The choice of good or evil

di cecy_99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era appena sorto il sole quando accadde.
Quando scappammo.
E fummo presi.
Era una di quelle poche volte in cui ogni singola cosa era in armonia.
 Quel giorno cominciammo a camminare con la mattinata per raggiungere il villaggio più vicino, prendere ciò che necessario e ricominciare il viaggio. Anche se non era proprio un viaggio, almeno per me, ma un ritorno a casa. A quel pensiero un sorriso si stava facendo strada nel mio volto, per poi essere spazzato via dalla dura verità. Non avrei mai più rivisto la mia dimora.
“Jack! Jack!”
Chi mi stava chiamando? Non capivo.
“Jack, ti prego apri gli occhi!”
Ero così stanco…
“Forza!” continuava ad incitarmi quella voce.
Con difficoltà aprii gli occhi e mi soffermai sulla figura davanti a me, riprendendomi da quello stato di amnesia. Una ragazzina dai capelli neri, dal volto pallido e sporco di terra e con gli occhi azzurri sgranati, mi guardava sconvolta e impaurita.
“Ivy…” mormorai con la voce un po’ impacciata
“Sì, sono qui, ma ora dobbiamo andare…” continuava a dire “…Alzati…su!” Mi prese per un braccio e con non poca fatica riuscì a tirarmi su. Eppure qualcosa andò storto. In men che non si dica mi ritrovai di nuovo a terra con un dolore, da mozzare il fiato, allo stomaco.
La vista si era appannata e continuavo a sentire un fischio alle orecchie.
Tutto a un tratto, però, riuscii a vedere e a sentire di nuovo. Anche se era meglio prima, forse.
Delle urla agghiaccianti mi rimbombavano nella testa e uomini corpulenti mi coprivano la visuale. 
“Jack! Jack!” continuava a urlare il mio nome la ragazzina.
Stava piangendo. Che cosa avrei dato per vederla sorridere almeno un’ultima volta. Eppure non avrei più potuto farlo. Con quell’ultimo pensiero mi girai alla mia destra.
 Quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto sorgere il sole.



Angolo autore
Buonasera a tutti!! Rieccomi tornata con un'altra storia.
Spero proprio vi piaccia e che recensirete in tanti.
Alla prossima
Cecy

