Ef Ti Es

di Chizu_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Era il 15 settembre, e in un appartamento alla periferia di Magnolia i raggi del sole si infiltravano nella stanza di una ragazza.
Il sole accendeva ancora di più il colore arancione della sua camera da letto, e faceva comparire splendidi riflessi sui capelli del color del cielo di quella ragazza quasi sedicenne.
Le sue palpebre tremarono un momento alla luce del sole, e si spalancarono quando furono colte di sorpresa dal suono irritante della sveglia che indicava le 6:30.
Poiché abitava in periferia e non prendeva l’autobus o il taxi o qualsiasi mezzo di trasporto con un motore, ma si recava a scuola in bicicletta (ben 15 minuti di pedalata), si doveva alzare presto, nonostante andasse a dormire tardi.
Si alzò con calma, guardando la sua figura riflessa nell’alto specchio a muro della sua stanza.
I capelli celesti un po’ arruffati dai movimenti nel sonno e i grandi occhi castani assonnati le davano l’impressione di essere appena tornata da una missione pericolosa dopo mesi e mesi senza dormire.
Iniziò a spogliarsi del pigiama rosso con le scritte “LoVe” in nero e si infilò sotto alla doccia calda, che le fece tornare l’abbiocco.
Stava quasi per addormentarsi di nuovo sotto il getto rilassante d’acqua calda, quando le venne l’illuminazione.
Era il primo giorno di scuola!!
Finì di farsi la doccia in fretta e furia, corse nella sua stanza a indossare prima l’intimo blu notte e poi la divisa della scuola.
Le calze nere fino al ginocchio, poi la camicia bianca a maniche lunghe, la gonna blu scozzese, il maglione color panna con i bordi verdi e infine la cravattina blu.
Dopo essersi fatta un caffè per restare in piedi fino almeno a mezzogiorno, stava per uscire di casa con le chiavi, lo zaino, i vestiti, ma sentiva mancarsi qualcosa.
“Umm.. Penso di aver scordato qualcosa.. MA COSA DANNAZIONE?!?”
Con le mani nei capelli si disperava cercando di capire cosa diavolo avesse dimenticato, poi toccandosi bene i capelli…
“LA FASCETTA, MA CERTO!”
Dopo essersi data della scema mentalmente per milioni di volte, andò verso il garage sentendosi completa, con una fascetta arancione tra i capelli.
Pedalava tranquilla tra le strade di Magnolia, per così dire.
Quello era l’orario peggiore: autobus, taxi, auto, moto, motorini, ci mancava solo un aereo e sarebbe stato tutto perfetto!
Levy era partita alle 7:20 da casa sua, con la sua bella bicicletta rossa col cestino davanti, dove aveva riposto lo zaino, e già da più di dieci minuti era per strada, respirando smog e gas di scarichi vari, quando arrivò finalmente all’inizio della salita per la scuola.
Nessuno sarebbe felice dovendo fare una salita in bicicletta o a piedi, ma a Levy piaceva, perché quella strada tranquilla era percorsa solo da pullman e, nonostante odiasse i pullman, i cespugli di ortensie ai lati della strada e gli alberi di pesco le davano una sensazione di pace infinita, facendola rilassare prima dell’inizio dell’inferno: la scuola.
Arrivata all’ingresso si cambiò subito le scarpe, si assicurò di avere ancora tutto e si diresse in segreteria, dove Polyushka, una donna di mezza età con i capelli rosa e dritti come spaghetti, controllava sul computer vari dati non di sua conoscenza.
La salutò con un timido sorriso per poi andare verso la sua classe.
Come tutte le seconde, era al quarto piano del maestoso edificio quale era la Fairy Tail School, per tutti EfTiEs.
Finita la salita dei peschi, ci si trovava davanti a un enorme edificio in pietra, con quattro torrette e un paio di edifici separati, sempre in pietra, ma dall’aspetto moderno, come il resto.
L’edificio più grande aveva cinque piani, al quinto le prime, al quarto le seconde e così via; le torrette spiccavano solo per essere quattro zone limitate con un piano in più, il sesto piano.
In una torre vi era la biblioteca, più grande dell’appartamento di Levy, che è circa 100 mq; in un’altra la mensa; poi un aula musicale e nell’ultima la sala dei professori.
Gli edifici separati erano la palestra, quello più grande, che all’esterno aveva anche una piccola pista di atletica e una piscina, mentre l’altra costruzione, molto più piccola della prima, era il deposito attrezzi per la palestra, dietro al quale erano situati dei lavabi per bere dopo gli allenamenti.
Il luogo che Levy amava, anzi i luoghi, erano due: il tetto della scuola, le permetteva di farsi accarezzare il viso dal vento fresco e di riposarsi le orecchie dopo il trambusto delle lezioni; poi il giardino, ma non tutto, un piccolo posto in particolare.
Quando voleva leggere o rilassarsi andava sempre lì: sotto a un pesco che era stato piantato per sbaglio all’interno del giardino, ma che nessuno aveva voluto togliere per la sua bellezza e grandezza, sotto non vi erano panchine o posti su cui sedersi, per questo Levy teneva nel suo armadietto delle scarpe una borsetta con dentro una salvietta, una di quelle da spiaggia colorate, per sdraiarsi sul soffice prato sotto al pesco godendosi uno di quei romanzi che tanto amava.
Perché si, a Levy piaceva leggere, le piaceva studiare, e per questo le era stata appiccicata in fronte un’ etichetta: secchiona che non sa divertirsi, asociale, apatica.
Anche se lei non era così, in realtà avrebbe tanto voluto farsi parecchi amici e trascorrere intere giornate con loro, come nei libri che adorava.
Ma il suo passato la perseguitava, dall’inizio delle medie era stata perseguitata, era vittima del bullismo, come anche durante il primo anno delle superiori.
E capì che sarebbe stato così anche per il secondo anno, quando sentì due voci a lei note.
-Ci divertiamo con te anche quest’anno, piccoletta.- disse un ragazzo alto leccandosi le labbra.
-Oh si, magari anche più dell’anno scorso, ti va?- la voce maliziosa di un altro ragazzo dai capelli corvini.
Le bastarono due frasi, per capire che non l’avrebbero lasciata in pace.
 
