Melodia al tramonto

di bad93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Scelte dolorose ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Dubbi, incertezze, rimorsi. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: l'ora della verità si avvicina ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: La scelta finale . ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Una nuova vita. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Il piano si modifica. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Questionari e incertezze . ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Sorpresa e cedimento. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Rivelazioni inaspettate. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Brutte notizie. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Un vecchio amico. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Fratture. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: buste e liste, maledette! ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Fine. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Dimissioni. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: Ritorno? ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: Convivenza. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18: Invito a cena. ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19: Tranello. ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20: Nuove scoperte ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21: La resa dei conti ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22: Una nuova avventura. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Scelte dolorose ***


Capitolo 1: Scelte dolorose
 
 
 
In una chiesa,  un personaggio misterioso, inginocchiato davanti all'altare,  stava facendo una promessa. Accanto a lui, in silenzio,  il parroco.
 
 
 
-Ho un desiderio e sono disposto a rinunciare a tutto pur di realizzarlo.-
 
-È davvero così importante questo tuo desiderio?-
 
-È la mia priorità assoluta. -
 
-E sei davvero convinto che rinunciando a ogni cosa lo realizzerai?-
 
-È l'unica via che posso prendere, non mi è concesso di scegliere. Anche se sarà doloroso, devo farlo e resistere. Sicuramente verrò odiato e qualcuno soffrirà molto a causa mia.- e sospirò amaramente.  
 
"Già soffrirai parecchio,  mi ero ripromesso di non fare nulla che potesse recarti dolore,  ma purtroppo nella vita non sempre le scelte sono come le vorremmo; il mondo è cambiato rispetto a dieci anni fa. "
 
-La persona di cui parli è molto importante per te,  non è così? 
 
-Che intende dire? Io non intendevo riferirmi a una persona precisa.-
 
-Non è difficile da capire,  mentre dicevi l'ultima frase ti sei rattristato,  come se davanti a te ci fosse la persona di cui parlavi. Ti stavi già immaginando la sua reazione di fronte alla tua scelta. Quando ha iniziato ad essere importante per te? -
 
-Direi da quando i miei occhi si sono posati su di essa,  praticamente da sempre. - si alzò e si diresse,  lungo la navata principale,  verso l'uscita.
 
-Ragazzo! Non importi inutili sacrifici e sofferenze, c'è sempre una seconda scelta,  bisogna solo saper ascoltare. Non costruire un piano, che adesso ti sembra infallibile, ma col passare del tempo ti accorgerai di aver sbagliato. La mente è bugiarda e ingannatrice,  è facilmente manipolabile. Il cuore, diversamente da essa, no,  lui è sempre veritiero. Si può sopravvivere senza la mente,  non lo si può fare invece senza il cuore. Ascolta il cuore, segui i suoi consigli,  solo dopo organizza un piano da seguire. -
 
-Ma anche il cuore può essere ingannatore,  anche lui a volte prende degli abbagli.-
 
-Ti sbagli, quando il cuore prende degli abbagli,  in realtà è la mente stessa a crearli. Ci sono momenti in cui è la mente a controllare il cuore. Sei troppo giovane per avere tali sofferenze,  non fare simili rinunce, il gioco non vale la candela. Fai ciò che ti dice  il cuore, non sei su una strada unica,  se osservi bene noterai numerose diramazioni. -
 
-Magari avesse ragione,  ma la realtà è ben diversa da come la descrive. -
 
-Allontanarti dalle persone a cui vuoi bene non serve a proteggerle, anzi al contrario,  le mette in pericolo. Ricordati queste mie parole,  quando farai la tua scelta. -
 
 
 
L'uomo fece un inchino e uscì dalla chiesa. 
 
"Numerose diramazioni, seconda scelta.  È questo che ha detto. Eppure io non riesco a trovare nessuna seconda scelta. " 
 
 
 
 
 
 
 
Continua. . .
 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Dubbi, incertezze, rimorsi. ***


Capitolo 2: Dubbi, incertezze,  rimorsi.  
 
 
 
Era appena rientrato a casa, si accorse subito di essere da solo. Il rimorso per la scelta che  aveva fatto,  iniziava già ad attanagliarlo, non tanto  per il fatto che avrebbe fatto soffrire molti ragazzi,  ma principalmente perché avrebbe fatto soffrire lei. 
 
Quella donna che, ormai dieci anni orsono, gli aveva rapito il cuore; quando era all'estero,  aveva preso la decisione di farle una proposta di matrimonio,  e questa volta l'avrebbe fatta come si deve,  non l'avrebbe trasformata una figura di merda come quella di fidanzamento di dieci anni prima.
 
Aveva comprato un anello,  che teneva da tre anni nel cassetto del comodino; ma purtroppo al suo rientro in Giappone,  aveva trovato una situazione ben diversa da come se la ricordava, il calcio non era più quello  che si giocava una volta,  era diverso da come l'aveva sempre giocato lui. 
 
Ora il calcio veniva regolamentato, le squadre non si sfidavano più per il desiderio di essere la migliore,  il risultato veniva deciso in precedenza e comunicato, tutto era controllato da un organo nato al fine di controllare e regolamentare il calcio, il Quinto Settore. Egli determinato a fermare questo assurdo controllo,  aveva deciso di diventare il Grande Imperatore,  avrebbe cambiato nome per far si che nessuno all'interno del Quinto Settore, sospettasse del suo reale piano; ma per far si che tutto questo possa avere  inizio, avrebbe rinunciato a tutto,  ormai aveva deciso e non sarebbe più tornato indietro,  fino a che non si sarebbe giocato di nuovo il calcio libero.  
 
Glielo avrebbe detto,  doveva dirglielo e al più presto,  ma ancora non sapeva quali parole usare,  non voleva farla soffrire troppo,  tuttavia doveva risultare convincente,  non doveva tradire il piano che aveva creato. Essendo in completa confusione sul da farsi, prese dallo scaffale della credenza in salotto,  la prima bottiglia di alcolico che gli capito' a tiro e un cicchetto.  
 
Si sedette sul divano e iniziò a bere,  bevve finché non senti la testa in preda alle vertigini, non aveva intenzione di ubriacarsi,  anche se c'era andato molto vicino, voleva solo cercare di schiarirsi un po' le idee. Si sdraio' completamente sul divano e continuò a pensare ad una soluzione al suo problema,  e senza accorgersene si addormentò.  
 
Si svegliò un'ora più tardi,  senti lo scrosciare dell'acqua provenire dal piano di sopra,  capi' subito che lei era tornata e si stava facendo una doccia; provò ad alzarsi ma il corpo non volle obbedire, così rimase sdraiato sul divano. Dopo poco tempo lei scese,  subito notò che ancora lui non si era alzato,  così decise di lasciarlo riposare fino all'ora di cena e si avviò in cucina. Quando tutto fu pronto andò a chiamarlo dolcemente,  lui subito aprì gli occhi e come la vide perse un battito,  si sentiva un verme per la sofferenza e il dolore che le avrebbe provocato. 
 
Lei era lì accanto lui, che con estrema dolcezza e premura gli chiedeva se andava tutto bene,  se si fosse sentito male, continuava ad accarezargli delicamente il viso, e gli diceva che se non se la sentiva di cenare poteva andare a dormire a letto, decisamente più comodo del divano. Tutte queste premure non facevano altro che farlo sentire ancora più ipocrita e meschino,  non aveva il coraggio di dirle la verità,  di dirle quelle parole orribili che mai avrebbe pensato di proferire,  le aveva categoricamente rimosse dal suo vocabolario, anche se erano bugie gliele avrebbe dette, la sua priorità era quella di proteggerla,  e se per  adempierla avrebbero dovuto soffrire entrambi,  lei maggiormente,  lo avrebbe fatto.  
 
Vedendola preoccupata poiché non riceveva nessuna risposta,  decise di smetterla di tormentarsi e di rassicurarla.
 
-Tranquilla sto bene, ho solo bevuto un po'. Niente di grave. - disse, poi si mise seduto, la testa gli sembrava che stesse per scoppiare, ma opto' per il comportamento che era solito tenere.
 
-Sei sicuro? Non mi sembri molto in forma,  dammi retta, tesoro, vai a sdraiarti a letto.-
 
-Non è necessario,  dammi solo un paio di minuti e vengo a cenare. - aveva detto sorreggendosi la testa con le mani. 
 
-Sicuro di farcela? Guarda che non sei costretto a mangiare,  di sicuro dopo starai male. -
 
-Stai scherzando?! Figurati se vado a buttare via un tuo manicaretto,  e poi non sono ridotto cosi male da non poter mangiare. Dai smettila di preoccuparti e andiamo a tavola. -
 
Cosi entrambi andarono a cenare, durante la notte però lui si alzò e andò in bagno,  stette così male che quasi non riusciva più ad avere la forza per tornare a letto,  cercò di fare il più piano possibile per non svegliarla; ma il suo piano falli poiché lei era già sulla soglia del bagno e si stava avvicinando per aiutarlo. 
 
-Te lo avevo detto che saresti stato male,  dai adesso torniamo a dormire. -
 
Rientrarono in camera e si rimisero a letto. 
 
-Amore?- lo chiamò,  ma lui non rispose, -Tesoro,  lo so che sei sveglio.- ancora una volta lui stette in selenzio, -Axel! Ti spiacerebbe mettermi al corrente?! Cosa succede? Non sei solito a comportarti in questo modo. Cosa ti preoccupa? Dimmelo,  vedrai che insieme troviamo una soluzione. -
 
-Angie, te l'ho già detto,  non c'è niente,  non è successo nulla. Semplicemente ho alzato un po' troppo il gomito questa sera, tutto qui. Ora dormi.- si girò su un fianco,  dandole le spalle. 
 
"Cosa ti sta succedendo? Perché mi stai tenendo all'oscuro di ciò che ti tormenta? Tu non esageri mai con il bere, sai sempre quando fermarti. Non tenerti tutto dentro. "
 
 
 
 
 
 
 
Continua. . .
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: l'ora della verità si avvicina ***


Capitolo 3: l'ora della verità si avvicina
 
Quella mattina Axel si svegliò, si accorse subito che lei non c'era.
" Strano, di solito è lei quella che dorme fino a che non mi sveglio. Magari mi sono alzato tardi, che ore saranno?",  guarda la sveglia erano le otto e mezza. "Eppure non è molto tardi come mai si è già alzata?  Anche domenica" si alzò dal letto,  facendo fatica a mantenere  l'equilibrio,  "Accidenti non dovevo alzarmi di scatto,  mi sono scordato della bevuta di ieri. E ho pure un gran mal di testa. "
 
Scese in cucina ritenendo che lei fosse lì, ma vi trovò solo la colazione e un biglietto, lo lesse:
 
Buongiorno, amore!
Stai meglio oggi? Ti ho lasciato la colazione pronta in tavola e nel frigorifero trovi il pranzo e la cena. Sul tavolo trovi una medicina, prendila dopo aver mangiato. Mi spiace che non possiamo passare la domenica assieme, ma sono dovuto uscire presto per posare per un' azienda di cosmetici, hanno anticipato, che palle! Volevo stare con te! Comunque tornerò per le otto,  pensa a qualcosa che vorresti, mi farò perdonare promesso!
 Ti amo Angie.
 
Sorrise.
 
"Cavolo! Ma quanto scrive di primo mattino! Avrebbe potuto farlo più corto e telefonare durante la giornata. Ma non posso lamentarmi, infondo scelto io di fidanzarmi con un ciclone.”.
 
Stava per mettersi a fare colazione, quando il cellulare squillò, guardò il display, "Parli del diavolo" e rispose:
-Pronto?-
-Ma come?! Mi rispondi con: un pronto? Potevi essere un po' più carino.-
-E come dovrei rispondere al cellulare?! Ogni volta è sempre la stessa storia, rassegnati, non cambio modo.-
-Uffa, quanto sei glaciale. Bastava un: ciao amore -
-Scordatelo! Non faccio figure del genere! Se mi dovessi chiamare, quando sono con altre persone ed io rispondessi così, sai che figura da emerito idiota farei?! Non scendo così in basso! Se vuoi un po' di romanticismo, aspetta la sera, quando siamo da soli.-
-Eddai, che ti costa ?
-No.-
-Ma perché ?-
-Te l'ho già spiegato non intendo ripetermi. Che volevi? Ti serve qualcosa?-
-No, no ho tutto. Volevo solo sentirti e assicurarmi che stessi bene .-
-Tranquilla sto benissimo, già il fatto che ti ho risposto, come il solito, al telefono è una prova.-
-Già, hai ragione.-
 
 Improvvisamente Axel sentì una voce :
 
~Angie stai male anche oggi? Ormai è un mese.~
-No, sto bene tranquilla. Perché me lo chiedi?-
~Mi sembri un po' pallida.~
-Sto benissimo, sarà che stamattina mi sono alzata m presto.-
~sicura? Non credi sia meglio sentire il parere di un medico ?~
-Non credo. Te l'ho detto è solo stanchezza.-
~Se lo dici tu, io vado a vedere che fine hanno fatto quelle due. Ci vediamo dopo.~
-A dopo .-
 
-Non stai bene?-
-No, amore, tutto apposto. È solo un po' di stanchezza. -
-A me non risulta che la stanchezza duri dei mesi. Faresti meglio a seguire il consiglio della tua amica. Anzi come torni, ti accompagno in ospedale.-
-Non serve andare fino in ospedale, sto bene, vuoi capirlo ?!-
-Ok, allora sento mio padre, tanto oggi era a casa.-
-Cosa ?! Non è necessario che lo disturbi!-
-Va bene, allora lo invito per una partita a carte. Su questo non puoi obiettare .-
-OK, ma tu non fiatare, intesi?!-
-Intesi.-
-Adesso andare, ci sentiamo dopo.-
-Va bene, non stancarti troppo però.-
-Ci proverò. Ciao.-
-Ciao .-
 
Finita, la telefonata iniziò a mangiare, subito arrivò un messaggio, a malavoglia lo lesse:
 
Da: Angie
Ti amo. <3  :-*
x.x.x 
 
"Lo sapevo che era lei. Mi conviene rispondere subito, prima che ritelefoni. Perché ha messo tre x?  Mah, saranno cose da donne.  Meglio non indagare." e rispose :
 
A: Angie
Anch’io.
 
Finalmente poté fare colazione tranquillamente, poi sistemò la cucina e andò in sala a leggere il giornale. Non fece in tempo a leggere la prima pagina, che subito il telefono squillò.
"E ora cosa vorrà? A no, mi sbagliavo, questa volta Jiulia. "
-Si, pronto?-
-Ciao, fratellino! Che fai?
-Stavo per leggere il giornale perché venite a cena a casa propria  d'accordo -
-Purtroppo Angie questa sera arriverà tardi è uscita presto per lavoro-
-Capisco allora vieni tu a pranzo-
-Si potrebbe fare, papà è in casa?-
-Adesso no, ha avuto un'emergenza. Però ha detto che per cena ci sarebbe stato.-
-Capisco,  allora ci vediamo a pranzo. Ciao.-
-Ok, ciao.-
"Anche se gliel'ho promesso, non posso far finta di niente. Stasera ne parlerò con papà,  un consulto si può sempre avere. Non sono tranquillo; preferisco  vederci chiaro, voglio sapere che cos'ha. Forse è meglio se modifico il piano, potrei posticipare quella faccenda, ma anche se lo facesse non risolvere nulla. Spero solo che la diagnosi non riveli nulla di grave altrimenti, non saprei come comportarmi. Sbrigati a tornare Angie, voglio sapere che cos'hai. "
 
 
Continua...

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: La scelta finale . ***


Capitolo  4: La scelta finale .
 
Axel era ancora seduto sul divano a tormentarsi su quale fosse la scelta migliore,  non lo avrebbe mai ammesso,  ma quel parroco forse aveva ragione, si era ritrovato davvero a ripensare al consiglio che gli aveva dato.  A distoglierlo dai suoi pensieri,  fu il cellulare, che squillando, lo aveva ridestato
 
-Ciao, Julia. Scusa non mi sono accorto del tempo che passava, arrivo subito. - chiuse la chiamata e velocemente andò a farsi una doccia per poi uscire.
 
In poco tempo arrivò alla sua vecchia abitazione, prese l'ascensore e poi si diresse all'appartamento. Suonò il campanello e una donna andò ad aprire.
-Axel! Che sorpresa!-
-Salve, signora. La trovo bene. -
-Grazie, caro. Peccato che io non possa dire lo stesso. Ma entra, non stare lì impalato.-
-Grazie. - rispose sorridendo, ed entrò. "Cavoli, acuta come un tempo. Dovrò farci attenzione,  non sono mai riuscito a fregarla."
-Allora, come vanno le cose? -
-Bene direi. E qui?-
-Come al solito. -
-Axel! Sei arrivato finalmente! -
-Ciao,  Julia. Come mai oggi non sei andata a scuola?-
-Siccome ci sono dei problemi organizzativi,  hanno preferito lasciare noi del primo anno a casa per due giorni. -
-Capisco,  io non ho mai avuto questa fortuna.-
-Ma se avevi un sacco di esoneri e anche qualche viaggio gratis,  a causa delle partite di calcio.-
-Si in effetti...-
 
Improvvisamente sentirono aprirsi una porta.
-Ciao papà. Avevi detto che non saresti tornato a pranzo. -
-Si lo so Julia, ma ho dimenticato dei documenti. -
-Tu che dimentichi qualcosa?! Sei sicuro di non aver sbagliato appartamento? -
-Ma guarda. Chi non muore si rivede. Come mai questo ritorno? Ti sei fatto sbattere fuori? Che hai combinato?! Sai che è imprevedibile e dall'incazzatura facile. -
-Aspetta, andiamo per punti.-
-Questa non voglio perdermela. Da quando ci siamo scambiati?-
-Smettila col sarcasmo e fammi finire.-
-Hai iniziato tu il giro.-
-Touche, comunque tornando al discorso,  primo: muori tu prima di me. -
-Questo non è certo.-
-Secondo: mi ha invitato Julia a pranzo, e tu dovresti saperlo. -
-L'ho scordato. E sono giustificato dall'età e dalla moltitudine di lavoro. -
-Certo come no. Terzo: non l'ho fatta incazzare, o almeno non mi risulta, stamattina era tutta zucchero e miele come al solito. -
-Capito.-
-Papà,  non perdere tempo con Axel. Non dovevi prendere dei documenti? -
-Si giusto- si diresse nel suo studio e prese la cartella,  poi tornò in salotto. -A proposito. -
-Con chi ce l'hai? Di' un nome, siamo in tre. -
-Con te. Ti stavo parlando. -
-Ma se parlavi con Julia in ultimo. Non pensi sia il caso di andare in pensione,  visto come sei diventato. -
-No, cosa farei a casa?! Disgraziato! Non mi fai neanche un nipotino e pretendi che vada in pensione. Che figlio ingrato che ho.-
-A...aspetta un momento! Non ho mai detto di volere dei figli! E poi decido io quando e se averne.-
-Ah ne vuoi di più? Per me va bene,  così faccio il nonno a tempo pieno. E comunque,  non è per romperti le uova nel paniere, ma lo decide Angie,  tu potresti ritrovarti padre da un momento all'altro. Cos'è? Le cose non vanno bene tra voi? A proposito come sta?-
-M..ma che razza di domande fai?! Non sono affari tuoi! E per quanto riguarda Angie, non lo so, questo argomento è meglio se lo tocchiamo quando avrai finito di lavorare. -
-Ok, va bene. A dopo.-
-Ciao. -
 
Dopo che il padre uscì, tutti si misero a mangiare.
Un'ora dopo...
 
-Io esco, mi trovo con delle amiche per studiare. Ci vediamo dopo. -
-Ciao.-
-Divertiti e non fare tardi per cena. -
-Si va bene. -
 
-Quindi Angie non sta bene? -
-Non so cos'abbia, stamattina mi ha chiamato e ho sentito in sottofondo una sua amica che le chiedeva come stesse, dicendo che la vedeva pallida e che ormai era da un mese che stava male. -
-E tu non ti sei accorto di nulla? -
-Con me si è sempre comportata normalmente,  a volte la vedevo stanca e affaticata, un paio di volte ha avuto un po' di febbre. Ho sempre pensato che tutto fosse collegato al suo lavoro e che la causa fosse la dieta che le era stata prescritta. Pensavo di parlarne con papà, ma lei insiste nel fatto che non è il caso di disturbare per della semplice stanchezza. -
-Io non credo che sia semplice stanchezza, non pensi che possa essere incinta?-
-Che?! No, no, per carità; e poi me lo avrebbe detto. Insomma se lei fosse incinta, io che dovrei fare?! Non sono preparato,  e poi come fai a dire che potrebbe essere incinta? -
-Dai sintomi, prova a farle fare un test.-
-Certo, subito; così poi pensa che io voglio un figlio, inoltre se glielo faccio fare io poi se esce positivo non me lo dice, perché sa come la penso. Senza contare che non so nemmeno dove prenderlo ne come sia fatto. -
-Allora ti faccio una proposta,  ci penso io a prenderli e farglieli fare, però qualunque sia il risultato e qualsiasi confidenza lei dovesse farmi, sappi che tu non lo saprai mai da me. Intesi?!-
-Va, bene. Infondo è giusto che sia lei a parlarmi di ciò che la riguarda. Però... perché hai usato il plurale? Non ti seguo, non ne è abbastanza uno?-
-Uno non sempre è attendibile, meglio un numero dispari così sei sicuro.-
-Ah, capisco. Allora lascio fare a lei. Anche se non è necessario. -
 
Il cellulare del ragazzo squillò,  e lui subito rispose:
-Ehila! Sapevo che eri tu. Come sta andando la giornata? -
-Adesso mi saluti in questo modo?! Comunque è andato tutto bene,  ti ho chiamato per avvisarti che  tra un'ora arrivo in stazione e poi vengo a casa.-
-Capisco,  come mai così presto? Comunque aspettami in stazione, vengo a prenderti. -
-Non serve, posso tornare a piedi. E poi cos'è tutto questo stupore? Sembra che ti ho rovinato i piani, sei in compagnia di un'altra donna?-
-Certo, una donna molto premurosa, pensa che mi ha fatto il pranzo. Ed era tutto squisito, altro che la tua cucina immangiabile.Questo era ben diverso.  È un peccato che tu non ci fossi, comunque ho ancora un'ora per divertirmi, giusto? -
-Questa me la paghi! E comunque lo so che sei andato a pranzo da tuo padre,  Julia mi ha avvisato. -
-E allora se lo sapevi,  perché hai fatto finta di niente? Non ho niente di debito. -
-Invece sì, hai detto che la mia cucina è immangiabile! -
-Sei stata tu a dire che non dovevo più mentirti su come cucini, inoltre devi ammetterlo,  quando fai la carne è un miracolo se non muoio. Ma per il resto non mi lamento,  cucini bene. -
-Beh in effetti... però non girare la frittata! Come torno sistemiamo i conti.-
-Ok, e non muoverti dalla stazione, capito?!-
-Ok, a dopo. -
-A dopo.-
 
-Meglio che vada, ne approfitto per fare delle commissioni,  grazie di tutto signora.-
-Figurati,  non serve che mi ringrazi.-
-Arrivederci. -
-Ciao e fatti vedere un po' piu spesso. -
-Ci proverò. -
 
Un'ora dopo, Axel era già in stazione, ad aspettare Angie. La passeggiata che aveva fatto,  gli aveva schiarito le idee, ormai aveva deciso. Le avrebbe detto quella frase che non avrebbe mai voluto pronunciare. Il dado è tratto! Ora non si torna più indietro.
La vide arrivare, fece un enorme e profondo respiro,  per scacciare via la tensione. Si sentiva un gran bastardo, anzi un verme; l'uomo più orribile che fosse mai esistito. Ma quella scelta era d'obbligo,  altrimenti lei sarebbe stata in pericolo e lui questo non poteva permetterlo, anzi non doveva permettere che ciò accadesse. Scese dalla macchina e le andò incontro.
-Ciao,  amore! Ti sei annoiato?- gli chiese lei, prima di baciarlo.-che succede? Perché sei stato immobile? Perché ora sei così freddo e distaccato?-
-Tesoro, io e te dobbiamo parlare.- rispose serio.
 
