Quando il Sole tramonta

di phemt_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio ***
Capitolo 2: *** Il Timore ***
Capitolo 3: *** La Conferma ***
Capitolo 4: *** Confronto ***
Capitolo 5: *** Scelte decisive ***



Capitolo 1
*** Risveglio ***


AVVISO: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni. I fatti e i personaggi non sono esistiti o esistenti. I personaggi, i luoghi ecc … appartengono ai rispettivi ideatori e detentori di Copyright. Questa storia non ha alcun fine di lucro. Qualsiasi nome o riferimento a fatti o persone esistenti o realmente esistiti è puramente casuale.

 

NOTA DELL’AUTRICE: Ringrazio come la mia bravissima beta re_birth.

 

 

Quando il Sole tramonta

il Risveglio

 

 

Son Goku era solo, sul balcone della sua camera, a piedi nudi nonostante il freddo della notte, immobile. Fissava l’orizzonte, come se avesse potuto trovarvi le risposte che cercava. La Luna faceva risplendere la vallata innevata, come un mare di argento fuso, donando al panorama una magia particolare.

Dopo aver ucciso Homura, qualcosa si era spezzato in lui. Non riusciva a dimenticare la sua vita infelice, scacciato da tutti… anche lui un essere eretico. Non riusciva a dimenticare il suo cercare la morte, stanco di una vita che l’aveva privato dell’amore. Non riusciva nemmeno a dimenticare le parole che si erano scambiati nella grotta, quando lo aveva rapito.

Ciò che più lo tormentava era che,ora, iniziava a vederne la verità.

Sapeva che la sua ossessione per Sanzo andava oltre alla voglia di avere qualcuno da cui tornare; l’essere sempre pronto a lottare per lui, non era solo per saldare il debito contratto con la sua liberazione: Sanzo era il suo Sole, la luce accecante dopo il buio, il mondo pieno di colori dopo la prigionia nell’oscurità. Tutto questo lo aveva oramai pienamente capito e accettato, sin da quando Homura, in quella grotta, lo aveva baciato e lui aveva visto capelli color del sole e occhi ametista.

Il Dio della Guerra lo aveva capito, e si era allontanato da lui dicendogli che sapeva di non essere il suo Sole, ma che avrebbe voluto proteggerlo e tenerlo con sé. Scosse la testa, cercando di dimenticare la sensazione di essere baciato da qualcuno che ti ama, da qualcuno che soffriva come ora stava soffrendo lui, sapendo che il suo era solo un sogno.

Ciò che non riusciva più ad accettare era la freddezza del monaco, le continue angherie, l’aria di superiorità. A volte avvertiva un’ira profonda dentro di sé, qualcosa che riusciva a dominare, ma che gli ringhiava nel petto.

Fortunatamente, l’istinto lo aveva portato sin da subito a nascondere questi cambiamenti. Nessuno dei suoi compagni di viaggio aveva notato che l’efficacia del diadema non era più la stessa; questa mutazione, era dovuta anche al fatto che nell’ultimo scontro con Homura una parte di ricordi gli era tornata alla mente: ora sapeva chi era. Sapeva perché era stato rinchiuso in una buia grotta, incatenato, per cinquecento anni; sapeva che la sua potenza era superiore a quella di chiunque altro e sapeva, anche, che la sua rabbia aveva distrutto parte del mondo celeste ed era costata la vita a due persone a lui care.

Un peso enorme da portare sulle spalle: il sangue dei suoi amici gli macchiava le mani. Strinse convulsamente la ringhiera dal balcone, mentre comprendeva che non si sarebbe mai perdonato per non essere stato capace a controllare e prese una decisione: per proteggere chi amava, chi gli dava ora un senso di familiarità, di appartenenza, avrebbe imparato a dominare il suo potere.

Agli occhi degli altri era la solita, petulante, allegra, scimmia … mentre dentro di sé un fuoco nuovo bruciava, alimentato dai sentimenti che sapeva provare per Sanzo. Avrebbe combattuto ancora con loro, li avrebbe protetti: non avrebbe permesso a nessuno di portargli via di nuovo i suoi affetti, ma voleva anche dimostrare di essere alla loro altezza. Voleva il loro rispetto … il SUO rispetto.

Sospirando si ritirò in camera, chiedendosi quando sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe osato togliersi il diadema per mettersi alla prova, e si preparò ad affrontare la giornata con gli altri.

Scese presto: solo Hakkai era presente e lo accolse col suo solito, dolce, sorriso; tra di loro era sicuramente il più ponderato, colui che rappresentava per Goku una sorta di saggio fratello maggiore.

- Buongiorno Goku, ti sei svegliato presto stamattina. -

- Buongiorno a te, Hakkai … non ce la facevo più dalla fame! -

- Figuriamoci se la scimmia non aveva fame! - lo schernì Gojyo, appena arrivato.

La frase diede il via al solito battibecco tra i due, che iniziarono a spintonarsi e beffeggiarsi allegramente. Il loro rapporto era basato sul continuo scherzo, sulle false litigate, ma Goku già sapeva, dal passato, che Gojyo era affezionato a lui e che, nel caso del bisogno, sapeva anche consolarlo. Sorrise mentre continuava a litigare allegramente col rosso, pensando a quanto si sentisse legato sia a lui che ad Hakkai, e a quanto fosse fortunato, potendo contare su di loro.

Il loro gioco venne interrotto dall’arrivo di Sanzo che, serioso come solito, pretese il silenzio. Con un colpo di pistola ed una frase sprezzante gelò l’atmosfera, anche se Gojyo non evitò di rispondergli, ricavandone uno sguardo sdegnoso. Hakkai, invece, non perse il sorriso, anche se un lampo di sofferenza attraversò il suo sguardo: già in precedenza aveva cercato di spiegare a Sanzo quanto il suo comportamento ferisse Goku, ma il monaco sembrava insensibile riguardo all’argomento.

Durante la colazione, Sanzo spiegò loro che si sarebbero trattenuti in quel piccolo paese di montagna per almeno un paio di settimane: una frana aveva bloccato la strada del valico.

- Beh, per lo meno quest’albergo è confortevole ed ha un bar ben provvisto - fu il commento di Gojyo.

- Io ne approfitterò per andare in giro, adoro la neve fresca e qui intorno è bellissimo. - Aggiunse Goku, con la solita euforia.

- Vedi di non cacciarti nei guai, come solito … - lo apostrofò il monaco, inferendo un’ulteriore stilettata all’animo del ragazzo.

