Arrendersi

di EmmaSnix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 e 10 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 14 e 15 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 17 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Buongiorno a tutti 

Non voglio annoiarvi con lunghi discorsi, quindi cercherò di essere breve. Voglio solo darvi qualche dritta sulla storia:

Questa storia è un mix di fatti realmente accaduti e la mia fantasia.

Il racconto è sviluppato in due anni, quindi ci saranno salti temporali.

La storia è già completa, dunque non c’è il rischio che possa interrompermi e non proseguire nella narrazione. Aggiornerò due volte a settimana.

Detto questo, vi auguro buona lettura.

EmmaSnix


Primo Capitolo 

 

“Sono nella stanza cerco di prender fiato 

e troppo spesso quasi sempre diamo tutto per scontato 

mentre la vita ci dice ritenta sarai più fortunato 

ma tu resta sui tuoi passi e non guardare gli altri 

se a certe cose pensi troppo ad altre meglio non pensarci”  

 

Quella non era sicuramente la sua idea di divertimento o comunque non era così che si immaginava la vita di un giudice di XFactor. 

Aveva sempre pensato che dietro ci fosse un gran divertimento, complicità, scherzi e che la competizione finiva una volta spente le telecamere. Federico, in arte Fedez, si era dovuto ricreduto su tutto. La competizione era a mille al banco dei giudici e anche fuori e finite le riprese ognuno tornava a casa. Per il primo anno il rapper era stato preso a fare il giudice del più conosciuto talent della TV, pensava di dover lottare solo con il pregiudizio della gente, che lo vedeva come un ragazzino appartenente a un basso stile musicale, e invece si ritrovò a dover fare i conti con i suoi stessi colleghi. In cima alla lista c'era Morgan, l'odio tra i due era tangibile. Fedez lo vedeva come il genio dall'ego smisurato, un grande artista ma un uomo di merda. Morgan si interrogava su come fosse finito un tipo come Fedez in un programma del genere, gli sembrava fuori luogo, perché mai un rapper di venticinque anni avrebbe potuto giudicare concorrenti di un altro stile musicale? 

Poi c'era Victoria, una ragazza fresca, solare ma solo in presenza delle telecamere. Vicky era buona ma Federico non riusciva a instaurare un rapporto vero con lei, tutto con lei le sembrava molto forzato e lo faceva sentire a disagio. 

In fine c'era Mika, la star internazionale che aveva reso XFactor più celebre di quello che già era. Tutti lo amavano, il pubblico, i collaboratori del programma, i ragazzi in gara, gli altri giudici tranne uno: Federico. 

Fedez non gli parlava, non avevano discusso, non c'era un vero motivo per non parlargli, semplicemente non gli andava a genio. 

Così Federico, ben distante da ogni sua aspettativa, si ritrovò solo.

Finito l’ennesima esibizione si poteva ritenere soddisfatto almeno del suo lavoro con i ragazzi, che nonostante le critiche dei giudici, stavano andando davvero forti. Raggiunse il suo camerino con la sigaretta elettronica stretta in pugno, lo sguardo basso e un profondo senso di stanchezza che gli pesava sulle tempie dando vita così a un mal di testa epico. Non vedeva l’ora di tornare a casa e addormentarsi tra le braccia di Giulia, la sua ragazza.

Era ancora incazzato dall’ultima discussione che aveva avuto con Morgan, quell’uomo era in grado di stremarlo, discutere con lui era una lotta senza fine, pretendeva di avere sempre l’ultima parola e questo mandava in bestia il giovane venticinquenne. Mentre camminava immerso nella rabbia non si rese conto che accanto a lui stava passando Mika, che cercò il suo sguardo, provò a entrare in connessione con lui ma ancora una volta Fedez non lo degnò di uno sguardo, anche se per una volta inconsapevolmente.

 

Mika si domandava di continuo il perché il suo collega più giovane si fosse chiuso in se stesso, poteva capire che il rapporto con Morgan gli andasse stretto ma perché non voleva in nessun modo avere niente a che fare con lui o con Vicky. Aveva una voglia matta di capire, questa voglia era in parte dettata dalla semplice curiosità e dall’altra parte a lui interessavano le persone così, gli piaceva andare a fondo alle persone, non fermarsi solo a quello che vedeva. Esperienze passate sulla sua pelle gliel’avevano insegnato, perché quando Mika era solo un ragazzino introverso, avrebbe desiderato con tutto il cuore che qualcuno si interessasse alla sua storia.

Fu mosso da questo bisogno di aiutarlo, che un girono Mika si presentò timidamente davanti alla porta del camerino di Fedez e bussò.

“sì?” rispose il ragazzo dall’altra parte della porta.

“sono Mika, posso entrare?”

“sì.” 

Mika non se lo fece ripetere due volte ed entrò nella stanza. Federico era comodamente seduto sul divano con la testa leggermente reclinata indietro, una sigaretta accesa in mano e con l’altra si massaggiava la fronte appena sopra gli occhi. Mika notò che il suo corpo era in una posizione comoda ma lui era cmq rigido, teso. Pochi secondi dopo Fedez si tirò su e aspirò velocemente la sigaretta che continuava a bruciare tra le sua dita.

“dimmi” disse Fedez, secco guardando il cantante davanti a lui negli occhi.

Mika si sentì in soggezione, quasi spaventato. Perché era lì? cosa doveva dirgli o cosa voleva dimostrargli? 

“va tutto bene?” l’unica cosa che riuscì a sputare fuori in un arco di tempo che non l’avrebbe reso ridicolo.

“sì, anche se non penso siano fatti tuoi” 

Il gelo. Il cuore del povero cantante inglese si congelò, il sorriso che aveva indossato poco prima di entrare si spense e desiderò di tornare indietro al secondo prima di bussare a quella dannata porta per non rifarlo.

“hai ragione, perdonami” furono le ultime parole che Federico sentì da Mika prima che lui uscisse dal suo camerino senza più voltarsi indietro.

 

Mika si sentiva ferito, come se Fedez l’avesse preso a pugni. Sentiva, anzi no, aveva proprio la presunzione di dire che lui avrebbe potuto aiutare quel ragazzo ma lui non permetteva a nessuno di avvicinarsi e questo lo faceva soffrire come un povero scemo mentre si ripeteva fra sé e sé ma che te ne frega? perché ci tieni tanto, praticamente non lo conosci nemmeno.. magari è solo uno stronzo e non c’è nulla da capire.

Ma per quanto se lo ripetesse continuava a credere che invece sotto il falso aspetto da duro, la sigaretta sempre accesa e i tatuaggi si nascondesse un animo buono, gioioso e dolce. 

Mika ne era sicuro perché Federico l’aveva dimostrato con i suoi artisti, si preoccupava davvero per loro, desiderava davvero un futuro meraviglioso per le loro carriere e non pensava solo ai fini della gara. Si era affezionato non solo ai suoi ragazzi ma anche ad altri che l’avevano colpito particolarmente. Durante la diretta Federico mostrava l’animo semplice e puro che Mika voleva scoprire anche nella vita di tutti i giorni ma Fedez non era dello stesso avviso e più tempo passava più il suo sguardo diventava glaciale, lo sentiva sempre più distante e verso la fine della gara sembrava di vedere solo un corpo che andava avanti per inerzia abbandonato da tutto ciò che di vitale può avere una persona.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Secondo Capitolo

 

“Ci hanno sciolto le certezze dentro al bicchiere 

ora ho più ghiaccio nel cuore che dentro al Jack Daniels 

Cuori meccanici per noi sociopatici 

Vite noiose, parchi monotematici 

Amiamoci, perdiamoci, faranno delle indagini 

Finché le nostre lacrime non romperanno gli argini” 

 

 

Xfactor 8 si concluse con la vittoria di uno dei concorrenti di Federico e al secondo posto c’era comunque un suo artista, insomma quella nuova esperienze era fruttata bene, aveva dimostrato al grande pubblico che non era solo un ragazzino ribelle che sputa rime su tutto quello che gli sta stretto ma anche un giudice affidabile, che calcola le sue scelte e tiene ai suoi concorrenti ma nonostante questo, dopo i festeggiamenti col suo team, per Fede tutto rimaneva nero, spento. I rapporti non erano migliorati e lui continuava a sentirsi solo, un po’ più famoso ma pur sempre solo.

 

Il programma era finito da due settimane e il rapper non accennava a sentirsi meglio, le cose con la sua ragazza non andavano bene e ogni sera puntualmente incontrava Alessandro, in arte J.Ax, l’unico che in quel periodo riusciva a tollerare e che sembrava capirlo davvero. “Birretta stasera?” questo era il messaggio che ogni sera Fede riceveva, al quale rispondeva sempre con un respiro di sollievo e un Sì colmo di gratitudine, perché sapeva che quello l’avrebbe aiutato a staccare davvero e a sfogarsi anche solo per un’ora.

Purtroppo non si fermavano mai ad una birretta e quasi ogni sera Fedez si ritrovava brillo o addirittura sbronzo da fare schifo. Sì perché l’unico modo che il ragazzo conosceva di sfogarsi e parlare con qualcuno era bere. Bere per non sentire le sue stesse parole e ammettere che qualcosa non andava bene.

“che ti succede zio? è da tempo che non ti vedo in forma come i vecchi tempi” Ale iniziò a parlare con un po’ di timore, sapeva bene che l’altro l’avrebbe potuto mandare a fanculo se non fosse stato dell’umore ma Fedez quella sera aveva bisogno di parlare “non lo so, mi sento stanco, svuotato come se non avessi un punto di riferimento. Con Giulia le cose vanno di merda, è come se non trovasse più tempo per me. Ci sono volte che mi sento così pesante che avrei solo bisogno di un po’ di leggerezza, qualche ora di... non so”

Federico abbassò lo sguardo e Alessandro si sentì confuso, il discorso del suo amico voleva dire tutto o niente e l’unica idea che gli venne in mente fu quella di dire “vabbè per stasera non pensarci!” e girandosi verso la ragazza dietro il bancone aggiunse

“cameriera ci porti qualcosa di forte per me e il amico”.

Uno, due, cinque, sette bicchieri di liquido che ti infiamma la gola e ti cancella i pensieri, la miglior cura che Fedez avesse mai provato, già dopo il quarto drink si sentiva brillo, leggero ma dopo il settimo aveva dimenticato come si scriveva il proprio nome. 

Alessandro, però, ricevette una telefonata urgente dalla sua compagna in cui gli diceva che si era sentita poco bene. Pessima serata per sentirsi male. Anche se il povero J.Ax non si reggeva in piedi, chiese scusa all’amico con il bicchiere in mano difronte a sé, gli spiegò la situazione e andò via.

Federico si sentì completamente spaesato, era rimasto in quel locale tutto solo. Solo, di nuovo. Ultimamente sembrava che fossero tutti molto bravi a lasciarlo con se stesso. 

Ancora seduto al bancone del locale, da lontano vide una scena, una di quelle che non puoi fraintendere perché Federico l’aveva vissuta tante volte e provò l’istinto di avvicinarsi, di unirsi. Le mani gli sudavano, stringeva il bicchiere così forte che l’avrebbe potuto rompere, i muscoli erano tesi e dentro di sé una voce continuava a ripetergli fermo Federico, che cazzo pensi di fare? non farlo. NON. FARLO.  Si alzò velocemente dallo sgabello e forzando ogni suo desiderio uscì dal locale col fiatone come se avesse fatto uno sforzo fisico. Doveva andare via, il più lontano possibile da quel posto, doveva trovare una persona che lo aiutasse a non tornare indietro, qualcuno che tenesse davvero a lui, quella persona che ognuno ha nella propria vita, che quando ti guarda negli occhi sai di poterti fidare. Pensò solo a uno sguardo, a l’unico che l’avesse mai guardato così: lo sguardo di Mika.

Si ricordava bene dove alloggiava quando era a Milano ma non era certo che il cantante si trovasse ancora nella città della moda, infondo lui era sempre in giro e Fede, da quando avevano finito di girare XFactor non aveva più avuto alcun contatto con lui, non che prima si sentissero tutti i giorni. Ad essere sinceri non si sentivano punto.

Dopo aver chiamato un taxi Fede si sentiva dentro una bolla, non capiva niente, sentiva un forte desiderio dentro di lui e aveva bisogno che qualcuno lo fermasse e l’unica persona a cui riusciva a pensare era il suo collega, lo stesso che aveva ignorato per mesi ma che adesso voleva vicino. Sentiva l’alcol che gli scorreva nelle vene, gli annebbiava la mente e gli inibiva i sensi.

Arrivato davanti al palazzo dove teoricamente alloggiava il cantante, e dopo aver faticato a pagare il tassista senza sembrare un ubriacone di basso livello, Fede entrò nell’edificio e arrivò al numero del suo appartamento, il numero otto.

Senza pensarci due volte, ancora barcollante, bussò alla porta una prima volta, poi una seconda con più foga e infine una terza, incazzato urlando “Mikaaa” appoggiandosi alla porta. 

L’aveva abbandonato pure lui e adesso cosa l’avrebbe fermato dal tornare in quel locale? 

La porta si aprì di scatto e Fedez perse l’equilibrio già precario e si ritrovò tra le braccia di Mika che lo sorreggevano.

Lo vedeva a malapena tanto aveva la vista annebbiata ma notò che era in abbigliamento comodo, una maglia bianca, i pantaloni di una tuta e i capelli arruffati. “ma come cazzo sei vestito?” fu la prima cosa che gli chiese. 

“Fedez sono le tre e mezza di notte, come devo vestirme?” 

Ecco, Federico non aveva considerato che le altre persone a quell’ora potevano essere già a letto, in verità non aveva proprio considerato l’orario. Il tempo aveva perso d’importanza quella sera.

Fede non disse nulla, lo guardò negli occhi e sperò solo che lui capisse e infatti così fece “viene entri, tu sei un disastre” 

“disastro” 

“cosa?” 

“si dice disastro non disastre” 

Forse non era il momento buono per correggere la grammatica a Mika ma iniziava a sentirsi in imbarazzo.

“Cosa è successo?” Mika lo guardò negli occhi, come si guarda un ragazzino che torna a casa ubriaco per la prima volta e Fede si sentì improvvisamente nudo, in colpa e scoppiò a piangere.

 

Mika non pensò tanto a cosa fare, lo tirò a sé dalla maglietta e lo abbracciò forte.

Federico era bello, anche in quelle condizioni e in quel momento riusciva a vederlo vivo finalmente, stava male però non si nascondeva più dietro a muri di silenzio o falsa sicurezza. Dentro di sé Mika continuava a chiedersi perché dopo tanto silenzio dopo tutti quegli sguardi di ghiaccio che gli aveva rivolto adesso era venuto a bussare alla sua porta per poter piangere ma anche se avesse voluto delle risposte non gli avrebbe chiesto niente. Gli bastava così, sapere che finalmente aveva scelto di lasciarsi andare gli bastava.

“devi aiutarmi Michael, aiutami ti prego” 

Nessuno lo chiamava Michael, era il suo vero nome ma il nome d’arte Mika aveva preso piede non solo tra il pubblico ma anche tra gli amici e la sua famiglia, preferivano chiamarlo così, tutti dicevano che gli stava bene, lo rappresentava e a lui piaceva. A volte, però, gli mancava il suo vero nome e quando lo chiamavo Michael gli si scaldava un po’ il cuore. 

