Like Father or Like Boss?

di Seth Ren
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Agente Ashton ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Confronti ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Notte ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Ossessione ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Fiducia ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Nuovo inizio ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - La nostra banda è ok! ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Dare to Share The Family Dream ***
Capitolo 10: *** Dark Ending: Like a Boss! ***
Capitolo 11: *** Ligth Ending: Amici! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
 

“... Ho dovuto farlo, per salvare tua madre! Tu non hai conosciuto mia madre ... Madame Boss, com'erano soliti chiamarla i suoi leccapiedi!
Lei non ha mai mostrato affetto per nessuno! Per lei tutto era uno strumento!

Se non l'avessi lasciata l'avrei messa in pericolo!” disse l'uomo ravvivando il fuoco nel bosco. Alzò lo sguardo e si accorse che gli occhi del ragazzino non era cambiati. Sorrise beffardo e disse: “Sei ancora un bambino! Quanti anni hai? Dieci? Dodici?”

“A te cosa importa?” fu la fredda risposta del giovane dai capelli neri girando la testa, come se cercasse di non vedere l'uomo che era sempre stato il suo più terribile nemico. Il capo dell'organizzazione che tanto detestava!

“È solo che le cose sono più facili alla tua età!” rispose l'adulto mettendo sul fuoco alcuni mashmellow “Per te il mondo o è bianco o è nero! La fiducia la dai agli altri senza pensare e la voglia di avventura è il motore di tutto! Ma poi cresci, e capisci che non è più così e poi ... devi capire cosa vuoi fare della tua vita!

Tu pensi di viaggiare e gareggiare per sempre, Ashton?”

“Solo perché mi hai salvato, questo non ti da il diritto ha chiamarmi per nome o di rivolgerti a me con questo tono!” rispose il ragazzo con tono duro “Non ho dimenticato cos'è successo con il Verispecchio!”

Aveva ragione! Il ragazzo aveva ragione!

Non potevano essere due ore di gentilezza a cancellare l'astio e l'odio accumulato in più di due anni, per quanto poco si erano incontrati di persona.

Aveva ragione! e lui lo sapeva, ma …

“Siamo sulla stessa barca, per cui dobbiamo collaborare Ashton. Dobbiamo solo uscire dal bosco e sfuggire al Team Torpedo, poi tutto potrà essere di nuovo come prima.” fu la risposta seria dell'uomo con la tuta nera, mentre porgeva al fanciullo un mashmellow che lo accettò senza fare storie, data la fame che provava!

“Non sarà mai tutto come prima! Non può esserlo!

Lo sai anche tu, non è vero?” fu la risposta del ragazzino, ma l'uomo non rispose.

Trascorsero in silenzio un paio di minuti, poi il giovane riprese la parola: “Pensavi che … quella donna potesse fare a mia madre quello che ha fatto a me il Team Torpedo? Non farmi ridere!

A te non importa di nessuno!”

“Gli affetti ci rendono vulnerabili! Il mondo è una giungla Ashton! 
Non si può viaggiare e gareggiare per sempre! Come penserai di mantenerti in futuro?

Il tuo amico Gary diventerà uno scienziato, Brock un medico e Misty e Vera hanno una palestra. Ma tu?Anche se diventerai campione di una Lega non lo rimarrai a vita!
Comincerai a lavorare al ristorante come Delia?”

A quelle parole il volto del ragazzo si scurì di rabbia: “VUOI FORSE CHE DIVENTI COME TE? CHE MI UNISCA AL TUO TEAM?”

“Ashton …”

“E NON CHIAMARMI ASHTON! ODIO ESSERE CHIAMATO COL MIO NOME COMPLETO! 
IO SONO ASH! CAPITO? ASH!”

L'uomo fece un bel respiro per calmarsi. Non capiva neanche lui perché lo stava facendo. Essendo un capo, era abituato a mantenere la calma, specie davanti a un bamboccio come quello! Di norma avrebbe detto al suo Persian di usare su quel moccioso gemmoforza per poi chiuderlo in una gabbia. Peccato che quello davanti a lui fosse il suo moccioso, e forse era per quel motivo che faticava a restare calmo. Ma a quanto pare, a volte c'era bisogno di alzare la voce.

“Quello che voglio dire, Ash … “ ricominciò cercando di mantenere la calma “... è che uno non può fare l'allenatore itinerante per sempre! 
Jessie e James non sono molto diversi da te, lo sai? Amano i loro Pokémon più del denaro, per quanto lo nascondano! Non affatto capace di fare i criminali! 
Ma sai perché sono nel Team Rocket? 
Perché il mondo non è il posto bello che vedi coi tuoi occhi da pre-adolescente! È duro poter emergere, e per farlo ti servono i soldi e il potere! Salvo rari casi, il talento non è tutto. 
Non potrai mantenerti a vita coi soldi guadagnati da tua madre o vinti negli incontri! 
Cosa accadrà se il tuo sogno di essere una Maestro di Pokémon non si realizzerà?”

“Io sono un caso raro … Checchè tu pensi!” disse Ash faticando a dire quella parola “Io diventerò il miglior …”

“... Maestro di Pokémon del mondo? Te lo auguro figliolo! Te lo auguro davvero di essere un caso raro!”

“Ho sempre mandato a monte i tuoi piani. Non ti basta?”

A quelle parole Giovanni scoppiò in una divertita risata. 
Era la prima volta che Ash lo sentiva ridere senza cattiveria, ma solo divertito da quelle parole. Per la prima volta aveva la sensazione di vedere l'uomo sotto il duro boss del crimine.

“Hai talento, e fortuna! Non lo posso negare.” disse l'uomo “Il modo in cui leghi con i pokémon grazie al tuo cuore da bambino è fenomenale, ma prima o poi dovrai crescere! E quando si cresce si vedono le cose in modo diverso, e capisci che a volte è giusto fare scelte difficili e che tra bene e male non vi è un vero confine! Spesso sono solo un punto di vista.”

“Intendi dire che vuoi che mi unisca a te?” chiese Ash con tono di sfida.

“No!” rispose l'uomo sorridendo “Voglio cogliere quest'unico momento per darti l'unica cosa che posso fare come padre: prepararti per quando sarai adulto, facendoti capire l'importanza di avere un progetto per il futuro e con cosa ti dovrai scontrare crescendo.”

Ash non riusicva a capire cosa quell'uomo, che aveva appena scoperto essere suo padre, volesse dirgli!
Sapeva che Jesse e James non erano totalmente malvagi (dopo aver conosciuto Jessibelle e i genitori di James dava tutta la sua solidarietà al giovane membro del Team Rocket dai capelli azzurri!), ma credere che addirittura il capo del Team Rocket lo fosse per lui era troppo! 
O forse no! 
Durante le sue avventure aveva più volte visto quanto in fondo Jessie e James tenevano ai propri Pokémon, alla propria amicizia e (sopratutto) alla propria libertà da un mondo soffocante, come quello in cui era cresciuto il suo giovane nemico dai capelli blu. Quella libertà che avevano incredibilmente trovato col Team Rocket. Quindi non era strano che Giovanni mostrasse quel lato almeno verso di lui. Almeno verso suo figlio!

Tra bene e male non c'è un vero confine. Questo era disposto a riconoscerglielo, ma il resto no!

MAI!  

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Agente Ashton ***


Capitolo 1: Agente Ashton 
 

La polizia aveva di nuovo sgominato uno dei suoi piani.
Ma era ovvio: aveva inviato Jessie, James e Meowth ad occuparsi di quella faccenda.
Ormai quei tre cervelli da formica erano conosciuti ovunque grazie al fatto che avevano praticamente inseguito Ash per ogni angolo del mondo!

Ripensare al ragazzo, fece sorgere nostalgia dentro il capo del Team Rocket.
Erano ormai anni che non vedeva il figlio. Ovviamente non poteva, o avrebbe rivelato a tutto il mondo uno dei suoi punti deboli. Aveva già faticato molto quella volta ad assicurarsi che la faccenda del Team Torpedo rimanesse segreta!
Ovviamente quello del capo dei Torpedo era un sospetto dovuto alla sua relazione con Delia, tant'è che lui si era dovuto fingere un'altra persona quando si era recato a liberare Ash sei anni prima.
Sei anni!” pensò alzando gli occhi al cielo “Sono passati ben sei anni dall'unico momento padre e figlio che abbiamo mai avuto attorno al fuoco!”. A Giovanni venne in mente anche il momento in lui e Ash cui si erano salutati, sebbene se non si potesse definire come "strappalacrime".
Non si aspettava un abbraccio da parte del ragazzo (e così non era stato infatti) ma gli bastò sentire quel “Grazie!” pronunciato con un sorriso (cosa che lo aveva portato a promettere dentro di che gli avrebbe restituito Pikachu al figlio nel caso  in cui Jessie e James fossero mai riusciti a rapirlo).

Certo i rapporti dei piani dei tre idioti sventati dal suo ragazzo lo tenevano informato e gli davano quel misto di fierezza (per il suo coraggio e le doti che il giovane dimostrava nell'allenare i pokèmon) e di rabbia (per non poterlo punire per i soldi persi togliendogli la paghetta e/o chiudendolo in camera sua ). Ma non era la stessa cosa che incontrarlo dal vivo.
Inoltre erano ormai sei mesi che non aveva notizie di Ash. Sapeva che si era recato nella regione della Guyana, situata nello stesso continente di Unima, ma posta molto più a sud, poi più niente!
Era andato (in incognito) a chiedere spiegazioni a Delia una volta, ed era rimasto tranquillizzato dalla risposta datagli dalla sua ex un anno prima...

 

Ash? Mi telefona spesso. Perché me lo chiedi? Non gli mandi sempre i tuoi scagnozzi alle calcagna?”

Umpf! Jessie, James e Meowth lo seguono più per vendetta personale che per altro!” fu la brusca risposta dell'uomo “Il fatto che si trovassero sempre insieme a lui era solo una fortunata coincidenza, inoltre all'epoca non sapevo chi fosse veramente!” precisò Giovanni con forza “Comunque sta bene?” aggiunse poi, cercando di apparire indifferente.

Sì!” rispose la donna sorridendo, conoscendo bene cosa pensava l'ex in realtà “Sì, sta bene!”

 

Comunque sia non aveva tempo da perdere dietro quello che combinava il “suo moccioso” (come gli piaceva definirlo fra sé e sé) aveva un impero da portare avanti: racket da gestire (specie quello delle pietrestanti, rare a Kanto), polizia da corrompere, reclute da addestrare, nemici da depistare, denaro da riciclare … Insomma la solita routine!

“Signore!” disse Matori entrando nella sala “C'è qui la recluta che ha portato a buon fine il recupero dei progetti della Master Ball dalla Silph SpA. Vorrebbe consegnarli solo a lei!”

“Parli del ragazzo del Gliscor? Devo ammetterlo: quel giovane ha molto talento! Si dice che riesca a convincere i Pokémon a venire con lui senza bisogno una rete o di una gabbia.
Fallo entrare pure. Si merita quest'onore e una promozione ad agente regolare!” fu la risposta del capo.

Poco dopo, una giovane recluta entrò all'interno della sala. Era un ragazzo di circa 16-18 anni. I capelli (solitamente coperti dal capello di ordinanza) erano corti e ordinati, mentre sugli occhi portava un paio di occhiali da sole scuri. In mano aveva un dischetto per computer.

“Benvenuto, ragazzo! Sono contento di poterti finalmente conoscere!” disse l'uomo alzandosi e stringendo la mano al giovane. “Ti devo fare i miei complimenti! Ti sei assunto una missione molto pericolosa, più di quando ci hai portato quei Tauros e quella coppia di Butterfree.”

“Sono onorato, signore!” rispose il giovane con voce atona “Questi sono i progetti!” aggiunse porgendo il dischetto al suo superiore.

“Ah sì! Molto bene! Molto bene davvero!” disse l'uomo prendendo in mano l'oggetto tanto desiderato “Per il tuo successo ti promuovo ad agente regolare. Quindi, ora puoi toglierti pure quel berretto!”

“Come vuoi tu … “ rispose l'agente togliendosi gli occhiali da sole e rivelando il suo volto “... papà!”.

Sentendo quelle parole Giovanni alzò lo sguardo e riconobbe subito i lineamenti del viso del ragazzo. Anche se i capelli erano stati tagliati e pettinati in maniera ordinata non c'erano dubbi su chi fosse: l'ultima persona che avrebbe pensato (e anche voluto) vedere con quell'uniforme.
“Ash?” esclamò incredulo alzandosi in piedi e facendo cadere i progetti sul pavimento. Lentamente lasciò la scrivania e si avvicinò al ragazzo, per assicurarsi che quello che aveva davanti in quel momento fosse vero. “Ma cosa … Ma tu non eri in Guyana? Cosa ci fai qui? E tua madre lo sa che …?”

“Non dirle niente!” urlò disperato il giovane scuotendo la testa “Ti prego, non dirle niente!”.

“Quindi questo vuol dire che … Quei pokémon che ci hai portato in realtà erano …. i tuoi?” esclamò incredulo il boss del Team Rocket, ricordandosi che il trio di Jessie e James gli aveva più volte fatto rapporto sui pokémon del ragazzo, fra cui 30 Tauros e un Butterfree maschio che era stati liberato per accoppiatosi con una femmina di colore rosa … proprio come quelli che gli aveva portato! “Perciò ...” disse raccogliendo i progetti “... questo è stato il tuo primo vero furto!” disse l'uomo scoppiando incredulo in una fragorosa risata, in cui sfogare il misto di sensazioni che provava: stupore, orgoglio, gioia, rabbia… Era incredibile!
“È incredibile! Pensavo a te giusto poco fa e scopro che sei diventato una delle mie reclute! Per lo più quella che ha compiuto il colpo del secolo, che è stato pure il tuo primo vero crimine!” continuò cercando di trattenersi “E per lo più ci hai fregati bene con i tuoi ...” fu allora che notò lo sguardo assente del figlio, e capì che c'era qualcosa che non andava! Che Ash aveva fatto tutto apposta perché “Volevi vedermi, vero?” chiese Giovanni cambiando tono di voce e posando il dischetto sul tavolo per poi avvicinarsi al figlio “C'è qualcosa che non va! Ti è successo qualcosa un Guyana e scommetto che riguarda il fatto che usi un Gliscor al posto del tuo Pikachu come tuo pokèmon - compagno.”

“Sì è così!” fu la risposta “E mi serve il tuo aiuto! Mi serve la Master Ball e … tutto quello che sai sul potenziamento dei Pokémon con la tecnologia!”.

Giovanni stette in silenzio per qualche secondo, poi si diresse verso la scrivania e chiamò Matori: la sua fidata segretaria ed unico membro al corrente del suo legame con i Ketchum. Un segreto che non aveva rivelato neppure alla sua fidata Agente 009, alias Domino.
L'austera segretaria entrò, e rimase sorpresa nel vedere che il misterioso Ragazzo del Gliscor fosse in realtà il bene “moccioso col Pikachu” di cui aveva tanto sentito parlare.

“Matori, prima di tutto cancella i miei impegni di stasera. Voglio cenare con mio figlio! Quindi porta subito l'agente Ashton a casa mia... La villa vicino a Viridian andrà benissimo, quindi avvisa Hargrave. Io lo raggiungerò lì, più tardi!”

“Agente Ashton?” ripeté il ragazzo sorpreso da quelle parole.

“Non solo sei riuscito ad ingannarci 'rubando' i tuoi vecchi pokémon, ma mi hai anche portato i piani della Master Ball che, come ho detto, è per lo più il tuo primo crimine serio! Hai talento, perciò una promozione te la meriti, se non altro per non dare troppo nell'occhio con gli altri agenti. Sai, è quello che si aspettano!” fu la risposta di Giovanni, in cui Ash non poté non sentire una punta di orgoglio “Sei dismesso, agente Ashton. Va' pure!” aggiunse con tono formale.

“Sissignore!” fu la risposta di Ash, che uscì dalla sala con la donna dai capelli viola diretto a prendere la macchina che lo avrebbe condotto alla villa di Giovanni nei pressi di Viridian City.
Rimasto solo l'ex capo-palestra prese il telefono e compose un numero che conosceva bene. Ash gli aveva chiesto di non dire niente, ma questo non gli impediva di comunicare a Delia almeno che il ragazzo stesse bene.

Schiacciò un pulsante e disse a Matori: “Apri la mia linea privata e chiama il numero che è scritto nel post-it del primo cassetto!”.

Pur sapendo a chi apparteneva quel numero, e trattenendo la rabbia che provava nei confronti della donna che ancora oggi occupava i pensieri dell'uomo a cui dirigeva la sua devozione, la segretaria ubbidì.

“Pronto, qui casa Ketchum!” disse una voce femminile all'altro capo del filo

“Sono io, Delia!” disse l'uomo “Senti, volevo dirti che ho mandato delle miei spie e che queste hanno incontrato Ash in Guyana. Sta bene, non ti preoccupare! Ha solo vissuto forti emozioni, ma come in tutti i suoi viaggi del resto!”

“Molto bene! Sono molto contenta!” rispose lei, poi aggiunse “Senti, Giovanni. Tu sei ancora convinto di …”

“Delia te lo dissi già quanto riportai Ash a casa sei anni fa! Non posso tornare indietro!
Mia madre è morta e vero, ma io sono un latitante pluri-ricercato in tutte le regioni: che razza di vita posso offriti se non quella di vivere segregata?! E se succedesse di nuovo quello che è accaduto col Team Torpedo a te, magari? Insomma che rimaniamo separati è la cosa migliore, per te!”

“E per Ash!” aggiunse lei “Hai detto così l'altra volta!”

“Sì!” disse Giovanni, ricordando le sue parole “Anche per lui!” aggiunse per tranquillizzare la moglie,  sebbene dentro si sé una parte di lui sperava che non fosse vero! Che fosse già troppo tardi per il ragazzo!
Aveva visto la disperazione che ti rende disposto a tutto negli occhi del figlio: pure a commettere un crimine!
Il criminale e il padre in quel momento combattevano dentro di lui: il criminale vedeva l'opportunità di avere qualcuno a cui lasciare gli affari, mentre il padre sapeva che doveva dare la precedenza a quello che il figlio provava e alla fiducia che aveva risposto in lui.
In ogni caso, prima doveva parlare con lui e capire che cos'era successo per gettare quel ragazzo ottimista e solare in quello stato che lo aveva a suo malgrado trasformato in un ladro. Il resto sarebbe venuto dopo, forse!

---

Agente Ashton … Agente Ashton ….

Quelle parole rimbombavano nella mente del giovane Ash come un mantra.
Era diventato un agente ufficiale del Team Rocket! E non lo aveva previsto! Non era nei suoi piani! 
Pensava che sarebbe arrivato lì, gli avrebbe detto tutto e Giovanni (l'unica persona a cui poteva chiedere aiuto, che possedeva i pokèmon e i mezzi necessari per il suo scopo) gli avrebbe detto di sì e basta … Invece l'aveva promosso ad agente, inoltre il tono con cui l'aveva detto: quella punta di contentezza e di orgoglio che aveva spaventato il giovane.
Ma anche a questo si era psicologicamente preparato. Sapeva che si sarebbe potuta essere quest'eventualità...  
Ciò che lo spaventava di più era la sensazione di piacere che aveva provato quando aveva preso i piani, e quando era riuscito a seminare le guardie. La sensazione rilasciata dall'adrenalina quando si commette un atto che non si osa mai fare! 

La consapevolezza che (sebbene lo facesse per Pikachu) rubare gli era in un certo senso piaciuto!




Eccoci qui al primo capitolo! 
Inizialmente lo avevo pensato come proseguio del prologo, ma poi ho cambiato idea. 

Se vi chiedete chi è Matori è la segretaria di Giovanni apparsa per la prima volta in Bianco e Nero (posto una sua foto qui sotto), se sapevate il suo nome è perché ... nelle versioni fuori dal Giappone non glielo hanno dato (tutti i personaggi hanno ufficialmente più di un nome ufficiale nelle diverse lingue in cui viene licenziato il brand La Nintendo è a favore del cambio di nomi) quindi ho mantenuto quello originale. 

Comunque se non l'avete ancora mai vista (perché avete abbandonato la visione dell'anime) eccola qui! 




Per favore, non confondetela con Domino (la collaboratrice di Giovanni in Mewtwo Returns, mai distribuito da noi).

Passando alla storia, come avete capito Ash è riuscito a recuperare tutti i suoi vecchi pokémon (anche prendendoli dal laboratorio di Oak) per poter fare carriera velocemente e arrivare al più presto da suo padre, fra cui anche Butterfree e la sua compagna. 
Cosa succederà adesso? 
Restate sintonizzati per scoprirlo! 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Confronti ***


Capitolo 2: Confronti 
 

“Benvenuto, signorino!” disse un maggiordomo dai capelli castani striati di grigio aprendo la porta della tenuta e facendo entrare un imbarazzato Ash nella spaziosa villa privata di Giovanni “Suo padre la raggiungerà più tardi per cena, ma mi ha chiesto di condurla nella stanza degli ospiti dove potrà farsi una doccia troverà un abito per la sera.”

Un abito per la sera? La situazione non era proprio quella che si aspettava!
L'ultima volta che avevano mangiato insieme erano sotto le stelle, stavano scappando e Giovanni cuoceva i marshmellow su un fuoco da campo (chissà perché proprio i marshmellow, Ash se lo chiedeva ormai da sei anni!), e adesso invece suo padre pretendeva che lui cenesse insieme a lui vestito da damerino?!
Per sua “fortuna” l'abito era semplicemente una divisa simile a quelle di Jesse e James, ma completamente di colore nero. Un abito da agente ufficiale, insomma!
Ash toccò la maglia ed sentì il cuore balzargli in gola!
Era giusto quello che stava facendo? Era entrato nel Team Rocket e aveva commesso un furto tutto per per chiedere aiuto a Giovanni per avere quella Sfera Poké che gli avrebbe permesso di catturare il pokémon di cui aveva bisogno, ma il prezzo da pagare era davvero quello di diventare un criminale a tempo pieno? Di ritrovarsi in quella (a suo modo piacevole) situazione adrenalinica, senza via di fuga, ancora, ancora e ancora?! Ash ricordava bene cosa aveva fatto e ciò che aveva provato.

 

Si era avventurato dal condotto dell'aria, aveva, e poi aveva usato Quilava per generare del fumo e far credere a tutti i presenti che c'era un incendio. Aveva poi usato Gliscor con forbice X e Stridio per mettere a terra quelli che erano rimasti e nell'edificio e aprire la porta del computer, dove aveva utilizzato il virus datogli su chiavetta per scaricare i progetti della Master Ball.E poi era fuggito!

E per tutta la durata dell'operazione, sopratutto durante la sua figua con Gliscor prima di ricongiungersi ai suoi superiori sull'elicottero, lo aveva sentito quel brivido lungo la schiena! Il brivido della paura di essere scoperti, che rendeva quello che si stava facendo più interessante ed eccitante!

Quando finalmente era al sicuro sull'elicottero aveva osservato quello che aveva in mano e aveva sentito la soddisfazione del lavoro portato a termine, ed era scoppiato a ridere: “Ce l'ho fatta! Sì ce l'ho fatta! Ho commesso il furto!” aveva detto per almeno un minuto. Poi per tutto il viaggio aveva osservato il dischetto come la medaglia di una palestra, solo quando arrivarono alla base realizzò con vergogna che era diventato ufficialmente un criminale, uno dei cattivi!

Ash si infilò la maglia e i pantaloni che aveva trovato sulla sedia appena entrato, poi vide appoggiato sul letto un completo identico a quelli indossati da suo padre ma di colore blu. Ed ebbe nuovamente un tuffo al cuore, cominciando a ricordare il tono con cui Giovanni gli aveva detto “Una promozione te la meriti!” e il modo in cui lo aveva fissato!
Un'occhiata che non gli aveva mai rivolto prima: uno sguardo di orgoglio che lo aveva fatto sussultare, e reso anche felice in un certo senso … Poi nella sua testa balenò l'immagine di lui con quell'abito sul letto e ….

La porta si aprì!

Era suo padre, che indossava un completo nero con la R rossa ricamata sulla tasca e una camicia bianca a collo coreano.

“Vedo che ti sei cambiato, Ash! Anche se ….”

“Dovevo mettermi il completo sul letto? Scusa ma non ho capito!” rispose il ragazzo imbarazzato

“No!” scosse la testa l'uomo “Tanto sarà una cena informale, mangeremo in cucina. Vai benissimo così! Intendevo solo dirti che forse stavi meglio in bianco come Jessie e James!” fu la risposta.

“Meglio …. “ fece il ragazzo “... perché non so fare il nodo alla cravatta!”. Il padre, a quelle parole, lo fissò in modo strano!
“Ho sempre messo il papillon … con il gancetto!” ammise imbarazzato, dopo aver visto lo sguardo del padre.

Giovanni allora scosse la testa, e fece cenno al ragazzo di uscire, promettendogli che prima o poi su quello avrebbero fatto un piccolo discorso a proposito di quel particolare!
Il papillon con il gancetto … Alla sua età?! 
“Ah, i ragazzi di oggi!” sospirò!

---

Il silenzio regnava nella sala. La tensione era palpabile, specie da parte del ragazzo che non nascondeva il suo imbarazzo per la situazione!

Che cosa stava facendo? Non poteva rimanere fermo a mangiare pesce con il capo del Team Rocket!

Prese un bel respiro e disse: “Ti devo parlare! Mi serve il tuo aiuto! Pikachu e io … Non so come spiegarlo … Lui ha subito un attacco … strano da un pokémon nascosto nell'ombra in Guyana e … per farla breve adesso è in coma!” disse il ragazzo tagliando molto su quello che era realmente accaduto, anche se Giovanni non poteva saperlo.

“Quindi non sai quale specie di pokémon ti ha attaccato.” disse Giovanni, pensieroso “E saiche tipo di attacco era?” chiese poi incuriosito.

“Psico!” fu la risposta di Ash “Un attacco di psichico. È come se fosse entrato nella sua mente e … ne avesse fatto Tabula Rasa. Per un attimo anch'io mi sono sentito come se perdessi qualcosa … Una parte di di me!” disse il ragazzo toccandosi il petto.

“Che cosa?” chiese Giovanni sempre più incuriosito dalla faccenda, con aria interessata. Ash percepì subito che dietro al padre si stava ridestando il criminale. Non gli avrebbe permesso di trarre vantaggio per i suoi scopi!

“Non lo so!” mentì il giovane, sperando che il boss mangiasse la foglia anche se sapeva che sarebbe stato molto difficile. L'uomo che aveva davanti era un maestro della manipolazione e dell'inganno.

Giovanni infatti a quella risposta scosse la testa, come a dire “Ash, ne hai ancora di strada da fare prima di poter gabbare il tuo vecchio!” , per poi bere un bicchiere di vino.“Ne vuoi? Ormai hai l'età!” disse poi versandone al figlio “Quando si subisce uno shock come il tuo aiuta bere un po'!”

“Ma non sono ancora maggiorenne!” fu la risposta del giovane dai capelli corvini.

Giovanni, per tutta risposta, sbuffo!
“E piantala di fare bravo ragazzo! Non vanno avanti qui, lo sai? E poi molti ragazzi cominciano a bere alcol prima della maggiore età!
Insomma sei un adolescente, oltre che un Rocket!” aggiunse calcando molto l'ultima parte, anche se dentro di sè capiva i sentimenti del figlio.
Neanche Giovanni, il boss del Team Rocket avrebbe mai rivelato all'unica donna che aveva amato e che aveva tentato di proteggere da quella vita, che il loro unico figlio si era unito alla sua organizzazione, sebbene sotto copertura!

“Era l'unico modo per poterti parlare! Mica potevo andare da Jessie, James e Meowth e chiedergli quando era la giornata dei figli sul posto di lavoro!” fu la dura e sarcastica risposta di Ash, seguita da un sorso del vino versatogli dal padre che il giovane sembrò comunque apprezzare.

