Ti proteggerò

di Millydr
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una cosa importante ***
Capitolo 2: *** Una strana sensazione ***
Capitolo 3: *** Una decisione difficile ***
Capitolo 4: *** Nessuno ***
Capitolo 5: *** Crocus - Lucy ***



Capitolo 1
*** Una cosa importante ***


Avevamo vinto. La battaglia contro Tartaros era ormai finita da sei giorni, era passata quasi una settimana. Non c’era però aria di vittoria. C’erano state troppe perdite e le nostre anime erano ormai devastate. Aquarius, Igneel, Grandeeney, Metalicana, Skiadrum, Weisslogia, Silver Fullbuster ci avevano lasciato per salvarci. Le ferite fisiche avevano lasciato tutti debilitati.

Avevamo vinto. Ma la nostra vittoria ci era costata molto, tanto da non sentirla tale.

Avevo lo sguardo perso nel vuoto mentre camminavo sul bordo del fiume lungo le strade di Magnolia. La città era stata distrutta e la gilda era stata rasa al suolo. Ora stavamo cercando tutti di rimettere insieme i pezzi.

Plue mi guardava dalle mie braccia e sentii vagamente qualcuno dal fiume che mi diceva di fare attenzione a non cadere. Mi fece sorridere amaramente quell’avvertimento. Dopo tutto quello che era successo, cadere nel fiume era una barzelletta di cattivo gusto.

< Eccoci qui, Plue. Casa dolce casa. > Strinsi un po’ di più a me il mio spirito stellare ed entrai in casa.

< Ehi, Luce! > disse una voce dal divano.

Non mi sorprese sentire la voce del mio migliore amico. Anche se era distrutto per quello che era successo, non era passato giorno che non fosse passato a trovarmi con un sorriso. Questo era rimasto come sempre. Non so come avrei fatto senza Natsu. Era il mio migliore amico e stavo iniziando a considerarlo anche qualcosa di più.

< Ehi Natsu > Poggiai Plue a terra che presto scomparve nel mondo degli spiriti stellari. Alzai lo sguardo e gli sorrisi dolcemente.

Il Dragon Slayer si alzò e iniziò ad avvicinarsi fermandosi di fronte a me. < Ti stavo aspettando > Aveva il suo sorrisetto tipico stampato in faccia.

Stavo per rispondere quando notai che mancava qualcosa. Mi guardai attorno alla ricerca di un certo gatto blu, senza però trovarne traccia. < Dov’è Happy? >

In tutta risposta Natsu si strinse nelle spalle. < Forse con Charle >

Gli sorrisi < Quei due sono adorabili insieme. Se hai fame penso di avere qualcosa nel… >

< Veramente, Luce, non sono venuto qui per mangiare. > Iniziò a ridacchiare come se fosse ridicolo solo il pensiero (anche se viene sempre a casa mia per saccheggiare il mio frigo) e giurerei di averlo visto arrossire.

< No? Allora che cosa… >

La voce mi si spense. Mentre parlavamo Natsu aveva annullato la distanza tra di noi e il mio petto sfiorava il suo torace. Un ghigno sempre più grande non lasciava le sue labbra e i suoi occhi neri sembravano risplendere di una fiamma interna. Non l’avevo mai visto così e presto arrossii.

< Sono venuto qui per fare una cosa importante > disse diventando improvvisamente serio. < Ci sto pensando ormai da tempo ma dopo quello che è successo, ora lo vedo più urgente che mai >

Mi sorprese che stesse accennando alla battaglia di Tartaros, nessuno dei due ne aveva fatto parola, come un tacito accordo di non tirare fuori l’argomento. Non riuscivo a parlare e il mio cuore batteva talmente forte che ero certa potesse sentirlo.

Con lo sguardo incatenato col mio, iniziò lentamente ad avvicinarsi, riducendo la distanza tra le nostre labbra. Sapevo che stava andando piano per darmi il tempo di capire che cosa stesse cercando di fare e nel caso ce ne fosse stato bisogno di fermarlo. Sapeva che quello sarebbe stato il mio primo bacio e che per me era importante. Ma non lo allontanai, mai come ora avevo bisogno di sentirlo vicino e di ammettere quello che provavo. Chiusi gli occhi e annullai la distanza alzandomi sulle punte dei piedi.

Potevo sentire che era sorpreso, si doveva essere aspettato un Lucy kick. Sorrisi contro le sue labbra e gli cinsi il collo con le braccia. A quel punto il Dragon Slayer si riprese dal suo shock iniziale e mi prese per i fianchi sollevandomi e facendomi girare ricambiando finalmente il bacio. Era un bacio tenero e dolce, pieno di sollievo per il non essere stati respinti e soddisfazione se l’essere riusciti a fare questo passo.

Ci interrompemmo dopo quella che era sembrata un’ora, ma che per me sarebbe potuta andare avanti per sempre.

Gli sorrisi, un sorriso vero dopo giorni, pieno di amore. Lui ricambiò con il suo ghigno e le sue labbra presto incontrarono di nuovo le mie per un veloce bacio per poi scendere lentamente verso il collo.

< Na… Natsu… che stai facendo? > Sentivo dei brividi di piacere corrermi lungo la schiena per quella scia di baci che stava lasciando sulla mia pelle.

Alzò la testa, avvicinando la bocca al mio orecchio. Lasciai andare un sospiro contrariato per non sentire più il contatto con la sua pelle. < Nulla che tu non voglia > sussurrò con voce profonda. < Ti darò tutto il tempo di fermarmi, in qualsiasi momento. >

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Capitolo 2
*** Una strana sensazione ***


“Ti amo, Lucy Heartfilia”.

