When you are here with me

di _Yozora_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 Risveglio ***
Capitolo 2: *** Cap.2: Pensieri ***
Capitolo 3: *** Cap. 3: Ritorno ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 : Cambiamenti ***
Capitolo 5: *** Cap. 5: L’hollow ***
Capitolo 6: *** Cap. 6: Combattimento ***
Capitolo 7: *** Cap. 7: Stravolgimenti ***
Capitolo 8: *** Cap. 8: Tempo ***
Capitolo 9: *** Cap. 9: Verità ***
Capitolo 10: *** Cap. 10: Voce ***
Capitolo 11: *** Cap. 11: Blocco ***
Capitolo 12: *** Cap.12: Di nuovo ***
Capitolo 13: *** Cap.13 : Sentimenti ***
Capitolo 14: *** Cap.14 : Barriere crollate ***
Capitolo 15: *** Cap. 15 : Profonda Amicizia ***
Capitolo 16: *** Cap. 16 : Sfogo ***
Capitolo 17: *** Cap. 17 : Incontro ***
Capitolo 18: *** Cap. 18 : Scoperta ***
Capitolo 19: *** Cap. 19 : Fragile ***
Capitolo 20: *** Cap. 20 : Sogno ***
Capitolo 21: *** Cap. 21 : Calma prima della tempesta ***
Capitolo 22: *** Cap. 22 : Febbre ***
Capitolo 23: *** Cap 23 : Il cuore di Renji ***
Capitolo 24: *** Cap. 24: Sommerso nell'oscurità ***
Capitolo 25: *** Cap. 25: Zanghetsu ***
Capitolo 26: *** Cap. 26: Tornare sui propri passi ***
Capitolo 27: *** Cap. 27: Di nuovo insieme ***
Capitolo 28: *** Cap. 28: Ritrovarsi ***
Capitolo 29: *** Cap. 29: Speranza ***
Capitolo 30: *** Cap. 30: Calma piatta ***
Capitolo 31: *** Cap. 31 : Richiamo ***
Capitolo 32: *** Cap. 32: Criminali ***
Capitolo 33: *** Cap. 33: Decisioni ***



Capitolo 1
*** Cap.1 Risveglio ***


 
Ichigo quando si svegliò si ritrovò accanto 4 figure che conosceva fin troppo bene.
- Kurosaki-kun? – fece una di quelle. Ichigo si sedette – Yo…Inoue – disse con un sorriso appena accennato
- stai bene? – chiese la ragazza al suo fianco.
Il ragazzo attese qualche secondo prima di rispondere – sì…sto bene – disse, poi si guardò in torno – dove mi trovo? – chiese.
- a casa mia – rispose un'altra voce familiare. Ichigo non avrebbe dimenticato quella voce per niente al mondo.
- Rukia…- sussurrò. La ragazza lo guardò e sorrise appena – ehy dormiglione….ci hai fatto preoccupare in questi 10 giorni sai? –
- 10 giorni….- sussurrò. All’improvviso gli tornò a mente cosa fosse successo e, istintivamente, si portò una mano al petto.
- ci sono ancora – disse Rukia seria.
Ichigo la guardò sorpreso – lo sapevi…- e la ragazza annuì – lo sappiamo tutti…ce l’ha detto Urahara – Il ragazzo abbassò lo sguardo – capisco…-
- Kurusaki- kun….- cominciò Inoue ma lui la interruppe – tranquilla…l’importante è che voi stiate bene – disse
- L’importante è che noi stiamo bene?? Ma che cavolo dici?? STAI PERDENDO I TUOI POTERI TE NE RENDI CONTO?? – sbottò un ragazzo in piedi che fino a quel momento era rimasto in silenzio. Ichigo lo guardò sorpreso, non si aspettava quella reazione…non da lui.
- Ishida…- disse Chad anche lui rimasto in silenzio fino a quel momento. Il ragazzo che aveva parlato prima diede le spalle a tutti imbarazzato. Ichigo sorrise di nuovo – lo so benissimo….è stata una mia scelta, conoscevo le conseguenze e non me ne pento…ma per adesso ci sono ed è inutile pensarci…in fin dei conti non so nemmeno io quando li perderò del tutto perciò…-
Rukia lo guardava in silenzio, osservandolo. Era l’Ichigo di sempre, il suo aspetto, il suo preoccuparsi sempre per gli altri ma non permettere agli altri di preoccuparsi per lui, non era cambiato affatto…apparte il suo sguardo. Il suo sguardo era più adulto, più consapevole…come se, a soli 16 anni, avesse visto quanto un uomo adulto, il suo sguardo era, in tutto e per tutto, molto simile a quello di uno shinigami vero e proprio. Anche se, in effetti, Ichigo era quasi da considerarsi tale dal momento che il padre lo era per natura. Mentre pensava a tutto questo vide l’oggetto dei suoi pensieri alzarsi, andare verso la finestra e fissare il cielo immerso nei suoi pensieri. Gli altri tre uscirono borbottando qualcosa come che sarebbero andati a prendere un po’ d’aria.
Rukia si alzò a sua volta e si avvicinò al ragazzo dai capelli arancioni e anche lei prese a fissare il cielo
- grazie…- sussurrò il ragazzo accanto a lei. La ragazza lo guardò – per cosa? –
- per avermi portato qui…- rispose lui. Rukia sorrise – ah…non è stato niente…anche se nii-sama non era molto contento – ammise. Ichigo rise appena – si, lo immagino – disse, poi tra i due cadde il silenzio.
- Ichigo…- fece Rukia tornando a guardare il cielo.
- sì? – fece lui senza guardarla.
- sicuro di stare bene? Insomma…ci hai fatto prendere un colpo quando sei svenuto –
Ichigo sospirò – sono sicuro…non sono ancora completamente in forma….ma credo che non sarò più come una volta no? – Rukia lo guardò, sapeva cosa voleva dire – con o senza poteri rimani comunque l’ Ichigo forte e coraggioso che voleva proteggere la sua famiglia a tutti i costi la prima volta che ci siamo incontrati…e resterai sempre quello che vuole proteggere i suoi amici anche a costo della sua vita – disse lei sicura.
Ichigo non osava guardarla, non sarebbe riuscito a parlare se lo avesse fatto, lo sapeva, come sapeva che, se gli altri non se ne fossero andati, lui non avrebbe esternato i suoi pensieri.
- ma comunque sarò più debole…e quando non avrò più nemmeno un briciolo di potere non potrò più farlo -
Rukia non rispose, sapeva che Ichigo era tormentato…che quei pensieri lo impaurivano anche se non dava a vederlo, avrebbe voluto confortarlo, avrebbe voluto dirgli “ andrà tutto bene “ ma sapeva che lo avrebbe solo illuso. Si limitò a rimanere al suo fianco in segno di sostegno come aveva sempre fatto e Ichigo,mentalmente, la ringraziò perché quel gesto da parte di lei valeva più di mille parole.
 

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Capitolo 2
*** Cap.2: Pensieri ***


Qualche giorno dopo il suo risveglio Ichigo si ritrovava a girovagare per il Seireitei da solo. Rukia era a sbrigare delle faccende per la sua brigata, Ishida, Chad e Inoue erano tornati nel mondo dei vivi poco dopo il suo risveglio, mentre a lui era stato consigliato di rimanere lì finchè non si fosse ripreso del tutto. Al ragazzo venne in mente che c’era una persona che non aveva ancora visto e, se la conosceva abbastanza, sapeva anche dove trovarla. Così si diresse verso il campo d’allenamento e lo trovò.
Renji non si accorse subito di lui impegnato com’era ad allenarsi con la sua Zabimaru.
- Sempre a cercare di migliorare eh? – disse il ragazzo dai capelli arancioni avvicinandosi, l’altro si voltò di scatto – Ehy Ichigo….non ti avevo sentito arrivare -. Ichigo sorrise appena – beh…immagino che sia più difficile adesso che non sprizzo reiatsu da tutti i pori – disse. Renji abbassò per un momento lo sguardo poi l’osservo. Notò subito che non aveva con sé Zangetsu ma non disse niente al proposito – allora…finalmente ti sei deciso ad uscire eh? – disse strappando una risata al ragazzo di fronte a lui – già…non ne potevo più di stare a letto – disse per poi sedersi sull’erba. Renji lo imitò – come ti senti? – chiese sinceramente interessato. Ichigo sospirò, aveva perso il conto di quante volte glielo avevano chiesto in quel breve periodo e continuava a chiedersi quante altre volte ancora avrebbe dovuto sentirlo, ma in fondo era la prima volta che Renji lo vedeva da quando si era svegliato perciò era più che naturale che volesse saperlo.
- meglio, grazie…mi sto riprendendo abbastanza in fretta – rispose guardando il cielo. – bene…sono contento di sentirlo – disse il rosso. Rimasero in silenzio ognuno perso in chissà quali complicati pensieri. Dopo un po’ di tempo sentirono una presenza familiare, non che Ichigo percepisse la reiatsu, non era mai stato in grado di farlo almeno che la persona in questione non stesse combattendo, semplicemente sapeva chi era.
Renji si voltò a guardare la nuova arrivata e le sorrise allegro – buongiorno Rukia! – La ragazza gli sorrise di rimando – ciao Renji…ciao Ichigo -. Ichigo non staccò gli occhi dal cielo – Yo…- si limitò a rispondere.
Rukia si sedette all’altro lato di Ichigo e lo guardò cercando di notare un qualche cambiamento. Niente…la sua espressione ed il suo sguardo erano sempre gli stessi, sembrava sempre distratto e immerso nei suoi pensieri dei quali non parlava nemmeno con lei. Non che avessero avuto molte occasioni di parlare ultimamente. Era strano vederlo così pensieroso, quasi depresso. Rivolse lo sguardo a Renji che scosse la testa capendo, poi entrambi guardarono il cielo a loro volta.
Ichigo pensava e si chiedeva quando avrebbe definitivamente perso i suoi poteri, a pensarci seriamente la cosa lo impauriva. Era vero aveva preso la sua decisione da solo, non che avesse avuto molta scelta, e conosceva benissimo le conseguenze che sarebbe successe se avesse utilizzato il getsuga tensho finale, ed era vero che non era pentito della decisione presa. Era servito per proteggere tutti, la sua famiglia, i suoi amici ( umani e non )…era servito per proteggere lei. Guardò la ragazza seduta al suo fianco per un breve istante e vederla viva accanto a lui gli dava la conferma di aver fatto bene, ma quando avrebbe perso i suoi poteri non sarebbe più stato in grado di proteggerla, di starle accanto, si sarebbero dovuti dire addio, quel pensiero lo uccideva. Scosse la testa come a volerlo cacciare. Rukia nel frattempo pensava a come avrebbe reagito lei una volta che Ichigo avesse perso i suoi poteri. Sapeva, che una volta successo, lui sarebbe di nuovo stato classificato come semplice umano e non più come sostituto shinigami. Si sarebbero dovuti separare quella era una certezza che lei stava cercando di evitare. In fin dei conti sarebbero potuti passare anni prima che quello potesse accadere. Non voleva pensarci in quel momento. Entrambi si chiedevano perché si stessero preoccupando tanto del fatto che non si sarebbero più visti una volta che Ichigo avesse perso i poteri ed entrambi avevano una vocina nella loro testa che dava loro la risposta ma che non volevano ascoltare.

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Ringraziamenti:
Ringrazio veramente di cuore jeanny991 per aver recensito il primo capitolo...questa non è la prima FF che scrivo ma è la prima che pubblico ( le altre sono in un remoto spazio del pc e piano piano pubblicherò anche quelle XD ) comunque sì il fatto di Ichigo che sta per perdere i poteri è uno spunto che ho preso dalla storia originale e non sarà l'unico...mi fa piacere sapere che in qualche modo sono riuscita a sollevare il tuo interesse e anche io sono una fan della coppia ^^ Spero che il secondo capitolo di soddisfi altrettanto...Grazie ancora ^^
_Yozora_

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Capitolo 3
*** Cap. 3: Ritorno ***


Passarono ancora un paio di giorni poi ad Ichigo fu dato il permesso di tornare a casa, nel suo mondo. Quella mattina aveva cercato Rukia ovunque senza trovarla,alla fine era andato da Ukitake per chiedere informazioni e lui gli aveva risposto che era molto impegnata e anche lui non l’aveva più vista dalla mattina che era andata a fargli rapporto.
Ichigo sospirò, ormai era arrivata l’ora di partire, non poteva più rimandare e non era ancora riuscito a trovarla. Prese un gran respiro e il profumo di quella casa….il profumo di lei….  gli entrò fin nelle ossa, si mise Zangetsu sulla schiena, al suo posto, ed uscì dirigendosi verso la porta che lo avrebbe ricondotto a casa.
Quando arrivò davanti al portale rimase sbalordito. C’era più gente di quanta se ne aspettasse. Renji,Ikkaku,Yumichika,Hanatarou,Ukitake,Kyoraku,Rangiku, perfino Toshirou, Yachiru e Zaraki
( beh…ovviamente il capitano dell’11° brigata non lo avrebbe lasciato andar via senza un degno saluto ), ma di lei nemmeno l’ombra. Scambiò uno sguardo con Renji che si strinse nelle spalle e scosse impercettibilmente la testa. Sospirò…quante volte lo aveva fatto quel giorno? Aveva perso il conto. Si avvicinò al portale e gli diede le spalle per salutare, ovviamente il primo che gli si avvicinò fu proprio Renji.
- stammi bene Ichigo…e miraccomando….non sforzarti troppo – disse lui guardandolo serio. Ichigo sorrise – da quando ti preoccupi così tanto per me? -  chiese ironico. – dico sul serio – rispose il rosso. Il ragazzo lo guardò sempre sorridendo – lo so…grazie…e ti prometto che farò solo lo stretto necessario…anche tu stammi bene – Renji annuì poi tornò in fila con gli altri. Era arrivato il momento. Ichigo sospirò per l’ennesima volta attese altri due minuti poi voltò le spalle agli altri e si diresse verso il portale. Fece meno di due passi che si sentì chiamare
 - ICHIGOOOOOOOOOOOOO – Il ragazzo si voltò e vide una Rukia tutta trafelata che gli si fermava accanto con il fiatone a causa della corsa. – Rukia si può sapere dove cavolo ti sei cacciata per tutto sto tempo?? È da stamattina che ti cerco…non dirmi che te ne eri dimenticata-
Rukia alzò lo sguardo su di lui e si mise le mani sui fianchi offesa – stolto…sono stata finora dal capitano comandante per chiedergli di poter tornare nel mondo dei vivi con te per farti da suppurto…viste le tue condizione – ribattè.
Ichigo avrebbe voluto risponderle per le rime, come sempre, ma fu sorpreso da quel gesto che non seppe cosa dire e sul volto della ragazza si dipinse un espressione vittoriosa. Il ragazzo guardò davanti a sé, altezzoso – allora andiamo…- disse. Rukia annuì e sorrise, almeno sembrava che avesse smesso di essere depresso. Salutarono tutti e entrarono nel portale.
 
 
Un Senkaimon si aprì davanti alla clinica Kurosaki e ne uscirono un ragazzo e una ragazza. Lei capelli corvini che le arrivavano alle spalle con un ciuffo ribelle sugli occhi, lui capelli arancioni ed un enorme katana in spalla. Entrambi portavano un kimono nero che li distingueva come shinigami.
Ichigo Kurosaki sospirò davanti alla porta di casa. Rukia Kuchiki lo guardò – sapevi che questo giorno sarebbe arrivato…dovrai affrontarli – Ichigo abbassò lo sguardo su di lei – sì…beh in realtà stavolta non è il vecchio a preoccuparmi….spero solo che Karin non faccia troppe domande –
- scommetto che se le parlerai con calma capirà – rispose lei. Il ragazzo annuì ed entrambi passarono dalla finestra per entrare in camera di lui e riprendersi i loro corpi umani, o meglio per Ichigo si trattava del suo vero corpo, per Rukia era un gigai…un corpo artificiale. Senza più dire una parola scesero di sotto dove trovarono il resto della famiglia. Isshin Kurosaki si limitò a salutare suo figlio come sempre, cioè provò a tirargli un calcio in pieno viso che il ragazzo evitò facilmente – sempre pronto eh? Bene figliolo bene…- Ichigo gli scoccò un occhiataccia poi si sentì abbracciare. Guardò in basso e vide Yuzu – siete tornati….benarrivati Onii-chan…Rukia-chan – disse per poi abbracciare anche lei – Lui sorrise poi incrociò lo sguardo con quello della l’altra sorella che si avvicinò lentamente a lui e si limitò a dire – bentornato a casa Ichi-nii –
Ichigo rimase in silenzio per qualche minuto ad osservarla poi, accorgendosi che non avrebbe detto altro, sorrise – grazie…-
 
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Ringraziamenti:
Ancora una volta ringrazio jeanny991 sono contenta che ti sia piaciuto anche il secondo capitolo =) perciò eccoti il terzo spero che ti piaccia altrettanto piano piano le cose si faranno più interessanti ^^ per quanto riguarda le altre storia ne ho già postate due se ti interessa...grazie ancora per il tuo sostegno e buone feste anche a te!
_ Yozora_

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Capitolo 4
*** Cap. 4 : Cambiamenti ***


- IIIIIIIIII….CHIIIIIIIIII….GOOOOOOOO – Keigo si prese la miliardesima gomitata in faccia da parte del ragazzo al quale era andato in contro. – Ohaio Ichigo! – disse Mizuiro in piedi accanto al ragazzo che era finito per terra. – Oss…- rispose lui. Entrò in classe e…- Buongiorno Kurosaki-kun – lo salutò Inoue. Lui si avvicinò a lei e al resto del gruppo, Rukia era già in loro compagnia dal momento che quella mattina era uscita di casa prima di lui - Yo – salutò.
Ecco…quella era una tipica mattina di scuola nella vita di Ichigo Kurosaki, 16 anni. Posò la cartella e rimase a parlare con gli altri mentre aspettavano l’arrivo della prof. Sembrava non fosse cambiato affatto durante le vacanze, sembrava essere sempre il ragazzo serio e dall’espressione corrucciata , il ragazzo dal carattere forte e coraggioso che non permetteva a niente e nessuno di scalfirlo, ma ad uno sguardo più esperto la differenza nel ragazzo era enorme. Il suo sguardo era diverso, persino la sua espressione sembrava più stanca del solito. Questi piccoli dettagli, che gli altri compagni di classe non notavano, di certo non sfuggivano ai 4 ragazzi che aveva di fronte e che avevano passato con lui più tempo degli altri imparando a conoscerlo, a conoscersi a vicenda meglio di quanto non conoscessero loro stessi. Persino Ichigo vedeva il cambiamento in loro. Perché tutti durante quell’ultima battaglia erano cambiati, erano cresciuti. Succede quando sei ad un passo dalla morte o dal vedere un amico morire. Quando l’istinto ha la migliore sulla ragione e finisci per agire senza pensare a niente, neanche alle conseguenze, quando perdi il controllo di te stesso e lasci che la tua parte malvagia abbia il sopravvento per qualche minuto e ti accorgi di aver ferito un amico, quando lasci che un nemico ti possa ingannare mostrandoti le tue speranze e le tue paure. Tutto quello che avevano passato li aveva cambiati radicalmente, ma non si erano mai sentiti soli, perché sapevano che, nonostante le apparenze, qualsiasi cosa fosse successa potevano contare su chi avevano accanto. E questo li rincuorava ogni volta. Sia durante una battaglia che durante gli avvenimenti della vita quotidiana. Un altro anno scolastico era iniziato.
Poco dopo l’arrivo della prof in classe, sia il cellulare di Rukia che il distintivo di Ichigo cominciarono a suonare per avvertire della presenza di un hollow. Sia loro due che Chad, Ishida e Inuoe si alzarono di scatto e uscirono dalla classe dicendo di dover scappare in bagno, sotto lo sguardo sempre sorpreso degli altri compagni. Una volta a distanza di sicurezza Ichigo si portò il distintivo al petto e prese la sua forma di shinigami. Chiuse gli occhi e prese un respiro. Tutto normale – bene… andiamo - disse e aprendo gli occhi incrociò lo sguardo di Rukia, anche lei era tornata ad essere una shinigami. Poi partirono. Non dovettero andare troppo lontano per trovarlo. Ichigo e Rukia sfoderarono le loro zampakuto, Ishida si armò di arco e frecce Quincy,Inoue era in attesa e Chad aveva già trasformato il braccio destro. Bastò un colpo ben mirato di Zangetsu per abbattere l’ hollow, eppure Ichigo non era tranquillo. Infatti in poco tempo arrivarono altri hollow a centinaia e così tutti quanti dovettero combattere. Più ne facevano fuori più ne arrivavano, si ritrovarono tutti quanti spalla contro spalla.
- di questo passo non finiremo mai – disse Rukia                    
- ma non possiamo nemmeno lasciare le cose come stanno – le fece notare Ishida.
Ichigo sospirò – non ho scelta…- sussurrò e si mise in posizione. Rukia si voltò verso di lui – Ichigo NO! – troppo tardi… - BAN…KAI – urlò lui e avvenne la trasformazione. Ichigo si sentì mancare per un secondo ma riuscì a rimanere in piedi “ dannazione “ pensò
- Ichigo…- stavolta era Chad a chiamarlo – tranquillo…sto bene…- sussurrò lui per risposta e il ragazzo si convinse a lasciarlo fare. Rukia lo osservava con apprensione. Era vero che tutti loro si conoscevano molto bene, ma quelli a conoscersi meglio di tutti erano proprio lei e il ragazzo che stava ingaggiando battaglia da solo, per questo solo lei notò la sottile punta di insicurezza che c’era nella voce di lui. Il ragazzo dai capelli arancioni la guardò e lei capì che non avrebbe dovuto fare niente che facesse preoccupare gli altri – non cambi mai…- sussurrò in modo che nessuno potesse sentirla.
Così il ragazzo partì all’attacco e con un getsuga tensho li fece fuori in un colpo. Dopo la situazione si calmò. Il ragazzo barcollò e finì in ginocchio puntando Zangetsu, che nel frattempo era tornata al suo solito aspetto, nel terreno. Una risata…una risata fin troppo conosciuta…e anche molto più chiara delle altre volte, lo fece raggelare.
 