Giovanni rise! Gli piaceva che il figlio fosse diventato un po' sarcastico!

“Allora mi aiuterai?” chiese Ash, dopo aver finito di bere il suo vino.

“Non mi hai ancora spiegato che cosa ti occorre, però?”

“Una Master Ball!” fu la risposta “Sembra che per far riprendere Pikachu devo catturare quel pokémon e usarlo per annullare gli effetti del suo 'Attacco Tabula Rasa'. So che la produzione è stata annullata, perché una tale sfera in grado di catturare tutti i pokémon … insomma poteva essere molto pericolosa in mani....Nel senso tutti avrebbero potuto catturare subito i pokémon senza fatica!” si corresse poi il giovane, dopo aver visto lo sguardo di rimprovero del padre, visto che ora non solo anche lui era parte di quelle mani sbagliate, ma era addirittura colui che gliele aveva consegnate!

Giovanni notò come il ragazzo stava male con quella consapevolezza! Era portato, ma non era fatto per fare il criminale: aveva troppi scrupoli, oltre ad essere scosso per l'esperienza del furto!
“Vuoi … raccontarmi cos'è successo alla Silph? Come ti sei sentito? Se vuoi sfogarti sei libero.” chiese allora in tono gentile. Per una volta voleva comportarsi da padre: se il ragazzo doveva piangere, che piangesse pure! Poi avrebbero deciso il dà farsi!

“No!” fu la risposta di Ash “Non ne voglio parlare!”. Non poteva sopportare l'idea che suo padre gioisse per la sua impresa, e che lo guardasse con quello sguardo fiero. Lo sguardo che aveva rivolto non ad Ash Ketchum l'allenatore, ma all'agente Ashton: la giovane stella emergente del Team Rocket!

“Capisco …” disse l'uomo pensieroso, che aveva compreso bene il tormento che divideva l'anima del ragazzo. Ash non gli avrebbe detto nient'altro, perché sapeva quanto per il padre sarebbe stata forte la tentazione di fargli accettare il suo essere diventato un criminale come una cosa irreversibile!
Quello che Ash non sapeva è che un dubbio simile dilaniava anche suo padre, perché una parte di Giovanni non avrebbe mai voluto Ash come Rocket se questo significava privare Delia di loro figlio. D'altra parte l'essere un boss del crimine portava Giovanni in una sola direzione per aiutare Ash a superare il momento che stava vivendo. Il boss voleva che il figlio raccontasse, e che ripensasse al brivido e all'adrenalina provati ancora freschi nella memoria del ragazzo. Il padre che era dentro il boss voleva solo che Ash buttasse fuori il suo dolore, ma sapeva che l'unica via d'uscita che gli poteva offrire era l'accettare la sua condizione e farne la base della sua nuova vita, e che fosse felice di avere l'approvazione di suo padre (desiderio di molti adolescenti).

Tuttavia, c'era una cosa che voleva assolutamente sapere: “Cosa ti è successo? Perché ti sei arruolato sotto falso nome per potermi parlare?” chiese Giovanni con tono molto preoccupato.

“Non mi sono arruolato. Mi sono solo infiltrato, ottenuto quello che voglio andrò via, tutto tornerà come prima e non ti disturberò più!” fu la dura risposta del ragazzo, che fece sorridere il boss. Doveva ammettere che questa nuova versione di Ash gli piaceva sempre di più!
Beata gioventù!
Se voleva andarsene poteva farlo, ma non poteva mica pensare che gli avrebbe restituito i pokémon che ormai gli aveva praticamente dato!

“Ash … “ disse Giovanni con tono serio “... cosa ti è successo in Guyana da farti commettere un furto? Perché vuoi la Master Ball, o meglio perché vuoi quel pokémon? Che cosa ti ha fatto?”

“Pikachu è in coma perché io l'ho colpito per difendermi da lui! Quell'attacco ha … distrutto il nostro legame! Era come se fosse un pokémon selvatico scatenato … come se il nostro legame non ci fosse mai stato!” disse toccandosi il petto “Ho sentito come se non avessi mai avuto quelle esperienze, come se davanti ci fosse solo un altro pokémon da catturare con ogni mezzo!E quando mi sono ripreso era troppo tardi!” disse il ragazzo cercando di trattenere le lacrime al ricordo, mentre Persian (fra lo stupore dei presenti) si avvicinava al figlio del suo padrone per fargli le fusa.

Ora Giovanni capiva!
Pikachu infatti rappresentava tutto quello che era stato alla base del rapporto fra Ash e i suoi pokémon, ma per un attimo fu come se tutto quello non fosse mai esistito, portando il ragazzo a ferire quello che era stato per anni il suo migliore amico!
La Master Ball era la sfera che racchiudeva e potenziava tutte le caratteristiche di tutti gli altri tipi di PokéBall: non c'era neanche bisogno di indebolire il pokémon avversario per poterlo catturare. In questo modo Ash avrebbe potuto catturare quel misterioso pokémon senza il bisogno di provare di nuovo quella sensazione, ed utilizzarlo per guarire Pikachu, e magari cancellare il ricordo del loro scontro dalle loro menti!

Ash voleva ottenere vendetta su quell'essere, catturandolo per poi farne uno dei suoi pokémon più potenti, anche se forse non se ne era reso ancora conto.

Giovanni bevve un altro bicchiere di vino e poi chiese al figlio: “E dopo? Cosa farai di quel pokèmon?”

“Non lo lascerò con te, questo è certo! Lo porterò al laboratorio del professor Oak in modo che possa studiarlo.” Fu la brusca risposta del ragazzo.

“Capisco!” annuì l'uomo, mentre il maggiordomo ritirava i piatti e serviva il dolce (un ottimo tiramisù) “Quindi non pensi di usarlo, ancora!”. Nella sua nuova condizione Ash era molto più vulnerabile alla tentazione del potere: lo aveva percepito quando aveva visto il suo sguardo illuminarsi quel pomeriggio alla parola “promozione”. Il capo immaginava che sarebbe stato tutta questione di tempo: appena suo figlio avrebbe avuto fra le mani qualche decina di Master Ball, le cose sarebbero cambiate!
Nessun Rocket avrebbe resistito al pensiero di catturare tutti i pokémon senza combattere, specie gli esemplari delle specie leggendarie!
Suo figlio aveva troppi scrupoli esattamente come ... lui alla sua età!?

Ma che sto facendo? Sto pensando come quella strega di mia madre?! No! No! Mi ero ripromesso che la maledizione della mia famiglia sarebbe finita con me!
Per quanto il pensiero di un erede sia allettante, devo cercare di non forzare le scelte di Ash! Gli darò l'aiuto che gli serve! Anche se ormai è solo questione di tempo prima che si avvicini al baratro può ancora tornare indietro!”.

Cacciata l'orribile idea di star facendo gli stessi errori di Madame Boss, Giovanni si rivolse al figlio e gli disse: “Domani chiamerò il professor Sebastian per mettersi al lavoro sulla Master Ball. È il capo dei miei scienziati, nonché il migliore e riuscirà a produrne una entro tempi brevi. Devi solo avere pazienza. Ne sarai in grado?”

“PAZIENZA?! IL MIO MIGLIORE AMICO POTREBBE MORIRE E TU MI PARLI DI PAZIENZA?!” sbottò il giovane alzandosi in piedi e scaraventando all'aria il tavolo, facendo cadere a terra piatti, bicchieri e portate “CREDEVO CHE TU CON LA TUA TECNOLOGIA … ” Il padre lo scaraventò a terra con uno schiaffo!

“Sono il capo di un'organizzazione criminale, non un mago!” lo interruppe Giovanni con voce prodonda e uno sguardo carico di rabbia come non li aveva mai visti “Ed anche se sei mio figlio non permetto ad un semplice agente come te di parlarmi così e di buttare per terra il mio cibo in casa mia!
Osa di nuovo fare una cosa del genere e ti degrado ad inserviente dei bagni dei pokémon! Hai capito Ashton?!”

“IO NON SONO UNO DEI TUOI …” poi si fermò, notando la maglia nera che portava. Si alzò e, seppur controvoglia, rispose con la formula che aveva imparato a ripetere durante quell'odioso periodo di addestramento nell'ultimo anno: “Sissignore!”.

Suo padre allora sorrise. “Non c'è bisogno di essere così formali, fra noi. Almeno non in questa casa, e in questa situazione.” disse Giovanni, invitando il figlio a tornare a sedersi “Ho notato che avevi qualcosa che non va e pensavo che cenare e parlare insieme ti avrebbe aiutato a buttare fuori quello che senti, anche se non proprio in questo modo!”aggiunse indicando il cibo per terra.

“Oh mi dispiace! Adesso pulisco e...” cominciò il ragazzo, ma il boss lo interruppe con un gesto della mano. Dicendogli di non preoccuparsi, poiché comprendeva che era molto teso per la tensione e la frustrazione accumulata, e di non preoccuparsi a pulire, perché ci avrebbe pensato la servitù.

“Anche se la cena non è andata come speravo, vorrei che tu ti fermassi qui stanotte. Inoltre, come tuo superiore, ti concedo due giorni liberi extra a partire da domani. Capisco come ti senti, ma un po' di distrazione è quello di cui hai bisogno, credimi!
E non accetto un no come risposta. Questo è un ordine, agente Ashton!”

“Va bene … Allora... S-sissignore?!” ripeté Ash imbarazzato da quella strana richiesta. Anche se lo sapeva per via dell'avventura di sei anni fa, rimaneva sempre stupido quando si accorgeva che il padre forse in fondo un po' teneva a lui.

“La villa sarà tutta a tua disposizione per i prossimi: piscina, pokémon, parco e tutto il resto!
Potrai ispezionarla ovunque, senza limiti! In fondo questa è anche casa tua!”

“Cosa?”

Giovanni gli mise una mano sulla spalla e gli sorrise con orgoglio “Sei mio figlio, quindi qui sei uno dei padroni! Potrai andare dove ed esplorarla, basta solo che … ti controlli un po'!” aggiunse alludendo alla scenata di poco prima “Quindi fatti una doccia, va' a dormire passa i prossimi due giorni a riposarti. Ho fatto portare qui le tue cose e la tua stanza la conosci.
Io ho ancora del lavoro da fare (essere un boss della mala non ti esime dalle scartoffie burocratiche, purtroppo!), ma ti prometto che ci vedremo domani a colazione, sempre se non la preferisci a letto!”

“N-no! Va bene insieme, anche se dipenderà dall'ora in cui mi sveglio!” fu l'imbarazzata risposta del ragazzo. “Allora … buona notte, papà!” concluse uscendo dalla sala con un imbarazzato sorriso. Era troppo strano passare dall'essere una recluta Rocket a un adolescente qualsiasi in meno di un secondo, ma sapeva che suo padre non aveva tutti i torti con quelle raccomandazioni.

“Buona notte … ragazzo!” fu la risposta.“Non credevo di essere così capace a fare il padre! È come con gli scagnozzi: basta usare bastone e carota!” disse, mentre cominciava ad accarezzare Persian (che gli era appena avvicinato).

“C'è però una differenza signore!” disse la sua segretaria apparendo dietro di lui “Verso quel ragazzo … cioè verso suo figlio lei ha un coinvolgimento affettivo più profondo!”

“Vedi Matori …” sorrise Giovanni alzando gli occhi al cielo con nostalgia“... il punto è che da una parte non voglio perdere il mio moccioso buono e positivo, mentre dall'altra ….” chiuse gli occhi senza dire niente, limitandosi a sogghignare beffardo. Il pensiero di aiutare Ash ad evolvere al suo stadio finale di futuro capo lo riempiva di adrenalina e di malsano piacere, per quando una parte di lui rifiutava quell'idea. La parte di lui che quasi vent'anni prima aveva fatto il voto di far morire la maledizione del Team Rocket con se!
In ogni caso una cosa non sarebbe cambiata: “Dovrò comunque insegnarli ad allacciarsi la cravatta!” sospirò scuotendo la testa a quel pensiero “Insomma buono o cattivo, dove si è mai visto un adolescente che non sa allacciarsi la cravatta?
Aaaaah! Delia!”

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Notte ***



Capitolo 3: Notte 
 

Come hai potuto farlo! … Unirti a loro! … Era l'unico modo! … Mi hai deluso profondamente ragazzo … Professore la prego! …Pikachu doveva essere tuo amico … MA NON CAPITE?! Solo mio padre … Suo padre! Oh no! Ora dovremmo chiamarlo padroncino! …. Non voglio che mi chiamate così!… …Hai tenuto nascosto la verità a tutti noi! … Iris! Serena! Misty! Scusate! PIIIKA! … Mi dispiace! Pikachu mi dispiace …
Ash correva cercando di uscire dalla stanza dove vedeva tutte le persone voltargli le spalle, e Pikachu sdraiato a terra con la testa fasciata sanguinante.
Correva!
Correva!
Correva in uno strano corridoio ricco di trappole … Poi cadeva … Si rialzava … E c'era solo lui, che lo fissava tendendogli la mano … NO! Urlava … Cadeva, ma atterrava in piedi.
Davanti a lui c'era uno specchio … ed il riflesso sogghignava rivelando un completo nero elegante che ben conosceva, accarezzando un pokémon felino con una mano eNO! Voleva urlare ma la sua voce disse: SÌ! Ormai non posso più farci niente! Poi si voltò verso il padre apparso accanto a lui e …
“NOOOO!" si sedette e cominciò a respirare profondamente, cercando di calmarsi.
Era solo un incubo! Solo un incubo ...No! Non lo era.
Era l'Incubo!“
Erano le sue paure che erano riaffiorate nella sua mente durante il sonno: paure che il fatto di essere lì, nella villa di Giovanni, gli aveva solo fatto rafforzare. Si sedette sul letto e accese la luce dell'abat-jour per riflettere.
Sapeva che quando suo padre gli aveva proposto di restare non lo aveva fatto con secondi fini: non era la prima volta che dava modo di tenerci veramente a lui. Si ricordava bene cos'era avvenuto sei anni prima dopo la loro fuga dal Team Torpedo (che Giovanni aveva poi annientato subito dopo nel più grande scontro fra bande rivali che Kanto avesse mai visto!). Perché era stato in quell'occasione che aveva accettato che quell'uomo fosse suo padre …


Eccoci qui! Sei a casa, Ash” disse l'uomo fermando la macchina dai vestri oscurati

Il ragazzo uscì e con stupore vide sua madre gettarsi in avanti per abbracciarlo.

Mamma!” disse Ash ricambiando l'abbraccio con forza, poi si volse verso il padre che era uscito dalla vettura da poco e che gli osservava “Quindi tu volevi davvero ...”

... Portarti a casa tua, ossia da tua madre! Sì, intendevo proprio questo!” fu la risposta dell'uomo “Basta solo una persona a portare questo peso in famiglia!”disse indicando la R cucita sul taschino “ Dobbiamo restare separati: è la cosa migliore per tua madre e per te!” poi si volse alla donna, ancora col volto rigato dalle lacrime, prese un fazzoletto e gliele asciugò delicatamente “Mi spiace non poter mai essere l'uomo che meriti davvero, Delia!
Nel poco tempo trascorso insieme, per me sei stato un simbolo di libertà dal mio destino, ma se non lo avessi accettato … ” si trattene al solo ricordo di quella strega, e di come lei avesse minacciato di rapire il bimbo che la ragazza che amava aspettava da lui per “crescerlo come uno del suo lignaggio.

Giovanni!” mormorò la donna, cercando di accarezzarlo ma l'uomo allontanò lo sguardo chiudendo gli occhi. Si reputava indegno anche solo di essere toccato di una persona così gentile, onesta e solare!
Spostò quindi lo sguardo su Ash, e per la prima volta il bambino vide negli occhi dell'uomo tenerezza: “Prenditi cura tu di tua madre, e non farla preoccupare troppo!”

Va bene!” rispose Ash, poi l'uomo si diresse nuovamente verso la macchina e aprì lo sportello per salire “Aspetta, papà!” urlò Ash senza rendersi conto della parola usata, restando un attimo in silenzio davanti all'uomo che si era voltato verso di lui dopo che lo aveva sentito chiamarlo così per la prima volta “Aspetta a partire!” disse il ragazzo avvicinandosi.

Non posso rimanere qui! Ho delle cose più importanti da fare, che venirti a salvare! Quindi vedi di non metterti più nei guai con i Torpedo, giovanotto!” rispose il boss in tono duro voltandosi per salire.

Volevo solo dirti che non ti odio, ma sembra che dovrò ripensarci!” fece il ragazzino arrabbiato e ferito dal comportamento dell'uomo, che però disse:

Neanch'io ti odio! Anzi, ti trovo adorabile nel tuo essere infantile!”

Grazie!” disse il figlio sorridendo contro voglia.

Se caso mai ti prenderanno Pikachu, vedrò di restituirtelo! Non sono così spietato da rubare i pokémon di mio figlio!”

Certo che sei strano, ma … considerato che sei un il capo dei Rocket sei comunque l'unico tipo di padre che posso accontentarmi di avere!” fu la risposta del corvino.

Ashton Red Ketchum!” lo rimproverò sua madre apostrofandolo con il nome completo, ma Giovanni alzò la mano e la fermò dicendole di lasciare stare. Andava bene così!
Era giusto così!
Quindi aprì lo sportello, salì sulla vettura e partì senza dire una parola!

Adorabile.
Era quello l'unico complimento che suo padre gli avesse mai rivolto. L'unica prova diretta di affetto che quell'uomo gli avesse mai dato, fino ad ora! Ma il motivo per cui glielo aveva mostrato lo spaventava: non voleva essere costretto a diventare come Giovanni per avere il suo affetto, e aveva qualcosa di più importante da fare!

“Devo scappare!” disse “Devo tornare da Pikachu! Le tecniche di fuga mi torneranno utili … “ poi il suo pensiero andò ai pokémon che avrebbe lasciato lì: Butterfree e la sua compagna, Charizard, Pidgeot, Mankey, Squirtle, Torterra, Pignite, Quilava … non poteva metterli davanti a Pikachu!
Doveva chiamare le uniche persone che sapevano della condizione del suo piccolo pokémon! Quelli che erano sempre dietro di lui, in un modo o nell'altro!
Prese il cellulare e compose il numero.

 

Uno squillo … due squilli ….

“Miao... Qui è il miglior trio del Team Rocket … In questo momento stiamo dormendo … richiamate domani, grazie!”

“Sono io, Meowth! Sono Ash!” disse il ragazzo al pokémon.

“E devi ...YAAWN! … chiamare proprio a quest'ora? Anche i ladri dormono, novellino!” fu la risposta tagliente del felino.

“Chi è Meowth?” chiese James con voce assonnata

 

“L'ex moccioso, ora novellino!”disse il pokémon “Sai quello che hai raccomandato per il furto alla Silph … Chissà perché te lo ha chiesto e chissà perché te lo hanno accettato ...”

“Passami James!” ordinò Ash con voce decisa

“Ok …. vuole parlare con te!” disse passando l'apparecchio

“A quest'ora proprio! Pronto, moccioso?! Spero che tu abbia delle buone ragioni per chiamare a quest'ora. 
Anche i tutor del crimine dormono a quest'ora! Se lo scopre il capo che mi disturbi ...”

“Mi ha promosso!” disse il ragazzo con noncuranza, mentre dall'altro capo del filo ci fu un “LUI COSA??!!” di gruppo, ma Ash li zittì subito. Non aveva tempo da perdere con le lamentale di quei tre idioti. Voleva andare subito al sodo! “Senti, sai dirmi come sta Pikachu? Io devo convincere ancora mi... Giovanni a darmi la Master Ball!” Non voleva rivelargli che Giovanni era suo padre: sapeva già che quei tre si sarebbero trasformati da bulli in leccapiedi alla ricerca di una promozione, e l'idea di Meowth che gli faceva le fusa era ripugnate!

“Sta bene! La ferita alla testa è guarita, ma è ancora in coma. Tuttavia, potrebbe essere un effetto di quel pokémon che hai trovato … C'è Brock a prendersi cura di lui, ma non penso che l'abbia riconosciuto: Jessie l'ha truccato un po'!”

“In che senso 'l'ha truccato un po''?” chiese il ragazzo, ricordandosi i pacchiani gusti estetici della rossa!

“Beh … “ fece James imbarazzato “... gli ha … fatto la permanente e messo un fiocco … o magari due? Non ricordo!
E gli ha anche fatto un tatuaggio, o due? Non me lo ricordo!

In ogni caso il peggio è passato, ma non sappiamo ancora quando si risveglierà!”

“Ho capito!” rispose il ragazzo rincuorato

“Ash!” disse James serio “So che hai già rifiutato, ma lascia che di quel pokémon ci occupiamo noi! Prendi gli altri e torna a casa: non sei fatto per la vita del criminale! Neanche tu eri in te quando hai colpito Pikachu: te l'ho già detto. Eri un'altra persona, una che non tratterebbe mai i suoi pokémon con la cura che solo tu ci sai mettere!”

“Tu non sai cosa ho provato in quel momento! Non sai cosa mi è rimasto: devo cancellare ogni traccia di quello che è successo da allora in poi. E ho bisogno di quel pokémon ,e devo prendelo da solo. E se la Master Ball sarà inutile per prenderlo, allora avrò bisogno della nos … della vostra tecnologia!”

Quelle parole colpirono James!
Ash stava per dire “nostra tecnologia”. Possibile che a poco a poco stava vedendo sé stesso come un criminale che doveva stare in mezzo ad altri criminali?
Cosa gli era successo veramente quel giorno da spingerlo a tanto, pure a commettere un furto e definire anche sua la tecnologia del Team Rocket.
Aveva visto Ash e Pikachu lottare fra di loro con una furia senza pari, e da lontano uno strano bagliore rossastro dentro una caverna poi … Più nulla! Era stato come accecato, per poi riprendersi vedere il moccioso con il pokémon ferito nelle mani con vicino una pietra macchiata di sangue... Ma forse semplicemente il marmocchio si era fatto troppo prendere da quel suo ruolo! Sì doveva essere così!

“Va bene! Allora, buona fortuna” disse il ragazzo dai capelli blu chiudendo la chiamata.
In fondo voleva bene a quel moccioso! Vederlo cattivo non gli andava proprio.

***

Giovanni stette tutta la notte a leggere i documenti che riguardavano Ash come suo agente. Era registrato sotto il nome di Ashton Red (Un po' stupido da parte sua far passare il secondo nome per cognome si vede che è un principiante!) ed era entrato sotto il nuovo programma di tutoraggio, sotto proprio quell'incopetente di James, ma malgrado ciò i suoi risultati erano ottimi!
Aveva avuto un po' di problemi con la furtività, ma lì la guida di quel trio di babbei era tornata utile (se c'era una cosa in cui eccellevano era quella!).
Tuttavia, lui sentiva che qualcosa non tornava. Che per vederci chiaro avrebbe dovuto chiamare Jessie, James e Meowth, agendo alle spalle del ragazzo!
Sì! Era la cosa giusta da fare!

“Quel ragazzo mi sta rammollendo!” sbuffò bevendo un lungo sorso del suo caffé, per poi posare il suo sguardo nel cassetto dove conservava i ritagli di giornale delle sue imprese in quegli anni, a partire da quando aveva scoperto il loro legame.

Erano stati i Torpedo i primi a scoprire che era Ash il figlio avuto da Delia. Ha rivelarlo era stato l'unica persona che si era conteso con Giovanni la leadership: colui che poi avrebbe fondato il Team Torpedo.
A quanto pare doveva essere risalito alla proprietà della locanda della madre di Delia e da lì ad Ash. E per ricattarlo attraverso i sentimenti che provava per la donna aveva scelto di rapire il ragazzo.

Non lasceresti mai che lei soffra! Quindi arrenditi e il marmocchio vivrà!” erano state le parole di quel verme.

Scordatelo! Pensi che basti così poco come rapire il supposto figlio di una mia vecchia amica per mettermi in trappola? Non mi conosci proprio!” fu la risposta, ed il capo dei Torpedo sorrise maligno.

Ora che ci penso non ti ho ancora detto il nome della madre: Delia!
Oh! Ma non era la tua ragazza, prima che tua madre ti costringesse a tornare da lei scodinzolando come un cane?!”disse l'uomo scoppiano in una divertita risata maligna!

Sul volto di Ash e di Giovanni si disegnò un espressione di stupore!
Non era possibile! Era assurdo! Proprio lui, il suo peggior nemico era la persona che in fondo aveva sempre sperato di conoscere!
Era davvero questo quello che intendeva quando gli aveva detto scritto di venire disarmato perché conosceva il suo segreto?

Ragazzo …” disse lentamente il capo dei Rocket pregando in cuor suo (cosa che faceva per la prima dopo anni) che ciò non fosse vero “... il tuo cognome non è mica …”

Sì! Sono Ash Ketchum! L'unico figlio di Delia Ketchum!” disse il ragazzo cercando di trattenere le lacrime, incapace di mentire per i traumi subiti dopo il suo rapimento in quei pochi giorni.

Sorpreso vecchio mio?!” domandò il suo nemico con profondo sarcasmo “Non vuoi che lo liberi così puoi abbracciare il tuo ragazzo?
E tu che mi dici, Ash? Ti avevo detto che il tuo papà sarebbe venuto a prenderti, e così è stato!”

Sta mentendo, vero? Tu sei il capo del Team Rocket! Non puoi essere mio padre!
DIMMI CHE STA MENTENDO!”

No! Lasciai tua madre quando seppi che era incinta di un maschietto poco più di dieci anni fa!” disse provando per la prima volta orrore per quello che aera successo ad Unima.
Non per Meloetta o per il trio nuvola, ma perché quella volta aveva (seppur inconsapevolmente) rapito e ferito una delle due cose belle che voleva proteggere dal suo essere un criminale!

È una bugia! Stai mentendo! TU SEI UN CRIMINALE! MENTI SEMPRE!
GUARDAMI NEGLI OCCHI E DILLO! DIMMI CHE MENTI! DIMMELO!” urlò il ragazzo, ma poi vide che l'uomo che odiava non riusciva a guardarlo negli occhi “Ti prego!” pianse “Dimmi che non è vero!”

Invece è così! Non posso mentirti!” disse scuotendo la testa, e facendo rittrarre il ragazzo spaventato!

Ora invece era diverso. Sembrava che non ci fosse niente da fare!
“Ma meglio così!” diceva guardando la foto del figlio come recluta del Team sullo schermo del computer “Meglio così!
Se ti accetterai non sarò più costretto ad abbandonarti o a farti del male, anzi ... Non solo potremmo recuperare il tempo perso, ma potrò fare di te un perfetto mio erede! Anche se in realtà nessuno dei due che tua madre soffra per questo, vero figliolo?”.

Si alzò e si recò nella camera del giovane, il quale era tornato a letto rinuorato dalla notizia di Pikachu, sebbene il suo sonno fosse ancora agitato.

“Perché? Perché te ne sei andato? Perché?” ripeteva il giovane come se piangesse nel sonno!

Non potendo resistere ad un tale spettacolo Giovanni chiuse la porta! Trovava stupido tanto sentimentalismo per un pokémon! Perché ovviamente era per Pikachu che piangeva, non poteva essere in altro modo!
Chiuse la porta e si diresse verso la sua camera, senza ascoltare l'ultima frase che uscì dalla bocca del figlio: “Perché mi hai abbandonato di nuovo? Perché papà?”

***

Non puoi mentire! Non alla tua mamma, Giovannino! …

Quanto odiava essere chiamato così, ma a differenza di altri lui sapeva che stava sognando.
Non solo per la sua grande intelligenza, ma non poteva essere altrimenti, visto che quella strega era morta da anni! Non era neanche la prima votla che appariva, ma per lui era solo un frutto del suo inconscio.

