Mass Effect - Il conflitto dei Geth

di Inquisitor95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 - Rotta inaugurale ***
Capitolo 2: *** 02 - Visioni dal futuro ***
Capitolo 3: *** 03 - Arrivo sulla Cittadella ***
Capitolo 4: *** 04 - Indagine contro lo Spettro ***
Capitolo 5: *** 05 - Lo Spettro Umano ***
Capitolo 6: *** 06 - Fuoco tra le rovine ***
Capitolo 7: *** 07 - Passione per i Prothean ***
Capitolo 8: *** 08 - Giornata di licenza ***
Capitolo 9: *** 09 - Attacco alla colonia ***
Capitolo 10: *** 10 - Il segreto della ExoGeni ***
Capitolo 11: *** 11 - Ispezione a sorpresa ***
Capitolo 12: *** 12 - Vacanze al freddo ***
Capitolo 13: *** 13 - Aracnofobia ***
Capitolo 14: *** 14 - Un passo nel vuoto ***
Capitolo 15: *** 15 - La base su Virmire ***
Capitolo 16: *** 16 - Sovereign ***
Capitolo 17: *** 17 - Riposa in pace ***
Capitolo 18: *** 18 - Fuga dalla Cittadella ***
Capitolo 19: *** 19 - Il Condotto ***
Capitolo 20: *** 20 - Il ciclo della Mietitura ***



Capitolo 1
*** 01 - Rotta inaugurale ***


Nel 2148 degli esploratori scoprirono le rovine di un'antica civiltà spaziale su Marte. Nei decenni successivi, quei misteriosi manufatti rivelarono delle nuove, straordinarie, tecnologie che consentivano di raggiungere i sistemi più remoti della galassia. Tutto ciò era reso possibile da una forza che controllava l'intera struttura spazio-temporale.

Per gli Umani fu la più grande scoperta della loro storia.

Le altre civiltà della galassia la chiamano...

Effetto massa”
 
Capitolo primo:

Rotta inaugurale






Il capitano Anderson sedeva tranquillamente al suo posto, aveva una postura rigida, la schiena perfettamente dritta, lo sguardo severo e distaccato che riservava alla maggior parte delle persone con le quali parlava, ascoltava distrattamente le parole del suo interlocutore: l'ambasciatore Udina, un uomo della stessa età d Anderson, anche lui sempre severo e sempre rigido.
Quel pomeriggio i due si erano trovati in disaccordo su ogni punto della riunione, fino a che non venne l'idea.
« E che mi dici di Shepard? » chiese Udina alzando il capo e guardando il suo interlocutore direttamente negli occhi. « Ha trascorso parte della sua vita sulle navi, i suoi genitori sono degli spaziali... »
Anderson incrociò le gambe restando sempre composto, portò le mani di fronte al proprio viso e cominciò a pensare alle parole dell'ambasciatore. « Stai parlando di Jane Shepard? » chiese l'uomo come conferma. Udina annuì più volte per poi riprendere subito a parlare.
« Lei fa parte del programma N7 dell'Alleanza dei Sistemi. Sappiamo bene come ha dimostrato il suo valore durante la missione su Akuze; a soli ventinove anni ha la carriera più brillante della storia del nostro esercito... » lasciò il discorso in sospeso aspettando che Anderson proferisse parola.
« Shepard ha affrontato al meglio la missione su Akuze: l'attacco del divoratore distrusse la sua squadra, dopo aver visto morire i propri colleghi e amici non ha smesso di lottare, anzi, ha continuato la sua missione fino alla fine nonostante fosse in bilico tra la vita e la morte. » disse l'uomo in divisa blu scuro, si alzò solo a quel punto dal proprio posto e si avvicinò alla piccola finestra dell'ufficio dell'ambasciatore. Anche l'altro si alzò seguendo il capitano.
« Ha tutte le carte in regola per poter essere ciò di cui abbiamo bisogno: l'eroina di cui ha bisogno l'umanità. » parlare di Shepard però era un conto, proporle ciò che i due uomini avevano in mente era molto diverso, specie quando il Consiglio della Cittadella avrebbe dovuto prima approvare.
« Non ci resta che provare. » disse infine Anderson.
A quelle parole seguì il silenzio, i due lasciarono l'ufficio.


* * *


Jane Shepard restava immobile fissando l'immensità dello spazio dalla sua finestra, la propria stanza era piccola ma nonostante questo era più grande di quelle del resto dell'equipaggio con eccezione di quella del capitano Anderson ovviamente.
Shepard era una donna alta rispetto a molte altre della sua età: il fisico slanciato e snello al quale non mancavano le delicate curve femminili, i suoi capelli erano scuri e dopo un'adolescenza in cui li aveva tenuti lunghi aveva deciso di tagliarli fino alle spalle all'età di diciott'anni quando decise di seguire le orme dei suoi genitori arruolandosi. I suoi occhi erano blu come l'oceano, profondi altrettanto e dal delicato taglio.
Terminò di indossare la propria armatura N7, un programma riservato a pochi eletti poiché loro volevano il meglio, e Shepard aveva dato motivo di essere la migliore in tutto. Uscì dalla stanza situata nel Ponte 2 della SSV Normandy, la grandiosa nave di cui era il vice-comandante.
Si diresse verso l'ascensore con passo svelto, i corridoi erano vuoti visto che tutti quanti erano impegnati in qualcosa di importante per stare con le mani in mano.
Premette il pulsante e le porte si chiusero all'istante, dopo una leggera sensazione di vuoto nella quale capì di stare salendo, le porte si aprirono davanti i suoi occhi; si spostò verso destra salendo le scale che la portarono al Ponte di comando che era in subbuglio, un misto di eccitazione e paura legati al primo viaggio della Normandy.
« Siamo in prossimità del portale di Arcturus Prime, sequenza di trasmissione attivata. » la voce di Joker, il pilota della nave spaziale risuonò nella sala mentre Shepard avanzava con passo spedito verso la cabina di pilotaggio.
« Salve, Shepard. » la donna si voltò appena verso colui che l'aveva salutata ricambiando con un cenno e un leggero sorriso senza fermare la propria avanzata.
« Connesso, calcolo massa in transito a destinazione. » ancora una volta la voce del pilota echeggiò nella stanza, Shepard superò il tavolo attorno al quale ruotava il grande ologramma rappresentante la galassia e superò il Navigatore Pressly che le rivolse un cenno che la donna contraccambiò.
« Comandante! » Shepard quasi si scontrò contro il ragazzo che si era parato davanti a lei, un giovane caporale.
Passò accanto a lui rivolgendogli un leggero cenno ed entrò nel corridoio pieno di computer che portava alla cabina.
« Il portale è attivo, acquisizione vettore di avvicinamento... » ormai avevano superato l'ultimo pianeta del Sistema Solare ed erano quasi arriva al portale.
Shepard si fermò solo quando fu dietro il sedile del pilota, oltre di lui c'erano i comandi della nave, subito dopo il vetro protettivo e lo strato-corazza della Normandy, infine c'era solo il vuoto e le stelle, ad alcuni chilometri si riusciva già ad intravedere la gigantesca struttura del portale galattico.
« Prepararsi al transito. Via libera, avvicinamento in corso... » Shepard stavolta sentì la voce di Joker non dall'altoparlante della nave bensì dal vivo, evidentemente l'uomo aveva sentito la donna arrivare.
« Avvicinamento al portale tra tre... due... uno... » gli occhi di Shepard erano fissi sulla grande struttura i cui anelli cominciano a volteggiare, la luce bluastra creata dall'attivazione del portale illuminava tutta la stanza in maniera quasi accecante e fastidiosa; la Normandy virò appena così da fiancheggiare la struttura e infine lo spazio intorno alla cabina scomparve in una massa indefinita di sfumatura di blu, durò pochi istanti e si dissolse così com'era arrivata, si trovarono in un'altra parte della galassia.
« Tutti i sistemi sono online. Deviazione: millecinquecento chilometri... » disse Joker controllando sui vari schermi tutti i sistemi della nave. Shepard si spostò al fianco del pilota e stava per parlare quando qualcuno lo fece al suo posto.
Fu costretta a girarsi vista la tonalità di voce, quasi come se fosse evanescente. « Un margine accettabile. Il tuo capitano sarà fiero di te. » disse in maniera fredda e distaccata, Shepard osservò i tratti aviari del Turian che si era presentato nella cabina di pilotaggio, le creste che gli contornavano la nuca e la serie di mandibole intorno alle labbra.
Nihlus era uno Spettro. Assegnato a quella missione per conto del Consiglio stesso in quanto l'ordine degli Specialisti Tattica e Ricognizione rispondeva proprio a quest'ultimi.
Il Turian andò via subito dopo aver parlato con Joker riguardo l'esito del viaggio. « Accettabile? Mi ha definito accettabile? » Shepard fissò l'uomo seduto nel sedile principale, indossava la tipica divisa delle navi militari, quella della Normandy aveva i colori blu, grigio e nero. Joker era un bell'uomo, dagli occhi chiari come il ghiaccio, i capelli corti erano dello stesso colore del leggero strato di barba che gli contornava il viso, un castano scuro che ricordava molto il tronco di un albero.
« Non prendertela con lui. Immagino fosse un complimento per un Turian... » disse Shepard rispondendo alla domanda che il pilota aveva posto. L'uomo sbuffò infastidito per rispondere al superiore.
« Ho colpito un bersaglio grande quanto uno spillo. È più che accettabile! » continuò Joker, accanto a lui, seduto in un altro sedile, il tenente Alenko sedeva composto e chiaramente contrariato; il fisico di quest'ultimo era scolpito e visibile attraverso la divisa militare, l'espressione dolce e mascolina, gli occhi castani e i capelli neri e corti.
« Nihlus è uno Spettro. Non hai ragione di avercela con lui, sta facendo il suo lavoro e sappiamo come gli Spettri si considerino al di sopra di tutti gli altri... » disse lui.
« Non lo so. È solo che questa cosa mi puzza. Proprio perché è uno Spettro; cosa ci fa qui per un semplice viaggio di collaudo? Passi che dobbiamo provare il nuovo sistema di occultamento, e che la nave sia in parte di fattura Turian, ma proprio non riesco a togliermi dalla mente che c'è qualcosa di più sotto tutto questo. » Joker a quel punto sollevò lo sguardo verso Shepard. « Ovviamente è solo un'opinione. » quasi imbarazzato dall'aver proferito parola riguardo uno Spettro.
« Concordo con te, Joker. C'è qualcosa che ci stanno nascondendo. Sia Nihlus che Anderson... » rispose Shepard all'occhiata del pilota, le fece un sorriso e poi tornò a guardare lo schermo per virare verso il pianeta.
« Joker, voglio inviare un rapporto completo all'Alleanza prima di mettere piede su Eden Prime. Voglio che siano messi al corrente dell'andamento della missione. Siamo vicini a una boa trasmittente... » la voce del capitano Anderson echeggiò nella stanza, a quelle parole Joker annuì.
« Va bene, capitano. Si tenga forte perché pare che Nihlus stia venendo da lei. » disse il pilota.
« È già qui. » ci fu un lungo attimo di silenzio nel quale Joker abbassò lo sguardo scuotendo il viso appena per la brutta figura fatta, Shepard e il tenente si scambiarono una leggera occhiata cercando entrambi di velare una risata. « Voglio che il comandante Shepard mi raggiunga nella sala comunicazione per un de-briefing. » poi seguì il silenzio.
« Sembrava arrabbiato. Pensate che qualcosa stia andando male con la missione? Siamo appena partiti... » commentò Shepard rivolgendosi agli altri due per un loro parere.
« Ha sempre quel tono quando parla con me! » rispose amareggiato Joker. Dette quelle parole Shepard diede le spalle ai due uomini nella cabina di pilotaggio e si spostò verso la sala di controllo per raggiungere Anderson.
Prima di raggiungere la sala di controllo, Shepard non poté fare a meno di guardarsi intorno, la voce del Navigatore Pressly colse le sue attenzioni. La costrinse a cercarlo con lo sguardo. « Non c'è da fidarsi di quel Turian. Specie visto che è uno Spettro! » non furono tanto le parole ad attirare l'attenzione di Shepard quanto il tono con cui erano state dette: visibile disprezzo.
« Stai calmo Pressly o ti verrà un'ulcera! » fu la risposta di qualcuno dall'altro lato della comunicazione.
« Qualche problema, Pressly? Non sembri molto felice del nostro ospite a bordo... » disse Shepard con tono abbastanza severo rivolta all'uomo, il Navigatore si voltò piano quando si accorse della presenza del vice-comandante.
« No, nulla comandante. » disse l'uomo facendo il saluto militare portandosi la mano in fronte. « Stavo parlando con l'Ingegnere Adams. Riteniamo strano che un Turian sia stato mandato su una nave umana. Tanto più per una missione così basilare come questa! »
« È solo questo? O c'entra anche il fatto che sia un alieno e che sia anche uno Spettro? » a quelle parole Pressly non riuscì a replicare in un primo momento.
« No, signora. Voglio dire... uno Spettro a bordo porta guai. Ci pensi bene. È una cosa sospetta, no? » Shepard provò a pensarci, condivideva quell'opinione viste anche le parole di Joker, tuttavia era sicura che il risentimento di Pressly non finisse lì. Era a conoscenza del fatto che la famiglia di Pressly aveva combattuto all'epoca della Guerra del Primo Contatto contro i Turian, avevano sofferto molto all'epoca.
« Non preoccuparti, me ne occuperò io. » si limitò a rispondere lei, a quel punto si spostò per andare verso la sala comunicazioni nella quale l'aspettavano Anderson e Nihlus. Prima di arrivare però dovette nuovamente fermarsi, non volontariamente stavolta visto che il caporale Jenkins la fermò. « Dimmi tutto, caporale. » disse la donna.
« Sono emozionatissimo per questa missione. Spero però che la nostra permanenza su Eden Prime non sia lunga, voglio entrare nel vivo dell'azione! » disse Jenkins parlando con la donna, al suo fianco la dottoressa della nave saltò in aria.
« L'ultima volta che l'hai detto hai passato un lungo periodo in infermeria ricordo! » col tono di una madre, la dottoressa Chakwas portava i capelli morbidi, erano di un colore spento; riprese il caporale che sembrò ritornare con i piedi per terra contenendo la propria emozione.
« Cerca di mantenere la calma, caporale. » disse scherzando Shepard; usò il suo sorriso, quello che molti definivano incredibilmente persuasivo, eppure lei neanche se ne rendeva conto. « Questa missione è un semplice collaudo. Non ci sarà da entrare in azione tanto presto. » commentò.
A quelle parole Jenkins però scosse il viso più volte. « Penso che ci sia qualcosa di più invece. La presenza di uno Spettro sulla nave rende la missione rischiosa no? Loro non perdono il loro tempo nei viaggi inaugurali. Di sicuro è qui per un buon motivo; forse per te, comandante. » proseguì il giovane. Shepard trovava Jenkins un ragazzo piuttosto esuberante, non molto giovane ma comunque più piccolo di lei, almeno questo dimostrava.
« Mantieni la calma e vedi di non fare mosse stupide. Anche un piccolo errore potrebbe costarti la carriera. Al resto ci penserò io. » era un avvertimento, non minaccioso ma serio comunque; terminato il discorso col giovane caporale a Shepard non rimase altro che presentarsi all'incontro.
La sala comunicazioni era piccola e circolare, c'erano alcune sedie disposte intorno alle pareti della stanza, poi c'era un gigantesco sistema elettronica capace di proiettare immagini olografiche, sopra di esso vi era invece uno schermo spento.
Shepard si aspettava di trovare Anderson accompagnato dallo Spettro, quando arrivò nella stava trovò solo il Turian ad attenderla.
« Dov'è Anderson? » chiese lei.
« Non è ancora arrivato. E speravo di poter sfruttare l'occasione per parlare con te, Shepard. » ammise.
« Parlare di cosa? » chiese incuriosita la donna. Il Turian restò rigido, era molto più alto di Shepard e teneva le proprie mani congiunte dietro la schiena.
« Eden Prime: è un pianeta molto interessante, la vostra prima colonia ben riuscita, una dimostrazione del fatto che gli Umani non sanno solo creare colonie ma anche proteggerle. » cominciò il proprio discorso, Shepard stese al suo gioco.
« Sì. Un autentico paradiso dicono. »
« Ma quanto è sicuro in realtà? » commentò subito Nihlus, a quelle parole Shepard quasi saltò in aria, stava per chiedere a cosa si riferisse quando le porte della sala comunicazioni si aprirono nuovamente, stavolta con Anderson sulla soglia.
L'uomo dal colore scuro di pelle avanzò velocemente, indossava la sua divisa blu scura con i righini e bordini dorati, al petto aveva anche alcune medaglie al valore o al lungo servizio prestato. « Ottimo. Ora che ci siamo tutti possiamo finalmente spiegare il vero obiettivo della missione a Shepard... » iniziò il suo discorso Anderson, a quelle parole la donna quasi non seppe cosa trattenersi.
« Era ovvio che non fosse un semplice viaggio inaugurale. Mi chiedo il motivo di tanta riservatezza, Anderson. Persino con me... » constatò lei dopo le sue parole.
« Questa non è una semplice missione di collaudo, Shepard. Abbiamo trovato una particolare sonda su Eden Prime e riteniamo che le sue origini siano Prothean. »
« I Prothean? Ma non si erano estinti cinquantamila anni fa? » chiese Shepard incredula di fronte a quella rivelazione.
« Giusto, ma tutt'oggi abbiamo tracce dei Prothean ovunque ci voltiamo, la Cittadella per esempio. Gli stessi portali galattici sono di loro invenzione, o i motori delle nostre navi e senza queste scoperte il viaggio interstellare sarebbe quasi impossibile... » commentò Nihlus.
« Recuperare questa sonda potrebbe mettere in buona luce l'umanità e non solo: anni fa con la scoperta di un database su Marte siamo riusciti a fare salti nel tempo di oltre duecento anni, figuriamo col ritrovamento di una sonda. Dobbiamo recuperarla e portarla al Consiglio, questo è il tuo compito. »
« Ma non solo. » disse Nihlus prima che Shepard potesse rispondere con la propria opinione. « Il mio compito qui è facile da spiegare vista l'importanza della missione. Ma sono qui anche per giudicarti Shepard, reputo che tu sia la migliore candidata tra gli Umani per il ruolo di Spettro. »
« Cosa!? Avreste potuto avvertirmi che ero sotto esame. » la donna rimase quasi paralizzata, incredula di fronte a quelle che le stavano offrendo. « E l'Alleanza ne è al corrente? Approverebbe l'eventuale mia carica? »
« Certo, Shepard. » rispose Anderson. « Noi tutti ci fidiamo di te. L'umanità da tempo aspira a mettere un Umano tra gli Spettri. Questa è la nostra più grande occasione. »
« Va bene. Allora penso di essere... »
« Mi spiace interromperla capitano ma abbiamo ricevuto un video su un canale di emergenza direttamente da Eden Prime. Glielo passo subito in sala comunicazioni. »
Aspettarono pochi secondi nel silenzio per poi vedere lo schermo sopra il sistema di ologrammi attivarsi: il video partì mostrando soldati in combattimento, scontri a fuoco contro un nemico non ben identificato. Una voce femminile che urlava di stare giù, immagini incomprensibili provenienti senza dubbio da Eden Prime viste le alte torri tecnologiche costruite fino a toccare il cielo. E poi dalle nubi di fumo comparve qualcosa: una struttura gigantesca realizzata apparentemente con un metallo, nera come il carbone e dalle braccia simili a tentacoli.
Il video terminò bruscamente con un botto.
« Che cos'è quella cosa? » chiese Shepard, chiaramente era interessata all'ultimo soggetto mostrato, nessuna nave spaziale aveva quella forma, qualunque cosa fosse non si prospettava nulla di buono.
« Ci sono complicazioni. La missione di recupero della sonda a questo punto è diventata più urgente e pericolosa che mai! » disse Anderson mantenendo la sua solita calma e compostezza. Anche Nihlus fu della stessa opinione.
Una volta raggiunto l'hangar della Normandy, Shepard indossò il proprio casco con il simbolo N7 stampato in rosso e grigio per poi prendere le armi: la sua preferita era la M6-Carnifex adatta per ogni situazione e nemico.
Accanto a lei durante i preparativi per la missione c'era il caporale Jenkins, visibilmente emozionato per la piega pericolosa che aveva preso la missione. A differenza sua, il tenente Alenko invece era serioso, concentrato sulla propria missione e sul proprio ruolo, anche lui utilizzava una pistola simile alla Carnifex di Shepard: la Predator, un modello più vecchio.
Entrambi gli uomini indossarono il loro casco protettivo.
« Bene, Shepard. Voglio che recuperiate la sonda il prima possibile. Se la perdiamo potremmo aver perso la più grande occasione dell'umanità, inoltre non sappiamo cosa possa contenere e se finisse nelle mani sbagliate... » Anderson non dimostrò ancora una volta la propria preoccupazione, Shepard però capì dal tremolio all'occhio dell'uomo che era invece in ansia per l'esito finale del recupero.
« Farò del mio meglio, Anderson. » disse Shepard rivolgendosi al capitano. Davanti loro passò poi lo Spettro Turian, anche lui dotato di una Carnifex.
« Io lavoro meglio da solo. » dette quelle parole si buttò poi nel vuoto oltre il portellone in apertura. Shepard era spericolata forse, ma non così tanto da rischiare da spiaccicarsi al suolo. Loro avrebbero usato il Mako per atterrare sulla superficie di Eden Prime.
« Nihlus sarà davanti a voi. Seguitelo. » fu l'ultimo avvertimento di Anderson, la missione iniziava.






Note di fine capitolo:
Buon pomeriggio lettori e lettrici, eccomi di nuovo qui dopo molto tempo, già precedentemente avevo pubblicato una storia su Mass Effect ma non vi annoierò su dettagli al riguardo. Sono qui più forte che mai a raccontarvi la storia di Jane Shepard (il nome originale mi piace moltissimo). Cercherò di seguire il più possibile gli eventi della trama e inserirò i dialoghi più significativi con le battute del gioco stesso. Spero che vi sia piaciuto come prologo e spero in commenti al riguardo.
Qui Inquisitor95, passo e chiudo.

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Capitolo 2
*** 02 - Visioni dal futuro ***


Capitolo secondo:

Visioni del futuro




Eden Prime era stato il primo pianeta colonizzato dal genere Umano, un pianeta quasi idilliaco dove l'uomo aveva potuto costruire i suoi primi insediamenti fuori dal proprio sistema. Una grande conquista per l'umanità vista la vita rigogliosa presente, persino l'atmosfera conteneva ossigeno, rendendo quindi l'aria respirabile, un paradiso per l'Uomo.
Shepard mise piede sul morbido terreno ricoperto da un manto verde di prato, gli occhi della donna scrutarono l'ambiente intorno a loro prima di uscire dal mezzo; si assicurò che l'area fosse e poi pulita fece un cenno ai suoi due collaboratori così che la potessero seguire. Teneva la Carnifex alta davanti al viso così da essere pronta a sparare all'eventuale nemico che li avrebbe potuti attaccare.
Fuoco e fumo si levavano verso le nuvole, un cielo ricoperto da una tinta arancione e minacciosa, c'era un odore fastidioso e pungente ma la donna non capì di cosa si trattava.
« Sono rimasti solo fumo e cadaveri... » disse in maniera vaga il tenente Alenko, Shepard si voltò appena per annuire al compagno di squadra e poi fece cenno di avanzare.
Non avevano tempo da perdere: dovevano trovare la sonda Prothean prima del nemico. Si spostarono quindi lungo la collina che scendeva vertiginosamente, poterono vedere i bellissimi campi coltivati all'orizzonte, sembravano non essere stati attaccati come il resto dell'insediamento. Si mossero silenziosamente costeggiando la parete rocciosa finché non si trovano in un ampio spazio, non c'erano ripari vicini da poter sfruttare. Luogo perfetto per un'imboscata.
« Vado avanti io! » disse Jenkins al proprio comandante, la donna non fece in tempo a fermarlo che si era già gettato nell'area privo di protezione; accadde tutto in fretta.
Una serie di proiettili fotonici fendettero l'aria facendo a pezzi gli scudi della corazza del caporale e trapassandogli il corpo, il ragazzo urlò di dolore poi cadde a terra senza muoversi. Shepard rimase con la bocca spalancata per ciò che era successo, sperò che fosse ancora vivo ma era impossibile.
Si sporse appena dal proprio riparo e utilizzò i propri poteri biotici per creare una barriera energetica intorno a sé, la sua mano brillò di luce azzurra e si propagò per tutto il corpo, corse contro il nemico con la Carnifex pronta a sparare, solo allora vide che due droni solcavano l'aria: sparò dei colpi ben mirati contro uno dei due bersagli che in risposta le distrusse la barriera da lei creata; la donna si gettò a terra per evitare la seconda scarica di proiettili e poi mirò ancora fino a distruggere il primo dei droni, il tenente Alenko dal canto suo aveva utilizzato il proprio potere per sovraccaricare il secondo che era finito per esplodere in mille pezzi.
« Ottimo lavoro, Alenko. » disse la donna quando l'uomo l'aiutò a rialzarsi, entrambi si voltarono verso il corpo del caporale, Shepard si avvicinò e si assicurò della condizione di quell'ultimo, ovviamente non poteva sopravvivere.
« Non c'era nulla da fare, i colpi hanno perforato gli scudi. Sarebbe morto comunque... » le parole del tenente erano dure e distaccate. « Mi spiace, comandante. » aggiunse dopo.
Shepard scosse il viso e parlò attraverso il casco. « Merita di essere sepolto. Mi accerterò che il suo corpo venga recuperato, si merita una medaglia. » cercò di fare la dura, di non mollare al dolore che quella perdita le provocava. « Adesso andiamo avanti con la missione! » strinse i pugni e proseguì la sua missione lasciando il caporale a terra.
Akuze era stata una dura prova per lei: psicologicamente ne era uscita distrutta, anche se si era rialzata da sola.
La sua squadra era stata annientata davanti ai suoi occhi, ancora ricordava il sangue di tutti i suoi compagni, tra di loro c'era anche un caro amico, conosciuto quand'era entrata all'accademia militare. Erano inseparabili, ma la morte aveva obiettato qualcosa, per questo Shepard non amava stringere rapporti con i suoi colleghi, per questo cercava di esser sempre superiore a tutti, dentro di sé però piangeva.
« Comandante, guarda lì! » la voce del tenente Alenko la risvegliò dalla sua catarsi, si trovavano in mezzo ad un piccolo viale alberato, le rocce fornivano un'ottima copertura specie per quello a cui stavano assistente: un soldato in corazza bianca e rosa sfrecciava tra i droni del nemico alti quanto un uomo e armati di fucili.
Shepard e Alenko si avvicinarono il più possibile al soldato, era da solo e cercava di destreggiarsi meglio che poteva; l'attenzione del comandante fu però attirata dalla natura del nemico: Geth; sintetici creati dai quarian secoli prima, ma perché si trovavano là dei robot? In una colonia umana?
Che cercassero anche loro la sonda?
« Dobbiamo intervenire! » disse improvvisamente Shepard per poi muoversi contro i nemici, assistita dal fuoco di Alenko, la donna riuscì ad avvicinarsi fino ai Geth, alzò la mano e utilizzò il potere del Lancio: una potente spinta si materializzò dal nulla e colpì in pieno un Geth che finì distrutto contro le rocce naturali, a quel punto gli altri Geth si accorsero della presenza dei due marine dell'Alleanza.
« Fuoco di copertura, Alenko! » urlò Shepard al microfono del proprio casco sperando che in mezzo a quei colpi di fucili l'uomo la potesse sentire. Trovò un nuovo rifugio e vide il soldato dell'Alleanza, lo sentì urlare e solo allora realizzò che si trattava in realtà di una donna.
Shepard non si lasciò distrarre, sporse il proprio viso e cominciò a sparare contro i Geth ancora in piedi, preparò un altro dei suoi poteri: rivolse il proprio pugno contro un Geth che sembrava isolato e poi lo spinse verso l'alto sollevandolo nella gravità che intorno a lui veniva annullata.
La creatura si scompose lentamente finché non esplose in aria. Shepard fece fuoco contro i restanti Geth assistita dai poteri biotici del tenente e dalla soldatessa dell'Allenza. Avevano vinto la seconda battaglia ma non avevano ancora la sonda.
La soldatessa si avvicinò a fatica a Shepard, il tenente si guardò prima intorno continuando a tenere la pistola in mano. « Perimetro sicuro, comandante. » la avvertì.
« Grazie mille per l'aiuto. » disse la soldatessa una volta che arrivò davanti a Shepard. « Sono l'artigliere capo Ashely Williams dell'unità 212. Avevo registrato una richiesta d'aiuto ma non credevo che fossi riuscita a inviarla. »
Shepard ascoltò la donna. « Sono il comandante Jane Shepard, lui è il tenente Alenko. Mi sapresti dire esattamente cosa sta succedendo qui? Cosa ci fanno i Geth? » chiese velocemente alla donna. L'artigliere capo scrollò le spalle.
« Non ne ho idea, signora. Hanno spiazzato anche me e la mia unità. Purtroppo credo di aver perso i contatti, credo siano morti tutti... » Shepard non poteva vedere il volto dell'artigliere capo Williams, ma sembrava sconvolta.
« Non è stata colpa tua, artigliere capo. » disse la donna cercando di tirare su il morale all'altra e capendo come si sentiva dentro. « Mi sai dire qualcosa riguardo la sonda? » Williams a quella domanda annuì.
« La mia unità era messa a difesa della sonda. Posso portarvi al sito archeologico. Non è molto distante da qui. Mi piacerebbe accompagnarvi personalmente, voglio vendicarmi di quei bastardi Geth! » era ovvio che fosse in collera.
Shepard non ebbe nulla da obiettare, si limitò ad annuire per poi seguire la donna, una trentina di metri più avanti trovarono il sito archeologico dov'era stata trovata la sonda: l'area era pulita, priva di forme di vita o cadaveri, si vedeva chiaramente l'intervento dell'Uomo visto l'accampamento costruitovi intorno, tuttavia quando arrivarono a centro del sito l'artigliere capo sbraito qualcosa. « Non è possibile! »
« Che è successo? » chiese Shepard.
« La sonda era qui. Devono averla spostata! » rispose lei piuttosto innervosita, la questione poteva essere un problema, Shepard pensò subito al nemico, tuttavia c'era la possibilità che fosse stata spostata anche dall'Alleanza o da Nihlus. Non avevano ancora trovato tracce di lui.
« Dobbiamo proseguire se vogliamo... » si costrinse a fermarsi, Shepard serrò le proprie labbra e alzò un braccio per impedire che gli altri parlassero, c'erano dei rumori proprio sopra la collina. Il comandante cominciò quindi a correre con la Carnifex pronta all'uso per sparare ad un eventuale nemico.
Ciò che trovò fu anche peggio: dei lunghi aghi tenevano impalate delle persone, tre di loro avevano l'aspetto umano mentre altri tre avevano l'aspetto mostruoso di uno zombie combinato alla natura sintetica di un drone.
Questi ultimi si mossero dalla sommità degli aghi che lentamente scomparvero abbassandosi e lasciando le creature mutanti libere di potersi alzare dal loro posto; Shepard alzò la pistola puntando alla tempia di una delle creature e poi sparò dei colpi veloci distruggendolo.
Gli altri due accorsero in aiuto del comandante e cominciarono a correre contro di lei, non ebbe necessità di sparare visto che Williams e Alenko l'avevano raggiunta e avevano sparato prima loro ai due bersagli.
« Che cos'erano quelle cose? Cosa stanno facendo i Geth? » si domandò Shepard guardando i lunghi aghi e le povere vittime appese su di essi.
Cercò un modo per farle scendere o per disattivare quello strano ago ma la sua attenzione fu distratta da un rumore che la fece voltare temendo il peggio.
« Proveniva da quella struttura, comandante. » affermò Alenko indicando quello che sembrava un piccolo magazzino, si spostarono tutti e tre insieme. Il tenente, da esperto tecnologico, qual'era esaminò la porta e i comandi. « È stata bloccata da dentro. Potrebbero esserci degli alleati chiusi dentro. Dei civili forse! Dobbiamo aiutarli. »
« Potrebbero averci chiuso anche quelle strane creature mutanti! » controbatté Williams, Shepard fece un cenno ad Alenko che cominciò a decriptare la password così che la porta si aprisse, entrambe le donne erano pronte al peggio ma quando la porta si aprì non ne uscì nulla.
« Comandante Shepard? Sono Nihlus. Sono quasi allo spazioporto. Ti aspetto qui. » quasi sobbalzò nel sentire la voce dello Spettro Turian nel proprio orecchio, non ci fu necessità di comunicarlo agli altri in quanto ormai erano sulla strada giusta. Lo spazioporto era poco distante.
Shepard con passo deciso entrò attraverso la porta e si trovò davanti un piccolo gruppo di persone che urlarono alla vista della donna e della sua arma. « E voi chi sareste? » chiese il comandante.
Una donna indossava un camice bianco con dei ricami verdi, portava i capelli corti stile maschiaccio. « Fermi. Sono la dottoressa Warren, siamo dei civili! Ci siamo chiusi qui dentro per nasconderci da quelle cose! » parlò velocemente perché in preda al panico, solo a quel punto Shepard abbassò la guardia mentre veniva raggiunta da Alenko e Williams. « Dovete aiutarci! » continuò.
« State tranquilli. I Geth non vi faranno del male. Restate nascosti qui fino a che non verranno a prendervi degli altri militari. » si fece avanti il tenente parlando direttamente con la dottoressa; Shepard esaminò gli altri abitanti del nascondiglio, un altro dottore era accovacciato per terra, gli altri tre invece avevano l'aspetto di comuni contadini.
« Ottimo consiglio, tenente. » disse Shepard al compagno di squadra, si scambiarono uno sguardo di intesa per poi uscire insieme a Williams all'aria aperta, ci fu un'esplosione e poi uno sparo echeggiò nell'aria. « Andiamo! »
I tre marine si spostarono in fretta risalendo la collina e il sentiero erboso che li condusse in una piccola area con alcune strutture simili al magazzino dove i contadini e i due dottori si erano rinchiusi; c'erano delle casse grandi con il logo delle colture prodotte, sigillate.
Alcuni corpi di soldati giacevano per terra privi di vita, probabilmente alcuni di loro facevano anche parte dell'unità dell'artigliere capo, pensò Shepard; il fuoco riempiva una piccola area alla loro sinistra, c'erano dei barili, la causa dell'esplosione.
La struttura più grande aveva l'aria di essere una stazione, erano arrivati allo spazioporto. Fecero pochi passi cercando l'origine dello sparo quando improvvisamente si trovarono davanti alcuni Geth armati, i proiettili nemici volarono nuovamente in aria ma Shepard si gettò di lato riparandosi con una delle grandi casse a lei vicina.
« Maledizione. State bene? » l'attacco era stato improvviso ma sia Alenko che Williams sembrarono uscirne indenni. Gli spari terminarono per pochi istanti e Shepard ne approfittò per colpire i bersagli: allungò la mano contro le creature socchiuse gli occhi e un globo di energia uscì dall'arto volando velocemente contro i sintetici nemici, il globo si bloccò a mezz'aria e le tre creature cominciarono a levitarvi intorno, un campo di Singolarità che annullava la gravità e danneggiava i loro scudi, in questo caso i sintetici stessi.
Le tre creature meccaniche però non sembravano voler cedere, bastarono pochi colpi delle loro armi per distruggerli, l'attimo seguente all'attacco era tutto silenzioso nuovamente.
Shepard continuò per la sua strada con gli altri due che la seguivano, salirono i gradini della stazione e si fermarono di botto, il comandante aveva una sensazione di dolore allo stomaco, come se le avessero dato un pugno.
Nihlus giaceva a terra immobile, immerso in una pozza di sangue blu scuro che gli fuoriusciva da un grande buco tra le creste che aveva nella testa. Shepard si avvicinò lentamente abbassando la propria arma, fletté appena le ginocchia per esaminare meglio il cadavere. Era stato preso alle spalle, le circostanze sembravano quelle, ma come aveva fatto Nihlus a lasciarsi cogliere alla sprovvista?
« Accidenti... cos'è successo qui? Nilhus non si sarebbe lasciato colpire così. » commentò il tenente. Shepard non ebbe il tempo di rispondere visto che un rumore dietro le casse di grano colsero la sua attenzione, nemico o alleato?
« Esci subito allo scoperto! » ordinò con voce dura.
L'uomo eseguì l'ordine rivelandosi, probabilmente era un comune contadino. « Vi prego non sparate, sono Umano! » era supplicante, era ovvio però che lo fosse; Shepard, nonostante la natura dell'uomo, restò diffidente.
« Chi sei? Cosa facevi lì tra le casse? » chiese lei.
L'uomo tremò, incrociò lo sguardo con quello di Shepard e poi lo abbassò restando con le mani alzate. « Mi chiamo Powell. Mi stavo nascondendo da quelle cose... vi prego non fatemi del male! » proseguì, Shepard sbuffò e poi abbassò l'arma mantenendo comunque una postura aggressiva.
« Se stavi nascosto tra le casse allora saprai dirmi cos'è successo qui... » era più interessata a sapere cosa fosse successo a Nihlus visto il mistero attorno alla sua morte, l'uomo tuttavia iniziò a raccontare velocemente dall'inizio.
« Era una giornata come tante altre, sembrava tutto tranquillo quando una nave è scesa, somigliava ad una gigantesca seppia con i tentacoli! Poi sono arrivate quelle cose. Io stavo schiacciando un riposino qua dietro... per questo mi sono salvato! » chinò il capo imbarazzato.
« Salvato dalla tua dannata pigrizia... » commentò con acidume l'artigliere capo Williams. Shepard si avvicinò all'uomo indicando il Turian che giaceva a terra.
« È stato colpito alle spalle da un altro Turian. Si chiamava Saren, ho sentito che il Turian morto lo ha chiamato così. Sembravano conoscersi... non so altro, lo giuro. »
« Va bene, Powell. Hai idea di dove sia andato l'altro Turian? Penso sia collegato a tutto questo, all'attacco. » continuò a chiedere Shepard cercando di spronare i ricordi dell'uomo, non ebbe necessita di insistere a lungo.
« Ha preso il treno verso lo spazioporto. Non dev'essere molto lontano anche se penso sia arrivato ormai... »
Shepard spalancò gli occhi: se era lì che era diretto, forse era lì che la sonda Prothean era stata spostata. Dovevano velocizzarsi prima di perderla per sempre. « Resta nascosto finché i marine non ti verranno a prendere. » disse congedandosi dall'uomo, fece un cenno agli altri due compagni e insieme si spostarono lungo la banchina della stazione cercando di prendere un treno.
L'attesa sembrava infinita: avevano fatto in modo di richiamare il treno affinché potesse trasportarli, essendo stato usato da poco era naturale che ci mettesse tanto per tornare a prenderli. E tutti quei secondi che sprecavano rendevano Shepard sempre più agitata, alla fine il mezzo di trasporto venne finalmente, vi salirono sopra e si misero in viaggio accertandosi che nessun Geth fosse tornato insieme al treno.
Il viaggio fu tranquillo per loro, a chissà quanti metri di distanza c'erano ancora dei combattimenti, esplosioni e segni di lotta ovunque, persino lì sul treno c'erano alcuni segni, sangue per esempio: una lunga striscia si spostava dal mezzo del vagone fino a una delle uscite; sangue rosso, Umano.
Quando Shepard vide lo spazioporto avvicinarsi si sentì sollevata, preparò la propria Carnifex e si accerto di essere apposto con gli scudi della propria corazza, sia Williams che Alenko erano molti silenziosi durante la missione e a lei stava bene così, non era un'amante delle parole, tutto questo sempre a causa di Akuze, il cui pensiero era marchiato nella mente.
Scesero al treno non appena le porte del vagone si aprirono, subito furono attaccati da una pioggia di proiettili che distrusse gli scudi di Shepard, fu costretta a buttarsi a terra altrimenti i prossimi proiettili l'avrebbero colpita.
Alenko le diede del fuoco di copertura mentre Williams si buttava nella mischia con attenzione riuscendo ad uccidere ben due Geth in pochi colpi. « Tutto bene, comandante? » chiese Alenko con tono premuroso, lei non si preoccupò di dargli una risposta, si mise nuovamente in piedi facendo un movimento con la mano per crearsi una barriera.
I colpi vennero deviati e Shepard ebbe modo di sparare dei colpi ben mirati al Geth che le aveva puntato contro l'arma, si nascose tra le varie casse di coltivazioni aspettando la nuova ondata, si sporse appena sentendo il silenzio e si trovò davanti un Geth che le dava le spalle, ignaro del pericolo.
Gli piantò una decina di colpi in piena schiena e mirò ad un altro Geth lì vicino, quello cadde a terra mal funzionante ma Shepard non si fermò lì, si mosse velocemente facendo una giravolta in avanti per evitare altri proiettili, restò abbassata sporgendosi appena per contare rapidamente quanti nemici restavano ancora in piedi, erano pochi.
Utilizzò il potere del Lancio contro un Geth riuscendone però a prendere ben due visto quanto le creature erano vicine tra di loro, si schiantarono con violenza contro la parete finendo distrutti, questo permise ad Alenko di avanzare e voltare l'angolo per avvicinarsi all'uscita della stazione, altri spari volarono nell'aria ma il tenente ne uscì con gli scudi appena danneggiati. Si accovacciò nuovamente e fu raggiunto da Shepard. « Dov'è finita Williams? » chiese la donna.
Il tenente non seppe rispondere, entrambi l'avevano persa di vista durante la sparatoria ma fu proprio Shepard a ritrovare la donna: nascosta tra alcune casse basse, quattro Geth ancora in piedi mentre uno più grande era messo a guardia di una struttura brillante, doveva essere la sonda!
« Dammi fuoco di copertura, Alenko. » urlò Shepard cercando di comunicare con il tenente, l'uomo annuì e cominciò a sparare distraendo i nemici sia da Williams che da Shepard; il comandante scese velocemente i gradini uscendo dalla stazione e trovandosi al fianco di Williams, entrambe le donne mirarono un bersaglio differente finendo per distruggere entrambe le creature mentre Alenko pensava agli altri due, ormai ne restava uno solo.
Il Geth era però differente dagli altri: alzò il braccio contro Alenko e sparò un proiettile più grande degli altri, un razzo. Il biotico però se ne accorse prima che potesse esplodere così si spostò venendo contro Shepard e l'artigliere capo.
Tutti e tre poi uscirono dal loro nascondiglio armati di scudi e barriere biotiche e rivolgendo tutti i proiettili contro il nemico più grande che si trovò confuso sul bersaglio da mirare.
Un ultimo potente attacco venne dal tenente che utilizzò i propri poteri biotici per distruggere la corazza di metallo del Geth in modo che i proiettili potessero colpirne l'impianto interno. L'enorme creatura di metallo cadde a terra priva di energia lasciando la sonda scoperta.
Shepard tirò un sospirò di sollievo vedendo che la sonda era ancora intatta.
« C'è una bomba. Credo di poterla disinnescare. » disse il tenente accorgendosi dell'ordigno molto vicino alla sonda, Shepard gli rivolse un'occhiata veloce e poi annuì confermando l'ordine. Premette il pulsante del proprio casco così da poter contattare la Normandy per il prelievo.
« Joker abbiamo finito. Abbiamo la sonda, manda una navetta per recuperarci, va bene? » disse parlando al microfono interno. Ricevette una risposta positiva.
« Comandante aiuto! » l'urlo improvviso del tenente fece voltare Shepard di botto; Alenko veniva attirato da una forza invisibile come un campo magnetico che lo avvicinava sempre di più alla sonda, quasi come se stesse cercando di risucchiarlo. Shepard si limitò ad agire.
Cominciò a correre contro il tenente, lo raggiunse entrando nel campo magnetico creato dalla sonda e lo prese con violenza per spostarlo via con tutta la forza che aveva, riuscì ad escluderlo dal campo ma ci si trovava lei adesso.
Il suo corpo si muoveva da solo e si sollevò, tutto il mondo di spense intorno alla donna che rimase sospesa.
elle immagini scorsero velocemente nella sua mente, apparentemente prive di significato: vide i Geth combattere, avvertì delle urla disperate, sentì il fuoco bruciarle la pelle del corpo e poi terminò di botto, persino la coscienza di essere ancora sveglia; l'ultima cosa che sentì fu la voce del tenente Alenko che la invocava per nome preoccupato.





-direttamente dalla partita che sto giocando-
paradisiaca visione di Eden Prime

 

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Capitolo 3
*** 03 - Arrivo sulla Cittadella ***


Capitolo terzo:

Arrivo sulla Cittadella






Shepard rivide quelle immagini di morte e distruzione per tutto il tempo in cui era rimasta intrappolata del proprio sonno. Nella sua mente non aveva idea di cosa stesse vedendo, il suo corpo le diceva di alzarsi, le imponeva quell'ordine per continuare a lottare. Fu una voce a richiamarla dal suo stato; qualcuno la stava chiamando ma non collegava la voce ad un viso in quanto era un eco in mezzo alle visioni e alle urla. Poi si disse di aprire gli occhi.
Le sue palpebre batterono leggermente prima di aprirsi del tutto; infastidita dalla luce che le veniva puntata contro, non riuscì a capire dove si trovasse. « Dottoressa! Si sta svegliando. » riconobbe quella voce a fatica in quanto la sua mente era ancora prigioniera delle visioni.
« Comandante stai bene? » il tenente Alenko continuò a parlare all'orecchio della donna che finalmente ebbe la forza di spalancare i suoi occhi azzurri.
Riconobbe subito l'infermeria della Normandy, i colori erano scuri con eccezione dei neon bianchi.
Il letto in cui si trovava era morbido e si adattava alla sua schiena, strinse i pugni e respirò lentamente mentre muoveva gli occhi cercando dei soggetti.
Vide solo il volto di Alenko.
« Comandante? » stavolta fu la voce della dottoressa Chakwas a chiamarla, spostò il volto verso sinistra osservando la giovane donna, ebbe una fitta di dolore alla testa e poi decise di mettersi seduta. Si tenne il viso tra le mani e scosse il volto cercando una spiegazione a quei sogni.
« Comandante... » ancora una volta la voce di Alenko la risvegliò dai propri pensieri, Shepard si voltò verso l'uomo osservandolo composto e dal viso addolorato. « Mi dispiace, comandante. È stata colpa mia. Avrei dovuto fare più attenzione. » la donna tuttavia non credeva che il tenente avesse un'effettiva colpa.
La sonda sembrava essersi attivata da sola. « Non è colpa tua, Alenko. Nessuno di noi poteva immaginare che la sonda avrebbe agito in quel modo. E poi sto benissimo. » mentì, sentiva ancora un leggero dolore alle tempie, il tenente le rivolse un cenno misto a un sorriso smagliante.
« Grazie comunque per avermi salvato! » dette quelle parole uscì dalla porta dell'infermeria, al suo posto però arrivò Anderson con indosso la divisa da diplomatico blu scura, si avvicinò a Shepard nero in volto.
« Come sta il mio secondo in comando? » chiese l'uomo.
Toccò alla Chakwas parlare stavolta. « Clinicamente sta benissimo. Il fisico è un po' affaticato, ho rilevato un'intensa attività durante la fase REM; solitamente questo porta alla creazione di... immagini vivide. » parlò velocemente e quando terminò Shepard alzò il viso scattante.
« Visioni. Non sogni. » la dottoressa annuì, questo ovviamente incuriosì Anderson che scompose la propria postura rigida avvicinandosi a Shepard.
« Cos'è successo? » chiese Anderson.
« Stavamo cercando la sonda, Jenkins è stato ucciso in un'imboscata che abbiamo scoperto essere causata dai Geth. Cercavano anche loro la sonda; quando l'abbiamo trovata dobbiamo averla attivata in qualche modo. » fece una pausa visto che era arrivato il momento di raccontare ciò che l'oggetto Prothean le aveva mostrato. « Ho avuto una visione: immagini di un futuro, distruzione a causa dei sintetici. Non so esattamente cosa fosse, forse un avvertimento... »
Il capitano Anderson guardò la donna con i suoi occhi scuri, annuiva lentamente. « Dovremo presentare queste prove al consiglio... » quelle parole colpirono Shepard.
« Intende dire loro che ho avuto un brutto sogno!? » disse la donna aggressivamente, era assurdo. Forse poteva anche essere una visione, ma non era quello il problema. « Saren è implicato nell'attacco dei Geth. »
« Ho letto il rapporto e parlato con l'artigliere capo Williams. Le ho offerto un posto qui sulla Normandy visto il suo aiuto nella missione. » fece una breve pausa. « Se è vero che Saren è coinvolto questo fa di lui uno Spettro rinnegato. Può essere pericoloso e ora più che mai il Consiglio ha bisogno di saperlo! » guardò fuori dalla finestra, l'immensità dello spazio intorno alla nave spaziale. « Siamo quasi alla Cittadella. Parla con Joker quando sarai pronta. »
Shepard si alzò dal letto ringraziando la dottoressa Chakwas per le cure per poi spostarsi fuori dalla stanza, barcollò un po' all'inizio per poi tornare a camminare normalmente. L'infermeria si trovava al Ponte 2 della Normandy, proprio dove c'erano gli alloggi dell'equipaggio e dove si trovava anche la mensa insieme alle capsule d'emergenza. Seduto al tavolo centrale c'era Alenko, l'uomo diede una rapida occhiata alle spalle vedendo l'arrivo di Shepard; si alzò facendo il saluto militare.
« Sono felice che stai bene, comandante. Perdere Jenkins è stato un duro colpo per l'equipaggio... » disse Alenko.
Shepard si fermò davanti a lui, il tenente non aveva solo un bel fisico e un bel volto, era più alto della donna che già di per sé era molto slanciata e la sovrastava.
« E tu invece? Stai bene? » l'uomo annuì evitando lo sguardo della comandante. « Grazie per l'aiuto su Eden Prime, senza di te non avrei saputo che fare... » era difficile ammetterlo, Shepard non era una donna facile da piegare ma aveva realmente ricevuto un prezioso supporto dal tenente.
« Non credo proprio, comandante. Sono preparato certo, ma non quanto te. Ricevere un addestramento da sentinella forse mi concede minime conoscenze nell'ambito tecnologico... » un frammento di qualcosa comparve negli occhi dell'uomo, si portò le mani alle tempie massaggiandole appena, chiuse gli occhi e respirò lentamente. « Mio padre era fiero di me quando mi sono arruolato... »
« Credo di capirti, Alenko. Anche i miei genitori erano felici quando mi arruolai all'accademia militare. » rispose Shepard incrociando le braccia al petto e sorridendo.
Lo sguardo del tenente mutò, abbassò le mani e riaprì i brillanti occhi castani. « Immagino che per te la perdita di Jenkins sia più dolorosa di tutti. Dopo Akuze... »
Anche Shepard ritornò seria. Il suo incubo peggiore era impresso nella mente.
Evitò lo sguardo del tenente mentre rispondeva: « Sì, è stato brutto. Non voglio parlarne! » si rivoltò in maniera abbastanza scortese senza volerlo.
L'aria si fece improvvisamente imbarazzante tra i due. « Scusa comandante, non volevo. So che ci stiamo dirigendo verso la Cittadella. Puoi dirmi il perché...? »
Se c'era una cosa che Shepard aveva imparato era di non stringersi amicizie, la richiesta di Alenko di sicuro non era concepibile in un qualunque caso. Tuttavia la donna gli rispose: « Un'udienza al Consiglio. » fece una breve pausa per poi riprendere. « Cerchiamo di fermare Saren. »
« Grazie per la sincerità, comandante. Meglio che non ti disturbi oltre. » disse infine il tenente. Shepard rivolse un cenno all'uomo e poi si spostò verso l'ascensore che l'avrebbe portata al piano superiore, appoggiata alla parete c'era Williams, il viso contratto, pensierosa.
Quando vide la comandante però si mise composta facendo il saluto.
« Sono felice di sapere che stai bene, comandante. Sono fiera di essere a bordo della Normandy e al tuo fianco. Anche se ammetto di sentirmi un po' una sostituta... come se il mio posto non fosse qui. » la donna chinò i propri occhi mentre parlava, Shepard non riuscì a trattenere le parole.
« Il tuo posto qui è meritatissimo, Williams. La perdita di Jenkins addolora tutti noi, ma il tuo posto è qui! » l'artigliere capo fece un grande sorriso che sciolse la sua facciata di ghiaccio. « L'importante è che tu stia bene... »
Esitò pochi istanti per rispondere. « Sto benissimo. Grazie per l'occasione, comandante. » dette quelle parole Shepard entrò nell'ascensore per andare alla cabina di pilotaggio.
Superò la sala di comando senza fermarsi fino ad arrivare alle spalle di Joker. L'uomo rivolse alla donna un cenno impercettibile. « Ci siamo quasi, comandante. » disse lui.
Alle proprie spalle Shepard sentì arrivare sia il tenente Alenko che l'artigliere capo Williams, entrambi indossavano la divisa militare ed entrambi si misero a guardare fuori dal grande finestrino che si affacciava sull'immensità dello spazio. Una cosa che Shepard invidiava dei piloti delle navi era che si trovavano praticamente immersi nelle stelle visto che solitamente le cabine delle navi erano costruite con pannelli trasparenti.
Il portale galattico comparve improvvisamente e lo fiancheggiarono così da poterlo utilizzare.
Vennero circondati dall'aura azzurra dell'energia oscura provocata dal portale e infine si trovarono in un cielo ben diverso da quello visto fino a pochi istanti prima: l'intera area attorno al colosso della Cittadella era di un colorito violaceo a causa della natura della Nebulosa del Serpente, le cui stelle e i gas nello spazio provocavano una reazione di quel tipo.
La Normandy sfrecciò tra le nubi fino a che la Cittadella non fu visibile: la più grande struttura mai realizzata, e il merito era dei Prothean, coloro che avevano realizzato non solo quel colosso ma anche i portali galattici; la struttura era costituita da un grande anello dove si trovavano i porti e le ambasciate, il Presidium. Poi cinque larghe e immense braccia si aprivano ricordando una stella marina, lì si trovavano gli agglomerati e le abitazioni. La Cittadella: il cuore pulsante del Consiglio.
« Guardate quella nave! È gigantesca! » fu l'esclamazione di Williams mentre si avvicinavano a tutta velocità verso le braccia della Cittadella, Shepard spostò appena lo sguardo verso le navi indicate da Williams.
« È la Destiny Ascension, la nave del Consiglio. » rispose la donna all'altra. Joker fece una smorfia, come se fosse infastidito dall'affermazione dell'artigliere capo.
« Una nave non si giudica in base alle dimensioni ma dalla potenza di fuoco che possiede! » Shepard trattenne a stento una risata vista la battuta in risposta di Williams.
« La prendi molto sul personale con le dimensioni... » persino Alenko fece una risata, solitamente era un uomo abbastanza serio e difficilmente si lasciava andare.
« Qui SSV Normandy SR1, richiediamo il permesso di atterrare sulla cittadella. » Joker ignorò la battuta della donna e si occupò di parlare al microfono per poter accordare l'approdo della nave che gli fu conferito.
Come prima cosa Shepard sapeva che il capitano Anderson l'avrebbe portata dall'ambasciatore così da andare poi all'udienza col consiglio. Non fu necessario portare con sé la corazza o gli altri elementi dell'equipaggiamento anche perché non avrebbe potuto superare il molo. Si disse però di prendere almeno la propria Carnifex, non avrebbe avuto problemi a cederla in caso ci fossero stati problemi.
« Alenko e Williams, voi venite con me. Essendo scesi noi tre penso che la nostra testimonianza varrà qualcosa. » ordinò Shepard agli altri due, quelli annuirono e seguirono il comandante, anche loro vestiti con le sole divise militare.
Varcarono i moli per poi prendere una navetta che li avrebbe portati insieme ad Anderson direttamente al Presidium, là li stava attendendo l'ambasciatore Udina nelle camere riservate agli Umani; era stato difficile per l'uomo ottenere un posto nelle ambasciate, come per molti altri diritti l'umanità aveva dovuto lottare con le unghia.
Quando arrivarono nelle ambasciate non ebbero modo di vedere il Presidium visto che Anderson li portò subito da Udina così da parlare dell'udienza. L'uomo vestiva di un completo bianco sporco, i capelli grigiastri erano tirati indietro e i suoi occhi scuri erano severamente puntati su Shepard come se la incolpasse di qualcosa.
« Il Consiglio è scontento per questa udienza. Ho parlato con loro da poco, non gli piace che uno Spettro come Saren venga incolpato di qualcosa... » cominciò Udina, la sua voce chiaramente tratteneva la rabbia nei confronti dei consiglieri.
« Dobbiamo comunque fare di tutto per fermarlo. Non possiamo permettere che giri libero per la galassia. » disse Shepard insistendo. « A maggior ragione, essendo uno Spettro ha dei privilegi, è quasi intoccabile. »
« Se tu non avessi distrutto la sonda avremmo potuto avere almeno una prova contro di lui. E il tuo atto non avrebbe messo l'umanità ancor più in cattiva luce... » le parole dell'ambasciatore ferirono Shepard, di certo non era stata sua intenzione attivare la sonda o utilizzarla!
« Ad ogni modo, credo sia meglio che io e Anderson ci dirigiamo verso la sala dell'udienza alla Torre del Consiglio. Shepard, desidero che tu e i tuoi sottoposti ci raggiungiate il più presto possibile. Prendete una navetta. »
A seguire quelle parole sia il capitano che l'ambasciatore lasciarono i tre soldati nel grande ufficio delle ambasciate. Shepard strinse i pugni e i denti, poi si avvicinò al balcone che si affacciava direttamente sul Presidium: un bellissimo spettacolo di tecnologia misto allo spazio naturale, di fatti il Presidium era riempito di vegetazione e di un grandissimo lago di acqua cristallina, altre ambasciate si trovavano dall'altro lato del lago e del ponte anche se Shepard non aveva idea di quali potessero trattarsi.
« Comandante, faremo meglio ad andare. Se l'udienza inizia sai bene che Udina... » Alenko cercava di spronare la comandante che però era troppo intenta nell'osservare e assaporare l'aria del Presidium, così pulita e fresca, perfetta per ogni specie che si trovasse là.
Shepard spostò il proprio sguardo verso il cielo, era stata molte volte sulla Terra, il pianeta natale di ogni Umano, il cielo che aveva trovato là era impossibile da paragonare a qualunque altro, persino questo simulato della Cittadella era evidentemente una brutta copia. Era azzurro ma fin troppo, profondo all'inverosimile; forse lo sentiva diverso solo perché sapeva che non era il cielo ma solo una proiezione.
« Comandante, ti senti bene? » chiese Williams poggiando una mano sulla spalla della donna, Shepard si destò dai propri pensieri quasi sussultando. Era come ritornata in sé.
« Sì, avete ragione. Dobbiamo subito andare all'udienza col Consiglio. » ancora una volta furono costretti a prendere una navetta e quindi non sarebbero ancora passati per il Presidium; Shepard e i due sottoposti si sedettero e si misero comodi anche se il viaggio per arrivare alla Torre del Consiglio fu breve.
Scesero proprio davanti un'apposita area d'arrivo per le navette e si spostarono, somigliava molto ad una piccola stazione dei treni; una volta varcate le porte di vetro si trovarono direttamente davanti la grande piazza arborea e profumata dai fiori che si trovavano nella sala.
Era una zona silenziosa, piena di gente di ogni specie: c'erano dei Salarian poco distanti, riconoscibili per la forma anfibia del loro corpo e dalla strano cranio; alcune Asari stavano discutendo un po' più animatamente dall'altro lato della sala, la loro pelle era blu elettrico così come i loro occhi; c'erano anche degli Umani, in minor quantità però. Infine due Turian sembravano parlare di qualcosa di abbastanza grave, Shepard però fu interessata alla discussione solo quando uno dei due nominò Saren Artemius.
« Troverò il modo di fermare quel bastardo, Esecutore Pallin. Ne stia certo! » disse il primo Turian al secondo, indossava una corazza esile che gli copriva tutto il corpo, come ogni Turian anche quel tipo aveva una seconda mandibola e il viso allungato come quello di un uccello.
« Lascia perdere, Garrus. Questo è un ordine. » furono le parole del secondo Turian, a differenza del primo indossava una veste da diplomatico, un operatore della Cittadella.
Il Turian se ne andò via lasciando quello di nome Garrus da solo in mezzo alla grande piazza. Shepard non poté fare a meno di non avvicinarsi a lui. « Ho sentito che parlavate di Saren. » il Turian di nome Garrus si voltò verso la donna osservandola con i suoi profondi e inquietanti occhi azzurri.
« Ebbene sì, signora. Saren e io abbiamo un conto in sospeso, sto lavorando per un'indagine della SSC. Se volete scusarmi, ho necessità di trovare delle prove contro di lui! » il Turian fece un cenno col viso per poi superare Shepard e i due compagni di squadra andando verso l'ascensore della Torre e scomparendo oltre le porte di vetro.
« Un Turian che attacca un altro Turian? Dev'esserci sotto qualcosa... » commentò Williams a bassa voce, Shepard annuì appena, spostò lo sguardo davanti a sé e si incamminò verso la lunga scalinata che portava direttamente nella sala delle udienze del Consiglio.
La sala come il resto della Torre era addobbata di fiori e arbusti, una lunga passerella si trovava di fronte al vuoto, oltre di esso c'era una lastra di vetro sotto il quale si trovava uno splendido giardino nel quale altri diplomatici stavano parlando; l'udienza era già iniziata e Shepard si sarebbe aspettata di vedere Saren in fase di trionfo.
Tuttavia Anderson e Udina stavano in piedi davanti al vuoto, ad alcuni metri di distanza c'erano i tre consiglieri dominanti della Cittadella: Turian, Asari e Salarian. Nessuna traccia di Saren però con l'eccezione di un ologramma che lo rappresentava.
Shepard osservò l'ologramma con una certa rabbia: ovunque si trovasse di certo stava complottando e nascondendo qualcosa di pericoloso. Strinse i pugni per la rabbia limitandosi ad ascoltare le parole del Consigliere Asari che stava analizzando un rapporto tra le mani.
« L'attacco di una colonia da parte dei Geth preoccupa tutti noi, ambasciatore Udina... » il consigliere spostò lo sguardo dal rapporto che le scorreva davanti all'Umano. « Tuttavia non sembrano esserci prove che colleghino Saren a ciò... »
A quel punto Saren intervenne nella discussione in quanto era lui stesso l'incolpato della faccenda. « Respingo tutte le accuse che mi vengono lanciate. Inoltre Nihlus era un mio amico oltre che essere uno Spettro come me... »
Anche Anderson intervenne nella discussione, aveva il volto contratto per l'odio e stringeva i pugni, Shepard non aveva mai visto il capitano in quello stato, come se stesse per perdere il controllo delle proprie azioni. « Per questo è stato più facile per te avvicinarti e ucciderlo. Ci sono testimonianze oculari che lo confermano. »
Fu la volta del Consigliere Salarian a parlare al riguardo. « Abbiamo letto il rapporto della missione: la testimonianza di un portuale in stato di shock e confusione non è il massimo dell'attendibilità capirete bene. »
Ancora una volta Saren parlò, voltandosi verso il capitano Anderson e socchiudendo gli occhi. « Anderson, chissà come mai ogni volta che vengo incolpato di una questione che riguarda voi Umani, tu c'entri sempre qualcosa... » gli occhi abietti del Turian si spostarono poi sul comandante Shepard. « Quella dev'essere la sua protetta, colei che ha distrutto la preziosissima sonda Prothean... » quelle parole colpirono Shepard come un pugno allo stomaco.
« Come fai a saperlo se non eri là? L'intera missione era una questione top secret. Nessuno poteva averne accesso anche col tuo stato di Spettro... » notò la donna, il Turian per un brevissimo istante si trovò contropiede, poi fu pronto a rispondere alle accuse nuovamente lanciate.
« Ho letto i rapporti quando, alla morte di Nihlus, sono passati direttamente a me. » disse Saren in risposta, subito seguì la sua reazione di nervosismo e rabbia. « Credo che tutto questo sia ridicolo, e noi vorremmo che Jane Shepard entrasse negli Spettri? L'umanità non ha ancora dato prova del suo valore e del posto che tanto brama! »
Da Udina fino ad Alenko i presenti dell'Alleanza erano pronti a controbattere la questione in quanto Saren aveva toccato un tasto fin troppo dolente. Prima che uno qualunque di loro potesse però parlare, il Consigliere Turian intervenne in difesa della questione. « L'ammissione di Shepard tra gli Spettri non è all'ordine del giorno. Se ne parlerà quindi in separata sede! » Shepard non resisteva più, era tutto assurdo e il Consiglio non voleva vedere le prove contro Saren.
Persino l'ammissione di Shepard e la sua carica venivano messi in dubbio adesso!
« Credo bisognerebbe anche parlare della visione donata dalla sonda alla comandante... » in un ultimo disperato tentativo Anderson cercò di mettere in ballo anche quello. Era però ovvio che il Consiglio l'avrebbe ignorato.
« E come posso io difendermi da un'accusa del genere!? Da quando sogni e visioni sono prove da sottoporre? » per quanto le dolesse ammetterlo, Shepard disse a se stessa che Saren aveva ragione, non potevano presentare un brutto sogno come se fosse una prova, per quanto fosse vero.
« In assenza di prove materiali, l'udienza è tolta fino a nuovo ordine, finché prove concrete non verranno sottoposte a noi del Consiglio! » disse in tal proposito il Consigliere Asari, la donna aveva appena messo un punto all'udienza.
I tre consiglieri se ne andarono via mentre l'ologramma di Saren si dissolveva come cenere nell'aria. I primi che indietreggiarono furono Alenko e Williams, subito seguiti da Shepard e Anderson, infine l'ambasciatore raggiunse gli altri nella grande piazza alberata della Torre.
« Questo non è un bene! Dobbiamo trovare delle prove contro Saren così da poterlo incastrare! » Anderson sembrava piuttosto in collera, quasi come se la questione lo riguardasse personalmente, Shepard non poté non notarlo conoscendolo.
« C'è qualcosa che deve dirmi, Anderson? La questione sembra toccarla più del previsto, non è solo un fattore di umanità. » disse la donna, Anderson parve colpito ma come suo solito mantenne la compostezza del proprio ego.
« Vecchi dissapori tra me e Saren in missione. Non è il posto più adatto per parlarne però. Adesso dobbiamo trovare delle prove, Saren è libero di andare ovunque e fare quello che vuole visto lo status che ha. »
Ci fu un lungo attimo di silenzio nel quale Shepard ebbe l'illuminazione. « Poco fa c'era un Turian di nome Garrus, credo che appartenga alla SSC; sembrava voler incastrare Saren. Forse lui ha una pista con delle prove... »
« Il Servizio di Sicurezza della Cittadella? » ripeté l'ambasciatore Udina parlando tra sé e sé. « Qualcuno potrebbe aiutarci a rintracciarlo qui sulla Cittadella. Si chiama Harkin... » sentendo quel nome, il capitano Anderson alzò il volto di scatto evidentemente contrariato.
« Harkin non è una pista affidabile. Passa intere giornata a sbronzarsi ed è stato cacciato dall'SSC per questo. Non possiamo affidarci a lui... » Shepard abbassò appena gli occhi cercando una soluzione alternativa, tuttavia quell'uomo era l'unica opzione che avevano in quel momento.
« Dove trovo questo Harkin? » chiese la donna.
« Probabilmente all'Antro di Chora! » le rispose Anderson, quando incrociò lo sguardo del comandante fece un sospiro. « Fate attenzione. Non è affidabile! »
Shepard annuì, l'unica cosa che contava era trovare le prove contro Saren al più presto possibile. E Harkin era la pista che li avrebbe portati da Garrus.


