Nayade, storia di una Diversa.

di Viandante88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Diversa o speciale? ***
Capitolo 2: *** Davvero cercano me?! ***
Capitolo 3: *** Verità o Leggenda?... ***
Capitolo 4: *** Ricordi del passato. ***
Capitolo 5: *** Casa è dove puoi essere te stesso. ***
Capitolo 6: *** Occhi smeraldo, capelli corvino. ***
Capitolo 7: *** Memoria ( parte 1 ) ***
Capitolo 8: *** Memoria ( parte 2 ) ***
Capitolo 9: *** In viaggio verso casa. ***
Capitolo 10: *** Confusa... ma Felice! ***
Capitolo 11: *** Forza e Coraggio Nayade! ( parte 1 ) ***
Capitolo 12: *** Forza e Coraggio Nayade! ( parte 2 ) ***
Capitolo 13: *** Zia Esme... Spiegami! ***
Capitolo 14: *** Confronto. ***
Capitolo 15: *** Sorellone e Fratelloni! ***
Capitolo 16: *** La prima caccia. ( parte 1 ) ***
Capitolo 17: *** La prima caccia. (parte 2 ). ***
Capitolo 18: *** Fantasmi del passato. ***
Capitolo 19: *** L'unione fa la forza!! ***
Capitolo 20: *** Sei davvero tu?! ***
Capitolo 21: *** Perdonatemi... Devo mentirvi. ***
Capitolo 22: *** Qualche ora D'amore. ***
Capitolo 23: *** Una seconda Verità. ***
Capitolo 24: *** Ultimi istanti di Felicità. ***
Capitolo 25: *** Addio? No. Arrivederci. ***
Capitolo 26: *** Destinazione: Italia. ***
Capitolo 27: *** Papà...? ***
Capitolo 28: *** Sofferenza. ***
Capitolo 29: *** Che sia davvero la Fine?... ***
Capitolo 30: *** L' Incubo è Finito! ***
Capitolo 31: *** ... Senza Dubbio SPECIALE! ***



Capitolo 1
*** Diversa o speciale? ***


INTRODUZIONE

Non ho mai capito perchè la mia diversità sia sempre stata considerata un anomalia,una difficoltà, un ostacolo.. ma soprattutto qualcosa di così spaventoso.


1: DIVERSA  o  SPECIALE?


il mio nome è Nayade, Naya per tutti,e quando avevo solo pochi mesi sono stata abbandonata dai miei genitori davanti al cancello di una, così detta, casa famiglia.
Con me non avevo nulla che potesse suggerire particolari del mio passato,della mia storia..
Ne braccialetti, ne medagliette, nulla che potesse ricollegarmi alla mia famiglia; solo io, un passeggino e una copertina con ricamato il mio nome, nient'altro.
Inizialmente mi accolsero proprio come si dovrebbe fare con una bambina "normale", bisognosa di affetto e di cure; ma col passare dei giorni anche la mia normalità passò.
Le istitutrici in principio mi ritennero solo particolarmente precoce, fino a quando a soli 6 mesi cominciai a camminare e a dire le mie prime parole.
Da quel giorno in poi tutto ciò che intorno a me si era creato, l'amore, il sostegno e l'affetto si trasformarono.
Le nuove parole d'ordine erano diventate paura, solitudine e diversità.
Ormai ero ritenuta un pericolo, un qualcosa di cui avere timore, da cui tenersi bene alla larga;
come se pensassero che qualsiasi cosa io avessi potesse contaggiarli, mi sentivo come una malattia per la quale non esisteva una cura.
Le istitutrici mi tenevano lontana dagli altri bambini, che in principio mi guardavano con curiosità, poi con timore ed infine non mi rivolsero più neanche uno sguardo.
Rimanevo tutto il giorno chiusa in una stanza, sola.
Avevo a mia disposizione tanti giocattoli, ma nessuno con cui usarli; un letto caldo ma nessuno a cui chiedere di rimboccarmi le coperte; tutto il cibo che volevo, cibo che però non mi saziava mai e tanto amore.. ma nessuno a cui dimostrarlo.
Da sola nel giro di un anno imparai a lavarmi, vestirmi e a leggere, anche se avevo ben poco a disposizione nella "mia bolla" considerata la mia età.
Tutte queste, da me considerate ottime capacità, erano invece viste dagli altri come frutto del demonio; e quando a pochi giorni dal mio secondo compleanno scoprì un altra mia sorprendente "capacità", ritenni giusto, se non obbligatorio, non solo nasconderla ma non usarla mai!
Io potevo muovere gli oggetti con la sola forza del pensiero, ma non solo, ero in grado di far fare loro qualsiasi cosa io volessi..
se funzionasse anche con le persone, ancora non lo sapevo.
La cosa più brutta di cui però mi resi conto è che cominciavo a temere me stessa, proprio come tutti gli altri.

.
Raggiunsi così i 17anni, col passare del tempo riuscì ad essere, per quanto potevo,esattamente come le altre persone mi volevano.. " normale" appunto.
Solo così sapevo di poter essere accettata... almeno dagli altri.
Volevo raggiungere al più presto possibile i 18 anni, volevo la mia indipendenza, volevo una vita, una vera! Questo era il mio unico scopo..
Fin quando un giorno fu tutto totalmente stravolto, dall'arrivo di un nuovo medico all'istituto;
una persona bella come un Dio che solo a guardarla ti mandava in estasi, una persona che come me nascondeva un segreto.
E me ne accorsi non appena incrociai il suo sguardo così intenso e dorato, non appena udì la sua voce così poetica, non appena mi disse:" Ciao Naya".

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Capitolo 2
*** Davvero cercano me?! ***


2: DAVVERO CERCANO ME?!


Rimasi senza parole, non riuscivo ad emettere un suono, non sensato almeno!
E mi accorsi con mio grande imbarazzo di essere diventata rossa; be rossa in verità è un neufemismo.. parevo un peperoncino, sicuramente non ero un bello spettacolo!
Dopo qualche minuto mi feci coraggio e riuscì finalmente a rispondere: " B-b-buongiorno signore.." con una voce talmente stridula da spaventarmi da sola;
il problema è che ormai il dottore..be, non c'era più, o meglio era entrato nel salone per presentarsi agli altri ragazzi preceduto dalla preside, la signorina Ada.
Quindi io non solo avevo fatto una gran bella figura del cavolo ma rischiavo di non essere presente alla sua presentazione!
Entrai nella grande stanza di scatto e chiusi alle mie spalle la porta con delicatezza, non volevo interrompere,  infatti nessuno si accorse della mia entrata da ritardataria, d'altra parte come avrebbero potuto con una divinità di fronte a loro.. mi sembrò di vedere persino qualcuna con la bava alla bocca, ma forse era solo un impressione!
Nonostante ciò mi sentivo osservata,notai subito che lo sguardo del dottore, anche se dava l'impressione di parlare all'intero istituto, era rivoltoa me, con insistenza.
Nessuno però pareva accorgarsene. Chissà..poteva essere una mia impressione? No, ero sicurissima delle mie sensazioni,
soprattutto perchè erano molto più sviluppate di quelle degli altri.
Subito dopo mi resi conto che non era l'unico a fissarmi.. vicino a lui era seduto infatti un ragazzo, anch'esso bellissimo, estremamente pallido e con delle grosse ed evidenti occhiaie, ma comunque stupendo. Aveva un fisico apparentemente normale, ma sotto il maglioncino aderente erano ben visibili le braccia muscolose
e il petto ben scolpito. Teneva le braccia incrociate, sembrava una statua dai capelli bronzei, completamente immobile, pareva non respirasse nemmeno;
e il suo sguardo era penetrante, indescrivibile, gli occhi erano però leggermente più scuri di quelli del dottore.
Mi risvegliai d'improvviso dai miei pensieri e mi resi conto che ero ancora in piedi in mezzo al salone, al mio fianco suor celya mi incoraggiava a prender posto,
senza però mai sfiorarmi, la mia infanzia era ancora ben presente nei loro ricordi. Mi avevano solo concesso il beneficio del dubbio.
Mi sedetti negli ultimi posti, al mio fianco non c'era nessuno, e rimasi ad ascoltare il discorso.
Il suo nome era Carlisle Cullen, Dottor Carlisle Cullen. A quanto pare stimato e rinomato medico che aveva fatto la scelta di rimanere ad esercitare nei piccoli paesi anzichè nelle grandi città, affermava di ricevere molto più affetto e calore da poche persone che da centinaia, e di sentirsi quindi molto più stimolato nello svolgere al meglio la propria professione.
Il ragazzo accanto a lui invece  si presentò come Edward Cullen, il figlio adottivo desideroso di imparare il mestiere del padre.
Mentre continuava a parlare notai  il Dottor Cullen girarsi di scatto verso di me, e fissandomi negli occhi come se stesse parlando a me soltanto, disse:
" Sono contento di essere qui,
ora che ho trovato ciò che stavo cercando da molto tempo in questo istituto, farò di tutto per non perderlo." poi concluse ringraziando e uscì dalla sala da una porta secondaria che portava al cortile interno, lasciandosi dietro una grande ondata di applausi e un euforia generale.
Rimasi sbalordita dall'intensità con la quale mi avevano colpita quelle parole, nessuno sembrava essersi accorto del fatto che il dottore aveva cambiato tono e sguardo nel pronunciare quella frase, e soprattutto, ne ero sicura, che era indirizzata a me, soltanto a me, nonostante tutti l'avevano inoltrato in tutto il suo discorso.
Ma non era così, io lo sapevo, ne avevo la certezza.. quell'uomo cercava me.
Mi alzai per ultima e uscita dal salone mi diressi verso la mia stanza, ora un pò più vicina alle altre, estremamente pensierosa e da un lato anche impaurita.
Insomma, per quanto ne sapevo io quell'uomo poteva essere uno scienziato, che avvisato dalle istitutrici del mio passato era venuto li per studiarmi,
analizzarmi o che so io, magari rinchiudermi per sempre in un laboratorio costantemente collegata a dei monitor, senza via di scampo.
O forse, altra teoria, io in verità ero un aliena caduta durante una pioggia di meteoriti, proprio come superman, e quei due erano venuti da chissà quale pianeta per riportarmi a casa. Il che spiegherebbe la loro estrema bellezza!
Continuavano a balenarmi per la testa una miriade di strani pensieri e la paura in me aumentava, quando ad un certo punto le mie fantasie furono interrotte
da una risatina allegra ma quasi inudibile,e da una voce che disse:" certo che ne pensi di fesserie!"
Stranita alzai la testa che fino a quel momento avevo tenuto china, e davanti alla porta della mia stanza lo vidi.
Quel ragazzo stupendo, statuario dai capelli bronzei, era li appoggiato al muretto che mi attendeva, e mi rivolse le parole che tanto temevo ma che nello stesso tempo
speravo di sentire. " Posso entrare? Avrei qualcosa da dirti, Nayade."

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Capitolo 3
*** Verità o Leggenda?... ***


3: VERITA'  o  LEGGENDA?                                                                       


Ero totalmente allibita. Avrei davvero dovuto farlo entrare? e se poi i miei sospetti si fossero rivelati fondati? mi sarei messa nei pasticci con le mie mani..
Volevo davvero correre un rischio così alto? D'altra parte non mi sembrava di avere molta scelta, il suo sguardo era talmente magnetico,
che me ne sentivo quasi ipnotizzata.. Ad un tratto realizzai.
" Hey, aspetta un momento.. poco fa cosa intendevi dire con quella frase?!"
Rimase sconcertato per un secondo, poi rispose:
" semplicemente che dovrei parlarti, nulla di così complicato.."
"M-ma cosa? Mi stai forse prendendo in giro viso pallido? sai benissimo a che mi riferivo!!"
Mi guardava con un sorriso sghembo davvero fantastico,ma io volevo una risposta! come accidenti faceva a sapere a cosa pensavo?
Non avevo pensato ad alta voce, ne ero certa, be quasi..
Ad un tratto scoppiò a ridere ripetendo "viso pallido! ahahah!, senti ma ti sei vista allo specchio ultimamente?" e continuò con la sua splendida risata che invase tutto il corridoio di una maravigliosa armonia, mai sentito nulla del genere!
Mi sentivo irritata, ma nello stesso tempo ammaliata da quell'essere così diverso, poi però mi ricomposi e tornai in me!
" Senti un pò poco fa mi hai detto che penso delle fesserie! come diamine hai fatto? E comunque per l'appunto, non osare dirlo mai più!"
Mentre pronunciavo quest'ultima frase uscì dalla mia bocca un ringhio, certo trattenuto, ma era proprio un ringhio! Ma cosa? non riuscivo a credere di essere stata io.
Lui smise di ridere, mi guardò fisso con un espressione improvvisamente seria, e mi disse:
" se mi fai entrare ti spiegherò ogni cosa.." proseguì:" e non preoccuparti non sono un alieno ne uno scienziato..!" poi udì una risatina impercettibile.
Lo feci entrare, la curiosità ebbe la meglio.. dopo tutto cosa avevo da perdere?
Si soffermò sulla soglia prima di entrare e alzando lievemente la testa annusò l'aria affermando:" che buon profumo".
Rimasi in silenzio, non sapevo che dire e alla fine tagliai con un :" g-grazie."
Con un movimento rapido si sedette sulla sedia accanto alla scrivania, intimandomi di entrare e chiudere la porta.
Senza che me ne rendessi conto obbedì quasi istintivamente, poi feci qualche passo avanti e mi accomodai sul letto proprio di fronte a lui,
dopo di che riaquistando un minimo della mia determinazione ripresi il discorso:
" Allora, di che volevi parlarmi?" feci la spavalda, in realtà ero tra l'imbarazzo e la paura.
" Sei buffa sai? ti immaginavo diversa,dopo ciò che hai passato..."
" cosa ne sai tu di cosa ho passato? nemmeno mi conosci.. io continuo a non capire! Per favore, spiegami!!"
" sono qui per questo Nayade, ma.."
Non lo lasciai proseguire.
" Chiamami Naya, è più semplice.."
Mi guardò infastidito..
"scusa..continua.."
" Stavo per dire che per te temo sarà difficile accettare la realtà, comunque mi sembri abbastanza forte, quidi arrriverò dritto al punto, Naya."
"Accettare la realtà? ma che significa? sai io non ti capisco proprio, tu.." Mi interruppe.
"Io sono un vampiro Naya, e tu non sei poi molto diversa da me".
Rimasi paralizzata. Ma di che accidenti parlava..vam-vampiri? Tutto ciò non aveva senso..
Ma allora perchè non mi riusciva così difficile credergli?..

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Capitolo 4
*** Ricordi del passato. ***


4: RICORDI  del  PASSATO

Era davvero una situazione surreale.
Come poteva essere possibile quel che questo strano ragazzo affermava?
Stava forse cercando di spaventarmi? voleva convincermi di essere pazza così da farmi rinchiudere?
Non capivo più nulla, ero in totale stato confusionale, mi sembrava di essere in un sogno, non incubo..ma quasi! Forse da li a poco mi sarei svegliata in preda
alle urla e avrei tirato un sospiro di sollievo, o invece piangendo perchè non era la realtà..
Ragionai per qualche minuto e Edward non mi interrupe; quando rialzai lo sguardo era affacciato alla finestra intento ad osservare qualcosa o forse, qualcuno.
Mi schiarì la gola:" come faccio a sapere che mi stai dicendo la verità? o che invece tu non  voglia solo prenderti gioco di me?..Dimostramelo!"
Si girò verso di me lentamente, come per non mettermi paura e mi fissò. Io continuai.
" Poi in base a ciò che hai detto allora io che dovrei essere?!"
" Carlisle ti ha cercata per tanto tempo, 17anni passati cercando di capire dove ti avessero portata, ma soprattutto sperando che tu fossi ancora viva,
e non fossi finita nelle mani sbagliate." Mi guardò di nuovo, questa volta con dolcezza e comprensione.
" Non ti meritavi di passare un infanzia del genere, e lui si sente responsabile, ma in realtà non aveva scelta."
"Lui? Carlisle? Ma che cosa ha a che fare con me? VOI che cosa avete a che fare con me...?"
"Se ti senti pronta posso spiegarti ogni cosa..o perlomeno quasi.."
Lo guardai accigliata ma incuriosita, perchè non avrei dovuto ascoltarlo, non sapevo niente di me, e se queste persone potevano darmi anche solo una speranza perchè
non provare, perchè non crederci?
" Ti ascolto".
Sorrise, come soddisfatto e fiero della mia decisione, poi iniziò a parlare.
" Sai Naya, Carlisle conosceva i tuoi genitori molto bene. Tuo padre era come un fratello per lui, ed esattamente come noi era un vampiro."
Si interruppe e mi guardò incerto, io ero sbalordita, ma volevo sapere, e lo incoraggiai a continuare, cosa che fece.
"Il fatto è che si innamorò di un umana, e per lei infranse molte delle leggi per noi stabilite. La prima di tutte svelarle la nostra esistenza, la sua vera identità.
Erano però innamoratissimi ed inseparabili, avrebbero affrontato le pene dell'inferno pur di stare insieme e proteggere il loro amore e così purtroppo accadde.
Tutto andava bene, erano felici e Carlisle li aiutava più che poteva, fin quando Nadya, tua madre, si accorse di aspettare un figlio."
Mi sentivo un groppo in gola e  con un tono di voce che sembrava quasi un sussurro domandai:" io?"..
" Si, tu Naya. Per la verità nessuno sapeva che potesse verificarsi un simile fatto, e ne fummo tutti sorpresi e presi alla sprovvista.
Ora avevano infranto un'altra legge, e da questa non potevano scappare. LORO vennero a saperlo, per quanto cercammo di tenerlo nascosto qualcuno ci tradì."
Alzai il capo e lo guardai confusa: "Loro? chi sono? che cosa hanno fatto ai miei genitori?" Urlai ormai tra i singhiozzi,
Non so il motivo, ma era come se in realtà sapessi già quelle cose, cose che mi erano state rimosse, cose troppo rischiose da ricordare.
Cose che pian piano stavano riaffiorando.




Grazie mille  francy-cullen sei stata la prima  a concedermi una recensione!
Grazie anche a fanny cullen! Certo, mi farebbe molto piacere se diventassi la mia fan numero uno!
Un ringraziamento poi a tutti coloro  che stanno leggendo!
Bacioni.

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Capitolo 5
*** Casa è dove puoi essere te stesso. ***


5: CASA  è  DOVE  PUOI  ESSERE  TE  STESSO.


Mi faceva male la testa, sembrava dovesse esplodere da un momento all'altro, era come se qualcosa provasse ad uscire ma trovava degli ostacoli che glielo impedivano,
mi inginocchiai a terra e me la strinsi forte tra le mani, volevo fermare quel dolore ma non ci riuscivo. Stavo male, avevo bisogno di aiuto. E ad un tratto il buio, il silenzio più totale..
Solo quando riaprì gli occhi mi resi conto di essere nel mio letto, coperta e al caldo.
Stavo quasi per riaddormentarmi, ma improvvisamente ricordai tutto ciò che era successo.
Mi sollevai di scatto, ma feci la mossa più sbagliata perchè la testa mi faceva ancora male, allora mi risdraiai, e mi guardai in giro disorientata e confua.
Cos'era accaduto? avevo davvero sognato tutto quanto? possibile?
Feci un respiro profondo e mi buttai il cuscino sulla faccia, rassegnata e delusa; improvvisamente senti uno spostamento d'aria, come una finestra che si apre
per il vento e subito dopo una voce melodica, la sua voce:
"senti capisco che tu sia un pò confusa, però ti ricordo che la testa va sopra il cuscino e non viceversa.."
e scoppiò in una rumorosa risata sussurrando fra se: " che tipa buffa!"
Sorpresa mi tirai via velocemente dalla faccia quello stupido cuscino e feci per alzarmi ma lui fu più veloce e mi bloccò prima che potessi ricommettere lo stesso errore
e rassegnarmi ad un' altra ondata di quell' 'atroce' dolore!
Mi ritrovai distesa sul letto nella stessa posizione di prima, senza cuscino e con il suo viso a pochi centimetri dal mio, riuscivo a sentire il suo fiato, così freddo, di un profumo dolce,come fruttato, mentre con le mani mi teneva ferme le braccia ai lati del letto, con una presa ferrea ma delicata allo stesso tempo.
Rimanemmo in quella posizione per  pochi istanti che a me sembrarono un eternità fissandoci negli occhi come persi l'uno dentro l'altra, finche lui con un movimento rapido
si rimise seduto al lato del letto dandomi le spalle,e con una voce che sembrava confusa e dispiaciuta mi disse:" perdonami, non volevo farti male."
Io lo guardai stranita, non capivo.
" Scusa di cosa? Guarda che non mi hai fatto nulla! Mi credi davvero così debole vampiretto dei miei stivali? Se avessi usato i miei poteri ti avrei sbalzato via in meno di un secondo,sai? Quindi non sopravalutarti troppo! " dissi sarcastica.
Lui si rigirò verso di me di scatto e mi fissò come sorpreso e spaventato nello stesso momento, poi con incertezza mi fece una domanda:
" H-hai detto ' se avessi usato i miei poteri?'.. Non è possibile,
 tu non puoi avere dei poteri supplementari.. Alice ti vede.."
Io non sapevo che rispondere, chi accidenti era ora questa Alice, aveva a che fare anche lei con la mia storia? E soprattutto.. quando cavolo mi aveva vista?!
Tutto continuava a farsi sempre più complicato.
Era sceso il silenzio e con lui anche l'imbarazzo!
Ad un tratto senza che me ne accorgessi Edward non era più seduto sul letto, ma lo vidi davanti alla finestra con lo sguardo perso nel vuoto, e io continuavo a non capire.
Cosa avevo detto di sbagliato?
Dopo qualche minuto, che a me parvero ore, il suo sguardo tornò su di me, socchiuse gli occhi come ancora incapace di capire e disse:
"Posso chiederti di mostrarmi ciò che sai fare?"
Al momento rimasi incerta, sapevo di avere delle capacità, come le definivo in passato, ma ora potevo davvero usarle?
Potevo davvero essere me stessa solo per un istante? E se non ne fossi più stata capace? Forse quei poteri non mi appartenevano più ormai, dopo così tanti anni..
Fu lui a rispondere ai miei dubbi.
" Non ti devi preoccupare" disse guardandomi negli occhi, che senza accorgermene si erano riempiti di lacrime.
Si avvicinò a me a piccoli passi, come se aspettasse una mia reazione, che però non arrivò. In realtà desideravo averlo accanto, sapevo che lui poteva capirmi,
capirmi davvero, come mai nessuno prima.
" Puoi fidarti di NOI, Naya, di tutti NOI. Non siamo venuti qui per farti del male, siamo qui proprio perchè vogliamo che finalmente tu possa essere quello sei,
senza essere giudicata, e senza essere sola." " Devi venire via con noi, Naya".
Sorpresa per la prima volta notai vicino all'armadio le mie valige, e mi rigirai verso Edward, senza parole e con le lacrime che continuavano a scendere, proprio come una bimba che cerca la sua mamma.
Lui mi accarezzò la guancia dolcemente, mi asciugò dalle lacrime poi mi disse:" Aspettano solo di essre riempite" disse girandosi verso le valige.
" la decisione spetta a te.."

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Capitolo 6
*** Occhi smeraldo, capelli corvino. ***


6: OCCHI SMERALDO, CAPELLI CORVINO.


In verità non ero così tanto indecisa, solo sorpresa.
Dopo tutto la scelta era tra rimanere in quel istituto, dove mi sentivo sola, inutile, dove la cucina faceva orrore, e non ho mai capito perchè tutti la trovassero eccellente;
e l'andarmene via, in una casa vera, dove abitavano degli Dei scesi dal cielo con i quali finalmente avrei potuto essere Nayade, la vera Nayade.
Scesi immediatamente dal letto, fissai dubbiosa Edward negli occhi e gli domandai: " le istitutrici lo sanno vero? non è che mi volete fare evadere?"
Lui mi guardò con gli occhi spalancati, poi scosse la testa rialzò lo sguardo mi fissò con la testa leggermente china verso un lato e mi fece il suo bellissimo
sorriso sghembo: " anche se fosse?  la coraggiosa Naya ha forse paura?"  disse con tono provocatorio.
Non sapevo se mi stesse prendendo in girò ma gli risposi spavaldamente: " assolutamente no caro, non mi lascio scoraggiare facilmente sai?" poi mi girai verso di lui e con un sorrisetto di sfida continuai:" sarei pronta a lanciarmi dalla finestra se servisse!"
Scoppiò in una fragorosa risata e in un sussurro disse:" Non sai quanto servirà.."
Rimasi perplessa.. avevo capito bene? che intendeva?
Stavo per chiedere spiegazioni, ma qualcuno bussò alla porta. Quel rumore, anche se estremamente delicato, mi fece sobbalzare. Ciò provoco un altro motivo di risata
per Edward, che sembrava già sapere chi ci fosse dietro alla porta.
" Posso entrare?" domandò una voce poetica. Era il Dottor Cullen.
" C-certamente Dottore, entri pure" risposi con tono flebile. Edward sorrise vedendo il mio imbarazzo, poi disse: " bene io scendo di sotto, a dopo."
Stava per aprire la porta ma io lo fermai. " Hey tu, aspetta un minuto, devi finire ancora di raccontarmi tutto, devo chiederti tante cose e..."
Poi mi resi conto, non toccava a lui ma a Carlisle. Così lo lasciai andare, lui fece un cenno con il capo verso il Dottore come se si stessro parlando, dopo uscì,
chiudendosi la porta alle spalle.
Mi sentivo il cuore in gola ero agitatissima, non sapevo cosa  dire ne cosa fare.Fu lui ad iniziare.
" Mi spiace se ti rendo nervosa, Naya, non è davvero mia intenzione, anche se devo ammetterlo, anche io sono un pò imbarazzato."
Continuò: " spero non ti dispiaccia se ti chiamo Naya, ma Edward mi ha detto che lo preferisci".
Edward mi ha detto? ma quando era accaduto? forse mentre io ero svenuta?.. Non capivo. Ancora non proferivo parola.
" So che ha iniziato a parlarti e ha darti delle informazioni, e ho intenzione di continuare a spiegarti cara, ma prima lascia che ti faccia le mie scuse.." disse con la testa china, come mortificato. Ero impietrita.
" Non sarebbe dovuta andare così, tu dovevi essere felice, e io non ho mantenuto la promessa.. perdonami." concluse con tono spezzato.
Istintivamente feci dei passi avanti verso di lui. Volevo rassicurarlo, fargli capire che non ce l'avevo affatto con lui.
Era seduto sul letto con la testa tra le mani, io lo raggiunsi e li poggiai una mano sulla spalla, poi mi abbassai per riuscire a guardarlo in viso.
Non stava piangendo, come mi era sembrato. Non c'era l'ombra di una lacrima, ma nei suoi occhi si poteva ben vedere la disperazione.
Mi sorrise. " grazie Naya. Mi ricordi tanto tuo padre Dertus."
" Davvero? E com'era? li somiglio? E alla mamma?" dissi tuttto d'un fiato.
" Calma calma, ora ti racconto tutto! "
" Mi scusi" risposi arrossendo.
Facendomi un sorriso da svenimento continuò:" Non ti preoccupare è normale che tu sia curiosa! Comunque si cara, tu somigli molto ad entrambi. Hai gli stessi occhi
color  verde smeraldo di tua madre e gli stessi capelli neri corvino di tuo padre. Erano persone meravigliose, e ti amavano davvero."
Ancora con questo 'erano', cosa era loro successo?
Mi feci coraggio e lo domandai.
" Dottor Cullen può dirmi che successe dopo che mia madre scoprì di attendermi? Suo figlio mi ha parlato di 'LORO', chi sono?"
Ci fu un attimo di silenzio, poi mi rispose.
" LORO Naya sono i Volturi. Vedi anche per noi, per il nostro mondo vale una gerarchia, e loro ne sono in cima. In poche parole si occupano di far si che
tutti rispettino le leggi, e chi non lo fa viene punito. Sono il clan di vampiri più numeroso esistenti, e hanno al loro seguito diversi guerrieri efficenti pronti ad agire a un loro minimo gesto. Sono dotati di straordinari poteri, proprio come Edward, poteri supplementari, che riescono a dargli un profondo vantaggio in battaglia.
Col passare degli anni la smania di potere li ha sopraffatti e riescono ad otternere quasi sempre ciò che vogliono, anche se questo dovesse richidere di agire scorrettamente, i Volturi riescono sempre a spuntarla e a coprirsi le spalle."
Quindi i miei genitori erano morti a causa loro? o forse la vera causa ero io...
" Quando tua madre Nadya si accorse di essere incinta, non pensò neanche per un attimo di non volerti, ti ha amato dal primo momento.
Tuo padre però aveva paura, paura che potesse succedergli qualcosa, perchè portava dentro di se qualcosa di diverso, di più grande e forte di lei.
Non voleva perderla, ma lei ti voleva con tutta se stessa, non voleva ti accadesse nulla di male, ti avrebbe fatto nascere a costo della sua vita, così
conoscendo la sua testardaggine decidemmo di aiutarla, sostenerla, anche se ci furono momenti davvero difficili. Tu crescevi a vista d'occhio, e Nadya era umana,
era debole. Inoltre avevi bisogni da tipica vampira..."
Spalancai gli occhi: " bisogni da vampira? di che tipo?"..
Lui sorrise: "Be Naya, tu richidevi sangue.. "
Per un attimo mi sembrò che il cuore smise di battere, mi sentivo come vuota e soprattutto..terrorizzata..
Alzai lentamente lo sguardo e guardai il Dottore. " I-i-io richiedevo del sangue? sa-sangue umano?"
Non riuscivo a crederci, non POTEVO crederci.. Eppure di nuovo, sapevo che era la verità.
Io ricordavo TUTTO.








Grazie ancora  franci_cullen per la tua recensione, mi fa piacere che la storia ti piaccia!! Comunque no, in questa storia bella non esiste, so che molti mi odieranno per questo..mi spiace!
 Inoltre ringrazio tutti quelli che hanno letto e leggeranno la mia storia..so che per il momento è un pò lenta..ma tutto deve ancora succedere...!
A presto! baci

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Capitolo 7
*** Memoria ( parte 1 ) ***


7: MEMORIA ( parte 1)



Mi alzai di scatto, sembrava mi stesse ritornando quel forte mal di testa, ma ero talmente arrabbiata e agitata che riuscì ad impedirlo.
Io stavo ricordando e volevo farlo. Mi tornò in mente tutto ciò che fino a quel momento era rimasto confinato in un angolo della mia memoria, bloccato,
come chiuso in una cella e con quel dolore atroce a fargli da guardia.
Non solo ricordavo tutto ciò che era accaduto dopo la mia nascita prima di finire in istituto, ma persino ciò che provavo e che sentivo dentro alla pancia di mia madre..
Il dottore mi si era avvicinato preoccupato e solo dopo mi accorsi che mi stava chiamando, diceva il mio nome, ma io non riuscivo a rispondere, sembrava così
lontano. Quando riaprì gli occhi mi resi di nuovo conto di essere svenuta, esattamente come poco prima.
Accanto a me c'era Carlisle che mi sentiva il battito.
" Come ti senti Naya?" mi chiese dolcemente.
"S-stò bene Dottore, sono solo un pò confusa.." risposi socchiudendo gli occhi, c'era una luce accesa sul comodino a fianco al letto e mi infastidiva.
Mi voltai verso la sua figura ancora ofuscata per i miei occhi:" che mi è successo? perchè sono svenuta.." girai il capo dall'altra parte e sottovoce dissi:" di nuovo?.."
" So che ti può sembrare strano detto così, ma si tratta dell'amore di tuo padre.." mi rispose lui.
Mi rigirai di scatto:"  l'amore di mio padre, sta scherzando spero!"
Scoppiò a ridere:" ahahah, non ti agitare, ora ti spiego.." disse gentile.
Io arrossi.." o-ok.." dissi, ma ormai non ce ne era più bisogno..
Il mio sguardo tornò su di lui, tanto improvvisamente che lo vidi quasi sussultare, poi mi alzai con un movimento rapido e deciso pronta a parlare:
"Carlisle..io lo so, io so tutto ora!
Sei stato tu a poratrmi qui!"
Lui mi guardò come se lo avessero appena trafitto, come se li avessi fatto del male senza neanche sfiiorarlo, e rispose:" io... mi-mi dispiace tanto Naya io non.."
Ma lo interruppi immediatamente, e continuai:
" Non è colpa tua, sono stata io! capisci?! io quella notte ti ho condotto qui! Io ho voluto non rimanere con voi! ora ricordo ogni cosa!"
Carlisle era stupefatto, probabilmente non sapeva cosa dire, perchè in fondo lui non sapeva come erano andate le cose, non poteva saperlo!
" Mi dispiace di avervi fatto preoccupare per tutti questi anni ZIO Carlisle.." continuai colpevole.
A queste mie parole mi guardò pieno di sorpresa, come se improvvisamente una luce rimasta spenta per anni si fosse riaccesa, poi domandò:
" Mi hai chiamato .. z-zio, ma allora ti ricordi sul serio Naya, ricordi tutto?!"
Annui guardandolo negli occhi ancora stupefatti, poi presi un bel respiro e cominciai a parlare:
" Io ricordo le dolci parole che la mamma mi sussurava accarezzando dolcemente il suo pancione quando papà aveva il timore che non sarebbe sopravvissuta
alla mia nascita, mi diceva che non dovevo aver paura perchè non mi sarebbe successo nulla di male, che ero al sicuro.
Ricordo quando tu ed Esme e tutti gli altri mi parlavate avvicinandovi alla pancia,e vi presentavate come zietti e fratelloni e sorellone!
Mi ricordo quando  mia madre era obbligata a bere.. d-del sangue per mia necessità, perchè lo richiedevo quasi in continuazione, poi la mia nascita.."
Restai in silenzio per qualche secondo, come imbambolata, e Carlisle mi lasciò tutto il tempo.
Ricominciai quasi meccanicamente:
" Ricordo le urla, il dolore della mamma, l'immensa disperazione di mio padre per paura di perderla, la tensione generale.. e il sangue,
tutto quel sangue.." parlavo ormai tra i singhiozzi tenendomi la testa tra le mani.
Carlisle mi si avvicinò, mi accarezzò dolcemente la testa, come in segno di incoraggiamento, allora io mi strofinai gli occhi con le maniche cercando di
fermare quelle lacrime, risollevai la testa e ripresi a raccontare:
" Appena fui uscita, la mamma ebbe una forte emorragia, non sapevate se ce l'avrebbe fatta quindi dovevate prendere una decisione,
o provare a salvarla senza però certezza che ce l'avreste fatta o renderla una di voi.
Papà sapeva che mia madre non desiderava che avvenisse in quel modo, si era fatta tutto un ' suo programma ' a riguardo, li avevo sentiti parlare tante volte di ciò,
mentre ero ancora nel pancione" dissi sorridendo.
Anche Carlisle sorrise al ricordo della sua determinazione e del suo essere pignola riguardo alcune cose, che senza dubbio sapeva meglio di me.
Continuai:" Tu ce la feci zio, riuscisti a fermare l'emorragia e a salvarla, rimase dei giorni stesa nel letto molto debilitata, non riusciva nemmeno ad alzarsi,
ma quando mi prendeva tra le sue braccia faceva di tutto per non darmelo a vedere, mi strigeva mi coccolava e mi ripeteva sempre che mi voleva bene.."
"Le si illuminava lo sguardo sai ogni volta che ti aveva vicina.." disse Carlisle.
Sorrisi, lui fece lo stesso.
" Cominciai praticamente subito a mostrare le mie qualità.." Ripresi io. " La forza inumana, l'inteliganza non certo tipica di una bambina di neanche un mese,
la capacità di comprendere ogni singola cosa mi venisse detta, e qualsiasi cosa avvenisse. Poi a circa 40 giorni di vita mostrai l'altra mia straordinaria abilità..
cominciai a muovere gli oggetti a mio piacimento.. e la prima volta che accadde vi lasciai tutti a bocca aperta! " mi lasciai andare in una risata divertita!
" Facevo svolazzare giocattoli e biberon per tutta la casa! Per non parlare di quando ho scoperto di poter manipolare anche le persone..!
Obbligai  il fratellone Emmett a perdere a braccio di ferro contro la mamma, che ancora non si era rispresa!
Come si arrabbiò, era fuori di se per l'umiliazione, e quando si accorse che ero io muovendo  semplicemente le mie manine a " telecomandarlo" papà mi dovette prendere in braccio e portarmi il più lontano possibile da lui!"   Scoppiammo entrambi a ridere.
" O si, ricordo molto bene Naya, hai rischiato grosso! " disse divertito Carlisle.
" Però tutto questo finì poco dopo.."
Le nostre facce si fecero serie: " Proprio il giorno in cui Alice ebbe quella visione..".