Goku abbassò un attimo gli occhi, prima di alzarsi ed uscire dall’albergo.

- Sanzo, non dovresti essere sempre così duro con Goku - tentò Hakkai.

- Come tratto la scimmia, sono affari miei - replicò Sanzo, mettendo fine al discorso ed andandosene.

- Lascialo perdere, quel monaco corrotto non capirà mai - affermò Goyjo, che, come l’altro, mal tollerava i modi di Sanzo.

- Temo invece che si accorgerà troppo tardi del suo errore - rispose Hakkai con tristezza.

Nella sua stanza Sanzo rifletteva sull’accaduto: era consapevole di essere duro nei confronti di Goku e di degenerare sempre più, ma dall’ultimo scontro una strana inquietudine si era radicata in lui. Il ragazzo stava diventando sempre più forte. Gli tornarono alla mente le parole di Hakkai, dopo una battaglia, quando disse che Goku non aveva più bisogno di loro… Era vero, maledettamente vero … strinse forte i pugni, tanto da farsi male.

Nel frattempo Goku si era allontanato dall’albergo, e aveva iniziato ad esplorare il bosco che aveva notato la sera prima, dal balcone. Era gradevole il silenzio che vi regnava e trovava piacevole il rumore della neve che scricchiolava sotto le sue scarpe. Da quando i ricordi erano tornati, amava sempre più il contatto con la natura: in fondo lui era parte di essa, generato dall’aura del mondo, figlio della Terra e del Cielo.

Dentro di sé aveva la serenità della brezza primaverile, la gioiosità dell’acqua dei torrenti, la forza della roccia … ma anche la dignità degli oceani e la forza distruttiva dei vulcani. Lui era frutto di tutto ciò e ne racchiudeva l’immenso potere.

Ancora una volta si chiese se era giunto il momento di togliersi il diadema, più prendeva consapevolezza di sé, maggiore era la sua convinzione che si sarebbe potuto dominare. Gli tornarono alla mente le parole di Sanzo durante la colazione … lo credeva capace solo di cacciarsi nei guai; beh, gli avrebbe fatto vedere che non aveva bisogno di nessuno.

Persa ogni esitazione, si portò una mano al diadema e se lo tolse: mentre il cerchio dorato affondava nella neve, Goku sentì il corpo contrarsi, invaso improvvisamente da un grande potere. La trasformazione era dolorosa, ma non perse la concentrazione … qualche secondo dopo, una creatura ferina si ergeva dove prima c’era il ragazzo.

Le orecchie appuntite spuntavano dai lunghi capelli castani, le pupille allungate come quelle di un gatto, osservavano il mondo, circondate da due iridi colore dell’oro puro. Le unghie lunghe assomigliavano ad artigli e non nascondevano la loro pericolosità, ma la mente era quella di Goku. Per la prima volta si era trasformato, ma manteneva coscienza di sé ed era stupendo.

Si sentiva forte come non mai: i suoi sensi si erano sviluppati all’ennesima potenza e percepiva qualunque forma di vita o qualunque rumore infinitesimale lo circondasse. Corse a perdifiato, inebriandosi di quelle sensazioni estreme e balzò sulle cime dei pini, ridendo. Improvvisamente un raggio di sole lo colpì negli occhi e sentì la sofferenza tornare a galla, ricordandosi di Sanzo.

Si accoccolò su di un ramo, mentre si rendeva conto che nemmeno la trasformazione aveva cambiato i suoi sentimenti. Rimase immobile per molto tempo, pensando, riflettendo. Solo una soluzione gli sembrava giusta … seppellire quell’amore in fondo al suo cuore, ignorarne il ricordo, come se fosse stato un sogno … ed ora, era arrivato il mattino.

Rimessosi il diadema, si incamminò verso l’albergo.

 

NOTE PERSONALI:

Dopo Death Note, ci provo con Saiyuki. Premetto che non ho mai letto i fumetti, avendo l’anime, tutta la mia ispirazione è dovuto ai dvd.

Ringrazio, come sempre, chi legge questa storia e soprattutto chi lascia un parere.

A presto,

Phemt

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Il Timore ***


NOTA DELL’AUTRICE: Ringrazio come la mia bravissima beta re_birth.

 

 

Quando il Sole tramonta

Il Timore

 

 

Goku si rifece vivo solo per cena, cosa che stupì sia Gojyo che Hakkai, che gli chiesero dove fosse stato; lui rispose di aver perso la cognizione del tempo passeggiando nel bosco oltre la vallata e descrisse loro la bellezza del luogo e quanto la neve lo affascinasse. Sanzo ascoltava in silenzio, non degnandolo di uno sguardo.

- Il nostro Goku … com’è romantico! - Lo derise Gojyo, provocandone la reazione.

Come sempre i due iniziarono a battibeccare rumorosamente, mentre Hakkai rideva.

- Stupidi idioti - li apostrofò Sanzo.

Il rosso non perse occasione per attaccar briga col bonzo.

- E’ forse da idioti il sapersi divertire? Credo sia più da idioti vivere senza passioni, rimuginando sempre sul proprio passato. -

- Attento a quello che dici, se ci tieni alla vita - lo minacciò il monaco.

- Sai, il tuo atteggiamento inizia a stancarmi: se il rumore ti infastidisce, puoi anche andartene. - Rispose a tono Gojyo.

Sia Hakkai che Goku rimasero immobili, chiedendosi cosa spingesse il rosso a sfidare così apertamente Sanzo: erano consapevoli che il monaco non avrebbe avuto remore a colpire l’altro, anche a sparargli se fosse stato davvero di cattivo umore. Come preventivato Sanzo cercò di colpire Gojyo, che schivò il pugno e si mise in posizione di guardia, pronto a colpire.

Goku non riuscì a non intromettersi, non sopportava di vedere i due litigare.

- Sanzo - chiamò, debolmente.

Il monaco spostò il suo sguardo viola sul ragazzo: mai i suoi occhi avevano contenuto tanto rancore e disprezzo, e di certo l’altro non poteva sapere che erano i sentimenti che provava per sé stesso. Goku rimase esterrefatto da quello sguardo e la cosa fece infuriare maggiormente il monaco, che non sopportava di vedere quelle iridi dorate piene di dolore.

Incapace di gestire i propri sentimenti Sanzo alzò la mano per colpire Goku che, accortosi del gesto, stupì tutti, bloccando il pugno del monaco semplicemente afferrandogli il polso. Non disse nulla, limitandosi a guardare il biondo negli occhi, con uno sguardo che nessuno avrebbe mai potuto associare a Goku: determinazione, orgoglio ed una ben poco velata minaccia, comparvero in quegli occhi dorati.