 

La bellissima Cittadella, la Normandy e in lontananza la Destiny Ascension.

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Capitolo 4
*** 04 - Indagine contro lo Spettro ***


Capitolo quarto:

Indagine contro lo Spettro




Shepard, il tenente e l'artigliere capo camminarono lungo il corridoio della piazza che li avrebbe portati all'ascensore, entrarono nella grande cabina costruita interamente di vetro e premettero il tasto olografico che permise loro di scendere, la comandante si voltò verso la parete di vetro mentre scendevano a tutta velocità; gli occhi della donna erano puntati contro la grande colonna che li circondava, uno strato invisibile che copriva l'intera torre, si trattava di uno scudo energetico che li separava dal resto dello spazio; poteva vedere l'anello del Presidium in lontananza in quanto la Torre del Consiglio era situata al centro di esso.
« Non capisco proprio il Consiglio. » disse Williams durante la discesa con l'ascensore. Shepard si voltò verso la donna che aveva parlato. « Si aspettano che stiamo fermi senza far nulla? Mentre Saren e i Geth si occupano di distruggere e seminare il caos!? » strinse i pugni e digrignò i denti, Shepard si appoggiò con la schiena alla parete, e incrociò poi le braccia.
« Questa è la politica, artigliere capo. » le rispose il tenente, purtroppo Alenko aveva ragione, pensò Shepard.
« È per questo che odio i politicanti! » aggiunse l'artigliere capo, abbassò lo sguardo chiaramente infastidita da come i tre consiglieri avevano trattato il gruppo dell'Alleanza.
« Il Consiglio vede solo quello che vuole vedere. Proteggere Saren così ciecamente... » Shepard rifletté attentamente sulle proprie parole. « Li abbiamo già avvertiti dei Geth, adesso è compito nostro agire: una volta trovate le prove contro Saren non potranno continuare a proteggerlo! »
Certo era più facile a parole che con i fatti.
L'ascensore si fermò dolcemente quando arrivano al piano terra della Torre; i tre soldati si trovarono in un'altra piccola stazione delle navette, per loro era impossibile arrivare all'Antro di Chora direttamente dalla Torre in quanto, essendo il locale negli agglomerati, non poteva essere raggiunto dalla sommità del Consiglio. Presero quindi una nuova navetta e dissero al Salarian alla guida dove doveva portarli.
L'Antro di Chora si trovava negli agglomerati nel mezzo di una delle cinque braccia della Cittadella, era una delle zone meno abitate della grande stazione e probabilmente la più frequentata dalle piccole gang criminali e organizzazioni di bassa lega.
Il locale in particolare era frequentato per lo più da uomini in quanto l'attrazione principale erano le belle spogliarelliste Asari che regalavano spettacoli ai clienti, molto diverso dal delicato gusto raffinato del Flux, un locale più in alto rispetto all'Antro di Chora.
Shepard arrivò davanti all'ingresso del locale sentendo subito una strana aria elettrica, la navetta lasciò lei e gli altri due da soli mentre la musica forte sembrava coprire qualunque altro suono. « C'è qualcosa che non va... » sussurrò la donna agli altri due, osservò l'insegna luminosa dell'Antro, colorata di viola al neon e con un'Asari sopra le scritte.
« Che intendi, comandante? Pensi che qualcuno ci abbia seguito? » chiese il tenente Alenko, Shepard non rispose. Fece un passo in avanti e qualcosa volò appena davanti il suo volto, un proiettile che ora si trovava nel muro.
« State giù! » urlò la donna a squarciagola, sia Williams che Alenko seguirono l'ordine mentre la comandante prese la propria Carnifex tra le mani, pronta a combattere.
La comandante alzò appena la testa per vedere chi era l'aggressore: dall'altro lato del vicolo vide due Geth armati di fucile automatico, si stavano spostando verso di loro. “Geth? Qui sulla Cittadella? Come sono riusciti ad entrare!?” pensò Shepard. Sia Alenko che Williams erano disarmati, tuttavia questo non fu un problema: la comandante si mise in piedi sotto la mira dei due droni, utilizzò una Barriera su se stessa così da proteggersi e cominciò a sparare ripetutamente contro uno dei bersagli che finì a terra distrutto.
L'altro Geth stava per ricaricare quando Alenko utilizzò il Lancio per farlo finire dall'altro lato della passerella nel vicolo, cadde nell'immensità dello spazio, distrutto probabilmente. Tutti e tre ne uscirono indenni e anche se abbastanza spaventati.
« Saren ci dà la caccia! » disse Shepard tra sé e sé. Gli altri due però confermarono annuendo.
La donna posò la Carnifex nel suo fodero e seguita dai due sottoposti entrò nell'Antro di Chora facendosi avvolgere subito dall'aria del pub.
Una puzza aleggiava tutt'intorno al bancone circolare messo al centro del locale, attorno ad esso c'erano poi una ventina di tavoli, agli angoli della stanza c'erano quattro prostitute Asari che ballavano per due clienti, altre due invece si trovavano a ballare sopra il bancone centrale dove tre dipendenti stavano preparando dei cocktail. Alcool, fumo e sudore rendevano l'aria irrespirabile; Shepard storse il naso leggermente intontita dall'odore cattivo, a tal punto da andare a sbattere contro un enorme Krogan armato con corazza.
La creatura sembrava infuriata, il viso corrugato e l'espressione minacciosa con gli occhi neri e la pelle rossa.
« Fa' più attenzione pezzo di carne! » rispose minacciosamente il Krogan, non ebbero il tempo di rispondere con la stessa moneta che se ne uscì dal locale maledicendo un certo Fist.
Alenko accorse in aiuto della comandante poggiandole una mano sulla spalla e cercando di vedere se stesse bene dopo la spinta. « Tutto ok, comandante? » la donna rispose di sì massaggiandosi proprio dov'era stata spintonata.
« Sì, muoviamoci. Questo posto mi fa venire il voltastomaco! » disse digrignando i denti e cercando di non aspirare il mix di cattivi odori del locale.
Localizzare Harkin fu molto semplice: Shepard aveva molta esperienza nel campo militare, riconosceva subito quando qualcuno apparteneva o aveva un rango militare. Harkin non fu da meno in quanto sedeva da solo con una postura composta nonostante i cinque drink che aveva già bevuto e lasciato sul tavolo vuoti. « Ho come l'impressione che sia tu Harkin... » disse la donna quando si trovò davanti all'uomo, la guardò con i suoi occhi scuri e fece un sorriso che fece venire i brividi alla comandante.
« Hey bella bambolina, che dici di sederti qui tra le gambe di zio Harkin? » Shepard respirò lentamente, strinse i pugni cercando di contenersi, poi si disse che era inutile.
Si mosse con rapidità, prese Harkin per il colletto della maglietta e lo tirò con forza e rabbia. « Chiamami di nuovo “bella bambolina” e giuro che ti infilerò una bottiglia di vino su per il culo! » l'uomo tremò per la paura davanti l'aggressività della comandante che lo lasciò andare con disgusto vista la puzza che aleggiava intorno ad Harkin.
« Quanta aggressività accidenti! Che posso fare per te? E posso sapere prima chi mi sta cercando!? » l'uomo sembrava abbastanza lucido anche se una venatura nella sua voce ne indicava il contrario.
Shepard incrociò le braccia. « Sono il comandante Jane Shepard. Sto cercando Garrus... so che eri nella SSC. Ho bisogno di trovare questo Turian. » la donna non si dilungò troppo nei dettagli che però vennero svelati da Harkin.
« Suppongo che state cercando anche voi di incastrare Saren. E questo mi fa credere che lo fai per David Anderson? » Shepard non riuscì a negare visto quanto si era fatta prendere contropiede. « Il tuo silenzio mi dice che è così. Sai almeno perché il capitano lo vuole incastrare? »
« Sono tutta orecchie se vuoi illuminarmi! » disse con aggressività, l'uomo sorrise maliziosamente e poi rispose.
« Anderson era uno Spettro. Ma durante una missione con Saren è andato tutto a puttane e l'hanno sbattuto fuori a calci! È una questione top secret ovviamente, per questo nessuno sa che è stato lui il primo Spettro Umano. » Shepard rimase con la bocca aperta, poi la richiuse, sorrise e socchiuse gli occhi.
« Visto che è un segreto come lo sai tu? »
« I segreti sulla Cittadella sono come l'herpes, comandante. Si diffondono abbastanza velocemente... » Shepard non poté trattenere il disgusto nel paragone fatto da Harkin.
« Mi fai schifo! » rispose Williams al posto della comandante. L'uomo annuì incredibilmente felice.
« Me lo dicono molte donne! » fece una pausa e infine tirò fuori le informazioni. « Garrus era alla ricerca della dottoressa Michel, si trova in infermeria; credono che la donna abbia delle informazioni che colleghino Saren a qualcosa di grosso ma... »
Shepard non ne volle più sentire. « Grazie mille. Abbiamo finito qui! » dette quelle parole si voltò insieme ai due compagni per uscire e per prendere una navetta, avevano un nuovo obiettivo e l'avrebbero raggiunto.
L'infermeria era poco distante dall'Antro di Chora, la navetta ci mise poco per portarli a destinazione; situata al sotto la torre della SSC, il quartier generale della Sicurezza sulla Cittadella; quando Shepard e i due alleati si trovarono davanti la porta dell'infermeria, il silenzio regnava all'interno, neanche un sospiro fino a che l'aria non fu rotta dall'urlo di una donna e da uno sparo.
Agirono immediatamente: entrarono nella piccola stanza medica e trovarono il Turian che cercavano dall'altro lato della stanza, la dottoressa al suo fianco sporca di sangue rosso, tuttavia sembrava stare bene; altri quattro uomini comparvero da dietro i letti per i ricoverati che erano tutti vuoti, altri colpi volarono in aria senza che nessuno si accorgesse della presenza di Shepard o del loro arrivo; la comandante passò la propria arma all'artigliere capo e utilizzò il proprio potere biotico per creare una Deformazione che mandò in fiamme uno dei quattro, cadde morto subito dopo e i suoi tre compagni furono messi in guardia.
Sia Alenko che Shepard utilizzarono le proprie Barriere biotiche per difendersi dai colpi mentre Williams utilizzò con maestria un piccolo mobiletto medico per ripararsi dalla tempesta di proiettili del mitra nemico; il Turian mirò ancora una volta contro gli avversari e ne ferì uno al braccio che si rintanò nell'angolo.
Questo diede la possibilità a Shepard e gli altri di avanzare, la comandante si trovò investita dal fuoco nemico che distrusse la Barriera appena prima che si nascondesse, fu il turno di Williams a far fuoco che, combinato alle abilità biotiche di Alenko, riuscì a uccidere un secondo uomo.
Shepard si alzò dal proprio posto e utilizzò il Lancio per spingere con violenza un terzo, finì spiaccicato sulla parete dietro di lui. Toccò al Turian uccidere l'ultimo.
« Oddio vi ringrazio per avermi salvata! » disse la dottoressa Michel asciugando le proprie lacrime, era molto spaventata ma non sembrava ferita, il sangue non era suo.
Il Turian di nome Garrus si accertò che la donna stesse bene, sembrava semplicemente spaventata. Williams passò la Carnifex a Shepard che si avvicinò alla donna accertandosi della sua condizione. « Che è successo qui? » chiese parlando con Garrus, solo allora notò la striscia blu che collegava gli zigomi del Turian passando dal naso. Un segno particolare.
« Quegli uomini sono stati mandati da un tizio di nome Fist, è il padrone dell'Antro di Chora! » rispose il Turian. « Comunque sono Garrus Vakarian, lieto di rivedervi signora. » Shepard si trovò sorpresa per la gentilezza insolita del Turian, fece un sorriso e chinò il capo in segno di saluto.
« Jane Shepard. » disse il proprio nome e poi si voltò verso la dottoressa Michel per parlarle. « Ho bisogno di sapere cosa stavano cercando quegli uomini... » guardò nuovamente Garrus. « Anche noi vogliamo Saren fuori dai piedi! »
La dottoressa Michel sospirò riflettendo sui propri ricordi. « Qualche giorno fa è venuta da me una Quarian ferita, cercava protezione e sperava di poterla trovare nell'Ombra, in quanto suo agente l'ho indirizzata da Fist. » a quelle parole Garrus saltò in aria e sembrò parecchio preoccupato.
« Fist ha tradito l'Ombra. Ora lavora per conto di Saren! »
Shepard rifletté subito sul motivo per cui Fist la voleva: lavorando per Saren era un interesse del Turian, e questo poteva significare che la Quarian era in possesso delle prove che tanto cercavano, magari qualcosa collegato direttamente a Eden Prime! « Dobbiamo salvarla! » disse Shepard.
« Concordo, Shepard. Spero che prenderai in considerazione l'idea di avermi tra i tuoi ranghi, sono interessato a Saren quanto te... » chiese gentilmente il Turian avvicinandosi alla donna, la comandante lo guardò dal basso visto quanto la creatura era più alta di lei.
« Va bene, Garrus. Vieni con noi! » rispose la donna.
Garrus sembrò trattenere un sorriso con molta forza, restò composto come se parlasse con un proprio superiore. « Conosco un Krogan di nome Wrex in cerca di vendetta per Fist. Penso che potrebbe aiutarci, ha avuto problemi all'Antro di Chora e potrebbe essere un buon ariete per colpirlo. L'abbiamo trattenuto per la sua sicurezza alla SSC. »
Un Krogan infuriato all'Antro di Chora: a Shepard venne subito in mente il ricordo di quell'enorme colosso contro il quale era andata a sbattere e che malediva Fist. « Andiamo al quartier generale della SSC allora. Sono interessata a questo Krogan! » una volta accertatisi che la dottoressa Michel stava bene non ebbero motivo di restare nell'infermeria e quindi uscirono per dirigersi al piano superiore dove si trovava l'ingresso alla grande accademia di sicurezza.
Poco prima di varcare la soglia della grande porta dell'Accademia qualcuno chiamò il nome di Shepard, la comandante si voltò appena incuriosita e vide un ragazzo dai biondi capelli che agitava una mano per salutarla, probabilmente di pochi anni più piccolo di lei, si avvicinò spostandosi via dalla balconata che si affacciava su un belvedere della Cittadella e degli agglomerati. « Tu sei la comandante Jane Shepard, vero? » il ragazzo sembrava su di giri nel vedere la donna in carne e ossa; Shepard sfoderò il suo miglior sorriso davanti a quell'ammiratore.
« Sì, proprio io. Posso fare qualcosa per te? » chiese amichevolmente, il giovane prese un datapad e una penna grafica in grado da scrivervi, passò entrambi gli oggetti alla comandante che li prese titubante.
« Mi chiamo Conrad Verner, sono un tuo grandissimo fan! Ti prego potresti farmi un autografo, comandante? » a quella richiesta non poté fare altro che annuire sorridendo, era la prima volta che a Shepard veniva chiesto un autografo, tutti la stimavano dopo Akuze, ma lei non ci vedeva nulla da stimare in quanto aveva solo lottato per la propria vita.
Eseguì la richiesta e passò il datapad al giovane Conrad che allegramente saltellò andando via dai quattro soldati; prima di entrare nell'Accademia qualcos'altro catturò l'attenzione di Shepard: il belvedere mostrava una minima parte del braccio in cui si trovavano, centinaia di veicoli sfrecciavano a tutta velocità nel cielo che si tingeva di una luce più scura simile all'arancione, un'imitazione del tramonto. Nonostante fosse finto però Shepard ebbe una sensazione di pace che aveva solo quando guardava le stelle.
« È una vista spettacolare, la Cittadella è... incredibile! » disse il tenente Alenko osservando con meraviglia la bellissima visione del cielo e degli agglomerati.
« Sì, concordo... capisco perché il Consiglio non vuole che gli Umani prendano particolari posizioni, vogliono proteggersi e preservare ciò che hanno di sicuro! » commentò Shepard avvicinandosi alla balconata, si poggiò sulla balaustra, né Williams né Garrus commentarono al riguardo.
« Non capisco però perché non ci vogliano, voglio dire noi terrestri non siamo così male in fondo. Non siamo tra le specie più distruttrici dell'universo, sappiamo preservare ciò che amiamo... » quello era un lato del tutto sconosciuto del tenente, Shepard non aveva mai avuto modo di vedere il romanticismo che l'uomo aveva in sé.
« Abbiamo bellezze naturali e paesaggi incredibili. Inoltre siamo molto attraenti per molte delle specie esistenti... » proseguì la comandante, a quella frase Alenko commentò ancora, stavolta lasciando tutti quanti interdetti.
« Sono sicuro che apprezzerebbero la tua bellezza, comandante. » Shepard si voltò verso il tenente che si era reso conto solo in quel momento ciò che aveva detto, deglutì ma la comandante gli fece un gran sorriso per il complimento che l'uomo le aveva fatto. Ciò fu fatto notare da Williams.
« Ti stai espandendo un po' troppo, tenente? »
A quella domanda Shepard rispose in difesa di Alenko. « Non preoccuparti, tenente. Apprezzo molto il complimento che mi hai fatto. Meglio andare all'Accademia ora! »
L'Accademia della SSC. Il quartier generale. In molti definita come la “torre di controllo” della Cittadella era una struttura molto grande, una sorta di scuola militare proprio tra gli agglomerati, incassata tra i palazzi e le abitazioni come dei pannelli, perfettamente visibile a chiunque da qualunque angolo del braccio della Cittadella. Garrus era chiaramente di casa in quanto tutti quelli che lo vedevano gli sorridevano e lo salutavano, lui però sembrava abbastanza imbarazzato, forse seguire Saren gli aveva creato dei disagi là dentro.
Trovare il Krogan di nome Wrex fu semplice in quanto era l'unico della sua razza all'interno dell'Accademia; Garrus lo indicò con una delle sue tre dita e tutti quanti si avvicinarono al Krogan, chiaramente agitato e arrabbiato con le guardie in quanto era suo desiderio ritornare a creare problemi a Fist.
« E tu che vuoi, Umana? » disse il Krogan abbastanza minacciosamente quando Shepard e Garrus si avvicinarono a lui. « Aspetta un attimo... ti ho già visto! »
« Ci siamo scontrati all'Antro di Chora. Mi chiamo Jane Shepard » rispose la donna restando molto seria col Krogan.
« Wrex del Clan Urdnot! » rispose freddamente lui.
« Abbiamo un “amico” in comune, sto andando a prendere Fist in quanto mi deve delle spiegazioni e penso che potresti esserci utile! » continuò, di certo non era sua intenzione circondarsi di ogni persona che andasse contro Saren e mai avrebbe potuto immaginare di star guardando in faccia i futuri membri del suo equipaggio.
Wrex annuì leggermente, fece quello che Shepard dedusse fosse un sorriso anche se somigliava più ad un'inquietante smorfia.
D'altronde la creatura era spaventosa! « “Il nemico del tuo nemico è tuo alleato.” È un vecchio proverbio Krogan, sono con te. Ma sappi che toccherà a me uccidere Fist! » Shepard annuì anche se era contro ciò che voleva fare il Krogan, non avrebbe ucciso se avrebbe potuto evitarlo.
« Ci serve un piano d'azione. » Shepard cominciò a discutere cosa fare fin dal momento in cui tutti e cinque lasciarono l'Accademia, Garrus e Wrex probabilmente avrebbero avuto da ridire su ciò che Shepard avrebbe potuto dire loro in quanto non conoscevano il suo modo di agire a differenza di Williams e Alenko. « Io, Alenko e Garrus entriamo fino all'ufficio di Fist; Williams e Wrex resterete di guardia a darci eventuale fuoco di copertura. » fece una breve pausa nel quale consegnò le armi ai due soldati dell'Alleanza, sia Wrex che Garrus erano dotati di pistole e fucili a differenza del suo equipaggio. « Sono certa che Fist ci aspetterà. Facciamoci trovare preparati! »
Nessuno ebbe da ridire, ancora una volta era riuscita ad utilizzare il proprio fascino e il proprio carisma per convincere gli altri attorno a sé che il suo piano fosse giusto.
La navetta nuovamente li portò all'Antro di Chora, ancora una volta uscirono dalla piccola stazione dei mezzi e si trovarono nel vicolo che si affacciava sul pub, l'enorme insegna era spenta a differenza di poche ore prima, come se il locale fosse stato chiuso, le porte però erano aperte e le luci spente.
Shepard capì subito dell'imboscata in cui si stavano per rintanarsi, fece un cenno ai propri uomini per dire loro di tenersi pronti a far fuoco. Si mossero quindi come deciso: Shepard, Alenko e Garrus più avanti e fecero irruzione nel locale, l'attimo seguente al loro ingresso si accesero le luci.
« Uccideteli, subito! » l'urlo di uno scagnozzo echeggiò nel locale nell'attimo in cui i fari si accesero rivelando la posizione di ben quindici scagnozzi pronti a far fuoco.
Sia Shepard che Alenko utilizzarono su se stessi una Barriera così da proteggersi dai colpi, improvvisamente una pioggia di proiettili si riversò addosso ai nuovi arrivati; la comandante ricevette il grosso dalla scarica che distrusse appunto la sua Barriera, la donna si trovò senza più una difesa che non fosse la mobilia del pub.
Si sporse dal proprio nascondiglio mirando direttamente con la Carnifex contro due bersagli vicini, tutti loro privati di corazze o scudi, bersagli facili da colpire, pensò Shepard mentre feriva gli scagnozzi.
Si trovò nuovamente come bersaglio e nell'attimo di quiete mirò con i suoi poteri biotici utilizzando un campo di Singolarità, entrambi bersagli si trovarono morti entro pochi secondi e Shepard approfittò di quel vuoto nella difesa del nemico per spostarsi.
Altri proiettili volarono in aria seguendo il movimento della donna, il fuoco nemico però si interruppe di botto grazie all'aiuto di Wrex che si trovava alle spalle della comandante uccidendo i bersagli sopra il bancone dove ballavano le Asari. « Tutto bene, Shepard? » le urlò il Krogan, annuì appena in risposta e si sporse nuovamente.
Prese subito la mira per colpire in fronte uno degli scagnozzi, spostò appena la canna dell'arma per mirare al bersaglio seguente e ancora una volta il nemico si accorse di lei, prima che i proiettili potessero però colpirla riuscì a rotolare via dal nuovo nascondiglio restando però allo scoperto e priva di difese. Utilizzò ancora una volta i poteri biotici per uccidere un altro degli scagnozzi.
Per un breve secondo ci fu il silenzio totale, Shepard si spostò per il pub accertandosi che tutti i bersagli fossero stati neutralizzati, anche Alenko e Williams avevano fatto una buona parte del lavoro. Shepard avanzò più tranquillamente verso la porta dall'altro lato del pub, su di essa c'era la scritta: “Privato”, lì Fist aveva il suo nascondiglio ovviamente.
La comandante si avvicinò sempre di più alla porta che improvvisamente si spalancò e un uomo armato sparò più volte contro Shepard, la donna fece appena in tempo a generare una Barriera biotica per difendersi, subito sparò contro l'uomo che cadde a terra morto.
« Williams e Wrex, restate qui. Fate in modo che nessuno entri, voglio stare con Fist e lo voglio in pugno! » disse minacciosamente dando ordini ai due, quelli annuirono e lei insieme al tenente e al Turian si spostò all'interno dell'ufficio.
Appena misero piede nell'ingresso furono però sotto il tiro di due uomini, ancora una volta Shepard e i due compagni alzarono le armi per difendersi. « Nessuno passa di qui, ordini di Fist! » la comandante sospirò infastidita: le mani dei due uomini tremavano violentemente, gli occhi terrorizzati.
« Andatevene via. Cercatevi un altro lavoro. » inizialmente Shepard rimase calma, vedendo che i due uomini erano però come paralizzati dalla paura continuò: « Subito! » urlò stavolta scatenando la reazione e la fuga dei due.
« Non ci avrei mai pensato... li avrei uccisi senza problemi! » commentò Garrus in merito alla scelta di Shepard. Non fu necessario che lei si giustificasse vista la risposta di Alenko.
« Non sempre la migliore azione è la violenza. »
Shepard proseguì lungo l'ingresso, oltrepassò una scrivania buttata a terra a mo' di difesa dai proiettili, fece il giro per poi trovarsi davanti un'altra porta, prese la Carnifex tra le mani e con un calcio buttò giù la porta: l'ufficio era ben decorato, elegante nonostante l'Antro di Chora fosse un pub molto diverso e di bassa lega rispetto ad altri. Fist era dall'altro lato dell'ufficio con una pistola puntata contro i propri bersagli e chiunque cercasse di arrivare a lui.
Era ovvio che fosse seguito da qualcuno ma non aveva pensato di fuggire, anzi, era lì pronto ad affrontare il proprio nemico.
Stavolta la comandante non ebbe tempo per le parole, utilizzò il Lancio per scaraventare l'uomo contro la parete il necessario per disarmarlo; i tre irruppero nella stanza correndo contro l'uomo che si stava rialzando con fatica visto che aveva sbattuto con forza la schiena.
« Va bene, mi arrendo. Qualunque cosa vogliate non costa la mia vita! » l'uomo si rialzò privato di qualunque arma visto che Shepard diede un calcio alla pistola affinché finisse lontana, continuava a stringere la propria in mano.
« Hai tre secondi per dirmi tutto quello che sai riguardo la Quarian e perché Saren la voleva morta! » venne subito al sodo e Fist sembrò vacillare se dire la verità o se mantenere la propria lealtà a Saren, a Shepard bastò alzare la pistola per scatenare la reazione di paura dell'uomo.
« Ha delle prove che riguardano la sua alleanza con i Geth! Non so come sia possibile ma le abbiamo teso un'imboscata nel vicolo appena fuori dall'Antro di Chora! » disse tutto d'un fiato. Shepard si voltò ignorando l'uomo, avrebbe voluto fare giustizia ma d'altronde era un uomo di poco conto, un piccolo uomo che non avrebbe potuto nuocere a nessuno.
« Non voglio rivederti più sulla Cittadella! » una volta che disse quelle parole, Shepard corse insieme al tenente e a Garrus dagli altri due; trovarono più corpi di quanti ne avevano lasciati e il fucile di Williams era ancora fumante.
Shepard e l'artigliere capo si scambiarono una rapida occhiata. « Ci hanno fatto una sorpresa; evidentemente Fist ha pensato bene di farci prendere alle spalle! » disse Williams spiegando la situazione alla comandante.
« Ottimo lavoro. Dobbiamo però sbrigarci, la Quarian è in pericolo e potrebbe essere la nostra ultima possibilità di incastrare Saren! » Shepard si complimentò con i suoi compagni ma di gran carriera si spostò fuori dall'Antro di Chora per raggiungere il vicoletto più vicino, poteva sentire delle voci echeggiare tra le strade e questo la rendeva ansiosa.
Se avessero fallito? Se Saren avesse preso le prove? Non potevano permetterlo! Corsero velocemente fino a svoltare due angoli per trovarsi in un vicolo ricoperto dalle ombre, la luce del cielo era di un bluastro simile al viola, ormai era sera sulla Cittadella e la notte riempiva anche i vicoli minacciosi, era stato stupido da parte della Quarian affrontare da sola qualcuno di losco come Fist.
Shepard entrò nel successivo vicolo venendo accolta dal suono degli spari contro i muri: un Turian era affiancato da ben due droni e tutti e tre sparavano contro un bersaglio: una figura esile ricoperta da una tuta pressurizzata viola si trovava nascosta dietro alcune casse, un factotum attivo al braccio e un fucile Avenger tra le mani. Cominciò subito lo scontro a fuoco dove Shepard e i suoi compagni stanarono i tre nemici in quanto erano numericamente superiori; la Quarian si alzò con le gambe tremanti. « Chi siete voi? » chiese impaurita.
Non era stata ferita, ma si era comunque presa uno spavento. Probabilmente aveva capito il piano di Fist. « Mi chiamo Jane Shepard, sono un'amica. Abbiamo saputo che eri in pericolo per via di Saren... » lasciò la frase in sospeso.
« Avrei dovuto capire che Fist mi avrebbe tradita. Grazie per avermi salvata. » rispose la Quarian, il viso coperto dalla maschera che impediva di capire chi ci fosse dietro. « Mi chiamo Tali'Zorah nar Rayya. »
« È un piacere, Tali. Ti abbiamo cercata perché abbiamo bisogno delle prove contro Saren. Abbiamo bisogno del tuo aiuto per poterlo fermare e per poter fermare i Geth! » Shepard fu subito sincera con la Quarian, cosa che venne colta al volo; la Quarian annuì più volte guardandosi intorno e osservando i due droni distrutti dai proiettili.
« Va bene, Shepard. Avrai le mie prove contro Saren, anch'io voglio fermare i Geth... » essendo i Quarian i creatori della specie sintetica erano ben a conoscenza dei rischi che avrebbero corso in quanto tre secoli prima i Geth avevano cacciato via i loro creatori dal pianeta natale.
« Ottimo, allora andiamo da Udina. » furono le ultime parole di Shepard, consegnare le prove al Consiglio sarebbe stato il prossimo passo per fermare Saren.



 

Bellissima vista degli Agglomerati!

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Capitolo 5
*** 05 - Lo Spettro Umano ***


Capitolo quinto:

Lo Spettro Umano




Shepard avanzò verso la balconata dell'ufficio dove il capitano Anderson e l'ambasciatore Udina li stavano attendendo sotto richiesta della comandante che, a detta sua, aveva finalmente trovato le prove contro Saren Artemius. Da una parte Anderson era piuttosto scettico ma pieno di speranza, la comandante era sicura di sé e otteneva sempre quello che voleva, per non parlare della sua tenacia. Doveva avercela fatto per forza!
L'ambasciatore era quasi dello stesso avviso del capitano, lui però non credeva nella riuscita della donna e quindi mantenne il suo aspetto più iracondo.
« Sono molto scontento di te, comandante. » cominciò l'ambasciatore quando la donna e la sua squadra si fermò a pochi metri da lui, c'era un Turian, un Krogan e una Quarian insieme alla donna. Che avesse realmente trovato testimoni?
« Combattimenti negli agglomerati. L'effrazione in un locale come l'Antro di Chora e il sangue versatovi... » Udina elencò alcune delle cose che avevano riempito il pomeriggio di Jane Shepard, la donna incrociò le braccia per controbattere alle accuse dell'ambasciatore. « E poi chi sarebbero queste persone? »
Shepard indicò Tali voltandosi verso di lei. « Tali'Zorah ha delle prove contro Saren. L'ho chiamata affinché potesse consegnarci le prove per aiutare tutti noi... » la donna fece un cenno alla Quarian che annuì dal canto suo, avanzò di alcuni passi in avanti per mostrarsi i due uomini dell'Alleanza che stavano composti e neutri in volto.
« Come già detto da Shepard mi chiamo Tali. Come molti altri Quarian prima di me, all'età di ventiquattro anni compiamo il nostro Rito di pellegrinaggio. Ho trovato le prove che cercate nel mezzo di esso... »
« Pellegrinaggio? » chiese Shepard ignorando di cosa la Quarian parlasse, la creatura in maschera annuì alla domanda.
« È un rito di passaggio nella quale dimostriamo di essere utili alla Flotta Migrante dei Quarian e di non essere semplicemente dei parassiti. Durante il pellegrinaggio portiamo qualcosa dal nostro viaggio, qualcosa che possa aiutare la Flotta e potrebbe trattarsi di ogni cosa: informazioni, materiali, colture e molto altro. » fece una pausa ritornando a parlare del proprio viaggio e di ciò che aveva scoperto. « Stavo studiando i Geth in un pianeta lontano dalla Cittadella, ero incuriosita dal fatto che fossero usciti dal Velo di Perseo. » “Come tutti noi, del resto!” pensò Shepard mentre la Quarian parlava. « Sono riuscita a catturarne uno e ad estrarre le informazioni contenute nel nucleo di memoria prima che si distruggesse! »
A quell'affermazione Anderson non poté riflettere su ciò che aveva imparato sulla specie sintetica. « Pensavo che i Geth distruggessero il loro nucleo di memoria alla morte. »
Tali annuì appena all'uomo. « È vero, d'altronde noi Quarian li abbiamo creati e sapendo dove mettere la mani si possono estrarre le informazioni, ovviamente rispettando la tempistica e agendo velocemente. » la Quarian alzò il braccio chiamando l'ologramma del factotum attorno ad esso sul quale premette dei tasti olografici.
Nessuno sapeva di quali dati fosse in possesso la Quarian, prima regnò il silenzio e subito a seguire una registrazione, la voce con effetto sdoppiato di Saren fu impossibile da non riconoscere vista la caratteristica dei Turian. « Quella di Eden Prime è stata una vittoria eccezionale, grazie alla sonda Prothean potremo finalmente trovare il Condotto... »
Tutti nell'ufficio dell'ambasciatore sobbalzarono, era finalmente finita: Saren non avrebbe potuto dire nulla in contrario davanti alla prova del Geth. « Abbiamo le prove che ci servono. Saren è spacciato ormai! » Udina più di tutti sembrava quello maggiormente soddisfatto vista la sua volontà di vincere sul Consiglio per dimostrare l'errore.
« Il Condotto? » Shepard sembrava essere stata l'unica ad essersi interessata non alla voce quanto a ciò di cui parlava. « Cosa sarebbe? Un passaggio per nuovi mondi? » ipotizzò.
« La registrazione continua. Saren non parlava da solo. C'era anche una donna con lui a quanto sembra... » aggiunse Tali in risposta alla domanda di Shepard, tutti ritornarono in silenzio pronti ad ascoltare il proseguimento della prova.
« E così facendo potremo aprire la strada al ritorno dei Razziatori » ancora una volta silenzio. La voce della donna era sconosciuta alla comandante così come agli altri.
« I Razziatori... » disse Shepard con un sussurro. « Li ho già sentiti nominare. » ammise, purtroppo però quel termine le sfuggiva dalla mente senza alcun ricordo.
« I Razziatori sono una specie di sintetici, esseri senzienti che cinquantamila anni fa distrussero i Prothean portandoli all'estinzione e che poi sparirono nel nulla. » rispose Tali, era abbastanza ferrata sull'argomento in quanto le creature sconosciute appartenevano sempre alla classe sintetica. Fu proprio questo a far svegliare Shepard.
« Ora capisco la visione che ho avuto! I Prothean che venivano distrutti dai Razziatori. È un avvertimento... » altre idee si accavallarono nella mente della comandante. « I Geth sono convinti che Saren possa farli tornare, magari tramite questo Condotto di cui parla. I Razziatori sono considerati come divinità dai Geth, per questo seguono Saren! » tutto coincideva, era così ovvio. Saren teneva in pugno i Geth tramite false illusioni, la solo cosa a cui era interessato però era il caos e il potere. Ma ormai era stato smascherato.
« Non so se il Consiglio crederà a questa storia dei Razziatori. » cominciò Udina parlando. « Tuttavia sono sicuro che con questa nuova prova avremo Saren in pugno. Dobbiamo organizzare un incontro col Consiglio... »
Shepard trattenne a fatica un sorriso per il piacere nell'aver sconfitto e fermato il piano di Saren. Una volta che il Consiglio gli avrebbe rimosso la stato di Spettro e mandato delle navi per fermarlo non avrebbe avuto scampo; la donna si voltò verso Tali. « Credo che sarai una preziosa risorsa nella mia squadra, Tali. Sarei lieta di averti con noi... » era un ottimo ringraziamento per l'aiuto dato.
La Quarian probabilmente sorrise visto come il tono della sua voce tradì l'emozione. « Grazie, Shepard. Non ti deluderò, sarà bello viaggiare con te. Magari scoprirò qualcosa riguardo il mio pellegrinaggio. »
Non restò altro che aspettare l'indomani per l'incontro col Consiglio. Quando Shepard e il suo equipaggio presero la navetta per andare alla Torre del Consiglio, la comandante era piuttosto nervosa: avevano le prove, ma chi mai avrebbe potuto dire se il Consiglio avrebbe realmente creduto. E se avessero continuato a insistere sull'innocenza di Saren anche con prove così evidenti? Non mancava molto dallo scoprirlo anche se l'attesa rendeva Shepard molto taciturna.
Il capitano Anderson la stava già aspettando, lasciò i compagni che il giorno prima l'avevano accompagnata e avanzò davanti ai tre consiglieri insieme all'ambasciatore fiancheggiandolo. Proprio nel momento dell'arrivo di Shepard, la registrazione con la voce del Turian e della donna misteriosa stava già venendo ascoltata, non solo dal Consiglio ma anche dagli spettatori all'udienza. Il Consigliere Turian fu turbato al termine della registrazione, gli altri non erano da meno.
« Queste sono prove inconfutabili! Saren verrà privato del suo stato di Spettro per il tradimento commesso! » cominciò lui, gli altri due consiglieri annuirono e digitarono qualcosa nei loro scanner.
La Consigliera Asari alzò il volto e continuò a parlare. « Riconosco la voce che interloquisce con Saren: si tratta della Matriarca Benetia. » socchiuse gli occhi mentre il silenzio regnava nella grande stanza del Consiglio. « Le Matriarche rappresentano la più alte gerarchie di noi Asari, è una potentissima biotica. Saren ha un forte alleato... »
Fu la volta del Consigliere Salarian parlare, ognuno di loro analizzava un punto in particolare di ciò che avevano sentito. « Credo sia importante soffermarci sulle parole: il Condotto, i Razziatori. Di cosa si tratta? » a quella domanda poté rispondere Shepard stessa viste le parole dette con Tali.
« I Geth credono che Saren possa far tornare i Razziatori, lo considerano una sorte di profeta delle loro divinità. Distrussero i Prothean cinquemila anni fa e il Condotto potrebbe essere la soluzione per farli tornare... » disse d'un fiato, vociferi si levarono per tutta la sala.
« Ma questo è impossibile! » contestò il Consigliere Turian di fronte all'evidenza. « Non ci sono prove che i Razziatori siano realmente esistiti, credo che siano solo fandonie in cui Saren crede accecato dalla sua follia! »
Ancora una volta il Consiglio si dimostrava diffidente nei confronti di Shepard, e questo la comandante non poteva continuare a sopportarlo. « Vi prego di credermi, già una volta vi ho dimostrato la mia ragione. Saren è pericoloso e se farà tornare i Razziatori, il ciclo di distruzione si ripeterà! »
« Saren è innocuo ormai. Gli abbiamo tolto lo stato di cui godeva. Non possiamo mandare una flotta nella Fascia Attica solo per proteggere qualche piccola colonia... senza contare che rischieremmo di scatenare una guerra con i Sistemi Terminus. » le parole del Consigliere Turian fecero digrignare i denti di tutti i presenti, solo Shepard però fu in grado di parlare e di opporsi.
« Non sarà necessaria una flotta. Avete me. Mandatemi alla ricerca di Saren. Lo fermerò! » insisté Shepard. I tre consiglieri di guardarono l'uno con l'altro rivolgendosi dei cenni come se comunicassero con la mente.
« Comandante Shepard, si avvicini... » cominciò la Consigliera Asari, la donna eseguì l'ordine avvicinando al bordo della pedana senza capire cosa stava succedendo. « Il Consiglio ha deciso di conferirle tutti i privilegi legati alla carica del dipartimento di Specialisti Tattica e Ricognizione... » subito alle sue parole seguirono quelle del Consigliere Salarian. « Gli Spettri non vengono addestrati: sono uomini e donne forgiati dal fuoco di mille battaglie; rappresentano degli ideali, un simbolo di coraggio e determinazione e della fiducia che si ha in sé. In pratica sono la mano destra del Consiglio... » le voci dei presenti riempirono l'aria, tutti stupiti dal guardare la nomina di uno Spettro. Toccò al Consigliere Turian terminare il discorso. « Gli Spettri hanno sulle loro spalle numerose responsabilità, sono la prima e ultima difesa della Cittadella e opera sotto il Consiglio stesso. » fece una brevissima pausa. « Lei rappresenta il primo Spettro Umano della storia, questo è un traguardo molto importante per la sua specie! »
Shepard rimase paralizzata dall'emozione, sorrise quasi come una bambina davanti un bel giocattolo. « Ne sono davvero onorata! » non aveva neanche pensato alla sua carica visto che desiderava solo fermare Saren.
« La invieremo nella Fascia Attica, passi dall'Accademia SSC, lì le verranno consegnate delle armi e il nuovo equipaggiamento, esclusivo agli Spettri. Le verrà assegnata una nave col quale darà la caccia a Saren! » la riunione col Consiglio si concludeva definitamente là; Shepard, Udina e il capitano indietreggiarono fino al resto della squadra che la comandante aveva radunato sulla Cittadella, nessuno mancò di complimentarsi con la donna con l'eccezione del Krogan di nome Wrex che rimase sulle sue; il tenente Alenko poggiò la mano sulla spalla della donna complimentandosi con lei.
« Credo sia giunto il momento di partire Shepard, dirigiamoci subito all'Accademia. Non abbiamo tempo da perdere e ti aspettano gli armamentari esclusivi... » Udina quasi sembrava volersi liberare della presenza della donna sulla Cittadella, aveva però ragione.
Quando arrivarono all'Accademia negli agglomerati, Shepard venne accolta con un applauso che la mise a disagio, chiaramente erano stati informati della sua nuova carica a Spettro e gli Umani in particolare ne sembravano ovviamente più che felici; la comandante venne fatta accomodare in una stanza mentre il suo equipaggio seguiva Anderson; le vennero consegnate delle nuove armi targate con lo stemma degli Spettri e anche alcune licenze per equipaggiamenti e potenziamenti unici solo per il meglio della galassia. Una volta accettati i doni del Consiglio, Shepard prese il grande ascensore che l'avrebbe portata all'hangar dell'Accademia, una volta che si aprirono le porte trovò la grande passerella con Anderson e Udina che la aspettavano, un piccolo ponte collegava l'hangar alla Normandy, la nave con la quale erano arrivati e che era stata spostata lì senza motivo.
« Io e Udina abbiamo deciso di affidare a te la Normandy, Shepard. In quanto Spettro non puoi sottostare più ai miei ordini e a te serve una nave, consideralo un dono... e trattala bene! » dagli sguardo che Udina lanciava ad Anderson, Shepard poté intuire quanto la cosa fosse stata forzata, il capitano era stato tolto di mezzo con facilità.
« Perché lo fa, Anderson? Come può lasciarsi gettare via così? » chiese con rabbia la donna.
L'uomo abbassò lo sguardo provando a mantenere però la sua facciata forte.
« Venti anni fa ho avuto la mia occasione: stavo per diventare Spettro, ma Saren rovinò tutto, se avessi fatto più attenzione avrei potuto sfruttare la mia occasione. Non voglio che questo accada anche a te... » fece una breve pausa, era ovvio che non voleva dilungarsi nei dolorosi ricordi del passato. « Ad ogni modo, abbiamo ricevuto rapporti di un attacco Geth su Feros; ci sono anche stati avvistamenti su Noveria... forse c'entrano qualcosa con Saren. »
« E che mi dice dei Razziatori? Dobbiamo focalizzare le nostre attenzioni anche sul Condotto di cui parlava Saren! » disse Shepard, l'ambasciatore storse il naso e quel gesto fu chiaramente catturato dalla comandante.
« Concordo col Consiglio su questo punto: non abbiamo prove della reale esistenza dei Razziatori. Tutto si riduce quindi alla ricerca di Saren. » fece una breve pausa per deglutire per poi continuare. « C'è anche un'altra questione: la Matriarca Benetia, la collaboratrice di Saren, sembra essere svanita nel nulla ma sappiamo che la figlia si trova nell'Ammasso Artemis Tau per delle ricerche. Cerca la dottoressa Liara T'Soni e magari potremo scoprire se è implicata nel piano della madre. » ancora una volta Shepard dovette annuire accettando l'incarco di cercare l'Asari, fece il saluto militare davanti ai due uomini e si spostò verso il portello d'ingresso alla Normandy, la sua nuova nave.
Shepard si voltò subito verso sinistra ascoltando il ronzio sempre crescente dei motori che aspettavano solo il comando di Joker si partire. La donna si avvicinò al pilota che come al solito era chiuso nella cabina di pilotaggio, seduto aspettando l'ordine del suo nuovo comandante, proprio Shepard. Ancora incapace di realizzare ciò che era diventata si poggiò con la mano sullo schienale del pilota che alzò appena i suoi occhi per guadare la comandante. « È un peccato per Anderson. Immagino che dovrai fare attenzione comandante o quei bastardi del Consiglio faranno lo stesso a te. »
Shepard dal canto suo era più che concorde col pilota. « Mi sento quasi come se gli avessi rubato il posto con la forza, Joker. » nella sua voce si velava molta tristezza. Era visibile a chiunque che non si sentisse a proprio agio.
« Non so se possa farti stare bene, ma l'equipaggio e la Normandy sono totalmente con te, comandante! » le parole di Joker suonavano come una carica per Shepard, avere la stima delle persone che la circondavano era un buon inizio.
« Aprimi un collegamento con tutti i ponti: voglio dire loro tutta la verità sulla missione. » disse la comandante, a Joker bastò premere pochi pulsanti per mettere la cabina di pilotaggio in collegamento con tutti i ponti della Normandy. Shepard prese un sospiro e poi parlò: « A tutto l'equipaggio della Normandy, qui parla Jane Shepard, la vostra nuova comandande; la nostra missione è quella di trovare Saren, uno Spettro fuori controllo desideroso di potere che si è schierato con i Geth per ottenerlo; si tratta di una missione pericolosa non lo nego, soprattutto difficile; tutto ha avuto inizio con Eden Prime, l'inizio del puzzle e l'attacco a una nostra colonia, ma questo non riguarda solo l'umanità... » fece una breve pausa nel quale calibrò nuovamente le idee e ciò che avrebbe voluto dire all'equipaggio.
« Gli Umani per tanto tempo sono stati considerati come reietti, dimostreremo al Consiglio il nostro valore, dimostreremo a Saren che non avrà scampo e che ovunque lui proverà a nascondersi noi saremo già lì ad attenderlo; noi lo fermeremo! » Shepard fece un cenno a Joker così che interrompesse la comunicazione. La comandante sentì il peso sulle proprie spalle alleggerirsi ma era ancora persistente e difficile da sopportare.
« Bel discorso, comandante. » fece l'uomo.
Shepard annuì. « Grazie Joker... » l'attimo in cui diceva il nome del pilota si stranì. « Sai che non ho ancora capito perché ti chiamano Joker? » aggiunse domandandolo.
Il pilota sbuffò mentre cominciava il distacco dall'hangar della SSC così da poter andare via dalla Cittadella. « Immagino che “tenente timoniere Jeff Moreau” fosse troppo difficile da ricordare! » la comandante rimase di sasso vista la risposta sarcastica del pilota, gli diede un colpetto leggero sulla spalla e quello sembrò avvertire molto dolore, Shepard ritrasse subito il braccio per la reazione dell'uomo. « Quand'ero all'accademia militare non ridevo mai a causa della mia malattia, ma sono sicuro che avrai già spulciato il mio profilo per bene, comandante! » rispose più seriamente.
« Che malattia? Non sapevo fossi malato, mi dispiace. » Shepard non aveva realmente idea di cosa si trattasse, non le era mai piaciuto cercare informazioni riguardo i propri alleati nei loro dossier. Joker batte un colpo sulla propria fronte.
« Vuoi dire che...? » sbuffò nuovamente, chiaramente imbarazzato, forse per la prima volta da quando Shepard lo aveva incontrato. « Ho la sindrome di Vrolik: ho le ossa fragili, si possono spezzare con un minimo urto; le ossa dalle gambe sono cave e per questo cammino male anche con l'uso di stampelle o dei tutori che indosso costantemente. Ma nonostante questo sono stato il migliore all'accademia, tutte le medaglie sono state più che meritate, così come il mio posto qui.Ti dirò una cosa... » fece una pausa mentre cominciava la procedura di retromarcia della Normandy che finalmente si staccava dall'hangar di attracco.
« Non sono bravo, non sono neanche eccezionale. Sono il miglior timoniere di tutta la dannata Alleanza! Dammi in mano la Normandy e la farò danzare. » fece un'altra pausa alla quale aggiunse: « Ma non chiedere di ballare a me a meno che non ti piaccia un partner con le ossa scricchiolanti! » aggiunse in tono di scherno.
Shepard guardò l'uomo che per tutta la discussione non aveva spostato lo sguardo dai comandi per un solo istante, quasi come se si aspettasse un giudizio negativo da parte della donna. « Non credo che la Normandy sarebbe in mano migliore. » disse sinceramente. « Ti lascio lavorare, Joker. »
« A dopo, comandante. » la salutò lui allegramente.
La comandante camminò lungo la sala di comando dove l'ologramma della mappa galattica brillava di colori freddi, oltre la struttura vide il tenente Alenko che le rivolse un sorriso e un cenno ma lei proseguì in avanti scendendo le scale che l'avrebbero portata al ponte inferiore; era sua intenzione andare a parlare con i suoi nuovi compagni di squadra visto che aveva timore che si sarebbero sentiti a disagio tra tutti quegli Umani, prima di prendere l'ascensore però qualcuno la affiancò: l'artigliere capo Williams; i suoi occhi color nocciola guardavano il pavimento, era evidentemente preoccupata per qualcosa.
« Tutto bene, Williams? » chiese Shepard senza guardare la donna, quella si voltò verso la comandante e poi abbassò ancora lo sguardo per guardare a terra.
« Sì, comandante. È solo che pensavo ancora a Eden Prime, alla mia squadra. Sono l'unica superstite e penso che avrei potuto fare qualcosa per salvarli, se magari mi fossi accorta prima del pericolo... » spezzò la frase per l'emozione.
Gli occhi di Shepard si persero nel nulla, anche lei era una superstite, come su Akuze. Poteva capire i sentimenti della donna. « Ti capisco, Ashley. Anch'io mi sentivo come te dopo Azuke, ma non devi fartene una colpa! »
L'artigliere capo rimase un po' di sasso sentendosi chiamare per nome dalla comandante. Per Shepard era un modo per avvicinarsi di più alla donna anche se poteva non essere un bene. « Grazie, Shepard. » rispose infine lei.
Entrò nell'ascensore da sola visto che quando arrivò, l'artigliere capo si spostò via; premette il pulsante che la portò all'ultimo ponte della Normandy, la zona carico dove si trovava anche il Mako, il loro mezzo di trasporto e di viaggio sui pianeti inesplorati, nuovo anche quello come tutto ciò che si trovava sulla Normandy.
Accanto al mezzo di trasporto trovò Garrus; il Turian sembrava parecchio interessato al Mako, ne stava studiando la composizione e giocherellava con un pannello di controllo del trasporto.
Shepard si avvicinò al Turian chiaramente confusa su quello che stava facendo lui. « Stai sabotando il Mako? » chiese cercando di scherzare un po'.
Il Turian sobbalzò quando sentì la comandante chiamarlo. Smise di giocherellare col pannello di controllo. « No, Shepard. Stavo solo calibrando le armi primarie! » sembrava molto rigido, la donna mise il peso su un piede e incrociò le braccia al petto sorridendo al Turian.
« Stavo solo scherzando. » disse lei.
Il Turian sospirò e poi fece un gran sorriso, molto inquietante vista la natura della mandibola degli alieni ma comunque ben accetto. « Volevo ringraziarti per questa opportunità Shepard, sono certo che lavorare con uno Spettro sarà molto meglio che sottostare alle regole della SSC! » chiaramente la donna fu incuriosita dall'affermazione.
« Hai già lavorato con uno Spettro prima d'ora? » chiese. Il Turian però scosse il viso negando.
« No. Gli Spettri non hanno regole, se devono catturare un bersaglio non importa come lo facciano e tutta la burocrazia che gira intorno come nella SSC... » lasciò la frase in sospeso. « Il Consiglio stesso ti ha dato “carta bianca” su come operare con la questione di Saren... » aggiunse infine.
Shepard rise del modo di dire Umano che veniva usato dal Turian. « È vero, posso operare come voglio in quanto eseguo la volontà del Consiglio. Ma le regole sono comunque importanti... » forse rischiava di essere troppo idealista.
« Hai ragione, ma quando le regole di impediscono di agire contro l'evidente pericolo che è Saren, allora capisci che quello non è il tuo posto... » controbatté il Turian, Shepard si tolse il sorriso dalle labbra, non poteva controbattere a sua volta visto che il Turian aveva ragione ad essere amareggiato.
« Lieta di sapere che ti trovi bene allora, benvenuto! » disse infine congedandosi e lasciando il Turian alle calibrazioni delle piccole armi del Mako.
Dall'altro lato della zona carica si trovava Wrex, il Krogan vestiva con la sua corazza pesante che gli copriva tutto il corpo con eccezione della grande fronte rossa e del volto. I suoi occhi erano minacciosi mentre osservavano Shepard avvicinarsi. « Se hai voglia di parlare vai dalla Quarian e non disturbarmi! » Shepard non si aspettava una simile rabbia.
« Volevo solo sapere come stavi. Voi Krogan vivete per molto tempo, avrai sicuramente qualcosa di cui parlare.. » per questo Shepard non amava fare conoscenza: oltre alla possibile perdita di amici c'era anche quello.
Due anime arrabbiate non sono l'ideale in una squadra, nascono dissapori. « Nessuna avventura interessante a meno che non consideri interessante l'imminente estinzione di tutti noi Krogan a causa della genofagia... »
Shepard conosceva ben poco riguardo l'incurabile malattia dei Krogan, sapeva solo che era accaduto molto tempo prima al tempo della guerra contro i Turian. La genofagia era una mutazione genetica inflitta ai Krogan per indebolire la loro espansione, di fatti ogni mille nati solo una decina o meno sopravvivevano. « Immagino di non volerti disturbare ancora... » disse Shepard congedandosi anche dal Krogan.
Le rivolse un cenno rispettoso mentre andava via; trovare Tali fu anche più facile: non sembrava essere da nessuna parte nel quinto ponte però Shepard poteva sentirne l'entusiasta voce, si spostò verso la sala del motore e del nucleo della nave.
La Quarian era proprio là a rivolgere decine di domanda all'Ingegnere Adams che sembrava quasi emozionato dall'interessamento di Tali alla nave.
Quando Shepard si avvicinò ai due la loro discussione venne interrotta. Tali era realmente su di giri. « Questa nave è fantastica, Shepard. Non avevo mai visto una simile avanzata tecnologia tra le navi della Flotta Migrante! » si spostò velocemente andando ad osservare più da vicino uno dei macchinari che componevano la stanza e il nucleo. « Le navi Umane sono così avanzate... »
« Credo non sia tutto merito nostro. La Normandy è in parte di fattura Turian e mi spiace dirti che questo è uno dei pochi modelli così avanzati. » rispose Shepard con un leggero sorriso all'emozione della Quarian.
« Davvero splendido. Grazie ancora per quest'opportunità! » disse Tali come se avesse ignorato le parole della comandante. La donna si avvicinò alla Quarian.
« Come mai quest'interesse per le navi? » chiese.
Tali sembrò destarsi dalla propria meraviglia. « Noi Quarian siamo abituati alla vita sulle navi della flottiglia. Siamo sempre alla ricerca di come migliorare la nostra condizione e queste nuove tecnologie sono lontane anni e anni dalle nostre. » fece una breve pausa. « Alcune delle nostre navi sono persino antecedenti ai Geth. »
Proprio uno degli argomenti a cui Shepard era più interessata. « Parliamo di oltre trecento anni fa! »
Tali annuì all'affermazione. « Non abbiamo avuto molto tempo per costruire nuove navi quando abbiamo capito che i Geth avrebbero potuto spazzarci via se non avessi lasciato il nostro pianeta natale... »
« Ti va di parlarne? Ci sono speculazioni al riguardo e vorrei solo sapere la verità riguardo la nascita dei Geth. » chiese con gentilezza, la Quarian abbassò il casco visto che probabilmente stava guardando verso il basso.
« Non c'è molto da dire: noi Quarian siamo i creatori dei Geth; eravamo alla ricerca di qualcosa più simile a dei droni privi di coscienza, ma le informazioni e la matrice impiantata hanno permesso l'evoluzione dei sintetici e lo sviluppo di.. » Tali non seppe come continuare visto che la comandante non avrebbe potuto capire. « Un giorno un Geth chiese a un Quarian: “Perché sono qui?”, “Qual è il mio compito?” ed anche “Questa unità ha un'anima?”... »
Shepard rimase in silenzio mentre Tali raccontava tratti della storia dei Quarian. « Fu questa domanda e far scatenare noi Quarian contro i Geth, volevamo fermarli e distruggerli prima che potessero porsi altre domande, ma ormai i Geth avevano sviluppato facoltà di pensiero proprie e per questo hanno contrattaccato. » c'era molta amarezza nelle sue parole.
« Li avete attaccati e si sono ribellati. Non è una cosa così anomala da concepire, li posso capire... » alle parole della comandante, Tali sembrò oltraggiata e offesa dalla comprensione che Shepard dimostrava per i Geth.
« Cos'altro avremmo potuto fare!? A seguito della creazione dei Geth, noi Quarian siamo stati esclusi anche dalla Cittadella dove il Consiglio ha chiuso la nostra ambasciata. Siamo stati abbandonati da tutti. Per questo i pellegrinaggi sono importanti: così da rinfoltire i nostri armamentari, le nostre risorse e le nostre preziose navi visto che non abbiamo altro che noi stessi! » Shepard rimase interdetta di fronte alle urla della Quarian, era infuriata e piena di rancore, tutta la sala macchina si era inoltre voltata verso le due donne e le osservavano in silenzio: solo il ronzio del motore a riempire l'aria.
« Mi dispiace Tali, non potevo saperlo. » si limitò a dire la comandante, la Quarian dal canto suo scosse il viso.
« Perdonami tu, Shepard. Molti Quarian sono ancora pieni di risentimento per come la nostra vita è cambiata. »
« Sarà meglio che vada adesso. Presto partiremo per la nostra prima destinazione... » aggiunse la comandante in tono abbastanza imbarazzato, diede le spalle alla Quarian e si allontanò dalla stanza; aveva sempre pensato che gli Umani fossero trattati male, che fossero quelli messi peggio in tutta la galassia, aveva imparato una lezione: qualcuno stava peggio del genere Umano.
Per questo i Geth dovevano essere fermati: sia per i Quarian, sia per ciò che facevano agli Umani; dovevano mettersi subito in viaggio.

