ALL YOU NEED IS LOVE

di Tugs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** DOPO GLI ESAMI ***
Capitolo 2: *** Rivelazioni e saluti ***
Capitolo 3: *** VACANZE D'ESTATE parte 1 ***
Capitolo 4: *** VACANZE D'ESTATE parte 2 ***
Capitolo 5: *** ARRIVO TRAUMATICO ***
Capitolo 6: *** L'INIZIO DI QUALCOSA ***
Capitolo 7: *** HALLOWEEN ***
Capitolo 8: *** IL VERSO DI UNA CIVETTA ***
Capitolo 9: *** L'ESSER ADULTI NON ESCLUDE LE MALANDRINATE ***
Capitolo 10: *** FIOCCO SULLA PORTA ***
Capitolo 11: *** EPILOGO? SPERIAMO DI NO! ***



Capitolo 1
*** DOPO GLI ESAMI ***



NdA:
NOTA  IMPORTANTE: so che l'episodio da cui comincio (
"il peggior ricordo di Piton", quinto libro della Rowling) è ambientato al quinto anno, ma ho deciso di spostarlo nel sesto, per non annoiare troppo i lettori (che spero ci saranno) con un anno in più da scrivere.
ciao popolo di fanfic!!! sono nuova, e ho deciso di cominciare a scrivere questa fic un po' per divertirmi, un po' per una sfida con me stessa... ho deciso di provare a scrivere la storia di Lily e James perchè dal quinto libro della Rowling (prima volta in cui sono apparsi come attori e non presenze fumogene di cui tutti parlano e nessuno sa niente) mi hanno affascinato terribilmente. come fanno due persone che si odiano a innamorarsi? che unione di caratteri ha creato l'Harry che conosciamo tanto bene? eccetera eccetera
Vabbé, vi sto rompendo troppo, vi lascio alla fic, spero che vi piaccia...



CAPITOLO 1

DOPO GLI ESAMI
Scritto da Rowling:
"Bene" disse James che sembrava furibondo."Bene..." (...)
"Chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?"

Scritto da me:
Le lacrime rigavano il volto di Lily mentre la vista le si annebbiava sempre più. Ormai riusciva solo a intravedere i contorni confusi e sfocati di quel paesaggio che le era tanto familiare. Centinaia di vesti da mago le sfilavano davanti, ma lei non riusciva a distinguere i diversi visi degli studenti che si aprivano in due ali mentre correva via; e sinceramente neanche le importava più di tanto.
Tutto aveva cominciato a girarle attorno e sentiva le gambe tremare sotto di se.
Quello che percepiva più di tutto e sempre con maggior chiarezza era il dolore, si allargava come uno scroscio d’acqua continuo e implacabile che sommergeva ogni altra emozione, senza risparmiare nulla.
Lily ormai non riusciva più a vedere niente, ma conosceva così bene il parco di Hogwarts che le gambe la guidavano da sole verso il suo rifugio preferito nei momenti di sconforto.
Presto arrivò a una vecchia quercia ai cui piedi c’era una conca che si adattava perfettamente alla sua schiena.
Si affrettò a sedersi prima che le gambe la tradissero, si abbracciò le ginocchia con le braccia, affondando il viso tra le pieghe della veste e lasciò scorrere le lacrime.
Non erano certo le parole di Potter ad aver turbato Lily. Non l’avevano affatto stupita.
Idiota, arrogante, presuntuoso che non era altro, capace solo di scherzare.
No, era l’offesa, quell’orrenda offesa che le trillava nelle orecchie a ogni respiro, a ogni lacrima.
Quell’offesa terribile, odiosa per tutti i babbani.
E da chi era stata pronunciata?
Da quelle che una volta credeva le labbra di un amico, il miglior confidente che avesse mai avuto. 
Come, come aveva potuto?
Schifosa Mezzosangue.
Quell’offesa era uscita dalle labbra di Severus Piton.
Doloroso più che mai, odiosi come non le erano mai sembrati, i ricordi felici cominciarono a invadere la mente di Lily.
Severus ragazzino che le svelava l’esistenza di Hogwarts, i pomeriggi passati insieme a discutere sulla magia; le passeggiate intorno al lago; i dialoghi sui professori, e ancora , e ancora, e ancora…
Schifosa Mezzosangue.
Un gemito.
Oddio, come faceva male.
Le ultime lacrime caddero. Poi, piano, piano, vennero rimpiazzate.
E se il dolore era stato una cascata scrosciante, la rabbia divenne una foresta in fiamme.
Come aveva osato?
Odioso Serpeverde. Offendere lei! Una Grifondoro!
Gliel’avrebbe fatta vedere lei, a Piton!
E’ finita! Mai, mai più piangerò per lui!
E mai più l’avrebbe fatto.
Lily stava fissando il faggio di fronte a se meditando ancora vendetta, quando sentì un suono leggero che si avvicinava.
Un fruscio di foglie smosse, uno scalpiccio di passi, qualche rametto spezzato e apparve Mary, con i lunghi capelli castani che si muovevano al vento.
S’inginocchiò davanti a Lily e vedendole gli occhi di un verde stupefacente gonfi e rossi di pianto enunciò con la massima serietà: “Piton è proprio un coglione”.
Lily sorrise.
Mary trovava sempre il modo di tirarla su di morale, con quella schiettezza che aveva fatto di lei la sua migliore amica.
“Sprechi il tuo tempo a piangere per lui, sai” continuò, più seria.
“…quando potresti benissimo festeggiare insieme a me la fine del penultimo esame”.
“Lo so,” replicò Lily con la voce ancora un po’ spezzata, “ma non posso fingere che non mi abbia ferito”.
“Nessuno te lo chiede. Dai…” esclamò alzandosi “andiamo a fare una passeggiata vicino al lago”.
Tirò su Lily con la forza e cominciarono a incamminarsi.
Dopo un attimo di silenzio, Mary aggiunse: “se ti fa sentire meglio, Potter ha umiliato Piton davanti a tutti”.
“Secondo te, avere conferma di quanto Potter sia detestabile, mi fa sentire meglio?” chiese ironica Lily.
“No. Era tanto per dire, e poi potresti anche lasciarti andare. Un po’ di sana cattiveria non ha mai fatto male a nessuno…”.
Lily fece un sorrisino triste. Forse avrebbe davvero dovuto riderci sopra.
Ma lei non era così cattiva.
Una nuova fitta le trapassò il cuore.
No. Era sicuramente troppo presto.
 A quel punto Mary si fermò di botto, guardò Lily dritta negli occhi, sorrise e la abbracciò forte.
“Per fortuna ci sei tu”.


Il miglior giocatore di Quiddich di tutta Hogwarts se ne stava seduto sulla sua poltrona preferita, davanti al fuoco debole della sala comune di Grifondoro.
Ormai dentro non c’era più nessuno.
Era solo.
Per chi lo conoscesse, questo era un fatto piuttosto insolito, perché James Potter non stava mai solo.
Mai.
Era sempre accompagnato dai suoi tre migliori amici, i Malandrini, o al limite dal solo Sirius.
Ma vista l’ora, non c’erano dubbi sul fatto che fossero ormai tutti a letto, certo era tardi, ma James non aveva alcuna intenzione di dormire.
Aspettava Lily.
Le sue parole continuavano a bruciargli dentro da quel pomeriggio.
Mi dai la nausea.
Mai era stata così esplicita. Fino a quel momento, Lily aveva sempre risposto alle sue provocazioni con occhiate di fuoco o ironia spinosa.
Mai aveva reso così palese il suo disgusto per lui. Perché era così.
Lei lo odiava, le faceva schifo.
Forse il suo problema era l'impulsività ... anche quel giorno, non avrebbe mai tolto le mutande a Mocciosus se non fosse stata l'ira a  dominarlo. Le parole di Lily che bruciavano come acido sulla pelle.
Come avrebbe potuto dirle che lui provava ben altri sentimenti?

Dove avrebbe trovato, ora, il coraggio di confessarle quanto era importante per lui?
Ma James era deciso a provarci, o almeno a chiederle il perché di tutto quell’odio.
Mai come allora gli era sembrata così lontana, e mai un loro rapporto gli era sembrato più improbabile. Odio e amore, così diversi.
James si stropicciò stancamente gli occhi. Ma allora perché era rimasto tutto il pomeriggio in sala comune? Se lei lo odiava, cosa poteva guadagnarci a ricevere altri insulti?
Niente. Proprio niente. L’unico motivo era che ormai la vita di James era completamente e irrimediabilmente condizionata dalla presenza di Lily.
Cosa decideva se fermarsi in sala comune o salire in camera?
Se Lily era lì, restava anche lui.
Perché alcune volte il cacciatore si trovava a gironzolare in biblioteca?
Se Lily era lì, era un buon motivo.
E così via.
James era uno dei più apprezzati fra le ragazze di Hogwarts, era alto, popolare, carismatico, con i capelli neri perennemente in disordine che gli davano quell’aria da adorabile ribelle a cui nessuna sapeva resistere.
Molte sembravano perdere l’uso della parola quando James era nelle vicinanze, perché lei no? La risposta arrivò da sola, con una tale naturalezza da sembrare molto più che ovvia nella mente tormentata del ragazzo.
Perché lei era ironica, pungente, fantastica, inimitabile e anche perché se non fosse così, James non ne sarebbe così irrimediabilmente attratto.
Era per questo che lui non sarebbe mai stato capace di instaurare una relazione seria con nessuna che non fosse lei.
Era per questo che, insieme a Sirius, era il più famoso (e ambito!) casanova di tutta Hogwarts, quello che tutte le ragazze speravano di conquistare.
Eppure per lui i loro baci appassionati erano un passatempo, non una passione, e le notti infuocate passate in loro compagnia non avevano altro fine che il successivo commento con Sirius.
Invece, appena James vedeva Lily, il cuore ( lo stesso che ora gli pulsava dolorosamente per le sue parole) cominciava a battergli forte e gli saliva dalla parti del pomo d’Adamo se lei guardava dalla sua parte.
Improvvisamente James cominciò a chiedersi se quel cuore, che aveva subito così tante pugnalate negli ultimi tre anni, avrebbe retto un’altra occhiata sprezzante da parte di lei.
Decise di no, così preferì andare a prendere il suo mantello dell’invisibilità, per guardarla senza essere visto.
Fece le scale di volata, per paura che Lily arrivasse mentre lui era di sopra, quando entrò, si fermò a guardare i suoi amici che dormivano.
Codaliscia, come suo solito, si era rannicchiato in un angolo del letto. Era steso di fianco, con le gambe piegate sotto la pancia e la coperta sopra la testa, benché fosse una calda notte di giugno.
Assomigliava molto a quel topo in cui si trasformava tutti i mesi con la luna piena, anche il suo respiro era irregolare e ansioso.
Accanto al suo, c’era il letto di Remus, anche lui si era spinto in un lato del letto ma a pancia sotto e teneva un braccio sotto la testa.
Il cuscino era stato spinto da una parte, dimenticato.
Completamente diverso era Sirius e, nel vederlo, James dovette soffocare una risatina. Era steso senza coperte nel centro. Indosso aveva solo i boxer, le braccia e le gambe larghe penzolavano fuori dal letto e dalla bocca spalancata fuoriusciva un russare non propriamente silenzioso.
James ne distolse lo sguardo e si diresse verso il suo letto accanto alla finestra. Aprì il baule e lo colpì leggermente con la bacchetta, sussurrando “Forium” e si aprì un cassettino segreto, dentro vi era nascosto il mantello, la cosa più preziosa che James possedeva. Nel tirarlo fuori, però, cadde dal baule una piccola fotografia animata. Si affrettò a raccoglierla ma si soffermò a osservarla.
Risaliva all’anno precedente mentre i ragazzi si stavano salutando prima di salire sull’espresso di Hogwarts. James aveva portato la macchina fotografica per scattare qualche foto ai suoi amici, che non avrebbe rivisto per tutta l’estate.
Aveva approfittato dell’occasione per scattarne una di nascosto a Lily, che era proprio dietro di loro.
Non guardava certo l’obbiettivo, ma rideva con le sue amiche e scuoteva i capelli, che lanciavano riflessi al sole estivo.
Non era una bella foto, ma era l’unica immagine di lei che aveva.
James la richiuse dentro lo scomparto segreto.  Non voleva che la vedesse nessuno, perché non si era mai confessato con i suoi amici, timoroso dei loro commenti. James uscì velocemente e mentre scendeva le scale indossò il mantello.
Si era appena seduto fissando i ceppi consumati del focolare, quando sentì il quadro aprirsi e delle voci sussurrare.
James balzò in piedi, come se al posto del cuscino morbido di velluto rosso ci fosse un porcospino.
“… io invece alla domanda quattordici ho risposto che la pietra è il bezoar” stava dicendo Mary, preoccupata.
“Ma no!” dissentì Lily “ è l’Aretaria, non ricordi? Lumacorno l’ha nominata almeno due volte quest’anno, dicendo che oltre ad avere proprietà curative ne ha anche di terapeutiche se tritata con agrifoglio”.
James si avvicinò a loro respirando pesantemente, non parlavano di lui ma dell’esame di Pozioni. Non avrebbe saputo dire se ne fosse felice o meno.
“Guarda, c’è un libro sul tavolo” disse Lily indicandone uno a destra del camino.
“Di chi è?”
“Sicuramente, qualcuno che studiava stamattina l’ha lasciato qui”.
Mary si avvicinò veloce al tavolo, prese il libro e, dopo un attimo di esitazione, lesse:” Questo libro appartiene a Peter Minus”.
“Peter Minus?” ripeté Lily, il disprezzo nella voce. “E’ amico di Potter, lascialo lì”.
Mary si piantò di fronte all’amica con un’espressione combattuta fra l’esasperato e il divertito. “Ma si può sapere che ti ha fatto quel ragazzo?”
“Cosa mi ha fatto? È un arrogante, vanesio, egocentrico…”
Mary sorrise furbamente: “Se, se, sarà che la nostra Lily, sotto, sotto, parla male ma in realtà, forse, questo Potter non lo odia poi così tanto…”
“Mary! Ma che diavolo dici?” , Lily nel dirlo si imporporò tutta.
Mary sghignazzò soddisfatta. “Ah, ah! Ti ho beccato!!”
James era perfettamente immobilizzato, o per meglio dire, pietrificato nel suo angolino. Che piega che aveva preso il discorso!
“Non ci pensare neanche!” protestò Lily, l’imbarazzo evidente nella voce.
“Uhm, uhm… facendo un discorso puramente ipotetico” cominciò Mary.
“puramente…” sottolineò Lily, sospettosa.
“se James perdesse tutti i suoi lati negativi…”
“Stai andando in un’ipotesi decisamente irreale, Mar.”
“… comunque sia, tu gli parleresti?” concluse la ragazza candidamente.
“In questo surreale universo parallelo, si, gli parlerei. Soddisfatta, ora?”
“Certo, certo…” affermò Mary con le mani dietro la schiena e l’aria perfettamente angelica.
Le due ragazze salirono la scala dei dormitori femminili, lasciando James al buio e immerso nel silenzio totale.
Dopo una manciata di secondi, gli ingranaggi del suo cervello ricominciarono a ruotare e a formare pensieri di senso compiuto, mentre il cercatore cercava di riprendersi dallo shock della conversazione appena udita.
Beh, ora ne so molto più di prima.
E con la netta impressione che la giornata non fosse andata proprio male, James si diresse nel proprio dormitorio fischiettando.

 
°°°°°°


I pochi giorni che rimanevano prima delle vacanze estive passarono in un battibaleno sia per Lily che per James. Infatti, dopo l’esame di Trasfigurazione, entrambi dedicarono tutte le energie nell’oziare e cercando di divertirsi il più possibile.
Lily, da parte sua, si impegnò completamente nel cercare di ignorare Piton ogni qualvolta lui  le rivolgeva parola e, nel caso non potesse evitarlo, gli rispondeva con la massima freddezza.
Inizialmente, Lily credeva che sarebbe stato difficile, eppure fu sorpresa della facilità con cui il pensiero di lui stesse lontano dalla sua mente. Dopo quel primo (e unico) sfogo lacrimoso, il ricordo di Severus non le provocò più rimpianto. Anzi, si sentì incredibilmente leggera, perché sapeva che finalmente aveva preso una decisione nei suoi riguardi, e sentiva con chiarezza lampante che era quella giusta. Paradossalmente, lui dimostrò di essere di ben altra opinione, cercando di farle continuamente cambiar giudizio su di lui. (NdA come si ricorderà chi ha letto l’ultimo libro della Rowling)
Lily, invece, era ben sicura e, quando continuò a vedere il suo ex-amico in compagnia dei ben noti Mangiamorte, non ebbe più alcun dubbio.
Aveva finalmente capito qual era il posto di Severus Piton e qual era il proprio.
Lei aveva finalmente aperto gli occhi e dato ascolto alle tante voci che le avevano detto chi fosse realmente Piton. Cosa di cui Mary non smetteva di vantarsi, continuando a ripetere: “Comunque, io, te l’avevo detto.”
Da quel giorno, il pensiero di Severus Piton smise di tormentare Lily per sempre.
Così, Lily scoprì una voglia di vivere nuova e intensa, che insieme al vecchio amico si era vista costretta a soffocare, perché lui aveva sempre amato restare al chiuso e al buio e Lily l’aveva sempre seguito. Una nuova e inaspettata gioia la coglieva nel sentire il sole sulla pelle e l’acqua che le accarezzava le gambe; anche le cose più semplici, come correre a perdifiato sulla riva del lago e farsi schiaffeggiare dal vento, le parevano sensazioni diverse e più intense di quanto si fosse mai aspettata. Il petto era ormai privo di un peso che l’ aveva oppressa ormai da troppi anni, così abituato a sopportarlo che si era scordato della sua presenza.
Era il peso del dover prendere una scelta, e ormai Lily l’aveva fatta.
Ora era felice, incredibilmente felice, e la ragazza decise di dar ascolta a questa sua nuova vivacità stando con le sue amiche tutto il tempo e ridendo a crepapelle per la minima cosa.
Mary, naturalmente, e le altre sue migliori amiche: Alice e Amelia, si erano accorte del nuovo stato d’animo di Lily e ne avevano perfettamente compreso il motivo. Da vere amiche, non ne avevano fatto parola, ma la assecondavano in ogni iniziativa e, diciamolo, la preferivano decisamente così che quella Lily sempre un po’ più cupa e imbronciata a cui erano abituate. Spesso, come qualsiasi ragazze normali di sedici anni si trovavano a fare dei dialoghi stupidi e a prendersi bonariamente in giro.
“Ragazze, ho deciso, adesso vado da Frank e gli dico che mi piace!” proferì Alice un bel pomeriggio mentre erano tutte e quattro stese sull’erba.
All’istante le tre ascoltatrici risposero con un: “Ooooooooooooh!!!”
“Almeno smetti di stressarci ogni santissimo giorno!” proseguì Lily, provocando le risatine delle compagne.
“Ah, tante grazie!” rispose un’Alice molto scocciata.
“Ma dai, Lil, cerca di capirla, è innamorata!” cercò di aiutarla Amelia, la più romantica.
“Si, si, innamorata...” fece Mary, sadica, “vi dico io di cos’è innamorata Ali! Di quel bel posteriore che si ritrova Paciock!”.
Da lì si scatenò il caos. Lily scoppiò in una risata così fragorosa che presto le costole cominciarono a dolerle in una maniera assurda. Amelia strillò un: “Mar!” scandalizzato. Alice si imporporò sia di rabbia sia di imbarazzo e minacciò: “Comincia a correre!!”.
Ridendo come una pazza, Mary si alzò di scatto e l’altra prese a inseguirla per tutto il parco, facendo beare dello spettacolo le due amiche.
Alla fine, Alice ebbe la meglio e si lanciò sopra Mary, cercando di strozzarla.
“Ahi! Ah,ah,ah! Dai Ali scherzavo! Ih,ih,ih! Però devi ammettere che …”
“Cosa?”
“Beh … è ben dotato!”
“Ma va*, Mar!”.
E cose di questo genere …
Inoltre, questa nuova vivacità aveva scatenato verso di lei molto interesse da parte del popolo maschile di Hogwarts, che aveva cominciato a considerare Lily Evans diversamente.
Si sa, la felicità dona un nuovo splendore al viso delle persone, e il suo era diventato di una bellezza considerevole per chi lo guardava. Gli occhi verdi erano meravigliosi con quella brillantezza, la risata era serena e contagiosa, il corpo agile e adulto. Di tutto ciò si era reso conto in particolare Ernie Smith, Tassorosso, classico tipo tutto muscoli niente cervello. Siccome Smith era una persona che non si faceva molti scrupoli, prestò dimostrò il suo interesse in modo palese alla ragazza.
Ora, potete trovare tutte le ragioni che vi aggradano: ormoni in circolo, impetuosità adolescenziale, attrazione fisica … fatto sta che nel giro di due giorni si erano ritrovati fidanzati.
Comunque, bisogna sapere che questo era l’aspetto meno gradito, per le tre amiche di Lily, della sua inusuale felicità. Ma di buon grado, decisero di accettare Smith fra di loro, sperando che quell’assurda cotta finisse presto.
Insomma, Lily aveva cominciato a vivere di nuovo.
Che altro poteva mancare nella vita di una sedicenne?
Solo una stranezza le impediva di distrarsi come avrebbe voluto per il resto del tempo che le rimaneva. Quella stranezza aveva un nome, e anche un cognome!
James Potter.
Lily non riusciva a capacitarsi di come una persona potesse cambiare dal giorno alla notte in quella maniera. Infatti, James Potter aveva preso a ignorarla, e la cosa la lasciava non poco esterrefatta.
Nei corridoi, prima non c’era occasione che lui non perdesse per rivolgerle parola o farsi notare, ora, le passava accanto, silenzioso, senza neanche farle un cenno con la mano o una strizzata d’occhio.
 All’inizio, Lily si era a dir poco rallegrata della lieta novità, ma piano, piano si era ritrovata a volgere sempre di più lo sguardo verso lui e la sua piccola banda, i Malandrini. Ovviamente, fino a quel giorno non si era mai disturbata a farlo perché era sicurissima che James l’avrebbe degnata della sua “regal” presenza.
 Naturalmente, non che ci fossero grandi differenze nel suo comportamento: scherzava, rideva e faceva l’idiota con i suoi amici come al solito. A tavola poi, si comportavano davvero come dei bambini, per , Lily ne era certa, farsi notare. Si tiravano addosso pezzi di cibo in continuazione, si rovesciavano addosso caraffe di succo di zucca, si abbuffavano come animali e facevano un tale chiasso da coprire ogni altro rumore in Sala Grande. L’unico tra quel branco di idioti, degno di attenzione era Remus.
Remus si poteva considerare l’unico e insostituibile amico maschio di Lily. Si erano conosciuti al terzo anno e ormai passavano un sacco di tempo insieme. Lui era gentile, dolce e premuroso, con un carattere così amabile che Lily aveva presto cominciato a definirlo il suo migliore amico. L’unica sua pecca era davvero quella di frequentare gentaglia come il signor Potter.
Lily gli aveva spesso domandato cosa ci trovasse in loro e l’unica risposta soddisfacente che mai avesse ottenuto era stata: “Sono diversi da come credi, Lily, sono dei veri amici. Dovresti conoscerli meglio, ti piacerebbero sicuramente.”
Ma lei non aveva mai sperimentato ciò che le consigliava Remus, e non aveva più ripensato alla sua opinione sui malandrini. Fino ad ora.
Forse era davvero cambiato?
Ma James si passava una mano sui capelli e giocherellava con un boccino come al solito, eppure ignorava Lily.
Ma che diavolo gli era preso? Troppo spesso si era posta questa domanda. Troppo spesso secondo la sua personalissima regola del “non-pensare-mai-a-Potter-se-non-per-mandarlo-al-diavolo”. Certamente, Lily si sarebbe buttata in un pozzo, affogata nel lago, uccisa con il gas, tagliata le vene e buttata sotto mille elefanti piuttosto che ammetterlo, soprattutto a se stessa, ma quelle scaramucce quotidiane cominciavano a mancarle.
Il sorriso furbetto e il viso sottile facevano capolino troppo spesso nei suoi pensieri, circondati da un alone di misero.
Naturalmente, Lily non l’avrebbe mai potuto sapere, ma c’era una precisa ragione per cui James Potter aveva iniziato la sua metamorfosi.
E non avrebbe mai potuto sapere che era stata lei in persona, con quel: “Si, gli parlerei”, ad averla messa in atto. 




FINE PRIMO CAPITOLO
Che dire, spero vi sia piaciuto!!!
mi raccomando, recensite numerosi sia per critiche che per complimenti (spero ci saranno), spero che i vostri consigli mi aiuteranno.
spero di aggiungere presto il nuovo capitolo.

Questo capitolo è dedicato ad ARIADNA (no, non è un errore è proprio scritto così) che mi ha attribuito il nick name Tugs (che odio dalla bellezza di 4 anni, ma che ho imparato ad apprezzare).
Sei sempre e comunque la mia best friend, anche se spesso, molto spesso, spessissimo mi rompi le palle in maniera indescrivibile...

Tugs**

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Capitolo 2
*** Rivelazioni e saluti ***



Ciauuuuuuuuuuuuuuuu!!!! salutoni, gente!!!!
vi sono mancata??? no, certo che no...
vabbò, però io ho aggiunto un'altro capitolo, devo dire che mi sto divertendo un casino a scrivere questa fic.
mi raccomando commentate numerosi!!!
ah, grazie soprattutto a chi mi ha commentato il primo cap. andate giù se volete leggere le risposte.


CAPITOLO 2: RIVELAZIONI E SALUTI

Per far si che sappiate come e quando, effettivamente, si diede inizio al brusco cambiamento di James Potter, occorre riportare la nostra attenzione al giorno seguente il “piacevole” incontro che avvenne tra i nostri personaggi.
La serata non poteva essere più tranquilla di così per tutti gli studenti di Hogwarts: gli esami erano finiti, le lezioni terminate ed entro breve sarebbero cominciate le vacanze estive.
È facile, quindi, immaginare l’atmosfera che si respirava nella sala Comune di Grifondoro. Ragazzi e ragazze chiacchieravano tranquilli sulle poltrone di velluto rosso, il vento entrava dalla finestra aperta soffiando delicatamente e i rumori che si sentivano erano leggeri, quasi pigri; solo un cuore batteva all’impazzata davanti all’entrata del quadro della Signora Grassa.

Andiamo James, non fare l’idiota. Cavolo, sei il più grande giocatore di Quiddich della scuola! Non hai paura di buttarti in una picchiata di trenta metri, e fai tutte queste scene per una chiacchierata con i tuoi amici? Mammamia, ci parli tutti giorni!
Proprio così, non è nient’altro, James: una normale, normalissima chiacchierata con i tuoi amici. Felpato, Codaliscia e Lunastorta. Te li ricordi, vero? Ti conoscono, sono tuoi amici, ti capiranno.

Sì, e proprio per questo mi prenderanno in giro fino alla nausea. Che palle! Ma chi voglio prendere in giro? Farò una figura di merda! Basta, ci ho già pensato, questa è l’unica soluzione possibile.
Quindi smettila di fare il bambino e vai!

Ora, bisogna sapere che ciò che metteva nella più completa agitazione James Potter, non era una semplice chiacchierata, si trattava, infatti, di una vera e propria confessione. Effettivamente, dopo una lunga e estenuante lotta con se stesso a cui non era affatto abituato, il cercatore aveva deciso di confessare ai suoi amici la verità: James Potter, il grande casanova, il don Giovanni della scuola, si era innamorato. E di chi, fra le tante ragazze? Di Lily Evans. Ottima scelta, davvero.
A dir la verità, James avrebbe voluto dirlo solo a Remus, che le era amico, ma tanto sapeva che in un gruppo unito come il loro prima o poi la verità sarebbe uscita fuori, quindi sarebbe stato sicuramente meglio dirlo a tutti subito, senza tanti problemi. Anche se, bisogna ammetterlo, confessarlo a Remus non sarebbe stato per niente facile, figurarsi con Sirius.
D’altra parte, James era stanco di nascondersi, di farsi odiare da lei. Per farle cambiare idea, però, gli era necessario un aiuto, e quale aiuto era  migliore di Remus Lupin?
Perciò maledicendo il suo cuore che aveva deciso di non dargli tregua, James fece un respiro profondo, strinse convulsamente i pugni ed entrò nel ritratto. La luce lo accecò all’istante ed esitò un attimo sulla porta. Se qualcuno si fosse degnato di fare più attenzione, sarebbe rimasto senz’altro stupito: James Potter non esitava mai.
James cercò immediatamente con lo sguardo i suoi amici. Ed eccoli là, i Malandrini stavano tranquillamente spaparanzati in un angolo lontano dall’ingresso. Il ragazzo li guardò come non avrebbe mai fatto in una giornata qualsiasi, osservandoli attentamente.
Il più rumoroso di tutti, Sirius, era anche il più affascinante dei tre: capelli elegantemente sciolti sulle spalle, risata spontanea e occhi neri come la notte: pozzi profondi in cui molti, plagiati dal suo ineguagliabile carisma, annegavano. Evitando accuratamente di smentire il suo carattere aperto, sedeva con una gamba sopra il bracciolo della poltrona e l’altra distesa davanti a lui: l’immagine del relax.
Di fronte a Sirius c’era Remus, che sembrava ascoltare il suo animato racconto solo in parte. Sembrava perso fra chissà quali ragionamenti e si grattava il mento pensieroso. I suoi capelli castano chiaro erano mossi, più corti di quelli di Sirius ed erano portati disordinatamente, senza alcuna cura. Gli occhi, di un celeste tenue, vagavano distratti fuori dalla finestra, fermi in un punto imprecisato. Forse la luna?
Minus, senza dubbio il più anonimo del gruppo, invece sembrava bersi ogni parola di Sirius, annuendo brevemente a ogni pausa.
La sua postura era tutto meno che rilassata, sedeva sul limite del divano, le mani in grembo, e sembrava pronto a balzare in piedi in ogni momento.
James fu improvvisamente distratto dalla sua analisi a causa di una voce indistinta di fronte a lui. La causa era una ragazza sui quindici anni, con addossata dietro il suo gruppetto di amiche, che stava reclamando l’attenzione del ragazzo, chiamandolo, preoccupata.
“Emh…, James? James, mi senti?”
Lui scosse la testa, come a scacciare una mosca fastidiosa e rispose distrattamente: “Eh? Sì, si… ti dispiace se parliamo dopo? Devo fare una cosa…”, e si allontanò scansandola.
Quella, ben lungi dall’esser offesa, fece un salterello di gioia in direzione delle amiche e, se soltanto James le avesse prestato attenzione, avrebbe udito certamente il suo: “ Avete sentito? Ha detto che dopo parliamo! Iiiiiiiiih!!!”, e via ad altri gridolini.  
Ma di questo, il nostro cercatore non si preoccupò minimamente, tutto preso com’era dall’ impresa titanica che stava per compiere.
Nel vederlo, i tre Malandrini interruppero le loro discussioni per salutarlo.
Codaliscia fece un salterello sul divano e si affrettò a fargli posto accanto a lui.
Sirius invece esclamò: “Ramoso! Che diavolo hai fatto fino ad adesso?”
Remus distolse lo sguardo dalla finestra e gli rivolse un sorriso aperto e amichevole che rincuorò, almeno in parte, James.
Potete immaginarvi lo stupore generale che seguì quando, invece di gettarsi sul divano a raccontare una storiella qualsiasi, il ragazzo rimase fermo al suo posto, accarezzandosi i capelli ritti e diventando immediatamente nervoso.
Sirius si sporse immediatamente per dargli energiche pacche alla schiena.
“Ramoso, di un po’, ti è andato qualcosa di traverso?”
Accorrendo in aiuto dell’amico che ora stava davvero rischiando di soffocare, Remus fece: “Fallo respirare, Felpato, credo voglia dirci qualcosa”.
Bingo!
James si sedette sul divano, perfettamente consapevole di avere tutti gli sguardi su di se (e per una volta ne era dispiaciuto).
Concentrando il suo sguardo sulle assi del pavimento ed evitando accuratamente di guardare in faccia i suoi amici, cominciò: “Ehm…, allora…, io…”

Vuoi smetterla, razza di idiota? Dai, è come strapparsi un pelo. Doloroso ma rapido. Dillo e basta. Senza tante cerimonie.

“Insomma, devo dirvi una cosa. Ecco…, mpiaccelevans ”
“Come?”
James stava letteralmente impazzendo di vergogna, pensando di essere un’idiota e sentendo molto caldo contemporaneamente. Perciò, dimostrando un coraggio da vero Grifondoro, alzò la testa e guardandoli dritti in faccia disse: “Mi piace Evans, Lily Evans. Mi è sempre piaciuta e non so come dirglielo. Mi potresti aiutare, Remus?”

Ecco l’ho detto, fatto. Inspira James, inspira ed espira, pfiuuu..

“Di un po’, amico, ti è andato di volta il cervello?”, dalla faccia corrucciata di Sirius, non c’erano dubbi che credesse che James dovesse essere urgentemente ricoverato al San Mungo.
“No, è vero.”
Silenzio.
Dopo un po’, James cominciò ad arrabbiarsi: “Diamine ragazzi, è così improbabile?”
Fu a quel punto che l’esplosione arrivò.
Sirius si buttò senza alcun ritegno sul pavimento, incurante degli sguardi altrui, e cominciò a rotolarsi fra la sua risata-ululato, decisamente inconfondibile.
Minus proruppe in risatine acquose, e James non poté fare a meno di guardarli sconsolato.

Ecco lo sapevo, sono un idiota.

Sospirò e lentamente si voltò a guardare Remus, che non aveva aperto bocca.
A quanto pareva, Remus era troppo felice per parlare. Fissava James con un sorriso trentadue denti sulle labbra e gli occhi luccicanti di contentezza.
James restò un attimo a bocca spalancata a osservarlo. E adesso che diavolo gli era preso?
Intanto, Sirius non aveva smesso un secondo di ridacchiare.
Quando finalmente riuscì a smettere, si sedette a gambe incrociate sul pavimento, asciugandosi le lacrime con le dita.
“Oh, finalmente l’hai capito!” esclamò Remus.
All’istante tutti gli sguardi furono su di lui.
“Eh?” fece James, seriamente confuso.
“Credevo non l’avresti mai ammesso. Eppure è così ovvio! Sono secoli che le muori dietro!”
James arrossì di botto. Era così evidente?
“Andiamo Lunastorta, che dici? L’ha sempre provocata e basta! Evidentemente oggi ha sbattuto la testa da qualche parte, deve avere come minimo un trauma cranico per dire certe cacchiate.”, il solito Felpato.
“Questo, Felpato, perché tu hai la capacità di capire i sentimenti delle persone pari a quella di un copriteiera.” Ribatté Remus, “per James, Lily è sempre stata diversa dalle altre.”
Minus continuava a far guizzare gli occhietti porcini da un malandrino all’altro.
“Ma dai! Ramoso, innamorato della Evans!”
“Vuoi abbassare la voce?!” intervenne James, guardandosi intorno.
“Senti, se ne accorgerebbe chiunque. Chi, a parte lei, James saluta in continuazione?; Chi, a parte lei, James fissa sempre?; Chi, a parte…”
“Volete smetterla? Non è questo il punto!”, James ora stava proprio cominciando ad irritarsi.
Che ne sapevano loro di ciò che provava lui (poiché neanche lui ne era certo)?
Lui si confidava e i suoi amici che facevano? Bisticciavano!
“Uno, è vero mi piace, ma Remus, giuro che se non la smetti di fare quel sorriso idiota ti mollo un pugno.
Due, Sirius smettila di strillare e non guardarmi con quella faccia schifata.
Tre, finitela di litigare e datemi qualche consiglio intelligente…” a quel punto, James squadrò Sirius e Codaliscia e si corresse, “… anzi Remus, dammi tu qualche consiglio, perché se sto a sentire questi due sono guai.”
“Ah, e così non ti fideresti dei miei preziosissimi, nonché ricercatissimi, consigli?” sputò lì Sirius.
Per tutta risposta, James scoppiò in una fragorosa risata.
“Chi tu? Mister la-prendo-e-la-mollo-subito-se-non-ci-vado-a-letto?”
“Beh, non è questo il tuo intento?” chiese Sirius come se fosse l’unica opzione possibile.
“Sei un porco, Felpato” intervenne Remus.
“E tu un idiota, Lunastorta. Però,” aggiunse volgendo lo sguardo verso l’altro lato della sala comune, “devo ammettere che è carina, se non avesse quella fissa del comportarsi bene…”
In quel momento James smise di ascoltarlo per girarsi immediatamente verso la direzione indicatagli. Preso com’era dalla sua rivelazione, non aveva fatto caso alla presenza di Lily nella sala.
Lei era lì, meravigliosa e bellissima come gli era sempre parsa. Rideva con le sue tre amiche: Mary McDonald, Alice Brown e Amelia Bones (James era quasi del tutto certo che si chiamassero così).
Mary era la più alta delle quattro, aveva un corpo slanciato e atletico con dei fluenti capelli castani che le scendevano sul viso. Il viso era di una forma particolare, ma interessante, dotato di una mascella importante che mostrava tutta la determinazione della ragazza. (NdA, io me l’immagino come Keira Knightely, se ce l’avete presente.)
Amelia, invece, aveva i capelli ricci e nerissimi che le circondavano il viso a forma di cuore. L’espressione sul suo volto era dolce, come sua consuetudine, d’altronde. La statura era piccola e le forme morbide.
Alice aveva un viso dall’espressione sempre aperta e cordiale; tondo, con un sorriso a fior di labbra che rivolgeva praticamente a chiunque. Tuttavia, sembrava anche capacissima di difendersi, all’occorrenza.
La ragazza portava i capelli corti, sbarazzini e perennemente disordinati, ma simpatici.
E poi c’era Lily. L’unica in quel gruppo ad avere gli occhi chiari. E che occhi! Erano enormi, ben più grandi della media, troneggiavano sul suo viso, espressivi e luminosi. Il loro colore, poi, era capace di offuscare ogni pensiero coerente che James era in grado di formulare: verdi. E quello, era un verde che racchiudeva dentro tutta la profondità del mare mista alla limpidezza del cielo: impossibile da descrivere, incantevole da vedere.
Attorno al viso dalla forma regolare le scendeva una folta chioma di capelli mossi che le arrivavano un po’ sotto le spalle. Erano rossi, ma non di quell’arancione color carota tipico degli inglesi. Il suo, era un rosso scuro con alcune ciocche tendenti verso il nero.
“Sì, è proprio carina” confermò Remus.
James si voltò immediatamente per lanciare ai suoi amici un’occhiata assassina.
Sirius cominciò a ridacchiare in un modo che lo irritò particolarmente, “Ah, allora sei proprio cotto, amico!”
James era già pronto a rispondergli per le rime, facendo bene attenzione ad alzare la voce in modo che lei li sentisse quando Remus lo interruppe: “Sbaglio, o volevi dei consigli?”
“Quello che volevo chiederti, Lunastorta, è perché lei si ostina a rispondermi per le rime mentre è carina con tutti gli altri. Voglio dire, io sono James Potter, cavolo, le ragazze mi adorano! Dico, avete visto quel gruppetto quando sono entrato?”
“No, ci siamo abituati” intervenne timidamente Minus, che aveva soltanto assistito al dibattito fino a quel momento.
“Stai zitto Codaliscia!”
“Uffa… ma non capite perché?”
“No” risposero all’unisono James, Sirius e Codaliscia.
Remus sospirò e li guardò come una maestra d’asilo avrebbe guardato tre bambinetti particolarmente stupidi.
“Lei vi sembra uguale alle ragazze che James è solito frequentare?”
“Pffff…” intervenne Sirius, “ frequentare, che parolone! Più che altro le… AHIA!” (questa interruzione brusca fu causata da un calcio particolarmente doloroso che James gli sferrò al calcagno).
“No, lei non è così”.
“No, infatti. James, Lily non è interessata dal tipo di relazione che tu fai di solito. Lei è una persona seria.”
“Io con lei non sarei così.” borbottò James come se stesse cercando di giustificarsi.
“Senti, tu ci tieni a lei?”
“Si” fece James, piano, accarezzandosi la chioma disordinata.
“Sicuro?”
“Ho detto di si!”
“Allora devi dimostrarle che tu non sei il tipo da una-botta-e-via.”
“Non lo è?” chiesero Sirius e Minus.
“Non più!” affermò Remus, sorridendo, “ Allora… Per prima cosa, devi smetterla di cercare di farti notare da lei ogni secondo”, ormai il suo tono assomigliava molto a quello di un cospiratore.
A sottolineare questa impressione, Remus si era avvicinato ai suoi amici e parlava a sottovoce.
“Uhm… Sei sicuro che funzionerà, Lunastorta?” disse James, dubbioso.
“Ti sembra che da cinque anni a questa parte il tuo metodo abbia funzionato?” chiese Remus, ironicamente sadico.


