Lovely Complex: when falling in love is too complicated

di _Xionnie_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Chapter One ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


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~Lovely Complex : when falling in love is too complicated~

Prologue


Xions POV


 

Eccoci. Finalmente siamo arrivate, che sollievo!, pensai entusiasta vedendo il nostro nuovo condominio: un edificio alto, di almeno una decina di piani, e ben mantenuto; ogni appartamento aveva un balcone abbastanza grande, tutti tranne l'ultimo piano che possedeva invece una bellissima terrazza visibile anche dalla strada, incorniciata da un grigliato zeppo di piante rampicanti e da fiori di ogni tipo e colore.

Il tempo era ottimo, così come il mio umore. Faceva caldo per essere solo il 10 settembre eppure tirava una piacevole arietta che non mi faceva sentire l’eccessivo caldo fuori stagione. Il cielo era limpido e di uno stupendo turchese; si vedevano poi in lontananza anche delle piccole candide nuvole che sfumavano verso l’orizzonte.

Eravamo tutte arrivate per tempo al luogo dell’appuntamento, cosa molto strana considerando che la maggior parte di noi non sono il massimo della puntualità e tra cui rientro soprattutto io a dirla tutta.

Avevamo con noi una marea di scatoloni -purtroppo non è un eufemismo- e fu un’impresa ardua portarli tutti al quinto piano: a turno infatti, mentre una prendeva l'ascensore con quelli più pesanti, le altre portavano il resto a mano su per le scale. Insomma quinto piano, mica una bazzecola.

Risultato?

Giunte a destinazione cominciavamo a sognare letti ad occhi aperti. Le allucinazioni da fatica.

Arrivate al suddetto pianerottolo riuscimmo a trovare l’appartamento grazie ad un cartellino attaccato sulla porta. Certo non era molto prudente lasciare affisso un foglio di indicazioni in questo modo, ma dopo tutto se era sopravvissuto fino al nostro arrivo non c'era bisogno di preoccuparsi più di tanto.

Così ci avvicinammo, lo staccai e lo lessi.

 

Per le tre ragazze a cui ho affittato l’appartamento.

Annyeong ragazze, dovreste trovare le chiavi sulla destra della porta, sotto il vaso di fiori.

Se volete chiedermi qualcosa sono nell'appartamento accanto al vostro sulla sinistra.

 

Bye Bye~

                                                                 Minyoung

 

Come indicato nel biglietto cercammo nel vaso accanto alla porta e trovammo le nostre chiavi. Jiyu Unnie le raccolse e con estrema lentezza, quasi per accentuare la suspanse, infilò la chiave nella toppa e con altrettanta calma la aprì.

Non appena entrammo ci assalì una fortissima e terribile puzza di chiuso; doveva essere rimasto così per parecchi anni, probabilmente anche troppi. Quell’odore così fastidioso mi inondava completamente la narici e mi dava l'impressione di avere un groppo in gola che mi toglieva il respiro. Una sensazione decisamente nauseante.

Le persiane, come già si intuiva, erano serrate e dalle aperture filtravano fievoli raggi di luce, addirittura riuscivo ad intravedere il pulviscolo che ne passava attraverso. Non esitammo perciò ad aprire le finestre per far entrare dell'aria nuova, quel posto ne aveva decisamente bisogno. Poi ci dirigemmo a prendere gli scatoloni che avevamo lasciato fuori dalla porta e li accatastammo momentaneamente vicino all’entrata.

Con le finestre aperte si vede decisamente meglio!, fu la prima cosa che pensai quando guardai nuovamente la casa. Con tutto quel buio non eravamo riuscite a farci un’idea dell’appartamento. Questo era più grande di quanto avessi mai immaginato e i miei occhi cominciarono a brillare di luce propria alla sua sola visione. Il salotto, molto spazioso, era a sinistra dell’entrata e c’erano due librerie vuote di legno dipinte di bianco con delle intarsiature laterali. Quest'ultime erano decisamente perfette per mettere i nostri libri, ma soprattutto tutti i nostri manga -da brave otaku quali siamo non possono assolutamente mancare. Parallelo al divano, grande anche questo, c’era un mobile basso della stessa fattura delle librerie sul quale era posizionata la televisione.

Per poco non mi venne un colpo. Un LCD piatto, piattissimo di non so quanti strabilianti pollici lì solo ed esclusivamente per noi.

Pazzesco.

I live di Inchigayo, ShowChampion, M CountDown, Music Bank -e chi ne ha più ne metta- in Full HD. Mancava solo la visione a Raggi X e potevamo definirci soddisfatte a pieno.

Le altre stanze alla sinistra dell'atrio erano tutte di una media grandezza. La più grande, la cucina, aveva un tavolo al centro della stanza dove avremmo potuto mangiare tutte insieme. Le altre erano le camere da letto, una aveva il letto a due piazze mentre la restante uno singolo. Il bagno era proprio di fronte a queste e non avevo ancora tenuto conto del fatto che eravamo tre ragazze con un solo ed unico bagno. Cominciai a sentirmi male solo al pensiero.

«Bene, come ci organizziamo per le camere?» domandò Jiyu Unnie distraendomi dal mio dilemma -o gilemma come direbbero gli Infinite. La nostra cara Jiyu aveva quasi diciassette anni e avrebbe frequentato il secondo superiore. È una ragazza simpatica, ma che sa essere parecchio perfida se lo vuole ed è fortemente realista, a volte sfociando anche sul pessimismo. Nonostante ciò è molto altruista, generosa e ci ha sempre dato i migliori consigli per ogni situazione. È anche la leader, il nostro più grande sogno infatti era di riuscire a debuttare come una girl band, per questa ragione ci eravamo trasferite a vivere tutte insieme. Eppure non sopporta questo termine e preferisce che la consideriamo come “il nostro punto di riferimento”. Non è difficile inoltre vederla dare una sberla a me ed Hime per le cavolate assurde che commettiamo -siamo due svampite e questa nomina non ce la leva nessuno. È però anche la più responsabile.

«Mh non so... potremmo provare a portare l'altro letto nella stanza più grande e dormire tutte insieme!» esordì Hime Unnie. La nostra Unnie aveva già compiuto i diciassette anni e anche lei doveva frequentare il secondo superiore insieme a Jiyu. È una ragazza gentile, simpatica, allegra, solare e pigra... tanto pigra. Il suo hobby è quello di fare shopping -di ogni genere possibile-, personalmente ha certi vestitini e gonnelline che amo da morire e che vorrei tanto avere anch'io; ma non mancano nemmeno le compere folli per ogni tipo di CD, Live, Season Greeting o Photobook che esista, specialmente dei BTS. Come non definirla poi la nostra Enciclopedia portatile; sa veramente ogni cosa sia di anime sia di Kpop: è praticamente un mostro. Io non so come faccia questa ragazza a ricordarsi tutto, anche se, a dire la verità, dimentica molte altre cose. In sostanza, la sua sola presenza ti mette sempre il sorriso.

Ed infine io... che dire, avevo già compiuto i sedici anni e avrei frequentato il primo superiore -povera me. Sono generalmente gentile, allegra, solare, svampita ma tanto tanto -troppo- pigra. Quando il cellulare è dove non posso arrivare senza alzare il sedere da sedie o divani, resta al suo Destino. Ho anche un lato leggermente più duro, quando perdo il controllo rispondo come se non ci fosse un domani e sono davvero irriconoscibile. Sembra quasi che abbia la lingua lunga quando in realtà non è così, ma sono solo molto prolissa e logorroica. Riassumendo, molto sopportabile insomma. Ci sono però volte in cui ciò non trapela assolutamente e mi sfogo con le persone delle quali mi fido, assillandole. Povere anime, quando attacco difficilmente finisco. Diciamo che tendo, la maggior parte delle volte, a non creare liti inutili, ma quando supero il limite non guardo veramente in faccia a nessuno. Se c'è infatti una cosa che proprio non tollero sono le ingiustizie e sicuramente non è difficile vedermi interpretare la Sailor Moon di turno.