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Un bosco. Un immenso bosco popola i sogni di Anya ogni notte.
 Eppure quella volta aveva visto qualcosa di diverso. Un uomo e una ragazzina che correvano ad una velocita pazzesca, quasi disumana. Finché non vennero colpiti da una forza invisibile e spinti contro un albero. Quell’uomo era disteso a terra, privo di conoscenza, mentre la ragazzina cercava di risvegliarlo. Altri uomini si stavano avvicinando, ma qualcosa le diceva che avevano tutt’altro che buone intenzioni…
“Anya ci sei? Ti prego ritorna tra noi!” disse teatralmente Amanda all’amica.
“Come? ...” domandò lei sbattendo le lunghe ciglia e ritornando con i piedi per terra “…hai detto qualcosa?”
“Ma non hai capito proprio nulla?” chiese l’altra esasperata.
“No…cioè sì…però se lo ripeti forse è meglio” rispose lei sfoderando un sorriso di scuse.
Conoscendo la sua amica, che il più delle volte invece di ascoltarla, fantasticava su chissà cosa, decise di sorvolare e ripeté il discorso. “Stasera c’è una festa e tu devi assolutamente esserci!”
“Starai scherzando spero!”
“Assolutamente no! Dai andiamo, so che odi le feste e qualunque altra attività mondana esista sulla faccia della terra, però almeno per una volta accompagnami a quella dannatissima festa!”   
Non era proprio così. Lei non odiava le feste, solamente non era a proprio agio tra tutta quella gente ubriaca, che si spintonava a vicenda con l’intenzione di ballare. Preferiva senz’altro rimanere a casa, mangiare tutte le schifezze che voleva, ovviamente senza ingrassare e scatenarsi con le canzoni dei Gun’s Roses.
“Così però mi fai sembrare un’asociale!”
“L’hai appena detto tu stessa…” si difese Amanda portando le mani avanti.
“…Dai! Se vieni con me, almeno questa volta, ti prometto che non te lo chiederò mai più!” Le fece gli occhi dolci, sperando di intenerire il suo cuore di pietra.
Anya sospirò spazientita, guardando impassibile il volto della ragazza davanti a lei.
“Ora che mi ci fai pensare…” mormorò guardando un punto imprecisato del corridoio. “…la mia risposta è no!” concluse con un ghigno malvagio.
“Grazie, bell’amica che sei eh!”
 Il suono della campanella, che annunciava l’inizio delle lezioni, le interruppe.
 “Vado in classe prima che mi venga la voglia di ucciderti. A dopo.” La salutò mentre si avviava verso la sua classe e una marmaglia di studenti annoiati riempiva i corridoi.
“A dopo” rispose ancora divertita.
 Quando la figura di Amanda scomparve tra la folla, s’incamminò anche lei verso la sua aula, che era dal lato opposto da dove si trovava, con un mugolio di disapprovazione. Durante il breve tragitto si ritrovò di nuovo a perdersi nei suoi pensieri. 
Innanzitutto, molte volte si era chiesta come lei e quella ragazza potessero essere cugine. Tutto in loro era diverso. Se Amanda era un tipo molto estroverso e che sprizzava allegria da tutti i pori, Anya era l’opposto, cioè che stava più sulle sue e aveva pochi amici, se non nessuno e inoltre nulla in lei trasmetteva vivacità, ma il più delle volte metteva in soggezione i suoi compagni. Non condividevano neanche l’aspetto. La cugina era bionda, con gli occhi azzurri e la carnagione molto chiara con qualche efelide nel viso, che la facevano sembrare una ragazza dolce e ingenua, invece in lei ogni cosa era banale, dai capelli marroni alla statura bassa. Tranne una cosa. Gli occhi. Quelli erano di un grigio così chiaro da sembrare quasi evanescenti. Quel pensiero le fece ricordare nuovamente il sogno strano che l’aveva tormentata quella notte. Anche quella ragazzina a ben pensare aveva qualcosa di molto particolare, ma che non ricordava. Forse doveva solo concentrarsi un po’ e avrebbe rammentato…
“Anya!” un ragazzo dagli occhi verdi, lo stesso per cui aveva una cotta, ora stava venendo verso di lei.
“Ti senti bene?” le chiese realmente preoccupato.
“Ce…certo…perché?” balbettò imbarazzata.
“E’ da un po’ che ti chiamo, ma non mi sentivi”
“Mi dispiace tanto!” esclamò diventando ancora più rossa.
“Tranquilla…” le rispose sorridendo gentile “…volevo solo chiederti se tu ci sarai alla festa di Jack”
Jack
Jack
 Di nuovo quel nome. Lo stesso che si ripeteva sempre nel sogno. Significava qualcosa?
“Anya è arrivato il momento di svegliarti! Non puoi più fuggire dalla realtà”
“Che significa?” chiese prima di svenire a causa di un capogiro.
 
 
 
“Anya ti prego aiutaci. Non possiamo più farcela da soli. Il suo potere sta crescendo! Devi salvarci. Non farti abbindolare dal male. Ti prego!”
“Chi sei? E da cosa devo salvarti?” gridò lei al vuoto.
“Non cedere al male!”
“Che significa tutto questo?!”
“Lui non può amare” continuava a farneticare quella voce infantile mentre a poco a poco andava scemando nell’oscurità.
“Chi è lui?” chiese prima di essere avvolta totalmente dal buio.
 
