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di deliriousmoody
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One; ***
Capitolo 2: *** Two; ***



Capitolo 1
*** One; ***


Mi alzai dal letto suella mattina di malavoglia. Pur sapendo che quello sarebbe stato il mio ultimo primo giorno di liceo, non riuscivo a togliermi dalla mente che avrei preferito sempre il letto alla scuola. Posai i piedi sul pavimento sentendo un brivido lungo la colonna vertebrale. Cavolo se faceva freddo.

Mi misi in piedi e mi trascinai fino al piano inferiore, seguendo la scia lasciata dalle uova. Entrai in cucina e mi dicessi verso il frigorifero senza degnare di uno sguardo mio fratello gemello, Alexander. Presi il latte, lo versai in una tazza e aggiunsi un po di miele.

"Buongiorno anche a te sorellina" mi sorrise falsamente mio fratello. Eravamo piuttosto simili, togliendo che lui era un ragazzo con le palle e io una ragazza con un cervello.

"Buongiorno Alex" risposi io prendendo con la forchetta della pancetta dal suo piatto.

"È buon usanza chiedere prima" mi fulminò lui allontanando il suo piatto da me.

"È buon usanza cucinare per tutti e non solo per te. Egoista" risposi alzandomi e, passandogli accanto per portare la tazza al lavello, gliene dubai un altro po'. Di conseguenza lui mi diede una piccola botta al che io lo guardai male.

"Mamma e papá?" chiesi prima di uscire dalla stanza.

"Sono già al lavoro" disse lavando il piatto. Dopo di questo uscii dalla stanza per dirigermi in camera mia e vestirmi. Mamma e papá erano spesso fuori per lavoro: mamma era una pediatra e papá era psicologo. Inutile dire che mamma spesso e volentieri veniva in camera mia per chiedere se andasse tutto bene. E io rispondevo sempre di sí, verità o bugia che fosse.

Entrai in camera mia e presi i vestiti sul comodino, preparati appositamente la sera prima. Indossati i miei jeans neri, infilai il maglione blu di mio fratello e le vans nere. Misi un po di trucco e, dopo essermi messa in spalla la borsa di scuola e aver preso il cellulare, uscii di casa salutando mio fratello, dirigendomi verso la fermata dell'autobus. Mi avvicinai e notai che c'era già qualcuno seduto, non ci misi molto a capire chi fosse.

"Bryan Hamilton!" salutai il ragazzo sedendomi accanto a lui. Bryan era stato il mio migliore da sempre.

1 giorno di asilo
Ricordavo quel giorno in modo particolarmente preciso: ero appena entrata all'asilo e mi ero portata il mio peluche preferito, Michael, un morbido unicorno rosa a cui ero affezionata molto. Le altre bambine non volevano parlarmi, oltre al fatto che mi ero portata un unicorno al posto di una barbie, mi ritenevano una bambina strana. Ma non era proprio colpa mia, semplicemente odiavo le barbie. Ero costretta a sedermi al tavolino da sola e, mentre stavo pitturando con le mani, una bambina mi passò accanto e mi fece cadere la pittura addsso. Un bambino corse subito a porgermi un fazzoletto, non disse nulla in un primo momento, ma prende un barattolino con la vernice verde e la versò on testa alla bambina. Subito dopo tornò da me, presentandosi così:"Piacere, sono Bryan" sorridendo.

"Amanda O'Connor, quale onore incontrarla in questa mattina.. molto mattutina?" tentennò lui per poi scoppiare a ridere.

"Selezioni di teatro quest'anno da quel che sento" risi. Ogni anno Bryan cambiava corso extrascolastico e a quanto pare voleva improvvisarsi attore quell'anno. L'anno scolastico precedente aveva provato con chitarra e a dirla tutta era migliorato molto, di conseguenza le ragazze hanno incominciato a notarlo di più.

"Tu quest'anno cosa hai intenzione di provare? -mi chiese salendo sull'autobus e timbrando la tessera- Non dirmi che hai intenzione di fare scrittura creativa anche durante l'ultimo anno Mandy" mi schernì sedendosi subito dopo.

"Sono la migliore del corso, il professore mi adora e non ho altri interessi. E poi, un buon voto in scrittura creativa mi garantisce la sufficienza in una materia in cui vado malissimo"

"Ed entrambi sappiamo che questa materia non è matematica, vero?" cercò lui di sembrare serio, ma alla fine scoppiammo a ridere. Non ero brava in matematica, lei odiava me come io odiavo lei. Una mia amica una volta mi disse che la matematica era facile solo se la capivi, ma in 18 anni di vita non mi era mai successo di capirla al primo colpo, ma nemmeno al terzo o quarto.

