sul pavimento.
"No, aspetta, fammi spiegare. Io quella sera ti avevo visto ridere, mi hai attirato subito senza rendertene conto. Poi, sei venuta verso me, hai uscito fuori quella strana storia del gioco obbligo o verità e sono rimasto di sasso. Perché proprio io? Te lo giuro, me lo sono chiesto per tutta la sera, non sapendo darmi una risposta. Poi l'ho capito, o almeno ci ho provato: c'era qualcuno o qualcosa che aveva programmato tutto, noi eravamo destinati ad incontrarci e ad avvicinarci in qualche modo. E forse è per questo che abbiamo usato la scusa del bacio porta fortuna, perché diciamocelo... Può essere mai che un bacio porti fortuna?" Eve rise, ma lasciò continuare lo sfogo di Niall, che non tardò a continuare.
"Il fatto è che, più andavamo avanti con questa storia, più mi avvicinavo a te e mi piaceva. L'ho detto a Liam, Zayn, a tutti i miei colleghi. Ho cominciato a scrivere canzoni su te, scrivere il tuo nome ovunque, anche sul vetro appannato quella sera dopo averti riaccompagnata a casa dalla cena dai miei. Ho detto a mio fratello che avrei accettato di fargli da testimone e poi lui mi ha sorpreso rispondendomi che eri stata proprio tu a suggerirglielo, perché vedi in noi quello che avresti avuto di sicuro tu con un fratello o una sorella. Ne ho parlato perfino al mio capo dove, ridendo, mi ha risposto che anche le mura hanno capito che mi sono innamorato di te."
Se Niall aveva l'intenzione di spiazzare Eve, ci era riuscito, ed anche bene!
"Io..."
"No, non voglio una risposta, nemmeno so se ce ne vuole una. Volevo solo liberarmi di questa cosa che ult-"
Niall non poté continuare a parlare perché Eve aveva appoggiato le sue labbra su quelle del ragazzo. Si scambiarono un bacio lento e intenso, facendolo trasformare in qualcosa di più passionale quando Niall le afferrò la testa e la strinse di più a sé. Entrambi chiusero gli occhi, perdendosi in qualcosa che entrambi bramavano negli ultimi giorni. Non era il solito bacio che usavano per scambiarsi la fortuna, era un bacio voluto al cento per cento, senza scuse.
Eve si appoggiò completamente sulla coperta con la schiena e Niall prestò attenzione a non pesarle troppo quando si sistemò su di lei, continuando a baciarla.
"In questo modo stai ridando a me la fortuna." disse Niall quando si staccò per riprendere un po' di fiato.
Eve ridacchiò.
"L'hai detto pure tu: magari abbiamo scambiato questa cosa del bacio della fortuna per una cosa che in realtà volevamo fare noi." rispose lei.
"Oppure, approfondendo di più, la fortuna finalmente deciderà di esserci per entrambi." la assecondò Niall.
"Allora dobbiamo provare." Eve attirò nuovamente le labbra del ragazzo sulle sue, stavolta facendosi spazio con le dita sui bottoni della camicia del ragazzo. La sbottonò lentamente e, una volta finito, il ragazzo si liberò del pezzo di stoffa ingombrante. Così passò alla maglia di lei, che seguirono i pantaloni di entrambi e l'intimo.
"Aspetta: con la sfortuna non possiamo giocare." si fermò a riflettere Niall. Non aveva intenzione di diventare padre, non così giovane per lo meno. "Dovrei avere dei preservativi." confessò e si avvicinò alla tasca dei suoi pantaloni e frugò nel portafogli.
"E per essere sicuri a non avere incidenti, domani ricordami di prendere una pillola."
Niall osservò Eve per un momento. Era bellissima, anche se lo pensava già con tutti i vestiti addosso. Poi sorrise, leggendo tra le righe le parole più belle che potesse mai aspettarsi: se l'indomani le doveva ricordare di prendere la pillola, questo voleva dire che non si stava pentendo per niente di quello che stavano per fare.
Tornò a baciare le labbra rosee della ragazza e ben presto diventarono una cosa sola.