Quando lasciò il polso del monaco, questi rimase col braccio a mezz’aria, troppo sconvolto per preoccuparsi di ciò che avrebbero pensato gli altri. Gli ci volle qualche secondo prima di riprendersi e andare nella sua stanza.

Hakkai e Gojyo si guardarono: entrambi troppo scioccati per parlare, consapevoli di aver assistito a qualcosa che non avrebbero mai creduto di poter vedere … Goku si era ribellato a Sanzo, con una determinazione che aveva turbato anche il freddo monaco. Qualcosa sarebbe cambiato.

Sanzo, finalmente nella sua stanza, appoggiò la schiena alla porta chiusa, fissandosi il polso che Goku gli aveva afferrato. Non era tanto il gesto ad averlo turbato, piuttosto ciò che aveva letto in quelle iridi dorate. Era abituato a scorgervi un’adorazione pura; un fastidioso affetto troppo grande da sopportare, una fiducia incondizionata … tutto questo, poco prima, era stato sostituito da una risolutezza che lo aveva fatto sentire inadeguato.

Come un fulmine squarcia il cielo ed illumina a giorno la notte più buia, così la consapevolezza lacerò l’anima di Sanzo: Goku stava cambiando. Era stato così cieco da non accorgersene prima, ma adesso, riflettendoci, si ricordò del dolore di Goku dopo l’ultima battaglia con Homura … si ricordò di come il Dio della Guerra avesse incrinato già da prima il loro rapporto.

Maledisse Homura, ovunque si trovasse, incapace di accettare le proprie responsabilità. Non voleva ammettere che la possibilità di perdere Goku lo terrorizzava; non voleva ammettere che per colpa del suo atteggiamento freddo e sprezzante aveva rovinato il loro rapporto e, assolutamente, non voleva ammettere di sentirsi legato profondamente a Goku. Lui doveva essere solo un mezzo per vincere, un’arma … non poteva sopportare di sentire nuovamente il suo cuore battere; non voleva legarsi nuovamente a qualcuno e sentirsi responsabile per lui.

Il protagonista dei suoi pensieri era sul balcone della propria stanza, ad osservare l’orizzonte. Stava riflettendo su ciò che era successo pochi minuti prima ed una strana calma si era impadronita di lui; l’aver affrontato Sanzo lo faceva sentire fiero di sé: non più uno schiavo, non più un seguace, ma una persona.

Un movimento improvviso attirò la sua attenzione: una manciata di demoni si stava avvicinando furtivamente; senza indugio si precipitò fuori e non appena i demoni lo videro si bloccarono, mentre colui che li guidava si fece avanti.

- Ragazzino, hai un bel coraggio ad affrontarci da solo - ringhiò.

- Non temere … per voi basto ed avanzo io. -

- Insolente! Non sai chi hai di fronte? Sono Kaimir, demone supremo. Per me sarà un piacevole diversivo distruggere te e l’albergo, con una semplice evocazione! -

Mentre venivano pronunciate queste parole, gli altri tre raggiunsero Goku che si limitò a rispondere:

 - Che paura … perché invece non te ne torni da dove sei venuto? -

La rabbia deformò ulteriormente i lineamenti del demone, che iniziò a richiamare a sé il suo potere per dare vita all’evocazione.

- Questo non è un demone comune - sbottò Sanzo, chiedendosi se il Sutra sarebbe bastato a fermarlo.

- Hai ragione, avverto la sua forza immensa - concordò Hakkai.

Mentre i tre si preparavano all’attacco, udirono la risata di Goku. Sotto il loro sguardo sorpreso, videro il ragazzo togliersi il diadema.

- Che cavolo fa? Vuole ucciderci tutti? Non è capace di tenere in testa quel cavolo di diadema? - Gojyo diede in escandescenza.

Di fronte a loro si ergeva un essere dall’aspetto animalesco, una belva che avevano imparato a conoscere e temere. Come supponevano, l’invocazione del demone si infranse, scontrandosi con il potere dell’Eretico.

Il demone che si era presentato come Kaimir, lo fissava interdetto: Sanzo, Hakkai e Gojyo presero una posizione difensiva, aspettandosi che Goku massacrasse prima il demone e che poi si rivoltasse contro di loro ma, incredibilmente, ciò non avvenne; l’essere eretico restava immobile e, sorprendendoli, parlò:

- Kaimir, voglio darti la possibilità di andartene. La terra è stanca di tutto questo sangue, piange per i suoi figli; questa battaglia non ha senso -

- La nostra regina non mi perdonerebbe, se ordinassi una ritirata -

- La tua regina ha i giorni contati e non riuscirà mai a resuscitare Gyumao. -

- E chi la fermerebbe? Genjo Sanzo e la sua feccia? -

- No, io … Seiten Taisei Son Goku –

Sentire quel nome blocco il demone e le sue guardie.

- Seiten Taisei Son Goku… il grande Santo dai poteri uguali al Cielo, l’Essere Eretico che racchiude i poteri del Dio e del Demone - bisbiglio Kaimir, lasciandosi cadere sulle ginocchia.

Si ricordò delle storie che aveva sentito nel corso degli anni su quella creatura, figlia della Terra e del Cielo, nata per proteggerla dalla follia degli esseri che la abitavano; generata dall’aura più potente e profonda del pianeta stesso, inattaccabile. Decise che preferiva vivere, anche se avrebbe dovuto sopportare le ire della sua regina. Si ritirò, conservando il ricordo di quell’incontro.

Quando i demoni se ne andarono, Seiten Taisei si voltò verso i compagni. Osservarono quella creatura, ammaliati dalla forza che emanava ed incantati dalla bellezza animale che possedeva. Fremettero di timore, quando lo videro muoversi, dubbiosi di come si sarebbe comportato.

Lui non fece altro che chinarsi, raccogliere il diadema, riprendere le sembianze di Goku e trascinarsi all’interno dell’albergo, provato dalla perdita di potere che il diadema conferiva.

Hakkai e Gojyo osservarono preoccupati Sanzo, ancor  più pallido del solito e con le labbra preoccupantemente serrate: sembrava una statua, mentre continuava a fissare la porta dietro la quale Goku era scomparso … senza degnarlo di uno sguardo.