 
Continua...
 
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Una nuova vita. ***


Capitolo 5: Una nuova vita.
 
-Ascolta Angie,  dobbiamo parlare. Vieni con me, facciamo una passeggiata. -
-Va bene,  ma è successo qualcosa? - gli chiese seguendolo.
-No, ho solo bisogno di parlarti. Tutto qui.-
 
Camminarono ripercorrendo tutti i posti significativi per la loro relazione. Per tutto il pomeriggio non avevano fatto altro che passeggiare, l'uno accanto all'altra. Angie non capiva il comportamento del fidanzato, le aveva chiesto di fare una passeggiata  per parlare, ma durante tutto il tragitto non aveva proferito parola. Ogni volta che fermavano in luogo, le loro menti erano pervase dai ricordi: la piazza con la fontana,  luogo del loro ritrovo,  il parco,  dove spesso andavano con Julia,  il ristorante del loro primo appuntamento, lo stesso in cui anni dopo lui le aveva fatto la proposta di convivenza. Axel, ripensando a quella sera non poté evitare di ricordare quanto lei fosse bella, indossava abito rosso e delle scarpe dorate, non l'aveva mai dimenticato,  come non aveva mai scordato la sera in cui si era innamorato di lei,  era la serat di gala organizzata da Edgar Valtinas durante il FFI. Ormai il sole stava tramontando e finalmente arrivarono alla meta finale, il fiume,  dove un tempo il ragazzo si allenava con i compagni di squadra. Nulla era cambiato, quel per i due era molto importante,  non solo perché avevano passato momenti indimenticabili assieme a tutti i ragazzi della Raimon, ma in quel luogo, dieci anni prima,  in quello stesso orario,  il ragazzo le aveva chiesto di essere la sua ragazza. In quel momento, fermatosi sulla sponda de fiume, pochi passi davanti a lei, lui parlò.
 
-Ti ricordi di questo posto? Di quella sera di dieci anni fa? -
-Come potrei dimenticarlo? È un pezzo importante della nostra storia, e poi hai fatto una proposta singolare.- gli rispose abbracciandolo da dietro, a quel contatto lui si irrigidi ancora di più e poi sospirò.
-Io avrei preferito se ti fossi dimenticata di quella proposta,  non ho mai fatto una figura di merda peggiore di quella.-
-Sei tu che non ti sei preparato a dovere, dovresti sapere che, quando un uomo fa una proposta di quel tipo, per ogni donna è importante,  è una cosa che ricorderà per tutta la vita. In quei momenti,  ci sono parole che qualsiasi donna vorrebbe sentirsi dire. Però non te la sei cavata poi così male. -
-Ti prego, è stata orribile. Smettila di girare il coltello nella piaga, sappi che non ho intenzione di ripetere un'esperienza simile.-
-Allora impegnati per la prossima volta,  anche se scommetto quello che vuoi, che anche la prossima sarà come quella là. -
-Vedremo, anche il tramonto è identico a quella volta. -
-Si è vero. Mancano solo i bambini che giocano a calcio, è un peccato che il calcio libero non esista più. -
 
Inizio flashback:
Dieci anni prima,  alla sede del club, Mark, Jude e Axel stavano pensando a una nuova strategia per la partita imminente,  quando sentirono aprirsi la porta e videro Angie.
 
-Sapevo che ti avrei trovato qui. Siete in riunione? -
-Si, mi dispiace,  è stata improvvisa,  puoi aspettarmi? Così poi facciamo la strada assieme. -
-Certo! Nessun problema! Vado a vedere se  le ragazze hanno bisogno di una mano.- e uscì.
-Come sei galante,  la accompagni ogni pomeriggio? Fin dove ti sei spinto con lei?- chiese maliziosamente Jude, a quella domanda il bomber arrossi' violentemente.
-Non ... dove ... pensi tu. Siamo solo usciti ogni tanto per qualche film oppure a portare Julia al parco. E poi com'è che sono diventato io l'argomento della conversazione,  non dovevamo parlare di strategie?!-
-Per quello c'è tempo, e poi non l'avevamo già decisa?-
-Ma... Ma... Axel. -
-Dimmi Mark.-
-Tu esci con Angie e contemporaneamente con Julia? Come fai a gestirle?-
-Mark, Julia è mia sorella,  te la ricordi vero?  E siccome trova simpatica Angie,  per cui è capitato spesso che mi chiedesse di uscire tutti e tre assieme,  poi abbiamo iniziato a uscire solo io e lei.-
-Tu e Julia? -
-Lui e Angie.-
-Ah ora ho capito,  quindi...-
-Quindi?-
-Quindi tu...-
-Quindi lui?-
-AXEL TU ESCI CON UNA RAGAZZA! E com'è? -
-Shhh, non gridare per favore,  non voglio attirare i pettegolezzi. Com'è cosa?-
-Uscire con una ragazza. -
-Cioè... Mark... tu non sei mai uscito con una ragazza?! Axel non vorrai spiegarglielo sul serio?!-
-Questo è il colmo! Ma davvero non hai mai fatto niente da solo con una ragazza?! Nemmeno mangiare un gelato o usare la scusa dei compiti assieme?!-
-Beh a volte aiuto mia mamma a fare la spesa. -
-Quello non conta.-
-Perché no, Jude?-
-Perché è tua madre e poi non è una ragazza. -
-Oh! Beh spesso faccio la strada di casa assieme a Silvia. Lei è una ragazza no?-
-Ma abitate più o meno vicini.-
-Però devi ammettere, Jude, che può essere un inizio.-
-Si hai ragione anche tu Axel,  ok Mark te lo concedo. -
-Quindi Axel, ora mi spieghi come funziona un appuntamento? -
-Che vuoi sapere?-
-Tutto! Aspetta che prendo nota.- prese un block notes e una matita,- ok, puoi iniziare. -
-Certo che sei impossibile. Che intendi per tutto?-
-Facciamo così, Mark ti fa le domande e tu rispondi. -
-Non possiamo fare domani a casa mia? Visto che non c'è scuola,  potremmo anche fare i compiti. Oggi avrei da fare.-
-Ok a domani. -
-A domani, ragazzi. -
 
Axel uscì dalla base del club, e vide Angie sdraiata sotto un cigliegio a riposare,  lui si avvicinò lentamente e la baciò con dolcezza, lei si svegliò. 
-Ciao,  hai finito la riunione? -
-Sì,  ora possiamo andare. -
 
Insieme fecero la strada per rientrare a casa, durante il tragitto:
-Ti va se stasera usciamo a vederci un film?-le chiese.
-Certo,  ci troviamo alla fontana tra un'ora?-
-Puoi contarci, il tempo di fare una doccia e sono lì. - la baciò e si divisero andando ognuno a casa propria.
 
Un'ora dopo, Axel stava aspettando Angie alla fontana, rigirava continuamente un pacchetto tra le mani, quando la notò arrivare e velocemente nascose la scatolina.
-Ciao,  per essere una ragazza sei sempre puntuale. -
-Non mi piace fare aspettare. -
-C'è tempo prima del film, facciamo una passeggiata lungo il fiume?-
-Ok-
 
Passeggiarono fino al fiume,  il sole stava tramontando, a un certo punto Axel si fermò ed entrambi si sedettero sulla panchina.
-Hai visto che bello? -
-Si, ma tu sei più bella di questo tramonto. Ho una cosa per te.- prese una scatoletta  gliela diede.
-Cos'è? -
-Aprila e lo saprai. -
Aprì il pacchetto e vi trovò un braccialetto con dei charmes. -È una proposta? -
-Dato che hai capito tutto, ti do' la risposta: si.-
-Dai non puoi farmi una proposta come si deve?-
-Beh... Non saprei.... Vedi non riesco a invertarmi un discorso cosi su due piedi. -
-Per favore. -
-Cerca di capire...- ma lei iniziò a biaciarlo lungo il collo.- Questa è corruzione,  ok hai vinto.-
-Sei tutto rosso. - disse divertita.
-È imbarazzante.-
-Quando vuoi, ma gradirei anche vedere il film.-
-Non posso avere più tempo? -
-No.-
-Ci avrei scommesso. Allora...tu sei una ragazza e io sono un ragazzo...ci conosciamo da un po' e..-
-E?-
-Non interrompere per favore, è già difficile di suo. Dove ero rimasto... ah si. - Si schiari' la voce. -E usciamo da un anno ormai,  si... insomma... E poi piaci a Julia., anche a me piaci...anzi... direi... parecchio,  beh... Che dici se...-
-Se ?-
-Se continuiamo,  però... un po' più seriamente? -
-Cioè? -
-Andiamo hai capito no ?!-
-Voglio sentirmelo dire.-
-Quello... che... intendo, si, cioè,  ciò che voglio dire è,  in pratica,  più una richiesta che una cosa detta, in effetti ho sbagliato. In parole povere... Ti... Ti andrebbe di...fidanzaerti con me?-
-Si! Hai visto non ci voleva poi molto! -
-Ti prego non farmelo fare mai più! Odio le proposte! -
-E per un futuro matrimonio,  come la metti? -
-Beh per quello ho parecchio tempo, posso prepararmela. Ma tanto non accadrà mai.-
-Se lo dici tu. Andiamo a vedere il film? -
-Si, è meglio.-
 
Fine flashback.
 
 
-Di cosa volevi parlarmi?-
-Volevo solo darti questo. - le porse una scatolina al cui interno si trovava un anello.
-È quello che penso? -
-Purtroppo no.- disse amaramente,  abbassando lo sguardo.
-Che intendi? -
-Noi due non possiamo più stare insieme.-
-Che cosa?! Perché mi dai un anello se hai intenzione di lasciarmi?- gli chiese in lacrime.
-Ti prego non peggiorare la situazione. Quell'anello io lo avevo comprato per te, nessun'altra donna lo potrà mai avere.-
-Quindi c'è un'altra! -
-Si- aveva mentito,  spudoratamente,  ma era meglio così. La loro separazione avrebbe avuto un senso.
 
Nel frattempo in disparte,  ignari l'uno dell'altro,  due individui avevano assistito alla scena.
 
 
Continua...
 
N.A.= Qui di seguito metto i due abiti indossati da Angie.
-Abito rosso: per la cena in cui c'è stata la proposta di convivenza.
-Abito azzurro: serata di gala nel FFI.
 
 
 
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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Il piano si modifica. ***


Capitolo 6: Il piano si modifica.
 
-Di cosa volevi parlarmi?-
-Volevo solo darti questo. - le porse una scatolina al cui interno si trovava un anello.
-È quello che penso? -
-Purtroppo no.- disse amaramente, abbassando lo sguardo.
-Che intendi? -
-Noi due non possiamo più stare insieme.-
-Che cosa?! Perché mi dai un anello se hai intenzione di lasciarmi?- gli chiese in lacrime.
-Ti prego non peggiorare la situazione. Quell'anello io lo avevo comprato per te, nessun'altra donna lo potrà mai avere.-
-Quindi c'è un'altra! -
-Si- aveva mentito, spudoratamente, ma era meglio così. La loro separazione avrebbe avuto un senso.
 
Nel frattempo in disparte, ignari l'uno dell'altro, due individui avevano assistito alla scena.
 
-Ma cosa gli frulla nel cervello? Perché la lascia? Lui ha sempre detto che l'amava, che avrebbe fatto di tutto per lei. E ora se ne esce con questa idea. E lui sarebbe un uomo! È uno sporco bastardo! Calpesta come se niente fosse i sentimenti altrui, quando è cambiato cosi tanto?!... Ma che sto pensando! Non ho piu fiducia in lui?  No! Di certo non è da lui, quest'atteggiamento,  ha in mente qualcosa, lo so. Però anche se glielo chiedo non parlerà tanto facilmente,  lo conosco. Non mette in mezzo lei figuriamoci se lo fa con me; devo riuscire a metterlo con le spalle al muro. Utilizzerò il suo punto più debole,  anche se lo farò soffrire, molto più di quanto non stia facendo già. Scommetto che adesso si senta un verme,  non riesce più a resistere,  non ce la fa a guardarla negli occhi,  sa che cederebbe e non vuole permetterselo. Ma è veramente necessario lasciarla? Non poteva trovare un'altra soluzione? -
 
-Così è questa la scelta,  sapevo che c'era qualcosa che ti preoccupava, ma ho preferito non chiederti nulla  finché non fossi tu a parlare. Ormai sei un uomo, devi prenderti le responsabilità e le conseguenze derivanti dalle tue scelte. Non so in cosa vuoi cimentarti, ne cosa hai in mente; ma secondo me è uno sbaglio, di certo non ti avrei negato un consiglio, ma chiedere non è da te, sei sempre stato riluttante in questo. Riconosco però che anche io avrei la tua stessa scelta, quando si è giovani e si vuole proteggere qualcuno, spesso si vede una sola via, quella più semplice,  si crede che sia quella giusta,  ma in realtà è la più sbagliata. Un giorno capirai il tuo grave errore,  ti auguro di avere la possibilità di rimediare. Io non posso fare altro che essere spettatore. -
 
Tornando ai due innamorati.
-Capisco, quindi le cose stanno così. -
-Già per stasera vado da mio padre, poi mi trasferiro' definitivamente,  porterò via le mie cose molto lentamente,  per cui ti chiedo di avere un po' di pazienza. -
-Ok. Non puoi restare a casa? Infondo è per una notte no?!-
"Se me  lo chiede così, come posso rifiutare? Non ci riesco, non ho il coraggio. So già come andrà a finire questa notte. Dopo non sarò più in grado di separarmi da lei, anche ora è difficile. Devo trovare il coraggio di rifiutare, ma non posso farla soffrire oltre." -Mi dispiace ma non posso,  ero d'accordo con lui per questa sera già da stamattina,  non sapevo che saresti rientrata prima. -
-Ah, va bene. In effetti ti ho rovinato i programmi.- disse tristemente -Beh ci rivedremo quando verrai a prendere le tue cose. - tentò di sorridere,  per non farlo sentire troppo in colpa, in cuor suo sperava che questa scelta non dipendesse dalla sua vera volontà, aveva notato la sua sofferenza e forse era proprio questa scelta a tormentarlo giorni addietro.
-Grazie,  magari non faccio molto tardi e rientro per dormire. Così prendo anche qualcosa. -
Aveva ceduto,  di fronte alla sua gentilezza, in effetti gli aveva sempre concesso tutto, anche se a volte si lamentava perché l'avvisava sempre all'ultimo momento. Nonostante il suo carattere particolare,  un misto fra il miele e il peperoncino,  ma è anche per questa sua caratteristica che l'ha sempre amata e sempre la amerà. Nessuna donna potrà avere il suo amore tranne lei, per questo le aveva regalato quell'anello, sperava che capisse.
 
Per la strada Angie incontrò Nelly.
-Ciao Angie! Come va? -
-Oh, ciao Nelly. Scusa ero assorta,  purtroppo non molto bene. A te?-
-Tutto come al solito. Perché dici così? Ti senti male? Ti vedo pallida. - le chiese preoccupata,  poi notò l'anello.  -Cosi anche Axel si è deciso a fare il grande passo,  Mark sosteneva che voi sareste stati i primi a sporarvi, invece ha cannato. Ti faccio i miei auguri! Come è stata la proposta? Spero un po meglio di quella di fidanzamento,  da come me l'hai raccontata è stata davvero pessima. -
-Si è vero. Però devo ti devo contraddire, non c'è stata nessuna proposta. Axel mi ha lasciata. - disse piangendo.
-Cosa?! Stai scherzando?!-
-No è la verità. - rispose singhiozzando.
-Senti perché non vieni da me e mi racconti tutto? -
-Non saprei. -
-Insisto. -
-Ok va bene. -
 
Insieme andarono a casa sua.
-Amore sono tornata. -
-Bentornata. Ciao Angie. Come sta Axel? È da un po' che non lo vedo. - subito si becco' una gomitata dalla moglie.
-Credo non molto bene,  ma gli passerà. -
-Capisco. -
Si sedettero tutti e tre al tavolo per prendere una tazza di tè. Subito Mark notò l'anello.
-Alla fine si è deciso a dartelo, era da anni che girava con quella scatoletta,  mi faceva venire il nervoso. Avete già deciso la data?-
-A dire la verità Mark, Axel non mi ha chiesto di sposarlo. Mi ha lasciato. -
-Che?! Puoi ripetere? Credo di aver capito male.-
-Tesoro,  non infierire. -
Nei minuti successivi Angie gli raccontò l'intera conversazione.
-A me sembra strano,  cioè perché darti un anello se ha deciso di lasciarti. Magari è stato minacciato,  come successo qualche anno fa.  Caro tu lo conosci meglio, credi sia possibile? -
-È plausibile,  spiegherebbe l'anello. Ma secondo me è andato a ficcarsi in qualche guaio più grosso di lui, e non vuole che conseguenze delle sue scelte ricadano su Angie. Tu hai notato qualcosa di diverso?  -
-L'altra sera si è quasi ubriacato, e non è da lui. Mi è sembrato che qualcosa lo tormentasse, ma non me ne ha voluto parlare. Sono certa che ha un piano in mente,  questo diamante ne è la prova. Tornerà da me, ne sono sicura,  ho fiducia in lui.-
-Brava, non devi arrenderti! - le disse Nelly.
-Axel ti ha dimostrato innumerevoli volte il suo amore, e ti posso garantire che in dieci anni, in lui questo sentimento non è cambiato. Posso metterci la mano sul fuoco,  possono essere cambiate molte cose,  ma non l'amore che prova per te. Di questo ne sono certo.-
-Grazie,  mi avete dato la speranza. -
 
 
Intanto a casa del padre di Axel.
 
-Axel,  ho comprato i test,  quando posso passare? - gli chiese la governante.
-Ah, grazie. Non saprei,  al piu presto le faccio sapere. -
-Va bene. -
Si sentì qualcuno irrompere nella casa.
-Julia che motivo hai per correre in questo modo!-
-Si lo so ma ora non ho tempo per le buone maniere,  dov'è mio fratello?-
-In sala. -
Corse nel luogo indicatole.
-AXEL,-
-Ciao Julia,  non serve che strilli come un'aquila,  ti sento. -
-Bene,  allora vieni con me. Ti devo parlare. -
-Ok.-
-Ma che succede?-
-Nulla di grave, devo solo parlare con lui di un compito di scuola.-
-Ah, capisco. E c'era bisogno di tutto questo casino?-
-Si è vero. Ma ero di fretta. -
Lei e Axel andarono in camera della ragazza.
-Di cosa volevi parlarmi? -
-Ti ho visto. -
-E allora? Significa che la tua vista non è peggiorata. Che c'è di strano? -
-Ti ho visto con Angie e ho sentito tutto! Che ti è saltato in mente! Cosa stai architettando? Perché tu non lasciaresti mai se non fosse per proteggerla, anche il fatto che hai un'altra donna è una bugia! Avanti sputa il rospo!-
-Ci hai spiati?! Non si fanno queste cose Julia! E le mie scelte non sono affari tuoi! -
-Sappi che non ti faccio uscire di qui finché non parli. Perché so di avere ragione! Quindi ora parla! O preferisci che sia Angie a chiederti spiegazioni, mi basta mandarle un messaggio. -
Axel sospirò,  non aveva scelta,  avrebbe raccontato tutto alla sorella.
-D'accordo hai vinto. Ma non devi farne parola con nessuno, chiaro?-
-Ok-
Axel spiegò il piano alla sorella.
-Ma scusa se è solo questo,  non potevi trovare un'altra soluzione.?-
-No. È l'unica. La fidanzata di Axel Blaze non può essere la stessa di Alex Zabel. Ragiona, si scoprirebbe il mio doppio gioco, hai idea di cosa le accadrebbe? -
-Forse ha ragione. -
-A proposito la faccenda del compito era una balla,  non è così? -
-Sbagliato. Mi servi davvero per un compito. È di scienze, devi solo rispondere a delle domande e compilare questo questionario. - gli porse una dispensa.
-Ma qante pagine ha?!- esclamò,  iniziando a sfogliarlo.
-Tanto sono quasi tutte a crocette.-
-Io... questo... questo questionario non lo compilo.- disse completamente rosso in volto.-Mi dispiace ma non posso aiutarti. E questo sarebbe un compito di scienze?! Cerca qualcun'altro. -
-Va bene,  allora lo chiedo a Angie. Lei non mi dirà di no.-
-Aspetta! Perché a lei? E poi salterebbero fuori cose private, che non voglio che escano. E poi se lo compilasse lei... non so cosa rispiarmierebbe di non dire, essendo anonimo poi. Inoltre verresti a conoscenza di alcuni dettagli che non devi sapere. Ok lo compilo, tanto è anonimo e posso anche omettere delle cose. -
-Però devi prenderlo seriamente. E di cosa non dovrei essere a conoscenza? Della tua proposta di fidanzamento? Veramente pessima,  potevi sforzarti un po' di più. Oppure di quella volta alla cascata, sei stato molto carino e gentile,  qui devo lodarti. Oppure di quella volta durante l'ultima gita scolastica....-
A ogni punto elencato lui arrossiva sempre di più.
-Come fai a sapere tutte queste cose?-
-Me le ha raccontate Angie. -
-Non avevo dubbi. E cosa ti ha raccontato di quelle volte? -
-Tutto. -
-Come, tutto,  cioè per tutto... Tu intendi... Proprio tutto? -
-Proprio tutto,  ogni tua singola mossa e parola,  fai come se io fossi stata li con voi per tutto il tempo. -
-Questa me la paga. Non deve raccontarti certe cose MOLTO private e intime, sei ancora piccola per queste cose. -
-Ma se la vostra prima volta avevate più o meno la mia età! -
-Erano tempi diversi. Comunque non dire niente a papà e alla governante che io e Angie ci siamo lasciati. E ora fammi pure le domande,  così ci sbrighiamo. Sappi che questa è la prima e ultima volta che tocco quest'argomento. -
-Ok, ma quando avrai dei figli dovrai pur riprenderlo.-
-Ci penserà Angie,  e poi io non voglio avere figli!-
-Bene iniziamo...-
 
 
Continua...
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Questionari e incertezze . ***


Capitolo 7: Questionari e incertezze .
 
-Bene iniziamo...-
-Julia. -
-Ciao papà quando sei tornato? -
-Adesso,  ciao Axel. -
-Ciao.-
-Ascolta Julia dovresti prendere alcune cose,  chiedi alla governante. Mi ha detto che si è dimenticata e le servono per preparare la cena.-
-Ok vado. Cosi ne approfitto per una commissione. - e uscì dalla stanza.
 