“dimi Fedez, tutto quello che posso”

“ne ho bisogno, ne ho bisogno davvero.. cazzo non ce la faccio” lo disse con la voce rotta, stringendo di più la maglia bianca del cantante che lo stringeva tra le braccia.

“di cosa?” 

Federico alzò lo sguardo verso di lui, incontrò due occhi seriamente preoccupati e confusi e si sentì a casa, il suo cuore sapeva di potersi fidare, per questo iniziò a parlare

“è un periodo di merda. Stasera sono uscito con Ale, sai chi è no? volevamo prenderci una birra ma poi abbiamo iniziato a bere e verso la fine della serata lui è dovuto scappare perché la sua tipa stava male..”

“tipa?”

“Sì, fidanzata..” Mika annuì velocemente per farlo proseguire “insomma sono rimasto nel locale da solo e ho visto una scena, sì ecco.. ho capito cosa stavano facendo e avrei tanto voluto andare anch’io..”

“non capisco, cosa facevano?”

“spacciavano” lo disse tutto d’un fiato, schifandosi dal suono di quella parola. “ho davvero sentito la voglia di andare da quello stronzo e comprarmi una fottuitissima dose..”

non lo lasciò finire “No! Fede dimmi che non l’ha fatto!” 

“no non l’ho fatto, sono scappato via e sono venuto qui... non so bene il perché” le lacrime rigavano ancora il suo viso e anche Mika si commosse ma non pianse, voleva essere più forte, voleva esserlo per lui, sapeva così bene cosa si provava a voler mandare tutto a quel paese e ricominciare a perdersi in quello che le droghe ti offrono, che gli occhi gli si riempirono di lacrime ma non le lasciò cadere “tu ha fatto bene”.

Vide un ragazzo di venticinque anni andare in pezzi tra le sue braccia e capì che aveva bisogno di qualcuno che potesse stargli vicino, ascoltarlo e lottare affinché non ricada mai più nel desiderio di voler tornare sui suoi passi.

Mika si sentiva forte, aveva una luce negli occhi che risplendeva, era determinato a fare star bene quel ragazzo. Non lo conosceva, l’aveva ignorato per tutto il tempo che avevano passato insieme ma sentiva dentro una responsabilità, un senso di protezione per lui e non aveva intenzione di abbandonarlo.

 

Fede sentiva le lacrime che gli scivolavano via dagli occhi ma quell’abbraccio era come balsamo per tutte le ferite e le frustrazioni che quella notte gli aveva procurato e senza rendersene conto il desiderio di sostanze illegali era ben distante da lui. 

Mika iniziava già a fargli bene. 

Era stanco, aveva solo una gran voglia di chiudere gli occhi e lasciarsi andare, così lo fece; chiuse le palpebre e si fece cullare ancora un po’ dalla stretta del più grande.

Michael si accorse del suono regolare del suo respiro che Federico si era addormentato, non l’avrebbe potuto sorreggere tutta la notte ma non voleva nemmeno spezzare quel contatto, così semplicemente si lasciò andare all’indietro poggiando la testa sul bracciolo del divano dietro di lui e con Federico poggiato sul suo petto si addormentò.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Buona sera ragazzi, 
Volevo ringraziare di cuore chi segue la mia storia e chi decide di recensirla, sapere cosa ne pensate mi riempie sempre il cuore di gioia. 
Vi auguro buona lettura, un abbraccio 
EmmaSnix
 

 Terzo Capitolo 

 

“It’s the early morn

lights flick on

sleepy eyes peek through the blinds at something wrong

Motionless remains the mess

Shame, such a beautiful, beautiful young life”

 

 

La luce filtrava dalle finestre tiepida quasi timida ma comunque fastidiosa per chiunque avesse bevuto sette drink e pianto per tanto tempo.

La testa gli scoppiava, aveva la bocca impastata, gli occhi gonfi e un dolore lungo tutto il fianco destro a causa della posizione scomoda ma una piacevole sensazione annullava tutte le altre, un corpo caldo sotto di lui lo teneva ancora stretto e Fedez si sentiva a casa, non avrebbe voluto staccarsi più.

Provò ad aprire una prima volta gli occhi pentendosene subito, ci riprovò una seconda, una terza ma solo al quarto tentativo riuscì a far pace con i raggi che colpivano la stanza. Fece leva col braccio per vedere il corpo di Giulia sotto di sé ma appena si sollevò quello che vide non assomigliava alla sua ragazza o per meglio dire non assomigliava a una ragazza e basta.

Mika dormiva beato schiacciato tra il divano e il peso del ragazzo, il volto era rilassato, sereno e le labbra leggermente dischiuse.

Federico un momento prima era incredulo, convinto che stesse ancora dormendo e il momento dopo venne folgorato da scene della sera precedente che spiegavano la sua presenza nella casa del collega.

“ho davvero sentito la voglia di andare da quello stronzo e comprarmi una fottuitissima dose..”    In testa continuava a rimbombargli la confessione della sera precedente.

Fede era confuso, aveva mille domande per la testa voleva provare ad alzarsi per andare in bagno, sentiva di doversi lavare la faccia con acqua fredda, molto fredda.

“buongiorno..” Michael aprì piano gli occhi e rivolse un sorriso sghembo a Federico che aveva il viso giallastro, le occhiaie e per non parlare dei capelli.

“hey” rispose, la voce piena d’imbarazzo.

“come ti senti?

“ecco... io” guardò Mika negli occhi 

“sì?” il cantante non capiva cosa stesse per dire e lo guardò preoccupato

“mi sa che sto per vomitare..” Fede si alzò di scatto e corse verso il bagno ma il conato di vomito fu più veloce e Federico vomitò in mezzo al corridoio della casa di Mika appoggiandosi al muro per non cadere.

Michael si alzò e corse verso di lui, gli afferrò la testa e lo fece appoggiare al suo fianco per sorreggersi.

Il rapper era costernato, si vergognava perfino di guardarlo negli occhi. Fissando il pavimento e il casino che aveva combinato disse “merda, ti prego scusami, io...” ma Mika non lo lasciò parlare “ma cosa sta dicendo? questo non è colpa tua” lo fece sedere e appena il suo viso riprese colore si allontanò per tornare dopo pochi minuti con vari asciugamani, e aggiunse “ecco, tiene. vai a fare una doccia, starai meglio”

“ma io..”

“niente ma.. fa come te dico, io preparo qualcosa da mangiare” 

“ma..” 

“Fede!”

“...grazie”

 

Federico aveva proprio bisogno di una doccia, sentiva il bisogno di gocce calde sulla sua pelle che lavassero via tutto il peso di quella notte. Il bagnoschiuma di Mika era buonissimo, un fragranza maschile ma ricercata proprio come lui.

Si prese i suoi tempi; si lasciò coccolare dal calore dell’acqua, lavò i denti con uno spazzolino nuovo che Mika teneva di riserva e non pensò a nulla ma solo a godersi quei momenti di quiete.

Nella stanza accanto Michael preparava la colazione ma non sapendo i gusti di Federico mise a disposizione un po’ di tutto, dal dolce al salato, dal caffè al tè e sperò che almeno qualcosa tra quello che aveva scelto potesse andargli bene.

“wow cos’è natale?” Fede si era affacciato alla porta della cucina mentre Mika gli dava le spalle per sistemare le ultime cose, sorrideva timidamente come un ospite che si sente di troppo.

“oh no solo che non sapevo cosa preferiv-oh” Fede non aveva vestiti puliti, e quelli della sera precedenti puzzavano di alcol e vomito, così era rimasto a petto nudo con un asciugamano legato attorno alla vita a coprirgli le gambe. Mika si irrigidì, non capì bene il perché ma sapeva che doveva continuare a parlare per non fare la figura dell’idiota “quanti tatuaggi che hai” forse quella non era la cosa più intelligente che potesse dire ma era meglio di niente.

“ah sì ecco, non avevo nulla da mettere..”

“rimediamo subito” si allontanò dalla cucina e tornò con diversi vestiti. “scegli quello che preferisci.. ah le mutande sono nuove, ecco..” Mika sorrise e arrossì imbarazzato, incrociò lo sguardo di Federico e scoppiarono a ridere perché tutto quello era molto comico e avevano bisogno di allentare un po’ la tensione che si era creata. 

Da quel momento le cose presero una piega diversa, più leggera e piacevole. Federico scelse tra i vestiti una tuta che gli andava, come si aspettava, troppo lunga però giusta di larghezza. 

Mangiarono chiacchierando e iniziarono a conoscersi di più. Parlarono di musica, la cosa che li accomunava, per poi toccare gli argomenti più disparati e per la prima volta Federico capì che Mika poteva diventare un grande amico nella sua vita e si pentì di averlo escluso a priori quando l’aveva conosciuto.

“oh mamma avevo proprio fame! non so quante ore erano che non mandavo giù un boccone” 

“un boccone?”  Federico rise appena e rispose “sì è una frase per dire che non mangiavo da tanto tempo” 

“oh” 

Il silenzio scese tra i due, avevano parlato a lungo e mangiato con gusto ma adesso era arrivato il momento di parlare di ieri sera e Federico lo sapeva “ascolta, mi dispiace, ti ho rotto i coglioni...”

“no ma cosa dice Fede....” lo interruppe Michael ma Fede riprese il discorso “no aspetta, fammi parlare ti prego. Ieri sera ero a pezzi e ancora non capisco il perché sono corso proprio qui...da te. Ma sentivo che era la cosa giusta da fare. Ricordo di averti confessato una co-cosa che mi sta tormentando ultimamente e non posso più mentire a me stesso... Ho bisogno d’aiuto. Sento che tu mi potresti aiutare davvero ma lo capisco se, ecco, avrai sicuramente un sacco di impegni... lascia stare cancella quel-“

“Ci sto. Voglio aiutarti” Mika lo guardava fisso negli occhi, un fuoco risplendeva nelle sue iridi e in quel momento Federico ebbe la conferma: si stava affidando alla persona giusta.

Michael si sporse verso di lui toccandogli una mano e senza spezzare il contatto visivo gli disse “Fede nemmeno io so perché voglio aiutarte così tanto, solo...lo sento” e indicandosi il cuore aggiunse “lui me lo sta chiedendo”.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quarto Capitolo

 

Il successo a volte toglie il privilegio di soffrire

finisce sempre bene altrimenti non è finita

me l'hanno sempre detto ma io non ci credo mica

e per quanto il tempo puo' rimarginare una ferita

io non sono ancora morto e già rivoglio indietro la mia vita” 

 

Pranzarono insieme e continuarono a parlare, quasi non riuscendo più a smettere. Avevano scoperto di avere tanto in comune, sembravano rinchiusi in un mondo tutto loro, avevano abbandonato le loro vite, i loro impegni per concentrarsi nel racconto dell’altro. Senza accorgersene Federico aveva anche dimenticato di riaccendere il suo cellulare che aveva spento la sera precedente per non dover ricevere messaggi o chiamate alle quali non avrebbe voluto rispondere, però adesso erano le quattro del pomeriggio e forse era arrivato il momento di riaffacciarsi al mondo reale. Il telefono si accese segnalando subito un’infinità di messaggi e sette chiamate perse di sua madre ma non fece in tempo a richiamarla che lo schermo del telefono si illuminò nuovamente: Mamma.

“Pronto” si affrettò a rispondere facendo segno a Mika che si sarebbe spostato nell’altra stanza per parlare

“ma che fine hai fatto???” il tono di voce della mamma di Federico, Tatiana, era un mix tra preoccupazione rabbia e apprensione. Non capitava spesso che Fedez non rispondesse al telefono ma le rare volte che accadeva era perché era successo qualcosa di brutto.

“mamma, niente... Ieri sera ho bevuto un drink di troppo e ho dormito più del previsto” 

“un drink di troppo??? si può sapere dove hai passato la notte?” 

Merda e adesso cosa si sarebbe inventato? pensò ad Alessandro ma non avendo risposto a così tante chiamate sua madre l’aveva sicuramente già chiamato per chiedergli se fosse con lui, era l’opzione più scontata. Quindi pensò ad Emis, il suo collega rapper e amico nella vita di tutti i giorni, sicuramente sua madre non avrebbe mai pensato a lui.

“sono a casa di Emis mamma” e incrociò mentalmente le dita affinché la sua voce fosse abbastanza convincente

“ah... stai bene?” il tono di voce si alleggerì leggermente

“certo” 

“Federico tra meno di un’ora hai un impegno con i produttori del disco, te lo ricordi?” 

“ora sì” l’aveva completamente dimenticato

“ti aspetto sotto casa mia per andare insieme, okay?” 

“sicuro. A dopo” 

“a dopo” 

Federico chiuse la chiamata e tirò un sospiro di sollievo, dire bugie non era il suo forte. Tornò velocemente in sala, dove aveva lasciato Mika, che se ne stava comodamente seduto sul divano, l’aria beata di una persona che si gode un po’ di relax. Appena Fede entrò nella stanza lo guardo sorridendogli appena.

“tutto okay?” chiese timidamente, cercando di non apparire troppo invadente

“sì... solo che ora devo andare” 

“oh”

“ho un impegno di lavoro...n-non posso proprio rimandar-...”

“Fede tranquillo non deve giustificarte” Mika lo interruppe continuando a sorridergli

“beh, insomma... grazie di tutto” era imbarazzato, non sapeva bene come congedarsi da quella situazione e non avrebbe voluto andare via per poter continuare a conoscere quel ragazzo che l’aveva aiutato senza tante domande e Mika lo capì “ascolta, noi possiamo vederci ancora... se ti va” 

Federico sentì il cuore più leggero “mi piacerebbe” 

“ti va domani a cena?”  ma Fede non rispose e il silenzio riempì la stanza “scusa forse è troppo presto io non-“  

“no, è perfetto” lo interruppe subito Fede insultandosi mentalmente, perché non avrebbe dovuto far passare tutto quel tempo prima di rispondere

“ottimo allora a domani” disse Michael alzandosi dal divano 

“a domani” Fedez andò verso di lui ma non appena lo fronteggiò non seppe cosa fare; dargli la mano sarebbe stato troppo formale, una pacca troppo amichevole, non fare nulla troppo stupido. Fortunatamente Mika si mosse per prima e contro ogni previsione lo strinse in un abbraccio, Fedez fu colto di sorpresa e non si mosse, rimase immobile, si sentiva rigido come un pezzo di legno e gli ci vollero diversi secondi prima di ricambiare l’abbraccio. Non appena lo fece, però, il suo cuore si riscaldò e desiderò che domani arrivasse il prima possibile.

 

Federico pensò che mancavano ancora più di ventiquattro ore prima del prossimo incontro con Mika e sperò con tutto il cuore di sopravvivere. Il pomeriggio lavorativo fu stressante, colmo di cose da fare, progetti da mettere a fuoco, idee da esporre ed errori da correggere ma fortunatamente la sera arrivò presto.

Era stanco e non vedeva l’ora di farsi una lunga doccia calda, mangiare qualcosa e sprofondare nel suo letto.

Appena arrivò a casa non vide i suoi due cani, Gue e Chew, andargli incontro scodinzolanti “Giulia? ci sei?” urlò e la sua voce rimbombò nella stanza facendolo sentire solo e stupido per aver parlato al nulla.

Sul bancone della cucina c’era un biglietto che lesse subito 

 

 

“Sono tornata a casa dai miei. Gue e Chew sono con me. 

Chiamami quando avrai le idee chiare.