 
Angoletto:
Salve :3 sono Chizu e ho già scritto una Gale, ma mai una long su FT, quindi eccomi qui a cimentarmi in questa roba… stramba. Si è strana questa storia. Non ho idee su come continuarla quindi vedrò cosa fare, inoltre non so quando aggiorno, ci saranno volte dove aggiornerò il giorno dopo, altre anche dopo due settimane perché non avrò ispirazione. Chiedo umilmente scusa in anticipo per il disagio causatovi(?).
Insomma, spero che leggiate questa ff e che sia anche di vostro gradimento, perché no?
Bye♫
Chizu <3 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


E capì che sarebbe stato così anche per il secondo anno, quando sentì due voci a lei note.
-Ci divertiamo con te anche quest’anno, piccoletta.- disse un ragazzo alto leccandosi le labbra.
-Oh si, magari anche più dell’anno scorso, ti va?- la voce maliziosa di un altro ragazzo dai capelli corvini.
Le bastarono due frasi, per capire che non l’avrebbero lasciata in pace.
 
 
Stava solo camminando nei corridoi, quando quei due, come nei quattro anni passati, iniziarono a prenderla in giro e ricoprirla di insulti.
Perché? Beh, il perché non lo sapeva nemmeno lei.
Levy sin da piccola era sempre stata una ragazza solare, felice, senza nessun problema, alle elementari aveva moltissimi amici, e due dei quali, Jet e Droy erano i suoi migliori amici.
Jet aveva i capelli color carota e gli occhi castani, Droy aveva occhi e capelli del medesimo colore, entrambi neri. Facevano tutto insieme, finchè un giorno, uno dopo l’altro, in terza elementare, le si erano dichiarati, e lei, guardandoli negli occhi, li aveva respinti entrambi, dicendo loro che era alla ricerca del principe azzurro che si presentava nelle favole e poi nei suoi sogni.
Non sapeva né come né perché, ma dalle medie Jet e Droy erano cambiati, non subito, però dopo un paio di settimane dall’inizio della scuola, l’avevano trascurata e isolata, spargendo brutte voci su di lei.
“Sei una puttana”
“Stupida secchiona da quattro soldi”
“Ehi, troia, mentre aspetti il principe azzurro, non farti tutto il reame”
Queste erano le uniche parole che le venivano rivolte dall’inizio della prima media, ed erano già passati quattro anni, dall’inizio della sua solitudine.
Levy spesso si chiedeva cosa aveva fatto loro di male, e ripensava al giorno delle loro dichiarazioni, ma poi non le avevano mai fatto nulla, fino alla fine delle elementari.
Avrebbero potuto farle prima del male, no? E invece era il cambio di persone, il giro di amici che li aveva trasformati in quelli che ormai erano bulli prepotenti.
Si riscosse dai suoi pensieri quando si ritrovò davanti alle macchinette, decisa a prendere un succo di frutta per l’intervallo, come al solito.
Tornò in classe, con gli occhi spenti, sembrava che qualcuno la stesse davvero manovrando da lontano, senza nessun libero arbitrio.
In classe ci fu la sorpresa, tutti stavano attorno a un banco, come a guardare un essere di un altro mondo, quando sentì parlare de “la puttana numero 2 di cui tutti parlano, Heartphilia”
Levy si guardò intorno con aria stranita, prima di riprendere il suo lento calvario che la conduceva al proprio banco, lì estrasse finalmente un libro, e piano piano iniziò a divorarne le pagine.
Durante le lezioni solitamente Levy stava attenta, ascoltava i professori, prendeva appunti, ma non quel giorno.
Aveva adocchiato Heartphilia, così pensava si chiamasse la nuova ragazza, due file avanti a lei, accanto a Jun, un ragazzetto spocchioso che si portava tutte a letto, ma a lei, bene o male, non aveva mai fatto nulla, mentre con la nuova vicina di banco, eccome se ci provava.
In fondo Levy non se ne stupì più di tanto. Anche se era una ragazza constatò che la new entry era davvero bella. Innanzitutto, partendo dal basso, due gambe sinuose, da modella, fianchi ampi e vita stretta, salendo si trovava il seno, forse era più corretto chiamarli palloncini quelli che si ritrovava sul petto, una settima?, i capelli dorati lisci fino alle spalle, e i grandi occhi color cioccolato che avrebbero sedotto ogni singolo uomo sul pianeta.
Così, istintivamente, Levy la confrontò con se stessa: lei era bassina, i capelli blu rigorosamente spettinati, gli occhi castani con delle pagliuzze verde prato, il seno pressoché inesistente, era tanto se arrivava alla terza cavolo!, si consolava sapendo che i ragazzi a volte oltre a darle della puttana facevano degli apprezzamenti sul suo fondoschiena, dicendo che era sodo e assolutamente da sfondare, diciamo che dalla vita in giù aveva abbastanza autostima, le gambe dalla pelle nivea e i fianchi compensavano l’altezza (meglio dire bassezza) e la tavola da surf.
Si sentì improvvisamente depressa con quel confronto involontario.
Come potevano infastidire una ragazza bella come la nuova Heartphilia?!
Mentre si piangeva addosso in silenzio, giunse il momento dell’intervallo, quando iniziò a incamminarsi sul tetto, andando a sbattere contro qualcosa di decisamente… morbido.
-Oh, s-scusami..- farfugliò piano Levy.
-Scusami tu..-
-Ah. Tu sei.. Erm… Heartphilia giusto?- chiese Levy col dubbio di aver capito male il nome.
-Si sono io, il tuo nome invece?- esordì con un sorriso smagliante.
-I-io sono Levy.. McGarden.- disse insicura.
-Posso chiamarti solo Levy? Io sono Lucy!-
-Eh? Certamente Lucy, però vedi.. è meglio se mi stai lontana, non vorrei trascinarti all’inferno…-
-Tranquilla, ci sono già, andiamo da qualche parte?-
-Si, ma solo se mi racconti. Andiamo sul tetto.- mentre Levy parlava già la stava trascinando nei corridoi, venendo fissata da tutta la scuola che si chiedeva in contemporanea come mai una gnocca come Heartphilia fosse in compagnia di quella sfigata della McGarden.
Arrivate sul tetto si sedettero e iniziarono a parlare del più e del meno, scoprendo di avere molto in comune, la lettura ad esempio, a Levy piaceva praticamente di tutto, mentre Lucy andava più per i romanzi rosa, quando Lucy a un certo punto cominciò a raccontare.
-Sai, io non sono del tutto nuova, ho già fatto le elementari nell’istituto Fairy Tail, poi però mio padre voleva che ereditassi i beni della famiglia e la sua società di conseguenza, ma io non volevo, quindi quest’anno beh… sono scappata.-
-Ah… Aspetta aspetta!! Non dirmi che tu sei quella Lucy?! Quella che da piccola aveva gli occhiali e metteva sempre vestiti strambi coi merletti?!?- esclamò Levy stupita.
-Erm… E’ la mia precisa descrizione delle elementari… Mi sembra di averti già vista…
….
….
Levy-chan?! Non puoi essere tu!! Sei cambiata un sacco!- si ridestò Lucy dai suoi pensieri.
-Lu-chan! Cavolo siamo così cambiate! Mi sei mancata un sacco! Dovremmo proprio pensare a veder-
DRIIIIIN
-MA PERCHE’ SUONI NEI MOMENTI PIU’ BELLI?!-  urlarono insieme le due, per poi guardarsi e scoppiare a ridere, riportando le loro menti ai vecchi tempi.
All’uscita da scuola gli studenti guardavano sbigottiti la fredda Levy McGarden, perché finalmente, in compagnia di Lucy, aveva ricominciato a sorridere, dopo quattro lunghi anni passati con una gelida espressione sul volto.
 