-Dovevi parlarmi di Angie,  giusto?  Vieni nel mio studio. -
-Ok.-
 
Il padre porse ad Axel un bicchiere di Scotch, e poi se ne versò uno.
-Quindi,  cos'ha? -
-Io non lo so. A volte la vedevo stanca,  un paio di volte ha avuto la febbre. Ma pensavo fosse dovuto alla dieta che le aveva prescritto il medico. Ma poi quando l'ho sentita al telefono una sua amica le aveva chiesto se stava bene,  perché la vedeva pallida,  ha anche aggiunto che questa situazione andava avanti da un mese. Secondo la governante potrebbe essere incinta. -
-Beh potrebbe essere. Però è anche vero che la dieta non è corretta, ha avuto qualche mancamento?-
-No, non mi risulta. Qualche giramento di testa, ma nulla di grave. -
-Capisco,  dovrei visitarla,  però per toglierci il dubbio di una gravidanza,  falle fare dei test.-
-L'ho già pensato, la governante ha detto che ci avrebbe pensato. Secondo lei è meglio così,  visto che io ho sempre detto di non volere figli adesso. -
-Si concordo,  allora non ci resta che aspettare. Come mai eri in camera di Julia? È successo qualcosa? -
-No nulla,  mi ha solo chiesto un aiuto per un compito di scienze. -
-Scienze? E perché non lo ha chiesto a me?-
-Fallo tu,  devi solo compilare questo questionario e rispondere alle domande che ti farà. - gli disse,  porgendogli il plico, sperando di risparmiarsi l'imbarazzo.
L'altro lo prese e iniziò a leggerlo,  -Effettivamente Julia ha fatto bene a chiederti una mano. Tu sei più adatto di me, inoltre sei più fresco di memoria. Ti autorizzo a rispondere a qualsiasi domanda. Non ti do' nessuna restrizione, a parte le tue cose private, anche qualcosa potresti dirle. Sei il fratello maggiore. -
-Ok.- disse titubante "Che razza di padre, è un medico potrebbe spiegargliele meglio lui di me queste cose,  e invece fa scarica barile. E io che pensavo di scamparla."
 
Nel frattempo,  Julia aveva fatto la spesa e ora si stava dirigendo da Angie.
 
-Ciao Angie,  come stai? -
-Bene,  grazie. - "Forse è meglio non dirle niente. " -Hai bisogno di qualcosa? -
-Avrei due favori da chiederti. -
-Dimmi.-
-Puoi compilare questo questionario? È per un compito di scienze,  ho chiesto anche ad Axel di compilarlo,  ma lui non sa che anche tu ne hai uno.-
Angie prese il plico e lo lesse, -Hai fatto bene,  conoscendo tuo fratello sai quante omissioni farebbe. Le uniche risposte giuste sarebbero: che è un maschio, ha 25 anni, che è fidanzato e che la sua prima volta è stata a quidici anni con l'attuale fidanzata. Ah no, anche che è fidanzato da dieci anni. Il resto credo che provera a rispondere. Scommetto che è arrossito ed ha iniziato a balbettare come l'ha letto! Qual è l'altro favore? -
-Potresti fare questi test di gravidanza? -
-Perché? Vuoi vedere come funzionano? -
-Esatto! Mi sono incuriosita a lezione,  e cosi...- "Non posso dirti che in realtà mi servono per scoprire se sei incinta. Penseresti che mi ha mandato Axel. "
-Ok. Allora vieni in bagno con me, che li facciamo subito. -
-Ok-
 
Dopo un quarto d'ora uscirono.
-Qual è il risultato? Io non ci capisco niente. Tu sai cosa significa quello che è uscito? -
-Vuol dire che non sono incinta.-
-Capisco. - " Mio fratello sarà sollevato. "
-Andiamo a fare il questionario? -
-Ok.-
 
Intanto Axel si era deciso a compilare quel questionario iniziò a leggere le prime domande e a rispondere.
-Allora sesso: maschio,  età: 25 anni, sposato o fidanzato... E qui cosa metto? Vabbe, fidanzato. Andiamo avanti,  allora... A quanti anni la tua prima volta? Quindici. Sei stato gentile? Credo di si. Lei cos'ha provato? E io che ne so! Ma che razza di domande fanno?! Beh...visto che poi abbiamo continuato...direi che le è piaciuto,  o almeno credo. Chi ha fatto la prima la mossa? Io. Il partner attuale è un'altra persona? No. Ci sono state altre volte? Perché fanno queste domande stupide! È ovvio di si. Chi fa la prima mossa? Ci alterniamo. Dove lo fate più spesso? Nel letto. L'avete mai fatto in posti strani? Si. Se si, dove? Un piatto di cazzi tuoi no eh? Allora vediamo...non me li ricordo tutti...in una grotta dietro una cascata...sul tavolo della cucina...nella doccia...sulle scale...in ospedale...in mare...su un cigliegio... E poi non ne ricordo più. Chi sta sopra di solito? Ci alterniamo. Per quanto ancora dovrò rispondere? Sarà meglio che mi prenda un altro Scotch o non riuscirò a rispondere.-  si prende un bicchiere e torna al questionario. -Allora andiamo avanti,  come descriveresti il tuo partner con tre parole? Direi dolce,  frizzante e imprevedibile,  decisamente imprevedibile. Quali parole userebbe il tuo partner per descriverti? Sicuramente direbbe glaciale,  riservato e passionale. In caso di tradimento, lo confesseresti al tuo parner? Non accadrà mai. In caso di gravidanza lo diresti al tuo partner? Non è il mio caso. In caso di gravidanza improvvisa,  pensi che la tua partner te lo dica? No. Perché? Ha paura della mia reazione. Se la tua partner fosse incinta, come reagiresti? La fisserei come un baccalà,  poi sverrei e infine le chiederei se mi sta prendendo in giro. Se la tua partner fosse incinta, tu saresti: a) arrabbiato b) molto contento                   c) esterrefatto d) altro, così su due piedi non saprei,  metto altro.
Se la partner fosse incinta e tu non vuoi avere figli, come ti comporteresti? Mi sembra ovvio, accetto la gravidanza e aspetto,  nel frattempo mi preparo psicologicamente. Durante il parto assisteresti la tua partner? Bella domanda, forse. Spero vivamente che ciò non accada non mi va di entrare e poi sarei inutile,  non potrei fare niente per lei, ma se proprio ci sono costretto lo farò. -
 
Intanto il tempo passava, Julia rientrò a casa e aiutò a preparare la cena. Verso mezzanotte Axel decise di rientrare a casa,  infondo le aveva fatto una promessa, non voleva deluderla. Sapeva già come sarebbe andata a finire se avesse dormito con lei, per cui era deciso ad appropriarsi del divano,  per quanto fosse scomodo,  avrebbe quanto meno tenuto sottocontrollo i suoi ormoni. Rientrò sperando di trovarla a letto addormatata, invece l'aveva trovata con solo un asciugamano addosso,  ancora con i capelli umidi, stesa sul divano addormentata e con le lacrime agli occhi,. Sapeva di essere lui la causa di quelle lacrime,  dolcemente la prese in braccio e la portò in camera, lentamente la posò sul letto e la coprì con le lenzuola,  lei però si svegliò.
-Sei rientrato presto. -
-Beh ti avevo promesso che per questa sarei notte sarei rientrato. E poi è meglio se ti vesti o prenderai l'influenza,  nelle tue condizioni non mi sembra il caso,  visto che non stai bene. Che ti è saltato in mente non potevi vestirti prima di metterti a dormire? -
-Si hai ragione,  è solo che come mi sono sdraiata mi sono addormentata,  e poi tu ora sei qui. Che senso ha vestirmi se poi tu me li togli.-
-Veramente io pensavo di dormire sul divano. -
-Ma è scomodo! -
-Fa niente è meglio così. -
-Come vuoi, allora buona notte. - si girò e si addormentò.
 
Axel invece prese il suo cuscino e una coperta, e andò in salotto; si mise a dormire,  ma fece fatica a prendere sonno, ci stava quasi riuscendo,  quando sentì un leggero peso posarsi su di lui.
-Ho capito che i miei buoni propositi per cercare di tenere buoni i miei ormoni in tua presenza sono andati a puttane. Se ti metti a cavalcioni su di me, sai come andrà finire. Sicura di voler rischiare ora che ci siamo appena lasciati?-
Per tutta risposta lei aveva iniziato provocante a stendersi su di lui, iniziando a sbottonargli la camicia e posando baci leggeri sul torace, lui iniziava a cedere, in quei momenti la malediva riusciva sempre a piegarlo al suo volere, conosceva tutti i suoi punti. Quando le sue labbra gli sfiorarono il pomo d'Adamo e poi salirono fin dietro l'orecchio, lui non resistette più, inverti le posizioni,  e fecero l'amore per tutta la notte, sapendo entrambi che l'indomani se ne sarebbero pentiti.
 
 
Continua...
 
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Sorpresa e cedimento. ***


Capitolo 8: Sorpresa e cedimento.

 

Quella mattina Axel si svegliò, un po' indolenzito a causa del divano e del dolce peso che aveva addosso, notò che Angie stava ancora dormendo, lentamente si mise in una posizione più comoda, cercando di non svegliarla e rimase a guardarla.

"Ciò che è successo stanotte è stato un errore, non avrei dovuto cedere, così capiranno tutti che la nostra separazione è una balla, e anche lei ormai l'avrà capito, meglio che mi inventi qualcosa o inizierà a fare domande e sono fregato. Ah, si sta svegliando. " -Ciao. -

-Ciao, è da tanto che sei sveglio?-

-Dieci minuti.-

-Capisco. -

Entrambi si alzarono dal divano.

-Vai a vestirti o ti ammali.-

-Anche tu. Vado in camera. -

Lui non rispose e iniziò a vestirsi, poi andò in cucina a preparare il caffè. Subito Angie scese e preparò la colazione e si misero a tavola, entrambi stettero in silenzio, finché lui non prese la parola.

-Tutto quello che è accaduto stanotte è un errore, non avremmo dovuto farlo. -

-Non è un errore, e tu lo sai. La nostra separazione è una bugia non è vero? Tutto è una menzogna! In quale situazione hai intenzione di cacciarti?-

-Angie non fraintendere tutto solo per ciò che è successo, ci siamo appena lasciati e ci siamo comportati come se non fosse accaduto nulla. È normale che i primi tempi si fatichi ad abituarsi, ma la realtà è questa io e te non stiamo più insieme. -

-Allora lo chiederò a Julia, visto che tu non vuoi rispondere.-

-Lei non sa niente, non le ho nemmeno detto che ci siamo lasciati e lo stesso vale per mio padre e la governante. Per cui finché non glielo dico tu fa finta di niente con loro.-

-Come puoi chiedermi una cosa simile! Prima mi dici di riconoscere la realtà e ora mi chiedi di mentire! Perché? -

-Perché se gli dicessi la verità adesso non capirebbero e inizierebbero a fare domande, per cui è meglio così. -

-Ok, ma lo faccio solo per Julia.-

-Va bene. Io esco. -

-Ok, vuoi che ti preparo le valigie? -

-No, tranquilla. Torno stasera verso l'ora di cena per preparale.-

-Va bene. Allora ci vediamo più tardi. -

-A dopo. -

 

Dopo che lui uscì, lei iniziò a sistemare la cucina, poi sentì il cellulare squillare.

-Pronto? -

-Ciao Angie, ti va di prendere un caffè assieme? -

-Ciao Nelly, volentieri stavo per uscire a fare la spesa. -

-Ok allora ci vediamo tra dieci minuti al solito bar.-

-Ok, a dopo.-

-A dopo.-

 

Angie si preparò e uscì.

 

-Ciao Nelly, è tanto che aspetti? -

-No, ero qui con Mark prima. -

-Capisco.-

-Hai già fatto spesa?-

-No. -

-Ci andiamo assieme? -

-Volentieri. -

-Come stai? Sei riuscita a capire le sue intenzioni? -

-Non posso dire di stare bene, ma nemmeno di stare male. Devo andare avanti, purtroppo non mi ha detto niente di cosa ha mente. Pero mi ha chiesto di non dire nulla ai suoi parenti che ci siamo lasciati, inoltre ha detto che tutto ciò che è accaduto stanotte è stato un errore. -

-È strana come reazione, cioè prima ti lasci, poi cede e infine ti chiede di non dire la verità. Secondo me le sue frasi sono solo balle. Ti ha detto quando va via? -

-Gli ho chiesto se voleva che gli facessi le valigie e mi ha risposto che le avrebbe fatte lui quando sarebbe tornato stasera verso l'ora di cena. -

-L'ora di cena eh? Ho un idea per capire se le sue parole sono vere oppure no. -

-Cioè? -

-Adesso ti spiego. -

 

Passarono mezz'ora a preparare il loro piano per riconquistare Axel. Poi uscirono dal bar per andare a fare la spesa.

-Ho un'idea, perché non facciamo un po' di shopping? Così compri qualcosa adatto a all'occasione di stasera. Anche se non è che Axel badi a molto come sei vestita,a lui basta che sei tu.-

-Già non farebbe alcuna differenza, è molto determinato, non cambia idea tanto facilmente. -

-Questo è vero, ma tu dimentichi una cosa importante, tu sai il suo punto più debole. Me l'hai detto tu prima che questa notte ha ceduto. -

-Ma il sesso è il punto debole di ogni uomo, non conta!-

-Di Mark è il calcio. Comunque intendevo dire che il punto debole di Axel sei tu. Questa notte ha ceduto perché eri tu non perché gli andava di fare sesso, e per lo stesso motivo ha ceduto quando ha detto che sarebbe rientrato per dornire, invece che fermarsi da suo padre,. Dammi retta batti il chiodo finché è caldo. Non concedergli il silenzio, non lasciargli condurre il gioco questa volta.-

-Ok, mi hai convinta! Non posso accettare la nostra separazione finché non mi dirà la verità. Axel Blaze preparati, perché questa sera non sarà come le altre!-

-Brava! Così si fa, abbiamo tutto il giorno per preparare ogni cosa a dovere.-

-Però la cena la preparo tutta io, altrimenti scopre il nostro piano, notando la differenza sa perfettamente che sono una frana nelle ricette a base di carne. -

-Già è vero, allora facciamo così, adesso fai la spesa alimentare per questa sera e poi vai subito a casa a cucinare. Al resto ci penso io, e quando ho finito vengo da te.-

-Ok.-

Terminarono i preparativi e poi andarono a fare spese, Angie tornò subito a casa e si mise cucinare, voleva per questa sera fosse tutto perfetto. Dato che una ricetta sarebbe stata di carne era meglio incominciare subito, ci mise tutto il giorno e riuscì a finire a tardo pomeriggio, dopo aver ripetuto dieci volte la ricetta con la carne. Nelly nel frattempo aveva preparato la casa e sopratutto la sala da pranzo, per una cena così importante la cucina non andava bene. Mancava un'ora al rientro di Axel e dopo aver salutato Nelly corse a prepararsi, come lui arrivò e la vide rimase sbigottito e sorpreso, non si aspettava un'accoglienza del genere, lei accompagnò in sala da pranzo e iniziò a servirgli cena, da quel momento in poi riconobbe di essere stato fregato, e prese una decisione.

-E va bene, ti dico tutto. Hai vinto, come sempre del resto. Anche se non lo faccio inizierai a provocarmi e i miei ormoni a te non resistono, quindi sarebbe peggio continuare a stare in silenzio. -

 

 

Continua...

N.A.=Da domani pubblicherò uno o due capitoli a settimana a causa dei corsi universitari.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Rivelazioni inaspettate. ***


Capitolo 9: Rivelazioni inaspettate. 
 
-E va bene, ti dico tutto. Hai vinto, come sempre del resto. Anche se non lo faccio inizierai a provocarmi e i miei ormoni a te non resistono, quindi sarebbe peggio continuare a stare in silenzio. -
 
-Ti ascolto. -
 
-Vedi la verità è che...la faccenda che ho un'altra donna è una balla, hai visto giusto. -
 
-E quindi perché hai mentito?-
 
-Perché in realtà ho una relazione con Byron. Per questo ho mentito. -
 
-E Marina lo sa? - "Ennesima balla, se fosse la verità non sarebbe stato così tranquillo. Stiamo al gioco."
 
-No, per questo ho mentito, Byron non gliel'ha ancora detto. -
 
-Capisco, avresti anche potuto dirmelo subito, senza tante balle.-
 
-Hai ragione, mi spiace. -
 
-Ok, non fa niente. Allora puoi fermarti qui ancora un po', visto che stai con lui io non ti faccio più alcun effetto. -
 
-Beh ecco... a dire il vero... non mi sembra il caso.-
 
"Adesso se ne inventa un'altra, vediamo cosa mi rifila." -Perché? -
 
-Perché ho degli impegni continui per lavoro, e poi l'appartamento che ho trovato è più vicino. È inutile che stia qui, capisci?-
 
-Allora se ti sei già sistemato è un altro discorso. Cosa vuoi portare via?-
 
-Boh, adesso vado su a vedere.-
 
-Ok.-
 
Axel salì in camera a preparare un paio di valigie, Angie invece stava sistemando la sala da pranzo e poi iniziò a lavare i piatti. Dopo dieci minuti lui scese.
 
-Bene, per il momento ho preso tutt. Verrò a prendere il resto più avanti, quando avrò tempo.-
 
-Se vuoi te lo porto io il resto. -
 
-No! Non è necessario, passerò io, non ti preoccupare. -
 
-Come vuoi.- 
 
-Ora vado. Magari quando passo ti telefono, così quando ho finito ti do' le chiavi. -
 
-Va bene, allora ci vediamo. -
 
Si separarono, e questa volta, definitivamente. 
 
Da quella sera erano passate due settimane, Axel era diventato Grande Imperatore e ora controllava il calcio, Angie non capiva cosa avesse in mente, non comprendeva come un amante del calcio libero come lui, potesse essere passato dalla parte nemica che ama il calcio regolamentato. Ultimamente non stava molto bene, era piena di impegni e il senso di spossatezza era aumentato; improvvisamente sentì suonare il campanello e andò ad aprire. 
 
-Salve, cosa la porta qui?- chiese facendo accomodare la governante. 
 
-Niente di particolare, ero da queste parti e ho pensato di passare a salutarti. -
 
-Ha fatto bene. -
 
-Come ti senti? Ti vedo pallida.-
 
-È che in questo periodo sono presa da mille impegni, ho poco tempo per riposare. Deve essere il fatto che sto lavorando troppo.-
 
-E prima stavi bene?-
 
-In realtà anche prima ero un po' spossata, ma riuscivo a lavorare lo stesso, adesso invece no, un paio di sono svenuta sul lavoro e non mi era mai successo, ho sempre mangiato seguendo la dieta. -
 
-Che ne dici di provare a fare questi?- le porse dei test di gravidanza. 
 
-A dire il vero, ne ho fatti un paio due settimane fa ed erano tutti negativi. -
 
-Ma adesso la situazione è cambiata, prova. Non ti costa nulla. -
 
-Ok, mi ha convinta. -
 
Li fece e poi tornò dalla sua ospite. 
 
-So già qual è il risultato. Per cui le dispiacerebbe controllare lei? Io intanto vado a fare un po' di tè. -
 
-Va bene, non ti preoccupare. -
 
Passarono alcune ore a chiacchierare del più e del meno, mentre prendevano il tè. 
 
-Sa già il risultato? -
 
-Ora controllo. Secondo me dovresti sentire Axel, non riesci proprio a contattarlo?-
 
-Mi ha detto che lavora, ed è molto impegnato. Mi ha chiesto di aspettare che sia lui a chiamarmi.-
 
-Capisco, e tu hai accettato, giustamente. Comunque lo devi contattare, inviagli un messaggio, non potete fare di tutto al giorno d'oggi con i cellulari? -
 
-Sì, però non so se è il caso di disturbarlo. Comunque ora mi vuole dire il risultato? -
 
-Sono tutti e tre positivi. -
 
-Cosa?! È impossibile, solo due settimane fa erano negativi! Come è potuto succedere un errore simile a distanza di così poco tempo? Di solito i test sono attendibili.-
 
-Può darsi che due settimane fa non fossi incinta e ora lo sei. Semplice. Per questo devi subito contattare Axel, per informarlo. Ora vado, perché ho la cena da preparare.-
 
-Grazie della visita, proverò a contattare Axel, ma non so quando rispondera.-
 
-Almeno tu ci hai provato. Ciao cara.-
 
-Arrivederci. -
 
"Ormai mi ha lasciata, non ha più senso avvertirlo, anche se penso che le sue fossero solo bugie. Non posso dirgli nulla, inoltre lui mi ha sempre detto di volere figli adesso, quindi è colpa mia e ora devo assumermi le mie responsabilità. Sarà meglio cenare, è il caso che raddoppi le dosi o rischio di svenire come l'altra volta. "
 
Sentì il telefono squillare e rispose. 
 
-Ciao Angie.-
 
-Ciao Nelly. Come va? È da un po' che non ci sentiamo. -
 
-È vero, hai qualche novità? Come è andato il piano? -
 
-Per le novità è meglio se passo da te e te le racconto.-
 
-Aspetta vengo io da te, Mark è venuto a casa con un suo allievo, e preferisco che non sentano. Così loro sono anche tranquilli a fare tutte le loro chiaccherate sul calcio. -
 
-Va bene, ti aspetto allora. -
 
-Dieci minuti e sono lì. Ciao. -
 
-Ciao, a dopo.-
 
Dieci minuti dopo Nelly arrivò e Angie le raccontò tutto. 
 
-Sei incinta?! Meraviglioso! Axel che ne pensa?-
 
-Non intendo dirglielo. Me la cavero' da sola.-
 
-Non puoi farcela da sola! Devi informarlo. -
 
-Ci siamo lasciati non ha senso, penserebbe che me lo sono inventato per fare in modo che torniamo assieme. E poi lui ha sempre affermato di non volere figli adesso. -
 
-Si in effetti è vero, ma tu devi dirgielo lo stesso. Quando sarà grande il bambino vorrà sapere chi è suo padre. Diglielo e insieme poi deciderete il da farsi. -
 
-Non saprei, è molto impegnato e mi ha chiesto di non chiamarlo.-
 
-Come non puoi chiamarlo?-
 
-No, mi ha detto di aspettare che sia lui a chiamare. -
 
-Capisco, chissà che cosa ha in mente. Insomma lui che amava così tanto il calcio ora lo odia, per me non ha senso. -
 
-Non lo ha neanche per me, spero solo che non sia nulla di pericoloso. In questi ultimi periodi ha sempre avuto un comportamento diverso dal solito, sono preoccupata. -
 
-Tranquilla, sono certa che sa quello che fa. Non gli accadrà niente. -
 
-Lo spero, vorrei darti ragione, ma ho un brutto presentimento. È un cambiamento troppo radicale per lui, è come se fosse un'altra persona. -
 
-Sì è vero, magari all'interno del quinto settore c'è qualche verità nascosta, peccato che non si possa entrare.
 
-Entrare hai detto? Forse hai ragione, dovrei dirglielo.-
 
Continua...
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Brutte notizie. ***


Capitolo 10: Brutte notizie.
 
Angie decise di seguire il consiglio di Nelly, sarebbe andata a parlare con Axel, ancora non sapeva come dirglielo; ma infondo era un suo diritto esserne a conoscenza. In realtà questo era solo un pretesto per poter entrare nell'edificio del Quinto Settore,  voleva capire le sue vere intenzioni e sopratutto voleva assicurarsi che stesse bene,  era preoccupata; sentiva, dentro di se, che il Quinto Settore non era quello che realmente mostrava, intuiva che dietro la figura del Grande Imperatore,  ve ne era una più potente che controllava i fili. Si era già preparata una scusa, per poter parlare con lui, ora stava preparando dei biscotti,  nonostante lui non amasse particolarmente i dolci,  quelli che gli faceva lei li mangiava sempre volentieri. Finito di prepararli li infornò; decise di andare a fare una doccia e prepararsi per l'incontro, aveva tutta l'intenzione di fargli pesare  il fatto di averla lasciata, sapeva che lui non riusciva a resisterle più di tanto, lo avrebbe colpito nel suo punto debole. Finì di fare la doccia e andò a sfornare i biscotti, poi tornò in camera e si vestì, appena fu pronta, scese in cucina e impacchettò i  biscotti. Uscì di casa e prese la metro per andare al quartier generale del Quinto Settore, come arrivò fu accolta da delle guardie.
 