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Capitolo 8
*** Memoria ( parte 2 ) ***


8: MEMORIA ( parte 2 )


L'atmosfera si era fatta improvvisamente pesante, ricordare diventava sempre più doloroso, ma parlarne mi faceva bene.
" Quel pomeriggio sembrava uno come tanti, io gattonavo per la casa con i miei pupazzetti al seguito, animati di vita propria, con sorellona Rose che mi inseguiva
sempre preoccupata, inutilmente, che potessi farmi male, tu Esme e papà eravate sul divano con la mamma a chiacchierare ,
mio padre faceva l'arrabbiato perchè il mio nome somigliava più a quello di mia madre che al suo nonostante fosse un misto,
Emmett continuava a supplicare Edward e Jasper di concedergli un combattimento perchè si stava annoiando, e sorellona Alice stava leggendo un libro,
quando ad un certo punto lo lasciò cadere a terra rumorosamente, l'attenzione di tutti noi fu allora indirizzata a lei, i vostri sguardi già pieni di preoccupazione.
Jasper fu il primo ad andarle vicino e a chiederle che cosa aveva visto, subito dopo si avvicinò anche mio padre.
Con uno sguardo duro e serio disse di aver visto qualcuno da lei sconosciuto andare dai Volturi e svelargli della mia esistenza. Eravate tutti impietriti,
dalla sua descrizione nessuno riuscì a capire chi fosse quella persona, si scoprì solo che si trattava di una donna."
Ci fu un attimo di pausa, alcuni ricordi erano ancora un pò confusi, Carlisle mi guardava con tenerezza, ma nei suoi occhi c'era anche tristezza.
Ricambiai il suo sguardo e continuai:
"La decisione più immediata presa dai miei genitori fu quella di scappare, andare il più lontano possibile da voi per non mettere in pericolo la vostra incolumità, e
portare me al sicuro, ma Alice li fermò subito. Aveva avuto un altra visione, e questa volta vedeva i Volturi arrivare e portare distruzione, se così si può dire.."
Guardai Carlisle e gli feci un sorriso pieno di tristezza che lui ricambiò.
" Qualsiasi posto avremmo cercato di raggiungere i Volturi ci avrebbero trovati prima che ci potessimo arrivare, non avevamo scampo."
Le ultime parole mi uscirono con un tono di voce strozzato. Ripresi fiato e proseguì:
" E' così che mia madre e mio padre presero la decisione più orribile e difficile che potessero prendere.
Pur di proteggermi e salvarmi decisero di andare loro dai.. Volturi.
Anche papà aveva infatti un grande potere, lui sapeva manovrare la memoria altrui, era in grado di bloccare i ricordi legati a determinati eventi, rinchiuderli,
come se non fossero mai esistiti, anche se  in alcuni casi poteva essere solo momentanea questa ' reclusione', inoltre poteva utilizzare questo suo potere anche su stesso, pur non avendolo fatto spesso, e voleva usarlo proprio per convincere i Volturi del fatto che ciò che li era stato riferito non fosse vero.
Avrebbe cancellato tutti i ricordi riguardanti me dalla sua testa e da quella di mia madre..così che leggendo i loro pensieri non avrebbero trovato nulla".
Ormai non riuscivo più a trattenere le lacrime, scivolavano silenziosamente sul mio viso..
" Naya, cara, se non te la senti di continuare non importa, non ti devi sforzare, hai tutto il tempo per ricordare.." mi disse Carlisle con tono preoccupato.
Io alzai la testa di scatto, nonostante le lacrime continuavano a scendere non volevo fermarmi:
" Ti prego zio, io ho bisogno di continuare, è da troppo tempo che mi tengo tutto dentro senza neanche saperlo!
Ho bisogno di sapere che le cose sono realmente andate così! Per favore.."
Lui mi guardò sorpreso, mi sorrise e mi fece cenno di continuare.
Lo ringraziai.
" Purtroppo però le capacità di mio padre, proprio perchè così straordinarie, non funzionavano sempre e soprattutto..non con tutti.
La sera prima di andarsene decise di usarli anche su di me, dopo però avermi detto addio. Mamma e papà mi dissero che ero la persona più importante per loro,
e che avrebbero dato la vita pur di salvare la mia. Mi dissero che probabilmente non avrei capito, ma che era la cosa più giusta da fare,
e che sarei rimasta al sicuro con te, zio Carlisle, e con la zia Esme, che vi sareste presi cura di me come una figlia in loro assenza,
e conclusero dicendomi che in modo o nell'altro ci saremmo rivisti. Poi mi abbracciarono, mi baciarono dolcemente sulla fronte, e se ne andarono.
I poteri di papà non fecero subito effetto su di me come accadeva normalmente, forse proprio perchè ero mezza umana e mezza vampira, non so..
comunque quella notte mi svegliai nel mio passeggino e vi sentì discutere in cucina..
Stavate decidendo dove andare per tenermi al sicuro, discutevate sul fatto che avreste dovuto spostarvi in continuazione per non farvi scoprire, che da quel momento
in poi tutto sarebbe cambiato, tutto sarebbe stato sconvolto..
Io non volevo che ciò accadesse, voi eravate felici, eravate in pace, avevate una vita, e io non volevo essere la causa di una vostra eventuale infelicità,
e soprattutto non volevo mettervi in pericolo".
Rimasi un momento in silenzio, fu Carlisle a parlare:
" Naya, perchè hai pensato una cosa del genere, noi avremmo fatto qualsiasi cosa per te.."
Lo interruppi. " Zio fammi finire".
Lui si zitti:" certo, continua" disse dopo qualche secondo.
" Ad un certo punto tu uscisti dalla cucina e venisti verso di me, e vedendomi sveglia mi presi in braccio dondolandomi,
fu quella notte che scoprì di poter utilizzare il mio potere in un altro modo. Cominciai a guardarti negli occhi con insistenza,
notai che il tuo sguardo si fece come vuoto in attesa di un.. comando, così lo feci.
Non so come spiegarti eri come ipnotizzato, e seguivi alla lettera i miei pensieri, mi feci rimettere nella carrozzina, ti dissi di prendere la copertina
che la mamma aveva fatto per me durante la sua riabilitazione con ricamato il mio nome, e mi feci portare lontano, non sapevo neanche io dove, miravo ad una chiesa
o qualcosa di simile e ti feci correre velocemente, come se non avessi niente da portare con te. Poi in un paesino vidi questo istituto, senz'altro una struttura più adatta,
e mi feci lasciare qui, davanti al cancello. Come ultima cosa  guardandoti per l'ultima volta negli occhi, ti dissi che vi volevo bene e di tornare a casa,
dove appena arrivato non ti saresti ricordato di nulla, gli altri ti avrebbero scosso e risvegliato dall'ipnosi, bastava una parola, senza la mia vicinanza il mio effetto
svaniva dopo poco.
Appena tu ti allontanasti, io mi addormentai,e da li in poi non ho più ricordato nulla, fino ad ora almeno.."
Rimanemmo in silenzio per qualche attimo, poi Carlisle si alzò dal letto mi guardò, sorrise e mi disse sereno:
" Be Naya, ora siamo insieme, ci siamo ritrovati, e ne avremo di tempo per parlare..mi vuoi mostrare ora come i tuoi poteri si sono evoluti riempendo le valige?"
Ero sorpresa, e strafelice nello stesso tempo! Mi voltai immediatamente verso l'armadio e mi concentrai emozionata per ciò che stavo per fare.
Con il minimo sforzo spalancai le antine e i cassetti, aprì le valge e vi infilai tutto velocemente ma con precisione, non avevo molto e finì in fretta.
Ero fiera di me stessa dopo tanto tempo ancora riuscivo ad utilizzare al meglio le mie capacità, dopo tanti anni mi sentivo finalmente me stessa, Nayade.
Sapevo che da quel momento in poi sarebbe cominciata una nuova vita, ma non immaginavo che il peggio doveva ancora arrivare.

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Capitolo 9
*** In viaggio verso casa. ***


9: IN VIAGGIO VERSO CASA.


Appena finite le valige mi precipitai fuori dalla porta con impazienza, Carlisle era dietro di me con in mano la mia unica borsa di grandezza media,
e io avevo sulle spalle uno zainetto con all'interno i pochi oggetti personali che mi appartenevano, tra cui un diario, be a dire il vero era un quadernone ad anelli,
il quale conteneva tutti i miei sfoghi e le mie sensazioni provate nel corso degli anni, e a cui aggiungevo un foglio ogni volta che mi sentivo sola, e naturalmente la mia copertina, che mai e poi mai avrei lasciato.
Di vestiti invece non avevo praticamente nulla, se non qualche ricambio. Nell'istituto si usava la divisa, e io al contrario di altri bambini non avevo mai avuto
alcun benefattore che potesse comprarmene, ma ricordando le manie di sorellona Alice, se non le aveva cambiate, cosa che dubitavo,
ne avrei avuti da buttare di li a poco!
Scesi le scale frettolosamente e saltellando, fin quando arrivata all'ultima rampa di scale intravidi la signorina Ada, preside dell'istituto, che ci attendeva nell'atrio
di fronte all'ingresso; allora mi bloccai di colpo, appoggiai le dita sullo scorrimano e continuai la mia discesa più lenta ed elegante.
Alle mie spalle Carlisle si lasciò sfuggire una risata.
Arrivata all'ultimo scalino mi fermai e attesi che lo zio mi raggiungesse, a pochi passi di distanza ci attendeva la preside, che si presentava con un sorriso
a mille denti per la contentezza, e alle sue spalle Suor Celya e Suor Viola non erano da meno.
Feci finta di niente e sorridendo scossi la testa, e una volta di fronte a loro mi presentai con un sorriso dieci volte quello che avevano stampato in viso,
dopo tutto la mia felicità di lasciare quel posto era di certo superiore alla loro!
" Ma bene! Allora sei già pronta a lasciarci cara?" mi chiese la signorina Ada guardandomi, con finto dispiacere.
La sua ipocrisia era palese, ma lasciai stare e le risposi al meglio che potevo: " Si signorina, prima parto prima arrivo!"
Non sapeva bene che rispondere:" G-già, ma certo, hai proprio ragione!" Poi cambiò obiettivo:" Dottor Carlisle è stato un piacere conoscerla,
la aspettiamo per le visite di routine!" disse quasi con la speranza che i bambini si ammalassero presto.
" Il piacere è stato mio, grazie per tutto ciò che avete fatto, a rivederci" rispose Carlisle in maniera estremamente cortese e porgendo la mano a tutte
e tre le persone davanti a lui. Io lo guardai affascinata, e non fui l'unica.
Ci girammo per uscire, la signorina Ada ci tenne aperta la porta, e insieme alle altre ci accompagnò fino alla soglia poi esclamò:
"Ciao Naya, ci mancherai torna a trovarci!"
Mi bloccai di colpo ed emisi un ringhio soffocato, ma come facevano ad essere così ipocrite?!
Carlisle mi mise una mano sulla spalla e scuotendo la testa mi fece capire di lasciar perdere, che non era il caso, così presi un respiro profondo e continuai a
camminare. Solo una volta sorpassato il grande cancello rientrarono chiudendosi la porta alle spalle,  e fu allora che io lanciai un urlo di gioia:
" EV-VI-VAAAAAAAAAAAAAAAA!" Probabilmente si affacciarono alle finestre ma poco mi importava, ero libera, finalmente libera di vivere,
e cosa più importante avevo delle persone con cui condividere la mia felicità!
Lo zio mi guardava stupefatto e scoppiò in una fragorosa risata:" forza Naya, sali in macchina!" e mi indicò un auto parcheggiata proprio davanti a noi,
una bellissima mercedes dai finestrini oscurati. " Wow, è tua questa?" e mi girai con gli occhi increduli verso di lui.
Lui sorrise di nuovo:" certo cara".
Aprì il baule e mise al suo interno la mia borsa, poi mi indicò lo zaino che tenevo in spalla, ma volli tenerlo con me, con un cenno del capo annuì
e venendo verso di me, da vero gentiluomo, spalancò la portiera posteriore e mi invitò a prendere posto, e un secondo dopo, neanche il tempo di chiudere
la mia portiera era già seduto al posto di guida, pronto a partire.
Solo allora mi resi conto che non eravamo soli, nel sedile davanti sbucava una ciocca di capelli color bronzo.
Edward si girò verso di me, e facendomi il suo favoloso sorriso sghembo mi disse:" Ben tornata"
Io arrossì ma ero troppo felice ed esclamai sorridendo:" GRAZIE!"
Mi sentivo benissimo, mi poggiai di buon grado allo schienale e mi misi a guardare a fuori, poi mi venne d'improvviso in mente una cosa.
" Quindi tu ora non puoi più sentirmi, giusto?" mi ero appoggiata ad entrambi i sedili anteriori con la testa rivolta verso Edward, e lo guardavo curiosa.
Lo presi però alla sprovvista e sussultò quando cominciai a parlare, non potei fare a meno di ridere, anche Carlisle rise con me.
" Edward ti fai prendere alla sprovvista ora? non è da te!" esclamò lo zio con un sorriso.
Lui ero più sorpreso di noi:" non ti ho proprio sentita.."
"Sono più veloce di te allora!" esclamai io in tono provocatorio.
" Assolutamente no bimba ero solo preso dai MIEI pensieri..mi spiace per te!"
" Che cosa? bimba a chi?! non ti permettere sai!"esclamai furiosa, " e poi da quando sai pensare?" proseguì con un ghigno sul viso.
" Da molti più anni di te, BIMBA!" rispose senza il minimo turbamento lui.
" Piantala subito, capito?! bimbo sarai tu!" reagì io estremamente turbata!
Poi intervenne Carlisle:" Dai basta così, rispondile Edward." disse provando ad essere serio ma ancora con un sorriso sulle labbra.
Io avevo ancora il broncio, ma volevo la mia risposta, e Edward mi accontentò:
" No, non riesco più a leggerti Naya, esattamente come quando eri piccola, quando usi i tuoi poteri ne io ne Alice riusciamo ad usare i nostri
su di te, solo tuo padre è stato in grado di farlo a quanto pare."
"Quindi Alice da quando non ho più usato le mie capacità è stata in grado di vedermi?" chiesi io curiosa.
" Be più o meno si." rispose Edward " se pur in maniera confusa, ti vedeva sempre sola, nella medesima stanza,
non riusciva a cogliere delle indicazioni che potessero suggerire dove ti trovassi, e comunque erano visioni sempre poco chiare,
in fin dei conti non hai mai perso i tuoi poteri, hai solo smesso di usarli per molto tempo.
Anche io sono riuscito a sentire i tuoi pensieri solo mentre eri vicina, non prima."
"Capisco..ricordavo qualcosa del genere.. Meno male che non mi leggi nel pensiero.." dissi sollevata.
"Già, con tutte le fesserie che pensi sono contento anche io!" rispose lui facendomi la linguaccia.
" Brutto antipatico che non sei altro!" mi irritai io.
Lui e Carlisle scoppiarono a ridere io tenni il muso per un attimo, ma poi mi uni a loro.
Mi ripoggiai sullo schienale e chiusi gli occhi, vidi  me da piccina e la mia mamma che mi parlava:
" Nayade, il tuo nome unisce il mio e quello del tuo papà, così qualsiasi cosa succeda, saremmo sempre insieme piccola mia.."
Ormai eravamo quasi arrivati.

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Capitolo 10
*** Confusa... ma Felice! ***


10: CONFUSA... MA FELICE!


Mi sentivo serena, come mai prima d'ora.
Qualcosa mi costrinse ad aprire gli occhi, un raggio di luce credo, forse filtrava dal finestrino.
Mi stiracchiai le braccia con un lamento. Che strano non ricordavo così soffici i sedili della mercedes, e soprattutto...
i finestrini erano oscurati!
Aprì bene gli occhi ancora socchiusi ed addormentati, e realizzai di non essere più in macchina, mi trovavo in un letto, un grande letto.
Disorientata mi misi seduta e mi guardai attorno, ero in una stanza splendida, molto illuminata e spaziosa.
Io mi trovavo in un meraviglioso letto a baldacchino circondato da dei veli bianchi, credo di seta, che scendevano dall'alto, con un braccio ne spostai uno delicatamente
per poter vedere meglio.
Al lato della stanza c'era una bellissima tenda color rosa trasparente, che copriva un immensa vetrata leggermente aperta estesa per tutta la parete,
e lasciava filtrare all'interno una luce rosata, inoltre si poteva scorgere uno splendido panorama che dava su un bosco e in lontananza era udibile lo scorrere di un fiume.
Di fronte al letto era stato messo invece un grosso e quadrato tappeto color rosa pallido sommerso ai lati da cuscini di tutte le dimensioni, forme e colori;
e in fondo appoggiata alla parete un' incantevole scrivania bianca, con sopra un computer e affiancata una libreria colma di libri.
Le pareti erano anch'esse bianche con una tapezzeria a fiori che ne ricopriva una metà, e che sembrava emanarne realmente il profumo, invadendo la stanza.
Mi alzai lentamente ancora incantata, non avevo mai visto una stanza così bella; quella all'istituto era tutta scura e buia, con il mobilio indispensabile,
un letto una scrivania e un armadio, tutti di un marrone scuro e invecchiato, ed una piccola finestra che dava sul cortile,
con una tendina rigorosamente di un bianco oramai ingiallito. Per non parlare di dove stavo quando ero più piccola, mi tenevano in una stanza simile a quella
di un manicomio, mancavano solo le pareti imbottite!
Feci il giro della stanza sfiorai le tenda e la scostai un poco per osservare meglio il panorama, una luce abbagliante penetrò, mi dovetti coprire gli occhi per un istante
poi si abituarono alla nuova luminosità che aveva già invaso la stanza.
Ciò che vedevo era ancora meglio da vicino, inoltre mi resi conto di essere abbastanza in alto.
Rimisi a posto la tenda e continuai il giro, mi soffermai ancora sul letto dove ai piedi, notai ora, era poggiata la mia adorata copertina, la presi tra le mani e me la
portai al viso, strofinandola dolcemente. Andai verso il tappeto sfiorai i cuscini, poi mi diressi alla scrivania e mi soffermai sulla libreria,
non vedevo l'ora di iniziare a leggere!
C'era poi una porticina un pò più stretta, di un rosino leggero, la aprì e mi si presentò un carinissimo bagno, piccolo, ma davvero carino,
mi ricordava il bagno di una casa per le bambole, anzi tutta la stanza me la ricordava a dire il vero.
Mi girai, e fu allora che vidi la cosa più bella che potessi desiderare, appesa alla parete sopra al letto c'era una fotografia.
Corsi vicino per osservarla meglio, spostai il velo e la vidi, gli occhi mi si riempirono di lacrime.
Era una foto raffigurante me da piccola tra le braccia della mamma seduta nel letto, e con al nostro fianco papà.
Entrambi mi osservavano con sguardi dolcissimi mentre io dormivo circondata dal loro affetto.
Salì sul letto e mi misi in ginocchio per arrivare a toccarla, accarezzai i volti dei miei genitori, bellissimi, proprio come mi era stato detto.
Ritornai in piedi mi asciugai le lacrime e questa volta andai verso la porta, anch'essa di un bianco splendente, girai lentamente la maniglia ed uscì.
Di fronte alla mia stanza c'era un corridoio, molto luminoso, ed in fondo ad esso un altra porta di un colore più scuro rispetto alla mia.
Al mio fianco si estendeva invece una massiccia scalinata, che a occhio e croce portava giù di almeno 2 piani.
Stavo per prenderla e scendere di sotto, quando sentì un leggero cigolìo provenire poco lontano da me, allora mi rigirai e lo vidi. Edward.
Rimase per un istante ad osservarmi, poi mi sorrise e mi parlò:
" Ma buongiorno bella addormentata.. dormito bene?" mi domandò come se la risposta fosse però evidente.
Ora che ci pensavo effettivamente non dovevo avere un bell'aspetto, mi ero alzata dal letto senza neanche darmi una pettinata, inoltre mi sentivo ancora stranita
da tutto ciò che avevo attorno, dovevo risultare un tantino imbambolata!
Appena me ne resi conto mi voltai dall'altra parte facendo finta di osservare le pareti, così che non potesse vedermi in viso, e gli risposi:
" Ehm, si, si ti ringrazio" dissi con non curanza, sperando che rientrasse in camera e mi lasciasse stare, almeno per il tempo di visionarmi ad uno specchio!
Continuavo ad osservare i quadri, cercando di specchiarmi un minimo nei vetri, e quando per qualche secondo non sentì più alcuna risposta,
dedussi che se ne fosse andato, allora mi girai lentamente..
" BU!"  disse lui in un sussurro, con il viso ora a pochi centimetri dal mio.
Io sussultai e con uno scatto finì contro la parete, con il cuore che mi batteva mille, ma non credo fosse per lo spavento...
Scoppiò a ridere per la mia reazione, e io ne rimasi ancora una volta abbagliata.. era davvero stupendo.
Aveva indosso un jeans scuro e una magliettina a maniche corte bianca, molto aderente, che lasciava trasparire il suo perfetto corpo..
la sua risata poi era la cosa più armoniosa che avessi mai sentito; mi sentivo rossa, anzi rossissima in viso, ed estremamente in imbarazzo!
" Hei, ma ti senti bene, mi sembri un pò.. accaldata.." disse lui ancora col sorriso sulle labbra.
"M-ma certo, certo che si, stò benissimo! Mi sono solo spaventata, speravo te ne fossi andato!" scattai io senza nemmeno pensarci.
" Speravi?" ripete lui.
" No, ecco, volevo dire..pen-pensavo! Già, pensavo che te ne fossi già andato.." ripresi io cercando di essere convincente.
Rimase fermo per qualche secondo pensieroso, allora ne approfittai e feci per andarmene, ma lui con un movimento rapidissimo mi fermò tirandomi
delicatamente per un braccio, riportandomi con la schiena contro il muro.
Le sue mani erano ora appoggiate alla parete, e le sue braccia all'altezza del mio collo, mi teneva come rinchiusa,
anche se non mi stava minimamente sfiorando mi sentivo come in trappola. Riuscivo nuovamente a sentire il suo fiato, freddo e dolce.
Non riuscivo a reagire, o forse non volevo farlo, era così vicino, non capivo che volesse fare.
Il mio cuore batteva sempre più forte, ancora pochi istanti e sarebbe uscito dal petto, me lo sentivo!
Edward era invece tranquillo, come impassibile, non lasciava trasparire nessuna emozione, nulla.
Ad un certo punto vidi che stava avvicinando il suo viso al mio, ancora di più, sempre più vicino. Voleva davvero BACIARMI?! Impossibile!
Io chiusi gli occhi con forza e serrai le labbra. Ora era ad un millimetro di distanza, lo sentivo!
Poi ancora con gli occhi chiusi udì una risatina trattenuta:" Sei troppo buffa!" mi sussurrò in un orecchio.
Allora io riaprì gli occhi, lo guardai confusa. Ma che diamine stava dicendo?
Lui si allontanò, mi lanciò un'altro sguardo e scoppiò nuovamente a ridere, in una risata rumorosa.
Si piegò in due tanto rideva: " sei troppo divertente!"
Io ero arrabbiatissima! Come aveva osato prendersi gioco di me in quel modo?!
" Tu, tu sei solo uno stupido bamboccio!" gli urlai facendogli la linguaccia, proprio come una bambina dell'asilo.
Il fatto è che non sapevo cosa dirgli ne come reagire. Poi improvvisamente cominciai a piangere, senza neanche rendermene conto.. Piangevo.
Edward allora smise immediatamente di ridere, mi guardava confuso, evidentemente non capiva il perchè di quella mia reazione esagerata,
e come avrebbe potuto.. non poteva.
Mi si avvicino, mi alzò delicatamente la testa per riuscire a guardarmi in viso, poi mi disse:" perdonami.. non volevo farti piangere."
Mi porse una mano e mi incitò a prendergliela con uno sguardo estremamente dolce, forse perchè vedeva le mie strette in un pugno..
Rimasi di stucco. Smisi di piangere e lo guardai ancora con gli occhi lucidi.
Non capivo. Nessuna domanda, nessuna presa in giro? Era davvero così dispiaciuto? Lo guardavo perplessa.
" Forza andiamo di sotto, ci sono altre persone che ti vogliono salutare, sai?" esclamò allora lui, cambiando argomento.
Che aspettavo? La sua mano era li, aspettava solo che gliela stringessi, e così feci.
Era fredda e dura come la pietra, ma provai comunque un brivido. E ne sono certa, non era di freddo. Possibile che mi stessi... innamorando di lui?
Ma no! Che mi saltava in testa, era senz'altro la sua bellezza a confondermi!
Sorrise e cominciammo a prendere le scale, era tutto così familiare..  i colori, i profumi. E la mano di Edward era così rassicurante, a guardare la mia nella sua
arrossì e abbassando la testa sorrisi tra me e me.
Arrivati al lungo corridoio del primo piano mi bloccai, ed Edward assieme a me.
" Questa.. la riconosco.." dissi incantata, vedendo una grossa croce di legno antichissima.
" Lo immaginavo, da piccola di soffermavi sempre a guardarla meravigliata, proprio come ora..
Per farti addormentare tuo padre qualche volta ti portava adirittura qua davanti, sai?" e rise al ricordo.
Lo guardai: " si, hai ragione..povero papà..!" risposi ricambiando il sorriso.
" Procediamo?" mi domando.
"Ma certo!" esclamai io.
Ancora mano nella mano scendemmo l'ultima rampa di scale e arrivammo al primo piano. Qui in piedi a pochi passi da noi c'era Esme che mi aspettava, impaziente.
Era li nella sua esilità sempre bella come una bambolina di porcellana. Lasciai la mano di Edward e le corsi incontro, la abbracciai forte, lei fece
lo stesso, e piena di felicità mi disse:" Bentornata cara!".

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Capitolo 11
*** Forza e Coraggio Nayade! ( parte 1 ) ***


11: FORZA  e  CORAGGIO NAYADE! ( parte 1 )



Non volevo lasciarla, era così bello rivederla!
Edward e Carlisle sorridevano alle nostre spalle, e io mi accorsi di aver nuovamente cominciato a piangere!
Lasciai Esme per non rischiare di bagnarle la maglietta, era così perfetta che mi sarei sentita in colpa.
Indietreggiai e asciugandomi le lacrime con la voce ancora pervasa da qualche singhiozzo le dissi:" come sei bella.."
Lei mi guardò dolcemente e accarezzandomi il viso mi rispose:" Tu sei bellissima, mia cara Naya, e non puoi immaginare quanto mi renda felice
riaverti qiu con noi.."
Alzai la testa e guardandola la ringraziai, ma le lacrime non volevano saperne di smettere di scendere, allora lei mi accarezzò i capelli delicatamente,
e mi sussurrò:" shhh, non piangere più.."
Carlisle ci raggiunse, cinse Esme con un braccio, e mi guardò con uno sguardo sollevato e sereno.
Mi sentivo un pò imbarazzata, non avevo mai pianto così tanto, e mi scusai:
" M-mi dispiace che mi rivediate dopo tanto tempo in queste condizioni, il fatto è che sono felicissima, davvero.."
" Non ti devi preoccupare, la nostra felicità è pari alla tua, e se potessi piangerei assieme a te ora.." mi disse Esme con estrema sincerità.
Ora mi sentivo meglio, mi invitarono ad accomodarmi sul divano per parlare un pò.
Esme si sedette al mio fianco tenendomi la mano e Carlisle si accomodò su una poltrona di fronte a noi, mentre Edward si dileguò non so dove.
Mi guardavo intorno, cercavo tutti gli altri ma non vidi nessuno. Lo zio anticipò la mia domanda:
" Mi spiace che tu non possa rivedere subito gli altri.. Rose e Emmett sono partiti circa un mese fa per una delle loro ' luna di miele', e Alice e Jasper sono
a caccia da ieri, ma torneranno a giorni, hanno cercato di resistere ma erano al limite. Comunque sono tutti impazienti di rivederti."
" Si è vero Naya, e sono certa che Rosalie e Emmett sono già sulla strada del ritorno non ti devi preoccupare!" proseguì la zia vedendo la delusione sul mio viso.
Io li guardai e con un grande sorriso esclamai:" Non vi preoccupate! poco importa ormai, tanto da oggi in poi io... vivrò qui... con tutti voi.."
Erano sorpresi ma in positivo.
" Tra l'altro Naya vogliamo ringraziarti per come hai reso.. diverso Edward, insomma, è veramente raro sentirlo ridere in quel modo, e Carlisle mi ha detto
che anche stamattina era di buon umore e divertito!" mi disse Esme.
Rimasi sorpresa.
" In verità io non faccio nulla di speciale, lui..mi trova BUFFA, a quanto pare, qiundi dovete ringraziare il mio aspetto credo.." risposi  io incrociando le braccia
e in tono un pò irritato ricordando tutte le sue prese in giro.
Esme e Carlisle risero di quella mia affermazione.
" Lui ti vuole molto bene sai?" mi disse la zia, io la guardai incerta, e lei continuò:" non è mai stao bravo con i bambini, con te non sapeva da dove incominciare,
ti prendeva in braccio raramente, ma non perchè non ti adorasse come noi tutti, semplicemente si sentiva un pò..incapace, e per lui non è comune
non sentirsi all'altezza di fare qualcosa!" concluse sorridendo.
" Già.. hai sempre avuto un rapporto differente con lui da quello di tutti gli altri, non penso ci sia mai stato un legame di parentela fra voi.. come invece si era creato
con tutti noi.." continuò lo zio guardandomi.
In effetti ora che ci pensavo non mi era mai venuto in mente di chiamare Edward ' fratellone', con gli altri invece mi veniva spontaneo considerarli tali.
"Io non so che dire.. In verità pensavo si divertisse a prendermi in giro e basta.." dissi.
Esme scosse lentamente la testa:" non è così, lui ti è molto affezionato."
Mi sorrise, io ricambiai e abbassai il capo pensierosa. Forse dovrei chiedergli scusa per prima, a modo suo ha cercato di farmi sentire a mio agio dopo tutto,
inoltre io gli devo una spiegazione per la reazione di poco fa, anche se mi imbarazza parlarne con lui... deglutì al pensiero, è una cosa personale,
sono sicura che si farà un' altra risata! uff.. sospirai tra me.
" Stai bene tesoro?" mi chiese la zia preoccupata.
"Ah, si si tranquilla! Anzi che maleducata!" mi alzai in piedi d'improvviso e continuai a parlare:" Vi ringrazio tanto per la stanza dove mi sono svegliata poco fa,
è fantastica, e soprattutto grazie mille per la fotografia, io...non ho parole, mi ha reso davvero felice!"
"Ma figurati Naya, quella foto è tua di diritto" mi disse lo zio.
" Ti è stata fatta qualche giorno dopo la tua nascita, i tuoi genitori ci tenvano molto, e avrebbero voluto che l'avessi tu.
Anzi a proposito, nel cassetto della scrivania ne puoi trovare una più piccola, così potrai sempre portarla con te" concluse la zia.
"Grazie, davvero." risposi quasi in un sussurro, ma ero certa che non avevano fatto fatica a sentirmi.
Restammo per qualche secondo in silenzio, a nessuno era sfuggito il vero senso di quelle parole ' avrebbero voluto'...
" Bene, forse avrai fame, non so..posso provare a farti qualcosa se ti va...magari un pò di latte caldo o del caffè, cosa mangi di solito per colazione?, ho comprato un pò di tutto per te , quindi chiedi pure!" mi chiese Esme all'improvviso deviando la conversazione.
Avevo un pò di fame effettivamente, ma preferì rimandare, avevo una cosa più imminente da fare:" ehm, si d'accordo,
ma magari più tardi ora devo fare una cosa..se non vi dispiace.." risposi stando un pò sulle mie.
Loro mi guardarono con sguardi interrogativi ma non fecero domande.
" Certamente, non c'è problema Naya, quando vuoi." esclamò cortese Carlisle.
Li ringraziai e salì le scale. Era arrivato il momento, dovevo parlare con lui. Non mi era sembrato di vedere nessuno uscire, così dedussi che fosse in camera sua.
Prima però feci tappa nella mia per darmi una ripulita, mi chiusi la porta alle spalle il più piano possibile, non volevo farmi sentire, anche se sapevo
l'assurdità di tutto ciò. Appena entrata fui invasa da un dolce profumo leggero, profumo presente in tutta la casa, ma che non stancava mai.
Mi diressi verso il mio grazioso bagnetto e decisi di farmi una doccia veloce e di cambiarmi. Optai per un pantalone della tuta verde militare e una magliettina nera,
semplice e comoda. Appena finito mi pettinai i capelli ancora bagnati e li legai in una treccia lateralmente, non avevo voglia di asciugarli.
Mi diedi un ultima occhiata allo specchio ed uscì dal bagno.
Mi fermai davanti alla scrivania e ne aprì il cassetto. La foto era appoggiata sopra il mio quadernone ad anelli, la presi in mano e delicatamente
diedi un bacio a mamma e papà, poi la rimisi al suo posto e chiusi lentamente.
Adesso forza e coraggio, da Edward!
Aprì la porta con decisione e mi diressi verso la sua, mi preparai a bussare ma tutta la mia deetrminazione svanì prima che potessi farlo.
Rimasi con il pugno pronto a mezz'aria, immobilizzata, mi sembrava perfino di sudare. Inghiottì la saliva '  forza Nayade, ce la puoi fare' mi dissi,
allora chiusi gli occhi stretti stretti, voltai la testa verso la vetrata estesa nel corridoio e bussai.
" Aio" senti dire.
Riaprì gli occhi sconcertata e notai che la mia mano non aveva proprio colpito la porta ma più... una faccia.
Mi sa che non ero partita proprio col piede giusto.

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Capitolo 12
*** Forza e Coraggio Nayade! ( parte 2 ) ***


12: FORZA e CORAGGIO NAYADE! ( parte 2 )


Edward mi guardava irritato:" Avevi intenzione di bussare o volevi accamparti qui fuori per la notte?"
" Emh, no ecco veramente io.." ma che diamine di domanda era?! Che odioso!
"Forza entra pure, se è questo che volevi chiedermi.." continuò lui.
" Si, grazie." dissi. Perchè la mia detrminazione era sparita? quella codarda era scappata!
Ma cosa pensavo, stavo impazzendo!
Entrai:" per-permesso".
Anche nella sua stanza al posto della parete c'era un' immensa vetrata, e quella opposta era completamente occupata da scaffali, tantissimi scaffali
di cd. In un angolo era sistemato un impianto stereo estremamente sofisticato, non avevo mai visto un impianto del genere, la mia massima conoscenza
corrispondeva ad un vecchio registratore con cassetta. Non c'erano letti, ma solo un divano di pelle nero che dava l'impressione di essere estremamente
comodo, e sul pavimento era steso un tappeto dorato.
In sottofondo, notai dopo, si sentiva della musica, jazz credo, ma non ne ero sicura.
"Allora sei venuta per un motivo particolare o eri solo curiosa di vedere la mia stanza?"mi chiese Edward.
"No, non mi interessa la tua stanza..cioè è molto bella, ci mancherebbe, ma sono qui perchè vorrei parlarti di una cosa.." risposi io estremamente agitata,
non so perchè ma dopo aver parlato con gli zii mi sentivo molto in imbarazzo in sua presenza.
" Va bene, ti ascolto, dimmi pure." e si sedette comodamente sul divano incitandomi a prendere posto accanto a lui,
e facendomi il suo fantastico sorriso sghembo.
" Peò ti avviso, non provare ad addormentarti, già ho dovuto portarti ieri sera in braccio fino in camera, ti avviso che oggi ti lascerei qui...
anche se dopo più di quindici ore di sonno suppongo che tu non sia così tanto stanca.." continuò lui in tono provocatorio.
I-IN BRACCIO? QUINDICI ORE DI SONNO? Ma come cavolo avevo fatto a non accorgermi di nulla... neanche avevo notato che era passato un giorno!
Possibile che fossi così distratta?!
" Che hai? vuoi forse farmi credere che non te ne eri accorta?"  mi domandò e rise, poi continuò:
" Beh non è così strano dopotutto, in un solo giorno hai avuto così tanti sconvolgimenti che credo sia normale."
Mi aspettavo continuasse a ridere, ma in effetti il suo ragionamento non faceva una piega, ero giustificata.
" Mi spiace per il disturbo, devo essere pesante.." dissi allora imbarazzata.
Mi guardò stranito:" stai scherzando? sei leggerissima per me!"
" A beh, allora..Comunque.." cominciai io:" sono venuta per scusarmi anche di un'altra cosa, ecco.."
"Ah si? e per cosa? mi interruppe Edward.
"Per la mia reazione di prima.. so che è stato stupido piangere, ma per me, vedi..." fui nuovamente interrotta.
" Guarda che non mi devi nessuna scusa, non sei obbligata a parlarmi di cose che non mi riguardano, quindi stai tranquilla." e detto ciò si alzò dal divano
e si diresse verso i suoi immensi scaffali.
Rimasi zitta per un istante, certo se potevo risparmiarmi un ulteriore umiliazione sarebbe stato meglio, ma ritenevo giusto dirgli la verità, quindi lo feci,
e lo feci tutto d'un fiato!
" VEDI IL FATTO E' CHE IO NON HO MAI BACIATO NESSUNO IN TUTTA LA MIA VITA! E mi sono sentita estremamente incapace e in difficoltà!!" Ecco, l'avevo detto!
Lui, che fino a quel momento era rimasto rivolto verso i suoi cd, si bloccò d'improvviso, ma non si voltò.. allora continuai:
" All'istituto nessun bambino mi rivolgeva mai la parola, si tenevano tutti ben alla larga, io ero ' la diversa', e per molti..un mostro..."
ancora nessun segno di ' vita ' da parte sua.
" Col passare degli anni le cose non sono migliorate, certo alcuni mi parlavano, ma per un saluto o per chiedermi degli appunti,
io non ho mai avuto neanche degli amici, figuriamoci qualcosa di più.." chinai la testa verso il pavimento.
Ero in attesa di una fragorosa risata, avevo occhi e labbra serrate, mi sentivo terribilmente in imbarazzo!
Invece non arrivò nulla, riaprì quindi lentamente ed incerta gli occhi e vidi che era ancora nella stessa posizione, ma ora stringeva i pugni.
Avrei tanto voluto vedere la sua espressione, forse si stava trattenendo per non offendermi di nuovo?
Ormai eravamo in silenzio da qualche minuto, era imbarazzante la situazione, magari sperava me ne andassi.
" Beh, allora io torno in camera mia.. scusami per il disturbo.. ci vediamo più tardi.." dissi dirigendomi verso la porta,
 Vorrei sotterrarmi, accidenti a me! pensai.
Stavo per toccare la maniglia, ma mi parlò: "Scusami Naya.. mi spiace averti messo in condizione di dovermi dire una cosa così personale, non avrei dovuto."
Non sapevo cosa rispondere:" M-ma no, figurati, mi hai detto che potevo non farlo è stata una mia scelta, no? O-ora vado, grazie per la chiacchierata.."
Sentì uno spostamento d'aria e quando mi rigirai verso la porta lui era li, di fronte a me, che mi fissava serio e deciso:
" Posso essere io il PRIMO?" mi domandò con lo sguardo più intenso mai visto in vita mia.
Poi realizzai, voleva essere..il primo? Il primo? COSA? IL PRIMO?!
Sicuramente scherzava, mi stava nuovamente prendendo in giro. Ero impietrita davanti a lui.
" Ma-ma dai.. che dici Edward? il gioco è bello quando dura poco sai? hehe, n-non te l'hanno mai detto..? dissi con voce tremante e deviando lo sguardo dal suo.
Lui mi rigirò delicatamente la testa riportando il mio sguardo nel suo e mi disse:" Naya non stò scherzando."
Così senza quasi rendermene conto le sue labbra si posarono dolcemente sulle mie, e le sue mani mi strinsero delicatamente il viso, leggere come una carezza.
Sulle prime spalancai gli occhi per la sorpresa, ma poi non riuscì a resistere, piano piano le palpebre cedettero e si chiusero, e le mie labbra, ormai come
di vita propria risposero al bacio. Il mio PRIMO BACIO.







Ciao a tutti spero che questo capitolo vi piaccia! Vi ringrazio tanto per essere così in tanti a leggere la mia ff, mi fa davvero piacere! GRAZIE!
Un ringraziamento poi a bella95, sono contenta che ti sia piaciuto spero sarà anche questo all'altezza! Comunque ora capito perchè si è messa a piangere la nostra Naya? hihi kiss

Grazie mille Pacci! Ti tormenterò anche io per leggere al più presto il tuo ultimo capitolo!! muaaaaa! ti voglio bene! bacio!

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Capitolo 13
*** Zia Esme... Spiegami! ***


13: ZIA ESME... SPIEGAMI!