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Angolo Autrice: Mi scuso per il ritardo immenso a postare questo capitolo ma ho avuto dei problemi con il pc e non ho potuto fare altrimenti...comunque adesso SONO TORNATA! ^^. Ringrazio ancora una volta chi ha recensito e spero vivamete che continui a farlo e ringrazio anche chi ha seguito senza recensire. Al prossimo capitolo ^^
 _Yozora_

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Capitolo 5
*** Cap. 5: L’hollow ***


Ichigo si alzò ancora prima che gli altri potessero raggiungerlo e si voltò di scatto. Con una mano stringeva l’elsa di Zangetsu. Cercava con gli occhi, ma a parte i 4 ragazzi che lo guardavano confusi e incuriositi, non vide nessuno. La risata si fece risentire – hai paura di me, Re? – chiese la voce e il ragazzo rimase paralizzato. Conosceva troppo bene anche quella voce e c’era solo una persona, se così poteva essere definita, che lo chiamava in quel modo. Si portò una mano sul volto capendo.
- Kurosaki…- fece un Ishida al quanto preoccupato avvicinandosi lentamente.
- ANDATEVENE! – urlò Ichigo guardandoli – andate via da qui….SUBITO! – ma i 4 non si mossero. Il ragazzo non fece in tempo ad avvertirli che un dolore lancinante gli colpì le tempie e urlò. Poi quella figura comparve davanti ai loro occhi. Così come a volte faceva Zangetsu, anche quel personaggio così simile a Ichigo ma raggelante riuscì a materializzarsi, senza dover prendere il controllo del corpo del suo padrone. Rukia,Ishida,Inoue e Chad lo guardavano increduli.
Ichigo riprese fiato e si alzò di nuovo, poi puntò lo sguardo in quello di chi gli stava davanti. Era come guardarsi allo specchio, con la piccola differenza che il sè stesso che aveva davanti era completamente bianco e aveva degli occhi inquietanti con il contorno nero.
 - è da un po’ che non ci vediamo vero, Re? – chiese lui con un sogghigno.
Ichigo strinse ancora di più la spada – tu…che ci fai qui? – chiese quasi ringhiando.
 L’altro sorrise visibilmente divertito. Entrambi non si staccavano gli occhi di dosso.
- come, non lo vedi? Sto prendendo un po’ d’aria – disse sbeffeggiandolo.
Ichigo gli puntò Zangetsu contro – sai bene a cosa mi riferisco…credevo di aver fatto in modo che tu te ne rimanessi buono per un bel po’ dopo l’ultimo scontro –.
La figura di fronte a lui lo guardò falsamente contrariata – diversamente da te io mi riprendo molto più in fretta…in fin dei conti sono un hollow, dovresti saperlo – si interruppe un momento avvicinandosi allo shinigami – e poi,sai…più tu sei debole più io mi avvicino a te e sono possibilitato a divorarti – gli sussurrò in un orecchio.
Ichigo sgranò gli occhi e si allontanò velocemente da lui. Si guardò il fianco, allora non era stata solo un impressione lo aveva ferito davvero. Bastò uno sguardo per accorgersi che aveva la katana in mano. Esattamente identica a Zangetsu a differenza del fatto che i colori della lama erano invertiti.
Merda! È veloce…non mi sono neanche accorto che aveva con se la zampakuto…e si che non passa di certo inosservata…pensò il ragazzo.
- ICHIGO ATTENTO – gli urlò Rukia ma il ragazzo non fece a tempo a muovere un muscolo che l’altro gli aveva già messo la katana intorno alla gola
- che ti succede,Ichigo?…sembri essere un po’ scarso – lo prese in giro l’hollow.
Ichigo lo colpì nello stesso punto in cui era stato colpito lui costringendolo ad allontanarsi di qualche passo, così potè mettersi a distanza di sicurezza.
-Kuro…saki…kun – sussurrò flebilmente Inoue.
Ichigo si voltò verso di lei. Era spaventata e sbalordita allo stesso tempo…lei era l’unica a non sapere del suo hollow interiore. Avevano deciso di non dirgli niente per via del suo carattere fin troppo apprensivo.
Il ragazzo abbassò lo sguardo tristemente – perdonami…non avresti mai dovuto saperlo - sussurrò. Fu un attimo, Ichigo non se ne accorse nemmeno, che l’altro sè stesso era già davanti ad Inoue e gli teneva il mento con due dita. -
uhuh…guarda un po’ cosa abbiamo qui…peccato che Ichigo preferisca un altro genere di donna – disse ironico ed incrociò lo sguardo di Rukia che lo fissava.
Lasciò andare la ragazza che barcollò ma venne sorretta da Ishida e si avvicinò all’altra. Allungò un braccio e con le dita sfiorò il viso di lei che rabbrividì, poi dovette alzare in fretta la spada per parare il colpo che stava per arrivargli.
 Ichigo lo guardava gelido – non ti azzardare a toccarla – disse tra i denti. Lui sorrise – a quanto pare ho fatto centro – disse soddisfatto.
L’altro continuava a fissarlo – non ho idea di cosa tu stia parlando ma se ti azzardi di nuovo a toccare uno qualsiasi di loro…ti farò fuori sul serio –
L’ hollow rise con la sua risata gelida e inquietante…senza allegria eppure sembrava divertirsi molto.
 - vuoi combattere, piccolo Re? – chiese con una luce soddisfatta negli occhi.
- quando vuoi…- rispose Ichigo.
L’hollow sorrise – bene….iniziamo…però rimaniamo qui…voglio che i tuoi amici vedano –
Il ragazzo trattenne il fiato a quelle parole, ma a quanto sembrava non aveva scelta, non gli avrebbe permesso di sfiorare nessuno di loro neanche con un dito.
- Ichigo…- sussurrò Rukia, ma lui la ignorò e si scagliò contro l’avversario.
 
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Ringraziamenti: Voglio ringraziare Sarugaki145 per aver recensito...spero che lo farai ancora ^^ ho provato a seguire il tuo consiglio e spero vada un po' meglio...grazie ^^ sono contenta che la storia ti piaccia e spero di non deluderti più avanti....ringrazio anche chi ha letto senza recensire...al prossimo capitolo!
_Yozora_

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Capitolo 6
*** Cap. 6: Combattimento ***


- BANKAI….- urlarono entrambi e di nuovo la spada di Ichigo tornò ad essere sottile e nera mentre quella dell’altro divenne bianca.
 Era da un po’ che combattevano ma a giudicare dalle loro condizioni, entrambi erano feriti lievemente, iniziavano a fare sul serio solo in quel momento. Gli altri osservavano la scena allibiti e preoccupati. Ichigo, a parte le ferite, era quello messo peggio, non avrebbe retto ancora per molto ed effettuare di nuovo il bankai di certo non lo aveva aiutato.
- la stanchezza inizia a farsi sentire eh…Re? – chiese l’altro sbeffeggiandolo.
- taci…- sussurrò Ichigo. L’hollow sorrise e, di nuovo, in un secondo fu di fronte a lui.
– così non va…di questo passo sarai morto in breve…e ti ho già spiegato che per me sarebbe un bel problema se tu morissi –
Ichigo lo guardò con aria di sfida – hai paura di scomparire? – l’altro non rispose – ho centrato il punto vero?…perché se io morissi con me sparirebbe anche Zangetsu e di conseguenza tu essendo sia una parte di me che di lui…per questo non vuoi che io muoia vero?...-
La figura di fronte a lui digrignò i denti ma non fece né disse nulla così l’altro continuò
 – credi davvero che non me ne sia accorto? …anche se nei momenti in qui tu prendi il sopravvento su di me sono io ad essere dentro di te l’ho notato, sai…anche in quel caso stai bene attento a non farti colpire e se proprio vieni ferito fai in modo che non sia mortalmente…per quanto tu possa controllare il mostro che viene fuori quando io perdo il controllo…perché anche tu non hai del tutto il controllo su te stesso quando sei in quello stato vero? – riuscì ad usare lo shunpo appena in tempo e portarsi lontano da quello che aveva cercato di colpirlo.
L’hollow lo guardò – sei piuttosto logorroico per essere uno che a stento sta in piedi –
L’arancione gli puntò la spada contro pronto ad un altro assalto
 
Nel frattempo gli altri osservavano la scena preoccupati. Inoue teneva le mani incrociate in segno di preghiera, gli altri tre non staccavano gli occhi dal combattimento.
- così non va…è al limite…nemmeno il suo corpo può resistere così a lungo – disse Ishida serio mentre osservava i due che ora sembravano fare sul serio.
- a quanto pare, almeno i suoi poteri sembrano non volerlo abbandonare così facilmente, per fortuna – affermò Rukia.
Chad era in silenzio che osservava attentamente, in quel momento gli tornò a mente il giorno della promessa con Ichigo, non seppe bene il perché.
- Kurosaki-kun – sussurrò flebilmente la ragazza che era con loro.
Rukia la guardò e sospirò – tranquilla…se la caverà…dopo tutto stiamo parlando di Ichigo – disse con un sorriso. L’altra annuì e parve calmarsi un poco.
Passarono il resto del tempo in religioso silenzio. Concentrati solo sulla battaglia che avevano di fronte mentre i loro cuori battevano all’unisono e il loro unico pensiero era quello di vedere il loro amico uscirne vincitore.
Questo almeno finchè “ il pazzo “ non conficcò la spada nello stomaco di Ichigo facendogli sputare sangue. Inoue distolse lo sguardo, Ishida strinse un pugno, Chad, apparentemente, non ebbe reazione e Rukia spalancò gli occhi e fece per scattare in avanti se non fosse stato per lo stesso Chad che la fermò per un braccio e scosse la testa.
Poi avvenne tutto velocemente. L’hollow ghignò e sfilò la spada dallo stomaco del ragazzo che cadde in ginocchio e tossì sangue, si avvicinò a lui e mettendogli una mano sul volto  si avvicinò a un orecchio per dirgli
– è l’ora che tu ti arrenda Re…che scenda da quel trono per cedere il posto a qualcun altro –
 Ichigo non si mosse ma replicò con un filo di voce – e quel qualcuno dovresti essere tu? –
l’altro sorrise – beh…non hai molta scelta perché nelle condizioni in cui sei adesso sei una preda facile…ci metterò un secondo vedrai…non sentirai nemmeno dolore…tu sta buono e lasciati divorare –
- NON TOCCARLO…- urlò Rukia ma non ebbe il tempo di avvicinarsi che una luce abbagliante colpì tutti i presenti.
Non appena la luce svanì, l’hollow si trovava lontano da Ichigo e davanti a lui c’era una figura dalle vesti svolazzanti
 

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Ringraziamenti: Ringrazio ancora una volta Sarugaki145.......sono veramente contenta che la storia ti piaccia e spero davvero di non deluderti in futuro ^^ ! Al prossimo capitolo!!!!

_Yozora_

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Capitolo 7
*** Cap. 7: Stravolgimenti ***


- Papà…- sussurrò Ichigo senza voce.
L’uomo davanti a lui si voltò – ehy figliolo…tutto apposto? – chiese preoccupato.
Il ragazzo si alzò a fatica e annuì. Diede una rapida occhiata agli altri. Ovviamente erano tutti sorpresi…non aveva detto a nessuno che suo padre era uno shinigami…tranne a Rukia, anche se lei non lo aveva mai visto era l’unica a cui lo aveva detto. Infatti era meno sorpresa degli altri.
Isshin si rivolse all’ hollow che aveva di fronte – è l’ora di farla finita…- disse deciso.
Lui sorrise – bene bene…tu sei il grande capo di Engetsu…dico bene? –
L’uomo non si mosse di un millimetro – sei perspicace…hai indovinato – rispose con un sorrisino sul volto.
L’hollow fece un sorriso – non avrei mai pensato di incontrarti qui…credevo che volessi tenere la tua natura segreta –
Isshin sospirò – beh…mi ero già esposto durante la battaglia contro Aizen e poi…tu stavi per uccidere mio figlio – disse serio.
Ichigo si sorprese di quelle parole. Se gli avessero detto che suo padre avesse detto quelle cose non ci avrebbe creduto. Le ginocchia gli cedettero e per poco non cadde a terra se non fosse stato per Chad che si era avvicinato e lo stava sorreggendo.
Il ragazzo dai capelli arancioni lo guardò – grazie…- sussurrò.
L’altro si limitò a un cenno di assenso con la testa che Ichigo, come sempre, capì. Non c’era bisogno di parlare. In poco tempo fu affiancato anche dagli altri. Ichigo scambiò uno sguardo con Rukia. Non parlarono solo perché la situazione non lo richiedeva, ma c’erano mille cose che avrebbero voluto dirsi. Lo avevano letto uno negli occhi dell’altra.
Ichigo tornò a guardare le due figure che aveva davanti. Un braccio intorno alle spalle di Chad e l’altro a coprire la ferita sullo stomaco che ancora sanguinava.
 
 
L’hollow fissava lo shinigami davanti a sé con un sorrisetto divertito. Isshin, dal canto suo, lo fissava con tutti i nervi e i muscoli tesi pronto a scattare.
- allora…che aspetti ad attaccare? – chiese l’hollow quasi impaziente.
L’uomo di fronte a lui sorrise – ho i miei modi di agire…dammi i miei tempi –
l’altro sorrise – beh…vedi di sbrigarti perché dopo un po’ mi stanco di giocare e potrei decidere di attaccarti e non sarebbe una bella cosa per te –
Isshin non distolse lo sguardo e rimase tranquillo – non ne dubito -
- papà…- lo chiamò Ichigo – me ne devo occupare io – disse.
 Il suo tono non era mai stato tanto deciso come in quel momento. Rukia si voltò a guardarlo di scatto. Isshin non distolse lo sguardo dall’avversario e non sembrò nemmeno tanto sorpreso – come credi di fare?...a malapena ti reggi in piedi – disse calmo.
– non ha importanza…- rispose il ragazzo.
– Ichigo…- cominciò Rukia ma lui la interrompe – questa è la mia battaglia…e non voglio che si intrometta nessuno…e poi non lascerò che qualcuno si ferisca a causa mia…non di nuovo-
Stavolta fu Ishida più di chiunque altro a capire le sue parole.
Lo guardò – Kurosaki…ancora con questa storia? Ti ho detto che…-
Ichigo lo guardò negli occhi – so benissimo cosa mi hai detto…- lo interruppe – ma sai come sono fatto e non ho intenzione che la cosa si ripeta ancora – Ishida sospirò.
Ichigo sfilò il braccio dalle spalle di Chad, che si assicurò che l’amico trovasse l’equilibrio prima di lasciarlo del tutto, poi si affiancò a suo padre che guardandolo gli chiese – ne sei proprio sicuro? –
Il figlio lo guardò – sicurissimo…tu pensa a portare al sicuro gli altri e non voglio discussioni – Rukia dietro di loro sentendolo sorrise anche se era un sorriso amaro. In fin dei conti lei lo sapeva che sarebbe sempre stato l’Ichigo testardo e ottuso che era, ma sapeva anche che sarebbe rimasto coraggioso e premuroso e che avrebbe sempre e comunque cercato di proteggerli persino da sè stesso se ce ne fosse stato bisogno.
 Isshin sospirò – d’accordo allora…è tutto tuo – disse rivolgendo un ultimo sguardo all’hollow che sogghignava davanti a loro.
Si avvicinò al gruppetto di ragazzi dietro di loro – andiamo…- disse e tutti se ne andarono.
Prima di perdere completamente la visuale sullo scontro Rukia vide Ichigo e il suo hollow scagliarsi l’uno contro l’altro e sperò che andasse tutto bene

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Capitolo 8
*** Cap. 8: Tempo ***


Ichigo si risvegliò in una stanza che sicuramente non era la sua ma che comunque conosceva molto bene. Si mise a sedere ma quel gesto gli costò una fitta dolorosissima allo stomaco e un capogiro. Si portò la mano davanti al volto.
In quell’istante sentì la porta aprirsi e richiudersi – fermo fermo fermo…non pensare di muoverti da lì – disse Rukia avvicinandosi all’istante.
Ichigo tolse la mano e la guardò – dov’è? – chiese d’istinto.
Rukia capì – dove è sempre stato…non so come tu abbia fatto ma sei riuscito a batterlo…vi ho visti sai? Mi sono nascosta là vicino -.
Ichigo ricambiò lo sguardo di Rukia. Sembrava preoccupata e, anche se incredibile, triste – Rukia…cosa c’è? –
La ragazza distolse lo sguardo non riusciva a guardarlo negli occhi mentre si preparava a dirgli ciò che doveva. Esitò, ma il nuovo richiamo del ragazzo la costrinse a guardarlo e a parlare – ti ho portato io qui…una volta che la battaglia era finita eri ridotto piuttosto male e…sei svenuto…anche se non solo per le ferite…-
Rukia si fermò un momento per decifrare il volto di Ichigo che non reagì e continuava a guardarla in attesa, pur sapendo quello che stava per dirgli – Urahara dice che…con lo sforzo che hai fatto…hai dimezzato di parecchio la tua reiatsu – continuò lei – e che le tue condizioni non sono delle migliori – concluse.
Ecco spiegato il capogiro pensò Ichigo che continuava a guardare la ragazza di fronte a lui - quanto? – chiese.
La sua voce era troppo calma perfino per lui…non si aspettava di reagire in quel modo o almeno non esprimeva la paura che aveva dentro. Aveva fatto quella domanda tranquillamente ma in realtà temeva la risposta.
Rukia distolse di nuovo lo sguardo – non si sa con precisione…è impossibile prevederlo ma…secondo i calcoli di Urahara poco più di un anno –
Ichigo sospirò – ed è difficile che Urahara-san sbagli –
Rukia alzò lo sguardo su di lui,che adesso evitava lo sguardo di lei, e capì ciò che gli passava per la testa – ma c’è comunque un po’ di margine di errore –
Il ragazzo continuava a non guardarla…sapeva che ciò che stava per dire avrebbe fatto male ad entrambi…ma tacerlo sarebbe stato peggio – no…stavolta non è così…non c’è errore…e te ne sei accorta anche tu vero? –
Rukia lo guardò ancora per un po’ senza sapere cosa dire. Era vero anche lei sapeva che stavolta le statistiche non sbagliavano…sentiva che il reiatsu di Ichigo si era parecchio indebolito rispetto a pochi giorni prima…pensare che quando lo aveva conosciuto avrebbe fatto invidia ad un capitano del Seiretei. Prima che potesse anche solo aprire bocca la porta si aprì di nuovo ed entrarono quelli che ormai potevano essere considerati i loro migliori amici. I due si voltarono a guardarli. Ishida era appoggiato con la schiena allo stipite della porta, Inoue era tra lui e Chad che l'affiancava. Ichigo non riuscì a sostenere i loro sguardi.
Rukia lo guardò poi si rivolse agli altri – entrate pure...abbiamo delle cose da dirvi -

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Capitolo 9
*** Cap. 9: Verità ***


La stanza era nel più assoluto silenzio, o forse era meglio dire che tutto il negozio lo era. Urahara e gli altri erano usciti per una commissione, questo era quello che avevano detto, e Isshin era tornato a casa dalle figlie e a occuparsi dell'ospedale. Perciò erano rimasti solo loro 5 e l'atmosfera in quel momento era pesante. C'erano troppe cose non dette portate avanti nel tempo nella speranza di non doverle dire mai o di trovare il momento adatto per rivelarle, eppure, nel loro profondo, sapevano che qualsiasi cosa fosse non avrebbe mai spezzato il loro legame. Era troppo tardi per tirarsi indietro, arrivati a quel punto non avrebbero potuto abbandonarsi a vicenda nemmeno se avessero voluto e comunque non lo volevano.
A rompere il silenzio che ormai incombeva tra loro da qualche minuto fu Rukia – bene...presumo che abbiate delle domande da fare a proposito di quello che avete visto oggi -
Ishida passò lo sguardo da lei a Inoue, che aveva lo sguardo basso e sembrava non avere intenzione di parlare per il momento, ed infine a Ichigo che continuava ad evitare i loro sguardi
 – quindi anche tuo padre è uno Shinigami...non lo sapevo –  disse calmo.
 Ichigo accennò un sorriso triste – già...è stata una sorpresa anche per me...l'ho scoperto durante la battaglia contro Aizen – rispose.
La sua voce era inespressiva, in realtà stava ancora cercando di metabolizzare la notizia avuta da Rukia.
Ishida annuì – capisco...questo spiega il tuo reiatsu. -
A quella frase fu Rukia ad intervenire – non proprio...in realtà la quantità di reiatsu non è ereditaria ma deriva soltanto dall'anima della persona perciò non c'entra niente con il fatto che suo padre è uno Shinigami...però influisce sul fatto che abbia potuto recuperare il suo potere, quella volta che nii-sama glielo portò via, in così poco tempo – spiegò.
Stavolta fu Chad a parlare – quindi si può dire che comunque Ichigo sia uno Shinigami per natura – Rukia annuì – sì...è così -
Di nuovo calò il silenzio, tutti sapevano che quello era l'argomento più superficiale tra quelli da affrontare.
Venne il turno di Inoue per rompere il silenzio – Kurosaki – kun...quello che è uscito dal tuo corpo...chi...chi era? - sussurrò.
Ichigo esitò un momento, ma a quel punto era inutile cercare di negare lo aveva visto, non potevano più far finta di niente.
Sospirò e, sempre senza guardarla, rispose – il mio hollow -
 La ragazza sobbalzò e lo guardò – c...com'è possibile? -
Ichigo le raccontò tutto quello che era successo da quando Urahara lo aveva allenato per recuperare i suoi poteri, alla volta che era andato dai Vizard per farsi dire come poteva sottometterlo, fino a quel momento. Inoue lo ascoltò in silenzio senza interromperlo e aspettò che finisse di parlare per sussurrare
 – perchè nessuno me ne ha mai parlato? Pensate davvero che sia troppo per me? Che io sia troppo debole per sostenere una consapevolezza del genere? - e strinse un pugno.
Prima che continuasse fu il ragazzo ad interromperla – non è per questo...è che sappiamo che ti saresti preoccupata fin troppo e non volevamo darti anche questo peso...non abbiamo mai pensato che tu non avresti avuto il coraggio di sostenere questa verità...ma sii sincera sia con noi che con te stessa...sapendo che un tale mostro vive dentro di me e che potrebbe avere il sopravvento in ogni momento o uscire quando più gli pare e piace...saresti riuscita a rimanere calma e concentrata durante una battaglia o a rimanere al mio fianco? - chiese.
La ragazza fece per ribattere, ma si bloccò a riflettere...era vero, non sarebbe riuscita a limitarsi a fare quello che doveva senza preoccuparsi e chissà come sarebbe finita
 – hai ragione...non avrei potuto...non se lo avessi saputo prima di adesso...ma ora ci riesco – affermò sicura.
Ichigo sorrise di nuovo appena – comunque scusa se te lo abbiamo tenuto nascosto. -
Inoue scosse la testa – non importa...ora che so il vero motivo non importa – disse sorridendo. L'espressione di Rukia per un momento parve sollevata, erano riusciti a chiarire la situazione tranquillamente e senza perdere un'amica. A riportarla alla realtà della situazione fu Ichigo che cupo sussurrò – diglielo. -
Ishida li guardò insospettito – dirci cosa? -.
La ragazza chiuse gli occhi e prese un respiro profondo poi tornò a concentrarsi sui tre ragazzi – immagino che tutti abbiate notato che il potere di Ichigo è diminuito ancora rispetto a prima dello scontro con l'hollow. -
I tre si guardarono e annuirono – ormai è meno della metà di quanto era all'inizio – constatò Chad. Ishida guardò Ichigo con espressione seria – quanto tempo ti rimane prima che spariscano del tutto? - chiese.
-meno di un anno – rispose diretto lui.
Era inutile girarci attorno dicendo che erano solo calcoli approssimativi fatti da Urahara, nessuno in quella stanza poteva mettere in dubbio che stavolta erano dannatamente esatti. Per l'ennesima volta cadde il silenzio. Un silenzio teso e denso di preoccupazione. Un anno...era tutto lì il tempo che rimaneva? E poi cosa sarebbe successo? Era quella la domanda che continuava a tormentare la mente ed il cuore dell'interessato.
 

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Capitolo 10
*** Cap. 10: Voce ***


Era passata una settimana da quando aveva combattuto il suo hollow e aveva raccontato tutto agli altri. Ichigo stava tornando a casa da solo pensando che da quel giorno non aveva più dovuto trasformarsi in Shinigami.
Meglio così pensò.
Rukia era andata al negozio di Urahara per fare rifornimento e, per quel giorno, si era dissociato dagli altri prima per rimanere un po' da solo visto che non ne aveva più avuto occasione. Sembrava che pensassero che sarebbe crollato da un momento all'altro e cercavano di non lasciarlo da solo nemmeno un attimo. Ovviamente il ragazzo sapeva che lo facevano perché erano preoccupati per lui e li ringraziava per questo, ma ogni tanto aveva bisogno di restare per conto proprio a pensare, così era riuscito a dileguarsi con una scusa. Arrivato a casa il distintivo cominciò a suonare per avvisarlo della presenza di un hollow. Senza esitazione lo prese e, una volta diventato Shinigami, mise Kon, che stava come sempre borbottando cose senza senso, nel suo corpo poi andò verso dove sapeva di trovare il nemico. Di nuovo si ritrovò nella situazione della settimana prima, sfinito e con i nemici che non facevano altro che aumentare – ma che diavolo sta succedendo? - sussurrò senza fiato. E di nuovo, come quella volta, si mise in posizione per effettuare il bankai – BAN...- davanti a lui si formò l'immagine del suo hollow interiore sghignazzante e lo bloccò. Sarebbe caduto in ginocchio se una mano pronta non lo avesse afferrato per un braccio sostenendolo. Ichigo si voltò a guardare chi ne fosse il proprietario – Renji...- disse stupito, poi guardò davanti a sé.
Gli hollow erano spariti – ci hai pensato tu? - chiese riprendendo l'equilibrio.
Renji fece un cenno di assenso mentre lo osservava serio – stai bene? – chiese infine.
Ichigo si sedette appoggiando la schiena ad un albero là vicino – più o meno. -
Il rosso gli si sedette di fronte – non ti avevo detto di non strafare? Guarda come ti sei ridotto...il tuo reiatsu è a pezzi. -
L'arancione sorrise, aveva uno strano modo di cercare di tirarlo su di morale, ma in fin dei conti era di Renji che si trattava – grazie per avermelo fatto notare...lo sapevo già – rispose – comunque sia...come mai sei qui? - chiese guardandolo.
- la Soul Society è venuta a conoscenza di questo strano incremento di hollow perciò hanno mandato me come tenente che ha più famigliarità del luogo e delle persone...ma credo che tra poco arriverà anche qualcun altro – spiegò serio.
- capisco – disse Ichigo guardando Zangetsu posta accanto a lui.
Sfiorò la sua lama, quasi come a volerla accarezzare, con sguardo perso.
- Ichigo? - lo chiamò l'amico vedendolo immerso nei suoi pensieri.
Ichigo si riscosse e lo guardò. Notò la domanda che voleva fargli negli occhi. Era sorprendente come erano arrivarti a capirsi solo con uno sguardo quando all'inizio non potevano neanche stare nella stessa stanza. La loro intesa era come quella che entrambi avevano con Rukia per questo loro tre erano quelli più legati all'interno del gruppo. Sospirò poi tornò a guardare Zangetsu rispondendo alla silenziosa domanda di Renji
- ormai la sua voce non mi raggiunge quasi più...sono poche le volte in cui riesco a sentirlo e a capirlo...è come se stessi perdendo una parte di me...anzi è così...in fin dei conti lui è il mio potere – sussurrò.
Renji osservò il ragazzo di fronte a lui. Il suo sguardo era triste come mai lo era stato. Stava perdendo tutta la determinazione e la sicurezza che aveva quando si erano affrontati per non far portare via Rukia, quando era andato nella Soul Society per salvarla, di quando erano andati nell'Hueco Mundo e, in fine, di quando avevano affrontato Aizen appena un mese e mezzo prima. L'unica cosa che leggeva in quegli occhi era un infinita tristezza e solitudine, ma sopratutto...paura. Paura di perdere tutto ciò che aveva avuto fino a quel momento. Perché, per quanto all'inizio di tutto Ichigo avesse ripetuto milioni di volte di voler tornare alla sua vecchia vita, adesso aveva un luogo a cui appartenere, un posto che sentiva essere il suo e non voleva assolutamente tornare indietro. Renji non riuscì a fare una delle sue solite battute pungenti vista la situazione.
L'unica cosa che riuscì a dire fu – dove hai lasciato il tuo corpo? -
Ichigo lo guardò di nuovo – se ne sta occupando Kon e, conoscendolo, non sarà di sicuro rimasto a casa...forse è andato da Urahara-san -
Il rosso si alzò – bene allora...andiamo -
Ichigo annuì e si alzò a sua volta. Una volta arrivati davanti al negozio trovarono tutti quanti lì ad aspettare.