Mi girai a guardare Natsu al mio fianco e gli sorrisi arrossendo. “Ti amo anch’io, Natsu Dragneel”

Detto questo si sporse verso di me e mi baciò.

Avevamo passato la notte insieme. Era stata la notte migliore della mia vita. Finalmente ero riuscita a dire a Natsu quello che provavo e avevo scoperto che lui sentiva lo stesso per me.

Certo, non era stato esattamente come si vedeva nei film, non c’era stato alcun appuntamento, alcun mazzo di fiori o confezione di cioccolatini, che molto probabilmente Natsu avrebbe mangiato ancor prima che potessero arrivare a me. Era stato tutto così veloce, avvenuto tutto in una sola notte. Ma m’interessava davvero che non fosse stata una cosa tradizionale? No, perché dopotutto non c’era nulla di tradizionale in noi. In più la cosa importante era che ora potevo stare con Natsu, senza dover più nascondere i miei sentimenti o preoccuparmi che lui potesse non ricambiare. Nonostante tutto, era stato assolutamente perfetto, era riuscito a farmi sorridere dopo tanto tempo e sapevo che insieme saremmo riusciti a superare qualsiasi avversità.

Una volta interrotto il bacio per riprendere aria, mi strinsi ancora di più accanto a lui sul letto. Notai che stava sorridendo e iniziai ad accarezzargli il petto “Che stai pensando?”

Mi guardò e il suo sorriso si allargò. “Che sono felice che tu non mi abbia scagliato fuori dalla finestra ieri sera”

Risi della sua risposta e lo baciai di nuovo. “Non ho alcuna intenzione di buttarti fuori da casa d’ora in poi”

“Davvero? Era ora!” Sospirò sollevato e mi guardò. Aveva qualcosa nel suo sguardo che non andava.

Ero terrorizzata che si fosse pentito di quello che era successo. Ovviamente non lo avrei costretto a entrare in una relazione se non era quello che voleva però ci sarei stata male, era inutile negarlo. Sarei stata malissimo. Mi alzai a sedere e lo guardai dritto negli occhi. “Natsu… ti sei pentito di stanotte?”

Mi fissò per qualche secondo come se non avesse capito bene la mia domanda, poi i suoi occhi si allargarono e si alzò a sedere anche lui con uno sguardo preoccupato sul viso. “Certo che no, Luce. Venire qui e dirti cosa provavo è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso in tutta la mia vita!” Si grattò nervosamente la testa e mi sorrise “Anzi, data come l’hai presa mi domando perché non mi sia deciso a farlo prima… Perché, Luce? Hai qualche ripensamento?” Mi fissò con occhi pieni di paura, proprio come pensavo dovessero essere sembrati i miei qualche momento prima.

“No! Certo che no, Natsu! E’ stato fantastico e io ti amo.” Gli sorrisi e lo abbracciai. “E’ solo che mi sembri un po’ strano, tutto qui.”

Rimase in silenzio e ricambiò il mio abbraccio. Dopo un minuto riprese a parlare. “Non dire sciocchezze, Luce. Forse sembro strano perché non mi avevi mai visto senza vestiti in questa situazione” Scoppiò a ridere quando vide che la mia faccia era diventata completamente rossa.

“Va bene, ridi pure, mi stavo solo preoccupando” Gli feci la linguaccia e mi alzai dal letto tirando via dal letto il lenzuolo per coprirmi.

Lui sbuffò rumorosamente e mi prese per la vita. “Dove stai andando? E perché ti sei messa quel coso addosso? Ti ho già visto nuda” Sembrava un piccolo bambino che si lamentava perché doveva andare a scuola.

“Natsu per quanto adorerei rimanere qui con te per tutto il resto della mia vita, temo che non sia possibile” Sospirai rattristata dal fatto che dovevo uscire di casa.

“Perché?” mi chiese cercando di togliermi il lenzuolo di dosso.

“Perché ho promesso a Wendy che l’avrei incontrata per sistemarle i capelli con l’aiuto di Cancer e perché voglio dare una mano a ricostruire la gilda e la città.” Visto che era ancora occupato a cercare di togliermi quel vestito improvvisato, continuai “E mi sono messa questo” e indicai il lenzuolo che stava cercando di strappare “Perché se qualcuno come Happy o Gray dovesse piombare nell’appartamento, preferirei che non mi trovassero nuda.”

Si fermò immediatamente realizzando che era una cosa possibile visto che si intrufolavano sempre tutti a casa mia (anche se Natsu aveva il record indiscusso di intrusioni). Mise su il broncio, ma annuì. “Va bene, ho capito” Si alzò dal letto e si girò a guardarlo un po’ malinconico.

Lo abbracciai da dietro e lo strinsi forte “Non fare così, ci sono tante altre occasioni davanti a noi” Gli stampai un bacio sulla guancia e me ne andai in bagno lasciandolo impalato davanti al letto.

Dopo mezz’ora ci eravamo fatti la doccia, ci eravamo vestiti e ora stavamo facendo colazione. Avevo preparato dei pancakes e due enormi tazze di cioccolato con la panna sopra.

Natsu ovviamente vi si fiondò sopra, amava mangiare. Lo osservai mentre continuava a ingozzarsi di tutti i pancakes che gli avevo messo sotto il naso mentre bevevo la mia tazza di cioccolata calda. Ancora non potevo crederci, però era tutto vero. Natsu mi amava.