Sparisci!” disse volgendosi alla donna in rosso senza nemmeno alzare la voce, ma lei rise!

Giovannino, vuoi cacciarmi? Tesoro, io sono solo qui per vedere mio nipote!
So che lo nascondi la dietro!” fece Madam Boss indicando un sipario nero dietro di lui.

Non so cosa stai dicendo! Ash è in camera sua a dormire, non dietro a quel sipario. E mia madre è morta da anni: tu sei solo una proiezione del mio inconscio! E se io ti dico di sparire, tu lo fai!”

La donna rise!

Ah, mio piccolo Giovanni!” disse accarezzandolo sulla guancia “Io non voglio vedere il tuo Ash! Almeno non quello che adesso dorme in casa tua!
Il nipotino che voglio incontrare è quello che nascondi qua dietro! Quello che speri nasca al più presto!” aggiunse dirigendosi verso le tende!

Fermati!” disse l'uomo spaventato, ma era tardi!
Dietro le tende c'era un giovane in giacca e cravatta, seduto su una poltrona, intento a coccolare un Luxio.

Aspettare che fosse adolescente … Beh è una buona idea in fondo! Affidarlo alla madre ha voluto dire risparmiare in pannolini, tate e pappe! Se penso a quanto ho dovuto spendere io per te, e non prendevo neanche le cose firmate … Fortuna che non l'ho preso o avrei perso chissà quanto! Però vivere con quella crocerossina ha rischiato di rovinarlo!
Meno male che ci ha pensato tu!”

Il giovane, attirato dal rumore, alzò lo sguardo. Si alzò in piedi, sogghignò e rivolto a Giovanni disse: “Papà, perché non volevi che conoscessi la nonna?! O meglio, perché mi tieni qui dietro?” fece alzandosi, mentre la donna dai capelli blu andava ad abbracciarlo

Torna dietro le tende!” ordinò l'uomo con rabbia.

Su Giovannino … lascia che venga fuori!” fece la donna tendendo la mano al ragazzo per poi baciarlo abbracciarlo e baciarlo sulla guancia “È un piacere poterti conoscere Ashton! Vedo che onori la famiglia! E non ti preoccuppare per tuo padre, lui ti vuole. … È solo che ha paura!”

Sì lo so!” fece il giovane sollevando le spalle, per poi rivolgersi all'uomo sorridendo “Dai papà, vieni! Voglio solo farti vedere come porterò avanti il Team quando me lo lascerai!”

Giovanni non si mosse, poi dietro di lui sentì una voce delusa (la voce dell'unica donna che aveva mai amato) sussurrare qualcosa.

...Come puoi farlo? …

Si girò e vide lei guardarlo con profonda delusione, come se l'avesse uccisa.

Delia?!”

Come puoi farlo? Come puoi volere questo?” disse scappando, per poi venire inghiottita dalla ombre

“DELIAAA!” si svegliò sudato. Andò in cucina, bevve un bicchiere d'acqua e disse soltanto poche parole: “Un incubo … Io?! Assurdo! Assurdo!”.

Ma era così: suo figlio sarebbe potuto diventare la sua forza, ma Delia sarebbe sempre stata la sua debolezza!  

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Ossessione ***


Capitolo 4: Ossessione 
 

Lei era incinta!
Il ragazzo dai capelli castani e spettinati non sapeva cosa dire per la felicità del momento! Per poco Meowth non gli cadde dalle mani per la sorpresa!
Certo Giovanni sapeva che ciò voleva dire smettere di fare l’allenatore itinerante e cominciare a lavorare, ma non sarebbe stato un problema: avrebbe aiutato anche lui nella pensione e dopo avrebbe sposato Delia, così il bambino avrebbe portato anche lui il cognome Sakaki!

Sakaki è il nome di un albero sempreverde!.” Disse alla sua ragazza dopo aver appreso la notizia ”Sai che voglio distanziarmi il più possibile dalla mia famiglia, però l’ho sempre trovato un cognome di buon augurio! Sarei felice se nostro figlio lo portasse!”

Ti ho incontrato che eri il leader di una gang di strada! Non mi sembra che fossi chissà quanto distante dal loro stile di vita” gli ricordò lei, mettendolo in imbarazzo.

Già!” fece lui accarezzando Meowth “Come pensi di chiamarlo?” aggiunse poi.

Visto il tuo cognome richiama un albero, pensavo Ashton se è un maschio e Ashley se una femmina perché li puoi abbreviare in ‘Ash’ , che può voler dire anche frassino.”

Ash Sakaki … Ash Sakaki … Il sakaki è un sempreverde, mentre il frassino ha un legno robusto … Inoltre nell’antichità entrambi erano visti come simbolo sacro di rinascita … Ash Sakaki … Sì! Sono sicuro che gli starà a pennello!”

Delia gli diede un colpetto scherzoso sulla testa: “E cosa ti dice che sarà un maschio? Guardache la madre sono io!”

Ma è ovvio! Ash Sakaki è un nome troppo maschile come suono!” fu la risposta di lui!

***

“Il signorino è qui, padrone!” disse il maggiordomo aprendo la porta per far entrare Ash nella sala da pranzo per la colazione.
Essendo il suo giorno libero, era stato dispensato dal mettersi la divisa del Team Rocket e aveva indossato un paio di pantaloni azzurri e una camicia bianca che aveva trovato nell’armadio.

Giovanni (il quale aveva indosso il suo completo rosso, perché si sarebbe dovuto recare in uno dei suoi uffici in città) squadrò il figlio e poi disse con sarcasmo: “Sei fortunato ad essere a riposo! Non abbiamo il venerdì casual nel Team Rocket!”. Sorseggiò il caffè, e facendo cenno al figlio di accomodarsi.

Sulla tavola c’erano uova, bacon, riso in bianco, pesce sotto sale, cheesecake, torta al cioccolato e molte altre cose che facevano venire l’acquolina solo a vederle!
Erano giorni che Ash non vedeva una simile tavola imbandita! Finora aveva mangiato solo alla mensa del Team Rocket: le porzioni erano abbondanti, ma la qualità del cibo … non tanto! 
La visione di quel ben di dio gli fece dimenticare anche solo per un po’ di tempo i suoi pensieri!

“Il signorino gradisce del caffè?” chiese il maggiordomo, imbarazzando Ash per la richiesta e per il tono formale usato.  

“N-no grazie! Io preferisco il the!”

“Come desidera, vado subito a preparaglielo!!” fu la risposta del domestico che uscì, prima che Ash potesse fermarlo, visto che era abituato a fare colazione col succo d'arancia).

“Che fai lì impalato? Serviti pure, avanti!” disse suo padre indicando le pietanze davanti ai sui occhi. Il ragazzo obbedì: si riempii il piatto di uova (erano mesi che non mangiava più uova strapazzate a colazione!), e le assaggiò. Erano squisite!

“Wow!” disse pieno di entusiasmo “Sembra che vengano dalla cucina di un ristorante a 5 stelle!” stava per voltarsi e dire “Assaggia anche tu Pi ...” poi si ricordò che il piccolo pokémon non era lì “Già è vero! Lui non c'è!
Scusami. È l’abitudine!” aggiunse con voce malinconica, prima di tornare a mangiare (sebbene con meno entusiasmo).

“Il suo the, signorino Ashton!” disse il maggiordomo, portandogli la bevanda richiesta. Il ragazzo ringraziò, imbarazzato. Non era abituato all'essere chiamato col suo nome completo, ben meno a tutta quella riverenza e che qualcuno si rivolgesse a lui col termine signorino.

“Posso consigliarti una nuotata in piscina?” disse Giovanni al figlio poco minuti dopo “Ti farebbe bene distrarti, credimi! So che sei preoccupato, ma devi lasciare che le cose facciano il loro tempo! È la cosa migliore da fare in questi casi.”

“Va bene!” rispose il ragazzo sorseggiando il suo the, prima di aggiungerci un po' di zucchero “Stasera lavorerai fino a tardi?”

“Non posso a garantirti che sarò a cena, stasera. Ma comunque, oggi cominceranno i lavori sui progetti che hai sottratto alla Silph: avrai la tua Master Ball nel più breve tempo possibile!”

“Entro quanto di preciso?!” chiese il ragazzo assumendo un tono di voce più freddo e intimidatorio. Percependo l'avidità che c'era dietro quella richiesta, Giovanni assaporò il suo caffè con ancora più gusto.

“Devi avere pazienza!” ripeté il padre “Lo sviluppo scientifico è come l'allenamento dei pokémon, purtroppo: ci vogliono pazienza ed impegno!
Siamo all'avanguardia tecnologica in molte cose, ma non controlliamo ancora il tempo, purtroppo!” aggiunse guardando il figlio negli occhi, che a quelle parole scattò in piedi!

“Scordatelo pure! Per nulla al mondo ti aiuterei a rubare l'adamasfera! Non dopo quello che è successo ad Unima e l'uso che hai fatto del Verispecchio! Inoltre mi ricordo bene i piani del Team Galassia!” fu la risposta secca di Ash.

“Hai frainteso la mia affermazione. Vorremmo anche riuscire a controllare il tempo per poterlo accelerare, senza necessariamente usare Dialga o l'Adamasfera! Sai bene che non userai mai i poteri dei pokémon per quei folli piani!
Comunque, visto che siamo in argomento, permettimi di fare una domanda: io se fossi in possesso della sfera, o se avessi un Celebi con cui viaggiare nel tempo e te li mettesti a disposizione per raggiungere il tuo scopo tu che faresti?”.

Ash rimase in silenzio. Sentì il cuore che accelerava il battito, ma poi si calmò fece un bel respiro e disse semplicemente: “Sarei tentato di usarli, lo ammetto!”

“E …” fece Giovanni con tono indagatorio.

“E niente!” rispose il ragazzo alzando le spalle, per poi tornare a sorseggiare il suo the “Sarei tentato e basta!”.

“Capisco!” disse il boss del Team Rocket, fingendo di mangiare la foglia. Il ragazzo aveva imparato che spesso è meglio dire la verità, in modo da far intendere altro, ma ne aveva ancora di strada fare se voleva fregarlo “Oggi è proprio il giorno ideale per farsi una nuotata: guarda che bel tempo!” aggiunse poi cambiando argomento e indicando fuori le finestre della villa.

“Eh sì!” fece Ash sospirando “Dalla finestra ho visto che hai molti pokèmon in giardino. Credevo che li tenessi tutti al quartier generale.”

“Non tutti! Solo i migliori.
Questi qui sono più animali da compagnia, in parte regolarmente acquistati. Non sono rari tanto per la loro forza, ma per le loro caratteristiche fisiche. Come il tuo Noctowl, per esempio!” spiegò Giovanni “A proposito, ho fatto arrivare qui le tue sfere dal quartier generale! Tutte quante! Ho pensato che li avrebbe fatti sentire più a tuo agio!”.

“Capisco!” fece Ash “E l'altra parte dei pokémon della villa?” chiese poi con fare indagatorio.

“Ti rispondo solo che vi hai contribuito anche tu.” rispose Giovanni con un sogghigno sarcastico “Quindi non fare storie e goditi la loro compagnia! A proposito, grazie per quel Butterfree rosa e per il suo compagno!
Ora scusa, ma sono in ritardo, tu finisci pure di mangiare con calma!” concluse suo padre alzandosi e dirigendosi verso la porta “Ti chiamerò io se succede qualcosa, ma se vuoi telefonarmi durante la pausa pranzo fai pure. Il numero di Matori è accanto al telefono.” Il ragazzo annuì, ma non disse niente, continuando a mangiare mogio le sue uova strapazzate. Intanto suo padre aveva indossato un cappotto e un borsalino nero, mentre si cominciava a sentire il rumore dell'elicottero privato che stava arrivando a prenderlo. Ash  decise di alzarsi per andare a vederlo.

“Però!” fece Ash con la bocca piena di uova, avvinandosi alla finestra per vedere, tenendo il piatto con una mano e la forchetta nell'altra “Devo proprio dirlo: figo figata!”, per poi sentire su di sé un “fulmisguardo” del padre “Che c'è?” chiese con noncuranza.

“C'è che forse dovrò prendermi un giorno libero io, giovanotto! Per insegnarti come si sta a tavola!” fu la risposta del padre “Ma dico io: come si fa ad arrivare a diciassette anni in questo stato?!” sospirò rispose Giovanni con facepalm imbarazzato.

“Scusa. Abitudini da viaggio” fece il ragazzo posando il piatto sul tavolo “Vedrò di non farlo più!”.

“Sarà meglio!
Puoi andare dove vuoi nella villa: nessuna stanza ti è proibita, neanche i sotterranei E a proposito: no! Non ci tengo le mie mogli defunte … “ Ash a quell'affermazione fusul punto di dover trattenersi dal ridere (sapeva benissimo che suo padre avrebbe sposato solo sua madre, se ne avesse avuta l'occasione, quindi non riusciva ad immaginarselo come un novello Barbablu, o almeno lo sperava!) “Come ho detto ieri sera questa casa è anche tua, ma gradirei che proprio per questo mangiassi sul tavolo e non sul pavimento!” Ash aprì bocca per ribattere “Anche se c'è la servitù! O dovrò pensare che tua madre ha cresciuto un maiale!”

Ash stava per ribattere, ma l'arrivo di Matori lo fermò: “Possiamo decollare signore!” disse la segretaria.

Padre e figlio si salutarono con un gesto del capo, e poi Giovanni partì. Matori uscì dalla stanza subito dopo, ma non poté mancare di scoccare ad Ash uno sguardo di disprezzo.
Lei era l'assistente più fedele di Giovanni: l'unico essere umano che il capo degnasse di attenzione. Non poteva rischiare che il ragazzo prendesse il suo posto nei pensieri del boss!

Ash rimase nella stanza, ad aspettare che l'elicottero di rimettesse in volo. E dopo che fu partito rimase a fissare il paesaggio fuori dalla finestra, e a riflettere.
Anche se d'oro quella villa era comunque una gabbia! Poteva solo aspettare che suo padre gli portasse buone notizie per il suo progetto. 
Forse la piscina e l'esplorazione della casa non erano poi cattive idee per tenersi occupati!

***

“Sono preoccupato Jessie! Il capo aveva una voce strana quando ci ha detto di venire qui!” rivelò James all'amica, mentre percorrevano i corridoi della sede secondaria del Team a Saffron City (travestita da semplice studio di ricerca sui pokémon).

“Già, miao!” fece il pokémon felino “Di solito il capo è più duro con noi, questa era come posso dire ...”

“Spaventosamente indifferente!” completò la rossa con un tremito nella voce, al solo pensiero di cosa potesse passare nella testa dell'uomo “Ho paura che dovremmo ricorrere al 'Piano 27'!”

A quelle parole i due aprirono la bocca, facendola cadere fino a terra. Il “Piano 27” era stato pensato sei anni prima dal trio ad HopHopHop Town, il sobborgo dell'area metropolitana di Celadon City dove Ash e i suoi amici avevano aiutato l'agente Jenny locale a risolvere un caso che coinvolgeva un Drowzee ed un Hypno. Jessie, James e Meowth in quell'occasione avevano cercato rapire Hypno, con l'obbiettivo di … usarlo per convincere Giovanni ad andare a pescare, in modo da poter prendersi una vacanza.

“Ma lui ci costringe a tenere alla sede centrale tutti i nostri pokémon psico! L'unico che ci fa portare in giro è Woobafett!” fece notare James, mentre il pokémon in questione usciva dalla sfera, per sottolineare il momento col suo vero. “Anche se dopo anni di tentativi, finalmente sono riuscito a sottrarre il mio piccolo Mime jr. a quel suo regno di terrore! Quel postaccio non è luogo per il mio piccolino!” Aggiunse cominciando a coccolare una sfera poké, per poi scoppiare a piangere con commosso.

“Io ho paura che riguarderà il moccioso!” ammise James “Non sarebbe la prima volta! Ricordate quando ci proibì di provare a rapire Pikachu perché era il figlio di una sua vecchia amica.

Adesso avrà scoperto che è il ragazzo del Gliscor è quel ragazzino e vorrà farci il terzo grado su dov'è Pikachu!”

“Ora che ci penso … Prima il capo ci dice che il moccioso è il figlio di una sua vecchia amica, poi (dopo l'incidente con Pikachu) il moccioso vuole andare a portare i progetti rubati direttamente al capo … Anzi addirittura vuole rubarli da solo e il capo lo promuove!” ragionò Meowth “Tutto ciò è sospetto!”

“Cosa stai insinuando? Che Ash è il figlio del boss?” fece Jessie “Ma ti rendi conto di quanto sarebbe ridicolo?” i quattro cominciarono a scoppiare dalle risate al solo pensiero

“Il moccioso il figlio del boss! Saremo veramente alle comiche! Mi hai impedito di conquistare il mondo Ash! A letto senza cena!” disse James imitando Giovanni insieme a Mime Jr. appena fuoriuscito dalla sfera, facendo ridere i suoi amici ancora di più.

“AH! AH! AH! Sei uguale!” fece Meowth “La stessa faccia perennemente imbronciata del capo!”, senza accorgersi che la porta dietro di loro si era aperta, e una figura li stava osservando minacciosa!

“Il boss con un bamboccio come figlio! Vieni con me, e potrai tenerti Pikachu!” aggiunse Meowth , prima che uno scocciato “ehm-Ehm!” riportasse alla realtà i membri del trio, tranne James che continuava ad immaginarsi situazioni paradossali con Ash e Giovanni “Il moccioso ... come mini-boss! Ah! Ah! Ah! Troppo assurdo!
Il moccioso come … figlio .. del ...” deglutì, dop oaver visto lo sguardo tagliente di Giovanni “... capo?!”

“Gli affari privati fra me e l'agente Ashton, non vi riguardano!” disse l'uomo con voce gelida spaventando i due umani e i tre pokémon “Come avete capito ...” aggiunse poi sedendosi a coccolare Persian “Sono al corrente della situazione e della vera identità dell'agente Ashton. Tuttavia è triste che, vista la situazione del ragazzo, debba contare su degli incompetenti come voi!
La missione che vi sto dando è troppo facile, quindi non la potrete sbagliare! Dovete tenere d'occhio il Pikachu che Ash vi ha affidato!”

“Avete sentito? L'ha chiamato Ash, e non più agente Ashton! Vuoi vedere che …” sussurrò Meowth, prima di venir zittito da Jessie con un pungo. Giovanni sospirò!
Cosa gli faceva tenere nel Team quel gruppo di idioti?! Lo si vedeva lontano un miglio che non erano abbastanza spietati ed erano un fallimento come criminali!

“Quindi …” mormorò James “... ci sta chiedendo di continuare a fare i pokémonsitter del Pikachu del suo … ehm del ragazzo?!”

“Esatto!  Prima però, vorrei che mi raccontaste cos'è successo davvero in Guyana!” disse Giovanni voltandosi verso la finestra perché i tre non vedessero il suo viso mentre continuava a parlare “Quel ragazzino! Si vede che è un principiante e che non sa nascondere le bugie!” disse con una punta di affetto ed orgoglio (“Visto che vi avevo detto? Sembra che sia un tratto di famiglia!” sussurrò di nuovo il pokémon felino, prima che i suoi due amici gli rivolgessero un sonoro “Shhh!”), poi si voltò verso il trio e con voce minacciosa concluse “Quindi guai a voi se mi nasconderete anche un solo particolare!”

I tre fecero un respiro e cominciarono a raccontare: “Vede, noi stavamo seguendo il bamboccio perché sicuri che con lui saremmo incappati in qualche pokémon raro o in un tesoro prezioso, come sempre ci capita del resto.
Quel giorno era in una foresta in groppa al suo Tauros e ….”.

Giovanni ascoltava con interesse, anche se ancora non capiva come sarebbe stato meglio usare quelle informazioni in suo potere: convincere Ash a tornare a casa, oppure (al contrario) ricorrere a tale verità per spezzare la volontà del ragazzo e legarlo indissolubilmente al Team Rocket?
Non riusciva a decidersi, ma non era tanto per amore verso il figlio o vero Delia, ma per una questione orgoglio: avere Ash come erede dell'organizzazione era il desiderio di Madame Boss, e lui non avrebbe mai lasciato che sua madre potesse vincere. Neanche da morta!

***

Tutto sommato, suo padre aveva ragione!
Una nuotata in piscina lo aveva aiutato a scaricare la tensione accumulata negli ultimi tempi.
La vasca era grande e spaziosa: una piscina olimpica! Se Misty fosse stata lì con lui, i suoi pokémon d'acqua si sarebbero sicuramente divertiti a nuotare la dentro!

Misty!

Era stata l'ultima persona che aveva salutato prima della sua partenza per il Guyana.

Appoggiato al bordo della vasca e guardando il sole il ragazzo sospirò, ripensando alla sua migliore amica e al tempo passato insieme quando avevano dieci anni! Nessuna delle sue successive compagne aveva lasciato dentro di lui una tale impronta.
Misty col suo carattere da maschiaccio e la sua dolcezza femminile aveva significato così tanto per lui che neanche l'amicizia che provava da molto più tempo per Serena era paragonabile al legame che sentiva con la rossa!

“Forse … senza accorgermene mi sono innamorato di lei!” disse il ragazzo, ripensando all'ultimo saluto che si erano scambiati: il modo in cui la ragazza lo aveva abbracciato forte, e con cui gli aveva detto: “Vorrei venire, Ash! Vorrei accompagnarti, ma la palestra richiede la mia attenzione e le mie sorelle … Beh le conosci, purtroppo!”

Ma lui stupido, forse non era riuscito a comprendere la ragazza per l'ennesima volta, concentrato com'era con gli allenamenti!

Quando avrò finito qui … “ si disse staccandosi dal bordo e tornando a nuotare, mentre Buizle, Squirtle, Oshawatt e Totodile stavano giocando in acqua “... quando tutto questo sarà finito e Pikachu si sarà ripreso, allora Misty ti chiederò di uscire! Non mi concentrerò più solo sugli allenamenti, te lo prometto!”.

All'improvviso una voce lo richiamò: era il maggiordomo di suo padre!

“La prego di uscire dalla piscina signorino. È quasi ora di pranzo e presto il padrone la chiamerà, quindi sarebbe meglio che lei uscisse e si vestisse.”. Anche se contro voglia, il ragazzo obbedì e fece rientrare i pokémon nelle sfere.

“Desidera qualcosa in particolare per pranzo, signorino Ashton?” domandò il domestico, mentre Ash usciva dalla doccia, con il suo solito tono formale e rispettoso.

“No, grazie! Se fosse possibile vorrei scendere in cucina io e farmi un sandwich.” Rispose il ragazzo, mentre era intento ad asciugarsi i capelli con l'asciugamano.

“Se è quello che vuole lei, signorino, non posso oppormi!”

A quel punto il ragazzo lanciò l'asciugamano al domestico e disse “Senti, non sono abituato a questo formalismo nei miei confronti, e non mi mette a mio agio sentirmi chiamare con il mio nome completo. Puoi almeno chiamarmi Ash, e non Ashton per favore?!”.

“Se la cosa la mette più a vostro agio, signorino Ash! ” fu la risposta del domestico, poi guardò il ragazzo e con tono molto più gentile “So bene che non riusce ad abituarvi, ma voi qui siete il figlio del padrone di casa. In assenza del capo, voi avete la piena possibilità di usufruire di questi spazi come meglio preferite ed io ho il compito di assistervi e soddisfare i vostri desideri.
Avete un potere praticamente assoluto! Quindi se avete curiosità da soddisfare e se posso fare qualcosa per voi, non esitate a chiederlo” aggiunse mentre il ragazzo si vestiva.

“Senti Hargrave, posso farti una domanda?” il servitore annuì “Ho notato che prima, parlando di mio padre, l'hai chiamato 'capo', al posto di 'padrone'. Per caso sei anche tu …”

“Un membro dell'organizzazione? Sì, signorino. Come ora lo è anche lei, del resto!
Forse non lo sa, ma non tutti gli agenti del Team Rocket si occupano di furti oppure di gestire il racket di pokémon rari e/o di oggetti d'arte preziosi. Alcuni svolgono lavori per conto dell'organizzazione che potremo definire onesti e con regolare contratto! È un modo come un altro per rimanere segreti!” fu la risposta di Hargrave.

“Quindi penso che mio padre ti abbia dato degli ordini, come per esempio tenermi qui?” chiese il ragazzo con tono di sfida, ma il maggiordomo rispose di no. Che al contrario Ash era libero di uscire quando voleva. Quando il ragazzo si domandò perché, l'uomo rispose:

“Lei non conosce bene suo padre come crede!
Il capo è un uomo potente e ambizioso. Abituato a prendere quello che vuole, ma ... penso che non voglia forzare le sue scelte, signorino.
Dopo aver scoperto che era lei il ragazzo che ha incontrato ad Unima, ecco … ha come sviluppato una specie di … istinto di protezione nei suoi confronti!”

Ash sorrise sarcastico: “Istinto di protezione? Non ci credo neanche se inizia a darmi la paghetta!
E comunque se fosse vero non penso che sia per la faccenda di Unima. Quando mi salvò dai Torpedo io ero stato sottoposto a varie sedute di elettroshock, per fortuna sono abituato al super fulmine di Pikachu!”.

“Si sbaglia, signorino Ash!” fu la parola dell'imperturbabile maggiordomo “Qualsiasi cosa pensi di suo padre, lui tiene a lei e a sua madre in una maniera diversa, rispetto a tutte le altre cose e pokémon che possiede o che … si è preso in questi anni!”

“Non devi trattenerti, Hargrave. Puoi pure dire che ha rubato! Non mi scandalizzo!” fece Ash “Tanto, non è che gli possa fare la predica, su questo!” aggiunse poi a mente.

“Quello che voglio dire e che … lei e sua madre siete le uniche cose che il capo teme veramente gli possano essere rubate. È come se lei, signorino Ash, fosse la una gemma brillante unica al mondo, e sua madre una perla altrettanto preziosa.” continuò il maggiordomo “E se non mi crede, può entrare nella camera da letto di suo padre a controllare di persona!” aggiunse portando via l'asciugamano, lasciando il ragazzo con molti più dubbi di quanti li aveva all'inizio su suo padre.
 

“Dimmi Hargrave, cosa ne pensi di mio figlio?” chiese più tardi Giovanni via telefono al suo fedele maggiordomo.

“Beh … penso che si debba abituare al suo ruolo, e … “ si guardò intorno per essere certo che il ragazzo non fosse presente “... se devo essere sincero penso che il signorino abbia ancora troppi scrupoli! Ma se volete, io e il mio Hypno … ” si offrì prendendo in mano la propria sfera, prima che Giovanni lo interrompesse.

“No! Te l'ho già detto ieri sera: Ash non va forzato! Se ottenuto il suo risultato vorrà lasciare il Team Rocket potrà farlo! E poi quelle sui suoi troppi scrupoli le avevo già capite da me.
Quello che volevo chiederti è un'altra cosa: tu sei stato una delle miei migliori spie e hai sempre avuto buon occhio nel valutare le persone. Come padre ci sono delle cose che io non posso vedere!”

“Signore … “ cominciò il domestico “... se vuole proprio saperlo, negli occhi di suo figlio non ho visto ambizione bensì ossessione! Un'ossessione che lo sta cambiando da dentro, ma non riesco a capire cosa sia.”

Giovanni annuì in silenzio. Poi chiese dove fosse suo figlio e Hargrave rispose che in quel momento “il signorino era intento a pranzare”, ma in realtà il figlio aveva già finito di mangiare e si era introdotto nella sua stanza, dove aveva trovato una fotografia dei suoi genitori, scattata prima che suo padre diventasse il boss del team.
Faceva strano per il ragazzo vedere suo padre non solo più giovane, ma con un'espressione del viso così solare e …. coi capelli spettinati! Esattamente com'era lui stato fino a qualche tempo prima!

Com'è buffa la vita!