Giulia”

Del resto cosa poteva aspettarsi? La sera prima avevano litigato, lui era uscito a bere con un’amico e non solo non era rientrato per dormire ma non si era fatto sentire tutto il giorno.

Si sentiva davvero un coglione, anzi lo era. Prese subito il cellulare dalla tasca dei jeans e digitò velocemente un messaggio 

 

Messaggio inviato a Giulia:

Io sto bene, sono a casa e ho letto il biglietto. Perdonami ti prego

 

A quel messaggio Federico non ricevette nessuna risposta e non poteva nemmeno lamentarsi, aveva torto marcio.

La serata si concluse con la doccia tanto attesa, una cena veloce davanti alla tv e alle dieci Federico era già a letto, senza forze ma i pensieri ancora giravano; pensò a Mika, ai suoi modi premurosi, alle parole che si erano detti e alla luce che brillava nei suoi occhi. Quei pensieri lo accompagnarono finché, stremato, si addormentò.

 

La giornata seguente fu colma di impegni, aveva così tanto da fare che il pensiero che avrebbe passato la serata con Mika era molto lontano. Si sentiva circondato da persone che voleva decidere per lui, pensavano di sapere chi fosse e cosa volesse dalla sua stessa musica e Federico, nonostante la lunga dormita, si sentiva profondamente stanco e incazzato.

Fortunatamente l’ora di cena arrivò e un messaggio gli ricordò del suo impegno serale 

 

Messaggio ricevuto da Mika:

Ti aspetto alle 8.30 da me, okay?

 

Sul volto di Federico spuntò un sorriso

 

Messaggio inviato da Fede:

Perfetto, a tra poco

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 Quinto Capitolo 

 

“ma è difficile abbracciarsi quando hai i polsi legati.

Ma qua la verità,

è che si scrive schiavitù ma si legge libertà.”

 

 

Fede si trovava a casa della madre, aveva ancora lo sguardo fisso sullo schermo del telefono quando Tatiana parlò “Chicco ti fermi a mangiare qui?” il ragazzo alzò lo sguardo verso la donna “no, mà grazie e non chiamarmi Chicco ho venticinque anni” 

Tatiana sorrise ma non si arrese “dai sei solo a casa, sembri molto stanco. Perché cucinare quando una mamma affettuosa ti offre una buona cena?” 

Federico sorrise, dispiacendosi un po’ di dover rifiutare la gentilezza di sua madre ma quella sera gli sembrava di aspettarla da una vita “tranquilla mamma, sono a posto” gli baciò i capelli e uscì dalla casa.

Poco tempo dopo si trovava fuori dal portone della casa di Mika, in mano un dolce che aveva preso lungo la strada. Aspettò qualche secondo, inspirò a fondo e suonò il campanello.

La porta si aprì un minuto dopo mostrando un ragazzo bellissimo, vestito in modo semplice ma elegante: dei pantaloni neri e un maglioncino rosso che lasciava intravedere il colletto della camicia. I capelli ricci in ordine e un sorrisone che gli illuminava il volto.

“Ciao Fede!!!” disse spostandosi appena per lasciar passare il ragazzo 

“Hey... questo è per stasera” allungò la confezione verso Mika 

“oh grazie..” restarono qualche secondo all’ingresso, fermi a guardarsi, nessuno dei due sapeva bene cosa fare, sembravano due adolescenti al primo appuntamento con la sola differenza che non erano più adolescenti da un pezzo e soprattutto quello non era un appuntamento.

“dai viene accomodati, la cena è quasi pronta” Michael gli fece strada in sala da pranzo.

Appena iniziarono a mangiare la tensione si allentò e ripresero a parlare di tutto, proprio come il giorno precedente, passavano dal commentare il cibo a discorsi più personali. 

La prima bottiglia di vino rosso finì presto e Mika si affrettò ad aprirne una seconda e a quel punto entrambi persero ogni tipo di inibizione, si aprirono l’uno con l’altro; Michael raccontò della sua storia con Andreas, una storia nata dalla passione che il tempo aveva trasformato in abitudine e la distanza aveva trasformato in mancanza.

Federico invece aveva bisogno di parlare delle sue cattive abitudini, di quel bisogno struggente che sentiva da adolescente di perdersi completamente in sostanze stupefacenti che lo allontanassero dal resto del mondo. 

 

Federico non contava più i bicchieri di vino che aveva mandato giù ma nonostante questo riempì ancora una volta il calice, con la terza bottiglia, osservando quel rosso meraviglioso che incontrava il vetro diventando sempre più scuro fino a diventare nero. 

La serata si spostò sul divano del salotto, avevano bisogno di sentirsi più comodi e liberi.

Federico rigirò il bicchiere pieno di liquido rosso tra le dita, portandoselo all’altezza degli occhi “sai... questo per me è sempre stato il miglior antidolorifico e a volte lo è ancora adesso.”

Mika lo guardò con aria inebriata, gli occhi semi chiusi e la mente annebbiata, gli effetti del vino stavano facendo effetto. Si sentiva dentro una bolla di sapone, delicata e bellissima. Era leggero. Ascoltava la voce di Federico come se fosse la più bella melodia mai composta. Non rispose, rimase in silenzio desideroso di ascoltare ancora quella voce e Federico continuò “in giornate come queste per esempio, il vino diventa il mio migliore amico. Pomeriggio ho lavorato ad un nuovo progetto con il mio staff, tutti parlavano ma io non sentivo parole ma solo un ronzio lontano e continuo che avrei voluto spegnere”

Michael percepì una nota grave in quello che stava dicendo il ragazzo accanto a lui, si fece più vicino, gli tolse il bicchiere dalle mani e lo guardò negli occhi come a dargli il permesso per proseguire, facendogli capire che con lui poteva parlare di tutto

“ho bisogno di una cazzo di dose” prese la testa fra le mani stringendola forte e maledicendosi per ciò che aveva appena ammesso.

“no!! tu non ne hai bisogno” Michael aveva gli occhi sgranati, le guance arrossate e la bocca aperta per riuscire a incamerare più ossigeno possibile “guardame Fede, tu sei più forte di tutta questa merda” Federico alzò la testa e lo guardò negli occhi. Gli stessi occhi che pochi minuti fa sorridevano ora erano colmi di lacrime e sensi di colpa. “come fai a dirlo Michael? io non ce la faccio, sento di non farcela” una lacrima scappò via.

“lo so perché ci sono passato, tu deve credere in te o fidarte di me” gli prese il volto tra le mani asciugando un’altra lacrima, che era scivolata sul suo volto

“preferisco fidarmi di te” Michael sorrise e sentì una strana sensazione di vuoto allo stomaco.

“oh dio, sembrerò un disastro” Federico aveva gli occhi arrossati dalle lacrime, i capelli arruffati, il viso rosso a causa dell’alcol o forse delle mani di Mika che erano rimaste sul suo volto. No, era sicuramente causa del vino che aveva appena bevuto.

“a beautiful disaster” Michael continuò a guardarlo dritto negli occhi, il respiro corto e una voglia a cui non riusciva a dare il nome.

Federico si sentì vuoto e aveva bisogno che qualcuno colmasse quella voragine che la solitudine gli aveva portato. Aveva bisogno che qualcuno sciogliesse il gelo dentro di lui e Mika era così dannatamente vicino e caldo. Si avvicinò di qualche centimetro e sentì il respiro dell’altro infrangersi contro la sua bocca che bramava un contatto.

Michael era confuso, avrebbe voluto buttarsi su quelle labbra senza pensarci due volte, fregandosene di tutto ma non poteva, Federico era fragile, aveva bisogno di dettare le regole di quella relazione per sentirsi davvero al sicuro e Mika era disposto a lasciarglielo fare, per questo motivo restò immobile. Voleva che fosse Federico a chiudere la distanza fra di loro se l’avesse voluto davvero. Voleva che fosse una sua scelta.

Federico però non ebbe coraggio a sufficienza per sbilanciarsi quel tanto che bastava per baciarlo e lasciarsi andare, così lo abbracciò. Forte, come se fosse l’ultima ancora di salvezza a cui potersi aggrappare. Le sue mani vagarono lungo tutta la schiena di Mika, fino ad arrivare ai lembi della camicia sotto il maglioncino. Le sue dita si infilarono curiose sotto la stoffa, godendo del calore della pelle, bramose come non mai. Fedez si sentiva dannatamente eccitato a quel contatto e desiderava di più, voleva quel calore impresso a fuoco sotto i suoi polpastrelli. Afferrò il maglione rosso, rosso come il vino che gli scorreva in corpo senza il quale probabilmente mai avrebbe fatto scivolare verso l’alto quell’indumento e subito dopo la camicia che gli fasciava il busto, lasciandolo a petto nudo. Le sue mani continuavano a lambire ogni singolo centimetro del corpo di Mika che fremeva ad ogni passaggio.

Federico si tolse la sua felpa, con un movimento veloce, seguita subito dopo dalla maglia, adesso entrambi erano a petto nudo, abbracciati e nella stanza faceva incredibilmente caldo. Michael lottava contro se stesso per non toccarlo e averlo come avrebbe voluto e non seppe bene quale forza di volontà lo trattenne dal non fare e avere quello che ora desiderava con ogni fibra del suo corpo. 

“Fede...” ancora stretto nell’abbraccio Mika provò a parlare, a fermarlo anche se contro ogni sua volontà

“shh, ti voglio” 

“no, non è vero.. tu ha bisogno di questo. tu pensa di volerlo ma non è così”

Fede si svegliò da quello stato di trance che si era impossessato di lui e fissò Michael negli occhi e ci lesse tristezza e frustrazione. Era stato terribilmente egoista, si era lasciato andare fottendosene ti tutto senza considerare che non c’erano solo lui e i suoi desideri e Mika forse non lo voleva o forse voleva in modo diverso.

“perdonami, hai ragione..i-io non dovevo”

“tranquillo, abbiamo avuto troppi drinks stasera..” gli sorrise dolcemente. 

Avrebbe potuto fermarsi lì, rimettersi la camicia e accompagnare Federico alla porta e invece disse “ti fermi qui stanotte?” 

“sì.” non ci pensò due volte. 

 

Federico si guardò un ultima volta allo specchio del bagno. Che cosa stava facendo? si era appena scambiato uno strano tipo di effusioni con un ragazzo del suo stesso sesso che mesi prima ignorava ma che adesso sentiva più vicino di chiunque altro.

Non ci capiva più niente, forse era meglio dormire.

Uscì dal bagno e si diresse in camera di Mika che si guardava attorno agitato

“è tutto okay?” chiese Fede cercando di non spaventarlo ma Michael sussultò colto di sorpresa e si portò una mano al cuore “sì, certo..io pensava che ho solo questo letto” 

Federico arrossì appena e si affrettò a rispondere per togliere Mika dall’imbarazzo di quella situazione “oh no.. beh dormo sul divano.. no-non c’è problema!!”

“ma che dice? tu non può dormire su divano”

“perché?” 

“perché è scomodo, tu sei ospite” rimasero in silenzio a pensare ad un’alternativa ma la verità era che la casa di Mika aveva una sola stanza da letto e un divano non particolarmente grande, dal momento che ospitava una sola persona.

“io dormo sul divano, tu resta qua” Michael sorrise, avrebbe fatto di tutto per far sentire a suo agio Federico, perfino dormire rannicchiato.

“no! non esiste” Fede abbassò lo sguardo a terra facendolo vagare sul parquet marrone sotto i suoi piedi e con un filo di voce aggiunse “è un problema se dormiamo entrambi qui?” 

Mika pensava di non aver sentito bene, l’altro non accennava a proseguire e continuava a tenere la testa bassa come se si vergognasse e Michael pensò che forse aveva capito più che bene “no nessun problema. Se a te sta bene..” 

“sì” quello fu il secondo della serata che Federico disse a cuor leggero, senza preoccuparsi delle conseguenze.

 

Si sdraiarono in quel letto come avrebbero fato due bambini che stanno per fare qualcosa che sanno di non dover fare. Erano agitati, a conti fatti avevano già dormito insieme ma Federico, la volta precedente, era praticamente svenuto tra le braccia del cantante, non contava e Michael l’aveva vissuta come un’operazione di soccorso e non come un vero dormire insieme. Ora era diverso, entrambi erano più che brilli ma sapevano cosa stavano facendo o per lo meno pensavano di saperlo.

Si sdraiarono supini, rigidi a fissare il soffitto finché Michael non si sdraiò su un fianco per guardare Federico “insomma.. non stiamo facendo nulla di male, no?” 

anche Fedez si girò per poterlo guardare meglio. Il suo problema non era dormire accanto al cantante ma cercare di reprimere la voglia che aveva di continuare ciò che avevano interrotto poco prima. “certo che no” il suo sguardo si posò sulla bocca di Mika, le labbra sottili erano un richiamo di lussuria che avrebbe voluto mettere a tacere. Lui non provava quelle cose per un altro uomo, lui amava le donne. Amava Giulia. Doveva allontanare più che poteva quel pensiero ma aveva bevuto troppo e il freddo dentro di lui stava tornando a farsi spazio e quella sensazione di solitudine lo stava per travolgere di nuovo. “Abbracciami” disse con una nota di supplica nella voce, Mika non aspettò un secondo di più, del resto era quello che voleva anche lui e lo abbracciò, stringendolo forte al suo petto.

Il calore era tornato ad impossessarsi del suo corpo e cullato dai battiti del cuore di Michael e dalla sensazione di protezione che gli trasmetteva, Federico si lasciò andare ad un sonno profondo e ristoratore.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Sesto Capitolo

 

Won't you open the door 

And try me once more?

'Cause there's no place in heaven for someone like me”

 

 

La luce fredda delle mattine milanesi filtrava attraverso le finestra solleticando la pelle di Michael che piano, piano si risvegliava dal sonno. Aveva la sensazione di aver dormito dieci anni e allo stesso tempo dieci minuti, il corpo caldo di Federico era ancora premuto contro il suo e si sentiva bene. Reggeva molto bene l’alcol e i postumi si riassumevano ad un leggero mal di testa. Davanti a lui aveva un’immagine stupenda; Federico dormiva beato con un’espressione rilassata, sembrava in pace col mondo. 

Il suo profumo gli riempiva i polmoni, e per Michael l’olfatto era sempre stato un senso molto sessuale, un buon profumo lo mandava fuori di testa più di tante altre cose, lo trovava erotico ed eccitante e quello di Federico lo poteva benissimo classificare tra i più buoni che avesse mai sentito.

Rimase a guardarlo dormire a lungo, perdendosi nei dettagli del suo viso: i lineamenti marcati, le labbra carnose, i capelli lisci che sparavano in tutte le direzioni, gli zigomi alti, gli infiniti tatuaggi sul collo che lo rendevano ancora più sexy e le lunghissime ciglia che riposavano sulle sue guance. Più lo guardava più lo trovava bello e puro, e più aveva modo di parlare con lui, più Federico si dimostrava il ragazzo dolce, fragile e sensibile che Mika aveva visto fin dalle prime volte, quando si nascondeva dietro una maschera che non gli apparteneva.

Michael però, sapeva bene che aiutarlo e tenere a lui non doveva essere sinonimo di sentimenti perché anche se la sera prima avrebbe potuto pensare il contrario Federico non l’avrebbe mai e poi mai potuto ricambiare. Le azioni che gli aveva riservato erano dettate dall’alcol e non da una vera volontà.

