Absence

di bridgetvonblanche
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Monotony ***
Capitolo 2: *** Maze ***
Capitolo 3: *** Metronome ***



Capitolo 1
*** Monotony ***


Nome autore (su forum e sito): bridgetvonblanche
Titolo storia: Absence
Pacchetto scelto: (Malattia)
Fandom: Psycho Pass
Personaggi: Akane Tsunemori | Shinya Kogami
Pairing: Shinkane (Akane x Kogami)
Introduzione: Avevi bisogno di sentirlo accanto in ogni momento, per questo avevi deciso di iniziare a fumare. Lo stesso pacchetto, la stessa marca, le sue stesse sigarette.

Note dell’autore:
Una breve raccolta di tre flashfics che vertono sui sentimenti dell’Ispettrice Tsunemori dopo la decisione di Kogami di lasciare il dipartimento di sicurezza e diventare così un fuggitivo.
Dietro al kanji “malattia” si celavano questi prompt:
Monotonia | Metronomo | Giostra | Labirinto 
“Bleeding Love” di Leona Lewis (solamente nel capitolo 3)
Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e  sarai innocente.” William Shakespeare 
Omofagia
Acatartofobia: paura dello sporco e della polvere 

L’arco temporale in cui si sviluppa la storia è di una sola notte: i tre capitoli in cui è suddivisa la raccolta sviluppano uno o più prompt.
Non ho utilizzato tutti i prompt contenuti nel pacchetto ma solamente 4, quelli non barrati.

Non mi resta che augurare buona lettura a tutti coloro che passeranno di qui,
bridgetvonblanche

 

***

Questa storia partecipa al contest 'Per ogni kanji un pacchetto di sorprese!' indetto da Mokochan sul forum di EFP.


[Absence]

They say that time’s supposed to heal ya
But I ain’t done much healing


1. Monotony


“Perdonami, non sono riuscito a mantenere la mia promessa”

Se n’era andato così, lasciando di se solo quell’acro odore di fumo che era riuscito persino ad impregnare quei sottili fogli di carta biancastra sui quali erano rimaste alcune sbavature, dovute forse alla fretta o all’eccessiva quantità di inchiostro nero che era stato utilizzato per imprimere quelle poche, concise parole. Non avresti mai potuto stabilirlo con esattezza, perché niente era mai più stato certo da quando i tuoi occhi avevano incrociato lo sguardo severo e sprezzante dell’ormai ex Esecutore Kogami.
Ti sentivi una sciocca a ripensarci ora, rileggendo distrattamente quei pezzi di carta nella tua camera, illuminata solamente da un fioca pliche posta accanto al comodino, un cilindro sottile stretto tra labbra leggermente screpolate dal freddo dalle quali, ad intervalli regolari, fuoriusciva una leggera nuvola di fumo.

Avevi bisogno di sentirlo accanto in ogni momento, per questo avevi deciso di metterti a fumare. Lo stesso pacchetto, la stessa marca, le stesse sigarette. Le nuvole grigie che si creavano dopo ogni boccata e si dissolvevano dopo pochi istanti ti ricordavano di che colore fossero diventate le tue giornate dopo che Kogami aveva deciso di percorrere una strada che tu, l’ormai nota ispettrice Akane Tsunemori, non avresti mai potuto intraprendere, un cammino tortuoso che esulava da qualsiasi tua concezione di giustizia.
Giornate grigie e monotone, esattamente come i grattacieli della tua città, come i volti  indifferenti di cittadini all’apparenza insospettabili, come quella acuta e stridula voce metallica che di tanto in tanto ancora rimbombava nella tua testa ordinandoti di agire in questo o in quell’altro modo.

Kogami aveva preferito la libertà offertagli dal “mondo esterno” e sconosciuto alla cattività di una città come Tokyo che evidentemente aveva cominciato a sentire troppo stretta.
Aveva scelto di farsi giustizia da solo, piuttosto che continuare a sottostare a leggi emanate da un’entità vaga e che non si era mai manifestata davanti ai suoi occhi di ghiaccio.
Aveva preferito rimanere fedele a se stesso piuttosto che a te.