Come mi sentivo bene, era come se fossi sollevata in aria, come se non toccassi più a terra con i piedi.
Inoltre sentivo che da un momento all'altro mi sarei sciolta, ero così debole. Ti faceva sempre quell'effetto baciare qualcuno?
No, Edward non era un ' normale' qualcuno.
Le sue labbra cominciarono ad allontanarsi dalle mie e le sue mani a lsciare quella delicata presa.
Io rimasi ancora per qualche istante nella medesima posizione, incredula, con gli occhi chiusi, poi lentamente li riaprì e lo guardai ancora come in estasi.
Lui mi stava osservando preoccupato in attesa evidentemente di una mia reazione, io mi resi conto di avere le mani chiuse a pugno appoggiate al suo petto,
e con grande imbarazzo le spostai velocemente. Tornai d'improvviso alla realtà. Ma che avevo fatto?
Alzai di scatto la testa, lo fissai di nuovo e questa volta ad alta voce dissi, mettendomi le mani davanti alla bocca: "MA CHE HO FATTO?!"
Mi girai subito verso la porta, ancora chiusa, la aprì di fretta e mi precipitai fuori, senza dare il tempo a Edward di rispondere o di parlare.
Corsi verso la mia camera, ma sembrava che le gambe non rispondessero ai miei comandi, le sentivo pesanti, e quando finalmente arrivai
mi sembrò di aver percorso chilometri. Appena entrata sbattei la porta alle mie spalle, mi ci appoggiai con la schiena e allora lasciai cedere le mie gambe che
continuavano a tremare, scivolando fino a che non toccai terra.
Mi girava la testa, mi sentivo terribilmente arrossata. Era successo davvero? Edward Cullen mi aveva baciata?
Non riuscivo a crederci. Perchè..perchè lo aveva fatto?
Lentamente ancora in  stato confusionale mi alzai e mi sdraiai sul letto, al meglio che potevo, continuai a chiedermi il perchè, e alla fine trovai un unica
risposta. Probabilmente gli avevo fatto pena, per questo mi aveva dato un bacio. Si è impietosito davanti alla mia storia, alla mia mancanza di esperienze,
e lo ha fatto, così tanto per fare.
Anzi ancora peggio forse lui ha preso la mia confessione come una richiesta, ha pensato che volessi dare un bacio e che lo stessi chiedendo a lui.
Accidenti ma che avevo combinato, presi un cuscino e me lo sbattei in faccia. Poi me lo tolsi mi misi seduta al centro del letto e con uno sguardo deciso aprì
il cassetto della scrivania, feci uscire la piccola fotografia e la feci arrivare svolazzando tra le mie mani.
La guardai insistentemente, non so per quale motivo, forse cercavo una risposta, un consiglio qualcosa.
Rimasi li, seduta nel letto per almeno due ore a riflettere.
' Ma che stupida che sono, accidenti a me! Perchè devo agire sempre istintivamente? Avrei almeno potuto lasciarlo parlare, forse ora avrei la situazione più chiara!
Aaahhhh, uffaaaaa! Stupida stupida stupida!' mi ripetei picchiandomi la fronte con il palmo della mano.
" Ora basta! Vado da lui e gli chiedo scusa, non sono più una bambina, devo assumermi la responsabilità delle mie azioni!"
Mi tirai su di scatto pronta ad uscire.
"Non ci riescooooooooo! Sono proprio una codarda!" e mi ributtai sul letto con la testa tra i cuscini!
In quel momento bussarono alla porta.
Rimasi in silenzio, il panico si impadronì di me.
E se fosse lui? che gli dico? Il cuore mi batteva a mille.
Bussarono ancora, ma questa volta seguì una voce:" Naya, sono Esme. Posso entrare?"
Tirai un lungo sospiro di sollievo, ma nello stesso tempo mi sentì quasi delusa.
" C-certamente zia, entra pure."
La porta si aprì lentamente e dalla fessura sbucò la testa di Esme che domandò:" posso?"
Mi scappò un sorriso:" prego, è casa tua!"
Sorrise:" Scusa se sono venuta a disturbarti ma non ti vedevo da ore e  cominciavo ad essere in pensiero."
" Oh, hai ragione mi dispiace tanto, è solo che..mi sentivo ancora un pò.. stanca.." non volevo mentirle, ma non sapevo cosa dirle.
Esme capì subito che le nascondevo qualcosa ma non indagò.
" Perchè non scendi a bere o a mangiare qualcosa? hai bisogno di rimetterti in forze."
Scendere? Riecco il panico! D'altra parte non potevo starmene rinchiusa per sempre...
" Si hai ragione, ora che ci penso berrei volentieri un the caldo."  le risposi con un soriso.
Scendemmo insieme al piano terra. Io mi accomodai su uno sgabello in cucina, e mi misi pensierosa a giocherellare con una tazza.
" Sai che quando hai un problema per la testa te lo si legge in faccia? proprio come accadeva con tua madre.."
mi disse la zia mentre era girata verso i fornelli.
Alzai la testa, e  la tazza in fase di rotazione si bloccò e cadde lateralmente sul tavolo non appena distolsi lo sguardo, poi mi venne da ridere.
" A quanto pare ho preso molto dei suoi difetti da umana.."
" Non è questo Naya." riprese Esme: " Non si tratta di difetti, si tratta di sincerità."
Spalancai gli occhi. " Tu dici?"
" Certo"  rispose senza pensarci.
" Se fossi davvero così sincera zia non avrei finto per tutti questi anni di essere ciò che non ero. Credo la mia si possa definire più vigliaccheria, sai?"
Feci un sorrisino aspro dopo questa mia affermazione.
" Non è così Naya! Tu lo hai DOVUTO fare per necessità! Non devi punirti per questo, hai fatto la scelta più giusta!"
disse Esme d'improvviso girandosi verso di me.
Rimasi a testa china:
" Grazie zia" dissi con tono strozzato.
Fece un sospiro: " allora tesoro, vuoi dirmi che è accaduto?" mi si avvicinò e mi accarezzò i capelli.
" Io...veramente preferirei di no per ora..scusami" le risposi ritornando a far girare la tazza.
Non sapevo se potevo parlarne, non era una cosa che riguardava solo me, prima sarebbe stato giusto sentire il secondo diretto interessato.
Allora cambiai argomento così da impedire che potesse insistere e che io potessi mentirle in maniera irrimediabile.
"Senti zia, mi stavo chiedendo.. come avete fatto a trovarmi?, cioè Ed, ehm lo zio, mi ha detto che mi ha cercata per anni ma non mi ha spiegato come
è arrivato a me.." era una domanda che volevo fare già da un pò, e quello mi sembrava il momento giusto.
Non esitò a rispondermi e lo fece con uno sguardo pieno di gioia:
" E' stato grazie al vecchio dottore del tuo istituto Naya.."
" Il Dottor Jerry?" la interruppi io.
" Si esatto, proprio lui. Carlisle ha avuto la fortuna di incontrarlo ad un congresso poco distante da quella che allora era casa nostra, lo ha preso
subito in simpatia, lo ha considerato un ' giovane' pieno di talento, e ha cominciato a parlargli di quanta soddisfazione gli desse occuparsi di alcuni
bambini di questa casa famiglia, un secondo lavoro che svolgeva ormai da anni con immenso piacere. Ritenne Carlisle una persona di buon cuore  
e lo giudicò all'altezza di poterlo sostituire dato che di li a poco si sarebbe ritirato per il pensionamento, e poi gli parlò di te.
Raccontò di questa ragazzina secondo lui particolarmente in gamba e intelligente, ma non capita e quasi esiliata nella struttura, appena detto
il tuo nome Carlisle ebbe la conferma che si trattasse di te, Naya." Mi guardò dolcemente.
" Wow.. non avrei mai immaginato che fosse stato merito del Dottor Jerry! In effetti lui era l'unico, quando passava a farci visita, a trattarmi con riguardo e
soprattutto, non solo normalmente ma come una persona speciale, non diversa. Mi portava sempre del cioccolato e me lo dava di nascosto
senza farsi vedere dagli altri bambini, poi mi diceva ' tu sei la mia preferita Naya, vedrai che la felicità arriverà per te, ne sono certo!' E infatti così è
stato e grazie a lui!" conclusi ridendo.
Esme mi guardò con un pizzico di tristezza.
" Non è stata colpa vostra zia, io ho voluto esser portata li! Poi ho imparato che è proprio quando vivi delle situazioni negative che devi essere in grado
di trovare qualcosa di positivo, per cui valga la pena andare avanti! e io non vedevo l'ora di compiere i 18 anni di uscire di li, trovarmi un lavoro e farmi una vita!
Poi tutto è cambiato prima, al vostro arrivo,e sicuramente non potevo chiedere di meglio!" la guardai serena e felice.
Lei ricambio quello sguardo si rigirò verso la cucina e spense il fuoco sotto il pentolino.
Mi alzai e le andai incontro porgendole la tazza, e mentre gliela passavo mi venne in mente un' affermazione da lei detta poco prima,
e alla quale solo ora diedi importanza.
" Zia.. sbaglio o poco fa hai detto ' quella che allora era casa nostra?' mi stai dicendo che non è la stessa?"
Lei si girò di scatto come se la cosa dovesse essermi palese:" certo che no Naya, ci siamo trasferiti qui da qualche settimana, poco dopo aver saputo dove ti trovavi."
Continuava a guardarmi sconcertata. Io continuai:
" Z-zia..ma la casa..è identica!"



Ringrazio ancora tutti coloro che stanno leggendo, siete in tantissimi!
Mi fa piacere che ti faccia piacere (scusa il gioco di parole!) che si siano baciati bella95, mi è venuto così non era previsto a dire il vero! =)
Comunque grazie che recensisci sempre!
Pacci pacci lo so chi è il tuo amore, però è già un passo avanti con Edward no? hihihi grazie mille!
Volevo poi ringraziare anche cassandra 287 e ishizu, perdonatemi se lo faccio solo ora ma ero convinta di averlo già fatto.. sono un pò distratta!
Grazie mille sono contenta che vi piaccia la ff! Anche io spero che i volturi anneghino nella fabbrica di cioccolato ishizu! ahahaha
Baci baci!

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Capitolo 14
*** Confronto. ***


14: CONFRONTO.


La zia mi guardò stranita per qualche istante, poi scoppiò a ridere come non le avevo mai visto fare.
"Oh Naya! Non è proporio identica! Certo ci sono alcune cose in comune per nostro volere, come ad esempio i colori dei corridoi, ma molte altre cambiano!"
Continuò a sorridere.
"I-io ero convinta che fosse la stessa, cioè.. in verità non mi ero neanche posta la domanda.." le risposi imbarazzata.
"Beh Naya, devi tener conto che non avremmo potuto fermarci per altri 17 anni nello stesso posto, non vedendoci mai invecchiare gli abitanti
avrebbero capito che avevamo qualcosa che non andava."
"Già..ma certo che stupida... eppure.. Edward prima mi ha detto che mio padre mi portava spesso li davanti alla croce di zio Carlisle per farmi addormentare!"
"Beh cara, forse parlava solo del crocefisso, non del luogo in se, comunque il suo posto in ogni abitazione è sempre stato lungo il corridoio del primo piano."
Ero perplessa." Capisco..scusa se te lo chiedo.. ma cosa cambia esattamente?" la guardai interrogativa.
"Tanto per cominciare siamo in un altro paese.." mi rispose scherzosa.
Io la guardai sconcertata. " Grazie.. questo lo avevo immaginato.." dissi in tono palese.
Lei rise di nuovo. " Scusami, hai ragione! Poi vediamo... l'altra casa era a soli 2 piani, questa a tre, qui abbiamo fatto estendere un' immensa vetrata per tutto
il retro, abbiamo aggiunto un rialzo per il pianoforte, e altre piccole cose non molto rilevanti.." concluse la zia.
"Sono proprio un caso patologico, la mia distrazione supera ogni sentito dire!" pensai ad alta voce.
"Ma no, non è questo! Per quanto tu potessi essere precoce  da piccola nell'intelligenza e nella comprensione, non è comunque facile ricordarsi tutti i particolari cara!
Senza dimenticare poi che hai subìto una parziale cancellazione di molte cose, ed è normale la tua confusione!" Cercò di consolarmi Esme.
"Può essere.." dissi, rimanendo però della  mia convinzione.
"E' così, fidati!" mi disse la zia incitandomi a bere la tazza di the che avevo tra le mani.
"hmm..va bene, un pò mi fido!" la guardai sorridendo." però..spiegami un'altra cosa per piacere.."
"Ma certamente, chiedimi tutto ciò di cui hai bisogno.." mi guardò in attesa.
"Ecco, io vorrei sapere.. perchè papà ha dovuto usare i suoi poteri su di me? non riesco a capirlo.." le chiesi fissando prima la mia tazza poi lei.
Si sedette al mio fianco." Vedi lui avrebbe dovuto solo intervernire sulla parte della tua memoria riguardante loro, non voleva che tu avessi quei ricordi tristi,
preferiva sapere che avresti ricominciato da capo, con noi. Solo che nel momento in cui tu hai deciso di andar via è cambiato anche tutto il resto.
Nella nostra famiglia avresti usato normalmente i tuoi poteri, ne avresti ripreso conoscenza, soprattutto di ciò che eri,
mentre così facendo, ricominciando il tutto in mezzo agli umani, non hai potuto farlo, e sei cresciuta senza sapere chi eri davvero e da dove venivi.."
Concluse malinconica abbassando lo sguardo.
" Mi dispiace di averti fatto star male zia.." le dissi mortificata e colpevole.
Lei rialzò lo sguardo, e mi abbracciò forte, io ricambiai serena.
"Scusate.. vi interrompo mie care?'" Alle nostre spalle comparve Carlisle, e mi girai per salutarlo ancora con gli occhi lucidi.
"Ma no figurati zi.....o.." L'ultima parola mi uscì con tono strozzato. Con lui c'era Edward, ed io non ero minimamente preparata ad affrontarlo.
Mi rivoltai di scatto facendo finta di nulla e bevvi d'un fiato il mio the, scottandomi la lingua. "ai.."
"Attenta Naya, scotta!" si preoccupò la zia.
"Ma ooo, oo ootta anvuilaa.."( non scotta tranquilla!) le risposi incomprensibilmente. " ado a uauarla..( sciaquarla)". E corsi verso le scale non alzando mai lo sguardo.
" Ah cara" mi fermò Carlisle." dopo potresti scendere devo dirti delle cose.."
"erto" risposi al meglio che potevo e corsi di sopra.
Arrivata al bagno mi rinfrescai la lingua, ' era ora! ' sussurrai tra me. Aprì la porta ed uscì.
"Hai intenzione di evitarmi per tutta la vita? Sarà lunga sai?"
Edward era appoggiato allo stipite della porta che mi aspettava. Io rimasi di sasso.
"Ma no, che dici? F-figurati, perchè dovrei evitarti.." risposi con una risata forzata e senza mai guardarlo.
"Ah si? E come mai allora non mi guardi neanche negli occhi quando mi parli?.." chiese provocatorio.
"Ah davvero? Non me ne ero accorta, scusami, ora scendo dallo zio" ancora una volta non lo guardai.
Mi fermò per un braccio e mi tirò delicatamente a se. " Mi stai prendendo in giro?"
Io avevo ancora il viso girato, e ancora una volta lo spostò costringendomi a fissare i suoi occhi. Ora ero fregata, e chi smetteva più di guardarlo?
"Senti se sei arrabbiata con me posso capirti, devi solo dirmelo e non accadrà mai più.." mi disse lui sincero e dispiaciuto.
Io arrossì, i suoi occhi erano come calamite che mi attraevano a se ogni secondo di più, non riuscivo a parlare.
"I-io non voglio che tu abbia pietà di me.. ti chiedo scusa se non mi sono fatta capire, tu non eri...obbligato a fare nulla..." gli dissi cercando di abbassare lo sguardo.
"Guardami.." mi disse in tono autoritario e dolce nello stesso momento." Credi davvero che io l'abbia fatto perchè mi hai fatto pena?"
"Beh, perchè avresti dovuto se no.. è l'unica risposta.." mi interruppe.
"Vieni con me.." mi prese per mano mi condusse in camera mia e chiuse la porta alle nostre spalle.
Si mise di fronte a me tenendomi le mani. " Tu non hai idea di quanto mi abbia fatto piacere sapere che non avevi ancora mai baciato nessuno..
Quando me ne hai parlato è scattato qualcosa, un qualcosa già innescato dalla prima volta che ti ho rivista.
Forse sono stato precipitoso, e ti chiedo di perdonarmi per questo, ma NON L'HO FATTO PER PENA, e se tu lo volessi ora lo rifarei.."
Ancora quello sguardo intenso e deciso, le sue mani erano ghiacciate, ma io sentivo caldo, molto caldo!
"Stai..parlando seriamente?.." chiesi impacciata.
Lui mi fece il suo sorriso sghembo:" mai stato più serio in vita mia.."
Si avvicinò lentamente, il mio cuore era impazzito, stavo per ricevere il mio secondo bacio, e questa volta consapevolmente.
Stavo per chiudere  gli occhi ma all'improvviso lui mi mise una mano davanti alla bocca e si bloccò.
Io lo guardai stranita e un pò irritata, poi compresi. Stava salendo qualcuno.
"Oh no..ma proprio ora doveva arrivare?!" sbottò Edward, "Però forse uno picclo.." continuò.
Detto questo il suo sguardo si riposò su di me, e senza che me ne accorsi MI BACIO'.
Durò un istante ma mi sentì svenire, non ne ebbi però il tempo che la porta si spalancò:
" Eccomi Nayade, abbraccia la tua sorellona!" Esclamò Alice con un immenso sorriso!




RINGRAZIAMENTI:
* Grazie ancora bella95! Hai ragione, Naya ne ha passate tante..povera..!
* Grazie anche a ishizu! Sono con te, tutti contro i cioccolaturi! ahahaah
* Grazie pacci! Evviva gli oggetti di Esme! hehe!
E grazie a tutti coloro che leggonooooooooooo!
Baci, baci!

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Capitolo 15
*** Sorellone e Fratelloni! ***


15: SORELLONE  e  FRATELLONI!


La guardai sorpresa, senza parole.
Era lei, era proprio Alice! Sembrava un folletto, magrissima non molto alta, dai capelli neri, corti e spettinati e dalla pelle bianca, quasi trasparente.
"Alice.." Sussurrai piena di gioia ed incredulità guardandola.
"Certo, sono io! Che aspetti? Non vieni neanche ad abbracciarmi?" mi chiese con un finto tono deluso.
Le corsi in contro e l'abbracciai forte, i suoi capelli emanavano un profumo buonissimo, da svenimento.
Lei mi cinse delicatamente mi scompigliò un pò i capelli e allontanandomi mi scrutò dalla testa ai piedi, poi disse:
"Ho idea che io e te passeremo molto tempo insieme in giro per negozi mia cara!" detto ciò, mi fece l'occhiolino e mi riabbracciò.
Con una mano mi accarezzò più volte la schiena. "Allora, scendiamo? giù ci sono altre persone impazienti di riabbracciarti..!"
Ero felicissima e corsi giù senza pensarci un attimo, lasciando indietro Edward e Alice.
"Si può sapere che stavate combinando voi due qua da soli Ed?" chiese Alice con tono insinuatorio.
"Diciamo solo che il tuo tempismo è perfetto come sempre.."
Si guardarono come per sfidarsi l'un l'altro, poi scoppiarono a ridere!
"Sorellona Rose! Fratelloni Emmett e Jasper! Siete tornati tutti! " gridai io non appena arrivata al piano di sotto.
Erano tutti così belli, se possibile ancora più di quanto ricordassi!
Rosalie era statuaria, alta, dai capelli dorati, lunghi fino alla schiena e leggermente mossi.
Emmett era sembra enorme, come un orso, e muscoloso, con i capelli neri e ricci. Se non lo avessi conosciuto almeno un pò mi avrebbe di certo messo paura!
Poi c'era Jasper, sempre con lo sguardo apparentemente distratto, ma non c'era nessuno attento come lui. Alto e magro ma con una notevole muscolatura,
dai capelli biondo miele.
Li abbracciai con gioia uno per uno, stretti stretti, era fantastico riaverli tutti li, al mio fianco dopo così tanto tempo!
"Hey, la piccola imbrogliona è cresciuta..!" eslamò Emmett con il suo vocione in tono scherzoso.
"Ma dai, dopo così tanto tempo ce l'hai ancora con me fratellone?" e scoppiai a ridere, insieme a me tutti gli altri, compresi Edward e Alice che nel
frattempo ci avevano raggiunti.
"Non è divertente! Comunque adesso sei ababstanza grande da potermi prendere la rivincita!" e così dicendo strizzò l'occhio, ma non scherzava affatto!
"Certo..non c'è problema, quando vuoi!" gli risposi io spavalda.
Si era creato un clima sereno e sono sicura che non ci fosse lo zampino di Jasper!
"Come mai siete tornati tutti assieme?" domandai curiosa.
"Ci siamo incontrati poco lontani da qui." mi rispose Rose.
"Già, e se non fosse stato per l'ingordigia di Emmett col cibo saremmo arrivati prima sicuramente!" aggiunse sorellona Alice.
"Hey, non è colpa mia se ho bisogno di più tempo per saziarmi, nanerottola!" disse scherzoso e provocatorio Emmett.
"Come osi razza di scimmione peloso!" si difese Alice.
Scoppiammo tutti a ridere nuovamente.
Mentre paralvo con tutti loro venni chiamata in disparte da Carlisle.
"Scusa se ti distraggo ora Naya, ma ho bisogno di chiederti una cosa.." mi disse tranquillo.
"Devo preoccuparmi zio?" chiesi io un pò agitata.
"Assolutamente no, solo che stavo pensando una cosa, e vorrei capire che ne pensi.." continuò.
"Oh va bene, dimmi pure.." ora ero incuriosita.
"Vedi cara domani mattina io, Edward e Esme andremo a caccia, la fame comincia a farsi sentire, e mi chiedevo se tu non volessi magari unirti a noi..?"
mi domandò incerto.
Non sapevo cosa rispondergli in verità, mi ricordavo che il sangue mi piacesse quando ero piccola, ma ora sarei riuscita nuovamente a berlo?
Vedendomi sulle mie riprese lui.
"Vedi è che secondo me tu non riesci a saziarti o a goderti il cibo umano, perchè hai bisogno anche di altro.. la tua metà da vampira
lo richiede. Fin ora sei riuscita ad andare avanti perchè la tua parte umana lo ha concesso, ma dovresti provare, perchè suppongo che tu ne abbia bisogno
per essere davvero completa, anche a livello nutritivo." mi guardò scettico in attesa di una risposta.
Ci pensai su un momento.
"Si, penso che tu abbia ragione zio. Non so se ne sarò capace ma..si perchè no? voglio provarci!" esclamai convinta, anche se un pò spaventata!
Arrivò presto la sera, e al contrario di loro io cominciavo ad essere un pochino stanca così Esme e Carlisle mi suggerirono di andare a letto,
perchè il giorno seguente sarebbe stato faticoso ed impegnativo per me.
Diedi a tutti la buonanotte, baciando gli zii sulla guancia e abbracciando gli altri, ancora un pò incredula di averli tutti li.
Edward però non c'era in salotto, eppure ne ero certa.. un attimo prima era li con noi.
Rimasi delusa, avevo una gran voglia di abbracciarlo, soprattutto dopo ciò che era successo nel pomeriggio.
Così salì le scale a testa china pensierosa e sospirando tra me e me.
La sua camera era chiusa, forse leggeva o ascoltava la musica. L'avrei disturbato se fossi andata da lui? Dovevo solo dirgli buonanotte dopotutto,
non c'era nulla di male, così almeno lo avrei anche rivisto, considerando che nella confusione di poco fa non eravamo rimasti più soli un momento.
Ci pensai su un istante, sapevo che se fossi andata a dormire con quella mancanza me ne sarei pentita e non avrei chiuso occhio,
però forse non era una buona idea, anzi magari era anche uscito...
Però tanto valeva provare, ormai poi di sicuro si era accorto di me, quindi che avevo da perdere?
Mi diressi verso la sua stanza e senza pensarci, per non rischiare di scappare, bussai.
La porta si aprì immediatamente lasciando comparire lui che mi guardava col suo splendido sorriso sghembo, al quale non resistevo proprio.
"Ciao" mi disse tranqillo. "Stai andando a letto?" continuò.
"Ehm, si esatto, volevo dirti solo buonanotte.. visto che di sotto non c'eri..." gli risposi io imbarazzata.
" Va bene, ti ringrazio Naya.. Buonanotte."
Ma come tutto qui? Nessun riferimento a ciò che era accaduto? Niente di niente? M i sentivo arrabbiata, così li feci un ultimo cenno con la mano,
mi girai e mi avviai verso la mia camera. Quando ormai l'avevo quasi raggiunta mi sentì chiamare alle spalle.
"Naya?.."
Mi voltai come se niente fosse e lui era ancora li, appoggiato ad un lato della sua porta che mi gurdava con le braccia incrociate e la testa china,
bello come non mai. I capelli leggermente spettinati come mossi dal vento, indossava una canottiera verde militare e un pantalone nero,
arrossì senza neanche rendermene conto.
"C-che vuoi? Devo andare a dormire!" gli risposi in tono scocciato, anche se non lo ero per nulla!
"Puoi tornare qua un momento, ho dimenticato di dirti una cosa.." mi sorrise misterioso.
"Va bene, ma fai in fretta sono stanca.." continuai a ' recitare' la mia parte ritornando verso di lui.
Mi fermai proprio di fronte: "allora? dimmi pure.." gli intimai frettolosamente.
Edward sorrise, scosse la testa portandosi una mano ai capelli, poi si mise dritto, si chinò verso di me e mi diede un bacio in fronte,
dopo di che si avvicino al mio orecchio e mi sussurrò:" Sogni d'oro, bimba."


RINGRAZIAMENTI:
* Grazie ancora ishizu! Hai ragione la somiglianza c'è!
* Grazie bella95! Anche io trovo molto simpatica Alice! Per quanto riguarda Ed e Naya il chiarimento doveva esserci già, anche se lei è ancora
  un pò impacciata! Comunque sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!! Spero tanto ti piacerà anche questo!
* Grazie pacci!! Ormai conosciamo bene il tempismo di Alice! ahahah!
Grazie a tutti voi che leggete! Speo continuerete a farlo!
Baci, baci!

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Capitolo 16
*** La prima caccia. ( parte 1 ) ***


16: LA PRIMA CACCIA. ( parte 1)


Quella notte non riuscì a dormire comunque.
Il cuore continuava a battere velocissimo, e più ripensavo a quel momento, più batteva e più arrossivo.
Mi sentivo bene, ma nello stesso tempo agitata, confusa.. non avevo mai provato nulla di simile.
Ero forse innamorata? L'amore ti faceva stare così? O le mie reazioni erano esagerate?
Non capivo!
Riuscì ad addormentarmi quando ormai mancava poco all'ora di svegliarsi, e aprendo gli occhi circa tre ore dopo mi sentì patetica...
l' avevo anche sognato!
Mi coprì completamente la faccia con la coperta, mi vergognavo e non sapevo neppure io il perchè!
Da li a poco lo avrei rivisto e saremmo andati a caccia insieme. Avrei avuto il coraggio di guardarlo in faccia normalmente?
Ce l'avrei fatta senza diventare di un rosso acceso e senza far udire troppo il battito del mio cuore?
Temevo di sapere già le risposte a quelle domande... e di non poterci fare nulla.
Era inutile continuare a stare a letto, avevo ancora un paio d'ore prima dell' alba, quindi mi alzai e cominciai a prepararmi.
Aprì i cassetti e presi un cambio, supposi che mi sarebbe convenuto star comoda, quindi mi indirizzai su una canotta azzurra e un pantalone
della tuta blu, presi mutandine e reggiseno e mi diressi in bagno.
Posai il tutto su una mensola vicino alla vasca, chiusi la tendina e mi feci una lunga doccia rilassante.
Appena finito mi accorsi di aver dimenticato di prendere l'asciugamano, ancora ben ripiegato nello scaffale accanto al lavandino,
così con una sola occhiata ne feci svolazzare uno verso di me, di colore rosa acceso.
Mi asciugai in fretta e mi vestì, lasciando i capelli umidi legati in una coda di cavallo, in questo modo non mi avrebbero infastidito troppo.
Riposi i vestiti sporchi e l'asciugamano nel cesto per la biancheria e mi diressi verso il letto, dove mi infilai un paio di scarpe da ginnastica nere.
Non che avessi molta scelta, a mia disposizione avevo queste e un paio di sandali, e non dovevo certo fare un pic-nic nel bosco..quindi..
Prima di andare di sotto andai verso la scrivania e ne aprì il cassettino, tirai fuori la mia piccola foto e le diedi un bacio, ormai era diventato un rito.
Richiusi il casetto e raggiunsi la porta, prima di aprirla presi un lungo respiro, come per incoraggiarmi, aprì lentamente e sbirciai fuori, non si sentiva nulla, uscì.
Cominciai a scendere le scale e arrivata al corridoio del primo piano mi soffermai ad osservare la bellissima croce di legno, la accarezzai.
Mi girai e continuai la mia discesa, non vedevo nessuno in giro, forse erano tutti nelle loro stanze.. così decisi di farmi almeno un caffè e mi diressi in cucina.
Mi misi a cercare una caffettiera, ma poi lasciai perdere, in verità non ne avevo proprio voglia.. non mi era neanche mai piaciuto il caffe,
volevo solo tenermi occupata.
Allora mi accomodai su una poltroncina, la stanchezza cominciava a farsi sentire ora che mi sentivo un pò più tranquilla, e chiusi gli occhi...
"Naya? hey Naya?" sentì una voce.
Lentamente riaprì gli occhi e capì di essermi addormentata!
Mi alzai di scatto e vidi Alice al mio fianco, e tutti gli altri in giro per la casa.
"Hey, ti sei alzata e preparata e poi ti sei messa a sonnecchiare qui?" mi domandò divertita.
"O no, che stupida! Ma che ore sono?!" chiesi agitata.
"Tranquilla Naya, hai dormito solo per un' oretta, sono le sei" rispose serena Alice.
"E tu come lo sai che ero qui da un'ora?" domandai curiosa.
"Beh un'ora fa ho cominciato a non vedere più il salotto.." rispose come per scontato, dirigendosi a passi di danza verso la cucina.
Io la seguì strofinandomi gli occhi ancora addormentati, e sbattei contro qualcosa, o meglio qualcuno.
"Guarda dove vai, invece di camminare ad occhi chiusi." mi disse una voce che avrei riconosciuto tra mille.
Allora alzai lo sguardo e lui era li, di fronte a me, arrossì e fu come se il cuore si risvegliò in quell'istante.
"Io stò aspettando.." continuò lui guardandomi impaziente.
"Che cosa?" chiesi io cercando di capire.
"Le tue scuse ovviamente! Mi sei fiondata addosso.. mi sembra il minimo!" ora era irritato.
Non riuscivo a capire se facesse sul serio o mi stesse prendendo in giro.
"Ehm..scusa.." dissi per tagliare corto.
Lui allora sfoderò il suo sorriso sghembo. "Non erano sincere..ma ti perdono!" poi lo senti ridere.
"Mi stavi prendendo in giro non è vero?!" li chiesi chiudendo gli occhi e abbassando la testa per la rabbia.
"Ehm, fammi pensare un secondo... si,direi di si, brava bimba!" rispose divertito.
"Sei davvero odioso! Poi ti ho già detto di non chiamarmi in quel modo!!" cominciai ad inseguirlo per tutto il piano, evitando gli altri.
Fummo però richiamati all'ordine da Carlisle, pronto per uscire insieme ad Esme, che sorrideva divertita.
Io arrossì per la figuraccia, e feci una linguaccia a Edward, gesto che fu motivo di risata per tutti.
"Forza andiamo combattenti." intimò lo zio divertito.
Uscimmo salutando gli altri che avremmo rivisto in serata.
Edward con un movimento rapidissimo si avvicinò al mio orecchio e mi disse a voce bassa:
"Non mi sembrava ieri sera che ti avesse dato fastidio essere chiamata bimba.." poi si allontanò tutto sorridente.
Io mi bloccai, fui probabilmente attraversata da diverse tonalità di rosso, avrei voluto sparire!!
"Muoviti Naya o rimani indietro!" gridò Edward.
Lo raggiunsi. "Forza dammi la mano.." disse mettendosi al mio fianco.
"No! perchè dovrei?" ero troppo arrabbiata con lui!
"Dai, non fare la bambina, non lo vedi che Esme e Carlisle sono già andati?"
Mi guardai attorno. Era vero, non c'erano più.
"Devi correre Naya va bene? Ma non lasciarmi mai la mano, non vorrei che rimanessi indietro" mi disse Edward in tono di rimprovero.
e me la porse di nuovo, come si faceva a resistere a quella voce, quell'espressione, quello sguardo.. giela strinsi con fare rassegnato e
lo guardai imbarazzata a testa china.
"Bene, sappi che da questo momento in poi sei sotto la mia responsabilità, Nayade.." e sfoderò il sorriso che mi piaceva tanto:
"Al mio via comincia a correre..verrà spontaneo!"..Mi guardò eccitato." Pronta?"
Avevo un pò di paura, ma annuì.
"VIAAA!" gridò subito dopo.

Era pazzesco! Io non stavo correndo...STAVO VOLANDO! Eravamo velocissimi, mi sembrava di correre più veloce dell'aria,
come se la stessi sfidando ad una gara! Riuscivo ad evitare tutto con estrema facilità senza neanche dovermi impegnare, e gli alberi sembravano
un'unica macchia verde estesa, non si distinguevano!
Edward si girò verso di me:" Ti diverti bimba?" urlò per farsi sentire.
"Siiiiiiiiii, tantissimoooooooo!" risposi ridendo, mi sentivo potente come se potessi fare qualsiasi cosa!
"Eccoci siamo quasi arrivati! Preparati a fermarti,ok?" mi avvertì.
"Ok!!" urlai.
"Ora bimba!" mi tirò verso il basso, il terreno arrivò però troppo presto e non riuscì a frenare, così caddi a terra con il sedere.
"Atterraggio morbido eh?" ironizzò Edward aiutandomi ad alzarmi. "Fatta male?" mi chiese sorridendomi.
"No, il sedere ha attutito la caduta.." risposi rialzandomi e tenendo il broncio.
Mi pulì con le mani dalla polvere che avevo addosso, e lo guardai.
Scoppiò a ridere, io li feci una pernacchia, poi risi con lui.
"Bene.. si comincia Naya!" mi disse tenendomi ancora la mano.
"Cominciamo!" gli risposi decisa.



RINGRAZIAMENTI:
* Grazie ancora ishizu per la tua recensione! La storia è ambientata nei nostri tempi, e no bella in questa storia non esiste!
  Diciamo che da Twilight ho ' rubato' solo i Cullen e le cose principalmente a loro collegate! Ancora grazie!
*Grazie bella95! Mi fa piacere che li trovi carini assieme! io mi diverto tanto a scrivere della nostra coppietta! Grazie ancora!!
*Grazie pacciiiii! mi sembra di aver capito che ti faccia piacere che siano tornati ;) hihihi. grazie grazie grazie! E ancora bellissima storia, complimenti!!!
Grazie e tutti perchè leggete così tanto la mia ff! Sono molta contenta! spero vi piaccia anche questo capitolo!
Baci, baci!

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Capitolo 17
*** La prima caccia. (parte 2 ). ***


17: LA PRIMA CACCIA. ( parte 2 )


"Eccovi ragazzi!" Ci accolse Carlisle con un sorriso. "Allora? Che cosa hai provato Naya?" continuò.
Anche la zia Esme al suo fianco sorrideva impaziente.
"Ecco, io direi che è stato semplicemente... meraviglioso! Non mi sono mai divertita così tanto!" Risposi ancora adrenalinica.
"Benissimo, cara. Ora però comincia il difficile, devi stare assolutamente concentrata, e cercare di avvertire e distinguere tutto ciò che può esserci
nelle vicinanze.. d'accordo?" mi disse lo zio serio.
Io deglutì, ora l'agitazione ricominciava a farsi sentire, mi girai verso Edward che mi sorrise, mi strinse delicatmente la mano,
come in segno di incoraggiamento, poi mi lasciò: "D'accordo ". risposi io allora.
"Adesso cara, chiudi gli occhi e libera la mente.." riprese a spiegarmi.
"Si". ormai parlavamo sussurrando, ma era semplice sentirsi, anche per me.
"Devi fare attenzione a tutti i rumori e a tutti gli odori, la vista in questo momento non ti serve."
E così feci, avevo gli occhi chiusi, ma era difficile non pensare a nulla e concentrarsi solo su quei particolari.
"Dimmi cosa senti.." mi chiese lo zio.
Mi sforzai più che potevo. Poi d'improvviso in lontananza udì qualcosa.
"Io, io credo di sentir masticare, sento distintamente lo strappo dell'erba.." risposi un pò insicura.
Edward si lasciò scappare una risatina.
"Molto bene Naya, è giusto. Ora concentrati ulteriormente e cerca di capire da quale direzione proviene.." mi incitò Carlisle.
Stetti un' attimo in silenzio, poi gli risposi:
"Beh, credo provenga da est.. si ne sono abbastanza sicura! E sento anche dell'acqua.. C'è il fiume nella vicinanaze!" Continuai convinta.
"Perfetto cara, un ottimo lavoro davvero, ora puoi aprire gli occhi.." mi disse lo zio.
Io li aprì e vidi tutti loro con un gran sorriso sulle labbra.
"E' arrivato il momento di mangiare.." si rivolse a me Edward in tono spavaldo.
"Sì Naya, ora ci dirigeremo verso la radura vicino al fiume, ma fai prima molta attenzione a come noi ci avventiamo sulla preda.
Quando ti senti pronta provaci!" Continuò lo zio guardandomi.
Annuì: " Possiamo andare." Esclamai poi un pò incerta.
Ci indirizzammo a passi rapidi verso la zona prescelta e una volta raggiunta ci dividemmo.
Carlisle ed Esme occuparono il lato destro, io e Edward quello sinistro.
Riuscivo a vedere chiaramente dei cervi abbeverarsi nel fiume e nutrirsi tranquilli. Non sembravano sospettare nulla.
"Ok, ora la cosa migliore per prenderli alla sprovvista è salire su un albero.." disse Ed guardandosi attorno:" Quello per esempio è perfetto" esclamò sorridendo.
Seguì il suo sguardo e vidi che si era soffermato su una sequoia alquanto alta, non riuscivo neanche a vederne chiaramente la cima!
Lo guardai terrorizzata: "S-stai scherzando vero?" gli chiesi al massimo della preoccupazione.
"Oh ma dai, hai corso nel bosco rischiando di ritrovarti schiantata contro uno di questi senza difficoltà, e ora vuoi dirmi che hai paura di fare
una piccola arrampicata?" rispose lui provocatorio.
Il mio sguardò passò da Edward all'albero, poi ritornò ad Edward. Deglutì: "ecco..e se fosse così?" gli risposi con tono strozzato.
"Dai forza, non temere! Ti verrà spontaneo! E comunque  ti ricordo che sei ancora sotto la mia responsabilità, quindi non ti accadrà nulla..Fidati di me!"
Esclamò con un sorriso da fare invidia a quelli delle pubblicità del dentifricio, splendente e rassicurante. Non potevo resistergli!
"Seguimi!" mi intimò, e detto ciò cominciò ad arrampicarsi sull'albero con un'agilità sorprendente, come se le sue mani fossero un tutt'uno con la
superfice stessa. 'Non ce la farò mai!' pensai tra me e me.
"Forza! Che aspetti Naya!" mi incitò Edward guardando in basso.
' Ok, vediamo un pò.. da dove comincio..ehm, le mani qui e ora mi aggrappo con le gambe. Proviamo.'