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Capitolo 11
*** Cap. 11: Blocco ***


 - Ichigo – lo chiamò Chad facendosi avanti.
- sto bene – rispose prontamente il ragazzo. Poi notò lo sguardo degli altri e sospirò rivolgendosi a Kon – era proprio necessario che tu li chiamassi tutti? - il suo tono era rassegnato.
L'interpellato lo guardò – non avevo altra scelta...sei sparito senza neanche dirmi dove andavi...per quel che ne sapevo potevi aver bisogno di aiuto -
- beh...direi che non aveva pensato male – intervenì Renji comparendo al fianco di Ichigo.
Il ragazzo si strinse nelle spalle e tornò nel suo corpo.
- ti ha mandato il Seireitei, vero? - chiese Rukia rivolgendosi al rosso che annuì.
- ti avevano avvisata? - chiese
- sì...gli altri? -
- arriveranno tra qualche giorno...avevano delle faccende da sbrigare -
- capisco -
In quel momento Urahara uscì dal negozio – che piacere vederti ancora tutto intero Kurosaki-kun – disse con il suo solito sorrisino.
Ichigo lo guardò – grazie – rispose.
Il suo tono era uscito più duro di quanto avesse voluto. Solo in quel momento si rese conto che non aveva ancora mandato giù la storia che i suoi poteri sarebbero rimasti con lui soltanto un altro anno. Gli altri lo guardarono stupiti, tranne Rukia e Renji che capivano meglio di chiunque altro come si dovesse sentire. Non si era mai rivolto in quel modo a quello che era stato una specie di maestro per lui.
L'arancione sospirò – scusami Urahara-san -
L'uomo scosse la testa – non hai niente di cui scusarti – capiva, lo aveva sempre fatto.
Senza perdere il sorriso che caratterizzava perennemente la sua espressione, Urahara accolse tutti i presenti ad accomodarsi dentro e gli offrì una tazza di the.
 
 
- Non riesci ad usare il bankai, vero Kurosaki-kun? – aveva chiesto Urahara a brucia pelo sorprendendo tutti.
- Che cosa? - aveva chiesto stupito Ishida.
Rukia passò lo sguardo da Ichigo a Renji che erano a capo chino.
 Ichigo sospirò, ultimamente lo faceva fin troppo spesso, poi puntò i sui occhi sul negoziante.
- è vero – aveva risposto. Il suo tono era stranamente distaccato, come se non stessero parlando di lui.
- E questo cosa significa? - era intervenuto un Ishida sempre più confuso.
- Semplicemente che il suo “ coinquilino” sta cercando di mettergli i bastoni tra le ruote- aveva risposto Urahara tranquillamente – e dato che la reiatsu di Kurosaki-kun sta diminuendo progressivamente non gli riesce neanche tanto difficile -
Ichigo strinse un pugno, ma non proferì parola. Era più che ovvio che c'era lo zampino del suo Hollow sotto a quello che era accaduto poco prima ed il fatto che non riusciva ad usare il bankai non doveva essere solo una diretta conseguenza alla diminuizione di reiatsu, ma anche di qualcosa che era successo durante il loro ultimo scontro.
Ancora non era riuscito a capire come cavolo aveva fatto ad uscire fuori separandosi dal suo corpo.
Si era indebolito talmente tanto in così poco tempo da non riuscire neanche più a contenere l'Hollow al suo interno? No, non era così. Doveva esserci un'altra spiegazione.
Quando aveva provato ad effettuare il bankai aveva sentito qualcosa opprimergli il petto e toglierli il respiro, come un macigno, e improvvisamente si era sentito bloccato da qualcosa.
Il suo “ coinquilino “, come l'aveva chiamato Urahara, stava cercando di bloccare i suoi poteri nell'attesa che svanissero del tutto. Quello che non capiva era come riusciva a farlo.

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Capitolo 12
*** Cap.12: Di nuovo ***


Rukia fissava le spalle di Ichigo che camminava davanti a lei. Era rimasto in silenzio da quando avevano lasciato il negozio di Urahara, aveva aperto bocca solo per salutare gli altri. Renji stava di nuovo approfittando dell'ospitalità del negoziante e gli altri, così anche loro due avevano deciso di incamminarsi verso casa.
Chissà quali pensieri passavo per la testa di quel ragazzo.
C'erano momenti in cui Rukia lo sentiva così vicino da poterlo raggiungere, altre in cui era così lontano che a malapena riusciva a vederlo.
Avevano passato insieme anni ormai e lo conosceva come le sue tasche, eppure a volte avrebbe potuto giurare che fosse un estraneo.
Proprio come in quel momento.
Camminava a due passi da lei, senza proferire parola, immerso nei suoi pensieri e con lo sguardo perso nel vuoto, quello poteva facilmente immaginarlo. In quei momenti Ichigo era chiuso in sé stesso talmente tanto da non lasciar entrare nessuno, neanche lei.
Le parole di Urahara ancora le risuonavano nelle orecchie.
Prima che se ne andassero l'aveva presa da parte e ciò che le aveva detto l'aveva turbata.
 
 
Flashback
 
Urahara si era allontanato con Rukia al seguito.
Aveva detto di doverle dire una cosa importante a proposito di Ichigo prima che lei se ne andasse.
- Hai intenzione di parlare? - chiese la Shinigami scocciata da quell'interminabile silenzio.
- Tieni d'occhio Kurosaki-kun – aveva detto.
Rukia l'aveva guardato prima confusa poi divertita
- Lo faccio sempre -
Ma il volto di Urahara era rimasto estremamente serio. Poche volte aveva visto il negoziante con quell'espressione in viso.
- Le condizioni di Kurosaki-kun sono critiche, ma non è solo questo a preoccuparmi. Il fatto che l'Hollow sia uscito  fisicamente e non come semplice proiezione o possedendo il suo corpo non è buon segno. Significa che sta diventando più forte. La cosa che mi fa pensare è che l'aumento di tale forze coincide con l'indebolimento di Kurosaki-kun ed essendo parte di lui non ha il benchè minimo senso che prenda potere invece di perderlo conseguentemente. Ho come l'impressione che la velocità con cui il ragazzo sta perdendo i suoi potere non sia solo dovuta dallo scontro con Aizen. Qualcuno glieli sta prosciugando dall'interno. Se continua così la conseguenza potrebbe essere ben più grave della semplice perdita di reiatsu. Per di più adesso Kurosaki-kun sta mettendo tutto sé stesso per dimostrare che può essere di aiuto anche nelle sue condizioni, ma si rende comunque conto della posizione in cui si trova. Piano piano sarà sempre più difficile riuscire a farsi strada nel suo cuore. Vorrei che sia tu che Abarai-kun gli steste vicini e non intendo come sorveglianti o guardie del corpo, ma come suoi migliori amici. Ho notato il legame che lega voi tre e non ho mai visto niente di più forte. Vi prego di non abbandonarlo proprio adesso. -
Così aveva concluso il negoziante.
Rukia si era limitata ad ascoltarlo senza interromperlo. Quelle parole l'avevano resa più preoccupata di prima.
- Lo farò – aveva detto, poi se ne era andata.
 
 
Fine flashback
 
Lo avrebbe fatto veramente e non perché era una richiesta di Urahara.
Lo avrebbe fatto perché teneva a quello stolto dalla testa arancione più di quanto lei stessa avrebbe mai ammesso.
 
 
 
Arrivati a casa Ichigo aveva a malapena salutato la sua famiglia,era salito in camera sua chiudendosi la porta alle spalle e si era buttato sul letto.
Si portò un braccio davanti agli occhi.
Non riusciva ancora a crederci. Non solo stava progressivamente perdendo i suoi poteri, adesso ci si metteva anche il suo Hollow a creargli problemi.
Cosa aveva fatto di male per meritare tutto quello?
Una volta quella situazione gli sarebbe anche andata bene.
C'era stato un tempo, all'inizio di quella storia, che smettere di essere uno Shinigami sarebbe stata una cosa più che ben accetta per il ragazzo. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di tornare alla normalità.
Poi aveva imparato a conoscere Rukia, aveva conosciuto Ishida e scoperto delle capacità di Chad e Inoue. Aveva lottato fino a quasi la morte contro Renji che poi era diventato il suo migliore amico. Aveva affrontato Hollow su Hollow fianco a fianco con tutti loro. Aveva combattuto contro gli Espada fianco a fianco con gli altri Shinigami. Era venuto a conoscenza del segreto di suo padre. E, in fine, aveva sconfitto Aizen.
Ovviamente non c'erano state solo battaglie.
Aveva passato delle giornate indimenticabili con quel gruppo mal assortito di ragazzi che erano diventati i suoi migliori amici.
Erano andati a feste, organizzato gite e altre cose assurde. Avevano parlato e scherzato. Si era punzecchiati e sostenuti a vicenda e molte altre cose che non sarebbe bastata una vita intera per elencarla.
Piano piano quelle persone avevano iniziato a far parte della sua vita e Ichigo aveva iniziato a sentirsi come se appartenesse finalmente a qualcosa...a qualcuno in quel mondo.
Non aveva più provato quella sensazione dalla morte di sua madre.
Adesso, per la seconda volta, tutto quello gli veniva strappato via. La sua vita gli scivolava dalle dita senza che lui potesse farci niente. Doveva accettare la cosa passivamente restando a guardare mentre tutto ciò che più contava per lui si allontanava inesorabilmente e irreversibilmente da lui.
L'immagine di Rukia comparve improvvisamente nella sua mente.
Senza potersi trattenere sferrò un pugno contro il materasso.
Non riusciva ad accettarlo. Non riusciva a stare calmo. Non voleva che succedesse. Non poteva succedere.
Un bussare leggero provenne dall'altra parte della porta.
 

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Capitolo 13
*** Cap.13 : Sentimenti ***


- Entra – disse Ichigo sapendo già di chi si trattava.
Sentì la porta aprirsi per poi richiudersi e un passo leggero avvicinarsi a lui.
Rukia si sedette sul letto al fianco del ragazzo e lo guardò. Non le piaceva vederlo ridotto in quello stato. Non lo aveva visto in quel modo neanche quando credeva che, a causa del suo Hollow, non sarebbe riuscito a difendere i suoi amici.
Quella volta era riuscita a svegliarlo dal suo torpore, ma stavolta....
Sembrava che niente e nessuno sarebbe riuscito a tirar fuori Ichigo dal baratro in cui stava cadendo.
Qualsiasi cosa avesse detto sarebbe potuta risultare sbagliata e lui avrebbe potuto chiudersi ancora di più.
La mora sospirò. Stavolta non sapeva proprio come fare per aiutarlo.
- Ichigo...- tentò la ragazza, ma fu interrotta
- Scusa...ti sto facendo preoccupare...sto facendo preoccupare tutti quanti -
La voce del ragazzo era più profonda del solito, non la guardava ma Rukia sapeva cosa c'era nei suoi occhi in quel momento.
Il fatto che lui continuasse a preoccuparsi degli altri quando era lui quello più bisognoso di aiuto la irritava. Era sempre stato così.
A lui non importava di sé stesso, ma solo degli altri.
L'altruismo era una delle sue migliori qualità, quello doveva ammetterlo, ma in quella situazione a cosa serviva scusarsi per un motivo tanto futile?
Non si rendeva conto che non sarebbe cambiato niente?
Che scusarsi non avrebbe migliorato la sua situazione?
Che chiudersi in sé stesso non avrebbe fatto che rendere più difficile a lei il compito di aiutarlo?
Possibile che non si rendesse conto delle sue condizioni?
 
- Per di più adesso Kurosaki-kun sta mettendo tutto sé stesso per dimostrare che può essere di aiuto anche nelle sue condizioni, ma si rende comunque conto della posizione in cui si trova. -
 
Le parole di Urahara le tornarono alla mente e lei abbassò lo sguardo sorridendo amaramente.
Certo che lo sapeva e ovviamente se ne preoccupava. Pensava solo che il fatto che se ne preoccupasse da solo fosse più che abbastanza, che non fosse necessario che anche i suoi amici si rovinassero la vita per lui.
- Stolto – sussurrò appena per poi fare una cosa che prima non aveva mai fatto.
Si sdraiò al suo fianco e gli prese una mano.
Quel gesto colse di sorpresa Ichigo che sobbalzò appena e guardò la piccola mano di Rukia intrecciata alla sua.
In quel momento, stranamente, non si sentì imbarazzato.
Un calore gli invase il petto e sentì Rukia più vicina di quanto non fosse mai stata.
Gli strinse la mano come a volerla ringraziare.
La ragazza sorrise capendo quel gesto.
 
 
La mattina seguente,quando Ichigo si svegliò, sentì una presenza accanto a sé.
Aprì lentamente gli occhi e la vide.
Una figura così piccola da adattarsi perfettamente allo spazio rimasto del letto a una piazza del ragazzo.
In un primo momento trovarla lì lo agitò non poco. C'era una ragazza nel suo letto...una ragazza nel suo letto che se la dormiva tranquillamente ignorando l'ondata di sentimenti che procurava nel ragazzo sdraiato di fianco a lei. No, non si trattava del fatto che ci fosse una ragazza nel suo letto, ma che ci fosse quella ragazza.
Sapeva benissimo che tutta quella confusione di sensazioni era provocata dal fatto che fosse proprio Rukia quella accanto a lui.
Non riusciva però a capire come mai ogni volta che l'aveva vicina si sentiva così.
C'erano delle volte che la sua vicinanza lo faceva agitare e lo rendeva irrequieto tanto da sentirsi un completo idiota. Altre in cui gli infondeva una pace e una tranquillità che nessuno era mai riuscito a suscitargli. Delle volte era addirittura arrivato a pensare che non avrebbe voluto che lei lasciasse il suo fianco.
Quei pensieri li affollavano così tanto la mente da non accorgersi che la stava fissando e che un sorriso dolce gli era nato sulle labbra.

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Capitolo 14
*** Cap.14 : Barriere crollate ***


Quando Rukia aprì gli occhi, quella mattina, si ritrovò in una stanza che decisamente non era quella che usava di solito e in un letto che non era il suo.
Ricordò gli avvenimenti della sera precedente e arrossì violentemente.
Quando si voltò si accorse che l'arancione non era al suo fianco. Probabilmente era sceso per fare colazione. Indugiò ancora un po' passando, soprappensiero, una mano nel punto in cui era stato sdraiato il ragazzo.
Era strano.
L'idea di aver dormito tutta la notte al fianco di Ichigo le metteva addosso un senso di pace e tranquillità. Come se, con lui accanto, si fosse sentita al sicuro. Pensandoci bene non era la prima volta che si sentiva in quel modo con lui.
Più di una volta, trovandosi il ragazzo al suo fianco, aveva la situazione che sarebbe riuscita ad arrivare ovunque se lui fosse stato con lei. Non c'era niente che poteva fermarla se era insieme a lui.
Quel pensiero la intimidiva e incoraggiava allo stesso tempo.
In molte occasione si era sorpresa a pensare che, finchè ci fosse stato Ichigo a proteggerla, non le sarebbe potuto succedere niente.
Un sorriso apparì sul suo volto, ma subito dopo il suo sguardo si intristì.
Mi rimarrà accanto solo per un altro anno pensò avvilita.
Quando ricordava a sé stessa che sarebbe potuti stare insieme ancora solo per poco tempo sentiva una stretta fortissima all'altezza del petto. Una parte di lei vedeva la perdita dei poteri di Ichigo come un abbandono da parte del sostituto Shinigami.
 Lui non sarebbe più stato al suo fianco.
Se avesse avuto bisogno, lui non ci sarebbe stato.
Neanche se lei si fosse voltata indietro.
Non avrebbero più potuto scambiarsi tutti quegli sguardi che dicevano mille parole.
Come aveva potuto essere così egoista quando avevo preso la decisione di sacrificarsi per il bene del mondo?
Come aveva potuto non prendere in considerazione i suoi sentimenti?
Quando lui avrebbe perso completamente i suoi poteri lei cosa avrebbe fatto?
Non ci aveva minimamente pensato quando aveva deciso di usare il getsuga tensho finale?
Lacrime calde e amare cominciarono a bagnarle il volto e Rukia spalancò gli occhi per la sorpresa.
Da quando gli importava così tanto da piangere?
Insomma era vero che Ichigo era il suo migliore amico, insieme a Renji, ma non aveva pianto nemmeno quando suo fratello era tra quelli che volevano ucciderla, perchè adesso lasciava che succedesse?
Di nuovo una voce nella sua testa le diceva ciò che lei aveva sempre saputo ma che non aveva mai voluto ammettere nemmeno con sé stessa.
Amo Ichigo
Riuscire a dirlo finalmente a sé stessa le provocò dentro un grande senso di liberazione. Come se il macigno che fino ad allora aveva avuto nel petto fosse improvvisamente scomparso.
In quel preciso momento, nel momento in cui decise di smettere di mentire a sé stessa, tutte le emozioni fino ad allora represse le scoppiarono nel petto e lei lasciò che quelle lacrime che fino a poco prima scendevano lente, cominciassero a scorrere a fiumi lasciandosi così andare in un pianto liberatorio.
 
 
Ichigo era sdraiato su un prato poco lontano da un punte sotto il quale scorreva un fiume. Era uscito di casa subito dopo colazione dato che era domenica e non aveva scuola.
Non aveva avvertito Rukia perchè, quando aveva controllato, dormiva ancora e non aveva voluto svegliarla.
Doveva essere veramente stanca visto gli avvenimenti degli ultimi giorni.
Di nuovo, come la seria prima, la figura esile della Shinigami gli comparve davanti agli occhi. Improvvisamente sentì una tristezza infinita invaderlo.
Sapeva cosa sarebbe successo da lì ad un anno.
Lo sapeva fin troppo bene ed il solo pensiero lo uccideva.
Da quando era diventato così?
O meglio, quando il pensiero di non poter più vedere lei lo faceva sentire in quel modo?
Lei che era entrata all'improvviso come un uragano nella sua vita quasi prepotentemente.
Ricordava ancora il loro primo incontro, quasi fosse avvenuto soltanto un giorno prima.
Ormai erano quasi due anni che erano insieme.
In quei due anni aveva imparato la più piccola sfaccettatura della ragazza.
Sapeva quando era arrabbiata anche se non voleva darlo a vedere. Quando era in imbarazzo, a disagio, felice, elettrizzata, confusa, incerta e tutto ciò che c'era da sapere.
Era un sollievo per lui quando voltandosi la vedeva al suo fianco, che fosse durante una battaglia o nella giornata più tranquilla possibile e si sentiva inquieto quando, per un qualsiasi motivo, non c'era.
Non riusciva a controllare le sue emozioni quando erano insieme.
Molte volte si sentiva come se, con lei accanto, potesse respirare.
Da quando era diventato così dipendente da qualcuno?
Non si era mai sentito in quel modo. Nemmeno con sua madre.
Quando si soffermava a capire il perchè una voce si faceva strada nella sua mente dicendogli ciò che aveva sempre saputo, ma con si era mai concesso di ammettere neanche con sé stesso.
Amo Rukia
Quella era la prima volta.
La prima volta che prendeva in mano i suoi sentimenti e metteva in chiaro le cose persino con sé.
Adesso che lo aveva ammesso, almeno dentro di sé, sentì come se la pioggia, finalmente, cessasse di cadere.
Sorrise tristemente.
Anche se era riuscito a far chiarezza nel suo cuore non poteva permettersi che lei lo scoprisse.
Per nessun motivo al mondo lo avrebbe permesso.

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Capitolo 15
*** Cap. 15 : Profonda Amicizia ***


- Sapevo di trovarti qui – disse una voce.
Ichigo non ebbe nemmeno bisogno di controllare chi fosse
- Ciao Renji – rispose.
Sentì il rosso sedersi al suo fianco.
Rimase in silenzio come in cerca delle parole da dire. O forse perchè parlare in quel momento non era necessario.
Le parole che Urahara gli aveva rivolto la sera prima gli rimbombavano nelle orecchie.
Erano le stesse che aveva rivolto a Rukia prima che se ne andasse.
Renji spostò lo sguardo sulla figura sdraiata al suo fianco.
Doveva ammetterlo, era cresciuto.
Più di quanto si sarebbe mai aspettato all'inizio.
C'erano molte cose che, se gli fosse stato detto che fossero successe sin dal primo incontro non ci avrebbe mai creduto.
All'inizio non si sopportavano. Non potevano neanche restare mezzo secondo nella stessa stanza che si scannavano.
Renji in realtà lo invidiava.
Lo invidiava perchè era riuscito a batterlo. Perchè era riuscito a battere persino Kuchiki-taicho, impresa nel quale lui non era mai riuscito nonostante i suoi sforzi. Perchè era riuscito ad ottenere il bankai più velocemente di quanto non avesse fatto lui. Ma la cosa per cui lo invidiava di più era il suo rapporto con Rukia.
Ichigo la capiva in un modo che lui non era mai riuscito a fare. E nello stesso modo Rukia riusciva a capire lui. A volte bastava osservarli per accorgersi che tra loro non c'era bisogno di parole. Lo aveva invidiato tanto per quello.
Piano piano, però, senza che il rosso se ne accorgesse, più conosceva l'arancione più l'invidia scemava e diveniva qualcos'altro. Qualcosa di più profondo.
All'improvviso si era ritrovato a pensare che avrebbe fatto di tutto per proteggere quel testardo, persino rischiare la vita.
Ichigo lo aveva travolto con la sua energia.
Così era nata quella strana amicizia che li legava.
Continuano a punzecchiarsi ogni volta che si vedevano, ma adesso, da entrambe le parti, il significato era diverso. Era un modo come un altro per esprimere il profondo affetto che provavano l'uno per l'altro.
Prima che Renji se ne rendesse conto Ichigo era diventato il suo migliore amico.
 
 
Ichigo aprì gli occhi e spostò lo sguardo su Renji
- Che hai da fissare? - chiese
Il rosso distolse velocemente lo sguardo
- Chi vuoi che ti fissi? - rispose irritato e anche un po' in imbarazzo.
All'arancione sfuggi un sorriso.
Non sarebbe cambiato mai.
Nessuno dei due sarebbe cambiato.
Era il loro modo di fare.
Si mise a sedere e guardando l'amico, intento a tenergli il broncio, chiese
- Perchè mi cercavi? -
L'espressione di Renji passò dal corrucciato al serio.
“  Tieni d'occhio Kurosaki-kun “
Le parole di Urahara gli tornarono alla mente ancora una volta.
Guardò l'amico e, dopo qualche minuto di esitazione, disse
- Ichigo c'è qualcosa che ti preoccupa? -
Diretto...fin troppo pensò l'arancione abbassando lo sguardo
- Dovrebbe esserci? - chiese calmo.
La sua voce si era fatta più profonda del solito.
- Mi sorprenderebbe se non ci fosse – ammise il rosso senza distogliere lo sguardo da lui.
L'altro sospirò.
C'erano troppe cose che gli affollavano la mente in quei giorni.
Fin troppe che lo preoccupavano.
Fin troppe che lo turbavano.
Non trovava le parole per esprimerle tutte.
Non trovava le parole neanche per dire come si sentiva.