C’era però ancora una strana sensazione che non mi si toglieva di dosso. Ero preoccupata, di cosa non sapevo dirlo. C’era solo una strana sensazione che mi punzecchiava, ma che cercavo continuamente di zittire. Natsu aveva detto che andava tutto bene, quindi non dovevo preoccuparmi. Mi fidavo di lui.

Quando ebbe finito i suoi pancakes, alzò lo sguardo per incontrare il mio e mi sorrise. “Erano buonissimi!”

Ridacchiai e gli pulii la bocca con un fazzoletto. Poi mi alzai e lavai i piatti mentre Natsu mi osservava silenzioso. Non era male, ma era strano che non dicesse nulla. In genere faceva una grande confusione.

Quando mi ritenni soddisfatta mi appoggiai al ripiano della cucina e guardai l’orologio. “E’ ora di andare, Natsu”

Un grugnito fu la sua unica risposta che però mi fece sorridere. Presi le mie chiavi e uscii di casa con Natsu. “Allora ci vediamo alla gilda più tardi, così vediamo se riusciamo a dare una mano per ricostruirla. Dopotutto l’abbiamo già fatto una volta, possiamo farlo di nuovo” Gli sorrisi decisa a dare il meglio di me.

“Sì, certo” Ricambiò il sorriso, ma sembrava di nuovo triste.

Non capivo perché quella strana sensazione diventò più forte ma la ignorai e gli cinsi il collo con le braccia. “Ti amo, Natsu”

“Anch’io ti amo, Luce” E detto questo mi diede un bacio appassionato, quasi più esigente di quelli della notte scorsa. Quando ci staccammo per riprendere fiato, rimanemmo abbracciati per qualche minuto. Dopo l’abbraccio, io andai in direzione del parco e Natsu andò verso casa sua per incontrare Happy. Un istante prima di lasciarmi andare avrei giurato di aver sentito un sussurro, ma forse me lo ero solo immaginato “Ti proteggerò”

 

Arrivai puntuale al mio appuntamento con Wendy e con lei c’erano anche Carla, Lily, Levy e Gajeel. Feci crescere di nuovo i capelli di Wendy con l’aiuto di Cancer e dopo aver passato un po’ di tempo tutti insieme al parco, decidemmo di andare alla gilda. Lì venni a sapere che Gray era andato a visitare la tomba del padre e che Juvia lo aveva seguito. In più sembrava che Erza si fosse presa del tempo per sé stessa e non contattava nessuno da una settimana. Dopo tutto quello che avevamo passato, prendersi un po’ di tempo o lasciare la città per un po’ per mettere le cose in ordine mi sembrava il minimo. Inoltre Laxus e i Raijinshuu si erano ripresi completamente e questo aveva risollevato l’umore di tutti quanti. Dopo averci dato questa buona notizia, il Master ce ne diede una orribile. Mi paralizzai all’istante. Non è possibile, continuavo a ripetermi. Quando però iniziarono le proteste, il Master ci zittì tutti e disse nuovamente quello che ci aveva sconvolti. “Ho deciso di sciogliere Fairy Tail”

Detto ciò, non sapevo che dovevo fare. Fairy Tail è stata sciolta. Dovevo assolutamente dire a Natsu la decisione del Master. Così mi catapultai a casa mia, certa di trovarlo lì. Visto che Natsu non si era fatto vedere alla gilda pensai che non si fosse accorto che si era fatto tardi giocando con Happy o che forse si erano addormentati. Poco prima di entrare cercai di riguadagnare un po’ di calma, altrimenti li avrei fatti preoccupare ancora di più. Quando pensai di essere pronta ad affrontarli salii le scale, entrai in casa e… nessuno. Non c’era nessuno ad aspettarmi. Nessun gatto blu che frugava nella mia biancheria e nessun ragazzo dai capelli color salmone che leggeva i miei racconti. Nessuno che mi aspettasse sul divano come la sera prima, né sul letto, né da nessun altra parte. Iniziai a preoccuparmi sempre di più quando vidi la lettera che era stata accuratamente poggiata sul tavolo. Con mani tremanti la aprii facendo cadere due fogli. Lessi il più grande e la sensazione di quella mattina esplose. La rilessi più e più volte.

-Io ed Happy faremo un viaggio di allenamento. Torneremo tra circa un anno. Prenditi cura degli altri! Ci vediamo, Lucy!! -

Poi passai al secondo foglio, che era più piccolo, con scritta solo una breve frase: Ti amo e ti proteggerò, Luce.

Buttai entrambe le lettere dall’altro lato della stanza e iniziai a correre più veloce che potevo per cercare di fermarli. Mi stavano lasciando sola. Natsu mi stava lasciando sola. Continuai a correre mentre le lacrime mi scendevano lungo le guance senza sosta.

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Capitolo 3
*** Una decisione difficile ***


Alzarmi dal letto era stato terribile, perché sapevo che non saremmo stati insieme per tanto tempo. Lucy era convinta che ci sarebbero state tante altre occasioni e lo sapevo anch'io, ma avremmo dovuto aspettare un anno per rivederci. Avevo preso questa decisione da qualche giorno e avevo chiesto ad Happy di venire con me. Dopo quello che era successo contro Tartaros, mi ero reso conto che non ero ancora abbastanza forte, che se volevo battere Acnologia e Zeref, se volevo difendere la gilda, i miei amici e Lucy dovevo diventare più forte. In questo momento non ero abbastanza forte per proteggerli. Ci sarebbe voluto del tempo, un anno quasi, ma sarei tornato a casa, sarei tornato da lei.