-Cosa è venuta a fare quì signorina?-
-Dovrei parlare con il  Grande Imperatore.-
-L'accompagno. Mi segua.-
-Grazie.-
 
Entrarono nell'edificio e percorsero un lungo corridoio buio, finchè la guardia non si fermò davanti a una porta ed entrò.
-Mi scusi, Grande Imperatore, c'è una persona che verrebbe parlarle.-
-Falla entrare.-
-Bene può entrare signorina.-
 
Axel fu molto sorpreso di vedere Angie di fronte a sè, non sapeva cosa dire e soprattutto non conosceva il motivo della sua visita; ma nel profondo era molto felice di rivederla. Disse alla guardia di lasciarli soli.
-Che cosa ti porta qui?-
-Niente di particolare,volevo solo congratularmi con te per la posizione che hai raggiunto.- e gli diede i biscotti.
-Sei gentile e sai perfettamente che non amo i dolci; ma se ti conosco ancora bene c'è dell'altro. Avanti sputa il rospo, di cosa volevi parlarmi?-
- Te l'ho detto di nulla.-
-Certo come no. E io sono un fantasma.-
-Tecnicamente lo sei.-
-Come?-
- Beh, hai cambiato nome e aspetto per rappresentare Alex Zabel, Grande Imperatore, in pratica la persona che tutti credono reale in verità non esiste.-
-Capisco, questo è un interessante punto di  vista. Però  ora dimmi la  verità, cosa c'è che  non va? Non mi sembri molto in forma.-
- Nulla, sarà che ultimamente ho lavorato troppo.- "Speriamo che se la beva"
-Sicura sia solo questo?-
-Certo. Inoltre il dottore mi ha cambiato la dieta, forse sarà per il fatto che il mio corpo deve ancora abituarsi.-
- Sapevo che c'era qualcosa sotto. Secondo me è meglio se senti un secondoparere sulla tua così detta dieta. Ma ormai non stiamo più insieme, quindi non sei costretta  seguire il  mio consiglio e io non ho il  diritto  di  dartelo.-
-  In effetti non posso darti torto. Mi spieghi solo una cosa?-
-Spara.-
-Perchè  sei cambiato? Tu  amavi il calcio libero, perchè ora vuoi regolamentarlo?-
-La faccenda è complicata,  inoltre non è né il luogo né il tempo più adatto per dscuterne. Anche se te lo  spiegassi non capiresti.-
- Mi stai dando dell' idiota?-
-No, non sto dicendo questo. Dico solo che ti conosco e se ti spiegassi le mie ragioni non le  acceteresti. Solo questo.-
-Tu provaci e poi vediamo.-
-  Ti  ho detto di no.E ora scusami ma altro daavrei da fare, se non hai altro da dirmi, puoi andare. Ti farò scortare dalle guardie. -
-Non è necessario! Conosco la strada,  non è difficile!-
 
Non appena Angie se ne andò,  Axel fu nuovamente pervaso dai dubbi.
"Quant'è difficile,  non pensavo che portare avanti il mio piano per salvare il calcio sarebbe stato così duro. Non riesco a mentirle più di tant, e per convincerla del mio cambiamento devo trattarla male e non voglio. Però cos'altro posso fare? Se le dicessi la verità la metterei in pericolo,  già c'è Julia che sta rischiando,  ma nessuno sospetterebbe mai di lei; se invece mi aiutasse anche Angie mi scoprirebbero subito e tutto andrebbe a puttane! Devo continuare sulla linea che mi sono prefissato e cercare di non vederla più,  almeno fino a che tutto non sarà finito; dopo potrò rispondere alle sue domande, anche se sarà inutile dato che ha già capito tutto. Posso solo sperare che non faccia nulla di avventato. "
 
Nel frattempo Angie,  agevolata dal fatto di non essere accompagnata dalle guardie,  stava curiosando per la sede del Quinto Settore in cerca di qualche indizio. Entrò in alcune stanze ma vi trovò solo spogliatoi,  campi da calcio e letti; in pratica nulla di fatto;  girò ancora un po' e trovò una stanza con dei computer,  ne accese uno e notò una cartella con scritto "Progetto X", subito si insospettì e copiò i files su una micro USB,  poi uscì dalla stanza e si diresse velocemente verso l'uscita,  non accorgendosi di ciò che aveva intorno,  andò a sbattere contro un signore,  subito si scusò e si allontanò. L'uomo la riconobbe subito,  si ricordò di una foto che ritraeva la ragazz, famosa cantante e attrice,  accanto a un calciatore molto conosciuto e ammirato;  andò a cercarla tra i cassetti nel suo ufficio. Quando la trovò i suoi dubbi iniziali, non appena aveva visto Alex Zabel, ebbero una conferma; ma non aveva intenzione di smascherarlo subito,  era interessato a vedere con i propri occhi cos'era in grado di fare l'attuale Grande Imperatore e quale fosse il suo piano. Ovviamente, gliel'avrebbe fatta pagare,  ma quando lui se ne fose accorto sarebbe stato troppo tardi per fermare la punizione. Aveva già un'idea in mente,  così chiamò un suo fidato amico e decisero di incontrarsi; finita la telefonata,  il fondatore del Quinto Settore uscì dall'ufficio e si diresse al punto di incontro. Trovò il suo amico, un tipo losco; vestito completamente di nero,  il volto oscurato dagli occhiali e un cappello scuri; era intento a fumare una sigaretta seduto ad un tavolo del bar. Il committente raggiunse l'uomo, si sedette e incominciò a parlare.
-Grazie per avermi incontrato cosi in fretta, avrei un favore da chiederti, o meglio,  un lavoro da commissionarti.-
-Dimmi tutto. Ma metà della somma la voglio prima del lavoro,  sai giusto per sicurezza,  non vorrei che cambiassi idea.-
-Sono d'accordo,  anche io pensavo di pagarti metà somma in anticipo.-
-Bene,  vedo che sei previdente come sempre. -
-Non mi piace improvvisare, ora ti espongo il piano. -
-Sono tutt'orecchi.-
 
 
 
 
-Hai capito tutto?-
-Certo,  la ragazza in questione?-
-Eccoti una foto.-
-Pero! Che gnocca! Non posso tenermela come passatempo e restituirti i soldi?-
-No, non puoi. È un personaggio pubblico e scoppierebbe un casino se tu facessi come ti pare. Ma almeno per una notte puoi spassartela, non sei contento? -
-Eccome! Non ci metterò molto a trovarla, potrei fare il lavoro già stanotte.-
-Ottimo, allora opera pure, ti dò ora il primo assegno.- staccò il foglietto e glielo diede.
-Toglimi una curiosità,  ma chi è il suo fidanzato? Non posso credere che sia single.-
-Il fidanzato c'è,  ma al momento non si trova vicino a lei; per cui tu non devi preoccuparti di nulla. Se proprio vuoi vedere come è fatto ti mostro una foto. -
-Lo conosco,  questo non è il famoso bomber dell'Inazuma Japan, Axel Blaze? -
-Esatto, così anche tu ti interessi di calcio.-
-No, ma i telegiornali li guardo anche io.-
-Capisco,  mi raccomando fà un ottimo lavoro. -
-Puoi contarci.-
 
La sera scese in fretta e la notte non tardò ad arrivare,  Angie era un po' scossa da come Axel le aveva risposto, ma era sicura che c'era sotto qualcosa e lei era decisa a scoprirlo,  stava lavorando a quei files già dal pomeriggio,  ma non riusciva ancora ad aprirli, capì che erano criptati; quindi non sapendo cosa fare, spense il computer e nascose la chiavetta. Decise di farsi una doccia e poi andò a dormire,  ignara di ciò che di lì a poco sarebbe successo. Il suo aggressore era gia pronto ad entrare in azione, non appena capì che il momento era propizio si intrufolò nell'abitazione,  in un attimo era nella camera dove Angie stava dormendo,  rapidamente le legò polsi e caviglie,  e successivamente iniziò a spogliarla, ma lo fece lentamente,  voleva godersi la scena. Quando Angie si svegliò,  non poté fare più nulla, quello sconosciuto che ora si trovava sopra di lei, era intenzionato,  più che mai,  a farle del male. Tentò di liberarsi ma le gambe e le mani erano bloccate da quelle del suo aggressore, che in un attimo la violentò, lei gridava, lo pregava di fermarsi,  ma lui julla, era sordo e continuò imperterrito con il suo lavoro fino all'alba, poi se ne andò così come era entrato. Angie non poteva credere a ciò che era successo,  non sapeva cosa fare, se avesse chiamato la polizia, di sicuro i giornalisti lo avrebbero saputo, e con loro anche Axel e lei voleva evitare che ciò accadesse. Purtroppo questo suo pensiero fu interrotto da due detective che, chiamati dai vicini, erano entrati nell'abitazione e l'avevano raggiunta.
 
-Buongiorno,  io sono il detective Takechi e lei è la mia collega Yasuda.-
-Salve, come mai la polizia è qui? -
-Siamo stati chiamati, poiché i vicini avevano notato un tipo losco aggirarsi intorno a casa sua e poi hanno sentito delle urla. Mi dica quel tipo l'ha violentata?-
-Sì, però avrei delle richieste da farvi prima di rispondere alle domande. -
-Prego.-
-Preferirei che ne i giornalisti ne il mio ex fidanzato siano messi al corrente di questa storia.-
-Per i giornalisti ha la nostra parola, ma purtroppo il suo ex fidanzato non può essere tenuto all'oscuro,  in quanto può fornirci informazioni e fino a che le prove non lo scagionino è un sospettato e dobbiamo interrogarlo.-
-Cosa?! Sta insinuando che non saprei riconoscere il mio fidanzato a letto?!-
-No, no. Però lei capisce, questo è il nostro lavoro,  dobbiamo tentare tutte le piste possili per arrivare al colpevole. -
-Già è vero. Ora cosa devo fare?-
-Deve darci i vestiti con i quali è andata a dormire, senza lavarsi, la possibilità di perquisire casa sua e nel frattempo la mia collega la accompagnerà in ospedale per delle visite. -
-Va bene. Allora vado a vestirmi.- e andò in bagno.
 
-Yasuda stai con lei, io invece andrò a parlare con l'ex fidanzato,  magari qualche suo nemico si è vendicato su di lei per rovinare lui. Tu intanto cerca di scoprire qualcosa sulla sua vita privata, falla parlare ma non forzarla.-
-Ok, ma sai già chi è l'ex e dove trovarlo?-
-Anche se si sono lasciati ci sono ancora parecchie foto in giro,  solitamente vengono eliminate subito dopo la separazione. Qualcosa mi dice che è stato lui a lasciarla, ma scommetto che c'è sotto qualcos'altro. Inoltre lui l'ho già visto è so con predisione dove andarlo a pescare.-
-Allora buona pesca, ci vediamo più tardi in centrale. -
-A dopo. -,  uscì di casa.
 
Angie uscì dal bagno e si avvicinò alla detective.
-Visto che è pronta direi che possiamo andare.-
In poco tempo furono in ospedale e ora stavano aspettando gli esiti degli esami. Quando un dottore gli si avvicinò.
-Sono il dott. Matsuda, vi porto gli esiti, il kit stupro è positivo, ma non abbiamo trovato alcun liquido. Purtroppo devo informarla, signorina,  che ha perso il bambino. Mi dispiace. -
 
 
Continua...
 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Un vecchio amico. ***


CAPITOLO 11: Un vecchio amico. 
 
Era arrivato il momento per l'Inazuma di scontrarsi con la Kirkwood. Entrambe le squadre, con i rispettivi allenatori, erano in stazione in attesa del treno, che li avrebbe portati allo stadio zattera. AIl treno arrivò e le squadre, dopo essere salite, poterono incontrarsi. AIl nuovo allenatore dell'Inazuma, Jude Sharp, che sostituì Mark Evans dopo che lui si congedò dalla squadra, fu molto sorpreso di vedere l'allenatore della Kirkwood, Byron Love, suo ex-compagno di squadra. Anche Celia fu molto sorpresa nel vederlo.
 
- Jude, ma quello non è Byron? Come mai allena la Kirkwood? Anche lui è passato dalla parte del Quinto Settore? Non posso crederci! -
 
- Calmati Celia, non giungere a conclusioni affrettate. Ragiona piuttosto! Axel è diventato Grande Imperatore, Mark, che dieci anni fa aveva ricostruito l'Inazuma Japan, è stato assegnato alla nuova Inazuma, e la maggior parte dei nostri ex-compagni di squadra l'abbiamo ritrovata come avversaria. Axel non è uno sprovveduto e non si muove mai senza un buon piano a monte, se c'è n'è uno che può tenermi testa nelle strategie quello è lui. Byron non è da meno di Axel, nemmeno lui è tanto stupido da mettersi in gioco senza calcolare i rischi e le conseguenze; certo, non sarà stato messo al corrente di tutto, ma di sicuro ha capito che Axel in realtà ha buone intenzioni, e non vuole distruggere il calcio amato da tutti, per questo sta dalla sua parte. Anche se ad essere onesto non mi sarei mai aspettato di averlo come avversario in una partita, nemmeno lui è da sottovalutare per quanto riguarda il lato strategico. Ci sarà da divertirsi. -
 
- A dire la verità non avevo mai osservato la situazione in questo modo, se la metto sotto questa prospettiva tutto ha un senso. -
 
- Ma finché non arriverà il momento, dobbiamo comportarci come se Axel fosse il nostro più acerrimo nemico, o metteremo a rischio la sua posizione. -
 
- Sì, hai ragione. -
 
- Mi scusi allenatore Sharp. -
 
- Sì? Dimmi Arion. -
 
- Chi è Byron? -
 
- Byron è uno dei giocatori più forti che abbia mai indossato la maglia dell'Inazuma. E ora è un nostro avversario. -
 
- Capisco, grazie. -
 
- Figurati. -
 
Il viaggio terminò e i ragazzi scesero dal treno, dirigendosi verso gli spogliatoi dello stadio. Le squadre si stavano cambiando.
 
- Ehi J.P., hai sentito l'allenatore?! Prima di noi c'era Byron nella squadra! Chissà perché ha deciso di trasferirsi alla Kirkwood? -
 
- Arion, credo che tu abbia frainteso le parole del coach. -
 
:- Ma no, che dici? L'ha detto lui che Byron è il miglior giocatore che abbia mai indossato la maglia dell'Inazuma, forse è poco conosciuto proprio perché è ancora giovane, come noi. -
 
- OK, ora non ascolta più nessuno. Victor, per favore, prova tu a farlo ragionare. -
 
-Anche se glielo spiegassi, come mettiamo piede in campo, sarà di nuovo di questa convinzione, se non addirittura peggio, e comincerà ad indovinare chi di loro è Byron, senza minimamente calcolare l'allenatore. -
 
- Già, questa tua previsione potrebbe anche avverarsi, sai? -
 
- Io spero di no; sai che figura faremmo? -
 
- Non voglio pensarci. Oh! Dobbiamo andare, muoviti Arion! -
 
- Arrivo! -
 
Le squadre arrivarono in campo e la partita stava per iniziare.
 
- Chissà chi di loro è Byron! Sono curioso. -
 
- Arion, ti prego, non incominciare a chiedere ad ognuno di loro se è Byron. -
 
- Tranquillo J.P., non lo farò. -
 
- Molto bene. -
 
- EHI, VOI DELLA KIRKWOOD, quale giocatore di voi si chiama Byron? (l'intera Inazuma cade a terra) OPPURE SIETE COSÌ SICURI CHE NON L'AVETE MESSO IN CAMPO? TANTO ANCHE SE SCENDE VI FACCIAMO NERI! -
 
- Oh, no! L'ha fatto, e dire che mi aveva assicurato di stare zitto!-
 
-Non ho parole J.P.-
 
Dalla panchina dell'Inazuma, mentre Arion urlava.
 
-Ma è stupido?! Allora perché mi ha detto di aver capito? -
 
-Andiamo, Jude, cerca di restare calmo. Tanto peggio di così non può andare.-
 
Dal campo:
 
-SENTI ALLENATORE DELLA KIRKWOOD, NON FARE TANTO IL SUPERIORE E METTI IN CAMPO BYRON! COSÌ TI STRACCIAMO CON IL TUO MIGLIORE GIOCATORE! AVANTI BYRON FATTI SOTTO, CODARDO!-
 
Subito Viktor e Riccardo bloccano Arion e gli tappano la bocca.
 
-Lo scusi, è scemo, non faccia caso alle sue parole. In quanto capitano, mi vergogno.-
 
-Sei stupido? ! Ti metti ad attaccar briga con l'allenatore della squadra avversaria! Idiota! - gli dà un pugno in testa.
 
-Mi hai fatto male! Volevo solo spronare l'allenatore a mettere inmcampo Byron.-
 
-Ma è l'allenatore che si chiama Byron!-
 
-Eh?! Ce ne sono due?! Ecco perché la Kirkwood mi guardava stranita.-
 
-Non ha capito.-
 
-È un imbecille.-
 
Alle panchine, Jude si avvicinò a Byron, nel frattempo la partita era cominciata.
 
-Mi dispiace, ti chiedo scusa, è un po' scemo. Deve aver frainteso le mie parole. -
 
-Tranquillo, assomiglia un po' a Mark alla sua età. Non trovi? -
 
-Già è vero. Trovo strano che tua moglie non l'abbia sgridato per mancanza di rispetto e sportività. -
 
-Al momento lei è arrabbiata con me, non so nemmeno se è sugli spalti.-
 
-Perché? Che hai combinato? -
 
-Le ho regalato un vestito e non le è piaciuto. Sostiene che in tutti questi anni io ancora non la conosco. -
 
-Tutto questo per un vestito? Mi sembra un po' esagerato. Dove avresti sbagliato? -
 
-Nel colore; lei adora il blu, praticamente non indossa altro, e io mi sono un po' stufato di vederla sempre allo stesso modo, così le ho comprato un abito di suo gusto, di color blu notte che secondo lei è nero.-
 
-Capisco, le donne, nessuno sa comprenderle.-
 
-Questo è il bello. -
 
-Se lo dici tu. Oh, siamo già a fine primo tempo, ora sei in vantaggio, vedrai che alla fine del secondo tempo avrai perso.-
 
Non appena le squadre tornarono in campo, Marina raggiunse Byron negli spogliatoi. 
 
-Sei ancora arrabbiata? -
 
-Un po'. Hai saputo che Angie e Axel si sono lasciati? -
 
-Sì, ho visto il telegiornale, ma sinceramente non mi interesso di queste cose. -
 
-E dire che erano una coppia perfetta. Povera Angie, chissà come starà adesso. -
 
-Non immischiarti, sistemeranno le cose da soli.-
 
-Io non m'impiccio.-
 
-Se lo dici tu. Ora sarà meglio tornare in panchina, ho una partita da giocare. -
 
Nel frattempo Axel stava osservando la partita da un ufficio, quando sentì bussare alla porta.
 
-Avanti. -
 
-Salve, sono il detective Takechi, dovtrbbe seguirmi in centrale per favore. -
 
-Che è successo? -
 
-Avrà informazioni in centrale. Devo solo farle alcune domande. -
 
-Riguardo a cosa?-
 
-La sua ex fidanzata. -
 
-Le è accaduto qualcosa? -
 
-Ha la memoria corta? -
 
-No, la seguo. Ma voglio vederla.-
 
Continua...
 
N.A. = Questo capitolo lo dedico alla mia amica Marina Swift, che mi aiuta sempre tantissimo, e se non fosse stato per lei avrei pubblicato con estremo ritardo. Harigatou Gozaimasu!
 
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Fratture. ***


Capitolo 12: Fratture. 
 
 
 
-Mi dispiace, ma ha perso il bambino.-
 
-Cosa?! Non posso crederci.- sì accasciò a terra.
 
-Immagino che il tuo ex non ne fosse al corrente, preferisci che gli omettiamo questo dettaglio?- 
 
-Sì, per favore. Preferirei dirglielo io in un secondo momento, se proprio è necessario.-
 
-Come preferisci.-
 
Nel frattempo sì avvicinò un'infermiera.
 
-Signorina, dovrà sottoporsi ad un raschiamento, dobbiamo rimuovere l'embrione.-
 
-Ok-
 
-Mi segua per cortesia.-
 
Angie entrò in una stanza e dopo un'ora uscì accompagnata da un' infermiera. Subito la detective sì avvicinò.
 
- Come sta ?-
 
-È andato tutto bene, ora è sotto anestesia, la tratterremo per un paio di giorni. -
 
-Capisco, posso fermarmi? Credo sia meglio non lasciarla da sola.-
 
-Certamente, ma credo che i familiari debbano essere messi al corrente.-
 
-Me ne occupo io.-
 
-Va bene.-
 
Angie fu portata in una stanza, e Yasuda, mentre attendeva il suo risveglio, telefonò al suo collega per informarlo delle novità, che nel frattempo era arrivato in centrale con Axel. 
 
-Ho capito, non perderla di vista.-
 
-Adesso può dirmi tutto. Cos'è successo a Angie?-
 
-Immagino voglia la spiegazione spiccia. Beh, per dirla breve è stata stuprata.-
 
-Cosa?! Chi è stato?!-
 
-Se lo sapessi ora noi due non saremmo qui. La sua ex la scagiona, ma io devo farle lo stesso alcune domande.-
 
-Lo so, è la prassi. Quando?-
 
-Ieri notte.-
 
-Ero a casa di mio padre, sono andato a cena e poi mi sono fermato per la note. Può chiedere a chi vuole.-
 
 
 
-Controlleremo subito. Ha qualche nemico che per vendicarsi potrebbe aver preso di mira la sua fidanzata?-
 
-Non saprei. Ma potrei averne a mia insaputa, considerando la mia posizione.-
 
-In effetti... Della sua fidanzata, che mi può dire?-
 
-Potrei fare una lista lunghissima, ma questo è il punto di vista di un ex fidanzato... Senz'altro indicherei il suo dietologo, ha sempre avuto un comportamento sospetto. Inoltre lei a volte diceva che le faceva qualche avance, ma lei ha sempre rifiutato e non mi permetteva di intromettermi.-
 
-Vorrà dire che controllerrmo l'alibi anche a lui, se ci provava, è facile che abbia inteso la vostra separazione come una possibilità. Se aggiungiamo un ennesimo rifiuto, potrebbe aver perso la testa.-
 
-Non lo escluderei, ma se il suo alibi regge, non avrò nulla da ridire. Ora posso vederla?-
 
-Beh... Ecco...-
 
-Se vuole può accompagnarmi; così  può tenermi d'occhio, mentre aspetta la conferma del mio alibi.-
 
-In effetti...-
 
-Quindi ?-
 
-La verità è che al momento lei sì trova ricoverata in ospedale.-
 
-Come in ospedale ?! Quanto è grave?!-
 
-Nulla, è solo semplice precauzione e protocollo medico.-
 
-Capisco, ma non mi fido lo stesso. Voglio accertarmi con i miei occhi della situazione.-
 
-Ok, immagino sia inutile continuare, la porto in ospedale.-
 
-La seguo.-
 
 
 
I due raggiunsero Yamada nella stanza di Angie.
 
-Come sta?!-
 
-Sta bene, ora sta riposando, può stare tranquillo è fuori pericolo.-
 
-Meno male.-
 
-Takechi che ne dici di un caffè ?-
 
-Va bene. Lei vuole qualcosa ?-
 
-No, grazie.- 
 
I due detective uscirono dalla stanza.
 