°°°

Il sole brillava e picchiava forte sulle nuche di tutti gli studenti di Hogwarts l’ultimo giorno di giugno.
Lily osservava  di sottecchi James Potter.
Gli era passata proprio davanti, e lui? Neanche un battito di ciglio.

Maledizione, ma che ha?
Anche oggi mi ha completamente ignorato, eppure sembra star bene.
Guardatelo, tranquillo come se niente fosse successo, beh, forse dovrei…

Un attimo, un attimo, cosa diavolo sto facendo? Sto guardando di nascosto Potter? Oh mio Dio, lo sto spiando! Cioè, com’è possibile? Per una volta, lui fa quello che vorrei, ed io? Faccio il suo gioco! O almeno quello che era il suo gioco…
Andiamo, magari sta crescendo
Ma che dico, Potter cresce? Sì, certo, è come dire che all’improvviso gli asini prendono a volare…

Beh, comunque teoricamente è possibile, basta che faccio loro un Wingardium Leviosa e…
Oh mio Dio, ma che sto dicendo?

“Lily, Lily mi stai ascoltando?”
La ragazza scosse la testa, “Come Alice? Scusa, non ho capito.”
“Infatti sembravi distratta, guardavi da quella parte...”
“No, no…”
“Lil, non è che stavi guardando qualcuno?” fece Mary, maliziosa, sporgendosi a controllare chi ci fosse alla loro destra.
“Non dire assurdità, Mar. Non guardavo nessuno.”
Lily provò a contenerle, ma ormai tutte e tre le sue amiche sbirciavano i ragazzi vicini.
“Nooooo! Lil, tu stavi fissando Potter!”
Lily s’imporporò all’istante, confondendo la sua carnagione chiara con quella dei capelli.
“Non è vero!”
“Ah, allora perché sei diventata tutta rossa?”

Oh, no. Pensa, Lily, pensa…
Perché sei diventata rossa? …
Già perché sono diventata rossa?

“Perché… perché…”, improvvisamente, scorse tra la folla Smith che si faceva largo a gomitate, “perché sta arrivando Ernie. Ora zitte e non fatemi fare brutte figure”
“Uffa…” sbuffarono tutte, e Lily ebbe una fugace visione di Mary che muoveva le mani, come a dire: Che palle!, prima di girarsi e rivolgere un sorriso radioso al suo ragazzo.

***

“ E adesso quello cosa vuole?”
James guardava Ernie Smith come se volesse lanciargli dei pugnali con un’occhiata.
Poi, rimase letteralmente a bocca spalancata quando lo vide andare incontro a Lily e stringerla fra le braccia, baciandola.
“Ma che cazzo fa?!?” esclamò irritato, e estrasse la bacchetta, dirigendosi verso la coppietta.
“Evvai! Un bel combattimento!” fece Sirius, tutto contento.
“Fermi, voi due!”
La voce della saggezza.
Remus era lì: mani sui fianchi, espressione corrucciata, cipiglio severo. Una vera balia.
“Naaaaaaaa! Eddai, Lunastorta! Non togliermi quel po’ di divertimento che mi rimane!”
Ma Remus non guardava Sirius, guardava James, dritto negli occhi.
Celeste e nocciola, l'uno dentro l'altro.
E James sapeva benissimo cosa significava quello sguardo.
Ramoso, sembrava volergli dire, sei sicuro che sia quello che vuoi?
Il cercatore guardò ansioso Remus, poi lanciò un’occhiata ai due che si stringevano, poi di nuovo Remus.
Avrebbe volentieri rifilato un bel pugno sul naso a quell’idiota di Smith, ma…
Lentamente, rimise la bacchetta nella tasca interna della veste.
“Bravo, James!”
“Cavolo, Lunastorta, questa storia sarà la mia morte. E dire che…”
James fece appena in tempo a sentir Sirius borbottare qualcosa sul fatto che uno scontro aiutava ad aumentare l’appetito prima di pranzo, poi volse lo sguardo al sole accecante e respirò l’aria pulita per cercare di calmarsi.

Per lei…

***
Lily, dopo aver salutato Ernie, si girò e si preparò mentalmente per affrontare le sue amiche.
Alice e Mary la guardavano con un’espressione di disgusto; Amelia solo di dolce sopportazione.
“Beh, che c’è?”
“Che schifo!”
“Senti, Lil, è già tanto che sopporto la sua presenza nella tua vita. Non provare a portarlo anche nella mia!” protestò Mary.
“Non è così male” lo difese Lily.
“No, infatti.” fece Amelia, nel tentativo di aiutare l’amica.
 Inutile dire che nessuno le badò.
“Noooooo, scherzi? È la perfezione in persona! Oddio, Lily, io… non volevo dirtelo” cominciò Alice agitando le mani per enfatizzare ciò che stava dicendo, ostentando un’espressione estremamente drammatica, “ma, ebbene si, credo di amarlo! Sai, mi ha colpito con la sua intelligenza, le sue numerosissime qualità, il suo senso dell’umorismo..” e avrebbe continuato se Lily non le avesse tappato la bocca con la mano.
“Sentite, lo so che non è il top della genialità, ok?”
Alice e Mary la fissarono con espressione profondamente scettica.
“Va bene, non è proprio il mio ideale di ragazzo e di certo non lo sposerei mai, ma… è carino, ok? E per adesso mi sta bene. Quindi vedete di non farla tanto lunga”.
Detto questo, prese per i gomiti le amiche e le strattonò verso una carrozza libera.

°°°

Se coloro che leggono sono adolescenti (cosa assai probabile) non sarà difficile per loro immaginare come i nostri personaggi trascorsero il viaggio in treno. Basti dire che a un certo punto, Lily s’irritò tanto per le prese in giro delle sue amiche riguardo la presunta (ma vera) occhiata lanciata a Potter che, senza la bacchetta, causò il completo black-out del treno. Ciò provocò una certa dose di fastidio a tutti gli studenti, che rimasero al buio mezz’ora prima di trovare il modo di riaccendere e luci. In qualità di Prefetto e miglior studente di Grifondoro, Lily Evans fu una delle prime ad adoperarsi per cercare di aggiustare il guasto. Chiunque l’abbia vista quel giorno, non può dire che non fu una delle più efficienti del gruppo, eppure molti, ancora oggi, si chiedono perché, ogni qualvolta le sia stato chiesto chi mai potesse esserne stato la causa, abbia risposto bruscamente e in modo evasivo.
Oppure, si potrebbe dire che quando mancava solo un’ora e mezza al termine del viaggio, ci furono molti testimoni che affermarono di aver visto James Potter sbatter fuori a calci dal suo scompartimento Sirius Black (fatto alquanto insolito, perché era nota a tutti la loro profonda amicizia), e altrettanti dicono che rimase fuori per venti minuti prima che qualcuno si degnasse di riaprirgli la porta.
Ovviamente, nessuno di quei testimoni potrebbe sapere che Sirius era stato scacciato dopo ben quarantacinque minuti e ventisette secondi di pesanti insinuazioni su Lily Evans. E nessuno potrebbe sapere che per ottenere di essere riammesso nella cabina, Sirius fu costretto al compito alquanto sgradevole di inchinarsi davanti a James e baciargli le punte delle scarpe cinque volte. Cosa che lo fece arrivare a un tale punto d’isterismo da urlare contro i suoi amici di non dimenticarsi la sua appartenenza alla “Nobile e Antichissima Casata dei Black”. Naturalmente nessuno potrebbe sapere neanche che, dopo un momento d’imbarazzatissimo silenzio, James scoppiò a ridere dicendo che dalla puzza dei suoi calzini, nessuno avrebbe potuto indovinare la sua nobile stirpe, provocando la risata collettiva dei Malandrini.
Così, fu con il misto di contentezza e rammarico che caratterizza la fine di ogni bel viaggio, che tutti gli studenti sentirono il fischio del treno che annunciava l’arrivo dell’Espresso di Hogwarts alla stazione di  King’s Cross.





Spero vi sia piaciuto!!
e comunque, anche se vi ha fatto schifo, ditemelo e io cercherò di migliorare.
GRazie mille a quelli che mi hanno commentato!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! mi si è allargato il cuore, davvero... (oddio, sto diventando di un pesaaaaante)
continuate così numerosi:

LILLY 94: thanks, thanks very much per il tuo commento XD.
come vedi, ho continuato a scrivere, e credo anche di aver aggiornato abbastanza in fretta. spero che questo capitolo nuovo ti sia piaciuto come l'altro. lo stile che ho usato è un po' diverso. Vabbè, ti starò rompendo troppo con le mie chiacchiere...
se commenti anche questo (ammesso che per il disgusto non sarai scappata prima) ti stimerò per tutta la vita!

ROBERT90: anche  a te, miliardi di grazie!! lo devo dire, non mi aspettavo tutti questi commenti.
sono contentissima del fatto che la mia fic ti sia piaciuta, l'ho continuata soprattutto per rispondervi...
se non ti rompe troppo, commenta anche questo cap. Grassie!!

LADY PATFOOD: oddio, devo dirtelo nel leggere il tuo commento sono arrossita da sola davanti al  comp. dovrò ripetermi, avrò bel che rotto le palle, ma.... Grazie!!! sono strafelice che il primo cap ti sia piaciuto!! è strabella, addirittura....
voi mi viziate troppo....XD
continua a commentare!!

HERMY101: grazie, grazie, grazie, non smetterò mai di dirlo.
anche il tuo commento mi ha fatto troppo piacere!!! ho apprezzato tantissimo tutti questi complimenti!!! non ci sono per niente abituata.
per quanto riguarda Lily e Piton  già avevo una mezza idea di farli incontrare. ora lo farò sicuramente, basta che continui a seguirmi.
ti prego continua a commentare!!

ROSALIE HALE  E BELLA SWAN: prima di tutto anche a te devo un milione di grazie per il commento, mi ha fatto davvero un sacco di piacere.
ma poi, come ti è saltato in mente che scrivi peggio di me?!??!?!?! per poco non mi veniva un collasso!!
sarà il contrario!!!  anzi, il mio scrivere non ha niente di che te lo assicuro.... scrivo perchè mi piace farlo, non perchè io sia brava...
Comunque, ancora grazie!! Continua a seguirmi!

ARIADNA93: Adna, anche su internet è impossibile non riconoscerti... sempre le solite battute sceme!!
ti perdono solo perchè mi hai aggiunto sui preferiti XDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXD
Grassssssssssssie infinite! presto mi vendicherò scrivendo commenti maligni su ciò che scriverai!!!
Buahahahahahaha!
ok, basta.

Tugs

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Capitolo 3
*** VACANZE D'ESTATE parte 1 ***



CAPITOLO 3: VACANZE D’ESTATE parte 1

Tutto era buio e di un caldo rassicurante. I contorni non erano ancora definiti e ogni pensiero arrivava al rallentatore, come se temesse di disturbare l’oscurità ovattata che sembrava proteggere da ogni pericolo. In realtà non c’era molto a cui pensare, ciò che importava era godersi quel piacevolissimo calore che avvolgeva ogni cosa.
La prima sensazione fu fastidiosamente concreta.
Interruppe l’atmosfera surreale che predominava fino a quel momento. Era di calore, troppo, colpiva i piedi e li stava infiammando, sembrava di stare di fronte a un caminetto particolarmente vivace. In un momento del genere, Lily si sarebbe alzata e allontanata, per evitare che la sua carnagione chiara si arrossasse troppo, confondendosi con i capelli. Avrebbe tanto voluto farlo anche ora, ma i piedi si rifiutavano di muoversi e restavano ostinatamente immobili al loro posto.
Così, Lily si convinse ad aprire le palpebre e, si formò una sottile linea di luce, che la investì con la sua violenza. Serrò immediatamente gli occhi, li strinse e affondò la testa nel cuscino.
Lily desiderò ardentemente ritrovare la calma rassicurante di prima, fatta di buio e calore, ma non le riuscì, anche perché il calore ai piedi persisteva, con una ostinazione davvero irritante.
Provò a incollare le ginocchia alla pancia. Niente da fare, era troppo, troppo caldo.
Allora dalle sue labbra uscì un borbottio indistinto e Lily si costrinse a aprire di nuovo gli occhi; stavolta l’impatto fu meno aggressivo e la ragazza riuscì a spalancarli completamente.
La causa di tanto fastidio era la finestra aperta, da cui entravano allegramente i raggi solari estivi. Lily ebbe un moto di irritazione: sembravano quasi divertirsi, loro, a invadere la sua tranquillità con una tale disinvoltura, anche in vacanza!
“Maledizione, Lilian! Ti muovi ad alzarti?”
Carino come risveglio. Lei sbuffò ma si mise a sedere sul letto.
Quanto odiava che la chiamassero con il suo nome intero!
“Buongiorno anche a te, sorellona.” disse ironica, rivolgendosi a una ragazza un po’ più grande di lei che era appoggiata allo stipite della porta e la fissava imbronciata.
“Non azzardarti a chiamarmi più così. Sono già le quattro del pomeriggio! Lui sarà qui a momenti. Stai zitta e se osi parlargli della tua anomalia, giuro che ti odierò per sempre”.
E detto questo se ne andò.
Lily balzò in piedi all’istante.

È vero, quell’idiota di Vernon Dursley viene oggi. Mammamia, quanto lo odio!
Non esiste persona più insopportabile a questa terra. Ma guarda se, fra la tanta gente che esiste a questo mondo, mia sorella doveva innamorarsi di uno che più che a un uomo somiglia a un tricheco.
Quella sua risatina languida quando gli parlo, poi… disgustoso! Come se volesse costantemente accaparrarsi il favore di tutti. Uno la stima deve guadagnarsela, non fare il leccapiedi per tutta la vita, no?
D’altra parte, anche Petunia ha quell’insopportabile mania di voler sempre sembrare perfetta a tutti, sempre a spettegolare sugli altri se non sono come lei, sempre a criticare tutti, giudicando solo all’apparenza…

A quel punto, i pensieri di Lily si fecero amari.
Ecco, era arrivata al punto in cui si rendeva conto che lei era proprio il tipo di persona che non piaceva a Petunia.
Lily era diversa, era anormale, secondo lei.
Petunia non aveva mai superato il fatto che Lily fosse una strega.
Era gelosa e, per difendersi da questa debolezza, aveva fatto finta di odiare quel mondo a cui lei stessa avrebbe voluto appartenere. Quel mondo a cui non avrebbe mai potuto appartenere, costruendosi così una maschera di disprezzo e odio di cui si era nutrita negli ultimi sette anni. Convincendosi che davvero disprezzasse quella realtà, Petunia era finita coll’essere sicura di odiarla.
Povera sorellona. A Lily dispiaceva per lei, ne aveva compassione. Tuttavia, non sarebbe mai riuscita a perdonarle quelle parole che le aveva rivolto il primo settembre di molti anni prima.
Sei un mostro.
Così aveva detto. Lily, poi, era una persona naturalmente disposta al perdono, ma Petunia non le aveva mai fatto intendere di essere ritornata sul suo giudizio. E da allora i loro rapporti si erano raffreddati a tal punto che la ragazza continuava a chiamarla sorella per abitudine.
Per quanto amasse i suoi genitori, Lily non poteva fare a meno di pensare che alla fine di quell’anno, l’abbandonar casa sarebbe stato un sollievo.
Si guardò velocemente allo specchio: enormi iridi color verde intenso, folti capelli rosso scuro, fisico morbido e slanciato. Vedendo quell’immagine familiare, si rasserenò.

No, Petunia ancora non mi odia così tanto da tagliarmi i capelli di notte.
Non l’avrebbe mai fatto oggi che arriva il caro Vernon, l’ avrei fatta sfigurare.

E, anche in quel caso, li farei ricrescere con un incantesimo.

Rassicurata da quel pensiero, e sorridendo fra sé, Lily uscì dalla sua camera per dirigersi verso il salotto, dove probabilmente avrebbe affrontato Vernon Dursley. Lui amava fare frequentissime visite alla famiglia Evans, sperando sempre di trovarla al completo. Inutile dire che purtroppo ogni volta rimaneva irrimediabilmente deluso dalla mancanza della sorella minore. Nelle ultime quattro settimane Lily aveva messo a soqquadro il suo cervello nell’ estenuante ricerca di scuse per evitarlo. Ora era consapevole di non poterlo più evitare.
Era ancora sulle scale quando si sentì un energico scampanellio e la corsetta affrettata di sua sorella che si precipitava alla porta.
Lily non fece nemmeno in tempo a scorgere la figura massiccia di Vernon, perché Petunia gli saltò addosso e lo abbracciò.
“Ciao, Petunia.” Salutò con la voce tonante, “ è arrivata tua sorella?”
Lily fu letteralmente disgustata dalla nota impazientemente emozionata che scorse nella voce del ragazzo. C’era decisamente troppo entusiasmo per i suoi gusti.
Respirò profondamente in un angolo dove nessuno potesse vederla e si preparò un bel sorriso finto stampato sul viso.

Si va in scena.

“Ciao, Vernon” esordì comparendo davanti alla porta.
Loro erano lì, stretti l’uno all’altra e Lily osservandoli pensò che erano proprio una bizzarra coppia a vedersi. Petunia era alta, quasi del tutto priva di forme, spigolosa e poco affascinante. Il viso era troppo lungo per esser bello, e la mascella troppo sporgente per il tanto scrutar fuori dalla finestra in cerca di succosi avvenimenti nel vicinato.
I capelli le scendevano flosci sulle spalle e gli occhi incavati brillavano di un malcelato disprezzo, mentre guardava Lily. Vernon era ben piazzato, con certi baffoni scuri per cui nutriva un orgoglio che Lily non era mai riuscita a comprendere. Dotato di un volto porcino e occhietti a stento riconoscibili tra le pieghe della carne: piccoli, opachi e vacui di un banalissimo color fango, non si poteva affatto definire un top model.
Lily stava per continuare il saluto, preparandosi la solita serie di banali cortesie che si utilizzano sempre in presenza di persone poco gradite, quando improvvisamente accadde la cosa più bizzarra che era mai successa alla ragazza (il che era notevole, considerato il fatto che era una strega; e di stranezze ne aveva viste tante).
Dapprima lentamente ma poi sempre con maggior velocità, si fece largo nella sua mente un’immagine, che si imponeva su tutti gli altri pensieri con forza e determinazione. Lily, da persona razionale e responsabile quale era, ancor prima di capir cosa fosse cercò di allontanarla per dedicare tutta la sua attenzione al nuovo venuto, che era così importante per la sorella.
Ma quella parve non volerne sapere e le si impose, spazzando via gli altri pensieri come farebbe uno tsunami di fronte a degli ombrelloni da spiaggia.
Quell’immagine, del tutto priva di logica di fronte alla situazione attuale, rappresentava, colmo dei colmi, James Potter.
Non che lui facesse alcunché di particolare. La guardava soltanto.
Ma che cosa ci faceva Potter nel cervello di Lily? Come aveva fatto a raggiungerla anche lì, nella sua testa, dove fino a pochi secondi prima credeva di essere al sicuro?
Lily contemplò stupita il prodotto del suo cervello. E, cosa ancora più incredibile, non si irritò per quella strana visione anzi, le venne naturale rifletterci sopra.
Gli occhi, i suoi occhi, erano davvero bellissimi.
Pensò che probabilmente non aveva mai prestato loro molta attenzione. E allora come mai le si presentavano così chiari nella mente? Gli occhi di James erano di un color ambrato di rara bellezza. Un castano chiarissimo, quasi dorato, che sembrava avvolgerla con la sua profondità e la sua sicurezza, luccicava di vivacità e profonda intelligenza. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Le sembrava impossibile.  Lily (dimentica che Dursley era lì di fronte a lei, che i due la stavano fissando, che quello non era proprio il momento per perdersi in quella rivelazione) si perse nel guardarli, vedendoli chiari come se lui fosse stato lì, di fronte a lei.
Naturalmente, la nostra mente in generale lavora più velocemente della parole, in particolare quella di Lily Evans era piuttosto attiva, perciò tutte queste riflessioni avvennero nel giro di una manciata di secondi.
Certo, secondi importanti, decisivi; ma sempre secondi furono.
“Ciao, Lily!”
Per la ragazza quel saluto fu come una soffiata di aria gelida dentro una sala piacevolmente riscaldata.
Orribile, fredda, terrificante, una pugnalata al petto.
Lily fissò gli occhi spenti di Vernon. La guardavano con una sorta di velata brillantezza, aspettando una risposta che non arrivò.
La sensazione che provò la ragazza in quell’istante è difficile da descrivere; si sentì stranamente svuotata, priva di qualsiasi gioia, di qualsiasi emozione.
Quella bolla che l’aveva riempita fino a quel momento, intensa e vibrante, dovuta al ricordo degli occhi di James, era scoppiata; sottraendola a quel meraviglioso incantesimo che aveva portato con sé.
Ora al posto della bolla c’era il vuoto.
Paragonò la sensazione che le aveva portato solo il ricordo degli occhi di James con il disgusto che le provocava lo sguardo di Dursley.
A Lily venne istantaneamente da piangere.
Sentì gli occhi pruderle, le gambe indebolirsi e la vista annebbiarsi.
 A quel punto Lily cominciò a cadere nel panico. E la cosa la spaventò all’inverosimile perché non aveva idea di come fosse potuto succedere.
Balbettò un “Scusatemi moltissimo” e corse a cercar rifugio in camera, pienamente conscia di aver fatto una pessima figura: con gli altri e con se stessa.
Sentiva i suoi passi tremolanti sulle scale come in un sogno, le porte si confondevano tra loro e la mano che levò per aprire la maniglia tremava tantissimo. Finalmente si gettò nell’agognato letto.

Cos’è, cos’è questo panico? Perché mi sento così svuotata? Come… come se qualcosa di indispensabile all’improvviso mancasse…
Si è così, mi manca qualcosa. Ma cosa?

Gli… gli occhi di…
No! No, no, no, no! NO! Questo è impossibile! Cioè, l’ho odiato fino ad ora e improvvisamente mi manca? Ma non ha senso, non ha logica!! Deve, deve esserci una logica, una ragione. A tutto c’è una ragione, niente succede per caso.
Coraggio, adesso mi calmo e trovo un valido, razionale motivo per cui mi sento così.

A quel punto la nostra Evans provò a tirarsi su dal letto, a sedersi e a ragionare con calma. Tirò un paio di respiri tremolanti e pensò.

Allora tutto è cominciato quando ho pensato a lui.
Punto primo. Si, quello era sicuramente Potter, su questo non si discute.
Punto secondo. Che cosa è successo dopo? Mi sono sentita felice, tanto tanto felice. Perché.. era quello sguardo, mi tranquillizzava, mi piaceva. E poi, quando Vernon mi ha parlato, la felicità è svanita. E mi sono sentita così triste che mi è venuto da piangere.
… questo sarebbe senza dubbio razionalissimo se io non l’avessi sempre odiato. Cos’è che sento ora?

 Mi manca.
Quel vuoto al petto è perché mi manca.
Perché James Potter mi manca?

Già, proprio così. Nessuna logica, nessun motivo, nessuna ragione avrebbero potuto salvare Lily quel giorno. E la cosa la spaventava. Oh, eccome se la spaventava.
La paura la spinse a cercare più a fondo, ancora, ancora più a fondo.
E quegli occhi, quei meravigliosi occhi le comparivano davanti a ogni pensiero, rassicurandola con la loro incommensurabile dolcezza in un vortice indistinto di dolorose emozioni.
Si sa le lotte civili sono sempre controproducenti. E dentro Lily quel giorno c’era una frontiera aperta.
James?
Giammai.
Si vuoi lui.
No, non è vero!
E invece, si, lo vuoi.
No, no, no!
Allora perché senti il bisogno di stare con lui?
NOOOOO!
Lily avrebbe voluto con tutte le sue forze credere alla seconda voce, quella che lo rifiutava, quella che sembrava la più logica, la più razionale, la più giusta.
Eppure quella seconda voce sembrava non essere capace di darle alcuna motivazione intelligente del perché avrebbe dovuto dimenticarlo. Quindi la voce razionale era anche quella più irragionevole.
Paradossale, vero?
Questa guerra era nel pieno del suo svolgimento quando Lily sentì bussare alla porta.
Inizialmente pensò che quello fosse uno fra i tanti tuoni di cannone che scoppiavano dentro la sua testa, poi si rese conto che invece veniva dal mondo reale.
“A-avanti”. Si irritò profondamente con la sua voce spezzata.
La sua stizza raggiunse livelli mai visti quando vide la figura poco esile di Vernon Dursley pararsi davanti alla porta.

E adesso questo cosa vuole?

“Lily…”
Come era odiosa la sua voce! Tonante, poco adatta a quel momento di confusione, in cui ognuno di noi desidererebbe sentire una voce amica… o amata…

Ma cosa c’entra?

“Ciao, Vernon.” disse piano, sforzandosi di essere cortese.
Lily restò decisamente interdetta quando lui, dopo un attimo di esitazione si avvicinò al suo letto.
“Lily…” sussurrò ancora.
Lei avrebbe tanto voluto dirgli di andarsene, anche perché vicino com’era, riusciva a sentire il suo odore: aspro, forte, del tutto privo di armonia, simile a quello di cane bagnato. (NdA, Blah!!!)
“Lo sai che anche con gli occhi rossi sei bellissima?”
Conato di vomito. Con orrore, Lily si rese conto che si era seduto sul suo letto per stringerle le mani.
“Ho capito tutto sai? Non ti devi preoccupare, sto con Petunia è vero, ma sei tu che ho sempre voluto”.
Ora la fissava con uno sguardo languido assai preoccupante.

Ma che cavolo ha capito quest’idiota?...
Oh mio Dio! Non sarà che ha pensato che mi sono messa a piangere perché l’ho visto insieme a Petunia!!! Ma è pazzo?!?! Blah!!! Io, insieme a Dursley!!!

“Ma ora che so quali sono i tuoi sentimenti, ti giurò che la lascerò!” fece Vernon con un gesto che voleva esprimere il grande sacrificio che era disposto a fare per il suo amore, “poi staremo insieme per sempre, e non appena mi assumeranno alla ditta di trapani…”
Tuttavia le meravigliose promesse di un roseo futuro da signora Dursley furono interrotte in quel momento da Petunia che entrò di gran carriera nella stanza. La ragazza osservò per un nanosecondo i due seduti sul letto, l’una nelle mani dell’altro, poi puntò il dito tremante contro la sorella.
“Ah!!! Sei una lurida sgualdrina!!!!”
Lily balzò in piedi seguita a ruota da Vernon.
“Ho sempre creduto che quella scuola accogliesse solo i mostri. Che cosa hai fatto al mio Vernonuccio, eh? Quale sporco incantesimo gli hai fatto? Tu sei un’ odiosa, lurida…. Volevi rubarmi l’unica cosa che non avevi, eh? Confessa!”
Vernon osservava la scena in una sorta di trance, balbettando frasi sconnesse come: “S-scuola?; Mostri?; Incantesimo?; la mia Lily? Ma non era iscritta a un circolo per superdotati?”.
Infine si decise, esordendo con un intelligentissimo: “Petunia sei sicura di stare bene? Vuoi un tè?”
Ora le labbra di Petunia tremavano.
Lily pensò che senza dubbio sarebbe stata una scena davvero divertente se gli eventi non avessero lasciato intendere che lei era innamorata di un tricheco in pantaloni gessati.
Decise di risolvere la situazione immediatamente.
Si avvicinò alla sorella e la mise le mani sulle spalle. Prima che potesse protestare disse, fregandosene della presenza del ragazzo: “Tunia, ti giuro che preferirei crepare piuttosto che tradirti con Vernon”.
La frase lasciava chiaramente intendere che ciò che importava a Lily erano i sentimenti della sorella, trascurando l’ insignificante fatto che l’idea la disgustava nel più profondo del cuore. Mossa molto astuta.
“Cosa? Lily, cosa dici?” intervenne un Vernon decisamente esterrefatto. Lily si girò come a rivolgergli un sorrisetto di scuse. Ma si rivoltò immediatamente sentendo una mano che dava uno schiaffo alla sua.
Ora, Petunia la fissava solo con disgusto.
“Vattene!”
Un paio di occhi verdi sfavillanti strabuzzarono.
“C-come?”
“Vattene, Lilian. Tu credi che io sia disposta a ascoltare le tue sciocchezze? Sei solo gelosa! Mi fai schifo!”
Lei si ergeva davanti a Lily, in tutta la sua statura. Gli occhi furiosi che non vedevano la realtà come davvero era, accecati da un odio sordo che non aveva fondamento.
“Io e Vernon ci amiamo” continuò stringendosi a lui, “e presto ci sposeremo. Rassegnati. Non sei più niente, per me. Tu non vali niente.”
Silenzio.
Il sangue cominciò presto a bollire nelle vene di Lily come non aveva mai fatto mentre si conficcava nella carne le unghie. Come osava mettere in dubbio la sua parola? Come osava rivolgersi a lei in quel modo?
Subito le arrivò alla testa, le parole le premevano sulla bocca, ansiose di uscire per chiarirsi con la sorella, per dirle che tutto quello non era vero. Che si sbagliava.
Lily fissò la sorella che la guardava con un atteggiamento di fiera sicurezza, stringendosi a un Vernon che fissava entrambe confuso, incapace di comprendere una minima parte di ciò che si dicevano.
Allora capì che sarebbe stato inutile. Petunia non avrebbe capito, si sarebbe rifiutata di capire.
Era finita.
“Allora? Sei rimasta senza parole?”
Ancora il sangue alla testa. Le ribolliva dentro, soffocando la razionalità.
Improvvisamente tutte le lampadine del quartiere si fulminarono. Tra la sorpresa generale e i commenti fuori dalla finestra, Lily si calmò.
“Tu di me non sai niente.” Sputò con una voce che stentò a riconoscere, era veleno, puro acido nitrico.
Voltò le spalle alla sua ex-famiglia e se ne andò, sperando che l’aria della sera fosse capace di calmare la fiamma che le bruciava dentro.

°°°

Lily Evans camminava velocemente per le strade del suo quartiere, buie dopo il “black-out” subito. Con sé aveva solo la bacchetta che teneva sempre nella tasca posteriore dei jeans (NdA, come farà molti anni dopo Harry). Avrebbe tanto voluto stringere la sua dodici pollici con crine di unicorno, ma temeva di procurare qualche altro danno, incapace com’era di dominare i suoi istinti.
Quindi la ragazza cercava di decidere il da farsi camminando su e giù per le viuzze.
Arrabbiata com’era, non si accorse della presenza di una figura esile davanti a lei, perciò ci andò a sbattere, cadendo rovinosamente a terra.
“Ehi, ma si può sapere…” stava cominciando a irritarsi contro quello quando sollevò la testa e scoprì l’identità del suo interlocutore.

No! Dio, tutti ma lui no!

A terra insieme a lei c’era un ragazzo che la fissava sorpreso, con lunghi capelli neri che gli cadevano unti sulle spalle. Quel ragazzo rispondeva al nome di Severus Piton. Gli occhi la fissavano grandi mentre la luna si rifletteva sulla sua pelle malaticcia.
La ragazza balzò in piedi con una velocità da far invidia ai migliori atleti e si allontanò velocemente.

Questa giornata sta rasentando l’orlo della pazzia. Impossibile che succeda tutto a me! Che diavolo di giorno è? Me lo devo appuntare sul calendario. Stare lontana da tutto e da tutti. Il prossimo anno me ne andrò in Antartide. Tsè! Con la fortuna che ho incontrerò l’unico esemplare vivente di pinguino imbizzarrito…

La sfilza di pensieri incoerenti si fermò bruscamente quando sentì che qualcuno le stringeva il polso. Si voltò aspettandosi il peggio.
“Lily fermati!”
“Cosa vuoi, Severus?”
“Dove stavi andando?”
“Non credo ti riguardi.”
“Invece si, è successo qualcosa? Giuro che se ti hanno fatto del male, io….”
L’ espressione preoccupata  intenerì per un attimo Lily. Lui le voleva ancora bene, era quella minaccia finale che non le piaceva affatto. Ma non aveva voglia di litigare ancora, quindi si limitò a rispondergli, sperando di allontanarlo presto.
“Non è stato niente, Severus. Solite liti familiari.”
Lui sorrise amaro. In questo campo la capiva meglio di chiunque altro. Per un momento a Lily parve di tornare indietro nel tempo, quando ancora si dicevano tutto, quando ancora erano amici. Si lanciarono una sguardo di comprensione reciproca. Lei stava per rivelargli tutto ma l’espressione di Piton si indurì e arginò il fiume di parole della ragazza.
“Chi è stato?”
“Lo sai.”
I pugni di Piton si strinsero convulsamente.
“Ancora quella sporca, lurida…”
Lily strappò immediatamente il braccio dal suo, che ancora la stringeva.
“Non azzardarti mai più a insultarla in quel modo!”
“Ma…”
“Mia sorella può avere tutti i difetti del mondo,ma non puoi insultarla perché è una babbana!”
Il cuore aveva ripreso a tamburellarle forte. Nessuno poteva dare della babbana a sua sorella.
Lui abbassò lo sguardo, mortificato. Lei si ricordò immediatamente della lite avuta con lui e dei motivi per cui non si parlavano più.
 Era sempre la stessa solfa. Lei: mentalità Grifondoro. Lui: mentalità Serpeverde.
“Scusa…”
“No Severus! È il motivo per cui non siamo più amici! Tu credi che le persone si giudichino per i loro genitori, dividi il mondo in Mezzosangue, Babbani e Purosangue. Ma non è così! Tu non tieni conto se qualcuno è gentile o no. Coraggioso o meno. Simpatico o antipatico. Tu giudichi solo in base alle apparenze. In realtà tu e mia sorella siete uguali!”
Lily provò ad andarsene, ma fu fermata di nuovo.
“Lily, non è come credi. Io sono diverso. È stato un errore.”
“Si, un errore! Su queste cose non sono possibili errori. O la pensi così o no.”
Gli occhi verdi lo guardavano impietosi. Non ci sarebbero stati ripensamenti.
“Lily, ti prego” continuò lui, con la voce spezzata, “non te ne andare.”
Era a terra ora, come privo di forze.
Lei si inginocchiò accanto a lui, per un attimo impietosita.
“Cosa mi rende diversa dagli altri, Severus? Perché non sono una Mezzosangue come tutti?”
Lui alzò gli occhi scurissimi su di lei. Erano lucidi, la guardavano imploranti. Come poteva dirlo a lei? Come poteva non aver ancora capito ciò che lui provava? Tentò di trovar coraggio in quei bellissimi occhi verdi che tanto amava.
“Tu non sei mai stata come le altre, per me.” Sperava che lei capisse, lei doveva capire.
Era troppo difficile per una persona debole come Piton confessare quelle due parole, troppo. Purtroppo per lei quelle parole non significarono niente di preciso.
“Eri mio amico, Severus, ma il tuo modo di vedere il mondo è troppo diverso dal mio. Tu per punire qualcuno saresti disposto ad ucciderlo. Come prima con mia sorella. Lo neghi? Nessuno merita la morte, Severus. Nessuno.”
Non aveva capito.
Così Lily si alzò, ben consapevole che per lei i conti erano chiusi. Il suo amico c’era ancora, lì sotto. Ma lei non era affatto disposta ad accettare quel modo di pensare intollerante e razzista. Andava contro tutti i suoi principi. E Lily Evans era una persona coerente; non li avrebbe mai traditi. Ormai dietro di lei non c’era più niente, davanti a sé la strada, pronta per essere percorsa.
“Lily…” un lamento, quasi appartenesse a un animale ferito.
Lei si girò un momento. Severus era lì, una mano tesa verso di lei, implorante.
“… non lasciarmi.”

“Sei tu che hai lasciato me, Severus. Addio.”
Breve, lapidario, incontrovertibile.
Quasi fosse stata una doccia fresca che dissolve la nebbia nella mente, la conversazione fornì a Lily il quadro completo della situazione. E decidendo immediatamente cosa fare, si smaterializzò, diretta alla casa di Mary a Godric Hallow, lasciando dietro di sé una parte del suo passato.