Misha osservò Zayn sedersi proprio di fronte a lei e al suo ragazzo. Avevano perso poco prima Liam e Louis, ma non gli interessava più di tanto cosa avessero intenzione di fare quei due. Era più preoccupata per Eve, che non vedeva in giro da un bel po'.
"Voi siete di qui?" chiese il moro per rompere  il ghiaccio. Alla fine sicuro avrebbero dormito lì, in casa sua. Meglio conoscerli un po'.
"Noi sì, più o meno, solo Evelyn è del West Yorkshire." rispose la ragazza, appoggiando una mano sulla coscia del fidanzato mezzo addormentato per via di tutti i drink che aveva ingerito.
"West Yorkshire?" Zayn quasi spalancò gli occhi. Poi si avvicinò alla ragazza e "Posso chiederti un'ultima cosa?" chiese a bassa voce, quasi come se avesse paura che qualcuno potesse sentirlo. La ragazza annuì, quindi Zayn sospirò: "Quando fa gli anni Evelyn?"
Misha ci pensò bene per non sbagliare la data, pensando a quanto strana potesse essere una simile domanda.
"Il 16 Settembre." rispose infine.
E Zayn stavolta ne era sicuro. Lui già conosceva quella ragazza!


 




SALVE A TUTTI
Sono appena arrivata e ho pensato di aggiornare subito,
anche perchè mi devo fare perdonare!
Questo è il penultimo capitolo, ma visto che ho avuto un po'
di tempo, ho già iniziato a scrivere una nuova mini long, un po'
diversa da questa, soprattutto perchè è incentrata su Liam!
Al prossimo aggiornarmento metterò anche quella nuova storia.

Vi ringrazio ancora una volta, senza di voi non continuerei a scrivere c:
Sofi.

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Capitolo 10
*** Scommessa di sedurla ***






SCOMMESSA DI SEDURLA

 