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Capitolo 6
*** 06 - Fuoco tra le rovine ***


Capitolo sesto:

Fuoco tra le rovine




Shepard si svegliò improvvisamente nella propria stanza; aveva il fiato pesante visto che aveva avuto modo di rivivere la visione della sonda nei suoi incubi; i Geth e i Razziatori avevano popolato la sua mente generando altre immagini che non appartenevano alla visione che i Prothean le avevano concesso.
Cominciava a sentire il peso della missione che stava per intraprendere, molto diversa da tutte quelle che aveva affrontato prima della nomina a Spettro, a confronto impallidivano i tempi del Programma N7 a cui aveva partecipato, sembravano passati secoli.
La donna si mise seduta sul proprio letto lasciando cadere le gambe e poggiando i piedi sul freddo pavimento, inclinò la schiena e si massaggiò la fronte con una mano.
Si era concessa una notte di riposo visto che la loro prossima destinazione era molto distante. Anche con i portali galattici la galassia restava comunque gigantesca e la velocità dei motori della nave non permetteva di compiere immense distanze in pochi istanti.
Dovevano comunque essere le prime ore del mattino, anche se essendo nello spazio Shepard non amava conteggiare il tempo con le fasi del giorno terrestre.
Si alzò dal proprio posto e andò in bagno per farsi una doccia molto veloce, passò l'acqua e il sapore per tutto il corpo e poi si asciugò in fretta così da poter indossare nuovamente la divisa per poi uscire. Si trovò nel ponte dell'equipaggio, sembrava quasi deserto visto che solo pochi elementi erano presenti quando arrivò nella mensa. Vide la dottoressa Chakwas parlare con dei marine e da lontano la salutò con la mano. Shepard alzò la mano per salutarla.
Prese l'ascensore e si chiuse dentro aspettando che la portasse al ponte superiore: si strinse le braccia avvertendo una morsa di freddo, una cosa rara su una nave qualunque visto che la temperatura era direttamente condizionata alla media del pianeta Terra. Questo funzionava almeno per le navi dell'Alleanza, non sapeva se fosse così anche nelle navi delle altre specie.
Quando la porta si aprì, Shepard salì le scale che la portarono nella sala tattica, si spostò in fretta attraversandola e salutando Pressly che borbottava come al solito qualcosa riguardo gli alieni e “i nuovi ospiti” della Normandy; una volta arrivata nella cabina di pilotaggio Shepard si fermò appena dietro il sedile di Joker.
« Ben svegliata, comandante. » disse in saluto il pilota. Shepard abbassò lo sguardo verso l'uomo che non le rivolse neanche un cenno e continuava a guidare.
« Mi stavi spiando, Joker? Non pensavo che ci fossero telecamere anche nella mia cabina. » domandò lei incrociando le braccia al petto, sentì il pilota fare mezza risata, come se stesse cercando di trattenersi.
« Assolutamente no, signora. Non potrei mai spiare il nostro comandante. Anche se avrei dovuto avvertirti prima delle telecamere. Non c'è privacy per nessuno, signora. »
In una stessa frase Shepard si sentì ripetere “signora” ben due volte; non pretendeva che il pilota la chiamasse direttamente per nome ma non poteva neanche sopportare quel signora che la faceva sentire più vecchia. « Joker avremo circa la stessa età. Smettila di chiamarmi signora. Per favore! » aggiunse con una nota più dura.
Il pilota stavolta non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere, si stava divertendo a prendere in giro la donna. « Va bene, comandante. Non lo farò di nuovo. » non fu necessario che Shepard aggiungesse altro, i suoi occhi vennero catturati da qualcosa in avvicinamento rivelato dagli scanner ai lati della cabina, si trattava di un pianeta.
Si avvicinò allo schermo e vi cliccò con la mano, una scheda del pianeta mostrava alcuni significativi dati come le alte temperature e la presenza di alcuni piccoli insediamenti. « Qui dice che Therum è stato recentemente visitato dai Geth. Quanto sono attendibili queste informazioni? » chiese la donna al pilota che non mancò di risponderle.
« Direi al settanta per cento. Gli avvistamenti sono stati rilevati in tutto il sistema, comandante. L'intero Ammasso Artemis Tau rivela presenza di Geth su alcuni dei suoi pianeti. Tuttavia abbiamo ricevuto un forte segnale da una base sottoterra che potrebbe interessarti. » digitò alcuni tasti lasciando la guida della Normandy alla propria balia e passò alcuni documenti nello schermo di Shepard.
« Analizziamo questo segnale... » sussurrò la comandante osservando con i propri occhi il risultato delle analisi; proveniva da una base sottoterra come già detto dal pilota, ma ciò che era stato omesso era che quella base nascondeva qualcosa di molto più interessante: « Rovine Prothean? »
« Già, comandante. Potresti ricordarmi chi stiamo cercando? Perché penso di non aver fatto un buco nell'acqua! » disse Joker sarcasticamente quasi vantandosi.
« La dottoressa T'Soni è un'esperta dei Prothean. Forse hai trovato il nostro ago nel pagliaio. Ottimo lavoro, Joker. » disse Shepard chiudendo tutti i rapporti e le schede che aveva aperto. « Non che avessi dubbi al riguardo... »
La ricerca dell'Asari figlia di Benezia era uno dei punti cruciali della missione contro Saren per questo motivo Shepard aveva preferito iniziare direttamente da lì; gli attacchi alle due colonie umane sarebbero continuati ancora per poco ma era necessario cominciare dal contatto più stretto della Matriarca, se la figlia avesse saputo qualcosa come la sua locazione probabilmente avrebbero potuto fermarla. Sapevano solo che si trovava nell'ammasso da qualche parte.
Per Joker non sembrava essere stato un problema occuparsi della ricerca, ovviamente lui e l'equipe specializzata in quello. Le ricerche sembravano aver dato ottimi prodotti.
« Siamo quasi arrivati, comandante. Meglio prepararsi. » la avvertì Joker, il pianeta non era ancora visibile all'occhio della comandante ma di certo sapeva che il calcolo di Joker era esatto. « Vuoi che chiami qualcuno nell'hangar per accompagnarti nella missione? » aggiunse il pilota.
« Voglio Ashley e Tali. » non dovette dare altre spiegazioni, semplicemente pensò che ci sarebbe voluta forza contro eventuali assalti Geth, Ashley non avrebbe avuto pietà nell'eliminare i sintetici e viste le abilità di ingegnere di Tali non avrebbe potuto desiderare un'alleata migliore, senza contare che la Quarian era discendente dei creatori.
Si diresse verso l'ascensore scendendo direttamente al ponte cinque dove probabilmente la Quarian era già presente; i membri dell'equipaggio stavano già preparando il Mako per facilitare l'atterraggio delle tre donne sul pianeta, le alte temperature e la presenza di lava facevano sì che la Normandy non potesse avvicinarsi molto visto che lo scafo non era progettato per quelle temperature. Tuttavia il Mako sarebbe stato ideale per muoversi sul pianeta e per arrivarci.
L'artigliere capo arrivò pochi istanti dopo, già vestiva la sua corazza bianca e rosa, perfettamente messa a lucido, la Quarian indossava semplicemente la propria tuta pressurizzata ed entrambe stavano preparando le proprie armi per la missione; Shepard indossò la sua nuovissima corazza: vista l'appartenenza della donna al Programma N7 avevano pensato bene di mantenere quel design piuttosto morbido e i colori erano molto più lucidi.
Indossò il proprio casco e prese le proprie armi, optò per la sua vecchia Carnifex e per il nuovissimo fucile automatico fornito dagli Spettri.
Una volta ultimati i preparativi per la missione, le tre donne entrarono all'interno del Mako alla quale Shepard si mise alla guida; avanzava lentamente quando il portellone di sbarco si aprì mostrando il panorama fiammeggiante di Therum: grandi distese di lava riempivano una parte lontana nell'orizzonte, il resto della superficie rocciosa riempiva lo spazio spezzato da pozze più piccole di lava chiaramente incandescente; Shepard premette quindi l'acceleratore del Mako lasciando che il mezzo si librasse nell'aria a tutta velocità mentre veniva catapultato con violenza contro il terreno roccioso, furono in balia della spinta per diverse decine di metri fino a che non riuscirono a frenare l'avanzata violenta del mezzo. A quel punto Shepard riprese la normale corsa del Mako verso l'origine del segnale.
La strada appariva rocciosa e piena di fosse nelle quali il Mako sarebbe potuto restare incastrato, per non parlare poi dei colossi Geth che trovarono; Shepard avrebbe tanto desiderato affrontare le grandi creature, notevolmente più alte di un essere Umano che avrebbero potuto schiacciare il Mako facilmente. « Dobbiamo trovare il modo di eluderli, ci sono delle torrette difensive più avanti. »
Anche quelle sarebbero state un problema, pensò Shepard tra sé e sé. Gli scanner del mezzo rilevarono ogni singolo Geth nell'area e passando per le alte montagne fiammeggianti ebbero ottime possibilità di evitare lo scontro diretto. All'orizzonte infine comparve l'altura col sito degli scavi archeologici: sembrava essere completamente vuoto nonostante fosse chiaro che fosse realizzato da poco, inoltre non sembrava esserci la benché minima presenza di forze ostili; man mano che si avvicinarono però il segnale fu distorto e non poterono più affidarsi al radar del mezzo.
« Probabilmente i Geth ci hanno avvistati. Stanno disturbando le linee, hanno fatto così anche quando ci hanno cacciato da Rannoch... » Tali parlò con estrema calma e con un dolore al cuore al ricordo del pianeta conquistato dai sintetici. A quel punto Shepard fermò il trasporto.
« Procediamo a piedi. Non ha senso utilizzare il Mako. Inoltre le rocce più avanti non ci permettono di passare. » ovviamente né Ashley né Tali ebbero da ridire.
Le tre donne scesero quindi dal mezzo avanzando con le armi puntate in avanti, per la comandante era giunto il momento di provare il nuovo giocattolo degli Spettri. Ne ebbe subito la possibilità: due Geth spuntarono dalle rocce cominciando a sparare, questo danneggiò gli scudi della squadra che corse subito ai ripari.
Shepard prese bene la mira facendo capolino dal proprio nascondiglio e sentendo il tempo rallentarsi mentre prendeva bene la mira, fece fuoco e in pochi istanti distrusse il Geth riempiendolo di proiettili.
Attirò l'attenzione su di sé e fu quindi costretta a nascondersi ancora, Tali sparò dei colpi così da danneggiare il Geth e allo stesso tempo giocherellava col proprio factotum. Quel dettaglio incuriosì la comandante mentre altri spari e proiettili sembravano riuscire a colpirla. Fece nuovamente capolino e vide che una nuova ondata di Geth si era unita alla prima squadra, sparò nuovamente col fucile automatico visto che dalla distanza in cui si trovava non poteva sfruttare i poteri biotici. Un rumore poi colse la sua attenzione.
Un suono intermittente vicino il suo nascondiglio, non fu necessario che controllasse di cosa si trattava per agire: rotolò via dalle rocce raggiungendo la Quarian l'attimo prima che l'esplosione coinvolgesse il punto in cui era prima.
« Cosa stai facendo col factotum? » chiese Shepard quasi arrabbiata con la Quarian visto che non era il momento di pensare alla tecnologia. Sparò dei rapidi colpi ad un altro Geth riuscendo a distruggerlo e tornò riparata.
Tali non rispose subito e alternò gli spari fornendo fuoco di copertura all'artigliere capo che si era spinta più in avanti abbattendo dei Geth. Shepard ne fece cadere un altro e un altro ancora. « Guarda cosa posso fare! » disse la Quarian.
Shepard rimase in piedi con gli scudi appena infranti dal fuoco di un Geth a loro vicino, la Quarian puntò il factotum che si tinse di rosso e mirò contro il sintetico; la testa di quello brillò di una luce rossastra e si voltò sparando contro i propri simili dando man forte all'artigliere capo. « Violazione della Intelligenza Artificiale... » disse Tali compiaciuta di essere riuscita nel controllare uno dei Geth.
Shepard sorrise quasi sadicamente mentre avanzava e ricaricava i proiettili del proprio fucile, sparò dei colpi contro i Geth che continuavano ad arrivare finché non fu abbastanza vicina e protetta dal Geth controllato da Tali, strinse il proprio pugno invocando i propri poteri biotici: realizzò un campo di Singolarità che intrappolò ben quattro creature sintetiche che cominciarono a volteggiare nell'aria, rimasero sotto il fuoco delle tre donne e finalmente l'ondata terminò.
Un ultimo Geth rimase in piedi ancora sotto il controllo di Tali, la Quarian si avvicinò ad esso e puntò la pistola contro il bulbo oculare del sintetico, l'attimo dopo fece fuoco.
« È un peccato non poterci soffermare. Potrei raccogliere dati dai loro nuclei di memoria, chissà quante cose utili potrei riuscire a raccogliere... » sembrava parecchio pensierosa, Shepard si avvicinò alla Quarian puntando gli occhi contro il sito archeologico al quale erano ormai vicinissime. Poteva vedere la scala che le avrebbe portate all'ascensore che portava nelle profondità fino alle rovine.
« Se vuoi puoi raccogliere i dati... » propose Shepard, avrebbero dovuto però lasciarla lì visto che la missione aveva la priorità. Tali però scosse il viso.
« Non è un problema, avrò altre occasioni. Dobbiamo pensare alla missione, siamo qui per la dottoressa T'Soni, no? » la comandante guardò Tali nella maschera e annuì capendo quanto fosse grande il sacrificio della Quarian.
Shepard spostò lo sguardo verso la strada in salita lungo la collina, piena di rocce scavate fino all'accampamento desolato; la comandante fece segno alle altre due di spostarsi così salirono velocemente per il sentiero roccioso, saltando là dov'era necessario e superando i grandi solchi creati, probabilmente causati dai Geth in qualche modo. Quando arrivarono in cima, Shepard si mise alla ricerca di datapad che potessero fornirle indizi sulla presenza della dottoressa Asari o che in qualche modo fossero collegati a lei ma non trovarono nulla. Ad eccezione della grande tenda e delle strutture di raffineria vicine, c'era solo l'ingresso alle caverne: la scalinata artificiale che conduceva all'ingresso dove le avrebbe attese un ascensore per portarle sottoterra.
« È probabile che la dottoressa T'Soni non abbia lasciato nulla dietro di sé. » constatò Shepard guardando verso le strutture di raffineria intorno all'accampamento, sembravano ruderi, cadute in disuso probabilmente.
Si spostò verso il ciglio dell'altura osservando la grande distesa di lava rossa che tingeva tutta l'area di un arancione sbiadito, colpa dello zolfo nell'aria; grazie ai caschi Shepard e le due compagne non poterono sentire il tremendo fetore legato alla natura dei gas prodotti. « Scendiamo in profondità, comandante? » chiese Ashley destando la donna dai propri pensieri. Annuì senza risponderle direttamente e si spostò con l'arma pronta a far fuoco verso le scale.
Shepard salì per prima sulla rampa di scale mentre Ashley e Tali restavano dietro di lei, sentiva una sensazione strana: i Geth stavano lì per un motivo preciso: probabilmente cercavano di non far entrare nessuno, per quale motivo però? Sia che si trattasse della dottoressa che di altro era ovvio che dovevano pensare alla questione dei Geth.
Si avvicinarono all'ascensore e Tali, da esperta tecnica qual'era, mise mano al pannello di controllo della porta e in pochi istanti riuscì ad aprirne l'ingresso, le tre donne entrarono dentro e la porta si chiuse solo quando Shepard premette il pulsante per scendere fino al piano inferiore.
L'ascensore partì a tutta velocità verso il basso, la comandante si appoggiò dolcemente alla parete della cabina mentre attorno a loro sfrecciava il passaggio scavato appositamente per il mezzo. Evocò l'ologramma del factotum il quale indicava un segnale molto scarso in quanto erano sempre più in profondità, improvvisamente però il segnale fu interrotto com'era già successo con quello del Mako, come se la linea fosse distorta da qualcosa. La cosa stranì tutti.
« Può essere anche a causa della tecnologia Prothean. Non sono un'esperta del campo ma è possibile che le rovine interferiscano in qualche modo col segnale. » disse Tali osservando attentamente anche il proprio factotum. Shepard però non era dello stesso avviso.
« E se fossero dei Geth? » la precedette l'artigliere capo, la comandante le fece un cenno e poi un rumore poco più in basso colpì la loro attenzione.
« Restate pronte! » disse mettendo mano alla Carnifex, con quella avrebbe potuto muoversi meglio sul campo di battaglia in quanto ne conosceva la portata; era certa che qualcuno era pronto a riceverli. Le grate che circondavano la cabina dell'ascensore mostrarono qualcosa di diverso rispetto al passaggio roccioso per il quale scendevano.
Pareti formate da una roccia nera e calda, probabilmente si trattava di pietra lavica visto quanto le pareti distorcevano l'aria intorno ad esse per il calore di cui erano impregnate, lontane dall'ascensore c'erano poi differenti strutture simili a grandi blocchi di un metallo sconosciuto, lo stesso della sonda Prothean in effetti, Shepard capì subito che si trattavano delle rovine misteriose che sembravano essere incastonate nella pietra, l'attenzione della comandante fu però rubata dagli spari rivolti contro di loro; localizzò subito tre Geth che prendevano attentamente la mira dai loro nascondigli sulle passerelle di metallo, opera chiaramente costruita in aggiunta per raggiungere le rovine in basso.
« Fuoco di copertura! » urlò la comandante quando l'ascensore si fermò e le sue porte si aprirono, la donna si nascose subito grazie alla passerella mentre le due compagne di squadra facevano fuoco contro il nemico.
Fece capolino e mirò con la Carnifex contro il Geth più vicino che si trovò tempestato dai proiettili, non cedette e si accorse della presenza della comandante troppo tardi in quanto Shepard fece ricordo ai poteri biotici per distruggerlo con un forte Lancio contro la parete. Gli altri due Geth furono danneggiati da Ashley e Tali che però ne abbatterono soltanto uno mentre l'altro restava nascosto e danneggiato.
Shepard corse per le passerelle scavalcandone una per fare prima, atterrò sul metallo che traballò sotto il peso della donna e poi corse contro il Geth che provò a difendersi dalla comandante: sparò dei colpi col fucile ma la donna creò una Barriera attorno a sé per poi sparare e distruggere il sintetico.
Le armi rimasero fumanti per pochi istanti mentre Shepard ricaricava la pistola con nuovi colpi; poco più avanti si trovava un altro ascensore che le avrebbe portate al livello inferiore, la comandante sentiva che non erano sole. “Era solo il benvenuto!” pensò tra sé e sé.
« È strano... » disse Tali quando raggiunse la comandante, la donna guardò la Quarian senza capire il motivo della sua confusione. Teneva il braccio alzato come se volesse toccare la roccia calda ma non lo fece. « È come se la caverna si sia formata tutta intorno alle rovine. » anche Shepard guardò la roccia che aveva già osservato prima.
Non escluse l'idea che un tempo le rovine si trovassero in superficie, tuttavia i moti del pianeta e le continue eruzioni avevano fatto sì che, in quel punto molto instabile, le rovine crollassero e la lava si fosse riversata sopra e intorno permettendo la sepoltura delle rovine Prothean.
« Potrebbe essere caduta nella lava molto tempo fa. » disse Shepard, anche Ashley non mancò di dire la sua.
« Le strutture Prothean dovevano essere molto resistenti se hanno resistito alla lava. Nulla ci riesce, neanche con la nostra tecnologia più avanzata, è possibile che avessero scoperto materiali che noi possiamo solo immaginare... »
« Già. » rispose Shepard freddamente.
Non era da escludere che i Prothean avessero scoperto e creato tecnologie superiori a qualunque cosa potessero immaginare loro nell'epoca presente. D'altronde nessuno era stato ancora in grado di costruire qualcosa di altrettanto grandioso come la Cittadella o i portali galattici stessi, creati proprio dalla specie che cinquemila anni fu venne estinta da un nemico perso nel nulla, e ora quello stesso nemico minacciava la galassia di ritornare per mano di Saren.
Shepard digrignò i denti per la rabbia al pensiero del fatto che il Consiglio sembrava ignorare la minaccia crescente. La donna prese però un respiro e avanzò lungo la passerella, ancora con la pistola in mano e pronta a sparare, fu una buona cosa l'avere l'arma ancora nel pugno visto che dalle passerelle inferiori comparvero due droni volanti.
Shepard non fece in tempo a proteggersi nonostante fosse pronta all'attacco: si buttò a terra per evitare i colpi e pensò di essere riuscita ad evitare la scarica quando avvertì un terribile bruciore alla spalla. Volle ignorare il forte bruciare provocato dalla sparatoria e mirò: premette il grilletto più volte con foga sparando ai due droni in aria mentre l'ascensore portava altri tre Geth, qualcuno li stava mandando per fermarli.
Erano in un punto molto scomodo e privo di ripari: Ashley vide i propri scudi distrutti ben presto mentre Tali aveva avuto modo di entrare in un piccolo e stretto passaggio tra le rocce, cominciò a giocherellare col factotum e Shepard capì subito che stava cercando di Violare una delle IA. Le due donne intrappolate nella passerella si diedero man forte mirando allo stesso drone che si schiantò sulla passerella ed esplose senza però fare dei danni alla struttura.
I tre Geth arrivati mirarono contro Shepard quando qualcosa li distrasse: il drone in aria prese vita e cominciò a sparare contro i sintetici, merito di Tali ovviamente che lo stava comandando. Shepard ed Ashley spararono dopo aver ricaricato i proiettili e presero meglio la mira contro le tre creature ormai prossime alla distruzione.
Tali sbucò dal proprio nascondiglio tra le rocce e premette una sequenza di pulsanti che fecero esplodere il drone. « Alcuni sintetici hanno funzioni di autodistruzione. » fece una pausa. « Ecco perché non ho potuto fare lo stesso col Geth di prima, non aveva lo stesso circuito. » spiegò senza che qualcuno lo avesse chiesto, la cosa fu comunque apprezzata.
Shepard si rimise in piedi grazie all'aiuto di Ashley, lo sforzo eccessivo però le fece sentire il dolore del colpo che aveva incassato nella spalla. Fece una smorfia e ovviamente l'artigliere capo vide il foro sulla nuova armatura.
« Comandante sei stata ferita! » disse indicando la ferita.
Shepard era abituata a prendere proiettili nel corpo, durante la sua carriera militare sembrava quasi essere il bersaglio preferito di ogni nemico. Tuttavia ciò non significava che non le faceva male la spalla; un leggero rivolo di sangue le scorreva sulla palle dandole un fastidio simile al solletico.
« Sto bene. È solo un colpo non preoccupatevi, la Chakwas mi rimetterà in sesto quando saremo tornate sulla Normandy. » fece una pausa e di assicurò di coprire la ferita con una piccola razione di medi-gel che si era portata. « Adesso andiamo: se c'è la dottoressa T'Soni qui vuol dire che è in pericolo e non possiamo permettere che Saren la prenda! »
Per quanto le sue parole sembravano fuori posto persino per se stessa, le due compagne di squadra fecero come ordinato: avanzarono tutte e tre verso il successivo ascensore, molto diverso dal primo preso, questo era traballante e la sua struttura era incredibilmente debole. Entrarono e premettero il pulsante nella tastiera che scese con la stessa velocità a cui avevano già viaggiato, sprofondarono verso la base delle rovine dove era stata scavata l'intera zona con molta cura.
A pochi metri dalla successiva passerella però l'ascensore cominciò a rallentare in maniera anomala: Shepard sentì il pavimento sotto di loro traballare come se stesse per staccarsi da binari. « Che succede? » chiese l'artigliere capo.
Ebbero la risposta pochi secondi dopo quando l'ascensore rimase completamente fermo a mezz'aria, vicino a loro c'erano comunque delle passerelle che le avrebbero portate al piano inferiore proprio dove una grande luce azzurra sembrava illuminare l'intera area dello scavo.
« Dovremo procedere a piedi da qui. » disse Shepard, scesero dall'ascensore aprendo con forza le porte che lo chiudevano e lasciandosi cadere sulle passerelle.
Le attraversarono facendo il giro della grotta e arrivando poi al piano inferiore, scavalcarono la ringhiera e atterrarono proprio davanti l'origine della luce: Shepard dovette strizzare gli occhi visto quant'era forte e violenta; man mano che passavano i secondi però la sua vista di abituò a quella nuova visione e poté scorgere i dettagli di una figura femminile sospesa a mezz'aria con la paura negli occhi. Era un'Asari.



 

Therum: Fa caldo eh?

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Capitolo 7
*** 07 - Passione per i Prothean ***


Capitolo settimo:

Passione per i Prothean




L'Asari sollevata nella stanza indossava una stretta divisa che faceva riferimento al suo stato di dottoressa. Era aderente e le disegnava le morbide curve femminili tipiche di ogni Asari in quanto tutte donne; sembrava molto spaventata e quando vide le tre donne appena arrivate dalla passerella, cominciò a dimenarsi restando però incatenata da una forza invisibile.
« Vi prego aiutatemi, per la Dea! » invocò l'aiuto di Shepard con la voce tremante per la paura.
La comandante si avvicinò ancora di più toccando con una mano lo strato di vetro oltre il quale c'era la luce azzurrognola della stanza in cui l'Asari era prigioniera. « Siamo qui. Stai bene? Sei ferita? » chiese la comandante con gentilezza mentre osservava gli occhi blu e penetranti dell'altra.
Quella abbassò lo sguardo incrociando gli occhi di Shepard, una luce di speranza vi comparve visto che qualcuno avrebbe potuto salvarla. « Ti prego aiutami, sono rimasta bloccata da questo dispositivo Prothean. Devo averlo attivato per sbaglio, ti prego aiutami! »
« Sei la dottoressa Liara T'Soni, giusto? » chiese Shepard, l'Asari rimase di sasso per pochi istanti, poi annuì lentamente e ciò fece zittire le tre donne.
« Come sei rimasta bloccata là dentro? » chiese Ashley avvicinandosi a sua volta alla prigione di vetro, era chiaro che dalla voce diffidava dall'Asari visto il rapporto con Benezia, avrebbe potuto trarle in inganno o in una trappola per quanto poco sapevano sul suo conto.
Poteva essere un pericolo.
« Mi sono messa al riparo quando sono arrivati i Geth. Devo aver attivato qualche funzione del dispositivo per sbaglio mentre cercavo di chiudermi all'interno delle rovine per evitare che entrassero... » la dottoressa T'Soni sembrava sincera; Shepard il più delle volte capiva come le persone si sentivano, sentiva a pelle se qualcuno era pericoloso o se stava mentendo. Ed era sicura che l'Asari non lo facesse.
« E che ci dici di Benezia? Sta collaborando con i Geth e con Saren, potresti essere dalla sua parte... » continuò Ashley rivolgendole le accuse, l'Asari cercò di scuotere il viso mordendosi le labbra per il fallito tentativo però.
« Io non sto con nessuno! Aiutatemi e cercherò di esservi d'aiuto come meglio posso... » rispose ancora una volta.
« Va bene, Liara. Ti tireremo fuori da lì, sono il comandante Jane Shepard, sono dell'Alleanza. » era una promessa che le aveva fatto, avrebbe trovato il modo di portarla lontana dalle mani di Saren e messa al sicuro.
« Il dispositivo può essere disattivo solo dall'interno. Dovrai trovare un modo per entrare qui... » fece una breve pausa. « Fai attenzione, comandante. Ci sono molti Geth e c'è anche un Krogan con loro... » l'Asari li mise in guardia dai pericoli che si celavano all'interno delle rovine: non fu necessario controbattere ancora quindi si allontanarono dalla prigione avvicinandosi alla balaustra di ferro.
Shepard non ebbe neanche il tempo di sospirare che subito si trovarono sotto il fuoco nemico, ancora una volta si buttò a terra mettendosi nascosta dietro i pannelli della ringhiera, prese la Carnifex e quando ne ebbe occasione fece capolino col corpo e puntò contro un bersaglio: c'erano cinque Geth nascosti in un piccolo accampamento di scavi; tre di loro erano nascosti dalle tende, un altro si trovava in una passerella lontana mentre un altro ancora cercava di salire la rampa per arrivare alle tre donne. Shepard puntò contro il nemico più lontano riuscendo a colpirlo e a danneggiarlo.
Corse via dalla sua postazione mentre i proiettili seguirono la sua scia distraendo quindi i nemici dal fuoco di Ashley e di Tali che concentrarono le loro attenzioni contro i tre per terra.
Shepard fece una ruota per entrare nella rampa di metallo e trovandosi davanti il Geth, per la Carnifex per la canna e diede due colpi ben mirati al bulbo oculare del Geth che parve intontito dal colpo; la comandante strinse il pugno evocando il proprio potere biotico creando un Lancio caricato di tutta l'energia che aveva, lo spinse contro la parete opposta facendolo esplodere in pezzi quando colpì le rocce.
Ancora una volta dovette rimettersi giù per evitare i proiettili, un Geth si era separato dai tre nelle tende e stava cercando anche lui di salire sulle passerelle: Shepard mirò contro la creatura lanciando una Deformazione che lo colpì in pieno, il corpo del sintetico subì evidenti danni e prese fuoco in alcuni punti, la comandante partì alla carica della creatura scendendo le rampe e distruggendo il Geth con i proiettili.
L'aria rimase silenziosa per pochi istanti nella quale Shepard vide due Geth distrutti, altri spari cercano di colpirla ma lei evocò una Barriera per difendersi così non venne ferita ulteriormente grazie al potere biotico; prese nuovamente la mira e con gli ultimi colpi distrusse il Geth sulla passerella che aveva cercato di colpire fin dall'inizio.
Venne ancora una volta il silenzio ed Ashley e Tali raggiunsero la comandante accertandosi che stesse bene . « Dobbiamo trovare un modo per entrare nella prigione... » disse Shepard alle due compagne di squadra.
Guardò l'accampamento e tutto ciò che avevano intorno: un grande dispositivo simile ad una pistola gigante si trovava vicino ad un pannello di controllo, sembrava essere una trivella; c'erano poi due tende con alcune provviste all'interno, c'erano anche i cadaveri di due Umani e un Salarian, altri scavatori uccisi dai Geth brutalmente vista la natura dei fori sui corpi.
« Diamo un'occhiata in giro. » disse alle due compagne, si avvicinò quindi alle tende per cercare un modo per entrare nelle rovine, possibilmente lo stesso utilizzato dall'Asari ma non sembrava esserci nulla di utile.
Si voltò dando le spalle alle due compagne che restarono nella tenda, Shepard mise le mani ai fianchi mentre con la mente cercava un modo per tirare l'Asari fuori dalle rovine, poi le venne in mente l'idea quando il suo sguardo si posò sulla grande trivella nel campo: poteva essere rischioso visto quanto l'intero pianeta fosse instabile, però era un'idea!
« Tali ho bisogno del tuo aiuto! » disse la comandante ordinando alla Quarian di raggiungerla. Tali seguì la comandante fino alla trivella e le indicò il pannello.
« Vuoi usare il laser minerario, comandante!? » chiese Ashley pietrificata dalla follia della cosa. Sarebbero potute restare seppellite all'interno del sito archeologico.
« Perché no? È un'idea fantastica, complimenti Shepard non ci avrei mai pensato... » disse Tali con evidente meraviglia, chiamò l'ologramma del factotum e cominciò a digitare dei tasti, Shepard era certa che Tali avrebbe facilmente violato i comandanti del laser così da attivarlo; una volta che fosse stato puntato contro la parete della rovina avrebbero potuto fare breccia nella prigione.
Di certo fu un procedimento lungo visto quanto la Quarian perse tempo, trovare la combinazione sembrava più difficile del previsto visto che non avevano una base da cui partire. Shepard rimase quindi seduta accanto alla Quarian mentre rifletteva attentamente sull'andamento della missione: utilizzando la trivella rischiavano di distruggere le rovine per intero ed erano molto antiche!
Di certo il Consiglio avrebbe avuto da ridire, ne era sicura ma non c'era altra soluzione per liberare la dottoressa.
Guardò Ashley che, per ingannare il tempo, giocherellava con alcune pietre per terra dando loro dei calci; un rumore la distrasse dai propri pensieri: la trivella cominciava a girare velocemente mentre la Quarian sembrava festeggiare la sua riuscita.
La trivella rivolse la sua punta contro la parete di metallo Prothean e cominciò a girare sempre più velocemente fino a che non sputò un raggio di luce bianca che venne scagliato con violenza contro le rovine, ci fu molto fracasso e poi un'esplosione nella quale volarono detriti da tutte le parti, le rovine sembravano aver subito un danno strutturale in quanto sembrava traballare.
Tali premette la sequenza per interrompere il raggio così che loro potessero passare tranquillamente, Shepard sperava quasi che non fosse quella la causa dell'instabilità delle rovine ma era chiaramente causa della loro azione.
Si avvicinarono tutte e tre al varco appena aperto entrando così all'interno delle rovine: sembravano quasi le piastrelle di un bagno, Shepard sorrise tra sé e sé a quel paragone fatto ma non si concesse troppi istanti di tranquillità in quanto oltre ai Geth che li cercavano avevano un nuovo problema addosso.
Arrivarono in quello che sembrava un ascensore: una grande pedana circolare con un comando al centro, anche quello olografico come molte tecnologie attuali; premettero i tasti del pannello così poterono salire al piano superiore dove si trovava la prigione della dottoressa Asari.
Ci fu una scossa di assestamento mentre salivano lentamente verso l'alto; Shepard ed Ashley si scambiarono un'occhiata d'intesa. « Dobbiamo sbrigarci, comandante. Qui sta per crollare tutto. » disse l'artigliere capo alla comandante.
Shepard annuì e quando l'ascensore si fermò si trovarono alle spalle dell'Asari sospesa, accanto a lei il dispositivo che aveva azionato per difendersi e con il quale era rimasta bloccata nella prigione. Fece cenno a Tali di andare al pannello per sbloccare l'Asari.
« Siamo qui. » disse Shepard chiamando la dottoressa, quella cercò il suo sguardo quasi come se cercasse la luce del sole. Quando vide il volto della comandante si illuminò.
« Come avete fatto a... » Liara fece una paura subito dopo aver cominciato la frase. « Non mi importa. Grazie. » l'attimo seguente la forza che la teneva sospesa nella stanza scomparve e lei cadde direttamente tra le braccia di Shepard.
« Dobbiamo uscire subito. Le rovine sono troppo instabili, Shepard. » avvertì Tali, la comandante annuì accertandosi al contempo che l'Asari stesse bene.
« Suppongo che potremmo usare l'ascensore con il quale siete arrivate qui. » rispose Liara, non c'era tempo da perdere per ciò entrarono direttamente nella piattaforma e Tali premette i pulsanti del pannello per arrivare fino in cima.
Era evidente che Liara fosse sconvolta e confusa su ciò che stava accadendo e sul perché i Geth fossero là, i suoi occhi erano sbarrati ed era pensierosa. « Ancora non capisco perché stia succedendo tutto questo, soprattutto perché mia madre e Saren mi cercavano... »
« Ascolta signorina esperta dei Prothean, se sai anche la minima cosa riguardo il loro piano devi dircelo! » Ashley si voltò in maniera piuttosto sgarbata nei confronti dell'Asari che rispose invece con innocenza e dolcezza.
« Io non so nulla! » un'altra scossa di assestamento, Shepard guardò verso l'alto dove si stava aprendo un'apertura che le avrebbe portata direttamente alle passerelle superiori dove lei era stata ferita, ci fu un altro tremore.
Premette il pulsante del casco per comunicare direttamente con Joker sulla Normandy. « Joker portaci subito fuori di qui. Sta per esplodere tutto! » era piuttosto ansiosa e sapeva bene che stavano rischiando molto.
« Ricevuto, comandante. Sarò lì tra circa otto minuti! » rispose il pilota della nave. Otto minuti sembravano un'infinità di tempo quando si era in pericolo.
« Sii più veloce! » ordinò la comandante, a quel punto l'ascensore si fermò in quanto erano finalmente arrivate all'ultimo piano della struttura.
A dare il benvenuto alla quattro donne ci fu un gigantesco Krogan corazzato, un sorriso tetro stampato sul volto mostruoso, dietro di lui tre Geth impugnavano dei fucili. Era chiaro che fossero lì per Liara. « Arrendetevi subito. » disse il Krogan minacciosamente. « Anzi no, renderebbe la cosa divertente almeno. » continuò con un grugnito.
Shepard rivolse velocemente un'occhiata ai Geth e poi alle sue spalle verso Tali, la Quarian si nascose dietro la comandante e cominciò ad interagire con il factotum per violare uno dei Geth presente; il compito di Shepard fu quello di rallentare l'attacco del Krogan. « Perché la vuoi? Cosa cerca Saren da lei? » chiese la comandante.
Il Krogan fece ancora un sorriso stringendo il manico del proprio fucile a pompa. « Saren non mi ha detto perché la vuole. Sono un mercenario e vuole l'Asari. Mi pagherà moltissimo quando gliela porterò... »
Ancora troppo poco tempo: Liara intervenne in sua stessa difesa in quanto si parlava di lei. « Io non verrò mai con Saren. Non aiuterò mai neanche mia madre nel vostro folle piano. » Shepard guardò ancora indietro e vide Tali ancora concentrata sul factotum, il Krogan era sempre più furibondo e pronto a far fuoco. La comandante parlò ancora.
« Non deve finire così. Possiamo parlare... »
Ogni tentativo però fu inutile in quanto il Krogan era ostinato, sbuffò di rabbia e parlò: « Uccidete tutti quanti. Tranne la dottoressa Asari e nel caso si mettesse in mezzo uccidetela, peggio per lei! »
« Shepard ci sono! » urlò Tali, a quel punto sia la comandante che Ashley tirarono fuori le armi, mentre Shepard utilizzava una Barriera e si buttava addosso a Liara per proteggerla; Ashley e la Quarian corsero ai lati della piattaforma: sia il Krogan che uno dei Geth spararono contro gli alleati, gli altri due Geth invece lottarono tra di loro.
La comandante si alzò aiutando Liara che aveva fatto qualcosa di più incredibile: la Barriera di Shepard era ancora integra in quanto l'Asari aveva generato una Barriera ancora più grande e che usciva addirittura dal proprio corpo fino a proteggere un'area piuttosto piccola ma difesa.
Merito del grande potere biotico delle Asari.” pensò Shepard. Cominciò a sparare contro il Krogan che cercò riparo inutilmente in quanto era sotto il fuoco incrociato di Ashley, fu però molto difficile da abbattere in quanto per sua natura la creatura possedeva una rigenerazione dei tessuti molto veloce; con un urlo poi si diresse in carica contro Shepard che restava ancora al fianco di Liara.
L'Asari caricò uno dei suoi colpi più potenti generando una Deformazione nel corpo del Krogan che soffrì per il terribile dolore del potere biotico, Shepard fece ancora fuoco contro la creatura che non si siede per vinta nonostante fosse ferita in più punti, resisteva a tutti quei colpi incassati che normalmente avrebbero ucciso qualunque essere vivente. Ashley comparve alle spalle del Krogan, tra le mani stringeva una bomba che venne lanciata contro la creatura; ancora una volta Liara evocò la Barriera intorno a se stessa e a Shepard e la bomba colpì il Krogan che esplose subito dopo, cadde a terra ormai morto mentre gli altri Geth erano tutti stati distrutti con l'aiuto della Violazione IA di Tali.
Le quattro si trovarono ancora una volta al centro della piattaforma e un altra scossa fece tremare tutto quanto, stavolta però un pezzo di roccia si staccò dal tetto delle rovine cadendo al centro della stanza. « Andiamo via! Subito! » urlò Shepard indicando l'apertura delle rovine.
Cominciarono a correre lasciando la piattaforma sotto il crollo di altre macerie, superarono le passerelle con velocità mentre alcune di queste perdevano i tiranti che le tenevano sospese, raggiunsero l'ultima rampa di scalini che le avrebbe portate all'ascensore quando questa si staccò facendo scivolare Shepard che era rimasta indietro per assicurarsi che tutte le altre si fossero salvate.
La donna restò sospesa nel vuoto; senza chiedere aiuto venne salvata da Liara che ritornò indietro per la comandante, le mise le braccia attorno alla vita così da sollevarla e insieme percossero la passerella cadente per entrare nell'ascensore; l'attimo seguente Tali premette il pulsante così da farle salire verso la superficie che in pochi minuti raggiunsero.
Aprirono la successiva porta trovandosi di nuovo all'aria aperta: un forte vento spirava da destra, proprio dove la Normandy sorvolava l'accampamento esterno al sito archeologico, il portellone spalancato e il Mako pronto per portarle di nuovo indietro, probabilmente qualcuno era sceso per prenderle.
Shepard tirò un lungo sospirò mentre il terreno continuava a tremare, erano ormai in salvo ma non per questo si fermò a riposare, corse dalle altre tre compagne sul Mako e infine ritornarono sulla Normandy.
« Joker comunica ai membri della mia squadra che siamo a bordo e che voglio vederli subito nella sala comunicazioni. » ordinò Shepard parlando tramite il casco con il pilota. Ora che avevano portato in salvo la dottoressa dovevano decidere quale pista avrebbero seguito da quel punto.
Per questo motivo Shepard voleva riunire i suoi compagni; si fermarono di fatti pochi istanti nell'hangar, il tempo necessario affinché si togliessero le armi e le corazze; tutti notarono la ferita alla spalla della comandante e cercavano di curarla ma lei lo impediva dal momento che stava bene.
Le quattro donne raggiunsero la sala briefing in pochi minuti salendo per l'ascensore e poi le scale che le portarono nella sala tattica. Successivamente entrarono nella porta davanti alla mappa galattica trovando i compagni di squadra già seduti e pronti per ascoltare Shepard.
Ashley si andò a sedere accanto al tenente Alenko che stava seduto con una gamba piegata sull'altra, il posto successivo era quello della comandante ed era vuoto. Liara e Tali si andarono a sedere nei posti vicino a Wrex e Garrus.
Prima che Shepard potesse parlare, la voce di Joker echeggiò nella stanza dall'altoparlante. « Per un pelo, comandante. La Normandy non è progettata per sopportare le alte temperature, lo sai bene. Ancora un po' e fondevamo la scafo della nave! » Shepard si morse le labbra.
Lo sapeva bene, era quasi certa fin dall'inizio della missione che sarebbe finita in quel modo e non era di certo sua intenzione mettere in pericolo la sua nave. « Siamo quasi morti su Therum e tu pensi solo a fare delle battute? » chiese Liara in un misto di confusione e fastidio. Questo fece fare a Shepard un mezzo sorriso.
« Joker ci ha salvato il culo, credo si sia guadagnato il diritto di fare qualche battuta cattiva. » rispose la comandante all'Asari, la donna annuì come se avesse compreso qualcosa di importante, piena di stupore.
« Capisco... » fece una breve pausa e ripreso subito: « È la prima volta che ho a che fare con la vostra specie, comandante. Ancora non capisco i vostri modi di fare. » continuò, abbassò lo sguardo. « Grazie ancora per avermi salvata ad ogni modo. » terminò.
« Non c'è di che... » rispose Shepard sorridendo all'Asari ancora spaventata da ciò che aveva passato. « Spero tu possa aiutarci: Saren sta cercando il Condotto, hai idea di cosa possa essere o di dove possa trovarsi? »
L'Asari rifletté attentamente su quella parola. « Suppongo sia legato in qualche modo all'estinzione dei Prothean. Non mi sono mai imbattuta in questo termine in cinquant'anni di ricerche... » l'Asari parve imbarazzarsi alla vista di tutti che la guardavano straniti dall'età impiegata nelle ricerche. « Ho centosei anni. » ammise infine.
« Per la miseria! Spero di avere il tuo fisico quando arriverò alla tua età! » commentò Ashley con spavalderia facendo una battuta, Shepard però non era dell'umore per ridere, Liara non sembrava poterli aiutare.
« Sono relativamente giovane tra le Asari. Ho appena raggiunto la maggiore età. La nostra vita è molto più lunga rispetto a quella delle vostre specie... » ovviamente non aveva colto il sarcasmo dietro la battuta di Ashley.
« Cos'hai scoperto durante le tue ricerche? » chiese il tenente, la comandante lo guardò annuendo sapendo che era quella la domanda migliore da porre all'Asari.
« Molto poco in verità: dopo la loro scomparsa, quasi tutte le tracce dei Prothean sono scomparse dalla galassia. Ho scoperto però che non si tratta dell'unica specie scomparsa nel nulla, si tratta di un ciclo... »
« Se non ci sono tracce come hai fatto a capire che c'è un ciclo e altre specie estinte prima dei Prothean? » chiese Ashley interrogando Liara.
La dottoressa rispose immediatamente. « Ho trovato pochissime tracce, già è difficile trovarne dei Prothean quindi è quasi impossibile trovarne dei predecessori. Ma ho scoperto degli schemi comuni tra le sparizioni. » fece una pausa nella quale deglutì. « Una specie compie il suo ciclo vitale arrivando a sviluppare tecnologie potenti e quando arriva al massimo del suo progresso segue l'estinzione. »
« I Razziatori! » Shepard intervenne non appena l'Asari ebbe finito di parlare, era tutto chiaro. Ovvio! « Ecco cosa mi è stato mostrato nella visione della sonda di Eden Prime: i Prothean hanno cercato di farmi vedere il loro ciclo vitale distrutto non dai Geth, ma dai Razziatori! »
Liara annuì interessata alla teoria della comandante. « Una sonda Prothean ti ha mostrato una visione... è comprensibile. » disse. « I Prothean comunicavano in questo modo utilizzando le sonde che interagivano direttamente con la mente dell'utilizzatore. Tuttavia erano create solo per la loro specie, sei fortunata ad essere ancora viva; una mente comune sarebbe stata distrutta dalla sonda. »
Shepard annuì sospirando, ebbe una fitta di dolore alla spalla che sfiorò appena con le mani tornando poi a concentrarsi: non avevano nulla tra le mani. Nulla che non sapevano già, questo significava che brancolavano ancora nel buio e che avevano speranza di trovare risposte solo su Feros e Noveria. « Credo che per oggi abbiamo finito... »
« Vorrei entrare nel tuo equipaggio, comandante. » disse Liara alzandosi di scatto dalla sedia e avvicinandosi alla donna. Anche gli altri si alzarono. « Hai visto di cosa sono capace, fammi entrare nel tuo equipaggio. »
« Le Asari hanno notevoli poteri biotici, potrebbe essere un buon acquisto in combattimento... » commentò Wrex mentre gli altri cominciavano ad uscire dalla stanza.
Shepard rifletté pochi istanti, l'Asari voleva riscattare l'onore della madre e riparare al danno che quella stava compiendo. « Benvenuta a bordo, Liara. » fece un sorriso alla giovane Asari che ricambiò, poi il sorriso le morì in volto e parve essere sul punto di svenire. La comandante si sporse in avanti cercando di reggerla ma non fu necessario.
« Mi gira un po' la testa, sto bene comandante... » disse lei.
« Dovresti andare dalla dottoressa Chakwas. Dovresti riposarti un po'. Avremo modo di parlare più tardi... » disse Shepard cercando di essere simpatica con la donna, quella annuì e la comandante fece cenno ad Alenko di accompagnarla al ponte dell'equipaggio.
« Siamo vicini a una boa trasmittente, comandante. Vuoi che ti apra un collegamento col Consiglio? Scommetto che sono desiderosi di parlare con te del tuo rapporto... » la voce di Joker risuonò nuovamente nell'aria.
Aveva avuto tempo di stilare un veloce rapporto mentre erano sul Mako, non si era persa in dettagli ma era chiaro che il Consiglio avesse delle domande. « Apri il collegamento. »
La stanza parve perdere la propria luminosità mentre tre ologrammi comparivano: rappresentavano le figure dei tre consiglieri che probabilmente stavano beati e tranquilli nella Cittadella, incuranti del vero male. « Abbiamo letto il suo rapporto, comandante. » cominciò il Consigliere Asari. « Pensa sia sicuro ammettere la dottoressa T'Soni a bordo della Normandy? » chiese piuttosto scettica.
La comandante annuì e rispose: « Mi fido di Liara, non credo che abbia altri legami con Benezia che non siano legami sanguigni... » disse in tutta sincerità.
Il Consigliere rimase in silenzio evidentemente preoccupata ma non così tanto da continuare ad esporre la sua diffidenza dalla donna della sua stessa specie. Toccò invece al Consigliere Turian intervenire al riguardo, era molto più infastidito degli altri due. « Abbiamo la dottoressa, è un bene. Ma era proprio necessario far saltare in aria le antichissime rovine Prothean? Abbiamo già così poco di loro... »
Shepard trasse un lungo sospiro cercando di contenersi dal dire a Joker di chiudere immediatamente il canale di comunicazione. Si limitò a stringere i pugni. « Purtroppo è stato necessario. Non avevo altro modo per tirare fuori Liara dalle rovine. Siamo fortunati ad esserne usciti vivi vista la presenza di Geth nel sito... » lasciò la frase in sospeso aspettando che qualcun altro la criticasse.
Fu il Consigliere Salarian a parlare, ma non in negativo: « Assolutamente concordo con te, comandante. La missione prima di tutto. Hai fatto la scelta giusta. Confidiamo in te per le prossime missioni. » dette quelle parole il canale venne interrotto, probabilmente dai consiglieri stessi.
Shepard rimase quasi senza parole, si aspettava di essere sgridata e invece era andato tutto molto bene. Guardò nuovamente la ferita che si era fatta: una piccola ferita per una missione ben riuscita, poteva andarle più che bene.

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Capitolo 8
*** 08 - Giornata di licenza ***


Capitolo ottavo:

Giornata di licenza
 


Shepard entrò nell'ascensore premendo il pulsante che l'avrebbe portata al ponte dell'equipaggio dove Liara aveva avuto modo di riposarsi: voleva sincerarsi delle sue condizioni mentre erano in viaggio per attraversare il portale galattico. Dopo questa missione, la comandante voleva fare una breve sosta alla Cittadella: non che non si fidasse delle abilità della Chakwas, ma Liara era comunque un'Asari e la fisionomia della specie era tra le più complesse. Voleva che il suo equipaggio stesse al meglio quindi aveva impostato la rotto verso la Cittadella senza comunicare con Joker.
Le porte si aprirono e la donna si trovò nel ponte dell'equipaggio, fece il giro dell'ascensore e camminò lungo la sala comune superando i membri dell'equipaggio e arrivando infine all'infermeria.
La sala era vuota: quando entrò Liara era l'unica paziente distesa su un lettino mentre la Chakwas stava poco distante annodando qualcosa su un datapad. Quando l'Asari vide Shepard in avvicinamento si alzò dal proprio posto mettendosi seduta per ricevere la comandante.
« Salve comandante, sei venuta a sincerarti delle mie condizioni? » chiese Liara dolcemente guardando dritta negli occhi la comandante. Shepard annuì e si fermò davanti all'Asari mettendosi seduta su uno sgabello vicino.
« Volevo solo sapere come stavi. Ti vedo bene... » disse con tutta sincerità, l'Asari fece un grande sorriso col quale mostrò la bellissima e pulita dentatura.
« Sì, sto bene. Sono rimasta colpita dalla conoscenza della tua dottoressa della fisionomia Asari. » fece una pausa che seguì un sorriso quasi imbarazzato.
« Figurati. Ci stiamo comunque dirigendo verso la Cittadella, se vuoi potrai vedere un medico più qualificato. » disse Shepard in tono abbastanza protettivo, si sentiva quasi di parlare ad una sorella, qualcosa che non aveva mai avuto.
« Grazie mille per la fiducia, comandante. Significa molto per me e giuro che ti aiuterò come meglio posso. » continuò Liara; Shepard chiuse gli occhi appena e scosse il viso.
« Mi fido di te, Liara e non hai da provarmi nulla. » fece una breve pausa. « Volevo parlare un po' del tuo lavoro... mi incuriosisce molto: gli studi sui Prothean, ti piace? »
A quella domanda la donna blu alzò il volto con piena fierezza, come ogni dottore che parla delle proprie ricerche. « Sì, rinvenire pezzi importanti della storia dell'universo; per conoscere il nostro presente dobbiamo studiare prima il nostro passato e capire meglio chi ci ha preceduto. »
« E fai tutto questo da sola? Non soffri un po' la solitudine? » chiese la comandante, era certa di non aver visto qualcuno che potesse indicare l'alleanza con l'Asari e lei non aveva neanche chiesto di eventuali compagni.
« No, in verità. » rispose in un primo momento. « Sai, a Benezia non piaceva l'idea che facessi l'archeologa; ma trovo tutto questo molto affascinante. » fece un'altra pausa. « Trovo te molto affascinante. »
Shepard non seppe come sentirsi: sembrava molto un complimento da una parte, dall'altra però sapeva di essere affascinante per via delle visioni e dei collegamenti con i Prothean. « Sembra quasi che tu voglia dissezionarmi... » disse scherzando un po', l'Asari diventò di un colorito violaceo che Shepard collegò al rossore delle guance umano.
« Per la Dea no! » imprecò Liara scuotendo il volto. « Non era mia intenzione dirti questo! Intendevo solo per il fatto che hai avuto modo di assistere alla visione della sonda e... »
« Tranquilla, Liara. Stavo solo scherzando. » la interruppe Shepard, l'Asari parve rilassarsi scambiando l'emozione di imbarazzo con quella di serenità. « Ti lascio riposare ancora un po'. Voglio che tu stia bene. » dette quelle ultime parole diede le spalle all'Asari e uscì dalla stanza.