Nella foto Giovanni aveva un Meowth sulle spalle (molto probabilmente era Persian prima di evolversi) ed abbracciava Delia, o meglio abbracciava la pancia di lei!

In questa foto ci siamo tutti e tre!” constatò tra sé il ragazzo con commozione, pensando a quante altre foto sarebbero potute essere state scattate se le cose fossero state un po' diverse!
A quante occasioni erano state perse!

“Signorino! Cosa ci fa qui?” la voce di Hargrave lo riportò subito alla ragione.

“Beh … “ fece Ash con tono indifferente “... se sono dei padroni allora posso andare dove voglio in questa casa! E poi Mio padre mi ha dato il permesso .. No, anzi! Tu stesso mi hai consigliato di venire qui!”

L'uomo sospirò!
“Sì, ma non è il momento adesso! Suo padre la sta aspettando al telefono, e io ho dovuto dire che stava ancora mangiando per non fargli perdere la pazienza! Quando si arrabbia il capo è davvero insopportabile! Quindi ora mi raggiunga in salotto, per favore: il tempo di suo padre al lavoro è molto prezioso!”.

Già! Come sempre! Il lavoro prima di tutto, vero papà?” Il ragazzo alzò le spalle ed obbedì.  

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Fiducia ***


Capitolo 5: Fiducia
 

Cercava di farsi perdonare?
Forse!
Era un modo per portarlo dalla sua parte? Stava cercando di corromperlo?
Poteva essere!

Però una sola cosa in quel momento balenava nella mente di Ash: quel sushi era squisito!
“Papà dovresti assaggiare il kappamaki … no anzi … i nigiri e ... Oh! Non ci credo! Hanno pure i gunkan nigiri!”esclamò il giovane poi con gli occhi luccicanti alla vista degli involtini di alga e riso con le uova di pesce in cima.
Padre e figlio erano seduti al tavolo di uno dei più eleganti sushi-bar di Celadon City all'ultimo piano di un immenso grattacielo. Convincere Ash ad uscire vestito elegante era stata una vera tortura! Se non fosse stato per Hargrave e la sua idea di proporre al “signorino” di indossare un blazer elegante con un paio di jeans e una camicia bianca senza cravatta, i due avrebbero cenato in casa quella sera!
“Ash, non … ti sembra ti stare esagerando un po' col wasabi?” chiese Giovanni, alla vista della quantità esagerata di salsa verde piccante che il figlio metteva sulle sue porzioni di sushi. Per tutta risposta il ragazzo scosse la testa, rivelando al padre quanto adorasse il piccante e che i “piatti forti della mamma sono sempre quelli piccanti”. Giovanni bevve un sorso di sakè e sospirò: “In ogni caso, non esagerare con il cibo! Domani ...”
“... è domenica!” completò Ash, prima di divorare un teramaki “Domani è domenica!” ripeté dopo aver visto lo sguardo interrogativo del genitore.
“Non esiste la domenica nel Team Rocket, al massimo le ferie. Se io ritengo che te le meriti, beninteso, visto che sostengo che si lavori meglio sotto pressione!” replicò il boss pensando alla sua 'politica aziendale', prima di notate che il figlio stava chiedendo ad un cameriere di fargli un pacchetto con alcuni dei pezzi di sushi delle sette barche che avevano ordinato “Ma mi stai ascoltando?
Ah! Non fa niente! È la tua serata dopottuto!” disse poi calmandosi e bevendo un altro sorso di alcolico.
In fondo lo aveva portato a cena fuori lui, visto che quella era la sera dell'ultimo giorno libero che aveva concesso al figlio aveva deciso di staccare anche lui dalla sua solita routine serale e di rilassarsi, concedendosi una cena a base di sushi costoso accompagnato da un buon saké.
“Cosa c'è, papa? Comunque sì, ti ho ascoltato. Niente domenica!
Ah! Può mettermi anche del wasabi nel sacchetto? Tanto, mi raccomando!” aggiunse mandando via il cameriere, per poi voltarsi verso il genitore e sorridergli “Grazie per avermi portato qui! Questo posto è fantastico!”
 
Vedere suo figlio sorridergli così come se niente fosse, rendeva Giovanni strano!
Non aveva mai conosciuto il “vero” Ash Ketchum, il ragazzo che viaggiava col Pikachu dall'età di dieci anni e che aveva sventato i piani di Jessie e James. Era un ragazzo solare, senza traccia apparente di egoismo: una persona che metteva sempre prima il bene di chi amava, fossero essi umani o pokèmon … Un Ash senza quell'ossessione che Hargrave aveva detto aver visto nei suoi occhi, e che Giovanni credeva ormai aver capito a cosa aveva portato nella vita del giovane.
Dopo il colloquio con Jessie e James aveva chiamato Hargrave e gli aveva fatto cercare un libro sulle leggende del Guyana, ma questo non lo aveva aiutato a capire quale fosse l'ossessione di Ash. Poco dopo erano stati raggiunti dallo stesso ragazzo.
Dopo un inizio un po' freddo, il boss aveva chiesto al figlio di descrivergli cosa aveva fatto nella giornata e lui rispose che aveva nuotato in piscina coi suoi pokèmon d'acqua.
 
“Avevi ragione, sai? Nuotare mi ha fatto bene ed ora mi sento più rilassato!” fu la risposta di Ash, prima che Giovanni notasse nelle meni del figlio la foto che lo ritraeva con Delia incinta. L'unica foto in cui, in un certo senso, erano presenti tutti e tre.
Vederlo più rilassato in quella situazione gli aveva fatto venire l'idea di portarlo a mangiare fuori. Quell'Ash, quella versione di Ash che aveva davanti a sé in quel momento non era il ragazzino spaventato che aveva soccorso sei anni prima, e non era neanche il ragazzo cupo e ossessionato che gli aveva portato i progetti che aveva conosciuto negli ultimi due giorni.
Questo Ash era luminoso! Era … bello. Agli occhi di Giovanni Ash era sempre stato come una pietra preziosa da proteggere, ma quella era la prima volta che lo vedeva emanare quella luce carica di positività! Nei giorni successivi non avrebbe avuto molto tempo per poterlo ammirare, quindi aveva pensato di portarlo fuori per goderselo il più possibile.
“Figurati!” rispose poi il boss, chiudendo gli occhi in un sorriso a metà fra il compiaciuto e il beffardo “E poi staccare un po' fa bene anche a me!”
“Troppo lavoro?” chiese Ash, mentre il cameriere tornava con il pacchetto.
“Oh! Solo scartoffie!” mentì Giovanni con aria di sufficienza “Che siano onesti oppure no, gli affari producono solo scartoffie! Purtroppo non c'è più spazio per i gentleman aggrements a questo mondo!” diede un altro sorso al suo saké e ne versò un po' al figlio “Bevi solo questo e basta, perché so che non sei abituato. Te lo concedo solo perché è la tua serata!
Domani ti voglio sveglio al lavoro, chiaro?!” sottolineò il genitore con fermezza.
“Aaah! Prima dici che non devo fare il bravo ragazzo perché non bevo … Poi mi dici di non bere troppo … Non ti capisco proprio!” fece il ragazzo con aria scocciata, accavallando le gambe.
“Faccio solo quelle raccomandazioni che fa ogni padre col proprio figlio adolescente!” fu la risposta dell'uomo “Mai bere troppo se il giorno dopo devi lavorare!”
“Spiritoso!” fece il giovane assaggiando l'alcolico “ACCIDENTI! Certo è che è forte questa roba! Ma come fai a ...” suo padre lo fermò, guardò l'orologio e disse:
“Direi che possiamo quasi andare, ma se vuoi prima possiamo ordinare il dolce.”
“Beh sì, perché no!” rispose il ragazzo “Cameriere! Una coppa di gelato King Size!”
“ASH!”
“E va bene! Una max … cioè una medium!” si corresse il ragazzo con aria imbronciata, dopo aver visto lo sguardo di rimprovero di Giovanni alle sue esagerate richieste di cibo.
 
***
Tornati a casa Ash si mise a letto e pensò alla prima volta che si era trovato faccia a faccia con Giovanni, dopo che aveva scoperto della loro parentela.
Era accaduto dopo che erano scappati dal quartiere segreto del Team Torpedo ed erano in fuga nella foresta circostante. Giovanni doveva arrivare al punto stabilito riunione stabilito con Domino entro il tramonto del giorno successivo alla loro fuga.
Non aveva mai capito come avevano fatto a fuggire, a causa degli elettroshock a cui il malvagio boss dei Torpedo lo aveva sottoposto.
Sapeva solo che centravano Persian, Woobafett e Mime Jr.
 
Non sapeva neanche lui perché aveva dato la mano a quell'uomo che pretendeva di essere suo padre!
Non capiva cosa lo portasse a fidarsi di lui!
Sapeva solo che non voleva rimanere lì!
 
Corri, presto!” urlò Giovanni tenendolo per mano, mentre uscivano dalla sede del Team Torpedo “Dobbiamo raggiungere il margine della foresta al più preso!
Lì c'è il punto d'incontro con l'elicottero che ho fatto venire per portarci via, poi potrai tornare a casa!” aveva detto il capo del Team Rocket.
 
Non .. non ce la faccio!” fece Ash accasciandosi.
 
Giovanni si fermò!
Salta sulle mie spalle! Faremo prima, Ashton!”
Il ragazzo acconsentì, e i due continuarono a scappare fino a quando non venne buio. Poi si accamparono in una caverna.
 
Giovanni aveva visto con i sui occhi il suo più vecchio nemico torturare quel ragazzino davanti a lui con scosse elettriche: sapeva che il corpo del giovane era abbastanza debilitato!
Quel bastardo! Neanche lui era mai sceso a tanto!
Torturare un ragazzo in quel modo!
E lo aveva fatto apposta! Lo aveva fatto per colpirlo in ciò che aveva di più caro!
Quando dopo che aveva scoperto che quel ragazzino era suo figlio, aveva dovuto assistere ad una nuova seduta di elettroshock prima di poterlo liberare con il suo piano segreto!
 
Tuttavia, lo sguardo del ragazzo era come un freddo pugnale! Non si sarebbe mai fidato di lui!
 
Non eri obbligato a salvarmi!” gli disse Ash dopo che si furono fermati “Non mi importa se sei mio padre oppure no! Non eri obbligato a farlo!”
 
Volevi rimanere lì?” chiese allora il boss sarcastico, accendendo un fuoco “Non potevo vederti in quella situazione! So di … averti fatto molto male in passato, ma non sono il mostro che pensi!
Certo non l'avrei fatto per chiunque, ma per una persona importante come mio figlio sì! Ti è cosi difficile crederlo, Ashton?”
 
Ashton!
Quanto odiava il suo nome completo! E sentirsi chiamare così da lui era anche peggio!
Come se a te importasse cosa penso!” fu la dura risposta di Ash “Pensi davvero che questo cambi le cose fra noi!
Non mi hai solo abbandonato prima che nascessi, ma ad Unima … ” cercava di trovare le parole giuste “... MI HAI RAPITO PER COSTRINGERE MELOETTA AD AIUTARTI! E MI HAI ANCHE COSTRETTO A STARTI A GUARDARE MENTRE FACEVI DEL MALE ALLA MIA AMICA!
Tu non sei diverso da lui!”
 
Ashton ...” disse Giovanni prendendo un sacchetto di marshmellow “... è il momento che ti spieghi come andarono le cose fra me e tua madre ...”
 
***
“Signorino Ash, sono le sette ed è ora di alzarsi! Suo padre l'aspetta al piano di sotto per la colazione fra 15 minuti!” disse Hargrave la mattina successiva accendendo la luce nella camera di Ash.
 
“Ma gli altri giorni …” obbiettò il ragazzo, prima che il maggiordomo lo zittisse con un gesto della mano.
 
“Il capo ha delle questioni importanti da discutere con lei! È quindi pregato e di indossare la sua divisa d'ordinanza, di prendere le sue pokéball e di scendere a fare colazione con suo padre, prima di essere riportato alla sede centrale dove riceverà ulteriori istruzioni!
Ah sì dimenticavo! Mi ha detto di aggiungere che 'È un ordine, agente Ashton'.” concluse il domestico allontanandosi, mentre il giovane si alzava di malavoglia.
 
Quel breve periodo di riposo era finito troppo in fretta!
Ora doveva tornare alla vita che odiava presso la sede centrale! Anche se ora che non era più una recluta forse (e diceva forse) avrebbe potuto avere anche lì una stanza tutta per sé e non doverla più dividere con persone con cui non aveva, volutamente, mai legato.
Sospirando, il ragazzo indossò dopo tre giorni il completo nero che tanto disprezzava, si recò in bagno per lavarsi i denti e poi scese le scale domandosi cosa aveva in serbo Giovanni per lui!
Non poteva credere che solo fino a poche ore prima, si era trovato in qualche modo a suo agio in compagnia del padre!
Sembrava che quella serata insieme fosse stata annullata!
 
“Il signorino mi è parso parecchio di malumore quando le ho riferito le sue parole, signore!” disse Hargrave servendo il caffè a Giovanni “E devo dire che mi dispiace il fatto di non averlo più a casa per cena nei prossimi giorni!”.
Giovanni non aprì bocca, limitandosi a portare la tazza alla bocca con la sua solita espressione maligna.
Aveva in mente qualcosa di speciale per il figlio: voleva vedersi dov'era disposto a spingersi!
La serata insieme era stata solo un piccolo momento che aveva voluto concedergli come scusa anticipata per quanto il ragazzo lo avrebbe odiato nei prossimi giorni.
“Oh! Eccola qui! La nuova stella nascente del Team Rocket!” disse poi dopo aver notato il figlio che entrava nella sala da pranzo, il quale per tutta risposta gli rivolse un'occhiata fredda “È così che ti chiamano adesso alla base." spiegò al giovane posando la tazza "E non posso assicurarti che sarà una fama passeggerà: hai creato aspettative troppo grandi!
Come tuo padre ho pensato che fosse giusto dirtelo per prepararti psicologicamente per al bagno di folla che ti aspetta alla base!”
Ash non disse niente a quelle parole. Si limitò a ringraziare Hargrave con tono piatto mentre il maggiordomo gli serviva il the e le uova strapazzate.
“Dovere signorino. Mi auguro solo che riesca a sopravvivere al pessimo cibo di quella mensa aziendale nei prossimi giorni!” rispose il maggiordomo “Certo se suo padre accettasse l'idea di recapitarle il pranzo quando si recherà al lavoro nei prossimi giorni … ”
“Gliel'hai proposto davvero?” esclamò Ash stupito a quella notizia, mentre il domestico annuiva.
“Certo! Gli ho detto che ora che torna alla sede sarebbe bene farle conoscere i vantaggi del nepotismo per ...”
“Hargrave, basta così!” lo interruppe il boss con voce calma, ma minacciosa “Ora puoi andare!”.
Il domestico si congedò.
 
“Comunque hai fatto bene a non accettare. Sarebbe stata strana l'immagine di te che entri in sala mensa e mi porti il bento!” fece il ragazzo trattenendo un risolino divertito.
“Oh! Ti prego!” fece il padre voltando la testa imbarazzato “Comunque non è escluso che anche nei prossimi giorni potremmo pranzare insieme. Data la tua fama attuale non sarebbe strano un invito a pranzo da parte del tuo capo, una volta ogni tanto.” aggiunse prima di riprendere un tono serio “Ma ora agente Ashton, è ora che parliamo di affari.". Quelle parole suonarono ad Ash come ad un campanello di allarme: fu come se i momenti delle scorsa sera fossero stati completamente cancellati!
Giovanni non sembrò notarlo e continuò:
"Come ti ho detto ho affidato lo sviluppo della Master Ball ad una squadra di scienziati guidata dal professor Sebastian …”
“E allora?” chiese il ragazzo.
“Beh dovrebbe interessarti, visto che ho proposto te come agente che utilizzerà i prototipi per i test!” completò Giovanni, facendo sobbalzare il giovane “In realtà, io voglio che tu mi tenga aggiornato in tempo reale sui progressi della progettazione... Sui reali progressi! Purtroppo ho affari più urgenti da portare a termine, per quanto lo sviluppo di una Master Ball sia una cosa importante. Per questo voglio che tu sia i miei occhi e le mie orecchie sul posto, senza che nessuno lo sappia!”.
“Che genere di affari? domandò Ash insospettito da quella frase.
 
Giovanni alzò gli occhi al cielo e disse: “Buona domanda, figliolo!
Come sai, io non sono solo il boss del Team Rocket. Gestisco molte attività legali per riciclare il denaro che richiedono la mia attenzione, perché vedi io potrei venire scoperto. Se ciò accadesse, non solo finirei in prigione, ma i membri del Team mi seguirebbero.
Di conseguenza, anche tu finiresti in carcere con me!” il cuore di Ash ebbe un sussulto a quelle parole “Ragion per cui, il tuo vecchio deve occuparsi di tenere le cose come stanno pagando le persone giuste nei posti giusti, trovando i giusti alleati....”
“Ho capito! Non aggiungere altro!” disse Ash interrompendolo e alzandosi “Siamo sulla stessa barca, vero?”
Giovanni annuì compiaciuto! Il ragazzo era veramente diventato più sveglio col passare del tempo.
Posò la tazza ed aggiunse“Inoltre, ho bisogno di te per vigilare sul progetto Master Ball. Voglio che resti segreto anche all'interno dell'organizzazione, e posso contare solo su di te. E sai perché?”.
“Perché ho interesse anch'io nel progetto?”
“No!” rispose l'uomo avvicinandosi al figlio e mettendogli una mano sulla spalla “Perché che padre sarei se non mi fidassi del mio ragazzo?!” aggiunse sorridendo “Sii solo i miei occhi e le mie orecchie, Ash. Non ti chiedo altro!
Non ti ho mica ordinato di rubare un oggetto o di rapire qualche Pokémon, ma ti ho solo chiesto solo di tenere d'occhio gente di cui mi fido poco.
Poi potrai fare quello che vuoi: anche lasciare il Team, se vorrai!”.
“I-io non solo se posso farlo papà!” disse il ragazzo imbarazzato. Sapeva del rischio che c'era dietro l'angolo per lui. Sapeva che suo padre lo aveva incastrato, ma almeno questa volta non gli stava chiedendo di rubare.
“Lo so che ti sto dando una bella responsabilità, e sei libero di non accettare. Ma sappi una cosa: io sono convinto che puoi perché credo in te, figliolo!” aggiunse con un sorriso che fece aumentare il battito del cuore di Ash.
Non aveva mai previsto che un giorno avrebbe sentito quelle parole da parte di suo padre! Così come non immaginava che lo facessero sentire quasi in colpa per il motivo per cui voleva la Master Ball. Ma era ormai era a poca distanza dal suo obbiettivo e doveva fare buon viso a cattivo gioco se voleva ottenere quella sfera!
"Grazie papà! Hai fatto la scelta giusta: non ti deluderò!" rispose quindi il ragazzo con aria determinata, prima di tornare ad assaporare le uova.
"Di questo sono sicuro, ragazzo mio!" fece Giovanni posando la tazza, mentre cominciava a coccolare Persian "Molto sicuro!" aggiunse biecamente sottovoce.
 
Ciao a tutti! 
Scusate il ritardo nella scrittura del capitolo, ma ho avuto problemi con la prosecuzione! 
Annuncio che dal prossimo cominceremo a sapere di più su quello che sa Giovanni, e sì! Sì, ha anche quello scopo da raggiungere e praticamente sta ricattando il figlio, anche se "molto" velatamente!
Colgo l'occasione per ringraziare Ansem6 per la prima recensione a questa fic e per i suoi complimenti!

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Nuovo inizio ***


Capitolo 6: Nuovo Inizio 
 

L'elicottero di Giovanni lo aveva lasciato poco lontano dalla base, in modo che potesse arrivare senza destare sospetti sulla sua identità di figlio del boss del Team Rocket.
Ash era entrato a testa bassa nella hall della sede e nessuno sembrava fare caso a lui, fino a quando non sentì una voce alle sue spalle che lo fece sussultare.
“EHI ASHTON!”
Si girò e vide uno dei ragazzi con cui aveva diviso la stanza durante gli ultimi mesi corrergli incontro, accompagnato da una giovane dai capelli color verde acqua pettinati a caschetto.
Il ragazzo aveva i capelli rossi e una corporatura abbastanza muscolosa, indossava l'abito tipico delle reclute con tanto di cappello nero e occhiali da sole.
“Ciao Lucian!” disse il neo-agente voltandosi verso di lui “Lucky!” aggiunse rivolgendosi alla ragazza, mentre una folla di agenti e reclute con le rispettive divise li circondava e cominciava a parlare sottovoce con frasi tipo: “Quindi è lui!”, “Pensavo fosse più alto!”, “Ha avuto solo fortuna!” e similari
“Quindi è vero che ti hanno promosso!” esclamò il rosso dandogli una pacca sulle spalle “Complimenti, socio! Sapevo che ne avevi di stoffa!”
“Beh .. grazie!” fu la risposta di un Ash imbarazzato dalla situazione che si stava creando “Ma davvero non è stato niente di che ...”
“Niente di che?” esclamò Lucian scoppiando a ridere “Amico, hai rubato i progetti top-secret della Silph alla tua prima missione! Ci credo che ti hanno promosso sul campo! Sei un eroe!
Diglielo anche tu, Lucky!”
Ma la ragazza stette zitta. Non c'era da sorprendersi! Ash non si stupì: era nella natura di Lucky parlare (non che fosse muta, ma era selettiva su coloro a cui rivolgere la parola). Tuttavia, la ragazza si limitò ad alzare un braccio e a fare “Ok” alzando il pollice della mano.
“Adesso tutte le ragazze vorranno essere la tua partner, scommetti!” aggiunse poi il rosso sottovoce al corvino prendendolo sottobraccio “Quindi mi raccomando: scegline una carina, così poi usciamo in quattro!” aggiunse sottovoce indicando Lucky dietro di lui
“Ok Lucian,. Però ora lasciami andare!” fece Ash liberandosi dalla presa del ragazzone “Mi hanno assegnato una nuova missione e sono di corsa.
Devo collaborare con il professor Sebastian e … ”
“Col professor Sebastian? E perché non l'hai detto prima!” ripeté la recluta dai capelli rossi, per poi rivolgersi agli agenti intorno a loro “Beh non avete sentito gente? Quest'uomo, questo nuovo eroe del Team deve cominciare la sua nuova attività a fianco di una persona altrettanto importante!
Coraggio avanti fate spazio!” aggiunse cominciando a liberare la strada per Ash “Avanti fatevi da parte! Sta passando un eroe!”
 
“Oh ma quante storie che fanno per i successi del moccioso!” disse Jessie da lontano, mentre beveva un succo di frutta insieme a James e Meowth.
“Già!” fece il pokémon “Non sarebbe nessuno se non fosse per noi! Poi ha solo rubato dei dati: con la tecnologia moderna è una cosa che puoi fare anche seduto da casa!”
“WOOOOBAFETT!”
“Esatto!” fece eco James “E visto che gli abbiamo insegnato noi tutto quello che sa, almeno un po' di riconoscenza ce la potrebbe dare durante i bagni di folla!”
“che cosaci fate qui?” disse la voce minacciosa di Maori dietro di loro “Il signor Giovanni vuole che teniate d'occhio quella cosa fino a nuovo ordine. Dovreste essere già in viaggio, invece di stare qui ad oziare! Sapete cosa potrebbe farvi se lo venisse a sapere.”
“Oh! Non c'è bisogno di disturbarlo!” disse Meowth “Esatto! Pariamo subito!” gli venne dietro James.
“Metti i succhi sul nostro conto!” aggiunse poi il trio all'unisono rivolto alla barista prima di ritirarsi, scappando alla "velocità della luce".
***
Tu scenderai poco lontano dalla base, in questa radura. È necessario che nessun altro al di fuori di Hargrave e Matori sappia del nostro legame, per il momento.” gli aveva detto suo padre, prima che salissero sull'elicottero “Arrivato alla sede ti recherai nel laboratorio di Sebastian nel sottosuolo, e seguirai tutte le sue indicazioni.
Se ti chiederanno dov'eri … inventa quello che vuoi. Basta che non accenni al fatto che eri qui e che sei mio figlio! Intesi?” Lui aveva solo annuito, senza aggiungere una parola.
Non aveva più parlato da quando aveva risposto di “Sì” dopo che Giovanni gli aveva detto che si fidava di lui, in quanto padre e non capo del team.
Non riusciva a credere di aver accettato la richiesta di essere la spia di suo padre, il capo del Team Rocket ai danni di uno scienziato dello stesso Team. Giovanni, invece, se lo aspettava. Conosceva la sensazione di non poter tornare a casa che suo figlio (l'aveva provata anche lui) e proprio su questo stava giocando per tenerselo stretto il più possibile!
Hargrave gli aveva chiesto se aveva cambiato idea sul forzare Ash o meno a diventare il prossimo boss, e Giovanni aveva riposto di no, dato che non glielo aveva ancora chiesto.
Ma lo stava tentando! Certo, ma per averlo sott'occhio e non perderlo più.
I Torpedo non avevano finito di attaccarlo, e quale posto migliore per nasconderlo se non in mezzo a tanti Rocket … O almeno questo era quello che raccontava a sé stesso da quando era certo di aver ricostruito le vicende accadute in Guyana dopo aver studiato quel libro.
Tu che ne pensi, Matori?” aveva chiesto alla segretaria il giorno prima, parlandole del contenuto del capitolo che lo aveva illuminato “Una faccenda interessante non trovi?”.
Sicuramente, signor Giovanni! Ma abbiamo già avuto a che fare con poteri del genere: dobbiamo prendere tutte le precauzioni possibili!”
Sì, concordo!” fece il boss “Chiama Sebastian e digli di venire subito qui! C'è un altra cosa che dovrà fare accanto alla Master Ball! Una cosa più importante!”
 
Vari erano stati i tentativi di produrre una Master Ball nel corso degli anni, ma i tentativi erano sempre falliti!
Sebastian sapeva che il primo motivo per cui Giovanni aveva dato l'ordine di recuperare i risultati delle ricerche della Silph era evitare che qualcun'altro se ne entrasse in possesso, tuttavia era rimasto sorpreso quando lo stesso capo gli aveva all'opportunità di creare qualcosa che riunisse in sé i suoi successi nell'arte dei dispositivi di cattura: una sfera definitiva!
 
