Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
AVVISO: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni. I
fatti e i personaggi non sono esistiti o esistenti. I personaggi, i luoghi ecc
… appartengono ai rispettivi ideatori e detentori di Copyright. Questa storia
non ha alcun fine di lucro. Qualsiasi nome o riferimento a fatti o persone
esistenti o realmente esistiti è puramente casuale.
NOTA DELL’AUTRICE: Ringrazio come la mia bravissima beta re_birth.
Quando il Sole tramonta
il Risveglio
Son Goku era solo, sul
balcone della sua camera, a piedi nudi nonostante il freddo della notte,
immobile. Fissava l’orizzonte, come se avesse potuto trovarvi le risposte che
cercava. La Luna
faceva risplendere la vallata innevata, come un mare di argento fuso, donando
al panorama una magia particolare.
Dopo aver ucciso Homura,
qualcosa si era spezzato in lui. Non riusciva a dimenticare la sua vita
infelice, scacciato da tutti… anche lui un essere
eretico. Non riusciva a dimenticare il suo cercare la morte, stanco di una vita
che l’aveva privato dell’amore. Non riusciva nemmeno a dimenticare le parole
che si erano scambiati nella grotta, quando lo aveva rapito.
Ciò che più lo tormentava
era che,ora, iniziava a vederne la verità.
Sapeva che la sua ossessione
per Sanzo andava oltre alla voglia di avere qualcuno da cui tornare; l’essere
sempre pronto a lottare per lui, non era solo per saldare il debito contratto
con la sua liberazione: Sanzo era il suo Sole, la luce accecante dopo il buio,
il mondo pieno di colori dopo la prigionia nell’oscurità. Tutto questo lo aveva
oramai pienamente capito e accettato, sin da quando Homura, in quella grotta,
lo aveva baciato e lui aveva visto capelli color del sole e occhi ametista.
Il Dio della Guerra lo
aveva capito, e si era allontanato da lui dicendogli che sapeva di non essere
il suo Sole, ma che avrebbe voluto proteggerlo e tenerlo con sé. Scosse la
testa, cercando di dimenticare la sensazione di essere baciato da qualcuno che
ti ama, da qualcuno che soffriva come ora stava soffrendo lui, sapendo che il
suo era solo un sogno.
Ciò che non riusciva più
ad accettare era la freddezza del monaco, le continue angherie, l’aria di
superiorità. A volte avvertiva un’ira profonda dentro di sé, qualcosa che
riusciva a dominare, ma che gli ringhiava nel petto.
Fortunatamente, l’istinto
lo aveva portato sin da subito a nascondere questi cambiamenti. Nessuno dei
suoi compagni di viaggio aveva notato che l’efficacia del diadema non era più
la stessa; questa mutazione, era dovuta anche al fatto che nell’ultimo scontro
con Homura una parte di ricordi gli era tornata alla mente: ora sapeva chi era.
Sapeva perché era stato rinchiuso in una buia grotta, incatenato, per
cinquecento anni; sapeva che la sua potenza era superiore a quella di chiunque
altro e sapeva, anche, che la sua rabbia aveva distrutto parte del mondo
celeste ed era costata la vita a due persone a lui care.
Un peso enorme da portare
sulle spalle: il sangue dei suoi amici gli macchiava le mani. Strinse
convulsamente la ringhiera dal balcone, mentre comprendeva che non si sarebbe
mai perdonato per non essere stato capace a controllare e prese una decisione:
per proteggere chi amava, chi gli dava ora un senso di familiarità, di appartenenza,
avrebbe imparato a dominare il suo potere.
Agli occhi degli altri era
la solita, petulante, allegra, scimmia … mentre dentro di sé un fuoco nuovo
bruciava, alimentato dai sentimenti che sapeva provare per Sanzo. Avrebbe
combattuto ancora con loro, li avrebbe protetti: non avrebbe permesso a nessuno
di portargli via di nuovo i suoi affetti, ma voleva anche dimostrare di essere
alla loro altezza. Voleva il loro rispetto … il SUO rispetto.
Sospirando si ritirò in
camera, chiedendosi quando sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe osato
togliersi il diadema per mettersi alla prova, e si preparò ad affrontare la
giornata con gli altri.
Scese presto: solo Hakkai
era presente e lo accolse col suo solito, dolce, sorriso; tra di loro era
sicuramente il più ponderato, colui che rappresentava per Goku una sorta di
saggio fratello maggiore.
- Buongiorno Goku, ti sei
svegliato presto stamattina. -
- Buongiorno a te, Hakkai
… non ce la facevo più dalla fame! -
- Figuriamoci se la
scimmia non aveva fame! - lo schernì Gojyo, appena arrivato.
La frase diede il via al
solito battibecco tra i due, che iniziarono a spintonarsi e beffeggiarsi
allegramente. Il loro rapporto era basato sul continuo scherzo, sulle false
litigate, ma Goku già sapeva, dal passato, che Gojyo era affezionato a lui e
che, nel caso del bisogno, sapeva anche consolarlo. Sorrise mentre continuava a
litigare allegramente col rosso, pensando a quanto si sentisse legato sia a lui
che ad Hakkai, e a quanto fosse fortunato, potendo contare su di loro.
Il loro gioco venne
interrotto dall’arrivo di Sanzo che, serioso come solito, pretese il silenzio.
Con un colpo di pistola ed una frase sprezzante gelò l’atmosfera, anche se
Gojyo non evitò di rispondergli, ricavandone uno sguardo sdegnoso. Hakkai, invece,
non perse il sorriso, anche se un lampo di sofferenza attraversò il suo
sguardo: già in precedenza aveva cercato di spiegare a Sanzo quanto il suo
comportamento ferisse Goku, ma il monaco sembrava insensibile riguardo
all’argomento.
Durante la colazione,
Sanzo spiegò loro che si sarebbero trattenuti in quel piccolo paese di montagna
per almeno un paio di settimane: una frana aveva bloccato la strada del valico.
- Beh, per lo meno quest’albergo
è confortevole ed ha un bar ben provvisto - fu il commento di Gojyo.
- Io ne approfitterò per
andare in giro, adoro la neve fresca e qui intorno è bellissimo. - Aggiunse
Goku, con la solita euforia.
- Vedi di non cacciarti
nei guai, come solito … - lo apostrofò il monaco, inferendo un’ulteriore
stilettata all’animo del ragazzo.
Goku abbassò un attimo gli
occhi, prima di alzarsi ed uscire dall’albergo.
- Sanzo, non dovresti
essere sempre così duro con Goku - tentò Hakkai.