***

Dopo poche ore di sonno nella sua stanza, Shepard decise di alzarsi dal letto, farsi la doccia come suo solito e poi vestirsi per unirsi agli altri nel ponte dell'equipaggio. Anche quella notte le visioni dei Prothean l'avevano tormentata, in maniera più “dolce” almeno; non avevano scoperto nulla da Therum o da Liara, tuttavia la mente di Shepard cominciava a riordinare i propri pensieri nella speranza di riuscire nella missione; un po' com'era stato quando avevano trovato Tali e le prove contro Saren.
Quando entrò nella sala comune trovò proprio la Quarian, piuttosto silenziosa e da sola come quasi tutti i membri alieni dell'equipaggio. Teneva il viso col casco abbassato guardando il tavolo vuoto. « Tali? Tutto bene? » chiese la comandante.
La Quarian guardò la donna attentamente, Shepard cercò di individuare gli occhi di Tali attraverso lo specchio del casco, vide solo due brillanti luci. « Sono solo un po' giù di morale, Shepard. Nulla di che... » restò molto vaga.
La donna chiaramente non poté sentirsi dire solo quello in quanto ci teneva che il suo equipaggio stesse bene. « Ti senti fuori posto? Qualcuno di tratta male? Adams? » cercò di indovinare la possibile causa del disagio della Quarian.
Al nome dell'ingegnere quella scosse la mani. « No, no è sempre così gentile con me! » ancora una volta silenzio. « Ho solo un po' di nostalgia da casa, i motori della Normandy sono troppo silenziosi. Come fai a dormire la notte? »
« Che intendi dire? » chiese Shepard. Ancora una volta tali abbassò il casco come per evitare gli occhi della comandante.
« Nella Flotta migrante quando sentiamo il silenzio è un disastro: significa che uno motore è in avaria o è rotto. » quelle parole colpirono Shepard, non aveva mai provato quella sensazione, anzi il più delle volte amava il silenzio. « Volevo solo allontanarmi un po' da casa, ma mi rendo conto solo adesso quanto possa mancarmi... » continuò.
« Non apprezziamo ciò che abbiamo fino a quando non lo perdiamo. » le disse Shepard con tono dolce, era normale che la Quarian avesse nostalgia, poteva capirlo benissimo in quanto il suo distacco dalla nave dei genitori l'aveva rattristita, eppure per lei era stata la scelta giusta.
« Hai ragione; sai alcuni Quarian non fanno ritorno dal loro pellegrinaggio, ho sempre pensato che fossero morti. Ma adesso mi rendo contro che potrebbero aver scelto una vita fuori dalla flottiglia... » guardò ancora Shepard. « Scusami non volevo farti deprimere con i miei problemi. »
La comandante fece un gran sorriso, sfoderando il proprio fascino e carisma. « Figurati Tali, sono qui per ascoltarti. Pensi che ritornerai a casa dopo questo? »
La Quarian annuì più volte. « Amo la mia casa. E amo la Flotta migrante. Non posso immaginare la mia vita diversamente... » rispose con totale sincerità.
« Ne sono felice. » disse Shepard. « Vado a parlare con Joker, credo che dovremmo essere molto vicini alla Cittadella ormai... » con quelle parole si congedò dalla Quarian.
Percorse nuovamente il corridoio andando poi all'ascensore che l'avrebbe portata al ponte superiore, si chiuse dentro sentendo la mente libera da ogni pensiero: a tratti pensava alla ricerca di Saren su Noveria e Feros; non era certa che la sua decisione di fare una sosta alla Cittadella fosse corretta ma si disse che doveva esserlo.
Lei stessa poteva prendersi pochi istanti di riposo, anche semplicemente uscendo fuori dalla Normandy per respirare l'aria fresca e pulita.
Salì per le scale velocemente superando poi la sala tattica dove l'ologramma della mappa indicava che avevano già attraccato al molo dell'Accademia SSC. Doveva aver dormito più del previsto se erano già arrivati...
Quando si avvicinò alla sedia del pilota vide che tutti i sistemi erano spenti, già freddi. Erano sulla Cittadella già da un po' allora. Stava per chiederlo a Joker quando l'uomo girò il proprio sedile restando comodamente seduto.
« Sai comandante, io preferisco l'oro all'argento; se non ti dispiace ovviamente. Sai... per la mia medaglia. » la donna non capì subito quello di cui l'uomo stava parlando, un rapido scambio di sguardo col pilota le fece intuire che parlava del salvataggio su Therum.
« Vuoi davvero una medaglia al valore, Joker? » chiese lei cominciando a rispondere a tono: « Dovresti stare in piedi su un palco davanti a centinaia di persone per tutta la durata della cerimonia. Posso parlarne col Consiglio se vuoi, magari posso organizzare io stessa la cosa... »
Vide il pilota sbuffare, in parte sconfitto e infastidito e dall'altra molto divertito dalla risposta. Si girò per intero con il sedile. « Meglio di no, ripensandoci. »
« Ne ero certa. Sai dirmi da quanto siamo fermi? » chiese Shepard al pilota, Joker osservò distrattamente l'orologio che segnava l'orario terrestre. Erano le due del pomeriggio.
« Circa qualche ora da stamattina. Hai dormito molto, comandante. » rispose lui continuando ad osservare la propria cabina. « Pressly ha detto agli altri di essere qui per le quattro quando avremmo lasciato la Cittadella. Spero non ti dia fastidio. » aggiunse aggiornando la comandante degli ordini.
Pressly subentrava al comandante solo quando Shepard lasciava la nave o nel caso in cui lei era occupata all'interno di essa così da non poter dettare legge. « Scenderò anch'io per un po' allora. » si limitò a dire.
« A dopo, comandante. » rispose Joker.
Shepard si spostò verso il portellone d'uscita, si aprirono due porte ed entrò nella camera di decontaminazione per poter uscire all'esterno, non che avesse molto senso ma in alcuni ambienti come le navi dei Quarian era meglio evitare di trasportare germi e altro, per questo la decontaminazione.
Quando Shepard percorse il pontile che la portò al molo della SSC vide Garrus appoggiato sulla balaustra, teneva la schiena piegata in avanti e le braccia appoggiate sul pannello.
« Sai Garrus ancora non ho capito perché eri nella SSC se non ti piacevano le regole! » disse la donna a mo' di saluto avvicinandosi al Turian, quello sorridette muovendo appena le sue labbra, movimento che Shepard osservò.
« Principalmente mi piaceva l'idea di aiutare il prossimo. Ma anche per molte altre ragioni. Non vorrai davvero annoiarti con i miei racconti da Turian? » disse lui in risposta, lei annuì e fece gesto di avanzare, una bella passeggiata con un membro dell'equipaggio: totalmente contro il regolamento di Shepard, eppure voleva farlo per una volta.
Il Turian rimase al fianco della comandante mentre scendevano per l'ascensore che li avrebbe portati nella sede dell'Accademia. « Quando ho scartato l'idea di essere arruolato tra gli Spettri ho deciso di entrare nella SSC, anche per via di mio padre che ne è un membro. » abbassò gli occhi imbarazzato. « Non ha preso bene le mie dimissioni capirai bene. » aggiunse. Shepard era però senza parole.
« Tu eri stato selezionato per entrare negli Spettri? » agli occhi di un qualunque Umano era una cosa eclatante, ma Salarian, Turian e Asari erano tra i più gettonati per il ruolo di braccio destro del Consiglio.
« Già. A mio padre però non piacciono gli Spettri, per questo mi sono iscritto alla SSC. » l'ascensore si fermò di botto segnando l'arrivo di Shepard e Garrus all'interno dell'Accademia, le porte successivamente si aprirono e loro entrarono immergendosi negli uffici.
« Come mai non gli piacciono? » chiese la comandante.
Garrus si fermò proprio per guardarla con i suoi penetranti occhi. « Proprio perché non hanno regole. E dice che il potere dà alla testa com'è successo a Saren. Tu non gli piaceresti... » quell'affermazione quasi divertì Shepard, forse per il modo anche in cui era stata detta da Garrus.
« Peccato allora! » rispose ridendo e contagiando anche il Turian con la propria risata, poco dopo ritornò serio.
« Sappiamo entrambi che per fermarlo non servono le regole! E tu sei proprio quella che può fermarlo! »
Shepard annuì della fiducia che Garrus sembrava riporre in lei. « Saren gioca sporco e non avrà pietà per noi, non dobbiamo mostrarci da meno! » rispose.
« Sono con te fino alla fine, Shepard. » disse il Turian, quella frase fece piacere alla donna in quanto Garrus sembrava riporre la più totale fiducia nelle azioni che la donna avrebbe compiuto, e a lei servivano persone alleate.
« Comandante Shepard? Posso parlarle un attimo? » una voce fastidiosa interruppe i due membri della Normandy; apparteneva ad una donna e Shepard si voltò verso colei che l'aveva chiamata: alta e formosa con un fastidioso vestito di mille colori tendenti alle tonalità fredde, la pelle molto scura e il viso raffinato, gli occhi e i capelli richiamavano il colore del volto contornato da un delizioso carré.
Tra le mani stringeva un datapad mentre dietro di lei volteggiava un drone con una grande telecamera e una luce puntata contro la comandante. « Giornalisti... » Garrus sussurrò quella parola amareggiato e irritato.
« Con chi ho il piacere di parlare? » chiese Shepard.
« Khalisah Bint Sinan al-Jilani, posso farle qualche domanda? Vista la sua recente nomina a Spettro, l'umanità è curiosa ti porle alcune domande. » senza che Shepard avesse o no accettato di prendere parte all'intervista, la donna cominciò l'interrogatorio. « Sappiamo che è diventata Spettro da molto poco, quindi ci chiediamo come agirà nel caso in cui il Consiglio le chiederà di anteporre la missione principale alla sua specie. » Shepard rimase di sasso a quella domanda.
Alzò il sopracciglio guardando il Turian al suo fianco. « È una domanda seria? Sono davvero queste le domande che il suo giornale fa? » chiese ancora sconcertata.
« La prego di rispondere! » rispose la Signora al-Jilani.
Shepard annuì cercando di assumere un tono serio e un'espressione fiera di ogni marine dell'Alleanza. « Il Consiglio sa cos'è giusto fare, sono pronta a seguire i suoi ordini ma non sacrificherò la mia umanità in questo. »
« Molto bene. » disse la giornalista, scrisse qualcosa sul proprio datapad cliccando velocemente i pulsanti. « Che mi dice della Normandy? La più grande nave dell'Alleanza consegnata al Consiglio, per gli umani di certo è un duro colpo... » lasciò la frase molto vaga aspettando la risposta della comandante che venne subito dopo.
« La Normandy è una nave molto avanzata è vero; tuttavia il merito non è solo degli Umani in quanto il progetto è Turian. » anche la comandante fece una breve paura. « Per quanto riguardo i comandi... sono io a capo della Normandy, nonostante la mia nave serva il Consiglio sono io soltanto a dare le direttive! » mise enfasi nell'ultima frase così che ne rafforzasse il significato, sembrava convincente.
« E che mi dice della sua missione? Insegue uno Spettro rinnegato. Può darci informazioni al riguardo? » proseguì la al-Jilani con la prossima domanda.
« Mi dispiace, Khalisa, ma non posso rispondere al riguardo. Sono informazioni segrete. » disse la comandante in risposta all'ultima domanda; la giornalista storse il naso chiaramente infastidita dal fatto che Shepard non avesse volutamente risposto, poi fece un sorriso.
« Non si preoccupi, comandante. Lo verremo a scoprire. Si ricordi che la Terra la osserva... » suonava molto come una minaccia ma Shepard scosse il viso cercando di dimenticare l'intervista. “Quella donna era davvero sfacciata!” pensò mentre osservava la donna andare via.
« Ti offro da bene. Andiamo, Shepard. » propose Garrus.
Tuttavia la comandante scosse il viso lasciando il Turian appena fuori dall'Accademia in quanto non aveva voglia di bere, inoltre andare in un locale con Garrus avrebbe significato legare ancora di più con il Turian, e già Shepard stava commettendo troppi errori del suo Codice.
Non per allontanarli, ma perché temeva di soffrire. Vide il Turian andare da solo verso il Flux mentre prendeva il suo posto Ashley; la donna indossava la sua divisa da marine che portava solo sulla Normandy. Teneva i capelli neri raccolti e aveva lo sguardo piuttosto severo e contrariato.
« Hey comandante. Posso parlarti riguardo Liara? » la cosa parve stranire la Shepard, poteva però intuire fin da subito i dubbi dell'artigliere capo al riguardo.
« Non ti fidi di lei per via del suo rapporto con Benezia? » chiese quindi la donna, Ashley si fermò accanto alla comandante che si era spostata sulla balaustra che si affacciava sull'agglomerato e su un orizzonte azzurro.
« Esatto, comandante. » fece una pausa nel quale fece un sorriso piuttosto strano. « Posso chiederle della sua vita sessuale se vuoi. » ridacchiò un po' credendo di far divertire la comandante che però restò seria.
« Non essere cattiva, Ashley. Non è divertente. » Shepard aveva risposto piuttosto freddamente, chiaramente notò come l'artigliere capo cambiò la propria espressione. « Posso chiederti cosa pensi della missione? Come ti sembra stia procedendo insomma... »
L'artigliere capo pensò a qualcosa, abbassò gli occhi di lato. « È davvero un peccato per le rovine Prothean... » era ovvio come cercasse di nascondere ciò che voleva dire.
« Andiamo, Ashley. Un singolo minuto non ufficiale... » disse Shepard cercando di estrarre i pensieri della donna. Quella parve mordersi il labbro per resistere ma cedette.
« Sono preoccupata per gli alieni a bordo, signora. » fece una pausa nella quale ponderò le parole da usare. « Voglio dire non ho nulla in contrario, è solo che Vakarian, Wrex, la Quarian, hanno accesso a tutti i sistemi e le aree della Normandy tra cui quelli più importanti: motori, sensori, armi. » sembrò concludere di esporre i propri dubbi.
Shepard intuì subito quali erano i reali dubbi della donna perciò chiese. « Non ti fidi degli alieni? Perché? » l'artigliere capo assorbì quelle parole, il suo respiro parve farsi lento mentre cercava una risposta adatta.
Shepard notò subito come la donna cercava di trattenersi dall'esporre il reale risentimento verso le specie aliene. Non voleva motivarlo per qualche motivo. « Non dico che non mi fido di loro, comandante. È solo che dovremo diffidarne un po'. Per anni gli Umani sono rimasti da soli e siamo riusciti a migliorarci e a fare progressi... » disse l'artigliere capo.
« È proprio per questo che non dobbiamo diffidare da loro, siamo rimasti soli per troppo tempo. È giunto il momento di stringere delle alleanza, non credi? »
La donna scosse il volto non del tutto convinta delle parole di Shepard. « Vengo da una famiglia militare, abbiamo combattuto per tanto tempo. Anche durante la Guerra del Primo Contatto... » fu visibile il gesto con il quale si morse il labbro per non parlare ancora. « Comunque sono con te Shepard, se tu mi dici di saltare, io ti rispondo quanto in alto devo farlo. Se tu mi dici di baciare un Turian io ti chiedo in quale guancia devo farlo! » in volto era di pietra.
« Non credo sarà necessario ma grazie lo stesso per la fiducia! » con quelle ultime parole Shepard vide Ashley congedarsi dal discorso allontanandosi entrando e scomparendo all'interno dell'Accademia SSC.
Shepard si concesse nuovamente un attimo di solitudine nel quale parve poter respirare tranquillamente assaporando l'aria della Cittadella; era naturale che nel suo equipaggio ci fossero problemi, era la cosa più normale del mondo. Non tutti potevano andare d'accordo con gli altri, era però una cosa che le dispiaceva. E quando rifletté su quel punto in particolare scosse il viso per allontanare i pensieri.
Ebbe una leggera fitta alla spalla che era stata medicata il giorno prima dalla dottoressa Chakwas. Era ritornata da lei dopo aver parlato con Liara e aveva detto che la ferita non era grave anche se il proiettile era velenoso. Sarebbe sopravvissuta anche a quello. « Comandante Shepard! » ancora una volta una voce sconosciuta chiamò la comandante.
Sbuffò cercando di ignorare la voce che chiamava il suo nome: se c'era una cosa che non sopportava era proprio il suo nome in quanto tutti la chiamavano ripetutamente. Era stanca di sentirsi chiamare! Si voltò con un sorriso per l'assurdità dei suoi pensieri e vide un ragazzo biondo avvicinarsi a lei.
« Io ti conosco... » disse lei sottovoce mentre il ragazzo le correva contro con un grande sorriso stampato sul volto. « Tu sei quel... ragazzo dell'autografo! » ne aveva un ricordo più o meno sfocato, non ricordava neanche se il ragazzo si fosse o no presentato; ma a lui non sembrava importare.
« Conrad Verner, signora! » disse sull'attenti. « Wow... non pensavo che ti ricordassi di me ora che sei uno Spettro... » sembrava parecchio su di giri come se avesse assunto una qualche droga allucinogena. « Possiamo farci una foto insieme? Ti prego comandante, mia moglie ne sarebbe molto felice. » chiese quasi pregando tenendo pronto uno aggeggio per scattare la foto di sé e la comandante.
« Tua moglie...? » quel ragazzo doveva avere circa venticinque anni, era più piccolo di lei e si era già sposato mentre lei non voleva sapere nulla del matrimonio! « Va bene facciamoci questa foto insieme! » disse cercando di fare la simpatica, si avvicinò al giovane Conrad che le mise il braccio sulla spalle e poi fece il click per la foto.
« Grazie mille, comandante. Spero di incontrarti presto! »
Spero di non doverlo fare ancora invece!” pensò tra sé e sé Shepard in risposta. Quel pomeriggio era già stato troppo lungo e se aveva pensato che avrebbe potuto rilassarsi anche per pochi istanti sulla Cittadella si era sbagliata.
Rientrò quindi nell'Accademia dove vide Wrex su tutte le furie mentre urlava contro alcuni addetti alla sicurezza, Shepard accorse subito per vedere cos'era successo e per impedire che il Krogan si facesse del male. « Che succede qui? » chiese una volta in mezzo ai litiganti.
« Niente Shepard, solo vecchi rancori con questi idioti dalla sicurezza! » Wrex sembrava ancora intenzionato a far caos all'interno dell'Accademia e la comandante non poteva permetterlo visto che lui faceva parte del suo equipaggio.
« Ritorniamo alla Normandy! Subito. » disse lei cercando di spingere via il Krogan, alto e forte com'era fu inutile spingere finché Wrex stesso non decise di rinunciare, sia lui che Shepard presero quindi l'ascensore che pochi minuti fa la comandante aveva preso insieme a Garrus.
« Sei un tipo apposto Shepard. Almeno sembri... » Wrex fece una breve pausa dal discorso che stava iniziando e Shepard attese che continuasse continuando a guardare davanti a sé. « Voi Umani dite: “Non giudicare alle prime apparenze” o qualcosa del genere. Ma vi sbagliate. Sapevo già dal primo incontro con Saren che lui era un pazzo squilibrato e che un giorno l'avrei ucciso! »
Shepard si voltò lentamente verso il Krogan, quella discussione non riguardava più lei bensì Saren. « Hai già incontrato Saren prima d'ora? » chiese sconvolta.
« Sì. Aveva comprato l'aiuto di alcuni Krogan, mercenari come me. E io ero nella sua squadra. Quando lo vidi un giorno capì subito che qualcosa in lui non andava... » Shepard rimase ad ascoltarlo attentamente, l'ascensore si era già fermato ed entrambi si spostarono per entrare nella passerella della Normandy così da entrare nella nave. « Si trattava di una nave volus abbandonata nei Sistemi Terminus, la paga doveva essere buona. Ma dal momento in cui avevo visto Saren ho deciso di mollare tutto senza essere pagato. E ho fatto bene visto che tutti quanti sono morti... potevo essere tra loro. » Shepard non capiva il nesso con tutto quello o il litigio di Wrex con gli addetti della sicurezza.
« Sei stato fortunato allora... » rispose senza sapere cosa dire al Krogan, poi calò il silenzio tra i due mentre si separarono una volta entrati all'interno della Normandy.

***

Shepard non amava molto controllare i computer o i datapad, era più specializzata nella battaglia e nei poteri biotici piuttosto che nella tecnologia, ci andava quasi sempre molto in disaccordo. Tuttavia amava che tutto fosse controllato e ben funzionante: per questo quel pomeriggio si trovava al ponte dell'equipaggio, armeggiava con alcuni comandi riguardo le capsule d'emergenza in completa solitudine quando si sentì chiamare alla propria sinistra.
« Comandante, hai un minuto per me? » la voce apparteneva a un uomo, il tenente Alenko si era avvicinato alla donna senza che lei se ne accorgesse per questo motivo si era leggermente spaventata quando si sentì chiamare.
« Certo, tenente. Dimmi pure. » non smise di armeggiare con i comandi mentre il tenente le restava al fianco osservandola attentamente. Le metteva ansia.
« Se posso... esprimere le opinioni riguardo il Consiglio. » Shepard spostò lo sguardo verso il tenente incrociando i suoi profondi occhi castani. « Perché continuano a non voler fare nulla contro Saren? Il problema è evidente, non credi? »
Shepard rispose con un sorriso tornando a guardare verso il basso dove si trovava lo schermo olografico che mostrava l'interno chip elettrico. « Non ti sembra un comportamento già visto, tenente? » chiese lei. « Noi Umani tendiamo a non guardare ciò che è la verità, loro fanno lo stesso. »
« E io che pensavo che tutto potesse essere diverso, che l'uomo avesse conquistato finalmente la fiducia delle altre razze... » rispose il tenente quasi esasperato, Shepard notò una vena di sarcasmo nella sua voce quindi decise di rispondere con la stessa moneta.
« Sei un romantico idealista, tenente Alenko? » lo sentì sbuffare appena, probabilmente misto con un sorriso.
« Un tempo ero un romantico; questo prima dell'addestramento biotico a Jump Zero. » Shepard si voltò nuovamente verso il tenente, chiaramente interessata all'esperienza che lui aveva passato là. A differenza del tenente, Shepard era stata selezionata per un altro programma. E forse era stata più fortunata. « Scusa se sono stato informale! » aggiunse il tenente, doveva aver frainteso l'espressione di curiosità della donna.
« No, tranquillo. Parlami di Jump Zero, mi interessa particolarmente quella parte della storia biotica... » disse in risposta Shepard, interruppe il proprio lavoro così da mettersi a parlare con tutta la sua concentrazione col tenente.
« Non c'è molto da dire, comandante. » il tenente parve stranamente a disagio, si poggiò con la spalla al muro incrociando i piedi e le braccia. « Eravamo dei soggetti, sai... l'esposizione “accidentale” all'Eezo in fase prenatale... »
Era molto vago e sembrava evidente che non volesse parlarne. « Avevi molti amici? So che su Jump Zero c'erano più ragazzi, immagino trovavate modi piacevoli di passare il tempo... » Shepard non aveva mai alluso in tutta la sua vita, tanto meno quando le sue parole potevano essere fraintese con malizia. Cosa che vide negli occhi del tenente.
Era lì pronta per scusarsi dell'allusione quando lui rispose in maniera che lei non avrebbe mai creduto. « Avevo degli amici, ma non sono tipo da fare quelle cose; mi affeziono alle persone e... » fece una brevissima pausa. « C'era una ragazza di nome Rahna col quale ero molto in confidenza, anche se non siamo mai andati oltre lo sfiorarci le mani... » le parole gli morirono sulle labbra e Shepard capì di aver toccato un tasto dolente di cui non era il caso parlare.
« Ne parli al passato... » disse lei. “Razza di stupida perché lo hai puntualizzato?” non sapeva come fosse possibile che le parole le fossero scivolate via dalle labbra senza volerlo.
« Le cose non sono andate bene. » un'altra pausa nella quale il tenente chiuse gli occhi respirando a pieno e gonfiando il petto mentre ricordava eventi passati. « Era bellissima, non quanto te certo... »
Un complimento. Strano ma sincero e ben accetto, almeno quelle erano le emozioni che Shepard provò alle parole del tenente. Era piuttosto lusingata, non era la prima volta che il tenente le faceva un complimento e lei accettava più che volentieri soprattutto perché Alenko era anche un bell'uomo.
« Comunque... » cercò di tagliare corto in quanto era piuttosto strano parlare di quello con il proprio tenente, inoltre Shepard non era mai stata una romantica, non sapeva che rispondere a chi le si complimentava. « Grazie per la chiacchierata, Kaidan. » disse infine.
Al tenente non sfuggì il dettaglio dell'essere chiamato per nome. « Comandante, posso chiedere un'ultima cosa? » chiese ancora rivolgendosi alla donna, sembrava imbarazzato visto l'alone rosso che aveva alle guance. Lei annuì in risposta aspettando la domanda: « Cerchi di entrare in confidenza con tutti i membri dell'equipaggio? »
Shepard per la prima volta in vita sua si sentì a disagio, forse era lo sguardo profondo di Kaidan che quasi sembrava impalarla alla parete adesso. La comandante deglutì trovando una sorta di ostilità nei suoi confronti... o forse era solo una sensazione. « No... » rispose per poi aggiungere: « Solo con te, tenente. » 



 

Ecco a voi un piccolo regalino: l'intera squadra della Normandy SR (ho utilizzato i loro volti nel terzo capitolo in quanto sono più belli u.u)
Ad ogni modo nell'angolo c'è la mia Shepard, spero vi piaccia ^^

 

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Capitolo 9
*** 09 - Attacco alla colonia ***


Capitolo nono:

Attacco alla colonia




Shepard gironzolava intorno alla cabina di pilotaggio, i suoi passi erano veloci e continuava a girare in tondo senza che i movimenti venissero ignorati dal pilota. Non era in agitazione: semplicemente però la missione richiedeva una certa ansia: la colonia di Feros era stata attaccata misteriosamente dai Geth che avevano preso il controllo delle alte torri e del quartier generale di un'importante azienda scientifica.
Erano sempre più in avvicinamento all'hangar il quale si aprì pronto per accoglierli.
« Certo che è un bello spettacolo! » commentò con sarcasmo Joker, Shepard si avvicinò ai finestrini per osservare: era pieno giorno nel pianeta e le alte torri di ricerca si stagliavano fino a sopra le nuvole, a contrastare quella purezza e bellezza c'erano però due grandi navi da sbarco Geth, una di esse sembrava persino ancorata alla torre.
« Sbrighiamoci! » disse Shepard, si voltò per avvicinarsi al portello, già pronta con le proprie armi, la sua solita Carnifex e la pistola dell'equipaggiamento da Spettro, sparare con due pistole le avrebbe semplificato il lavoro magari.
« Eccoci qua, Shepard. » disse Wrex avvicinandosi alla comandante, subito dopo dietro di lui c'era il tenente, lo sguardo leggermente imbarazzato alla vista della comandante. Quello che si erano detti due giorni prima sembrava aver reso l'atmosfera incredibilmente più pesante, lo spazio sembrava persino essersi ridotto e i due si incontravano ogni ora.
« Siamo quasi pronti per sbarcare. » disse Shepard rivolgendosi ad entrambi, annuirono tutti e due e poi attesero che la Normandy attraccasse nell'hangar, vennero leggermente spostati dalla forza di ancoraggio dei sistemi dell'area e infine rimasero fermi il tempo che i motori della nave si spegnessero così da aprire il portellone.
La comandante avanzò velocemente lungo la banchina, dall'altro lato di essa c'era un uomo armato, non aveva l'aria di essere un militare, anzi, sembrava un comunissimo civile. E quello era il loro benvenuto nella colonia. « Finalmente siete arrivati. Fai Dan, il capo della nostra colonia, vuole parlare col comandante Shepard. » disse lui parlando quasi sottovoce. La donna si fece quindi avanti.
« Eccomi, sono io. » a quella risposta il colono parve deluso, come se non gli andasse bene. « Problemi? » chiese Shepard, l'uomo scosse il viso.
« No, è solo che non mi aspettavo una donna! » Shepard strabuzzò gli occhi a quella risposta, non ebbe il tempo di rispondere che il colono parlò ancora. « Andate presto, non c'è tempo per spiegarvi! » e poi ci fu il suono.
Il colono cadde a terra privo di vita e col torace pieno di fori, proiettili che erano entrati dalla schiena ed usciti dall'altro lato; i Geth erano entrati nell'hangar per dare il loro benvenuto ai soldati della Normandy. Come prima cosa Shepard si lanciò una Barriera per proteggersi, poi si buttò di lato tra alcune casse di merci e impugnando entrambe le pistole prese a sparare ai bersagli che bloccavano la porta.
Mirò ad uno dei tre Geth che erano entrati nell'hangar e ne danneggiò uno fino a disattivarlo del tutto, ritornò nascosta caricando i colpi di entrambe le pistole, Kaidan e Wrex stavano nascosti sparando appena trovavano uno spiraglio tra le ricariche del nemico; la comandante cercò con lo sguardo il tenente che intuì con un cenno le intenzioni della donna: Kaidan si sporse dal suo nascondiglio proteggendosi con una Barriera e abbassandosi per attirare l'attenzione del nemico, Shepard sfruttò quel momento di disattenzione per utilizzare il proprio potere biotico, evocò un potente Lancio che distrusse uno dei due Geth ancora in piedi; era pronta a sparare all'altro ma Wrex fece una mossa astuta: andò in carica contro il Geth sbattendolo contro la parete, sferrando poi due pugni e strappandogli il tubo oculare con violenza.
« Sì, Wrex vince ancora! » esultò il Krogan eccitato dalla battaglia troppo presto conclusa. Shepard e Kaidan si avvicinarono tra loro ma senza dirsi nulla.
« Raggiungiamo la colonia di Zhu's Hope in fretta, se i Geth sono arrivati qui potrebbero esserci anche nel loro accampamento. » disse la comandante, con le armi pronte avanzarono quindi all'interno della prima torre.
Scesero una rampa di scale e svoltarono l'angolo, subito si trovarono bloccati da alcuni detriti, facilmente raggirabili visto che erano bassi; i tre quindi scavalcarono le macerie ed entrarono in quella che sembrava una rampa di scale che girava tutta intorno alla cabina di un ascensore. Salirono i gradini ma non appena Shepard arrivò al pianerottolo successivo un rumore colse la sua attenzione: era il tipico rumore che facevano i Geth, simile ad un mugugno ma di chiara natura tecnica, come se il metallo sfregasse.
Shepard mise mano al factotum analizzando l'area e scoprendo che i Geth avevano già pensato a come bloccarli: « Pare che si siano imparati a creare interferenze così da non essere rilevati... » commentò con sarcasmo la donna, anche il tenente fece un tentativo ma fu inutile.
Subito dopo la successiva rampa di scale, Shepard si trovò davanti una creatura deforme: chiaramente un sintetico vista la somiglianza con i più comuni Geth, ma questa sembrava più una specie di anfibio che saltellò davanti la donna e poi di nuovo sulla parete dove ebbe tempo di mirare.
La comandante fece in tempo a spostarsi anche se il proiettile fotonico aveva colpito di striscio gli scudi della donna, la quale mirò contro la creatura che riprese a saltellare fastidiosamente tra le pareti, non era ancora riuscita a colpirlo quando Wrex utilizzò i propri poteri biotici: lanciò una Deformazione che colpì la creatura facendola intontire pochi istanti, il tempo necessario per Shepard e Kaidan per distruggere il mostro con una scarica di proiettili.
« Ottimo lavoro, Wrex. » disse Kaidan rivolgendosi al Krogan, quello sbuffò e fece un sorriso al contempo.
« Anche i tuoi poteri biotici non sono male per un comune Umano. » disse lui in risposta, Shepard non disse nulla visto quanto la sua mente era concentrata sulla missione.
Non avevano ancora trovato nulla in quella torre che sembrava un nido pieno di camere e corridoi vuoti, scendevano sempre più in basso fino ad arrivare verso metà torre probabilmente quando la successiva stanza in cui entrarono erano molto differente. « Fermi o... Umani? » chiese una delle guardie, non si trattava di un vero e proprio soldato, anche quell'uomo era un colono armato e nascosto dietro una barricata improvvisata.
Shepard avanzò insieme ai suoi compagni abbassando le armi. « Sono il Comandante Shepard, Fai Dan voleva vedermi. Dove posso trovarlo? » non si perse in altre spiegazioni con quel colono, le venne indicato il campo più avanti, probabilmente lo avrebbe dovuto cercare lei stessa.
Si spostarono quindi all'interno dell'accampamento della colonia: alcune piccole strutture dovevano essere abitazioni, probabilmente monolocali con uno o due letti e un bagno; dall'altro lato dell'accampamento si trovava una grande mensa, o almeno un ammesso di tende che ne creavano una nella quale un uomo stava disperatamente contando le ultime scorte di carne.
Mentre Shepard camminava tra i pochi coloni di Zhu's Hope non poté non osservare le loro condizioni: disperati, indaffarati nel cercare di riparare un sistema o di capire come funzionava il sistema idrico improvvisamente danneggiatosi. Alcuni sembravano persino preoccupati per il mercantile al centro del campo, Shepard non volle indagare.
« Con queste armi, barriere difensive così misere... » cominciò Kaidan osservando come i coloni si davano fare per la loro sopravvivenza. « È un miracolo che così tanti siano sopravvissuti... » Shepard si guardò intorno: non potevano essere che una quindicina di persone, non era un miracolo!
« Hanno tenacia. Sono più forti di quello che sembrano. » gli rispose Wrex, entrambi alle spalle della donna mentre avanzavano verso un uomo impegnato in una conversazione.
Era piuttosto alto, il fisico gracile e indossava abiti logori ma comunque molto distintivi, i suoi occhi erano stretti e affilati, scuri come i capelli che portava corti. « Fai Dan, suppongo? » disse Shepard alzando la mano per salutarlo.
L'uomo fece per sospirare per la gioia nel vedere che qualcuno era finalmente venuto ad aiutarli, tuttavia non ebbe neanche il tempo di parlare che altri proiettili volarono in aria verso di loro danneggiando appena gli scudi di Shepard e dei suoi compagni.
Tutti quanti si buttarono per terra: la comandante cercò con lo sguardo da dov'erano arrivati gli spari e infine trovò i Geth, si rialzò mordendosi il labbro e utilizzando i propri poteri biotici per generare un campo di Singolarità, due delle creature ci rimasero intrappolate e lei ne approfittò per correre, dovette buttarsi a terra scivolando visto che un terzo sintetico era nascosto sulla soglia dell'ingresso dal quale erano arrivati. Fu merito di Kaidan se Shepard non rimase a lungo sotto il fuoco nemico.
Fece capolino e sparò contro i nemici che aveva sollevato in aria riuscendone a distruggere uno soltanto. Quello ancora in vita venne distrutto con un potente pugno biotico di Kaidan che gli distrusse lo sterno, la creatura sintetica cadde a terra priva di vita ma altri spari seguirono nel vano delle scale appena fuori l'accampamento; Shepard si vide costretta ad abbandonare momentaneamente Fai Dan in quanto i Geth stavano ripiegando, questo avrebbe significato il loro ritorno.
« Ce ne saranno altri. » disse Shepard avvicinandosi al tenente, anche Wrex raggiunse i due incuriosito dal piano e dalla caccia ai Geth. « Liberiamo la torre e poi ritorniamo da Fai Dan. » propose, non fu necessario discuterne.
Il vano delle scale sembrava apparentemente privo di vita sintetica, eppure Shepard sentiva quell'irritante rumore di prima: lo sfregare del metallo che indicava l'anfibio Geth. Salirono i primi gradini con la armi alzate e subito spuntarono due Geth che spararono contro i tre; dopo aver evocato la Barriera, Shepard fece ricorso al Lancio, uno dei due sintetici fu scaraventato contro il muro ma non venne distrutto.
Lei corse contro di lui sparando ripetutamente e lasciando che i suoi compagni si occupassero del nemico che lei aveva superato. Al suo fianco venne infine l'anfibio Geth che la osservava col suo tubo oculare.
Shepard scaricò entrambi i caricatori sulla creatura che, presa dalla forza di fuoco, non ebbe modo di muoversi e si spense agonizzante al pavimento. Venne raggiunta sul pianerottolo da Kaidan e Wrex, entrambi col fiatone anche se il Krogan lo dimostrava di meno. « Avanziamo! » disse lei mettendo i nuovi caricatori nelle armi e riprendendo la salita.
Teneva le pistole sospese nel vuoto, pronta a carpire un minimo movimento mentre superavano l'ascensore che sembrava portare ai piani superiori della torre; aveva già utilizzato quattro caricatori e avevano ancora molto da sudare visto che erano appena arrivati e non sapevano in che modo Saren volesse sfruttare i Geth su Feros.
Una volta epurata la torre dai Geth nell'ultima stanza, Shepard e i due compagni di squadra tornarono indietro al campo di Fai Dan; il tenente aveva perso i propri scudi cibernetici mentre quelli di Shepard e di Wrex avevano subito pesanti danni ma restavano ancora carichi.
Entrarono nell'accampamento venendo accolti dal capo della colonia che fece avanzare Shepard fino ad un piccolo tavolino, c'erano parecchie carte sparse su di esso e raffiguravano tutte la pianta di una delle torri, su di essa c'era scritto “Torre ExoGeni”. L'uomo si sedette su una sedia passandosi le mani sulle tempie e respirando profondamente.
« Allora: in cosa posso esservi d'aiuto? » disse Fai Dan, aveva la voce stanca e solo in quel momento Shepard vide le occhiaie attorno ai suoi occhi.
« Avete avuto parecchi problemi con i Geth? » chiese preoccupandosi per il bene della colonia. Fai Dan annuì tristemente e ancora una volta ritornò in piedi, si spostò via dalla tenda in cui si erano chiusi e fece strada alla donna e ai due seguaci attraverso il campo.
« Gli attacchi sono la parte peggiore; i Geth però sono riusciti a tagliarci fuori dalle trasmissioni. Hanno anche disattivato il sistema idrico e abbiamo problemi con alcuni mezzi in cui necessitiamo delle celle energetiche. » fece una pausa indicando rispettivamente alcuni collaboratori, si trovavano fermi davanti al grande mercantile e alla gru che lo sosteneva, Fai Dan sembrava piuttosto riservato ad evitava lo sguardo della comandante come se avesse paura di lei. « E inoltre le nostre risorse scarseggiano a causa del varren adulto che si trova in mezzo alla strada, non possiamo prendere le scorte dal deposito... » ancora una volta si fermò per parlare. « Ma suppongo che non siate qui per questo. »
Shepard scosse il viso negando, aveva a cuore i problemi di quella colonia ma la missione e i Geth venivano prima. Aveva giurato di fare la cosa giusta, sacrificarli se necessario per trovare Saren. « Cosa pensate cerchino i Geth da voi? »
Fai Dan mise in volto la più stranita e confusa delle espressioni. Non ne aveva la minima idea! « Non saprei. Posso solo dirvi che una delle loro navi si è attaccata alla Torre ExoGeni, la nostra società scientifica. Non sappiamo cosa vogliano ma tengono i laboratori occupati ormai da cinque giorni... non riusciamo a resistere ancora. »
Avevano un disperato bisogno di aiuto: il problema dei Geth coincideva comunque con la missione della comandante, liberare la colonia dai Geth e al contempo scoprire cosa i Geth erano venuti a fare su Feros. « Comandante, come dobbiamo agire? » chiese il tenente rivolgendosi con un sussurro alla donna, lei lo guardò negli occhi così da rispondergli.
« Vi aiuteremo. » disse Shepard. « Ho però bisogno di sapere come arrivare a questa torre e se c'è qualche particolare postazione dei Geth. »
Gli occhi di Fai Dan si illuminarono per la gioia. « Abbiamo un veicolo che usiamo per oltrepassare le autostrade che collegano le tre torri, lo utilizziamo per prendere le scorte di cibo... ma saremo felici di consegnarvelo così da arrivare alla torre. Fate attenzione però: i ponti sono pieni di Geth, abbiamo armato il nostro veicolo ma... » lasciò in sospeso.
« Non si può mai sapere. Grazie comunque, siamo ben addestrati e pronti per i Geth... » disse la donna in risposta alle preoccupazioni non espresse del capo della colonia. « Da che parte dobbiamo andare per raggiungere il veicolo? » chiese infine, l'attimo dopo erano già per strada.
Shepard era immobile mentre Kaidan guidava il veicolo della colonia lungo l'autostrada, Wrex stava attaccato al sistema di puntamento delle armi, si trattava di un modello del Mako che avevano sulla Normandy, di poco più grande e modificato per le necessità. Il compito che Shepard si era promessa di compiere era quello di sistemare la colonia perciò avrebbe anche esaudito le richieste di aiuto di Fai Dan, ovviamente se ne avesse avuto la possibilità.
Trovò una delle valvole del sistema idrico proprio vicino all'ascensore che la fece salire fino all'hangar della colonia. Non sapeva dove avrebbe potuto trovare le celle energetiche e immaginava che per il varren e per il trasmettitore Geth sarebbe dovuta andare ancora più in avanti. Entrarono violentemente nella seconda torre sfondando la porta protetta da quattro Geth che vennero schiacciati sotto l'avanzata del Mako.
« Comandante. Rilevo qualcosa negli scanner, si tratta di un segnale debole, non sembra di natura Geth... dovremmo controllare. » disse Kaidan interrompendo i pensieri di Shepard, fece cenno di fermare il mezzo, aprì la porta e poi ne uscì tenendo le pistole puntate contro un bersaglio inesistente davanti ai propri occhi.
« Qui è pulito... » disse la donna controllando l'intera area, qualcosa però colse subito la sua attenzione: un discesa nascosta tra le macerie delle torre, sembrava che la zona fosse stata scossa da un terremoto, probabilmente a causa dell'attacco dei Geth. « Forse ho trovato l'origine del segnale. » disse Shepard rivolgendosi ai due compagni.
« Penso che dovremmo ignorarlo! Andiamo a fare a pezzi quei Geth, Shepard! » le disse invece Wrex, desideroso di uccidere altri sintetici, la donna però gli fece segno di rimanere zitto e soprattutto di non seguirla.
Avanzò quindi da sola, consapevole del possibile pericolo che stava correndo, proprio per questo Kaidan ignorò l'ordine della comandante per seguirla trovandosi quindi alle sue spalle ben presto. Scesero insieme lungo la discesa trovando un gruppo di uomini e donne, tutti Umani e con delle divise bianche e verdi, un simbolo cucito sulle spalle indicava chiaramente l'appartenenza alla ExoGeni.
Shepard avanzò più tranquilla abbassando l'arma, un po' confusa visto che non si aspettava altre persone. Fai Dan probabilmente non aveva idea che i dottori fossero sopravvissuti visto che la loro torre era stata invasa interamente dai Geth. « Chi siete voi? Non potete stare qui! » un uomo parlò nel mezzo del gruppo di dottori, spostò le altre persone per arrivare ai due marine.
« Sono il comandante Shepard dell'Alleanza, siamo qui per risolvere la questione dei Geth. » rispose la donna, il dottore che le aveva dato il benvenuto sembrava infastidito.
Prima che l'uomo potesse rispondere però qualcun altro parlò: « Oh per il Creatore, sono così felice di vedere altri Umani, pensavamo di essere spacciati. » stavolta fu una dottoressa a parlare. Una donna sulla quarantina con i capelli molto corti e scuri come gli occhi.
« Non fidarti di loro solo perché sono Umani, Giuliana. » disse il primo dottore; Shepard rimase interdetta davanti al fatto che quei ricercatori fossero all'oscuro dell'esistenza degli altri coloni e di Fai Dan.
« Non siete i soli Umani qui. » cominciò lei. « Fai Dan e un piccolo gruppo di coloni sono ancora vivi. Pensavano che foste morti, immagino vi sarebbero venuti a cercare altrimenti. » proseguì parlando con tono tranquillo.
La donna chiamata Giuliana parve arrabbiarsi, si voltò nuovamente verso il primo dottore: « Jheong, avevi detto che erano tutti quanti morti! » urlò lei accusandolo.
« No, ho detto che probabilmente erano tutti morti. » si corresse il dottor Jheong, come lo aveva chiamato la dottoressa. A Shepard però importava ben poco.
« Ascoltatemi: non sono qui per sentire i vostri litigi! » disse infastidita sbuffando via le parole per la rabbia. « Sono qui per i Geth e per scoprire cosa vogliono e lo potrò fare soltanto andando all'ultima delle torri. »
I due dottori rimasero quindi in silenzio. « Va bene, comandante. Ma veda di non curiosare in giro troppo a lungo, i nostri segreti aziendali devono restare tali. » disse Jheong.
« Non mi interessano, ma vedrò di essere discreta. » disse lei sfidandolo l'uomo con gli occhi, prima che avesse il tempo di voltarsi insieme a Kaidan, la dottoressa Giuliana la fermò.
« Aspetta, comandante. Se è vero che stai andando alla torre della ExoGeni avrei bisogno di chiederti un favore. » fece una breve pausa. « Mia figlia, Lizbeth, si trova ancora lì. Ho paura che possa essere in pericolo, potresti cercarla? »
Shepard era quasi certa che la donna fosse già morta, se era rimasta da sola allora non aveva possibilità di sopravvivere, specie se era priva di armi. « Farò del mio meglio. » disse cercando di sorridere alla donna, quella parve perdersi nella sicurezza che la donna le infondeva. « Andiamo, dobbiamo fare in fretta. » disse rivolgendosi poi a Kaidan.
Il tenente annuì e restò dietro la comandante mentre entrambi ritornavano al loro veicolo dove Wrex era ancora in attesa. « Allora: avete trovato qualche pezzo di carne? » disse sarcasticamente il Krogan, Shepard si limitò ad un cenno per poi rimettersi comoda nel sedile del Mako mentre Kaidan entrava nel posto guida e accelerava verso la salita che li avrebbe portati nell'ultimo dei ponti che collegavano le torri.
Quando arrivarono nuovamente all'aria aperta si trovarono quasi ai piedi della grande torre: chiaramente diversa delle due precedenti in quanto questa sembrava avere una forma esagonale, costruita con pannelli molto grandi di metallo o di vetro. Una grande nave Geth era attaccata a uno dei sei fianchi della torre, circa alla loro altezza: dovevano trovare il modo di liberarsi di tutti i Geth e di scoprire cosa cercavano, ma Shepard non era più certa che le risposte si trovassero effettivamente nella sede ExoGeni.
Kaidan fermò il veicolo una volta che arrivarono all'hangar in quanto non potevano continuare con esso, dovevano spostarsi a piedi tra le macerie della torre crollata; il silenzio riempiva l'aria tesa come una corda di violino. « Non siamo soli... » disse Shepard, non ne aveva la certezza in quanto non poteva rilevare nemico col factotum o il radar però quello era un chiaro segno che i Geth li volevano fermare.
Shepard fu la prima a scendere dal Mako, cercò subito nemici ostili ma apparentemente sembravano nascosti, subito la sua attenzione venne colta da una delle valvole dell'acqua che stavano cercando, si spostò con le pistole pronte a sparare, gli scudi ancora attivi e quindi poteva sostenere un'eventuale attacco. Si avvicinò alla valvola seguita da Kaidan e da Wrex a la girò lentamente sentendo subito l'acqua entrare nel tubo e attraversarlo violentemente.
Quello fu il segnale: si trovarono sotto una scarica di proiettili che distrusse gli scudi di Wrex e fece gettare a terra sia Kaidan che Shepard, la donna evocò una Barriera per far restare integra quel poco di difesa che aveva; prese la mira cominciando a sparare al Geth che audacemente pensava di affrontarli da solo.
Wrex gli andò in carica infuriato, lo abbatté con tutto il suo peso e pensò alla sua distruzione mentre il tenente si alzava per dare una mano a Shepard.
« Grazie... » disse lei leggermente imbarazzata, non ebbe il tempo di dire altro in quanto dietro Kaidan era appena spuntato uno dei Geth che li avevano assaltati.
Spostò l'uomo con la mano sparando al Geth che stava già puntando il fucile contro di loro, lo ferì in più punti ma parve resistere, a quel punto Shepard utilizzò un potente Lancio in cui mise tutta la propria forza: la creatura venne spinta dall'altro lato della stanza spargendo i propri pezzi ovunque.
I due marini corsero poi verso Wrex che aveva appena distrutto il proprio Geth, puntarono contro l'origine di altri spari ed evitarono i colpi utilizzando la ringhiera come nascondiglio; Shepard tese l'orecchio aspettando il momento in cui gli spari terminarono, il tempo di ricarica, per fare capolino alzandosi in piedi: cercò con lo sguardo i Geth restanti e ne contò almeno tre, prese un bersaglio di mira e sparò anche se era molto distante per una mira accurata.
Uscì dal proprio nascondiglio mentre i Geth tornavano a sparare colpendola a tratti e ciò distrusse la Barriera biotica che si era creata, Wrex le stava praticamente dietro come se fosse la sua ombra e prese il grosso dei proiettili nemici, una volta saliti i detriti poterono finalmente trovarsi allo stesso livello dei Geth e ciò permise a Shepard di distruggere il Geth che aveva colpito dal nascondiglio. Un'altra delle due creature fu distrutta dal fuoco incrociato di Kaidan e del Krogan.
L'ultimo Geth non sapeva a chi mirare per primo e Shepard colse subito quella falla nella sua attenzione: evocò una Deformazione nella creatura, non sarebbe stata letale se Kaidan e Wrex non avessero pensato alla stessa cosa generando quindi una Deformazione molto potente che fece implodere la creatura sintetica. Subito dopo ci fu il silenzio.
La comandante si avvicino ai due compagni di squadra, constatò le loro condizioni scoprendosi piacevolmente felice della salute di Kaidan e preoccupata per Wrex che perdeva sangue rosso da almeno dieci fori da proiettili. « Wrex stai bene!? » chiese preoccupata, il Krogan le rispose ridendo.
« Non preoccuparti Shepard, ci vogliono almeno cinquanta proiettili per abbattermi! Grazie comunque per la preoccupazione. » i suoi ringraziarmi furono però lugubri visto il tono con cui la creatura parlava, la donna gli rispose con un cenno annuendo. I suoi occhi vagarono per la stanza.
La struttura era molto simile all'hangar della colonia, c'era una grande pista per i veicoli e poi gli scivoli che portavano alle piattaforme, qui c'erano però molte macerie; osservò attentamente una parete luminosa poco distante, scavalcando altri detriti del tetto poté raggiungerla scoprendo che si trattava di una barriera energetica attiva.
« Che si fa questa qui? » chiese lei, sfiorò la superficie con il guanto, non ne subì conseguenze ma era chiaro che la parete energetica era solida e non li avrebbe fatti passare.
« Suppongo che la nave Geth abbia fatto impazzire tutto. Probabilmente è per questo che il nostro segnale non prende. Non possiamo comunicare neanche con la Normandy... » disse Kaidan informando la donna che strinse i pugni per la rabbia, qualunque cosa serviva loro era dietro la barriera.
« Allora cerchiamo un'altra via... » propose la donna.
Ed effettivamente Shepard trovò un'altra via, un passaggio aperto dalle macerie, avevano distrutto il pavimento rivelando un lungo canale che dall'odore sembrava portare a qualcosa che marciva, si guardò con i due compagni per pochi istanti: non avevano altre soluzioni e quindi dovettero scendere sperando che avrebbero trovato un modo per risalire.
Il luogo in cui arrivarono somigliava ad una grande discarica, c'erano i resti di alcuni veicoli fumanti, materiale melmoso ovunque e rifiuti organici provenienti da grandi tubi al tetto. Shepard storse il naso per la puzza che c'era e capì subito che erano finiti nella discarica della torre.
Avanzarono di pochi passi uscendo allo scoperto fuori dal tunnel e trovandosi proprio al fianco di un veicolo danneggiato, a pochi metri da esso c'era una creatura grande dalla pelle rugosa, simile a un segugio terrestre. Un varren.
« Pare che qualcuno abbia già risolto il problema del varren... » disse Shepard avvicinandosi al cadavere della creatura, analizzò le ferite del mostro scoprendo dei fori di proiettili che dal fianco arrivavano fino alle tempie.
Si rimise in piedi osservando Kaidan che giocherellava con un pannello del veicolo, Wrex osservava l'area col fucile stretto in mano dando loro le spalle. La comandante osservò attentamente i movimenti del tenente che entrò il braccio all'interno del veicolo e ne estrasse un piccolo quadro.
Il circuito di cui avevano bisogno a Zhu's Hope. « Dovrebbe essere funzionante e... » il tenente non aveva ancora spostato lo sguardo, quando lo fece guardò Shepard ma i suoi occhi puntarono qualcosa alle spalle della donna.
Stava per girarsi visto quando il tenente sembrò preoccupato, tuttavia sentì il freddo metallo di una pistola puntato contro la propria testa. « Chi siete? » 

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Capitolo 10
*** 10 - Il segreto della ExoGeni ***


Capitolo decimo

Il segreto della ExoGeni




Shepard era chiaramente in posizione di svantaggio, si trovava una pistola puntata contro la testa, il freddo metallo sembrava compiere movimenti leggeri e impercettibili che indicavano il tremore nella mano di chi la impugnava: una ragazza a giudicare dalla giovane voce terrorizzata.
La comandante poteva semplicemente compiere un rapido movimento e disarmare la donna ma scelse un approccio più diplomatico e quiete. « Siamo qui per aiutarvi. » si limitò a dire, non era necessario parlare di cariche militari.
La ragazza tremò ancora mentre Kaidan e Wrex si erano avvicinati per cercare di soccorrere la comandante, non ce ne fu bisogno in quanto la donna abbassò l'arma. Shepard si voltò per guardarla in volto: un viso molto familiare dai capelli e dagli occhi scuri. « Scusatemi, pensavo foste alleati con i Geth... » disse abbassando gli occhi.
« Sei Lizbeth, vero? » chiese amichevolmente. La ragazza parve incuriosita dal fatto che la comandante avesse indovinato il proprio nome. « Conosco tua madre, lei e gli altri scienziati della ExoGeni sono nella seconda torre... » rispose prima che le fosse chiesto.
« Quindi sta bene... meno male. » sussurrò Lizbeth.
Ancora una volta la comandante utilizzò il proprio carisma per ottenere ciò che voleva. « Era preoccupata per te, mi sapresti dire cos'è successo e perché sei rimasta qui? Penso c'entri con quello che i Geth stiano cercando... » disse.
Lizbeth parve pensare attentamente a ciò che poteva o no dire: questo era probabilmente uno dei segreti aziendali che il dottor Jheong voleva proteggere. « Suppongo che siano qui per il Thorian. Dovevo proteggere i dati prima di andare via ma hanno bloccato tutte le uscite... »
« Il Thorian? Cos'è? » chiese Kaidan precedendo Shepard.
« Si tratta di una forma di vita autoctona. Non ho idea del perché lo stiano cercando però. » sembrava sincera agli occhi di una qualunque persona, ma Shepard capiva sempre quando qualcuno le stava mentendo, e quella ragazza sembrava mantenere un segreto che non sarebbe durato molto.
« Va bene, Lizbeth. » cominciò Shepard. « Dobbiamo andare via di qua e per farlo mi serve il tuo aiuto. Respingeremo i Geth fino a scacciare la loro nave... »
Lizbeth annuì entusiasta della volontà della comandante. « Va bene, prendete. » fece una pausa prendendo qualcosa dalla propria divisa da dottore. « Vi sarà d'aiuto per superare le porte con restrizioni. » si trattava di una tessera.
« Grazie. » disse Shepard congedandosi con la squadra.
Superare i liquami fu molto facile in quanto in quella discarica c'erano anche grandi pezzi solidi come appunto le auto da cui Kaidan aveva prese le celle energetiche. Bastò spiccare qualche salto per arrivare dall'altro lato della stanza, una porta restò chiusa davanti a Shepard e compagni, tuttavia quando lei mostrò la tessera si aprì permettendo loro di uscire dalla discarica per entrare nei laboratori.
Tutto l'ambiente era molto austero, spoglio e privo di decorazioni, i lunghi corridoi e il vano delle scale erano inoltre impolverati e colmi di macerie, di fatti i gradini portavano fino al primo piano e poi si interrompevano visto che la scalinata superiore era crollata. Delle voci echeggiavano nell'aria: una apparteneva ad un Krogan probabilmente visto quanto fosse roca, l'altra invece era di una IV. Shepard si nascose nell'angolo per spiare.
« Andiamo dannata macchina, fammi accedere ai dati! » urlò il Krogan, imponente e corazzato, un mercenario assunto da Saren probabilmente. Doveva morire quindi.
« Mi dispiace ma non posso lasciarla accedere. Ora la prego di lasciare questa interfaccia al prossimo utente, dietro di lei si sta creando una fila. » la IV aveva appena smascherato Shepard e gli altri, si morse la labbra ed uscì allo scoperto mentre il Krogan nemico stava per girarsi.
Shepard cominciò a sparare ripetutamente contro il nemico con entrambe le pistole, Kaidan fece invece ricorso ai poteri biotici mentre Wrex utilizzò le proprie armi pesanti: il Krogan nemico non ebbe neanche il tempo di prendere la propria arma che si trovò per terra morto. La comandante a quel puntò avanzò velocemente trovandosi poi davanti l'interfaccia, premette il pulsante d'attivazione.
« Bentornata, dottoressa Lizbeth. » disse la IV, Shepard rimase interdetta per pochi istanti, poi capì che molto probabilmente aveva rilevato la tessera della donna.
« Voglio accedere ai file a cui l'altro utente cercava di accedere. » ordinò lei sperando che la voce non l'avrebbe ingannata. La IV non fece storie e sputò fuori tutto ciò che la ExoGeni aveva registrato nei loro file.
« Informazioni riguardo la specie Thorian, soggetto 37. Esso è attualmente locato sotto la colonia di Zhu's Hope. Si tratta di una forma di vita vegetale, non del tutto senziente che ha la facoltà di controllare le altre forme di vita con le spore che riesce ad emanare nell'aria. » Shepard rimase in ascolto mentre la IV caricava altre informazioni. « Circa l'85% dei soggetti di Zhu's Hope sono risultati positivi al controllo da parte del Thorian. » ecco il grande segreto!
Ciò che la ExoGeni e Lizbeth cercavano di nascondere era proprio l'attività del Thorian e la sua capacità, ancora una volta gli Umani cercano di controllare qualcosa di troppo grande per loro. « Mettiamo fine a questa pazzia. » disse la donna. « Immagino che per uscire dovremo prima liberarci della nave Geth, una volta tolta di mezzo potremo contattare Joker e organizzare il recupero... » era sicura che il Thorian fosse ciò per cui i Geth erano venuti, anche se non aveva senso che avessero preso d'assedio l'intera torre ExoGeni.
Poco più avanti trovarono due Geth, ai loro fianchi c'erano due giganteschi artigli, probabilmente erano con quelli che la nave si teneva ancorata alla torre e dovevano trovare il modo di riuscire a staccarli; come prima cosa eliminarono i sintetici che sembravano piegati su se stessi come se facessero una sorta di meditazione. Poi scesero nella stanza dei due artigli cercando un modo per separarli della nave.
« Probabilmente staccandone uno potremo far perdere il bilancio alla nave che crollerà nel vuoto... » sussurrò Shepard dando un calcio ad uno dei due artigli. Era impossibile farli esplodere in quanto non avevano l'artiglieria pesante.
Dei rumori nella stanza al piano superiore rivelarono la presenza di altre forme di vita sintetiche; Shepard strinse quindi le due pistole spostandosi nel corridoio al quale era collegata quella sala, ciò la portò in una stanza grande ma riempita dalla macerie, cosa più interessante vi era una barriera e oltre di essa l'hangar dov'erano arrivati.
« Saliamo le scale e teniamoci pronti, restiamo uniti. » disse la comandante ai due compagni di squadra, fecero come ordinato e quindi salirono le scale che portavano nella stanza superiore dove altre due grandi braccia distruggevano la parete, in particolare una però sembrava cogliere l'attenzione di Shepard in quanto sembrava infilata in un portellone d'emergenza aperto.
Le venne un'idea in mente ma non aveva modo di attuarla senza prima eliminare le forme sintetiche presenti.
Fece un passo in avanti sperando di restare occultata ma i Geth li avevano già localizzati.
Spararono velocemente contro Shepard che perse totalmente gli scudi, si buttò a terra mentre i colpi rimbalzavano da tutte le parti, davanti a lei comparve l'anfibio Geth, appiattito al pavimento: la creatura era pronta a sparare ma fu merito di Wrex che, buttandosi sulla creatura con tutto il proprio peso, le impedì di farlo e cominciò a colpirla col manico del fucile.
Shepard cominciò a sparare contro i Geth che avevano preso di mira Kaidan che restava nascosto in un angolo lontano; utilizzò il Lancio distruggendo una delle creature mentre l'altra cambiava bersaglio, questo permise al tenente di creare un campo di Singolarità che fece volteggiare la creatura, si scompose e poi esplose.
« Ne arrivano altri, Shepard! » urlò il Krogan indicando i Geth in arrivo col braccio che aveva staccato al Geth, ancora una volta si trovarono sotto il fuoco dei nemici ma la comandante evocò una Barriera col quale assorbì i colpi.
Mirò ancora contro i nemici e si concentrò su uno soltanto quando quelli decisero di ripiegare visto che il punto in cui si trovavano era a loro svantaggio.
Questo era un invito per Shepard per mettersi in un punto scomodo; tuttavia con Wrex che poteva incassare molti colpi e lei e Kaidan che generavano Barriere avevano una chance: corsero velocemente per la passerella passando l'artiglio che era entrato dal boccaporto e i Geth pensarono di fare fuoco su di loro; Shepard scavalcò la ringhiera trovandosi quasi addosso a un Geth, caddero entrambi a terra e lei ebbe la fortuna di starci sopra, prese il manico della Carnifex e cominciò a martellare più volte il bulbo oculare della creatura che parve spegnersi dopo una decina di colpi ben mirati con forza.
Ancora una volta la comandante si alzò per sparare ai Geth, uno tra loro spiccava per la sua altezza, tra le mani aveva anche un fucile ben diverso che generava proiettili esplosivi e con quell'arma aveva messo in difficoltà sia il tenente che Wrex che non osava spostarsi per colpire i Geth restanti.
Shepard si mosse quindi restando alle spalle della creatura sintetica di due metri e caricò un colpo: strinse il pugno abbandonando la pistola, si concentrò solo sulla propria energia e il suo corpo vivrò violentemente per lo sforzo, vide il proprio arto brillare di luce azzurra e poi rilasciò con un urlò l'energia che cercava di trattenere per sprigionare il Lancio contro il Geth; fu così talmente potente che prese anche gli altri due ai fianchi distruggendoli ancor prima di schiantarsi contro la parete, bastarono poi pochi colpi e una Deformazione di Wrex per liberarsi del nemico.
Tutti e tre si avvicinarono per osservare meglio il laboratorio della ExoGeni, sembrava essere una sorta di piccolo spazioporto in verità vista l'uscita nel quale l'artiglio era entrato, e se c'era significava che un comando da qualche parte poteva attivarlo e chiuderlo così da distruggere l'intruso!
Shepard si mise quindi alla ricerca di una spiegazione per i comandi sul funzionamento del portellone mentre Kaidan girava l'ultima valvola dell'acqua.
« Basta! Non ci capisco nulla! » urlò Shepard stringendo i pugni a battendoli sulla tastiera dei comandi, non era un'esperta tecnica e ogni volta riscontrava la sua scarsa dote sulla Normandy stessa. Si avvicinò quindi al pannello di controllo e cominciò ad abbassare le leve a caso.
« Comandante, non penso che questa sia la... » Kaidan stava per dirle di non continuare quando un rumore echeggiò nella stanza, qualcosa che sembrava indicare il malfunzionamento di un meccanismo, poi ci fu l'esplosione e la stanza divenne più buia vista l'improvvisa e fortuita chiusura del portellone che restava aperto per l'artiglio.
I tre sentirono il rumore del metallo della nave sfregare sulle pareti e sul pavimento, come se graffiassero il vetro con le unghie, poi la nave si staccò dalla torre. « Comandante mi senti? » la voce di Joker raggiunse Shepard tramite l'auricolare che si era portata all'orecchio.
« Sono così sollevata di sentirti, siamo ancora interi. » rispose Shepard felice di riavere i contatti con la nave, voleva comunicare l'esito della missione ma il pilota non lo permise.
« Abbiamo un problema, comandante. I coloni sono come... impazziti. Sono violenti e ostili. Fa' attenzione. »
« Non preoccuparti. Stiamo tornando. Cerca solo di mantenere la nave integra. » si voltò verso i propri compagni di squadra. « Torniamo subito a Zhu's Hope. »
Tornare subito indietro fu però difficile: una volta tornati indietro incontrarono Lizbeth che doveva essersi arrampicata fino a loro, non aveva ben pensato di seguirli. Ormai era anche inutile discutere con lei dei segreti del Thorian, qualunque cosa nascondesse o di qualunque cosa fosse capace era ovvio che Saren ne era al corrente ormai. E probabilmente c'entrava con il controllo tramite le spore...
Arrivati però alla seconda torre dovettero fermarsi così da far scendere Lizbeth, Shepard accompagnò personalmente la ragazza dalla madre che pianse nel rivedere la figlia; sia Wrex che Kaidan stavolta scesero per affiancare le comandante.
« Immagino che sperare che i Geth vi uccidessero fosse un caso troppo fortuito da osare... » disse il dottor Jheong interrompendo il momento di affetto tra le due donne ritrovatesi. Shepard chinò appena il volto verso di lui.
« Sappiamo cos'ha nascosto la ExoGeni, ed è giunto il momento di arrenderti a me! » disse Shepard in tono autoritario, notò subito come l'uomo impugnava la pistola, era un dottore e nient'altro che un civile.
« Quando arriveranno i nostri superiori avranno eccesso ai dati, anche se distruggerete il Thorian... » aveva capito quello che Shepard voleva fare, e sapeva benissimo che lei lo avrebbe scoperto e che non si sarebbe fermata. « Hanno i coloni, ormai sono infetti e potremo compiere ancora gli studi con loro... » proseguì il dottor Jheong.
« Stai parlando con uno Spettro, vedi di parlare chiaro con me! Che cosa vuoi dire? » chiese Shepard incuriosita dal tono in cui l'uomo l'avesse detto, era Umano ma in quel momento sembrava non essere interessato al destino della sua specie. Sembrava quasi che volesse il peggio per i coloni...
« Ormai sono infetti, l'unico modo che hai per distruggere le ricerche è quello di ucciderli tutti! » rise sadicamente e Shepard provò un senso di disgusto per l'intera situazione.
« No, aspetta un momento. » disse Giuliana che aveva avuto modo di ascoltare tutta la discussione. « Non so di cosa questa bestia stia parlando, ma l'eliminazione dei coloni può essere evitata utilizzando delle bombe con gas nervino... » si spostò allontanandosi dalla figlia e prendendo una piccola cassetta poco lontana, si avvicinò alla comandante.
« Gas nervino? Li stordirebbe e basta... senza ucciderli. » disse incredula la comandante mentre la dottoressa le mostrava le bombe, erano quindici in tutto, cinque per ognuno dei componenti della squadra. E altrettanti erano i coloni probabilmente, era perfetto!
« Vedrò di pensarci. » disse Shepard prendendo le bombe e indossandole nella propria cintura, non amava portarsene dietro in quanto in allenamento (anni prima) uno dei suoi compagni era morto proprio per essere caduto sul fianco e l'aver attivato tutte e cinque le bombe che trasportava con sé.
Quelle però non erano pericolose. « Ottima idea, comandante. Sono certo che con queste potremo salvare tutti i coloni senza far loro del male... » disse Kaidan rivolgendo un sorriso imbarazzato alla donna, Shepard ricambiò il sorriso sentendosi arrossire, il tenente la metteva a disagio adesso.
« Torniamo a Zhu's Hope subito. Dobbiamo chiudere per sempre questa storia del Thorian! » disse sicura di sé.
I tre tornarono quindi al Mako avendo lasciato Lizbeth con la propria madre, misero in moto e tornarono indietro percorrendo la strada principale, attorno a loro uno spettacolo di fuoco e fiamme a causa degli spari tra le postazioni dei coloni e i Geth con la loro nave, piacevolmente almeno la strada era sgombra; quando arrivarono al portellone dell'hangar però qualcosa ne bloccava l'ingresso.
Un essere rannicchiato su se stesso, i lineamenti così familiari a quelli Umani, composto da braccia e gambe, tuttavia la pelle era raggrinzita e grigiastra, come se fosse uno zombie dei vecchi olofilm. Shepard estrasse l'arma mentre si avvicinava insieme ai suoi compagni alla creatura.
Quella scattò in aria con gli occhi rossi e correndo contro di loro con le fauci spalancate per ferirli, in risposta la comandante sparò un colpo alla testa del mostro che morì.
« Che diavolo era quella cosa...? » chiese Kaidan a bocca spalancata per il disgusto. « Non poteva essere umano, non poteva essere uno dei coloni... » continuò lasciando la frase in sospeso come se volesse aggiungere qualcos'altro.
« Usate le granate solo sui coloni, uccidiamo questi... mostri del Thorian. » disse Shepard cercando di contenere il proprio disgusto, si avvicinarono al portellone dell'hangar a piedi e quando si aprì mostrò loro almeno una decina di creature simile a quello zombie che avevano affrontato.
Pochi passi avanti e pronti per scattare in quanto le creature sembravano dormire nello stato in cui erano rannicchiate, forse erano arrivati troppo tardi per salvare i coloni.
All'improvviso quelli si alzarono e cominciarono a correre nel tentativo di divorare i tre arrivati nell'hangar; Shepard teneva la pistola pronta per sparare e cerco di atterrarne il più possibile, erano deboli ad un colpo ben mirato alla fronte in quanto non avevano scudi o corazza difensive, in pochi istanti caddero tutti quanti per terra esplodendo in un ammasso di liquame verdastro e fumante.
Altri spari attirarono però le attenzioni del gruppo che si trovava in mezzo all'hangar e per quel motivo furono costretti a nascondersi tra i mezzi.
Shepard fece capolino trovandosi da sola in mezza alla confusione che c'era nella stanza, cercando di localizzare l'origine degli spari, forse altri Geth; vide però che si trattavano di umani, i volti familiari in quanto loro avevano preparato il Mako per farli andare alle torri.
Il Thorian stava cercando di difendersi: la comandante cominciò a correre velocemente per superare lo spazio che la separava dai coloni, salì gli scalini saltandoli a tre alla volta per poi arrivare in cima, mise mano alla granata e strappò via la sicura per poi lanciarla contro i due coloni che sparavano, quella esplose lasciando i due ragazzi dormienti.
Un terzo però cercò di attentare alla vita della donna che fu presa di striscio, sentì il proiettile colpire l'armatura ma senza distruggerla. La stessa corsa venne compiuta da Kaidan che si portò in avanti con una Barriera biotica attorno a sé per poi lanciare la granata che stese il terzo colono.
Per un attimo ebbero la situazione sotto controllo in quanto il silenzio regnava.
Entrambi i marine furono raggiunti da Wrex che parve annoiato dal non poter sparare a chi voleva. Shepard guardò l'ascensore che li avrebbe fatti scendere nel mezzo della torre così da raggiungere il cuore della colonia. « Andiamo, ne mancano ancora molti da salvare... » sussurrò.
L'ascensore scese velocemente i piani della torre fino a portali al pianerottolo che li avrebbe poi portati alla colonia, quando le porte si aprirono però le creature del Thorian entrarono con forza all'interno della cabina; Shepard cercò di sparare loro o di proteggersi ma fu solo grazie al Lancio di Wrex che vennero spinti fuori, l'ascensore traballò come se stesse per crollare quindi i tre si buttarono in mezzo ai mostri che stavano per terra con arti mancanti.
La comandante incrociò il fuoco contro le creature cercando di spostarsi in un punto più libero, ciò non fu possibile in quanto alle sue spalle volarono altri proiettili, si buttò a terra pensando che si trattasse di coloni nel vano della scala, l'attimo seguente uno di loro comparve sulla soglia della porta: Shepard prese automaticamente la porta strappandone la sicura e mollandola tra le mani del colono, quella scattò rilasciando il gas nervino che la comandante fu costretta ad evitare buttandosi nel vano della scala dove venne accolta da altri spari, due coloni erano arrivati lì per dare loro il benvenuto.
Prese un'altra bomba e la gettò in mezzo alle scale, quella esplose rilasciando il gas che atterrò i due uomini, ancora una volta il silenzio.
« Tutto bene, Shepard? » chiese Kaidan raggiungendo la donna, lei non colse subito il fatto che lui l'aveva chiamata per nome, anzi, le era proprio sfuggito. Annuì.
« Ecco tieni, a me non servono... sono più bravo con le mani! » Wrex brontolò passando tre delle sue bombe a Shepard che le aveva quasi finite. Le prese e le mise nella cintura. « Adesso andiamo! » disse allegro il Krogan.
Quando arrivarono al campo di Zhu's Hope vennero nuovamente colti di sorpresa, i coloni non si erano soltanto limitati al tendere degli agguati, ma si erano anche alleati ai mostri che il Thorian aveva generato, fu molto difficile infatti prendere bene la mira, in più di un'occasione Shepard si vide costretta ad usare una granata per distruggere le creature del Thorian che si erano accavallate intorno a lei nel tentativo di ucciderla; riuscì ad entrare nel campo solo grazie a Kaidan che quasi la spinse dentro, si voltò in tempo per evitare un pugno di uno dei coloni e si dovette abbassare, una donna la raggiunse urlando e a Shepard bastò spingerla contro l'altro di cui si era già liberata, tirò un'altra granata e salvò altri due coloni. Subito fu raggiunta dai due della squadra.
« Quanti coloni dovrebbero restare? Ho solo due granate con me. » la avvertì Kaidan, anche lei ne aveva usate parecchie, considerate anche le due che erano rimaste a Wrex ne restavano solo cinque in tutto.
« Speriamo non siano troppi! » disse mentre si spostavano verso il centro della colonia, l'alta gru era legata al mercantile al centro del campo, in sua difesa c'erano però almeno venti mostri del Thorian e ancora cinque coloni, con un veloce conto Shepard credette di averli salvati praticamente tutti fino a quel punto. Alzò le pistole e avanzò.
Nonostante i mostri del Thorian erano tanti lo scontro finì comunque presto in quanto erano facili a cadere sotto i proiettili dei fucili, quest'ultimo scontro fece anche finire le granate dell'intero gruppo che però si trovò glorioso in mezzo ai cinque coloni svenuti e al liquame in cui i corpi dei mostri si erano ridotti; Shepard si avvicinò quindi ai comandi della gru per poter aprire l'ingresso delle segrete della torre, bastò azionare una leva per farlo, ma qualcuno era ancora contro di loro e fu il suo passo pesante a preannunciarne l'arrivo.
« Fai Dan? » chiese Shepard puntando la propria Carnifex contro l'uomo che aveva un tempo guidato i coloni. L'uomo era visibilmente sofferente, teneva una pistola puntata contro la comandante, pronto per sparare e chiaramente sotto l'influsso del Thorian visto il rossore nell'iride.
« Vuole che ti fermi... ma non posso farlo... » cominciò parlando a denti stretti. « Ho provato a resistergli ma ti entra nella mente e... » scosse il viso più volte, Shepard non voleva sparargli ma l'avrebbe fatto se lui l'avesse attaccata.
Non avevano più granate dalla loro parte, ma tutto questo non fu necessario in quanto Fai Dan ebbe il controllo delle proprie azioni, il tempo necessario per premere il grilletto dell'arma puntata contro il proprio cervello.
« Era un brav'uomo... » disse la comandante avvicinandosi al cadavere dalla testa mutilata per il colpo. « Mettiamo fine a questa storia e distruggiamo il Thorian. » aggiunse voltandosi verso i suoi compagni e avanzando verso l'apertura.
La camera del Thorian si trovava ad alcuni metri sotto la colonia di Zhu's Hope, era quindi impossibile che i coloni non fossero direttamente contagiati dalle spore: una grande camera circolare con una fossa al centro, proprio su di essa stava sospesa l'immensa pianta chiamata Thorian; la creatura era piena di protuberanze simili a brufoli, radici enormi attaccate alle pareti piene di grandi bozzoli simili a quelli delle farfalle, probabilmente era lì che creava i propri mostri.
« E questo che diavolo sarebbe!? » chiese Kaidan avanzando contro la grande pianta verdognola, Shepard storse il naso per la puzza che la creatura emanava.
« Per noi le cose non sono mai facili... » disse lei osservando le grandi radici che permettevano alla creatura di restare sospesa nell'aria. « Vediamo di finire il lavoro qui, distruggiamo le sue radici e facciamolo finire all'altro mondo! » proseguì indicando l'enorme voragine che si trovava sotto la creatura, non c'era alcun piano da seguire, era semplice e basta. Si divisero nel tentativo di raggiungere tutte la radici che vennero distrutte con l'uso dei proiettili e dei loro poteri biotici, quando la pianta fu abbastanza ferita finì per crollare nell'inferno che si celava tra le ombre della fossa.
« Pare che abbiamo finito qui... » disse Shepard una volta che si incontrò con i due compagni di squadra, non avevano scoperto cosa Saren voleva dal Thorian, non potevano però fermarsi in quanto Noveria era ancora bersaglio dei Geth e il pianeta era parecchio distante da Feros.
Prima di abbandonare la sala del Thorian qualcuno però lì fermo chiamandoli: si trattava di un'Asari dal volto violaceo come il resto della propria pelle, i propri vestiti rovinati dall'usura di un liquido somigliante allo stesso che i mostri emettevano una volta morti. « Chi sei? » chiese Shepard.
« Mi chiamo Shiala... vi ringrazio per averli liberata dalle grinfie del Thorian... » sembrava parecchio confusa, Shepard non abbassò però la guardia, forse la donna era rimasta bloccata in uno dei bozzoli, ma quella era una colonia Umana e un'Asari non c'entrava proprio lì.
« Cosa ci fai qui, Shiala? » continuò la comandante.
« Ero una servitrice di Benezia... » rispose con voce debole, la cosa colpì tutti quanti. Inoltre aveva detto che era una sua alleata. « Cercavamo insieme di fermare Saren e di controllarlo, ma lui possiede un potere enorme col quale riesce a controllare la mente delle persone tramite un intenso processo chiamato Indottrinamento... » fece una pausa. « Pensavamo di fermarlo ma è riuscito a controllarci! »
« Questo è successo perché le Asari non stanno ma al loro posto! » aggiunse Wrex con voce grave. Shepard si mostrò interessata alla storia di Shiala e dell'Indottrinamento.
« Continua. » la esortò.
« Possiede una nave molto potente col quale riesce a controllare le menti delle persone, lui la chiama Sovereign. Siamo venuti qui perché voleva il Cifratore dal Thorian, gli serviva per poter comprendere a pieno le visioni dei Prothean in quanto la pianta aveva assimilato il loro modo di comunicare e di pensare... » fece una breve pausa nel quale prese fiato e deglutì. « Servivo come mezzo di comunicazione, poi mi ha offerta come merce di scambio; quando ha ottenuto il Cifratore ha voluto distruggere il Thorian così che non poteste scoprire altro. »
« E come possiamo ottenere anche noi il Cifratore? » chiese Shepard, a quella domanda però l'Asari di nome Shiala abbassò gli occhi, non potevano più ricorrere neanche il Thorian in quanto era distrutto. « Ma l'hai dato a Saren! Dev'esserci un modo per poterlo ottenere! »
Shiala alzò nuovamente gli occhi e annuì. « Posso unire le nostre menti, il Cifratore serve per capire le visioni dei Prothean, non è solo conoscenza. » chiuse gli occhi e si avvicinò alla comandante.
« Cerca di respirare, comandante. Voglio dei respiri lenti e profondi. Lascia che la mente si separi dal corpo, afferra tutti i fili che collegano gli esseri viventi dell'universo. » fece una pausa nel quale Shepard fece come richiesto abbandonandosi alla propria mente. « Ogni azione ha una ripercussione a livello galattico. Ogni idea deve toccare un'altra mente per concretizzarsi. » la comandante sentiva il proprio fiato pesante, come se non fosse più in grado di respirare, si sentì anche leggera come se fosse in grado di fluttuare nel vuoto cosmico. « Ogni emozione deve segnare un altro spirito. Siamo tutti collegati. Ogni essere vivente fa parte di un'unica, gloriosa esistenza. Apriti all'universo, comandante. Abbraccia l'eternità. » fu a quel punto che gli occhi dell'Asari si aprirono di scatto neri come l'abisso spaziale.
La donna percepì il vuoto nella propria mente, come se avesse dimenticato tutto ciò che era la sua vita, persino il proprio nome, poi di botto ebbe tutto dentro di sé: la propria vita e gli echi della visione Prothean di cui però ancora non capiva il significato, solo immagini di distruzione senza senso, l'estinzione della specie intera e i Razziatori, infine un pianeta lontano anni luce dalla comandante.
Ancora però non capiva. « Ti ho dato il Cifratore allo stesso modo in cui l'ho dato a Saren. Ora hai i loro ricordi, le memorie dei Prothean. » disse Shiala.
« Comandante come ti senti? » chiese Kaidan preoccupato per la donna, Shepard gli fece un cenno con la mano ma lui si avvicinò lo stesso per poterla sorreggere in caso la fatica fosse stata eccessiva, eppure ora stava bene.
« Sto bene, tenente. Solo un po' di mal di testa... non sono ancora in grado di vedere bene la visione. Immagino mi debba abituare e debba capire come usare il Cifratore. » disse la comandante cercando di tranquillizzare il compagno.
Si voltò poi verso l'Asari, visibilmente preoccupata per il suo futuro. « Cosa farai adesso? Resterai qui? »
« Penso che aiuterò i coloni a riprendersi dal male dei Geth. C'è molto da fare e devo dare loro una mano. » disse Shiala in risposta, la comandante quindi annuì.
« Molto bene. Allora buona fortuna. » la questione di Feros era ufficialmente conclusa, era giunto il momento di tornare alla Normandy e andare verso Noveria.