“Eccoti qui! Tu devi essere Ashton, giusto? O meglio, Ash!” disse lo scienziato quando il ragazzo entrò, spaventando non poco il figlio del boss con quell'affermazione. Anche l'allenatore aveva riconosciuto l'uomo che aveva davanti: il responsabile della creazione del Garydos Rosso al lago valore che aveva fermato con Lance anni fa!
Suo padre non poteva non sapere dei loro trascorsi: lo aveva sicuramente fregato per tenerlo d'occhio!
“Ti chiedi come faccio a saperlo?” rispose sogghignando “Non solo so che ci siamo incrociati in precedenza, ma ho visto molte tue foto negli anni, e i tuoi zigomi sono inconfondibili!
Non so perché hai deciso di mollare i bravi ragazzi ti sei unito al Team Rocket, ma so che devi avere un tuo obbiettivo in mente!” Il ragazzo non rispose a quelle provocazioni, continuando a stare immobile accanto alla porta “Comunque a me non importa!
Sai, anch'io sono qui per un motivo personale: far vedere a tutti cos'è possibile e cosa no! Tutti i miei esperimenti sono volti a questo: dell'uso che ne fanno non mi interessa!”
“Così come non ti importa neanche se i pokémon soffrono per i tuoi esperimenti!” fu la secca risposta di Ash.
“Capisco!” disse lo scienziato “Sei un sentimentale, e non sopporti che si faccia del male se il soggetto non è consenziente! Tipico limite di una mente ristretta!
In ogni caso, non preoccuparti per questo esperimento: non ti chiederò di ferire nessuno. Dovrai solo provare le nuove sfere che creerò su pokémon rubati da altri agenti in precedenza ed assistermi durante la progettazione. E sai una cosa, ragazzo ...” disse Sebastian avvicinandosi ad Ash “Sono sicuro che alla fine noi due lavoreremo bene insieme, dato ciò che hai appreso nei tuoi viaggi potrebbe tornare utile!”
“Credi davvero che io abbia un segreto connesso con quei dati: mi dispiace, ma non capisco niente d'ingegneria!” fu la dura risposta di Ash “E anche se lo sapessi non sono tenuto a dirtelo!”
“Invece, sì!” disse una voce femminile alle loro spalle.
“Matori!” eslcamarono i due all'unisono “Cosa ci fa qui?”.
“Sono qui per l'agente Ashton. Il capo tiene a precisare che è tra le tue responsabilità assicurare la buona riuscita dell'esperimento. Quindi se delle tue conoscenze o capacità dovrebbero rivelarsi utili, sei pregato di metterle a disposizione del progetto Master Ball.”
“Ma ...” tentò di replicare il ragazzo di Pallet, prima che la donna con gli occhiali lo interrompesse
“Questo è un ordine, agente!” lo fermò la segretaria con il suo tono freddo e altero.
“Sissignora!” rispose Ash con piatto.
“Puoi lasciare l'incarico se vuoi, ma sai anche cosa ciò comporterebbe!” aggiunse poi la donna, lanciando al giovane uno sguardo gelido “Inoltre se avete delle comunicazioni per il signor Giovanni siete pregati di riferirle direttamente a me.”
“Io ne ho una.” disse il corvino “Ma è ha carattere strettamente personale!” precisò poi. Carattere strettamente personale era il codice che Ash e suo padre avevano concordato per le urgenze.
“Glielo riferirò!” disse Matori, prima di uscire augurando al figlio del capo e allo scienziato buon lavoro.
 
***
 
“... Ah eccolo! ASHTON! EHI, CAMPIONE! TI HO TENUTO IL POSTO, VIENI!”
L'urlo di Lucian invase l'intera sala mensa, attirando l'attenzione di tutti sul ragazzo dai capelli neri che stava girando in cerca di un posto. Bastava dire il nome “Ashton” perché fra tutti i membri del Team Rocket cominciasse a diffondersi un mormorio diffuso, da cui traspiravano ammirazione, invidia e altre forti emozioni, che il giovane non poteva fare a meno di sentirsi addosso provocandogli tensione e imbarazzo.
Non aveva mai voluto quel tipo di attenzione e di ammirazione, o almeno non per un motivo così basso come il furto!
“Posso mangiare con calma?” chiese poi Ash ai presenti con tono scortese dopo essersi seduto “Sto facendo da assistente ad uno scienziato pazzo ed ho voglia di rilassarmi per la mia ora di pausa!”. Detto fatto, agenti e reclute che si erano radunati intorno al tavolo si allontanarono.
Lucian rivolse un sorriso ad Ash e i due cominciarono a mangiare.
 
“Dovresti cercare di dare meno nell'occhio, sai bello?” disse la recluta sorridendo “Insomma, sei praticamente un eroe per tutte le attuali reclute!
Fossi in te io mi godrei la fama finché c'è!”
Ash sospirò. Lucian era sempre stato amichevole con lui, fin da quando si erano conosciuti. Era un ragazzo amichevole e l'unico con cui sentiva di poter parlare liberamente, se non fosse stato per il fatto che aveva ammirato i Rocket fin da piccolo! Cercò quindi di limitare le cose al minimo indispensabile.
“Sì hai ragione. Ma vedi io … beh diciamo che ho problemi con mio padre!
Ho passato da lui questo periodo di ferie” rivelò il corvino “A differenza di mia madre lui era uno del Team, e perciò a casa non c'era mai. Poi hanno divorziato, e praticamente non l'ho mai conosciuto." Lucian annuì, mentre ascotlava la storia con interesse
Sono entrato sperando di attirare la sua attenzione, ma … continua ad essere distante!”.
“E come l'ha presa la tua promozione?” domandò incuriosito il giovane dai capelli rossi
“Beh … Bene, direi .... Però è il suo modo di fare che continua ad essere distante, e considerando che ci siamo visti pochissimo negli anni perché non è mai stato molto presente ...”
“Ma è fiero di te, giusto? Insomma se era un agente anche lui ...”
“Non è quello!” lo fermò Ash mangiando un boccone di purea “Si tratta di una cosa diversa! Non te la riesco a spiegare bene …” sospirò “Comunque sì. Mio padre è fiero di me, e delle mie capacità!” aggiunse lasciandosi scappare un sorriso compiaciuto al solo pensare quella frase, che apeva essere vera.
“Oh finalmente ti vedo sorridere!” esclamò allora il rosso ed aggiunse “Beh, allora direi che non ti puoi lamentare!”
“Il problema è che non lo conosco ancora così bene come vorrei!”
“Comunque, non mi avevi mai detto niente della tua famiglia prima di ora o sul perché ti sei arruolato! Eri sempre chiuso, per i fatti tuoi ... È bello vedere che ti apri!”
“Grazie!” fece il corvino bevendo un sorso d'acqua.
“No grazie a te! Chi lo avrebbe mai detto che hai praticamente il crimine nei geni?!
Cambiando argomento, perché non mi racconti del furto alla Silph? Scommetto che è stato eccitante!”
“Oh sì!” ammise Ash con sguardo compiaciuto, mentre gli occhi cominciavano a brillargli “Quando ho preso la pen drive fra le mani ho sentito un brivido di eccitazione lungo tutto la schiena! Avevo i loro progetti in mano, mentre nel loro computer non c'era più niente!
E poi l'eccitazione della fuga, mentre cerchi di non farti scoprire ...
E poi Gliscor è stato mitico nel fermare le guardie! Avresti dovuto vederlo! E quando sono salito sull'elicottero e siamo partiti ... Oh ragazzi! Avevo paura che ci inseguissero e ci raggiungessero da un momento all'altro!”.
“Sembra davvero figo!” fu l'esclamazione estasiata di Lucian “Non vedo l'ora di essere promosso anch'io! Potremmo fare delle missioni insieme! Pensa che grande coppia saremmo! Tu con la tua agilità ed io con la mia forza fisica! Ah!” aggiunse mentre il suo sguardo assumeva un'aria esaltata
“Una gran bel duo!” disse il corvino convinto
"Già! Saremmo inarestabili, nel vero senso della parola! L'incubo di tutte le agenti Jenny!” disse Lucian con un ghigno “Non vedo l'ora che si presenti l'occasione per andare in missione a rubare qualcosa con te, amico!”Non vedo l'ora di andare in missione e rubare qualcosa con te, amico!” aggiunse guardando Ash negli occhi, senza accorgersi delle sensazioni contrastanti che quelle ultime parole avevano risvegliato nel ragazzo di Pallet.
“Scusa, Lucian devo andare in bagno! Se vuoi possiamo vederci al bar quando finisco il turno col professore.”
““Ok!” fece la recluta “Ci vediamo a cena, allora?!”
“Certo!”
 
Uscito dalla sala mensa, Ash corse verso il bagno più vicino e si chiuse in un gabinetto.
“Ma cosa stavo facendo! Non posso andare fiero del fatto di aver rubato, per quanto sia stato necessario!
Dovrei andarmene da qui, ma non ci riesco! Devo tornare in Guyana per prendere quella cosa e la Master Ball mi serve per togliere di mezzo il suo pokémon custode. E quando l'avrò, allora andrà tutto bene!
Rimetterò tutto a posto!”
Ash uscì quindi dal bagno, senza fare caso alla telecamera che lo aveva ripreso, ponendolo sotto gli occhi di suo padre.
“Non pensa che si arrabbierà?” domandò Matori
“Naaa! Basterà non dirglielo!” fece Giovanni, girando la poltrona verso la scrivania “Allora, questa è la scheda del ragazzo con cui Ash ha pranzato …. Uhmmm …Promettente … Interessante … E sembrano anche andare d'accordo da quanto ho visto … Teniamolo d'occhio, non si sa mai!
Torna dal dottor Sebastian e digli che Ash arriverà in ritardo di una mezz'oretta o due. Poi porta qui mio figlio. Ha qualcosa da dirmi, giusto?”
“Sì signore!” disse la segretaria congndandosi, cercando di nascondere il suo stress di fare da balia al figlio del boss, lasciando Giovanni a coccolare Persian con uno sguardo pensieroso.
“L'ora della verità si fa vicina Ash! Molto prima del previsto” disse guardando un ritaglio di giornale con una foto del figlio “Ti terrò d'occhio ancora per un po', poi tu dovrai dirmi cosa vuoi veramente e poi ti aprirò gli occhi su cosa sei diventato. Sebbene voglia ancora sbagliarmi!”.
 
***
“Quindi lui ti ha riconosciuto...” disse Giovanni pensieroso “... anche se non sa ancora del nostro rapporto!”
“E allora?” domandò il ragazzo irreuieto “Hai qualche cosniglio da darmi?”.
“Sì! Di collaborare con lui. Di guadagnarti la sua fiducia, di partecipare all'esperimento e (se le possiedi) di condividere con lui alcune informazioni utili che hai appreso nei tuoi viaggi!
Sempre che tu voglia ancora la Master Ball!” aggiunse con tono sibillino.
“Certo che la voglio!” rispose il giovane. Giovanni sogghignò: era quello che una parte di lui sperava di sentire.
“Allora non ho nient'altro da dirti!” rispose il padre alzandosi “Hai fatto le tue scelte, come sempre!
Ora torna al lavoro!”
“Aspetta!” disse Ash con aria seria “Prima ho una domanda da farti: per caso mi tieni sotto controllo? Stai facendo di tutto perché io non me ne vada da qui?”
Giovanni assunse un'espressione seria: “Perché me lo chiedi?”
“Perché voglio fidarmi di te! Voglio che tu non abbia un qualche complotto in mente per trasformarmi nel tuo figlio ideale!” fu la risposta.
“No Ash! Non c'è nessun complotto del genere.” disse Giovanni “Se hai l'impressione che ti tenga d'occhio è perché non voglio che mio figlio finisca in cella.
Forse non lo sai, ma indossando quella divisa hai commesso un reato e rubando ne hai commesso un altro. Solo finché resti con me o sei un agente del team posso proteggerti dalla prigione. Sempre ammesso che finire in gattabuia non sia quello che vuoi!” aggiunse voltandosi di spalle con tono di noncuranza.
Ash rimase fermo per qualche minuto, respirando affannosamente, come sempre accadeva quando pensava a quell'orribile opportunità!
No! Non voleva finire dentro! Che avrebbe detto sua madre? Che cosa avrebbero pensato Misty? E gli altri?
Doveva stare nascosto, fino al momento opportuno. E suo padre era l'unico che poteva aiutarlo, anche se ciò voleva dire accettare i suoi metodi.
“Tutto bene?” chiese Giovanni preoccupato notando che il figlio non parlava più. Il ragazzo annuì. “Sono stato troppo duro, forse?!” disse offrendogli un bicchiere d'acqua e invitandolo a sedersi
“Sì, ma non ti scusare: ti capisco!” fu la risposta del ragazzo ”Sei mio padre ed è ovvio che tu sia preoccupato per me.
Ti ringrazio molto, lo apprezzo volentieri ... ma non sono più un bambino!” disse posando il bicchiere d'acqua sul tavolo “Vedrai che me la saprò cavare!” aggiunse prima di alzarsi per poi uscire dalla stanza.

Dopo che le porte dietro suo figlio si furono chiuse, accarezzando il suo Persian Giovanni sogghignò: “Invece lo sei ancora e come, mio piccolo ladruncolo! Non trovi anche tu, Persian?”.
Il pokémon fece le fusa, in cenno di assenso.


E dopo aver terminato la revisione di questo capitolo, ho deciso di concedere uno spazio per parlarvi di Lucian.
Come aspetto fisico dovete pensare ad una fusione fra Lance (come età e colore di capelli)

e A.J. (un personaggio incontrato da Ash nella prima serie, che come fisicità ricorda un allenatore di classe "bullo") comne fisicità e pettinatura

Il suo nome (e quello della sua ragazza Lucky) derivano dal gangster Lucky Luciano!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - La nostra banda è ok! ***


Capitolo 7: La nostra banda è OK!  


Abbiamo già avuto a che fare con un potere del genere!
Questo gli aveva detto preoccupata Matori pochi giorni prima. Sul momento non aveva dato molto peso a quell'affermazione, ma perché non aveva compreso a cosa la sua segretaria si stesse riferendo. Ora invece sì, ed aveva paura!
Doveva tenerlo lontano da quella cosa in tutti i modi.
Era giunto il momento della verità!
 
***
“NO! NO! NO! NO!” l'urlo di Sebastian invase tutto il laboratorio. Lo scienziato dai capelli a caschetto neri e grigi e il pizzetto sembrava come impazzito “Ho impiegato una settimana a decifrare i codici, del progetto della Master Ball! Non è possibile che il progetto segreto sia … incompleto! 
Pensavo fossero riusciti a mettere a punto quella nuova lega, ma non è così!”
“Dannazione!” disse Ash dando un colpo al macchinario più vicino, per sfogare la sua frustrazione.
“Ehi tu! Fai piano, teppista che non sei altro!” urlò lo scienziato “Questo è un macchinario molto costoso, cosa credi? Mi ci sono voluti anni per progettarlo e per perfezionarlo!” rispose l'uomo cominciando ad accarezzare la macchina come fosse suo figlio
“Spero per che tu non l'abbia danneggiata, ragazzino! Quest'apparecchio era perfetto nel suo lavoro: corrispondeva esattamente agli standard del capo!” aggiunse poi con voce piena di livore.
“Ma stia zitto!
Se alla fine i dati non servono a nulla allora, il mio compito qui è inutile!” rispose Ash andando verso la porta “Me ne vado!”
“Se vuoi andare vattene, comunque i dati non sono così inutili. Riguardano i progetti dei meccanismi interni di un nuovo tipo di pokéball, ma sembra che non riescano ad arrivare oltre un determinato punto.”
“Cioè?”
A quella domanda Sebastian sospirò: “Come sai le sfere tradizionali funzionano solo se il pokémon è debole o se lui accetta di entrarci. Per questo nel corso del tempo sono stati prodotte sfere più resistenti (come le Ultra e le Mega Ball) e altre più confortevoli (come le Chic Ball).”
Ash annuì, senza però capire dove volesse andare a parare lo scienziato.
“In passato noi disponevamo delle Dark Ball: un modello in grado di sopprimere la volontà del pokèmon all'atto delle cattura. Intuendo quanto potessero essere pericolose decidemmo di darle in dotazione solo ad un agente specifico, il quale però decise di rivoltarsi contro Giovanni per prenderne il posto!”
“Il Predatore Mascherato!” annuì Ash ricordando il suo primo incontro con un Celebi “L'ho conosciuto anni fa!”
Sebastain continuò: “Lui era troppo ambizioso e le sfere in suo potere troppo pericolose. Fummo costretti a sospendere la produzione di Dark Ball per evitare il caos!
Un vero spreco per la scienza!” sospirò lo scienziato “Quello che alla Silph cercavano di produrre è un tipo di pokéball in grado di adattarsi alla specie pokémon catturata. Una sfera poké infallibile, che muta le sue capacità a seconda del tipo di pokémon che contiene.”
“Cioè?” fece il ragazzo confuso da quella discussione “Una sfera in grado di catturare un pokémon al primo colpo in base alle sue caratteristiche? Beh ... esistono già sfere del genere. Anche se limitate al peso, al tipo o alla velocità le sfere poké ricavate dalle ghicocche ...” .
Sebastian si alzò e si diresse verso il giovane con lo sguardo pieno di follia. Ash sentì un brivido corrergli lungo la schiena, mentre il folle scienziato gli metteva le mani sulle spalle per poi dirgli: “Tu sei un genio! Sapevo che i tuoi viaggi mi sarebbero tornati utili!” poi tornò a voltarsi verso i dati ed aggiunse: “So che vuoi quella sfera per te, quindi sappi che ora sappiamo come raggiungerla!” facendo sì che anche sul volto di Ash apparisse un sorriso spaventosamente simile al suo!
 
“Mi spieghi meglio Sebastian.” chiese Giovanni incredulo quando lo scienziato andò nel suo studio a fargli rapporto “Come possono le ghicocche aiutarci nel nostro scopo?”
Sebastian cominciò a spiegare: “Come ben sa, signore, le ghicocche vengono usate per creare pokéball artigianali che però si caratterizzano per i loro effetti. Fra queste ve ne sono tre che possono catturare pokémon nel pieno delle loro forze.
Ebbene io ritengo che studiando le ghicocche ed incrociandole attraverso particolari innesti, possiamo sviluppare la base per ottenere una pokéball con un elevato range di cattura, su cui partire per i nostri studi.”
“Capisco!” fece Giovanni interessato, mentre lo scienziato andava avanti nella sua spiegazione.
“Ed grazie all'agente Ashton sono già a buon punto: lui stesso mi ha fornito una Rapid Ball ed un'esca ball da studiare. Così facendo sono riuscito a comprendere anche come sono costruite!” a quella notizia sul viso del capo si manifestò un sorriso ancora più inquietante
“L'agente Ashton, eh?
Non finirai mai di sorprendermi, ragazzo mio!” aggiunse con uno sguardo compiaciuto rivolto ad un Ash in piedi vicino alla porta, che ricambiò il sorriso. “E in che cosa consisterebbe l'operazione che ha in mente, professor Sebastian?” domandò poi allo scienziato che rispose:
“Di entrare in possesso di almeno un esemplare di ogni albero di ghicocche esistente in modo da selezionare quelli giusti per effettuare gli innesti necessari per ottenerne un nuovo tipo di ghicocche desiderato su cui potrò lavorare.”
“Molto bene Sebastian. Lascerò che siate tu e l'agente Ashton ad organizzare l'operazione e a portarla a termine.”
“L'operazione?” domandò Ash “Cosa intende dire?”
“Semplice: tu sai dove crescono gli alberi, e quindi tu sai dove dobbiamo andare per prelevarli!” fu la risposta di suo padre, lasciando il ragazzo visibilmente turbato da quelle parole.
Giovanni sembrò notarlo, quindi congedò Sebastian e chiese ad Ash di restare per parlare con lui un attimo “di quell'altra faccenda”.
 
Rimasti soli, il padre invitò il figlio a sedersi davanti a lui e gli offrì un bicchiere d'acqua. “Vuoi dirmi qual'è il problema? Se vuoi tirarti indietro dall'operazione posso capirlo, ma se vuoi veramente quella sfera allora devi per lo meno dirci dove possiamo trovare quegli alberi.”
“Anche Jassie e James lo sanno! Chiedi a loro!” rispose bruscamente il ragazzo prendendo il bicchiere d'acqua in mano e bevendo un lungo sorso.
“C'è di mezzo un tuo amico, giusto?” il ragazzo annuì “Capisco!”. Giovanni si sedette a riflettere per qualche secondo “Gli alberi sono suoi?”
“Beh … non proprio. Sono dietro la sua casa, su una collina nella zona di Azalina. Ce ne sono parecchi in diverse radure… “
“Quindi non ci sarebbero problemi a se ne prendiamo uno di ogni tipo! Possono sempre piantarne altri!” dedusse Giovanni con aria compiaciuta "Non credi anche tu?".
“Beh ... non sarebbe un danno irreparabile, su questo hai ragione ..." convenne Ash "Ma tutti i pokémon di quella zona vivono in simbiosi con gli alberi delle ghicocche! I Beedrill e i Pineco sugli alberi, i Diglett sottoterra … “
“Possiamo catturrli, non vedo dove sia il problema! Non sono rari, ma hanno una loro utilità strategica. Magari potremmo rivenderli come premi nei nostri casinò! ” rispose il boss con noncuranza mentre Persian gli faceva le fusa “Inoltre sono selvatici, quindi tecnicamente non li ruberesti!”.
“Tu non capisci!” ribattè il ragazzo alzandosi e sbattendo le mani sul tavolo “Per te contano solo i tuoi obbiettivi e i tuoi piani! Non cambierai mai, vero? SEMPRE PRIMA IL TUO LAVORO DEGLI ALTRI E DELLA TUA FAMIGLIA!” urlò rovesciando le carte che erano sulla scrivania, destando per la prima volta la rabbia di suo padre, che lo prese per il braccio e cominciò a stringere con forza, causando al figlio una smorfia di dolore
“Stammi bene a sentire, ragazzino! Non azzardarti più ad alzare il tono con me in quella maniera, chiaro? Sono comunque tuo padre, che ti piaccia o no!
E se proprio lo vuoi sapere ...” aggiunse lasciando la presa e sbattendo Ash a terra “... per me la cosa più importante era che i progetti non finissero nelle mani di altri Team.
Se ho cominciato quest'esperimento è stato solo per te, giovanotto! Ma se questa è la tua riconoscenza, forse farei meglio a sospenderlo ...”
“NO!” urlò il ragazzo con una carica che il padre non gli aveva mai sentito prima per poi proseguire con uno più arrendevole “Non lo sospendere. Farò ciò che chiedi e guiderò la squadra sul posto!”
“Ash ...” il tono di Giovanni cambiò, e si fece più calmo e preoccupato “... non sei obbligato a farti coinvolgere così tanto nell'operazione.
Dicci dove poter trovare gli alberi e basta. Lascia che ci pensino altri ad effettuare il furto!”
“Ma sono IO i tuoi occhi nell'operazione! Lo hai detto tu che ti fidi di me!
Quindi, lascia che ti faccia vedere che ne sono degno!” fu la risposta, ma Giovanni scosse la testa e chiese se lo stava facendo per una questione di fiducia o se guidato dalla sua ossessione.
“Perché c'è una forte ossessione in te. Me ne sono accorto!
Dimmi la verità: per cosa lo fai veramente?”
“Tu non ti fidi veramente di me!” esclamò il figlio ferito “Usi solo i tuoi trucchi per tenermi qui come uno dei tuoi … lacchè, perché ti fa comodo uno con le mie abilità! Mi trattieni qui apposta, mentre io invece dovrei essere fuori a ... fare quello che ... è giusto fare!” sbottò nuovamente il giovane.

Giovanni sospirò tediato. Inutile. Non c'era modo di ragionare con lui!
Doveva dirgli la verità, ma forse era meglio aspettare ancora un po'!
Forse era meglio continuare a giocare finché Ash non gli avesse portato gli alberi e i pokémon, e rivelargli che sapeva la verità su tutto!
Il ragazzo si era offerto volontario dopotutto, e ci teneva ad essere degno della fiducia accordatagli in precedenza!
Era un affare! Lui ci guadagnava soltanto!
Si girò di spalle e disse: “Allora ti affido il comando della missione sul campo! Vai! Porta a termine il tuo compito fino in fondo. Mostrami che sei veramente degno della mia fiducia, sempre ammesso che sia questo ciò che vuoi!”
“Sì lo è!” rispose Ash dirigendosi verso l'uscita "Vado subito a parlare dell'operazione con Sebastian." aggiunse mentre la porta automatica dell'ufficio si apriva.
“Figliolo, un attimo!” disse all'improvviso Giovanni, facendo girare il ragazzo verso di lui :“Mi sono espresso male. Non sei obbligato a scendere sempre più in basso per forza per compiacermi, perché dovresti sapere che sono fiero di mio figlio perché ha sempre dato prova di essere un grande allenatore. E questo non cambierà mai!” Anche se devo ammettere che più rimani invischiato nel crimine, più mi dai soddisfazioni aggiunse l'uomo fra sé e sé.
Sapeva che era orribile il pensiero che ci fosse una sua parte che si rallegrasse di ogni volta che Ash faceva un passo verso il fondo che gli rendeva sempre più impossibile lasciare quella vita, ma lui era così fatto così! Non poteva cambiare!
“Grazie!” disse Ash sorridendo e uscendo dall'ufficio.
Non preoccuparti papà! Presto sarà tutto finito e rimetterò le cose al loro posto!
 
***
 
Era notte e il buio era sceso sulla città di Azalina e i suoi dintorni, mentre sulla collina dietro l'abitazione di Franz due figure vestite legavano dei cavi di metallo che scendevano da un gigantesco elicottero attorno ad un albero di ghicocche rosse.
Poco distante, altri due misteriosi individui vestiti di nero montavano la guardia, accertandosi che non arrivasse nessuno.
“Ancora questo e abbiamo finito! Sai Ashton, non credevo che avrei mai preso così tanti pokémon, ed invece grazie a te stanotte ho catturati sette colonie intere!
Sei veramente un grande!” disse Lucian battendo il pugno con l'amico, mentre lo aiutava a far passare i cavi attorno al tronco della pianta.
“Grazie Lucian, ma è solo perché … sono state da queste parti durante il mio viaggio di addestramento come allenatore quando avevo 10 anni!” fu la risposta nostalgica di Ash “Allora ero molto diverso! Non avrei mai fatto … questa cosa! Devo ammettere che non mi piace togliere una colonia di pokémon dal suo habitat!”
“Aaaah! Capisco che ti venga nostalgia, ma noi questi pokémon li stiamo portando con noi! E poi credi che non abbiamo abbastanza frutti per fare un po' selvicoltura!” fece Lucian scuotendo la testa.
“Sì hai ragione!” fece il corvino “Non facciamo niente di irreparabile!” aggiunse, più convinto di quanto non fosse prima.
Era una conseguenza del suo stare con Lucian. Il comportamento amichevole del rosso aveva quest'effetto di rendere ad Ash la permanenza nel Team Rocket piacevole. Quando era con lui, addirittura sentiva che poteva accettare di continuare a far parte dell'organizzazione.
Ora comprendeva ciò che provavano Jessie, James e Meowth quando stavano insieme. Anche se era sbagliato, quella cosa creava legami veri che non volevi perdere.
Ma Lucian non è il mio unico amico. si disse Ash fra sé e sé Ne ho altri che hanno bisogno di me, fuori dal Team Rocket! Ma non posso tornare da loro senza prima aver rimesso le cose a posto.
In quel momento i due ragazzi furono però distratti dall'avvicinarsi di una sirena della polizia.
L'agente Jenny li aveva trovati!
“A che punto sei?” chiese Ash al compagno di squadra.
“Ho quasi finito!” fu la risposta “Ecco fatto! Ora potete tirarlo su!” urlò al pilota, mentre le due reclute di guardia urlavano ad Ash e Lucian di ritirarsi.
“Neanche per sogno!” rispose il corvino “Siamo una squadra ed andremo via insieme!”.
La polizia, accompagnata da una ragazza di circa 14 anni, li stava intanto circondando.
“Siete in arresto per aver rubato beni pubblico della città di Azalina! Seguiteci in centrale senza fare storie e restituiteci gli alberi!” furono le dure parole dell'agente Jenny.
Un tempo Ash le avrebbe cercato di ragionare, ma ora non poteva farlo! Inoltre non poteva essere catturato o rischiare di farsi riconoscere dalla poliziotta e da quella che probabilmente era la nipote di Franz, rivelando la sua identità ai compagni.
C'era una sola cosa da fare!
“Il Team Rocket non si arrende mai, agente Jenny!
Mi spiace, ma dovrai passare DEI GUAI MOLTO GROSSI! VAI, NOIVERN!”. Il pokémon drago apparve davanti agli occhi stupefatti di criminali e poliziotti.
“Non amo fare del male agli altri, quindi ci andrò piano con voi! In fondo, siamo solo dei ladri non degli assassini!
AVANTI! USA SUPERSUONO SU POLIZIA E MA ... MARMOCCHIA, ORA!” ordinò poi al pokèmon che eseguì il comando del suo fidato allenatore, senza farsi troppe domande mentre delle piattaforme scendevano dagli elicotteri per tirare su gli agenti.
Quando furono ad un'altezza sufficiente, Ash ritirò Noivern e con tono da smargiasso urlò alla polizia: “SARÀ PER LA PROSSIMA VOLTA, MAGARI!”, mentre sentiva l'adrenalina della missione pervadere il suo corpo.
 