- Come tratto la scimmia,
sono affari miei - replicò Sanzo, mettendo fine al discorso ed andandosene.
- Lascialo perdere, quel
monaco corrotto non capirà mai - affermò Goyjo, che,
come l’altro, mal tollerava i modi di Sanzo.
- Temo invece che si
accorgerà troppo tardi del suo errore - rispose Hakkai con tristezza.
Nella sua stanza Sanzo
rifletteva sull’accaduto: era consapevole di essere duro nei confronti di Goku
e di degenerare sempre più, ma dall’ultimo scontro una strana inquietudine si
era radicata in lui. Il ragazzo stava diventando sempre più forte. Gli
tornarono alla mente le parole di Hakkai, dopo una battaglia, quando disse che
Goku non aveva più bisogno di loro… Era vero,
maledettamente vero … strinse forte i pugni, tanto da farsi male.
Nel frattempo Goku si era
allontanato dall’albergo, e aveva iniziato ad esplorare il bosco che aveva
notato la sera prima, dal balcone. Era gradevole il silenzio che vi regnava e
trovava piacevole il rumore della neve che scricchiolava sotto le sue scarpe.
Da quando i ricordi erano tornati, amava sempre più il contatto con la natura:
in fondo lui era parte di essa, generato dall’aura del mondo, figlio della
Terra e del Cielo.
Dentro di sé aveva la
serenità della brezza primaverile, la gioiosità dell’acqua dei torrenti, la
forza della roccia … ma anche la dignità degli oceani e la forza distruttiva
dei vulcani. Lui era frutto di tutto ciò e ne racchiudeva l’immenso potere.
Ancora una volta si chiese
se era giunto il momento di togliersi il diadema, più prendeva consapevolezza
di sé, maggiore era la sua convinzione che si sarebbe potuto dominare. Gli
tornarono alla mente le parole di Sanzo durante la colazione … lo credeva capace
solo di cacciarsi nei guai; beh, gli avrebbe fatto vedere che non aveva bisogno
di nessuno.
Persa ogni esitazione, si
portò una mano al diadema e se lo tolse: mentre il cerchio dorato affondava
nella neve, Goku sentì il corpo contrarsi, invaso improvvisamente da un grande
potere. La trasformazione era dolorosa, ma non perse la concentrazione …
qualche secondo dopo, una creatura ferina si ergeva dove prima c’era il
ragazzo.
Le orecchie appuntite
spuntavano dai lunghi capelli castani, le pupille allungate come quelle di un
gatto, osservavano il mondo, circondate da due iridi colore dell’oro puro. Le
unghie lunghe assomigliavano ad artigli e non nascondevano la loro
pericolosità, ma la mente era quella di Goku. Per la prima volta si era
trasformato, ma manteneva coscienza di sé ed era stupendo.
Si sentiva forte come non
mai: i suoi sensi si erano sviluppati all’ennesima potenza e percepiva
qualunque forma di vita o qualunque rumore infinitesimale lo circondasse. Corse
a perdifiato, inebriandosi di quelle sensazioni estreme e balzò sulle cime dei
pini, ridendo. Improvvisamente un raggio di sole lo colpì negli occhi e sentì
la sofferenza tornare a galla, ricordandosi di Sanzo.
Si accoccolò su di un
ramo, mentre si rendeva conto che nemmeno la trasformazione aveva cambiato i
suoi sentimenti. Rimase immobile per molto tempo, pensando, riflettendo. Solo
una soluzione gli sembrava giusta … seppellire quell’amore in fondo al suo
cuore, ignorarne il ricordo, come se fosse stato un sogno … ed ora, era
arrivato il mattino.
Rimessosi il diadema, si
incamminò verso l’albergo.
NOTE PERSONALI:
Dopo Death Note, ci provo con Saiyuki. Premetto che non ho mai letto i fumetti, avendo
l’anime, tutta la mia ispirazione è dovuto ai dvd.
Ringrazio, come sempre, chi legge questa storia e
soprattutto chi lascia un parere.
NOTA DELL’AUTRICE: Ringrazio come la mia bravissima beta re_birth.
Quando il Sole tramonta
Il Timore
Goku si rifece vivo solo
per cena, cosa che stupì sia Gojyo che Hakkai, che gli chiesero dove fosse
stato; lui rispose di aver perso la cognizione del tempo passeggiando nel bosco
oltre la vallata e descrisse loro la bellezza del luogo e quanto la neve lo
affascinasse. Sanzo ascoltava in silenzio, non degnandolo di uno sguardo.
- Il nostro Goku … com’è
romantico! - Lo derise Gojyo, provocandone la reazione.
Come sempre i due
iniziarono a battibeccare rumorosamente, mentre Hakkai rideva.
- Stupidi idioti - li
apostrofò Sanzo.
Il rosso non perse
occasione per attaccar briga col bonzo.
- E’ forse da idioti il
sapersi divertire? Credo sia più da idioti vivere senza passioni, rimuginando
sempre sul proprio passato. -
- Attento a quello che
dici, se ci tieni alla vita - lo minacciò il monaco.
- Sai, il tuo atteggiamento
inizia a stancarmi: se il rumore ti infastidisce, puoi anche andartene. - Rispose
a tono Gojyo.
Sia Hakkai che Goku rimasero
immobili, chiedendosi cosa spingesse il rosso a sfidare così apertamente Sanzo:
erano consapevoli che il monaco non avrebbe avuto remore a colpire l’altro,
anche a sparargli se fosse stato davvero di cattivo umore. Come preventivato
Sanzo cercò di colpire Gojyo, che schivò il pugno e si mise in posizione di
guardia, pronto a colpire.
Goku non riuscì a non
intromettersi, non sopportava di vedere i due litigare.
- Sanzo - chiamò,
debolmente.
Il monaco spostò il suo
sguardo viola sul ragazzo: mai i suoi occhi avevano contenuto tanto rancore e
disprezzo, e di certo l’altro non poteva sapere che erano i sentimenti che
provava per sé stesso. Goku rimase esterrefatto da quello sguardo e la cosa
fece infuriare maggiormente il monaco, che non sopportava di vedere quelle
iridi dorate piene di dolore.
Incapace di gestire i
propri sentimenti Sanzo alzò la mano per colpire Goku che, accortosi del gesto,
stupì tutti, bloccando il pugno del monaco semplicemente afferrandogli il
polso. Non disse nulla, limitandosi a guardare il biondo negli occhi, con uno
sguardo che nessuno avrebbe mai potuto associare a Goku: determinazione,
orgoglio ed una ben poco velata minaccia, comparvero in quegli occhi dorati.