Dopo circa 20 minuti di corsa l'autobus si fermò davanti alla nostra scuola, di conseguenza scendemmo. Camminando in mezzo a tutti gli altri ragazzi si potevano sentire i loro commenti, come "Ma stanno insieme?" o cose del genere. La gente ci scambiava sempre per una coppia, ma entrambi scoppiavamo a ridere a quell'affermazione. A lui piaceva Ilary Prescott, una ragazza bionda, piccolina e soprattutto con delle forme che ogni altra ragazza della scuola invidiava. Io ero il contrario, capelli lunghi castani, alta e, pur essendo magra, non avevo molte forme. A me piaceva Dylan Hamilton, membro della scuola di atletica leggera e amico di Bryan.

"Questo pomeriggio dopo scuola ci saranno le selezioni di teatro. Ci sarai vero?" mi chiese Bryan prima di dirigersi verso la sua aula.

"Non lo so Bryan. Ho molto da studiare" affermai io poco convinta, non avevo studiato molto durante le vacanze estive. Ero sicura che la metà degli studenti non avesse fatto i compiti, ma io avevo paura per i vecchi professori, quelli che ti controllavano anche se avevi fatto gli esercizi non assegnati ma consigliati. Feci per girarmi ma poi, prima di andarsene, Bryan disse: "Ci sarà Dylan -al che lo guardai, piegando la testa di lato- Lo prendo come un sì" ridacchiando, mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò, mentre io mi girai e mi diressi verso chimica.

Quando entrai in classe andai diretta all'ultimo banco, affiancata poco dopo dalla mia migliore amica Maggie. Maggie era unica, solare e sarcastica. Aveva una carnagione rosea e i capelli di un marrone molto scuro, era una ragazza non alta, ma anche lei sapeva come farsi piacere dai ragazzi. Si sedette accanto a me, come ogni anno.

La lezione iniziò e, come le successive 6 ore, passò molto lentamente. L'unica momento che passò troppo velocemente fu forse la pausa di trenta minuti per mangiare. Maggie mi raccontò di come aveva conosciuto a Sydney un ragazzo, Jacob, e di come si stessero continuando a parlare. La ascoltai per un'altra ora intera, tra i suoi rossori momentanei mentre mi faceva leggere le loro conversazioni e tra i suoi momentanei attacchi di gelosia.

L'ultima campanella suonò e, mentre Maggie si diresse a casa, io mi diressi verso l'aula magna, utilizzata con aula musica, aula teatro e aula 'Qualsiasi altra attività che non fosse sport'.
Era piuttosto grande, appena entravi si trovavano 15 file di sedie che andavano verso il basso e poi in fondo c'era il palco.

Camminai fino ad arrivare in prima fila, non c'era nessuno comunque, ed aspettai finché non iniziarono le prove. Bryan passò il turno, ma per un soffio. Non gli fu assegnata la parte del principe ma quella dell'albero. Non era male, considerato che non sapeva recitare per niente. La parte del principe fu data a Dylan e quella della principessa da salvare a Ilary. Io e Bryan ci guardammo: l'anno precedente eravamo due di quelli che avevano optato per la bella addormentata nel bosco.

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Capitolo 2
*** Two; ***


Quando annunciarono i due nomi per la recita mi pentii subito. Mi avevano costretto più che altro a votare quella storia, io avrei voluto vederne una dei fratelli Grimm, sarebbe stata più interessante della stessa solfa: la principessa in pericolo è salvata dal principe. Avrei voluto scrivere io il copione ed il principe, al posto di salvare Aurora, se ne sarebbe andato con la cugina.

Appena Bryan scese dal palco, mi alzai e lo seguii fuori, si vedeva che gli dava fastidio per il fatto di Ilary, ma io non stavo di certo facendo una scenata per Dylan. Avrei voluto, certo, ma io avevo del buon senso a differenza sua.

Uscimmo dalla sala magna e ci dirigemmo fuori. L'aria fredda di Londra mi venne addosso, provocandomi dei brividi lungo la schiena.

"Hai freddo?" chiese Bryan. Non feci in tempo a rispondere che si tolse la giacca di pelle e me la miese sulle spalle. Non obbiettai, stavo di sicuro meglio anche se avevo paura che Bryan potesse prendere freddo. Si fermò un attimo e si mise davanti a me, poi si avvicinò e prese il pacchetto di sigarette dentro la tasca.
Ne tirò fuori una e se l'accese. Non mi aveva mai dato fastidio il suo vizio, tranne quando mi mandava il fumo in faccia per darmi fastidio, provocandomi un po' di tosse.

Appena fuori dal cancello, aspettammo l'autobus alla fermata.

"Stavo pensando, dovremmo andarcene da qui -prese un tiro dalla sigaretta e buttò fuori il fumo- Non ora. Non domani. Ma un giorno, magari alla fine della scuola"

"Intendi, mollare tutto?" chiesi io. Sognavamo di andarcene via da qualche parte, vivere la nostra vita, ma la scuola, la famiglia o sempre qualcos'altro ci ostacolava sempre.

"Sí, mollare tutto e tutti -disse guardandomi negli occhi- Andarcene in qualche posto caldo, come Sydney o Los Angeles"

"Non lo so Bryan -dissi insicura salendo sull'autobus che nel frattempo era arrivato- Sarebbe un impegno troppo grande. Io voglio andare al college qui e poi non mi piace il caldo" misi le mani in tasca.