«Wa Unniee, è un'ottima idea secondo me! Dì la verità, come ti è venuta in mente?» domandai scoppiando a ridere di gusto. Povera Hime Unnie, io e Jiyu non facevamo altro che prenderla in giro bonariamente, quando invece non è per nulla la bella addormenta, o quasi.

Come previsto la lidah scoppiò a ridere con me, sapevamo entrambe come fosse la nostra adorata Unnie: di un'acutezza straordinaria, ma anche di una tontaggine non indifferente.

«Yahhh, non sono così stupida! Fate sempre così! Uffa... voglio il mio ChimChim.» si imbronciò la Unnie con uno sguardo tenero. Lei e quel ragazzo, ci impazziva sul serio. E quando dico “impazzire” intendo che andava proprio fuori di testa, come anche noi del resto. La brutta conseguenza di essere una Kpopper.

Waa bene! Ora manca solo sistemare le nostre cose! Oddio... CHE?! Finiremo dopodomani, altro che andare a scuola!!, mi misi perciò le mani in volto a mo' di urlo di Munch e non volli nemmeno immaginare la mia faccia in quel preciso istante. Inutile dire che le altre mi guardarono stranite e preoccupate allo stesso tempo. Pensandoci ora chissà cosa passava loro per la mente.

«X-Xionnie...?» chiese a malapena Jiyu Unnie cercando di capire di quale strana malattia mentale soffrisse la sua saengie. Oh, sicuramente erano molteplici e mi stavano portando all'esaurimento da fangirl.

«Unnie, pensavo che... ci tocca mettere a posto tutto e ho il vago presentimento che se non ci diamo da fare come si deve finiremo al termine della settimana.» le guardai preoccupata, già consapevole a cosa andavamo incontro.

«ODDIO, È VERO!» gridarono in coro. Okay, ammetto che quando urlo spacco i timpani a tutti quelli che mi stanno accanto, ma anche loro non stavano mica scherzando in due!

Così ci fiondammo tutte sugli scatoloni e, prima ancora di ordinare tutto ciò che c'era, ribaltammo letteralmente l'intera casa. Polvere di qua, polvere di là, alla fine mi sentivo composta per il 70% da polvere invece che di acqua. Ahh che cosa insopportabile! Sentivo il disperato bisogno di buttarmi in doccia, cosa che non tardai assolutamente a fare.

Eppure -nonostante il culo a strisce, a quadri e a pois- il sacrificio ne valse la pena: dopo pranzo la casa splendeva e aveva uno stupendo odore di fresco e di pulito.

Ci dedicammo poi a dividere le librerie in salotto per spazi, in modo che nessuno si confondesse con le cose altrui, e ad abbellire la nostra camera con dei sani poster di ogni tipo, a partire da tutti i tipi di band a quelli di anime. Molti di quei poveri poster finirono nel dimenticatoio per mancanza di materia prima, nonché spazio, e alla fin fine rimase solamente posto per le ultimate band seguite dagli ultimate adorati.

Ognuna di noi seguiva un gruppo diverso, ed era un mistero come riuscissimo a trovare argomenti in comune.

Jiyu Unnie aveva i suoi cinque amori, gli SHINee, in particolare la divah Kim Kibum che shippava fino all'inverosimile con quel dinonano di Kim Jonghyun. Non rifiutava per nulla però anche il chicken manic Lee Jinki, più conosciuto come Onew e “handicappato cronico” di secondo nome. Suvvia, sappiamo tutti che Onew non è Onew se non inciampa in qualsiasi oggetto, dal sassolino più microscopico a scale o... sedie, che incontrano il suo cammino: è scientificamente provato dalla NASA.

Hime invece adorava quel cucciolino cucciolotto di Park Jimin dei BTS... non sempre cucciolo diciamo. Resta tenero solo nei suoi sorrisi e nella sua figura minutina -o nelle ship-, ma tutte le altre volte è un vero Dio greco sceso dall'Olimpo. Meglio non parlarne, ho ancora una dignità da difendere -anche se ormai tutti sanno che potrei sclerare giorni interi sui sederi degli idol come fossi una maniaca pervertita.

Infine la sottoscritta malata mentale chi poteva avere come ultimate se non quel malato, pazzoide ed egocentrico di Kim Himchan? Se sulle radio si fosse sentito: “Presentiamo come nuove hit dell'estate le canzoni De Luf Iz On Faya e Ai Luv Chijiburgah direttamente scritte e prodotte dall'idol Kim Himchan”, non ne sarei rimasta minimamente sorpresa. Devo ancora abituarmi al fatto che i bias con seri problemi mentali li ho tutti io.

E poi purtroppo se esisteva un idol che proprio non riuscivo a farmi piacere -ma nemmeno con tutto l'impegno del mondo- era Yong Junhyung dei BEAST: era un tipo talmente sicuro di sé, con quello sguardo sempre pronto a far cadere tutte ai suoi piedi, stupido e fin troppo maniaco della telecamera -oltre che maniaco di suo- che proprio non lo digerivo. No, no e poi no. Era seriamente impossibile che a questo mondo esistesse uno come lui, e pensare che c'erano pure schiere e schiere di fan che gli morivano dietro anche per un sorriso a mezzabocca. Ew, scene a dir poco pietose.

A fine giornata crollammo sfinite in ogni angolo possibile della casa: sul divano, per terra accanto a quest'ultimo e perfino sdraiate per terra. Non riuscivamo nemmeno ad alzarci per andare a dormire. Riuscimmo comunque dopo molti tentativi inutili a farci forza e ad arrivare alla camera.

Quella che prende il nome di impresa titanica.

Aggravante della situazione -come se non bastasse già lo stato pietoso in cui eravamo ridotte seppur dopo una doccia energizzante- era il fatto che purtroppo quella mattina saremmo dovute tornare in quell'incubo reale che gli adolescenti odiano, temono più di ogni altra cosa al mondo e a cui darebbero fuoco volentieri se ne avessero l'occasione e anche se non l'avessero: scuola.


 

 

Junhyungs POV


 


«Sbrigatevi forza! Dovete entrare in scena tra poco.» ci urlò passando fulminia un membro dello staff. Appena finito trucco e parrucco e già erano pronti per buttarci in studio.

Chissà cosa ci chiederanno, che ansia..., non l'avrei mai detto, ma ero veramente nervoso. Sapevo infatti che i presentatori erano soliti divertirsi facendo fare a noi poveri Idol delle sfide completamente impossibili; un variety nel quale se la rideva solamente chi stava a guardare mi dava sui nervi. Molto sui nervi.

Diciamo che spesso tiravano fuori idee completamente assurde che ti facevano rimpiangere il fatto di esserti presentato invece di aver risposto con un “stiamo preparando un comeback, siamo veramente molto impegnati”. Ma come al solito essendo noi un gruppo conosciuto, e quindi tutti consapevoli che per mesi non saremmo tornati con qualcosa di nuovo, eravamo stati costretti a prenderne parte.

Jinjjia... che scocciatura, pensai sbuffando rumorosamente, tanto che i miei compagni si voltarono verso di me rivolgendomi uno sguardo desolato: esattamente come il sottoscritto avrebbero pagato oro pur di scappare da quella mandria di pazzi e pettegoli. Ma del resto chi altri non l'avrebbe fatto?

«Su ragazzi, dovete entrare! Mancate solo voii!»