Il mondo perfetto creato dal Sybil Sistem vi aveva fatti incontrare e dividere, rendendovi presto Esecutore ed Ispettore, costretti ad operare l’uno di fianco all’altra per il bene di una Giustizia che lentamente iniziava a vacillare. 

— Autenticazione dell’utente: Ispettore Akane Tsunemori, sezione anticrimine del dipartimento di Pubblica Sicurezza.
Quante volte avevi ascoltato quella voce meccanica ripetere sempre le stesse frasi, caso dopo caso, giorno dopo giorno? Quante volte avevi dovuto sottostare agli ordini di una pistola, un oggetto inanimato e di per se non in grado di intendere né di volere? 

Trovare il colpevole. Puntare la pistola. Sparare.
E poi ricominciare da capo. 

Questa era la parte più difficile. Ricominciare. 
Giorno dopo giorno, caso dopo caso, continuando a svolgere il tuo lavoro come avevi giurato di fare fin dal momento della tua promozione, ma senza Kogami accanto.

 

-468 parole

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Capitolo 2
*** Maze ***


2. Maze

 

— Non immaginavo sarebbe venuta a cercarmi di persona, Ispettrice Tsunemori.

La sicura sbloccata, la presa salda sull’impugnatura della Dominator, l’indice ed il medio della mano destra già leggermente premuti sul grilletto.
Avevi deciso di lasciarti alle spalle la città in cui eri abituata a svolgere una mansione tutto sommato ordinaria per gettarti a capofitto in un’impresa che temevi sarebbe potuta essere solo un grande buco nell’acqua.
Lo avevi cercato in lungo ed in largo, non arrendendoti solo perché Ginoza e gli altri ti avevano assicurato che sarebbe stato impossibile riportarlo indietro vivo. Non avevi voluto sentire ragioni, convinta di potertela cavare benissimo da sola, certa che, una volta dopo averlo guardato negli occhi, saresti riuscita a trovare una soluzione brillante.

Ma il mondo esterno era molto diverso da come te lo eri immaginato: un labirinto intricato, all’apparenza senza via d’uscita, all’interno del quale non era poi così difficile perdersi; nessun ordine apparente sembrava regolare la disposizione delle strade e dei quartieri di quell’immensa città senza nome messa a ferro e fuoco da missili e colpi di artiglieria pesante. I pochi edifici rimasti integri rendevano solamente la ricerca di un solo uomo ancora più faticosa. 

Eppure erano proprio gli occhi blu di Kogami quelli che, prima fissi nei tuoi, ora erano intenti ad analizzare la preziosa manifattura della tua nuova Dominator.
Era stato lui a trovarti quando già avevi cominciato a perdere le speranze; il suo fiuto da cane da caccia non aveva sbagliato nemmeno questa volta.

— Shinya Kogami, la dichiaro in arresto: getti la pistola e mi segua la prego, — avevi urlato con tutte le tue forze, cercando così di sovrastare con la tua voce il palpitìo febbrile del tuo cuore.

Volevi solamente che abbassasse la pistola e rimanesse immobile ad ascoltare le tue parole, quel discorso che ti eri preparata per convincerlo a tornare a casa, dai suoi compagni, da te.

— Mi dica Ispettore: ha letto la mia lettera con attenzione?

“Quando ci incontreremo di nuovo tu sarai nella posizione di dovermi giudicare: se succederà assolvi al tuo compito senza esitare, non rinnegare le tue convinzioni.”