Sospirai mentre camminavo per le strade di Magnolia e alzai lo sguardo al cielo. Volevo dirglielo, sul serio, inizialmente ero andato a casa sua sia per dirgli quello che provavo e per spiegarle che volevo partire e perché. Però non ce l’avevo fatta, mi era mancato il coraggio quando l’avevo vista così felice. Era una settimana che non si azzardava nemmeno a fare un sorriso vero. In più ero terrorizzato che mi avrebbe detto che non mi avrebbe aspettato, che se fossi partito l’avrei persa. Dovevo partire perché una volta tornato, anche se lei non avesse più voluto stare con me, sarei stato in grado di proteggerla e questo mi bastava, mi era bastato fino a quel momento. Questa volta sarebbe stato più difficile, perché sarei stato io a rovinare tutto dopo aver saputo che mi amava, ma non potevo permettere che soffrisse ancora come dopo la battaglia contro Tartaros.

Arrivai in pochi minuti a casa, dove Happy mi stava aspettando con un sorriso triste. “Com’è andata? Come l’ha presa”

Non risposi e iniziai a sistemare le cose in uno zaino.

“Natsu?” Happy cercò di catturare la mia attenzione sventolandomi le zampe davanti al viso. Lo misi a fuoco, ma continuai a fissarlo in silenzio. “Le hai detto che staremmo stati via un anno, vero?”

Distolsi lo sguardo e guardai fuori la finestra, verso la città. “No” fu la mia unica risposta.

Happy non rispose per qualche minuto e fui costretto a guardarlo per assicurarmi che non si fosse addormentato. Mi stava fissando con un’espressione strana e pensavo che mi volesse dire che avrei dovuto dirglielo, che non potevamo lasciarla così, che meritava di sapere… Invece mi abbracciò e basta.

Non disse nulla per diverso tempo. Fui il primo a parlare. “Le lascerò una lettera.”

Si girò a guardarmi e mi sorrise annuendo cercando di darmi un po’ di coraggio. “Vedrai che starà bene, la gilda la aiuterà a superare tutto, finché non torneremo”

Annuii e sorrisi “E’ per questo che so che posso andarmene. La gilda avrà il suo da fare per rimettere insieme i pezzi e questo la terrà occupata. Inoltre staranno tutti uniti, come sempre.”

Avevo già detto a Happy perché preferivo che lei non venisse con noi e lui era stato d’accordo. Non sapevamo esattamente quanto tempo saremmo stati via o dove saremmo andati. Non volevo che rischiasse la vita venendo con noi, perché ci sarebbero stati sicuramente dei pericoli. Egoisticamente, preferivo pensarla al sicuro nella gilda, al bar con Mira o a commentare un libro con Levy. Una cosa erano le missioni, dove potevo più o meno fare una stima dei pericoli e proteggerla, ma lì fuori, senza alcuna sicurezza, sarebbe potuta rimanere ferita.

Preparammo delle scorte di cibo e dei soldi da portare con noi. Non ci rimaneva tantissimo per quello che avevamo in mente, solo 13 milioni di Jewel, ma in qualche modo ce la saremmo cavata, ci saremmo inventati qualcosa.

Dopo aver preparato tutto, scrissi una lettera. Detestavo scrivere perché avevo una pessima calligrafia, ma preferivo scriverla io. Almeno questo glielo dovevo a Lucy. Scrissi su due fogli di carta, uno più grande e uno più piccolo. Sul primo le scrissi che saremmo andati via per un anno per allenarci e le chiesi di badare agli altri mentre eravamo via. Una cosa semplice, che avrebbe potuto mostrare agli altri senza problemi, se avesse voluto. Sul foglietto più piccolo invece scrissi solo una frase che era indirizzata solo a lei.

Quando finii di scrivere tutto, feci firmare anche a Happy il foglio più grande e misi tutto in una busta, sigillandola con un sigillo in ceralacca con la “N” impressa sopra.

Mi girai a guardare Happy e gli sorrisi. “Pronto?”

Il piccolo Exceed mi sorrise e alzò una zampa “Aye!”

Uscimmo di casa e andammo direttamente a casa di Lucy. Lasciammo la lettera sul tavolo e rimanemmo un po’ lì. Happy aveva le lacrime agli occhi e continuava a guardare freneticamente in giro per imprimersi ogni angolo nella memoria. Io mi limitai a ripercorrere con la memoria la notte precedente, fissando prima la cucina, dove avevamo fatto colazione quella mattina, il divano dove l’avevo aspettata in preda all’ansia di essere respinto e infine il letto dove avevamo passato la notte. Mi avvicinai a quest’ultimo e ci passai la mano sopra prima di girarmi verso Happy.

“Natsu…” Mi stava guardando con uno sguardo triste e una lacrima solcò il suo piccolo viso.

“Forza, Happy, andiamo! Un nuova avventura ci aspetta!” Iniziai a uscire di casa e mi passai una mano sul viso. Bagnato. Mi guardai la mano e mi accorsi che stavo piangendo. Feci un respiro profondo e cercai di riprendere un po’ di controllo. Non potevo permettermi di fare così, altrimenti anche Happy sarebbe crollato. Mi asciugai le lacrime e sorrisi al mio migliore amico.

Ci incamminammo verso la ferrovia. Avevamo infatti deciso che era il modo più veloce per allontanarci da Magnolia e se qualcuno avesse provato a seguirci, avrebbe dovuto aspettare il prossimo treno e per allora noi ci saremmo allontanati il più possibile.