 
Angolo della matta:
ciao a tutti quelli che hanno letto!
Mi è venuta questa idea, quindi ho deciso di farle diventare amiche di vecchia data, non so come XD
Passiamo ad altro. Non ci sono ancora i boys in questo capitolo, tranne un accenno a Jet e Droy (ho cambiato i loro caratteri, ma non abbiate paura ^^’’).
Sinceramente, non so come mi vengono queste strambissime idee.
Ci saranno errori di battiura, forse, anzi, sicuramente D:
Vi chiedo perdono e non uccidetemi con un esercito di elefanti da lancio(?), abbiate pietà per una povera ragazza che sta facendo sta pazzia.
Bye ♫
Chizu <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Scusatemi lettori, non mi sono mai dimenticata della ff, ma non ho mai avuto tempo, tra la scuola sfiancante, l’oratorio ancora di più e accompagnare i bambini in montagna non è rilassante, ve lo assicuro.
Comunque ecco qui il terzo capitolo.. molto in ritardo, scusatemi ancora >.<
Vi lascio alla storia, buona lettura.


 
Levy e Lucy avevano deciso di passare insieme il pomeriggio, il primo insieme dopo quattro anni.
Alle elementari erano amiche, e nelle loro menti si facevano avanti ricordi sfocati di altre due ragazze, una castana e l’altra aveva i capelli blu, poco più scuri di quelli di Levy.
Esplorando i meandri delle loro menti si raccontarono tutto, ogni singolo fatto successo in quei quattro anni di lontananza.
Lucy andava in una scuola per ricchi snob e aveva passato quattro anni d’inferno, tra tutti gli insulti per il suo corpo troppo sviluppato, anche se in realtà era solo invidia.
Levy era sempre stata alla Ef Ti Es, anche se oltre agli insulti c’erano anche dei pestaggi a volte, e si notò l’espressione sconvolta di Lucy quando Levy le disse che erano stati Jet e Droy a ridurla così, triste e fredda.
Passeggiarono per le vie di Magnolia tutte contente, mentre parlavano di vestiti e scarpe e cibo, quando notarono che erano le sette di sera e dovevano mangiare, quindi camminarono fino al Lamia e misero qualcosa sotto ai denti.
Sedute a quel tavolino vicino alla finestra, all’improvviso Lucy chiese a Levy
-Erm… Cosa volevi dire prima con ‘non voglio trascinarti all’inferno’?-
-Oh, è che a scuola non ho un amico, sono piuttosto ehm.. secchiona… per questo me ne fanno di tutti i colori e non vorrei che si riversassero anche su di te se ti vedono in mia compagnia, capisci?- le spiegò con un triste sorriso.
-Capisco, ma … Ti ho detto che andavo alla Saber, no? Lì i ragazzi mi prendevano in giro perché mi piace studiare, mentre le ragazze mi davano della troia, pensavano che mi fossi fatta tutta la scuola, quando in realtà non sono uscita con nessuno per quattro anni.
Però ho fatto amicizia con Yukino là, è molto dolce, e le piace Sting Eucliffe, quello che ha iniziato a deridermi tirandosi dietro tutti gli altri.- parlò Lucy con la stessa espressione di Levy, che rimase stupita da come Lucy le raccontasse il suo passato, senza nessun risentimento.
-Lu-chan, non sei arrabbiata per quello che ti hanno fatto?- la domanda.
-Un po’ si, ma non posso farmi fermare da quelle teste di cazzo.- la risposta (molto delicata).
Dopo aver riso ancora per il linguaggio molto signorile di Lucy si dovettero separare, perché lavoravano entrambe, in fondo vivendo da sole dovevano pur mantenersi in qualche modo.
Così si scoprì che Lucy lavorava all’osservatorio come segretaria per gestire i documenti, mentre Levy faceva il turno serale alla libreria del centro commerciale, un lavoro coi libri era il più adatto a lei, no?
Guardò l’orologio sulla parete, e Lucy si disse mentalmente che doveva andare a casa, insomma, erano le 23.00 e doveva arrivare l’altra ragazza per il turno di notte, quindi prese il suo zaino e filò a casa, dove fece i compiti in malo modo per trascinarsi fino al letto con le coperte rosa, dove si addormentò poco dopo.
Levy invece aveva il turno in biblioteca fino alle 23.30 e, consigliando libri a destra e a manca, notò che era giunta l’ora di rincasare, per fare i compiti e dormire.
Studiò fino all’una circa, poi si cambiò e mise il solito pigiama rosso, per infilarsi sotto le coperte e cadere tra le braccia di Morfeo.
 