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Capitolo 16
*** Cap. 16 : Sfogo ***


- Non c'è niente che vada bene – sussurrò Ichigo.
Era inutile mentire, sarebbe stato solo da stupidi in quel momento.
Risposta scontata pensò Renji, ma tacque aspettando che fosse l'altro a continuare.
Il sedicenne rimase in silenzio ancora un po' fissando il cielo.
Non sapeva da dove iniziare.
C'erano troppe cose che non gli andavano a genio.
Alcune non poteva neanche dirle e quelle che potevano essere riferite erano talmente intrigate tra loro da non riuscire a trovare un modo per sciogliere la matassa.
Abbassò lo sguardo rabbuiandosi
- Non so neanche se c'è ancora qualcosa che sono in grado di fare – sussurrò avvilito
Quelle parole, quel tono di voce, stupirono il rosso
- Che vuoi dire? -
Ichigo sospirò
- Guardami...sono al limite. I miei poteri mi abbandoneranno entro l'anno, non riesco ad eseguire il bankai e non sono neanche capace di tenere a bada quel mostro. In questo stato è libero di fare ciò che vuole quando e come vuole. Non sarei neanche capace di oppormi – si interruppe un momento per poi riprendere
- Ciò che ho sempre voluto era proteggervi...tutti quanti...ed invece...– un sorriso amaro nacque sulle labbra del ragazzo
- Non abbiamo bisogno di essere protetti, sappiamo badare a noi stessi, lo sai benissimo -si scaldò Renji.
L'altruismo di Ichigo alcune volte lo faceva davvero infuriare.
Come in quel momento.
Possibile che anche in una situazione del genere non riuscisse a smettere di preoccuparsi per loro ed a essere un po' più egoista?
A volte aveva proprio voglia di prenderlo a pugni.
- Già...è vero. Non intendevo sminuirvi...penso tu sappia cosa voglio dire – disse l'arancione sempre senza guardarlo.
Renji sospirò raffreddando i bollenti spiriti.
Aveva ragione, sapeva esattamente di cosa stava parlando.
- Devi smetterla di preoccuparti per noi, Ichigo – disse rassegnato e prima che l'altro potesse ribattere aggiunse
– E non pensare neanche per un momento di essere inutile solo perchè la tua reiatsu è diminuita. Non esiste solo il combattimento, non è l'unica cosa in cui puoi renderti utile, non è l'unica cosa in cui hanno bisogno di te -
Ichigo notò l'uso del “ hanno “ e non “ abbiamo “.
Infondo sapevano entrambi che, quando il peggio sarebbe accaduto, non era possibile che si sarebbero rivisti.
Almeno Ichigo non avrebbe più potuto vedere né lui né Rukia.
Il pensiero di non poter più vedere lei gli procurò una stretta al petto.
Guardò il rosso e si scoprì a pensare che, in realtà, anche lui gli sarebbe mancato.
In fin dei conti era il suo migliore amico.
- Non è la stessa cosa – sussurrò
- Non potrà mai essere la stessa cosa -
A quella affermazione Renji dovette tacere.
Aveva ragione, non sarebbe più stata la stessa cosa.
Urahara lo aveva avvisato.
Se Ichigo avesse continuato in quel modo non sarebbe stata solo la sua reiatsu a scomparire.
Non voleva neanche pensare alle conseguenze che si sarebbero verificate se non avessero trovato il modo di mettere quel mostro al suo posto.
Fissava l'amico pensando che non l'aveva mai visto in quello stato.
Era estremamente fragile come se il solo sfiorarlo lo avrebbe frantumato in mille pezzi.
Aveva lasciato cadere la maschera di ragazzo serio ed imperturbabile che portava sempre e con tutti.
Stava lasciando spazio alle sue paure ed insicurezze.
Lasciava che gli divorassero il cuore e lui non aveva la più pallida idea di come aiutarlo.
Non era abituato a vederlo in quel modo.
Di solito, qualunque cosa accadesse, anche se lo riguardava direttamente, era Ichigo stesso a cercare di risollevare l'umore generale.
- Vi ho trovati finalmente – disse una voce maschile.
 

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Capitolo 17
*** Cap. 17 : Incontro ***


- Vi ho trovati finalmente -
Ichigo si voltò nella direzione dalla quale proveniva la voce.
- Ishida – disse.
Notò che Kon era con lui.
- Sbrigatevi sono già tutti da Urahara-san. Gli altri sono arrivati – disse serio.
Ichigo e Renji si guardarono per poi alzarsi.
- Il fatto che tu te lo sia portato dietro immagino voglia dire che la mia presenza è richiesta come shinigami – disse riferendosi all'animale di pezza.
- Sì – affermò il Quincy titubante.
L'arancione sospirò.
- Vieni Kon -
Stavolta l'anima modificata si fece infilare nel corpo del ragazzo senza protestare troppo.
Una volta assunta la forma di shinigami dovette aggrapparsi a Renji a causa di un capo giro.
Il rosso lo afferrò pronto
- Stai bene? - chiese preoccupato.
Ichigo ritrovò l'equilibrio ed aprì gli occhi.
- Sto bene – sussurrò
- Andiamo – aggiunse.
Renji lo guardò allontanarsi un momento
è messo peggio di quanto credessi pensò apprensivo.
Scambiò uno sguardo con Ishida poi entrambi lo seguirono.
 
 
I quattro arrivarono al negozio di Urahara e vi trovarono tutti gli altri.
Kon si sedette accanto a Rukia che scambiò un'occhiata con Renji.
Oltre a loro c'erano Hitsugaya,Matsumoto,Ikkaku,Yumichika e...
- Papà!? - fece Ichigo stupito.
- Yo figliolo – rispose l'uomo sorridendo.
Anche lui aveva assunto la forma di Shinigami.
- Cosa ci fai qui?-
- L'ho chiamato io – disse Urahara entrando nella stanza.
- Credo di essermi perso qualcosa – fece un Renji piuttosto confuso.
- Tu non c'eri quando gli altri l'hanno scoperto ed io ed Ichigo non abbiamo fatto in tempo a parlartene – intervenne Rukia.
- Il padre di Ichigo è uno Shinigami -
- E nemmeno uno qualunque – precisò Hitsugaya serio.
Lui aveva sentito parlare di Isshin quando era entrato all'accademia.
A quel tempo era una leggenda.
Un uomo che, poco dopo essere entrato nel Seireitei, era diventato capitano.
La sua forza era acclamata in tutta la scuola.
Così come il modo amichevole che aveva con i suoi subordinati.
Bisognava ammettere che anche la sua sfacciataggine era piuttosto conosciuta.
Fatto stava che, all'improvviso, aveva rinunciato a tutto per restare nel mondo degli umani.
Aveva sacrificato la sua posizione ed i suoi poteri ed era incappato nell'ira del Capitano-Comandante.
Nonostante questo niente era riuscito a fargli cambiare idea.
Si vociferava che ci fosse di mezzo una donna.
A quanto pareva era vero.
Quando aveva conosciuto Ichigo non ci aveva pensato, nonostante avessero lo stesso cognome.
Il giovane capitano non aveva mai visto l'uomo di persona perciò non aveva potuto notare la somiglianza.
Solo in quel momento ebbe la conferma.
A guardarli adesso, si somigliavano parecchio.
- Quella è una storia chiusa – fece Isshin abbassando lo sguardo.
Ichigo guardò il padre.
Non conosceva il suo passato e non aveva mai fatto domande, ma a quanto pareva non parlava volentieri del periodo in cui era stato Shinigami.
- Chi altri sa che hai riottenuto i tuoi poteri? - chiese Urahara serio sedendosi accanto all'amico di vecchia data
Riottenuto? Pensò l'arancione perplesso.
- Solo i presenti – rispose l'uomo poi incrociò lo sguardo del figlio.
- Ed il suo Hollow – aggiunse.
- Il tuo Hollow? - chiese Ikkaku ponendo la sua attenzione sul ragazzo dalla testa arancione che si era appena seduto.
Ormai tutti sapevano che, quando Ichigo aveva riottenuto i suoi poteri, aveva in sé anche il mostro, ma tutti credevano che fosse stato messo a tacere nell'ultima battaglia.
Almeno per un po' di tempo.
Il ragazzo si strinse nelle spalle
- Già. Si è ripreso più in fretta di quanto pensassi ed è anche piuttosto ostinato – disse cercando di smorzare la tensione.
- Questo è un problema – fece Hitsugaya serio.
Isshin si rabbuiò.
Anche lui sapeva benissimo cosa volesse significare.
Lo sguardo di Rukia passò per un momento dal padre al figlio, sul quale si soffermò.
Per un istante le tornò alla mente l'immagine della sera prima così distolse lo sguardo in fretta.
- Non capisco – intervenne Yumichika
- Non è un mistero che gli Hollow abbiano una capacità di rigenerazione elevata -
- Non è quello il punto. È il momento che è sbagliato a causa delle condizioni di Kurosaki...- iniziò l'albino, ma venne interrotto da una voce profonda alla destra.
- Tooshiro-kun -
Il ragazzo si voltò a guardare il padre dell'oggetto della sua osservazione.
Lo sguardo era serio e vi era impresso un dolore indescrivibile.
Capì.
Non voleva che il figlio sapesse.
Poteva anche immaginare il perchè considerando il temperamento dell'interessato.
Si guardò intorno.
Al giudicare dagli sguardi nessun altro dei presenti sapeva.
Nessun altro tranne Renji e Rukia.
Abbassò lo sguardo
- Mi dispiace. Ho parlato troppo -
- Capitano – sussurrò Matsumoto osservandolo.

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Capitolo 18
*** Cap. 18 : Scoperta ***


- Questo cosa vorrebbe significare? - chiese Ichigo.
Il suo tono di voce sembrava tranquillo, fin troppo.
Non sapeva come, ma sentiva di conoscere la risposta.
Forse perchè sentiva cosa stava accadendo dentro di sé.
Non era uno stupido.
Non era possibile che con un solo maledettissimo scontro si fosse ridotto in quello stato.
Anche se la sua reiatsu inizialmente sarebbe diminuita gradualmente, nonostante l'intensità del combattimento contro quella specie di imitazione mal riuscita, non era possibile che avesse fatto un picco del genere in così poco tempo.
Era da giorni che ci pensava.
No, non si trattava solo di quello.
Era qualcosa di più complesso.
Più alla radice.
Puntò gli occhi dritto dritto in quelli del padre.
- Spiegami -
- Ichigo...- tentò Rukia, ma fu costretta ad interrompersi.
Non sapeva come continuare.
Fu Renji a trovare le parole.
- Cosa pensi di fare se te lo dicessimo? - chiese serio come mai era stato prima.
L'arancione si voltò a guardarlo di scatto.
Perciò anche lui sapeva.
Istantaneamente spostò lo sguardo su Rukia, che non riuscì a sostenerlo.
Persino lei.
Ichigo strinse un pugno.
- Kurosaki-kun. Sei un ragazzo intelligente, perciò per quanto tuo padre non voglia, ti dirò la verità – intervenne Urahara.
Isshin tacque.
Ormai il danno era fatto.
Nessuno poteva far cambiare idea al proprietario del negozio quando si metteva in testa una cosa.
Se aveva deciso di dirglielo, nemmeno la sua opposizione sarebbe servita a fermarlo.
- Scommetto che ti sei accorto che il tuo “ coinquilino “ sta prendendo una parte fondamentale nella tua perdita di potere. -
Ichigo annuì.
Se ne era reso conto.
- Se continua in questo modo, quando sarà il momento non saranno soltanto i tuoi poteri a sparire. - si interruppe un momento
- Ma la tua stessa vita – aggiunse poi serio e senza giri di parole.
Inoue trattenne il respiro.
Chad parve pietrificarsi sul posto ed Ishida balzò in piedi.
Anche Kon era rimasto basito.
La stanza cadde nel silenzio più opprimente.
Dei presenti, chi non sapeva era rimasto senza parole e chi conosceva la verità già da prima non aveva neanche il coraggio di guardare l'interessato in faccia.
Persino Hitsugaya, che solitamente non si lasciava sopraffare dalle emozioni, continuava a fissare un punto del pavimento per non incrociare il suo sguardo.
Ichigo si alzò lentamente.
- Kon – chiamò.
- S...Sì? - fece lui preso alla sprovvista.
- Potresti prenderti cura del mio corpo ancora un po', per favore? -
- Certo – rispose
- Esco a prendere un po' d'aria, scusatemi – sussurrò prima di avvicinarsi alla porta.
- Ichigo...- lo chiamò Isshin
- No – rispose duro il ragazzo voltandosi a guardare il padre.
L'uomo si bloccò e non poté fare altro che guardare il figlio uscire.
Il suo sguardo era stato glaciale.
Quell'unica parola più significativa di un discorso intero.
Faceva male.
- Mi dispiace, Isshin-san – fece Urahara
- Non importa, Kisuke -  rispose l'uomo tornando a sedere
- Prima o poi l'avrebbe scoperto da solo -
 
 
Era assurdo.
Non poteva essere.
Anche se lui stesso lo sentiva, non poteva crederci.
Adesso veniva fuori che non solo avrebbe perso il suo migliore amico e la ragazza che amava, ma anche la sua stessa vita?
No.
Non voleva crederci.
Non poteva accettarlo.
Tutta quella storia stava diventando troppo perfino per lui.
Doveva essere un sogno, un incubo.
Sì.
Appena si fosse svegliato sarebbe stato tutto come qualche mese prima e lui non avrebbe rischiato di perdere né poteri né la vita.
Purtroppo tutto quello non era un sogno.
Anche lui lo sapeva.
Tutti questi pensieri passarono nella mente di Ichigo mentre correva nel buio saltando di tetto in tetto, senza meta.
All'improvviso si fermò.
Tremava.
Strinse un pugno talmente forte da farsi sanguinare il palmo della mano.
Non gli importava.
In quel momento non sentiva nemmeno dolore.
Non quello fisico comunque.
Non era arrabbiato con gli altri per non averglielo detto, anche se in un primo momento lo era stato, ma aveva pensato e capito i loro motivi. Sarebbe stato esattamente quello che avrebbe fatto anche lui se la situazione fosse stata invertita perciò non aveva neanche il diritto di arrabbiarsi.
Però scoprirlo aveva fatto male.
Tanto.
Troppo.
Il ragazzo si sedette sul tetto nel quale aveva terminato la sua corsa.
Puntò gli occhi al cielo.
Era il tramonto.
Gli era sempre piaciuto quel momento della giornata.
I colori che il cielo e le nuvole assumevano lo incantavano ogni volta e scatenavano in lui una malinconia piacevole.
Si alzò.
C'era un posto in cui voleva andare.
In cui doveva andare.
Vi si diresse.

********************************
Angolo dell'autrice: Sarugaki145 = grazie milleee!!!! Devo confessarti che vedendo che nessuno recensiva questa storia da tempo mi ero un po' scoraggiata però, essendo la prima storia che ho scritto e pubblicato mi sono ostinata a cntinuare a postare. Ti ringrazio davvero tanto. Mi hai dato davvero una carica in più. Spero che continuerai a seguirmi.
Ringrazio anche qui mi segue in silenzio e spero che continui
Alla prossima ^^
_Yozora_

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Capitolo 19
*** Cap. 19 : Fragile ***


Renji e Rukia erano usciti dal negozio di Urahara immediatamente dopo Ichigo pronti a seguirlo, ma una volta fuori si erano fermati immediatamente.
Cosa avrebbero potuto dirgli una volta trovato?
Come avrebbero potuto consolarlo?
Spiegarsi?
Il rosso era appoggiato al muro del negozio e la mora sedeva in terra al suo fianco.
Erano usciti insieme senza bisogno di una parola, era bastato uno sguardo ed erano schizzati fuori.
Rukia si portò le ginocchia al petto, se le circondo con le braccia e ci poggiò il mento.
- Forse...sarebbe stato meglio dirglielo -
Renji la guardò per un secondo poi volse lo sguardo al cielo.
Prometteva pioggia.
Rispecchiava esattamente la situazione.
- E come? “ Ciao Ichigo sai se non riusciamo a fermare l'hollow dal risucchiarti l'energia dall'interno morirai “. Come pensi che l'avrebbe presa? In più anche noi lo sappiamo soltanto da ieri -
- Ma siamo i suoi migliori amici -
- Appunto! Per questo anche per noi è difficile digerire la cosa. Secondo te perchè suo padre non gli ha detto niente? Di sicuro lo sa da più tempo di noi e sarebbe stato anche la persona più adatta, ma è suo figlio. Già non accetta il fatto di poterlo perdere, dirglielo sarebbe stato come ammetterlo. -
Rukia lo guardò.
Era maturato molto da quando frequenteva Ichigo.
Sorrise tristemente.
Quel ragazzo aveva coinvolto e cambiato tutti.
- Comunque non credo sia arrabbiato. Non più almeno -
- Come spieghi la reazione di poco fa, allora? -
- Sicuramente appena ha capito che sapevamo ma eravamo rimasti in silenzio non gli ha fatto piacere. Comunque non è uno stupido. Se è riuscito a calmarsi almeno un po' avrà capito le nostre ragioni -
- Hai ragione – sussurrò la ragazza.
- Adesso tutto ciò che prova è paura -
Il tono di Renji si era fatto preoccupato.
- Dobbiamo trovarlo – disse Rukia decisa alzandosi.
- Come? - chiese il rosso – Potrebbe essere ovunque -
La ragazza riflettè per qualche minuto.
Doveva poteva andare Ichigo in un momento come quello per riflettere in tranquillità?
Un idea le balenò in mente.
- So dove si trova. Seguimi -
Così i due si diressero verso il luogo dove speravano di trovare l'amico.
 
 
- Ciao mamma – disse Ichigo inginocchiandosi davanti alla lapide di suo madre.
Era quello il posto in cui doveva andare.
Strano.
Pensare che presto sarebbe morto lo aveva portato a visitare la tomba della donna che aveva dato la vita per salvare la sua.
Beh, pensandoci bene, forse non era poi così tanto strano.
- Sai mamma, io ce l'ho messa tutta. Ho dato tutto me stesso per proteggere il vecchio, Karin, Yuzu e con loro tutte le persone alle quali tengo di più al mondo. Ho pensato che perdere i miei poteri, rinunciare ad essere uno Shinigami, non fosse un peso se serviva a salvare tutti quanti. Se potevo proteggerli. - prese fiato prima di continuare
- Anche dopo, quando ho iniziato a realizzare cosa volesse dire aver rinunciato a quello che sono adesso, nonostante la cosa mi facesse soffrire, non mi sono pentito della decisione che ho preso. Loro erano salvi. Non importava altro. Avevo comunque la speranza che forse, un giorno, sarei riuscito a rivederli, ma adesso...- gli si spezzò la voce.
Una lacrima calda gli rigò il volto, ma la ignorò.
- Adesso non c'è più niente che io possa fare. Non potrò rivederli mai più, nemmeno se esistesse un modo al mondo per recuperare la reiatsu. Non servirebbe a niente, perchè ciò che sto perdendo è molto più importante. - a stento si tratteneva dall'urlare
- Io morirò,mamma. Il bambino per il quale hai preferito perdere la tua stessa vita piuttosto che mettere in pericolo la sua. Quello stesso bambino sta per morire. -
Non riuscì più a trattenere né le lacrime né il dolore che adesso gli lacerava il petto.
- Mamma, perchè amare fa così male? Perchè adesso che avevo finalmente capito cosa provavo, adesso che avevo finalmente capito di essermi innamorato, devo morire? Non voglio. Non voglio perdere nessuno di loro, ma sopratutto non voglio perdere lei. Non voglio -
Non riuscì più a parlare perchè i singhiozzi glielo impedivano perciò si limitò a restare inginocchiato davanti alla lapide e piangere come non faceva da anni.
Piangeva ancora quando due figure si avvicinarono a lui.
 
 
L'avevano trovato.
Rukia e Renji erano riusciti a trovare Ichigo.
La scena che si presentava loro davanti era devastante.
Tutto ciò che vedevano era un ragazzino disperato che dava sfogo a tutti quei sentimenti che fino a quel momento aveva cercato di reprimere.
Rabbia,rancore,frustrazione,disperazione,solitudine,tristezza,paura.
Era tutto un agglomerato.
Renji non riusciva a muovere un dito.
Non l'aveva mai visto in quel modo.
Non pensava neanche che fosse possibile che il suo migliore amico potesse ridursi in quello stato.
Faceva male.
Un dolore che lo Shinigami non aveva mai provato prima.
Toglieva il fiato.
- Ichigo – sussurrò con un filo di voce Rukia.
Si avvicinò a lui, gli si inginocchiò accanto e lo abbracciò.
Senza dire una parola.
Il rosso vide l'espressione di sorpresa del ragazzo, che però non riuscì a dire una parola né a divincolarsi.
Continuò a piangere e si strinse a lei.
Pianse fino a perdere i sensi.

*************************
Angolo dell'autrice: Ciau!  ^^ Wow ultimamente ricevo delle belle recensioni e considerando che per un po' di tempo non ne ho avuto la cosa mi fa veramente piacere. Sono contenta che la storia vi piaccia e che continui ad incuriosirvi....avevo paura che andando avanti nello scriverla avrei perso il " tocco "...ma a quanto pare non è così e la cosa mi fa felice =).
Beh grazie a tutti quelli che mi hanno recensito e a chi mi segue.
Ci vediamo alla prossima.
passate una BUONA PASQUA !
_Yozora_

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Capitolo 20
*** Cap. 20 : Sogno ***


Rukia e Renji lo portarono a casa e lo misero sul letto.
La ragazza gli mise una mano sulla fronte per verificare quello che avevano sospettato quando avevano sentito il calore del corpo del ragazzo a contatto con il loro.
Sospirò.
- Ha la febbre – sussurrò
- Fortunatamente non è abbastanza alta da essere preoccupante. Credo sia a causa della stanchezza e anche di tutto quello che è successo. -
Renji si sedette ai piedi del letto ed osservò l'amico.
Aveva il morale a terra.
Vedere Ichigo in quello stato lo aveva sconvolto.
E non soltanto lui.
Gli occhi di Rukia lasciavano trasparire ciò che la bocca non riusciva a pronunciare.
Temevano per la sua sorte.
Però, forse, uno sfogo del genere gli avrebbe giovato.
Quella era la speranza nascosta nel loro cuore.
La speranza che non potevano permettersi di abbandonare.
Alla quale si aggrappavano disperatamente.
Il rosso si coprì il volto con le mani.
Doveva parlarne.
Altrimenti quel dolore lo avrebbe fatto impazzire.
- Non l'avevo mai visto così – sussurrò
Rukia si era seduta sulla sedia accanto al letto.
Senza distogliere lo sguardo dal ragazzo che vi dormiva sopra disse
- Non è così forte come sembra di solito. Si comporta da duro, ma è quello che soffre di più. Non solo adesso. È sempre stato così, anche quando ancora non sapeva come controllare il suo Hollow – si fermò un attimo lasciando che i ricordi le invadessero la mente
- Anche se nemmeno io pensavo che sarebbe arrivato a ridursi in questo stato – aggiunse dopo un po'.
- Sono preoccupato – ammise Renji.
Non pensava che l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma era la verità.
- Lo sono anch'io – confessò la ragazza.
 