 

Federico aprì gli occhi lentamente infastidito dalla luce del giorno, non era abituato, a casa sua dormiva sempre con le tapparelle abbassate e si svegliava col buio. Sicuramente un risveglio meno traumatico.

“buongiorno” Mika lo guardò con occhi dolci 

“ ‘giorno..” Fede sentì subito il corpo caldo accanto a sé e, senza farsi notare per non apparire scortese, cercò di prendere le distanze ma Mika se ne accorse e la dolcezza nei suoi occhi si spense.

“dormito bene?” 

“sì, come non facevo da tempo. Ora però mi scoppia la testa e ho la nausea” Federico non reggeva bene l’alcol e Mika, per la seconda volta, ne stava avendo la conferma 

“cosa ricorda di ieri sera?” 

“un’ottima cena. chiacchiere, molte chiacchiere e... io che piango, possibile?”

“sì tu ha pianto”

“oh... non ricordo il perché però” Fede era teso, odiava non ricordarsi cosa faceva da ubriaco perché la mattina dopo le figure di merda erano assicurate

“abbiamo parlato di tuoi problemi, la dipendenza...” Michael sentì il suo cuore scricchiolare, Federico non ricordava nulla. Da una parte era un bene dall’altra era come avere un segreto e non poterlo condividere con nessuno

“ah sì, adesso ricordo. Devo essere stato un piagnone rompi coglioni. Ti avrò annoiato” 

Michael fece un sorriso beffardo al ricordo delle carezze della sera precedente “no, not at all.. al contrario” Federico rimase in silenzio, pieno di domande.

Michael si alzò dal letto per andare in bagno, si fece una doccia si vestì per poi tornare da Federico “ha bisogno del bagno?” 

“ti dispiace se faccio una doccia ho proprio bisogno di svegliarmi” 

“certo, va pure” 

Federico si infilò sotto in getto dell’acqua e chiuse gli occhi, sentiva il suo corpo rilassarsi al massaggio che le gocce gli provocavano sbattendo contro la sua pelle e quella sensazione lo riportò ad un’altra piacevole sensazione, che aveva vissuto sempre là, dove adesso l’acqua lo bagnava, ma non riusciva proprio a ricordare quale fosse, a quale momento quelle gocce lo stavano facendo tornare indietro nel tempo. Si sforzava con tutto se stesso di ricordare, di trovare risposte ma nulla. Nero.

 

Poco dopo erano di nuovo in sala da pranzo, Mika aveva rigovernato le stoviglie della sera precedente e allestito per la colazione. Quanti altri pregi poteva avere quel ragazzo? 

Si sedettero a mangiare e Federico si sentiva sempre meglio, la doccia aveva alleviato il mal di testa la nausea era passava bevendo del tè caldo, il sonno l’aveva rimesso al mondo e la presenza di Mika lo rendeva felice. Non si spiegava il perché di quella gioia che gli invadeva il cuore quando lui era accanto a Mika, ma non si ricordava nemmeno da quanto tempo non si sentiva così quindi per ora voleva solo goderselo.

Purtroppo Federico aveva un impegno in mattinata quindi a malincuore dovette salutare Mika e come la prima volta temette di non riuscire più a vederlo come avevano fatto quella sera.

“io devo andare, ho un impegno lavorativo più tardi e vorrei passare da casa per cambiarmi”

“certo, anch’io ho un impegno”  Mika sorrise debolmente, triste all’idea di vederlo andar via 

“possiamo organizzare un’altra serata, se ti va” 

“no”

“giusto scus-“

“no, aspeta. I mean l’impegno che ho è a Parigi. Parto pomeriggio.” Federico perse un battito, sapeva che Mika era sempre in giro tra Londra, Parigi e gli Stati Uniti ma pensava che la partenza non fosse così imminente e adesso chi l’avrebbe salvato?

“posso chiamarte quando torno?” 

“devi...”

Mika sorrise di cuore, Federico gli mancava già.

“a presto allora” Fedez lo abbracciò velocemente e aprì la porta girandosi un’ultima volta per guardare Mika e imprimere la sua immagine nella memoria

“ciao Fède” Fede sorrise, perché Michael lo chiamava così i primi tempi, sbagliava sempre l’accento del suo nome e la cosa lo faceva arrabbiare ma adesso era diverso, quello era diventato un ricordo piacevole e Mika lo sapeva, per questo lo chiamò così, voleva vedere Federico andare via con un sorriso.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Buona sera ragazzi, 
colgo l'occasione per augurarvi buon natale e buone feste.
Vi abbraccio 
EmmaSnix
 

Settimo Capitolo

 

I try to live alone

But lonely is so lonely

So human as I am

I had to give up my defences

So I smile and try to mean it

To make myself let go”

 

 

Erano passati due giorni dall’ultima volta che Fedez aveva visto Mika e gli mancava. Gli mancava come non avrebbe mai creduto possibile, aveva bisogno di qualcuno che lo ascoltasse come faceva lui, guardandolo negli occhi con lo stesso fuoco.

Si sentiva un po’ stupido lì steso sul divano con l’ennesima sigaretta che bruciava tra le dita della mano destra e il cellulare nell’altra, mentre aspettava un messaggio, una chiamata, qualsiasi cosa.

Aspettò. Le ore passavano, aveva finito le sigarette e la voglia di sapere come stava aumentava a dismisura ma la verità è che non aveva i coglioni per scrivergli così iniziò a pensare ad una cena e subito dopo ad un film che lo potesse distrarre da quel desiderio di sentirlo.

Il film era finito, lo schermo del televisore mandava i titoli di coda ma Federico dormiva sul divano già da un pezzo, stremato dalla giornata, con ancora il cellulare in mano. Verso le undici improvvisamente il cellulare vibrò svegliando il giovane rapper, che guardò subito lo schermo illuminato del telefono che segnalava un messaggio ricevuto: Mika.

 

 

 

Messaggio ricevuto da Mika:

Ciao Fede. Come sta? Io ho iniziato a lavorare al progetto qui in Parigi. 

Spero sei okay, ricorda che tu sei più forte.

 

Federico rilesse quelle frasi quattro volte, assicurandosi che fosse sveglio e che quel messaggio non fosse solo un brutto scherzo dettato da un sogno crudele.

Era tutto vero. Rispose subito.

 

 

 

Messaggio inviato da Fede:

Ciao Mic. Sto bene... penso.

tu come stai? bella Parigi?

 

Messaggio inviato da Mika: 

Tu deve stare bene, mi raccomando fa il bravo.

Io sto okay, stanco. Parigi è incantevole as usual 

 

Messaggio inviato da Fede: 

Farò il bravo ma tu quando torni?

 

Messaggio inviato da Mika:

Non so, spero presto

 

Messaggio inviato da Fede: 

Perché speri?

 

Messaggio inviato da Mika: 

Ho bisogno de vedere che tu sta bene

 

Messaggio inviato da Fede: 

Allora torna presto 

(messaggio non inviato)

 

Messaggio inviato da Fede: 

Sto bene. 

Buona notte Mic

 

Messaggio inviato da Mika: 

Buona notte Federico.

Fai sogni belli

 

Proprio quella notte Federico sognò che Mika era tornato in Italia. 

Le giornate passavano più lente del solito, il lavoro lo prendeva molto. Era stanco e ogni sera tornava in una casa fredda e vuota, in quelle settimane era riuscito a parlare anche con Giulia della loro storia. Quando la rivide pensò di poter far finta che lei fosse abbastanza, perché sentiva davvero il bisogno di sentirsi vicino a qualcuno ma non sarebbe stato giusto. Lui teneva a Giulia, la rispettava e non l’avrebbe mai usata per colmare un vuoto. Insieme avevano deciso che per ora non potevano tornare ad essere una coppia, il malumore di Federico stava influenzando anche lei e questo Fedez non l’aveva mai notato finché lei stessa non gli disse “Fede tu mi porti giù con te e nemmeno te ne accorgi”  lui non voleva questo per lei. Così anche quella parentesi della sua vita si chiuse, forse non per sempre ma finché Federico non sarebbe stato in pace con se stesso non avrebbe portato Giulia all’inferno con lui.

Fortunatamente c’era Mika, dal primo messaggio che si erano mandati, avevano iniziato a sentirsi regolarmente. Parlavano ore intere per messaggio e quando gli impegni di entrambi lo permettevano si chiamavano. 

Federico gli aveva raccontato di Giulia e si era sentito subito più leggero. Sfogavano l’uno sull’altro le fatiche e i problemi di tutti i giorni e ritrovavano la pace. Entrambi sentivano che stava nascendo un’amicizia vera e profonda e Michael aveva rimosso la sensazione delle mani di Federico sulla sua pelle. Era riuscito ad andare oltre per salvaguardarsi e per costudire l’amicizia tra di loro. Per Fedez, invece, poter parlare con Mika era la cura ad ogni tentazione, gli infondeva forza e buonumore e ogni volta che leggeva o sentiva le sue parole, Federico si sentiva un po’ più forte. Fino a quella notte, quando le parole non bastarono più.

Una sera Fedez uscì con qualche amico e collega per una birra, cercando di allontanare la tensione e lo stress. Come spesso accadeva la birra non era mai una e già dopo la seconda Federico si allontanò per andare in bagno.

Lì, però, vide un ragazzo che poteva avere la sua età, forse poco meno, piegato sul ripiano accanto al lavello del bagno che ispirava forte, non dovette guardare a lungo per capire cosa stesse facendo. Improvvisamente il desiderio di essere quel ragazzo lo attraverso come un fulmine cogliendolo impreparato. Entrò nel primo bagno disponibile, cercò di rilassarsi, di non pensarci, tu sei più forte in testa le parole di Michael rimbombavano fidati di me. Certo fidarsi di lui ma adesso, Michael non c’era, come avrebbe fatto? Improvvisamente le parole stavano perdendo di significato dentro la sua testa, aveva bisogno di risentirle vive e forti dalla bocca che le aveva pronunciate.

Prese un lungo respiro uscì dal bagno evitando di guardare di nuovo quella scena e tornò dai suoi amici, con la prima scusa che gli venne in mente disse che aveva bisogno di tornare a casa. I suoi amici insistettero per accompagnarlo ma lui rifiutò.

Il locale si trovava a pochi metri da casa sua, quindi decise di tornare a piedi. Doveva chiamare Mika.

 

Chiamata da Fede

 

“Hello?” era tardi e Mika stava già dormendo nel suo hotel a Parigi ma lasciava sempre il cellulare acceso per le emergenze. Rispose con la voce impastata di sonno senza sapere chi ci fosse dall’altro capo del telefono

“Michael...” Mika si risvegliò come se avesse appena ricevuto una secchiata d’acqua gelata in testa 

“Federico! sta bene? what-che-è successo qualcosa?” gli ci vollero una manciata di minuti per impostare la lingua in italiano ma sentiva che era successo qualcosa e l’ansia iniziava a divorarlo

“sì, cioè no.. fisicamente sì ma Michael io...” 

“tu cosa?” Michael era ormai seduto sul letto, le lenzuola stropicciate dentro i suoi pugni e lo sguardo fisso nel vuoto. 

Federico era appena rientrato a casa, chiuse la porta e si lasciò cadere sul pavimento 

“sono andato in un locale con amici stasera... stava andando tutto bene finché non sono andato in bagno e ho visto un ragazzo che...”

“che?” Mika pensava di aver capito ma voleva esserne sicuro

“merda. Hai capito.”

“dime che non l’ha fatto anche tu” furono lunghissimi secondi d’attesa

“no”  Michael tirò un sospiro di sollievo 

“ma, cazzo, avrei voluto. Le tue parole mi hanno impedito di farlo” 

Michael non sapeva che dire, era felice di sapere che le sue parole l’avevano aiutato ma non era abbastanza doveva essere libero da quella dipendenza. Federico proseguì “continuavo a pensare che mi devo fidare di te ma tu non ci sei” forse non avrebbe mai detto quelle parole se non avesse bevuto due birre e non si sentisse un po’ brillo ma in quel momento non poteva fregargliene di meno. 

Mika era ancora senza parole, il suo umore quella sera continuava a mutare: l’ansia si era trasformata in felicità che adesso si era trasformata in tristezza dopo aver ascoltato quelle parole.

“sei a casa giusto?” Mika ebbe un’idea

“sì” 

“bene, mette la tua canzone preferita allo stereo” Federico era confuso ma era troppo stanco per fare domande, voleva solo fidarsi. Scelse “Another Love” di Tom Odell, non era esattamente la sua canzone preferita ma l’ascoltava quasi tutti i giorni in quel periodo. Riusciva a calmarlo.

“fatto”

“bene sdraiati su il divano” 

“ci sono” 

“chiude gli occhi” Federico continuava a non capire ma stranamente sentiva già leggermente meglio, quindi si lasciò guidare.

“Concertate, ascolta bene la canzone, senti le note. Sono belle, cullano come una lullaby e tu sei nel posto che più te piace nel mondo. dove si trova il posto Fede?”

“ovunque purché vicino al mare”

“sì, c’è el mare. Blu e tu sei lì, il sole caldo e il silenzio. tu sta bene Federico. c’è pace. Lasciati andare” 

Federico era davvero su quella spiaggia, lontano da tutti i pensieri nocivi che poco tempo prima lo stavano divorando e improvvisamente le immagini viste al locale erano ben distanti da lui. 

La stanchezza pesava sulle palpebre già chiuse, così si addormentò, cullato dalle note di una canzone in lontananza e dalla voce, così vicina, di Michael.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Buona sera ragazzi, 
perdonatemi, contavo di pubblicare molto prima ma ho avuto una giornata molto piena! 
Spero vi piaccia e spero di poter leggere i vostri commenti che amo ogni volta di più
Un abbraccio 
EmmaSnix

 

Ottavo Capitolo

 

Guardami in faccia i miei occhi parlano
e tu dovresti ascoltarli un po' più spesso”

 

Un suono forte, acuto e terribilmente fastidioso svegliò Federico il mattino seguente, non si ricordava di aver impostato la sveglia e infatti l’orologio sul tavolino accanto al divano non emetteva nessun suono. Erano le dieci passate. Stava sicuramente sognando. Non fece in tempo a richiudere gli occhi che lo stesso suono arrivò alle sue orecchie ancora una volta, ora molto più chiaro: era il campanello. Sbuffò sonoramente. Aveva passato una nottata di merda e il risveglio era stato anche peggio, ignorava le sue condizioni ma era sicuro che non fosse al massimo del suo splendore e in più qualcuno stava suonando alla porta di casa sua. Si prospettava una giornatina di merda.

Con aria molto scocciata raggiunse la serratura della porta dove fece girare le chiavi per aprirla, impugnò il pomello e aprì di scatto cercando di far notare un certo disappunto in quella visita. 

 

“ho sbagliato momento?” un sorriso dolcissimo si allargò sul volto dell’ospite tanto odiato fino a poco fa. Due occhi color nocciola lo scrutavano curioso. Gli stessi occhi che Federico non vedeva da quasi un mese.

“sei qui” ignorò la domanda, ancora sotto shock

“sono qui” 

Non ci poteva credere Michael era tornato. Si spostò appena per permettergli di entrare e appena chiuse la porta lo abbracciò. Quel gesto così spontaneo fece sussultare Michael, non se lo aspettava ma ricambiò subito dopo sorridendo a cuor leggero.