Il giorno dopo …
Levy pedalava come una matta per le strade super trafficate di Magnolia alle 7.54 del mattino, per evitare un ritardo a scuola.
Era sul cancello della Ef Ti Es, quando …
-AAAAHIOOOO!!- un urlo. Un urlo di Levy. Che era caduta. Dalla bicicletta.
La piccola Levy si rialzò, un po’ ammaccata, e controllò la sua bicicletta.
Dire che era in pessime condizioni era poco, insomma, le si era staccata la ruota davanti!!
Fu in quel momento che una voce grave le domandò
-Ohi. Serve una mano?-
-Eh? Ah.. No grazie..- rispose lei timidamente, ma chi era quel tipo? –Ehm.. chi sei..?-
Il ragazzo che le stava davanti l’aveva già visto molte volte a scuola, quando passavano lui e altri tizi tutti si spostavano, manco fossero i Mosè del secolo.
Era alto, ben piazzato, i capelli corvini lunghi e sparati lungo la schiena, vari piercing sul viso e gli occhi erano… Rossi.
-Redfox.-
-Ah. Gajeel Redfox giusto?-
-Mm. Posso ripararti la bici.-
-No, non ce n’è bisogno, oggi la porterò al negozio e la faccio riparare..- cercò di sviare Levy.
-Io lavoro in quel negozio.- rispose fermo lui.
-Oh. A-allora la affido a te- gli rispose timidamente.
-Erm… Redfox-san… come mai mi aiuti?- chiese titubante lei, magari voleva qualcosa in cambio, o la voleva rapire, la voleva imprigionare e..
-Perché hai fatto un volo di quasi sei metri?!- ironizzò Gajeel –E poi, chiamami solo Gajeel.-
-O-ok Gajeel… kun.. Grazie allora..- rispose imbarazzandosi un po’.
“Perché diavolo sto parlando con un tipo spaventoso come Redfox?!”
-Di nulla gamberetto.- ghignò in risposta.
-C-come mi hai chiamata?!-
-GAM-BE-RET-TO.-
-Guarda che ho un nome! Mi chiamo Levy sai?!-
Iniziò ad arrabbiarsi gonfiando le guance già rosse, mentre tutti li guardavano bisticciare nei corridoi sul nome del.. gamberetto.
Insomma, non si vedeva mica tutti i giorni il terrificante Gajeel Redfox di 2^C camminare fianco a fianco dell’insignificante Levy McGarden di 2^B.
Arrivarono prima alla classe di Levy, poiché le porte seguivano l’ordine alfabetico, e lei lo congedò con una linguaccia e un’occhiataccia fulminante, mentre lui si sporse all’interno della classe della piccoletta.
-Ciao piccolo gamberetto!- gridò con il suo tipico ghigno stampato in faccia.
-SPARISCI!-
 
Per le prime tre ore di lezione non aveva fatto altro che pensare al bizzarro incontro con Gajeel, e al fatto che poi avrebbe dovuto raccontare tutto a Lu-chan, che ogni tanto si rigirava con uno sguardo malizioso per osservare Levy persa ormai nel mondo dei sogni.
Non ci aveva mai fatto caso, ma anche Gajeel & Co picchiavano a scuola.
Forse non ci aveva mai pensato perché era troppo impegnata a essere schiaffeggiata e calciata nel retro della palestra da altre persone.
Però ora che ci pensava, aveva parlato e bisticciato con un bestione buzzurro che era esattamente il suo opposto.
Lei timida, imbarazzata e debole; lui strafottente, coraggioso e forte.
Lei che veniva bullizzata e lui che, invece, pestava il primo che lo infastidiva.
 
 
Angoletto di Chizu J
Buonciao come sempre ^^
Erm, si, li ho fatti incontrare in un contesto bizzarro ma che avevo già in mente ^^’’ sono preoccupante lo so… ^^’’
Nulla, ringrazio le anime pie che hanno inserito questa ff tra le seguite e quelli che hanno recensito, anzi, quellE XD
Ora vi saluto perché non ho nulla da dirvi ^^
Recensite e ditemi se vi gustava ;)
Bye♫
Chizu <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Era ormai passata una settimana da quando Lucy e Levy si erano ritrovate e, lentamente, stavano ridiventando amiche.
Si erano anche trovate a ‘studiare’, tra virgolette perché la bionda aveva costretto Levy a raccontarle del suo incontro con Gajeel.
“Ora che ci penso.. non ho più parlato con quel buzzurro, mi ha anche aggiustato la bicicletta, e poi è proprio.. MA CHE DIAVOLO VADO A PENSARE?!” avvampò all’istante di fronte a una Lucy alquanto sconvolta dal suo comportamento.
Insomma, era passata una settimana, era mercoledì e alla seconda ora avevano la terribile Aquarius per la verifica di matematica.
Dopo le prime tre ore infernali, la 2^B si trascinò fuori dalla classe, tutti tranne una minuta ragazzina dai capelli blu, alias Levy.
Lucy la fissò stranita e la prima domanda fu:
-Ma non sei preoccupata per matematica?-
-Eh? No, ho studiato.- rispose con naturalezza l’altra.
-Tu non sei normale…- affermò Lucy sconsolata.
-Oh, lo so già!- le sorrise Levy di rimando, facendo ridere Lucy.
-Lucy, quest’intervallo vado a ringraziare il buzzurro, in fondo mi ha rimesso la ruota alla bicletta..- iniziò Levy.
-Vengo anche io, così mi faccio un’idea di chi è!-
-Ooookay..-
Dopo aver sbirciato nella 2^C, Levy avvistò il raro esemplare di buzzurro intento a bersi un succo di frutta, quando un’altra voce fece capolino dalla sua schiena.
-Ohi ferraglia vieni qui!-
-Che diavolo vuoi, fiammifero?! Oh. Nanetta che ci fai qui?- domandò incuriosito.
Levy venne prontamente circondata da un’aura maligna, che cercò di reprimere, facendola così tornare nel suo corpo, per poi ringraziarlo seccamente per la bicicletta e andarsene, quando vide Lucy fissare imbambolata un punto davanti a lei.
-Lu-chan, cosa stai guardando?- chiese Levy.
-Neh, Levy-chan, quello era Dragneel vero?- rispose lei imbambolata.
-Erm.. si ma, perché questa domanda?-
-Era alle elementari con noi! Solo lui può mettere la sciarpa in ogni stagione, Levy!-
-Oddio, è vero!! Ma perché non ci ricordiamo delle persone noi?!- disse Levy sbattendosi una mano in faccia.
-Tu non le ricordi! Io me li ricordo, anche erm… le due bambine dai… Juvia e Evergreen…-
-Oddio quelle due! C’era anche un altro ragazzo dai… Quel Fullbuster.. come diavolo faceva di nome?!-
-Gray Fullbuster!!- gridarono in coro.
-Conoscete il ghiacciolo?-
-Da dove cavolo sbuchi tu, Dragneel?- rispose acida Lucy.
-Da dietro di te. Ohi ferro vecchio, queste due conoscono il ghiacciolo!!-
-Ooh! Davvero?!- domandò Gajeel stupito.
-Ce lo siamo ricordate, come ci siamo ricordate anche di Juvia ed Evergreen.- spiegò paziente Levy, che cercava di calmare i bollenti spiriti come Lucy.
Solo allora notarono che tutto il quarto piano stava guardando quello strano quartetto.
“Due puttane e due donnaioli” sentirono sussurrare Gajeel e Natsu, avevano un udito e un olfatto strabilianti, di cui nemmeno loro si capacitavano, forse dovevano compensare la loro poca intelligenza.
-Stavate parlando di me?- dal nulla arrivò una ragazza alta, con un corpo ben sviluppato (che fece scendere l’autostima di Levy sotto la suola delle scarpe), i lunghi capelli mossi e castani, gli occhi anch’essi castani un po’ allungati e un paio d’occhiali tipo quelli da professoressa.
-Ehm… Chi sei?- chiesero i quattro in coro, poi Gajeel notò dietro di lei un ragazzo grosso e muscoloso, dai capelli bianchi e sparati, con una cicatrice sul volto.
-Oh. La bestia.- disse fra sé e sé.
-Ohi ragazzi!!- esclamò l’albino.
-Elfman? Elfman Strauss?!- urlarono in coro le due ragazze.
-Si.. voi sareste..?-
-Io sono Lucy Heartphilia, lei è Levy McGarden.- presentò Lucy.
-Non vi riconoscevo! Ragazzi, comunque lei è Evergreen, la mia ragazza.- disse ricevendo un ceffone un po’ troppo forte dalla suddetta.
-Levy, Lucy, siete davvero voi? Com’è che non ci siamo mai viste?!-
-Non lo so Ever… Fai il linguistico?-
-Ah, si, sono nell’altra ala della scuola, ma almeno all’entrata dovremmo beccarci.-
-Che strano.. Eheheh..- rise Levy grattandosi la testa –Fa niente dai, se oggi ci mettessimo a mangiare insieme? In fondo c’è la mensa..- propose Levy, con nel cuore la speranza di venire accettata almeno dai suoi amici d’infanzia.
-Ever, posso venire anche io allora?- si fece largo la voce di Elfman.
-Certo che puoi venire, Elfman!- esclamò convinta Lucy, ricevendo sguardi d’approvazione dalle altre due ragazze.
-EH NO, ALLORA VENIAMO ANCHE NOI!- sbraitarono in sincro Natsu e Gajeel.
-O-ok..- rispose timidamente Lucy, imbambolandosi un’altra volta a guardare Natsu, mentre Levy le lanciava occhiatine maliziose.
 