 
Qualche ora dopo Kon entrò dalla finestra della camera del ragazzo con i corpi degli altri due.
Ognuno si rimpossessò del suo corpo, anche Kon.
Nonostante le apparenze non fu difficile rimettere Ichigo nel suo corpo anche se incosciente.
- Gli altri? - chiese Renji
- I ragazzi sono di sotto con le sorelle ed il padre di Ichigo, gli Shinigami in perlustrazione – rispose.
- C'è bisogno di noi? - chiese Rukia.
- Hanno detto di non preoccuparvi e di prendervi cura di lui – rispose Kon accennando al ragazzo sul letto.
- Bene. Scendiamo anche noi? - chiese la ragazza al rosso che annuì e si alzò.
Sistemarono Ichigo e lasciarono Kon con lui poi raggiunsero gli altri.
Nella sala regnava il silenzio.
Chad sedeva sul bracciolo del divano sul quale erano seduti Ishida ed Inoue.
Isshin sedeva sulla poltrona di fronte.
Karin su una sedia con un'espressione seria.
Aveva capito che qualcosa non andava.
Yuzu era in cucina a preparare il the.
Quando videro arrivare i due ragazzi li guardarono.
Un unica domanda impressa negli occhi di tutti.
- Sta dormendo – rispose Renji.
- Lo abbiamo trovato al cimitero – aggiunse Rukia.
Non dissero niente sul come lo avevano trovato.
Karin alzò la testa a quell'affermazione, mentre Isshin abbassò lo sguardo.
- è incredibile – sussurrò il Quincy.
- Ishida-san – lo riprese Inoue.
La sorella di Ichigo era lì.
A rigor di logica non potevano affrontare il discorso davanti a lei.
- Volete smetterla con i segreti? - sbottò la ragazzina.
- So anch'io che c'è qualcosa che non va con Ichi-nii. In più...riesco a vederlo – ammise.
I ragazzi la guardarono stupiti, tranne Rukia.
Il padre alzò lo sguardo su di lei
- Con questo cosa vorresti dire? -
- Andiamo papà. Sai benissimo che posso vedere gli spiriti anche se non chiaramente come Ichi-nii, comunque ci sono momenti in cui lui non è esattamente umano,no? Lo so -
Isshin si voltò verso Rukia che si strinse nelle spalle
- Mi sono sorpresa anch'io quando Ichigo me l'ha detto, comunque ci riesce da circa un paio di mesi -
- Da poco prima dello scontro con Aizen – intervenne Renji serio
- Così sembra -
 
Ichigo correva come un disperato scappando da qualcosa o da qualcuno che non riusciva a vedere. Non sapeva che cosa lo spingesse a correre ma aveva una forte sensazione di pericolo. Il problema era che non sapeva neanche dove si trovava.
Era tutto dannatamente buio.
Non riusciva a vedere niente, neanche dove metteva i piedi.
All'improvviso un volto sghignazzante li si parò davanti.
Il suo.
Si bloccò di colpo.
Quello che diavolo significava?
Cosa stava succedendo?
Così come era apparso il suo volto sparì ed al suo posto comparve una figura di spalle.
Ad Ichigo sembrava familiare.
Esile,bassa,poco femminile ma comunque riconducibile ad una ragazza.
L'avrebbe riconosciuta anche se ci fossero state mille altre figure di spalle accanto a lei.
“ Rukia “ chiamò
Ma la sua voce non emise un suono.
Si portò istintivamente una mano alla gola.
Provo a chiamarla di nuovo.
Niente.
La sua voce non usciva.
Rukia non si voltava.
Dopo un po' la ragazza cominciò a camminare allontanandosi dal ragazzo.
Istintivamente, preso dal panico, Ichigo le corse dietro.
Inutilmente.
Più correva meno gli sembrava di riuscire a raggiungerla.
Eppure lei si limitava a camminare davanti a lui.
Finchè non sparì.
 
 
Ichigo si svegliò di soprassalto.
Il respiro affannato, tremante e con i brividi di freddo.
Si portò una mano alla fronte.
Scottava.
Grandioso. Solo questa mi mancava.
Pensò amaramente.
Sulla scrivania accanto a lui vide un Kon addormentato.
- Sto facendo preoccupare anche te eh? - sussurrò il ragazzo.

***********************************************
Angolo autrice : Sono tornataaaaaaa!!!!!! Chiedo venia per il mostruoso ritardo ma ero sotto esame di maturità. Comunque sono ufficialmente tornata adesso =)
IWantToGoJapan : Grazie =) Non credevo di riuscire a far venire le lacrime agli occhi a qualcuno. Sono contenta  che la mia storia ti abbia commossa =)
Sarugaki145 : Devo confessarti una cosa, mentre scrivevo mi sono sentita come tutti e 3 ( cosa che credo succeda a tutti gli scrittori ) ed è stato abbastanza distruttivo in quel frangente =) fortunatamente sono riuscita ad uscirne intera XD Ho usato un semplice abbraccio proprio perchè il rapporto che c'è tra Rukia ed Ichigo di quell'amicizia che odora di qualcosa di più dove basta veramente poco per capirsi =) Sono felice tu l'abbia apprezzato
Elisuccia91 : Grazie davvero =) Sono contenta che ti sia piaciuta la scena nonostante portasse con sè ovviamente un gran carico di depressione ( forze di distruzione vera e propria ^^ )
Ringrazio di cuore chi mi segue e spero che anche questo cap. vi soddisfi. Alla prossima ^^

_Yozora_

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Capitolo 21
*** Cap. 21 : Calma prima della tempesta ***


Le sorelle di Ichigo erano finalmente uscite di casa.
Yuzu aveva accettato un po' confusa alla richiesta del padre di lasciarlo solo con i ragazzi per un po'. Karin, invece, aveva protestato a lungo prima che l'uomo assumesse il tono da genitore autoritario che non teneva mai. A quel punto era uscita senza più ribattere anche se con un espressione contrariata sul volto.
- Quindi adesso anche lei può vedere gli Shinigami – sussurrò Isshin.
- Potrebbe esserci un collegamento con il fatto che prima della storia con Aizen non poteva? - chiese Chad
- è probabile – rispose Rukia
- Dubito che sia solo una coincidenza -
- Questa famiglia è più complicata di quel che pensavo – disse Ishida.
La sua affermazione fece ridacchiare Isshin
- Tuo padre disse la stessa cosa quando eravamo giovani. Anche se a quel tempo il significato era un altro -
Il Quincy guardò lo Shinigami sorpreso
- Conosce mio padre? -
L'uomo annuì
- Anche molto bene aggiungerei -
- Come...? - tentò il ragazzo
- Era il mio migliore amico – rispose prima che finisse di fare la domanda
- Prima che accadesse quella storia -
Ishida tacque.
Sapeva a cosa si riferiva.
Non si era mai immaginato il padre da giovane.
Almeno non in maniera diversa da come era adesso.
Dal padre che conosceva.
Freddo, irraggiungibile, irremovibile.
Immaginarlo in compagnia del suo migliore amico, che per altro era uno Shinigami, gli risultava davvero difficile.
- Comunque il fatto che Karin possa vederci mi preoccupa – sussurrò l'uomo dopo qualche minuto di silenzio.
- A quanto pare ci sono molte cose che mio figlio è stato costretto a nascondermi -
- Non sono l'unico – disse una voce alle loro spalle
Si voltarono tutti
- Ichigo – sussurrò Rukia.
 
 
I ragazzi si alzarono all'istante.
- Sto bene – li anticipò subito l'arancione, mentendo.
Lo sguardo fisso sul padre.
- Ichigo...io....- cominciò l'uomo perchè sapeva a cosa si stesse riferendo il figlio.
- Lo so – lo interruppe lui
- Non deve essere piacevole – aggiunse mentre andava a prendere un bicchiere d'acqua.
Renji lo seguiva con lo sguardo.
L'immagine dell'Ichigo di qualche ora prima era solidamente impressa nella sua mente.
In più in quel momento sembrava così debole da poter crollare da un momento all'altro.
Non era mai stato tanto preoccupato da che poteva ricordare.
Neanche per Rukia.
Spostò per un momento lo sguardo sulla ragazza in piedi accanto a lui e nei suoi occhi lesse la stessa preoccupazione che provava lui.
Entrambi però non ne fecero parola in quel momento.
- Kurosaki, cosa hai intenzione di fare adesso? - chiese Ishida.
- Che intendi dire? -
- Come sarebbe a dire? Hai intenzione di accettare la situazione passivamente? - si stava scaldando.
Ultimamente gli succedeva spesso e sempre sulle cose che riguardavano il sostituto Shinigami.
Ichigo fece per ribattere, ma venne interrotto dall'arrivo degli altri Shinigami.
- La situazione sembra tranquilla per il momento – li informò Hitsugaya.
Inoue tirò un sospiro di sollievo.
- Almeno una buona notizia – disse.
- Perchè quest'atmosfera così pesante? - chiese Ikkaku.
Gli altri tacquero.
Ichigo si appoggiò al muro. Il bicchiere stretto in mano.
Si sentiva uno schifo.
Al pari di uno straccio strizzato molte volte con troppa forza.
In più la febbre non accennava a voler diminuire, anzi.
Chiuse gli occhi.
- Credo che per gran parte sia a causa mia – rispose dopo un po' per sdrammatizzare.
Anche se sapeva che era la verità.
- Potrebbe essere il contrario? Ci sei sempre tu in mezzo quando si presenta un problema – affermò Renji dandogli corda.
Il ragazzo sorrise senza aprire gli occhi
- Mi dispiace – disse ironico.
In realtà gli dispiaceva sul serio.
- Mi dispiace che tu l'abbia dovuto scoprire così, Kurosaki – disse il Capitano della decima brigata.
- Non c'è bisogno – rispose il ragazzo
- Non c'era altro modo, comunque – aggiunse.
In quell'esatto momento un urlo squarcio l'aria, mettendo tutti sull'attenti.
L'urlo di un Hollow.
L'arancione aprì gli occhi di scatto.
- Vecchio,dove sono Yuzu e Karin? - chiese apprensivo.
- Le ho mandate fuori prima – disse con lo stesso tono del figlio.
Ichigo scattò nel momento in cui l'Hollow si fece sentire di nuovo.
Troppo vicino.
Ignorando il suo stesso stato di salute, si precipitò in camera e infilò Kon nel suo corpo che, preso dal sonno, non ebbe il tempo di protestare.
Appena nel suo corpo, però, si rese conto delle sue condizioni.
- Ichigo ma tu hai...- cominciò.
Bastò un'occhiata dell'interessato per farlo tacere guardandolo sparire insieme agli altri tornati nuovamente alla forma di Shinigami.
Impotente.

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Capitolo 22
*** Cap. 22 : Febbre ***


Corsero nella direzione in cui sapevano che avrebbero trovato le sorelle di Ichigo e, molto probabilmente, l'Hollow.
Le incontrarono a metà strada tra il supermercato e casa loro.
- Ichi-nii? Cosa...? - fece Karin, ma non ebbe il tempo di finire la domanda che il fratello aveva estratto la spada ed era volato oltre di lei, colpendo l'Hollow che era indietreggiato.
- Mancato – sussurrò Ichigo.
Prima ancora che lui si voltasse Renji e Rukia erano al suo fianco.
Bastò un occhiata e capì che sapevano.
- Non è il momento di preoccuparsi per me, adesso – sussurrò.
Non disse che stava bene.
Era inutile mentire a loro.
Da parte loro i due Shinigami non ribatterono.
Aveva ragione non era il momento adatto per abbassare la guardia.
Gli altri si unirono ai 3.
Isshin si avvicinò alle ragazze.
- Papà...anche tu? - chiese Karin.
- Non c'è tempo per parlarne ora. Vi spiegherò più tardi. - la interruppe il padre.
- Adesso tornate a casa. SUBITO! -
La mora afferrò la mano della sorella confusa e cominciò a correre.
Prima che un altro Hollow appena comparso le seguisse Isshin gli si parò davanti.
- Tu adesso giochi con me, bestione -
Ichigo guardò il padre.
- Toshiro...- iniziò.
- Tranquillo lo aiuto io – rispose prima ancora che potesse finire
- Grazie – disse prima che lui e Matsumoto affiancassero il padre.
 
 
La situazione stava decisamente precipitando.
Era inutile quanto attaccassero gli Hollow continuavano ad arrivare.
- Ma che diavolo! - esclamò Ishida colpendone altri tre.
Chad gli copriva le spalle, mentre Isshin, Toshiro e Matsumoto erano praticamente accerchiati.
Rukia creò l'ennesima colonna di ghiaccio per liberarsi del mostro davanti a lei e Renji era stato costretto a ricorrere al bankai.
Ichigo tremava.
La febbre stava salendo e lui si stava spingendo allo stremo delle forze, ma non gli importava.
Quella storia doveva finire.
Rukia gli rivolse un occhiata in un momento in cui non era occupata.
Le sue condizioni non gli piacevano per niente.
All'improvviso il drago di ghiaccio del capitano Hitsugaya comparve ed abbattè gli ultimi Hollow rimasti.
La situazione parve calmarsi.
- Non può continuare così. Di questo passo loro saranno troppi e noi troppo pochi – disse l'albino avvicinandosi agli altri.
- Noi torniamo alla Soul Society per sapere se hanno ottenuto informazioni -
- Cavolo! - lo interruppe la voce di Ikkaku appena apparso dai cespugli insieme a Yumichika
- Non finivano più -
A giudicare dall'aspetto di entrambi anche loro avevano ingaggiato battaglia mentre percorrevano la strada per raggiungerli.
- Capitano – intervenne Renji
- Penso che io e Rukia dovremmo rimanere qui -
Il ragazzo annuì
- Bene. Voi altri venite con me – disse riferendosi agli altri 3 Shinigami che obbedirono e lo seguirono oltre il portale.
Ichigo, che fino a quel momento aveva cercato di rimanere il più lucido possibile, lasciò cadere Zangetsu a terra e cadde in ginocchio.
Renji gli fu accanto in un attimo.
La preoccupazione nei suoi occhi stupì Rukia che era corsa vicino all'arancione nello stesso momento.
Sfiorò il ragazzo che respirava a fatica.
Scottava ed era peggiorato parecchio.
- Ichigo! - esclamò il padre.
Scattò in avanti insieme agli altri.
Ichigo, che rimaneva cosciente a fatica, afferrò il braccio di Renji e lo strinse appena.
Non poteva permettere che gli altri scoprissero le sue condizioni.
Il rosso lo guardò e capì.
Lo assecondò.
Un attimo prima che gli altri li raggiungessero prese Ichigo in spalla.
- è solamente stremato! Ha bisogno di riposare, lo porto da Urahara -
Sapeva di non poterlo portare a casa.
In più, forse, il negoziante sarebbe riuscito a capire cosa cavolo gli stava succedendo stavolta.
Isshin si bloccò di colpo bloccando gli altri.
Non sapeva spiegarsi il perchè ma sapeva che quella era la cosa giusta da fare.
Non era esattamente il comportamento di un padre normale alla vista di suo figlio in quelle condizioni, ma, in fin dei conti, c'era qualcosa di normale nella loro vita?
Renji scambiò un' occhiata con Rukia e sparirono.
Grazie
Pensò Ichigo senza più la forza di dire né fare niente.
Accasciato sulla schiena del suo migliore amico chiuse gli occhi e lasciò che l'oblio lo sommergesse.
 
 
Erano ore che Ichigo era incosciente.
Ore che Urahara e gli altri si occupavano di lui cercando di far abbassare la febbre.
Ore che Renji se ne stava appoggiato al muro con le braccia incrociate ad osservarli.
Ore che Rukia stava in piedi a guardare il volto dell'arancione tormentato anche nell'incoscienza.
Chissà cosa lo perseguitava anche nella suo sonno.
I ricordi della morte di sua madre?
Il suo Hollow interiore?
La sua perdita dei poteri?
La sua morte?
La mora scosse energeticamente la testa.
No! Non pensarci neanche, Rukia. Lui non morirà
Continuava a ripeterselo.
Eppure aveva paura.
Era terrorizzata all'idea di ciò che sarebbe potuto accadere e vederlo in quel modo non era certo un incoraggiamento.
Cercò lo sguardo del rosso, ma non lo trovò subito.
Anche lui stava fissando il loro migliore amico, probabilmente ponendosi le domande che tormentavano lei, poi alzò lo sguardo ed incrociò il suo.
Entrambi lessero negli occhi dell'altro il desiderio di trovarvi un po' di coraggio, di veder migliorare l'amico, vederlo tornare quello di un tempo, prima dello scontro con Aizen.
La ragazza realizzò solo in quell'istante che non era possibile.
Distolse lo sguardo e uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle, incapace di sostenere ancora di più quella scena.
Si sentiva completamente inutile.
Ichigo aveva fatto così tanto per loro, per LEI, e adesso lei non sapeva cosa fare per lui.
Lacrime calde le scivolarono giù dagli occhi per solcarle le guance come coltelli.
Dolci e amare allo stesso tempo.
In quel momento si rese conto di non aver mai amato tanto qualcuno come amava quel ragazzo.
Si lasciò cadere a terra contro la porta, si coprì il volto con le mani e pianse.
Pianse come non faceva dalla morte di Kaien.

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Capitolo 23
*** Cap 23 : Il cuore di Renji ***


Un ragazzo stava seduto su un tetto di una casa, ma nonostante questo la sua presenza non sarebbe stata notata dalle persone che passavano di lì.
Non dalle persone comuni almeno.
Quella notte era fredda e, nonostante l'aria gli pungesse la pelle, lo Shinigami non si mosse di un millimetro, lo sguardo a scrutare il cielo senza vederlo davvero.
I pensieri che aveva in testa riguardavano solo una persona e la sua situazione.
Sospirò.
Quanto tempo era passato da quando si era sentito inquieto in quel modo?
Forse da quando viveva nel Rukongai e, all'improvviso, la fame aveva iniziato ad attanagliarli lo stomaco prima di scoprire che quello era il segno di chi aveva un potere spirituale tale da poter diventare uno Shinigami.
No, neanche in quel momento.
Sì, si era sentito agitato e in un primo momento anche impaurito e sconcertato, ma niente in confronto a quello che provava in quella situazione.
Si passò una mano tra i capelli e sospirò di nuovo.
Non sapeva davvero cosa avrebbe potuto fare.
Si sentiva completamente inutile.
Non riusciva a trovare una via di uscita, forse quella volta tutto era davvero perduto.
Scosse la testa.
No! Ci sarà un modo per evitare che il peggio accada. DEVE esserci!
Quello era l'unico pensiero che impediva al dolore che provava di prendere il sopravvento, che lo teneva ancorato alla sanità mentale.
Aveva come l'impressione che, se avesse smesso di crederci, sarebbe impazzito e quel dolore era già abbastanza opprimente così.
Respirò l'aria della sera.
Era frizzante e pungente, ma anche piacevole.
Guardò nuovamente il cielo stellato.
Sarebbe stata una bella serata.
Scese dal tetto e si incamminò verso il luogo in cui doveva trovarsi con gli altri.
Tutti insieme avrebbero trovato una soluzione.
Ne era certo.
 
 
- Arriva –
Disse una ragazza mora con le stesse vesti del ragazzo che camminava verso di loro.
Gli altri si voltarono a guardare.
- Era l'ora! - esclamò un ragazzo moro con gli occhiali sul naso.
- Ishida-kun – fece a mo' di rimprovero una ragazza dai capelli lunghi.
Un'altra figura completava il gruppo.
Alto, muscoloso e, come al solito, taciturno se ne stava seduto a formare un cerchio insieme agli altri.
Renji non ebbe neanche la forza di rispondere alla provocazione, perchè sapeva che era di quello che si trattava. Solitamente avrebbe risposto ad Ishida per le rime, ma in quel momento era come se fosse vuoto.
Si sedette insieme agli altri.
- Allora? – chiese Rukia guardandolo.
Renji la guardò serio, forse anche più di quanto si sarebbe aspettato.
Dal giorno in cui avevano portato Ichigo da Urahara e lei era uscita da quella stanza non era più tornata.
Quel suo atteggiamento lo aveva infastidito.
Non si degnava di andarlo a trovare e poi chiedeva a lui come stava. Era una cosa che non riusciva a comprendere né ad accettare dalla persona che, proprio in quel momento, sarebbe dovuta essere quella più vicina al ragazzo.
- Perchè non vai a vedere tu stessa? - rispose acidamente.
Sapeva che non avrebbe dovuto biasimarla, in fondo conosceva meglio di chiunque altro il suo dolore, ma non poteva impedire alla rabbia di salire ogni volta che la guardava.
Era come se stesse abbandonando quel ragazzo.
Il suo migliore amico e, in realtà, si sentiva un po' abbandonato anche lui.
Entrambi avevano bisogno di lei, ma lei non capiva oppure, semplicemente, si rifiutava di vedere ciò che era ovvio perchè le faceva male.
Ma se pensava di essere l'unica e sola a soffrire si sbagliava di grosso.
Rukia abbassò lo sguardo a quella affermazione.
- Sai che non posso – rispose.
Renji strinse un pugno.
La stessa risposta.
Tutte le volte gli rifilava quella patetica scusa.
Poteva funzionare i primi giorni, ma ormai erano passate due settimane, non era accettabile.
Non più.
Quella volta non avrebbe lasciato correre come era solito fare.
- Non puoi o non vuoi? - sibilò senza distogliere lo sguardo da lei che, se possibile, si fece ancora più piccola.
- Abarai-kun – questa era Orihime che, come sempre, cercava di riportare la calma.
La moretta non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo sull'amico, limitandosi a sussurrare
- Renji – con voce implorante.
Per qualche motivo quel tono fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Il rosso si alzò di scatto e sbottò
- No, Rukia! Non stavolta. Non puoi cavartela così come se niente fosse solo perchè ti fa stare male vederlo in quello stato. Non sei l'unica,sai? Pensi che noi sopportiamo vederlo così? Credi che io rimanga lì tutto il giorno, tutti gli stramaledetti giorni a sperare che si riprenda senza provare la tentazione di varcare quella dannatissima porta e andarmene lasciandomi tutto alle spalle? Sei davvero convinta che io sia così di pietra come pensi? Che vederlo in quel modo non mi faccia provare niente? - stava urlando e si fermò solo per riprendere fiato.
- Fa male,dannazione. Fa talmente male che vorrei soltanto che finisse. Vederlo lì, sdraiato, senza altro segno di vita se non il suo respiro, sapendo come potrebbe essere. Conoscendo il suo carattere e temperamento. È un dolore che non riesco neanche a controllare, Rukia. Eppure sono lì ogni santo giorno. Così come suo padre -
Al sentir nominare Isshin la ragazza ebbe un tremito e alzò di scatto lo sguardo su di lui.
Gli occhi impauriti.
Non voleva sentire.
Renji, però, non era dell'umore per provare pietà e ormai aveva cominciato a sfogarsi.
- Sì, Rukia. Suo padre! Come pensi che si senta lui? Ogni giorno vede suo figlio un passo più vicino alla morte. Perchè è così che sta, se proprio ci tieni a saperlo. Sta morendo. Lui sta continuando a mentire alle sue figlie, dicendo che Ichigo è dovuto andare fuori città per un po' cercando di non far trapelare niente. Karin lo tempesta di domande. Conoscendo la natura di suo fratello sa che quell'improvvisa sparizione non è solo una vacanza, ma chi sa come Isshin-san è riuscito a convincerla che non si tratta di niente di grave. Non hai più visto neanche lui, vero? Come potresti? Kon dice che non torni a casa da giorni. A questo punto inizio a pensare che tu dorma sotto i ponti, dato che non riesci a guardare in faccia nessuno di noi. Fa male Rukia? Conoscere la verità? Beh, mi dispiace ma non puoi fuggire da questo dolore. Anche se miracolosamente riuscissi a farlo come stai disperatamente cercando di fare, saresti sommersa dai sensi di colpa. Cosa che probabilmente hai già. Mi dispiace, ma non riesco più a essere tollerante. È il tuo migliore amico e tu lo stai letteralmente abbandonando al suo destino, perchè non sopporti vederlo morire. Indovina un po',Rukia? Neanche io. È anche il MIO migliore amico,e giuro che, nonostante mi senta uno schifo e sia tentato di lasciar perdere tutto, non lo abbandonerò. Non posso farlo. - si fermò di nuovo.
Aveva il fiato corto e il battito accelerato.
Tutti lo guardavano sconvolti e stupiti.
Ammutoliti.
Nessuno aveva pensato che lui avrebbe potuto sentirsi in quel modo.
Sapevano che era legato ad Ichigo, ma non aveva mai mostrato il suo affetto apertamente perciò a nessuno di loro era mai passato per la mente che potesse essere così pieno di dolore.
Renji continuava a fissare Rukia che lo guardava con le lacrime agli occhi, senza accorgersi che, nella foga del momento, anche le sue guance venivano solcate da lacrime silenziose.
Quando riprese a parlare la sua voce si era fatta più bassa e roca
- Lo sai perchè? Perchè lui non lo ha mai fatto. Non ci ha mai abbandonati sia che fossimo stati feriti in battaglia o che ci sentissimo giù per altri motivi. È sempre stato accanto a noi, pronto ad offrirci una spalla, un appiglio. Anche quando non volevamo. È sempre stato pronto ad aiutarci e a difenderci. Stavolta tocca a noi, non credi? Come possiamo definirci suoi migliori amici se alla prima difficoltà lo abbandoniamo? Io non lo farò. Non riuscirei a perdonare me stesso se lo facessi -
Rukia lo guardò per tutto il tempo, senza riuscire a distogliere lo sguardo.
Era cresciuto molto più di quanto avesse pensato.
Non si sarebbe mai aspettata quelle parole.
Non da Renji.
Lei lo ricordava ancora come il ragazzino che si atteggiava a capo gruppo nel Rukongai.
Lo stesso che aveva l'espressione esaltata di un bambino piccolo quando era riuscito a diventare Shinigami.
Come aveva potuto non pensarci?
Renji non era diverso da lei.
Anche se lei provava qualcosa di più per Ichigo del semplice affetto che lega due migliori amici questo non significava che il rosso non potesse capirla, anzi.
Ci riusciva meglio di qualunque altro.
Aveva ragione.
Aveva preferito chiudersi la porta di quella stanza alle spalle, piangere e poi scappare.
Scappare da quel dolore che la consumava, senza in realtà riuscire a liberarsene.
Si alzò e, lentamente, si avvicinò all'amico.
Quando gli fu davanti puntò gli occhi nei suoi e Renji ci lesse una determinazione che non le aveva mai visto prima.
Era tornata.
Sorrise appena e lei, inaspettatamente, gli asciugò una lacrima.
- Non devi trattenerlo per forza. Tutto quel dolore puoi lasciarlo uscire – sussurrò dolcemente
- Lascialo uscire, Renji. Poi torneremo da lui...insieme! -
A quelle parole il ragazzo rimase basito, poi, senza preavviso e senza averlo programmato, l'abbracciò stringendola a sé.
Finalmente poteva lasciarsi andare.
Quella volta fu il suo turno di piangere come un bambino senza trattenersi.