“tu sta bene” e non era una domanda, adesso lo poteva vedere con i suoi occhi

“sì, sto bene” lo guardò “non posso credere che tu sia qui” 

“non ero mai stato in tua casa, è bella. it’s warm” Mika si guardava intorno con aria felice, leggera.

“è troppo grande solo per me, però mi piace” Michael si girò per riguardare Federico. Restarono una manciata di secondi in silenzio finché il rapper non si sentì un po’ a disagio e parlò “hai fame, ti posso preparare qualcosa” 

“magari. Non ho avuto una vera colazione stamattina” 

“non so se sarò all’altezza delle tue mega colazioni ma ci posso provare” 

“Fede è chiaro che tu non sei alla mia stessa altezza” Mika rise alludendo ad un’altra altezza

“stronzo” rispose col cuore leggero e gli occhi sorridenti.

Mangiarono con calma, parlando a lungo e prendendosi il loro tempo. Si studiavano come due persone che non si vedono da tanto tempo e cercano delle differenze nell’altro.

Federico gli mostrò la casa e dopo si buttarono sul divano mettendo in sottofondo un po’ di musica. 

“ti fermi a cena stasera?” Fedez si sentì un po’ sfacciato però aveva bisogno di recuperare il tempo perso 

“non so se riesco” 

“in che senso?” 

“stasera ho l’aereo per Parigi?” Federico stava seriamente iniziando ad odiare quella città ed era confuso

“ma come??? sei appena arrivato” 

“lo so ma domani devo lavorare” Mika abbassò un po’ lo sguardo, gli dispiaceva non poter rimanere di più

“lavorare? credevo avessi finito! Allora perché sei venuto fin qui?” 

“dovevo vedere con miei occhi che tu stava davvero bene” 

Federico iniziava a credere di star ancora dormendo, perché quello che aveva appena sentito gli sembrò surreale. Nessuno aveva mai preso un aereo per poter passare qualche ora con lui, per accertarsi che stesse bene. 

Non c’erano risposte ad un’affermazione del genere quindi si sbilanciò verso di lui e lo abbracciò avvicinandosi al suo orecchio “grazie” sussurrò, come se fosse un segreto solo loro.

“hey la vuoi una good news?” gli sorrise Mika

“magari...”

“tra una settimana sarò di nuovo qui” gli occhi di Mika brillavano e contagiarono pure Fedez

“serio?” 

“sì” 

Federico sospirò contento, avrebbe dovuto sentire la sua mancanza ancora per poco “allora la prossima volta vedi di portarmi un souvenir!!” 

“tipo?”

“la gioconda” Scoppiarono a ridere più sereni.

 

Non toccarono più l’argomento partenza, volevano godersi il tempo che gli rimaneva. Avrebbero potuto parlare per giorni, spesso anche loro stessi si sorprendevano di tutte le cose di cui potevano parlare. Erano agli opposti: un rapper tatuato e uno che aveva l’aspetto di un lord inglese, eppure avevano tanti punti in comune. I loro caratteri si univano perfettamente come pezzi di un puzzle, l’uno amava la compagnia dell’altro. Riuscivano ad essere se stessi, senza fingere e questa, per entrambi, era una prerogativa importantissima per un’amicizia.

Il loro rapporto stava diventando sempre più forte, se ne accorgevano; discorso dopo discorso la fiducia aumentava. Federico non aveva più bisogno dell’alcol per aprirsi e il pensiero delle droghe, quando era in compagnia di Michael, non lo sfiorava nemmeno.

A Federico parve che il buio arrivò prima del solito e l’ora della partenza di Mika era dietro l’angolo.

“devo andare” Michael gli rivolse un sorriso amaro

“okay, niente saluti a rallentatore su una spiaggia, okay? tra una settimana sarai di nuovo qui” 

“giusto!” e questa volta il sorriso di Mika fu più gioioso 

“ti vengo a prendere in aeroporto quando arrivi, ti va?”

“mi piacerebbe”

“okay bene... allora ciao Mic” si scambiarono un ultimo abbraccio e questa volta fu Mika a sussurrargli qualcosa all’orecchio “sei forte Fede, ricorda” 

ruppe quel contatto e in un secondo fu fuori dalla casa di Federico, senza voltarsi indietro, perché probabilmente se l’avesse guardato ancora una volta negli occhi sarebbe rimasto ma questo Fede non poteva saperlo.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 e 10 ***


Buona sera ragazzi, 
Ho una sorpresina per voi; dal momento che il nono e il decimo capitolo erano molto brevi, ho deciso di unirli pubblicandoli in un solo capitolo.
Tanti auguri di buon anno ragazzi, grazie a tutti quelli che mi seguono e decidono di commentare questa storia, è un onore poterla condividere con voi.
Vi abbraccio
EmmaSnix

 

Nono Capitolo

 

Offered up my wrist

And you thought you hit it

But your arrow missed

Couldn't kill me with it

All I asked of you

Was to free my pain

So you couldn't do

This to me again”

 

 

La settimana trascorse veloce tra impegni di lavoro, studi di registrazione e messaggi che Michael gli mandava in ogni momento libero. A separarli ormai c’era solo un week-end.

Parigi era bellissima, la primavera si stava affacciando timida. Aprile era alle porte e tutto si stava risvegliando. La luce era più calda, la natura prendeva vita, si colorava e Michael si sentiva felice, gli mancava Federico ma l’attesa stava per terminare. Si stava godendo quell’esplosione di colori e magia che gli mostrava l’alba parigina, affacciato alla finestra mentre sorseggiava il suo caffè americano quando qualcuno suonò alla porta.

Appena aprì, una figura alta e snella si mostrò a lui lasciandolo senza parole. 

Andreas era difronte a lui.

Il suo fidanzato aveva preso il primo volo per Parigi e adesso lo stava baciando a fior di labbra dando a Mika la conferma che temeva: non provava più nulla, le labbra che lo accarezzavano erano quelle di uno straniero. Michael gli domandò il motivo della sua visita e lui rispose solo “i missed you too much” . Davvero gli mancava così tanto da non seguirlo mai durante i suoi impegni lavorativi? gli mancava così tanto da non farsi sentire per settimane intere? Mika lo sapeva che essere il ragazzo di un musicista non era la cosa più facile del mondo, considerando inoltre che Andreas odiava stare sotto i riflettori, però sperava che l’amore che provava per lui fosse più forte, invece si sbagliava.

“you left me alone” Mika lo guardò negli occhi in segno di sfida ma Andy non fece una piega, anzi abbassò lo sguardo incapace di reggere il contatto visivo.

“what happened Andy?” e Andreas si sentì incastrato, colto con le mani nel sacco, perché forse il tempo aveva fatto affievolire la passione ma di sicuro, dopo sette anni, Michael lo conosceva meglio di chiunque altro.

“I was with someone” Mika sentì il pavimento crollargli sotto i piedi e centinaia di immagini indecenti del suo Andy che lo tradiva col primo figlio di puttana che passava, gli fece venire la nausea. Tutta la magia che i colori di Parigi gli aveva regalato pochi minuti prima era sparita sotto un’immensa macchia nera. 

Anni fa, se avesse pensato al suo ragazzo che scopava con un altro, avrebbe immaginato di iniziare una lite infinita, con urla, insulti e lacrime, invece ora, davanti al fatto compiuto, non ne aveva le forze. Andreas vide il gelo negli occhi di Michael mentre gli diceva di uscire da quella porta e non farsi vedere mai più.

 

Si concesse solo una lacrima, non meritava oltre. Si lasciò cadere sul divano cercando di placare la rabbia che aveva dentro. L’avrebbe voluto colpire, le mani gli prudevano dal desiderio di tiragli un pugno in piena faccia ma Andreas non meritava nemmeno questo sfogo. Il nulla era la giusta risposta a quello che aveva fatto.

Prese il cellulare tra le mani e digitò un messaggio.

 

Messaggio inviato da Mika: 

Lui ha tradito me

 

Messaggio inviato da Fede: 

Cosa? Andreas?

 

Messaggio inviato da Mika: 

 

Messaggio inviato da Fede: 

E’ solo un brutto coglione

 

Chiamata in arrivo da Fede

 

Parlarono a lungo al telefono, Federico lo ascoltò tutto il tempo, anche se a fatica perché quando Mika era incazzato parlava in inglese e Fedez non era di certo la persona che meglio capiva quella lingua, ma tanto l’importante era che Michael si sfogasse, che tirasse fuori il veleno in qualsiasi lingua preferisse. Subito dopo, infatti, si sentì meglio.

“non vedo l’ora di rivederte Fede” sospirò contro il telefono 

“anch’io”

“adesso deve andare, sono in ritarde” 

“vai e ah... Michael”

“sì?” 

“tu sei forte, ricorda...” Federico chiuse la telefonata. Adesso era lui a sentirsi incazzato, come aveva potuto quello stronzo fare una cosa del genere a Michael uno con gli occhi come lui non merita di essere ferito, mai.

 

Decimo Capitolo

 

Ora, voglio gridare fortissimo, la vita fa schifo il panorama è bellissimo

It’s a beautiful disaster”

 

Anche il week-end passò e arrivò il tempo per Mika di tornare in Italia, gli mancava da morire. Si sentiva davvero un po’ italiano, era sicuramente il popolo che più si avvicinava alla sua gente in libano: rumorosi, allegri, persone dalle famiglie numerose e un po’ teste calde. Sì, Michael amava tutto ciò.

In più c’era Federico. Il rapper lo stava aspettando al parcheggio dell’aeroporto pronto per riportarlo in centro a Milano dove lo attendeva un pranzetto che Fedez stesso si era impegnato a preparare o per meglio dire a ordinare.

Erano felici di ritrovarsi, era stata una settimana piena che si era conclusa davvero male per il povero Michael ma adesso era tutto ben lontano da loro. Un po’ di vino, risate e relax. I tre elementi perfetti per un pomeriggio fantastico. Il primo di tanti. 

Federico e Michael si frequentavano spesso, ogni momento libero era buono per una cena o una birretta nel locale sotto casa di Fedez.

Un pomeriggio Mika andò a trovare Federico in studio di registrazione, dove stava lavorando ad alcuni pezzi nuovi. Era nella saletta, le cuffie sulle orecchie e le labbra che danzavano sul microfono per permettergli di catturare ogni singola sfumatura della sua voce.

“ventuno grammi di felicità, per uso personale” erano quelle le parole della canzone che Federico stava cantando e Mika improvvisamente si fece scuro in viso.

Appena Fedez finì di incidere andò verso Michael per salutarlo, contento di trovarlo lì “hey Mic, sei venuto a spiare la concorrenza” 

“hey un cavolo. Cosa significa questa canzone??” di certo l’entusiasmo di Fedez non era ricambiato. “calmo tigre. Non sono i grammi che pensi tu. Questa canzone parla dell’anima”

“anima” Mika lo guardò confuso come un bambino che sente una nuova parola

“sì, genio” disse sorridendo e gli spiegò meglio il significato del testo. Michael si sentì un po’ stupido “perdoname” disse, Federico rise e cambiò discorso.

 

Rimasero in studio fino a tardi. 

Per completare l’album era necessario registrare un ultimo brano che Federico non aveva.

“io ho questo pezzo, me piace molto ma se ci fosse un rap sarebbe perfetto. Tu può scrivere”

“non so se sono più commosso nel sentirti azzeccare un congiuntivo o alla consapevolezza che mi stai salvando il culo” Fedez rideva di gusto mentre Mika lo guardava accigliato e leggermente offeso “hey! okay niente canzone” 

“okay, okay perdonami” disse tra una risata e l’altra “come si intitola il pezzo?” 

“beautiful disaster” 

Federico pensò di aver appena ricevuto un pugno nello stomaco. Beautiful Disaster, quella frase l’aveva già sentita, pronunciata dalle stesse labbra. Rimase qualche minuto a pensare quando e perché Mika gliel’avesse detta e improvvisamente fu tutto più chiaro. Rivide ogni singolo dettaglio cancellato dall’alcol di quella sera a casa di Mika.

“Fede, sta bene?” 

“sì. E’ un bel titolo”.

Una volta a casa Federico ascoltò attentamente la canzone, prese il testo che Michael aveva trascritto per lui e ne chiese la traduzione a uno dei musicisti che suonava con lui ai concerti, che sicuramente ne capiva di più.

Il testo parlava di una storia d’amore sbagliata, nociva. Federico fu ispirato da quelle parole e dal suo stesso ricordo che era riaffiorato in lui quel pomeriggio e improvvisamente le parole giravano nella sua testa impazienti di uscire ed essere trascritte su carta. Scrisse la prima strofa, poi la seconda e in pochissimo tempo nacque Beautiful Disaster, la collaborazione tra Mika e Fedez. 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 11 ***


Buongiorno ragazzi, 
Perdonatemi il ritardo, avrei dovuto pubblicare ieri ma il rientro dalle vacanze è stato un po' impegnativo.
Non sono molto convinta di questo capitolo però spero vi piaccia comunque.
Vi abbraccio, EmmaSnix

 

Undicesimo Capitolo

 

“Some love's a pill and some love is a candy cane

It tastes so sweet but leaves you feeling sick with pain

Your love is air, I breathe it in around me

Don't know it's there but without it I'm drowning”

 

Aprile volò via in un battito di ciglia lasciando spazio a Maggio, al sole alle prime giornate senza cappotto, al buonumore e, per Fedez e Mika, alle belle notizie. 

La mattina del dieci maggio il comunicato stampa che decretava la scelta dei nuovi giudici venne reso pubblico: il palco di Xfactor avrebbe ospitato: il ritorno di Elio, il vincitore della edizione precedente, Fedez, il veterano Mika e la novità dell’anno Skin.

Per la prima volta il talent show godeva di una giuria tutta musicale, composta solo da artisti anche se molto diversi tra loro. 

Quando Federico lesse la notizia fu felice di scoprire che ancora una volta avrebbe preso parte al talent ma tirò un sospiro di sollievo nel vedere che Morgan quell’anno non ci sarebbe stato. 

 

Messaggio inviato da Fede: 

No Morgan vai col party 

 

Messaggio inviato da Mika: 

Scemo.

 

Michael non era altrettanto felice dell’assenza di Morgan, anche se pensava che avesse fatto bene a lasciare per un po’ il mondo televisivo per concentrarsi sulla sua carriera musicale, Mika ne avrebbe sentito la mancanza. Del resto Morgan era l’uomo che l’aveva aiutato con l’italiano, che gli aveva fatto scoprire artisti di questo paese che da solo non avrebbe mai scoperto e il tempo aveva creato una stramba amicizia.

Il party però si fece lo stesso, non tanto per festeggiare l’assenza dell’ex giudice, ma per brindare al nuovo cast. Fu proprio la produzione di Xfactor ad organizzare l’incontro in un locale molto riservato di Milano, durante un sabato sera. 

Si riunirono i giudici, i produttori del talent e alcuni dello staff, tra cui truccatori e costumisti.

La sera filò liscia tra cibo a volontà e brindisi di auguri per un’ottima stagione ma dopo tutti quei calici alzati a metà serata erano tutti un po’ brilli. 

Il primo tra i giudici a ritirarsi fu Elio che alzandosi all’improvviso disse “bene ragazzi la notte è per i giovani quindi è arrivato il momento di andarmene” tutti risero più per l’euforia che l’alcol regalava, che per la battuta in sé. 