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Capitolo 4
*** Nessuno ***


Un raggio di luce riuscì a colpirmi nonostante avessi cercato di chiudere le tende al meglio. Guardai per qualche secondo il sole che si intravedeva attraverso la fessura e poi mi rigirai nel letto. Non volevo alzarmi. Non potevo farlo. Se mi fossi alzata avrei dovuto affrontare la mia prima giornata da sola. Fairy Tail si era sciolta, lui ed Happy se ne erano andati e lo stesso valeva per molti miei compagni. Non volevo pensarci.

Se fossi rimasta a letto, sarebbe stato come se quello che era accaduto il giorno prima facesse solo parte di un incubo. Dopotutto sembrava troppo surreale per essere successo davvero. Fairy Tail, la gilda più forte di Fiore, la più divertente, la mia famiglia, non poteva essersi sciolta e non aver ricevuto nessuna obiezione. Ed era ancora più improbabile che lui se ne fosse andato, dopo quello che era successo. Non poteva essere vero.

Avevo sperato per tutta la notte che lui ed Happy entrassero dalla finestra dicendo che avevano voluto farmi uno scherzo. Uno scherzo di pessimo gusto, ma pur sempre uno scherzo.

Le lacrime ricominciarono a scendermi lungo le guance per atterrare sul cuscino già zuppo. No, non sarebbero venuti. Se ne erano andati. Mi avevano lasciato sola.

Sapevo che lui si stava comportando in modo strano il giorno precedente, avrei dovuto dire qualcosa. Forse se lo avessi scoperto, non sarebbe più partito. Forse avrebbe potuto fermare il Master. Forse in quel momento sarebbe stato al mio fianco.

Ricominciai a singhiozzare mentre pensavo a lui. Come aveva potuto farmi questo? Per un po’ gli avevo davvero creduto quando mi aveva detto che ero la persona più importante per lui, ma se fosse stato vero perché mi avrebbe dovuto lasciare con un maledetto biglietto?! Se mi amava davvero perché non portarmi con lui?! Perché non dirmelo in faccia che se ne voleva andare?!

Perché nonostante tutto continuavo ad amarlo?! Perché ero così stupida?!

Mi rannicchiai ancora di più sotto le coperte e scivolai piangendo nel mondo dei sogni.

 

Respiravo affannosamente ed ero ancora scossa dai brividi di piacere quando Natsu si lasciò scivolare al mio fianco, anche lui tremante e affannato. Girai la testa sul cuscino per osservarlo. Aveva gli occhi chiusi e il suo torace si alzava e abbassava velocemente. Avevamo fatto l’amore ed era stata la prima volta per entrambi. Era stato fantastico e al diavolo tutte le mie preoccupazioni di non essere adatta al matrimonio o che prima ci volesse un appuntamento e cose varie. Fare l’amore con Natsu mi aveva reso più felice, nonché più stanca, di quanto potessi immaginare.

Feci scorrere lo sguardo sul suo viso, mentre un sorriso adornava il mio. Aveva i capelli tutti scombinati, le guance arrossate e gli occhi ancora chiusi. Approfittai dell’occasione per far scendere lo sguardo sul suo corpo senza farmi notare. Ero ancora imbarazzata se ci pensavo con attenzione. Ero, nuda, nel letto con Natsu, nudo, dopo aver fatto l’amore. Sentii le guance infiammarsi, ma cercai di ignorarle. Natsu aveva come sempre il corpo tonico che già si intravedeva dalla maglietta aperta. Non osai far scendere lo sguardo oltre l’addome anche se sapevo che c’era il lenzuolo a coprirlo e, più importante, sapevo cosa ci fosse sotto le coperte.

Cercai di vincere l’imbarazzo e ripercorrere con la mente quello che avevamo fatto, mentre soprappensiero gli posai una mano sul petto e iniziai ad accarezzarlo con la punta delle dita.

Non mi accorsi che il suo respiro si era calmato, né che mi stava fissando, quindi quando si girò di lato, emisi un suono stridulo per la sorpresa e allontanai la mano da lui, mentre cercavo di coprirmi con il lenzuolo per abitudine.

Natsu cominciò a ridere e si sporse verso di me. «Luce, sei stata fantastica». Aveva una voce bassa e sensuale che mi fece tremare e arrossire. Borbottai qualcosa che somigliava a un “Anche tu” e tornai ad accarezzargli il petto. Natsu iniziò a giocare con una ciocca dei miei capelli rigirandosela tra le mani con aria pensosa.

«Ti amo, Natsu.» lo dissi osservando il suo viso. Volevo che sapesse che quello che era successo aveva avuto importanza per me e speravo davvero che ne avesse avuto anche per lui e che non si fosse solo lasciato prendere dal momento.

Natsu smise improvvisamente di rigirarsi i miei capelli tra le dita e dopo un istante un sorriso gli illuminò il volto. Si piegò su di me finché non vi erano solo pochi centimetri a separarci e mi guardò dritto negli occhi. «Anch’io ti amo, Luce.» E detto questo mi diede un bacio pieno di passione.

Dopo qualche minuto, le cose diventarono sempre più incandescenti, tanto da farci ritrovare seduti con me a cavalcioni sopra di lui. Iniziò a tracciare una scia di baci delicati lungo la mascella fino ad arrivare all’orecchio dove mi succhio il lobo per qualche secondo. Quelle semplici azioni mi fecero gemere dal piacere e iniziai ad accarezzargli la schiena. Quando si fermò stavo per protestare quando sentii la sua voce. «Luce, tu sei la persona più importante della mia vita. Ricordatelo sempre.».