Si era sempre sentito superiore a quella scimmia, mentre ora era stato messo di fronte a ciò che era davvero Goku: un essere senza eguali. Era stato facile per lui affrontare la belva senza controllo, compatire le azioni folli di un animale, ma questo era diverso. Goku era riuscito a dominare il suo potere, aveva raggiunto la consapevolezza di sé. Si era presentato come la leggenda lo aveva sempre descritto: non più distruzione cieca, ma il freddo e compassionevole guardiano della vita sul pianeta. Questa era la conferma definitiva … Goku non avrebbe più avuto bisogno della sua protezione.

 

NOTE PERSONALI:

Ringrazio, come sempre, chi legge questa storia e soprattutto chi lascia un parere.

A presto,

Phemt

Naraku_74: Grazie per il benvenuto, questo fandom è fantastico e sono piena di entusiasmo! Ho deciso che scrivere ff è l’unico modo per rendere giustizia a personaggi che mi piacciono tanto, ma che a volte sono bistrattati nell’opera originale. Come Goku, insomma, se è davvero così potente mi sembra logico che prima o poi debba prendere coscienza di sé! Mi auguro che la storia continui a piacerti, grazie e a presto!

PoisonApple: Sono contenta che anche tu condivida la passione per questa coppia, per me sono assolutamente perfetti insieme! Hai ragione sul manga, è una grave pecca il non averlo letto e penso di rimediare il prima possibile, anche perché so che i manga sono sempre migliori degli anime. Grazie per il bel commento e a presto!

Hisoka: Condividiamo la stessa passione, il Seiten cosciente di sé stesso e della propria forza … materiale erotico di prim’ordine! Ora devo assolutamente procurarmi il manga di Saiyuki … Sanzo meno bastardo mi attira molto! Grazie e a presto!

 

 

 

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Capitolo 3
*** La Conferma ***


NOTA DELL’AUTRICE: Ringrazio come la mia bravissima beta re_birth.

 

 

Quando il Sole tramonta

 La Conferma

 

Sanzo rimase chiuso nella sua stanza per vari giorni e a nessuno venne in mente di disturbarlo o di tentare di parlargli; Hakkai sapeva bene che la vista di Seiten Taisei Son Goku, finalmente consapevole di sé, lo aveva profondamente turbato: la sua gelida aura era stata sgretolata e le sue più grandi convinzioni polverizzate. Spiegò tutto questo a Gojyo, che, non senza una certa soddisfazione, replicò che aveva avuto ciò che si era meritato.

Per quel che riguardava loro, dopo un iniziale imbarazzo, i rapporti con Goku erano tornanti alla normalità … in fondo era pur sempre la loro sciocca e golosa scimmia. Il ragazzo si comportava come sempre con loro: ridendo, scherzando, accapigliandosi col rosso. Il diadema era tornato al suo posto ed era facile per loro ignorare la vera essenza dell’Eretico, considerandolo semplicemente il compagno, l’amico, a cui erano abituati e a cui evitavano di parlare di Sanzo, notando che Goku stesso non chiedeva mai di lui e che non lo cercava. Da qualche giorno, poi, il ragazzo aveva preso l’abitudine di recarsi al villaggio che distava un paio di chilometri e tornava sempre all’ora di cena, con una strana espressione felice sul viso.

Gojyo aveva confidato ad Hakkai di essere convinto che Goku avesse trovato qualcuno di speciale al paese e che ne era un po’ geloso: temeva, infatti, di essere messo da parte come amico, ma Hakkai era certo che non sarebbe successo, ma che era giusto lasciare che Goku crescesse, sperimentando anche quel genere di sensazioni e sentimenti, propri dell’amore. Naturalmente, nei rari momenti in cui Sanzo era presente, evitavano il discorso: qualcosa dava loro da pensare che il monaco non avrebbe apprezzato questo ulteriore cambiamento di Goku e qualche sera dopo ne ebbero la conferma.

Erano tutti e quattro a tavola, persi in un allegro chiacchiericcio, ad esclusione di Sanzo che parlava addirittura meno del solito ed evitava lo sguardo di tutti. Nonostante la confusione, riuscirono ad udire la padrona dell’albergo pronunciare il nome di Goku: istintivamente si girarono verso la porta d’ingresso della sala da pranzo, proprio mentre un giovane uomo la varcava.

I lineamenti aristocratici e la pelle diafana ricordavano vagamente Sanzo, ma i suoi capelli erano color rame, lunghi, dritti e sottili; occhi verde scuro, come gli aghi dei pini di montagna. Avanzava elegantemente verso il loro tavolo, sorridendo dolcemente.

- Saryu - lo chiamò Goku, incredulo.

- Te lo avevo detto che non avrei atteso domani - rispose l’altro.

Sia Gojyo che Hakkai rimasero a bocca aperta ad osservare l’ultimo arrivato posizionarsi dietro a Goklu, appoggiandogli familiarmente una mano sulla nuca, accarezzandola lievemente.

- Scusate se ho interrotto la vostra cena. Io sono Saryu, un … amico di Goku. -

Hakkai fu il primo a riaversi, ricambiando il saluto e presentando gli altri. Quando venne fatto il nome di Sanzo, l’aria sembrò addensarsi e la tensione aumentare vertiginosamente: gli occhi nel nuovo arrivato si indurirono, incrociando lo sguardo sprezzante del monaco.

- Saryu, si può sapere perché sei qui? -, gli chiese Goku, cercando di allentare la tensione.

- Sono venuto a mantenere una promessa … avevo detto che ti avrei mostrato la radura vicino al lago, illuminata dalla Luna piena, e questa è la notte perfetta. -

A nessuno sfuggì la dolcezza con la quale l’uomo si rivolgeva a Goku, né lo sguardo adorante. Il ragazzo arrossì di rimando e, scusandosi con gli altri, seguì colui che, senza ombra di dubbio per gli altri, era il proprio compagno. Senza alcun pudore, Gojyo si fiondò ad osservarli dalla finestra e commentò ciò che vide senza remore:

- Cavolo, ci avevo visto giusto: quei due si stanno baciando … anzi, credo che si stiano divorando a vicenda! -

Un rumore improvviso li fece trasalire: Sanzo si era alzato di scatto, facendo cadere la sedia e picchiando i pugni chiusi sul tavolo, mentre digrignava i denti come una belva.

- Ehi Sanzo, che c’è? Non mi dirai che sei preoccupato per la scimmia … mi sembra in ottima compagnia! - infierì il rosso.

Lo sguardo ametista lo trafisse, pieno di rabbia, e tagliente come una lama. Dopodiché, senza una parola, il monaco uscì dalla stanza, rigido e teso come non mai.