 Help, help, help!!!!!!!!!!!
sono in piena crisi esistenziale!!! e NON scherzo!!!!
ho appena letto una fic di James/Lily che mi ha sconvolto!!! per correttezza non dico il titolo, ma vi assicuro che era bellissima!!
mi è piaciuta tantissimo, a un certo punto ho cominciato a piangere come un vitello (e vi giuro che non sono il tipo da commuoversi facilmente) da quanto mi ha commmosso!!!! T_T
alchè ho ripreso a leggere la mia, e ho detto "MA FA SCHIFO"!!!!!!!!!!!
la cosa mi ha depresso tantissimo.
poi però mi sono detta, macchecavolo!! riscuotiti, idiota!! così ho ricominciato a scrivere, ma come avrete visto dal tono del capitolo, la mia depressione si è rispecchiata su Lily che è sempre triste.

a proposito (lasciamo perdere st'argomento xkè sennò mi deprimo di nuovo, era solo un modo per dirvi k se questo capitolo vi fa schifo ci sono delle buone motivazioni, in effetti a me fa un po' schifo) spero vi piaccia la Lily che sta venendo fuori!!
sto cercando di farla assomigliare un po' a Harry (Silente aveva detto che il fisico era del padre, il carattere della madre).
quindi forte senso della giustizia, crisi di rabbia improvvise, e il vizio di tenere la bacchetta nella tasca posteriore dei jeans XD
ditemi un po' se vi convince!!! recensite!! un bacione a quelli che lo hanno fatto.

allora, vi invito caldamente a seguire la parte 2 di questo cap. vi giuro che sarà più allegra di questa!! anche perchè Lily va a Godric Hallow, vi dice niente??? ihihihihihihhiih! ce ne saranno delle belle! vabbè la smetto con questo delirio.

ringrazio tantissimo:

AGNESE_SAN; LILLY94; BELLA SWAN; HERMY 101; LADY PATFOOD ( davvero vuoi essere una mia appassionata seguace??) E ALE03.

vorrei davvero rispondervi uno uno come nell'altro capitolo ma mia madre mi sta strillando che vuole riprendere possesso del computer!!! PERDONO!!

Tugs


 

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Capitolo 4
*** VACANZE D'ESTATE parte 2 ***




CAPITOLO 4: VACANZE D’ESTATE parte 2

 È ovvio quanto a chiunque di noi, dopo aver lasciato una parte di famiglia e un amico, farebbe piacere vedere la faccia di una persona cara, questo è un dato di fatto. Perciò si può immaginare come, quella calda sera di fine luglio, fu felice Lily Evans nel vedere l’avverarsi di questa speranza; anche se, bisogna dirlo, non con le modalità consuete.
Sta di fatto che Alice Brown stava per caso passando nei dintorni di Godric’s Hollow in dolce compagnia, quando sentì un sonoro schiocco sopra di sé e fu scaraventata a terra dal dolce peso di Lily.
“Aaaah!”
“Aaaah!”
“Lily?!”
“Alice?!”
“Che ci fai qui?”
“No, tu che ci fai qui?”
“Ehi, sono io che ho visto la mia migliore amica cascarmi addosso! Ho la precedenza!”
“Ma sentitela! Io, invece, dovevo andare a casa di Mary e mi sono trovata addosso te!”
“Vabbè, ammetterai che trovarsi all’improvviso una persona sopra sia un po’ strano.”
“Non più d’ incontrare una persona in un posto in cui non dovrebbe essere.”
“Non ha senso.”
“Tu, non hai senso!”
“Ehi, non vorrai dire che…”
Se qualcuno di voi conoscesse Alice e Lily, sarebbe certo che questo amorevole scambio di opinioni avrebbe potuto andare avanti per millenni senza raggiungere la minima conclusione, perché nessuna delle due avrebbe accettato una “sconfitta”.
Così fu con molta intelligenza che una voce maschile decise di intervenire:
“Ragazze, forse sarebbe meglio parlarne da un’altra parte, no?”
“Si, infatti forse è…”

Voce maschile? Fermi tutti. Chi è questo?

Lily si girò a esaminare l’atletico ragazzo che le stava di fianco e, collegata l’immagine con il nome corrispondente, strillò con una vocetta acuta che non le apparteneva:
“Ih! Frank Paciock!”
Eh si, era proprio lui. In quel momento le stava fissando con un’espressione bonaria sul volto, gli occhi erano di un azzurro intenso e il fisico alto e scolpito.
“Già.” ringhiò Alice molto eloquentemente, come a dirle: prova-a-dire-una-parola-e-sei-morta.
“Ah, capisco” fece Lily, poi, dimostrando un’accortezza e una perspicacia non indifferenti, esordì in un: “Puoi scusarci un attimo, Frank?” accompagnato da uno dei suoi migliori sorrisi persuasivi (di cui aveva spesso appurato l’efficacia con Lumacorno).
Così, trascinò Alice in un angolino nascosto della strada dove lui non le potesse vedere e prima che l’amica potesse dire nulla le saltò addosso, strofinando energicamente le nocche sul suo capo (chi legge e sa di cosa parlo non potrà fare a meno di compatirla), abitudine fastidiosissima presa da Mary.
“Ah, brutta ingrata! Esci con Paciock e non mi dici niente!”
“Ahia! Lil, la vuoi smettere?!”
“Neanche per idea!”
“Eddai!”
“Tse, e io che ti chiamavo amica…” la ignorò afflitta Lily, fingendo di asciugarsi una lacrimuccia, “io, che mi dicevo sempre – che fortuna ad avere una amica come Alice, che non mi nasconderebbe MAI una cosa di così VITALE importanza- qual mondo crudele è questo, che…!”
Lily avrebbe sicuramente continuato la sua orazione su quanto Alice fosse crudele ancora a lungo, ma quella ebbe la prontezza di spirito di interromperla.
“Dico, la vuoi piantare!” la interruppe tappandole la bocca e guardandosi nervosamente intorno, “se ci sentisse..”
Lily la guardò malissimo.
“Eddai, Lil! Te l’avrei detto! Il fatto è che ancora non ci credo nemmeno io! Volevo solo accertarmi che non fosse tutto un sogno e..” a quel punto arrossì talmente tanto che Lily le sorrise dolcemente e la scapecciò con affetto, dicendo: “Lasciamo stare, và. Dimmi dov’è Mary, invece, così vi racconto cosa mi è successo…”
Quindi, la prese per il braccio ed entrambe si diressero dove avevano lasciato Frank.
Quelle due erano così prese dalla loro conversazione da non accorgersi, purtroppo, dell’enorme presenza di un cane nero. Un cane che aveva ben poco di animale, un cane i cui occhi brillavano di curiosità e che sembrava essersi bevuto ogni singola sillaba di quel discorso.

°°°

“Cioè, vediamo se ho capito” interloquì strabuzzando gli occhi una Mary alquanto scossa, “ hai scoperto che il futuro marito di tua sorella in realtà ha sempre amato te; piantato in asso entrambi dopo una sfuriata di Petunia; mandato in black-out un intero quartiere; incontrato Piton; piantato in asso pure lui e per concludere sei scappata di casa senza lasciare spiegazioni a nessuno, fregandone di tutto e di tutti!”
Erano tutte e tre accasciate sull’enorme letto a baldacchino di Mary, odiato da lei cordialmente da quando era nata per il suo stile troppo merlettato e barocco che non si accordava affatto con i suoi gusti, più semplici ed essenziali, ma che sia sua madre sia Alice amavano alla pazzia e che risultava particolarmente utile in una riunione di gruppo.
Lily aveva raccontato loro tutto quello che le era successo precedentemente (tralasciando accuratamente il motivo per cui era scoppiata a piangere), mentre le due la ascoltavano rapite e ora  osservava le loro reazioni, sperando in un consenso.
A Mary brillavano gli occhi di una luce orgogliosa che aveva visto decisamente poche volte sul suo viso, invece Alice pareva parecchio più ansiosa e immersa nei suoi pensieri.
“Beh, nel complesso si, credo sia così” confermò Lily portandosi una ciocca di capelli dietro la testa, fissando la sua migliore amica.
“Wow!” esclamò compiaciuta, “sei stata fortissima! Niente bagagli, niente lettere, sei presa e sei andata via. Così ti voglio! Mi fai onore, sorella!”, era talmente eccitata che era balzata in piedi sul letto, saltellando in preda all’entusiasmo.
La sua espressione era così buffa che a Lily scappò un sorrisino, che tipa!
“No, wow un accidente!” fece Alice sbattendo con forza un pugno sul materasso, “ma ti rendi conto di cosa hai fatto? Scappare di casa così! Cosa penseranno tua madre e tuo padre, Lil? Puoi avercela con tua sorella” commentò guardandola con gravità, “ma non devi penalizzare loro per questo. Non è giusto.”
La prima reazione di Lily fu di sorpresa. Di solito era Amelia quella più ansiosa; di solito Mary e Alice stavano sempre dalla stessa parte, quella più irresponsabile, che amava le avventure e le scappatelle notturne di gruppo fuori Hogwarts (neanche fossero anche loro delle Malandrine); ma è anche vero che di solito era Lily quella più responsabile.
Quasi a dar voce alle sue preoccupazioni, lei aggiunse: “questo non è uno stupido scherzo a scuola, Lil, si tratta di te e della tua famiglia.”
Era come sentirsi schiaffare addosso tutto ciò che le strillava la sua coscienza da quando era partita, e lei lo sapeva. No, che non era giusto. Anzi, era piuttosto da codarda scappare.
Lily pensò ai suoi due altri amici: Remus e Amelia. Era perfettamente certa di quello che le avrebbero consigliato entrambi, neanche a chiederlo, le sembrava già di sentirli.
“Ma, Lily” avrebbe detto Amelia, “sei certa di quello che fai? Anche senza considerare i tuoi genitori, voglio dire, è sempre tua sorella, no? Alla fine, vi volete bene, le eri tanto affezionata, ti ricordi? No, no, non credo sia una buona idea. Dovresti tornare a casa e spiegarle tutto. Chiederle scusa. Si, sarebbe la cosa migliore” e le avrebbe sorriso dolcemente per incoraggiarla.
Invece, probabilmente Remus l’avrebbe osservata attentamente distogliendo lo sguardo da un libro e le avrebbe detto: “ Non avresti dovuto abbandonare i tuoi così, Lil. È da ingrati. Ora loro saranno preoccupati da morire per una cosa che ti ha fatto tua sorella. Tranquilla, mica dico di andar lì e fare come se non fosse successo niente, ma per lo meno avvisarli. Comunque, non devi ascoltarmi per forza, sono sicuro che alla fine farai la cosa giusta, come sempre”.
Lily sorrise tra sé. Si, Remus aveva tanta di quella fiducia in lei da farla imbarazzare. Credeva sempre in lei, sempre, quasi pensasse di esser indegno di darle consigli. Così era fatto Remus, si sentiva indegno di tutti. Peggiore di chiunque.
Ad esempio non era degno di Potter, lui si che era un vero amico; e non era degno dell’innocenza di Peter, non prendeva mai in giro nessuno; e neppure di lei, era degno, perché Lily era davvero ineguagliabile: testarda come poche, ironica e romantica allo stesso tempo.
Non sapeva che non era affatto indegno; e non sapeva che alla fine la decisione di Lily pendeva sempre verso quello che era il suo consiglio.
Fu così anche quella volta.
D’altra parte erano in netto vantaggio: Alice, Remus, Amelia e Coscienza contro Mary.
Si, né Amelia, né Remus l’avrebbero rimproverata aspramente come Alice, non era nella natura di entrambi, troppo tranquilli e pacifisti, ma sarebbero stati del suo stesso parere.
Quando Lily riemerse dalle sue riflessioni vide che le due amiche si stavano squadrando in cagnesco, capì che non si urlavano addosso solo perché non avevano voluto disturbarla.
Lily ebbe un moto di affetto.
Sbatté le mani e annunciò: “Ok, è deciso. Mando una lettera ai miei, ma non ci penso proprio a scusarmi con Petunia. Non guardarmi così, Ali, mi trattava come una menomata mentale da troppo tempo. E neanche voglio vedermela tra i piedi per un pezzo, perciò resto qui… se i tuoi sono d’accordo, ovvio…” si corresse rivolgendosi a Mary.
Le brillavano di nuovo gli occhi.
“Ovvissimo, Liluccia! Che spasso un mese tutte e tre insieme!” e, dimenticata ogni ostilità, abbracciò con forza le due amiche, soffocandole.
Fra le risate Lily chiese: “Ali, ora mi dici che ci fai qui?”
“Ma non te l’ho detto?” disse battendosi una mano in fronte, “mi sono trasferita qui giusto una settimana fa.”
“Ah, si?”
“Si, e il giorno del trasloco ho incontrato anche Frank che si offerto di darmi una mano.”
Lily si illuminò come se avesse appena trovato una bottiglia d’acqua nel deserto a mezzogiorno e strillò mentre Mary sghignazzava: “è veeeeeeeeero, perché non ci parli di Frankuccio, Ali?”
“Ehmm..”
“Ancora non mi ha detto niente di niente” Affermò Mary allo sguardo interrogativo di Lily.
“Direi che allora è il momento di farlo!”
“Non c’è proprio niente da dire!”
“Dettagli!” strillarono entrambe.
“No!”
“Dettagli!”
Alice stava proprio per passarsela brutta quando il suo viso tondo si illuminò improvvisamente di qualcosa che la fece sghignazzare a sua volta.
“Ehi, Mar, di un po’ hai detto alla nostra Liluccia chi abita vicino a casa tua?”
“Ma no! Non si risponde a una domanda con una domanda! Vero, Mar? Mar..?”
Quella sembrava piuttosto pensierosa, poi si illuminò anche lei e rivolse a Alice uno sguardo complice molto poco rassicurante.
“No, in effetti no”.
“Ragazze..? ma cosa? Ali, stai forse ignorando la nostra richiesta di dettagli..?”
Inutile, ormai non la ascoltavano, piuttosto sembravano tutte prese dalla loro rivelazione.
Allora Lily si arrese, erano troppo testarde quelle due.
“Ok, chi c’è di così importante?”
Continuavano a ghignare.
“Allora?”
Lily stava per irritarsi seriamente quando le venne in mente un dubbio mostruoso e la sua pelle, già lattea di per sé, perse ogni traccia di colore.

No! Non può essere lui!

***

Stesso discorso, pochi metri di distanza.
Un Sirius Black anche troppo baldanzoso entrò salterellando moda-Heidi in casa, per poi accasciarsi rumorosamente in una poltrona poco distante da quella dove un ragazzo con i capelli neri molto spettinati stava pulendo accuratamente la sua scopa con un kit apposito.
Quello non diede alcun segno di averlo visto se non un arricciamento repentino delle sopracciglia; infatti era impegnato in una fase particolarmente delicata: doveva stare attento a non rovinare il manico nel raschiare via una macchia con un taglierino. Il compito era tecnicamente rischioso perché se la scopa viene compromessa in qualche maniera non esiste rimedio per farla tornare allo stato originario.
Forse sarebbe stato meglio affidare il compito a uno specialista, ma James Potter era alquanto geloso della sua scopa e non permetteva a nessuno che non fosse lui in persona di praticare la pulizia; dobbiamo immaginarci quindi l’irritazione del ragazzo nel sentire il pavimento tremare sotto il peso dell’amico.
“Ciao Ramoso!!”
“Uhmm…”
 “Ma sei stato qui tutto il pomeriggio?”
”Uhmm..”
“Guarda che le vacanze servono anche per divertirsi, andare in giro, conoscere gente..”

“Tutto bene?”
“Uhmm..”
Sirius alzò un sopracciglio.
No, così non andava.
“Beh, potresti mostrare un po’ più d’entusiasmo in presenza del tuo migliore amico. Riproviamo: tutto bene?”
James alzò impercettibilmente gli occhi al cielo: gli era presa la vena chiacchierina.
“A meraviglia…”
“Fantastico!”

La sua enfasi era talmente evidente che l’avrebbe notata anche un bradipo ceco, ma non James mentre era alle prese con la pulizia della sua scopa.
Data la mancanza di partecipazione sperata, Sirius, che evidentemente moriva dalla voglia di dire qualcosa, decise di non sperare più che James gli chiedesse cosa aveva fatto durante la giornata, perciò cambio tattica.
“Sai oggi sono andato a farmi un giretto, visto che tu eri impegnato in un compito di tale importanza…”
James non colse affatto la pesante allusione. “Uhmm..”
“Vabbè, comunque sono venuto a sapere che è arrivata una ragazza nuova”.
Pausa ad effetto.
Niente. Forse Sirius doveva dargli qualche notizia in più.
“E’ entrata a casa di Mary McDonald insieme ad Alice Brown... Mi è sembrata piuttosto carina.”
Trattenne il respiro, forse ora avrebbe capito. Infatti, un minimo cambiamento d’interesse ci fu, ma non quello sperato.
“Felpato, non ti sembra di esagerare un po’? Mi stai distruggendo tutto il vicinato femminile con le tue cavolate… babbano e non…” lo rimproverò lievemente James, “non ho voglia di sentire altri parenti che si vengono a lamentare perché una ragazza non parla più, non mangia più ecc ecc… dopo la seconda famiglia sono diventati particolarmente noiosi da intrattenere”.
Non si era neanche degnato di alzare lo sguardo. Gesù, ma guardate un po’ se doveva beccarlo durante il suo passatempo preferito.
“Uff… non assomigliare a Remus, ora…”
Gli stava distruggendo l’eccitazione in questa maniera, doveva essere più esplicito ancora.
“Non è questo il punto. Pare che questa ragazza sia molto amica di Mary e Alice..”
“… Ma chi è stato che ha volato con la mia scopa dentro un cespuglio?!?! Guarda qui! E’ pieno di foglie tra i rami!”
Forse aveva ragione Evans, il troppo volare gli aveva danneggiato irreparabilmente il cervello; era davvero un idiota; ormai ci sarebbe arrivato anche Codaliscia.
“Sono stato io, va bene? Ma mi stai ascoltando?”
“Uhmm…”
Ora, James era troppo impegnato a raschiare via delicatamente un’altra macchia.
Santi Numi. Doveva essere molto molto più esplicito.
D’accordo. Se non voleva arrivarci da solo, l’avrebbe aiutato lui.
“Sembra che… questa ragazza abbia capelli rosso scuro e occhi verdi, ti dice niente?” chiese Sirius con falsissima indifferenza, in realtà l’emozione era salita alle stelle. Sarebbe stato davvero interessante vedere la sua reazione ora.
PANF!!!
James era saltato su dalla sedia con la velocità di uno spara-missili lasciando cadere la scopa, fino a tre secondi prima degna di tutta la sua attenzione, rovinosamente a terra con uno schianto. I capelli, naturalmente ritti come spaghetti, sembravano elettrizzati e gli occhi sparavano scintille.
Ora si che si ragionava.
Sirius si lasciò andare allo sghignazzamento tanto agognato.
“Evans è qui?!?!?!?!?!?! E tu, con una notizia del genere, sei stato a cincischiare tre ore su delle cazzate?! Ma io ti uccido!” Sirius non ebbe il tempo di aprir bocca che già James gli era saltato addosso, tempestandolo di pugni.
Classico divertimento preferito del gene Y. Patetico.
“Questo è il Rammy!”
James si fermò un attimo a riflettere.
“Ma perché è qui, a Godric’s Hollow?”
“Boh, che ne so! Sarà andata a trovare Mary e Alice, no?”
“Si  forse si”.
“Ma che ti importa? Allora? Cosa intendi fare, ora???”
James guardò il suo amico: sembrava un bambino in attesa di ricevere le caramelle, tanto era emozionato.

Già, e ora cosa faccio?

Cavolo, mi serve Remus!
 
°°°

Ma Remus non arrivò.
Prolungandosi in lunghissime scuse, disse che proprio non poteva allontanarsi da casa ora che era il periodo della luna piena, c’era troppa gente a Godric’s Hollow che rischiava di essere morsa. A nulla valsero le rassicurazioni di James e Sirius, non avrebbe messo in pericolo nessuno, era troppo pericoloso. Aggiunse che però avrebbe voluto raggiungerli davvero, anche perché temeva che James avrebbe fatto qualche altra cavolata in sua assenza. Lui, a un certo punto, si fece talmente prendere dall’ansia da scoppiare in una risata isterica e giurare che non sarebbe più uscito di casa per tutto il periodo in cui lei era lì.
Ora, non dovete pensare che James sia un codardo o che non volesse vederla, era solo molto in ansia: come comportarsi con lei dopo averla torturata per cinque anni e poi bruscamente ignorata?  Come avrebbe reagito lei a vederlo? Avrebbe urlato? L’avrebbe ignorato? Oppure, (James non osava neppure sperare una cosa simile) avrebbe provato a intavolare una conversazione? E nell’assurda eventualità che ciò fosse successo, lui come avrebbe dovuto rispondere?
Remus, a questo interrogativo, seppe solo dirgli di essere se stesso, per poi aggiungere che sarebbe andata a meraviglia, aggiungendo le sue speranze su un felice proseguimento di vacanze.
Come post scriptum, in un’insolita botta di umorismo, gli raccomandò di fare esattamente il contrario di quello che gli suggeriva Felpato; provocando, in tal maniera, le risate di James e le imprecazioni di Sirius.
Quella notte nessuno dei nostri due protagonisti riuscì a chiudere occhio, girandosi e rigirandosi nel letto si ponevano gli stessi interrogativi, neanche fossero stati due fidanzati che avevano litigato, alternando preoccupazione a irritazione nei confronti dei reciproci amici che, ignari dei loro travagli dormivano della grossa. E la cosa davvero divertente era che nessuno dei due avrebbe potuto immaginare, neppure nei suoi più lontani pensieri, che l’altro si poneva le stesse domande a pochi metri di distanza.
James perché era sicuro che a lei non importasse proprio un fico secco di lui; a Lily perché pensava che lui era sia beatamente inconsapevole della sua presenza sia disinteressato a lei davvero (era convinta di rappresentare l’ennesima sfida).
E anche lei, ovviamente, si chiedeva come lui avrebbe reagito nel vederla: gli stessi interrogativi, ignorerà? Parlerà? Deriderà?
Tutto dipendeva per entrambi dalla reazione che avrebbe avuto l’altro. Probabilmente, ma questo non ci è dato sapere, sarebbero rimasti impalati come stoccafissi a fissarsi a vicenda.
Stiamo usando il condizionale perché gli eventi, purtroppo, non aspettano i comodi di due ragazzi che stanno per amarsi; perché, ripetiamo, purtroppo, la guerra non sa quanto per il mondo sia diecimila volte meglio l’amore dell’odio, i baci dei pugni, le carezze del sangue; e anche se lo sapesse, non gliene fregherebbe niente.
Così, entrambi stavano torcendosi le mani e camminando nervosamente per la stanza quando accadde.
All’improvviso, senza ragioni, né preavviso.
Tutto ebbe inizio quando si sentì improvvisamente un urlo isolato tra la sonnacchiosa atmosfera di una tranquilla domenica mattina. Una crepa in un muro che separava la gente comune dalla guerra. Basta un mattone fuori posto per far crollare tutto.
E poi arrivò il finimondo.
Un corri corri per le strade, botti nelle vie, strilli, urla, curiosi alle finestre, schiocchi di chi si smaterializzava, canti stonati, gente ubriaca a braccetto e ancora: strilli, urla. E poi, l’inevitabile, maghi mascherati che torturavano babbani, entravano nelle case, gridavano: per la gloria del Signore Oscuro!

“James, Sirius, restate in casa!”
“No, mamma!”
“NON MUOVERTI DI QUI!”
SBAM!
Per un secondo i due rimasero fermi, a guardare la porta che continuava a sbattere, sentendo le grida che venivano da fuori, stringendo i pugni e la bacchetta, rosi dalla voglia di uscire.
Ma come sappiamo bene, James Potter è famoso per fregarsene delle regole.
“Ma col cavolo!”
E entrambi corsero fuori senza pensarci due volte.

“Ragazze, nascondetevi!”
SBAM!
Si, forse non erano altro: tre ragazze, bacchette alla mano, immobili davanti a quella porta, impotenti…
Ma forse no…
“Vaffanculo! Io vado fuori!”
Dentro la testa di Lily scattò il consueto allarme: -Ordine, ordine! Obbedire!-
“Ma, Mar, tuo padre…”
“Lily! Io non guardo i miei morire senza fare niente!” strillò quella, quasi con le lacrime agli occhi, la guardava come per pregarla, come per chiederle un permesso.
Alice faceva scattare lo sguardo dall’una all’altra.
Lily fissò l’amica. Capì. Andò e per prima si precipitò fuori, seguita a ruota dalle altre.

E fuori era l’inferno.
I tetti bruciavano, le urla spadroneggiavano ovunque, e un enorme Marchio Nero stanziava in mezzo alla strada. Qualcuno era stato ucciso.
A quella vista Lily sentì il sangue bollirle nelle vene, di nuovo.
Chiunque fosse stato non meritava di morire.
Poi, come attirata da una forza intangibile, sentì di dover volgere lo sguardo a destra, e lo vide. Vide James. Come lei, stringeva convulsamente la bacchetta guardandosi intorno. Sembrava arrabbiato. No, era proprio incazzato nero. E non aveva paura. Come lei, ora sentiva solo rabbia.
Rabbia per quegli stronzi che stavano distruggendo il loro futuro.
Rabbia per le persone uccise.
Rabbia perché nessuno meritava di morire. Nessuno.
Rabbia perché persone che amavano erano lì e rischiavano la vita.
Rabbia perché quel bastardo che chiamavano Voldemort non combatteva di persona le sue battaglie.
Rabbia perché entrambi erano lì, a assistere a quello scempio, e perché nessuno dei due avrebbe voluto che l’altro si trovasse lì.
Anche lui la guardò.
E per la prima volta, i loro sguardi erano sinceri.
Niente maschere, niente finzioni o immagini da difendere.
Solo James e Lily di fronte a quella crudeltà.
E si capirono. Videro nello sguardo dell’altro la stessa rabbia, la stessa voglia d’intervenire.
Lily vide James andarle incontro con decisione. Lo osservò senza sorprendersi; ormai non c’erano più dilemmi adolescenziali, la guerra non lasciava posto per quelli.
Vide quello sguardo ambrato posarsi su di lei, a pochi metri di distanza.
Lily pensò che era ancora più bello di come se lo ricordava. Non l’avrebbe creduto possibile.
E esisteva solo quello. Lui, lei e la battaglia.
E sentiva solo quello: un boato confuso di sottofondo, la stretta spasmodica alla bacchetta e lo sguardo di lui sulla pelle; e non serviva altro.
James sembrava deciso come non lo era mai stato, perché quella non era la sicurezza strafottente di un ragazzino borioso.
Quella era la convinzione di un uomo che sa di esser pronto a morire per fare del mondo un posto migliore.
E Lily era certa che la stessa luce che vedeva brillargli negli occhi, l’avrebbe vista specchiata nei suoi.
Vide James alzare la mano, deciso, davanti a sé, spezzando il suo profilo, e sentì che diceva:
“Pronta a combattere con me, Evans?”
Lily lo guardò: nessuno scherzo, solo un’offerta sincera. E quasi sorprese sé stessa nell’avvicinarsi a lui senza timore, annullando la distanza minima che c’era.
Di slancio gli strinse la mano con forza avvicinandola al petto, talmente vicina che le loro fronti si sfioravano, e, sentendo il suo fiato caldo sul viso, avvertì che l’eccitazione le saliva alle stelle.
Incatenarono i loro sguardi e si sentirono sicuri.
E mentre i loro pollici si incrociavano in una morsa indissolubile disse:
“Sempre, Potter.”
Istantaneamente James e Lily sollevarono gli angoli della bocca; Si sorrisero per la prima volta.
Non si sarebbero fidati così di nessun altro: un’intesa perfetta, una voglia di combattere identica.
Contemporaneamente si voltarono e si appoggiarono alle reciproche spalle, alzando le bacchette in posizione difensiva nello stesso istante.
E cominciarono a combattere.


Anche all’inferno si può essere felici

°°°

Quando gli uomini del Ministero arrivarono James era sporco, lacero, insanguinato e stanco da morire. Era indubbio che aveva combattuto con forza e determinazione, ma dobbiamo sempre ricordarci che lui era solo un diciassettenne; un diciassettenne contro un Mangiamorte armato e poco incline al perdono.
Sembrava che non finissero mai, ogni volta ce n’era sempre un altro che sbucava fuori a sostituire quello che era caduto.
Si, era vero che le loro conoscenze magiche quasi si uguagliavano; ma lui combatteva per immobilizzare, loro per uccidere.
Le maledizione volavano ovunque e già dopo soli cinque minuti James cominciò a sbirciare a destra e a sinistra ogni volta che gli era possibile, preoccupatissimo, per controllare i suoi amici. Sirius era sempre più in difficoltà di lui: stava affrontando i fantasmi del suo passato combattendo contro la cugina e il fratello, e per lui era tremendamente difficile battersi contro di loro. James avrebbe tanto voluto aiutarlo ma non riusciva mai a raggiungerlo. Lily se la cavava alla grande, non era affatto una femminuccia nonostante il suo aspetto innocuo, e soprattutto grazie a questo aveva molto spesso l’effetto sorpresa dalla sua; quasi nessuno si aspettava la sua abilità magica.
James si preoccupava anche delle altre Grifondoro accanto a lui: Mary e Alice; a un certo punto una di loro fu disarmata e crollò a terra, James sentì il cuore balzargli in petto per l’ansia, si liberò immediatamente di un tipo grosso ma un po’ lento che gli stava di fronte e colpì alle spalle quello sopra la ragazza. La vide rivolgergli uno sguardo carico di gratitudine mentre il Mangiamorte crollava a terra, poi James gli porse la mano e la fece alzare.
A un certo punto anche Frank Paciock si unì a loro; James si sorprese nell’osservarlo: aveva sempre creduto che fosse solo un’idiota con un bel faccino, invece era piuttosto abile.
I ragazzi ebbero di che esser fieri di loro stessi, riuscivano ad atterrare più Mangiamorte da soli che insieme a tutti gli altri maghi rimasti, ma nessuno di loro aveva un serbatoio infinito di energie e dopo un po’ James sentì che un polso gli si era rotto e che le gambe gli tremavano.
 Perciò fu con un bel sospirone di sollievo che sentì numerosi schiocchi rompere l’aria densa di fumo e una mano posarsi sulla sua spalla, guidandolo a un ciglio della strada.
I Mangiamorte non erano organizzati; quasi tutti si spaventarono e riuscirono a fuggire, altri furono fermati e catturati.
Reggendosi il polso rotto con la mano, James si diresse verso il marciapiede dove stavano accasciati tutti quelli che avevano combattuto, Lily compresa. Aveva tante cose da dirle, tante altre che dovevano essere spiegate, ancora di più che sarebbero state dette.
Purtroppo non fece in tempo a realizzare nessuno di questi desideri perché all’improvviso si trovò a fissare una folta chioma nera e sentì due mani tremanti che lo stringevano. Dopo neanche un secondo Susan Potter si staccò dal figlio e lo schiaffeggiò.
“Ti avevo detto di restare in casa! Hai idea di cosa ho provato nel vedere che ti battevi contro quegli uomini? Io.. io..” quella donna che gli era sempre sembrata tanto forte aveva le labbra che tremavano e gli occhi pieni di lacrime.
Senza dire una parola, James la abbracciò.
“Va tutto bene, mamma. Sono qui…”
Il polso gli faceva un male tremendo, ma cercò di ignorarlo. La sentì singhiozzargli sulla camicia, inzuppandola tutta di acqua sale. A quel punto arrivò un uomo che gli assomigliava molto, con gli occhiali rotti, un taglio sul viso e un sorriso a trentadue denti fra le labbra.
“Sei stato grande, James!”
“J-jhon!”
“Ma Susan, è vero!”
James scosse la testa. Che tipi i suoi genitori!

°°°

Nessun adolescente senza danni permanenti celebrali può combattere insieme a un altro adolescente un gruppo di Mangiamorte assetati di sangue senza farci amicizia dopo. E visto che nel nostro caso non c’erano problemi di questo tipo accadde proprio così. James, Sirius, Lily, Mary, Alice e Frank divennero, durante il resto della vacanze estive, inseparabili. Non si poteva girare per le viuzze di Godric’s Hollow senza vedere quei sei tutti insieme; e se non erano lì, sicuramente potevano essere trovati a casa di James, o di Mary, o di Alice. Comunque, non si lasciavano mai.
Potevano essere colti in un qualsiasi cambiamento d’umore: dal serio, al divertito; ma sempre insieme. A una settimana dal primo settembre, decisero di raggiungerli anche Peter, Remus e Amelia, per passare insieme quel po’ di tempo che era loro rimasto.
E da sei divennero nove. Così i due gruppetti più famosi di Hogwarts si unirono in un tutt’uno. I Malandrini erano famosi per i motivi che tutti noi sappiamo: scalmanati, affascinanti, attaccabrighe ma veri amici; erano inconfondibili.
Lily, Mary, Alice e Amelia (affettuosamente soprannominate dagli studenti la MALA band) avevano dei caratteri tali da essersi acquistate una certa fama in tutta la scuola. Lily, Prefetto responsabile, Studente migliore di Grifondoro, Eccellente pozionista, si era lasciata troppo spesso andare alle scaramucce con Potter per non essere notata. Mary, fiera Grifondoro, amava attaccar briga con tutti quelli che offendevano lei o le sue amiche, con una lingua talmente tagliente da far paura alle peggiori pettegole. Alice e Amelia, indispensabili seguaci, erano un po’ i pezzi che completavano il puzzle.
Una volta uniti, I Malandrini, la Mala band e Frank sembravano esser nati per stare insieme: formavano un crogiolo incredibile di caratteri completamente diversi ma risultavano essere in assoluta sintonia fra loro. E non sapevano che una volta incontratisi, non si sarebbero lasciati mai più.



ma ciaaaaaaaaaao!!!  eccomi qua con un nuovo capitolo!!! (visto mi è passata la depressione! sarà che sono cominciate le vacanze di pasqua :)
visto, che roba?!?! le cose cominciano a farsi serie: arrivano i Mangiamorte e James e Lily cominciano a frequentarsi...
yuppie!!! tranquilli, all'inizio le cose non andranno proprio proprio benissimo, ma poi cominceranno a fidarsi l'uno dell'altra sempre più.
comunque, vi è piaciuto il momento in cui hanno cominciato a capirsi??? quello prima della battaglia???
ecco, lì vorrei fare una precisazione: la stretta di mano non è come quelle banali che si dicono in "piacere Marti"; ma è una stretta diversa, ho chiesto in giro se ha un nome parrticolare, ma l'unica risposta che ho ottenuto (da mio padre) è stata: è una presa da rapper!!
ma non pensate che i protagonisti si sono messi a darsi le spallate in mezzo alla guerra, eh!!
vabbè forse non è così importante, ma a me piaceva quest'immagine.

passiamo ai ringraziamenti:
ALEO3: ti giuro che verrei lì a baciarti se potessi (non prenderla come una minaccia ma come un complimento); grazie per aver riposto in me la tua fiducia!!! è strano pensare che fra le tante, sicuramente più meravigliiose, fic che ci sono di Lily/James tu abbia deciso di leggere la mia. ma grazie, comunque!!
spero di non deluderti in seguito!!!

LILLY94: ciao!! ah, tu sei una delle poche che ha continuato a recensire la mia fic!!! un milione di baci!! gli altri non ho idea di dove siano andati a finire... forse la mia pazzia li ha sconvolti troppo e hanno deciso di andare alla ricerca di fic più intelligenti, e come dargli torto...

HERMY101: grazie anche  a te per esser rimasta a sorbirti i miei deliri! ti è piaciuto il fatto che a Vernon piaceva Lily?? ehehehehe!! blah, non vorrei essere al suo posto! yesssss! come hai visto a Godric's Hollow abita anche James!!!

e con questo termino... recensite numerosi e non deludetemi!!!
boh, spero vi piaccia questo capitolo...

Tugs**

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Capitolo 5
*** ARRIVO TRAUMATICO ***


CAPITOLO 5: ARRIVO TRAUMATICO

James stava camminando mano nella mano con la ragazza più fantastica della terra. Erano in una meravigliosa spiaggia tropicale, il vento soffiava leggero, scostando lievemente la camicia a fiori e la gonna Hawaiana. La luna splendeva e James sapeva che Lily era felice. Tutto era perfetto.
Improvvisamente, la luna assunse le sembianze di un profilo noto. Ora, al suo posto c’era la McGranitt che lo fissava con severità.  La professoressa rimproverò James, dicendogli che non aveva fatto i compiti di Trasfigurazione. James disse che questo non era possibile perché ancora erano in vacanza e poi lui i compiti li aveva finiti, ma la McGranitt diceva di no e inoltre sosteneva che lui non si era presentato alla punizione. Lily si scostò da lui e, scuotendo la testa, disse che era stato un immaturo a non essersi presentato alla punizione. James protestava che lui non lo sapeva, altrimenti sarebbe venuto, ma lei non ci credeva e lo guardava con delusione, mentre la testa della prof affermava che non sarebbe mai diventato un buon Auror se non studiava Trasfigurazione. James disse che era impossibile, perché quella era la materia in cui andava meglio, ma Lily non ci credeva e si allontanava sempre più. Lui non voleva che lei se ne andasse, doveva dirle che ancora erano in vacanza e che avrebbe sempre fatto i compiti di Trasfigurazione se questo le faceva piacere. James cercava di correre, ma lei si allontanava sempre più, sempre più…
DRIIIIIIN!
No, no, devo raggiungerla…
DRIIIIIN!
Fermati, Lily…
DRIIIIN! DRIIIIIN!
Non andartene…
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!!!!