Oh ma perfetto, anche gli ultimi arrivati... mi dicono che cominciamo bene.

Così entrammo anche noi in studio acclamati da tutte le fan che urlavano i nostri nomi all'unisono con una coordinazione fenomenale. Ce ne erano moltissime, tutte sedute davanti allo studio e che non sapevano veramente dove guardare. Sul quel piccolo palco -reso ancora più minuscolo da tutti i ragazzi presenti- c'erano i rappresentati delle più svariate boy band conosciute: a partire dagli EXO, agli SHINee, addirittura anche i più che acclamati BTS, gli amatissimi B.A.P ed infine i VIXX. I rappresentanti erano due per ogni band ed infatti permisero solo a me e a Doojoon di aggiungerci a questi. Rimpiansi di non avere con me almeno Yoseob: avrebbe sempre potuto distrarmi, più di quanto poteva fare Doo considerando che erano più le volte che mi dava contro che altro. A dire la verità però ogni volta che ce ne era occasione nessuno perdeva l'opportunità di rigiocarsi gli scherzi o le battute che io facevo a loro. La cattiveria.

Comunque continuavo lo stesso a pormi le più sciocche domande retoriche della storia, del tipo perché avevano scelto noi e cosa ci avrebbero costretto a fare; a volte mi stupisco da solo della mia intelligenza. Col senno di poi avrei preferito di gran lunga non avere assolutamente delle risposte: mai infatti avrei potuto immaginare che un misero programma televisivo mi avrebbe stravolto la vita.

Ripresi a guardarmi intorno alla ricerca disperata di un qualche mio conoscente, ma nulla. Potevo solo consolarmi con la “rassicurante” presenza di Doojoon. Per quanto gli volessi bene non riuscivo a capire come facesse a sopportare tutto ciò.

«Doo, se continuano così, io me ne vado.» affermai sbuffando. Ero seriamente scocciato di aspettare; prima finiva la buffonata e prima potevo andarmene da quel posto che mi irritava sensibilmente.

«Santo Cielo Jun, credi che anche io non voglia andarmene?! Porta pazienza e basta.» mi ammonì lui nella speranza di farmi stare zitto, come se fosse facile.

Finalmente -dopo qualche altro minuto passato dai presentatori a ridere da soli e nel quale nello studio si sentivano solo i grilli di sottofondo- l'uomo e la donna che intrattenevano il pubblico si decisero a rivelare il motivo per il quale eravamo tutti riuniti in quello studio.

«Ma bene, siamo arrivati all'argomento di oggi!»

«Sì mia cara, una notizia che vi lascerà stupefatti. Un evento unico nel suo genere!»

Fatela breve e arrivate al sodo..., pensai infastidito. Se seriamente non si davano una mossa promisi a me stesso di alzarmi e andarmene.

«Suppongo che tutti vi stiate chiedendo cosa ci facciano qui questi bei baldi giovani, Idol talentuosi e che sono presenti senza una ragione ben definita.» continuò lei restando indifferente alle occhiatacce da noi ricevute.

«Ebbene sono qui per il progetto “Full School”.»

Progetto “Full School”? Ma che roba è? Aish, non deve essere nulla di buono...

«Più che un progetto è una specie di reality... Oppa» affermò lei cominciando a ridacchiare e dimostrandosi parecchio ridicola considerando che chiamava “Oppa” un ragazzo che avrà avuto la metà della sua età. Pedofila.

Ma a parte ciò, cosa stava a significare “reality”? Che idea contorta avevano avuto i produttori di questo Full School? School... se la mia poca conoscenza dell'inglese non mi ingannava poi stava a significare... scuola.

SCUOLA?! Lo avevo detto che non era nulla di buono!!

«Ma arriviamo al dunque e presentiamo appunto questa iniziativa.» respirai profondamente e cercai di calmarmi per quanto potevo riuscire a farlo, purtroppo con scarsissimi risultati «I nostri ragazzi saranno estratti a sorte e i fortunati dovranno passare un intero quadrimestre nella scuola anch'essa scelta casualmente fra tutti gli istituti superiori presenti qui, a Seoul.»

Inizialmente non riuscii bene a connettere cosa era appena accaduto e cosa aveva detto il ragazzo davanti a noi, sentii solo lo studio riempirsi di urli di fan eccitate per la “straordinaria” notizia. Probabilmente non avevo nemmeno fatto in tempo a prestare attenzione che già il mio cervello si stava rifiutando di metabolizzarlo. E non aveva tutti i torti.

«Allora ragazze, non siete emozionate di poter vedere tutti i giorni i vostri idoli per quattro mesi forse proprio nella vostra scuola??» urlò la donna più elettrizzata forse delle ragazzine stesse. Oh, ora sì che avevo capito.

COSA?! CHE COSA HA DETTO QUELLA PAZZA?!, spalancai di colpo gli occhi incredulo di ciò che avevo appena sentito.

Come potevano rimandarci a scuola senza la nostra volontà?!

Come potevano costringerci a subire continuamente masse di fan allupate peggio di Heechul e capaci di tormentarci dalla mattina alla sera?!

COME?!

Pregai che fosse uno scherzo, in fin dei conti non potevano dire sul serio.

Stavo per alzarmi ed andarmene, rifiutavo di partecipare e non potevano nemmeno obbligarmi a farlo. Promisi a me stesso di suonarle ai Manager Hyungs una volta tornati alla CUBE; ma cosa caspita si erano fumati per condannarci a morte così?! Se volevano farci uno scherzo con i fiocchi ci erano riusciti eccome!

Proprio mentre stavo per fare pressione sulle gambe ed alzarmi -con Doo già intento a bloccarmi al mio posto- i presentatori continuarono a spiegarci le dinamiche del progetto di cui ovviamente mi stavo disinteressando like a boss. Se non avevo intenzione di prenderne parte, per quale ragione avrei dovuto ascoltare?

«Bene, ora procederemo con l'estrazione dei nomi. Cominciate a calmarvi, ne verranno scelti solo ventidue, quindi la probabilità che veniate chiamati è molto bassa.» sorrise allegramente a tutti noi il giovane ragazzo, anche se percepii qualcosa di strano nella sua espressione. Si stava sforzando per sembrare il più convincente possibile, molto probabilmente stava compatendo noi povere anime ancora nel limbo e in attesa della condanna...

Siamo nella merda...

«Cos'altro aspettiamo?? Let's go!» urlò la pazza.

Ricominciai a pregare in silenzio, nella pura speranza che il Fato mi tenesse fuori da questa faccenda -nonché Dio stesso se aveva un po' di pietà del sottoscritto. C'erano talmente tanti ragazzi di talmente tante band che era improbabile che beccassero proprio me, giusto? Col caz- ehm.

Il primo nome che venne fuori fu quello di Jung Daehyun, il main vocalist dei B.A.P, seguito a ruota dal loro main dancer, Moon Jongup. Poi fu il turno di Ken e Kai. Inutile dire che al solo nominare di Kim muovo-il-bacino-in-una-maniera-allucinante Jongin, masse e masse di fan cominciarono a gridare, strapparsi i capelli, piangere: il delirio...

Tsk... cosa aveva quel dongsaeng più del sottoscritto? La sguardo intrigante e da pervertito? Certamente no, si sapeva che su questo non mi batteva nessuno, figuriamoci! Io non davo certo ancate a destra e a manca -che poi si sa, è quello che fa morire le fan- ma riuscivo a conquistare in maniera molto più sobria. Modestamente ho il nobel per gli sguardi da stupratore.

Le estrazioni continuarono e, in men che non si dica, chiamarono nomi quali Key, Himchan, Onew e Luhan. Poveri martiri, stavano andando in contro alla morte certa...