"No scusa hai ragione tu. Era un'idea stupida" disse lui, evidentemente offeso, o forse era qualcos'altro?

"No Bryan non intendevo.." ma ormai era troppo tardi, si era messo le cuffie ed ero a conoscenza del fatto che con le cuffie non mi avrebbe mai ascoltato, così me le misi pure io. Guardai fuori dal finestrino, immaginandomi una vita diversa a seconda della canzone che sceglieva la modalità casuale.

Arrivò la mia fermata e Bryan non mi salutò, ovvero, mi fece solo un cenno con la testa. Finsi di rimando un sorriso e scesi, dirigendomi subito sulla soglia di casa.

Arrivata davanti alla porta, bussai. Mi ero dimenticata le chiavi di casa per l'ennesima volta. Venne ad aprirmi mio fratello.

"Mandy finalmente sei tornata" affermò lui prendendo fiato. Non avevo avvertito che sarei stata un paio d'ore fuori, ma non per questo significava che fossi morta o peggio.

Cosa c'è peggio della morte, genio? Mi ammonì il mio subconscio. Effettivamente nulla, magari solo l'oblio. Inevitabile d'altronde.

"Ora sono a casa Alex, posso entrare o devi farmi restare fuori di casa. Al gelo?" chiesi con solo un briciolo di sarcasmo. Al che lui mi rispose sorridendo e chiudendomi la porta in faccia. Allora iniziai a bussare veramente forte e a urlare di aprirmi, ma fu tutto inutile.

Mi accasciai a terra, scivolando lungo la porta e infilai le mani nelle tasche del giubbotto. Solo allora mi resi conto di aver inavvertitamente rubato il giaccheto a Bryan. I miei pensieri furono interrotti dal rumore della porta che si aprii, cosí mi alzai ed entrai, guardando male mio fratello che indietreggiò fino ad entrare in cucina.

Io salii le scale, ignorandolo, fino alla mia camera. Ero veramente stanca, di conseguenza mi diressi verso l'armadio e, dopo aver preso il pigiama, mi diressi verso il bagno in camera mia. Tolsi il trucco e mi preparai un bagno con l'acqua calda. Mi immersi dentro la vasca e per un momento pensai anche di addormentarmi, ma non lo feci, anche perché rischiavo di annegare per quando era alta la vasca.
Appena finito uscii, asciugandomi e infilandomi prima l'intimo, poi il pigiama. Mi feci una coda e, appena uscita dal bagno, mi buttai sul mio letto, prendendo subito dopo io cellulare.

A Bryana
Ehy Bryan, ho il tuo giacchetto.

Da Bryana
Quando pensi di ridarmelo?

Sbuffai, era veramente diventato acido dopo la prova a teatro e, ancora di più, dopo che avevo rifiutato la sua offerta di partire perché pieni di incertezze su tutto. Ma allora i punti erano due, ho avevo torto e dovevo vivere la vita rischiando di vivere sotto i ponti, o dovevo dare retta alla mia parte razionale che mi diceva di aspettare il momento giusto. Ovviamente diedi retta alla mia parte razionale.

A Bryana
Mai. Ormai è mio. Come il tuo maglione rosso preferito.

Da Bryana
Stai scherzando? Ho dato la colpa a James per il maglione!

A Bryana
Ops? Dovevi aspettartelo comunque. La prossima volta da attento ai bracciali.

Da Bryana
La prossima volta verrò con la guarda del corpo.

A Bryana
Grazie dolce Bryana. Tu si che mi capisci.

Da Bryana
Hai sbagliato numero. Sono Bryan non Bryana..
Troia sono io Bryana vero?

A Bryana
BRYANA HA UN CERVELLO? E io che credevo pensassi solo con le palle.
Chiusi il cellulare, dovevo finire i compiti arretrati di quell'estate in un paio di giorni e prima dell'arrivo dei miei genitori che non erano a conoscenza del mio procrastinamento.

Che parole da intellettuale che usi. Procrastinamento. Ma vai a lavorare vai. La mia coscienza a quanto pare era in vena di sarcasmo. Scacciati via quel pensiero ed iniziai da latino, copiando da internet le 4 versioni arretrate, anche se poi mi toccò cercare ogni verbo per scrivere il corrispettivo paradigma sotto. Passai circa due ore su latino, dopo di che chiusi io libro. Distrutta.

Sentii la porta di casa chiudersi e poi un urlo, rispettivamente di mia madre: "Siamo a casa! Scendete abbiamo la pizza!".

Non me lo feci ripetere due volte e corsi di sotto. Mi posizionai davanti al bancone e aspettai la pizza.

"Devi aspettare tuo fratello" disse mia madre.

"Non mi importa di lui. Ho fame. Che morisse di fame Alex" dissi io piegando la testa all'indietro.

Appena arrivò mio fratello, mi fiondai sulla pizza alla diavola.

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