Quando lasciò il polso del
monaco, questi rimase col braccio a mezz’aria, troppo sconvolto per
preoccuparsi di ciò che avrebbero pensato gli altri. Gli ci volle qualche
secondo prima di riprendersi e andare nella sua stanza.
Hakkai e Gojyo si
guardarono: entrambi troppo scioccati per parlare, consapevoli di aver
assistito a qualcosa che non avrebbero mai creduto di poter vedere … Goku si
era ribellato a Sanzo, con una determinazione che aveva turbato anche il freddo
monaco. Qualcosa sarebbe cambiato.
Sanzo, finalmente nella
sua stanza, appoggiò la schiena alla porta chiusa, fissandosi il polso che Goku
gli aveva afferrato. Non era tanto il gesto ad averlo turbato, piuttosto ciò
che aveva letto in quelle iridi dorate. Era abituato a scorgervi un’adorazione
pura; un fastidioso affetto troppo grande da sopportare, una fiducia
incondizionata … tutto questo, poco prima, era stato sostituito da una
risolutezza che lo aveva fatto sentire inadeguato.
Come un fulmine squarcia
il cielo ed illumina a giorno la notte più buia, così la consapevolezza lacerò
l’anima di Sanzo: Goku stava cambiando. Era stato così cieco da non
accorgersene prima, ma adesso, riflettendoci, si ricordò del dolore di Goku
dopo l’ultima battaglia con Homura … si ricordò di come il Dio della Guerra
avesse incrinato già da prima il loro rapporto.
Maledisse Homura, ovunque
si trovasse, incapace di accettare le proprie responsabilità. Non voleva
ammettere che la possibilità di perdere Goku lo terrorizzava; non voleva
ammettere che per colpa del suo atteggiamento freddo e sprezzante aveva
rovinato il loro rapporto e, assolutamente, non voleva ammettere di sentirsi
legato profondamente a Goku. Lui doveva essere solo un mezzo per vincere,
un’arma … non poteva sopportare di sentire nuovamente il suo cuore battere; non
voleva legarsi nuovamente a qualcuno e sentirsi responsabile per lui.
Il protagonista dei suoi
pensieri era sul balcone della propria stanza, ad osservare l’orizzonte. Stava
riflettendo su ciò che era successo pochi minuti prima ed una strana calma si
era impadronita di lui; l’aver affrontato Sanzo lo faceva sentire fiero di sé:
non più uno schiavo, non più un seguace, ma una persona.
Un movimento improvviso
attirò la sua attenzione: una manciata di demoni si stava avvicinando
furtivamente; senza indugio si precipitò fuori e non appena i demoni lo videro
si bloccarono, mentre colui che li guidava si fece avanti.
- Ragazzino, hai un bel coraggio
ad affrontarci da solo - ringhiò.
- Non temere … per voi
basto ed avanzo io. -
- Insolente! Non sai chi
hai di fronte? Sono Kaimir, demone supremo. Per me
sarà un piacevole diversivo distruggere te e l’albergo, con una semplice
evocazione! -
Mentre venivano
pronunciate queste parole, gli altri tre raggiunsero Goku che si limitò a
rispondere:
- Che paura … perché invece non te ne torni da
dove sei venuto? -
La rabbia deformò
ulteriormente i lineamenti del demone, che iniziò a richiamare a sé il suo potere
per dare vita all’evocazione.
- Questo non è un demone
comune - sbottò Sanzo, chiedendosi se il Sutra
sarebbe bastato a fermarlo.
- Hai ragione, avverto la
sua forza immensa - concordò Hakkai.
Mentre i tre si
preparavano all’attacco, udirono la risata di Goku. Sotto il loro sguardo
sorpreso, videro il ragazzo togliersi il diadema.
- Che cavolo fa? Vuole
ucciderci tutti? Non è capace di tenere in testa quel cavolo di diadema? -
Gojyo diede in escandescenza.
Di fronte a loro si ergeva
un essere dall’aspetto animalesco, una belva che avevano imparato a conoscere e
temere. Come supponevano, l’invocazione del demone si infranse, scontrandosi
con il potere dell’Eretico.
Il demone che si era
presentato come Kaimir, lo fissava interdetto: Sanzo,
Hakkai e Gojyo presero una posizione difensiva, aspettandosi che Goku
massacrasse prima il demone e che poi si rivoltasse contro di loro ma, incredibilmente,
ciò non avvenne; l’essere eretico restava immobile e, sorprendendoli, parlò:
- Kaimir,
voglio darti la possibilità di andartene. La terra è stanca di tutto questo sangue,
piange per i suoi figli; questa battaglia non ha senso -
- La nostra regina non mi
perdonerebbe, se ordinassi una ritirata -
- La tua regina ha i
giorni contati e non riuscirà mai a resuscitare Gyumao.
-
- E chi la fermerebbe? Genjo Sanzo e la sua feccia? -
- No, io … SeitenTaisei Son Goku –
Sentire quel nome blocco
il demone e le sue guardie.
- SeitenTaisei Son Goku… il grande
Santo dai poteri uguali al Cielo, l’Essere Eretico che racchiude i poteri del
Dio e del Demone - bisbiglio Kaimir, lasciandosi
cadere sulle ginocchia.
Si ricordò delle storie
che aveva sentito nel corso degli anni su quella creatura, figlia della Terra e
del Cielo, nata per proteggerla dalla follia degli esseri che la abitavano; generata
dall’aura più potente e profonda del pianeta stesso, inattaccabile. Decise che
preferiva vivere, anche se avrebbe dovuto sopportare le ire della sua regina.
Si ritirò, conservando il ricordo di quell’incontro.
Quando i demoni se ne andarono,
SeitenTaisei si voltò
verso i compagni. Osservarono quella creatura, ammaliati dalla forza che
emanava ed incantati dalla bellezza animale che possedeva. Fremettero di
timore, quando lo videro muoversi, dubbiosi di come si sarebbe comportato.
Lui non fece altro che
chinarsi, raccogliere il diadema, riprendere le sembianze di Goku e trascinarsi
all’interno dell’albergo, provato dalla perdita di potere che il diadema
conferiva.
Hakkai e Gojyo osservarono
preoccupati Sanzo, ancorpiù pallido del
solito e con le labbra preoccupantemente serrate:
sembrava una statua, mentre continuava a fissare la porta dietro la quale Goku
era scomparso … senza degnarlo di uno sguardo.
