Il Cristallo Nero

di Penna stilografica
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Genesi ***
Capitolo 2: *** Stridente come il ferro ***



Capitolo 1
*** Genesi ***


 

Capitolo  1:Genesi

Era buio, così buio da confondersi completamente con esso. Buio,spento e morto; nemmeno un alito di vita osava interrompere quella calma spettrale. Solo buio, solo freddo.Ma un giorno quell'oscurità immensa venne devastata e confinata dalla luce e l'equilibrio regnò sulla Terra.
E' questo ciò che narra la leggenda, "una luce venuta dall'oscurità potrà sconfiggere la Madre stessa". Ma nessuno ormai crede più a queste parole, nessuno ha più la voglia di sperare in un nuovo ritorno della luce. Si son tutti abituati alla tirannia, al dolore ,all'acre odore di distruzione e morte. Ed io? Ed io son solo un povero aedo che tramanda le grandi gesta del mondo. Nessuno di realmente importante, solo qualcuno che ha visto tramite altri occhi la fine ed il nuovo inizio di questo mondo.
L'inverno era alle porte ad Harren, una piccola cittadella in provincia di Colunes.Faceva abbastanza freddo ma la gente non si privava di camminare per le strade del borgo. I turisti eran molti , la gente felice ed allegra alloggiava nelle taverne per poi ripartire vari giorni dopo.Fra tutti i nuovi arrivati una coppia mi colpì in particolare... Un uomo su un destriero nero teneva in braccio una fanciulla avvolta in un mantello rosso. Sembrava esser priva di sensi ma decisi di non entrare nei particolari. Alloggiarono alla solita taverna per qualche giorno ed infine decisero di prender dimora proprio qui ad Harren. Rimasi stupito dalla loro scelta, in pochi avevano questo desiderio visto che la Capitale era molto più affollata e rifornita. Molti mi dessero d'aver incontrato la ragazza, il volto sempre coperto  ed i capelli rossi perennemente legati in una specie di chignon. Non parlava,appena provavi a porgerle un saluto lei scappava impaurita . Molto nascondevano le piccole iridi castane, come un grande male che ha paura d'uscire allo scoperto. Il padre decise d'aprire una fucina per mantenersi, la figlia ovviamente piccolina non poteva fare altro che aiutarlo nelle piccole cose. La sua forza era molto inferiore a quella degli altri bambini della sua età ma un'agilità ed una rapidità del genere non l'avevo mai vista se non dai migliori sportivi di Colunes. Stava li tutto il giorno ad osservare ed imparare, si sforzava pur le sue capacità poco sviluppate in campo. Alla morte del padre tutto cambiò. Ella che qualche mese prima aveva deciso di trasferirsi in Capitale ove una nuova vita l'aveva beata di gioia e dolori, delusioni amorose ed amicizie varie, per non parlare degli strani eventi con le creature del bosco che ho letto da un suo libro; dovette tornare di nuovo alla fucina a lavorare  ed è li che inizia la nostra storia...
E' inverno, di nuovo. Son due anni che vive li e lavora giorno e notte a quella che ormai è diventata l'unica ragione di vita. Il rumore metallico pervade l'intera zona insieme all'odore del fumo proveniente dalla fornace. I colpi di martello sul metallo son sempre ben assestati mentre l'altra mano s'accinge ad impugnar la pinza tenendo fermo il materiale. Ed eccola, con qualche annetto in più ma coi soliti capelli legati ed i soliti occhi ormai spenti, aridi, morti. Le labbra si cuciono mentre si concentra per poi immergere la creazione dentro un secchio d'acqua fredda. Il fumo inonda la stanza per poi al suo dissolversi mostrar una nuova figura chiudersi la porta alle spalle posta all'entrata della fucina.

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Capitolo 2
*** Stridente come il ferro ***