- Mi sa che il nostro bonzo corrotto avrà ulteriore materiale sul quale riflettere - commentò Gojyo

Hakkai sospirò: - Perché fai così? Non ti rendi conto che, in fondo, anche lui sta soffrendo? -

- E la cosa dovrebbe turbarmi? E’ lui che si è elevato al di sopra di tutti, costruendo un muro attorno a sé. Francamente, se ora tutto gli sta crollando, non mi interessa. Ho passato anni a vederlo maltrattare Goku, era ora che la scimmia si allontanasse un po’ da lui. -

Hakkai comprese quanto fosse forte l’attaccamento di Gojyo per Goku e non riuscì a non trovarsi d’accordo con lui. Per essere amati, bisogna anche amare.

- Hai visto Goku stasera? Era radioso e quel tipo sembra volergli davvero bene - Gojyo sembrava un bambino che avesse appena visto un unicorno e Hakkai si trovò a sorridere lui stesso, al ricordo delle guance arrossate del loro piccolo amico.

Quando, a notte inoltrata, Goku rientrò, si imbatté in Sanzo: il monaco era appoggiato al muro del corridoio delle camere.

- Ah, sei tornato. - Lo redarguì, sarcasticamente.

- Certo, perché non avrei dovuto? -  Goku era già sulla difensiva.

- Potevi restare col tuo amichetto. Di sicuro nessuno avrebbe sentito la tua mancanza. -

- Sanzo, sono stanco e non ho voglia di litigare -

Per tutta risposta il monaco si posizionò di fronte a Goku, fissandolo negli occhi. Il ragazzo non abbassò lo sguardo, per quanto tagliente fosse quello di Sanzo: aveva scelto di ignorare i sentimenti per lui ed aveva incontrato Saryu, non poteva permettere al biondo di umiliarlo, o ferirlo, per l’ennesima volta.

- Sanzo, la tua è fatica sprecata … non ti permetterò mai più di distruggere la mia felicità, come hai fatto ogni volta, in tutti questi anni. Io ti ho seguito, incurante della tua freddezza, ringraziandoti ogni giorno per il mondo che mi avevi regalato, desideroso di diventare sempre più forte, per non darti preoccupazioni. Mi piaceva pensare di avere la tua protezione … ma ora non mi serve più. Tu mi hai liberato, portando il Sole nella mia vita ed io ero accecato da tutta quella luce: ma anche il Sole, per quanto luminoso, prima o poi tramonta … e non ne resta che il ricordo -

Così dicendo, Goku oltrepassò Sanzo, lasciandolo ad occhi sbarrati, solo, nel corridoio.

Dietro la porta delle rispettive stanze, Hakkai e Gojyo avevano seguito il battibecco e percepirono anche il rumore della porta della stanza di Goku che si chiudeva e il tonfo delle ginocchia del monaco sul pavimento.

 

NOTE PERSONALI:

Ringrazio, come sempre, chi legge questa storia e soprattutto chi lascia un parere.

A presto,

Phemt

 

Naraku_74: come dici tu, quando si scrive una storia, i personaggi diventano “nostri” e forse, risultano trasformati. Per quel che mi riguarda, credo che Sanzo rimarrebbe stupito dal vedere Goku fronteggiarlo. E’ troppo abituato alla sua docilità … Per me Sanzo è una persona che nasconde la sua debolezza e solitudine dietro ad una maschera di ghiaccio, per questo non mi sembra improbabile che resti sconvolto da un Goku ribelle. Il suo castello di carte è crollato. Questo naturalmente è il mio punto di vista e mi fa piacere scambiare opinioni con te! Grazie e a presto.

Hisoka: hai colto in pieno ciò che volevo trasmettere. Tutti i punti fermi di Sanzo si stanno sgretolando e nemmeno lui è immune dalla paura. Povero monaco, dovrà davvero rivedere molte cose … e non sarà facile! grazie e a presto.

Michelegiolo: Seiten con la coscienza di Goku è qualcosa che mi ha sempre affascinata … insomma, se è davvero questo essere supremo, mi sembra limitativo descriverlo come semplice distruttore senz’anima! Sanzo dovrà stare molto attento … Grazie e a presto.

 

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Capitolo 4
*** Confronto ***


 

NOTA DELL’AUTRICE: Ringrazio come la mia bravissima beta re_birth.

 

Quando il Sole tramonta

Confronto

 

 

Sanzo continuava a ripetersi che doveva trattarsi di un incubo: probabilmente era vittima di una maledizione e non se ne era reso conto; Goku non poteva avergli detto quelle cose, non a lui. Dov’era finito il ragazzino intimorito dai suoi sguardi? E perché il rendersi conto di non essere più il Sole di quella stupida scimmia, lo devastava così profondamente?

 

In fondo conosceva le risposte, ma non era in grado di affrontarle. Era cresciuto nella solitudine e quando aveva perso il suo maestro, si era ripromesso di non amare mai più; di volere vicino a sé solamente persone che poteva considerare utili e basta. Ma quel dannato ragazzino aveva rovinato tutto: la sua voce aveva inondato il suo silenzio; la sua allegria gli aveva scaldato il cuore e lui aveva continuato a vivere come sapeva fare, trattando nel peggiore dei modi chi, più di tutti, lo amava.

 

Probabilmente tutto quello che era successo, non era altro che il frutto della sua eccessiva sicurezza: aveva dato per scontato la presenza di Goku nella sua vita, giudicandola un fastidio e non la base del suo stesso essere, come finalmente era arrivato a comprendere. Aveva ignorato le avvisaglie di questa rottura, ma si rifiutava di considerarsi l’unico responsabile. Anche Goku era colpevole: colpevole di averlo sostituito con un altro; colpevole di avergli fatto provare la vera solitudine e colpevole di essere diventato così forte e sicuro.

 

In realtà Goku non si sentiva poi così sicuro di sé. Aveva passato una bellissima serata con Saryu, ma alla fine, si erano ritrovati a parlare di Sanzo: aveva raccontato all’altro dei suoi tormenti, della sua decisione di allontanarsi dal Sole e Saryu l’aveva abbracciato con forza, dicendogli che sapeva di non poter sostituire il monaco nel suo cuore, ma che avrebbe fatto di tutto per proteggerlo da quell’amore sofferente. Sarebbe stato la sua determinazione e la sua forza; lo avrebbe protetto, consolato.