“Sei stato grande!” gli disse poi Lucian, una volta seduti per sul pavimento della stiva dell'elicottero accanto agli alberi rubati “Il modo in cui hai tenuto testa alla piedipiatti è stato in puro stile Team Rocket! Sei veramente un grande, fratello!”
“Grazie!” fece Ash compiaciuto per i complimenti dell'ex-compagno di stanza “Ma non ho fatto niente di che … Ho solo preso esempio da Jessie e James!”
“Sì, ma in versione vincente! Lo sapevo che saremmo stati una gran bella squadra!” fece notare il ragazzo dai capelli rossi dando ad Ash una pacca sulle spalle facendolo, quasi cadere tanto era forte!
“Ehi! Stai più attento!” fece il corvino
“Scusa! Non l'ho fatto apposta! A volte fatico a controllare la mia forza!”
“Me ne sono accorto!” sorrise Ash.
“Comunque … grazie per questa missione! Scegliendomi come tuo partner mi hai praticamente promosso a tuo pari!”
“Figurati! A differenza degli altri ragazzi, tu ti sei sempre comportato da amico con me quando ero appena entrato! Te lo dovevo!” fu la risposta.
“Ma dai! Siamo entrati nel Team assieme, ovvio che dobbiamo sostenerci!”aggiunse Lucian dirigendosi verso il frigo bar poco distante e prendendo sue bibite alcoliche “Ora sono praticamente un agente, e ci va una bevuta per festeggiare! Non credi?!”
“Certo!” rispose Ash prendendo la bottiglia “Allora un brindisi a noi!” aggiunse elevando la bottiglia.
“A noi, a questa missione e a tanti altri futuri crimini insieme!” aggiunse Lucian eccitato alzando la sua.
“Sì! Al nostro futuro!” disse Ash, pur intendo dentro di sé qualcosa di diverso “Cin-cin!” dissero poi all'unisono, facendo toccare le bottiglie.
 
“Signor Giovanni, suo figlio è in linea!” disse Matori entrando nell'ufficio del capo, il chiese di passargli la comunicazione. Il computer si accese ed apparvero i volti di Ash e Lucian.
“Abbiamo preso un esemplare per albero, signore!” disse Ash in tono formale, non volendo tradire la propria parentela con il boss “Stiamo rientrando con sette alberi ed altrettante colonie di pokémon, di cui una di Diglett!”.
“Eccellente!” annuì Giovanni sorridendo malevolo “Ci sono state complicazioni?!”
“Solo l'arrivo dell'agente Jenny e degli altri piedipiatti, ma Ashton li ha messi subito fuori combattimento!” esclamò Lucian con entusiasmo, mentre ripensava a quella scena di poco fa.
“Davvero?” fece Giovanni alzando un sopracciglio con interesse.
“Dai non esagerare! Ho solo usato il supersuono del mio Noivern per confonderli e darci il tempo di fuggire con l'ultimo albero!” cercò di stemperare il corvino, ma lo sguardo di Giovanni si fece più interessato “Mi sorprendi sempre di più, ragazzo mio!
Passa domani in ufficio per un rapporto dettagliato, agente Ashton! È un ordine! Passo e chiudo!”
“Sissignore!” rispose lui, mentre il padre spegneva la comunicazione.
Attaccare dei poliziotti! Ash stava facendo dei passi da gigante! Ormai il momento era giunto!
Non poteva più rimandare!
 
Ragazzo mio?” ripeté Lucian esterrefatto “Non è che mi nascondi qualcosa, signor Stella Nascente?” domandò con tono interessato.
“Ecco … sì in effetti! … Ma devo avere il permesso di Giovanni per potertene parlare!” fu la risposta imbarazzata di Ash. Da una parte non voleva rivelarglielo, ma gli avrebbe fatto piacere avere il cuore più leggero. “So che non è bello avere dei segreti fra amici però ...”
“Il capo può fidarsi di me!” fece Lucian bevendo un altro sorso “Ed anche tu!
Penso di spare che cosa sia, ma non lo dirò in giro! Stai tranquillo!”
“Ed in cambio che cosa vuoi?” domandò Ash, che aveva ormai perso quel poco di fiducia che aveva verso di lui.
“Oh! Niente di che, fratello! Solo poter continuare ad essere il tuo migliore amico nel Team Rocket! Ho capito subito che eri il partner giusto per me e non ho intenzione di perderti!” fu la risposta inaspettata del giovane Rocket bevendo un altro sorso “Siamo una grande squadra e arriveremo fino in cima, me lo sento!” aggiunse rivolgendo al compagno un sorriso.
 
***
 
L'ombra che gli si era attaccata addosso, lo avvolgeva e non lo lasciava andare!
Cercava di correre via … di togliersela di dosso … ma non ci riusciva!
L'ombra gli copriva i vestit, e lui non poteva farsi vedere così dagli altri, che pure erano appena fuori da quell'ombra che sembrava seguirlo.
Vicino a lui c'era suo padre! L'ombra che lo teneva fermo era quella di suo padre!
Mi spiace Ash!” diceva Giovanni con sguardo triste, ma allo stesso compiaciuto “Devi restare qui, con me!”
No!”
Purtroppo ormai …” disse suo padre toccandogli il petto, facendo assumere all'ombra l'aspetto di un completo così simile a quello portato dal genitore ma di colore blu “... non hai più scelta, Ashton!”  
 
Ecco qui il nuovo capitolo! Non so se lo avete notato, ma ci sono riferimenti al film Pokémon 4Ever (il primo a non essere stato proiettato al cinema nel nostro paese), che servono per spiegare perché Ash non vuole usare (oltre a non potere) usare le Dark Ball!
Il titolo è una citazione di un pezzo della canzone Benvenuto fra di noi di Alaadin e il re dei ladri.
Come avete visto, Lucian è amichevole e simpatico, ma anche ambizioso (è pur sempre un Rocket). Ho in mente una backstory, legata al  fatto che lui è orfano e non ha mai fatto un viaggio di formazione vivendo nella realtà delle bande giovanili. 
Come criminale non vuole essere amico di Ash Ketchum, ma il compagno di Ashton perché fin da subito ha intuito che era uno come lui disposto ad infrangere le regole per i suoi obbiettivi (oltre ad avere coraggio e capacità fisica). 
Comunico anche che siamo alle battute finali del racconto e che non sarà un finale proprio  tradizionale! 

 
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Dare to Share The Family Dream ***


Capitolo 8: Dare to Share The Family Dream 

 
Devo proteggerlo! Io so a cosa va incontro! Non posso lasciare che se ne vada!”
Sono scuse, è tu lo sai! Potevi aiutarlo fin da subito!
E per tua fortuna puoi ancora farlo!”
No! Ormai si è compromesso da solo, Delia! Devo dirgli la verità e farglielo accettare! Lo spezzerò, ma almeno così non dovrò più abbandonarlo!”
Scuse! Sai che puoi ancora fare la cosa giusta!” Una mano calda toccò la gelida spalla del boss.
Ricorda la promessa, ti prego!”
Giovanni sentì il suo cuore battere forte e prese la mano della donna fra le sue. “Allora gliene parlerò!” disse solo una cosa alla moglie, prima che lei sparisse come il vento “Gliene parlerò! Te lo prometto, Delia!” aggiunse nel sonno, piangendo per la prima volta dopo anni.
 
Il giorno dopo, Ash fu chiamato in ufficio dal padre. Lo trovò ad accoglierlo in piedi che gli disse: “Hai fatto un buon lavoro, ma non ti ho chiamato qui per questo. Ho una cosa importante da dirti da troppo tempo ormai!". Giovanni guardò il figlio e poi sospirò abbassando lo sguardo per un attimo.
Ash era straniato dal vedere per la prima volta suo padre così teso!
"Io so tutto del Guyana, Ash! So cosa ti è accaduto veramente." fece il padre guardandolo negli occhi con una punta di delusione "So che mi hai mentito fin dall'inizio!" 
Quelle parole ebbero sul giovane l'effetto di un cristallo di ghiaccio affilato che trafigge il cuore "Sì, è come pensi. Sono al corrente anche dell'esistenza della Psicogemma!” aggiusne con tono serio, vedendo l'orrore dipingersi negli occhi del figlio man mano che la dura verità usciva dalla bocca del boss.
In poco tempo fra i due si creò una tensione degna di un film western, con Ash che per la prima volta si sentiva tenuto in pugno da qualcuno ma forse con ancora una carta da giocare. Giovanni invece non poté fare a meno di vedere quel momento come la breccia nell'animo del giovane che aveva aspettato per lungo tempo, ma decise di aspettare prima di infierire sul suo stesso figlio. Sarebbe stato orribile anche per lui!
 
“So che questa psicogemma è un oggetto potente, quasi come il Verispecchio che mi ha controllato ad Unima.  Me l'hanno detto Jessie e James tempo fa, e poi io ho fatto delle ricerche sulle leggende del posto." specificò poi con nonchalance, per poi riprendere con tono preoccupato:
"Quello che non so quale motivo ti sei spinto a tanto. Quindi per favore dimmi perché lo hai fatto? Tu vuoi il suo potere, giusto? Ma per cosa?
Non lo desidereresti senza una ragione, ma perché spingersi a fare del male a chi ami?” continuò con interesse, misto a preoccupazione. 
Ash rimase fermo per qualche secondo, poi cominciò a ridere in maniera isterica.
“Immaginavo lo sapevi!” disse poi cercando di trattenersi “Lo sentivo. Perché altrimenti non mi avresti tenuto così vicino a te in quest'ultimo periodo?
Non sono mai stato veramente importante per te!”.

A quella frase la rabbia cominciò a montare in Giovanni, che però dovette trattenersi. La delusione, però, non potè fare a meno di manifestarsi sul volto dell'uomo! 
Il ragazzo sembrava aver dimenticato che lo aveva salvato dai Torpedo mettendo a rischio la sua stessa vita chiese Giovanni, il ragazzo si limitò ad annuire “Non so come ne sei venuto a conoscenza o come l'hai trovata, ma forse (come dice il libro) ti ha parlato lei. Sembra proprio che parli alle ossessioni e le accresca!”
“E anche se fosse? Possiedo l'aura e quindi posso manovrarla! La pietra stessa mi ha detto che avrei saputo usare il suo potenziale e il mio, se davo ascolto al mio desiderio! Purtroppo quell'Alakazam si è messo fra me e la gemma!
Pikachu mi ha attaccato dopo aver parlato con lui … Se non si fosse messo in mezzo, non avrei fatto quello che … ho fatto!
AVREBBE DOVUTO LASCIARMELA PRENDERE! LA GEMMA VOLEVA ME!” urlò dando un pugno alla porta “Ho provato a dirgli che con la gemma avrei messo tutto a posto! Che non avremmo più avuto problemi! Ma non mi ha ascoltato, ed io ero troppo arrabbiato in quel momento ...”
Giovanni lo interruppe: “Colpa della gemma, quindi. Non tua. Non eri in te!”
“Forse!” disse Ash “Non lo nego, ma con la gemma finalmente … “ alzò gli occhi e per la prima volta guardò suo padre con aria fra il triste e il folle “... finalmente tu torneresti a casa da me e dalla mamma. Con la gemma posso distruggere il Team Rocket, e ricongiungere i miei genitori!
Non sarebbe bello, papà? Vivere senza più furti o nascondigli?”.
Giovanni rimase senza dire niente per un paio di minuti, poi scoppiò in una fragorosa risata. Trovava quella situazione estremamente divertente, per l'ingenuità di Ash.
“Sei veramente un bambino!” disse avvicinandosi al figlio, scrutandolo dall'alto in basso (ad Ash sembrò veramente che il padre fosse diventato più alto ed imponente) “Non hai capito che con questo obbiettivo sei veramente diventato degno di portare quella R sul petto?”.
“No ti sbagli!” esclamò Ash, cercando di mantenere la calma “Farò rivoltare i pokèmon contro il Team Rocket distruggendo l'organizzazione che ha rovinato la nostra famiglia prima che potesse avere una chance. Così potrai finalmente vivere insieme alla mamma... e a me!” aggiunse guardando il padre negli occhi con aria sognante “Ho sempre voluto lottare contro mio padre! L'uno contro l'altro dando tutto noi stessi, solo perché ci piacciono i pokémon!
E poi non solo saresti con la mamma quando io sono via, ma verresti a vedermi durante i tornei delle Leghe! Mi vedresti mentre mi sforzo per realizzare il mio sogno di diventare un bravo Maestro di Pokèmon e....”
 
A quelle parole un sorriso malevolo e sarcastico comparve sul volto di Giovanni. 
“Sì, il tuo sogno. Un sogno che vuoi ottenere controllando i pokémon altrui ed usando le persone come mezzo per avere più potere.” notò incrociando le braccia, per poi dare le spalle al figlio, incredulo che quel ragazzino gli avesse offerto quell'occasione su un piatto d'argento: l'occasione per spezzarlo! 
“Scommetto che non ti importi niente se così facendo il legame sincero fra Jessie, James e Meowth dovesse compromettersi per causa tua!” disse 
A quella parole l'espressione di estasi sul viso del ragazzo svanì, sostituita da una più titubante e spaventata.
“Per non parlare di come quell'idiota dai capelli blu sia legato a Chimeko, Carnivaile, Mime Jr. e Inkay. 
Non so se quell'idiota riuscirà mai a perdonarti una volta scoperto! 
Certo che s
arebbe una bella vendetta, per tutte le volte che lo hanno fatto a te!” aggiunse rincalando la dose con gusto. 

Ash sentì un gelido brivido di consapevolezza scendergli per tutto il corpo!
Jessie James avevano effettivamente usato quei trucchi su Pikachu in passato, ma lui non si era mai sognato di separare i suoi vecchi nemici-amici da Meowth, Woobuffet e gli altri loro pokémon!
"BASTA!" urlò l'allenatore di Pallett, ma l'uomo non aveva ancora terminato. 
“Così come non penso ti importi del fatto che durante la rivolta Persian possa attaccarmi e ferirmi gravemente!” aggiunse poi guardando verso il suo pokémon, mentre Ash si ritraeva spaventato verso il muro. Giovanni non gli aveva mai fatto paura come in quel momento.
L'uomo chiuse gli occhi e sospirò. Poi si volse nuovamente ad Ash. Era il momento di concludere! 
“Sei diventato un uomo disposto a tutto per i tuoi scopi, pure a calpestare i tuoi amici, a rovinare quelle altrui e ad ingannare la tua famiglia. 
Insomma, guardati! 
Non solo sei divenuto un ladro, ma si potrebbe dire che sei tu ora il cattivo della storia!  
Mi spiace per tua madre e la promessa che le feci, ma devo ammetterlo: ora sì che sei veramente mio figlio!” concluse l'uomo con un tono tagliente, sarcastico e senza poter nascondere una punta di vanto e di orgoglio in quelle parole, mentre vedeva l'orrore e la rassegnazione dipingersi sul volto di Ash.

Il giovane crollò a terra a quelle parole!
Tristemente dovette ammettere a sè stesso che suo padre aveva ragione. Anzi: una parte di lui lo aveva sempre saputo che sarebbe potuta finita così, fin dal momento di quella fatidica decisione mesi orsono.
 
***
 
TU SEI COMPLETAMENTE FUORI DI TESTA BAMBOCCIO!” avevano urlato quella volta Jessie e James all'unisono, mentre Meowth era intento a curare le ferite di Pikachu come meglio poteva a bordo della loro mongolfiera diretta verso Kanto.
Già!” disse il pokémon felino squadrandolo con disgusto “Non mi stupirebbe se una volta ripresosi Pikachu non vorrebbe più avere a che fare con te!”
Voi avete fatto di peggio, lo avete dimenticato! QUINDI NON FATEMI LA PREDICA, IDIOTI CHE NON SIETE ALTRO!” replicò l'allenatore con voce piena di rabbia e disprezzo come mai i tre l'avevano sentito prima. Per un attimo al trio sembrò di aver ricevuto una delle solite sfuriate di Giovanni (specialmente per il vigore messo nel pronunciare “idioti”!).
Ma non hai nostri! Abbiamo ancora dei principi, nel caso tu non lo abbia mai notato in sei anni!” sottolineo James “Quindi se vuoi entrare nel Team ti deve essere chiaro che siamo ladri con fair play e non dei pazzi maniaci attirati dall'oro e dal potere!” gli venne dietro Jessie
Già, proprio così!”
Wobba woobba!”
Ash non replicò, limitandosi ad avvicinarsi a Pikachu per dargli una carezza sulla testolina. Aveva completamente perso il controllo, e non sapeva neanche lui come era riuscito a ferirlo in quel modo. Però sapeva che con la gemma avrebbe rimesso tutto a posto: avrebbe potuto far dimenticare a Pikachu l'accaduto con quei poteri! Ma per fermare l'Alakazham gli servivano le tecnologie del Team Rocket.
Che buffa ironia!
Voglio farlo lo stesso! Prendere quell'Alakazam e la pietra per ... rimettere le cose a posto!” aggiunse stringendo a sé il piccolo corpo.
Ho capito cosa vuoi fare, Ash!” gli disse James con voce comprensiva, stupendo tutti i presenti! Erano rari i momenti in cui il Team Rocket si rivolgeva alla loro nemesi per nome, ed era solamente nei momenti in cui tutti loro dovevano fare squadra e/o manifestavano una sorta di rispetto reciproco “Ma credimi se ti dico che poi non potrai più uscir...”.
Basta così James!” disse Meowth graffiandolo “Se il moccioso ha deciso non c'è verso di fargli cambiare idea! E poi ha talento, lo sapete!” il volto del pokémon si riempì di gioia “Immaginate il capo quando scoprirà che siamo stati in grado di portargli non solo Pikachu, ma anche un nuovo agente!”
SIIIIII! PROMOZIONE STIAMO ARRIVANDO!”
No! Pikachu lo affideremo a Brock! Lui non mi seguirà!” obbiettò Ash “E la mia adesione al Team Rocket sarà solo una cosa temporanea, poi le cose torneranno a posto. Vedrete!
Sarà così!” aggiunse come se stesse cercando di convincere sé stesso!
 
***
 
“Hai ragione!” mugugnò Ash mugugnò il ragazzo a testa bassa scuotendo il capo. In quel momento non riusciva ad alzarsi a sopportare di fissare il padre negli occhi “Sono diventato una persona orribile! Un vero e proprio criminale ... E scommetto che ce tu ne sei contento, vero?!” aggiunse riuscendo ad alzare la testa per rivolgere al genitore  uno sguardo pieno di odio “Perché in fondo è anche colpa tua, anzi scommetto che in realtà è questo quello che hai sempre voluto!
Non mi hai mai dato una vera chance per andarmene! Hai fatto di tutto per tenermi qui come agente!”
“Non ricordi più cosa ti ho detto? Solo se stai con me posso proteggerti. Con questa frase non volevo proibirti di lasciare l'organizzazione, ma solo che per la tua sicurezza fosse meglio restare a vivere con me nella mia villa!" fu la replica di Giovanni a quell'accusa "Se sei rimasto nel Team Rocket perché tu vi volevi rimanere! Io invece ti ho sempre detto che potevi andartene. Ricordi cosa ti dissi prima dell'ultima missione, vero?"

Ash rimase come paralazziato da quelle parole, perché lo ricordava eccome! 
Riabbassò la testa con rabbia, consapevole del fatto che suo padre aveva ancora una volta ragione! 
"Hai avuto le tue occasioni, ma tu non le hai mai colte: sei restato. E credimi se ti dico che so che non lo hai fatto solo per la gemma.” aggiunse Giovanni, mentre la sua voce assumeva un tono più paterno e comprensivo. Un tono che fece sì che per la prima volta ad Ash sembrò di vedere veramente suo padre, l'uomo dietro al capo del Team Rocket
“Non sei mai uscito di qui perché non ti ritieni più degno dell'affetto e della stima dei tuoi amici e di tua madre, vero? 
Insomma, non mi verrai a dire che, ad un certo livello, rubare non ti sia piaciuto? Che non hai sentito l'adrenalina e il brivido della fuga? E che una parte di te non ne prova vergogna. 
Forse non ci crederai, ma quello che tu provi è una sensazione che capisco e comprendo. Si tratta di ciò che mi ha spinto ben due e volte l'errore di abbandonarti e tenerti lontano per proteggerti dalla mia vita oscura.” concluse, porgendo poi al figlio  la mano per aiutarlo a rialzarsi.

Ash prese la mano, e cominciò a tirarsi su alzando lo sguardo. “Papà, io ...” sospirò il ragazzo, con dispiacere. Sapeva che ammettere un errore era il solo modo in cui una persona come Giovanni poteva scusarsi, ma il padre lo interruppe.
Spezzare Ash non aveva senso se il ragazzo avesse continuato a provare per lui così tanta rabbia ed odio. C'era una cosa che voleva più di quello, ed era che suo figlio non avesse nei suoi confronti idee di quel genere.  

“Ti ho già detto che sono diventato il boss per proteggerti da mia madre, vero?" cominciò a raccontare Giovanni "Lei voleva rapirti da casa di tua madre e crescerti per questo scopo, ma io non lo ritenni giusto ed accettai il suo ricatto. Dopo che lei morì, ero già diventato un boss potente e temuto: così mi sono sentito di non avere altra scelta che continuare!
Volevo proteggere tua madre e te dai miei nemici, ma sapevo di non essere più il ragazzo che lei aveva sposato. Quello che io per anni ho desiderato era che tu diventassi un uomo migliore di me, come le avevo promesso quando ci siamo lasciati!" 
Mise le mani sulle spalle di suo figlio per guardarlo dritto negli occhi “Quindi, non osare mai più dire o anche solo pensare che di te non m'importa niente!
Hargrave ti ha detto che in un cassetto qui nel mio ufficio ho un cassetto con una raccolta degli articoli con le tue vittorie come allenatore. Sono sempre stato fiero del mio moccioso, per cui togliti immediatamente dalla testa idee del genere, intesi?”.
L'uomo dietro il completo arancione, l'uomo dietro al boss, era per la prima volta davanti a suo figlio. Ash non poté fare a meno di trattenere le lacrime: era la priam volta che suo padre gli parlava con un tono del genere ".
“Hai ragione! Ho sbagliato a giudicarti, e mi spiace!” disse cercando di allontanare lo sguardo dall'uomo che aveva di fronte, così diverso dal criminale distante che aveva conosciuto.
Non poteva sostenerlo, per quanto una parte di lui lo desiderava da molto tempo 
Giovanni sorrise “Non ti scusare. Forse quelle parole me le sono meritate. Cinque anni fa quella volta dovevo andarmene in altro moda, magari salutandoti come se ci saremmo rivisti. Non avrei dovuto essere così duro con un ragazzino, ma purtroppo duro è quello che sono diventato!”
“Sarebbe bastato che... che tu ti fossi...” disse il ragazzo sorridendo con voce bassa "... fermato a cena, almeno una volta ...  avremmo mangiato tutti e tre insieme! Non chiedevo molto, ma almeno una volta  ... mi sarebbe piaciuto che tu ...  mio padre fosse soltanto questo: mio padre e basta! E lo voglio ancora!” aggiusne Ash.
 
Giovanni lo fissò per qualche minuto con tenerezza, poi sbuffò “ Umpf! Mi rendi davvero un sentimentale, lo sai?! Però hai ragione: sarebbe bastato comportarmi almeno una volta da padre decente.” Poi tolse le mani dalle spalle del figlio per girarsi di nuovo di schiena. Sembrava voelsse di nuovo riflettere, ma in realtà ora sapeva che Ash era abbastanza dipendente e volunerabile a livello emotivo, che poteva finalmente procedere.
"Però, col senno di poi, forse nel nostro caso le cose non sono andate così male, anzi tutt'altro.” disse con il suo solito tono interessato, per poi voltarsi nuovamente verso Ash, che lo guardava come se davanti a lui ci fosse un alieno "Forse è questa la nostra seconda chance, non credi?" aggiunse con tono mellifluo .

Ash non disse niente. Aveva perfettamente capito cosa suo padre intendesse dire con quelle parole, ma non sapeva cosa rispondere. E il suo sguardo tradiva quello che si agitava in quel momento dentro di lui. 
Giovanni sorrise alla vista del suo ragazzo così eccitato da quella possibilità! 

“Sai che è molto facile, vero? Basta che ammetti a te stesso quello che sei diventato, che ti accetti per quello che sei e sarai libero da questo fardello. So che vuoi farlo! So che tenerlo dentro ti distrugge, e non voglio vederti così! Dillo, e potrai ..." 
“... vivere insieme a mio padre! Sì lo so, ma non ci riesco!” replicò il ragazzo dandogli le spalle. Sapeva che suo padre non lo avrebbe mai giudicato per quella scelta, ma non solo non era quello che voleva (sarebbe rimasto a vivere solo con uno dei suoi genitori, tagliando l'altro dalla sua vita).
Era perché aveva paura.  
Paura di quello sguardo di suo padre. Lo stesso che gli aveva rivolto quando aveva scoperto che rubato i piani alla Silph: quel misto di orgoglio e perfidia che faceva sembrare quel mondo oscuro così affascianate e irresistbile!

“Dimentica i rimpianti, Ash! ” disse Giovanni in tono paterno "Dimentica il senso di colpa, e pensa che ti sto offrendo una vita dove non avrai più questi fardelli ma sarai libero da loro per sempre!"
Poi decise
 di reincalare la dose con una proposta che Ash non avrebbe mai potuto rifiutare. Quella che una parte di lui gli voleva già fare sei anni prima.
“Pensa al tuo bene, Ash. Pensa alla vita che ti offro e ai vantaggi che essa ti porterà, non solo come membro del Team Rocket ma come allenatore!". 
Sul volto del giovane comparve lo stesso sguardo interessato tipico di Giovanni.
"Riflettici bene! 
Come mio figlio sarai il mio erede, quindi avrai a tua disposizione anche tutti i miei Pokémon personali che potrai utilizzare non solo per portare a termine le missioni, ma anche per lottare ... negli stadi!". 
A quelle parole Ash fissò il genitore incredulo, come se davanti a lui fosse stato offerto il trofeo della vittoria contro tutti i superquattro delle Leghe regionali. 
"Non ci credi? Beh, se io ero il capopalestra di Viridian City pur essendo il capo del Team Rocket, non vedo per quale motivo per cui mio figlio non possa essere comunque il più grande allenatore del mondo.
E non parlo di vittorie ottenute con ricatti, ma per meriti! Gli stessi che mi portarono a divenire capo palestra. 
Ti allenerò personalmente per aumentare le tue capacità e quelle dei tuoi pokèmon, oltre che imparare ad utilizzare i miei, beninteso” mise il braccio sinistro dietro la spalla del ragazzo, il cui cuore batteva a mille al pensiero che il suo sogno era ancora possibile. 
“Hai capito, vero?" sussurrò Giovanni all'orecchio con tono da tentatore  "Io posso far sì che tu realizzi il tuo sogno!" facendo suonare quell'offerta ancora più allettante e difficile da rifiutare "Io, tuo padre, posso fare di te un vero Pokémon Master!” 



Come with me
 
Ecco il primo capitolo della parte finale, da cui (nei prossimi giorni) potrete scegliere il finale! 
Ho infatti intenzione di postare due finali alternativi, basati sulla scelta del nostro eroe: uno sarà il dark ending (cioé il finale oscuro), mentre l'altro sarà il lieto fine o ligth ending. Entrambi saranno postati come capitoli separati (rispettivamente come capitoli 10 e 11) 
Nessuno dei due sarà un finale canonico, nel senso che questa fic è nata con l'idea di questo doppio finale, lasciando che sia il lettore a decidere quale gli piaccia di più.
Entrambi lasceranno aperta la porta ad ulteriori sviluppi che lascerò alla vostra immaginazione.