 
“O Dio, o Dio, o Dio” sentì ripetere non appena si svegliò.
“Non si sveglia, non si sveglia, dannazione!” Con le mani tra i capelli, Amanda continuava ad andare avanti ed indietro per la stanza freneticamente.
Stordita e confusa, cercò di ricordare ciò che aveva appena sognato, ma l’unica cosa che riusciva a vedere erano degli sprazzi disordinati che le crearono solo più confusione. Vedendo la cugina decise di accantonare momentaneamente quel sogno, più bizzarro degli altri, e di fermarla prima che impazzisse. “Puoi stare zitta un attimo? Sai com’è mi sono appena svegliata e ho già mal di testa”
Appena sentì la sua voce, la cugina le saltò letteralmente addosso e la riempì di domande senza neanche darle il tempo di rispondere.
“Che ti è successo? Hai avuto un malore? Hai sbattuto la testa?”
“Sto bene sto bene, ho avuto solamente un leggero capogiro, nulla di che” rispose lei realmente colpita da tutto quell’affetto.
“Menomale, però non farmi più questi scherzi! Mi hai fatto venire un infarto!” s’accasciò sul letto già più rilassata rispetto a prima.
“Sai, però non sono stata l’unica ad essersi preoccupata così tanto” riprese con aria maliziosa, ritornando la vecchia Amanda.
“In che senso?” Anya corrugò la fronte, dubbiosa.
“Oh, niente solo che è stato un certo ragazzo dagli occhi verdi a portarti in infermeria”
A quell’affermazione spalancò gli occhi e la bocca scioccata “David! Davvero?”
“Si, proprio lui. Inoltre mi ha detto che stavate parlando prima che tu svenissi. Posso sapere di cosa?”
“Oh, nulla di che…” Ritornando rossa come un peperone, cercò di coprirsi con le coperte ed evitare così lo sguardo indagatore della cugina
“Sputa il rospo!” Vedendo i suoi movimenti la anticipò strappandole il lenzuolo dalle mani.
“Ehm…credo che lui mi…”
“Ehi, sei sveglia?” la interruppe David, sbucando nella stanza.
“Oh, ciao”
“Vi lascio soli” Amanda le fece l’occhiolino e uscì quasi di corsa dall’infermeria, chiudendo la porta per lasciargli un po’ d’intimità.
Passò un po’ di tempo prima che Anya decidesse di spezzare quel silenzio così teso. “Grazie per essere venuto in mio soccorso”
“Di nulla, anzi grazie a te per avermi fatto evitare un’interrogazione di matematica…”  Cercò di scherzarci su David, poi vedendo l’espressione un po’ allibita della ragazza si corresse “…ovviamente non ti ho portato in infermeria per questo, anzi ero molto preoccupato.”
Dopo lo stupore iniziale per la rivelazione e l’imbarazzo dell’altro, Anya scoppiò a ridere contagiando anche il ragazzo e allentando un po’ di tensione.
“Comunque…” proruppe lui, riprendendosi da quel piccolo momento di ilarità. “…Per la festa di stasera ci sei?”
Lei rimase con la bocca aperta per un po’, non sapendo cosa rispondere. Probabilmente non si sarebbe trovata a proprio agio e ad un certo punto della serata avrebbe cominciato a detestare tutti, ma soprattutto lei stessa per aver accettato, ma valeva la pena provare, almeno per quel bel ragazzo dagli occhi verdi.
“Sì, penso proprio di sì” disse sicura della sua risposta e sorridendo più per rassicurare se stessa che il ragazzo.
In quel momento esatto si sentirono degli urletti provenire dal corridoio, la porta fu spalancata e un’Amanda euforica entrò buttando fuori il povero ragazzo, che confuso e spaventato non si oppose.
“Hai origliato tutto vero?” chiese Anya, non troppo sconvolta dall’entrata della cugina.
“Non chiedermi ciò che è ovvio, amica mia, ma fai domande più interessanti come: che cosa mi metto stasera per far impazzire il ragazzone dagli occhi verdi?” 
“Non cominciare Am.” L’ammonì lei, chiamandola col soprannome che usava fin da quando era piccola.
“Su forza!” persistette, ignorando l’ultima frase.
Anya sospirò stanca e decise di accontentare la cugina.
“Che cosa mi metto stasera per far impazzire il ragazzone dagli occhi verdi?”
“Ottima domanda An, ma a questo penseremo di pomeriggio. Ora pensiamo ad uscire prima da scuola e andar a fare un po’ di shopping” detto questo s’incamminò verso la porta decisa e sicura di riuscire nel suo obbiettivo.
Tutto questo strappò un sorriso ad Anya, che, stremata, si lasciò cadere nel letto, godendosi quegli ultimi attimi di tranquillità che quel tornado di sua cugina avrebbe sicuramente spazzato via.  