Si era sempre sentito
superiore a quella scimmia, mentre ora era stato messo di fronte a ciò che era
davvero Goku: un essere senza eguali. Era stato facile per lui affrontare la
belva senza controllo, compatire le azioni folli di un animale, ma questo era
diverso. Goku era riuscito a dominare il suo potere, aveva raggiunto la
consapevolezza di sé. Si era presentato come la leggenda lo aveva sempre
descritto: non più distruzione cieca, ma il freddo e compassionevole guardiano
della vita sul pianeta. Questa era la conferma definitiva … Goku non avrebbe
più avuto bisogno della sua protezione.
NOTE PERSONALI:
Ringrazio, come sempre, chi legge questa storia e
soprattutto chi lascia un parere.
A presto,
Phemt
Naraku_74: Grazie per il benvenuto, questo fandom
è fantastico e sono piena di entusiasmo! Ho deciso che scrivere ff è l’unico modo per rendere giustizia a personaggi che mi
piacciono tanto, ma che a volte sono bistrattati nell’opera originale. Come Goku,
insomma, se è davvero così potente mi sembra logico che prima o poi debba
prendere coscienza di sé! Mi auguro che la storia continui a piacerti, grazie e
a presto!
PoisonApple: Sono contenta che anche tu condivida la passione per questa
coppia, per me sono assolutamente perfetti insieme! Hai ragione sul manga, è
una grave pecca il non averlo letto e penso di rimediare il prima possibile,
anche perché so che i manga sono sempre migliori degli anime. Grazie per il bel
commento e a presto!
Hisoka: Condividiamo la stessa passione, il Seiten
cosciente di sé stesso e della propria forza … materiale erotico di prim’ordine!
Ora devo assolutamente procurarmi il manga di Saiyuki
… Sanzo meno bastardo mi attira molto! Grazie e a presto!
NOTA DELL’AUTRICE: Ringrazio come
la mia bravissima beta re_birth.
Quando il Sole tramonta
La Conferma
Sanzo rimase chiuso nella
sua stanza per vari giorni e a nessuno venne in mente di disturbarlo o di
tentare di parlargli; Hakkai sapeva bene che la vista di Seiten Taisei Son
Goku, finalmente consapevole di sé, lo aveva profondamente turbato: la sua
gelida aura era stata sgretolata e le sue più grandi convinzioni polverizzate.
Spiegò tutto questo a Gojyo, che, non senza una certa soddisfazione, replicò
che aveva avuto ciò che si era meritato.
Per quel che riguardava
loro, dopo un iniziale imbarazzo, i rapporti con Goku erano tornanti alla
normalità … in fondo era pur sempre la loro sciocca e golosa scimmia. Il
ragazzo si comportava come sempre con loro: ridendo, scherzando,
accapigliandosi col rosso. Il diadema era tornato al suo posto ed era facile
per loro ignorare la vera essenza dell’Eretico, considerandolo semplicemente il
compagno, l’amico, a cui erano abituati e a cui evitavano di parlare di Sanzo,
notando che Goku stesso non chiedeva mai di lui e che non lo cercava. Da
qualche giorno, poi, il ragazzo aveva preso l’abitudine di recarsi al villaggio
che distava un paio di chilometri e tornava sempre all’ora di cena, con una
strana espressione felice sul viso.
Gojyo aveva confidato ad
Hakkai di essere convinto che Goku avesse trovato qualcuno di speciale al paese
e che ne era un po’ geloso: temeva, infatti, di essere messo da parte come
amico, ma Hakkai era certo che non sarebbe successo, ma che era giusto lasciare
che Goku crescesse, sperimentando anche quel genere di sensazioni e sentimenti,
propri dell’amore. Naturalmente, nei rari momenti in cui Sanzo era presente,
evitavano il discorso: qualcosa dava loro da pensare che il monaco non avrebbe
apprezzato questo ulteriore cambiamento di Goku e qualche sera dopo ne ebbero la
conferma.
Erano tutti e quattro a
tavola, persi in un allegro chiacchiericcio, ad esclusione di Sanzo che parlava
addirittura meno del solito ed evitava lo sguardo di tutti. Nonostante la
confusione, riuscirono ad udire la padrona dell’albergo pronunciare il nome di
Goku: istintivamente si girarono verso la porta d’ingresso della sala da
pranzo, proprio mentre un giovane uomo la varcava.
I lineamenti aristocratici
e la pelle diafana ricordavano vagamente Sanzo, ma i suoi capelli erano color
rame, lunghi, dritti e sottili; occhi verde scuro, come gli aghi dei pini di
montagna. Avanzava elegantemente verso il loro tavolo, sorridendo dolcemente.
- Saryu - lo chiamò Goku,
incredulo.
- Te lo avevo detto che
non avrei atteso domani - rispose l’altro.
Sia Gojyo che Hakkai rimasero
a bocca aperta ad osservare l’ultimo arrivato posizionarsi dietro a Goklu, appoggiandogli
familiarmente una mano sulla nuca, accarezzandola lievemente.
- Scusate se ho interrotto
la vostra cena. Io sono Saryu, un … amico di Goku. -
Hakkai fu il primo a
riaversi, ricambiando il saluto e presentando gli altri. Quando venne fatto il
nome di Sanzo, l’aria sembrò addensarsi e la tensione aumentare
vertiginosamente: gli occhi nel nuovo arrivato si indurirono, incrociando lo
sguardo sprezzante del monaco.
- Saryu, si può sapere
perché sei qui? -, gli chiese Goku, cercando di allentare la tensione.
- Sono venuto a mantenere
una promessa … avevo detto che ti avrei mostrato la radura vicino al lago,
illuminata dalla Luna piena, e questa è la notte perfetta. -
A nessuno sfuggì la
dolcezza con la quale l’uomo si rivolgeva a Goku, né lo sguardo adorante. Il
ragazzo arrossì di rimando e, scusandosi con gli altri, seguì colui che, senza
ombra di dubbio per gli altri, era il proprio compagno. Senza alcun pudore,
Gojyo si fiondò ad osservarli dalla finestra e commentò ciò che vide senza
remore:
- Cavolo, ci avevo visto
giusto: quei due si stanno baciando … anzi, credo che si stiano divorando a vicenda!
-
Un rumore improvviso li
fece trasalire: Sanzo si era alzato di scatto, facendo cadere la sedia e
picchiando i pugni chiusi sul tavolo, mentre digrignava i denti come una belva.
- Ehi Sanzo, che c’è? Non
mi dirai che sei preoccupato per la scimmia … mi sembra in ottima compagnia! -
infierì il rosso.
Lo sguardo ametista lo
trafisse, pieno di rabbia, e tagliente come una lama. Dopodiché, senza una
parola, il monaco uscì dalla stanza, rigido e teso come non mai.