Sorrisi felice e gli presi il viso tra le mani, allontanandolo abbastanza da poterlo guardare in faccia. «Anche tu, Natsu.» E detto questo ricominciai a baciarlo.

 

Tump tump tump.

Mi rigirai sul letto cercando di rimanere bloccata nel mondo dei sogni. Pessima idea visto che così fui colpita di nuovo dalla luce del sole e dovetti dire definitivamente addio al mio stato di semi incoscienza. Grugnii e cercai di chiudere forte gli occhi e coprirmi con il lenzuolo. Non pensare, Lucy. Se lo fai poi te ne pentirai. Non pensare, non pensare, non…

Tump tump tump

Ricominciarono a bussare alla porta e sbirciai da sotto le coperte. Poteva essere… no, avrebbe usato la finestra. Erza, Gray? No, sarebbero entrati senza bussare. Allora non era abbastanza importante da farmi alzare da quel letto. Tornai a rintanarmi nel mio bozzolo di coperte.

«Lu-chan? Sei in casa?»

Tump tump tump.

«Shrimp probabilmente non c’è»

«Non è possibile, ho anche chiesto alla padrona di casa e ha detto che non è uscita.» La voce di Levy sembrava triste. «Lu-chan, dai, apri la porta!».

Grugnii di nuovo cercando di ignorare il senso di colpa di lasciare Levy fuori la porta di casa mia.

Si sentirono dei passi che si affievolivano e pensai che finalmente ero sola. Potevo tornare a deprimermi. Fantastico.

Stavo per ricadere nel mondo dei sogni quando si sentirono delle chiavi e poi la porta aprirsi. Accidenti! Perché la proprietaria non si faceva i fatti suoi?! Mi rannicchiai ancora di più sotto le coperte, sperando di riuscire a passare inosservata.

«Lu-chan? Ci sei? L… Lu-chan?» La voce si fece più vicina, fino ad essere sopra di me.

«Shrimp, penso sia meglio che io aspetti fuori.» La voce di Gajeel parlò di nuovo e si sentì prima una porta chiudersi e poi dei passi attutiti allontanarsi.

«Lu-chan?»

Grugnii, ma non uscii dal mio rifugio.

«Lu-chan lo so che è difficile affrontare la fine di Fairy Tail, ma non puoi fare così.» Sentii uno spostamento sul letto e capii che si era seduta accanto a me. Continuai a non parlare e lei ricominciò. «Non dobbiamo abbatterci così, dobbiamo andare avanti.».

Sospirai e parlai con voce rotta. «Non è solo per Fairy Tail, Levy-chan.».

Per alcuni secondi non ricevetti risposta e sbirciai da sotto le coperte. Levy sembrava confusa. «Cosa è successo, Lu-chan?».

Feci un altro sospiro. Non potevo tornare indietro, tanto valeva dirglielo. «Si tratta di N… Natsu.» Lei sembrava ancora più confusa, ma non disse nulla aspettando che fossi io a parlare. Abbassai lo sguardo. «Lui ed io… la notte prima che il Master sciogliesse Fairy Tail… noi… siamo stati insieme.» Stavo per tirarmi di nuovo le coperte sulla testa, quando Levy mi prese per un polso. Alzai lo sguardo e sembrava ancora confusa, ma almeno stava sorridendo. «Lu-chan, è fantastico! Non lo pensi anche tu?».

Sorrisi malinconica e le lacrime ricominciarono a scendermi lungo le guance. A quel punto Levy iniziò ad andare nel panico e a cercare sulla scrivania dei fazzoletti. «Sì, è fan… fantastico…» riuscii a dire tra un singhiozzo e un altro. Poco dopo lei tornò con in mano dei fazzoletti per me, che iniziai subito ad usare, e un foglio di carta. La lettera di Happy e Natsu.

Sbattei le palpebre per cercare di far scomparire le lacrime e osservai la sua reazione che passò dal confusa per la scrittura, allo sconvolto, al furioso.

«Quel… quel… quell’idiota!» Urlò abbastanza forte da farmi tremare. «Come osa? Come può andarsene lasciandoti così? Proprio quando Fairy Tail si è sciolta!» Guardò furiosa la lettera per un ultima volta prima di riporla con poca delicatezza sulla scrivania. «Gajeel!».

Si sentirono dei passi affrettati e la porta sbattere contro il muro e il Dragon Slayer del ferro fece il suo ingresso. Lo guardai con la coda dell’occhio mentre esaminava la stanza in cerca di una minaccia. «Che succede? Dov’è il nemico?».

«Il nemico è quell’idiota dai capelli rosa!» Sia io che Gajeel fissammo sconcertati la dolce Levy che insultava poco garbatamente un suo compagno. Un’immagine più che rara. «Lo devi trovare. Lo devi picchiare.» Si avvicinò lentamente a Gajeel. «Lo devi trascinare qui su un treno. Lo devi picchiare di nuovo e poi…».

«No.».

Levy si fermò a metà frase e si girò a guardarmi. «Ma, Lu-chan, quel…».

«Non lo trovereste. Na… Natsu non vuole essere trovato. Non sapeva dello scioglimento della gilda e…».

«Questo non giustifica quello che ha fatto a te!».