 

Goku sospirò rendendosi conto di come, quelle parole, quel fervore, gli ricordassero Homura. Ancora una volta qualcuno lo amava così intensamente da accettare che il suo cuore appartenesse ad un altro; giurò a se stesso che non avrebbe ripetuto l’errore una seconda volta, non avrebbe girato le spalle a Saryu per inseguire un sogno malato: avrebbe soffocato il suo amore, vivendo con tutto sé stesso la serenità e l’affetto profondo per Saryu.

 

 

Il giorno dopo, Sanzo li osservava dalla finestra passeggiare quietamente nel parco dell’albergo. Era sicuro di non aver mai odiato tanto qualcuno, come quell’impostore che sapeva far ridere Goku in quel modo così dolce. Si chiese cosa si provasse, nel sapere che quelle note argentine erano solo per lui, nel sapere quale fosse il sapore di quella pelle bronzea; immagini della coppia, nella loro intimità, affollarono la mente di Sanzo, che si sentì quasi impazzire, al solo pensiero che quell’uomo aveva la mente e il corpo di Goku e che a lui rimanevano solo le parole dure del loro ultimo incontro. Una risata isterica riempì la stanza; non era possibile che si fosse ridotto così: lui era Genjo Sanzo Hoshi, non poteva accettare che gli fosse rubato qualcosa di suo. Si versò la prima di molte tazze di sakè, attendendo il rientro di Goku.

 

Non appena fu sicuro di trovare il ragazzo nella sua stanza, vi si recò, entrando senza bussare: Goku lo fissò stranito, con la maglia che si era appena tolto ancora in mano. Indossava solo i pantaloni e Sanzo era troppo stordito dall’alcool e dalla sofferenza per controllarsi; si mosse velocemente, afferrando il ragazzo con forza, stringendogli i capelli in una mano e obbligandolo a girare il viso verso di lui. Lo baciò con rabbia, pensando solo al fatto che quelle labbra erano già state baciate da un altro.

 

Avvertì il ragazzo dibattersi e strinse ulteriormente la presa, rendendo quel bacio feroce; si staccò solo quando sentì il sapore del sangue in bocca … accecato dal furore, gli aveva spaccato il labbro.

 

Goku ora lo guardava sconvolto. Si ritrasse, sentendosi a disagio sotto quello sguardo triste e giudice.

 

- E adesso Sanzo? Cos’hai ottenuto umiliandomi per l’ennesima volta? -

 

Quella domanda, quel tono rassegnato e malinconico, frustarono la sua coscienza. Non aveva risposte, sapeva solo che l’effetto dell’alcool sembrava svanito; per la prima volta si ritrovava ad evitare lo sguardo del ragazzo, sentendosi inadeguato: era perso, completamente indifeso, all’interno della gelida landa che lui stesso aveva costruito nel suo cuore.

 

Non reagì quando le mani di Goku si posarono sul suo viso, restò immobile, mentre l’altro accostava le labbra alle sue e lo baciava a sua volta, ma con una dolcezza ed una dedizione tale da stordirlo. Ora conosceva il sapore delle labbra di Goku e ancora di più ebbe consapevolezza di cosa avesse perso. Assecondò quel bacio e mentre posava le mani sulla schiena calda dell’altro, sentì che rabbrividivano entrambi.

 

Si ritrovarono nuovamente a fissarsi: ma questa volta non c’era rabbia o dolore, solamente pace; una serenità che sembrava impossibile essere contenuta in un unico, singolo, bacio. Sanzo era come un naufrago che rifiutava di lasciare la presa e Goku era troppo debole nei confronti di un sentimento così forte. A nulla era valso il suo impegno a rinnegare quell’amore: era bastato uno sguardo privo di disprezzo del monaco, per far riemergere i sentimenti sepolti.

 

Incurante delle conseguenze, lasciò che Sanzo lo guidasse verso il letto. Si lasciò spogliare e baciare nuovamente; mostrò all’altro cosa significasse vezzeggiare, venerare un corpo: frenò l’arroganza del monaco con la gentilezza e regalò a Sanzo una notte fuori dal tempo, senza angosce o tormenti. Gli donò attimi di pace ed estasi.

 

La mattina dopo, quando Goku si svegliò, l’unica cosa che vide furono le spalle di Sanzo, seduto sul bordo del letto, mentre fumava una sigaretta. Aveva passato buona parte della notte ad osservare Goku, ricordando le sensazioni che quel ragazzo aveva saputo donargli, chiedendosi se valesse la pena distruggere il proprio mondo per lui.

 

- Sanzo -

 

Il monaco si girò incrociando lo sguardo dell’amante: non sapendo cosa fare, o dire, si limitò a fissarlo con la solita freddezza. Goku ne rimase ferito, sapeva che Sanzo non avrebbe mai potuto ricambiare i suoi sentimenti, ma sperava di vedere una luce diversa in quegli occhi, dopo quello che avevano condiviso. Allungò timidamente una mano verso di lui, ma l’istinto dell’uomo lo portò a scostarsi l’altro si scostò, istintivamente. Goku non poteva sapere del timore che il biondo provava all’idea che quel piccolo contatto facesse cadere il suo castello di carte, che sciogliesse completamente il ghiaccio del suo cuore.

 

- Sapevo che nulla sarebbe cambiato ed in fondo, è giusto così. Resta nella tua solitudine Genjo Sanzo Hoshi. Tu non sai cosa fartene dei sentimenti di uno come me. -

 

Quanto erano lontane quelle parole dalla realtà, ma Sanzo non sapeva come dirglielo: avrebbe voluto abbracciarlo, dirgli che era suo e che nessuno avrebbe dovuto nemmeno tentare di portarlo via. L’immagine di Saryu si fece largo con violenza nella sua mente, mentre la gelosia lo divorava, e le parole che uscirono dalla sua bocca furono il frutto di quell’insidioso sentimento:

 

- E’ meglio che me ne vada, prima che il tuo amichetto venga a reclamare il suo turno nel tuo letto - ironizzò, malvagio.

 

Gli occhi di Goku si spalancarono feriti, prima di stringersi in due fessure rabbiose.

 

- Nessuno a parte te è mai entrato in questo letto … e nessuno ha mai rappresentato per me un errore più grande. - Rispose il ragazzo.

 

Qualcosa andò in frantumi nel petto del monaco, sentendosi dire di essere stato l’unico: alla luce di quella dichiarazione si sentì come se avesse profanato qualcosa di sacro e, ancora una volta, si riscoprì inadatto. Avvertì lo spostamento del corpo di Goku e lo guardò nuovamente, vedendo però di fronte a lui solo la finestra aperta e il diadema poggiato sul letto.