 

Disgusto Thorian! Bleah!

 

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Capitolo 11
*** 11 - Ispezione a sorpresa ***


Capitolo undicesimo

Ispezione a sorpresa




Shepard e il suo equipaggio si trovavano nella sala tattica, tutti quanti seduti e pensierosi dopo l'aver discusso della missione su Feros; il Thorian era stato distrutto, la colonia salvata e Shiala sembrava intenzionata a mantenere la promessa di aiutare i poveri coloni, redenzione. La comandante incrociò gli occhi di Liara. « Sono preoccupata per te, comandante. Non hai una bella cera. » disse sincera.
Shepard scosse il volto stropicciandosi gli occhi, l'aver ottenuto il Cifratore era un peso davvero pesante da portare; le visioni avevano cominciato a tormentarle nuovamente i sogni e inoltre non riusciva sempre a distinguere gli echi dei Prothean dai suoni che la circondavano nella realtà. « È ancora un po' instabile. Ma sto bene, grazie Liara. » rispose la donna rivolgendosi all'Asari.
« Capisco le tue difficoltà nel comprendere le visioni. Per questo vorrei proporti una cosa, » fece una pausa e si alzò avvicinandosi alla comandante che alzò solo il viso. « Possiamo unire le nostre menti affinché io possa provare a stabilizzare le visioni e il Cifratore, sono un'esperta dei Prothean e anche se non ho mai sentito di questo Cifratore potrei riuscire a darti una mano... » Shepard era dubbiosa, tuttavia nell'arco di poche ore le visioni l'avevano praticamente scombussolata e le impedivano di dormire.
« Possiamo fare un tentativo. » disse la comandante alzandosi a ritrovandosi alla stessa altezza di Liara, le due donne si avvicinarono l'una all'altra in mezzo alla stanza.
« Rilassati, comandante. Abbraccia l'eternità. » sussurrò Liara con la su voce seducente; Shepard fece come detto e rilassò nuovamente il proprio corpo chiudendo gli occhi, sentiva la presenza di Liara nella propria mente e fu incredibile: la sensazione di pulizia della visione le pervase il corpo, quasi come se l'Asari stesse mettendo in ordine, Shepard vide chiaramente i Razziatori, i sentici che correvano per le strade dei pianeti, vide la Cittadella in lontananza, le urla dei Prothean e degli spari, echi di pianeti distrutti e la fine di molti sistemi e della vita scomparsa.
Percepì chiaramente la fine della vita organica per mano della specie sintetica e ne avvertì la conseguenza: il vuoto. Poi infine vide un pianeta dalle strane strutture, ma questo non era altro che una strana visione distorta. « È davvero incredibile! »
« Che hai scoperto? » chiese Kaidan dal suo posto.
« La visione è incompleta. Non sono riuscita a capire molto visto che mancano dei pezzi: probabilmente a causa della sonda danneggiata. Quando riusciremo a... » Liara non ebbe più tempo per poter rispondere in quanto sembrò sul punto di svenire, Shepard la prese per le braccia sorreggendola.
« Vai in infermeria. Ne riparleremo dopo. » così dicendo mise un punto alla riunione, gli altri membri dell'equipaggio uscirono dalla stanza e poté attivare gli ologrammi per comunicare con i tre consiglieri.
« La ExoGeni ha sbagliato a non dirle subito del Thorian, » cominciò la Consigliere Asari. « siamo comunque fieri di come tu abbia affrontato la missione, comandante. »
« È un peccato per il Thorian: avremmo potuto catturarlo e studiarlo invece di distruggerlo. » stranamente il Consigliere Salarian sembrava non preoccuparsi dell'incredibile potere del controllo della mente della pianta nemica.
« Anche la ExoGeni ha provato a studiarlo e a controllarlo, eppure guardate cos'è successo. » rispose a tono Shepard. « Posso dire che la missione sia andata per il meglio, ho persino salvato la colonia umana sotto il controllo delle spore. »
A quelle parole della comandante ci fu uno sbuffo da parte del Consigliere Turian. « Certo, Shepard farebbe qualsiasi cosa pur di salvare una colonia umana! »
La comandante strinse i pugni per la rabbia. « Io aiuto tutti! Ora scusatemi ma devo portare la nave su Noveria! » dicendo quelle ultime parole premette sul pulsante della disconnessione restando nel silenzio.
« Accidenti al Consiglio! » intervenne Joker, anche lui arrabbiato come Shepard. « La prossima volta vediamo di non atterrare in un pianeta pieno di zombie mutanti, va bene comandante? » chiaramente voleva fare ridere la comandante che si limitò a fare un sorriso e ad annuire.
Shepard uscì quindi dalla stanza, prese le scale e poi l'ascensore che la portò al ponte dell'equipaggio per accompagnare personalmente Liara in infermeria; trovò la ragazza già seduta in un lettino sotto l'osservazione attenta della dottoressa Chakwas. Sembrava aver avuto un lieve calo di pressione, nulla di grave effettivamente.
« Stai bene, Liara? » chiese la comandante quando la dottoressa Asari venne lasciata da sola e libera di stendersi.
« Grazie per le attenzioni, Shepard. È per questo che la tua specie mi affascina tanto; prima non riuscivo a capirvi... »
« Capire cosa? » chiese Shepard.
« Il fatto che la vostra vita sia breve è un vantaggio. Riuscite a prendere il meglio da ogni esperienza e vi godete ogni singolo momento con le persone che amate. Ho osservato questo tuo comportamento quando parli con le persone del tuo equipaggio. Ti preoccupi per loro. » fece una pausa e Shepard non poté che restare in silenzio visto che era d'accordo col ragionamento dell'Asari. « Raggiungete il vostro scopo a qualunque costo perché vivete una vita breve, questo spaventa molto le altre specie. »
« Facciamo davvero così tanta paura? » chiese Shepard interdetta dalla parole dell'Asari. « Noi viviamo circa cento o cento-cinquant'anni. Il nostro ciclo vitale è forse uno dei più brevi, dobbiamo correre perché sappiamo che abbiamo un tempo molto limitato per stare in questa galassia. »
Liara annuì della risposta della comandante. « Non sono riuscita a capire meglio la tua personalità dal tuo curriculum, almeno fino a che non ti ho parlato. »
« Hai spiato il mo curriculum? » Shepard si trovò piacevolmente soddisfatta nel farsi una risata visto l'imbarazzo dell'Asari, tuttavia la donna rispose.
« Volevo conoscerti meglio. Tu mi intrighi molto, Shepard. Anche se mi pare di capire che tu abbia un interesse particolare verso un certo tenente sulla Normandy! »
Il sangue si gelò nelle vene di Shepard, Liara non stava parlando di semplice rapporto di amicizia e aveva notato qualcosa tra lei e un certo tenente? Kaidan era l'unico ad avere quel titolo sulla Normandy. « Io e Kaidan siamo solo amici. Certo... è un buon compagno! »
L'Asari annuì divertita dalla cosa. « Non voglio che tu fraintenda le mie parole. Sei la prima Umana che conosco, e ti trovo molto interessante... mi piacerebbe conoscerti, esserti vicina, anche se ho notato che tendi ad allontanare le persone che ami. O forse mi sbaglio? »
In pochi giorni sulla Normandy, Liara era riuscita a capire tutto ciò che era la vita di Shepard. « Io... non voglio soffrire. Capita che i miei amici cadano in battaglia... » Liara ancora una volta annuì incuriosita sempre di più dal ragionamento della comandante. Era evidente che non condivideva.
« Vivi una vita breve, dici. Non hai interesse di costruirti qualcosa che ti possa rendere felice? Anche se con il rischio di poterlo perdere? » la comandante abbassò lo sguardo quasi come se la stessero sgridando, tuttavia Liara si affrontò ad aggiungere: « Ad ogni modo non voglio stressarti. Vai a riposarti comandante, l'unione è spesso spossante... »
Shepard seguì il consiglio dell'Asari ma non andò direttamente nella propria camera, quando entrò nel ponte dell'equipaggio infatti trovò un Garrus piuttosto impegnato nel pannello che la comandante aveva controllato pochi giorni prima; il Turian stava premendo dei pulsanti. Incuriosita da ciò che stava facendo, Shepard si avvicinò.
« Che stai facendo? » chiese la donna, il Turian si voltò di scatto, come se stesse facendo qualcosa di sbagliato.
« Sto sistemando alcune cose, questi comandi erano una confusione totale. » disse ridacchiando, la comandante si sentì in imbarazzo in quanto era stata lei a giocherellare con quel terminale quando aveva parlato con Kaidan.
« Comunque, » disse lei schiarendosi la voce. « non mi hai mai raccontato qualcosa di interessante. Qualche tuo lavoro con la SSC? Di certo ci sarà stato qualcosa di eccitante; una particolare missione. » incrociò le braccia al petto e si appoggiò alla parete fredda del corridoio.
« Interessante? » ripeté il Turian. « Di certo la cosa più stravagante è stata quando abbiamo scoperto un commercio di organi. Un eccessivo commercio! »
« Racconta un po'. » non era particolarmente interessata a quel racconto, tuttavia le parole dell'Asari le martellavano ancora la mente, la sua freddezza e il non voler stringere rapporti stretti con i proprio sottoposti.
« Lavorando nella sicurezza ho spesso visto casse contenenti organi, tuttavia negli ultimi tempi avevamo trovato un aumento molto alto. » fece un lunga pausa nella quale si spostò dal pannello e se ne andò in un altro. « L'indiziato era il dottor Saleon, eravamo riusciti a trovare alcune prove contro di lui e infine eravamo anche riusciti ad intercettare una sua nave di esperimenti, abbiamo quindi interrogato gli sgherri che però sembravano messi male... » il ricordo di qualcosa di disgustoso passò per gli occhi piccoli del Turian. Shepard restò in ascolto spostandosi verso di lui.
« Alla fine abbiamo deciso di portarli sulla Cittadella per prenderci cura di loro. Abbiamo scoperto come Saleon riusciva a contrabbandare così tanti organi: li clonava dentro i corpi dei pazienti o dei suoi stessi uomini! »
« È disgustoso! » venne spontaneo da dire alla comandante. « Siete riusciti a catturarlo spero... » il Turian sembrò amareggiato dalle parole della donna.
« No. L'SSC l'ha lasciato fuggire quanto l'avevamo finalmente trovato, minacciava di uccidere i suoi pazienti ma quelli erano già morti da molto tempo. Ho provato a farlo seguire ma è stato tutto inutile. Un giorno lo ucciderò! »
Shepard stava per ribattere, le sarebbe piaciuto aiutare il Turian nel fare giustizia, tuttavia la voce di Joker echeggiò nella sala. « Comandante abbiamo una visita sulla Normandy, vieni nella cabina di pilotaggio... »
Una visita da parte di chi?” si domandò Shepard, non non si era neanche accorta che la Normandy si fosse fermata per far entrare qualcuno a bordo, tuttavia fece come richiesto: si congedò da Garrus e salì fino al ponte della mappa galattica, attraversò di gran carriera la sala fino ad arrivare davanti al portellone di sbarco dove l'aspettava un uomo.
« Salve, comandante Shepard. » disse il nuovo arrivato tenendo le mani incrociate dietro le spalle, l'espressione arcigna e molto infastidita. « Mi presento: sono il Contrammiraglio Mikhailovih, » questo di certo spiegava la bella divisa da diplomatico che indossava. « Pare che il Consiglio si sia preso una delle mie migliori navi... »
Parlava della Normandy. « Non sapevo che la Normandy fosse assegnata alle sue flotte. » rispose mantenendo un tono composto e formale. « Come mai è qui, contrammiraglio? »
« Sono qui per ispezionare questa vecchia ferraglia! » rispose l'uomo, entrando nel corridoio; Shepard lanciò un'occhiata nella cabina di Joker dove l'uomo si era voltato lanciando un'occhiata piena di rabbia verso l'ammiraglio.
« Non insulti nuovamente la mia nave, contrammiraglio! » Shepard dovette quasi mordersi la lingua a sangue per non dire realmente tutto quello che aveva da dire, era uno Spettro ma doveva sempre rispettare le alte cariche dell'Alleanza e la cosa le rodeva lo stomaco.
L'uomo sbuffò e fece come aveva detto, un'ispezione a sorpresa per tutti probabilmente, Shepard era sicura che neanche l'Alleanza sapesse di quella pagliacciata, la Normandy era una nave perfetta, la nuova avanguardia della tecnologia Umana, al contrammiraglio bruciava solo il fatto che le fosse stata presa dal Consiglio. Di fatti quando il contrammiraglio fu di ritornò era parecchio scontento.
« Non mi è piaciuto ciò che ho visto, comandante. Questa nave sembra uno scherzo! La sala tattica a poppa? Perché si trova dall'altro lato della nave!? » chiese cercando una spiegazione, Shepard aveva studiato a lungo i dettagli della sua nave, doveva farlo visto che ne era la comandante.
« Se ben ricorda la Normandy è un progetto di fattura Turian, è costruita con i loro schemi e ciò spiega la posizione della sala tattica: le alte gerarchie Turian non vogliono mischiarsi nel loro equipaggio, ne restano lontani così da poterli sorvegliare! » rispose prontamente.
Il Contrammiraglio Mikhailovih parve riflettere sulle parole della donna. « Va bene; ma che mi dice del sistema di occultamento? Migliaia di crediti e di fondi, senza contare l'utilizzo dell'Eezo, per cosa? Apparire invisibili!? »
Sembrava parecchio arrabbiato riguardo la spesa eccessiva, probabilmente Adam ne sapeva di più della comandante ma anche lei si era fatta una piccola cultura. « La Normandy può apparire invisibile agli scanner dei nemici, possiamo irrompere tra le loro file e colpire il nemico dall'interno. Per non parlare della quantità di informazioni che possiamo così rubare al nemico da sotto il naso! »
Anche stavolta il Contrammiraglio Mikhailovih parve senza parole. « Certo si potevano evitare costi di questa portata; ciò che mi ha davvero lasciato senza parole è la natura dell'equipaggio: perché gli alieni a bordo hanno accesso a praticamente tutti i sistemi dell'Alleanza? »
Era la stessa preoccupazione di Ashley, anche lei le aveva fatto un discorso molto simile e quella volta Shepard aveva contenuto ciò che voleva dire. Ma ci aveva pensato bene e aveva da aggiungere nuove argomentazioni. « L'umanità non è vista di buon grado, per questo necessitiamo di dover acquistare la fiducia delle altre razze, mostrare simpatia e soprattutto che ci fidiamo di loro. » fece una pausa. « Si tratta di creare dei ponti di comunicazione, dobbiamo dare una buona impressione dell'Alleanza, e ciò può essere ottenuto facilmente semplicemente accettando l'aiuto delle altre specie! » con questo concludeva la sua tesi.
Il Contrammiraglio Mikhailovih rifletté sulle parole della comandante, poi sospirò chiudendo gli occhi. « Scriverò il mio rapporto e le mie impressioni riguardo la Normandy, e non saranno così negative come mi aspettavo, comandante. Col tuo permesso mi congedo. » disse lui andando via, la comandante sorrise tra sé e sé e annuì quando Joker che le fece l'occhiolino, soddisfatto della difesa che Shepard aveva dato alla Normandy.

***

Il giorno seguente la Normandy sfrecciava a tutta velocità nell'immensità dello spazio, Shepard aveva deciso di svegliarsi presto, sempre restando all'orologio terrestre. Si era diretta subito verso la mensa per fare una veloce colazione, trovò Ashley seduta a darle le spalle: l'artigliere capo era seduta in una postura molto rilassata ma comunque con la schiena dritta, tra le mani stringeva un datapad e stava ascoltando il messaggio di una donna: « ...abbiamo visto il Tenente Alenko in azione, accidenti quanto sei fortunata! » la voce alludeva chiaramente alla bellezza dell'uomo.
« Disturbo? » disse Shepard sedendosi accanto all'artigliere capo, la donna aveva un largo sorriso mentre ascoltava il messaggio, gli occhi lucidi e brillanti. Quando Shepard si mise al suo fianco fece un balzo sulla sedia.
« Trovi divertente ascoltare la mia posta, comandante? » chiese quella scherzando, Shepard le concesse una breve risata. « Si tratta di mia sorella minore. »
A Shepard si strinse lo stomaco: da piccola avrebbe tanto desiderato un fratello o una sorella, era sempre costretta a giocare da sola sulla nave dei suoi genitori e le poteva anche andare bene, a lungo andare però questo la spegneva. « Ci tieni molto alla tua famiglia? » poteva essere facilmente intuibile visto il bagliore negli occhi dell'artigliere mentre stava ascoltando il messaggio della sorella.
« Ho cresciuto le mie sorelle insieme a mia madre. Sono la maggiore tra le quattro e sì, sono legatissima con tutte loro. » rispose Ashley facendo un sorriso sempre più ampio. Shepard distolse un attimo lo sguardo dall'artigliere per concentrarsi sul caffè che stava sorseggiando.
« Parlami un po' di loro... » chiese curiosa.
Ashley fece un sospiro ma non infastidito, si mise composta posando il datapad sul tavolo e lasciando le mani libere. « Era Sarah, con lei ho un rapporto davvero speciale. Una volta era fidanzata con un ragazzo, un idiota che voleva bruciare le tappe prima del tempo; mia sorella però non voleva così lo aveva lasciato... » fece una pausa e Shepard vide i ricordi della donna scorrere nei suoi occhi. « Sono andata ad accompagnarla a scuola per alcuni giorni perché avevo paura che le avrebbe fatto del male in qualche modo, ma quando lui le si è avvicinato lei gli ha tirato un pugno così potente da stenderlo! »
Ashley aveva cominciato a ridere. Una cosa che accadeva raramente, Shepard poteva giurarlo. « Voi Williams siete tipe toste! » disse la comandante. « Mi pare di capire che tuo padre non partecipò a tutto questo...? »
Gli occhi di Ashley si rabbuiarono. « Mio padre era sempre in missione. Purtroppo poi ci ha lasciate; ogni tanto quando sono in licenza mi piace recitare una delle nostre poesie preferite sulla sua tomba, lui è sempre vicino a me... »
« Parli... dal paradiso? » chiese Shepard non del tutto sicura di ciò che si stava parlando, Ashley annuì stringendo le mani e congiungendole come in preghiera.
« La mia fede è forse un problema? » chiese l'altra.
Shepard però scosse il viso terminando di bere la sua tazza di caffè. « Assolutamente no. Anch'io credo che qualcosa abbia creato tutto questo, altrimenti si diventerebbe pazzi nel non pensarlo! » una risata tra le due, un momento di tranquillità e svago dopo la missione su Feros. Shepard poté riscoprire quant'era piacevole la compagnia di Ashley proseguendo a parlare come amiche di vecchia data: parlarono della famiglia, del servizio militare e per la prima volta Shepard parlò a qualcuno di Akuze.
« Accidenti ne hai passate tante, Shepard. » disse lei con tono grave ed evitando lo sguardo della comandante. I loro discorsi però furono interrotti dall'arrivo di due figure.
Tali e Wrex camminavano fianco a fianco, probabilmente erano saliti dai loro alloggi nei ponti inferiori per fare colazione, quando videro Shepard si avvicinarono mettendosi nel tavolo con lei; Wrex non prese nulla visto che a Normandy offriva solo pietanze a cui i Krogan erano allergici, la Quarian invece trovò interessante il caffè, collego una cannuccia in un foro del proprio casco e parve sorseggiarlo tranquillamente.
« Davvero ottimo questo caffè! » disse lei con una voce più acuta ed eccitata, sembrava persino di buon umore rispetto a qualche giorno prima quando ripensava alla Flotta migrante.
« Vedo che stai meglio. Mi fa piacere. » disse la comandante rivolgendosi alla Quarian e iniziando quindi la discussione con lei. Tali alzò lo sguardo.
« Mi sono abituata al silenzio della nave. Penso ancora al mio pellegrinaggio certo, sono anche preoccupata visto che non ho ancora trovato nulla che possa servirci. » una nota di dispiacere comparve nella sua voce, Ashley non sembrava interessata all'argomento, si era fatta più fredda e probabilmente era a causa delle sue idee riguardo gli alieni.
« Non preoccuparti, » disse la comandante facendole un sorriso. « Lo troverai. Ancora c'è molto da esplorare in questo viaggio. » nonostante le parole rassicuranti della comandante, Tali non sembrava assorbirne gli effetti benefici.
« Il fatto è che mio padre fa parte del Consiglio dell'Ammiragliato, è un pezzo grosso e tutti si aspettano moltissimo da sua figlia, sono la sua unica figlia! » ci tenne a puntualizzare; anche Tali era figlia unica come Shepard e questo significava responsabilità verso il nome della propria famiglia, poteva capire benissimo lo stato della Quarian.
« Tu sei qui ed è già qualcosa di importante! » insisté Shepard convinta della cosa. « Capisco il vostro modo di vedere, il vostro pellegrinaggio serve per cercare principalmente risorse per cacciare i Geth dal vostro pianeta natale, o per cercare informazioni così da comprenderli meglio. » proseguì, la Quarian alzò il volto e Shepard incrociò il brillio degli occhi oltre il vetro.
« Allora capirai bene perché non posso tornare senza aver dato qualcosa di importante alla flottiglia! » rispose lei.
Il silenzio seguì subito quell'affermazione, il loro viaggio non aveva del tutto portato a nulla, di certo Tali aveva avuto modo di vedere il modo di agire dei Geth in prima persona: il loro modo di agire e pensare. Il momento di riflessione di Shepard venne interrotto dalle parole di Wrex.
« Non c'è una specie con un minimo di cervello in tutta la dannata galassia! » questo fece fare una mezza risata a Tali mentre Ashley continuò a restare impassibile.
« Ancora non mi spiego perché sei diventato un mercenario. Voglio dire... pare che voi Krogan non aspiriate ad altro nella vita. » constatò Shepard, il Krogan posò lo sguardo su di lei e fece un tetro sorriso sincero.
« Per molte ragioni: principalmente volevo lasciare il mio sistema natale e Tuchanka; volevo aiutare la mia gente dopo la guerra contro i Turian e la genofagia, ma sono stato tradito da un Signore della Guerra di nome Jarrod! » spiegò molto velocemente Wrex, Shepard poggiò il gomito sul tavolo e poi la testa sulla propria mano per sostenersi ascoltando con attenzione la storia del Krogan.
« Tradito in che modo? » chiese la comandante rivolgendosi a Wrex. Quello evitò il suo sguardo per tutta la durata del racconto del passato.
« Jarrod voleva la guerra, voleva che i Krogan continuassero a lottare. Ma questo ci avrebbe distrutti, già con la genofagia avevamo subito una gravissima piaga! Così ho opposto resistenza, ma a lui ero solo d'intralcio... » disse Wrex continuando a raccontare. « Dovevamo incontrarci sul nostro pianeta natale, voleva solo parlare, io e lui. »
« Suona molto come una trappola. Ci sei andato? »
« Quando tuo padre ti invita ad andare anche noi Krogan siamo tenuti a rispettare la sua carica! » disse ridacchiando, a Shepard quasi cadde la tazza con cui giocherellava.
« Jarrod era tuo padre!? » disse lei senza capire.
Il Krogan annuì all'affermazione della donna. « Alla fine era comunque una trappola, ero contro tutti gli altri e mi sono fatto valere, gli ho spaccato la testa e dopo averlo ammazzato me ne sono andato via per sempre! »
« Accidenti Wrex è... » Shepard stava per parlare quando qualcuno la interruppe, era la voce di Joker che risuonava nel ponte della nave tramite l'altoparlante.
« Comandante puoi venire qui in cabina? Volevo farti analizzare alcuni dati riguardo i Geth su Noveria. » disse l'uomo, Shepard si alzò dal tavolo salutando tutti gli altri e avvicinandosi alla cabina dell'ascensore, restò ferma dopo averlo chiamato aspettando che le porte si aprissero.
Aveva la testa per aria di fatti non si accorse subito che, una volta che le porte furono aperte, Kaidan si trovava già all'interno della cabina; i due incrociarono lo sguardo restando in un silenzio imbarazzante ma Shepard non si fece frenare da quello: entrò analizzando i movimenti che compiva il tenente; restava immobile con le braccia conserte, scoperte a causa della divisa a maniche corte che mostrava i bicipiti gonfi dell'uomo, così come il resto della divisa disegnava il suo corpo, dalle gambe muscolose agli addominali e continuando a salire fino al petto.
Shepard distolse lo sguardo con fatica per premere il pulsante del ponte superiore.
« Hai tempo per parlare con me, comandante? » Shepard ricercò lo sguardo del tenente che però la evitava, puntava fisso le porte dell'ascensore, era imbarazzato.
« Dimmi tutto, tenente. » disse in risposa lei.
« Volevo solo dirti di fare attenzione: da oggi ti toccherà prendere decisioni molto importanti con gravi ripercussioni, ho visto molti generali distrutti da una scelta sbagliata; non voglio che accada anche a te, Shepard. »
Il modo in cui il tenente aveva pronunciato il nome della comandante le fece venire i brividi alla schiena, si voltò lentamente verso Kaidan che le rivolgeva uno sguardo di traverso. « Mi sono spinto troppo oltre? » chiese lui.
La donna faticò a muovere il viso in modo da dire no quindi optò per parlare. « No, Kaidan. Grazie per la tua preoccupazione, significa molto per me. » si schiarì la gola. « Da come parli sembri aver compiuto scelte di cui ti penti... » disse lei cercando di evitare nuovamente il suo sguardo, c'era come una barriera tra i due e si stava lentamente sgretolando; Shepard però aveva paura di ciò che comportava questo.
« Parlo come sempre di Jump Zero. » cominciò il tenente. Shepard tese l'orecchio così da ascoltarlo, la salita nell'ascensore sembrava durare un'ora per quanto il tempo sembrava essere rallentato. « Il mio mentore, il Turian, si era presentato a noi dicendo “Probabilmente sono stato io a distruggere la nave su cui sono morti i vostri padri.” » Kaidan strinse i pugni al ricordo della sua adolescenza; come se fosse attirata da una forza, Shepard spostò i suoi occhi nuovamente su Kaidan, girando totalmente il corpo verso di lui.
« Ed era così? » chiese lei, lui imitò il movimento della donna spostandosi e girandosi verso di lei così da poterla guardare. « Voglio dire... tuo padre... » non voleva essere né indiscreta né troppo curiosa, Kaidan però sorrise.
« Mio padre è a Vancouver con mia madre. Quando lo feci notare al Turian diventai il suo bersaglio preferito. Per questo ti dico di fare attenzione alle scelte che compirai. » proseguì il tenente, solo a quel punto la porta parve finalmente aprirsi e si trovarono entrambi davanti alle scale della sala tattica.
« Grazie ancora per la preoccupazione, Kaidan. » disse lei quasi intenzionata a sfuggire alla discussione con l'uomo; sgattaiolo tra le porte dell'ascensore ma prima che fosse troppo distante venne presa per il polso dal tenente.
« Tendo ad aiutare le persone che sono speciali per me; sono fuori strada, Shepard? » la comandante aveva capito benissimo a cosa il tenente stava alludendo, possibile che però la corteggiasse così spudoratamente? Da che non si parlavano a che la chiamava persino per nome?
Eppure le faceva piacere. Fece un sorriso senza volerlo, dimenticando la sua morale e ciò che si era imposta. « Non sei fuori strada, Kaidan. »
« Rifletti sulle mie parole allora... » lo avrebbe fatto!

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Capitolo 12
*** 12 - Vacanze al freddo ***


Capitolo dodicesimo

Vacanze al freddo




« Qui Normandy, richiedo il permesso di attraccare. » Joker stava cominciando la manovra per rallentare in quanto la Normandy era già entrata nell'atmosfera di Noveria: il clima era tempestoso, una bufera di neve si era abbattuta sulle montagne e sull'intera vetta, dentro la Normandy però la comandante poteva solo osservare i fiocchi di neve scontrarsi contro i pannelli della nave e trasformarsi subito in acqua.
« Richiediamo di saper il motivo della vostra visita. » gli rispose una voce, Shepard si avvicinò quindi alla cabina di pilotaggio sapendo che i suoi alleati stavano per arrivare.
« Abbiamo a bordo uno Spettro! » rispose Joker piuttosto infastidito, stava già puntando l'hangar di Port Hanshan.
La comandante si spostò davanti al portellone dal quale sentì che il permesso di attraccare era stato loro accordato; Port Hanshan era un luogo di villeggiatura per alcuni, come una specie di hotel. Tuttavia al proprio intero c'erano anche alcune delle più potenti industrie per biotici come la Binary Helix. « Certo che è un bel posticino, penso ci passerò la prossima libera uscita! » commentò con sarcasmo Joker.
A Shepard non poté non sfuggire una risata; era molto più rilassata rispetto al giorno precedente: non aveva avuto modo di parlare più con Kaidan riguardo la discussione nell'ascensore, forse per lei era stato un bene visto che nella sua mente c'era solo confusione: Liara l'aveva praticamente sgridata per la sua freddezza, proprio per questo Shepard cercava di essere più dolce, più umana con tutti.
Sempre col rispetto della sua carica, gli altri la vedevano come un punto di riferimento, la comandante della nave e una persona socievole e allegra. Le visioni di certo la tormentavano ancora ma cercava di nascondere quella sofferenza e le poche ore di sonno con una maschera.
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di Liara e di Garrus, entrambi vestivano una corazza che proteggeva i loro corpi ed erano anche dotati di scudi; Shepard aveva optato la Carnifex e un fucile a pompa per quella missione. Un'ottima potenza di fuoco avrebbe sostituito la pistola da Spettro nel combattimento ravvicinato. « Ci siamo. » disse lei agli altri due quando il portellone della Normandy si aprì.
L'ambiente fuori dalla nave era molto freddo, questo perché l'hangar aveva lasciato entrare parte della bufera dentro di sé quando la Normandy era stata fatta attraccare; tuttavia Shepard si abituò presto a quella temperatura estrema, camminò insieme ai due membri della squadra avanzando per la passerella fino ad arrivare a un punto di controllo dove due donne, una mora e una bionda, stavano in piedi davanti l'ingresso, le armi pendenti ai fianchi e oltre loro c'erano ben quattro guardie a difesa dell'ingresso della grande struttura incassata nella montagna.
Quando Shepard si avvicinò, la donna mora la fermò con la mano. « Devo chiedere di fermati e di identificarti! Nessuno può entrare senza autorizzazione. » disse la donna con tono autoritario, Shepard suppose fosse l'addetta alla sicurezza.
« Sono Jane Shepard, Specialista Tattica e Ricognizione. E lei è? » chiese a sua volta, la donna bionda sbuffò quasi disgustata dalla presenza della comandante.
« Sei davvero un fenomeno! » Shepard mantenne la calma riflettendo con la mente e pensando prima di tutto alla diplomazia, l'arma più forte contro gli Umani stessi.
« Sono Maeko Matsuo, capitano della sicurezza. » si identificò la mora ignorando la bionda. « Potete passare, ma devo obbligarvi a lasciare le armi da fuoco qui in quanto non sono ammesse a Port Hanshan. » disse a denti stretti.
Shepard alzò un sopracciglio. « E se rifiutassi? »
« Allora saremo costretti ad eliminarvi! » disse la donna, si guardò indietro e fece un rapido cenno agli uomini, in un solo secondo tutti e sei gli addetti della sicurezza si trovarono con le armi puntate contro i tre della Normandy.
Shepard però era stata altrettanto veloce: non aveva avuto bisogno di comunicare ai suoi di uscire le armi, le era bastato farlo e i suoi l'avevano seguita. « L'autorità della Cittadella è superiore alla vostra! » fece notare Garrus.
« Non vogliamo una sparatoria, capitano. Vogliamo solo passare e chiedere delle informazioni. Sono certa che potrete accontentare il Consiglio... » disse Shepard ricorrendo alla volontà dei tre consiglieri, il capitano Matsuo si morse le labbra senza abbassare le armi; poi una voce parlò.
« Grazie per il controllo, capitano Matsuo. Può far passare il comandante Shepard, abbiamo analizzato il suo status. » era la voce di una donna, un alleato che li poteva far entrare probabilmente.
Il capitano Matsuo annuì e fece cenno di abbassare le armi, l'attimo seguente fece passare Shepard, Liara e Garrus lasciando loro l'ingresso libero. Furono subito accolti da una bellissima fontana spruzzante acqua, al centro della stanza. Attorno ad essa c'erano delle scale che portavano nella hall.
Rimasero fermi pochi istanti quando una donna in completo rosso sbiadito venne loro contro parlando: « Vogliate scusare il nostro capitano, la prudenza non è mai troppa. » cominciò la donna fermandosi davanti alla squadra, dal suo accento era chiaro come rivelasse le origini di lingua italiana visto la marcatura e le cadenze delle parole. « Sono Gianna Parasini. » aggiunse infine.
« Grazie per averci fatti passare. » disse gentilmente Shepard mentre si avvicinava alla donna, le strinse la mano e quella la fece avanzare fino alla reception, tuttavia prima di arrivarci un allarme risuonò nell'aria.
« Non preoccupatevi, è solo il nostro rilevatore di armi. » disse Gianna come se l'allarme acuto non le desse minimamente fastidio. « Cosa porta uno Spettro qui a Port Hanshan? » chiese gentilmente.
Shepard rispose sinceramente. « Stiamo cercando attività Geth nella zona. Avete visto persone insolite recentemente? Magari una Matriarca Asari? » con grande stupore dei tre, Parasini annuì con un sorriso.
« Benezia è arrivata qui pochi giorni fa. È partita proprio ieri per la Vetta 15 quindi non è più qui. » Shepard si voltò subito verso Liara, la ragazza sembrava scossa all'idea che la madre fosse lì. « Perché la cercate? »
« Dobbiamo parlare con lei. » tagliò corto Shepard, distolse lo sguardo da Liara che lo aveva abbassato. « Come possiamo arrivare alla Vetta 15? » chiese con una certa preoccupazione nella voce. Gianna Parasini indossò un'espressione dubbiosa.
« Purtroppo dovrete parlare con Anoleis per farvi dare un lasciapassare. Posso subito farvi ricevere. Potete entrare nell'hotel e aspettare fino a che non vi chiamerò. »
Non avevano modo e quindi dovevano aspettare, Gianna Parasini al contempo li stava però facendo entrare, avevano compiuto un passo in avanti in più.
« Immagino che ti chiederai come stia, Shepard. O come mi senta al riguardo... posso assicurarti che sono tua alleata! » disse Liara mentre stavano aspettando; i tre erano stati fatti accomodare dalla Parasini in un angolo della grandissima sala principale, fontane e giardini riempivano l'aria mentre i vari clienti sorridevano tranquilli, alcuni progettavano di andare a bere qualcosa al bar, altri parlavano di alcune attività che erano state rinviate a causa della bufera esterna.
« Mi fido di te, Liara! Non ho mai dubitato della tua lealtà nei miei confronti e non inizierò adesso. » rispose la comandante alla propria amica, quella parve sollevata anche se chiaramente era inutile essere preoccupati.
Mentre gli occhi di Shepard cercavano di scrutare qualunque cosa che potesse indicare un Geth o un traditore o qualcuno di vagamente sospetto e ricollegabile a Saren, Gianna Parasini si avvicinò ai tre mantenendo un sorriso.
« Il signor Anoleis è pronto per ricevervi. » disse, Shepard si alzò immediatamente facendo un cenno di ringraziamento alla donna, tutti e tre superarono quindi l'ufficio della segretaria che appunto era la signora Parasini, poi varcarono la soglia dell'ufficio di Anoleis, con grande sorpresa di tutti al capo di Porto Hanshan c'era un Salarian.
« Veniamo subito al punto, comandante. Non mi piace molto intrattenermi con i vagabondi spaziali! » Shepard aveva sempre ricorso alla diplomazia; fino a pochi minuti prima, ma la sua pazienza era già scesa sotto lo stivale!
« Vagabondi? Suppongo che mi conosca e sappia che ho passato la vita sulle navi militari... » rispose Shepard, il Salarian annuì continuando ad avere quel tono che infastidiva la donna, come se la volesse cacciare via.
« Ovviamente mi sono preparato, sarebbe da sciocchi presenziare un negoziato senza conoscere con chi si sta parlando. » tutto quello era assurdo, Anolei non li avrebbe aiutati ed era evidente, ma Shepard provò lo stesso a porre la domanda che avrebbe avuto una risposta negativa.
« Necessitiamo di lasciare Port Hanshan per la Vetta 15. Può procurarci un lasciapassare? » a quella richiesta, Anolei parve diventare furioso anche se mantenne il controllo.
« Sono spiacente ma sono molto impegnato. Persino in quest'istante sto perdendo moltissime chiamate importanti e dodici credi al secondo che perdo con lei! » senza congedarli premette il pulsante accanto a lui sulla scrivania e si mise a parlare di affari con qualcuno.
Shepard e gli altri tornarono indietro, abbastanza interdetti e infastiditi. Senza il suo lasciapassare non avrebbero potuto raggiungere la Matriarca Benezia e questo era un problema. Gianna Parasini era seduta nella sua postazione, sempre sorridente e pacata, quando Shepard uscì dall'ufficio mutò espressione e parlò: « Niente lasciapassare? »
Shepard spostò lo sguardo stringendo i pugni per la rabbia che le era venuta parlando con l'amministratore. « Posso aiutarvi, » cominciò Gianna. « Conosco un Turian, si chiama Lorik Qui'in, può procurarvi lui il lasciapassare, lo potete trovare al bar dell'hotel. » Shepard era però dubbiosa, a detta della signora Parasini, Anoleis era l'unico che poteva aiutarli, ora però saltava fuori questo Turian in grado di aiutarli.
« Tenteremo la fortuna con lui allora... » disse Shepard, non avevano altre opzioni e tentare di convincere Anoleis era del tutto inutile visto come la pensava lui.
Non avevano altro per le mani così si spostarono verso il bar della grande struttura; era situato dall'altro lato della sala, oltre i magnifici alberi e i giardini in cui la gente riposava, superando l'ingresso di una delle corporazioni aziendali che risiedevano appunto su Noveria; presero l'ascensore che in pochi istanti li portò dove dovevano andare.
L'ambiente era molto piccolo, c'erano anche pochi clienti, Shepard riconobbe alcune facce che aveva già visto nella grande sala principale. In mezzo a loro c'era anche un Turian che indossava una veste che ne evidenziava il fisico, era da solo e aveva l'aria pensierosa mentre fissava il proprio drink.
Shepard si avvicinò quindi a lui che la notò subito. « Vuoi unirti a me per bere qualcosa? » chiese la tipica voce distorta che i Turian possedevano. La comandante scosse il viso.
« No, avrei bisogno di un favore. » disse.
« Sarebbe? » chiese lui senza rifiutare, almeno sembrava un tipo disponibile a ragionare. « In cosa posso aiutarti? »
« Avrei bisogno di un lasciapassare per la Vetta 15. Qualcuno mi ha detto che puoi procurarmelo tu. È così? » chiese Shepard venendo direttamente al punto, in quella giornata non le andava di girare intorno alle cose, voleva rivolvere la questione di Noveria il più in fretta possibile visto quanto Saren fosse avanti a loro.
« Anoleis non te lo ha concesso? » chiese lui, Shepard annuì senza capire perché parlasse dell'amministratore. « Si da il caso che quel bastardo abbia fatto chiudere il mio ufficio; avevo trovato le prove che lo incriminavano di corruzione, pare che Anoleis non stia più giocando pulito... »
« Immagino che voglia che l'aiuti in qualche modo? »
Il Turian annuì alla domanda. « Il mio ufficio è chiuso a chiunque e ha disposto degli uomini della sicurezza, sono stati però corrotti dal Salarian per tenere tutti alla larga. Trovatemi le prove così io vi darò subito il lasciapassare. »
« Penso che dovremmo aiutarlo, Shepard. Non abbiamo molte alternative e comunque puniremmo Anoleis se è davvero corrotto e implicato in qualcosa di grosso. » disse Garrus, aveva ragione e Shepard concordava con lui che non avessero altre alternative al riguardo.
« Mi dia pochi minuti e sarò di ritorno. » disse Shepard indicando l'orologio che si trovava nel polso del Turian, fece un mezzo sorriso e poi tornò indietro con i due compagni di squadra, aveva già ben chiaro dove andare.
Appena le porte dell'ascensore si aprono sgattaiolarono subito verso destra, superarono una grande fontana con una sfera circolare al centro di essa e superarono l'ingresso dei giardinetti, si trovarono davanti una porta e vi entrarono, veniva segnato che lì si sarebbe potuto accedere anche ai garage che lasciavano Port Hanshan ma Shepard non era lì per quello: si trovo davanti l'ingresso di vetro degli uffici della corporazione di Lorik Qui'in. Non c'era nessuno di guardia e un semplice nastro rosso ne bloccava l'accesso.
Shepard si guardò intorno assicurandosi che non ci fossero telecamere di sorveglianza e poi ruppe il nastro, aprì le porte dell'ufficio lasciandole aperte per far passare i due compagni di squadra e richiuse la porta alle loro spalle.
Una volta che superarono il corridoio buio entrarono nel vero e proprio ufficio: alla loro sinistra una lunga fila di finestre alte fino al tetto illuminavano la stanza, la luce esterna entrava mentre la neve batteva violentemente sul pannello invisibile.
C'erano alcune scrivanie posizionate in un certo modo, pareti alte per separare l'ufficio in stanza più piccole, poi c'erano i servizi igienici dall'altro lato. Shepard avanzò di pochi passi e svoltò l'angolo per trovare due guardie della sicurezza a difesa dell'ufficio.
« Chi siete voi? L'ingresso è vietato a tutti i civili! » disse aggressiva una delle due, indossava un casco che ne mascherava il volto, era una donna.
« Siamo qui per conto di Lorik Qui'in, vogliamo semplicemente prendere alcuni suoi effetti personali... » disse Shepard, in parte una menzogna e in parte verità, era anormale però che dei normali civili portassero con loro l'armamentario complesso che aveva Shepard e compagni, le due guardie non abbassarono i fucili infatti.
« Mi spiace ma dovete andarvene. Ordini di sicurezza. » insisté la donna che aveva parlato.
Shepard si disse di rivelare la propria posizione e di farli ragionare.
« So che siete qui illegalmente perché Anoleis vi ha pagati come foste mercenari. Scommetto che il capitano Matsuo non ne sa nulla però... » la sua voce si affievolì diventando vaga. « Potrei provare a parlarne con lei magari. » disse concludendo, a quelle parole entrambi i soldati di guardia balzarono abbassando le armi e ragionando.
« Aspettate: non vogliamo guai. Andiamo via subito. » disse quello che era rimasto in silenzio fino a quel momento, Shepard fece loro un cenno e i due se ne andarono immediatamente, sperava che nel frattempo non avrebbero chiamato rinforzi, sempre se l'ufficio non ne fosse già stracolmo.
« Saliamo le scale, l'ufficio di Lorik Qui'in dovrebbe trovarsi al piano di sopra. Prendiamo le prove e andiamo subito via. » disse Shepard agli altri, annuirono in risposta.
I tre si spostarono quindi al piano superiore salendo le scale che trovarono davanti, superarono il bellissimo e elegante pianerottolo fino ad arrivare alla passerella che portava in un ufficio isolato, la targhetta sulla porta segnava che era quello che cercavano. Shepard diede un calcio alla porta che si spalancò con violenza ed entrò dentro.
« Garrus pensi di riuscire ad hackerare il sistema per prendere le prove? » chiese Shepard, il Turian fece mezzo sorriso ed annuì mettendosi davanti al computer.
La comandante era quasi certa che ne fosse capace, d'altronde il Turian aveva lavorato per la SSC ed era suo compito violare la sicurezza di computer criminali, aveva conoscenze in elettronica come già dimostrato sulla Normandy stessa. Nel frattempo Liara rimase in silenzio, pensierosa a causa della madre su Noveria.
« Non preoccuparti, Liara. Troveremo Benezia e vedremo di farla ragione. È sotto l'influsso di Saren. » disse Shepard passando una mano sul braccio dell'Asari, quella si voltò appena verso la comandante, gli occhi lucidi e tristi.
« Non ne dubito. Ma se non ci fosse modo di farla ragionare allora dovremo ucciderla. » disse drasticamente, Shepard si morse la labbra ed annuì.
Se avesse potuto avrebbe evitato di uccidere la madre della donna. L'attimo seguente Garrus giocherellò col proprio factotum pigiando i tasti olografici. « Abbiamo finito qui. Ho passato i dati direttamente sul tuo factotum così potrai consegnarli personalmente a Lorik Qui'in. » disse.
Shepard fece un cenno e controllò subito che i dati le fossero stati inviati al factotum, fatto quello poterono finalmente uscire dall'ufficio ripercorrendo la passerella e trovandosi nel pianerottolo dai divani e dalle piante eleganti; qualcuno però li stava aspettando: la donna bionda che accompagnava il capitano Matsuo era accompagnata da altri sei uomini, non sembravano intenzionati a collaborare.
« È giunto il momento di metterti fuori gioco, Shepard. » disse la donna con un ghigno minaccioso, la comandante era piuttosto sicura di sé e non aveva timore di lei o delle guardie che aveva portato con sé.
« Immagino che dovrò difendermi allora... » disse vaga in risposta, prese subito la Carnifex e cominciò a sparare danneggiando gli scudi della bionda e buttandosi poi a terra.
Subito si trovarono sotto una tempesta di proiettili: Liara evocò una Barriera così potente da riuscire a respingere i proiettili senza che la ferissero minimamente; Garrus si era messo a correre intorno alle guardie sparando punti precisi grazie al mirino ottico che indossava.
La comandante uscì dal nascondiglio e sparò velocemente contro un bersaglio mentre Liara utilizzava un potente Lancio per farlo sbalzare via, l'uomo finì contro la parete con la schiena spezzata.
Shepard si alzò evocando una Barriera biotica per proteggersi, sparò dei colpi contro la bionda ferendone gli scudi, a sua volta quella lanciò una Deformazione che Shepard mancò per un pelo, utilizzò un campo di Singolarità e gli oggetti in tutta la stanza presero a girare intorno al punto dov'era stata generata: questo permise a Garrus di freddare due uomini mentre Liara sparava contro un altro, Shepard prese il fucile a pompa e si buttò addosso a uno dei due che restavano in vita per sostenere la bionda.
Tolse il casco dell'uomo su cui era atterrata e gli diede un potente pugno biotico spezzandogli il collo, poi si voltò in tempo per sparare col fucile contro un uomo che le stava addosso, quello cadde a terra morto con un buco nel petto.
Shepard si alzò ancora una volta localizzando la bionda e sparando dei colpi col fucile, ricaricò i proiettili che volarono via dall'arma e sparò nuovamente distruggendo lo scudo della donna che si difendeva a fatica da Liara e Garrus.
Un ultimo colpo mirato alla fronte la fece morire, la bionda cadde a terra con la testa deformata dalla forza del colpo ricevuto in fronte mentre il sangue macchiava il pavimento.
« Ritorniamo da Lorik Qui'in prima che ne arrivino altri. Dobbiamo lasciare questo posto in fretta. » ordinò la comandante, i tre lasciarono quindi l'ufficio passando per il corridoio e per la porta che li avrebbe portati ben presto nella sala grande di Port Hanshan.
Le armi riposte nei loro foderi e nessun altro segno di una eventuale battaglia sulle loro corazze, nonostante questo però qualcuno notò qualcosa: Gianna Parasini aveva lasciato il suo posto davanti all'ufficio di Anoleis, li aspettava davanti l'ingresso del bar con un aria visibilmente interessata a qualcosa.
« Suppongo che voi c'entriate qualcosa con quello che è successo negli uffici di Lorik Quin'in? » chiese lei, non sembrava più neanche la stessa persona che aveva dato loro il benvenuto, era come circondata da un alone di mistero.
« Le notizie corrono in fretta qui, eh? » disse Shepard dando una risposta positiva alla donna. Quella ipotizzò subito che i tre avevano preso qualcosa per conto del Turian.
« Ascolta Shepard: sono un agente in segreto, lavoro a questo caso da sei mesi ormai; sono qui per cercare il modo di incastrare Anoleis, sappiamo cosa fa ma non abbiamo le prove. E ora che tu le hai trovate devi riuscire a convincere Lorik Qui'in a portarle in giudizio. »
Corporazioni: erano solo un ammasso di costanti tradimenti e continue prese in giro. Shepard era appena stata utilizzata dalla Parasini per qualunque fosse il suo scopo. Era tutto così chiaro adesso. « Queste prove potrebbero permettermi di lasciare questo posto, Lorik Qui'in potrebbe darmi l'autorizzazione. » disse freddamente, e poi arrivò il pugno allo stomaco da parte di Gianna.
« Posso procurartene uno. Mi basta che convinci Lorik a testimoniare e te lo farò avere subito. Un favore per un favore giusto? » già, ancora una volta Shepard era stata utilizzata da qualcuno per i suoi scopi, la Parasini avrebbe potuto fin dall'inizio aiutarli ma aveva orchestrato quel gioco.
« Anoleis è comunque un criminale, Shepard. Possiamo parlare con Qui'in e otterremo giustizia. » disse Garrus cercando di far rilassare la comandante, le sue parole erano giuste ma Shepard non amava farsi usare in quel modo!
« Va bene. Convincerò Lorik Qui'in. Mi aspetti qui, Parasini. Non ci metterò molto e voglio che il mio lasciapassare autorizzato sia già presente. »
Shepard andò direttamente da Lorik Qui'in che ancora stava seduto tranquillamente a sorseggiare il proprio drink, ne aveva ordinati altri due visti i due bicchieri che erano comparsi sul suo tavolino. Alzò i piccoli occhi verso Shepard che avanzava contro di lui. « Allora? Sei riuscita a prendere le mie prove dall'ufficio? » chiese gentilmente. La donna annuì.
« Le ho prese, ma ho bisogno di queste prove affinché possano incastrare Anoleis alla giustizia. Deve testimoniare in un tribunale contro il Salarian. » disse Shepard, a quella richiesta il Turian parve tremendamente offeso e si alzò dalla propria sedia più agitato di prima.
« Voi ordinate a me cosa fare con le mie prove!? »
« Cerchi di ragionare, » cominciò la comandante pacatamente. « Apparirebbe come un eroe agli occhi della giustizia e di tutti. Sarebbe come se lei avesse incastrato Anoleis. » Lorik Qui'in sbuffò tornando a sedere, annuendo più volte davanti alle parole della comandante.
« Va bene, testimonierò. Ora lasciatemi in pace. » disse piuttosto scontroso, Shepard era certa che stesse fingendo visto quanto l'idea di apparire un eroe era di suo gradimento.
« Verrà contattato presto dall'agente a cui darò le prove. » disse, si congedò tornando fuori dal bar dove Gianna Parasini stava aspettando pazientemente Shepard che le consegnò le prove necessario per incastrare Anoleis in cambio del lasciapassare, la comandante era già stanca.
« Andiamo via! Fermeremo Benezia. » disse spostandosi con la squadra verso il grande garage, una volta superato il corridoio degli uffici di Lorik, Shepard si imbatté in una guardia della sicurezza che si pose davanti la porta.
« Non potete passare se non siete muniti di un lasciapassare autorizzato. » Shepard mostrò subito il proprio factotum dove si trovava l'autorizzazione. « Prego, potete lasciare Port Hanshan. » disse la guardia aprendo la porta.
Tuttavia ad aspettarli c'era già qualcuno e Shepard avrebbe dovuto immaginare che non sarebbe stato semplice: due Geth giganteschi erano inattivi davanti un container, altri due Geth uscirono strisciando, anfibi già visti su Feros. Con tutta la loro potenza di fuoco diedero problemi alla squadra che però ne uscì vittoriosa e con le armi fumanti, gli scudi danneggiati appena, il peggio doveva ancora arrivare.
« Suppongo questo sia il nostro mezzo. » disse Shepard mentre si avvicinarono al Mako preparato dalla sicurezza per lasciare l'area; i tre salirono e partirono alla volta della Vetta 15, Benezia e Saren non avrebbero potuto continuare a nascondersi e ormai erano vicini allo scovarli.