Era assurdo! neanche il tempo di rendermi conto se ero o meno in posizione corretta, con estrema facilità mi stavo muovendo, proprio come Edward!
Lo raggiunsi in un attimo e insieme ci fermammo a circa metà tronco, contornati da rami e foglie. Perfettamente nascosti.
"Ottimo, da qui possiamo attaccare senza problemi..." disse Ed, poi voltò lo sguardò verso Carlisle e Esme, non poco distanti da noi, e annuì con la testa.
Si rigirò verso di me:" Stà a vedere bimba!"  esclamò eccitato, e subito dopo con un movimento rapidissimo si lanciò giù, proprio come un paracadudista
da un areo, solo che lui non aveva paracadute! Nello stesso istante si lanciarono anche lo zio ed Esme. Io sussultai spaventata.
Si fiondarono dritti dritti ognuno su un cervo, lottando con loro per immobilizzarli, una volta riusciti nell'intento li addentarono proprio sul collo.
Ero impietrita. Mi venne spontaneo portarmi le mani al mio di collo come per proteggerlo, ma d'improvviso fui presa dalla voglia di lanciarmi e capì di avere FAME.
In quel momento passò proprio sotto la mia posizione un cervo che cercava di fuggire, non ci pensai un'attimo e mi buttai in picchiata.
Non lo mancai, lo presi e cercai di bloccarlo, ma non ci riuscì subito, mi sbalzò a terra, ma io mi rialzai immediatamente e gli rifiondai addosso,
questa volta atterrandolo. Poi LO MORSI.
Era una sensazione strana, non l'avevo mai provata mangiando del cibo normale.
Sentivo  il sangue scorrermi in gola, caldo e saporito, lasciando una sensazione dissetante. Ne volevo ancora.
Mi guardai subito attorno per vedere dove si trovasse quello più vicino e ne vidi uno correre verso il bosco, lo inseguì.
Lo attaccai mentre ancora correva, questa volta più decisa. Lo buttai a terra e lo addentai, e provai ancora la medesima sensazione.
Ora mi sentivo sazia e soddisfatta.
Mi rialzai e mi ripulì la bocca con la mano, leccando anche il sangue che si depositò su essa, forse pateticamente.
Poi alle mie spalle sentì dei passi, mi giari e intravidi qualcuno tra gli alberi. Inizialmente pensavo fosse Edward venuto a vedere dove ero finita.
Ma mi resi conto che non era la sua figura, e non era il suo odore.
"Chi sei?" Gridai decisa e un pò impaurita.
Quella figura indietreggiò.. i suoi passi erano delicati e quasi inudibili, o almeno lo sarebbero stati per un normale umano.
E quella persona non lo era.
"Rispondi!" Urlai di nuovo, questa volta più determinata.
Non rispose nessuno, in un attimo la figura scomparve all'interno del bosco, provai ad inseguirla, ma non riuscivo a raggiungerla.
All'improvviso all'entrata di un sentiero stretto stretto vidi un'ombra, la inseguì ancora, ma l'unica cosa che riuscì chiaramente a scorgere, fu una chioma,
una chioma lunga color castano ramato, che mossa dal vento emanò un profumo intenso e familiare.
"MAMMA? MAMMA sei tu?" urlaì con tutto il fiato che avevo in gola.
Cercai di farmi strada fra gli arbusti, ma non vedevo più nulla, l'avevo persa. Correndo frettolosamente inciampai.
Non ebbi più la forza di rialzarmi, ero come immobilizzata e il panico si impossesò di me.
' Era davvero lei? era la mamma? Non mi sono sbagliata, era il suo profumo ne sono certa! E quei capelli, del suo stesso colore, com'è possibile?'
"Nayadeeeee,,," Mi sentì improvvisamente chiamare. "Nayaaaa!" Le voci sembravano così lontane e io mi sentivo così... debole...
" mamma" sussurrai.



RINGRAZIAMENTI!
*Grazie ishizu!! Sono contenta ti sia tanto divertita! Devo ammettero che ho riso mentre scrivevo!! hihihi! grazieee!
*Grazie ancora una volta a pacci!! Certamente non la potevo fare perfetta..la parte umana in Nayade è un pokino più potente in quanto a sbadataggine!! ahahah
 Ancora grazieeeeeee!
*Grazie ancora a bella95! E già come ho già detto è un tantino sbadata..ma non solo nello stare in piedi!! hihihi Grazie grazie!
*Grazie tante a DiNozzo323, sono felice che tu abbia letto la storia tutta d'un fiato e che ti sia piaciuta!!! Si, la storia è ambientata comunque a Forks,
 solo che cambierò un pò i paesi che lo circondano usando un pò di fantasia, giusto per dare un tocco diverso!!!
 Grazie mille davvero poi a tutti voi che continuate a leggere, siete sempre di più, e ne sono molto contenta! La storia d'ora in poi comincerà a movimentarsi un pò..
 spero vi piacerà !!
Baci, baci!

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Capitolo 18
*** Fantasmi del passato. ***


18: FANTASMI DEL PASSATO.


Quando mi risvegliai ero nel mio letto.
Non mi sentivo molto in forma, la testa mi girava e avevo male ad un ginocchio.
Mi misi seduta. I miei capelli erano sciolti, non più raccolti nella coda che mi ero fatta la mattina, e indossavo un bellissimo pigiama di seta bianco.
Poi mi ricordai, la visione di quella donna, l'inseguimento, i suoi capelli e il suo profumo così familiari.
La confusione si rimposessò di me.
La mamma forse era ancora viva? Ma se era così perchè non si era fatta vedere? Perchè era scappata?
Istintivamente mi girai e guardai in alto verso la fotografia appesa sopra il mio letto, cercai di mettermi in ginocchio, ma quando lo feci sentì una fitta tremenda.
Mi guardai la gamba e solo in quel momento mi resi conto che era fasciata. Mi rimisi seduta.
Probabilmente era accaduto quando ero inciampata. Ci passai sopra la mano, come se potessi farla sparire.
Poi sospirai, odiavo sentirmi così... fragile ed insicura.
Qualcuno bussò alla porta. Fui presa di sorpresa e sobbalzai.
"Si... Avanti". Dissi cercando di far rallentare il cuore.
"Posso?" Sbucò Edward sorridendomi dolcemente. Ciò rese vano il mio tentativo, ora il cuore chi lo fermava più?!
"C-certo entra" Gli risposi sistemandomi velocemente i capelli con le mani, potevo sentire i nodi tra le dita!
"Sei bellissima anche così" dicendo ciò mi tolse dolcemente le mani dalle testa e le strinse delicatamente tra le sue.
Io li sorrisi imbarazzata e abbassai il capo. Si accomodò su una sedia accanto al letto.
"Come ti senti ora?" chiese in tono preoccupato.
"Oh, stò, stò benone grazie!" risposi fingendo con un gran sorriso. In realtà il ginocchio mi faceva abbastanza male.
"Non sei proprio capace di fingere sai?" mi disse senza guardarmi negli occhi ma soffermandosi sulle mie mani dove aveva preso a farmi dei ghiri gori
con le dita..
"Già..me l'hanno già detta questa.." risposi io quasi in un sussurro . "La gamba effettivamente mi fa ancora un pò male, ma per il resto stò bene, davvero!"
Era inutile mentirgli, tanto non ci riuscivo!
"Certo che sono proprio un disastro come mezza vampira! Riesco persino a farmi male!" Conclusì io fissando le nostre mani.
Lui riprese a guardarmi e mi sorrise, aveva uno sguardo strano, come colpevole... allora intuì.
Mi avvicinai lentamente a lui cercando di non muovere troppo la gamba, sfilai la mia mano dalle sue e lo accarezzai in viso:
"Edward non ti devi sentire responsabile... è solo una botta, passerà presto!" esclamai in tono sereno.
"Io... ti avevo promesso che non ti sarebbe accaduto nulla, avrei dovuto tenerti d'occhio, starti vicino!" affermò lui con un ringhio trattenuto.
Rimasi con gli occhi spalancati, poi senza pensarci un secondo mi protesi e lo abbracciai.
Fu lui questa volta a rimanere di stucco di fronte al mio gesto, ma ricambiò l'abbraccio carezzandomi teneramente la schiena.
"Grazie.. grazie mille Edward, nessuno si era mai preoccupato tanto per me...sono felice!" cominciai a piangere a dirotto, ma non perchè stessi male,
erano lacrime di gioia!
Rimase per un istante in silenzio, poi parlò: "ma come fai ad essere così..." sussurrò. Si staccò delicatamente per potermi guardare in viso,
mi asciugò le lacrime baciandomi teneramente sulle guance: " come fai a farmi sentire così?" concluse poi dandomi un buffetto in fronte.
Io gli sorrisi: " è perchè... sono speciale no?" risposi ancora con voce tremante ed imbarazzata.
Dopodichè lo guardai negli occhi, Edward fece lo stesso, posò leggermente la sua fronte contro la mia, mi osservò intensamente,
tanto che me ne sentivo risucchiata e molto attratta. Ci baciammo a lungo teneramente, mentre le mie lacrime continuavano a scendere.
Non riuscivo a staccarmi da lui, da quello sguardo, e quando lo feci quasi mi sentì male.
Ci venne da ridere, chissà per quale motivo, ridevamo.
Mi accorsi solo quando mi staccai da lui che la gamba mi faceva terribilmente male, pur di avvicinarmi il più possibile la avevo messa in una posizione
non proprio piacevole!
"Ahia, che male!" Esclamai rigirandomi e accarezzandola per calmare il dolore.
Improvvisamente Edward si protese verso di me e in un istante fui sollevata per aria.
Mi aveva presa in braccio, come se fossi una piccola bambola poggiata sul letto, senza la minima fatica.
"M-ma che fai? Dai! Mettimi giuuuuù!" Esclamai io scalciando un piede, l'altro non mi sembrava il caso!
"Su, stai tranquilla Naya, non ti agitare!" replicò lui in tono autoritario.
"Tu fammi scendere, per favoreeee! lo implorai.
"Non ci penso neanche, è colpa mia se eri messa in quella posizione, e ora ti porto giù da Carlisle. Se ci vai camminando peggiori solo la situazione."
Mi rispose senza lasciarmi possibilità di replica.
Io non sapevo più che dire, in effetti non aveva torto, il ginocchio mi faceva parecchio male. Allora mi arresi, gli cinsi il collo con le braccia,
e dopo averlo guardato con estremo imbarazzo arrossì e abbassai la testa.
"Così va meglio.." affermò allora lui soddisfatto.
Mi sentivo come una principessa, trasportata tra le braccia del suo pricipe, come in una favola. E Edward un principe lo era davvero. Il mio principe.
Poggiai la testa sul suo petto, e chiusi gli occhi. Lui mi guardò, mi baciò sui capelli, e sorrise.
Scese le scale più lentamente che poteva per evitare di farmi sobbalzare la gamba.
Arrivati al primo piano mi depositò delicatamente sul divanetto, e andò a chiamare Carlisle che in quel momento si trovava nel suo studio.
Nel frattempo mi si avvicinarono Esme e Alice con i volti pieni di preoccupazione.
"Cara come ti senti?" mi chiese la zia accarezzandomi i capelli.
"Ti fa molto male la gamba Nayetta?" proseguì Alice senza darmi il tempo di rispondere.
"Hey, lasciala respirare capito?" ci interruppe Edward di ritorno con lo zio, che portava con se la sua borsa dei medicinali.
Subito arrivarono anche gli altri, che mi circondarono in meno di un secondo, ansiosi. Come se avessi una chissà quale malattia.
"Allora come stai mia cara?" mi chiese cortese e comprensivo lo zio.
"Ehm, stò meglio, è solo il ginocchio che mi fa male, l'ho mosso bruscamente..." Risposi sentendomi estremamente osservata.
"Non ti preoccupare, ora ti disinfetto la ferita e ti cambio le bende."
affermò tranquillo Carlisle mentre mi toglieva delicato la fasciatura.
Gli altri appena sentita la parola ' ferita ' si dileguarono  nell'altra stanza, ad esclusione di Edward che si trovava seduto al mio fianco ed Esme.
Alice invece si congedò chiedendo scusa.
Tirai un sospiro di sollievo, odiavo essere fissata come un fenomeno da baraccone.
"Per lo più ti è rimasta una bella botta Naya, devi aver sbattuto contro qualcosa di duro, ma per il resto è tutto a posto. Passerà presto, non temere,
i geni da vampira che ci sono in te stanno agendo!". mi sorrise lo zio.
Io mi girai verso Edward: "Visto? che ti avevo detto?" gli dissi ridendo.
Lui mi guardò scocciato, non avrebbe mai ammesso di avere torto.
"Allora, ci vuoi dire che cosa è successo cara? Ci hai fatto prendere un bello spavento sai?"
Interrupe la zia con un tono preoccupato.
E' vero. Non avevo ancora detto loro cosa era accaduto nel bosco. Ma potevo farlo? Non mi sembrava giusto mentirgli. Decisi di parlare.
Mi guardavano tutti in attesa di una risposta, compresi gli altri che non erano li con noi, ci avrei scommesso.
"Ecco, io in verità, credo...cioè no, non credo, ho visto QUALCUNO" Dissi incerta aspettando una loro reazione.
"Qualcuno? Chi? Chi era Naya?" proruppe subito Edward, alzandosi di scatto.
"Beh, non lo so di preciso, non l'ho vista in viso...solo di sfuggita.." continuai io.
"E dove è successo?!" mi chiese Ed sempre più agitato.
"Figliolo calmati." Gli incitò Carlisle con fare paziente, poi riprese girandosi verso di me:" Cara ti va di raccontarci cosa è accaduto dall'inizio?" domandò.
Mi sentivo addosso gli sguardi e l'attenzione di tutti.
"Beh... io avevo appena finito con il cervo e... quando mi sono rialzata ho sentito dei passi alle mie spalle, fra gli alberi.
In principio pensavo fosse Edward, o  tu o la zia, ma poi scorgendone la figura ho visto che era completamente differente, come anche l'odore..."
Mi interruppi per un istante, poi ripresi:
"Ho provato a chiederle chi fosse ma è fuggita inoltrandosi nel bosco, così l'ho inseguita..."
"Non ti ha detto nulla?" mi chiese Esme.
Feci di no con la testa: "Però sono certa che fosse donna, e anche... che non fosse umana."
"Come fai a dirlo?" chiese lo zio incuriosito.
Ci pensai un attimo.
"Poco prima che cadessi si è alzata una folata di vento che le ha fatto muovere i capelli, lunghi castani ramati, ed emanare il loro profumo...
E che non fosse un umana l'ho capito da come si muoveva, dalla sua agilità..."
"Capisco.." concluse Carlisle pensieroso.
"Beh forse si trattava solo di una vampira incuriosita.. nulla di più." intervenne Alice.
"No! non era una semplice vampira..." la interruppi io.
Tutti si rigirarono verso di me.
"Che intendi?" domandò Edward impaziente.
"I-io, io so chi era.." mi fermai poi ripresi: "Non posso sbagliarmi... Sono certa che... che fosse la MAMMA!".



 RINGRAZIAMENTI:
*Grazie ishizu!!! Non posso dirti se hai indovinato...ma lo scoprirai presto! Comunque non è così semplice..hihihi Baci!
*Grazie ancora pacci! Tra poco svelerò di chi si tratta! hehe! Ti voglio bene!
*Grazie bella95! la mia intenzione era proprio quella di incuriosire...!
 Ancora un paio di capitoli e vi svelerò chi è, se davvero la mamma oppure no... ora vi lascio ad un paio di capitoli di transizione,
 quindi mi scuso già se li troverete lenti! Spero comunque che tutti voi continuerete a leggere!
 Grazie mille a tutti!
 Baci, baci!

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Capitolo 19
*** L'unione fa la forza!! ***


19: L'UNIONE FA LA FORZA!!


Tutti mi guardavano stupiti ed in silenzio.
Nessuno di loro sapeva cosa rispondermi, e non era strano.
Avevo appena affermato di aver visto una persona che supponevano morta da anni, e per di più trasformata in vampira.
Fu Carlisle il primo a parlare:
"Naya, cosa ti fa pensare che si trattasse di lei?" mi domandò avvicinandosi e mettendomi una mano sulla spalla.
Io rimasi per un attimo in silenzio con il capo chino e lo sguardo perso nel vuoto.
"I suoi capelli, di quel colore, e il suo profumo... Zio io lo riconoscerei tra mille quel profumo!" esplosi fissandolo negli occhi come per supplicarlo.
Mi veniva da piangere, ma non volevo farlo, altrimenti sarei stata considerata solo estremamente disperata, e forse lo ero,
ma non fino al punto di immaginarmi le cose!
"Vedi cara, non possiamo dire che tu ti sia sbagliata... però capisci che è possibile che fosse un'altra persona. Sai, alle volte i ricordi e i nostri desideri,
riescono a soggiogare un pò la realtà." Mi disse Esme, con tono lento e consolatorio, inginocchiandosi al mio fianco e carezzandomi il viso.
Davano per scontato che fosse stata una mia fantasia. Lo avevo capito.
"Però forse è possibile..."
Mi girai di scatto, insieme agli altri. Era Alice a parlare, si avvicinava a me sorridendomi.
Ricambiai il sorriso, piena di nuova speranza.
"Alice, no!" disse praticamente ringhiando Edward, ancora in piedi vicino al divano, ma lei non li diede ascolto:
"Insomma.." continuò cominciando a gironzolare per la stanza con un dito sul mento " se analizziamo la situazione non è da escludere a priori.
Certo ricordiamo tutti la visione, assolutamente non piacevole, che ebbi poco dopo la partenza di Dertus e Nadya,
ma se ci pensiamo io sono solo riuscita a vedere la decisione presa da Aro di... ucciderli..."
Si bloccò per un attimo e mi guardò temendo una mia reazione, che però non ci fu, o almeno non esternamente...
Dopo tutto già sapevo, pur non avendolo mai senito dire espressamente che potessero essere stati uccisi, da quei...
Alice riprese:" Ma non sono mai riuscita a vedere l'atto in se, e probabilmente è stato dovuto alla velocità  e al continuo cambiare decisione di Aro.
Ne sono più riuscita a vedere nient'altro di loro, per questo abbiamo supposto che siano..morti, ma una supposizione non è una certezza.
Per cui, per quanto ne sappiamo noi Nadya, tua madre.." disse rivolgendosi a me con un sorriso: " potrebbe essere stata risparmiata e successivamente,
essere stata trasformata perchè hanno visto in lei delle potenzialità utili per il clan... non ho forse ragione Carlisle?" concluse rivolgendosi allo zio.
"Ora basta Alice! Finiscila con questa fesserie!" intervenne Edward più agitato che mai, mettendosi in posizione di attacco di fronte alla sorella.
Lei non reagì si limitò a rispondergli tranquilla: "Ed, sono solo delle ipotesi, non c'è bisogno che ti scaldi tanto."
"Io lo so perfettamente! Ma ti rendi conto che qualcun'altro potrebbe non pensarla così?!" le ringhiò contro lui.
Alice a quelle parole si girò verso di me guardandomi interrogativa, poi si rivoltò verso Edward:
"Mi dispiace ma secondo me è più che giusto che se esiste anche solo una possibilità che colei che Naya ha visto possa essere sua madre,
lei la prenda seriamente e si attacchi con tutte le sue forze a questa speranza... e io le darò una mano a scoprire la verità."
Pronunciando queste parole Alice mi si avvicinò ancora di più, poggiando una mano sul bracciolo del divano accanto alla mia testa,
come per dimostrare da che parte era.
Edward allora con uno sguardo pieno di rabbia abbassò la testa e strinse i pugni, poi in men che non si dica non lo vidi più
e un secondo dopo sentì sbattere una porta al piano di sopra.
Rimanemmo tutti in silenzio per qualche istante.
"Bene allora." disse lo zio alzandosi imprivvisamente attirando l'attenzione di tutti.
"Quello che ha detto Alice non può essere preso sotto gamba, se avesse ragione faremmo perdere una grossa opportunità a Naya, ma anche
a tutti noi di riabbracciare una cara amica. Quindi da stanotte chi se la sentirà, potrà setacciare il bosco, cominciando da dove quella persona è stata avvistata.
Dobbiamo raccogliere più indizi possibili." Disse Carlisle rivolgendosi a tutti noi, me compresa.
"Io ci stò!" esclamò Alice piena di entusiasmo alzando la mano come per rispondere ad una domanda durante un'interrogazione.
"Si, anche io! Potrebbe essere interessante.. Ancora meglio se c'è qualcuno da ridurre in brandelli!" Affermò Emmett con un sorrisetto eccitato sul volto.
"Vi aiuterò anche io. In verità non vorrei che ti illudessi troppo Naya, ma provare non costa nulla.." disse con un sorriso d'incanto Rose.
"Jasper?" Domandò Carlisle voltandosi verso di lui.
"Ma ci stà ovviamente! Non è vero tesoro?" rispose al posto suo sorellona Alice spostandosi a passi di danza al suo fianco e prendendolo a braccetto.
"Beh... anche io vorrei che tu rimanessi coi piedi ben piantati a terra Nayade, comunque ti offro volentieri il mio aiuto." disse serio, meritandosi un
bacio sulla guancia dalla sua amata che dovette mettersi in punta di piedi!
"Tesoro?" chiese lo zio voltandosi verso Esme.
"Vi aiuterò volentieri. Anche se temo andremo in contro ad una delusione." rispose come rassegnata.
"Molto bene, direi che stasera si può cominciare una prima ' escursione', saebbe meglio fare delle coppie, se siete d'accordo." disse Carlisle.
"Io! Io voglio iniziare!" si propose Emmett entusiasta.
"Andrò io con il mio scimmione." si fece avanti Rose sfiorandoli delicatamente l'enorme braccio.
"Benissimo, buon lavoro ragazzi." concluse lo zio con un sorriso.
"E Edward...?" intervenni io a mezza voce e intristita.
"Non ti preoccupare per lui Naya. Devi solo dargli il tempo per calmarsi, vedrai che si unirà presto a noi." mi rispose lo zio cercando di tranquillizzarmi.
Io annuì, non del tutto convinta.
"Forza Nayetta, ti accompagnò in camera, devi far riposare un pò la gamba, guarirà più in fretta!" esclamò Alice facendomi l'occhiolino.
"D'accordo". le risposi afflitta.
Mi alzai lentamente dal divano con l'aiuto di Esme, ormai il dolore era quasi sparito, ma sorellona Alice volle comunque portarmi di sopra in braccio,
per non rischiare. Prima di andare ringraziai tutti per la loro fiducia, poi salimmo.
Arrivate in stanza prima che la sorellona avvicinasse la porta diedi un occhiata in fondo al corridoio, come per chiamarlo, da illusa.
Ma Edward, chissà per quale motivo era tremendamente arrabbiato. Lui non mi credeva minimamente, non voleva aiutarmi. Il mio sguardo si fece cupo.
"Ti vuole molto bene, davvero davvero tanto". disse Alice interrompendo i miei pensieri mentre mi poggiava delicata sul letto.
Feci spallucce:"E' quello che credevo anche io, ma ora..." non conclusi la frase.
"Lui è fatto così. E' solo molto preoccupato per te. Ha paura che tu possa soffrire ancora, e non riuscirebbe a sopportarlo. Inoltre scommetto che si sente
in colpa per non essere stato con te in quel momento così importante, sicuramente si è convinto che avrebbe potuto aiutarti a scoprire chi fosse,
e ora non staresti così. Fidati, lo conosco bene, appena li passerà sarà il primo ad aiutarti." Alice mi sorrise e sedendosi al mio fianco mi accarezzò la testa scompigliandomi i capelli.
"Aahhh, è proprio bello l'amore! Fate proprio una bella coppia voi due!" Esclamò improvvisamente battendo le mani sulle sue gambe.
Io rimasi senza parole. Come lo sapeva? Lei... non poteva vedermi, e di conseguenza non poteva vedere lui se era assieme a me.
"T-te lo ha detto.." non mi fece finire.
"O avanti non sono mica scema sai? Non sarò in grado di avere visioni su di te, ma il legame tra voi due è palese! Quando siete insieme inondate
d'amore la stanza... Tutti se ne sono accorti!" Affermò divertita lei.
Non sapevo che dire, ero diventata rossa per la vergogna. Anche se ora non sapevo come erano rimaste le cose tra noi.
"Risolverete presto, non temere Nayetta!" mi disse vedendo la mia espressione, dandomi un lieve pizzicotto sulla guancia.
"Piuttosto... ci vorrà un pò per avere dei risultati concreti nelle ricerche, quindi nel frattempo ho deciso che per distrarti, andremo a fare... Shopping!!
Hai proprio bisogno di vestiti nuovi, il pigiama che ti ho regalato ti stà benissimo, per cui di indirizzeremo verso questo genere!
Inoltre domani le previsioni dicono pioggia!!" esclamò tutta contenta.
"Ora riposati, un' intensa giornata ci attende! Adoro l'estate, specialmente quando piove!"e uscì dalla stanza saltellando e canticchiando.
Io ero percorsa da dei brividi al solo pensiero dell'indomani! Avevo paura!
Ma ancora non sapevo che sarebbe stata proprio quella l'occasione in cui avrei rivisto colei che credevo fosse mia madre.



 RINGRAZIAMENTI:
*Grazie bella95 che mi recensisci sempre, mi fa davvero piacere, ti ringrazio!! Prometto che nel prossimo capitolo scoprirai di chi si tratta!
 Spero comunque ti piaccia anche questo!
*Grazie pacci! Ormai lo sai, quindi la tua curiosità almeno su quello è placata! Però ti ricordo c'è tutta la storia... hihihi! grazie!!
 Grazie a tutti voi che leggete! Ditemi che ne pensate!
 Baci, baci!

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Capitolo 20
*** Sei davvero tu?! ***


20: SEI DAVVERO TU?!


Era notte inoltrata, ma proprio non riuscivo a dormire.
Qualche ora prima avevo sentito uscire Emmett e Rosalie, esattamente come stabilito.
Chissà se avrebbero trovato delle tracce, qualcosa che potesse darmi almeno un briciolo di credibilità.
Sospirai e mi rigirai nel letto mettendomi su un fianco, e mi accorsi che la gamba non mi faceva più male, così mi tolsi le bende. Non c'era più l'ombra di una ferita.
Tutto passato, allora ringraziai i miei geni vampireschi.
Portai lo sguardo fisso alla vetrata, della quale una parte avevo lasciato scoperta per permettermi di osservare fuori.
C'era una luna bellissima quella notte, tipica dell'estate, possibile che sarebbe davvero venuto a piovere? Il cielo sembrava così promettente.
Alice era stata molto gentile a propormi una giornata di distrazione, ma non mi sentivo del morale giusto e avrei preferito evitare,
anche se sapevo benissimo quanto fosse difficile riuscire a persuaderla!
All'improvviso sentì dei passi, ero soddisfatta di come ora riuscissi ad usare al meglio il mio super udito, era proprio vero che stando con gli umani
non ero riuscita ad affinare le mie capacità, ma ora era facilissimo farlo.
Emmett e Rose erano già di ritorno? Non era un buon segno. Poi sentì più attentamente. Non erano i loro passi.
Mi alzai dal letto e mi avvicinai alla vetrata, mi guardai intorno, tra gli alberi, ma non vedevo nessuno, mi misi a guardare giù verso l'ingresso e la veranda,
ma nulla. Decisi di uscire per osservare meglio. Ero sicurissima di aver sentito qualcosa.
Mi appoggiai alla ringhiera e mi sporsi per arrivare a guardare più giù.
"Che fai? Tenti il suicidio buttandoti dal terzo piano? E' alquanto difficile che tu possa riuscire nell'impresa, ma se ci vuoi provare..."
Sobbalzai presa di sorpresa, e girandomi lo vidi.
Sotto la luce della luna era ancora più bello. Era seduto comodamente come se nulla fosse su un grosso e spesso ramo, proprio di fronte al mio balcone.
"E-Edward?! Ma che ci fai li sopra?!" Domandai io quasi spaventata, pur sapendo quanto fosse assurdo.
"Beh...Volevo fare un'entrata di scena! Sempre dalla porta.. Sai che noia?" detto ciò fece un salto e in un attimo fu al mio fianco, molto molto vicino.
Il mio cuore si fece sentire.
Mi allontanai, ero ancora arrabbiata con lui per come si era comportato la sera, e gli diedi le spalle.
"Che ci fai qui? Hai forse sbagliato stanza?" domandai in tono indifferente.
Riuscire a fare l'arrabbiata con lui era molto più facile se non lo guardavo in viso. Questa volta volevo resistere, non dovevo cedere.
"Scusami." mi disse lui voltandosi verso il bosco e poggiando le braccia sulla ringhiera.
"Ultimamente te l'ho detto spesso lo so, ma è difficile per me essere razionale. Agisco d'impulso senza pensare alle conseguenze, poi quando ci rifletto
mi rendo conto della mia enorme stupidità." Io ero ancora di spalle, tremendamente toccata dalle sue parole. L'arrabbiatura era già passata!
"Se ti girassi però sarebbe più facile per me, sai mi piace guardare in faccia le persone quando mi scuso." Continuò lui.
Mi voltai senza però guardarlo, tenevo la testa bassa.
Lui rise. "Ti stà molto bene quel pigiama, sai?" mi disse guardandomi.
"Grazie, e-era di Alice, me lo ha regalato..." risposi imbarazzata.
"Si, in effetti si vede che è un pò più aderente, ti fa risaltare TUTTE le forme..." affermò in tono serio.
Alzai di scatto la testa, la mia faccia si colorò di un rosso acceso."C-c-come osi?! Razza di pervertito?!" cercai di colpirmo ma lui mi scansò entrando in camera
io lo inseguì mentre lui rideva divertito.
"Sei solo un.. un.... UN PORCELLINO!"
Si bloccò proprio mentre lo stavo per colpire e mi fermò il braccio con un movimento rapidissimo, tenendolo in una stretta leggera ma ferrea,
poi ripetè stupefatto:" Porcellino??" Mi guardò con gli occhi spalancati e riscoppiò a ridere, inondando la camera di una melodia euforica.
Io arrossì e abbassai la testa: "Che c'è di male in questa parola?! Me lo spieghi?! " ringhiai.
Edward non aveva ancora smesso di ridere.
Mi innervosì. "Adesso...bast..." mi tappò la bocca con una mano. Io rimasi con l'urlo in gola.
"Sei pazza? Vuoi farti sentire da tutti?" mi disse sussurrando. Mi tolse la mano dalla bocca. Io inarcai gli occhi in segno di irritazione.
"Sei molto carina quando ti arrabbi bimba..." si avvicinò lentamente al mio viso, io chiusi gli occhi quasi meccanicamente...
"Ora devo andare..." mi bisbigliò all'orecchio. Riaprì gli occhi. Cosa??
"Ho promesso a Emmett che li avrei raggiunti!" esclamò già sul balcone: "Ciao ciao!" e si lanciò giù senza che potessi dire bah..
Ero arrabbiatissima! Mi aveva preso in girooooo! Mi buttai nel letto a faccia in giù e cominciai da urlare parole incomprensibili soffocate dai cuscini.
Mi addormantai così, stanca e nervosa.


"BUONGIORNO NAYETTA! è ora di svegliarsi." Esclamò Alice tirando la tenda della vetrata, dalla quale però non entrò nessuna luce.
"Guarda che splendida giornata di pioggia!!" continuò lei imperterrita. Io risposi con un lamento e mi coprì tutta con il lenzuolo.
"O avanti dormigliona, i negozi apriranno tra un' ora, dobbiamo già essere lì per quel momento!" E così dicendo scaraventò via il lenzuolo e si sedette saltando al mio fianco!
"Uffa dai lasciami dormire ancora un pò!" reclamai io ancora addormentata. Ma lei continuava  a saltare, per cui dedussi che la risposta fosse NO!
Mi alzai. "Su forza bravissima! Vestiti, io ti aspetto di sottooo!" e saltellando uscì chiudendosi la porta alle spalle..
Mi lavai e vestì di fretta mettendomi le prime cose che mi capitarono sotto mano. Quando scesi Alice era già davanti all'ingresso pronta ad uscire.
Sospirai rassegnata. Cercai Edward in giro ma non lo vidi. Chissà se sapeva che uscivo.
Prendemmo la mercedes di Carlisle per andare in città, e arrivammo giusto per l'apertura dei negozi. Il tempo era davvero ideale, non c'era un minimo raggio di luce,
anche se faceva molto caldo. Alice mi portò in tutti i negozi, anche più di una volta per uno, mi fece provare ed indossare più abiti di una modella in tutta la sua vita!
Senza tralasciare i diversi tipi di scarpe, borse ed orecchini da poter coordinare! Mi sentivo stanchissima e all'ora di pranzo mi concesse una pausa bibita in un fast-food.
Persino quelle panche in legno con un cuscino di finta pelle appiccicosa e davvero poco imbottito mi sembravano la cosa più comoda del mondo!
"Sentì Nayetta, ti dispiace se mentre sei qui ritorno in quel negozio di scarpe laggiù? Mi sono pentita di non aver preso quelle deliziose scarpette a pois!"
"Cioè le uniche che non hai comprato?!" dissi quasi rassegnata. "Ok, fai pure!"
"Grazieeee! Tu non muoverti di qui! Ci vediamo dopo!" mi diede un bacio sulla guancia ed uscì.
' Finalmente un pò di pace!!' pensai tra me godendomi il mio the freddo alla pesca.
Quando voltandomi verso la vetrina la vidi. Era lei ne sono certa!
Stava entrando in un piccolo viottolo dall'altra parte della strada. Indossava una mantella scura, ma quei capelli castano ramato....
Non potevo sbagliarmi! Uscìi di corsa dal fast- food e mi precipitai in quel viottolo che portava alla zona industriale della città, non vedevo nessuno in giro,
quando all'improvviso eccola, seduta su un muretto di una cancellata, coperta in viso da un cappuccio, come in attesa di qualcosa, o forse...di qualcuno.
non ci pensai un attimo e a passi decisi mi diressi verso di lei, volevo guardarla in viso più di qualsiasi altra cosa!
Le arrivai vicino e mi fermai a pochi passi. Fu allora che lei alzò lo sguardo.
"Ciao. Ti stavo aspettando."
Spalancai gli occhi dalla sorpresa. Non era lei. Non era la mia mamma.
"M-mi scusi, ecco io... ho sbagliato persona." le dissi a bassa voce stringendo i pugni, poi mi girai e feci per andarmene.
"Non mi sorprende che tu mi abbia scambiata per lei... Ci assomigliamo da quando siamo nate, in tanti ci hanno sempre confuso,sai?"
Mi disse quella donna con una voce rauca ma comunque bellissima.
La guardai confusa ed un pò spaventata. Riprese lei a parlare.
"Stai parlando di tua madre non è vero Nayade?" mi domandò con fare dolce e comprensivo sorridendomi.
"Le-lei conosceva mia madre?!" le chiesi subito avvicinandomi di un altro passo, decisa a capire, a sapere.
La donna si alzò e mi si avvicinò lasciando solo un passo di distanza tra noi, allungò le braccia e me le porse sulle spalle delicatamente.
"Si cara, la conoscevo bene. Nadya era... mia sorella."




 RINGRAZIAMENTI:
*Grazie ancora paciiiiiiii! Anche io adoro Alice, è troppo divertente scrivere di lei! ahahah! ti voglio bene!
*Grazie bella95, le tue recensioni mi fanno un grande piacere! Come vedi in questo capitolo finalmente lo scopre...hihi grazie ancora!
 Grazie mille a tutti voi che leggete, spero vi piaccia anche questo capitolo!
 Baci, baci!

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Capitolo 21
*** Perdonatemi... Devo mentirvi. ***


21: PERDONATEMI... DEVO MENTIRVI.


Mi allontanai istintivamente. Ero impietrita. Come faceva questa donna ad essere la sorella di mia madre?
Sicuramente mi stava prendendo in giro. Certo la somiglianza c'era, anche se ormai era coperta dalla bellezza inumana tipica di una vampira.
Nessuno mi aveva mai parlato di una ZIA, e nemmeno io ne avevo ricordi. Feci un altro passo indietro guardandola circospetta.
"Mi dispiace che tu ti senta spaventata cara, ma d'altronde è naturale tu non mi conosci. Alla fine LORO hanno raggiunto il loro scopo."
disse dapprima guardandomi dispiaciuta poi abbassando il capo come per nascondere il dolore.
"Loro? Di chi stà parlando?" le chiesi incuriosita ma mantenendo le distanze.
"Mi piacerebbe molto spiegarti ogni cosa in questo istante, ma lei stà arrivando, non ne ho il tempo. Tu però devi promettermi che non dirai nulla a nessuno della famiglia da cui vivi del nostro incontro Nayade, è importante. Non temere, ci rivedremo presto, e allora saprai tutta la VERITA'. Ora reggimi il gioco ti supplico."
concluse avvicinandosi a me e accarezzandomi il viso, poi chiuse gli occhi.
"Ecco io non..." non riuscì a finire.
"Nayaaaaaa! Eccoti finalmente! Si può sapere perchè te ne sei andata dal fast-food?!" mi sgridò Alice.
Io non sapevo cosa dire. Come avrei presentato quella donna al mio fianco che non voleva si sapesse che avevamo parlato?
Il cuore mi batteva fortissimo. Stavo per cedere e raccontare tutto, ma poi...
"Oh ma chi è questa ragazza assieme a te? E questa meraviglia di cagnolino così simpatico?" domandò la sorellona in tono tranquillo, muovendo le mani come se stesse accarezzando qualcosa, qualcosa che però non esisteva.
Non riuscivo a capire. Che diamine stava succedendo?  Di che ragazza parlava? e soprattutto.. quale cane?? Vicino a noi c'era solo quella donna, nessun'altro.
"Buongiorno signorina, il mio nome è Bianca. La prego di non sgridare Naya è colpa mia se non vi siete trovate.
Vede ero anche io al fast-food e non trovando posto mi sono seduta al suo stesso tavolo, così abbiamo cominciato a parlare e le ho indicato fuori il mio cagnolino
che mi aspettava tranquillo, poi ad un tratto si è messo a correre in questa direzione, e lei è stata così gentile da aiutarmi a riprenderlo."
disse la donna praticamente sussurrando e girandosi verso di me con un sorriso sulle labbra.
Ero sempre più confusa. Poi ricordai: ' reggimi il gioco' aveva detto. Ok, potevo anche farlo, ma possibile che la sorellona vedesse un'altra persona?
"Ma come sei educata! E sei anche vestita molto bene sai? Il mio nome è Alice e sono sua sorella! " disse con un immenso sorriso.
"Comunque va bene, per questa volta sei perdonata, ma non farmi mai più prendere uno spavento del genere!" riprese girandosi verso di me tornando seria.
"S-si, mi dispiace.." Risposi io con un filo di voce abbassando lo sguardo, ma guardando di sottecchi la donna che mi sorrise e mi fece l'occhiolino,
poi parlò:" Allora Naya per te va bene se ci rivediamo domani davanti al fast-food per quest'ora? Così portiamo Gengy al parco!" disse sempre in un bisbiglio
guardando fisso Alice. Rimasi in silenzio per qualche secondo, poi risposi incerta:
"Ehm...certo, p-per me va bene se la sorellona è disposta a riaccompagnarmi.." e mi girai verso di lei, ancora incredula che non sospettasse nulla.
"Oh vorreste uscire domani?" ci pensò su un attimo: "beh per me potrebbe andare, ma devi chiedere a tuo zio prima d'accordo?" mi rispose seria.
"S-si, certamente.." dissi. Mi sentivo come se stessi recitando una parte, e non mi piaceva.
"Perfetto allora! Se tutto va bene ci vediamo domani! Ora devo andare, ciao!" e così dicendo corse via riprendendo il viottolo che conduceva in piazza, ma prima
mi sorrise soddisfatta e mi salutò con un cenno della testa. Ero ancora stupefatta e perplessa.
"Però che bella voce squillante ha quella ragazzina!" esclamò Alice appena rimaste sole con un sorriso divertito.
Io mi girai di scatto a guardarla. Ma cosa stava dicendo? Se aveva sussurrato per tutto il tempo!! Poi il mio sguardo tornò al viottolo preso dalla donna.
Chi era davvero? E soprattutto, cosa nascondeva?.