Così, dopo altre due ore di noiose lezioni, i ragazzi si ritrovarono in mensa, tutti quelli del primo e secondo anno aprirono la strada al passaggio dei tre ragazzi, seguiti da Evergreen, che era famosa per essere una ‘bomba’ e da Lucy e Levy, che erano delle celebrità per essere ‘insignificanti puttanelle da due soldi’.
Così partirono insulti di vario genere, ma le ragazze non li ascoltarono e, dopo aver preso i loro vassoi colmi di cibo, quanto cavolo mangiavano quei tre ragazzi?!, si avviarono verso il tavolo.
Dal tavolo dietro il loro arrivavano voci su voci, e non buone, finché la blu non si ritrovò a nuotare in un mare di frappé, rovesciatole in testa da una ragazza sconosciuta del tavolo delle voci.
Solo allora Levy, la piccola, dolce e indifesa Levy, iniziò a parlare.
-MA PORCA TROIA! Che cazzo ti ho fatto si può sapere?!-
-…- l’altra ragazza rimase a fissarla come un baccalà, per poi risponderle in malo modo.
-Beh, già esisti, penso che sia abbastanza, no?-
-Tu brutta …- la fissò Levy con astio, sotto lo sguardo sconvolto, anzi terrorizzato dei suoi nuovi amici e interdetto di praticamente tutta la mensa, che, all’affermazione della mora sconosciuta, scoppiò in una fragorosa risata.
Levy si risedette, pensando che ormai non valeva più la pena di iniziare una discussione.
-Scusatemi ragazzi. Io vado, non vorrei causarvi un sacco di guai.- sussurrò la ragazza sorridendo tristemente, per convincere le lacrime a non uscire lì, in quel posto, davanti a tutti.
Non avrebbe mai mostrato il suo dolore a quelle persone insensibili, che non sapevano nemmeno della sua esistenza, che per lei erano estranee.
Si incamminò lentamente nei corridoi, sentendo ancora le risate provenire dalla mensa, forse stavano ridendo anche i ragazzi al suo tavolo.
Lucy stava ridendo? Una fitta al cuore.
Gajeel stava ridendo? Una fitta al cuore, più forte, accompagnata da una lacrima solitaria che solcava la guancia destra.
I suoi pensieri vennero interrotti bruscamente, quando, nel corridoio al terzo piano, un individuo le tappò la bocca con un fazzoletto, mentre l’altro la sollevò di peso, per portarla chissà dove.
Anche se Levy già lo sapeva dove sarebbe stata, e anche dove si sarebbe risvegliata.
 
 
Angolo autrice J
Saaaalve a tutti u.u
So che è strano, ma ho deciso di inserire Elfman e Evergreen, insomma non si vedono mai in giro, qui si e.e
Questa scena mi è venuta in mente guardando lo spezzone di un film, e poi ci ho fatto su tutto il resto.
Ringrazio le anime buone che hanno letto, quelle che hanno inserito la storia tra le seguite e quelle che hanno anche avuto la voglia di mettere una piccola recensione, che mi fa sempre piacere.
G: Ma dove cazzo hai mandato la nana, eh?!
Io: Susu non ti arrabbiare ^^’’ e torna nella storia!
L: Natsuuuu torna quiii!! Dobbiamo ancora parlare!!
N: Pizzaaaaa!!
G: Dov’èèè?!?
El: Amore andiamo a fare un giro?
Ev: Mani a posto o ti pietrifico..
N: Ma dov’è la mia pizzaaa?!
L: Torna quiiiii!!
Io: tornatevene tutti nella storia!!
Tutti: Aye sir!