Successivamente anche i membri dello staff tornarono a casa dalle famiglie, lasciando da soli i tre giudici. Mika e Skin intrattenevano il povero Fedez con racconti di notti brave nei locali più underground, o per lo meno così li avevano definiti, di Londra. Federico non ci stava capendo molto, primo perché la loro lingua era un italo-inglese che tendeva molto più verso l’inglese e poi perché i due neuroni che erano sopravvissuti al sonno erano completamente fuori uso a causa dell’alcol.

“bene ragazi I’ve got to go. It was really fun tonight” Skin prese la sua giacca di pelle dirigendosi verso la porta e appena prima di uscire urlò “don’t drink more!!!”.

I due sorrisero e si guardarono complici. Nessuno dei due aveva voglia di tornare a casa soprattutto consapevoli del fatto che non ci sarebbe stato nessuno ad aspettarli.

“oh che palle, vedi cosa succede ad uscire con i vecchi? che vanno a letto come le galline” Michael rise di gusto “dai Fede, sono quasi le due” 

“ah sì, scusa nonno!” 

“nonno a me?? tu non sa che io posso restare sveglio tutta notte” Mika lo guardò con aria di sfida, tutte le nottate in bianco che aveva passato nella sua vita probabilmente Fede se le sognava.

“andata. Allora questa serata non finirà qui!”

Decisero di voler cambiare completamente ambiente, erano stanchi di rimanere in un locale chiuso con pessima musica di sottofondo. Avevano bisogno dell’aria fresca e pungente della primavera.

Casa di Fedez aveva un bellissimo giardinetto e, per quanto fosse poco originale, quello sarebbe stato l’unico posto per godersi un posto all’aperto senza rischiare di essere riconosciuti.

Appena arrivarono Michael notò che il giardino era ben curato e c’erano posizionati due divenetti da esterni dove si sedettero e rimasero in silenzio per qualche minuto.

“qui è bello” Mika guardava le poche stelle che Milano riusciva ad offrire

“sì, quando c’è bel tempo sto più qui fuori che dentro casa” 

“tu scrive qui fuori?” Mika si girò a guardare Fedez, che fissava un punto indefinito davanti a sé fumando una sigaretta, accesa poco prima

“sì” Federico rispose secco, pensando a tutte le volte che aveva scritto proprio su quel divano

“io ancora non ho detto a te che ho letto il rap di Beautiful Disaster”

“ah sì?” fu il turno di Fede per girarsi a  guardare Mika

“sì”

“eh...?” lo guardò in attesa, col fiato sospeso

“lo trovo meraviglioso” Fede tornò a respirare. Michael si girò verso Federico con tutto il suo corpo e gli prese le mani “tu ha un dono Fede, il tuo scrivere è potente” 

Fede era un po’ in difficoltà, pensò che fosse a causa del grosso complimento ma le mani di Michael che gli stringevano le sue non erano indifferenti.

“anche tu scrivi bene Mic, la canzone è bellissima... Il titolo è bellissimo” Michael lo guardò leggermente confuso, non rispose, lui sapeva il perché di quel titolo ma Federico no. O forse sì?

“dimmi una cosa Mic, perché proprio questo titolo?” 

Michael si sentì con l’acqua alla gola si era promesso di non raccontare nulla di quella sera così intima che c’era stata tra loro due, quando Fedez era a pezzi e ubriaco, però forse parte della storia poteva raccontarla, in fondo non c’era nulla di male.

“tu forse non ti ricorda ma quando abbiamo cenato insieme in casa mia tu ha pianto e tu mi ha detto che dovevi sembrare un disastro e io ti ho detto che eri un bellissimo disastro”

“mi ricordo” per Michael fu come ricevere uno schiaffo

“tu ricorda anche quello che stav-...” 

“che stava per succedere dopo? sì. Me lo sono ricordato l’altro giorno in studio di registrazione” Mika iniziò leggermente a tremare, era da moltissimo tempo che non si sentiva così; spaventato e allo stesso tempo eccitato da quello che sarebbe potuto succedere. La monotonia di una storia porta via tutto, il brivido e i batticuore di momenti come quelli e adesso il cuore di Mika sembrava scoppiargli nel petto perché Federico si stava avvicinando sempre di più a lui fino ad arrivare al suo orecchio per poi sussurrarci dentro “voglio ripartire proprio da lì” ci fu il tempo di un respiro e poi le labbra morbide e piene di Federico erano su quelle sottili di Mika.

Il bacio era timido, inesperto. Michael si sentiva su una nuvola, leggero ma con la paura che da un momento all’altro potesse dissolversi e cadere giù. Non si azzardava a toccarlo o ad approfondire il bacio per paura di spaventarlo, ancora una volta lasciò carta bianca a Fedez.

Federico d’altro canto stava testando qualcosa di completamente nuovo, non pensava che  baciare un uomo potesse essere tanto diverso, eppure si sentiva un adolescente alla sua prima esperienza. 

Piano, piano si sciolse e provò a lasciarsi andare; schiuse leggermente le labbra per assaporarle meglio e poggiò una mano sul volto di Mika, che prese coraggio a sua volta  afferrandolo per un fianco e portandoselo più vicino. 

Dopo pochi secondi la timidezza aveva lasciato spazio alla curiosità e al desiderio. Il bacio divenne quasi sporco e passionale ed entrambi sentivano l’urgenza di aversi più vicini.

Michael dentro di sé provava una nota di tristezza perché, anche se sapeva che quella sera era stato Federico a decidere di baciarlo, nel suo corpo c’era una massiccia percentuale di alcol che gli avrebbe potuto far rimpiangere tutto il mattino seguente. Cercò di scacciare via quel pensiero e si concentrò solo sul presente, era passato troppo tempo da quando non baciava qualcuno in quel modo.

 

Federico era svuotato da tutto: morale, pensieri, problemi, dubbi non gliene fotteva più nulla adesso Michael era lì, caldo e dolce sulle sue labbra e i suoi sensi non riuscivano a percepire nient’altro. Il tempo si era fermato e allo stesso tempo scorreva veloce. 

“Sai di buono” Federico si staccò per riprendere fiato.

“anche tu” Mika provò a guardarlo negli occhi, cercando di vederci dentro paura o pentimento ma ci trovò solo desiderio, così aggiunse “entriamo”.

Si buttarono sul divano in salone continuando esattamente da dove si erano interrotti, la maglietta di Fedez volò presto sul pavimento raggiunta poco dopo dalla camicia di Mika.

Volevano studiarsi, scoprirsi. Entrambi stavano vivendo una sensazione nuova e la novità genera sentimenti contrastanti che ti rendono spaventato ma allo stesso tempo curioso e irrequieto. Federico e Michael erano tutto quello insieme.

 

Michael era ovunque: le sue mani esploravano il suo corpo, il suo profumo invadeva i polmoni e i gemiti gli riempivano l’udito. Si sentiva ubriaco e non per lo champagne che aveva bevuto quella sera.

Sentiva di voler sentire, toccare, prendere sempre di più “ti voglio”. 

Quella frase arrivò all’orecchio di Mika provocandogli una scossa lungo tutta la colonna vertebrale, non avrebbe potuto resistere per la seconda volta ad un invito del genere.

“ssshh sh-shh” Mika si posizionò sotto di lui senza mai smettere di baciarlo e adesso il contatto era più intimo, un leggero strato di indumenti li separava ma entrambi potevano sentire il desiderio dell’altro. Federico ondeggiò sul bacino del cantante diverse volte, riusciva a percepire l’erezione contro la sua, era strano per lui ma lo voleva, lo desiderava come non mai e in quel momento non riusciva a importargli sapere che sotto di lui c’era un altro uomo, si sentiva perso in quel vortice di emozioni che stava provando, così continuò a muoversi sempre più freneticamente fino a mordersi il labbro con foga raggiungendo l’orgasmo per poi ricadere stanco e soddisfatto sul petto di Mika.

Qualche carezza e i due crollarono in un sonno profondo ancora stretti l’uno nelle braccia dell’altro.


 

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Capitolo 11
*** Capitolo 12 ***


Dodicesimo capitolo

 

Arrivi portando brividi e scappi lasciando lividi, 

gli opposti si attraggono ma amano i propri simili, 

sentimenti tossici per loro non c'è cura 

perché l'amore eternit finché dura.”

 

Mika il mattino seguente si svegliò tra le braccia di Federico. Quella mattina, a differenza delle altre in cui si erano svegliati nello stesso letto, dalla finestra filtrava una luce nuova: calda e morbida. L’orologio che aveva al polso segnalava che erano le otto e mezza. Aveva dormito sì e no quattro ore. Dentro di sé un turbine di sentimenti contrastanti; da una parte il cuore gli scoppiava di felicità per quello che era successo quella notte, dall’altra però tremava all’idea di vedere l’orrore negli occhi di Fedez quando avrebbe ricordato quello che era successo. No, non poteva vedere i suoi occhi colmi di disprezzo per quello che avevano fatto insieme e che Mika aveva amato così tanto.

Si alzò dal divano cercando di fare più piano possibile per non svegliare il ragazzo che dormiva beato accanto a lui. Aveva decisamente bisogno di una doccia ma ci avrebbe pensato dopo, prese le sue cose e uscì da quella casa col cuore che sanguinava. Si sentiva un vigliacco, anzi lo era.

 

Il cellulare di Federico iniziò a segnalare una serie di messaggi che lo svegliarono, aprì un occhi per sbirciare chi stesse disturbando il suo riposo. L’orologio del cellulare segnava mezzogiorno meno venti. Merda, pensò. I messaggi erano di sua madre che gli domandava come fosse andata la serata. 

Ieri sera. Già. Si alzò di scatto, le immagini della sera precedente gli passarono davanti agli occhi come in un film, sentì di nuovo le mani di Mika sulla sua pelle e provò una stretta allo stomaco. Lui però non era lì. Per un secondo sperò di aver sognato tutto ma la sua maglietta a terra e la sensazione  appiccicosa che aveva tra le gambe, erano la prova schiacciante che non si trattava solo di un sogno. Era accaduto tutto per davvero e l’aveva lasciato solo.

Gli ci vollero diversi minuti per riordinare tutti i pensieri e decidere cosa fare. Ispirò a fondo diverse volte cercando di calmare tutti i pensieri e le domande che aveva in testa calmo Federico, calmo. Ora fatti una doccia, poi ci pensi. 

Sotto la doccia Fede cercò di lavare via quel peso che sentiva sul cuore, non riusciva a capire cosa lo facesse stare peggio, se il ricordo di quello che era successo o la consapevolezza che Mika l’avesse lasciato solo. Quella notte Mika aveva portato nel suo cuore una sensazione di calore e di casa che ora erano spariti insieme a lui. 

 

Erano passate due ore da quando aveva finito la doccia. La paura e il dolore si erano impossessati di lui, restò fermo a fissare il vuoto tutto il tempo finché la rabbia e il desiderio di avere delle risposte non gli fecero tirare fuori le palle. 

 

Messaggio inviato da Fede: 

Dove sei? 

 

La risposta si fece attendere diversi minuti ma poi il cellulare di Federico si illuminò. 

 

Messaggio inviato da Mika: 

Sono in Londra

 

Michael aveva preso il primo volo quella mattina, aveva bisogno di tornare a casa sua e schiarirsi le idee. Il clima grigio e piovoso della capitale inglese rispecchiava al meglio il suo umore. Teoricamente nessun impegno lavorativo lo obbligava a rimanere in Italia fino all’inizio della nona edizione di xFactor, quindi aveva tutta l’estate per poter staccare da Federico, e anche se l’idea di passare tre mesi l’ontano da lui lo uccideva, sapeva che il tempo avrebbe messo a fuoco la situazione: avrebbe distrutto tutto per sempre oppure avrebbe fatto capire ad entrambi ciò che provavano. Era l’unica soluzione. O almeno sperava lo fosse.

 

Federico si sentiva tradito, Mika aveva deciso per entrambi e non gli aveva lasciato la possibilità di dire la sua, di provare a capire se quello che era successo lo voleva davvero o era solo un capriccio dettato dalla curiosità.

 

Passò quasi un mese da quella notte ma a Fedez sembravano passati minuti, il ricordo era così vivo nella sua memoria. Aveva continuato a vivere la sua vita, lavorando a tutti i progetti che aveva in cantiere per smettere di pensare, e quando anche quelli furono terminati iniziò a scrivere come se la mano gli bruciasse, perché scrivere per lui era sempre stato lo sfogo più grande, l’unico modo che aveva per buttare giù tutti i pensieri e quello che gli passava per la testa o dentro al cuore. Scrisse finché non iniziarono a tramargli le dita dal dolore. Esigeva una risposta da se stesso che però non riusciva o non voleva darsi. Sapeva che Mika gli mancava, non sentirlo e non poter sapere come stava lo logorava lentamente. Federico mangiava poco, si sentiva sempre stanco e il più delle volte aveva un’aria assente.

“si può sapere che ti succede?” sua madre stava guidando, avevano un impegno quel pomeriggio con una casa discografica ma Fedez era lì solo col corpo.

“mmh? niente...” si risvegliò per rispondere alla madre, ricadendo nel silenzio l’attimo dopo

“sono giorni che sei assente. Guardati hai la guance scavate ma stai mangiando?” 

“sì mà” 

“ti va di tornare qualche giorno a casa, mi faresti stare più tranquilla se potessi prendermi un po’ cura di te” gli occhi di Tatiana erano tristi, preoccupati e a Federico gli si strinse il cuore.

“possiamo cenare assieme stasera, ti va?” 

“certo” 

 

Passare del tempo con sua madre in fin dei conti era sempre una buona soluzione, per qualche ora Fedez si sentì più tranquillo e spensierato tra le mura di quella casa familiare in compagnia dell’unica persona che riusciva sempre a farlo stare meglio. Mangiarono di gusto, parlarono a lungo senza, però, mai entrare in discorsi che lui riteneva scomodi e scherzarono su alcuni produttori discografici convinti di governare il mondo. 

Federico a fine serata volle tornare a casa sua, Tatiana provò a convincerlo ma sapeva che il ragazzo era cocciuto come pochi, si accontentò di un bacio sulla fronte da parte di suo figlio e lo lasciò andar via.

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Capitolo 12
*** Capitolo 13 ***


Tredicesimo Capitolo 

 

“While there's light left

I sing this song for you

Don't know if you can

But every day I do

 

Here I stand, staring at the sun

Distant lands, staring at the sun

You're not there but we share

The same ones”

 

 

Michael sentiva freddo, il silenzio tra lui e Federico aveva portato il gelo nel suo cuore. 

Gli mancava, tanto. L’assenza gli stritolava il cuore in una morsa di ghiaccio. Aveva bisogno di sapere come stava, aveva bisogno del suo perdono e più di ogni altra cosa aveva bisogno di sentire le sue braccia attorno a sé. Si sentiva stretto in una morsa di ghiaccio che gli toglieva il respiro, aveva sbagliato tutto. Aveva abbandonato l’unica fonte di calore che era riuscita a riscaldargli il cuore dopo tanti anni. 

L’unico rimedio che Mika conosceva alla sofferenza era la musica, fin da piccolo l’aveva aiutato a stare meglio. Ogni volta che doveva lottare con la dislessia o con i bulli che lo chiamavano diverso si rifugiava in un mondo tutto suo. Gli bastava un pianoforte e la sua voce per sfogare tutto quello che aveva dentro. Anche quel pomeriggio sentiva l’esigenza di dare vita, attraverso l’arte, a quello che stava provando per non essere soffocato dai suoi stessi sentimenti. Sapeva che la tristezza e la malinconia avevano sempre generato la musica migliore, così prese carta e penna, si sedette al pianoforte e si lasciò guidare.