Durante il viaggio di ritorno Alice continuò a farmi la ramanzina. Mi diceva che ero stata incoscente ad andare con una sconosciuta, anche se era una ragazzina,
e che avrei almeno potuto avvertirla perchè sapevo benissimo che non poteva vedermi, di non farla mia più spaventare in quel modo.
Io mi limitai ad annuire per tutto il tempo, non sapevo come giustificarmi, inoltre... avevo altro a cui pensare.
Quando tornammo a casa era già pomeriggio e Alice recuperò il suo buon umore in un attimo quando le promisi che saremmo andate ancora insieme per negozi.
Mi aiutò a portare in camera gli innumerevoli sacchetti e quando aprì la porta rimasi di stucco.
Esteso per tutta la parete si presentò un enorme armadio a quattro ante di un bianco splendente coi contorni rosa, al centro del quale c'era un grande specchio.
Rimasi con gli occhi spalancati e Alice rise sotto i baffi: "Non te lo aspettavi eh? L'ho fatto montare ai ragazzotti mentre noi non c'eravamo, non puoi mettere
tutti quesi indumenti in una valigia!" esclamò fiera.
"S-sorellona, ti ringrazio ma... non dovevi, mi sembra un pò troppo...ehm, grande.." dissi io ancora stranita.
"Oh oh oh! Ma cosa dici Nayetta? Tra poco sarà anche fin troppo piccolo!" e continuò a ridere in tono stridulo uscendo dalla stanza.
Rabbrividii a quelle parole e mi pentì amaramente della mia promessa!
Sospirai, ora non avevo tempo per sistemare tutte quelle cose, dovevo parlare con Carlisle e chiedergli il permesso di uscire l'indomani.
Scesi di sotto, trovai lo zio seduto in salotto a leggere un libro intitolato ' L'uomo e la salute'. Interessante, pensai tra me e me.
Mi schiarì la voce:" ehm, ciao zio, posso disturbarti?" domandai sotto voce.
Alzò lo sguardo:" ma certamente cara, dimmi pure." così dicendo fece una piccola piega alla pagina che stava leggendo e chiuse attentamente il libro.
"Siediti" mi intimò poi. Presi posto sul divanetto di fronte a lui, e cominciai a parlare:
"Ecco zio, vedi oggi mentre ero in città con Alice ho..incontrato una ragazza e abbiamo fatto amicizia, e mi stavo chiedendo se domani potessi rivederla
e andare con lei al parco per far giocare il suo cagnolino.." ero insicurissima mentre parlavo e non lo guardavo mai in volto,
ma non perchè temessi la risposta di Carlisle, mi sentivo terribilmnete in colpa nei suoi confronti, era difficile mentirgli.
"Beh se tu ritieni che non ci sia nessun pericolo e ci tieni, per me non ci sono problemi. Mi fido di te Naya." dicendo ciò mi sorrise sereno.
Mille pugnalate alla mia coscenza.
"G-grazie ..." non riuscì a dire di più e decisi di tornare in camera mia a sbattere la testa contro il mio armadio nuovo, così..per inaugurarlo!
"E così domani esci con una tua amica?" Eccola, la voce più bella del mondo. Mi girai lentamente e lo vidi, seduto sull'ultimo scalino, coi gomiti appoggiati
a quello dietro, e l'espressione un pò imbronciata.
Sospirai, e mi sedetti al suo fianco: "si, è una ragazza che ho conosciuto oggi, è... simpatica!" esclamai con tono più convincente possibile.
Lui fissava il pavimento:" ho capito, beh.. l'importante è che fai la brava!" disse girandosi verso di me e mostrandomi il suo fantastico sorriso sghembo. Io arrossì.
"Lo sai che stasera tocca a noi? Spero tu sia bella pronta!" affermò provocatorio.
"Pronta? Ma a cosa ti riferisci?" domandai io confusa.
Edward rise: "dobbiamo andare nel bosco, devi farmi vedere il punto esatto in cui hai visto quella persona.."
"Ah.." non sapevo che dire, in verità avrei preferito non parlare di lei, inoltre mi sentivo davvero stanca. Ma come facevo a dire di no ad un uscita col mio vampiro preferito..
"Ah? tutto qui? Beh se devi venire con questo entusiasmo ci vado da solo!" e detto ciò si lanciò spedito verso la porta e senza che potessi dir nulla uscì.
Io corsi fuori mi guardai attorno ma non si vedeva già più. Sospirai dispiaciuta, poi alle mie spalle sentì ridacchiare.
Edward era appeso come una scimmia alla tetto della veranda che dondolava avanti e indietro.
"Allora andiamo?" mi sorrise divertito. Io annuì ricambiando il sorriso portandomi una mano sulla fronte per quanto fosse stupido!
Cominciammo a correre, nonostante fosse solo la seconda volta sembrava lo facessi da sempre e mi divertivo tantissimo, inoltre mi dava modo di sfogarmi,
e in quel momento ne avevo proprio bisogno!!
Quando intravidi il posto dove era avvenuto l'incontro avvertì Edward ma lui mi fece cenno di continuare, allora lo seguì.
Si fermò sotto l'enorme e altissima sequoia su cui ci eravamo arrampicati l'ultima volta, girandosi verso di me con un ghigno sulle labbra disse:
"Saliamo?.. Io annuì convinta, ormai non mi faceva più paura! Ci arrampicammo più veloci della luce, e questa volta fino in cima.
"Prego si accomodi signorina". mi disse Edward mostrandomi il ramo più lungo e spesso. Lo guardai interrogativa e mi sedetti, e lui con un solo movimento spostò dei piccoli rami di fronte a noi, lasciandoci un panorama mozzafiato. C'era la luna piena quella sera, le nuvole che avevano dominato durante il giorno erano sparite,
e lasciavano il posto ad un cielo stellato strabiliante. Da quell'altezza sembrava tutto così vicino! Come se bastasse alzare un dito per poterle toccare!
"Ti piace bimba?" mi chiese Ed dolcemente. Distolsi lo sguardo da una meraviglia per posarla su una ancora più bella.
"E' fantastico, davvero.. fantastico!" non sapevo che altro dire, come si poteva descrivere quel momento così magico?.
"Missione compiuta allora.." mi sussurrò all'orecchio, dopo di che mi cinse la vita con un braccio tirandomi delicatamente a se, io chiusi gli occhi e questa volta lui
non scappò. Ci baciammo a lungo senza mai staccarci, poi rimanemmo abbracciati per ore mentre ci perdavamo l'uno negli occhi dell'altra.
Peccato che tutto questo da lì a poco sarebbe finito. E sarei stata proprio io a mettere la parola FINE, se pur inconsapevolmente.




 RINGRAZIAMENTI:
*Grazie ancora pacci! Anche io andrei volentieri a fare shopping con Alice, non disdegnerei sicuramente!! bacio.
*Grazie tante DiNozzo323! Avevi intiuto bene direi! Anche l'idea della nonna non era male...ahahah! grazie ancora!
 Spero vi piaccia anche questo capitolo!
 Ringrazio anche tutti voi che leggete, mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate della storia!
 Baci, baci a tutti!

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Capitolo 22
*** Qualche ora D'amore. ***


22: QUALCHE ORA D'AMORE.


Tornammo a casa che era già quasi l'alba, e giusto per non perdere l'abitudine entrammo dal balcone della mia camera, che ricordavo,
avevo lasciato un pò aperto, senza mai lasciarci la mano.
Una volta entrati ci guardammo ancora negli occhi sorridendoci dolcemente.
Le mie guance erano color porpora ormai da ore e non si notava più la differenza, ma se possibile il battito del mio cuore sembrava sempre più veloce,
però forse era solo una mia impressione.
"Ora è meglio che tu dorma un pò Naya, devi essere stanca." mi disse Edward carezzandomi il viso e portandomi i capelli dietro l'orecchio.
"No! Non sono stanca davvero!!" risposi cercando di essere convincente. Mi contraddissi da sola però sbadigliando alla fine della frase!
Mi tappai subito la bocca con la mano per coprirlo!
Lui rise: "su, non ti preoccupare, sarebbe strano se non ti sentissi esausta dopo un'intera giornata di spese con Alice!"
Esclamò continuando a sorridere divertito.
"Già... hai ragione anche tu..!" Risposi ridendo insieme a lui.
"Allora buonanotte bimba.." e portò la mia mano alla sua bocca dandole un delicato bacio che mi fece rabbrividire.
Si allontanò e solo quando ormai non riuscì più a tenergliela lasciai la sua.
Mi fece il suo perfetto sorriso e aprì la porta. Non volevo se ne andasse, volevo che rimanesse li con me!
"Edward... aspetta!" Mi decisi all'ultimo, quando ormai era praticamente fuori. Lui si fermò.
"Per-per favore, rimani con me ancora per un pò!" gli chiesi  a voce bassa, abbassando la testa e chiudendo gli occhi, sapevo che lui poteva sentirmi.
Senza un motivo cominciai a piangere, in un attimo mi fu di nuovo vicino e mi abbracciò forte.
Ci baciammo ancora, ma questa volta c'era più passione, poi teneramente mi allontanò, mi asciugò le lacrime e sorridendomi disse:
"E' difficile resistere sai se ti mostri così indifesa..." Aveva un tono imbarazzato.
Io arrossì ancora di più:" m-mi dispiace.." dissi ugualmente in imbarazzo.
Mi prese il mento alzandolo dolcemente:" se ti fa piacere rimango volentieri." Sorrise guardandomi negli occhi. Anche io sorrisi.
"Però devi farmi una promessa..." mi guardò accigliato.
"Ok, dimmi pure..." dissi resa e un pò curiosa.
"Resto qui con te solo se ora vai subito a letto e cominci a dormire! Va bene?". Era una domanda ma sapevo di non avere scelta!
Annuì. "Vado un secondo in bagno prima però..."
"Concesso!" Esclamò lui sorridendo sedendosi sul letto.
Mi diressi in bagno chiudendomi la porta alle spalle, ma mi resi subito conto di aver dimenticato il cambio! Così la riaprii e con un solo sguardo feci svolazzare
verso di me un sacchetto ancora a terra, sorrisi a Edward che mi guardava con occhi spalancati, e richiusi.
Mi infilai subito nella doccia, poi mi cambiai tirando fuori dalla busta un pigiama compratomi da Alice, in quel momento le fui enormemente grata, e lo indossai.
Era di un azzurro chiaro, di seta, composto da una canottiera abbastanza aderente con la parte superiore in pizzo, e da pantaloncini corti.
Lasciai i capelli umidi, mi lavai i denti con cura, riposi la biancheria sporca nella cesta ed uscì.
Edward era sdraiato nel letto bello come non mai, aveva le braccia dietro la nuca e mi sorrideva. Poi fischiò, come in segno di apprezzamento.
Lo raggiunsi e imbarazzata mi ci sdraiai accanto, quando notai qualcosa di diverso...
"Hey ma.. ti sei cambiato?" esclamai sorpresa.
Rise:" Beh, c'ero anche io con te mentre ti arrampicavi sugli alberi sai?"
"Già.." mi limitai a dirgli io, mi vergognavo. Era nel mio letto, ed era così strano averlo li, così... stupendo.
Indossava una magliettina di cotone bianca abbastanza larga e comoda e dei pantaloncini corti color militare.
"Forza, ora a nanna, come promesso." disse, tirandomi il lenzuolo per permettermi di andare sotto.
"So che ormai sono le cinque passate, ma puoi dormire per qualche ora giusto? L'appuntamento con la tua amica ce l'hai per pranzo no?"
Già è vero, mi era completamente scappato di mente! Dovevo dirgli la verità, non potevo mentirgli così dopo la serata fantastica passata insieme!
Mi girai di scatto:" Senti Edward io devo dirti una cosa e..." mi interruppe mettendomi un dito sulla bocca.
"Ah ah ah, cosa mi hai promesso? Ora devi dormire!"
"Si ma prima..." ci provai di nuovo.
"Niente scuse, o dormi o me ne vado..."
Lo assecondai. Fu lui a coprirmi, poi mi diede un bacio in fronte e mi bisbigliò:" Buonanotte mio tesoro, sogni d'oro..."
Volevo parlargli, ma senza neanche rendermene conto appena chiusi gli occhi mi addormantai.


Quando mi risvegliai erano circa le dieci e trenta del mattino. Ero sola, Edward probabilmente era già sceso di sotto.
Prima di raggiungerlo mi soffermai per un momento a pensare a tutto ciò che era successo fin ora.
La famiglia Cullen mi aveva accolta come un loro membro integrante, dandomi affetto e comprensione, stavo bene con loro, come mai ero stata prima,
e mi ero innamorata, già... credo sia questo il termine giusto per descrivere ciò che stavo provando. Ero proprio innamorata di Edward Cullen, e ne ero felice.
Ripensai all'incontro con quella donna, mi domandai se andarci oppure fare come se non l'avessi mai incontrata.
Alla fine decisi di rivederla, ma solo per dirle addio. Non sapevo esattamente il motivo ma non riuscivo a fidarmi di lei, e non riuscivo a fidarmi di una persona che mi chiedeva di mentire alla MIA FAMIGLIA.
Mi decisi anche su un'altra cosa. Promisi a me stessa che dopo aver parlato con lei avrei confessato al mio Edward di amarlo.
Scesi dal letto più decisa che mai, andai verso la finestra e vidi che c'era un bellissimo sole, allora dedussi che anche questa volta avremmo preso la mercedes dai finestrini oscurati! Mi lavai e mi vestì serena, prendere una decisione era la parte più difficile, dopo mi sentivo meglio!
Dopo aver baciato come di consuetudine la fotografia dei miei genitori scesi di sotto con una gran sorriso!
"Buongiorno Nayetta, ti vedo in forma oggi!" Esclamò Alice appena entrai in cucina.
"Già lo sono infatti!" affermai io aprendo il frigorifero e versandomi un pò di succo d'arancia in un bicchiere.
"Come mai tutto questo buon umore cara?" mi chiese cortese Esme che stava ripulendo alcune delle sue cianfrusaglie, anche se non ce ne era bisogno,
erano sempre splendenti!
Io feci spallucce:" Non saprei, mi sono svegliata bene!" le risposi risciaquando il bicchiere ormai vuoto.
"Certo certo, forse volevi dire che hai dormito bene con accanto Edward.." mi incalzò Alice con un sorrisetto furbo.
La zia rise divertita. Io all'inizio rimasi zitta, ma poi mi unì a loro, ormai era inutile continuare a far finta di nulla!
Ed sbucò proprio in quel momento:
"Si può sapere cosa avete da ridere voi?" chiese un pò preoccupato, poi si girò verso di me mi sorrise e senza attendere una risposta mi si avvicinò, si guardò
alle spalle fissando Alice ed Esme.
"D'accordo d'accordo vi lasciamo soli soletti..." intuì la sorellona che prese la zia per mano e la condusse fuori con lei "Fate i braviiii!" concluse facendo l'occhiolino.
"Finalmente soli" mi disse tirandomi a se prendendomi delicatamente la vita. Ed ecco le mie guance riprendere colore!
"Mi sei mancata.." continuò lui. Ero felice: "Anche tu.." risposi facendoli una carezza sul viso. Ci baciammo.
"Buongiorno", disse dopo lui con le labbra ancora sopra le mie, io risi: " buongiorno a te.." e riprendemmo a baciarci.
Ormai eravamo come due calamite, attratte l'una dall'altra, sempre attaccate.
"Allora va bene per te se ti accompagno io in città?" mi domandò dopo un pò.
"Ovviamente si, tanto sarà una questione di pochi minuti..." gli risposi io, senza mai allontanarmi da lui.
"Ah davvero?" chiese come sorpreso ma in realtà era contento!
"Si.." e continuai a baciarlo.
"Allora andiamo.. prima partiamo, prima tornaimo, no?" E si allontanò lentamente.
Io sbuffai: "Va bene, andiamo!" risposi desiderosa di tornare a casa il più presto possibile!
Prendemmo la macchina di Carlisle come avevo supposto. Edward guidava come un matto, ma nonostante ciò mi sentivo sicura assieme a lui, e non
come con Alice, lei alla guida mi terrorizzava!
Arrivammo in un batter d'occhio, non era nemmeno mezzogiorno e la donna non era ancora arrivata, così attesi in auto col mio bel vampiro.
"Sai cosa pensavo bimba?" mi chiese lui d'un tratto. Io mi girai incuriosita e scossi la testa.
"Pensavo che al tuo ritorno potremmo andare a caccia.. ti va? Comincio ad avere un lieve langurino.." Affermò poi togliendosi gli occhiali da sole e
mostrandomi i suoi occhi ormai scuri.
Risi:" Va bene, ci stò! Un pò di fame ce l'ho anche io!" Ammisi facendogli la linguaccia.
Quando mi rigirai verso il finestrino la vidi. Indossava ancora la mantella scura, ma il viso era scoperto e ... brillava, come se fosse incastonato di tanti piccoli diamanti!
Possibile che nessuno si accorgesse di lei? La gente le passava di fianco come se nulla fosse. Mi vide anche lei e mi sorrise, poi guardò Edward
ma in maniera diversa, tra timore e... rabbia.
"Edward" lo chiamai, ma lui già mi stava guardando, senza rendermene conto arrossì, ormai era un riflesso incondizionato.
"E' arrivata?" mi chiese un pò scocciato.
Annuì. "è la che mi stà aspettando" risposi indicandogli l'entrata del fast-food.
"Chi è? Quella ragazza bionda con il cagnolino in braccio?" domandò guardandosi attorno.
Anche lui vedeva questa ragazza e il suo cagnolino?!
"Ehm.. si, si esatto è lei.." ero confusa, volevo capire.
"Ok, mi raccomando fai la brava..Ti vengo a prendere tra un paio d'ore." mi disse in tono di rimprovero, poi si sporse dandomi un bacio.
"Contaci.." gli risposi quasi sussurrando.
Scesi dalla macchina, e lo salutai aspettando che si allontanasse. Poi mi diressi verso di lei.
"Ciao Naya è bello rivederti." mi disse sorridendomi con la sua bellissima voce.
Non volevo perdere tempo. Ero decisa.
"Io credo che lei mi debba delle spiegazioni." Andai subito al dunque.
Lei annuì: "Si hai ragione mia cara. Vieni, troviamo un posto più tranquillo."




Ciao a tutti! Allora prima di far succedere il tutto ho deciso di concedere alla nostra coppietta almeno un capitolo tranquillo! Spero lo apprezzerete!
Dal prossimo si verrà a sapere un'altra verità riguardante la vita di Naya... Quella donna sarà sincera?
Per ora godetevi questo!

*Grazie mille free09! Tra poco si saprà tutto non temere! GRAZIE!
*Grazie anche a DiNozzo323! no!! non diventarmi ansiosa!! spero ti piaccia anche questo capitolo! GRAZIE ANCORA!
*Grazie ancora a pacci che mi recensisci sempreeee! Bacioni!
 Ringrazio poi tutti voi che leggete, GRAZIE INFINITE!
 Baci!

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Capitolo 23
*** Una seconda Verità. ***


23: UNA SECONDA VERITA'.


Ci diregemmo verso un parchetto e ci accomodammo su una panchina abbastanza isolata rispetto alle altre, e ombreggiata da dei grossi alberi alle nostre spalle.
Immaginavo avrebbe scelto un posto più isolato, ma ad osservare meglio intorno notai che la maggior parte delle persone erano concentrate nella zona giochi,
mentre dove ci trovavamo non c'era quasi nessuno, a parte qualche coppietta che cercava un pò di intimità.
Quando smisi di guardarmi in giro notai che mi stava fissando sorridendo.
"C'è... qualcosa che non va?" le chiesi allora per tagliare corto.
Lei voltò subito lo sguardo:"Oh no perdonami! E' solo che... mi ricordi così tanto tua madre." rispose prendendomi alla sprovvista.
Rimasi in silenzio e abbassai la testa
"Senta mi scusi potrebbe dirmi la questione per cui siamo qui? Avrei una certa fretta di tornare a CASA MIA." affermai poi seria.
Forse però ero stata scortese, così mi girai verso di lei per scusarmi,
e in quel momento mi parve di scorgere nei suoi occhi rabbia e malignità, ma dopo un attimo sorrideva.
Magari era stata una mia impressione.
"Hai ragione cara, ti chiedo scusa." mi guardò dispiaciuta. Io annuì.
"Tanto per cominciare il mio nome è Evelin, anche se fin da piccola mi hanno sempre chiamata Eve. Anzi in verità fu proprio tua madre a cominciare a chiamarmi in
questo modo, in quanto da piccola non riusciva a pronunciare il nome per intero." Sorrise al ricordo. Io mi unì a lei.
"Sai io e Nadya siamo cresciute in un orfanotrofio, i nostri genitori morirono in un incidente stradale quando io avevo dieci anni e lei otto.
Non avevamo parenti prossimi ad esclusione di una nonna, troppo anziana però per occuparsi di noi. Una nostra eventuale adozione era difficile, le coppie
preferivano bimbi piccoli. "
"Già, lo so bene..." commentai quasi senza accorgermene. Lei si fermò un istante, poi riprese:
"Solo una volta una famiglia portò con se tua madre, ma lei per tutto il tempo che rimase in quella casa si rifiutò di bere e di mangiare, non voleva stare senza di me,
così la riportarono indietro.
Dal quel momento rimanemmo in istituto, e una volta raggiunti i 18 anni le suore che gestivano l'orfanotrofio mi
aiutarono a trovare un lavoro, con il quale riuscì a pagarmi l'affitto di un piccolo appartamento, così portai via di li anche la mia sorellina.
Vivemmo con poco ma comunque felici per un paio d'anni. Eravamo attaccatissime, sempre insieme. Lei mi diceva tutto quello che le capitava e io lo stesso.
Finchè un giorno smise di parlarmi, mi nascondeva le cose, mi mentiva e tornava sempre più tardi dal suo lavoretto.
Io non capivo che stava succedendo, così una sera scoppiai in lacrime davanti a lei, disperata. Fu allora che mi parlò di LUI."
Si interruppe un momento, mi guardò e sorridendomi mi accarezzò i capelli. Nel suo sguardo c'era... dolore, riuscivo a scorgerlo,
così se pur con un pò di incertezza le poggiai una mano sulla sua, lei la strinse e continuò il suo racconto:
"Inizialmente non sapeva come dirmelo, farfugliava parole senza senso, come: ' non potrei dirti niente sulla sua esistenza', ' verrà punito', ' ti spaventerai',
o cose del genere.
Io la feci sedere e cercai di calmarla allora mi spiegò la verità. Mi disse che aveva incontrato un uomo di circa 28anni, ma che non era come tutti gli altri e che
era speciale, perchè lui era UN VAMPIRO. Mi supplicò di crederle e di non prenderla per pazza e così feci.
Mia sorella non mi aveva mai mentito, e non si sarebbe mai inventata una cosa del genere. Nonostante ciò rimasi molto agitata.
Insomma, stavamo parlando di un ...mostro dopo tutto."
A quelle parole mi sentì presa in causa e allontanai la mia mano, lei allora si girò verso di me e me le riprese entrambe dolcemente:
"Naya, tesoro, non giudicarmi per questo, capisci che ero molto in pensiero per lei, non sapevo niente di lui, e il fatto che fosse un vampiro, un personaggio
che credevo leggendario non mi aiutava..." Affermò abbassando la testa come in segno di scuse.
Sospirai: "Non importa, ti capisco." le risposi dandole per la prima volta del tu.
Lei rialzò lo sguardò sorridente e mi ringraziò, poi proseguì:
"Vedendo il mio spavento decise così di farmelo conoscere, per farmi capire quanto fosse una brava persona, onesta e gentile.
Mi spiegò poi di quella che loro chiamavano ' dieta vegetariana', del loro rifiuto di uccidere umani e della caccia solo ad animali.
Questo mi tranquillizzò in parte, devo dire.
Il giorno seguente dopo il crepuscolo si presentò a casa con lui. Appena lo vidi lo trovai bellissimo, occhi dorati, capelli nero corvino, un fisico statuario e
una voce incantevole. Riuscì a capire perchè Nadya si fosse innamorata di lui.
Fu una serata piacevole, era un tipo molto socievole e sembrava molto innamorato di tua madre. Mi parlarono della famiglia con cui viveva Dertus, i Cullen.."
Nominandoli si girò verso di me, ancora quelo sguardo per un altro istante, poi il sorriso. Questa volta non era stata un impressione.
"Cominciai a fidarmi di lui, e dissi a mia sorella che aveva la mia benedizione per la sua storia d'amore, se pur parecchio strana, le auguravo tutta la fortuna possibile,
una fortuna che noi non avevamo mai avuto. Lei allora mi abbracciò forte e mi disse che non si sarebbe mai allontanata da me,
anche quando fosse stata... TRASFORMATA.
A quelle parole rimasi impietrita, non avevo neanche immaginato che potesse capitare una cosa del genere. Lei voleva rinunciare alla sua vita... per lui.
Non ero assolutamente d'accordo cercai di farla ragione in proposito ma riuscì a convincerla solo ad aspettare finchè non fosse stata davvero pronta.
Poi successe quello che non sarebbe MAI dovuto succedere..."
Si bloccò e si portò una mano alla testa disperata al solo ricordo.
"Che- che successe...? " chiesi io curiosa e anche preoccupata per la sua reazione.
"Mi giuri Nayade che dopo non te la prenderai con me per ciò che stò per dirti? Vedi io... non lo ho mai detto a nessuno in verità..."
Si rivolse a me con tono di voce strozzato, se avesse potuto avrebbe pianto in quel momento, ne ero certa.
Annuì:"Te lo prometto.." Aggiunsi. Allora lei riprese:
"Vedi qualche giorno dopo io tornai prima a casa dal lavoro e cominciai a preparare la cena per noi due, quando Nadya mi telefonò e mi disse che sarebbe tornata
tardi dal lavoro, perchè le offrivano gli straordinari e avevamo bisogno di soldi in più. Poi mi avvertì che sarebbe passato di lì Dertus e di riferirgli il messaggio.
Poco dopo arrivò, lo feci entrare e li dissi che mia sorella era stata trattenuta al lavoro, mi aspettavo che se ne andasse, invece..."
Rimase in silenzio, guardava nel vuoto come se non riuscisse più a parlare.
Le accarezzai i capelli come per consolarla, qualsiasi cosa fosse accaduta l'aveva traumatizzata.
"Lui... cominciò a farmi complimenti, tanti complimenti, ad accarezzarmi in viso, i capelli, e toccarmi ovunque...
Io cercavo di allontanarmi ma lui era velocissimo e me lo ritrovavo sempre davanti, finchè non mi prese con la forza e cominciò a baciarmi, sempre di più...
Non riuscivo a muovermi, era così forte..."
Si prese la testa tra le mani e cominciò a scuoterla.
Io ero impietrita. Com'era possibile una cosa del genere!
"Vuoi- vuoi dire che mio padre ti ha... violentata?" dissi con un groppo in gola, con voce tremante, ancora incredula.
"No... non arrivò a tanto... Ad un certo punto disse che era tardi, che doveva andare, ma prima di uscire mi disse che se avessi detto qualcosa a Nadya
lui la avrebbe ... uccisa..." aveva ancora la testa tra le mani, non si muoveva.
"NO! NON E' VERO! STAI MENTENDO!" Urlai alzandomi dalla panchina e indietreggiando, con le lacrime agli occhi:
"TU SEI SOLO UNA BUGIARDAA!" Continuai. Delle persone si voltarono verso di noi.
"Nayade, mi dispiace davvero. Non ti stò mentendo! So che è difficile da credere, ma le cose sono andate così devi credermi!"
mi supplicò alzandosi e cercando di avvicinarsi.
Mi tappai le orecchie con le mani. Non volevo più ascoltare una parola proveniente da quella donna! Lei voleva ingannarmi!
Si protese verso di me, appoggiò le sue mani sulle mie, cercando di toglierle delicatamente, mente io ormai singhiozzavo.
"Ti prego, ascolta fino alla fine... Naya, tu hai il diritto di sapere come realmente sono andate le cose!" Esclamò guardandomi negli occhi disperata.
Avrei voluto chiudere li la conversazione, andarmene, ma ero desiderosa di sapere che altro aveva da dirmi che non sapessi, per quanto non lo credessi vero.
Si risedette e mi invitò a mettremi accanto a lei, ma scossi la testa.
Avevo preso la decisione di ascoltarla, ma non volevo avvicinarmi.
"Dopo quel fatto, tutto continuò come se niente fosse accaduto. Nadya era all'oscuro di tutto e faceva tanti progetti...
Avrei voluto dirle ogni cosa, ma avevo paura che le avrebbe fatto del male. Lei si era accorta che avevo qualcosa di strano e me lo chiedeva in continuazione,
ma io non le dicevo nulla, facendo finta di niente. Poi un giorno mi disse che aveva preso la decisione di trasferirsi dai Cullen, la famiglia in cui viveva Dertus,
disse che era stao lui ad insistere, e io sapevo che lo aveva fatto per allontanarla da me.
Con mio grande rammarico si trasferì pochi giorni dopo, e da quel momento non riuscì praticamente più ne a vederla ne a sentirla, se non tramite
qualche chiamata che mi faceva lei, di nascosto però, lo capì dal tono di voce che usava e dalla fretta che aveva.
Le cose andarono avanti così per qualche mese, finchè io non ce la feci più e decisi di raccontargli la verità.
Inoltre nelle ultime chiamate aveva un tono di voce rauco, sempre stanco, affaticato, non stava bene.
Aspettai una delle sue rare telefonate e le dissi che avevo assoluto bisogno di vederla, di parlarle. Che avevo bisogno di lei, ma di non dire nulla a Dertus di ciò.
Lei non sapeva cosa rispondermi, poi mi disse che ci avrebbe provato l'indomani, e mi informò felice del fatto che aspettava un bambino,
e subito dopo riattaccò. Io rimasi immobile, incredula. Come poteva essere accaduto? Dovevo parlarle il più presto possibile."
Poteva davvero essere la verità quello che mi stava dicendo? Ma allora perchè io non ne avevo ricordi? Perchè la mamma non ne aveva mai parlato se le voleva così bene?
Mi guardò un istante, poi riprese:
"Il giorno seguente lei non si presentò. Allora decisi di andare io. Non potevano inpedirmi di vederla, era mia sorella e stava male, aveva bisogno di me!
Mi avviai che era già buio, e sulla strada all'improvviso intravidi qualcuno. Era Dertus.
Io gli gridai contro, gli dissi di lasciarmi vedere Nadya, perchè avevo deciso di dirle tutto e di salvarla da lui.
Non mi rispose, si avvicinò, e in un attimo mi fu addosso, mi trascinò in un bosco isolato, poi... mi morse, dicendomi che mi aveva avvertita.
Solo allora capì che non avrebbe mai fatto del male a mia sorella ora che aspettava suo figlio, e per questo ringraziai, anche durante quel dolore atroce.
Fortunatamente in quel momento qualcosa lo fece scappare, credo ci fosse qualcuno che lo chiamava e che si avvicinava,
così non fece in tempo a concludere, lasciandomi agonizzante a terra.
Cercai di trascinarmi in strada per chiedere aiuto ma persi subito i sensi.
Alcuni giorni dopo, giorni di estrema sofferenza, mi risvegliai così.
Non sapevo cosa fare da chi andare, così decisi di avviarmi verso casa dei... Cullen, anche se sapevo chi avrei trovato.
Mia sorella mi aveva detto che erano persone di buon cuore, e confidavo
nel fatto che mi avrebbero aiutato, invece... mi aprì la porta il dottore, chiesi di aiutarmi, non volevo essere un mostro, avevo bisogno di qualcuno,
ma lui mi rispose che dopo ciò che avevo fatto non era disposto ad offrirmi il suo aiuto e mi invitò ad andarmene di li e dal paese. E così feci.
Avrei tanto voluto rimanere Naya, ma non potevo, cercai di sfamarmi uccidendo animali e riuscì a mantenermi in forze.
Scoprì pian piano tutte le mie straordinarie capacità, tra le quali la più importante, ero in grado di cambiare la mia immagine, almeno agli occhi degli altri,
a mio piacimento, così me ne andai. Venendo a sapere solo molto dopo tutto ciò che era accaduto a voi, da un clan di vampiri
in Alaska, che mi ospitarono per qualche tempo, così decisi di tornare e di cercarti mia cara."
Chiuse per attimo gli occhi, poi si girò verso di me, in attesa di una mia risposta.
"Ora basta.." commentai io abbassando il capo e stringendo i pugni. Poi mi girai e feci per andarmene.
Quella donna mentiva, non poteva essere la realtà ciò che mi aveva raccontato, mi rifiutavo di crederle. Volevo solo tornarmene a casa, tra le persone che mi amavano.
"Naya! Naya ti prego aspetta!" cercò di fermarmi lei. Ma continuai a camminare imperterrita.
"Naya ascolta! Durante il mio viaggio di ritorno ho scoperto una cosa importante!" continuò lei a bassa voce, ma io potevo sentirla. Mi bloccai senza dire nulla.
Mi si avvicinò, mantenendo sempre alcuni passi di distanza:
"Naya, tuo padre è ancora VIVO, e IO SO DOVE SI TROVA. "




 RINGRAZIAMENTI:
*Grazie mille a DiNozzo323! Spero di non averti fatta aspettare troppo, ho fatto il prima possibile, ma come vedi è un pò lungo! Fammi sapere che ne pensi!
*Grazie pacci!! Ora hai scoperto che aveva da dire... che ne dici? La trovi ancora subdola? Secondo me ancora di più! hihihi
 Grazie a tutti voi che leggete la mia ff, ne sono felicissima, ormai ci siamo stiamo arrivando al clou della storia, spero continuerete a leggere.
 Fatemi sapere che ne pensate! Grazie ancora!
 Bacioni!

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Capitolo 24
*** Ultimi istanti di Felicità. ***


24: ULTIMI ISTANTI di FELICITA'.


Mi rigirai di scatto. Come poteva sapere una cosa del genere? Non potevo crederci.
"Come fai a dire questo? Che prove hai?" domandai io arrabbiata.
"Non ho delle prove concrete Naya, questo è vero. Ma io l'ho visto, ne sono più che certa. E anche lui ha visto me. Finalmente potevo avere l'occasione di
vendicarmi, ma non ci riuscì, perchè lui... non ricordava più nulla." rispose seria, era difficile non credergli.
"Cosa vuol dire? Lui non si ricordava più di te?" avevo la voce strozzata, cercavo di trattenere le lacrime che cercavano di uscire.
Scosse la testa:" No, era terribilmente confuso, vagava per la montagna senza una meta." abbassò il capo.
"Dove? Dimmi dove?!" le intimai alzando la voce.
"In ITALIA cara, ecco dove l'ho visto." mi guardò fissa negli occhi, con un espressione quasi arrabbiata.
"In-in Italia?" ripetei io in un sussurro. "Vuol dire che i Volturi possono averlo risparmiato e lasciato andare, e lui senza memoria è rimasto a girovagare senza sapere
più nulla di tutto ciò che era stato.." continuai con la stessa tonalità di voce guardando fisso il terreno.
Evelin mi si avvicinò, mi posò una mano sopra una spalla, poi mi disse:
"Già cara, può essere andata così." Si inginocchiò per guardarmi in viso: "Io credo che rivedendoti, col tuo aiuto, potrebbe recuperare la memoria.
Devi raggiungerlo Nayade." Mi disse come se volesse convicermi.
Indietreggiai di un passo:" Perchè? Perchè dopo tutto ciò che ti ha fatto vuoi aiutarlo, eh?!" le domandai impaziente.
Lei fece un sorriso amaro:" Perchè tua madre lo amava con tutta se stessa, e sono convinta che avrebbe voluto che tu stessi con tuo padre. E' giusto che tu
possa avere un papà Nayade se è ancora vivo!"  
Rimasi stupita e confusa dalle sue parole. Dovevo crederle? Potevo fidarmi?
Mi si avvicinò di nuovo, questa volta più lentamente.
"Nayade, vieni via con me. Andiamo a cercare tuo padre. Cogli questa occasione di rivederlo, perchè se la perderai potrebbe non ripresentarsi mai più". Insistette.
Non sapevo cosa fare, che decisione prendere.
"Io... ne parlerò con Carlisle e gli altri e..." non mi fece finire.
"No! Non devi parlarne con loro! Con nessuno di loro Naya!" urlò, forse senza rendersene conto, perchè si bloccò di colpo, e riprese in tono più dolce:
"Vedi se tu dicessi di avermi incontrata, se gli dicessi che sarei io a portarti da tuo padre, non ti lascerebbero venire! Io non so cosa ai tempi Dertus abbia detto loro,
ma una cosa è certa, NON SI FIDANO DI ME. Te lo impedirebbero, e non riusciresti a riabbracciarlo. SOLO IO so con precisione dove può essere!".
La guardai incerta, forse aveva ragione. Ma ciò voleva dire che sarei dovuta... scappare. Non potevo fare una cosa del genere.
"Io, non voglio, non voglio andar via senza dirgli nulla..." dissi con le lacrime che ormai mi percorrevano le guance.
"Ma cara, lo faresti anche per il loro bene. Davvero li metteresti in un tale pericolo?.." mi domandò insistente.
Già, era vero, i Volturi avrebbero potuto fargli del male, fare del male a Edward...
"D'accordo!" esclamai all'improvviso rialzando la testa e guardando Evelin negli occhi: "Verrò con te."
Mi parve di vedere un sorriso, ma non sembrava di felicità, sembrava un ghigno. Ma quando mi guardò capì di essermi sbagliata, forse.
Corse ad abbracciarmi  e mi sussurrò:" Non te ne pentirai tesoro, vedrai che insieme lo ritroveremo..."
Annuì, ancora inconsapevole di cosa realmente nascondesse quel sorriso.
Ma ormai avevo scelto. Scelto di scappare con quella donna che affermava di essere mia zia. Scelto di dire ADDIO ai Cullen.