*coff coff* Al prossimo capitolo e.e
Bye 
Chizu <3
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Al tavolo regnava il silenzio. Nessuno l’aveva difesa, nessuno aveva parlato, visto come Levy si era rivoltata contro quella ragazza. Pensavano che quella piccola ragazza fosse una tigre, e così era, ma anche le tigri, quando sono piene di ferite, smettono di lottare.
Così la videro allontanarsi, dopo aver detto loro che ‘non voleva causare dei guai’.
-Neh Lucy, ma che le è preso?- domandò Natsu, rompendo così il silenzio di quel tavolo, tavolo che, con quei tre ragazzi, dovrebbe essere stato il più casinista di tutti.
-Levy non sta messa bene, a scuola, Natsu, penso che voglia stare un po’ sola sul tetto adesso..- rispose Lucy, anche lei reprimendo le lacrime.
-Non sapevo che Levy stesse così male a scuola..- si intromise Ever.
Solo allora i quattro ragazzi si accorsero di una cosa.
-Ma.. Dov’è la ferraglia?- Elfman espresse la domanda che tutti avevano in mente.
-Sarà corso dalla piccoletta, bestia.. Lucy, cos’ha Levy?- Natsu tornò a guardarla negli occhi, con una serietà che non gli apparteneva, in fondo le conosceva solo da un giorno, escludendo le elementari, perché gli interessava così tanto? Lui era un ragazzo distruttivo, che non si fermava davanti a nulla, non aveva paura di niente, ma in quel momento non sapeva cosa fare, quando le lacrime iniziarono a scorrere sul volto di Lucy si era pietrificato, gli si era fermato il cuore.
E così Lucy, tra i singhiozzi, raccontò ai tre quello che aveva passato Levy in quattro anni, senza che nessuno se ne accorgesse, aveva parlato loro dei pestaggi e degli insulti, che non facevano altro che diminuire la già poca autostima e sicurezza di quella fragile ragazza dai capelli blu.

Evergreen e Elfman si alzarono dal tavolo, lasciando lì il loro cibo, e corsero a cercare Levy, setacciarono la scuola, il tetto, il cortile, niente. Di lei nessuna traccia.
Si imbatterono in Gajeel, nel corridoio al secondo piano, che tentava di trovarla ovunque, ma senza riuscirci.
Tornarono in mensa, mentre Natsu stringeva forte Lucy per calmarla e rassicurarla, e c’era anche riuscito, quando Gajeel ammise sconfitto:
-Non l’abbiamo trovata.-
E in quel momento Lucy si disperò.
Quella che, nonostante gli insulti che le avevano rivolto appena arrivata, le aveva parlato: Levy.
Quella con cui si trovava nei pomeriggi: Levy.
Quella che ascoltava le sue lamentele: Levy.
Quella che sapeva farla ridere davvero dopo tanto tempo: Levy.
Le lacrime ripresero la loro corsa sulle vie tracciate in precedenza.
Mentre gli altri ragazzi tentavano di capire dove si fosse cacciata quella piccola ragazza che, effettivamente, poteva intrufolarsi ovunque, Lucy ebbe un brutto, bruttissimo presentimento.
Chiese i numeri di cellulare di tutti, per sapere se qualcuno l’avesse vista rientrare in mensa, mentre lei andava a cercarla, immaginando l’unico posto dove poteva essere.
Nel frattempo..
L’avevano trascinata con forza, mentre lei si dimenava con tutte le sue forze per sfuggire al dolore.
Non poteva urlare. Anche se avrebbe voluto terribilmente urlare il nome di Lucy, di Gajeel, di Natsu, o semplicemente chiedere aiuto. Ma non ci provò nemmeno, consapevole del fatto che se solo qualcuno l’avesse sentita, non avrebbe fatto altro che aiutarli.
Perché Jet e Droy erano davvero delle bestie.
Non sapeva perché lo facevano, eppure, oltre al dolore fisico, un male ancora più forte le stringeva il cuore, erano quattro lunghi anni che voleva salvarli da quel giro, voleva riportarli alle origini, ai loro veri ‘io’.
Non ci era riuscita e per quattro anni era andata avanti così.
L’anno prima, se lo ricordava bene, le avevano detto “Vedrai l’anno prossimo, come ci divertiremo, ancora di più.”
Ma non pensava in quel senso.
Era ormai mezz’ora che stava lì, a farsi picchiare dai suoi due ex-migliori amici.
Le sanguinava il naso, la bocca, le faceva male il petto, preso a calci per innumerevoli volte, le gambe erano sbucciate su quasi tutta la loro superficie, perché l’avevano trascinata e calpestata sui sassi.
E adesso era lì, con la testa appoggiata al lavabo grigio, mentre i suoi occhi si erano spenti,erano diventati vuoti.
Jet si avvicinò pericolosamente al suo viso, per leccarle una guancia tremolante, e sussurrarle in un orecchio “adesso viene il bello.”
Sentì un solo rumore, qualcuno stava slacciando una cintura, poi svenne.
 
Quando i due videro che era svenuta, si bloccarono, si guardarono e con uno sguardo si dissero che così non sarebbe stato divertente, ma almeno una parte di quello che volevano l’avevano guadagnata.
La lasciarono lì, inerme, sporca di sangue, con la gonna sollevata e la camicia slacciata, senza una scarpa.
 
Erano circa le cinque del pomeriggio e quei cinque ragazzi erano ancora a scuola, avevano raccontato ai professori, ma nulla, loro dicevano “sarà tornata a casa” con fare disinteressato, e li avevano cacciati via.
Elfman doveva andare al lavoro, e Evergreen doveva badare ai suoi fratelli, Fried e Bixlow, quindi dovettero tornare a casa.
Gli altri tre restarono a scuola, per cercare di capirci qualcosa.
Lucy non l’aveva trovata nemmeno sotto al pesco di cui le aveva parlato Levy, era così sicura che fosse lì, sicura che l’avrebbe trovata a leggere uno dei suoi mattoni per restare calma, ma non c’era.
Quando la videro tornare senza Levy, la guardarono preoccupati.
Gajeel aveva degli occhi che nessuno aveva mai visto, incutevano timore.
Troppa paura, per essere solo gli occhi di un ragazzo sedicenne, ma Lucy non avrebbe mai scordato quello sguardo che le aveva perforato l’anima, ancora prima che potesse parlare, alla ricerca di un dannatissimo “Era là, ma non vuole venire con noi”, invece no.
Gli occhi di Gajeel esprimevano preoccupazione, ma, allo stesso tempo, quegli occhi già cremisi si erano tinti di un nuovo colore: il colore dell’inferno. Erano più rossi del rosso stesso, e in quel momento , se solo Gajeel avesse voluto, avrebbe potuto uccidere qualcuno.
Ma cosa gliene fregava a lui di quella piccoletta dai capelli color del cielo?
A differenza degli altri, non aveva frequentato le elementari o le medie con lei, non la conosceva per niente, sapeva solo il suo nome, che oltretutto lui non usava.
Ma gli teneva testa, non si spostava con un’occhiata, al primo incontro non l’aveva respinto, non aveva la paura negli occhi, nonostante fosse piccola e indifesa.
Gli aveva parlato, gli aveva sorriso. La prima, forse l’unica persona che lo guardava senza il terrore, l’unica ragazza si intende.
Eppure, voleva difenderla a tutti i costi, non sapeva il perché, voleva solo stringerla e calmarla, curare le sue ferite, non sapeva come, ma l’avrebbe fatto.
Perché pensava quelle cose? Gajeel non aveva mai pensato ad una ragazza, eppure a lei si.
 