Arrossii violentemente mentre Gajeel stava processando quello che intendeva Levy. Prima guardò Levy, poi si girò a guardare il letto e poi fissò lo sguardo su di me. Dopodiché iniziò ad “annusare” l’aria e mi venne una gran voglia di tornare sotto le coperte a morire di vergogna. Perché i Dragon Slayer dovevano avere un fiuto così particolare? Era capace di capire che cosa fosse successo in quella stanza?

Levy realizzò quasi all’istante di che cosa aveva combinato e si coprì la bocca con le mani, arrossendo violentemente e lanciandomi uno sguardo di scuse.

«Idiota.».

Io e Levy ci girammo a fissare Gajeel e io arrossii fino alla punta dei capelli perché ormai aveva capito. Non volevo nemmeno sapere che cosa avesse odorato o cosa avesse notato che gli aveva dato la conferma. Forse bastava la mia faccia imbarazzata.

«Posso trovarlo e riportarlo qui. Salamander ha fatto una cosa che nelle usanze dei draghi sarebbe da punire amaramente.» Gajeel aveva la voce fredda come il ghiaccio e parlando continuava a fissare me. «Posso fare ciò che mi ha chiesto Levy e lui si meriterebbe ogni pugno, però devi essere tu a darmi il via.».

Io lo fissai sconvolta. Gajeel che chiedeva il permesso a me di fare qualcosa? Il mondo si stava ribaltando? Però ci pensai. Lui poteva trovarlo, avevo lo stesso fiuto, gli stessi sensi sviluppati. Ma potevo davvero permettermi di bloccare Natsu? Chi ero io per farlo? La sua migliore amica con la quale aveva avuto l’avventura di una notte? Non era abbastanza. Lui stava facendo quel viaggio per poter diventare più forte, Natsu voleva sconfiggere Acnologia. Non ero nessuno per farlo tornare indietro.

Abbassai lo sguardo per fissarmi le mani e il mio viso si oscurò. «Non sono nessuno per dire a Natsu di tornare indietro. Ha fatto questa scelta per cercare di tener fede a una promessa che ha fatto. Se mi ha lasciato qui, vuol dire che per lui non ero abbastanza importante. Lo amo e non posso costringerlo a fare qualcosa che non desidera.» Alzai lo sguardo mentre le lacrime erano tornate a scendere silenziose sulle mie guance per fissare Gajeel.

Quest’ultimo, però, sembrava molto confuso. «Nessuno? Tu…» La confusione scomparve in pochi secondi, rimpiazzata da una furia ceca. «Quell’idiota!».

«Gajeel» Levy gli si avvicinò e poggiò una mano sul braccio, «Sappiamo che Natsu è un idiota, ma che cosa sai tu che noi non sappiamo?».

Gajeel cercò di calmarsi e poi guardò la lettera sulla scrivania. «Qualcosa che Salamander dirà una volta che sarà qui.».

«Gajeel, tu…» Levy stava per innervosirsi di nuovo quando il Dragon Slayer del ferro scosse la testa.

«Mi dispiace, ma non posso dire nulla. É una cosa di cui non ci è possibile parlare apertamente, solo Salamander può farlo.» Si girò a guardarmi e lessi ancora un misto di rabbia e tristezza nei suoi occhi. «Per il momento non posso fare o dire nulla»

«GAJEEL!».

Lui sospirò e si rivolse alla furiosa Levy. «Shrimp, i draghi e i Dragon Slayer hanno fatto un giuramento, siamo impossibilitati di parlare di alcune cose e questa…» disse guardando me «… è una di queste cose.».

 

 

Nota: Mi dispiace se non sono riuscita a rendere perfettamente la scena Nalu, ma arrossivo e mi imbarazzavo da sola mentre provavo a scriverla, quindi spero che apprezziate lo sforzo.

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Capitolo 5
*** Crocus - Lucy ***


«Si informano i gentili passeggeri che tra poco il treno arriverà alla stazione di Crocus» disse una voce metallica che risuonò su tutto il treno.

Alzai gli occhi dal libro tra le mie mani e stavo per parlare quando mi resi conto che non c’era nessuno sul sedile di fronte a me. Niente Natsu. Niente Happy. Solo io.

Sospirai. «Ah, giusto. Sono sola.».

Riposi il libro nella mia borsa, mi sistemai il vestito e guardai fuori dal finestrino aspettando che il treno si fermasse. Era passata una settimana da quando la gilda si era sciolta e da quando Natsu ed Happy se ne erano andati. Ero stata malissimo. Avevo pianto. Ora però non avevo più lacrime per piangere. Le avevo usate tutte.

Il treno si fermò lentamente e io aspettai un paio di minuti per far scemare la folla e la confusione in modo da poter scendere dal vagone senza rischiare di essere buttata per aria. Una volta arrivata, chiesi informazioni e iniziai a camminare per le strade affollate della capitale.

Quando mi ero più o meno ripresa dallo shock, avevo iniziato a realizzare che dovevo trovare un lavoro, altrimenti non avrei potuto pagare l’affitto. In più era più semplice concentrarsi su questo, piuttosto che continuare a piangere. Avevo così deciso di contattare il Weekly Sorcerer Magazine, per sapere se erano disponibili ad accettarmi per un lavoro. Jason, il giornalista che veniva spesso a Fairy Tail per farci delle interviste, era stato più che contento di accettare la mia offerta e mi aveva chiesto di incontrarci a Crocus, in modo da poterne parlare faccia a faccia.

Non mi aveva ancora spiegato bene in che cosa consistesse il lavoro, però non ci volevo pensare troppo. Ero già abbastanza fortunata ad essere stata accettata al Weekly Sorcerer Magazine. Le domande gliele avrei fatte quando ci saremmo visti. Ecco cosa avevo pensato.