Molti altri tra noi uscirono fuori da quella stramaledetta sfera di vetro contenente il nostro Destino per quattro mesi: Jin, Youngjae, Sehun, D.O, Taemin, Baekhyun, Hyuk e purtroppo il nostro povero Yoseobie. Quel nanerottolo era seriamente troppo inesperto per trovarsi in mezzo a fan eccitate che gli sarebbero saltate addosso, o almeno così credevo... I dongsaeng riescono sempre a stupirti in una maniera allucinante.

Così dopo solo una decina di minuti mancavano solamente gli ultimi sei nomi, un misero e solo numero in confronto a prima. Cominciai quasi a cantar vittoria, insomma le probabilità erano seriamente una su un milione; giusto se la sfiga mi perseguitava -ed era una possibilità che non avevo contemplato- avrebbero estratto il mio nome.

Ed infatti andò esattamente come avevo previsto: gli sfortunati erano Zelo, Jonghyun, Jimin, Minho e V per penultimo.

Era fatta, ne mancava solamente uno; potevo stare più tranquillo considerando che tra tutti non potevo essere chiamato.

Ebbene mi sbagliavo.

«Bene bene... cosa abbiamo qui? Ohh ma tu guarda! A quanto pare l'ultimo fortunato è...» il tempo quasi si fermò per quanta suspanse ci mise quella donna malefica ed io ormai non respiravo neanche più: dopo tutto c'era ancora una possibilità «Yong Junhyung!» finì di annunciare la pedofila.

Tutto intorno a me si fece improvvisamente buio.

Black Out nel cervello di Yong Junhyung ai livelli massimi. Non c'era nemmeno più il segnale di un minimo funzionamento di neuroni.

Tutto sparito.

Pensai che la mia vita fosse ufficialmente terminata. Già mi vedevo, lì, disteso sul letto di morte, a scrivere il mio testamento; Hyungnim e Silver sarebbero stati i miei unici eredi, tutto il mio patrimonio a dei cani.

Speravo di aver sentito male, anzi dovevo aver sentito male. Probabilmente ho frainteso..., cercai di auto-convincermi speranzoso. Ma poi, il grandissimo consolatore Yoon Doojoon mi diede una bella e sonora pacca sulla spalla... e lì capii di essere seriamente nella merda. I classici amici che ti spiattellano in faccia la verità. Grazie Doojoon, grazie davvero.

Non avevo scampo.

Addio vita, addio tranquillità, addio tutto.

Forse la stavo prendendo troppo seriamente ma vi assicuro che passare giornate intere con galline accollose che ti soffocano anche solo con lo sguardo è il puro inferno. Alcune non sono semplici fan, ma proprio pazze furiose. Peggiore di questo non c'è.

«Ragazzi, non siete forse eccitati di intraprendere questa nuova avventura?» chiese entusiasta la pazza psicopatica. Eccitati un cazzo! È una disgrazia, altro che!!

Eppure da bravi ragazzi, educati e gentili rispondemmo tutti in coro con un “Sìì” detto con decisamente poco entusiasmo. Quella donna, troppo sorridente, si meritava tutt'altro.

«E ora è il momento di scegliere l'istituto in cui andrete ragazzi! Forza cara, a te l'onore.» il ragazzo passò alla scema un'altro contenitore di vetro. L'ultima cosa che mi importava era di sapere la scuola, tanto in qualunque posto fossi capitato non sarebbero potute mancare le psicopatiche di turno. Quando si dice che i matti non mancano mai.

Alla fine saltò fuori che la fatitica scuola prendeva il nome di "Dosan High School", più ne sentivo le informazioni e più detestavo l'idea di dover tornare sui libri come un matto. Perchè?! Noi lo studio lo avevamo finito, basta no?

Molto alla svelta i presentatori salutarono il pubblico e dichiararono concluso -per ora- il programma. Ci lasciarono solamente delle misere indicazioni su come arrivare all'istituto il giorno seguente; per il resto ci abbandonavano completamente al nostro senso dell'orientamento, ma più che altro di sculaggine. Il tutto “faceva parte del reality”, tsk.

Bello perdersi per Seoul come nulla fosse con i mezzi pubblici, sospirai avvilito: non avevo più nemmeno la forza di arrabbiarmi ormai.

Tornati al dormitorio la prima cosa che feci dopo aver buttato “elegantemente” il giubbotto sul divano -con una conseguente sgridata da parte di Doojoon, considerando che secondo lui facevo tanto il “perfettino” quando non lo ero affatto- fu quella di tuffarmi a letto nel vero senso della parola. Quasi non lo distrussi.

Stanco non era nemmeno il termine giusto da usare in quel caso. Fatto a pezzi e dato in pasto direttamente ai piraῆa, ecco sì, forse tale definizione poteva andare.

Inutile dire che mi addormentai non accorgendomene nemmeno, eppure ricordo che mi assopii con uno strano presentimento; una sorta di sensazione che presagiva un cambiamento, un forte cambiamento nella mia -per quanto frenetica potesse essere- monotona vita.

E non potevo di certo immaginare cosa sarebbe successo da quel giorno in poi e di come ne sarei uscito. Però, seppure tra tutti questi presentimenti abbastanza insoliti, Morfeo riuscì a vincere e a trascinarmi con sé nel suo mondo contrastante fatto di speranzosi sogni e spaventosi incubi senza lasciar segno in me di ogni minima preoccupazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

_Angolino dell'autrice_

 

Ma bonjour people~

O bonsoir dipende dai punti di vista c: (non ho mai studiato francese ma me gusta e lo parlo, gne :p)

Allors I'm back, no okay la smetto di parlare in lingue diverse c:

Eccomi quiii, per chi già conosceva la mia storiella avrà notato tanti, ma tanti cambiamenti come già avevo annunciato. Eheheheh, me monella.

No okay, ho voluto cambiare perchè cambiare fa bene (ch ch ch change, boy boy boy sengadero (?) change)

Riconosco che era noiosa e non aveva senso .___. o almeno a me rileggendola è sembrata così XD e sono molto autocritica con me stessa (anche troppo, lol). All'epoca ero solo un bimbina di tredici anni inesperta, mettiamola così c: (sì, mi sto giustificando muahahah)

Ho cambiato anche il titolo (yey yey yey yeyy *riferimenti puramente casuali alle piccole bestie*) e ho deciso di chiamarlo come l'omonimo anime anche se non c'entra un fico secco c: Inoltre se avete notato sono sfasati gli anni delle superiori wae lì è come in Giappone (o almeno così ho capito xD), cioè che vanno alle superiori a partire dai 16 anni (Solo tre anni di superiori... BEATI LORO [Oddio mica tanto, ma okay ahahah]).

Per chi invece non ne avesse mai sentito nemmeno minimamente parlare, benvenuta genteh~

Sarei veramente felice se mi lasciaste un commentuccio, ino ino eh, anche due parole mi vanno bene c: tipo "mi piace", già mi fate contenta **

Sono accetti anche i rimproveri legati alla sintassi, ortografia, punteggiatura e roba varia, non sono una maga quindi se mi date consigli li accetto più che volentieri c:

Se invece non vi piace la storiuccia ignoratemi e basta thanks c: (sì, amo la faccina c:)

Detto ciò, vi prego, please, jebal, cagatemi un poco o cado in depression :c

Ringrazio la mia Unnie Jiyu (Wae sì, lei è realmente una mia amica, trollolol) che ha avuto il duro compito di correggere e darmi l'okay per pubblicare c: GOMAWO AMORE ♥ Sarai ripagata *faccina a lunetta di whatsapp*

Oh, non credo passeranno più due/tre anni (ebbene sì, sono tre anni) prima che pubblichi un nuovo chappy, o almeno si spera qua con gli impegni non si sa mai :c

Perdonate la lunghezza esagerata (più lunga del capitolo tra un po', come sono trasgry) dell'angolino dell'autrice, avevo molto da spiegare~

Un bacio a tutteeee, xoxo~ (gossip girl c:)

 

_Xionnie_

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Capitolo 2
*** Chapter One ***


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~Lovely Complex : when falling in love is too complicated~

Chapter One


Xions POV


 

Quella mattina mi svegliai di soprassalto svegliata dalla voce tutt'altro che profonda di Jiyu Unnie. Giuro che la cosa più odiosa di tutte è essere svegliate la mattina con delle urla. Ti mette talmente un senso di irrequietezza che ti fa proprio iniziale male la giornata.