-ODDIO CHE SUCCEDE QUII?!?-  un urlo squarciò la tensione che aleggiava in quella classe, facendo scattare tutti in piedi.
Proveniva dalla palestra, una donna, una bidella, aveva urlato vedendo quella scena raccapricciante.


-Signora che succede?!- la implorò Lucy con fiatone.
La bidella si limitò a indicare lo sgabuzzino, dicendo solo –dietro..- con le lacrime che sfuggivano copiose dai suoi occhi.
Gajeel e Lucy si fiondarono nel luogo indicato, mentre Natsu chiamava l’ambulanza, come indicatogli dalla signora.
Natsu non sapeva cosa stavano osservando i suoi amici dietro a quello sgabuzzino, finché non li raggiunse.
-Oh mio..-
-NATSUUU! *sigh*C-Come hanno potuto loro..Come m-mi sono pot *sigh* potuta dimenticare…?!- gridava Lucy in preda al panico a un Natsu che era rimasto fisso come un baccalà a osservare.


L’aveva vista, e una furia omicida si impadronì del suo corpo, solo ira per quelli che l’avevano ridotta così.
Come poteva un gamberetto come lei sopportare quelle torture? Da quanto poi? Quest’ultima domanda fece scattare in lui l’allarme.
-Coniglietta, da quanto va avanti..?-
-D-da quat-tro anni…- rispose intimorita la bionda.
Come si erano permessi di ridurla così? Per quattro anni si ritrovava così al suo risveglio?
Portato da questi pensieri le si avvicinò, e una terribile sensazione l’avvolse. E se fossero andati più in là? Cos’era successo? La gonna, la camicia… Poteva benissimo essere stata stupra- Non voleva nemmeno pensarlo.
Gli doleva il cuore già alla scena della ragazza ridotta in quelle condizioni da due maniaci del cazzo, ma quando pensò che forse si erano spinti oltre… Una terribile fitta, come un infarto, colpì il suo cuore, che non faceva tante scene a vedere i corpi dei ragazzi in quelle condizioni.
Ma, innanzitutto, lui non aveva mai alzato le mani su una ragazza, su Levy poi.. non ci pensava nemmeno, solo il pensiero lo spaventava.
Chissà perché poi, a pensare di ammazzare quella che in mensa l’aveva fatta scappare e l’aveva insultata, il suo cuore non faceva una piega, era quasi felice.


Quando l’ambulanza giunse sul posto, i medici si stupirono della gravità della situazione.
Dovettero strappare la ragazza dalle mani di Gajeel per portarla in ospedale.
Era svenuta, e ancora non si era risvegliata, ma il suo cuore batteva ancora, solo non aveva coscienza.


Quando Lucy la vide andare via in ambulanza le cedettero le ginocchia, e sperò con tutto il cuore che la sua amica si risvegliasse.
Quando ormai aveva finito le lacrime, con gli occhi rossi e gonfi, tremolante e infreddolita, un tepore la riscaldò improvvisamente, e si lasciò cullare, almeno fino al momento in cui non scoprì che quel calore era fornito da –Natsu..-
-Tranquilla Lucy, vedrai, starà bene, Gajeel è andato con lei.- la rassicurava abbracciandola.
-Mi dispiace, lei è così… Dolce… Come hanno potuto..?- sussurrò lei, più a sé stessa che al rosato.
-Andiamo, ti riaccompagno a casa, oggi devi essere sconvolta, anche io dopo tutto…-
-Mm..Ok. Grazie, Natsu.-
Così si avviarono verso la casa di Lucy, con le espressioni sconvolte, cupe.
Non parlarono molto, tranne sotto l’appartamento di Lucy, quando Natsu le raccomandò di dormire e di stare, o almeno provare a stare, tranquilla, quando anche lui era in preda all’agitazione, ma per placare quelle lacrime avrebbe fatto di tutto, non sopportava vederla piangere.


All’ospedale.
 
Si svegliò piano, aprendo lentamente gli occhi, ma acquistando in fretta lucidità.
Si ricordò di come l’avevano picchiata, di come le avevano slacciato la gonna e strappato la camicia, del rumore della cintura.
Istintivamente cercò di alzarsi, da sola, come aveva già fatto sempre, tutte le volte che la lasciavano in quel posto ferita e addormentata.
Si ricordò anche di aver sentito gocce calde caderle sul viso, ma non era sicura, era solo una sensazione, nessun ricordo.
Solo dopo essersi messa seduta, dopo un forte capogiro, si rese conto di non essere a scuola, e accanto a lei, dall’altra parte della stanza azzurrina, una persona seduta su una poltrona, addormentata.
Ma era piuttosto buio, e la poltrona era nell’angolo buio di quella che poteva essere una stanza d’ospedale, a giudicare dal lettino con le lenzuola candide e le fasciature che si ritrovò sul corpo.
Non seppe identificarla, finché non ne sentì la voce, e un nomignolo che immediatamente le diede sui nervi.