Angolo autrice

Angolo autrice
Buon pomeriggio a tutti. Mi scuso per l'enorme ritardo, ma in questo periodo sono stata tartassata da interrogazioni e non ho avuto molto tempo per scrivere. Infatti sto pubblicando per pura fortuna. Probabilmente potreste trovare alcuni errori, ma vi prometto che li correggerò il prima possibile. Spero che questo capitolo vi possa piacere, anche se è un pò di passaggio, e che recensirete in tanti.
Alla prossima 

Cecy

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Dopo essere, con grande gioia, uscite da scuola andarono per le strade canadesi, della loro città, Toronto, per fare un po’ di shopping, o per meglio dire Amanda comprava e Anya le teneva la roba acquistata.
“Entriamo in quel negozio!” proruppe la ragazza indicando una piccola boutique con dei vestiti esposti in vetrina.
“Ti prego non ne posso più! E’ da ben due ore che camminiamo!”
“Chi è quella che ha chiesto il mio aiuto qui?”
 “Va bene sono stata io, ma ancora per me non abbiamo trovato nulla” Amanda sbuffò spazientita dalle continue lamentele della cugina.
“Ok, andiamo a cercare questo benedetto vestito.” Decise di accontentarla lei. Detto questo si incamminarono verso il negozietto di prima.
La prima cosa che saltò all’occhio di Anya, appena entrarono, fu un abito dal corpetto di pelle nera e dalla gonna in tulle viola. Lei si avvicinò estasiata da quella meraviglia, non osando neanche sfiorarlo, con la paura di rovinarlo con il solo tocco. Amanda seguì il suo sguardo “Oh, cara ma questo abito è perfetto…” iniziò, guardando il viso entusiasta della cugina “…per Halloween. Sicuramente saresti una strega davvero spaventosa” concluse con un ghigno, vedendo le sue speranze infrante.
“Bene!” rispose Anya stizzita.
 “Questo è meraviglioso!” disse Am prendendo un abito rosso molto corto.
“Si certo, una meravigliosa maglietta.” Intervenne An, un po’ acida, riferendosi alla cortezza del vestito.
“Ho capito. Cerchiamo qualcos’altro.” Rispose Amanda, ormai rassegnata a quei pomeriggi così impetuosi. La giornata passò così, tra frecciatine velate e non, finchè non trovarono un compromesso. Un pantalone nero attillato abbinato con una maglietta bianca con lo scollo non troppo profondo.
“Per le scarpe…” cominciò Amanda speranzosa.
“Indosserò degli stivaletti.”
 “Ma…”
“Non mi convincerai mai ad indossare delle scarpe col tacco da dodici centimetri.” La interruppe nuovamente lei, con un sorriso trionfante.
“E per quanto riguarda il trucco e i capelli…” insisté Am.
“Ci penso io.”
 “Va bene. Ora, dato l’orario dovremmo andare a mangiare, oppure hai da ridire anche su questo” borbottò Amanda, suscitando l’ilarità della cugina.
 “Dove pranziamo?” continuò, conoscendo già la risposta.
“Dove vuoi tu, l’importante è che dopo andiamo al parco.”
“Certo” le rispose, mentre s’incamminavano verso quello che doveva essere un bar. Dopo aver preso del cibo d’asporto, andarono verso l’High Park.
“Allora…” cominciò Amanda “…sei pronta per stasera?”
“In che senso?” chiese Anya guardandola confusa.
 “Bè, sì…se dovesse dichiararsi…”
 “Cosa? Ma che dici? Non sono neanche sicura di piacergli!”
“Oh, andiamo anche un cieco lo capirebbe! Comunque fammi finire.” Le rispose, seria per la prima volta in vita sua.
“Se stasera dovesse dichiararsi…volevo chiederti se sei sicura di quello che provi realmente”
“Che vuoi dire?”
 “Io…penso che non sareste proprio una bella coppia. Siete troppo simili. E lui è così timido. Cioè per farti invitare alla festa l’ho dovuto, praticamente minacciare”
“Cosa hai fatto?! Ma come hai potuto! Non ne avevi il diritto! E inoltre non sei tu a dover decidere chi posso amare o no.” Detto questo s’inoltrò nel parco, che da poco avevano raggiunto, più inferocita che mai, lasciando Amanda lì. Appena trovò una panchina ci si sedette e cominciò a scalciare delle piccole pietre. Tutto ad ‘un tratto si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro, attirando gli sguardi confusi o divertiti dei passanti. All’improvviso si fermò di botto e si diresse verso un piccolo giardinetto adibito di fiori e piante, per calmarsi. Anya non sapeva il perché ma ogni volta che era in ansia o arrabbiata stare in mezzo alla natura la calmava. Fin da quando era piccola, a volte scappava da casa per andare al parco. Arrivata a destinazione si abbassò per inalare quel buon profumo. Poi vedendo una rosa appassita e isolata si avvicinò e cominciò a chiacchierarci.
“Ehi piccola…in passato dovevi proprio essere una bella ragazza!” inoltre aveva anche il vizio di parlare con le cose inanimate.
“Mi dispiace proprio tanto” disse sfiorandola con un dito. Appena la sfiorò una luce bianca uscì dalle sue mani e quel fiore da appassito che era, si rinvigorì tornando splendida.
Trovata!
“Ma che…!?” esclamò Anya prima di essere interrotta dalla cugina.
“Anya! E’ da un po’ che ti cerco! Dove eri andata a finire?”
“Io…ho bisogno di andare a casa.” Detto questo Anya corse via lasciandola di nuovo da sola.
Quando arrivò, dato che nessuno era in casa, andò direttamente nella sua stanza e senza neanche il tempo di togliersi le scarpe, cadde nel letto, sentendosi stanca e debole.
 