Chiudi gli occhi cercando di dimenticare quelle parole impresse nella tua mente come caratteri di fuoco, mentre l’ultima cosa che riesci a ricordare sono il rumore dei suoi passi che senti farsi sempre più vicini e uno sparo che riempie il silenzio.
La leggera vibrazione della sveglia accanto al comodino ti riporta alla realtà, fuori dal labirinto intricato ed inestricabile dei tuoi pensieri più reconditi. Il battito accelerato del tuo cuore ti tradisce, così come il sudore freddo che scivola dalla tua fronte fino alle guance, mescolandosi presto con sottili lacrime che non riesci a trattenere e ricacciare nel luogo in cui si sono generate.
Porti entrambi le mani contro il petto, rendendoti presto conto di non riuscire ad impartire ordini nemmeno a te stessa, ritrovandoti in ginocchio a pregare che, almeno in sogno, quel colpo non fosse partito dalla tua pistola.                                                            

  -490 parole

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Capitolo 3
*** Metronome ***


3. Metronome

 

“Ciò che è successo mi ha fatto capire che non posso più proteggere le persone attraverso la legge, perciò non resta che pormi al di fuori di essa.”

Lo sbuffare leggero della caffettiera sprigiona un denso ed avvolgente aroma di caffè nero che ridesta i tuoi sensi e scaccia per un istante i tuoi pensieri, catturando momentaneamente la tua attenzione. Ti alzi dallo sgabello della piccola cucina su cui ti eri accovacciata incapace di tornare a dormire e discosti il tuo sguardo da quei fogli di carta sparsi sul tavolo solamente per versare del liquido nero in una grande tazza che stringi con forza tra le mani, prima di assaporare il gusto del caffè che contiene portandola alle labbra. 

“Ho scelto una strada diversa dalla tua solo per assecondare il mio egoismo e la mia testardaggine; se ti ho delusa, mi spiace.”

— Ko-ga-mi.

Il suo nome è l’unica parola che la tua bocca sembra essere in grado di pronunciare, l’unica che rimbomba costantemente nella tua testa. Il ticchettio insistente del grande orologio da parete sembra scandire come un metronomo i battiti del tuo cuore invalido a causa di una malattia alla quale non riesci a trovare rimedio. Perché, che tu lo voglia o meno, prima di essere un’Ispettrice dal colore pulito e sangue freddo tu sei Akane Tsunemori, un essere umano incapace di estraniarsi dal provare sentimenti.
Presto anche le tue dita cominciano a tamburellare insistenti sul tavolo, seguendo il ritmo regolare e quasi rasserenante delle lancette che guidano le tue lucide riflessioni. Chiudi gli occhi ed inspiri profondamente. E in quel momento il ricordo del suo viso torna ad annebbiare i tuoi ricordi e le sue parole, le sue promesse parlano al tuo cuore così forte che ti è impossibile provare a dimenticare.

Riapri gli occhi. Torni a guardare l’orologio.
Le cinque di mattina. 
Raccogli le carte sparse sul tavolo, ti precipiti in salotto dove ricordi di aver lasciato il suo -tuo- pacchetto di sigarette e raccogli l’accendino che si trova proprio li accanto.

Tic, tac. 

La leggera e scalpitante fiamma che fuoriesce dall’oggetto metallico aggredisce la carta, che prende immediatamente fuoco. In pochi secondi, tutto ciò che rimane di quei fogli non è altro che cenere.

Tic, tac.

Accendi una sigaretta e ti metti a sedere, mentre ascolti il battito del tuo cuore cercare nuovamente di accordarsi come uno strumento al ritmo perentorio e sistematico delle lancette.

Kogami.

Sorridi mentre porti una mano sulla fronte. Avevi stupidamente pensato che bruciando l’unica cosa che ti teneva ancora aggrappata a lui lo avresti dimenticato più facilmente. Questa sarebbe stata la soluzione più comoda, la più degna e razionale per un’Ispettrice del tuo calibro.
Ma tu non sei solo un’Ispettrice, e lui non è solo un ex compagno di squadra.

Kogami, ti manca. Che tu lo voglia o meno, lui ti ha fatto un taglio profondo, e tu continui a sanguinare. 

 

-482 parole

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