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Capitolo 24
*** Cap. 24: Sommerso nell'oscurità ***


Buio.
Era tutto ciò che lo circondava.
Un buio talmente opprimente che si sentiva risucchiare.
Intorno a lui il niente assoluto.
Non riusciva neanche a capire dove si trovasse.
L'ultima cosa che ricordava era la schiena di Renji che lo trasportava, poi il nulla.
Adesso si trovava lì.
In nessun luogo preciso.
In piedi, o almeno così pensava, a fissare il buio.
Sono morto? Si chiese Ichigo, sorprendendosi della calma con cui formulò quella domanda a sé stesso.
Non lo sapeva.
Non sentiva niente, né suoni, né odori, non riusciva a sentire neanche il suo corpo, ma sopratutto non vedeva niente.
Sì, doveva essere proprio morto.
Quindi è questo che c'è dopo la morte...niente
Sorrise amaramente, o era quello che avrebbe fatto se fosse riuscito a capire dove era la sua faccia per poterla controllare.
Non aveva mai creduto al paradiso o all'inferno, era sempre stato convinto che non ci fosse stato niente dopo la morte.
Nonostante potesse vedere i fantasmi fin da bambino erano davvero poche le cose a cui credeva.
La dimostrazione era che non aveva creduto all'esistenza degli Dei della Morte neanche quando ne aveva incontrato uno di persona.
Finchè non era diventato uno Shinigami lui stesso.
Da quel momento tutta la sua vita era cambiata e la sua visione del mondo con essa.
La morte aveva assunto un significato diverso.
 
“ Ichigo “
 
Il ragazzo si voltò al sentirsi chiamare.
Non riusciva a capire da che parte venisse quella voce, né a chi appartenesse.
Era troppo lontana.
Giungeva ovattata alle sue orecchie.
 
“ Ichigo “ ripeté.
“ Chi sei? Fatti vedere “ rispose l'arancione.
 
Improvvisamente si sentiva percuotere da un senso d'inquietudine.
Aveva sempre odiato non riuscire a vedere quello che aveva attorno e quell'oscurità non sembrava accennare a diminuire, anzi diventava più intensa man mano che il tempo passava.
Eppure aveva la strana impressione di conoscere quella voce.
Era come se l'avesse già sentita altre volte, aveva l'impressione che fosse una parte di lui e anche importante, ma non riusciva proprio a collegarla.
Non ricordava a chi appartenesse.
Forse se fosse riuscito a vedere avrebbe capito all'istante.
 
“ Ichigo “
 
Di nuovo.
“ Fatti vedere. Voglio sapere chi sei. “ rispose il ragazzo supplicante
“ Ti prego “ sussurrò.
 
All'improvviso una luce abbagliante si fece strada in quella densa oscurità, tanto che per un momento Ichigo fu costretto a coprirsi gli occhi per evitare di essere accecato.
Pian piano che i suoi occhi si abituavano a quella nuova “ stanza “ inondata di luce, Ichigo riuscì a distinguere una figura di fronte a lui.
La riconobbe
 
“ Tu sei....”

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Capitolo 25
*** Cap. 25: Zanghetsu ***


Due figure vestite completamente di nero su uno sfondo completamente illuminato di bianco, stavano una di fronte all'altra.
 
“ Zanghetsu “
 
Esclamò Ichigo ricordando a chi apparteneva la voce che aveva udito pochi istanti prima.
Come aveva potuto dimenticarlo?
Avevano combattuto così tante battaglie insieme, lo aveva consigliato e dato coraggio nei momenti in cui, durante i combattimenti più duri, era sul punto di gettare la spugna e darsi per sconfitto.
Gli aveva prestato la sua forza talmente tante volte che ormai non si potevano neanche più contare.
La sua arma, la sua Zanpakuto, adesso era di fronte a lui e lo guardava, immobile.
 
“ è un piacere rivederti, Ichigo “ rispose lui
“ Mi ci è voluto del tempo per raggiungerti “
 
Ichigo lo guardava senza capire.
Era strano, era sempre riuscito a sentirlo nitidamente e anche a vederlo, quando ce ne era bisogno.
All'improvviso ricordò.
Stava perdendo i poteri.
La sua faccia si rabbuiò.
Allora non era solo una sua impressione quando aveva detto a Renji che ormai non riusciva quasi più a sentire la voce della sua katana.
In fin dei conti lo sapeva già, aveva solo sperato che fosse frutto della sua immaginazione.
 
“ Quindi...eccoci qui” sussurrò il ragazzo
“ Siamo giunti alla fine “
 
Zanghetsu alzò lo sguardo su di lui, scrutandolo.
 
“ Non hai una bella cera “ disse sollenne.
 
Ad Ichigo sfuggì un sorrisetto amaro.
 
“ Già. Ultimamente me lo sento dire spesso “
“ Hai già gettato la spugna? “ chiese secco.
 
 
Il ragazzo gli rivolse lo sguardo di scatto.
Com'era possibile che riuscisse a leggerlo così bene?
Nonostante fosse parte di lui, lo Shinigami non era mai riuscito a capire a pieno Zanghetsu.
Neanche quando si trovavano uno di fronte all'altro in quel modo, così vicini da riuscire a guardarsi benissimo negli occhi e leggervi tutto.
Ichigo non era mai riuscito a capire davvero quali fossero i pensieri della sua arma, non bene come ci riusciva Zanghetsu con i suoi.
La cosa a volte lo irritava.
 
“ Non dovrei? “ chiese neutro, senza distogliere lo sguardo dal suo.
 
Fu la volta della Zanpakuto di accennare ad un sorriso.
 
“ La vera domanda è se riuscirai a farlo davvero. Riusciresti sul serio a lasciarti tutto alle spalle? Riusciresti ad affrontare ciò a cui andrai incontro se sceglierai di arrenderti? “
 
Ancora una volta Ichigo non capiva.
A cosa sarebbe andato incontro?
Quella era la fine.
Sarebbe morto.
Non c'era più niente da affrontare.
Lui non poteva andare all'inferno, né tanto meno nella Soul Society.
Perchè non era umano.
Né uno Shinigami, né un hollow.
Solo in quel momento realizzò che lui non era qualcosa che si poteva catalogare.
Non era niente.
Dopo la morte l'unica cosa che lo aspettava era il libo.
Un' intero spazio vuoto dove sarebbe stato solo.
Ma aveva davvero importanza?
Probabilmente non si sarebbe nemmeno accorto di esserci.
 
“ Ha importanza? Sono arrivato al capolinea, Zanghetsu. Ormai dovresti essertene accorto anche tu. Non c'è più niente che io possa fare. Né nessuno che possa aiutarmi in qualche modo “
 
L'arma lo fissava in silenzio.
Conosceva tutti gli stati d'animo di Ichigo.
Per lui era come un libro aperto.
Eppure quel vuoto aveva colpito in pieno persino lui.
Quel vuoto stava portando via ogni cosa.
Persino le cose a cui il ragazzo si era sempre aggrappato ossessivamente, le stava lasciando andare lentamente. Una ad una.
Era la prima volta che lo vedeva così.
Anche adesso che era riuscito a raggiungerlo, tutto ciò che riusciva a vedere era che si stava spegnendo.
 
“ Guardati intorno. Immagino che tu non abbia riconosciuto questo posto “ gli disse
 
Ichigo lo guardò confuso e fece come gli aveva.
Si guardò intorno.
Non c'era niente.
Gli unici in quel posto erano lui e Zanghetsu.
Dove voleva arrivare?
Era già stato lì?
Ora che ci pensava, c'era solo un posto in cui poteva incontrare la sua arma in quel modo, ma non poteva essere quello il posto.
Lì non c'era assolutamente niente.
Il luogo nei suoi ricordi era pieno di palazzi alti tanto da non riuscire a vederne né il tetto né le fondamenta.
Si voltò di nuovo verso il suo interlocutore e, alle sue spalle, all'improvviso lo vide.
Non era minimamente paragonabile a ciò che era abituato a vedere, anzi, più che un palazzo quello sembrava una maceria, però era lì.
 
“ Cos'è successo?” chiese con un filo di voce.
“ Questo è il risultato del vuoto che senti dentro. È arrivato anche qui ed ha portato via tutto ciò che ha potuto. Tranne quella.” disse indicando la maceria
 
“ Quella è l'ultima cosa che è rimasta. Quella alla quale ti stai aggrappando disperatamente. L'unica cosa che non riusciresti a lasciar andare facilmente neanche se ci provassi.
 
La mente di Ichigo fu attraversata da immagini.
Ricordi della sua famiglia.
I suoi amici.
La prima volta in cui impugnò una Zanpakuto, la prima volta che affrontò un hollow, la sua prima battaglia seria.
Poi, come un fulmine a ciel sereno, due volti.
Quello del suo migliore amico, Renji e....
Rukia.

**********************
Angolo autrice: Ciao a tutti! Scusate l'assenza prolungata, di nuovo, ma l'ispirazione non voleva saperne di tornare. Speriamo stavolta resti più a lungo. Ringrazio chi mi segue con la speranza che continui a farlo.
Hixu: Grazie! Mi fa piacere essere riuscita a commuoverti =) Spero di riuscire a continuare a farlo. Tu continua farmi sapere cosa ne pensi, ok?
Bhe ciao a tutti e al prossimo capitolo ^^
_Yozora_

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Capitolo 26
*** Cap. 26: Tornare sui propri passi ***


I due ragazzi, che avevano ripreso posto nei loro gigai, stavano in piedi davanti a quella porta chiusa, fissandola.

Entrambi timorosi di entrare, di affrontare ciò che avrebbero visto dentro quella stanza, ma allo stesso tempo sicuri.

Sicuri di varcare quella soglia, prendere posto accanto alla persona che vi giaceva dentro e non lasciare il suo fianco per un bel po' di tempo.

Renji abbassò lo sguardo sulla ragazza accanto a lui.

- Credo sia meglio che entri tu per prima – disse.

La sua voce era completamente diversa da quando gli aveva urlato nel parco solo qualche ora prima.

Era più profonda e calda.

Una voce che difficilmente riusciva ad associare a Renji.

Era la sua voce, ma al tempo stesso non lo era.

Il risultato di un lungo pianto liberatorio e del dolore che, in ogni caso, continuava ad albergare dentro di lui.

Rukia alzò lo sguardo su di lui.

- Grazie – sussurrò.

Quel ringraziamento non si riferiva solo al fatto di concederle un po' di tempo da sola con Ichigo, ma a tutto quello che aveva fatto per lei.

Non solo quel giorno.

Fin dal giorno in cui si erano conosciuti nel Rukongai, al giorno in cui i loro compagni di giochi erano morti, al momento in cui avevano deciso di entrare all'accademia, fino a quel lì.

Per tutto il tempo lui le era rimasto accanto, anche quando neanche lei sapeva che ci fosse.

Era colui che l'aveva fatta tornare sui suoi passi.

Nonostante non si avvicinasse nemmeno a ciò che provava per lo Shinigami dai capelli arancioni, ciò che provava per Renji era insostituibile e non sarebbe cambiato.

Lui le sorrise appena e annuì.

- Vai. Ci vediamo più tardi – disse per poi allontanarsi.

Rukia rimase a guardarlo andar via finchè non sparì dalla sua vista, poi si voltò nuovamente verso la porta, prese un respiro profondo e la aprì.

 

 

Rukia se ne stava seduta al fianco di Ichigo.

Guardava il suo volto come se fossero passati anni dall'ultima volta che l'aveva visto.

Nonostante la sofferenza che vederlo inerme le procurava, non riusciva a distogliere lo sguardo.

Aveva la sensazione che, se lo avesse fatto, sarebbe svanito.

Gli afferrò una mano e la strinse piano.

Non sapeva da dove cominciare, ma sentiva il bisogno di parlargli.

Scrutò ogni singolo angolo del corpo del ragazzo, prima di tornare al suo viso.

Si decise a parlare.

Da qualche parte doveva pur iniziare.

- Mi dispiace – sussurrò

- Sono in ritardo, non è vero? Solo che non sapevo come affrontarti. Non sapevo come affrontare la situazione. Sai, è così strano vederti così calmo. Tu sei uno stolto dalla testa calda, che agisce prima di pensare. Lo sei sempre stato. Sopratutto quando si tratta di qualcuno a cui tieni. Non ti importa delle conseguenze, non riesci a startene semplicemente con le mani in mano a riflettere. Pianificare non ti si addice, preferisci lasciarlo fare agli altri. - sorrise.

Mentre parlava la sua mente era invasa dai ricordi.

- Nonostante questo non sei un irresponsabile e ti preoccupi per tutti. Cerchi sempre di ripulire i tuoi casini e affronti tutto quanto da solo. Non ti piace dipendere dagli altri, quindi, se c'è qualcosa che ti turba, lo tieni per te e soffri da solo. Quella è la parte di te che non sopporto. Pensi che sia meglio star male per conto tuo piuttosto che far preoccupare gli altri, senza renderti conto che in realtà, a causa di questo, noi ci preoccupiamo di più. Vederti così, adesso...- lasciò la frase a metà non sapendo bene cosa dire.

- Mi dispiace di aver aspettato tanto prima di trovare il coraggio di venirti a trovare. Sai, sono stata sgridata da Renji oggi. Mi ha fatto una vera e propria lavata di capo. - sorrise ancora una volta mentre lo raccontava.

- Era davvero furioso. È stata la prima volta in cui mi ha urlato contro in quel modo. Neanche quando è venuto a riportarmi con la forza nella Soul Society era così arrabbiato. Vi somigliate molto. Più di quanto entrambi riconoscereste. Penso sia per questo che all'inizio non vi sopportavate, e sono convinta sia per questo che adesso andate così d'accordo. Tiene molto a te, lo sai? Molto più di quanto sarebbe disposto ad ammettere. Non l'avevo mai visto così distrutto da quando lo conosco. E non sono io il motivo. Sei tu. Ci avresti mai creduto? Io no. Non finchè non l'ho visto con i miei occhi. Sapevo che teneva a te, lo vedevo, ma non credevo a tal punto. - la sua voce si spezzò.

Strinse ancora di più la mano di Ichigo con la sua, che aveva iniziato a tremare.

Quel monologo era una tortura.

Sopratutto perchè si immaginava le risposte del ragazzo che in quel momento rimaneva in silenzio e ad occhi chiusi, senza dare il minimo segno di ripresa.

Nonostante ciò, allo stesso tempo la faceva sentire meglio.

Parlargli smorzava un po' la stretta al petto che provava.

- Prenditi questo tempo per riposarti e recuperare le forze, ok? Sembra che si prepari qualcosa di grande di nuovo e dobbiamo essere preparati. Dobbiamo essere la squadra forte di sempre. Tutti insieme. Solo...non metterci troppo tempo. Ti prego -

Il tono con cui pronunciò le ultime due parole era di implorazione.

Senza che se ne accorgesse le lacrime avevano ripreso a scendere.

Ancora una volta, con la mano ancora stretta a quella di Ichigo, si lasciò andare.

 

 

Quando Renji aprì la porta Rukia alzò lo sguardo su di lui.

Aveva gli occhi rossi di pianto, ma la sua espressione non tradiva emozione.

Il rosso non disse niente al riguardo.

La ragazza si alzò e gli si avvicinò

- è il mio turno di lasciarvi soli – disse

Il ragazzo si limitò a guardarla.

Non c'era bisogno di dire niente.

Rukia gettò un'ultima occhiata al ragazzo sdraiato privo di sensi, poi uscì e si chiuse la porta alle spalle.

 

 

Renji si avvicinò al ragazzo disteso e gli si sedette accanto, esattamente di fronte a dove, fino ad un attimo primo, era seduta Rukia, dando le spalle alla porta.

Anche lui per qualche minuto si limitò a fissare il volto dell'amico.

Faceva davvero impressione vederlo in quel modo.

Sembrava dormisse, eppure la sua espressione era troppo tranquilla anche per una persona che stava solamente dormendo.

Guardarlo faceva aumentare l'ansia dentro lo Shinigami, ma non riusciva a distogliere lo sguardo.

Proprio come la ragazza, anche lui aveva paura di farlo.

- Ehy, Ichigo. Ovunque tu ti trovi adesso, devi davvero spassartela se non ti sei ancora deciso a tornare. - cominciò.

Aveva cominciato a parlare ancora prima di rendersene conto.

Sentiva di doverlo fare, forse lo avrebbe aiutato a tenere sotto controllo il dolore.

E poi cosa importava?

Qualsiasi cosa avesse detto non c'era nessuno ad ascoltarlo lì, a parte il ragazzo di fronte a lui, perciò poteva anche lasciarsi andare per qualche minuto.

- Sono stato a casa tua qualche giorno fa. Le ragazze stanno bene. È stata dura per Isshin-san tenere a bada Karin. Conosci tua sorella. Non smetteva più di fare domande, chiedeva dov'eri e perchè te ne sei andato all'improvviso. Cosa possa esserci di così importante da andare fuori città senza neanche salutare e perchè non sei tornato dopo il combattimento con gli Hollow quel giorno. Non c'era modo di convincerla a smettere di chiedere, ma in qualche modo ci è riuscito. Tuo padre sa essere davvero autoritario, quando vuole. - una vena di ironia gli percorse la voce.

- Yuzu è stata più facile da trattare. Forse perchè non riesce a vedere gli spiriti e di conseguenza non conosce la tua natura né quella di tuo padre. Comunque le cose qui non sono cambiate molto. Ancora non abbiamo notizie dal Seireitei sul motivo dell'incremento degli hollow e ci ritroviamo ad affrontarli, ogni tanto. Non c'è molto altro da fare. I ragazzi continuano a frequentare le lezioni e poi vengono qui tutti i giorni, a trovarti. Ma scommetto che questo lo sai. -

Un momento di pausa.

La verità era che avrebbe avuto un sacco di cose da dirgli, ma non sapeva come fare.

Non poteva fargli sapere quanto dolore stavano provando tutti quanti, quanto lo stessero aspettando, perchè, se riusciva a sentirlo in qualche modo, si sarebbe solo preoccupato di più.

Ma non poteva neanche tenere tutto quel dolore per sé.

Non più.

- Sai, non credevo che lo avrei mai detto, ma la tua assenza sta iniziando a farsi pesante. Non c'è più nessuno che risponde alle mie provocazioni, o che mi faccia sentire in continua competizione. Né nessuno di cui possa prendermi gioco. Nessuno con il quale possa parlare di tutto. Rukia è un'ottima amica, lo sai anche tu, ma ci sono argomenti che un uomo deve affrontare con un altro uomo. Ci sono discorsi di cui posso parlare solo con il mio migliore amico – ammise imbarazzato.

- Iniziano a mancarmi tutte queste sensazioni sai. E non solo a me. Sono tutti a pezzi. Persino Urahara-san non sa più cosa fare per aiutarti. Siamo tutti preoccupati, quindi vedi di rimetterti in sesto alla svelta e svegliarti. Perchè tu DEVI svegliarti. Mi hai sentito? -

Il suo tono si stava facendo più serio e la sua voce si stava alzando.

- Non ti azzardare a morire, Kurosaki Ichigo. Altrimenti ti troverò, in qualsiasi angolo tu finisca, e ti ucciderò con le mie mani. Sono stato abbastanza chiaro? -

 

 

Ichigo, da dove si trovava, sentiva tutto ciò che gli veniva detto.

Aveva sentito una stretta dolorosissima al cuore ascoltando la sofferenza di Rukia.

E adesso sorrideva, ascoltando le parole di Renji.

- Cristallino,amico – rispose Ichigo alla sua ultima domanda, sapendo benissimo che quelle parole non potevano raggiungerlo.

Non gli importava.

- Aspetta solo un altro po'. Presto tornerò a darti fastidio come prima, vedrai.

 

A quanto pare hai preso la tua decisione “ disse Zanghetsu con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.

 

Ichigo lo guardò e annuì.

Negli occhi una nuova determinazione.

La zanpakuto fece un segno di assenso.

 

Bene “ disse, poi lo guardò serio.

Non dimenticare ciò che ti ho detto”

 

L'espressione dello Shinigami si fece seria.

 

Lo so. Non mi farò scoraggiare e cercherò di resistere meglio che posso. Te lo prometto “

 

Zanghetsu annuì.

Sapeva che l'avrebbe fatto.

Credeva in lui.

 

Ci vediamo, Ichigo “ salutò, poi scomparve.

 

Ichigo rivolse un ultimo sguardo alla maceria di fronte a lui.

Avrebbe ricostruito i palazzi che ricordava partendo da lì.

Aggrappandosi con tutto sé stesso a quella speranza, come aveva sempre fatto.

Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.

Era il momento di tornare sui propri passi.


********************************
Angolo della scrittrice: Buonasera ^^ Stavolta ho fatto in fretta. Confessò che mi ero ripromessa che non avrei aggiornato prima di domani mattina, forse anche domenica, ma alla fine non ho resistito. Volevo sapere cosa pensavate di questo capitolo al più presto =) Lo so è kilometrico, ma doveva esserlo per venire come volevo io. Non avrebbe dato la stessa sensazione se lo avessi suddiviso. Perciò ecco qui il risultato. Spero vi piaccia =)
Ika19: Anch'io ogni volta prego perchè l'ispirazione non se ne vada, ma purtroppo il momento tanto temuto arriva sempre. Cercherò di tenermela stretta per quanto possibile ^^ Fidati non sei l'unica a minacciarmi perchè ogni tanto lascio in sospeso le mie storie XD Spero che potrai perdonarmi. Comunque sono felice che ti piaccia e spero di non deluderti in futuro.
Godetevi il capitolo. Alla prossima, che molto probabilmente sarà presto visto che ho già iniziato a scrivere il capitolo successivo.
Ciao ciao
_Yozora_

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Capitolo 27
*** Cap. 27: Di nuovo insieme ***


Renji era rimasto accanto ad Ichigo anche quando aveva smesso di parlare.

Nell'aria il peso delle cose che non riusciva a trovare il modo di dire.

Il silenzio incombeva impetuoso.

Tutto era immobile, neanche un filo di vento entrava in quella stanza, come se il tempo lì si fosse fermato, tanto che lo Shinigami iniziava a pensare che fosse davvero così.

Fino a quando un movimento non attirò la sua attenzione.

Ichigo stava aprendo gli occhi.

Si avvicinò per assicurarsi che non fosse la sua immaginazione, incapace di proferire parola.

Quando il ragazzo dai capelli arancioni riuscì a mettere a fuoco, sussurrò con voce rauca

- R...Renji -

Il rosso si riprese dallo shock e con tutto il fiato che aveva in gola chiamò

- RUKIA! URAHARA-SAN! VENITE PRESTO! -

I due si precipitarono nella stanza, allarmati dal tono di voce dello Shinigami

- Renji, che succede? Perchè stai...- cominciò Rukia, ma dovette interrompersi senza fiato quando si accorse che la risposta alla sua domanda era proprio davanti ai suoi occhi.

- Ichigo – sussurrò.

 

 

In una delle stanze di quel piccolo negozio dall'aspetto diroccato e situato in un luogo dove, almeno che non ne fosse a conoscenza della sua presenza, nessuno avrebbe mai notato, c'erano quattro figure.

Un ragazzo di sedici anni, dai capelli arancioni, dall'aria provata ed esausta, con la schiena appoggiata al muro e con l'espressione di chi sta cercando di rimettere insieme i pezzi di qualcosa che ha dimenticato.

Un altro ragazzo dai capelli rossi, che chiunque avrebbe potuto definire coetaneo dell'altro, gli sedeva accanto e lo guardava come se fosse appena piovuto dal cielo.