“Ma chi è?” sbottò la voce impastata di Sirius.
James sentì il cigolio del materasso mentre l’amico si alzava e i suoi passi pesanti sulle scale. Un rovistare con le chiavi e il suono della porta che si apriva. Con una potenza tale da far concorrenza alla madre di Sirius quando si arrabbiava, una voce, la sua voce gridò: “Black! Ma che diavolo state facendo? Tra mezz’ora il treno parte!!”.
James era confuso, Lily non era alle Hawaii? Comunque, non c’erano dubbi che fosse lei, aveva anche usato il cognome, ritornando alle vecchie abitudini, come sempre quando si arrabbiava.
“Cazzo!”
Altri passi, stavolta più affrettati e più numerosi, salirono le scale.
“Ramoso, alzati!! Cazzo, cazzo, cazzo... questa è la volta buona che lo perdiamo!”
James non capiva, perdere cosa?
“Uhmm?”
Si sentì un sonoro schiocco e all’improvviso il mondo si capovolse. James si ritrovò con la maglietta davanti alla faccia che gli andava in bocca mentre numerose risatine di sottofondo sghignazzavano.
“Ehi!”
“Guarda e impara, Blackkino. Così si convincono gli amici ad alzarsi...” disse una voce femminile.
Un altro schiocco e sentì di nuovo il materasso sotto di sé. James lottò con le coperte un secondo, poi riuscì a riacquistare la vista e vide una Mary notevolmente soddisfatta sullo stipite della porta, con dietro delle forme confuse.
“Mary, un giorno o l’altro io e te dovremo fare una chiacchierata!”
“Se, se, muoviti, và!”
James sbottò e guardò l’ora: le sette e trentadue.
“Oh, merda!”
James balzò in piedi alla velocità della luce e cominciò a buttare a caso i vestiti sul baule. (il mio James non ha ancora gli occhiali, NdA)
“Non ci credo, NON CI CREDO!!!” strillò Lily, “dovete ANCHE finire di fare i bagagli!”.
Sirius smise di buttare vari tipi di boxer nel baule e si girò a fissarla: “Lil, sei simpatica e tutto quanto; ma giuro che quando fai così non ti sopporto! Potreste aiutarci, invece!”
“Ah, certo. Sirius, già dovresti ringraziarci che ti abbiamo svegliato!”
“Vero”, riconobbe James a malincuore, chiudendo il baule di scatto e afferrando la bacchetta.
C’era un problema: doveva cambiarsi. Si guardò intorno: le ragazze erano tutte lì che lo fissavano. Decise che non gliene importava più di tanto, non c’era tempo di mandarle via. Così si afferrò un lembo della maglietta e si spogliò, seguito a ruota da Sirius.
“Aaaaaaah!”
“Questo, potevate evitarlo”, sibilò irritata Alice.
James si girò: la pelle di Lily aveva assunto una tonalità tale da confondersi con i suoi capelli; Amelia si era girata e si copriva il volto con le mani; Alice li fissava scocciata; Mary, invece, li squadrava con interesse, come a valutarli.
“Eddai, dovreste ringraziarci!” ridacchiò James.
“E di cosa, di grazia?” chiese Lily, ancora rossa.
“Di avervi dato questa possibilità! Non capita mica a tutte le ragazze…” rispose Sirius sghignazzando.
“Ah, ah, ah” fece Alice, ironica “forse dovremmo escludere tutte quelle che hanno visto anche di più” disse, sottolineando le ultime parole facendo le virgolette con le dita.
“Ali!!” strillò Amelia.
“Sentite, quando ci siamo offerte di aspettarvi per andare tutti insieme alla stazione, non pensavamo che questo avrebbe implicato il fatto di doverlo anche perdere, il treno” sbottò Lily.
“Questo, effettivamente, non era in programma” le rispose James mentre scendeva le scale due alla volta, trascinandosi dietro il dolce peso del baule, con tutti gli altri al suo seguito.
“Hanno fatto bene Remus e Peter, ad andarsene ieri!” esclamò Alice.
“Ma dai, e il gusto per il rischio dove lo mettete?” chiese Sirius dalla cima delle scale.
“Il gusto per il rischio non è necessariamente quello di far perdere punti a Grifondoro appena arriviamo!”
“Tanto ci sei sempre tu, Lil, a farceli guadagnare”
“E poi lo facciamo sempre!” esclamò James, aprendo la porta.

Maledizione a me che ho detto a mamma e babbo di andarsene tranquillamente in vacanza. Cavolo! Non mi sono neanche guardato allo specchio! Avrò dei capelli orrendi! Ma perché lei mi deve sempre beccare nelle situazioni più imbarazzanti?!?!

“Ora”
“Sette e trentanove”
“Però, niente male, vi siete cambiati in neanche dieci minuti” osservò Mary con ammirazione.
“Eh, grazie, grazie” s’inchinò Sirius.
“Questo non è il momento di fare i cretini” s’intromise Lily.
“Allora: siamo in sei, non possiamo materializzarci entro i confini della stazione (infatti le linee di materializzazione erano controllate dai Mangiamorte) e dobbiamo arrivare entro venti minuti a King’s Cross. Qualche idea?” chiese James.
Per una volta, tutti rimasero in silenzio.
“Ce ne freghiamo e ci materializziamo lo stesso” risposero insieme Mary e Sirius.
“E’ escluso!” fece Amelia, guardandoli male.
“Usiamo i mezzi babbani?” chiese Lily.
“Troppo tempo” la bocciò Sirius.
“Mandiamo una lettera a Hogwarts?” chiese Alice.
“E questo cosa risolve?” chiese Lily.
“Ci sono!” esclamò James, con il più malandrinesco dei sorrisi.
“Cosa?” chiesero tutti.
°°°

“Io ti odio, Potter, ti o-di-o, te l’ho mai detto?”
“Sì, mi pare di averla già sentita...” disse, un sorriso nella voce.
James si girò a guardarla, era dietro di lui, decisamente obtorto collo (di malavoglia, NdA) con le braccia incrociate sul petto con un’aria molto infreddolita e scocciata.
La faccia imbronciata le faceva sporgere un po’ il labbro inferiore, più rosso del normale per il freddo, gli occhi smeraldini brillavano e i capelli rossi le incorniciavano il viso, disordinati dalla brezza; James ebbe un moto d’affetto: com’era tenera!
“Se tu non fossi così incredibilmente ostinata, Evans, avresti accettato il mio mantello e ora non saresti ridotta a un cubetto di ghiaccio!”
 Quando non udì nessuna risposta, James non poté impedirsi di sorridere ancora.
Erano tutti a cavallo delle scope di James a coppie: Sirius con Alice e Mary con Amelia (quest’ultima decisamente terrorizzata che si stringeva convulsamente alla vita della sua accompagnatrice) e stavano volando alla volta della stazione. I bagagli erano appesi alle code delle scope e tutti si erano gettati degli incantesimi di disillusione addosso.
“Comunque, siamo quasi arrivati” la rassicurò James, osservando attentamente il paesaggio sotto di loro.
Lily assunse un’aria curiosa “Ma come fai a orientarti in cielo?”
James sbuffò: “E tu come fai ad amare Pozioni?”
Una risatina. “E questo cosa c’entra?”
“Tutto. Sono doni. Punto. Mi sembra molto più semplice riconoscere le cose dall’alto che da terra; esattamente come per te è piacevole aspirare fumi tossici per due ore di fila”
Stavolta Lily proruppe in una risata aperta a causa del tono disgustato di James. Com’era bello sentire quel suono!
“Non sono tossici! E tu, come fai a trasfigurare ogni cosa alla prima prova?”
“Le cose sono talmente affascinante dal mio tocco che mi obbediscono all’istante.” James aspettò in ansia la risposta alla sua battuta. Forse aveva osato troppo.
… silenzio. L’aveva presa male?
All’improvviso, James sentì una fitta al fianco.
“Ma stai zitto, scemo!”
James sobbalzò sulla scopa, facendoli sbandare pericolosamente. Lei sembrò ignorarlo, continuando a fargli il solletico.
“Ah, Evans! Ahahahah! Smettila, dai! Che se caschiamo ci uccidiamo!”
“Ne sarà valsa la pena!” fu l’unica risposta; ma smise di dargli fastidio.
“Scusate piccioncini,” arrivò la voce strafottente di Sirius, “Siamo arrivati!”
°°°
“Ora”
“Sette e cinquantasette”
“Dai che ce la facciamo!”
I sei stavano correndo come dannati, alla stazione, per arrivare in tempo.
Appena James vide il cartello giusto, si fiondò sul muro senza preoccuparsi degli sguardi altrui e, felice, inspirò l’aria satura di fumo della stazione nove e tre quarti mentre gli ultimi ritardatari gli correvano intorno.
°°°

“Dove cavolo eravate finiti?” chiese Remus, scocciato, vedendoli entrare scarmigliati e senza fiato nello scompartimento dove c’erano lui, Frank e Codaliscia.
“James e Sirius hanno avuto la bella pensata di farsi cinque minuti in più di dormita” sbottò Lily lasciandosi cadere accanto a lui, vicino al finestrino. James ebbe un moto di fastidio e si mise di fronte a lei.
“Ancora!”
“Lo sai che noi, senza un po’ di moto, non riusciamo a iniziare la giornata” disse Sirius e si mise accanto a James.
“La verità è che ronfavano ancora della grossa!” li smontò Mary, lasciandosi sedere pesantemente accanto a Sirius. Amelia entrò e disse: “E’ stato orrendo, e se qualcuno ci avesse visti?”, chiese sedendosi dall’altro lato di Remus.
“Naaaah” rispose Sirius, sventolando una mano.
Alice entrò e si fece immediatamente rossa, mentre Frank scattava in piedi.
“Ciao!”
“C-ciao”
“Ehmm, tutto ok il viaggio?”
Gli altri, tutti seduti, fissavano i due in piedi con facce estremamente divertite. Per un attimo fu il silenzio.
“Ma che cariiiiiini!” squittì James con aria zuccherosa.
“Potter!” ringhiò Lily con aria omicida.
Poi tutti scoppiarono a ridere e Alice si sedette accanto a Frank rossa come un peperone, inciampando una quarantina di volte, lui le sorrise e le prese la mano.
 Nessuno fu così idiota da farlo notare agli altri.
°°°

“Non ci credo che tu dica questo!”
“E invece si!”
“Come puoi sostenere una cosa simile?”
“Come puoi tu sostenere il contrario!”
Tutti fissavano allibiti la coppia meno logorroica di Hogwarts: Remus Lupin e Amelia Brown; erano esattamente sessantadue minuti e diciannove secondi (ve lo possiamo dire con certezza perché Sirius, divertito dalla sfida, li stava cronometrando) che discutevano animatamente su un argomento che tutti avevano sempre ritenuto estremamente noioso: l’iter legis della Gran Bretagna dal 14 a.C. a oggi; perché a quanto pare, si era scoperto, entrambi nutrivano per essa accesi interressi.
“La legge del 1432 non può essere considerata tecnicamente coerente con il governo che…” stava dicendo Remus con enfasi.
“Dipende da che punto la prendi” ribatteva un’altrettanto animata Amelia.
Sirius e James si stavano divertendo un mondo: Remus, il caro vecchio Lunastorta, innamorato?
Stavano letteralmente sguazzando in questa nuova succosa novità quando si sentì il rumore della porta che si apriva. Tutti volsero lo sguardo verso il nuovo venuto, che si rivelò essere Ernie Smith, in tutta la sua muscolosità. L’irritazione generale fu subito evidente: Mary, Alice e Amelia si lanciarono uno sguardo di triste comprensione; Remus, Peter e Sirius uno di allarme. All’istante gli occhi di tutti furono addosso a Lily, che era arrossita leggermente e sembrava voler scomparire all’istante.
James, da parte sua, sembrava voler spaccare la macchina fotografica con cui stava immortalando Remus e Amelia. Guardava Smith con ostilità evidente e stringeva i pugni con violenza.
“Non si usa più bussare?” chiese scontroso.
Lui, altrettanto gentile, lo ignorò completamente e si rivolse alla ragazza: “Lily, Lumacorno vuole vederti, vieni con me”.
Lei annuì brevemente e poi si alzò.
Smith le mise subito un braccio sulle spalle con fare quasi possessivo, e appena fuori la appoggiò a una parete e si chinò su di lei. Quando si udì uno schianto, tutti capirono che le foto erano andate perdute.
***
Lily pensava.
E bisogna ammettere che la cosa è un po’ strana,  perché di solito, quando qualcuno viene baciato, cerca soltanto di  godersi quel momento. Ma questo non è il caso della nostra rossa.

Uffa, ma perché è entrato così, senza dire neanche una parola di saluto? Che grezzo! Forse Alice e Mary hanno ragione. Dovrei lasciarlo.
Blah! Com’è viscido quando bacia! Perché non me ne sono mai accorta prima? Che scortese! E la mano? Ma che sta facendo?dove la vuole mettere?

Con un brivido, Lily si staccò all’istante. Sentiva un’improvvisa necessità di dirne quattro a quell’idiota, ma si trattenne; non tanto perché gli importava di lui, quanto perché non aveva voglia di litigare.
“Andiamo?”
Lui sembrò un po’ scocciato, ma poi le prese la mano e la guidò verso lo scompartimento di Lumacorno.

La sua mano è troppo grande. E appiccicosa. Sì, è appiccicosa. Ma perché suda così? Mica fa tanto caldo, cavolo! Che assurdità. La sua mano è sempre stata così. Resta il fatto che è disgustoso.

Allora perché Lily si sentiva a disagio a tenergliela? Perché le sembrava così sbagliato? Ernie sembrava perfettamente normale, a proprio agio. Come d’altronde era sempre.
Lo sguardo che le rivolse le sembrò vuoto e insignificante.
“Fatto buone vacanze?”
“Mi hanno attaccato i Mangiamorte”
“Ah. A me no”.

Cavolo, ci potrei scrivere un tema su una risposta simile. A me no. Uhmm, forse dovrei proporlo alla professoressa McGranitt, sono certa che anche lei lo troverebbe illuminante. A me no. Anche il mio criceto riuscirebbe a elaborare una frase più sensata, dopo avergli detto che mi hanno attaccato, o no?

La sfilza di vaneggiamenti terminarono quando arrivarono allo scompartimento.
“Ci vediamo dopo, ok?” le disse facendole l’occhiolino.
Lily si prese la libertà di rabbrividire, poi si promise di risolvere la faccenda al più presto.
“Lily, mia cara! Entra, entra, mancavi solo tu! Che gioia vederti!”
“Professore” salutò lei, prima di entrare e di sorridere radiosa a Lumacorno, che sembrava felice come un bambino solo alla sua vista.
°°°
“Ehmm, scusate. Lily, dovremmo andare a pattugliare i corridoi.”
Lei guardò con gratitudine Remus, il suo salvatore.
“Oh, oh si, certo. Andate. Mia cara, noi ci vediamo a lezione” rispose un Lumacorno un po’ triste, facendole l’occhiolino.
Lei si alzò senza indugio, chiudendo delicatamente lo scompartimento dietro di sé.
“Remus, ma io ti amo! Ti scolpirei una statua, ti coronerei di alloro, ti bacerei!”
“Muoviti, va là!” le disse lui, dandole uno scappellotto e sorridendo.

Dopo aver pattugliato i corridoi e dopo che Lily si disperse in ringraziamenti, a volte anche molto imbarazzanti, i due tornarono verso il loro scompartimento.
“Remmy, tu sei la persona più fantastica di questa terra. Il mio Dio, la mia unica ragione di vita, il…”, come avete potuto constatare da soli, Lily doveva proprio averci preso gusto col lodare Remus e, vedendo che arrossiva a ogni complimento, aveva deciso di esagerare un po’.
“Beh, cos’è tutto questo chiasso?” chiese Sirius, curioso.
“Ho portato via Lily dal Lumaclub e mi sta rompendo da allora”
“Io? Io sto solo rendendo note a tutto il mondo le tue meravigliose qualità” spiegò Lily con un sorriso talmente aperto che tutti scoppiarono a ridere.
“Tu sei fuori!”
“Chi l’avrebbe detto, la nostra Lil, una vera Malandrina!”
“Tse” sbottò Mary, “voi non avete idea di cosa è capace questa qua!”
A quelle parole, Amelia, Alice e Lily risero, memori di antiche pazzie.
“Noooooo, cosa hai fatto, Lil?” chiese curioso James, sorridendo malizioso, “ora vogliamo saperlo!”
“Niente!”, diamine perché era arrossita come un idiota quando James le aveva sorriso?
“Li-ly, Li-ly, Li-ly” cominciarono a gridare tutti quanti.
A quel punto Mary si alzò in piedi, al centro dello scompartimento e disse: “Tutti quelli che desiderano sapere di cosa è capace questa ragazza, alzino la mano”.
Inutile dire che otto mani scattarono in su, mentre tutti ignoravano la povera rossa che strillava il suo dissenso.
“Perfetto” sghignazzò quella che credeva essere la sua migliore amica, “allora appuntamento stasera in camera nostra!”
“Mar, io ti odio!”
°°°

Tre colpi alla porta.
“Eccoli sono loro!”
“Ali, io lo faccio solo per te e per Frank!”
Alice abbracciò l’amica, felice come non era mai stata.
“Grazie, Liletta!”
“Però voglio fare da testimone!”
“Per cosa?” chiese curioso James, che fece il suo ingresso trionfale con addosso solo i pantaloni da ginnastica, seguito da Remus, Sirius che aveva la stessa “divisa”, Peter e Frank.
“Niente!” trillò Alice, con un sorrisone trentadue denti.
“James, dimmi, ti riesce così difficile vestirti?” chiese Lily mentre lo squadrava da capo a piedi. Quello, ben lungi dall’essere in imbarazzo, sghignazzò tutto contento e rispose.
“Perché, t’imbarazzo forse?”

Dio, com’è malizioso! Pensa sempre che gli vada dietro. Certo che… cavolo! Mammamia, è proprio bello! E ti credo che ha mezza Hogwarts dietro…

“Ti piacerebbe!”
Lui si mise una mano nei capelli e sorrise. Lily ebbe un moto d’affetto per quel belloccio che una volta non sopportava.
Com’erano arrivati a questo punto? Da quando le sue vanterie non la facevano diventare nera di rabbia ma sorridere, scuotendo la testa? Da quando quel suo gesto abituale di scapecciarsi i capelli la faceva intenerire? Forse da quando aveva capito che lo faceva abitualmente e non per attirare l’attenzione?
Lily guardò quel branco di adolescenti che si era appostato in camera sua. Alice e Frank sembravano già presi dal loro mondo, parlandosi dolcemente all’orecchio, seduti sul letto di lei. Amelia e Remus erano seduti vicini e guardavano sorridenti Sirius e Mary che avevano trasformato il pavimento in un campo da wrestling, ingaggiando un combattimento. La sua amica le stava suonando a Sirius. Peter fissava Sirius in estasi, seduto da solo. E James? Lily lo cercò con lo sguardo. Si era seduto proprio sul suo letto, quello accanto alla finestra, e guardava lei. Quando si accorse di essere ricambiato, le sorrise e batté la mano sul letto vicino a lui, invitandola a sedersi.
Lily pensò che una simile proposta, l’avrebbe orripilata solo pochi mesi prima. Come d’altra parte l’avrebbe orripilata anche l’idea di trovarsi cinque maschi in camera senza permesso. Eh,sì, da quando Piton era uscito dalla sua vita, Lily era più leggera, meno fissata con le regole, e prendeva la vita con più allegria.
Quindi, guardando quel bellissimo sorriso, del tutto privo di malizia questa volta, sentì un altro pezzo di ghiaccio sciogliersi dentro di sé e si avvicinò a lui.
Lily non fece in tempo a sedergli accanto che Mary balzò in piedi ed esordì: “Attenzione, attenzione! Allora ci siamo tutti? Per favore staccate quei due, altrimenti continueranno a ignorarci tutto il tempo” esclamò indicando Alice e Frank che, effettivamente, non stavano ascoltando una parola di quello che Mary diceva. Sirius non si fece pregare e con la grazia di un elefante si sedette a forza in mezzo ai due, facendo ruzzolare pesantemente Alice a terra.
Molti ridacchiarono e Lily sentì accanto a sé James che si batteva una mano in fronte borbottando: il solito Felpato! Frank corse a soccorrere Alice, mentre Sirius saltellava come un idiota sul letto.
“Fantastico, dite grazie a Sirius per questo intervento del tutto opportuno...”
“Ehi, me l’hai chiesto tu!”
“Sì, ma io intendevo senza rompere una costola ad Alice, possibilmente” spiegò Mary gentilmente, come se dovesse insegnare le buone maniere a un bambino molto disobbediente.
“Si sa che Felpato non è capace di essere gentile” li interruppe Remus.
“Ma grazie, ragazzi! Per vostra informazione Katie Jhonson stasera mi aveva chiesto se passavo a farle visita, ma l’ho rifiutata per voi, è così che mi ripagate?” disse fingendosi ferito.
“Eddai, Felpato. E non fare sempre l’offeso!”gli strillò James.
Nella stanza stava di nuovo trionfando il caos quando, all’improvviso, si sentì un allarme che risuonò per tutta la scuola e la voce della McGranitt che diceva: “Tutti gli studenti si raccolgano in Sala Grande, veloci, è un’emergenza!”
I nostri nove si alzarono di scatto e si precipitarono fuori, dove c’era davvero il caos. Gli studenti correvano da tutte le parti, molti terrorizzati, alcuni gridavano, altri si affacciavano dalle camere, credendo che fosse uno scherzo, quelli del primo anno erano confusi oltre ogni dire, ed erano i maggiori responsabili delle grida. Lily, in qualità di Caposcuola, scattò in avanti, cercando di ripristinare l’ordine assieme a Remus e, in un modo o nell’altro, riuscì a trasportare tutti in Sala Grande. Intanto cercava di calmare i battiti del suo cuore, che sembrava esser intenzionato a sfondarle la gabbia toracica. Lì, più o meno, si era radunata tutta Hogwarts in un’abbondare di schiamazzi e gridolini. Lily vide anche che molti non erano proprio nelle condizioni più opportune: alcuni avevano addosso solo degli accappatoi e la stessa McGranitt indossava una vecchia e stinta vestaglia scozzese; tutti erano riuniti intorno al preside.
In poche parole, Silente disse loro che erano stati avvistati alcuni Mangiamorte che girovagavano nelle vicinanze; in pratica si riteneva più sicuro che tutti gli studenti passassero la notte in Sala Grande, dove potevano essere meglio sorvegliati, soprattutto quelli nati babbani. A queste parole, Lily (era certa che Silente avesse lanciato proprio a lei uno sguardo d’intesa) diede un cenno sicuro col capo, era ovvio che Silente volesse tenere sotto controllo i non purosangue. Fu con sorpresa che sentì qualcuno dietro di lei, avvicinarla di più. Si girò: era James, fissava il preside con rabbia e stringeva i pugni, evidentemente non si era neanche reso conto di quel gesto. Un altro moto d’affetto.
Senza dire altro, il preside si allontanò, dopo aver fatto comparire centinaia di coperte e cuscini, in modo che tutti si coprissero.
°°°

Lily stava morendo di freddo.
Si stava maledicendo per la sua freddolosità; abituata com’era a coprirsi con due piumoni d’inverno al posto di uno, ora quella semplice copertina le sembrava decisamente insufficiente. Si guardò intorno, a quanto pareva nessuno aveva problemi del genere, anzi, una buona metà dei ragazzi era già crollata nel mondo dei sogni.
Come se non bastasse, non poteva neanche andare a rannicchiarsi vicino a qualche amica, perché le aveva perse di vista mentre scendevano in Sala Grande, vicino a lei c’era solo James.
“Sei ridicola, Lily” le bisbigliò lui in quell’istante.
“E’ inutile che tu me lo dica, non verrò vicino a te” gli rispose lei, testarda.
“Morirai di freddo così!” la voce a metà tra il divertito e il preoccupato.
“No!”

Affanculo a Potter! Come fa a spandere un tale calore? (effettivamente, da dove si trovava lui, veniva un tepore maledettamente invitante) No, no e no. Non voglio andare vicino a lui. La realtà è che ho una fifa della miseria.  Però sto davvero gelando…

Quasi a conferma di ciò, Lily cominciò a battere i denti.
“Al diavolo, Lily, non starò qui a guardarti gelare”
E con una botta decisa di reni, James si portò vicino a lei, la coprì anche con la sua coperta e la abbracciò per scaldarla meglio, contornandole le braccia gelate.
“Avevo ragione, sei gelata” disse con un tono di rimprovero.
Inutile dire che a Lily era preso un mezzo colpo. Non si era neanche resa conto di cosa aveva detto che si ritrovava tra le braccia di James. E perché ora il suo cuore aveva deciso di fare il matto? Lily avrebbe voluto allontanarsi, ma quel calduccio era troppo piacevole, così si limitò a rannicchiarsi ben bene intorno a lui, premendogli la testa contro il petto.
“Ah, è meraviglioso...”
“Tse, sei tu che sei una testarda” borbottò lui, ma lo fece con troppo affetto nella voce.
Lily tirò su la testa a guardarlo: i capelli erano più disordinati del solito, gli occhi brillavano al buio e sorrideva dolcemente, come se abbracciarla fosse la cosa più bella del mondo.
“Va meglio eh?”
Lily sentiva le braccia calde e muscolose di lui che le coprivano le sue infreddolite. Andava meglio sì. Se non fosse per quel maledettissimo cuore che continuava a batterle forte nel petto. Ma cosa aveva?
Ora era quasi del tutto calda, solo le mani continuavano a essere fredde. Che cosa poteva fare? A Lily venne un’idea per riscaldarle, ma arrossì solo a pensarci.
“James”
“Uhmm?”
“Se faccio una cosa, giuri di non montarti la testa?”
Lui la guardò con curiosità evidente. “Si”
Lily arrossì un po’, poi decise di non pensarci e si buttò. Con un gesto secco mise le mani sotto la sua maglietta, a contatto diretto con il petto, per scaldarle meglio. Sembrava di stare vicino a una stufa. Era magnifico.
James sussultò.
“Ti da fastidio?” perché ora stava sperando con ogni cellula del suo corpo che dicesse di no?
“No” disse lui ridendo, come se gli avesse chiesto una cosa estremamente buffa, “ma sei freddissima”.
Lily sorrise fra se. Sotto il suo tocco, riusciva a sentire ogni muscolo del suo torace, ben fatto e muscoloso a forza di allenamenti di Quidditch. E poi? Un rumore. Ma cos’era? Un battito, ma non era il suo. Avvicinò di più la testa al petto di James. Era il suo cuore. Batteva a una velocità incredibile, come quello di Lily. Sorridendo ancora, si lasciò avvolgere da quel calore e sprofondò anche lei nel mondo dei sogni, accompagnata dai battiti del suo cuore e di quello di James che pulsavano all’unisono, in un’armonia vecchia come il mondo.


dunque, dunque... che ne pensate di sta' roba?
devo dirlo, sinceramente non è che mi convinca tanto...
allora una precisazione sul capitolo precedente che mi sono scordata di scrivere. MALA band, spero l'abbiate capito, viene dalle iniziali: Mary, Alice, Lily e Amelia; lo so che non è un granchè come soprannome ma LAMA band era ancora peggio, e poi volevo sottolineare la similitudine fra MALA band e MALANDRINI... bò!

il capitolo seguente l'ho già scritto quindi credo di pubblicarlo presto. Che altro dire... passiamo ai ringraziamenti
HERMY 101: giuro solennemente che anche io mi sarei vergognata come un cane al posto di Alice. però ho deciso di graziarla e di non farle fare una figuraccia totale. ci saranno occasioni simili in futuro XD. yess, è nata un'amicizia!! sono anch'io felicissima per loro... pensa un po' te...
BELLA SWAN: grasssie per i complimenti! quando li ho letti ho gongolato davanti al computer come un'idiota. spero di non aver osato troppo con Vernon, a me sapeva originale come idea... naturalmente cambierà idea quando saprà che Lily è una strega... a chi lo dici! io adoro Mary!!! è un po' maschiaccio ma è tenera! ho un'amica che è uguale... (we love Sirius 4e!!!!) don't worry per le recensioni, più sono lunghe meglio è XD
LILLY 94: grazissime!! sono contenta di sapere che riesco a farti immedesimare nei personaggi, lo speravo proprio!! ti prego continua a recensirmi, aumenti il mio ego in modo spropositato *ih, sono felice come un re!*...
ARIADNA 93: come al solito ti sprechi in complimenti!! ma grazie comunque cacchetta!!! apprezzo il pensiero...

Signori, ho appena scoperto come vedere le visite (lo so sono un genio XD) e volevo ringraziare le 19 persone che mi hanno messo fra i preferiti GRAZIE MILLE!!!! e quelli che hanno letto soltanto.

sorbole mi sa che ho scritto troppo.. che dire ancora... spero vi sia piaciuto il capitolo... auguri di pasqua a tutte, che possiate ricevere tutto il cioccolato che desiderate XD

forse questa non è la maniera giusta per farlo, ma credo che fanfic sia un luogo nato per creare emozioni e io, nel mio piccolo, desidero far sapere a tutto l'Abruzzo che gli siamo vicini... coraggio...

Tugs**




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Capitolo 6
*** L'INIZIO DI QUALCOSA ***


Ma saaaaalve carissimi lettori!!! come vedete  mantengo la parola data e aggiorno prima...
Siete pochi ma ben scelti e fedeli a questa fic... GRAZIE!!
E questo capitolo ho deciso di dedicarlo proprio a voi, che avete continuato a seguirmi: HERMY 101; BELLA SWAN, LILLY 94 E ARIADNA 93 (anche se non te lo meriteresti). e voi direte: che cavolo ce ne frega, avreste anche ragione, ma io ve lo dedico lo stesso.


CAPITOLO 6: L'INIZIO DI QUALCOSA

“Oh, ma che dolci!”

“Tse! Tanto lo sapevo io, lo odio, lo odio.. e poi…”
“Svegliamoli, dai!”
“Su, ragazzi, lasciateli dormire!”
“Remus, non guastarmi sempre il divertimento!”
“Guardate, guardate, credo si stia svegliando!”
James sentiva solo delle voci confuse, tra le quali non avrebbe esitato a riconoscere quelle di Felpato e di Lunastorta, insieme ad altre femminili. Ma non capiva di che diavolo stessero parlando, così si decise ad aprire un occhio.
Per poco non gli venne un infarto quando si trovò la faccia di Sirius a un centimetro dal viso.
“E bravo il nostro Ramoso!” esclamò con un sorriso stampato sul volto.
“Sirius, togli quella faccia idiota da cane rognoso e lascialo in pace” sbottò Remus. Un attimo. Remus che insulta? Non è normale.
Improvvisamente, James sentì qualcuno accanto a lui che si muoveva, e la situazione gli fu subito chiarissima. Infatti, si ricordò immediatamente gli avvenimenti della sera precedente e la sensazione che l’aveva colto nel sentire l’odore di Lily per la prima volta. Forte come poche ore prima, lo sconvolse nella sua anormalità: non poteva dirsi disgustosamente dolce (come se stesse vicino a una torta e non a una ragazza) né amaro, era… frizzante e allo stesso tempo genuino, senza esser modificato da profumi artificiali. Semplicemente, era cento per cento Lily. Sotto il mento di James sgorgavano una cascata di capelli rossi che si stavano scuotendo; e (lì il cuore di James perse un battito) si rese conto che le sue braccia stavano ancora stringendo un corpo piccolo ma agile mentre due manine gli stringevano i lembi della maglietta. A quel punto, dopo aver riconosciuto che accanto a lui c’era nientepopodimeno che Lily Evans, James ebbe l’istantaneo impulso di uccidere Sirius, che li aveva svegliati. In quell’istante, una Lily alquanto scossa si affrettò a scostarsi da lui, immediatamente rossa come un peperone, mentre James non poteva fare altro che mettersi una mano fra i capelli, schiarendosi la voce. Tutti i loro amici li fissavano.
Sirius non riusciva a smettere di sorridere, con un’aria talmente soddisfatta che sembrava avesse appena celebrato un matrimonio fra i due; Remus alternava occhiate assassine a Sirius con sguardi di scusa a James; Mary aveva in viso un sorrisetto malizioso poco rassicurante; Amelia era come al solito intenerita; Alice ostentava un’ espressione da se-non-mi-racconti-tutto-ti-odierò-a-vita; Peter aveva la solita aria spaurita e eccitata.
Benché fosse uno dei momenti più felici della sua vita e avesse una sacrosantissima voglia di mettersi a ballare in mezzo alla Sala Grande, James, osservando il volto paonazzo di Lily che ora stava guardando unicamente le sue scarpe, si sentì in dovere di salvarla da quella situazione senza dubbio imbarazzante.
“Ragazzi, avete finito di fare quelle facce? Dai, che dobbiamo prepararci per la colazione!” disse indicando il resto degli studenti che, in effetti, si stava alzando e dirigendo verso i dormitori per cambiarsi prima della colazione.
“E’ vero, dai andiamo” fece Remus, trascinando verso le scale Peter e Sirius, che non smetteva di guardare James con l’aria orgogliosa di una madre che vede la prima pagina del giornale e strilla: Quello è mio figlio!
 James ringraziò Remus in tutte le lingue che conosceva.
Poi si accarezzò di nuovo i capelli, si schiarì di nuovo la voce e disse: “Ehmm.. ci vediamo dopo, ok?”
Lily era talmente rossa da sembrare sulla buona strada per prender fuoco.
“Sì, certo. Vedremo di organizzare un incontro” assicurò Mary sottolineando l’ultima parola.
James avrebbe tanto voluto dirle di lasciare in pace Lily, ma era sicuro che se l’avesse fatto sarebbe stato peggio, quindi si limitò a fare un gesto con la mano e a rincorrere i suoi amici con il cuore che batteva ancora una volta a mille. James si chiese se non dovesse cominciare a farci l’abitudine.

Oddio. Oddio. Oddio. Calma. Respira ed espira. Pfiuuuu… adesso lo dico con calma, molta moltissima calma: ho passato la notte con Lily.
Ho passato TUTTA la notte con Lily Evans. Ho passato TUTTA la notte ABBRACCIATO a Lily Evans.  E anche senza uscirne con una frattura al gomito o un trauma cranico! Ho passato tutta la notte con Lily. HO ABBARACCIATO LILY PER UNA INTERA NOTTATA!!! Yaaaaaaaaaaaa!!!!!

Mentre James era alle prese con queste considerazioni, non poté fare a meno di lanciarsi in una specie di balletto alla Elvis Presley con tanto di scivolata finale, mentre tutti quelli intorno a lui lo fissavano come se avesse assunto qualche whisky di troppo. Lui salutò quelle facce perplesse con un sorriso talmente esultante che due o tre ragazze andarono in iperventilazione e dovettero restare cinque minuti buoni ferme sulle scale. Ma questo non interessava affatto al nostro James che arrivò alla porta del dormitorio e si buttò sul letto, chiudendo gli occhi e sospirando.
“D’accordo, ora posso morire felice”.
Quel momento di tranquillità durò ben poco perché il leggiadro peso di Sirius gli crollò addosso e gli strillò: “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!! Cosa hai fatto???? Parla!!!!!!!!!!!!!”
“Felpato! Lascialo in pace!”, il saggio Remus.
“No, no, vogliamo sapere” disse Codaliscia.
“Eh, guarda come ci hai ridotti, Jimbo*! Anche il caro Peter vuole sapere cosa hai combinato!” fece Sirius mentre si picchiava con James.
“Guardate che non è successo niente...”
Silenzio.
“Seeeeeeeeeeee! Come no! Mia sorella!” strillò Sirius.
James sospirò. Sarebbe stata una giornata mooolto lunga.
°°°
James era seduto con la testa fra le mani osservando una selva di capelli rossi mossi davanti a sé, fissando trasognato una manina che li carezzava assorta mentre l’altra prendeva appunti. In quel momento Mary si avvicinò a Lily e le sussurrò qualcosa con uno sguardo furbo. Evidentemente quel qualcosa non fece tanto piacere a Lily, perché cominciò a picchiare la testa sul banco mentre il professor Ruf era tutto preso dalla sua spiegazione sulla rivoluzione dei Goblin del 1672.
Allora la ragazza afferrò un pezzo di carta e cominciò a scribacchiarci sopra. James era curioso: cosa era? E a quanto pareva anche Mary lo era, perché si sporse a guardare. Poi ridacchiò più forte come mai. Lily finì di scrivere, poi sussurrò qualcosa e colpì con la bacchetta il foglio, che scomparve. Con sua grande sorpresa, James se lo vide comparire davanti. Alzò la testa: Mary ridacchiava, Lily lo fissava con un’espressione esageratamente disperata. Lo aprì e sorrise nel vedere quella calligrafia sottile e obliqua.
James, ti scongiuro dì a Mary che non abbiamo fatto NIENTE!!! A quanto pare la cosa sembra incredibilmente assurda da credere…
James rise, ora aveva capito. Sirius si sporse a guardare e ridacchiò anche lui. James afferrò la penna e scrisse:
Ma come! Lilina, mi stai dicendo di negare quello che è successo! Sai, non so se sia corretto… no, no, no... e io che credevo volessi rivedermi per confermarmi i tuoi sentimenti... SNIFF!!
Lily e Mary si sporsero per leggere. Presto Mary si sforzò per tenersi la pancia mentre cercava di non ridere. Lily si voltò e mimò con le labbra “Ah, Ah, Ah”. Poi si chinò a rispondere, fino a che Mary non le strappò di mano il biglietto per scrivere anche lei.
L: Divertente, Potter, davvero! Sei l’anima dell’umorismo e della simpatia. Infame traditore! Io…
M: AHAHAHAHAHAH! Mi sto strozzando! Sei un genio! No però sul serio! Cosa è successo?!?!? Dillo alla zia Mary!!! Questa qua si ostina a dire che devo starmene zitta.
Sirius, divertito dal giochino, prese anche lui il biglietto.
S: Non sei l’unica! Neanche quello che credevo mio amico, mi ha detto niente!
J: Perché non è successo NIENTE!!
S: Sì, e io sono un alcolista con problemi sentimentali.
L: Davveeero? Sir, queste cose si devono esternare, non tenerti tutto dentro, sfogati.
M: AHAHAHAHHAHAHAHA!
S: Ok, se vuoi possiamo vederci qualche volta, per PARLARE meglio, in privato…
L: A quanto pare il senso dell’umorismo è una dote comune a tutti i Malandrini…
J: Sir, toccami Lily e sei morto!
L: Ehi, cosa sono queste prese di possesso?!?!
M: L’avevo detto, io, che era successo qualcosa!
J e L: NIENTE!!!!!!!!!!!!!!!!
S: Fingiamo di crederci???
M: Vabbè. Tanto è solo questione di tempo…
L: Mar!
J: Sentite…
In quel momento la campanella suonò e James si cacciò il biglietto nella borsa.
Avvicinò le ragazze e disse “Allora, per coronare il nostro sogno dorato” e qui abbracciò Lily per la vita,” volete pranzare con noi?”
Lei si liberò e rispose: “Se smetti di fare l’idiota…”
James le rivolse un sorriso talmente grande che Lily non poté fare a meno di ridere.
“Ma al matrimonio niente confetti. Li odio…”
Tutti risero. “Alice?” chiese Lily.
“Con Frank” rispose Mary indicandoli. Camminavano l’uno nella mano dell’altra e ridevano piano.
“Meglio non disturbarli, va” consigliò Lily.
Il sorrisetto maligno di Sirius si sgonfiò e sbuffò contrariato.
“Remus?” chiese James.
“Con Amelia” ridacchiò Codaliscia indicando anche loro: erano ancora una volta immersi nelle loro conversazioni. “Mary, non ci pensare neanche!” la avvisò James guardando il ghigno poco rassicurante della ragazza. “E va bè! Certo che sia tu che Lil state diventando di un noioso…”; disse mentre i cinque si sedevano vicini. “Ah sì, eh?” fece James, sorridendo. A sorpresa, tirò addosso a Mary una foglia d’insalata ben unta. Lily assunse un’aria molto preoccupata e disse: “James, io comincerei a farmi scudo col piatto”.
“Perché?”, Mary aveva assunto un’aria comicamente seria e potenzialmente pericolosissima mentre si toglieva la foglia dai capelli. “Perché Mary adora i suoi capelli!”. Infatti quella, terminata l’operazione, sollevò il viso con un’espressione che si può riassumere in una parola: Guerra!
Quello fu il segnale e tutti cominciarono a lanciarsi pezzi di cibo, con enorme scontento dei vicini che decisero di rifugiarsi sotto il tavolo o di tornare saggiamente in Sala Comune.
Erano nel vivo del combattimento quando James sentì chiaramente qualcuno chiamare Lily. Lei, che fino a quel momento si era rifugiata dietro il suo piatto ed era rimasta incredibilmente incolume, guardò Ernie Smith e -con grande soddisfazione di James- fece una smorfia e disse: “Torno subito”.
Seguirono momenti pieni di tensione, poi James vide Smith ricomparire e lanciargli un’occhiata assassina, poco dopo comparve anche Lily con un’espressione soddisfatta.
Si sedette, si rassettò la gonna, alzò lo sguardo e disse: “Fatto”.
“Cosa?” chiesero Mary, Sirius, James e Codaliscia.
“L’ho lasciato” questa frase provocò un’improvvisa sensazione di calore dalle parti del cuore di James mentre Sirius lo fissava sogghignando. James sperò con tutto il suo cuore di riuscire a impedirsi di lanciare un urlo di gioia. “Evvai!!!” strillò Mary saltando sulla sedia, “Finalmente, non dovrò più vedere il suo brutto muso!” disse mentre abbracciava Lily che, stranamente, non volle incrociare lo sguardo di James per nulla al mondo. Ma cosa diavolo si erano detti?
***
Campanella!
“Evvai, Pozioni!” fece Lily alzando entrambi i pollici.
Un mugugno collettivo accompagnò le sue parole.
“Suvvia, ragazzi… E’ la prima lezione dell’anno!”
“Già, la prima di una lunghissima serie…” sbottò Sirius.
“Parli bene tu che hai Eccezionale” fece Alice, che nel frattempo si era degnata di raggiungerli.
“Yessss!” fece Lily, sorridendo mentre tutti entravano nei sotterranei.
Prese posto nel solito banco, accanto a Mary, Alice e Amelia, aspettando che Lumacorno entrasse.
E lui entrò, preceduto come al solito dalla pancia enorme. Lily si girò, fissando il banco.