Prima di lasciarla ci accordammo su dove e quando ci saremmo incontrate.
Decidemmo di rivederci l'indomani, prima dell'alba. Se mi avessero vista uscire avrei usato la scusa di andare a cacciare, sola.
Lei mi avrebbe aspettato alla fine del sentiero che conduceva in strada.
Così la salutai.
Mi diressi davanti al fast- food dove dovevo incontrarmi con Edward. Il mio Edward. Come avrei fatto a mentirgli?
Parcheggiata al bordo del marciapiede vidi già la mercedes. Erano passate giuste due ore, fortunatamente la ' chiacchierata' non si era prolungata di più.
Aprì la portiera, e lui mi accolse col suo fantastico sorriso sghembo.
Mi si formò un nodo in gola, ma dovevo resistere. Dovevo mostrarmi di buon umore, così cercai di fare un sorriso forzato.
"Hey! Allora ti sei divertita?" mi domandò così sereno.
Mantenni il sorriso:" Si molto grazie!"  risposi cercando di essere convincente, e ringraziai che non potesse leggere i miei pensieri.
"Sei sicura di stare bene? Mi sembri un pò strana.." come sempre un ottimo osservatore.
"Ma si certamente! Mi sento solo un pò assonnata!" sfoderai il miglior sorriso che avevo.
Lui mi accarezzò dolcemente in viso:" Beh è comprensibile!"
Lo avevo convinto? Davvero?.. Non riuscivo a crederci!
Quando arrivammo a casa tutti mi chiesero come era andata, se ero stata bene..
Perchè.. perchè tutto era così cambiato? Fino a qualche giorno fa, anzi, fino a qualche ora fa, ero così felice, così serena, così decisa. E ora?
Ora tutto si era capovolto, i miei sentimenti, le mie decisioni, le mie sicurezze. Già, se ciò che Evelin aveva detto era vero, anche tutte le sicurezze che fino ad ora
mi erano appartenute svanivano, insieme al mio passato che pensavo un altro, insieme alle idee delle persone che mi ero fatta.
Svaniva tutto ciò che ero e che credevo di avere.
Mi restava da fare una cosa, dovevo dire a Carlisle e a tutti gli altri che potevano smettere le ricerche, avrei detto che mi ero arresa.
Andai in camera mia per cambiarmi, poi scesi di sotto. Lo zio era nel suo studio, quel giorno avrebbe fatto il turno di notte. Bussai.
"Si avanti." acconsentì con voce poetica, la sua voce. Avevo deciso di godermi ogni ultimo istante assieme a loro, e ogni loro particolarità.
"Ciao, sono io, posso?" domandai aprendo un pò la porta e sbucando dentro con la faccia.
Sorrise:" Certo cara, entra pure." e mi invitò ad entrare con un gesto della mano:"Siediti pure!"
Mi sedetti sulla sedia dalla parte opposta alla scrivania e lo guardai. Volevo imprimere quell'immagine nella mia mente, come quella di tutti gli altri.
"Dimmi pure.." cercò di incoraggiarmi lui vedendomi esitare.
Gli sorrisi, volevo mostrarmi convincente:" Sai zio, ci ho pensato e secondo me non ha senso perdere ancora tempo con quelle ricerche..."
Mi guardò stupito, io continuai:" alla fine non c'è nessuna prova che fosse davvero la mamma, inoltre sono certa che se fosse stata lei non sarebbe scappata,
perchè pur di vedermi avrebbe rischiato la vita." lo guardai triste, un pò perchè stavo mentendo e un pò perchè solo ora mi rendevo conto
quanto fosse vero ciò che stavo affermando.
Carlisle era perplesso e pensieroso: "Ne sei convinta Naya? Per noi non è di alcun disturbo.." Lo interruppi.
"Ne sono più che convinta!" Lo guardai decisa per assicurarmi che mi credesse: "poi ora la mia famiglia siete voi zio, e lo sarete sempre, qualsiasi cosa accada!
Io vi voglio davvero bene!"
Conclusi rattristandomi dentro, ma col sorriso fuori.
Poggiò la sua mano sulla mia che tenevo sulla scrivania e mi sorrise dolcemente:
"Anche noi ti consideriamo una della famiglia piccola, e ti vogliamo un bene immenso."
"Grazie! Ora ti lascio alle tue letture estremamente complicate!" affermai per allentare la tensione che sentivo si stava formando dentro di me.
Carlisle rise, e mi salutò con un cenno della mano.
Uscì chiudendomi la porta alle spalle, e presi un profondo respiro per non scoppiare a piangere.
Mi diressi in cucina dove c'erano Esme, Rose e Emmett e Jasper.  I due ' uomini'  facevano braccio di ferro, la zia stava facendo qualcosa con la lana,
forse un maglione mentre cercava di mantenere calmo fratellone Em, e sorellona Rosalie stava scrivendo qualcosa.
Senza farmi vedere usai i miei poteri per manovrare Emmett, come era già accaduto in passato, cominciò a protestare, e io decisi di sbucare fuori!
"Te l'ho fatta di nuooovo!" canticchiai, e scoppiai a ridere trascinando con me tutti gli altri!
Lui si arrabbiò moltissimo!
"Non vale! L'imbroglio non è accettato! capito!!"
"Dai era uno scherzo!" e corsi ad abbracciarlo. Presi tutti alla sprovvista, compreso il fratellone, che però ricambiò l'abbraccio e si calmò.
Poi dissi:" Ora potete ricominciare! Giuro che non mi intrometto più!" mi misi la mano sul cuore.
"Comunque grazie per avermi fatto vincere!" Affermò Jas facendomi l'occhiolino, io gli sorrisi.
"Hey, guarda che non hai affatto vinto! Ora ti faccio a pezzi!" Esclamò il nostro ' orso' facendosi scricchiolare le dita, e si rimisero in posizione.
"Wow zia ma è bellissimo, è un maglioncino vero?" domandai stupefatta dalla sua bravura.
"Si esatto cara! Anche se non ne abbiamo bisogno, in inverno dobbiamo indossarli! Anche se la nostra Alice è più propensa a comprarli!"
Ridemmo insieme, poi le diedi un bacio sulla guancia:"Grazie per quello che fai zietta!"  Lei mi sorrise confusa.
Sorellona Rose era impegnata nella scrittura.
"Ciao sorellona! Che scrivi di bello?" chiesi non ancora vicina per lasciarle il suo spazio.
Alzò lo sguardo:" è un diario, scrivo tutto ciò che succede... più meno ne avrò scritti una settantina fin ora!" rispose divertita con un magnifico sorriso.
Rose era davvero bella, mi sarebbe piaciuto essere come lei.
"Bene ti lascio scrivere allora. Mi raccomando scrivi bene di me!"
"Non temere!" esclamò lei.
Uscì dalla cucina ma prima mi soffermai un attimo sull'uscio ad osservare tutti per l'ultima volta. Mi scese una lacrima, ma mi asciugai subito.
Mancavano ancora due persone, forse le principali. Mi diressi in camera di Alice e bussai:
"Posso?" domandai aprendo. Lei stava sistemando la sua cabina armadio. Mi misi una mano in fronte e sorrisi, avrei dovuto immaginarlo!
"Oh ciao Nayetta! Che bella sorpresa! Vuoi andare per negozi?" mi guardò speranzosa con degli occhi da cucciolo.
"Ehm..no, veramente sono venuta a vedere che stavi facendo.." risposi deviando il discorso!
"Beh.. stavo risistemando tutto per colore, così tanto per cambiare un pò!" Mi disse divertita e allegra!
Chissà perchè Alice non è mai riuscita a vedere Papà in tutto questo tempo... Mi domandai all'improvviso. Scossi la testa, non era quello il momento!
Mi sedetti sul suo letto e la osservai ' lavorare':" Sorellona.. dobbiamo andare presto a fare di nuovo compere insieme, ci tengo sai?" Affermai facendole
un grande sorriso. Rimase perplessa per un attimo, poi esplose di felicità.
"Ma si certamente quando vuoi!" E mi abbracciò forte tutta contenta. Sembrava una bambina. Mi sarebbe mancata molto, già lo sapevo.
Mi alzai:" Bene ti lascio alle tue ' divisioni'.." esclamai scherzosa.
"D'accordo! A dopooooo!" mi rispose lei mentre canticchiava.
"Già, a dopo..." ripetei io appena uscita dalla stanza. Ora mi mancava solo una persona. La più importante.
Avevo giurato a me stessa che oggi gli avrei confessato i miei sentimenti, gli avrei confessato che LO AMAVO.
Ma non lo farò, non ora che me ne devo andare, penserebbe che l'abbia preso in giro, e non voglio che creda una cosa simile.
Lo cercai ovunque, ma in casa non c'era, così chiesi alla zia se sapeva dove fosse, e lei mi disse che probabilmente era nel bosco vicino al fiume.
La ringraziai e corsi li più velocemente che potevo, e lo vidi, seduto tra l'erba, bello più che mai, con il volto alzato verso il cielo, illuminato dal sole.
Se mai mi avesse chiesto che diamante volevo, avrei risposto: ' SOLO TE.'
Mi avvicinai volevo provare a coglierlo di sorpresa, per quanto potesse essere difficile! Infatti non ci riuscì!
"Ti avviso che starmi a guardare ha un prezzo..." disse con tono di avvertimento Edward.
Mi bloccai delusa:" Uffiiii! Volevo farti spaventareee!" risposi lamentosa bettendo a terra i piedi scherzosamente.
Lui si girò e mi mostrò il suo splendido sorriso da svenimento:" Dai, siedi qui accanto a me che ti dico qual'è..."
"Qual'è cosa?" domandai io senza capire.
"Il prezzo..." continuò lui con un sorrisetto stampato in faccia. Non mi convinceva per niente. Mi avvicinai a lui lentamente, mi fece segno di accomodarmi
picchiando la mano a terra, e così feci.
"Allora... Qual'è?.." gli chiesi un pò impaurita.
Non mi rispose. O almeno non con le parole. Si sporse e mi baciò, prendendomi completamente di sorpresa, ma chiusi gli occhi e ricambiai senza pensarci.
"Ok... il tuo debito è pagato.." Affermò lui mentre eravamo ancora a fior di labbra.
Io sorrisi:" Secondo me tu vali molto di più.." ripresi a baciarlo, prendendolo io alla sprovvista.
I brividi mi percorrevano la schiena, ero incantata, ogni cosa di lui mi attraeva, ogni cosa mi faceva innamorare sempre di più.
Rimanemmo li, immobili fino al tramonto. Avevo la testa appoggiata sulla sua spalla, e lui mi cingeva forte a se. Avrei voluto che quel momento durasse per sempre.
Quanto avrei voluto dirgli ciò che realmente provavo per lui, ma non potevo fargli questo. Si meritava di meglio.
"Hey bimba..." mi risvegliò d'improvviso dai miei pensieri. Alzai lo sguardo interrogativa.
"Ti va la cena?" chiese ammiccando verso di me. Sollevai la testa.
"Beh.. visto che abbiamo saltato anche la merenda..." risposi sorridendo.
"Allora al mio via... VIA!" Esclamò lui immediatamente e schizzò via.
"Hey! Aspettami imbroglione!" e lo inseguì partendo a raffica! Riuscì a catturare senza difficoltà tre grossi cervi, questa volta usando anche i miei poteri, e mi sfamai.
Lui ebbe la fortuna di incontrare anche un puma, oltre ai tre cervi che atterrò con tripla agilità rispetto alla mia! Ma a lui riusciva tutto meglio... si sapeva!
Quando finimmo erano ormai le nove passate, avevamo fatto proprio con calma!
Poi tornai alla realtà. Era quasi ora. Ora di andarmene, ora di dirgli ADDIO.
Tornammo a casa rimanendo abbracciati e una volta arrivati mi congedai dicendo che ero stanca, che avevo bisogno di dormire un pò, Edward non disse nulla al riguardo,
voleva che mi riposassi. Prima di andare diedi la buonanotte a tutti, uno per uno.
Poi un ultimo bacio al mio vampiro preferito, che mi provocò dei brividi in tutto il corpo. Gli sorrisi e gli disse:"Grazie, davvero Edward."
Mi guardò stranito:"Su, vai a riposarti... ne hai bisogno." rispose accarezzandomi la testa e baciandomi in fronte:"Notte, tesoro mio."
Salì le scale soffermandomi più volte a guardare giù, verso la MIA FAMIGLIA.
Appena arrivata in camera chiusi la porta, e lasciai scendere le lacrime che da troppo tempo stavo trattenendo.
Non mi rimaneva che attendere l'alba.




 RINGRAZIAMENTI:
*Grazie mille pacci! Immaginavo non l'avresti trovata molto simpatica! hihihi grazie!
*Grazie tante DiNozzo323! Infatti è molto strano che Carlisle possa aver fatto una cosa del genere...spero ti piaccia anche questo capitolo, fammi sapere! baci.
*Grazie mille a ishizu! visto.. sono riuscita a stupirvi un pò allora! ahaha! grazie per la tua recensione, spero mi farai sapere che ne pensi anche di questo!
 Ringrazio tutti voi che leggete la mia storia, spero vi piaccia e che vi coinvolga almeno un pochino!
 Bacioni!

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Capitolo 25
*** Addio? No. Arrivederci. ***


25: ADDIO? NO. ARRIVEDERCI.


Verso le quattro decisi di cominciare a prepararmi. Ero ancora seduta sul pavimento accanto al letto, non avevo la forza per alzarmi.
Approfittai dei miei poteri per sistemare lo zaino. Decisi che non valeva la pena portarmi la valigia, meglio stare leggeri.
Misi dentro solo qualche cambio e una giacchetta che avevo preso con Alice, un pò perchè non sapevo quanto sarei stata via,
e un pò per ricordo, perchè non sapevo se sarei tornata.
Poi sforzandomi mi alzai, mi sentivo le gambe pesanti, come se si rifiutassero di obbedire ai comandi.
Rischiai di cadere un paio di volte e arrivai alla scrivania con fatica, c'era una cosa che volevo prendere con le mie mani.
Aprì lentamente il cassettino e ne tirai fuori il contenuto per riporlo in cartella.
Il mio diario-quadernone per primo. Non avevo più scritto da quando ero arrivata dai Cullen, ed era normale, non mi ero più sentita sola.
Decisi di aggiungere qualche foglio da portarmi via, in quanto immaginavo che avrei avuto diversi momenti bui e forse mi avrebbe aiutato.
Poi presi la foto. La zia aveva ragione dicendo che così piccola avrei potuto portarla ovunque.
Sorrisi al ricordo di quel primo giorno, sembravano passati mesi... e invece non era passato tempo a sufficienza.
Prima di metterla via mi avvicinai per darle un bacio come di consueto, ma mi fermai... e alla fine lo diedi solo nella parte dove c'era raffigurata la mamma.
Dopo ciò che Evelin mi aveva detto, se pur mettevo ancora in dubbio la veridicità delle sue parole, non me la sentivo. La misi in una piccola tasca davanti.
Poi mi girai, stavo dimenticando una cosa importantissima, la mia adorata copertina, ancora ripiegata accuratamente ai piedi del letto.
La presi tra le mani e la strinsi, dopo di che la chiusi nello zaino, mi mancavano solo lo spazzolino e le altre cose da bagno, ma prima di metterle via un'ultima doccia.
Entrai in quel carinissimo bagno che tanto mi era piaciuto, mi lavai e mi cambiai, tenni i capelli sciolti legando solo una ciuffo all'idietro.
Finito, ora potevo chiudere la borsa.
Mi rimaneva un unica cosa da fare. Presi un paio di fogli da sopra la scrivania ed una penna, e cominciai a scrivere:

'Carissima famiglia, PERDONATEMI.
 Sono dovuta andare via per una questione molto importante per me, ma non vi preoccupate tornerò il prima possibile,
 e se riuscirò anche con una sorpresa per voi tutti.
 Zio Carlisle, zia Esme, grazie davvero per tutto ciò che avete fatto per me. So che mi considerate come una figlia,
 sappiate che per me siete stati come una mamma e un papà.
 Sorellona Rose, fratellone Emmett, siete magnifici insieme, belli come il sole, e si fratellone, anche molto forti! Grazie.
 Fratellone Jasper non abbiamo avuto molto tempo per parlare, sappi però che ti stimo, non cambiare e prenditi cura di Alice, come sempre!
 Sorellona Alice, grazie, grazie davvero per essere quella che sei, mi raccomando non cambiare mai! Ricorda che ti devo un giorno di shopping!
 Edward per te c'è un biglietto a parte...
 Vi ringrazio tutti per avermi fatto sentire dopo tanti anni nuovamente come si stà in una famiglia.
 Grazie per quello che siete, e grazie soprattutto per aver fatto essere a me quella che sono.
 Vi chiedo per favore di NON VENIRE a cercarmi, non dovete preoccuparvi, sono sicura che ci rivedremo.
 Questa è una cosa che devo affrontare da sola. Spero capirete, e soprattutto che mi perdonerete.
 Vi voglio bene.
 Con affetto, Nayade.'

Poi presi l'altro foglietto:

'Caro Edward, è difficile per me dirti addio tramite una stupida lettera, ma non posso fare altrimenti.
 Voglio però che tu sappia che in tutta la mia vita non ho mai incontrato nessuno come te, mi sei
stato vicino, mi hai supportato quando ero triste, fatto ridere quando ero giù di morale, e fatto
arrabbiare con le tue prese in giro. Sei per me estremamente importante, doverti lasciare è come dire
addio alla mia stessa vita. Perchè è questo che tu sei per me ora, l'aria che respiro,
la luce che mi guida nei momenti bui, il battito del mio cuore. Io TI AMO Edward.
Probabilmente mi odierai per quanto ho fatto, ma volevo che sapessi ciò che realmente provo e proverò
sempre per te, e mai per nessun altro.
Non seguirmi Edward perchè soffriremmo ancora di più. GRAZIE.
Tua, per l'eternità,
Bimba.

Lasciai le lettere piegate sulla scrivania con sopra scritto i destinatari.

Erano le cinque meno un quarto. ERA L'ORA DI ANDARE.

Mi avvicinai alla vetrata ed uscì sul balcone, prima di richiuderla mi soffermai a guardare la camera ancora una volta.
Il bellissimo letto a baldacchino con i teli in seta, l'enorme tappeto circondato da numerosi cuscini sul quale non avevo neanche mai avuto occasione di sedermi,
l'immensa libreria che non ero riuscita a godermi, l'enorme armadio che avrebbe dovuto contenere le decine di vestiti regalatemi da Alice.
Respirai profondamente per l'ultima volta quel dolce profumo, il profumo di casa. Poi con un solo sguardo richiusi. ADDIO, pensai tra me.
Mi avvicinai alla ringhiera e guardai giù attentamente. Chiusi gli occhi e mi concentrai su tutti i rumori e sulla loro provenienza, proprio come mi aveva
insegnato il mio caro zietto. Dalla foresta non proveniva nessun suono, se non quello di civette e altri animali notturni. Erano tutti in casa.
Ringraziai che Carlisle mi avesse dato ascolto riguardo le ricerche.
Con tutta l'agilità che potevo saltai sull'albero cercando di non fare rumore, scesi a terra, guardai ancora una volta casa e cominciai a correre.
Prima di andare al luogo dell'appuntamento girai a vuoto per confondere le mie tracce. ' Mi dispiace..' sussurai tra me.
Arrivai alla fine della strada e una macchina era già lì. Un Audi TT Quattro Sport, blu metallizzta. Davvero stupenda.
Entrai.
"Ciao Naya. Sono felice che tu non abbia cambiato idea!" mi disse subito invitandomi a sedermi.
Non persi tempo, non ce n'era, tra poco si sarebbero accorti della mia assenza.
"Andiamo!" le risposi io senza guardarla.
Così partimmo. Le lacrime cominciarono a scendere. Ormai avevo fatto la mia scelta e non potevo più tornare indietro.
' ADDIO, PERDONATEMI'  nella mia mente c'era solo questa frase. Chissà se Edward mi avrebbe mai perdonata.



"Hey.. Naya sono Edward, posso entrare?"...


"CARLISLE! CARLISLE! NAYA E' SCAPPATA!" urlò scendendo rapidissimo le scale.
"Come sarebbe a dire? Calmati Ed spiegati meglio!" rispose Carlisle allarmato e appena rientrato dall'ospedale.
"Ho trovato queste in camera sua!" e così dicendo mostrò le lettere.

"Ma che significa?  Che cosa deve affrontare da sola?" domandò Alice impietrita maledicendosi di non poter vedere Naya.
"Forza ora calmiamoci e ragioniamo." cercò di ristabilire la calma Carlisle, trovando l'accordo di Esme, Jasper e Rosalie.
"Calmarsi! Non ho intenzione di stare qui con le mani in mano Carlisle! Io vado a cercarla, non può essere lontana!" Esclamò Edward avviandosi verso la porta.
"Vengo con te fratello!" lo seguì Emmett già pronto all'azione.
"Aspettate! Dove avete intenzione di andare a cercarla?" cercò di fermarli Rose.
"OVUNQUE!" Le ringhiò Edward guardandola, poi si rigirò sbattendosi la porta alle spalle .
Alice era ancora immobile, cercava di sforzarsi, di vedere qualcosa ma era tutto nero. Jasper le si avvicinò per consolarla.


"Hey fratello aspettami!" Urlò Emmett alle calcagna di Ed. Quando si ci metteva nessuno lo batteva in quanto a corsa.
"Muoviti! o perderò il suo odore!" replicò senza nemmeno rallentare.
' E' stata furba, accidenti a lei...! ' disse improvvisamente Edward fermandosi sotto la sequoia, la LORO sequoia.
"Ha cercato di confonderci..non è vero?" domandò Em una volta averlo raggiunto.
Edward tirò un pugno all'albero, ammaccandolo in profondità, non lo aveva fatto, ma se avesse voluto lo avrebbe buttato giù.
"Mi ha sottovalutato se pensa che basti così poco..." bisbigliò poi arrabbiato.
Riprese a correre, e dopo aver girato a vuoto ancora per un pò finalmente arrivarono al sentiero, ed ecco i segni dei pneumatici sul terreno.
"E' partita da qui..." affermò Emmett.
"Già, e non era sola.." continuò Ed prendendo un pò di terra tra le mani, sempre più incerto su cosa fosse accaduto.
"Naya... dove sei?!" sussurrò stringendo il pugno.
"Fratello.." cercò di consolarlo Em mettendogli una mano sulla spalla.
Lui alzò la testa di scatto:" Mi serve la macchina!" detto questo riprese a correre verso casa, sempre più veloce.
"Eh no! accidenti a lui, aspettare mai!?" commentò Emmett irritato! E lo seguì.


Entrò in casa d'improvviso.
"Carlisle! E' andata via in macchina!" ringhiò Edward.
"In macchina? Ma con chi?" Domandò Alice alzandosi improvvisamente, ancora delusa dal suo potere.
"Appunto... non ne ho idea. MALEDIZIONE!!" Ormai era fuori controllo.
"Allora con che macchina partiamo?" chiese Emmett appena arrivato intrufolandosi nella conversazione.
"Dovete prendere la mia. I finestrini oscurati sono più sicuri." Intervenne Carlisle lanciando le chiavi a Edward, che le prese senza fatica.
"Grazie." lo guardò e fece per uscire.
"Aspetta un secondo figliolo, non puoi andare da solo..." lo fermò Carlisle.
"Io vengo con te!" Si fece subito avanti l'orso di casa.
"Anche io voglio venire!" Esclamò subito Alice decisa, e Jasper si mise subito al suo fianco.
"Molto bene. Em è meglio che tu rimanga qui con Rose, dobbiamo essere preparati nel caso succeda qualcosa." affermò Carlisle.
Emmett si intristì:"Uff.. d'accordo, speriamo ci sia da combattere almeno..." disse sbuffando..
Così Edward, Alice e Jasper presero la mercedes e con una sgommata partirono sulle tracce della loro Nayade.



"Senti cara, tu in quanto mezza vampira non hai poteri supplementari. Dico bene?" mi chiese Eve continuando a guardare la strada.
Ormai eravamo quasi all'aeroporto.
Come mai quella domanda?
"Beh veramente..." mi bloccai. Perchè dirglielo, ora che mi ci faceva pensare, non usando il mio potere per un pò, Alice forse avrebbe preso a vedermi,
proprio come era accaduto in passato, così avrebbe potuto tranquillizzare tutti dicendo che stavo bene, o intervenire se mi trovavo nei guai.
E comunque un segreto con questa donna, soprattutto di questo genere, poteva farmi comodo.
"No, sfortunatamente no... solo quelli normali." decisi di risponderle alla fine.
Lei sorrise come soddisfatta. C'era qualcosa in lei che non mi convinceva.
"E tu invece?.. Insomma riesci a cambiare immagine ok. Ma come funziona?" le domandai con fare innocente.
"Io lo chiamo, potere dell'apparenza cara.. In pratica posso creare illusioni ma solo riguardo la mia persona. Gli altri mi vedono come io decido che debbano
vedermi, inoltre sono io che distinguo la persona che può vedermi realmente e chi no. Posso anche mostrare contemporaneamente diverse immagini di me.
Ho impiegato molto tempo per rendere il mio potere così sofisticato, mi ci sono voluti mesi di allenamento per abituare la mente a questo sforzo.
Ma ora non ho più problemi." disse fiera di se'.
Inarcai le sopracciclia pensierosa.
Perchè perdere tanto tempo ad affinare un potere in un momento in cui si sentiva sola e nemmeno sapeva che le stava succedendo di preciso.
Un gesto del genere è più probabile che venga da una persona CONSAPEVOLE di ciò che sta avvenendo. A quale scopo quindi?
I dubbi aumentavano.
"Eccoci arrivati!" disse lei ad un tratto guardandomi e risvegliandomi dai miei pensieri.
Portò l'auto in un apposito pargheggio custodito a pagamento, nel quale l'aspettava un box prenotato.
Possibile avesse già deciso di partire anche da sola? Oppure sapeva già la mia risposta?...
Ma no... Forse aveva chiamato solo il giorno prima e aveva trovato posto...
Entrammo in aeroporto.
"Evelin non devi fare i biglietti?" chiesi, forse già conoscendo la risposta.
Lei si girò verso di me e mi sorrise:
"Non preoccuparti, già prenotati!"
"Vieni, da questa parte..." mi disse indicandomi  l'uscita 4, dopo aver guardato il tabellone delle partenze.
Solo allora mi venne in mente una domanda che forse avrei dovuto fare prima, molto prima.
"Senti ma dove siamo dirette?" ancora non ne ero a conoscenza.
Mi guardò con uno strano sguardo quasi... cattivo.
"Andiamo a New York, dopo di che prenderemo la coincidenza per Firenze, in Toscana Naya."
Rimasi impietrita non appena associai la Toscana a qualcuno di mia remota conoscenza.




 RINGRAZIAMENTI:
*Grazie mille ishizu per le tue recensioni, mi piacciono molto! Comunque no non preoccuparti Victoria non centra nulla questa volta!
 non vedo l'ora di scoprire cosa ne pensi di questo nuovo capitolo!
*Grazie davvero a pacci perchè non fai mai mancare una tua recensione! Lo so Naya è stata un pò ingenua, ma presto se ne renderà conto! Grazieee!
*Grazie mille DiNozzo323 sono contenta che ti sia piaciuto il precedente capitolo, anche io mi sono sentita triste a scriverlo!
 Con questo capitolo penso di aver risposto in parte al tuo sospetto... Fammi sapere che ne pensi!
 
 Ringrazio poi tutti perchè continuate a leggere la mia ff, mi fa molto piacere e spero mi farete sapere che ne pensate di quest ultimi capitoli!
 Ormai non manca moltissimo alla fine, anche se all'ultimo momento mi vengono sempre cose in più da scrivere, hehe!
 Mi diverto molto a scriverla e spero di coinvolgere anche voi! GRAZIE DAVVERO!
 Baci!

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Capitolo 26
*** Destinazione: Italia. ***


26: DESTINAZIONE: ITALIA.


Mi voltai immediatamente verso di lei.
"I-in Toscana?! Perchè proprio li?!" Ora cominciavo seriamente a dubitare della sua sincerità.
In quel momento passarono al nostro fianco due ragazzi che vedendoci fishiarono e ci fecero l'occhiolino.
Lei mi guardò tranquilla, e appena si allontanarono rispose:
"Beh vedi cara, è li che ho visto tuo padre. In verità non propriamente a Volterra, la città, che scommetto, stavi pensando.."
Mi guardò con un sorriso, poi riprese:
"Ma bensì ai suoi margini. Come ti ho già detto era in una foresta, su una montagna, in una parte del tutto isolata di questa veramente, che gli umani hanno deciso
di chiudere al turismo dopo ' attacchi di animali non riconosciuti ' ." fece le virgolette con le dita.
"E vedi c'è una cosa che non ti ho detto ancora..." si fermò in attesa di un mio gesto che potesse indurla a continuare.
"E che cosa..?"Domandai tremendamente incerta.
"Quando l'ho visto, alle sue spalle non molto lontane, c'erano delle rovine storiche, delle speci di torri ormai estremamente rovinate, ma dove volendo
si potrebbe ' vivere', per cui ho pensato che Dertus, insomma, abitasse li." Affermò facendomi però comprendere che potesse essersi sbagliata.
"Perchè non me lo hai detto subito?" chiesi allora io ancora dubbiosa.
"Proprio perchè non ne ho la certezza Naya, e non volevo illuderti.. Scusami." Concluse sembrando realmente dispiaciuta.
Io non riuscivo a capire. In alcuni momenti dava l'impressione di essere sincera, ma in altri era tutto il contrario.
Non sapevo se dare ascolto al mio intuito o alla mia razionalità.

Salimmo in aereo, e a parte alcune turbolenze in fase di decollo, le quali mi causarono non poca paura, non andò male.
Non essendoci mai salita in vita mia un pò di timore lo avevo! Fortunatamente il passaporto non mi mancava, grazie all'istituto pronto ad ogni evenienza di adozione!
Le hostess andavano avanti e indietro abbastanza spesso, chiedendo ai passeggeri se avevano bisogno di qualcosa, e una di loro, di nome
Claire, da quanto diceva il suo cartellino, venne da noi.
"Desiderate qualcosa da mangiare o da bere, signorine?" domandò inclinando leggermente la schiena verso di noi con un sorriso di circostanza.
"Per me nulla, la ringrazio molto." Rispose cortese e a modo Evelin, poi si rivolse a me:
"Naya tesoro, secondo me dovresti prendere qualcosa di dolce, ti farà bene un pò di energia." Mi sorrise gentile.
Claire allora si girò verso di me in attesa di una risposta.
"Ehm.. forse, ecco avreste del cioccolato per favore?" Chiesi più educata che potevo.
"Ma certamente signorina. Come lo desidera? Disponiamo di cioccolato al latte, fondente, bianco, alle nocciole, ai cerali, amaro..."
"Al latte va benissimo, grazie!"
Sembrava non finire più! Così a costo di risultare scortese la interruppi, altrimenti me lo avrebbe portato all'atterraggio!
Si accigliò per un momento, forse indispettita, ma subito recuperò il sorriso:"Glielo porto subito." E si allontanò.
Quando mi girai verso Eve vidi che rideva sotto i baffi e rigirandomi mi unì a lei.
Mi domandavo come quell'hostess la vedeva.
"Ecco il suo cioccolato signorina." Mi si ripresentò davanti che erano passati giusto un paio di minuti.
Le sorrisi per ringraziarla, lei ricambiò e proseguì il suo giro.
"Ti piace il cioccolato?" mi domandò Evelin incuriosita.
"Si! Il cioccolato e il gelato sono tra i cibi umani che preferisco!" risposi a bassa voce, scartando la mia mini tavoletta.
Non mi rimaneva che attendere l'arrivo.




"Quindi Naya è venuta qui in aeroporto, con chiunque fosse..." affermò Alice dopo che avevano parcheggiato all'interno dell'enorme garage.
"Beh, non è stao difficile capirlo, in una cittadina come la nostra siamo gli unici ad avere auto non comuni, e non passano certo inosservate agli occhi delle persone.
Era prevedibile che rimanesse impressa nei loro pensieri...vero Ed?" affermò Jasper.
"Già. Sento qualcosa..." Disse Edward che sembrava intento nel leggere qualche pensiero.
"Il custode dei box riservati!" Esclamò improvvisamente diregendosi verso un uomo basso e abbastanza tozzo.
L'uomo vedendo arrivare verso di sè Ed così deciso e nervoso indietreggiò di qualche passo, così Alice lo fermò bisbigliandogli:
"Ci penso io, è meglio fidati.. Dimmi che hai sentito.." Edward le disse tutto, ma non poco irritato.
Jasper avvicinandosi gli mise una mano sulla spalla, e si sentì un pochino più rilassato. Gli sorrise per ringraziarlo.
"Buongiorno caro signor..." si piegò un poco per leggere il nome: "ehm Buch..hehe, che nome da uomo" Esclamò lei per conquistare la sua fiducia,
lui infatti sorrise fiero drizzando le spalle.
"Buongiorno a lei signorina" Rispose con tono di voce possente che non gli si addiceva per niente!
"Posso chiederle una piccolissima informazione...? Sa lei ha veramente una gran bella divisa, le sta molto bene.." disse Alice come ammiccando.
"Oh, ma -ma certo, quello che vuole.." disse imbarazzato.
"Beh mi chiedevo se lei avesse visto passare di qui una donna molto bella assieme ad una ragazzina coi capelli neri..."
E così dicendo gli prese la cravatta tra le mani guardandolo di sottecchi.
L'uomo si passò una mano sulla fronte, stava sudando.
"Si, si certo, difficile non notarle, entrambe molto belle.." Edward trattenne a malapena un ringhio.
"Non è che è così cortese da descrivermi la donna..." continuò Alice provocatoria poggiandogli una mano sul petto.
Ora era Jasper a trattenere un ringhio.
' Esagera sempre' pensò tra se, e Edward lo guardò per espimere quanto fosse d'accordo.
"Ecco, aveva i capelli castani con riflessi rossicci...ed emanava un buonissimo profumo, poi.."
"Rossicci? Come ramati?" lo interruppe Alice inarcando le sopracciclia.
"Si esatto..." continuava a sudare, e si allargò il nodo della cravatta.
Alice guardò alle sue spalle suo fratello, si intesero subito.
"Va bene la ringrazio molto, arrivederci!" Si allontanò lei, e corsero all'interno della struttura.
"Hey signorina, magari il numero di telefono..." Buch abbassò la testa deluso.

Entrarono in aeroporto, e si divisero per guardarsi meglio attorno...
Ma non trovarono nulla.
"Chi diamine era quella donna allora?!" esclamò arrabbiato e sempre più confuso Edward.
"Non lo so Ed, ma di sicuro non sua madre, non l'avrebbe portata via, e Naya ce lo avrebbe detto di averla incontrata.." Riflettè Alice.
"Non sappiamo nemmeno dove sono dirette..." Disse Jasper inarcando gli occhi.
In quel momento passarono davanti al bar.
"Certo che quella donna era proprio bella, uno schianto..!" Affermò un ragazzo, seduto al bancone mentre sorseggiava una birra.
"Puoi dirlo forte amico! E anche la ragazzina non era niente male, un sederino paura.." commentò l'altro e risero.
Edward era già pronto a scattare, ma Jas e Alice lo fermarono intimandogli di stare calmo.
I due ragazzi continuarono a parlare:
"E' un vero peccato non poterle raggiungere..." disse dispiaciuto uno continuando a bere.
"Già, parlavano della TOSCANA, no? Ci sono molti agriturismi li, magari le si invitava in uno molto appartato..."
Riscoppiarono a ridere scontrandosi i boccali di birra in segno di approvazione.
I tre rimasero impietriti. Guardarono immediatamente il cartellone delle partenze, il prossimo volo per New York era tra circa un'ora.
Si guardarono negli occhi, ora che conoscevano la destinazione speravano solo di riuscire a raggiungerla il prima possibile.




Il segnale con disegnate le cinture di sicurezza si accese, e le hostess invitarono a metterle.
Eravamo in fase di atterraggio.
Io non me lo feci ripetere due volte! Mi ero resa conto di non amare molto l'aereo...
Evelin poggiò la sua mano sulla mia sorridendomi. Un gestò che mi stupì particolarmente.
Atterrammo in poco tempo e una volta giù tirai un sospiro di sollievo. Peccato che ora me ne toccava un'altro di viaggio, e questo era anche più lungo!
"Forza Naya ci tocca una piccola corsetta, la coincidenza parte tra pochi minuti, non possiamo perderla!" esclamò Eve, porgendomi la mano.
Ero indecisa. Alla fine non gliela presi.
"Ok, andiamo allora!" e cominciai a correre. Non so che espressione fece, ma mi seguì a ruota comunque.
Non capisco proprio perchè insistino a chiamarle coincidenze... dovrebbero chiamarle 'corri che ce la fai! ' pensai tra me.
Riuscimmo a non perderlo per un soffio.
Il decollo mi procurò lo stesso timore di prima, ma poi andò subito meglio.
Evelin non mi aveva più rivolto la parola da quando le avevo rifiutato la mano. Che ci fosse davvero rimasta male?
Decisi di interrompere il silenzio e constatarlo da me.
"Ehm.. Eve, senti.. secondo te papà può essere realmente li?" era da un pò che volevo farle quella domanda.
Lei si girò verso di me staccando gli occhi dal piccolo finestrino e mi sorrise:
"Beh Naya io lo spero. Se così non fosse potrebbe anche significare che abbia deciso di non star fermo in un luogo, che sia un nomade,
e non ti nascondo che ho dei dubbi che riusciremmo a trovarlo..." mi rispose guardandomi negli occhi.
Abbassai la testa, pensierosa.
' Chissà cosa è successo in tutti questi anni. Perchè papà è ancora vivo.. e soprattutto perchè la mamma no..' Sospirai.
"Che c'è cara? Non ti senti bene?" Domandò Eve con tono preoccupato.
"No, no stò benissimo!" le risposi guardandola e scuotendo la testa.
"Forse però è meglio che tu dorma un pò.. sarai stanca." Mi disse in tono gentile e comprensivo.
Io davvero non riuscivo a capirla... La confusione nella mia testa aumentava sempre di più!
Comunque ora che me lo faceva notare mi sentivo davvero stanca.. era stata una giornataccia dopo tutto...
E sullo schermo appeso in alto al centro del corridoio davano un film che si intitolava: SNAKES on the PLANE. Pensai fosse meglio evitare!
"Si, probabilmente hai ragione.." Le risposi allora e sbadigliai. Lei rise, poi chiamò una hostess e le chiese se poteva portarmi un cuscino.
Arrivò subito, così mi sdraiai.
Chiusi gli occhi cominciai a pensare alla mia famiglia, fin ora avevo cercato di evitarlo, ma in quel momento non potevo proprio.
Chissà come stavano, che facevano... Sperai tanto che non fossero arrabbiati troppo con me.
E Edward, chissà cosa aveva pensato... Mi mancava terribilmente. Le sue mani fredde ma protettive, il suo corpo perfetto, le sue labbra marmoree da baciare...
Mi mancava tutto di lui, così tanto che appena mi addormantai lo sognai.
Lui col suo splendido sorriso sghembo che mi invitava tra le sue braccia, e io che gli correvo incontro con le lacrime agli occhi...
Lacrime che cominciarono inevitabilmente a scendere.