Detto questo passo alle note di spiegazione: 
 
1.Anche questo titolo richiama la canzone di Alaadin e il re dei ladri "Benvenuto fra di noi" soltanto che la strofa ... ecco è stata tradotta in un altro modo in Italia! In originale infatti Cassim afferma che il fatto che Aladdin sia ora uno della banda  vuol dire che "ha il coraggio condivide il sogno di famiglia" (Dare to Share the Family Dream), perché hanno entrambi "il furto nei geni" (larceny is in the genes). In italiano purtroppo la cosa si perde (Cassim dice soltanto fare il ladro con fair play/è la vita che vorrei con tono interessato). Ovviamente anche la versione italiana della strofa ha una sua citazione, che ho messo in bella vista.
2. La battuta finale ha un doppio senso, che se conoscete l'inglese coglierete subito ma che spiego per comodità. La parola Master spesso viene usata in TV o al cinema  "maestro" (come nel caso dei pokémon), ma nell'inglese corrente  significa "padrone", "signore" ecc... Giovanni quindi propone ad Ash non solo di renderlo un grande allenatore, ma anche il dominatore di tutti i pokémon del mondo! 

 

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Capitolo 10
*** Dark Ending: Like a Boss! ***


Dark Ending: Like a Boss 



“E tu cosa hai fatto?” chiese allora Lucian all'amico, mentre uscivano ad ammirare nel nuovo giardino di alberi di ghicocca della sede centrale.
Erano passate solo poche ore dal loro ritorno dalla missione ad Azalina, ed Ash aveva appena riferito all'amico dell'offerta di suo padre.
“Come che ho fatto? ” fu la risposta di un sorridente Ash che apriva le mani come se quella fosse la cosa più ovvia del mondo da fare in quella situazione “Ho accettato l'offerta, che domande. Non si vede forse?!” aggiunse indicando i nuovi vestiti che portava addosso (una camicia bianca sotto completo nero con una R rossa sul taschino e un berretto nero e bianco simile a quello della Lega Pokémon, ma senza il segno verde), che suo padre stesso gli aveva dato poco tempo dopo la sua risposta.

"Sì!" fece del ragazzo dopo aver sentito le parole del padre, accompagnando la parola da un cenno affermativo del capo.
"Sì, cosa?" chiese Giovanni con tono mefistofelico. Sapeva di avercela fatta, ma voleva sentire Ash dire quelle parole! Voleva godersi quel momento in cui il ragazzo era completamente in suo potere!
"Sì, nel senso che hai ragione su di me! " specificò il giovane, mentre si voltava per guardare Giovanni negli occhi con un' espressione che era sì di resa all'inevitabile, ma allo stesso tempo di sollievo "Hai ragione su tutto. Oramai sono uno dei cattivi, quindi ... accetto la tua proposta! Voglio che tu mi aiuti a diventare il migliore allenatore del mondo: voglio essere forte ed imbattibile, anche se ciò vuol dire ... essere il prossimo boss del Team Rocket!".
"Bene! Sono felice di sentirtelo dire!" disse l'uomo con ghigno, per poi scompigliargli i capelli: il primo vero gesto di affetto che forse aveva mai rivolto ad Ash!
"Smettila! Dai papà ... " rispose il ragazzo imbarazzato "Non sono mica Persian!" aggiunse facendo scoppiare a ridere Giovanni con quella battuta!
Poi il boss guardò il figlio negli occhi: "Non sarà facile lo sai!" gli disse, ma il ragazzo gli rispose che era pronto, che quella forza era ciò voleva!
Giovanni mise nuovamente la mano sulla spalla del figlio e sogghignò "Questo è il mio ragazzo!" con uno sguardo d'orgoglio che trasmise ad Ash una sensazione di benessere, priva di pesi e rimpianti! Quello sguardo lo convinceva che quella con suo padre fosse sempre stata la strada giusta per lui!
Giovanni si accorse subito che ormai il figlio si fidava totalmente di lui, ma non gli bastava! C'era ancora molto da fare prima che il lavoro con suo figlio potesse dirsi completo.
Per prima cosa doveva rivedere il look del ragazzo. Decise di dargli il vecchio completo che indossava aveva la sua età, e che aveva portato proprio per quell'eventualità! Avrebbe aiutato Ash a cominciare a vedere sé stesso come l'uomo di potere che sarebbe stato da ora in poi. La fiducia totale che ora il ragazzo aveva per lui avrebbe fatto il resto!
Sapeva che Ash, da parte sua, riteneva di aver fatto l'unica scelta che gli fosse ormai possibile.

Il discorso di suo padre non aveva potuto fare a meno di richiamare alla sua mente la loro breve chiacchierata di qualche anno prima: aveva capito cosa voleva dire suo padre quando gli aveva detto che tra bene e male non c'era un vero confine, e questo lo aveva aiutato nella scelta.
Se proprio doveva scegliere uno dei suoi genitori, allora era meglio andare sul sicuro, scegliendo quello che non lo avrebbe mai giudicato per quello che aveva commesso in quei mesi e sul perché lo aveva fatto.
Inoltre si sentiva in colpa per essere riuscito a capirlo veramente, ma adesso sentiva che poteva farlo se avesse percorso la sua stessa strada: in fondo era suo padre!

 

“Fantastico! Quindi sarai il nuovo boss? Niente più rischio che torni ad essere un Mister-Bravo-Ragazzo?!” fece Lucian incredulo con voce estasiata per la bella notizia.
“Già, proprio così!” rispose il corvino con tono soddisfatto “Non è stato facile accettarlo, ma mio padre ha sempre avuto ragione! Sapeva che fuori dal mondo del crimine ormai non avrei più potuto vivere, ma temeva di sbagliarsi per ciò mi teneva a distanza!
Ho davvero sbagliato a giudicarlo! Lui vuole solo il meglio per me, ed in questo caso il meglio è stare al suo fianco! Lui lo aveva capito da subito!”.
“Aaah! Sei sempre stato un dannato fortunello, ma almeno ora hai imparato a goderne!” disse Lucian dandogli una delle solite pacche sulle spalle, per poi cambiare espressione “Però d'ora in poi sarai un pezzo grosso, giusto? Immagino che dovrò dire addio all'idea di essere la più abile squadra della nostra generazione!” aggiunse sospirando.
“Aaaah! Non pensarlo nemmeno!” fece Ash “Sei il mio migliore amico qui - anzi sei l'unico che ho ormai - quindi …"
"Quindi?!" ripeté Lucian incuriosito.
"Quindi diciamo che papà potrebbe aver deciso che tu possa … come dire ... darmi una mano coi novellini!”
“COOOSA?!” esclamò Lucian “Ma di che parli bello?”
“Papà mi ha nominato comandante delle reclute operanti nella regione di Kanto, e tu sarai il mio secondo!
Dice che sei promettente e che te lo meriti per la tua … pessima influenza su di me!” rispose il figlio del boss sedendosi sotto un albero a godersi l'ombra. “Ed io concordo! Ma in fondo, mio padre ha sempre ragione!” aggiunse scambiando con l'amico un luciferino sguardo d'intesa "Allora che ne dici? Ci stai?".
“Ovvio! Tu hai bisogno di me! Devo continuare a tirare fuori il ragazzaccio che è in te, o mi ritornerai a sventare i piani di tuo padre!” aggiunse lui sedendosi vicino all'amico "Sei stato troppo tempo un bravo ragazzo, ma dato che hai talento stai recuperando!" concluse dandogli il cinque. .
Ormai era certo: loro due avrebbero procurato al mondo molti guai e sarebbero stati inarrestabili!
***
L'elicottero si fermò nella pista di atterraggio a lato della villa e le porte si aprirono per far scendere i due passeggeri.
“Benvenuto! Sono contento di vedere che ha deciso tornato a casa, signorino!” disse Hargrave accogliendo Ash quando lo vide scendere dal veicolo nel suo nuovo look con uno sguardo compiaciuto.
“Grazie Hargrave! Papà mi ha detto che ti ha informato dopo che sono uscito dal suo ufficio sul fatto che … ho deciso di occuparmi del Team in futuro.”
“Sì, e sono contento di sapere che a fatto la scelta giusta." rispose il maggiordomo senza nascondere la sua gioia per quella notizia "Sua nonna sarebbe contenta!”. A quelle parole Giovanni mise una mano attorno al collo del figlio attirandolo a sé, come a volerselo tenere stretto a sé, senza lasciarlo ad altri.
“Questa sera mangiamo fuori, Hargrave. “ stabilì Giovanni sul momento, rivolto al suo maggiordomo. L'aver sentito nominare sua madre gli aveva dato il bisogno di convincersi che era diverso da lei: lui non aveva minacciato nessuno degli amici di Ash. Il loro rapporto era diverso e doveva provarglielo. “Ho deciso che festeggeremo passando insieme un po' di tempo di qualità. Quindi adesso prenderemo la limousine e ci recheremo al ristorante a mangiare il sushi!” aggiunse guardando il figlio negli occhi sorridendogli, come se il loro fosse un rapporto normale “Che ne dici?”
“Va bene!” annuì Ash sorpreso da quella proposta, mentre Hargrave faceva una faccia strana compiaciuta, ma allo stesso tempo delusa.
“Capisco, signore! Immagino che sarà particolarmente fiero di sé stesso per il risultato ottenuto col signorino e che voglia goderselo!”.
“Esatto!” fu la fredda risposta del boss, mentre portava il figlio in casa in tutta fretta.


Padre e figlio sedevano nella scura limousine l'uno davanti all'altro nel più completo silenzio, con Ash che si domandava ancora il perché dello strano comportamento del genitore per le parole dette dal loro maggiordomo.
“Hargrave era il mio compagno una volta, ma era anche estremamente fedele a mia madre! Al limite del fanatico!” spiegò al figlio, dopo che furono saliti sulla limousine “Fu lui a riferirmi che se non fossi tornato a prendere il suo posto lei ti avrebbe rapito. O meglio … era lui che aveva il compito di farlo se io non avessi obbedito”
Il ragazzo scattò a quelle parole.
“Perché mi dici questo adesso? E poi per quale motivo?”
Giovanni sospirò: “Non lo so! Forse per metterti in guardia che in questo lavoro non ti devi fidare di nessuno. O forse è perché tu mi rendi dannatamente sentimentale.” rispose alzando le spalle “O forse, te l'ho detto solo per rompere il ghiaccio.”
Anche se Ash aveva detto di sì alla sua proposta, poi i due non si erano più parlati. Anche durante il loro viaggio in elicottero la tensione fra loro era stata palpabile. Giovanni che una volta convinto il figlio le barriere fra loro si sarebbero rotte da sole, invece non era stato così, e poteva percepire come Ash fosse ancora insicuro della scelta fatta. D'altronde neanche per lui era stato facile dire addio a Delia.

“So cosa stai passando! Dimentichi che, essendoci passato prima di te, posso capirti meglio di chiunque altro?!” aggiunse spostandosi per sedersi vicino al figlio, per poi servirsi un drink “So bene che non è facile scegliere di fare questa vita e abbandonare tutto quello a cui tenevi!” posò la bottiglia e poi guardando Ash negli occhi “Ma non dimenticare che tu hai me a guidarti e sostenerti. Non sei solo!
Stammi vicino e fai tutto quello che ti dirò. Vedrai che col passare del tempo non solo non ti pentirai di questa situazione, ma imparerai ad apprezzarla!” concluse con tono il suo solito tono maligno. Poi bevve un sorso del suo drink e ne offrì uno al figlio, che però rifiutò.
Giovanni non insistette a farlo bere, ma si limitò a far notare ad Ash che in futuro ne avrebbe avuto più bisogno di quanto credeva in quel momento.

“Posso farti una domanda?” chiese poi il ragazzo, che aveva capito il perché avevano preso la limousine in modo da avere più tempo per parlare come padre e figlio, prima che i loro ruoli li prendessero per sempre.
“Riguarda tua madre, vero?” sospirò l'uomo bevendo un altro sorso “Ti capisco, ma non possiamo fare niente se non stare lontani da lei.
So che troveremo un modo per nasconderle la cosa senza farla preoccupare, ma per questo abbiamo bisogno l'uno dell'altro. ” Ash ridacchiò con tono sarcastico a quelle parole!
“Possiamo fidarci solo della famiglia. È questo ciò che vuoi dire vero? Ma cosa vuoi veramente, papà?! Un figlio o un erede?” domandò il ragazzo e Giovanni rispose che se glielo aveva chiesto allora doveva conoscere già la risposta, aggiungendo di ricordare che lui (a differenza di quanto aveva fatto Madame Boss) gli aveva lasciato libertà di scelta.
“E invece tu, Ash? Cosa farai con Pikachu?” chiese poi con tono spiccatamente interessato.
“Non penso che quando si riprenderà vorrà tornare da me!” sospirò il ragazzo “Non di sua volontà, almeno!”
“Quindi tu supereresti quel limite?”
Il ragazzo rimase fermo a pensarci per qualche minuto, poi sospirò, alzò gli occhi, poi si tolse il cappellino e disse: “Tanto ero già pronto prima. Non vedo che differenza ci sia, ti pare? Ormai non sono più quella persona.” aggiunse guardando il suo nuovo berretto, per poi tendere la mano per prendere il drink “Io adesso sono tuo figlio, quindi lui sarà di nuovo un mio pokèmon a qualunque costo! Anche a costo di farlo evolvere se sarà necessario! Costi quel che costi, ma tornerà da me!” concluse prima di bere un lungo sorso dell'alcolico sotto lo sguardo compiaciuto del padre.

Giovanni ora aveva la certezza di aver vinto, che era riuscito a convincere suo figlio ad abbracciare il suo punto di vista, ma il boss sapeva bene di essere solo all'inizio!
***
Non aveva mai voluto mettersi quel completo prima, ma ora era diverso: quello sarebbe stato il giorno del suo debutto ufficiale come figlio del boss, e doveva essere perfetto perché suo padre lo avrebbe presentato ai Generali come suo figlio, illustrando la sua nuova posizione nell'organizzazione come suo apprendista.E poi, lui era cambiato!

Erano passati solo pochi mesi, in cui aveva però suo padre aveva aumentato il contatto con il figlio, in modo da poterlo plasmare più facilmente: gli abiti che gli faceva indossare, i posti dove lo portava per il "tempo di qualità (in particolar modo i casinò e gli alberghi che controllava ad Celadon City e Neon Town), le stesse parole che gli rivolgeva ... tutto era stato pensato con questo scopo.
Giovanni teneva a stretto contatto con sé Ash al lavoro, e lo portava quando doveva discutere affari importanti e via via gli aveva aumentato anche il numero di responsabilità. Ed era stata proprio la fiducia la chiave del successo del piano: a parte Lucian, ormai il boss era l'unica persona di cui il ragazzo si fidava e l'unica che sarebbe stata fiera di lui!
Certo, anche il potere come figlio del boss ora poteva esercitare aveva avuto un ruolo non da poco ("Tu sei più in alto di loro, e sei più forte! Quando sono servili come i tre cervelli da formica, vuol dire che meritano solo il tuo disprezzo!" gli aveva detto il giorno in cui avevano reso noto la loro parentela), ma se quel giorno non avesse Ash così emotivamente dipendente da lui non ci sarebbe mai arrivato!

Il ragazzo era intento ad ammirarsi allo specchio. Il vestito gli calzava a pennello ed i capelli neri erano stati tirati indietro, come si s'addiceva al suo nuovo status. Aveva però ancora un problema: la cravatta!
“Senti, mi … aiuteresti a fare il nodo?” chiese con una punta visibile d'imbarazzo, porgendogli la cravatta . L'uomo acconsentì, e cominciò ad annodarla al collo del ragazzo
“Però la prossima volta te lo fai da solo, ok?” Ash annuì “Ecco fatto.” aggiunse dopo aver finito di annodare la cravatta, ammirando Ash come artista che ammirava il suo capolavoro. “Sei perfetto!”
Ora che il cambio di look era completo non c'era altra parola per descriverlo! Era come una versione più giovane di suo padre.

Ash indossava un completo a doppio petto come quelle che era solito portare Giovanni, ma di colore blu. Anche i capelli erano stati tirati indietro e laccati come quelli del padre e, similmente, ai piedi portava lo stesso tipo di scarpe eleganti del genitore. La cravatta rossa completava l'opera, insieme ad un Luxio che Giovanni gli aveva donato al loro ritorno dal ristorante quella sera.
(“Persian ha un debole per le leonesse!” aveva spiegato al figlio dopo che questi aveva aperto la sfera “E dato il tuo nuovo rango, ho pensato che sarebbe stato un compagno più degno per te!”).

“Tutto a posto, figliolo?” chiese Giovanni, preoccupato notando che il figlio non si muoveva dallo specchio come rapito dalla sua nuova immagine “Se non te la senti puoi anche cominciare domani.” “Non preoccuparti papà, sto bene! È solo che ...” aggiunse osservandosi allo specchio, come rapito dalla somiglianza fra lui e suo padre e la sensazione che quel vestito gli faceva sentire: quella “ … di poter stringere il mondo in pugno senza più pesi, dubbi o rimpianti!
E come se sentissi di essere finalmente me stesso!” aggiunse con un sorriso sornione stringendo la mano destra a pugno, mentre Giovanni gli rivolgeva uno sguardo soddisfatto!
Se Ash prima era una gemma splendente, ora agli occhi del padre era diventato uno bellissimo diamante nero. Un gioiello raro e dal colore cupo che non avrebbe condiviso con nessuno, ma che però poteva sfoggiare tranquillamente con molte più soddisfazioni!
“Ora che mi ha detto questo, ho la certezza che sei pronto per i tuoi primi passi come mio successore, Ash! Come si dice in questi casi Like Boss, Like Son!” aggiunse mentre si apprestavano ad uscire dalla stanza personale di Ash per prendere il corridoio che li avrebbe portati nella sala dove li aspettavano i Generali del Team, Matori e il sergente Viper (Lucian era intento a supervisionare le missioni delle nuove reclute, ma i due amici si erano visti prima e avevano cominciato a programmare di viaggiare insieme per cercare qualche pokémon raro da catturare con le nuove sfere).

“Comunque, papà ..." disse Ash sistemandosi il nodo della cravatta "... io sono Ashton ” aggiunse voltandosi verso il genitore, pronunciando quel nome con orgoglio “Ti ho già detto che non sono più la persona di prima, no?!” aggiunse mettendo una mano sulla testa di Luxio e cominciando accarezzarlo, come suo padre faceva con Persian "Io sono tuo figlio, Ashton!" ripetè con un sorriso malefico .
Giovanni ebbe un attimo di stupore, ma poi ricambiò anche lui quell'espressione, comprendendo il motivo di quella risposta. “Già hai ragione: Ash Ketchum ormai non c'è più, così come l'agente Ashton.
Tu sei Ashton Sakaki, mio figlio ma anche il mio erede! Il tuo nome è perfetto!" convenne suo padre "Ed ora, è tempo di andare in contro al tuo destino: futuro dominatore del mondo!” aggiunse mettendogli una mano intorno alle spalle, per condurlo lungo il corridoio che li avrebbe condotti alla sala riunioni. “Sì, hai ragione come sempre!” convenne Ashton camminando a testa alta, mentre vedeva tutti gli agenti che incontravano, salutarlo mettendosi sull'attenti appena lo vedevano avvicinarsi
Hai loro occhi era il perfetto figlio del capo!
Il figlio ideale!
Perfetto!

Like his father!

Like a boss!

 
The Bad End

EHI AUTORE, ASPETTA UN MOMENTO? NON AVEVI IN MENTE DELLE SCENE ANCHE CON NOI PER QUESTO CAPITOLO?

Jessie, James e Meowth scusate! Mi rifarò nel prossimo, ma non penso che vi sareste visti bene in una scena dove praticamente diventate i leccapiedi di Ash


LECCAPIEDI?!

Sì! Leccapiedi. Infatti nel prossimo finale illustrerò come vi sareste comportati con lui, e credetemi mi ringrazierete!

SPERIAMO!

Posso sempre mettere un post-scrittum,dove il moccioso del capo vi licenzia, se volete!

NO GRAZIE!

 

Ok, chiedo scusa per la breve interruzione con Jessie e James, ma mi sentivo in colpa a non averli inseriti poveretti! 
Tornado alle cose serie ... Ed ecco qui il primo dei miei due finali: il Dark Ending (o sarebbe meglio Rocket Ending, boh?)
Spero che vi sia piaciuto, anche perché è la sua versione 3.0 (ho dovuto riscriverlo per introdurre in modo buono Lucian e riprendere l'idea che avevo di Hargrave come antagonista, anche se alla fine c'era già Giovanni a fare da antagonista (fra l'altro speso di averlo reso abbastanza ambiguo, che passa facilmente dall'amore paterno, al manipolatore, al boss che vuole l'erede perfetto, all'uomo che rimpiange di non aver avuto accanto sua moglie e suo figlio ...).
L'abito da boss di Ash e l'idea del Luxio come suo "Persian" vengono da questa fan art dell'artista lilmarisa (ovviamente in futuro il Luxio di questo capitolo si evolverà in Luxray, quando Ash prenderà completamente il posto di Giovanni e toglierà la vecchia generazione di mezzo! ). 



Il vestito scuro di inizio capitolo, invece viene da una fan art che mostra il proto-Ash dei primi giochi in versione giovane capo del team rocket ed ho pensato che ci stesse bene! (Nota: so che si chiama Rosso, ma praticamente a livello grafico negli artwork del 1996 è Ash con la giacca rossa!) di Erin.B, potete riconoscerlo perché si trova la centro!

Ringrazio ancora Ansem6 per la recensione del precedente capitolo, e vi do appuntamento presto per il Ligth Ending che spero sarà la parte più epica della storia! 

 

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Capitolo 11
*** Ligth Ending: Amici! ***


Ligth Ending: Amici! 

 


ATTENZIONE: SPOILER SULLA NUOVA SERIE XYZ!

Tra bene e male non c'è un vero confine. Gli aveva detto suo padre una volta, ed aveva ragione: quell'esperienza lo provava!
Era diventato molto simile a Giovanni, e una parte di lui in quei giorni era disposta ad abbracciare pure il modo di pensare del suo vecchio se voleva dire averlo come padre … Ma se poteva veramente tornare indietro, ed evitare di trasformarsi completamente nel tipo di persona che aveva sempre odiato, allora doveva farlo!
 
“N- no! Io Voglio … Voglio tornare a Pallet!” disse il ragazzo alzando lo sguardo con le lacrime agli occhi “E voglio... voglio chiedere scusa a Pikachu per quello che gli ho fatto!” aggiunse con molta più forza nelle sue parole. Con molta più determinazione! “Se una tua parte vuole ancora che io sia un uomo migliore di te, allora sai che è giusto che lo faccia!”
“A me sta bene!” disse Giovanni girandosi, e attirando su di sé lo sguardo meravigliato di Ash “Mi sta bene che lasci il Team Rocket e che voglia cercare di fare pace con Pikachu. Sono tuo padre, e so che per te è giusto così!” Poi però si voltò verso il figlio con uno sguardo severo “Ma non ti posso permettere di lasciare casa mia!”
“Cosa?!” esclamò il ragazzo con uno sguardo di stupore e rabbia a quelle parole così dure! Sembrava che all'uomo sotto il completo si fosse di nuovo sostituito l'algido boss del crimine.
“Ormai sai troppe cose sul Team Rocket, ed è un rischio che io non posso correre! Inoltre sei mio figlio, per cui … potrebbero arrivare a me tramite te!
Devo tenerti d'occhio, per cui anche quando uscirai a visitare i tuoi amici o tua madre sarai tenuto d'occhio a vista!”
“Ma ho più di dieci anni! Sono maggiorenne! Non puoi farmi questo” esclamò il ragazzo cercando di colpire il padre, ma venendo atterrato da Gemmoforza di Persian in difesa del suo padrone “
“Mi dispiace Ash, ma non c'è più niente da dire sull'argomento!” rispose suo padre dandoli le spalle “Non voglio perdere il mio unico figlio, ma non posso rischiare che tu mandi all'aria quello che ho costruito.
Spero che tu possa capirlo ed accettarlo!”
Certo che lo aveva capito. Aveva capito che tutto era tornato come prima, o meglio che nulla in realtà era mai cambiato!
Solo pochi secondi fa, Ash si era illuso di aver capito Giovanni, che l'uomo che non aveva mai voluto vedere in realtà aveva sempre avuto la meglio sul boss … ma si era sbagliato!
Il boss continuava ad essere più forte di suo padre, al punto che ormai lo vedeva come una potenziale minaccia
“Già! Sempre prima il lavoro, vero papà?!” disse il ragazzo con voce delusa “Allora questo vuol dire che non mi resta che un'unica scelta!”.
Quelle parole fecero voltare il boss incredulo! Forse suo figlio era tornato sulle sue scelte? Forse aveva capito che stare dalla sua parte era il male minore?
Invece, con grande stupore di Giovanni, non furono quelle le parole che uscirono dalla bocca di Ash, bensì l'unica variabile che non aveva considerato!
Suo figlio aveva pronunciato la sola proposta che poteva lasciarlo a bocca aperta. L'unica in grado di toccare corde del suo intimo che non credeva più di avere … Ma solo per un attimo!
Subito dopo sul volto si formò il suo solito sorriso beffardo.
“E sia allora! Ma ricorda figliolo: sei stato tu a volerlo!”
 
***
 
Voleva vivere quella sua ultima opportunità al massimo, anche se poi non avrebbe più potuto tornare alla sua vecchia vita.
Il Sole brillava alto quel giorno.
Padre e figlio erano intenti a guardarsi negli occhi a vicenda ai due lati opposti dell'arena personale di Giovanni.
Ash era tornato ad indossare i suoi vecchi abiti (una maglietta scura sopra una felpa celeste con la zip, un paio di jeans e scarpe da ginnastica) e si era spettinato i capelli, per quanto la lunghezza attuale glielo permetteva. L'unica cosa che gli mancava era un berretto.
Inizialmente gli aveva fatto strano Faceva strano rivedersi con quegli abiti dopo che per mesi aveva indossato le vesti dei membri del Team Rocket, ma era stato lui a scegliere di tornare al suo solito look ancora una volta, per combattere come Ash Ketchum fino alla fine.
Come spettatori erano stati chiamati solamente chi sapeva della relazione fra Giovanni e suo figlio: Matori (che tifava per la vittoria del ragazzo, in modo da poter tornare ad essere lei l'unica persona che godeva della fiducia di Giovanni) e Lucian (incredulo per quello che stava succedendo). Hargrave, invece, di trovava in campo poiché ricopriva il ruolo di arbitro.
 