Oh, no. Ecco che arriva il momento dei complimenti. Ti prego, fa che mi ignori… solo oggi, solo per questa volta. Cosa ho fatto di male in una vita precedente per meritarmi ogni volta la stessa solfa?

Lily avvertì chiaramente la voce entusiasta di Lumacorno dietro di sé, che si fermava in un banco poco distante: “Signor Piton! Che bell’esame che ha sostenuto lo scorso Giugno. Una pozione fantastica! Mi complimento”.
“Grazie, signore” rispose la ben nota voce di Severus.
Passi che continuavano  a procedere.
Ignorami. Ignorami. Ignorami. Ignorami. Ignorami. Ignorami.
“E… Lily!”
Cazzo!
Lily alzò la testa, pronta a sostenere un’altra interminabile lode da parte di un Lumacorno talmente eccitato da avere i baffi che gli fremevano. Lily sorrise stancamente.
“… che meravigliosa prova! Sono rimasto commosso, devo dirlo, commosso! È stata una gioia vedere quanto lei abbia potuto apprendere da me, in questi anni! Meravigliosa! E quel tocco finale, noce moscata, dico bene? Senz’altro straordinario! Ah, se tutti gli studenti fossero così. Le giuro, vorrei tanto che lei fosse fra i Serpeverde”
Eh, no. Questo no!
“Con tutto il rispetto, signore, ma preferirei  esser morta sul rogo insieme alle streghe del 600, piuttosto” rispose Lily con voce candida. Tutta la classe rossa-oro scoppiò a ridere con qualche applauso. Mentre quella verde-argento ringhiava.
Lily si girò a fare un piccolo inchino e sghignazzò nel vedere l’occhiata di ammirazione che I Malandrini le lanciarono. Mary le sussurrò: “Bella lì, ragazza!” e anche Lumacorno si lasciò andare a una risata tonante.
“Che caratterino, miss Evans! Ma è anche questo che mi piace di lei!” dopodichè le strizzò l’occhio e proseguì fino ad arrivare alla cattedra.
“Dunque, quest’anno ho deciso di lavorare in modo un po’ diverso. Sarete divisi a coppie da tre per cercare di migliorare il livello generale della classe. Ricordatevi che quest’anno ci sono i M.A.G.O. e in particolare chi ha scelto di diventare Auror deve essere preparatissimo. Perciò ho cercato di mettere coloro che hanno scelto questa carriera insieme. Beh, ora vi leggo i gruppi”.
Lily sorrise. Non c’era problema. Tutti quelli che volevano diventare Auror erano di Grifondoro e precisamente: Sirius, James, Remus, Peter, Mary, Alice e Frank.
“…Paciock con Brown (Alice fece un saltello accanto a Lily) e Piton. Minus con Lupin e Bones (Amelia seguì l’esempio di Alice e Lily si ripromise di fare una chiacchierata con la sua amica). Potter con Black e Evans. Lily cerca di tenere a bada questi due, ti ho messa in questo gruppo apposta. Robinson con…”
Lily si girò: i due avevano stampati in faccia dei sorrisoni identici al suo.
Trascinò al loro tavolo tutta la sua roba e le arrivò istantaneamente una pacca sulla schiena da parte di Sirius, “Forte la battuta! Avresti dovuto vedere la faccia di Piton!”. Nella testa di Lily suonò un campanello d’allarme; si voltò a cercare il suo vecchio amico. Vagò un po’ con lo sguardo tra gli studenti, poi lo trovò: la fissava anche lui, accanto a Alice e Frank, nel viso due pozzi neri intrisi di rabbia al posto degli occhi.
Lily si sentì male nel vederlo così: perché era arrabbiato? Come potevano quegli occhi gentili esser diventati così arrabbiati? Una mano gentile si posò sulla sua spalla. “Tutto a posto, Lil?” chiese piano James.
Si girò a incrociare il suo sguardo intenso sinceramente preoccupato. Trovò come al solito rifugio nei suoi meravigliosi occhi nocciola, e sorrise, grata solo del fatto che lui esistesse. “Sì, è tutto ok”.
“Allora, gli ingredienti sono sulla lavagna, se fate tutto come dovuto, la pozione diventerà rossa scura; avete un’ora e mezza, buon lavoro”.
Lily si accomodò in mezzo ai due Malandrini, aprì il libro alla pagina giusta e lesse con attenzione la prima riga delle istruzioni, preparandosi a fare la pozione.
Come al solito, sentì quello stato di eccitazione mista a concentrazione pervaderla mentre cominciava a spezzettare velocemente il crine d’unicorno, guardando le mani muoversi da sole. I suoi due compagni fecero lo stesso, anche se non con la stessa perizia. Lily buttò il crine nel calderone e la pozione divenne all’istante perlacea, esattamente come diceva il libro. Dopo c’era scritto di tagliuzzare le radici di rododendro. Lily stava per eseguire, poi si immobilizzò. C’era qualcosa che non andava.
“Dice di tagliuzzare le radici perché serve il succo” sussurrò quasi a se stessa, inconscia che gli altri due la stessero ascoltando, “ma allora sarebbe meglio pestarlo con il pugnale. Uscirebbe di sicuro meglio”.
Annuì. Decise di provarci. Fino a quel momento il suo istinto non l’aveva mai tradita.
Schiacciò la radice col pugnale: la quantità di succo che ne uscì era incredibile. Buttò tutto dentro il calderone; la reazione fu istantanea: il colore si trasformò in marrone. Perfetto.
“Wow!” esclamò Sirius, guardandola stupito.
Lei sorrise, poi continuò a leggere. Le istruzioni dicevano di mescolare sette volte in senso orario e sette in senso antiorario. Lily si ritrovò a scuotere la testa ancora una volta.
“E’ sbagliato, vedete. Dice di girare così per mescolare gli ingredienti, ma non riuscirà mai bene. Bisogna girare tre volte in senso orario e tre in senso antiorario, poi rifarlo”, era sicurissima di ciò che stava dicendo.
Sirius la fissava ancora stupito. James, invece, non esitò e fece come lei aveva detto; la pozione divenne aranciata. Ancora perfetto. Tutti eseguirono. Per il resto del tempo, seguirono le istruzioni come c’era scritto nel libro. Alla fine della lezione, tutti e tre avevano ottenuto una perfetta pozione rossa scura. Lily si chinò ad annusarla: fragole e mirtilli. Sentì con certezza che l’odore e il colore erano quelli giusti. James si guardò intorno e disse: “Nessuno è riuscito bene come noi!”. Lily guardò e, effettivamente, i colori delle pozioni variavano dal verde acido al mattone, solo quella di Piton era perfettamente rossa scura. Lily capì per la prima volta cosa intendevano gli altri quando parlavano di fumi nauseabondi: molti emettevano una puzza incredibile. La ragazza rise di se stessa quando si accorse che per sei anni aveva sempre annusato soltanto la sua. DRIIIN!
Si sentirono molti borbottii, e tutti cominciarono a riempire le loro boccette. James e Sirius sembravano molto soddisfatti. Quando uscirono Mary le saltò incontro: “Lily! Mi manchi! Torna da me! Non sono riuscita a combinare un accidente senza di te!”.
“Eh, no! Ormai ce la teniamo noi!” disse James, abbracciandola come una camicia di forza. Sirius si mise davanti a loro simile a un body-guard. Lily rise, ma sentendo che stava per arrossire disse: “Lasciatemi, dai”.
“Davvero, sei incredibile!” fece Sirius, ancora ammirato.
“Ne avevi mai dubitato?” chiese Mary, con aria saputa, neanche avesse fatto lei la pozione.
“Beh, pensavo che studiassi fino alla nausea per sapere a memoria gli ingredienti, scusa…” . Lily rise ancora nel vedere l’espressione mortificata di Sirius.
“Fa niente, molti la pensano così”.
“Sei stata meravigliosa!” assicurò James.
°°°

A notte fonda Lily scese le scale con indosso solo la vestaglia; stava per oltrepassare il buco del ritratto quando vide una sagoma scura che attizzava il fuoco. Si avvicinò e quando capì chi fosse sentì un sorriso allargarsi nel volto.
“Ciao”.
La sagoma sussultò, poi, dopo averla riconosciuta, anche nel suo viso stanco si aprì un sorriso sincero.
“Lily, è tardi”.
“Non sarà solo tuo il primato dei giri notturni”.
Remus ridacchiò. “Credimi, rispetto a Sirius e James sono un dormiglione. Come mai qui?”
“Non avevo sonno, tu?”
“Neanch’io”.
Lily e Remus si accomodarono nelle poltroncine.
“E’ da un po’ che non parliamo” osservò Remus.
“Sì, è vero”.
Per un po’ ascoltarono solo lo scoppiettio del fuoco nella penombra della Sala Comune.
“Allora… hai cambiato idea”.
“Riguardo a cosa?”.
Il celestino chiaro di Remus scrutava Lily in ogni sua reazione.
“Il tuo giudizio su James e Sirius”.
Lily rimase un attimo interdetta. Sì, sicuramente il suo giudizio era cambiato.
“Non è stata proprio una decisione, sai. È stato più un… susseguirsi di eventi, credo”.
Era strano come fosse difficile, ora, districare il filo di ciò che era successo. Era stato tutto così improvviso,così naturale, così... giusto diventare loro amica, che ancora Lily faceva fatica a rendersene conto. Semplicemente, avevano cominciato a diventare una parte della sua vita.
“Tutto è iniziato quando improvvisamente James ha… cominciato a ignorarmi. Sì, poi c’è stata la battaglia e… fine. Siamo diventati amici.”
Remus sorrise, “sono davvero dei buoni amici. Non dovrai pentirti mai più di averli scelti”.
Lily sorrise, “Non ho intenzione di pentirmi”
Ancora silenzio. Il bello di parlare con Remus era proprio questo: non si era costretti a dire qualcosa e  lasciarsi avvolgere da un silenzio amichevole era perfettamente naturale. D’altra parte, Lily e Remus avevano passato ore insieme in completo silenzio, godendo entrambi della reciproca compagnia.
“Loro non sono cambiati, dall’anno scorso intendo. Forse sono cambiata io”, impossibile non notare il tono preoccupato della sua voce.
Remus le prese una mano. “Lily, se sei cambiata è stato solo in meglio; vuoi sentire il mio parere?”
Lei annuì. “Secondo me, semplicemente con la battaglia hai capito che James e Sirius non sono solo due cretini che scherzano e basta, ma sono anche persone serie”.
“Certo. Non proprio l’apogeo della serietà” specificò poco dopo.
Lily ridacchiò. “Almeno non ti annoi mai”.
“Poco ma sicuro”.
Remus le lasciò la mano.
“Credo che tu abbia ragione, ho capito perché in questi anni sei riuscito a sopportarli”.
Un nuovo sorriso sul suo volto stanco.
“Avevo dimenticato com’è bello parlare con te” fece Remus.
“Come fai a sopportarmi ancora, Remus? Con te mi viene naturale sfogarmi”
“Naaaah. Mi fa piacere ascoltarti”.
“Ma se mi lamento sempre! D’ora in poi ascolterò te. A proposito, mi sembri un po’ strano, sei sicuro di stare bene?”
Remus si fece attento (l’avvicinarsi della luna piena  lo faceva sempre apparire un po’ malaticcio, ma non voleva che Lily sospettasse qualcosa).
“No, è tutto ok, solo un po’ d’insonnia”.
“Sicuro?”
“Sicuro”.
Uno sbadiglio.
“Lil, ora dovresti andare a letto”.
“E tu?”
“Adesso salgo”.
Ormai Lily era sulle scale.
“Remus?”
“Si?”
“Se ci fosse qualche problema, me lo diresti, vero?”
“Certo”.

“Lily?”
“Cosa?”
“James è fortunato”
Ma per quanto Lily provò a fargli spiegare quell’affermazione, non riuscì a cavargli una parola di più.
°°°

I giorni che seguirono furono piuttosto complicati per Lily. Primo motivo delle sue angosce, era Remus. Sembrava sempre più fuori forma, ma per quanto Lily e Amelia, e certe volte anche Alice e Mary, provassero a convincerlo ad andare in Infermeria, lui continuava a rassicurarle che stava bene. Cosa che la faceva decisamente uscire dai gangheri era l’ indifferenza che ostentavano Sirius, James e Peter, i quali stavano sempre dalla parte di Remus. Osarono giustificarlo anche quando Remus si presentò, una sera, pieno di tagli e lesioni, ridotto peggio di uno straccio; Lily a quel punto si irritò talmente tanto da fare una sfuriata in piena regola a tutti e quattro i Malandrini. Ciò che però la spinse più che altro a riflettere fu che nessuno osò replicare. Rimasero zitti per tutto il tempo, l’unica reazione che Lily intravide fu una sottospecie di sguardo dispiaciuto che le lanciò James.
Dopo essersi sfogata ben bene, Lily salì in camera e si buttò sul letto a riflettere, troppo agitata per studiare; ed è lì che noi la ritroviamo, alle prese con i suoi ragionamenti.

Nessuno è così cieco. Tutti avrebbero notato quei tagli. E poi si può dire tutto di James e Sirius, ma non che siano stupidi. Diavolo! Si concedono al massimo un paio d’ore di studio e riescono in tutte le materie. Mi sembrano strani. Orgogliosi come sono, avrebbero senza dubbio risposto quando ho urlato contro di loro. Invece niente. Uhmm, come… come se cercassero di nascondere qualcosa. Ma perché questo qualcosa implica che Remus abbia quelle ferite e gli altri no? Remus non è stupido. Non si farebbe usare in questo modo, né Sirius e James sarebbero capaci di fargli una cosa simile. Però hanno certe occhiaie… cosa diavolo hanno combinato per star svegli tutta la notte? Dev’essere qualcosa di grave se non me lo vogliono dire…

Lily si alzò per andare alla finestra a prendere un po’ d’aria, e la vide. Enorme, bianca, quasi piena. La luna. E all’improvviso capì. Capì tutto. Le rivenne in mente quello che le aveva detto Piton al terzo anno e capì perché all’improvviso aveva smesso di parlarne. Capì che quella storiella sul fatto che James aveva salvato Piton era vera. E capì che Piton aveva rischiato di morire morso da un lupo mannaro. E capì anche chi era quel lupo mannaro. Era Remus. Capì perché i suoi amici affettuosamente lo soprannominavano Lunastorta. Ma qualcosa non quadrava. Perché gli altri si chiamavano Codaliscia, Felpato e Ramoso? Perché avevano le occhiaie? Era pericoloso anche per loro stare vicini a un lupo mannaro, o no? Sì, certo, un lupo avrebbe ucciso il suo migliore amico nel suo stato selvaggio. Sicuramente lo sapevano. Lily voleva vederci chiaro in quella storia. E senza pensarci ancora si diresse verso la Sala Comune, sperando che fossero ancora lì.
E c’erano. Tutti e quattro erano seduti in disparte, in un angolo della Sala Comune; sicuramente inconsapevoli che un gruppo di ragazzine vicino a loro li stava osservando, emettendo talvolta dei gridolini.
Lily, per ragioni ignote, mentre scendeva le scale avrebbe desiderato moltissimo incrociare lo sguardo di James, ma si costrinse a fissare solo Remus. Così andò dritta verso di lui, si inginocchiò, gli prese la mano, lo guardò dritto nelle iridi celesti e disse: “Perché non me l’hai detto?”
Stupore. Preoccupazione. Queste emozioni passarono una per una nel volto di Remus. Poi il suo sguardo si ammorbidì e sorrise: “Scusami. Sono stato uno stupido. Tanto sapevo che l’avresti scoperto, non sei mai stata una stupida”.
Lily sorrise tristemente. “Forse non sono così sveglia. Avrei dovuto accorgermene prima”.
“Non hai mai passato così tanto tempo con me… con noi” si corresse Remus fissando i suoi amici.
Per la prima volta Lily si girò a guardarli. Avevano tutti addosso espressioni di puro stupore, tutti, tranne James. “Ero sicuro che avresti capito” disse.
“Non ho capito proprio tutto. Ad esempio, voi, cosa c’entrate con questa storia?”
James guardò Remus, sembrava quasi… supplicarlo. Lui annuì.
Tutti si sedettero, James costrinse a forza Lily in una poltroncina.
Le raccontarono tutto. La scoperta,  la successiva trovata per aiutare l’amico e i mezzi con cui avevano potuto aiutarlo, cioè la Mappa del Malandrino e il Mantello dell’Invisibilità.
Lily era senza parole. Mai. Mai aveva visto una prova così grande di amicizia. Non solo non si erano sottratti al contatto con Remus, ma avevano anche deciso di trasformare le sue serate di terrore in puro divertimento.
“Cioè, fatemi capire” fece Lily alla fine della spiegazione di James, “avete passato tutti i pomeriggi di due anni, a cercare di diventare animagus?”
“Yessss” affermò Sirius, soddisfatto, “e ci siamo riusciti”.
“E che animali siete?”
“Dai, ci devi arrivare” la incitò James.
“Beh, Ramoso… dovrebbe essere un... cervo, giusto?”, lui che si era illuminato tutto, annuì, “poi, vediamo, Felpato, un... puma? “
“Fuochino”
“Un... leone?”
“Fuochino”
“Un cane!”
“Centro!”
“E Codaliscia, un… topo?”
Tutti annuirono.
“Wow” disse Lily, lasciandosi andare sullo schienale della poltrona. Presto si fece meditabonda.
“Lily? Liiiily, ci sei?” la chiamò James.
Lei saltò su. “Mi fate vedere come vi trasformate?”
Sirius e Codaliscia scattarono in piedi.
“Io devo finire il compito di Lumacorno”.
“Io il tema della McGranitt”.
“E io…” fece Remus, alzandosi anche lui, “uhmm, credo che li seguirò” ammiccò e se ne andò fischiettando, con le mani in tasca.
“Jaaaames?” fece Lily, la voce puro zucchero.
“No”.
“Eddai!”
“Non ci pensare minimamente”.
“Ti prego!”
“Ma- ma è notte! Lily, ti ricordi, non si può uscire di notte!”
Lei sbuffò. “Perché da quello che mi hai raccontato, ti fai di questi problemi!”
“Ma io lo dico per te!”
“Per una volta! E poi hai il Mantello!”
“Maledizione a me che ti ho raccontato tutto!”
“James, Jamie...?”
“Non. Osare. Chiamarmi. Jamie. Sai che lo odio!”
“James, Jamino, Jamuccio, Jametto, Jimmy, Jimbo?”
“No!”
“Ti prego, Jay!”
“Jay?”, ora sembrava meditabondo.
“E’ brutto?”
“No. No, mi piace!”
“Ok, d’ora in poi sarai Jay, per me. Mi fai vedere come diventi un cervo?”
“Uhmm...”
“Ti prego! Te lo chiedo come migliore amico”.
Ora,  James sembrava davvero sorpreso.
“Migliore amico?”
“Si”
“Sono il tuo migliore amico?”
Lily sbuffò. “Certo, credevi mi sarei tenuta Piton?”
“No”, fece James mentre gli si allargava in volto un’espressione di pura gioia.
“E allora, mi fai questo favore?” chiese Lily ridacchiando.
“E va bene!”
“Grasssssie!”
“Jamie, ti da fastidio questa qua?”
A parlare era stata una ragazza con gli occhi molto truccati e il corpo perfetto, a capo del gruppetto che aveva notato prima Lily, squadrandola con un’aria assolutamente disgustata. Lily, ben lontana dall’esser intimidita, ricambiò lo sguardo. James, dopo un attimo d’esitazione, rivolse alle ragazze uno dei suoi famosi sorrisi sciogli-ginocchia e le rassicurò con voce suadente: “E’ tutto ok, ragazze, non preoccupatevi”. Molte di loro sembrarono a rischio svenimento e quella che aveva parlato fino a quel momento raddolcì notevolmente lo sguardo. La stessa Lily sentì che le gote le si arrossavano lievemente e all’improvviso capì perché James Potter era uno dei ragazzi più ambiti della scuola: ora, le sembrava tecnicamente impossibile rifiutare qualcosa a qualcuno che ti rivolgeva quello sguardo.
“Ah, va bene, senti che ne dici di farci compagnia un po’?” chiese la ragazza, chiaramente elettrizzata dall’idea. Lily sentì un’improvvisa voglia di torcere i capelli perfettamente biondi e boccolosi della ragazza, in netto contrasto con i suoi rossi, perennemente in disordine.
James sorrise ancora: “No grazie, devo far vedere una cosa a questa mia amica”, disse accennando a Lily. Quelle sembrarono molto scoraggiate, lo salutarono e rivolsero ancora a Lily occhiate di fuoco. Lei, mentre James non la guardava, non poté impedirsi di fare ciao ciao con la manina alla bionda, giusto per prenderla in giro. Mentre si rivolgeva di nuovo a James, lo trovò che la fissava con un sorrisino malizioso.
“Beh? Che guardi?”
“Io? Proprio niente. Andiamo?” disse lui, fingendosi indifferente. Ma mentre camminavano non smise di sorridere. Lily dopo un po’ sbuffò: “Vuoi smetterla?”.
“Di fare cosa?” chiese lui innocentemente.
“Ti odio quando fai così” disse lei, incrociando le braccia.
Lui la guardò con affetto evidente, e le scapecciò i capelli, sussurrando: “Stupida!”.
Lily avrebbe voluto replicare, ma ormai erano arrivati in giardino; si diressero verso un angolo buio, poi lei si sedette sull’erba, abbracciandosi le ginocchia in attesa. James le sorrise ancora, poi strizzò gli occhi e strinse i pugni.
Subito cominciò a crescergli una morbida pelliccia castana sulla pelle; i capelli si divisero in due parti nette, si allungarono e si indurirono; le orecchie si assottigliarono; il viso si allungò e infine James si chinò a quattro zampe.
Lily lo guardò con la bocca aperta: ora davanti a lei non c’era più James, c’era Ramoso. Il cervo la fissò con un’espressione che sembrava… divertita? Ed emise un buffo verso che indusse Lily a chiudere la bocca. Il cervo si avvicinò: aveva esattamente gli stessi occhi di sempre. Lei si inginocchiò e sporse una mano per accarezzarlo; Ramoso alzò il muso così da porgerle il collo, dove la pelliccia era bianca. Il cervo chiuse gli occhi, evidentemente per godersi quella sensazione. Lily passò una mano sulle corna, sulla testa, sul dorso e sulla gola dell’animale; tanto che a un certo punto le parve che lui rabbrividisse.
“Sai” disse dopo un po’, “forse sei meglio da cervo…”. Quello assunse un’espressione che Lily interpretò come offesa. “Nel senso che non dici cavolate” precisò. Ramoso assunse di nuovo l’aria divertita. Poi cominciò a spingerla non troppo delicatamente con le corna; Lily fu costretta ad arretrare. “Ehi, che fai?”. Andando indietro, non vide una pietra e ci inciampò in pieno, ruzzolando lungo una discesa. Il cervo la rincorse, poi, quando fu sicuro che lei lo vedesse, si buttò per terra, rotolandosi ed emettendo ancora il verso di prima che –ormai Lily l’aveva capito- era una risata.
“Ah, ah, ah. No, non sei per niente diverso da cervo” disse un po’ amareggiata, dopo essersi seduta. Il cervo saltellò accanto a lei agitando la coda, ancora estremamente divertito, e le girò attorno. A Lily venne improvvisamente un’idea. Si stese per terra e chiuse gli occhi bene attenta a cogliere ogni rumore. Sentì Ramoso girarle intorno ancora per un po’, poi, proprio come lei sperava, avvicinò il muso per annusarla. A sorpresa, Lily gridò: “Aha!” e gli saltò in groppa con un po’ troppa enfasi, facendo ruzzolare entrambi sull’erba. Si rotolarono per un po’, ridendo come matti, poi Lily si stese ancora sull’erba mentre sentiva che, vicino a lei, James si stava di nuovo trasformando. Aveva visto bene, perché presto sentì accanto a lei delle risatine decisamente umane.
Per qualche minuto padroneggiò solo il silenzio.
“Il cielo è molto limpido stasera”, affermò dopo un po’ James.
“Già” confermò Lily.
Restarono per un bel po’ così, stesi l’uno accanto all’altra, a osservare le stelle, sentendosi incredibilmente a proprio agio, prima di decidersi a tornare nel castello.


Ecco qua...
Ora, chi si azzarda a dire che non sono bellissimi insieme, lo uccido!!!
* Jimbo,  è il soprannome che Sirius da a James. l'ho inventato io perchè Jamie mi sa troppo sdolcinato... per chi lo volesse sapere, l'ho copiato da Il Pianeta del Tesoro.

HERMY, BELLA e LILLY lo so che Ernie Smith è proprio un idiota, figuratevi... (certo che non mi offendo), infatti come vedete li ho fatti lasciare, Lily ha capito che è un gran testa di cavolo, ma (forse l'avete notato dall'occhiata che ha lanciato a James) tornerà a rompere le scatole presto. l'ho inventato pensando a una presona reale che detesto, perciò non preoccupatevi, lo odio anch'io con tutte le mie forze... grassiie per i complimenti**
ADNA, 1 lo so che Lunastorta non è un escluso, non rompermi le palle... l'ho fatto perchè sennò c'era lui che li svegliava gli altri Malandrini, no? quindi dopo non potevo fare la scenetta. e poi ci saranno altre occasioni per farlo dannare, non temere... 2 sti particolari cretini sull'orario del treno importano solo a te... comunque CHIEDO UMILMENTE PERDONO A TUTTI QUELLI CHE HANNO NOTATO L'ORARIO SBAGLIATO DEL TRENO. 3 tu non sei la signora e padrona di un fico secco, figurati di me... e non fare così che sembri la mamma di Sirius 4 smettila di fare commenti cretini su Codaliscia, lo so che è un idiota, ma te che ne sai se ce l'aveva piccolino?!?!?!  la prossima volta che scrivi cavolate pubblico la tua foto delle elementari col succo alla pesca, almeno t'impari!

Bò, penso sia tutto... ovviamente, se il cap vi fa schifo, fatemelo sapere, se vi piace, tanto meglio. comunque, recensite, recensite, recensite.... ciao ciao, alla prossima XD

Tugs**

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Capitolo 7
*** HALLOWEEN ***



CAPITOLO 7: HALLOWEEN

Qualsiasi lettore dovrebbe sapere che, per ognuno di noi, è sempre difficile confessare un qualsivoglia sentimento nei confronti di qualcuno; in particolar modo se quel sentimento è l’amore.
Ora, non so se voi lo sappiate, ma nel caso in cui questi sentimenti sono provati nei confronti di un amico, è spesso e volentieri molto più difficoltoso confessarli, perché nessuno vorrebbe rischiare di rovinare quel meraviglioso rapporto che si è creato, no?
Esattamente questo pensava anche il nostro James. Infatti, ora che sapeva di essere il miglior amico di Lily, non aveva certo il coraggio di dirle ciò che provava. Così viveva in eterno conflitto con se stesso, sentendo il suo cuore battere a mille ogni volta che lei gli sorrideva, e al tempo stesso sforzandosi di ignorarlo.
 Naturalmente, era del tutto inconsapevole che lei aveva lo stesso identico dilemma.
Mentre i nostri personaggi erano alle prese con i loro sacrosantissimi problemi personali, fuori infuriava la guerra. Barty Crouch divenne presto Auror Capo, imponendo a quelli del suo seguito di utilizzare anche le Maledizioni Senza Perdono pur di catturare i Mangiamorte –che stavano spuntando come funghi-, ottenendo grande successo fra la popolazione. Le morti si succedevano alle morti e i più non avevano idea di cosa fare; il paese era nel caos.
 Il tempo comunque passava, e presto l’aria tiepida di settembre fece spazio a quella più fredda di ottobre: gli alberi si spogliarono velocemente e gli studenti furono costretti a mettersi addosso delle sciarpe pesanti per seguire le lezioni di Creature Magiche ed Erbologia. Fu una sera degli ultimi di ottobre che ritroviamo i nostri protagonisti. Mentre fuori infuriava una tempesta in piena regola, quelle che spingono ogni persona normale a rintanarsi in casa e a non muoversi per nessuna ragione al mondo, dentro una camera del dormitorio femminile di Grifondoro Mary, Alice, Amelia e Lily si godevano una sana serata insieme in pigiama, ridendo e imbarazzandosi a vicenda, naturalmente.
Ora, se qualcuno si fosse avvicinato a sbirciare dentro la loro finestra (trascurando il fatto che si trovavano in cima a una delle torri di Hogwarts), si sarebbe sicuramente chiesto cosa diavolo stessero combinando quelle quattro, perché Mary, con indosso solo una maglietta XL viola, stava saltando sul letto (NdA, questa scena ormai non ci stupisce più, vero?) mentre Amelia si copriva la testa con un cuscino, e Alice e Lily assistevano ridacchiando. Naturalmente, con tutto il chiasso che il vento faceva fuori, questo qualcuno non avrebbe capito un accidente; ma si sa, noi siamo i narratori di questa storia, e come tali godiamo del privilegio di sapere ogni parola che si disse in quella stanzetta.
“Mary, forza, accetta una causa persa, non lo dirà mai!” esclamò Lily.
Amelia, rossa oltre ogni dire, sbucò fuori dal cuscino e disse: “Ecco, grazie, Lil!”
“Dai, Amy, Mar stava facendo l’idiota come al solito…”
“Tante grazie, Ali, io stavo solo chiedendo a Amelia come va con Remussino”.
“Non chiamarlo così” protestò Amelia.
“Ah, no? E sennò che fai?” la prese in giro Mary con le mani sui fianchi e una smorfia strafottente sul viso.
“Smettila, hai stufato!” gridò Lily, lanciandole un cuscino e facendola ruzzolare pesantemente a terra. Amelia le lanciò uno sguardo pieno di gratitudine. Mary riemerse dopo poco, massaggiandosi il didietro e lanciando uno sguardo cattivo a Lily, la quale capì immediatamente di aver commesso un grande errore.
“Ah, Lil, e tu, che mi dici di Jay?” disse storpiando l’ultima parola.
Lily, neanche a dirlo, arrossì immediatamente.
“Aha!” strillarono Mary e Alice. Lily le lanciò uno sguardo che significava: Traditrice!
Alice alzò le spalle come a dirle: Tanto lo sapevi che prima o poi mi dovevi raccontare tutto!
Mary, diretta la sua attenzione su Alice, disse: “E Frank?”. Stava diventando un circolo vizioso.
Ma fortunatamente Alice non è una che si tiene tutto dentro, e con la faccia accesa di chi evidentemente non vedeva l’ora che glielo chiedessero, cominciò a raccontare: “Oh, lui è meraviglioso! La persona più fenomenale che esista! Non solo è carino da morire, ma è anche intelligente, simpatico, premuroso… l’uomo della mia vita!”, concluse in un sospiro.
Tutte ridacchiarono ricordando che quella frase era stata pronunciata da Alice per lo meno una dozzina di volte negli ultimi sei anni. Lily disse: “Sì, come no, fosse la prima volta!”.
Brutto errore far concentrare di nuovo l’attenzione su di sé. In quel momento qualcuno bussò alla porta, interrompendo Mary e Alice, che sicuramente avrebbero fatto passare le pene dell’inferno alla povera Lil. “Avanti” strillò Alice.
Lily, che nella sua mente stava ringraziando lo sconosciuto in aramaico, si rammaricò enormemente per la prima volta dall’inizio dell’anno quando si scoprì che questi non era nessun’altro che James Potter. Infatti, appena Mary lo vide balzò giù dal letto, correndogli incontro, per niente imbarazzata dal fatto che indossava solo la maglia viola prima citata. Dettagli.
“Jaaaaaaaaaaames, si stava proprio parlando di te!”
Se le occhiate potessero uccidere, vi giuro che a quell’ora Mary sarebbe caduta sanguinante sulla moquette lucida.
“Davvero?” chiese James con aria stupita. Alice, Mary e Amelia scoppiarono a ridere. Lily, prevedendo il peggio, fu dell’avviso di interrompere quella chiacchierata controproducente. Balzò in piedi, ringraziando il cielo di essere almeno in tuta e spinse a forza James fuori dalla stanza.
“Andiamo a fare un giro, dai!” ringhiò.
“Ehmm.. ok, ma…”.
Lily chiuse con un sospiro la porta dietro di sé, riuscendo anche ad attenuare il suono delle varie risatine. James la guardava curioso. “Cosa c’era di così divertente?”
“Niente. Domani chiedo alla McGranitt di cambiare stanza”.
“Come si fa presto a dimenticare le amiche!” esclamò, alzando le braccia in un gesto evidentemente ironico. Lily sbuffò, sollevando in tal maniera un ricciolo dispettoso che aveva davanti agli occhi e gli intimò: “Ma cammina!”
Sorrise innocentemente.
“Cosa eri venuto a fare?”
Lui rimase per un attimo meditabondo. Poi disse: “Ah sì, Remus ha detto che ti voleva parlare, così mi sono offerto di andarti a cercare, visto che mi annoiavo un po’…”
“Ma grazie! Mi annoiavo un po’…”. Lui le scoccò uno sguardo divertito.
“Si, hai capito… ma cosa credi, che il mio tempo sia sempre disponibile per tutti? Non so se lo sai, ma io, sono uno dei ragazzi più famosi di Hogwarts” proseguì beffardo.
Lily decise di stare al gioco: “Ah, ok, allora penso che non ti impegnerò un solo minuto di più…” e mimò il gesto di voltarsi e tornare in camera. Lo sentì ridacchiare:”Scherzavo, dai!”
Poi abbassò la voce: “Ehmm... come sai, due giorni fa c’è stata tu-sai-cosa quindi lui è un po’ deboluccio, perciò si sta riposando in camera. Vieni?” sembrava speranzoso.
“Ok” rispose Lily, e insieme si diressero verso il dormitorio maschile. Quando arrivarono vicini alle scale che spartivano i due dormitori però, Lily finse di fermarsi un attimo, come folgorata da un problema enorme.
Allargò gli occhi, che sapeva di avere naturalmente più grandi della media e fissò James con un’espressione da cerbiatta impaurita, approfittando dell’influenza che era certa di avere su di lui, e sentendosi anche un po’ cattiva ad approfittarsene; proprio come lei sperava, James si preoccupò all’istante.
“Lily, cosa c’è?” chiese ansioso.
“Oh, Jay, n-non so se sia il caso c-che la gente ci veda insieme salire le s-scale per il dormitorio maschile!”
James alzò all’istante gli occhi al cielo.
“Finiscila!” disse mentre Lily ridacchiava, “Non ti avrei mai creduta così ironica, Evans!” e mise su un broncio adorabile.
“Non ti avrei mai creduto così musone, Potter!” le ingiunse lei, sorpassandolo con fare canzonatorio.
James ebbe la netta sensazione che non avrebbe potuto trovare ragazza più perfetta di lei al mondo.
***
Quando Lily sembrò incerta su quale fosse la loro porta, James realizzò che non era mai entrata nella stanza dei Malandrini; così la precedette col solito fare ironico che lo distingueva e, indicando la porta giusta, disse: “Dopo di lei, Miss Evans…”, lei sbuffò ed entrò.
Ma Lily non fece in tempo a fare un passo, che si bloccò di botto e, arrossendo violentemente, strillò: “Sirius!”
“Lil, ma che bella sorpresa!”
James, prevedendo il peggio, la spinse da una parte, osservando la scena. Sirius era al centro della stanza, proprio davanti alla porta, ed era in mutande. James gli scoccò un’occhiata di fuoco. Remus lo osservava divertito dal letto e Peter non c’era, perché doveva scontare una punizione insieme alla McGranitt.
“Ehi, Rammy, ci sei anche tu!” trillò allegro Sirius. James camminò con decisione verso di lui e lo spinse verso il bagno, sibilandogli irritato: “E’ la prima volta che Lei viene qui, e fai il cretino come al solito!”
Sirius cercò di ostacolare il tragitto, sussurrando: “Eddai, non è la prima volta che mi vede in mutande, ti ricordi, prima dell’inizio della scuola?”
“Questo è diverso!” ingiunse James sbattendogli la porta del bagno in faccia e sigillando la porta con la magia.
“Ora non esci di qui, finché non sei vestito!” gli strillò, stavolta in modo che tutti sentissero.
“Ma James… qui non ho vestiti!” arrivò contrariata la voce di Sirius.
Provando una sorta di gioia vendicativa, James gli urlò: “Vorrà dire che rimani lì finché Lily non se ne va”.
Poi si girò, ignorando le sue urla di protesta. Lily si era già seduta sull’orlo del letto dove era steso Remus e gli stava chiedendo se era tutto ok. James provò ancora quella sensazione sgradevole di fastidio, vedendoli insieme, ma cercò di ignorarla e si sedette di fronte a loro.
“Allora, cosa volevi chiedermi?” fece Lily, gentile, accucciandosi in attesa.
Remus divenne immediatamente rosso.
“Ehmm… riguarda…. Sai, Hogsmeade, il giorno di Halloween”.
James si irrigidì: questa non se l’aspettava proprio!
Lily invece allargò il viso in un sorriso e lo incitò: “Si?”; sembrava che stesse per avere la conferma di tutti i suoi sospetti. James si chiese come Lily facesse a sapere sempre tutto.
Remus arrossì ulteriormente: “Si, insomma, credi… credi che Amelia vorrebbe venirci con me?”
A James si accese la lampadina: ah, ecco. Lily si sporse immediatamente per abbracciare Remus e disse: “Oh, ne ero sicura!”; James gli lanciò un pugno sul braccio e gli strizzò l’occhio; la voce di Sirius strillò: “Cretino, lo sapevo che c’era qualcosa tra di voi, perché non me l’hai detto?”
“Perché mi avresti preso in giro fino alla morte” gli strillò di rimando Remus, ricambiando l’abbracciò di Lily, cosa su cui James preferì non soffermarsi.
“E’ meraviglioso! Ovviamente lei sarà felicissima! Proprio oggi stavamo…” ma Lily si interruppe, arrossendo per ignoti motivi. Remus non parve notarlo e si illuminò tutto: “Allora credi che accetterà?”
“Sicuro!”
Tutti sorrisero mentre arrivava un canto stonato dal bagno: “Il lu-pacchiooo-tto è innaaa-moraaa-to!”
“Stai zitto, Sirius!”
“Uffa… ma perché se la prendono tutti con me?”
Nessuno si degnò di rispondergli; Lily si staccò e balzò in piedi, dicendo tutta emozionata: “Vado subito a chiederglielo!”
E senza aggiungere altro corse fuori; Remus, ben lungi dall’essere felice le urlò dietro: “Lily? LILY!
DANNAZIONE!”
***

Lily correva a più non posso lungo i dormitori dei Grifondoro, emozionatissima.