- Mi sa che il nostro
bonzo corrotto avrà ulteriore materiale sul quale riflettere - commentò Gojyo
Hakkai sospirò: - Perché
fai così? Non ti rendi conto che, in fondo, anche lui sta soffrendo? -
- E la cosa dovrebbe
turbarmi? E’ lui che si è elevato al di sopra di tutti, costruendo un muro
attorno a sé. Francamente, se ora tutto gli sta crollando, non mi interessa. Ho
passato anni a vederlo maltrattare Goku, era ora che la scimmia si allontanasse
un po’ da lui. -
Hakkai comprese quanto
fosse forte l’attaccamento di Gojyo per Goku e non riuscì a non trovarsi
d’accordo con lui. Per essere amati, bisogna anche amare.
- Hai visto Goku stasera?
Era radioso e quel tipo sembra volergli davvero bene - Gojyo sembrava un
bambino che avesse appena visto un unicorno e Hakkai si trovò a sorridere lui
stesso, al ricordo delle guance arrossate del loro piccolo amico.
Quando, a notte inoltrata,
Goku rientrò, si imbatté in Sanzo: il monaco era appoggiato al muro del
corridoio delle camere.
- Ah, sei tornato. - Lo
redarguì, sarcasticamente.
- Certo, perché non avrei
dovuto? - Goku era già sulla difensiva.
- Potevi restare col tuo
amichetto. Di sicuro nessuno avrebbe sentito la tua mancanza. -
- Sanzo, sono stanco e non
ho voglia di litigare -
Per tutta risposta il
monaco si posizionò di fronte a Goku, fissandolo negli occhi. Il ragazzo non
abbassò lo sguardo, per quanto tagliente fosse quello di Sanzo: aveva scelto di
ignorare i sentimenti per lui ed aveva incontrato Saryu, non poteva permettere al
biondo di umiliarlo, o ferirlo, per l’ennesima volta.
- Sanzo, la tua è fatica
sprecata … non ti permetterò mai più di distruggere la mia felicità, come hai
fatto ogni volta, in tutti questi anni. Io ti ho seguito, incurante della tua
freddezza, ringraziandoti ogni giorno per il mondo che mi avevi regalato, desideroso
di diventare sempre più forte, per non darti preoccupazioni. Mi piaceva pensare
di avere la tua protezione … ma ora non mi serve più. Tu mi hai liberato,
portando il Sole nella mia vita ed io ero accecato da tutta quella luce: ma
anche il Sole, per quanto luminoso, prima o poi tramonta … e non ne resta che
il ricordo -
Così dicendo, Goku
oltrepassò Sanzo, lasciandolo ad occhi sbarrati, solo, nel corridoio.
Dietro la porta delle
rispettive stanze, Hakkai e Gojyo avevano seguito il battibecco e percepirono
anche il rumore della porta della stanza di Goku che si chiudeva e il tonfo
delle ginocchia del monaco sul pavimento.
NOTE PERSONALI:
Ringrazio, come
sempre, chi legge questa storia e soprattutto chi lascia un parere.
A presto,
Phemt
Naraku_74: come dici tu, quando si
scrive una storia, i personaggi diventano “nostri” e forse, risultano
trasformati. Per quel che mi riguarda, credo che Sanzo rimarrebbe stupito dal
vedere Goku fronteggiarlo. E’ troppo abituato alla sua docilità … Per me Sanzo
è una persona che nasconde la sua debolezza e solitudine dietro ad una maschera
di ghiaccio, per questo non mi sembra improbabile che resti sconvolto da un
Goku ribelle. Il suo castello di carte è crollato. Questo naturalmente è il mio
punto di vista e mi fa piacere scambiare opinioni con te! Grazie e a presto.
Hisoka: hai colto in pieno ciò che
volevo trasmettere. Tutti i punti fermi di Sanzo si stanno sgretolando e
nemmeno lui è immune dalla paura. Povero monaco, dovrà davvero rivedere molte
cose … e non sarà facile! grazie e a presto.
Michelegiolo: Seiten con la coscienza
di Goku è qualcosa che mi ha sempre affascinata … insomma, se è davvero questo
essere supremo, mi sembra limitativo descriverlo come semplice distruttore
senz’anima! Sanzo dovrà stare molto attento … Grazie e a presto.
NOTA
DELL’AUTRICE: Ringrazio come la mia
bravissima beta re_birth.
Quando il Sole tramonta
Confronto
Sanzo continuava
a ripetersi che doveva trattarsi di un incubo: probabilmente era vittima di una
maledizione e non se ne era reso conto; Goku non poteva avergli detto quelle
cose, non a lui. Dov’era finito il ragazzino intimorito dai suoi sguardi? E perché
il rendersi conto di non essere più il Sole di quella stupida scimmia, lo
devastava così profondamente?
In fondo
conosceva le risposte, ma non era in grado di affrontarle. Era cresciuto nella
solitudine e quando aveva perso il suo maestro, si era ripromesso di non amare
mai più; di volere vicino a sé solamente persone che poteva considerare utili e
basta. Ma quel dannato ragazzino aveva rovinato tutto: la sua voce aveva
inondato il suo silenzio; la sua allegria gli aveva scaldato il cuore e lui
aveva continuato a vivere come sapeva fare, trattando nel peggiore dei modi chi,
più di tutti, lo amava.
Probabilmente
tutto quello che era successo, non era altro che il frutto della sua eccessiva
sicurezza: aveva dato per scontato la presenza di Goku nella sua vita,
giudicandola un fastidio e non la base del suo stesso essere, come finalmente
era arrivato a comprendere. Aveva ignorato le avvisaglie di questa rottura, ma
si rifiutava di considerarsi l’unico responsabile. Anche Goku era colpevole:
colpevole di averlo sostituito con un altro; colpevole di avergli fatto provare
la vera solitudine e colpevole di essere diventato così forte e sicuro.
In realtà Goku
non si sentiva poi così sicuro di sé. Aveva passato una bellissima serata con Saryu, ma alla fine, si erano ritrovati a parlare di Sanzo:
aveva raccontato all’altro dei suoi tormenti, della sua decisione di
allontanarsi dal Sole e Saryu l’aveva abbracciato con
forza, dicendogli che sapeva di non poter sostituire il monaco nel suo cuore,
ma che avrebbe fatto di tutto per proteggerlo da quell’amore sofferente.
Sarebbe stato la sua determinazione e la sua forza; lo avrebbe protetto,
consolato.
Goku sospirò
rendendosi conto di come, quelle parole, quel fervore, gli ricordassero Homura.