“La lotta fra il capo del Team Rocket Giovanni, e suo figlio Ash Ketchum di Pallet sta per cominciare.
Se il vincitore sarà Ash, egli potrà abbandonare il Team Rocket e la villa di suo padre, tornando a Pallet insieme a tutti i suoi pokémon. In caso contrario, egli resterà ed accetterà di diventare il prossimo capo della nostra organizzazione.
I contendenti potranno usare un solo pokémon e non saranno ammessi cambi. Cominciate pure, quando volete!”
“Ti vedo titubante, Ash.” notò Giovanni “Hai ancora tempo per ritirarti e fare la scelta giusta!”.
Il ragazzo scosse la testa e replicò: “Si vede che non mi conosci papà. Dovresti saperlo che io non mi arrendo, ma combatto fino alla fine dando il meglio di me anche se potrei perdere!”
“COOOOSA?!” esclamò Lucian sorpreso da quell'affermazione “ASHTON, TU SEI TUTTO MATTO! FAI QUELLO CHE DICE TUO PADRE!”
“Mi spiace per te novellino, ma è inutile!” disse una voce famigliare da sopra le teste dei presenti “Forse il tuo amico Ashton ti darebbe ascolto ...” disse Jessie dalla mongolfiera di Meowth
“... ma lui è quel moccioso piantagrane di Ash Ketchum, e credimi se ti diciamo che è un osso duro!” aggiunse James con un tono di voce pieno di soddisfazione alla vista di quella scena.
“Già noi lo sappiamo bene! Possiamo dire che lo abbiamo provato sulla nostra pelle, che è molto dura fra l'altro!” concluse il pokémon felino, accompagnato dall'immancabile Wobbufett
“COSA CI FATE QUI?!” esclamò Giovanni “IL VOSTRO COMPITO ...”
“Non potevamo restare dopo che abbiamo saputo di quello che è successo fra lei e il moccioso!” fece il giovane dai capelli azzurri, mentre i suoi compagni annuivano “Non dimentichi che lo conosciamo meglio di chiunque altro qui nel Team Rocket. ”
“Già! Il bamboccio per noi è un po' come quei fastidiosi cuginetti più piccoli alle riunioni di famiglia!” fece eco Jessie “Quindi sappiamo che non ci deluderà!”
“AL VOLO, BAMBOCCIO!” gridò Meowth lanciandogli il berretto che Ash gli aveva affidato dopo che si era infiltrato nel Team, con la promessa che glielo avrebbero restituito solo quando lui sarebbe stato pronto.
“Magari ci giochiamo la promozione,” fece James “... ma sei l'unico che ha la possibilità di far abbassare la cresta a quello snob del capo,”
“E di ridurre quell'odioso felino ad uno scendiletto!” concluse Meowth indicando Persian al fianco di Giovanni.
“AVETE FINITO CON LE VOSTRE IDIOZIE, IDIOTI?!” urlò Giovanni – che aveva sentito ogni parola - “CI SAREBBE UN INCONTRO DA INIZIARE!”.
Quelle parole stupirono tutti i presenti!
Mai avevano sentito Giovanni pronunciare parole simili e mai avevano udito nella voce del loro capo quella sottile vena di eccitazione prima di un incontro.
 
Ash ringraziò il trio con un sorriso. Si mise il berretto da baseball sulla testa, girandoselo al contrario come era solito fare ai vecchi tempi e poi si voltò verso il padre con in mano la sfera poké col pokémon prescelto nella sinistra -“Stammi vicino ancora una volta, amico e perdonami se puoi!” sussurrò piano, pensando di stringere la zampa di Pikachu, come se il piccolo fosse vicino a lui – con un'energia e un entusiasmo che non sentiva più dentro di sé da tempo urlò: “IO SONO PRONTO PAPÁ! QUANDO VUOI!”
“Molto bene!” disse Giovanni sorridendo “E visto che quegli idioti lo hanno tirato in ballo, il mio pokémon sarà Persian!”. Il pokémon nobilgatto fece un salto in avanti “Prego, a te la mossa figliolo! Sono curioso di sapere quale dei tuoi pokémon sceglierai, visto che il tuo Pikachu è inutilizzabile!”.
A quelle parole Ash alzò la testa, e fissò il padre con rabbia!
Chi non quale! Non ti permetterò più di parlare dei pokémon come se fossero delle cose!” esclamò il ragazzo “I Pokémon per me sono parte della mia famiglia. Quindi se non posso salvare te papà, almeno salverò loro e il legame ci unisce. E l'amico che sto per chiamare te ne darà la prova!
GRENINJA, SCELTO TE! GOTTA CHETCH'EM ALL!”.
Davanti agli occhi increduli di Lucian, Hargrave, Matori e Giovanni il pokèmon ninja apparve pronto all'azione, ma solo Jessie, James e Meowth furono in grado di capire il vero significato del gesto del bamboccio!
“Giovanni ha schierato Persian, mentre Ash ha scelto il suo Greninja!” annunciò Hargrave “INIZIATE!” aggiunse poi alzando la mano, dando così inizio allo scontro.
 
In un primo momento, l'agilità dei due pokémon si evidenziò di pari livello così come la potenza degli attacchi speciali. Inoltre, il fatto di essere di doppio tipo acqua-buio consentiva a quello di Ash di resistere all'ombra artigli del Persian di Giovanni.
Curiosamente, il boss notò che i movimenti del figlio tendevano a riprendere da vicino quelli di Greninja, ma sul momento non ci fece molto caso.
“Ti faccio i miei complimenti, Ash!” constatò Giovanni con espressione distesa “Sei molto migliorato dalla prima volta che ci affrontammo ad Unima e si vede che hai un pokémon ben allenato. Ma purtroppo per te, ora io e Persian faremo sul serio!
USA INSIEME STRIDIO E GEMMOFORZA, AVANTI!”. Il pokèmon felino obbedì, riuscendo a colpire Greninja, che non ebbe tempo di potersi spostare per evitare il raggio di energia proveniente dalla fronte del felino.
“ED ORA SFURIATE A RIPETIZIONE!”
“OH NO! SCHIVA, ED USA ACQUALAME!” urlò Ash, imitando il gesto della tecnica e del movimento da fare.
Il pokèmon ninja obbedì, riuscendo però a colpire il nobilgatto solo di striscio. Un minuto dopo, Greninja si fermò cercando di riprendere fiato per il colpo combinato dell'avversario.
“Complimenti per la strategia, figliolo. Sei il primo allenatore che riesce a tenermi testa in questo modo!
Sono sempre stato fiero che del fatto che il mio moccioso sia un combattente così abile e determinato. Ma se tieni veramente al tuo Pokémon come dici allora dovresti capire che è meglio ti arrenda ed accetti la mia proposta.
Dopodiché, potremmo lottare quante volte vorrai! Non dirmi che non sono generoso: così facendo potrai riuscire a battermi, prima o poi! ” propose nuovamente Giovanni tendendo la mano verso Ash, come ad invitarlo.
“Mi spiace papà, ma devo rifiutare! Io non mi arrendo mai quando combatto in un incontro di Pokémon! Sono fatto così e, soprattutto, non posso arrendermi ora che hai fatto un errore!” rispose il ragazzo sorridendo con determinazione.
“COSA?! MA CHE VUOL DIRE?” esclamarono tutti i presenti stupiti da quell'affermazione: era impossibile che Giovanni avesse commesso un errore in tutta la battaglia!
“Il tuo errore è stato darmi prova che sei veramente un avversario contro cui vale la pena combattere! Sei un allenatore contro cui devo tirare fuori tutta la mia forza se voglio vincere, e la cosa mi riempie di gioia! Mi fa provare il brivido di un vero incontro di Pokémon!
Il tuo errore è stato dimenticarti quanto io ami le lotte, perché tutto questo mi fa ricordare chi sono veramente: Ash Ketchum di Pallett, allenatore di Pokémon!
E per questo ti dico: grazie mille, papà!” disse il ragazzo con un sorriso tale da lasciare chiunque dei presenti stupito da quelle parole. Specie Giovanni, che si stupì di sentire come l'avere davanti a sé quella versione di Ash, solare e positiva, lo rendesse felice e fiero facendogli dimenticare tutti i suoi piani!
“Greninja, mostriamo al Team Rocket la vera potenza del nostro legame!” aggiunse poi Ash scambiandosi un'occhiata d'intesa col suo pokémon.
 
Davanti agli occhi stupefatti dei presenti (meno Jessie, James e Meowth), Ash e il suo pokémon assunsero la stessa posa. Entrambi furono come avvolti da una luce blu intensa, e per un minuto parvero unirsi.
“Ecco! Finalmente sta succedendo!” esclamò Meowth estasiato “ORA SARANNO GUAI PER TE, MICIO SPELACCHIATO!” aggiunse cominciando ad inveire contro Persian (al sicuro dall'alto della mongolfiera!).
Quando la luce si diradò Geninja era avvolto da un turbine d'acqua simile alla mossa Acquagetto, ma non solo: il suo aspetto ricordava quello del suo allenatore, al punto che anche lui sembrava portare un cappello rosso sulla testa.
“ATTACCA PERSIAN DIRETTAMENTE CON AZIONE!”.
L'enorme getto d'acqua si mosse verso il pokèmon di Giovanni colpendolo in pieno, incrementando di molto il danno prodotto!
“N-non è possibile?! Allora quello che mi avevano detto quei tre sul tuo pokémon era vero!” esclamò Giovanni incredulo da quello che si stava stagliando di fronte a lui “Puoi veramente fonderti con lui! Ma neanch'io sono il tipo che si arrende, e tu lo sai bene!
Avanti Persian, GEMMOFORZA!”
“USA RIBALTAPPETTO!” Il pokèmon obbedì, parando il colpo del nemico.
 
Sugli spalti Lucian osservava incredulo quello spettacolo! Non capiva perché Ashton avesse tenuto nascosto quel potere fino ad allora e che lo usasse contro Giovanni per poter lasciare il Team. Non aveva senso!
“Mettiamo il tutto e per tutto in questo attacco, Greninja! AEREOASSALTO!”
“RALLENTALO CON GEMMOFORZA!” ordinò Giovanni, ed un attimo dopo i due attacchi si scontrano in cielo generando un esplosione che coprì tutto.
Quando la nube si diradò Giovanni vide con sua grande soddisfazione Persian che si reggeva (seppur a fatica) ancora in piedi e Greninja a terra , ma poi alzò lo sguardo e …

“ASHTON!” esclamò Lucian spaventato vedendo l'amico in quello stato!

“MOCCIOSO!” fu l'urlo terrorizzato del trio!

“SIGNORINO!” fece Hargrave incredulo! 
“Oh no!” fece Giovanni abbandonato la sua posizione e correndo verso il figlio che giaceva svenuto dall'altra parte del campo. L'uomo era consapevole del fatto che Persian non aveva sconfitto Greninja: Ash e il suo Pokèmon avevano solo perso le forze nello stesso istante per via dell'energia che quella fusione comportava!
Forse il ragazzo lo aveva fatto apposta o forse no, ma in quando succedevano casi del genere c'era una sola cosa da fare! 
“L'incontro è sospeso!” dichiarò il boss, dopo essersi accertato delle condizioni del figlio “Chiama immediatamente una squadra medica Hargrave, presto! ” ordinò al maggiordomo che si affrettò ad eseguire gli ordini, poi con un sorriso carico di rammarico guardò il figlio e gli disse : “Hai vinto tu, ragazzo!”
 
***
"Oh, buongiorno! Siamo svegli alla fine!" 
“Papà …  Dove ...sono? Cosa...?” disse Ash quando riaprì gli occhi nell'infermeria delle sede e vide seduto accanto a sé suo padre sorridergli divertito.
“Mi rendi veramente troppo sentimentale, sai?!” disse Giovanni con tono sarcastico “Pensa che ho trascurato gli affari per due giorni per sapere come stavi dopo che sei svenuto durante il nostro incontro.
Se dopo questo dubiti ancora che non tenga alla tua salute, allora sei completamente fuori strada! ”
Ash sorrise, poi un pensiero gli giunse alla mente.
“Già l'incontro!” esclamò il giovane sedendosi sul letto “Se sono qui vuol dire che ...”
“ … che è stato sospeso!” completò suo padre con semplicità, per poi chiudere gli occhi e alzare lo sguardo verso il soffito, con divertita rassegnazione.
“Comunque, se proprio vuoi saperlo, malgrado ciò alla fine devo ammettere che sei stato tu a vincere!
Lo hai fatto momento in cui ho visto la trasformazione del tuo Greninja. Avrei dovuto capirlo subito: una cosa del genere può essere resa possibile solo dal tuo modo di concepire i pokémon e il tuo rapporto con loro.
E purtroppo per me, una sensibilità del genere non si adatta al figlio del capo del Team Rocket.
Non sto dicendo che il tuo metodo è migliore del mio, dico solo ... che ha il mio rispetto!”.
Ash sorrise: sapeva che da un tipo duro come suo padre non poteva aspettarsi altro. Tuttavia, c'era ancora una domanda che voleva fargli e che aspettava risposta
“Quindi posso andare?” chiese Ash incredulo “Posso riprendere i miei pokémon e ... tornare a casa a Pallett? Posso lasciare il Team Rocket?”
“Ufficialmente l'agente Ashton è solo a riposo a tempo indeterminato, ma in pratica sì. Una volta che ti sarai completamente ripreso!” rispose il padre dirigendosi verso l'uscita “Dato che stai meglio, io posso tornare ad occuparmi dei miei affari, ma ..." si voltò verso Ash con e gli rivolse uno sguardo combattivo e determinato che mai il figlio aveva visto "... MA aspetterò con ansia il momento in cui porteremo a termine col nostro incontro! Grazie a te ho provato l'emozione del combattimento dopo anni, e questo mi ha cambiato!
Continua ad allenarti e quando sarai pronto e concluderemo il nostro scontro da esso dipenderà più il tuo futuro, ma quello del mondo: se vincerai io scioglierò il Team Rocket!
Ora so di essere pronto a fare questo passo!”
“Contaci!” esclamò Ash annuendo “Non vedo l'ora che arrivi quel giorno! Ti renderò fiero di me: sarò il miglior allenatore del mondo!”
“E io ti aspetterò per farti mangiare la polvere, ragazzino!” rispose suo padre prima di uscire dall'infermeria.
“Vedremo, vecchiaccio!” disse Ash ridendo, riuscendo a strappare un sorriso anche al padre.
 
***
 
Prima di uscire definitivamente dalla villa era riuscito a riprendersi le sfere dei suoi pokémon, con l'obbiettivo di rimandarle al professor Oak appena avrebbe trovato un Centro Pokémon.
Varcò la soglia dell'edificio e chiese di una sua vecchia conoscenza.
“Volevi davvero andartene senza salutarmi, amico?” chiese Lucian, calcando il sarcasmo sull'ultima parola “Potrai anche aver ottenuto il salvacondotto da papino, ma non da me!”
“Cosa vuoi Lucian?” chiese Ash all'ex-amico sostenendone lo sguardo pieno di delusione ed amarezza per quello che era successo.
“Perché lo hai fatto?” domandò il giovane Rocket, racchiudendo in quell'interrogativo tutte le domande.
“Non credo che tu possa comprenderlo del tutto, ma se proprio vuoi saperlo è perché i Pokémon sono miei amici ed io non posso deluderli!”
“MA LO ERO ANCH'IO!” rispose il rosso con rabbia, cercando di trattenere i suoi pugni “Lo ero al punto che - quando ho saputo che te ne andavi con la benedizione del capo - mi sono proposto a tuo padre per tenerti d'occhio e proteggerti se caso mai ti accadesse qualcosa da parte degli altri Team.
Ovviamente lui ha accettato, ma fino a poco fa pensavo di riuscire a farti tornare sui tuoi passi. Ma ora, ho visto nei tuoi occhi che sei ... cambiato! Sei troppo diverso da prima! Quando ti ho conosciuto eri così simile a me! Ho capito che ti eri unito per riprenderti qualcosa che il mondo ti aveva tolto! Ero contento di aver trovato uno spirito affine, anche se non sapevo cosa cercavi ... Ma ora che vedo il tuo sguardo capisco che non torneresti indietro con me!
Quindi non ti fermerò, ma sappi che se te ne vai dal Team io non dimenticherò quello che mi stai facendo!”. Si scostò per lasciarlo da parte. Ash lo superò. Poi si voltò verso l'ex-compagno e sorridendogli gli disse:
“In due si viaggia meglio, sai?”
“Mi stai invitando a venire con te?” chiese il ragazzone incredulo. Ash annuì. "Ma perché?"
“Perché sei mio amico!” rispose Ash tendendogli la mano “E poi mio padre non ti ha dato l'ordine di tenermi d'occhio?!” aggiunse sorridendo
“E va bene!” fece Lucian alzando le spalle e ricambiando il sorriso e prendendo la mano di Ash “Tanto ti devo seguire comunque!”.
 
***
 
“ASH!” esclamò Brock vedendo l'amico sorpreso quando questi entrò nell'ospedale dove lavorava insieme ad Lucian che indossava una maglietta che non faceva sospettare la sua affiliazione al Team.
“Ciao Brock!” disse il corvino correndo ad abbracciare l'amico di un tempo “Mi sei mancato!
Ah, lui è Lucian!” aggiunse poi presentando il suo compagno di viaggio
“Cosa ci fai qui?” chiese poi il medico “Ti credevo ancora in Guyana!”
“È per Pikachu! Pikachu è qui Brock. Nel tuo ospedale!
Avevo chiesto a qualcun altro di portarlo da te sotto falso nome, perché … sono stato io a ferirlo!”
“Cosa?!” esclamò il medico sbalordito “Ma come ...”
“Portami da lui per favore! Voglio solo chiedergli scusa!” disse il giovane con voce spezzata.
“Va bene!” annuì Brock, portandolo nella sala dov'era ospitato Piakchu.
Il piccolo pokémon stava su un lettino con le flebo. Il cuore batteva e le ferite erano curate, ma erano ormai mesi che rimaneva fermo in coma.
 
“Avrei dovuto riconoscerlo quando gli ho tolto tutto quel trucco pacchiano dalla faccia.
Fisicamente sta bene, ma è come se non voglia riprendersi. Come se fosse finito in coma, perché aspetta qualcosa … o qualcuno! Anche se qualche giorno fa si è mosso e ha sorriso come se avesse sentito qualcosa!” disse Brock all'amico. Aveva intuito che in qualche modo c'entrava Ash “Ha detto Pika-pi!”. Ash versò una lacrima a quella notizia, poi si sedette accanto a Pikachu e gli prese la stampa fra le mani “Penso che sia meglio se li lasciamo soli!” sussurrò poi a Lucian, invitandolo ad uscire.
 
“Ciao, sono io, Ash.
Se mi senti, sappi che mi spiace molto per quello che ti ho fatto!” disse cominciando a piangere “Non ero in me quando è successo! Quella gemma aveva risvegliato in me un profondo dolore e mi aveva reso disposto a tutto per farlo andare via!
So che non è una scusa, ma tu meriti di sapere la verità, amico mio!” prese un profondo respiro e continuò “.Vedi Pikachu, io sei anni fa ho ritrovato mio padre, ma lui mi ha abbandonato di nuovo!
Purtroppo lui …ecco … non è una brava persona. È freddo, egoista, diabolico, assetato di potere... ma quello che fece lo ha fatto perché non voleva che diventassi come lui! Mi vuole più bene di quanto sembra a prima vista!
Il problema fu come ci lasciammo: avrei preferito che lui almeno una volta provasse a fingere di essere il padre che volevo, ma non lo fece! Il nostro fu un addio duro: un secondo abbandono!
Sarebbe bastato vederlo sorridere mentre mi raccontava una bugia, dicendomi che sarebbe tornato anche se poi non sarebbe stato così.
Poteva fermarsi a cena! Mamma avrebbe sicuramente fatto le salsicce piccanti e la pizza col salame pepperoni! Ti ricordi quanto sono buone, non è vero?
Sono stato con mio padre tutto fin da quando siamo tornati dal Guyana. E lui … beh diciamo che mi è stato vicino, anche se a modo suo! Alla fine è riuscito ad essere veramente il papà che ho sempre desiderato accanto a me, anche se solo per un breve momento” accarezzo la testa del piccolo pokémon e cominciò a piangere più forte “Senti, se dopo che ti sarai risvegliato vorrai lasciarmi lo capirò! Se vorrai tornare ad essere un pokémon selvatico, mi starà bene. Altrimenti vedrò di trovarti un buon allenatore, come come Gary o magari potrei riportarti dal professor Oak. In ogni caso voglio lasciare a te la scelta!
Sono stato egoista e … ti ho fatto del male! Ti ho ferito in in un modo orribile!
Ora voglio solo che tu sia felice, anche se questo vorrebbe dire lasciarti ma non m'importa!
Io voglio solo che tu ti svegli!
Svegliati Pikachu, ti prego!” aggiunse, versando delle lacrime sul corpicino disteso sotto di lui e nascondendo la testa sotto le braccia.
 
“Pi... Pi … Pika... Pika-pi...?!” disse una vocina che il ragazzo ben conosceva!
“Pikachu!” esclamò il ragazzo piangendo!
“Pika-pi, pikachu Pi? Pi Pika … Pika-chu? Pi-ka-chu?” domandò il piccolo pokèmon per chiedere Perché piangi Ash? e Cosa ci facciamo qui? Va tutto bene?
Il ragazzo gli mise una mano sotto il mento e cominciò a fargli e coccole con lacrime di gioia. “Non importa il come o il perché siamo qui, Pikachu! Basta solo che stai bene!” aggiunse abbracciandolo “Basta solo questo!”
“Pika-pi!”
“Sì! Sono io!” fece il ragazzo piangendo di gioia, mentre l'animaletto si metteva in piedi (per quanto debole) dandogli una leccata come quando lui lo aveva tenuto in braccio all'inizio del loro viaggio “Sono … Pika-pi!”.
 
“Quindi la nostra missione di pokémon-sitting è finita, miao!” disse più tardi il pokémon felino, mentre il trio camminava diretto a prendere il dirigibile che li avrebbe portati alla loro nuova missione “Sono sorpreso che il capo abbia approvato la scelta di Ash di uscire dal Team, ma questo è solo una prova del grande uomo che è!
Avere un tal figlio degenere e amarlo così tanto lo stesso! Oh, quanto mi commuove!”
“Già! Ed ovviamente il merito è tutto del Rintoccasana del mio caro Chimecho!” fece James coccolando la sfera poké del suo piccolo pokémon Quando ho visto che Pikachu faticava a riprendersi sapevo che con una dose regolare del tuo potere per qualche giorno si sarebbe ripreso!”
“Uffa! Io pensavo che dopo averlo aiutato a fare luce sul mistero del Guyana, il capo ci desse una bella promozione!” mormorò Jessie afflitta, mentre Woobufett usciva dalla sfera, sottolineando col suo verso (ancora una volta) l'ovvietà del momento.
“Beh essere mandati ad indagare su un possibile nemico in una regione lontana, per distruggerlo prima che rappresenti una minaccia è una promozione! Vuol dire che è si fida di noi come spie dati i nostri precedenti lavori con i Magma, gli Idro, i Galassia, i Flare e i Plasma!” fece notare James con ottimismo.
“Sì, ma purtroppo il nostro stipendio è sempre basso! Ci spetterebbe un posto da generali” fece notare Meowth “Ah! Se solo avessimo saputo prima che il bamboccio era il figlio del capo, ci saremmo risparmiati molte grane e molti debiti, miao!”
“Già!” convennero i due umani, facendo sì con la testa , poi Jessie continuò: “Purtroppo il costo delle nostre armi che usavamo contro quel bamboccio di Ash e i suoi amici - e che loro riuscivano sempre a distruggere - viene ancora scalato dai nostri stipendi!
Per questo continuiamo ad essere quasi in rosso e sono anni che usiamo i sottomarini a pedali!”
 
Poi James pensieroso aggiunse preoccupato “Inoltre riuscite a immaginarvi col bamboccio nella posizione di futuro boss del Team Rocket che inferno sarebbe stato per noi?!
CI PENSATE CHE AVREMMO DOVUTO CHIAMARLO SIGNORINO ASHTON?!” urlò il ragazzo dai capelli blu disgustato!
“OH NOOO!” urlò Jessie inorridita al solo pensiero “VUOI DIRE CHE AVREMMO DOVUTO LECCARE I SUOI PIEDI?”
“QUINDI IO AVREI CERCATO DI SALVARE ANCHE LUI DA QUEL PERSIAN? CHE ORROREEEE! ” esclamò Meowth rizzando il pelo solo all'idea!
“WOOOBUFEEET!” esclamò il pokémon-pazienza terrorizzato dall'idea, imitato subito dopo da un altrettanto spaventato Mime Jr.
“E TUTTO PER EVITARE CHE SI VENDICASSE DEI NOSTRI TENTATIVI DI RUBARGLI PIKACHU!” conclusero in coro con grande orrore.
“Però è anche vero che il bamboccio ci conosce da una vita. Insomma, nel Team Rocket non ci sarebbe mai entrato,se non fosse stato per noi!” fece Meowth ed il resto del gruppo annuì, realizzando doveva voleva arrivare il felino.
“Magari finita la missione potremmo cominciare a cercare di rapire il moccioso per fargli cambiare idea. E una volta che lo avremo convinto e riportato dal capo, in cambio lui ci potrebbe aiutare a ricevere la promozione che meritiamo!” fece Jessie mentre James annuiva estasiato e Meowth partiva con la sua fantasia:
“Immaginate il piccolo-boss che dice al suo papino: Ti prego caro padre! Non avrei capito quant'è bello essere malvagi senza l'aiuto di Meowth e dei suoi amici! Annulla i loro debiti e promuovili!
E il capo: Hai ragione Ashton! Non avrei di nuovo con me il mio unico figlio ed erede perfetto se non fosse per loro!
Domani mattina darò a Jessie e James un posto di comando e Meowth sarà il tuo gatto!
”.
“LA FAMIGLIA RIUNIREMO E RICCHI NOI SAREMO! SIII!/WOOBUFETT!” urlarono i quattro in coro, estasiati all'idea!
 
***
“Mr. Mime-Mime!”
“Che succede, Mimey?” chiese Delia, uscendo dalla porta dopo aver sentito il vsuo pokèmon che gridava estasiato dal cortile di casa “Chi sta arrivan … OH! TESORO SEI FINALMENTE A CASA! ” disse dopo aver notato il figlio che correva verso di lui
“MAMMA!” fece il ragazzo abbracciandola con forza insieme a Pikachu “Sono contento di rivederti!”
“Anch'io! È andato tutto bene con tuo padre?!” chiese la donna incuriosita.
“Beh, come può andare bene con lui!” rispose Ash sorridendo, per poi indicare l'amico dietro di lui “Ah, lui è il mio amico Lucian. Sta viaggiando con me, ma visto che ho intenzione di rimanere qui per un po' non è che potremmo … ospitarlo?!”
“Beh tesoro, i tuoi amici sono sempre i benvenuti … Però per dormire dovrete stringervi un po' in camera tua, visto che difficilmente Mimey gli lascerà quella degli ospiti!” fu la risposta di Delia.
“Per me va bene!” fece il ragazzo, prima di voltarsi verso Lucian con un sorriso.
“Quindi è qui che abiti?” domandò poi ad Ash il Rocket quando Delia fu rientrata. L'allenatore annuì.“Ma perché vuoi che rimaniamo qui per un po'?”
“Come perché? Perché siamo amici!” rispose Ash mettendogli una mano dietro le spalle “Giusto Pikachu?”
“Pi-ka!” rispose il pokémon, e poi i tre entrano chiudendo la porta della casetta di Pallett dietro di loro.
The Happy End

 
Eccoci infine all'ultimo capitolo!
Rispetto al Dark Ending questo è parecchio lungo per via dello scontro fra padre e figlio: una scelta dell'ultimo momento, dovuta alla piega che ha preso Giovanni nel corso degli ultimi capitoli. Insomma, il capo del Team Rocket non è mica uno che si arrende così facilmente senza combattere! 

L'idea che Giovanni in principio fosse un ragazzo come Ash con i suoi stessi viene dalla breve scena flashback Pokémon: Le origini dove la versione di Giovanni di quell'anime incontra Rosso e rivede sé stesso. In pratica è quello che succede qui quando Ash gli dice che è contento di combattere contro di lui, per via delle sensazioni che gli da il disputare un incontro di pokémon!

Ringrazio Bankotsu90 e Ansem6 per le recensioni, e spero che la storia sia piaciuta a tutti voi che l'avete letta! 

Ultima nota: il salame pepperoni esiste veramente, ed è il salame piccante usato in America per la cosiddetta "pepperoni pizza" (spesso erroneamente tradotta in "pizza ai peperoni", invece del più corretto "pizza al salame piccante").
Ah, per le parti parlate da Pikachu mi sono basato su questa breve guida la "pika-linguaggio" http://www-scf.usc.edu/~teresapa/itp104/project/language.html

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