Finalmente quei due hanno smesso di fare gli idioti; quando tutti avevano capito che erano fatti l’uno per l’altra! A momenti anche Codaliscia ci sarebbe arrivato. Oh, è meraviglioso, fantastico, incredibile! Sono così dolci, tutti e due, si troveranno benissimo! Purché io e Jay riusciamo a impedire a Mary e a Sirius di rovinare loro  la giornata… Quei due non hanno proprio freni inibitori… Non posso controllare Mary da sola (tanto Alice starà sicuramente con Frank). Diavolo! È troppo brava a boxe, mi atterrerebbe in due secondi. Cavolo, mi toccherà passare tutta la giornata con James, Sirius e Peter!

Lily non si sorprese affatto a pensare che l’idea non le dispiaceva per niente.
Arrivata di fronte alla sua camera, aprì la porta, schivò Mary che le tendeva un agguato, immobilizzò Alice con un Levicorpus e si buttò sul letto di Amelia, perfettamente consapevole di avere un sorriso ebete sulla faccia.
“Lil, ehmm… sei sicura di stare bene?”
“Mai stata meglio! Indovina cosa voleva James?”; Amelia sembrò quanto mai confusa.
“Ehmm… non lo so”.
Lily mise su una faccia impaziente che la fece ridacchiare.
“Dirti che ti ama e che vuole passare il resto della vita con te?” chiese Alice con i capelli che le soffocavano la voce. In effetti, ancora era appesa al soffitto.
Lily sbuffò. “Non fare l’idiota”.
Mary, decisamente più pratica: “Avete finalmente combinato qualcosa? Sono secoli che vi piacete!”
“Non centra proprio niente. E va bene, visto che non ci arrivate… mi ha detto che Remus voleva chiedermi una cosa. Indovinate cosa!”
Mary sbuffò, irritata dai giri di parole: “Arriva al sodo, Lil. Mi sto addormentando”.
Visto che Amelia scuoteva la testa dolcemente, Lily si decise a dar sfogo a tutta la sua gioia, abbracciando Amy con impeto. Mary, credendo che fosse una gara, si buttò immediatamente sopra di loro.
“Aaah! Siete impazzite?”
“Amy, Remus ti chiede se vuoi andare a Hogsmeade con lui!”
“Cosa?” esclamarono tre voci.
Lily annuì, tutta felice. Amelia divenne immediatamente rossa per la gioia e sorrise più apertamente di quanto fosse solita fare.
“Allora, cosa gli devo dire?” chiese Lily, maliziosa.
“Ma sei impazzita?” strillò Alice, ormai decisamente rossa in faccia per tutto il sangue che era salito, “certo che sì”.
“Voglio sentirlo da Amy”.
Troppo felice per parlare, Amelia annuì. Al colmo dell’esaltazione, Lily corse fuori dalla porta a riferire il messaggio.
“Congratulazioni, Ameliuccia!” esclamò Mary grattandole le nocche sulla nuca.
“Lasciami!”
“No!”
“Si!”
“No!”
“Si!”
“Scusate” le interruppe una voce, “qualcuno si degnerebbe di farmi scendere? Comincio a sentirmi male…”
°°°

“Ramoso, Lunastorta, smettetela di preoccuparvi. Alle ragazze il nervosismo non piace. Disinvolto e audace, questo è il mio segreto”.
Il giorno tanto atteso finalmente era arrivato. Remus e James, svegli da almeno due ore, si fissavano nervosamente allo specchio. Il primo piegandosi il colletto della camicia fino allo sfinimento, il secondo ingaggiando una fiera lotta con i suoi capelli, cercando di farli star giù ma, inutile dirlo, senza successo. Tutti e due fulminarono Felpato con lo sguardo, il quale, beatamente privo di tutte quelle preoccupazioni, si era gettato addosso il primo paio di jeans che aveva trovato e ora stava steso sul letto accanto a Codaliscia con le braccia dietro la testa, aspettando che i due amici fossero pronti.
“Ma tu cosa ne vuoi sapere delle ragazze?” sbottò Remus.
“Vuoi insultarmi, Lunastorta? Io sono il miglior casanova di tutta Hogwarts! Vorrei ricordarvi che è una settimana che ricevo continui inviti per oggi; una si è anche messa a piangere quando le ho detto di no!”
“Quelle non sono ragazze, Felpy, sono oche…” precisò James, alle prese con la frangetta.
“Ehi!”
“Ma cosa ti frega...” rispose Remus.
Sirius rimase un attimo meditabondo, poi alzò le spalle e riprese a cincischiare su qualsiasi cosa gli passasse per la testa. Altri cinque minuti trascorsero in quel modo, e James cominciò a chiedersi quando Felpato avrebbe finito di raccontare barzellette porno, perché la cosa non lo tranquillizzava affatto; scambiò con Remus uno sguardo esasperato, poi sollevò gli occhi al cielo mentre Remus ridacchiava.
“Ragazzi, quando avete intenzione di scendere?” chiese a un certo punto Peter, “siamo già in ritardo di dieci minuti”.
“EEEEEEEEEEEH?” esclamarono Remus e James.
“Già!” esclamò Sirius guardando l’orologio di Codaliscia.
“Ma cazzo!” strillò James precipitandosi sulle scale.
Remus, che lo seguì a ruota, non fu preso dalla furia a tal punto da imprecare ma rimproverò gli altri: “Potevate dircelo, però!”
Tutti e quattro cominciarono a scendere le scale tre a tre (James e Sirius con estrema difficoltà perché erano costretti a fare slalom tra varie ragazze che cercavano di acchiapparli). Nonostante ciò, quando arrivarono in Sala Grande avevano accumulato un quarto d’ora di ritardo. Si fermarono tutti all’ingresso con il fiatone; James occhieggiò l’orologio di Peter e imprecò in modo colorito. Dove erano andate? Erano partite senza di loro?
La cosa era quasi comica. Aveva passato sei, dico sei, anni a ottenere di uscire con lei e ora aveva perso quell’opportunità? Impossibile!
“Remus!” fece una voce.
James si girò verso la voce: Amelia veniva loro incontro con un sorriso enorme sul viso. Era molto carina: i capelli scuri erano raccolti in una coda alta, qualcuno l’aveva truccata leggermente, probabilmente Alice, e indossava una gonna a fiori che si adattava al tempo stranamente mite di quel giorno. Ma lo sguardo di James non si soffermò a lungo su di lei, ma su Lily, che la seguiva insieme a Mary. Ovviamente, secondo James era sempre stata bellissima, anche con la divisa della scuola, ma doveva ammettere che ora superava ogni limite. Era favolosa. I capelli rossi le incorniciavano il viso, sciolti e mossi come sempre, ma sembravano molto più luminosi alla luce solare. Indossava una maglia azzurro cielo (colore che James non le aveva mai visto addosso, ma che le stava benissimo) che le evidenziava le curve delicate e pantaloni bianchi abbinati. Il cuore di James cominciò il solito concertino (tanto ormai c’era abituato) e la mano scattò ai capelli.
“Alla buon ora” sbottò Mary.
“Alice e Frank se ne sono andati da un pezzo”.
“Allora, andiamo?” chiese Remus, tutto rosso.
“Sì, certo” rispose Amelia. Remus stava per avviarsi con lei quando Sirius si avvicinò e sussurrò qualcosa che a James parve terribilmente come “disinvolto e audace”. Remus intimò a Sirius di stare zitto, poi si incamminò con Amelia, imbarazzato ma felice come una pasqua.
Lily, James, Mary, Sirius e Peter li guardarono allontanarsi per un po’.
“Ah, la nostra Amy sta crescendo!” disse Mary battendo le mani, con un tono da donna vissuta.
“Comincia ad innamorarsi” fece Sirius nello stesso tono.
“Diventa più grande…” continuò Mary mentre tutti si incamminavano.
“E lascia soli questi poveri vecchi…” concluse Sirius in tono drammatico.
Alché tutti e due si presero a braccetto e cominciarono a cantare una sorta di marcia funebre molto lenta e rumorosa, che si curarono di arricchire con singhiozzi teatrali, barcollando come ubriachi.
Quando la gente cominciò ad additarli, Codaliscia non si occupò di ripetere alle persone che glielo chiedevano cosa stessero facendo, mentre James e Lily si scambiarono un lungo sguardo rassegnato.
“Ma chi diavolo mi ha convinto a diventare sua amica…” gli disse Lily.
“Non me ne parlare… io me lo ritrovo a casa anche durante le vacanze”.
Lily gli lanciò uno sguardo esageratamente inorridito.
“Oh mio Dio, come fai a essere sopravvissuto fino ad oggi?!?!”
“Beh, tu annuisci, annuisci sempre…”
Entrambi ridacchiarono, mentre quei due scapestrati che si ritrovavano per migliori amici cominciarono ad improvvisare un valzer funebre davanti all’entrata dei Tre Manici di Scopa. Quando qualche studente provvisto di uno spiccato senso dell’umorismo cominciò a gettare loro monetine, James e Lily ritennero fosse ora di far terminare quella sceneggiata.
°°°

“Ragazzi, mi aspettate un attimo? Devo scegliere una nuova piuma”.
“Aspettami, entro con te”.
Mary, Sirius e Peter rimase soli, fuori da Mondomago, sapendo che sarebbe stata un’attesa molto lunga. Nessuno era capace come Lily di impiegare mezz’ora per comprare una piuma, figurarsi insieme a James che la distraeva a ogni scaffale. Stavano intavolando una conversazione sulla possibilità di abbandonare Hogwarts per fondare una compagnia teatrale dove mostrare il loro talento nel valzer (non come James lo aveva amorevolmente descritto “uno sgraziato spulciarsi da babbuino”), quando videro passare Amelia e Remus che, incredibile ma vero, si tenevano per mano.
Un istantaneo ghigno si formò nel viso di entrambi.
“Ma guardali, tutti e due!”
“Infami, non hanno neanche salutato!”
“Dobbiamo fargliela pagare!” dissero a una voce e, assicurandosi che James e Lily fossero ben occupati, sgusciarono via, tirandosi dietro Peter.
°°°

Lily e James correvano come dei fulmini in giro per Hogsmeade.
“Giuro che quando li trovo li uccido!” ansimò James.
“Se provano, provano a rovinare la giornata di Lunastorta e Amy non vedranno il domani!” rincarò Lily.
Arrivati davanti alla Testa di Porco, James capì che così non sarebbero arrivati da nessuna parte, allora acchiappò Lily per un gomito e disse: “Ok, ragioniamo, siamo due giovani timidi e innamorati. Dove andiamo?”
Un attimo di silenzio. Poi entrambi sollevarono il viso e esclamarono: “Ma certo! Alla margherita viola!”
Ripresero a correre.
Era noto a tutte le coppiette che se volevano starsene un po’ in santa pace, niente era meglio del giardinetto fiorito che si trovava nella periferia del villaggio. Visto che il luogo era ben noto soprattutto per un’enorme fiore violetto che nessuno era mai riuscito a strappare, tutti l’avevano soprannominato la “margherita viola”.
Quando arrivarono, scovarono Mary e Sirius che parlottavano tra loro dietro un albero, chiaramente nell’intento di escogitare qualcosa a loro detta “davvero divertente” ai due innamoratini, che si trovavano seduti sul praticello, tutti presi dai fatti loro; mentre Codaliscia seguiva ogni movimento.
James si avvicinò con passo spedito e prese subito Sirius per un orecchio, tirandoselo dietro senza tanti complimenti. Lily, ritenendo che fare lo stesso sarebbe stato problematico con un’amica campionessa di boxe, la immobilizzò con un incantesimo e se gli ordinò di muoversi, Codaliscia li seguì mansueto.
“Brutto idiota, cosa credevi di fare?”
“Ahia, James!”
“Te lo meriti” sbottò Lily.
“Non possiamo andare in giro, potrebbero scappare”.
“E se scappano, Amy non mi perdonerà mai”.
“Cosa facciamo?”
Lily volse il viso al cielo, che nel frattempo si era oscurato, e come in risposta una goccia le cadde sul viso.
“E se andassimo ai Tre Manici?”
°°°

Lily era dentro il bagno. Si stava lavando accuratamente le mani, scuotendo i capelli rossi e sbuffando per impedire che dei ciuffi le cadessero sopra gli occhi. Dopo aver sventato il tentato assassinio della “giornata perfetta” di Remus e Amelia, Lily e James si erano visti costretti a trascinarsi dietro Mary e Sirius, stando ben attenti che non scappassero. Presto però era cominciato a piovere tanto furiosamente, che ogni volontà di rovinare il pomeriggio degli amici scompariva, di fronte alla prospettiva di bagnarsi come dei pulcini.
Perciò erano rimasti tutti e cinque dentro il locale per gran parte del pomeriggio, attirando verso di loro le attenzioni di molti degli studenti. Infatti, come aveva presto capito Lily, uscire con i Malandrini era tutt’altro che rilassante. James e Sirius erano peggio di Stanlio e Oglio (NdA, ma si scrive così?); tiravano su certe discussioni assurde che coinvolgevano tutto il locale, scatenando le risate incontrollate degli studenti. Si capì all’istante che i Malandrini non erano leggenda solo a Hogwarts, ma anche a Hogsmeade. Ad esempio, sembravano vecchi amici di Madama Rosmerta, la nipote della proprietaria del locale, che li aveva salutati con calore nel vederli entrare. Per farvela breve, i nostri erano stati la bellezza di quattro ore in un tavolo a discutere su chi avesse umiliato maggiormente i Serpeverde, raccontando diversi episodi avvenuti durante i sei anni scolastici. Dalle prime scaramucce per accaparrarsi le caramelle, ai duelli di mezzanotte nei corridoi. Avevano cominciato a parlare da soli, ma presto si erano ritrovati una folla intorno che applaudiva a ogni battuta, con un Hagrid sbronzo che ridacchiava forte sopra la folla, incitandoli a continuare. Visto che, per quanto riguarda le scorribande contro i Serpeverde, la Mala Band non aveva proprio niente da invidiare ai Malandrini, subito Mary e Lily si fecero onore nel raccontare le proprie avventure. Quei quattro erano tutti dotati di un umorismo spiccato, anche se in diverse modalità (quello ironico di Lily, quello spiritoso di James, quello pesante di Sirius e quello sadico di Mary), e avevano finito per dare spettacolo.
Quando gli studenti avevano cominciato a dissiparsi, i nostri avevano capito che era tempo di tornare a scuola e, mentre Sirius pagava il conto, Lily ne aveva approfittato per fare una puntatina in bagno.
Si lanciò un’occhiata allo specchio, si asciugò le mani e si affrettò a uscire.
Non fece in tempo ad aprire la porta che uno spettacolo orribile le si parò davanti: i clienti erano scomparsi completamente; una schiera di ragazzi, che Lily non fece difficoltà a riconoscere come i Serpeverde del settimo anno, stava di fronte ai suoi amici. Mary e Sirius li fissavano in cagnesco e Minus sembrava essere sul punto di svenire, ma teneva saldamente la bacchetta nel pugno grassoccio.
Ora, sicuramente questo sarebbe bastato a inorridire chiunque, ma bisogna dire che la cosa che orripilò Lily più di ogni altra fu la scena centrale. Infatti, Serpeverde da una parte, Grifondoro dall’altra, si stringevano quasi in un cerchio, tutti attenti a guardare i due duellanti al centro, che, con orrore di Lily, erano Piton e James.
Fu come una pugnalata al cuore.
Una lama fredda che sgretolava ogni certezza data fino a quel momento per certa. La certezza che di James si poteva fidare.
Ora, ancora una volta, Lily vedeva il suo migliore amico tradirla. Prima Severus che se la spassava con i Mangiamorte e la chiamava Mezzosangue, adesso James che lottava con Piton.
Era come ritornare indietro nel tempo: rivedere quello sbruffone di Potter che se la prendeva con il suo migliore amico. Ma non era così. Non c’era più quello sbruffone di Potter, c’era James; e non c’era più il suo migliore amico, c’era un Mangiamorte.
Eppure la scena era proprio quella: James aveva lo sguardo indurito dalla rabbia e teneva sollevato Piton, facendolo roteare per aria mentre questo vomitava, probabilmente a causa della nausea.
Quello fu troppo anche per Lily.
 Sentì le gambe vacillare. James sapeva, sapeva benissimo quanto per lei fosse importante che lui avesse smesso di fare lo sbruffone! E ora continuava a infierire sugli altri, su Piton poi! E lei che si era fidata di lui! Aveva sbagliato tutto, tutto…
Senza fermarsi a pensare, senza chiedersi cosa  sarebbe successo poi, corse, corse fuori.
E neanche sentì la pioggia che le sferzava i vestiti; e neanche sentì le grida che urlavano il suo nome nella  notte…
***
James la vide che correva via, un fruscio di capelli rossi tra quel fiume nero di ghigni che lo circondava. Improvvisamente smise di sentire tutto.
Importava solo quello, quella scia che si stava allontanando, allontanando da lui…
La bacchetta gli cadde di mano. Per la prima volta, qualcuno era riuscito a disarmare James Potter. E non era stato un avversario, no, era stato l’Amore. Quello disarma tutti prima o poi.
Sentì una voce gridare il nome di lei. Era stato Piton, che ora fissava sconvolto la scena. E neanche si soffermò a riflettere sul significato di quel che aveva visto, perchè ormai contava solo lei, lei che scappava da lui…. E anche James urlò il suo nome.
Lily.
Sentì le gambe che la rincorrevano fuori dal locale.
Lily.
Sentì l’improvviso cambio di temperatura e la pioggia che gli colava dentro la maglietta, sopra capelli.
Lily.
Sentì grida dietro di lui.
Lily.
Ma tutto questo non contava, contava solo quella figura sottile davanti a sé.
Lily.
Doveva, doveva raggiungerla.
E cominciò a correre più forte. No, non l’avrebbe lasciata andar via. Non ora che andava tutto così bene. La raggiunse, la chiamò ancora, la afferrò per un braccio.
Lei si voltò. James si stupì di quanto fosse bella anche ora, con i capelli incollati al viso, più scuri per la pioggia, gli enormi occhi verdi bagnati e furiosi, le spalle che tremavano per il freddo o per il dolore.
“Lily, fermati!”
“No! Perché dovrei ascoltarti?!?! Non hai fatto che mentirmi!” la voce le tremava di rabbia.
“Perché non capisci!”
“Cosa dovrei capire?! Basta quello che ho visto!”
“Non è così!”
“E lasciami!”, cercò di strattonare il braccio, ma lui stringeva forte.
“Devi credermi! Non è stata colpa mia, hanno cominciato loro!”
“Già, perché tu sai dire solo questo, vero? È stata colpa degli altri, hanno cominciato loro, non è colpa mia… Tu non mi hai mai detto la verità! Tutte menzogne! Io mi fidavo di te, James! Credevo fossi cambiato…”
Lei cominciò a singhiozzare e lui  si sentì morire.
“No, maledizione, no! Io sono cambiato!”
“E perché avresti dovuto farlo?!”
“Perché…”, cosa dirle? Perché ti amo? Perché non mi è mai importato nient’altro che te?
“Vedi, non sai neanche cosa dire!”
La rabbia cominciò a montare. No, non sarebbe finita così.
“Maledizione, per te! Sono cambiato per te! Tu non mi hai mai capito, Lily! Non hai mai cercato di capirmi. Non hai mai capito che quello che facevo lo facevo per te! Non hai mai capito che se volevo farmi notare, lo facevo perché TU mi guardassi, non le altre! E invece niente, solo disprezzo, solo rabbia… La realtà è che tu non mi hai mai guardato per quello che sono, ma solo per quello che apparivo! E non hai mai capito cosa mi importasse realmente! La realtà è che io oggi non vedevo l’ora di vederti, perché per la prima volta saremmo usciti insieme! Ed è stato meraviglioso. È stato il giorno più bello della mia dannatissima vita! Poi è arrivato Piton, e io non volevo combattere con lui. Perché pensavo a te. Lui però continuava a insultarmi. Non mi importava. Ha insultato Remus. Potevo sopportarlo. Ha insultato Sirius. Potevo sopportarlo. Ha insultato te. E mi dispiace! Mi dispiace perché non sono riuscito a fermarmi! Ma quello che ho fatto, l’ho fatto perché… perché  ti amo. Sì, è così, ti amo. Ti amo dal giorno in cui ti ho vista per la prima volta, nel treno di Hogwarts. Ti amo disperatamente da sei anni. Sei anni. Sei anni in cui non ti sei mai accorta di me! Sei anni in cui non ti sei mai accorta che ogni cosa che faccio, la faccio perché io ti amo. Ti amo, Lily Evans! E questa cosa non cambierà”.
James finì di parlare con il cuore che gli tamburellava forte, il petto che si alzava e si abbassava furiosamente; aveva urlato.
Lei era rimasta lì. Esterrefatta.
Si sentiva solo la pioggia.
Ora James tremava, e la fissava sperando in una risposta. Ma lei non si muoveva, con le gocce che continuavano a tamburellare sul terreno intorno a loro, lasciando che continuassero a bagnarle i capelli e i vestiti, ormai fradici, scivolando sulle labbra rosse e umide.
James la guardava dritto negli occhi, sperando in una sua reazione: uno strillo, una parola, qualcosa. E invece niente. Gli enormi occhi verdi lo fissavano senza emozione. Prima c’era stupore. Ora niente.
Dopo un tempo che parve infinito, senza dire una parola, Lily si girò e si incamminò verso il castello.
James rimase a guardarla finché non sparì tra l’oscurità; poi cadde.
Cadde in ginocchio sul terreno bagnato.
James Potter si coprì il viso con le mani; e per la prima volta dopo molto tempo pianse, pianse lasciando che le sue lacrime salate si mischiassero all’acqua fredda che cadeva dal cielo.
***
Mary entrò e la vide lì. Bagnata come un pulcino, con lo sguardo smarrito puntato sul pavimento, mentre attorno a lei si affaccendavano Amelia e Alice, chiedendole cosa avesse.
Lei non rispondeva.
Mary chiuse la porta e tutti gli sguardi si alzarono su di lei, anche quello di Lily.
Alice e Amelia si fiondarono immediatamente a chiederle cosa mai avesse la loro amica, ma Mary le zittì con un semplice gesto. Si inginocchiò davanti a Lily, che la fissava con uno sguardo vacuo, non da lei.
“Lily, ora alzati”, le disse.
Per la prima volta, lei emise un suono: “James…” sussurrò.
“Sì, lo so, vi ho sentiti”.
Alice aprì la bocca per parlare, Amelia la zittì.
Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime.
Amelia fece per abbracciarla, Mary la fermò.
“Lily, alzati”.
Lei cominciò a tremare, e con lo sguardo sembrò esprimere un immediato bisogno di essere consolata.
Anche Alice cercò di abbracciarla, Mary fermò anche lei.
“Ma cosa fai...” tentò di protestare.
“Smettetela. Non ha bisogno di essere consolata”, la sua voce era dura.
Gli occhi di Lily erano interrogativi, ma ancora piatti, vuoti.
“Alzati!”
Lei non si mosse.
Mary la schiaffeggiò.
Ci fu qualche esclamazione, Lily si portò una mano sulla guancia arrossata.
“Reagisci, maledizione! Fai qualcosa! Tu stai scappando, Lily. Stai scappando dalla felicità. Perché anche tu lo ami. E lo sai. L’hai sempre saputo. Basta vedere come hai reagito quando hai creduto che ti avesse tradita, no? Ti sei sentita morire, non è così? E invece l’ha fatto per te. E allora perché non reagisci? Perché te ne stai qui, su questo letto? Perché hai paura, hai una stramaledettissima paura di soffrire. Ma lui non ti farà soffrire, Lily. E se tu ti degnassi di ascoltare il tuo cuore, capiresti che anche lui ti sta dicendo la stessa cosa! Perché voi siete nati per stare insieme! E lui ci ha messo sei anni per dirtelo. E ci è rimasto talmente male che adesso è ancora lì, nel punto dove l’hai lasciato, a piangere! Quindi ora smettila di fare la frignona, smettila di piangerti addosso, smettila di fare la passiva e reagisci! Va da lui, digli che non te ne frega niente, digli che lo ami, digli che non lo sopporti, ma fai qualcosa, dannazione!”
Piano, piano, mentre Mary le diceva tutto, ma proprio tutto quello che pensava, vide gli occhi di Lily riempirsi di cose. Riempirsi di sentimenti, di emozioni, di fatti.
Quando Mary ebbe finito, davanti a lei aveva di nuovo la sua migliore amica. Non un automa.
Nella stanzetta piombò il silenzio.
Poi Lily balzò in piedi, con gli occhi che scintillavano e corse fuori.
“E ora dove vai?” le gridò Mary.
La sua voce, un po’ scorbutica, le rispose: “Da lui, no?”
Mary si lasciò andare a un sorrisetto soddisfatto. E ora, bastava sperare che avesse fatto la cosa giusta.
***

 Ancora una volta in quell’Halloween movimentato, Lily si ritrovò a correre. Le pareva di non aver fatto altro per tutto il giorno, ma non le importava più di tanto.
Un paio di minuti e fu di nuovo fuori, la pioggia che scrosciava più forte che mai.
Aveva capito cosa diceva Mary: la ragione di quello strano vuoto al petto, quella ferita all’altezza del cuore.
E corse.
Corse per raggiungerlo.
Lo trovò ancora lì: inginocchiato, rannicchiato, abbandonato per terra, le spalle forti che tremavano scosse dai singhiozzi. Le si spezzò il cuore nel vederlo così: piegato dal dolore. Ed era tutta colpa sua. Ma avrebbe rimediato. Si avvicinò piano, incerta su cosa dirgli, e si chinò di fronte a lui.
Gli scostò delicatamente una ciocca bagnata dalla fronte; quei capelli così belli, così originali, che le piacevano tanto, sembravano afflosciati da qualcosa che non era solo la pioggia, privi della consueta vivacità.
Lui non si mosse.
Allora gli sollevò con un dito il mento. James alzò il viso sottile su di lei, e i suoi occhi si riempirono di stupore. Quel bellissimo sguardo nocciola appariva distrutto, straziato, svuotato da un insaziabile dolore che gli stava divorando ogni energia vitale.
Lily gli rivolse un timido sorriso e pensò che avrebbe voluto dirgli tante e tante cose: che aveva capito, che ora sapeva qual era il suo posto, che ormai si era irrimediabilmente innamorata di lui…
Ma non era quello il momento.
E per dirgli più di tutto quello che le parole avrebbero detto, si avvicinò lentamente alla sua bocca. Lo vide chiudere gli occhi.
Sorrise e unì le sue labbra con quelle di lui.
La pioggia sembrava una sinfonia in quel momento irripetibile.
Appena si sfiorarono, Lily sentì una scossa elettrica correrle lungo la spina dorsale, come non le era mai successo con nessun altro.
Lily sentiva intensamente il suo sapore sulle labbra, e pensò che non aveva mai provato niente di così buono. Meglio delle fragole, meglio della cioccolata fumante, meglio della granita nel caldo torrido dell’estate, era semplicemente il paradiso…
Fu tenero e tanto, tanto dolce*.
Fu solo uno sfiorarsi, ma alla fine sentì che le mordicchiava leggermente il labbro inferiore, Lily ridacchiò, James rimaneva sempre e comunque un Malandrino D.O.C.
Indietreggiò un po’ per fissarlo in viso. Aveva un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro. Ridacchiò ancora e stavolta fu lui ad avvicinarsi. Dopo fu più spontaneo, incredibile come le loro labbra sembravano esser state create per fondersi insieme. Lily sentì di nuovo quella scossa nella schiena e rabbrividì di piacere.
Si sentì un tuono sopra di loro.
Sì, era il paradiso, il paradiso in mezzo all’inferno.



Salve gente! come vi è sembrato questo cap???
*fu tenero e tanto, tanto dolce... lo so frase quasi copiata da quella di Eclipse, ma ci stava troppo....
Beh, finalmente il momento che noi tutti aspettavamo è arrivato, spero di non avervelo banalizzato troppo, è una cosa che cerco di evitare sempre.
ah, Mary è proprio un'amica vero??
passiamo ai ringraziamenti:
BELLA SWAN:  eh, te lo devo dire, sai che non lo so proprio se far nascere qualcosa fra Mary e Sirius?? beh, sicuramente starebbero benissimo insieme ma dopo mi fa brutto che sono tutti fidanzati tranne Codaliscia. lo so, è un bastardo ecc ecc ma cavolo è una persona anche lui, no? e poi prima di lasciare la scuola era buono... hai ragione Rem e Amy sono troppo pucci!! chi non li ama??? hai visto, te l'ho messa qui la scena del bacio XDXDXDXD je t'ame (si scrive così?? sapete ho fatto spagnolo) Lil/ Jay, quanto vorrei essere in loro!!!!!!! grazie ancora per i complimens.... ;) anche io amo le tue recensioni.
CULLEN ISABELLA:  ciaoooooooooooooo, ih ih, che bello una nuova recensitrice (si scrive così? oggi il mio vocabolario è andato a prendersi un caffè, sorry) thanks per esserti aggiunta a noi!! visto, ho aggiornato presto!
HERMY 101: carissima, ci si rivede!!!  e chi non ama Sirius??? is the best!! ma anche gli altri li amo!!! mi diverto sempre un casino a scrivere questa fic! piaciuto questo cap? fammi sapere...
ADNA: ammetto di aver fatto un errore, fucilatemi, impiccatemi, frustatemi e uccidetemi mi inchino a chiedere perdono.... BUAHAHAHA! adna, conoscendoti, che rileggi diecimila volte la stessa fic e piangi sempre, ora starai leggendo sto commento più simile a una fontana che a una ragazza... LUNASTORTA 4ever !!! WE LOVE YOU. se non vuoi vedermi moribonda, lasciamelo un commentino... giuro che se non te la smetti di scrivere ste cose di poco gusto sui pitoni e i fagioli la metto davvero la foto... *________________________* cià

Tugs**

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Capitolo 8
*** IL VERSO DI UNA CIVETTA ***


scusate, scusate, scusate, scusate moltissimo per il ritardo. vi giuro che un motivo c'è!!!!!!!! ma ve lo dico dopo...

CAPITOLO 8: IL VERSO DI UNA CIVETTA


Febbraio, 1979

Quando Lily ricevette la lettera, quella che avrebbe determinato lo svolgersi degli eventi una volta per tutte, stava nel bagno invaso dal vapore della sua nuova casa di Londra. Aveva appena finito di lavarsi e analizzava criticamente il suo volto allo specchio, con un asciugamano bianco che le avvolgeva i capelli. Aveva appena compiuto il suo diciannovesimo compleanno e, grazie al pronto intervento di Alice (la quale le aveva detto che quella era l’età in cui comparivano le prime rughe) stava scandagliando la superficie dello specchio alla ricerca delle suddette. Quindi non biasimatela, occupata com’era dall’ansia di un invecchiamento precoce, se non si accorse del puntolino nero fuori dalla finestra appannata che si faceva largo tra la nebbiolina umida di Febbraio.
Lily trasalì davanti allo specchio quando udì il picchiettare del gufo sul vetro; girò la testa di scatto verso l’origine del suono e poi corse ad aprire al gufo, che planò sull’orlo della vasca da bagno.
Lily girò la lettera: era indirizzata a James e Lily Potter, ma con una calligrafia stretta e obliqua che non riconobbe. Con un gesto secco aprì la lettera e, dopo un breve messaggio scorse una firma articolata che recitava il nome di Albus Silente.

Carissimi Lily e James,
prima di tutto, permettetemi di farvi le più vive congratulazioni per il matrimonio, lo scorso agosto, è stato con enorme dispiacere che ho dovuto rinunciarci.
Sono venuto a sapere con grande piacere che siete diventati personaggi importanti tra gli Auror del Ministero e, proprio per questo motivo, desidererei risolvere con voi un certo affare che non specifico nel caso la lettera venga intercettata. Se per voi va bene, potremmo incontrarci fra due giorni ai Tre Manici di Scopa per l’ora di pranzo. Naturalmente, sarei lieto se il Signor Black, il signor Lupin, il Signor Minus, i signori Paciock e la Signorina McDonald volessero farci compagnia.
Spero, a presto
Albus Silente

Un certo affare? Cosa voleva dire Silente? perché era stato così misterioso e soprattutto, cosa voleva da loro? Lily si sedette pensierosa sull’orlo della vasca assieme al gufo, tutto occupato a pulirsi le penne. Non aveva notizie di Silente da quando aveva finito la scuola, ovvero lo scorso Giugno, e, per quanto ne sapeva, neanche James, Sirius, Mary o Remus le avevano detto niente. Cosa c’entrava poi la carriera di Auror?
Sarebbero andati all’appuntamento? Si certo, ma cosa avrebbe comportato questo, poi? Via, si stava parlando di Silente, non era mica uno sciocco, sapeva certamente di cosa stava parlando, o no?
Lily era persa in pensieri di questo tipo quando sentì qualcuno che armeggiava con le chiavi nell’atrio e che sbatteva la porta.
“Lil, ci sei? Ah, grazie al cielo non sei venuta a trovare Sirius nella sua nuova casa! Ti saresti spaventata moltissimo, e forse gli avresti dato un bella lavata di capo, quello è pazzo! Pensa un po’, ha deciso di comprarsi un moto babbana (babbana dico!), e voleva modificarla con la magia. Ho temuto che Remus volesse davvero ucciderlo, credimi faceva un tale chiasso che non so come i babbani non siano riusciti a sentirlo! Forse dovresti parlarci tu, certe volte sembra che dia più ascolto a te che a chiunque altro… Lil, ma dove sei?”
Dopo un secondo, la testa di James Potter fece capolino nella stanza.
“Ah, eccoti, ma… Lil! È successo qualcosa?”
James entrò immediatamente nel bagno, si inginocchiò di fronte a lei e le strinse le mani, guardandola con ansietà. Lily pensò di avere proprio una faccia sconvolta per farlo preoccupare in quel modo.
Senza una parola, gli porse la lettera e lui cominciò a scorrerla febbrilmente, con uno sguardo che diventava via via più cupo.
“Che cosa vuole Silente?”
Proprio come lei, doveva aver pensato che fosse successo qualcosa di grave per scomodare il preside.
“Non lo so. Tu sai qualcosa?”
“Anche se fosse successo qualcosa, perché dovrebbe venire a dirlo a noi?”
Lily rilesse la lettera.
“Deve aver a che fare con Voldemort. Si parla di Auror”.
“Probabile”.
“Jay… e se fosse una trappola dei Mangiamorte?”
“Anche se fosse, se ci andiamo tutti insieme riusciremo a uscirne vivi”.
“Si, e poi non ha senso dare appuntamento ai Tre Manici. C’è troppa gente”.
“A loro non è mai importato di uccidere”.
“Lo so, ma ci sarebbero dei testimoni, e questo non è un bene per Voldemort”.
Lily lo fissò negli occhi, e attinse forza dal suo sguardo, come al solito.
“Dove sono Remus e Peter?”
“Ancora a casa di Sirius, credo. Perché?”
“Andiamo a avvisarli”.
Lily si alzò di scatto e si diresse verso il salotto.
“Ok. Ehmmm… Lily?”
“Si?” disse lei, già per le scale.
“Forse faresti meglio a vestirti, prima”.
Lily abbassò lo sguardo sull’accappatoio morbido che ancora indossava.
“Oh, già!”
James scosse la testa e alzò gli occhi al cielo.

“Ma dove hai messo la polvere Volante?”
“E’ sul camino, come al solito!”
“Ma non c’è!”
Passi affrettati.
“Eccola”.
“Ah”.
“Potter, vivere con te è impossibile. Come hanno fatto Sirius, Remus e Peter a sopportarti? Ricordami di chiederglielo prima o poi”.
“Taci, Evans. Non credo che tu sia molto migliore…”
Una fiamma verde apparve nel camino di Casa Potter, James urlò l’indirizzo di Sirius, ed entrambi scomparvero tra le fiamme.
°°°
L’aria era fredda quel giorno, mentre Sirius, Peter, Remus, Mary, i Potter e i Paciock attraversavano il vialetto di Diagon Alley, vicini l’uno all’altro, tutti avvolti in spessi mantelli neri; come qualsiasi mago di quei tempi d’altronde. Lily si avvicinò silenziosa a Remus, e gli sussurrò all’orecchio: “Hai detto qualcosa di tutto questo ad Amelia?”
Lui continuò a guardare davanti, ma rispose con un’espressione seria: “Non volevo metterla in pensiero”.
“Neanche io”.