 

 

NOTE PERSONALI:

Ringrazio, come sempre, chi legge questa storia e soprattutto chi lascia un parere.

A presto,

Phemt

Hisoka: capisco le tue obbiezioni, per questo mi sono convinta ad aggiungere OOC tra gli avvertimenti, posso solo tentare di spiegarti come la vedo io. Quando ho scritto questa storia, sono partita dal presupposto di un Goku che cresce, si rende conto di amare Sanzo, ma non vuole arrendersi alla vita. Vuole reagire, affrontarla da combattente qual è … per quel che riguarda Sanzo, ho sempre avuto la convinzione ( e le mie esperienze personali me lo hanno poi confermato) che le persone arroganti, sono più deboli di molte altre. Forse ho messo troppo della mia vita, delle mie esperienze, in questa storia, ma per me scrivere è anche raccontarmi. Goku sta reagendo come farei io … quindi OOC! Grazie comunque di aver letto. A presto.

Michelegiolo: si sa che spesso, sono proprio i diretti interessati a non capire cosa succede, ma non temere … io adoro gli happy end! Grazie e a presto.

Lan: sono davvero contenta che ti piaccia, anche perché i personaggi sono un po’ diversi dal manga … ma volevo davvero vedere Goku crescere e Sanzo confrontarsi con le sue debolezze. Grazie e a presto!|

 

 

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Capitolo 5
*** Scelte decisive ***


 

NOTA DELL’AUTRICE: Ringrazio come la mia bravissima beta re_birth.

 

Quando il Sole tramonta

Scelte decisive

 

 

Seiten Taisei Son Goku corse sino a rimanere senza fiato, cercando di stordirsi: ancora una volta si era lasciato ingannare; ancora una volta stava soffrendo. Arrivò nella radura che gli aveva mostrato Saryu e si lasciò cadere a terra: restò lì, immobile, nella neve, lasciando che il tempo scorresse e chiedendosi se potesse svanire anche lui, insieme alla luce del giorno.

 

Nel frattempo, in albergo, Hakkai e Gojyo iniziarono a preoccuparsi non vedendo Goku a colazione e decisero quindi di chiedere a Sanzo, che si limitò a rispondergli che Goku avrebbe saputo badare a se stesso: qualcosa nell’atteggiamento del monaco insospettì i due, scatenando le ire di Gojyo. Nel litigio Sanzo si lasciò sfuggire una parte di verità, a cui gli altri due non faticarono ad aggiungere la probabile conclusione … e, soprattutto, immaginarono sin troppo bene cosa avesse sconvolto così il ragazzo. La colluttazione che ne seguì ebbe come risultato un sopracciglio rosso spaccato ed un occhio ametista gonfio e livido.

 

Hakkai si rifiutò di curarli, rimproverandoli per la scarsa maturità. Dopodiché, si recò al villaggio, per cercare Saryu e controllare che Goku non fosse con lui. Nel racconto confuso di Hakkai, Saryu percepì la presenza imponente di Sanzo: conosceva bene Goku, anche se si frequentavano solo da poche settimane e sapeva che solo il monaco avrebbe potuto costringerlo a fuggire in quel modo.

 

L’uomo si mostrò molto preoccupato e confidò ad Hakkai, che gli aveva sin da subito ispirato fiducia, quanto fosse grande la sofferenza di Goku. Insieme tornarono all’albergo e lì spiegarono agli altri due che Saryu credeva di sapere dove potesse trovarsi il ragazzo; mentre iniziarono ad avviarsi, seguiti anche da Sanzo, Hakkai cercò di spiegare all’uomo che non si sarebbe trovato di fronte il solito Goku.

 

- Non preoccuparti, Goku mi ha spiegato che è una specie di demone. Anche se non l’ho mai visto, non mi sento intimorito. -

 

Quando arrivarono alla radura, lo individuarono subito.

 

- Però, c’hai preso al primo colpo! - si complimentò Gojyo

 

- Non è difficile prevedere le mosse di Goku, ha un animo limpido. Basta semplicemente pensare cosa farebbe un bambino. E’ privo di meschinità ed ero certo che non avrebbe sfogato il suo dolore su altri. -

 

Sanzo ignorò volutamente la frecciata, preferendo perdersi nelle sue riflessioni.

 

Seiten Taisei Son Goku avvertì la loro presenza e, fulmineo, si levò in piedi: la posizione di attacco che aveva assunto non prometteva niente di buono.

 

- Goku - lo chiamò Saryu.

 

Istintivamente l’Essere Eretico si portò una mano al volto, quasi a nascondere la sua vera forma. Incurante degli avvertimenti degli altri tre, Saryu si avvicinò e gli afferrò la mano.

 

- Non coprirti davanti a me, tu sei l’unico che non ha nulla di cui vergognarsi. -

 

Stupendo gli altri, Seiten Taisei Son Goku si abbandono tra le braccia dell’uomo, quasi in cerca di protezione. Per Sanzo tutto questo fu troppo: si avventò verso i due, spintonando Saryu. Gli occhi dell’Eretico si strinsero minacciosi, mentre scopriva le zanne.

 

- Cosa fai animale, mostri le zanne? Vuoi difendere il tuo amichetto? Dai, fammi vedere cosa sei capace di fare - lo provocò Sanzo

 

- Goku -, lo richiamò Saryu, - lascialo perdere. Non vedi che è roso dalla gelosia? -

 

Tutti rimasero immobili, sentendo quell’affermazione. Saryu, si avvicinò ulteriormente all’Eretico.

 

- Ti ho promesso che ti avrei aiutato ad essere felice e l’unica cosa che posso fare per adempiere al mio giuramento, è lasciarti andare. Credevo di poterti proteggere, ma non c’è modo di difenderti dai tuoi stessi sentimenti. Ti ringrazio dei bei momenti, ma non siamo fatti per stare assieme … c’è sempre un unico Sole e magari un giorno troverò il mio -

 

Mentre Saryu si allontanava dal suo ex compagno, passando di fianco a Sanzo sussurrò:

 

- Chiediti quante ferite può sopportare un cuore -

 

Saryu si allontanò con gli altri due mentre Seiten Taisei Son Goku e Genjo Sanzo Hoshi, restarono fermi nella neve, fissandosi. Il monaco rimuginava sulle parole sussurrate da Saryu: per quel che lo riguardava al suo cuore era bastata un’unica ferita, per morire. Anche in questo Goku si era rivelato più forte e lui lo sapeva, considerato che era il fautore di tutte le ferite riportate dal cuore del ragazzo.