Quando la porta scricchiolò, Evelyn si girò nel letto, aprendo leggermente gli occhi e notando Niall con in mano un vassoio andare dalla sua parte.
"Buongiorno bella addormentata." scherzò. Appoggiò il vassoio sul comodino e andò a chiudere la porta a chiave. Eve farfugliò qualcosa di incomprensibile e si voltò dalla parte opposta, nascondendosi sotto il morbido piumone bianco.
Zayn li aveva avvertiti, potevano benissimo usare le camere da letto per la notte. Gli amici di Liam e Niall erano anche i suoi, la casa era grande, il cibo non mancava e i suoi nonni non sarebbero ritornati prima di tre giorni. Quindi, perché non approfittarne?
Niall si accomodò sul letto, scostò le coperte e si infilò sotto anche con la testa, avvicinandosi al corpo caldo e nudo di Evelyn.
Le loro gambe sfregarono e la bionda si girò verso il ragazzo, ma coprendosi il viso con entrambe le mani.
"Queste puoi toglierle. Sei perfetta anche la mattina, ti ho già vista." disse Niall, tentando di togliere le mani della ragazza dal suo volto. Ma Eve protestò.
"Non senza essermi struccata la sera prima. Sembrerò un panda." infatti si lamentò.
Niall rise sommessamente e poi provò a tranquillizzarla: "Ho visto di peggio." si lasciò sfuggire.
Ma forse non furono le migliori parole che potesse usare, perché d'improvviso Eve sentì un magone sulla bocca dello stomaco ed era sicura non fosse dovuto alla fame. La sua testa cominciò a viaggiare velocemente, mentre immaginava Niall sorridere ad una ragazza che non era lei, baciarle le labbra e mordicchiarle per farle gonfiare, proprio come aveva fatto con lei per tutta la notte. Si erano spinti oltre, si erano sfiorati, si erano dedicati a delle coccole che entrambi non si scambiavano da molto tempo. Avevano fatto tutto con calma, senza la paura di essere scoperti e con un panorama che non aveva eguali. Chi poteva permettersi di fare l'amore sotto le stelle?
Fare l'amore... forse Evelyn stava correndo un po' troppo e le parole di Niall le avevano solo confuso di più le idee. Anche lei non faceva altro che ringraziare il fato o quello che era per averli fatti conoscere. In un modo strano, ma era successo. 
E il passato non si poteva cancellare, anche se Eve -ma anche Niall- non voleva assolutamente farlo. Avrebbe rifatto tutto quello che aveva fatto fino a quel momento per altre cento volte, senza mai pentirsene.
"Evelyn." la richiamò Niall preoccupato, perché davvero stava perdendo tempo per una cosa inutile. Non lo capiva che sarebbe stata bellissima anche con un cappello da giullare sulla testa?
Il biondo passò ai fatti, dato che non lo ascoltava, e afferrò i polsi della ragazza, allontanandole le mani dal viso. 
La osservò per qualche secondo in silenzio e poi disse: "Avevi ragione, sembri un panda."
Eve alzò gli occhi al cielo, ancora nascosta sotto le lenzuola con il ragazzo e sbuffò.
"Ma..." Niall stampò un bacio sulla punta de naso di Eve, "Sei il panda più bello che abbia mai visto." 
"Hai mai visto un panda?" Eve voleva cambiare discorso, perché quelle poche parole l'avevano fatta arrossire come non mai. Lei non arrossiva per dei complimenti!
"Dal vivo no, però se vuoi possiamo andare a vederli insieme, qualche volta." disse il biondo, sentendo le braccia della ragazza chiuderlo in uno stretto abbraccio e si lasciò coccolare dal caldo del corpo di Evelyn che gli stava offrendo, mentre lui ricambiava e assaporava quel momento come se fosse l'ultima volta. La sera prima l'aveva convinta a non rivestirsi completamente, così lei si era approfittata della situazione e aveva fatto ciò che aveva sempre sognato di fare guardando dei film americani: indossò la maglia del ragazzo come pigiama e sotto infilò i suoi slip bianchi.
Lo stomacò di Evelyn vibrò appena, emettendo uno strano suono che fece ridere e staccare entrambi dall'abbraccio.
"Di sicuro, prima andiamo a fare colazione." Niall scostò le coperte da sopra le loro teste e si appoggiò con la schiena alla testiera del letto. Eve lo copiò e guardò il ragazzo appoggiare il vassoio con la loro colazione sulle loro gambe. 
C'erano fragole, yogurt, cereali, delle brioches ripiene di crema e due bicchieri di aranciata.
"Hai svuotato la cucina di Zayn o...?" scherzò la bionda, prendendo una delle brioches e mordendola. Era buonissima, pensò, ma poi Niall che gliela strappava di bocca la fece sobbalzare. Mancò poco che tutto cascasse per terra.
"Ehy! Non ce n'erano altre?" si lamentò lei, non riuscendo a trattenere una risatina rilassata.
"Sì." Niall appoggiò il vassoio sul comodino ancora una volta, deglutendo ciò che aveva in bocca e mettendosi a gattoni sul corpo di Evelyn, "Ma tutto ciò che tocchi tu, diventa migliore." 