Camminai per circa 15 minuti per le strade di Crocus finché non intravidi l’insegna: “Golden Garden”. Era quasi al centro della città e Jason mi aveva dato appuntamento lì. Guardai l’orologio e vidi che ero in perfetto orario. Certo, senza i problemi per i mezzi di trasporto di Natsu, si perde meno tempo. Scossi la testa e cercai di cancellare quel pensiero mentre una fitta mi colpiva per l’ennesima volta. Non dovevo pensare a lui. Non dovevo pensare a quella notte.

Il “Golden Garden” era un ristorante molto elegante. Era un locale circolare, composto principalmente da due cerchi concentrici. Nel più esterno vi erano tavoli e dei divanetti e tutto era dominato da due colori: oro e bianco. Nella parte interna invece c’era quello che dava il nome al locale: un giardino. Il giardino era ricco di fiori colorati e al centro vi era un albero alto quanto l’edificio stesso. La luce che filtrava dalle foglie le rendeva di un colore dorato. Che fosse un’illusione ottica o magia, questo non saprei dirlo.

Addentrandomi nel locale venni accolta da un cameriere che mi scortò subito nel giardino. Lì vidi Jason seduto a un tavolo. Non appena mi notò iniziò a sbracciarsi e a urlare «Lucy! Cool!».

Congedai con un sorriso il cameriere e raggiunsi il reporter. «Jason, sono felice che tu abbia accettato di parlarmi».

Dopo aver parlato per un po’ del più e del meno, il giornalista si schiarì la gola e si sistemò meglio sulla sua sedia. «Quando ho sentito che Fairy Tail si era sciolta, sono rimasto sconvolto. Non mi sarei mai immaginato una cosa del genere.».

Le mie mani si fermarono a mezz’aria con un bicchiere d’acqua in mano. Sapevo che avremmo parlato anche di questo, quindi avrei dovuto essere preparata. Sospirai e cercai di sorridere prima di bere. «Nessuno di noi se lo sarebbe mai aspettato. La decisione del Master ci ha sorpreso tutti.».

Jason sembrava essere piuttosto serio (abbastanza insolito per lui) e sospirò annuendo. «Sono molto dispiaciuto dell’accaduto, sono un grande fan della vostra gilda…» alzò lo sguardo e mi sorrise «Quindi quando mi hai contattato ho pensato “Cool! Lucy di Fairy Tail vuole venire a lavorare con noi!” e non ho potuto rifiutare!».

«Vorrei ringraziarti, Jason, perché ho davvero bisogno di questo lavoro adesso e… Posso farti una domanda?» Lo guardai e mi sporsi leggermente sulla sedia. «Non mi hai ancora detto che lavoro sarebbe, quindi che cosa devo fare?».

Jason per tutta risposta mi sorrise e mi mostrò un foglio di carta.

Esitai solo un secondo prima di prenderlo e mentre lo leggevo lui riprese a parlare. «Visto che sei una delle maghe più belle di Fairy Tail, il lavoro che ti vorremmo offrire è come modella di intimo».

Sbattei le palpebre un paio di volte prima di alzare lo sguardo sul suo viso sorridente. Quando il mio cervello finì di elaborare le sue parole, il mio viso si colorì di rosso. «Eeeeh?!»

 

Sospirai e strinsi la borsa che avevo con me ancora rossa per l’imbarazzo. La conversazione con Jason era andata avanti per parecchio tempo e, visto che era così contento, avevo accettato di lavorare come modella. Dopotutto mi piaceva stare al centro dell’attenzione, però così era imbarazzante. Ma quel che è fatto è fatto. Più avanti avrei potuto chiedergli di trovarmi un lavoro come reporter, perché era quello che avevo sperato dal primo momento in cui l’avevo chiamato.

Continuai a camminare finché non raggiunsi la stazione. Comprai un biglietto per il prossimo treno per Magnolia e mi sedetti ad aspettare.

Nel giro di un paio di giorni mi sarei trasferita a Crocus, in modo da essere più vicina al mio posto di lavoro. Jason aveva già trovato un’appartamento carino, non lontano dal centro e con un buon prezzo dove potevo alloggiare. Mi guardai la mano destra e sospirai di nuovo. Dovevo lasciare Magnolia e la casa con tanti ricordi se volevo andare avanti. Non potevo fermarmi ad aspettarli, perché non c’era alcuna certezza che sarebbero tornati, almeno non da soli. Per questo volevo diventare una reporter in modo da poter trovare notizie su ognuno di loro e magari riuscire a rivederli. Magari sarei riuscita a rivedere… No, Lucy, non pensarci nemmeno. Lo sai che fa male solo pensare a lui.

Alzai lo sguardo al cielo e decisi che avrei cercato di dare il massimo ogni giorno. Che fosse stato per riunire Fairy Tail o per andare avanti con la mia vita, dovevo dare sempre il massimo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo di Milly

Hellooooo! Lo so, lo so, è passato un sacco dall’ultimo aggiornamento. Sfortunatamente la mia ispirazione è volata fuori dalla finestra e ha deciso di farsi una vacanza alle Bahamas senza di me. Sono stata bloccata per gli ultimi mesi sul quinto capitolo e avevo già pronto il sesto. Solo ora ho deciso finalmente di lasciar perdere l’idea iniziale e di proseguire, dato che non era nulla di fondamentale importanza per la storia. Se lo riterrò opportuno, lo aggiungerò più avanti ^-^ Have a nice day everyone!

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