“Sai che se la cosa va avanti dovremo farlo, vero?”
Remus si girò, e osservò Lily con quello sguardo penetrante che solo lui aveva.
“Lo so”.
Amelia non aveva preso la strada dell’Auror come tutti loro. Sebbene fosse naturalmente dotata di un grande senso di giustizia, e fosse anche un’ottima strega; il suo carattere mansueto e gentile le impediva di fare del male agli altri e combattere contro di loro, quindi aveva scelto la strada della burocrazia, ben più adatta a lei, e nutriva una grande fiducia nel Ministero della Magia.
Lily si passò in ansia una mano fra i capelli; avvertiva un non so che di profondamente controproducente in tutta quella faccenda. Si sentiva addosso una sensazione stranissima, da una parte era ansiosa di andare, ma dall’altra qualcosa la respingeva. Per tutto il giorno non aveva fatto altro che sentire crampi al ventre.
James, forse intuendo il suo stato d’animo inquieto, le si avvicino e le strinse la mano; Lily gliela strinse di rimando e insieme varcarono la porta dei Tre Manici di Scopa.
Per Lily fu una sensazione quasi dolorosa trovarsi di nuovo in quel locale. Per tutti i sette anni scolastici l’aveva sempre visto come un luogo caldo e accogliente, che tagliava fuori il male dell’esterno; anche se sapeva che le cose erano molto peggiorate dalla fine della scuola, una parte di sé ancora sperava di trovare lì il calore di un tempo. Invece no, anche i Tre Manici di Scopa sembrava avvolto da quell’ atmosfera grigia che circondava tutto: i palazzi, le strade, i negozi, tutto era diventato scuro e freddo. Il locale non trasmetteva più la sensazione di pulito e calore che aveva sempre dato, ma appariva un luogo vuoto e tetro, con appena due o tre clienti che occupavano i tavoli.
Lily sentì allargarsi il vuoto nel ventre e strinse di più la mano di James.
In un tavolo un po’ lontano dal bancone sedeva Albus Silente, irriconoscibile per via della lunga chioma argentea; quello fece loro un cenno amichevole con la mano e tutti si sedettero. Subito, Remus gli chiese seccamente, secondo la procedura ministeriale: “ Come si rende innocuo il Platano Picchiatore?”
“Premendo il nodo alla base della corteccia” rispose allegramente Silente “però, ovviamente, lo direi anche se fossi un Mangiamorte, Remus”.
“Ordini del Ministero” spiegò Minus.
“Eppure, non credevo che voi foste sempre attenti alle regole” ribatté Silente.
Un sorriso divertito comparì nel volto di tutti i presenti, in risposta a quello di Silente.
“Perché ci ha mandato quella lettera, preside? Cosa intendeva dirci?” chiese Lily, incapace di trattenersi ancora.
Tutti i presenti si incupirono un poco e si strinsero attorno al tavolo, come per chiudere il mondo esterno fuori dalla loro conversazione.
“Ve lo spiegherò subito, Lily, ma ti prego, diamoci del tu e chiamiamoci per nome. Ormai, non c’è più posto per le formalità”.
Lily annuì, fissando gli occhi cristallini di Silente, colmi di una tristezza antica.
“Nel Ministero ci sono delle spie” cominciò Silente, “gente che rende facile il lavoro a Voldemort”. A quel nome, Minus fu il solo a rabbrividire visibilmente.
“Gli Auror arrivano sempre tardi, e non riescono mai a sapere le cose in tempo, per questo. Per quanto possiate essere preparati, non riuscirete mai a combinare niente se ci sono quelli che vi passano le informazioni sbagliate. In pratica, il vostro lavoro diventa pressoché inutile”.
“Ma dovremo pur fare qualcosa, no?” disse Sirius, “dobbiamo almeno cercare di aiutare la gente; stare fermi, a guardare, serve ancora meno”.
“Io non ho mai detto di stare fermi a guardare” fece Silente con gli occhi che brillavano.
Tutti si scrutarono a vicenda. Lily sentì la mano di James stringerla ulteriormente.
“Cosa volevi proporci, Albus?” chiese James con lo sguardo duro.
“Un’alleanza. Un gruppo scelto di maghi che combattono davvero contro Voldemort, si informano da soli, agiscono da soli, non praticano quelle regole assurde del Ministero. A me piace chiamarlo… l’Ordine della Fenice”.
“Ci sono già altri maghi che ci lavorano?” chiese Mary.
“Si, ma non vi dirò i loro nomi, se non accettate di entrare. Abbiamo stretto un Patto Infrangibile, per proteggere l’Ordine. Io sono il Custode Segreto”.
“Come funzionano le cose?” chiese Alice.
“Si agisce in assoluta segretezza, il lavoro al Ministero deve servire come copertura. È ovvio, si rischia in continuazione la vita, e non è un lavoro facile. Ma voi siete i migliori, è per questo che vi ho contattato. È rischioso, ma non impossibile”.
“E il M-Ministero?” chiese Minus.
“Il Ministero non funziona, Peter, con l’andare avanti del tempo le cose peggioreranno e basta. No, Albus ha ragione, così non andremo da nessuna parte. Io ci sto” affermò Sirius, sbattendo una mano sul tavolo. Qualche stilla di burro birra cadde, macchiando la tovaglia pulita, ma nessuno parve farci caso, l’atmosfera era densa come crema pasticcera. Silente sorrise soddisfatto; perché ovviamente sapeva, come d’altronde tutti loro, che una volta che un solo membro del gruppo si fosse unito all’Ordine, tutti gli altri lo avrebbero seguito.
“Anch’io” disse infatti Mary, mettendo la sua mano sopra quella di Sirius.
E uno a uno, accettarono di far parte dell’Ordine della Fenice.
E quando anche Lily disse di sì, seppe che aveva appena firmato un contratto dal quale non sarebbe tornata indietro. Ma per quanto quel vuoto al ventre si allargasse sempre più, Lily continuava a sentire il calore dei suoi amici e di James vicino, e capì che non se ne sarebbe mai pentita.
***
Quando James e Lily tornarono al loro appartamento di Londra, lei si buttò sfinita sul divano, e restò lì a fissare il soffitto. Intanto, intorno a lei, sentiva i rumori distratti che faceva James mentre chiudeva la porta, metteva a posto le chiavi, prendeva un bicchiere d’acqua in cucina…
Dall’atmosfera pesante, capì che James si stava preparando ad affrontare una conversazione molto antipatica che preparava da tempo, e di cui Lily già sapeva il contenuto.
Lui si sedette silenzioso nella poltrona accanto alla sua, osservandola; lei lo lasciò fare.
“Lo sai cosa abbiamo fatto oggi, vero?”
“Cosa?”
“Abbiamo appena deciso di consacrarci completamente a questa guerra, nonostante non ci riguardi del tutto, nonostante potremmo fregarcene completamente e occuparci solo di noi, della nostra vita insieme”.
“Lo sai che ci riguarda, James, riguarda tutti noi. Se Voldemort vince, non ci sarà angolo sicuro in tutto il pianeta. Che futuro pensi potremmo avere, anche decidendo di sfuggire alla guerra?”
“Nessuno. È per questo che ho accettato”.
“Perfetto, anch’io. Quindi non c’è nient’altro da dire”.
“Lily…”
James la guardava con occhi lucidi, sembrava quasi supplicarla.
“Lily, io ti amo. Non posso vederti morire, capisci?”
Lei si avvicinò a lui e l’abbracciò forte.
“Anch’io ti amo, ma so che per questo non vorresti mai abbandonare la guerra”.
“Ma tu potresti farti un’altra vita. Potresti scappare, andartene…”
“James” ripeté Lily con un tono sicuro, “fermati. Che vita credi potrei avere lontano da qui? Non capisci? Senza di te… senza Remus, Mary e tutti gli altri… non sarei capace di vivere. Io combatto anche per questo, James, combatto perché ci sia un futuro migliore per tutti noi”.
“Ma così rischiamo di non averlo un futuro!”
Lily si distaccò un attimo per guardarlo bene negli occhi, gli prese il viso tra le mani.
“In quel caso, non mi pentirei mai, mai di quello che ho fatto”.
“Promettimi che non ti azzarderai a morire prima di me, Lily, promettimelo!”
“Te lo prometto, James”.
Lily si avvicinò alle sue labbra, e lo baciò lentamente. Le sensazioni che provò, furono esattamente le stesse della prima volta in cui James l’aveva baciata: sentì di nuovo la scossa lungo la spina dorsale e quel sapore meraviglioso che sapeva di lui al cento per cento. Lily sentiva le sue mani accarezzarle la schiena, e il suo fiato caldo sul viso. Si stesero sul divano, e il bacio, dapprima dolce, diventò sempre più appassionato.
Mentre Lily sentiva il corpo di James premere sopra il suo, e i suoi baci sfiorarle il collo, pensò come potesse essere possibile amare alla follia qualcuno come lei amava lui. E pensò che non era giusto trascurare un amore così bello per occuparsi di una stupida guerra. Guardò James sopra di lei, ora con l’ espressione tranquilla, e gli accarezzò dolcemente i capelli.
Sì, Lily aveva promesso, ma nel profondo sapeva, che se fosse servito a salvarlo, non avrebbe esitato a dare la vita per lui.
°°°
Il giorno dopo, andarono tutti insieme a visitare il quartier generale dell’Ordine della Fenice. Era all’incirca un catapecchia, e i componenti del gruppo erano pochi, ma molto preparati. Ci mancò poco che tutti svenissero all’istante, quando videro addirittura otto maghi che si aggiungevano al gruppo. Silente spiegò loro quale era la situazione attualmente, disse anche che la velocità era essenziale, e che avrebbero dovuto lavorare molto e duramente. Lily non avrebbe saputo dire che effetto le avesse fatto entrare a far parte dell’Ordine. Certo, erano pochi, ancora da organizzare efficientemente e spaventati (per esempio Minus non smise di tremare un solo istante, e Lily si chiese se fosse stata una buona idea lasciare che venisse anche lui); ma si sentivano appartenenti a un gruppo unito dagli stessi pensieri, dalla stessa voglia di combattere e di reagire a ciò che stava succedendo. Complessivamente, sembravano quasi una famiglia. Ebbero anche l’opportunità di conoscere personalmente Malocchio Moody, il quale fece la sua comparsa avvisandoli che avrebbe loro cavato gli occhi, se avessero provato a venderli a Voldemort; Lily fu certa fin da subito che a Mary piacesse un sacco (visto che ostentò un’espressione soddisfattissima durante tutto il loro colloquio), invece, dall’espressione di puro terrore di Minus, Lily si chiese quando sarebbe svenuto: questione di minuti, a giudicare dal tremito delle gambe. L’unico che sembrava un po’ distante da tutto quel caos fu Remus (non proferì parola per tutto il giorno), e Lily capì che sicuramente stava immaginando il discorso che avrebbe fatto a Amelia.
Ora, intendiamoci, il problema non era che Amelia fosse contraria alla battaglia contro Voldemort, figuriamoci, ma il fatto che loro avessero deciso di non fidarsi più del Ministero della Magia; infatti, come gran parte del mondo magico in quel periodo, Amelia riteneva che organizzazioni di questo genere non avrebbero provocato altro che la creazione di ulteriori divisioni tra gli oppositori di Voldemort. E, a pensarci bene, era un ragionamento abbastanza sensato e comprensibile.  
Quando furono in macchina (che allargata grazie alla magia riusciva a contenere tutti loro), Lily decise che fosse il momento di prender parola riguardo l’argomento.
“Remus, credi che dovremmo dirglielo oggi?”
Immediatamente dentro lo spazio ristretto della macchina cadde il silenzio. Per un po’ non si sentì altro che il ronzio monotono del motore sulla strada.
“Io… non lo so”.
“Credo che più aspetterai più sarà peggio, Remus” disse Alice, mettendogli una mano sulla spalla.
“Dovresti dirlo e basta” consigliò James, “un colpo secco. Senza girarci tanto intorno. Io ho fatto così quando ho confessato che mi piaceva Lily”, James le lanciò un sorriso un po’ imbarazzato.
Sirius, che stava guidando, scoppiò in un latrato divertito: “Cavolo, è impossibile scordarselo! Credevo che scherzassi, pensavo fosse la cosa più impossibile del mondo!”
“E guardateli ora! Non riescono a staccarsi gli occhi di dosso!” fece Mary.
Lily arrossì un po’.
“Naaaah, io l’ho sempre saputo che erano fatti l’uno per l’altra” disse Alice.
“Si, si, certo, chi è che diceva che Lily doveva fidanzarsi con Amos Diggory perché stavano benissimo? Invece, sono stati insieme tre settimane e poi si sono lasciati” ribatté Mary.
“Quando sei stata insieme a Amos Diggory?” chiese James, decisamente infastidito.
“Ehmmm…. Ma questo cosa c’entra? Stavamo parlando di Amy, ricordate?” fece Lily, tentando di cambiare argomento, senza riuscirci, perché James le lanciò un’occhiata che significava non-credere-che-il-discorso-sia-finito-qui-sai.
“D’accordo, le parlerò oggi” sospirò Remus.
“Comunque sia, noi saremo con te” disse Lily.
°°°
Quella sera, si riunirono tutti a casa di Sirius, in attesa che arrivasse Amelia.
L’atmosfera era un po’ tesa: Lily stava accanto a Remus come fosse una guardia del corpo, mentre lui girava per la stanza; James, Sirius e Peter cercavano di ingannare l’attesa giocando una partita a spara schiocco.
A un certo punto, Peter disse: “Comunque, non dovremmo rivelarle troppo, prima di sapere la sua reazione. Potrebbe usare le informazioni contro l’Ordine”. Alice lo fulminò con lo sguardo: “Amy non lo farebbe mai!”
“Già, rimane comunque una persona onesta” rincarò Mary. Remus parve non averlo neanche sentito, continuava a vagare per la stanza come un’anima in pena.
Nel momento in cui Remus cominciò a guardare con apprensione fuori dalla finestra, Lily iniziò seriamente a preoccuparsi; stava giusto considerando se fosse il caso di fargli bere di nascosto un calmante babbano, quando si sentirono dei passi veloci che salivano le scale e, in men che non si dica, apparve Amelia sulla porta, con un’espressione alquanto stravolta e i capelli scuri in disordine.
La reazione generale fu immediata: James e Sirius smisero all’istante di giocare; Peter la fissò con apprensione; Mary e Alice si lanciarono uno sguardo preoccupato; Lily strinse forte il braccio di Remus; James si alzò in piedi e Frank strillò che andava a fare un tè per tutti. Peccato che Amelia non fosse affatto una persona sprovveduta e, sicuramente, se fosse stata Alice non avrebbe esitato a lanciarsi in un dettagliato racconto riguardo il tipo che aveva incantato delle tazzine di porcellana per farle esplodere nel caso fossero finite in mano a un babbano; ma Amelia non era Alice, era Amelia, e notò all’istante quanto tutti ostentassero un’aria innocente e normale, mentre era evidente che fosse successo qualcosa.
Perciò guardò negli occhi Remus e Lily, che erano quelli a cui era più affezionata, e disse con calma: “Dovete per caso dirmi qualcosa?”
In lontananza si sentirono delle campane scoccare le nove di sera.
“Cosa te lo fa pensare?” chiese Mary, con un’aria da non-vedi-che-ho-l’aureola-in-testa?
“Ragazzi, mi volete prendere in giro?” continuò sedendosi in una poltrona davanti al fuoco, “Remus ha gli occhi fuori dalle orbite, Lily gli sta stritolando il braccio e Frank è andato a preparare il tè, quando in tre anni che vi conosco nessuno lo ha mai fatto”.
Detto questo, alzò un sopracciglio in attesa di una risposta; Lily si sentì un’emerita idiota, mollò il bracciò di Remus ( che sembrava essersi atrofizzato), sospirò e si mise a sedere di fronte a lei.
Alla fine, Remus sembrò sbloccarsi e si sedette di fronte a Amelia, stringendole le mani. Lui e Lily si lanciarono un’occhiata, poi Lily prese parola.
“Amy, ieri ci è successa una cosa”.
“Una cosa un po’ strana” disse Remus.
“In pratica, abbiamo scambiato due parole con Silente”
“Silente?” chiese Amy con stupore.
“Si, e… si, insomma, ci ha fatto una proposta, e abbiamo accettato”.
“Che… genere di proposta?” fece Amelia molto lentamente, quasi analizzando quali fossero le parole giuste da usare.
Di nuovo, Lily e Remus si lanciarono uno sguardo preoccupato. Lily vide chiaramente il suo amico deglutire e un po’ di sudore gli imperlò la fronte.
“Ehmmm… un gruppo… contro Voldemort” la voce di Remus era un bisbiglio.
La sala piombò nel silenzio. Lily cominciò a ripetere fra sé: fai-che-non-la-prenda-male, fai-che-non-la-prenda-male, fai-che-non-la-prenda-male.
Ancora silenzio.
fai-che-non-la-prenda-male, fai-che-non-la-prenda-male, fai-che-non-la-prenda-male.
Il bollitore dell’acqua cominciò a fischiare.
fai-che-non-la-prenda-male, fai-che-non-la-prenda-male, fai-che-non-la-prenda-male.
Una civetta solitaria cantò in un punto indistinto nella notte.
fai-che-non-la-prenda-male, fai-che-non-la-prenda-male, fai-che-non-la-prenda-male.
Gli occhi di Amelia si riempirono di lacrime, e Lily capì che l’aveva presa male. La sentì bisbigliare: “Perché?”
Remus si avvicinò e tentò di abbracciarla.
Lei si alzò di scatto e si allontanò verso la porta.
“Perché?” bisbigliò di nuovo.
“Amy…”
“Non capite che così vi farete solo uccidere?”
“Ti prego, fermati…”, Remus tentava di avvicinarsi, ma lei si allontanava sempre di più.
“E per cosa, eh? Per cosa?”
“Amy…”
“La vostra lealtà dovrebbe andare al Ministero, non a un gruppo sparuto di maghi! Solo il Ministero potrà fare qualcosa contro Voi-Sapete-Chi! Ma io non starò qui a vedervi morire!”
Remus le afferrò un braccio, ma lei lo scrollò via.
Amelia rimase un attimo lì, a fissarli uno per uno con un’espressione spaventata.
“N-non starò qui a vedervi morire!” ripeté di nuovo.
Poi indietreggiò un po’ e corse via, sbattendosi la porta alle spalle.
Si sentì di nuovo la civetta di prima cantare.
E Lily sentì con una chiarezza allarmante che quella era stata l’ultima sera della sua vita in cui si era seduta insieme a tutti i suoi amici.
Perché Amelia, anche se nessuno di loro poteva saperlo, era stata soltanto la prima a lasciare il gruppo dei Malandrini per sempre.
Allora, il verso di una civetta.


so che in questo momento mi starete odiando con tutte le vostre forze perchè ho fatto lasciare Amelia e Remus, ma che altro potevo fare???

Dunque, come avete visto, totale cambiamento di programma! vi spiego com'è andata, ho scritto tutto il capitolo 8, le reazioni della scuola, dei prof dopo il bacio, Lily e James, la loro storia all'inizio ecc ecc ero pronta per pubblicarla ma quando l'ho riletta tutta ho capito che mi faceva schifo. quindi l'ho rifatta con un'idea nuova, e  sono saltata a un anno e mezzo dopo. che ne dite?

allora, vi illustro i miei programmi per i prossimi capitoli, anche se, come avete visto, non dovete prendere per oro colato quello che vi anticipo perchè se non mi piace sono capace di cambiare tutto. pensate che mi ero già immaginata diverse scene con Piton e Smith, ma.. niente! ho deciso di cambiare tutto, non odiatemi...
dunque, non seguirò un preciso percorso logico da adesso in poi, come ho fatto prima, ma mi limiterò a trascrivere gli eventi che ritengo siano più importanti. avete visto che all'inizio del capitolo ho scritto Febbraio, 1979; il prossimo potrebbe essere per esempio Luglio, 1980 o Aprile, 1979... ancora non lo so.... capito? ditemi un po' se vi ispira...
altra cosa, prima, andavo a pezzi,  scrivendo ora dal punto di vista di Lily, ora da quello di James ecc. adesso andrò a capitoli. come avete visto, questo era tutto su di Lily. probabilmente il prossimo lo dedicherò a James...
NB questa fanfic è tutta dal punto di vista di Lily o James, quindi non scriverò da vicino il cambiamento di Minus, magari lo farò capire parlando in generale... anche perchè non so se ci ruscirei, Codaliscia è un personaggio troppo viscido per i miei gusti e non so se potrei immedesimarmi nei suoi panni...
so anche che siete delusi un sacco perchè non vi ho fatto sapere niente sui matrimoni e sulle proposte di James e Frank, anche se con tutti quelli che l'hanno fatto forse non vi cambia niente. pensavo, riguardo questo, di mettere dei flash back ogni tanto, che ne dite?
uhmmm... per adesso credo che i miei programmi siano questi, se ci sono cambiamenti, ve lo comunico. ditemi se questa idea vi fa schifo o no... ah, una cosa vi piacerebbero più momenti romanticosi?

passiamo ai ringraziamenti
DAFNY: ma ti pare che finisco qui di scrivere la fic? no, no mi sto divertendo troppo per smettere adesso!! anche se, devo ammetterlo, questa nuova idea accorcia molto i tempi... comunque, per adesso non preoccuparti... grazie tantissimissimo per i complimenti**
HERMY 101: anche io amo James con tutto il cuore... ce ne fossero come lui... pensa che il massimo del romanticismo che mi hanno rivolto è stato: "Ti stimerò per sempre se mi fai copiare la versione!" fa un po' te...
BELLA SWAN: ti dirò, mi piace un casino stupire le persone!! *____* credo che se Lily avesse baciato James subito dopo la rivelazione sarebbe stato troppo ovvio, invece così la storia assume un po' più di brio... però mi dispiace averti spaventata... per la lunghezza non preoccuparti, hai visto cosa ho fatto io? è più l'azzurro del nero... U_U
CULLEN ISABELLA: anche a me non piacciono quei James che sanno fare solo gli sbruffoni... se James ha conquistato Lily avrà dovuto essere un po' sensibile, no? grazie per i complimenti**
ADNA: in questo preciso istante mi starai bestemmiando addosso in turco, ci scommetto tutta la mia eredità... cioè, dirai, non solo hai aspettato tremila anni per aggiornare, ma quando l'hai fatto, hai fatto lasciare AMy e Luna!!! lo so, mi odio un po' anch'io...

A TUTTI: SOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOORRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY, scusate se ho aspettato un'era biologica per postare (lo ammetto la colpa è anche della scuola.... infami succhiaenergie che non siete altro!!!!!! grrrrrrrrrrrrrrrrrrrr.......). probabilemente il mio cambiamento vi fa schifo, ho fatto un sacco di eerori grammaticali perchè non sono riuscita a riguardare e il capitolo è triste e corto!!!! non merito pietà..... ma anche in tal caso, fatemelo sapere... ah, e scusate anche per la chilometrica dedica...
P.S. per motivi ignoti il mio computer ha deciso di cambiare carattere dopo aver scritto: passiamo ai ringraziamenti. ci tenevo a specificare che questo fatto è puramente casuale, e non avendo io voglia di indagare sul motivo di tale sorprendente cambiamento, me ne frego e lo lascio così, spero non vi offendiate...

Tugs**
 

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Capitolo 9
*** L'ESSER ADULTI NON ESCLUDE LE MALANDRINATE ***


ma ciao, gente! pensavate fossi morta, eh? invece no!


CAPITOLO 9: L’ESSER ADULTI NON ESCLUDE LE MALANDRINATE


Aprile, 1979
L’essere umano è una creatura fatta di desideri, sogni, carne e voglie come qualsiasi altro animale. Appartenente a questa categoria era anche James Potter, che quella sera, senza ragioni logiche di qualunque tipo, aveva una sfrenata, ma proprio sfrenata voglia di fare l’amore.
Così, conoscendo il carattere un tantino suscettibile di sua moglie, si avvicinò al letto e l’abbracciò con tutta la dolcezza di cui era capace. E quando vide con enorme soddisfazione che Lily ricambiava piuttosto attivamente le sue carezze, non si fece pregare più di tanto e andò dritto ai preliminari.
Come sempre, assaporò il suo odore con tutto sé stesso e si sentì incredibilmente fortunato ad avere una compagna come lei, e capì con certezza che il suo amore non era diminuito di una virgola da quando vivevano insieme, anzi pulsava dentro di lui più vivace che mai.
Scivolò con le labbra dalla bocca di Lily alla mascella e poi al collo, baciando teneramente il tragitto che tracciava; tuttavia, James non era disposto a lasciarsi ingannare: Lily era in vena soltanto di tenerezze, o voleva andare fino in fondo?
Si ricordò con precisione che una volta lui era arrivato ad essere eccitatissimo, però lei a un certo punto si era fermata e gli aveva detto che, tutto sommato, quella sera non ne aveva voglia. La delusione era stata così grande che ora James non era più disposto a cadere nello stesso sbaglio, e perciò cercava ogni volta di capire quale fosse lo stato d’animo della moglie senza offenderla, compito che a volte si rivelava difficilissimo.
Comunque, quella sera Lily sembrava proprio intenzionata a farlo, e James decise di fare il passo decisivo, accarezzandole la coscia, e poi più su,  indugiando sull’elastico degli slip.
Nessuna reazione.
Esultando silenziosamente, James si mise più comodo sopra di lei e cominciò a togliersi la maglietta, mentre la guardava intensamente in quegli occhi verdi che lo facevano letteralmente impazzire.
Allora, Lily si sfilò lentamente la camicia da notte e James si tuffò di nuovo su di lei, sussurrando: “Lily… sei davvero stupenda…”
All’inizio gli sembrò la cosa più giusta e più appropriata da dire, e neanche lei sembrò voler obbiettare niente, ma dopo un po’ James sentì che si irrigidiva tra le sue braccia e la sentì dire: “James, ma per te il miglior aspetto di me è la bellezza?”
La domanda lasciava chiaramente intendere che la risposta doveva essere negativa, qualsiasi ragazza l’avrebbe capito, ma non biasimate troppo il povero James che, eccitato, spaesato e un po’ confuso dalla domanda, non trovò subito le parole ed esitò un istante. Pessimo sbaglio.
“Uhmm…”
“Allora?” (con la voce un po’ irritata)
“Tesoro, ma dobbiamo parlarne adesso?”
“Bè, ma quando vorresti farlo?” (con la voce sull’incazzato andante)
“Che ne so, dopo! Non ora, ti prego!”
“Ah, certo! Prima ti do quello che vuoi e poi parliamo! James, il dialogo è importante in una coppia!” (con la voce molto incazzata e una nota di isterismo)
“Lo so, Lily, è solo che non mi sembrava il momento. Tutto qui. Ora, ti prego, calmati!”
Ormai Lily si era appoggiata allo schienale del letto, aveva incrociato le braccia sul petto e lo guardava con un cipiglio molto poco rassicurante. James, che proprio non si capacitava di come diavolo avesse fatto a farla incavolare quando stava andando tutto così bene, era in ginocchio sul materasso e la fissava con un’espressione tra il preoccupato e l’incredulo.
Però, fortunatamente, riuscì a ritrovare quel po’ di lucidità che gli era rimasta e rispose: “Lil, tu sei la donna della mia vita! Sei la persona più meravigliosa, intelligente e simpatica che io avessi potuto trovare. E ti amo più di qualsiasi altra donna non solo perché sei la ragazza più stupenda del mondo (in quel caso avrei sposato una cubista, non credi?) ma anche perché hai tantissime stupende qualità che fanno di te la persona con cui voglio passare il resto della mia vita! Cosa credi, che ti sia andato dietro per sette anni solo per la bellezza!?!?”
Lo sguardo di Lily, che si era a mano a mano addolcito, riprese la consueta allegria e disse: “Ah, ok”.
“D’accordo, adesso che è tutto chiarito possiamo….” Ma James non fece in tempo a risdraiarsi che lei si era già rinfilata la camicia da notte e si era alzata da letto.
“E ora che fai?” chiese lui, completamente incredulo.
“Scusami, Jay, ma mi sono appena ricordata che c’era un bel programma in T.V. e…” sorrise maliziosa, e poi aggiunse “e poi, dai, è anche periodo di Pasqua, possiamo aspettare qualche giorno, no? Sai che vengo da una famiglia molto cattolica, no? Non sta bene”.
Lily gli scoccò un bacio sulla guancia e sgattaiolò via, lasciandolo lì come un fesso con la bocca aperta.
James si scosse e le strillò: “Lily! Ma i tuoi non si erano convertiti al buddismo?! Lily!”
Non ricevendo risposta, si sdraiò ancora incredulo e pensò che sua moglie era proprio una sadica. Punto primo: era quasi certo che lei avesse voglia di fare l’amore; punto secondo: le aveva fatto un complimento e lei era riuscita a farlo passare come un’offesa; e punto terzo: dopo averle sviolinato una frase più dolce dell’altra, si era inventata questa cosa della Pasqua giusto per lasciarlo a bocca asciutta e per fargli venire ancora più voglia di fare l’amore.
Sospirando sconsolato, James si chiese se, in fondo, non avrebbe fatto meglio a sposare la prima deficiente oca che si toglieva la maglietta appena lui la guardava; per poi pentirsi immediatamente di quello che aveva appena pensato.
Spegnendo la luce, rifletté ancora sull’occasione perduta e rinunciò una volta per tutte a capire la logica assurda delle donne.

°°°
“E dopo?”
“Se n’è andata!”
“Così, senza dir niente?!”
“No, mi ha detto che, in poche parole, preferiva guardare la T.V. piuttosto che fare sesso” disse James con amarezza.
Sirius lo guardò a bocca spalancata per un po’.
James sbottò e disse: “Sir, ci entreranno le mosche se non la chiudi”
Sirius chiuse la bocca.
Poi scoppiò a ridere.
“Ahahahaha! ma sei sicuro di non aver avuto l’alito puzzolente? Cavolo, devi averle fatto proprio schifo per preferire la T.V.!”
James gli rifilò uno scappellotto sulla nuca.
“Cretino, era solo un modo per punirmi per aver detto quella cosa…”
“Ma perché diavolo si è offesa?”
“Ma che vuoi che ne sappia, io?”
“E poi cosa ha detto?”
“Che siccome è Pasqua è meglio stare in astinenza!” sbottò James, ancora molto incazzato.
“Ihihihihihihih! E così, il nostro Ramoso ieri è rimasto all’asciutto!”
“Che assurdo modo per farmi un dispetto! e poi per cosa, scusa?”
Sirius si fece meditabondo: “Comunque, dovresti vendicarti!”
“Siamo un po’ cresciuti per queste cose, no?” fece James, fissando Sirius da sopra le lenti degli occhiali.
Lui si voltò e alzò le spalle: “Fa un po’ come ti pare, io avrei già un’idea….”
James cominciò a sentirsi le mani prudere come non mai. Poi pensò che, alla fine, era proprio un sacco di tempo che non facevano un’altra delle loro Malandrinate… gli mancavano così tanto… e poi Lily se la meritava proprio stavolta…
E poi si sa, il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
“E va bene, ci sto!”
Sirius si voltò con gli occhi che brillavano.
“Ne ero sicuro, amico mio!”
°°°

“POOOOOOOOOOOOOOOOOOOOTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTEEEEEEEEEEEEEEEEERRRRRRRR!!!!!!!!!!!!!”
James se la stava spassando, oh, se se la spassava! Era proprio un sacco di tempo che non se la spassava così tanto. Sghignazzando il più silenziosamente possibile vicino a Sirius, e vedendo Remus che scuoteva sorridente la testa, capì che era mancato anche a loro spassarsela così tanto.
“Felpy”
“Eh?”
“Forse dovremmo filarcela…”
“CRISTO!SE VI BECCO NON SARETE PIU’ QUELLI DI PRIMA! CRISTO!”
“James… è anche Pasqua…” provò a dire Remus.
“Dimmi che non è stato divertente….” lo provocò James prima di scappare.
Si sentì una furia che scendeva le scale, e James riuscì quasi a immaginarsi Remus che scuoteva di nuovo la testa.
“Dove sono?” ringhiò nell’altra stanza un vero e proprio diavolo, con tanto di capelli rossi. Sirius indicò a gesti uno sgabuzzino e tutti e due si infilarono lì dentro, cercando di barricare il più possibile la porta con la magia.
James rischiò quasi di soffocare Sirius per cercare di farlo star zitto.
“Remus… ti avverto!”, riusciva quasi a vedere la faccia impotente di Lunastorta.
“Lily, lo sai, io ne resto fuori”.
James sentì dei passi pesanti avanzare verso lo sgabuzzino; gli sembrò di ritornare ai tempi delle Malandrinate a Hogwarts, solo che, in questo caso, non ci sarebbe stata nessuna professoressa McGranitt ad impedire a Lily di ucciderli entrambi.
 Fu allora che James Potter cominciò a sudare freddo.
I passi avanzavano; ecco, erano proprio davanti allo sgabuzzino, no, si fermavano un attimo, e poi li sorpassavano. James udì perfettamente il sospiro di Sirius vicino a lui.
Stava per rilassare anche lui le spalle contratte, quando si sentì un sonoro schianto e la porta fu, letteralmente, bombardata e schizzò via, frantumandosi in mille pezzi.
Ora davanti alla soglia c’era una Lily Evans furente, diciamo pure incazzata, ma proprio incazzata nera; mani sui fianchi e capelli rossi leggermente elettrizzati. James si fece scudo con le mani, si inginocchiò e sperò che quell’attrazione che Lily provava per lui non si fosse completamente estinta quel giorno e che gli salvasse la pelle.
“Pietà!”
“Ti prego, a Pasqua siamo tutti più buoni!”
Lily fulminò Sirius con lo sguardo.
“Quello è Natale. Cretino!”
“Fa lo stesso!”
Entrambi si ritrovarono appesi per il soffitto. Lily cominciò a camminare intorno a loro con le braccia dietro la schiena: peggio di una tortura cinese, romana e barbara messe insieme.
“Rispondete! Appendere uno stendardo enorme in giardino con su scritto: “ In questo periodo, nemmeno con la bacchetta di sambuco, si riesce ad allargarle il buco”. Vi sembra divertente?”
“Si, molto” rispose James sforzandosi all’inverosimile di non riderle in faccia.
Occhiata di fuoco.
“E quando la signora Parker qua vicino vi ha chiesto cosa significava e voi avete risposto: Buona Pasqua anche a lei signora. Per informazioni chieda a mia moglie. Anche questo vi sembra divertente?”
L’unica risposta fu la risatina soffocata di Sirius.
“POTTER, BLACK!!!!!! RITENETEVI FORTUNATI CHE E’ PASQUA! ALTRIMENTI VI AVREI SCACCIATO IMMEDIATAMENTE DA QUESTA CASA! E NON STO SCHERZANDO! PENSATE DI FARE COME VI PARE SOLO PERCHE’ QUI VICINO CI ABITANO DEI BABBANI CHE NON CAPISCONO LE VOSTRE BATTUTE IDIOTE?!?! E’ STATO SCONSIDERATO, DI CATTIVO GUSTO E PER NIENTE DIVERTENTE!!!!!!! POTTER, COSA DIAVOLO HAI DA SGHIGNAZZARE?”
“Anch’io ti amo, tesoro” rispose James, e ignorando beatamente qualsiasi umano istinto di sopravvivenza, si avvicinò a Lily e la baciò.
Da come rispose, James immaginò che probabilmente anche a lei era sembrato abbastanza divertente, peccato che non l’avrebbe mai ammesso. Restarono per un po’ così, poi arrivò la voce scocciata di Sirius che disse: “Ehi belli innamorati! Adesso si può scendere?”
Lily si staccò ridacchiando, e James pensò che fosse ora di far ripassare a Sirius la lista dei momenti in cui doveva soltanto starsene zitto. In un lampo di bacchetta, si ritrovarono tutti e due a terra.
James stava per chiedere a Lily cosa aveva risposto alla signora Parker, quando Sirius disse: “Scusate, e a me niente bacino?”; aveva una faccia molto, molto, mooolto provocatoria, e un sorrisetto molto poco rassicurante. James avrebbe voluto scrocchiarsi le nocche per rendere esplicito il messaggio, ma non fece in tempo a fare niente che Lily si era avvicinata al suo amico e l’aveva (oh, Cristo! lo dico io sta’ volta) baciato di un bacio non meno casto di quello precedente.
Quando lei si staccò, James aveva stampata in faccia un’espressione probabilmente a metà fra l’esterrefatto e il disgustato; Sirius, invece, sembrava semplicemente estasiato.
“Questo è per te, così impari a appendere certi cartelli!” disse rivolta a James. Poi schiaffeggiò Sirius (il quale era ancora talmente sorpreso che neanche reagì) e disse: “ e questo è per te, così non ti fai strane idee!” detto questo si allontanò con fare molto, molto, mooolto più provocatorio di quello di Sirius. Per tre minuti buoni tutti e due rimasero fermi e immobili.
“Porca boia…. Hai capito, la ragazza…”

“Sirius…”
“Eh”
“Prova a fare sogni erotici su mia moglie e ti spezzo le gambe!”
°°°

“Dillo che è stato divertente!”
“E’ stato pessimo e nient’affatto maturo”.
“Nahhh!”
“Eppure credevo che foste un po’ cresciuti per queste cose!”
“Bè, diventare vecchi impedisce l’attuazione di eventuali scherzi?”
“No, impedisce l’attuazione di scherzi idioti e immaturi!”
James guardò il suo piatto di tacchino arrosto ridacchiando sotto  baffi; da circa mezz’ora Sirius, che quel giorno sembrava aver assunto un atteggiamento molto rispettoso nei confronti di Lily, stava cercando di convincerla che alla fine lo scherzo era stato divertente. James pensò che era proprio un illuso. Sirius non conosceva Lily bene quanto lui, non sapeva che avrebbe preferito schiacciarsi le dita con il macinapepe piuttosto che confessare di avere torto.
Anche Remus, che saggiamente non si era intromesso nella conversazione, ogni tanto ridacchiava; James era felice di vederlo così sereno almeno a Pasqua, evidentemente il piano di cercare di fargli dimenticare Amelia almeno per un giorno era riuscito. Povero Remus. Timido di natura, quel colpo era stato proprio tremendo per lui, e dire che erano una così bella coppia…
James strinse i pugni sotto il tavolo per la rabbia; la colpa era solo di quella stupida guerra, quella guerra che rischiava di fargli perdere tutte le persone che amava.
James alzò lo sguardo quasi con dolore. Remus si teneva una mano sulla faccia ed era diventato tutto rosso, Sirius rideva sguaiatamente e Lily si teneva la pancia. Cosa avrebbe fatto senza ogni singola persona presente a quel tavolo? E anche quelli che non c’erano: Frank, Alice, Mary, Peter…. Amelia…
E Lily? Lily la dolce, Lily la coraggiosa, Lily che aveva rifiutato di andarsene solo per non abbandonarlo…. Gli occhi gli bruciarono solo al pensiero di perderla… che vita avrebbe avuto?
No. James scosse la testa. No, quello era un giorno di festa. Non avrebbe permesso a Voldemort di rovinarglielo.
James guardò sua moglie, e l’amore lo avvolse: aveva le gote leggermente arrossate e i grandi occhi verdi le brillavano di felicità, i capelli ramati le accarezzavano il viso dolcemente.
Indossava la maglietta blu che gli aveva regalato lui un Natale di qualche anno prima, lo faceva sempre nelle occasioni speciali, quando sapeva che James l’avrebbe notato e che gli avrebbe fatto piacere.
L’indossava anche il giorno in cui James aveva deciso di chiederle di sposarlo. James sorrise al ricordo, era stato proprio un giorno memorabile…