“Ti abbiamo trovata! Il sire ne sarà molto felice.”
 
All’improvviso Anya si svegliò affannata, con ancora quella voce in testa. Non era la stessa che aveva sentito quella mattina, anzi completamente diversa. Se quella era infantile, somigliante a quella di un bambino, questa era rauca, simile a quella di una vecchia.
E poi cosa era accaduto quel pomeriggio? Che cos’era quella luce proveniente dalle sue dita?
Sempre più confusa Anya si passò una mano tra i capelli, tirando leggermente le punte per capire se quello era un sogno oppure la realtà.
“An!” sentì gridare da una voce molto familiare. Essa fu seguita da un pestare di passi e lo sbattere di una porta.
Amanda.
“Spiegami cosa ci fai ancora conciata così! Tra un ora inizia la festa” disse furibonda, ma ancora un po’ in colpa.
“Chi ti ha fatta entrare?” chiese stanca alla cugina.
“Tua madre. Ma non cercare di cambiare discorso. Allora cosa aspetti a cambiarti?”
Anya sospirò afflitta, sapendo cosa sarebbe accaduto dopo la sua risposta.
“Io…non voglio andare alla festa”
“Cosa!? Perché?”
“Non me la sento”
“Oh, An ti conosco abbastanza bene da sapere cos’hai. Va bene non avrei dovuto interferire tra te e David, ma sai come sono fatta. Non puoi tenermi il broncio per sempre.” Le disse Amanda facendole un sorriso di scuse.
In quel momento Anya non seppe cosa rispondere. Era tentata nel dirle la verità, ma probabilmente non l’avrebbe presa sul serio. Meglio dire quello che si aspettava senza doverle complicare la vita.
“Dopo quello che mi hai detto, non sono ancora più sicura di piacergli.”
“Non dirai sul serio! E’ pazzo di te. Anche se non dovesse essere così sicuramente stasera lo conquisterai” cercò di rassicurarla Am.
“Ok, vengo.” Mormorò, accontentandola.
“Bene, prepariamoci.” Disse Amanda euforica, trascinando la cugina in bagno.
 
Dopo che finirono di prepararsi, si fecero accompagnare dalla madre di Anya, in macchina.