Ancora una volta qualcuno lo amava così intensamente da accettare che il suo
cuore appartenesse ad un altro; giurò a se stesso che non avrebbe ripetuto
l’errore una seconda volta, non avrebbe girato le spalle a Saryu
per inseguire un sogno malato: avrebbe soffocato il suo amore, vivendo con
tutto sé stesso la serenità e l’affetto profondo per Saryu.
Il giorno dopo,
Sanzo li osservava dalla finestra passeggiare quietamente nel parco
dell’albergo. Era sicuro di non aver mai odiato tanto qualcuno, come
quell’impostore che sapeva far ridere Goku in quel modo così dolce. Si chiese
cosa si provasse, nel sapere che quelle note argentine erano solo per lui, nel
sapere quale fosse il sapore di quella pelle bronzea; immagini della coppia,
nella loro intimità, affollarono la mente di Sanzo, che si sentì quasi
impazzire, al solo pensiero che quell’uomo aveva la mente e il corpo di Goku e
che a lui rimanevano solo le parole dure del loro ultimo incontro. Una risata
isterica riempì la stanza; non era possibile che si fosse ridotto così: lui era
Genjo Sanzo Hoshi, non
poteva accettare che gli fosse rubato qualcosa di suo. Si versò la prima di
molte tazze di sakè, attendendo il rientro di Goku.
Non appena fu
sicuro di trovare il ragazzo nella sua stanza, vi si recò, entrando senza
bussare: Goku lo fissò stranito, con la maglia che si era appena tolto ancora in
mano. Indossava solo i pantaloni e Sanzo era troppo stordito dall’alcool e dalla
sofferenza per controllarsi; si mosse velocemente, afferrando il ragazzo con
forza, stringendogli i capelli in una mano e obbligandolo a girare il viso
verso di lui. Lo baciò con rabbia, pensando solo al fatto che quelle labbra
erano già state baciate da un altro.
Avvertì il
ragazzo dibattersi e strinse ulteriormente la presa, rendendo quel bacio feroce;
si staccò solo quando sentì il sapore del sangue in bocca … accecato dal
furore, gli aveva spaccato il labbro.
Goku ora lo
guardava sconvolto. Si ritrasse, sentendosi a disagio sotto quello sguardo
triste e giudice.
- E adesso
Sanzo? Cos’hai ottenuto umiliandomi per l’ennesima volta? -
Quella domanda,
quel tono rassegnato e malinconico, frustarono la sua coscienza. Non aveva
risposte, sapeva solo che l’effetto dell’alcool sembrava svanito; per la prima
volta si ritrovava ad evitare lo sguardo del ragazzo, sentendosi inadeguato: era
perso, completamente indifeso, all’interno della gelida landa che lui stesso
aveva costruito nel suo cuore.
Non reagì quando
le mani di Goku si posarono sul suo viso, restò immobile, mentre l’altro accostava
le labbra alle sue e lo baciava a sua volta, ma con una dolcezza ed una
dedizione tale da stordirlo. Ora conosceva il sapore delle labbra di Goku e
ancora di più ebbe consapevolezza di cosa avesse perso. Assecondò quel bacio e
mentre posava le mani sulla schiena calda dell’altro, sentì che rabbrividivano
entrambi.
Si ritrovarono nuovamente
a fissarsi: ma questa volta non c’era rabbia o dolore, solamente pace; una
serenità che sembrava impossibile essere contenuta in un unico, singolo, bacio.
Sanzo era come un naufrago che rifiutava di lasciare la presa e Goku era troppo
debole nei confronti di un sentimento così forte. A nulla era valso il suo
impegno a rinnegare quell’amore: era bastato uno sguardo privo di disprezzo del
monaco, per far riemergere i sentimenti sepolti.
Incurante delle
conseguenze, lasciò che Sanzo lo guidasse verso il letto. Si lasciò spogliare e
baciare nuovamente; mostrò all’altro cosa significasse vezzeggiare, venerare un
corpo: frenò l’arroganza del monaco con la gentilezza e regalò a Sanzo una
notte fuori dal tempo, senza angosce o tormenti. Gli donò attimi di pace ed
estasi.
La mattina dopo,
quando Goku si svegliò, l’unica cosa che vide furono le spalle di Sanzo, seduto
sul bordo del letto, mentre fumava una sigaretta. Aveva passato buona parte
della notte ad osservare Goku, ricordando le sensazioni che quel ragazzo aveva
saputo donargli, chiedendosi se valesse la pena distruggere il proprio mondo
per lui.
- Sanzo -
Il monaco si
girò incrociando lo sguardo dell’amante: non sapendo cosa fare, o dire, si
limitò a fissarlo con la solita freddezza. Goku ne rimase ferito, sapeva che
Sanzo non avrebbe mai potuto ricambiare i suoi sentimenti, ma sperava di vedere
una luce diversa in quegli occhi, dopo quello che avevano condiviso. Allungò
timidamente una mano verso di lui, ma l’istinto dell’uomo lo portò a scostarsi l’altro
si scostò, istintivamente. Goku non poteva sapere del timore che il biondo
provava all’idea che quel piccolo contatto facesse cadere il suo castello di
carte, che sciogliesse completamente il ghiaccio del suo cuore.
- Sapevo che
nulla sarebbe cambiato ed in fondo, è giusto così. Resta nella tua solitudine Genjo Sanzo Hoshi. Tu non sai
cosa fartene dei sentimenti di uno come me. -
Quanto erano
lontane quelle parole dalla realtà, ma Sanzo non sapeva come dirglielo: avrebbe
voluto abbracciarlo, dirgli che era suo e che nessuno avrebbe dovuto nemmeno
tentare di portarlo via. L’immagine di Saryu si fece
largo con violenza nella sua mente, mentre la gelosia lo divorava, e le parole
che uscirono dalla sua bocca furono il frutto di quell’insidioso sentimento:
- E’ meglio che
me ne vada, prima che il tuo amichetto venga a reclamare il suo turno nel tuo
letto - ironizzò, malvagio.
Gli occhi di
Goku si spalancarono feriti, prima di stringersi in due fessure rabbiose.
- Nessuno a
parte te è mai entrato in questo letto … e nessuno ha mai rappresentato per me
un errore più grande. - Rispose il ragazzo.
Qualcosa andò in
frantumi nel petto del monaco, sentendosi dire di essere stato l’unico: alla
luce di quella dichiarazione si sentì come se avesse profanato qualcosa di
sacro e, ancora una volta, si riscoprì inadatto. Avvertì lo spostamento del
corpo di Goku e lo guardò nuovamente, vedendo però di fronte a lui solo la
finestra aperta e il diadema poggiato sul letto.