«Xionnie, andiamo Xionniee! SVEGLIAA!» gridò mentre in contemporanea mi smuoveva delicatamente per farmi aprire gli occhi. Io di tutta risposta continuavo a rigirarmi nel letto farfugliando un “Ancora cinque minuti Unniee”. Ma sapevo fin troppo bene che non c'era possibilità di continuare il tanto agognato sonno: cominciava la scuola e anche la regina dei pigroni era tenuta ad alzarsi da letto per prenderne parte.

L'ultima cosa che desideravo era di tornarci: già mi vedevo lì, sui banchi, a prendere appunti per un altro lungo anno come se non ci fosse un domani; a studiare interi pomeriggi per riuscire a prendere i voti massimi ai quali aspiravo.

Che grandissimo accumulo di stress.

Per me poi era tutto nuovo: quel giorno sarebbe stato il primo da studentessa di una scuola superiore. Se le medie mi erano sembrate l'Inferno Dantesco le superiori sarebbero state ciò che di più oscuro esista a questo mondo. Presto infatti mi resi conto di come questa mia considerazione fosse tutt'altro che errata.

«Forza Xionnie! Non vorrai mica arrivare tardi il primo giorno!» continuò ancora senza sosta col risultato che alla fine dovetti togliermi di dosso il lenzuolo che mi dava ancora una vago senso di vacanze estive. Cominciavo già a rimpiangerle.

Mi alzai lentamente sotto lo sguardo ormai esasperato di Jiyu, anzi direi quasi sconsolato. Probabilmente aveva provato anche con la Unnie e, o non ci era riuscita oppure l'aveva direttamente trascinata in cucina ancora con il cuscino abbracciato.

Vedendo che ci stavo mettendo troppo tempo, uscì dalla camera diretta in cucina: stava sicuramente finendo di preparare la colazione. Guardai in direzione dell'altro letto con quel poco che potevo vedere per gli occhi impastati. Come volevasi dimostrare Hime era ancora in stato di trans spaparanzata sul morbido materasso. Ora riuscivo a capire fino troppo bene il suo comportamento: era dura stare appresso ad entrambe.

Finalmente mi decisi ad uscire, seppur barcollando, ed arrivai sempre con lo stesso passo in cucina. Non avevo fatto caso né all'orario, né al fatto che mi fossi presentata ancora in pigiama, composto da semplici pantaloncini e una maglietta.

Non appena varcai la soglia della cucina -come avevo immaginato- vidi una Jiyu impegnata a finire le ultime cose per la colazione.

«Sei venuta direttamente in pigiama.» mi riprese ridacchiando la suddetta Unnie. Suppongo fosse una bell'immagine vedermi buttata giù dal letto con tutti i capelli per aria, ma ero troppo impegnata a dormire in piedi per pensare a qualcosa di seriamente costruttivo.

«Scusa... » quasi sussurrai per quanto stavo cedendo nuovamente al persuasore Morfeo. Volevo tornare a sognare il mio Chan, quel coniglietto troppo cresciuto che in tutti i miei benedettissimi sogni non riusciva mai ad avvicinarsi a me: c'era sempre un punto in cui l'uno guardava l'altra e mentre stavamo per parlarci, puff, sogno finito.

Bel modo per deprimersi nel sonno, ottimo direi...

Mi buttai, così, allegramente sul tavolo spiaccicandoci la testa e aspettando che arrivasse qualcosa di commestibile sul tavolo. Non feci nemmeno in tempo a chiudere gli occhi per due minuti che mi ritrovai una bella spremuta d'arancia con tanto di biscottini ad accompagnarla. Che delizia!

Mangiai con estrema calma e nel mentre si presentò in cucina nel mio stesso stato Hime Unnie.

«Ragazze ma... » sbadigliò sonoramente e quasi me lo attaccò «ma che ore sono...?»

Solo a quel punto alzai lo sguardo per la prima volta verso l'orologio della cucina. Questo segnava le 7:10 in punto.

LE 7:10?! ODDIO, DATEMI IL BAGNO!, zompai di scatto dalla sedia correndo come un'ossessa verso quel buco di stanza. Se c'era una cosa per cui impiegavo tutta la giornata era prepararmi. Non che mi sistemassi chissà quanto, un tocco di matita sotto gli occhi e via, ma perdevo tempo in una maniera incalcolabile.

Non so come ci riuscii quella mattina ma, per miracolo di D.O benedetto, uscii dal bagno alle 7:25 precise. Un solo misero quarto d'ora, per me era più che un record.

Mi guardai allo specchio soddisfatta per una volta: indossavo già la divisa scolastica con la gonnellina, calze lunghe, mocassini e la classica camicetta seguita da un cardigan con scollo alla coreana, un lieve tocco di matita nera sotto agli occhi e i capelli raccolti in una treccia laterale.

Presto anche le altre riuscirono a prepararsi per tempo e già per le otto meno dieci eravamo tutte pronte ad affrontare un nuovo anno scolastico. Ehm... forse non con così tanto entusiasmo considerando che ci eravamo svegliate in un orario improponibile se paragonato ad un'intera estate passata a poltrire.

E perciò raccolta quel poco di forza necessaria, ci avviammo verso quella che sarebbe diventata la mia scuola per tre anni.

Il sole già non ci faceva mancare la sua calorosa presenza e picchiava sulle nostre teste a spaccarle come fossero pietre. Cominciavo a sentire caldo -non che mi ci volesse molto- e avevo la sensazione che di lì a poco mi sarei sciolta come un gelato al sole.

«I melt you down like ice-cream» canticchiai tra me e me. Grazie Hyuna, donnah della mia vita, che mi rendi l'esistenza più piacevole, pensai poi ironica. Come poteva essermi venuta in mente la mia ultimate solo il mio cervello lo sapeva e non avevo nemmeno voglia di indagare più di tanto in mezzo a quel mare di confusione.

«Non ti stancherai mai di Hyuna, eh Xionnie?» si voltò la Unnie divertita. Sì, assillavo le mie due Unnies per l'amore che avevo per quella gnocca da paura, ma era più forte di me: come non amarla? Una pazza e una bomba sexy insieme, pura perfezione.

«Yep Unnie. Sai che la sposerei, no?» ridacchiai anch'io stando al gioco. Omo, non che sposarla mi dispiaccia dopo tutto, pensai tra me e me, ma non se ne parlava nemmeno di separare la 2Hyun. Nemmeno l'amore per l'ultimate scioglie una delle ship supreme.

«Lo so, lo so Xionnie» rise anche lei, probabilmente sospettando che non ci sarei mai riuscita per via dei TroubleMaker.

Finito il breve momento di ironia, riprendemmo il nostro cammino verso scuola in estremo silenzio con un impressionante abbiocco, sembrava una processione e con ciò ho detto tutto.