Era l’estate successiva al diploma, Lily, James, Sirius, Mary, Remus, Codaliscia, Frank e Alice avevano appena ricevuta la notizia di esser stati accettati al Ministero per cominciare la loro carriera come Auror. Era un giorno felice e James e Lily avevano deciso di festeggiarlo da soli, al mare.
Ora, l’idea di chiederla in moglie stava già girando da un pezzo in testa a James: aveva già comprato l’anello e aspettava solo l’occasione giusta per fare la mossa finale. Quel pomeriggio gli era sembrato perfetto.
L’aria di fine Giugno non era troppo afosa e c’era un venticello piacevole.
Nonostante tutti i timori, alla fine James aveva deciso che un’altra occasione del genere non gli sarebbe capitata più. Ma non doveva essere una cosa banale. No, non le avrebbe detto che era l’amore della sua vita, si sarebbe inginocchiato e le avrebbe dato l’anello.
Gli ci era voluto un po’ per ideare il piano, ma alla fine ci era riuscito! E aveva creduto fosse perfetto. Allora, mentre Lily stava dormendo avrebbe infilato l’anello in una conchiglia e avrebbe preparato un tavolo nascosto da uno scoglio apparecchiato con delle candele sulla spiaggia, con l’oceano al tramonto come sfondo; quindi, avrebbe pagato un ristorante per far venire dei camerieri e del cibo. Poi, mentre passeggiavano, le avrebbe detto di guardare le sfumature madreperlacee e così Lily avrebbe visto l’anello, l’avrebbe accompagnata al tavolo e lì alla luce del tramonto le avrebbe chiesto di diventare sua moglie.
Era perfetto! Originale e romantico.
James era andato a letto col sorriso sulle labbra, sicuro che tutto sarebbe andato a meraviglia.
Il mattino dopo era sereno e James fece tutto come programma.
Verso le sei di sera, James aveva innocentemente chiesto a Lily di fare due passi in spiaggia, e lei aveva accettato entusiasta. Chi avrebbe immaginato che nel giro di mezz’ora si sarebbe scatenato il diluvio universale? Il cielo era cominciato ad oscurarsi e l’aria a farsi più fredda. Dopo dieci minuti Lily aveva insistito per tornare in albergo, ma James non avrebbe potuto abbandonare tutto il piano in quel momento, era così perfetto!
Così, era stato costretto a trascinarsi Lily dietro quasi con la forza, mentre gli alberi si piegavano per il gran vento. Però per quanto avesse provato ad aguzzare i suoi occhi da Cercatore, James non era riuscito proprio a trovare la conchiglia con l’anello. Poco ci mancò che non avesse imprecato davanti a Lily: dove diavolo era andata a finire quella dannata conchiglia? Probabilmente era volata via col vento. Maledicendo il cattivo tempo mentre Lily si lamentava del freddo, James aveva deciso che l’anello gliel’avrebbe comprato in seguito, forse era meglio cenare direttamente e così aveva cominciato a dirigersi verso il tavolo, trascinando Lily per un gomito.
Ma quando erano arrivati, che desolazione! Chi avrebbe immaginato che proprio quel giorno era uscita una riforma contro i camerieri e quelli avevano deciso di scioperare?
Il tavolo non era apparecchiato, le candele erano spente e la tovaglia si era strappata.
Proprio in quel momento, Lily aveva cominciato a gridare (al colmo dell’irritazione) che era proprio stufa di quella marcia forzata e che se James non fosse tornato subito indietro, l’avrebbe schiantato all’istante.
Deluso da tutto quel casino, James si era seduto sulla spiaggia con le braccia intorno alle gambe e aveva maledetto quella schifosa giornata. Non solo non era riuscito a chiedere a Lily di sposarlo, ma aveva anche perso l’anello e tutto il suo piano era andato in fumo.
A quel punto, Lily si era chinata davanti a lui e trafiggendolo con i suoi grandi occhi verdi gli aveva chiesto rabbiosamente cosa diavolo aveva avuto intenzione di fare con quel tempaccio. Allora James si era alzato con rabbia e con rabbia le aveva raccontato tutto quello che aveva preparato con cura e con rabbia le aveva detto come tutto era sfumato.
Allora Lily l’aveva guardato con stupore e gli aveva chiesto con quelle esatte parole: “Ma, James, l’anello… la cena… il tramonto…. era tutto perfetto e romanticissimo, ma… perché l’avresti fatto? È successo qualcosa che non mi hai detto?”
James l’aveva guardata come se fosse una aliena e si era chiesto se avesse sposato una cretina.
“Ma, Lily, non hai capito? Era una proposta di matrimonio! E ha fatto tutto schifo!”
Arrossendo, James aveva abbassato lo sguardo. Poi all’improvviso Lily aveva gridato e aveva strillato per farsi sentire tra gli urli del vento.
“Ma… oggi mi avresti chiesto di sposarti?!?!?!”
James era diventato rosso come un peperone e aveva sussurrato: “Bè, sì”.
Lily aveva strillato di nuovo e l’aveva stritolato in un abbraccio.
“Ma, allora avresti risposto sì?” aveva chiesto James con stupore.
Con gli occhi brillanti di gioia, Lily gli aveva gridato in un orecchio: “James Potter, io non avrei risposto sì, IO RISPONDO SI’!!!”
“Davvero?” aveva chiesto James, al colmo della felicità.
“SSIIIIIIIII” gli aveva urlato lei.
“Oh, Lil!”
Ed erano rimasti a dondolarsi abbracciati fra gli urli vento finché era diventato davvero troppo freddo per rimanere.



Alors, che ne dite? ho pensato di alleggerire un po' l'atmosfera, no? un capitolo un po' così...
so che non è un granchè, so che sono in ritardissimo e so che è un po' corto e poco soddisfacente e so che voleva far ridere ma non ha fatto ridere per niente.
un grazie ad Ariadna perchè la battuta dello striscione di Sirius e James l'ha ideata lei! (lo so che fa pena -_-) però è sempre meglio di niente!!!!!!!! *______* *________*
vi prego non pensate che sono una pervertita e commentate numerosi!!!!!!!!!

ecco i ringraziamenti:
HERMY101:  grazie per aver resistito tutto questo tempo a leggere e commentare la mia fic* sono commossa.
comunque, certo che è Amelia Bones! se vai indietro di qualche capitolo il cognome avrei dovuto scriverlo da qualche parte.....
CULLEN ISABELLA:  allora, per la durata della fic non saprei dirti con precisione, ma ormai non penso che la lascerò andare molto oltre. ho visto che la mia fantasia e la mia costanza si stanno esaurendo e non vorrei peggiorare il tutto con molti altri pessimi capitoli ma ne scriverò solo con alcuni, però buoni.
JAMES_LILY-LOVE: mi fa piacere che la tua Lily sia simile a quella che mi immagino io! grazie per la correzione :) :)
BELLA SWAN: grazie come al solito per i tanti complimenti. arrossisco. per Remus e Amelia dispiace anche a me, ma mi ero resa conto che se volevo arrivare al punto dove volevo arrivare, cioè alla loro morte (lo dico come anteprima),  non sarei mai riuscita a finire con questo ritmo, quindo ho accellerato un po'. so che sono troppo in ritardo, perdono. ti piace questo cap? ormai ci tengo troppo al tuo giudizio.
come va il piede?
ADNA: ancora grazie per la dritta della bacchetta di sambuco. visto che alla fine ho aggiornato, eh?
viva l'operazione SCOTLAND 65!!!!!!!!! l'acquila volerà, l'acquila volerà. passo e chiudo.
(so che quest'ultima riga risulterà proprio priva di senso a chiunque non sia io o Ariadna, quindi ignoratela, è per il vostro bene)
DAFNY: brava brava!!! clapclapclapclapclapclapclapclapclapclapclap!!!!!!! sei un genio, hai capito tutto!!! ti amo perchè questo mi dimostra che almeno qualcuno ci ragiona sulle cose che scrivo!!! come ti è sembrato il cap?


grazie anche a tutti quelli che hanno solo letto e che mi hanno aggiunto tra i  preferiti, in particolare a Queen_M che ha commentato il mio quinto capitolo. non so da quanto l'hai fatto, ma io mi sono accorta poco fa, grazie! è stato molto gratificante!

Tugs**

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Capitolo 10
*** FIOCCO SULLA PORTA ***




FIOCCO SULLA PORTA



Ottobre, 1979


Fuori il vento soffiava forte, facendo sollevare le foglie dai caldi colori autunnali, che vorticavano in un turbine indistinto sopra i tetti di una Londra che stava per addormentarsi. L’aria era fredda, forse troppo per quell’inizio di autunno che sembrava parecchio intenzionato a dimostrare che poteva esser violento quanto l’inverno. Era così sgradevole che i pochi avventuratisi fuori al riparo dalle loro giacche a vento e dai loro ombrelli si stavano di nuovo rifugiando dentro casa, promettendosi di prepararsi una bella cioccolata calda da consumare bollente davanti al fuoco, con un bel libro in mano. Cosa c’era di meglio con un tempaccio simile?
Eppure, a quanto pareva, la nostra Lily aveva trovato un’alternativa più che onorevole per trascorrere la serata. Infatti, se ne stava al calduccio sotto un vaporoso piumone invernale a godersi le carezze di James (Invidiatela pure, io lo sto facendo. NdA).
In quel momento, tutta presa a cercare di respingerlo mentre le faceva il solletico senza pietà nel suo tallone d’Achille: la pancia.
“Uhuhuhuhuhuh, dai, ihihihihihihih, Jay! Ti prego smettila!”
“Non ci penso neanche!” sbottò lui, stringendola a sé e baciandole dolcemente il collo, per poi continuare la sua opera. Ma Lily, scaltra femmina, aveva ben altri metodi per mettere a tacere la vena scherzosa di suo marito, e si buttò a pesce sopra di lui, togliendogli per un attimo il respiro. Proprio quello che desiderava.
Approfittando della momentanea immobilità di James, cominciò a riempirlo di baci: sui capelli in disordine, sulla fronte, sul naso, sulla bocca, sulla mascella, sul collo, sulle spalle, sull’incavo del gomito, sul petto nudo… e a ogni respiro sentiva la sua volontà farsi sempre più debole e l’aria impregnarsi di dolcezza.
Presto, sentì le sue braccia forti avvolgerla nei fianchi e lo guardò negli occhi nocciola che la fissavano con espressione adorante. Lily ridacchiò fra sé e sé, pensando che fuori dal contesto sarebbe stata una faccia sorprendentemente buffa.
Lentamente, dolcemente, assaporando ogni singolo gesto, si svestirono, godendo del respiro caldo dell’altro sulla pelle e del contatto intimo che c’era fra loro, sospirando spesso di piacere.
Niente aveva più senso. L’universo cominciava e finiva sotto quel piumone e nessun altro luogo al mondo avrebbe potuto dar loro la stessa gioia e lo stesso ottimismo di quello. Per Lily, il cielo erano i capelli arruffati e neri di lui, le stelle erano i suoi occhi dolci e luminosi, il calore del sole erano le sue braccia strette intorno a lei, la sua terra –senza la quale sarebbe precipitata in un baratro di oscurità- era il suo corpo, e la gioia di James era la sua, i desideri di James erano i suoi; di cosa fossero fatte le anime Lily non avrebbe preteso di saperlo, ma avrebbe potuto dire con certezza che le loro erano uguali, compatibili, create per essere incastrate insieme, con la perfezione che neanche un divino puzzle avrebbe mai raggiunto, un’unica identità, due metà di un cerchio. E Dio solo sa se quella sera quelle due metà non raggiunsero il cielo e andarono anche oltre, volando insieme, allacciate dal loro amore.
E la loro gioia diede luogo a qualcosa di nuovo, qualcosa che sarebbe diventato unico e insostituibile per il resto dell’umanità.

Novembre, 1979

Lily passeggiava assieme a Remus per Regent’s Park. Era parecchio piacevole girare per i viali alberati con quel sole tiepido, e quel giorno molte coppie che si erano portate dietro i bambini che si rincorrevano lungo le rive del lago o si imbrattavano con il fango per poi essere sgridati dai genitori, che si arrabbiavano oppure scuotevano la testa con fare impotente e sorridevano alle faccette innocenti della loro progenie.
Lily quel giorno sentiva un non so che di insolito, aveva lo stomaco in subbuglio dalla mattina, doveva andare a fare il turno di guardia per l’Ordine, ma James, sebbene lei non gli avesse detto niente, aveva intuito che non si sentiva troppo in forma e le aveva espressamente vietato di andarci, confinandola in casa assieme a Remus, che aveva il giorno libero. Quindi, si era alzata, aveva preparato la colazione, poi si era rimessa a letto, poi aveva preso un libro, poi aveva guardato la TV, senza riuscire a trovare qualcosa che avesse voglia di fare. Infine, si era fatta una doccia nella speranza di sciacquar via quel senso di disagio, senza risultato; solo a quel punto Remus aveva suonato il campanello e, vedendola così agitata, le aveva proposto di fare una passeggiata.
Lily, all’aria aperta, seduta su una panchina a guardare i bambini che sbriciolavano il pane per darlo da mangiare ai piccioni, fu costretta ad ammettere che le stava facendo bene; si sentiva parecchio meglio lì fuori a fare qualcosa che non a casa. Tuttavia, avrebbe preferito andare al lavoro; maledizione a James! Lily detestava non sapere cosa stava succedendo.
Ma d’altra parte la compagnia di Remus aveva un non so che di tranquillizzante, nei suoi occhi celeste chiaro, nello sguardo tranquillo, nel silenzio socievole che li avvolgeva…
Proprio in quell’istante, un bambinetto con i riccioli  biondo e gli occhioni grigi fu preso da uno slancio eccessivo nel fare una capriola e perse l’equilibrio, ruzzolando rovinosamente vicino a Lily e Remus. Lily fu colta da un insolito stato d’ansia e corse a controllare che il bimbo stesse bene, con Remus alle calcagna. Quando arrivò sul posto, capì immediatamente che non si era fatto niente; ma dato che una folla di bimbi lo circondava, si stava giustamente prendendo la sua parte di attenzioni, frignando chiassosamente.
Lily si fece largo tra i ragazzini e si inginocchiò accanto a lui. Aveva il viso rigato di lacrime, e un ginocchio sbucciato. Quando il bambino si accorse di lei la guardò con espressione spaurita, che scomparve immediatamente appena Lily gli rivolse un largo sorriso.
“Ohi, ciao, piccolo. Ma perché fai quella faccia triste?” gli chiese premurosamente, mentre Remus osservava la scena in disparte, sorridendo.
Il bimbo tirò un paio di volte su per il naso e arrivò un gran vociare dai bimbi intorno che tentarono di spiegare confusamente l’accaduto tragico. Lily annuì seriamente agli altri e poi gli disse: “Ah, è così? Sei caduto?”
Lui annuì con vigore.
“Guardiamo un po’. Oh, è questo?” chiese indicando lo sbuccio.
“Sì” rispose il bambino con voce un po’ spezzata.
“E fa tanto male?”
Annuì di nuovo, con molta sicurezza.
“Ah, ma a me dicono che con un bacino il dolore va via subito. Ecco” disse sfiorando con le labbra il ginocchio. Il bimbo strinse le labbra, evidentemente preso da un dolore immane, ma subito il suo sguardo si fece più allegro e sorrise.
“Va meglio?” chiese dolcemente Lily.
Lui annuì e si alzò. “ Ma bisogna disinfettarlo. Ora mi dici dove sono la mamma e il papà?”
Lily si alzò e prese il bimbo per mano, tutti gli altri, entusiasti per la missione, corsero intono a loro come uno sciame, e chi tirava il vestito, chi il cappotto di Lily, chi gridava, per dirle di far presto e indicandole la strada.
Lily rise, perfettamente a proprio agio, e sorrise anche al bambino che rispose a sua volta e cominciò a parlare a raffica, con l’entusiasmo di quando si è piccoli.
“…. Sì, e dopo io ho detto che così mi faceva male, ma lei non mi ha ascoltato” borbottò indicando una bambinetta più piccola con i capelli identici ai suoi e l’espressione corrucciata.
“Non è vero, Tom, io ti avevo detto che mamma non voleva e…” ma il resto del discorso fu interrotto da una miriade di voci che sostenevano o l’una o l’altra parte.
Poi un improvviso grido: “Tom! Ma che hai fatto!”
Il bambino riconoscendo una donna che gli assomigliava molto, corse da lei e l’abbracciò: “Mamma! È stata Anne, mi ha fatto cadere!”
“Non è vero!” strillò la bambina mentre si tirava le treccine bionde per la frustrazione.
“Sì, è vero, mamma, e poi mi ha aiutato quella signora là con i capelli rossi e gli occhi belli”.
“Quale signora?” chiese in ansia la mamma, mentre i ricci biondi le scoprivano gli occhi quando sollevò la testa.
“Quella” disse Tom indicando Lily, che sorrise alla mamma e al figlio.
La mamma di Tom si avvicinò e ringraziò Lily, poi si portò dietro i due bambini che ancora strillavano perché entrambi volevano avere ragione.
Lily sentì uno strano senso di tristezza nel vedere Tom ed Anne andarsene mano nella mano con la mamma e un ancor più acuto senso di nostalgia la colse, anche se non riuscì a capire per cosa.
Remus si avvicinò a lei, e le mise un braccio intorno alle spalle mentre si allontanavano.
“Però… ci sai fare coi bambini! L’hai visto, un attimo prima piangeva e un attimo dopo…”
“Remus” lo interruppe Lily con la mano sulla bocca e gli occhi spalancati, “credo di dover vomitare”.
“Come?” chiese lui sorpreso.
Ma lei era già corsa dietro un cespuglio.
Remus sorresse Lily mentre svuotava tutta la colazione sull’erba.
“Lil, ma cosa hai mangiato? Eppure non stai male spesso…”
E in quel momento Lily fu presa da un’ansia ancora più grossa. Lottando per reggere allo stupore, cominciò a contare le settimane dall’ultima volta in cui aveva avuto il ciclo mentre Remus continuava a parlare. Allarmata si toccò la pancia e deglutì faticosamente.
“Lily, ma che hai?”
“Rem, mi sa che mi devi accompagnare in farmacia”
°°°

Lily si torceva le mani, camminando avanti e indietro sul tappeto e scoccando delle occhiate nervose all’orologio, mentre Remus aveva un enorme sorriso stampato in faccia e sedeva tranquillamente sul divano.
“Eddai, Lil, sarà felice, vedrai!”
“Sta zitto, Remus, zitto! Oddio cosa faremo, ora?”
“Bé, di solito si aspettano nove mesi e poi…”
Lily lo guardò inorridita, “Ma che stai dicendo?”
Remus scosse la testa e la abbracciò, “Questa è una splendida notizia, Lily”.
Lily lo guardò ancora più inorridita: “Cosa? Questo” sbottò indicandosi il ventre, “è un disastro! E cosa dirà James quando arriverà!”
Remus non fece in tempo a replicare che si sentì uno schiocco sul vialetto davanti a casa. Lily gemette riconoscendo il passo di James.
Ora immaginatevi la scena che trovò James quando entrò in casa e vide Remus con l’espressione che scoppiava di felicità e pareva che morisse dalla voglia di dire qualcosa, Lily con le mani che ancora si torcevano e l’espressione terrorizzata.
James rimase un attimo sul ciglio della porta con espressione stupita, poi accennò un sorriso e chiese: “Ehmm… ciao, ragazzi, mi sono perso qualcosa?”
Remus si sedette di nuovo con la faccia soddisfatta e disse: “Diglielo”.
“Dirmi cosa? Lily? È successo qualcosa?”
Lily capì che James si stava inquietando, poi riprese a girare per la stanza con un groppo in gola e continuò a stritolarsi le mani. Oddio, cosa sarebbe successo? Erano in guerra, James non avrebbe sicuramente voluto un figlio, o no?
“Ehmm…” cominciò, ma la voce le si spezzò.
“Lily?” James si avvicinò e le prese le mani.
“Che c’è? Dai dillo, qualsiasi cosa sia successa possiamo affrontarla insieme”.
Lily chiuse gli occhi un secondo, respirò ed espirò un paio di volte, tentò di allentare il nodo allo stomaco, poi aprì di nuovo gli occhi e, raccogliendo il coraggio disse: “Sono incinta”.
Silenzio.
L’espressione di James, dapprima dolce e tranquillizzante, si riempì di stupore.
Silenzio.
“James, hai capito? Avremo un bambino”, Lily provò a sventolargli una mano davanti.
“Forse sta ancora assimilando la notizia” azzardò Remus.
Poi, piano piano sul volto di James si allargò un sorriso che era molto più che da trentadue denti, sprizzava gioia da tutti i pori.
James gridò, poi sollevò Lily per la vita e le fece fare una giravolta attorno a lui.
“Aspettiamo un bambino! Oh, Lily…” e la tenne stretta per un po’.
“James…” cominciò lei.
Lui si allarmò subito. “Oddio, scusa, ti ho fatto male? Mammamia è tutto così… allora ti ho fatto male, eh?”
Lily sorrise per l’entusiasmo infantile di suo marito, “Ma, allora, sei contento?”
James la guardò come se fosse pazza; “Stai scherzando? Io sono molto più che felice! Avremo un bambino!” ripeté come se in quella stanza non avessero afferrato bene il concetto.
Poi afferrò Lily per il braccio e la trascinò fuori. “E ora dove vai?” chiesero Lily e Remus all’unisono.
Lui si voltò e rivolse loro l’ennesimo sorriso raggiante.
“Come dove andiamo? A dirlo a tutti, no?”
E appena uscito fuori strillò: “SAREMO GENITOOOOOOOOOOOOOOOORIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Molti si affacciarono alla finestre e Lily si coprì il volto paonazzo per la vergogna.
“BRAVO!” gridò un tipo dalla finestra, “MA IO VORREI SENTIRE IL TELEGIORNALE!”
Poi la signora Parker si affacciò dal davanzale e chiese: “Ms Potter, ma è vero?”
Lily si tolse le mani dalla faccia e sorridendo, annuì.
La signora Parker unì le mani e disse deliziata: Oh, ma che splendida notizia!”
Remus ridacchiò e James abbracciò di nuovo Lily e Lily pensò, sorridendo fra sé e sé, che, tutto sommato, sarebbe diventato un bravo papà.
°°°
“Diventerà un cercatore abilissimo!”
“Niente affatto, sarà un playboy nato!”
“Meglio ancora, scoprirà altri dieci usi per il sangue di drago!”
“Naaaaaaaaaaaahhhhhh!” dissero James e Sirius, disgustati dall’ultima affermazione di Remus, che si era inaspettatamente unito alla ricerca della miglior qualità che avrebbe avuto il nascituro.
Lily sorrise teneramente alla scena mentre si riscaldava davanti al fuoco e alla coperta che James aveva insistito nel metterle sulle ginocchia.
“E se fosse una femmina?” chiese.
James si avvicinò e la baciò teneramente sulla fronte: “Diventerà bellissima!”
“No, sarà una rubacuori!”
“Sì, ma anche la migliore della classe!”
E via, di nuovo.
Lily sorrise, mentre intorno a lei si alternavano Peter, Mary, Frank, Sirius, Remus che si congratulavano e le offrivano ogni aiuto possibile, ma soprattutto James, che era diventato più appiccicoso della colla.
Alla settima volta in cui le chiese se aveva bisogno di un altro cuscino, Lily sbuffò: “Ma la vuoi piantare? Mica…”
Ma fu interrotta da qualcuno che sbatteva la porta: era Alice, che dalla cima delle scale era appena uscita dal bagno, tutti si girarono verso di lei che, sventolando un test di gravidanza in mano strillò: “Oh, ragazzi! Sono incinta anch’io!”
Si udì all’istante un botto, Frank era svenuto, e tutti risero e si complimentarono con Alice, che divenne presto rossa di gioia.
Nell’esultanza generale, notò Lily, solo Minus sembrava impallidito ulteriormente e la sua pelle sembrava ancora più giallina e appiccicata alle ossa. Strano che avesse perso così tanto peso in così poco tempo, pensò.

Dicembre 1979

“Lily, ragiona!”
“James, se ho detto di no è no!” sbottò Lily mentre appendeva l’ultima campanella all’albero di Natale.
“Ma…”
Lily, furibonda, si voltò verso di lui: “James, negli ultimi due mesi mi hai impedito di andare a combattere contro gli attacchi dei Mangiamorte, mettendomi in ansia oltre ogni dire mentre voi rischiavate la vita; ho dovuto lottare per essere ammessa alle riunioni, poi mi hai espressamente vietato di correre, di prender freddo, di mangiare il sushi, e tu sai che adoro il sushi!”
“Ma, amore, il pesce crudo…”
“Zitto, non ho finito. Di riparare il tubo del lavandino, di RACCOGLIERE il cuscino che mi era caduto, di maneggiare oggetti taglienti, neanche le forbicine arrotondate, James (vorrei che ti rendessi conto) e ORA mi vorresti dire che NON POSSO andare a fare la spesa?” con le mani dietro ai fianchi, Lily sperò di essere abbastanza minacciosa.
James sembrava un po’ in pensiero.
“Tesoro, non dovresti arrabbiarti tanto, il bambino…” rispose dolcemente.
“Jay, il massimo che potrebbe succedere al bambino al supermercato è accorgersi che non gli piacciono le uova dal loro odore. E ora, saresti tanto gentile da non sbarrare l’uscita?”
“Lily, devo insistere…”
“SANTO DIO, POTTER! NON STO MICA PARTENDO PER IL VIETNAM!” e gli rifilò un bel calcio nelle parti intime, poi prese il cappotto e uscì.
Da quel momento James imparò a essere meno apprensivo.

Maggio, 1980

Lily cominciava a essere belle che stufa della gravidanza. Certo, molte mamme la definivano l’avventura più bella della vita ed erano soddisfatte che quel segreto appartenesse solo a loro e non ai maschi, ma Lily nutriva seri dubbi sulla veridicità di quanto si raccontava in giro. Il bambino scalciava come un matto cosicché Lily continuava ad avere spesso dei dolori insopportabili alle costole, e poi c’erano i cambi di umore. Ogni volta cambiava voglie, era nervosa, rispondeva male o era dolcissima; e anche la sottigliezza di andare continuamente in giro come una balena piaggiata non era da sottovalutare. Lily cominciò a reputare James un santo per tutto quello che gli faceva subire.
Poi, si era alla fine scoperto che il bambino era davvero un bambino, cioè un maschio! E si era anche deciso di chiamarlo Harry; il nome l’aveva scelto Sirius, e James e Lily avevano pensato che si sposava perfettamente con il cognome Potter.
Nonostante tutti i casini, quello rimaneva un periodo felicissimo per Lily.
L’unico rimpianto che aveva era Amelia. Lily e Alice le avevano mandato delle lettere dove le avevano scritto la bella notizia, anzi le belle notizie, e lei aveva risposto con entusiasmo, ma non si era fatta viva.
Lily sospettava che temesse di trovare la casa invasa di maghi dell’Ordine ( e in un certo senso aveva ragione) e soprattutto di vedere Remus, probabilmente sentiva ancora troppo la sua mancanza per avvicinarsi a lui.
Da parte sua, Remus si era dimostrato il più affettuoso degli amici, aveva comprato tutine, sonaglietti, campanelli e ogni sorta di aggeggi che sarebbero potuti servire a Harry. Il rapporto con Alice si era molto approfondito in quei mesi, si mandavano in continuazione lettere e si vedevano spesso per scambiarsi le opinioni più disparate sui nascituri; anche Alice avrebbe avuto un maschietto, che sarebbe nato più o meno a Luglio, come Harry, e si sarebbe chiamato Neville. Alice e Lily speravano tanto che sarebbero diventati amici un giorno e si erano promesse di farli incontrare già da subito. James, a mano a mano che la fine dei nove mesi arrivava, si sentiva sempre più ansioso e Lily l’aveva beccato un paio di volte in piena notte a sussurrare qualcosa al bambino, ma aveva fatto finta di niente.
Anche Sirius sembrava un po’ in ansia per la nascita: girovagava sempre più spesso nei dintorni di casa loro. Lily era stata presa da una grande dolcezza nel vedere che anche lui era emozionato e aveva proposto a James di farlo padrino del bambino. James l’aveva guardata, stupito, e subito dopo era corso a dargli la bella notizia. Il giorno dopo, Sirius aveva regalato loro una culla per Harry con un grande fiocco azzurro che i genitori avevano appeso alla porta.
Da allora, c’era stato un giro interminabile di visite tra cui anche Silente, che era venuto a venire a fare le congratulazioni; e poi le file dei vicini babbani per cui ogni volta bisognava nascondere una miriade di oggetti magici sparsi per casa.
Mary approfittava più di chiunque di quella situazione. Ogni volta che poteva, si fiondava dai Potter portando ogni sorta di dolcetti e schifezze, approfittando delle voglie più disparate di Lily per mangiare come una ciambotta; poi passavano tutte e due pomeriggi interi stese sul letto, a chiacchierare, scherzare e mangiare.
Intanto continuava la ricerca delle qualità più improbabili che avrebbe avuto Harry.
A un certo punto si era attivati al limite del normale.
“Diventerà Capo del dipartimento degli Auror!”
“No, preside di Hogwarts!”
“Macché, Ministro della Magia!”
“No, no” disse all’improvviso Sirius con gli occhi che brillavano, “salverà il mondo!”
“Esagerato!” strillarono tutti.
Non avevano idea di quanto sarebbe stato vero.

Luglio, 1980

I piccioni davanti al The Royal London Hospital Whitechapel abbondavano, anche perché gli occupanti, molte volte presi da grosse magagne perdevano l’appetito e facevano la fortuna degli uccelli.
Tuttavia, ce n’era un gruppo molto più sfortunato, ed era quello di fronte al reparto maternità che spesso riceveva parecchi traumi dovuti agli strilli frequenti ed improvvisi.
Proprio in quell’istante si udì uno strillo bello grosso e tutti i piccioni volarono via per lo spavento.
Quell’urlo apparteneva proprio alla nostra Lily, che stava vivendo un momento tutt’altro che felice, stesa su un piccolo letto d’ospedale, con tutti i dottori che le scrutavano la femminilità mentre quel povero disgraziato di suo figlio tentava di uscirne.
E poi quei poveri dei suoi amici, soprattutto James, che camminavano avanti e indietro, ansiosi di entrare e vedere il bimbo e, naturalmente, Lily. Tra di loro c’era anche Alice con il piccolo Neville, nato da neanche tre settimane, un po’ in anticipo rispetto al programma.
I capelli erano tutti bagnati di sudore, e il dolore la stava davvero ammazzando, ma poi arrivò improvvisamente un urlo infantile e Lily si sentì felice come non le era mai successo prima.
La voce dell’infermiera arrivò come in un sogno e le sussurrò all’orecchio: “E’ finita, signora. Suo figlio è bellissimo. Fra poco faremo entrare suo marito”.
Lily si risvegliò come da un sogno e chiamò il nome di suo figlio, alzando le braccia, nonostante fosse esausta, per abbracciarlo. E dopo neanche un minuto, vide un bel dottore con in mano un fagottino bianco.
Lily abbracciò subito Harry tra le braccia amorose di una madre e, guardandolo, l’unica cosa che riuscì a dire fu: “Oh“.
Perché ciò che vide tra le sue braccia fu un’emozione indescrivibile. Quell’affarino che teneva in mano non c’era certo bello: era un po’ pallidino, sporco, con due sparuti ciuffetti neri in testa e la pelle raggrinzita tipica dei bambini. Ma poi aprì gli occhi, che la fissavano curiosi, ed erano verdi e grandi, proprio come i suoi; quindi, Harry sollevò un pugnetto verso Lily, che lo strinse e sentì che avrebbe potuto morire dalla gioia. Era madre, era madre, davvero! E quel piccoletto che aveva in braccio era suo figlio, il piccolo Harry! E anche se ogni ragione umana non le avrebbe dato ragione, Lily gli sussurrò: “Come sei bello, Harry…” con tutto l’amore che sarebbe stata in grado di racchiudere in quelle quattro parole.
E quando madre e figlio si fissarono nelle stesse due paia di occhi verdi, si sorrisero a vicenda e Lily pianse; ora mancava solo una cosa per essere davvero felice, e quel qualcosa arrivò quando l’infermiera chiamò fuori dalla porta: “Il signor Potter?”
“Sì!” risposero sei voci all’unisono, tra cui quella emozionata di James.
“Può entrare” rispose l’infermiera, e dalla voce Lily capì che stava sorridendo per la risposta multipla, “ma non la agiti, è molto stanca”.
Lily era stanca da morire, ma sapeva che né Remus, né Mary, né Alice, né Sirius, né Frank avrebbero mai avuto pace finché non avessero visto lei e Harry.
Così, sforzandosi per parlare abbastanza forte perché la sentissero tutti: “Lasci stare, li faccia entrare tutti”.
“Lily!” esclamarono le stesse sei voci. E James si fece spazio verso la stanza, mentre l’infermiera tentava di trattenere tutti gli altri, che sbirciavano curiosi sul ciglio della porta.
James si fermò un attimo davanti al letto, forse sopraffatto dall’emozione perché Lily vide i suoi occhi diventare lucidi. Gli sorrise per incoraggiarlo.
L’infermiera continuava a guardarla dubbiosa, ma lei le fece un cenno d’assenso.
Intanto, James si era avvicinato e, con mano tremante aveva spostato le coperte. Immediatamente Harry si rivolse a lui e lo fissò con i suoi stupefacenti occhi verdi.
James strabuzzò gli occhi, mentre sussurri stupiti correvano tra gli altri “.…gli stessi di Lily…”
Vedendolo in pericolo di svenimento, Lily si affrettò a fargli spazio sul letto a una piazza e mezzo; lui si sedette senza indugio e accarezzò la guancia di Harry e sussurrò: “Mio figlio”.
“Nostro figlio” lo corresse Lily, guardandolo male.
James la guardò e disse “Ti amo, Lily”.
Lei sorrise, “Ti amo anch’io, James”.
“E’ proprio un Potter” si lamentò Sirius, “hai visto quei cavolo di capelli? Rovineranno tutta la sua carriera di playboy!” e indicò i ciuffi striminziti di Harry, che già sembravano neri e ribelli.
“No, hanno il loro fascino!” rise Lily mentre scapecciava quelli di James.
James e Lily si sorrisero, e rimasero lì, a guardare quel bambinetto dagli occhi verdi che ormai faceva parte della loro famiglia.



Bonjour, lettori! eccomi qua, con un'altro capitolo, che spero vi sia piaciuto.

DAFNY: ti ringrazio per i complimenti, come sempre, mille mille grazie! commentami anche stavolta!
ADNA: iahiahiahiahiahiahiah, lo scotland si avvicina! si, si, gasati pure, basta che smetti di pensare al falco altrimenti mi inca... cià
BELLA SWAN: ciao, beh, mi dispisce per l'ultima volta ma almeno adesso hanno consumato, no? ho pensato di dover rispettare i tempi, se volevo far nascere Harry in tempo... bellini!
credimi anche a me dispiace per Remus, ma almeno dopo ha trovato TOnks, no? spero di non aver deluso le aspettative...XDXD
PRINCESS MARAUDERS:  ehi, grazie! sono onorata dei complimenti!! ih, che soddisfazioni che mi date.... *arrossisco*
credimi anche io ho invidiato Lily, ma tanto? almeno lei è contenta! piaciuto il cap?
HERMY101: eh, ma cosa ci dovremo fare con quei due? ora che James è padre, sarà ora che si responsabilizza, vero? vero?....
boh, sarà ma io lo preferisco così! lui è Sirius sono troppo forti!

non ho molto da aggiungere su questo capitolo, spero solo che vi sia piaciuto! commentate!

Tugs**

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Capitolo 11
*** EPILOGO? SPERIAMO DI NO! ***


mmmm... eh.... si, insomma... non so quanti di voi effettivamente si ricordano di me vist al'infinità di tempo che non aggiorno, comunque... mi vergogno orrendamente, drammaticamente, pateticamente. mi prostro ai vostri piedi e frusto :(

ho fatto esattamente quello che avevo giurato di non fare mai e poi mai, e cioè interrompere una fanfic senza uno straccio di spiegazione o di motivazione. mi dispiace di aver lasciato così i miei pochi ma spero affezionati lettori.

Come avrete visto dallo stacco drastico e improvviso che ho fatto dopo la dichiarazione di James, la fic aveva già cominciato a stufarmi e a non appassionarmi più come un tempo, per questo ho smesso di scrivere, non sono più riuscita a tirar giù una riga dannatamente decente.

Ma non ho scuse per non avervi detto niente, neanche due parole sulla storia che comunque mi ha appassionato e rapito per così tanto tempo.  Ringrazio di tutto cuore HappyShaLaLa__ che mi ha fatto rinsavire con il suo commento, oggi non so neanche perché mi è venuto da guardare i commenti della mia vecchia fic e ho trovato il tuo. Beh, puoi immaginarti la sorpresa!

Per quanto riguarda la continuazione della storia, purtroppo ho seri dubbi sul fatto di riuscire a finirla, ci vorrebbe la scintilla che ho perso, per ora vi pregherei di considerarla finita in questo modo, forse il più felice…. Anche se teoricamente dovrebbe mancare l’ultimo capitolo, il più importante, e quello che se scrivessi, ci terrei davvero che fosse bello (anche per questo non mi sento di scriverlo ora). ma ciò non esclude che in un futuro non troppo lontano voglia portare a termine quello che ho cominciato. in effetti non mi piace lasciare le faccende in sospeso, anche se l'ho fatto e per questo vi chiedo di nuovo scusa...

Ma ci sono le buone notizie! Per ora posso dirvi che dopo quasi un anno di pausa ho in cantiere una nuova storia sulla new generation che mi sta prendendo molto e che a giorni dovrei pubblicare =)

Grazie comunque a tutti quelli che hanno seguito questa fic e che mi hanno commentato/ messo fra i preferiti/ eccetera…

 Lilly 94
robert90
 Lady Patfood
 hermy101
 Rosalie Hale e Bella Swan
 ariadna93 purtroppo…
kikidabologna
ale03
Agnese_san
 Queen_M
 cullen isabella
 Dafny
James_Lily_Love
 PrincessMarauders
 IOesty
HappyShaLaLa__

Grazie a tutti voi infinitamente per aver commentato spero che ci risentiremo in future fanfic ;)

Baci, Tugs**

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