NOTE PERSONALI:
Ringrazio, come sempre, chi legge questa storia e soprattutto chi
lascia un parere.
A presto,
Phemt
Hisoka: capisco le tue
obbiezioni, per questo mi sono convinta ad aggiungere OOC tra gli avvertimenti,
posso solo tentare di spiegarti come la vedo io. Quando ho scritto questa
storia, sono partita dal presupposto di un Goku che cresce, si rende conto di
amare Sanzo, ma non vuole arrendersi alla vita. Vuole reagire, affrontarla da
combattente qual è … per quel che riguarda Sanzo, ho sempre avuto la convinzione
( e le mie esperienze personali me lo hanno poi confermato) che le persone
arroganti, sono più deboli di molte altre. Forse ho messo troppo della mia
vita, delle mie esperienze, in questa storia, ma per me scrivere è anche
raccontarmi. Goku sta reagendo come farei io … quindi OOC! Grazie comunque di
aver letto. A presto.
Michelegiolo: si sa che spesso,
sono proprio i diretti interessati a non capire cosa succede, ma non temere …
io adoro gli happy end! Grazie e a presto.
Lan:
sono davvero contenta che ti piaccia, anche perché i personaggi sono un po’
diversi dal manga … ma volevo davvero vedere Goku crescere e Sanzo confrontarsi
con le sue debolezze. Grazie e a presto!|
NOTA
DELL’AUTRICE: Ringrazio come la mia
bravissima beta re_birth.
Quando il Sole tramonta
Scelte decisive
SeitenTaisei Son Goku corse sino a rimanere senza fiato, cercando
di stordirsi: ancora una volta si era lasciato ingannare; ancora una volta
stava soffrendo. Arrivò nella radura che gli aveva mostrato Saryu
e si lasciò cadere a terra: restò lì, immobile, nella neve, lasciando che il
tempo scorresse e chiedendosi se potesse svanire anche lui, insieme alla luce
del giorno.
Nel frattempo,
in albergo, Hakkai e Gojyo iniziarono a preoccuparsi non vedendo Goku a
colazione e decisero quindi di chiedere a Sanzo, che si limitò a rispondergli
che Goku avrebbe saputo badare a se stesso: qualcosa nell’atteggiamento del
monaco insospettì i due, scatenando le ire di Gojyo. Nel litigio Sanzo si
lasciò sfuggire una parte di verità, a cui gli altri due non faticarono ad
aggiungere la probabile conclusione … e, soprattutto, immaginarono sin troppo
bene cosa avesse sconvolto così il ragazzo. La colluttazione che ne seguì ebbe
come risultato un sopracciglio rosso spaccato ed un occhio ametista gonfio e
livido.
Hakkai si
rifiutò di curarli, rimproverandoli per la scarsa maturità. Dopodiché, si recò
al villaggio, per cercare Saryu e controllare che
Goku non fosse con lui. Nel racconto confuso di Hakkai, Saryu
percepì la presenza imponente di Sanzo: conosceva bene Goku, anche se si
frequentavano solo da poche settimane e sapeva che solo il monaco avrebbe
potuto costringerlo a fuggire in quel modo.
L’uomo si mostrò
molto preoccupato e confidò ad Hakkai, che gli aveva sin da subito ispirato
fiducia, quanto fosse grande la sofferenza di Goku. Insieme tornarono
all’albergo e lì spiegarono agli altri due che Saryu credeva
di sapere dove potesse trovarsi il ragazzo; mentre iniziarono ad avviarsi,
seguiti anche da Sanzo, Hakkai cercò di spiegare all’uomo che non si sarebbe
trovato di fronte il solito Goku.
- Non
preoccuparti, Goku mi ha spiegato che è una specie di demone. Anche se non l’ho
mai visto, non mi sento intimorito. -
Quando
arrivarono alla radura, lo individuarono subito.
- Però, c’hai
preso al primo colpo! - si complimentò Gojyo
- Non è
difficile prevedere le mosse di Goku, ha un animo limpido. Basta semplicemente
pensare cosa farebbe un bambino. E’ privo di meschinità ed ero certo che non
avrebbe sfogato il suo dolore su altri. -
Sanzo ignorò
volutamente la frecciata, preferendo perdersi nelle sue riflessioni.
SeitenTaisei Son Goku avvertì la loro presenza e, fulmineo, si
levò in piedi: la posizione di attacco che aveva assunto non prometteva niente
di buono.
- Goku - lo
chiamò Saryu.
Istintivamente
l’Essere Eretico si portò una mano al volto, quasi a nascondere la sua vera
forma. Incurante degli avvertimenti degli altri tre, Saryu
si avvicinò e gli afferrò la mano.
- Non coprirti
davanti a me, tu sei l’unico che non ha nulla di cui vergognarsi. -
Stupendo gli
altri, SeitenTaisei Son
Goku si abbandono tra le braccia dell’uomo, quasi in cerca di protezione. Per
Sanzo tutto questo fu troppo: si avventò verso i due, spintonando Saryu. Gli occhi dell’Eretico si strinsero minacciosi,
mentre scopriva le zanne.
- Cosa fai
animale, mostri le zanne? Vuoi difendere il tuo amichetto? Dai, fammi vedere
cosa sei capace di fare - lo provocò Sanzo
- Goku -, lo
richiamò Saryu, - lascialo perdere. Non vedi che è
roso dalla gelosia? -
Tutti rimasero
immobili, sentendo quell’affermazione. Saryu, si
avvicinò ulteriormente all’Eretico.
- Ti ho promesso
che ti avrei aiutato ad essere felice e l’unica cosa che posso fare per
adempiere al mio giuramento, è lasciarti andare. Credevo di poterti proteggere,
ma non c’è modo di difenderti dai tuoi stessi sentimenti. Ti ringrazio dei bei
momenti, ma non siamo fatti per stare assieme … c’è sempre un unico Sole e
magari un giorno troverò il mio -
Mentre Saryu si allontanava dal suo ex compagno, passando di
fianco a Sanzo sussurrò:
- Chiediti
quante ferite può sopportare un cuore -
Saryu si allontanò
con gli altri due mentre SeitenTaisei
Son Goku e Genjo Sanzo Hoshi,
restarono fermi nella neve, fissandosi. Il monaco rimuginava sulle parole
sussurrate da Saryu: per quel che lo riguardava al
suo cuore era bastata un’unica ferita, per morire. Anche in questo Goku si era
rivelato più forte e lui lo sapeva, considerato che era il fautore di tutte le
ferite riportate dal cuore del ragazzo.