"Accidenti, forse ho sbagliato a separarmi da lei, e io che pensavo di proteggerla. Quel parroco ci aveva preso su tutta la linea, dovrebbe fare l'indovini. Ora cosa faccio, non sono tranquillo a lasciarla da sola, potrei tornare a casa per un po', ma così facendo metterei a rischio la mia copertura. Forse è il caso di prendere un alleato, uno che non desti sospetti e che sia in grado di gestire la situazione. L'ideale sarebbe Jude, ma è al momento è tra le file nemiche, ma per mia fortuna c'è un altro uomo,  tra le file amiche; la partita a quest'ora sarà terminata, proverò a vedere se è libero per un caffè."
 
 
 
Nel frattempo i due detective tornarono.
 
-Il suo alibi è confermato. Ma preferirei che continuasse a collaborare con noi.-
 
-Ci può scommettere. Ora se non vi dispiace avrei un appuntamento. L'affido a voi.-
 
-Può stare tranquillo .-
 
Axel uscì e sì incontró con l'uomo che aveva contattato.
 
-Ti dico già che abbiamo perso.-
 
-Lo immaginavo, ma ora non mi interessa. Ho da chiederti un enorme favore.-
 
-Come mai sei così agitato? Che è successo? Spiegami tutto.-
 
 
 
 
 
 
 
Continua...
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: buste e liste, maledette! ***


Capitolo 13: Buste e liste, maledette!

 

-Ora comprendo la tua agitazione, non posso credere che le sia successa una cosa del genere.-

-All'inizio non volevo crederci nemmeno io. Ci ho ragionato sopra e stavo pensando di tornare da lei per un po', però se lo facessi manderei a monte tutto quanto, senza contare che la metterei ancora di più in pericolo. Ed è per questo che-

-Che vuoi che io te la tenga d'occhio, ho indovinato? -

-In pieno, puoi farlo? -

-Ne dovrei parlare con Marina, ma conoscendola non appena saprà tutto, inizierà a giocare a cupido. Quindi non credo ci siano problemi, però sei sicuro che Angie sia d'accordo? -

-La sua opinione al momento non ha importanza. Ma immagino che vorrà una spiegazione, e non so cosa inventarmi per convincerla.-

-Che ne dici della verità? -

-Sei matto?! Non posso! Mi inventerò qualche cosa.-

Come vuoi. Allora ci vediamo a casa mia quando la dimetteranno.-

-Va bene, grazie Byron.-

-Figurati. Vedi di terminare in fretta il tuo piano.-

-Lo spero.-

 

I due uomini si separarono, Axel andò nella sua vecchia abitazione e preparò una borsa da portare a Angie in ospedale, per fortuna aveva sempre con sé le chiavi. Non era cambiato nulla in quella casa, tutto era come lo ricordava. Vedeva le foto incorniciate e ancora il senso di colpa lo attanagliava, nonostante si fossero lasciati lei non le aveva tolte. Stava per uscire quando notò qualcosa sul mobile, era il pacchetto che gli aveva regalato Julia per il suo diploma, in effetti a distanza di dieci anni non l'aveva mai aperto, la sua sorellina gli fatto promettere di non aprirlo fino al giorno del suo matrimonio, ma ormai lei è una ragazza e di sicuro non avrebbe fatto caso a quella piccola promessa infranta, dopo tutto ha resistito dieci anni, quindi optó per aprire il pacco. Lo prese e nel mentre una busta scivolò sul pavimento, la raccolse e vi riconobbe il portafortuna che la sorella aveva dato a Angie quando doveva sostenere l'esame di ammissione alla Raimon, la rimise a posto, ma poi si accorse che qualcosa era uscito dalla busta. Erano tutte fotografie con lui come soggetto, qualcuna lo ritraeva mentre giocava a calcio o mentre studiava; iniziava a chiedersi come avesse fatto Julia a scattarle senza che se ne accorgesse, continuava a raccoglierle quando ne notò alcune che lo fecero arrossire. Un paio ritraevano lui e Angie intenti a fare una passeggiata, e questo significava che lei li seguiva durante i loro appuntamenti, cosa che le avrebbe fatto pagare, ma quando vide le altre due aggiunse gli interessi e rischiò di svenire per la vergogna, il soggetto era sempre lui, ma questa volta sotto una doccia, non sapeva se essere più arrabbiato o imbarazzato. Julia aveva superato il limite, inoltre, conoscendo Angie chissà quante persone avranno visto quelle foto; si ricordava di quando le aveva regalato il braccialetto, il giorno dopo era lo scoop della scuola, forse quello è stato il momento più imbarazzante della sua vita. Dato che quelle foto in mano di Angie non erano al sicuro, decise di prenderle, in seguito avrebbe chiesto spiegazioni a Julia; ma ora la priorità era Angie. Uscì di casa e tornò in ospedale, entrò nella sua camera, sperava dormire e invece era sveglia.

 

-Ehilà, sono passato a portarti un cambio.-

-Ah, grazie. Come sapevi che ero qui?-

-Me l'ha detto un detective, ma quando sono arrivato dormiva. -

-Potevi svegliarmi, e che ti ha detto.-

-Nulla di che, mi ha solo raccontato quello che ti è successo. Però è strano che ti abbiano ricoverato.-

-Dicevano che era meglio restare qui qualche giorno.- " A quanto pare hanno mantenuto l'accordo."

-Ascolta, quando uscirai, andrai a stare da Byron. Gliene ho già parlato ed è d'accordo.-

-Dal tuo amante? Scordatelo! Inoltre io voglio stare a casa mia.-

"Cazzo, si ricorda ancora di quella balla, e io mi sono dimenticato di avvertire Byron. Non importa, lui è un tipo intelligente, capirà" - Senti, a casa saresti da sola, mentre da Byron potresti chiacchierare con Marina. Se non vuoi andare da loro allora senti Nelly.-

-Sono in vacanza. E poi non vado a disturbare.-

-Non disturbi, Byron ha detto che non ci sono problemi, quindi andrai da lui e non voglio repliche. Quando ti dimetteranno, verrò a prenderti, vedi di non fare scherzi. Ora vado che ho un appuntamento.-

-Con chi? -

-Con Julia, ci vediamo dopo.-

-Ok.-

-Io vado. Mi raccomando.-

-Sì, sì, lo so, non fare scherzi.-

-Brava, ciao.-

-Ciao. Ah, no, aspetta!-

-Che c'è?-

-Mi porti qualcosa di dolce quando torni? -

-È cosa vuoi?-

-Non lo so, fai tu.-

-Ok.-

-Però non esagerare con le calorie.-

-Ok-

-Neanche coi grassi. E nemmeno con gli zuccheri.-

-Va bene.-

-È non spendere troppo, però non essere nemmeno tirchio.-

-Quando mai l'ho fatto per te?-

-Vero, fin qui hai capito tutto?-

-Sì, non ci vuole una scienza.-

-Bene, non portarmi una bistecca però.-

-La bistecca non è un dolce.-

-Oggigiorno con il cioccolato puoi fare di tutto.-

-Questa mi mancava. Bene, io vado.-

-Aspetta.-

-Ora cosa c'è?-

-Mi è venuta voglia di salato.-

-Ok.-

-No fermo, forse è meglio dolce.-,

-Dolce.-

-No, però ripensandoci è meglio salato.-

-Salato.- "Detesto quando fa così, mi confonde. E poi se la prende con me se sbaglio."

-Tu cosa vuoi? Dolce o salato? Salato, mi sembra ovvio, tu detesto i dolci.. Allora facciamo salato, tu che dici? Bene, optó per il salato.-

"Sta facendo tutto da sola, vista l'ultima decisione comprerò il salato."

-Però ilo preferisco il dolce. Facciamo dolce.-

"Ecco ha cambiato di nuovo idea. Sarà meglio fermarla." -Facciamo così, io compro entrambi e poi tu scegli.-

-Va bene.-

-Ora posso andare?-

-Sì. -

-A dopo.-

-No, aspetta.-

-Ti prego non dirmi che hai cambiato di nuovo idea.-

-No, no. Visto che sei fuori, passi da casa a prendere la busta che mi aveva dato Julia?-

-Quale?-

-Quella per gli esami di ammissione.-

-Ma...non so se riesco a trovarla.- " E ora come ne esco?"

-È vero, quando abbiamo traslocato, alcuni scatoloni gli abbiamo messi via. Visto che contenevano solo ricordi, avevamo rimandato la loro sistemazione.-

-Eh, già.- " Meno male, ci ha rinunciato."

-Eppure, io mi ricordo di averla vista non molto tempo fa. Se la memoria non mi inganna dovrebbe essere su un mobile, l'avevo ritrovata assieme al pacchetto che Julia ti aveva regalato per il tuo diploma. Li avevo appoggiati lì perché ero di fretta. Sicuro di non averli visti? -

-Non ci ho fatto caso.- " Se era di fretta sono salvo; non fa mai caso alle sue azioni in quei momenti.-

-Puoi controllare lo stesso? -

-Va bene, vado a prendere Julia e poi passiamo.-

-Grazie, a dopo.-

-Ciao.- uscì dall'ospedale.

 

"Accidenti a Julia. Farò finta di non aver trovato la busta e alla prima occasione la distruggo, no non posso farlo per lei è importante, allora la metto in uno scatolone a caso. Intanto chiedo spiegazioni a Julia e poi penserò a una soluzione."

 

Nel frattempo arrivò a scuola.

-Ciao Julia.-

-Ciao, fratellino. Come mai qui?-

-Dovrei parlarti.-

-Ok, di che cosa? -

-Quando arriviamo a casa te lo dico. Prima però devo fermarmi a comprare qualcosa di dolce e di salato.-

-Ti sei visto con Angie? Quindi siete tornati insieme!-

-No, frena. Sono passato solo a trovarla in ospedale e mi ha chiesto un favore. Tutto qui.-

-In ospedale?! Che le è successo?-

-Niente di grave tranquilla, sta bene.-

-Capisco, ma tu come facevi a sapere che era lì? Se sei passato vuol dire che ti importa ancora di lei, o sbaglio?- disse lei maliziosamente.

-Passavo di lì per caso e sempre per caso l'ho vista. Non potevo fare finta di niente.-

-Quando le tue frasi non hanno logica, vuol dire che ho centrato il bersaglio e ho ragione.-

-Piccola peste.-

-Perché non le dici semplicemente la verità è le spieghi il tuo piano?-

-Non posso, non voglio metterla in pericolo. Anzi forse, senza nemmeno accorgermene, l'ho già fatto.-

-Sei di coccio! Cosa le prendi?-

-Non lo so.-

-Cioccolatini e patatine? Oppure patatine ricoperte di cioccolato e caramello.-

-Che robaccia mangi? E poi ha detto pochi grassi, le patatine non sono una botta?-

-Adesso c'è ne sono di tutti i tipi. Sei un po' indietro.-

-Ecco perché odio fare la spesa.-

-Tu vai a fare la spesa?!-

-Solo una volta e mi è bastata, voi donne siete pignole su date e anniversari, ma siete vaghe nella lista della spesa. Come si fa a sapere quale prodotto volete se scrivete solo il nome, sapete o no che per ogni prodotto ci saranno almeno tre scaffali?-

-Io prendo quello che si mangia di solito.-

-Io non ci faccio caso, se è commestibile, quello che trovo in casa mangio. Non mi faccio tanti problemi e ti assicuro che dopo la carne di Angie tutto è commestibile e buono.-

-Se non è buona perché la mangi?-

-Perché sono masochista e non voglio offendere, infondo si impegna.-

-Capisco, alla fine sei riuscito a fare spesa?-

-Certamente, anche se per cinque cose ci ho messo due ore.-

-Come due ore?!-

-Non sapevo cosa prendere, alla fine l'ho chiamata e lei mi ha dato i colori delle confezioni. Ho dovuto fare la figura dell'idiota e chiedere aiuto alla prima donna che vedevo davanti a ogni reparto. Sembrava volessi attaccare bottone con mezzo supermercato. Però alla fine alcune cose le ho prese a caso, è lei si è arrabbiata perché erano tutte sbagliate.-

-Bravo, ah ah ah, volevo esserci, mi sarei fatta un sacco di risate. La prossima volta chiamami, ti aiuto io.-

-Molto spiritosa. -

-Non è colpa mia se non sai quello che mangi.-

-Sì, prendimi in giro. Comunque tu mi devi una spiegazione.-

-Per che cosa?-

 

 

 

Continua...

 

N.A.=Ringrazio per aver recensito: Marina Swift e Lucinda250. Per aver inserito la storia tra le ricordate: _ O c e a n_. Per aver inserito la storia tra le preferite: Hyorichan, Inazumiana01, martinacevasco e Susy_xshawn. Inoltre ringrazio tutti coloro che leggono la storia, spero vorrete continuare anche nell'anno a venire.

Auguro a tutti un felice e prosperoso anno nuovo.

bad93.

P. S. = spero che non ci siano errori di battitura nei nickname e di non aver dimenticato nessuno, in caso contrario provvederò il prima possibile a rimediare.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: Fine. ***


Capitolo 14: Fine.
 
 
 
-Riguardo a cosa ti dovrei una spiegazione?-
 
-Il portafortuna che hai dato a Angie.-
 
-Quale? Quando? -
 
-Quello che hai dato per gli esami di ammissione.-
 
-Ah, quello! E dove sarebbe il problema?-
 
-Come, dove sarebbe il problema?! Ti ricordi cosa le hai fatto? -
 
-Certo, delle foto, con te come soggetto. E allora?-
 
- E allora?!-
 
-La smetti di ripetere le mie domande? ! Non ho fatto nulla di male.-
 
-Ti sbagli, alcuni scatti potevi evitarli. Inoltre non erano immagini adatte a una bambina della tua età.-
 
-Se ti riferisci ai vostri appuntamenti, in parte, sono stata costretta. Se aspetto te le foto ce le scordiamo. E poi non sono mica immagini inadatte,  tu non hai mai combinato un gran che. Inoltre a Angie hanno fatto piacere quei ricordi.-
 
-Il punto non è questo. Primo, hai violato la mia privacy, secondo non mi riferisco solo agli appuntamenti e terzo quando gliel'ha regalato non stavamo ancora insieme.-
 
-Quindi? Arriva al dunque.-
 
-Non ti sembra di aver esagerato? Dovresti chiedere scusa.-
 
-Per che cosa? Per averti fatto qualche scatto? Inoltre quello era un regalo per Angie, come hai fatto a vedere quelle foto? Dubito che te le abbia mostrate di sua spontanea volontà -
 
- Infatti lei non lo sa che le ho io, quando sono passate a casa, semplicemente sono cadute dal mobile, mentre le raccoglievo le ho viste e confiscate -
 
- Certo, e adesso gli oggetti si muovono, Ora sei tu, quello che ha violato la privacy -
 
- Non dire sciocchezze, quelle foto mi ritraggono, quindi è un mio diritto possederle -
 
- A te non va giù il semplice fatto che ti ritraggano in momenti per te imbarazzanti. Ma non c'è nulla di cui vergognarsi in un paio di passeggiate -
 
- Passeggiate? Ti sei scordata della doccia? -
 
- Ti ho fotografato anche lì? -
 
- Sì. E non fare finta di non sapere.-
 
- Davvero, questo non me lo ricordavo. Mi spiace, ora capisco perché era arrossita quando l'ha aperta. Solo non ricordo perché ti ho fotografato anche lì. Boh, fa niente. -
 
- Come fa niente?! Quelle foto potrebbero aver fatto chissà che giri! E ti ricordo che non stavamo assieme allora, e mi ha visto nudo! Ti rendi conto di che danno hai fatto? -
 
- Quale danno, ti ha visto nudo chissà quante volte, non c'è nessun problema in questo.-
 
- Tu non capisci. -
 
- Fammi vedere le foto.-
 
-Scordatelo, siamo in macchina.-
 
-Chi vuoi che le veda? E comunque sei già arrivato al supermercato, è meglio se ti fermi.-
 
-Ah, già è vero.- parcheggiò e si apprestò a scendere -Tu che fai?-
 
-Vengo con te, sia mai che ti perdi. E poi ho voglia di vedere Angie.-
 
-Ok.- 
 
 
 
Quando Julia scese, lui chiuse la macchina e insieme entrarono nell'edificio.
 
- Allora, cosa prendo?- le chiese guardando il reparto degli snack.
 
-Non saprei, che ne dici di questi biscotti?- disse indicandoglieli.
 
-Aspetta, fammi leggere la tabella nutrizionale.-
 
-Dopo tutti questi anni, ancora non la conosci?-
 
-È esigente, non è colpa mia.-
 
-Ma quando eravate a casa, lei non mangiava uguale a te?-
 
-Dipende. A volte sì e a volte no.-
 
-Pensa!-
 
-A cosa?-
 
-A cosa comprerebbe lei o a quello che mangiava di solito.-
 
-Allora...di sicuro molte verdure e niente carne, poi...riso, latte, pasta...-
 
-Mi riferivo a quello che devi comprare.-
 
-Così è più difficile...-
 
-Ma non avete mai visto la TV sul divano?-
 
-Certo.-
 
-E lei cosa mangiava?-
 
-Che ne so, guardavo la TV.-
 
-In pratica mi stai dicendo, che con lei accanto, tu hai sempre guardato la TV? Sei normale?-
 
-Certo, se si è interessati a qualcosa non si vuole essere disturbati, e poi la sua vicinanza non mi crea più problemi come prima. Ormai ci ho fatto l'abitudine.-disse osservando diverse scatole di snacks.
 
-Non sei più attratto da lei?-
 
-Non ho detto questo, smplicemente non devo essere una corda di violino ogni volta. Inoltre vivendo assieme ho più libertà di prima. Tutto qui, non ho detto che non sono più attratto da lei.-
 
-Quindi se lei provasse a sedurti, tu cederesti.-
 
-È ovvio, la cosa è reciproca.-
 
-Non ti seguo. Come fai ad esserne sicuro?-
 
-Ci conosciamo bene entrambi, quindi sappiamo quali stratagemmi adottare. Semplice.-
 
-In parole povere, sai dove toccare. Esempio?-
 
-Esatto. Ehi, che discorsi mi fai fare! Non sono affari tuoi questi! Andiamo a finire la spesa.- esclamò paonazzo, camminando velocemente per il reparto.
 
"Mi sa che ho toccato un tasto dolente. Però è divertente prenderlo in giro." - Aspettami.- disse  correndogli dietro.
 
-Forse ho trovato qualcosa per il salato.- le mostrò l'oggetto.
 
-Un mix di frutta secca tostata?-
 
-La mangia spesso quando guardiamo i film.-
 
-Capisco. Allora lo sapevi cosa mangia.-
 
-Certo, per chi mi hai preso. Una volta ho buttato un'occhiata alla sua dieta.-
 
-E com'è?-
 
-Secondo me non va bene, ma io non sono un dietologo.-
 
-Perchè non va bene?-
 
-Mi sembra troppo leggera, capisco che faccia anche la modella, però ha bisogno anche lei di energie e tutti gli altri nutrienti.-
 
-Hai provato a farla vedere a papà?-
 
-No, ancora no. Mi ha detto che gliel'avrebbero cambiata, per cui ho aspettato.-
 
-Credi gliene daranno una migliore?-
 
-Sinceramente no. Comunque ora pensiamo a portarle quello che mi ha chiesto. L'ospedale non sta aperto tutto il giorno.-
 
-Però in teoria tu puoi entrare anche in orari differenti.-
 
-Lo so, ma non mi va di farlo.-
 
-E se lei ti chiedesse di fermarti?-
 
-Non lo so, ma non credo che l'accontenterei. -
 
-Sappiamo entrambi che questa vostra separazione è una balla, quindi perchè continuare ancora? Ti diverti a farla soffrire?-
 
-Certo che no! Ma tu sai qual è la mia posizione; non posso metterla in pericolo. Tu già non dovresti aiutarmi, ma non desti sospetti, Angie invece verrebbe scoperta subito e non so cosa potrebbe succederle.-
 
-Ti posso capire. Però non mi sembra corretto tenerle nascosto tutto. Che ne dici di prenderle un vasetto di nutella?-
 
-Non cambiare discorso, e poi lo sai che mi ammazza se le portassi una cosa del genere.-
 
-Perchè? Non le piace?-
 
-Al contrario ne va matta. Ma non la può mangiare.-
 
-Mamma mia, che pignola.-
 
-I suoi medici se ne accorgono subito se ingrassa e di conseguenza le modificano la dieta. Io preferisco evitare queste conseguenze. Prendiamole delle palline di cioccolato o delle barrette, e basta.-
 
-Ok.-
 
 
 
Presero il necessario e andarono alla cassa a pagare, poi si diressero all'ospedale. Arrivarono al corridoio dove si trovava la stanza di Angie e lo percorsero.
 
-Vedi di non fare casino.-
 
-Tranquillo, papà lo sa che è qui?-
 
-Penso di sì, ci lavora in questo ospedale. Non credo che gli sia sfuggito.-
 
-A me non ha detto niente, la stanza è questa?-
 
-Mi sono fermato, secondo te?-
 
-Sì.-
 
-Allora non fare domande inutili, aspetta qui l'avviso che ci sei.-
 
-Ok.-
 
 
 
Axel aprì la porta ed entrò in camera.
 
-Ciao, ti ho portato quello che mi hai chiesto, e anche di più.-
 
-In che senso?-
 
-Julia ha voluto passare a salutarti.-
 
-Ciao, come stai?- le chiese la ragazza entrando nella stanza.
 
-Ciao, Julia! Ora sto bene grazie. Hai già finito la scuola?-
 
-Per oggi sì, come mai ti hanno ricoverata?-
 
-Nulla di grave. Hanno detto che domani potrò uscire.-
 
-Bene, a che ora? Così passo a prenderti.- s'intromise Axel.
 
-Ancora non lo so, hanno detto in mattinata, ma può essere anche primo pomeriggio; dipende tutto dagli ultimi esami.-
 
-Capisco, quando ti danno i risultati?-
 
-Stasera.-
 
-Va bene, io vado a prendermi un caffé, voi volete qualcosa?-
 
-Fai tu.-
 
-Esaustiva come sempre. Tu Julia?-
 
-Va bene un té.-
 
-Ok, torno subito.-
 
Axel uscì dalla stanza e le due ragazze rimasero da sole.
 
-Senti Julia, non avete trovato il portafortuna a casa?-
 
-A dire il vero non ci siamo passati. Intendi quello che ti ho regalato qualche anno fa?- lei annuì, -Prova a chiedere a mio fratello.-
 
-Già fatto, mi ha detto che non l'ha visto.-
 
-Davvero?-
 
-Mi andava di rivedere quelle foto.-
 
-Capisco. Comunque, ora che non c'è, puoi dirmi la verità?-
 
-Riguardo a cosa?-
 
-Non credo che tu sia stata ricoverata per niente, giusto?-
 
-Perspicace come tuo fratello. Ma non è un argomento adatto a te, non posso dirtelo.-
 
-Sei incinta?-
 
-Che?! No, non lo sono. O meglio non più.-
 
-Che intendi con più?-
 
-Ah, fratellino!.-
 
-Axel!-
 
-Spiegati! Cosa vuol dire che non sei più incinta? Hai abortito senza nemmeno consultarmi?! Potevi dirmelo.-
 
-No, non è come credi,. Posso spiegarti.-
 
-Ti ascolto!-
 
-Io andrei di là, grazie per il té.- disse Julia prendendo la bevanda e andando in corridoio.
 
 
 
-Quindi? Sto aspettando una risposta.-
 
-Non volevo tenertelo nascosto, è solo che c'eravamo lasciati e conoscendoti, non sapevo cosa fare. Poi è successo tutto il resto e il bambino l'ho perso. Così mi hanno operato e ricoverato.-
 
-Ora mi spiego il ricovero, avresti dovuto dirmelo lo stesso. Le cose sarebbero potute andare diversamente.-
 
-Non credo. Comunque ormai non si può più tornare indietro.
 