Capitolo 2:Stridente come il ferro La ragazza non alza nemmeno lo sguardo ma continua a svolgere il suo compito per poi proferire "Buongiorno,messere.State cercando qualcosa in particolare?" L'uomo rimane impietrito al suo posto mentre osserva con curiosità i movimenti di lei.La rossa acciglia lo sguardo e continuare "Se cercate mio padre siete arrivato troppo tardi, è morto due mesi fa. State cercando un'arma?"il tono è tranquillo e pacato mentre le labbra s'aprono in un sorriso gentile.Finalmente l'uomo fa un passo avanti rivelando la sua figura. I capelli neri , lunghi e perfettamente ordinati incorniciano quel viso pallido e quelle labbra sottili rimaste cucite per tutto il tempo si degnano a proferir parola:"Buongiorno, Mylady. No, non sto cercando niente e nessuno ma son davvero addolorato per il vostro lutto" Anch'egli sorride per poi appoggiare i gomiti sul bancone e continuare "Sono stato attirato qui dal rumore del vostro martello ed ora vedendo con che grazia e precisione voi possiate usarlo... Ne rimango incantato!"La rossa si pulisce le mani con uno strofinaccio e controllare con l'ausilio della luce che penetra dalla finestra i particolari della nuova fabbricatura ed infine provarla contro l'aria testandone velocità e precisione, annuisce con una nota di soddisfazione in volto "Bhe,questo non è un lavoro ma un'arte dove bisogna ricordare che nulla prevarica sull'altro ma bensì ci deve essere un equilibrio mentale e fisico con ciò che si sta manipolando"L'uomo annuisce per poi porgere la mano all'interlocutrice "Incantato di far la vostra conoscenza, io son Costor!" Sorride presentandosi con un piccolo inchino del capo. Lei risponde a sua volta posando ovviamente prima la spada nell'apposito espositore. China il capo e flette un pò il busto "Il piacere è tutto mio, messere. Io sono Raniel Legon,sempre al vostro servizio se ne avrete bisogno"Si siede su uno sgabello per poi porgerne uno anche all'interlocutore ed infine prendere una bottiglia di Rum e versare il liquido in un bicchiere "Volete anche voi?"Chiede ella "No, vi ringrazio. Ho avuto brutte esperienze con l'alcool"risponde lui e lei s'accinge quindi a bere il suo bicchiere mentre l'uomo si siede cercando di star più comodo possibile. Vari minuti d'imbarazzante silenzio inondano l'aria ma alla fine Costor decide di compiere la prima mossa:"My lady, scusate l'impertinenza ma posso sapere se vi piace il vostro lavoro? Cioè, è ciò che davvero desiderate fare?"Raniel s'umetta le labbra per poi posare il bicchiere sul tavolo e rispondere "State tranquillo, non saranno certo delle domande a farvi giudicare."Dice per poi emettere un sospiro e continuare "Diciamo di si, questo era il lavoro di mio padre. E' ciò che faccio da quando avevo più o meno cinque inverni e poi, è l'unica cosa che mi sfama e riesce a darmi pace"lo guarda attentamente negli occhi come per volerne scrutare l'anima, s'umetta le labbra e continua "Invece voi, cosa vi porta da queste parti? Non siete di qui da quanto vedo e non mi sembrate nemmeno qualcuno che ha intenzione di dirigersi verso la capitale." Costor sorride e risponde "Perspicace,già, my lady sono in cerca della mia strada" Lei annuisce per poi iniziare a parlare "Tutti la cerchiamo e solo pochi di noi la trovano. A volte ci affidiamo ai sentimenti, alle persone... La scelta più errata che si possa fare nella propria vita..."Abbassa il capo e continua "Rimani sempre deluso se non ti affidi a te stesso...". La mano dell'uomo si porta sulla spalla di lei come per voler dar conforto, lei alza il capo per poi concedere quel contatto visivo mentre le parole escono pacate dalle labbra di lui "Son scappato da tutto ciò che si poteva chiamare casa ed ora son qui in cerca di un posto dove sentirmi in tale modo. La donna che amavo era troppo orgogliosa per farsi aiutare e di conseguenza non faceva altro che farsi male, che farci male. Il mio cuore è così freddo che nemmeno il più forte dei terremoti può farlo affievolire..." Quelle parole apparentemente disconnesse dal discorso ma in realtà inerenti più di tutto portano la rossa a scoppiare in lacrime. Stringe i denti mentre sussurra con voce rotta "Credevo di aver perso tutto... Avevo perso tutto... Poi è arrivato lui e... Credevo di aver trovato qualcuno ma in realtà a lui non interessa nulla di me se non sfruttarmi per i suoi scopi, per far si che io sia solo la sua prostituta quando nessuna delle sue belle damigelle ha intenzione di fargli compagnia la notte!E' tutto così stridente, stridente come il ferro!"Trema mentre la mano di lui va a posarsi sulla guancia "Andrà tutto bene signorina, ve lo assicuro! Dopo la tempesta il mare torna sempre calmo e placido!"Sorride mentre Raniel contraccambia ed infine sposta lo sguardo verso la finestra e proferisce "Bhe, per me è ora di chiudere. Che ne dite di venire a pranzare con me? Offro io, mi sembra il minimo per ringraziarvi della vostra compagnia!"Lui rifiuta ma alla fine è costretto ad accettare la condizione per lui scomoda, un gentiluomo non farebbe mai sborsare nemmeno una moneta ad una cara donzella.

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