Una ragazza in piedi che dava le spalle alla porta, anche lei dall'aspetto passava per una coetanea dei due, capelli neri e lo sguardo di chi ha ritrovato qualcuno perso da un tempo indecifrabile.

Un uomo adulto, un cappello in testa, proprietario del negozio, affiancava la ragazza e osservava il ragazzo dai capelli arancioni come se fosse appena successo qualcosa di incredibile.

Si riscosse e gli si avvicinò, inginocchiandosi dalla parte opposta del ragazzo dai capelli rossi.

- Ti senti bene, Kurosaki-kun? - chiese.

Il suo tono non tradiva emozione.

Ichigo esaminò mentalmente il suo corpo.

Non era in gran forma, ma era stato peggio.

- Credo di sì. Ho solo un leggero mal di testa – confessò.

La sua voce era rauca come quella di chi ha passato troppo tempo ad urlare come un matto.

Nel suo caso, probabilmente influiva il fatto di essere stato incosciente per settimane.

Urahara gli portò una mano alla fronte e attese qualche secondo, poi annuì serio, ma anche soddisfatto

- La febbre è scesa – annunciò.

Rukia tirò un sospiro di sollievo ed andò a sedersi accanto a Renji.

- Quanto tempo sono rimasto incosciente? - chiese il ragazzo.

- Due settimane – rispose l'uomo.

L'arancione sfuggì un sorrisetto accennato

- Cavoli, in quel luogo si perde davvero la concezione del tempo – sussurrò più a sé stesso che ad altri.

Cadde nuovamente il silenzio, finché Urahara non si alzò

- Vi lascio soli. Immagino abbiate delle cose di cui parlare, voi tre – disse, poi si rivolse ad Ichigo

- Più tardi chiamo tuo padre e gli altri. Direi che per il momento sarebbe meglio che tu rimanessi qui, almeno finché non saremo sicuri che stai meglio -

Il ragazzo annuì

- Grazie, Urahara-san – rispose.

L'uomo fece uno dei suoi soliti sorrisi ed uscì dalla stanza.

 

 

I tre rimasero in silenzio per un po'.

Rukia e Renji guardavano Ichigo come se dovesse crollare da un momento all'altro o sparire da davanti ai loro occhi, tanto che per un momento il ragazzo pensò che avessero intenzione di legarlo da qualche parte.

- Potete smetterla di guardarmi così adesso? Ho l'impressione che da un momento all'altro mi salterete addosso – disse ironico.

Stava cercando di smorzare la tensione.

Ricordava benissimo cosa era successo e ricordava ancora meglio le parole che i due ragazzi gli avevano rivolto mentre era incosciente.

- La smetteremo quando tu la smetterai di arrivare sempre ad un passo dalla morte – fece Renji.

Anche quello voleva essere un tentativo di alleggerire l'atmosfera, Ichigo lo capì, ma il tono di voce dell'amico era uscito più serio di quanto sarebbe dovuto essere.

Il sostituto Shinigami capì anche che intendeva davvero quello che aveva detto.

- Colpito – ammise.

Rukia continuava a rimanere in silenzio osservandolo.

Il ragazzo la guardò e nei suoi occhi vi lesse tutte le emozioni che provava in quel momento.

Gioia, sollievo, paura, curiosità, preoccupazione e tanto altro.

Vi lesse anche tutte le domande che avrebbe voluto fargli.

Decise di cominciare rispondendo ad una che era quella alla quale sembrava porre più importanza in quel momento e che lo avrebbe anche aiutato a raccontare tutto ciò di cui voleva parlare con loro due.

 

Dove sei stato? “

 

- Da Zanghetsu – rispose senza distogliere lo sguardo dal suo.

La ragazza sorrise.

Come previsto, lui era riuscito a capire il suo sguardo perfettamente.

Ogni volta si stupiva di quanto bene ormai ci riuscisse.

Renji lo guardò confuso.

- Come? Cosa c'entra Zanghetsu adesso? -

Ad Ichigo sfuggì una risatina.

Era davvero tornato.

Solo in quel momento si rese conto di quanto quei due gli fossero mancati.

Decise di non tenere troppo sulle spine il suo migliore amico.

- Mentre ero incosciente, sono stato da Zanghetsu. Sono riuscito a parlarci – si interruppe un secondo

- Sarebbe meglio dire che lui è riuscito a raggiungermi -

Il rosso lo guardò, in un primo momento senza riuscire a capire, poi ricordò le parole che il ragazzo gli aveva rivolto il giorno del suo arrivo a Karakura.

 

ormai la sua voce non mi raggiunge quasi più...sono poche le volte in cui riesco a sentirlo e a capirlo...”

 

La sua espressione si rabbuiò.

A quanto pareva, allora, si stava davvero indebolendo.

Lo sapeva già, bastava sentire la sua reiatsu, però, da qualche parte dentro di lui, aveva sperato di sbagliarsi.

- Già – disse Ichigo in risposta al suo sguardo.

- A quanto pare non era solo una mia impressione -

Rukia si stupì di come riusciva, non solo a capire lei, ma anche lo Shinigami dai capelli rossi.

Quello dimostrava, ancora una volta di più, quanto era diventato stretto il loro legame.

Più di quanto avrebbero mai potuto pensare, più di quanto all'inizio avrebbero voluto.

Avevano cercato di mantenere le distanza gli uni dagli altri.

Tutti e loro tre in particolar modo.

Rukia perchè inizialmente non aveva intenzione di rimanere a lungo e perchè riteneva futile stringere dei legami, sopratutto con un essere umano.

Renji per l'iniziale odio nei confronti del ragazzo.

Ichigo perchè, diventato Shinigami, non aveva desiderato altro che riavere la sua vecchia vita.

Poi le cose erano cambiate.

Passo passo i legami si erano rafforzati, le cose da nascondere agli amici di sempre erano diventate troppe, il bisogno di parlare si era fatto impellente.

Ecco come erano arrivati a quel punto.

Nessuno dei tre avrebbe saputo spiegare il motivo per cui, in tutto il gruppo, loro tre fossero quelli più legati.

Non era stata una scelta premeditata, solo l'istinto li aveva spinti a ciò.

Non tagliavano fuori gli altri, non avrebbero potuto neanche volendo e non volevano.

C'erano dentro insieme.

Solo il legame fra loro tre era più forte.

Sapevano cose gli uni degli altri che i ragazzi non sapevano, ma non si sentivano in colpa per quello.

Era quello che doveva essere.

Erano state due settimane terribili per i due Shinigami.

Si erano sentiti come se stesse venendo a mancare una parte di loro.

In quel momento non importava.

Erano di nuovo insieme.

*************************************
Note dell'autrice: Buongiorno a tutti!!! Eccomi con un nuovo capitolo. Da questo momento in poi rallenterò leggermente il ritmo per non perdere l'ispirazione troppo in fretta. Almeno ci spero =)
Ika19: Grazie della recensione =) Per me è un gran incoraggiamento ^^ Non disperare l'ispirazione tornerà anche a te, vedrai. Ti confesso che sto pensando di concludere questa storia, più o meno ho già un'idea del finale solo che mi manca da svolgere tutta la parte centrale che è quella più importante, quindi non so ancora quanto ci vorrà per finirla XD. Spero che il capitolo ti piaccia. Miraccomando fammi sapere cosa ne pensi.
_Otaku_Power_4ever_: Sono felice di sapere che la storia ti ha preso tanto =) Non ho molta autostima per cui ho sempre la paura che ci sia qualcosa di sbagliato. Sapere che piace mi tira decisamente su di morale e mi fa continuare la voglia di scrivere. Perciò ti ringrazio =) Spero che continuerai a seguirmi e a recensire ^^
Ringrazio anche tutti i lettori silenziosi. Anche voi siete un sostegno per me =)
Vi saluto, ci sentiamo al prossimo capitolo.
Buona lettura!
_Yozora_

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Capitolo 28
*** Cap. 28: Ritrovarsi ***


In meno di un'ora, la stanza del negozio di Urahara riservata ad Ichigo si era riempita di gente.

Il ragazzo non era riuscito a dire niente di ciò che avrebbe veramente voluto a Renji e Rukia, ma nel suo sguardo loro vi avevano letto la promessa che, non appena fossero stati di nuovo soli, lui gli avrebbe raccontato tutto.

Nel frattempo tutto ciò che volevano era godersi quel momento di tranquillità e felicità che il suo risveglio aveva portato senza rovinarlo per niente al mondo.

Mentre il gruppo di ragazzi parlava del più e del meno, la porta della stanza si aprì per la centesima volta quel giorno.

- Ichigo – una voce roca e profonda chiamò il suo nome.

Il ragazzo si voltò ed incrociando lo sguardo dell'uomo di fronte a lui, gli sfuggì un sorriso.

- Ciao, papà -

Non ebbe neanche il tempo di rendersi conto che quello si era mosso, che si era ritrovato tra le sue braccia.

Il padre l'aveva abbracciato, stringendolo a sé come se fosse il suo salvagente in mare aperto.

Con forza e, allo stesso tempo, la delicatezza di chi ha paura di rovinare un delicato fiore.

Non ricordava l'ultima volta che l'aveva stretto in quel modo.

Non ricordava nemmeno l'ultima volta in cui lui gli aveva permesso di farlo.

Inconsciamente sorrise di nuovo.

Un sorriso di quelli che raramente si concedeva, uno di quelli che gli illuminavano il volto e raggiungevano gli occhi.

Gli altri rimasero in silenzio osservando la scena con espressione serena.

Dopo qualche minuto, Isshin si staccò da suo figlio e si schiarì la voce imbarazzato.

Rukia sorrise.

Padre e figlio si assomigliavano in maniera impressionante, più li osservava e più lo pensava.

- Mi dispiace – disse dopo un po' l'arancione.

- Ho sentito che le cose a casa sono state difficili da gestire, sopratutto con Karin -

Renji sgranò gli occhi e lo guardò stupito.

Aveva detto quelle cose sperando che, ovunque fosse, lui riuscisse a sentirlo, ma erano state più uno sfogo personale che altro.

Non avrebbe mai pensato che le sue parole lo avrebbero raggiunto davvero.

Ichigo notò il suo sguardo e ridacchiò.

Nei suoi occhi il rosso poté leggerci la sua risposta

 

Sì. Ho sentito tutto quello che hai detto “

 

Abbassò lo sguardo imbarazzato.

Quel breve scambio di battute silenziose non fu notato da nessuno.

O quasi.

C'era solo un'altra persona che riusciva a capirli così bene in quella stanza.

L'arancione scambiò uno sguardo con la mora ed entrambi sorrisero.

 

 

C'era qualcosa di diverso nei suoi occhi.

Rukia poteva vederlo.

Negli occhi marroni del ragazzo che aveva di fronte c'era una scintilla che non gli vedeva da tempo.

Era tornata la voglia di vivere.

Era tornata la speranza.

Era sera inoltrata e lei e Renji erano rimasti nuovamenti soli con Ichigo, che guardava distrattamente in direzione della finestra senza sapere da dove iniziare a parlare.

I ragazzi attendevano in silenzio, senza mettergli fretta.

- Vi ho detto che ho incontrato Zanghetsu – cominciò dopo un po', senza guardarli.

- L'ho incontrato e ho visto ciò che la mia disperazione ha causato – sorrise amaramente.

- Non è rimasto quasi niente. Tutte le mie speranze, tutti i miei punti di forza, tutto ciò che aveva un valore per continuare a vivere. Tutto si è dissolto. -

Il suo tono di voce non emanava tristezza, ma più una serietà incondizionata.

Si voltò e li guardò negli occhi.

- Tutto tranne voi. Le cose a cui mi sto aggrappando disperatamente siete voi e la mia famiglia. Siete ciò che non mi ha permesso di lasciarmi andare e morire, in queste due settimane. - si interruppe un momento, incerto se dire ciò che stava pensando.

Decise di farlo.

Avevano il diritto di sapere come si era sentito e come si sentiva in quel momento.

In fondo, non lo avevano mai abbandonato.

Neanche una volta.

- Avevo rinunciato. - ammise distogliendo lo sguardo.

- Avevo deciso di lasciarmi tutto alle spalle. Era inutile continuare a soffrire in quel modo se non avessi più avuto modo di tornare quello che ero, e per me non lo avevo. Ero deciso a finirla. Volevo mettere fine alle mie sofferenze e alle preoccupazioni delle persone che amo. -

I due Shinigami lo guardarono inorriditi, segno che avevano colto il significato di quelle parole.

- Ichigo, tu...- sbottò Renji, ma fu interrotto.

- Lo so. Non sarebbe servito a niente, adesso l'ho capito, ma in quel momento non vedevo via di uscita. Renji intorno a me c'era solo il buio. Il vuoto più profondo che tu possa immaginare. -

Il rosso non staccò gli occhi dall'amico.

Poteva solo immaginare come doveva essersi sentito il sostituto Shinigami in quel periodo.

Scegliere di perdere i suoi poteri per salvare l'intera popolazione del Giappone e forse anche di più, rinunciando al posto al quale, finalmente, aveva capito di appartenere, nel quale si sentiva a casa.

Sperare, più di qualsiasi altra cosa, che non tutto fosse perduto, che ci fosse un modo per tornare, presto o tardi, per poi ricevere una secchiata di acqua gelida in faccia dicendogli che sarebbe morto.

Non era stato facile da gestire.

Lui e Rukia erano lì per lui, lo erano sempre stati, ma non era stato semplice per Ichigo aggrapparsi a qualcuno che avrebbe perso presto.

Sarebbe stato solo più doloroso.

Per tutti.

Quindi aveva scelto di tenersi quel peso per sé, probabilmente peggiorando le cose.

Fino a quando non era crollato.

Una nuova determinazione riempiva gli occhi del suo migliore amico.

Renji poteva vederlo.

Aveva ritrovato il cammino da seguire e, con quello, aveva ritrovato sé stesso.

Aveva ritrovato loro e loro avevano ritrovato lui.


******************************
Note della scrittrice: Buongiorno a tutti!!!! Ecco il nuovo capitolo! è molto soft...devo prepararmi agli avvenimenti da ora in poi =) E poi facciamo prendere un po' di fiato a quel poveraccio di Ichigo che ultimamente non se l'è passata molto bene e per il quale, probabilmente, le cose si complicheranno...o forse no...vedremo XD Ringrazio tutti voi che mi seguite, spero davvero che continuate a farlo.
_Otaku_Power_4ever_: Grazie! Mi lusinga sapere che aspetti con ansia gli aggiornamenti...significa che per te ne vale la pena e questo mi rende felice ^^ Concordo sul fatto che una persona è meglio pazza che noiosa, ma per quanto riguarda l'inserimento di un personaggio inventato da me ci sto andando con i piedi di piombo nel considerare di inserirlo perchè ho paura di rovinare l'andamento dei personaggi già presenti  rendendolo troppo banale =) Continua a seguirmi miraccomando e fammi sapere cosa ne pensi. Buona lettura!!
Ika19: Grazie mille per la tua recensione! Mi riempono il cuore di gioia e mi motivano ( come ogni recensione del resto XD ) Come puoi vedere questo capitolo è molto più tranquillo, ovviamente, come ho già detto, devo prepararmi e prepararvi ai prossimi. Le avventure non sono finite XP Goditi il capitolo, nella speranza che ti piaccia ^^
Vedrò se riuscirò a postare il prossimo capitolo entro pasqua, altrimenti ci riaggiorneremo la prossima settimana.
Alla prossima!!!
_Yozora_

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Capitolo 29
*** Cap. 29: Speranza ***


- Pensi sia possibile? - chiese Rukia appoggiata al muro guardando la sagoma del proprietario del negozio.

Una volta finita la chiacchierata con Ichigo, i tre avevano deciso che, per il momento, si sarebbero tenuti quelle informazioni per loro.

L'unico con cui ne avrebbero parlato sarebbe stato Urahara, perchè forse lui avrebbe potuto dare qualche risposta ai loro dubbi.

L'uomo si gratto il mento pensieroso.

Dava le spalle alla Shinigami e fissava il cielo dalla piccola finestra che aveva di fronte.

Attese qualche minuto prima di rispondere.

- Sì, credo di sì – disse in fine

- Ma non sarà facile per lui da sopportare – aggiunse solenne.

Rukia annuì, era una cosa che avevano già valutato.

- Vuole rischiare? - chiese voltandosi a guardarla.

Era una domanda per la quale conosceva già la risposta, ma doveva assicurarsene.

La mora si lasciò sfuggire un sorrisetto

- Ovviamente – si limitò a rispondere.

Urahara piegò la testa da un lato osservandola.

Aveva notato il suo tono di voce.

- E tu, Kuchiki-san? - chiese serio.

La ragazza alzò lo sguardo su di lui e sospirò.

- Voglio che torni ad essere quello che era e che stia bene. Voglio che sia salvo e che non debba più soffrire per la mancanza di poteri o per il suo hollow. Voglio che continui ad essere Ichigo -

 

Voglio che continui a vedermi

 

Quello fu un pensiero che tenne per se.

- Ma...- aggiunse dopo qualche istante di silenzio

- Per lui questo metodo potrebbe essere molto pericoloso. Dovrà spingersi oltre il suo limite, in continuazione, e non ci sono garanzie che ogni volta le cose saranno tranquille. Deve spingere i suoi poteri al limite, fino a che non gli resterà che una goccia della sua stessa esistenza. È estremamente pericoloso, potrebbe non riuscirci. Non fare in tempo – la sua voce tremò.

Il proprietario le si avvicinò e le appoggiò una mano sulla spalla

- Non dirò che andrà tutto bene, perchè stavolta neanche io ne sono sicuro. Sono preoccupato per la salute di Kurosaki-kun quanto te. Sarà doloroso per lui e scommetto che lo sa. Doloroso e stancante. Più che mai avrà bisogno di voi al suo fianco. Il fatto che, nonostante tutto, abbia ancora molta reiatsu rispetto ad un normale Shinigami renderà il peso dell'impresa ancora maggiore, ma proprio perchè è di lui che si tratta, sono fiducioso. In fondo è pur sempre una speranza ed è molto più di ciò che avevamo fino a qualche giorno fa. È l'unica cosa che abbiamo -

Quando si interruppe Rukia lo guardò di nuovo.

Il tono di voce che aveva usato era risoluto e sincero, la sua espressione seria.

La ragazza annuì.

Doveva credere in Ichigo, credere che ce l'avrebbe fatta e ne sarebbe uscito.

Come aveva sempre fatto.

 

 

- Sicuro di volerlo fare? - chiese Renji osservando l'amico che preparava le sue cose per tornare a casa.

Era passata una settimana da quando si era risvegliato dal coma e non aveva avuto ricadute perciò Urahara aveva dichiarato che poteva tornare a casa.

Ichigo non aspettava altro.

Non pensava che la sua famiglia gli sarebbe potuta mancare tanto, eppura non vedeva l'ora di rivederli.

Persino Kon, in un certo senso, gli era mancato.

L'arancione rispose senza smettere di mettere a posto la sua roba.

Suo padre gli aveva portato quasi tutto l'armadio, nemmeno fosse dovuto rimanere lì per 3 anni.

- Renji, mi hai fatto questa domanda minimo 20 volte solo negli ultimi 2 giorni – disse esasperato

- La mia risposta non è cambiata. Voglio farlo, devo farlo. Non mi rimane altro metodo, è l'unica speranza che ho e intendo aggrapparmici con tutte le mie forze. Non c'è altra via di uscita -

Il rosso sospirò.

Era contento che ci fosse ancora un modo per impedire ad Ichigo di perdere i poteri e, con essi, la sua vita, e avrebbe lo avrebbe sostenuto in quell'operazione al massimo delle sue possibilità, ma non poteva nascondere che era preoccupato.

Stava correndo dritto dritto nella bocca del leone con un solo rametto di legno per tenergli le fauci aperte.

Non c'erano garanzie che avrebbe funzionato, non avevano la certezza che niente sarebbe andato storto e di certo la procedura non era indolore.

Quello era stato chiaro fin dall'inizio anche se il sostituto Shinigami non lo aveva mai detto ad alta voce.

Era quello a preoccupare ancora di più il rosso, il non sapere con preciso cosa avrebbe dovuto sopportare il suo migliore amico.

Sospirò di nuovo e riposò ancora una volta lo sguardo su di lui.

Quello di cui era certo era che non lo avrebbe abbandonato.

Mai.

- D'accordo. Non te lo chiederò più – disse con voce ferma.

- Sappi solo che noi saremo lì per te -

 

Io sarò lì per te

 

Ichigo lo guardò e lesse quell'ultima frase nei suoi occhi.

Sorrise.

- Grazie, amico –


*******************************
Angolo dell'autrice: Buonsalve a tutti!!!!! No, non vi siete ancora liberati di me per vostra sfortuna. Ogni tanto rispunto fuori per pubblicare un nuovo capitolo di questa storia che sta diventando davvero lunghissima XD. Non uccidetemi per questo. Beh ci siamo quasi, l'attesa è quasi finita e tornerà un po' di azione nelle vite dei nostri amati personaggi. Dovevo concedere un po' di tregua anche a loro, ma il momento è vicino. Non so se sarà esattamente nel prossimo capitolo, ma comunque ormai siamo vicinissimi XD. Grazie a tutti quelli che continuano a leggere questa storia e che, nonostante stia diventando un romanzo da 30000 capitoli, la trovano ancora interessante, non preoccupatevi comunque piano piano si avvicinerà anche la fine XP. Un ringraziamento speciale va ai miei recensori =)

_Otaku_Power_4ever_: Mi lusinga pensare che aspetti con così tanta ansia un nuovo capitolo anche della mia storia =) Nonostante io pubblichi in costante ritardo * si inginocchia per chiedere umilmente perdono * Beh credo che la certa cosa che hai mente, se è la stessa che ho in mente io, succederà, ma un po' più avanti. Probabilmente verso la fine...ma potrebbe succedere anche prima chissà. Spero che continuerai a leggermi e a farmi sapere cosa pensi dei miei capitoli ^^
Ika19: Non preoccuparti tu eri perfettamente in tempo, sono io ad essere una ritardataria cronica. Colpa anche della mia altanelante ispirazione. Presto avrai quello che aspettavi, l'azione! ( se posso svelarti un segreto la sto aspettando con una certa ansia anche io....sono curiosa di sapere cosa partorirà la mia mente XD ). Per quanto riguarda il momento precedente tra Ichigo e Isshin, io credo che il padre abbia sempre cercato di avere una sorta di contatto " fisico " con il figlio, era solo che Ichigo era troppo " tosto " per concederglielo. Anche se credo di più che fosse un complesso dovuto alla morte della madre. Mi sono divertita un sacco quando ho scritto del momento in cui faceva capire a Renji che aveva sentito tutto. Che SAPEVA tutto perchè mi sono immaginata i mille modi in cui sfrutterà le cose che gli ha detto e me lo immagino tutt'ora. Povero Renji ahahahahah. Grazie mille per continuare a seguirmi e recensirmi, spero che continuerai a farlo.
Ringraziamenti conclusi adesso vi lascio alla lettura. Buon capitolo e al prossimo aggiornamento ^^
_Yozora_

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Capitolo 30
*** Cap. 30: Calma piatta ***


Un'altra riunione.

Nella sala di casa Kurosaki vi erano più Shinigami che persone.

Le piccole di casa erano a scuola perciò avevano deciso di incontrarsi tutti lì.

Ad esattamente quattro giorni dal ritorno di Ichigo a casa, la situazione non era cambiata.

Dall'entrata in coma dell'arancione non c'erano più stati attacchi di massa da parte degli Hollow ed il Seireitei non aveva ancora trovato delle risposte.

Brancolavano nel buio.

Diversamente da ciò che Orihime cercava disperatamente di convincerli, e forse anche convincersi, quello non era un buon segno.

Ichigo era inquieto.

Quella calma piatta stava ritardando il suo piano e più tempo ci impiegava meno possibilità aveva di uscirne fuori.

- Notato niente di strano nelle vicinanze ultimamente? - chiese Toushiro più per routine che perchè credeva di ricevere una risposta diversa dal solito

- No, tutto come sempre. Non ci sono stati segni di Hollow ultimamente né di attacchi diretti alle anime o cose simili – rispose Rukia

L'albino sospirò

- Lo sospettavo -

- Quindi adesso che facciamo? - chiese la sua tenente che come sempre era incurante del fatto che la scollatura della sua veste non lasciasse spazio all'immaginazione.

- Che altro possiamo fare? Stanare quei mostri e rispedirli dritti al mittente. Non vedo l'ora di fare una carneficina di Hollow -

Un sospiro rassegnato venne dalla sinistra dello Shinigami pelato, che aveva parlato con foga.