-Già, avviso Byron che esci domani.-
 
-Ti ho già detto che non è il caso di disturbare, posso stare tranquillamente da sola.-
 
-Io non sono tranquillo invece! Non mi interessa la tua opinione, tu fai come dico io e basta!-
 
-Non puoi dirmi cosa devo fare o non fare!-
 
-Hai visto cos'è successo a lasciarti da sola?! Ti hanno stuprata! Preferisco evitare che la cosa si ripeta.-
 
-Sei tu quello che ha interronto la nostra relazione, non io! Se proprio vuoi tenre fede alle tue intenzioni, allora torna a casa.-
 
-Non posso.-
 
-Perchè non puoi?! È così tanto importante il calcio per te?-
 
-Lo sapevi fin dall'inizio.- prese il cellulare.
 
-Ma non credevo di essere messa da parte in questo modo!-
 
-Io non ti ho messa da parte.- le disse scrivendo un SMS.
 
-Allora perchè mi avresti lasciato?! Tu non sei in grado di tradire.-
 
-Questo non puoi dirlo.- ripose il cellulare in tasca.
 
-Ti conosco bene. Smettila di prendermi in giro! Fin'ora mi hai sempre raccontato bugie! Non puoi arrabbiarti per un'omissione mia.-
 
-Non sono arrabbiato. E non ti pongo dopo il calcio, non mi sembra di averlo mai fatto.-
 
-Però continui a mentirmi! Dimmi la verità una volta per tutte! Quella vera, questa volta.-
 
-Io voglio solo proteggerti, nient'altro.-
 
-Si è visto, mentendo non lo fai di certo!-
 
-Senti, per il momento vai da Byron. Ti prometto che poi ti racconterò tutto, ma non ora.-
 
-Quando?-
 
-Quando tutto questo sarà finito.-
 
-Cosa deve finnire? Il calcio regolamentato?! Potrebbero volerci degli anni!-
 
-Allora, dammi solo un altro po' di tempo.-
 
-Quanto?-
 
-Ti dirò tutto all'anniversario.-
 
-È già passato! Te lo sei scordato?!-
 
-No, io mi riferisco all'altro.-
 
-A quale?-
 
-Quel giorno capirai. E dire che voi donne vi segnate ogni minima cosa, per voi tutto è importante. E ti sei scordata una cosa del genere?-
 
-Di cosa stai parlando?-
 
-Non te lo dico, lo saprai quel giorno. Ora io vado.- uscì dalla stanza, lasciando Angie ai suoi pensieri, raggiungendo la sorella. -Andiamo Julia.-
 
-Va tutto bene?-
 
-Sì, tranquilla.- "Oramai non posso più scappare. Ha capito tutto, proprio come aveva detto Byron. Mi conviene dirle la verità o rischio di perderla per sempre."
 
-Ok.- "A me non sembra che sia tutto a posto. Dovrebbe smetterla di tenersi tutto dentro; sono sicura che ora sta soffrendo, la notizia è stata una batosta non indifferente. Magari papà riesce a dargli una mano."
 
 
 
 
 
 
 
Continua...
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Dimissioni. ***


Capitolo 15: Dimissioni.
 
 
 
Il giorno seguente Angie si svegliò di buon ora, non aveva dormito molto per via della situazione appena accaduta con Axel. Circa un'ora dopo arrivarono i dottori con gli esiti degli esami; non c'era nulla di anomalo, per cui l'avrebbero dimessa per le dieci, ma le raccomandarono di restare ancora qualche giorno a rioposo.
 
Come se ne furono andati, Angie avvisò Axel, era indecisa se farlo o meno, ma se non gli avesse mandato quel messaggio, avrebbe peggiorato la situiazione; dopo iniziò a prepararsi di modo che lui non dovesse aspettare. 
 
Nel frattempo Axel aveva ricevuto il messaggio e si stava apprestando ad uscire di casa.
 
-Dove vai?-
 
-In ospedale, a prendere Angie.-
 
-Allora aspettami, vengo anche io; devo andare a lavorare.-
 
-Oggi non è il tuo giorno libero?-
 
-Si  ma hanno avuto un paziente che ho seguito e ha chiesto di me. Quindi non posso rifiutare.-
 
-Capisco, solo per curiosità, tu sapevi già che Angie era in ospedale?-
 
-Sì, ma l'ho saputo solo dopo il suo ricovero, non l'ho visitata personalmente. Se ne è occupato un mio collega, che sapendo la relazione che ho con lei, mi ha informato.-
 
-Che rapporto avresti tu con lei? Semmai sono io che ho una relazione con lei.-
 
-Ma tu sei mio figlio e il collegamento è presto fatto. Cos'hai in mente di fare ora che la dimettono? Non è saggio lasciarla da sola. Non credi che sia il caso di tornare da lei per un po' ?-
 
-Lo sai che non posso, ci siamo lasciati. Che senso avrebbe la nostra separazione allora? -
 
-Semplicemente non sono convinto della tua scelta.-
 
-Quando mai una mia scelta ti è andata bene? -
 
-Fai quelle sbagliate. Comunque tornando al nostro discorso, cosa pensi di fare? -
 
-Ho chiesto a Byron se può tenerla a casa sua per un po' di tempo.-
 
-Sicuro che sia il caso di disturbare una persona esterna alla famiglia per questo? -
 
-Non sono tranquillo a lasciarla da sola.-
 
-Allora falla venire qui, sarebbe più comodo e tu saresti più tranquillo.-
 
-Ti ricordo che ci abito anche io qui, cos'hai  in mente? -
 
-Io niente, ti sto solo facendo notare che gli affari di famiglia si risolvono in famiglia e non altrove. E poi un paio di mesi li puoi fare in sua compagnia,  visto che ci hai passato dieci anni della tua vita assieme.-
 
Axel sospirò, -Sarà meglio andare, continueremo la nostra discussione in macchina.-
 
 
 
Uscirono entrambi all'appartamento, per poi prendere la macchina e dirigersi verso l'ospedale.
 
-Secondo me non ti conviene mandare Angie da estranei, è meglio se la fai venire a casa. Poi fai come vuoi.-
 
-A quanto pare non posso smuovere. -
 
-Non ti sto obbligando, ti sto solo facendo notare che hai altre possibilità.-
 
-Ci penserò, magari da te ci viene senza opporre tanta resistenza. E non si impunta a voler stare da sola, devo valutare e parlarne con lei, spero che accetti senza tante storie. Poi avviserò Byron; nel caso in cui lei cambi idea.-
 
-Come preferisci. Fammi sapere cosa decidete.-
 
-Va bene, per il momento gliene parlo, perché non vieni anche tu? Almeno ti fai un'idea di come sta.-
 
-Mi basta leggere la sua cartella clinica, comunque un salto potrei farlo. Se ci sono anche io magari si convince di più a venire a stare da me. Se non vuoi dormire con lei, la faccio stare in camera con Julia. Non credo che tua sorella abbia problemi, infondo le è sempre piaciuta.-
 
-Non è questo il punto, non ho certo problemi di questo tipo. Inoltre penso che sarebbe più tranquilla con me accanto, invece di Julia. Visto quello che le è successo, non credo che dorma tanto serena la notte, in più avrebbe paura di coinvolgere Julia se dovesse riaccadere, per cui non riposerebbe come dovrebbe.-
 
-Anche questo è vero, potrebbe far finta che vada tutto bene, quando in realtà si sente in pericolo. Spesso molte vittime di stupro si convincono che quanto è successo sia colpa loro.-
 
-Perchè Angie dovrebbe sentirsi in colpa? Lei non ha fatto niente, anzi è stata costretta dal suo aggressore. Quindi è una vittima e non una colpevole.-
 
-Questa è  la  tua visione, in quanto uomo, e persona esterna ai fatti. Però lei non si considera una vittima, lei si sente colpevole, perché ha permesso al suo aggressore di violare la sfera privata che vi legava.-
 
-Non ti seguo.-
 
-Lei è ancora profondamente legata a te, in quel letto ci siete stati solo voi due, e in quel frangente un altro uomo vi è entrato, spezzando così il filo sottile che vi legava, in cui lei credeva ancora. Capisci ora? Dentro di sé lei è convinta di aver sbagliato, soprattutto di aver fatto un errore irrimediabile e di averti fatto un torto, in pratica sente di averti mancato di rispetto.-
 
-Ma sbaglia, io non ce l'ho affatto con lei. Non deve pensare queste cose; inoltre con me si è comportata normalmente, puoi chiedere anche Julia, te lo confermerà.-
 
-È normale, non sono discorsi che puoi affrontare tranquillamente con un'adolescente, è già difficile con sé stessi e con un adulto in cui sei in stretta confidenza. Cerca di starle vicino e non fare cazzate.-
 
-Non preoccuparti, se accetterà la tua offerta, per un po' starò tranquillo.-
 
-Bene. Io vado al lavoro, visto che siamo arrivati. Tu nel frattempo va da lei e accennale la proposta. Vedrò se riesco a raggiungervi in tempo.-
 
-Va bene, comunque con Byron ero d'accordo di trovarci di sera, per cui in giornata dovremmo riuscire a vederci.-
 
-Ok, allora aspetto tue notizie.- scese dalla macchina.
 
-Va bene.- scese anche lui, attivando la chiusura centralizzata.
 
Entrambi si diressero all'ingresso dell'ospedale, entrando nell'edificio, poi si separarono salutandosi.
 
 
 
Axel arrivò davanti alla camera di Angie, bussò e poi entrò.
 
-Ciao, sei già pronta? Pensavo di doverti aspettare.-
 
-Come puoi vedere ti ho anticipato.-
 
-Eh, già. Ascolta avrei un'altra proposta della farti.-
 
-Spara.-
 
-Se non vuoi andare da Byron, non ti costringere. -
 
-Come mai questo cambio improvviso di idea?-
 
-Perchè mi è stata avanzata un'offerta, che prima non avevo preso in considerazione.-
 
-Quindi non vuoi lasciarmi da sola?! Non ti arredi! -
 
-No, se significa proteggerti. Al posto di Byron c'è mio padre, andrai a stare da lui. Ti può andare bene?-
 
-Mmh... Non lo so...-
 
-Scegli! O Byron o mio padre.-
 
-Va bene, allora andrò da tuo padre. Di sicuro sarò di meno disturbo e fastidio.-
 
-Bene.-
 
 
 
 
 
Continua...
 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: Ritorno? ***


Capitolo 16: Ritorno?
 
 
 
Axel avvisò suo padre che avrebbe portato Angie a casa, successivamente mandò un messaggio a Byron avvertendolo del cambio di programma. Uscirono dalla stanza e si diressero alla macchina, quando a un certo punto lei decise di parlare:
 
-Che cosa ti ha risposto Byron?-
 
-Che non ci sono problemi, però ha chiesto se stasera andiamo comunque, perchè Mrina si era organizzata e ci tiene a cenare tutti insieme. Ho accettato, per te ci sono problemi? Forse preferivi stare a casa a riposarti.-
 
-No, nessun problema, mi sono riposata abbastanza in ospedale, e poi mi fa piacere passare una serata in compagnia. Per che ora dobbiamo essere là?-
 
-Per le otto.-
 
 
 
Salirono in macchina e partirono, questa volta fu lui a iniziare il discorso.
 
-Vuoi fare qualcosa prima o andiamo diretytamente a casa?-
 
-Preferirei passare a prendere dei cambi, almeno per stasera.-
 
-D'accordo.- svoltò e prese la direzione che portava alla loro casa.
 
-Inoltre dobbiamo passare a prendere qualcosa Byron e Marina, non possiamo andare a mani vuote.-
 
-Allora facciamo così, prima di andare a casa passiammo a prendere qualcosa.-
 
-Direi che è un'ottima idea , almeno dopo posso prepararmi con calma.-
 
-E tu ne hai bisogno parecchio di tempo.- la punzecchiò lui guardandola in volto per la prima volta, da quando erano usciti dall'ospedale.
 
-Spiritoso, parli come se tu uscissi dalla doccia già vestito.-
 
-Poco ci manca, devi ammettere che non sono lungo come te a prepararmi.-
 
-Ma è normale. Tu sei un uomo, è ovvio che ci metti poco.-
 
-Touché. Eccoci arrivati, prendiamo quello che dobbiamo e andiamo a casa.- disse parcheggiando.
 
-Va bene.-
 
 
 
Scesero dalla macchina ed entrarono nel negozio.
 
-Salve.- li salutò la commessa - Cercate qualcosa in particolare?-
 
-Vorremmo una bottiglia di Chianti.-
 
-Ve lo porto subito.-
 
-Grazie.- rispose Axel, Angie nel frattempo curiosava tra gli scaffali.
 
-Senti Axel, che ne dici di questo per Marina?- gli chiese attirando la sua attenzione.
 
-Come mai questa scelta?- domandò lui osservando l'oggetto.
 
-So che a Marina piace, è da tanto che non la vedo, e vorrei portarle qualcosa.-
 
-Va bene, vuoi proprio quello?-
 
-Se ci fosse un'altra variante sarebbe meglio.-
 
-Quando torna la commessa glielo dico.-
 
Dieci minuti dopo la commessa tornò con la bottiglia di vino richiesto.
 
-Volete altro?- chiese.
 
-Di questo mazzo avete solo questa variante?-
 
-Quello è un esempio, ma se vuole possiamo comporlo. Quali fiori desidera?-
 
-Angie cosa vuoi mettere?-
 
-Beh...le calle le terrei, però vorrei mettere degli iris, dei tulipani bianchi e una rosa fucsia al centro.-
 
-Perfetto, tra dieci minuti è pronto.-
 
La commessa andò nel retro del negozio
 
-Sicura che dei fiori vadano bene?-
 
-Certo. Andranno benissimo.-
 
-Ok.-
 
-Senti, ogni tanto potrò uscire con Marina?-
 
-Non serve che mi chiedi il permesso, ma penso che se a lei vada bene non ci siano problemi. L'importante è che tu non stia da sola.-
 
-D'accordo.-
 
-Mi raccomando. Ah, arriva la commessa, pago e andiamo.-
 
-Eccco qui.- disse porgendo il mazzo a Angie.
 
Axel pagò e poi uscirono, salirono in macchina e partirono.
 
-Adesso andiamo a casa e poi dritti da mio padre. La governante si arrabbia se arriviamo tardi a pranzo. Potrebbe pensare che sia successo qualcosa.-
 
-Sì è meglio, anche tuo padre pranza con noi?-
 
-Non credo, mi sembra che si fermi in ospedale. Ma scommetto che Julia farà i salti mortali per esserci e qualcosa mi dice che vorrà saltare la scuola oggi.-
 
-Dici?-
 
-Dico, dico.-
 
 
 
Arrivarono a casa e salirono a preparare una valigia per Angie, la priorità era che per il momento avesse lo stretto necessario. Eventualmente, sarebbe passato lui successivamente a prendere il superfluo.
 
Dopo circa un'ora presero la macchina e andarono a casa del padre di Axel. Quando arrivarono furono accoltyi dal silenzio, evidentemente la governante era uscita.
 
-Come mai non c'è nessuno? Sicuro  che ci stessero aspettando?-
 
-Certo, probabilmente la governante è uscita a prendere qualcosa che si era dimenticata.-
 
-Capisco.-
 
-Lascia pure la tua roba al solito posto.- le disse sedendosi sul divano.
 
-Sicuro?-
 
-Tranquilla, in diecci anni non mi hai mai dato fastidio, non è che ora sia diverso, solo per un paio di mesi di separazione.-
 
-Ok.- andò a sistemare la valigia nella camera di Axel.
 
Erano anni che  non vi entrava più, precisamente da quando, sei anni prima erano andati a convivere. Quella stanza le portava alla mente molti ricordi, provava quasi nostalgia di quei momenti; diede un'occhiata in giro e notò che in parte era cambiata. Al posto del letto singolo ora ve ne era uno matrimoniale con ai lati due comodini; successivamente vide la foto di loro due scattata in occasione del diploma di Axel, su un comodino.
 
Aveva scordato quel giorno, non sapeva come era successo, quel giorno era stato molto importante. Non capiva perchè lui avesse tenuto proprio quella foto, infondo avevano avuto molti momenti felici, evrebbe potuto metterne una più recente; invece lui aveva scelto quella. Decise di non far aspettare ulteriormente Axel, per cui lo raggiunse in salotto, dove nel frattempo erano arrivate la governante e Julia. Come la videro la salutarono, la governante le chiese come stesse e poi andò in cucina a terminare il pranzo. Julia dal canto suo iniziò a tempestare il fratello di domande, o meglio, di frecciatine; alle quali lui inizialmente aveva risposto non curante, come se la risposta fosse ovvia; ma successivamente rimpianse di averle dato corda. La sorella era entrata nella sua modalità "scacco matto", mettendo Axel con le spalle al muro, a ogni domanda lui iniziava a sentirsi sempre più imbarazzato. Per fortuna però, la sorella non aveva toccato "quel tasto" che avrebbe potuto rovinare tuttto; osservandoli Angie si ritrovò a ridere, era molto divertente vedere come una ragazzina metteva all'angolo un adulto. I due si voltarono verso di lei, guardandola con la faccia di chi non comprende il motivo di quella reazione, in quanto ritiene le prorpie azioni pura normalità e abitudine. Nel frattempo la governante li avvertì che il pranzo era pronto; tutti si misero a tavola e dopo aver pranzato Julia dovette rientrare a scuola, nonostante si impuntasse di non volerci andare; Axel la costrinse accompagnandola personalmente, convincendola  che avrebbe avuto molto tempo da passare con Angie nei giorni successivi. Lei si convinse e insieme uscirono dall'appartamento lasciando le due donne da sole.  
 
-Va davvero tutto bene? - le chiese la governante.
 
-Sì,  è tutto a posto. Non si preoccupi.- le rispose.
 
-Ne sei veramente sicura? Infondo tu e Axel siete separati, pensi veramente che sia la cosa giusta vivere di nuovo sotto lo stesso tetto? So perfettamente che Axel ha in mente qualcosa, non ti avrebbe mai lasciata comportandosi in questo modo.-
 
-Io non so cosa pensare, sono convinta anch'io che abbia in mente qualcosa. Ma per il momento lo lascio fare, se non vuole mettermi al corrente avrà le sue ragioni, un giorno mi spiegherà. -
 
-Ne sono certa, vedrai che saprà riscattarsi e tutto si sistemerà. Cambiando argomento, stasera andate da qualche parte? Axel mi ha avvertita che non ci sareste stati per cena.-
 
-Andiamo a cena da dei nostri amici.-
 
-Si cura di farcela? Infondo sei appena stata dimessa dall'ospedale. Non è meglio se ti riposi?-
 
-Anche Axel mi ha fatto la stessa domanda, può stare tranquilla sto bene; mi fa piacere incontrare vecchi amici. Inoltre non sarò da sola, Axel verrà con me.-
 
-Di sicuro incontrare degli amici non può farti che bene, però non tornate tanto tardi; sei ancora convalescente.-
 
-Non credo che faremo tardi, penso che Axel l'abbia già messo in conto quando ha accettato l'invito. Vado a farmi una doccia e poi sistemo le mie cose.-
 
-Fai pure con calma.-
 
-La ringrazio.-
 
 
 
Nel frattempo Axel stava rientrando, ancora scosso dall'evoluzione della situazione. 
 
 
 
 
 
 
 
Continua...
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: Convivenza. ***


Capitolo 17: Convivenza.

 

Quando Axel rientrò a casa non trovò nessuno, sentì lo scrosciare della doccia. Andò in salotto, si sedette sul divano e accese la televisione; in realtà non stava seguendo il notiziario, la sua testa era altrove. Gli ultimi avvenimenti lo avevano scosso, circa mezz'ora dopo fu ridestato da Angie che era uscita dal bagno.

-Che succede? Ti vedo pensieroso, va tutto bene? -

-Sì, tranquilla, non c'è nulla di cui ti debba preoccupare.-

-Come vuoi, vado a vestirmi.-

-Io vado a fare una doccia.-

-Ok.-

 

Dopo venti minuti si ritrovarono in salotto, seduti uno di fianco all'altra, in silenzio, come se fossero dei perfetti sconosciuti. Passarono così un'ora, guardando l'ora, Angie si alzò e andò in cucina, tornando con un vassoio alcuni minuti dopo.

-Ho fatto un po' di tè.- disse lei, rompendo quel silenzio imbarazzante.

-Hai fatto bene, io non mi sono nemmeno accorto dell'orario.- rispose, prendendo la tazzina portagli da Angie.

Di nuovo il silenzio regnò nella casa, spezzato alcune volte dal suono dei cucchiaini che scioglievano lo zucchero.

-Dovresti riposare.- asserì lui sorseggiando la bevanda.

-Sto bene.-

-Stasera saremo da Byron, ti stancherai, è meglio se non esageri. Sei appena uscita dall'ospedale, c'è tempo per tornare a fare la brava mogliettina. Ora devi solo pensare a rimetterti, hai passato molte situazioni difficili ultimamente.-

-Non ti preoccupare sto bene, se faccio certe cose è perché ce la faccio. Non trattarmi come una bambina, sono adulta, posso cavarmela da sola.-

-Lo so, sto solo cercando di aiutarti, sono preoccupato per te. Non voglio che ti succeda di nuovo, dovresti capirmi. Almeno per qualche giorno vienimi in contro e stai tranquilla.-

-Ma io mi sento benissimo, devi credermi. E poi almeno passo il tempo e tengo la mente occupata.-

-Posso capirti, ma cerca di riposare un po' lo stesso. Ora è meglio se iniziamo a prepararci per questa sera, ti conosco e non voglio fare tardi. Quindi ora vai a riposare qualche oretta e poi ti prepari.-

-Va bene, a quanto pare non riuscirò a convincerti, fammi almeno sistemare la cucina.-

-Ci penserò io, tu riposati.-

-Non serve.-

-Vai!-

-Ok, ok. Oggi sei piuttosto strano.-

-Non è vero, io sono il solito di sempre. Ti stai sbagliando.-

-Io non credo, comunque ora vado a riposare. Prima che mi porti con la forza.-

-Brava. Ti vengo a svegliare più tardi.-

-Va bene.-

 

Angie uscì dalla stanza ed andò in camera, Axel nel frattempo sistemò la cucina e poi si sdraiò sul divano. Un paio d'ore dopo Angie entrò nella stanza e vide Axel addormentato sul divano, lo svegliò avvertendolo che era quasi ora di andare.

-Accidenti, mi sono addormentato. Dovevo svegliare io te e non il contrario.-

Lei sorrise dolcemente.

-Mi preparo e ti raggiungo, incredibile sei già pronta, ci tieni tanto a uscire questa sera.-

-Fai del sarcasmo?-

-No semplice constatazione.-

-Capisco. Allora datti una mossa.-

-Abbiamo tempo.-

-Lo so, però devo smaltire la sonnolenza. Pensavo di fare una passeggiata, non voglio andare là e sembrare una rimbambita.-

-Va bene, dammi qualche minuto e ti accompagno.-

-Non serve, preparati con calma. Tanto sto qui vicino.-

-Ho detto che ti accompagno.- disse lui freddamente, con un tono che non ammetteva repliche.

-D'accordo allora ti aspetto.- asserì sedendosi sul divano.

-Torno subito.-

Dopo pochi minuti Axel tornò e insieme uscirono dall'appartamento, avevano preso con sé anche i regali da portare a Byron e Marina così non sarebbero dovuti rientrare, e salirono in macchina.

-Dove vuoi andare?- chiese lui prima di partire.