Quel viaggio fu abbastanza silenzioso e neanche Amanda riuscì a riempire quel silenzio. Appena arrivarono a destinazione, quasi volarono tutt’e due dalla vettura, ma Anya fu fermata dalla madre.
“An”
“Si mamma?”
“Verso che ora devo venire a prendervi?”  
“Non ti scomodare zia, ci faremo dare un passaggio da qualcuno. Ormai abbiamo diciotto anni e siamo adulte e vaccinate” s’intromise Amanda per poi scomparire dietro la cugina.
“Per la mezzanotte dovremmo essere a casa.” La tranquillizzò.
“Bene, state attente e divertitevi!” le disse prima di andare via.
“Su, su abbiamo un ragazzo da trovare” le bisbigliò all’orecchio la cugina, prima di spingerla verso l’entrata.
“Oh ti prego Am, rimani con me” la implorò prima di accorgersi che se ne era già andata.
“Non cambierà mai” sospirò lei.
Non sapendo dove e da chi andare si diresse verso le bevande in cerca di qualche modo per passarsi il tempo. Però mentre cercava di oltrepassare la pista da ballo, sentì delle voci sommesse.
Ma che ci fa questa qua?
Perché non sta un po’ attenta!
“Come? Hai detto qualcosa?” urlò alla ragazza, che stava davanti a lei e che credeva avesse parlato per sovrastare la musica.
“Non ho parlato affatto.” Le rispose quella.
Questa è tutta pazza.
“Ma se…” cominciò a dire prima di essere spinta a terra da un ragazzo corpulento.
“Scusa tesoro!” disse offrendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
Che bel bocconcino.
Anya ignorò l’offerta e ancora più sconvolta scappò fuori da quella casa, per riordinare le idee.
“Ma che mi sta accadendo!” disse tra sé, prendendo una bella boccata d’aria.
“Ehi! E’ da un po’ che ti cerco.”
“David! Ciao.”
“An…sei bellissima!” esclamò guardandola, strappando un sorriso alla ragazza.
“Ehm…allora…ti cercavo per un motivo” cominciò, grattandosi la nuca imbarazzato.
“Volevo chiederti se…uno di questi giorni vorresti uscire con me. Sai tu…mi piaci da un po’ e…”
“Un appuntamento?”
“Si…già, proprio quello”
“Beh…anche tu mi piaci da un po’”
“Quindi è un sì?”
“Può darsi.” Rispose enigmatica.
“Interessante” mormorò prima di avvicinarsi a lei e, prendendo il coraggio a quattro mani, di baciarla.
All’inizio rimase paralizzata, ma poi, riprendendosi, rispose al bacio. Fu molto dolce e casto, più che altro uno sfioramento di labbra, per poi divenire più passionale. Però c’era qualcosa di strano. Una specie di calore li avvolgeva. Dato il momento decise di non darci peso, finché David si allontanò urlando. Non capendo cosa fosse successo cercò di avvicinarsi.
“Non mi toccare!” gridò lui allontanandosi ancora di più e attirando gli sguardi.
Anya, stupita dalla sua reazione, si guardò per cercare il problema.
Una specie di alone rosso la ricopriva e il ragazzo mostrava bruciature dappertutto. Sulle labbra, nelle mani…tutto ciò che aveva avuto un contatto diretto con lei.
Una folla, nel frattempo, li aveva circondati.
Che è successo?
Che diavolo ha questa ragazza attorno?
Oddio, ma è un mostro!
E le voci si sovrapponevano tra loro, mandando ancora più in confusione la ragazza.
Sconvolta e impaurita Anya corse via dagli sguardi disgustati e incuriositi della gente. L’ultimo viso che vide fu quello, sconvolto, di sua cugina Amanda.
Mentre correva, a perdifiato, un furgone le venne dietro per poi pararsi davanti a lei bloccandole il passaggio. Un figura incappucciata uscì dalla vettura e con un tono tranquillo cercò di rassicurarla. Lei senza opporsi si fece condurre nella macchina, prima di svenire tra le braccia di quel ragazzo.



Angolo autrice
Eccomi ritornata con un nuovo capitolo. Come sempre vi chiedo perdono per il ritardo, ma non credo che riuscirò mai ad aggiornare in orario.
Comunque, finalmente la storia va prendendo forma e sempre più misteri si aggiungono a quelli che già c'erano.
Spero che recensirete in tanti, ci terrei davvero molto.
Alla prossima
Cecy

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