La baciò senza preavviso, tirandola leggermente sul letto e sentendola urlare di dolore: i suoi capelli si erano incastrati tra le sbarre del letto.
"Quindi la sfortuna non è andata via." disse Niall, aiutandola.
"E sono io quella ad avercela per il momento." constatò Eve, sdraiandosi si nuovo sul morbido letto quando finirono. Il biondo appoggiò il vassoio sul comodino.
"Possiamo sempre rimediare." Niall riprese a baciarla, stendendosi su di lei, ma provando a non pesarle.
Le loro lingue si incontrarono ancora una volta, i loro gusti si mischiarono e i loro corpi cominciarono ancora una volta a fremere.
Le mani di Niall vagarono sotto la maglia di Evelyn -che però non era sua, anche se lei aveva già pensato di confiscargliela- e la pelle chiara della ragazza rabbrividì sotto il suo tocco.
Poi dei colpi battuti alla porta li fece staccare di colpo e restarono in religioso silenzio in attesa di sentire qualcuno parlare.
"Niall, ti ho portato della roba da indossare. Potresti dare anche qualche felpa ad Evelyn, ne ho abbastanza per tutti."
Niall riconobbe la voce di Zayn e lo ringraziò, chiedendogli di lasciare il tutto ai piedi della porta.
Il moro se lo immaginava che i due fossero alle prese con le coccole della mattina, ma lui voleva parlare anche con Evelyn.
"Ok, se volete mangiare, stiamo..."
"Grazie, Zayn. Ho già fatto." rispose prontamente Niall, volendo continuare ciò che aveva lasciato. E Zayn si rese conto che il suo amico aveva da fare, che se voleva parlare con la ragazza doveva aspettare che finissero quello che stavano facendo.
Quando sentirono i passi di Zayn allontanarsi sempre di più dalla stanza, Niall sfoggiò un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
Sorriso che sparì quando Evelyn, soprappensiero, parlò.
"Posso chiederti una cosa su Zayn?" 
Niall dovette trattenersi dallo sbuffare, perché lui se n'era accorto come si erano guardati i due la sera prima, ma non poteva capire. Aveva lui, perché dovevano parlare di Zayn?
Alla fine annuì, perdendosi nel tocco di Evelyn quando questa cominciò a giocherellare con i suoi capelli. Infilava le dita tra i suoi capelli, gli massaggiava la testa e quasi lui gli cadeva addosso, tanto era rilassante.
Così decise che era meglio appoggiarsi sul petto della ragazza, mentre questa pensava a come formulare la domanda.
"Da quanto conosci Zayn?" chiese cauta. Aveva paura che lui capisse male, che pensasse che aveva usato lui per arrivare ad un suo amico. Ma come poteva pensare una cosa del genere? Alla fine aveva conosciuto Zayn solo la sera prima. Forse...
"Da abbastanza tempo per dirti che abbiamo una cosa in comune. Anzi, avevamo." si corresse immediatamente il biondo, quando ricordò che alla fine lui non era più tanto sfortunato, anzi, tutto il completo opposto.
"L'età?" provò a chiedere la ragazza, perdendosi a fissare gli occhi azzurri di Niall. Erano anche più belli di prima mattina, sempre se fosse davvero ancora mattina. Non aveva avuto il tempo di guardare l'orario sul suo cellulare, ma in realtà nemmeno le interessava finché stava con lui.
"No." Niall si sdraiò al fianco di Eve e prese la sua mano, giocherellando distrattamente con le dita affusolate della ragazza. "Parlavo della sfortuna. Sai che da quando ci conosciamo non facciamo altro che gareggiare su chi sia il più sfigato?" Niall si girò verso Evelyn, "Cioè, gareggiavamo, finché non ho incontrato te."
Lasciò un rapido bacio a stampo all'angolo della bocca della ragazza, ora immersa nei suoi pensieri.
"Zayn è del West Yorkshire?" disse alla fine la ragazza, collegando tutti i pezzi mancanti. Lei non era stata sempre fortunata, lo era diventata dopo l'incontro con quel ragazzo al suo compleanno. E lui doveva essere uno di quelli che si erano imbucati, perché non lo conosceva e non ricordava nemmeno il suo nome, nonostante fosse sicura il ragazzo gliel'avesse ripetuto centinaia di volte.
"E tu come lo sai?" Niall la guardò perplesso, seguendola quando si alzò di scatto dal letto e ordinandogli di prendere i vestiti fuori dalla porta e di indossarli velocemente.
"Mi vuoi spiegare cosa succede?"  chiese confuso il ragazzo, seguendo Eve nel bagno e vedendola sciacquarsi il viso dal trucco della sera prima.
"Niall, io non sono stata sempre fortunata." spiegò la ragazza asciugandosi il viso, "E adesso so chi ha passato a me la fortuna." spiegò velocemente, anche se il biondo ancora non stava capendo.
"Non ti seguo. Conoscevi già Zayn?" chiese, seguendola ora sulle scale che portavano al piano di sotto, dove delle risate e voci maschili riempivano l'aria.