Dopo non molto arrivammo davanti al cancello della scuola e ciò che vedemmo fu puro delirio: c'erano talmente tante ragazze urlanti e in preda alla sclero che mi sembrava inverosimile vederle riunite in un unico posto tutte insieme.

Oh Sehun, ma che hanno queste?! Gli ormoni sballati peggio della sottoscritta?!, pensai sbalordita in un primo momento, poi mi concentrai e sentii una di loro gridare: "OMO, non posso credere che verranno proprio qui! Non sto nella pelle!" E poi di nuovo altre: "Vedrò il mio ultimate, non ci posso credere!"

«COSA?! ULTIMATE?!» urlammo guardandoci io e Hime. Cosa avevano sentito le mie orecchie?Paroline magiche, no di più, sacre.

Perciò entrambe cominciammo ad attivare la ricezione parabolica ai livelli massimi: Chanyeol orecchie da Yoda ci puliva casa in confronto.

In men che non si dica riuscimmo a capire quasi tutta la situazione, anche se i nostri due poveri neuroni -gli unici ancora rimasti- non riuscivano assolutamente a metabolizzarlo. Nel frattempo anche Jiyu era entrata in modalità ascolto e ci guardava esterrefatta quasi a cercare una risposta positiva dai nostri volti.

Ebbene degli idol avrebbero passato quattro mesi nella nostra scuola tutti i santi giorni, sempre e comunque.

Idol. A scuola. Per quattro mesi, continuai a ripetermi nel cervello queste parole schematicamente.

È impossibile.

Definitivamente impossibile.

Il primo istinto fu quello di cominciare a saltellare come un canguro in preda ad una crisi epilettica e a strillare emettendo suoni da foca morente, ma fortunatamente riuscii a reprimere i miei istinti animaleschi e a riacquistare le mie facoltà mentali. Senza pensarci due volte, presa da un irrefrenabile istinto di fan, mi avvicinai verso un gruppo di ragazze -che nel frattempo saltellavano e ridevano istericamente- per chiederne conferma.

Quando arrivai ad un palmo dal loro naso nemmeno si resero conto della mia vicinanza tanto era forte il modo in cui stavano urlando e in cui si abbracciavano entusiaste. La cosa mi fa pensare che sia vero, OH MIO D.O, ed ecco che nel mio cervello gli omini addetti all'immagazzinamento dati lasciavano le loro postazioni di lavoro e cominciavano a stappare spumante a più non posso e a tirare stelle filanti in ogni dove riempiendosi i bicchierini di sano champagne.

Ma riacquistato quel tanto di concentrazione che mi bastava per compiere una domanda di senso compiuto, mi decisi a parlare.

«Scusatemi sunbae, ma... è vera questa storia degli Idol...?» pronunciai lentamente ogni singola parola nel tentativo che capissero il mio linguaggio in codice e che si contenessero la loro reazione: il mio cervello non poteva sopportare la botta ufficiale detta con troppo entusiasmo, rischiavo di stramazzare al suolo come se avessi fatto una Maratona.

Ma nulla, non riuscirono a contenere la loro “allegria” -se così si può definire- con la conseguenza che, dopo le loro parole: «SI, VERRANNO OGGI. LO HANNO DETTO IERI AD UN PROGRAMMA», fu inevitabile che cominciassi a gridare e a portarmi le mani in volto incredula. Per quale ragione non avevo controllato la TV o IG il giorno precedente? Lo avevano sicuramente comunicato da qualche parte, anche su Kakao Talk... peccato che sia solo un'app di messaggistica. Poi mi ricordai di quelle maledette pulizie di primavera -più d'autunno considerando il periodo- che ci avevano portato via tutta la giornata.

Sempre così: quando non hai nulla da fare non trovi buone nuove; quando sei impegnata si scatena IL MONDO sui social ed è tutto programmato in modo tale che tu lo sappia il giorno dopo per mancanza di fonti. È nella natura del Destino essere imprevedibile e fare di tutto per ostacolare i tuoi piani di stalkeraggio, soprattutto degli Idol.

Presa comunque da una passata di pazzia, cominciai a saltellare e a gridare con quelle ragazze con il risultato che di lì a poco le assordai completamente. Io e la mia voce spacca timpani.

Mi scusai così a ripetizione con piccoli inchini, e mi diressi fulminea da Hime Unnie e l'abbracciai.

Questa non era una semplice botta di fortuna, era culo.

Vai a scuola pensando che sarà un nuovo anno noioso e scopri che verranno da te proprio degli idol per uno strano programma.

IDOL.

Angeli arrivati direttamente dal paradiso per alleviare l'inferno delle vite delle fangirls. Ragazzi la cui sola vista aiuta a riprendersi da tutto, anche dallo stress scolastico che nemmeno un'ottima pagella può colmare. Toccasana per i momenti di depressione cronica. Insomma vere e proprie divinità.

Ed io ora queste divinità le ho a scuola, non mi sembra vero...

Dopo aver comunicato la splendida notizia anche alla Jiyu Unnie -che probabilmente aveva già intuito tutto dal comportamento di me ed Hime-, seguito dai più improbabili urli e sclerate, decidemmo di entrare finalmente a scuola. Dovevo pur ambientarmi in qualche modo, quindi, cinque minuti prima dell'inizio delle lezioni, le mie Unnies mi fecero girare grosso modo l'edificio. A dire il vero c'era stato solo tempo di vedere il piano terra in cui si trovavano il bar, la mensa, la palestra e alcune classi, tutto il resto si trovava al primo piano. La scuola era bellissima, aule spaziose con una palestra super attrezzata e spogliatoi da fare invidia ad un centro sportivo; anche la mensa era provvista di numerosissimi tavoli e davanti al bar c'erano anche i classici tavolini di plastica con altrettanto di sedie e parasole. Sembrava una di quelle High School americane da sogno e da retta stratosferica che solo i ricchi di Manhattan dell' Upper East Side possono permettersi. Mancava solo che spuntassero i personaggi di Gossip Girl ed il sogno di una vita si sarebbe realizzato.

Sopraggiunto, purtroppo, il suono della campanella ci dirigemmo verso la mia classe -la loro infatti si trovava al piano superiore.

Avevo il cuore a mille e non riuscivo in nessun modo a contenere l'entusiasmo: ero impaziente di scoprire quale idol sarebbe diventato uno dei miei nuovi compagni di classe.

Dopo i saluti generali mi voltai, inspirai profondamente e tirai di lato la porta scorrevole davanti a me. Ma appena varcai la soglia dell'aula, vidi ciò che non avrei mai potuto immaginare.


 

 

Junhyungs POV


 

La mattina a venire mi svegliai con lo stesso presentimento: ormai era una specie di campanello d'allarme che non aveva intenzione di abbandonarmi. Col senno di poi devo dire che -modestamente, si intende- ho un ottimo sesto senso per le disgrazie, se così vogliamo definirle. Perché avevo questa sensazione? Beh, sicuramente il fatto che ci saremmo ritrovati circondati da pazze scatenate e di nuovo in una scuola non aiutava, ma tolto questo era come quando nei film si fanno sogni strani, o si ha la sensazione che qualcosa debba accadere. Tutto molto normale, insomma.

Ero seduto al tavolino del cucinotto da circa cinque minuti, mentre Kikwangie stava cercando di preparare una colazione abbastanza decente, tranquillo del fatto che in realtà fosse il mio compito quella mattina.

Ma su, non aggraviamo le sofferenze di un povero condannato a morte, pensai sarcastico. Purtroppo per l'appunto era arrivato il “grande” giorno ed eravamo stati fatti svegliare due ore prima della fatidica ora dell'inizio. Okay, non esageriamo, non proprio due ore considerando che una mezz'ora buona l'avevamo passata a dormicchiare nel letto mentre tutti urlavano per farci svegliare. Ciò significa che ci restava ormai un'ora e mezza scarsa prima di andarci ad avventurare per i mezzi pubblici.