 

Sanzo si sedette nella neve, guardando lontano, cercando di capire cosa avrebbe dovuto dire.

Goku continuava ad osservarlo guardingo: si era aspettato una replica velenosa all’insinuazione di Saryu, ma Sanzo sembrava essersene dimenticato; non c’era dubbio che l’atteggiamento strano del monaco innervosiva Seiten Taisei.

 

- Smettila di fissarmi digrignando le zanne - borbottò il biondo, senza guardarlo. - Siediti - ordinò.

 

L’altro era sempre più confuso dallo strano comportamento di Sanzo. Si chiedeva cosa dovesse aspettarsi da lui, non voleva essere nuovamente ferito.

 

- Io sono un debole -

 

Un’ammissione del genere da parte del monaco era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato. Si limitò a fissarlo prudentemente, senza replicare.

 

- Da quando ho perso il mio maestro, ho cercato di avere vicino a me solo persone che sapessero cavarsela da sole. Non volevo più sentirmi responsabile per non aver protetto qualcuno … Poi sei arrivato tu, col tuo richiamo incessante. Quando ti ho visto dietro a quelle sbarre, ho capito che non era un caso: io dovevo occuparmi di te. Non ho mai rimpianto quel giorno, ma poi tutto è cambiato: prima con Homura, che ti ha fatto dubitare di me, poi la tua presa di coscienza … infine la tua storia con quel tipo … Ho capito che tu non hai più bisogno di me. -

 

Seiten Taisei Son Goku ascoltava perplesso quel fiume di parole, così inconsueto per Sanzo, mettendoci qualche secondo a recepirne il contenuto.

 

- Non sei un debole, cerchi solamente di sopravvivere, come chiunque altro. Vorrei poter essere come te … -

 

- Stupida scimmia, perché non capisci? -

 

Mentre Sanzo inveiva contro di lui, Goku allungò una mano posandola su quella del monaco: entrambi fissarono il punto di contatto, le dita candide e curate del biondo e quelle bronzee e artigliate dell’Essere Eretico. Goku si era dimenticato di non avere il diadema e sposto subito la mano, stringendo i pugni sino a piantarsi le unghie nei palmi.

 

Sanzo detestava i demoni e lui era forse qualcosa di peggio, ora attendeva di sentirsi colpire, come era già successo in passato … invece, l’unica cosa che avvertì era una mano tra i suoi capelli.

 

- Tu per me sei sempre una stupida scimmia -

 

- Forse è per questo che sei stato l’unico a sapermi fermare, quando ero senza controllo. Sai, l’unica voce che sentivo era la tua … è sempre stata la tua - mormorò l’altro, nel suo modo così tipico: quel modo che sapeva sciogliere anche Sanzo.

 

Lo sguardo privo di aggressività del monaco lo spinse a condividere con lui i suoi ricordi. Man mano che ascoltava le parole di quella creatura, Sanzo si rendeva conto di quanto grande fosse la sua forza; quanto dolore avesse conosciuto e, nonostante tutto, sapesse ancora sorridere. Avrebbe tanto voluto chiedergli di insegnargli ad amare, ma sapeva di non essere in grado di pronunciare una frase del genere. L’unica cosa che sapeva fare era agire. Senza ripensamenti si allungò verso l’altro e lo baciò.

 

Era strano avvertire le zanne dell’Eretico sulla sua lingua, ma il sapore era lo stesso che si ricordava … era Goku. Sentì il bisogno di approfondire il contatto, di avere di più; quello che non aveva valutato era che Seiten Taisei Son Goku non era arrendevole come il ragazzo della notte prima: la passione sembrava amplificata, gli occhi ferini lo scrutavano brucianti. Senza capire come si trovò soggiogato dall’altro, guidato, dominato.

 

Fare l’amore con Goku era stata un’esperienza stupenda, quasi onirica, farlo con Seiten Taisei Son Goku era sconvolgente: la brama, il desiderio, anche l’amore, erano portati all’esasperazione. Sanzo si sentì affondare in quel vortice, senza possibilità di scampo.

 

Quando si ripresero, Sanzo regalò al compagno uno dei suoi rari sorrisi.

 

- Sai Sanzo cosa mi piace di più del Sole? Che sai sempre che ci sarà: giorno dopo giorno rinasce e splende … anche dopo la notte più buia, anche dopo la pioggia … Risorgerà sempre. -

 

Il monaco sentì il proprio cuore sobbalzare a quelle parole, non si sarebbe mai abituato a tutte le sensazioni che quella stupida scimmia risvegliava in lui. Aveva sempre creduto di poterlo manovrare a suo piacimento, ma ora sapeva che era sempre stato Goku ad averlo in pugno: con la sua dolcezza, la sua spavalderia gioiosa, il suo incondizionato amore. Non avrebbe mai più messo in pericolo tutto questo, ora sapeva che faceva troppo male la vita senza Goku.

 

- Tu sei la mia scimmia - affermò.

 

L’altro fece una smorfia, accettando la dichiarazione di Sanzo per quella che era, senza soffermarsi troppo sulle parole usate. In cuor suo dubitava che il monaco avrebbe imparato a parlare apertamente dei suoi sentimenti, ma avrebbe potuto sopportarlo … finché quella nuova luce accendeva di una tonalità ancor più luminosa il viola di quegli occhi tanto amati, quando incontravano i suoi.

 

- E se ti azzardi a ricordarmi cosa ho detto prima, ti uccido -

 

 In fondo certe cose non sarebbero mai cambiate.

 

 

 

NOTE PERSONALI:

 

Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno letto questa storia e tutte quelle che hanno lasciato un loro parere.

Questo è stato il mio debutto con Saiyuki e so di dover maturare ancora, di imparare ad utilizzare meglio questi personaggi, ma sono contenta di come questa mia avventura è iniziata.

 

Grazie davvero a tutti.

Phemt

 

Naraku_74: grazie per le tue parole ed i consigli. Probabilmente devo prendere più confidenza con questi personaggi e spero che la prossima storia ( perché sicuramente ci sarà una prossima storia) risulti più matura ed approfondita. A presto e grazie ancora.

 

brciolina: sono contenta che ti piaccia e grazie davvero per aver lasciato un commento! Sto già valutando di scriverne altre, l’universo di Saiyuki è pieno di spunti. A presto.

 

Amber: mi auguro che anche la conclusione ti sia piaciuta. Grazie del commento e a presto.

 

Hisoka: grazie comunque. Ciao!

 

 

 

 

 

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