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Capitolo 13
*** 13 - Aracnofobia ***


Capitolo tredicesimo

Aracnofobia




Solitamente il clima di Noveria era molto freddo, le temperature non erano mai sopra lo zero e spesso le montagne erano investite da tremende e violente tempeste, a detta di Shepard però non c'era nulla di peggio di quella che stavano affrontando loro in mezzo alle grandi valli spalate.
« Quanto pensi che manchi? » chiese Shepard a Garrus in quanto era il Turian a guidare il Mako, proprio mentre finì di parlare il Mako fece un piccolo balzo a causa di un cumulo di neve che li aveva fatti traballare.
Shepard vide Liara tenersi sempre più stretta a comandi davanti lei mentre i suoi occhi osservavano il piccolo finestrino che mostrava la tormenta investirli. Tutto era bianco e chiaro davanti ai loro occhi, in lontananza potevano vedere alle loro spalle Port Hanshan chiuso nella montagna e protetto dalla terribile tormenta che affrontavano.
« Credo che non manchi molto. Sono già alcune ore che siamo sulla strada, Shepard. » la informò il Turian rispondendo alla domanda fatta dalla donna.
« Ottimo, prenderemo a calci in culo i Geth allora. » disse Shepard stringendo i denti, indossò il casco che l'avrebbe protetta dal freddo e le avrebbe fornito aria per respirare; avanzarono nel silenzio ascoltando l'ululato del vento fino a che Garrus non fermò il Mako.
Davanti i loro occhi c'era un portone d'ingresso sigillato e con un Mako ribaltato davanti ad esso. Shepard e compagnia scesero sulla neve cercando di tenersi saldi sulla neve per non essere portati via dal vento, c'erano delle impronte ma era impossibile capire cosa fossero realmente visto che la tormenta aveva cancellato qualunque traccia di Geth o del passaggio di Benezia. I tre entrarono quindi attraverso l'ingresso secondario ritrovandosi dentro la struttura.
Si trovarono nell'hangar, troppo silenzioso per essere stato scena dell'arrivo di Benezia, di fatti non appena Shepard aveva abbassato la guardia si trovò sotto la pioggia di proiettili, cominciò a correre cercando un riparo tra gli altri veicoli e ne trovò uno che la nascose. Fece capolino per vedere da dov'erano arrivati gli spari e vide due giganteschi Geth e due Krogan armati, stavano mirando il punto in cui c'erano Garrus e Liara.
Shepard comincio a sparare contro i Krogan conoscendo bene la loro resistenza e lanciando quindi una Deformazione che facesse bruciare uno dei due bersagli, la creatura decise di caricarla in risposta e si avvicinò velocemente, quando fu abbastanza vicino alla comandante però si trovò sospeso in aria grazie al campo di Singolarità lanciato da quest'ultima, Shepard sfruttò l'occasione per uccidere la creatura e per concentrarsi sugli altri nemici: vide che Garrus aveva utilizzato le proprie conoscenza per creare un Sovraccarico nei due sintetici che sembravano realmente impazziti e non più in grado di eseguire il comando.
Shepard sparò quindi all'altro Krogan che stava fronteggiando Liara, le due donne insieme riuscirono a liberarsi del Krogan in quanto la creatura ne uscì confusa e stordita, fu però Liara a dare il colpo di grazia con un potente Lancio che spedì il Krogan al tetto spezzandogli le ossa quando poi ritornò a terra, morto.
Nel frattempo Garrus era riuscito a distruggere uno dei due Geth in Sovraccarico, questo permise all'altro di riprendersi, fu però inutile visto che Shepard utilizzò un Lancio per stenderlo a terra, si ci mise di sopra e cominciò a sparare velocemente col fucile a pompa distruggendogli il sensore oculare.
La comandante si ergeva vittoriosa e soddisfatta.
I tre si riunirono di nuovo e avanzarono per salire le scale così da raggiungere l'ingresso nella struttura.
Quando si avvicinarono alla porta sentirono un allarme echeggiare. « Attenzione: struttura Vetta 15 gravemente danneggiata; attenzione: Intelligenza Virtuale fuori uso, presenti tracce di materiale contaminato. » entrarono dalla porta ignorando la voce della IV sulle gravi condizioni della struttura.
Superarono un primo corridoio ed arrivarono nell'ingresso, incredibilmente c'era un paio di torrette della sicurezza pronte a sparare a chiunque; non chi stesse per entrare però bensì chi stesse per uscire. « Perché le torrette sono al contrario? » chiese Garrus mentre superavano l'armamentario della sicurezza, chiaramente disattivate.
« Suppongo che volessero tenere i ricercatori dentro la struttura. » rispose Shepard, la cosa era evidente ma non ne capiva il perché, uno degli altri misteri delle corporazioni di Noveria. « L'ascensore funziona, strano... »
Quello come tutte le porte che incontrarono. Nonostante la IV continuava a lamentarsi dei problemi della struttura, l'elettricità funzionava insieme a molti altri comandi; dopo che Shepard e compagni presero l'ascensore per entrare sempre più nella struttura, quando arrivarono si trovarono in una sala ristoro e videro che non erano soli: Geth e strane creature simili a ragni deformi si stavano combattendo.
Per un breve istante Shepard si paralizzò alla vista delle creature a forma di ragni, poi però si riprese quando Garrus la urtò con le spalle nel tentativo di avanzare per sparare ai nemici dentro la stanza. Seguì quindi l'esempio del Turian restando protetta dalla Barriera biotica di Liara.
Le creature a forma di ragno erano grandi, dotate di zampe e di strani artigli al termine di lunghi tentacoli; Shepard mirò proprio a loro come per sconfiggere il ribrezzo e la paura che collegava quei mostri ai piccoli animali terrestri; dopo che sia i Geth che quelle creature sconosciute caddero Garrus si avvicinò a Shepard e a Liara che stava pulendosi dallo strano sangue verdastro che le creature avevano sputato.
« Che cos'erano? » chiese il Turian, Shepard scrollò le spalle mentre la schiena le percorreva un brivido.
« Non lo so ma è un bene che siano finiti. Teniamo gli occhi aperti comunque, Benezia è qui se ci sono i Geth. Dobbiamo trovare il modo di raggiungerla. »
Continuarono quindi nell'intricato labirinto di corridoi e porte che si aprivano al passaggio dei tre, tutta la struttura era a soqquadro e Shepard immaginò che i Geth non ne fossero i soli responsabili, la situazione era sfuggita di mano a qualcuno nella struttura, Benezia aveva trovato la strada spianata dalle creature che però avevano attaccato.
Dopo un lungo camminare e dopo l'aver percorso cadaveri macchiati di sangue rosso e verde, Shepard arrivò davanti il computer centrale, la sede della Intelligenza Virtuale che però era disattivata. « Dobbiamo attivarla, magari potrà dirci dov'è andata Benezia. » la comandante cominciò quindi a giocherellare con il pannello tecnologico senza riuscire a capire esattamente cosa stava facendo, questo fu notato dal Turian che era più esperto di lei.
« Posso... farlo io, Shepard? » disse il Turian cercando di trattenere una risata, non di scherno ma innocente, Shepard lo lasciò fare e in pochi istanti la sala si illuminò di luce bianca mentre un ologramma veniva generato dai pannelli luminosi al pavimento creando la forma di una donna.
« Benvenuti. Io sono Mira, l'Intelligenza Virtuale della Binary Helix; in cosa posso assistervi? » chiese l'IV parlando con i tre arrivati, Shepard avanzò mentre Garrus indietreggiava così che lei potesse parlarle.
« Di recente è passata una Matriarca Asari? Avremmo bisogno di raggiungerla e di parlarle. » chiese Shepard, l'IV cominciò ad analizzare i propri registri cercando quello che le era stato chiesto nei video della sorveglianza.
« Sì, la Matriarca Benezia è di recente arrivata alla Stazione Rift, per raggiungerla dovrete prendere il mezzo di trasporto. » fece una breve pausa. « Avviso utente: per prendere il mezzo di trasporto dovrete prima riparare i sistemi. Avviso utente: cavi scollegati sul tetto. Avviso utente: reattore nei laboratori disattivato. »
Shepard annuì rivolgendosi ai propri compagni di squadra con sguardo indagatore. « Sembra che non abbiamo altre soluzioni. Procediamo col mettere in funzione la struttura così potremo raggiungere Benezia. » disse la comandante.
« Siamo con te, Shepard. » rispose Liara parlando anche per Garrus, fu così che la comandante si votò verso la IV e spense il terminale nell'attesa di aver compiuto le riparazioni.
L'ingresso al tetto era alle loro spalle, entrarono nel corridoio costituito da pannelli di colori tendenti al rosso e raggiunsero l'ascensore ascoltando il suono del silenzio in tutta la montagna. Man mano che salirono i piani superiori poterono sentire l'ululato del vento, indossarono nuovamente i caschi così da proteggersi dal freddo e quando le porte si aprirono si trovarono proprio sul tetto della struttura.
Shepard si fece avanti tra i grandi condotti che riempivano l'area cercando il pannello dei cavi che erano stati scollegati chiedendosi se fosse stata la Matriarca a disattivare l'intera struttura.
Sembrava ovvio eppure non poteva essere così semplice; la donna si soffermò pochi istanti nell'osservare la tormenta che infuriava attorno a Port Hanshan dall'altro lato della vallata, poi si voltò verso gli altri per ricercare il pannello in questione e trovandolo privato della sua copertura. Shepard osservò i cavi scollegati mentre Garrus si mise in ginocchio per riparare il danno; Liara restò in piedi, gli occhi pensierosi.
« Vuoi una mano? » chiese Shepard avvicinandosi al Turian e mettendosi alla sua altezza, quello fece un lieve sorriso distratto mentre i suoi occhi erano ancora fermi sul pannello e sui cavi che stava collegando.
« Ho quasi finito, Shepard. Non preoccuparti. » disse, probabilmente era dubbioso del fatto che la comandante riuscisse ad utilizzare il pannello; lei rispose con un sorriso sincero e poi ritornò in piedi, l'attimo seguente Garrus aveva ripristinato la corrente tramite i cavi elettrici e quindi dovettero scendere nuovamente.
Dalla sala della IV passarono a quella del reattore, arrivarono nella sala tramite l'ascensore che scendeva verso il basso; ancora una volta si trovarono davanti un pannello di controllo e sotto il costante allarme di Mira che li informava della mancanza di Elio-3 che non faceva funzionare bene il reattore, ancora una volta toccò a Garrus riparare il danno mentre stava sulla costante sorveglianza di Shepard, quasi come se la comandante volesse imparare ad utilizzare il pannello; una volta che le riparazioni furono terminate non restò altro che ritornare alla sala della IV.
« Possiamo prendere il trasporto adesso? » chiese Liara mentre salivano con l'ascensore, Shepard annuì senza guardare l'Asari, poi sentì il silenzio della donna e fu costretta a guardarla.
« Pensi di farcela? Voglio dire... se tua madre dovesse attaccarci saremo costretti a combatterla. » disse la comandante con tono premuroso mentre le porte dell'ascensore si aprivano portandoli nella sala primaria.
I tre si spostarono dall'altro lato per andare alla sala dei trasporti e dopo aver superato la sala di decontaminazione poterono finalmente raggiungere la stazione: era colma di sedie ed era strutturata come una metropolitana; Shepard non frequentava molto la Terra ma conosceva bene l'antico percorso che veniva compiuto dai treni sottoterra, ormai tutti fuoriusco in quanto si ci spostava in aria stessa. Quella somigliava molto a una di quelle stazioni dove le persone attendevano il loro mezzo di trasporto.
« Prima le donne..: » disse Garrus scherzando un po' con la comandante, quella fece una mezza risata ricambiando con un inchino divertito; Shepard entrò per prima e Liara subito dopo di lei, l'Asari non sembrava aver neanche fatto caso alle scherzose parole di Garrus e Shepard non poté dire nulla per poterla sollevare di morale, stava per affrontare la prova più difficile della sua vita.
La comandante si avvicinò ai comandi del trasporto e lo avviò, le porte si chiusero e il mezzo cominciò a muoversi sui binari lentamente e aumentando di velocità man mano che si spostava; lasciarono ben presto la stazione della Vetta 15 trovando come direzione la Stazione Rift, il centro di ricerca primario della Binary Helix. Shepard si sedette restando sempre all'erta, non escludeva la possibilità che potessero attaccarli mentre erano bloccati sul mezzo ma ciò non accadde, fu un viaggio molto tranquillo.
Il mezzo di trasporto cominciò a rallentare portando i tre in una sala simile a quella che avevano lasciato, una porta si trovava al centro della sala oltre i sedili, era però bloccata e riservata solo al personale addetto. Quando il mezzo si fermò Shepard aveva già localizzato la strada che avrebbero potuto prendere: un corridoio sulla sinistra.
Indicò la via ai suoi seguaci e tutti e tre si diressero verso quell'ingresso, superarono un piccolo corridoio fatto di pannelli e arrivarono in una stanza con due ascensori, uno dei due indicava che scendendo verso il basso si sarebbero raggiunti i laboratori, l'altro saliva verso l'alto e portava al principale centro di ricerca della BH; probabilmente lì c'erano i ricercatori se erano riusciti a sopravvivere fino a lì.
Entrarono tutti e tre nell'ascensore che salì così da raggiungere il piano superiore, quando le porte si aprirono Shepard venne accolta da uomini che le puntavano le armi contro. Un uomo fece un cenno agli altri.
« Sono Umani... abbassate le armi. » l'uomo si avvicinò quindi a Shepard che scese dall'ascensore raggiungendo l'uomo a sua volta. « Mi dispiace che i miei uomini stessero per sparare. » Shepard inclinò appena il viso.
« Fortuna per loro che si sono fermati prima che potessi rispondere allora, » rispose la donna, una risposta che probabilmente fece gelare il sangue dell'uomo. « so per certo che recentemente è arrivata una Matriarca Asari, devo trovare il modo di raggiungerla... » l'uomo stava per parlare quando un rumore nella parete fece voltare tutti quanti.
La parete esplose e due pannelli caddero sul pavimento facendo rumore e lasciando lo spazio necessario affinché due creature ragno potessero entrare; Shepard prese la Carnifex e cominciò a sparare, le due creature però erano da sole contro tutti gli altri e lo scontrò terminò in un bagno di sangue.
« Cosa sono queste cose!? » chiese Shepard riponendo la pistola nuovamente nel proprio fodero. L'uomo che l'aveva accolta fece lo stesso e si voltò per rispondere.
« Rachni. » a quella parole Liara sembrò riprendersi dalla sua catarsi, sbatté le palpebre più volte come anche gli altri fecero. Shepard conosceva bene quella specie di nome.
« Ma non erano estinti!? » chiese.
Il capitano della sicurezza scosse il viso. « Per passare dovrete prendere questa tessera col quale potrete accedere al nostro campo. Lì dovrete trovare una via. » Shepard annuì prendendo la tessera della sicurezza che permetteva loro di entrare nei meandri del laboratorio. Sembrava però non aver dato loro la soluzione che avevano chiesto.
Shepard e gli altri raggiunsero il campo: dottori e scienziati ovunque nella stanza che correvano da una parte all'altra; una piccola mensa in un angolo, un'infermeria improvvisata dall'altro lato, poi l'ascensore che portava ai laboratori e un ingresso di sicurezza sorvegliato da delle torrette. « Non mi piace questa storia con i Rachni. » disse Liara. Neanche Shepard era convinta della cosa, era davvero strano.
« Non sono tranquilla neanche io. Dobbiamo parlare con uno di quei dottori se vogliamo riuscire a passare per i laboratori, sono certa che Benezia non sia molto avanti a noi. » disse, i due compagni annuirono quindi andarono tutti e tre a parlare con uno dei dottori; sembrava piuttosto teso.
« Cosa succede!? » chiese voltandosi sgarbatamente verso i tre della Normandy, con una sola occhiataccia di Shepard l'uomo parve tranquillizzare i propri toni. « Chiedo scusa... sono molto stressato, posso fare qualcosa per voi? »
Shepard analizzò l'uomo con veloci occhiate memorizzando il nome sulla targhetta identificativa. « Dottor Cohen? Avremmo bisogno di un lasciapassare per i laboratori; potrebbe gentilmente cedercelo? » suonava molto come una minaccia, era l'influsso da ribelle di Garrus probabilmente, al Turian infatti non sfuggì una mezza risata a quelle parole.
« Io non potrei... » disse l'uomo pensieroso, sembrava chiaramente in difficoltà per ciò che era giusto fare.
« Se possiamo aiutare in qualche modo magari... dobbiamo scendere nei laboratori con urgenza. » cercò di insistere Shepard, l'uomo alzò lo sguardo al cielo e sospirò, prese la propria tessera identificativa e la passò verso Shepard.
« Nei laboratori c'è ancora la formula per creare l'antidoto al veleno dei Rachni, vi prego di sintetizzarlo. Potrete andare dove vorrete poi. » rispose l'uomo con un tono di paura nella voce, paura che la comandante potesse tradirlo visto che aveva ottenuto ciò che voleva; la donna non ne era intenzionata però.
Prese la tessera dal dottore e si spostò verso l'ascensore le cui porte si aprirono una volta che la tessera venne mostrata, Shepard e compagni scesero quindi verso le profondità del laboratorio, una grande stanza piena di medicinali e di banconi da lavoro, dall'altro lato c'era una porta che conduceva in un passaggio nel ghiaccio, probabilmente era da lì che avrebbero raggiunto Benezia; essendo una donna di parola, Shepard prese a sintetizzare l'antidoto con l'aiuto di Liara che era appunto una dottoressa, ci vollero pochi istanti e una volta che ebbero terminato si voltarono indietro portando l'antidoto al dottor Cohen e ritornando poi indietro per scendere nei laboratori.
Superarono la porta dall'altro lato della stanza camminando per il grande corridoio di ghiaccio e arrivando in una parte più piccola del laboratorio, alcuni macchinari erano spenti ma Shepard non aveva idea di cosa muovessero.
Semplicemente si mossero verso le porte del laboratorio primario, visibilmente più diverso dalle altre stanze.
Quando entrarono si trovarono in una stanza gigantesca con delle passerelle giranti attorno ad una grande piattaforma con una capsula; Shepard salì le scale insieme a due sottoposti e si trovò nella piattaforma con la capsula, davanti ad essa c'era una donna alta, la pelle blu che ne indicava la provenienza Asari, indossava un completo nero scuro e un copricapo che le copriva le creste sulla nuca.
« Diventare madre è un grande dono... creare e modellare una vita... infonde una sensazione di potere. » la Matriarca Benezia si voltò verso la comandante, quasi flagellandola con lo sguardo pieno di odio e rancore. « Volevamo usare i figli della Regina Rachni per sterminare i nemici di Saren... non avrò pietà per voi. » con un veloce cenno indicò la grande capsula alle proprie spalle: solo adesso Shepard riusciva a vedere il profilo di una creatura gigantesca e mostruosa intrappolata. « Indipendentemente da chi coinvolgerai. »
Era chiaro che la donna si stesse riferendo alla figlia. « Liara è qui per sua volontà! Nessuno l'ha obbligata... » disse la donna in risposta, a quelle parole la Matriarca fu colpita.
« Cosa hai detto loro, Liara? »
« Cosa avrei potuto dire, madre? Che sei pazza e che dobbiamo fermarti! » dopo quelle ultime parole la Matriarca rise, completamente in balia della follia.
« Hai mai affrontato un'unità di commando Asari, comandante? » chiese nuovamente l'Asari matrona, le porte del laboratorio si aprirono improvvisamente e ben sei Asari armate e corazzate si sparsero per la stanza insieme ad altrettanti Geth, stavano per raggiungerli.
« No, ma non mi fanno paura. E poi toccherà a te! »
La battaglia cominciò all'istante visti gli spari che volarono contro i tre; Liara evocò una grande Barriera biotica con il quale protesse sia se stessa che Garrus e Shepard, la comandante cominciò a sparare contro le Asari concentrare su un lato mentre Garrus utilizzò il proprio potere di Sovraccarico per danneggiare quanti più Geth possibili, poi prese a sparare violentemente contro di loro; Shepard però era certa che la Barriera di Liara non sarebbe durata in eterno, ne evocò una attorno a sé e si buttò nella mischia per combattere l'unità di Asari, tenendo il fucile a pompa stretto in mano e colpendo gli scudi delle sei donne; piantò un proiettile in mezzo al petto della prima, poi ricaricò puntando la fronte di una seconda, ancora ricaricò mentre la sua Barriera veniva dissolta e uccise una terza Asari sparandole in pieno volto.
Le altre tre dovettero ricaricare e nascondersi grazie alle grandi casse del laboratorio; Shepard utilizzò i propri poteri biotici per generare un Lancio con tutte le forze che aveva, fece balzare via quasi tutto quello che aveva davanti sé e le Asari strisciarono cercando di alzarsi ma Shepard non ebbe pietà: evocò ancora i poteri biotici per generare una Deformazione che uccise le tre Asari contemporaneamente: la comandante si sentiva al massimo delle sue forze e per questo riusciva in attacchi biotici molto potenti.
Nel frattempo Garrus aveva distrutto i sei sintetici e Liara aveva ingaggiato una piena battaglia di poteri biotici contro la propria madre e sembrava esserne uscita vittoriosa; Shepard raggiunse le due Asari sulla piattaforma, la Matriarca sembrava scossa mentre si teneva il viso con le mani, come se stesse cercando di contenere qualcosa, poi alzò il volto ed emise un respiro profondo e glaciale.
« Non so quanto tempo ho prima che Saren riprenda il controllo della mia mente... non posso resistergli a lungo... » Shepard sbarrò gli occhi, Benezia era rinsavita ma non sarebbe durata molto. « Saren stava cercando qui le coordinate del perduto portale galattico Mu. » si voltò verso la Regina Rachni intrappolata. « Sono riuscita a prendere le informazioni alla Regina in quanto lei ha assorbito la sapienza e i ricordi delle precedenti regine, le ho già comunicate a Saren... » Shepard quasi si rammollì visto come la tensione si era scaricata di botto, Saren era nuovamente un passo davanti loro e sembrava distante miglia.
« Potresti darle anche a noi? Abbiamo bisogno di quelle informazioni così da poterlo fermare. Aiutaci! » disse Shepard cercando di parlare con la donna che si contorceva per cercare di resistere al doloroso controllo mentale.
La Matriarca annuì giocando col proprio factotum così da inviare le informazioni alla comandante. « Non ho idea di dove Saren voglia andare, non mi ha fornito questa informazione. » i suoi occhi divenne vacui improvvisamente. « Non riesco più a controllarmi... » venne scossa da violenti tremori e a quel punto fu Liara ad intervenire.
« Madre ti prego di resistere! » c'era disperazione nella sua voce e Shepard non poteva aiutare le due Asari in alcun modo, la Matriarca tentò di sorridere.
« Sono sempre stata orgogliosa di te, Liara... » fece una breve pausa e poi divenne di pietra in volto. « Ora morirete! » disse minacciosa, mosse le mani così da evocare i suoi poteri biotici quando Liara urlò sparando contro la fronte della propria madre uccidendola. Quella cadde indietro già priva di vita prima che potesse toccare il pavimento.
Prima che potessero lasciare il laboratorio Shepard diede un'altra occhiata in giro, cercando una risposta in più ma ovviamente non c'era nulla; stava esaminando più da vicino la capsula della Regina Rachni quando qualcosa la urto alle spalle, Shepard si voltò trovando una delle Asari del commando ancora in piedi, nonostante avesse un foro in fronte e quindi doveva essere morta.
« Sono costretta a parlare tramite questo contenitore.. » disse con voce fredda e risonante. « Ormai è debole e morirà quindi non ho molto tempo... utilizzerò le sue vibrazioni, la sua musica per poter parlare con voi... »
Shepard non riusciva a capire cosa stesse accadendo e come faceva quell'Asari a continuare a vivere. « Cose sei? » chiese, notò subito il movimento della Regina nella capsula.
« Noi siamo i Rachni, ne sono la Regina... ed ho bisogno di parlare con te, comandante.... » ancora una pausa tra i respiri affaticata dell'Asari morente, Shepard fece passare il proprio sguardo dall'Asari alla Regina nella trappola. « I nostri figli sono stati contaminati... ormai sono fuori controllo, ti prego di ucciderli... non c'è più possibilità che tornino come prima dopo tutto questo tempo di torture... »
« Sono stati rinchiusi in questi laboratori per chissà quanto tempo, anche una bambina docile dopo vent'anni di prigionia diventerebbe una pazza assassina. » intervenne Liara osservando attentamente l'Asari controllata dalla Regina; la Rachni stessa diceva di distruggere i laboratori con i propri figli dentro, sarebbe però rimasta da sola.
« Va bene, lo farò... » rispose Shepard con decisione.
« Grazie... » un ultimo respiro freddo uscì dalle labbra dell'Asari morente. « E di me cose ne farete? Ho guardato il passato ed ho visto il motivo dello sterminio della mia specie, è stato giusto. Mi lascerete cantare? O restituirete la mia vibrazione all'antico canto...? »
« Non sono sicura di potermi prendere la responsabilità dell'estinzione di una specie. » disse Shepard, si avvicinò al terminale con le idee confuse: avrebbe distrutti i laboratori ma avrebbe lasciato andare quella Regina visto che aveva capito l'errore compiuto. Sperava solo di non pentirsene un domani in cui avrebbe dovuto fronteggiare quella scelta.

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Capitolo 14
*** 14 - Un passo nel vuoto ***


Capitolo quattordicesimo

Un passo nel vuoto






Ancora una volta l'equipaggio si trovò riunito nella sala tattica per discutere l'andamento della missione: stavolta l'argomento principale era la missione su Noveria. Shepard e la Normandy avevano lasciato il pianeta freddo e glaciale già da alcune ore, non avevano una meta ben precisa ma Shepard era sicura che il Consiglio non avrebbe aspettato molto prima di comunicarle il prossimo passo da compiere.
« Andiamo al portale Mu quindi? » chiese Ashley rivolgendosi alla comandante, le due donne si guardarono e Shepard scosse il viso socchiudendo appena gli occhi e piegando la schiena in avanti. Si massaggiò delicatamente la spalla piena del carico della missione. « Cosa dovremmo fare allora? Il Consiglio non si è ancora fatto sentire. »
« Non possiamo ancora avvicinarci a quel portale, senza sapere le coordinate di arrivo di Saren sarebbe inutile visto quanti altri portali vi sono collegati. » rispose Shepard, continuò a pensare, era piuttosto stressata e avrebbe voluto riposarsi ma prima doveva compiere il suo dovere.
« Shepard ha ragione, non ha senso andare al portale ora. Dovremmo concentrarci ancora sulla ricerca di Saren.:. » Liara era stata piuttosto fredda, una figura molto differente da quella che era salita sula Normandy pochi giorni prima, era notevolmente più seria e quasi meno spaventata.
Forse era anche scossa per via della perdita della madre. Shepard sarebbe rimasta scossa nel dover uccidere la propria madre come Liara aveva fatto con la sua. « Adesso sei tu che dai gli ordini? Per caso Shepard ti ha passato il comando senza neanche farsene accorgere!? » la risposta di Ashley fu tagliente quanto dura, tutti quanti erano sotto stress e tensione per via della missione ma non era il caso di urlarsi contro.
« Smettetela di litigare! Siamo tutti in tensione e pieni di pensieri per la mente ma attaccarci a vicenda non risolverà nulla! » la comandante mosse il proprio sguardo cercando quello degli altri, tutti erano concordi con lei, anche Kaidan nonostante comunque il suo sguardo nascondesse qualcosa di più di una semplice approvazione.
Aveva qualcosa da dire ma restò in silenzio. Probabilmente non avrebbe perso l'occasione di parlarne con la comandante poco dopo. « Andate, dovete riposarvi. Ci vediamo più tardi. » disse Shepard congedando tutti i presenti, si alzò dalla sedia mentre tutti gli altri uscivano dalla stanza lasciandola da sola.
La voce di Joker poi risuonò nell'aria: « Non saprei dire cosa è peggio tra il freddo e le corporazioni di Noveria; uno ti fa gelare le palle, le altre invece le strappano e le rivendono per i loro interessi! » Shepard era pienamente concorde col commento del pilota e fece una risata.
« Hai fatto centro, Joker. » una breve pausa. « Aprimi un collegamento col Consiglio, per favore. » disse, avevano sicuramente ricevuto il rapporto ed era certa che avevano molto da dire al riguardo, doveva prendersi la responsabilità di ciò che era successo su Noveria.
« Questo rapporto è accurato, comandante? » chiese l'ologramma che rappresentava il Consigliere Salarian, era chiaramente scettico per qualcosa. « Rachni su Noveria? »
Prima che Shepard potesse cominciare a spiegare fu interrotta dal Consigliere Turian che sbottò piuttosto arrabbiato per ciò che aveva letto nel rapporto. « E poi ha liberato la loro Regina? Quante generazioni ci vorranno prima che torneremo a soffrirne!? »
Shepard cercò di contenersi, non poteva rivolgersi in maniera troppo sgarbata, voleva però difendersi con la stessa moneta che usavano i consiglieri. « Non saprei... forse tre? O magari anche quattro! » ovviamente venne fulminata con lo sguardo dal Consigliere Turian.
« Non scherzare, Shepard! » fu la risposta del consigliere, la comandante quindi si schiarì a gola cercando di essere seria, la stanchezza la faceva vaneggiare.
« Questa regina ha capito il suo errore e il perché la sua specie è stata portata all'estinzione. Non commetterà nuovamente questo sbaglio... » si giustificò la donna.
A quel punto il Turian sospirò. « Speriamo solo che non tocchi ai figli dei nostri figli pagare le conseguenze della tua scelta, oggi. » a quel punto toccò all'Asari parlare.
« Abbiamo comunque buone notizie, Shepard. Una nostra squadra di infiltrati ci ha fornito un rapporto sui Geth su Virmire, abbiamo perso i contatti con loro e crediamo che Saren sia implicato nella faccenda... »
Shepard rifletté attentamente: se c'erano dei Geth allora era il caso di controllare la situazione, non avevano ancora scoperto nulla riguardo il portale Mu e forse potevano far luce sulla situazione in quel modo. « Controllerò. » disse, a quel punto decise di disconnettersi per uscire dalla stanza così da poter finalmente andare nella propria per rilassarsi.
Non fu però possibile in quanto Shepard vide che Ashley la stava aspettando proprio fuori dalla sala tattica, le fece un cenno col viso. « Successo qualcosa? »
Scosse il viso in risposta. « No, Shepard. Volevo solo parlarti di una cosa... » disse Ashley; Shepard pensò subito che la donna volesse parlarle della decisione sui Rachni, era chiaro che fosse contraria, la comandante sapeva bene quanto la donna diffidasse dagli alieni.
« So che avresti ucciso i Rachni, penso però che io abbia fatto la scelta giusta. » non voleva giustificarsi e voleva evitare discussioni con i propri compagni di squadra.
« Li avrei uccisi ma non era questo di cui ti volevo parlare. » rispose l'artigliere capo lasciando stupita la comandante. « Oggi è il giorno dell'Armistizio, mi chiedevo se potessimo magari fare una piccola festicciola, nulla di serio effettivamente, solo che non porta bene pensare al lavoro e alla missione in questo giorno. » la comandante scrollò le spalle di botto per la richiesta semplice che le aveva fatto.
« Vieni, spostiamoci. » disse muovendosi verso il piano inferiore così da raggiungere la sala comune e la mensa dove avrebbero potuto discuterne tranquillamente. « Non sapevo che l'Armistizio si festeggiasse, è l'anniversario dalla fine della Guerra del Primo Contatto, giusto? Come mai ci sei così attaccata? » chiese la comandante alla donna.
Quella divenne rossa in viso. « Non lo sai già, Shepard? Pensavo fosse scritto sul mio curriculum... » rispose in maniera fredda e imbarazzata, si vergognava di qualcosa.
« I tuoi dossier sono puliti. A cosa ti riferisci? »
« Mio nonno era il comandante della guarnigione Shanxi, fu il primo Umano ad arrendersi ad una flotta aliena. Voleva solo salvare se stesso e i suoi uomini, da allora il nome degli Williams viene marchiato come debolezza... per questo cerco di eccellere in ogni modo, per questo voglio farmi valere qui sulla Normandy, non che comunque faccia differenza. » il racconto della donna era molto triste, Shepard conosceva bene l'andazzo della Guerra del Primo Contatto contro i Turian, ma non aveva minimamente pensato che Ashley potesse essere collegata in qualche modo alla faccenda di Shanxi e della sua resa agli alieni.
« Capisco bene, tu e tuo nonno però siete molto diversi. Il nostro passato ci segue ma non dobbiamo permettere che influenzi anche il nostro futuro... » disse cercando di sollevare il morale dell'artigliere capo.
Quella restò col capo chino mentre le porte dell'ascensore si aprivano per permettere loro l'ingresso. « Non mi caccerai quindi? » Shepard stentò una risata per l'assurda domanda.
Vide però che Ashley era seria e si comportò quindi di conseguenza lasciando che il suo viso restasse inespressivo. « Ovvio che no. Se voglio un parere che concordi con me vado da Kaidan; se voglio invece un parere obiettivo vengo da te! » Ashley le fece un sorriso ed entrambe le donne entrarono dentro l'ascensore che si fermò al ponte dell'equipaggio.
Scesero entrambe quando Ashley dovette allontanarsi per andare nella sua stanza, con grande sorpresa la comandante notò che Wrex era seduto al tavolo. Era da solo e molto serio in volto; la donna si avvicinò quindi al Krogan.
« Ancora non mi hai detto perché ti piace fare il mercenario, non vorresti aiutare la tua gente? » chiese la comandante, uccidere non aiutava i Krogan e Wrex sembrava così tanto intenzionato ad aiutare con la genofagia.
Di tutta risposta il Krogan fece una smorfia infastidita. « A me non importa nulla degli altri Krogan, Shepard. Non mi importa più del loro destino e per questo me ne sono andato, per questo preferisco fare il mercenario piuttosto che tornare da loro e pensare di essergli utile! » chiaramente c'era molto rancore nel suo passato anche per via dell'esperienza col padre che aveva cercato di ucciderlo.
« Ma aiutare la tua gente sarebbe una causa migliore dell'uccidere le persone per pochi crediti, non credi? » cercò di farlo ragionare, d'altronde che futuro avrebbe avuto Wrex come mercenario? Anni di gloria e di assassinii per cosa?
« Io non combatto le causa perse! » continuò a dire Wrex, sembrava sempre più convinto delle sue parole anche se la comandante di certo non credeva che avesse messo da parte tutto ciò che caratterizzava la sua gente e il suo passato.
« Va bene, cercavo solo di capire ancora il tuo modo di pensare... » “Ed è parecchio strano è assurdo!” pensò Shepard senza però volerlo dire, il Krogan parve però intuire lo stesso quella che la comandante pensava e fece una risata.
« Ormai è questa la mia vita! » la comandante annuì e se ne andò, rifletté sulle parole del Krogan e sulle cause perse: se stava ancora aiutando la comandante significava che quella missione aveva un senso e non era del tutto impossibile da portare a termine. Questo le fece scappare un sorriso.
Shepard andò direttamente da Liara, giacché era lì voleva vedere come stava l'Asari visto che aveva ucciso la propria madre: l'immagine di Benezia le comparve nella mente, così fragile e sotto il controllo di Saren, Shepard si chiese anche quale potente potere possedesse la Sovereign, la nave dello Spettro Ribelle che usava per il controllo della mente; non era nulla di buono finché era nelle mani del nemico, la donna si chiese se in qualche modo fosse collegata ai Razziatori, il pensiero però le sfuggi dalla mente.
Entrò nell'infermeria salutando la dottoressa Chakwas che stava bevendo da sola, in mano stringeva un bicchiere di vino rosso che aveva appena riempito posando la bottiglia sul mobiletto accanto; la comandante entrò nella stanza successiva dove trovò Liara che stava in piedi a controllare le scorte mediche presenti girando tra i vari scaffali e prestando particolare attenzione alle scorte di medi-gel.
« Eccoti qui, Liara. » disse la comandante facendo voltare appena l'Asari, quella le rivolse un'occhiata dolce e ferma. Le sue labbra si mossero in un leggero sorriso sincero.
« Non preoccuparti per me, Shepard. La morte di mia madre non mi addolora così tanto come pensi: chi è causa del suo male pianga se stesso! » disse l'Asari, Shepard inclinò il viso visto come la donna stava affrontando la cosa, di certo aveva ragione però non era certa che lei l'avrebbe potuta pensare allo stesso modo di Liara.
« Tua madre è morta... ma lei è ancora con te, Liara. » l'Asari chiaramente non capì a cosa la comandante si riferiva, la sua espressione era confusa e Shepard si apprestò a spiegarle. « La parte migliore di lei è sempre in te, la sua intelligenza, il suo carisma, la sua volontà e tutte le parti migliori del suo carattere sono racchiuse in te. » fece una breve pausa lasciando che l'Asari potesse assorbire le parole che le erano state dette, Shepard vide persino un bagliore di lacrime negli occhi di Liara che però si trattenne.
« Grazie mille per le belle parole, Shepard. » disse in risposta, interruppe il suo lavoro con il conteggio delle scorte si voltò completamente verso la comandante. « Sono con te fino alla fine, Shepard. Mia madre aveva scelto la strada che avrebbe voluto seguire, io ho scelto la mia, e so che con te sarò sempre sulla giusta strada. » disse infine.
« Sono felice di essere la tua scelta giusta! » disse Shepard amichevolmente; Liara fece un ultimo sorriso prima di tornare seria in volto, chiaramente l'argomento di cui stava per parlare era abbastanza grave.
« E tu come stai Shepard? Il Cifratore ti porta ancora degli spossamenti o inizi ad avere un quadro generale più libero? »
Shepard non sapeva esattamente cosa rispondere, aveva ancora visioni e incubi che la perseguitavano nella notte ma non era sicura che potessero essere veri e propri miglioramenti della situazione, la comprensione datale dal Cifratore sembrava quasi inutile visto che non capiva.
« Sto bene, il Cifratore non mi confonde come prima e penso di riuscire a capire meglio la differenza tra realtà e illusione! » accennò una risata che fu contraccambiata con piacere da Liara. « Tuttavia la visione mi appare ancora incompleta, suppongo che non ci sia modo di poterla vedere nella totalità. Faccio anche degli incubi e sento il peso della galassia sulle mie spalle... il mio compito è importante e voglio fermare Saren a tutti i costi! »
Liara annuì, quasi soddisfatta dell'ardore e della tenacia della comandante. « Siamo tutti con te. » si limitò a dire in risposta, dopo l'essersi accertata delle condizioni di Liara, la comandante poté finalmente andare via dall'infermeria.
Superò Wrex che stava ancora seduto nella mensa e andò direttamente negli alloggi dell'equipaggio così da raggiungere la propria camera, una volta che fu dentro pensò di farsi una doccia ma era troppo stanca e finì per cadere sul proprio letto e per addormentarsi senza nemmeno muovere le coperte.

* * *

Al suo risveglio c'era una brezza stranamente calda, era come una sensazione piacevole che fece però alzare di scatto la comandante; era da sola nella sua stanza, i suoi occhi puntavano la finestra che dava sull'immensità dell'universo, si trovavano in un ambiente molto differente dallo spazio della Nebulosa Testa di Cavallo, probabilmente Joker aveva già impostato la rotta per Virmire e si erano già messi in marcia.
Shepard si alzò quindi dal letto per farsi una doccia molto veloce così da uscire dalla propria stanza con una nuova divisa indossata, si mosse velocemente verso la mensa saltando volontariamente la colazione così da scendere nel ponte dove si trovava il Mako, vista la situazione con Saren era curiosa di sapere cosa stava pensando Tali in quanto le ultime preoccupazioni della Quarian erano riguardo il proprio pellegrinaggio e il fatto che non aveva ancora trovato nulla che potesse servire loro. Prese quindi l'ascensore per l'hangar e aspettò, al suo fianco comparve Garrus sovrastandola con la sua altezza e salutandola amichevolmente.
« Buongiorno, Shepard. » disse lui.
« Buongiorno anche a te, Garrus. Come va oggi? » chiese Shepard cercando di essere cortese, una parte di lei si sentiva strana facendo la carina e la gentile col proprio equipaggio, socializzare era una cosa che si era vietata per molto tempo.
Ora le sembrava strano riprendere a stringere amicizie, d'altronde erano poche le persone che riuscivano ad andare d'accordo con lei, che sembravano realmente capirla. « Sono un po' preoccupato per Saren e per i Geth... » rivelò Garrus facendo svegliare la comandante dalla propria catarsi.
« Preoccupato? Tu? Che è successo? » chiese la donna incuriosita dallo stato anomalo del Turian, le porte dell'ascensore si aprirono ed entrambi poterono entrare all'interno di esse, Shepard premette il tasto olografico che comparve e che li fece scendere nell'hangar.
« È sempre così vicino a noi ma incredibilmente distante. Quando pensiamo di avergli sbarrato la strada lui in realtà è già avanti di due passi rispetto noi... » disse il Turian chinando lo sguardo, era la prima volta che mostrava segni di cedimento, Shepard lo guardò come se fosse pazzo.
« Lo troveremo e lo prenderò a calci nel culo! » disse la donna, la risposta fece fare un sorriso al Turian.
« So che puoi fermarlo e conosco bene la tua forza di spirito, è solo che... » Shepard non volle sentire altre parole in quanto non voleva che proprio il Turian tra tutti demordesse e non credesse più nella causa per la quale stavano combattendo. Le porte dell'ascensore si aprirono lasciando che i due potessero scendere sul ponte mentre si incamminavano verso il Mako al quale Garrus aveva intenzione di applicare altre migliorie.
« Tieniti pronto perché presto lo fermeremo! »
« Va bene, Shepard. » disse infine Garrus, il sorriso gli morì poi sulle labbra diventando incredibilmente serio, una luce tetra comparve nei suoi piccoli occhi. « Pensi che il Consiglio stia proteggendo Saren in qualche modo? Voglio dire... anche se catturassimo Saren il Consiglio potrebbe in qualche modo assolverlo o farselo scappare. »
« Non succederà... » disse fermamente la comandante. « Quando troverò Saren non ci sarà giustizia del Consiglio, lo ucciderò con le mie mani in quanto loro stessi mi hanno detto che posso usare qualunque mezzo per fermarlo. » la risposta di Shepard parve convincere Garrus e riaccese in lui quella fiamma che rischiava di spegnarsi dopo Noveria.
« Grazie per avermi ascoltato, Shepard. Ora sarà meglio che ti lasci ai tuoi compiti. A presto. » disse Garrus concludendo la discussione, Shepard fece un cenno per salutarlo e si allontanò da lui.
Si lasciò alle spalle l'hangar e il chiarore delle luci che vi erano per entrare nel corridoio che portava al motore della Normandy, Tali era solita essere lì insieme all'Ingegnere Adams, famelica di informazioni e di tutto ciò che riguardava il complicato meccanismo dell'occultamento della nave.
Anche quel giorno la Quarian era lì, in piedi affiancando i comandi del motore, studiando qualcosa che riteneva interessante e analizzandolo col proprio factotum. La comandante si avvicinò quindi a Tali che si accorse subito della presenza della donna, questo la costrinse a girarsi, ancora una volta Shepard si concentrò sul bagliore degli occhi oltre lo strato opaco del vetro del casco Quarian.
« Ciao Tali, vedo che ormai Adams ti ha preso sotto la sua ala, mi chiedo se non aspiri a diventare uno dei nostri tecnici... » disse la donna, non poteva negare il fatto che Tali fosse davvero esperta e anche un'amica, la Normandy avrebbe fatto un ottimo acquisto con la Quarian a bordo.
« Sarebbe bello però sappiamo bene che tornerò alla Flotta Migrante. » Shepard annuì senza dire nulla in quanto la Quarian sembrava non aver terminato la frase. Di fatti parlò subito dopo: « Pare che siamo vicini alla fine? Con Saren intendo, penso che su Virmire troveremo le risposte... »
« Lo penso anch'io. Credo che troveremo il necessario per scoprire cosa è il Condotto e soprattutto il modo per fermare Saren e la sua folle crociata! » disse in risposta Shepard.
« Sono sicura che sarà così. » confermò Tali sicura della comandante. « Quando tornerò dalla mia gente potrò dire di essere fiera di aver prestato servizio sulla Normandy e sarò felice di esserci stata anch'io in questa grande impresa, » fece una breve pausa. « forse non ho trovato ciò che cerca la mia gente, ma ho appreso molte cose sui Geth! »
« Non avremmo mai potuto iniziare questa missione senza di te, Tali. Sei stata la chiave per incastrare Saren col Consiglio, con te è iniziato tutto... » si sentiva bene, incredibilmente la comandante era tranquilla, parlava a Tali quasi come se fosse un'amica da molti anni.
La Quarian tirò un sospiro e sorrise. « Tu mi hai sempre trattata da pari, Shepard. Non lo dimenticherò mai, grazie di vero cuore! » disse la Quarian, Shepard aveva fatto il suo lavoro e con questo aveva trovato in Tali una grande amica, non solo una compagna di squadra.
« Mi mancherai molto quando tornerai alla flottiglia. » con quelle parole Shepard decise di congedarsi in quanto sentiva gli occhi pesanti, Tali fece un cenno per salutarla e così poté tornare a studiare la tecnologia della Normandy.
La comandante tornò indietro prendendo l'ascensore, appena le porte si chiusero sentì la fatica della missione svanire e le lacrime cadere e rigarle il volto: avrebbe perso tutti coloro che la stavano aiutando? Tali sarebbe tornata alla flottiglia, Wrex probabilmente avrebbe fatto ancora il mercenario seguendo una nuova causa, Garrus avrebbe trovato la propria strada in qualche modo e Liara avrebbe proseguito i suoi studi per i Prothean, sperava solo che almeno Ashley e Kaidan le sarebbero rimasti vicini in quanto erano membri della Normandy.
Quando le porte si aprirono Shepard vide Kaidan che stava sull'uscio, incredibilmente però l'uomo le diede le spalle rinunciando ad utilizzare l'ascensore. La comandante si stranì della cosa e si asciugò le lacrime, poi si fece avanti e prese il polso del Tenente con delicatezza per fermarlo.
« Non abbiamo più avuto modo di parlare dall'ultima volta, adesso cerchi pure di evitarmi, Kaidan? » chiese la donna rivolgendosi a tu per tu col Tenente. L'uomo si voltò appena così da poterla guardare, entrambi legati dallo sguardo; Shepard non si lasciò distrarre però dai suoi occhi.
« Non voglio distrarti troppo dalla tua missione. Specie quanto le cose si stanno facendo complicate adesso... » disse in risposta l'uomo, il tono di voce era debole, quasi sconfitto o rassegnato; Shepard gli lasciò la mano allora.
« Non sei una distrazione. Se hai qualsiasi dubbio o problema sai bene che puoi parlarmene... » disse lei in risposta, il Tenente si guardò intorno come se qualcuno li stesse spiando, nessuno però faceva caso a loro così ne approfittò per spingere la comandante in un angolo del corridoio in modo che fossero entrambi da soli.
Il silenzio regnava intorno e fu Kaidan stesso a romperlo. « Io vorrei solo confidarmi con te... » fece una pausa, l'indecisione era una delle caratteristiche fondamentali del Tenente Alenko e Shepard lo aveva ormai appreso. « Il fatto è che vedo come tutti evitano i veri problemi, il Consiglio per primo. E non si tratta solo di questo... »
A quel punto toccò a Shepard estorcergli le parole. « Ti riferisci ancora all'addestramento biotico? » Kaidan annuì appena abbassando il mento e guardando la comandante di sottecchi, entrambi abbastanza vicini per sussurrare. « Parlamene allora, così successo? »
« Ti avevo parlato di Vyrnus, ricordi? Un giorno fece del male a Rahna; le ruppe il braccio solo perché aveva afferrato un bicchiere d'acqua senza l'uso dei poteri biotici... » fece una pausa stringendo i denti. « Voleva solo bere senza che le sanguinasse il naso; così non ci ho visto più dalla rabbia e gli sferrai un calcio biotico così potente da ucciderlo. »
« Volevi proteggere Rahna, è un intento molto nobile questo. » disse la comandante riflettendo sulla questione, probabilmente lei avrebbe reagito allo stesso modo per proteggere qualcuno che amava. « Come stava lei? »
« Si riprese poco dopo, ma non mi parlava più. Non cercava neanche il mio sguardo; aveva paura di me. Comunque il progetto è stato poi chiuso dopo la morte di Vyrnus e ci siamo persi di vista. » Shepard percepì molto dolore nella voce di Kaidan, tristezza e delusione nei confronti di se stesso che per una volta si era lasciato andare. Ecco il motivo della sua esitazione. « Scusami, Shepard. Non voglio essere un peso per te o annoiarti con i miei problemi... » disse il Tenente parlando con più tranquillità nella voce.
« Non sei un problema per me, Kaidan. Mi piace parlare con te e ascoltarti, e adesso ho anche capito perché non ti lasci mai andare. » disse in risposta Shepard, fece un gesto semplice e pieno di affetto: allungo il braccio così da poter accarezzare il volto di Kaidan, fece passare il palmo sul suo viso in maniera dolce, sfiorando il leggero strato di barba che ricopriva il mento dell'uomo che si lasciò sfiorare.
« Shepard, io... » la comandante quasi non riuscì a fermarsi, il tono in cui Kaidan aveva pronunciato il suo nome, l'atmosfera e la solitudine che avevano intorno, il cuore le pulsava nel petto come se fosse impazzito.
« Scusami... » disse lei, abbassò il braccio e nello stesso istante Kaidan poggiò le sue mani calde sulle piccole spalle della donna, ciò che le fece venire un fremito alla schiena, incrociarono nuovamente lo sguardo. « Sarà meglio che vada, Joker avrà bisogno di me... » era una scusa per sfuggirgli, prima aveva svegliato il leone dentro il tenente e adesso ne aveva paura; ma più di tutto aveva paura dei sentimenti che provavo per quell'uomo, e questo l'avrebbe presto distrutta.
« Sì, certo. » disse Kaidan in risposta. « Magari potremo goderci la prossima licenza insieme, in qualche bar sulla Cittadella... » le bastò fare un sorriso per accettare l'invito.
Sfuggì alla morsa del tenente con un pensiero fisso nella mente: lentamente si stava innamorando di Kaidan Alenko.

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Capitolo 15
*** 15 - La base su Virmire ***


Capitolo quindicesimo

La base su Virmire




« Ho ricevuto il segnale dall'accampamento dei Salarian, pare però che non potremo scendere direttamente, comandante. » disse Joker avvertendo Shepard di un'improvvisa difficoltà nel loro programma.
Shepard si avvicinò al pilota guardando la vasta natura che aveva davanti: Virmire era una pianeta perfetto, abitabile dall'uomo in quanto c'era la presenza di acqua e di foreste verdi e rigogliose, il punto di interesse maggiore era però la base scientifica che nessuno aveva mai pensato di controllare: Saren aveva avuto modo di impossessarsene quando quella storia era cominciata, Shepard sentì un certo fastidio nel pensare che le fosse sfuggita fino a quel punto.
Ma perché Saren aveva preso possesso di quella struttura? « Che intendi Joker? Che problemi ci sono? » chiese lei, solo allora notò il pericolo sullo scanner della Normandy.
Una torretta antiaerei. Una difesa molto potente che fece insospettire ancora di più la comandante, qualunque cosa avrebbero trovato di sicuro era molto importante per Saren.
« Dovresti scendere con una piccola squadra di sbarco così da disattivarla, una volta fuori uso potremo atterrare e ci vedremo direttamente al campo Salarian. » Shepard concordò, era la soluzione migliore visto che non potevano fare altro con la Normandy.
« Chiama Tali e Liara, voglio che scendano loro con me, tutti gli altri li voglio poi al campo Salarian. » fece una pausa prima di andare via e assunse un tono grave. « Fai attenzione. » il pilota si voltò appena rivolgendole un cenno di consenso e uno sguardo pieno di fiducia.
Shepard si spostò verso l'ascensore così da raggiungere l'hangar della Normandy dove il Mako era stato già preparato e dove il portellone era in fase di apertura; non dovette aspettare molto affinché sia l'Asari che la Quarian fossero pronte per la missione, si avvicinarono all'armeria dove Shepard era già stata così da poter scegliere le proprie armi: non avrebbe abbandonato la propria Carnifex e aveva preso con sé solo il fucile d'assalto degli Spettri; non aveva provato il fucile di precisione tra le armi nuove, ma Shepard non vantava di saper usare al meglio quell'arma perciò preferì non sceglierla al momento.
Entrò nel Mako seguita dalle due alleate che salirono entrambe dal portellone, Shepard si mise alla guida del veicolo mentre Liara monitorava lo scanner e Tali era ai comandi delle armi.
Avanzarono oltre il portello fino a toccare la terra composta da sabbia fine e bianca, leggermente bagnata dall'acqua intorno a loro, un mare bluastro e che si perdeva nell'orizzonte senza una fine.
Shepard sentì la Normandy risalire in aria scomparendo dal loro spazio e avanzò tranquillamente sul percorso di sabbia che sembrava costruito dall'uomo: era incredibilmente perfetto, un sentiero quasi artificiale che indicava loro un'unica via per superare le coste frastagliate.
La comandante guidò senza scambiare una parole con le altre mentre Joker continuava a monitorare gli spostamenti e la situazione al campo Salarian; Shepard e la sua squadra entrarono sempre più all'interno della rete di insenature rocciose che sembravano essere lasciate prive di protezioni terrestri.
Incontrarono solo pochi Geth durante il loro tragitto sulla sabbia, il grosso della difesa infatti stava alla postazione della torretta.
C'erano circa una decina di Geth ma Shepard preferì non combatterli direttamente: diede l'ordine a Tali che cominciò a sparare con le armi primarie del Mako arrivando a distruggere cinque sintetici con un preciso colpo mirato di cannone fotonico; la mitragliatrice si occupò di distruggere i restanti Geth così da liberare l'intera zona.
La comandante fermò quindi il Mako così da poter scendere per salire le scale che la portarono al piano superiore della struttura: un'unica stanza fu ciò che trovarono e dove erano situati i comandi; Shepard lasciò che fosse Tali ad interagire con la torretta e in pochi istanti quella si spense e per di più riuscì a renderla inattiva in caso di ritorno dei Geth.
« Ci sei comandante? » chiese Joker parlando all'auricolare della donna, quella portò la mano sul dispositivo così da poter comunicare col pilota della Normandy.
« Sì, Joker. Abbiamo disattivato la torretta. Ci vediamo al campo Salarian. » disse lei a mo' di congedo.
Ritornarono quindi sul Mako così da poter arrivare finalmente al campo della squadra di infiltrazione; superarono le varie insenature tra le rocce ritrovandosi più volte a camminare in piccolissimi laghetti o in altre spiagge fino a che non videro una grande radura con alcune tende, avevano trovato l'accampamento e potevano già vedere che la Normandy era atterrata nello spiazzo, Shepard si avvicinò fino al punto che le fu permesso finché alcuni Salarian non fermarono il mezzo, da lì procedettero a piedi anche se la comandante lasciò libere le due donne al seguito cosa da congiungersi con i due soldati dell'Alleanza: Kaidan e Ashley stavano già parlando con uno dei Salarian così la comandante decise di unirsi a lui.
« È lei che comanda qui? » chiese la donna rivolgendosi al Salarian aspettando che potesse interrompere la discussione che l'alieno aveva intrapreso con i suoi soldati.
« Sì, sono il Maggiore Kirrahe, spero sappiate che con la manovra di atterraggio che avete appena fatto il nemico sa perfettamente che siete qui! » non sembrava un'accusa anche se il tono dei Salarian era sempre un po' superiore e altezzoso.
« Dunque cosa possiamo fare adesso? Voglio un rapporto sulla situazione. » chiese gentilmente la comandante.
Il Salarian annuì. « Non possiamo fare nulla ancora, dobbiamo aspettare i rinforzi del Consiglio. » Shepard si sentì stranamente in imbarazzo, fece un mezzo sorriso alzando la mano come per indicare che fosse presente a scuola.
« Eccoci qui, siamo noi. »
« Ma... avevo chiesto una flotta non una nave! » era chiaro che il Salarian era abbastanza scosso. Shepard dovette dirgli quindi la verità riguardo il messaggio che avevano inviato.
« Ho ascoltato il vostro messaggio e come il Consiglio anch'io non sono riuscita a capire la vostra richiesta d'aiuto. Mi hanno mandata qui per via della presenza di Geth temendo il peggio per la squadra. » era difficile da accettare e il Salarian di fatti abbassò il volto in segno di sconfitta, nel frattempo si era avvicinato Wrex che però restava distante ad ascoltare la conversazione tra i quattro.
« Capisco. Allora sarà il caso di parlarne meglio... » disse il Salarian cominciando a discutere il rapporto della missione. « Abbiamo scoperto che questa struttura di ricerca è in mano a Saren e come tale pullula di Geth per difenderla; inizialmente non avevamo capito il perché interessasse Saren, pensavamo fosse solo un avamposto ma proprio ieri abbiamo finalmente capito il perché si trova qui. » fece una pausa che costrinse la comandante a spronarlo ad andare avanti.
« Quindi cosa ci fa qui Saren? »
« Questa struttura si occupa di creare e sintetizzare una cura per la genofagia dei Krogan. Non vi lascio immaginare quale problema sia questo... già un esercito di Geth è abbastanza pericoloso in mano a Saren, figuriamoci dei Krogan impazziti e fuori controllo. » questo la diceva molto lunga sulle intenzioni di Saren, la sua sete di potere e di crearsi un esercito era davvero oltre ogni limite.
« Non possiamo permetterlo. Dobbiamo distruggere la base con le informazioni riguardo questa follia. » disse Shepard, Wrex a quel punto intervenne, era già stato notato prima ma solo ora si rendeva conto di quanto la cosa potesse interessargli, di fatto il Krogan era parecchio irritato.
« Non credo proprio. La genofagia è stata una punizione per il mio popolo e ora che qualcuno ha finalmente trovato una cura non vi permetterò di distruggerla! » Wrex era un tipo facile da scaldare, adesso stava urlando contro Kirrahe anche se era chiaro che urlava anche contro le intenzioni di Shepard, dopo aver parlato se ne andò scuotendo il viso.
« Sarà un problema lui? Abbiamo già abbastanza Krogan fuori controllo qui... » chiese il Salarian alla comandante, quella rivolse uno sguardo di traverso a Wrex che le dava le spalle a pochi metri da lei. La donna scosse il viso.
« Ne parleremo più tardi, Kirrahe. Organizzi i suoi uomini per l'assalto e mi comunichi il piano. » disse la donna congedandosi dal Salarian e allontanandosi insieme ai due della Normandy; Wrex sembrava abbastanza furibondo e l'aria era molto tesa in quella situazione.
« Cosa pensi di fare riguardo Wrex? » chiese Kaidan preoccupato, Shepard sentì che la sua voce era preoccupata proprio per lei, la cosa le fece un certo piacere, specie visto come il tenente sembrava guardarla.
« Parlerò con lui. » disse a Kaidan, poi si voltò verso Ashley. « Se dovesse perdere il controllo tieniti pronta. » disse, bastò un cenno dell'amica affinché capisse che avrebbe dovuto ucciderlo in caso di problemi.
La comandante si avvicinò al Krogan che continuava a sbuffare parecchio infastidito, era arrabbiato e nei suoi occhietti rossi si poteva leggere l'indecisione su ciò che voleva fare. « Non è giusto Shepard, non possiamo distruggere la cura della genofagia! » esordì lui.
« Non sono io il nemico ma Saren, e sai bene che questa non è una cura per la tua gente, è solo un modo che Saren ha creato per controllarvi! » disse in risposta la donna, Wrex era un elemento prezioso e lei capiva le sue preoccupazioni, ma Saren non avrebbe mai potuto trovare una cura.
« Il futuro della mia specie dipende da questo, Shepard. Non posso permetterti di distruggere questa cura! » disse Wrex diventando sempre più furibondo, le sue mani tremavano con violenza e Shepard era pronta a tutto.
« Dicevi che non ti importava della tua gente, adesso cosa è cambiato!? » gli urlò in faccia la comandante. « Non ti permetterò di mettere a rischio la mia missione! » a quella parole il Krogan reagì prendendo la propria arma dal fodero, allo stesso modo anche Shepard prese la Carnifex in mano.
« Devi capire che ormai quei Krogan sono fantocci, indottrinati e sotto il giogo di Saren. » cercò di essere il più convincente possibile, era una situazione difficile e Shepard doveva fare ricorso a tutto il carisma che possedeva. « Saren vi userà e poi vi butterà via come il Consiglio! » quelle parole ferirono il Krogan che però rifletté.
« Per anni il Consiglio ci ha usati nella guerra contro i Rachni e il ringraziamento fu la genofagia, non permetterò che Saren ci sfrutti col rischio di ucciderci. » abbassò l'arma, sembrava realmente distrutto da ciò che aveva ammesso. « Ho fiducia in te, Shepard. » disse infine il Krogan, la donna abbassò l'arma davanti la resa di Wrex.
Una volta che anche quella questione era risolta non le restò che andare da Kirrahe entrando nella sua tenda insieme a Kaidan e Ashley; il Salarian si voltò verso di lei: « Problema risolto col Krogan? » Shepard annuì. « Ottimo, passiamo allora al piano d'azione... » un'altra pausa, più lunga nel quale preparava il discorso da sottoporre alla donna.
« Abbiamo intenzione di piazzare un ordigno nucleare al centro della base di Saren così da poterla distruggere. Per fare ciò dovremo organizzare due squadre divise di cui una sarà comandata da te, comandante. Questa squadra chiamata Shadow si occuperà di infiltrarsi nella base, disattivare le varie difese e occuparsi dei Geth all'interno mentre l'altra squadra fungerà da diversivo per tutti gli altri sintetici. » era una piano ben elaborato, ma Shepard era più preoccupata per la squadra che avrebbe fronteggiato i Geth.
« È un buon piano ma rischierete di farvi ammazzare! » disse Shepard, Kaidan aggiunse anche il suo parere che come altre volte era concorde con quello della comandante.
« Non ci sono alternative al riguardo? » chiese.
Il Salarian scosse il viso. « Siamo più forti di quanto sembriamo, e purtroppo devo anche chiederti un favore comandante: ho bisogno di uno dei tuoi soldati per coordinare le squadra. » disse serio in volto.
Shepard rimase un attimo scossa ma capiva bene il piano di Kirrahe, inoltre chiunque sarebbe andato con il Salarian sarebbe rimasto comunque sotto il controllo della donna. « Credo di dover andare io con il Maggiore Kirrahe. » si propose Kaidan, Shepard si voltò quindi verso i due che l'avevano accompagnata e Ashley non concordava.
« No, tenente. Penso che io sia una scelta migliore per questo genere di missione, occupati della bomba! »
« Col dovuto rispetto, artigliere capo, penso che tocchi alla comandante scegliere chi andrà con Kirrahe. » a quelle parole di Kaidan, Ashley sbuffò parecchio arrabbiata.
« Com'è che quando si dice “col dovuto rispetto” si intende in realtà “va a farti fottere”? » Shepard mise fine a quella discussione durante il quale la sua mente aveva già pensato a chi avrebbe dovuto cedere, a malincuore...
« Andrà Kaidain. Ashley tu ti occuperai della bomba. » il silenzio calò tra i presenti, Ashley annuì con muto silenzio mentre Kirrahe restava estraneo a quella discussione, per lui andava bene chiunque avesse una buona preparazione.
« Allora buona fortuna, Shepard. » disse infine il tenente, si scambiò solo una sguardo con la comandante, una promessa col quale si sarebbero rivisti a bordo della Normandy alla fine della missione.
« Ci rivediamo dopo, Kaidan... » aggiunse la comandante col cuore pieno di dolore, non avrebbe voluto esporlo ad un pericolo così elevato, ma aveva fiducia nelle sue capacità.