Dalle ricerche che io e Yoseobie avevamo fatto la sera stessa risultava che per arrivare alla Dosan High School bastasse solamente una breve corsa con la linea 5 della metro e un autobus che ci avrebbe portato proprio di fronte alla scuola.

Beh, poteva andarci decisamente peggio, pensai cercando di rassicurarmi quando invece sapevo perfettamente come stessero le cose: tutto quello che doveva accaderci era il peggio, e sicuramente non saremmo riusciti a scamparla tanto facilmente.

Ormai rassegnato, presi qualche biscotto, ne inzuppai uno nel caffè latte -incredibile ma vero, Kikwang era riuscito a fare un caffè latte decente per la prima volta in tutta la sua vita- e con estrema lentezza lo portai alla bocca assaporandolo. Era meglio godere degli ultimi attimi di relax che ci rimanevano prima di essere scombussolati per bene.

Alla fine tanto lentamente non mangiammo per nulla: nel giro di un nanosecondo ci eravamo ritrovati a spazzolare tutto dal piatto e dalla tazzina, nemmeno gli aspirapolveri.

Guardai il mio compagno di supplizio che, nemmeno a farlo apposta, si era girato già nella mia direzione. Con uno sguardo solo riuscii a fargli capire quanto volessi restarmene molto volentieri in dormitorio o -se proprio vogliamo esagerare- mi sarebbe stato bene anche andare a spaccarmi la schiena in sala prove oppure a scervellarmi con Taejoo per un nuovo comeback. Lui di risposta non poteva che guardarmi alla stessa maniera, ma chi ce lo stava facendo fare?!

Cercando di non pensare più di tanto a questa domanda retorica, con un lungo sospiro mi alzai da tavolo e mi diressi in camera per accalappiare qualche vestito di quelli buttati sul letto: l'ordine non è mai stato, e non sarà mai, il nostro forte. Così presi velocemente i jeans strappati con una magliettina grigia e la camicia rosa. Meglio non andare in una scuola piena zeppa di liceali arrapate con una maglietta troppo aderente e scollata che faccia intravedere muscoli e collo, non sai mai cosa potrebbero fare quelle malate di mente.

Fidatevi, esperienza personale.

Armato di tutta la pazienza di questo mondo, mi imbucai velocemente in bagno per gli ultimi preparativi e alla fin fine prima che io e Yoseobie fossimo pronti passò una bella mezz'oretta, se non di più.

Tutti i nostri movimenti erano rallentati dalla poca voglia -se non quasi nulla- di cimentarci in quell'avventura tutt'altro che esaltante oltre, ovviamente, il sonno che non voleva lasciarci minimamente in pace: era il nostro modo per esprimere disprezzo. Certe volte penso veramente che io sia portato per le disgrazie, avrei potuto fare il cartomante e a quest'ora potevo vivere una vita umile ed essere sconosciuto dall'universo.

Che cavolo di seccatura... jjinja, pensai con i nervi a fior di pelle. Se qualcuno mi avesse rivolto parola in quel momento non l'avrebbe passata sicuramente liscia: niente e nessuno quella mattina poteva togliermi il mal umore. Una delle regole fondamentali della vita è non avvicinarsi mai ad un Yong Junhyung incazzato con il mondo, potrebbe non rivolgerti la parola per un tempo illimitato.

Così, pregando per l'ultima volta il Signore affinché riuscisse a graziarci in qualche assurdo modo, raccattammo l'indispensabile e ci avvicinammo alla porta. Ci voltammo sconsolati a guardare i nostri compagni mentre questi in risposta non si capiva se sghignazzassero o altro.

Ve la farò pagare, idioti.

«FIGHTING!» urlarono in coro come incoraggiamento, anche se sembrava più una bella presa per il culo. Rispondendo con un misero “Gomawo”, uscimmo in silenzio dalla porta diretti verso il nostro Inferno.

Non impiegammo molto tempo con i mezzi ad arrivare a destinazione, con nostro grande rammarico. Avevamo infatti un anticipo di mezz'ora buona prima dell'inizio delle lezioni e ciò non mi piaceva per nulla. Mai in vita mia ero stato così puntuale e nemmeno mi era mai passato per l'anticamera del cervello: essere in orario a scuola per me era un' utopia, al di là delle mie possibilità. Quante volte avevo trascinato Taejoo con me ed eravamo arrivati già a lezione inoltrata non ne ho idea, saranno state sicuramente troppe, troppe volte. Ed invece ora a quasi ventiquattro anni il ritardatario e pestifero Yong Junhyung aveva deciso di essere in orario a scuola, con tanto di anticipo! Mia madre sarebbe stata fiera di sapere che per una buona volta -almeno per un programma televisivo- suo figlio era riuscito ad essere puntuale. Fiera tanto da appendere striscioni per tutto il condominio e sbatterlo in faccia ai vicini che da sempre mi avevano visto come il “ragazzaccio che fa solo stronzate e pensa di diventare un idol di successo”. In realtà non ero mai stato quel tipo di ragazzo che si droga, beve e cose simili, ma qui basta solamente che tu non abbia voglia di studiare e creda in sogni ambiziosi e tutti ti prendono come il bad boy. Va bene lo ammetto, forse sono solo un poco dipendente dall'alcol, ma nulla di preoccupante in fondo.

Poi non solo, se hai la sfiga come il sottoscritto di avere anche un fratellino completamente all'opposto, ovvero il classico esempio di educazione e di dedizione allo studio, uno come me è ufficialmente spacciato agli occhi altrui.

«Allora Jun... sei pronto?» mi chiese Yoseobie poco prima di svoltare l'angolo per la via della Dosan High School. La sua improvvisa domanda mi risvegliò dallo stato di trance post-sveglia traumatica di quella mattina. Sì, avevo ancora sonno, e avrei pagato oro pur di trovarmi nel mio letto invece che in piedi come un pesce lesso.

«Purtroppo no...» riuscii a rispondergli. No che non ero pronto, non psicologicamente almeno.

Appena preso il passo in direzione della scuola tutto sembrava tranquillo: poche macchine viaggiavano per la stradina; l'aria che si respirava, nonostante ci trovassimo in quartiere piuttosto trafficato, era quella classica di ogni mattina, fresca e rilassante; anche il sole aveva deciso di graziarci nascondendosi dietro una piccola nuvola.

Forse non si prospetta proprio una giornataccia..., pensai preso da un incredibile positivismo. Chissà perché tutta quell'atmosfera mi dava la sensazione che, in fin dei conti, non ci aspettasse qualcosa di orribile. In quel momento non avevo tenuto conto del “Mai fidarsi delle apparenze” ed è chiaro a tutti adesso per quale motivo non mi sia mai dato alla professione di cartomante.

Predire il futuro non faceva decisamente per me e lo capii quando, arrivati davanti scuola, vidi non so quante ragazze lì ad aspettarci, addirittura mezz'ora prima del suono della campanella.

Roba da non credere.

Essendo arrivati in anticipo avevo addirittura pensato che saremmo riusciti ad entrare senza problemi. Mai dare per scontato la forza di volontà delle fan, sarebbero capaci di seguirti anche in Alaska pur di stalkerarti e portarti all'esasperazione.

Pensando dunque ad un modo per riuscire ad entrare senza essere assaliti nel vero senso della parola, vedemmo dall'altro lato del cancello gli SHINee che cercavano di farsi aprire l'entrata secondaria per i professori. Subito pensammo di raggiungerli e scamparla come stavano facendo loro. Era un'idea perfetta.