 

Is this how it is

After just one kiss?

Did you really think

That I invented this?

 

Was it you or me?

All the mess we made

Did we crash too hard?

That's the risk we take

 

Did I run to you?

Did you run to me?

If we wait too long

Then we'll never see

 

We could walk away

And just like others would

Or we live our life

Like we know we should*

 

 

A novembre doveva uscire la versione “special edition” del suo quarto album “no place in heaven”, che avrebbe dovuto contenere tre nuovi brani e un remix. 

Appena finì di scrivere la musica e il testo della canzone si sentì subito meglio, esprimere quello che provava mettendolo nero su bianco era sempre la cura migliore. Decise che quel pezzo sarebbe diventato uno dei tre nuovi brani che gli servivano per completare il suo album. Del resto No Place in Heaven era nato come un disco sincero, che parlava in modo aperto della sua vita, di quello che aveva provato e che provava e quel pezzo ne era una parte essenziale. 

Con la penna scrisse il titolo in alto a sinistra: Feels Like Love

 

Due mesi dopo 

Per la prima volta nella sua vita Federico era felice che l’estate stesse finendo. Aveva passato una bella vacanza con alcuni amici, tra cui Alessandro, in Grecia. Si era riposato, aveva ripreso le redini della sua vita in mano e adesso si sentiva un po’ più forte: aveva mangiato, fatto tardi la notte, bevuto, ballato fino all’alba e si era goduto il sole. Si sentiva carico. La prima conferenza stampa per XFactor sarebbe stata quella settimana, ciò significava che dopo tanto tempo avrebbe rivisto Mika. 

Il pensiero lo rendeva nervoso ma aveva bisogno che quel momento arrivasse il prima possibile, aveva atteso abbastanza. Sentiva di essere pronto per chiarire con se stesso e con Michael quello che era successo quasi tre mesi prima.

 

Mika aveva trascorso l’estate in tour. Dopo l’uscita del suo album i concerti avevano fatto sold-out. Le date in giro per il mondo lo avevano aiutato a svuotare la mente, a non pensare. Ogni sera dava tutto quello che poteva al suo pubblico. Sul palco ci lasciava il cuore ripagato dall’amore dei suoi fan. La notte non aveva nemmeno il tempo di sentire la mancanza di Federico, crollava distrutto in un sonno profondo.

Il tempo passò velocemente, come ogni volta che andava in tournée, e ora era arrivato il momento di tornare in Italia, alcuni concerti li aveva fatti anche lì ma non era la stessa cosa, adesso stava tornando per restare. Gli mancava l’Italia, il suo piccolo appartamento Milanese, la palestra sotto casa, i piatti di pasta, il clima più clemente e sì, gli mancava anche lui... Ormai quell’assenza era diventata abitudine ma non per questo meno dolorosa.

Si vergognava all’idea di rivederlo, dentro di sé si era sempre sentito un vigliacco egoista. Sapeva che la scelta di scappare l’avrebbe fatto soffrire di meno però sapeva anche che avrebbe ferito Fedez e nonostante questo l’aveva fatto comunque.

Poche ore di viaggio e Milano lo accolse con una bellissima giornata di sole, che gli scaldò il cuore.

 

Era arrivato il grande giorno. La conferenza sarebbe stata quel pomeriggio alle quattro. Le mani di Federico erano sudate e aveva perso il conto delle sigarette che aveva aspirato. Era arrivato in anticipo e adesso aspettava nel retro della saletta già piena di giornalisti.

Mika aveva il cuore che batteva a ritmo di un tamburo, cercò di calmarsi pensando a quanto sarebbe stato bello poterlo rivedere ma l’ansia aveva la meglio sulla felicità.

Michael arrivò nel luogo prestabilito e vide Fedez in lontananza, seduto sul bordo di un corrimano mentre fumava una sigaretta. Quanto sei bello pensò sorridendo.

Pochi passi e anche Fede si sarebbe accorto della sua presenza e finalmente avrebbe incrociato il suo sguardo. 

 

Appena sentì dei passi vicino a lui Fedez alzò la testa di scatto e lo vide. Era lì. Dopo tutto quel tempo Mika era difronte a lui, bello come sempre. Pantaloni blu che gli fasciavano le gambe, una maglietta bianca e le sue solite collane etniche al collo.

“ciao Fede”  disse con un filo di voce.

“Mic...” si sentiva in imbarazzo non sapeva che fare, cosa dire.

“ascolta io vole-...”

“no aspetta, ascoltami tu adesso. Hai preso fin troppe decisioni da solo”

“sì, perdoname”

“ti ho odiato, giuro” il volto di Mika divenne bianco come un foglio di carta “non solo ero spaventato per quello che era successo tra di noi, che non mi era mai capitato prima, in più ho dovuto affrontare tutto da solo, perché tu hai deciso tutto per entrambi”

Mika abbassò lo sguardo, cosa poteva rispondere? Federico aveva ragione.

“ho passato giornate difficili, avevo bisogno di chiarire così tante cose ma tu non c’eri...”

“perchè tu non hai preso un volo per Londra? tu non ha lottato”

“ero incazzato con te cazzo e ho sperato così tanto che tutto questo risentimento nei tuoi confronti durasse per sempre ma...” Michael tenne gli occhi fissi a terra finché non disse quel ma che rappresentava una luce infondo al tunnel.

“ma?” 

“ma quando ti ho visto ho capito che non riesco. Non posso. Sotto tutto l’odio che provavo per te c’era tanta nostalgia”  gli occhi di Mika si riempirono di lacrime, quanto dolore gli aveva provocato? “e adesso ho capito: non posso rinunciare a te... Ti va di ricominciare?” 

“con tutto il cuore, sì” Federico vide spuntare sul viso di Mika un sorriso di speranza.

“piacere Federico” allungò la mano scherzando 

“piacere Michael” la strinse. Il cuore leggero.

“ciao Michael nemmeno ti conosco eppure posso dire che mi sei mancato”

“capisco cosa vuoi dire, anche tu mi sei mancato” sorrisero ed entrarono. Avevano una conferenza stampa che li aspettava.



 

*E' così che è

Dopo solamente un bacio?

Pensi veramente

Che me lo sia inventato?

 

Sei stato tu o io?

Tutto questo casino che abbiamo fatto

Abbiamo sbattuto troppo forte?

Questo è il rischio che corriamo

 

Ti sono corso incontro?

Mi sei corso incontro?

Se aspettiamo troppo

Non vedremo mai

 

Potremmo andare via

E proprio come gli altri farebbero

O vivere le nostre vite

Come sappiamo che dovremmo

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Capitolo 13
*** Capitolo 14 e 15 ***


Buona sera a tutti ragazzi, 

anche questa settimana pubblicherò due capitoli in uno, erano troppo corti per pubblicarli da soli, spero vi piacciano. 

Mi auguro di ricevere i vostri commenti, sono curiosa di sapere se la storia vi sta piacendo o vi aspettavate altro. 

Un abbraccio 

EmmaSnix


Quattordicesimo Capitolo

 

“Elle me dit

Elle me dit, c’est ta vie

Fais c’que tu veux, tant pis

Un jour tu comprendras

Un jour tu t’en voudras

Elle me dit, t’es trop nul

Sors un peu de ta bulle”

 

Quella sera Mika e Fedez uscirono per bere un drink insieme ma stavolta senza esagerare, dovevano recuperare il tempo perduto. Avevano fame d’informazioni che riguardavano l’altro. Federico sapeva che Mika era stato in tour e volle sapere tutto. 

Mika invece gli chiese della sua vacanza sorridendo ai racconti folli delle notti passate in Grecia. Una domanda però gli girava in testa mentre sentiva parlare di alcol, discoteche e nottate in bianco, così prese coraggio e domandò “ci sono state anche ragazze?” Fede lo guardò dritto negli occhi, si sentiva colpevole, sapeva che non doveva giustificarsi eppure lo sguardo timido e preoccupato di Mika gli faceva stringere il petto. Voleva essere sincero “sì” rispose, Michael deglutì e incassò. Il silenzio calò tra i due così Fede continuò “nulla di serio, sai io-...” ma quello non era giusto, lui non si doveva giustificare così Mika lo interruppe “tu non deve spiegarme nulla” sorrise e cambiò discorso. 

La serata andò benone, forse per la prima volta nessuno dei due accennava ad essere ubriaco e avevano riacquistato la complicità di una volta. Tornarono a casa stanchi ma più felici, entrambi ebbero la sensazione che i pezzi di un puzzle erano tornati al loro posto.

 

Passarono diverse serate come quella finché non iniziarono le audizioni. 

Durante la audizioni girarono le principali città italiane alle ricerca di talenti, passando tutta la giornata insieme. In quel periodo la loro amicizia tornò quella di una volta. Forte e solida. Avevano bisogno di passare del tempo insieme per riscoprire la fiducia che li legava.

Il dieci settembre andarono in onda le puntate registrate durante quel periodo e l’Italia, per la prima volta, poté notare il rapporto tra i due. Il pubblico li amava, due ragazzi così apparentemente differenti che erano diventati amici, una bella storia.

Ben presto diventarono famosi come coppia di amici, li chiamavano i Midez, e Federico ci scherzava spesso su “dai che figata siamo famosi come Batman e Robin” 

“bravo!!! ottima idea” disse Luca Tommasini lo scenografo del programma che non spiegò oltre e andò via.

La competizione sarebbe iniziata da lì a poco e tutto era tornato alla normalità, in più stavano cavalcando l’onda del successo. Come sempre xFactor dava una visibilità notevole ai giudici. Il disco di Mika andava benissimo e Fedez era il rapper più seguito d’Italia. 

I primi live volarono via, le settimane per i giudici erano piene. Non si fermavano un attimo.

Fede e Mika si vedevano nei corridoi del backstage e ogni scusa era buona per fermarsi a scambiare una battuta, un commento o semplicemente uno sguardo complice. 

C’erano delle volte che era impossibile guardare negli occhi Mika senza tornare indietro a quella sera, ripensando a tutte le sensazioni provate. Capitava che senza dirsi niente entrambi riuscissero a leggere le immagini nella testa dell’altro, ritrovandoci baci rubati, carezze, emozioni ma non riaprirono mai l’argomento, tutto rimase dentro quegli scambi di sguardi silenziosi.

“toc toc si può?” Federico era già con un piede dentro il camerino di Michael ma il cantante gli dava le spalle così Fedez provò ad attirare la sua attenzione

“oh? sì Fede entra” Mika si risvegliò da un pensiero scomodo 

“che fai? ti vedo pensieroso, c’è qualcosa che non va?” 

“no, ho solo ansia per questa sera” mentì

Federico chiuse la porta e avvicinò una sedia a quella di Michael per sedersi accanto a lui

“puoi parlarmene lo sai...” Fede lo fisso negli occhi e Mika si sentì morire, non poteva mentire a quegli occhi, non più.

“Fede...” si girò completamente verso di lui. Adesso erano uno di fronte all’altro “ecco i-io...”

“ragazzi tra 15 min si va in onda” un tecnico aprì la porta del camerino senza nemmeno fermarsi a guardarli, il suo compito era quello di avvertire tutti. Erano in ritardo, non c’era tempo per parlare.

“ne parliamo dopo, okay?” Federico si alzò toccandogli la spalla come a volergli dare coraggio

“okay” anche Mika si alzò e insieme uscirono dal camerino il terzo live stava per iniziare.

 

Nuova settimana, nuove assegnazioni, tanta stanchezza e mai un minuto libero. Federico si ricordava bene del discorso lasciato a metà con Mika ma il tempo a loro disposizione era veramente poco e quelle rare volte in cui facevano una pausa erano sempre circondati da persone dello staff, tecnici e vocal coach.

Quel pomeriggio, durante le assegnazioni per il quarto live, i giudici si stavano prendendo una pausa sorseggiando un tè caldo quando lo scenografo fece irruzione

“buongiorno giudici! Nella prossima puntata, come tutti sapete, faremo un tributo a Giorgio. I ragazzi canteranno una delle sue hit più famose e vorrei che partecipaste anche voi” 

“mi sembra figo” rispose Elio

“appunto, tu Elio dovrai ballare all’inizio del pezzo e vorrei che Skin cantasse con i ragazzi durante l’esibizione!” 

“sì, bello me piace” Skin era sinceramente entusiasta quando si trattava di cantare

“e noi due che facciamo? un passo a due?” Federico scherzò 

“bravo Fedez più o meno. Voi due scenderete dalla scala facendo un balletto molto easy...” Luca fece una pausa per guardarli con un sorrisetto beffardo “vestiti da Batman e Robin” rise di gusto nel vedere le facce di Fedez e Mika

“ecco quando si dice tirarsi la zappa sui piedi”  Fedez ricollegò tutto 

Luca gli fece l’occhiolino e uscì dalla stanza. 

Sarebbe stata una settimana lunghissima.

 

Quindicesimo Capitolo

 

“Stasera niente alcool voglio bere le mie lacrime

Una crepa sopra il petto che diventa una voragine

Al quale non puoi fare le iniezioni di collagene

Io sono senza scrupoli e tu sei senza carattere

Togliamoci i vestiti ma teniamoci le maschere”

 

Le prove del balletto furono imbarazzanti. Loro sapevano bene quello che era successo tra loro e doversi comportare come se fossero una coppia li metteva davvero in una posizione scomoda ma non dovevano farlo notare. In più tra i due c’era un discorso in sospeso che non avevano ancora avuto il tempo di affrontare.

Durante le prove Michael notò quanto Federico fosse a disagio, anche in un gesto semplice come darsi la mano Fede era rigido, teso.

Ad un certo punto Ilaria, la ballerina e coreografa del programma stava ripassando dei passi con Fedez, che si sentì più sciolto dalla presenza della ragazza e disse “ma non posso farlo con Ilaria” 

Mika lottò per non mostrare quanto quella frase l’avesse ferito e si allontanò dai due che ballavano attaccati. Forse quel tecnico che li aveva interrotti, la settimana prima, era un segno che Michael non avrebbe dovuto dire niente.

Finite le prove Federico era carico, corse verso un Mika pensieroso che gli dava le spalle, cercando di spaventarlo, stringendogli i fianchi tra le mani “buuuuuuuh” 

“tu sei scemo!!!” Mika si portò una mano al cuore 

“sei sempre pensieroso. Che ne dici di una cena? Abbiamo un discorso in sospeso noi due”

Mika divenne triste. Non voleva parlargliene, non più. 

“stasera non posso Fede, mi dispiace” 

“ah okay” non fece in tempo a rispondere che Mika era già lontano da lui lasciando Federico fermo sul posto a guardarlo andar via.

La quarta puntata finì bene, né Mika né tantomeno Fedez avevano perso concorrenti e il balletto iniziale aveva colpito il pubblico. Federico, però, non aveva più avuto modo di parlare in privato con lui. Il giorno dopo, all’alba erano di nuovo tutti nel loft per le nuove assegnazioni ai ragazzi. Fu lì che vide Michael, stava tornando al camerino mentre Fedez doveva andare da i suoi ragazzi, erano entrambi in corridoio, l’uno nella direzione opposta all’altro. Che metafora perfetta pensò Fede.