Evelyn non era sicura al cento per cento, ma quando cadde sulle scale, la situazione non fece che darle più forza e sicurezza.
"Stai bene?" si affrettò Niall a chiedere, aiutandola a rimettersi in piedi. Cosa le stava prendendo? Che c'entrava Zayn con lei? E cosa voleva dire che lei non era sempre stata fortunata? 
Poi il lampo di genio: Zayn era del West Yorkshire proprio come Evelyn, ricordava le confessioni del moro quando gli riempiva la testa di storie sulla sua vita di quando era fortunato, molto tempo prima, e finalmente capì anche la reazione dei due quando la sera prima si erano presentati.
Loro si conoscevano, loro avevano già avuto un passato insieme e non si sapeva come, Zayn aveva passato la fortuna ad Eve.
"Tu... Sei stata con Zayn?" chiese in un momento di lucidità il biondo.
Ma Eve non sapeva come rispondergli: che si voleva divertire quella sera, se lo ricordava bene. Ricordava che un ragazzo mentre ballava le aveva fatto tanti complimenti, l'aveva ammaliata con il suo sorriso e poi l'aveva convinta a seguirlo per appartarsi un po'. Le aveva morso il labbro, l'aveva quasi fatta genere quando la lingua aveva cominciato a lasciare una scia umida sulla spalla, ma nulla di più. Dopo quella scena quasi sfocata, Eve non ricordava come era andata la serata.
"Io... Credo di no." 
Evelyn provava vergogna. Se prima le sue guance si erano colorate di rosso per le belle parole di Niall, ora erano dello stesso colore per la vergogna. Quelle di Niall, invece, erano rosse dalla rabbia. 
"Credi?" non voleva crederle, lei lo sapeva ma non voleva dirglielo perché i due ragazzi erano amici.
"No." 
Eve e Niall alzarono la testa di scatto e fissarono Zayn appostato qualche scalino sotto di loro, intento a fissarli.
"Io e lei non ci conoscevamo fino ieri sera. A quella festa, credo proprio quella dei suoi diciotto anni, io mi sono imbucato con i miei compagni e a metà serata l'ho vista ballare da sola. I miei amici mi hanno convinto tramite scommessa di sedurla e portarla a letto." Eve spalancò letteralmente gli occhi a quelle parole.
"Ma non l'ho fatto. Perché dopo averle dato giusto due baci e provato a spogliarla, ho capito che mi stavo comportando da stronzo. Per questo l'ho accompagnata dalla sua amica e me ne sono andato, dicendo comunque ai miei compagni di aver portato al termine il piano. Solo che, dal giorno dopo, tutte le cose cominciarono ad andare storte, meno quando decisi di trasferirmi qui, a Londra, e conoscere voi." finì di dire.
"Stai dicendo che gira e rigira, il fato ha voluto che tutti e tre ci incontrassimo?" Niall era scioccato, non poteva sentire più stupidaggini di quella portata. Ma poi ricordò i giorni del mese appena passato, lui che baciava Evelyn per prendere o dare la fortuna e dovette ammettere che la storia di Zayn alla fine poteva reggere.
"Non lo so, ma fatto sta che adesso siamo qui e ne stiamo parlando."
Dopo la frase di Zayn, calò un silenzio imbarazzante tra i tre.
Fu Evelyn quella a spezzarlo.
"Allora devo ridarti ciò che è tuo." disse seria in volto, ma Niall la bloccò con un braccio.
"In teoria, momentaneamente, la fortuna ce l'ho io." le ricordò.
Zayn li guardava mentre i due si scambiavano occhiate complici, poi la bionda sorrise e assecondò Niall, mettendosi ognuno al fianco opposto del moro. Entrambi appoggiarono le loro labbra sulle guance di Zayn e quest'ultimo rimase sorpreso, sentendosi per un momento meglio quando i due si allontanarono.
Aveva ragione Misha, quei due erano stati baciati dalla fortuna. O in quel caso, da Zayn.
I tre risero della loro strana storia e poi Niall passò un braccio sopra le spalle di Evelyn, stringendola a sé.
"Per un momento avevo pensato volessi portarmela via." confessò a voce alta, baciando la tempia di Evelyn.
"Geloso?" lo stuzzicò Zayn.
"Sai com'è? Per un momento ho pensato avessi avuto un passato con la mia fidanzata." gli fece un occhiolino il biondo, facendo ridacchiare la ragazza. Se quella era sfortuna, avrebbe vissuto il resto della sua vita con il sorriso sulle labbra.
"Styles! Sgancia i miei soldi!" urlò Liam dalla cucina, andando verso il riccio e dicendole ciò che aveva appena sentito dire al suo amico.
"Eve! Ti odio!" urlò da parte sua Harry, facendo ridere il resto dei ragazzi presenti in casa.



 


 

 

E finalmente ci siamo! Spero solo di non aver deluso le aspettative c:

Lasciate un commento, una stellina e non finirò mai di ringraziarvi <3

Ps. se vi va ho appena messo una nuova minilong, stavolta su Liam che si chiama 

'Houston, we have a problem!'

Spero vi piaccia anche quella, visto che è nettamente il mio genere c:

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