- Ikkaku, non ci senti? Non c'è traccia di Hollow a Karakura – lo rimbeccò Yumichika.

L'altro gli scoccò un occhiataccia.

- Allora proponi qualcosa tu, razza di so tutto io – disse acido.

L'interessato fece per ribattere, ma venne interrotto dal Capitano della decima brigata

- Finitela voi due. Non è il momento di mettersi a discutere -

I due abbassarono il capo

- Ci scusi, Capitano – dissero all'unisono.

- L'unica cosa da fare è che voi torniate nella Soul Society e diate una mano con le ricerche, almeno così le cose forse si accelereranno un po'. Noi nel frattempo continueremo a tenere le cose sotto controllo qui e vedremo se Kisuke ha un piano in caso di un altro attacco – disse il padrone di casa.

Toushiro annuì

- Penso anch'io -

Spostò lo sguardo dall'uomo che aveva appena parlato a suo figlio, che non aveva detto una parola per tutto il tempo.

- Io e Rukia resteremo qui – disse Renji.

Il Capitano annuì di nuovo

- Se ci sono dei cambiamenti informateci immediatamente – disse rivolgendosi di nuovo all'ex-Capitano.

- Sicuramente – rispose lui.

Il Capitano e gli altri tre Shinigami aprirono un portale e ne sparirono dentro.

 

 

- Kurosaki, cosa pensi di fare, adesso? - chiese un ragazzo con gli occhiali seduto su una gradinata, all'amico che gli dava le spalle.

I tre Shinigami presenti sulla scena non si erano ancora rimpossessati dei loro corpi.

Ichigo fissava il cielo stellato senza vederlo davvero.

L'inquietudine che lo accompagnava in quei giorni sembrava non volerlo abbandonare tanto presto.

Non si voltò a guardare Ishida quando rispose

- Non lo so. Non posso fare niente di diverso da quello che potreste fare voi in questa situazione. Siamo bloccati -

Le ultime due parole furono un sussurro e solo Renji e Rukia capirono il vero significato dietro quelle parole.

Non avevano parlato ai ragazzi del piano che avevano in mente per far recuperare ad Ichigo i poteri e, a giudicare da come stavano andando le cose, non lo avrebbero fatto molto presto.

Non gli piaceva mantenere nascoste certe cose ai loro compagni di avventure, ma non avevano altra scelta, non potevano tirar dentro anche loro in quella storia.

Avrebbero cercato di far cambiare idea all'interessato e lui non aveva la minima intenzione di tornare sui suoi passi o discutere con loro per questo.

- Beh ma ci deve essere qualcosa che possiamo fare – insistette Kon ancora nel corpo di Ichigo.

- Pensi che se lo sapessimo saremmo qui a girarci i pollici? - ribattè Renji.

Certe volte l'ingenuità dell'anima modificata lo irritava.

Quello per tutta risposta gli scoccò un'occhiataccia che fece presto ad abbassare perchè si rese conto che, a conti fatti, il rosso aveva ragione.

- Ichigo...- cominciò Rukia.

- Lo so,Rukia. Lo so. - fece lui sospirando.

Si voltò verso gli altri

- Credo che l'unica cosa che possiamo fare in questo momento è tornare a casa ed andare a parlare con Urahara-san domani -

Chad lo guardò con la sua solita espressione seria e annuì.

Orihime si alzò

- Beh, non vedo altra soluzione – concordò

- Rientro per prima. Buonanotte ragazzi – disse

Ishida la imitò

- Io accompagno Inoue- san poi vado a casa. - prima di allontanarsi scambiò un'occhiata con Ichigo.

Lo sguardo dell'arancione era fermo.

Impenetrabile.

Tutto il contrario di ciò che stava accadendo realmente dentro di lui.

***************************************
Note dell'autrice: Salve! Ok per prima cosa mi scuso per la bruttezza di questo capitolo, il problema è che ho troppe idee nella testa sia per questa che per le mie altre storie che sto pubblicando e mi confondono e, magari parto da un'idea di base che poi dimentico perchè nel frattempo è mutata un qualcosa come 500 volte e non so più quello che ne viene fuori. In ogni caso, mi dispiace davvero tanto se lo troverete orribile vi capisco * si prepara a ricevere pomodori e frutta e ortaggi di vario genere *
Ika19 : Ok mi sono davvero immaginata una bionda che saltava sul letto ahahaha comunque grazie per i complimenti e mi dispiace perchè so che ti rimangerai tutto una volta letto questo capitolo. Ti ho delusa lo so T.T spero comunque che non smetterai di leggerla e recensirla, lo spero tanto, ma non pretendo nulla tranquilla.
Grazie a tutti voi =) Al prossimo, e spero migliore, capitolo.
_Yozora_

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Capitolo 31
*** Cap. 31 : Richiamo ***


Erano di nuovo lì, esattamente come un anno prima, nella stanza segreta di Urahara.
Il portale davanti a loro stavolta, però, era ufficiale e autorizzato.
Pensare che era passato un anno da allora faceva sentire Ichigo strano.
Ne erano successe talmente tante di cose in un anno che allo Shinigami sembrava di conoscere i suoi amici da molto più tempo.
Erano passate altre due settimane dal risveglio di Ichigo ed ancora sembrava che il mondo, così come Hueco Mundo, si fossero fermati.
Congelati nel tempo.
Non era realmente così, lo sapevano.
La vita andava avanti esattamente come prima che il sedicenne incontrasse Rukia, ma non succedeva niente di tutto quello che il gruppo si aspettava.
Niente Hollow, niente nemici di altro genere, niente di niente.
La faccenda cominciava ad essere strana ai limiti dell'assurdo.
Poi, all'improvviso, il Capitano-Comandante aveva ordinato a Rukia e Renji di tornare nella Soul Society e di portare con loro il sostituto Shinigami.
Non era una richiesta strana, in sé per sé.
Non era la prima volta che il vecchio Shinigami richiedeva la presenza di Ichigo nel Seireitei, ma considerate le circostanze e le condizioni di quest'ultimo si stupirono.
Era evidente che il Capitano Hitsugaya aveva omesso le reali condizioni dell'arancione, probabilmente perchè, se le avesse sapute, il Capitano-Comandante avrebbe dato l'ordine di trattarlo come un semplice umano già da subito.
Mentalmente i ragazzi lo avevano ringraziato per questo.
Era passato quasi un mese dall'ultima volta che Ichigo aveva assunto la sua forma Shinigami e doveva ammettere che si sentiva ansioso.
Aveva preso la sua decisione e non aveva intenzione di tornare indietro.
Esattamente come quando aveva deciso di usare il getsuga tensho finale, quella era l'unica via di uscita che aveva, ma questo non significava che non fosse nervoso.
Chiuse gli occhi ed inspirò.
Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla e, voltandosi, vide Renji fargli un cenno d'incoraggiamento con la testa.
Spostò lo sguardo davanti a sé.
Ishida, Chad e Inoue erano lì per salutarli.
Rivolse l'attenzione al leoncino di peluche che si trovava sulla spalla di Inoue.
- Kon, lascio il resto a te – disse.
- Non preoccuparti. Proteggerò io le ragazze – rispose lui impettito.
Il ragazzo si lasciò scappare un sorrisetto, aspettò che l'anima modificata saltasse da lui e tolse la pillola da quel corpo di cotone per metterla nel suo.
Nel momento in cui l'anima uscì dal suo corpo, senti la pronta mano del rosso stringerglisi intorno al braccio come a sorreggerlo.
Lo guardò per rassicurarlo che stava bene e quello lo lasciò andare con cautela.
- Fate attenzione – si raccomandò Inoue.
- Torneremo presto – la rassicurò Rukia sorridendole.
- Vedi di non fare l'eroe, Kurosaki – disse serio Ishida.
L'interessato ridacchiò
- E tu vedi di non combinare guai – scherzò.
Il Quincy lo fulminò con lo sguardo, poi sorrise rassegnato.
L'arancione scambiò uno sguardo con Chad, non c'era mai stato bisogno di troppe parole tra loro.
- Bene, tutti pronti? - chiese il proprietario del negozio
- è ora di partire -
I tre Shinigami si voltarono in direzione del portale e vi ci gettarono dentro.
- Buona fortuna – sussurrò Urahara.
 
 
Una volta usciti dal cancello che si era aperto nel Seireitei, i tre Shinigami si guardarono in torno.
Era tutto tranquillo.
Talmente tranquillo che Ichigo cominciava a sentirsi inquieto.
- Strano. Eppure sapevano del nostro arrivo. - disse Renji.
Il tempo di finire la frase che videro una figura avvicinarsi a loro.
- Nii-sama – fece Rukia.
Si inginocchiò seguita a ruota da Renji.
Ichigo rimase in piedi a fissarlo.
C'era qualcosa nell'espressione del Capitano della 6° brigata che non gli piacque.
Byakuya, dal canto suo, non distoglieva lo sguardo dal sostituto Shinigami.
- Seguitemi. Il Capitano-Comandante vuole vedervi subito. Siamo in uno stato di emergenza -
Il suo tono come sempre non tradiva emozione.
Lo sguardo era freddo e apparentemente disinteressato, il tipico sguardo che assumeva quando succedeva qualcosa di grosso.
Renji e Rukia alzarono gli occhi su di lui e poi si alzarono.
Senza aggiungere altro lo Shinigami si voltò e si incamminò ed i tre ragazzi lo seguirono senza dire una parola.
 
 
Arrivati davanti alla porta che li separava dalla sala dove i Capitani si riunivano quando dovevano discutere questioni importanti, Ichigo si bloccò.
Il senso di inquietudine aumentava e con esso si fece strada una strana frenesia che non gli apparteneva.
Durante il mese in cui non aveva assunto la forma di Shinigami, anche il suo Hollow interiore non aveva più fatto la sua comparsa, come se stesse dormendo, perciò perchè si stava risvegliando proprio in quel momento?
- Ichigo -
Sentì il sussurro di Rukia provenire dalla sua destra e si voltò a guardarla.
Nel suo volto vi lesse apprensione così le sorrise cercando di sembrare il più rassicurante possibile.
- Sto bene – rispose poi si voltò a guardare Byakuya e gli fece un cenno del capo.
Lo Shinigami aprì la porta e si fece da parte facendoli entrare, poi prese posto accanto agli altri capitani.
Nella stanza c'erano i 12 Capitani disposti in due file da sei nei due lati della sala e al centro, in fondo, il Capitano-Comandante comandante sedeva sulla sua sedia con accanto il suo tenente.
Rukia e Renji si inginocchiarono di nuovo e, di nuovo, Ichigo rimase in piedi in mezzo a loro.
Non aveva mai dato troppo peso alla gerarchia di quel posto.
- Alzatevi – disse la voce profonda del Capitano della 1° brigata.
Il rosso e la mora obbedirono.
 
 

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Capitolo 32
*** Cap. 32: Criminali ***


Nella sala regnò il completo silenzio per una decina di minuti buoni.
Persino Zaraki non aveva fiatato all'arrivo di Ichigo.
Considerando il temperamento del Capitano dell' 11° brigata ed il fatto che non si vedevano da mesi, il suo silenzio non faceva che confermare che la questione era seria.
Hitsugaya li guardava serio ed incrociando il suo sguardo Ichigo vi lesse anche un po' di preoccupazione.
- Scusate se vi ho fatto venire qui di fretta, ma c'è una questione importante di cui devo discutere con voi. - cominciò il vecchio Shinigami.
- Come ben sapete c'è stato un incremento esponenziale di Hollow sulla Terra. Abbiamo avuto l'informazione da una fonte che non è un evento casuale. C'è uno scopo più grande dietro questi avvenimenti e noi dobbiamo scoprire qual'è e chi ne sta tirando i fili. O meglio, chi è il sostituto che lavora per la vera mente dietro tutto questo. -
Ichigo assunse un'espressione sconcertata.
- Aspettate, volete dire che sapete già chi c'è realmente dietro tutto questo, ma state cercando il suo burattino? Perchè non occuparsi del vero responsabile? - chiese confuso.
Il Capitano-Comandante assunse un tono grave
- Perchè il vero responsabile è già nelle nostre mani. È da lui che viene l'informazione. -
I tre sobbalzarono.
Cosa significava?
Se avevano già il responsabile, perchè non si erano occupati della faccenda e non avevano trovato chi lavorava per suo conto?
L'arancione fece scorrere lo sguardo sui presenti.
Non uno di loro riuscì a sostenerlo.
Perfino Byakuya durò solamente qualche secondo prima di abbassare gli occhi.
Tornò a rivolgersi allo Shinigami di fronte a lui.
- Chiedo scusa, ma non capisco. Se avete il responsabile perchè non vi fate dare il nome da lui? -
L'uomo fissò il pavimento per qualche secondo, come a pesare le parole che stava per usare, poi tornò a guardarlo con sicurezza negli occhi.
- Lui ha detto che avrebbe parlato soltanto in tua presenza -
Il ragazzo si immobilizzò.
Dentro di sé, sentì l'Hollow agitarsi trepidante, come se avesse già capito ciò che ad Ichigo sfuggiva e né attendesse eccitato la reazione.
- Cosa significa? - chiese cercando di ignorare la sensazione che l'altro sé gli dava.
Il Capitano si voltò verso qualcuno presente in quella stanza che dalla loro posizione i ragazzi non riuscivano a vedere.
- Portatelo avanti – ordinò.
Le due guardie si fecero avanti trascinando con loro un uomo costretto in una camicia di forza.
Non appena riuscirono a vederlo, lo riconobbero.
Rukia impallidì e portò una mano all'elsa della spada
- Non è possibile – sussurrò appena.
Renji si irrigidì e, in un gesto istintivo, si parò davanti al suo migliore amico.
Ichigo fece un impercettibile passo indietro.
- Tu...- sibilò.
L'Hollow dentro di sé ruggì euforico, per poi scoppiare in una fragorosa risata.
 
 
Una risata sommessa e raggelante.
Fu quella a far voltare Renji verso il ragazzo alle sue spalle.
Ichigo teneva lo sguardo così basso che non si riusciva a vederne gli occhi e rideva.
Un tipo di risata che non apparteneva al sostituto Shinigami.
Alzò lo sguardo di scatto e lo puntò di fronte a sé.
Tutti nella stanza trattennero il respiro, immobili.
Gli occhi non appartenevano al sedicenne.
L'aspetto era senz'altro il suo, ma quegli occhi ed il ghigno che si era disegnato sulla sua faccia, non gli appartenevano affatto.
In un attimo, senza che nessuno facesse in tempo ad accorgersene o ad intervenire, l'essere che aveva preso possesso del corpo di Ichigo si era avvicinato all'uomo che aveva appena fatto il suo ingresso e lo aveva attaccato al muro tenendolo per la gola con una mano.
L'altro non ne sembrò sorpreso né spaventato, si limitò a sorridere.
- è un piacere incontrarti...Aizen – disse l'Hollow.
Neanche la voce era quella dell'arancione.
- Lo stesso vale per me, Ogihci – rispose l'ex Shinigami aprendo bocca per la prima volta.
Il “ mostro “ scoppiò nuovamente a ridere, prima di indietreggiare allontanandosi da lui e portarsi una mano alla testa piegandosi per il dolore.
Fu questione di secondi, il colore dei suoi occhi tornò allo stato originario ed il ragazzo crollò.
- Ichigo! - esclamò Renji.
In un secondo fu accanto all'amico afferrandolo un attimo prima che questo finisse sul pavimento.
 
 
Quando si svegliò si trovava in una stanza che non conosceva.
Guardandosi intorno notò Renji e Rukia seduti alla sua destra, dall'altro lato si trovavano Kyoraku ed Ukitake.
Tutti e 4 avevano un espressione preoccupata.
- Come ti senti Ichigo-kun? – chiese il Capitano della 13° brigata.
Per tutta risposta il ragazzo si mise a sedere e si portò una mano alla tempia.
Aveva un mal di testa assordante e tutto il suo corpo era dolorante come se avesse lottato senza sosta per tre ore piene.
- Non dovresti sforzarti – lo ammonì Rukia.
Ichigo si voltò a guardarla.
- Cosa...è successo? -
L'ultima cosa che ricordava era di aver visto Aizen di fronte a sé e di essere stato invaso dal terrore, poi quella risata.
Sgranò gli occhi, capendo improvvisamente quello che doveva essere successo dopo.
Guardò Renji in preda al panico.
- Ha preso il controllo, non è vero? -
Il rosso ricambiò lo sguardo e notando la paura negli occhi dell'amico sentì un po' di tenerezza farsi spazio dentro di sé.
- Solo per qualche minuto – ammise.
Cercava di tranquillizzarlo.
Sapeva che temeva di aver fatto del male a qualcuno, perciò aveva detto quella frase per fargli capire che non era così.
L'arancione sospirò ed il suo corpo si rilassò appena.
- Che sta succedendo, Ichigo-kun? - chiese Kyoraku guardandolo serio.
Il ragazzo non riusciva a guardare nessuno dei due Capitani.
Fu Rukia a prendere la parola
- Ichigo si trova in una posizione complicata, non possiamo scendere nei dettagli, ma al momento non è completamente stabile -
- Rukia – sussurrò Renji.
L'avvertimento nella sua voce era chiaro, ma non avevano alternativa.
Dovevano dirgli qualcosa, anche essendo poco chiara, poi la ragazza riponeva particolarmente fiducia in quei due uomini.
- Cosa intendi per non stabile? - insistette il Capitano della 9° brigata.
La mora esitò, in cerca di qualcosa da dire senza rivelare troppo le condizioni del sostituto Shinigami.
Guardò l'interessato che continuava a tenere lo sguardo basso.
- Non si è ancora ristabilito dopo lo scontro con Aizen, per così dire. Quello che è successo poco fa ne è la prova. Abbiamo un piano, ma improvvisamente le cose si sono congelate e se non ci muoviamo alla svelta potrebbe essere troppo tardi. -
La ragazza disse quelle parole con un'espressione talmente seria da far incupire i due Capitani che non fecero altre domande, capendo che i tre non avrebbero detto niente più di quello.
Kyoraku sospirò e si alzò seguito da Ukitake
- Bene, noi adesso andiamo. Il vecchio Yamamoto ci sta aspettando per finire la riunione, vi terremo informati. Per il momento rimanete qui e tu riposati Ichigo-kun -
Il ragazzo si decise ad alzare lo sguardo su di loro ed annuì
- Grazie -
Ukitate gli sorrise rassicurante
- Non preoccuparti troppo e per adesso cerca di riposarti -
Con queste parole i due uscirono chiudendosi la porta dietro di loro.

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Capitolo 33
*** Cap. 33: Decisioni ***


– Stai bene? - chiese Renji una volta sicuri che fossero rimasti soli.
Ichigo sospirò
- Tu che dici? Ogni singolo centimetro del mio corpo si sente come se fosse stato sotto uno schiacciasassi,  ho la testa che mi scoppia, non riesco più ad avere il minimo controllo sul mostro che alberga dentro di me, a quanto pare sarò di nuovo un giocattolino nelle mani di Aizen, se ho mai smesso di esserlo, e se non faccio qualcosa sarò morto entro l'anno -
L'intensità che aveva messo nel pronunciare l'ultima frase impietrì gli altri due.
Il ragazzo lo notò e si sentì in colpa
- Scusate – sussurrò passandosi una mano tra i capelli
- Scusate è solo che sono un po' frustrato -
- Lo sappiamo – ammise Rukia comprensiva.
Era già passato un mese ed ancora non erano riusciti a fare un passo avanti.
Per quanto il metodo che avevano in mente per salvare Ichigo fosse estremamente pericoloso era pur sempre qualcosa, ma se non potevano metterlo in atto il ragazzo sarebbe andato incontro a morte certa e questo lo sapevano bene tutti e tre.
Prima di poter dire altro, la porta si aprì di nuovo.
- Toshiro – fece il ragazzo sorpreso.
Il Capitano lo guardò serio
- Dobbiamo parlare – disse sedendosi.
- Il Capitano-Comandante vuole che tu parli con Aizen – affermò serio.
I tre lo guardarono sgranando gli occhi.
- Anche dopo quello a cui ha assistito? - chiese Renji incredulo.
L'espressione sul volto di Hitsugaya si fece cupa e seria.
- Era un rischio che aveva preso in considerazione, ma dice che non possiamo permetterci intoppi. È necessario che scopriamo cosa sta succedendo alla svelta e che prendiamo il complice di Aizen e lui non parlerà con nessuno che non sia Kurosaki -
Il rosso non riusciva a credere alle sue orecchie
- Ed Ichigo allora? - il suo tono si stava facendo rabbioso
- Non importa cosa gli succede? Lei sa bene a cosa sta andando incontro. Non può ignorarlo -
- Renji –
Fù la volta di Rukia di sussurrare il nome dell'amico.
- Non posso nemmeno dire le reali condizioni di Kurosaki al Capitano-Comandante. Sai bene cosa succederebbe se lo facessi – gli fece notare l'albino calmo.
Il tenente della 6° brigata fece per ribattere, ma non trovò le parole.
Sapeva che aveva ragione.
- Lo farò -
La voce di Ichigo risultò roca, ma decisa.
Non gli piaceva l'idea di trovarsi di nuovo davanti ad Aizen, non dopo tutta la fatica che gli era costata renderlo innocuo e dopo la reazione che gli aveva provocato poco prima, ma non aveva scelta.
Non poteva lasciare le cose come stavano.
- Ma qualcuno dovrà essere pronto a fermarmi con ogni mezzo. Non so cosa potrebbe succedere. -
- A quello ci pensiamo noi – affermò sicura Rukia.
- Grazie, ma voi due non sarete abbastanza. -
I due lo guardarono offesi
- Con questo cosa vuoi dire? - sbottò Renji.
Ichigo lo guardò sperando che capisse quello che stava per dire
- Saresti davvero pronto a colpirmi, se fosse necessario? Intendo, con la tua Zanpakuto -
 
Saresti pronto ad uccidermi, senza esitare?
 
Il rosso sobbalzò nel leggere nei suoi occhi quello che davvero gli stava chiedendo.
Entrambi i suoi due migliori amici abbassarono lo sguardo.
Sapevano che non ce l'avrebbero mai fatta, avrebbero tentato in tutti i modi di fermarlo senza fargli del male.
A costo delle loro stesse vite.
- Molto bene. Riferirò la tua decisione e mi assicurerò che ci sia qualcuno a supervisionare durante gli incontri con Aizen – concluse l'albino ed uscì.
 
 
Ichigo aveva le ginocchia al petto, i gomiti poggiati sopra di esse e gli occhi chiusi.
Si massaggiava le tempie, sembrava che quel dannato mal di testa non sarebbe passato molto presto.
- Ichigo, tu...sei proprio sicuro di volerlo fare? -
Rukia esitò poi aggiunse
- Di voler...affrontare quell'uomo? -
Il ragazzo non si mosse dalla posizione in cui era
- Non ho altra scelta – rispose.
La Shinigami sospirò.
- Bene, ma non andrai senza me o Renji – affermò autoritaria.
L'arancione alzò lo sguardo su di lei, per poi spostarlo sul ragazzo accanto.
Renji aveva lo stesso sguardo negli occhi.
Sicuro ed irremovibile.
Non avrebbero accettato un no come risposta.
Si lasciò sfuggire un sorriso accennato.
Si rese conto che non avrebbe mai smesso di essere grato a quei due per essergli accanto.
Per essere entrati nella sua vita.
- Va bene –
Si alzò ignorando il dolore ai muscoli.
- Ehy, ehy, dove pensi di andare? - chiese Renji alzandosi di scatto.
- A prendere un po' d'aria – rispose.
- Sto soffocando qui dentro. Potete venire con me se avete paura che faccia qualcosa di avventato. -
C' era ironia nella sua voce.
Rukia sospirò ed alzandosi sorrise.
Se scherzava in quel modo voleva dire che stava meglio.
Si rivolse a Renji.
- Puoi rimanere con lui? Io devo andare a parlare con Nii-sama -
Il ragazzo annuì
- Non ho bisogno della balia – fece il sostituto Shinigami indispettito.
- Invece sì. Rassegnati da ora in poi ci sarà sempre uno di noi con te. Lo abbiamo deciso quando abbiamo deciso di attuare il piano. Non hai voce in capitolo su questo. -
Ichigo sospirò, sconfitto e amareggiato.
- Come vuoi -
- Bravo ragazzo – disse la ragazza stampandosi in faccia uno di quei sorrisi smagliati che usava quando lo prendeva in giro.
Lui non potè evitare di sorridere di nuovo.
Lei tornò seria
- Adesso devo andare. Ci vediamo più tardi -
Poco dopo che Rukia se ne fù andata anche i due ragazzi uscirono da quella stanza.
 

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