Così, attraversando velocemente il cancello coprendoci alla bell'e meglio, riuscimmo, non so per quale miracolo, a non farci vedere dalle ragazze. Raggiunti i nostri colleghi incolumi non potemmo fare a meno di trattenere un sospiro di sollievo: almeno questa era fatta.

In un primo momento ci guardarono sorpresi, come a chiedersi cosa avessimo passato per essere così sconvolti. Poi, rendendosi conto dell'orda di fan che stavano involontariamente evitando anche loro, compresero la nostra angoscia.

Senza perdere tempo, dunque, entrammo nella scuola, riuscendo magicamente a farci aprire. Appena messo piede in quel luogo che mi riportava in mente esclusivamente dormite sui banchi e canzoni scritte quando ero ancora un adolescente in piena fase ormonale, tutto intorno a noi era deserto, completamente deserto. Non un'anima viva si vedeva girovagare per la scuola, stranamente nemmeno i classici bidelli scansafatiche erano lì per sgridare chi entrava prima del suono della campanella.

Quindi decidemmo di recarci in presidenza, dove sicuramente il preside, o chi per lui, ci avrebbe, per lo meno, spiegato i nostri compiti nella scuola.

Ero già profondamente in ansia. Al programma non avevano osato informarci di quello che avremmo dovuto fare e ciò non faceva altro che rendermi ancora più irrequieto. Quello che più temevo era di seguire le regole della scuola, implicando dunque lo studio e altre stronzate varie, ovvero club sportivi -che odiavo con tutto me stesso, cento volte meglio un bel drama con tanto di stuzzichini-, club di arte, di cucina e a seguire.

In una parola sola, tutto ciò che detesto dal più profondo del cuore.

Arrivammo quindi davanti alla stanza incriminata con su scritto sulla porta “presidenza”.

Ah, che brutti ricordi che può generare una sola misera parola come quella. Solo chi come me era un “discolo”, diciamo così, potrà mai capire. Non che mi comportassi da bullo ai tempi delle superiori -avevo ben altro a cui pensare, le ragazze in primis-, ma diciamo che non ero il classico santarellino della classe e se potevo non perdevo assolutamente tempo a sfottere i miei amici come fossi un ragazzino di cinque anni.

Non appena entrammo -con me e Yoseobie in prima fila-, ci ritrovammo davanti il preside seduto comodamente sulla sua poltrona mentre era intento a parlottare con un'insegnante.

Il classico preside di una classica scuola con classici professori. Un uomo vestito di tutto punto in giacca e cravatta, capelli in ordine tirati all'indietro e il tipico sguardo severo da bastardo cronico: in sostanza uno di quei tipi da cui non la scampi, se non riesce a bocciarti non si sente realizzato. La donna, invece, portava i capelli corti e sciolti, vestita elegantemente con un tailleur e visibilmente intimorita dalla presenza dell'uomo. No, non aveva solo uno sguardo estremamente severo, lo era.

Ecco, come al solito non mi sbaglio mai..., sospirai tra me e me rassegnato.

Intanto il leader degli SHINee, Onew, si era fatto avanti per cercare di chiedere delle spiegazioni sul nostro benedetto -se così si può definire- scopo in quella scuola.

Riusciti a guadagnare la sua attenzione, ordinò alla professoressa di uscire dalla camera e di lasciarci soli con lui. Si sistemò meglio sulla poltrona appoggiando il viso sul dorso della mano e accavallando leggermente le gambe. Era odioso solo da come si muoveva...

«Siete gli altri idol venuti in questa scuola per il programma?» ci chiese scocciato, sembrava fosse stufo di ripetere sempre le stesse cose. Non so come mi trattenni dal togliermi la pesante scarpa da ginnastica che portavo e lanciargliela in testa a causargli un qualcosa al cervello, tipo trauma cerebrale. Il mio buon senso -una volta tanto- aveva prevalso.

«Sì, volevamo chiederle cosa dovremmo fare di preciso. Non ci hanno detto molto.» continuò Jinki mantenendo una strana calma.

Io e Yoseob ci scambiammo uno sguardo di preoccupazione, quasi a non voler sentire nulla e a darcela a gambe il più velocemente possibile. Invece restammo là, impalati come due baccalà incapaci di utilizzare le facoltà cognitive.

«Beh, il vostro compito qui è facile. Siete tornati a scuola, quindi dovrete comportarvi come veri e propri studenti degni di questo nome. Studiare, partecipare ad attività sportive, ad eventi e via discorrendo, proprio come se foste tornati ai vostri sedici/diciotto anni.» disse atono giocherellando con una penna sulla sua scrivania.

Appena finì di parlare volli far finta di non aver sentito.

Lo avevo immaginato, in qualche modo avevo capito che saremmo stati costretti a fare qualcosa di veramente assurdo come tornare a studiare, ma in fondo speravo ancora in una botta improvvisa di fortuna. Purtroppo, come si suol dire, “la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo”. Mai detto fu più veritiero di questo.

Ascoltata la nostra condanna ed essendoci già guardati tutti e sette con sguardi persi nel vuoto, non ci rimase altro che farci dire in quali classi eravamo stati assegnati.

Purtroppo non capitai con Yoseob, lui era un “nuovo studente” della classe 1 della sezione 2. Invece a me era capitata la classe 1 della sezione 3, l'ultima sezione, che di solito è sempre quella in cui capitano i peggior casi umani della storia. Perché lo so? Anch'io facevo parte dell'ultima sezione della mia scuola, e ciò è tutto dire.

Riconosco che studiare non è mai stato il mio forte, ma non per stupidità -non sono di certo un'ameba [N.A: Seh come no, cit. Michi adoratah]-, solo che non mi interessava e mai mi interesserà. Le idee chiare le avevo un tempo e le avrò sempre.

Percorsi i corridoi fino ad arrivare alla suddetta classe, feci un bel respiro profondo e, salutato Seobbie -che fortunatamente era diretto proprio nella classe accanto alla mia-, mi decisi a fare quel passo, quell'unico passo che mi teneva fuori dall'aula, quell'unico passo che avrebbe segnato per sempre il mio destino.

 

 

 

 

 

 

 

_Angolino della sclerata_

 

TO ALL MY BABY YESSIR

URINUL TARA YESSIR

SIGIACHE, READY ACTION

WE'RE BACK TO THE OLD SCHOOL AUUUU

 

Bienvenidos gentagliaa~

Perdonate la intro alla B.A.P, so che sto scrivendo sul fandom delle mie bestioline preferite, ma oggi ero in vena c:

Eccomi quii, okay riconosco che non ho continuato a breve come avevo promesso...

CHIEDO PERDONO *si inginocchia a mani giunte*

Ho avuto delle vacanze a dir poco indaffarate e la scuola mi sta uccidendo...

E ora il vero problema è il secondo chappy, ahhh *urla a mo' di Munch*

Perdonate anche il fatto che in questo capitolo non succeda gran che, ma volevo dare un pochino di suspence genuina OuO Perché la vera storia inizia nel prossimo capitolonzo [Questo è spoiler, me monella] Vaby dai, non è chissà cosa, però non ditelo in giro C:

Susu seriamente, le cose dal prossimo cominceranno a farsi più interessanti (assai OuO), tutto quii

Oh, volevo precisare che l'età di Jun è diversa da quella attuale perché il tutto è ambientato dopo il comeback di Shadow c:

E insomma tornando a noi, cosa avrà visto mai Xion? E cosa cambierà il destino di Jun caro?

Lo scoprirete nel prossimo episodio (?) HAHAH Cercherò di portarlo a termine il prima possibile!

A presto~ Xoxo, gossip girl c:

 

_Xionnie_

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