“hey straniero” lo fermò toccandogli il braccio

“hey” 

“hai intenzione di evitarmi per sempre? dai ti va di passare un po’ di tempo insieme?” la voce di Fedez era quasi supplichevole

“sono di fretta, ho un volo per Parigi”

“ora?”

“sì” 

“ma non devi fare le prove?” 

“sto poco” Mika stava quasi per continuare a camminare ma Fedez lo fermò ancora una volta “ma si può sapere che hai?? cazzo, che ti ho fatto?”

Michael provò un senso di tristezza, sapeva che non era giusto comportarsi così “niente, appena torna da Parigi parliamo, okay?”

Fede abbassò lo sguardo e per la seconda volta osservò Mika allontanarsi da lui.

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Capitolo 14
*** Capitolo 16 ***


Buona sera a tutti, 

Ecco il nuovo capitolo, come sempre spero vi piaccia e a malincuore vi annuncio che questo è il penultimo capitolo della storia. 

Un abbraccio 

EmmaSnix


 

Sedicesimo Capitolo

 

“Anche se non siamo realmente dietro le sbarre,

questo mondo è una prigione con la cella un po' più grande

e prendere frasi fatte e ficcarcele dentro un testo

è il modo più intelligente per dire ciò che non penso.”

 

Quella sera Federico si sentiva stanco e incazzato, la giornata di lavoro era andata bene ma non riusciva a smettere di pensare alla conversazione con Mika, continuava a sentire quelle parole che gli giravano in testa come un vortice impazzito ma soprattutto quegli sguardo, carico di sentimenti e parole non dette. 

Prese il telecomando del televisore e iniziò a fare zapping alla ricerca di un film che lo potesse distrarre. Aveva appena trovato un film quasi interessante quando la programmazione fu interrotta dal telegiornale. Una scritta a caratteri cubitali infondo allo schermo diceva: Attentato nel cuore di Parigi.

Parigi. Il cuore di Federico fece una capriola. 

Alzò al massimo il volume del televisore per cercare di capire qualcosa ma ormai il suo cervello era scollegato, la paura iniziò a crescere dentro di lui. A Parigi c’era Mika. 

Il telegiornale era in diretta e gli eventi stavano succedendo proprio in quel momento. Nessuno riusciva a dare notizie più approfondite. Il numero dei morti era in crescita e il cuore di Federico stava impazzendo. Prese il telefono tra le sue mani sudate.

 

Chiamata in uscita: Mika

Siamo spiacenti ma il cliente da lei chiamato potreb-...

 

“Merda!” Fede era completamente nel pallone, doveva sapere che stava bene.

Razionalmente sapeva che poteva essere nel suo hotel di Parigi che dormiva beato ma aveva bisogno di confermare quell’ipotesi, altrimenti sarebbe impazzito.

 

Messaggio inviato da Fede:

Dimmi che stai bene

 

Messaggio inviato da Fede: 

Rispondi Mika

 

Messaggio inviato da Fede: 

Ti prego, ho bisogno di sapere che stai bene

 

Chiamata in uscita: Mika

 

Il telefono era sempre staccato e Federico perse ogni briciolo di lucidità

Lo squillo acuto del citofono lo riportò alla realtà spaventandolo a morte. Il suo cuore batteva così forte che avrebbe potuto rompergli la cassa toracica.

Gli è successo qualcosa e adesso sono venuti a dirmelo. No, non voleva aprire, non poteva accettare l’idea che gli fosse successo qualcosa. Il campanello suonò di nuovo, Federico si avvicinò piano alla porta, non voleva sapere ma non poteva rimanere in quel limbo maledetto un secondo di più. Aprì.

 

 

 

 

 

“Fede...” il rapper tornò a respirare. Mika era difronte a lui, gli occhi pieni di lacrime, il volto stanco, provato ma era lì, stava bene.

“oh mio dio” Federico lo abbracciò forte, una lacrima scivolò via. Il suo cuore esplose ancora una volta ma stavolta di un sentimento completamente opposto. Michael lo guardò e notò la lacrima che gli rigava il volto. La cancellò via con il suo pollice. “mi dispiace” disse abbassando leggermente lo sguardo.

“non m’importa Mic, stai bene. Dio ho avuto così paura” entrarono e si sedettero sul divano “non sei partito...” il battito di Fede si stava lentamente regolarizzando.

“no” si vergognava un po’ di quello che stava per dirgli “quando sono tornato a casa stavo poco bene, la mia testa scoppiava. Mi sentivo uno schifo perché ti aveva trattato male. I miei collaboratori mi hanno detto che lo progetto non era urgente, di restare a casa. Così ho fatto. Ero al telefono con la mia mamma quando ho sentito la notizia. Aveva bisogno di stare con te e sono venuto qui” 

Fede non credeva in Dio ma in quel momento sentiva di dover ringraziare qualcuno, un angelo, una divinità, qualsiasi forza superiore che li aveva fatti discutere quel pomeriggio. Si sentiva dannatamente fortunato.

Voleva dirgli tante cose, troppe ma alla fine si avvicinò e lo abbracciò ancora, trasmettendogli tutto quello che Federico aveva provato: rabbia, paura, angoscia, tristezza ma anche gioia, tranquillità e gratitudine. 

Era ancora sconvolto, anche se adesso si trovava tra le sue braccia e poteva vedere con i suoi occhi che stava bene, continuava a sentirsi fragile. Mika stava per sciogliere l’abbraccio, lentamente memorizzando il calore dell’altro, quando Fede si ritrovò a pochi centimetri dalle sue labbra e in quel momento capì di cosa aveva bisogno. Lo baciò con una dolcezza disarmante che fece tremare Michael. 

Federico doveva capire, sentire, toccare, doveva provare al suo corpo che Mika era lì con lui. Il baciò durò il tempo di un respiro e si staccarono, piano. Federico non aveva mai baciato così.

“scusami... ho avuto così paura oggi che-“ 

“va bene Fede, è tutto okay” Mika lo strinse fra le braccia ancora una volta.

Quella notte passò velocemente. Michael era triste, sentiva Parigi e la Francia come una seconda casa, del resto ci aveva vissuto per otto anni. Aveva bisogno di sfogarsi un po’, parlarono molto mentre continuavano a seguire il telegiornale, tristi nel sentire che le vittime aumentavano. Rabbrividivano ad ogni vittima di quell’atto di odio. Mika pianse nel vedere Parigi in ginocchio e fu grato del supporto che gli stava dando Federico, non avrebbe mai potuto affrontare tutto quello da solo.

 

Il giorno dopo dovettero tornare alla vita di tutti i giorni, nonostante il peso che avevano sul cuore. Quello che era successo tra loro due, quel bacio quasi sussurrato, divenne una parentesi della serata e del loro rapporto. Lo giustificavano come un momento di debolezza, un bisogno disperato di aggrapparsi a qualcosa. Un’ancora.

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Capitolo 15
*** Capitolo 17 ***


Buona sera a tutti, 

E’ la prima volta che concludo una storia a capitoli, prima scrivevo solo one-shot e non pensavo potesse essere tanto difficile mettere un punto ad un racconto di fantasia come questo. E’ strano, non pensavo potessi affezionarmi tanto ai personaggi e alla storia che volevo raccontare. Mi sembra ieri che pubblicavo il primo capitolo e adesso siamo arrivati alla fine.

Mentre la scrivevo sono arrivata ad un punto in cui ho capito che stava per finire ma non avevo idea di come farla concludere ma Mika, il vero Mika, mi ha suggerito il finale. Sto pensando di scrivere un sequel, non so quando però. Mi piacerebbe sapere da voi cosa ne pensate.

Grazie di cuore a tutti coloro che hanno seguito questa fanfiction, che l’hanno commentata o semplicemente messa tra le storie preferite o da seguire, per me ha significato tantissimo. Condividerla con voi è stato un onore.

Un abbraccio con amore,

EmmaSnix.


Diciassettesimo Capitolo

 

“If you could look into the future, would ya?

if you could see it, would you even want to?”

 

Nuove prove, nuovo live che prevedeva due eliminazioni. Era passata quasi una settimana ma la ferita era ancora aperta. Il mondo era in guerra e c’era bisogno di speranza, così all’apertura dello show i ragazzi cantarono “Imagine” di John Lennon commuovendo tutti i telespettatori e alleviando un po’ la tristezza. 

La competizione non si fermò e a fine serata un concorrente di Mika e un gruppo di Fedez vennero eliminati dalla gara. Davvero una brutta settimana.

“hey come stai?” Fedez entrò nel camerino di Mika 

“così. mi dispiace per Leonardo, lui è bravo” 

“lo so, anche a me dispiace per i Land Lord ma è un gioco lo sai meglio di me”

“sì. E’ stata una settimana difficile. Voglio solo dimenticare” 

“tutto?” mika capì a cosa si riferiva 

“no, non tutto” il silenzio scese fra i due, si guardavano cercando di dirsi con lo sguardo quello che non riuscivano a dirsi a parole. Solo che a volte le parole sono essenziali.

“pensava che tu volevi dimenticare...” Michael si sedette sul divano seguito da Fede

“io non sono così Mic” 

“ma tu mi ha bac-“ 

“lo so” lo interruppe, non voleva che lo dicesse ad alta voce. Doveva cambiare discorso “ascolta ti va un film stasera?” 

“tu mi fa impazzire Fede...” si alzò di scatto “ma cosa crede? sono umano anch’io sai?” 

“cosa vuoi dire” 

“volio dire che tu deve capire cosa vuoi” Michael era arrabbiato e stanco di quella situazione, si sentiva così esposto e vulnerabile, non voleva dare tutto questo potere a Fede. Ultimamente stava facendo il bello e il cattivo tempo e lui non ne poteva più. Uscì dal camerino, perché se fosse rimasto avrebbe sicuramente detto qualcosa di cui si sarebbe pentito.

 

Federico non ne poteva più. Cresci in un mondo che ti dice di seguire il tuo cuore e poi è il primo a deriderti non appena lo fai.

Una cosa era certa: teneva molto a Mika, alla loro amicizia. Riusciva a fidarsi completamente di lui e ogni momento passato in sua compagnia lo rendeva felice, quella felicità che raggiungi quando sai di poter essere semplicemente te stesso.

Ma, Mika aveva ragione, doveva capire cosa voleva. Erano successe delle cose tra di loro che Federico non avrebbe mai pensato di vivere con un uomo.

Ci pensò a lungo e non gli parlò quasi tutta la settimana, un po’ perché erano presi dal lavoro, un po’ perché non voleva più ferirlo al fine di capire cosa voleva.

Il giovedì successivo, durante la diretta, Michael era frustrato da quel silenzio tra loro due. Gli aveva chiesto cosa volesse davvero da lui e la risposta era stata il silenzio. Sicuro non era un buon segno. La prima metà della puntata andò bene ma l’ultima metà iniziò ad andare male per Mika. Aveva solo un concorrente in gara, Luca, un ragazzo giovanissimo che adesso si trovava a rischio eliminazione. Mika si era affezionato tanto a lui, vedeva brillare nei suoi occhi la stessa luce che aveva lui alla sua età. 

Quella sera Fedez provò a salvarlo nonostante credeva che il concorrente di Mika non avesse cantato bene, lo fece per lui, ma non fu abbastanza.

Luca non ottenne abbastanza voti dal pubblico e si ritrovò fuori dalla gara. 

Mika era sinceramente dispiaciuto e non perché in quel modo si ritrovava fuori dalla competizione e non aveva alcuna possibilità di vincere ma perché aveva visto i sogni di un ragazzino di diciassette anni andare in fumo.

In più durante l’Extra Factor mostrarono un video di Fedez dove, ancora una volta,  criticava le scelte degli altri giudici e si sentì tirato in causa, perché lui spesso aveva sbagliato assegnazione.

Si sentì tradito e non appena finì la diretta si chiuse nel suo camerino. 

Federico aveva fatto una stronzata dicendo quella cosa e adesso che Mika era rimasto senza concorrenti a causa di ciò che Fedez gli aveva criticato nel video, sapeva di aver colpito un nervo scoperto e di dovergli delle scusa. Lo seguì fino al suo camerino e chiuse la porta “ascolta Mic, ti prego” 

“no fuck off” se parlava in inglese era davvero grave. Fedez una volta aveva letto su chissà quale rivista che la madre lingua è quella con cui ci riusciamo a sfogarci meglio, ed effettivamente quando Mika riusciva a tenere anche un minimo di autocontrollo continuava a parlare in italiano ma non in quell’occasione. 

“scusa lo sai che il commento non era diretto a te” 

“sì che lo era, i miei concorrenti sono fuori. tu ha ragione, sono un giudice di merda” 

“no non è vero! non lo sei e lo dimostra il fatto che sei davvero dispiaciuto per Luca, se fossi stato un giudice di merda non te ne sarebbe fregato un cazzo”

“lasciami in pace” Mika non se ne rese nemmeno conto ma stava quasi urlando

“no” rispose secco 

“perché?? perché cazzo???” 

“perché provo qualcosa per te!” lo urlò, per sovrastare la voce di Mika e perché aveva bisogno di sentire quello che stava dicendo per capire che era reale. 

Michael sgranò gli occhi, non rispose. Il suo petto si alzava e si abbassava velocemente, come se avesse corso chilometri.

“io non sono gay Mika, non ho mai guardato un uomo in vita mia ma con te è tutto diverso” il tono di voce adesso era basso e roco. Mika si appoggiò alla scrivania dietro di sé, le sue gambe non riuscivano più a sorreggerlo. 

“lo è sempre stato, dalla prima notte che ho sentito di voler cercare il tuo aiuto, fino ad oggi. Il mio cuore mi sta chiedendo di arrendermi a te e io non posso ignorarlo...non più” Federico si avvicinò e si posizionò tra le sue gambe. Una mano che si poggiava delicata sul suo viso 

“Fede devo sapere che non è solo un gioco” Federico gliela poteva leggere negli occhi la paura che stava provando.

“non ho più voglia di giocare” e in un attimo le sue labbra lo stavano assaggiando timide e curiose, per la prima volta lo stava baciando perché sentiva il bisogno di farlo e nulla più. Per Fedez bastò quel contatto quasi sussurrato a fargli capire che finalmente era nella direzione giusta, che Mika era la scelta giusta

Michael in un primo momento aspettò a ricambiare aveva troppa paura che Fedez se ne potesse pentire ma il rapper lo notò “non vuoi baciarmi?” 

“più che sempre” Fedez sorrise a quella frase “che ho detto?” 

“niente, solo dimostrami che vuoi baciarmi” e Mika finalmente lo baciò. Un bacio timido quasi inesperto e Fede si staccò “baciami come vorresti baciarmi davvero, non avere paura. Non scapperò” a quel punto Mika poggiò una mano dietro la nuca e lo baciò come avrebbe voluto fare tanto tempo prima. 

Il bacio era passionale ma non sporco, non c’era sesso in quel gesto, solo voglia, desiderio, curiosità e amore. 

Si fermarono solo per riprendere fiato. Avevano le labbra rosse e gonfie, il fiato corto ma gli occhi pieni di felicità “ti ho aspettato tanto” Mika gli sussurrò a un centimetro dalla sua bocca

“adesso sono qui” e si baciarono ancora e ancora.

 

Mika ha pubblicato un nuovo post su Twitter:

A long night in Milan that ended with a ray of light*

 

 

 

* Una lunga serata a Milano conclusa con un raggio di luce

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