"Hey Naya... svegliati.."
Una voce conosciuta. Sentì una mano fredda che mi carezzaza delicatamente la guancia..
' Forse allora non è accaduto nulla, forse ora mi sveglierò e sarò a casa con Edward al mio fianco..'
Aprì gli occhi...
"Finalmente ti sei svegliata cara, tra circa tre quarti d'ora atterreremo..." Sussurrò Eve con un sorriso.
Mi alzai di scatto guardandomi intorno. Era stato tutto un sogno, un bellissimo sogno.
Mi ripoggiai allo schienale, sospirando.
"Perdonami non era mia intenzione spaventarti." si scusò Evelin vedendomi agitata.
"Ah no, non preoccuparti... Ma quanto ho dormito?" era ancora un pò assopita e confusa.
"Quasi dieci ore.. Eri parecchio stanca eh?" Affermò lei ritornando a sedersi composta.
"Già.." Mi limitai a rispondere io. Ma d'ltra parte era normale considerando che avevo passato la precedente notte in bianco,
anche se ne era valsa senz'altro la pena.
I ricordi di quella serata magica con il mio vampiro preferito riaffiorarono ancora.. Scossi la testa, non dovevo pensarci, ero stata io a lasciare
indietro tutto ciò di bello che avevo, quindi non avevo il diritto di piangere.
Per distrarmi guardai fuori dal finestrino, e rimasi sorpresa.
"Cavolo! Ma quanto è buio!!" esclamai sporgendomi verso il posto di Eve.
Lei rise: "Beh Naya, ci sono sei ore di fuso orario. Qui sono circa le 23 di notte.." Mi informò.
Non avevo proprio pensato a quel particolare! E ne rimasi sbigottita!
Ecco dopo qualche minuto il segnale delle cinture accendersi. L'atterraggio era cominciato.
Tra poche ore forse, avrei rivisto MIO PADRE.




"Siamo stati fortunati a non perdere la coincidenza prima, non è vero tesoro?" Esclamò Alice rivolgendosi a Jasper.
"Già.." rispose semplicemente lui carezzandole teneramente i capelli.
"Non capisco perchè insistano a chiamarli così questi voli..." Aggiunse Edward seduto nel sedile dietro al loro, mentre guaradva fuori assorto nei suoi pensieri.
Ancora poche ore e sarebbero arrivati a Firenze.
' Stò arrivando Naya!" Edward era più deciso che mai.




 RINGRAZIAMENTI:
*Grazie mille ishizu! Non preoccuparti nel prossimo capitolo capirai che intenzioni ha veramente... grazie ancora! Fammi sapere!
*Grazie bella95! Ben tornata! Non temere non ti devi scusare, l'importante è tu stia meglio! Grazie spero ti piacerà anche questo!
*Grazie DiNozzo323! Si diciamo che Eve non è proprio uno stinco di santo.. ma lo scoprirete presto, promesso! Grazie! Fammi sapere che ne dici di questo!
*Grazie mille pacci! Si effettivamente Naya è un pò ingenua, ma il suo vampiro la salverà in un modo o nell'altro..hihihi!
 Ringrazio ancora tutti voi che leggete, siete sempre di più e sono felicissima per questo!
 Spero che la mia ff riesca ad appasionarvi!
 Grazie ancora a tutti!
 Baci!

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Capitolo 27
*** Papà...? ***


27: PAPA'...?


Una volta atterrate Eve prese a noleggio una macchina, una semplice Ford Fiesta nera, e ci dirigemmo verso un albergo, a circa
un'ora di distanza da li, almeno per come guidava lei. Raggiungemmo poi una piccola cittadina.
Mi si presentava di fronte un paesaggio molto bello, situato su una montagna, per arrivarci attraversammo non pochi tornanti!
C'erano poche case e ancor meno negozi, tutto il resto era occupato da boschi, foreste e prati a dispersione.
Chissà se era da queste parti il luogo dove aveva...
Evelin interruppe i miei pensieri.
"Si, è qui Naya, se è questo che ti stai domandando" mi disse sorridendo continuando a guardare la strada.
"Te lo si leggeva in faccia che lo volevi sapere. Sbaglio forse?" domandò seria.
"Ehm, no.. no affatto. Volevo sapere proprio questo. Quindi è in questo paese?" domandai sempre più impaziente e agitata.
"Non proprio qui in questo punto però. Dall'albergo in cui alloggeremo sono circa 9 ore di cammino.."
Poi si girò verso di me: " per un comune umano ovviamente!" e mi sorrise:
Come ti ho già detto quella zona è stata chiusa, quindi era impossibile trovare qualcosa di più vicino." Concluse.
Quindi per noi erano circa dieci minuti di strada, pensai tra me.
Non potevo crederci che tra poche ore sarei stata sulle tracce di mio padre. Un padre che credevo scomparso da tempo,
ma che invece poteva essere ancora vivo.
Tutto ciò mi rendeva felice ma anche timorosa. Avevo timore di cosa realmente mi sarei trovata davanti.

Arrivammo in albergo, una struttura non molto grande a conduzione familiare.
Era di un bel rosso accesso, con il tetto marrone scuro, e un carinissimo giardino che circondava il tutto.

"Ben arrivate signorine!" Ci venne incontro all'ingresso una signora parlando sotto voce in un inglese non perfetto ma comunque comprensibile.
Anche qui tutto già prenotato...
"La ringrazio molto. Ci scusi per l'ora signora." Evelin sapeva decisamente come comportarsi, mi chiedevo se l'avesse imparato in orfanotrofio...
"Oh ma figuratevi! Sarete stanche. Prego da questa parte vi accompagno alla vostra camera." esclamò la donna cortese.
Era una signora normalissima. Sul metro e cinquanta cinque forse, non troppo giovane. Aveva i capelli castano scuro tirati indietro con una fascia,
e indossava una gonna non molto larga che le arrivava alle ginocchia, con sopra una semplice camicietta bianca e delle pantofole ai piedi.
Per arrivare alle scale che conducevano ai piani superiori dovemmo passare dalla sala ritrovo o sala tv, come la chiamavano, abbastanza grande,
nella quale si trovavano dei ragazzi un pò più grandi di me che giocavano a carte e bevevano guardando la televisione.
Non sembravano casinisti, bensì rispettosi, comunque quando li passammo accanto si voltarono tutti, ragazze comprese, lasciandosi scappare
parole di apprezzamento, senza però cadere nel volgare.

La nostra camera si trovava al secondo piano.
"Bene signorine vi lascio la vostra chiave. Spero farete una buona permanenza qui da noi. Se avete bisogno di qualsiasi cosa chiamatemi pure,
basta che premiate sul telefono il numero due, chiedete pure di Vittoria, che poi sarei io!" esclamò sorridendo.
La ringraziammo ed entrammo in stanza.
Era molto accogliente. C'era giusto l'indispensabile.
Due letti singoli con dei copriletti blu, ognuno con accanto il suo comodino di un marrone scuro, sui quali erano state messe delle abat-jour e un telefono,
poi c'era un grosso armadio a due ante sempre dello stesso colore, e un piccolo tavolino con su dei fogli e delle penne.
In fondo alla stanza si notava un semplice bagno con doccia.
La cosa però che più mi piaque fu il balcone, non era molto grande, ed era anche un pò sporco, ma il panorama era incantevole.
Le montagne illuminate da una grande luna circondata da milioni di stelle.
' Chissà se Edward ora starà guardando lo stesso cielo...' pensai.



"Molto bene, dovremmo essere a Firenze tra circa due ore emmezza!" Esclamò Alice impaziente di arrivare.
"Speriamo non sia già troppo tardi.." Edward le rispose preoccupato sempre girato verso il piccolo finestrino, con lo sguardo assorto .
"Ma cosa dici Ed? Tu che ti arrendi così facilmente? Ricordati che Naya è in gamba, e sono sicuro che saprà cavarsela da sola,
se pur sbagliando lo ha dimostrato decidendo di andarsene senza dirci nulla, e scommetto che lo ha fatto solo per proteggerci.
Devi avere fiducia in lei." Jasper trovava sempre le parole giuste.
Edward si girò verso di lui mostrando un sorriso:
"Hai ragione fratello. Grazie." disse poggiandoli una mano sulla spalla.




Quella notte dormì solo per un paio d'ore. Mi sentivo troppo agitata, e le dieci ore di sonno sull'aereo non mi aiutavano.
"Naya cara, va bene per te se partiamo di qui per le cinque? Meglio non attendere troppo, potremmo non trovarlo.."
mi chiese la zia improvvisamente staccando gli occhi dalla sua rivista.
Io annuì. Avevo un nervosismo tale addosso, non riuscivo nemmeno a parlare. Tra poco ci saremmo avviate.
"Senti Eve, se non lo dovessimo trovare, cosa accadrebbe?" le chiesi io, senza però voltarmi, ma con lo sguardo verso il balcone, dal quale
si intravedeva una bellissima luna incantatrice.
Lei si alzò, posando il giornale sul comodino si avvicinò al telefono:
"La decisione in quel caso sarà solo tua Naya. Starebbe a te decidere se tornare a casa oppure proseguire il viaggio con me alla sua ricerca.
Ma vedrai che andrà TUTTO BENE." disse alzando la cornetta in un tono troppo sicuro.
Non sembrava un incoraggiamento, ma più una certezza. Mi domandai se ci fosse qualcosa di cui mi tenesse all'oscuro.
"Si, mi scusi per il disturbo sono la signora della stanza 8, mi chiedevo se fosse possibile avere un succo di frutta e un cornetto tra un paio d'ore,
partiremo di buon ora e vorrei far fare colazione alla ragazza prima, se non è un problema.."
In effetti avevo un certo langurino, ma perchè aveva così fretta di andare? Dava l'impressione di essere abbastanza impaziente...




"Edward è inutile che tieni il muso come un bambino, sai beissimo che non potevamo fare altrimenti! Non abbiamo nessun indizio su dove possano essere,
dobbiamo attendere, per quanto possa essere fastidioso..." disse Alice in tono irritato.
Poi si sedette sulla poltrona, e provò nuovamente a vedere qualcosa.
"Ma perchè attendere in un albergo! Ora dovremmo essere per le strade a cercarla, e non stare fermi a far niente!" rispose Ed sempre più agitato.
"Hai ragione, ma sai benissimo che siamo comunque vicino al territorio nemico, dobbiamo muoverci con cautela fratello, per quanto possa
essere ridicolo non possiamo rischiare. Questo paesino è circondato da montagne, il sole sorgerà sul tardi, per cui abbiamo il tempo di uscire senza
problemi, dopo di che prenderemo la macchina affittata e la cercheremo ovunque. Vedrai che la troveremo.."
Esclamò Jas con convinzione, non voleva che finissero col litigare, la calma in un momento come quello era essenziale.
"E' ovvio che la troverò!" Affermò Edward più deciso che mai.



"Molto bene. Allora sei pronta mia cara? Si parte.." Esclamò Evelin con particolare entusiasmo.
"Si, abbastanza.." risposi io con insicurezza. Non mi sarei sentita mai abbastanza pronta per un momento del genere!
"Andiamo allora..." mi tenne aperta la porta invitandomi ad uscire.
"Andiamo..."
Lasciai in camera tutte le mie cose, ad esclusione della mia mini fotografia che misi in tasca senza farmi notare, era importante per me averla,
e poteva essermi di aiuto.
Una volta usciti dall'albergo ci recammo in un piccolo sentiero per escursionisti sulla sua sinistra , sul quale per non rischiare camminammo normalmente,
potevano benissimo esserci delle persone.
Ci impiegammo quasi due ore.
Arrivate ad un certo punto sviammo tra gli immensi alberi.
"Naya, ora si comincia  a correre. Tra pochi chilometri incontreremo una recinzione, da li in poi potremmo essere sicure di non incontrare nessuno.
Tutto chiaro?" mi domandò con tono sempre più eccitato.
Io invece ero sempre più confusa.
"Ok." risposi solamente.
Prendemmo quindi a correre, e dopo poco cominciai a vedere la recinzione che, ovviamente, attraversammo senza difficoltà.
Corremmo per altri 70-80 chilometri più o meno, tutti in salita, poi improvvisamente Evelin si bloccò. Sul suo volto un sorriso soddisfatto:
"Siamo arrivate cara. Guarda.."
Mi girai e seguendo la sua indicazione notai a pochi metri da noi delle torri in rovina. Il cuore cominciò a battermi velocissimo.
Mio padre poteva davvero essere li?...

Avevo gli occhi spalancati dalla sorpresa, e mi resi conto che fino a quel momento avevo creduto pochissimo alle parole di quella donna,
ora però cominciava ad essere tutto più chiaro. Mi aveva detto la verità.

"Nayade tu controlla all'interno io faccio un giro qui intorno. Se hai bisogno chiamami d'accordo?"
Nemmeno il tempo di rispondere che era già andata via.
Presi un bel respiro, e mi incamminai verso quelle rovine.
Arrivata ad un apertura guardai dentro ma non vidi nessuno. Quel posto era davvero ridotto male.
Occupato da erba altissima, mattoni e pezzi di pietra, polvere e spazzatura. Possibile che mio padre potesse essersi fermato li?
Entrai per controllare meglio, la paura ora era salita.
"Ehm.. c'è.. nessuno?" domandai incerta. Anche se ero più che convinta che se fosse stato così sicuramente non mi avrebbe risposto.
Andando avanti, inoltrandomi sempre più al suo interno notai sopra la mia testa quello che secoli fa doveva essere stato un piano superiore e del quale ora rimaneva
solo un pezzo di pavimento.
Decisi di saltarci sopra.
"O mio dio..." mi allontanai istintivamente. Non molto lontano da me si trovavano una decima di carcasse di animali.. dissanguati,
alcuni dei quali erano morti DA POCO.
Allora forse si trovava davvero li! Scesi nuovamente e mia avviai verso l'apertura per andare ad avvisare Eve, ma non riuscì ad arrivarci.
Qualcosa o qualcuno mi colpì alla nuca con una potenza inaudita, caddi sul colpo a pancia in giù.
Vicino al mio viso vidi avvicinarsi dei piedi.. alzai leggermente lo sguardo, almeno per quanto potevo e sentì una risata.
Vedevo sfocato ma potevo chiaramente distinguere i capelli nero corvino di quella persona, un uomo...
No, non uno qualunque.
"Pa-papà? " Feci appena in tempo a sussurrare, dopo di che persi i sensi.



"Ragazzi!" urlò Alice improvvisamente seduta sul sedile posteriore della Seat Leon dai finestrini oscurati.
"Ho visto.. ho visto qualcosa!!"
Edward frenò improvvisamente..
"PARLA ALICE! PARLA!".





RINGRAZIAMENTI:
*Grazie mille bella95! Spero di aver placato in parte la tua curiosità, anche se forse te ne ho messa altra..perdon! comunque grazie per le tue
 recensioni, sono felice che mi segui così tanto! Fammi sapere che ne pensi di questo!
*Grazie ishizu!! Devo dire che qualcosa hai intuito, comunque sei sulla strada quasi giusta! Presto lo scoprirai! Spero ti piaccia anche questoooo!
*Grazie pacci! Tra poco anche Naya gliene vorrà dare tante ma tante... ma non voglio anticipare nulla..! Spero tanto ti sia piaciuto!
*Grazie tante DiNozzo323! Mi fa piacere che mi recensisci sempre, ti ringrazio tanto! E sono contenta che la parte del guardiano ti sia piaciuta,
 io mi sono divertita a scriverla! Per quanto riguarda l'aereo io non ci sono mai andata, quindi ho scritto un pò a tentoni a dire il vero! hehe
 Conto sul fatto che ti piacerà anche questo! Grazie!

 Ringrazio poi tutti voi che leggete!
 Premetto che non sono mai stata in Toscana, ho usato un tantino l'immaginazione! Quindi chiedo SCUSA nel caso abbia scritto cose inesistenti!
 Comunque spero vi coinvolgerà anche questo capitolo come i precedenti! GRAZIE DAVVERO!
 Baci!

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Capitolo 28
*** Sofferenza. ***


28: SOFFERENZA.


"Hai visto della paglia?! Ma che significa? Qui ci sono talmente tante fattorie e agriturismi, non è un indizio sufficiente!"
Edward ormai era fuori controllo, più il tempo passava più lui aveva timore di non arrivare in tempo a salvare la sua Naya.
"Edward non hai il diritto di rimproverarmi in questo modo! Stò facendo del mio meglio! Io ci tengo almeno quanto  te a ritrovarla!"
Gli urlò contro Alice esasperata.
"Su forza ora calmiamoci. Tesoro prova a riconcentrarti, guarda se riesci a cogliere qualche altro indizio..."
Jasper non l'aveva lasciata un attimo e cercava di incoraggiarla mandando un'occhiataccia a Edward che faceva avanti e indietro per la strada.
Era potuto uscire dalla macchina perchè quelle strade di montagna erano frequentate da pochissima gente, quasi isolate.
"Aspettate... vedo qualcos'altro..."
"Forza concentrati e mantieni la calma..." Jasper le accarezzò i capelli.
Ed si precipitò in auto.
"C'è un .. cartello..."
"Cosa dice Alice? Riesci a leggerlo?" le chiese Jas lentamente.
"Si trova su un sentiero...e dice: Vietato..ol-oltrepassa-re la .. recin-zione.. a 60 chilo-metri al..bergo casa del.. bosco.."
A fatica riuscì a leggere, poi guardò il suo amato più fiduciosa.
"Dobbiamo trovare quell'albergo!" Esclamò senza pensarci Edward che era già passato al sedile del guidatore.
"Alice..." guardò dietro dallo specchietto retrovisore "Grazie."
Lei gli sorrise, l'aveva già perdonato.
Jasper tirò fuori il suo palmare e navigando su internet trovarono la via esatta di quel posto.
"Reggetevi! Andiamo a riprenderci Nayade!"



Quando mi risvegliai non ero più in quella torre.
Mi sollevai piano, la testa mi girava e mi sentivo molto debole. Mi guardai attorno.
Mi trovavo in una piccola stanza con molta paglia, una finestrella con le sbarre in alto e una porta in legno con un chiavistello
apribile dal di fuori e rovinata dagli anni.
"Ma che diamine..." mi portai una mano in fronte e cercai di ricordare.
"Papà!" mi venne subito in mente di averlo visto. Ne ero sicura era lui!
Con una piccola spinta aprì la porta ma non mi trovai di fronte mio padre.

"Evelin, ma che è successo? Dove siamo?!" domandai agitata avvicinandomi a lei poggiandole una mano sul braccio, e guardandomi intorno.
Lei era seduta su uno sgabello, anch'esso in legno e continuava a sorridere.
Poi mi prese la mano e la tolse dal suo braccio come fosse polvere. Rimasi sbigottita da quel gesto. Ma cosa stava succedendo?
Si alzò lentamente ed incrociò le braccia, poi mi guardò sorridendomi. Era un ghigno, lo stesso che le avevo visto in passato,
ma a differenza di allora era permanente sul suo viso, non cambiava.
Allora capì.
"Eri tu non è vero? Tu hai fatto finta di essere mio padre.. è stata tutta una trappola, mi hai ingannata..." ero sconcertata e non sapevo che fare.
Istintivamente indietreggiai per allontanarmi da lei, ma andai a sbattere contro qualcosa di duro e freddo, forse un muro.
Mi girai lentamente per vedere cosa fosse.

"PAPA'!" spalancai gli occhi dalla sorpresa dicendo il suo nome.
Lui rise. Ma non era la risata dolce che ricordavo, bensì una diversa. Una risata PERFIDA.
Mi guardò stranito piegando la testa lateralmente:
"Papà? Che fesserie vai dicendo ragazzina.. IO NON HO FIGLIE!"
Indietreggiai nuovamente sempre più sconvolta portandomi una mano davanti alla bocca, ma inciampai su qualcosa e mi ritrovai a terra.
Lui si avvicinò senza darmi conto a Evelin:
"Molto bene mia cara. Hai fatto un ottimo lavoro!" e così dicendo la prese di potenza tra le sue braccia e la baciò, li davanti a me.
Non potevo credere ai miei occhi! Perchè? Perchè mio padre baciava quella donna?...
Non avevo la forza di rialzarmi, mi sentivo debole, la testa mi girava. Era tutto un brutto sogno... DOVEVA essere tutto un brutto sogno.
Mi presi la testa tra le mani, mi stava per esplodere!
"E' stato fin troppo facile sai Nayade. Sei davvero un'ingenua!" esclamò Evelin lasciandosi andare in una fragorosa risata.
Si avvicinò a me e abbassandosi mi prese il mento tra le mani con una presa ferrea, poi si accicliò e il sorriso le scomparve:
"Tutto ciò non sarebbe mai capitato se anni fa avessero fatto la scelta giusta..." la rabbia si era impossessata di lei, anzi no... LA VENDETTA.
Si rialzò tirando su anche me per un braccio senza il minimo riguardo buttandomi tra la paglia, facendomi sbattere un gomito contro il muro.
Non riuscivo a reagire. Guardai papà nella speranza che intervenisse, che la fermasse.
Eve seguì il mio sguardo:
"Ahahahah! Fai male a contare su di lui Nayade. Lui NON TI CONOSCE PIU', ORMAI LUI E' MIO!" affermò soddisfatta.
Le lacrime cominciarono inevitabilmente a scendere.
"Oh povera piccola..Forse un pò mi commuovi sai.." mi si avvicinò di nuovo con espressione dispiaciuta, poi ricomparve il ghigno:
"No, non mi commuovi per niente.." e riprese a ridere alzandosi e andando verso mio padre, abbracciandolo.
"Perchè? Perchè fai questo? Tu volevi bene alla mamma no?" gridai in lacrime cercando di capire.
"Rispondile forza cara." la incoraggiò papà accarezzandole in viso.
"Certo Dertus..." gli diede un bacio e mi guardò, un sorriso amaro le comparve sulle labbra:
"Io volere bene a quella donna?" riscoppiò a ridere.
"MAI!" disse con disprezzo.
"Dertus tesoro prima di partire è il caso che tu ti nutra, su una strada poco distante da qui c'è un albergo, sicuramente da quelle parti ci sono delle persone.."
gli disse rivoltandosi verso di lui.
"Hai ragione tesoro. Prima di partire per Volterra mi ci vuole un bel ' pieno'.. Ci vediamo dopo, e ricorda LA VOGLIONO VIVA, per ora.."
così dicendo corse via rapidissimamente.
Ero  rimasta allibita di fronte a quell'affermazione... Dove mi volevano portare, perchè mio padre era diventato un assassino senza scrupoli, come LORO?!
Mi veniva da vomitare, vedevo sempre più sfocato. Stavo per svenire. Ma non potevo.
"CONTINUA! DIMMI PERCHE' HAI FATTO QUESTO!!" le gridai con tutta la voce che avevo in gola.
Lei riprese posto sullo sgabello e mi guardò come fiera di ciò che stavo subendo e provando.

"Beh mia cara le cose non sono andate esattamente come ti ho raccontato la prima volta... Anzi a dire il vero, ho cambiato quasi tutto! ahahahah!"
"A-allora dimmi cosa successe in realtà! Voglio saperlo!" Ero disperata. Per colpa della mia stupidità mi ritrovavo in una situazione assurda.
Non mi rimaneva altro che la speranza che Alice fosse riuscita a vedermi, anche se era da poco che non usavo più i miei poteri.

"Noi, io e tua madre, abbiamo davvero perso i genitori in un incidente e vissuto in un orfanotrofio. Ma solo io fino ai 18anni.
Lei è sempre stata considerata da tutti quella più carina, più dolce e il suo aspetto così minuto la aiutava in questo.
Ci volle poco tempo affinchè una famiglia decidette di adottarla e lei ne era felicissima. A me neanche mi guardavano, ero troppo grande e fredda.
Ogni week end lei con la sua famigliola perfetta veniva a farmi visita, raccontandomi come erano buone, brave e affettuose quelle persone,
senza un briciolo di sensibilità nei miei confronti..."
"Ma aveva solo otto anni, è comprensibile..." la interruppi io parlando dispiaciuta a bassa voce.
"Si, ma io ne avevo dieci! E anche a dieci anni sei ancora piccola sai? Anche a dieci anni ti mancano una mamma e un papà, e avere qualcuno che ti
sbatte in faccia la sua felicità non aiuta!" Urlò Evelin sempre più arrabbiata al ricordo di quell'episodio.
"Ma lei non si rendeva conto di farti star male... eravate così piccole.. Tu mi avevi detto che saresti stata felice per lei se..." mi interruppe.
"Ti ho già detto che tutto ciò uscito tempo fa dalla mia bocca erano solo menzogne. Nulla era vero, ancor meno il sentimento di affetto che provavo per
tua madre mia cara Naya.. Ci sei cascata come un pesce all'amo. Questo lo hai preso proprio da lei.." scosse la testa alzandosi in piedi.
"Ricorda che fidarsi delle persone è SEMPRE un male! Una persona non può cambiare, rimane sempre la stessa. Tua madre, povera sciocca,
questa assurda fiducia che aveva in me l'ha pagata con la vita.. ahahahah" Rise di lei.
"Cosa vuoi dire?! Che cosa le hai fatto brutta stronza?!" Stavo perdendo il controllo, provai ad alzarmi ma lei mi saltò addosso in un atimo
 e mettendomi una mano stretta al collo con violenza mi rigettò contro il muro facendomi sbattere la testa.
"Non sono io la stronza qui, ma lei. Lei mi ha rovinato la vita e non poteva che meritarsi la MORTE!"
Disse in un bisbiglio senza mollare la presa, ma stringendola sempre più. Poi sorrise e mi lasciò:
"Sei così fragile... è facile farti male, hai solo metà della forza che ho io.." rise ancora di più dandomi le spalle.
Cominciai a tossire mi mancava il respiro e sentivo un dolore atroce alla testa, portandomi la mano mi accorsi di sanguinare.
Evelin alzò il viso annusando l'aria, si girò velocemente verso di me, gli occhi di uno scuro intenso.
"Hai davvero un buon odore.. se solo potessi ti asseggerei. Ritieniti molto fortunata di risultare LORO così INTERESSANTE..."
Il dolore era fortissimo e come se non bastasse mi doleva anche il gomito.
Si risedette e continuò a raccontare a distanza di sicurezza, anche se non sarebbe stata mai abbastanza.

"Un giorno fui io a rifiutarmi di ricevere visite da mia sorella. Erano passati circa 7 anni ancora un anno e avrei raggiunto la maggiore età,
speravo mi facessero uscire ai sedici a dire il vero, ma gli istituti hanno un idea tutta loro al riguardo.
Comunque fuori di li mi trovai un lavoro e appunto un piccolo appartamento guadagnatomi col sudore e la fatica. Mi sentivo fiera di ciò che ero riuscita a fare
nel giro di un anno con così poche risorse dalla mia, e decisi di ricontattare Nadya per farle vedere di cosa ero stata capace
anche senza la famiglia che lei aveva avuto, anche rimanendo sola.
Abitava in un carinissimo quartiere, con villette a schiera e giardini di proprietà.
Aspettai li vicino che uscisse di casa, non mi andava di suonare e parlare con quelle persone, così la vidi, stava rientrando e non era sola, ma
accompagnata da un bellissimo ragazzo, alto dai capelli nero corvino, carnagione chiarissima, con occhi dorati,
ma soprattutto pieni d'amore verso quella ragazza. Anche un cieco se ne sarebbe accorto.
La rabbia cominciò a ribollire dentro di me. Perchè?mi chiesi. Perchè lei doveva avere sempre di più? Perchè ogni cosa doveva andarle meglio?
Fu in quel momento che decisi di rovinargli la vita, come lei, se pur inconsapevolmente aveva fatto con me...



"Eccoci l'albergo è questo!" Affremò Edward parcheggiando rapido davanti all'ingresso scendendo al volo dalla macchina.

Ancora non sapevano che tra poco avrebbero fatto un altro tipo di incontro.








Ed ecco a voi il 28esimo capitolo! Ormai siamo quasi alla fine.. un pò mi dispiace!
Spero tanto vi piaccia anche questo, ci ho messo tutto l'impegno affinchè possa essere almeno un pò coinvolgente,
ditemi voi se ci sono riuscita! Non è molto lungo ma cercherò di aggiornare presto con la continuazione del racconto
di questa zia B******A, che finalmente si è decisa a dire la VERITA'!
Grazie di cuore a tutti voi che leggete sempre la mia ff, spero davvero che continui a piacervi e ad incuriosirvi
anche se siamo giunti quasi al finale! Confido sul fatto che mi farete sapere numerosi il vostro pensiero!
GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!

RINGRAZIAMENTI RECENSIONI:
*Grazie tante tante tante pacci! Si direi che ora Naya se ne è accorta...Almeno spero! hihihi
*Grazie ishizu!! Devo dire che in un modo o nell'altro ti avvicini sempre a ciò che succede! Mi prendi in contropiede hihihi!
 Spero ti sia piaciuto questo capitolo! Nel prossimo saprai meglio tutto.. graziee!
*Grazie bella95!! Perchè non fai mai mancare le tue recensioni nelle mie storie, ne sono felicissima!
 Fammi sapere che ne pensi di questo! grazie!
*Grazie anche a DiNozzo323 per le tue immancabili recensioni! Infatti Jasper aiuta si Edward a non impazzire completamente!
 grazie davvero! spero mi dirai cosa ne pensi di questo!
 
 Alla prossima! BACIONI!

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Capitolo 29
*** Che sia davvero la Fine?... ***


29: CHE SIA DAVVERO LA FINE?...


"Buongiorno signori in cosa posso esservi utile?" Domandò Vittoria vedendo entrare così frettolosamente i tre ragazzi.
"Buongiorno signora, ci scusi per il disturbo.." cominciò Edward con un sorriso splendido. La signora arrossì, incantata.
"Volevamo un informazione.."
"Ma certo miei cari ditemi pure.." era come ipnotizzata da tale bellezza.
"Ecco per caso in questo albergo alloggiano una donna ed una ragazzina, entrambe molto belle?" chiese Alice speranzosa.
Edward già sapeva e sul volto comparve un sorriso poi si accigliò.
"Certo! Sono arrivate ieri notte e stamattina presto sono uscite per un'escursione credo, e non sono ancora tornate..." affermò Vittoria sorridendo.
"Sa per caso che direzione hanno preso?" domandò Jasper guardandola negli occhi e ricambiando il sorriso.
"O si, hanno preso il sentiero qui sulla sinistra.."
"Grazie mille signora." la ringraziarono e uscirono.

"Sento il suo odore.." Edward guardò le finestre della struttura.
"Si anche io, deve aver lasciato qui le sue cose.." Disse Alice abbassando la testa malinconica.
Edward in un attimo scomparve e riapparve alla finestra del secondo piano.
Si guardò attorno e poggiato su un letto vide lo zaino di Naya, lo prese in mano e lo strinse a se chiudendo gli occhi.
Continuò a scrutare e notò un'altra valigia più grande, si avvicinò e l'aprì, non c'era nulla di rilevante, solo qualche vestito.
Stava per richiudere quando sul fondo, messa lateralmente, notò una fotografia, la prese in mano.
Spalancò gli occhi dalla sorpresa.

"Ragazzi.. ho trovato questa di sopra, guardate.."
"Cosa? Ma questa è ..." Alice era allibita e si portò le mani davanti alla bocca.
"Si. La bambina più piccola è Nadya, mentre l'altra è... sua sorella, Evelin. Dobbiamo sbrigarci."
La preoccupazione saliva.
Cominciarono a correre, in principio normalmente, e una volta raggiunto metà sentiero si bloccarono.
L'odore deviava all'interno del bosco.
Ricominciarono a correre rapidissimi, ma qualcosa gli costrinse a fermarsi nuovamente.

"Aaaaaaaargh! Aaaaaaaaaaargh!"

Qualcosa di assolutamente inaspettato. Anzi, qualcuno di assolutamente inaspettato.

Una donna a terra e un vampiro attaccato al suo collo, con al fianco un uomo ormai già morto.
"Edward!" Alice cercò di fermarlo ma lui si tuffò addosso a quell'essere senza cuore.
Prima però che potesse colpirlo questo si girò ringhiando. Rimasero tutti impietriti.

"DERTUS?"
Pronunciando questo nome Edward si allontanò istintivamente, guardando un pò lui e un pò l'orrore al suo fianco, sconvolto.

Dertus si pulì la bocca passandosi su una mano, leccandosi anche quest'ultima, poi sorrise:
"Altri vampiri... ma bene, mi spiace ma ho già finito tutto, però forse può esserne rimasto qualcuno da queste parti.."
"Dertus ma... cosa stai facendo?.." Edward era senza parole e come lui anche gli altri.
Perchè quell'uomo che era stato come un fratello in passato per Carlisle, e lo aveva sostenuto nel cambiamento alimentare negli anni,
ora si comportava così? Cosa gli era capitato?
Non riuscivano a trovare risposta.

Piegò la testa lateralmente socchiudendo gli occhi:
"Noi.. ci conosciamo?" chiese poi guardando i tre ragazzi uno per volta.

Erano allibiti e immobilizzati.
"Tu non ti ricordi .. di noi?" domandò Alice facendo un passo verso di lui, Jasper la trattenne per un braccio, non voleva si avvicinasse troppo.
"Dovrei?" chiese l'uomo sempre con un sorrisetto sulle labbra, come di sfida.
"Dertus ti rendi conto di quello che stai facendo? Hai ucciso delle persone! Tu non lo avresti MAI fatto.."
Ed era sorpreso ma non solo, i suoi occhi continuavano a vedere quella povera coppia, a terra senza vita, e la rabbia cominciò a prevalere in lui.
"Ahahahaha! Volete forse farmi credere che voi non lo fate! Ahahaha! Beh anche se fosse non mi interessa minimamente.
Anzi se vi togliete di mezzo non avrei ancora finito la mia colazione.." concluse con un ringhio soffocato.
Edward rispose al ringhio e gli si mise davanti per bloccargli la strada:
"MAI." affermò deciso mostrandogli i denti.
Dertus sorrise di nuovo, dopo di che si mise in posizione di attacco.
Jasper e Alice presero posto a fianco del fratello.

Lo scontro era ormai inevitabile.




La mia testa continuava a sanguinare e il dolore non passava.
"Tieni tamponati con questo... Non vorrei morissi dissanguata, sarebbe uno spreco.." disse Evelin lanciandomi uno straccio.
Lo presi e lo avvolsi intorno alla testa più stretto che potevo.
"Voglio che continui... Voglio sapere cosa è successo poi..." affermai decisa.
Lei sorrise guardandomi.
"Va bene, ma ti avviso che questa parte non ti piacerà, o meglio ti piacerà ancora meno.. ahahaha!"
Ringhiai di forza verso di lei.
In un secondo mi fu vicino e mi tirò un pugno nello stomaco.
"Non osare mai più piccola sciocca!"
"Cough, cough, cough.." Cominciai a tossire, provando a riprendere la normale respirazione.
Se solo avessi potuto avrei usato i miei poteri, ma se Alice in quel momento poteva vedermi? Poi non avrebbe più potuto.
Era la mia unica possibilità.
"Allora dove ero rimasta..ah si.." si riaccomodò sullo sgabello e mi guardò soddisfatta, mentre mi tenevo un braccio intorno alla pancia dolorante.
"Da quando vidi tua madre in compagnia di quel bel ragazzo decisi di vendicarmi, ma standole il più vicino possibile per scoprire
a pieno i suoi punti deboli.
Così il giorno successivo, dopo averla seguita feci finta di incontrarla casualmente, e lei ne fu molto felice.
Decidemmo di andare in un bar a parlare meglio di noi, e di ciò che era successo in quegli anni. Con le lacrime agli occhi le chiesi
scusa di aver rifiutato le sue visite per tutto quel tempo, le dissi che mi sentivo sola ed invidiosa di lei, ma che avevo capito il grande errore che avevo fatto,
e le chiesi di perdonarmi e di ritornare ad essere la mia sorellina.." rise guardandosi le unghie.
"Lei fece proprio come te quel giorno al parco, abboccò immediatamente. mi abbracciò forte dicendomi di non preoccuparmi per ciò
che era accaduto e che lei non era mai stata arrabbiata con me.
Così da quel giorno ricominciammo a vederci, praticamente tutti i giorni, poi in uno di questi mi confidò il suo segreto più grande.
Dertus appunto. Mi spiegò tutto di lui, supplicandomi di crederle e di non prenderla per pazza. Io feci davvero finta di essere spaventata,
così che decidesse di presentarmelo, infatti lo fece. Era troppo facile con lei, tu le somigli molto, povera."  mi guardò dispiaciuta.
"Sono orgogliosa di somigliare a una persona così meravigliosa piuttosto che a una come te!" Dicendo ciò sputai verso di lei.
Lei si accigliò e mi osservò con rabbia, poi gli ricomparve il sorriso:
"Peccato che le persone come voi siano destinate alla MORTE! Ahahahahah!"
"MALEDETTA ..."
"Ora taci e fammi continuare.." Esclamò ringhiando.
Io respiravo affannosamente un pò per il dolore ma soprattutto per la rabbia.