* * *

Shepard preparò la sua squadra nell'attesa del segnale, Liara e Tali furono ben disposte a partecipare all'infiltrazione nella base; Kaidan praticamente scomparve dalla vista della comandante che lo cercava con lo sguardo, era preoccupata per quello che sarebbe potuto accadere: era esposto ad un grande pericolo ma tutti i marine ne erano sottoposti.
La comandante entrò in azione quando Kirrahe le diede il segnale parlandole nell'orecchio tramite l'auricolare; Shepard si mosse insieme a Liara e Tali per raggiungere una parte desolata della base, erano sul retro ed riusciti ad arrivarci grazie a un veicolo dei Salarian; aveva oscurato i rilevatori dei Geth proprio come i sintetici avevano spesso fatto con loro così da apparire invisibili e infine erano riusciti ad arrivare. Erano molto vicini e lo scontro era già iniziato
« Shepard riesci a sentirci? » chiese Kirrahe, la comandante premette il pulsante così da poter parlare.
« Forte e chiaro. Entriamo in azione, siamo già sulla strada. » disse scavalcando una grande roccia, poteva vedere poco distante tra le insenature la base di Saren. Molto grande per apparire invisibile e inattiva soprattutto.
« Abbiamo bisogno di aiuto comandante, se vi è possibile in qualunque modo aiutarci con le difese del nemico ve ne saremmo grati. » una richiesta facile da esaudire.
« Senza dubbio, Kirrahe. Farò quanto posso per darvi supporto. » rispose la comandante; cominciarono quindi a spostarsi scendendo tra le rocce sempre più in profondità entrando in un'insenatura bagnata da un rivolo d'acqua e piena di vegetazione.
Shepard non dovette aspettare molto prima di imbattersi nel primo punto di controllo Geth: si trattava di una struttura simile ad una torre di comunicazione, i sintetici si accorsero subito della presenza della comandante che cominciò a sparare contro due dei sintetici che le venivano contro, Tali utilizzò la Violazione IA così da poter prendere il controllo di una delle unità sintetiche mentre Liara utilizzava i propri poteri biotici: l'Asari evocò una Barriera molto potente che respinse i proiettili dei nemici in un primo momento, Shepard restò nascosta per pochi istanti prima di buttarsi nella mischia così da poter sparare direttamente al nemico.
In pochi istanti tutti i Geth vennero spazzati via così che Shepard potesse danneggiare il pannello di controllo della torre, ci fu un suono di distorsioni, chiaro segno che la torre era stata danneggiata, probabilmente quello avrebbe giovato a Kirrahe e alla propria squadra, e ciò che avrebbe aiutato anche il suo Kaidan visto che era insieme ai Salarian.
La comandante si mosse insieme alla propria squadra nell'insenatura superando la torre delle comunicazioni, poteva sentire l'eco e i suoni dei proiettili e degli spari, esplosioni di natura biotica che Shepard sperava solo andassero a favore dei Salarian; dentro di sé aveva una terribile sensazione, un presentimento negativo.
Non si lasciò più distrarre da quei pensieri in quanto non poteva mettere a rischio la propria missione; cercò di isolare la sua preoccupazione e si nascose dietro una grande roccia quando si trovò davanti un secondo avamposto, stavolta a guardia c'erano solo due grossi Krogan corazzati, sembravano proteggere una grossa macchina che trasmetteva dati ma la comandante non capiva a chi.
« Si tratta di un collegamento satellitare... servirà per coordinare gli spostamenti dei Geth. » suppose Tali indicando la macchina, era al fianco di Shepard e quella strinse gli occhi per vedere meglio eventuali minacce.
Non sembravano esserci altri Geth nei dintorni. Fece un cenno alle proprie alleate e corsero sotto la potente Barriera biotica di Liara così da ridurre la distanza, i Krogan ovviamente si accorsero dell'avanzamento nemico e spararono con i loro fucili a pompa sprecando proiettili; quando l'effetto della Barriera terminò sotto gli attacchi nemici toccò agli scudi soffrirne; Shepard fu però più veloce e salì sulla piattaforma senza subire troppi danni, sparò dei colpi direttamente nel volto del Krogan che le era venuto a dare il benvenuto e riuscì ad atterrarlo, non ad ucciderlo però visto quando la creatura era resistente.
Shepard si concentrò evocando i propri poteri biotici, caricò un pugno e con tutta la sua forza sferrò il colpo in pieno volto della creatura spappolandole le ossa del cranio.
L'altro Krogan era già stato ucciso dal fuoco incrociato di Tali e dai poteri dell'Asari e Shepard si scoprì piacevolmente soddisfatta della squadra che aveva scelto per l'occasione.
La comandante piazzò una delle bombe che Tali aveva portato con sé così da poter distruggere la macchina, proseguirono per la strada che si presentava loro fino a che non furono abbastanza distanti, a quel punto la donna azionò l'esplosivo mentre continuarono la loro avanzata, ormai erano arrivate al retro della base e nonostante all'apparenza non ci fosse nessuno, Shepard era convinta che quella fosse un'imboscata, Saren non era uno stupido e aveva messo Geth a guardia di ogni ingresso probabilmente.
« Pensi che ci siano dei Geth intorno? » Shepard analizzò nuovamente il proprio factotum alle parole di Liara, il segnale era disturbato, questo confermava la sua tesi.
« Penso che si stiano nascondendo per prenderci allo scoperto. Ma noi gli faremo vedere cosa possiamo fare. » disse la comandante in risposta, avanzarono furtivamente avvicinandosi sempre di più alle porte d'ingresso, superarono le passerelle principali arrivando allo stesso piano dove si trovava la porta che le avrebbe condotte all'interno della struttura. Solo allora Shepard localizzò i droni Geth.
E insieme a loro vide anche una grande cisterna, una struttura circolare che serviva per rifornire di carburante la base; la comandante fece segno alle proprie compagne di stare immobili, non voleva un approccio diretto e aveva già un'idea: prese la mira con la propria Carnifex.
Era distante alcuni metri, chiuse un occhio lasciando che la vista la facesse concentrare solo sul mirino della pistola e puntò contro la cisterna; spirò un filo di vento, una leggera brezza che seguì un muto silenzio attorno all'area, solo l'eco della battaglia combattuta sull'altro lato riempiva l'aria.
Mise un dito sul grilletto e poi sparò; la cisterna esplose all'istante creando una voragine alla parete dov'era poggiata, distrusse tutti i droni e i Geth che presenziavano l'area generando una cortina di fumo nero che si levò fino al cielo. Shepard abbassò quindi l'arma con un leggero sorriso in volto.
« Bella mira! » commentò Liara, un misto di divertimento e di sarcasmo, Shepard a quel punto fece segno di avanzare così correndo si avvicinarono alla porta elettronica, bastò violarla affinché potessero finalmente entrare nella base.
Un lungo corridoio si presentò davanti ai loro occhi, c'erano alcune porte che sembrava chiuse da protocolli complicati, era chiaro che violarne uno avrebbe significato far scattare l'allarme e attirare l'attenzione dei nemici all'interno su coloro che erano appena entrati di nascosto.
Tali si avvicinò quindi al terminale dell'allarme, cominciò a giocherellare con lo spettro evocato per premere i pulsanti. « Posso disattivare l'allarme Shepard e anche di più... » fece una breve pausa nel quale continuò a violare i protocolli. « Posso far scattare l'allarme dell'ingresso principale dove sta Kirrahe e la sua squadra, li metteremo in pericolo ma almeno avremmo la strada spianata all'interno... »
Shepard scosse il viso negativamente. « No, disattiva l'allarme e lascia perdere gli altri. Non voglio che abbiano troppi problemi, possiamo contenere i Geth e liberarci della sicurezza interna. » disse rispondendo a Tali.
La Quarian annuì e continuò a premere i tasti con velocità finché lo schermo non divenne rosso, segno che l'allarme era stato disattivato, di fatti la porta poté aprirsi con semplicità e Shepard entrò all'interno della struttura principale senza che il nemico sapesse della sua effettiva presenza. Quando entrò Tali chiuse la porta alle loro spalle, Shepard restò china con la schiena in quanto vide dei movimenti poco distanti.
Pensava si trattasse di Geth o di Krogan seguaci di Saren in quanto la struttura poteva brulicarne visti gli studi sulla finta cura. Ma con grande stupore vide che erano dei Salarian.
« Cosa ci fanno qui? » chiese Liara, Shepard non parlò e vide attentamente come i due Salarian si stavano comportando, sembravano guardarsi intorno in maniera persa.
« Penso si tratti della squadra scomparsa, Kirrahe ne aveva parlato poco prima che partisse. » commentò Shepard ricordando le parole di poche ore prima, la comandante cercò quindi di eludere i Salarian cercando di spostarsi e provando a stare nascosta tra le ombre del magazzino.
Tali e Liara le stavano praticamente dietro e insieme si stavano dirigendo verso l'ultimo pilastro che avrebbe permesso loro di restare nascoste fino al successivo corridoio che le avrebbe portate sempre più all'interno del laboratorio.
Tuttavia poco prima che compissero l'ultimo spostamento, i Salarian si voltarono improvvisamente così che le scoprirono; Shepard rifletté attentamente su ciò che poteva fare, non ebbe dubbi quando i due alieni le spararono contro distruggendo i suoi scudi; la donna si trovò quindi costretta ad ucciderli. Erano stati indottrinati, usati per gli esperimenti. Ecco che cosa accadeva realmente lì, Saren sfruttava il potere della Sovereign per controllare le menti.
« Procediamo... voglio scoprire di più! » ordinò la comandante alle altre due, quelle restarono dietro di lei.
Il posto in cui si trovarono era composto da piccole celle di detenzione, la maggior parte erano piene di Salarian, altre invece erano vuote. Shepard si avvicinò alla grata di uno degli intrappolati che le rivolse uno sguardo quasi colmo di pietà e gioia nel vedere un volto alleato.
« Finalmente i soccorsi sono arrivati, quasi non ci speravamo più. Faccio parte della guarnigione di Kirrahe. » disse quello presentandosi alla comandante. Sembrava piuttosto lucido per essere stato indottrinato, forse non tutti i Salarian erano impazziti allora, pensò Shepard.
« Sembri pulito, è meglio che tu vada via, questo posto esploderà presto. Ritorna da Kirrahe. » disse la comandante cercando di violare la prigione così da liberare il prigioniere.
Quello le rivolse un cenno di ringraziamento e se ne andò via; le attenzioni della donna furono però richieste da un altro Salarian dal tono di voce spaventato. « Anch'io sono pulito! Sento solo dei sussurri nella mente ma sto bene, posso controllarmi, loro mi dicono di uccidere ma io non lo farò! »
Shepard guardò di traverso il Salarian che cercava di chiamare le sue attenzioni. « Per lui non c'è nulla da fare, Shepard. Lo sai bene. » le disse Liara, se fosse stato per la comandante avrebbe liberato tutti i presenti dal controllo di Saren, purtroppo le cose erano ben diverse.
« Lasciamolo qui allora. » disse a malincuore, procedettero quindi sempre più all'interno della base. Erano vicine allo scoprire cosa stava accadendo lì.


 

Ultima foto insieme. Virmire.

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Capitolo 16
*** 16 - Sovereign ***


Capitolo sedicesimo

Sovereign





I laboratori di Saren erano strutture parecchio complesse: c'erano grandi macchinari in funzione, costantemente attivi e la comandante poteva solo immaginare quale fosse il loro scopo e utilizzo; di sicuro la sicurezza all'interno era molto minore a quanto si erano aspettati; il piano di Kirrahe funzionava più che bene in quanto non c'erano molti Geth all'interno della struttura.
Shepard preferì evitare lo stesso di ingaggiare un combattimento diretto col nemico in quanto voleva evitare che gli altri ripiegassero, si sarebbero concentrati all'interno della base e le tre donne ne sarebbero state in pericolo.
Mantennero quindi un basso profilo evitando le porte inviolabili e i corridoi principali della struttura così da raggiungere uno degli ascensori di servizio.
Shepard premette il pulsante per chiamare il mezzo e nell'attimo in cui rimasero in attesa cercò di contattare Kirrahe e la sua squadra. Silenzio radio.
A quel punto la comandante cercò di contattare Kaidan ma senza successo.
Si scambiò uno sguardo con Tali che era l'esperta tecnologica della situazione, magari aveva una soluzione.
« Forse ci sono problemi con le frequenze dei Geth, abbiamo danneggiato le loro comunicazioni ma nulla permette loro di bloccare anche le nostre. » disse in risposta, la comandante annuì quasi rassegnata.
L'attimo seguente le porte si aprirono ed entrarono, Shepard premette il tasto che era contrassegnato dalla scritta “laboratorio privato” e l'ascensore si mosse verso l'alto, dopo pochissimi metri però il mezzo di trasporto cominciò a muoversi verso destra, Shepard trovò la cosa spiazzante ma si abituò subito alla situazione e aspettò che arrivasse alla metà.
Il laboratorio privato di Saren era ben diverso dal resto della struttura, c'erano pochi macchinari ma soprattutto era pieno di grandi capsule con all'interno delle creature simili ai mutanti che avevano visto su Eden Prime; la comandante avanzò con la pistola puntata in aria aspettando un qualunque segno di Geth nemici.
Sembrava essere desolato però.
Stava per uscire allo scoperto quando le porte dall'altro lato della stanza si aprirono e un Krogan le varcò, indossava un abito simile alle divise degli scienziati, probabilmente era lui ad occuparsi della finta cura di Saren.
La comandante si mosse attentamente tra i banconi da lavoro mentre la creatura aliena continuava a fare i suoi esperimenti con delle provette.
« Ci siamo quasi... » erano i sussurri del dottore, Shepard pensò che poteva passare oltre e lasciare il Krogan là, sarebbe comunque morto per l'esplosione.
Ma qualcosa dentro di sé le faceva logorare lo stomaco, uscì allo scoperto puntando la pistola proprio contro la nuca del dottore e poi premette il grilletto uccidendo la creatura che cadde a terra morta.
Shepard si spostò con la propria squadra verso la porta dal quale il Krogan era comparso; si trovarono in un piccolo ufficio molto simile a quello di Gianna Parasini, c'era un lungo spazio con una vetrata che dava sulla spiaggia e sul mare di Virmire, una scrivania dall'altro lato insieme a una porta con scritto “archivio”. Nascosta sotto l'unico mobile c'era poi un'Asari dalla pelle bluastra.
« No, ti prego non uccidermi. Non voglio morire per colpa di Saren! » disse lei spaventata, la comandante si avvicinò sempre di più all'Asari tremante per la paura. Era sicuramente un segretaria, ma com'era possibile che l'archivio fosse privo di Geth o di difese? Forse degli allarmi.
« Chi sei e cosa ci fai qui! » non erano domande, erano ordini a cui l'Asari doveva rispondere se non voleva essere uccisa per la sua collaborazione con Saren.
« Mi chiamo Rana Thanoptis, sono l'archivista di questo laboratorio. Saren mi aveva incaricata di sorvegliare l'archivio ma non voglio morire per lui, anzi... » l'Asari si spostò verso la porta dell'archivio, richiamò un piccolo pannello e premette dei pulsanti velocemente, l'attimo seguente una luce verde lampeggio sulla porta. « Ecco, accesso a tutti i registri di Saren. Ora posso andare? »
Shepard provò da un lato gratitudine ma dall'altro era di certo arrabbiata in quanto la donna era alleata di Saren. « Corri più lontano che puoi, presto farò esplodere questo posto. » disse piuttosto seccata. L'Asari divenne azzurrina!
« Cosa? Non puoi! Io... devo mettermi in salvo... » a quel punto cominciò a correre velocemente lamentandosi e cercando un posto in cui sarebbe stata al sicuro, la comandante storse le labbra cercando di nascondere un sorriso alla reazione di paura della donna.
« Ti è piaciuto farlo, vero Shepard? » chiese Tali constatando quando la donna fosse divertita, la comandante si limitò ad annuire e così entrarono all'interno dell'archivio prendendo l'ascensore che le avrebbe portate avanti.
L'archivio era persino più diverso da tutto il resto, era una struttura molto piccola, una stanza con un piano che andava ad abbassarsi, un terminale di controllo e con grande stupore delle tre presenti c'era anche una sonda Prothean.
La comandante si avvicinò meravigliata al manufatto, Saren possedeva un'altra sonda e questo era importantissimo visto che rischiavano di farla saltare in aria insieme a tutta la base. Non c'era però tempo per organizzare un recupero e la Normandy non avrebbe potuto ancora avvicinarsi visto che la base minacciava lo spazio aereo intorno a sé.
Così Shepard decise di azzardare una mossa, non aveva nulla da perdere in quanto possedeva il Cifratore, era come un Prothean a tutti gli effetti per la sonda quindi non avrebbe corso dei danni.
Si avvicinò al terminale e la azionò sapendo già come fare; sentì prima il proprio corpo spinto verso la sonda, attratto come la prima volta che era riuscita a farla funzionare, poi si sollevò in aria, il proprio corpo sospeso e invaso da uno strano potere, delle immagini passarono dalla sua mente e con suo piacere non erano confuse o spezzate: la comandante vide i Razziatori avanzare contro i Prothean, la guerra che aveva coinvolto l'universo intero, pianeti ridotti a cumuli di cenere privati della vita organica ormai; scienziati Prothean che lavoravano ad un meccanismo di non poteva comprendere nulla ancora e poi un sistema solare lontano, proprio in un pianeta in particolare veniva racchiusa la risposta alla domanda più importante: il Condotto.
La visione però terminò, Shepard aveva compreso molto ma non capiva a quale pianeta venisse fatto riferimento, ormai era certa che fosse là che il Condotto si trovava ed era proprio lì che il Portale Mu cercato da Saren li avrebbe condotti, ma senza un nome e delle coordinate precise era impossibile capire di quale si trattasse.
« Credo che siamo vicini al... » Shepard si interruppe in quanto la stanza si illuminò di una luce rossastra sospesa nel nulla, Shepard risalì il piano e si piazzò davanti al terminale attivo: veniva mostrato l'ologramma della Soveiregn la nave di Saren che sfruttava per controllare le menti altrui.
« Si tratta di un'Interfaccia IV? » chiese Liara, Shepard però non aveva quella sensazione, specie quando l'ologramma cominciò a parlare con la propria voce metallica.
« Io sono la Sovereign, e voglio dirvi che è inutile che voi continuiate a combattere, è tempo di arrendervi alla mia specie e lasciare che il ciclo si ripeti! » Shepard poté intuire la verità nelle parole di ciò che le aveva pronunciate, e di certo non si trattava di una comune nave da guerra.
« La Sovereign non è una nave dei Razziatori, ma è proprio uno di loro! » disse in risposta a Liara, ci fu un attimo di silenzio nel quale il Razziatore riprese a parlare.
« È già successo molte volte, il precedente ciclo dei Prothean è stato spazzato via per mano nostra e così accadrà anche al vostro ciclo. Non importa quanto combatterete, non potrete fermarci e vi scoveremo ovunque vi nasconderete... » la voce di metallo era fredda, Shepard aveva brividi lungo tutto il corpo mentre immaginava ciò che le veniva detto: non c'era davvero un riparo sicuro in tutto l'universo?
« I Prothean sono esistiti cinquantamila anni fa, tu non potevi essere presente. » disse Liara, era piuttosto agitata, non le piaceva quello che il Razziatore stava prevedendo.
« Noi rappresentiamo la perfezione, l'essenza della vita sintetica è eterna, noi siamo la vera evoluzione, l'ultimo stadio della vita perfetta. Noi semplicemente siamo. » fece una breve pausa e continuò subito dopo il discorso. « Credete di avere scampo, siamo stati noi a dare ai Prothean la Cittadella e i portali, abbiamo lasciato noi quella tecnologia e facendone uso avete esattamente seguito la strada che avevamo già prefissato per voi. »
« È una trappola... lasciate che una civiltà sfrutti la vostra tecnologia raggiungendo il massimo della sua evoluzione con i viaggi interstellari e poi le annientate come se fossero bestie da macello! » Shepard sentiva la rabbia ribollire dentro di sé, era davvero così? L'aver scoperto il modo di imbrigliare l'energia oscura e i portali era davvero la causa della loro fine? Probabilmente gli umani erano stati gli ultimi a trovare il modo di utilizzarlo, perciò l'attuale civiltà aveva raggiunto il massimo sviluppo?
« Esatto! » rispose freddamente la Sovereign.
Shepard non poté però accettarlo. « Non mi fermerò qui, sei una macchina e come tale puoi essere distrutta, proteggerò la galassia a qualunque costo e vi distruggerò! » era un avvertimento, una minaccia rivolta a tutti i Razziatori e non solo a quella singola creatura.
« Questa discussione termina qui! » disse congedandosi la Sovereign, la comandante sentiva ancora il sangue affluire in tutto il corpo con rabbia e pressione, non potevano darsi per vinti, doveva esserci un modo per sfuggire dai binari che erano stati loro imposti dai Razziatori.
E se Saren voleva riportarli indietro avrebbero potuto dare inizio ad un evento simile all'apocalisse! « Comandante siamo nei guai, sta arrivando la Sovereign, si dirige verso di te; devi andare via da lì! » Joker aveva parlato attraverso il canale dell'auricolare, Shepard annuì senza rispondere.
Dovevano disattivare la torretta per permettere alla Normandy di scaricare la bomba, dovevano quindi spostarsi e non potevano permettersi di perdere altro tempo, almeno avevano capito cosa stava realmente disturbando le comunicazioni all'interno della base.
Risalirono attraverso l'ascensore e tornarono indietro attraverso l'ufficio e il laboratorio privato nel quale il Krogan era ancora morto; fuori da quella stanza sentivano rumori e altri suoni di spari, poi arrivò la comunicazione da parte di Kirrahe. « Comandante sei arrivata al punto in cui piazzare la bomba? » chiese il Salarian in maniera piuttosto agitata, ci furono delle urla e delle esplosioni dall'altro lato della comunicazione mentre Shepard risaliva l'ultimo ascensore lasciandosi alle spalle il laboratorio segreto.
« Ci sono quasi, Kirrahe. Abbiamo avuto un piccolo intoppo, ci apprestiamo al disattivate la torretta antiaerea così da far attraccare la Normandy al punto stabilito.
La comandante si spostò senza restare troppo nell'ombra, si mosse verso l'esterno della base così da poter avere una visuale più chiara del punto che dovevano raggiungere; la torretta restava ferma e immobile attendendo che un qualunque bersaglio potesse finalmente passare nel suo raggio di azione; Shepard si mosse insieme alla propria squadra uccidendo alcuni Krogan che costarono loro gli scudi, la comandante fu persino ferita ma non gravemente.
Si spostarono fino a che non si trovarono alla base della torretta al quale Tali si avvicinò così da disattivarla, ovviamente i Geth non furono d'accordo e le attaccarono: mentre Tali si occupava di quello, Shepard e Liara le diedero fuoco di copertura contro i Geth, l'Asari lanciò una Barriera che protesse tutte quante mentre la comandante sparò contro i Geth appena arrivati facendo appello al proprio fucile automatico e ai propri poteri, sfruttò il Lancio per liberarsi in fretta dei nemici e alternò con dei campi di Singolarità e delle Deformazioni che distrussero almeno cinque Geth mentre gli altri crollavano sotto i proiettili.
Alla fine ci fu solo fumo e rottami mal funzionanti mentre Tali si allontanò dalla torretta. « Ho disattivato le funzioni e ho persino bloccato il sistema così non potrà essere riattivata. » comunicò a Shepard, era un'ottima mossa e potevano proseguire finalmente al punto stabilito al centro della base.
Le tre donne si spostarono verso l'ultimo ascensore che le fece arrivare al punto stabilito, aprirono le porte manualmente e poi si guardarono intorno aspettando che la Normandy arrivasse a loro così da poter finalmente piazzare la bomba.
La nave non tardò ad arrivare, Shepard si guardò intorno per pochi istanti e poi la vide avvicinarsi e solcare i cieli senza subire danni in quanto la torretta neanche si muoveva, Tali aveva davvero fatto un lavoro eccellente.
La Normandy si fermò solo quando fu finalmente vicina al punto in cui dovevano portare la bomba, il portellone dell'hangar si aprì e Ashley ne uscì aiutata da uno dei membri dell'equipaggio, insieme stavano trasportando la bomba verso il punto stabilito, un ordigno grande quanto una persona e pieno di bombole contenenti il materiale per distruggere la base intera; il piano stava procedendo perfettamente come stabilito anche se Shepard non aveva più notizie da Kirrahe e sulla situazione che stavano affrontando già da un po', soprattutto lei non aveva notizie di Kaidan.
« Tutto bene Shepard, possiamo organizzare il recupero della squadra di Kaidan. » disse Ashley giocherellando con alcuni fili dell'ordigno, dovevano far detonare la bomba il più presto possibile ma Shepard non aveva neanche sentito l'artigliere capo. « Comandante? » insisté ancora Ashley.
Shepard si voltò di scatto come se le avessero dato un pugno nello stomaco. « Kaidan e Kirrahe dovrebbero essere già qui, c'è qualcosa che non va se non sono ancora riusciti a tornare... » disse la donna rivolgendosi all'equipaggio.
Liara mise un'espressione piuttosto seria. « Potrebbero essere stati bloccati dai Geth, nella base c'era resistenza e non abbiamo controllato ogni singolo angolo. »
Poi ci fu la comunicazione: Shepard sentì il suono dell'auricolare attivarsi ma non aspettò che qualcuno le parlasse. « Kirrahe, cosa sta succedendo? Siamo al punto di evacuazione perché non ci siete ancora!? » chiese piuttosto agitata, non le piaceva quando non poteva controllare l'andamento della missione, era in balia del mistero.
« Shepard, sono Kaidan, » quelle parole lasciarono la comandante di stucco, immobile mentre ascoltava ciò che le veniva detto dal tenente. « Non possiamo raggiungervi, siamo circondati dai Geth, dimenticati di me e andate! » fu come ricevere una coltellata in pieno stomaco.
« Non ti lascerò indietro, Kaidan. Non lo permetterò! » la voce della comandante apparve distorta dalla paura visto che nella mente aveva la confusione più totale: avrebbe dovuto immaginare che avrebbe sofferto ancora e per questo motivo non si era più voluta aprire con qualcuno, per questo non voleva che qualcuno le fosse amico.
« Non preoccuparti, Shepard. Vai a prendere il tenente e la squadra, io posso farcela qui. » Ashley le stava praticamente dicendo di abbandonare lei anziché il tenente. « Torna a prenderlo e poi ritorna qui. » era una soluzione che andava bene per chiunque, Shepard quindi annuì parlando ancora con Kaidan attraverso l'auricolare e avvertendolo dell'arrivo.
« Sto venendo a prenderti. » non ci fu una risposta, solo il segnale muto e il silenzio. Strinse le labbra e le mani in un pugno e poi fece cenno ad Ashley. « Tu stai bene? Contattami per qualunque cosa, faremo il più in fretta possibile. »
L'artigliere capo annuì, a quel punto il resto dell'equipaggio della Normandy salì nuovamente sulla nave lasciando da sole Ashley e la comandante con la sua piccola squadra. Shepard tornò quindi indietro mentre la nave riprendeva a volare intorno alla base, Joker non ci avrebbe messo molto per segnare il punto in cui Kaidan era e quindi lo avrebbe presto rintracciato; la comandante pese nuovamente la via che l'avrebbe portata all'interno della base e la percorse in fretta, sapeva di avere il tempo contato prima che i Geth prevalessero sulla squadra e ormai era annebbiata dal pensiero fisso che Kaidan fosse in pericolo, sentiva gli occhi pensanti e temeva che fossero lacrime, strinse però i pugni e la mascella, prese nuovamente l'ascensore che l'aveva fatta arrivare a quel punto così da trovarsi nuovamente sulle passerelle che circondavano la base.
Shepard fece quindi pochi passi in avanti mentre il segnale le indicava che era sempre più in avvicinamento al punto in cui Kaidan e la squadra erano rimasti bloccati, allora accadde qualcosa di molto peggio: una navetta Geth si avvicinò proprio al punto in cui si trovava Ashley e la bomba comparendo quasi dal nulla, Shepard rimase immobile mentre la nave faceva sbarcare i Geth. Allora partì la comunicazione.
« Qui va male, Shepard. Sono arrivati dei Geth, sto cercando di resistere... » da un lato furono le parole di Ashley, nell'altro orecchio invece la donna sentì Kaidan.
« Lascia perdere me e Kirrahe, Shepard. Vai a prendere l'artigliere capo ed attivate insieme la bomba! » era combattuta, di sicuro non avrebbe avuto il tempo di fare due volte avanti e indietro, i Geth erano più del previsto e l'arrivo di quella navetta era del tutto fuori programma.
« Non preoccuparti per me, comandante. Prendi il tenente e andatevene via. Attiverò la bomba sacrificando la mia vita... » Shepard saltò quasi in aria per quelle parole.
« Ashley sei impazzita? Non posso lasciarti indietro! » disse la comandante in risposta alla richiesta della donna.
« Shepard! » dall'altro lato Kaidan chiedeva aiuto, urla e suoni di battaglia e proiettili fecero preoccupare la comandante che ormai doveva decidere.
Chi sarebbe morto e chi invece no? « Kaidan sto venendo a prenderti... » la comunicazione con Kaidan saltò in quell'istante ma la donna era sicuro che l'uomo l'avesse sentita. A quel punto parlò solo con Ashley. « Ash... mi dispiace... non avrei voluto che finisse così... » i brividi le percorsero la schiena e le gambe, arrivando fino alla testa facendole rizzare i capelli.
« Sai che è la cosa migliore, Shepard. È stato un onore prestare servizio con te... non ho alcun rimorso... » la comunicazione saltò anche con Ashley e la comandante rimase sola nel silenzio radio mentre i suoni delle battaglie la circondavano e riempivano l'aria con un triste odore.
La comandante si concesse solo un'istante, un attimo in cui gli occhi non riuscirono più a contenere le lacrime, lasciò che un singolo rivolo le colasse dal viso e poi fece un respiro pesante gettando via l'aria tossica che aveva dentro di sé per poi riprendere la corsa verso Kaidan, sapeva bene in cuor suo che la scelta che aveva fatto non era stata imparziale. Chi avrebbe scelto se non avesse provato qualcosa per il tenente?
Quando la comandante arrivò nel tetto dove Kaidan e Kirrahe erano rimasti bloccati vide che la situazione era grave, c'erano decine di Geth a combattere e ormai i Salarian erano rimasti in poche unità; la comandante diede man forte alla squadra e grazie all'unione delle forze riuscirono a contrastare i Geth distruggendo ogni sintetico presente; ciò però permise a qualcun altro di arrivare: Shepard vide una figura volare su una piattaforma a propulsione; un Turian corazzato con un'armatura scura, il volto grigio e l'espressione vuota, priva di emozioni. Saren era arrivato.
« Proprio non capisci le mie intenzioni, Shepard. Sei così accecata dal Consiglio che non vedi il grande piano. » Saren non attaccò subito la comandante cosa che lei invece era intenzionata a fare, in quell'istante tutti quanti erano nascosti e solo lei uscì allo scoperto rischiando di ferirsi.
« Allora aiutami a capire, Saren. » disse lei avanzando con la Carnifex in aria, pronta a sparare in qualunque istante, era anche certa che Liara le tenesse sotto controllo ed avrebbe evocato una barriera biotica nel caso fosse servito.
« Dobbiamo unirci a loro, Shepard. Non esiste modo per fermare i Razziatori e il ciclo dell'estinzione, unendomi a loro e facendo ciò che vogliono cerco di dare una possibilità alla vita organica, io sarò risparmiato e anche tu se ti unirai a noi... sto contrattando la vita di centinaia di persone! »
Shepard cercò di capire il suo punto di vista, sembrava un intento nobile ma era ovvio che i Razziatori stavano sfruttando la follia cieca di Saren. « Pensi davvero che ti lascerebbero in vita? Te lo hanno detto loro? Mentivano! E sono riusciti a controllare la tua mente... sei stato Indottrinato. » lo accusò la comandante, Saren scosse il viso chiaramente irato dalle parole della comandante.
« Io sono libero, Shepard. Non permetterò ancora che possano controllarmi, non prima di aver terminato i negoziati. Sono un prezioso elemento per loro... »
« Sei già sotto il loro controllo, Saren! Volevi difendere la galassia e invece stai andando contro tutti noi. Unisciti a me e ti giuro che insieme li fermeremo! » Shepard per un attimo vide il dubbio negli occhi di Saren, come un ripensamento, e se Saren non fosse dovuto morire? Se fosse tornato dalla parte dei giusti? Per un secondo Shepard pensò che fosse riuscita a convincerlo, poi il Turian scosse il viso.
I suoi occhi divennero grigi e freddi come se fossero di metallo, inespressivi e privi della loro luce. « Non mi lasci altra scelta, comandante. » fu la risposta priva di emozione del Turian, a quel punto cominciò a sparare e come previsto la comandante venne protetta dalla Barriera di Liara.
Shepard sparò dei colpi in risposta a Saren e colpì i suoi scudi mentre con la piattaforma si librava in aria così da potersene andare via, stava fuggendo ma la comandante era determinata ad ucciderlo ovunque avesse cercando di fuggire, tuttavia non ne ebbe più la possibilità in quanto il Turian era ormai troppo alto e fuori dalla sua portata.
Pochi minuti dopo erano tutti quanti sulla Normandy che era venuta a recuperarli, Joker aprì il portellone dell'hangar e Shepard entrò con i suoi tre membri dell'equipaggio, Kirrahe la seguì con i pochi superstiti Salarian che erano riusciti a sopravvivere fino a quel momento all'attacco Geth.
Joker ebbe appena il tempo di allontanarsi di alcuni chilometri dalla base che quella esplose creando una gigantesca onda energetica che fece sobbalzare la nave, la Normandy tremò violentemente sotto le forti scosse di assestamento che vennero provocate dall'onda d'urto provocata dall'esplosione nucleare che distrusse tutto.
« Shepard... » Kaidan sussurrò il nome della comandante con un leggero tono di voce, lei gli fece cenno che stava bene, in realtà aveva il cuore a pezzi, voleva solo cadere così come aveva fatto dopo Akuze. Voleva piangere e sfogare la propria rabbia e frustrazione anche se non avrebbe risolto nulla.
« Sto bene... » tagliò corto e con voce roca.
Osservò ancora l'enorme colonna di fumo e distruzione provocata dall'esplosione. Sperava solo che ovunque adesso Ashley si trovasse, fosse felice visto quanto il suo sacrificio era stato importante per la galassia intera.

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Capitolo 17
*** 17 - Riposa in pace ***


Capitolo diciassettesimo

Riposa in pace






Shepard si sentiva vuota, camminava in mezzo agli altri membri del suo equipaggio come se fosse senza anima, priva di emozioni e di capire chi aveva intorno. Qualcuno le rivolgeva dei cenni e dei sorrisi tristi, lei restava imbronciata e rispondeva con la stessa freddezza che aveva un tempo.
Entro nella sala tattica trovandosi con i restanti cinque membri della sua squadra più ristretta. Il posto di Ashley era vuoto, eppure Shepard non sentiva la sua mancanza vera: le sembrava più che l'artigliere capo fosse in ritardo per la riunione, però sapeva benissimo che non era così, Ashley era morta e nulla l'avrebbe riportata indietro.
Si sedette pesantemente al proprio posto al centro, alla propria destra sedeva Kaidan, scuro in volto e pensieroso, si scambiò uno sguardo con la comandante e nessuno dei due parlò, nessuno dei due riuscì a sostenere quel gioco di sguardi, come se ne fossero vergognati.
« Shepard... » Liara sussurrò il nome della comandante con dolcezza, quella alzò il volto e annuì all'Asari.
« Sì, Liara. So già cosa vuoi dirmi: la sonda Prothean. » Shepard fece un pesante sospiro nel quale buttò via tutta l'aria che si trovava dentro, doveva pensare alla missione. Ashley avrebbe voluto che il suo sacrificio non fosse stato vano e la comandante non avrebbe mai permesso che lo fosse.
« Se riguardava la tua visione, forse potremmo avere il quadro generale e capire meglio il suo significato. » Shepard annuì, lei conosceva già però il significato della visione, o meglio aveva chiare le immagini che la riempivano.
« Proponi di unire le nostre menti? » chiese la comandante, Liara annuì alla domanda. « Va bene, sbrighiamoci e vediamo di contattare il Consiglio per fare un rapporto. »
Sia la comandante che l'Asari si alzarono dal loro posto e si avvicinarono l'una all'altra, Liara sfiorò dolcemente le tempie della comandante con le mani e chiuse gli occhi per poi riaprirli: Shepard ci era già passata e nuovamente la immagini della visione le passarono per la mente, la distruzione e i Prothean che fuggivano, poi quel pianeta lontano.
« È incredibile quando la visione sia vivida... » lasciò la fronte della comandante e si distanziò di pochi passi. « Io credo si trattasse di una richiesta d'aiuto più che di un avvertimento. » disse lei.
« Non sono la stessa cosa? » chiese Garrus poggiandosi con un gomito sul proprio ginocchio.
« No, » cominciò Liara. « un avvertimento sarebbe stato riferito alle persone che sarebbero venute dopo di loro; questa è una richiesta di aiuto, significa che avevano ancora speranza in qualcosa e che purtroppo non hanno fatto in tempo a trasmetterla... »
« Quel pianeta... dove si trova? » chiese Shepard.
« Credo di tratti di Ilos, il pianeta natale dei Prothean. Dev'essere lì che si trova il Condotto e dove Saren aveva intenzione di andare attraverso il Portale Mu. » rispose Liara.
« Ma certo! Il Portale Mu è l'uno che si collega al sistema dei Prothean! » Shepard aveva finalmente trovato una pista importante e dovevano subito seguirla. « Farò rapporto al Consiglio, tutti voi potete andare. Ci vedremo dopo. »
Così dicendo tutti quanti lasciarono la stanza, Kaidan restò pochi istanti in più, si scambiarono delle occhiate con la comandante che non seppe cosa dirgli, provava vergogna nel guardarlo sapendo che lui poteva pensare tutto di lei. Non voleva parlargli ma era chiaro che lui ne aveva bisogno, in un primo momento lo rifiutò: « Parleremo dopo, Kaidan. »
Sembrava essere contrariato, come se avesse da ridire, tuttavia il tenente non disse una parole e chinò il capo per poi andare via dalla stanza lasciando Shepard da sola. « Joker? Aprimi un collegamento col Consiglio... » disse la donna.
« Come vuoi, comandante. Volevo solo dirti che hai compiuto una scelta difficile per Ash, io non sarei mai riuscito a scegliere... » ecco che le arrivò un calcio direttamente allo stomaco, non era sua intenzione parlarne ed era ovvio che il pilota non voleva ferire la donna.
« È stata una decisione difficile ma dovevo prenderla. Prega di non dover mai scegliere come me, Joker. » si era voltata in maniera abbastanza sgarbata e se n'era già pentita, tuttavia Joker non era il tipo da offendere facilmente.
« Volevo solo dirti che hai il mio rispetto e che ti seguirò anche all'Inferno con la Normandy, comandante. » l'appoggio del proprio equipaggio aveva portato quella donna alla distruzione, Shepard si lasciò sfuggire una lacrima e si poggiò alle sedie restando proprio davanti ai sistemi olografici, si morse le labbra in quanto non voleva scoppiare, non poteva ancora permettersi di crollare, ormai erano alla fine!
Si asciugò gli occhi e poi si fece indietro così da farsi inquadrare in modo che il Consiglio potesse vederla. « Salve, comandante. Complimenti per l'ottima riuscita della missione e anche per la questione dei Krogan. » disse allegra il Consigliere Asari amichevolmente. Shepard annuì.
« Avrebbero servito i Razziatori proprio come Saren, non sarebbero stati liberi e la cura della genofagia sarebbe stata solo una presa in giro. » spiegò lei.
A quelle parole il Consigliere Salarian fece una smorfia di disapprovazione. « Già, la storia dei Razziatori come esseri senzienti sarebbe un bel problema, se fosse vera... » Shepard sentì il pavimento mancare sotto i propri piedi.
« Saren stesso lo ha ammesso e Io ho parlato proprio con la Sovereign! » Shepard strinse i pugni, non poteva perdere il controllo, doveva essere pacata anche se continuavano a non vedere la verità nel suo grande complesso.
« Saren le stava dando false informazioni per depistarla e per confonderla, comandante. Era solo uno scherzo! » cominciò il Consigliere Turian, la donna si voltò verso la creatura che aveva appena parlato stringendo i denti.
« Ho già provato ad avvertirvi contro Saren e ho avuto ragione, non commettete sempre lo stesso errore! » stava perdendo la pazienza, era stanca delle buone maniere, era stufa del Consiglio che si rifiutava di ascoltarla.
« Citando uno dei vostri detti: “Anche un orologio rotto segna l'ora esatta, due volte al giorno.” » Shepard fece un mezzo sorriso, il Consigliere la stava chiaramente deridendo, quasi come se lei fosse ferma su quell'idea sbagliata.
« Ho anch'io un bel detto per voi: andare all'Inferno! » sbottò la comandante urlando contro il Consigliere e sbattendo i piedi a terra, quello stava per rispondere ancora quando l'Asari interruppe il diverbio tra i due.
« Smettetela; sta di fatto che Shepard ha reso un grande servizio alla Cittadella e ora che sappiamo dove Saren è diretto possiamo cercare di fermarlo, ma per quanto riguarda la minaccia dei Razziatori servono prove più concrete, non possiamo allertare la galassia solo sulla sua parola, cerchi di capirci comandante... » Shepard si calmò, aveva comunque qualcuno che credeva in lei nel Consiglio.
« Fermerò Saren e qualunque minaccia si presenterà. » tagliò corto la comandante. A quelle parole i tre Consiglieri annuirono soddisfatti, non era il caso di insistere ancora.
« Ci vediamo alla Cittadella allora per discutere il piano di azione. » dopo quelle parole la comunicazione terminò.
Shepard uscì quindi dalla stanza lasciando il vuoto all'interno della sala tattica così che le luci si spensero come per magia. “Cala il sipario.” si disse nella mente. Lo spettacolo era finito e con l'aiuto del Consiglio avrebbero distrutto Saren una volta per tutte e non sarebbe potuto fuggire in nessun luogo in tutto l'universo.
La comandante si mosse quasi automaticamente verso l'hangar, scese le scale rischiando di scontrarsi contro Pressly che stava salendo, poi prese l'ascensore che la portò al ponte cinque della Normandy dove si trovava il Mako. Incredibilmente era più pieno del solito e questo vista la presenza della squadra di Kirrahe, Garrus stava parlando con i Salarian insieme ad altri membri della Normandy, dall'altro lato c'era invece Wrex piuttosto serio e pensieroso.
E poi lontano c'era il posto di Ashley, il punto in cui era solita trovarsi con le proprie cose e uno dei suoi uomini stava togliendo le sue cose, la donna quindi corse contro di lui.
« Cosa stai facendo!? Lascia qui la roba di Ashley! » urlò lei, tutto l'hangar sentì le sue parole, era scoppiata alla fine, non poteva più trattenersi. « Lasciale! »
« Ma comandante... » il marine cercò di giustificarsi o di spiegarsi in qualche modo ma la comandante continuò ad urlargli contro per impedirgli di portare via gli oggetti.
« Ho detto che devi lasciarle perdere, soldato! » urlò ancora la comandante, non fu più in grado di controllare le proprie emozioni e semplicemente agì con rabbia!
Si buttò addosso al marine quasi come se fosse un'animale pericoloso che voleva attaccarla e diede dei colpi mirati al viso, qualcuno però corse verso i due litigante e Shepard sentì una stretta alle proprie spalle, qualcuno che la prese di peso per spostarla: dalle tre dita che la creatura possedeva e dalla stazza e forza, Shepard capì che era Garrus.
La portò quindi in una diversa sala dei motori, era vuota se non per alcuni ingegneri che stavano monitorando i sistemi. « Che ti è preso!? » chiese Garrus piuttosto sconvolto, non aveva mai visto la comandante in quello stato e lei non voleva che qualcun altro la vedesse, era certa di aver lacrimato visto che si sentiva il viso e le guance umide.
« Stava prendendo la roba di Ashley... tocca a me ordinare quel posto! Nessun altro toccherà le sue cose! » urlò ancora la comandante, suonava davvero come un ordine e Garrus non la contraddisse in alcun modo, rimase in silenzio aspettando che quella si calmasse e respirasse lentamente.
« Va meglio? » chiese Garrus, la donna aveva versato qualche lacrima, fatto qualche singhiozzo e distrutto la barriera di freddezza di cui si vestiva, ma non si era del tutto sfogata, solo Kaidan avrebbe potuto capire come si sentiva in quel momento. « Non so se la cosa possa interessarti o farti arrabbiare, ma volevo ringraziarti per avermi preso con te all'inizio di questo viaggio. »
La comandante alzò gli occhi distrattamente senza capire a cosa il Turian stesse alludendo. « Che intendi dire? Perché non avrei dovuto prenderti con me? Sei stato un elemento valido fin dall'inizio, e un amico adesso. »
« Molti altri umani avrebbero preferito morire piuttosto che avere un Turian nella loro nave, ma tu sei diversa, Shepard. Migliore di tutti quanti. » fece una pausa. « Riconosco che uccidere Saren è l'unica soluzione, è l'unica cosa che possiamo fare per fermarlo... ma adesso che il Consiglio è dalla nostra parte non sarà un problema, no? »
« No, infatti. Hai già in mente cosa farai dopo questa missione? » chiese la comandante, Garrus annuì con un sorriso largo disegnato in volto.
« Voglio nuovamente candidarmi come Spettro, dopo aver visto le tue prodezze sento che è la cosa giusta da fare! » rispose Garrus, era molto sicuro di ciò che voleva.
« Allora i miei complimenti, meriti proprio quel posto. » disse la comandante con un sorriso, quasi si era dimenticata della mancanza di Ashley, doveva quindi tornare nel proprio lutto e silenzio, si rabbuiò quindi nuovamente. « Devo andare, presto attraccheremo alla Cittadella. »
« Va bene, a più tardi allora. » disse il Turian salutandola.
Quando la comandante tornò nell'hangar vide nuovamente il posto vuoto di Ashley, sentì una fredda sensazione che aleggiava intorno a lei; quel marine era andato via, probabilmente qualcuno lo aveva portato in infermeria visto come la donna si era scagliata su di lui: neanche si riconosceva in quell'atto che aveva compiuto!
Le cose dell'artigliere capo erano ancora là come lei aveva ordinato almeno: si avvicinò silenziosamente a quei pochi oggetti cercando di fare ordine e osservandoli con attenzione.
C'era una foto di Ashley con le proprie sorelle, erano sorridenti e felici, allegre. Shepard sentì una stretta al proprio cuore e emise un gemito per il dolore, si sentiva la gola secca e la bocca amara come se avesse bevuto veleno!
Continuò a sistemare i pochi oggetti della donna: una spazzola e un pettine, un piccolo specchietto ornato di pietre, una pistola con inciso Ash, e altri effetti personali che la comandante non riuscì a mettere dentro con serenità.
Il bancone era ormai vuoto e tutta quella roba meritava di tornare alla famiglia di Ashley perché lei lo avrebbe voluto; ci fu un ultimo oggetto però che restava nascosto: la comandante prese quella catenina splendente e vide che si trattava di un rosario in argento, profumava come Ash.
Era a conoscenza della fede dell'artigliere capo e quello era il simbolo che più le ricordava Ashley, decise che lo avrebbe tenuto sempre con sé come ricordo! Mise il rosario in tasca e chiuse il borsone con tutte le cose di Ashley per poi metterselo alle spalle, lo avrebbe spostato e messo tra le altre merci della Normandy dal quale avrebbero potuto prenderlo per poi spedirlo. Nel farlo passò davanti Wrex.
Il Krogan era come sempre imbronciato, nero in volto per la rabbia forse, d'altronde la missione era stata rischiosa per il rapporto tra Shepard e Wrex e aveva temuto di doverlo uccidere; cosa sarebbe successo se anche lui fosse morto? Shepard avrebbe detto addio a due dei suoi amici!
« Wrex. » chiamò la comandante. Il Krogan si voltò verso la comandante. « Va tutto bene? Sembri pensieroso. » disse.
Il Krogan la guardò distrattamente con occhi persi nel vuoto, chiaramente stava pensando ancora alla base di Saren e ciò che era successo. « Sto bene! » disse freddamente; la comandante suppose che fosse arrabbiato con lei.
« Capisco che hai dovuto fare un sacrificio enorme, ti ringrazio per il supporto. » disse ancora la comandante, con suo stupore Wrex fece un mezzo sorriso.
« Saren deve pagare per quello che ha fatto alla mia gente, per l'inganno a cui li ha sottoposti! » Shepard annuì.
« Saren pagherà dinnanzi al Consiglio per i suoi crimini... » una parte di Shepard credeva in ciò che aveva detto, era più forte il sentimento di vendetta però, voleva uccidere Saren e non gli avrebbe concesso una seconda possibilità, lo avrebbe ucciso con le proprie mani per quello che aveva fatto ad Ash.
« Farà più del rispondere ai suoi crimini! » disse Wrex, anche lui aveva un desiderio di vendetta molto forte e Shepard non se la sentì di contraddire e con un cenno passò oltre così da posare lo zaino con gli effetti di Ashley.
Si soffermò pochi istanti prima di lasciare finalmente la presa sull'oggetto, quando si voltò si trovò davanti la Quarian; era impossibile per qualcuno capire le espressioni e i veri sentimenti dei Quarian visti i loro caschi protettivi e per questo motivo molti nella galassia trattavano con freddezza quelle creature; Shepard però provava solo dispiacere, i Quarian erano condannati ad indossare ovunque quelle tute o il loro sistema immunitario ne avrebbe risentito. « Ciao, Tali. » salutò amichevolmente la comandante.
« Ho visto che hai sistemato le cose di Ashley, mi dispiace per la perdita. » esordì la Quarian, Shepard annuì leggermente senza però soffermarsi troppo sulla cosa.
« È normale in missione perdere qualcuno. Ho già perso delle persone a me care, dovrei essersi abituata ormai, » fece una breve paura per riprendere. « ma per quante volte viviamo gli eventi che ci segnano dolorosamente, non ci abituiamo mai realmente! » si spostò leggermente dall'altro lato dell'hangar dove i Salarian erano tornati silenziosi, Garrus era ritornato poi a trafficare col Mako.
« Ashley era un soldato eccezionale, la stimavo molto anche se forse non l'ho mai dato a vedere. Mi piaceva il suo approccio con la missione ed era sempre ligia al dovere... » Tali aveva elencato solo alcuni dei tratti distintivi dell'artigliere capo, ma Ashley era molto di più.
« Non era solo un soldato però, anche se conosceva i rischi era davvero pronta a tutti. Molti non sarebbero stati disposti a compiere quel sacrificio... » disse Shepard.
I suoi occhi tornarono verso la squadra Salarian, solo allora vide Kirrahe particolarmente pensieroso ma non abbattuto come gli altri e per questo Shepard si avvicinò a lui con Tali che la seguiva. « Hai ragione, Shepard. » Tali si rabbuiò improvvisamente. « È meglio che vada, Adams avrà bisogno di me visto che stiamo impostando la rotta per la Cittadella. » con un cenno quindi venne congedata dalla comandante che restò da sola, sempre più vicina al Salarian.
Quello le rivolse uno sguardo ma restò impassibile, batté le palpebre che si mossero dal basso verso l'alto e incrociò le braccia al petto. « Salve, comandante. Volevo ringraziarti a nome della squadra per il passaggio che ci state dando, al prossimo sbarco scenderemo così da non recarvi ancora disturbo. » disse il Salarian restando distaccato, lo stesso comportamento venne quindi adottato dalla comandante.
« Non c'è problema, Kirrahe. Il prossimo sbarco sarà alla Cittadella quindi penso che vi riporteremo a casa. » disse, d'altronde la squadra operava per il Consiglio e la Cittadella.
« Volevo anche dirti... » sembrò non trovare le parole, fu molto strano assistere ad un Salarian in difficoltà visto che solitamente gli alieni avevano sempre le parole per ogni cosa. « Apprezziamo molto quello che Ashley Williams ha fatto per noi, non sono molti gli Umani che darebbero la vita per questo; verrà ricordata come un'eroina da tutti noi, non lo dimenticheremo, » abbassò lo sguardo quasi come se si vergognasse. « non lo dimenticherò! » si apprestò a dire, il sacrificio dell'artigliere capo aveva permesso a Shepard di salvare le loro vite, ma alla donna questo non faceva stare bene, nulla sarebbe cambiato ma era comunque certa del fatto che Ashley sarebbe stata ricordata come un'eroina anche dall'Alleanza, e questo avrebbe cancellato qualunque errore la sua famiglia avesse potuto fare.
Rimise la mano nella tasca per stringere il rosario di Ashley e socchiuse gli occhi emettendo un pesante sospiro. « Grazie, Kirrahe. Devo congedarmi, ti lascio alla tua squadra. » se ne andò dall'hangar riprendendo l'ascensore e salendo al ponte dell'equipaggio per prendersi qualcosa da mangiare.
Sentiva un buco allo stomaco che però non sarebbe stato soddisfatto con il mangiare, si sedette lo stesso al tavolo; Shepard si sentiva come un fantasma, i membri dell'equipaggio le passavano davanti quasi come se non potessero vederla, altri le rivolgevano uno sguardo triste.
C'era già passata: recentemente avevano perso Jerkins su Eden Prime, adesso Ashley, l'equipaggio della Normandy di sicuro poteva passarci sopra, erano addolorati ma la loro vita continuava, quella della comandante invece sembrava essersi fermata, uccidere Saren per vendetta... ecco qual era il vero intento di Shepard, avrebbe dovuto immaginarne la fine!
« Shepard, va tutto bene? » chiese una voce femminile, la comandante si voltò per trovare Liara che le mise una mano sulla spalla, l'Asari si sedette al suo fianco.
« Potrei stare meglio, adesso voglio solo pensare ad andare avanti. Devo farlo e tornando alla Cittadella riusciremo ad elaborare un piano contro Saren... » rispose la comandante.
« Sai stavo pensando a Saren: non si rende conto di essere intrappolato nella sua stessa mente, non sa che i Razziatori lo stanno controllando e forse come Benezia anche una parte di lui vuole combatterli e opporsi. » il ragionamento di Liara era privo di rabbia, anzi, sembrava provare compassione e pietà per il Turian ribelle a cui davano la caccia. « Pensi che ci sia qualcosa da fare per lui? O ormai è perduto? » chiese infine la donna guardandola con i suoi occhi profondi e azzurri.
« Mettendola su questo punto anch'io provo dispiacere per lui. Penso che potrebbe esserci speranza, ma credo che ormai Saren abbia scelto il suo fato e sia troppo tardi per riportarlo indietro; il cambiamento... la resa, dovrà venire direttamente da lui. » la comandante si sforzò quasi di mentire, solo confusione e vendetta riempivano la sua mente e se per un attimo aveva pensato su Virmire di convincere Saren a cambiare schieramento, allora era stata una sciocca.
« Non riesco a far altro che domandarmi se ci sia ancora qualcosa da fare per lui, ma immagino che non lo sapremo. » continuò l'Asari, in quell'esatto momento Shepard vide Kaidan uscire dal corridoio dove si trovavano le stanze dell'equipaggio, fece per avvicinarsi quando si fermò.
« Immagino non lo sapremo mai... ma dobbiamo fermarlo! » rispose all'Asari, i suoi pensieri erano però ancora fermi su Kaidan, stava studiando i suoi movimenti come se cercasse di leggere la mente della comandante. La donna di tutta risposta gli lanciava sguardi indagatori, entrambi avrebbero dovuto parlare di Ashley, perché entrambi sapevano il perché quella scelta era stata così tanto decisa e sicura.
« Penso che tu e Kaidan dobbiate parlare di quanto è successo... e se non sarai tu a prendere l'iniziativa dubito che verrà lui da te. Sappiamo bene com'è il nostro tenente... » Shepard si voltò per guardare Liara e annuì, era comunque sia un suo compito andare dal tenente per parlare.
« Hai ragione. » disse, l'attimo dopo si era alzata e si stava muovendo verso Kaidan facendogli segno di spostarsi con lei, la donna entrò quindi nel corridoio delle stanze e Kaidan la seguì silenziosamente fino a che entrambi non si trovarono in una stanza appartata nel quale entrambi potevano parlare tranquillamente e senza freni, era giunto il momento di scoprire le carte sulla tavola e di parlare liberamente!
« Dobbiamo parlare... di Ashley, e di quello che sta succedendo tra noi due. » esordì la comandante, il tenente quindi annuì senza trovare il coraggio di guardarla.
« Ashley è morta... » cominciò lui con voce spezzata dal dolore della perdita, persino lui era attaccato alla donna nonostante i pochi giorni passati insieme. « Si è sacrificata attivando la bomba e salvandoci tutti quanti, distruggendo così la base... mi viene da chiederti, Shepard, perché hai scelto di salvare me e non lei...? » conosceva bene la risposta, e la comandante non voleva di certo ammetterlo, ma se aveva deciso di parlare col cuore in mano allora non poteva fare altro che dire la verità per ciò che provava.
« Tu sei importante per me, Kaidan. Non potevo abbandonarti su Virmire, non potevo permettere che tu morissi... » cercò di restare tranquilla e di mantenere un tono di voce calmo e pacato, Kaidan annuì interessato alla risposta.
« Allora è colpa mia se è morta! Se non mi fossi spinto oltre con te, se non mi fossi avvicinato a te, non ti avrei costretto a dovermi scegliere e con tutte le ragioni di questo universo avresti dovuto salvare lei. »
La comandante però non era d'accordo. « Non puoi prenderti tu la colpa. Sono stata io a dover prendere la decisione, tutto quello che sta succedendo tra noi... »
« Allora siamo stati noi ad ucciderla!? » solo adesso Kaidan mostrò la venatura nella sua voce, il tono era pacato ma chiaramente incrinato dal nodo alla gola.
« No, è stato Saren ad ucciderla! »
A quelle parole Kaidan annuì stropicciandosi poi gli occhi ed emettendo un respiro affaticato, trovò un punto in cui sedersi e restò con la schiena inclinata in avanti; Shepard si mise seduta al suo fianco poggiando una mano sulla sua spalla e massaggiandola appena con fare delicato. « Come hai dimenticato le perdite di Azuke? Voglio dire... la morte di Ash è ancora fresca di poche ore e io... »
Era una domanda difficile per la comandante che però trovò lo stesso la risposta. « Ho pianto, moltissimo. Ho perso il conto di quante lacrime ho versato, poi però mi sono detta che non potevo lasciare che le lacrime mi distruggessero. Ho continuato a piangere sì, ma allo stesso tempo ho pensato solo a migliorare, la prossima volta non avrei permesso un'altra perdita. Anche se oggi... non ho dimostrato nulla. »
Ci fu un lungo attimo di silenzio dove ogni parola sarebbe stata superflua, solo alla fine Kaidan parlò: « Siamo quasi alla fine ormai, no? » disse. « Saren e il Consiglio... »
« Già, ormai non manca molto perché questa storia finisca. Finalmente potremo prenderci la licenza che meritiamo... » si riferiva al riposarsi, ma era chiaro come Kaidan pensò al loro appuntamento sulla Cittadella. Fece quindi un sorriso.
« Voglio solo dirti che per me sei unica, sei la persona più incredibile che abbia mai incontrato: bella, forte e sai cosa vuoi. » erano tutti complimenti che fecero arrossire la comandante in quanto nessuno le aveva mai detto quelle cose.
« Anch'io ti apprezzo, Kaidan. E se tu vorrai allora andremo in fondo a questa storia insieme... » a quelle parole il tenente continuò a sorridere mentre una nuova luce gli riempiva gli occhi di speranza, forse amore.
« Lo faremo, insieme. » dette quelle parole prese la mano libera della comandante e la strinse dolcemente.