Sanzo si sedette
nella neve, guardando lontano, cercando di capire cosa avrebbe dovuto dire.
Goku continuava
ad osservarlo guardingo: si era aspettato una replica velenosa all’insinuazione
di Saryu, ma Sanzo sembrava essersene dimenticato;
non c’era dubbio che l’atteggiamento strano del monaco innervosiva SeitenTaisei.
- Smettila di
fissarmi digrignando le zanne - borbottò il biondo, senza guardarlo. - Siediti
- ordinò.
L’altro era
sempre più confuso dallo strano comportamento di Sanzo. Si chiedeva cosa
dovesse aspettarsi da lui, non voleva essere nuovamente ferito.
- Io sono un
debole -
Un’ammissione
del genere da parte del monaco era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato. Si
limitò a fissarlo prudentemente, senza replicare.
- Da quando ho
perso il mio maestro, ho cercato di avere vicino a me solo persone che
sapessero cavarsela da sole. Non volevo più sentirmi responsabile per non aver
protetto qualcuno … Poi sei arrivato tu, col tuo richiamo incessante. Quando ti
ho visto dietro a quelle sbarre, ho capito che non era un caso: io dovevo
occuparmi di te. Non ho mai rimpianto quel giorno, ma poi tutto è cambiato:
prima con Homura, che ti ha fatto dubitare di me, poi la tua presa di coscienza
… infine la tua storia con quel tipo … Ho capito che tu non hai più bisogno di
me. -
SeitenTaisei Son Goku ascoltava perplesso quel fiume di parole,
così inconsueto per Sanzo, mettendoci qualche secondo a recepirne il contenuto.
- Non sei un
debole, cerchi solamente di sopravvivere, come chiunque altro. Vorrei poter
essere come te … -
- Stupida
scimmia, perché non capisci? -
Mentre Sanzo
inveiva contro di lui, Goku allungò una mano posandola su quella del monaco: entrambi
fissarono il punto di contatto, le dita candide e curate del biondo e quelle
bronzee e artigliate dell’Essere Eretico. Goku si era dimenticato di non avere
il diadema e sposto subito la mano, stringendo i pugni sino a piantarsi le
unghie nei palmi.
Sanzo detestava i
demoni e lui era forse qualcosa di peggio, ora attendeva di sentirsi colpire,
come era già successo in passato … invece, l’unica cosa che avvertì era una
mano tra i suoi capelli.
-
Tu per me sei sempre una stupida scimmia -
-
Forse è per questo che sei stato l’unico a sapermi fermare, quando ero senza
controllo. Sai, l’unica voce che sentivo era la tua … è sempre stata la tua -
mormorò l’altro, nel suo modo così tipico: quel modo che sapeva sciogliere
anche Sanzo.
Lo
sguardo privo di aggressività del monaco lo spinse a condividere con lui i suoi
ricordi. Man mano che ascoltava le parole di quella creatura, Sanzo si rendeva
conto di quanto grande fosse la sua forza; quanto dolore avesse conosciuto e,
nonostante tutto, sapesse ancora sorridere. Avrebbe tanto voluto chiedergli di
insegnargli ad amare, ma sapeva di non essere in grado di pronunciare una frase
del genere. L’unica cosa che sapeva fare era agire. Senza ripensamenti si
allungò verso l’altro e lo baciò.
Era
strano avvertire le zanne dell’Eretico sulla sua lingua, ma il sapore era lo
stesso che si ricordava … era Goku. Sentì il bisogno di approfondire il
contatto, di avere di più; quello che non aveva valutato era che SeitenTaisei Son Goku non era
arrendevole come il ragazzo della notte prima: la passione sembrava amplificata,
gli occhi ferini lo scrutavano brucianti. Senza capire come si trovò soggiogato
dall’altro, guidato, dominato.
Fare
l’amore con Goku era stata un’esperienza stupenda, quasi onirica, farlo con SeitenTaisei Son Goku era sconvolgente:
la brama, il desiderio, anche l’amore, erano portati all’esasperazione. Sanzo
si sentì affondare in quel vortice, senza possibilità di scampo.
Quando
si ripresero, Sanzo regalò al compagno uno dei suoi rari sorrisi.
-
Sai Sanzo cosa mi piace di più del Sole? Che sai sempre che ci sarà: giorno
dopo giorno rinasce e splende … anche dopo la notte più buia, anche dopo la
pioggia … Risorgerà sempre. -
Il
monaco sentì il proprio cuore sobbalzare a quelle parole, non si sarebbe mai
abituato a tutte le sensazioni che quella stupida scimmia risvegliava in lui.
Aveva sempre creduto di poterlo manovrare a suo piacimento, ma ora sapeva che
era sempre stato Goku ad averlo in pugno: con la sua dolcezza, la sua
spavalderia gioiosa, il suo incondizionato amore. Non avrebbe mai più messo in
pericolo tutto questo, ora sapeva che faceva troppo male la vita senza Goku.
-
Tu sei la mia scimmia - affermò.
L’altro
fece una smorfia, accettando la dichiarazione di Sanzo per quella che era,
senza soffermarsi troppo sulle parole usate. In cuor suo dubitava che il monaco
avrebbe imparato a parlare apertamente dei suoi sentimenti, ma avrebbe potuto
sopportarlo … finché quella nuova luce accendeva di una tonalità ancor più
luminosa il viola di quegli occhi tanto amati, quando incontravano i suoi.
-
E se ti azzardi a ricordarmi cosa ho detto prima, ti uccido -
In fondo certe cose non sarebbero mai cambiate.
NOTE PERSONALI:
Ringrazio di
cuore tutte le persone che hanno letto questa storia e tutte quelle che hanno
lasciato un loro parere.
Questo è stato
il mio debutto con Saiyuki e so di dover maturare
ancora, di imparare ad utilizzare meglio questi personaggi, ma sono contenta di
come questa mia avventura è iniziata.
Grazie davvero a
tutti.
Phemt
Naraku_74: grazie per le tue parole ed i consigli. Probabilmente
devo prendere più confidenza con questi personaggi e spero che la prossima
storia ( perché sicuramente ci sarà una prossima storia) risulti più matura ed
approfondita. A presto e grazie ancora.
brciolina: sono contenta che ti piaccia e grazie davvero
per aver lasciato un commento! Sto già valutando di scriverne altre, l’universo
di Saiyuki è pieno di spunti. A presto.
Amber: mi auguro che anche la conclusione ti
sia piaciuta. Grazie del commento e a presto.