-Non saprei un posto tranquillo e che non rivanghi vecchi ricordi.-

-Non sarà facile trovarne uno, li abbiamo praticamente girati tutti.-

-Allora andiamo in un dove non ci sono particolari momenti da ricordare, unio dove abbiamo solo passeggiato.-

-Fammi pensare...aspetta un momento. C'è un posto tranquillo dove non siamo stati assieme.-

-Davvero? E dov'è?-

-Aspetta e vedrai.- mise in moto la macchina e partì.

Dopo pochi minuti erano arrivati.

-Un hotel? Non mi sembra un posto tranquillo.-

-Dipende dai punti di vista e dal luogo. Dove ti porto è tranquillo, fidati.-

-Non ho mai smesso.-

-Cosa?-

-Non ho mai smesso di fidarmi di te.-

-Bene, continua a farlo e non rimarrai delusa.-

entrarono nell'albergo e lui sussurrò qualcosa all'orecchio del receptionist il quale gli consegnò una chiave, poi lui tornò e l'accompagnò all'ascensore, presse l'ultimo bottone e quando furono arrivati a Angie si presentò una vista meravigliosa. Era quasi il tramonto, poteva vedere tutta la città dalla sommità di quel palazzo.

-Non puoi passeggiare, ma almeno puoi rilassarti e liberare la mente.- “Non dovrei comportarmi così, ci siamo lasciati, e il fatto che ora viviamo di nuovo sotto lo stesso tetto non significa nulla. Però voglio che stia meglio, non voglio che qualcuno possa ancora farle del male, ma non posso relegarla in casa o costringerla a girare con una scorta. Devo chiudere in fretta questa faccenda e tornare da lei, ho fatto tutto questo per il suo bene e non è bastato. Infondo ho smesso di frequentarla, ma non di amarla.”

 

 

 

Continua...

 

 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18: Invito a cena. ***


Capitolo 18: Invito a cena.

 

 

Angie era persa nei suoi pensieri, intenta ad osservare il fantastico panorama; Axel continuava a guardarla, tormentato dalle sue solite preoccupazioni, finché a un certo punto gli venne in mente di controllare l'orologio: erano le otto meno dieci.

-Angie faremo tardi, è ora di andare.-

-E' già passato tutto questo tempo? Non me ne sono accorta.-

Entrambi salirono in macchina e raggiunsero la loro meta. Axel suonò il campanello e Byron li accolse.

-Ciao, ben arrivati.-

-Ciao, siamo in ritardo?-

-No, siete in perfetto orario.- rispose facendoli accomodare in salotto.

-Vi abbiamo portato un piccolo pensiero.- disse Axell porgendogli la bottiglia di vino.

-Non dovevate, vi ringrazio.- disse il padrone di casa prendendo l'oggetto.-Come va Angie, stai meglio?-

-Si, grazie. Sto bene, ma qualcuno non mi crede.- rispose lei marcando il soggetto della seconda frase e guardando Axel.

-Io ti credo eccome, semplicemente ti ho detto di riposare, è diverso.-

-Ha ragione, sei ancora convalescente e non devi sforzarti.- s'intromise Byron, -Comunque sono felice che stai bene, se hai bisogno di Marina la trovi in cucina.- disse infine lui, indicandole il luogo, avendo notato i fiori che la ragazza aveva in mano.

-Grazie, la raggiungo subito.-

Lei si allontanò e i due uomini poterono parlare in tranquillità.

-Quindi come hai intenzione di muoverti ora?-

-Voglio chiudere questa faccenda il prima possibile, per fortuna la finale è vicina. Spero che l'Inazuma riesca a vincere o non saprei cosa fare.-

-In realtà mi riferivo a lei, ma va bene anche così.-

-Che intendi?_

-Pensi di tornare da lei?-

-Ora come ora non credo, viviamo di nuovo insieme da mio padre. Ma parlare di una nuova convivenza nella nostra vecchia casa è un'esagerazione.-

-Perché? Infondo tu non l'hai lasciata per davvero, hai solo fatto una pausa. Giusto?-

-Diciamo di sì, cambiando discorso cosa c'è per cena?-

-Non lo so, ma non è difficile da intuire. Marina odia il pesce.-

-Angie odia la carne.-

-Quindi.-

-Quindi, ci tocca patire la fame.-

-Esatto.-

-Come ci siamo conciati per amore.-

-Qualche sacrificio va fatto, se vuoi essere ripagato.-

-Già. Ma quelle due stanno facendo un rosario? Angie non torna.-

-Chi lo sa, sono donne, dovranno raccontarsi tutto nei minimi dettagli.-

-Tanto stanno parlando di noi.-

-Questo è sicuro.-

-Saranno partite da un ciao come va e poi saranno saltate dritte alla relazione privata.-

-Preoccupato,?-

-Non più di tanto, ma sai a differenza della tua mogliettina, Angie è molto confidenziale, e la cosa mi dà fastidio.-

-Ah sì? Però lo sai tra amici si tende a raccontare tutto.-

-Tra amiche forse, ma tra amici di certo no. Almeno io non ho mai sbandierato più del necessario con i miei amici e nemmeno tu.-

-Ovvio, ci sono cose che puoi dire e altre no.-

-Ecco Angie non possiede questa funzione, lei racconta e basta.-

-Qualsiasi cosa?-

-Qualsiasi.-

-Alquanto imbarazzante.-

-Il problema è che lo fa con chiunque, non solo con chi conosce. È questo che mi dà più sui nervi . -

-In effetti è molto sconveniente che la tua ragazza vada in giro a raccontare faccende tue personali al primo che capita. Ma non puoi dirle di non raccontare nulla quando le dici qualcosa?-

-Certo se riguardasse una cosa detta potrei farlo, il problema è che lei racconta anche cose che non ho detto, o faccende che ha vissuto lei. In questo caso non posso zittirla. Perché le donne devono dirsi tutto? Non possono sorvolare su alcune cose.-

-Chi lo sa, forse sono contente e quindi se lo raccontano. Infondo non hai da vergognarti per un qualcosa di romantico che hai detto o fatto.-

-Fosse solo quello non mi interesserebbe. Comunque anche Marina racconta faccende vostre, sai.-

-Ne sono consapevole, sono certi discorsi tra donne, che non capirò mai.-

-E non ti dà fastidio?-

-Non più di tanto, finché sta nei limiti.-

-Chi ti dice che stia nei limiti?-

-Mi fido.-

-Anche io mi fido di Angie, ed ero convinto che stesse nei limiti. Purtroppo i limiti che intendiamo noi uomini sono totalmente differenti dai loro.-

-Come fai a dirlo?-

-Beh, una volta parlando con mia sorella, ho scoperto che sapeva un po' troppe cose personali. E le ho chiesto chi gliele avesse raccontate, mi ha risposto che era stata Angie, in più quando era piccola ci seguiva di nascosto e faceva delle foto durante i nostri appuntamenti.-

-Hai una sorellina audace.-

-No, ho una fidanzata troppo chiacchierona. Le ha raccontato pure la nostra prima volta e quelle a seguire su richiesta.-

-Così è esagerato. Va bene raccontare la propria vita privata, ma questo è fuori ogni limite.-

-Le donne si raccontano tutto te l'ho detto, sei sicuro che Marina non lo faccia?-

-Credo di no, non è una che racconta certe cose.-

-Magari non con tutti, però con qualcuno dovrà pur sfogarsi.-

-In quel dovrebbe dirmelo direttamente, se qualcosa non va.-

-Non te lo dirà mai, le donne preferiscono che certe cose le capiamo da soli.-

-Forse hai ragione, comunque ora mi hai messo il dubbio.-

-Ti sconsiglio di chiederglielo.-

-Perché?-

-Io l'ho fatto con Angie e si è incazzata perché avevo ficcato il naso nelle sue faccende e l'avevo spiata durante le sue conversazioni private.-

-Ed era così?-

-No. Volevo solo una conferma da lei.-

 

Nel frattempo le due donne erano entrate in salotto avvisandoli che la cena era pronta, come i due uomini avevano intuito, il menu era vegetariano. Nonostante non ne furono pienamente entusiasti, mangiarono tutto, per non offendere, più che per fame. La cosa forse più interessante era il dolce, Marina aveva fatto la meringata, Axel odiava i dolci, ma in quel momento era felice di avercelo davanti; gli sembrava l'unico cibo invitante e saziabile di quella cena. Terminarono di cenare e Angie si offrì di aiutare Marina a sistemare la cucina, così poterono chiacchierare ancora un po', i due uomini invece preferirono andare in salotto a gustarsi un whisky, continuando il loro precedente discorso. Nel frattempo in cucina...

 

-Quindi le cose tra voi sono tornate come prima.-

-Non credo, a volte penso di sì, e sono convinta che lui che mi ami ancora, altre volte invece mi sembra che siamo dei perfetti estranei.-

-Capisco, magari lui non sa come comportarsi. Insomma ti ha lasciato, e ora vi ritrovate di nuovo sotto lo stesso tetto in una convivenza forzata, inoltre dopo quello che ti è successo. Penso che lui ti stia trattando come prima perché ti ama ancora e non vuole ferirti o rincarare il dolore che hai subito.-

-Dici?-

-Ne sono sicura.-

-Invece le cose tra te e Byron vanno a gonfie vele, dico bene?-

-Insomma, diciamo che non posso lamentarmi.-

-Che è successo?-

-Ultimamente discutiamo un po' troppo.-

-E' normale, dopo anni di conoscenza non si nascondono più i propri lati peggiori e si tende a mostrarsi per quello che si è veramente, diventando anche meno accondiscendenti. Questo passaggio lo abbiamo avuto anche noi, passerà.-

-Non dico che litighiamo per ogni cosa o che siamo litigi pesanti, semplicemente lavora troppo, ultimamente non viene nemmeno a dormire, sta alzato a lavorare finché non crolla sul divano. Gli dico sempre che dovrebbe riposare e non sforzarsi in quel modo, ma lui mi risponde che deve lavorare e di non preoccuparmi; infine mi liquida con un sorriso e un cenno della mano.-

-Magari vuole solo essere provocato e si è stufato di prendere l'iniziativa.-

-Di che parli?-

-Del sesso.-

-Stai scherzando?! Non mi metto a fare giochi imbarazzanti, come fai tu con Axel.-

-Che c'è? Mi avete chiamato?- chiese l'uomo che passava di lì tornando dal bagno e aveva sentito il suo nome.

-No, nulla grazie.- si affrettò a rispondere imbarazzata Marina, sperando di convincerlo ad andarsene.

-Le stavo dicendo di provare a fare con Byron qualche giochetto che facevo con te in passato.- disse Angie.

-Ah, ok.- disse lui tranquillo e andandosene. - Aspetta, che hai detto?!- chiese sbigottito rientrando in cucina.

-Che stavo consigliando a Marina..-

-Lo so cosa hai detto, era una domanda retorica, la mia.-

-Allora sii più chiaro, lo sai che non ho la tua intelligenza.-

-Lasciamo perdere, non darle retta, sono sicuro che Byron ti accetta per quello che sei.- disse infine rivolgendosi a Marina.

-Tu credi?-

-Certo. Ora torno di là.-

-Mi raccomando amore, non dire niente a Byron.-

-Cosa?- rimase sorpreso e per qualche istante non si mosse.

-Ho detto che non devi rovinare la sorpresa.-

-AH, si ok.- se ne andò.

-Che succede, ti vedo stranamente felice.- chiese Byron vedendolo entrare in salotto.

-Nulla di particolare, comunque sei fortunato, Marina non parla più del necessario, ma sei ugualmente sfortunato perché Angie capisce tutto al volo senza che glielo si dica esplicitamente.-

-Capisco. Probabilmente Marina deve averle raccontato che ultimante sto lavorando troppo. E Angie deve avere fatto due più due.-

-Già, accidenti è quasi mezzanotte. È proprio vero che quando ci si diverte il tempo vola. Sarà meglio che vada a recuperarla o dovrete ospitarci per la notte.-

-Per me non c'è problema, ma non credo che dormiranno.-

-Già, e a proposito di dormire, spero che stanotte vada tutto bene.-

-Perché dovrebbe andare storto?-

-Sono mesi che non dormo con lei, ho paura di cedere e così facendo mando in fumo tutto. Le ho promesso che un giorno le avrei raccontato tutta la verità e per quel giorno devo terminare la faccenda, altrimenti non potrò mantenere la parola data.-

-Ti capisco, non è una situazione facile. Se fossi al tuo posto non so some mi comporterei; probabilmente avrei fatto le stesse cose.-

-Grazie di tutto Byron.-

-Figurati, io sono sempre qui se hai bisogno.-

I due uomini si sorrisero a vicenda e poi Axel si allontanò per andare a chiamare Angie, nel frattempo Byron prese i loro cappotti.

-Ma come è già ora?- si lamentò lei.

-Sì, non fare la bambina. È già tardi per te.-

-Ma io volevo parlare ancora po' con Marina, e poi cosa sei una gallina?-

-Come scusa?-

-E' solo mezzanotte!-

-E tu sei convalescente, quindi non fare i capricci, avrete tempo per parlare anche nei prossimi giorni, nessuno vi vieta di prendere un caffè.-

-Tu si invece.-

-Cosa?-

-Hai detto che non posso uscire da sola.-

-Ok, ma non ti vieto di vederti con le tue amiche. Mi dici dove devi andare e ti accompagno poi quando hai finito ti vengo a riprendere, non è difficile.-

 

Intanto Byron e Marina guardavano la scena, un po' sbigottiti e un po' divertiti, quei due nonostante tutte le vicissitudini, non erano cambiati di una virgola, come se la loro separazione non fosse mai avvenuta. Non tenevano un comportamento adatto a due ex-fidanzati, ma non ci diedero peso, felici che i loro amici non fossero tristi o depressi come pensavano.

 

 

 

Continua...

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19: Tranello. ***


Capitolo 19:  Tranello.
 
 
 
Axel e Angie erano in macchina, lui decise di rompere il ghiaccio.
 
-Ti sei divertita? - 
 
-Certo. Tu?-
 
-Sì,  non mi lamento. -
 
-Se volevi potevamo andare via prima.-
 
-No, tranquilla. Ho chiacchierato un po' con Byron.-
 
-Ehi, aspetta. Perché giri di qua?-
 
-Voglio vedere una cosa - rispose parcheggiando fuori la loro vecchia casa.
 
-Perchè siamo qui? -
 
-È acora chiusa. Andiamo.- disse ripartendo.
 
 
 
In breve furono a casa e andarono in camera. Axel si mise a letto e lei si sistemava, per poi raggiungerlo.
 
"Per quanto potrò resistere ancora? E dire che tuttoquesto è colpa mia. Perché se la prendono con lei?- si chiese osservandola.
 
-Che c'è? - gli domandò lei confusa.
 
-Nulla, stavo solo pensando.- 
 
-Capisco. Non è che hai dei ripensamenti ora che sono qui?-
 
-Ma no...Cosa ti salta in mente.- "Accidenti se mi conosce bene." -Ora dormi, devi riposare.-
 
-Ma io non ho sonno.-
 
-Fa niente. Dormi.- disse dandole le spalle.
 
"Uffa, più freddo e insensibile di un ghiacciaio." si lamentò sdraiandosi.
 
 
 
La mattina seguente, quando lei si svegliò Axel non c'era. Si alzò e andò a fare colazione. Verso l'ora di pranzo uscì per incontrarsi con Marina, avrebbero passato il pomeriggio assieme.
 
-Allora cono me vanno le cose? - le chiese l'amica.
 
-Credo che sia finita sul serio. Nonostante viviamo di nuovo sotto lo stesso tetto, è come se non fosse successo nulla. È più freddo di prima.-
 
-Capisco, però tu prova a metterti nella sua posizione. Non è semplice per lui comportarsi così. Secondo me ci tiene ancora a te, insomma siete stati insieme dieci anni,  non si butta via tutto come se fossero foglie al vento. Fino a poco fa eri convinta che lui ti stesse mentendo, ti ha lasciato con la scusa di averti tradito, dove è questa donna? Non credi che sia un po' strano che sia tornato da suo padre?-
 
-In effetti è strano. Stasera gli chiedo. Se esiste veramente non avrà problema presentarmela-
 
-Appunto. Tu parlagli e vedrai. Ti ha detto che un giorno ti avrebbe spiegato tutto. Perché ora hai dei ripensamenti? -
 
-Non lo so. Sento che è in pericolo e ci si è messo con le sue mani.-
 
-Guarda è già il tramonto, sarà meglio rientrare altrimenti chi lo sente dopo Axel.-
 
-Vero.-
 
Le due si incamminarono nel frattempo al campo al fiume...
 
-Sistemiamo la faccenda Blaze,  non sono qui per sputtanato.  Non mi interessano i tuoi piani.; voglio solo Angie. Tanto voi due vi siete lasciati, quindi posso prendere la. -
 
-E dopo cosa farai? Se speri che te la ceda così facilmente sbagli.-
 
-Lo so. Infatti so perfettamente che lei con me non ci verrebbe mai. Ma posso sempre fartela pagare per averla fatta soffrire.-
 
In quel momento dieci giocatori si schieraronom dalla parte dell'uomo. 
 
-Ti propongo un accordo, facciamo una partita. Chi vince si prende Angie.-
 
-Sei così codardo da aver bisogno della squadra per batterti? -
 
 
 
A quella provocazione l'uomo lo colpi con una pallonetto allo stomaco.
 
-Stai zitto, noi tiriamo i palloni e tu li respingi. Semplice come regola no? -
 
-Sì,  è le altre? -
 
-Non c'è ne sono.-
 
La sfida iniziò e Axel aveva la peggio, gli avversari gli lanciavano i palloni quasi contemporaneamente, ed erano più quelli che lo colpivano e lo buttavano a terra. Dopo due ore lui era stremato, ma ancora si rialzata,  non avrebbe mai ceduto. 
 
-Non ti arredi eh?- chiese l'avversario lanciando un pallone contro di lui. 
 
L'oggetto fu deviato da un calcio e alcune figure comparvero davanti ad Axel.
 
-Ragazzi cosa ci fate qui?- chiese lui sorpreso. 
 
-Ho ricevuto una telefonata e ho avvertito Jude e Mark, che hanno chiamato Scott, Shawn, Kevin e Jack. - rispose Byron.
 
-Capisco. Grazie ragazzi. Ma chi vi ha chiamato? -
 
'-lo saprai  dopo. Ora sistemiamo questi tizi.- asserì Jude.
 
-E così hai i rinforzi Blaze,  bene cambio di programma. Ora si fa sul serio.-
 
-Sei solo un codardo Worchester. Undici contro uno è sleale !- esclamò Mark
 
 
 
Dopo poco la sfida riprese, questa volta a favore del grande  imperatore, intanto alle panchine Marina e Angie osservavano la scena indisturbato,  Axel non si era accorto di loro.
 
-Non dovremmo fermarli? - chiese preoccupata Angie.
 
-No, da questa sfida potresti capire molte cose. Soprattutto per chi batte il cuore di Axel, e certamente è per te. Altrimenti non starebbe qui a lottare.- 
 
-Lo so, ma sono preoccupata. Ok guardo ancora un po -
 
 
 
Sentendosi con le spalle al muro Worchester diede un segnale è lui assieme ad altri tre compagni si avventarono su Axel, infortunandolo alla gamba sinistra. Axel cadde a terra e provò a rialzarsi ma la gamba cedeva.
 
-Axel fermati, non puoi continuare.- gli disse Byron aiutandolo a stare in piedi assieme a Kevin.
 
-Siete sleali, questo non è corretto- esclama va Mark arrabbiato.
 
-Mark calmati, era il suo obiettivo fin dall'inizio . Sapeva già di non poter vincere.- disse tranquillo Jude.
 
Intanto gli avversari si allontanavano.
 
-Axel !- 
 
-Angie...Cosa ci fai qui?- le chiese sconvolto vedendola  corrergli incontro.
 
-Passavo per andare a casa e ho visto quello che ti stavano facendo così Marina ha chiamato Byron.-
 
-Quindi hai visto tutto, stai tranquilla non è nulla di grave.-
 
-Invece lo è, ho chiamato tuo padre e ha detto che arriva subito. -
 
-Non era necessario.- disse sedendosi sulla panchina.
 
Nel frattempo i ragazzi salutano e andarono via. Angie si sedette accanto a lui.
 
-Perchè lo hai fatto? -
 
-Avrei dovuto cederti a lui?-
 
-Non lo so. Ma avresti potuto fermarti -
 
-Lo fatto-
 
-Dopo che ti hanno fratturato una gamba-
 
-Fa niente, che vuoi che sia. Potevano anche rompermi la testa, non avrei ceduto in ogni caso.-
 
Lei sorrise, in quel momento il padre di Axel arrivò.
 
-Allora cos'hai combinato razza di Imbecille. Ti avevo detto di stare buono.-
 
-Grazie, molto  confortante. Nulla di grave, mi sono solo rotto una gamba.- rispose con non chalance 
 
-Non sottovalutare la cosa.- disse severo il padre portandolo in macchina.
 
Dopo essere andati in ospedale tornarono a casa e Axel fu messo subito a letto. Angie restò con lui e non volle mangiare, usando la scusa che aveva già cenato.
 
-Ora me la dici la verità? - gli chiese.
 
-No aspetta.-
 
-Cattivo.- 
 
-Su su, non mettermi il broncio. Un accordo è un accordo.-
 
-Ok. Però ho capito una cosa.-
 
-E quale?-
 
-Ti non mi hai mai lasciato realmente. Ora ne ho la certezza.- affermò mettendosi a cavalcano su di lui.
 
-Non scherzare col fuoco, potresti anche bruciarti. Inoltre  sono anche infortunato. -
 
-E allora? -
 
-Mi provochi? - chiese malizioso iniziando a spogliarla, lei fece lo stesso con lui. In breve tempo erano entrambi nudi, Axel si apprestava a incominciare, era passato troppo tempo dall'ultima volta, ora non c'è la faceva più.
 
Ma dopo la prima spinta dovette gridare dal dolore e fermarsi.
 
-Che succede amore?-
 
Nel frattempo tutta la famiglia si precipitò nella stanza.
 
-Che succede Axel?! Perché hai urlato? - chiese trafelato suo padre.
 
Lui per risposta arrossì e non proferì parola.
 
 
 
 
 
 
 
Continua...
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20: Nuove scoperte ***


Capitolo 20: Nuove scoperte.