 
Angolo autrice:
Macciao ^^
Dunque, come promesso ho aggiornato oggi, un capitolo un po’ violento, ma anche sentimentale, dai ;)
Avrete capito tutti chi ha pronunciato l’irritante nomignolo alla fine, e avrete anche compreso qual è XD
Ma non spoilero nulla e vi lascio all’immaginazione, se mai recensirete ditemi cosa pensate possa succedere nel prossimo capitolo.
Vi lascio alle vostre attività serie u.u
Bye
Chizu <3
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


-Gamberetto!-
Solo a sentire questo strano, buffo e stupido nomignolo, Levy si irritò terribilmente, però poi si ricordò di essere all’ospedale, allora quel soprannome la intenerì e la fece pensare.
-Che ci fai qui Gajeel?- disse con voce assonnata.
-Ti ho accompagnata qui, resto anche per la notte va bene?-
-No, vai a casa tranquillo, sono abituata eheh..-
-Lucy me l’ha detto, guarda che non è una bella cosa Levy.- ora era arrabbiato.
-Lo so, ma che ci vuoi fare? Funziona così. Che ore sono in ogni caso?-
-Sono le nove e mezza più o meno. E non è vero che funziona così. Perché fai così da quattro anni? Non potevi fare come con quella ragazza di oggi?-
-Cosa vuoi che faccia una come me?! Mi hai vista?!- iniziò a sbraitare Levy.
-Calmati, siamo in ospedale- disse avvicinando la sedia al lettino –Che hai che non va?-
-Sono piccola, debole e non riesco mai a combinare nulla quando si tratta delle persone, non posso andare contro quei due. Mi sono arresa da quattro anni, lasciami così per piacere.- spiegò singhiozzando la blu.
-Facciamo una cosa. Adesso hai ritrovato Lucy, Natsu, Ever e Elfman.-
-E te.- lo interruppe.
-Io che c’entro? Ti ho solo riparato la bici! E sono io che ho trovato te!-
-In ogni caso ci sei anche te adesso..-
-E va bene, ci sono anche io, anche se non ti conosco proprio per niente. Comunque volevo dire che adesso non sei più da sola, no? Puoi contare anche sugli altri, tanto siamo tutti in condizioni non esattamente buone a scuola, mica siamo gente normale!!- esclamò Gajeel arrossendo un poco.
-Ehm.. si, lo so, ma non voglio procurarvi danni e..- ricominciò a piangere lei.
-Non ci farai nulla, tranquilla, io il mio sostegno te lo do più che volentieri, gamberetto.-
-Grazie… Ma non chiamarmi gamberetto diamine!!-

-Scusi un attimo… Redfox?- chiamò un medico.
-Si mi dica.-
-Esca un attimo che le diamo delle comunicazioni.-

Gajeel e il medico uscirono dalla stanza, lasciando Levy da sola a pensare. Gajeel si era offerto come aiutante?! Gajeel? Quel Gajeel Redfox che va in giro a (quasi) ammazzare la gente? Di certo era un alleato comodo, però.. In lui c’era qualcosa di diverso, come se fosse diventato così a causa di qualcosa, ma si capiva che era uno dal cuore tenero in fondo.

-Dunque, la signorina McGarden ha riscontrato lesioni su quasi tutto il corpo, non sono molto gravi, ma ha battuto la testa e dovrà stare a riposo per una settimana, non totalmente ferma o confinata a letto, ma niente lavoro o attività fisica, se deve proprio andare a scuola, che qualcuno la sorvegli per l’amor di Dio! E’ sempre qui!-
-Capisco… Se posso, vorrei chiederle una cosa..-
-Certo, chieda pure.-
-C’è stato, come dire… altro… oltre al pestaggio?-
-Ah. No nulla del genere, è intatta, probabilmente si è salvata da questo solo perché è svenuta.-
- Mm.. Grazie. Posso tornare nella stanza?-
-Si, vada pure. Vuole da bere?-
-No, al massimo mi alzerò dopo. Arrivederci.-
-Arrivederci.-

Dopo questa conversazione col medico Gajeel non è che si rilassò, ma almeno un peso dal cuore se l’era tolto: non l’avevano stuprata.
Ma perché gli interessava così tanto, diamine?!
Rientrò nella camera di Levy e la trovò già più lucida, intenta a mettersi seduta.
-Nana sta giù che devi riposare.-
-Zitto te, sono scomoda!-
-Agli ordini capo..-
Dopo qualche minuto di silenzio in cui Levy stava disperatamente cercando di sistemarsi con le poche forze che aveva in corpo, Gajeel iniziò a guardarla.
La fissò per qualche secondo senza che lei se ne accorgesse, mentre iniziava a sudare per lo sforzo, notando questo, si piombò ad aiutarla: le sorresse la schiena con un braccio mentre con l’altra mano sistemava i cuscini, riadagiandovela sopra delicatamente.
“Da quando sono così delicato?! Da quando mi preoccupo così tanto??!” pensò Gajeel voltandosi dall’altra parte per mascherare il rossore.
Levy lo fissava stranita e dopo un po’ lo ringraziò dell’aiuto, con la voce flebile di chi è stanco e non ha voglia di fare nulla, lentamente cadde in un sonno profondo, come a recuperare le forze.

Dopo un paio di minuti, essendosi calmato, Gajeel si voltò e trovò Levy addormentata, con la bocca leggermente dischiusa e notò che tremava un poco.
Per forza, con tutto quel trambusto per sistemarsi le coperte erano andate sulle ginocchia!
Lentamente andò verso di lei e la coprì, stando più che attento a non farle male e a non lasciarla scoperta.
Stava per accarezzarle una guancia, ma quando si rese conto del gesto che stava per fare la ritrasse di scatto e arrossì istantaneamente.
“Che cazzo mi prende oggi?!” questo fu il primo pensiero di quella nottata passata in ospedale, a cui ne seguirono altri.
“La conosco solo da stamattina, anzi, non la conosco nemmeno, so che si chiama Levy, che è una nana secchiona e che viene pestata da quattro anni, ecco quello che so!
Perché mi preoccupo così?! Non l’ho mai fatto con nessuno, ma che diamine!
Cosa mi hai fatto, eh, gamberetto? Mi stai ammaestrando? Mi hai lanciato una maledizione per farmi tornare l’ingenuo ragazzo che ero prima?
Cosa mi succede…?”
Dopo questi pensieri che gli divorarono il cervello (quel poco che aveva..), si addormentò, tenendo comunque i sensi in allerta, quasi non stesse dormendo.
 
Angolo autrice:
Ciao!^^ scusatemi l’immenso ritardo, ma fra le molte cose da fare mi ero quasi scordata di dover aggiornare! Chiedo venia.
Eccomi con il sesto capitolo per la vostra gioia(?)
Non ci sono momenti molto romantici, scusate, ma non faccio scene da diabete….
Scherzo le adoro *^*
Un piccolo capitolo dedicato al nostro (MIO^^) Gajeel: cosa mai ti starà succedendo cipullinu?
Bah, non lo so nemmeno io che scrivo!
Comunque…. Spero possa piacervi e che leggiate anche il prossimo capitolo!
Recensite e consigliate/criticate, che io son contenta ;)

Byebye
Chizu 

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