"Quando me lo presentò ne rimasi incantata, era stupendo. E in quel momento decisi che la mia vendetta si sarebbe compiuta proprio su di lui,
glielo avrei portato via. Ogni volta che li vedevo assieme l'odio verso di lei aumentava.
Attesi comunque qualche altro mese, in fondo la vandetta va servita fredda, e più aspettavo più lei avrebbe sofferto. Poi un giorno agii.
Nadya mi chiese se verso sera potevamo vederci perchè tanto Dertus non ci sarebbe stato e avremmo potuto passare una serata tra donne,
le domandai dove fosse e lei mi rispose che era a caccia nella foresta.
Dispiaciuta le dissi che non mi sentivo bene e che preferivo rimanermene a casa e la salutai. Invece lo raggiunsi.
Mi avevano spiegato di dove lui e la famiglia da cui viveva, i Cullen appunto, andavano a cacciare quando rimanevano nelle vicinanze, e mi idirizzai li.
Quando lo vidi rimasi ammaliata da come fosse ancora più bello.
Rimase ovviamente sorpreso di vedermi in quel posto e mi si avvicinò dicendomi che poteva essere pericoloso per me, poi mi domadò spaventato
se per caso non fosse successo qualcosa alla sua Nadya. A quelle parole mi strinsi a lui e guardandolo negli occhi gli confessai di esserne innamorata e
senza attendere una risposta lo baciai appasionatamente.
Fui però spinta via brutalmente, ma io vedevo che la sua sete in quel momento era forte e mi riavvicinai porgendogli il collo a fianco della sua bocca.
Lui mi annusò e mi baciò in quel punto, ormai ce l'avevo quasi fatta. Sarei diventata una vampira e avrei vissuto con Dertus buttando mia sorella nel dolore e
nella solitudine. Purtroppo però all'ultimo lui si scansò ringhiandomi contro e mi urlò di andarmene, allora capì di avere fallito.
Ma prima di andar via gli intimai di non dire nulla a Nadya perchè io avrei dato una versione diversa. Avrebbe creduto a me in lacrime contorta dal dolore,
o a lui un mostro, un vampiro voglioso di sangue? AHAHAH!"

Ero sempre più sconvolta, questa donna era la malignità fatta a persona, una manipolatrice di primo livello.
Mi faceva proprio schifo, ma cercai di trattenermi dal colpirla, non potevo rischiare.

"Poi accadde una cosa che mi servì un'altra occasione sul piatto d'argento.." Si girò verso di me con i suo malefico ghigno.
Io deglutì, non potevo credere che fosse stata tutta colpa mia.
Lei continuò imperterrita e sempre più divertita dalla sofferenza che mi si leggeva sul volto.
"Col passare del tempo intanto lei si era trasferita dai Cullen. Io non avevo più rivisto Dertus, trovava sempre una scusa per non esserci ai nostri incontri.
Un giorno poi Nadya mi chiamò al telefono avvertondomi che per un pò non avremmo più potuto vederci, ma che non poteva dirmi il motivo.
Io le chiesi insistentemente il perchè facendo finta di essere preoccupata piangendo, lei allora cedette immediatamente.
Mi disse di aspettare un figlio, mi comunicò la sua felicità, Ma poi fece l'errore più grande, mi mise a conoscenza dell'assoluto divieto e del pericolo
che correvano con 'delle persone' se fossero venuti a saperlo. I VOLTURI." Rise osservando il mio volto sconvolto.
"Allora sei stata tu! Tu hai tradito i miei genitori rivelando della mia nascita!" cominciai a piangere per il nervoso e il dolore.
"AHAHAH! Si esatto! Ho aspettato prima che tu nascessi però, perchè alla fine lei poteva anche morire, ma purtroppo non fu così, e fui costretta ad agire.
Prima di andare da quelle persone decisi però di dare un'ultima possibilità a Dertus di cambiare idea, ma quando mi presentai a casa dei Cullen
fui mandata via con sdegno. Ovviamente sapevano bene che cosa era accaduto col loro amico, ma non sapevano che fossi a conoscenza del segreto di Nadya.
Commisero l'errore più grande della loro vita.
Ero arrabiata e odiavo con tutto il cuore tutti loro così partì, ma prima decisi di travestirmi perchè grazie alle informazioni di mia sorella
sapevo che una delle vampire femmine avrebbe potuto vedermi, fu molto facile non farmi scoprire, cambiai continuamente idea! ahahah
Il difficile fu entrare nelle residenza dei Volturi senza essere uccisa, ma quando rivelai ad una guardia di avere un informazione di estrema importanza da
riferire mi fece passare, soprattutto perchè io non sarei neanche dovuta essere a conoscenza della loro esistenza...
Così riuscì ad incontrare Aro, Caius e Marcus, ai quali però proposi uno scambio. Io gli avrei rivelato la notizia se loro accettavano di trasformarmi
e rendermi invincibile, fortunatamente mi trovarono interessante e acconsentirono.
Inoltre prima che i tuoi genitori arrivassero chiesi loro di risparmaire Dertus perchè con la sua potenzialità poteva essere utile una volta che si fosse
auto-cancellato la memoria, e di fare della donna ciò che volevano."

Ero sempre più inorridita da tutto ciò, non potevo credere a quello che stavo sentendo.
Evelin alzò lo sguardo e continuò serena come se stesse raccontando una favola.
"Quando arrivarono, come avevo previsto, non si erano cancellati la tua nascita e tutto ciò che ti riguardava dalla testa.
Avevano deciso di affrontare la morte, ma ricordandosi della loro bambina.. che stupidi!
Fu però fatto una proposta a tuo padre da Aro, se si fosse unito a loro cancellandosi ogni tipo di memoria passata avrebbero risparmaito la sua amata,
lasciandola andare. Lui non ci pensò un attimo e dopo averle detto addio chiedendogli di prendersi cura di te.."
si girò verso di me sorridendo ma con amarezza.
"Assecondò il volere dei Volturi.. Non venne però mai a sapere che loro non avevano fatto lo stesso...
E oggi ci ritroviamo qui, insieme, per volere di Aro ovviamente. Lui ti vuole conoscere, ma se mi fossi presentata in questo modo non penso che saresti venuta
con me, dico bene? ahahahaha!"

Ero allibita tutto era accaduto per colpa sua. Lei aveva tradito la fiducia di mia madre portandola alla morte, aveva rovinato la felicità di una famiglia
per vendetta, aveva ingannato mio padre facendoli cancellare ogni particolare del suo passato, per poi farlo suo,
e ora voleva far del male anche a me, figlia di sua sorella nonchè sua nipote. Che razza di persona poteva fare tutto ciò con tanta leggerezza?
Le lacrime non scendevano più ormai per quanto mi sentissi... distrutta e debole. Ora finalmente mi era tutto chiaro, ora che avevo
perso da stupida ogni persona a me cara, potevo morire anche io, tanto dentro lo ero già.



"Allora finita la chiacchierata? Possiamo andare ora?"
Era mio padre sulla soglia del portone in legno con le braccia incrociate e quel sorrisetto sul volto.
"Ma certo caro! Andiamo pure!" Esclamò Eve soddisfatta da ciò che era riuscita a dire e dal dolore che era riuscita a farmi provare.
"Ah già.. dimenticavo non sono solo..." disse Dertus facendo un cenno con la testa verso la strada.

"Salve a tutti.."
Cercai di alzarmi di scatto.
"Edward!" urlai piangendo di gioia.
Subito al suo fianco comparvero anche sorellona Alice e Jasper. Ma c'era qualcosa di strano, i loro sguardi erano diversi.
"Chi è quella ragazzina?" sul volto di Edward comparve un ghigno. Lo stesso di Evelin e mio padre.

Anche a loro era stata cancellata la memoria.
In quel momento persi anche la più piccola speranza di salvezza.






CIAO A TUTTIIII! Eccoci arrivati al 29simo capitolo!
Ragazzi ho fatto una fatica a scriverlo, ho cercato di farlo il più interessante possibile,spero
infatti che non vi annoi perchè è un pò lunghino, ma mi dispiaceva dividerlo...  Non so ditemi voi se ci sono riuscita,
e cosa ne pensate della piega che ha preso la storia... hihihi
Comunque non temete la fine è vicina...!
Volevo avvertire che questo week end non ci sarò per cui dubito che riuscirò ad aggiornare,
anche per questo l' ho fatto un pò più lungo, poi non riuscivo a smettere di scrivere...mmmm, hehe!
Alla prossima!

RINGRAZIAMENTI:
*Grazie mille bella95! spero tanto troverai emozionante anche questo capitolo! Ora ho spiegato che è successo a suo padre,
 quindi al contrario di Evelin un pò è giustificato.. Grazie!
*Grazie ishizu! Ahahahahah! Ma certo che puoi uccidere, solo la zia però che il padre mi serve!
 Comunque sappi che non agiresti sola hehe! grazieee, spero ti piaccia anche questo!
*Grazie pacci! E si direi che è davvero una t***a, ma presto la pagherà...hehehe! Grazie!
*Grazie DiNozzo323!! Direi che c'è la fila per assalire Evelin! ahahahah! Comunque hai visto i nostri
 amici sono arrivati... comunque un'altro colpo di scena ci attende hihihi! Grazie, fammi sapere che ne pensi di questo!

 Ringrazio poi tutti voi che leggete! GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
 Bacioni!

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Capitolo 30
*** L' Incubo è Finito! ***


30: L'INCUBO è FINITO.


"Ma come è possibile? Edward, Alice, Jasper..." Ero sconvolta da quella rivelazione.
Cercai di avvicinarmi a loro ma Evelin mi fermò per un braccio tirandomi indietro.

"Che significa Dertus? Loro che ci fanno qui?" chiese sospettosa trattenendomi.
Mio padre le si avvicinò lentamente e l'abbracciò:
"Beh vedi mia cara, stavo facendo colazione e questi signori si sono permessi di interrompermi, ma non solo,
si sono messi tra me e le altre mie eventuali prede, sfidandomi."
Le sorrise. Ancora quel ghigno.

Io ero terrorizzata non capivo come fosse potuto accadere e continuavo ad osservarli con le lacrime agli occhi.
Li, a pochi metri da me c'era il mio Edward e lui non si ricordava nemmeno più il mio nome, non mi importava più di nulla.
Potevano portarmi dove meglio credevano.

"E perchè hai cancellato loro la memoria?" domandò Eve mettendo la mano libera sul petto di Dertus.
"Beh tesoro mi hanno sfidato, sono stati scorretti.. Tre vampiri contro uno, troppo avantaggiati, in più erano davvero forti,
così ho pensato che ci sarebbero stati utili, meglio con noi che contro di noi, no?
 Inoltre ho pensato che Aro sarebbe stato ancora più contento mia amata."
Così dicendo le prese la mano e gliela baciò dolcemente.
Eve ora sembrava più convinta e gli sorrise:" d'accordo, non hai tutti i torti caro.."
"Aspetta papà perchè hai fatto una cosa del genere? Loro sono tuoi amici! E' lei che devi combattere...tu.."
Evelin non mi fece finire e mi diede uno schiaffo così forte da farmi finire a terra.
Mi toccai il naso, sanguinava. Ma ormai non mi inportava più, poteva anche uccidermi.
La mia rabbia stava salendo la sentivo sempre maggiore, improvvisamente smisi di piangere e guardai intensamente la donna che
fino a poco fa mi si presentava come una zia, una donna che aveva rovinato la mia vita e quella delle persone a me più care.
LEI NON SI MERITAVA DI VIVERE.
Mi alzai lentamente da terra tenendo la testa bassa e tremando. Poi sollevai lo sguardo e la fissai con tutto l'odio in corpo.
"Che hai ragazzina? Vuoi forse attaccarmi eh? Non ti è ancora bastata la lezione? Vuoi che ti faccia sanguinare anche le orecchie?"
Gridando ciò si fece avanti velocemente verso di me già pronta a colpirmi. Ma non fece in tempo.
La rabbia il rancore che fino a quel momento mi ero tenuta dentro esplosero portandomi ad usare i miei poteri con più forza che potevo.
Ero come posseduta, gli occhi mi divennero di un rosso intenso e avevo perso completamente l'auto controllo delle mie azioni,
era come se un'altra parte di me, nascosta fino ad allora, fosse improvvisamente uscita dando libero sfogo a tutto ciò che negli anni
aveva subito e a cui non aveva reagito.
Ora però era libera. Libera e più potente che mai.
Una luce fortissima invase il fienile. Scatenai una fortissima corrente d'aria che sollevò da terra tutta la paglia e ciò che si trovava su essa,
facendola volare in circolo. Ero io a controllarla con una semplice mano!
Senza pensarci con tutta la forza che potevo scagliai il tutto addosso a Eveline, che rimase impietrita davanti a una tale situazione, e la sbalzai per
aria facendola sbattere violentemente contro una parete che tremò all'impatto, e sembrava dovesse crollare da un momento all'altro.
Dopo di che in meno di un secondo tutto fini, mi sentivo debole e le mia gambe tremavano senza sorreggermi, così caddi a terra.
Evelin si rialzò a fatica, più imbestialita che mai, decisa ad uccidermi, a farmi pagare un simile affronto.
Io ormai vedevo sfocato, le forze mi avevano abbandonato, perciò, dopo aver dato un'ultima rapida occhiata ai miei cari, chiusi gli occhi e aspettai la fine.

Non sentì nulla. Possibile che la morte fosse così indolore? O forse ero morta prima che quella donna potesse intervenire?
Sentivo una voce che mi chiamava, ma in lontananza. Sembrava preoccupata, sofferente...
Chi è? Chi poteva essere che mi chiamava con tanto sentimento? Chi era rimasto che mi volesse bene?
Chiunque fosse era l'unica persona a cui importasse di me.
Vedevo una luce ma non riuscivo a raggiungerla, correvo verso di lei ma sembrava allontanarsi ad ogni mio passo.
Eccomi! Sono qui! Provai allora ad urlare, ma quella voce non mi sentiva, continuava a gridare il mio nome sempre più impaziente..
Perchè non mi sentiva?!
"Naya?! Naya amore mi senti? Rispondimi per favore!!"
Finalmente raggiunsi la luce:" Ed-Edward ..."
Aprì gli occhi lentamente:" Edward... sei tu?" vidi qualcuno al mio fianco.
Avevo la testa poggiata su qualcosa di freddo e duro ma dall'odore estremamente rassicurante.
"Tesoro mi vedi?.."
Sorrisi. Ora lo vedevo meglio, non potevo sbagliarmi, quella voce così melodica e bassa...
"Si Edward ti vedo.. cough, cough.." Mi sentivo male, dalla testa proveniva un dolore atroce, ma lo vedevo, e non volevo smettere di farlo.
"Naya! Mi hai fatto morire di paura!" Mi abbrcciò forte a sè badando a non farmi ulteriori danni.
"Non.. sap-sapevo che i vampiri... potessero..morire di pa-paura.." Gli sorrisi scherzosa ancora debole ma felice.
"Che sciocca che sei.." Mi baciò sulla fronte e mi aiutò a mettermi seduta comoda, mi guardai attorno, ero ancora in quel fienile,
ma assieme a noi non c'era nessuno.
"Edward ma... tu, tu eri... cattivo! Si io-io me lo ricordo tu non-non sapevi più.." Mi interruppe portandomi un dito sulle labbra facendo una leggera pressione.
"Era tutta una finta Naya, non abbiamo mai perso la memoria. Ora devi aspettarmi qui, dopo ti spiegherò tutto, tu non ti muovere d'accordo?"
" Un momento.. dove vai?" chiesi preoccupata e sospettosa.
Lui mi sorrise:" Ho una faccenda da sistemare!" corse fuori senza darmi il tempo di rispondere...

Ma io non volevo stare li, volevo vedere cosa stava succedendo e soprattutto che fine aveva fatto Evelin e anche papà.
Mi alzai a tentoni poggiandomi al muro. La testa mi girava e ancora vedevo un pò ofuscato ma riuscì ad arrivare all'apertura, guardai fuori.
C'era un combattimento in atto, a prima vista sembrava coinvolgesse tutti, ma poi mi resi conto.
Mio padre stava lottando con Evelin! Ma cosa era accaduto?
Edward era trattenuto da Jasper e Alice dall'intervenire ma sembrava pronto ad attaccare in ogni momento.
Poi mio padre colpì Eve atterrandola, era già ridotta male, faticava a reagire.
Rimasi immobile incerta su quel che sarebbe accaduto.
"Tu mi hai rovinato l'esistenza. Mi hai portato via l'unica donna che io abbia mai amato in tutta la mia vita e volevi sacrificare per i tuoi
subdoli scopi anche la mia bambina.." cominciò papà rivolto al viso di Eve, sofferente.
Non potevo crederci, mio padre si ricordava di me, lui...ricordava tutto! Le lacrime cominciarono a scendere.
"Come hai potuto agire così solo per stupida gelosia? Come hai potuto far ammazzare tua sorella?!
Avevi avuto ciò che volevi, perchè hai permesso loro di ucciderla??!
Io..Io NON TI PERDONERO' MAI PER TUTTO IL MALE CHE HAI FATTO!!"
e così dicendo le mise le mani attorno al collo pronto a mettere fine alla vita di quella donna. Ma non potevo permetterglielo.. Non potevo..
"PAPAAA' FERMO!" gridai ormai con gli occhi pieni di lacrime uscendo con fatica allo scoperto.
Lui si girò sorpreso verso di me:"Nayade..."
"Naya, che fai qui torna dentro.." La voce di Edward era preoccupata e arrabbiata nello stesso tempo.
Io gli feci cenno con la mano di star tranquillo, che stavo bene. Lentamente mi avvicinai di qualche passo a papà, sorridendogli.
"Papà non devi farlo.. se tu ora la uccidi diventerai come lei e noi non siamo così. Noi siamo come la mamma, ricordi?
Lei perdonava, regalava il suo perdono a tutti senza pensarci un momento, perchè lei non era ingenua era solo fiduciosa, fiduciosa verso le persone,
anche quelle estranee, offriva sempre delle speranze e delle opportunità. Lei sapeva PERDONARE..
Noi ora siamo di nuovo assieme, ed è questo l'importante, quella donna non centra nulla con noi e mai centrerà..
Per favore Papà, andiamocene. TORNIAMO A CASA."
Dissi tutto d'un fiato tra i singhiozzi.
Lui mi guardò pieno di tristezza." D'accordo figlia mia. Andiamo.." Sorridendomi fece per alzrsi e mollare la presa ma Evelin lo trattene.
Mio padre si rigirò di scatto verso di lei ma non fece in tempo a fare nulla per impedire ciò che successe.
"Tu... n-non se-i co..me lei ahahah"  Stringendo forte le mani di papà al suo collo con un rapido movimento Evelin si uccise.
Rimanemmo tutti impietriti davanti a quella scena. Aveva voluto togliersi la vita ma servendosi di un'altra persona, così da farlo sentire colpevole.
Ma sbagliava di grosso. La colpa era e sarebbe rimasta sua.
Papà la guardò un'ultima volta alzandosi, poi si voltò verso di me e corse ad abbracciarmi.
"Naya! Oh Naya tesoro mio! Perdonami, ti prego perdonami se puoi!!"
"Papà non c'è nulla da perdonare! Ti voglio bene!"
"Anche io tesoro tanto." mi carezzò dolcemente la testa tenendomi sempre stretta.
Intanto Edward e Jasper accessero un fuoco utilizzando la paglia.
ADDIO ZIA EVELIN, CHE TU POSSA TROVARE FINALMENTE LA PACE.

Il cielo si stava scurendo, il sole era ormai coperto dalle nuvole.
Io ero seduta con la schiena contro un alberello mentre il fumo veniva trasportato dal vento.
"Hei Nayetta! Allora come ti senti?" Alice si sedette al mio fianco scompigliandomi leggermente i capelli.
"Stò meglio grazie. Anche se mi sento un pò.. ammaccata!" e le sorrisi.
Lei abbassò la testa e sospirò portando le dita a giocherellare coi fili d'erba:
"Avevamo paura di non arrivare in tempo sai... Avevamo paura di averti perso, soprattutto lui.."
Il suo sguradò andò su Ed impegnato a cancellare le tracce.
Io guardai prima lui poi tornai a lei:
"Mi dispiace tanto..io, non avrei dovuto crederle... Sono stata una stupida.."
Le dissi nuovamente con le lacrime agli occhi scuotendo la testa.
Lei mi massaggiò la schiena per consolarmi e mi cinse con un braccio portandomi ad appoggiare la testa sulla sua spalla.
"Senti sorellona.. come avete fatto a far tornare la memoria a papà?" Le chiesi dopo qualche minuto curiosa.
Lei continuava  a massaggiarmi la spalla:
"Grazie al tuo zaino Naya.."
"Sollevai la testa guardandola accigliata:" Il mio zaino?"
Annuì:"Già siamo passati a prenderlo in albergo prima di avviarci e durante la strada abbiamo incontrato tuo padre.
Lui purtroppo in questi tempi si è cibato di sangue umano e quando lo abbiamo trovato stava appunto ' mangiando'.."
Mi guardò un pò incerta e dispiaciuta.
Io le sorrisi tranquilla, lo avevo capito purtroppo, ma non era stata colpa di papà.
"Beh comunque abbiamo cercato di fermarlo, di non farlo uccidere oltre e per questo siamo finiti a combattere, ma solo per poco,
poi forunatamente ho avuto una delle mie visioni..."
La guardai interrogativa e impaziente.
"La copertina Naya, è bastata fargliela vedere per fermarlo. Inizialmente ha avuto un dolore fortissimo alla testa,
ma poi ricordava tutto quanto. Fortunatamente l'auto cancellazione è estremamente leggera, poteva bastargli una minima cosa,
un minimo stimolo che in tutti questi anni Evelin ha evitato accuratamente di dargli.
Ma il pensiero di tua madre  e della sua bambina è stato sufficiente.."
Mi sorrise commossa e felice, io ricambiai pienamente quella felicità.
"Poi gli abbiamo spiegato brevemente cosa era accaduto e lui ha esposto questo 'piano' per fermare Eveline prima che fosse troppo tardi,
una volta arrivati al fienile Dertus ha sentito la fine del suo racconto e ha capito tutto ulteriormente.
Però non è servito andare avanti con la messa in scena, perchè sei intervenuta tu..!" le scappò una risatina al ricordo della ma ' esplosione'.
"Una forza non comune Nayetta, complimenti! Ci converrà non farti arrabbiare d'ora in poi!" mi diede un buffetto in fronte stando ben attenta a non farmi male.

"Non abbiamo più nulla da fare qui, meglio tornare in albergo" disse Jasper.
Io annuì ancora abbracciata a Alice. Poi mi girai verso di lui..
"Vai pure Nayetta. Ti aiuterà Edward a camminare.." Affermò sorellona con un sorriso come leggendomi nel pensiero.
Sorrisi anche io per ringraziarla.
Edward camminava solo davanti a noi con lo sguardo fisso a terra.
"Hey signor solitario, posso reggermi a lei'" Gli chiesi fermandomi alle sue spalle poggiandomi ad un albero.
Lui si fermò e si girò verso di me.
In un attimo mi sollevò e mi ritrovai tra le sue braccia.
"Così va bene mia principessa?" Mi fece il suo fantastico sorriso sghembo che tanto adoravo.
Annuì arrossendo e poggiai la mia testa al suo petto.
Finalmente l'incubo era finito, da quel momento sarebbe cominciata la favola.



CIAO A TUTTI!
Come potete vedere siamo ormai giunti alla fine, mi concederò di scrivere solo un altro capitolo
nel quale ci sarà solo un bel lieto fine, spero vi possa far piacere e che non siate stufi!
RINGRAZIAMENTI:
*Grazie mille bella95! ormai la tua curiosità dovrebbe essere stata soddisfatta!
spero tanto mi farai sapere cosa ne pensi di questo capitolo! grazie!
*Grazie DiNozzo323! Avevi già intuito bravissima! Spero comunque che questo capitolo ti sia piaciuto e che tu non l'abbia
trovato scontato! Graziee!
*Grazie pacci! vengo anche io in Toscana ad ucciderli..heheh! Graziee!

Ringrazio poi tutti voi che continuate a leggere la mia ff.
Spero vi piacerà anche questo capitolo, fatemi sapere!
Bacioni.

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Capitolo 31
*** ... Senza Dubbio SPECIALE! ***


31: ... SENZA DUBBIO SPECIALE!

Il viaggio di ritorno non durò molto, passò abbastanza in fretta.
Prima di partire passammo per l'albergo dove avevo alloggiato con Evelin, per pagare la permanenza e prendere
ciò che era rimasto.
Il solo ricordo di quella sera mi faceva rabbrividire.

La notte invece la passammo all' hotel nel quale si erano fermati Alice, Jasper e Edward prima di raggiungermi,
dove potei darmi una ripulita, disinfettarmi le ferite, che sarebbero passate di li a poco, e riposarmi un pò,
cosa che però non riuscì a fare.
Ero troppo eccitata per tutto ciò che era accaduto.
Mio padre era vivo ed era li con me, insieme alla prima e senz'altro unica persona per la quale avessi mai provato amore,
il mio vampiro preferito dal sorriso sghembo, e con una famiglia pronta a starmi vicino, ad aiutarmi nel momento
del bisogno ed accogliermi nel calore della loro casa.
Non avevo il coraggio di chiudere gli occhi, temevo che una volta riaperti tutto sarebbe cambiato, temevo che avrei
potuto accorgermi che non era la realtà, che era tutto un sogno, e mi sarei ritrovata ancora sola e DIVERSA.

In compenso mi addormentai durante le dieci ore di aereo, con la testa poggiata alla spalla di Edward
e una mano stretta a mio padre, entrambi seduti al mio fianco.
Mi sentivo sicura e serena, come una bimba che si addormenta tra la sua mamma e il suo papà nel lettone,
senza la minima preoccupazione, senza la minima paura.
Così mi lasciai andare ad un lungo e tranquillo sonno.


Quando mi svegliai non mi trovavo dove mi aspettavo di essere...
Non potevo crederci, finalmente ero a CASA.

La mia incantevole stanza dalle pareti bianche ricoperte per metà da una tapezzeria a fiori che sembrava
emanarne il profumo, il meraviglioso letto a baldacchino circondato da dei morbidi teli di seta, l' enorme vetrata che ormai per me
mostrava il più bel panorama del mondo,  il tappeto circondato da decine di cuscini sul quale d'ora in avanti mi sarei seduta ogni qual
volta ne avrei avuto l'occasione, l'immensa libreria della quale non avrei trascurato neppure la più piccola pagina, la scrivania
sulla quale avrei scritto solo lettere d'amore e di gioia e mai più di addio.
Poi c'era quel grosso armadio regalatomi da sorellona Alice che decisi di riempire più che potevo!
Per ultimo il mio piccolo e delizioso bagnetto.
Non volevo più trascurare nemmeno il più piccolo dettaglio, d'ora in poi mi sarei goduta ogni oggetto, ogni situazione,
ogni singolo istante della mia vita che rasentava la perfezione, non avrei dato più nulla per scontato.

Notai di non avere più nessuna benda in testa e che il gomito non mi faceva più male.
Ringraziai ancora una volta i miei geni vampireschi, e risi ricordando la volta precedente .
Mi alzai lentamente e mi guardai ancora attorno sorridendo felice, fissando la grande fotografia appesa sul mio letto, poi uscii.
Mi chiusi la porta alle spalle e ancora con la mani sulla maniglia respirai a fondo quel profumo intenso,
il profumo di CASA.
Guardai per un momento la porta di fronte alla mia ma non si aprì, probabilmente Edward era di sotto.
Mentre scendevo le scale carezzavo leggermente il corrimano liscio e splendente, lanciando occhiate allegre
a tutte le camere, poi mi soffermai davanti al mio adorato crocefisso antico.
Mi diedi un bacio sulla mano per poi poggiarla alla croce, e ringraziai chinando il capo.
Arrivai finalmente di sotto.

Ciò che vidi mi piaque da impazzire.
Erano tutti riuniti in salotto che ridevano e parlavano beatamente.

"Naya bambina mia come ti senti?"
Mio padre mi venne incontro porgendomi la mano sorridente, io a quel gesto e a quelle parole scoppiai in lacrime.
Lui rimase sbigottito e si grattò la testa confuso.
"Na- Naya tesoro che ti succede? Ho detto qualcosa di male?"
Mi si avvicinò poggiandomi le mani sulle spalle.
Io scossi la testa:"No, no papà assolutamente, è solo che.. è tutto così meraviglioso!" affermai tra i singhiozzi asciugandomi le lacrime.
Mi sorrise dolcemente  e mi abbraciò stretta a se:
"E' vero Nayade, e d'ora in avanti sarà sempre così per te. Te lo prometto!"
Non riuscivo a fermare quel pianto, quelle goccie salate continuavano a rigarmi le guance incessantemente.
Tutti ci guardavano, commossi da quella scena.
Chissà, forse se ne avessero avuto la possibilità anche a loro sarebbe scesa qualche lacrimuccia!
Mio padre mi lasciò lentamente e prendendomi per mano mi condusse dagli altri poco distanti da noi.

"Mia cara ben tornata  a casa!" Esclamò zia Esme abbracciandomi forte e dandomi un bacio sulla fronte.
"Grazie mille zia.." che bella sensazione, nonostante i loro corpi fossero ghiacciati emanavano al mio un profondo calore.

" Posso anche io?" domandò zio Carlisle spalancando le braccia verso di me.
Non ci pensai un attimo e corsi verso di lui, come potevo rifiutare?
"Grazie davvero per ciò che hai fatto piccola." mi sussurrò all'orecchio.
Mi limitai ad annuire e continuai a stringerlo.

"Tieni Naya, asciugati quei lacrimoni.." mi disse sorellona Rosalie porgendomi un clinex con un sorriso radioso.
"Ti ringrazio sorellona!" le risposi ricambiando il sorriso, lei allora mi accarezzò dolcemente i capelli e mi sussurrò:
"Ti stavano aspettando qui a casa.."
Forse di clinex me ne sarebbe servito un altro... anzi un altro centinaio!

"La piccola imbroglioncella! Dammi il cinque campionessa!" Emmett si abbassò mostrandomi l'enorme manona incitandomi a colpirla.
Cosa che feci, con più forza che potevo!
"Devi metterci più energia.." mi prese in giro fratellone facendomi la linguaccia mentre però si massaggiava la mano.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    
"Attento a non provocarla troppo, sarebbe capace di farti volare di fuori se solo lo volesse!"
Intervenne Jasper venendomi incontro strizzandomi l'occhio. Lo ringraziai con un sorriso.
"Beh forte o no, la signorina mi deve un'intera giornata di shopping per cui riprenditi in fretta!"
Sbucò sul ciglio della porta Alice tutta sorridente, ma non scherzava affatto, lo sapevo!

Ora mi mancava soltanto una persona, mi guardai attorno ma non lo vidi.
"E' uscito Nayade.." Mi disse mio padre alle mie spalle. "Vieni ti accompagno di fuori."
Io annuì contenta:"Va bene!"

Uscimmo di casa e ci incamminammo verso il bosco.
Ad un tratto papà si fermò e abbassò la testa:
"Mi dispiace figlia mia per tutto ciò che hai dovuto subire! Per la mia enorme stupidità tua madre ora non è più con noi.
Lei doveva esserti accanto ora, non io, è colpa mia se Nadya è..."
"No papà! Non è affatto colpa tua io lo so, me ne rendo conto! Tu hai fatto quella scelta perchè credevi davvero di riuscire a salvarla!
La speranza in quel momento ha prevalso sul sospetto, e sono certa che anche la mamma lo sapeva.
L'unica responsabile di tutto ciò che è accaduto è quella donna, e io mi sento stupida almeno quanto te per averle creduto.
Sono io che dovrei chiederti perdono papà, perchè ho sospettato di te, non avrei mai dovuto!"
Chinai la testa e strinsi i pugni.
Lui si abbassò per potermi vedere in viso e delicatamente mi sollevò il mento.
"Figlia mia, sei una persona davvero straordinaria, esattamente come tua madre, me la ricordi così tanto..
Tu non puoi sapere la mia gioia per averti ritrovata sana e salva, solo questo conta ora, nient'altro..
D' ora in avanti staremo sempre insieme e ci faremo coraggio l'un l'altra nelle difficoltà, in ricordo sempre della tua cara mamma.."
Mi sorrise, le lacrime sul mio volto ricominciarono a scendere.
Ci abbracciamo forte:
"Certo papà! Ce la faremo!" affermai tra i singhiozzi.


"Oh.. scusatemi.."
Eccola la più bella voce del mondo provenire dalle nostre spalle.

Mio padre mi lasciò asciugandomi le lacrime:
"Non importa Edward abbiamo finito, ora vi lascio un pò soli.. ma mi raccomando fate i bravi.." esclamò scompigliandomi i capelli:
"Ci vediamo a casa ragazzi!" E così dicendo si allontanò salutando con la mano.

"Allora come ti senti?" Mi domandò ancora distante.
Lo guardai ancora con gli occhi lucidi:
"Ehm, meglio grazie..." Non capivo il motivo ma sentivo tra noi imbarazzo e tensione.
Chissà forse in questo tempo aveva pensato a noi ed era arrivato alla conclusione che non dovevamo stare assieme...
Lo sconforto si impossessò di me.. Forse voleva... lasciarmi.

"Ti va di fare quattro passi?" la sua domanda mi risvegliò dai miei pensieri facendomi sobbalzare.
"Ah ehm, si certo.." non riuscivo a parlare, mi sentivo un tremendo nodo in gola.

Per un pò camminammo in silenzio, io tenevo per lo più la testa bassa, ogni tanto con la coda dell'occhio lo osservavo,
ma la sua espressione era indecifrabile. Chissà a che pensava...

"Eccoci.." esclamò improvvisamente bloccandosi.
Quando alzai lo sguardo rimasi stupefatta e mi portai le mani davanti all bocca per la sorpresa.
Lui si portò una mano dietro la testa visibilmente imbarazzato:
"Beh ho pensato ti potesse piacere, visto che l'ultima volta siamo stai bene li su..."

In alto, quasi in cima a quella che oramai era diventata la nostra sequoia, era stata costruita una bellissima casetta in legno.
Era così in alto che a qualsiasi occhio umano sarebbe sfuggito, la vedevo  a malapena io!
Mi voltai verso di lui ancora incredula.
"Edward è, è davvero stupenda! Grazie!" Esclamai tuffandomi letteralmente su di lui, che pronto spalancò le braccia per accogliermi.
"Allora non ti va di vederla da dentro?" Mi chiese con un bellissimo sorriso.
Io annuì felice.
"Bene! Allora che aspettiamo!
Ci arrampicammo veloci sull'albero e mi ricordai della paura che ebbi la prima volta ridendone.
Arrivammo in un attimo
"Wow! E meravigliosa!"

Era perfetta. Piccola ma PERFETTA. Entrai guardandomi attorno.
Era composta solo da tre pareti, quella mancante faceva da ingresso.
Dentro non c'era nulla di rilevante. Solo due bellissimi plaid colorati poggiati a terra a mo di letto, con sopra due grandi cuscini,
una piccola finestrella aperta sulla parete in fondo, mentre su quella laterale notai con immensa gioia una cornice
contenente la fotografia mia con i miei genitori con al fianco un'altra cornice, ma vuota.
Lo guardai interrogativa piegando leggermente la testa.
Lui seguiva ogni mia reazione attento, e a quell'espressione sorrise, dirigendosi verso quel quadretto.
"Questa è per una foto che ancora deve essere fatta Naya, una foto raffigurante tutta la NOSTRA FAMIGLIA."
Sorrise radioso e divertito vedendo che era nuovamente riuscito a farmi piangere. Il nodo si era slegato.
Mi venne vicino e mi abbracciò, poggiai il viso sul suo petto, mentre lui mi carezzava dolcemente i capelli.
"Questo posto sarà il tuo rifugio Naya, ogni volta che avrai bisogno di parlare o di stare sola, saprai dove andare.."
"Questo posto sarà il NOSTRO rifugio Edward!" Sollevai leggermente la testa guardandolo, i nostri sguardi persi l'uno dentro l'altra.
"Allora se ne ha voglia signorina ora potremmo accomodarci su queste comode coperte e goderci il magnifico tramonto alle sue spalle."
Mi girai di scatto verso la grande apertura. Il tramonto era davvero dietro di me e sembrava vicinissimo.
Mi prese la mano e mi invitò a sedermi. Fu uno spettacolo straordinario, rimanemmo abbracciati stretti senza dirci nulla,
non c'era bisogno di parlare, solo guardandoci negli occhi capivamo ciò che avevamo da dirci.
Anche se tre parole importanti a lui sfuggirono:
"TI AMO BIMBA."
Mi guardò serio negli occhi carezzandomi teneramente una guancia.
Il suo viso si avvicinò al mio, le sua bocca pronta ad incontrare la mia, ma prima che ciò accadde gli risposi:
"ANCHE IO TI AMO EDWARD."
A questa risposta mi regalò il suo fantastico sorriso sghembo.
Poi le sue labbra trovarono dolcemente e appasionatamente le mie.
E ora che il nostro amore era stato dichiarato niente avrebbe più potuto dividerle.


Fu così che dopo tanti anni capì finalmente, grazie all'amore e all'affetto dimostratomi, la verita più importante:
Non essere uguali agli altri non significa essere DIVERSI.
Non essere uguali agli altri significa solo essere SPECIALI.




                                                                                *FINE*







RINGRAZIAMENTI!!!

Come avete potuto vedere la storia è conclusa, sono tristissima, Naya mi mancherà lo ammetto!
Comunque spero davvero vi sia piaciuto questo ultimo capitolo.
All'ultimo mi è venuta l'idea di concluderlo così in risposta al titolo del primo capitolo, mi sembrava giusto!
Spero di cuore che la mia storia vi abbia coinvolto e appassionato almeno un pochino, è stata la
mia prima quindi perdonatemi se non è stata perfetta!

Ringrazio davvero tutte le persone che mi hanno seguita dall'inizio e anche tutte quelle che mi hanno ' scoperta'
dopo!
Grazie mille a tutti coloro che mi hanno messa tra i preferiti, è davvero un onore per me, GRAZIE!
Grazie poi a tutti coloro che mi hanno concesso delle recensioni, sono state davvero tutte quante stupende
è stato un piacere enorme leggerle e rispondervi!


Un grazie soprattutto a:


bella95,  grazie per avermi concesso le tue recensioni in ogni capitolo, e in ogni storia, mi hai davvero incoraggiato! grazieee!
               Spero tanto che questo finale non ti abbia deluso!

DiNozzo323 grazie mille! Hai letto la mia storia tutta d'un fiato quando ero arrivata al 16simo capitolo e da allora hai contunuato
                      a seguirmi! Te ne sono davvero grata! fammi sapere che ne pensi di questo finale ci tengo!


ishizu,  grazie tante per avermi sempre recensito, le tue recensioni sono sempre stupende da leggere! ahahah! grazieeee!
             Non vedo l'ora di scoprire che mi dirai di questo ultimo capitolo!



Un ringraziamento speciale lo devo poi alla mia grande amica Pacci senza la quale nemmeno avrei scoperto questo sito
e di conseguenza non avrei iniziato a scriverci! Grazie davvero per il tuo costante sostegno, per i tuoi consigli e per la tua pazienza!
Consiglio vivamente di andare a leggere le sue torie, anche se sono certa che già le conoscete tutti! Sei bravissimaaaaa!

Un altro grande GRAZIE lo devo al mio ragazzo, che mi ha supportato nei momenti di passata ispirazione!
Grazie per essermi stato ad ascoltare e per non avermi mandato a quel paese quando ti pregavo di aiutarmi a capire se le mie idee
andavano bene oppure no! Grazie amore!

GRAZIE ANCORA A TUTTI!
Spero ogni tanto rileggerete questa ff, ma soprattutto spero che mi seguirete anche nelle altre!
BACIONI!

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