 

 

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Capitolo 18
*** 18 - Fuga dalla Cittadella ***


Capitolo diciottesimo

Fuga dalla Cittadella




Shepard scese dalla Normandy con la semplice divisa militare, era un giorno in cui essere felici e finalmente avrebbero potuto avanzare per fermare Saren, tuttavia l'aria era carica di una strana elettricità negativa; la donna si spostò insieme alla propria squadra attraverso l'Accademia della sicurezza in quanto avevano avuto il permesso di attraccare lì, si spostarono poi con i mezzi di trasporto verso la Torre del Consiglio, arrivarono ai piedi della struttura e poi salirono fino a che non si trovarono nel giardino che precedeva la sala ufficiale dei tre consiglieri.
L'ambiente era solitamente colmo di persone, o almeno le ultime volte in cui Shepard aveva avuto modo di andarci; in quel giorno c'erano pochi elementi, alcuni Turian indaffarati a parlare di affari su Palaven, il loro pianeta originale; altri si preoccupavano invece di recenti perdite a causa di una società chiamata Cerberus; la comandante non poteva fermarsi.
Proseguirono verso la sala del Consiglio dove l'Ambasciatore Udina era stato già contattato così da poter organizzare l'incontro: come suo solito sembrava parecchio nervoso e infastidito da qualcosa, teneva il broncio!
« Ancora ottimo lavoro, Shepard. Saren ormai non ha vie di fuga, siamo pronti all'eventuale attacco diretto che ci lancerà. Inoltre teniamo sotto sorveglianza tutti i portali che conducono ai Sistemi Terminus, non ci sfuggirà. » disse il Consigliere Asari quando Shepard avanzò al fianco dell'ambasciatore. Ebbe quasi un mancamento!
« Sorvegliare i portali? Pensate che questo basterà a fermarlo!? Pensate che Saren non riuscirà a raggiungere il Condotto? Così non riusciremo a fermarlo! » disse Shepard stringendo i pugni per la rabbia, era ancora scottata dalla perdita di Ashley, pretendeva che il Consiglio agisse!
« Capisco la mossa del Consiglio, Shepard. » cominciò a parlare Udina. « Dobbiamo muoverci con discrezione adesso che l'umanità ha finalmente fatto qualcosa. » a quelle parole Shepard quasi non poté trattenersi dall'urlare ma ci riuscì.
« Potrei andare solo io. La Normandy può muoversi con l'occultamento, mandate solo me! » era pronta a tutto, persino ad affrontare Saren da sola con la propria nave, ma il Consigliere Turian era ancora contrario.
« Questa situazione richiede un approccio delicato, e tu Shepard, dopo Virmire hai dimostrato di non averne. Hai fatto esplodere una base di ricerca con una bomba nucleare! »
« È stata un'idea di Kirrahe e inoltre non c'era altra soluzione per fermare Saren! » disse la donna a difesa delle proprie tesi. « Inoltre cosa dovremmo fare col Condotto? »
Il Consigliere Salarian si dimostrò ancora una volta contro la donna e le sue tesi. « Si tratta di una distrazione, come i Razziatori. Saren non è più una minaccia. »
Era tutto così assurdo per la comandante, avrebbe voluto urlare e picchiare i membri del Consiglio uno alla volta.
Si voltò verso Udina sperando che almeno lui le desse supporto. « Mi dispiace, Shepard. Il tuo comportamento è ormai problematico, per questo motivo tu e la Normandy resterete bloccati qui fino a nuovo ordine. »
Ancora una volta l'ambasciatore mostrava il suo volto da serpe, interessato solo al proprio fine! « Sei un figlio di puttana, Udina! Nessuno mi pugnala alle spalle e ne pagherai le conseguenze. » non voleva essere una minaccia, ma Shepard ormai non riusciva più a trattenersi, mai durante la sua carriera era stata sottoposta così tante volte a situazioni e persone che le erano avverse senza ragione!
La donna se ne andò senza aggiungere altre parole, non aveva più senso restare là, Udina aveva fatto la sua mossa e aveva tradito Shepard, aveva compiuto una scelta per il proprio interesse e la donna se ne sarebbe ricordata.
Shepard e la squadra ritornarono quindi sulla Normandy, nonostante fosse ferma c'era un piacevole rumore, il ronzio dei motori spenti era piacevole ma forse era solo un'illusione creata dalla comandante in quanto voleva partire!
Si sentiva confusa, tradita e giocherellava con il proprio armamentario nell'hangar, non c'era nessuno e la donna ne era felice: tutti quanti erano nella sala mensa o in altri piani e lei aveva l'occasione per restare sola con i propri pensieri.
Si mise seduta a terra per la stanchezza, poggiandosi alla parete e restando nascosta tra alcune merci, sentì però dei passi, qualcuno che la cercava e dopo un po' vide Kaidan arrivare; i suoi occhi era attorniati da una luce scura.
« Forse possiamo andare via in altro modo, siamo sempre parte dell'Alleanza dei Sistemi, forse possono farci aiutare da loro. » propose il tenente ma la donna scosse il viso.
« Non c'è nulla che possiamo fare ormai. Siamo bloccati e in trappola, avrei dovuto immaginarlo... » si disse, era abbattuta e non riusciva neanche a guardare in faccia il tenente, teneva lo sguardo puntato in avanti, perso nel vuoto.
« Be' allora mettiamoci comodi e aspettiamo che i Razziatori vengano a distruggerci! » la comandante alzò lo sguardo finalmente, l'uomo era chiaramente più abbattuto di lei e non era così strano: era fermo e impotente e il proprio comandante non riusciva a reagire in qualche modo; Shepard era un fallimento per ciò che rappresentava.
« Mi serve il tuo sostegno ora, Kaidan. Non possiamo mollare in due, ho bisogno di una spalla su cui piangere quando è necessario... » disse lei.
L'uomo annuì. « Sai che per te ci sono sempre ma in questo momento non voglio incasinarti le cose. » fece una pausa e poi riprese. « D'altronde cosa siamo? Soldati fieri di questa nave o semplice carne da macello? » aggiunse con un sorriso confuso. La donna si lasciò scappare una risata.
« Non puoi semplicemente dirmi il buon vecchio: “Andrà tutto bene”? » chiese la donna divertita, quasi si dimenticava del reale problema, Kaidan la faceva sentire bene.
« Come vuoi, allora andrà tutto bene, Shepard. » ripeté.
« Vedi? Va molto meglio! » gli occhi della comandante si persero nel nulla. « Se non altro questa è un'occasione per conoscerci meglio... » sussurrò con un velo d'imbarazzo, a quel punto Kaidan le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, lei l'afferro e lui la tirò a se con dolcezza facendola alzare e quasi scontrare contro il corpo di lui.
I due restarono incredibilmente vicini, i loro fiati quasi si intrecciavano mentre Kaidan stringeva la donna tra le proprie braccia, Shepard inclinò il viso socchiudendo gli occhi, al contempo Kaidan avvicinò le proprie labbra alle sue ma poco prima che si sfiorassero Joker chiamò la donna.
« Mi spiace disturbati, comandante. Anderson dice di volerti vedere al Flux con urgenza! Ha un messaggio. » la donna si allontanò di scatto dal tenente il cui viso era diventato incredibilmente rosso d'imbarazzo.
« Stavi forse spiando, Joker? » chiese lei divertita, sentì il pilota ridacchiare tra sé e sé, sapeva bene che la Normandy aveva telecamera di sicurezza in tutti i ponti.
« No, Shepard. Anderson vuole realmente vederti al Flux. » ripeté il pilota.
Shepard si scambiò una fugace occhiata col tenente, il loro momento era stato spezzato.
« Vai pure, ci vediamo dopo. » disse il tenente, Shepard sospirò pesantemente, aveva però ragione: dovette andare così scese da sola dalla nave per andare a vedere cosa Anderson volesse dirle e quindi prese un taxi per il Flux.
Il Flux era uno dei migliori locali che si trovavano negli agglomerati, molto più raffinato rispetto all'Antro di Chora, la gente andava lì per bere o per giocare d'azzardo con le slot machine, Shepard però non aveva mai avuto occasione di andarci; poco prima di entrare all'interno del pub qualcuno la chiamò e lei si voltò verso la voce.
Un ragazzo biondo correva contro di lei, aveva l'aria esuberante e le venne subito alla memoria quel ragazzo che tante volte l'aveva fermata per un autografo o per una foto. « Comandante Shepard che bello rivederti sulla Cittadella! » disse lui esuberante, la comandante allungò la mano in saluto.
« È bello rivederti, Conrad. C'è qualcosa che posso fare per te? » chiese la comandante, il ragazzo annuì.
« In effetti vorrei un tuo parere, voglio candidarmi come Spettro, voglio seguire le tue orme! » Shepard rimase un attimo interdetta dalle parole del giovane e quasi pensò che la stesse prendendo in giro, ma lui restò serio.
« Non penso si tratti di una buona idea, Conrad. » cominciò parlando seriamente. « Che mi dici di tua moglie? Questo lavoro non permette affetti, non lascia spazio a nulla. »
Il ragazzo stava per ribattere ma la donna non gli diede neanche il tempo di fiatare in quanto doveva incontrare Anderson e non voleva farlo aspettare. « Ascolta: riesco a fare questo lavoro perché so che ci sono persone come te da proteggere, persone che sono a casa con le loro famiglie! » il ragazzo aprì ancora bocca ma non uscì fiato.
Il suo entusiasmo si smorzò e diventò serio. « Hai ragione, comandante. Grazie! » a quel punto andò via e la comandante poté finalmente entrare nel locale salendo le scalinate.
Il locale era abbastanza pieno, c'erano molte persone che stavano ballando sulla pista illuminata da fari scuri e rossi, i tavolini riempivano il locale ma non tutti erano occupati, per Shepard fu facile quindi localizzare Anderson che se ne stava seduto da solo e in silenzio. La comandante si avvicinò all'uomo che le rivolse uno sguardo comprensivo.
« Capisco come si è sentito quando Udina è riuscito a metterla fuori gioco! » disse lei sedendosi davanti all'uomo, quello incrociò le dita davanti al viso; era da molto che la donna non vedeva il capitano e ora che stava con una divisa semplice non le sembrava di riconoscerlo.
« Non devi mollare, devi andare su Ilos. Solo tu puoi fermare Saren a questo punto! » cominciò lui, Shepard abbassò lo sguardo sul bicchiere vuoto dell'uomo.
« L'unica nave che mi ci può portare però è bloccata dal porto. Non posso fare nulla, sono bloccata qui! » rispose lei, stavano sussurrando entrambi nonostante la musica fosse abbastanza alta da coprire le loro parole.
« Se Saren arrivasse al Condotto farebbe in modo che i Razziatori ritornino, questo causerebbe la distruzione di massa. Non posso permetterlo; per questo ti aiuterò a fuggire dalla Cittadella con la Normandy! » disse lui.
« Anderson lei rischia molto in questo modo! »
« Sono disposto a tutto! » ripeté nuovamente lui, la comandante dovette annuire, nulla avrebbe persuaso il capitano Anderson dall'abbandonare il suo piano.
« Quindi che cosa vuole fare? » chiese lei.
« Mi infiltrerò negli uffici della sicurezza, una volta che avrò superato la pattuglia potrò tranquillamente aggirarmi nell'ufficio, anche se dovrei prima superarle... » era un'assurdità, per quanto Shepard ritenesse Anderson un soldato eccellente non era in grado di fronteggiare decine di uomini della sicurezza, sarebbe stato da solo.
« È impazzito!? Non posso permetterle di fronteggiare l'intera sicurezza da solo! Ci dev'essere un altro metodo per poter disattivare il blocco della nave... »
Anderson rifletté attentamente, non ci mise molto e questo significava che l'uomo aveva già una seconda idea. « Potrei infiltrarmi nell'ufficio di Udina e revocare l'ordine da lì avendolo emanato lui. » era un piano più sicuro ma Shepard comunque era dubbiosa: entrare nell'ufficio di Udina era pericoloso e inoltre la donna temeva che ci fosse l'ambasciatore in giro e Anderson non avrebbe potuto farlo.
« Udina non le lascerà la possibilità di usare il computer mentre lui è dentro. »
« Vuol dire che troverò il modo di distrarlo! » insistette il capitano. « Come preferisci che agisca? L'ufficio di Udina o fronteggio la sicurezza? » erano entrambe due scelte rischiose, ma Shepard non voleva che l'uomo rischiasse più del dovuto affrontando molti agenti...
« L'ufficio di Udina. »
« Molto bene, allora torna alla Normandy e aspetta che il segnale di blocco scompaia, non avrete molto tempo per lasciare la Cittadella! » disse l'uomo, entrambi si alzarono dal tavolino in quanto dovevano subito entrare in azione, era probabilmente che Saren non fosse ancora andato su Ilos in quanto i mezzi per raggiungerlo erano sotto controllo.
« Sono pronta allora! » disse infine Shepard.
Ritornò da sola alla Normandy e si avvicinò a Joker che stava ancora seduto nella sua cabina in totale solitudine, lui era il primo che doveva essere avvertito e se qualcuno dell'equipaggio non era ritornato sulla nave allora avrebbero dovuto lasciarlo sulla Cittadella.
« Joker, tieniti pronto per partire! » ordinò la comandante e chiaramente dovette spiegare il piano di Anderson e delle sue intenzioni di farli scappare, stavano commettendo un gravissimo reato ma Shepard sapeva bene che fermare Saren era molto più importante di tutto il resto.
Quando il segnale di blocco divenne inattivo, Shepard fece subito cenno a Joker con una pacca sulla spalla, il pilota attivò tutti i sistemi della Normandy ormai diventati operativi e diede i comandi per potersi spostare, la nave ebbe appena il tempo di staccarsi dai ganci che Joker ne stava già compiendo la rotta in retromarcia per virare e rivolgere la punta della nave contro lo spazio immenso, poi a tutta velocità si allontanò dal molo e la comandante vide la Cittadella e le sue braccia diventare sempre più piccole, si concentrò solo su ciò che aveva davanti e vide il portale già attivo dal comando di Joker, l'attimo seguente vennero investiti dalla luce azzurra e poi si trovarono lontani dalla Nebulosa del Serpente, erano quasi al Portale Mu.
« Va bene, Joker. Quando siamo vicini voglio che me lo fai sapere. » disse la comandante congedandosi dal pilota, era sua intenzione restare un po' in camera, tutto quello stava per raggiungere un epilogo nel quale avrebbero salvato o distrutto l'universo, a tutto dipendeva da lei.
Si trovò quindi da sola a percorrere il ponte dell'equipaggio, si chiuse nella sua camera e si mise seduta sul grande letto che vi era nel mezzo, pensando a ciò che aveva fatto, avrebbero potuto rimuoverle lo stato di Spettro per ciò che aveva fatto, il furto e la fuga!
A disturbare i suoi pensieri ci fu la piacevole visita di Kaidan che entrò nella stanza aprendo la porta che poi si chiuse al passaggio dell'uomo; il tenente si avvicinò alla donna con un'espressione mediamente tranquilla.
« Pare che ci siamo, comandante. » disse lui in saluto.
« Non penso di meritarmi quel titolo ormai, ho fatto così tante cose contro morale; l'aver rubato la Normandy è forse tra le cose peggiori che possa aver fatto... » disse la donna in risposta, Kaidan si fece sfuggire un leggero sorriso avvicinandosi alla donna arrivando quasi ai piedi del letto.
« Io penso che te lo meriti invece, ci hai portati fino a questo punto e solo un vero comandante potrebbe averlo fatto, sono fiero di essere un tuo sottoposto! » la donna sbuffò, si alzò dal letto facendo il giro e superando Kaidan per poter andare alla scrivania.
« Non ti considero un subordinato da molto ormai, Kaidan. Dovresti smetterla di considerarti tale. » disse lei, il tenente si voltò e raggiunse la comandante, le mise una mano sulla spalla e con delicatezza la fece voltare verso di lui.
« Ci sono regole che vanno contro quello che stiamo facendo, che mi impediscono di andare avanti in questa storia. Ma penso che questo sia l'ultimo dei nostri problemi visto quante regole abbiamo già ignorato! » cominciò lui parlando quasi con un filo di voce, sussurri leggeri con la sua voce vellutata, Shepard amava quel tono. « Se penso che dopo questa missione posso perderti... esco fuori di testa. La galassia sarà la stessa anche domani; i portali, la Cittadella e i Razziatori, ci sarà sempre qualcuno pronto a fare casino... » fece una brevissima pausa nel quale portò le mani attorno ai fianchi della donna e la avvicinò a sé.
Shepard avvertì le fiamme invaderla, una sensazione di calore la avvolse piacevolmente e si propagò dal punto in cui l'aveva toccata il tenente. « Ma io e te non ci ripeteremo mai. Tu... mi fai sentire umano, Shepard! » concluse il tenente, la comandante poggiò le mani sul petto dell'uomo accarezzandogli dolcemente i pettorali sopra lo strato della divisa militare quasi inesistente in quella situazione.
« Dormi con me, Kaidan. Resta qui insieme a me, nel mio letto. » la comandante parlò quasi senza freno, come se non poteva impedire alle parole di uscire, e forse era proprio perché voleva unirsi al tenente con tutta se stessa, come se fosse ossigeno e lo voleva reclamare per sé.
Kaidan fece un leggero sorriso mentre avvicinò il volto a quello della comandante. « È un ordine, comandante? » chiese lui sospirando lentamente mentre ormai univa il proprio corpo a quello della donna.
Shepard rimase interdetta un attimo nel sentire il proprio corpo aderire a quello del tenente, la donna poteva di fatti sentire la virilità del tenente premere contro lo strato dei pantaloni, e questo accese ancora di più la sua passione.
« Potrebbe esserlo, sì! » dissi lei gettandogli le braccia dietro il collo, a quelle parole il tenente sorrise ancora di più e la baciò con foga e con passione, senza curarsi del mondo esterno, c'erano solo loro due in quella stanza!

* * *

Shepard aprì gli occhi trovandosi nuda a contatto col corpo caldo di Kaidan steso sul proprio letto, lei vi riposava stando appoggiata al suo fianco; non si era mai sentita così viva prima d'ora, mai aveva amato così tanto e non sapeva neanche come si ci potesse sentire dopo quel momento così intenso, neanche avrebbe potuto immaginarlo.
Ripercorse quell'attimo con la mente mettendosi distesa e guardando il tetto della propria camera: sentiva ancora la morsa di Kaidan che serrava le propria mani sulle cosce di lei, i due si buttavano stesi sul letto, all'unisono si muovevano e l'uno spogliava l'altra e viceversa; alla fine i vestiti erano stati buttati via come se fossero spazzatura e i due avevano potuto finalmente unirsi tra i baci e i sospiri di piaceri; Shepard si era lasciata sfuggire dei gemiti quando aveva sentito Kaidan entrare dentro di lei, aveva provato dolore ma poi aveva potuto scoprire che era il momento più bello della sua vita, si era sentita viva e forte, umana proprio come lei faceva sentire il tenente.
« Come ti senti? » chiese il tenente sentendo che la donna si era svegliata, lei lo guardò incrociando i suoi occhi brillanti, gli fece un sorriso mettendosi nuovamente stretta al suo fianco, diede un bacio all'uomo senza permesso.
« Non mi sono mai sentita così viva! » disse esternando i propri pensieri, l'uomo fece un sorriso, felice di provare lo stesso della comandante. « Tu stai bene? »
Annuì soddisfatto, appagato nell'aver potuto fare l'amore con chi amava. La comandante stava per parlare nuovamente quando una voce echeggiò all'interno della stanza. « Comandante, ci stiamo avvicinando al Portale Mu, siamo molto vicini a Ilos. » la comandante sospirò tristemente, non voleva che quel momento con Kaidan terminasse.
« Pare che dobbiamo andare, ma avremo tempo per parlare di questo, e di noi due... » non avrebbe lasciato che tutto quello restasse in sospeso, voleva di più ed era certa che anche Kaidan volesse di più da lei.
I due poggiarono i piedi sul pavimento freddo della Normandy e ripresero a vestirsi facendo attenzione agli indumenti che prendevano visto che potevano essere dell'altro, Shepard di fatti prese le mutande di Kaidan che gli tirò con una risata leggera; quando i due si rivestirono decisero di uscire e di andare nella cabina del pilota, nei momenti in cui nessuno li vide nei corridoi, i due si tennero stretti nella mano, proseguirono uniti fino a che le porte dell'ascensore non si aprirono e poi si lasciarono salendo le scale e arrivando poi da Joker.
Shepard vide che tutta la sua squadra era presente, solo un elemento mancava, ma la donna strinse il rosario di Ashley e sentì la presenza del suo spirito in qualche modo vicina a lei.
« Che problema abbiamo, Joker? » chiese Shepard osservando gli schermi, segnavano punti rossi e che non rendevano consigliabile la discesa sul pianeta; vennero avvolti dalla luce azzurra del portale e poi si trovarono in avvicinamento al pianeta natale dei Prothean.
« Non c'è abbastanza spazio per un atterraggio! » disse Pressly che stava dietro di lei, Kaidan la affiancava e si avvicinò agli schermi della cabina cercando di capirne di più.
« Possiamo usare il Mako per la discesa? Non è necessario partire tutti quanti, una piccola squadra potrebbe... » la comandante stava parlando ma Pressly la dovette interrompere scuotendo il viso e chiudendo gli occhi, segno che non potevano compiere quella discesa.
« Per l'atterraggio col Mako avresti bisogno di un campo libero di almeno cento metri, questo punto ne dà al massimo venti! » rispose Pressly, questo rendeva le cose difficili.
« Trova un altro punto di sbarco allora, è troppo rischioso! » disse Kaidan quasi urlando contro il Navigatore.
« È un pericolo troppo grande, l'angolo di discesa non potrebbe permettere un atterraggio simile. » furono le parole di Tali che analizzava il proprio factotum digitando i pulsanti e cercando nuove soluzioni.
« Forse potremmo cercare un nuovo punto di sbarco... magari restando sempre vicini alla prima zona. » cercò di proporre Liara, tutti parlavano ad alta voce, questo impediva a Shepard di pensare e riflettere su una soluzione, se avessero perso tempo nel cercare un'altra via d'atterraggio probabilmente Saren si sarebbe spinto troppo avanti e loro avrebbero potuto fallire la missione!
« Non c'è nessun altro punto in cui poter scendere! Ci sono rovine e strutture Prothean ovunque! » urlò Pressly in risposta ai tre che avevano parlato, la comandante si voltò nuovamente verso il Navigatore cercando di parlargli quando la voce di Joker echeggiò nella stanza, per la prima volta il pilota aveva urlato ad alta voce zittendo tutti!
« Posso farcela! » la comandante si avvicinò al pilota che le rivolse un cenno, nei suoi occhi Shepard vide quanto Joker fosse sicuro di potercela fare e di rendere l'atterraggio del Mako possibile anche con quella distanza ridotta.
« Va bene, Joker. Facci scendere; Kaidan e Garrus vengono con me, dobbiamo muoverci in fretta e dobbiamo fermare Saren prima che arrivi al Condotto, non abbiate pietà per nessuno... » si fece quindi seguire dal proprio amante e dal Turian restando in silenzio, Shepard si sentiva carica dopo l'attimo d'amore che aveva avuto con Kaidan.
Si sentiva nuovamente al pieno delle sue forze e con la speranza nel cuore! Avrebbe fermato Saren, ne era certa visto che gli stavano alle calcagna. Entrarono nell'hangar e cominciarono ad indossare le corazza protettiva attivando gli scudi ricaricati e istallando un sistema di potenziamento a carica energetica così da poter recuperare parte di essi in caso fosse servito. Shepard prese la Carnifex e la pistola dell'equipaggiamento Spettri, aspettò che anche i due compagni di squadra fossero pronti e poi salì sul Mako mettendo Garrus alla guida e Kaidan all'utilizzo delle armi primarie del mezzo, quando il portellone si aprì il Turian premette l'acceleratore quando Joker diede il via.
Per un lungo istante il Mako si trovò sospeso nel vuoto, arrivando quasi a sfiorare gli alti palazzi delle strutture dei Prothean, Shepard sentì il proprio cuore arrivare in gola visto come il mezzo scendeva a velocità elevata.
« Sono pronto a premete il pulsante gravitazionale, Joker. » disse il Turian comunicando col pilota della Normandy, Shepard chiese gli occhi visto quanto il salto nel vuoto era diventato vertiginoso, sentì poi il segnale e Garrus premette il pulsante per attivare i propulsori che diedero una forte spinta verso l'alto, questo rallentò la loro caduta.
Dopo un lungo attimo di paura, Shepard sentì il terreno toccare il Mako con un tonfo pesante, erano ancora vivi e interi almeno, Saren però aveva visto il loro arrivo e si era preoccupato di chiuderli fuori dalla struttura: una grande barricata impediva loro di proseguire col Mako.
« E adesso? » chiese il Turian guardandosi intorno, la comandante osservò la città dei Prothean: così simile a quelle che aveva visitato, era chiaro come i Razziatori lasciavano percorrere quel ciclo di distruzione, persino l'architettura delle specie corrispondeva al progresso finale.
« Forse possiamo aprire la porta... » Kaidan indicò un punto tra le insenature, sembrava quasi una stazione, una piccola struttura che però si evolveva all'interno della pianeta come se fosse un enorme bunker.
« Andiamo, non possiamo perdere troppo tempo, Saren è vicinissimo ormai! » ordinò la comandante infine.

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Capitolo 19
*** 19 - Il Condotto ***


Capitolo diciannovesimo

Il Condotto






Shepard si trovò a camminare per le strette vie di Ilos, il pianeta natale dei Prothean, là dove uno dei più potenti imperi era cresciuto. Ora loro si trovavano a percorrere quelle stesse strade, ormai desolate e in rovina, distrutte dal tempo e probabilmente devastate dai Razziatori quando avevano compiuto la Mietitura nel ciclo scorso. La comandante osservava le strutture con molto interesse, stando però attenta ad eventuali imboscate, Saren sembrava quasi non aver pensato a un modo per bloccarli, forse perché sapeva che non c'era più tempo; se però aveva chiuso il portellone del bunker, allora doveva aver lasciato dei Geth a protezione della stazione che ne permetteva l'apertura.
Ed era proprio là che la comandante e la squadra si stavano spostando, nel silenzio della città e nel mistero che aleggiava intorno ai palazzi. Troppo silenzio...!
Shepard sentì il caricarsi di un fucile, un suono quasi impercettibile ma troppo evidente in quel silenzio tombale, scattò con la pistola in aria e cominciò a sparare nel punto in cui aveva trovato il Geth che ricaricava. « Tutti giù! » urlò ai due compagni di squadra, quelli cercarono un riparo sicuro mentre l'imboscata aveva il suo inizio.
Una decina di Geth comparvero come per magia nell'area circostante: una grande piazza con un portellone chiuso da un pannello di controllo violabile dell'esterno; la comandante utilizzò i propri poteri per contrastare il gruppo dei Geth, utilizzò una Barriera per proteggere i propri scudi e lo stesso fece Kaidan, entrambi seguirono una tattica che prevedeva lo sporgersi e mirare con cura, poi terminare il nemico. Avevano però a disposizione pochi colpi prima che i Geth si accorgessero della loro presenza nascosta.
Garrus fungeva da ottimo alleato in quanto aveva il potere di Sovraccaricare i Geth, la sua esperienza tecnica gli permetteva di distruggere un Geth per intero e facendolo esplodere a distanza avrebbe potuto danneggiare anche gli altri; lo stesso poteva fare Kaidan che però sceglieva comunque l'utilizzo dei poteri biotici piuttosto che di quelli tecnologici. Quando metà dei Geth fu caduta a terra i tre si trovarono nuovamente vicini dietro un nascondiglio.
« Non stiamo avanzando, e più tempo perdiamo più Saren si allontana! » disse la comandante piena di rabbia, Garrus recepì il messaggio, si sporse appena così da prendere la mira e poi prese una delle bombe che teneva nella cintura, ne tolse la sicura e la gettò in mezzo ai Geth, ci fu un boato che seguì il silenzio totale, i tre si sporsero nuovamente cercando di capire che erano riusciti ad uccidere tutti i Geth.
« Via libera, comandante. I Geth non interferiscono più il nostro segnale. » disse Garrus, ebbero un attimo di pausa e poterono abbassare le armi fumanti.
Shepad controllò il proprio factotum e notò che il segnale dell'area circostante era pulito, solitamente i Geth usavano quella tecnica per confondere la squadra. « Ottimo, precediamo. Dobbiamo muoverci, non abbiamo più molto tempo. » insisté ancora la comandante.
Tutti e tre si spostarono restando uniti verso il portellone della stazione, Garrus decriptò la password così da utilizzare il pannello di controllo e da aprire manualmente la porta chiusa. L'attimo seguente si trovarono all'interno della stazione di controllo.
Una grande sala si presentò a loro, tecnologie così familiari eppure così diverse come struttura, computer avanzati simili a quelli umani ma di forma completamente diverse. Armi sperimentali abbandonate al loro destino e scale che portavano ai piani superiori della struttura.
Ancora una volta Shepard osservò il factotum notando come qualcosa disturbasse il segnale; Geth senza dubbio ma era importante sapere quanti ne avrebbero fronteggiati.
Presto ebbero la risposta: quasi dal nulla comparvero due enormi Geth, Distruttori probabilmente vista la loro stazza, possedevano un enorme fucile capace di lanciare proiettili fotonici esplosivi, erano quindi da evitare totalmente se i tre volevano continuare a mantenere i loro scudi! La comandante si nascose attraverso le casse e le varie postazioni mentre i due Distruttori cercano gli altri bersagli.
Uscì appena dal nascondiglio e sparò contro una delle due creature che venne distratta il tempo necessario affinché Garrus e Kaidan combinassero l'uso dell'abilità di Sovraccarico contro la stessa creatura, non ci mise molto ad esplodere in pezzi graffiando e danneggiando la fiancata del Geth accanto, fu la vittima seguente: trovandosi sotto i colpi nemici non restò altro che concentrarsi su un bersaglio, scelse Shepard sparando più colpi ma la donna li evitò tutti quanti, alla fine il sintetico cadde a terra ormai distrutto.
« Ottimo lavoro. Vediamo che cosa troviamo... » l'obiettivo era quello di cercare il pannello in grado di sbloccare la struttura del bunker, Shepard non ci mise molto a trovarlo.
Qualcosa però restava nascosto: la comandante premette i pulsanti seguendo le istruzioni trovate e il segnale divenne verde e operativo, al contempo qualcosa venne da lei: dei raggi laser crearono un gioco di luci al centro della stanza rivelando la presenza di un'Interfaccia Virtuale, la figura appariva alta e slanciata ma parecchio confusa, totalmente rovinata e rendeva impossibile vedere cosa fosse esattamente.
« Allarme... i Razziatori... il ciclo di distruzione... » gravi interferenze rendevano impossibile capire cosa realmente stesse dicendo la IV, Shepard faticava a capirne poche parole, si voltò verso i due compagni che però erano straniti.
« Non riesco a capire che cosa dice, forse è linguaggio Prothean... » disse Kaidan, la comandante sentì un brivido percorrerle la schiena, poi capì tutto.
« Riesco a capirne alcune parole, sicuramente è merito del Cifratore, ma non riesco a capirci molto in quanto la registrazione è molto danneggiata... »
« La Cittadella... sopraffatta... cercate... negli archivi... rifugio sicuro... » la comandante scosse il viso, non sarebbero riusciti a capire nulla se non avessero continuato.
Quella IV aveva comunque rivelato qualcosa sugli archivi su Ilos ma la comandante non era riuscita a capire di più. Si voltò verso i propri compagni: « Andiamo, magari tutto sarà più chiaro quando saremo dentro il bunker. »
La squadra tornò velocemente al Mako accertandosi sempre che la strada fosse libera e che loro potessero camminare, non rivelarono altre presenze Geth, Saren era sceso con una piccola squadra ma probabilmente il resto era a protezione del Condotto, non avrebbe permesso alla comandante di arrivarci facilmente.
Salirono tutti e tre sul Mako che si trovava davanti il bunker il suo ingresso era spalancato e pronto per essere varcato, la donna diede il via a Garrus e comunicò a Joker cosa erano riusciti a fare, poi il silenziò calò tra loro.
« È strano che Saren non abbiamo messo dei Geth per tenderci un'imboscata. » disse Kaidan osservando attentamente i percorsi larghi e costruiti con il metallo, Garrus fece una specie di verso simile ad un brontolio.
« O forse non ci siamo ancora caduti! » la comandante annuì, poteva anche essere, non era da escludere che Saren fosse passato avanti correndo, ma aveva potuto anche preparare un'imboscata più avanti così come aveva messo a protezione della stazione quei Geth.
Neanche il tempo di parlarne che qualcosa li fermò: una grande colonna di luce si frappose tra loro e il punto in cui il bunker sembrava avere la sua fine, Shepard si guardò intorno vedendo con una barriera di luce era anche comparsa alle loro spalle, erano in trappola. Doveva essere opera di Saren!
Tuttavia la comandante vide un'apertura nella parete, questo significava che forse non si trattava del Turian Ribelle ma di qualcuno che voleva aiutarli. « Controlliamo. » disse ai due, scesero e si diressero verso l'apertura che li condusse in un ascensore e che successivamente li portò verso il basso.
Il nuovo luogo era molto stretto, un corridoio portava in una camera molto larga nella quale loro erano sospesi, c'erano delle capsule spente alle pareti, Shepard non ebbe il tempo di parlare che qualcosa comparve, un'altra IV si presentò davanti a loro e cominciò a parlare lentamente.
« Non rilevo la presenza dell'Indottrinamento in voi, forse in questo vostro ciclo c''è ancora una speranza allora. » Kaidan fece uno strano verso, la donna si voltò e vide il tenente stranito ancor più di prima.
« Come posso riuscire a capirti? » chiese lui.
« Da quando siete arrivati ho studiato il vostro linguaggio e ho tradotto il mio messaggio affinché possiate comprenderlo. » la IV fece una lunga pausa e poi parlò nuovamente: « Io mi chiamo Vigil, programmato dai Prothean stessi. »
La comandante annuì alle parole della IV. « Come mai mi hai portato qui, Vigil? » chiese incuriosita, se era una IV Prothean era probabile che non avrebbe fatto loro del male.
« Perché tu puoi ancora spezzato il ciclo dell'estinzione. » Vigil fece una lunga pausa nel quale la comandante non riusciva a capire se si riferiva al Condotto. « La Cittadella era il cuore del nostro centro galattico, ma è un enorme portale che permette ai Razziatori di fare ritorno dallo spazio oscuro. » cominciò a spiegare la IV.
« Intendi dire che tramite quel portale sono riusciti a prendervi alla sprovvista!? » Shepard restò di sasso, la Cittadella non era solo uno dei monumenti più importanti della galassia, era anche l'arma di distruzione perfetta per i Razziatori, l'inizio della fine di tutto.
« Eravamo spacciati prima ancora di aver capito che fossimo stati presi alla sprovvista. » rispose la IV di nome Vigil. « Ebbero accesso a tutti i file e le informazioni contenute nella Cittadella, controllarono i portali e tutti i sistemi di trovarono isolati, immersi in un grande silenzio che fu il preludio della distruzione. La conoscenza è potere. » Vigil lasciò pochi istanti affinché la comandante e i suoi due compagni potessero assorbire la notizia.
« Cosa è successo esattamente? »
« I Razziatori distrussero la nostra civiltà, riducendo in schiavi i Prothean, li avevano Indottrinati. Ci vollero pochi secoli affinché la Mietitura venne ultimata, così i Razziatori tornarono nello spazio oscuro pesando di aver distrutto tutte le forme di vita organiche; lasciarono solo gli schiavi confusi dietro di loro, e una landa di distruzione nella galassia. »
La comandante annuì e successivamente si guardò intorno osservando con meraviglia la struttura dei Prothean. « A cosa serviva questa base? Cos'è accaduto qui su Ilos? » chiese.
« Ilos era una struttura di ricerca, un team di pochi sopravvissuti avevano creato un modo per raggiungere istantaneamente la Cittadella così da bloccare il ciclo quando il segnale sarebbe stato mandato e il portale si sarebbe aperto. Questa via è oggi chiamata Condotto! »
« Il Condotto non è un'arma, ma è un passaggio, una via per raggiungere istantaneamente la Cittadella. Ed è da lì che Saren vuole far tornare i Razziatori! » indovinò la comandante, era ormai ovvia la cosa!
« Precisamente. Il personale della struttura è rimasto nascosto dopo aver capito che il genocidio era iniziato, si sono quindi chiusi nelle celle di stasi criogenica, io ero l'addetto al funzionamento della struttura, dovevo salvaguardare le loro vite.... » qualcosa però non andava, ormai nessun Prothean era in vita, erano tutti morti. « Il genocidio di massa però è un procedimento lento, e nel frattempo consumavo le risorse della struttura; ho quindi staccato l'energia dalla celle del personale non essenziale, poi degli scienziati meno importanti finché non restarono solo poche decine; condannati dai pochi elementi rimasti, capirono di non poter ripopolare la specie e i mondi. »
« Scommetto che non avevano avvertito il personale non essenziale di questo inconveniente! » disse Garrus infastidito da come la IV aveva ucciso centinaia di Prothean.
« Li hai uccisi tutti quanti! » lo accusò Kaidan.
« Cosa fecero allora i pochi rimasti vivi? » chiese Shepard, la IV aveva fatto semplicemente quello per cui era stata progettata, salvaguardare quanti più Prothean possibili finché il genocidio fosse finito e i Razziatori tornati nell'oscurità.
« Studiarono un modo per spezzare il ciclo. » rispose Vigil. « Scoprirono che i Custodi della Cittadella sono la chiave: il segnale di aprire il portale arriva prima a loro, così tramite il Condotto i Prothean giunsero sulla Cittadella nuovamente, modificarono il sistema così che i Custodi ignorassero il futuro segnale lanciatogli per aprire il portale. L'ultimo segnale di fatti è stato ignorato e i Razziatori sono rimasti bloccati nello spazio oscuro. »
« Saren vuole arrivare alla Cittadella tramite il Condotto e invertire il processo affinché i Custodi possano finalmente mandare il segnale ai Razziatori. Verremmo spazzati via in pochi secoli proprio com'è successo ai Prothean! » tutto si concludeva con quelle semplici parole della comandante, purtroppo erano veritiere e difficili da digerire.
« Colui che chiami Saren, non è ancora arrivato al Condotto. Puoi fermarlo e raggiungerlo e ti darò di più... » ci fu uno strano suono proveniente dal factotum di Shepard, la donna mosse il braccio osservando cosa era accaduto, la lama arancione era di fatti diventata momentaneamente verde.
« Cosa hai fatto? »
« Ho istallato nel tuo factotum un programma che ti permetterà di controllare totalmente la Cittadella e le sue braccia per pochi minuti, ti servirà nel caso in cui Saren dovesse riuscire ad arrivare al terminale di controllo della stazione prima di te. » disse in risposta Vigil, la IV ormai era danneggiata, aveva resistito fino a quel punto con difficoltà, aveva vissuto nei millenni e ora l'energia veniva totalmente a mancargli, non c'era nulla che potesse salvarla.
« Un'ultima cosa: dove si trova il terminale di controllo della Cittadella? » chiese la donna, ma la IV non ebbe una risposta certa da poterle dare, le disse che era vicino al Condotto ma che non sapeva altro, poi si spense.
La comandante si voltò quindi verso i due compagni di squadra, si sentiva piena di grinta e con una spinta in più per andare avanti e fermare Saren. « Ci siamo quasi, dobbiamo sbrigarci, se Saren riesce a passare dal Condotto dovremo stargli alle costole o non riusciremo a raggiungerlo e a fermarlo prima che dia il segnale ai Custodi! » sia Kaidan che Garrus annuirono, i tre tornarono quindi sull'ascensore e sul Mako, la strada era spianata ormai.
Dovevano correre contro il tempo stesso!
Il percorso fino al Condotto era pieno di Geth, Garrus però passò sopra di loro schiacciandoli mentre Kaidan usava l'arma primaria per sparare i proiettili col fucile del mezzo, non potevano perdere tempo e non potevano fermarsi, superarono quindi le linee del nemico fino a che non arrivarono ad una lunga discesa che si apriva in uno spiazzo con la rappresentazione di un piccolo portale galattico, quell'oggetto però era in funzione esattamente come tutti i grandi manufatti sparsi per la galassia.
Non restarono fermi un istante finché non si trovarono ai piedi della struttura, Shepard osservò il manufatto e la luce azzurra li avvolse, si sentirono sbandare e scontrare, fu come se l'universo si restringesse ad un granello di sabbia, poi dopo aver sbattuto contro la parete del mezzo, la donna si rese conto di ciò che era successo aprendo gli occhi.
Un allarme risuonava fastidiosamente costringendo la comandante ad uscire dal Mako che era finito sotto sopra, Garrus e Kaidan imitarono quel gesto e tutti e tre si trovarono nell'ambiente in cui il Condotto li aveva portati: il Presidium.
Shepard rimase di sasso mentre osservava i resti del Presidium, l'intera ala attorno al laghetto era devastata dal passaggio dei Geth, le ambasciate erano state chiuse ma anche quelle avevano subito gravi danni, il cielo era scuro, spento come l'universo in quanto l'ologramma non mostrava più la riproduzione del cielo terrestre.
« Dobbiamo scoprire cos'è successo... » sussurrò Shepard, non avevano una buona vista di tutto il resto visto che si trovavano nell'anello del Presidium, era anche vero che avrebbero dovuto seguire Saren.
La comandante si guardò intorno passando attraverso le macerie e cercando di capire dove si trovavano, vide la stazione dei taxi che portava alla Cittadella e allora capì dove i Prothean avevano nascosto il pannello di controllo dei Custodi e della Cittadella stessa. « Credi che Saren sia già alla torre? » chiese Garrus, la comandante annuì.
« Saren ha già molto vantaggio, evitiamo che ne prenda ancora. » rispose la donna, presero quindi un mezzo e viaggiarono verso la Torre del Consiglio.
In quel breve lasso di tempo i tre poterono vedere finalmente lo stato della Cittadella: le grande e imponenti braccia erano state sigillate perfettamente, l'intera Cittadella si trovava nell'oscurità più totale con eccezione delle luci dei palazzi, la luce artificiale donava un colorito arancione e rossastro che alla comandante ricordavano molto le fiamme che aveva visto nel Presidium. Non si sarebbe mai perdonata quel fallimento, non avrebbe permesso il ritorno dei Razziatori e la loro avanzata proprio come con i Prothean.
Quando arrivarono alla base della Torre presero l'ascensore che li avrebbe portati verso l'alto, entrarono e premettero il pulsante della camera del Consiglio: doveva essere lì che si trovava il pannello di controllo della stazione. Shepard rimase in silenzio con le armi sguainate mentre ascoltava il suono della distruzione fuori dalle braccia della Cittadella, le comunicazioni erano saltate ma era sicura che la battaglia andava avanti, la flotta del Consiglio contro quelle dei Geth, il problema era nell'effetto sorpresa! Quando ebbero percorso più di metà della distanza l'ascensore di fermò di botto.
« Pare che Saren sappia che siamo qui, dovremo proseguire a piedi... » disse la comandante cercando di aprire lo sportello di emergenza dell'ascensore, avrebbero dovuto percorrere la restante metà della salita restando quasi sospesi nel nulla in quanto avrebbero sfidato la gravità intorno.
« Allora teniamoci pronti, non penso che Saren ci lascerà avanzare facilmente... » Garrus aveva ragione, i tre scesero infatti dall'ascensore camminando nella cabina restando in piedi e sospesi di pochi millimetri dal suolo.
Poterono vedere la Cittadella da una prospettiva diversa, soprattutto videro come la Sovereign era attraccata al tetto della Torre, Saren sembrava sul punto di vincere ma non poteva essere ancora finita! La squadra avanzò nel silenzio più totale e a tratti si trovarono a combattere contro dei Geth, Shepard era pronta all'eventualità di un attacco anche lì quindi si fece trovare pronta e preparata.
La loro ascesa però non fu in alcun modo fermata, superarono le avversità che Saren aveva piazzato per loro e riuscirono finalmente ad arrivare alla fine della torre, entrarono nuovamente nel condotto dell'ascensore così da forzare la porte della camera del Consiglio e poterono così entrarono, avevano perso tempo ma erano sempre più vicini.
La stanza era immersa nelle fiamme e nel sangue, distruzione ovunque e cadaveri sia dei membri della sicurezza della Cittadella che anche di Geth distrutti o anche solo danneggiati, ormai prossimi allo spegnimento; Shepard era solita trovare la sala piena, anche l'ultima volta che aveva parlato col Consiglio aveva comunque trovato alcuni elementi al suo interno, in quell'occasione invece era totalmente vuota, priva di vita solo all'apparenza visto che qualcuno da qualche parte stava digitando dei tasti al computer principale.
Shepard corse con la pistola in mano, non esitò un'istante e vide Saren: in piedi davanti il gigantesco ologramma di un computer, un ologramma rappresentava un caricamento, al suo fianco c'era poi la rappresentazione della Cittadella e lo stato in cui era all'esterno, navi da battaglia Geth che stavano distruggendo tutte le navi del Consiglio, la Destiny Ascension sembrava resistere, il Consiglio era in pericolo!
« Saren fermati! » urlò la comandante, Saren si voltò per un istante sparando contro la squadra che però si buttarono a terra per evitare i colpi del nemico, nascondendosi.
« Shepard, pensavo non saresti più arrivata! » disse il Turian Ribelle salutando la donna, quella fece un sorriso e tenne la Carnifex pronta e carica.
« Scusa se ti ho fatto aspettare, ho dovuto decimare un po' dei tuoi Geth. » disse in risposta lei, Saren sbuffò e la donna poté sentire che cercava di nascondere una risata.
« Sai Shepard, se ti fermassi a riflettere, sono certo che i Razziatori ti risparmierebbero. Ma tu sei testarda e vuoi a tutti i costi fermarmi, ma dopo Virmire la Sovereign mi ha reso più forte con dei potenziamenti! » la comandante non riuscì a credere alle parole dette da Saren quindi lo rimproverò.
« Sei impazzito!? Perché lo hai fatto? In questo modo hai lasciato che entrasse in te, Saren! » urlò, il Turian sbuffò esasperato dal fatto che Shepard non riuscisse a capire le sue intenzioni e quanto per lui la causa era giusta.
« Pensavo alle tue parole, a ciò che mi avevi detto; la Sovereign ha capito la mia esitazione perciò mi ha fatto questo dono e non ho più dubbi ora. Unisciti a noi, Shepard o morirai insieme ai tuoi amici... » fece una breve pausa nel quale la donna uscì dal proprio nascondiglio, al suo fianco Kaidan fremeva pensando che la donna fosse in pericolo.
Saren però non aveva intenzione di ucciderla, fino all'ultimo tentava di convincerla che fosse giusto ciò che stava facendo. « Meglio morire! » disse lei rifiutando.
Saren abbassò lo sguardo come se fosse intristito. « Allora ti ucciderò Shepard, morirai e ucciderò i tuoi compagni di squadra, i tuoi amici, i tuoi amori, le persone a cui vuoi più bene... vedrai tutti quanti morire! Ormai ho lanciato il segnale e i Razziatori torneranno quando i Custodi apriranno il portale della Cittadella! » disse vaneggiando.
« Posso ancora fermarti, ho ricevuto un programma dei Prothean che mi permette di riscrivere il segnale e controllare la stazione; levati di torno Saren! »
Saren scosse il viso alle parole di Shepard. « Non c'è modo di fermarli, lo hai visto, ormai è tardi! » ancora una volta la comandante vide il dubbio insinuarsi negli occhi del Turian.
« Sai che tutto questo è sbagliato, Saren. Combatti. Unisciti a me, possiamo fermarli e salvare la galassia! » doveva insistere, nonostante lui fosse la causa della morte di Ash, lui poteva riuscire a fermarli. Il Turian scosse il viso.
« Forse c'è speranza... forse hai ragione... ma non ci riesco, ormai la Sovereign è dentro la mia mente! » il Turian cominciò a urlare per il dolore e la disperazione cercando di tenersi le tempie come se stessero per esplodere.
« Non arrenderti, Saren. Combatti! Puoi farcela, solo tu puoi riuscire a contrastarla, salva te stesso! » urlò insistendo la donna, il Turian parve non sentire più dolore.
Prese la pistola e la punto contro la propria testa, socchiuse gli occhi e fece un mezzo sorriso. « Addio Shepard, e grazie. » l'attimo seguente premette il grilletto e cadde indietro, Saren si era ucciso da solo, aveva lottato e aveva preferito morire piuttosto che continuare. 

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Capitolo 20
*** 20 - Il ciclo della Mietitura ***


Capitolo ventesimo

Il ciclo della Mietitura






Shepard rimase scossa alla vista di Saren che decideva di mettere fine alla sua vita, tuttavia ne approvava la scelta.
Aveva fatto la scelta migliore in punto di morte, redimersi. Per lui forse non c'era speranza anche se la comandante la pensava diversamente; il trio della Normandy si avvicinò quindi ai comandi della stazione che stavano ancora mandando il messaggio ai Custodi per aprire il portale della Cittadella, Shepard si mise davanti ai comandi e cominciò ad operare col fine di neutralizzare l'ordine.
« Ci sono quasi... » disse la comandante, il conto alla rovescia stava quasi volgendo al termine, evocò il proprio factotum verde e lo collegò al terminale; quello riprese la sua normale colorazione arancione mentre il programma di Vigil si intrometteva all'interno del terminale.
Il conto alla rovescia venne fermato e annullato, il segnale si fermò di botto e cominciò a disperarsi mentre la comandante sentì i dati affluire al proprio factotum, con quello poteva controllare l'intera stazione della Cittadella adesso. « Comandante mi ricevi? Qui, Normandy. Dimmi che sei tu... » il segnale di Joker apparve lentamente, fu così che Shepard si scoprì sollevata nell'ascoltare la voce del pilota.
« Che bello sentirti di nuovo, Joker. » disse lei, un misto di verità e sarcasmo. « Situazione? »
« Sono qui con l'Ammiraglio Hackett e l'intera flotta dell'Alleanza, ho chiamato i nostri alleati. Sblocca il portale galattico così potremo intervenire e salvare la Destiny Ascension... aspetto il tuo segnale! » disse Joker velocemente, Shepard annuì e chiuse la comunicazione.
« Sei davvero disposta a sacrificare tutte quelle vite umane per il bene del Consiglio, Shepard? Loro hanno sempre diffidato da noi, da te! Suggerirei di lasciare che i Geth terminino i proiettili contro di loro e poi di aprire il portale... » Garrus aveva detto una cosa orrenda: Shepard non avrebbe potuto sacrificare il Consiglio, eppure qualcosa dentro di lei le impediva di dargli completamente torto.
« Qui c'è in gioco molto di più delle vite umane, sacrificheremmo molti dei nostri è vero, ma dobbiamo salvare il Consiglio! » disse invece Kaidan, Shepard rifletté anche su quelle parole, era la cosa giusta da fare. Ma lei lo voleva?
Una parte del suo cuore le diceva che era sbagliato aiutare il Consiglio, se quegli stupidi le avessero dato retta fin dall'inizio tutto questo non sarebbe successo. Adesso ne subivano le giuste conseguenze; pagavano con la vita per l'errore commesso.
Un'altra parte del cuore della comandante però le diceva che doveva fare la cosa giusta come sempre, sacrificare il Consiglio non era la soluzione. Premette velocemente i pulsanti sul terminale.
« Sto sbloccando i portali, Joker. Entrate subito in azione e salvate il Consiglio; qualunque sia il costo... » disse, avviò l'apertura delle braccia della Cittadella e nello stesso attimo aveva già sbloccato i portali permettendo alla flotta dell'Alleanza di entrare nel Sistema Vedova.
I tre poterono vedere dall'ologramma esterno che l'Alleanza entrava in azione attraversando il portale, le braccia della Cittadella si aprivano lentamente e dopo aver distrutto le navi dei Geth avrebbero rivolto il loro fuoco contro la Sovereign che deteneva il dominio della Cittadella dalla punta della Torre del Consiglio.
In pochi istanti Shepard vide il brillare delle navi Geth, finire in pezzi seguiti da esplosioni, sorrise mentre l'Alleanza dimostrava al Consiglio quanto l'umanità potesse essere forte, quanto potessero essere determinati; una volta cessato il pericolo della Destiny Ascension, la comandante vide le navi restanti della flotta Umana che si spostavano verso la Cittadella, poté vederlo non solo dall'ologramma che raffigurava la scena spaziale ma anche dall'esterno delle grandi finestre dove Shepard intravide la Normandy volare via. La comandante sorrise nuovamente, soddisfatta.
I suoi occhi però scesero verso il basso insieme al suo umore, la comandante di fatti osservò il corpo privo di vita di Saren. « Scendiamo. Voglio accertarmi che sia morto. » disse, non si sopravviveva ad un colpo come quello ma era meglio accertarsi della cosa prima di commettere l'errore.
La comandante trovò il modo di scendere nel giardino sotto la sala del Consiglio, camminarono verso la salma di Saren e prendendo la pistola, Shepard sparò due colpi direttamente nella fronte del cadavere, emise un sospiro e l'attimo seguente Saren si rialzò di scatto facendo quasi cadere la comandante a terra, quello le venne contro ma lei riuscì ad evitarlo e restò immobile ad osservare la creatura muoversi.
Saren non era più lui infatti, il suo corpo stava subendo delle modifiche, i suoi artigli si allungarono diventando simili al metallo così come le sue gambe e il torace; la nuova creatura aveva occhi grigi e spenti, manteneva ancora il volto del Turian ma era solo una maschera di pelle in quanto era più simile ad un sintetico che ad altro: la vera opera della Sovereign che si era impossessata del Turian Ribelle.
« Non puoi fermarmi, Shepard. Io sono la Sovereign! » la voce di Saren non aveva quel solito effetto tipico della voce dei Turian, era anomala e artificiosa come quella delle IA.
« Tutti giù! » urlò la comandante quando la forma sintetica di Saren cominciò a sparare con dei fucili improvvisati dagli artigli, la comandante cercò di nascondersi finendo però con gli scudi completamente distrutti e lasciando che i proiettili distruggessero parte della sua armatura.
Saren ricaricò per un lungo istante e la comandante saltò fuori per colpirlo, la creatura però interruppe la ricarica cominciò a saltellare sulle parete per cercare degli appigli che gli fornissero un rifugio sfuggendo quindi ai colpi della donna; anche Garrus e Kaidan diedero però problemi al sintetico in particolare utilizzando le loro abilità di Sovraccarico: entrambi concentrarono l'abilità all'interno della creatura sintetica senza però troppo successo in quanto Saren doveva essere solo per metà sintetico.
La comandante continuò a sparare contro la creatura che continuava a balzare, in quel modo però non aveva modo di colpirlo e presto avrebbero terminato i proiettili se avessero continuato a sprecarli; Shepard trovò riparò nascondendosi al fianco di una grande pianta dal quale poté anche vede che Kaidan stava continuando a correre protetto da una Barriera e sotto il fuoco del nemico mentre Garrus si occupava di colpire il sintetico; a quel punto la comandante ebbe l'idea che sperava l'avrebbe portata alla vittoria: Shepard cominciò a correre senza fermarsi così da mettersi al centro della sala, mosse il braccio così da evocare una Barriera biotica intorno a sé e subito proseguì con l'effettuare un potenziamento degli scudi che le permise di ripristinarne una piccola parte.
La comandante vide il suo piano realizzarsi, Saren di fatti spostò la sua mira e si concentrò sul colpire Shepard, nell'attimo in cui però ci fu il silenzio nello spostare i fucili per mirare, Kaidan e Garrus ne approfittarono per scaricare i loro colpi addosso al sintetico che non ebbe il tempo di sparare e ricaricare, la creatura cadde per terra perdendo la possibilità di aderire alle pareti, la comandante allora si spostò verso Saren e lo bloccò col piede per sparare gli ultimi colpi contro il sintetico e lasciando che la creatura spirasse infine, i suoi occhi si spensero e il metallo del proprio corpo si tramutò presto in cenere; definitivamente morto.
« Finalmente è finita... abbiamo fermato Saren! » annunciò la comandante, nel frattempo all'esterno della Torre il combattimento era sempre più acceso, la Sovereign stava lottando contro le navi con tutte le sue forze ma alla fine aveva perso il suo appoggio, probabilmente in quanto Shepard stessa aveva sconfitto la forma fisica del Razziatore.
Ci furono delle esplosioni e delle fiamme comparvero a riempire il cielo, Shepard si coprì gli occhi per poi osservare cosa stava accadendo: il Razziatore era stato distrutto probabilmente anche se non ne era certa vista la pessima visuale che aveva; poteva però osservare qualcosa di gigantesco venire contro di loro, Shepard sbarrò gli occhi quando capì che si trattava di una delle zampe del Razziatore.
Si voltò verso i suoi compagni. « Andate via, presto! » urlò ancora una volta, se non si sarebbero messi in salvo sarebbero presto morti, la comandante ebbe il tempo di percorrere pochi metri prima che qualcosa colpisse la Torre, venne sbalzata via e il buio si impossessò di lei.

* * *

Passarono diverse ore da quando la Sovereign era stata sconfitta, il Capitano Anderson camminava lentamente per i corridoi ancora distrutti della Cittadella, alle sue spalle c'era una piccola squadra di ricognitori, il suo unico compito era quello di scoprire cos'era successo alla Torre visto che Shepard non aveva più mandato sue notizie, né lei né il resto della squadra di sbarco.
Il Capitano si mosse lentamente attraverso i detriti che riempivano la sala, spostando occasionalmente qualche pezzo di metallo, la zampa del Razziatore era entrata in collisione direttamente con la sala e c'erano pochissime possibilità che i tre fossero vivi.
Tuttavia Anderson vide dei movimenti e accorse, trascinò dai detriti il corpo di Kaidan, ancora respirava anche se a fatica visto il pezzo di ferro che si era incastrato all'interno del suo stomaco; il capitano però aveva visto ferite peggiori, il tenente Alenko ne sarebbe uscito sano e salvo. Poco distante da lui anche Garrus Vakarian, il Turian, si stava alzando con l'aiuto della squadra di ricognizione.
« Dov'è finita Shepard? » chiese il capitano.
Garrus abbassò lo sguardo e gli occhi profondamente intristiti, teneva la mascella contratta per la rabbia; Kaidan invece aveva gli occhi tremanti per le lacrime che faticava a trattenere, si morse le labbra per resistere ma le lacrime rigarono lo stesso il suo viso. « Non può essere morta... » realizzò il capitano Anderson, si voltò verso le rovine per cercare disperatamente la comandante, una donna come lei non poteva lasciarsi sconfiggere così!
Ci fu un lungo attimo di silenzio e poi qualcosa si mosse, velocemente e spostando qualcosa di pesante; Anderson alzò lo sguardo insieme agli altri presenti nella stanza per osservare qualunque cosa stesse arrivando a loro, poi comparve: alta e snella, dai capelli scuri e gli occhi blu come l'acqua, Shepard si ergeva vittoriosa in mezzo ai resti del Razziatori, leggermente china e con un sorriso che cercava di mantenere per nascondere la smorfia di dolore.
« Tutto bene, Anderson? » chiese lei con sarcasmo, il capitano fece un grande sorriso di risposta per Shepard e poi annuì lentamente, aveva salvato la galassia intera!

* * *

La Cittadella era un posto desolato, o almeno l'intera zona del Presiudim sembrava essere stata il teatro della distruzione e dell'orrore dei Geth, ormai cacciati via anche se non tutti erano stati eliminati, Shepard era molto preoccupata di questo ma non volle esternare questo sentimento davanti al Consiglio.
Stava camminando al fianco dell'ambasciatore Udina e del capitano Anderson, era passata qualche ora dal ritrovamento della squadra nella Torre e il Consiglio aveva chiesto di poter vedere i tre ma in particolare Shepard, colei a cui loro tre dovevano eternamente la vita.
« Ambasciatore Udina, Capitano Anderson, Comandante Shepard, siamo riuniti per esprimere la nostra gratitudine all'Alleanza e al genere Umano per il contributo contro la Sovereign e l'armata Geth... » disse il consigliere Asari per prima, subito dopo di lei parlò il Salarian.
« Molti Umani sono morti, sacrificandosi per la nostra difesa della Cittadella e per noi stessi! »
A quel punto fu il consigliere Turian a parlare esprimendo la sua opinione al riguardo, nonostante le avversità, adesso il Turian aveva occhi piccoli e lucidi. « Hanno dimostrato estremo coraggio nel sacrificarsi per l'intera galassia, e noi del Consiglio ci uniamo al cordoglio per la perdita. »
« Ma non è tutto... » intervenne nuovamente il consigliere Asari rivolgendo il proprio sguardo direttamente a Shepard. « Ti siamo riconoscenti, comandante. Non hai salvato solo noi e la Destiny Ascension, ma tutta la galassia grazie alle scelte che hai intrapreso. » Shepard si lasciò sfuggire un sorriso.
« Le tue gesta eroiche rendono onore al genere Umano e all'Alleanza dei Sistemi, soprattutto. » il consigliere Salarian fece una pausa. Il silenzio fu subito colmato dalle parole del Turian, ma tutti ne concordarono.
« Non possiamo riportare in vita i coraggiosi soldati che hanno trovato la morte, ma possiamo onorare il loro ricordo tramite le nostre azioni... »
Infine il consigliere Asari terminò quel lungo discorso sul valore e il coraggio Umano. « Gli Umani hanno dimostrato di saper proteggere la galassia, si sono quindi guadagnati il diritto di servire il Consiglio stesso! »
Shepard comprese in ritardo la notizia, non erano solo parole, i tre consiglieri stavano affidando all'umanità la possibilità di ottenere un posto nel Consiglio. Una posizione all'interno della Cittadella nonostante fossero gli ultimi arrivati, infine l'umanità aveva conquistato quel posto!
« Come ambasciatore del genere Umano sono onorato nel prendere questo vostro dono e vi ringrazio. » disse Udina, Shepard gli scoccò una veloce occhiata, ora ovvio che lui avrebbe preso quel posto... nonostante tutto ciò che aveva fatto di sbagliato contro Shepard alla fine vinceva lui!
« Ci servirà una lista di canditi, comandante. » disse il consigliere Salarian parlando ancora con Shepard. Lei alzò gli occhi verso quelli dell'alieno. « Ha dei candidati che vuole sottoporre a questo posto? Siamo certi che le sue raccomandazione avranno notevole rilevanza. »
Shepard sentì il sangue affluire al cervello. « Il capitano Anderson! » disse unicamente senza troppe spiegazioni. La risposta di Udina era ovvia visto che si sarebbe aspettato lui di salire sul “trono” del consigliere.
« Ne sei sicura, Shepard? Anderson è più un tipo che prende a pugni le persone... » alludeva a qualcosa, probabilmente Anderson aveva dovuto neutralizzare l'ambasciatore in qualche modo, un po' troppo violento.
« Solo con lei, ambasciatore. Glielo assicuro. » rispose il capitano, era terminato il tempo in cui era lui a sottostare all'altro e Shepard aveva le idee chiare.
« Proprio perché Anderson è un soldato, serve qualcuno che sappia usare la forza e meno le parole, proprio perché lui non è un politico! » una parte di Shepard era felice di potersi vendicare contro il tradimento dell'ambasciatore, una buona parte di lei però era sicura che Anderson avrebbe fatto grandi cose all'interno del Consiglio!
« Sarà ben accetto tra di noi. » disse ancora una volta il consigliere Asari, rivolgendo un sorriso di incoraggiamento al capitano e alzando gli occhi al cielo. « Questo è l'inizio di una nuova Era... » le sue parole però confusero la comandante.
« No. Questo è stato solo l'inizio dell'attacco dei Razziatori; i Geth sono riusciti a fuggire e troveranno un altro modo per ritornare alla carica. Lo stesso faranno i Razziatori. » fece una pausa lunga, non aveva senso restare a parlare, aveva già perso troppo tempo e avrebbe potuto fermare le navi Geth che erano andate via. « Troverò un modo per fermarli. » disse infine la comandante, si voltò dando le spalle ai cinque e incamminandosi verso la stazione dei taxi che l'avrebbe portata all'hangar dove avevano fatto attraccare la Normandy, non potevano perdere ancora tempo.
Nonostante Shepard sapeva che Anderson era dalla sua parte, era anche sicura che lui avrebbe dovuto eseguire in parte la volontà del Consiglio; fece un sorriso all'idea che il capitano, ormai Consigliere Anderson, avrebbe fatto in modo che il Consiglio vedesse le cose dal suo punto di vista invece.
Ad aspettarla all'interno della struttura c'era un uomo nell'ombra, quello fece alcuni passi in avanti mostrando la divisa della Normandy, i suoi occhi dolci e castani si posano sullo sguardo della donna che amava, fece un leggero sorriso e Shepard si buttò tra le braccia di Kaidan senza vergognarsi del fatto che qualcuno potesse vederli, senza pensarci due volte perché finalmente poteva stare con lui.
« Allora... possiamo finalmente prenderci quella licenza? » chiese lui, aveva un sorriso che la comandante fu però costretta a spezzare in quanto non poteva fermarsi.
« Non credo che potremo ancora, » disse lei separandosi dall'abbraccio di lui che però continuava a stringere come se volesse tenerla sempre a sé. « c'è ancora molto da fare, devo trovare il modo di fermare i Razziatori, questo era l'inizio, troveranno un altro modo di tornare e io devo provare con i Geth finché non avrò un'altra pista. »
Shepard era sicura che Kaidan si sarebbe offeso, forse anche arrabbiato, con sua sorpresa però l'uomo le fece una grande sorriso e le diede un leggero bacio sulle labbra, passionale e quasi innocente allo stesso tempo. « Ci avrei scommesso; sappi che io sarò con te ovunque andrai con la Normandy... » anche lui fece silenzio. « Potremo inseguire i Geth insieme, ti starò al fianco fino alla fine! »
« Insieme... fino alla fine? » ripeté lei quasi intontita, cercava di trattenere la gioia che provava; sarebbe rimasta con la persona che amava. Kaidan annuì.
« Sì, finché lo vorrai. » e con quelle ultime parole entrambi si diressero verso il taxi per andare alla Normandy.
Avevano il tempo dalla loro parte, e insieme avrebbero trovato i Geth e li avrebbero fermati.






Angolo Autore:
Buongiorno a tutti ^^ Cari lettori e lettrici, arriviamo finalmente al punto di questa lunga storia che ha rivisto i passi percorsi dalla mia Shepard; spero vi siamo piaciuta e spero abbiate trovato interessante l'evoluzione che questo capitolo ha preso. Fatemi sapere cosa ve ne è parso della mia storia lasciando una piccola recensione e spero di vedervi presto col prossimo capitolo di Mass Effect che vedrà come antagonisti i Collettori. 
Un bacio, Inquisitor95

 
Fine? 

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