 
-Uscite! Un po' di privacy!- esclamò il ragazzo rosso in volto.
Tutti uscirono tranne Angie e il padre di Axel
-Che succede?- chiese lui al figlio
-Non lo so. Mi sono infilzato con qualcosa. Credo sia meglio andare al pronto soccorso.- disse mentrte si vestiva.
Dopo dieci minuti sia lui che Angie erano pronti e assieme al padre di lui andarono in ospedale.
I medici li visitarono e constatarono che Angie doveva esssere operata d'urgenza e fu portata in sala operatoria.
-Accidenti che male. Come si fa a mollare un ago li?- si chiese Axel lamentandosi.
-Non lo so figliolo, ma ancora che te ne sei accorto in tempo.-
-Proprio in tempo non direi, ho fatto uno  spiedino. Che male, non voglio ripensarci.-
-A me vengono i brividi solo a pensarlo. Non oso immaginare il dolore.-
-Non infierire per favore. -
Dopo due ore Angie fu portata in camera e Axel la raggiunse, suo padre invece parlava coi medici.
Lei si svegliò. -Come stai? Mi dispiace è colpa mia- disse al ragazzo
-Tranquilla, non è colpa tua. Ma dell'imbecille che ti ha operata la prima volta. Ho solo un po' di male, ma d'ora in avanti sarò cauto. Questa non me la scorderò per tutta la vita.-
-Ci credo. -
-Cerca di riposare ora. Mio padre sta parlando coi medici, credo che già da stasera potrai tornare a casa, così liberiamo un posto letto, infondo a casa c'è mio padre che può tenerti sottocontrollo. Se servirà ti riportiamo qui, ma io spero di non metterci più piede per un po' per te.-
-Speriamo, sono un po' stufa di tutti questi incidenti.-
-Lo so, porta pazienza ancora un po'-
-Ok-

La sera stessa Angie fu portata a casa e rimase a letto con Axel, entrambi a rigoroso riposo, ogni tanto gli amici passavano a trovarli e dopo un mese entrambi erano guariti, anche se Axel non poteva ancora sforzare la gamba. La finale che avrebbe decretato la squadra migliore e il nuovo Grande Imperatore era alle porte. Tutti si allenavano e preparavano al meglio, anche Axel si preparava, ma non alla partita, ad una cosa per lui molto più importante, confessare la verità.
Non era ancora del tutto convinto, ma aveva un accordo e lo avrebbe rispettato, aveva ancora due mesi per prepararsi. Peccato che per ciò che aveva in mente due mesi non bastavano, almeno secondo lui.  Ogni sera rientrava a casa sempre più tardi e sempre più pensieroso, ma diceva a tutti di stare bene e che era solo impegnato per via della finale.  Tuttavia il tempo per Angie lo trovava, passò un altro mese e sia la finale che il momento fatidico erano sempre più vicini.
-Axel sicuro di stare bene? Mi sembri molto stressato.- gli chiese Angie
-Sto bene tranquilla. Hai bisogno?-
-Beh...si...ma non credo sia il momento più adatto ora-
-Spara, non mi piace quando fai così. Cosa devi dirmi?-
-Ecco....vedi...Marina è incinta- mentì, o meglio era la verità, ma non ciò che avrebbe voluto dirgli.
-E' una splendida notizia, Byron non mi aveva detto nulla.-
-Perchè ancora non lo sa. Glielo dirà stasera.-
-Ma scusa ti sembra giusto che io lo so prima di lui? In genere il padre è quello che dovrebbe saperlo per primo, o meglio per secondo, prima c'è la madre.-
-Vero, ma a volte si ha paura. Non è facile gestire una gravidanza e successivamente il parto, la nascita e la crescita del bambino.-
-E' a questo che serve il padre, ad aiutare, mica serve solo a concepire e poi basta. E' una figura importante, ok non potrà fare molto durante gravidanza e parto. Forse nemmeno per il primo anno di vita del piccolo, ma poi può aiutare.-
-Davvero la vedi così? Quindi se io fossi incinta non ti arrabbieresti?-
-Sei incinta?!- chiese strozzandosi con la bevanda per la sorpresa
-Rispondi alla domanda-
-Rispondi tu a me. Direi che la tua risposta è più importante e ha la priorità.-
-Lo sono di un mese.-
-Perfetto, cambio programma. Mi organizzerò, in qualche modo, non ho la più pallida idea da dove iniziare. Mi inventerò qualcosa con Byron, magari in due nella stessa barca riusciamo a capire come non affondare.-
-Che bel paragone, è una cosa così brutta? Guarda che se vuoi posso-
-Non ti azzardare! Non pensarlo nemmeno. E' una cosa bellissima, difficile, spaventosa, ma bellisssima.-
-Ok, se lo dici tu.-
-Certo, Ho capito il mio errore quando ho perso il primo figlio.  Non volgio perdere anche questo solo per paura. Se è successo ora significa che siamo pronti a diventare genitori, quindi proviamoci.-
Lei annuì felice.
"Ora più che mai la verità è importante e anche quell'altra cosa, solo che ora il tempo si riduce drasticamente." pensò lui.
Continua...

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Capitolo 21
*** Capitolo 21: La resa dei conti ***


Capitolo 21: La resa dei conti
 
Il momento fatidico era ormai arrivato, Axel fremeva, più per la prova che attendeva lui che i ragazzi.
"Ora non posso più tornare indietro, gliel'ho promesso. Non sono mai stato così nervoso in vita mia, eppure la conosco da una vita, non dovrei avere nulla di cui preoccuparmi. Però lo stesso, non sono tranquillo; questa volta dovrebbe andare bene ci ho lavorato su per giorni. " si disse Axel cercando di calmarsi, mentre la partita procedeva.
-Ormai manca poco all'intervallo.- gli disse Austin
-Già.  Vediamo i prossimi sviluppi.  -
-Tutto bene?-
-Si. Tranquillo, stavo solo pensando.  Ho un po' di cose da sistemare. - rispose guardando verso gli spalti come se fosse alla ricerca di qualcuno.
-Chi cerchi?-
-Nessuno in particolare.- disse sbrigativo.
-Sicuro? Non è che cerhi una certa biondina?-
-No, non credo sia qui. Le avevo detto di non venire alla partita ma di guardarla da casa se proprio voleva seguirla.-
-Perchè?-
-Non è sicuro per lei, c'è molta gente. Per quello che so si trovava con la moglie di Byron e avrebbero guardato la partita assieme.-
-Capisco. Hai ancora paura?-
-Di cosa?-
-Del fatto che possano farle del male.-
-Quella l'avrò sempre, ma non posso rinchiuderla in casa, diciamo che sarei più tranquillo se non fosse più il bersaglio di nessuno. I pericoli a questo mondo ci sono sempre.-
-Vero, ma forse quando il torneo sarà finito non dovrai più preoccuparti di nulla.-
-Purtroppo non sarà così per me.-
-Come mai?-
-Te l'ho detto, ho un sacco di cose da fare. Peccato che per alcune il tempo non sia sufficiente.-
-Ti riferisci al piccolo?-
-In parte. E' una grossa responsabilità e una grossa prova, chissà se sopravvivo?-
-Si, dai. Non sei mica il primo padre al mondo-
-Eh già. Aspetta un atimo, tu come sai di questa cosa?!- chiese sorpreso
-Julia.-
-Come fai ad avere contatti con lei?-
-Cellulare.-
-E chi ti ha dato il suo numero?-
-Lei stessa. Cos'è mi fai il terzo grado?-
-E' mia sorella.-
-E allora? Prima o poi troverà qualcuno, guarda il lato positivo, meglio uno che conosci che un estraneo.-
-Vero, ma è ancora piccola.-
-Devo ricordarti cosa facevi tu alla sua età?-
-Io sono un uomo è diverso.--
-Allora pensa a Angie alla sua età-
-Erano tempi diversi.-
-Non centra, scegli chi tenere. O tua sorella o la tua fidanzata. E poi non sei tu che decidi, è lei che sceglie.-
-Lo so, ma non approvo comunque. E' ancora una bambina.-
-E' un'adolescente, e fidati è molto responsabile.-
-Dove siete arrivati?-
-A un paio di messaggi tranquillo. Non sono te.-
-Buon per te. -
-Tranquillo, ha detto che vuole prendere esempio da te e Angie.-
-Per cosa?-
-Boh, non lo so. Mi ha solo detto che vi divertivate molto, dice che dai raccconti vorrebbe provarci anche lei.-
-Quali racconti?-
-Di Angie. E' lei che racconta le vostre vicende.-
-Lo sospettavo. Ti avverto se la tocchi sei morto.-
-Tienitela pure, non rovino le famiglie io. E poi non è nemmeno il mio tipo, oltre che essere più  grande. Credo sia difficile da gestire una col suo carattere, come hai fatto a resistere tuttto questo tempo?-
-Cosa?...Riconosco che da piccola ne combinava, ma non è ingestibile. E poi sei più grande tu-
-No, io sono più piccolo.-
-Aspetta, di chi parli?-
-Di Angie.-
-Io mi riferivo a mia sorella.-
-Ah ho capito, beh quello dipende da lei, ma prometto di non prendere l'iniziativa finchè non sarà maggiorenne.-
-Ti devo uccidere ora?-
-No, grazie. Ci tengo alla mia vita, inoltre sei la persona meno indicata per fare certe minacce.-
-Perchè?-
-Curiosità, a quanti anni?-
-Non sono cose che ti riguardino. -
-Ti ho preso in castagna. Comunque certe ramanzine dovresti farle a lei non a me.-
-Le farò anche a lei stai tranquillo. Con tutte le storie che le racconta Angie altro che fantasie, è normale che farà di tutto per fare le stesse esperienze. Cosa che non deve succedere, siamo intesi?-
-Intesi. Ma non ho iniziato io, giuro.-
-Lo so, posso immaginare. Di un po’-
-Dimmi-
-Tu quanto sai?-
-Di cosa?-
-Sai a cosa mi riferisco.-
-Della tua vita privata?-
-Esatto.-
-Più o meno quello che sanno tutti. Forse qualcosa in più-
-Come sarebbe quello che sanno tutti?! Ah ho capito, dimentico sempre che all’epoca anche tu eri alla Raimon. Quindi conosci anche la storia del braccialetto e pettegolezzi vari.-
-Anche quelli si. Ma io credevo che con vita privata intendessi cose non di dominio pubblico.-
-Cioè? T..tu…sai…- disse imbarazzato e rosso in volto.
-So so. Non tutto nei dettagli, solo alcune cose.-
-Chi te le ha dette?-
-Indovina-
-Angie?-
-Julia-
-Dannata. Questa non doveva farmela.-
-Tranquillo io sono stato zitto. Come gli altri del resto, ma loro lo hanno saputo per vie traverse partite da Angie-
Axel sospirò pesantemente. –Alla fine non posso prendermela con nessuno, se le faccende le spiffera mia moglie io non farci niente, dopotutto siamo in due e quindi ciò che riguarda me in prima persona riguarda anche lei.- disse rassegnato.
-Aspetta un attimo mi sono perso un pezzo, da quando sei sposato?-
-Eh? Non lo sono infatti, perché me lo chiedi?-
-Hai detto moglie.-
-Eh? Sul serio? Mi sarò sbagliato, non farci caso, sono stanco e la mancanza di sonno unità allo stress gioca brutti scherzi-
-Non me la dai a bere, cosa bolle in pentola?-
-Nulla.-
-Certo come no. Era ora che ti decidessi, ce ne hai messo di tempo.-
-Come dici tu. Sembra che fosse scontato-
-Lo è sempre stato per tutti. L’unico che non se ne era accorto sei tu.-
-Nessuno sa come sarà il proprio futuro.-
-Vero, ma di voi due lo sapevano tutti come sarebbe andata.-
-Tutti sanno sempre tutto di me. Peccato che io non ne sia al corrente. –
-Tu ne sei al corrente, l’unica differenza è che non sei al corrente di ciò che sanno gli altri su di te.-
-Vero, questo è il difetto peggiore di Angie, ma dovrò conviverci.-
-Già. Allora a quando?-
-Non lo so, devo ancora dirlo a lei.-
-Capisco.-
-Andiamo, il primo tempo è finito.- disse avviandosi agli spogliatoi.
Lui fece lo stesso seguiti dalla squadra. Dopo dieci minuti le squadre rientrarono in campo, ma il Quinto Settore aveva cambiato tutti i giocatori della propria squadra, cosa che sorprese tutti i presenti. La partita riprese con la Raimon in svantaggio dopo pochi soli minuti; fortunatamente poi rimontò e vinse il torneo. Alex Zabel fu deposto dalla carica di Grande Imperatore e al suo posto salì Silmur Hillman che eliminò il calcio regolamentato.
-Axel, alla fine sei tornato. In ritardo come solito.- lo salutò Mark tendendogli la mano
Lui la prese – Non sono sempre in ritardo, non in tutto almeno-
-Vero, in alcune hai fatto prima tu di altri. Anche se alcune cose potevi farle prima.-
-Di che parli? L’unica cosa che tu hai fatto prima di tutti è sposarti. E ti è mandata bene.-
-Perché?-
-Beh, ti è andata bene che hai trovato la donna giusta al primo colpo.-
-Anche tu l’hai trovata, da un sacco e prima di tutti,. Semplicemente non hai mai voluto fare il passo, però sei il primo di noi a diventare padre, o sbaglio?-
-Non posso dire che sbagli, ma nemmeno che hai ragione; c’è anche Byron in ballo. Non si sa chi nasce prima.-
-Cosa? Anche Byron?!-
-Non lo sapevi?-
-Credo che Nelly mi abbia detto qualcosa, ma non la ascoltavo.-
-Eri troppo concentrato sulla partita.-
-Già. Maschio o femmina?-
-Che ne so.-
-Come sarebbe? Saprai se è maschio o femmina.-
-Al momento no. E’ ancora troppo presto, così dice lei.-
-Capisco. Beh non ci resta che aspettare. Ma tu quando hai intenzione di sistemare le cose?-
-Quali cose?-
-Tra te e Angie. Ora che aspettate un bambino, a maggior ragione devi sistemare la faccenda prima che nasca. –
-Lo so, tranquillo ci ho già pensato. Solo non so se sono pronto.-
-Ce la farai.-
-Non conosci Angie. Sa essere esigente certe volte e su certe cose. –
-Davvero? Quindi è per questo che hai fatto una figuraccia dieci anni fa?-
-Tu come lo sai? Te lo ha detto Nelly?-
-In verità un volantino.-
-Un volantino? Giravano volantini su di me all’epoca?-
-Credevo lo sapessi. Non so chi li mettesse in giro, di certo non uno della scuola. Inoltre erano scritti male, e alcuni kanji erano sbagliati. Per questo tutti hanno pensato a uno scherzo, anche se le foto erano vere.-
-Credo di sapere chi sia, ma non posso nemmeno vendicarmi. Vabbé ormai la frittata è fatta, ora l’unica cosa a cui devo pensare è il futuro. –
-Bravo. Che ti importa del passato e di cosa girava su di te alle medie.-
-Invece mi importa, puoi star certo che verrò a capo della questione.- disse allontanandosi.
“Ora è il momento della verità, spero vada tutto bene. E soprattutto che non mi tiri brutti scherzi, già era imprevedibile prima, figuriamoci ora che è incinta. Poi dovrò fare un bel discorsetto sia a lei che a Julia, ne ho piene le scatole che mi violino sempre la privacy. Non so quale delle due sia più pericolosa. Ora pensiamo a quella faccenda, il discorso può aspettare.” Pensò mentre era alla guida.
 
 
Continua…
 
 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22: Una nuova avventura. ***


Capitolo 22: Una nuova avventura.
 
 
 
Axel rientrò a casa e trovò Angie ad aspettarlo. 
 
-Ciao, come andata?- gli chiese andandogli incontro.
 
-Lo hai visto. Direi bene. Ascolta, dobbiamo parlare.- disse lui serio.
 
-Ok.- rispose titubante sedendosi sul divano. 
 
Lui fece lo stesso, avrebbe potuto tagliare la sua tensione con un coltello, ma ormai non poteva più tornare indietro. Aveva preso la decisione, anche se avrebbe preferito avere più tempo. 
 
-Cosa volevi dirmi?- gli chiese lei riportandolo alla realtà. 
 
-Ah si giusto, scusami ero sovrappensiero.- 
 
-Va tutto bene?-
 
-Si certo. È solo che non so come iniziare, insomma non è facile.-
 
-Beh tu provaci.-
 
-Ok. Sarò spiccio, sinceramente non ho voglia di giri di parole. So che a te non piacerà e che farò l’ennesima figuraccia, ma non importa. Qualsiasi discorso potrei preparare non andrà mai bene, quindi faccio prima a dirti quello che voglio e basta. In realtà non ci sarebbe bisogno nemmeno di chiedertelo, la risposta la so già, quindi trovo abbastanza inutile la cosa…-
 
-E quindi? Vai al succo della cosa- lo interruppe lei.
 
-Così non mi aiuti, non è facile la cosa.-
 
-Davvero?-
 
-Si davvero. -
 
-Ok, allora continua.- 
 
-In pratica…credo sia venuto il momento di fare una cosa importante.-
 
-Cioè?-
 
-Non interrompermi.-
 
-Ma tu non dici nulla, tergiversi.-
 
-In pratica si parla di una proposta di matrimonio.-
 
-Julia vuoi smetterla di intrometterti?!- la riprese lui
 
-Tu non ti decidevi e ci eravamo stancati di aspettare.-
 
-Come sarebbe che vi eravate stancati ?-
 
-Lascia stare e pensa alle tue faccende.- disse lei tornando in cucina.
 
-È come dice lei?-chiese Angie.
 
-Si è così. -
 
-E non potevi dirlo subito?-
 
-Non sono cose facili da dire.-
 
-Si immagino. Beh come al solito non sei bravo in queste cose, speriamo nostro figlio non prenda da te in questo.-
 
-Speriamo non prenda il tuo carattere piuttosto. E come sai che è maschio?-
 
-Intuito. Cos’ha il mio carattere che non va?-
 
-Sei troppo chiacchierona.-
 
-Io non sono chiaccherona.- replicò lei mettendo un finto broncio.
 
-Spifferi un po' troppo i fatti nostri. Tu questo come lo chiami?-
 
-Confidenze o racconti.-
 
-Mi sembra un po' esagerato, ma ormai ci ho fatto l'abitudine.-
 
-Già-
 
-Senti un po' Julia, invece che stare qui a origliare non hai niente di meglio da fare?-
 
-Ora che ci penso si, devo andare a prendere la spesa che sta sotto.- disse lei scendendo seguita dalla governante e da Austin. Loro andarono in camera a preparare le valigie. 
 
 
 
-E' meglio se per cena ci fermiamo.-
 
-Va bene, di certo non voglio scappare via, solo non mi piace essere alle dipendenze di qualcuno ne tantomeno scroccare.-
 
-Non scrocchiamo mica da mio padre, ma posso capirti. Però dal sesto mese in poi si torna qui, devi riposare.-
 
-Posso farcela.-
 
-Non importa, non voglio che ti sforzi Ti porto a casa solo a questa condizione.-
 
-Ok.-
 
 
 
Intanto in sala vi era un gran trambusto e i due andarono a vedere.
 
-Che state combinando ? E cos'è tutto questo casino?- chiese lui notando la moltitudine di scatole e borse.
 
-La spesa che abbiamo fatto oggi.- spiegò rapida Julia. -Visto che sei qui auita Austin a portare su il resto, pesano.-
 
-Che altro avete comprato? Una casa intera?-
 
-No solo cose per il piccolo-
 
-Che ancora non è nato.-
 
-Lo so, ma noi ci siamo portati avanti, ho chiesto il permesso a papàe me lo ha dato assieme alla carta di credito.-
 
-Capito, beh allora noi andiamo- disse uscendo seguito da Austin.
 
Nel frattempo Angie finiva di preparare le valigie, Julia sistemava assieme alla governante. 
 
 
 
Verso l'ora di cena anche il padrone di casa rientrò.
 
-Che cos'è questo casino ?- chiese arrabbiato.
 
-Julia ha comprato le cose per il piccolo.- spiegò Axel mentre montava alcuni mobiletti con Austin.
 
-Accidenti,  non pensavo comprasse tutto oggi.-
 
-Già, dove la metti questa roba?-
 
- Julia ha detto qui in camera tua.- spiegò Austin 
 
-Ci sono i mobili da spostare ma vedremo di farci stare tutto.- disse Axel 
 
-Andiamo a mangiare.- disse il padre di Axel uscendo 
 
Loro lo seguirono e andarono in cucina; la serata proseguì tranquilla e verso tarda sera Axel e Angie rinetrarono a casa. 
 
 
 
-E' meglio se ti riposi.- le disse lui mentre sistemava le valigie.
 
-Volevo ritirare le cose.-
 
-Lo puoi farlo domani, hai tutto il tempo. Ricordati di avvisare al lavoro che starai a casa.-
 
-Scherzi? Io pensavo di lavorare.-
 
-Scordatelo, non mi fido di quel tuo dietologo, quindi segui una dieta che ti danno in ospedale e quel tizio non lo segui più.-  
 
-Ma è bravo-
 
-Ti ha quasi ammazzato con una dieta sbagliata durante la prima gravidanza, quinndi adesso ne fai una giusta. E vai a dormire.-
 
-Sto bene tranquillo. Vado a fare una doccia- disse prendendo un cambio e andando in bagno.
 
Lui nel frattempo si mise a guardare la tv sdraiato sul divano, dopo mezz'ora lei lo raggiunse; verso mezzanotte andarono a dormire.
 
 
 
Passarono in fretta i mesi e ormai la data di scadenza si avvicinava, mancavano solo due giorni. Axel  era in campo a disputare un'amichevole assieme ai suoi ex compagni della Inazuma Japan contro la nuova Raimon Junior High. Angie era sugli spalti con Julia e la governante a guardare la partita. Durante l'intervallo però lei ebbe delle contrazioni e lei e la governante androno in ospedale mentre Julia rimase allo stadio. 
 
Il padre di Axel raggiunse Angie in camera dovel'ostetrica lo informò della situazione.
 
-Axel dove sta?- chiese alle due.
 
-Ha una partita e io non voglio che interrompa, possiamo aspettarlo.-
 
-Non credo che potrai aspettarlo a lungo.-
 
-Non importa io lo aspetto.-
 
-Senti io lo posso capire, ma il bambino non può capirlo.- s'intromise la donna -So che puoi avere paura, ma o chiami qui tuo marito o fai nascere il piccolo senza di lui.-
 
-Ho detto a Julia di non dire nulla ad Axel fino alla fine. Quindi...-
 
-Quindi è meglio se pensi al bambino ora, Axel capirà. Ti aiuto io se vuoi, infondo ne ho avuti due e so come si fa. Anche s ein queste situazioni l'uomo serve a ben poco.- spiegò il suocero.
 
-Va bene, se è per il piccolo ok, però posso guardare la partita?-
 
-Ok, non si dovrebbe, ma possiamo fare un'eccezione.-
 
-Grazie.-
 
 
 
Nel giro di un paio d'ore il piccolo era nato e Angie aspettava l'arrivo di Axel che non si fece attendere molto.
 
-Mi spieghi che storia è questa?! Perchè non hai voluto avvisarmi?-
 
-Mi dispiace non volevo disturbarti, infondo erano giorni che non ti divertivi.-
 
-Non è una scusante, hai fatto tutto da sola?-
 
-No, c'era anche tuo padre, e poi sono venuta qui con la governante.-
 
-ok lasciamo stare. L'importante è che state entrambi bene.-disse guardando il piccolo.
 
 
 
Dopo un paio di giorni Angie e il piccolo erano tornati a casa e la loro vita proseguiva tranquilla, non c'erano più stati attacchi o situazioni pericolose, il dietologo di Angie fu arrestato e Axel poté stare tranquillo e godersi la sua nuova vita, o forse no?
 
Di certo il ruolo di padre non lo immaginava così difficile, anche se ora il piccolo Aaron aveva più bisogno della madre che del padre, ma già intuiva che quel piccolo pargoletto gli avrebbe dato non poche grane, ma era felice lo stesso. Non avrebbe mai immaginato la difficoltà vero, ma non avrebbe nemmeno mai potuto immaginare l'immensa gioia e felicità che un figlio avrebbe potuto dare. 
 
 
 
Fine.
 
 
 
N.A.= Salve a tutti, innanzitutto chiedo scusa per il tremendo ritardo  ma sono stata ultra impegnata tra lavoro e università. Purtroppo siamo arrivati alla fine di questa storia, ma non preoccupatevi ci sarà un seguito, il piccolo Aaron deve crescere. Spero che questa fic vi sia piaciuta e ringrazio enormemente chi ha letto, seguito e recensito. Mi ha fatto molto piacere e mi ogni volta avevo la carica per continuare questa storia, proprio da voi. ^^
 
 
 
Arigatou gozaimasu. ^^
 

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